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A cura di Alessandro Volpe Cartesio (1596-1650) Ren Decartes. Svolta decisiva per il passaggio dal Rinascimento all'et moderna.

Fondatore del razionalismo: ragione unico organo di verit. Distinguere il vero dal falso in vista dell'utilit e dei vantaggi. Filosofia pratico-teorica, un unico e semplice metodo filosofico. Il "compito filosofico" di Cartesio di formulare le regole del metodo, fondarne metafisicamente un valore assoluto e dimostrarne la fecondit. Le regole sono: (dal "Discorso sul metodo") evidenza: accogliere come vero ci che risulta evidente analisi: suddividere il problema nessun elementi semplici sintesi: risalire dal semplice e complesso enumerazione e revisione Come si fonda il valore del metodo? Dubitando di tutto. Trovare il principio che resista al dubbio. Dubbio metodico: il dubbio si estende anche alle scienze matematiche, dubitando anche delle "verit eterne" si giunge al dubbio iperbolico. Solamente la proposizione cogito ergo sum impossibile da mettere in discussione. Ognuno un res cogitans, un essere pensante che esiste per il fatto stesso che pensa. Dal momento che pensare significa pensare idee Cartesio vuole comprendere se queste idee corrispondano a realt effettive. L'idea suprema Dio e l'unico modo capire se esiste o meno. Cartesio anzitutto esamina le idee distinguendole in tre categorie, quelle: innate: presenti in un soggetto da sempre avventizie: derivate dall'esterno fittizie: formate o trovate. Se siamo in grado di riconoscerci come esseri finiti ed imperfetti perch esiste un essere pi perfetto del nostro da cui abbiamo acquisito le nostre imperfezioni. La sua esistenza dunque una perfezione necessaria. Dio essendo perfetto non puoi ingannarci. Dio un termine medio che permette di accettare la realt che ci circonda perch ci ha fornito dei parametri di giudizio che non possono trarre in inganno. Da cosa dipende l'errore? Da intelletto e volont. L'intelletto umano limitato la volont umana libera. L'errore nasce quando l'uomo d suo assenso a qualcosa che non ha compreso completamente. Cartesio distingue la realt in due zone distinte: res cogitans: incorporea,consapevole, libera. res extensa: corporea, inconsapevole, determinata. Cartesio stabil alcune regole di morale provvisoria: obbedire alle leggi e costumi del paese, essere pi fermi e risoluti nell'azione, cambiare se stessi pi del mondo. Spinoza (1632-1677) Baruch Spinoza. La tesi fondamentale del suo pensiero l'identificazione panteistica di Dio con la natura. Le sue fonti sono: teologia giudaico-cristiana, filosofia neoplatonica, razionalismo cartesiano. Pu essere considerato una sintesi tra la metafisica tradizionale e gli esiti della scienza moderna. Il primo filosofo a rigettare la concezione biblico-cristiana. "Trattato sull'emancipazione dell'intelletto": un discorso sul metodo spinoziano.La filosofia come via verso la salvezza. Ricerca del bene vero, condannando i beni finiti, perchnon appagano, sono esteriori e generano perlopi inquietudini. Essi essendo scambiati per il sommo bene impediscono il raggiungimento di esso. Spinoza condanna la loro assolutizzazione. Felicit significa capire di derivare da un principio unico. Il suo capolavoro "Etica dimostrata secondo l'ordine geometrico" una sorta di

enciclopedia delle scienze con metodo geometrico: secondo definizioni, assiomi preposizioni, dimostrazioni, corollari e scolii. Spinoza era influenzato ed amante delle matematiche. Il concetto di Sostanza per Spinoza e "ci che in s e per s si concepisce". in s: e deve la propria esistenza unicamente a se stessa per s si concepisce: un concetto che per essere pensato non ha bisogno di altri concetti. Per Spinoza la sostanza increata, eterna, unica, infinita. increata: non ha bisogno di altro per esistere. unica: essa possiede gi di per s l'esistenza che non riceve dall'altro. eterna: perch indivisibile. Infinita: se fosse finita dovrebbe essere limitata da altre nature. Spinoza assume Dio, la cui esistenza si impone alla ragione come verit evidente, che esiste per prova a priori ( pensarlo significa che esiste) e a posteriori (dobbiamo provenire da qualcosa). Dunque afferma che Dio il mondo non sono separati. "Deus sive natura" ossia "Dio ovvero la natura". La sostanza ha infiniti attributi ma l'uomo ne conosce solo due: l'estensione e il pensiero, ovvero la materia e la coscienza. Se la sostanza sempre uguale, perch l'uomo ne scorge solo due attributi? I modi sono affezioni della sostanza, modificazione accidentali, concretizzazione particolari degli attributi. Spinoza distingue due tipi di modi: infiniti (propriet strutturali degli attributi) e finiti (esseri particolari). La sostanza per Spinoza la Natura come realt infinita ed eterna, che si manifesta in una infinit di dimensioni (attributi) e maniere (modi). Egli distingue tra natura naturante (Dio i suoi attributi) e natura naturata (insieme di modi, visti come effetto). I tre gradi della conoscenza per Spinoza sono: sensibile: conoscenza cose particolari genere razionale si fa cogliere legame fra le cose. Intuitiva ci fa capire che ogni cosa deriva dalla sostanza unica. L'Etica divisa anch'essa in tre parti: Dio, l'uomo e la conoscenza, le azioni e le passioni. Nell'Etica Spinoza parla di naturalit dell'uomo Elio Felice regole precise come tutti gli altri esseri viventi. L'uomo affetto da affetti che sono: azioni (sono ci di cui non siamo causa adeguata) e passioni (siamo parzialmente causa adeguata).

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