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A cura del Gruppo Consiliare

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Non sputiamo sulla nostra Storia

Manifesto per un nuovo soggetto politi- 2 co

Democrazi

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Dal basso per un consenso condiviso

Economi

La riforma del lavoro iniqua e deprime la crescita La tecnocrazia non pu abbattere la democrazia

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Casa, Allocca: Lo Stato deve ricomin- 5 ciare a investire su questo bene fondamentale Universit toscane: ISEE a mensa, tasse in aumento 6

Non sputiamo sulla nostra Storia Luciana Castellina 03/04/2012 - tratto da: Il Manifesto - sintesi Monti, da Tokio, ci fa sapere che lui popolare, i partiti no, sono solo oggetto di disprezzo. [] A livello alto, invece, nelle istituzioni europee e fra insigni studiosi, si dice che siamo entrati nella post democrazia parlamentare, che i problemi sono ormai troppo complicati per lasciarli a incompetenti istituzioni rappresentative. Ricordo queste cose per avvertire che quando si cominciano a denunciare classe politica e, indifferenziatamente, i partiti in quanto tali, bisogna stare un po attenti. Lattacco alla democrazia non viene pi da bande neofasciste ormai poco pi che folcloristiche, ma da una minaccia pi raffinata: dalluso capzioso che ormai apertamente viene fatto delloggettivo fastidio, della distanza che si scavata fra societ civile e istituzioni politiche. Cui inconsapevolmente concorre anche il neo anarchismo che percorre ovunque i movimenti. Daccordo quindi con il manifesto per il nuovo soggetto politico pubblicato il 29 marzo scorso su questo giornale (e firmato da molti miei amici di cui ho la massima stima) quando dicono che per salvare la democrazia bisogna arricchirla e trovare nuove forme di partecipazione e anche di democrazia diretta. Ma, vi confesso di provare anche molta preoccupazione per il tipo di nuovo soggetto politico di cui si auspica la nascita in sostituzione della forma
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Li:Sul futuro del parco archeologico di Baratti PI: Interrogazione sui bidoni tossici

FI: Le stravaganti dichiarazioni del Sin- 7 daco che la destra ci invidia AR: Poppi non abbassare la guardia sul piano sanitario FI: AV e Maggio Musicale PI: Pirogassificatore Rifondazione non molla PT: Inceneritore di Selvapiana PI: Se lacqua un lusso... 7 8 8 9 10

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onsiglio

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partito novecentesca. Certo, vero, anche i partiti di sinistra o presunta tale sono pessimi. Anche i pi recenti. Bisognerebbe rifarli daccapo e naturalmente questa non operazione che si fa sulla carta: i buoni partiti nascono sempre da un movimento reale. Ma pu servire a questo scopo il descritto nuovo soggetto? Innanzitutto non si pu mettere fra parentesi il fatto che se i partiti sono diventati cos perch le istituzioni rappresentative nazionali in cui sono chiamati a far sentire la loro voce sono state da tempo svuotate di un potere decisionale [] In questi anni sono state privatizzate non solo le centrali del latte o le aziende di trasporti, ma anche la sovranit, il potere decisionale. La crisi dei partiti dipende dunque anche dalla drastica perdita di influenza che hanno subito in conseguenza di questa perdita di potere delle istanze rappresentative a tutti i livelli, anche comunale. Per questo la gente avverte la loro superfluit. [] Lidea che il sistema possa esser cambiato solo dal basso, da una rete orizzontale che, pur non negandolo, sospende la sua attenzione al problema del potere centrale e ritiene che basti una frammentata pressione dal basso per cambiarlo, credo non vada lontano. [] Questa sacralizzazione dellopinione pubblica, in nome della quale la maggioranza ha comunque ragione, il peggior portato di Internet: la scelta giusta il risultato di un confronto prolungato e sofferto, tanto pi in presenza di movimenti che non sono pi socialmente omogenei, come era quello operaio, ma popolati dalle figure destrutturate e contraddittorie prodotte dal capitalismo in crisi. Funzione di un soggetto politico costruire senso, non raccogliere la mediet del consenso, peggio di un indistinto borbottio. A meno che non ci si contenti di conservare lesistente anzich di cambiarlo. E veniamo alla proposta di abolire una leadership centralizzata, sostituita da coordinamenti transitori e itineranti. Badate che il peggior leaderismo si produce di fatto quando non si stabiliscono regole precise per una selezione collettiva dei dirigenti: vi dicono niente i leaderini del 68, dominatori di assemblee, sopraffattori dei pi deboli, o solo meno arroganti? [] Una massa atomizzata sempre manovrabile. Per questo servono sedi stabili in cui ci si possa raccogliere, collegamenti a tutto campo per non chiudersi nel localismo (per questo reazionario pensare di poter togliere finanziamenti ai partiti, o trovare illecito che un deputato viaggi al di fuori del suo collegio). [] Solo se c unorganizzazione la base pu esercitare potere, altrimenti, al massimo, pu dire s o no a un referendum. Selezionare democraticamente una leadership difficile ma necessario se si vuole consolidare unorganizzazione politica e non abbandonarla alle fluttuazioni caratteristiche dei movimenti spontanei. [] Gramsci, che pure ha sempre ricordato quanto pi necessaria al proletariato rispetto alla borghesia sia la politica, consapevole delle sue degenerazioni aveva ipotizzato la creazione di consigli in grado di giocare questo ruolo. [] Ben vengano nuove forme di partecipazione, dunque, ma innanzitutto facendo tesoro delle esperienze novecentesche che non sono roba da buttar via come dice il Manifesto: quando il Pci, con tutti i suoi difetti, aveva pi di due milioni di iscritti e una capillare organizzazione radicata sul territorio e per anche forte della soggettivit di una appartenenza ad un grande movimento internazionale che aveva sconfitto il fascismo vi assicuro che si raggiunto il punto pi alto di democrazia conosciuto dal nostro paese. Quella esperienza non ripetibile e aveva i suoi limiti, ma per favore non sputateci sopra! A me piace tuttora linvocazione di Mao Tse Tung, che tanto ci conquist nel 68, quando disse che occorreva bombardare il quartier generale. Perch i partiti si burocratizzano e separano e vanno quindi continuamente investiti dai movimenti della societ. Ma Mao aggiungeva che occorreva distruggerli per rifondarli, non per farne a meno. In Cina non ci si riusciti, non ho remore a dire che in Italia bisogna provarci.

