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ViviamoInPositivo ‐ Circo sociale 

Esperienze di circo sociale  
in un carcere minorile 
Il progetto CircoStanza al Ferrante Aporti 2006-2008

A cura di: 
Associazione di Promozione Sociale ViviamoInPositivo  
e  
Federazione Vip Italia ONLUS 

 
 

CircoStanza al Ferrante Aporti 
Relazione del periodo di attività dal 2006 al 2008

 
 
 
 

Torino 
A cura di: 
Gennaio 2008 
Associazione di Promozione Sociale ViviamoInPositivo  
e  
Federazione Vip Italia ONLUS 

 
Introduzione del Dirigente Dr. Pappalardo 

Circostanza: il circo in una stanza, il circo in carcere, in un carcere mino-


rile… le stanze dove si svolge la vita diurna di un carcere minorile pullula-
no di vita, di emozioni, di sofferenza e di brevi momenti di serenità… si,
perché pur nel costante impegno nella formazione scolastica e
pre-professionale, nelle attività sportive ricreative, il pensiero costante dei
ragazzi è la mancanza di libertà. Circostanza si inserisce in quest’area,
tra l’impegno nella formazione e la sofferenza: un’intersezione che apre
spazi di serenità gioiosa, di spensieratezza non banale.
Auspico che ViviamoInPositivo (VIP) possa consolidare ed estendere la
propria preziosa attività nei luoghi del disagio ma anche in quelli
dell’agio, tra i ragazzi e tra gli adulti, perché tutti abbiamo bisogno di
continui stimoli per tenere costantemente aperti le nostre menti ed i no-
stri cuori.
 
 
f.to IL DIRIGENTE 
del Centro Giustizia Minorile 
Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria 
dott. Antonio Pappalardo 

  III
L’argomento, gli autori, i contenuti, lo scopo 

Di cosa tratta questo testo? Da quale punto di vista? Può essermi utile? 
Chi  lo  ha  scritto?  Con  quale  scopo?  Immaginiamo  siano  queste  alcune 
delle domande che vengono alla mente approcciandosi a un testo nuo‐
vo. Proviamo a dare una sintetica risposta di seguito. 
Il  libro  tratta  della  esperienza  raccolta  durante  due  anni  di  svolgi‐
mento di un progetto socio‐educativo rivolto ai ragazzi ristretti ospitati 
presso un carcere minorile. Il progetto ha nome “CircoStanza”, il carce‐
re in questione è il Ferrante Aporti di Torino. L’incontro di queste due 
realtà dà luogo a una situazione della quale indichiamo alcune caratte‐
ristiche: 
- il progetto Circostanza si basa sulla pedagogia del circo; 
- il progetto si rivolge in particolare ai giovani a rischio; 
- l’ambiente è un istituto penale minorile; 
- gli ospiti del carcere sono giovani adolescenti; 
- i ragazzi ristretti (“ristretti” è il termine che indica i detenu‐
ti)  appartengono  a  diverse  etnie,  e  hanno  livelli  di  cono‐
scenza della lingua italiana molto diversi; 
- la permanenza in carcere per alcuni ragazzi è molto breve, 
per altri più lunga, è necessaria flessibilità nel programma;  
- la partecipazione alla attività Circostanza non è obbligatoria 
e  i  ragazzi  ristretti  possono  scegliere  tra lo  stare  in  cella  o 
essere presenti e partecipare più o meno attivamente. 
Al  Ferrante  Aporti  –  lo  si  vedrà  –  si  svolgono  parallelamente  diversi 
progetti educativi, formativi, ricreativi; Dal punto di vista del Ferrante 
Aporti, CircoStanza è quindi uno dei progetti che l’Istituto rivolge ai ra‐
gazzi ristretti.   
CircoStanza, d’altro canto, si rivolge non solo al carcere, ma anche ad 
altri contesti ove  il  circo sociale  e  la pedagogia del circo  si dimostrano 

  V
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

particolarmente efficaci: in strada, a scuola, in comunità e centri rivolti 
a minori e adolescenti devianti o a rischio. Dal punto di vista di Circo‐
stanza, il Ferrante Aporti rappresenta una delle diverse aree dove il cir‐
co sociale si rivela essere uno strumento adatto al tipo di contesto e può 
dare un apporto valido e coerente con gli obiettivi sociali che l’IPM per‐
segue. 
Questo testo tratta della esperienza emersa dallo specifico connubio 
tra Circostanza e Ferrante Aporti. 
A  questo  punto  è  importante  che  si  chiarisca  da  dove  ha  origine 
questo  testo.  Possiamo  considerare  autori  del  testo  gli  operatori  del 
CircoStanza‐Ferrante e il punto di vista dal quale il testo è scritto quello 
di operatori di circo sociale (educatori, formatori, insegnanti di arti cir‐
censi)  che  si sono trovati  per  la  prima volta  nella  situazione,  per  certi 
versi nuova, di svolgere la loro attività tra le mura di un carcere, rivol‐
gendosi a una “utenza semivolontaria” la cui alternativa al partecipare 
all’attività è il restare in cella.    
Sono passati oltre due anni da quando, nell’ottobre 2006, è iniziata per 
CircoStanza questa impresa. In quest’arco di tempo e di interazione ab‐
biamo sperimentato successi e fallimenti che ci hanno aiutato a raffina‐
re la metodologia e ora riteniamo di avere diversi elementi per fare una 
riflessione  su  quanto  è  avvenuto,  su  cosa  abbiamo  appreso,  su  cosa  ci 
pare migliorabile.  
Ci auguriamo che quanto troverete in questo testo possa diventare 
“utile esperienza condivisa”, che possa aiutare a intendere il significato 
e il valore dei concetti di “pedagogia del circo” e di “circo sociale”, che 
possa  stimolare  la diffusione  dei  valori  e della  metodologia  su  cui Cir‐
coStanza poggia. 
Ci  sembra  opportuno  cercare  di  dare  un’idea  del  contesto  in  cui  il 
materiale e le considerazioni che ne sono state tratte si collocano. Im‐
maginiamo che chi legge il testo possa non avere idea della realtà carce‐
raria o non conoscere cosa sia il “circo sociale” o non avere idea di come 
può  sorgere  e  diffondersi  un  progetto  socio‐educativo  in  seno  a 
un’associazione  no‐profit.  La  prima  parte  del  testo  sarà  introduttiva 
all’argomento  centrale,  infine  si  troverà  la  raccolta  di  relazioni  che  gli 
operatori  CircoStanza  hanno  scritto  dopo  ogni  intervento.  Il  program‐
ma è il seguente:  
- cenni sul carcere minorile relativamente ad altre istituzioni; 
- presentazione, storia e organizzazione del Ferrante Aporti; 
- note sul pensiero pedagogico di don Bosco;  
- valore educativo delle arti circensi;  

VI   
L’argomento, gli autori, i contenuti, lo scopo 

- il circo sociale e la pedagogia del circo;  
- ViviamoInPositivo APS e VIP Italia ONLUS; 
- scheda del progetto CircoStanza;  
- aspetti economici e risorse umane impegnate in CirsoStan‐
za;  
- i  valori  educativi  e  le  modalità  operative  che  CircoStanza 
adotta;  
- le considerazioni di fine anno del responsabile del progetto; 
- le relazioni 2006‐2008 degli operatori di CircoStanza.  
 
Abbiamo deciso di realizzare un testo compiuto e di renderlo dispo‐
nibile  sia  in  forma  cartacea  che  in  forma  elettronica,  per  chiunque  sia 
interessato al tema.  
Non intendiamo reclamare diritti d’autore su quest’opera perché ri‐
teniamo che l’esperienza debba poter essere trasmessa senza ostacoli, 
richiediamo però a chi intendesse citare o usare parti di quest’opera di 
darcene  avviso  e  di  citarne  correttamente  la  fonte.  Per  ulteriori  infor‐
mazioni  e  contatti  con  ViviamoInPositivo  potete  visitare  nostri  i  siti 
internet:  www.viviamoinpositivo.org,  www.circostanza.org, 
www.clownterapia.it,  www.circosociale.it  (quest’ultimo  in  corso 
d’opera al momento della redazione del presente testo).  
Rimandiamo agli stessi siti per ulteriore materiale inerente i campi 
di  attività  di  ViviamoInPositivo.  Dai  siti  stessi  è  possibile  iscriversi  a 
newsletter  e  raggiungere  i  blog  dove  le  attività  vengono  documentate 
nel corso del loro svolgimento. 

  VII
Glossario 

Definiamo alcuni termini il cui significato verrà approfondito nelle rela‐
tive sedi, ma di cui può essere utile avere una nozione in anticipo.  
Circo sociale – È l’insegnamento di arti circensi rivolto a individui a 
rischio sociale, con lo scopo di trasmettere loro non solo le abilità 
connesse (giocoleria, acrobatica, clownerie etc.) ma anche di sviluppare 
in loro qualità e virtù positive (spirito di collaborazione, responsabilità, 
creatività, autonomia, autostima) e trasmettere valori sani per ridurre il 
rischio di devianza e favorire l’integrazione degli individui. È un 
fenomeno relativamente nuovo in Italia mentre ha circa venti anni di 
storia in Paesi del Sud America come il Brasile e l’Argentina che hanno 
da tempo dovuto affrontare problemi legati alla povertà e al degrado 
sociale, ma che allo stesso tempo detengono un importantissimo 
patrimonio artistico culturale. 
Federazione VIP Italia ONLUS – Organo che rappresenta e coordina le 
35 (nel 2008) associazioni ViviamoInPositivo italiane (vedi 
ViviamoInPositivo APS”) 
CircoStanza – Vedi “Progetto CircoStanza”. 
Crescita personale – Insieme di discipline relative per lo più alla sfera 
psicologica, affettiva ed emozionale della persona aventi come scopo il 
miglioramento della capacità di affrontare diversi aspetti della vita, 
come quelli materiali, famigliari, di relazione, di comunicazione, 
emotivi. 
Giovani a rischio – si tratta di giovani che vivono uno stato di disagio e 
di disorientamento di fondo che spinge non pochi di loro alla 
marginalità o alla devianza.
IPM – Istituto Penale per i Minorenni. 

  IX
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Pedagogia del circo – Il termine “pedagogia” deriva dal greco 


παιδαγογια, da παιδος (paidos) « il bambino » e αγω « guidare, 
condurre, accompagnare ».  Con “pedagogia del circo” si intende un 
insieme di discipline che hanno come oggetto di studio il processo 
educativo, e quindi l'educazione alla disciplina, alla conoscenza del 
proprio corpo, alla conoscenza di sé e dei propri limiti. Attraverso lo 
studio e l’applicazione delle arti circensi  i ragazzi conoscono meglio se 
stessi e gli altri, sviluppando al contempo il proprio potenziale e la 
propria autostima.
Giocoleria – È l'arte praticata dal giocoliere, il quale manipola con 
destrezza uno o più oggetti. Essa include molte arti circensi basate sul 
lancio di oggetti come palline, cerchi, clave, bolas o diablo. 
La più nota forma di giocoleria è la giocoleria con lanci, ma vi sono 
specialità (come la giocoleria da contatto, o contact juggling) in cui non 
è previsto il lancio di oggetti. Dare una definizione omnicomprensiva 
della giocoleria è molto difficile: alcuni la usano per meditare 
applicando gli stessi principi dello yoga; alcuni la considerano un vero e 
proprio sport, altri ne fanno una professione (artisti di strada, giullari, 
circensi); altri la praticano per fini terapeutici quali recupero 
psicomotorio in persone traumatizzate, cura anti ansia‐depressione, 
persone affette da handicap motori o sordità. 
Trick – È una figura eseguita dal giocoliere. La più famosa e conosciuta 
è senza dubbio la cosiddetta “cascata con tre palline”: il giocoliere fa 
roteare 3 palline in aria descrivendo una figura simile al simbolo 
matematico dell'infinito. È la figura più conosciuta perché è la più facile 
da insegnare e da imparare, e infatti molti iniziano a giocolare proprio 
le palline che risultano essere gli attrezzi più maneggevoli per un 
principiante. I nomi inglesi dei più noti trick sono i seguenti: Cascade, 
ovvero la cascata (eseguibile con un numero dispari di oggetti);  
Fountain, ovvero la fontana (eseguibile con un numero pari di oggetti); 
Shower, ovvero la doccia (eseguibile con un numero qualunque di 
oggetti).  
Una volta solidificate le basi poi si può aumentare il numero di attrezzi 
e quindi aggiungere una pallina ed imparare a giocolare con 4‐5‐6 palle, 
ma ovviamente è tutta questione di tempo ed allenamento. Più figure 
base si imparano più velocità a coordinazione si acquistano. 
Passing – È un modo per giocolare in compagnia. Due, tre, dieci 
persone possono scambiarsi gli oggetti tra loro usando tempi e ritmi 
ormai convenzionali in tutto il mondo. Molti vedono in questa attività 

X   
Glossario 

aspetti sociologici mai sondati quali la comunicazione con gli occhi tra 
le persone che praticano il passing o la grande potenzialità aggregativa 
insita in esso come aspetto fondamentale 
Progetto CircoStanza – Laboratorio di circo sociale e rivolto 
specificamente a minori e adolescenti a rischio in aree di disagio sociale 
quali carceri, scuole, comunità, strada. Il progetto pilota Circostanza si 
svolge a Torino e altri Circostanza sono stati attivati in diverse città 
d’Italia (vedi, più avanti, il capitolo dedicato). Circostanza è un marchio 
registrato dalla federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS. 
ViviamoInPositivo – Abbreviato VIP. È il nome della associazione 
senza scopo di lucro che conduce il progetto CircoStanza a Torino, in 
partenariato con la federazione VIP Italia ONLUS. L’associazione 
ViviamoInPositivo è sorta a Torino nel 1997 con lo scopo di diffondere 
valori e conoscenze utili a vivere meglio. L’ associazione ha, negli anni, 
dato luogo ad altre 35 altre associazioni di volontari, ora riunite nella 
federazione VIP Italia Onlus e ha avviato nel 2005 il progetto 
CircoStanza. CircoStanza è stato adottato da anche da altre associazioni 
VIP italiane con il sostegno dalla federazione VIP Italia ONLUS. 
L’associazione ViviamoInPositivo è diventata nel 2008 Associazione di 
Promozione Sociale. 

  XI
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Coltivare la libertà
Per  me  non  c’è  felicità  senza 
libertà  e  la  libertà  non  ce  la  dà 
nessuno,  la  dobbiamo  coltivare 
noi  stessi.  Condividerò  con  voi 
come  ottenere  una  maggiore  li‐
bertà per se stessi.  
Per  tutto  il  tempo  in  cui  se‐
diamo, camminiamo, mangiamo o 
lavoriamo  all’esterno,  noi  colti‐
viamo la nostra libertà. La libertà 
è ciò che pratichiamo ogni giorno. 
In  qualunque  condizione  o  luogo 
vi troviate, se avete la libertà siete felici.  
Io  ho  molti  amici  che  hanno  scontato  condanne  ai  lavori  forzati  e 
che,  sapendo  come  praticare,  hanno  sofferto  molto  meno.  In  realtà  la 
loro vita ha avuto una crescita spirituale, cosa che mi rende molto orgo‐
glioso di loro. 
Per libertà intendo la libertà dalle afflizioni, dalla rabbia e dalla di‐
sperazione. Se in te c’è rabbia, la devi trasformare per poter ottenere di 
nuovo  la  tua  libertà.  Se  in  te  c’è  disperazione  devi  riconoscere  questa 
energia e non permetterle di sopraffarti. Devi praticare in modo da tra‐
sformare l’energia della disperazione e raggiungere la libertà che meri‐
ti: la libertà dalla disperazione. 
Puoi  praticare  la  libertà  ogni  momento  della  vita  quotidiana:  ogni 
passo  che  fai  può  aiutarti  a  recuperarla,  ogni  respiro  ti  può  aiutare  a 
svilupparla e coltivarla. Quando mangi, mangia da persona libera. 
Quando cammini, cammina da persona libera. Quando respiri, respi‐
ra da persona libera.  
Lo si può fare dovunque. 
 
(Thich Nath Hanh, Libero ovunque tu sia) 

XII   
Il carcere minorile e le strutture collegate 

Riassumiamo alcuni concetti che riguardano il trattamento di un mino‐
renne che commette un reato in Italia. Queste informazioni aiuteranno 
a capire meglio chi sono i ragazzi che si trovano in carcere. 
L’Istituto Penale per Minorenni (IPM) è una struttura destinata alla 
restrizione  di  individui  tra  i  quattordici  e  i  ventuno  anni  che  hanno 
commesso il reato da minorenni. 
L'istituto  della  reclusione  separata  dei  minori  non  è  recente,  per 
l’Italia si ha notizia nel Rinascimento dell'istituzione di reclusori specia‐
lizzati a partire dalla metà del XVII secolo. 
Un  minorenne  che  commette  un  reato  non  viene  immediatamente 
condotto in carcere, e potrebbe anche non andarci, se ci sono le condi‐
zioni per una misura cautelare diversa. Per prima cosa il giovane viene 
condotto in un Centro di prima accoglienza e durante la sua permanen‐
za, in base al tipo di reato e alle informazioni che si raccolgono su di lui 
(se ha genitori o parenti che si curano di lui, per esempio), viene decisa 
la misura cautelare. Al Ferrante Aporti la quasi totalità dei ragazzi è di 
provenienza extracomunitaria (92% nel 2007‐2008), e sono in carcere 
anche perché non hanno parenti a cui possano essere affidati. 
I CPA (Centri di Prima Accoglienza), gli IPM (Istituti Penali per Mi‐
norenni)  e  le  strutture  alternative  di  riabilitazione  vengono  descritte 
qui di seguito. 

Il carcere e le altre strutture di recupero per i minori


Le strutture istituite dall’ordinamento legislativo italiano per il recupe‐
ro  dei  minorenni  sono  costituite  dai  Centri  di  Prima  Accoglienza  e 
dall’Istituto Penale per Minorenni: 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

I Centri di prima accoglienza: 


I C.P.A. ospitano i minori arrestati, fermati o accompagnati fino 
all'udienza di convalida, svolgendo nei loro confronti attività di 
sostegno e di chiarificazione. Essi inoltre forniscono all'Autorità 
Giudiziaria procedente i primi elementi di conoscenza della situazione 
che riguarda il minore e cercano di attivare le risorse familiari e 
ambientali, coinvolgendo gli altri Servizi dell'Amministrazione della 
Giustizia Minorile e quelli del territorio. Preparano le dimissioni del 
minore dal Centro o l'eventuale trasferimento ad altri Servizi o 
strutture. E’ una struttura non carceraria, collocata in gran parte presso 
gli Uffici Giudiziari; pertanto, il periodo di permanenza in questa 
struttura, anche se molto breve, permette di evitare l'impatto con 
l'istituto penale. Ma, ai sensi dell'art.18 c.2 D.P.R. 448/88, non tutti i 
minori arrestati o fermati vengono condotti in C.P.A.  
Istituti penali per minorenni 
Gli I.P.M. ospitano i minori sottoposti a provvedimento dell'Autorità 
Giudiziaria, che si trovano in custodia cautelare o in espiazione di pena. 
Ospitano inoltre i "giovani adulti" che hanno commesso reato da 
minorenni e che, come previsto dalla legislazione italiana, espiano la 
pena nelle strutture per minorenni fino al compimento del 21° anno di 
età. Le finalità proprie dell' I.P.M. sono identificabili nell'esecuzione dei 
provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria, nel rispetto dei diritti 
soggettivi dei minori, e nell'attivazione di processi di 
responsabilizzazione e di promozione umana del minore. Gli I.P.M. 
sono 18 (Acireale (CT), Airola (BN), Bari, Bologna, Cagliari, 
Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Firenze, L'Aquila, Lecce, Milano, 
Nisida(NA), Palermo, Potenza, Roma, Torino, Treviso). 
 
Prevenzione e strutture riabilitative  
Esistono  strutture  "alternative"  alla  reclusione  in  carcere  dei  minori. 
Occorre  tener  presente  che  il  contatto  con  soggetti  devianti  potrebbe 
avere l'eventualità (non recondita) di un aumento del desiderio di ribel‐
lione e di rifiuto verso una società che lo ha emarginato ancora una vol‐
ta...   
Il problema del recupero dei minori non è di facile soluzione: non si 
tratta  solo  di  realizzare  strutture  idonee,  ma  di  "educare"  la  società. 
Troppo spesso accade che i soggetti (minorenni, ma non solo) con espe‐
rienze carcerarie alle spalle siano emarginati e quasi "costretti" a rica‐
dere in errore.  

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Il carcere minorile e le strutture collegate 

Le  strutture  alternative  al  carcere  hanno  lo  scopo  di  favorire  e  ga‐
rantire  il  reinserimento  dei  detenuti  minori  nella  società  mediante  la 
creazione di una rete di cooperative, di associazioni, comunità, ecc., che 
possano costituire un valido punto di riferimento al momento del "rien‐
tro" in società di questi soggetti.   
Come strutture alternative al carcere sono previsti: 
Altri servizi della giustizia minorile
L’Ussm (Ufficio di Servizio Sociale per i Minorenni) interviene a favore 
di minorenni coinvolti nel circuito penale, concorrendo alla promozione 
e alla tutela dei diritti degli stessi. Opera in collaborazione con gli altri 
Servizi della Giustizia Minorile e con i Servizi territoriali, attraverso 
modalità operative integrate. Gli interventi per applicazione dell'art.28 
D.P.R. 448/88 rappresentano una parte notevole del lavoro svolto dagli 
uffici di servizio sociale, preceduti soltanto dagli interventi per 
applicazione di misure cautelari. Si consideri però la diversa natura dei 
due tipi di intervento: mentre le misure cautelari sono “obbligatorie”, 
l'art.28 costituisce un istituto giuridico che può considerarsi diverso dal 
percorso penale classico e dunque richiede un vero e proprio 
investimento di risorse ed energie, sia da parte dei servizi che da parte 
dei soggetti interessati.   
Ad ogni modo la misura alternativa d'elezione è “l'affidamento in prova 
al servizio sociale” (art.47 O.P.), sia per presentazione di progetti che 
per applicazione vera e propria. Tra le misure sostitutive quella che 
prevale è la libertà controllata.  
Le Comunità: 
Si tratta di strutture utilizzate per l'esecuzione delle misure cautelari 
non detentive e del riformatorio giudiziario, con dimensioni strutturali 
e organizzative connotate da una forte apertura al contesto ambientale. 
I collocamenti in comunità vengono disposti non soltanto verso le 
comunità dell'Amministrazione della Giustizia Minorile, ma anche verso 
comunità private, associazioni e cooperative, con cui il CGM stipula 
convenzioni, al fine di aumentare le possibilità di accesso dei minori a 
questo tipo di struttura. 
Le comunità ministeriali sono comunità avviate e gestite direttamente 
dall'Amministrazione; esse sono state attivate in alcune realtà come 
comunità‐filtro, in altre come comunità aventi funzioni di centri 
polifunzionali, in altre ancora come comunità vere e proprie. Questa 
tipologia di comunità, al momento, è presente soprattutto al Sud (tre in 
Campania, tre in Puglia, due in Calabria e due in Sicilia). La comunità di 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Trento, operativa fino alla fine del 1999, era stata attivata in seguito a 
convenzione tra il Ministero della Giustizia e la provincia di Trento; 
costituisce, quindi, un caso particolare di comunità ministeriale, in 
gestione mista con l'ente locale.  
[tratto da: http://www.stpauls.it/cisf/minori.htm]  

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L’Istituto penale per i minorenni "Ferrante Aporti" 

L’Istituto penale per i minorenni "Ferrante 
Aporti" 

L’I.P.M. di Torino è il carcere minorile "Ferrante Aporti"; in quanto tale 
è una struttura che, ospitando i condannati ad una pena detentiva e co‐
loro che sono sottoposti alla custodia cautelare, ha un’impostazione e‐
ducativa, con varie attività socializzanti, ma anche una componente for‐
temente custodialistica. 
Negli  I.P.M.  lavorano  educatori,  psicologi,  agenti  di  polizia  peniten‐
ziaria,  personale  amministrativo  e  assistenti  sociali  dell’U.S.S.M.  Nel 
contesto della giustizia penale minorile, l’ipotesi del carcere è di natura 
residuale,  va  inteso  cioè  come  ultima  ratio,  istituzione  cui  ricorrere 
quando non è possibile applicare ad un minore uno dei benefici o delle 
soluzioni  alternative  che  l’ordinamento  italiano  prevede.  Anch’esso, 
comunque, opera nella prospettiva di un recupero sempre da tentare. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Il "Ferrante Aporti" di Torino è sito al numero civico 3 di Via Berruti 
e Ferrero. 

Storia dell’IPM "Ferrante Aporti"


Dedicato  a  Ferrante  Aporti  (1791‐1858),  sacerdote  pedagogista  e  fon‐
datore di scuole per l'infanzia, l'Istituto Penale per i Minorenni occupa 
la  struttura  un  tempo  denominata  “La  Generala”  costruita  nella  metà 
del 1600 e attiva dalla fine del 1700 progressivamente come orfanotro‐
fio, ospedale, fabbrica per la lavorazione dell'indaco e, dal 1829, carcere 
femminile. 
Sempre con la denominazione di “La Generala” sotto il regno di Car‐
lo  Alberto  viene  ristrutturato  e  destinato  a  “Correzionale  agricolo  pei 
giovani discoli”. Lo stabile era costituito da 300 celle singole e si preve‐
deva il lavoro agricolo per gli “abili”, i non “irriducibili” e i non abbienti, 
escludendo  dal  lavoro  coloro  che  ‐  mantenuti  dalle  famiglie  ‐  non  ne‐
cessitavano di sostentamento. Nel 1935 prende il nome di Riformatorio 
“Ferrante Aporti”. 
Nel corso del ‘900 la svolta più significativa verso l'attuale imposta‐
zione  si  è  avuta  a  seguito  della  rivolta  del  1977  quando,  a  seguito  di 
profonda riflessione sulle ragioni che la determinarono si impostò una 
nuova  linea  di  apertura dell'istituzione  verso  l'esterno,  favorendo  l'in‐
gresso della città e delle sue risorse nell'Istituto e, reciprocamente, l'u‐
scita dei ragazzi verso la città. 
Sono  nati  così  nel  corso  degli  anni  progetti  educativi  caratterizzati 
dal comune obiettivo di costruire un ponte con la città e la società civile.  

Cronologia de "La Generala"


29 Agosto 1617: nasce il Barone Gianbattista Truchi de La Generala 
1649: costruzione della Generala 
26 agosto 1698: muore il Barone Truchi 
1775: gli eredi vendono la villa a Pietro Manzolino 
1779: inizia l'attività del Manzolino per l'esercito utilizzando fino a 220 
orfane 
1801: fallisce l'Opera Manzolino e diviene di proprietà dell'ospedale 
San Giovanni; viene messa a disposizione dell'Opera Maternità 

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L’Istituto penale per i minorenni "Ferrante Aporti" 

1817: diventa ospedale militare 
1820: diventa un laboratorio per la lavorazione dell'indaco 
1829: diventa carcere femminile 
1845: prende il nome di "La Generala ‐ Correzionale agricolo pei 
giovani discoli" 
1935: prende il nome di Riformatorio "Ferrante Aporti" 

Il metodo preventivo di Don Bosco


Don Bosco è prete da pochi mesi. Il cappellano delle prigioni ‐ il beato 
Giuseppe Cafasso suo amico ‐ gli dice "Vieni a vedere i carcerati". Don 
Bosco  entra  in  quei  sotterranei  oscuri  e  umidi  che  sono  le  galere  del 
tempo. Volti tristi e minacciosi lo spaventano. Scorge anche un gruppo 
di ragazzi, quasi bambini e scoppia a piangere. "Perché quel prete pian‐
ge?" ‐ domanda uno di loro. "Perché ci vuole bene" ‐ risponde un altro ‐ . 
"Anche mia madre piangerebbe se mi vedesse qua dentro".  
Uscendo  dal  carcere  don  Bosco  prende  una  decisione  incrollabile. 
"Quei ragazzi sono là dentro perché abbandonati a se stessi. Nessuno si 
prende cura di loro. Io voglio assisterli, istruirli, fargli imparare un me‐
stiere. Voglio salvarli tutti!"  
È il primo passo del suo famoso m et o do p r ev e nt iv o , che oggi po‐
tremmo definire: stare coi ragazzi e i giovani perché non facciano il ma‐
le.  Non  c ast iga rl i s e s ba gl ia no ,  ma  s t a r e co n l o r o e a ma r l i
p er ch é no n s ba gl i no . Chi è molto amato sbaglia poco. 

Don Bosco e i ragazzi della Generala


Le nuove leggi, finalmente, non costringevano più i ragazzi a rimanere 
in carcere con gli adulti: si stavano creando i riformatori per i minori. 
Fin dall'apertura, avvenuta nel 1845, don Bosco iniziò a frequentare 
i ragazzi della Generala. La svolta avvenne un giorno, durante un incon‐
tro con il ministro Urbano Rattazzi. Rattazzi si interessava all'opera di 
don Bosco ed al lavoro che svolgeva con i ragazzi di strada; un giorno 
gli  chiese se il suo sistema di educazione fosse applicabile anche ai ra‐
gazzi della Generala. “E perché no?” rispose don Bosco. 
Alla  Generala  i  ragazzi  erano  divisi  in  tre  categorie:  I  so rv egl iat i
s p eci al i ,  ragazzi  per  i  quali  si  applicava  il  sistema  di  isolamento  not‐
turno; i so rvegl iat i no rmal i , ragazzi per i quali si applicava una sor‐
veglianza attenuata e i p er ic o l a nt i, ragazzi inviati dalle famiglie (ecco 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

una situazione identica al '700, quando i ragazzi finivano all'Ergastolo). 
Don Bosco incontrava ragazzi di tutte e tre le categorie. 
Un giorno, nel 1855, don Bosco decise di fare una cosa speciale: vol‐
le portarli tutti a fare una passeggiata fino a Stupinigi. La proposta la‐
sciò  esterrefatto  il  povero  Direttore  che  non  poteva  certo  autorizzare 
una  simile  cosa;  subito  don  Bosco  pensò  di  rivolgersi  direttamente  al 
Ministro dell'Interno cioè al Rattazzi. Il Ministro gli propose di mettere, 
lungo il percorso, dei carabinieri in borghese, ma don Bosco si oppose e, 
alla  fine  di  una  lunga  discussione,  ebbe  la  meglio:  sarebbe  uscito  con 
tutti i ragazzi, senza nessuna scorta. 
Circa 300 ragazzi della Generala s'incamminarono nel giorno del lu‐
nedì dell'Angelo per fare quella che in Piemonte si chiama "la merendi‐
na", cioè la scampagnata del giorno di Pasquetta.  
La  colonna  si  allontanò  dalla  Generala,  con  in  testa  don  Bosco  che 
teneva  per  la  Cavezza  un  asinello  appesantito  da  una  parte  dei  viveri; 
gli altri viveri erano portati direttamente dai singoli ragazzi. 
Arrivati a Stupinigi, lungo il fiume Sangone, mangiarono e giocarono 
per tutto il giorno. All'ora stabilita, il corteo dei ragazzi, guidato da don 
Bosco, mestamente rientrò alla Generala: nessun ragazzo era scappato 
e tutti, prima di rientrare abbracciarono e ringraziarono il loro benefat‐
tore.  Il  primo  ministro  aveva  detto  che  non  ne  sarebbero  rientrati 
nemmeno dieci invece rientrarono tutti. 
Molte volte chiesero a don Bosco di scrivere dei libri per spiegare il 
suo  metodo  pedagogico  ma  non  ne  scrisse  nemmeno  uno.  Lasciò  solo 
nove pagine di "pensieri". Una delle prime sue frasi era: "Questo sistema
si appoggia tutto sopra la ragione, la religione e sopra l'amorevolezza.
Esclude ogni castigo violento e cerca di tenere lontani gli stessi castighi
leggeri". 

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Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti 

Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti 

L’organizzazione di un IPM trae le linee guida dal codice di procedura 
penale minorile (DPR 448/88) e un IPM deve quindi conciliare le pro‐
prie  specificità  con  quanto  richiesto  dal  codice.  Nel  2009  il  Ferrante 
Aporti  sarà  parzialmente  ristrutturato  e,  almeno  durante  il  periodo  di 
ristrutturazione,  l’organizzazione  interna  subirà  dei  cambiamenti. 
Quanto descriviamo in seguito è riferito alla organizzazione che è stata 
adottata negli ultimi anni. 

I gruppi del Ferrante


L’insieme  degli  ospiti  del  Ferrante  è  organizzato  (lo  è  stato  fino  a  di‐
cembre 2008) in quattro gruppi che svolgono attività separatamente e 
non entrano in contatto l’uno con l’altro. Tutti i ragazzi vengono riuniti 
solo poche volte l’anno, nel corso di eventi speciali, come il Natale o in 
occasione  di  spettacoli  (come  quello  dei  “Ragazzi  di  Bucarest”  del  26 
novembre 2007). I quattro gruppi hanno i nomi di quattro venti perché 
rientrano  nel  progetto  “Rosa  dei  venti”  che  ha  per  obiettivo  seguire  i 
ragazzi da una fase di orientamento iniziale a una di educazione e for‐
mazione intermedia a quella di preparazione al momento del ritorno in 
libertà dei ragazzi. Vediamoli. 

Il gruppo Libeccio (maschile – “transito”)


È la sezione di permanenza temporanea, con un massimo di 45 giorni. 
Può ospitare 4 ragazzi ma spesso è sovraffollata. 
Le  attività  che  i  ragazzi  possono  svolgere,  quando  sono  inseriti  nel 
gruppo Libeccio sono: 
‐ al mattino la scuola e un laboratorio di creatività; 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

‐ al pomeriggio attività opzionali (i ragazzi possono scegliere se 
partecipare o rimanere in cella). 
I ragazzi vengono trasferiti da un gruppo all’altro solitamente nel corso 
dei fine settimana, in modo da non intralciare le attività educative, an‐
che se l’accoglienza e il passaggio di consegne durante il fine settimana 
per gli operatori risulta difficoltoso, essendo presenti solo gli agenti di 
polizia penitenziaria. 

Il gruppo Grecale (maschile – breve e media permanenza)


In questa fase le attività che vengono proposte sono svariate. Gli educa‐
tori decideranno in quale attività mattutine inserire i singoli ragazzi nel 
caso  in  cui  il  loro  livello  di  scolarizzazione  sia  sufficiente.  Chi  non  sa 
leggere e scrivere, obbligatoriamente frequenterà la scuola e il labora‐
torio di Informatica. 

Il gruppo Levante (maschile – lunga permanenza)


E’ il gruppo nel quale i ragazzi permangono per più tempo per cui qui 
possono fare varie attività quali: laboratori di falegnameria, meccanica, 
arte bianca, laboratorio Multimediale e sempre la scuola. Ruolo fonda‐
mentale in questo gruppo è quello dei vari educatori, che siano interni 
al Ferrante o dei laboratori, con il loro apporto si elabora un piano edu‐
cativo individualizzato per ogni ragazzo. 

Il gruppo Maestrale (femminile – indifferenziato)


Le ragazze, che siano in transito o con breve o lunga permanenza stan‐
no nel gruppo Maestrale. Le loro attività sono: Acconciature, Ceramica, 
Scuola, più le attività pomeridiane. 
 
Una  equipe  interprofessionale  elabora  un  piano  di  reinserimento  nel 
territorio, trasversale ai gruppi. 

Cambiamenti all’IPM Ferrante Aporti nel 2009


All’incontro di progettazione d’Istituto dell’ottobre 2008 è stato rileva‐
to che il Progetto Rosa dei Venti abbia rivelato alcuni limiti e come, an‐
che a causa del cambiamento del tipo di utenza, si sia ritenuto di modi‐
ficare  le  cose.  La distinzione  prima  era tra  breve  e  lunga permanenza. 

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Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti 

Secondo il progetto l’IPM doveva essere come una bussola e offrire una 
serie  di  direzioni/strumenti  che  potessero  orientare  o  ri‐orientare,  in 
considerazione del fatto che i ragazzi sono per il 92% stranieri e  per  la 
maggior parte non accompagnati. 
Nel  2009  l’IPM  verrà  caratterizzato  da  diversi  cambiamenti.  Ne  e‐
lenchiamo alcuni. 
- Ristrutturazione:  2009  sarà  l’anno  di  inizio  dei  lavori  di  ri‐
strutturazione. 
- Agenti di Polizia Penitenziaria:  riorganizzazione  del  lavoro 
della Polizia Penitenziaria: ci saranno agenti fissi per ogni grup‐
po di ragazzi ristretti. 
- Educatori: arriveranno 6 nuovi educatori che saranno suddivisi 
tra  CA  e  IPM.  Gli  educatori  si  suddivideranno  in  modo  equo  la 
presa  in  carico  dei  ragazzi/e  e  tre  educatori  verranno  affidati 
ciascuno ad un gruppo. 
- Gruppi: i gruppi saranno sempre quattro, ma intesi in modo di‐
verso:  tre  al  maschile  (Accoglienza,  10  ragazzi;  Orientamento, 
12  ragazzi;  Dimissioni,  4/5  ragazzi)  e  uno  femminile.  Per  i  ra‐
gazzi  ci  sarà  anche  un  cambiamento  di  alloggiamento  per  via 
della ristrutturazione. 
- Progetto Rosa dei Venti:  non esisterà più. I gruppi perderan‐
no il nome dei “venti” (Grecale, Maestrale, Libeccio e Levante).  
- Riorganizzazione: a seguito della ristrutturazione dovrà essere 
rivista  l’organizzazione  delle  attività:  l’attività  di  Arte  bianca 
passerà dai ragazzi alle ragazze, al posto di Meccanica si farà ri‐
parazione biciclette, Informatica al posto di Arte bianca per i ra‐
gazzi. 
- Si  potenzieranno  le  attività  del  fine‐settimana  per  offrire  più 
contenuti. 
- Si potenzierà lo spazio dedicato al protagonismo dei ragazzi. 
- Gli incontri Stop & Go (riunioni degli operatori, educatori, agen‐
ti) saranno momenti sempre più importanti e valorizzati. 
- I ragazzi del Gruppo Dimissioni saranno aiutati e indirizzati e si 
cercherà  di  dare  loro  un  aiuto  maggiore  per  il  reinserimento 
all’esterno. 
- La scuola sarà obbligatoria per tutti i gruppi.
 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Chi lavora all’IPM Ferrante Aporti


In un carcere minorile, rispetto a un carcere per adulti, molte risorse 
sono impiegate per offrire ai ragazzi ristretti la possibilità di tornare in 
libertà e integrarsi nella Società. Per questo è necessario che i ragazzi 
siano seguiti con attenzione e pertanto il numero di educatori, psicologi 
e agenti può sembrare molto alta, rispetto al numero di ragazzi. 
All’intermo dell’Istituto operano: 
- il dirigente del Centro Giustizia Minorile (CGM); 
- il direttore; 
- un responsabile dell’Area Tecnico‐pedagogica con funzioni di sosti‐
tuzione del direttore; 
- un responsabile dell’Area Sicurezza; 
- un cappellano; 
- quattro educatori: ciascun gruppo ha un educatore di riferimento. 
In teoria 1 educatore ogni 8 ragazzi; 
- tre  psicologi:  un  dipendente  della  ASL  e  due  consulenti  a  tempo 
parziale.; 
- cinquantasei agenti di Polizia Penitenziaria. 
 
A queste figure si affiancano anche i mediatori interculturali che però 
dipendono da una agenzia esterna e intervengono su richiesta. 
Lo svolgimento delle attività scolastiche, pre‐professionali, sportive ecc. 
è affidato a cooperative e associazioni convenzionate. 

Le attività rivolte ai ragazzi ristretti

Attività scolastica e formativa


Le  attività  formative  proposte  dall'Istituto  e  dedicate  a  tutti  i  ragazzi 
riguardano l'alfabetizzazione generalizzata e l'apprendimento della lin‐
gua italiana per i minori stranieri con possibilità di prosecuzione dell'i‐
struzione presso i Centri territoriali permanenti. La lista può essere in‐
completa e/o non aggiornata ma viene portata come esempio per avere 
un’idea del contesto nel quale si inserisce il progetto CircoStanza.  

Attività nelle sezioni maschili


Arte bianca (ATI‐ForCoop – CFPP Casa di Carità ENGIM): Attività di 
formazione pre‐professionale. Si articola in moduli, per la preparazione 
all'attività di panificazione. Oltre alle normali lezioni, i ragazzi iscritti al 

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Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti 

corso partecipano alla realizzazione di prodotti alimentari destinati ai 
ragazzi nelle pause delle attività del mattino, a feste e iniziative comuni. 
Informatica: Attività di formazione pre‐professionale. Oltre 
all'alfabetizzazione informatica il corso consente di conseguire la 
Patente Europea  del Computer (ECDL). Il corso è anche la sede della 
redazione del giornalino dell'istituto “Albatros”, e alla cui preparazione 
partecipano, con contributi di vario genere (articoli, illustrazioni, 
rubriche), tutti i gruppi sotto la guida degli operatori. 
Il laboratorio di informatica cura la realizzazione dei volantini e del 
materiale informativo relativo alle iniziative ed agli eventi;  
Meccanica: attività di formazione pre‐professionale.  

Attività nella sezione femminile:


Ceramica: attività dì formazione pre‐professionale. Il laboratorio 
produce normalmente vasellame e oggettistica quale servizi da tè e da 
caffè, vasi da fiori. La creatività delle ragazze si esprime nella 
progettazione degli oggetti;  
Acconciatura: attività di formazione pre‐professionale. Fornisce i 
primi rudimenti per la cura del capello e le tecniche di base dei tagli e 
delle acconciature. Stimola la creatività nell'apprendimento della cura 
della propria persona. 

Attività del pomeriggio


Al pomeriggio i ragazzi/e hanno la possibilità di partecipare ad attività 
ricreative e sportive facoltative. In alternativa possono restare in cella. 
Teatro, disegno e pittura: a cura dell’AICS, per favorire l'espressione 
individuale e il riconoscimento delle proprie capacità favorendo la 
comunicazione delle esperienze vissute. Periodicamente si organizzano 
spettacoli o mostre; 
Attività sportive AICS: a cura dell’AICS, oltre a fornire una conoscenza 
tecnica, consentono attraverso l'espressione corporea l'acquisizione 
delle regole e la partecipazione a momenti di incontro con le squadre di 
calcio cittadine. 
Attività sportive CONI: a cura del CONI. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

CircoStanza: progetto della Federazione VIP Italia ONLUS condotto 
dalla associazione ViviamoInPositivo APS.  CircoStanza, “il circo in una 
stanza” è una attività di Circo Sociale volta a  favorire integrazione 
sociale e multietnica, acquisizione di competenze di base sulle arti 
circensi ed educazione al buon umore.  
Socialità: (a cura del Servizio Civile): giochi, cineforum, ecc. 

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Intervista a Rocco Tralli (comandante) 

Intervista a Rocco Tralli (comandante) 

Data: 30 ottobre 2008
Intervistato: Rocco Tralli 
Intervistatore: Maria Luisa Mirabella – Presidente dell’Associazione di 
Promozione Sociale “ViviamoInPositivo” 
Ruolo dell’Intervistato rispetto al Ferrante Aporti: Comandante del‐
le forze di Polizia Penitenziaria e responsabile della sicurezza 
Tema dell’intervista: la sicurezza, i ragazzi ristretti, gli agenti di poli‐
zia penitenziaria 
Note: L’Istituto Penale per i Minorenni “Ferrante Aporti”, per facilitare 
la lettura durante l’intervista sarà indicato anche come “Ferrante”. 

D: Cosa fa un Comandante del personale di Polizia Penitenziaria


all’interno degli Istituti di Pena per Minorenni?
R: Il comandante del personale di Polizia Penitenziaria all’interno degli 
istituti di pena, soprattutto negli Istituti di Pena per i Minori (IPM), co‐
ordina  tutte  le  unità  di  polizia  penitenziaria  che  sono  all’interno 
dell’istituto, a salvaguardia dell’ordine, della sicurezza e della disciplina. 
Quando si parla di ordine, sicurezza e disciplina non è solamente riferi‐
to a quello che è la sicurezza e disciplina della utenza detentiva ma an‐
che a quello che è l’andamento di disciplina di tutte le persone che fan‐
no  accesso  all’interno  della  struttura,  nonché  la  disciplina  propria  del 
corpo di Polizia Penitenziaria per quanto riguarda il regolamento degli 
agenti del Corpo di Polizia Penitenziaria. 
D: Quanti agenti ci sono attualmente al Ferrante Aporti?
R: Attualmente al Ferrante ci sono in servizio 56 unità di Polizia Peni‐
tenziaria, divisi in ruoli e gradi che vanno dall’ispettore superiore, che 
sono  io,  il  comandante  di  reparto,  coadiuvato  da  due  ispettori,  di  cui 
uno che fa servizio in Matricola e l’altro che è coordinatore delle unità 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

operative  interne,  che  sono  miei  diretti  sottoposti  e  collaboratori.  Poi 


abbiamo sette sovrintendenti, abbiamo poi gli assistenti e gli assistenti 
capo e poi gli agenti. Nelle 56 unità enunciate prima, 11 unità apparten‐
gono alla Sezione Femminile. 
D: Il numero di agenti è giusto rispetto alle esigenze del Ferrante
Aporti?
R: Sì, il numero è giusto. Attualmente il numero è giusto. Abbiamo an‐
che cinque unità distaccate (portate momentaneamente a fare servizio 
in un altro posto, che potrebbero tornare oppure no). Abbiamo otto u‐
nità in distacco permanente da cinque o sei anni.  
D: Un agente quante ore sta in turno?
R: Posso rispondere in due maniere: quello che è la norma e quello che 
è la realtà. La norma dice che il personale di Polizia Penitenziaria, come 
qualsiasi  altro  lavoratore  del  Pubblico  Impiego  dovrebbe  passare  sei 
ore al giorno della sua vita in Istituto, presso l’attività lavorativa. Il per‐
sonale è chiamato invece a lavorare non meno di otto ore al giorno nel 
suo  turno  di  servizio,  e  a  volte  anche  di  più.  Per  esempio  oggi  c’è  una 
traduzione in corso, da stamattina, in un’altra città e le persone incari‐
cate sono partite alle cinque e rientreranno, se tutto va bene, questa se‐
ra  a  mezzanotte.  E  questo  può  succedere  sovente.  E  succede  sovente 
non solo per questo. 
Nella  struttura  è  necessario  fronteggiare  qualsiasi  evenienza  del  mo‐
mento, possa trattarsi di casi di indisciplina o anche in caso di manife‐
stazioni  ludiche.  Anche  una  manifestazione  ludica  comporta  l’esigenza 
di  una  maggiore  presenza  di  personale.  Quando  tutti  festeggiano 
l’agente spesso si trova a dover effettuare del servizio straordinario per 
permettere che vengano svolte quelle attività ludiche. 
D: Il sabato e la domenica i turni sono ridotti?
R: I turni sono sempre uguali, in modo continuo, sulle ventiquattrore. Il 
sabato o la domenica, per il personale penitenziario sono pari agli altri 
giorni,  anzi,  c’è  un  aggravio  maggiore  perché  non  vi  sono  attività,  per 
cui il fine‐settimana diventa ancora più sacrificante. 
Il personale deve lavorare sei giorni la settimana, per sei ore, in realtà 
l’impegno è maggiore. 
D: Lei da quanti anni presta servizio al Ferrante Aporti?
R:  Io  ho  complessivamente  trentuno  anni  di  servizio,  Da  sette  anni  e 
mezzo sono comandante al Ferrante Aporti. Prima del Ferrante ho fatto 
il comandante di reparto all’IPM di Lecce. 

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Intervista a Rocco Tralli (comandante) 

D: Secondo lei quali sono i punti di forza del Ferrante?


R: I punti di forza del Ferrante corrispondono con i suoi punti di debo‐
lezza:  tante  attività,  che  in  altre  strutture  non  abbiamo.  Qui  a  Torino 
abbiamo  tante  attività,  abbiamo  la  possibilità  di  dare  un  contributo 
formativo,  ma  non  solo  formativo,  ma  anche  di  incontro,  anche  di 
scambio interpersonale con i ragazzi che in altri istituti non c’è.  
Però questo che è il nostro punto di forza come Istituto è il nostro pun‐
to di debolezza come personale di polizia penitenziaria perché ciò com‐
porta un aggravio di lavoro esponenziale.  Nel computo del lavoro,tanta 
attività comporta tanto lavoro, sia per i controlli sia  in termini di ten‐
sione e attenzione. L’attività extra richiede pertanto un utilizzo maggio‐
re di personale che, oltre a fare attenzione allo svolgimento delle attivi‐
tà, deve poi tenere presenti le dinamiche del dopo. Possono infatti svi‐
lupparsi invidie, insidie e quant’altro i ragazzi in via di formazione pos‐
sono mettere in atto in quanto non ancora strutturati completamente. 
D: Un agente, come arriva qua? Fa un concorso e decide lui di veni-
re qui?
R: Non più, non è più questo il percorso. Fino al 2004 un agente veniva 
assunto per concorso, come un qualsiasi impiegato pubblico dello Stato. 
Partecipava a un concorso pubblico e attraverso questo concorso pub‐
blico veniva assunto, superate le prove. Dal 2004 è cambiata la norma‐
tiva, per tutti i lavoratori delle forze di polizia. Per i Carabinieri, per la 
Guardia di Finanza, per la Polizia di Stato, per le Guardie Forestali e per 
i Vigili del Fuoco. Ci si arriva in questi corpi di Polizia, compresa la Poli‐
zia  Penitenziaria,  attraverso  la  selezione  e  concorso  dei  VFB1.  Avrete 
sentito  parlare  spesso  di  “esercito  professionista”.  Attualmente  vi  è  la 
selezione a concorso di far parte dell’esercito, in VFB1, VFB2 e VFB3, ed 
è la ferma di uno, due o tre anni.  
Si  arriva  in  esercito  come  volontario  di  concorso  e  si  fa  il  primo  anno 
come VFB1. Poi si diventa VFB2 dove si può partecipare a dei concorsi 
già preselettivi dove a monte occorre aver detto di volerci partecipare e 
poi  si  deve  partecipare  a  un  concorso  di  selezione  e  se  lo  si  supera  si 
passa a far parte della Polizia Penitenziaria, Carabinieri, Polizia di Stato 
o quant’altro. Poi si deve partecipare a un corso di formazione che dura 
un anno. Alla fine del corso viene fatta la scelta di dove deve essere in‐
viato il personale. Per venire nella Polizia Penitenziaria settore minorile 
si deve fare richiesta di venire presso gli Istituti per minori dove si arri‐
va  attraverso  una  selezione,  poi  si  deve  fare  un  corso  aggiuntivo  in 
quanto,  dal  2004,  la  Polizia  Penitenziaria  settore  minorile  è  diventata 
una specializzazione del Corpo di Polizia Penitenziaria. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

D: In merito alla sicurezza, come viene affrontata la possibilità di


incendio all’interno del carcere? Si svolgono esercitazioni? C’è del
personale specifico?
R: Gran parte di noi ha partecipato al “Corso di formazione per addetti 
al servizio di prevenzione incendi”. Per un’altra parte che non ha fatto 
ancora il corso, soprattutto i nuovi agenti, sta per partire un nuovo cor‐
so proprio perché quello d’incendio è un rischio molto alto negli istituti 
di  pena  e  dobbiamo  essere  pronti  a  fronteggiarlo.  Questo  corso  viene 
tenuto  direttamente  dai  Vigili  del  Fuoco,  che  vengono  qui  in  istituto  a 
tenerlo.  
D: Il corso è rivolto solo al personale di Polizia Penitenziaria o an-
che ad altro personale, operatori?
R: Il corso è rivolto solo agli agenti di Polizia Penitenziaria perché sono 
loro  che  in  caso  d’incendio  devono  indicare    come  muoversi 
nell’istituto. 
D: Un evento positivo dell’ultimo anno?
R: Di eventi positivi nell’ultimo anno ce ne sono stati tanti. Un momento 
ludico molto bello è stata la grigliata con tutti i ragazzi, un altro è stato 
la manifestazione in teatro. Sono tanti. Un altro momento positivo è sta‐
to il momento in cui, dopo avere messo tutti in sicurezza, abbiamo po‐
tuto  scongiurare  il  peggio  durante  l’incendio.  Un  momento  positivo  è 
stato  quando  il  personale  è  riuscito  a  riportare  un  ragazzo  all’interno 
della  struttura  dopo  pochissime  ore  dalla  sua  fuga.  Questi  ultimi  mo‐
menti  positivi  sono  legati,  se  andiamo  a  vedere,  a  momenti  tragici.  Il 
mostro  momento  di  felicità  è  spesso  legato  al  superamento  di 
un’emergenza. 
I momenti di festa, come la grigliata, la manifestazione teatrale o il tor‐
neo di calcio che si è tenuto il diciotto di Ottobre sono momenti molto 
ludici e intensi ma  dal punto di vista del personale di Polizia Peniten‐
ziaria hanno costituito un pesante aggravio di lavoro per la partecipa‐
zione, per l’organizzazione e per dare quella sicurezza, non solo agli o‐
spiti e alla struttura, ma alle persone che arrivano nell’istituto. 
D: Quando c’è un evento, per esempio la festa di Natale, quanti a-
genti sono necessari per garantire la sicurezza?
R: Più ne ho più mi sento sicuro. Se ne avessi la possibilità anche tutti, 
ma  non  è  possibile.  Non  c’è  un  minimo  o  un  massimo,  dipende  molto 
dalla  “pancia”  del  momento,  da  quello  che  c’è  come  problematicità 
all’interno  della  struttura.  Non  dipende  tanto  dal  numero  dell’utenza 
quanto  dalla  tipologia  dell’utenza  che  si  ha  in  quel  momento,  che  può 

18   
Intervista a Rocco Tralli (comandante) 

essere  difficile  da  trattare.  Bisogna  portare  sempre  a  buon  fine  il  per‐
corso e l’organizzazione che sono stati messi in piedi.  
Bisogna tenere in conto che negli istituti di pena, soprattutto per mino‐
ri, è facile che vi siano dei facinorosi e non si può pensare che momenti 
così alti di incontro con la cittadinanza esterna vengano rovinati a causa 
loro. 
D: In base alla sua esperienza ritiene che la situazione generale del
contesto minorile del Nord Italia, dove ora ci sono molti stranieri,
ha subito dei cambiamenti?
R: Moltissimi. Noi abbiamo a che fare con un’utenza che è solo straniera, 
non  parliamo  di  comunitari  o  extracomunitari,  ma  di  straniera  a  pre‐
scindere. Questo è un problema, il rapporto con culture, problemi, mo‐
dalità di agire diverse dalle nostre. Una cosa molto importante da con‐
siderare è che il ragazzo che non è italiano non ha il riferimento prima‐
rio che può essere la famiglia, ma ha come riferimento la strada, dove 
non vi sono regole da seguire e per questo si oppone alla detenzione e 
alle regole alle quali deve sottostare, contestandole. 
Negli  istituti  del  Meridione,  dove  l’utenza  è  quasi  tutta  territoriale,  il 
problema è di altra natura. Il problema non è quello di dover stare per 
strada,  della  contestazione  a  prescindere.  I  riferimenti  e  i  valori  sono 
completamente diversi ed è anche più facile la trattazione. Con i ragazzi 
stranieri anche la differenza di lingua costituisce un ostacolo. 
Diciamo che è molto più complicato lavorare qui in Settentrione che in 
Meridione.  
Spesso mi trovo a confrontarmi con i miei colleghi che sono comandanti 
negli  istituti  meridionali  e  loro  mi  dicono  una  cosa  molto  importante, 
che  da  una  parte  mi  gratifica  personalmente  e  dall’altra  mi  opprime, 
quando mi dicono che loro sono ben contenti di avere personale che ar‐
riva da Torino perché questo personale non ha nulla da imparare, anzi, 
sono loro forieri di insegnamenti a coloro che stanno stanzialmente in 
Meridione. Quando vi sono ragazzi di etnie diverse mi dicono che il per‐
sonale proveniente da Torino riesce a trattare molto meglio la proble‐
matica data dall’utenza straniera, soprattutto in caso di utenza maghre‐
bina,  a  differenza  del  personale  meridionale  che  pure  è  molto  esperto 
nel trattare con l’utenza italiana.  
D: I ragazzi che danno maggiori problematiche sono i Maghrebini?
R: Sì, essi hanno una cultura di vita che è completamente diversa e oc‐
corre considerare un’altra cosa: che loro vengono veramente “dal nulla” 
e che arrivano qui in Italia dove il loro miraggio è l’arricchimento facile, 
per poter avere poi un’identità nel loro Paese. È chiaro che per loro lo 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

stare in carcere rappresenta una sconfitta perché non possono riversa‐
re sulla loro famiglia quel benessere che loro miravano a far avere. 
D: I reati sono cambiati negli ultimi anni?
R: In questi sette anni di comando qui al Ferrante Aporti più o meno i 
reati sono sempre gli stessi: reati contro il patrimonio e vendita di so‐
stanze  stupefacenti.  I  reati  contro  la  persona,  ove  ci  sono,  sono  stati 
sporadici  e  sono  stati  dettati  dall’evento  del  momento.  Non  sono  così 
tanti come possono essere in Meridione. C’è da dire che qua al Nord, i 
reati contro la persona, ove ci sono, sono molto efferati. 
D: Noi come progetto di Circo Sociale “CircoStanza”, siamo presenti
anche negli Istituti Penali per Minorenni Bicocca di Catania e Ma-
laspina di Palermo, ci sembra che la media di permanenza in car-
cere dei ragazzi al Ferrante sia minore rispetto al Meridione.
R: Dovremmo partire dal presupposto che il carcere per minorenni va 
considerato  un  momento  di  arrivo  del  ragazzo,  non  dev’essere  una 
permanenza. La legge 448 dice che il carcere per i minori dev’essere re-
siduale. Bisogna attivarsi in tante altre forme sostitutive. Il carcere non 
dev’essere il punto cardine. Qui entrano in gioco le etnie straniere: se di 
un  ragazzo  non  si  hanno  riferimenti  e  documenti,  attivare  provvedi‐
menti o rintracciarlo diventa difficile. Non cambia la durata della pena 
tra il Nord e il Sud.  
In altre parole non c’è diversità di applicazione della legge, ma è diversa 
l’utenza. In Meridione d’Italia si lavora prettamente con detenuti per lo 
più con sentenza passata in giudicato (sentenza incontrovertibile, senza 
più possibilità di appello o di cassazione), e inoltre tutti hanno i docu‐
menti di identità, in quanto per lo più sono di nazionalità italiana. Nel 
Nord  Italia  le  presenze  sono  quasi  totalmente  costituite  da  stranieri 
(nel caso di Torino, per lo più di provenienza extracomunitaria) per cui 
risulta difficile se non impossibile identificare i reclusi, se non attraver‐
so la dichiarazione di arresto, per cui ci sono casi di detenuti che assu‐
mono molteplici alias e passato il momento della carcerazione preven‐
tiva  diventano  irreperibili.  La  sentenza  per  il  reato  commesso comun‐
que  ci  sarà,  ma  senza  l’imputato,  che  sarà  già  stato  scarcerato  per  de‐
correnza dei termini. 
D: Conosce l’attività di Circo Sociale CircoStanza? Pensa possa es-
sere utile per i ragazzi ristretti?
R:  Sì,  la conosco.  E’  un’attività molto  interessante  e  utile  perché  non  è 
fine a se stessa, permette al ragazzo di distrarsi, ma anche di comunica‐
re, penso sia molto utile per i ragazzi. 

20   
Intervista a Rocco Tralli (comandante) 

D: Cosa può suggerisci per migliorare la nostra attività?


R:  Mantenere  il  distacco  con  i  ragazzi,  effettuare  l’attività  come  se  si 
fosse in ufficio. I ragazzi tendono a manipolare l’operatore ai propri fini. 
Va bene trattare i ragazzi come persone, ma bisogna ricordare che qui 
non abbiamo a che fare con ragazzi che hanno scelto di andare in un o‐
ratorio a giocare, qui vivono in uno stato diverso da quello di libertà e 
qui il ragazzo deve cercare qualsiasi cosa per diminuire le sue difficoltà.  
Il ragazzo se durante l’attività ha informazioni diverse rispetto a quelle 
che sono state date dagli interni, quando finisce l’attività può essere più 
difficile da trattare e questo crea problemi agli agenti. 
Al  corso  per  i  volontari  abbiamo  sottolineato  che  chi  entra  in  carcere 
per un’attività non deve sentirsi un “salvatore”, persone con un’anima, 
con un cuore, sì, ma non avere sentimenti di “pietà” per i ragazzi, loro 
non è questo che cercano, i ragazzi vogliono riferimenti, cose vere, non 
pietismo. 
Ricordo un episodio che risale a tanti anni fa, mi sembra il 1998 a Lecce, 
c’era un ragazzo che da quattro anni era in carcere, era diventato molto 
bravo  a  plasmare  la  carta  pesta,  aveva  sviluppato  grandi  qualità  e  a‐
vrebbe  potuto  aprire  bottega.  Mancava  poco  alla  sua  uscita  e  noi  lo 
spingevamo  a  proseguire,  una  volta  uscito  nel  mettere  a  frutto  questa 
sua abilità. Un giorno mi dice: “Comandante, se lei avesse una bottega 
prenderebbe  come  operaio  uno  come  me  che  si  è  fatto  quattro  ani  di 
carcere?” Io sono una persona sincera e devo confessare che con questa 
domanda mi ha messo un po’ in difficoltà, ci ho pensato su e gli ho ri‐
sposto: “Ti metterei alla prova”. E lui: “sì, lo so che lei è schietto e since‐
ro, posso credere a quello che mi dice, ma mi darebbe più di tre milioni 
al mese?” 
E io risposi: “Lavoro da tanti anni e non li guadagno nemmeno io tre mi‐
lioni”. E allora lui mi disse: “Io li guadagnerei in quindici giorni dando la 
“medicina” a chi ne ha bisogno, io in quindici giorni guadagno tre volte 
di quanto guadagna lei, quello che mi è successo (la galera) fa parte del 
rischio.” 
Potete immaginare come ci siamo rimasti… 
D: Ma casi di “redenzione” ce ne sono? Ce ne sono stati? O dobbia-
mo perdere la speranza di recuperarli questi ragazzi?
R: Sì ci sono stati casi di “redenzione” e molti. Ad esempio un ragazzo 
un  paio  di  anni  fa,  arrestato  perché  faceva  parte  di  un  grosso  giro  di 
spaccio di sostanze stupefacenti, con un percorso tumultuoso, ha chie‐
sto a noi di aiutarlo, ha allungato la mano e noi l’abbiamo presa. Oggi è 
sposato con una donna bellissima, ha una bellissima bambina e vende 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

contratti per La Tre. Lo vedo sempre con piacere, è sempre molto ele‐
gante. Lui ha dei valori dentro e, una volta uscito, li ha messi in pratica. 
Su di un altro ragazzo abbiamo fatto lo stesso percorso, ma non è riusci‐
to ed ora è alle Vallette (carcere per adulti di Torino). 

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

Data: 14 Ottobre 2008 
Intervistato: Giovanni Lapi 
Intervistatore: Presidente dell’Associazione di Promozione Sociale 
“ViviamoInPositivo” 
Ruolo dell’Intervistato rispetto al Ferrante Aporti: Educatore; Re‐
sponsabile dell'Area tecnico‐pedagogica e sostituto della Direttore. 
Tema dell’intervista: Struttura e organizzazione dell’IPM “Ferrante 
Aporti” 
Note: L’Istituto Penale per i Minorenni “Ferrante Aporti”, per facilitare 
la lettura durante l’intervista sarà indicato anche come “Ferrante”. 
D: Che età hanno i ragazzi/le ragazze che entrano al Ferrante?
R: Al Ferrante entrano ragazzi/e che hanno commesso un reato tra i 14 
e i 18 anni, ma possono rimanere fino a 21 anni 
D: Al Ferrante si trovano ragazzi che hanno commesso qualsiasi
tipo di reato, anche grave?
R: Sì, noi abbiamo seguito anche diversi casi di omicidio. Non sono tanti 
in generale in Italia i casi di omicidio commessi da minorenni. Almeno 
se parliamo del Nord, perché al Sud è differente. 
D: Ci risulta, infatti, che nei carceri del Nord Italia i ragazzi ristretti
appartengono a diverse etnie, con poca o nulla presenza di italiani.
In questi anni ne abbiamo visti cinque o sei, forse.
R: Sì, attualmente ce n’è uno.  
D: Mentre al Sud nelle carceri minorili prevalgono gli italiani, se-
condo lei è perché vengono al Nord per cercare lavoro?
R: L’immigrato viene più facilmente al Nord perché c’è un’economia più 
florida  e  perché  c’è  una  maggiore  possibilità  di  lavoro  o  comunque  di 
“annaspare” nel lavoro nero. Poi c’è anche un discorso di controllo del 

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territorio, cioè nel Sud d’Italia la presenza di diverse forme di criminali‐
tà organizzata fa sì che le stesse esercitino un controllo del territorio e 
quindi  gestiscano  direttamente  una  serie  di  attività  illecite  sul  territo‐
rio, non permettendo ad altri (stranieri) di entrare. 
D: Da quali paesi provengono i ragazzi ristretti, per lo più?
R:  I  ragazzi  attualmente  sono  in  prevalenza  marocchini  o  comunque 
dell’area del Maghreb (nord della Tunisia, Algeria e Marocco), Senega‐
lesi, Rumeni (anche di etnia Rom), Slavi di etnia Rom, Sudamericani. 
D: Ultimamente ci sono meno ragazzi albanesi e meno rumeni, ve-
ro?
R: C’è stata una presenza di ragazzi albanesi più cospicua nella seconda 
metà degli anni ’90, primi anni del 2000, e poi via via è andata sceman‐
do. Attualmente ne abbiamo uno, continua a esserci una presenza, ma è 
minima. Circa i ragazzi rumeni, con l’entrata della Romania nell’Unione 
Europea  la  loro  presenza  è  diminuita  però  è  aumentato  il  flusso  dei 
Rom rumeni che si sono spostati verso il resto dell’Europa, anche in Ita‐
lia, e in questo momento abbiamo la presenza di Rom rumeni soprattut‐
to nella sezione femminile. 
D: Da una sua stima, quanti dei ragazzi ristretti sono clandestini e
quanti regolari?
R: Sono quasi tutti clandestini. 
D: Il fatto che i ragazzi non conoscano la lingua italiana o non sap-
piano scrivere condiziona le attività che voi fate?
R: La comunicazione con gli operatori dell’area tecnica è facilitata dalla 
presenza del mediatore interculturale. Il mediatore non esaurisce tutta 
la  sua funzione  nel  fare  l’interprete,  però diciamo  che  laddove ci  sono 
difficoltà  di  comprensione  della  lingua  noi  il  colloquio  lo  facciamo  ne‐
cessariamente col mediatore. Il mediatore ha anche possibilità di muo‐
versi liberamente all’interno dei gruppi, nelle sezioni, quindi è un po’ al 
servizio di tutto il personale, degli operatori come degli agenti. 
D: Però il mediatore non è presente durante le attività, per esem-
pio, tipo scuola…
R:  Il  mediatore  può  esserci  anche  durante  l’attività  di  scuola.  L’anno 
scorso  in  base  a  un  progetto  era prevista  la  presenza della  mediatrice 
all’interno  della  scuola  elementare  del  gruppo  Levante,  la  mattina.  La 
presenza della mediatrice è stata molto utile in affiancamento a un ra‐
gazzo in particolare. 

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

Noi cerchiamo di garantire la possibilità di frequentare la scuola a tutti 
quelli che ne hanno necessità, compatibilmente con le risorse a disposi‐
zione,  perché  comunque  il  numero  degli  insegnanti  è  limitato 
all’interno  della  scuola,  le  classi  non  possono  essere  troppo  numerose 
perché sono multietniche e i ragazzi partono da livelli diversi di alfabe‐
tizzazione dunque non è possibile avere troppa eterogeneità altrimenti 
non si riesce a fare un lavoro che possa essere incisivo. 
D: Quanto tempo, in media, rimangono i ragazzi al Ferrante?
R:  La  maggioranza,  sia  dei  ragazzi  che  delle  ragazze  rimane  tra  uno  e 
cinque  mesi,  con  una  media  di  due  mesi.  Ci  sono  casi  di  permanenza 
maggiore, anche oltre l’anno ma sono pochi.  
D: I ragazzi che rimangono oltre l’anno sono quelli che non hanno
parenti o punti d’appoggio o per cui non sono fattibili altri proget-
ti?
R:  Il  carcere  opera  secondo  il  codice  di  procedura  penale  minorile,  il 
DPR n. 448/88. Questo codice ha recepito le direttive internazionali e in 
particolare  sulla  giustizia  minorile  conosciuta  come  Regole  di  Pechino 
del 1985. Il DPR n. 448/88 prevede che il carcere sia l’ultima risorsa e 
quindi ha previsto tutta una serie di misure cautelari, cioè antecedenti il 
processo, alternative al carcere che sono: le prescrizioni (ti prescrivo di 
andare a  scuola,  di andare dall’assistente  sociale,  …);  la  permanenza  a 
casa (equiparabile agli arresti domiciliari, per cui il ragazzo non si può 
muovere  se  non  su  particolare  autorizzazione);  il  collocamento  in  co‐
munità. Sono, queste, misure alternative che dovrebbero servire ad evi‐
tare che un ragazzo entri in carcere; però queste misure sono più facil‐
mente  applicabili  con  i  ragazzi  italiani  che  hanno  una  famiglia,  hanno 
una  rete  famigliare  o  dei  riferimenti  di  adulti  di  sostegno,  hanno  una 
casa,  una  residenza,  una  identità  certa.  Con  i  ragazzi  stranieri,  molto 
spesso c’è o la comunità, dalla quale spesso si allontanano, o il carcere. 
Il fatto che negli istituti penali minorili del Nord ci siano più stranieri, 
non significa che gli stranieri commettono più reati perché se si esami‐
na il numero complessivo delle denunce dei ragazzi tra i 14 e i 18 anni 
si vede che riguardano il 50% di italiani e il 50% di stranieri, a fronte di 
una presenza all'interno degli istituti che è quasi del 90% di stranieri. 
Questo è il motivo: perché non si riesce ad attivare delle risorse alterna‐
tive con i ragazzi stranieri. 
D: Chi sceglie le attività dei ragazzi, al Ferrante? Ad esempio, la
scuola è obbligatoria per tutti?

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

R: La scuola cerchiamo di garantirla a tutti. In tutti e quattro i gruppi c’è 
la scuola. 
D: Le altre attività: professionali o ricreative da chi e come vengo-
no scelte? dalla Direzione? dal CGM? c’è una commissione?
R:  Le  attività  del  pomeriggio,  quelle  ricreative  e  sportive,  sono  gestite 
attualmente in gran parte dall’AICS. Poi ci sono altre realtà, come la vo‐
stra associazione, l’associazione “Aporti Aperte”, … 
D: Noi siamo stati scelti dalla Direzione, per esempio.
R:  Rispetto  a  voi  [Progetto  “CircoStanza”  di  “ViviamoInPositivo”]  non 
c’è una assegnazione in seguito ad una gara d’appalto. 
Invece, per esempio per quanto riguarda l’AICS, che gestisce il pacchet‐
to più grande, c’è una gara d’appalto, bandita dal CGM, secondo un capi‐
tolato speciale che prevede diverse richieste. Il capitolato è concertato 
con la Direzione, con il responsabile dell’area tecnica, con gli operatori 
dell’IPM. In base all’esperienza maturata negli anni e a quella che è sta‐
ta la risposta dei ragazzi si cerca di individuare quelle attività che pos‐
sano avere maggiore significato o efficacia. 
La differenza è che mentre per quanto riguarda alcune attività ricreati‐
ve e sportive del pomeriggio vengono impiegati i fondi del CGM, per le 
attività  pre‐professionali  del  mattino  i  fondi  provengono  da  un  finan‐
ziamento della Provincia di Torino. 
Le attività del mattino sono gestite da una associazione temporanea di 
impresa  (ATI)  che  è  formata  da  ForCoop/CFPP‐Casa  di  Carità/ENGiM. 
Anche in questo caso rispetto alla scelta delle attività c’è un confronto, 
una concertazione. L’Agenzia ci propone delle attività, le vagliamo e poi 
si decide. 
D: Le attività attuali quali sono?
R: Fra le attività pre‐professionali attuali ve ne sono alcune permanenti: 
‐ Sezione Femminile: il laboratorio di ceramica, il laboratorio di 
acconciature; l’attività di orientamento di gruppo.  
‐ Sezione  maschile:  al  Levante  c’è  il  laboratorio  di  arte  bianca 
(cucina)  e  l’officina  meccanica;  al  Grecale  c’è  il  laboratorio  di 
informatica. 
Si è aggiunto quest’anno anche un percorso di orientamento individuale 
rivolto ad alcuni ragazzi e ragazze, individuati dalle equipe che hanno in 
carico i casi. Questo percorso consta di una decina di incontri individua‐
li di un’ora e mezza, a cadenza settimanale. Sia nell’individuale sia nel 
gruppo questa attività di orientamento si basa sulla metodologia della 

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

Reconnaissance des acquis  e  quindi  si  fa  un  bilancio  delle  competenze 
del ragazzo, della sua storia, ecc.  
L’orientamento individuale dovrebbe aiutare il ragazzo a ricostruire la 
sua biografia, a recuperare le esperienze, valorizzarle, capire quali sono 
i suoi desideri, le aspettative le potenzialità da sviluppare, quali posso‐
no  essere  le  strade  percorribili  in  termini  di  formazione  scolastica  o 
professionale. Sono contenuti che possono tornare utili. 
Forse non valorizziamo abbastanza quanto emerge da questi percorsi. È 
difficile, non sempre si riesce a fare bene una “restituzione”. 
Poi abbiamo delle attività a carattere temporaneo che sostituiscono la 
scuola nel periodo estivo: al Levante abbiamo l’attività di multimediali‐
tà; al Grecale l’attività di lavorazione del cuoio. Le attività temporanee 
non  sono  sempre  le  stesse.  La  lavorazione  del  cuoio  si  ripete,  è 
un’attività valida che ha interessato i ragazzi. Abbiamo proposto anche 
l’attività con la carta: la costruzione della carta, di manufatti con la car‐
ta, tipo i quaderni. In questo momento si sta svolgendo al Grecale, anco‐
ra per questa settimana, fino a quando non ricomincerà la scuola. Al Li‐
beccio, d’estate quando non c’è la scuola. 
Una nota: al Libeccio (gruppo Transito) la scuola per esempio ha carat‐
tere  più  di  alfabetizzazione  primaria  perché  è  il  gruppo  di  ingresso. 
Dall’anno  scorso  gli  insegnanti  sono  affiancati  da  operatori  dell'ATI  e 
anche  da  una  nostra  operatrice  molto  competente  che  lavora  da  qual‐
che anno con noi e che negli anni ha lavorato con tutti i gruppi, propo‐
nendo diverse attività. 
D’estate, quando non c’è la scuola, al Libeccio viene attivato un labora‐
torio di ceramica. 
L’associazione “Aporti Aperte” è sorta, tra le altre cose, anche per rac‐
cogliere  tutti  i  manufatti  dei  vari  laboratori  pre‐professionali  del  Fer‐
rante e poterli così vendere all’esterno, da una parte per far conoscere 
alla città che cosa si fa al Ferrante Aporti e in questo modo mantenere 
vivo il legame con la città e dall’altra per recuperare fondi che vengono 
reinvestiti  nelle  attività  stesse  oppure  per  proporre  iniziative  nuove, 
progetti  nuovi.  Per  esempio  anche  per  bandire  delle  borse  di  studio  o 
delle borse lavoro.  
D: Ci sono attività obbligatorie e attività facoltative, vero?
R: Sì, noi le attività del mattino le consideriamo obbligatorie. I ragazzi 
sono  giustificati  a  non  andare  solo  se  non  stanno  bene  e  se  il  medico, 
che il giorno stesso li visita, li giustifica. Per la partecipazione alle attivi‐
tà  del  mattino  l’Istituto  riconosce  un  compenso  economico  minimo  ai 
ragazzi,  che  possono  arrivare  a  guadagnare  circa  15  euro  a  settimana 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

per le loro piccole spese (come le sigarette o la carta telefonica). Nel ca‐
so in cui un ragazzo non partecipasse senza giustificazione, quel giorno 
non  percepisce  nulla.  Se  viene  giustificato,  gli  si  riconosce  un  minimo. 
Ai ragazzi viene riconosciuto un minimo anche nel caso in cui non par‐
tecipino  per  cause  indipendenti  dalla  loro  volontà  (se  deve  andare  in 
ospedale, in tribunale, …). 
La scuola e tutte le altre attività del mattino sono considerate obbliga‐
torie. Anche la presenza e l’impegno nella scuola vengono ricompensati.  
D: L’attività di meccanica c’è anche d’estate?
R: La meccanica c’è tutto l’anno, è permanente. Ora riguarda solo i ra‐
gazzi del Levante.  
I gruppi hanno vita propria, in tutto e per tutto, quindi hanno la propria 
sezione, con le proprie stanze, i propri spazi, le proprie attività, ecc. 
D: Le attività del pomeriggio, invece, non sono obbligatorie. È così?
R: Sì, le attività del pomeriggio le consideriamo facoltative 
D: Ci sono attività sportive? Di che tipo?
R: Bisogna distinguere: come attività sportive gestite dall’AICS abbiamo 
il calcio. Quest’anno dovrebbero ripartire delle attività gestite dal CONI, 
in aggiunta al calcio. Se saranno attivate anche quest’anno saremmo al 
terzo  anno  consecutivo.  Queste  attività  sono  cambiate  via  via,  dopo  a‐
vere osservato le risposte e l’interesse dei ragazzi, dal basket alla palla‐
volo, al judo, al rugby. 
D: Se i ragazzi non partecipano all’attività rimangono in cella?
R: Sì, se non vanno in attività rimangono in stanza. 
D: Le attività si svolgono solo nei giorni feriali o ce ne sono anche il
sabato e la domenica?
R: Le attività di cui abbiamo parlato fino ad ora (pre‐professonali e ri‐
creativo‐sportive) non si svolgono nel fine settimana. Nel fine settimana 
abbiamo alcune associazioni di volontariato che propongono delle atti‐
vità  di  animazione,  di  socializzazione,  alternandosi  nei  diversi  gruppi. 
Non sono presenti tutti i week‐end per tutti i gruppi. Sono presenti al‐
cuni week‐end nel mese e si alternano da un gruppo all’altro. 
D: Quali altre attività ricreative sono presenti attualmente al Fer-
rante?
R:  Tra  le  attività  ricreative  ci  sono:  il  circo  sociale,  il  Progetto  “Circo‐
Stanza” di VIP; il disegno e il teatro gestite dall’AICS; socialità‐gioco ge‐
stita dai volontari del Servizio civile nazionale, che fa attività di socia‐
lizzazione, gioco da tavolo, ecc. 

