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Lidea Ne Limpronta delleditore il creatore dellAdelphi racconta 50 anni di pubblicazioni che sfidano lidea corrente di modernit

Il sogno del Libro di tutti i libri


Calasso e il progetto di un serpente di volumi sempre collegati tra loro
di PIETRO CITATI

Autore e opera

on quale ingenua e fantastica dedizione allarte del libro Roberto Calasso ha scritto i suoi saggi su Limpronta delleditore (Adelphi, pp. 212, e 12). Nessuno, a prima vista, potrebbe immaginare che egli sia ingenuo. Eppure, ancora oggi, Calasso trova che nulla sia pi bello che lavorare sui libri. Nulla, per lui, stato pi bello che costruire per cinquantanni libri Adelphi. Tutte le fasi sono affascinanti. Dapprima, con vasto sguardo, elaborare lidea di una collana; poi scegliere i libri, tradurli, rivedere le traduzioni, scegliere la carta, scrivere i risvolti, inventare la copertina, cercando di tradurre con unimmagine sola, folgorante e misteriosa, lintricata complessit di ogni volume. Oggi cos raro trovare un uomo felice di quello che fa. Calasso felice; e spiega la propria felicit nella maniera pi colta e ingegnosa, conversando con il lettore dei libri Adelphi, nel quale egli vede una specie di eletto. ***

no per lui un risultato secondario, che presupponeva qualcosaltro. Chiedeva a un libro di essere unesperienza unica, che tuffava le radici in una sostanza oscura, che non aveva paragoni con nulla di ci che offriva la storia della letteratura. Cos un elemento religioso, anche se non incanalato in nessuna delle religioni esistenti, costituiva la base e il fondamento dei libri che Calasso amava. In ogni angolo della nostra esperienza scriveva noi siamo in contatto con cose che sfuggono al controllo del nostro io, e proprio nellambito di ci che al di l del nostro controllo, si trova quel che per noi pi importante ed essenziale. *** I saggi contenuti nella parte pi recente del libro sembrano avvolti da una specie di ombra. Calasso osserva che, col passare degli anni, via via che il XX secolo si spegneva nel XXI, la fisionomia delle case editrici andava dissolvendosi: oggi sembrano tutte, o quasi tutte, parti di una scolorita e monotona impresa. Al di dentro di ogni gruppo editoriale, la figura del vero e proprio editore, che ha sempre affascinato limmaginazione di Calasso, tende a scomparire, sostituita dal co-

Quando Calasso cominci a pubblicare libri, il campo in Italia era occupato da Giulio Einaudi e dalla sua casa editrice. Giulio Einaudi non era colto: aveva letto pochi libri, e leggeva malvolentieri anche quelli che lui stesso pubblicava e portava al successo. Aveva un immenso, e lievemente perverso, desiderio di potere. In primo luogo, allinterno della sua casa editrice: met delle sue energie erano rivolte a dominare i suoi collaboratori, e a trasformarli in strumenti flessibili della sua mente. In secondo luogo voleva influenzare i lettori italiani del 1945 o del 1960, modellandoli a sua immagine e somiglianza. Sognava di formare unItalia einaudiana; e, per molti anni, realizz il proprio desiderio. Nel 1963, ancora giovanissimo, Roberto Calasso cominci a collaborare ad Adelphi, sotto linfluenza di Luciano Fo e di Roberto Bazlen, il pi divertente e amabile dei consiglieri. Il suo desiderio di potere era pi sottile di quello di Einaudi. Non voleva essere un educatore e un pedagogo; e credo che unItalia adelphiana gli sarebbe sommamente dispiaciuta. Amava giocare con i progetti e i libri. Amava quello che c di vagamente equivoco e avventuroso nel mestiere delleditore: la parte di consigliere segreto, di uomo che sta nascosto tra le quinte, e suggerisce e insinua, raccontando storie misteriose e fantastiche. Voleva un potere occulto: potere che non era n illusorio n elusivo, perch attraversava le generazioni e penetrava profondamente nella societ pi di quanto faccia il potere politico e pedagogico. Con i lettori di Adelphi, Calasso stabil un rapporto di fascinazione: li sedusse, li incant, non li lasci dormire, trasformandoli nelle piccole e grandi abitudini del pensiero e della vita. Capiva che non avrebbe pubblicato soltanto capolavori: ma non sopportava che qualcuno dei suoi libri