Manifesto per un soggetto politico nuovo per unaltra politica nelle forme e nelle passioni - sintesi
Il testo integrale su: www.soggettopoliticonuovo.it
Non c pi tempo Oggi in Italia meno del 4% degli elettori si dichiarano soddisfatti dei partiti politici come si sono configurati. crescente limpressione che i nostri rappresentanti rappresentino solo se stessi, i loro interessi, i loro amici e parenti. A. Diffondere il potere, non concentrarlo. Oggi le decisioni sono sempre prese altrove. Il nostro compito di frenare per quanto possiamo questa fuga decisionale verso lalto, linspiegabile e lastratto. B. Il nuovo spazio pubblico della democrazia La democrazia rappresentativa ha bisogno sia di una sua riforma interna in senso proporzionale, sia di essere arricchita da nuove forme di demo-

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crazia partecipativa. Ci che vale per il sistema politico nazionale ancora pi vero per i partiti in cui la democrazia ha sempre fatto fatica ad imporsi. C. Forme e pratiche di una nuova aggregazione La struttura del nuovo soggetto non sarebbe piramidale ma confederale, senza un centro nazionale fisso ma con un coordinamento itinerante e a rotazione che si sposta regolarmente da regione a regione. D. Comportamenti e passioni Tante volte consentiamo che siano le passioni negative linvidia, lodio, lorgoglio, lira e i comportamenti sociali che ne derivano la rivalit, la voglia di sopraffare, il perseguimento dei propri interessi in modo esclusivo a guidare le nostre azioni. Per concludere: Si rompe con il modello novecentesco del partito, introducendo nuove regole e pratiche: trasparenza non segretezza, semplicit non burocrazia, potere distribuito non accentrato, servizio non carrierismo, eguaglianza di genere non enclave maschili, direzione e coordinamento collettivo e a rotazione, non di singoli individui carismatici. Una proposta: Vogliamo costruire un soggetto che determini una trasformazione complessiva, costruisca anche alleanze e mediazioni ma con lambizione tuttaltro che minoritaria di mettere in campo unaltra Italia. []

Dal basso per un consenso condiviso


Monica Sgherri 29/03/2012 - da Asilo Politico - inserto del Nuovo Corriere di Firenze
La controriforma che continua ad abbattersi sul nostro paese, sotto la copertura di un governo tecnico, punta a cancellare lo stato sociale che abbiamo conosciuto. Niente sul reperimento delle risorse laddove ci sono (patrimoniale) e per il rilancio degli investimenti e creazione di lavoro. A politiche antipopolari e di parte che divaricano la forbice sociale servono governi sempre pi autoritari. E da anni la rappresentanza subisce contrazioni. Da una parte quindi demolire diritti e stato sociale e dallaltra riconsegnare la rappresentanza a una lite. A questo si aggiunga che il diritto al voto non per tutti e viene negato a causa dellorigine, anche a chi nato e cresciuto in Italia. In nome della stabilit il proporzionale stato progressivamente stravolto, prima con il premio di maggioranza, ora con linnalzamento delle soglie di sbarramento! Ossia meno rappresentanti e meno pluralismo, a partire, come sempre, da quello di genere! A questo si aggiunge la semplificazione burocratica, la velocizzazione delle decisioni, anche in deroga alle procedure, consegnandoci uno scenario nuove che rischia di degenerare in forme di democrazia autoritaria. In contrasto a questa tendenza cresciuto, dal basso, un nuovo protagonismo diretto che si concretizza nel proliferare di comitati locali. Troppo facile liquidare questo fenomeno con la sindrome di Nimby. Davanti alla crisi della rappresentativit delle istituzioni dei partiti, alla deregulation sui territori sono spesso di fatto queste realt che custodiscono e difendono le regole e linteresse generale. Oltre questi e pi in generale, cresciuto un movimento che rifletteva sulla partecipazione diretta una delle due gambe, con la rappresentanza istituzionale, di una democrazia solida come risposta alla crisi della rappresentanza e delle istituzioni. Cogliendo questo humus la Regione approv nel 2007 la legge sulla partecipazione: esempio rilevante ed innovativo nel panorama legislativo non solo nazionale, in quanto traduce in norma che la partecipazione alla elaborazione e alla formazione delle politiche regionali e locali un diritto: la presente legge promuove forme e strumenti di partecipazione democratica che rendano effettivo questo diritto. La legge prevedeva una clausola di dissolvenza al 31 dicembre 2012. entro tale data il Consiglio regionale dovr promuovere e svolgere percorsi partecipativi per la - sua - la valutazione conferma o modifica. Interrogandoci certo sui suoi limiti e risultati, va indicata la partecipazione come strumento di consenso elaborazione di una condivisione che la politica non ha su scelte strategiche ma discutibili, e senza cadere nel trabocchetto per cui i percorsi partecipativi, la vitalit della societ toscana e dei suoi comitati avrebbero la responsabilit del fermo di tante infrastrutture. Si tratta di decidere in quale solco la Toscana vuole inserirsi: se passivamente adattarsi alla controriforma in atto, avallando le ricette che lhanno prodotta o se, al contrario, vuole continuare a misurarsi sul terreno del rafforzamento della democrazia intesa come inclusione di tutte e tutti alla cosa pubblica. Come Toscana possiamo aspirare a continuare a valorizzare il nostro tessuto civico e sociale, il protagonismo delle nostre popolazioni, la vitalit delle nostre istituzioni, e la partecipazione pu diventare un tassello essenziale di difesa della democrazia. Un contributo abbiamo provato a darlo con lappuntamento Partecipazione e democrazia. Osservazioni e proposte verso la revisione della Legge regionale sulla partecipazione da noi organizzato sabato scorso presso il Consiglio Regionale.

n. 10 del 04/04/2012

La riforma del lavoro iniqua e deprime la crescita


da: keynesblog del 29/03/2012
La riforma del mercato del lavoro proposta dal Governo Monti e sulla quale si sta dibattendo, iniqua per i lavoratori e dannosa per il sistema economico. Un giudizio che non lascia appello e che questa volta ci proviene da Felice Roberto Pizzuti (docente di Politica economica presso la Facolt di Economia dellUniversit di Roma La Sapienza) dalle colonne del Manifesto. competitivit che ne consegue. Con il bel risultato di deprimere ulteriormente la domanda e di alimentare la recessione. Per Pizzuti, inoltre, la riforma Monti-Fornero non immette maggiori certezze nel sistema produttivo, ma anzi ne aumenta linstabilit la quale il nemico principale della crescita e della possibilit che essa sia qualitativamente compatibile con le Sulliniquit, consistente nellassenza di obbligo esigenze sociali e ambientali sempre pi ineludibili di reintegro del lavoratore da parte del datore di per generare sviluppo economico, sociale e civile lavoro, pu bastare semplicemente ricordare nel medio e lungo periodo. che il dettato mercifica il diritto al lavoro, sancito Sarebbe piuttosto il caso che la politica riprendesdalla nostra Costituzione, spostando lequilibrio se gli spazi che le sono propri, perseguendo obietdei rapporti di lavoro a favore della controparte tivi di sviluppo e coesione sociale lungo il solco dei che gi dotata di maggior potere e mezzi e che princpi della democrazia. E sgombrando, una voladesso pu farli prevalere pur in assenza di mo- ta per tutte, il campo dal terribile equivoco che la tivazioni riconosciute come valide dalla magistra- tecnocrazia ha creato, lesistenza cio di leggi tura. economiche ineludibili che debbono essere messe Ma se non bastasse la riforma, che tecnica vorrebbe essere, non risolve aspetti di debolezza strutturale del nostro mercato del lavoro, mentre sollecita la fuoriuscita di lavoratori dal mercato, derivando tale debolezza da una carenza di domanda frutto dell obsolescenza innovativa del sistema produttivo italiano e della scarsa nella condizione di poter funzionare, secondo i dogmi di quella dottrina neoliberista da cui la crisi stessa ha tratto origine. Insomma, per parafrasare un noto detto: loperazione non riuscita e in pi il paziente morto.