28   
Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

Abbiamo inoltre il cineforum gestito da una volontaria dell'associazione 
Aporti Aperte, ma questo il sabato. 
Poi  abbiamo  la  biblioteca  interna,  gestita  da  due  bibliotecari  delle  Bi‐
blioteche civiche di Torino che  sono presenti due volte alla settimana, 
una mattina e un pomeriggio. La mattina la biblioteca viene frequentata 
in  due  tempi  diversi  da  due  gruppi,  un  gruppo  intero  alla  volta  per 
un’ora  e  mezza  ciascuno.  I  gruppi  frequentano  la  biblioteca  accompa‐
gnati dagli insegnanti nel periodo scolastico, altrimenti, al termine della 
scuola, dato che il servizio prosegue, da altri operatori. L’attività di bi‐
blioteca del pomeriggio, invece, vede i ragazzi di due gruppi andare in 
biblioteca  in  tre  o  quattro  alla  volta,  avendo  la  possibilità,  individual‐
mente, di dare un’occhiata ai libri, sfogliarli, chiedere il prestito. 
Ci sono libri anche in lingua straniera, libri in arabo, libri in rumeno, ci 
sono delle riviste.  
D: Per quelli che non sanno leggere c’e anche un servizio di lettu-
ra?
R: Sì, c’è la possibilità. A parte la bibliotecaria o gli operatori presenti, al 
pomeriggio per esempio quando è possibile anche l’educatore frequen‐
ta la biblioteca con i ragazzi oppure abbiamo due volontarie del Servi‐
zio civile nazionale fisse, che si possono prestare in questo senso. 
In biblioteca c’è anche una serie di DVD e di CD, con un computer, quin‐
di i ragazzi hanno anche la possibilità di ascoltare musica o di guardarsi 
un DVD. Il DVD lo si riesce a guardare più facilmente al mattino, quando 
l’intero gruppo sta per un’ora e mezza. 
D: Da dove vengono le risorse per svolgere queste attività? Le as-
sociazioni che le forniscono si autofinanziano, come nel caso no-
stro, oppure ci sono dei finanziamenti? Per esempio, le attività ri-
creative, vengono scelte sulla base di ciò che viene offerto?
R: Le attività ricreative di cui parlavamo prima, quelle gestite dall’AICS, 
sono  gestite  sulla  base  di  un  affidamento  a  seguito  di  una  gara 
d’appalto,  e  quindi  c’è  un  finanziamento  apposito  da  parte  del  CGM.  Il 
CONI finora ha offerto delle attività utilizzando prevalentemente fondi 
propri  (più  un  budget  stanziato  dal  CGM),  lo  stesso  ha  fatto  “Vivia‐
moInPositivo”. 
D: Per quanto riguarda le attività di volontariato, invece, chi opera
al Ferrante?
R: Come volontariato abbiamo:  

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

‐ L’Associazione Aporti Aperte che svolge l'attività di socialità nei 
diversi  gruppi  e  l'attività  di  cineforum  il  sabato  alternativa‐
mente con i gruppi Libeccio e Levante. 
‐ Il  Servizio  civile  nazionale,  che  non  è  in  convenzione  diretta‐
mente con il CGM, ma con l’agenzia ForCoop. 
‐ L'Associazione Papa Giovanni XXIII, che fa attività di animazio‐
ne  due  sabati  al  mese  e  ogni  volta  incontra  i  gruppi  Grecale  e 
Levante. 
‐ L’Associazione I Giullari di Dio, che fa attività di animazione due 
domeniche al mese e ogni volta incontra i gruppi Grecale e  Ma‐
estrale. 
‐ L’Associazione  ViviamoInPositivo,  che  svolge  attività  una  do‐
menica al mese presso il gruppo Levante. 
‐ L’Associazione  Orchestr'Abile,  che  per  tre  anni  consecutivi  ha 
gestito un laboratorio di musica la mattina. Quest’anno, che si è 
concluso, il laboratorio era svolto insieme alla scuola per la se‐
zione femminile (Maestrale), il martedì mattina ogni due setti‐
mane, quindi come se la scuola facesse attività musicale. L’anno 
scorso  venivano  il  sabato  mattina  e  svolgevano  attività  al  Le‐
vante e al Maestrale. L’anno prima, in settimana svolgevano at‐
tività al mattino, sempre al Levante. Questa attività viene svolta 
grazie a un progetto che l’associazione ha presentato al Rotary
Club di Chieri, che l’ha finanziato.  
‐ L’Associazione  La Brezza,  che  ultimamente,  in  collaborazione 
con  un  l’Istituto  professionale  di  Torino  Giulio,  ha  gestito  dei 
laboratori con i ragazzi del Grecale e del Levante. Il primo labo‐
ratorio, l’anno scorso col Grecale era incentrato sulla fotografia, 
per  cui  hanno  fotografato  tutti  i  murales,  interni  ed  esterni, 
realizzati  dai  ragazzi,  e  poi  hanno  allestito  una  mostra.  Sulla 
base  di  quelle  fotografie,  ne  hanno  individuate  alcune  su  cui 
hanno lavorato con i ragazzi del Levante quest’anno. Questi la‐
boratori  comprendono  sempre  i  ragazzi  del  gruppo  e  alcune 
studentesse dell’Istituto Giulio, quelle più motivate, quelle che 
vengono in qualche modo scelte. Hanno lavorato su delle foto‐
grafie,  sulla  propria  storia,  partendo  dalla  figura  dell’animale, 
l’identificazione  con  l’animale,  Per  arrivare  a  costruire  una 
rappresentazione  teatrale,  che  è  stata  presentata,  qui  al  Fer‐
rante. 
D: Quando i ragazzi non hanno molte attività, come può succedere
d’estate o durante i week-end, il morale o lo stato d’animo dei ra-

30   
Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

gazzi o il clima in generale cambiano? I ragazzi amano fare attivi-


tà? O si annoiano?
R:  Durante  la settimana,  nei  periodi  in  cui  c’è  un’offerta  maggiore, an‐
che “tanta”, magari qualcuno dei ragazzi preferisce anche ritagliarsi dei 
momenti  per  rimanere  in  stanza  da  solo,  per  pensare,  scrivere,  senza 
necessariamente  doversi  continuamente  rapportare  con  l’intero  grup‐
po. Durante il fine settimana, però, quando le attività invece sono dav‐
vero poche, i ragazzi in effetti ne sentono la mancanza e anche in estate, 
quando il numero delle attività si riduce, inevitabilmente. 
D: I mediatori socio-culturali sono sufficienti? Ci sono per tutti i
ragazzi, di tutte le nazionalità? Senegal per esempio.
R: Non sempre sono sufficienti, dipende dalla tipologia dei ragazzi pre‐
senti. Noi abbiamo una presenza fissa del mediatore marocchino e del 
mediatore rumeno.  Se fino all’anno scorso si facevano dei contratti di 
consulenza individuale, quest’anno è stato dato in appalto tutto il servi‐
zio  di  mediazione  culturale.  L’appalto  prevede  la  presenza  fissa  di  un 
certo numero di mediatori. Per presenza fissa intendiamo che i media‐
tori vengono per un certo numero di ore a settimana, in giorni e orari 
abbastanza fissi. C’è anche il mediatore senegalese. E poi l’appalto pre‐
vede  anche  la  possibilità  di  attivare  dei  mediatori  a  chiamata,  cioè,  se 
entra  un  ragazzo  il  cinese  o  russo,  come  si  è  verificato  recentemente, 
allora si può attivare il mediatore necessario. 
D: I mediatori culturali operano da soli con i ragazzi o insieme agli
operatori e agli psicologi?
R: Tutti i mediatori culturali operano insieme agli operatori, nei collo‐
qui strutturati. I mediatori che hanno più esperienza in questo contesto 
e  sopratutto  con  i  quali  si  è  creata  negli  anni  una  maggiore  affinità  di 
lavoro vanno anche nei gruppi da soli a parlare con i ragazzi in gruppo 
o individualmente. La cosa importante è che ci sia sempre il “ritorno”, o 
comunque che ci sia l’aggiornamento costante tra il mediatore e gli altri 
operatori che hanno in carico il ragazzo e il gruppo. 
D: I ragazzi hanno una relazione di confidenza con i mediatori?
R: Sì, normalmente sì. I ragazzi sanno che il mediatore lavora al servizio 
dell’IPM  e  degli  operatori  tutti  e  che  è  lui  stesso  un  operatore  che  fa 
parte dell’équipe, e quindi sanno che comunque, rispetto a determinati 
contenuti  che  il  ragazzo  può  comunicare,  potrebbe  esserci  l’obbligo di 
riferire, anche, soprattutto se si tratta di notizie relative al reato. Questa 
è una cosa che noi cerchiamo di far capire subito al ragazzo. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

D: Abbiamo visto che per i ragazzi ci sono tre gruppi: il Libeccio, di


transito; il Grecale; il Levante. Per le ragazze invece c’è un unico
gruppo. C’è un motivo particolare per questo?
R: Il motivo prevalente è il numero, perché il numero dei ragazzi è per 
lo meno il doppio di quello delle ragazze. 
Siccome gli istituti penitenziari minorili sono organizzati sulla base sia 
dell’Ordinamento penitenziario sia sulla Circolare del 2006 del  Dipar‐
timento  Giustizia  Minorile  che  traccia  le  linee  rispetto  alla  organizza‐
zione, alla gestione, a quello che si deve fare all’interno dell’IPM. L'indi‐
cazione è quella di suddividere i ragazzi in gruppi in modo che non sia‐
no più numerosi di 10‐12 unità. 
D: E perché vengono tenuti separati i gruppi, tranne che nei pochi
eventi comuni?
R: Anche se la Circolare dà delle indicazioni in questo senso, questa non 
è una scelta obbligatoria. L’Istituto potrebbe essere organizzato diver‐
samente.  Dodici  anni  fa,  quando  sono  arrivato  io,  c’erano  sempre  tre 
gruppi, che vivevano separatamente per quanto riguarda la vita in stan‐
za, i pranzi e le cene e poi però facevano attività usufruendo tutti con‐
temporaneamente degli stessi laboratori, e quindi si ritrovavano insie‐
me nella attività. 
Si è fatta questa scelta per creare maggiormente il clima di gruppo. C’è 
stato  un  momento  in  cui  avevamo  ‐  in  quegli  anni  ‐  gli  agenti  fissi  nei 
gruppi, per esempio, con gli educatori fissi nei gruppi. Quindi si aveva la 
possibilità  di  creare  un  gruppo,  un  clima,  in  cui  si  gestivano  meglio  le 
dinamiche e questo era un valore aggiunto. 
Oggi gli agenti fissi non li abbiamo, perché c’è un’esiguità di risorse u‐
mane, anche per quanto riguarda gli educatori. 
D: Quanti educatori ci sono?
R: C’è un responsabile, che sono io, che ho anche la funzione di sostituto 
del Direttore, e che attualmente continuo ad avere in carico un numero 
minimo di casi. 
Poi abbiamo tre educatrici a tempo pieno, dipendenti dal Ministero del‐
la Giustizia, e una educatrice, a tempo pieno, che dipende dalla coopera‐
tiva Esserci e che opera all’interno del Ferrante sulla base del progetto 
Nomis, proposto dalla Compagnia San Paolo, quindi a tempo determina‐
to. 
D: Quanti psicologi ci sono?
R: Abbiamo una psicologa di ruolo, a tempo pieno, che adesso, col pas‐
saggio delle competenze sanitarie al Servizio sanitario regionale, come 

32   
Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

tutte le altre figure sanitarie transiterà alle dipendenze di tale Servizio 
amministrativamente  e  funzionalmente,  ma  continuerà  a  operare 
all’interno del Ferrante.  
E poi abbiamo, al momento, due consulenti psicologi che fanno un certo 
numero di ore la settimana, tra sei e quindici.  
D: Quali sono, a suo parere, i tre punti di forza del Ferrante?
R:  Il  fatto  che  il  Ferrante  ha  un  proprio  progetto  che  è  inserito 
all’interno  di  un  progetto  più  complessivo  di  sistema  del  quale  fanno 
parte anche gli altri Servizi della giustizia minorile; che al Ferrante c’è 
un  mondo  del  privato  sociale,  dell’associazionismo  e  del  volontariato 
molto attivo e presente, con il quale è sempre importante e opportuno 
confrontarsi;  che  vi  è  una  collaborazione  consolidata  con  altre  istitu‐
zioni, quali il Comune, la Provincia, la Regione. 
D: E tre punti di debolezza?
R:  La  esiguità,  almeno  attuale  delle  risorse  umane.  C’è  in  atto  un  con‐
corso ed è previsto l’arrivo di nuovi educatori. C’è carenza anche rispet‐
to al personale di Polizia penitenziaria, attualmente sono gli agenti circa 
53. Altro aspetto da considerare è che a fronte di una massiccia presen‐
za di risorse in termini di attività, non si riescono ad attivare percorsi di 
risocializzazione esterni. 
D: La logistica, mi pare possa essere un altro punto di debolezza.
La struttura è molto antica, vero?
R: Sì, un punto di debolezza è l’inadeguatezza, al momento attuale, degli 
spazi. Non in termini di grandezza, quanto di riorganizzazione, nel sen‐
so  di  organizzare  gli  spazi  in  modo  diverso,  risanarli…  Gli  impianti  da 
ammodernare. È prevista una ristrutturazione. Il blocco principale risa‐
le addirittura al XVII sec. 
D: Per i ragazzi che escono è previsto un supporto di appoggio, op-
pure escono e non ne sapete più nulla? C’è una rete post-
detenzione?
R: Questo andrebbe inserito nei punti di debolezza. C’è il fatto che per 
tutti questi ragazzi stranieri – prevalentemente clandestini – nonostan‐
te la ricchezza delle risorse, interne ed esterne, alla fine non riusciamo 
sempre a concretizzare dei progetti di inserimento e di recupero dopo 
l’uscita dalla struttura. 
Noi cerchiamo comunque di considerare il carcere come ultima risorsa, 
anche per chi in carcere c’è già arrivato. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

D: Un ragazzo, per esempio, che oggi esce dopo essere stato qui
due anni, cosa farà? La struttura se ne può occupare?
R:  La  struttura  se  ne  può  occupare,  se  riesce  a  progettare,  per  tempo, 
senza  aspettare  che  venga  scarcerato.  Laddove  ci  sono  possibilità  si 
cerca di proporre delle alternative alla detenzione, ancor prima. La pos‐
sibilità, cioè, di scontare la pena in maniera alternativa. Se parliamo di 
ragazzi  che  sono  stati  qui  per  molto  tempo  e  che  quindi  sono  ragazzi 
condannati, definitivi, tutte le volte che è possibile cerchiamo di predi‐
sporre dei progetti alternativi. Quindi proprio come misura alternativa: 
l’affidamento  in  prova  al  Servizio  sociale,  la  detenzione  domiciliare.  Il 
ragazzo,  quindi,  sconta  la  condanna  non  più  in  carcere  ma  sotto  altre 
forme. 
Se il ragazzo invece ha scontato tutta la pena in carcere è perché non è 
stato possibile attivare altri progetti prima, e quindi la difficoltà perma‐
ne, anche dopo il momento della scarcerazione.  
Quello che possiamo fare è cercare di far sì che lui non esca e si ritrovi 
immediatamente solo fuori dalla porta. Per cui nel caso del ragazzo in 
questione, che è stato in carcere per due anni, dato che viene considera‐
to minorenne facciamo la comunicazione di rito all’Ufficio minori stra‐
nieri, chiedendo di venirlo a prendere. L’Ufficio minori stranieri non è 
nelle condizioni di poter venire a prendere i ragazzi, quindi li accompa‐
gniamo  noi.  Così  oggi  il  ragazzo  che  esce  andrà  all’Ufficio  minori  stra‐
nieri,  accompagnato  dagli  agenti  di  Polizia  penitenziaria.  Là  probabil‐
mente lui dirà che non ha bisogno di nulla e che vuole andare da un pa‐
rente  che  lui  ha  ricontattato  recentemente  e  che  ha  dato  disponibilità 
ad  accoglierlo  in  casa.  Questo  per  quanto  riguarda  l’abitazione,  perlo‐
meno in via temporanea.  
Per quello che invece può essere un inserimento formativo, lavorativo, 
ecc. lui dovrà affrontare i problemi che affrontano tutti coloro che sono 
clandestini in Italia. Questo è uno dei motivi principali per cui non si è 
riusciti  ad  attivare  nulla  prima  con  un  ragazzo detenuto  per  due  anni. 
Senza parlare poi del comportamento che il ragazzo può aver avuto qui, 
che ha fatto sì che lui non potesse beneficiare di tutto quello che la leg‐
ge  prevede:  i  permessi  premio,  la  liberazione  anticipata.  Se  lui  avesse 
potuto  ottenere  la  liberazione  anticipata,  magari  sarebbe  uscito  anche 
prima.  
Laddove  è  possibile,  noi  i  progetti  cerchiamo  di  attivarli  prima.  Nella 
maggior parte dei casi, con i ragazzi stranieri clandestini che però han‐
no almeno un certificato che ne attesta le generalità, una di provenienza 
certa, ecc. e che non hanno riferimenti positivi sul territorio, si cerca di 
inserirli  in  comunità,  nella  speranza  che  poi  nella  comunità  maturino 

34   
Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

anche una maggiore disponibilità a svelarsi, a produrre i documenti ne‐
cessari per cercare di regolarizzarsi in Italia. 
D: Per i permessi di soggiorno, voi aiutate qualche ragazzo clande-
stino a mettersi in regola? Quelli che hanno i documenti.
R: Per i ragazzi che lo vogliono. Per chiedere il permesso di soggiorno ci 
vogliono determinati documenti, che a volte sono anche difficili da pro‐
durre nel paese d’origine. Comunque occorre che ci sia la collaborazio‐
ne da parte della famiglia che risiede nel paese d’origine.   
 
D: E per uno che entra e ha il permesso di soggiorno ma che gli
scade mentre è qua, lo può rinnovare?
R: Sì, lo può rinnovare. Lo possiamo fare noi o lo può fare l’Ufficio mino‐
ri stranieri con cui possiamo collaborare. Però anche per il rinnovo so‐
no  necessari  determinati  documenti,  e  quindi  non  sempre  si  riesce  a 
completare la pratica per la richiesta di rinnovo. 
D: Tra il 2007 e il 2008 quanti ragazzi – tra ragazzi e ragazze – so-
no entrati al Ferrante?
R:  Nel  2007  sono  entrati  134  maschi  e  35  femmine,  mentre  nel  2008 
(ma  si  tratta  di  dati  non  ancora  ufficiali),  fino  alla  fine  di  settembre  i 
maschi si attesterebbero su 109 unità e le femmine su 29. 
D: Cosa ne pensa delle varie proposte di legge che vanno verso una
Giustizia minorile più repressiva, tipo l’abbassamento dell’età im-
putabile, la soppressione dei tribunali per minorenni, oppure il
clandestino che viene immediatamente espulso. Questa situazione
che noi dall’esterno vediamo, voi come la percepite, “dentro”, la-
vorando qua?
R: È stato da poco varato il cosiddetto “Pacchetto sicurezza” del Gover‐
no  Berlusconi.  Al  momento  non  ho  percezione  di  grossi  cambiamenti 
sul piano della gestione operativa, almeno per quanto riguarda la realtà 
minorile. Certamente ci sono alcuni dati preoccupanti. 
Fortunatamente la proposta che ci fu circa l’abbassamento dell’età im‐
putabile e la chiusura dei Tribunali per i Minorenni non ebbe corso. A‐
vrebbe  voluto  dire  fare  un  passo  indietro,  addirittura  più  indietro  del 
1934, perché il primo codice risale a quell’epoca e i primi Tribunali per 
Minorenni furono istituiti allora in pieno periodo fascista. 
Non mi sembra poi nemmeno così giustificata questa scelta più repres‐
siva, perché in realtà non c’è un aumento dei reati. Forse si può parlare 
di  un  maggior  numero  di  reati  contro  la  persona  e  quindi  di  reati  che 
creano più allarme sociale, però non c’è un aumento dei reati. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Gli ingressi in carcere, complessivamente, in Italia, nell’anno continua‐
no ad attestarsi intorno alle 500 unità. 
D: C’è un giornalino in questo carcere, Albatros. Esce regolarmen-
te?
R:  Ne  sono  usciti  alcuni  numeri  e  uno  è  in  corso  di  realizzazione,  ma 
non c’è una cadenza fissa. Pur essendo regolarmente registrato in Tri‐
bunale, e regolarmente pubblicabile non esce con una cadenza fissa. 
Si sta valutando la possibilità di pubblicare il giornalino online ma è an‐
cora tutto da definire. 
D: Dal 2006 l’Associazione ViviamoInPositivo porta avanti
l’attività di Circo Sociale e Comicoterapia, il primo anno solo con il
Levante e il Maestrale, e da gennaio 2008 per tutti i gruppi: Levan-
te, Maestrale, Grecale e Libeccio. Quale riscontro avete voi come
educatori, come agenti penitenziari rispetto a questa attività? Il
Progetto si chiama “CircoStanza”, cioè “il circo in una stanza per
cambiare le circostanze della vita”, in quanto l’attività si svolge
proprio in una stanza dove si svolgono arti circensi. L'attività vie-
ne svolta con un fine non solo artistico ma anche pedagogico ed
educativo. In base agli incontri che lei ha avuto con i ragazzi o du-
rante le riunioni degli operatori, come le pare che venga recepita
dai ragazzi questa attività? Ad esempio i ragazzi sono più tranquil-
li dopo questa attività? Sono più di buon umore?
R: Ho avuto riscontri che sono positivi fino a poco tempo fa. Ricordo in 
particolar  modo  i  rimandi  che  mi  davano  i  ragazzi  al  Levante,  perché 
fino alla metà di maggio ero responsabile del Levante e quindi mi rap‐
portavo principalmente con loro. Però devo dire che ho raccolto anche 
pareri  positivi  dai  colleghi  e  da  ragazzi  anche  di  altri  gruppi.  Ricordo 
alcuni  ragazzi  che  non  volevano  rinunciare  a  frequentare  l’attività.  Mi 
ricordo,  attraverso  quello  che  mi  dicevano  loro,  ma  attraverso  quello 
che mi dicevate anche voi nelle riunioni Stop and Go rispetto alle cose 
che  facevate,  che  i  ragazzi  –  alcuni  in  particolar  modo  –  riuscivano  ad 
aprirsi molto di più rispetto al proprio intimo, e che ragazzi che magari 
fino a quel momento non si erano mai messi davanti a una telecamera a 
parlare di se stessi, invece lo facevano.  
Voglio dire che sono tutti segnali importanti, questi, che ti fanno capire 
che non si tratta di una attività di animazione e basta, ma che attraverso 
quest’attività – che poi sicuramente non è solo l’attività, ma anche chi la 
propone, perché ovviamente siamo persone e ci relazioniamo tra di noi 
– questo mix di cose in qualche modo portava i ragazzi a volerci stare, a 

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Intervista a Giovanni Lapi (educatore) 

divertirsi  e  allo  stesso  tempo  a  trasmettere  e  a  ricevere  qualcosa 


d’importante. 
D: Le relazioni post-attività che vi mandano gli operatori
dell’associazione VIP, anche via e-mail, vi sono utili in qualche
modo?
R: Sono preziosissime. Il problema è che è difficile starci dietro. Voi sie‐
te  molto  prolifici!  Però continuate  a  mandarle,  anche  se  è  difficile  leg‐
gerle in tempo reale e tutte perché arriva tanto materiale e bisogna fare 
i conti col tempo a disposizione. 

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Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop) 

Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop) 

Data: 15 ottobre 2008
Intervistato: Pasquale Ippolito 
Intervistatore: – Associazione di Promozione Sociale “ViviamoInPosi‐
tivo” 
Ruolo dell’intervistato rispetto al Ferrante Aporti : Responsabile 
delle attività pre‐professionali 
Tema dell’intervista: Attività svolta al Ferrante dalla Forcoop 
Note: l’Istituto Penitenziario Minorile Ferrante Aporti, per facilitare la 
lettura, verrà indicato durante l’intervista come “Ferrante”. 
D: Qual è il suo ruolo all’interno del Ferrante?
R: Sono responsabile delle attività pre‐professionali.  
D: Che attività svolge la Forcoop al Ferrante?
R: Forcoop Agenzia Formativa gestisce in ATI (Associazione Tempora‐
nea d’Impresa) con altre due Agenzie ENGiM e CFPP – Casa di Carità, le 
proposte formative rivolte ai minori e giovani adulti così come previsto 
dalla  Direttiva  Mercato  del  Lavoro  del  Fondo  Sociale  Europeo,  della 
Provincia di Torino, che stanzia fondi dedicati ai minori ristretti per of‐
frire opportunità formative e di inserimento lavorativo, rispondendo ad 
un diritto e in coerenza anche ad un principio di offerta di pari oppor‐
tunità, anche a giovani in carico alla Giustizia Minorile. 
D: Da quanti anni?
R: Forcoop interviene nell’Istituto dal 2001, ma la presenza delle Coo‐
perative che ne fanno parte, Forcoop è un Consorzio di Cooperative So‐
ciali, risale al 1982. Più di un quarto di secolo. 
D: Quanti operatori Forcoop lavorano al Ferrante?
R: Attualmente impiegati nelle attività professionali tra tecnici, orienta‐
tori e consulenti ci sono 15 operatori  
D: Come si finanzia la Forcoop?

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

R: Forcoop Agenzia Formativa di emanazione della Legacoop Piemonte 
è accreditata presso la Regione Piemonte per svolgere attività formati‐
ve nell’ambito delle Direttive Comunitarie, emanate dalle Regioni e dal‐
le Province. La quasi totalità delle nostre entrate provengono da attività 
di progettazione e partecipazione a Bandi Pubblici in concorrenza con 
altre Agenzie Formative. Esiste un mercato della Formazione nel quale 
ogni  anno  dobbiamo  concorrere  per  poter  proseguire  le  nostre  azioni 
formative, sia all’interno del Ferrante sia fuori.  
D: Come vengono scelte le attività che la Forcoop offre al Ferrante?
Cambiano di anno in anno? Quali finalità hanno?
R:  Le  attività  formative  e  pre‐professionali  vengono  concordate,  in 
un’ottica  educativa  e  trattamentale  rivolta  ai  ragazzi,  con  la  Direzione 
dell’Istituto  e  con  il  Centro  di  Giustizia  Minorile,  tenendo  conto  degli 
spazi, dei vincoli, delle risorse economiche disponibili e della congruità 
delle proposte in riferimento anche al Mercato del Lavoro e agli sbocchi 
occupazionali.  Esiste  un’offerta  consolidata  negli  anni  e  alcune  oppor‐
tunità  che  possono  variare.  Chiamiamo  tutte  le  attività  pre‐
professionali “Valorizzazione delle potenzialità professionali”, in quan‐
to  nel  limitato  tempo  trascorso  al  Ferrante  Aporti,  i  ragazzi  hanno  si 
l’opportunità  di  acquisire  competenze  tecniche,  ma  ci  interessa  molto 
l’acquisizione di regole di convivenza, l’assunzione di responsabilità, la 
gestione delle dinamiche di gruppo e la scoperta di capacità mai esplo‐
rate da parte dei ragazzi. Le attività di Meccanica, Arte Bianca, Informa‐
tica,  Informatica  Multimediale,  Ceramica,  Lavorazione  del  Cuoio,  Giar‐
dinaggio, Orientamento all’inserimento lavorativo e professionale, sono 
degli strumenti di formazione e non il fine ultimo della nostra attività. 
D: Quali sono dal suo punto di vista, i punti di forza del Ferrante?
R: I punti di forza sono la professionalità degli operatori (interni ed e‐
sterni) e l’aver determinato negli anni un progetto di Sistema  al quale 
far riferimento. L’altro punto di forza sono l’offerta ampia e qualificata 
delle offerte formative, ricreative, culturali e sportive presenti. In que‐
sto il Ferrante non è secondo a nessuno a livello Nazionale. 
D: Quali sono i punti di debolezza del Ferrante?
R: Sicuramente la gestione della comunicazione e l’incapacità di far co‐
noscere  all’esterno  le  cose  positive  che  vengono svolte.  Sul  giornale ci 
finiamo solo quando succedono avvenimenti negativi. L’altra debolezza 
è  che  non  basta  avere  un  progetto  al  quale  far  riferimento,  manca  in 
questo momento  una tensione  ideale  e  progettuale  tra  tutte  le  profes‐

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Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop) 

sionalità coinvolte, che sappia interpretare il presente difficile e trovare 
delle soluzioni e delle vie d’uscita. 
D: Un evento positivo dell’ultimo anno che riguarda le vostre atti-
vità al Ferrante?
R: S. , una ragazza Rom che ha vinto con una scultura in ceramica, rea‐
lizzata nel nostro laboratorio, il premio internazionale “G. Sciacca” per 
la  sezione  minori  ristretti,  premio  consegnato  addirittura  a  Roma  al 
Quirinale in presenza di autorità politiche e dello spettacolo. 
D: Un evento negativo?
R: Non c’è un evento particolare, ma tutti rimaniamo sconcertati e scon‐
fitti  quando  i  ragazzi  mettono  in  atto  azioni  di  autolesionismo  e 
quest’anno è successo parecchie volte. 
Non sono azioni esercitate all’interno delle attività, ma nei momenti di 
maggior  solitudine  dei  ragazzi,  il  che  ci  fa  riflettere  che  possiamo  ap‐
portare tutti i miglioramenti possibili per trasformare il momento della 
detenzione  in  un’opportunità  per  il  ragazzo/a,  ma  la  privazione  della 
libertà  è  dura,  molto dura, soprattutto  per  un  adolescente,  che  ha  una 
percezione del tempo diverso da noi adulti. 
D: Conosce l’attività di Circo Sociale e Comicoterapia CircoStanza?
Che utilità pensa possa avere per i ragazzi ristretti?
R: Quella di capire che ridere di se stessi non è una debolezza, ma una 
grande forza interiore. Che assumere sempre una maschera di sfida con 
il mondo è molto faticoso e che forse si può vivere meglio se si accetta‐
no i propri limiti, le proprie difficoltà e che questo sono spesso il trami‐
te per entrare in relazione sincera con gli altri. 

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Il circo sociale 

Il circo sociale 

Storia del circo e della giocoleria


Il  circo  è  nato  solo attorno al  1770,  ma  le  discipline  che  oggi  vengono 
definite “circensi” sono antichissime. In numerosi paesi sono state tro‐
vate tracce della loro esistenza sin dai primi anni della civiltà. Il reperto 
più  antico  sembra  essere  quello  dei  graffiti  rinvenuti  in  Egitto  nella 
tomba di Ben Hassani, che risalgono al 2040 a.C.  
Nonostante lo spettacolo popolare sia comunemente legato alle ca‐
ratteristiche  dell’itineranza,  pare  che  i  primi  giocolieri  si  esibissero 
quasi esclusivamente in siti stabili.  
Da  allora  illustrazioni  su  vasi,  dipinti,  affreschi,  rilievi,  sculture  di 
bronzo o di pietra hanno testimoniato la presenza di giocolieri nei vari 
periodi  storici  e  l’interesse  che  essi  suscitavano  nel  popolo,  negli  arti‐
giani e negli artisti.  
In molte iscrizioni si sono trovati riferimenti a giocolieri, o presunti 
tali.  
La  parola  “giocoliere” sembra  essere  entrata  nell’uso  corrente  pro‐
prio nel medioevo.  
Deriva dallo stesso etimo di giullare, in Francia jongleur n’è addirit‐
tura  sinonimo,  e  in  pratica  dal  latino  joculator,  termine  che  designava 
ogni tipo d’artista ambulante. Saltimbanchi, quindi, ma anche trovatori, 
cantori,  o  menestrelli  che  andavano  per  le  piazze  o  per  le  corti  ad  in‐
trattenere l’eterogeneo pubblico dell’epoca. E ancora, in maniera gene‐
rica,  musicisti,  poeti,  mimi,  cantori,  ciarlatani,  cavallerizzi,  acrobati  e 
“tutti coloro che si guadagnavano la vita agendo davanti ad un pubbli‐
co”.  
Ma ben presto avvenne una separazione fra coloro che mostravano 
soprattutto la loro corporeità e coloro che invece affidavano alla poesia 
o alla musica la loro sopravvivenza.  

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I “giullari di bocca”, cantori delle vite dei santi e delle gesta degli e‐
roi  dei  romanzi  d’avventura,  conquistarono  una  buona  condizione  so‐
ciale,  mentre  giocolieri,  acrobati  e  saltimbanchi  restavano  ai  margini 
della società.  
Ma furono proprio quest’ultimi, girando fra castelli, corti e palazzi a 
tener viva una tradizione già allora vecchia di millenni e a tramandare 
di  generazione  in  generazione  le  tecniche  della  giocoleria;  numerosi 
documenti  testimoniano  di  come  i  giocolieri  del  medioevo  fossero  già 
molto simili a quelli dei nostri giorni.  
Dal 1500 i saltimbanchi, che per tutto il medioevo avevano percorso 
le  strade  d’Europa  soprattutto  come  singoli,  cominciarono ad organiz‐
zarsi in compagnie ambulanti.  
Queste prime associazioni di attori potevano sfruttare le piazze dei 
mercati, che nel frattempo si erano affermati come importanti momenti 
della vita sociale dell’epoca.  
Le fiere erano vivaci luoghi di spettacolo popolati da trovatori, bal‐
lerini  di  strada,  contorsionisti,  lettori  di  tarocchi,  venditori  d’elisir  e 
giocolieri, che in loro ottenevano in qualche modo una sorta di ricono‐
scimento della propria professionalità.  
E  ottennero anche  che  le  autorità competenti  cominciassero ad  es‐
sere non solo più tolleranti nei loro confronti, ma addirittura propositi‐
ve, come accadde a Norimberga, nel 1680, quando il consiglio cittadino 
assoldò un “maestro di palle” per insegnare ai giovani della città a gio‐
colare e a camminare sulle funi.  
Nella seconda metà del 1700 giocolieri e saltimbanchi che si erano 
esibiti  fino  ad  allora  in  strade  polverose, trovarono  impieghi nelle  mi‐
gliori piste dei circhi e sui palcoscenici dei teatri di varietà.  
I  più  importanti  storici  del  settore  sono  concordi  nell’indicare  il 
1852 come anno di nascita del varietà, la cui prima dominazione viene 
di solito considerata quella inglese di music‐hall.  
In realtà in Inghilterra erano già da molto tempo diffusi i cosiddetti 
pleasure gardens,  dei  piccoli  caffé  immersi  nel  verde,  dove  si  poteva 
sorseggiare  una  bevanda,  e  di  tanto  in  tanto  ospitare  dei  saltimbanco 
presi in prestito dalla strada!  
Ad  uno  di  questi  pleasure gardens si  era  esibito  anche  Joseph Gri-
maldi,  il  primo  clown  della  storia,  il  padre  delle  clownerie,  del  quale 
Charles Dickens scrisse le “memorie”.  
Ben  presto  in  tutta  Europa  furono  costruiti  nuovi  edifici  teatrali 
(chiamati teatri di varietà) dedicati solo a tali rappresentazioni, che nel 
frattempo  stavano  però  cambiando  il  proprio  sistema  produttivo,  non 

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Il circo sociale 

più basato sulla compagnia, ma sul singolo artista, scritturato di volta in 
volta!  
Fu proprio in queste sale che a cavallo tra l’800 e il’900 trovarono il 
maggior successo di pubblico e di critica.  
Il 26 agosto del 1919 Lenin, seguendo la proposta del commissario 
all’istruzione e alla cultura, Anatolij Vasileviic Lunaciarsky, promulgò il 
decreto sulla nazionalizzazione dei teatri e dei circhi stabili e itineranti 
esistenti  sul  territorio  sovietico,  nonché  quello  di  tutti  i  lavoratori  del 
settore,  ad  un  solo  organo  direttivo:  il  Soyuzgoscyrk,  il  cui  primo  re‐
sponsabile fu il giocoliere austriaco Darlè.  
Nel 1927 fu inaugurata a Mosca la scuola delle arti del circo e del va‐
rietà,  dove  la  giocoleria  era  materia  obbligatoria  ed  insegnata  sin  dai 
primi anni di corso  
L’arte del circo fiorì: i 15 circhi nazionali diventano 86 e nacque la 
figura del regista di circo!  
Ma la più importante novità rispetto allo sviluppo della giocoleria è 
la nascita dei primi veri e propri metodi moderni d’insegnamento.  
Altro importante fenomeno per lo sviluppo della giocoleria è stato la 
nascita del nouvea u cirque . 
Le motivazioni di tale movimento sono da ricercarsi nei moti che at‐
torno al 1968 contribuirono un po’ ovunque allo sviluppo del nuovo te‐
atro; che cercando di rompere i vecchi schemi, attingeva la propria linfa 
vitale da forme di spettacolo più genuine, come la commedia dell’arte e 
il mimo, accostandosi al circo.  
L’artista di circo presenta delle analogie con l’attore della commedia 
dell’arte  nell’essere  allo  stesso  tempo  attore,  autore  e,  regista  e  capo‐
comico.  
Il  giocoliere  e  il  clown  devono  allenarsi,  costruire  propri  esercizi, 
impostarli in maniera tale da rendere fluida la propria rappresentazio‐
ne, creare una sorta di drammaturgia del numero tenendo conto del gu‐
sto del pubblico e delle tendenze del momento, trovare la musica adatta 
e ad accompagnare le proprie evoluzioni e disegnare i propri costumi in 
modo tale da soddisfare sia le esigenze estetiche che quelle pratiche le‐
gate alla corporeità della propria esibizione.  

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La Pedagogia del circo

Le discipline circensi sono accessibili pressoché a tutti e presentano di‐
verse caratteristiche che possono favorire l’instaurarsi di relazioni po‐
sitive tra operatori di circo sociale e gli utenti. Instaurare una relazione 
di fiducia e rispetto è il primo passo per portare avanti un lavoro educa‐
tivo. Apprendere l’uso di un oggetto o un’abilità, oltre ad avere un valo‐
re  di  per  sé,  porta  con  sé  una  crescita  a  livello  personale  sotto  vari  a‐
spetti. Ne prendiamo in considerazione alcuni. 

Il gioco e l’apprendimento attivo


Nel  circo  esiste  una  componente  ludica  fondamentale  che  potremmo 
definire “gioco in movimento” e, proprio attraverso il movimento, i ra‐
gazzi  conoscono  meglio  se  stessi  e  gli  altri,  sviluppando  il  proprio  po‐
tenziale e la propria autostima. Il gioco è anche divertimento e di con‐
seguenza le attività circensi e gli esercizi‐giochi di Comicoterapia, il te‐
ma  “circense”  e  gli  attrezzi riescono a  spronare  da  subito  il  loro  entu‐
siasmo  e  il  loro  interesse  (apprendimento  attivo),  perché,  durante  il 
gioco, che è anche lavoro creativo e formativo, i ragazzi sono attivi, fan‐
no da sé, spinti dalle loro esigenze e desideri, apprendendo attraverso il 
coinvolgimento di tutti i sensi. 

L’accettazione e la sensibilità
Le attività a tema circense rendono i ragazzi più ricettivi nei confronti 
delle proprie esigenze e di quelle degli altri. Lo svolgimento del lavoro e 
le necessità “di scena” fanno in modo che tutti vengano accettati e che 
ciò che solitamente viene ritenuto un difetto diventi una qualità. Un ra‐
gazzo con qualche problema di peso che in situazioni comuni tutti pos‐
sono  deridere  diventa  invece  fondamentale  per  fare  il  porteur  di  una 
piramide, così come uno più mingherlino e fragile diventa indispensabi‐
le  per  svolgere  il  ruolo  di  agile  della  piramide  umana.  Tutti  in  eguale 
misura  nel  circo  risultano  importanti,  accettati  e  rispettati;  in  questo 

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Il circo sociale 

ambiente  non  c’è  spazio  per  fenomeni  che  si  basano  sulla  differenza 
quali  per esempio il bullismo. 

La crescita che parte dall’errore


L’adolescente (ma non solo) tende ad essere preoccupato del giudi‐
zio  dei  suoi  stessi  compagni  e  dell’adulto e  il  non  “sentirsi  all’altezza”, 
insieme alla paura del fallimento, lo portano o a chiudersi o a “strafare”. 
La clownterapia, con la figura del clown, capovolge i ruoli e le cate‐
gorie perché ha proprio come base individuale il fallimento e l’errore. Il 
lavoro sul personaggio clown aiuta a destrutturare gli schemi e permet‐
te di lavorare profondamente su se stessi aumentando l’autostima. 
In questo percorso diviene importante la comprensione e la capacità 
di accettare i propri limiti e renderli “comici” o quanto meno a ironiz‐
zarci sopra, si giunge così ad una nuova consapevolezza  di se stessi ba‐
sata sull’accettazione propria e altrui.  
Le arti circensi richiedono attenzione, disciplina e costanza e il desi‐
derio di padroneggiarne le tecniche rende più accettabili le regole che 
aiutano a vivere meglio in gruppo e quindi in società. 
Ad esempio, se una piramide umana (acrobazia) funziona, è perché 
ognuno ha i suo ruolo e lo rispetta per ottenere un risultato che coin‐
volge tutti.  Le tecniche di giocoleria prevedono l'utilizzo di funzioni co‐
gnitive  basilari  per  l'organizzazione  psichica,  per  la  salute  mentale  e 
per  una  soddisfacente  interazione  con  l'ambiente  e  le  persone,  senza 
peraltro  creare  nel  ragazzo  un'ansia  da  prestazione  che  sarebbe    con‐
troproducente.  

La responsabilità e la socievolezza
Il  percorso  circense  richiede  un  grande  senso  di  responsabilità,  di  di‐
sciplina, di concentrazione e di attenzione verso se stessi, verso i com‐
pagni e verso gli attrezzi che vengono usati. Per questo i docenti indica‐
no,  sin  dall’inizio  del  percorso,  alcune  preziose  e  semplici  regole  di 
comportamento, che i ragazzi sembrano accettare di buon grado e che 
permettono lo svolgersi del progetto nel tempo con consapevolezza.  
Durante i laboratori vengono altresì inseriti elementi di recitazione 
utili per sviluppare l’immaginazione, come tecniche di mimo e improv‐
visazione.  
Lo scopo è quello di fare emergere e amplificare le possibilità creative e 
di crescita dei ragazzi. 

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L’obiettivo è quello di promuovere una progressiva apertura menta‐
le  che  conduca  gli  adolescenti  all’abbandono  della  modalità  di    rifiuto 
del nuovo e del cambiamento fino a raggiungere una buona capacità di 
socializzare tra loro e con gli adulti. 

La comunicazione e la creatività
I clown utilizzano un tipo di comunicazione che è facilmente compren‐
sibile  da  tutti:  il  riso,  la  caduta,  il  pianto,  l’errore,  la  timidezza, 
l’imbarazzo, il fallimento, la goffaggine non hanno bisogno di una lingua 
specifica  e  fanno  parte  del  vissuto  dell’essere  umano.  Ed  ecco  che  per 
costruire un personaggio, per improvvisare una scenetta, si usano me‐
todi  che  utilizzano  il  linguaggio  non  verbale,  si  superano  così  anche  i 
problemi di lingue differenti. 
Il progetto vuole stimolare la reattività dei ragazzi, la capacità di vi‐
vere  ed  interpretare    ruoli  diversi,  la  loro  creatività  nell’ideazione  del 
numero comico, fin dai primi momenti in cui si apprendono le tecniche 
basilari. 
La  progettazione  dello  spettacolo  prevede  la  presenza  degli  opera‐
tori come registi e coadiutori per l'aspetto coreografico, mentre lo sfor‐
zo creativo e realizzativo deve essere compiuto dai ragazzi stessi, per‐
corso che permette loro di assumere piena consapevolezza e padronan‐
za del proprio personaggio sia durante le fasi del processo di prepara‐
zione sia nel prodotto finale: lo spettacolo. 

L’applicazione e la concentrazione
L’applicazione  delle  arti  circensi  richiede  disciplina  e  concentrazione 
continua. Attraverso  
l’apprendimento  delle  tecniche  circensi  ci  si  allena  all’attenzione  e 
nel contempo si impara a rilassarsi nei momenti di stress. Disciplina e 
concentrazione  facilitano  l'apprendimento  di  contenuti  e  tecniche  che 
possono essere in seguito applicati in spettacolo. 

L’autonomia
Il primo requisito per riuscire a realizzarsi nella vita è quello di impara‐
re a star bene sia in compagnia sia da soli. Solo quando si sta bene da 
soli si impara ad essere liberi.  
Le arti circensi permettono di acquisire la capacità di star bene sia 
da soli, sia in gruppo. 

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Il circo sociale 

Allenarsi  alla  giocoleria,  all’equilibrismo  richiede  attenzione  e  soli‐


tudine. Un buon artista circense deve mirare ad essere una persona au‐
tonoma. L’insegnante potrà passare una tecnica, ma sarà solo in totale 
autonomia che il ragazzo imparerà e la farà sua. 
 

La giocoleria

Sono numerose le valenze psico/pedagogiche e motorie implicate nella 
pratica della giocoleria:  
‐ rafforzare l’autostima e la fiducia in sé; 
‐ sviluppo delle proprie potenzialità; 
‐ sviluppare la capacità di analisi; 
‐ confrontarsi e superare i propri limiti; 
‐ apprendere a lavorare in squadra; 
‐ favorire la collaborazione tra i ragazzi e l’aiuto reciproco; 
‐ sviluppare le possibilità relazionali; 
‐ favorire  l’accettazione  e  l’inserimento  di  soggetti  emarginati 
nel gruppo dei pari; 
‐ sviluppare ed elaborare una metodologia di lavoro; 
‐ esercitare la pazienza e la costanza nel lavoro. 

Rafforzamento dell’autostima.
La  riuscita  in  nuovo  gioco  diviene  una  concretizzazione,  una  afferma‐
zione, ragion per cui il livello della propria autostima cresce. L’arte del‐
la giocoleria parte da giochi elementari fino alla produzione di spettaco‐
lari evoluzioni, attraverso una serie di tappe intermedie (ciascuna delle 
quali rappresenta comunque la realizzazione soddisfacente di un eser‐
cizio). Si diventa più abili man mano che si raggiungono nuovi obiettivi. 

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Il consolidamento positivo di ogni traguardo raggiunto, dà l’incentivo a 
continuare, misurandosi con giochi sempre più impegnativi, ambiziosi e 
gratificanti.  

Sviluppo delle proprie potenzialità.


Il percorso porta a un’apertura mentale nel soggetto, aiutandolo a pas‐
sare  dalla  convinzione:  “non  sono  all’altezza”  (di  eseguire  un  certo  e‐
sercizio), alla consapevolezza di dire: “non sono ancora capace”. Questo 
processo favorisce lo sviluppo consapevole delle proprie potenzialità. 

Sviluppo della capacità di analisi.


Per imparare a giocolare bene, bisogna sminuzzare ogni mossa compli‐
cata in parti sempre più piccole e poi ricomporle, passo per passo. Ogni 
fase  prevede  che  si  segua  prima  mentalmente  il  percorso  dell’oggetto 
con cui si sta giocando. L’applicazione della capacità analitica è spesso 
favorita dall’interazione fra i partecipanti al laboratorio: è in questa se‐
de infatti che, esercitandosi insieme, si scambiano suggerimenti, consi‐
gli  e  trucchi  relativi  ai  giochi  che  ognuno  ha  imparato.  Quando ci  si  e‐
sercita a giocolare ci si esercita a semplificare la complessità. Man mano 
che  si  migliora  come  giocolieri,  la  nostra  abilità  a  maneggiare  la  com‐
plessità fisica, mentale ed emotiva si sviluppa. 

Superare i propri limiti.


Imparare a riconoscere i propri limiti favorisce la consapevolezza della 
realtà, soprattutto per quei soggetti la cui mappa del mondo è centrata 
sul bullismo, ovvero sul concetto di onnipotenza. Il fatto di non riuscire 
immediatamente  nella  pratica  di  un  gioco  ridimensiona  l’idea  e 
l’immagine che la persona ha di sé e che mostra agli altri. La consapevo‐
lezza  delle  proprie  capacità  e  del  proprio  limite  è  il  punto di  partenza 
per una sana realizzazione della propria identità. 

Lavoro di squadra.
Il percorso formativo di giocoleria porta a sviluppare il lavoro di squa‐
dra e la collaborazione. Nel gruppo si distinguono i soggetti più abili in 
alcune attività e meno in altre, si favorisce così il protagonismo del sog‐
getto e la collaborazione di tutti al fine di realizzare un buon lavoro di 
squadra. 

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Il circo sociale 

Interazione.
Nei giochi di coppia o di gruppo quale il passing (scambio di oggetti tra 
più  persone),  il  soggetto  si  trova  nelle  condizioni  di  dover  interagire 
con altri. Tale situazione è un banco di prova per lo sviluppo delle com‐
petenze relazionali quali il superamento del confronto con il gruppo (la 
vergogna di mostrarsi agli altri), percezione dello spazio, del tempo, del 
ritmo altrui (se non c’è un sincronismo tra i partecipanti gli oggetti ca‐
dono), il riconoscimento e l’accettazione dei limiti/abilità degli altri ed 
infine il rispetto delle regole del gioco. 

Accettazione nel gruppo dei pari.


Giocolando  il  soggetto  acquisisce  un’abilità  che  facilita  la  sua  accetta‐
zione  nel  gruppo  dei  pari  e  la  conseguente  integrazione  (ciò  vale  so‐
prattutto per quei ragazzi che vivono ai margini della società e che con 
difficoltà riescono a inserirsi in un gruppo). Il potenziale scenico della 
giocoleria  è  un  canale  privilegiato  di  reciprocità  e  comunicazione  non 
verbale  con  il  mondo  circostante.  L’effetto  ludico/artistico  di  un  gioco 
per semplice che sia (anche la semplice cascata a tre palline), è cataliz‐
zatore  di  attenzione  e  curiosità  da  parte  dei  coetanei,  i  quali  possono 
cogliere  nel  soggetto,  finora  emarginato  e  ignorato,  qualità  e  capacità 
inaspettate. 

Metodologia di lavoro.
Man mano che il soggetto, giocolando, acquisisce competenze, sviluppa 
parallelamente  la  capacità  di  progettare  un  percorso  in  vista  del  rag‐
giungimento di un risultato (la riuscita in un particolare gioco di abili‐
tà). La persona si abituerà quindi a una metodologia di lavoro propria 
che  segnerà  i  tempi  per  l’apprendimento.  L’allenamento  quotidiano 
consente inoltre di interiorizzare una disciplina.  
Pazienza: la giocoleria può aiutare a sviluppare la pazienza, la fiducia in 
sé stessi e una capacità di lavorare gradevolmente con gli altri.  

Sviluppo delle abilità motorie.


I modelli di gioco a passaggi semplici sono un modello per imparare at‐
tività fisiche complesse. Ognuno può procedere secondo il proprio rit‐
mo  seguendo  un  modello  autoregolato  appositamente  per  risolvere  i 
singoli problemi, con un rinforzo automatico per ogni livello di appren‐

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dimento. Ogni nuova mossa o l’utilizzo di nuovi attrezzi, pone una sfida 
per il soggetto, che man mano costruisce il proprio repertorio attraver‐
so un processo che a partire dall’interesse e dall’esplorazione conduce 
alla  sperimentazione,  al  perfezionamento  e  al  consolidamento  delle 
proprie abilità. 
 Di  particolare  interesse  è  approfondire  l’utilizzo  dell’emisfero  de‐
stro del cervello: questa sezione dell’encefalo che regola le funzioni mo‐
torie della parte sinistra del corpo è per la maggior parte delle persone 
poco o per nulla utilizzata, fatta eccezione per i soggetti mancini (per i 
quali è comunque valido il discorso inverso). 
La pratica della giocoleria prevede l’utilizzo di entrambi gli arti su‐
periori (e a volte anche inferiori) coinvolgendo in toto lo schema corpo‐
reo  dell’uomo:  tutti  i  giochi  prevedono  il  coinvolgimento  della  mano 
subordinata  a  cui  è  affidato  un  ruolo  pari  di  quella  dominante.  Se 
all’inizio l’utilizzo della mano sinistra (per i destri) è complesso ed im‐
pacciato,  con  la  pratica  si  scopre  come  anche  l’arto  debole,  se  debita‐
mente allenato, saprà compiere straordinarie evoluzioni fino ad ora ne‐
anche immaginate. Ciò dimostra come sia possibile potenziare e svilup‐
pare con successo le capacità latenti del nostro cervello, considerando 
che in genere l’uomo utilizza solo un’infinitesima parte del potenziale a 
sua disposizione. 
Lo  schema  della  giocoleria  è  di  tipo  olistico,  dove  il  tutto  (il  gioco 
completo) è di più della somma delle parti (il movimento di ogni singo‐
la  mano):  entrano  quindi  in  gioco  entrambi  gli  emisferi,  ognuno  con  il 
compito  di  pilotare  con  precisione  le  funzioni  motorie  della  rispettiva 
parte del corpo. 

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Il circo sociale 

L’acrobatica a terra

Valenze psico/pedagogiche e motorie


Anche nell’acrobatica a terra possiamo riconoscere diverse valenze psi‐
co/pedagogiche, tra le quali: 
‐ rafforzare l’autostima e la fiducia in sé, 
‐ sviluppare la capacità di analisi e apprendere a semplificare la 
complessità, 
‐ confrontarsi e superare i propri limiti, 
‐ stimolare la collaborazione tra i ragazzi e l’aiuto reciproco, 
‐ sviluppare le possibilità relazionali, 
‐ favorire  l’accettazione  e  l’inserimento  di  soggetti  emarginati 
nel gruppo dei pari, 
‐ sviluppare ed elaborare una metodologia di lavoro, 
‐ esercitare la concentrazione, la pazienza e la costanza nel lavo‐
ro. 
Tra le valenze alenze psico/motorie della  acrobatica a terra possiamo‐
trovare: 
‐ sviluppo delle potenzialità fisiche, 
‐ utilizzo dell’emisfero destro del cervello (la parte creativa, cor‐
rispondente alla parte sinistra del corpo), 
‐ migliorare la capacità di movimento bilaterale, 
‐ migliorare la coordinazione oculo/corporale, 
‐ miglioramento dei riflessi, prontezza, ritmo ed equilibrio, 
‐ miglior uso del respiro, 
‐ sviluppo della percezione temporale, 
‐ sincronizzazione dei movimenti. 

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Sviluppo dell’autostima.
Eseguendo ogni esercizio di acrobatica a terra si ottiene un risultato, un 
prodotto visibile. Come in ogni disciplina sportiva si inizia da soli, dopo 
un adeguato riscaldamento fisico ad eseguire esercizi singoli, dai sem‐
plici a quelli più difficili. Così mettendo in gioco il proprio corpo e otte‐
nendo dei risultati la propria autostima cresce. 

Sviluppo della capacità di analisi.


Per  imparare  ogni  singola figura  di acrobatica a  terra  o  in  movimento 
come ad esempio la ruota, bisogna suddividere ogni singolo movimento 
del corpo o ogni singola posizione degli arti, per poi ricomporre per ar‐
rivare al risultato finale. Ogni fase va prima eseguita mentalmente e poi 
provata  movimento  per  movimento  con  l’ausilio  di  un  insegnante,  so‐
prattutto per le prime volte. 
L’esercitarsi con più persone oltre a favorire l’applicazione della ca‐
pacità analitica porta all’interazione fra i partecipanti al laboratorio, al‐
lo scambio di suggerimenti, alla correzione di posture, di movimenti e 
all'abituarsi ad essere coordinato da un insegnante, un regista degli e‐
sercizi. 

Superamento dei propri limiti.


Il  non  portare  subito  a  termine  un  esercizio  semplice  o  difficile,  come 
una  ruota  o  una  verticale  sulle  mani  o  sulla  testa,  fa  capire  di  quando 
impegno  serva  e  soprattutto  porta  a  riconoscere  i  propri  limiti. 
L’allenamento, l’impegno, la costanza e l’attenzione alla propria perso‐
na serviranno per la riuscita degli esercizi e per l’abbattimento di alcuni 
limiti,  per  poi  ricominciare  da  capo  con  altri  esercizi  più  complessi  e 
con altrettanti nuovi limiti. 

Collaborazione e lavoro di squadra.


Quando l’allenamento coinvolge una o più persone parliamo già di lavo‐
ro  di  squadra  e  collaborazione.  All’interno  del  gruppo  si  distinguono  i 
soggetti più abili in alcune attività e meno in altre, si distingueranno co‐
sì i porteur e gli agili. I primi sono quelli alla base delle classiche pira‐
midi umane e anche alla base degli esercizi di acrobalance a due e tre 
persone, i secondi invece sono quelli che compiono le figure più difficili 

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Il circo sociale 

e aeree. Tutto ciò favorisce il protagonismo di ogni singolo soggetto e la 
collaborazione di tutti al fine di realizzare un buon lavoro di squadra. 

Interazione.
Sia  nell'acrobatica  di  gruppo  e  nell'acrobalance  in  coppia  o  in  trio,  il 
soggetto  si  trova  nelle  condizioni  di  dover  interagire  con  altri.  L'alle‐
narsi, provare e mettere in scena figure di acrobatica o ad esempio co‐
reografie  è  la  messa  alla  prova  per  lo  sviluppo  delle  competenze  rela‐
zionali  come  il  superamento  di  stare  all'interno  di  un  gruppo,  di  non 
vergognarsi davanti agli altri, ma anche aiuta lo sviluppo di aspetti tec‐
nico‐teatrali come la percezione dello spazio, del tempo e del ritmo. Co‐
sì,  ad  esempio,  attraverso  l'inscenare  di  una  piramide  umana  o  di  una 
coreografia,  il  soggetto  riconosce  e  accetta  i  propri  limiti  e  le  proprie 
abilità,  mettendole  a  confronto  e  a  servizio  degli  altri,  condividendole 
per una buona riuscita del lavoro. 

Accettazione nel gruppo dei pari.


Attraverso allenamenti ed esercizi e l'acquisizione di abilità e prepara‐
zione fisica, il soggetto è facilitato per la sua accettazione nel gruppo dei 
pari e la conseguente integrazione (ciò vale soprattutto per quei ragazzi 
che vivono ai margini della società e che con difficoltà riescono a inse‐
rirsi in un gruppo). L'acrobatica, sopratutto quella individuale ha un al‐
tissimo potenziale, dato che una volta in scena, l'acrobata, mette in mo‐
stra se stesso, le competenze acquisite, il coraggio e la voglia di fare e il 
divertirsi  nel  farlo.  L’effetto  ludico/artistico  di  un  semplice  gioco  sul 
pubblico è fonte di attenzione e curiosità (da parte dei coetanei), i quali 
possono cogliere nell'artista del momento qualità e capacità finora ina‐
spettate. 

Metodologia di lavoro.
Grazie al costante allenamento e alla sperimentazione di nuovi esercizi, 
l'acrobata  attraverso le competenze acquisite, è ormai capace di guar‐
dare avanti, puntare ad esercizi più complessi singolarmente e nel lavo‐
ro di gruppo. Vedrà in uno dei suoi primi insegnanti o compagni di alle‐
namento,  la fiducia,  una guida per  la  prova  di  nuovi  e  difficili  esercizi. 
Così il soggetto si abituerà ad avere la propria metodologia di lavoro e a 
sapersi relazionare durante un allenamento individuale e di gruppo. 

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Concentrazione, pazienza, costanza


La  concentrazione  e  la  pazienza  saranno due  colonne portanti  per  l'a-
crobata, che dovrà stare attento a non innervosirsi davanti agli errori, 
ma di tenere sempre la calma per poter riprovare, ripetere, correggere 
e infine portare a termine l'esercizio. 

Sviluppo delle potenzialità fisiche.


Chi si impegna, attraverso l’allenamento fisico, in diversi esercizi di a‐
crobatica  a  terra,  ottiene  pian  piano  dei  risultati  concreti  come  poter 
fare una capriola saltata o una verticale sulla testa. Esercizi che portano 
ad un’apertura mentale nel soggetto, a superare certe paure e certi limi‐
ti e col tempo e con un allenamento costante a non pensare di non esse‐
re più all’altezza. 

Sviluppo delle abilità +motorie.


Sia  l'acrobatica  che  l'acrobalance  prevedono  l’utilizzo  di  entrambi  gli 
arti  superiori  e  inferiori  coinvolgendo  l'intero  corpo  umano.  Tutti  la 
preparazione fisica, l'allenamento delle figure di acrobatica, acrobalan‐
ce e le coreografie richiedono la coordinazione tra mente e corpo. All'i‐
nizio sarà complicato anche nei più semplici degli esercizi, dato che un 
non perfetto appoggio, una non perfetta evoluzione potrebbero portare 
ad una non buona riuscita dell'esercizio. Perciò sia corpo che mente de‐
vono  essere  sempre  in  allenamento  di  pari  passo.  La  mente  grazie  al 
continuo  allenamento  saprà  coordinare  ogni  riflesso,  ogni  presa,  ogni 
appoggio, ogni equilibrio e ogni singolo muscolo dell'atleta. 

Il clown

La ricerca del proprio clown, di quel particolare stato d'animo in cui e‐
splorare  le  proprie  debolezze  e  contraddizioni  per  sottolinearle,  valo‐
rizzarle e estremizzarle così da trasformarle in un dono comico, è la ri‐
cerca dell'apertura e l’accettazione della propria vulnerabilità. Cercan‐

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Il circo sociale 

do il proprio clown si riscopre la creatività del bambino interiore pre‐
sente in ogni adulto. 
Nell’arte del  clown  il  ragazzo  afferma  la  propria personalità,  canalizza 
le energie positive ma anche quelle negative e lavora in modo creativo 
su elementi importantissimi quali: 
‐ l’accettazione dell’errore; 
‐ il senso del Ridicolo; 
‐ relazionarsi con gli altri e con un pubblico; 

L’accettazione dell’errore.
L’educazione ci insegna che non si può sbagliare. È proprio la paura di 
sbagliare, di non essere all’altezza che condiziona l’azione di molti gio‐
vani.  Il clown per far ridere deve sbagliare: è proprio  attraverso il fal‐
limento,  il  ”fiasco”  che  il  clown  provoca  il  riso  nel  pubblico.  L’arte  del 
clown  insegna  che  sbagliare  può  essere  accettabile  e  diventare 
un’abilità, insegna a sdrammatizzare il fiasco e a vedere l’errore come 
un’esperienza dalla quale imparare 

Il senso del ridicolo.


I giovani sono spesso condizionati dalla paura di mettersi in ridicolo di 
fronte alle ragazze o ai loro stessi compagni. In alcune culture maschili‐
ste l’uomo non può concedersi di essere ridicolo o verrebbe meno il suo 
potere e il suo carisma. Il bullo è serio ed è lui a mettere in ridicolo i più 
deboli. Attraverso il clown il ragazzo può concedersi di mettersi in gio‐
co, di essere ridicolo e al tempo stesso di essere accettato dai suoi pari, 
facendoli ridere. 

Relazionarsi con gli altri e con il pubblico.


L’arte  del  clown  è  anche  arte  di  relazione.  Il  clown  lavora  prevalente‐
mente in coppia (la spalla), interagisce con gli altri artisti circensi pre‐
stando  contemporaneamente  attenzione  al  pubblico,  coinvolgendolo, 
cercandone i favori e stimolandone il riso. 

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Il mimo

Convenzionalmente  si  indica  con  il  verbo  mimare  un’azione  gestuale 


che  intende  parlare  senza  mai  ricorrere  alle  parole.  Mimare,  presso  i 
romani e i greci, significava invece raccontare con il corpo e la voce in‐
dossando maschere. Mimare era anche saltare con i trampoli, fare gio‐
chi acrobatici e di danza recitando e cantando, utilizzando quindi ogni 
mezzo. Il mimo antico era reputato dalle classi più agiate e colte un ge‐
nere  di  intrattenimento  da  censurare.  Solo  quando  la  popolazione  co‐
mune cominciò a mostrare per il mimo un grande interesse, si arrivò ad 
accettarlo. Nella  convenzione  classica  il  mimo  è  in  primo  luogo,  colui 
che recita senza parole.  
Non  bisogna  però  confondere  l'arte  del  mimare  con  un  linguaggio 
per muti. Il mimo è funzionale, quando si riescono a raggiungere, con la 
gestualità, effetti di comunicazione più chiari di quanto non  si riesca a 
fare con la parola.  
Mimare  non  consiste  neppure  nell’imitare  ciecamente  le  gestualità 
naturali,  ma  alludere,  indicare,  far  immaginare.   Esistono  centinaia  di 
gesti convenzionali che vengono usati tutti i giorni per comunicare ra‐
pidamente: portare la mano all'orecchio per far capire che non sentia‐
mo,  portare  la  palma  della  mano  contro  la  guancia  e  reclinare  il  capo 
per indicare che abbiamo sonno, e cosi via. Questi sono tutti gesti che il 
mimo deve  dimenticare,  proprio  perché sono  stereotipati  e  quindi ba‐
nali.  I  gesti,  in  teatro,  bisogna  reinventarli,  ripartire  dalla  realtà  e  non 
dalle convenzioni. 
Per  diventare  bravi  mimi  bisogna  esercitarsi  innanzi  tutto  a  cono‐
scere il proprio corpo, far sì che il corpo risponda svelto, agile e armo‐
nioso: muovere gli arti uno alla volta, e altro ancora.  
Bisogna poi imparare a respirare in giusto rapporto con il gesto, fat‐
tore molto importante.  
Ed  infine  il  mimo  deve  imparare  la  manipolazione:  saper  costruire 
con le mani gli oggetti nel nulla, dando l'impressione di afferrarli, muo‐
verli o posarli. Se si usano entrambe le mani l'oggetto sarà descritto con 
più precisione e se il gesto è calibrato si potrà capire anche il suo peso. 
Nel mimo è bene sviluppare i gesti e le articolazioni, mettere in parteci‐

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Il circo sociale 

pazione  arti,  muscoli,  leve,  che  nello  sforzo  reale,  normalmente  non 
vengono sollecitati. Questo serve a dar chiarezza e a determinare lo sti‐
le del gesto che viene sbanalizzato e amplificato. 
È  inoltre  importante  prendere  misure  che  rendano  credibili  le  di‐
mensioni degli oggetti: se si finge di avere in una mano una bottiglia e 
nell'altra  un  bicchiere  che  devo  riempire  e  li  allontano  troppo,  darò 
l'impressione di avere una bottiglia dal collo lunghissimo; se li avvicino 
troppo invece il collo sparirebbe, la differenza vista da fuori è notevole. 
Il bello del mimo e rendere interessante un gesto che di per sé non 
lo è, come appunto versare dell'acqua in un bicchiere. Se però ci si limi‐
ta ad applicare i gesti naturali, il tutto diventa banale, piccolo e soprat‐
tutto  non  verosimile.  Nel  mimo  bisogna  amplificare  qualsiasi  piccolo 
gesto per renderlo credibile, il mimo manipola la realtà.  
Per essere mimi bisogna acquisire un grande bagaglio di conoscenze 
tecniche, ma il giorno in cui ci si è appropriati di tutta la tecnica possibi‐
le, bisogna imparare, come, dove e quando applicarla e soprattutto im‐
parare a farne anche a meno. Il mimo che insiste a descrivere ogni par‐
ticolare diventa fastidioso, noioso. Quindi bisogna imparare a buttar via 
tutto il superfluo, dimostrando sintesi e stile.  

Valenze psico-pedagogiche del Mimo


Con lo studio e la pratica dell’arte del mimo si sviluppano: 
‐ padronanza del corpo, 
‐ presenza e attenzione, 
‐ concentrazione, 
‐ comunicazione, 
‐ capacità di comunicare. 

Padronanza del corpo


Con il suo corpo il soggetto riproduce il mondo fisico, i movimenti e le 
immagini. In generale deve essere in grado di controllare il proprio po‐
tenziale  energetico,  poiché  l’energia  è  responsabile  delle  capacità  di 
portamento, di concentrazione e dei movimenti. Per ottenere tutto ciò è 
necessario seguire la regola dell’“economia del movimento” ossia “una 
quantità minima di energia per il massimo del risultato” (corpo econo‐
mico). 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Presenza e attenzione
Sono i tre requisiti per riempire lo spazio – “sono qui, completamente, 
in questo momento nell’area di rappresentazione” 
Occorre  sviluppare  una  consapevolezza  di  sé  nello  spazio,  ossia  il 
senso  cinestesico  “un  senso  per  mezzo  del  quale  vengono  percepiti  il 
movimento muscolare, il peso e la posizione nello spazio”. 
Pertanto  “avere  presenza”  significa  essere  completamente  lì,  con 
l’attenzione  focalizzata  sulla  rivelazione  degli  eventi  così  come  si  di‐
spiegano davanti. Questa sagace consapevolezza e prontezza dovrebbe‐
ro  estendersi  e  proiettarsi  verso  il  pubblico,  ossia  “sono  mentalmente 
qui:  in  ogni  luogo,  in  quello  spazio  davanti  al  pubblico  e  desidero  ri‐
specchiarlo per mezzo del corpo”. 

Concentrazione
Un  altro  aspetto  importante  è  la  concentrazione,  perché  se  il  soggetto 
non è concentrato la sua presenza diminuisce, cessa di essere presente 
e così rischia che nessuno lo segua. 
La  concentrazione  dell’attore  dirige  l’attenzione  del  pubblico  verso 
ciò che sta succedendo, invitando così tutti a partecipare all’azione. In 
questo momento lo spettatore è in connessione con l’energia dell’attore 
e le dinamiche sono reciproche, la comunicazione, è stabilita: lo scam‐
bio  è  continuo.  Comunicare  vuoi  dire  «rendere  comune».  Da  un  lato 
questo  significa  condividere,  instaurare  un  legame,  essere  in  contatto; 
dall’altro  vuol  dire  trasmettere  messaggi,  far  sapere,  scambiare  infor‐
mazioni.  

Comunicazione
La  comunicazione  non  verbale  o  analogica,  tipica  del  mimo,  per  il  suo 
carattere figurativo, aperto a diverse letture ha un grande potere “ma‐
gico” se si considera le svariate forme di approccio che si possono avere 
con il linguaggio del volto, dei gesti, del corpo.  
Ingiusto  e  miope  è  sottovalutare  la  possibilità  di  comunicare  con 
bambini  piccoli  o  con  chi  è  introverso,  timido,  spaventato,  oppure  im‐
possibilitato  da  deficit  permanenti  o  transitori.  In  situazioni  di  questo 
tipo sarà ancora più importante valorizzare, più che il linguaggio parla‐
to,  la  mimica  e  il  comportamento.  La  via  comunicativa  per  entrare  in 
relazione non sempre è evidente; anzi, a volte è impercettibile, la si tro‐

60   
Il circo sociale 

va dopo vari tentativi e in tempi non sempre brevi, esplorando con deli‐
catezza i diversi livelli. 
La comunicazione e l’intesa si troveranno attraverso un gesto espli‐
cito o appena accennato, una frase comprensibile, uno sguardo espres‐
sivo, un sorriso di complicità. 

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ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS 

ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS 

ViviamoInPositivo
Uniti per crescere insieme

L’associazione  no‐profit  ViviamoInPositivo  nasce  a  Torino  il  15  feb‐


braio  del  1997  fondata  dalla  dott.ssa  Maria  Luisa  Mirabella  e  da  suo 
marito Sergio Pinarello. Al nome ViviamoInPositivo viene subito accop‐
piato  un  motto:  “Uniti  per  crescere  insieme”.  Lo  scopo  che  la  Associa‐
zione si prefigge consiste nel migliorare la qualità della vita delle per‐
sone attraverso la diffusione di un insieme di valori e conoscenze utili a 
alla “crescita personale” degli individui. In undici anni di attività anche 
l’Associazione  stessa  è  cresciuta,  sia  in  quantità  che  in  qualità.  Le  in‐
formazioni che seguono sono quelle che hanno riferimento col progetto 
CircoStanza mentre per altre notizie su ViviamoInPositivo rimandiamo 
ai siti internet www.viviamoinpositivo.org e www.clownterapia.it. 
Nel 1999 l’Associazione include tra le sue attività un laboratorio di 
Comicoterapia,  il  laboratorio  –  inizialmente  inteso  a  sviluppare  delle 
capacità a  uso  personale  –  ha  successo e  viene  successivamente  rimo‐
dellato  in  forma  di  corsi  di  Clownterapia,  ovvero  l’uso  delle  abilità  del 
clown (la comicità, unità ad abilità in diverse arti circensi), rivolta agli 
altri per sollevare lo spirito e trasmettere messaggi e valori positivi. Si 
forma un gruppo di volontari che si reca nelle strade, in case di riposo, 
in orfanotrofio. 
Nel 2000 i volontari cominciano a essere accolti anche negli ospeda‐
li  di  Torino.  L’iniziativa  si  allarga  presto  a  tutta  Italia,  anche  grazie  al 
sito  internet  dedicato  (www.clownterapia.it).  Dai  corsi  per  volontari 
clown si formano dei gruppi che formano delle associazioni di volonta‐

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

riato indipendenti ma che scelgono di restare connesse a ViviamoInPo‐
sitivo, adottandone il nome lo statuto e i valori.  
L’Associazione ViviamoInPositivo, riconosciuta nell’anno 2008 come 
APS  (Associazione  di  Promozione  Sociale)  continua  l’opera  iniziale  di 
studio, ricerca e formazione. ViviamoInPositivo cura la formazione dei 
volontari clown di corsia di tutta Italia, occupandosi della produzione di 
corsi  quali  i  c o r s i clo w n b a s e,  i  c o rs i clo w n a va n zat i,  i  c o r s i
s p eci a l is t i c i  (“Oncologici”,  “Missioni”,  …),  i  co rs i -tr ai ne r   (i  trainer 
si occupano nelle associazioni di organizzare condurre e gli incontri di 
allenamento periodico dei volontari), i co r s i - di r i ge nt i (per i membri 
dei direttivi delle associazioni).  
Dal 2005 ViviamoInPositivo avvia il progetto CircoStanza che verrà 
in seguito definito e diffuso presso altre associazioni VIP. 
Nell’anno  2008,  ViviamoInPositivo  APS,  mantenendo  le  attività  di 
formazione  orientate ai  volontari  clown, estendendo  il  progetto  Circo‐
Stanza  e  riprende  anche  alcune  delle  attività di  formazione  nel  campo 
della crescita personale rivolte a singoli individui e coppie. 

Valori e principi guida di VIP ViviamoInPositivo

ViviamoInPositivo
Significa  affrontare  insieme  la  vita,  accettandone  ogni  suo  aspetto.  Vi‐
viamoInPositivo vuol dire apprendere, realizzare in noi e portare ad al‐
tri quanto può aiutare a vivere meglio. 

Uniti per crescere (e ridere) insieme


Solo insieme e uniti ci si può confrontare, specchiare negli altri, si impa‐
ra ad accettare e si è accettati. Riconosciamo nel nostro motto gli ideali 
di Fratellanza, Unione e Solidarietà. 

Lo spirito clown
Riscoprire  il  bambino  interiore,  sviluppare  la  fantasia,  la  creatività,  la 
capacità  di  vedere  il  positivo  e  buffo  delle  cose,  la  gioia,  l’armonia, 
l’apertura,  l’accettazione  e  altri  atteggiamenti  positivi.  Sono  queste  le 
qualità che ci permettono di diventare “portatori di gioia”, che rendono 
capaci di trasformare l’atmosfera dei luoghi in cui c'è disagio e di stimo‐
lare nelle altre persone gli stessi sentimenti che ci animano. 

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ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS 

La formazione
La  conoscenza  e  l’esperienza  si  possono  moltiplicare  quando  vengono 
condivise, ci trasformano e, una volta acquisite, diventano un bagaglio 
personale che non si può più smarrire. La formazione ha valore per noi 
in quanto è lo strumento che abbiamo scelto per diffondere i valori, le 
conoscenze  e  le  esperienze  che  riteniamo  possano  aiutare  a  rendere 
migliore il mondo. 

L’esempio
Qualunque  nostro  comportamento  costituisce  sempre  un  esempio  che 
diamo a chi ci è vicino e questa è una responsabilità verso coloro con i 
quali  interagiamo.  I  volontari  e  gli  operatori  VIP  sono  anche  i  rappre‐
sentanti  della  filosofia  “ViviamoInPositivo”  e  si  impegnano  per  essere 
coerenti con essa. 

