Storia della tragica odissea di un neolaureato
By Manuela Riva
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Storia della tragica odissea di un neolaureato - Manuela Riva
Indice
1 Lei è Dottore!
2 Come si trovò a fare l’ animatore in un villaggio turistico
3 Finalmente guida museale
4 Buongiorno, come posso esserle utile?
5 Agente di Commercio
6 Nuove tecnologie, nuovi orizzonti, una libertà da conquistare
INTRODUZIONE
La tragica odissea di un neolaureato racconta la storia di un giovane dottore
che dopo diversi anni passati in balia di un sistema lavorativo fondato sulla schiavitù del precariato, trova nell’ avvento delle nuove tecnologie una luce di speranza per crearsi un futuro da individuo libero ed indipendente.
Una storia che rappresenta il dramma socio-esistenziale di una generazione che ha vissuto tra il tramonto dell’era industriale e l’alba dell'era del web.
Una narrazione dal sapore tragicamente amaro, condotta con ironia e sarcasmo che straccia il velo di ipocrisia del moderno sistema lavorativo, basato sullo sfruttamento del tempo e sull’ansia dell’esclusione sociale.
Una tragica odissea le cui tappe hanno la forma dei contratti lavorativi che il protagonista è costretto a sottoscrivere: dall’ animatore in un villaggio turistico, alla guida museale, passando per il call center, fino ad una improbabile carriera di rappresentante commerciale. Solo l’avvento di Internet gli apre scenari veramente nuovi e la possibilità di lavorare secondo i propri interessi, senza imposizioni o condizionamenti esterni.
Indice
1 Lei è Dottore! 3
2 Come si trovò a fare l’ animatore in un villaggio turistico 7
3 Finalmente guida museale 21
4 Buongiorno, come posso esserle utile?
36
5 Agente di Commercio 45
6 Nuove tecnologie, nuovi orizzonti, una libertà da conquistare 76
1 Lei è Dottore!
Da quattro anni dentro di lui bruciava l’ansia di chi sta per lanciarsi alla conquista di un posto nella società. Aveva scelto gli studi umanistici perchè credeva fosse giusto seguire la vocazione, pur sapendo che la scelta poteva essere penalizzante dal punto di vista professionale: ma che importava? Era ancora un’epoca in cui si pensava che presentando un titolo di studio qualche porta prima o poi si sarebbe aperta. Peccato che quell’ epoca stesse volgendo al tramonto proprio mentre lui e tutta la sua generazione appendevano la laurea alla parete.
C’era qualcosa nell’aria che lasciava presagire l’arrivo di un’epoca buia: forse era la crisi economica o forse era una crisi di valori, qualunque fosse la ragione del perturbamento non aveva avuto tempo di preoccuparsene mentre passava i pomeriggi in biblioteca sui libri.
La consegna dell’attestato avvenne in un bel giorno di primavera, la tesi di Laurea che aveva discusso in Storia della Scienza lo aveva affascinato al punto da dedicare ogni energia alla sua realizzazione. Anche la discussione della tesi era stata piacevole ed interessante. Appena entrato vide alcuni membri della commissione in atteggiamento distratto, già intenti a continuare la conversazione col vicino, o a terminare la lettura del giornale. Ma appena iniziò a parlare tutti gli sguardi si concentrarono su di lui e lo ascoltarono con sincero interesse.
So parlare
, pensò. Immaginava che questa sua buona dote comunicativa gli avrebbe aperto spazi in qualsiasi ambito avesse puntato. Avrebbe voluto lavorare nell’editoria, o diventare giornalista d’inchiesta, oppure lanciarsi in politica malgrado non avesse un orientamento ben definito. Per adesso si sarebbe anche accontentato di qualche occupazione occasionale: magari quei lavori a tempo determinato che già aveva fatto per pagarsi la retta.
