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Sette scudi d'amore
Sette scudi d'amore
Sette scudi d'amore
Ebook123 pages1 hour

Sette scudi d'amore

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About this ebook

<< Cammina per strada con passo fluttuante a evidenziar la sinuosa forma del bacino, porta capelli castani ricci e sciolti al vento, carnagione dal colore olivastro, carnose labbra, occhi verdi come smeraldo, un ciondolo di collanina le fuoriesce dalla veste danzando a seconda dell’incedere dei passi suoi, petto prosperoso eppur non usa artifizi come solitano fare altre fanciulle per meglio mostrare le proprie grazie, né troppo alta né troppo bassa ma di altezza giusta. La scorsa volta son certo che lei abbia notato lo sguardo mio tra la folla di uomini che la osservavano, e m’ha anche sorriso, illuminando a giorno il buio della sera >>.

Quinto capitolo del romanzo d’appendice Caravaggio deve morire!

Roma, via Santi e Apostoli, Palazzo Colonna, nuovi personaggi fanno breccia nella vita (e nel cuore) del ventunenne pittore di Caravaggio.

Michelangelo Merisi e Giovanni Baglione gironzolano presso le bancarelle di una singolare fiera tra armi, zingare indovine e ramarri. La serata, in principio vissuta all’insegna dello svago, si rivela invece essere prospera di pericoli, ma anche d’amore, o meglio…sette scudi d’amore.

La ”fanciulla dalla olivastra carnagione” riappare a pochi passi da Michelangelo. Solo la nube di polvere aizzata dal passaggio di una carrozza ostacola l’incrociare dei loro giovani sguardi.
LanguageItaliano
PublisherYoucanprint
Release dateAug 9, 2019
ISBN9788831632928
Sette scudi d'amore

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    Sette scudi d'amore - Davide Gallo

    Davide Gallo

    CARAVAGGIO DEVE MORIRE!

    SETTE SCUDI D’AMORE

    << Cammina per strada con passo fluttuante a evidenziar la sinuosa forma del

    bacino, porta capelli castani ricci e sciolti al vento, carnagione dal colore

    olivastro, carnose labbra, occhi verdi come smeraldo, un ciondolo di collanina

    le fuoriesce dalla veste danzando a seconda dell’incedere dei passi suoi, petto

    prosperoso eppur non usa artifizi come solitano fare altre fanciulle per meglio

    mostrare le proprie grazie, né troppo alta né troppo bassa ma di altezza giusta.

    La scorsa volta son certo che lei abbia notato lo sguardo mio tra la folla di

    uomini che la osservavano, e m’ha anche sorriso, illuminando a giorno il buio

    della sera >>, << Caspita, se solo tu non fossi un così bravo pittore, ti vedrei

    bene nel ruolo di scrivano presso la corte De Medici, ma forse è la mera

    infatuazione a parlare per te >> dice Giovanni Baglione durante la pausa

    pranzo al collega pittore nonché compagno di stanza Michelangelo Merisi da

    Caravaggio, che a sua volta replica << Sarà forse come tu dici, ma non è

    impresa facile distoglier lo sguardo da lei quando ti passa dinanzi agli occhi.

    Dimentichi comunque che tra noi due sei tu lo abile scrivano, e se non fosse

    per codesta insana ostinazione tua di volere a tutti i costi divenire pittore,

    potresti davvero aspirare ad esser prima penna al soldo di qualche corte del

    Regno >>, Baglione << Forse sì, sai però che noia lo dover scriver le burocrazie

    di questo o di quell’altro tizio? >>, Michelangelo << Trovi che sia meglio la vita

    di collegio a pane e insalata? Sarà già la terza volta che ci viene servita insalata

    a pranzo, e siamo ancora a giovedì, dovremmo protestare >>, << In effetti mi

    pare che tu abbia ragione, ieri hanno scordato di servircela, debbono aver

    saltato il turno >>, ancora Michelangelo al compagno << Scherza pure tu, non

    ci è concesso bere vino se non di domenica, insalata a pranzo e spesso pure a

    cena, infine, come se non bastasse, nessuno di noi può esprimere il proprio

    stile d’arte liberamente, non sia mai qualcheduno possa offendersi >>,

    Baglione << Non pensiamoci, piuttosto, oggi ho poco appetito, vuoi finire di

    mangiare tu la mia porzione di insalata? >>, il ragazzo di Caravaggio << Se ne

    mangio dell’altra inizierò ad assumere colorito verde >>, << Assai meglio color

    olivastro come l’amica tua, vero? >>, nuovamente Michelangelo << Magari

    fosse amica mia, o anche semplice conoscente, sarebbe già un piccolo inizio, tu

    pensa, di lei non conosco nome, età o altro, nemmanco il suono della voce sua

    ho mai avuto modo d’ascoltare >>, Giovanni Baglione << La verità amico mio è

    che da troppi mesi viviamo reclusi tra le mura di codesto palazzo come

    monache di convento, dovremmo uscirne più spesso, sarebbe ora iniziare a

    frequentare gente e renderci popolari passeggiando per le strade della Roma

    buona >>, << Sì, ma poi? >> domanda ironicamente Michelangelo al compagno di stanza, quest’ultimo <<…Poi saremmo costretti a dover riempire i bagagli e

