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Guardami dentro gli occhi
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Guardami dentro gli occhi

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San Casciano. Antica abbazia gotica, durante il medio evo era stata un centro propulsore di cultura di primaria importanza. La biblioteca capitolare conserva ancora manoscritti di gran pregio affidati alle cure dell'abate, Paolo de Nigris. Durante lavori di consolidamento della facciata, vengono rinvenuti tre scheletri misteriosi, probabilmente più antichi dell'abbazia stessa, tra cui quello, decollato, di una adolescente. Da quel momento è un susseguirsi di colpi di scena, sospesi tra fantasia e realtà, immaginario e quotidianità, che porteranno l'abate a chiedere l'aiuto di una coppia di criminologi quantomeno irrituali nelle tecniche di indagine, Ada Yu e Alvaro Stena. Sullo sfondo delle vicende umane di alcuni parrocchiani, si innesterà un dramma dai risvolti inattesi che coinvolgerà Lucia, giovane problematica, Ada, Alvaro e avrà per epicentro la misteriosa figura di Amalia e un exultet di area beneventana trafugato durante un omicidio.
LanguageItaliano
Release dateJul 17, 2016
ISBN9786050483116
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    Book preview

    Guardami dentro gli occhi - Salvatore Mantega

    Introduzione

    Guardami dentro gli occhi. Al tempo stesso memento e invocazione, il titolo -al pari del libro- nasce da un costante e proficuo dialogo con un'amica di vecchia data Erica Balduzzi, che mi ha convinto a scrivere un testo che fosse al contempo romanzo e introspezione.

    Cifra stilistica non casuale è stato l'impiego non sporadico di termini scurrili, sottratti al tradizionale ruolo di accentuazione dei tratti negativi in personaggi volgari, e posti alla medesima dignità espressiva delle parole colte . Parimenti, anche scene che possono a prima vista sembrare spinte eroticamente oltre li limite della decenza (qualsiasi cosa ciò indichi) sono naturale compendio a momenti in cui protagonisti e coprotagonisti forniscono immagini edificanti e costruttive.

    In ciò non risiede alcun intento provocatorio, ma la volontà di sondare in situazioni drammatiche, ancor più sottolineati dalla,costante presenza,di elementi paranormali, le vette e gli abissi di ciascun personaggio, come accade nella vita reale. In quest'opera non vi sono eroi ma patimenti vi è alcuna acquiescenza verso il relativismo: ogni azione comporta responsabilità e ciò rende i vari personaggi piuttosto degli antieroi in qualche situazione: frivoli, lussuriosi, pavidi o egocentrici.

    Quanto alla scelta dei ruoli, non è casuale che le protagoniste siano tre donne giovani e tra i sette personaggi principali siano maschili solo i due più anziani. E' un romanzo al femminile, in cui le forze vitali, generatrici e distruttrici, non si lasciano incasellare dagli schemi mentali di Alvaro Stena e Paolo de Nigris: la ragione non può vincere sugli istinti, sui sentimenti, sulle pulsioni, che a loro volta, seppur in misura differente, finiranno per imporsi anche ai due portatori del Cosmos conducendoli a scelte a scelte lancinanti, a guardarsi dentro gli occhi.

    Così come dovranno scandagliare l'abisso di rimpianti e il rancore su cui fondano il proprio rapporto Deborah e Lucia, madre e figlia legate da un legame disperante che diviene sponda di quello metafisico tra quest'ultima e Amalia, vittima di ogni tempo, talmente abituata all'essere scarnificata dalla vita da aver fatto di necessità virtù, salvo poi trovare nell'amore una speranza, che la condurrà alla sconfitta finale.

    È un romanzo di solitudine, voglia di riscatto, di paure e desiderio di normalità e quotidianità, specchio di ciò che in tanti non hanno al giorno d'oggi. In quest'accezione è un testo contemporaneo, pur essendo ambientato all'infuori del tempo e volutamente in uno spazio identificabile, benché il lettore attento non tarderà a riconoscere alcuni prestiti di area padana tra monumenti e architetture gotiche e tardo romaniche che fungono da quinta allo sviluppo della trama.