La Federazione VIP Italia ONLUS


Nel  2003, dalle prime 10 associazioni VIP (ViviamoInPositivo), nasce la 
federazione VIP Ital ia O nl us  con diversi intenti, tra i quali: 
- fungere  da  organo  di  collegamento  e  condivisione  per  le  associa‐
zioni e i volontari VIP; 
- essere un marchio nazionale per il volontariato VIP; 
- affrontare le esigenze comuni delle associazioni federate fornendo 
dei servizi di informazione, formazione e altri tipi di supporto; 
- garantire in tutta Italia una qualità costante, sia di formazione dei 
volontari che di servizio, definendo regole comuni; 
- essere  un  referente  nazionale  per  quanto  concerne  il  volontariato 
in ospedale; 
- favorire  lo  sviluppo  di  progetti  comuni,  a  livello  nazionale,  che  le 
singole associazioni non potrebbero, da sole, mettere in atto, quali 
missioni all’estero o interventi in situazioni differenti dall’ospedale; 
- coordinare eventi quali raduni o giornate di raccolta fondi naziona‐
li. 
Nel 2008 VIP Italia ONLUS rappresenta 35 associazioni, per un totale di 
2700  volontari  che  operano  come  clown  di  corsia  in  93  ospedali  con‐
venzionati in Italia. Ai volontari clown di corsia  si richiede la disponibi‐
lità  per  due  servizi  in  ospedale  e  due  incontri  di  formazio‐

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

ne/allenamento al mese. I servizi avvengono nel fine‐settimana, gli in‐
contro di formazione sono usualmente serali, durante la settimana. 
Alle  assemblee  nazionali  partecipano  rappresentanti  di  tutte  le  as‐
sociazioni per confrontarsi e decidere insieme delle linee guida comuni 
per quanto riguarda il volontariato clown, organizzare eventi nazionali 
quali i raduni o la giornata di raccolta fondi annuale e sviluppare altri 
progetti  socio‐educativi,  come  progetti  missionari  (con  i  volontari‐
clown) all’estero  e come il progetto CircoStanza in Italia.  
Attraverso le azioni di raccolta fondi nazionali VIP Italia sostiene la 
formazione specialistica per i volontari clown delle associazioni italiane 
e i progetti CircoStanza nelle associazioni che non hanno opportunità di 
autofinanziarsi. 

Dal Clown sociale al Circo sociale: CircoStanza


L’esperienza  maturata  dal  1998  al  2005,  sia  sul  versante  della  forma‐
zione sia sul versante del servizio dei volontari clown svolto in strada, 
in  corsia  d’ospedale,  in  comunità,  in  famiglia,  nelle  scuole  e  nelle  mis‐
sioni  in  Paesi  in  via  di  sviluppo  ci  ha  fatto  capire  che  l’intervento  del 
clown  e  delle  arti  circensi  può  avere  valore  non  solo  terapeutico,  ma 
anche sociale, anche se in questo caso il tipo di servizio non può essere 
portato  avanti  da  volontari  perché  richiede  particolare  competenza  e 
un impegno di tempo maggiore e usualmente durante i giorni feriali. Si 
tratta insomma di un tipo di servizio più mirato e incisivo, che prevede 
anche attività educativa e formativa.  
Avendo la disponibilità a Torino di educatori, formatori e artisti cir‐
censi,  abbiamo  valutato  la  possibilità  di  attivare  un  centro  diurno  cir‐
cense per bambini e adolescenti a rischio, dove fosse possibile applicare 
la pedagogia del circo. L’idea del centro diurno circense è per ora accan‐
tonata, non disponendo ancora di fondi sufficienti e di una sede adatta, 
ma  invece  è  stato  alla  nostra  portata  il  creare  un  “circo  portatile”,  “a 
domicilio”, che possa avere luogo all’aperto o in un piccolo spazio, per 
portare la pedagogia del circo laddove si trovino minori e adolescenti a 
rischio:  in  quartieri  cittadini  difficili,  in  centri  di  aggregazione,  nelle 
scuole, nei carceri. Ecco come è nata l’idea del Progetto CircoStanza, “il
circo in una stanza per cambiare le circostanze della vita”. Anche un si‐
mile progetto richiede dei fondi, ma le raccolte fondi della Giornata del 
Naso Rosso 2005‐2006‐2007 e un finanziamento della Fondazione CRT 
ci hanno permesso di attivarlo e sostenerlo. 
CircoStanza nasce come laboratorio di circo sociale adatto a essere 
svolto in centri di aggregazione giovanile, carceri, scuole, territorio. Cir‐

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ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS 

coStanza  ha  come  obiettivo  primario  quello  di  favorire  l’integrazione 


sociale  di  minori  e  adolescenti  coinvolgendoli  in  attività  ove  essi,  ap‐
prendendo delle  abilità,  si  troveranno  a  sviluppare  pazienza,  attenzio‐
ne,  capacità  di  collaborare  in  un  gruppo,  fiducia…  In  campo  educativo 
riteniamo  però  che  non  si  possa  prescindere  dal  “fattore  umano”,  nel 
senso  che  i  risultati  dipenderanno  molto  dagli  operatori  coinvolti,  dai 
loro valori, dalla loro preparazione, sensibilità, impegno. La scelta degli 
operatori è quindi un fattore fondamentale. 
Le  arti  circensi  si  rivelano  molto  adatte  a  favorire  l’integrazione 
multietnica perché possono essere insegnate, apprese e praticate anche 
ove  vi  siano  grandi  diversità  linguistiche  e  culturali.  All’acrobatica,  la 
magia, il clown, la giocoleria si uniscono la musica, i giochi per stimola‐
re fiducia e cooperazione. A livello di gruppo questi ingredienti realiz‐
zano un alto livello di coinvolgimento e unione. A livello individuale, le 
attività  portano  i  giovani  a  sviluppare  la  creatività,  acquisire  abilità  e 
dimostrandolo a sé e agli altri accrescendo l’autostima e la fiducia in sé. 
Il tutto in un ambiente (il circo),  dove la diversità è una ricchezza, dove 
anche  l’errore  diventa  un  valore  (il  clown)  o  è  accettato  come  parte 
dell’apprendimento  (delle  diverse  arti),  dove  ciascuno  può  trovare  il 
proprio ruolo senza dover competere e cercare di prevalere. 
Il modello di attività sviluppato a Torino è stato poi trasmesso ad al‐
tre associazioni del circuito ViviamoInPositivo (quelle federate alla Fe‐
derazione VIP italia ONLUS) che lo hanno applicato nelle rispettive cit‐
tà. 
 

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Il progetto CircoStanza 

Il progetto CircoStanza 

Il circo in una stanza per cambiare le circostanze della


vita

Obiettivi generali del progetto “CircoStanza”


o Integrazione e socializzazione 
o Integrazione multietnica  
o Prevenzione e cura del disagio giovanile 
o Riduzione del danno 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Metodologia di intervento di CircoStanza


CircoStanza è un progetto di “Circo Sociale”. I programmi svolti si basa‐
no  principalmente  su  combinazioni  di  arti  circensi  con  musica,  danza, 
arti sceniche. 
In particolare, si insegna ai ragazzi la giocoleria (palline, clave, kiwi‐
do, devil stick, diablo), l’equilibrismo (piatti cinesi, rola‐bola, uniciclo), 
l’acrobatica, la clownerie (costruzione di gag e di spettacoli), il mimo e 
la magia. 
Il ragazzo che si avvicina a questa attività può avvicinarsi scegliendo 
lo strumento/materia che preferisce, in base alle sue attitudini. Le scel‐
te e le opinioni dei ragazzi vengono ascoltate, si dà sostegno e incorag‐
giamento al desiderio di fare e alla voglia di confrontarsi con una diffi‐
coltà, una sfida con se stessi in un contesto non competitivo. 
Al tempo stesso attraverso queste discipline si favorisce l’attività fi‐
sica e la conoscenza del proprio corpo, il rispetto dei compagni, il lavo‐
ro di gruppo, la disciplina, la costanza e la capacità di superare gli erro‐
ri. Si trasmettono valori positivi che hanno a che fare con la solidarietà 
e l’integrazione sociale e multietnica. I programmi didattico‐educativi si 
delineano  in  base  alle  esigenze  alle  attitudini  e  alle  volontà  dei  ragaz‐
zi/e. 

70   
Il progetto CircoStanza 

Alcuni strumenti usati in CircoStanza

Devilstick-Flowerstick
Diablo

Palline

Uniciclo-Monociclo

Rola bola

Piatti cinesi

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Anno 2005 - I primi passi di CircoStanza


CircoStanza  inizia  nel  quartiere  popolare  San  Paolo  di  Torino,  presso 
l’area di socialità giovanile dell’oratorio San Paolo, con bambini in pre‐
valenza seguiti dai Servizi Sociali. Anche i genitori dei bambini parteci‐
pano all’attività che non adotta metodologie totalmente circensi, ma fa 
uso  della  clownterapia.  Un  volontario  collabora  con  gli  operatori.  Il 
progetto prosegue per un anno e mezzo. 
A  termine  laboratorio  vengono  effettuati  2  spettacoli  svolti  dai 
bambini stessi. 
I  genitori  dei  bambini  ci  chiedono  di  proseguire  il  percorso  anche 
privatamente, ma ci vediamo costretti a declinare l’invito perché inizia 
la collaborazione con il carcere minorile Ferrante Aporti. 

2007-2008 – Ampliamento di CircoStanza in Italia


Grazie alla raccolta fondi della Giornata del Naso Rosso del 2007 e 2008 
VIP Italia ha potuto finanziare altri 4 progetti CircoStanza: a Genova nel 
quartiere  di  Cornigliano,  a  Palermo  presso  l’IPM  Malaspina,  a  Catania 
presso  il  Carcere  Minorile  Bicocca  e  ad  Asti  in  forma  domiciliare  per 
bambini disabili. 
A Modena da 2 anni è attivo CircoStanza presso 2 comunità di recu‐
pero di minori ex prostitute e tossicodipendenti. L’associazione VIP di 
Modena autofinanzia il progetto. 
Il sito internet dedicato al progetto Circostanza si trova all’indirizzo: 
www.circostanza.org 
 

72   
CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

Obiettivi specifici del progetto CircoStanza-IPM


Applicare la metodologia della pedagogia del circo per migliorare 
attenzione, costanza, disciplina e coordinamento fisico; 
Restituire alle emozioni positive (speranza, fiducia, gioia, riso...) il 
giusto spazio nel processo di integrazione e di inserimento sociale; 
Incentivare l’autonomia dei giovani utenti; 
Permettere l'espressione positiva e pacifica di conflitti, disagi, contenuti 
aggressivi, insicurezze, timidezze; 
Creare o migliorare la comunicazione, le relazioni interculturali e la 
socialità;  
Stimolare e valorizzare nei giovani ristretti le abilità creative al fine di 
rinforzare l’autostima. 

L’equipe CircoStanza “Carcere minorile” a Torino


I personaggi che hanno condotto e conducono il progetto Circostanza a 
Torino (sia in IPM che in una scuola che in strada) e che hanno redatto 
le relazioni che costituiscono la seconda metà di questo testo sono 5: 
- Maria Luisa, clown Aureola (formatore, responsabile di proget‐
to e supervisore), 
- Sara, clown Maggiolina (educatore e coordinatore del proget‐
to), 
- Luca, clown Geppetto (coordinatore e consulente artistico), 
- Nicola, clown Smilzo (consulente artistico circense), 
- Jenni, clown Pepita (consulente artistico). 

  73
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

La formazione degli operatori CircoStanza-Ferrante


Per prepararci ad affrontare la nuova esperienza di CircoStanza in car‐
cere  abbiamo  usufruito,  a  Torino,  di  un  corso  organizzato  dal  Gruppo 
Abele  (che  opera  da  decenni  anche  nell’ambiente  carcerario)  e  di  un 
corso  presso  lo  stesso  IPM  Ferrante  Aporti,  coordinato  dalla  associa‐
zione “Aporti Aperte”. 
 

Formazione con l’Università della Strada (Gruppo Abele)


Il  corso  è  stato  finalizzato  soprattutto  all’acquisizione  degli  elementi 
ambientali,  psicologici  e  normativi  indispensabili  per  svolgere 
un’attività  in  istituzioni  totali  quali  gli  istituti  penitenziari.  Alcuni  dei 
temi affrontati: l’Istituzione e l’ambiente carcerario; le regole e i limiti 
dell’intervento; i rapporti in carcere con i detenuti; l’ambiente; le aspet‐
tative; le regole non scritte; la relazione di aiuto nelle istituzioni totali.  
Il docente del corso è stato Giuseppe Forlano della Università della 
Strada del Gruppo Abele. 

Formazione con “Aporti Aperte”


L'Associazione  Aporti  Aperte  è  un’associazione  di  volontariato  senza 
fini di lucro che opera a favore dei minori che entrano in contatto con i 
servizi della Giustizia Minorile e si propone di "aprire le porte" del car‐
cere  alla  città  e  al  territorio  nel  quale  è  inserito,  rendendo  meno  pro‐
fondi i confini di una realtà che ha voglia di farsi conoscere, di comuni‐
care con l'esterno. 
L'Associazione, oltre a prestare opera di volontariato all'interno del‐
l'IPM, svolge attività con i minori in uscita dal circuito penale ed in par‐
ticolare segue alcuni ragazzi che in messa alla prova si sono resi dispo‐
nibili a svolgere attività socialmente utili.  
La  formazione  con  Aporti  Aperte  ha  trattato  i  seguenti  temi:  orga‐
nizzazione  e  regolamento  dell’Istituto;  i  mediatori  culturali;  informa‐
zioni sulle zone di provenienza dei ragazzi. 

74   
CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

Protocollo d’intesa tra Vip Italia e CGM Torino


 
Stipulato il 16‐7‐2007 
 
Si stipula il presente Protocollo d’Intesa fra il Centro per la Giustizia 
Minorile del Piemonte e Valle d’Aosta e la Federazione ViviamoInPosi‐
tivo VIP Italia ONLUS con sede a TORINO per la prosecuzione di una 
collaborazione efficace nel sostenere tutte le azioni in corso mirate al 
miglioramento della qualità della vita per i minori, italiani e stranieri, 
ristretti in Istituto o in carico ai Servizi Minorili dell’Amministrazione 
della Giustizia di Torino. 
 
Premesso che 
 
I Centri per la Giustizia Minorile sono competenti per la ricerca ed uti‐
lizzazione delle risorse presenti sul territorio al fine di costruire inter‐
venti significativi ai fini di un effettivo recupero sociale dei minorenni e 
giovani adulti sottoposti a procedimento penale minorile;  
La Federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS ha assicurato ‐ a 
partire dal mese di ottobre 2006 ‐ la presenza di 4 operatori CircoStan‐
za specializzati in Clownterapia, tra cui 1 educatore professionale, 2 
tecnici artistici ed una psicologa, affiancati da un supervisore per 2 in‐
contri alla settimana (con il Gruppo Levante e il gruppo Maestrale) uni‐
tamente ad una presenza costante e qualificata nell’organizzazione del‐
la vita di Istituto (coordinamento, formazione, feste, tornei, ecc.);  
La collaborazione fra i Servizi della Giustizia Minorile e la Federazione 
ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS è parte di un proficuo lavoro di re‐
te, nell’ambito del Progetto di Sistema che vede la collaborazione attiva 
con tutte le realtà che lavorano per promuovere il diritto di cittadinan‐
za 
 
Ritenuto che 
 
Il Centro per la Giustizia Minorile, direttamente o attraverso i Servizi ad 
esso afferenti, è chiamato ad individuare e realizzare interventi utili e 
significativi per questi giovani, in collegamento con le altre istituzioni 
pubbliche e/o private che operano sul territorio di competenza;  
La Federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS è disponibile ad as‐
sicurare, in un’ottica di continuità con il progetto “CircoStanza: Il Circo 
in una stanza”, l’intervento già in corso presso l’IPM Ferrante Aporti, 

  75
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

contando oltre che sulle proprie risorse, sul contributo finanziario elar‐
gito dalla Fondazione CRT, attraverso il progetto “Saper donare‐
UnoxUno 2006” 
 
Visto 
 
La Legge 354/1975 
Il DPR 448/1988 
Il D. Lgs. 272/1989 
La Legge 266/1991 
Il D. Lgs. 286/1998 
Il D.P.R.230/2000 
La Legge 189/2002 
 
Tutto ciò premesso 
 
Tra il Dott. Antonio PAPPALARDO, Dirigente del Centro per la Giustizia 
Minorile del Piemonte e Valle d’Aosta con sede in Torino, Corso Unione 
Sovietica n° 327 e la Dott.ssa Maria Luisa Mirabella, Presidente della 
Federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS con sede in Torino, via 
Cristalliera n° 25, si perviene alla stipulazione del seguente Protocollo 
d’Intesa nel quale convengono quanto segue: 
 
Il Centro per la Giustizia Minorile, attraverso i propri Servizi, si impe‐
gna: 
‐ a favorire l’attività degli operatori CircoStanza, clownterapisti della 
Federazione VIP Italia nel lavoro diretto con i ragazzi ristretti italiani e 
stranieri;  
‐ a favorire, altresì, in ogni modo la partecipazione dei ragazzi che lo 
desiderino ai momenti organizzati dagli stessi operatori CircoStanza, 
secondo un programma concordato con le Direzioni e mettendo a di‐
sposizione idonei locali; 
 
La Federazione ViviamoInPositivo VIP Italia ONLUS si impegna a: 
‐ ad assicurare la continuità del percorso socio‐educativo previsto dal 
Progetto “CircoStanza” proponendo operatori CircoStanza di provata 
esperienza ed in possesso dei requisiti richiesti per l’ingresso 
all’interno dell’Istituto “Ferrante Aporti”; 
‐ a continuare a garantire per l’anno 2007‐2008 e, se le condizioni lo 
consentiranno, anche in futuro, la presenza dei suoi operatori Circo‐

76   
CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

Stanza secondo il calendario concordato e più precisamente nelle gior‐
nate di:  
‐ Lunedì dalle ore 15.30 alle ore 17.00: compresenza di due operatori 
CircoStanza (o più, quando possibile) presso la sezione femminile 
dell’IPM “Ferrante Aporti”; 
‐ Mercoledì dalle ore 15.30 alle ore 17.00: due operatori CircoStanza (o 
più, quando possibile) presso la sezione maschile “Levante”dell’IPM 
“Ferrante Aporti”. 
 
Entrambi i firmatari s’impegnano ad attivarsi nella ricerca di possibili 
iniziative che non siano esclusivamente a favore dei minori presenti in 
Istituto, ma possano diventare una risorsa ulteriore in particolare per i 
giovani seguiti anche solo in area penale esterna.  
 
Si prevede una verifica almeno annuale della collaborazione posta in 
essere e ci si impegna a dare ogni possibili visibilità al presente accordo 
progettuale. 
  
 Tutti gli interventi posti in essere dalle équipe professionali coinvolte 
dovranno rispondere ai criteri di centralità del minore, collaborazione 
fra operatori CircoStanza ed integrazione degli interventi. 
 
Letto, confermato e sottoscritto. 
 
Torino, li 16 luglio 2007 
 
 
Per il Centro per la Giustizia Giustizia Minorile del Piemonte e Valle 
d’Aosta:  
. . . . . . . . 
    
Per la Federazione ViviamoInPositivo – VIP Italia onlus: 
. . . . . . . . 
 

  77
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Le riunioni Stop & go


L’IPM Ferrante Aporti ha istituito dei regolari momenti di condivisione 
tra  tutti  gli  operatori  delle  attività  che  si  svolgono  al  Ferrante  Aporti, 
insieme  alla  Direzione,  agli  educatori,  agli  agenti  (quando  riescono  ad 
intervenire), agli psicologi e alle agenzie che collaborano con il Ferran‐
te. 
Le riunioni Stop & Go sono 5 in un mese, due per il gruppo di acco‐
glienza e una per ognuno degli altri tre gruppi. Ogni riunione Stop & Go 
si svolge al mattino e dura all’incirca 2 ore. A ciascuna riunione Stop & 
Go  partecipa  almeno  un  operatore  di  Circostanza  e  prepara  una  rela‐
zione ad uso del resto dell’equipe. 

I rapporti interpersonali tra noi e il Ferrante


Con la Direzione del Ferrante e con l’Ufficio Tecnico‐Pedagogico abbia‐
mo rapporti più frequenti, gli altri operatori e gli agenti li incontriamo 
una volta alla settimana durante le riunioni di coordinamento dei grup‐
pi o durante la programmazione degli eventi o in sede di verifica. 
In particolare in due anni di attività al Ferrante possiamo dire che i 
rapporti tra gli operatori  CircoStanza e quelli  del Ferrante sono: 
Con la Direzione: ottimi, collaborativi, di reciproco scambio e confron‐
to. Abbiamo avuto un momento di difficoltà di comunicazione solamen‐
te  nel  periodo  di  cambio  di  direzione.  Riconosciamo  e  apprezziamo  la 
disponibilità della Direzione. 
Con il Dirigente del CGM: anche se formali, sempre di reciproca colla‐
borazione  e  informazione.  Abbiamo  notato    la  presenza  del  Dirigente 
sia durante diverse riunioni, convegni e momenti formativi, sia durante 
gli eventi di festa con i ragazzi,  ne abbiamo apprezzato la chiarezza di 
esposizione e il condividere il percorso progettuale con gli operatori. 
Con gli educatori: rapporti cordiali, collaborativi durante le riunioni di 
coordinamento (che vengono chiamate “Stop & go). Ci piacerebbe avere 
maggiori rapporti con gli educatori in quanto CircoStanza è un progetto 
educativo.  Un  maggiore  confronto  sui  metodi  educativi  e  sulla  cono‐
scenza dei ragazzi con gli educatori del Ferrante ci sembra possa essere 
proficuo. 

78   
CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

Con gli agenti di polizia penitenziaria:  quasi  con  la  totalità  degli  a‐
genti abbiamo avuto ottimi rapporti di reciproca simpatia. Non ci sono 
tante occasioni di confronto con gi agenti se non nel momento in cui ci 
portano  i  ragazzi  o  in  cui  li  vengono  a  riprendere.  In  alcune  occasioni 
anche qualche agente ha preso parte alle attività e È capitato che alcuni 
di loro abbiano partecipato alla nostra attività e quando è accaduto ab‐
biamo notato che per i ragazzi è stato molto piacevole e per loro rilas‐
sante. Abbiamo notato anche che quando i ragazzi hanno acquisito una 
qualche abilità a giocolare oppure quando si vestivano da clown, ci te‐
nevano che l’agente di turno li vedesse. Con qualche agente più presen‐
te in attività, abbiamo stabilito rapporti di maggiore conoscenza e qual‐
cuno di loro ha imparato a giocolare con le palline. Dato che gli agenti 
sono quelli che di più stanno con i ragazzi, la loro presenza alle riunioni 
Stop & Go sarebbe sempre necessaria. Ci piacerebbe anche partecipas‐
sero di più alla nostra attività, sarebbe positivo per i ragazzi e rilassante 
anche per loro, ma il regolamento non prevede questo tipo di ricreazio‐
ne durante il servizio per gli agenti. 
Con gli altri operatori del Ferrante:    (Scuola,  AICS,  ForCoop,  Aporti 
Aperte,  Gruppo  Abele,  Fanon,  Servizio  Civile,  ecc.):  ci  incontriamo  du‐
rante le riunioni di Coordinamento Stop & Go e alle riunioni di verifica e 
di  programmazione  attività.  I  rapporti  con  alcuni  sono  di  buona  colla‐
borazione, con altri solo di ascolto.  
Al di là degli incontri istituzionalizzati ci si incontra alle feste con i ra‐
gazzi. Ultimamente, con gli incontri di programmazione, abbiamo avuto 
modo di conoscerci meglio e di apprezzare la reciproca collaborazione. 
 

  79
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

CircoStanza IPM Ferrante Aporti e le risorse impiegate


Ci  sembra  utile  dare  un’idea  dell’impegno  personale  e  economico  ri‐
chiesto da un progetto come il CircoStanza al Ferrante Aporti. 
Consideriamo  che  ci  sono  attività  a  ciclo  settimanale,  altre  a  ciclo 
mensile, e altre sporadiche durante l’anno.  
Consideriamo l’attività che prevede un incontro settimanale per cia‐
scuno dei quattro gruppi di ragazzi ristretti. 

Attività a ciclo settimanale


Attività a cadenza settimanale con i ragazzi: da 2 a 4 operatori per cia‐
scun  incontro.  Dato  che  i  gruppi  sono  isolati  uno  dall’altro  e  si  lavora 
con  un  gruppo  alla  volta,  In  un  pomeriggio  si  possono  incontrare  due 
gruppi. 
Nel  periodo  2006‐2007,  CircoStanza  ha  operato  con  solo  due  dei 
quattro  gruppi:  Ragazze  (Maestrale)  e  Ragazzi  (Levante).  Due  ore  per 
ogni gruppo = 16 ore al mese x 12 mesi = 192 ore/anno per ciascun o‐
peratore. 
Nel periodo 2007‐2008, CircoStanza ha operato con tutti i 4 gruppi, 
occupando per l’attività due pomeriggi per l’incontro con i ragazzi e al‐
cune mattine per gli incontri di  opera in 4 gruppi: ragazze (gruppo Ma‐
estrale) e Ragazzi (gruppi Libeccio, Grecale, Levante), due ore per ogni 
gruppo = 24 ore al mese x 12 mesi = 288 ore/anno per ciascun operato‐
re. 

Attività a ciclo mensile


Ogni  mese  si  svolgono  5  riunioni  “Stop  &  Go”,  dove  gli  operatori 
dell’IPM  e  quelli  esterni  si  incontrano  per  confrontarsi  e  aggiornarsi. 
Alle riunioni Stop & Go partecipano almeno un operatore (a volte due) 
e relaziona all’equipe. 
L’impegno è di circa 10 ore al mese per undici mesi per un totale annuo 
di 110 ore (considerando un solo operatore). 
 

80   
CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

Attività non ricorrenti, richieste durante l’anno


Durante il corso dell’anno si verificano diversi incontri di progettazio‐
ne, coordinamento e verifica. Altri impegni sono costituiti da alcune oc‐
casioni di festa o sportive dove tutti i gruppi di ragazzi ristretti parteci‐
pano e incontrano anche la cittadinanza e alle quali partecipano anche 
gli operatori di CircoStanza. Cerchiamo di farne un elenco: 
- programmazione eventi, 3‐4 incontri l’anno = 15 ore circa; 
- progettazione,  4  giornate  per  anno  ‐  settembre‐ottobre  =  40 
ore circa; 
- giornate di formazione, 1‐2 giornate per anno = 20 ore circa); 
- incontri di verifica, 3‐4 giorni 2 volte l’anno (giugno‐dicembre) 
= circa 80 ore; 
- riunioni per comunicazioni speciali , non quantificabili; 
- riunioni per altra formazione, non quantificabili; 
- festa di Natale, intorno a fine Dicembre, 6‐8 ore; 
- altri due o tre eventi festivi/sportivi nell’anno; 
Alle precedenti attività partecipano almeno 3 o 4 operatori. 
Altro tempo è quello dedicato alla preparazione dei programmi e del 
materiale necessario all’attività 
- Preparazione/programmazione/preparazione  attrezzi  x  attivi‐
tà: h 10/mese. 
Formazione degli operatori Circostanza (4 operatori) = 60 ore/anno. 
Costo per operatore (lordo): 20 €/h x 40 h mensili = 800 al mese. 

Costo del progetto CircoStanza Carcere per 1 anno:


Considerando  un  costo  per  operatore  lordo  di  20  euro  all’ora  e  un 
impegno di 40 ore mensili per 12 mesi in un anno, ciascun operatore ha 
un costo di 9600 euro per anno. 
Considerando  l’impegno  di  un    educatore,  un  consulente  artistico, 
un  formatore    e  un  operatore  circense  (quattro  persone),  il  costo  del 
personale risulta di 38.400 euro ai quali si aggiungono altri costi di spo‐
stamento e di alcuni materiali usati. 

  81
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Finanziamenti:
Il progetto Circostanza è sostenuto da privati e donatori. Gli enti benefi‐
ciari non hanno oneri economici. 
Nel periodo 2006‐2007 VIP Italia, con la raccolta fondi della Giorna‐
ta  del  Naso  Rosso  ha  potuto  destinare  al  Progetto  CircoStanza  23000 
euro. 
Nel periodo 2007‐2008 il fondo di 23000 euro per Circostanza ha potu‐
to essere raddoppiato, grazie a un bando di finanziamento del Gruppo 
CRT (Cassa di Risparmio di Torino) e il progetto CircoStanza ha potuto 
essere completamente finanziato dai 46000 euro risultanti.  
Nel periodo 2008‐2009, dalla raccolta fondi della Giornata del Naso 
Rosso sono stati destinati 36.000 euro (per tutta la attività di Circo‐
stanza: in IPM, a scuola e in strada). 
 

82   
CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

2006 - CircoStanza entra all’IPM Ferrante Aporti di


Torino
Inizia  ad  ottobre  2006  la  colla‐
borazione  con  l’Istituto  Penale 
Minorile  (IPM)  Ferrante  Aporti. 
Inizialmente  ci  vengono  affidati 
due gruppi: Il gruppo Levante, di 
orientamento  e  progettazione 
individuale  per  i  ragazzi,  e  il 
gruppo  Maestrale,  riservato  alle 
ragazze.  
Il  laboratorio  CircoStanza  si 
svolge  in  orario  pomeridiano 
dalle  15.30  alle  17.00  in  maniera  continuativa  settimanalmente  nei 
giorni feriali (1 incontro per ogni gruppo) per circa 11 mesi l’anno (una 
pausa di tre settimane in agosto). 
Nel 2008 i gruppi che ci vengono affidati sono tre: Libeccio (ragazzi 
appena arrivati in carcere). Grecale (di osservazione e orientamento) e 
Maestrale (le ragazze). Dal luglio 2008 si aggiunge nuovamente il Grup‐
po  Levante  (lunga  permanenza):  gli  operatori  CircoStanza  seguono 
quindi tutti e quattro i gruppi dell’IPM. 
L’intervento di CircoStanza prevede alcune fasi:  
‐ creazione della relazione; 
‐ primo approccio agli attrezzi; 
‐ insegnamento degli attrezzi; 
‐ creazione di una routine artistica (ove possibile). 
Le  difficoltà  riscontrate  all’inizio  dell’attività  sono  state:  lavorare 
con ragazzi e ragazze di diverse nazionalità per la maggioranza stranie‐
ri,  alcuni  con  scarsa  conoscenza  della  lingua  italiana;  lo  stato  di  diffi‐
denza  iniziale;  le  diverse  culture  e  tradizioni.  In  alcuni  casi  l’uso  degli 
attrezzi viene considerato dai ragazzi (per lo più quelli di lingua araba) 
come sminuente della loro dignità.  Alcuni hanno visto nell’apprendere 
queste discipline delle prospettive lavorative.  
L’accoglienza  della  attività  di  CircoStanza  è  stata  favorita  dagli  in‐
terventi dei Ragazzi di Bucarest e della “Scuola di Cirko” che hanno sen‐
sibilizzato favorevolmente i ragazzi verso la nostra attività. 
Abbiamo rilevato che l’utilizzo della musica in alcuni casi quando ci 
sono  ragazzi  delle  stessa  nazionalità,  unisce,  fa  da  polo  catalizzatore, 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

facilita relazioni e crea l’atmosfera adatta a praticare le attività circensi; 
in altri casi divide: ragazzi rumeni, albanesi, italiani, slavi, di cultura a‐
raba vogliono ognuno la “loro” musica. 
Con le ragazze abbiamo notato che la musica favorisce la tristezza: 
la ascoltano, cantano e poi piangono. 
In  due  anni abbiamo  svolto  interventi con  circa  un  centinaio di  ra‐
gazzi e ragazze ristretti. 
Dopo un primo periodo in cui ci “studiano”, i ragazzi per lo più ten‐
dono ad accettarci e l’accettazione porta con sé la voglia di apprendere 
l’uso  degli  attrezzi  circensi  e  di  giocare  con  noi.  Quasi  tutti  i  ragazzi 
hanno provato almeno un attrezzo, alcuni hanno imparato bene a gio‐
colare  con  tre  palline  o  ad  usare  il  Diablo  e  i  Devil.  Quasi  tutti  hanno 
imparato esercizi di acrobatica. Una volta che si è creta la relazione af‐
fettiva e la fiducia, i ragazzi accettano anche di usare la clownerie e di 
inscenare le gag.  
CircoStanza  in  carcere  favorisce  l’integrazione  e  la  socializzazione 
dei  ragazzi  e  li  rilassa, attenuando  tensioni  anche  in  momenti  partico‐
larmente difficili. 
L’impegno di collaborazione con l’Istituto comprende, oltre alle ore 
di attività con i ragazzi e le ragazze, anche un incontro mensile per cia‐
scuno dei quattro gruppi, chiamato “Stop & Go” rispettivamente con gli 
educatori, gli agenti e gli psicologi dell’IPM e gli operatori delle altre at‐
tività; due incontri l’anno di 4‐5 giorni per la progettazione degli inter‐
venti,  per  la  verifica  e  per  organizzare  le  feste  per  i  ragazzi  durante 
l’anno. 

2008, al Ferrante anche con i volontari


Durante  il  percorso  all’IPM  Ferrante  Aporti  abbiamo  stabilito  rela‐
zioni  soddisfacenti  con  diversi  ragazzi  e  ragazze.  L’atmosfera  è  stata 
quasi sempre rilassata e al tempo stesso attiva. Abbiamo potuto appu‐
rare che lo stato di tranquillità e di buon umore che si creava durante 
l’attività in diversi casi permaneva anche nelle ore seguenti.  
I ragazzi, pur potendo scegliere di rimanere in cella, hanno pratica‐
mente  sempre  dimostrato  gradimento  per  l’attività  di  CircoStanza,  di 
volta in volta ritornando agli incontri.  
Il Progetto CircoStanza è un progetto pedagogico ed educativo con‐
dotto  da  operatori  specializzati  e  si  svolge  in  giorni  feriali,  in  maniera 
continuativa, pertanto non prevede il coinvolgimento di volontari. 
Già nel 2007 alcuni volontari clown delle associazioni ViviamoInPo‐
sitivo di Torino e Alessandria hanno espresso desiderio di prestare ser‐

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CircoStanza incontra il Ferrante Aporti 

vizio in un carcere minorile e il fatto che i ragazzi ristretti ormai aves‐
sero familiarità con gli operatori VIP (e viceversa), ha reso concepibile 
l’idea di affiancare al progetto CircoStanza anche un servizio di volonta‐
riato che è stato denominato “Volocarcere”. 
Gli aspiranti volontari hanno cominciato col seguire il corso di for‐
mazione proposto dall’Associazione “Aporti Aperte”.  
Altri volontari VIP che non hanno potuto frequentare questa forma‐
zione hanno partecipato alla formazione preparata dagli operatori Cir‐
coStanza di VIP, dove sono state date ai volontari informazioni sul rego‐
lamento interno del Ferrante Aporti, sull’organizzazione e sulla geogra‐
fia di provenienza dei ragazzi ristretti. 
Una selezione degli aspiranti (in base a criteri di idoneità al tipo di 
servizio) ha permesso di formare il gruppo di volontari di Volocarcere.  
Dopo le necessarie procedure burocratiche, a febbraio 2008 è inizia‐
to il primo servizio dei volontari. Con la Direzione del Ferrante si è con‐
cordato  di  rivolgere  il  servizio  dei  volontari  ai  ragazzi  del  gruppo  Le‐
vante, in modo da dare una continuità al lavoro svolto con questo grup‐
po per un anno. 
 

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Verifica fine anno 2007 

Verifica fine anno 2007 

Considerazioni
Al colloquio di verifica di fine anno (2007) la Direzione dell’IPM Ferran‐
te Aporti riconosce che l’attività CircoStanza è molto apprezzata dai ra‐
gazzi  e  dalle  ragazze  e,  a  seguito  dell’introduzione  obbligatoria  della 
scuola nel gruppo Levante, la Direzione ci chiede di seguire i primi due 
gruppi di ragazzi: Libeccio (Transito) e Primo gruppo, il Grecale, insie‐
me al gruppo Maestrale delle ragazze. 
Ci dispiace molto abbandonare il lavoro con il Levante ma accettia‐
mo questa nuova sfida. 
I ragazzi dei primi due gruppi sono quelli che, essendo appena arri‐
vati e in attesa di processi, hanno meno attività e, essendo nuovi, devo‐
no ancora ambientarsi e quindi… quale migliore occasione che iniziare 
con CircoStanza? 

Anche i volontari andranno al Ferrante


Un nuovo evento segna la collaborazione tra ViviamoInPositivo e l’IPM 
Ferrante  Aporti:  da  febbraio  inizia  il  servizio  mensile  dei  volontari  al 
Ferrante. 
Previa preparazione formativa un gruppo di volontari di VIP Torino 
e VIP Alessandria e i Clown Joy una domenica al mese prestano servizio 
presso il Gruppo Levante durante l’ora d’aria dalle 15.30 alle 17.00 

Riprende l’attività con il Levante


Dopo  qualche  mese  di  attività,  alla  verifica dopo Pasqua,  chiediamo  di 
riprendere l’attività con il Levante. Ci sembra importante poter prose‐
guire  il  percorso  con  i  ragazzi  che  così  possiamo  seguire  per  diversi 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

mesi e creare con loro non solo buone relazioni, ma anche un buon per‐
corso. 
A  luglio  2008  l’attività del  Progetto CircoStanza con  l’IPM  Ferrante 
Aporti  comprende  tutti  e  4  i  gruppi:  Libeccio,  Grecale,  Levante  e  Mae‐
strale. 

Aspetti favorevoli
Seguire tutti e 4 i gruppi ci permette di conoscere meglio i ragazzi, sta‐
bilire  relazioni  più  profonde  con  loro,  approfondire  gli  insegnamenti 
circensi  con  alcuni  di  loro,  creare  una  sintonia  tale  da  poter  utilizzare 
anche la clownerie con i ragazzi. 

Aspetti sfavorevoli
Logistica 
Quando  abbiamo  iniziato  l’attività  con  il  Grecale  eravamo  in  palestra, 
l’ambiente era troppo scuro, c’era il pallone e il lancio del pallone a for‐
te  velocità  creava  pericoli  per  noi  operatori.  Inoltre,  contemporanea‐
mente  all’attività  nostra  c’era  il  momento  di  aria  delle  ragazze,  il  che 
distraeva parecchio i ragazzi che finivano per stare appiccicati alla por‐
ta a gridare cose alle ragazze… 
Così l’attività di CircoStanza è stata spostata nella sala di ricreazione 
al 2° piano, questa sala ha il tetto basso ed è di pochi metri quadri, con‐
tiene  inoltre  un  calcetto  e  un  tavolo  da  ping‐pong  più  un  altro  tavolo. 
Diventa arduo svolgere attività quali l’uniciclo, i giochi di squadra, e la 
stessa giocoleria diventa problematica dato il soffitto basso. 
Ci siamo adattati ma ci sono stati momenti difficili a luglio, quando i 
ragazzi  erano  12  e  faceva  caldo,  la  situazione  poteva  diventare  vera‐
mente tesa. 
Durante la verifica di fine giugno abbiamo chiesto alla Direzione di 
poter  avere  una  stanza  tutta  per  noi,  da  chiamare  appunto  “Cir‐
co‐stanza” dove poter lasciare gli attrezzi, poterla arredare da “circo” e 
renderla funzionale per l’attività circense. 
La Direzione si è mostrata molto favorevole, aspettiamo gli sviluppi 
futuri. 
 

88   
Relazione di supervisione 2007‐2008 

Relazione di supervisione 2007‐2008 

Riepilogo Programma svolto:


Il programma del laboratorio CircoStanza ha compreso: 
‐ giochi, comunicazione, integrazione, motricità 
‐ esercizi con attrezzi: rola bola, devilstick, diablo, palline, mono‐
ciclo, kiwido 
‐ tecniche di clownerie 
‐ micromagia 
‐ preparazione spettacolo 
‐ spettacolo 

Obiettivi generali
Gli obiettivi generali del progetto CircoStanza sono: 
‐ coinvolgimento e partecipazione attiva degli utenti 
‐ lavoro sulla corporeità (arti circensi, danza, acrobatica) 
‐ incentivazione alla creatività (uso di trucchi e costumi, improv‐
visazione, gag, spettacoli) 
‐ educazione alla cooperazione (acrobatica di gruppo, giochi di 
squadra e di gruppo) 
‐ integrazione multietnica (giochi e esercizi con gruppi misti) 

Gli strumenti che sono stati utilizzati:


‐ palline, clave, anelli 
‐ rola bola, monociclo, pedalò 
‐ kiwido, bandiere, nastri 
‐ devilstick, diablo,  
‐ corda 
‐ carte da gioco 
‐ gioco Memory (carte con immagini doppie da accoppiare) 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

‐ costumi, parrucche, maschere, trucchi 
‐ trucchi di magia 

CircoStanza in un carcere minorile


CircoStanza è un progetto educativo rivolto ai minori a rischio e basato 
sulla Pedagogia del Circo. Mantenendo fermi gli elementi di base, Circo‐
Stanza è un progetto che deve sapersi adattare ai diversi contesti in cui 
si  svolge.  Fare  CircoStanza  in  un  contesto  nuovo,  quale  in  questo  caso 
un carcere minorile, comporta anche un lavoro di sperimentazione e di 
adattamento che ci porta a scoprire o ideare nuove strategie per riusci‐
re  a  coinvolgere  i  nostri  utenti  e  condividere  con  loro  qualcosa  che  ci 
auguriamo e riteniamo possa aiutarli a stare meglio, con se stessi, tra gli 
altri, con gli altri e per gli altri..  
Prima che al Ferrante Aporti, la metodologia di CircoStanza è stata 
applicata in strada, in centri giovanili e in scuole. In tutti i casi gli “uten‐
ti” sono giovani di diverse etnie che si trovano in stato di emarginazio‐
ne e che in certi casi hanno o potrebbero sviluppare comportamenti an‐
tisociali dovuti al desiderio di far parte di un gruppo o di dimostrare in 
qualche modo il loro valore. 
Al  Ferrante  Aporti  gli  operatori  CircoStanza  hanno  trovato  ragazzi 
prevalentemente stranieri che dovevano fare i conti innanzi tutto con la 
“novità” che ad un’azione di delinquenza corrispondesse una restrizio‐
ne della libertà. L’impatto del carcere su di loro e la loro difficoltà di o‐
rientamento in una struttura con regole rigide sembravano non facilita‐
re un approccio al “buon umore” e alle discipline circensi. 
Anche per la Direzione dell’IPM accettare questa attività è stata una 
sfida e allo stesso tempo un “punto interrogativo”: come avrebbero rea‐
gito i ragazzi alla Comicoterapia? Avrebbero avuto voglia di ridere? A‐
vrebbero sperimentato le arti circensi? 

La scelta e il “lasciare andare”


All’IPM  Ferrante  Aporti  i  ragazzi  e  le  ragazze  scelgono  se  “scendere” 
all’attività o se rimanere in cella, e, se pure scendono, i ragazzi scelgono 
se partecipare all’attività o se restare seduti, se giocare a calcetto o se 
imparare ad usare gli attrezzi circensi, se creare una relazione con noi e 
comunicare o se restare in silenzio o a chiacchierare tra loro.  
CircoStanza in carcere inizialmente per noi era un’incognita: prepa‐
ravamo una scaletta precisa e a volte restavamo frustrati quando i ra‐
gazzi o le ragazze non rispondevano alle nostre aspettative. I primi in‐

90   
Relazione di supervisione 2007‐2008 

contri con i ragazzi del Levante, a novembre del 2006 sono stati difficili. 
Un ragazzo italiano ci ha quasi insultato, denigrando la nostra attività. 
Lo  stesso  ragazzo,  due  incontri  dopo,  ha  chiesto  scusa  e  ha  iniziato  a 
partecipare attivamente, coinvolgendo anche i suoi compagni. 
Pian  piano  con  l’esperienza  abbiamo  imparato  a  non  forzare,  ad  a‐
spettare,  abbiamo  imparato  a  non  avere  “paura”  del  calcetto...  a  dare 
noi l’esempio, a creare relazioni prima di tutto di fiducia, di accettazio‐
ne e di affetto.  
Questo atteggiamento ha rilassato i ragazzi i quali ci hanno più volte 
confermato  di  trovare  nella  nostra  attività  pace  e  serenità:  dopo  un 
primo momento in cui entrano e giocano a calcetto, senza forzature da 
parte nostra, partecipano all’attività provando tutti gli attrezzi, accetta‐
no  l’insegnamento  circense  e  in  alcuni  casi  abbiamo  avuto  a  che  fare 
con veri e propri “talenti”. 

Circo sociale e ragazzi ristretti


La prima cosa che i ragazzi dicono quando vedono gli attrezzi e prova‐
no, ad esempio, le palline è: “Io non sono capace”. Alcuni di loro prova‐
no e imparano, altri provano e tre minuti dopo mollano… 
Con l’acrobatica c’è chi osa, facendo il gradasso, e rischia di farsi ma‐
le e c’è chi assume lo stesso atteggiamento rinunciatario. 
Ed  è  qui  che  subentra  la  pedagogia  del  Circo  Sociale:  gli  operatori 
CircoStanza,  creando  la  relazione  con  il  ragazzo,  lo  esortano  ad  avere 
fiducia nelle sue capacità, a insistere nell’apprendimento, a praticare la 
costanza  e  la  disciplina,  a  usare  gli  attrezzi  con  cura,  a  fare  gioco  di 
squadra.  
Abbiamo  a  che  fare  con  adolescenti  che  hanno  spacciato,  rapinato 
ma  che fondamentalmente  hanno  un’autostima  molto bassa  e,  quando 
si accorgono di riuscire a “tenere su” tre palline o a salire l’uno sull’altro 
creando delle figure di acrobatica o a creare uno spettacolo di magia, si 
illuminano e acquisiscono non solo autostima, ma anche protagonismo 
sano. 
Alcuni  ragazzi,  soprattutto  italiani  ci  hanno  detto  che  rischiare  du‐
rante  una  rapina  era  molto  eccitante,  l’adrenalina  del  rischio  è  una 
componente ricercata dall’adolescente che “deve” dimostrare a se stes‐
so e al gruppo di avere coraggio, di essere “grande”. 
Alcune  delle  arti  circensi  che  possiamo  praticare  in  carcere  (unici‐
clo, rola‐bola, acrobatica) hanno una componente di “rischio” che attira 
molto i ragazzi, ma il rischio circense è un rischio “sano” e controllabile. 
La pratica delle arti circensi richiede attenzione, costanza e disciplina e 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

questo  i  ragazzi  lo  imparano  praticando.  Quando  riescono  ad  andare 


sull’uniciclo, a stare in equilibrio sul rola‐bola o a non cadere durante la 
composizione  di  una  figura  acrobatica,  i  ragazzi  provano  emozioni 
spesso anche forti, aumentano la loro autostima, sono di esempio verso 
i  compagni  e  allo  stesso  tempo  diventano  loro  i  protagonisti 
dell’esibizione.  
Tra un esercizio e un allenamento, gli educatori CircoStanza spiega‐
no ai ragazzi che “insistere” nel provare gli attrezzi fino ad averne pa‐
dronanza può servire loro anche nella vita quotidiana e che la pazienza 
e la costanza sono qualità importanti, che si possono sviluppare. 
In un caso, insegnare l’uso della respirazione durante l’esecuzione di 
figure  acrobatiche  ad  un  ragazzo  iperagitato  e  molto  impulsivo  ha  se‐
gnato una svolta nel suo atteggiamento e un forte miglioramento nella 
sua autostima.  

Fattori che hanno ostacolato l’attività


Abbiamo identificato alcuni fattori che talora hanno impedito, ostacola‐
to o condizionato l’attività. Diversi di questi fattori non sono modifica‐
bili, ma riteniamo utile citarli. La capacità di improvvisare e la flessibili‐
tà sono doti fondamentali per gli operatori CircoStanza, perché se si af‐
fronta  un  servizio  con  l’aspettativa  di  poter  condurre  un  programma 
prestabilito si rischia facilmente la frustrazione.  
La musica è richiesta ma causa anche contese tra i ragazzi di diverse 
etnie. La musica si dimostra utile per l’attività, ma regolarmente i 
ragazzi di etnie diverse entrano in contesa per poter ascoltare la musica 
dei rispettivi Paesi. Le ragazze, oltre a contendersi la musica, 
ascoltando alcune canzoni si intristiscono e piangono. Un equilibrio tra 
i generi e una scelta dei brani da portare mettere a disposizione ha 
mitigato il problema. 
Nei periodi di sovraffollamento del carcere i ragazzi appaiono più 
nervosi e suscettibili. Partecipano ugualmente all’attività ma sono 
irrequieti, fumano di più e sono più propensi a entrare in conflitto tra 
loro. 
Lo spazio per svolgere l’attività non sempre è adeguato. Quando si è 
operato in locali di dimensioni limitate (in altezza o superficie) non si è 
potuto usare alcuni attrezzi. Inoltre, quando il numero di ragazzi è stato 
più elevato (abbiamo avuto un massimo di 20 ragazze e di 12 ragazzi), i 
locali in uso hanno reso difficile lo svolgersi dell’attività.  

92   
Relazione di supervisione 2007‐2008 

Il freddo o il caldo condizionano le attività. Quando nei locali ove si 
svolgevano le attività le temperature sono state particolarmente fredde 
d’inverno o calde d’estate hanno condizionato la scelta delle attività da 
proporre e hanno diminuito la partecipazione dei ragazzi. 
E’ accaduto a volte che l’attività non iniziasse all’ora prevista, le 
procedure causano talora ritardi. Mentre con il gruppo delle ragazze – 
che non necessita di essere trasferito – si riesce di solito a iniziare 
all’ora prevista, con i gruppi dei ragazzi dobbiamo spesso attendere che 
questi vengano portati nel locale (che non sempre è stato sempre lo 
stesso) ove svolgere l’attività. In pochi casi l’attività non ha potuto 
avere luogo per un mancato coordinamento tra la portineria (che 
accoglie gli operatori) e gli agenti del piano (che trasferiscono i 
ragazzi). 
Abbiamo riscontrato momenti di tensione diffusa tra i ragazzi solo nei 
periodi di sovraffollamento del carcere. In altri casi la tensione o il 
nervosismo riguardava singoli ragazzi, preoccupati perché in attesa di 
processo o maldisposti per non avere ricevuto visite dai familiari.  
In due anni di attività solo un paio di ragazzi hanno mostrato 
atteggiamenti provocatori e a tratti pericolosi. 

L’esperienza con i ragazzi ci ha insegnato…


Abbiamo imparato a programmare di meno e ad essere pronti a 
modificare sia le aspettative, sia le scalette.  
Con i ragazzi abbiamo capito che la giocoleria funziona sempre. Anche 
quando entrano in sala e quasi istintivamente si rivolgono al calcetto o 
il palestra al pallone, è solo questione di tempo e poi lasciano il calcetto 
e il pallone e si rivolgono agli attrezzi circensi, dandoci modo di 
praticare con loro e talvolta di insegnare. 
L’acrobatica, il monociclo e i rola‐bola piacciono molto ai ragazzi sia per 
il rischio a loro connesso (vedi sopra) sia perché forse a loro sembra 
più semplice che giocolare con tre palline.  
Il devilstick è risultato un ottimo strumento per il primo approccio con 
la giocoleria perché le figure base sono relativamente facili da 
apprendere. 
Sono stati ottenuti buoni risultati di apprendimento di giocoleria 
(soprattutto palline) con i ragazzi rumeni, rom e senegalesi. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Il diablo ha attirato i ragazzi rom e marocchini.  
La magia ha coinvolto sempre tutti, anche gli italiani. 
Con le ragazze hanno funzionato i kiwido, i nastri e anche le palline. 
L’uso del monociclo, data la sua difficoltà, ha dato pochi risultati 
tecnicamente validi, ma è risultato molto utile per i ragazzi 
particolarmente impulsivi e “difficili”. 
L’acrobatica ha coinvolto sempre tutti, come la magia, anche quelli che 
non hanno voluto provare nessun attrezzo. 
I ragazzi senegalesi hanno una grande capacità atletica e un senso del 
ritmo molto sviluppato, sono tuttavia molto chiusi e per creare una 
relazione con loro ci sono voluti diversi incontri. Una volta creata la 
relazione, hanno imparato bene e con costanza l’uso degli attrezzi. 
I ragazzi rom slavi e i ragazzi marocchini sono quelli che hanno 
dimostrato meno fiducia in se stessi, ma ci sono stati diversi casi di 
ragazzi che hanno dimostrato buone capacità artistiche anche dal lato 
“clown”: abbiamo creato momenti veramente divertenti di clownerie 
con ragazzi marocchini e rumeni. 
Con i ragazzi rumeni e con i ragazzi albanesi è stato molto facile creare 
relazioni e la loro presenza è per lo più stata positiva per l’attività e di 
esempio positivo per gli altri. 
I ragazzi marocchini per la maggioranza sono entrati in relazione con 
noi con facilità, con alcuni di loro che sono rimasti diversi mesi si è 
creata una relazione affettiva che ha portato i ragazzi a confidarsi e ad 
aprirsi. I ragazzi marocchini hanno inoltre accolto le nostre operatrici 
come sorelle e “zie”, con molto rispetto e affetto. 
Abbiamo constatato che avere pazienza, rispettando la volontà di chi 
non intendeva partecipare all’attività, ci ha portato in diversi casi 
“difficili” a risultati stupefacenti: ragazzi che dapprima ci hanno 
ignorato e snobbato malamente, dopo alcuni incontri hanno cambiato 
atteggiamento, collaborando e partecipando con piacere all’attività. 
Un altro risultato positivo è stato la facilità di entrare in empatia con i 
ragazzi, ciò lo abbiamo imputato al fatto che l’attività circense e di 
Comicoterapia facilita il crearsi di relazioni allegre e spontanee e 
questo ha portato i ragazzi ristretti a rilassarsi e ad aprirsi, accettando 

94   
Relazione di supervisione 2007‐2008 

perfino “ramanzine” educative che in alcuni casi hanno portato anche 
alcuni ragazzi a modificare atteggiamenti autodistruttivi. 
Consideriamo un ottimo risultato aver creato in diverse occasioni 
“squadre” miste per esigenze di attività (figure acrobatiche, giochi di 
squadra), con ragazzi di diverse etnie, anche quando sapevamo dagli 
operatori del Ferrante che tra loro c’erano situazioni di tensione.  

L’esperienza con le ragazze ci ha insegnato…


Abbiamo ottenuto risultati positivi con le ragazze quando i gruppi 
erano più piccoli (intorno ai 6 elementi) e, il risultato migliore si è 
ottenuto con una ragazza rimasta per diverso tempo da sola. Abbiamo 
potuto creare relazioni di fiducia, tirare su di morale ragazze depresse e 
con il primo gruppo di ragazze abbiamo anche imbastito un piccolo 
spettacolo. 
E’ stato un risultato positivo integrare rom slave e rom rumene in 
diverse occasioni attraverso i giochi di fiducia e l’acrobatica. 
Il successo e il progredire dell’attività dipende molto dal gruppo: con 
alcuni gruppi di ragazze siamo andati oltre le nostre aspettative, 
riuscendo a svolgere giochi di fiducia, attività di mimo, danza, 
coreografie, ecc.  

Fattori di Positività
Essere quasi sempre in 3‐4 operatori per gruppo. 
L’empatia e la facilità di creare relazioni quasi da subito con i ragazzi. 
L’affetto che i ragazzi e le ragazze ci dimostrano. 
La fiducia che si crea naturalmente tra noi e i ragazzi appena dopo 
qualche incontro. 
Il buon rapporto che abbiamo con gli agenti e gli educatori del Ferrante 
e la loro collaborazione. 
La disponibilità della Direzione del Ferrante a venire incontro alle 
nostre esigenze. 
La possibilità di confronto con gli operatori del Ferrante (riunioni Stop 
& Go, verifiche) 
Gli incontri formativi offerti dal Ferrante. 

  95
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

L’incontro con i Ragazzi di Bucarest: i ragazzi, dopo questo incontro, 


hanno apprezzato maggiormente la nostra attività e hanno visto che 
anche loro possono essere capaci di fare quanto hanno visto fare da 
quei ragazzi. 
Le feste: sono eventi che i ragazzi aspettano e che aiuta a socializzare e 
migliorare le relazioni in maniera informale. 
Foto-video: è stato fondamentale aver avuto l’autorizzazione ad usare 
la fotocamera/videocamera in attività (a esclusivo uso interno) perché 
in alcuni casi aiuta ai ragazzi a sentirsi protagonisti e incentiva la loro 
partecipazione. Abbiamo imparato a “nostre spese” a non dare più le 
foto stampate ai ragazzi,cosa che poteva poi creare situazioni di 
tensione dopo l’attività. 

Cose da migliorare
La logistica: la stanza per l’attività con i gruppi Grecale e Libeccio e con 
le ragazze è troppo piccola per la nostra attività. Auspichiamo di poter 
avere una sala idonea ed esclusivamente adibita al Progetto 
CircoStanza. 
Attività con gli operatori del Ferrante: ci piacerebbe che gli operatori 
del Ferrante, mediatori, educatori, agenti o psicologi potessero fare una 
formazione di circo sociale con noi, pensiamo che l’umore se ne 
avvantaggerebbe e così pure lo scarico di tensioni. 
Clownerie: dare più spazio, tra le arti circensi che compongono 
CircoStanza, alla figura del clown, che ha dimostrato di essere un 
elemento che facilita il “mettersi in gioco dei ragazzi, coinvolge il 
gruppo e crea allegria.  

Idee e proposte
Minispettacoli con merenda: si è parlato di organizzare dei mini 
spettacoli con i ragazzi durante l’ora di attività, ma non essendoci il 
“pubblico” questo non ci è sembrato realizzabile. Sarebbe interessante 
invece stabilire una volta al mese una data in cui durante l’ora di 
attività per 20‐30 minuti i ragazzi e le ragazze si possano esibire 
davanti ad un pubblico (educatori, agenti, psicologi, servizio civile, 
insegnanti, mediatori) e poi fare merenda, tutti insieme. 
Clownerie: preparare gag clown facili da eseguire con ragazzi/e 

96   
Relazione di supervisione 2007‐2008 

Video: sfruttare in maniera più creativa lo strumento “video” per 
costruire durante un incontro delle mini‐scene da riprendere per poi 
rivederle insieme ai ragazzi e infine montarle per creare un film. 
Ipotizzare uno o più canovacci clown da proporre loro o, se possibile, 
da sviluppare insieme a loro.

  97
Le relazioni degli operatori, anno 2006 

Le relazioni degli operatori, anno 2006 

Premessa
Nell’Ottobre del 2006 inizia al Ferrante Aporti il progetto CircoStanza. 
Fino al Gennaio 2008 il Progetto interesserà due dei quattro gruppi di 
ragazzi del Ferrante, il Levante (gruppo di ragazzi ristretti “stabile”) e il 
Maestrale (gruppo delle ragazze). 
Gli operatori che hanno incontrato settimanalmente i ragazzi sono: 
clown  Geppetto,  clown  Aureola,  clown  Pepita,  clown  Maggiolina  e 
clown Smilzo. Normalmente ciascun “servizio” ha coinvolto almeno tre 
degli operatori. 
Ogni  servizio  viene  svolto  con  un  singolo  gruppo  (Levante  o  Mae‐
strale) e il tempo a disposizione è di un’ora e mezza, anche se è normale 
che  l’inizio  della  attività  abbia  qualche  ritardo.  I  servizi  relativi  ai  due 
gruppi sono stati svolti in due pomeriggi della settimana diversi. 
I ragazzi dei gruppi sono stati generalmente tutti presenti alle attivi‐
tà, il loro numero oscillava tra i quattro e i nove. Ci sono stati casi ecce‐
zionali quale quello in cui si è scelto di avere solo due operatori, perché 
le ragazze erano venti e lo spazio destinato alla attività era scarso. 

  99
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Durante l’attività si cerca di coinvolgere i ragazzi, che vengono invi‐
tati a sperimentare e fare pratica con gli attrezzi da equilibrismo e gio‐
coleria,  si  mostrano  e  insegnano  dei  trucchi  di  magia,  si  fa  acrobatica, 
clownerie, mimo. Ma oltre alle arti circensi gli operatori ricorrono a tut‐
te le risorse che hanno a disposizione, dalla musica (quella dei diversi 
Paesi da cui i ragazzi provengono), ai diversi giochi (giochi “di fiducia”, 
giochi collaborativi, giochi di aggregazione, giochi per scaricare la ten‐
sione), al fare delle foto o dei filmati per poi rivedersi. C’è molto spazio 
per la creatività e l’improvvisazione. Tutto questo aiuta ragazzi di etnie 
diverse a stare insieme e collaborare. 
Per ogni incontro è stata fatta una relazione da uno degli operatori e 
queste relazioni sono raccolte in questo capitolo. Il materiale presenta‐
to  apparirà  pressoché  come  è  stato  scritto  “a  caldo”,  non  riteniamo  di 
dover cercare di riscriverlo, ma ci pare possa avere un senso pubblicar‐
lo per la sostanza che se ne può trarre. 
Resta da dire che nel gennaio 2008 ci è stato chiesto dalla Direzione 
del  Ferrante  di  spostare  la  nostra  attività  dal  gruppo  Levante,  che  sa‐
rebbe stato occupato nel pomeriggio con la scuola, agli altri due gruppi 
maschili, il Libeccio (transito) e il Grecale (quello dei detenuti con pene 
da  pochi  mesi).  Con  un  po’  di  rammarico  abbiamo  interrotto  l’attività 
con i ragazzi del Levante e ci siamo dedicati agli altri tre gruppi, i due 
maschili  e  quello  femminile.  La  raccolta  di  relazioni  qui  presentata  si 
chiude al 28 Luglio 2008.  

Ottobre 2006 – CircoStanza al Ferrante Aporti


Qui di seguito le relazioni degli operatori dal primo intervento del no‐
vembre 2006. 
Gli  operatori  usano  i  loro  nomi  d’arte:  Aureola,  Geppetto,  Maggiolina, 
Pepita, Smilzo. 

Ottobre 2006 – IPM Ferrante Aporti


Sono le ore 15.00 di una giornata autunnale 
Tracc trac trac… 
si apre il primo portone blindato. 
Primo controllo:”Chi siete?”  
Documenti… Identificazione 
Siamo i clown: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Pepita. 

100  
Le relazioni degli operatori, anno 2006 

Secondo controllo “Cosa volete?”. 
Siamo venuti per i ragazzi del gruppo Levante… ci stanno aspettando. 
Terzo controllo “Cosa portate?”.  
Le palline da giocoleria 
Ok.  Tutto  in  regola:  lasciate  borse,  chiavi  ed  effetti  personali 
nell’armadietto e poi… andate! 
Tracc trac tracc… (l’agente penitenziaria, ci apre l’ennesima porta) En‐
triamo… 
e ora arrivano i ragazzi, 8, 6, 12 dipende dalla volte, non sempre incon‐
treremo  gli  stessi  ragazzi...  tutto  dipende  dal  tribunale,  dalle  udienze, 
dai magistrati, dagli avvocati, dai reati. 
Albania, Marocco, Egitto, Italia, Romania, Bulgaria, Tunisia, Cina, Gabon, 
Senegal, Croazia, i loro paesi di provenienza… 
15, 16, 17, 18, 21 … i loro anni. 
1, 2, 7 pochi tanti  … i reati commessi. 
Pochi giorni o mesi da passare nel carcere… 
Siamo li per loro, siamo li per noi: il circo in una stanza 
Parole  chiave:  giocare,  giocolare,  relazione,  condivisione,  apertura,  a‐
scolto… 
Ha inizio la danza del CircoStanza, dove ogni passo è una conquista, o‐
gni sguardo un pezzetto di relazione in più che si crea. 
C’e’ chi fa, c’e’ chi guarda, c’è chi preferisce non fare perché “oggi non è 
giornata”. 
C’è chi ride, scherza ed apprende veloce a giocolare e si diverte a fare 
piccoli esercizi di passing. 
C’è  chi  non  ne  vuol  sapere,  né  di  noi,  né della  giocoleria…  ma  prima o 
poi, come per magia, eccolo li con le palline in mano… prima le scara‐
venta da una parte all’altra della stanza ma poi inizia a farle volteggiare 
in aria… 
E il tempo vola…  
Ci  salutiamo:  qualche  abbraccio,  qualche  stretta  di  mano,  chissà  se  ci 
incontreremo ancora… 
Tracc trac tracc… 
Si riaprono le tante porte, e tutte le procedure si ripetono al contrario…  
“Quando tornate?” 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

La prossima settimana! 
Si chiude anche l’ultimo portone… 
CircoStanza… il Circo in una stanza… per cambiare le circostanze della 
vita. 
 

8 Novembre 2006 – Gruppo maschile - Levante


Data: 8‐11‐2006 
Ore 15.30 – 17.00 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo 
Ragazzi presenti: 8 (2 italiani – 1 rumeno ‐ 1 croato Rom – 4 marocchini  
Educatori: educatrice del Ferrante S. e agente di polizia penitenziaria M. 
Attività svolte:  Presentazione di Vip ‐ Giocoleria 
Materiali utilizzati: 40 palline da giocoleria  

Relazione di Smilzo

I  ragazzi  già  avevano  un’idea  di  chi  fossimo  per  via  dell’intervento  di 
sabato 4 novembre alla festa del volontariato.  
Due  ragazzi  italiani  sono  scesi  ma  non  hanno  partecipato  alle  attività 
poiché  molto  nervosi  a  causa  di  alcuni  avvenimenti  intercorsi  nella 
giornata precedente (rinvio a giudizio), ma si sono mantenuti calmi ed 
hanno osservato i compagni.  
I ragazzi marocchini hanno partecipato con entusiasmo e con un buon 
coinvolgimento  alla  lezione di  giocoleria, mentre  i  ragazzi  rumeni,  ini‐
zialmente restii, sul finale del pomeriggio si sono animati ed hanno par‐
tecipato ad alcuni esercizi.  

102  
Le relazioni degli operatori, anno 2006 

Il  clima  è  sempre  stato  piacevole,  molto  tranquillo,  anche  se  qualche 
volta  si  è  notato  un  moto di  rabbia,  a  causa di  un gioco  non  riuscito o 
quando per scherzo i ragazzi si tiravano le palline di giocoleria.  
E’ stato interessante vedere i ragazzi che volevano imparare, provare e 
riprovare  lanci  e  prese  abbastanza  difficili  per  una  prima  lezione.  Ci  è 
piaciuto il loro mettersi in gioco da subito e grazie ai primi coraggiosi 
che hanno iniziato, si sono coinvolti anche gli altri compagni che si sono 
uniti pian piano all’attività. 
Un unico momento di nervosismo lo abbiamo notato al momento della 
nostra uscita, fra i ragazzi e l’agente e qualche componente di un altro 
gruppo di ragazzi di passaggio nel corridoio.  
Alcune palline tirate con forza sono state le uniche fonti di preoccupa‐
zione  che  abbiamo  subito  contenuto.  Da  concordare  con  i  ragazzi  la 
“questione sigarette”. Buono il clima tra noi e ottima l’idea di non strut‐
turare i primi interventi in quanto il clima informale sembra poter me‐
glio permettere l’instaurarsi della relazione con i ragazzi. Credo che sia 
opportuno  imporre  (anche  se  mi  sembra  una  grossa  parola)  qualche 
regola per una giusta convivenza in quell’ora e mezza di attività: ad e‐
sempio limitare le sigarette e l’uso improprio del materiale (lanci delle 
palline). 

10 Novembre 2006 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 10‐11‐2006  
ore 15.30 – 17.00 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo 
Ragazzi presenti: 9 (ROM rumene) 
Attività svolte: Presentazione di Vip, giochi di presentazione, musica, 
danze, racconti 
Materiali utilizzati: tappetini 

Relazione di Maggiolina

Le ragazze appena entrate ci hanno subito puntato il dito indicandoci e 
dicendo che ci conoscevano e hanno anche descritto quello che abbia‐
mo fatto allo spettacolo. Dopo aver stretto le mani ed esserci presentati 
abbiamo  sistemato  i  tappetini  a  incastro  per  terra,  li  abbiamo  proprio 
montati insieme ed è stato bello preparare la stanza e gli attrezzi insie‐
me, ci stavano accogliendo nella “loro stanza”.  

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Abbiamo fatto giochi di presentazione, abbiamo ballato, scherzato e a‐
scoltato le loro storie. Il tutto in un clima molto allegro. 
Tutto è andato bene fino alla fine, siamo usciti con molta calma, ci sia‐
mo salutati e abbiamo fissato l’appuntamento a venerdì prossimo! 
Alle ragazze è piaciuto tantissimo ascoltare i racconti delle nostre mis‐
sioni  all’estero,  sono  rimaste  affascinate,  soprattutto  per  la  missione 
Romania.  

15 Novembre 2006 - Gruppo maschile Levante


Data:15‐11‐2006  
Ore 15.30 – 17.00 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo 
Ragazzi presenti: 6 ( 2 italiani – 2 rumeni – 2 marocchini) 1 nuovo 
ingresso 
Attività svolte: giocoleria ‐ acrobatica 
Materiali utilizzati: palline da giocoleria  

Relazione di Maggiolina

Inizio troppo blando. 
Nessun leader del gruppo carismatico tra noi clown. 
Lavoro troppo individuale e poco di gruppo. 
Perché fare acrobatica? Sì gli esercizi facili, ma alcuni esercizi mi sono 
sembrati troppo pericolosi. 
Il gruppo dei ragazzi si stava ripartendo i ruoli di potere. 
Il nuovo ragazzo si è dimostrato calmo, attivo ed interessato. 
Uscita di due ragazzi marocchini che erano leader positivi, abbiamo ac‐
compagnato fuori uno di loro, è stato emozionante . 

104  
Le relazioni degli operatori, anno 2006 

17 Novembre 2006 – Gruppo femminile Maestrale


Data:17‐11‐2006  
Ore 15.30 – 17.00 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo 
Ragazzi presenti: 8 (Rom rumene) 
Attività svolte: Giochi di fiducia con spiegazione del concetto di 
“prendersi cura dell’altro”, danza libera, cerchio di apprezzamenti, 
Abbracci 
Materiali: tappetini a puzzle  

Relazione di Pepita

Le ragazze appena entrate ci hanno salutato gioiosamente. Aureola si è 
presentata ed è stata subito accolta con gioia e manifestazioni di affetto. 
Il clima è allegro, G.. ha subito comunicato con gioia che sarebbe uscita 
il giorno dopo. M. si è seduta accanto alla musica e non ha partecipato ai 
giochi di fiducia, entrando nel cerchio quando abbiamo iniziato a parla‐
re facendo gli “apprezzamenti” in gruppo. Mi. e G.. erano particolarmen‐
te eccitate e coinvolgevano le altre. Hanno accettato le attività proposte 
anche  se  l’eccitazione  generale  era  parecchia  per  cui  le  attività  più 
tranquille venivano bocciate in favore di danza e comunque movimento 
C’è stata commozione nel salutare G.  
Ho  notato  quanto  sia  stato  importante  per  loro  il  nostro  esempio: 
quando  abbiamo  fatto  il  cerchio  di  apprezzamento  inizialmente  parti‐
vano  apprezzando  nell’altro  soprattutto  valori  estetici,  poi  ascoltando 
noi che davamo apprezzamenti più “interiori”, si sono man mano  ade‐
guate. Interessante notare che Ma. (dapprima assente dal gruppo) una 
volta in cerchio, riportava il gruppo alle regole (“abbiamo detto una so‐
la  parola!  …  Dai,  ora  tocca  a  te”…),  partecipando  attivamente.  G.  e  M. 
giocavano a fare le “sensuali” verso Smilzo, ma si vedeva che lo faceva‐
no con affetto. Gli abbracci sono sempre apprezzati  e anche il “batti 5 o 
10”.  
Nel  cerchio  degli  “apprezzamenti”  di  noi  hanno  apprezzato  maggior‐
mente il “cuore”, una di loro ha detto: ”Apprezzo che siate qua con noi”. 
Tutte  hanno  visto  Maggiolina  come  un  bell’esempio  di  donna  “bella 
“dentro e fuori”. 
L’educatrice andando via ci aveva detto che le ragazze erano giù di mo‐
rale e tristi perché G. sarebbe uscita il giorno dopo. Noi le abbiamo tro‐
vate bendisposte e allegre. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

20 Dicembre 2006 - Festa di Natale


Data:20‐12‐2006 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo + 
Donji, Borlotto 

Relazione di Aureola

"Abbiamo preso tutto?” Le casse ci sono, i vestiti clown per le ragazze, 
le parrucche, le clave e le 8 palline di Smilzo e poi c'è con noi Borlotto 
direttamente da Vip Sardegna e Geppetto, Maggiolina, Pepita, Donji, Au‐
reola e ci avviamo verso l'Istituto Penale per Minori Ferrante Aporti di 
Torino. 
L’agente donna all'ingresso va subito in tilt per cercare tutte le autoriz‐
zazioni,  ci  dice  che  può  darci  solo  2  chiavi  per  gli  armadietti  perché 
prevedono l'arrivo di molta gente, dato che oggi c'è la festa del Natale. 
Stipiamo  tutto  il  possibile  nei  due  piccoli  loculi,  mentre  il  materiale 
clown lo mettiamo in una stanza. 
Geppetto, Smilzo, Borlotto e Donji vanno nella sala teatro, dove si svol‐
gerà  lo  spettacolo,  mentre  Aureola,  Maggiolina,  Pepita  vanno  dalle  ra‐
gazze detenute, per vestirle e truccarle. 
Mentre passiamo per le scale dalle celle dei ragazzi gli agenti di polizia 
penitenziaria  ci  chiedono  se  poi  passeremo  anche  dai  ragazzi  e  dopo 
averli rassicurati che ci vedremo tutti in teatro, saliamo un'altra rampa 
di scale.  
L’agente del femminile ci apre il cancello e dopo qualche minuto arriva‐
no le ragazze eccitatissime e preoccupate per lo spettacolo. 
Sono pronte a farsi truccare da clown e si vestono con piacere con i no‐
stri abiti  clown.  Abbiamo  preparato  con loro  la  gag  della  bambola  che 
faranno in due gruppi di tre e poi entreranno con Pepita con i pois per 
fare giocoleria. Con le ragazze truccate e vergognose ma molto  allegre 
scendiamo in teatro. La sala del teatro è molto grande e i ragazzi sono 
già lì con diverse educatrici e i poliziotti, seduti e in attesa. 
Geppetto  presenta  lo  spettacolo,  le  ragazze  si  esibiscono,  sono  timide, 
ma le gags riescono e i ragazzi applaudono.   
Lo  spettacolo  continua:  Smilzo  si  esibisce  con  Borlotto  tenendo  il  ba‐
stone di una scopa in equilibrio sul mento e poi ancora tenendo in equi‐
librio una sedia e poi c'è la gag della "Mosca" con Pepita e Donji e la gio‐
coleria con 7 palline e le clave. 