Nel frattempo che aspettava l’arrivo di qualche chiamata da chissà quale grande realtà, si mise a girare in lungo ed in largo i viali della città bussando alle varie agenzie interinali. Queste ultime costituivano all’epoca un fenomeno del tutto nuovo, introdotto di sana pianta dagli Stati Uniti. Per lui che aveva svolto qualche lavoretto durante il periodo universitario era abbastanza strano dover compiere tutte quelle trafile per chiedere un semplice posto di lavoro. Era ancora legato al vecchio Ufficio di collocamento
dove, molto semplicemente si faceva domanda e si attendeva eventuale risposta. Subito dopo il diploma aveva ricevuto diverse offerte di lavoro: lo avevano contattato direttamente a casa, ma aveva declinato per motivi di studio. Ora che aveva un titolo più alto si aspettava altrettante telefonate e con incarichi pure più prestigiosi.
Di lì a qualche mese si sarebbe reso conto che mai speranza sarebbe stata più vana: nemmeno un contatto dall’ ufficio postale o da una banca per un posto come impiegato.
Tuttavia non si demoralizzò e continuò a varcare la soglia di queste agenzie interinali dai nomi strani. Avevano tutte delle vetrine con annunci di lavoro standardizzati senza data o nome del richiedente.
Notò che la metà degli annunci esposti riguardavano impieghi di bassa manovalanza, l’altra metà era riservata a dirigenti con un livello di qualificazione professionale inarrivabile per la maggior parte dei comuni mortali.
Dopo una serie di incontri si accorse che erano tutti uno la fotocopia dell’altro. Veniva accolto da un’impiegata che gli chiedeva di compilare il formulario (o meglio il format ) e di attendere il suo turno per il colloquio. Allora lui compilava la prima parte con disinvoltura, almeno fino alla sezione titolo di studio. Riempiva lo spazio esperienze professionali
inserendo i lavori stagionali che aveva svolto nelle estati, anche se si rendeva conto, non senza imbarazzo, che stava solo cercando di non lasciare lo spazio vuoto.
Consegnava il foglio ed aspettava che l’impiegata lo leggesse.
Questa, come da rituale, prendeva una penna e leggeva ad alta voce modificando il tono a seconda delle impressioni che riceveva dai contenuti. Un tono piatto nel leggere i dati anagrafici e le esperienze pregresse, a cui seguiva un immancabile complimento per il titolo di studio: AH! Laureato in Lettere e Filosofia all’ Università di Bologna! Complimenti!
. Giunta in calce all’ultimo foglio congiungeva le mani, deglutiva e si chiudeva in una specie di attimo di raccoglimento. Poi con il tono di chi sembra scusarsi per aver fatto perdere tempo chiudeva la pratica con un proforma: Guardi, per il momento non abbiamo offerte inerenti ad un profilo come il suo, se le cose dovessero cambiare sarà nostra premura contattarla
. Dopodichè l’impiegata prendeva in consegna quel foglio scribacchiato e lo impilava su un cumulo di altrettante disperate richieste.
Qualcosa gli diceva che non doveva essere stato il primo a ricevere quel trattamento: prima di lui chissà quanti altri neo-laureati erano passati di lì per sentirsi dire lo stesso repertorio di frasi collaudate.
La scena fu uguale in tutte le altre agenzie, ed anche andando in altre città il ritornello non cambiava. Tutte queste porte chiuse divennero come tanti mattoni di un muro, e capì che si trattava di qualcosa di sistematico, non di una serie di casi sfortunati.
Possibile che non trovasse posto nemmeno in una libreria? Cominciò a sfogliare le Pagine Gialle digitali, direttamente da quello strumento, Internet, che aveva iniziato ad usare subito dopo la laurea. Passò in rassegna tutti gli indirizzi di tutte le attività che avevano a che fare con la comunicazione, l’editoria, i mass media, la pubblicità. In alcuni casi si presentò anche di persona consegnando il foglio. Ma più ne distribuiva e più aumentava la sua frustrazione: stava girando in lungo e largo per la città come abbagliato da un miraggio. L’unica cosa che incassava erano sorrisi e strette di mano velate di compassione.
Trascorsero le giornate, che intanto si facevano settimane e mesi passati ad aspettare una risposta che poteva prendere la forma di una email, o una telefonata. Ma ogni 100 mail di curriculum inviati riceveva al massimo tre risposte con la vaga promessa di risentirsi in tempi migliori. Stesso esito con le domande che aveva fatto per l’insegnamento scolastico.
Forse era un periodo difficile, pensò.