    Da ultimo, questo libro, non avrebbe mai visto la luce nella forma attuale senza la presenza il supporto e la comprensione quotidiana di Majda Ayoubi. Il cui sostegno e incoraggiamento van ben oltre il libro ma è pensando a lei, nelle nostre chiaccherate, nelle riflessioni o mentre parlavamo semplicemente di dolci e cucina, che è nato il personaggio centrale del libro: quella Ada Yu che da Majda ha preso in prestito leanche le lettere del nome e tutte le caratteristiche positive del personaggio. Buona lettura

    L'arrivo

    Neve sul sagrato; sui tetti delle navate, nel giardino del chiostro. Cumuli di bianco si aggrappavano alle gargolle per poi scivolare ai piedi della grande Abbazia. E' un martedì mattino di febbraio come tanti in una anonima città di provincia. Tutto nella norma, tranne le due figure che si facevano faticosamente strada tra la neve del sagrato per raggiungere il portale . Un corpulento uomo di mezza età e una esile cinese dall'aspetto poco più che adolescente non erano esattamente ciò che monsignor de Nigris auspicasse quale aiuto per una situazione tanto delicata.

    Giorni prima, aveva chiesto a un suo vecchio e fidato amico di contattare degli esperti criminologi, meglio se di vasti orizzonti ma di indole scettica, per una delicata indagine informale su alcuni gravi reati, ma che temo possa far emergere peccati anche maggiori dei reati stessi.

    Fissa al centro del portale strombato dove i marmi rosa e verdi delle colonnine si alternavano al bianco della neve, la posa riecheggiava il Cristo sulla Croce scolpito nella lunetta che lo sovrastava. Stessa espressione intimamente sofferente. A differenza della scultura, il sessantunenne fra Paolo de Nigris, rettore della Basilica di san Casciano in Formis era solo, senza conforto di amici e senza neanche lo scherno dei soldati romani posti a corona di Longino.

    La basilica gotica era mirabile; sette campate per ognuna delle cinque navate poggianti su pilastri compositi; lunga in totale oltre 100 metri e svettante verso il cielo come solo una basilica gotica sa esserlo. Ma da giorni quel cielo sembrava capovolto e le guglie protendere verso la terra oscura della paura, del crimine; del peccato.

    Cadaveri dissacrati, omicidi, voci di violenze, sospetti di possessioni, eventi soprannaturali. Nulla sembrava mancare al catalogo della dannazione in terra. Vivendo nel 2016 e non all'epoca di Hieronymus Bosch che così bene allegorizzò vizi e supplizi, l'Abate, ancora incerto sul da farsi, volle sentire preventivamente il parere di osservatori difficilmente suggestionabili. E abili nella caccia ai ladri, dato che la catena degli eventi che portarono all'omicidio nasceva dal sesto comandamento infranto.

    A farne le spese, due testi dal valore notevole, tra cui il De imitatione Christi, forse il manoscritto originale, nonché un unicum Letterio e religioso: un misterioso exultet del decimo secolo, le cui immagini sembravano rifarsi più al paganesimo o all'esoterismo che alla Santa Croce.

    Clang; clang, clang; clang. Quattro suole vibram laceravano a ogni passo la coltre di neve del sagrato. Più' ancora che dell'andatura di quei due strani personaggi che si avvicinavano incespicando, de Nigris fu attirato dal suono che li precedeva. Anzi, dai suoni. Il professor Alvaro Stena e la dottoressa Ada Yu erano infatti immersi in un oceano di decibel che dai rispettivi auricolari nutriva i timpani loro e di chiunque fosse nel raggio di almeno dieci metri. Country per l'uomo, metal per quella che avrebbe potuto essere sua figlia se non fosse stato che il taglio orientale degli occhi e i finissimi capelli castani scuro che contrastavano non poco col rubizzo incarnato e i radi capelli biondi di lui.

    Se procedessimo in fila e non in mandria e una catastrofe accadesse ora, magari queste impronte si conserverebbero per sempre e lasceremo una testimonianza imperitura, come quella i dinosauri ai campi Lavini, presso Rovereto. Alvaro dovette gridare per farsi sentire da Ada. Amava parlare con lei, ne apprezzava le frequenti citazioni e la vivacità intellettuale. Tre anni prima era sua allieva, ora erano colleghi. Immersa nei soni metallici, non rispose . Nelle orecchie echeggiava Sinking breathless under waves of sin.