106  
Le relazioni degli operatori, anno 2006 

Mi  siedo  vicino  a  C.,  un  ragazzone  grande  e  grosso  di  17  anni,  fa  lo 
sbruffone,  ogni  4  parole,  3  sono  "parolacce"...  Gli  chiedo  di  dov'è  e  mi 
dice che è siciliano, di Palermo, si vanta di aver già fatto un anno e mez‐
zo di carcere al "Malaspina" e mi dice che domani ha il processo e, visti i 
precedenti, lo condanneranno ad almeno 3 anni, il suo avvocato oggi gli 
ha detto che chiederà l'infermità mentale."Ma non sono mica pazzo, io 
volevo lavorare, ma mi pagavano poco e per tornare a Palermo ho fatto 
una rapina, solo che avevo precedenti e sono finito qui..." 
Fa  il  gradasso  per  farsi  vedere  forte  dai  compagni,  sbuffa,  dice  che  si 
annoia. Gli dico che i miei genitori sono siciliani ed entriamo in  relazio‐
ne. Mi racconta di avere un bambino e una fidanzata a Palermo che però 
lo viene a trovare una volta al mese. È al Ferrante da 8 mesi e non ne 
può più. Si tira su la manica e insieme ai tatuaggi gli vedo il braccio pie‐
no di tagli. Mi si stringe il cuore: questo ragazzone che sembra spaccare 
il mondo, che gioca a fare il cattivo, è pieno di dolore dentro, un dolore 
così  forte  da  preferire  il  dolore  fisico  inferto  dai  tagli  che  lui  stesso  si 
procura. 
Dietro di lui c’è G., è il più piccolo oggi in carcere, ha 15 anni ed è di Na‐
poli. Lo hanno messo dentro per una rapina fatta a Pavia. 
S..  invece  è  marocchino  ed  è  sempre  sorridente,  è  magrissimo,  ha  15 
anni e mi chiede se dopo, ballo con lui. Gli rispondo che ballerò con mol‐
to piacere e mi volto verso l'unico ragazzo di colore, è da solo, non parla 
con nessuno, non fa gruppo, viene dal Gabon ed è la tristezza fatta per‐
sona. A tavola conoscerò altri 5 ragazzi magrebini, 2 cinesi, un albanese 
e 4 rumeni. 
I ragazzi sembrano avere più rabbia dentro e appaiono meno rassegnati 
delle ragazze e sono più nervosi. 
C., il palermitano continua a parlare con me e mi dice che lui non ha vie 
d'uscita, che lui è "tintu" (cattivo) e che tale rimarrà per tutta la vita. Gli 
dico che tutti hanno la possibilità di cambiare se lo vogliono veramente 
e lui mi risponde: "Tu ce li hai i genitori? Io mia madre l'ho conosciuta 
in carcere, mio padre non l'ho mai visto e mio fratello è al Lucciardone 
(carcere per adulti di Palermo). Che avvenire può avere uno come me? 
Certe vite sono segnate!" 
Nel frattempo tira giù una decina di parolacce e indicando una delle ra‐
gazze detenute fa un apprezzamento pesante. Gli dico di smetterla, che 
potrei essere sua madre e mi deve rispetto. Smette e mi chiede scusa. 
S., il marocchino mi dice che io sono la loro mamma oggi. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Ho iniziato da poco questa attività, so che è facile che i ragazzi mentano, 
so che non devo coinvolgermi, so tutto a livello razionale ma…  
Lo spettacolo finisce e c'è la merenda, si beve il tè marocchino alla men‐
ta  preparato  dalla  mediatrice  culturale  araba,  si  mangiano  focaccia  e 
torte. 
Dopo la merenda ci si scatena in una disco‐dance. 
L'associazione che ha insegnato Hip‐Pop ai ragazzi li fa danzare, alcuni 
sono molto bravi. La danza scarica le tensioni, rende allegri, fa dimenti‐
care di essere in carcere. 
E si balla al ritmo di musiche arabe e tecno. Due ragazzi magrebini bal‐
lano insieme, le ragazze sono più timide, ma quando il ritmo è orienta‐
leggiante si cimentano in danze del ventre. 
Le  ragazze  chiedono  una  musica  rumena  (sono  tutte  rumene),  ma  la 
musica  rumena  non  c'è.  S.  balla  benissimo  e  si  ricorda  che  dovevamo 
ballare insieme, e balliamo! 
Dobbiamo interrompere le danze (ci stavamo divertendo molto e ci di‐
spiace) perché arriva la Banda della GTT. I ragazzi sono seccati, voleva‐
no ballare, si stavano divertendo. 
La  banda  suona  ritmi  che  non  sono  i  loro  (sono  quasi  tutti  stranieri  e 
hanno dai 14 ai 17 anni) e termina con i canti di Natale. A questo punto, 
G.. e C. Palermo si arrabbiano, parlano concitatamente tra di loro. "Cosa 
è successo?", chiedo... e il piccolo napoletano che per il nervoso balbet‐
ta, mi dice: "Ma ti sembra giusto? I canti di Natale qui? Ma ci prendono 
in giro? A me mi fa male a sentirli questi canti, mi ricordano fuori e io 
sono in carcere! Che auguri, che auguri, qui siamo in carcere!" 
Si va a cena. Sono al tavolo con C. e G., c'è ancora un po' di tensione, c'è 
tristezza.  G.  dice  che  anche  lui  vuole  tagliarsi,  è  meglio  farsi  male  che 
soffrire così. C. gli toglie il coltello di plastica dalle mani e dice che se si 
taglia lo ammazza lui. A suo modo vuole proteggerlo. Si creano alleanze, 
protezioni  in  carcere  e  sono  ancora  ragazzini,  diventati  grandi  prima 
del tempo. 
Il napoletano all'improvviso passa dagli occhi lucidi al sorriso, e ci dice 
che si è innamorato di una delle ragazze detenute e le sorride da un ta‐
volo  all'altro  e  le  manda  baci.  Lei  risponde  e  fa  di  no  con  la  testa  ma 
sembra contenta delle attenzioni. 
Passa un’agente donna e C. fa un apprezzamento volgare a bassa voce, 
ma un collega agente lo sente e lo redarguisce. Io gli chiedo perché cer‐
ca a tutti i costi di mettersi nei guai. Mi risponde che non gli importa e 

108  
Le relazioni degli operatori, anno 2006 

che tanto rimarrà in galera. Riprende a parlare del processo dell'indo‐
mani  e  mi  dice  che  ci  sarà  anche  la  sua  ragazza  e  forse  anche  il  suo 
bambino. E mi dice: "Mi vergogno, io non ci voglio andare al processo,  
stanotte mi taglio, mi voglio ammazzare...". Poi sorride amaro e mi dice 
che quel bambino è l'unica cosa “veramente sua" e bella che ha fatto.  
Mi chiedo se sta giocando a fare il malavitoso o se quanto dice sia vero. 
Mi sembra che imiti gli attori di “Mary per sempre”. 
Mi alzo e vado al tavolo delle ragazze, sono allegre e rilassate. 
All'improvviso una di loro, M. ha uno scambio di vedute con una agente 
e  si  arrabbia,  la  situazione  si  fa  tesa.  Al  tavolo  delle  ragazze  scende  la 
tristezza. 
La festa di Natale nel carcere minorile volge alla fine e fra poco torne‐
ranno in cella e noi nelle nostre case con il cuore un po’ stretto. 
 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Relazioni Circostanza, anno 2007 

24 Gennaio 2007 - Gruppo maschile Levante


Data: 24‐1‐07 
Ore 15.30 – 17.00 
Operatori CircoStanza: 4  (Geppetto, Maggiolina, Pepita, Aureola, 
Smilzo) 
Ragazzi presenti: 4 
Attività svolte: Giochi di movimento e di squadra, mimo, musica, 
Giocoleria (Rola‐bola) ‐ Cerchio di apprezzamenti, abbracci 
Materiali: rola‐bola 

Relazione di Aureola

Arriviamo e iniziamo a scherzare con gli agenti della Polizia penitenzia‐
ria alla porta, con noi gli agenti sono sempre molto gentili e disponibili, 
appena  ci  vedono  si  dispongono  al  sorriso.  Lasciamo  borse 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

nell’armadietto e passiamo il controllo con gli attrezzi del mestiere: cla‐
ve, Rola‐bola, ecc. 
Non sappiamo mai quali ragazzi scenderanno, la nostra è un’attività del 
pomeriggio  e  fa  parte  delle  attività  che  loro  scelgono.  L’agente  ci  dice 
che oggi saranno in 4. Uno di loro è già lì, arrivano gli altri di lì a poco. 
Sono  tutti  magrebini,  è  la  prima  volta  che  facciamo  “CircoStanza”  con 
una sola nazionalità. 
Qui all’istituto penitenziario minorile ci sono varie nazionalità: magre‐
bini  (Marocco,  Tunisia,  Algeria),  Rumeni,  Cinesi,  Albanesi,  italiani.  Le 
convivenze  non  sono  affatto  facili,  gli  uni  spesso  non  vanno  d’accordo 
con gli altri e il fatto di essere rinchiusi non facilita le cose… 
Iniziamo a sistemare il PC per la musica, a disporre gli strumenti a ter‐
ra,  a  giocare,  a  ridere  insieme.  Non  tutti  i  ragazzi  conoscono  bene 
l’italiano, ma capiscono abbastanza. Si inizia a giocolare, Pepita mostra 
una tecnica di Mimo, il punto fisso, S. la imita, un po’ scherzando, il pal‐
loncino che Pepita usa per la dimostrazione inizia a volare e poi se ne 
gonfia un altro e un altro ancora e si gioca spingendo questi palloncini 
colorati sempre più in alto. Mi viene istintivo pensare al volo inteso co‐
me libertà e mi chiedo se anche loro stanno pensando a questo. 
M. balla, è molto bravo a ballare, gli piace la musica Funky e io ballo con 
lui, anche a me piace ballare. 
La stanza è fredda, i riscaldamenti sono spenti, è una sala  grande, dove 
c’è un calciobalilla e delle poltroncine. 
Propongo  di  metterci  in  cerchio  e  di  iniziare  un’attività  insieme,  noi 
siamo 5 e loro 4. In cerchio si gioca al Zip‐zap‐boing, è un gioco di con‐
centrazione, di attenzione e di velocità, si divertono, giocano a chi è più 
veloce,  ma  poi  accettano  anche  quando  Pepita  propone  di  farlo  al  ral‐
lentatore. Ci si passa il zip facendo le smorfie e giocando a fare i mostri, 
noto che fanno fatica a fare smorfie, forse si vergognano, ma si diverto‐
no un sacco vedendo le facce che fanno Smilzo e Geppetto. 
Passiamo quindi a giocare passandoci a squadre le palline, senza farle 
cadere a incrocio. Anche questo è un gioco di attenzione e ci divertiamo 
a farlo. Vedo che ci mettono impegno e che sono felici di poter fare atti‐
vità con noi. 
C’è ancora circa mezzora di tempo e decidiamo di impiegarlo a giocare 
al “fazzoletto”, è un gioco di squadra e mentre lo proponiamo diciamo 
che ci sarà una squadra che vincerà un premio e un’altra che dovrà pa‐
gare una penitenza. 

112  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Si inizia, tutti si impegnano a correre, capiscono subito il meccanismo e 
cercano di vincere, siamo alternati clown e ragazzi. Notiamo che quan‐
do  qualcuno  di  loro  perde  ha  sempre  un  gesto  sportivo  verso 
l’avversario‐clown e questo ci piace. Una squadra vince con poca diffe‐
renza di punti e si decide che la penitenza sarà mettersi in cerchio l’uno 
con la mano sulla spalla dell’altro e vicendevolmente prendersi a calci 
mentre chi ha vinto canta la marcetta del Circo. Ridono come matti! 
Al termine della penitenza dico che il “premio” sarà abbracciarsi e tutti 
sono così felici e ci abbracciamo con grande affetto. Gli ultimi dieci mi‐
nuti li dedichiamo a vedere un pezzo di un filmato del Cirque du Soleil. 
Arriva l’agente, riapre la porta, i ragazzi non vorrebbero andar via … 

27 Gennaio 2007 - Gruppo femminile Maestrale


Data: 27‐1‐07  
Ore 15.30 – 17.00 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Aureola  
Ragazzi presenti: 4 
Attività svolte: Danza, Racconto, Foto, Abbracci 
Materiali: PC, musica 

Relazione di Geppetto

Le ragazze sono poche, solo 4. Appena arriviamo ci chiedono se abbia‐
mo la musica: vogliono solo ballare e divertirsi. 
Avevamo in mente con Geppetto di organizzare dei giri di danze etniche 
sia arabe, sia tzigane, sia di altre nazioni, ma dopo essersi lanciate nel 
farci  vedere  quanto  sono  brave  a  ballare  la  danza  del  ventre,  non  vo‐
gliono fare più nulla. Una di loro è triste, sta in un angolo e non c’è verso 
di farla partecipare a nulla. C’è una nuova ragazza. 
Si  siedono  tutte,  sono  svogliate.  Ci  sediamo  anche  noi  e  formiamo  un 
cerchio. Propongo di giocare a inventare una storia. Partecipano in tre. 
La  storia  diventa  reale  e  si  passa  al  racconto  della  loro  esperienza.  S. 
racconta che in un periodo di “messa alla prova” stava bene, lavorava in 
un bar e andava a scuola la sera. Poi ha conosciuto un ragazzo e si sono 
innamorati. Dopo qualche mese lei ha pensato fosse giusto confessargli 
di essere Rom e con precedenti penali. Lui sembrava avesse incassato il 
colpo  e  avesse  deciso  di  continuare  la  relazione,  invece  dopo  qualche 
giorno l’ha lasciata, dicendole che la madre non voleva che la frequen‐
tasse.  Così,  S.  presa  dal  dolore  ha  compiuto  in  una  giornata  più  di  40 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

furti in appartamenti, per sfogare la rabbia che provava: “Nessuno cre‐
derà mai in me, non posso rifarmi una vita…”. Queste sono state le sue 
parole.  
Le ho detto che non è così, che una esperienza sbagliata non vuol dire 
nulla e che se continua a farsi prendere dalla rabbia e dal desiderio di 
vendetta rovinerà la sua vita. S. è una bella ragazza, ha la pelle scura, lo 
sguardo profondo, capelli neri lunghissimi. È di origine croata, ma è na‐
ta  in  Italia  e  parla  molto  bene  l’italiano.  Ci  dice  che  vorrebbe  studiare 
medicina, le rispondo che sono studi molto impegnativi, che però è bel‐
lo credere in un sogno e pensare di poter ricostruire la sua vita appena 
uscita. 
Chiedo loro se vivono in un campo nomadi, ma mi rispondono tutte che 
vivono in appartamenti e che i loro padri lavorano. 
M.,  la  nuova,  è  un  po’  provocatoria,  ride,  prende  in  giro…  racconta  un 
bel po’ di bugie e forse si aspetta di poter essere creduta o forse no. Di‐
ce  che  rubare  le  piace  e  che  prova  un  brivido  per  via  del  rischio,  dice 
che non le importerebbe se rubassero cose a lei, che ne ha tante e che 
non è attaccata alle sue cose. Sembra quasi che rubare sia il mezzo che 
usa lei per far uscire la gente dall’attaccamento e dal possesso… 
Il tempo sta per finire, chiedono di vedere le foto della festa di Natale, 
ma non le ho allora faccio vedere loro le foto del Myanmar sul PC. Si in‐
teressano  molto,  anche  la  ragazza  triste  che  non  ha  voluto  far  niente 
viene a vedere le foto. M. dice che i bambini poveri le fanno pena e che 
ruberà per loro… Le diciamo che non è il caso… Terminiamo ridendo. 

31 Gennaio 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 31‐1‐07 
Ore 15.30 – 17.00 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Smilzo, Aureola  
Ragazzi presenti: 4 
Attività svolte: Esercizi con la corda, Esercizi di TDO: Gattini ciechi 
Esercizi di fiducia: attraversamento del cerchio, Improvvisazione: 
l’oggetto immaginario, statua e scultore, Apprezzamenti, abbracci 
Materiali: PC; corda 

Relazione di Maggiolina

Decidiamo di stravolgere tutto e per oggi non portiamo con noi nulla se 
non il PC con la musica, una corda per saltare e noi stessi. 

114  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Solito tran tran all’entrata, documenti , controllo dei materiali, i dispetti 
alle agenti: oramai mi sa che pure loro ci aspettano per farsi 2 risate! E 
via lungo il corridoio che “profuma” di disinfettante … i ragazzi del pri‐
mo gruppo (con cui noi non lavoriamo) stanno facendo basket e ci salu‐
tano con larghi sorrisi dalle finestre della palestra! 
Entriamo  nella  sala  polifunzionale,  prepariamo  la  musica.  I  ragazzi 
scendono, on loro c’è il ragazzo cinese!!! (Ndr: nelle riunioni con gli altri 
operatori  abbiamo  scoperto  che  nel  nostro  gruppo  da  3  settimane  c’è 
un ragazzo di nazionalità cinese che però non partecipa a nulla, a nes‐
suna attività) ci salutiamo ed in un attimo siamo in cerchio. 
Prima cosa:  un  giro  di cose  belle  che  ci  sono accadute questa  settima‐
na…  ”ho  il  processo  la  prossima  settimana,  ho  scritto  una  lettera  alla 
mia amata, ho ricevuto una lettera da mia mamma…”… piccole , grandi 
gioie vengono portate a galla e l’atmosfera inizia a diventare positiva. 
Geppetto al centro con una lunga corda spiega il gioco di riscaldamento: 
saltare la corda che corre sotto i piedi di ognuno di noi, chi non salta a 
tempo e la ferma non è eliminato ma deve fare un po’ di flessioni buffe. 
Naturalmente la prima a fermare il giro sono io (Maggiolina) e via con 
le mie super flessioni Clown che fanno scaturire le risate di tutti! 
Rapidamente  approfittando  dell’alto  livello  di  energia  passiamo  ad  un 
Gioco‐esercizio  di  cooperazione  sempre  con  la  corda:  i  ragazzi  uniti 
(come mai li avevo visti) riescono a superare la sfida! 
Sono tantissimi gli esercizi che riusciamo a fare, sempre in cerchio: pas‐
saggio di oggetti immaginari, Statua e scultore, Gattini Ciechi, attraver‐
samento  della  sala  ad  occhi  chiusi  e  molti  altri  ancora.  Comicoterapia, 
improvvisazione teatrale e Teatro dell’Oppresso si mescolano, il tutto in 
un’ora e trenta minuti. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

2 Febbraio 2007 - Gruppo femminile Maestrale


Data: 2‐2‐07  
Ore 15.30 – 17.00 
Ragazzi presenti: 4 
Operatori CircoStanza: Smilzo, Pepita, Maggiolina 
Attività svolte: Esercizi con la corda, il desiderio, passaggio dell’oggetto 
immaginario, TDO: la creta e lo scultore, Palline, Giro di cose belle e 
apprezzamenti 
Materiali: Corda – palline 

Relazione di Pepita

Sono uscite E. e C. e ciò ha rattristato un po’ le fanciulle, vedono le altre 
uscire e loro sono ancora lì (questo lo dice Sh.). K. che è loro parente è 
molto giù di corda, non partecipa a nulla e rimane ad osservare per tut‐
to il tempo. 
Sistemiamo i materassini con la musica, St. è sempre molto disponibile, 
mentre per farci aiutare dalle altre bisogna insistere. Materassi pronti, 
Sh.  si  toglie,  subito  le  scarpe  ed  improvvisa  alcuni  salti  di  ballo.  K.  si 
sdraia e lì rimarrà per tutta la durata dell’incontro. 
Per scaldarci iniziamo con la corda. La gara proposta è tra St+ Sh e Pepi‐
ta  +  Maggiolina.  Smilzo  gira  la  corda  e  gli  gira  anche  la  testa  dopo  un 
po’.  Le  ragazze  che  partecipano  sono  divertite,  le  altre  due  osservano, 
ma dicono d’essere stanche. 
Al centro si mette Sh. che fa girare vorticosamente la corda e ci prende 
tutti di sprovvista, scatta la risata per lo sforzo. Ora la corda la si prende 
in due, e il gioco è saltarla. 
St.  ha  paura,  non  l’ha  mai  fatto,  inizia  Pepita  per  fare  una  prova 
d’esempio e dopo poco ci prova anche lei. E’ un successo. Pochi istanti 
dopo sono in due, lei e Sh. Proviamo ora a passarci sotto! Prova Pepita, 
prova St. prova anche Sh.  poi in due e poi dopo varie prove tutte e tre 
insieme,  a  questo  punto  siamo  davvero  calde  e  stanche  e  posiamo  la 
corda. 
Ci troviamo tutti sdraiati a terra. Maggiolina spiega che d’ora in poi cer‐
cheremo di fare alcuni esercizi teatrali proposti anche ai ragazzi, i quali 
hanno partecipato in modo molto creativo. Questo le stupisce e le diver‐
te.  
Prendiamo  una  sedia,  chi  si  siede  dice  un  desiderio  e  chi  è  d’accordo 
con questo desiderio si avvicina, chi non è d’accordo si allontana. 

116  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

La proposta di alzarsi e sedersi davanti a tutti non viene accolta, se non 
dalla nuova che si siede per dire che vorrebbe stare con Fabian, uno del 
grande  fratello.  Le  altre  si  animano  e  dicono  sì,  ma  non  si  alzano  per 
andare verso di lei. Così decidiamo di continuare, ma dal posto. Sh. dice 
che desidera uscire dal Ferrante, tutte si avvicinano. Sempre lei dice di 
voler uscire per fare l’amore con il suo fidanzato. 
Smilzo vuole trovare la ragazza giusta e qui ci intrufoliamo in una con‐
versazione  riguardante  “Smilzo  single”…  “ma  quanti  anni  hai?”  E  si  fa 
un giro per vedere quanti anni si dimostrano e quanti anni si hanno ve‐
ramente. Pepita a 'sto giro è la più vecchia… 
Maggiolina riprende le redini e propone il gioco “Il passaggio di un og-
getto immaginario” che nelle mani dei giocatori si trasforma. Ed è subi‐
to trash! Seguendo l’esempio dei ragazzi il mercoledì eravamo partiti da 
una caccola dal naso che diventava più grande per poi trasformarsi più 
volte  nelle  mani  delle  ragazze  in  cacca  (dovevo  dire  escrementi  uma‐
ni?… ma a me sembra più carino cacca!), per alcuni attimi diviene anche 
un volante, una moto e un pettine… ma presto o tardi si ritrasforma in 
qualcosa che perlomeno puzza… 
Le risate sono molte, anche le facce disgustate, ma sempre divertite. Si 
parte così a conversare carinamente di quando abbiamo fatto la nostra 
ultima  scoreggia  (flautolenza?).  Domanda  posta  dalla  ragazza  nuova 
che se la ride simpaticamente Terminato il momento trash Maggiolina 
riparte alla carica e propone “Il gioco della creta”. 
Il primo a farsi plasmare è Smilzo. Pepita lo pone in una posizione pale‐
semente disperata e tutti provano ad indovinare. Dopo di che il mal ca‐
pitato è posto da St. come se fosse su di un WC… ci risiamo! Tutte rido‐
no. 
Ora si propongono come statue Pepita e St. e la scultrice è Maggiolina. 
St. viene messa in un posizione di rifiuto e con il viso arrabbiato. Pepita 
con il viso sorridente e una mano che tocca il capo di St. Le interpreta‐
zioni  sono  varie,  ma  quella  che  convince  tutte  è  che  stiano  litigando 
perché Pepita ha rubato il ragazzo a St. 
Per salvare la situazione Pepita propone il titolo “Adamo ed Eva senza 
le foglie di fico non sanno come vestirsi! Ma la nostra fanciulla ne vuole 
fare un’altra e dopo 2 secondi i nostri clown sono sdraiati a terra… lei si 
consulta  con  le  altre  in  rumeno  e  loro  dicono  NO!  no!  con  la  te‐
sta…chissà che idea aveva! 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Non ci restano che le palline, proviamo alcuni lanci con una poi con due 
palline e quando vengono coinvolte nel “passing”anche Sh. e M. parteci‐
pano e non si fermano più. 
Maggiolina fa coppia con M. e Pepita con Sh., Smilzo lo lasciamo con St. 
che  pare  volersi  impegnare,  così  andiamo  avanti  fino  all’entrata 
dell’agente che ci annuncia che sono le cinque. 
Come  ultimo  giro  ci  passiamo  una  pallina  e  diciamo  una  cosa  bella  di 
oggi: 
M.: giocare con le palline 
St: giocare con Smilzo 
Sh.: ho capito che le scoregge mi fanno schifo! 
Maggiolina: ci siamo divertiti insieme 
Pepita: fare la statua con S. 
K.: … 
Smilzo: … 
Un giro di cose belle della settimana 
Sh.: il colloquio 
St: ha passato il corso di ceramica e il colloquio 
Smilzo: una e‐mail importante 
Maggiolina: settimana con le persone che amo 

7 Febbraio 2007 - Gruppo maschile Levante


Data: 7‐2‐07 
Ore 15.30 – 17.00 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Aureola, Pepita, Maggiolina, Smilzo 
Ragazzi presenti: 4 
Attività svolte: Magia 
Materiali: giochi di magia (dito, sacchetto a scomparti, bussolotti, 
ventaglio, fazzoletto, ecc.) 

Relazione di Maggiolina

Arriviamo al Ferrante carichissimi e dopo i soliti controlli ci addentria‐
mo nei corridoi fino all’ultimo cancello che ci divide dai ragazzi. Ci fan‐
no attendere un bel po’… Accidenti il tempo scorre!  
Nell’attesa  Geppetto  ed  io  andiamo  dalla  vicedirettrice  per  salutarla  e 
chiederle  alcune  news.  Come  sempre  è  gentile  e  disponibile  e  velata‐

118  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

mente ci chiede se intenderemo proseguire il Progetto CircoStanza an‐
che nei tempi che verranno e ci fa presente che il Ferrante non ha tanti 
fondi e che se fosse un’azienda sarebbe già fallita! 
Ci dirigiamo nuovamente al portone e l’agente è li che ci aspetta, gli altri 
sono  già  entrati  e  stanno  facendo  il  riscaldamento  con  la  corda:  tutti 
partecipano tranne il ragazzo cinese che osserva seduto su di un tavolo. 
Ci salutano con entusiasmo! Diamo il via al pomeriggio. 
Giro di belle notizie: solo 2 rispondono ma gli altri no… settimana dura. 
Ma noi siamo li proprio per dar loro una bella notizia da poter poi rac‐
contare no? Cambiare le circostanze è il nostro obiettivo. 
Passiamo dai giochi di fiducia sino a giungere al magico momento della 
magia. Da tempo alcuni di loro avevano fatto presente la volontà di im‐
parare a fare piccole magie ed allora eccoci: Aureola entra nelle vesti di 
una schizzatissima maga clown che ha come assistente quello spilungo‐
ne di Smilzo! 
Sacchetto magico, dito finto, gag dell’equilibrista, libro magico, ecc. Ri‐
dono ed incuriositi cercano di svelare i trucchi ma è troppo tardi sono 
già le 17. Solo il tempo di svelare qualche magia e arriva l’agente. 
“Cosa vi è piaciuto oggi?” Chiediamo. “Giocare” rispondono. 

14 Febbraio 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 14‐2‐07 
Ore 15.30 – 17.00 
Operatori CircoStanza: Aureola, Pepita, Smilzo 
Ragazzi presenti: 4 
Attività svolte: Magia, giocoleria (palline) 
Materiali: giochi di magia + giocoleria (palline) 

Relazione di Aureola

Oggi alcuni ragazzi sono un po’ preoccupati, lunedì prossimo Me. avrà il 
processo e il 21 febbraio ci sarà il processo di S. 
C’è un ragazzo nuovo con loro, un tunisino, MB. il quale è ben pettinato 
e di bell’aspetto, se non fossimo al Ferrante sembrerebbe uno studente 
qualunque, lo soprannominiamo “Brillantina”. 
Abbiamo  riportato  i  giochi  di  magia  che  la  volta  scorsa  sono  piaciuti 
molto. MB. è scettico, ridacchia, fa un po’ lo sbruffoncello… Ma, appena 
tiriamo fuori i giochi di magia, il ragazzo cinese inizia a fare il trucco del 
dito  con  il  fazzoletto  che  scompare,  un  altro  fa  il  trucco  del  cestino  a 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

scomparti, S. usa il bicchiere per fare il trucco della moneta, un altro si 
toglie il laccio della scarpa per farci vedere un giochino di abilità e poi 
Smilzo fa vedere il trucco dei bussolotti. E’ un successo, anche MB, Bril‐
lantina, si integra e così iniziamo a giocare. 
Si decide di fare un gioco di abilità con le palline. 
Alcuni ragazzi si siedono, appaiono stanchi. 
Appena  Smilzo  fa  vedere  alcuni  giochi  si  incuriosiscono  e  iniziano  a 
provare, alcuni di loro riescono molto bene. 
C’è un momento in cui sto per preoccuparmi perché Me. si siede e inizia 
a tirare le palline contro un compagno, dico a  che forse è meglio cam‐
biare attività, ma è solo un attimo, tutto rientra e Smilzo prosegue con il 
suo insegnamento. 
Con noi si divertono, soprattutto con me che non so fare niente di gio‐
coleria e mi prendono in giro. Ma sono sempre rispettosi e lo fanno con 
tanta simpatia. 
Mi siedo vicino a Me. che dopo aver giocato per un po’ (è riuscito a far 
star su le tre palline) si è nuovamente seduto. Gli chiedo cosa lo preoc‐
cupa e mi parla del processo, ha paura di non farcela ad uscire. Non so 
che reato abbia commesso e non lo voglio sapere. 
Gli chiedo quanti anni ha e da quanto tempo è in Italia, mi dice di avere 
16 anni ed è in Italia da 1 anno e mezzo. “Sono arrivato in una barchetta
piccola piccola, 4 giorni di mare… è stato difficile. Pensavo di trovare il
futuro qui e invece guarda dove sono finito Da un anno e mezzo non vedo
i miei e qui ho solo un cugino…”.  
Lo ascolto, lo guardo, ha gli occhi tristi. E’ un bel ragazzo, alto, bel sorri‐
so  scanzonato,  potrebbe  avere  il  mondo  davanti  a  sé  e  invece  è  lì  in 
quella stanza che non è solo una sala giochi, è una stanza con una porta 
chiusa a chiave che verrà aperta solo da un agente al termine del nostro 
intervento. Lo vedo scoraggiato, triste, e gli parlo di me, gli dico che ho 
due figli, che anche io ho dovuto lasciarli per un anno, del mio passato 
in Argentina, di come anche io mi sia sentita emigrante e di quando ho 
perso  tutti  i  soldi  che  avevo  e  sono  tornata  in  Italia  senza  niente  e  ho 
ricominciato credendo che potevo iniziare un progetto di aiuto agli al‐
tri.  Gli  spiego  che  grazie  alla  mia  esperienza  ero  lì  con  loro  in  questo 
momento e che da ogni esperienza difficile si può crescere. Gli dico di 
non  perdere  la  speranza  di  rifarsi  una  vita  appena  uscito.  Lui  mi  dice 
che gli piacerebbe diventare un calciatore famoso. Gli suggerisco di tro‐
vare il modo di studiare, perché senza un titolo di studio è difficile ap‐
prodare a qualcosa di costruttivo. 

120  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Mi  ascolta  con  interesse,  mi  fa  domande.  Mi  dice:  “Grazie  per  avermi 
parlato, ricorderò quello che mi hai detto”, mi abbraccia.  
Terminiamo  il  laboratorio  con  una  condivisione  su  ciò  che  hanno  ap‐
prezzato di più della giornata e dicono di avere apprezzato: tutto, Aure‐
ola e Smilzo perché siamo “buffi”, i giochi, il ridere insieme. 
Ci abbracciamo, oramai l’abbraccio finale è un rito… 
Vedo l’agente che vede che ci abbracciamo e ci guarda stupito. 
 
Nota: Alla riunione “Stop & GO” del 21/2, apprenderemo che Me. ha a‐
vuto un anno e 10 mesi di condanna al processo, ma pare sia contento 
perché ne aspettava di più. 
Apprendiamo anche che la nostra attività è quella che al momento atti‐
ra di più ai ragazzi e che possiamo “sfruttare” questo favore per aiutarli 
a ritrovare speranza e voglia di intraprendere progetti. E’ proprio il no‐
stro compito! 

28 Febbraio 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 28‐2‐07  
Ore: 15.30‐17.00 
Operatori CircoStanza: (Geppetto, Maggiolina, Pepita, Donji) 
Ragazzi presenti: 6 stranieri 
Materiale: palline, cerchi, rola‐bola, fazzoletti, devilstick, uniciclo  
Attività svolta: giochi di gruppo (lo scalpo), magia 

Relazione di Donji

Ci  presentiamo  nella  sala  dove  svolgiamo  le  attività  con  i  ragazzi:  si 
presentano 5 ragazzi magrebini e un ragazzo italiano.  
Svolgiamo laboratori di giocoleria: palline, cerchi, rola‐bola, fazzoletti e 
anche un po’ di devilstick, nonché l’uniciclo.  
Come è normale che sia, alcuni ragazzi si impegnano con un singolo og‐
getto  di  giocoleria  (ad  esempio  un  ragazzo  che  prova  e  riprova  con 
l’uniciclo…tutti gli diciamo che è la cosa più difficile e lui sembra molto 
orgoglioso  dei  primi  risultati),  altri  li  provano  un  po’  tutti  con  minore 
convinzione.  
Un ragazzo se ne sta in disparte, Maggiolina cerca di coinvolgerlo e cer‐
ca di capire cosa c’è che non va: ha appena sentito l’avvocato e le notizie 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

non sono buone. Preferisce starsene un po’ in disparte, ma dopo un po’ 
ci raggiungerà nelle attività, sempre restando un po’ defilato.  
Coinvolgiamo i ragazzi con altri giochi di gruppo: lo scalpo (ci mettiamo 
un fazzoletto dietro la schiena nei pantaloni, con una mano bisogna af‐
ferrare  e  rubare  lo  scalpo  agli  altri)  e  fazzoletto  o  bandiera  che  dir  si 
voglia.  
Concludiamo la giornata rivedendo alcuni giochi di magia: chi li sa li fa a 
chi la volta scorsa non c’era…e si atteggia giustamente da gran mago!  
Dividiamo  anche  i  ruoli  per  lo  spettacolo  del  10  marzo  dove  saranno 
loro a presentare giochi di magia e numeri di giocoleria.  
Ma  arriva  l’agente,  sono  le  17  e  i  ragazzi  devono  tornare  di  sopra… 
dobbiamo andare.  
I ragazzi ci ringraziano e ci salutano. Raccogliamo i nostri oggetti, riti‐
riamo i documenti e usciamo.  
Mi  è  piaciuto molto  il  modo  estremamente  sereno  con  cui  ci  siamo  ri‐
volti  ai  ragazzi,  che  non  erano  forse  al  loro  picco  di  energia,  a  volte  si 
distraevano con facilità e a volte erano un po’ svogliati… ma erano co‐
munque attratti dalle nostre proposte. 

9 Marzo 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 9‐3‐07 
Ore: 15.30 ‐ 17.00 
Operatori CircoStanza: Pepita e Geppetto 
Ragazze presenti: 3 (Rom) 
Attività svolte: giocoleria, canto 
Materiali: palline, foulard, piatti cinesi, rola‐bola 

Relazione di Maggiolina

Entriamo,  le  ragazze  sono  tre.  Il  giorno  dopo  c'è  lo  spettacolo‐torneo, 
scopriamo che alla fine si sono allenate per giocare a pallavolo, ma sono 
ancora in forse se giocare o meno a calcio. 
M. è in crisi perché non vuole giocare divisa dalle altre ma sembra con‐
tenta che le squadre siano miste. M. vuole fare qualcosa per lo spettaco‐
lo, ma ci tocca dirle che non essendosi impegnata non può pretendere 
di  avere  qualcosa  da  mostrare,  riprendendo  il  discorso  che  i  ragazzi  è 
un po’ che si impegnano e si allenano. 

122  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Io e Geppetto comunque tiriamo fuori tutti gli attrezzi circensi per cer‐
care di capire se c'è qualcosa che possano preparare ma la soglia di im‐
pegno è bassa e si demoralizzano subito, dicendo che non sono capaci. 
K. con le palline è bravina, ma ha troppa vergogna. 
Pepita  improvvisa  anche  una  lezione  veloce  con  i  bastoni  recuperati 
dalle scope in bagno perché forse più semplici, ma abbandonano dopo 
poco, provano palline, foulard, piatti cinesi, rola‐bola... ad un certo pun‐
to sono però tutte e tre ferme: vorrebbero la musica, ma abbiamo scor‐
dato le casse. 
Iniziamo così a cantare e scopriamo che M. conosce le canzoni diLittle 
Tony, passiamo un po’ di tempo a cantare insieme, stonati però diverti‐
ti. 
Ad un certo punto entra un'educatrice, E., e chiede se può partecipare 
anche lei, la accogliamo e la poniamo subito con un bastone in mano a 
mo’ di microfono e le chiediamo di cantare, rimane un po’ destabilizza‐
ta, ma poi intona un paio di strofe. 
E., l’educatrice, ci saluta e capita il miracolo: con i cerchi iniziano a gio‐
care tutte e tre, finalmente stiamo giocando insieme... ma siamo ormai 
alla fine arriva l’agente e dobbiamo salutarci. 
E’  sempre  un  po’  dura  entrare  in  relazione  e  agganciare  la  loro  atten‐
zione, ma quando poi si trova la strada, coi loro tempi, va bene. 

14 Marzo 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 14‐3‐07  
Ore 15.30‐17.00 
Operatori CircoStanza: Pepita, Smilzo, Geppetto, Aureola 
Ragazzi presenti: 4 + 2 (che sono passati, ma erano in isolamento) – C. 
(Romania), Y (Marocco), D (Croazia), MB (Tunisia)  
Materiale: Anelli 
Attività svolta: giochi con gli anelli  

Relazione di Aureola

Arriviamo e ci vengono incontro tutti, compreso M. e I. che però devono 
tornare in cella perché sono in isolamento. 
Oggi  c’è  un  agente  giovane,  simpatico,  che  permette  loro  di  rimanere 
ancora 5 minuti per vedere le foto che abbiamo fatto sabato scorso alla 
festa.  Quando  loro  vanno  via  rivediamo  le  foto  con  calma.  I  ragazzi 
stanno  seduti  e  osservano  ogni  foto  con  attenzione  e  interesse  e  così 

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pure i video, si lamentano perché li avrebbero voluti più lunghi, ma so‐
no fatti col la digitale e durano pochi minuti. MB. si rivolge a me diverti‐
to, mi prende in giro. Lui sabato non c’era era in isolamento per una lite 
con C.  
Finito di vedere le foto li chiamiamo per gli esercizi con i cerchi. 
Io rimango a cercare musiche che mi chiede MB., uno vuole musiche a‐
rabe, l’altro vuole musiche rumene e il terzo vuole musiche slave… Non 
riusciamo ad accontentarli tutti. 
Alcuni giocano, altri vogliono la musica. Sia per loro che per le ragazze 
la musica sembra essere molto importante, infatti vogliono musica del 
loro paese e ci tengono tanto. 
MB. sembra distratto, per tutto il tempo ha il walkman all’orecchio e si 
lascia coinvolgere poco nei giochi con gli anelli, tranne all’ultimo quan‐
do facciamo un gioco di squadra di passaggio incrociato di anelli. D. in‐
vece gioca, ci tiene troppo che io gli porti quella foto e farebbe qualun‐
que cosa. 
Si chiacchiera, C. è uscito per un progetto in comunità. MB dice di essere 
del segno zodiacale del Leone, D. è dell’Acquario. Scherzo con MB. e gli 
dico che è sempre ben pettinato ed elegante (è vero), è compiaciuto, ma 
mi chiede se sono “fuori”. Si diverte quando gli dico “caro ragazzo”. Gli 
chiedo se c’è un progetto per lui, si incupisce e dice che non può esserci 
perché  non  ha  documenti.  Anche  I  (rumeno)  non  ha  documenti,  si  so‐
spetta che non voglia darli perché è già maggiorenne. Forse questo in‐
fluisce per loro in termini di condanna. 
Non  si  sono  fatte  tante  attività  circensi, ma  l’atmosfera  mi  è  sembrata 
rilassata e tranquilla. C’è una sorta di cameratismo per il quale ci accet‐
tano e amano passare del tempo con noi. 
Mentre siamo seduti chiedo loro cosa preferiscono di ciò che abbiamo 
fatto fino ad ora, Yu. Dice che gli piace tutto. MB. dice che gli piacciono 
Pepita e Aureola, ma anche le palline di giocoleria. Yu dice che gli piace 
andare sull’uniciclo. 
Arriva  l’agente,  è  finito  il  tempo.  Ci  si  abbraccia  con  affetto  e  ci  si  dà 
l’arrivederci alla prossima settimana. C. ci indica un cantante rumeno di 
cui vuole musica, la cercheremo per lui. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

16 Marzo 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 16‐3‐07 
Ore: 15.30 ‐ 17.00 
Operatori CircoStanza:  Pepita e Geppetto 
Ragazze presenti: 4 
Operatori presenti: mediatrice culturale 
Attività svolte: giocoleria, canto 
Materiali: cerchi 

Relazione di Geppetto

Geppetto  ha  portato  il  computer  con  le  foto dello  spettacolo,  Pepita  le 
musiche di Laura Pausini, con noi c'è anche la mediatrice culturale. 
Che dire? un successo, inaspettato e tanto atteso. 
Vediamo le foto, mettiamo la musica e già le ragazze iniziano a cantare. 
Em. è su di giri, forse ancora dalla festa. Cantano le canzoni d'amore con 
tutta la voce che hanno. 
Ci presentiamo alle nuove ragazze S. (già vista alla festa) e R.  
Storica  la  frase  di  S..."Forte  Ci.!  il  Ferrante  senza  Ci.  non  è  niente!  (fa‐
cendo riferimento ad uno dei ragazzi italiani appena  uscito e subito ri‐
entrato). 
R. è più timida ma pian piano si fa prendere dal gioco. 
Dopo le foto giochiamo alla “macchina dei cerchi”,  qui accade una sorta 
di litigio causato dal fatto che S. per togliere il cerchio dalla testa di R. le 
sbatte sul naso, si urlano contro in una lingua che nemmeno la media‐
trice conosce, ma basta un po’ di tempo e tutto passa. 
Passiamo al cerchio mancante e chi non entra nel cerchio deve fare una 
piccola  penitenza  tipo  cantare  una  canzone,  ballare  Asereye,  dire  una 
poesia, fare la bambola con la musica di Barbie girl, le ragazze parteci‐
pano tutte con calore e divertimento, compresa la mediatrice. 
Le ore passano veloci abbiamo ancora il tempo di fare il gioco del lancio 
del cerchio e ripresa ad occhi chiusi, che arriva l’agente. 
Oggi siamo felici! 

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21 Marzo 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 21‐3‐07 
Ora: 15.30 ‐ 17.15 
Operatori CircoStanza:  Aureola, Geppetto, Maggiolina, Pepita, Smilzo 
Ragazzi presenti: (10) 2 rumeni, 5 marocchini, 1 slavo, 2 italiani  
Attività svolte: giocoleria, uniciclo, giochi di squadra  
Materiali: palline, cerchi, uniciclo, fazzoletti  

Relazione di Aureola

Alla riunione "Stop & Go" di questa mattina, riunione in cui si trattano 
le tematiche riguardanti i ragazzi del gruppo Levante, gli educatori, psi‐
cologi, guardie, maestre e gli operatori dell'attività del mattino (le atti‐
vità professionali) hanno detto che è un periodo difficile, che i ragazzi 
sono spesso in isolamento, che gli agenti sono pochi e che quindi sono 
più nervosi e che basta un attimo e si litiga. E' stato detto che i ragazzi 
non frequentano volentieri le attività. La ragazza dell'AICS che fa teatro 
ha detto che agli ultimi due incontri sono scesi solo due ragazzi. L'attivi‐
tà di  pallacanestro del  Coni  non  vogliono  farla.  Alcuni  di  loro  hanno  il 
processo la prossima settimana e quindi sono più nervosi. KS che è un 
po'  il  leader  non  scende  più  alle  attività.  Lo  stesso  i  rumeni.. 
Io  ho  detto  che  fino  a  mercoledì  scorso  i  ragazzi  erano  scesi  ed  erano 
sereni con noi, ma non sapevo cosa avremmo potuto aspettarci nel po‐
meriggio. 
Questa la premessa. 
Questo  pomeriggio  quindi  ci  aspettavamo  di  vedere  pochi  ragazzi,  e 
forse nervosi o con poca voglia di fare attività e invece sono scesi credo 
tutti. 
C'erano: i magrebini M. B.., M. S., K. Sa., Me. (oramai detto il Mago), Yu.; i 
rumeni K.e I.,  gli italiani G. e C.; lo slavo D. 
Abbiamo dapprima visto le foto (sono calamitati dalle foto che abbiamo 
fatto alla festa del 10 marzo), poi volevano sentire le musiche (avevamo 
portato  loro  le  musiche  rumene  che  ci  avevano  chiesto),  ma  abbiamo 
detto che volevamo comunicare loro un progetto e ci siamo tutti seduti 
in cerchio. 
Tutti erano molto attenti. Abbiamo parlato del progetto di costruire in‐
sieme  un  cortometraggio  e  hanno  risposto  positivamente.  Abbiamo 
chiesto loro dei titoli e sono emersi titoli interessanti: “La mia vita den‐
tro”, “L'amore”, “Io e la paura”, “Vita in cella”, “Ragazzi e guardie”, ecc... 

126  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Dalla  prossima  settimana  iniziamo  a  girare...  con  Bailando  il  cortome‐


traggio. 
Poi è iniziato il laboratorio con varie attività: giocoleria, uniciclo. Pepita 
con MB. ha approfondito esercizi di giocoleria e cerchi. Smilzo ha inse‐
gnato ad andare sull’uniciclo a tutti. Poi ci sono state anche attività "se‐
condarie"... Maggiolina con Me. hanno scritto una poesia d'amore per K. 
la ragazza rom che è in carcere al femminile e di cui Me. si è innamora‐
to. 
Si è giocato allo "scalpo" e al fazzoletto. Tutti hanno partecipato, ci sia‐
mo divertiti e si sono divertiti. 
MS. mi ha scritto un verso del Corano sul quaderno. Tutti hanno scritto i 
titoli dei cantanti che vorrebbero registrati in cassetta per sentirli con il 
walkman. Ho promesso che per la prossima volta li accontenteremo.  
L'atmosfera è stata veramente amichevole e con alcuni di loro diverten‐
te.  
I  più  chiusi  sono  i  ragazzi  italiani.  C.  è  rimasto  un  po'  per  conto  suo  a 
sentire  il  walkman,  però  quando  gli  ho  parlato  del  film  che  volevamo 
girare con loro mi ha detto: "Basta che  lo portate fuori e che tutti veda‐
no cosa succede qui dentro".  
Al fazzoletto hanno giocato quasi tutti.  
E' venuto a trovarci uno psicologo, M. che è rimasto piacevolmente col‐
pito dalle attività e da come i ragazzi reagivano.  
Anche l’agente è rimasto per un po' a osservare. 

28 Marzo 2007 - Gruppo maschile Levante


Data: 28‐3‐07  
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Aureola, Bailando 
Operatori del ferrante: 2 mediatrici culturali 
Materiale usato: cerchi, palline, foglio e pennarello 
Ragazzi presenti: 6 (3 Marocco) + I Romania), (1 Italia)  
Attività svolta: interviste 

Relazione di Aureola

Cr.  esce  dalla  stanza  perché  ha  mal  di  pancia,  MB.  manca  perché  ha  il 
processo, S. è uscito, G. è in isolamento, D. è venuto, ma poi è andato via, 
non so perché.  

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Bailando si è presentato e ha parlato ai ragazzi spiegando il perché del‐
la sua presenza, il progetto "Cortometraggio", i possibili sviluppi e l'idea 
di unire ciò che si sta facendo con i ragazzi (attività circensi) alla loro 
vita in un penitenziario e ai lori progetti nel futuro. 
Sono stati tutti molto attenti, soprattutto MS ha detto di aver già girato 
un film e che quest'esperienza secondo lui sarebbe molto utile per loro. 
Abbiamo proseguito l'incontro giocando per scaldarci un po' allo "Scal‐
po" e poi i ragazzi hanno proseguito l'allenamento sull'uniciclo, e hanno 
migliorato gli esercizi di giocoleria. 
Hanno detto a Maggiolina che si trovano bene con noi perché anche se 
non  partecipano  a  qualche  attività,  si  sentono  comunque  accettati  e  si 
rilassano anche vedendo giocare gli altri e ridendo. 
MS. facendoci vedere il braccio tutto tagliato ha commentato: "preferi‐
sco tagliarmi io quando ho rabbia, o rischierei di mettermi nei guai...". 
I ragazzi sono sempre molto rispettosi con noi, io oramai vengo chiama‐
ta "Zia", Maggiolina e Pepita sono sorelle e Geppetto ha il ruolo paterno 
o di zio, mentre Smilzo e Bailando sono ragazzi come loro e con loro si 
divertono  a  giocare  anche  in  maniera  più  "rude". 
Abbiamo concluso con i soliti abbracci e l'arrivederci alla prossima set‐
timana.  

4 Aprile 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 4‐4‐07  
Ore: 15‐30,17‐00 
Operatori CircoStanza: Aureola, Bailando, Geppetto, Maggiolina, Pepita) 
Ragazzi presenti: 5 – 1 italiano 
Materiale usato: telecamera, attrezzi di giocoleria 
Attività svolta: condivisione, ripresa, intervista 

Relazione di Pepita, Maggiolina, Aureola

Ore 14‐00 inizia la riunione d'equipe, valutiamo il da farsi. Oggi sarà la 
prima volta che portiamo la telecamera. Con le ragazze è stato un suc‐
cesso e sono emersi molti temi interessanti. 
Chissà  se  i  ragazzi  saranno  ugualmente  predisposti  ad  aprirsi?  Deci‐
diamo di farci guidare da loro, vedremo se MS. ha scritto del materiale 
che possiamo utilizzare per il video. Portiamo gli attrezzi per filmare i 
ragazzi mentre giocolano.  

128  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Ore  15‐30  siamo  dentro,  per  ora  c'è  solo  MB.,  Brillantina,  ha  le  cuffie 
nelle orecchie, è contento di vederci, mi ricorda che la settimana scorsa 
non c'ero, parliamo un po' e ad un certo punto gli dico che Bailando è il 
figlio di Aureola, la zia. Gli si illumina lo sguardo, non ci crede. Sorride, 
chiede conferma a Maggiolina a Bailando e quando entra anche ad Au‐
reola  è  sorpreso  e  divertito  dalla  differenza  d'altezza  ripete  più  volte: 
"Che bello!" 
Entrano gli altri ragazzi. C'è una new entry, un ragazzo rumeno, N., al‐
cuni ragazzi sono usciti nel frattempo ed altri sono in isolamento. Il ra‐
gazzo nuovo è un po' sulle sue, così anche l'unico italiano, Cr. Qualcuno 
si siede qualcuno vaga in piedi. 
Bailando  posa  la  telecamera  sul  tavolo  mentre  tutti  ci  disponiamo  in 
cerchio.  Spiega  che  inizieremo  a  girare  le  prime  riprese  e  chiede  se 
qualcuno ha preparato qualcosa. MS. ha dei fogli in mano, ha scritto due 
pagine  al  computer  (*)  aiutato  dallo  psicologo.  Gli  facciamo  i  compli‐
menti per la produzione e lui è ben disposto a leggere quanto ha scritto, 
facendosi filmare. 
A questo punto il nuovo arrivato inizia a ridere. M.S. con tono scontroso 
gli chiede cosa ci sia da ridere. Il ragazzo lo guarda e dice: "Il carcerato!" 
con tono sarcastico. M.S. gli risponde calmo: "Certo! Tu sei appena arri‐
vato, ma ti accorgerai cosa vuol dire...". E nel dirlo gli dà una pacca sulla 
schiena come un uomo adulto fa con un ragazzo più giovane. 
Scegliamo  il  posto  migliore  per  le  riprese  e  ci  sediamo  tutti  sulle  pol‐
troncine  di  plastica  rosse  che  ci  sono  nella  stanza.  Tutti  tranne  MB., 
Brillantina, un po' sconcertato, ma basta che Aureola gli faccia cenno di 
unirsi a noi che si avvicina. 
M.S. inizia a leggere. C'è silenzio. Ciò che legge non è una storia inventa‐
ta, ma la sua storia, le sue riflessioni, il suo cuore. Legge con tono serio e 
preciso, molto coinvolto. Mentre MS. legge i ragazzi hanno il volto serio, 
ascoltano, nessuno fiata. 
MS. parla di sé, di come ha dovuto imparare cos'è la pazienza, com'è ar‐
rivato in Italia con tante speranze ed ora si ritrova in carcere per le tan‐
te "cazzate" fatte. 
Al termine della lettura c'è ancora un attimo di silenzio poi parte l'ap‐
plauso. 
Siamo palesemente commossi, torna il silenzio. 
Mi avvicino a M.S. e lo ringrazio dicendo che sicuramente queste parole 
sono  condivise  da  tutti,  che  difficilmente  riusciamo  ad  esprimere  ciò 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

che  più  di  profondo  abbiamo dentro,  lo  ringraziamo perché  ha saputo 


dare una voce al disagio. 
Gli altri ragazzi sono tutti pensierosi, direi quasi ammutoliti. 
Bailando  chiede  se  vogliono  vedere  la  ripresa  e  tutti  accettano.  Cam‐
biamo spazio, torniamo  vicino al tavolo e tutti si dispongono vicini uno 
all'altro per vedere e riascoltare tutto. 
Finita  la  visione  c'è  bisogno  di  "sfogarsi",  le  emozioni  messe  in  moto 
sono  tante  e  intense,  così  per  cambiare  un  attimo  registro  (hanno  già 
lavorato molto sulla riflessione) decidiamo di allenarci un po' in modo 
che Bailando possa riprendere anche tutto ciò che abbiamo imparato. 
La maggioranza dei ragazzi si mette in moto, si tirano fuori palline, cer‐
chi,  e  rola‐bola,  ognuno  sceglie  su  cosa  allenarsi  e  su  cosa  vuole  le  ri‐
prese. 
Nel  giro  di  1  ora  mi  guardo  intorno  e  vedo  Maggiolina  che  fa  finta  di 
guidare una macchina che come volante ha un cerchio da giocoleria: in 
un attimo si scatena un rally di macchine clown... tutti ridono come paz‐
zi quando Ju. prende al posto del cerchio l'hula hop e lo usa da volante... 
una vera e proprio gag clown. 
Io  invece  in  questo  momento  io  sono  colpita  da  MB.,  tunisino  e  da  Cr. 
l'italiano che rimangono seduti con lo sguardo fisso. 
Mi avvicino a MB., parliamo di come sia difficile affrontare la loro realtà, 
di come, quando viene espressa a parole è come un pugno nello stoma‐
co, annuisce. Inizia un bel dialogo che cerco di riassumere qui, anche se 
non è la stessa cosa: 
M.B.: "Già! Infatti, io ho sempre mal di stomaco… sono troppo nervoso e 
mi tengo tutto dentro" 
silenzio 
Pepita: "Posso sapere a cosa pensi ora?". 
M.B.: "Certo. A mia madre. Mia madre è morta… aveva 28 anni… e non 
mi ricordo quasi nulla di lei, ma la penso spesso" 
Pepita: "Hai un bel ricordo di tua madre che vuoi raccontarmi?" 
M.B.:  "Quando  mi  accompagnava  a  scuola…era  molto  affettuosa.  Una 
donna alta e con i capelli biondi. l'ho vista in foto… non me la ricordo" 
Pepita: "Cosa pensi che lei desiderasse per te?" 
M.B.: "Non lo so... ma non questo, sono stato in carcere prima in Tunisia 
ora anche in Italia" 
Pepita: "Ora basta però…" 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

M.B.: "Si! Ora basta…"…sorride.. 
Silenzio 
M.B.: "Mi metti un po' di musica araba?" 
La cerco e trovo quella che gli piace, gli chiedo se vuole allenarsi un po' 
con le palline, mi risponde che aspetta ancora un attimo. 
Pepita: "Quando vuoi... Quando vuoi giocolare ci sono... ed anche quan‐
do vorrai parlare ancora un po'…" 
Ringrazia e sorride. 
Intanto  vedo  tutti  alle  prese  con  diversi  attrezzi.  N.,  il  nuovo  ragazzo 
rumeno sta provando a giocolare con tre palline per la prima volta e già 
riesce a fare qualche giro. Me. lancia i cerchi e ci fa invidia con l'ula‐op, 
MS. va sul rola‐bola, Ju. che è rientrato da poco (non ha sentito la lettu‐
ra) ha un sorriso raggiante(pur essendo appena tornato dal processo). 
L'atmosfera si è rilassata molto e a vederci da fuori siamo davvero un 
bel gruppo.  
C'è ancora Cr., l'italiano che rimane sulle sue, mi avvicino e gli parlo, sta 
pensando  che  deve  scontare  ancora  quattro  anni,  ha avuto  il  processo 
da  poco,  deve  andare  ancora  in  appello  e  spera  di  diminuire  molto  la 
pena. 
Cr.: "Ce l'hanno tutti con me perché non ho parlato, all'altro ragazzo che
era con me, maggiorenne, hanno dato due anni in meno perché ha parla-
to. Dicono che non possono fare niente perché non vedono i miei cambia-
menti e secondo me non hanno nemmeno letto le relazioni degli educato-
ri. Dicono che se esco faccio subito qualche altra cazzata. Sono chiuso, so-
no fatto così… ma non vuol dire che non ci penso alle cose... Io voglio lavo-
rare, ho già un lavoro come panettiere e voglio fare quello... voglio uscire
di qui.." 
Parliamo ancora un po' del suo avvocato e dei vari procedimenti del suo 
comportamento, poi MB. che intanto ha fatto un volo sul rola‐bola che ci 
ha fatto ridere mi chiede di allenarsi con me alle palline così che possa 
essere ripreso. Mi congedo dall'italiano e iniziamo a fare passing e tre 
palline in due con MB. 
Chiamiamo Bailando per farci riprendere, ma ci rendiamo conto che sta 
riprendendo già altri  ragazzi  che  intanto  si  sono  avvicinati  all'italiano, 
non capiamo bene cosa stia accadendo e continuiamo. 
Dopo  un  po'arriva  Bailando  con  Me.  e  scopriamo  che  quest'ultimo  sta 
intervistando tutti ragazzi chiedendo come si sentono in carcere... arri‐

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

va anche da noi, MB. risponde con piccole frasi, ma lo guarda dritto ne‐
gli occhi…" Come vuoi che mi senta!"… 
La nostra intervista è breve e Me. riparte verso Aureola e Geppetto che 
si mettono i nasi, anche Me. lo indossa. 
È difficile seguire tutto. Credo che oggi ognuno ha avuto la sua persona‐
le esperienza. Dopo un po' Bailando arriva a filmare noi e MB. mi chiede 
di non portare sfiga e non far cadere le palline! Nonostante ciò emozio‐
nati dalla telecamera ci cadono più volte... ma ci ridiamo su! 
Tutti siamo presi dal fare qualcosa con i ragazzi, arrivano gli agenti con 
un'educatrice  che  si  mette  a  parlare  con  Me.  e  con  l'italiano,  arrivano 
anche la mediatrice e G.  l'educatore, sono molto sorpresi dei saluti af‐
fettuosi che ci fanno i ragazzi (ci abbracciamo e ci baciamo prima di an‐
dar via e quando arriviamo), rimaniamo ancora un po' a chiacchierare 
con loro sui progressi di tutti e di come oggi abbiamo lavorato bene. 
C'è  una  bella  atmosfera,  d'equipe  allargata  che  lavora  per  i  ragazzi  ed 
anche loro lavorano per loro stessi. 
Ultimi saluti.. 
I  ragazzi  arabi  ci  salutano  con  il  loro  modo:  mettendosi  una  mano  sul 
cuore.. 
Che dire… tante emozioni oggi. 
Emozioni forti, amarezza, tristezza e allo stesso tempo unione: unione 
tra noi dell'equipe CircoStanza, unione tra noi e i ragazzi. 
 
Aureola:  Dopo  il  silenzio  pesante  seguito  alla  lettura  della  lettera  di 
M.S.,  Bailando  coinvolge  Me.  chiedendogli  di  intervistare  tutti  mentre 
lui con la telecamera riprende. 
Arrivano da me e Me mi chiede: 
Me: “Ma tu quando vieni qui e giochi con noi lo senti che siamo carcera‐
ti?” 
Aureola: “No, io non ci penso, penso che siete ragazzi con cui stiamo fa‐
cendo una attività. Sì è vero, siamo chiusi in una stanza, ma a volte an‐
che in una scuola siamo chiusi in una stanza.” 
Me: “Sì, ma qui è diverso, lo sai che non possiamo uscire... Tu non senti 
razzismo verso di noi?” 
Aureola: “No, io ho sempre viaggiato molto, ho visitato tanti paesi e ho 
anche vissuto all'estero e ciò che ho visto è che se chiedi a qualcuno in 
qualunque  paese  del  mondo  dove  sente  l'amore,  lui  risponderà:  "nel 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

cuore",  sia  che  sia  italiano,  marocchino,  birmano...  Non  potrei  essere 
razzista  nemmeno  volendo,  sento  che  tutti  siamo  uguali,  anche  se  con 
culture diverse, tutti vogliamo l'amore.” 
Me: “Quello che stai dicendo mi colpisce molto, però noi siamo in carce‐
re e questo per te cosa vuol dire? 
Aureola: “Essere in carcere può essere visto come una punizione, un ca‐
stigo, ma anche come una opportunità...” 
Me: “Cosa vuol dire "opportunità"? “(non capisce bene l'italiano) 
Aureola: “vuol dire che stare qui può servirti a imparare cose, a cono‐
scere persone che ci tengono a te e che ti vogliono bene, a capire che hai 
commesso degli errori e a evitarti di commetterne altri ancora...” 
Me:  “sì,  hai  ragione,  qui  c'è  tanto  tempo  per  pensare  e  riflettere.” 
Si spostano ad intervistare qualcun altro... 
Rimango per un momento pensierosa, che bella opportunità anche per 
me di passargli un messaggio, ha solo 16 anni... 
Mi  sposto  vicino  a  MB.  il  ragazzo  tunisino,  oggi  è  stato  per  parecchio 
tempo  con  le  cuffie  e  la  musica  alta  nelle  orecchie,  quasi  non  volesse 
sentire quello che diceva MS., mi dice: "Devo ancora passare ancora ot‐
to mesi qui dentro... e ho solo rubato una bicicletta da 100 Euro... (poi 
aggiunge che era una rapina e anche che spacciava)...".  
E' una giornata strana oggi, fuori piove, il tempo è grigio e dentro quello 
stanzone senza riscaldamento fa un po' freddo, ma anche se con un velo 
di tristezza siamo tutti "intimamente" pieni di emozioni, di calore uma‐
no. 
Ora vi trascrivo ciò che ha scritto e letto a noi MS. ripreso da Bailando. 
Lascio volutamente gli errori di italiano, le parole in maiuscolo così co‐
me ha scritto lui... 

Scritto DI M.S del 2 Marzo 2007.


2‐4‐2007 
Sono veramente disperato o forse sono sfigato, oggi sono arrabbiato ma
non so perché. Qui in carcere mi mancano tante cose che quando ero fuori
non ci pensavo. Comunque io sono venuto qua a lavorare in buona manie-
ra, ma qualcosa è andata male e mi sono messo a fare le cazzate che non
dovevo fare, per esempio lo spaccio, le rapine e queste cose qua mi hanno
fatto mancare la mia libertà e nessuno mi doveva comandare.

  133
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Io prima di attraversare il mare e venire qua in ITALIA non pensavo pro-


prio di fare questo, volevo trovare un lavoro e stare tranquillo, invece ar-
rivato qua mi sono trovato senza lavoro, senza documenti e per questo mi
sono messo a fare tutte queste cazzate.
Allora quel giorno che mi hanno arrestato ero UBRIACO, non mi ricordo
niente, il giorno dopo mi sono svegliato e mi sono trovato alla caserma
dei carabinieri, io tranquillo: "perché sono qua?" Uno sbirro si è girato e
mi fa: "Adesso te lo dice il giudice": dalla libertà in galera. Poi inizia la
mia vita in carcere.
Non ho la mia libertà, mi manca tanto, mi sento solo, mi sento più lontano
da tutto e mi pesa tanto il fatto di essere qui, ma veramente si paga molto
caro per gli sbagli fatti.
Libertà, giovinezza e vita: le tre cose che scappano da me, che non riesco
a raggiungere. qua in carcere sono programmato come un orologio, alle
otto mi sveglio, alle nove scendo in attività, a mezzogiorno poi rientro in
cella. All'una mangio, alle due vado all'aria, poi alle quattro in attività...
sono diventato un bell'orologio.
Mi mancano tanto le mie abitudini di fuori, la mia intimità personale. Mi
mancano gli abbracci della mia ragazza, li scherzi di miei amici. La mia
vita personale mi manca tanto, che qua dentro non posso averla, ma è
meglio per me ... oltre la sofferenza e la mancanza di libertà.
[N.D.R. gli chiedo cosa intendesse con "è meglio per me" e mi dice che sta-
va prendendo una brutta strada: beveva, fumava canne, spacciava... e
l'essere stato fermato lo ha fatto riflettere]
Eravamo tre ragazzi, sempre felici, non ci facevamo mancare mai niente,
eravamo in un posto come se fosse LA CASA DEL GRANDE FRATELLO.
Questo mi manca tanto tanto qua dentro. Non ho mai avuto fuori una pa-
zienza come l'avuta qua, perché qua dentro ho dovuto sopportare alcune
persone che mi davano fastidio, quindi è diventato tutto pesante all'inizio
dopo cominciato ad abituarmi.
Il mio caso è un caso a parte..., questa mia sofferenza però è anche la sof-
ferenza di tutti i ragazzi qua in carcere.
Mi ricordo del mio primo giorno, anche il mio primo risveglio: ho aperto
gli occhi visto il muro bianco ho girato la testa ho visto le sbarre di nuovo.
Quel momento mi rendo conto che sono carcerato. I primi giorni erano
troppi pesante e soffocante per me anche perché coincideva con la nostra
festa dei musulmani era la festa del montone, era anche il capo d'anno,
quindi stato troppo triste per me.

134  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Dopo quattro mesi le cose sono cambiate un po', è stato triste che ho pre-
so la condanna troppo pesante ma io sono sicuro che ce la faccio passare
con qualche ragazzo bravo e con l'aiuto di Dio. ma adesso sono meno ag-
gressivo, mi sento anche più responsabile e paziente. Comunque tagliarmi
o spaccare qualcosa non serve. Ma dentro di me c'è sempre un peso e spe-
ro che il tempo passi in fretta per poter uscire al più presto. Ci sono anche
due cose come la musica e il Corano che mi danno la forza di andare a-
vanti.
Ma io da quando ho lasciato il mio paese [N.D.R. Marocco] che penso tro-
po, tropo e ho pensato anche ammazzarmi o impiccarmi con una corda,
così non penso più punto...! però dentro di me ce sempre una cosa che mi
fa stare meglio di tutti i pensieri del passato avuto almeno il pensiero del
futuro. E' questo che mi ha salvato ho pensato ho detto io sono ancora
giovane ciò tutta la vita davanti, anch'io voglio avere figli e voglio fare
una famiglia da solo. Come tutti i ragazzi della mia età. Va bè!
Sopra tutto penso sempre ai miei genitori che mi hanno lasciato per un
motivo... quando avevo tre anni e non so cosa fare di me, avevo una sorel-
la che anche lei era piccola e non sappiamo cosa fare di noi. Poi siamo
cresciuti un po' io mi sono arrivato a 6 o 7 anni, ho lasciato il Marocco per
sempre, ho lasciato anche la mia sorella che era ancora viva [N.D.R. ci di‐
ce che è morta l'anno scorso, ma pare che non sia vero…]. 
Dal 1996 che ho passato tutti questi anni fuori arriva il 2007 mi trovo
dentro.

6 Aprile 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 6‐4‐07 
Ore: 15.30 – 17.OO 
Operatori CircoStanza: (Maggiolina & Pepita) 
Ragazze: 1 Rom 
Operatori del Ferrante presenti: l’agente 
Materiali utilizzati: lycra, devilstick, palline, macchina fotografica. 
musica latino americana e Laura Pausini, palline giocoleria 
Attivita’ svolte: giocoleria, canto, teatro clown 

Relazione di Maggiolina

Em. è raggiante, quando si avvicina il processo e la speranza di uscire si 
rende a tratti concreta e possibile, l’umore migliora… appena ci vede ci 
salta al collo e ci abbraccia ma nota subito che non ci sono né Geppetto 
né Smilzo e, pensando che oggi è l’ultimo incontro, è dispiaciuta perché 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

sa che non li vedrà più! Ma lascia a noi l’incarico di riempirli di baci ed 
abbracci. 
Ci racconta subito come è stata brava la mattina stessa durante l’esame 
di terza media, che ha passato con ottimi risultati e ammette di averlo 
affrontato  con  il  sorriso  stampato  in  faccia  e  con  molta  serenità,  cosa 
non facile per lei ragazza dal carattere chiuso e introverso. 
Tutte le materie sono andate bene e finalmente con la terza media le si 
apriranno le porte non solo del carcere ma anche della patente di guida 
e magari di una scuola per camerieri. È bello vederla parlare di futuro. 
Ha voglia di fare, della sua solita tendenza alla pigrizia non c’è traccia, 
sa che oggi probabilmente per lei se uscirà questa è l’ultima “CircoStan‐
za” in cui potrà giocare con noi, giocare con se stessa, giocare e basta! 
La  musica  come  sempre  dà  colore  alla  sala  ed  alle  emozioni  ed  in  un 
men che non si dica Em. si dedica alla danza, al teatro ed alla improvvi‐
sazione clown, io e Pepita la incitiamo e ne esce una fantastico numero 
di canto e ballo clown! 
E  poi  via  con  la  giocoleria,  la  danza  dentro  la  lycra.  L’agente  di  turno 
sentendo le risate non resiste e, prima si avvicina alla porta ed osserva, 
poi divertita dalla situazione si prende una sedia ed assiste a tutta l’ora 
del laboratorio. 
Lasciamo Em. sudata e stanca, con un sorriso enorme e le lacrime agli 
occhi nel saluto finale. Ciao Em. Buon futuro!  

11 Aprile 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 11 /04/07  
Orario: 15.30 ‐ 17.00 
Operatori CircoStanza: Smilzo, Pepita, Maggiolina, Geppetto 
Ragazzi presenti: 6 tutti stranieri 
Materiali utilizzati: devilstick, palline giocoleria 
Attività svolte: partita a palla avvelenata, giocoleria 
esercizi di improvvisazione teatrale comica (a coppie fare il doppiaggio 
ed imitare il primo della fila che cammina) 
visione di parte del video girato dalle ragazze 

Relazione di Smilzo

Il clima oggi è particolare: i ragazzi scendono nel salone in ritardo e non 
sono di buon umore. Come oramai di rito, ci salutano con 3 calorosi ba‐
ci, un abbraccio e la mano sul cuore. 

136  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Subito ci chiedono come mai non c’e’ la “zia” ovvero Aureola. 
Per  scaldare  l’ambiente  ed  il  clima  proponiamo  una  partitona  di  Palla 
Avvelenata  Clown,  che pare  piacere  assai  e  in  venti  minuti  siamo  tutti 
distrutti, senza fiato ma ci siamo fatti un sacco di risate e la competizio‐
ne ha mantenuto sempre toni sereni e amichevoli. 
Ma poi tiriamo fuori il meglio di noi: Maggiolina decide di indossare una 
maschera bruttissima appunto chiamata “il brutto” e da lì parte uno dei 
momenti più comici del CircoStanza. 
Mi posiziono su una sedia e dietro di me Geppetto inizia a doppiare la 
mia voce, i ragazzi sparano domande a raffica ed io mi trasformo in un 
personaggio  di  fantasia:  la  fantomatica  Nicoletta,  alla  quale  segue 
l’intervista del marito Nicoletto interpretato da uno dei ragazzi e dop‐
piato da un grande Smilzo. 
Tutti si sbellicano dalle risate, tranne MB. (Brillantina) che, giunto mol‐
to  dopo  gli  altri,  ha  uno  sguardo  totalmente  assente,  occhi  lucidi  e  ri‐
flessi zero. In un momento di colloquio a due con Pepita ammette di a‐
ver  chiesto  al  medico  delle  gocce  di  tranquillanti.  Alla  faccia  del  tran‐
quillo,  a  causa  dei  tranquillanti  MB,  Brillantina.  non  riesce  neppure  a 
tenere le palline in mano. 
MS. che la scorsa volta aveva scritto e letto dinanzi alla telecamera un 
pezzo del suo vissuto, scritto con il supporto dello psicologo, anche oggi 
ha una lettera ma decide di non leggerla perché non se la sente e perché 
non c’è la telecamera, ma ci consegna i fogli e ci chiede di custodirli fino 
al prossimo incontro. 
In un momento di giocoleria libera ed allenamento, qualcuno dei ragaz‐
zi si avvicina con me al PC ed insieme ci guardiamo il video girato con le 
ragazze, al quale abbiamo però tolto l’audio, perché le ragazze in svaria‐
ti  momenti parlavano  con toni amorosi di  alcuni  dei  ragazzi presenti  , 
per cui abbiamo preferito togliere il sonoro in modo da non mettere in 
imbarazzo  nessuno.  Attorno  a  quel  PC  c’è  interesse  per  la  produzione 
del  video  che  comprenderà  stralci  delle  riprese  dei  ragazzi  così  come 
delle ragazze. 
Arriva l’agente. Tempo scaduto. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

13 Aprile 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 13‐4‐07  
Operatori CircoStanza:  Geppetto, Bailando, Pepita, Maggiolina 
Ragazze presenti: 1  
Orario: 15.30 ‐ 17.00 
Attività svolte: visione video, ascolto, e nuovi video. 
Materiali usati: videocamera 

Relazione di Maggiolina

Pepita arriva un po’ in ritardo per colpa dei pullman… trafelata entra e 
vede  che  è  rimasta  solo  una  ragazza:  Em.  Bailando  e  Geppo  le  stanno 
mostrando i video girati da loro. Guarda divertita le scenette fatte con le 
sue  compagne  e  ride  vedendosi  ridere.  Appare  un  filo  di  malinconia 
perché ora è rimasta solo lei, certamente le compagne le mancano. Ride 
nel vedersi ridere e nel sentire la storia creata da lei e da S. su uno dei 
ragazzi. Chiede se glielo abbiamo fatto vedere, diciamo di sì, ma senza 
l’audio. 
Vuole vedere ora cosa hanno fatto i ragazzi e parte per primo il video 
dove giocolano. 
È colpita dal vedere che tutti sono attivi nell’allenarsi, ma si chiede per‐
ché  non  dicano  nulla  (la  parte  dell’intervista  non  si  capiva  molto…  e 
comunque, forse, sperava dicessero qualcosa sulle ragazze) . 
Gli  facciamo  vedere  il  video  di  MS.  Lo  ascolta  molto  seriamente,  an‐
nuendo con la testa in più punti. Al termine è commossa e le chiediamo 
cosa l’ha colpita di più. 
”È vero, in carcere non hai più il tuo tempo, ti alzi quando vogliono altri, 
mangi, fai attività che non servono a nulla” 
Pepita chiede se pensa che non le possano servire proprio a nulla: 
“No, soprattutto la scuola non mi piace; però l’attività con voi e disegno 
mi piacciono” 
Geppetto le chiede cosa le piace. È un po’ persa, non riesce a dire preci‐
samente cosa le piace e poi dice che le piace la vita fuori dal carcere. È 
molto dispiaciuta per la storia di MS., c on molta maturità dice che è ve‐
ro  che  non  serve  a  nulla  essere  aggressivi  o  spaccare  oggetti,  bisogna 
essere pazienti e pensare a quello che ci sarà dopo. 
Le chiediamo cosa desidera per la sua vita fuori. 

138  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Prima dice che non vuole più vivere illegalmente, che vuole un lavoro, 
le  piacerebbe  fare  la  barista  perché  potrebbe  stare  a  contatto  con  la 
gente, ma dopo qualche battuta parla nuovamente della sua vita  come 
legata al rubare. Parla di suo fratello più grande, racconta che ha fatto il 
modello ed anche a lei piacerebbe fare la modella. 
Parla di Yu. Il ragazzo di cui dice di essere innamorata. Le piace perché 
è  serio,  educato,  tranquillo.  Le  rimandiamo  il  fatto  che  è  bello  che  le 
piacciano  queste  qualità  e  che  se  anche  non  sarà  lui  le  auguriamo  di 
trovare una persona con queste caratteristiche.  
Gira due video in cui in uno parla a MS. ripetendo che le spiace per lui e 
che per molte cose gli dà ragione; poi un video per Yu. In cui parla del 
perché lui le piace e gli proclama il suo amore. 
È emozionata e ride dalla vergogna. 
Siamo  riusciti  a  parlarle  in  maniera  coinvolgente,  anche  se  è  ancora 
piuttosto chiusa e non ha le idee molto chiare, c’è una parte di lei che 
sente e spera in un modo di vi vivere diverso e un’altra che non conce‐
pisce la vita diversa da quella che ha sempre fatto. 
La salutiamo con affetto, l’attività è finita arriva l’agente, è l’ora di dise‐
gno. 

18 Aprile 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 18‐4‐07 
Ore: 15.30‐17.00 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Aureola, Bailando, Smilzo, 
Pepita 
Materiale usato: cerchi, palline, videocamera, devilstick, uniciclo, rola‐
bola 
Ragazzi presenti: Me. e MS. (Marocco) – Cr. (Italia) – V. e D. (Slavi)  
Assenti: MB (processo a BO) – Y e G (in isolamento) 
Attività svolta: Giocoleria, musica, visione di video, riprese 

Relazione di Aureola

I ragazzi vogliono vedere le riprese che Bailando ha fatto l'ultima volta. 
Sono molto interessati a “rivedersi” e i nuovi sono interessati a capire 
cosa MS. ha detto. Le interviste di Me. si sentono poco: in questa stanza 
tutto rimbomba e se c’è una musica o qualcuno parla o gioca non si sen‐
te più bene. 

  139
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

MS. ha scritto altri 3 fogli sulla sua vita, la volta scorsa senza la teleca‐
mera non ha voluto leggerle. Questa volta dapprima dice che non vuole 
leggere, poi quando dico che leggerò io e lui mi starà accanto si decide e 
dice che sarà lui a leggere. Si mette in un angolo, si siede sul bidone del‐
la spazzatura (fa capire che è un gesto provocatorio) e legge nuovamen‐
te pagine toccanti e forti. Accanto a lui c’è Cr., il ragazzo italiano, che lo 
ascolta. 
Bailando riprende con la telecamera. 
Gli altri giocolano o ascoltano musica. 
Anche la musica è qualcosa che li attira come una calamita. Vorrebbero 
sempre ascoltare musica dei loro paesi, ma non sempre è facile reperir‐
la. L’atmosfera è rilassata. Si gioca, si giocola, si sta insieme… 

Scritto di MS del 30-3-2007


IO NON HO PAURA 
Mi chiedo cosa vuol dire “futuro”.
Ho deciso di scrivere queste righe riguardanti la paura che io so cosa vuol
dire. Ma poi ho pensato che ogni persona ha una paura, chi la più seria e
chi la più banale.
Io, che ho 17 anni e qualche mese, ho sempre affrontato quello che dovevo
affrontare, c’è solo una cosa che non sono riuscito ad affrontare… forse
ero piccolo. Nella mia vita sono successe cose belle ma anche cose bruttis-
sime per le quali in parte anch’io ho avuto un po’ di paura.
In quest’istituto il giorno prima del processo, perché tanti pensieri mi ve-
nivano in mente, pensavo: “forse mi danno una condanna lunga, forse mi
mandano in un altro carcere o forse – e lo speravo – esco libero… ma
niente comunità”. Quindi qui ho avuto un po’ di paura.
Per me pensare è divertente ma non in questi momenti in carcere e so-
prattutto dopo la condanna che è stata un po’ più lunga di quanto pen-
sassi. Ho detto: … e adesso non devo più avere paura di niente. IO NON HO
PAURA.
Dopo quattro mesi che sono qua dentro, pensare di uscire mi fa stare mol-
to male. Rispetto a prima ormai mi sono abituato. Mi trovo molto meglio
in quest’istituto anziché fuori… prendetemi pure per pazzo, ma è così.
Più o meno 15 giorni fa ho fatto il processo. Già nell’essere in aula mi sen-
tivo soffocare, del tutto estraneo. Pensavo per non parlare. Per non parla-
re di come mi sentivo per strada con delle persone che conosco solo di vi-

140  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

sta, mi sentivo come se avessi messo per la prima volta nella mia vita i
piedi dentro il fuoco. Tra la gente comune. Non ho mai provato questo
genere di sensazione e non ho mai pensato di vivere quest’esperienza…
quindi IO NON HO PAURA…!

