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Tot - Wikipedia

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Tot
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Al mio funerale sar bello assai perch ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perch questo un bellissimo paese, in cui per per venire riconosciuti qualcosa, bisogna morire. (Franca Faldini, citando le parole del compagno Tot [1])
Tot, nome d'arte di Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, pi noto come Antonio De Curtis (Napoli, 15 febbraio 1898 Roma, 15 aprile 1967), stato un attore, commediografo, paroliere, poeta e sceneggiatore italiano. Soprannominato "il principe della risata", considerato uno dei pi grandi interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano[2]. Nato Antonio Vincenzo Stefano Clemente e adottato nel 1933 dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas il padre naturale, Giuseppe De Curtis, lo riconobbe legalmente soltanto nel 1937 Cavaliere del Sacro Romano Impero (D. M. di riconoscimento 6 maggio 1941), il 18 luglio 1945 e il 7 agosto 1946 il Tribunale di Napoli, IV sez., eman sentenze che gli riconobbero diversi titoli nobiliari che vennero registrati a pag. 42 vol. 28 del Libro d'Oro della Nobilt Italiana tenuto presso l'archivio della Consulta Araldica (Roma, Archivio Centrale dello Stato): Principe, Conte Palatino, Nobile, trattamento di Altezza Imperiale. Con sentenza 1 marzo 1950 del Tribunale civile di Napoli il cognome di Tot venne rettificato in "Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio"[3], anche se sul pronao della cappella della sua tomba, nel Cimitero di Santa Maria del Pianto a Napoli, l'incisione recita solo Focas Flavio Comneno Antonio De Curtis, in arte Tot De Curtis di Bisanzio - Clemente. Di fatto, dalla sentenza del 1946, Tot acquis i titoli ed i nomi di: Antonio Griffo Focas Flavio Dicas Commeno Porfirogenito Gagliardi De Curtis di Bisanzio, altezza imperiale, conte palatino, cavaliere del Sacro Romano Impero, esarca di Ravenna, duca di Macedonia e di Illiria, principe di Costantinopoli, di Cilicia, di Tessaglia, di Ponte di Moldavia, di Dardania, del Peloponneso, conte di Cipro e di Epiro, conte e duca di Drivasto e Durazzo[4]. Tot spazi in tutti i generi teatrali, con oltre 50 titoli, dal varit all'avanspettacolo, alla "grande rivista" di Michele Galdieri, passando per il cinema, con 97 film interpretati dal 1937 al 1967, visti da oltre 270 milioni di spettatori, un primato nella storia del cinema italiano,[5] e la televisione con una serie di 9 telefilm diretti da Daniele D'Anza, poco prima della scomparsa, ormai ridotto alla quasi cecit per la lunga esposizione ai fari di scena[6] che lo aveva costretto nel 1957 ad abbandonare il palcoscenico. Grande maschera nel solco della tradizione della Commedia dell'Arte, accostato di volta in volta a comici come Buster Keaton o Charlie Chaplin[7], conserv fino alla fine una sua unicit interpretativa che risaltava sia in copioni puramente brillanti (diretto, tra gli altri, da Mario Mattoli, Camillo Mastrocinque o Sergio Corbucci), sia in parti drammatiche, interpretate alla fine della carriera, con maestri del calibro di Alberto Lattuada o Pier Paolo Pasolini. A distanza di decenni i suoi film riscuotono ancora grande successo, e molte delle sue memorabili battute e gag-tormentoni sono spesso diventate anche perifrasi entrate nel linguaggio comune.

Biografia
Lo "scugnizzo" del rione Sanit Signori si nasce e io lo nacqui, modestamente!
(Tot, dal film Signori si nasce)

Indice 1 Biografia 1.1 Lo "scugnizzo" del rione Sanit 1.2 I primi successi 1.3 Il varit e l'avanspettacolo 1.4 L'incontro con il cinema 1.5 La grande rivista 1.6 La Tot-mania 1.7 Critiche ed esperimenti 1.8 La malattia agli occhi 1.9 Il malinconico rientro 1.10 Una prima rivalutazione 1.11 Fellini, Lattuada, Pasolini 1.12 Le delusioni televisive 1.13 Gli ultimi lavori 1.14 La morte improvvisa 1.15 Il rilancio definitivo