    Lei non staccava lo sguardo dal volto di quel cristo crocifisso alla lunetta del portale, così simile a quello dell'uomo in abito talare che li attendeva al freddo. Nonostante avesse solo ventisette anni Ada era stata religiosamente attratta da numerose credenze, sopratutto orientali. Il suo rapporto con la trascendenza era comunque costantemente all'acqua di rose. I dogmi, le profondità delle convinzioni immutabili mal si conciliavano al suo spirito allegro, pragmatico, tacciato in famiglia di fancazzismo egoista.

    Al contrario Alvaro Stena i suoi quarantasette anni li aveva vissuti immerso nel titanismo granitico dei dubbi tormentati. Ateo militante, non era certo incline alla mistica, ma prova egualmente una profonda attrazione per i crepaci del dubbio e i fiumi carsici della notte del pensiero, come amava definire le credenze metafisiche e paranormali.

    Passo dopo passo, neve dopo neve, scarponcini sempre più appesantiti. I piedi di entrambi iniziavano ad essere rappresi di acqua gelata. Stagliata in un giorno senza luce, l'imponente facciata cuspidata rivestita di eleganti lastre verdi e sorretta da due torri laterali incombeva quasi minacciosa. Il monsignore sulla soglia, Cristo in lunetta, la musica diversa nelle rispettive orecchie e una tensione sessuale inespressa e sublimata dal sarcasmo e dal cameratismo erano una mistura tale da rendere inqueti entrambi. Istintivamente rallentarono il passo, all'unisono.

    Ancora pochi metri, allungati di una manciata di secondi dal passo lento. Spensero i cellulari e con essi la musica. Fermi dinanzi ad Alberto De Nigris, tolsero i guanti con gesto quasi solenne. Alvaro porse la mano per primo buongiorno. Ada a sua volta tentò di rompere il ghiaccio col rampone di una battuta blasfema Occhio monsignore a star perpendicolare alla lunetta, che se cade la croce la schiaccia.

    De Nigris non volle cogliere; aveva già girato le spalle per entrare quando Alvaro sibilò sommessamente ad Ada un altrettanto scontato ti ci inculo col palo se lo ridici. Superati gli ultimi girali del portale e le figure del ciclo bretone con le pupille di piombo cavate e lasciatasi alle spalle la neve, entrarono in chiesa scostando un pesante drappo nero che sembrava delimitare il confine tra lo spazio sacro all'interno, e il mondo profano, oltre il portale.

    Entrati

    Le chiavi di volta delle campate riproducevano agnelli e superarle era come contare un gregge di marmo incastonato nelle nervature in pietra delle volte a crociera: rima, seconda, terza, quarta, quinta. Quasi un minuto di orologio per percorrere la navata centrale in un silenzio irreale, ancor più amplificato da un cleristorio senza luce.

    Giunti all'altezza del tiburio, l'oscurità circostante fu tagliata da un cono di colori proveniente dal rosone della facciata, che li immerse in una luce variopinta. La neve, il metal e i giri armonici di re della country music erano lontani, fuori dal portone. Fermi, a qualche decina di metri, tenuti a bada da quella luce che filtrava il mondo circostante depurando il tempo e lasciando passare solo le emozioni.

    Dall'ottagono in muratura del tiburio si inastavano le nicchie coi simboli dei quattro evangelisti. Sopra, una cupola ellittica. In quei lati riecheggiava l'aspirazione all'octava dies, a quel giorno che fusse alle regole dei sette che governano il tempo delle cose. Il giorno ulteriore, mistico, che si sarebbe aggiunto nella prospettiva escatologica alla fine dei tempi. Questo pensiero accompagnava Alvaro mentre osservava il bue e aquila, e da Matteo sentiva echeggiare Padre mio, Padre mio, perché mi hai abbandonato.

    Ada invece focalizzò l'attenzione verso le forme molto più rozze delle sculture interne rispetto alla pregevole lunetta della facciata. Ma sopratutto si chiese l'utilità di quella via crucis contemplativa, quando avrebbero tranquillamente potuto entrare dagli uffici parrocchiali per raggiungere la biblioteca.