La tecnocrazia non pu abbattere la democrazia


Felice Roberto Pizzuti - il testo integrale su: www.sbilanciamoci.info

La riforma del mercato del lavoro non risponde a esigenze "tecniche", anzi obbedisce a un'interpretazione sbagliata dei problemi dell'economia. Perch la democrazia sta rinunciando a se stessa? La riforma del mercato del lavoro presentata dal governo Monti conferma l'impronta politica neoliberista e la corrispondente impostazione economica del suo presidente che, peraltro, era nota da tempo. In questa politica del governo non c' dunque nulla di sorprendente, ma naturalmente nemmeno nulla di "tecnicamente dovuto"; anzi, diversamente da quanto molti commentatori vogliono far credere, essa non solo di parte, ma anche controproducente per uscire da questa crisi. Nel merito del provvedimento, gi molto dibattuto, richiamo due soli aspetti. Eliminare l'attuale obbligo di reintegrare un lavoratore licen-

ziato per motivi economici non riconosciuti dal giudice, sostituendolo con il pagamento da parte dell'impresa di una penale, significa mercificare il diritto al lavoro, che pure l'attivit sulla quale la Costituzione fonda la nostra repubblica. Molto semplicemente, nei rapporti di lavoro l'equilibrio viene spostato a favore della controparte che gi dotata di maggior potere e mezzi e che adesso pu farli prevalere pur in assenza di motivazioni riconosciute come valide dalla magistratura. Dal punto di vista economico, la motivazione e l'impianto della riforma del mercato del lavoro si fondano sul presupposto che il problema da risolvere sia il miglioramento delle condizioni d'offerta delle imprese; questo obiettivo viene perseguito aumentando la flessibilit d'impiego del lavoro ovvero traslando i rischi dell'accresciuta instabilit dei mercati dalle imprese ai lavoratori e, in definiti-

va, riducendo i costi di produzione delle prime a danno dei secondi. Ma l'analisi della crisi mostra chiaramente che il problema principale maturato negli ultimi trent'anni a seguito del contenimento della dinamica salariale e della spesa pubblica stato l'insufficienza della domanda necessaria ad equilibrare la crescente capacit d'offerta potenziale dei sistemi produttivi. I tentativi di sopperire a questo squilibrio strutturale, alimentando la domanda con le "bolle" finanziarie e immobiliari, ha solo reso il sistema pi fragile cosicch, dopo una lunga seria di crisi parziali, si arrivati a quella globale in atto. In questo contesto, l'azione del governo si concentra su aspetti delle condizioni d'offerta, come la flessibilit in uscita dei lavoratori, che attualmente non hanno rilievo per rilanciare la crescita mentre aggrava le insufficienze dal lato della domanda che sono quelle dirimenti. []

n. 10 del 04/04/2012

Casa, Allocca: Lo Stato deve ricominciare ad investire su questo bene fondamentale da: www.regione.toscana.it
Lo Stato deve tornare a fare qualcosa sul fronte abitativo, ad investire risorse. Lassessore al welfare e alle politiche per la casa Salvatore Allocca lancia un nuovo, ennesimo, appello al governo affinch rimetta sul piatto risorse importanti sulla casa. Lo fa nel corso della conferenza stampa di presentazione del I Rapporto sulla condizione abitativa in Toscana. Lo scenario che viene fuori dal Rapporto ha spiegato Allocca un pogi lo conoscevamo. Uno scenario di grande crisi in cui chi perde il lavoro rischia di perdere la casa. Prima la povert era legata essenzialmente allassenza di lavoro. Oggi magari si trova lavoro ma non si riesce comunque a far fronte ai propri bisogni, primo fra tutti quello ad unabitazione. La mancanza o il venir meno di unabitazione ha una forte e rovinosa ricaduta sociale: si costretti a tornare a casa dai propri genitori, si spezzano legami e matrimoni. Insomma la casa un bene fondamentale, irrinunciabile, la base della solidit sociale. In Toscana aumentano gli sfratti ma non tanto il numero a preoccupare quanto la qualit. Fino a poco tempo fa aggiunge dipendevano dalla fine locazione. Oggi invece quasi 9 sfratti su 10 sono per morosit. Sono cio determinati da eventi che non stanno allinterno di una normale dinamica della relazione inquilino-proprietario, ma sono eventi traumatici, per i quali non esiste pi una sorta di salvagente, come in passato. La Regione, come spiega ancora Allocca, per cercare di porre rimedio ad una situazione che si sta aggravando ogni giorno, prova a battere tutte le vie possibili. Potenziamento del patrimonio Erp, operazioni innovative come il co-housing, mantenimento della quota regionale per il sostegno affitti, creazione di un apposito fondo per le famiglie vittime di sfratti cosiddetti per morosit incolpevole. Ma il governo che deve ricominciare a fare qualcosa in questo settore. ormai dagli anni 90 che le risorse destinate alla casa sono progressivamente diminuite. Si pensato che il problema si potesse risolvere con la propriet e con i mutui facili. Abbiamo per visto che cos non stato anche se in Toscana abbiamo la pi alta percentuale di proprietari, l84%. Il restante 16% ancora gravato da mutui spesso insostenibili oppure alle prese con un mercato degli affitti troppo oneroso. Un altro tasto dolente conclude Allocca poi il numero, esorbitante, di case sfitte, circa 423.000. In Toscana esisterebbero 1,3 case per ogni cittadino un numero pi che sufficiente a soddisfare la richiesta. Tempo fa proposi di mettere una tassa di scopo di 10 euro al mese per ogni alloggio non dato in affitto, significherebbe avere ogni mese qualcosa come pi di 40 milioni di euro che ci permetterebbero di risolvere il problema.