Nacque nel rione Sanit, in via Santa Maria Antesaecula, al secondo piano del civico 109, da una relazione clandestina di Anna Clemente (Palermo, 1882 Roma, 1948) con Giuseppe de Curtis (Napoli, 12 agosto 1873 Roma, 29 settembre 1944) che, in principio, non lo riconobbe. L'assenza della figura paterna pes molto, anche in seguito, sul carattere dell'attore, tanto che nel 1933, gi famoso sui palcoscenici italiani, si fece adottare dal marchese Francesco Maria Gagliardi Focas, in cambio di una rendita.[8] Studi al collegio Cimino senza ottenere la licenza ginnasiale: la madre lo voleva sacerdote, ma, incoraggiato dai primi successi nelle piccole recite in famiglia (chiamate a Napoli "periodiche"), e attratto dagli spettacoli di variet, nel 1913, a soli quindici anni, inizi a frequentare i teatrini periferici esibendosi in macchiette e imitazioni del repertorio di Gustavo De Marco con lo pseudonimo di Clerment.[8]

Tot durante la prima guerra mondiale, nel 1918

Proprio su questi palcoscenici di periferia incontr attori del calibro di Eduardo De Filippo, Peppino De Filippo e i musicisti Cesare Andrea Bixio e Armando Fragna. Dopo il servizio militare, svolto ad Alessandria durante la prima guerra mondiale, si esib ancora come macchiettista, scritturato http://it.wikipedia.org/wiki/Tot%C3%B2 18/07/2012 13:35:08

Tot - Wikipedia Tot impar l'arte dei guitti, ossia di quegli attori - napoletani e non - che recitavano senza una sceneggiatura ben impostata, arte alla quale Tot aggiunse caratteristiche tutte sue: una conformazione particolare del naso e del mento - frutto di un incidente giovanile col precettore del ginnasio movimenti del corpo in libert totale, da burattino snodabile, e una comicit surreale e irriverente, pronta tanto a sbeffeggiare i potenti quanto a esaltare i bisogni umani primari: la fame, la sessualit, la salute mentale.

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1.15 Il rilancio definitivo 2 La questione nobiliare 3 Teatro 4 Filmografia 4.1 Attore cinematografico 4.2 Doppiatore cinematografico 4.3 Sceneggiatore cinematografico 4.4 Film di montaggio 4.5 Film non realizzati 5 Televisione 5.1 Attore televisivo 5.2 Sketch pubblicitari 5.3 Apparizioni televisive 5.4 Programmi televisivi sull'attore 5.5 Intervista radiofonica 6 Poesie 7 Canzoni 8 Note 9 Bibliografia 9.1 Raccolte di poesie di Tot 9.2 Monografie e studi su Tot 10 Voci correlate 11 Altri progetti 12 Collegamenti esterni

I primi successi Io sono un uomo di mondo... ho fatto tre anni di militare a Cuneo!
(Nello sketch del "vagone letto", ripreso in Tot a colori)

Nel 1922 si trasfer a Roma con la madre e in un primo momento ottenne alcuni ingaggi in compagnie di basso livello impegnate nella recitazione di farse pulcinellesche, nelle quali gli toccava il ruolo minore del mamo, la spalla di Pulcinella. Con la compagnia di Umberto Capece fece poca strada; dopo un breve periodo di disoccupazione venne per notato da Giuseppe Jovinelli, titolare del teatro omonimo, dove inizi a esibirsi in imitazioni e balletti musicali comici che ottennero un grande successo di pubblico. Approd quindi alla Sala Umberto, frequentata dalla migliore societ della capitale: il successo crebbe ancora. Il suo costume di scena in questo periodo era gi quello a cui rest fedele sino alla fine: un logoro cappello a bombetta, un tight troppo largo, una camicia col colletto basso, una stringa come "farfallino", pantaloni "a zompafosso" e un paio di calze colorate su scarpe basse e logore.[9]

Oltre al costume scenico, il suo modo di recitare. Tot come preso dalla "mania della fame". La sua capacit di rendere al meglio l'espressione di uomo affamato e mai sazio data dalla sua voglia di mettere in scena la povert, e rappresentarla con la sua faccia peggiore: la fame. Tot infatti affermava sempre che l'attore, per recitare come tale, deve andare in scena sempre prima di mangiare.