    Monsignor de Nigris di contro, non guardava nulla né ripeteva mentalmente un qualche Eloi naca sabactani: la propria fede stratificata e profonda gli impediva di sentirsi perso, qualunque cosa stesse accadendo. Cercava la luce. Come sempre nella propria esistenza. Non nella vetrata colorata del rosone o nei giorni sereni, ma nelle ombre che fuggivano l'apoteosi di colori che li circondava.

    Scavi in chiesa avevano portato a dissotterrare tre cadaveri vecchi di secoli, ma che uno di questi appartenesse a una ragazzina dalle membra scomposte e decollata lo turbava ancor più dell'assassinio del sacrestano durante il furto di preziosi manoscritti custoditi nella biblioteca capitolare.

    Al fondo del transetto, un massiccio confessionale barocco in noce intagliato segnò la fine del percorso chiesa. E l'inizio delle parole.

    Furto su commissione? chiese Ada a voce sostenuta e con un tono vagamente liberatorio. No, ci tenevano a portarsi a casa un exultet incomprensibile, per far seguire tramite le figure srotolate la messa domestica alla nonna con l'Alzheimer fu la caustica risposta di Alvaro, cui fece seguito un vaffanculo telepatico dall'amica.

    C'è scappato il morto. La voce era roca, la cadenza presumibilmente siciliana; il tono, di rimprovero. Ada si sentì graffiata dagli occhi scuri di quella signora di mezza età dai capelli grigi a caschetto che, sembrava spuntata dal nulla. Non dal nulla, ma dalla falsa anta sulla destra riflette' auto compiacendosi per la perspicacia. La signora Ruocco gestisce l'ufficio parrocchiale disse rapidamente l'abate mentre con un cenno del capo invitava la donna a seguirli e con la mano sinistra prese dalla tasca talare un mazzo di chiavi con cui aprì la porta al fondo del corridoio.

    L'odore era la inconfondibile: macerazione, pergamena, oli protettivi, legno. La celebre biblioteca capitolare, una delle più ricche al mondo anche dopo il furto dell'originale del de imitatione Christi e di quel rarissimo e controverso exultet longobardo. Qui per Alvaro Stena iniziava il rompicapo. Per quale motivo trafugare un manoscritto di un testo che interessava al più qualche mistico e cabalista e un exultet bizzarro anche se pregevole, quando vi erano custodite opere ben più spendibili sul mercato, come il codice Longinese 86 d, dalla straordinaria bellezza miniata delle lettere di incipit, col cane di Cassino abbarbicato ai girali floreali come un acrobata circense. O la versione più antica del Book ok kells, Pietra miliare della mitologia celtica. Anche molti altri manoscritti avevano un valore collezionistico nettamente superiore ai due trafugati, per cui si trattava quasi certamente di furto su commissione.

    CIò continuava comunque a rendere impregiudicata la domanda centrale: Perchè? Chi mai poteva essere interessato a due testi tanto diversi tra loro, uno di notevole pregio artistico artistico e l'altro dal mero valore documentale. Alvaro si chiese se palesare da subito le proprie perplessità o attendere. Scelse il silenzio, mentre Ada optò per l'argento della parola, trafiggendo la signora Ruocco con tono accattivante ma indice rivolto al contorno gessettato, sul pavimento.

    Ha trovato lei il cadavere?. Senza attendere la risposta -che già conosceva avendo letto il resoconto sul ritrovamento del sacrestano- incalzò i bulbi enucleati.... Fu un attimo. Ogni sillaba di monsignor de Nigris pesava come pietra, erigendo un inattaccabile agli spilli da entomologa con cui Ada tentava di scavare nei ricordi della donna. Rispose lui per lei, Trafugati signorina. Alvaro si rese conto che se non faceva nulla, rischiava di perdere il controllo della situazione. Tastò vistosamente le vetrine dei libri, per essere certo di catturare l'attenzione degli astanti, così da interrompere quel battibecco.

    Senza rivolgersi a nessuno in particolare, chiese numero e descrizione dei manoscritti custoditi. Poi degli incunaboli, dei palinsesti, delle acqueforti e di ogni altra unità archivistica si trovasse biblioteca. Dopo esserci aggirato per alcuni minuti nella grande sala, sedette a uno degli scriptoria quattrocenteschi ponendo le mani a sostegno del capo, quasi stesse leggendo. Ma non aveva libri dinanzi e nemmeno una idea strutturata di come procedere. Solo una sensazione: quel libro quasi millenario, con figure grottesche più consone alla quinta del sordo di Goya che all'a contemplazione dei fedeli medievali quando il rotolo dell'exultet, srotolato, restava in chiesa per far ricordare la predica domenicale visivamente, rivestiva un ruolo centrale nella vicenda. Quale, restava un mistero.