Casa: I rapporto sulla condizione abitativa in Toscana al 31 dicembre 2010 - Testo integrale e rapporto in pdf su:
http://toscana-notizie.it/blog/2012/04/02/casa-il-i-rapporto-sulla-condizione-abitativa-in-toscana/

In Toscana ci sono 1,3 case per ogni famiglia con un valore medio di 265 mila euro. A ogni toscano per acquistare la propria casa occorrono in media oltre 8 anni di reddito e per mantenerla deve spendere 362 euro al mese. Il patrimonio abitativo della Toscana supera i 2 milioni di abitazioni, pari al 6,2% del totale nazionale, per una popolazione residente di 3,8 milioni di unit: sono disponibili 544 abitazioni per ogni 1.000 abitanti, cio 1,3 case per ogni famiglia, dato in linea con il resto del Paese. Il valore complessivo delle abitazioni toscane, in base alle quotazioni di mercato, ammonta a 560 miliardi di euro, l8,9% del

valore nazionale, 5,4 volte il Pil regionale (il rapporto nazionale invece di 4,2 volte). Unabitazione in Toscana vale in media circa 265 mila euro, il valore medio italiano si ferma a 180 mila euro. Per comprare una casa occorre una somma pari a 8,2 annualit di reddito (il dato medio nazionale scende a 6,1). Se per la casa ogni toscano spende in media 362 euro al mese, quasi il 15% del reddito medio, le famiglie in locazione vedono innalzare questa percentuale, fino a sfiorare il 30%. A livello nazionale la somma inferiore: 329 euro (13,7% del reddito). [] Circa 255 mila famiglie pagano un affitto e sono sempre pi in difficolt, tanto che nel periodo

2001-2010 dai 3.287 sfratti siamo passati a 4.906, con un aumento di circa il 49%. La quota di quelli per morosit dal 61% circa passata all89%. Le richieste di esecuzione sono passate da 3.399 a 10.965 (+228%). Quelli eseguiti da 880 hanno raggiunto 2.652 (+201%). In particolare, nel 2009, stato registrato un provvedimento di sfratto ogni 250 famiglie residenti. Riguardo invece al 2010 si evidenzia uno sfratto ogni 844 famiglie con un aumento continuo dal 2007. Se invece limitiamo lo sguardo alle sole famiglie in affitto otteniamo unesecuzione di sfratto ogni 96 famiglie.[]

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Tasse universitarie. Sgherri: necessario intervenire per evitare di andare verso un americanizzazione dellistruzione universitaria, dove la qualit sia dettata dal censo. Interrogazione alla Giunta Regionale
FI, 28/04/2012 - Il combinato disposto di quanto rischia di accadere di andare nella direzione di una americanizzazione dellistruzione universitaria, dove la qualit delluniversit frequentata, e dunque del titolo di studio, sia determinata in buona parte da quello che pagano direttamente gli studenti, quindi con istituti migliori per studenti pi abbienti e peggiori per gli altri: una vera involuzione classista. necessario che per quanto di competenza la Regione intervenga al fine di contribuire a scongiurare questo scenario, anche a partire dalla nuova fasciazione del reddito, non certo improntata allequit, da cui determinare quanto pagher uno studente per laccesso alle mense universitarie toscane, da cui emerge un consistente aumento. Cos Monica Sgherri in Consiglio Regionale spiega la ratio di fondo dellinterrogazione presentata in tema oggi alla Giunta. []

Universit toscane: ISEE a mensa, tasse in aumento


Luca Panicucci, Responsabile Scuola e Universit Giovani Comunisti Toscana Alberto Giorgi, Responsabile Scuola e Universit Partito della Rifondazione Comunista Toscana Monica Sgherri, Capogruppo Regione Toscana Federazione della Sinistra Verdi
A partire dal 1 aprile entrer in vigore il provvedimento sulla fasciazione delle tariffe delle mense universitarie, approvato dal CdA del DSU Toscana lo scorso 30 novembre nel bilancio previsionale per lanno 2012. Da luned 2 aprile, quindi, gli studenti pagheranno il servizio mensa in base al loro ISEE (2,80 gli studenti con Isee familiare non superiore a 36.000; 3,00 quelli con Isee compreso tra 36.000 e 75.000; 4,00 gli studenti con Isee superiore a 75.000). Come si vede, alla fine assisteremo ad un aumento sostanziale di 1 per gli studenti con ISEE sopra i 75000 a fronte di un costo invariato per la fascia intermedia e di una diminuzione molto ridotta (0,20 ) per gli studenti sotto i 36000 euro. evidente come questa si qualifichi come una misura di falsa equit sociale (anche perch lISEE non rileva effettivamente la ricchezza delle famiglie) che comporter lallontanamento di una parte consistente degli studenti dal servizio mensa e, conseguentemente, una diminuzione della qualit del servizio nel medio periodo, oltre a presentare alcune storture, come linclusione automatica degli studenti Erasmus nella fascia pi alta e a non apportare un significativo introito nelle casse del DSU. inoltre di questi giorni la notizia che il governo dei tecnici ha dato il via libera anche ai due decreti attuativi della legge Gelmini, il numero 436 e il 437. In un contesto in cui FFO e fondo per il diritto allo studio sono stati in questi anni drasticamente tagliati e in cui le regioni gi finanziano il diritto allo studio con fondi che sono il 60% di quanto stanziato dallo Stato, si decide, sul solco della Gelmini, di alzare ulteriormente le tasse regionali e di ingabbiare il reclutamento degli atenei in un meccanismo che li costringer, se vogliono assumere un docente, un ricercatore o un tecnico di laboratorio ad alzare le tasse agli studenti. [] impensabile che siano gli studenti i principali finanziatori di un diritto che dovrebbe essere loro concesso dallo Stato, ed anche per questo motivo che il nostro gruppo regionale FdS Verdi ha presentato una interrogazione alla Giunta regionale. Allattacco che viene ormai condotto da anni contro luniversit e la scuola pubblica, e che anche questo governo porta avanti, da un lato con lintroduzione di logiche aziendalistiche nella gestione degli atenei e dallaltro riformando il diritto allo studio in modo da fare profitti sulle spalle degli studenti si deve rispondere tempestivamente e con fermezza. Le nostre richieste: - ripensare le modalit di assegnazione di appalti alle varie ditte che gestiscono le mense, - garantire abbonamenti urbani a costi agevolati per studenti, - incentivare lo strumento del contributo per laffitto, garantire (sul modello di quello che hanno fatto altre regioni) un accesso agevolato alle attivit culturali per tutti i soggetti in formazione. Queste sono solo alcune delle cose che si potrebbero fare in unottica di ripensamento del diritto allo studio in Toscana, insieme certo a una rimodulazione dei costi della mensa che sia pi equa, come peraltro hanno gi chiesto le associazioni studentesche pi rappresentative. Chiediamo alla Regione e allazienda regionale per il diritto allo studio di intraprendere il prima possibile un percorso trasparente, aperto e partecipato su queste questioni, anche in considerazione dei maggiori introiti per lazienda che deriveranno dallaumento delle tasse. Tale percorso, naturalmente, dovr includere tutti i soggetti coinvolti, a partire proprio da quelle organizzazioni culturali, sindacali e studendesche che pi di tutte in questi anni si sono battute per la difesa dei diritti degli studenti e dei lavoratori della conoscenza e per la qualit della didattica e della ricerca nelle nostre universit.