Scritto di MS del 5-4-2007


LA VITA DIETRO LE SBARRE 
E’ mancanza di famiglia la mia vita dietro le sbarre. Mi fa pensare spesso
alla mia famiglia, per esempio se qualche ragazzo alla fine della settima-
na va a fare il colloquio a me viene da piangere ma non lo faccio perché
ho pianto tanto da piccolo. Questo mi fa ricordare la scena dei miei che se
ne sono andati senza salutarmi, poi noi due, io e la mia sorellina siamo
stati affidati ad uno zio che ci trattava molto bene. Io però ero troppo
piccolo, piangevo sempre, avevo bisogno della mamma. Perché nessuno ti
vuole bene come i genitori…! Anche adesso quando telefono allo zio, ai
miei cugini e alla nonna mi chiedono: “ma quando torni?”… Perdo il fiato
ma non so cosa dirgli, sto zitto e rispondo: “Presto”.
Qui in carcere penso sempre a questo.
Secondo me il carcere mi è servito un po’. Quando ero fuori non pensavo
così tanto. Per esempio prendevo una bottiglia di vino, qualche bicchiere
di sambuca e un pezzo di fumo ed ero tranquillo, solo ubriaco e basta:
senza pensieri , però il giorno dopo dovevo fare la stessa cosa. E’ andata
sempre così.
In questo posto, dopo questi mesi che ho passato qui dentro e tutte le cose
a cui penso sempre, ho capito che i problemi si risolvono anche senza le
sostanze e sto migliorando, capendo che il carcere passerà, è solo una
corsa contro il tempo e basta. Ma non so con certezza quando finirà.
Di una cosa posso essere sicuro che la mia famiglia non la dimenticherò
mai, mai.
Io sono venuto qui in ITALIA solo per uno sbaglio, tutti questi anni che ho
passato qua potevo passarli tranquillamente vicino ai miei parenti, io ho
lasciato il MAROCCO per un motivo…, comunque potevo restare ad af-
frontarlo, c’era pure mia sorella che mi ha aiutato a lasciare il Marocco,
quindi non avevo altra scelta. Ho lasciato mia sorella da sola, mi ha fatto
sentire una persona senza cuore: qui in ITALIA ho conosciuto tanti amici
ma non sono come familiari, la famiglia ti sta accanto anche nei momenti
brutti. Se loro ci fossero ancora, potrei contarci quando ne ho bisogno;
invece non come gli amici che davanti ti ridono e dietro di te ti pugnala-

  141
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

no. Io parlo così perché l’ho provato. Questa cosa l’ho vissuta io perso-
nalmente.
Quando chiamavo mia sorella mi chiedeva sempre come stavo? Io sempre
le ho risposto, sto benissimo…!
Così lei non soffriva più. Mi diceva: “Io voglio vedere casa”. Io sì, io torno,
sì, sì… ma è andata così. A volte me lo chiedo pure io a me stesso. Quando
torno fra i miei cari?
Dopo quattro mesi passati qui dentro non ho mai ricevuto notizie
dall’Istituto e quando ho saputo che il 14/3/2007 devo fare il processo
ero veramente felice.
Da una parte ho dei bravi educatori, io ero tranquillo pensavo di uscire
con la scadenza termini o di essere mandato in comunità.
Dall’altra non so se essere felice o meno, perché non vedevo l’ora di la-
sciare questo posto, però ho pensato male. Mi sono detto: in confronto al-
la comunità che ho provato è meglio il carcere… prendetemi pure per
pazzo! Lascio un posto a cui mi sono abituato per andare in un posto dove
devo ancora abituarmi. La cosa migliore per me sarebbe essere libero…
ero confuso perché anche in carcere ci sono delle cose negative che anco-
ra non sapevo.
Il mio primo pensiero, il mio cervello vuole che io mi riabiliti completa-
mente delle cose che facevo prima, cioè lo spaccio, le rapine e l’uso
dell’alcol e delle canne. Poi dentro me stesso mi chiedo cosa voglio fare
veramente di me, non so se voglio continuare a spacciare o a fare altre
cose o voglio avere una vita tranquilla: scuola, lavoro, famiglia. Ma tutto
questo dipende solo da me, da nessun altro.
Prima di tutto voglio capire me stesso, dopo la condanna sono confuso
non so ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. So solo che voglio continuare
a vivere e basta. Ma dentro di me è veramente come se si fosse fermato
tutto mentre il mondo fuori continua il suo corso. Lascio perdere, non de-
vo pensare… penso solo al desiderio della vita e della libertà.
Io scrivo, scrivo e torno a parlare della vita nel carcere. Chi sa perché?
Giorno per giorno… fino a quando arriverà il giorno anche per me e per
tutti noi della libertà.
La notte, quando sto per dormire non riesco e mi vengono dei pensieri di
quando ero fuori!!! Penso ai miei amici, soprattutto ai miei paesano e tut-
te le giornate che passano è lo stesso.
Quando sei dentro è molto difficile per chi sa cosa vuol dire soffrire nella
vita. Secondo me fuori ci sono alcuni ragazzi che vivono solo con la felici-

142  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

tà e quando entrano in questo posto devono abituarsi a stare in carcere e


soffrire e cambiare vita… qui dentro c’è un regolamento che si deve ri-
spettare. Tutti quelli che arrivano in carcere devono cambiare le abitudi-
ni che avevano fuori, per esempio divertirsi, incontrare chi vuoi e sceglie-
re i propri orari. Queste cose a me mancano tanto, i primi giorni mi man-
cavano tantissimo perché non ero abituato a stare in galera.
In questo posto ho imparato tante cose, ho capito che non ci si deve fidare
troppo delle persone perché alcuni si mostrano come amici ma sono finti,
comunque io faccio il possibile per dimenticare che sono in carcere, un
posto in cui si deve stare con molta pazienza. Secondo me è giusto pagare
per gli sbagli che si fanno. Però dopo un po’ la galera comincia a pesare di
brutto. Come dice un ragazzo italiano, bisogna avere il coraggio perché la
galera è solo di passaggio, e quando si esce non ci si deve sentire soli o di-
versi dalle altre perché siamo stati in galera. Non dobbiamo pensarci,
perché anche per tutti noi arriverà il giorno fortunato della libertà e della
felicità.

20 Aprile 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 20/04/07 
Ore: 15.30‐17.00 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo 
Attività svolte: trucco, musica, marionette 
Materiali usati: PC, musica, trucchi, marionette 

Relazione di Maggiolina

Un bel pomeriggio di sole oggi ci accompagnava al carcere. 
L’agente ci conferma che faremo attività solo con una ragazza, Em. 
Entriamo,  l’aspettiamo,  intanto  prepariamo  le  varie  cose  che  abbiamo 
pensato di fare. Dopo i saluti di rito iniziamo l'attività. Si vede che Em. è 
un po’ giù di morale, possiamo capirla dato che è rimasta da sola e ha il 
processo fra pochi giorni. 
Smilzo prepara tutto, accende le casse e le collega al PC, prepara la tele‐
camera e mette un po’ di musica. Subito Em. chiede la famigerata Laura 
Pausini,  ma  stavolta  Maggiolina  ha  dimenticato  per  errore  il  lettore 
mp3 così Em. a malincuore si deve accontentare di Elisa, bella, ma a lei 
non basta e chiede ripetutamente se c'è qualcos'altro, ma stavolta il PC 
è dello Smilzo che ascolta tutt'altra musica! 

  143
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

La prima proposta di creare la "carta d'identità" sfogliando vari giornali 
e ritagliando foto, fallisce, ma Em. viene subito conquistata parlando del 
video registrato con le ragazze. Così iniziano le molte domande e dalle 
domande si passa al trucco. La nostra Em. inizia a collaborare a pieno 
all'attività così con Maggiolina e il regista Smilzo mettono su e provano 
un'intervista stile “Le Iene” che verrà ripresa con la telecamera subito 
dopo.  
Si preparano le domande, si prova e si riprova, si cambia sfondo e alla 
fine  ci  siamo!  3,  2  ,  1  in  onda!  l'intervista  fila  liscia  e  divertente  come 
previsto, è il momento di rivederla! 
E dopo questo che si fa!?!! ci si pensa un po’ e poi, ecco ci siamo! 
Riprendiamo il discorso con le marionette, c'è una telenovela in sospe‐
so! Armiamo subito lo sfondo, marionette, pronti via! dopo uno scambio 
di ruoli tra Smilzo e Maggiolina per impersonare la marionetta di Yu., lo 
spasimante di Em. si inizia a registrare. Fantastico! Le riprese sono sta‐
te un pelo difficili però ci siamo riusciti. E' venuto fuori un bel lavoro. 
Così dopo aver rivisto il tutto e averci riso sopra si sono fatte quasi le 
17.00 e dopo una pausa sigaretta per la nostra Em. è arrivato il momen‐
to dei saluti! 

25 Aprile 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 25.4.07 
FESTA  
 

2 Maggio 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 2‐5‐07 
NESSUNA ATTIVITA’  
 

9 Maggio 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 9‐5‐07 
NESSUNA ATTIVITA’: c’è la scuola di Cirko 
 

144  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

11 Maggio 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 11‐5‐08 
Ore: 14‐00/ 16:00 
Operatori CircoStanza: Pepita e Maggiolina 
Attività svolta: partecipazione alle attività di Circo‐stretto (Scuola di 
Cirko) 

Relazione di Maggiolina

Curiose  di  comprendere  le  attività  svolte  dai  ragazzi  e  capire  come 
stanno rispondendo ci dirigiamo in sala teatro.  
Alle  14.00  è  previsto  uno  spettacolo,  inizierà  più  tardi  ,  ma  questo  ci 
permette di incontrare tutti i ragazzi e scambiare due parole, capire il 
loro entusiasmo o meno. 
La prima che incrociamo lungo il corridoio, in compagnia dell’agente, è 
Em., la ragazza, siamo felicissime di vederla in grinta ed entusiasta, ha 
avuto il processo, era convinta di uscire, mentre dovrà scontare ancora 
un bel po’ di pena. Ci saluta calorosamente e inizia a dire che deve asso‐
lutamente  imparare  a  giocolare  con  le  tre  palline.  Ha  partecipato  alle 
attività di giocoleria con il primo gruppo e questo l’ha stimolata a voler 
imparare, certo noi pensiamo che sono mesi che proviamo a stimolarla, 
ma si sa, è più incisivo il confronto coi ragazzi. Siamo comunque molto 
contente del rinnovato entusiasmo. 
Entriamo con lei in teatro, non c’è ancora molta gente, ma dopo un po’ 
arrivano tutti. Passa C. uscito e rientrato subito dopo, non fa più parte 
del  gruppo  di  attività,  ma  presto  tornerà,  saluta  con  un  occhiolino  di 
complicità e il suo: ”ciao socie!”. 
Arrivano i ragazzi del Levante. Intanto chiediamo ai maestri di giocole‐
ria e acrobatica come stanno andando i ragazzi. Il primo gruppo che fa 
giocoleria sembra avere qualche problema, è difficile coinvolgerli, men‐
tre  il  secondo  gruppo che  fa  acrobatica sta  lavorando bene.  Tutti  arri‐
vano e ci salutano contenti, ci dicono che il giorno dopo faranno la loro 
presentazione e ci chiedono se andremo a vederli. Smilzo riuscirà a ve‐
derli. 
MB, Brillantina. si siede vicino a noi e ci annuncia che non parteciperà 
più all’attività perché gli hanno spostato il laboratorio di falegnameria, 
sicuramente è importante che continui questo percorso professionaliz‐
zante, ciò non toglie che ci dispiace tantissimo, sia a noi, sia a lui, dice 
che verrà a trovarci e che gli mancheremo. 

  145
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Anche MD si siede accanto a noi, chiede se abbiamo le magie, ci raccon‐
ta dei salti che stanno imparando ad acrobatica, l’insegnante è lì vicino 
e si vede chiaramente che sono entrati in contatto. 
Inizia lo spettacolo. Sono due numeri molto leggeri e “poetici” i ragazzi 
guardano, alcuni applaudono, ma l’atmosfera generale non è di grande 
partecipazione. 
Finito  lo  spettacolo  ci  dirigiamo  con  il  secondo  gruppo  alla  lezione  di 
acrobatica. Come c’era da aspettarsi C., l’italiano non partecipa per nul‐
la, e D. partecipa solo alla fine, quando gli fa più comodo (nel momento 
dei  salti  e  questo  non  è  proprio  salutare  al  suo  corpo  che  non  si  è  ri‐
scaldato, comunque partecipa ed è divertito.) 
La prima parte di riscaldamento è seguita a stento, ma anche per il fatto 
che tutti la facciamo con il maestro (ci siamo noi e anche tre assistenti e 
una educatrice) riusciamo a fare tutto. 
Partono le figure di acrobatica: capriole, ruote, verticali a due, capriole 
a  due,  i  ragazzi  sono  ben  presi  e  divertiti  della  nostra  partecipazione. 
Proviamo anche le figure con loro e questo ci crea ancora più legami. 
Anche M. il nuovo arrivato è coinvolto e pare particolarmente sorpreso 
e ben disposto della nostra presenza. 
Iniziano i salti veri e propri, lì noi ci fermiamo a guardare ed è uno spet‐
tacolo.  Veloci  e  atletici  (chi  più  chi  meno)  fanno  continui  salti  soli,  in 
coppia e con uscite lampo a 3, è davvero emozionante. 
Alle sedici si finisce, salutiamo tutti, facciamo i complimenti, partono gli 
abbracci e i baci, e… ci si vede mercoledì. 

16 Maggio 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 16‐5‐07 
Ore 15‐30/ 17‐00 
Ragazzi presenti: 7 (Marocco, Tunisia, Cina, Italia, Romania) 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Smilzo, Pepita 
Materiali utilizzati: palline, rola‐bola, nastri, lycra, piattini, clave, 
diablo.. 
Attività svolta: giocoleria e acrobatica 

Relazione di Aureola

Arriviamo  e  vediamo  due  new  entry  che  giocano  a  carte  e  litigano  (in 
arabo!) Non capiamo a che gioco giocano. 

146  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

MS mi viene incontro e ci abbracciamo: “Zia, sei tornata!”  Mi sembra di 
incontrare davvero un nipote… 
MB. vuole che si metta subito la musica. Sistemiamo il materiale sparso. 
Abbiamo portato la palla da contact per ME che la prende e inizia a pro‐
varla subito. 
Come avevamo deciso in equipe li riuniamo in cerchio e spieghiamo lo‐
ro che siamo lì per un progetto educativo e che anche noi faremo una 
relazione sulla loro presenza e sull’attività svolta. Noi vogliamo dare un 
buon giudizio e allo stesso tempo dato che l’attività è educativa, deside‐
riamo che da parte loro ci sia impegno a partecipare. Spiego anche che 
ogni esercizio che facciamo ha la sua importanza e che la giocoleria ad 
esempio serve ad allenare la concentrazione. 
Sono attenti, seguono quanto sto dicendo, anzi M. richiama i ragazzi che 
stavano giocando a carte e li fa venire nel cerchio.  
C’è un’altra new entry, un ragazzo cinese, un po’ effeminato che ci sem‐
bra venga preso di mira un po’ da tutti. Lui è gentile, ma ogni tanto rea‐
gisce e si mostra seccato.  A volte non capiamo se scherzano o se ci sono 
tensioni. 
Mentre ognuno di loro prova uno strumento per poi lasciarlo per un al‐
tro due minuti dopo, mi fermo a parlare con MS. gli chiedo che cosa gli 
piacerebbe  fare  una  volta  fuori  di  lì,  mi  dice  che  la  scuola  di  circo  gli 
piacerebbe, ma preferisce fare il muratore, costruire case è bello, dice.  
Gli chiedo perché non è previsto un progetto per lui e mi dice che non 
vuole andare in Comunità perché avrebbe una libertà fittizia e preferi‐
sce sapere di essere in galera invece che pensare di essere libero e non 
esserlo veramente. 
Mentre parliamo guardiamo il ragazzo cinese che prova i rola‐bola, fac‐
cio notare a MS. come l’attrezzo richieda una continua ricerca di equili‐
brio e gli spiego che anche questo è un allenamento e che tutto nella vi‐
ta ruota intorno alla “ricerca dell’equilibrio”, quindi anche il provare a 
stare in equilibrio su un rola‐bola è un allenamento che può servire nel‐
la vita.  
MS. mi ascolta sempre con molto interesse, è un ragazzo molto profon‐
do. Mi dice che ha scritto altre cose e che la prossima volta me le porte‐
rà. 
Sento che uno dei due nuovi ragazzi marocchini dice una parola in spa‐
gnolo, gli chiedo da dove viene, mi risponde che viene da Casablanca e 
che ha vissuto gli ultimi tre anni in Spagna. Da 5 giorni è in Italia ed è 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

subito finito in galera. E’ contentissimo di poter parlare spagnolo, stabi‐
liamo quindi subito una relazione, mi fa diverse domande sul tipo di at‐
tività che proponiamo a loro, se ci saremo tutti i mercoledì, cosa si può 
imparare da noi. Mi dice che ha il processo a giugno e non sa quanto gli 
daranno. 
Sentendomi parlare con lui si avvicina anche l’altro e si presenta. 
Il ragazzo cinese prova un po’ tutti gli strumenti. 
Quando  usciamo  troviamo  MB.  “Brillantina”  il  ragazzo  tunisino,  ad  a‐
spettarci per salutarci, ci abbracciamo, siamo commossi. 
Ogni incontro con questi ragazzi è spunto di riflessione e di crescita per 
ognuno di noi. 

10 Maggio 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 18‐5 2007 
ORARIO: 15.30 – 17.OO 
Operatori CircoStanza: (Maggiolina & Pepita) 
RAGAZZE: 1 Rom ed una ragazza di origine jugoslava 
MATERIALI UTILIZZATI: devilstick, musica latino americana e laura 
pausini, palline giocoleria, bandiere 
ATTIVITÀ SVOLTA: giocoleria 

Relazione di Maggiolina

Arriviamo nel settore femminile del Ferrante convinte che ci sia la sola 
Em. ad aspettarci, oramai è più di un mese che (per fortuna) non ci sono 
nuovi  ingressi  e  da  un  lato  è  un  bene  dall’altro  la  povera  Em.  non  ha 
compagne con cui condividere le attività e la vita quotidiana e il tutto le 
sembra  più  duro.  Lei  è  una  ragazza  forte  e  sta’  affrontando  questa  si‐
tuazione  in  modo  maturo  e  responsabile  ,  cercando di  trarre  il  meglio 
da tutto. 
Ma oggi qualcosa è cambiato con E. arriva una seconda ragazza R. che è 
arrivata  al  Ferrante  nella  notte  di  mercoledì.  La  accogliamo  a  nostro 
modo, il clown ci aiuta ad entrare subito in contatto con lei che inizial‐
mente si è messa in atteggiamento di difesa, ma le è bastato vedere che 
con noi poteva essere se stessa e in lei si è accesa subito una scintilla. 
Ha iniziato a chiederci che cos’era il materiale che avevamo nello zaino, 
chi eravamo e cosa combinavamo li! Em. ha per un attimo fatto la gelosa 
sapendo che ora le nostre attenzioni non erano più tutte per lei, ma il 
tutto è durato pochi minuti, abbiamo chiesto ad Em. stessa di spiegare a 

148  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

R. che cosa combiniamo di solito il venerdì e soprattutto che cosa aveva 
imparato con i ragazzi della Scuola di Cirko di Torino durante le attività 
del “Cirko Stretto”. 
Em. si è messa a giocolare con 3 paline ma ha ammesso che deve ancora 
allenarsi un bel po’ e che avrebbe proprio voglia di imparare! Pronti vi‐
a! Noi siamo qua anche per questo. Ci armiamo tutte di palline, compre‐
sa la nuova ragazza e ci alleniamo. R. ha grandi risultati sin dall’inizio, si 
diverte  e  nei  suoi  occhi  e  nel  suo  splendido  sorriso  si  intravede  una 
bambina che è stata chiusa per tanto tempo e che ora potendo giocare, 
pian piano esce fuori. 
Attirate dal Devilstick abbandoniamo le palline e per circa 15 minuti ci 
dedichiamo a questo nuovo attrezzo che però è assai difficile e richiede 
grande concentrazione. Em. si ricorda che la scorsa volta avevamo usa‐
to le bandiere che magicamente escono dallo Zaino, Pepita ci fa vedere 
come utilizzarle al meglio e tutte proviamo.  Io, Maggiolina, come sem‐
pre sono un disastro ma le ragazze ridono dei miei errori e festeggiano 
quando insieme riusciamo a fare le cose per bene! 
Sia R. che Em. apprendono con velocità e se inizialmente usavano il ma‐
teriale senza interagire fra loro, con le bandiere creiamo splendide co‐
reografie improvvisate, in cui danziamo e giocoliamo con grande sinto‐
nia  al  ritmo  della  musica  della  Pausini  (a  riguardo  dei  gusti  musicali 
non otteniamo grandi successi ma ora stiamo lavorando per scoprire  le 
musiche preferite legate alla loro cultura!). 
Guardiamo,  in  un  attimo  di  pausa,  le  fotografie  ed  i  video  girati  nelle 
scorse settimane, ed è in questa occasione che Em. inizia a parlare del 
processo, da un lato è molto fiduciosa perché ha fatto grandi progressi 
durante  la  permanenza  in  Carcere  ma  dall’altro  è  sicura  di  non  voler 
accettare  un  tipo  di  progetto  che  preveda  la  comunità;  suo  padre  non 
vuole che lei vada in comunità ed in generale anche lei preferisce il car‐
cere alla comunità (che in passato ha già sperimentato), ci dice chiara‐
mente che se deve scontare una pena è giusto per lei passarla in carcere 
ed  uscire  “pulita”,  senza  sconti,  lei  ha  commesso  un  errore  ed  è 
d’accordo sulla punizione, ma non in comunità. 
R. vedendo che Em. si confida con noi, ci racconta piccole cose su di lei, 
tra cui che è sposata, ma nulla più. Concludiamo con un giro di belle no‐
tizie e queste ragazze dicono che è stato fantastico poter giocare, cosa 
che non fanno mai! 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

23 maggio 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 23‐5 2007 
Ore: 15‐30/ 17‐00 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo 
Materiali utilizzati: palline, rola‐bola, nastri, lycra, piattini, clave, diablo, 
micromagia. 
Ragazzi presenti: 7 ‐ MS (Marocco), MB‐Brillantina (Tunisia), ma solo 
per salutarci, Ga. (Cinese), Ab (Marocco), Ra. (Marocco), El. (Ungheria), 
Cr. (Italia) 
Attività svolta: giocoleria  

Relazione di Aureola

Come ogni mercoledì ci riuniamo in equipe prima di andare al Ferrante. 
Maggiolina che al mattino ha partecipato alla riunione “Stop & Go” sul 
Levante ci fa un quadro tutt’altro che allegro della situazione. A quanto 
pare c’è nuovamente tensione, i ragazzi sono ancora più demotivati e ci 
sono lotte interne anche tra le stesse nazionalità. 
Decidiamo  un  programma  tranquillo  e  aspettiamo  di  vedere  cosa  suc‐
cederà. 
Al nostro arrivo i ragazzi ci accolgono con entusiasmo. Ab. che parla so‐
lo arabo o spagnolo mi chiede di fargli delle foto mentre fa attività per‐
ché  così  le  manda  ai  suoi  genitori.  Mi  dice  che  tra  poco  lo  verranno  a 
chiamare perché finalmente dopo tre anni potrà telefonare a casa.  
Iniziamo a giocare con le foto, si mettono in posa, si provano i vari at‐
trezzi, nel frattempo imparano cose nuove. 
MS. per la prima volta impara a giocolare con tre palline, è visibilmente 
soddisfatto. Ma dopo un po’ si stanca. Colgo l’occasione per fargli notare 
che questa mancanza di concentrazione poi la riporterà nella vita, e che 
passare da una attività all’altra è indice di insoddisfazione. La giocoleria 
è allenamento e Smilzo conferma che ogni giorno si allena almeno due 
ore pera vere buoni risultati. 
Ab. il marocchino che parla spagnolo prova di tutto, con scarsi risultati, 
ma almeno ci mette la buona volontà. 
MB. detto Brillantina per i suoi capelli pieni di gel ci lascia, ha il labora‐
torio di falegnameria nella nostra stessa ora e, anche se a malincuore va 
via. 

150  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Ab. va a telefonare, quando torna mi racconta con una grande gioia ne‐
gli  occhi  che  ha  parlato  con  sua  sorella,  che  lei  è  cresciuta,  che  gli  ha 
detto di comportarsi bene. E’ veramente felice. 
MS. gioca con Maggiolina facendole le treccine ai capelli. 
Inizia il laboratorio di magia (è sempre il loro preferito) e avviene il mi‐
racolo: per la prima volta si coinvolge anche Cr., il ragazzo italiano che 
non ha mai voluto partecipare alle nostre attività.  
Fa il gioco dei bussolotti, e quello del libro magico e soprattutto ride e 
sembra per la prima volta rilassato. 
El. si diverte col diablo e poi fa una grande rappresentazione con il libro 
magico. Tutti rimangono stupiti dal cestino a scomparti. 
La  magia  li  attrae  tantissimo,  è  sempre  così  coi  ragazzi  maschi,  anche 
fuori dal carcere. 
Viene  attratto  anche  Ra. che  fino  a  quel momento aveva  giocato  a  cal‐
cetto, il cestino magico è irresistibile. 
Il ragazzo cinese, G. si diverte con tutti gli strumenti, dalla giocoleria al‐
la  magia,  insegna  a  Geppetto  e  a  Maggiolina  a  tirare  su  con  il  piede  il 
diablo. E’ riflessivo e calmo, prova gli attrezzi con attenzione e insiste, è 
sempre sorridente, gentile, disponibile. 
Arrivano velocemente le 17.00 e dobbiamo andar via. I ragazzi si attar‐
dano e noi pure, quando si sta bene è difficile smettere di giocare. 
Abbiamo lavorato benissimo oggi! 

6 Giugno 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 06‐06‐07 
Ore: 15.30‐17.00 
Operatori CircoStanza: Pepita, Donji e Smilzo 
Ragazzi: 7 
Attività svolta: costruzione delle palline da giocoleria, giochi con la palla 
Materiale usato: palline, Diablo 

Relazione di Smilzo

Partiamo già con  le  idee  chiare,  l’altra  settimana  avevamo  proposto ai 


ragazzi la costruzione delle palline e loro avevano accettato. Così dopo 
aver preparato palloncini e riso, pronti si parte. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Arriviamo puntuali alle 15.30 e pensavamo di trovare i ragazzi già den‐
tro,  così  siamo  riusciti  a  nascondere  la  pallina  del  calcio  balilla  e  a  si‐
stemare i tavoli per dar spazio alla creazione delle palline. 
Dopo i saluti e le presentazioni di Donji iniziamo a spiegare cosa avre‐
mo  fatto  durante  la  nostra  ora  e  mezza.  Sembrano  un  po’  sorpresi  e 
fanno finta di non ricordarsi che dovevamo costruire le palline, così do‐
po una breve spiegazione di quello che si era deciso nello scorso incon‐
tro da parte di Pepita tutti sono d’accordo, così iniziamo. Smilzo e Pepi‐
ta  prendono  in  mano  la  situazione,  spiegano  e  costruiscono  le  palline 
insieme a M., K., A., Me. e R. 
El. è alle prese col diablo così Donji lo affianca nell’allenamento mentre 
Ab. non se la sente di far nulla e rimane seduto. 
La creazione delle palline è durata molto poco, infatti M. dopo aver cre‐
ato  un  mini‐pallina  la  usa  come  pallina  sostitutiva  per  il  calcio  balilla. 
Vedo che R. confabula con la guarda per la richiesta della pallina, Smilzo 
non fa in tempo ad intervenire che la guarda va via e ritorna dopo qual‐
che minuto con una pallina nuova che finisce subito nelle mani dei ra‐
gazzi.  Così  Donji  e  Smilzo  dopo  ripetuti  interventi  di  dissuasione  dal 
gioco  decidono  di  sfidare  R.  e  A.  con  la  speranza  di  vincere  e  di  inter‐
rompere il gioco, intanto Pepita insegna la tecnica con due palline ad M. 
e K. Ogni tanto i ragazzi escono per telefonare e vanno ai colloqui. R. e 
A.  vincono  e  abbandonano  la  partita,  così  Pepita  propone  il  gioco  che 
avevano fatto l’altra volta con la palla, stavolta con una palla fatta di ri‐
so. La cosa dopo molti tentativi va in porto. Si gioca per un po’, poi però 
qualcuno molla, il gioco stanca e appena si inizia a sudare i ragazzi mol‐
lano. Così riprendono i vari allenamenti singoli con la giocoleria e tutto 
d’un tratto loro propongo un gioco divertente, difficile e rilassante, ma 
non per chi sta al centro. Un gruppo sta seduto fuori formando un bel 
cerchio e uno sta al centro e deve riuscire a prendere la pallina che gli 
altri dovevano passare. Arriva il momento dei saluti, il laboratorio è fi‐
nito anche stavolta. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

13 Giugno 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 13/06/07 
15.30‐17.00 
RAGAZZI PRESENTI: 6 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Smilzo, Pepita, Maggiolina 
Materiali utilizzati: magie, strumenti di giocoleria 
Attività svolte: calcetto e preparazione spettacolo 

Relazione di Geppetto

Dagli incontri con gli operatori del Ferrante pare che questo sia  un pe‐
riodo difficile per i ragazzi, molti di loro hanno pene molto lunghe e re‐
agiscono in modo negativo e talvolta aggressivo alle proposte di attivi‐
tà. Sino ad ora da noi a CircoStanza non si sono verificati eventi negati‐
vi,  i  ragazzi  vivono alti  e  bassi  ma  con  noi  sanno di  poter  liberamente 
esprimere  il  loro  stato  d’animo,  partecipando  chi  più  o  chi  meno  alle 
nostre attività, ma comunque assorbendo i nostri messaggi e valori os‐
servando cosa combiniamo come circo‐clown. 
Abbiamo deciso che necessitano di essere più stimolati a mettere a frut‐
to le cose acquisite in questi mesi con noi per cui elaboriamo una scalet‐
ta di uno spettacolo, individuando vari numeri circensi e lasciando spa‐
zi per: il nome dello spettacolo e il ruolo dei personaggi. 
Arriviamo ed i ragazzi ci raggiungono quasi subito. 
MS. è molto cupo, le sue braccia sono piene di tagli e bruciature di siga‐
rette e ci fanno ben capire il suo stato d’animo. Rimango molto colpito 
dai suoi occhi persi e gonfi, l’agente lo chiama: non può partecipare alle 
attività perché questa mattina non è sceso a lavorare. 
Anche  gli altri  non  sono  di umore  buono,  ma  riusciamo  ad agganciarli 
con  una  partita  a  calcio  clown  ovvero  una  sorta  di  calcetto  in  cui  per 
giocare occorre stare abbracciati, ci giocano quasi tutti.  
Dopo averli fatti sfogare un bel po’ ed esserci distrutti fisicamente, pro‐
poniamo  decisi  l’idea  dello  spettacolo,  che  i  ragazzi  accolgono.  Discu‐
tiamo sul nome da dare allo spettacolo, su chi farà cosa e sulle musiche 
da mettere in sottofondo ai numeri, tutti sono coinvolti e molto parteci‐
pi, ma in un men che non si dica sono le 17.00. 
Occorrerà continuare la prossima volta perché presto si andrà in scena. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

20 Giugno 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 20‐06‐07 
15.30‐17.00 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Smilzo, Pepita, Maggiolina 
Materiali utilizzati: magie, strumenti di giocoleria 
Attività svolte: foto, magie, acrobatica 
Ragazzi presenti: 5 (4 marocchini e 1 slavo) 

Relazione di Aureola
Alla riunione Stop & Go apprendiamo che la situazione è tesa e che c’è 
stata un lite tra MS. e Ab. 
Arriviamo e MB, Brillantina ci saluta sempre con tanto affetto e poi va 
all’attività di Falegnameria. 
I ragazzi stanno finendo una partita a calcetto, ma quando ci vedono 
dicono: “Ok finiamo e arriviamo subito”. 
Sia Me. che MS. sono giù di morale e dicono di stare male fisicamente. 
Do a MS. una lettera che gli ho scritto, dove gli ricordo che gli voglio 
bene e che può reagire cambiando il suo pensiero e diventando più 
positivo. 
Ho la macchina fotografica che serve tanto perché li invoglia a fare 
attività per essere ripresi e questo li fa sentire più gratificati. 
MS. Si isola e legge la mia lettera.  
Io faccio una ripresa a R. con il libro magico. El. fa lo sbruffone, lui vuole 
farsi vedere superiore e fa attività come se sapesse già fare tutto. 
MS. Ha finito di leggere la lettera, mi chiama e mi chiede di fargli una 
foto da mandare a sua nonna. In realtà ha voglia di parlare, di sfogarsi e 
mi racconta cosa è successo la settimana scorsa. Mi dice che è nervoso e 
preoccupato per il processo e ha paura di dover restare a lungo dentro. 
Gli dico di avere fiducia e di prendere questa esperienza come un 
insegnamento e che la cosa più importante è che prima o poi uscirà e 
questa esperienza che lo avrà segnato potrà essere un punto a suo 
favore. Gli parlo del “guardare oltre”. E poi gli chiedo se ha una “parola 
d’onore”, indicandogli le innumerevoli ferite che ha sulle braccia e le 
cicatrici dei mozziconi di sigaretta che si è spento sul braccio, gli chiedo 
di promettermi che non si farà più del male. Glielo chiedo come una 
mamma che ha a cuore il futuro di suo figlio. Rimane un po’ pensieroso 
e poi mi dice. “te lo prometto!” 
Dopo questo momento inizia a giocare e a divertirsi con tutti gli altri, 
prende le palline e giocola. 

154  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Me. mi dice che al processo sono venuti i suoi genitori e che non li 
vedeva da un anno e mezzo e che è stato felice, anche se non sa se 
riuscirà ad uscire, ci spera tanto. Si saprà tra qualche giorno la 
sentenza.  Anche lui, dopo un momento di abbattimento prende a fare 
acrobatica e si coinvolge come al solito. 
El. fa sempre l’isolato, ma quando vede che sono gli altri a farsi 
riprendere, anche lui vuole partecipare. 
Parlo con Ab., il quale mi racconta della lite con MS. e mi dice che è 
preoccupato perché gli hanno sbagliato il documento e lui che dice di 
avere 16 anni e mezzo, in realtà risulta averne 21 e deve passare alle 
Vallette. Ab. tende sempre a prendersi del materiale non autorizzato, 
bisogna tenerlo sempre un po’ d’occhio. 
Con l’acrobatica si coinvolgono tutti e il tempo passa velocemente e 
attivamente. 

22 Giugno 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 22‐6‐07 
ORARIO: 15.30 – 17.OO 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo, Geppetto 
Ragazze: 7 (2 rom slave e 5 rom rumene) 
Materiali utilizzati: foto e video, musica, palline giocoleria + bandiere 

Relazione di Maggiolina

Venerdì in seguito ad una riunione di valutazione con la Vice direttrice 
del  carcere,  veniamo  avvisate  che  uno  dei  ragazzi  che  ci  ha  accompa‐
gnato per tutti questi mesi, sta per uscire libero. I suoi genitori lo stan‐
no aspettando e molto probabilmente lo porteranno con loro in Maroc‐
co. Finita la riunione aspettiamo dunque che Me. scenda dalla sezione, 
sentiamo che scende le scale e felice saluta i compagni. 
Ci  vede,  non  se  lo  aspetta,  sgrana  gli  occhi  e  dice:  ”ZIAAAA!”  vedendo 
Aureola,  la  stritola  in  un  abbraccio,  un  abbraccio  carico  di  affetto,  ri‐
spetto, condivisione e mille altre sfumature. La stessa cosa si ripete con 
me che a fatica trattengo le lacrime di gioia. 
Non  sarà  la  stessa  cosa  mercoledì  senza di  lui,  Me.,  il  mago,  il  ragazzo 
sorridente,  ma  chissà  quanti  altri  Me.  incontreremo  nelle  CircoStanza 
del domani. Con Me. CircoStanza ha fatto centro, lui con i clown ha ri‐
trovato  un  po’  di  allegria,  di  positività,  di  energia,  anche  nei  momenti 
più  neri  e  oscuri.  Me.  si  è  messo  in  gioco,  ha  imparato  a  giocolare  ma 
soprattutto è diventato un mago, un piccolo grande mago clown! 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Ed ora le CircoStanza della sua vita stanno finalmente cambiando, spe‐
riamo in meglio. buon cammino Me.! 
Saliamo  nella  sezione  femminile,  luminosa  e  colorata,  visibilmente  e‐
mozionate.  Le  ragazze  ci  accolgono  con  grande  energia,  dopo  mesi  di 
solitudine Em. ora ha sei compagne e quindi tutte le gioie ed i dolori che 
ne  derivano.    Non  essendo  più  al  centro  della  attenzione  Em.  assume 
atteggiamenti  di  gelosia,  a  tratti  appare  scontrosa  e  capricciosa,  ma 
crediamo che questi atteggiamenti siano nella norma, tipici di qualsiasi 
adolescente e ai quali come equipe abbiamo deciso di non dare troppo 
peso. 
Le ragazze sono entusiaste perché la volta scorsa con Smilzo ed Aureola 
si sono divertite un sacco con la giocoleria e la musica, come si dice in 
gergo  educativo:  sono  “agganciate!”  Ovvero  pur  avendoci  presentato 
queste nuove ragazze come delle “piccole scimmiotte” scatenate, senza 
regole, igiene, interessi ed educazione, sembra che come al solito il cir‐
co  faccia  la  magia,  per  cui  anche  in  questo  secondo  venerdì  di  attività 
con  loro,  tra  danza  e  balli  popolari  riusciamo  a  fare  giochi  di  fiducia, 
giochi  di  sintonia,  giocoleria  e  cerchio  finale  di  apprezzamenti  del  po‐
meriggio. Incredibile! 

27 Giugno 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 27‐06‐07 
15.30‐17.00 
Operatori CircoStanza:  Geppetto, Smilzo, Pepita, Maggiolina 
Materiali utilizzati: magie, strumenti di giocoleria 
Attività svolte: giochi e attrezzi di giocoleria 
Ragazzi presenti: 4 

Relazione di Pepita

Dopo un primo momento di saluti a cui ha partecipato anche MB., Bril‐
lantina venuto come fa sempre, a salutarci e tenerci informati sulla sua 
condizione  fisica  e  morale,  ho  dato  la  lettera  di  Aureola  a  MS.  Mi  ha 
chiesto se io l’avevo letta. Gli ho risposto di no, per cui mi ha chiesto se 
la leggevamo insieme. Così abbiamo fatto. Seduti accanto sul tavolo ab‐
biamo letto insieme senza parlare. Mi ha chiesto di ringraziare Aureola 
ed è stato molto contento di ricevere le sue parole. 
 Ad un certo punto ha sorriso, ma non mi ha voluto spiegare il perché, 
agganciandosi alla lettera mi ha parlato della sua situazione giudiziaria 
in questo momento per cui il suo morale è a terra. Presto avrà un collo‐

156  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

quio e se tutto va bene andrà in comunità, ma la prospettiva è un anno e 
mezzo e se va male 4 anni. Mi dice che ha tante denunce e che sette so‐
no  state  fatte  da  un  altro  ragazzo  del  gruppo,  Ab.  tutte  per  lesioni.  La 
cosa che mi preoccupa di più è la forte aggressività che ha nei confronti 
di quest’ultimo e dice che se il colloquio andrà male gliela farà pagare. 
Nonostante io gli dica che non risolverà nulla, dice che per lo meno si 
sfoga perché si sta trattenendo troppo. Mi dice che lui è un ragazzo ag‐
gressivo e che sta cercando di non esserlo, ma ogni volta che lo diventa 
è  solo  perché  pensa  di  avere  ragione,  e  vuole  “giustizia”.  Mi  racconta 
che la settimana prima Ab. mentre lui dormiva per nessun motivo lo ha 
morso e lui nel sonno , non capendo cosa faceva, lo ha colpito. Ab. lo ha 
denunciato ed è finito lui in isolamento. Continua a dirmi che lui ha ra‐
gione e vuole giustizia che sta cercando di stare tranquillo, ma è troppo 
dura. Cerco di rimandargli il fatto che io vedo in lui anche altro: un ra‐
gazzo con uno sguardo dolce che è capace di essere affettuoso e che è 
giovane e ha un futuro davanti.  
Entra El. e l’agente chiama MS., mi saluta ed esce, tornerà dopo 15 mi‐
nuti circa, inizierà a giocare con le palline e per un poco a fare passing. 
Intanto  vedo  Maggiolina  che  cerca  di  organizzare  i  numeri  da  filmare, 
Me. non c’è più (e si sente) così cerca di ridistribuire i numeri. R. pro‐
pone di non filmare la prossima settimana perché dovrebbero arrivare 
altri due ragazzi che lui conosce, chiede di aspettarli, che ci penserà lui 
a spiegare loro la nostra attività, così da poterli coinvolgere nel migliore 
dei modi. Così decidiamo di posticipare. 
Quando  ci  sono  tutti  ,  ci  sediamo  al  tavolo  e  proponiamo  il  gioco  di 
sguardi  “l’assassino”…  beh!  Il  nome  scatena  subito  delle  reazioni  tipo 
quella di MS. che dice “NO! NO! non voglio mica farmi altri 100 anni qui 
dentro”. Spiegare il gioco non è semplice, non c’è nessuno che ti guarda, 
ognuno ha gli occhi altrove.  
Parte il primo giro di prova, il secondo, insomma, MS. dice più volte che 
gli altri due non capiscono nulla né in italiano né in arabo. Dopo un po’ 
entriamo  nel  gioco  e  ci  divertiamo,  in  particolare  mi  sembra  divertito 
El. che nonostante i suoi commenti iniziali poi partecipa a tutto. 
MS. commenta: “Ma sono proprio sfigato! Mi esce sempre la stessa car‐
ta”, è una piccola cosa, ma sembra irritato davvero.  
Si riparte con gli attrezzi, El. prende il Diablo insieme a Smilzo. MS. ri‐
prova per un poco con le palline, R. e Ab. ascoltano la musica e si eserci‐
tano con le magie. El. prova anche con il rola‐bola, ma afferma che è im‐
possibile, perché si scivola su quel pavimento, provo a dirgli che il lavo‐

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

ro  sta  nell’allenarsi,  ma  mi  risponde  a  brutte  parole,  chiedendomi  se 
non  capisco  l’italiano.  Purtroppo  io  non  so  andarci  così  non  posso  di‐
mostrare, Smilzo è alle prese con la magia con Ab., meno male che giun‐
ge  super  Maggiolina,  che  senza  aver  sentito  nulla  sale  sul  rola‐bola 
tranquilla e riesce, El. osserva e non dice nulla, ma a questo punto ci ri‐
prova. 
A questo punto sono ormai le 17.00, arriva l’agente con MB. Brillantina. 
Salutiamo tutti. 

29 Giugno 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 29‐6‐07  
Ore: 15.30‐17.00 
Operatori CircoStanza: Pepita, Maggiolina  
+ 2 tirocinanti del Ferrante 
Ragazze presenti: 8 
Materiale: Giocoleria, musica 
Attività svolta: Giocoleria, costumi, danza 

Relazione di Maggiolina

Arriviamo al Ferrante e incontriamo l’educatrice che ci dice che saran‐
no  presenti  anche  due  tirocinanti  alla  nostra  attività.  Entriamo,  le  ra‐
gazze arrivano, sono otto,  piene di energia e con un sorriso smagliante. 
Saluto e chiedo il nome a tutte. Em. quando arriva è dolorante e con una 
faccina proprio giù, rispettiamo questo suo stato e rimane quasi tutto il 
tempo vicino alla  musica, dico  quasi  perché  poi  gli  ultimi  10  minuti  si 
scatena con il devilstick. 
Curiose come sempre controllano il materiale che abbiamo e qualcuna 
inizia a giocolare. A. mi chiede subito se proviamo a fare tre  palline in 
due. Sistemiamo la musica e partiamo con il Cerchio della musica, loro 
ballano  scatenate  e  allo  stop  bisogna  entrare  nel  cerchio.  Prima  senza 
eliminazione, chi rimane fuori dovrà ballare davanti alle altre, poi vin‐
cerà una solo di loro. Partecipano animatamente anche le due tirocinan‐
ti, una delle quali bara palesemente portandosi dietro il cerchio. Forse 
bisognerebbe dare il buon esempio, ma quel suo barare cosi spudorato 
è  talmente  evidente  che  le  ragazze  la  rimproverano più  di  una  volta e 
così loro spontaneamente rispettano maggiormente il gioco. 
Dopo di che stremate dal ballo facciamo un bel giro per dirci le cose bel‐
le della settimana sedute in cerchio. Non raccontano molto, qualcuno ha 
qualche lettera ricevuta che vuole tenere nascosta, un’altra la lettera del 

158  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

marito,  altre  nulla,  ma  neanche  qualcosa  di  brutto,  altre  dicono  che 
l’attività con noi è il momento più bello. Sottolineiamo come hanno tut‐
te un bel sorriso e tanta energia e quindi l’importante è avere lo spirito 
positivo. 
Tiriamo  fuori  il  tulle  e  immaginiamo  di  essere  creta  nelle  mani  delle 
compagne, bambole con colori meravigliosi da poter muovere e vestire. 
Sono molto più attente le coppie formate da una di noi o le tirocinanti in 
coppia, ma tutte partecipano e nel momento in cui si decide di far sfila‐
re le bambole di creta si preparano tutte e sono bellissime. 
Ripartiamo  con  gli  attrezzi  circensi,  li  provano  tutte,  chi  insiste  sulle 
palline pur dicendo che non ce la farà mai, chi sui devilstick , chi i nastri. 
Mettiamo  la  musica  di  Laura  Pausini  e  per  un  attimo si  fermano  ad  a‐
scoltare e cantare le canzoni d’amore, ad una ragazza vengono gli occhi 
lucidi. Rispettiamo questo momento, ma poi ci salutiamo in grinta con 
Kalashnicov ( si scriverà così?), tutte in cerchio , Em. in mezzo che vuole 
a  tutti  i  costi  essere  al  centro  dell’attenzione.  Tutte  ballano  e  si  sente 
una gran bella energia. 
Arriva  l’agente,  salutiamo  le  ragazze,  mettiamo  tutto  in  ordine.  Pepita 
annuncia  a  malincuore  che  non  farà  più  parte  di  questo  progetto…un 
ulteriore bacio. 

4 Luglio 2007 – Gruppo maschile Levante


DATA  4‐7‐07 
Ore: 15.30‐17.00 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Pepita, Smilzo. Aureola 
Ragazzi presenti: 5  
 (tutti stranieri: 4 Marocco, 1 Rom Ungheria) 
Attività svolta: Giochi di squadra – acrobatica – magia – Foto/video 
Abbiamo iniziato con i giochi di squadra che hanno coinvolto subito 
tutti tranne M. Hanno giocato volentieri e prediligevano il dividersi in 
squadra. 
Strumenti usati: Diablo, palline 

Relazione di Aureola e Smilzo

L’atmosfera  era  “distratta”:  MS.  non  voleva  fare  nulla  e  si  dimostrava 
insofferente e sofferente. Yu, appena entrato ha dichiarato che niente lo 
avrebbe interessato. 

  159
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Al partire dei giochi di squadra al quale abbiamo iniziato a giocare noi e 
Ab., si sono coinvolti a giro tutti, tranne MS.  
Il giocare li ha “attivati” e hanno partecipato sia a “Scalpo” (che sembra 
essere il preferito), sia a “Bandiera”, sia a “Gatto e Topo” 
Yu. ha inizialmente rifiutato tutto, poi, dopo il gioco iniziale si è un po’ 
interessato alla Magia e ha preso in mano in mano palline e Diablo. 
MS. è rimasto interessato solo alla musica. Poi, quando gli abbiamo fatto 
vedere  il  Power  Point  sul  Ferrante  che  lo  riguardava,  ha  iniziato  a  ri‐
prendersi, si è commosso a vedere le sue parole scritte e ha accennato 
un paio di sorrisi. 
L’acrobatica ha coinvolto El. e anche Ab. quest’ultimo più per essere fo‐
tografato che per l’abilità in sé di imparare cose nuove. 
Il  dare  il  via al  gioco dello  Scalpo anche  senza  chiedere  loro  espressa‐
mente di giocare è stato vincente. In questo senso il fatto che fossimo 3 
è  stato  positivo,  perché  facevamo  “numero”  e  questo  li  ha  invogliati  a 
partecipare  e  anche  E.  che  inizialmente  ha  detto  di  non  voler  giocare, 
vedendo che ci divertivamo ha partecipato. 
Mi è dispiaciuto vedere M. Brillantina così abbattuto. Il fatto che avesse 
le  cuffiette  del  walkman  alle  orecchie  era  già  significativo  della  sua 
chiusura.  
Il nuovo ragazzo, Yu. è del genere che non vuole farsi vedere interessa‐
to, fa un po’ il gradasso… ma pian piano era lui stesso che si avvicinava, 
provava gli attrezzi, chiedeva. 
Ab. La prossima settimana ha il processo, probabilmente andrà alle Val‐
lette, la cosa in assoluto che lo ha interessato di più sono state le foto, 
anche se talvolta anche senza foto provava qualche strumento di gioco‐
leria. 
R.. con lui si è creata la relazione e anche se non brilla per interesse. 
Mi ha fatto piacere vedere Smilzo interagire con E. Che questa volta tra 
un “io so già fare tutto” e un “non ho bisogno io…” ha fatto esercizi di 
acrobatica  con  una  certa  attenzione.  Di  certo  è  una  mina  vagante…  o 
una bomba ad orologeria. C’è da augurarsi che nessuno lo prenda di mi‐
ra o credo che si gonfierebbe come un gallo. 
Smilzo: Già da appena entrati sapevo a cosa stavo andando incontro e 
dalla settimana prima mi stavo preparando a superare il problema. Par‐
lo di E. che ha un caratterino che non mi va proprio a genio, è riuscito a 
mettermi in crisi e la cosa mi ha stimolato a pensare a me, a come do‐
vrei  pormi,  a  come  dovrei  comportarmi  in  queste  situazioni.  E.  oggi 

160  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

sembra di ottimo umore, Io ed E. nonostante oggi collaboriamo col dia‐
blo e con i piatti cinesi usati però come un freesby. Stavolta ci divertia‐
mo  parecchio,  ho  imparato  ad  affrontare  la  cosa,  a  rispondere  al  mo‐
mento giusto e nel modo giusto, creo che lui si sia accorto del mio cam‐
biamento, e se fosse così sarei proprio contento. Ci cimentiamo addirit‐
tura con l'acrobatica e dopo qualche esercizio con gli altri, propongo ad 
El. la colonna a due, ossia lui sulle mie spalle. Non ci pensa più di tanto e 
sale! 

11 Luglio 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 11‐7‐07 
Ore: 15.3017.00 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Aureola, Pepita, Smilzo 
Ragazzi presenti: 3 (2 marocchini e 1 rumeno) 
Attività svolta: Giocoleria e spettacolo, trucco, vestiti, spettacolo. 
Coinvolgimento dei ragazzi nello spettacolo 
Strumenti usati: Devilstick, diablo, palline. Trucchi, parrucche, cappelli 

Relazione di Aureola

Grado di attenzione: Ottimo sempre 
Quando siamo arrivati prima che gli agenti ci aprissero abbiamo assisti‐
to ad un diverbio tra El., ragazzo rom ungherese e Yu. il ragazzo maroc‐
chino  che  è  arrivato  al  Levante  la  scorsa  settimana.  Risultato?  Tutti  e 
due sono stati portati via. 
Così in attività c’erano 3 ragazzi: MS., Ra, e Ma. un ragazzo rumeno nuo‐
vo. 
L’atmosfera è stata da subito rilassata e allegra. MS. era di ottimo umo‐
re, il 17/7 avrà l’appello e forse lo mandano in una comunità terapeuti‐
ca. Abbiamo giocato e scherzato da subito.  
Ma. si è dimostrato interessato a tutti i giochi e anche socievole.  
Ra.  era  raggiante,  sfoggiava  scarpe,  pantaloni  e  maglietta  nuova.  Gli 
chiedo chi gliele ha portate e mi dice che sono arrivati i suoi genitori dal 
Marocco. 
Di solito non partecipa molto alle attività, invece oggi si mette a provare 
il  devilstick  con  Maggiolina  con  impegno.  Mentre  ci  si  prepara  per  lo 
spettacolo che abbiamo deciso di fare per loro, MS. scherza, io indosso 
una parrucca rasta e iniziamo a ballare con la musica di Bob Marley. 

  161
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

MS. ci trucca (si fa per dire) e Maggiolina, poi mette lui stesso un cap‐
pello  Borsalino.  Geppetto  e  Smilzo  si  preparano.  Ma.  prova  un  po’  di 
strumenti: dal devilstick alle palline passando per il Diablo. 
Inizia lo spettacolo: Smilzo si cimenta con le clave, poi Geppetto e Smil‐
zo  coinvolgono  MS.  e  Ma.  in  un  gioco  di  abilità.  I  ragazzi  partecipano, 
stanno al gioco, si divertono e noi pure. 
Pepita  fa  il  suo  numero  di  mimo  e  subito  dopo  Geppetto  e  Maggiolina 
coinvolgendo  MS.  e  Ma.  fanno  il  numero  dell’equilibrista  sul  filo  che 
stende la biancheria. 
Si conclude con la tecnica dello schiaffo + chapa‐chapa insegnato in due 
minuti a Moh. Che fa la sfida con Aureola con parrucca rasta… 
Geppetto gli insegna la tecnica del pugno e … lo spettacolo è finito e le 
17.00 sono passate… 
Ci abbracciamo perché se tutto va bene, la prossima settimana M. non ci 
sarà più. L’atmosfera è davvero rilassata e penso che … meno male per‐
ché quando torneranno nelle celle ci sarà la tensione del litigio del po‐
meriggio.  Ma  mi  piace  pensare  che  gli  effetti  del  buon  umore  di  oggi 
siano duraturi e se li portino dietro, rilassando anche gli altri compagni. 

18 Luglio 2007 – Gruppo maschile Levante


DATA  18‐7‐07 
Operatori CircoStanza: Aureola, Pepita, Smilzo 
Ragazzi presenti: 4 (3 marocchini e 1 rumeno) 
Attività svolta: Gioco di carte + giocoleria  
Obiettivi/risultati educativi‐artistici: Devilstick: insegnato il movimento 
base più i passaggi a 2 e a 4; Cerchi: passaggio a due; Piatto cinese: 
insegnato movimento base;  
Strumenti usati: Devilstick, piatti cinesi, cerchi. Carte da gioco 

Relazione di Aureola e Smilzo

Il caldo oggi era insopportabile, 35°, e appena con il minimo movimento 
ci si stancava e si sudava. Proprio per questo motivo abbiamo deciso di 
portare  tra  gli  attrezzi  un  mazzo  di  carte,  per  restare  più  fermi  e  fare 
meno movimento possibile. In realtà i due ragazzi, Ab. e M volevano fa‐
re attività di giocoleria e quindi abbiamo iniziato a far vedere ad Ab. Il 
funzionamento  dei  piatti  cinesi  e  a  M.  il  funzionamento  del  devilstick. 
Quest’ultimo era veramente molto ben preso, tanto che in un momento 

162  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

di entusiasmo ci ha detto: “A me piace veramente troppo questa attivi‐
tà! Si imparano cose bellissime!”  
Ab. È stato meno condizionato dalle foto (ne vuole sempre fare un sacco 
e poi ti pressa per ricordarti di portargliele ) e ha voluto imparare sia i 
piatti  cinesi,  sia  i  passaggi con  il  devilstick,  tanto che  in  4  si  sono fatti 
passaggi e per quasi tutto il tempo dell’attività. R. si è coinvolto solo alla 
fine quando gli abbiamo proposto di giocare a carte. Ci ha insegnato un 
gioco marocchino che si chiama “Ronda”, una specie di “Scopa” sempli‐
ficata. Abbiamo giocato R, io e Smilzo e poi anche Ab.  
Non c’è stato verso di coinvolgere Y. a dire il vero non ci abbiamo pro‐
vato perché avrebbe richiesto molte energie e lui sembrava veramente 
molto scontroso. Ha giocato a calcetto con R. e tranne guardare la musi‐
ca e alla fine le foto al PC non ha voluto mai partecipare a nulla. 
Ha  un  atteggiamento  strafottente,  poco  rispettoso  e  ci  lancia  sguardi 
minacciosi..  
Durante il laboratorio è arrivato un nuovo agente proveniente dal car‐
cere  di  Treviso:  G,    ha  un  atteggiamento  simpatico  e  amichevole  con  i 
ragazzi.  

20 Luglio 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 20‐7‐07 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto 
Ragazze presenti: 8 (4 ragazze rom slave e 4 rumene) 
Attività svolta: Giocoleria, Uniciclo, trucco clown, giochi cooperativi con 
la corda 
Obiettivi/risultati educativi‐artistici: momento di complicità tra le 
ragazze e Maggiolina in cui si è parlato a piccoli gruppetti di come ci 
prendiamo cura di noi, come abbellire ed accudire il proprio, e come 
con un trucco artistico/clown molto colorato ci si senta subito di buon 
umore. Giocoleria: alcune delle ragazze richiedono di potersi allenare 
con le palline e con altri attrezzi da giocoleria 
Strumenti usati: Devilstick, diablo, palline, uniciclo, trucchi, musica 
clown, uniciclo 

Relazione di Maggiolina

Ragazze rumene: sconfortate dal fatto che (per scelta di equipe) non ci 
fosse la loro musica (rumena) che nei precedenti 2 incontri si era dimo‐
strata uno strumento molto valido ma anche un’arma a doppio taglio in 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

quanto alcune canzoni, probabilmente dai testi molto significativi, han‐
no portato le ragazze a chiudersi ed a piangere senza però darci modo 
di condividere e capire il loro stato d’animo. 
Il grado di attenzione, superato un primo momento, è stato alto, a tratti 
altissimo ed il clima si è mantenuto dinamico ed allegro per tutto il la‐
boratorio. 
Ciò che ha maggiormente incuriosito le ragazze è stato l’uniciclo e il po‐
ter essere truccate ed a loro volta truccare i modo colorato e gioioso. 
Ci  siamo  dimostrati  molto  sicuri  di  noi,  soprattutto  nell’affrontare  il 
perché non avevamo musica rumena. 
Ci siamo divertiti noi in primo luogo trasmettendo energie e calore alle 
ragazze in ogni minimo gesto e parola. 

25 Luglio 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 25‐7‐ 07 
Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo 
Ragazzi presenti: 5 (1 tunisino, 3 marocchini, 1 rumeno) 
Attivita' svolta: Giocoleria 
Strumenti usati: palline. 
Grado di attenzione: oggi erano tutti svogliati e stanchi per il troppo 
caldo, tranne il nuovo ragazzo rumeno 

Relazione di Aureola

Arriviamo e Ra. sta scrivendo una lettera con Ah. sembrano molto presi 
nell’attività.  
E’ tornato Brillantina! 
MS. è sceso, ha un occhio pesto, il braccio fasciato. L’agente ci dice che si 
è inciso sul braccio la scritta. “In galera per sempre”. 
Il giudice non ha accettato il progetto per mandarlo in una comunità te‐
rapeutica e lo ha messo sotto osservazione per tre mesi, riservandosi di 
decidere dopo. MS. non ha reagito bene ed ecco il risultato. 
Dato che è rimasto fino al nostro arrivo, gli parlo e gli spiego la situa‐
zione, gli dico che il progetto non è stato accettato probabilmente per‐
ché lui ha dimostrato alti e bassi di umore e anche di poter essere peri‐
coloso per se stesso. Sento che mi ascolta, anche se è molto giù. 
Gli suggerisco di avere un comportamento più equilibrato per poter a‐
vere una buona relazione dagli educatori nei prossimi mesi. Mi dice che 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

andrà  in  cella  perché  ha  mal  di  testa  forte  e  sta  male,  ripromette  che 
tornerà la prossima settimana. 
Brillantina  è  molto  contento  della  lettera  che  gli  ha  lasciato  Pepita,  la 
rilegge due o tre volte. Smilzo insegna a giocolare con tre palline a R. e 
lui impara subito. Io inizio una partita a Ronda con Ra. e Ah. Fa talmen‐
te caldo che appena ci si muove si suda. 
Siamo  anche  senza  musica  e  senza  PC.  Oggi  l’attività  non  è  particolar‐
mente brillante, ma i ragazzi stanno bene con noi e l’atmosfera è serena 
anche se non particolarmente attiva. 

29 Luglio 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 29‐8‐07 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina 
Ragazzi presenti: 8 (magrebini, rumeni, albanesi )  
Attività svolta: Giocoleria 
Metodo/tecnica : Esercizi di giocoleria individuali e di gruppo 
Strumenti usati: Palline, Devilstick, diablo, kiwido, bandiere, impianto 
audio, rola‐bola 

Relazione di Geppetto e Maggiolina

Grado di attenzione: Inizialmente basso tra i nuovi ragazzi facenti parte 
del gruppo, mentre accoglienza entusiasta da parte dei ragazzi che già 
ci conoscono. In generale oggi il grado di attenzione è stato altalenante 
con picchi di attenzione molto alta quando i ragazzi vengono seguiti a 
livello individuale. 
Vedere noi sperimentare i vari strumenti di giocoleria ha portato i ra‐
gazzi  nuovi  a  voler  provare  ed  i  ragazzi  veterani  a  far  vedere  le  loro 
competenze acquisite. 
Nessuno  dei  ragazzi  si  è  dimostrato  indifferente  alle  attività  proposte, 
anzi ognuno si è pian piano avvicinato a noi ed alle attività nel momen‐
to in cui desiderava. Inizialmente un gruppo di ragazzi , quasi tutti nuo‐
vi, si è concentrato sul calcetto, ma man mano stufandosi di tale gioco e 
vedendo  gli  altri  ragazzi  sperimentarsi  con  la  giocoleria,  il  calcetto  è 
stato abbandonato.
Alcuni dei ” vecchi” ci trasmettono il loro desiderio di parlare, di sederci 
e chiacchierare; riusciamo a trovare un compromesso proponendo loro 
di  allenarci  mentre  ci  raccontano  il  loro  ultimo  periodo  in  carcere.  Al 
momento la prevalenza a livello di etnia è dell’est, i ragazzi  magrebini 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

sono in minoranza , ma fra i due gruppi durante la nostra attività il cli‐
ma è sempre stato buono, i ragazzi interagiscono, comunicano e gioca‐
no con piacere. 

3 Settembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 3‐9‐07 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina 
Ragazze presenti: 13 (rom slave e rumene) 
Attività svolta: Giochi Improvvisazione teatrale con tessuti vari e 
cappelli (sfilata di moda clown con presentazione) , Dinamiche 
creazione gruppo, Giocoleria 
Metodo/tecnica : Stimolazione della fantasia e della creatività creando 
abiti clown con stoffe di vario genere e colore, Esercizi di giocoleria 
individuali e di gruppo. 
Strumenti usati: Cappelli clown e parrucche, occhialini clown, stoffe 
varie / tulle colorato, Palline, Devilstick, diablo, impianto audio. 
Le ragazze si sono premurate di chiedere se le stoffe ed i cappelli erano 
stati usati da altri e se fossero stati lavati (essendo da un po’ che si 
lavora con loro sulla tematica dell’igiene personale). 

Relazione di Geppetto e Magiolina

Le ragazze ci hanno accolto con una ventata di entusiasmo e di energia 
molto alti, sia quelle già conosciute sia i nuovi ingressi. Dopo un veloce 
giro di saluti e presentazioni, baci e abbracci informale le tutte le ragaz‐
ze  si  sono  lasciate  coinvolgere  nelle  attività  programmate,  tra  cui  la 
creazione  di  una  sfilata  di  personaggi  buffi.  Tutte,  in  un  modo  o 
nell’altro, hanno partecipato e si sono divertite. Il grado di attenzione e 
concentrazione è stato, a mio parere, più elevato delle scorse volte ed il 
desiderio di “fare” e sperimentare è molto aumentato, soprattutto per‐
ché il lunedì è un giorno diciamo strategico, in quanto il fine settimana 
le  ragazze  si  annoiano.  Pochi  se  non  nessuno  i  momenti  di  ”noia”  o 
“chiusura” da cui le ragazze ne sono uscite grazie alla stimolazione ed 
all’esempio delle stesse compagne. 
Le  casse  ricolme  di  stoffe  e  cappelli  hanno  destato  immediatamente 
l’interesse di tutte le ragazze, anche la giocoleria in un secondo momen‐
to  le  ha  interessante  in  quanto  alcune  di  loro  hanno  buone  capacità  e 
potrebbero raggiungere un buon livello di abilità nell’uso di vari attrez‐
zi. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

Alcune ragazze, tra cui le ultime entrate, a tratti si sono sedute ed han‐
no partecipato in modo meno attivo ma sono sempre rimaste attente e 
coinvolte  nelle  attività.  A  mio  parere  queste  ragazze  sono  di  età  mag‐
giore e di struttura cognitiva più matura e rigida delle altre compagne 
che appaiono molto più infantili e giocherellone. 
Il grado di affetto e empatia è molto alto, anche con le ragazze rom ru‐
mene, con le quali inizialmente era stato difficoltoso interagire, ora do‐
po settimane di lavoro si è instaurato un primo livello di relazione che 
ci permette di coinvolgerle e capirle maggiormente. 
Qualcuna  di  loro  ricerca  uno  spazio  di  intimità  e  confidenze  con  Mag‐
giolina per farle vedere che nel fine settimana si è “tagliata” (autolesio‐
nismo) ma che ora che è iniziata una nuova settimana tutto è passato e 
non ci pensa più.  
Il gruppo è grande, tante le ragazze, tutte rom ma con caratteristiche e 
modi di fare che vanno dalla “ bambina” alla donna! Ma fortunatamente 
il clima è disteso e sereno ed anche quando durante un gioco competiti‐
vo, qualche ragazza non rispetta le regole, le altre intervengono in mo‐
do  infuocato,  ne  discutono  ma  non  ci  sono  momenti  di  rabbia  o  litigi. 
Rispetto ai mesi scorsi le ragazze anche se di gruppi differenti, interagi‐
scono tra loro, giocano e chiacchierano. A mio parere vi è un buon ter‐
reno nel quale piantare qualche nuovo semino clown. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

5 Settembre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 5‐9‐07 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina 
Ragazzi presenti: 10 (magrebini, rumeni, albanesi) 
Attività svolta: Alcuni esercizi con la corda e giocoleria 
Metodo/tecnica: Esercizi di giocoleria individuali e di gruppo 
Strumenti usati: Palline, Devilstick, diablo, impianto audio, rola‐bola 
Obiettivi/risultati educativi‐artistici: alcuni ragazzi hanno sperimentato 
gli attrezzi di giocoleria. La soglia di interesse non è stata superiore ai 5 
minuti e solo se seguiti e stimolati da un operatore. 
Solamente la musica ha destato il loro interesse essendo musica dei 
loro paesi di provenienza. 
Abbiamo prima cercato di attirare l’attenzione provando a giocolare poi 
provato a “stare” con loro ed a dialogare insieme su come il tempo passi 
molto più lento nel non far nulla. Alcuni di loro tra cui MS. hanno poi 
giocolato un po’ ma credo con l’intenzione di farci contenti. 
Vi è stato un momento di tensione tra M. “Brillantina” e un ragazzo 
rumeno, perché quest’ultimo si è seduto nel posto dove prima vi era M., 
si sono per qualche secondo rivolti insulti e sguardi aggressivi ma poi 
tutto si è dissolto. 

Relazione di Maggiolina

Sin da subito percepisco che qualcosa è cambiato. I ragazzi non ci accol‐
gono  con  l’energia  dello  scorso  mercoledì,  ma  non  è  questo 
l’importante, ciò che mi colpisce sono gli sguardi, soprattutto dei ragaz‐
zi magrebini. Il clima è freddo, teso, triste e statico e sembra che nulla 
possa smuovere la situazione. 
Ritrovo M.S. che mi racconta di come per tutta l’estate non ha parteci‐
pato a nessuna attività del pomeriggio ed è dunque la prima volta che 
“scende per noi”, dice, per stare un po’ sereno e tranquillo. 
In particolare due dei ragazzi sono in carcere da quasi un anno e la loro 
situazione emotiva è molto delicata, i fenomeni di autolesionismo sono 
sempre di più e sempre più gravi. 
Solo la musica sembra dar loro sollievo, a tratti prendono in mano at‐
trezzi di giocoleria, si allenano (con buoni risultati), si divertono ma poi 
tutto d’un tratto mollano tutto e tornano nel loro limbo. 
A differenze dello scorso mercoledì vi è una netta divisione tra ragazzi 
magrebini e ragazzi dell’est ed un altro elemento di grande disturbo è il 
continuo andirivieni dei ragazzi fuori e dentro dal salone per telefonare, 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

anche perché ottenendo poca soddisfazione o notizie poco buone dalla 
telefonate al loro rientro sono ancora più chiusi. 
I ragazzi magrebini si sono come impadroniti della musica e solo quan‐
do l’agente li richiama per salire in cella (non volendo nessuno di loro 
partecipare  alla  successiva  attività  ovvero  disegno),  l’altro  gruppo  di 
ragazzi si fionda sulla musica. Quando trovano musica dei loro paesi di 
origine, sorridono e gioiscono. 
Esco pensando a come tutto oggi fosse pieno di “mal di vivere”, ma noi 
non ci facciamo contagiare e speriamo con il tempo di poter fungere da 
piccolo  rimedio  contro  questa  apatia  e  tristezza  che  sembra  colpire 
sempre più ragazzi e non solo. 
CircoStanza non molla! 

10 Settembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 10‐9‐07 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Smilzo 
Ragazze presenti: 12 (rumene e slave) 
Attività svolta: Giochi con la corda e giocoleria  
Metodo/tecnica: Ripassata la tecnica con alcune delle ragazze che già 
avevano partecipato alle attività. Alcune hanno giocato con i devilstick. 
Strumenti usati: Devilstick, palline 

Relazione di Smilzo

Grado di attenzione: Buono per alcune, scarso per altre. 
Si sono usati tutti gli attrezzi circensi e siamo riusciti a coinvolgere un 
bel  gruppetto  di  ragazze  tranne  quelle  patite  per  la  musica  che  non  si 
staccano dal lettore cd e spesso si rifiutano di partecipare all'attività se 
non c'è la musica. 
Siamo stati accolti con baci e abbracci, tante domande sulle mie vacan‐
ze, se sono stato bene e se ora restavo a Torino. Subito dopo le ragazze 
hanno notato che la musica non andava dato che mancava un cavetto, 
così un gruppetto è stato attaccato alla musica a bassissimo volume per 
quasi  tutta  l'attività.  Mentre  la  maggior  parte  ha  partecipato  a  tutti  i 
giochi con la corda.  
Hanno preso l'iniziativa le ragazze organizzando una gara a salti con la 
corda individuali, gara andata avanti per parecchi minuti. Alla fine, no‐
nostante  le  continue  lamentele  di  alcune  ragazze  per  la  musica,  siamo 
riusciti a fare alcuni giochi di fiducia con le bande agli occhi e un gioco 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

finale,  sempre  in  argomento  musica,  infatti  le  abbiamo  messe  davanti 
ad una sfida: gioco finale da completare in cambio della musica la pros‐
sima attività.  
La musica con queste ragazze non è il massimo, in quanto porta via la 
loro attenzione. 

12 Settembre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 12‐9‐07 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina, Smilzo, Aureola 
Ragazzi presenti: 9 (magrebini, rumeni) 
Attività svolta: Giocoleria, calcio, calcetto 
Metodo/tecnica: Esercizi di giocoleria individuali e di gruppo 
Strumenti usati: Palline, Devilstick, diablo, impianto audio, rola‐bola, 
palla 
Obiettivo/risultato educativo‐artistico: Smilzo ha coinvolto con le 
palline un ragazzo nuovo rumeno, A.  
Aureola ha coinvolto S., A, B. con le foto e il fare le foto è servito a 
renderli attivi. 
Geppetto e Smilzo hanno coinvolto due tra i meno attivi in una partita a 
pallone. 

Relazione di Aureola

Appena entrati ci dirigiamo verso i ragazzi che conosciamo per abbrac‐
ciarli  e  baciarli  sulle  guance  come  facciamo  sempre,  ma  li  sentiamo 
freddi.  Ci  spiegano  dopo  che  è  iniziato  il  Ramadan  e  che  non  possono 
“toccare”  donne.  Li  tranquillizziamo  dicendo  loro  che  noi  siamo  come 
mamme e sorelle per loro e sembrano convenire. 
Ritrovo MS. con un tatuaggio fatto con le sigarette sul braccio, si è scrit‐
to: “galera”. È contento di rivedermi, lunedì mi è arrivata una sua lette‐
ra. Parliamo del fatto che aveva promesso che non si sarebbe fatto del 
male e lui mi dice che era molto arrabbiato. Ora sembra più tranquillo e 
preparato all’idea di andare in comunità, mi dice che la prossima setti‐
mana andrà a visitare la comunità dove, se il giudice lo permetterà, an‐
drà.  Appena  tiro  fuori  la  macchina  fotografica  mi  chiede  di  fargli  foto 
mentre fa attività e così pure B. e A. così giocoliamo e B. con Maggiolina 
che insegna devilstick e il diablo. 
Smilzo  si  fa  vedere  giocolare  con  5‐6  palline  e  Al.  Un  ragazzo  rumeno 
nuovo si mostra attratto, lui ne approfitta e inizia a insegnargli. Geppet‐

170  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

to e Smilzo coinvolgono altri due a giocare a pallone e fanno una partita 
in 4. 
Ju. ha tentato il suicidio e l’ha scampata bella, è triste, non sembra rea‐
gire a nulla. 
L’atmosfera  è  rilassata,  tutti  sono  tranquilli  e  ho  la  sensazione  che  si 
soprattutto B. e MS. si sentano accettati da noi e questo li fa star bene 
Anche  con  gli  altri  si  sta  creando  una  relazione  e  siamo  fiduciosi  che 
prima o poi anche loro saranno coinvolti nell’attività. 
Usciamo soddisfatti dal laboratorio. 

17 Settembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 17‐9‐07 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina 
Ragazze presenti: 15 (rom slave e rumene ‐ un nuovo ingresso da poche 
ore) 
Attività programmata: Giochi Improvvisazione teatrale con tessuti vari 
e cappelli:Scegliere un tessuto , entrare in scena e rappresentare il 
personaggio che si sente Tic , Camminata – voce, fotografie 
Attività svolta: Poche delle attività programmate sono state svolte, e 
quelle svolte sono state possibili con piccoli gruppetti di ragazze. 
Metodo/tecnica : Stimolazione della fantasia e della creatività creando 
abiti clown con staffe di vario genere e colore; Esercizi di giocoleria 
individuali e di gruppo 
Strumenti usati: Stoffe , macchina fotografica, musica 
La macchina fotografica le ha coinvolte così come la musica 

Relazione di Geppetto e Maggiolina

Grado di attenzione: limitatissimo. Grande difficoltà nel coinvolgerle in 
attività strutturate. 
La ragazza appena entrata si è dimostrata schiva ed insieme ad un’altra 
ragazza hanno pianto, ma poi parlandole  si è ripresa, le abbiamo spie‐
gato il tipo di attività e l‘abbiamo confortata. 
Tra  le  ragazze  vi  è  un  livello  altissimo  di  energia  che  non  riescono  ad 
incanalare  se  non  nella  danza  e  nel  canto,  nella  settimana  precedente 
infatti per la prima volta 2 ragazze a causa di una rissa sono state messe 
in isolamento. Nei nostri confronti si sono dimostrate agitate ma affet‐
tuose e nervose solo nel momento in cui l’apparato stereo non funzio‐
nava bene. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

 
Abbiamo la convinzione che questo gruppo di ragazze abbia delle buo‐
ne potenzialità sia a livello teatrale sia a livello di giocoleria e così con il 
Geppetto  abbiamo  strutturato  un  incontro  nuovamente  legato  all’uso 
delle  stoffe  e  dei  travestimenti  per  avvicinarle  al  mondo  del  teatro  e 
della costruzione di un personaggio, cosa riuscita solo in parte. 
Il numero delle ragazze ristrette non è mai stato così elevato e date le 
dimensioni dello spazio in cui operiamo e della differenza di: età, livello 
cognitivo e grado di attenzione ed impegno delle ragazze, risulta parti‐
colarmente  difficoltoso  strutturare  un’attività  di  gruppo.  Si  è  dunque 
agito utilizzando la musica (rumena) e lavorando con la giocoleria con 
piccoli gruppi di ragazze. 
Con il tempo si cercherà di fare in modo che la musica sia uno strumen‐
to che porti le ragazze a partecipare alle attività e non a distrarle o a in‐
tristirsi e chiudersi in se stesse o agitarsi. 

1 Ottobre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 1‐10‐07 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Donji 
Ragazze presenti: 12 Rom 
Attività svolta: Visione foto, giochi danzati 
Metodo/tecnica: Giocoleria e movimenti di danza 
Strumenti usati: Palline, fazzoletti 
Obiettivo/risultato educativo e/o artistico: Sulle foto e la musica 
interesse altissimo durante tutto l’arco dell’incontro, sugli strumenti di 
giocoleria interesse basso. Le foto che la volta precedente avevamo 
realizzato con Maggiolina hanno suscitato commenti. 
Si è usato sia il sistema di cambiare attività che di provare a dialogare. 