    Mascherina, guanti di lattice e uno scanner portatile con luce al radon per non danneggiare pigmenti e supporto materiale. Ada prendeva i libri da scansionare con precisione chirurgici. Quella operazione non concordata attirò immediatamente l'attenzione di Maria Ruocco e il disappunto di de Nigris, fino a quel momento intento a indagare gli atteggiamenti plateali di Alvaro.

    Alla domanda dell'abate su cosa stesse facendo, la risposta il nostro lavoro ebbe l'effeto di spezzare l'elastico rimasto in tensione dalle presentazioni sotto la lunetta del portale. Non vi sono state trafugazioni o sostituzioni degli originali copie, ho verificato io stesso più volte. Per cui, non mi pare assolutamente necessario digitalizzare nuovamente i testi, tanto più che sono già fruibili in una mezza dozzina di banche dati, due di queste accessibili in rete. Ho chiesto il vostro intervento informale per una indagine parallela, per darci un parere avulso da ogni retaggio di fede su eventi difficilmente spiegabili razionalmente. Se avessimo dovuto ricatalogare i testi, avrei chiamato il direttore della scuola di paleografia e diplomatica che è stato uno dei miei allievi più dotati, una quindicina di anni fa. Alvaro rispose a stretto giro di posta a de Nigris con un tono che non ammetteva repliche.

    L'altrimenti affabile professor Stena, se punto nel nell'orgoglio emanava un denso strato acido, prontamente inghiottito dal proprio sorriso enigmatico, come un fiume carsico. Ma le cicatrici lasciate sul terreno delle discussioni che aveva lasciavano comunque il segno nei suoi interlocutori. Dato il contesto, cercò comunque di correggere il tiro.

    Dobbiamo capire monsignore. So bene che concentrarsi sui testi rimasti, forse addirittura anche su quelli spariti, sia come guardare il dito e non la Luna. Abbiamo letto attentamente la sua relazione, al pari del rapporto medico-legale. Mi sono anche procurato, in via confidenziale, gli appunti della psichiatra che segue la ragazza ricoverata, quella che manifesta incubi ricorrenti. La dottoressa Yu ha contattato telefonicamente il medico di base che ha prescritto le benzopiridine all'altra sua parrocchiana per i continui stati d'ansia dopo il ritrovamento degli scheletri e la supposta apparizione di un fantasma in chiesa. Come ben può immaginare dati i nostri colloqui telefonici, sia io sia la mia collega siamo qui per una indagine scientifica rigorosa, non sono in discussione le nostre convinzioni personali su possessioni, o mummie e nemmeno sui vampiri.

    La relazione tra questi ultimi ee il succhiare agì da richiamo irrefrenabile per il suo istrionismo, ma il rischio che l'erotizzazione di un frangente tanto delicato incrinasse definitivamente i rapporti con l'abate, indusse Ada a sottrarre la scena all'antico mentore. Con tono conciliante, chiese il permesso di poter procedere comunque, anche se sembrava una perdita di tempo e argomentò ciò poichè una situazione tanto complessa richiede un'analisi di contesto rigorosa proprio per staccarci dal piano emozionale.

    Non era del tutto vero. La scelta dell'acquisizione era anche determinata da semplice voglia di possedere copie private dei testi scansionati. Ma per come l'aveva posta, era una giustificazione verosimile. Tanto bastò a ognuno di loro per sotterrare l'ascia di guerra.

    Le ore seguenti trascorsero sui tavoli dalle gambe finemente intagliate. I libri più rari furono ammirati, fotografati, riprodotti, riposti in ordine. Fu inoltre realizzata una mappatura 3d delle collocazioni, per conoscere dove ogni testo si trovasse al momento del furto e dell'omicidio del sacrestano. SImularono i tempi di ingresso, furto e fuga in ogni scenario plausibile.

    Avvalendosi di un rilevatore a onde corte riprodussero digitalmente la sala come si trattasse di

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