n. 10 del 04/04/2012 Futuro del parco archeologico di Baratti. I Piani delle amministrazioni locali sono adeguati alla sua valorizzazione archeologica e tutela? Interrogazione di Monica Sgherri in Regione
Firenze, 29 marzo. Futuro del parco archeologico di Baratti. Interrogazione di Monica Sgherri in Regione. Siamo di fronte ad uno dei siti paesaggistico archeologici pi rilevanti a livello nazionale e non solo, che abbisogna di unadeguata valorizzazione in un contesto di doverosa tutela. Cos Monica Sgherri. Lamministrazione comunale di Piombino ha adottato un piano particolareggiato che tocca varii aspetti riguardanti il parco, come la pressione antropica e veicolare a cui sottoposto il Parco, e soprattutto dovrebbe rappresentare uno degli strumenti principali di sviluppo e tutela anche dal punto di vista della valorizzazione archeologica del Parco medesimo. A quanto appreso le amministrazioni locali coinvolte avrebbero invece dichiarato che gli investimenti per la valorizzazione archeologica non sono pi sostenibili. Investimenti che, per altro, avrebbero potuto beneficiare di fondi provenienti da Bandi Europei e che potrebbero valorizzare un patrimonio culturale tale da poter creare anche occupazione. Va fatta quindi chiarezza ed la domanda di fondo che posta nellinterrogazione se le scelte operate per il Parco archeologico di Baratti attraverso il Piano particolareggiato sopra ricordato siano sufficienti e congrue per la sua conservazione e sviluppo, e conseguentemente quali eventuali azioni la Giunta Regionale per quanto di competenza - ritenga di mettere in atto al fine di perseguire lobbiettivo di fondo sopra ricordato, cio la valorizzazione del patrimonio archeologico del sito in questione e della sua tutela. Tutto ci anche in rapporto alle strutture turistiche di accoglienza, vista per altro la gi adeguata presenza nei pressi dellarea di strutture atte allo scopo.

Pisa: Interrogazione sui Bidoni tossici e mancata informazione alla popolazione sulle precauzioni da osservare in caso di ritrovamento
Su quanto successo il 17/12/ 2011 quando lEurocargo Venezia perse in mare bidoni tossici, RC ha presentato in Consiglio Comunale a Pisa una interrogazione per sapere, tra le altre cose, come mai la popolazione non sia stata informata tempestivamente sulle precauzioni da usare nel caso di recupero in mare o sulla spiaggia dei bidoni tossici attraverso la capillare rete dei media locali e per conoscere quali iniziative e provvedimenti siano stati posti in essere per monitorare, recuperare, e mettere in sicurezza tali bidoni e pi in generale quali misure si intendano adottare per informare sui possibili rischi per la salute e per garantire tutela e sicurezza alla cittadinanza in caso di ritrovamento del materiale pericoloso [] Maurizio Bini

Le stravaganti dichiarazioni del Sindaco che la destra ci invidia


Lavoro: Renzi, art.18 un feticcio e non problema di nessuno
27 Marzo 2012 (ASCA) - ''Sar sbrigativo: a me dell'articolo 18, usando un tecnicismo giuridico, non me ne po' frega' de' meno''. Lo ha dichiarato il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ospite di ''24 Mattino'' su Radio 24, parlando della riforma del mercato del lavoro. ''L'articolo 18 un feticcio, un totem ideologico attorno al quale c' una grande danza degli addetti ai lavori - ha proseguito Renzi -. Il mio partito dovrebbe raccontare che idea ha per il futuro. L'articolo 18 del 1970, bene, bravi, bis. Ora parliamo dell'Italia del 2030? Sar controcorrente ma non ho mai trovato un imprenditore che mi dicesse 'il mio problema l'articolo 18. Ho trovato imprenditori che mi dicono che i problemi sono le tasse, la giustizia, la burocrazia. E non ho mai trovato un ragazzo di 20 anni che m'abbia detto ''vorrei tanto l'articolo 18'''. Su questo tema, per Renzi ''Bersani stato tatticamente saggio, ha tenuto insieme tutto il Pd. Tutto tranne Fassina? Vabb, Fassina l'avete inventato voi giornalisti, non uno che rappresenta chiss che cosa o chiss chi''.

Poppi - lo sollecitano gli amministratori: non abbassare la guardia sul Piano Sanitario Regionale - da La Nazione Arezzo del 03/04/2012
Gli amministratori dell'Unione dei Comuni Montani del Casentino alla luce della prossima approvazione del piano sanitario e sociale integrato toscano per il quadriennio 2012-2015 [] Occorre ora stringere i tempi anche per formalizzare gli accordi - ci hanno detto il presidente dell'Unione dei Comuni Luca Santini e l'Assessore ai servizi sociosanitari dell'Unione Graziano Agostini - e a questo punto dobbiamo tutti coalizzarci intorno ad un preciso emendamento presentato in Consiglio Regionale dal Gruppo Consigliare Federazione della Sinistra-Verdi che condividiamo in pieno e che prevede di aggiungere al capitolo della rete ospedaliera, testualmente, la salvaguardia dei presidi ospedalieri insulari, montani.

