Il sogno condiviso
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Book preview
Il sogno condiviso - Michela Angiargia
633/1941.
Due occhioni verdi e capelli nerissimi. È Noemi, una bambina di sette anni, sveglia e spiritosa. Avrebbe voluto rendere la madre orgogliosa di lei, anche da lassù. Era morta desiderando di vivere a Parigi, era il suo sogno più grande. Riuscirà Noemi nel suo intento? Andrà lei a vivere a Parigi?
Ho iniziato a scrivere per non annegare nel mio dolore
In una città balneare del sud della Sardegna, Cagliari per l'esattezza, c'era una bambina sempre allegra e sorridente, molto estroversa, chiunque passasse lei lo doveva salutare e scambiare almeno due chiacchiere. Era un’inimmaginabile chiacchierona e aveva un grande cuore, era contagioso il suo modo di essere.
Il sogno di quella bambina era di partire a Parigi.. vivere a Parigi per esaudire il sogno della madre fatto poco prima di morire.
La madre amava Parigi, la nonna lo ripeteva sempre. Da adolescente, si era perfino fatta tatuare la torre Eiffel sulle costole.
Amava la lingua francese in un modo tutto suo, era la sua lingua del cuore oltre l'italiano.
Era diventata una fissazione la sua, una droga a fin di bene.
Anche la sua camera ricordava Parigi, dalle federe ai souvenir che qualcuno le aveva portato, alla cover del cellulare, agli orecchini e via dicendo.
La sua Parigi
la chiamava e nel suo futuro lei si vedeva anche lì.
Scaricava le foto di quella città, immergendosi negli inverni e nelle primavere di Parigi.
Si immaginava incantata a guardare la torre Eiffel, le sarebbe piaciuto visitare Louvre, il grande museo che racchiudeva un pezzo di storia parigina per non parlare della cattedrale di Notre dame, sarebbe impazzita dalla gioia.
Si immaginava le sere d'estate a camminare in quei parchi, immersa dal verde delle piante e dal blu del cielo.
Lo diceva sempre, era uno dei suoi sogni più grandi.
Per questo, la bambina voleva andare lì, per la mamma e per lei, i posti pieni di vita così come Parigi le piacevano. Leggeva tanto, le piacevano tutti i libri che descrivevano le città, i paesaggi, la vita vissuta in un altro modo, un'altra cultura, un'altra lingua. La diversità del mondo.
Era così piccola e aveva già una testa tanto grande, sembrava la madre.
Faceva dei ragionamenti assurdi, che quando diceva di avere sette anni, la guardavano a bocca aperta, sorpresi. Si chiedevano continuamente tutti :
Ma possibile che per avere sette anni sia già tanto grande?
Assolutamente sì.
Si chiamava Noemi, era il ritratto della madre:
Occhioni verdi, tanti capelli scuri ed esageratamente bianca pallida di carnagione, Biancaneve la chiamavano, ed era sveglia, tanto sveglia e un po' furbetta, per la sua piccola età, anche troppo.
Il carattere troppo forte, per non aver vissuto tutto il cammino che una persona dovrebbe vivere, era già avanti, se l'avresti