Il varit e l'avanspettacolo ... bazzecole, quisquilie, pinzellacchere! (Un modo di dire tipico di Tot )
Dal 1925 inizi a farsi conoscere anche a livello nazionale, recitando in spettacoli di varit, e andando in tourne nelle maggiori citt italiane. Nel 1927 fu scritturato, nuovamente a Roma, da Achille Maresca, titolare di due diverse compagnie; Tot entr a far parte prima della compagnia di cui era primadonna Isa Bluette, una delle soubrette pi in voga del periodo, e poi, dal 1928 di quella di Angela Ippaviz; gli autori erano "Ripp" (Luigi Miaglia) e "Bel Ami" (Anacleto Francini).[10] Due anni dopo torn a Napoli, al Teatro Nuovo con la Compagnia Stabile Napoletana Molinari diretta dall'impresario Enzo Aulicino, nella quale recit per la prima volta insieme a Titina De Filippo in una parodia de I tre moschettieri e, in seguito, in Miseria e nobilt e altre commedie del repertorio di Eduardo Scarpetta.[9][11] In questo periodo conobbe un'attrice di variet di origine genovese, Liliana Castagnola, con la quale visse una breve ma intensa storia d'amore (pare che una sera Tot recit in un teatro al buio solo per lei); la relazione con la bellissima chanteuse, per, fu funestata da continue avversit: Tot riceveva spesso biglietti e telefonate anonime che lo mettevano in guardia da quella donna dal carattere strano. In effetti la Castagnola, fino al momento dell'incontro con Tot, era stata costante oggetto delle cronache mondane: fu espulsa dalla Francia per aver indotto due uomini al duello; a Montecatini un suo amante respinto si tolse la vita, dopo averle sparato un colpo di pistola che la fer di striscio al viso (a causa della cicatrice, sebbene lieve, la Castagnola adott la pettinatura "a caschetto" che le copriva le guance); dilapid il patrimonio di un nobile che fu per questo interdetto su richiesta dei familiari. Sebbene fosse una donna fatale sia sul palcoscenico sia nella vita reale, aveva per l'artista napoletano un sentimento sincero e passionale, per il quale era disposta a buttarsi alle spalle una vita girovaga e senza freni. Liliana, pur di restare accanto al suo uomo, propose di farsi scritturare al Teatro Nuovo di Napoli, ma Tot, stanco della relazione con quella donna possessiva e opprimente, decise infine di accettare un contratto con la compagnia "Cabiria" che lo avrebbe portato a Padova. L'epilogo fu che Liliana si suicid ingerendo un intero tubetto di sonniferi. A soli 35 anni fu trovata morta, la mattina dopo, nella sua stanza d'albergo. Il suo biglietto d'addio a Tot esprimeva tutto lo strazio dell'innamorata abbandonata: Grazie per il sorriso che hai saputo dare alla mia vita disgraziata. Non guarder pi nessuno. Te l'avevo promesso e mantengo.[12] La vicenda divenne un enorme scandalo giornalistico, cosa che d'altra parte fece una grande pubblicit a Tot, conosciuto, ma non ancora pienamente affermato come artista. L'attore rimase tuttavia sconvolto dal suicidio della donna tanto che decise di seppellirla nella cappella dei De Curtis a Napoli e battezz Liliana la figlia che ebbe dalla moglie Diana Bandini Lucchesini Rogliani. Riprese a lavorare intensamente, e dopo un breve periodo in cui ritorn a lavorare con la compagnia di Maresca, dal 1932 divent capocomico, proponendosi (anche come impresario di compagnie che gravitavano intorno alla sua persona), nel genere dell'avanspettacolo.[11] L'avvento del cinema sonoro e la scomparsa delle figure teatrali fino ad allora tradizionali come il "fine dicitore" imposero questo cambiamento, e Tot divenne l'esponente pi rappresentativo del nuovo genere, http://it.wikipedia.org/wiki/Tot%C3%B2 18/07/2012 13:35:08

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