n. 10 del 04/04/2012 Destino dei materiali di scavo per la realizzazione del nodo fiorentino dellalta Velocit. Interrogazione di Monica Sgherri.
Firenze, 22/03/2012 - Che fine faranno i materiali di scavo per la realizzazione del nodo fiorentino dellAlta Velocit? E in attesa di individuare i siti di smaltimento per una grandissima quantit di materiale classificato come vero e proprio rifiuto speciale - non il caso di bloccare i lavori di escavazione? Vista anche la crisi economica e la imprescindibili esigenze del trasporto ferroviario regionale non sarebbe opportuno trovare temporanee soluzioni di tracciato in superficie invece che sostenere gli alti costi per la coppia di binari in galleria? Questi i quesiti di fondo che pone Monica Sgherri Capogruppo di Federazione della Sinistra Verdi in Consiglio Regionale nellinterrogazione presentata oggi alla Giunta. Si tratta spiega Sgherri - di circa tre milioni di metri cubi di materiale e per di pi per quelli relativi alla galleria si tratta di rifiuti speciali che devono essere posti in siti ad hoc. In Toscana non vi sono discariche di queste dimensioni e quindi la domanda se se ne prevede la realizzazione e dove e o se si porteranno del tutto o in parte fuori regione. Ma le domande e il problemi connessi non finiscono qui: va fatta chiarezza sullipotesi di cui ho avuto notizia - di un sito in zona Rovezzano come idoneo a tramite procedura di inertizzazione smaltire i rifiuti una volta, grazie a quel procedimento, declassati come non pi speciali. Cosi come bisogna capire chi si accoller i costi lievitati rispetto allappalto originario di smaltimento e se non si intenda prevedere come per altro da accordi sottoscritti in tal senso - il trasporto via ferro dei materiali di risulta, anche alla luce delle vibranti proteste degli abitanti della zona Lippi, che attualmente subiscono il passaggio dei camion atti a questo scopo. Insomma punti interrogativi che non possono rimanere senza risposta. E tutto questo al di l di come la si pensi sul progetto del nodo fiorentino dellalta velocit che sta andando avanti, sui quale rimane una nostra storica contrariet. Risposte che devono essere fornite tanto pi alla luce dellimpegno assunto in Consiglio Regionale con mozioni approvate a suo tempo di avere aggiornamenti periodici al Consiglio stesso sulandamento dei lavori e sulle problematicit connesse.

Domanda dAttualit in Consiglio Provinciale di Andrea Cal e Lorenzo Verdi


La Monna Lisa che cancella il sorriso a Firenze. Annunciato per met maggio l'avvio degli scavi per il sottoattraversamento TAV. Rifondazione Comunista: inaccettabile che i lavori partano senza che sia risolto il nodo della destinazione dei rifiuti e in palese violazione delle prescrizioni contenute nella Valutazione di Impatto Ambientale.

Maggio Musicale
Domanda dAttualit in Consiglio Provinciale di Andrea Cal e Lorenzo Verdi
Nuovo colpo di scena sulla vicenda del Maggio Musicale, lo stato di crisi annunciato da Colombo & Renzi per risanare anni di sbilanci, perdite e indebitamenti stato aperto ufficialmente con la richiesta di esuberare 70 lavoratori. Una richiesta nata male e fondata principalmente sui tagli al costo del lavoro e sulla flessibilit allinterno delle ore lavorative. I sindacati mentre preparano un piano alternativo agli esuberi chiedono la convocazione del tavolo interistituzionale con la Regione Toscana, Provincia e Comune di Firenze. Immediata la replica della Regione Toscana il risanamento del Maggio deve garantire il rilancio e al contempo essere socialmente sostenibile e non prevedere alcuna mobilit non concordata. Assordante il silenzio della Provincia di Firenze che gioca un ruolo defilato a fronte di una situazione pericolosa socialmente e culturalmente. Rifondazione Comunista nel sostenere la vertenza richiama le istituzioni a evitare soluzioni giocate solo sulla pelle dei lavoratori che per questa gestione fallimentare hanno gi dato.

Pirogassificatore, Rifondazione non molla


Il partito annuncia di proseguire la battaglia al Consiglio di Stato contro Regione e Waste
Il Tirreno - Pontedera 01/04/2012 Ci sar anche Rifondazione nel nuovo capitolo della vicenda del pirogassificatore della Waste Recycling nelle aule del Consiglio di Stato. Allaccoglimento da parte del TAR delle richieste di sospensione presentate dal Comune di Castelfranco e Rifondazione hanno fatto seguito la presa di posizione dellazienda e della Regione, entrambe determinate ad andare al successivo grado di giudizio. E cos, anche i comunisti proseguono nella battaglia legale portando i loro elementi. Cos, Adrea Corti, consigliere provinciale PRC: Dopo la battaglia in Consiglio provinciale, la richiesta di annullamento dellautorizzazione presentata al dirigente generale, e la prima vittoria sulla sospensione dellattivit dellazienda, ci sembrato doveroso proseguire anche nei superiori gradi di giudizio. A Castelfranco non ci si sta battendo su una questione puramente ambientale. Siamo di fronte ad un apparato normativo, spesso contraddittorio, che ha reso evidente il problema di fondo dei procedimenti di autorizzazione di questi impianti, vale a dire quello dellinteresse prevalente. Ad oggi quello che viene in qualche modo tutelato nella decisione ultima sulla fattibilit quello del privato e non della collettivit. Ne prova il fatto che impianti come questo, di piccole dimensioni, vengano considerati strategici.

n. 10 del 04/04/2012

Firenze: Vicenda inceneritore di Selvapiana. Sgherri: Errore lampante in un Piano quello interprovinciale dei rifiuti Ato Centro dove errori sono tanti e di fondo, che sarebbe quindi da modificare profondamente
27/03/2012 - Il caso dellinceneritore di Selvapiana, previsto in area ad elevato rischio idraulico e configgente per questo con le normative regionali, esempio lampante di errore in un Piano dove errori e approssimazioni sono tali e tante che chiederebbero una sua profonda e radicale revisione. Il Piano interprovinciale dei rifiuti dellAto centro, attualmente adottato ed in attesa delle osservazioni, pu ancora essere rivisto e possono ancora essere profondamente corrette tutta una serie di scelte che altrimenti consegnerebbero lAto centro a costi elevatissimi per il conferimento dei rifiuti. Si tratta di correggere previsioni di aumento dei rifiuti (dal 2007) contraddette negli anni, di aggredire un maniera significativa il fatto che la produzione procapite di rifiuti in Toscana e nellAto in questione tra le pi alte dItalia e questo determina un costo elevatissimo per i cittadini, mentre il 65% di raccolta differenziata non stato raggiunto e nel Piano non sono previste scelte convincenti per raggiungerla nel futuro; inoltre sono del tutto approssimative le tabelle mercelologiche e dunque la composizione media dei rifiuti prodotti nellAto del tutto inaffidabile, avendo come conseguenza che viene del tutto sottostimata la presenza dei rifiuti organici - quelli facilmente smaltibili in compost - che abbatterebbero immediatamente la produzione complessiva dei rifiuti. Il risultato che c nel Piano un assoluto sovradimensionamento dei rifiuti prodotti e quindi delle necessit impiantistiche finali in particolare di inceneritori. Lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati viene infatti quantificato in 540 mila tonnellate annue circa, di cui il Piano fissa in 365 mila tonnellate/anno la capacit complessiva del trattamento termico (inceneritori), quando con il solo raggiungimento del 65% di raccolta differenziata e contestualmente la diminuzione di produzione procapite - il quantitativo di rifiuti indifferenziati da smaltire si ridurrebbe a poco pi di 270.000 t/anno, che si ridurrebbero a 165.000 dopo un pre-trattamento meccanico che ne selezionasse il 40% (con lutilizzo dei cosiddetti impianti a freddo). Questo ci dice che le previsioni impiantistiche sarebbero sovradimensionate di circa la met rispetto al fabbisogno di smaltimento dei rifiuti se accompagnato da semplici e concreti aggiustamenti del Piano. Aggiustamenti necessari, in un piano che invece proprio nellaspetto impiantistico sovrastimato insiste nel prevedere impianti con localizzazioni sbagliate, in aree gi fortemente inquinate o potenziamenti di impianti gi pi volte fermati in passato per sforamenti di inquinanti da essi provenienti (fra tutti la diossina) come il caso di Montale. Un piano quindi da modificare profondamente.

