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Per parlare di cultura, il Partito Democratico a Sassari sperimenta la forma laboratoriale.

Il Circolo Cultura ed il Circolo Intregu hanno puntato su un grande focus group collettivo in cui comune, universit, militanti, cittadini, operatori culturali della citt si sono confrontati in maniera aperta e sincera. La Cultura di salver? era il titolo. Pu accadere. Ma a certe condizioni. La cultura un diritto dei cittadini, un bene comune. La cultura non deve essere lo zucchero ma il sale sulla ferita, si detto. La cultura deve formare cittadinanza e pu diventare uneconomia urbana molto interessante, capace di valorizzare la vera forza della citt, agglomerazione e crogiuolo di esperienze umane diverse, complementari e sinergiche. Il Nord Sardegna si avvia, per amore o per forza, a diventare un territorio post-industriale. La citt post-industriale punta sulla creativit, sull'arte, sulla cultura, sulla ricerca, sull'alta formazione come elementi di sviluppo e crescita democratica. Una citt vivace, che attragga classe creativa, un meltin' pot urbano denso di spazi d'espressione dei talenti. Una citt-crogiuolo. In una citt-crogiuolo, le istituzioni culturali sono il fondamento, insieme alle istituzioni politiche, alla finanza, alle fondazioni, ad un settore profit socialmente responsabile. In una citt-crogiuolo, le istituzioni culturali, i musei, l'Universit sono organizzazioni dinamiche, capaci di attrarre finanziamenti, investimenti. Torino insegna, ma non solo. Intorno ai musei ed agli altri spazi dell'arte pu svilupparsi un mercato dell'arte, del design, della moda, dellarchitettura. L'Universit deve assumere un ruolo trainante nell'attrazione di talenti, nella ricerca, nell'alta formazione, nella divulgazione culturale. Deve incrementare l'intensit dell'interscambio con la citt. La ricettivit, in una citt che si mostri ospitale ed accogliente, indispensabile per l'attrazione di classe creativa. Devono essere disponibili residenze per ricercatori, studenti, artisti. Luoghi dove risiedere per il periodo di una ricerca, per lanciare un'impresa o per una stagione di creativit artistica. Luoghi dove conoscersi e costruire reti di relazione. Ed unopportunit per Sassari pu essere offerta dai suoi luoghi "ex". L'ex Questura, oggi Ex-Q, al centro di un forte progetto nato dal basso, che sta dimostrando capacit inclusiva e di costruzione di reti internazionali. Un progetto che necessita di investimenti e servizi per decollare. Le altre strutture, da organizzare in rete: l'ex Mattatoio, o Ex-M, presto nella disponibilit della citt dopo la sua ristrutturazione con un progetto europeo, l'ex Cinema Astra, lex saponificio Masedu, lex convento del Carmelo, l'ex Carcere, che potrebbe essere luogo di residenze per artisti, ricercatori, di produzione artistica, di ricerca e sperimentazione, lex Convitto Canopoleno, oggi MusA, lex Frumentaria. E poi il grande Auditorium, pur con le difficolt di carattere gestionale che gi emergono. Ex centri nevralgici della vita di Sassari, che possono essere rivitalizzati in una logica di rete ed apertura, locale e globale. E fra i luoghi delle cultura, le piazze, i luoghi pubblici, concessi con procedure semplici e rapide ai giovani. La cultura deve uscire nella citt, nel centro storico, che da essa pu trarre nuova energia per rinascere. Deve rileggere in maniera moderna - meglio, post-moderna storia, lingua, tradizioni materiali. Gli spazi devono essere messi a disposizione dell'impresa culturale ma anche delle nuove leve artistiche, che devono trovare "palestre" disponibili per il proprio talento. Le reti lunghe, la capacit di costruire per la citt un ruolo ed un'immagine internazionali sono decisivi per fare della cultura un'energia urbana capace di modificare stili di vita e fornire risposte di carattere economico. Si deve pensare a festival di questo livello, a pacchetti culturali appetibili per un pubblico internazionale. Si deve pensare a consolidare e rafforzare le relazioni gi esistenti con l'Europa. Si deve permettere ai giovani di respirare un'aria cosmopolita. Pensare in grande, evitare il finanziamento a pioggia e concentrarsi su pochi obiettivi strategici aiuta il coinvolgimento dell'impresa. Ad oggi, il ruolo della produzione e della finanza limitato e viene esercitato distribuendo finanziamenti minimi, che tengono in piedi una miriade di piccole

iniziative dall'impatto modestissimo. Pi gli eventi sono importanti, pi, invece, si manifesta un interesse degli sponsor di rango nazionale ed internazionale. Per cambiare c' bisogno di darsi un diverso modello di cooperazione. Per costruire sviluppo locale deve nascere una collaborazione sincera, leale, aperta e trasparente fra pubblico e pubblico, fra privato e privato, fra pubblico e privato. E deve essere il pubblico, se la cooperazione nel privato non nasce spontanea, a stimolarla. In questo modo si pu chiedere al privato rete, organizzazione, stabilit. In altre parole di essere un partner affidabile. Allo stesso modo, solo se il privato si pone in modo coordinato e credibile, potr esigere lo stesso atteggiamento dal pubblico. Per cambiare, dovrebbero nascere Patti urbani per la cultura all'interno di Stati generali della cultura. Per cambiare, servono politiche urbane per la cultura, strumenti che consentano la transizione economica delle citt. Nei fondi europei, nel bilancio regionale devono essere trovate le risorse per i nuovi modelli di sviluppo urbano post-industriale.

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