GIUSEPPE ARCIMBOLDO, IL BIBLIOTECARIO, OLIO SU TELA

Roberto Calasso, 72 anni, saggista e narratore, direttore editoriale dellAdelphi, racconta i suoi cinquantanni nella casa editrice ne Limpronta delleditore, pp. 212, e 12. Ne parler, in conversazione con Antonio Gnoli, domenica prossima alle 17 al Teatro Studio di Roma nellambito della rassegna di Libri come. Fra le altre opere di Calasso: Le nozze di Cadmo e Armonia; Ka; Il rosa Tiepolo; La Folie Baudelaire; Lardore

Il segreto Ogni lettura aspira a essere unesperienza unica, senza paragoni, che tuffa le sue radici in una sostanza oscura, un elemento religioso
siddetto manager, che si preoccupa (spesso inutilmente) di stampare libri che si vendono. Intanto Adelphi ha perduto il brillio degli Anni 70 e 80, quando pubblicava Roth, Kundera e la Ortese. Oggi, le novit sono pi rare: mentre Adelphi moltiplica le ristampe e le riedizioni sempre eccellenti dei grandi classici del Novecento, da Borges a Faulkner a Nabokov a Gadda. Tutto ci , in un certo senso, fatale: mentre gli anni passano, la letteratura di ogni Paese sembra dormicchiare e sonnecchiare, come se fosse spossata dallincredibile scoppio di immaginazione, geni e talenti, che ha contrassegnato gli ultimi due secoli. Roberto Calasso non ha perduto le sue speranze. Leditore, se solo volesse, se solo osasse egli scrive avrebbe davanti a s potenzialit che un tempo non sussistevano: imprese temerarie sono ancora possibili. Ha un ricordo. Quello di Aldo Manuzio, che, nel fiorire dellUmanesimo, pubblic un romanzo di ignoto autore, scritto in una lingua composita, fatta di italiano, latino e greco, con meravigliose xilografie: la Hypnerotomachia Poliphili, il libro pi bello che sia stato stampato sino a oggi. Un giorno, qualcuno potr sempre tentare di uguagliarlo.
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Roberto Calasso con il Premio Nobel Josif Brodskij

suscitasse tedio; tutti belli o brutti che fossero dovevano brillare, provocare, eccitare. Con larte dei risvolti e delle copertine, con molti accorgimenti e trovate, voleva suscitare uno stesso clima, uno stesso profumo; come quello, diceva Don Chisciotte, che si respira nelle botteghe dei pi squisiti guantai. Cos egli pretendeva di pubblicare non molti libri senza rapporto tra loro, ma un solo libro, un immenso serpente di libri, anelli di una sola catena, che si rispondevano luno con laltro, e avanzavano le stesse domande e le stesse risposte, o domande e risposte che si assomigliavano. Un libro insisteva Calasso che comprende

in s molti generi, molti stili, molte epoche, ma dove si continua a procedere con naturalezza, aspettando sempre un nuovo capitolo, che ogni volta di un altro autore. Un libro perverso e polimorfo, dove si mira alla poikilia, alla variegatezza, ma dove gli autori mirano a sviluppare una sottile complicit, che magari avevano ignorato nella loro vita. Non ho bisogno di aggiungere che questo un sogno impossibile: nessun editore riuscir mai a pubblicare un solo serpente di libri; ma certo Adelphi andato vicino a questo sogno pi di qualsiasi altro editore recente. Come Bazlen, Roberto Calasso nutriva una certa insofferenza per la pura letteratura: i libri era-

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