Lettera aperta ai consiglieri della provincia di Pistoia - Giuliano Ciampolini, Agliana


Cari Consiglieri, ascoltando (il 13 febbraio 2012 in Consiglio Provinciale a Pistoia) la discussione sul Piano Interprovinciale Rifiuti dell'Ato "Toscana Centro", ho pensato che in molti siete poco informati su cosa significa "una moderna politica sui rifiuti" (moderna nel senso di preoccuparsi di evitare situazioni di emergenza rifiuti, di evitare conseguenze eccessive sull'ambiente e sulla salute delle persone, di farla costare il meno possibile e di recuperare al massimo le "materie seconde" contenute nei rifiuti). Il Piano Interprovinciale che, a maggioranza, stato "adottato" prevede di quintuplicare l'incenerimento dei rifiuti (dalle attuali 60.000 tonnellate annue attuali a 280.000 T/a nel 2015 e addirittura 350.000 T/a nel 2018) e questa scelta ha almeno due conseguenze gravissime: 1) non esistendo filtri capaci di bloccare le Pm 2,5 e inferiori, realizzare quel Piano significa proporsi di quintuplicarle (per la parte derivante dall'incenerimento) in un'area come quella da Firenze a Serravalle Pistoiese, dove l'aria gia di pessima qualit, con pesanti conseguenze per l'ambiente e la salute (anche l'Oms dice che le Pm 2,5 sono assai pi pericolose, per la salute delle persone, di quanto lo sono le Pm10); 2) proporsi un'impiantistica che privilegia l'incenerimento ha dei costi economici (oltre 200 milioni di euro di investimenti per questa finalit sono ottenibili dalle banche dando la garanzia sulle tariffe che saranno applicate per diversi decenni ai cittadini per il rientro del capitale e degli interessi) assai pi alti di quanto costerebbe una moderna politica sui rifiuti che dia priorit alla generalizzazione della raccolta differenziata porta a porta e agli impianti logistici e industriali per il riciclaggio effettivo delle "materie seconde" (come propone anche l'architetto Simone Larini, che ha contribuito alla realizzazione di una dozzina di Piani Provinciali sui Rifiuti nel Nord Italia e come risulta in particolare nell'esempio virtuoso che viene studiato in tutta Europa, quello del Consorzio Priula in provincia di Treviso). Fino al 5 maggio 2012 chiunque vuole (Consigli Comunali, Partiti, Sindacati, Associazioni, Comitati, Cittadini) pu presentare "osservazioni" per modificare quel Piano Interprovinciale che stato adottato: se non venissero prese in seria considerazione le proposte dell'Architetto Simone Larini, a mio parere, significherebbe assumersi una responsabilit che avrebbe gravi conseguenze, per diversi decenni, su un milione e mezzo di cittadini e in particolare sui nostri figli e nipoti. Spero che troverete la curiosit (e anche il dovere) di approfondire le vostre attuali informazioni.

n. 10 del 04/04/2012

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Se lacqua un lusso Bollette non pagate: ogni mese venti casi


San Miniato, il fenomeno discusso in Consiglio Comunale. Corsi: Garantiamo comunque una fornitura minima - da ll Tirreno - Pontedera
La crisi morde anche lacqua. Questo sembrano dire i distacchi del servizio idrico a San Miniato negli ultimi 6 mesi. Ben 118 le sospensioni del servizio dal 15 luglio scorso al 23 marzo. Piombature che nella met dei casi (59) si sono risolte con una riattivazione a seguito del pagamento della bolletta, spesso con la rateazione e il saldo della morosit. Ben 13, invece, i casi accertati di rimozione del contatore. Fenomeno evidenziato nellultima seduta del Consiglio Comunale, a seguito di una interrogazione del consigliere di Rifondazione Comunista, Fabrizio Corsi. Siamo di fronte ad un problema grande - dice Corsi -, specie se si considera che stiamo parlando solo di San Miniato e che probabilmente questo rappresenta linizio di un fenomeno pi ampio con gravi ripercussioni sulla vita delle famiglie. Al centro del dibattito anche leventualit di implementare il fondo esistente, gestito dalla Societ della Salute, per le utenze deboli, quelle famiglie con Isee pari o inferiore a 7.500 . Una risorsa a cui nel 2011 hanno fatto ricorso 72 nuclei familiari per una spesa di 12.500, ma che viene concessa solo a chi non si trova in situazioni di insolvenza lauspicio che possa essere aumentato il fondo - afferma Corsi . Ma paradossale che possa usufruirne solo chi ha gi dimostrato di poter pagare la bolletta. Chi non ha i soldi non ha diritto agli aiuti, chi paga e dimostra la sua situazione ha diritto ad un rimborso. Preoccupazioni che in sede di consiglio sono state al centro di una proposta, sempre di Corsi, al fine di garantire anche nei casi di insolvenza un approvvigionamento minimo alle famiglie. La proposta si collega alle campagne per lautoriduzione della bolletta portate avanti dal Forum per lAcqua Pubblica anche nella Zona del Cuoio. Una quantit minima dacqua garantita a tutti una questione di civilt. 20-30 litri a persona che non siano messi in discussione neppure in caso di morosit. Proposta su cui il sindaco Vittorio Gabbanini si mostrato possibilista. Limpegno dellamministrazione nel monitorare e fronteggiare il fenomeno, probabilmente in ascesa, grande - conclude il primo cittadino . Mi appello ai capigruppo per vagliare la possibilit di un documento politico sulla proposta della quantit minima, nella speranza che proprio dal nostro comune possa partire liniziativa.

Acea verso la privatizzazione. Sgherri: pesanti ripercussioni anche in Toscana. Ancora pi urgente e necessario trovare le forme per far rispettare lesito referendario dello scorso giugno
Firenze, 02/04/2012 - A Roma partita una grande mobilitazione - promossa da cittadini, comitati, associazioni ecc. che hanno sostenuto i due quesiti referendari dello scorso giugno sullacqua pubblica - contro la scelta del sindaco Alemanno di mettere in vendita il 21% delle quote di Acea Spa. Campagna denominata No alla vendita di Acea e dei servizi pubblici di Roma. Non si vende la democrazia. La scelta di Roma avr conseguenze anche sulla compagine societaria dei gestori toscani del servizio idrico, ma soprattutto svela quello che sempre stato sostenuto da noi e soprattutto dai promotori dei due quesiti referendari: ossia che una societ per azioni una societ privata a tutti gli effetti perch i proprietari possono cambiare in qualsiasi momento e con ben poche difficolt. una societ a tutti gli effetti privata tanto pi se quotata in borsa come Acea. La vendita delle azioni mette fine alla storiella che di volta in volta ci veniva raccontata, ossia che le societ toscane di gestione dellacqua sono pubbliche all80%, perch i Comuni toscani detengono la maggioranza relativa (come nel caso di Publiacqua dove i Comuni detengono il 60%) alla quale si aggiunge la quota societaria detenuta da Acea, nel quale socio di maggioranza il Comune di Roma. Questo non sar pi vero, perch il Comune di Roma decide di diventare socio di minoranza in Acea!. Se la volont referendaria stata chiarissima, cio propriet e gestione pubblica dellacqua, altrettanto chiaro che a Roma si vada nella direzione diametralmente opposta e cos sul punto, di conseguenza - sar anche in Toscana. Per ancora nelle nostre mani impedire questo: poniamoci il problema di trovare percorsi e finanziamenti per ridimensionare e annullare la presenza di Acea nella nostra regione. Lesito referendario era ed chiaro e quindi dobbiamo impegnarci per trovare le forme per farlo rispettare.

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EMERGENZA LAVORO
Commissione regionale per lemergenza occupazionale: Empoli, la crisi colpisce edilizia e comparto del legno. A Livorno, territorio in crisi ma importanti potenzialit
da www.consiglio.regione.toscana.it
La Commissione regionale ha incontrato le istituzioni e le categorie economiche e sociali allAgenzia per lo sviluppo a Empoli. Persiste la difficolt di accesso al credito, cresce la disoccupazione femminile. I dati della disoccupazione sono meno acuti che nel resto della Toscana, ma anche nellEmpolese-Valdesa la situazione non facile. La crisi, in particolare, colpisce ledilizia e il comparto del legno. Paolo Marini (Fed. Sin-Verdi), presidente della commissione Emergenza occupazionale del Consiglio regionale, commenta cos il quadro emerso dallincontro con le istituzioni e le categorie economiche e sociali che si svolto presso lAgenzia per lo sviluppo di Empoli, ennesima tappa del tour che la Commissione sta svolgendo in tutti i territori della Toscana per monitorare A Livorno, la commissione presieduta da Paolo Marini ha ascoltato istituzioni locali, sindacati e associazioni di categoria a Palazzo Granducale. Livorno Non vogliamo entrare nel merito di scelte che non ci competono, non vogliamo difendere ad ogni costo lesistenza delle Province, ma circa l80 per cento delle vertenze aziendali vengono affrontate e spesso risolte grazie allintervento delle Amministrazioni provinciali e questo un dato sul quale vale la pena riflettere. Il presidente della commissione Emergenza occupazionale del Consiglio regionale, Paolo Marini (FdS-Verdi), ha scelto Livorno per annunciare che lorganismo consiliare da lui diretto presenter al Consiglio lo stato della crisi economica e per valutare gli effetti delle politiche regionali fin qui adottate per fronteggiarla. Anche a Empoli, cos come su tutto il territorio regionale, emerso il problema dellaccesso al credito, soprattutto da parte delle piccole imprese. Il problema continua a essere molto pesante nonostante le garanzie messe in campo dalla Regione attraverso Fidi Toscana, ha spiegato Marini. chiaro che su questo punto la Regione dovr affinare la propria strategia di intervento. Le categorie sociali, inoltre, hanno messo in evidenza il problema del lavoro nero, un fenomeno di cui si parla poco ma che esiste, e la crescita delle partite iva. Tra le priorit di intervento indicate per il territorio, infine, il raddoppio della linea ferroviaria nella tratta tra Empoli e Granaiolo. [] co regionale di tenere, ha detto Marini nel corso della sua relazione. E ancora: Adesso per dobbiamo avere garanzie. La situazione della provincia livornese complessa. Vi sono grosse aziende in crisi e tante situazioni di sofferenza, anche se non manca una certa vivacit. Il quadro che sta emergendo, a livello toscano, non semplice. Il governo deve dare delle risposte concrete. Non a caso abbiamo chiesto di incontrare la commissione Lavoro della Camera. Servono politiche specifiche per rilanciare le economie locali. Il punto della situazione, a Livorno, stato fatto a Palazzo Granducale, sede della Provincia, dove sono stati incontrati i rappresentanti delle istituzioni locali e delle categorie economiche e sociali. []

toscano un ordine del giorno, che si preannuncia firmato da tutti i gruppi, per sottolineare che le Province, non solo in Toscana, svolgono un ruolo determinante per la gestione e la risoluzione delle situazioni di crisi. Quella odierna a Livorno era lottava tappa per la commissione, impegnata da oltre un mese a visitare i vari territori al fine di assumere informazioni e monitorare gli effetti della crisi e per capire se le politiche messe in atto dalla Regione stanno producendo dei risultati positivi. In questo senso, prima di Livorno, la commissione gi stata a Grosseto, Prato, Siena, Pisa, Pistoia, Arezzo e Massa. Gli ammortizzatori sociali e in particolare la cassa integrazione in deroga hanno permesso al sistema economi-

Petizione popolare NO ISEE


per lesclusione dalla compartecipazione ISEE di prestazioni e servizi sanitari e sociosanitari
www.noisee.it noiseetoscana@gmail.com

Atti in Consiglio - i testi su www.prcgruppotoscana.it


Interrogazioni Orali: n. 628 del 30/03/2012: In merito al rischio di licenziamento degli operatori sociosanitari di alcune RSA fiorentine, dovuto alla non occupazione dei posti letto cos come dalle vigenti convenzioni
A cura del Gruppo Consiliare Federazione della Sinistra - Verdi

Interrogazioni Scritte: n. 577 del 29/03/2012: In merito alla situazione in cui versa larea del Padule di Fucecchio n. 575 del 28/03/2012: In merito al futuro del parco archeologico di Baratti n. 574 del 28/03/2012: In merito alla tassazione per gli studenti universitari negli atenei toscani Mozioni: n. 424 del 30/03/2012: Per salvare il settore delle rinnovabili in Italia

Via Cavour, 4 50129 - Firenze Tel.: 055 2387 445 / 240 / 341 Fax: 055 2387 570

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