    tornarcene a casa per aver disobbedito agli ordini del monsignore >>, <<

    Appunto perciò nessun tra noi può permettersi di sgarrare >>, Baglione <<

    Impara a guardare anche al verso positivo della faccenda, a fine mese ci

    entrano in tasca 55 scudi puliti, e non è poco…almeno per chi, tra noi, non ha

    avuto la fortuna d’apprendere il mestiere nella bottega del Peterzano >>,

    Michelangelo replica alla maliziosa battuta dell’amico afferrando qualche

    foglia di insalata per poi lanciargliela scherzosamente addosso.

    Michelangelo Merisi ha ventuno anni, da mesi ha lasciato la sua Milano per

    trasferirsi a soggiornare nel Palazzo Colonna in via Santi e Apostoli, Roma,

    presso le dipendenze del monsignor Pandolfo Pucci da Recanati. Le giornate

    del ventunenne artista si succedono seguendo il medesimo iter: sveglia di

    buon mattino, colazione tutti assieme (preti e collegiali), segue mezz’ora di

    preghiera presso la cappella interna all’edificio con breve messa tenuta dallo

    stesso monsignor Pucci o da altri più giovani preti in sua vece, dopodiché le

    porte del Palazzo vengono aperte alla clientela. Nella sostanza il lavoro non

    diverge granché rispetto alla lunga esperienza avuta da Michelangelo presso la

    bottega peterzanea, minore è però la libertà di espressione artistica concessa

    ai giovani pittori ospiti del Palazzo: uso di colori dalle tonalità austere che

    impediscano la promiscuità delle colorazioni dovuta ad una eccessiva

    mescolanza" (come è solito dire Pandolfo Pucci), ciascun pittore viene seguito

    durante la esecuzione della commissione da un uomo di fiducia del Palazzo; i

    lavori, non appena completati, debbono essere sottoposti al vaglio del

    monsignore, il quale decide in merito alla bontà o meno dell’opera secondo

    discrezionale ed insindacabile giudizio suo; i soggetti destinati a posare in

    qualità di modelli che impersonino santi vengono selezionati esclusivamente

    per mano del monsignore in persona, pertanto nessuno può ritrarre modelli

    che non risultino approvati dal padrone di casa. Il gruppetto di pittori

    residente all’interno del Palazzo colonna si compone di otto elementi, numero

    assai familiare a Michelangelo, ciascuno dei quali ha età compresa tra i venti

    ed i ventitre anni con provenienza dalle diverse zone del Regno Italico. Il

    ragazzo di Caravaggio ha legato bene con tutti e sette i suoi compagni, in

    particolare col romano Giovanni Baglione, compagno di stanza appena due

    anni a lui più grande. Le rigide regole impongono ai collegiali di tenere sempre

    un atteggiamento conforme al decoro richiesto dal buon nome della casa, è

    dato loro divieto uscire durante le tarde ore notturne, eccezion fatta per i fine

    settimana, qualora una o più regole vengano violate il monsignor Pucci

    adotterà i provvedimenti da egli ritenuti più opportuni per la punizione del

    colpevole, i provvedimenti partono dalle ritenute della paga mensile fino a

    giungere alla extrema ratio rappresentata dalla immediata espulsione.

    Michelangelo ha subito avuto modo di constatare quanto Pandolfo Pucci

    tenesse al rispetto delle regole e fosse inflessibile nell’applicazione delle

    conseguenti punizioni, basti pensare che, a pochi giorni dal suo arrivo in Via

    Santi e Apostoli, due pittori ricevettero ordine di disfare i rispettivi bagagli ed

    abbandonare il collegio, entrambi rei di avere infranto il coprifuoco notturno.

    Le giornate scorrono lente tra preghiera, fatica e…<< Insalata, sempre e solo

    insalata, quanto rimpiango il buon latte di capra >>, Baglione << Prego

    Michelangelo? >>, e questi << Niente, una cosa mia, buon appetito Giovanni

    >>, << Coraggio che poteva andarci assai peggio >>, Michelangelo << Non

    sfidar la sorte amico…Ma tu dimmi, com’è che un romano decide di lasciar

    casa per recarsi a far vita da prete qua dentro? >>,

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