Relazione di Geppetto

Per  le  ragazze  muoversi  a  tempo  di  musica  pare  essere  una  necessità 
imprescindibile. Ma la musica può anche portare nostalgia e tristezza. 
Tuttavia sui ritmi un po’ più ballabili le ragazze si rianimano, muovono i 
fianchi come danzatrici del ventre e utilizzano i foulard della giocoleria 
per agghindarsi i fianchi. 
Proviamo a ballare con loro ma risultiamo ridicoli, ma è un ridicolo che 
viene accettato istantaneamente, anzi qualcuna copia il movimento.  

172  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

La proposta per la prossima volta è quella di provare a fare dei giochi 
utilizzando la musica. Noi pensiamo a quelli sulla sintonia. 
C.  e  altre  richiedono  però  delle  musiche  slave,  oltre  quelle  zingare  ro‐
mene  e  mi  consegna  un  foglietto  con  nomi  di  gruppi  vari  segnati  con 
una calligrafia incerta. 
B. è un po’ giù di tono ma responsabilizzata sulla gestione della musica 
fa valere la sua autorità. Sembra essere diventata lei è mamma, un po’ la 
leader de gruppo. Confessa che il giorno seguente o almeno di lì a poco 
sarà il compleanno di suo figlio: un anno. Vuole una foto da sola per po‐
terla spedire al figlio. 

2 Ottobre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 3‐10‐07 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina, Smilzo 
Ragazzi presenti: 5 (1 rom – 3 rumeni – 1 senegalese – 3 magrebini) 
Attività svolta: E' stato ideata una gimkana utilizzando sedie, tavoli, 
clave, rola‐bola. I ragazzi si mettevano alla prova nell'effettuare il 
percorso a tempo. 
Esercitazioni individuali, giocoleria libera, giochi competitivi  
Strumenti usati: Monociclo – attrezza vari di giocoleria – magia 

Relazione di Maggiolina e Smilzo

Su  ogni  singola  proposta  il  grado  di  concentrazione  non  ha  superato  i 
10  minuti.  Il  livello  di  attenzione  è  stato  in  generale  buono  e  costante 
per tutta la durante dell’incontro. 
Nessuno dei ragazzi si è dimostrato indifferente, anzi il clima è stato co‐
stantemente energetico ed attivo. Solo Brillantina, appena rientrato nel 
nostro  laboratorio dopo alcune  settimane  di  falegnameria,  non  intera‐
gisce con noi e non si entusiasma per nulla, mantiene un atteggiamento 
provocatorio e di superiorità ma a tratti si lascia attirare dall’uso di al‐
cuni attrezzi. 
Arriviamo nel salone del gruppo Levante con un po’ di anticipo, per cui 
abbiamo il tempo per montare l’apparecchiatura stereo e per distribui‐
re sul tavolone tutti gli attrezzi di giocoleria. I ragazzi arrivano in grup‐
po e da subito percepiamo una buona energia. Ci sono state alcune usci‐
te, alcuni cambiamenti nel gruppo: c’è chi è stato trasferito in altri car‐
ceri, chi è passato al carcere per adulti, chi è in attesa di uscire e chi di 
andare in comunità. Dopo mesi di stasi e immobilità, che aveva genera‐

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

to  un  clima  cupo  e  teso,  finalmente  i  ragazzi  ci  sembrano  più  sereni  e 
quindi  maggiormente  ricettivi  e  disponibili  a  mettersi  in  gioco.  Alcuni 
dei ragazzi che erano stati trasferiti al laboratorio di falegnameria sono 
tornati da noi, su loro espressa richiesta, mentre vi sono nuovi ingressi: 
un ragazzo senegalese e dei ragazzi albanesi (che però non sono scesi in 
attività). In generale il clima dell’ incontro è stato davvero sereno e pia‐
cevole,  buono  il  livello  di  interazione  tra  i  ragazzi  di  etnie  differenti, 
nessun caso di scontro o aggressività ma una costante collaborazione e 
giocosità tra i ragazzi e con noi. Eseguire un programma su scaletta non 
ci  pare  ancora  fattibile  ma  obiettivo  negli  incontri  che  verranno  sarà 
quello di strutturare le attività in vista dello spettacolo per Natale. 

8 Ottobre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 8‐10‐07 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto 
Ragazze presenti: 10 ragazze Rom slave e rumene 
Attività svolta:  Visione foto, giochi danzati e giocoleria 
Metodo/tecnica: Giocoleria e movimenti di danza 
Strumenti usati: kiwido 
Grado di attenzione: Sulle foto e la musica interesse altissimo durante 
tutto l’arco dell’incontro, sugli strumenti di giocoleria interesse basso. 

Relazione di Geppetto

Le  ragazze  oggi  avevano  un’energia  incredibile.  Stavano  cominciando 


con le solite modalità di approccio alla musica ed allora si sono stabiliti 
patti chiari per poter sia ascoltare la musica che svolgere le attività pre‐
viste. 
M.  B.  R.  insieme  a  Maggiolina  si  applicano  con  i  kiwido  al  suono  della 
musica  rumena.  Sembra dunque  essere  scattata  una molla che associa 
musica e kiwido, e su questo bisogna lavorare. 
M. sottolinea a Maggiolina che se ci fosse più spazio si potrebbe lavora‐
re con gli strumenti bene anche se altre non vogliono fare nulla. In effet‐
ti  il  gran  numero  delle  ragazze  e  lo  spazio  ristretto  sono  componenti 
difficili da affrontare laddove solo qualche mese fa le  unità presenti in 
sezione erano tre. 
Si  sono  eseguiti  esercizi  di  concentrazione  usando  la  corda  sia  con 
l’attraversamento a due tempi sia con la corda che gira. 

174  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Altri strumenti potrebbero essere aggiunti anche se come sempre quelli 
che si possono riferire alla musica e alla danza come i nastri sarebbero i 
preferiti. 
M. era piuttosto giù per notizie giunte dagli avvocati e dai tribunali  
Ma. sembrava comunque un po’ in dubbio se divertirsi con le altre o ri‐
manere triste in un angolo. 
In generale l’energia delle ragazze sembra lentamente canalizzarsi ver‐
so quello che vogliamo costruire insieme a loro. 

10 Ottobre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 10‐10‐07 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Aureola, Maggiolina, Smilzo 
Ragazzi presenti: 5 
Attività svolta: E' stato ideata una gimkana utilizzando sedie, tavoli, 
clave, rola‐bola. I ragazzi si mettevano alla prova nell'effettuare il 
percorso a tempo. 
Acrobatica leggera di base: dopo aver sistemato i tappetini i ragazzi 
sotto la guida di Smilzo e Geppetto si sono prestati nell'effettuare 
esercizi di acrobalance in coppia, piramidi di gruppo e varie altre figure. 
Strumenti portati: clave, palline, cerchi, rola‐bola, devilstick e 
materassini 

Relazione di Smilzo, Maggiolina

Siamo entrati nella sala polifunzionale assieme ai ragazzi incontrati nel 
corridoio poco dopo l'ora d'aria.  
Non fanno più parte del gruppo Levante il veterano del gruppo (con noi 
da 12 mesi) e il ragazzo rom soprannominato ”Il maresciallo”, il gruppo 
è sceso a 5 componenti ed è facile ed immediato lavorare in gruppo (e 
non solo a livello individuale come spesso accade quando i ragazzi sono 
molti e di culture diverse).  
Mentre  si  montava  il  PC  e  le  casse  audio,  Aureola  distribuiva  le  foto 
stampate e Smilzo raccontava parte della suo viaggio in Romania a M. e 
A., apparivano curiosi di saperne di più. Intanto la gimkana della gioco‐
leria era pronta e via alla competizione; il primo è stato Smilzo su invito 
di  A.,  in  seguito  qualcuno  ha  provato.  Forse  gli  oggetti  in  scena  erano 
troppi  e  ci  sono  state  alcune  distrazioni,  comunque  sia  positive,  dato 
che tutti hanno giocolato e desideravano imparare cose nuove, vedi M. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Una  svolta  c'è  stata  quando  abbiamo  messo  a  terra  dei  tappetini  e 
quando Smilzo e Geppetto si sono levati le scarpe. Già dal primo eserci‐
zio  di  acrobalance  hanno  voluto  sperimentarsi  sia  come  porteur  che 
come agili con grande attenzione da parte di tutti. Si sono susseguiti va‐
ri esercizi facili e difficili come la piramide a sei e quella a sette con tan‐
to  di  verticali  alle  estremità.  Tutti,  tranne  Yu.,  hanno  partecipato  alle 
varie  piramidi  e  si  sono  prestati  a  far  tutti  gli  esercizi  proposti  con  la 
sola  forza  delle  braccia.  Si  è  respirato  un  bel  clima,  e  alla  fine  di  uno 
sforzo fisico o alla fine di ogni piramide ci sono sempre state delle stret‐
te di mano di ringraziamento, ma anche per aiutarsi a sollevarsi da ter‐
ra. Dopo una bella sudata ci siamo ritrovati davanti al PC per vedere le 
foto appena scattate, subito dopo una partita a calciobalilla tra Geppet‐
to e Smilzo contro A. e Yu. Dopo i primi minuti di serietà si passa allo 
scherzo, sopratutto quando i due clown iniziano ad avere la meglio sui 
giovani stranieri.  
L’acrobatica  ha  avuto  un  grande  successo  ed  è  stato  davvero  emozio‐
nante vedere un ragazzo senegalese sollevare un ragazzo rumeno o fo‐
tografare un ragazzo marocchino che si eleva sicuro in piramide sopra 
una base di ragazzi dell’est. 
Penso al mondo in cui vivono fatto di chiusure, di scontri, di razzismo 
interno,  anche  fuori  da  qui:  i  ragazzi  magrebini  sono  “padroni”  di  una 
parte della città mentre gli africani di un’altra e mai credo che avessero 
pensato in vita loro di costruire una piramide di acrobatica insieme in 
un carcere. 

15 Ottobre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 15‐10‐07 
Operatori CircoStanza: Donji, Geppetto 
Ragazze presenti: 10 Rom slave e rumene 
Attività svolta: Visione foto, palloncini. 
Metodo/tecnica: Insegnamento palloncini 
Strumenti usati: Kiwido e palloncini 

Relazione di Geppetto

I palloncini avevano proprio lo scopo di attirare le tre ragazze che nello 
specifico si “appiccicano” sempre alle casse della musica. 
Ha preceduto il nostro incontro  settimanale l’intervento dell’ispettrice 
al reparto femminile la quale in perfetta divisa e con le ragazze schiera‐
te  tipo  parata  militare,  ha  fatto  una  vera  e  propria  ramanzina  alle  ra‐

176  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

gazze. Perfino l’agente che è venuta ad aprirci per l’accesso alla sezione 
femminile, di solito molto cordiale e vivace ci ha subito pregato di non 
fare “troppo casino” perché c’era l’ispettrice.  
L’oggetto del contendere erano le sigarette, pare che siano causa di mil‐
le tensioni. 
Finita  la  strigliatura  le  ragazze  si  sono  letteralmente  precipitate  nella 
piccola stanza che ci ospita (piccola soprattutto in questo periodo che il 
numero delle ragazze è così elevato). 
Per  un  attimo  abbiamo  temuto  il  casino  più  incredibile  invece  nono‐
stante la tensione da sfogare e la vivacità sempre presente in alcune di 
loro, hanno preso le oramai consuete posizioni nella stanza. 
Oramai abbiamo preso la consuetudine che sia un po’ una di loro a ge‐
stire  la  musica,  altrimenti  la  situazione  diventa  tale  che  ogni  dieci  se‐
condi va cambiato il brano. 
Così con Donji proviamo a tirare fuori i palloncini, dopo aver preventi‐
vamente chiesto se in questo periodo ci siano problemi a lavorare con 
questi materiali. 
Come  sempre  solo  alcune  ragazze  rispondono  alla  sollecitazione  e  co‐
munque seguono poco il laboratorio vero e proprio preferendo farsi fa‐
re il palloncino. Ovviamente cerchiamo di spingere un po’ perché impa‐
rino almeno qualche figura base. 
Alle fine tre ragazze sembrano stare al gioco e qualche piegatura cerca‐
no di farla, solo che la loro soglia di attenzione risulta veramente bassa. 
Concludiamo  con  una  delle  canzoni  più  strappa  lacrime  che  ascoltano 
sempre, io e Donji cerchiamo di sdrammatizzarla ed alcune passano i‐
stantaneamente dal pianto al riso. 

17 Ottobre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 17‐10‐07 
Ore 15.30 alle 17.00 
Operatori CircoStanza: Donji, Geppetto 
Ragazzi presenti: 7 (4 marocchini, 2 rumeni, 1 senegalese) 
Attività svolta: Giocoleria, equilibrismo 
Strumenti usati: Palline, devilstick, clave, cerchi, Rola‐bola, uniciclo 

Relazione di Donji

Attenzione buona ma applicazione abbastanza saltuaria. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

I due ragazzi Rumeni si sono esercitati all’uniciclo. Il ragazzo senegalese 
ha  lavorato  con  i  cerchi.  I  ragazzi  marocchini  hanno  alternato  le  loro 
sfide al calcetto con l’utilizzo di vari attrezzi. 
Mentre eravamo davanti alla porta di ingresso alla sezione dove si svol‐
ge l’attività era presente una educatrice del Ferrante che quando ha vi‐
sto sfilare i ragazzi del Levante ha riconosciuto due vecchie conoscenze 
della struttura. “Due bei peperini! “ ha commentato. 
E, in effetti, appena iniziata l’attività si vede subito che gli equilibri deli‐
cati  che  si  andavano  delineando  nel  gruppo  sono  stati  sfalsati  dai  due 
nuovi ingressi ad eccezione del ragazzo del Senegal, cui sembra che tut‐
to sia abbastanza indifferente. 
Smilzo  reduce  dalla  missione  in  Romania  affianca  subito  i  due  ragazzi 
rumeni. 
Donji  affianca  A.  ai  rola‐bola  e  Geppetto  sollecita  i  ragazzi  marocchini 
con clave e cerchi. 
I  due  ragazzi  nuovi  riesumano  la  “danza  a  gambe  incrociate”  con  noi 
per poter vedere cosa abbiamo in tasca. Ovviamente li sgamiamo subito 
anzi Geppetto sfila anche un foglietto di tasca al ragazzo ridendo come 
un matto. La cosa diventa poi un po’ il tormentone della giornata. 
Gli attrezzi circensi vengono usati con poca costanza: “via uno prendo 
l’altro”  e  non  c’è  molta  pazienza  di  imparare  con  la  capacità  di  soffer‐
marsi e concentrarsi su un attrezzo.  
Quando riusciamo a passare il messaggio educativo di pazienza, costan‐
za e concentrazione vuol dire che si è instaurata la relazione tra noi e il 
ragazzo. 
Ju. appare un po’ troppo sottomesso e a tratti sembra anche oggetto di 
attenzione di tipo sessuale da parte di uno dei nuovi: di fronte a tutti si 
lasciano  anche  andare  ad  accarezzarsi.  Li  interrompiamo  mettendo  il 
tutto un po’ sul ridere e la cosa sembra fermarsi lì. 
I due ragazzi rumeni lavorano soprattutto con Smilzo e R. annuncia che 
uscirà di lì a poco per poi, a dir suo raggiungere l’Irlanda.  

178  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

22 Ottobre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 22‐10‐07 
Ore 15.30 alle 17.00 
Operatori CircoStanza:  Geppetto, Smilzo 
Ragazze presenti: 8 
Attività svolta: Magie e acrobalance 
Metodo/tecnica: In un primo momento si è provato ad impostare la 
coreografia con i balli e i foulards ma non c'era attenzione. In seguito 
esercizi di acrobalance 
Strumenti usati: kiwido, foulards e magie 

Relazione di Geppetto

Grado di attenzione: c'è stata molta attenzione per le fotografie, poi at‐
tenzione qua e là per le magie per poi arrivare ad una totale attenzione 
per l'acrobalance. 
Abbiamo  provato  a  coinvolgere  le  solite  quattro  ragazze  attaccate  alla 
musica in più momenti: con le fotografie, kiwido e acrobalance.  
Siamo entrati presentandoci come Jack e Nicholson, l’agente ha sorriso 
e ci ha fatto accomodare. Smilzo non aveva preso il caffè e c'era qualche 
sbadiglio di troppo, ma appena arrivati alla porta d'ingresso della sala e 
un urlo ci ha accolto: eccole! Tutte in preda ad una scarica di adrenali‐
na. Si ricordavano che Smilzo era stato in Romania e allora hanno ini‐
ziato a fare mille domande sul viaggio, su cosa aveva fatto, su cosa ave‐
va visto, se aveva visto dei funerali..  
Le “4 dell'Ave Maria” in versione rumena si sono accaparrate il PC, e si 
sono incollate alle casse come le cozze allo scoglio!   

24 Ottobre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 24‐10‐2007 
Operatori CircoStanza:  Geppetto, Maggiolina, Smilzo 
Ore dalle 15.30 alle 17.00 
Ragazzi presenti: 6 
Attività svolta: acrobalance e giocoleria 
Strumenti usati: palline, clave, anelli, devilstick e uniciclo 

Relazione di Smilzo

Arriviamo puntali, sotto la pioggia! All’ingresso troviamo A., senegalese, 
uno del gruppo … c’è aria di scarcerazione! Così salutiamo il campione. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Arriviamo alla sala polifunzionale e troviamo due new entry, non pro‐
prio new perché i due senegalesi li avevamo visti un’altra volta ed era‐
no stati più attivi, decisamente! Così dopo aver piazzato il PC e la musi‐
ca iniziamo, ma il biliardino sembra essere il centro dell’attenzione. Ba‐
stano pochi minuti e l’attenzione della maggior parte dei ragazzi si spo‐
sta  verso  i  tappetini  per  l’acrobatica.  Da  qui  in  poi  fioccano  piramidi 
semplici e complesse, nasi rossi e simpatiche fotografie. 
Tramite  l’acrobatica  e  l’uso  degli  attrezzi  circensi,  soprattutto  il  devil‐
stick, siamo riusciti a fare un bel lavoro con quasi tutti i ragazzi. Inoltre 
il servizio fotografico ha fato sì che si scattassero foto molto clownesche 
su idea degli stessi ragazzi. 

29 Ottobre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 29‐10‐07 
Ore 15.30‐ 17.00 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Smilzo 
Ragazze presenti: 4 Rom 
Attività svolta: Visione delle fotografie, piramidi umane, giocoleria. 
Metodo/tecnica: quanto riguarda le piramidi umane abbiamo rivisto 
alcuni esercizi cercando di coordinarli. Per la giocoleria abbiamo 
cercato di creare una coreografia con le bandiere e i kiwido. 
Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, piatti cinesi, 
rola‐bola, Bandiere e kiwido. 

Relazione di Smilzo

Le solite quattro ragazze (oramai soprannominate “le quattro dell'Ave 
Maria)” appena entrate nella stanza hanno pressato Smilzo per la musi‐
ca. Hanno preso il monopolio della musica non staccandosi più e di con‐
seguenza non partecipando alle attività. Hanno solo cantato. 
Eccoli,  Geppetto  e  Smilzo  all'ultimo  piano  della  struttura  carceraria 
pronti ad entrare nel reparto femminile.  
Appena entrati nella stanza delle attività sentiamo arrivare le ragazze. 
Entrano,  energiche,  chiassose,  allegre.  Bombardano  con  numerose  do‐
mande  lo  Smilzo  riguardo  la  missione  clown  in  Romania.  Intanto  che 
rispondeva lo Smilzo ha piazzato il PC e le casse, preparando le foto del‐
la missione in Romania. La visione delle foto è stata molto apprezzata, 
hanno viaggiato con la mente nelle loro città, hanno riconosciuto alcuni 
luoghi e hanno chiesto chi fossero gli altri clown e le altre persone pre‐
senti  a  vari  spettacoli.  Le  foto  erano  parecchie  ma  per  loro,  mai  abba‐

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

stanza. Parte la musica, ovviamente rumena e iniziano le danze e l'atti‐
vità  circense.  Iniziamo  con  un  po'  di  balli,  Geppetto  è  stato  più  volte 
strattonato e strapazzato da una parte all'altra, poi proseguiamo con le 
piramidi di acrobatica, cercando di creare una sequenza per poterci la‐
vorare  la  volta  successiva.  Stava  andando  tutto  per  il  meglio  quando 
una canzone rumena, la classica “strappa lacrime”, ha fatto sedere quasi 
tutte le ragazze, chi stava alla finestra, chi per terra, chi in piedi in  un 
angolo e chi sedute sulle sedie. Tutte con le lacrime agli occhi. 
Poco dopo rieccole pronte a provare piramidi, ballare, ridere e scherza‐
re  (tranne  le  “quattro  dell'Ave  Maria”),  fino  a  che  ci  ritroviamo  a  fare 
equilibrismo con gli step trovati in un armadio.  
Oggi si è respirata una buona energia. 

31 Ottobre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 31‐10‐07 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 5 (4 Marocco – 1 Romania) 
Attività svolta: Giocoleria 
Strumenti usati: Diablo, devilstick, cerchi, palline 

Relazione di Aureola

Oggi abbiamo ottenuto un risultato educativo: Da mesi Yu. non si è mai 
interessato alle  nostre  attività,  ha  sempre  snobbato  qualunque  propo‐
sta, l’unico momento in cui partecipava alle attività era quando si gio‐
cava a calcetto o quando portavamo il pallone e poteva giocare a calcio. 
Nessun  attrezzo  circense  lo  ha  mai  interessato.  Il  rapporto  con  noi  è 
sempre stato se non di rifiuto quantomeno di distacco. Un saluto appe‐
na accennato e indifferenza totale. 
Nelle ultime settimana altre al saluto accennava un sorriso, ma mai nul‐
la di più. 
Oggi sentivo che mi guardava, aveva preso un cerchio e lo buttava con‐
tro una parete, a volte se passava qualcuno glielo tirava addosso e poi si 
voltava verso di me, come ad aspettare che lo rimproverassi e mi faceva 
un mezzo sorriso. Gli sono andata vicino e gli ho chiesto di usare il cer‐
chio per giocare, come il gioco delle bocce, a chi lo tirava più vicino alla 
pallina. Ha accettato e abbiamo iniziato a giocare. Noto che gioca sem‐
pre in maniera competitiva e anche in un certo senso violenta: tende a 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

lanciare gli oggetti quasi con disprezzo, a volte lo fa per vedere se non 
gli dico nulla e io immancabilmente lo sgrido, amorevolmente, ma con 
decisione e lui quasi sembra contento. 
Propone  di  infilare  gli  anelli  nel  tubo  del  rola‐bola  e  cambiamo  gioco, 
giocano anche Geppetto per un po’ e poi Maggiolina. Gli piace la compe‐
tizione e fissa le regole del gioco. 
Giochiamo per un bel po’, è contento e io sono felice che si sia instaura‐
ta finalmente una relazione tra noi. 
Gli chiedo di provare un attrezzo perché voglio fargli una foto per avere 
un suo ricordo... (lui non ha mai voluto foto e se vedeva che scattavo fo‐
to ad altri e lui era vicino, si assicurava di non essere rientrato nella fo‐
to), stavolta accetta e mi dice di fotografarlo mentre lancia una pallina e 
cerca di prenderla sollevandosi in aria. Parte la sfida di riuscire a foto‐
grafarlo in aria, senza che la foto venga mossa. Riesco a scattargli un pa‐
io di foto belle e lui vuole vederle ed è soddisfatto. 
Anche l’altro ragazzo marocchino, R. vuole che gli scatti le foto mentre 
salta e Yu. gli fa vedere come deve fare. E così per un bel po’ giochiamo 
a saltare e fare foto. 
Yu. è soddisfatto e quando l’ora finisce non scappa via, come di solito fa 
e ci saluta tutti e mi bacia salutandomi, (cosa che non aveva mai fatto). 
Ho dedicato l’attenzione tutta a Yu. anche se ho fatto foto anche agli al‐
tri ragazzi. Un altro successo è stata la relazione con Ja. Un ragazzo ma‐
rocchino che ha un’aria particolare, sembra che cerchi di fregarti quan‐
do  ti guarda  e si sente che anche lui, come Yu. ha una bella rabbia den‐
tro. Ha giocato con i Rola‐bola e gi è piaciuto farsi fotografare in attività. 
E’  successo  un  episodio  spiacevole:  quando  è  arrivato  R.  aveva  un 
walkman, poi per giocare lo ha posato. Smilzo ha visto che Ja. Lo ha pre‐
so e ha chiesto all’agente di uscire, probabilmente lo ha nascosto in ba‐
gno per prenderselo dopo. Così, quando siamo arrivati a fine incontro, 
R. ha cercato il suo walkman che ovviamente non c’era più. Ha chiesto a 
noi se lo avevamo preso e ovviamente abbiamo detto di no. Smilzo ha 
forse fatto un breve cenno verso Ja. e mentre eravamo nel corridoio di 
uscita Ja. è venuto verso Smilzo dicendogli arrabbiato: “Hai detto tu che 
l’ho  preso  io?”  Nel  frattempo  l’agente  ci  ha  fatto  uscire,  mentre  stava 
nascendo una rissa. In portineria abbiamo avvisato l’agente della situa‐
zione. 
Smilzo è uscito dall’attività pensieroso chiedendosi se aveva fatto bene 
a parlare con l’agente. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

5 Novembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 5‐11‐07 
Operatori CircoStanza: Donji, Geppetto 
Ore 15,30 – 17,00 
Ragazze presenti: 13 
Attività svolta: giocoleria e preparazione coreografia per filmati 
Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, palline, piatti cinesi, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

Il ballo ha molto successo con le ragazze e abbiamo l’idea di unire alle 
figure  di  acrobalance  e  giocoleria,  che  filmeremo  e  monteremo  per  lo 
spettacolo del 1° dicembre, una breve coreografia di ballo, viene accolta 
benissimo. 
Per creare la coreografia spieghiamo loro che bisogna rispettare gli in‐
gressi e le uscite delle compagne e darsi dei tempi. La cosa suscita qual‐
che  discussione  sulla  quantità  di  spazio  dedicato  all’una  piuttosto  che 
all’altra.  
B.  è  un  po’  giù  perché  pensa  che  M.  un  ragazzo  del  Levante  con  cui  si 
scambia  messaggi  non  corrisponda  il  suo  amore  o  la  prenda  in  giro. 
Cerchiamo di spiegarle che le relazioni e gli amori che possono nascere 
in una realtà come questa possono essere sottoposti a mille condizioni. 
Accetta questo discorso anche se alla sua età sarebbe giusto che vivesse 
la sua storia d’amore come ogni altra ragazza fuori da qui. 
Oggi sembra esserci una certa malinconia fra le ragazze ed alcune con il 
classico stile rom, si intristiscono quando le musiche diventano un po’ 
più  malinconiche.  Cerchiamo  allora  di  imitarle  portando  in    ridicolo 
queste loro manifestazioni e alcune rispondono ridendo. Le tre ragazze 
Rom slave rimangono attaccate alle casse della musica per tutto il tem‐
po e sono le più tenaci a lasciarsi andare a questa malinconia. 
R. è sempre provocatoria mentre F. e M. cercano di farci parlare in Ru‐
meno. 
Ci  ripromettiamo  di  lavorare  anche  con  fotografie  e  filmati  dalla  volta 
successiva in modo che le ragazze abbiano il modo di vedere il risultato 
del lavoro fatto e possano da sole apportare correzioni. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

7 Novembre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 7‐11‐07 
Operatori CircoStanza: Aureola, Maggiolina, Smilzo, Geppetto 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 9 ( 3 Marocco – 4 Senegal – 2 Romania) 
Attività svolta: Giocoleria ‐ acrobatica 
Strumenti usati: palline, diablo, devilstick, rola‐bola, uniciclo, palline, 
clave, anelli 

Relazione di Aureola e Smilzo

Il momento di successo con Yu. prosegue, oggi finalmente per la prima 
volta si dedica con costanza al Diablo, chiede aiuto a Smilzo che con le 
giuste dritte riesce a fargli lanciare e riprendere il diablo per più di una 
volta. Yu. ha pazienza per gli attrezzi e si vede che gli piacciono. 
Yu. prova anche qualche posizione di acrobatica. Interagisce con i com‐
pagni e anche con noi. Quando arriviamo mi bacia per salutarmi.  
Mentre giochiamo mi fa vedere la sua gamba, è ferito (si è lesionato da 
solo),  io  osservo  la  gamba,  con  lui  c’è  anche  Ja.  E  non  mi  accorgo  che 
quello che vogliono farmi vedere è come potrebbero prendermi la mac‐
china  fotografica  che  ho  in  tasca.  Ho  come  la  sensazione  che  Ja.  me  la 
prenderebbe davvero, ma Yu. lo ferma e sorride, quasi a prendermi bo‐
nariamente in giro per la mia ingenuità e io dico: “Alla zia questo non si 
fa!” e Yu. risponde, ridendo e facendomi una carezza dice: “No, alla zia 
non lo facciamo”. 
Oggi troviamo 4 ragazzi senegalesi che stanno giocando al calcetto, ini‐
zialmente non ci considerano, poi uno di loro si stacca e viene a control‐
lare che musica abbiamo, sorride, è simpatico, mi dice che è di Dakar e 
mi chiede se sono stata in Senegal. Vuole musica americana e Smilzo gli 
mette Eminem. Ballano, ma quando li guardo si imbarazzano e smetto‐
no. Instauriamo la relazione con questo ragazzo attraverso il devilstick 
e poi gli piace l’idea di essere fotografato. Vedendo che faccio le foto an‐
che gli altri due si avvicinano e vogliono essere fotografati anche davan‐
ti al PC. 
Ja. e Yu. prendono di mira Ju. sembra vogliano prendergli qualcosa che 
ha  in  tasca,  ho  paura  gli  facciano  male,  Ju.  è  piccolino  e  mingherlino  e 
loro  sono  forti.  Smilzo  pensa  che  volessero  prendergli  qualcosa  dalla 
tasca. 
Più volte dico loro di smetterla, e mi rispondono che scherzano. 

184  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Di me Yu. sembra avere rispetto e ho notato che anche quando fa qual‐
cosa che  non va fatta (tirare  una  pallina,  lanciare  un cerchio,  ecc.  ) mi 
guarda per vedere se me ne sono accorta e poi mi sorride e  smette. E’ 
come un gioco, sembra voglia qualcuno che si accorga di lui e lo sgridi. 
Ja. Anche se sorride spesso, mi sembra invece meno gestibile. 
Ju. è gentile, delicato e ogni volta che gli chiediamo di partecipare lo fa. 
Si inizia con il diablo e poi col devilstick, uniciclo, palline, acrobatica. 
Ci meravigliamo che non sia sceso Ma. Il ragazzo rumeno, il più entusia‐
sta della nostra attività e non capiamo come mai non sia sceso, ma alle 
16.00 arriva, contentissimo e ci dice che è dovuto rimanere in cella per 
mettere in ordine perché a quanto pare i ragazzi hanno fatto un sacco di 
casino buttando per terra e rompendo cose e lui è rimasto a pulire, ma a 
patto di poter scendere alla nostra attività appena finito, e con lui è sce‐
so anche A. che da un paio di volte non scendeva. 
Ma. coinvolge tutti con il suo entusiasmo, qualunque cosa ci sia da fare 
la fa con gioia e poi gli piace essere fotografato, farsi foto con i compa‐
gni, è gentile con tutti. 
Smilzo  si  avvicina  a  Ma.  e  gli  porge  le  mani  per  fare  acrobalance  e  lui 
non  ci  pensa  due  volte  e  iniziano  a  fare  qualche  esercizio.  Gli  altri  se‐
guono a ruota e così iniziamo a fare qualche esercizio più complicato.  
L'attività prosegue bene quando ad un tratto anticipatamente arriva la 
guarda che fa terminare il tutto dieci minuti prima. 
Stavolta ci salutiamo con calma e ci diamo appuntamento alla prossima 
CircoStanza. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

12 Novembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 12‐11‐07 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti:13 ragazze (12 Rom e 1 italiana di Firenze) 
Attività svolta: scelta delle musiche per filmato, allenamento con 
bandiere, pois, devilstick 
Strumenti portati: bandiere, pois, devilstick, musica , macchina 
fotografica 

Relazione di Maggiolina

Incontriamo il gruppo delle ragazze sulle scale, ci accolgono e salutano 
con entusiasmo ed energia. 
Per  motivi  a  noi  sconosciuti,  di  rientro  dall’ora  d’aria,  le  ragazze  sono 
state radunate presso il refettorio e l’Ispettrice della sezione Femminile 
ha fatto  loro un  discorso di  circa  15  minuti.  A  scaglioni  sono  poi  state 
accompagnate dalle agenti presso la nostra saletta ma prima di entrare 
è stata fatta loro una piccola perquisizione di controllo (cosa mai avve‐
nuta prima).  
Molte delle ragazze si sono presentate assai sconvolte, alcune con le la‐
crime  agli  occhi,  la  loro  energia  inizialmente  era  bassa  e  negativa  ma 
grazie alla musica ed alla nostra accoglienza calorosa e familiare, pian 
piano di sono riprese quasi tutte ed hanno partecipato alle nostre pro‐
poste.  
Ma. una delle ragazze che da più tempo è detenuta e che partecipa vo‐
lentieri alle attività circensi ci ha detto testuali parole: “Uffa, non voglio 
uscire,  spero che  al processo  mi  diano ancora  qualche  settimana..  così 
posso rimanere con voi e fare lo spettacolo!”. 
 Siamo rimasti senza parole. 
A  mio  parare  vi  sono  stati  più  momenti  di  successo  oggi,  quelli  mag‐
giormente rilevanti sono i seguenti: 
La ragazza italiana, Pa. entrata da pochi giorni, è rimasta stupita nel ve‐
dersi proporre attività di tipo circense che lei era già solita praticare in 
spiaggia con gli amici, da subito si è relazionata con noi clown in modo 
interessato ed attento. Entrata nel salone con uno sguardo diffidente e 
chiuso, nel vedere gli attrezzi circensi si è illuminata ed aperta. Ha di‐
mostrato infatti grandi capacità nella giocoleria e da subito si è messa a 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

giocolare  con  entusiasmo  con  i  kiwido  ed  a  insegnare  anche  ad  altre 
compagne meno abili. 

19 Novembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 19‐11‐07 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Smilzo 
Ore 15.30 – 17.00 
Ragazze presenti:16 ( rom rumene e slave e 1 italiana) 
Attività svolta: Riprese Video – Aggancio con ragazze nuove – 
allenamento giocoleria – Trucco clown 
Strumenti usati: Musica – Telecamera digitale – materiale vario 
giocoleria (palline, diablo, devilstick, pois) – cappelli e parrucche clown 
– trucchi clown 

Relazione di Maggiolina

E’ stato utile oggi essere in tre operatori (solitamente dalla ragazze an‐
diamo in due) in modo da poter suddividere le ragazze in piccoli gruppi 
a seconda dell’attrezzo circense preferito.  
Sedici ragazze, tre operatori, il tutto in meno di 20 metri quadrati!  
Le ragazze giungono tutte in saletta piene di energia, sono delle bombe 
in  positivo  ed  in  negativo,  sprizzano  energia  da  ogni  poro  tant’é  che 
quasi assalgono noi ed il materiale: c’è la ragazza italiana, Pa. Che si de‐
dica ai Kiwido, c’è chi sceglie le musiche per il video, chi come M. ragaz‐
za  rom  rumena  con  una  spiccata  malformazione  alla  mano  si  occupa 
delle  riprese  video  con  Geppetto, chi  con  Smilzo si  è allena  per creare 
una coreografia con le palline, chi con i kiwido. L’abilissima ragazza ita‐
liana si è allenata per avere un numero presentabile ed accattivante da 
riprendere con la telecamere. 
Anche  il  momento  del  trucco  clown  si  è  svolto  con  calma  e  serenità 
seppure non vi sia stato tempo di truccare tutte le ragazze. Ognuna di 
loro  era  desiderosa  di  ricevere  attenzioni  e  di  essere  seguita  nel  suo 
impegnarsi e mettersi in gioco, ma essendo solo in tre operatori abbia‐
mo fatto il possibile per farle collaborare e per creare un clima sereno e 
produttivo. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

21 Novembre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 21‐11‐07 
Operatori CircoStanza: Aureola –Maggiolina –Smilzo –Geppetto 
Ore 15.3‐17.00 
Ragazzi presenti: 6 (1 Marocco – 3 Senegal – 1 Romania – 1 italiano) 
Attività svolta: Giocoleria – acrobatica ‐ riscaldamento 
Strumenti usati: palline, diablo, devilstick, rola‐bola, uniciclo, palline, 
clave, anelli 

Relazione di Aureola

Il  momento  di  successo  con  Yu.  prosegue,  ha  partecipato  a  tutto,  da 
“palla  avvelenata”  dove  mi  ha  protetta  dai  lanci  degli  avversari,  ad  a‐
crobatica. Ha parlato anche con Smilzo, si sta aprendo sempre di più. 
M. è coinvolgente, lui oramai è “di casa” in questa attività, si sente a suo 
agio, è allegro, e amichevole con tutti. 
C’è una nuova entry: G., di Genova, un ragazzino esile, smilzo alto, sor‐
ridente e partecipativo. Si definisce “timido”, dice che non vuole parte‐
cipare  a  nessun  spettacolo,  ma  non  si  tira  indietro  in  nessuna  attività 
dato che pesa poco è un ottimo “agile” per l’attività di acrobatica.  
Per iniziare e riscaldarci per acrobatica, giochiamo a “Palla avvelenata” 
e partecipano tutti tranne i senegalesi che rimangono a giocare a calcet‐
to. 
Yu.  mi  protegge  dai  lanci  di  pallone  degli  altri,  continua  a  chiamarmi 
“zia” ed è molto gentile. 
Si passa all’attività di acrobatica, Maggiolina riesce a coinvolgere un ra‐
gazzo senegalese per un esercizio, ma è solo un breve momento, poi ri‐
torna nel suo gruppo. 
Si sta preparando lo spettacolo per il 1° dicembre, vedremo chi ci sarà 
ancora. 

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Relazioni Circostanza, anno 2007 

3 Dicembre 2007 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 3‐12‐07 
Operatori CircoStanza: Donji, Geppetto 
Ore 15,30 – 17,00 
Ragazze presenti: 10 ragazze (Rom rumene e slave) 
Attività svolta: visione video, equilibrismo e giocoleria 
Strumenti usati: palline, diablo, devilstick, rola‐bola, uniciclo, clave, 
anelli 

Relazione di Geppetto

Sono state molto attratte dal video, che hanno voluto rivedere più volte 
e dai rola‐bola (strumento di equilibrismo).  
A. una ragazza al Ferrante da poche settimane che fino ad ora non si era 
mai coinvolta in alcuna attività e, anzi, si era sempre tenuta in disparte, 
non solo ha provato a lungo questo attrezzo, ma ha poi provato figure di 
balance ed acrobatica. 
Il primo incontro post festa del volontariato l’avevamo progettato dan‐
do seguito agli eventuali stimoli provenienti dalla festa. Così le ragazze 
vogliono  rivedere  ben  due  volte  il  video  che  mostra  attività,  volti  ed 
emozioni di un anno.  
Donji intanto prepara il materiale di giocoleria ed equilibrismo. 
Per la seconda volta, da quando siamo entrati nella struttura, svolgiamo 
la  nostra  attività  nel  refettorio.  La prima volta  risultò una  soluzione  i‐
nadatta: le ragazze si misero a sfogliare le riviste distraendosi.  
A.  appena  vede  il  rola‐bola  (e  come  Donji  ci  sale  sopra)  si  illumina  in 
viso e prova a usarlo. Di lì a poco comincerà a stare in equilibrio e il suo 
viso si rilassa e quando con B. e M. iniziamo l’attività di acrobatica, an‐
che  lei  vuole  provare  tutte  le  figure.  E’  una  metamorfosi:  la  ragazza 
chiusa e musona, poco disposta al ridere si è trasformata in una ragazza 
aperta, allegra e collaborativa.  
Pa. invece, la ragazza italiana, è visibilmente arrabbiata, appena entrata 
chiede “dove sono le bolas” , intendendo i kiwido, e si mette ad eserci‐
tarsi  in  modo  quasi  rabbioso.  Le  chiediamo  cosa  non  va,  ma  lei  non 
sembra avere una gran voglia di parlare. Ma anche lei nell’arco del tem‐
po passato insieme tenderà a rilassarsi. S. e qualche altra ragazza pro‐
vano  devilstick  e  soprattutto  le  clave,  ma  la  pazienza  che  richiede 
l’apprendere questi attrezzi circensi è ben lungi dal realizzarsi. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Due ragazze hanno litigato il giorno precedente e non possono parteci‐
pare alle attività e lo strascico del litigio si ripercuote anche sulle altre 
che ne parlano. 
M.  e  una  ragazza appena  entrata  la  notte  prima,  sono  sedute  sul diva‐
netto e chiacchierano amabilmente.  
In  sostanza  questo  secondo  esperimento  di  localizzazione  dell’attività 
in refettorio è risultato positivo. 
B. e M. ci chiedono perché continuiamo a lavorare con gli attrezzi, forse 
in vista di qualche festa ? Rispondiamo che la nostra attività si chiama 
“CircoStanza”,  il  circo  in  una  stanza  e  questi  attrezzi  sono  attrezzi  ap‐
punto circensi che usiamo per esercitarci e divertirci insieme. 

28 Novembre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 28‐11‐07 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto 
Ore 15,30 – 17,00 
Ragazzi presenti: 6 
Attività svolta: preparazione spettacolo per la festa volontariato 
Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

I ragazzi non avevano ben compreso che si dovranno esibire sul palco 
del  teatro  del  Ferrante  durante  la  festa  del  volontariato  del  1°  dicem‐
bre, così sono rimasti sorpresi quando abbiamo loro ricordato che oggi 
avremmo svolto le prove per lo spettacolo.  
Il pericolo era che tutti cercassero di evitare la cosa e invece i ragazzi si 
sono letteralmente scatenati. Yu. e A. vorrebbero fare tutto, ma proprio 
tutto.  E  come  sembra  lontano  il  periodo  in  cui  Yu.  ci  guardava con di‐
sprezzo,  con  quel  tono  di  sfida  che  non  ammetteva  repliche.  Oggi  Yu. 
vuole imparare i trucchi di magia e con Maggiolina e Geppetto mette a 
punto  qualche  numero  di  magia  da  portare  in  spettacolo.  Ma  non  si 
ferma  qui,  prende  in  mano  il  diablo  e  prova  qualche  lancio  e  qualche 
figura.  
A. che fino ad ora ha sempre avuto un rapporto “mordi e fuggi” con le 
attività prepara con Maggiolina una coreografia vera e propria pur nella 
sua semplicità con il devilstick. Per la prima volta i ragazzi collaborano 
alla costruzione di un numero di spettacolo.  

190  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

Una  coreografia  prevede  attenzione  e  pazienza  per  eseguire  una  se‐


quenza  prefissata  ce  per  i  ragazzi  è  educativo  trovare  la  costanza  per 
prepararla. 
Spiace che Al. non sia sceso in attività perché sembrava ben preso ed ha 
sempre lavorato abbastanza bene, così, mentre prepariamo lo spettaco‐
lo, pensiamo anche ai numeri che lui potrebbe eseguire. 
Restano un po’ ai margini come sempre i ragazzi del Senegal anche se 
uno viene invitato da Geppetto più e più volte a provare qualcosa visto 
che  durante  i precedenti  incontri  aveva volentieri  svolto alcune  figure 
di acrobatica ed acrobalance. Il problema della lingua resta forte e sem‐
bra  proprio che  solo  un  ragazzo conosca  un  po’  meglio  l’italiano.  Gep‐
petto prova a spiegarsi anche con il francese ma i risultati non sembra‐
no andare molto in là. 
Infine per lo spettacolo di sabato si arriva ad ottenere una serie di figu‐
re di acrobalance ed acrobatica al termine delle quali inseriamo i nume‐
ri di magia di Yu. e la piramide finale con tutti quanti i ragazzi insieme. 
Quindi a conclusione del video che abbiamo preparato con le immagini 
e  le  foto  di  circa  un  anno  di  CircoStanza  in  carcere  saliremo  sul  palco 
fingendo  con  felpe  e  occhialini  (e  con  la  base  hip  hop)  di  essere  un 
gruppo rap. 
Al  termine  dell’incontro  l’atmosfera  sembra  diversa,  più  rilassata  e 
“convinta” di quello che faremo sabato.   

5 Dicembre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 5‐12‐07 
Operatori CircoStanza: Smilzo, Maggiolina, Geppetto 
Ragazzi presenti: 5 
Attività svolta: Giocoleria 
Strumenti usati: Palline, diablo, anelli, devilstick, palline 

Relazione di Smilzo

Al  nostro  arrivo  tutti  i  ragazzi  giocavano  col  nuovo  calcio  balilla,  fac‐
ciamo in tempo a piazzare il PC e le casse che Geppetto e Smilzo scate‐
nano una sfida con la palla di gomma piuma. Si aggiunge dopo poco A. 
uno dei ragazzi senegalesi così iniziamo a destreggiarci con vari palleg‐
gi, cross e calci d'angolo. Il gioco attira anche l'altro ragazzo senegalese 
così stiamo li a giocare un bel po', ridendo e giocando a calcio in modo 
parecchio strano. 

  191
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Accendiamo la musica e subito Geppetto inizia a scartare giocatori invi‐
sibili col pallone di gomma piuma, Smilzo lo raggiunge subito, si scarta‐
no,  tirano  e  palleggiano  finché  non  si  unisce  al  gruppo  A.,  senegalese, 
dopo qualche minuto arriva anche l'altro ragazzo senegalese e qui ini‐
ziamo a destreggiarci facendo tiri in porta, cross, azioni serie e sceme, 
tiri impossibili e a rallentatore. Intanto gli altri continuano a giocare al 
calcetto  e  Maggiolina  fa  vedere  al  PC  il  video  mostrato  alla  festa  della 
scorsa domenica ai ragazzi che vogliono rivederlo. Dopo un po' di gio‐
coleria, uno dei ragazzi senegalesi, A., prende il diablo, Smilzo lo segue 
sia fisicamente che nell'insegnamento, ma basta poco per fargli mollare 
l'attrezzo. Così con Geppetto proponiamo una supersfida a calcetto, chi 
vince  deciderà  cosa  fare  poco  dopo.  Via!  Geppetto  e  Smilzo,  non  si  sa 
neanche come hanno la meglio sulla nazionale senegalese e vincono la 
partita così decidiamo di insegnare la tecnica con le palline, uno dei due 
ragazzi non si stacca e l'altro per qualche minuto scarso ci prova e poi 
molla. Maggiolina propone una supersfida col pallone di gomma piuma. 
Prendono parte tutti alla sfida e qualcuno un po' seriamente. Si è visto 
poco gioco di squadra e si gioca fino allo sfinimento. Durante il riposo 
abbiamo la possibilità di chiacchierare con i ragazzi: Yu. ci dice di voler 
cantare  alla  festa  di  Natale,  mentre  i  ragazzi  senegalesi  fanno  gruppo 
fra loro. 

19 Dicembre 2007 – Gruppo maschile Levante


Data: 19‐12‐07 
Operatori CircoStanza: Aureola , Geppetto 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 4 (3 Marocco e 1 Senegal) 
Età dei ragazzi: 16‐17 
Attività svolta: calcio, giocoleria, salto della corda 
Strumenti usati: rola‐bola, diablo, palline, devilstick, corda, musica, 
magia 

Relazione di Aureola

Partecipazione  attenta  e  attiva  di  M.,  il  ragazzo  senegalese  che  solita‐
mente  stava  nel  suo  gruppo  e  partecipava  saltuariamente  all’attività. 
Questa  volta  è  stato  attento  e  sorridente  e  sinceramente  interessato  a 
tutto ciò che proponevamo. 
I ragazzi erano solo 4 ma tutti disponibilissimi a fare attività. Abbiamo 
spaziato  dal  salto  alla  corda  alla giocoleria,  magia  e  musica.  Il  ragazzo 

192  
Relazioni Circostanza, anno 2007 

senegalese era ben preso in ogni attività: interessato al Devilstick, alla 
magia e sempre sorridente e disponibile. Il ragazzo nuovo, Mo., si è di‐
mostrato interessato a tutti i giochi di giocoleria e ha imparato a tirare 
le tre palline, anche gli altri sono stati partecipi e l’atmosfera è stata ri‐
lassata e serena. 
Yu. Era un po’ preoccupato per il processo del giorno dopo, ma ha par‐
tecipato ed è stato partecipe sempre. 
 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Relazioni Circostanza, anno 2008 

14 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 14‐01‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Smilzo 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 9 (Cile, Ecuador, Marocco, Italia) 
Attività svolta: Giocoleria 
Strumenti usati: palline, rola‐bola, diablo, devilstick e anelli. 

Relazione di Smilzo

Arriviamo al Ferrante e ci sembra di essere al primo giorno di  scuola: 
oggi è il primo giorno di attività con un nuovo gruppo, il Grecale. Arri‐
viamo puntuali alle 14.00, l'agente ci fa entrare nella palestra, chiude la 
porta  e  va  a  prendere  i  ragazzi.  Nell'attesa  arriva  una  educatrice,  si 
chiacchiera un po', le chiacchiere proseguono per un bel po', poi passa‐
no le ragazze che vanno all'aria e finalmente dopo quaranta minuti dal 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

nostro arrivo ecco i ragazzi. Sono in 9, tutte facce nuove tranne M., vec‐
chissima  conoscenza.  Dopo  le  classiche  presentazioni  apriamo  la  vali‐
gia, non c'è tempo per le presentazioni formali: tipo chi siamo, cosa fa‐
remo, ecc. si inizia a basta! I ragazzi sono molto distratti dalle ragazze, 
riescono a vederle mentre sono in giardino per l'ora d'aria e dal pallone 
da basket che continua a rimbalzare nella palestra.  
Qualcuno di loro come D., ecuadoregno, e il ragazzo cileno non si sono 
staccati dall'attrezzo, il primo col diablo e il secondo con il rola‐bola! Gli 
altri sbirciano, prendono in mano qualche attrezzo per qualche secon‐
do, giochiamo molto con i devilstick che attirano sempre, mentre gli al‐
tri stanno li seduti a guardare, ma sono proprio pochi.  
Poi quando i giovani iniziano a prendere un po' più di confidenza ecco 
che arriva l'agente perché è finita l'ora. Peccato! 
Come primo incontro niente male... 
CircoStanza grecale è appena iniziato! 

14 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 14‐1‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto 
Ore 15.30 / 17.00 
Ragazzi presenti: 5 
Età dei ragazzi: 14 ‐ 19 
Attività svolta: giocoleria con palline , diablo e devilstick + acrobatica 
Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola, tappetini da 
acrobatica 

Relazione di Maggiolina

Attraverso  l’acrobatica  siamo  riusciti  a  coinvolgere  Ju.,  ragazzino  ma‐


rocchino che da quando noi operiamo in IPM è già la terza volta che in‐
contriamo qui. Lunedì era praticamente appena entrato per l’ennesima 
volta  e  seppur  felice  nel  vederci  si  è  subito  seduto  in  un  angolo  accu‐
sando un forte mal di testa, ci ha detto di essere in crisi di astinenza da 
“fumo”. 
Avendo  agganciato  buona  parte  del  gruppo  con  l’acrobatica  abbiamo 
anche coinvolto Ju. che ormai esperto ed agile acrobata ha abbandonato 
la sedia e si è messo a tradurre e far vedere ai compagni come eseguire 
le figure di acrobatica! 

196  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Il Gruppo Libeccio è il gruppo di primo ingresso in cui i ragazzi sostano 
o per il primo mese di detenzione o per pene molto brevi per poi essere 
inseriti nei vari gruppi. 
In  questo  gruppo  sono  poche  le  attività  che  i  ragazzi  hanno 
l’opportunità di fare per cui hanno reagito molto bene alla nostra pro‐
posta di allenarsi con la giocoleria e con l’acrobatica. 
Soprattutto  un  ragazzo  rumeno  si  è  allenato  per  1  ora  e  mezza  senza 
sosta alle palline ed ai devilstick dicendoci alle fine del laboratorio che 
finalmente si era potuto sfogare e rilassare un po’! 

21 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 21‐1‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 9 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 17 
Attività svolta: Giocoleria 
Strumenti usati: palline, rola‐bola, diablo, devilstick e anelli, monociclo 

Relazione di Aureola

Mezz’ora  d’attesa  prima  di  entrare.  Siamo  in  palestra,  non  mi  piace,  è 
buia  dispersiva,  troppo grande.  Non  si  può  mettere  la  musica  e  non  si 
può controllare i ragazzi. Ci sono due palloni da basket, pesanti e i ra‐
gazzi li lanciano da una parte all’altra e contro il muro e a me sembra 
pericoloso.  Se  un  pallone  arrivasse  in  faccia  a  qualcuno  farebbe  vera‐
mente male. 
Cerco  di  intervenire  e  dico  loro  di  giocare  col  nostro  pallone  che  è  di 
spugna, per un po’ lo fanno… 
Ritroviamo  Brillantina,  ma  è  di  cattivo  umore,  sta  spesso  davanti  alla 
porta  a  parlare  con  l’agente  e  a  prendere  in  giro  le  ragazze  che  sono 
nell’ora d’aria. 
Un ragazzo è molto ben preso con il diablo, Geppetto lo segue nei suoi 
progressi.  Maggiolina  inizia  a  giocare  con  i  devilstick  con  un  altro  ra‐
gazzo. Nel frattempo vedo che al fondo della palestra si stava svolgendo 
una gara di palline, le nostre palline da giocoleria venivano lanciate da 
due ragazzi addosso e contro il muro. Arrivo di corsa e faccio in tempo a 
prendere  una  pallina  distrutta…  Guardo  il  ragazzo  e  gli  dico  che  non 
servono per essere lanciate in quel modo e che il materiale ha un costo, 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

lui mi guarda serio, poi mi viene vicino all’orecchio e mi dice: “Devi ru‐
bare! Così le cose non ti costano”. Si presenta, è di Napoli, in trasferta a 
Torino. 
Mi avvicino al ragazzo cileno, ha la frangia che gli cade sulla faccia a na‐
scondere  completamente  gli  occhi  e  parte  del  volto.  E’  in  Italia  da  10 
anni, ora parla meglio l’italiano che lo spagnolo. E’ chiuso, un po’ diffi‐
dente, ma si apre quando si inizia a fare acrobatica. Con acrobatica tutti 
vogliono dimostrare di saper fare qualcosa, dai salti mortali a mosse di 
Capoeira. Qualcuno è veramente bravo. 
A palla avvelenata giocano quasi tutti. Il gioco di squadra a loro piace e 
partecipano volentieri. 
Riflessioni: bisogna chiedere la sala dove lavoravamo col Levante, è più 
alla luce e meno dispersiva. 
Ho  trovato  questi  ragazzi  molto  più  agitati  e  indisciplinati  rispetto  a 
quelli del Levante. Forse perché sono ancora in attesa di giudizio, forse 
perché sono tanti. 

21 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 21‐1‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo, Geppetto 
Ore 14.00 – 15.30 
RAGAZZI PRESENTI: 7 
ATTIVITÀ SVOLTA: Creazione della Relazione / Giocoleria + giochi 
competitivi/cooperativi  
Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Maggiolina

Stanza piccola, chiusa, senso di claustrofobia.  
Ritroviamo  due  ragazzi  che  sono  rientrati  ambedue  per  la  terza  volta, 
ambedue  marocchini.  Uno  di  loro,  Ju.  è  decisamente  di  cattivo  umore, 
lamenta un mal di testa. Gli vado vicino, gli parlo, mi racconta di essere 
fuggito dalla comunità dove stava in “messa alla prova”.  
“Avevo bisogno di sigarette e sono uscito, poi ho pensato di non tornare,
sono andato a piedi da Alba a Carmagnola (quasi 30 km), lì c’era la sta-
zione, ho preso il treno e sono tornato a Torino. Dopo due mesi mi hanno
ripreso in un ristorante, 7 pattuglie dei carabinieri, per un solo ragazzo!
Non sono un assassino! Ora sono di nuovo qui, lo so che ho sbagliato. In
comunità si stava bene, era una bella comunità. Ma ora sto male, mi

198  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

manca l’Ashish e non mi danno le pillole (per l’astinenza). Sono 16 giorni


che sono qui e non ho ancora parlato con l’educatore, mi dicono che è in
ferie…”. 
Cerco  di  calmarlo,  mentre  parla  sembra  rilassarsi,  ma  poi  si  siede,  si 
mette in testa una maglia di un compagno e si mette a parlare in arabo 
con  un  altro.  Ogni  tanto  si  alza,  va  verso  la  sbarra  e  chiama  l’agente. 
Chiede che gli passino le sigarette. L’agente gli risponde gentilmente, si 
allontana e dopo un po’ torna con le sue sigarette.  
Un  ragazzo  italiano,  Ed.  inizia  a  provare  a  giocolare  con  le  palline:  “Io 
sono  un  assassino”,  mi  dice  sorridendo  e  guardando  che  effetto  mi  fa 
questa  dichiarazione.  “Omicidio  preterintenzionale,  legittima  difesa… 
ma io non lo volevo uccidere, infatti l’ho colpito alla gamba, ma poi…Lui 
aveva aggredito mia madre, avevo il coltello di mio fratello…” 
Un ragazzo rumeno ridendo gli grida: “Assassino!” 
Temiamo che lui reagisca, invece si mette a ridere. 
Il ragazzo marocchino Ja. sta imparando bene ad andare sull’uniciclo, si 
appoggia a Maggiolina e a T. il rumeno. L’altro marocchino è grande e 
grosso, giocola già bene, ma non ha costanza, dopo un po’ si stufa.  
L’italiano, Ed. continua a giocolare, il rumeno per gioco gli mette la no‐
stra bandiera intorno al collo, interveniamo immediatamente. E’ solo un 
gioco, ma noi ci siamo spaventati. Loro ridono. 
La  rabbia  è  un  elemento  palpabile  tra  questi  ragazzi  molto  più  che  in 
altri gruppi in quanto essendo appena entrati non hanno ben presente 
cosa  accadrà  loro,  per  cui  in  alcuni  momento  occorre  avere  occhi  ben 
aperti.  
L’atmosfera in questa stanza piccola è particolare, tesa o così la perce‐
pisco. Mi scopro a guardare l’orologio e a sperare che il tempo passi più 
in fretta. 
Maggiolina  parla  con  Ja.  Smilzo  giocola con  Es.  J  è  uscito  per  un  collo‐
quio. T. il rumeno si è agganciato e presto inizierà a giocolare. 
Sono le 17.05, arriva l’agente e CircoStanza finisce. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

22 Gennaio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 22‐1‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo 
Ore 15.30 – 16.30 
Ragazze presenti: 10 (9 Rom – 1 italiana) 
Attività svolta: Laboratorio di Trucco Artistico + allenamento giocoleria 
Strumenti usati: devilstick, pois, palline, trucchi, musica 

Relazione di Maggiolina

La  proposta  del  laboratorio  di  trucco  finalizzato  ad  apprendere  tecni‐
che base per effettuare trucchi artistici è stata accolta dalle ragazze con 
entusiasmo. Dopo avermi osservata nel truccare una delle ragazze con 
un risultato estetico a loro gradito, si sono sperimentate nel truccarsi a 
vicenda,  utilizzando  il  materiale  in  modo  molto  accurato,  cosa  che  in 
passato non era accaduta! 
Torniamo dalle ragazze dopo lo stop delle vacanze natalizie e dopo aver 
con fatica trovato un giorno ed orario in cui inserire la loro attività. 
Purtroppo o per fortuna il laboratorio CircoStanza coincide con il labo‐
ratorio  di  acconciature:  questo  ci  permette,  in  un  momento  di  così 
grande “pienone” della sezione femminile, di avere un numero minore 
di  ragazze  nel  gruppo  ovvero  10  invece  che  15,  ma  allo  stesso  tempo 
alcune delle ragazze più attive con noi nei mesi passati inserite appunto 
ad acconciature non hanno reagito bene a questa divisione. Il problema 
del numero della ragazze non dipende da noi, in quanto 15 è un buon 
numero, ma dalla stanza dove facciamo attività che è decisamente pic‐
cola per accogliere un gruppo di tali dimensioni più noi.  

28 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 28‐01‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 4 
Attività svolta: Giocoleria, acrobatica, foto 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti 

Relazione di Aureola

Positivo:  siamo  tornati  nella  “sala  socialità”  che  essendo  più  luminosa 
rispetto alla palestra e non avendo i palloni ha in sé meno rischi. 

200  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Abbiamo  nuovamente  aspettato  circa  mezz’ora  prima  di  entrare,  non 


capiamo  se  è  casuale  o  se  è  una  prassi:  prima  le  ragazze  escono  per 
l’aria,  poi  i  ragazzi  del  Levante  vanno  in  palestra  e  poi  scende  il  2° 
gruppo, il Grecale, appunto… Staremo a vedere le prossime volte. 
Entrando vediamo un tavolo e due armadietti rotti accatastati contro il 
muro, questo ci fa pensare che qualcosa è accaduto. 
Dei 9 ragazzi della scorsa settimana ne entrano solo 4, gli altri ci dicono, 
sono in isolamento. 
Un  ragazzo  italiano,  P.  è  contento  di  “ritrovare”  i  clown  ci  spiega  che 
viene dal Bicocca di Catania e di aver conosciuto lì le nostre colleghe del 
CircoStanza  Catania,  ci  dice  subito  il  suo  nome  e  ci  prega  di  salutarle 
tanto e di dire loro che lui ora è in punizione per 2 mesi, già scontati, ma 
che  giovedì  prossimo  rientrerà  a  Catania.  Si  informa  che  giorno  è 
l’attività a Catania e soddisfatto dice che se rientra al “Bicocca” non se le 
perderà di certo. 
“Devo scontare 3 anni e mezzo” mi dice, quasi fiero: “rapina in banca” 
aggiunge e Maggiolina ed io ridendo ci “complimentiamo”. 
Gli altri due sono la “vecchia” conoscenza Brillantina, tunisino che ne ha 
ancora per diversi mesi, un marocchino e D., provenienza Equador. 
D. riprende il devilstick che ha iniziato a praticare la scorsa settimana. 
Discute un po’ con Brillantina per la musica, vuole musica moderna USA 
oppure  musica  sud‐americana,  mentre  ovviamente  Brillantina  vuole 
musica araba.  
Inizio  il  servizio  fotografico  che  ha  lo  scopo  preciso  di  far  “smuovere” 
Brillantina,  il  quale  oggi,  a  differenza  della  scorsa  settimana,  appare 
molto  allegro.  Vuole  fare  il  “modello”  mi  dice,  ma  gli  spiego  che  non 
siamo un’agenzia fotografica, ma un laboratorio di arti circensi. Così i‐
nizia a giocolare con palline, fa esercizi di acrobatica, giocola con i faz‐
zoletti. Mi dice che vuole le foto, gli dico che le darò agli educatori e che 
non è più possibile fare foto in carcere e darle direttamente a loro. 
Si è innamorato, di P. una ragazza italiana del gruppo femminile, il Mae‐
strale, “Ci scriviamo, sai? L’ho conosciuta alla festa di Natale” mi dice. 
Amori nati in carcere, mi viene subito da pensare, che futuro avranno? 
Comunque  è  meglio  che  pensi  a  lei  piuttosto  che  a  farsi  male  o  al  suo 
futuro che chissà cosa gli riserverà dopo anni di carcere, prima in Tuni‐
sia e ora qui. 
Il tempo passa velocemente e ci salutiamo. 

  201
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

“Ricordati  di  salutarmi  Maf!  Davvero  la  vedi  questa  settimana?  Saluta 
lei, le altre e dille di salutarmi tutti i ragazzi del Bicocca di Catania!” ci 
dice P. uscendo. 

28 Gennaio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 28‐1‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo, Geppetto 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 6 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria + giochi 
competitivi/cooperativi  
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Mentre  aspettiamo  spostiamo  un  tavolo  nel  tentativo  di  ricavare  più 
spazio, mettiamo la musica, per creare un ambiente più confortevole. 
Si sentono grida… Non si capisce mai se sono grida “normali” di qualcu‐
no che chiama qualcun altro o litigi… 
Arrivano i ragazzi, c’è anche J. Che grida, è arrabbiato, ma non entra, ci 
spiegano che è in isolamento, forse avrebbe voluto fare attività e prote‐
sta. 
Una “vecchia” conoscenza che ci fa piacere riabbracciare (con lui si era 
creata una relazione affettiva), ma allo stesso tempo ci rende tristi rive‐
derlo in carcere, si tratta di Me. anche lui è contento di rivederci, mi di‐
ce  che  aveva  incontrato  Smilzo  mentre  era  fuori.  Ci  racconta  che  si  è 
sposato  e  che  sua  moglie  aspetta  un  bambino  e  lui  è  felice.  “Facevo  il 
muratore,  zia,  mi  hanno  incastrato…  ero  al  bar  a  giocare  a  bigliardo  e 
sotto il tavolo c’era la droga e, dato che ho precedenti, mi hanno arre‐
stato, ma sono innocente e uscirò. Ora stanno facendo le indagini, non 
so quanto ci metteranno.” 
Naturalmente  tutto  potrebbe  essere  vero,  come  tutto  potrebbe  essere 
inventato. 
Si piazza sull’Mp3 di Smilzo e decide lui che musica si deve sentire. Sta 
seduto in un angolo: “Non mi interessa fare niente”, ci dice. 
Lo  conosciamo,  sappiamo  che  se  decidiamo  di  fare  qualcosa  che  a  lui 
piace, si attiverà. 

202  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Gli altri ragazzi sono tutti marocchini, Ju. questa volta non ha mal di te‐
sta e appare allegro, forse il ritorno di Me. gli ha fatto bene, infatti parla 
in arabo con lui. 
L’altro  ragazzo  sorride  e  parla  anche  lui  in  arabo,  tra  le  parole  arabe 
compare qualche parola italiana “Messa alla prova, comunità, progetto” 
parlano forse del loro futuro. 
Proponiamo  il  gioco  dello  “scalpo”,  il  fazzoletto  appoggiato  con  una 
punta dentro i pantaloni e ognuno cercherà di toglierlo all’altro. Parte‐
cipano tutti e ci si diverte, finalmente, si scaricano, si stancano. E’ quello 
che ci vuole, in questa piccola stanza la tensione si accumula e si sente 
veramente  tanto  la  prigione  e  l’essere  chiusi  lì  dentro  allo  stretto  con 
loro anche per noi è forte. 
Uno dei ragazzi, è decisamente di cattivo umore, dopo un po’ esce, non 
capiamo  se  perché  ha  avuto  a  che  dire  con  Me.  o  se  per  un  colloquio, 
verso le 17.00 rientra e si siede, “Sono di cattivo umore” mi dice mentre 
usciamo guarda il naso al collo, lo prende e poi fa un gesto come a dire: 
“Ma va!... Ho ben altri problemi io…”. 
Quando sta per finire il nostro tempo con loro, arriva T. il ragazzo ru‐
meno, ha una fasciatura sul braccio e ci annuncia che si è “tagliato”… 
Prima di uscire dobbiamo aspettare almeno 10 minuti che l’agente arri‐
vi, nel frattempo Maggiolina si accorge che un ragazzo ha qualcosa nei 
pantaloni, non capiamo se è un bastone che ha preso a noi o altro. 
Mag. gli va vicino e gli dice di tirare fuori quello che ha preso e di lascia‐
lo lì prima che arrivi l’agente e possa passare dei guai. Lui sorride, fa un 
po’ lo gnorri, Mag. lo guarda decisa. Lui va in un angolo e tira fuori una 
sbarra di alluminio lunga quanto la sua gamba, forse sradicata in qual‐
che infisso. Usciamo pensierosi. 

  203
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

29 Gennaio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 29 ‐1‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto, Smilzo 
Ore 15.15 ‐ 16.30 
Ragazzi presenti: 11 
Attività svolta: Giochi Competitivi e di gruppo – Giocoleria – 
Laboratorio di Trucco Artistico  
Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, palline, trucco, musica 

Relazione di Maggiolina

Due ragazze appena entrate in IPM sono state inserite dalla agenti nella 
nostra attività in modo da rendere più delicato l’ingresso e far conosce‐
re loro le compagne. Da subito il clima accogliente e gioioso le ha rese 
ben disposte a partecipare all’attività ed in men che non si dica si sono 
messe a giocolare ed a farsi truccare, inserendosi nel gruppo con delica‐
tezza e spontaneità. 
Il portare disco‐music e non più musica rumena ci aiuta a mantenere un 
clima positivo e pieno di energia durante il laboratorio, non si sono in‐
fatti più verificate scene di pianto. 
Maggiolina osserva che le ragazze sono molto attive e positive in questo 
periodo pur avendo avuto, qualcuna di loro, un esito negativo dal pro‐
cesso. Tre ragazze del gruppo sono in isolamento in cella a causa di una 
piccola rissa e Me., una delle ragazze che più creava subbuglio, è uscita. 
Tutte le ragazze partecipano alla attività chi giocolando, chi imparando 
a  fare  trucchi  clown/artistici,  collaborano  tra  di  loro  ed  il  livello  di  e‐
nergia è alto. 

4 Febbraio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 4‐2‐08 
Operatori CircoStanza:  Geppetto, Maggiolina 
Ore 15.30 – 16.30 
Ragazze presenti: 7 
Attività svolta: allenamento giocoleria 
Strumenti usati: devilstick, pois, palline, piattini, rola‐bola, musica 

Relazione di Geppetto

Il gruppo delle ragazze è calato, date le scarcerazioni avvenute ad inizio 
settimana.  Al  nostro  laboratorio  partecipano  7  ragazze  di  cui  2  (rom 

204  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

slave)  pur  venendo  in  attività  rimangono  sedute  ai  margini  della  sala, 
confabulando tra loro e dimostrandosi totalmente disinteressate. Le re‐
stanti ragazze (rom e sinti rumene) hanno tutte partecipato alle attività 
sperimentando vari attrezzi. 
Alcune di loro inizialmente apatiche e calate in un profondo stato di tri‐
stezza si sono pian piano avvicinate all’attività uscendo dal laboratorio 
serene e piene di energia!

4 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 04‐2‐08 
Nessuna attività. C’è stata una lite e i ragazzi non sono scesi. 

4 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 4‐2‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo, Geppetto 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 8 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria + giochi 
competitivi/cooperativi  
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Saliamo le scale provenienti dall’attività con il gruppo Grecale, che non 
si è potuta svolgere perché i ragazzi non sono scesi a causa di un litigio 
di cui non sappiamo i particolari. 
Percorriamo il lungo corridoio, fuori piove, nei muri ci sono infiltrazioni 
ovunque e le pareti sono scrostate dall’umidità, fa freddo e mi viene i‐
stintivo  pensare  che  questo  edificio  è  davvero  brutto, speriamo  che  la 
ristrutturazione in programma quest'anno inizi presto! 
Saliamo le scale, arriviamo al piano dove incontriamo il gruppo Libeccio 
e la sala dove di solito incontriamo i ragazzi è allagata, quindi l’agente ci 
apre un’altra sala, anche questa ha diversi punti in cui vi è acqua sul pa‐
vimento, ma almeno non è tutta allagata. C’è una porta che conduce ad 
un bagno, entriamo per cercare una scopa, uno straccio, della carta per 
asciugare  per  terra.  La descrizione  delle  condizioni  del  bagno  le  trala‐
scio. Se  non asciughiamo  per  terra  non possiamo certo  fare attività,  si 
rischia di scivolare e farsi male. Troviamo una scopa e in qualche modo 
spargiamo l’umidità per tutto il pavimento. 

  205
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Abbiamo portato  il PC e pensiamo di far vedere ai ragazzi il filmato di 
Natale e alcuni video comici scaricati da Internet. 
Esco  in  corridoio  per  vedere  se  trovo  uno  strofinaccio  e  incontro  Me. 
che piange…  “Cominciamo bene!” mi dico. 
Il tempo di sistemare la musica e il PC e di pulire la stanza e arrivano. 
Sono  tanti, ci sono  nuovi  ingressi,  un  ragazzo  senegalese  e  un  ragazzo 
slavo: “Sono uno zingaro” si presenta. 
Si siedono tutti, hanno musi lunghi, sono poco propensi a fare attività. 
Me. arriva, sta fumando: “Sono arrabbiato, non ho voglia di fare niente, 
la scadenza dei termini è a marzo e io devo rimanere qui per un mese in 
più.“ 
E. mi dice: “Fa freddo qui, non ho voglia di  rimanere, ho la febbre. Oggi 
non ho voglia di fare nulla”. 
 B., il ragazzo senegalese si siede e sta zitto. 
“Non male come inizio!” pensiamo guardandoci negli occhi con Smilzo, 
Geppetto e Maggiolina. 
Facciamo partire il filmato, diciamo a Me. di venire a vedere, nel filmato 
c’è anche lui. Prima dice di no, ma poi arriva, si siede e guarda, comincia 
a cambiare di umore, sorride a rivedere vecchi compagni, arrivano an‐
che gli altri, incuriositi. 
In qualche modo li abbiamo coinvolti. 
Finisce il filmato della festa di Natale e non vogliono vedere altro, chie‐
dono la musica, e musica sia! 
Geppetto gioca con il B., gli passa una clava invitandolo a provare, lui la 
gira, la tira, la prende e poi gliela ridà, facendo capire che non ha voglia 
di provare. 
A me viene un lampo di idea, chiedo a Geppetto di mettere le clave si‐
stemate come birilli e propongo ai ragazzi di giocare a boowling. 
Immediatamente B. arriva a giocare, e pian piano tutti gli altri, ci si di‐
verte,  si  usano  gli  strumenti  in  modo  diverso  dalla  giocoleria,  ma 
l’effetto  è  che  tutti  sono  coinvolti.  Persino  E.  gioca  e  cambia  d’umore, 
poi gioca Me. e cambia d’umore… 
Continuiamo a giocare, mentre Me. e J. mettono la musica. Geppetto ci 
aiuta  a  sistemare  le  clave  e  creativamente  le  sistema  in  modo  che  sia 
sempre più difficile colpirle, B. corre a raccogliere le palline e le distri‐
buisce. 

206  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Smilzo  fa  andare  sull’uniciclo  qualcuno,  poi  arriva  l'agente  e  con  il 
gruppo che non gioca a boowling parte una gara di calcetto. 
Me. mette una musica coinvolgente, B. inizia a ballare mentre giochia‐
mo, Me. ride, si volta, lo incita a ballare, si alza, si mette a ballare anche 
lui,  io  ballo  con  loro  e  balla  anche  J.  B.  è  bravissimo,  decide  i  passi  e  i 
movimenti  noi  tutti  lo  imitiamo.  E’  veramente  divertente  e  scaricante, 
tutti ridono, si battono le mani a tempo di musica. 
L’atmosfera è veramente cambiata, ora non siamo più in un carcere mi‐
norile. 
Il tempo è finito: “Ve ne andate?” mi chiede Me. sorridendo… Ci abbrac‐
ciamo e ci baciamo con tutti. 
Fuori nevica. 

11 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 11‐2‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 6 (2 ragazzi italiani, 1 ragazzo marocchino e 1 ragazzo 
zingaro rumeno, 2 ragazzi del Senegal) 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 
Attività svolta: PC, musica, attrezzi e monociclo, piatti cinesi 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, 
ecc. 

Relazione di Aureola

Oggi  ci  sono  2  ragazzi  italiani,  M.  e  T.  rispettivamente  di  Catania  e  di 
Napoli. Un ragazzo marocchino e un ragazzo zingaro rumeno, più altri 
due ragazzi del Senegal. 
I ragazzi del Senegal non partecipano, giocano a calcetto. 
Nasce un problema con la musica, ognuno vuole la sua musica.  
Si arrabbiano Z. e M. rumeno e marocchino e il primo tira una sedia, se‐
guito  dal  secondo.  E’  solo  un  gesto  provocatorio,  ma  sono  ambedue 
molto nervosi e preferisco che non ci siano scontri. Così li tranquillizzo. 
Troviamo a malapena un accordo per mettere una musica italiana, una 
rumena e una marocchina a turno e anche se protestando… si riesce a 
tranquillizzarli. 

  207
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Comunque usano gli attrezzi ma il tempo è poco e finisce troppo presto, 
avrebbero voluto stare insieme a noi ancora. 

Relazione di Smilzo

Arriviamo quasi puntuali e, come al solito, iniziamo l'attività con quasi 
45 minuti di ritardo. Abbiamo poco tempo, così via: PC, musica, attrezzi 
e monociclo. Arrivano tutti e otto i ragazzi tra i quali T, rumeno e A, ma‐
rocchino  spostati  a  questo  gruppo  dal  Libeccio.  Iniziano  a  giocare,  a 
prendere  in  mano  qualche  attrezzo,  qualcuno  gioca  al  calcetto  e  qual‐
cuno vuole vedere e sentire che musiche abbiamo portato. Nessuno si è 
impegnato  più  di  tanto,  hanno  giochicchiato  un  po',  provato  i  vari  at‐
trezzi e quello che ha avuto la meglio è stato il piattino cinese. Ha stimo‐
lato la creatività e la voglia di mettersi in gioco di tre ragazzi alle prese 
con una bacchetta di legno e con un piattino di plastica, cinese! 
La musica è un buon strumento per svariate cose, ma a volte, date le di‐
verse nazionalità porta ad innervosirsi, così Z. reagisce un po' male e M. 
per esagerare la reazione di Z. fa volare una sedia, cercando di spiegare 
che, per una musica e per spostare delle cose, non ci si deve comportare 
in quel modo. 
Purtroppo, ma era inevitabile, la mezzora di attività vola e così andiamo 
via, salutando tutti e dando appuntamento al prossimo lunedì! 

11 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 11‐02‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola 
Ore 15.30 – 17.00 
Ragazzi presenti: 10 
Attività svolta: Giocoleria 
Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, piatti cinesi, 
rola‐bola 

Relazione di Aureola

Quando arriviamo S., l’agente ci dice che i ragazzi sono tanti e che è me‐
glio non portare troppi attrezzi perché potrebbe essere pericoloso. Così 
scegliamo dalla valigia solo un paio di diablo, un devilstick e le palline. 
E’  vero,  i  ragazzi  sono tanti,  10  ma  oggi  sono  allegri  e  più  bendisposti 
rispetto alla volta scorsa. J. Ha appena avuto un colloquio con lo psico‐
logo, sembra allegro. 

208  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Ci pentiamo di avere ascoltato l’agente, più attrezzi ci sarebbero serviti. 
Guardiamo subito un video, il video di Natale, un ragazzo vuole vedere 
le foto e il video di Natale 2006, quando lui era in carcere. 
Escono, tornano e hanno piacere di “rivedersi” in foto, in video.. 
Questo mi fa pensare a quanto l’attività fotografica e di ripresa video sia 
importante per loro. E’ un modo per riconoscersi, per “vedersi”, per es‐
sere qualcuno. 
Ultimamente non sto più portando la macchina fotografica perché non è 
nel  regolamento,  ma  ci  siamo  ripromessi  di  parlare  col  direttore  per 
farne  capire  la  funzione  educativa  e  sociale.  Faremo  domanda  nuova‐
mente per riaverla durante gli incontri. 
Oggi si fanno diverse attività: i ragazzi senegalesi sono 2 oggi, ambedue 
provano palline e diablo, uno dei due impara subito. 
Si  balla  anche  oggi.  E’  tornato  un  ragazzo  marocchino  che  balla  molto 
bene e Me. lo coinvolge per ballare. Si balla tutti e si gioca con quasi tut‐
ti gli attrezzi. 
L’atmosfera è rilassata e assolutamente tranquilla. 
I nuovi arrivati provano vari attrezzi, si sperimentano in cadute dal ro‐
la‐bola  e  poi  magicamente  si  rivedono,  più  piccoli,  in  un  paio  di  video 
girati al teatro durante una delle feste. 
Uno  dei  due  ragazzi  senegalesi  che  è  stato  ad  osservare  per  il  primo 
quarto d’ora d'ora di attività ha iniziato a osservare meglio e a prendere 
il monociclo, così Smilzo lo affianca nella sua impresa. Dopo una decina 
di minuti smette, non riusciva e voleva provare altro, così vedendo B., 
l'altro ragazzo senegalese, alle prese col diablo ha voluto provare anche 
lui. Finché dopo essere quasi caduto dal rola‐bola, ha preso in mano due 
palline e con lo sguardo chiede a Smilzo come funzionassero. In pochi 
minuti è riuscito a giocare con tre palline, ma in un modo spettacolare, 
tecnicamente  pulito.  Ha  imparato  giochi  su  giochi  fino  a  che  non  si  è 
conclusa l’attività. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

12 Febbraio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 12‐02‐08 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Maggiolina 
Ore 15.30 – 16.30 
Ragazze presenti: 13 
Di cui stranieri: 12 
Di cui italiani: 1 
Età dei ragazzi: 14 ‐ 17 
Attività svolta: giocoleria e giochi di gruppo 
Strumenti usati: diablo, devilstick, pois, palline, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

Oggi quando arriviamo una parte delle ragazze sta seduta accanto alla 
porta di ingresso. Poi ci ricordiamo di aver detto loro la volta scorsa che 
chi non voleva fare attività e veniva solo per “piangere con la musica” 
poteva  starsene  in  cella.  In  contemporanea,  come  spesso  accade,  c’è 
qualche colloquio con qualche ragazza mentre l’attività di parrucchiera 
è nella stanza attigua. 
Un’agente giovane mai vista prima sta letteralmente di guardia alla por‐
ta.  
Le altre ragazze che sono entrate invece hanno voglia di ballare, scate‐
narsi, giocolare e provare un po’ di tutto. La musica le accompagna an‐
che se è quella roba da discoteca moderna che poco ci piace. Eppure in 
mezzo a tanto rumore c’è sempre tempo per delle parole più carine, per 
un rispettoso dirsi cose che vengono dal cuore. 
Poi sulla musica S. fa finta di fare l’uomo seduttore e altre due o tre ra‐
gazze fanno le donne che gli cascano ai piedi. 
Altre due si dedicano al tennis con i flowerstick, invenzione della Mag‐
giolina e si divertono un mondo a provare cose nuove poi qualcuna per 
l’ennesima volta si cimenta con le palline, ma non c’è nulla da fare, dopo 
pochi minuti e soprattutto se ti avvicini per dare qualche consiglio o la‐
vorare insieme. le ragazze smettono e si rifugiano nel gruppo. Pensavo 
fosse un problema di maschio/femmina invece vedo che la stessa cosa 
accade con Maggiolina.  
Le altre continuano a stare sedute. 

210  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

18 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 18‐2‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto 
Ore 14,00 – 15,30 
Ragazzi presenti: 7 
Attività svolta: giocoleria, equilibrismo 
Strumenti usati: (diablo, devilstick, palline, rola‐bola, ecc.) 

Relazione di Geppetto

L’attività al Grecale parte con una buona mezza ora di ritardo. Fra spo‐
stamenti  e  varie  incombenze  i  ragazzi  non  riescono a  scendere  prima. 
Arrivano  urlando  ma  in  modo  festoso.  Ci  sono  le  solite  richieste  sulla 
musica i ragazzi magrebini si accalcano subito intorno al calcetto men‐
tre gli altri provano il diablo, le clave, i rola‐bola, con qualche successo 
anche i devilstick. 
Un ragazzo resterà tutto il tempo a lavorare sul diablo. Smilzo starà con 
lui  praticamente  tutto  il  tempo  lavorando  sia  su  qualche  trick  sia  sul 
passing col diablo. 
Incuriosisce  ed  attira  molto  l’Uniciclo,  anche  se  l’approccio  è  sempre 
molto snobistico, pensano tutti che sia una sciocchezza da bambini an‐
cor di più che la giocoleria. Poi appena salgono sopra l’attrezzo vedono 
che  non  sta  fermo  sotto  il  sedere  che  si  cade  in  continuazione  che  è 
complicatissimo starci su e tutta la baldanza scivola via. Qualcuno si in‐
caponisce e ci prova per tutto il tempo. Altri invece non resistono che 
pochi minuti: “non ci riesco “ è il commento più comune. Il concetto di 
riprovare  dopo  un  fallimento  è  molto  difficile  da  far  inculcar  a  questi 
ragazzi, ma gli attrezzi circensi sono così: non ci sono scorciatoie o faci‐
litazioni, ti fanno divertire e magari sentire “speciale” di fronte agli altri 
ma, richiedono impegno passione e costanza. Quando si provano sono 
molti di più gli insuccessi che i successi, ma proprio  da questo si passa. 
Come nella vita… è importante capire questo. 
Il  tempo  vola  via  e  quando  l’agente  entra  per  farci  uscire  quasi  ci  di‐
spiacere di lasciare i ragazzi. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

18 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 18‐2‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo 
Ore 15.30‐17 .00 
Ragazzi presenti: 9 
Attività svolta: giocoleria 
Strumenti usati: piattini, kiwido, monocicli, diablo, palline, devilstick, 
fazzoletti 

Relazione di Smilzo

Eccoci per un nuovo appuntamento col gruppo Libeccio. Parte subito la 
musica,  qualcuno  balla,  qualcuno  gioca  a  biliardino  e  qualcuno,  nello 
specifico il nostro amico senegalese prende subito le palline e inizia ad 
allenarsi. I due ragazzi che in genere guardano oggi decidono di metter‐
si in gioco col rola‐bola, però attenti perché se non si ha il controllo si 
finisce col sedere per terra! 
I  ragazzi  marocchini  non  hanno  molta  voglia di  partecipare,  c’è  un ra‐
gazzo nuovo, molto curioso, però per oggi è intenzionato solo a guarda‐
re, gli piace guardare mentre si fa giocoleria e si complimenta con noi! 
C’è  un  po’  di  movimento  al  bagno,  non  sono  bisogni  fisici,  così 
l’attenzione si concentra sui due e ci accorgiamo della mancanza di una 
clava! Dopo aver controllato il bagno e la sala assieme ai ragazzi, la cla‐
va non si trova!  
I due ragazzi senegalesi, nel frattempo, non hanno mai smesso di  alle‐
narsi! 
Ps:  la  clava  è  stata  ritrovata  al  piano  di  sotto,  dimenticata  alla  fine 
dell’altra ora e mezza di laboratorio! Che sbadati!! 

212  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

19 Febbraio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 19‐2‐08 
Operatori CircoStanza: Smilzo, Maggiolina 
Ore 15.30 – 16.30 
Ragazze presenti: 15 
Età: 16‐19 
Attività svolta: Laboratorio di Trucco Artistico + allenamento giocoleria 
Strumenti portati: devilstick, pois, palline, trucchi, musica 

Relazione di Maggiolina

C’è un gruppo di ragazze particolarmente ingestibile in questo periodo. 
In questo gruppo è forte il senso di sofferenza e il volersi sentire adulte. 
Molte di loro non si permetto di calare le barriere, non si permettono di 
lasciarsi  andare  e  si  barricano  dietro  una  serietà  rigida  e  distaccata. 
Rimanendo fuori dalle attività influenzano in modo negativo le altre ra‐
gazze che invece vorrebbero divertirsi e sperimentare la giocoleria e le 
altre proposte ludiche. 

25 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 25‐02‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola 
Ore 14.00 – 15.30. Gruppo Grecale 
Ragazzi presenti: 6 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 17 
Attività svolta: Giocoleria, acrobatica 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti 

Relazione di Aureola

Z. un ragazzo rom‐rumeno, vedendo che la “postazione musica” è stata 
accaparrata dai magrebini ha chiamato l’agente e ha chiesto di tornare 
in cella, arrabbiato. 
Mi sono avvicinata a lui e gli ho detto: “Dai, vieni a fare attività con noi, 
non c’è solo la musica!”. Lui mi ha risposto di non saper far niente, ma 
già sorrideva per il mio interessamento.  
Ho continuato dicendogli che credevo in lui e che secondo me allo spet‐
tacolo avrebbe fatto qualcosa di bello. Lui si è illuminato in volto e men‐
tre Geppetto e Smilzo cominciavano ad attrezzarsi per fare acrobatica, 
lui ha voluto fare tutto! 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Tuttavia lo vedevo agitato (lo è sempre di suo…) e ho voluto prendermi 
ancora  di  più  cura  di  lui,  suggerendogli  di  respirare  prima  e  durante 
l’esecuzione dell’esercizio di acrobatica. 
La “chiave” per farglielo fare è stata quella di dirgli che il pubblico si sa‐
rebbe accorto della sua paura e se invece respirava consapevolmente si 
sarebbe calmato e avrebbe reso bene l’esercizio. 
Lui mi ha ascoltata e l’esecuzione è stata buona. 
E’ stato così contento che è venuto a darmi un bacio in fronte. 
Oramai  aveva  preso  fiducia  in  sé  e  ho  potuto  indirizzarlo  insieme  a 
Smilzo sulle palline, era così carico che nel giro di pochi minuti giocola‐
va con tre palline. 
T. italiano di Napoli, dapprima praticava lo sport di tirare le palline ver‐
so un altro ragazzo il quale gliele rilanciava con sempre rinnovato vigo‐
re, poi si è seduto in un angolo, mi sono avvicinata e gli ho chiesto come 
andava, mi ha detto di essere dentro perché finito in una rissa in cui c’è 
scappato il morto, i suoi sono stati in galera entrambi, ma ora vengono a 
Torino a trovarlo tutte le settimane. Gli ho chiesto se secondo lui il car‐
cere servisse. Ci ha pensato un po’ su e poi mi ha risposto di sì, e lo ha 
ripetuto  due  volte,  aggiungendo  che  in  carcere  capisci  quello  che  hai 
fatto. 
“Io quando penso a a casa, mi metto a letto e mi addormento, così non 
sto  male.  Forse  mi  sposteranno  in  Calabria,  ma  se  poi  mi  condannano 
definitivamente, voglio tornare qui, perché qui c’’è gente come voi che 
si interessa a noi”. 
Dopo questa chiacchierata ha partecipato anche lui all’attività di acro‐
batica. 
Con  Smilzo  e  Geppetto  sono  state  provate  tutte  le  figure  di  acrobatica 
che si porteranno in spettacolo il 15 marzo. 
Vedendo  che  si  lavorava  bene,  anche  altri  due  ragazzi  si  sono  uniti  al 
gruppo e si è creato il gruppo “Acrobatica”, direi con un buon risultato! 

214  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

25 Febbraio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 25‐2‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo, Geppetto 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 8 
Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

L’attività  inizia  con  un  ritardo  incredibile,  i  ragazzi  arrivano  dopo 


mezz’ora. 
Il ragazzo del Senegal riprende immediatamente le palline e con grande 
successo. 
Due  ragazzi  si  stabiliscono  sui  rola‐bola  e  trovano  bene  il  loro  equili‐
brio. 
V. parla molto bene l’italiano ma è albanese, ci spiega che è in Italia da 
quando ha 11 anni e che ora ne ha 19. E’ molto aperto e simpatico, sor‐
ride spesso. 
Me., sempre più magro e depresso entra, guarda un attimo la musica e 
poi se ne va. Mi spiace vederlo in questo stato. 
Un ragazzo magrebino si avvicina, si chiama T. anche lui è nuovo, gli di‐
co se vuole provare le palline, come tutti mi risponde: “E’ difficile, non 
sono capace!”, ma ho già avuto un successo con Z. e non demordo, lo in‐
coraggio,  gli  dico  che  se  ho  imparato  io,  può  farlo  anche  lui  e  così,  in‐
sieme proviamo. Finisce l’incontro e lui sa giocolare!!! Evviva! 
L’atmosfera è stata tranquilla, serena, tutti i ragazzi hanno fatto attività 
e con la musica che ci faceva da sfondo abbiamo ottenuto il risultato di 
creare un “circo‐stanza”. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

26 Febbraio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 26‐2‐08 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Aureola 
Ore 15.30 – 16.30 
Ragazzi presenti: 10 
Età delle ragazze: 15‐19 
Attività svolta: allenamento giocoleria 
Strumenti usati: devilstick, pois, palline, nastri, rola‐bola 

Relazione di Aureola

L’attività inizia con molto ritardo, le ragazze arrivano e appaiono (come 
sempre ultimamente) un po’ scocciate. Cercano subito la musica, l’Mp3 
si è scaricato e quindi non c’è musica. Sono deluse, una dice: “Allora non 
mi interessa niente!” 
Faccio  loro  notare  che  l’attività  non  riguarda  la  musica,  ma  le  arti  cir‐
censi e noi siamo lì per quello…  
Due di loro provano i rola‐bola, sistemiamo sotto un tappetino, il pavi‐
mento non è adatto e rischierebbero di farsi male.  
Quasi tutte provano dal rola‐bola ai pois ai nastri, alle palline. Ma la co‐
stanza è veramente poca. Sembrano aver voglia di provare tutto ma per 
non più di 3 minuti. Geppetto fa battute, scherza con loro, le  prende  in 
giro e loro stanno al gioco e lo rispettano. 
Parliamo  dello  spettacolo  del  15  marzo,  ma  non  sembrano  poi  tanto 
coinvolte. L’attività è durata poco e hanno provato di tutto, forse già so‐
lo questo è un successo! 

3 Marzo 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 03‐03‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  

Relazione di Aureola

L’attività è saltata perché nessuno ci ha avvisato che è cambiato il luogo 
e che si sarebbe svolta al piano del Grecale. 
Siamo rimasti dalle 14.10 alle 15.10 ad aspettare prima che qualcuno si 
decidesse a dirci che i ragazzi ci avrebbero aspettato sopra. 

216  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

3 Marzo 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 3‐3‐ 08 
Operatori CircoStanza:  Aureola, Smilzo, Geppetto, Maggiolina 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 8 
Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Anche  questa  volta solito  ritardo.  Inoltre  un  ragazzo  del  Grecale,  dove 
non abbiamo potuto fare attività ci vede e manifesta disappunto per a‐
ver perso l’attività. 
Nel gruppo c’è un nuovo ragazzo, se ne sta in disparte, poi mi si avvici‐
na, ha le lacrime agli occhi, mi dice che è da sabato dentro per un reato 
stupido che ha commesso quando aveva 16 anni che lui ora riga dritto, 
che sua moglie aspetta un bambino che dovrebbe nascere tra 8‐9 giorni 
e lui prima era alle Vallette (carcere adulti) e sua moglie non sa che lo 
hanno  portato  al  Ferrante  perché  il  reato  lo  aveva  commesso  quando 
aveva 16 anni, lui ora ha 20 anni è regolarmente sposato e vuole parla‐
re con un educatore. “Ho paura che succeda qualcosa a mia moglie, vo‐
glio  starle  vicino,  voglio  prendere  in  braccio  il  mio  bambino…  voglio 
parlare con un educatore, almeno per telefonare a mia moglie e avvisar‐
la…”. 
Rimango un po’ scossa e appena arriva l’agente gli facciamo presente il 
caso. Lui lo tranquillizza e gli dice che ha parlato con l’educatore e che 
tra poco lo chiameranno.  Al sentire questo si rasserena e si mette a gio‐
care a bigliardino con M.  
Me. Oggi è più di buon umore, è dimagrito tanto, glielo dico, lui mi dice 
che  sono  le  preoccupazioni,  che  vuole  uscire  e  che  forse  venerdì  esce 
per scadenza dei termini. 
Oggi partecipa un po’ di più, giocola con le palline, gioca, insomma è più 
socievole. Mi fa piacere, sono affezionata a questo ragazzo. 
V. il ragazzo albanese è sempre sorridente, oramai è diventato un mago 
dei Rola‐bola. Gioca insieme ad un altro con Maggiolina con i devilstick. 
Il ragazzo senegalese, E. invece fa “Passing” con Smilzo, anche lui è mol‐
to bravo. 

  217
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Geppetto si è infortunato, ha uno strappo alla gamba e si vede che sof‐
fre. 
L’attività si svolge con tranquillità e serenità, i ragazzi partecipano tutti 
alle attività. Verso la fine Maggiolina gioca con un ragazzo: lui prende il 
citofono  e  lei  con  una  clava  gioca  a  rispondergli  al  telefono.  Partecipo 
anche io e faccio la mamma, usando la voce da clown. E’ la prima volta 
che  improvvisiamo  una  scena  da  clown!  Così  mi  metto  il  naso  rosso  e 
faccio la voce da clown e parlo delle mie mucche… mi guardano riden‐
do, stupitissimi. 
Beh,  secondo  me  si  potrebbe  provare  a  sfruttare  di  più  il  circo‐clown 
con i ragazzi. 

10 Marzo 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 10‐3‐08 
Operatori CircoStanza:  Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 7 
Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 
Attività svolta: Giocoleria  
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Oggi non abbiamo fatto attività al Grecale, c’era una riunione straordi‐
naria indetta dal Dirigente. 
Arriviamo puntuali all’incontro con il gruppo del Transito, il Libeccio. I 
ragazzi arrivano. Alcuni prendono subito possesso del bigliardino e ini‐
ziano una partita con Geppetto.  
Me. Si siede vicino alla musica, è sempre più magro, sempre più triste, 
sempre più trascurato, indossa una tuta, una maglia vecchia, ha il cap‐
pello  nero  di  lana  calato  sulla  faccia.  Ricordo  il  bel  ragazzo  di 
quest’estate, florido, sorridente che partecipava all’attività con allegria 
e  ora  vedo  un  fantasma,  un  ragazzo  depresso  e  con  gli  occhi  persi  nel 
vuoto. 
L’agente entra e sta con noi, sta piantonando Me. perché ha tentato di 
farsi male, ha ingoiato del vetro. 
Osservo i ragazzi, sono rilassati, con M. si gioca, un po’ va sui rola‐bola, 
un po’ prova l’uniciclo, un po’ fa finta di farsi male cadendo. E’ un ragaz‐
zo sempre sorridente, socievole.  

218  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Con N. si fa magia, Maggiolina e Smilzo gli insegnano i giochi e lui subito 
va a far vedere quanto ha imparato all’agente. E’ curioso e gli piace im‐
parare giochi nuovi. 
Il ragazzo marocchino che l’altra volta piangeva, mi saluta e mi dice che 
il suo bambino è nato e che spera lo portino a vederlo. 
Il senegalese dopo il calcetto gioca con i cappelli che abbiamo portato, 
poi con Smilzo fa passing. 
Ogni tanto do un’occhiata a Me. e mi fa star male vederlo così. Mi avvi‐
cino  a  lui  e  gli  parlo,  gli  chiedo  perché  si  sta  trascurando,  perché  non 
mangia, gli dico che è troppo magro. Mi risponde che sono i “pensieri”  a 
farlo star male, che venerdì scorso pensava di uscire per scadenza dei 
termini e invece gli è stata prolungata la permanenza di un altro mese. 
“Sono stato in ospedale” mi dice, “in coma…”. Gli chiedo cosa ha fatto e 
mi dice: “Ho mangiato vetro”.  
Rimango  muta  per  qualche  secondo  e  poi  decido  di  parlargli,  gli  dico 
che queste “bravate” non gli faranno bene e che il giudice sapendo que‐
ste cose potrebbe non valutare positivamente la sua uscita, gli dico che 
così dimostra immaturità, che avere una buona condotta aiuta, che ela‐
borare i propri errori aiuta, che al contrario lasciarsi andare non serve 
e non dispone bene nei suoi confronti. Gli chiedo se la sua ragazza lo va 
a trovare, “Mia moglie” mi corregge… Gli chiedo se si fa trovare così da 
lei e lui mi dice di no. 
Gli suggerisco di riprendere a curarsi, di reagire, di fare attività, di non 
rimanere in un angolo inerte. Gli dico che è importante che lui capisca 
che se si è trovato nei pasticci è perché ha sottovalutato cosa vuol dire 
essere stato in carcere. Gli parlo per più di dieci minuti, lui mi guarda, 
mi ascolta, vedo un barlume di interesse nel suo volto. Sento che capi‐
sce quanto voglio passargli. Gli chiedo di promettermi che si prenderà 
cura di se stesso. Mi dice di sì. Gli dico che ci tengo a lui. Dopo pochi mi‐
nuti si alza, va al calcetto, poi prova le palline e vede che si ricorda come 
si fa a farle stare su, fa un po’ di passing, Prova il rola‐bola. 
Ho  un  nodo  in  gola,  vorrei  che  avesse  davvero  capito,  che  non  conti‐
nuasse a rovinare la sua vita. 
Riprendo a scherzare con M. suonano al cancello e faccio finta che sia il 
telefono, afferro il citofono e dico: “Pronto, dove sei? Torna a casa che è 
pronto  da  mangiare”.  Lui  afferra  al  volo  e  mi  dice:  “non  posso  adesso, 
sto  giocando…”  (stava  giocando  con  Oreste,  il  mio  galletto  di  gomma‐
piuma a marionetta)… Io insisto. il gioco è partito e ci stiamo diverten‐
do. “Allora a che ora torni?” e lui: “Alle otto, mamma alle 8!” 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

“Ok allora ti preparo la pasta!” e lui: “Noooo, sempre pasta, pasta…” e io: 
“Ok allora ti faccio la bistecca con le patatine fritte… dai fai presto!” 
Ridiamo di gusto!!! 
All’uscita l’altro agente che apre la porta ci dice: “ma come mai ridono? 
Non è che ne hanno combinata qualcuna?”…. 

17 Marzo 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 17‐03‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 9 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 
Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, musicoterapia, arteterapia 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, 
kiwido 

Relazione di Aureola

Oggi abbiamo portato 4 strumenti musicali: 2 tamburelli piccoli maroc‐
chini,  1  tamburello  più  grande e  un  bastone  della  pioggia. Oltre  a  tutti 
gli attrezzi di giocoleria.  
I ragazzi questa volta arrivano puntuali, sembrano felici di rivederci, ci 
abbracciano, ci baciano. N. prende subito in mano gli strumenti musicali 
che avevamo posato sul tavolo insieme agli attrezzi di giocoleria e inizia 
a  far  ruotare il  tamburello  piccolo  che  ha  due  pendagli  ai  lati  che  bat‐
tendo  suonano  sul  tamburo,  arriva  un  altro  ragazzo  e  prende  l’altro 
tamburello e poi B. prende il bastone della pioggia, lo riconosce, viene 
dall’Africa, si illumina vedendolo. 
Iniziano  un  piccolo  concerto,  D.  canta  e  balla,  gli  altri  pure,  tutti  sono 
coinvolti,  anche  chi  gioca  a  calcetto canta  e  ride,  è  un momento molto 
piacevole ma arriva l’agente e ci dice di limitare il rumore, che a quanto 
pare dà fastidio… A chi? 
N.  risponde  che  ci  stiamo  divertendo,  che  facciamo  solo  musica, 
L’agente  risponde  che  se  non  vuole  che  l’attività  finisca  subito  deve 
suonare più piano. 
Siamo  in  una sala di  3  metri  per  4,  con  9  ragazzi  più  noi  tre,  siamo  in 
11, la nostra attività è di “Arti circensi”… e necessita spazio... e dobbia‐
mo stare pure in silenzio?  

220  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Ok, facciamo finta di niente e distraiamo i ragazzi. Ho portato una foto 
di  una  composizione  fatta  con  le  mani,  proviamo  tutti  a  rifarla,  ci  vo‐
gliono 11 mani… i ragazzi mettono le loro mani, discutono su chi deve 
stare davanti, chi dietro… e si crea la prima composizione. Poi B. prende 
alcuni attrezzi e se li posiziona addosso: il piatto cinese in testa e sopra 
le palline, come fosse un cesto di frutta che le donne del suo paese por‐
tano in testa, e parte la composizione della scultura umana fatta di og‐
getti di giocoleria. Ognuno di loro mette addosso a B. qualcosa e si crea 
la prima composizione di scultura umana. Poi è la volta di N, anche lui 
vuole essere una scultura e così si gioca a creare le sculture più elabora‐
te,  prima usando  anche  i  corpi  e  gli  attrezzi  di  giocoleria,  poi creando 
sculture sul tavolo. 
M. è sorridente, “Guarda”, mi dice, tirandosi su le maniche, “Non mi so‐
no più fatto male zia, ora sto meglio. Forse l’avvocato riesce a farmi da‐
re gli arresti domiciliari”. 
Gli  dico  che  sono  felice  per  lui  e  che  spero  che  tutto  andrà  bene,  non 
posso fare a meno di aggiungere qualche raccomandazione sullo stare 
attento a chi frequenta. “Vi vengo a trovare, così continuo ad allenarmi 
con voi”, mi dice. Lo rassicuro che lo aspetteremo con molta gioia. 
I  ragazzi  vogliono  provare  di  nuovo  a  fare  la  scultura  di  mani  e  così 
mentre  ognuno  di  loro  cerca  la  giusta  posizione  li  guardo,  sorridono 
tutti, sono così allegri oggi! 
D. vede che ho il naso rosso al collo, me lo porta sul naso e io inizio a 
parlare con la voce clown, tutti ridono, lui è stupito, mi toglie il naso e… 
io parlo normalmente, mi rimette il naso e io parlo da clown… inizia la 
scenetta, N. prende il telefono (una clava) e anche D. e un altro va al ci‐
tofono e inizia la telefonata a tre: io parlo sempre da clown e loro rido‐
no tanto.. Allora metto il naso a D. e gli dico di parlare e anche lui usa la 
voce da clown, gli altri ridono come matti… e poi lo stesso faccio con Y il 
naso rosso fa il giro di tutti e tutti ridono e parlano da clown. 
Maggioina e Smilzo coinvolgono anche gli altri. 
Nel  frattempo  E.,  ragazzo  senegalese,  fa  delle  evoluzioni  grandiose  di 
giocoleria con Smilzo, il quale è veramente ammirato e sorpreso di tan‐
ta bravura. 
Tutti provano i nuovi attrezzi di giocoleria (tre pezzi di legno che vanno 
tenuti in equilibrio insieme) che però cadendo fanno rumore… (ahi, ahi, 
ahi!). 
Si crea l’ultima scultura e viene fuori un vero capolavoro: clave, palline, 
cerchi,  fili  del  diablo  e  devilstick  sono  messi  insieme  con  una  cura  in‐

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

credibile  dai  ragazzi  che  cercano  di  mantenere  le  cose  in  equilibrio  e 
allo  stesso  tempo  di  creare apposta  difficili  equilibri. M.  introduce  un 
oggetto  e  parte  della  scultura  cade,  N.  è  afflitto,  ma  insieme  la  ricom‐
pongono e ... il capolavoro è finito! 
Guardo e mi commuovo a vedere tanta cura, tanta attenzione, e anche la 
ricerca  attenta  dell’armonia,  dei  colori.  Se  solo  si  potessero  sfruttare 
maggiormente queste qualità! 
L’agente  viene  più  tardi  oggi,  ma  tanto  nessuno dei  ragazzi  voleva  an‐
darsene e stavamo tutti veramente bene. 

17 Marzo 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 17‐3‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo, Geppetto, Maggiolina 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 7 
Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  
Strumenti portati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Ritroviamo Yu, ci abbraccia, sorride… dice: “mi sono fatto prendere di 
nuovo, ero andato in Liguria e poi…” 
Un ragazzo italiano appena arrivato, G. si presenta, sa già giocolare con 
le  palline  e  durante  l’attività  parteciperà  a  tutto,  provando  tutti  gli  at‐
trezzi. 
Quattro di loro giocano a calcetto e sembrano molto coinvolti, si ascolta 
musica, si ride. 
Il neo papà ci racconta di aver visto il suo bambino, lo hanno potato in 
ospedale a vederlo. “Porta il nome di mio padre” mi dice. E’ molto orgo‐
glioso di essere papà. “Mia moglie è bellissima! Ha molto latte e io vor‐
rei essere con lei per abbracciarla…” Ride, imbarazzato. 
Con M. e Smilzo giochiamo a lanciarci i Devilstick dapprima uno, poi tre, 
lui è coinvolto e piacevolmente attratto dall’attività. 
Anche con loro proviamo a fare una scultura di attrezzi, anche con loro 
si scherza e si ride, mentre si provano gli strumenti di giocoleria.  
Il tempo trascorre piacevolmente ed è già ora di andar via. 

222  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Quando usciamo troviamo per le scale il comandante che un po’ riden‐
do e un po’ serio ci dice che abbiamo fatto un po’ di baccano: “I ragazzi 
dovete contenerli”… 
Siamo sicuri che sta scherzando… 
A  noi  sembra  che  in  una  stanza  piccola  come  quella,  è  già  un’impresa 
fare  un’attività  come  la  nostra  e  che  poi  i  ragazzi  debbano  pure  stare 
zitti…  Personalmente  preferisco  che  ci  siano  risate,  musica,  allegria 
piuttosto che il rumore di quando sbattono sulle sbarre della cella, co‐
me  durante  l’ultima  riunione  di  Stop  &  Go,  quando  non  si  riusciva 
nemmeno a parlare dalle grida e dai colpi sulle porte. 
Il  silenzio  durante  il  Laboratorio  CircoStanza  non  è  auspicabile  a  mio 
parere. 

1 Aprile 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 1‐4‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina e Geppetto 
Ore 15,30 – 16,30 
Ragazzi presenti: 4 
Attività svolta: giochi coi cappelli 
Strumenti usati: strumenti per giocoleria e cappelli e parrucche più un 
telo nero 

Relazione di Geppetto

Arriviamo ben in anticipo e le ragazze non sono ancora in arrivo quindi 
disponiamo il materiale. Abbiamo anche un bel po’ di musica nuova sia 
croata sia pakistana perché sia D. che S. ci hanno chiesto un po’ di novi‐
tà. 
Appena arrivano le ragazze si fiondano sull’mp3 e S. fa subito un po’ la 
prepotente volendo selezionare sempre lei tutta la musica. 
D. si arrabbia ma dopo poco è lì che prova cappelli e parrucche con rela‐
tiva sfilata di moda con collezioni varie. 
M. con il suo solito umore altalenante è lì che prova con lei. Improvvi‐
sano anche qualche battuta.  
Con D. si riesce anche a giocolare con qualcosa di passing semplice. 
Poi però nel momento in cui anche S. sembra iniziare a voler partecipa‐
re maggiormente all’attività, ecco che arrivano le agenti per i turni alla 
biblioteca  e  quindi  ci  ritroviamo  con  le  ragazze  che  vanno  e  vengono 

  223
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

con relativo nuovo momento di tensione per la musica sempre fra D. e 
S. 

8 Aprile 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 08‐4‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Geppetto 
Ore 15,30 – 16,30 
Ragazzi presenti: 5 
Età dei ragazzi: 14 ‐ 17 
Attività svolta: improvvisazione 
Strumenti usati: giocoleria, teli neri parrucche e cappelli 

Relazione di Geppetto

Anche questa volta prepariamo la sala con gli attrezzi di giocoleria e il 
materiale clown per travestirsi. Ci sono due nuove ragazze: V. e N., sor‐
ridono  un  po’  incerte  con  le  altre  cerchiamo di  spiegare  loro  cosa fac‐
ciamo. S. si impossessa dell’mp3 ma questa volta lascia che anche “altra 
musica” venga suonata. 
Capiscono subito a cosa serve il telone N. e V. si siedono come spettatri‐
ci. Dopo qualche improvvisazione con il solo utilizzo del viso con temi 
proposti sia da noi che dalle ragazze, D e M si scatenano improvvisando 
un  po’  di  tutto,  intervistando  e  facendosi  intervistare  come  ipotetiche 
dive del cinema o dello spettacolo.  
Dopo poco M. vuole fare con D. la poliziotta della scientifica che indaga 
su un omicidio. Il morto è Geppetto che ridacchiando e russando funge 
da cadavere al centro della sala. Il linguaggio è “finto” ma molto violen‐
to. Alla fine siamo colpevoli tutti e due e veniamo inviati in carcere. 
Dopo questo dramma tragicomico le ragazze sembrano aver esaurito le 
energie e si abbandonano all’ascolto della musica. Maggiolina e Geppet‐
to  tirano  fuori  i  giochi  di  magia  e  anche  le  ragazze  nuove  pur  timida‐
mente  provano  qualche  trucco.  Non  possiamo  certo  pretendere  molto 
da  loro.  Gli  ultimi  momenti  sono  dedicati  alla  malinconia  per  qualche 
canzone  triste  che,  sfuggita  alla  censura  antidepressione  di  Geppetto, 
sono rimasti nella compilation di musica. 
Siamo  soddisfatti,  pensiamo  infatti  che  oltre  al  significato  presente 
nell’improvvisazione  che  ben  ha  delineato  il  loro stato  d’animo al  mo‐
mento dell’arresto, D e M potrebbero ben provare qualche gag lavoran‐
do dietro il telone nero. Vedremo quello che si può costruire.  

224  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

14 Aprile 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 14‐4‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola  
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 6 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 
Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, relazione 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, 
kiwido 

Relazione di Aureola

Si è creato un clima divertente (questo è poi il nostro scopo). Tutti i ra‐
gazzi hanno contribuito a fare qualcosa. Tra gli strumenti il devilstick è 
stato quello che ha coinvolto maggiormente quelli che non sapevano (o 
pensavano) di non sapere fare nulla. 
Me. è stato partecipativo e così pure gli altri. L’atmosfera è stata vera‐
mente quella di un centro giovanile. 
E.,  il  ragazzo  senegalese,  oramai  è  in  grado  di  fare  uno  spettacolo  con 
Smilzo, ha raggiunto livelli di bravura notevoli. 
B. anche lui senegalese, gli sta subito dietro. 
N. e M. provano giochi di magia. 
Il tempo passa veloce e i ragazzi faticano ad andare via, ci stiamo diver‐
tendo!  

14 Aprile 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 14‐4‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo, Geppetto, Maggiolina 
Ore 15.30‐17.00 
Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Nuovi ingressi al Libeccio: 3 ragazzi.  
Tutti partecipi, tutti con volontà di imparare. Smilzo organizza un cer‐
chio e insegna a giocolare a tutti, partendo da una pallina fino ad arriva‐

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

re a tre. Uno di loro, Fl. sembra già molto portato. Si fa anche una gara 
di Calcetto. 
L’attività si svolge in un’atmosfera di rilassatezza e allegria. 
L’unico in disparte è T., un ragazzo rom che è rientrato, sembra triste, lo 
coinvolgo con il devilstick, dapprima mi dice: “Io non sono capace”, poi 
gli spiego che è facile e può imparare e allora prova e vedendo che rie‐
sce si coinvolge e giochiamo per più di mezz’ora. 
Viene in visita il comandante e, vedendo T. seduto sul tavolo mente a‐
scolta musica, gli spiega che sarebbe più educato sedere sulla poltrona, 
lui  ubbidisce  subito  e  preoccupato  gli  chiede  se  gli  farà  rapporto  per 
questo,  il  comandante  sorride  e  gli  dice  di  no.  Lo  vedo  preoccupato 
quando il comandante va via, quasi con le lacrime agli occhi, e lo rassi‐
curo. 
I ragazzi italiani partecipano all’attività, sono tutti molto allegri e attivi. 
T.  e  N.  si  incontrano  e  mi  spiegano  che  erano  amici  prima,  si  siedono 
accanto e iniziano a chiacchierare.  
Tutti  hanno  partecipato,  chi  più  chi  meno,  l’atmosfera  è  stata  sempre 
rilassata e allegra. 

15 Aprile 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 15‐4‐08 
Operatori Clown: Maggiolina, Geppetto 
Ore 15,30 – 16,30 
RAGAZZE PRESENTI: 5 rom rumene e slave 
ATTIVITÀ SVOLTA: improvvisazione con tessuti, giocoleria e magia 
Strumenti usati: giocoleria, teli colorati 

Relazione di Maggiolina

Ce ne sono due nuove quando le ragazze entrano nella sala dell’attività. 
S è stata passata ad acconciature ed è in fondo un bene per lei che aveva 
grosse difficoltà ad accettare la propria parte ludica, anche se ad onor 
del vero sembrava a più riprese voler un po’ cedere rispetto alla sua a‐
ria da dura del genere “io non accetto nulla”. 
M. adora i giochi di magia ed ad ogni nuovo gioco corre fuori a mostrar‐
lo alle agenti presenti nel corridoio. E quindi è un andirivieni continuo. 
Il comportamento di M. è veramente sinusoidale. Si passa da momenti 
in cui parte alla carica facendo tutto quello che può in attività, mettendo 
anche  in  campo  una  frenesia  addirittura  esagerata,  a  momenti  in  cui 

226  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

sprofonda,  magari  con  l’ausilio  della  musica,  non  solo  in  una  sorta  di 
tristezza assoluta in cui sembra non esistere nulla a cui possa porre ri‐
medio, ma anche in un rifiuto di relazionarsi con tutti.  
Così  anche  con  le  agenti.  Anche  a  prescindere  dai  soggetti  che  stanno 
“dall’altra parte”, il suo odio e il suo amore non sembrano avere mezze 
misure. Tuttavia reputiamo positivo che voglia mostrare quello che im‐
para. 
Le nuove non sanno bene come partecipare a questo teatrino che forse 
le mette un po’ a disagio. Una ragazza soprattutto V. si addossa al muro 
e  sembra  non  voler  partecipare  a  nulla.  Le  scappa  qualche  sorriso 
quando D. fa un po’ la buffona e sbaglia volutamente delle cose. Non sa 
bene neppure lei se accettare gli oggetti e le sollecitazioni che le vengo‐
no proposte oppure no. Il problema poi è sempre il solito, magari si par‐
te  con  un  attrezzo  ma  alla  prima  difficoltà  la  tentazione  di  affermare 
“non ce faccio, non sono capace” è troppo forte e troppo comoda. 
Una  ragazza però  con  il  flowerstick  ed altri  attrezzi  si  mette  a  giocare 
volentieri. Soprattutto quando si rende conto che non c’è giudizio sulle 
cose  che  fa  e  che  viene  accettata  per  quello  che  è.  Sembra  abbastanza 
semplice agganciare la relazione on lei, sorride volentieri. 
Il problema poi alla fine torna ad essere quello della musica. M. una vol‐
ta terminata la verve magica si impossessa del lettore mp3 e seleziona 
una serie di musiche tristi cui si abbandona con indolenza e malinconia. 
E’ sempre difficile capire quanto sia una sorta di auto induzione alla tri‐
stezza  o  quanto  un  vero  pensiero  che  esce  da  dentro.  Allora  l’energia 
che sembrava altissima fino a pochi minuti prima crolla ai minimi stori‐
ci  ed  eccole  tutte  abbandonate  sedute  come  fosse  la  fine  del  mondo  e 
non  ci  si  potesse  fare  nulla.  Cerchiamo  di  metterla  sull’ironia  ma  non 
sembrano  comprendere  né  accettare  questo  tipo  di  reazione  al  loro 
comportamento. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

21 Aprile 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 21‐4‐08 
Operatori CircoStanza:  Aureola, Geppetto 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 8 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 
Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica 
Strumenti portati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, 
fazzoletti, kiwido, vestiti e attrezzi clown 

Relazione di Aureola

Il primo ad entrare è stato Me., è venuto a baciarmi e mi ha subito detto: 
“Fino a poco fa stavo male, ora sto meglio… Ero preoccupato perché sa‐
bato  mia  moglie  non  è  venuta al  colloquio,  ma  oggi  ha  telefonato  e  ha 
detto che aveva la febbre.”  
Ha  subito  iniziato  a  giocare,  a  mettere  musica,  ballare  e  interagire  ri‐
dendo con tutti. “Guarda zia, mi sono tagliato i capelli!” si è tolto il ber‐
retto e mi ha fatto vedere la testa rasata e ha aspettato che arrivassi a 
dargli una carezza sui capelli. “Il 24 e il 28 ho il processo, speriamo be‐
ne!” 
C’è  un  rientro:  Yu,  mi  saluta,  mi  chiede  degli  altri:  Pepita,  Maggiolina, 
Smilzo, mi dice che ora ha la condanna definitiva, 1 anno e 8 mesi, ma 
alcuni li ha già scontati. Paradossalmente sembra contento di togliersi 
questo peso. 
B.  è  diventato  bravissimo,  gioca  con  il  cappello  di  manipolazione  con 
Geppetto  e  riesce  a  fare  evoluzioni  anche  abbastanza  complicate,  lo 
stesso fa con il devilstick giocando con me. Si vede che cerca la giocole‐
ria più “evoluta”. Se ne prenderà cura Smilzo. 
Oggi abbiamo portato parrucche e cappelli e i ragazzi le provano, se le 
scambiano,  si  divertono  ora  con  una  parrucca  rosa  fucsia,  ora  con  un 
cappello a forma di elefante o di tigre. 
Gli agenti portano nel gruppo due ragazzi provenienti dal Libeccio e Me. 
sembra particolarmente contento di questo arrivo. 
Oggi non c’è Smilzo ed E. non si esercita con le palline, preferisce fare 
partite  di  calcetto.    Invece  T  prova  il  devilstick  e,  vedendo  che  riesce, 
sembra soddisfatto. 
C’è un ragazzo di 15 anni altissimo, senegalese, B. , Geppetto ed io fac‐
ciamo  un  passing  a  4  di  anelli  e  lui  partecipa,  non  sorride  molto,  sta 

228  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

sempre seduto anche quando gioca e si vede che ha voglia di imparare 
qualcosa e di essere parte di questa attività che si svolge intorno a lui e 
che forse non ha ancora capito. 
Tutti, chi più chi meno, interagiscono, giocano, si rilassano oggi. 
Yu. mi chiede se questo è proprio il nostro lavoro, gli rispondo di sì e gli 
spiego che questo progetto si chiama “CircoStanza” proprio perché vuo‐
le  portare  il  “Circo  in  una  stanza”,  che  il  “Circo  sociale”  ha  uno  scopo 
educativo ed è rivolto a giovani come loro, sia in carcere che nelle scuo‐
le o in strada. Lui mi risponde che è un lavoro molto bello e che fa molto 
bene a chi lo riceve. 
Con queste parole terminiamo l’attività al Grecale per oggi. 

21 Aprile 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 21‐4‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto  
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 9 
Età dei ragazzi: 16 ‐ 17 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria /clown / magia 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Troviamo  alcuni  nuovi  ingressi:  un  ragazzo  rumeno,  Mad.,  un  paio  di 
ragazzi serbi, e albanesi, un egiziano. Anche loro, come i compagni del 
Grecale  vengono  attratti  dalle  parrucche  e  dai  cappelli:  li  indossano, 
mettono i nasi rossi, giocano coi cappelli. 
Colgo  l’occasione  per  insegnare  loro  un  paio  di  tecniche  clown:  lo 
schiaffo e la presa per le orecchie. Stanno al gioco e ci divertiamo per un 
po’ con schiaffi e tirate d’orecchie per finta. 
Giochiamo  con  il  devilstick,  alcuni  provano  il  diablo,  altri  riescono  già 
bene con le palline, ma oggi l’attrazione è la magia, stupisco C., il ragaz‐
zo  italiano,  con  il  gioco  “indovina  numero”  e  quando  poi  gli  spiego  il 
trucco lui si diverte a farlo ai suoi compagni. 
Quando manca poco alla fine dell’attività ci sediamo intorno alla musica 
e Mad., il ragazzo rumeno ci racconta di avere una figlia di un anno in 
Romania e ci spiega cosa ha combinato, dice che era uscito dal carcere 
ed è rientrato. Ha come un’aria soddisfatta delle sue bravate. Gli chiedo 
se per sua figlia vorrebbe questo che sta facendo lui e mi risponde di no. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

“Che esempio vuoi darle?” gli dico, lui sorride e mi dice che non c’è nes‐
sun ragazzo della sua età che non fumi spinelli o che non tiri di coca e si 
volta  verso  Ma.  chiedendogli:  “Tu  non  tiri?  Non  fumi”  e  M.  lo  spiazza 
perché gli risponde di no. 
Poi ci fa vedere un piccolo tatuaggio con dei puntini blu sulla mano e ci 
spiega  che  è  un  tatuaggio  stile  “mafia”  per  chi  è  stato  in  carcere,  ogni 
punto vuol dire: “Non vedo, non sento, non parlo”… e lui se lo sta ripro‐
ducendo con le bruciature di sigarette sulla mano. “E’ un modo per di‐
mostrare di essere forti e di non aver paura delle galera”, mi dice. 
Lo  guardo,  sorride  e  mi  sembra  un  bambino  cresciuto  in  fretta  e  che 
nessuno ha indirizzato. 
Mi raccontano che Vic. è stato ucciso con una coltellata al cuore appena 
uscito dal Ferrante. Mad. chiede se ad ucciderlo è stato un italiano, gli 
rispondono di sì e lui fa un apprezzamento razzista sugli italiani. Inter‐
vengo dicendogli che ci sono brave persone tra gli italiani e tra i rumeni 
o  marocchini  come  ci  sono  persone  che  si  comportano  male.  Lui  am‐
mette  che  è  così  e  ricorda  il  rumeno  che  ha  investito  la  ragazza  di  16 
anni in macchina uccidendola. Tutti convengono che non è questione di 
razza, ma di comportamento. 
Si parla di tagli, si tirano su le maniche e ci fanno vedere che non si sono 
tagliati. Om. dice: “Però se mi danno una condanno lunga io mi appen‐
do”. Colgo l’occasione per spiegare a tutti i danni di un tentato suicidio e 
di come anche se si salvassero, il tentativo pregiudicherebbe il loro fu‐
turo. 
Mi sembra di riscontrare in alcuni di loro un minimo di coscienza di ciò 
che hanno fatto, ad esempio C. dice: “Basta coi furti, voglio un lavoro! E’ 
meglio mangiare un tozzo di pane che marcire in galera”. Poi mi spiega 
che lui voleva rubare per comprarsi il fumo, l’ashish che, mi dice, costa 
100 euro al giorno! Spera che gli diano gli arresti domiciliari e che suo 
zio lo tenga a casa, perché così può rivedere la sua ragazza. 
Fl. sta imparando a giocolare bene e mi chiede come fare a frequentare 
la scuola di circo. Gli spiego che deve prendere la licenza media almeno, 
un  paio  di  volte  durante  l’attività  mi  dice  che  vuole  studiare  e  che  gli 
piacerebbe imparare bene come Smilzo. 
Tutti  i  ragazzi  hanno  partecipato  alle  attività,  tutti  hanno  provato  at‐
trezzi, parrucche, tecniche. C’è stata una buona interazione tra noi e lo‐
ro e tra tutti loro. 

230  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

22 Aprile 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 22‐4‐08 
Operatori Clown: Clown Maggiolina, Clown Geppetto, clown Smilzo 
Ragazze presenti: 4 
Attività svolta: improvvisazione con musica e lycra 
Strumenti usati: giocoleria e magia 

Relazione di Geppetto

C’è  una  ragazza  nuova  oltre  alle  due  che  la  settimana  scorsa  si  erano 
presentate al laboratorio. Ci guarda un po’ incredula. 
M. vuole ascoltare subito la musica triste della volta precedente, come 
per voler andare a cercare qualcosa che la possa immalinconire. Accet‐
tiamo  ma  a  patto  che  dopo  si  faccia  attività.  Ovviamente  la  promessa 
verrà disattesa ma M. sarà salvata dalle agenti che la porteranno al suo 
turno in biblioteca.  
D. si infila nella lycra dopo aver capito a cosa servono quegli strani sac‐
chi.  Si  muove  e  balla  provando  posizioni  varie.  Difficile  è  ballare  sui 
ritmi frenetici della musica rom e slava ma D. non si scoraggia di certo 
cercando pose modello mummia o simili. 
Proviamo qualche presa di balance e di acrobatica, ma come sempre, è 
soprattutto D. che risponde positivamente alle sollecitazioni. 
La ragazza nuova che la volta scorsa si è messa a lavorare con volontà, 
continua anche se tutte devono fare i conti con la presenza di un bel ra‐
gazzo,  cioè  Smilzo.  In  fondo  il  “nonno  Geppetto”  è  più  rassicurante  e 
quindi trovare il “ruolo” di Smilzo è più difficile. 
Ma una volta chiarito che si sta scherzando e che lui è un clown come gli 
altri si può proseguire con più tranquillità.  
Alla fine Smilzo e Geppetto si improvvisano danzatrici del ventre e cer‐
cano di dare il meglio di sé, ma le ragazze ridendo ci fanno capire che 
come ballerine siamo un po’ scarse. Così N. diventa la nostra maestra di 
danza, cerchiamo di seguire i suoi ondeggiamenti ma la difficoltà e i no‐
stri  limiti  vengono  fuori  impietosamente.  La  promessa  gioco  è  quella 
che  lei  diventi  la  nostra  coreografa  insegnante  anche  per  le  prossime 
volte.  

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

28 Aprile 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 28‐4‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 10 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 
Attività svolta: Giocoleria –Acrobatica ‐ relazione 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, 
kiwido. 

Relazione di Aureola

Entra  Me.  felicissimo  e  mi  dice:  “Zia,  oggi  alle  quattro  esco!”.  Mette  la 
musica e inizia a ballare e coinvolge gli altri nella sua felicità. “Non tor‐
no più, mai più galera!” Mi abbraccia forte, felice. Prego perché sia vero, 
prego che abbia capito e che davvero la sua esperienza di galera sia ve‐
ramente conclusa. 
C’è un’aria di festa nella stanza e tutti hanno voglia di fare: Si fa acroba‐
tica, si giocola, si provano gli attrezzi. Z. si coinvolge subito, con me ini‐
zia a provare il Devilstick e in pochi minuti diventa veramente bravo, si 
lancia in evoluzioni sempre più complicate. 
F.  è  lanciatissimo:  oramai  sa  fare  quasi  tutto,  giocoleria  e  devilstick, 
diablo e oggi si cimenta con l’acrobatica, sia lui che Z. provano tutte le 
figure, anche quelle più difficili. Me. chiede a Smilzo di provare le figure 
che facevamo l’anno scorso e le prova tutte. 
Si  gioca  anche  con  il  clown:  Maggiolina  ,  con  uno  scopettino  da  bagno 
che  abbiamo  portato,  fa  finta  di  intervistare  i  ragazzi,  mentre  Smilzo 
con un diablo fa finta di riprendere l’intervista.  
Chiediamo  loro  di  raccontarci  una  loro  avventura  e  Fl.  racconta  di 
quando è scappato passando la frontiera ed è stato un giorno intero su 
un albero per non farsi prendere dalle guardie di frontiera (Serba o slo‐
vena, non ho capito) che picchiavano i suoi compagni, rompendo loro le 
braccia e le gambe. “Sono stato furbo io… non mi sono fatto beccare, ho 
camminato per 4 giorni e 4 notti e poi sono entrato in Italia, avevo 15 
anni.” 
O., albanese, dice che lui ricorda quando faceva il bagno in un lago nelle 
campagne vicino a casa sua. 

232  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

E., senegalese, ha ritrovato Smilzo e iniziano a fare “passing” con le pal‐
line da giocoleria. Geppetto insegna il diablo a Z. che ormai sembra es‐
sere entusiasta di ogni attività. 
Me. che era uscito per sistemare le sue cose torna a salutarci  e ad ab‐
bracciarci. 
Il tempo passa velocemente e l’attività finisce in allegria. 

28 Aprile 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 28‐4‐08 
Operatori CircoStanza:  Aureola, Geppetto 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 11 
Ragazzi stranieri: (1 Albania), (4 Romania), (2 Marocco), (1 Egitto), (1 
Tunisia), (1 Italia), (1 Russia) 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Attività completa: devilstick, diablo, acrobatica (alcune figure), e gioco.  
Coinvolgiamo i ragazzi nuovi appena entrati, anche D. 
Maggiolina inventa il gioco dell’equilibrio e inizia a giocare con Jam.: si 
mettono  in  testa  una  pallina  e  giocano  a  chi  fa  cadere  la  pallina 
dell’altro.  Si  coinvolge  nel  gioco anche  N.  e  poi  pian  piano anche  Co.  e 
Smilzo e altri. 
Anche gli altri che guardano si divertono. 
Si continua a giocare serenamente, ascoltando musica e ballando.  

  233
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

12 Maggio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 12‐5‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola 
Ore 14.00 – 15.30 
RAGAZZI PRESENTI: 7 
ATTIVITÀ SVOLTA: giocoleria varia 
Strumenti usati: Palline, anelli, kiwido, devilstick 

Relazione di Smilzo

Arriviamo, mettiamo a posto la solita sala ed eccoci lì.. Pronti all’arrivo 
dei baldi giovani! Arrivano e subito si attaccano al calcetto, oggi si per‐
cepisce poca energia. Cerchiamo quindi di coinvolgerli con gli attrezzi e 
la musica. A turno volano palline e anelli… 
Reagiscono, ma l’energia è parecchio bassa.   

12 Maggio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 12‐5‐08 
Operatori CircoStanza: (Maggiolina, Geppetto, Smilzo) 
Ore 15.30 – 17.00 
Ragazzi presenti: 6 
Attività svolta: giocoleria varia 
Strumenti portati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, piatti cinesi, 
rola‐bola 

Relazione di Smilzo

Il tempo di far uscire i ragazzi del Grecale, mettere a posto il materiale 
ed ecco l'altro gruppo! Carichi, sorridenti, pronti a divertirsi. Ovviamen‐
te  qualcuno si  incolla al calcetto, ma  basta  poco, ad  esempio  una  sfida 
contro  due  operatori  a  caso  che  i  giovani  abbandonano  il  calcetto  per 
sperimentarsi con la giocoleria! La musica influisce sempre tanto e sta‐
volta nel gruppo la predominanza è quella rumena. Così eccoli li a can‐
tare e qualcuno a ballare! 
La giocoleria attira, molti si dilettano con palline e anelli,  sopratutto il 
passing di oggetti. 
Dopo  poco  un  guasto  tecnico:  una  delle  due  casse/mini  amplificatori 
viene urtata durante un passing con le palline, cade e si stacca definiti‐
vamente il filo (che già era messo male). F. (rumeno) “colpevole/senza 
colpa” del danno si mette ad aggiustare il tutto. Sembra proprio bravo e 

234  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

si destreggia bene tra fili di rame e un pezzettino di scotch. Così anche 
N. e Y. (marocchini) si uniscono a F. per mettere a posto tutto. 10 min e 
la cassa ritorna a suonare, fantastici!  
Smilzo  da  un  paio  di  mesi  prende  lezioni  di  rumeno  così  basta  dire 
qualche  parola  che  i  ragazzi  scattano  a  parlare  rumeno.  Specialmente 
Lu. aiuta lo Smilzo a imparare qualche vocabolo in più. In questo grup‐
po incontriamo anche S. , italiano, arrivato da poco e dal viso si vede che 
è ancora spaventato, ma dopo qualche chiacchiera con Maggiolina, ini‐
zia ad attivarsi, prende il diablo e ci giochicchia un po'. Peccato che do‐
po neanche 10 min arrivi un  agente che lo chiama e lo porta via per un 
incontro.  
Alla prossima “CircoStanza”! 

19 Maggio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 19‐5‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 5 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 
Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, relazione, video 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, 
kiwido. 

Relazione di Aureola

Oggi i ragazzi sono stati particolarmente tranquilli Abbiamo dimentica‐
to le casse della musica, ma non hanno protestato, si sono rassegnati e 
si sono avvicinati al PC per sentire meglio.  
F. è contentissimo di vederci, inizia subito a giocare con le palline, è già 
bravo e i suoi lanci sono quasi professionali. Smilzo prova a insegnargli 
figure più difficili però F. vuole vedere subito risultati e se non li vede 
subito si arrende.  
Abbiamo  portato  il  PC  con  alcuni  video  di  artisti  Mimi  molto  bravi,  ci 
sediamo e li guardiamo commentandoli insieme ai ragazzi. Ridiamo pa‐
recchio. 
Dopo la visione dei video si chiacchiera, si provano nuovi attrezzi: ab‐
biamo portato una maschera comica c e un naso da pinocchio che tutti 
provano e ridono. 

  235
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Tutti tranne N. il ragazzo egiziano, che come al solito si isola e con gen‐
tilezza rifiuta di partecipare a qualunque attività. 
Quando  stava  per  terminare  l’attività  mi  sono  avvicinata  a  lui  e  gli  ho 
chiesto se stava male, oggi mi sembrava più triste del solito. Stranamen‐
te mi ha risposto che sì, stava male, ma non fisicamente, mi ha detto che 
era preoccupato perché il suo avvocato gli aveva assicurato che stavano 
preparando  un  progetto  per  lui  per  mandarlo  in  comunità,  mentre 
l’educatrice, P. gli ha detto che non è vero e che per lui non c’è nessun 
progetto. “Non so ancora la data del processo”, mi dice, “Non ce la faccio 
più  a stare  qui,  sono  nervoso,  e  per  questo  mi taglio”, mi  indica  i  tagli 
che  ha  sul  braccio.  “Sono  preoccupato”,  continua,  “perché  mi  scade  il 
permesso di soggiorno che dura 60 giorni e ne sono già passati 40 e non 
so come fare per non farlo scadere”. Gli dico di chiedere all’educatore e 
mi  risponde  che  lo  ha  fatto,  ma  che  non  gli  sono  state  date  risposte. 
“Dovevo dare gli esami di terza media”, prosegue, “E ora perderò l’anno. 
Qui mi dicono che non posso dare gli esami. Non so più cosa fare.” Lo 
tranquillizzo  dicendogli  che  sicuramente  l’educatore  appena  possibile 
gli darà risposte. Gli spiego anche che non è bene che si faccia male per‐
ché per preparare un progetto per lui, è bene che non faccia stupidaggi‐
ni e che se è arrabbiato può provare a prendere a pugni il cuscino… “So‐
lo il cuscino!” sottolineiamo, e lui finalmente sorride. 
Arriva l’agente e ci salutiamo. 

19 Maggio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 19‐5‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto , Maggiolina, Smilzo 
Ore 15.30‐17.00 
Utenti: 6 
Ragazzi stranieri: M. (Rom‐rumeno) – P. (Rom‐slavo) – Lu. (Rom 
Rumeno) – Mad. (rumeno) + un altro di cui non ricordo il nome 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria  
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Iniziamo con una partita a Calcetto per scaldarci. 
Si  iniziano  le  attività  circensi  e  Mad.,  un  ragazzo  rumeno,  dichiara  di 
non essere capace di fare nulla e quindi di non voler provare, ma solle‐
citato  da  Maggiolina,  inizia  a  familiarizzare  con  li  devilstick  e  impara 
subito, prosegue con le palline e nel giro di una decina di minuti impara 

236  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

a giocolare con tre palline. Proverà anche il diablo e l’uniciclo. Anche gli 
altri ragazzi provano gli attrezzi, imparano e giocano.  
Nell’ultimo quarto d’ora ascoltiamo i ragazzi che si raccontano. Mad. ci 
parla di sua moglie che è molto bella, ci dice che ha una bimba di due 
anni: “Quando esco finisco di studiare e mi metto a posto” ci dice. Sorri‐
de, ha un’aria da furbetto., è molto carino e ha sempre un’aria canzona‐
toria., ha la faccia e lo sguardo del bravo ragazzo. Ha delle buone poten‐
zialità, lo vediamo in attività e si intuisce da come parla, ma sembra vo‐
ler dimostrare qualcosa, forse di essere più grande di quello che è. 
P.,  un  ragazzo  rom  croato,  ci  dice  che  il  nome  gli  arriva  da  suo  nonno 
che è morto ammazzato. Dice che tra 5 mesi si deve sposare, che la sua 
ragazza è una nomade di Roma, l’ha vista, è bella. Il matrimonio costerà 
tanto, la sala per la festa, almeno 30 mila euro. P. dice: “Mio padre ha un 
sacco di soldi, ma non vuole che noi facciamo i “figli di papà, quindi ho 
cercato di procurarmi dei soldi e sono finito qua in carcere. Prima vive‐
vo a Valencia, in Spagna, in un accampamento”.  
Allora iniziamo a parlare spagnolo e lui è felicissimo. 
Lu., un altro ragazzo rom rumeno ci conferma che i rom si sposano mol‐
to presto, che però le usanze cambiano da una città all’altra e hanno lin‐
gue diverse e a volte anche nello stesso campo usano parole diverse per 
dire la stessa cosa. 
P. ci dice che una volta sposato andrà a vivere con suo padre, da loro si 
usa così, le famiglie sono allargate e vivono tutti insieme da generazio‐
ni. 
Il tempo anche oggi è terminato e ci salutiamo.  

20 Maggio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 20‐5‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto, Aureola 
Ore 15.30 – 16.30 
Ragazze presenti: 12 
Attività svolta: giocoleria varia 
Strumenti usati: devilstick, anelli, rola‐bola 

Relazione di Smilzo

Il Geppetto e lo Smilzo arrivano ai piani alti belli carichi, anzi molto ca‐
richi! Geppetto apre la strada verso e Smilzo lo segue a bordo dell'uni‐
ciclo!  Quasi  in  contemporanea  arrivano  le  ragazze  che  appena  entrate 

  237
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

nella  stanza  si  sistemano  sul  tavolo  vicino  alla  finestra  aspettando  la 
musica.  Stavolta  lo  Smilzo  specifica  che  non  vogliono  vederle  litigare 
per  la  musica,  dato  che  l'attività  non  è  “musica  in  stanza”  ma  Circo‐
stanza. Così iniziamo, subito un paio di donzelle prendono gli attrezzi i 
devilstick e gli anelli, mentre qualcuna si sperimenta cercando l'equili‐
brio  sul  rola‐bola.  Tra  passing  di  quattro  e  cinque  anelli  con  Smilzo  e 
dei devilstick con Geppetto, il tempo vola via in fretta e alcune di loro si 
divertono.  Alcune,  appunto  perché  come  spesso  accade,  il  solito  grup‐
petto di ragazze soprannominate “depressione”, piangono ad ascoltare 
la solita canzone croata o rumena strappalacrime! 

26 Maggio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 26‐5‐08 
Operatori CircoStanza:  Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 7 (2 Albania, 1 Marocco, 1 Romania, 1 Italia, 1 Egitto + 
1 rom) 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 
Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, relazione‐video 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, 
kiwido 

Relazione di Aureola

Come sempre F. è entusiasta dell’attività, si presta a provare tutto e og‐
gi si cimenta con i rola‐bola oltre ad allenarsi con le palline. Si gioca tut‐
ti a Memory e, questa vota partecipa anche Yu.! 
N., il ragazzo egiziano, continua a stare in un angolo, seduto e triste. Mi 
dice che non ha saputo ancora nulla della sua situazione e non si riesce 
a coinvolgerlo a fare qualcosa, si limita a sorridere quando la situazione 
che creiamo è comica. Geppetto cerca di coinvolgerlo con gli anelli, ma 
lui continua a dire: “Non sono capace, non lo so fare” e nemmeno si alza, 
tende a isolarsi dal gruppo. 
Dato  che  F.  è  molto  partecipe,  pensiamo  di  insegnargli  una  scenetta 
clown  e  così  insieme  proviamo  la  gag  della  “Mosca”:  lui  è  una  mosca 
noiosa e io una signora che cerca di leggere un pace un giornale in un 
parco. La mosca continua a ronzarmi intorno e io cerco di ammazzarla. 
Finalmente  dopo  alcune  peripezie  ci  riesco  e  mi  siedo  di  nuovo  sulla 
panchina  a  leggere  il  giornale,  ma  la  mosca,  diventa  un  fantasma  e  mi 
prende il giornale inseguendomi. 

238  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Ci siamo divertiti un sacco! E anche gli altri a guardarci. 
A questo punto, il circo‐clown è innescato e iniziamo a insegnare le tec‐
niche  di  “Chapa‐chapa”  e  la  Parata  Militare.  Tutti  stanno  collaborando 
(tranne N.), ma sul più bello arriva l’agente e i ragazzi non vorrebbero 
andar via… e noi rimaniamo per il prossimo gruppo, il transito. 
Poco prima di uscire arriva Mad. ha il braccio fasciato e ci spiega che si 
è  fatto  nuovamente  male.  Ci  dispiace  veramente  tanto  per  questo  ra‐
gazzo! 
Bella attività oggi! 

26 Maggio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 26‐5‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Maggiolina, Smilzo 
Ore 15.30‐17.00 
ragazzi presenti: 6  
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria / Clown 
Strumenti portati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Ritroviamo Yu., di ritorno dall’IPM di Firenze. E’ contento di ritrovarci e 
partecipa  all’attività  volentieri:  prova  tutti  gli  attrezzi,  poi  si  presta  a 
provare la tecnica di Mimo (il muro). Maggiolina (Sara) ed io con Y. e M. 
giochiamo  all’ipnotizzatore:  uno  deve  seguire  la  mano  dell’altro  come 
se  fosse  ipnotizzato,  in  giro  per  la  stanza.  I  due  ragazzi  poi  provano  a 
giocare tra di loro. Ci si diverte un sacco! 
Si gioca quindi tutti insieme a “Memory”, Yu. tenta di barare un paio di 
volte, ma viene rimesso a posto da Maggiolina! 
Con la parrucca della nonnina io fingo di essere una vecchia signora che 
deve attraversare la  strada, i due ragazzi (Yu.  e M.) si offrono di  accom‐
pagnarmi perché non mi faccia male. 
Nel  frattempo  Yu.  usa  gli  strumenti  di  giocoleria  con  Smilzo. 
Si conclude con la messa in scena di una intervista: Yu. ed io siamo zia e 
nipote che fanno parte di un circo (entrambi indossiamo il naso rosso), 
M. ha la telecamera finta (fatta con un diablo), P. è l’intervistatore e gli 
altri sono il pubblico. Ne esce una simpaticissima e divertente scenetta. 
Ci siamo divertiti veramente tanto oggi! 

  239
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

9 Giugno 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 09‐06‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 7 (Albania, Marocco, Romania, Italia, Senegal, Egitto) 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 
Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, relazione, video 
Strumenti usati: abiti clown, parrucche+ Diablo, devilstick, uniciclo, 
palline, rola‐bola, fazzoletti, kiwido. 

Relazione di Aureola

Grande divertimento circo‐clown oggi! Abbiamo portato nasi rossi, ve‐
stiti  clown,  parrucche  e…  tutti  si  sono  vestiti,  hanno  giocato.  Alcuni  si 
sono fatti truccare (F, Y, M). I ragazzi senegalesi, dapprima seri e distac‐
cati  e  poi  anche  loro  a  mettere  vestiti  clown  e  già  a  ridere  a  più  non 
posso. 
Con  F  abbiamo  provato  la  scenetta  del  “Chapa‐chapa”,  la  tecnica  dello  
“schiaffo”  e  “la  presa  per  le  orecchie”.  Abbiamo  giocato  quasi  tutti  a 
Memory. 
Y. ha insegnato il Diablo al ragazzo senegalese, lo ha fatto con impegno 
e  gli  ha  dimostrato  alcune  figure  difficili  che  aveva  imparato. 
F.  ha  detto  all’agente:  “Quando  esco,  vado  a  lavorare  da  loro!” 
O. aveva in mano le carte dei suoi processi, ci ha detto: “Sono 6 proce‐
dimenti, non esco più!” Ma l’atmosfera era talmente rilassata e comica 
che non era triste nemmeno lui. 
Abbiamo documentato tutto con foto e video, sembrava di essere in un 
centro giovanile e non dietro le sbarre. 

240  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

9 Giugno 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 9‐6‐08 
Operatori CircoStanza:  Aureola, Maggiolina, Smilzo 
Ore: 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 8 (Marocco, Albania, Egitto, Italia) 
Età dei ragazzi: 15 ‐ 18 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria / Clown 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Entusiasti dall’ora precedente, proponiamo anche ai ragazzi del Libec‐
cio  il  lavoro  sul  Clown  e  anche  loro  si  mettono  in  gioco  e  si  divertono 
tantissimo. 
Si vestono da clown, giochiamo… Facciamo un video di una gag clown 
con un ragazzo marocchino. 
I ragazzi senegalesi giocano, imparano gli attrezzi, socializzano. 
Si ascolta musica, ma nel frattempo si provano scenette clown. 
Si fanno foto, si fanno video si provano gli attrezzi e si impara mentre si 
ride. 
Do la macchina fotografica a M. che riprende e si sente importante. 
C’è  un  solo momento  di tensione  tra  un  ragazzo  rumeno  e  un  ragazzo 
marocchino che scherzando voleva coinvolgerlo con un po’ troppa foga. 
Ma l’atmosfera era talmente giocosa che lo screzio è rientrato in  un at‐
timo. 
Anche qui al Libeccio l’attività è stata interessante e divertente. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

16 Giugno 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 16‐6‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 7 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 
Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica, relazione 
Strumenti portati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola, kiwido 

Relazione di Aureola

L’attività oggi è stata molto divertente. I ragazzi hanno provato le par‐
rucche, le maschere e si sono divertiti a farsi fotografare. Yu.  era di cat‐
tivo  umore,  però  ha  preso  il  diablo  e si  è  esercitato  per  tutto  il  tempo 
dell’attività. Om., ragazzo italiano, ha sempre poca voglia di cimentarsi 
con attrezzi, però sia lui, sia il ragazzo senegalese hanno giocato volen‐
tieri a Memory. 
M. oggi era di ottimo umore e, ha imparato con Smilzo a fare giocoleria 
e si è divertito a farsi fotografare indossando parrucche varie e occhiali 
da clown. 

16 Giugno 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 16‐6‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 8 (Marocco, Romania, Senegal, Ecuador) 
Attività svolta: Giocoleria / Clown 
Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Ci sono 2 ragazzi nuovi (Al. e F.), entrati da 1 giorno, sono due Rom ru‐
meni.  Al.  sa  già  giocolare  e  con  Smilzo  può  migliorare  la  sua  abilità. 
Chiedo ad ognuno di loro, di scrivermi su un foglio il proprio nome, in 
modo da organizzare le foto. Anche loro, come il gruppo precedente, si 
divertono  a  provare  parrucche,  a  farsi  fotografare.  Al.  su  un  foglio  mi 
scrive i nomi dei membri della sua famiglia, mi dice che loro sono 6 figli. 
Noto che scrive bene, con una calligrafia chiara e curata. Mi dice che ha 
studiato fino alla prima superiore. Mi scrive una dedica in rumeno sul 
foglio, che poi mi traduce, dice pressappoco così: “Sono contento di aver 

242  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

trovato voi qui, siete persone buone e si vede che avete a cuore noi. Vi 
auguro di vivere una vita felice!”. 
Il  ragazzino  senegalese  è  molto  simpatico,  gioca  a  qualunque  cosa  gli 
proponiamo e scoppia in grandi  risate. Yas. si diverte a provare le par‐
rucche e a giocare a fare la nonnina.  
L’atmosfera è rilassata e serena. 

23 Giugno 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 23‐6‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 7 (Albania, Marocco, Romania, Senegal) 
Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 
Attività svolta: Giocoleria, Acrobatica 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, 
kiwido 

Relazione di Aureola

Caldo notevole oggi. I due Yu. incuranti del caldo, hanno giocato a calcio 
con  una  piccola  pallina  che  avevamo  portato  con  l’intento  di  fare  un 
gioco.  Dopo  aver  giocato  un  po’  e  dopo  aver  sudato  fino  a  diventare 
marci, hanno iniziato a tirarsi la pallina addosso, abbiamo cercato di to‐
gliergliela, ma Yu. Continuava, con una faccia da sfida, a riprendersela e 
a rilanciarla, fino a quando ha fatto sbattere Geppetto e allora si è fer‐
mato, chiedendo scusa.  
Oggi  era  difficile  fare  attività,  la  stanza  è  piccola  e  con  tanti  ragazzi  si 
sudava un sacco. Però non abbiamo desistito e abbiamo giocato a met‐
terci cappelli clown e a fare la sfilata di moda, creando il calendario. Fl., 
un ragazzo albanese, ha giocato come al solito: questo ragazzo è sempre 
allegro e sempre partecipativo, persino oggi che mi dice di avere un po’ 
di febbre e di non sentirsi bene.  
I ragazzi senegalesi sono stati al gioco e sono stati felici di essere foto‐
grafati  mentre  provavano  occhiali  giganteschi,  orecchie  grandi,  ciucci 
enormi.  Abbiamo  giocato  con  la  clava  gigante  e  si  sono  improvvisate 
scenette alle quali hanno partecipato tutti. 
Nel  frattempo  i  ragazzi  senegalesi  hanno  ascoltato  la  loro  musica  e 
hanno provato gli attrezzi.  

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Facciamo vedere ai ragazzi senegalesi (ma poi arrivano anche gli altri) 
il  video  e  le  foto  che  Geppetto  ha  portato  dal  suo  viaggio  in  Senegal. 
Sembrano contenti di rivedere i loro luoghi. 

23 Giugno 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 23‐6‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo, Maggiolina, Geppetto 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 9 (3 Marocco, 3 Rom Romania, 2 Senegal, 1 Equador) 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria / Clown 
Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

Grande  servizio  fotografico!  Fa  talmente  caldo  che  ci  si  può  muovere 
appena,  così  decidiamo  oltre  che  provare  gli  attrezzi,  di  fare  foto  stile 
”Calendario”, così per ogni mese si provano varie parrucche clown e va‐
rie pose. 
Anche qui facciamo vedere ai ragazzi senegalesi (e anche agli altri che si 
mostrano interessati) le foto del Senegal che ha fatto Geppetto appena 
tornato da quel Paese. 
Mat., ragazzo marocchino appena rientrato in carcere, mostra preoccu‐
pato agli altri una convocazione che dichiara che è dentro per spaccio. 
Nonostante le sue preoccupazioni, riusciamo a coinvolgerlo in qualche 
foto e a farlo ridere un po’. Anche i ragazzi del Senegal vogliono fare fo‐
to e giocare. Al.. si cimenta con nuovi attrezzi, devilstick e diablo, è mol‐
to  portato  e  impara  subito  e  sembra  molto  fiero  di  questo.  Anche  lui 
gioca a indossare parrucche e a fare foto. Oggi il clown ha il sopravven‐
to e porta con sé la leggerezza del circo. 

244  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

30 Giugno 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 30‐06‐08 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto, Maggiolina, Smilzo 
Ore 14.00 – 15.30 
RAGAZZI PRESENTI: 7 (1 Albania, 4 Marocco, 2 Senegal)  
Età dei ragazzi: dai 16 ai 18 
ATTIVITÀ SVOLTA: Giocoleria, Acrobatica, relazione 
Strumenti usati: diablo, devilstick, uniciclo, palline, rola‐bola, fazzoletti, 
kiwido. 

Relazione di Aureola

Aspettiamo  fino  alle  13.35  nel  corridoio,  i  ragazzi  non  arrivavano  e  il 
cancello è chiuso. I ragazzi alle 13.40 arrivano, accompagnati dall’ agen‐
te che però non trova le chiavi del cancello. Aspettiamo altri cinque mi‐
nuti circa. Entriamo. 
 Yu. cammina zoppicante, ha una garza sul piede, gli chiedo cosa ha fat‐
to e mi risponde: “a giocare a Calcio”, si va a sedere con un’aria da “la‐
sciatemi  stare”.  Mi  avvicino  un  paio di  volte  a  chiedergli  come  sta, ma 
non mi risponde. 
Gli  altri  ragazzi  sono  provati  dal  caldo,  tutti  non  hanno  voglia  di  fare 
nulla,  tranne  i  due  ragazzi  senegalesi  che  partecipano  all’attività  an‐
dando sui rola‐bola, e facendo passing con i cerchi.  
Dopo 10 minuti circa Yuf. e Ya. chiedono di uscire: “Andiamo a pregare” 
ci dicono ed escono. 
Yu. inizia a dare fastidio: chiede la musica araba, che era appena stata 
cambiata per mettere quella senegalese e, quando gli dico di aspettare 
mi risponde: “Io spacco tutto oggi!”. Lo guardo negli occhi per capire se 
scherza e gli rispondo: “Non faresti male alla zia, vero?” Si allontana, ma 
il  suo  sguardo  non  è  per  niente  conciliante.  Da  quel  momento  inizia  a 
sfidare  tutti,  provocando  con  parole  e  azioni:  tira  i  cerchi  in  maniera 
forte  e  violenta  rischiando  di  far  male  a  qualcuno,  spegne  le  luci,  lo 
guardo e si arrabbia, prende il calcetto e fa per tiramelo addosso poi lo 
sbatte a terra forte due volte.  
Chiama l’agente, l’agente non arriva… arriverà poi con 20 minuti di ri‐
tardo verso il termine dell’attività. 
Esce e si porta un cerchio, lo lancia fuori dalle scale… 
I compagni lo ignorano e si percepisce la loro paura, Fl. che di solito è 
molto attivo si siede e sta a testa bassa. 

  245
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Gli unici a restare impassibili sono i ragazzi senegalesi. 
Quando  arriva  l’agente  lamento  che  pur  avendo  chiamati  nessuno  ha  
risposto,  che  sono  arrivati  20  minuti  dopo,  e  spiego  che  a  mio  parere 
Yu. va tenuto d’occhio e che in queste condizioni non lo vogliamo in at‐
tività perché può essere pericoloso per noi e per i compagni. 
L’agente mi chiede di scrivere in una relazione quanto gli ho detto e lo 
faccio. 

30 Giugno 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 30‐6‐2008 
Operatori CircoStanza: Aureola, Smilzo, Maggiolina, Geppetto 
Ore 15.30‐17.00 
Ragazzi presenti: 12 
Età dei ragazzi: 16 ‐ 18 
Attività svolta: Creazione della Relazione / Giocoleria / Clown 
Strumenti portati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Aureola

L’agente che ci porta i ragazzi ci dice: “Stanno arrivando i leoni arrab‐
biati”. 
Dopo l’attività in cui Yu. ci ha preoccupati, ci guardiamo e ci prepariamo 
al  peggio,  ma  come  spesso  ci  è  accaduto  in  queste  situazioni  il  peggio 
non c’è stato: tutti i ragazzi sono stati fantastici. Due ragazzi hanno im‐
parato a giocolare con 3 palline, Al. ha imparato a lanciare e prendere i 
cerchi, lui che è già bravo con le palline. Abbiamo fatto anche esercizi di 
acrobatica.  
Un ragazzo rom croato, Mi., appena entrato, invece piangeva e dopo po‐
chi minuti è arrivato l’agente per chiamarlo a colloquio con lo psicologo 
e l’educatrice. 
Sono state eseguite attività con tutti gli attrezzi: dalle palline al diablo, 
passando per  i  rola‐bola  e i  devilstick.  Abbiamo  persino  giocato  a Me‐
mory. 
I ragazzi erano tanti, ma tutti partecipativi e nessuno di loro, nemmeno 
per un momento si è dimostrato arrabbiato o anche solo nervoso. 
I nuovi si sono infornati su quando viene svolta questa attività e con che 
cadenza e sembravano dispiaciuti che non ci fosse tutti i giorni. 

246  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Smilzo ha parlato in rumeno con Al. che ha avuto una condanna lunga e 
sul  principio  sembrava  triste  e  demotivato,  ma  dopo  poche  parole  ha 
mollato la tristezza e si è coinvolto. Al termine dell’attività ha ringrazia‐
to Smilzo dicendogli che almeno per un  po’ non aveva pensato ai suoi 
guai e si era divertito. 

1 Luglio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 1‐7‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto 
Ore 15,30 – 16,45 
Ragazze presenti: 13 (rom rumene e slave) 
Attività svolta: giochi e foto. 
Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 
Momento di successo: siamo riusciti a fare la foto ad una ragazza che 
era stata convinta da un’altra che, essendo brutta, non doveva farla. 

Relazione di Geppetto

Le  ragazze  sono  sempre  tante,  tantissime.  Sfilano,  entrando  nella  sala 
polivalente dove svolgiamo normalmente l’attività sorridendo. 
Oggi è giorno di foto. Così abbiamo promesso la volta scorsa e così sarà. 
Ma  prima,  come  facciamo  oramai  spesso,  bisogna  “guadagnarsele”  le 
foto. Così abbiamo previsto una serie di attività e giochi in modo che le 
ragazze si divertano sì ma si mettano anche in gioco. 
Giocano a Twister, con gli anelli, con le magie, con i devilstick. 
Intanto  Maggiolina  fa  le  foto  chiamando  ad  una  ad  una  le  ragazze  per 
posare. 
Smilzo  e  Geppetto  ruotano  fra  le  altre  attività  ma  è  chiaro  che 
l’attenzione delle ragazze è tutta per la macchina fotografica. 
Bisogna riprenderle e Maggiolina giustamente fa un discorso chiaro con 
tutte quante. 
Grazie  ad  un  prezioso  lavoro  fatto  da  Smilzo  sono  state  eliminate 
dall’mp3  tutte  quelle  musiche  un  po’  tristi  che  causavano  un  generale 
abbandono  alla  tristezza  ed  alla  malinconia.  Così  le  ragazze  ballano 
moltissimo lasciandosi un po’ andare. Utilizzano il vetro del televisore 
presente  nella  sala  per  specchiarsi  e  rimirarsi  sia  per  le  foto  che  per 
provare  movimenti  di  danza.  Starebbero  lì  ore  ed  ore  a  rimirarsi  i  ca‐
pelli la postura e tutto quanto. 
Così sull’onda della musica facciamo anche qualche gioco.  

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Alla fine una delle ragazze, Si., cerca di convincere Sa. che è troppo brut‐
ta per posare. Sa. Si mette a piangere e va in un angolo. Noi cerchiamo 
di capire quello che è successo e solo dopo un po’ riusciamo a sapere la 
verità. Parliamo con Sa. Che cambia atteggiamento e dopo aver asciuga‐
to il viso sorride e si lascia ritrarre. 
Concludiamo  dunque  con  un  sorriso.  Però  decidiamo  che  con  le  foto 
momentaneamente è meglio soprassedere. 

1 Luglio 2008 – Gruppo maschile Levante


Data: 1‐7‐2008 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo, Geppetto 
Ore 14,00 – 15,30 
Ragazzi presenti: 7 (Marocco, Senegal, Romania, Italia) 
Attività svolta: equilibrismo e partita calcio. 
Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

Riprendiamo l’attività con il gruppo Levante (ragazzi con sentenza de‐
finitiva, fase di orientamento individuale e dimissione) dopo sette mesi. 
Abbiamo infatti proposto alla Direzione di riprendere il lavoro con i ra‐
gazzi  di  questo  gruppo  sia  per  poter  avere  un  iter  completo 
dall’accoglienza fino all’uscita, sia per poter essere di aiuto alla struttu‐
ra nel periodo estivo, considerando che proprio in questi frangenti mol‐
te attività cessano.  
I  ragazzi  che  entrano  li  conosciamo  tutti,  grazie  al  lavoro  fatto  con  i 
gruppi precedenti.  
La situazione è comunque un po’ diversa dal solito., infatti, la nostra at‐
tività con questo gruppo si svolge durante l’ora d’aria. 
Prepariamo  il  materiale  ma  molti  dei  ragazzi  si  precipitano  subito  sul 
pallone e si scatena una bella partita di calcio. 
Fuori, insieme all’agente resta solo O., fuma e parla all’ombra del muro 
di cinta. 
C’è un buon rispetto fra i giocatori e correttezza nel gioco. 
Mad.  (rumeno)  non  riesce  a  giocare  a  lungo,  ci  mostra  i  tagli  sul  suo 
corpo: una quantità veramente incredibile di tagli autolesionistici, ne ha 
anche sul ventre. Ecco perché durante la partita si evidenzia che fisica‐
mente Mad. non sta bene. Corre male, e nei contrasti si vede benissimo 
che non ha forza da mettere in gioco. 

248  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Gli  altri  ragazzi,  soprattutto  quelli  marocchini,  come  sempre  giocano 


alla loro maniera. Grandi individualità, testa sempre bassa e scarsa col‐
laborazione. 
Il  ragazzo  senegalese  gioca  volentieri,  ride  sempre  e  si  impegna  come 
non mai. 
C., italiano,  gioca in porta nella squadra marocchina.  
Alla fine siamo tutti distrutti dal caldo e dalla fatica. 
C.  nonostante  la  stanchezza,  si  ostina  a  provare  l’uniciclo  provando  e 
riprovando  promettendoci  e  facendosi  promettere  che  lo  riporteremo 
martedì  prossimo  e  che  lui  si  impegnerà  per  riuscire  ad  imparare  ad 
andarci. 

2 Luglio 2008 – Agitazione al Ferrante


La notte tra il 1° e il 2 luglio nel gruppo Libeccio (Transito) scoppia una 
rivolta  e  vengono  incendiati  dei  materassi.  L’intervento  pronto  e  tem‐
pestivo  degli  agenti  e  del  Comandante  della  Polizia  Penitenziaria  per‐
mette di evitare una tragedia. 
Come dirà in una riunione il Dirigente, dr. Pappalardo, dato il sovraffol‐
lamento e il caldo eccessivo, si poteva prevedere che succedesse qual‐
cosa. I ragazzi erano molto nervosi e la convivenza tra il numero eleva‐
to e il caldo si rende veramente difficile. 
E’ stato importante che l’equipe del Ferrante abbia risposto con pron‐
tezza e tutti si siano attivati sia per salvare i ragazzi, sia per non inter‐
rompere  le  attività  che,  infatti,  sono  state  tutte  regolari  sin  dal  giorno 
dopo della rivolta. 
Qui di seguito quanto riportato da un articolo da un articolo apparso su: 
“La Stampa”: 

2/7/2008 (8:35) – Evacuato il «Ferrante Aporti»


Rivolta al carcere minorile: alcuni detenuti ieri sera hanno dato fuoco ai 
materassi 
È  stato  un  vero  e  proprio  tentativo  di  rivolta  quello  messo  in atto  ieri 
sera  dai  detenuti  del  carcere  minorile  di  Torino  «Ferrante  Aporti».  Lo 
denunciano  i  sindacati  della  polizia  penitenziaria,  che  già  nello  scorso 
aprile  hanno  definito  «esplosiva»  la  situazione  del  carcere.  Dopo 
l’incendio causato da alcuni detenuti (45 i reclusi al Ferrante Aporti di 
cui 44 extracomunitari) che hanno dato fuoco ai materassi in un bagno, 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

le celle sono state evacuate e i loro occupanti hanno trascorso la notte 
nella palestra adibita a dormitorio. Due guardie e una reclusa, che è sta‐
ta portata in ospedale, sarebbero rimaste intossicate dal fumo. 
Il sovraffollamento, aggravato dal caldo di questi giorni, potrebbe esse‐
re una delle cause che ha innescato il tentativo di rivolta. Da mesi ormai 
i sindacati criticano la gestione della struttura e chiedono la rimozione 
del comandante del reparto e del direttore del dipartimento di giustizia 
minorile per il Piemonte. 
Negli  ultimi  due  mesi  all’interno  del  carcere  si  sono  registrate  diverse 
aggressioni  nei  confronti  del  personale  di  polizia  penitenziaria.  E  c’è 
stato anche un tentativo di suicidio di un detenuto. 

7 Luglio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 07‐07‐08 
Operatori CircoStanza: Geppetto, Smilzo, Aureola 
Ore 14 – 16.15 
Attività svolta: varia ed eventuale 
Strumenti portati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, piatti cinesi, 
rola‐bola, anelli 

Relazione di (Smilzo)

Arriviamo al Ferrante puntuali alle 14 precise! Io, lo Smilzo, Geppetto e 
Aureola. Entriamo e, nel poggiare il materiale, notiamo un po' di movi‐
mento e vediamo che in portineria c’è il Comandante della Polizia Peni‐
tenziaria che ci dice che per poter iniziare l'attività ci sarà da aspettare, 
causa spostamenti in corso.  
Va  bene,  aspettare  un  po'  non  ci  costa  niente.  I  movimenti  di  persone 
aumentano, passano vari operatori del Ferrante tutti diretti dalla stessa 
parte: il teatro. Passano agenti, volontari e per concludere il dott. Pap‐
palardo.  
Aureola va in Direzione e scopre che oggi in sala teatro c’è la Riunione 
di verifica di fine anno. Riunione? Eravamo stati informati che sarebbe 
iniziata domani. Così in fretta Aureola ci lascia e si dirige al teatro dov'è 
in corso la riunione, già iniziata stamane. Io e Geppetto rimaniamo li a 
chiacchierare e scherzare, due parole con qualche agente di passaggio e 
poi gentilmente ci avvisano che l'attività col gruppo grecale sarebbe sal‐
tata.  

250  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

Così  alle  14.40  usciamo  dall'istituto  per  un  caffè  e  rientriamo  subito 
dopo per iniziare l'attività col gruppo Libeccio, come ci aveva assicurato 
l'agente alla portineria. 
Ore  15.05  rientriamo.  All'entrata  una  bellissima  sorpresa:  Me.,  maroc‐
chino, nostra vecchia conoscenza, era passato a salutare dopo una con‐
vocazione al tribunale dei minori. Me. da qualche mese è libero, dice di 
essersi sposato, di lavorare e sembra contento! 
Sono le 15.30 e ancora non si sa ancora se possiamo salire al Libeccio 
per l'attività programmata. Pochi minuti dopo passa per la seconda vol‐
ta il vice‐direttore che ci chiede se siamo li da quando ci ha visti la pri‐
ma volta (un’ora e mezzo fa). Sorridiamo… 
Alle ore 16,15 decidiamo di andare via nonostante in portineria si stes‐
se benissimo, ci fosse un bel clima… ma il nostro compito all’IPM è un 
altro, come ogni lunedì da quasi due anni a questa parte! 
Ci dispiace per i ragazzi che ci hanno aspettato invano, ma stavolta ab‐
biamo atteso anche noi!! 

8 Luglio 2008 – Gruppo maschile Levante


Data: 8‐7‐2008 
Operatori CircoStanza: Smilzo, Geppetto 
Ore 14,00 – 15,30 
Ragazzi presenti: 7 
Età dei ragazzi: 14 ‐ 17 
Attività svolta: giocoleria e partita calcio. 
Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

Gruppo  Levante  cambiato  rispetto  ad  un  settimana  fa:  avviamenti  in 
comunità, libertà ed altri provvedimenti legati anche ai fatti recenti av‐
venuti nella struttura, hanno fatto sì che vi siano ragazzi diversi. 
Appena arriviamo E. prende subito le palline e vuole provare il passing. 
Geppetto si mette con lui sotto il sole delle quattordici e vanno avanti 
per  più  di  mezz’ora  a  fare  giocoleria.  Sappiamo  che  la  sua  detenzione 
sarà lunga e viene da pensare guardando il suo viso che sorride mentre 
riesce a scambiare le tre palline (più tre) con Geppetto. Sarà un sorriso 
di circostanza? O per lui è un vero piacere fare questa attività? Però la 
voglia sembra esserci ed anche la voglia di collaborare. 

  251
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Gli altri, mentre qualcuno cerca il pallone, stanno all’ombra sotto gli al‐
beri. Si chiacchiera d’altronde questa è l’ora d’aria. Due ragazzi rumeni 
si isolano un po’ parlottando fra loro e cercando di richiamare Y. verso 
di loro. Argomento principe del momento ovviamente è ancora la rivol‐
ta dei giorni precedenti. Come al solito quando si chiede loro qualcosa 
direttamente prevale un poco di omertà e certe cose non si dicono per‐
ché devono rimanere fra queste mura. 
Il pallone alla fine fa la sua comparsa e veniamo coinvolti nella imman‐
cabile partitella. 
Molto internazionali le squadre: Romania, Senegal, Marocco contro Ita‐
lia Senegal. Per la cronaca stravinceranno i primi per motivi banali qua‐
li: corsa, fiato tecnica e tattica…. Sigh! Ovviamente cerchiamo di mante‐
nere sempre il massimo di lealtà e correttezza ed il ragazzo marocchino 
sembra  apprezzare  e  stupirsi  di  ciò,  compreso  del  fatto  che  quando  si 
segna con una bella azione si applaudono gli avversari. 
L’ora  scivola  via  fra  una  corsa  ed  un  tiro.  Si  è  giocato  bene  in  un  am‐
biente corretto e leale. I ragazzi ci salutano con calore. Noi siamo sudati 
ed esausti ed ora ci aspettano le ragazze su all’ultimo piano. 

8 Luglio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 8‐7‐08 
Operatori CircoStanza: Smilzo, Geppetto 
Ore 15,30 – 16,45 
Ragazze presenti: 12 (Rom rumene e slave) 
Età dei ragazzi: 14 ‐ 17 
Attività svolta: giochi, giochi coi palloncini e giocoleria. 
Strumenti usati: (diabolo, devilstick, palline, rola‐bola, ecc.) 

Relazione di Geppetto

Oggi ci attendevano due prove ardue. 
La prima: le foto. La scorsa settimana avevamo fatto delle foto alle ra‐
gazze dicendo che le avremmo stampate e presentate loro. Se le aspet‐
tavano. Il problema è anche che il loro comportamento della volta scor‐
sa, rivolto quasi esclusivamente a mettersi in posa per prepararsi per le 
foto ha nuociuto, e non poco, all’attività.  
Maggiolina le aveva riprese e solo grazie a questo si erano messe a fare 
qualcosa. Ora la situazione è che le foto, sia per “dimostrazione” sia per 
via  dell’assenza  di  Maggiolina  (che  le  aveva  materialmente  fatte),  sia 

252  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

perché per consegnarle si voleva farne una presentazione speciale, oggi 
non le abbiamo.  
Quando  lo  diciamo  restano  un  po’  deluse,  qualche  mugugno,  qualche 
capriccio un po’ da bambine viziate poi però si prosegue.  
Peccato per lo spazio così minimo: loro sono tante e basta che quattro si 
mettano ad usare gli attrezzi e lo spazio è completo.  
La seconda prova: arriviamo da una partita di calcetto 3 contro 3 a tutto 
campo con i ragazzi del Levante…. Siamo sudati e puzzolenti…  
Per fortuna il caldo quassù, nel “paradiso” delle ragazze del Ferrante, si 
sente di meno così riusciamo a lavorare con le ragazze abbastanza be‐
ne.  
Anche  se…  anche  se  oggi  nel  gruppo  delle  ragazze  sembra  la  classica 
giornata dove la depressione collettiva regna sovrana e questa volta la 
“nostra” musica non centra nulla, ma si vede che le ragazze hanno deci‐
so di rimanere abbandonate alla loro malinconia. 
Subito ricorriamo a creare l’ “angolo del pianto” chiedendo loro di deci‐
dere da che parte stare.  
Così la mamma e qualche altra ragazza decidono che un po’ di attività la 
fanno.  
Si  incrociano  così  partite  a  Memory  con  un  paio  di  ragazze  insieme  a 
passing a quattro cerchi, due a testa, fra due ragazze. Qualcuna prova i 
kiwido, altre ballano e, come sempre, si rimirano nel vetro della televi‐
sione che fa da specchio. 
Il nostro tempo finisce e ci congediamo con la promessa della consegna 
delle foto per la prossima settimana. Uscendo incontriamo il comandan‐
te, la direttrice e i più alti graduati fra gli agenti che visitano la struttura 
insieme ad alcuni personaggi evidentemente altolocati. 

  253
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

14 Luglio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 14‐7‐2008 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Geppetto 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 9 
Attività svolta: giocoleria varia + micromagia + acrobatica 
Strumenti portati: diablo, devilstick, pois, uniciclo, palline, piatti cinesi, 
rola‐bola  

Relazione di Maggiolina

Già dalla portineria si respira una bella aria, gli agenti presenti ci accol‐
gono  positivamente  e  come  quasi  sempre,  ci  si  scambiano  battute  e  si 
ride mentre ci controllano il materiale prima di salire in sezione. Anche 
all’ingresso  della  sezione  del  gruppo  Grecale  gli  agenti  sono  sereni  e 
scherzano anche con i ragazzi. Il gruppo è composto da 9 ragazzi: 
Alcuni già li conosciamo e un paio nuovi. 
C'è chi si dirige subito al calcetto e chi invece si da subito alla giocoleria. 
Scende anche Yu., che la scorsa volta aveva avuto atteggiamenti molto 
scontrosi  ed  a  tratti  quasi  violenti,  rendendo  il  clima  del  laboratorio 
quasi invivibile, tanto che avevamo scritto un rapporto su di lui. Oggi è 
invece pacato e positivo, sorride ed è accogliente e propositivo. Noi gli 
diamo  un  rimando  a  riguardo  del  suo  comportamento,  sottolineando 
come  questo  suo  essere  positivo  rende  il  clima  per  tutti  migliore  e  il 
tempo così anche in carcere può scorrere più serenamente per tutti! 
Oggi il tempo che scorre è veramente sereno: i ragazzi si mettono dav‐
vero in gioco, con picchi di energia davvero entusiasmanti, passiamo da 
esercizi di giocoleria a sfide di micro magia e piramidi umane. 
Il  pomeriggio  insieme  si  conclude  con  uno  sfidone  a  “Memory  Clown”, 
nel  mentre  avviene  un  trasferimento  di  gruppo,  Yu.  viene  inserito  al 
gruppo Levante. Ci saluta e ci abbraccia e poi abbraccia ad uno ad uno 
tutti i suoi compagni i ragazzi sono molto premurosi e teneri, mi stupi‐
sco ed emoziono, tanto che lo stesso agente dice ai ragazzi che mica se 
ne va, cambia solo di gruppo… 
I ragazzi scendono per l’ora d’aria, uno di loro ci dice: “Che peccato che 
non potete venire con noi, nel campo dove andiamo ora ci sarebbe più 
spazio per fare delle cose insieme!”. 

254  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

14 Luglio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 14 ‐07‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Geppetto 
Ore 15.30‐ 17.00 
Ragazzi presenti: 4 
Attività svolta: Giocoleria ‐ micromagia 
Strumenti portati: Palline, devilstick, diablo, anelli, monociclo, piatti 
cinesi, valigetta delle magie 

Relazione di Maggiolina

L’agente ci avvisa sorridendo che i ragazzi sono solo 4 e che finalmente 
si riesce a lavorare con maggiore serenità e calma, peccato che per rag‐
giungere tale cosa debba essere successo lo spiacevole evento della ri‐
volta delle scorse settimane al gruppo libeccio. 
I ragazzi che arrivano sono tutti nuovi, 2 ragazzi marocchini, 1 italiano, 
ed 1 senegalese: C., un ragazzo italiano, Ax, senegalese, Mo e  Kam. del 
Marocco. 
Non si avvicinano neppure al calcetto, sono da subito interessati ala no‐
stra attività. Spieghiamo loro che il progetto è di Circo e che se vogliono 
potranno sperimentare con noi varie discipline artistiche. 
Invece di mettere la solita musica del Marocco o senegalese proponia‐
mo di mettere Musica da Circo e... Nessuno protesta. 
3 …2…1… pronti via! 
3 di loro iniziano ad imparare il Diabolo mentre Kam. che dice di avere 
dolori ad un braccio in men che non si dica se ne dimentica e impara in 
10  minuti  a  giocolare  con  le  3  palline!  E'  molto  portato…e  la  prima 
mezz’ora vola tra una risata e l’altra. E' la prima volta che vediamo un 
ragazzo che insiste e con costanza va avanti seguendo le istruzioni fino 
ad imparare. 
Una volta imparate le palline e alcune posizioni di Diablo è la volta dei 
Devilstick e tutti vogliono imparare. 
Siamo  stupiti,  è  una  meraviglia,  questa  volta  abbiamo  creato  un  vero 
laboratorio di circo: il circo in una stanza! 
Ma il caldo è tanto e l’umidità pure per cui dopo aver fatto un bel po’ di 
movimento  con  i  ragazzi  passiamo  ad  un’attività  più  rilassata  e  tran‐
quilla: la micromagia… 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Per tutto il resto del tempo facciamo vedere ai ragazzi piccoli trucchi di 
magia che li lasciano a bocca aperta. Una volta scoperto il trucco ad uno 
ad uno i ragazzi vogliono provare e si fanno l’un l’altro le magie.  
Sono tranquilli, educati, simpatici, è veramente un piacere stare e lavo‐
rare con loro! 
Si ride, si scherza. 

15 Luglio 2008 – Gruppo maschile Levante


Data: 15‐7‐2008 
Operatori CircoStanza: Smilzo, Geppetto 
Ore 14,00 – 15,30 
Ragazzi presenti: 10 
Attività svolta: partita calcio. 

Relazione di Geppetto

Arriviamo ed i ragazzi stanno già giocando a pallone in due belle squa‐
dre. Notiamo subito che sono miste e ben equilibrate. Magrebini, sene‐
galesi  e  rumeni  mischiati.  Beh  almeno  non  è  come  sempre  Maghreb 
contro tutti. Y. ci accoglie col solito sorriso si impegna al massimo, è an‐
che bravo a giocare ed è estremamente corretto. 
Quello che stupisce di più è il silenzio. Sì gioca quasi completamente in 
silenzio. Non so se è una regola che si sono dati o che cosa, ma sentire 
solo  il  rumore  del  pallone  e  dei  piedi  che  si  muovono  sul  pavimento 
rossiccio della palestra fa un certo effetto. 
M. vuole tutti i palloni per sé, si lamenta coi compagni o con chi gioca 
peggio o se non gli viene servita la palla.  
La persona che impressiona di più però è il ragazzo rumeno, Mad. I suoi 
fenomeni di autolesionismo sono ai massimi livelli. Viene sedato pesan‐
temente dal medico e gli agenti cercano di controllarlo a vista 24 ore su 
24. Un agente ci confessa che non lo trattano nemmeno più come un de‐
tenuto: “Mi sembra un fratello”, dice, “Lo portiamo con noi, ma sembra 
molto assente”.  
I cuori di Smilzo e di Geppetto si stringono molto a sentire queste paro‐
le. Si viene a sapere che la famiglia di questo ragazzo non è la classica 
famiglia  disastrata,  ma  i  suoi  genitori  non  si  sono  fatti  vedere  mai  in 
carcere. L’unico che è venuto a trovarlo è qualcuno dell’ambasciata ru‐
mena. All’inizio della partita Mad. gioca in porta ma si vede che più pas‐
sa il tempo più i suoi riflessi diventano lenti. Ben presto non si capisce 

256  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

se su richiesta dei compagni, viene sostituito in porta. Si siede vicino a 
Smilzo e all’agente ma sembra non sentire nulla e interagisce poco con 
quello che gli sta intorno.  
Intanto i giocatori sudano con alterne fortune. I ragazzi senegalesi cor‐
rono e si dannano per tutto il campo, fisicamente sono senza dubbio i 
più forti, tecnicamente un po’ meno. E’ bello però in tutto questo il ri‐
spetto che si nota in campo. Se qualcuno reclama un fallo magari la di‐
scussione c’è ma si arriva in brevissimo tempo alla soluzione.  
La partita finisce ed i giocatori escono sudati ma con un bel sorriso. Ci si 
saluta un po’ tutti, come sempre, chi in modo più caloroso chi meno. 

15 Luglio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 15‐7‐2008 
Operatori CircoStanza: Smilzo, Geppetto 
Ore 15,30 – 16,45 
Ragazze presenti:12 (Rom rumene e slave) 
Attività  svolta: giochi, preparazione artistica per foto 
Strumenti usati: diablo, devilstick, palline, rola‐bola 

Relazione di Geppetto

Ci eravamo lasciati la scorsa settimana con le ragazze con una promes‐
sa: avremmo portato le foto. Le abbiamo ma se le devono “guadagnare”, 
questa è la regola, con questo gruppo di ragazze il polso deve essere un 
po’ duro.  
Appena  arrivati  veniamo  accerchiati  (sono  12!)  e  tutte  fanno  la  solita 
richiesta: “Ma le foto ?”  
Come  concordato,  Smilzo  dice  che  non  ci  sono  e  Geppetto  dice  che  ci 
sono.  A  chi  credere  ?  Allo  Smilzo  serioso  che  un  po’  accigliato  nega 
l’esistenza  stessa  delle  foto  o  al  ridacchiante  Geppetto  che  dice  il  con‐
trario? Qualcuna si dispera, qualcuna capisce subito il gioco, qualcuna ci 
casca e si arrabbia. 
Alla fine montiamo il PC e le casse con la musica e prepariamo il mate‐
riale  letteralmente  “pressati”.  Chiediamo  spazio  e  lo  otteniamo  con  la 
minacce di strappare le foto… Dunque le abbiamo portate le foto… 
Allora sono disposte a tutto per riuscire ad averle. 
Quindi proponiamo di lavorare con la musica. Ogni due brani potranno 
cambiare attività. 

  257
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Primo  step:  ballare  liberamente.  Secondo  step:  ballare  usando  un  at‐
trezzo di giocoleria o equilibrismo nella maniera che preferiscono. Ter‐
zo  step:  usare  un  attrezzo  giocando  con  questo.  Quarto  step:  tenere 
l’attrezzo in equilibrio, come vogliono, ma in equilibrio. Lavorano prati‐
camente tutte!  
Solo una ragazza rimane seduta accanto alla finestra, lamenta un dolore 
alla caviglia. Chiediamo alle altre. Sembra vero. Mah! 
Ogni  step  vale  un  punto  per  aggiudicarsi  i  5  punti  che  permettono  di 
ottenere le foto bisogna dunque seguire tutti gli step. 
Alla fine organizziamo una sorta di provino finale il cui premio finale è 
la foto che dovranno utilizzare per “presentarsi come star dello spetta‐
colo”. 
Ovviamente c’è chi si impegna maggiormente, chi lo fa molto meno. Ma 
tutte alla fine vanno via felici sudate e soddisfatte.  
Solo una ragazza sembra infelice perché secondo lei nelle foto che ab‐
biamo stampato lei si vede brutta. Le facciamo notare che non è accet‐
tabile questo tipo di reazione e ignoriamo le sue lamentele. Alla fine ri‐
dendo si mette a giocare e partecipa con intensità al “provino” finale. 
Ci  interrompe  l’agente  che  annuncia  la  merenda.  Mancano  ancora  tre 
ragazze per l’esibizione e loro la vogliono fare assolutamente. Non pos‐
siamo  esimerci  e  dunque  aggiungiamo  ancora  5  ‐6  minuti  di  attività. 
Consegniamo le ultime foto e alcune ragazze (fra cui la “capricciosa” di 
cui  sopra)  ci aiutano a  rimettere  a  posto  gli  attrezzi  Usciamo  dalla se‐
zione femminile un po’ più felici di quando siamo entrati. 

21 Luglio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 21‐7‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 9 
Attività svolta: giocoleria varia + micromagia  
Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, valigetta 
magia, apparecchiatura per musica 

Relazione di Maggiolina

Il caldo si fa sentire in questo pomeriggio di luglio nella piccola stanza 
dove facciamo attività con i gruppi maschili. I ragazzi sono una decina 
ed  arrivano  puntuali,  ci  salutiamo  come  sempre  in  modo  scherzoso  e 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

familiare, ma alcuni dei loro volti non mi convincono molto, percepisco 
infatti uno strano clima che noi cerchiamo subito di rendere positivo ed 
allegro, ma ‐ lo ammetto ‐ con alcune difficoltà. 
Fa davvero caldo ed alcuni dei ragazzi sono come dire “assonnati”, pigri 
ed un po’ apparentemente apatici. 
C’è chi si sperimenta qualche attrezzo, ma si stanca subito e gronda di 
sudore e chi invece come A. si dedica alla giocoleria completamente as‐
sorto per imparare nuove tecniche. C’è chi vuole imparare nuovi trucchi 
di  magia  e  quindi  con grande  calma trascorre più  di mezz’ora a speri‐
mentare con me i trucchi già imparati. C’è chi gioca a carte, chi al calcet‐
to,  chi  a  lanciare  le  palline  da  giocoleria,  non  con  le  mani  come  si  do‐
vrebbe  ma  con  i  piedi…  Chiediamo  per  favore  di  interrompere  questo 
gioco o perlomeno di modificarlo, in modo da non danneggiare il mate‐
riale o fare male a qualche compagno.  
Dopo qualche calcio provocatorio alle palline i due ragazzi capiscono il 
perché della richiesta ed iniziano ad utilizzare il materiale in modo più 
idoneo, ma in alcuni di loro rimane un atteggiamento leggermente pro‐
vocatorio  nei  confronti  non  tanto  nostri  ma  di  alcuni  dei  ragazzi  rom. 
Nel passaggio tra un attrezzo e l’altro, una canzone e l’altra due ragazzi 
sembrano innervosirsi ma subito il nostro repentino intervento fa sfu‐
mare  il  nervosismo  e  tutto  procede,  ma  sul  finire  dell’attività,  mentre 
attendiamo  l’arrivo  dell’agente  per  accompagnare  i  ragazzi  in  cortile 
per l’ora d’aria, d’improvviso uno dei ragazzi aggredisce il rom M. cer‐
cando di prenderlo a pugni, poi gli tira una pallina, ha un atteggiamento 
aggressivo con lui, il perché ci è oscuro. Il ragazzo dell’Equador si mette 
in mezzo e cerca di separarli. 
Data la situazione surriscaldata Aureola si precipita alla sbarra e chia‐
ma  l’agente,  Smilzo  cerca  di  “contenere”  il  ragazzo  aggressivo  ed  io, 
Maggiolina, porto al sicuro nel bagno M. che con le lacrime agli occhi e il 
cuore in gola, piange. Cerco di calmarlo, gli faccio bagnare il volto e gli 
stringo  le  mani  rassicurandolo,  lui  ripete  che  non  stava  facendo  nulla, 
che lui non vuole avere problemi e mi dice che il vero problema sono le 
sigarette che pretendono che lui gliele compri, ma lui non può. 
Nella sala l’agente è arrivato e subito comprende l’accaduto, parla con i 
ragazzi,  ma  soprattutto  comprende  bene  chi  è  responsabile  del  surri‐
scaldamento e chi dei ragazzi invece con grande maturità, ha cercato di 
mediare e di calmare le acque nonché di proteggere M. 
E’ la prima volta che durante la nostra attività accade un fatto del gene‐
re,  vi  sono  state  in  passato  alcune  scaramucce  tra  ragazzi  ma  nulla  di 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

più.  Risulta  evidente  che  in  carcere  si creano delle  gerarchie  e  ragazzi 


che vogliono sottomettere altri considerati da loro più piccoli e deboli, 
so che tali dinamiche sono “fisiologiche” in una struttura come il carce‐
re, ma credo che vi siano alcune variabili che influiscano notevolmente 
in negativo sul clima: lo spazio davvero molto limitato nel quale faccia‐
mo attività, il numero elevato dei ragazzi, il caldo. 
Vero è che sul caldo e sul numero dei ragazzi non abbiamo potere deci‐
sionale, ma come già ribadito in più di un’occasione, crediamo che in un 
locale  di  più  ampio  respiro,  soprattutto  nei  mesi  estivi,  le  attività  po‐
trebbero svolgersi in un clima più sereno e disteso. 

21 Luglio 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 21‐07‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo 
Ore 15.30, 17.00  
Ragazzi presenti: 3 
Attività  svolta: Giocoleria ‐ micromagia 
Strumenti portati: Palline, devilstick, diablo, anelli, monociclo, piatti 
cinesi, valigetta delle magie 

Relazione di Maggiolina

Uno ad uno è oggi il rapporto tra ragazzi e noi. 
Infatti  nel  gruppo  transito  sono  presenti  solamente  tre  ragazzi,  di  cui 
due li abbiamo già conosciuti lo scorso lunedì. 
Abbiamo soprannominato il gruppo transito Libeccio di questo periodo 
come  il  “Gruppo  degli  Angioletti”,  essendo  pochi  ,  tendenzialmente 
tranquilli e molto predisposti al nostro tipo di attività. 
Diamo inizio al laboratorio con una prima lezione di giocoleria base con 
le 3 palline e i ragazzi in cerchio con noi: c’è chi dice che non ce la farà 
mai, che è difficile,ma poi pian piano impara. L’importante è non arren‐
dersi e non solo nella giocoleria! questo vuole essere il nostro messag‐
gio! 
C, ragazzo italiano si appassiona alle palline e davvero comico è il suo 
volto  mentre  cerca  di  fare  i  tre  passaggi:  linguetta  fuori  dalle  labbra, 
grande concentrazione ed un sorriso enorme ogni volta che riesce a su‐
perare i 6 passaggi. 
Il  ragazzo  senegalese  si  dedica  al  Diabolo  e  non  lo  molla  per  circa  30 
minuti! 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

R. ragazzo croato cerca di capire quale attrezzo può riuscire ad impara‐
re ma poi ci chiede di poter far le magie, i ragazzi gli hanno raccontato 
dello scorso lunedì in cui abbiamo imparato un buon numero di trucchi 
di micromagia. 
C.  e  il  ragazzo  senegalese,  conoscendo  oramai  i  trucchi,  si  divertono  a 
farli a R. che rimane di stucco ma poi fa lo spaccone dicendo di aver ca‐
pito il trucco, pur non essendo vero… le risate scoppiano! 
Il tempo è volato e C. e R. quando ci vedono ritirare il materiale esordi‐
scono in un “Ma come sono già  le 5! Non ce ne siamo accorti… quando 
tornate?” 
“A lunedì prossimo ragazzi!” 

22 Luglio 2008 – Gruppo maschile Levante


Data: 22‐7‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola, Smilzo 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 7 
Attività svolta: giocoleria 
Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, rola‐bola 

Relazione di Smilzo

Ore 14.00, i ragazzi iniziano la loro ora e mezza d’aria. Noi stiamo con 
loro  e  portiamo  sempre  gli  attrezzi  di  giocoleria  ed  equilibrismo,  pos‐
sono scegliere che fare e noi non “imponiamo” nessuna attività partico‐
lare. Così qualcuno sceglie di stare fuori all’aria aperta a passeggiare o 
fumare e qualcuno nella grande palestra ombreggiata. Dopo pochi mi‐
nuti ci ritroviamo tutti fuori. Due ragazzi passeggiano, uno chiacchiera 
con l’agente i restanti chiacchierano con noi. Poco dopo accendiamo la 
musica. Maggiolina e Aureola stanno sedute per terra in cerchio con 5 
ragazzi:  chiacchierano,  giocano  con  la  magia.  Io  mi  ritrovo  seduto  con 
O.,  albanese  e  un’agente.  Si  chiacchiera  del  più  e  del  meno:  tatuaggi, 
caccia,  film  fino  a  raccontarci  le  barzellette.  Il  clima  è  davvero  buono, 
sarà anche la giornata solare e un bel venticello che allieta l’ora d’aria. 
Le  magie  e  le  musiche  proseguono.  Mi  ritrovo  con  un  ragazzo  maroc‐
chino  a  tirare  due  calci  al  pallone  prima  fuori,  poi  dentro  la  palestra, 
calcio dopo calcio, si scambia pure qualche battuta scherzosa. 
Felici di sapere che Mad., rumeno, sia tornato in Romania, sinceramente 
speriamo tutti che la sua situazione si assesti definitivamente. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Il  tempo  a  disposizione  è  terminato,  così  assieme  ai  ragazzi  torniamo 


indietro attraverso la palestra, gli ultimi saluti, ultime battute. 

22 Luglio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 22‐7‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo 
Ore 15.30 – 17.00 
Ragazze presenti: 14 (Rom rumene e slave) 
Attività svolta: giocoleria 
Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, bandiere, 
magie 

Relazione di Smilzo

Eccoci nella sala funzionale, sembra più spaziosa, ma di poco solo per‐
ché hanno spostato il tavolo da ping pong. Appena entrati ecco arrivare 
le ragazze, alcune sono abbastanza cariche di energia, altre, come al so‐
lito,  si  siedono  vicino  alla  finestra  in  fase  di  depressione.  Dopo  aver 
piazzato la musica, si discute un po’ sulle foto consegnate la volta scor‐
sa, dato che a qualcuna di loro non erano piaciute. Così, dopo aver mes‐
so in chiaro tutto, cominciamo. Molte ballano a ritmo di musica da sole 
o mentre giocano con i kiwido o bandiere, qualcuna chiacchiera con me 
e Maggiolina e qualcuna si concentra sulla magia tanto da uscire dalla 
sala  più  volte  per  sperimentare  i  giochi  imparati,  “sfruttando”  le  due 
agenti come pubblico. Risultato? Parecchie risate.  
L’ora di attività scivola via tra balli, passing con gli anelli e risate. Spe‐
riamo di risentire la stessa carica martedì prossimo. 

262  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

28 Luglio 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 28‐7‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Smilzo 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 9 
Attività svolta: giocoleria varia + micromagia  
Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, valigetta 
magia,  

Relazione di Maggiolina

In seguito agli screzi ed alle tensioni della settimana passata nel gruppo 
Grecale alcuni ragazzi sono stati spostati in altri gruppi, da ciò ne è de‐
rivato un clima immediatamente più disteso e sereno che vede il grup‐
petto dei ragazzi marocchini meno “forte “ e dominante rispetto a pri‐
ma sul gruppo dei ragazzi Rom e rumeni. 
M.  ragazzo  che  la  scorsa  settimana  era  stato  preso  di mira  e  quasi ag‐
gredito, oggi sembra un’altra persona: è sereno, gioca e pratica la gioco‐
leria, parla, sorride… sembra essere uscito da quello stato di chiusura e 
paura che lo hanno contraddistinto sin dal suo ingresso, ammette però 
lui stesso che piange molto. 
I ragazzi si cimentano in vari esercizi di giocoleria ma il caldo ad ogni 
minimo movimento ci fa sudare e stancare… ma non importa, si conti‐
nua e in questo modo energie positive e negative trovano sfogo. 
Vincente  l’idea  di  portare  le  racchette  da  Ping  Pong  e  di  utilizzarle  in 
modo creativo e comico, infatti i ragazzi non sanno giocarci e quindi ne 
sono scaturite una serie di partite clown in cui i ragazzi si sono sfidati a 
suon di risate. 
Sul finire dell’attività i ragazzi sono davvero stanchi ed accaldati ed al‐
lora  ci  ritroviamo  in  cerchio  a  raccontarci  di  noi,  Smilzo  racconta  che 
andrà  a  registrare  una  trasmissione  in  Rai  (La  botola  –  Rai  1)  ed  i  ra‐
gazzi  si  emozionano  e  promettono  di  volerlo  vedere!  Poi  ci  chiedono 
dove  andremo  in  ferie…  e  sono  dispiaciuti  che  non  faremo  attività  in‐
sieme  per  3  settimane..  ma  essendo  tutti  con  pene  da  scontare  relati‐
vamente lunghe, ci ritroveremo a settembre. 
Parlo  molto  con  uno  dei  ragazzi  marocchini,  ha  abitato  per  6  anni  nel 
mio quartiere, San Salvario, mi racconta tutto quello che combinava e di 
come quando è stato arrestato il suo stato psicofisico era alterato dalle 
pasticche e dall’alcool, per cui non si è reso conto di nulla: i primi giorni 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

in cella in totale isolamento, la prima udienza dinanzi al giudice era in 
totale  stato di  confusione  a causa  della droga  assunta  nelle  ore  prece‐
denti. Faccio fatica ad immaginarmelo in questo stato di annullamento 
cerebrale,  lo  osservo  ora, divertito  come  un  bambino  dinanzi  a  piccoli 
giochi di magia, con il desiderio di impararne sempre di nuovi, mi dice: 
”Io da grande potrò fare il mago?”… 

29 Luglio 2008 – Gruppo maschile Levante


Data: 29‐7‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola 
Ore 14.00 – 15.30 
Ragazzi presenti: 7 
Attività svolta: giocoleria, magia, musica, carte 
Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, rola‐bola 

Relazione di Aureola

E’ l’ultimo incontro prima della pausa estiva di agosto. I ragazzi si sie‐
dono sulla panca, Maggiolina ed io per terra. Oggi è la vota di Yu. di es‐
sere protagonista: ci insegna un sacco di giochi di carte e ci divertiamo 
a giocare. Noi insegniamo loro invece il gioco della Scopa e Briscola. 
Fa parecchio caldo e fare attività fuori non è proprio possibile.  
Alcuni ragazzi rimangono in palestra a sfogarsi con il pallone. 
L’atmosfera è serena, rilassata e i ragazzi sono molto tranquilli. Alcuni 
di loro pare andranno in comunità, altri li ritroveremo tra 3 settimane 
quando riprenderemo l’attività. 
Li avvisiamo di guardare la TV, prossimamente, perché Smilzo registra 
oggi la trasmissione “La botola”. 

264  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

29 Luglio 2008 – Gruppo femminile Maestrale


Data: 29‐7‐08 
Operatori CircoStanza: Maggiolina, Aureola 
Ore 15.30 – 17 
Ragazze presenti: 10 (Rom rumene e slave) 
Attività svolta: trucco, danza, foto, anelli, kiwido 
Strumenti portati: Palline, anelli, kiwido, devilstick, diablo, bandiere, 
magie 

Relazione di Aureola

Da  parecchio  tempo  non  andavo  più  dalle  ragazze,  quindi  con  piacere 
mi appresto con Maggiolina a fare attività con loro. 
Sono  10,  mi  accolgono  con  simpatia,  si  presentano  quasi  tutte.  La  più 
cordiale  è  la  “mamma”.  Fa  effetto  vedere  in  carcere  una  mamma  con 
una bambina. La bambina è meravigliosa, in mezzo a tutto quel vociare, 
alla musica, alla mamma che ora la prende e ora la mette nella carrozzi‐
na, la bimba è sempre sorridente e tranquilla. 
Mettiamo  la  musica,  sistemiamo  gli  attrezzi.  Una  prende  i  kiwido, 
un’altra le palline, tre si siedono vicino alla musica. Quando tiro fuori la 
macchina  fotografica  si  illuminano,  tutte  vogliono  una  foto.  Ma  spie‐
ghiamo loro che faremo una foto ma solo in attività. Noto che ci tengono 
molto ad apparire “belle” e chissà perché si aspettano che la macchina 
fotografica le “abbellisca”. Quindi quando nel display vedono la loro fo‐
to difficilmente si piacciono. Vogliono fare un reportage e sono poco in‐
teressate a fare attività circense. Comunque scatto diverse foto, ma non 
sono mai sazie…  La mamma è molto tranquilla, si fa fare diverse foto, 
anche  con  la  bambina,  ma  una  non  va  bene  perché  è  di  profilo,  l’altra 
non  va  bene  perché  le  si  vedono  le  orecchie  che,  per  qualche  motivo, 
non le piacciono… Ma finalmente riusciamo a fare un paio di foto che le 
piacciono.  Un’altra ragazza fa i capricci e mette il muso perché non le 
faccio l’ennesima foto. 
Maggiolina  sistema  i  trucchi  e  anche  in  questo  caso  si  illuminano… 
Tranne un paio i loro che accettano di avere disegnata una farfalla sul 
viso, le altre vogliono tatuaggi sulla mano. La mamma mi chiede di farle 
il tatuaggio arabo sulla mano. Persino la più restia, la più “musona” vuo‐
le farsi tatuare. Così, tra un trucco, una foto e un po’ di passing con gli 
anelli termina l’attività. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

25 Agosto 2008 – Gruppo maschile Libeccio


Data: 25‐08‐08 
Luogo dove si è svolta l’attività: IPM  Ferrante Aporti – Sala socialità 
Orario di inizio: 15.50 
Ora di fine attività: 17.10 
N° utenti: 6 (2 Rom Romania – 1 Senegal – 3 Marocco) 
Età dei ragazzi: dai 13 ai 18 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto 
Attività svolta: Giocoleria, musica 
Strumenti portati: Palline, devilsticks, diablo, anelli, biciclo, cappelli, 
parrucche 

Relazione di Aureola

Anche per questa attività gli agenti non erano stati avvisati che avrem‐
mo ripreso, così anche qui aspettiamo circa 20 minuti che arrivino i ra‐
gazzi. 
Brutta sorpresa! Oggi, è rientrato per la terza volta Me. Incredibilmente 
cresciuto  in  altezza,  magro  come  un  palo,  barba  lunga.  Ci  saluta  con  il 
solito affetto e immediatamente mi dice: “zia, io non ho fatto niente, mi 
hanno incastrato, uno che era davanti a me ha buttato la droga mentre 
scappava e hanno preso me, io lavoravo, stavo bene…” Lo guardo poco 
convinta e lui insiste. Si interessa come sempre alla musica, la monopo‐
lizza  e  cerca  canzoni  arabe.  Ci  sono  due  nuovi  ingressi,  uno  è  entrato 
un’ora fa: si tratta di due ragazzi rom rumeni: Mi. e Da. Il primo comin‐
cia subito a provare gli attrezzi. Non ha una atteggiamento granché so‐
cievole,  ma si  impegna a  provare  il devil  e  ad  uno ad  uno  prova  tutto. 
L’altro,  il  più  piccolo,  mi  dice  di  avere  13  anni,  rimane  seduto  tutto  il 
tempo e non si interessa a nulla. Succede spesso con chi è appena entra‐
to. Me. mi dice che sta male, ha una malattia e ha bisogno di essere cu‐
rato.  Un  po’  balla,  un  po’  lancia  provocazioni  al  ragazzo  rumeno  più 
grande, un po’ prende le palline, un po’ vuol fare foto anche lui. L’altro 
ragazzo marocchino, Yu. si appassiona ai devilstick, è socievole e simpa‐
tico. Vuole  che  gli  faccia alcune  foto  (anche  lui  con  il  cappello  da  poli‐
ziotto) e si assicura che gliele porterò. Inizio a fare alcune foto solo ai 
loro occhi e catturo i loro sguardi, sono soddisfatti e mi chiedono di ve‐
dere come sono venute. Il ragazzo senegalese sembra molto tranquillo, 
non si lascia coinvolgere, però dopo qualche minuto prova il diabolo e 
anche lui il biciclo. Me. legge la poesia di Bruno Tognolini sulla diversità 
che abbiamo appeso al muro che ha una foto di due mani che tengono le 

266  
Relazioni Circostanza, anno 2008 

clave e si ricorda quando l’abbiamo fatta, e decidiamo di farne un’altra, 
così tutte le mani si uniscono in una foto e ancora una volta almeno per 
una foto, creiamo un simbolo di unione. 
Tu non sei come me: tu sei diverso
Ma non sentirti perso
Anch'io sono diverso, siamo in due
Se metto le mie mani con le tue
Certe cose so fare io, ed altre tu
E messi insieme sappiamo far di più
Tu non sei come me: son fortunato
Davvero ti son grato
Perché non siamo uguali:
Vuol dire che tutt'e due siamo speciali
(Bruno Tognolini)

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

25 Agosto 2008 – Gruppo maschile Grecale


Data: 25 agosto 2008 
Orario di arrivo: 14.00 
Inizio attività: 14.20 
Fine attività: 15.35 
N° utenti: 7 
2 rom Romania – 1 Equador – 1 Italia – 3 Marocco  
Età dei ragazzi: 16 – 17 
Operatori CircoStanza: Aureola, Geppetto 
Attività programmata: attrezzi (Rolabola, devilstick, diablo, contact, 
ciclo, palline) 
Attività svolta: giocoleria varia + musica 
Strumenti portati: Rolabola, devilstick, diablo, contact, ciclo, palline, 
parrucche, cappelli 

Relazione di Aureola

Oggi  siamo  solo  in  due,  Geppetto  ed  io.  Ci  avvisano  che  il  numero  dei 
ragazzi è diminuito, 14 ragazzi e 12 ragazze. 
Saliamo al secondo piano, in sala socialità e gli agenti ci dicono che non 
sapevano che avremmo ripreso oggi le attività. Comunque si consulta‐
no,  l’agente  del  piano  chiama  il  piano  superiore  dove  stanno  i  ragazzi 
del Grecale, sentiamo provenire da sopra le voci dei ragazzi e un televi‐
sore acceso. 
L’agente torna e ci dice che i ragazzi stanno arrivando. 
Sono passati 20 minuti. 
Arrivano e sono 7: Al. (Rom rumeno) felice di rivederci, Mi. (Rom croa‐
to),  sorridente,  An.  (Equador)  che  ci  bacia  con  affetto  e  poi  J.,  M.  e  Ar. 
del Marocco. 
Inizia il rituale della musica, i ragazzi accettano di alternare musica del 
Marocco e musica rumena. Al. mi dice subito che il fatto che noi abbia‐
mo la musica gli piace tantissimo. 
Abbiamo  portato  parrucche  e  cappelli  e  i  ragazzi  iniziano  a  provarli, 
tutti si vogliono fare una foto con il cappello da “poliziotto”! Mi sembra 
interessante che tra tanti cappelli abbiano scelto proprio quello. Si met‐
tono in posa seri, uno addirittura fa il saluto militare. 
Il primo a provare il cappello è Mirko che mi chiede di fargli rivedere la 
foto fatta, almeno 6 volte durante l’attività. 

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Relazioni Circostanza, anno 2008 

Al. riprende a giocolare con le palline e ci fa vedere quanto è diventato 
bravo, dev’essersi allenato con la frutta, perché fa diverse evoluzioni e 
passaggi che denotano allenamento. 
Geppetto gli fa vedere come si usa una pallina da contact e lui in un mi‐
nuto esegue i movimenti, poco dopo proverà il pedalò e quindi gli anel‐
li: ogni attrezzo che prende in mano è in grado di maneggiarlo con una 
grande abilità. 
Dietro le grate ci sono due agenti che osservano i ragazzi. Mi avvicino a 
loro  e  faccio notare  loro  la  bravura  di  Al.,  concordano con  me  e  sorri‐
dendo aggiungono che è stato bravo anche manualmente ad aprire un 
bel po’ di appartamenti non suoi… 
Chiedo agli agenti se dopo la nostra attività i ragazzi sono più tranquilli 
e mi dicono di sì, che si rilassano a fare attività con noi. 
Si  parla  dei  ragazzi  e  delle  difficoltà  che  si  trovano  ad  affrontare  loro 
come agenti con i ragazzi e mi dicono che le difficoltà maggiori le hanno 
con i ragazzi dell’area del Magreb, sia perché di solito sono i più nume‐
rosi  e  fanno  gruppo,  sia  perché  sono  quelli  che  si  lamentano  di  più  o 
piantano più grane. 
Tutti i ragazzi provano il nuovo attrezzo il “pedalò”, si tratta di due pe‐
dali  piatti  che  vanno  avanti  come  su  una  bicicletta,  non  è  facile  rima‐
nervi in equilibrio, perché per non cadere occorre dosarne la velocità e 
nello stesso tempo restare dritti. E’ un buon esercizio di equilibrio. 
Mi. che le volte scorse era stato in un angolo e non aveva partecipato, 
rimanendo  seduto  a  piagnucolare  tutto  il  tempo,  questa  volta  è  stato 
molto  attivo  e  presente  e  ha  provato  tutti  gli  attrezzi  con 
l’insegnamento di Geppetto. 
Dei due ragazzi nuovi solo M. ha partecipato con molto interesse, pro‐
vando sia il pedalò, sia il diabolo. L’altro, Ar., ha preferito giocare a cal‐
cetto con J., ma l’ultimo quarto d’ora sono arrivati tutti e due, prima di 
tutto hanno voluto la foto di rito con il cappello da poliziotto e poi han‐
no iniziato a giocare con gli attrezzi. 
An. ha giocolato, ha provato il pedalò e poi, su mia richiesta, ci ha scritto 
una lettera. L’ha scritta in spagnolo e la traduco qui a seguito. 
Anche  Al.  ci  ha  scritto  una  lettera,  ha  preferito  scriverla  in  italiano,  e, 
anche se con molti errori, è facilmente comprensibile. 
J. mi ha detto che non sa scrivere, ma ha voluto donarci un disegno. 
Al. ha voluto fare lui le foto, anche in questo devo dire che è molto bra‐
vo, sa cercare le giuste inquadrature e la giusta luce. 

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Allego qui di seguito le lettere e il disegno. 
L’atmosfera è stata sempre molto rilassata e allegra. 

Traduzione lettera di An.

Ciao,
spero che stiano molto bene tutti quelli che fanno questa attività
e vi sono grato con tutto il cuore per tutti i grandi momenti che ho
passato con tutti voi. Il lavoro che fate è molto importante non solo
per me, credo che diversi sono contenti di passare con voi momenti
speciali. Spero, quando uscirò di potervi incontrare però fuori da
questo posto. Non dimentico mai le persone che mi aiutano e voi
siete come la mia seconda famiglia. Io spero un giorno di aiutare le
persone come voi lo fate, continuate così.
Vi auguro di tutto cuore molta felicità da parte di un ragazzo che
vi ringrazia perché nei momenti di difficoltà lo avete aiutato mol-
to.

Grazie
Firma 
 

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Attività Settembre‐Dicembre 2008 

Attività Settembre‐Dicembre 2008 

A settembre 2008 abbiamo iniziato il terzo anno di attività all’IPM Fer‐
rante  Aporti.  Sono  cambiate  alcune  cose  nell’organizzazione 
dell’Istituto, ma per quanto riguarda i ragazzi notiamo che le presenze 
straniere  sono  sempre  rilevanti,  anche  se  in  questi  ultimi  mesi  alcuni 
ragazzi italiani sono entrati e rimasti parecchi mesi. 
Sarà che ci sentiamo più sicuri del gradimento della nostra attività, 
sarà che il “passavoce” in carcere funziona, ma non abbiamo avuto più 
alcuna difficoltà a interagire con i ragazzi e a creare con alcuni di loro 
un  rapporto  di  fiducia  reciproca  e  sul  quale  abbiamo  potuto  costruire 
anche un percorso pedagogico e artistico. 
Difficoltà  maggiori  abbiamo  trovato  negli  ultimi  mesi  invece  con  le 
ragazze che rimangono in struttura per parecchi mesi e, ultimamente, le 
ragazze rom presenti hanno dimostrato parecchia chiusura verso le at‐
tività  in  genere  e  –  tranne  che  per  la  musica  –  risulta  difficile  creare 
un’interazione  proficua  dal  punto  di  vista  educativo  e  artistico.  Natu‐
ralmente anche in questo caso ci sono state eccezioni e con un paio di 
ragazze si è riuscito ad ottenere risultati artistici e di relazione discreti. 
Lo spettacolo eseguito dai ragazzi (e da una ragazza) durante la fe‐
sta di Natale del 18 dicembre ha avuto risultati molto buoni. 
Inseriamo qui di seguito la relazione della festa di Natale e conclu‐
diamo  con  la  nostra  relazione  intermedia  (settembre‐dicembre  2008) 
del progetto Circostanza. 

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18 Dicembre 2008 – Festa di Natale


Ora di arrivo: 14.00 
Ora di inizio attività: 16.00 
Ora di fine attività: 21.00 
Operatori: clown Maggiolina), clown  Smilzo, clown Geppetto, clown 
Aureola 
Ospiti tirocinanti: clown Farfuglia 
Volontari Clown: Clown Furia, clown Frucci, clown Pestifera 
N° ragazzi: Tutti i ragazzi e le ragazze ristretti (40) 
Luogo: Teatro  
Strumenti circensi: palline, cerchi, diablo, devilsticks, rola bola, kiwido,  
Attrezzature: casse  e lettore mp3, tappetini per l'acrobatica, telone 
rosso 
Attività svolta: messa in scena dello spettacolo. 
Risultato educativo: i ragazzi sono stati tutti tranquilli, in silenzio, 
attenti allo spettacolo anche quando non erano in scena loro e sono 
usciti poco per fumare. Grande soddisfazione da parte dei ragazzi per la 
riuscita dello spettacolo. 
Risultato artistico: buona esecuzione dei numeri sia dal punto di vista 
artistico che dal punto di vista tecnico. 

Relazione di Smilzo

Arriviamo al Ferrante puntuali alle 14, oggi siamo più del solito, ci sono 
anche i volontari clown Furia, Frucci e Pestifera. Entriamo tutti insieme 
col materiale da utilizzare per lo spettacolo con i ragazzi.  
Ci sistemiamo nel teatro, ci vestiamo, trucchiamo e prepariamo i mate‐
riali da giocoleria per i numeri dei ragazzi. Siamo pronti, aspettiamo il 
loro arrivo.  
Verso le 16 ecco arrivare prima le ragazze, poi i tre gruppi dei ragazzi 
che si sistemano nella fila di sedie affianco alle ragazze. Il tutto ha ini‐
zio:  Pasquale  –  dell’ente  di  formazione  ForCoop  –  presenta  la  scaletta 
del pomeriggio e la direttrice apre l’evento augurando a tutti buone fe‐
ste e ringraziando tutti gli operatori e gli agenti per aver reso possibili 
tutte le attività all'interno del penitenziario. 
Al  calare  delle  luci  si  accende  il  proiettore  ed  ecco  il  video  del  primo 
“TG Ferrante” realizzato dai ragazzi del gruppo Grecale. Così vediamo i 
ragazzi ristretti impegnati seriamente e con convinzione in un'altra at‐
tività:  alle  prese  con  telecamere,  riprese,  interviste,  collegamenti,  un 
vero e proprio TG! 

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Attività Settembre‐Dicembre 2008 

Poi è la volta dell'AICS e di alcuni ragazzi del gruppo Levante che hanno 
scritto delle poesie e che le hanno messe in scena. La profondità dei te‐
sti, l'impegno e il loro modo di metterle in scena, ci hanno commosso. 
Vediamo un altro video, quello della premiazione di S., una ragazza rom 
ormai  uscita  dal  penitenziario  e  degli  operatori  che  l’hanno  accompa‐
gnata  in  Campidoglio  a  Roma,  per  ritirare  il  “Premio  Internazionale 
Sciacca” per le opere artistiche prodotte da minori ristretti. La statuetta 
vincitrice  del  premio  raffigura  la  Rom‐maternità.  Si  prosegue  con  la 
consegna dell'attestato di superamento dell'esame di Arte bianca per A., 
rumeno ed E. italo/turco. 
Ed  ora  tocca  a  noi.  Una  volta  sistemato  il  telone  da  circo  e  il  tavolo, 
Geppetto inizia a presentare il “TG Clown Ferrante”, con tanto di televi‐
sore alle spalle, composto da una cornice con dentro Pestifera, Furia e 
Frucci.  Mentre  Geppetto  racconta  di  questa  strana  epidemia  che  sta 
sconvolgendo il mondo, Smilzo, Maggiolina e Aureola ci affianchiamo ai 
ragazzi  che  dovranno  esibirsi.  Maggiolina  scopre  che  M.,  marocchino, 
non vuole più esibirsi e io scopro che M., rumeno, non è intenzionato a 
esibirsi  per  il  collegamento  dalla  Romania  perché  si  vergogna  parec‐
chio. 
Il TG edizione speciale parla di una strana epidemia che pare diffonder‐
si  in  varie  località  del  mondo,  l’epidemia  di  “circhite”  ovvero  pare  che 
alcuni ragazzi all’improvviso inizino a praticare arti circensi senza fer‐
marsi, presi dal virus imparano sempre più tecniche e la cosa più pre‐
occupante è che il virus si sta diffondendo a macchia d’olio. 
Lo  spettacolo  inizia  col  primo  collegamento  da  Casablanca:  Y.  sale  sul 
palco accompagnato da Maggiolina, un po' imbarazzato inizia la sua e‐
sibizione col devilstick, poi nel momento di assolo improvvisa una dan‐
za magrebina e inizia a saltellare e ballare a ritmo di musica marocchi‐
na e – tra gli applausi ‐ scende dal palco. I collegamenti proseguono in‐
tervallati  da  notizie  strampalate  di  Farfuglia  che  vengono  mimate  dai 
tre  clown  dietro  il  televisore.  Ed  ecco  il  collegamento  dalla  Sardegna: 
Smilzo si ritrova al fondo del teatro, dalla parte del pubblico a spiegare 
in diretta televisiva il contagio di questa malattia rarissima, la “circhite”, 
pare che il primo focolaio sia nato proprio in Sardegna tra nuraghi e pe‐
core. Smilzo accompagna un “contagiato” di origine sarda, M., sul palco. 
M. lungo il tragitto è agitato, chiede a Smilzo cosa deve fare sembra an‐
dare in panico, ma, una volta sul palco lui e i kiwido danzano a tempo di 
musica  e  catturano  attenzione  e  grandi  applausi  del  pubblico.  Ottima 
anche l’esibizione tecnica. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

La  redazione  guidata  da  Geppetto  apre  il  collegamento  per  la  Tunisia, 
dove  pare  vi  siano  dei  contagiati  ma  Maggiolina,  l’inviata  speciale  in 
Tunisia  rimanda  indietro  il  collegamento  dato  che  il  contagiato  non 
vuole salire sul palco, così la linea ritorna a Smilzo ormai arrivato nella 
fredda  Romania.  In  Romania  avrebbero  dovuto  esserci  due  contagiati, 
ma uno viene preso da panico e così sale sul palco solo A. il quale im‐
provvisa  imitando  una  belva  feroce  e  sale  sul  palco  per  presentare  fi‐
nalmente il numero tanto provato in questi ultimi mesi. Si tratta di un 
numero con notevoli difficoltà tecniche, è un gran bel numero davvero 
di buon livello ed eseguito con maestria, ottima la presenza scenica di 
A. e la sua disinvoltura: scherza e sembra davvero a suo agio.  
Si ritorna in Italia, precisamente a Catania ed ecco Aureola con E. e A. 
contagiati anch’essi dalla “circhite” che salgono sul palco e si esibiscono 
cantando una famosa canzone di Francesco Benigno: “Dimenticare” che 
coinvolge anche i ragazzi seduti in platea che cantano tutti.  
È poi la volta di E. che si esibisce con alcuni difficili passi di breakdance 
al suono di Funfky Regetton dei 50th Cents. 
Geppetto annuncia che un po' tutto il Ferrante‐Aporti è stato contagiato 
così ecco salire sul palco sei ragazzi che eseguono la piramide finale che 
chiude il nostro telegiornale, ma attenzione manca ancora un servizio e 
sale sul palco D., una ragazza rom‐rumena che si esibisce con Geppetto 
in un simpatico numero di “lancio degli anelli” ad occhi chiusi.  
Il nostro TG Clown Ferrante termina con la consegna da parte di Aureo‐
la  di alcuni attestati di partecipazione con  rendimento buono e ottimo 
durante la nostra attività degli ultimi quattro mesi. 
Il  numero  di  chiusura  dello  Spettacolo  Natale  Ferrante  è  affidato  alla 
coppia di circensi “I Nani Rossi” che presentano il loro show di acroba‐
tica e giocoleria coinvolgendo sul finale un agente e il dj come porteur 
delle colonne a due di acrobatica. 
La festa prosegue con musica e danze. Alcuni dei ragazzi si scatenano a 
ballare con volontarie e operatrici mentre altri invece salgono sul palco 
a giocolare con Geppetto e Smilzo.  
La  serata  si  conclude  con  la  cena  nella  palestra  adibita  a  ristorante  e 
con la consegna dei regali di Natale ai ragazzi e alle ragazze. 

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Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008 

Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008 

Associazione: VIP ITALIA & VIP APS 
Periodo di intervento: da fine agosto 2008 a dicembre 2008 
Area di intervento circostanza : Carcere minorile IPM Ferrante Aporti ‐ 
Torino 
Ente Partner: IPM Ferrante Aporti – Via Berruti e Ferrero, 3 ‐ Torino 
N° Operatori qualificati: 1 educatore, 1 consulente artistico, 1 operatore 
circense, 1 supervisore‐coordinatore 
N° Volontari: 1 tirocinante 
Responsabile e supervisore del progetto Circostanza‐Carcere: Maria 
Luisa Mirabella 

Breve descrizione dell’attività svolta:


L’attività che si è svolta con i ragazzi e le ragazze del carcere è stata an‐
che  in  questi  quettro  mesi  soggetta  al  “momento”  e  all’umore  degli  u‐
tenti. Abbiamo svolto insegnamento di attrezzi circensi, con prevalenza 
palline, devilstick, rolabola e di acrobatica. Con alcuni ragazzi si è anche 
svolta  un’attività  clownesca  e  canora  nonché  di  danza  (break  dance  o 
danza acrobatica). 
L’attività svolta in questi quattro mesi ha visto l’applicazione diretta 
di quanto imparato durante lo spettacolo di Natale, al quale hanno par‐
tecipato buona parte dei ragazzi con grande soddisfazione e con buon 
risultato anche tecnico‐artistico. 
Con  le  ragazze  l’attività  è  stata  meno  fluida  e  meno  partecipativa, 
soprattutto con alcune di esse che si sono rifiutate di prendere parte a 
qualsiasi  attività  proposta,  tranne  ascoltare  musica  e  (qualche  volta) 
ballare. 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Con alcuni ragazzi si sono raggiunti ottimi livelli sia di partecipazio‐
ne,  sia  di apprendimento tecnico in particolare di: anelli, palline, devil‐
stick, kiwido. 
 
N° ragazzi/e che hanno partecipato all’attività (in totale): 40, per la 
maggioranza marocchini e rom, 6 italiani. 
Età: tra i 15 e i18 anni 
N° incontri effettuati in totale: 68 (dall’ultima settimana di Agosto a 
Dicembre) 

Programma didattico-artistico svolto:


‐ insegnamento arti circensi/giocoleria: palline, anelli, diablo, 
devilstick, kiwido, rola‐bola, pedalò; 
‐ insegnamento acrobatica base; 
‐ canto e danza; 
‐ preparazione spettacolo di Natale. 

Attrezzi/materiale che è stato utilizzato:


‐ devilstick, palline, anelli, kiwido, bandiere, piatti cinesi, rola‐
bola, pedalò, uniciclo; 
‐ cassa musica; 
‐ musiche delle nazioni dei ragazzi (Marocco, Croazia, Albania, 
Italia, Romania, America Latina, Rap); 
‐ gioco Memory (insieme di carte con coppie di figure uguali). 

Obiettivi educativi e risultati che sono stati raggiunti:


‐ attenzione e coinvolgimento dei ragazzi; 
‐ educazione; 
‐ rispetto degli operatori; 
‐ stimolazione di un protagonismo “sano”; 
‐ un ragazzo pare voglia proseguire l’attività con noi come misu‐
ra alternativa (art.21). 

Obiettivi artistici e risultati ottenuti:


‐ 2 ragazzi hanno imparato ad usare attrezzi circensi con risulta‐
to ottimo; 
‐ 10 ragazzi hanno imparato a usare almeno un attrezzo circense 
con buoni risultati; 

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Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008 

‐ 10 ragazzi sono stati in grado di stare in scena davanti ad un 
pubblico ed esibirsi con ottimi risultati. 

Difficoltà incontrate:
Difficoltà di coinvolgimento con alcune delle ragazze che si sono rifiuta‐
te di partecipare a qualunque attività proposta, tranne ascoltare musica 
e a volte danzare. 
Con i ragazzi del gruppo Levante fare attività nell’ora d’aria ha pena‐
lizzato  con  alcuni  il  rapporto  e  inoltre  il  luogo  (in  cui  pure  giocano  a 
pallone)  non  ha  facilitato  l’attività.  Nell’ultimo  incontro  Geppetto  ha 
preso in faccia una pallonata e si sono rotti i suoi occhiali. 
Gli incontri “Stop&Go” di informazione e coordinamento con gli ope‐
ratori della struttura non sono stati utili o perché mancava l’educatore 
a conoscenza della situazione o perché si è riscontrata disorganizzazio‐
ne. 

Obiettivi per i prossimi mesi:


‐ trovare il modo di coinvolgere maggiormente le ragazze con at‐
tività che le spingano a partecipare; 
‐ dare ai ragazzi che più si sono applicati con ottimi risultati, la 
possibilità di continuare il percorso; 
‐ preparare un numero circense “finito” con i ragazzi più volen‐
terosi e più attivi; 
‐ introdurre maggiormente la parte clown almeno con alcuni dei 
ragazzi; 
‐ migliorare l’interazione con gli operatori del Ferrante. 

  277
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Piccola galleria fotografica 

278  
Piccola galleria fotografica 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

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Piccola galleria fotografica 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

282  
Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

La  bibliografia  è  tratta  dal  sito  internet www.forumsolidarieta.it, dove 


viene  presentata  come  segue:  «realizzata  in  occasione  della  pubblica‐
zione  del  volume  "Percorsi  tra  carcere  e  territorio"  realizzata  a  cura 
dell'associazione A.li (Associazione Accoglienza per le Libertà) in colla‐
borazione con Forum Solidarietà. 

Libri e riviste
AA.VV., Rapporto degli ispettori europei sullo stato delle carceri in
Italia, Sellerio Editore, Palermo, 1995. 
AA.VV., In carcere ma liberi!, Grafite, 1997. 
AA.VV., Scrittori dal carcere. Antologie PEN di testimonianze edite
e inedite, Feltrinelli, Milano, 1997. 
ALBINATI Edoardo, Maggio selvaggio, Mondadori, Milano, 1999. 
AMATO Nicolò, Diritto, delitto, carcere, Giuffré, 1998. 
Associazione ANTIGONE, a cura di Anastasia S. e Gonnella P., Il carcere
trasparente, Castelvecchi, 2001. 
Associazione ANTIGONE, a cura di Faccioli F., Valeria G., Sarzotti C., 
L'Aids nel carcere e nella società: le strategie comunicative per la
prevenzione, Carrocci, Roma, 2001. 
Associazione ANTIGONE, a cura di Anastasia S. e Palma M., La bilancia
e la misura, Franco Angeli, Milano, 2001. 
Associazione ANTIGONE, a cura di Anastasia S. e Gonnella P., Rapporto
sulle carceri italiane, Carrocci, Roma, 2002. 

  283
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

ATZEI Paola (a cura di), Giustizia senza vendetta, la scommessa


della mediazione, Conferenza Nazionale del Volontariato, 2000 
BENNETT Ronan, La seconda prigione. "Uscire dal carcere non è che
l'inizio. Evadere dal proprio passato, questa è la vera sfida", 
Gambaretti, 1994. 
BERNAT DE CELIS Jacqueline, HULSMAN Louk, Pene perdute. Il
sistema penale messo in discussione, Edizioni Colibrì, Paderno 
Dugnano (Mi), 2001. 
BERZANO Luigi, Aree di devianza. Dallo sfruttamento
all'esclusione: i nuovi rischi del vagabondaggio, del carcere, del
non lavoro, del disagio mentale, Il Segnalibro, 1992. 
BIONDI Gianni, Lo sviluppo del bambino in carcere, Franco Angeli, 
Milano 1994. 
BOMPRESSI Ovidio, GRACCI Athe, Fili blu. Lettere dal carcere, Il 
Grappolo, Salerno, 1998. 
BOSCO Teresio, Mele marce? Droga, alcool, carcere, aids, stranieri, 
Elledici, 1993. 
CACCAVALE Ernesto, TARADASH Marco, Le voci di "Dentro". Lettere
dalle carceri italiane, Di Salvo, 1998. 
CADONI Margherita, Diversa. I cinquant'anni di carcere di
Margherita Cadoni, GET, 1997. 
CALEMME M. Pia, Crimine e carcere. Luoghi e percorsi
nell'immaginario giovanile, Seam, 1996. 
CAVALLO Melita, Ragazzi di strada. Voci e testimonianze dal carcere
minorile, Paravia/Scriptorium, 1999; (a cura di), Punire perché.
L'esperienza punitiva in famiglia, a scuola, in istituto, in tribunale,
in carcere: profili giuridici e psicologici, Franco Angeli, Milano, 1993. 
CELLENATANI Olga, PIROMALLI Salvatore (a cura di), Tra carcere e
territorio. Il lavoro dell'assistente sociale nella giustizia, Franco 
Angeli, Milano, 1996. 
CHRISTIE Nils, Abolire le pene? Il paradosso del sistema penale,
Introduzione di Massimo Pavarini, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 
1985. 

284  
Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

CICCOTTI Raffaele, PITTAU Franco, Il lavoro in carcere. Aspetti


giuridici e operativi, Franco Angeli, Milano, 1987. 
COLBERT Giulia, Con gli occhi del cuore. Memorie sulle carceri,
appunti di viaggio e racconti, San Paolo edizioni, 1996. 
COLLENEA ISERNIA Gino, Carcere ViVo. 10 anni di esperienze, Club 
di Autori Indipendenti, 1999. 
CONOSCENTI Domenico, Qui nessuno dice niente. Un anno di scuola
tra i carcerati, Marietti, Genova. 
COPPOLA Celso, Volontariato e giustizia, Roma, Fondazione italiana 
per il volontariato, 1996. 
DAMOLI Elvio, LOVATI Antonio, Carcere e società. Oltre la pena, 
Piemme, 1994. 
DE CATALDO Giancarlo, Minima criminalia. Storie di carcerati e
carcerieri, Manifestolibri, Roma, 1992. 
DE LEO, PATRIZI, La spiegazione del crimine, Il Mulino, Bologna, 
1992. 
DELLA TORRE Gabriele, RUMI Mario (a cura di), L'eco del silenzio.
Piccole storie nate tra le mura di un carcere, EGA, Edizioni Gruppo 
Abele, Torino, 1997. 
FAVRETTO A. Rosa, SARZOTTI Claudio, Le carceri dell'Aids. Indagine
su tre realtà italiane, L'Harmattan Italia, 1999. 
FOUCAULT Michel, Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, 
Einaudi, Torino, 1976. 
FRISANCO Renato (a cura di), Indagine nazionale sulle
organizzazioni di volontariato nell'ambito della giustizia, 
Fondazione italiana per il volontariato, 2001 
GALLO Ermanno, Ruggiero Vincenzo, Il carcere immateriale. La
detenzione come fabbrica di handicap, Sonda, Torino, 1999. 
GARLAND David, Pena e società moderna. Uno studio di teoria
sociale, Il Saggiatore, Milano, 1999. 
GIANNONI Maria Teresa (a cura di), La scena rinchiusa. Quattro anni
di attività teatrale dentro il carcere di Volterra, Treccedizioni, 
Piombino, 1992. 

  285
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

GOFFMAN Erving, Asylums. Le istituzioni totali: i meccanismi


dell'esclusione e della violenza, