Sette scudi d'amore
By Davide Gallo
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Sette scudi d'amore - Davide Gallo
Davide Gallo
CARAVAGGIO DEVE MORIRE!
SETTE SCUDI D’AMORE
<< Cammina per strada con passo fluttuante a evidenziar la sinuosa forma del
bacino, porta capelli castani ricci e sciolti al vento, carnagione dal colore
olivastro, carnose labbra, occhi verdi come smeraldo, un ciondolo di collanina
le fuoriesce dalla veste danzando a seconda dell’incedere dei passi suoi, petto
prosperoso eppur non usa artifizi come solitano fare altre fanciulle per meglio
mostrare le proprie grazie, né troppo alta né troppo bassa ma di altezza giusta.
La scorsa volta son certo che lei abbia notato lo sguardo mio tra la folla di
uomini che la osservavano, e m’ha anche sorriso, illuminando a giorno il buio
della sera >>, << Caspita, se solo tu non fossi un così bravo pittore, ti vedrei
bene nel ruolo di scrivano presso la corte De Medici, ma forse è la mera
infatuazione a parlare per te >> dice Giovanni Baglione durante la pausa
pranzo al collega pittore nonché compagno di stanza Michelangelo Merisi da
Caravaggio, che a sua volta replica << Sarà forse come tu dici, ma non è
impresa facile distoglier lo sguardo da lei quando ti passa dinanzi agli occhi.
Dimentichi comunque che tra noi due sei tu lo abile scrivano, e se non fosse
per codesta insana ostinazione tua di volere a tutti i costi divenire pittore,
potresti davvero aspirare ad esser prima penna al soldo di qualche corte del
Regno >>, Baglione << Forse sì, sai però che noia lo dover scriver le burocrazie
di questo o di quell’altro tizio? >>, Michelangelo << Trovi che sia meglio la vita
di collegio a pane e insalata? Sarà già la terza volta che ci viene servita insalata
a pranzo, e siamo ancora a giovedì, dovremmo protestare >>, << In effetti mi
pare che tu abbia ragione, ieri hanno scordato di servircela, debbono aver
saltato il turno >>, ancora Michelangelo al compagno << Scherza pure tu, non
ci è concesso bere vino se non di domenica, insalata a pranzo e spesso pure a
cena, infine, come se non bastasse, nessuno di noi può esprimere il proprio
stile d’arte liberamente, non sia mai qualcheduno possa offendersi >>,
Baglione << Non pensiamoci, piuttosto, oggi ho poco appetito, vuoi finire di
mangiare tu la mia porzione di insalata? >>, il ragazzo di Caravaggio << Se ne
mangio dell’altra inizierò ad assumere colorito verde >>, << Assai meglio color
olivastro come l’amica tua, vero? >>, nuovamente Michelangelo << Magari
fosse amica mia, o anche semplice conoscente, sarebbe già un piccolo inizio, tu
pensa, di lei non conosco nome, età o altro, nemmanco il suono della voce sua
ho mai avuto modo d’ascoltare >>, Giovanni Baglione << La verità amico mio è
che da troppi mesi viviamo reclusi tra le mura di codesto palazzo come
monache di convento, dovremmo uscirne più spesso, sarebbe ora iniziare a
frequentare gente e renderci popolari passeggiando per le strade della Roma
buona >>, << Sì, ma poi? >> domanda ironicamente Michelangelo al compagno di stanza, quest’ultimo <<…Poi saremmo costretti a dover riempire i bagagli e
tornarcene a casa per aver disobbedito agli ordini del monsignore >>, <<
Appunto perciò nessun tra noi può permettersi di sgarrare >>, Baglione <<
Impara a guardare anche al verso positivo della faccenda, a fine mese ci
entrano in tasca 55 scudi puliti, e non è poco…almeno per chi, tra noi, non ha
avuto la fortuna d’apprendere il mestiere nella bottega del Peterzano >>,
Michelangelo replica alla maliziosa battuta dell’amico afferrando qualche
foglia di insalata per poi lanciargliela scherzosamente addosso.
Michelangelo Merisi ha ventuno anni, da mesi ha lasciato la sua Milano per
trasferirsi a soggiornare nel Palazzo Colonna in via Santi e Apostoli, Roma,
presso le dipendenze del monsignor Pandolfo Pucci da Recanati. Le giornate
del ventunenne artista si succedono seguendo il medesimo iter: sveglia di
buon mattino, colazione tutti assieme (preti e collegiali), segue mezz’ora di
preghiera presso la cappella interna all’edificio con breve messa tenuta dallo
stesso monsignor Pucci o da altri più giovani preti in sua vece, dopodiché le
porte del Palazzo vengono aperte alla clientela. Nella sostanza il lavoro non
diverge granché rispetto alla lunga esperienza avuta da Michelangelo presso la
bottega peterzanea, minore è però la libertà di espressione artistica concessa
ai giovani pittori ospiti del Palazzo: uso di colori dalle tonalità austere che
impediscano la promiscuità delle colorazioni dovuta ad una eccessiva
mescolanza" (come è solito dire Pandolfo Pucci), ciascun pittore viene seguito
durante la esecuzione della commissione da un uomo di fiducia
del Palazzo; i
lavori, non appena completati, debbono essere sottoposti al vaglio del
monsignore, il quale decide in merito alla bontà o meno dell’opera secondo
discrezionale ed insindacabile giudizio suo; i soggetti destinati a posare in
qualità di modelli che impersonino santi vengono selezionati esclusivamente
per mano del monsignore in persona, pertanto nessuno può ritrarre modelli
che non risultino approvati dal padrone di casa
. Il gruppetto di pittori
residente all’interno del Palazzo colonna si compone di otto elementi, numero
assai familiare a Michelangelo, ciascuno dei quali ha età compresa tra i venti
ed i ventitre anni con provenienza dalle diverse zone del Regno Italico. Il
ragazzo di Caravaggio ha legato bene con tutti e sette i suoi compagni, in
particolare col romano Giovanni Baglione, compagno di stanza appena due
anni a lui più grande. Le rigide regole impongono ai collegiali di tenere sempre
un atteggiamento conforme al decoro richiesto dal buon nome della casa, è
dato loro divieto uscire durante le tarde ore notturne, eccezion fatta per i fine
settimana, qualora una o più regole vengano violate il monsignor Pucci
adotterà i provvedimenti da egli ritenuti più opportuni per la punizione del
colpevole, i provvedimenti partono dalle ritenute della paga mensile fino a
giungere alla extrema ratio rappresentata dalla immediata espulsione.
Michelangelo ha subito avuto modo di constatare quanto Pandolfo Pucci
tenesse al rispetto delle regole e fosse inflessibile nell’applicazione delle
conseguenti punizioni, basti pensare che, a pochi giorni dal suo arrivo in Via
Santi e Apostoli, due pittori ricevettero ordine di disfare i rispettivi bagagli ed
abbandonare il collegio, entrambi rei di avere infranto il coprifuoco notturno.
Le giornate scorrono lente tra preghiera, fatica e…<< Insalata, sempre e solo
insalata, quanto rimpiango il buon latte di capra >>, Baglione << Prego
Michelangelo? >>, e questi << Niente, una cosa mia, buon appetito Giovanni
>>, << Coraggio che poteva andarci assai peggio >>, Michelangelo << Non
sfidar la sorte amico…Ma tu dimmi, com’è che un romano decide di lasciar
casa per recarsi a far vita da prete qua dentro? >>,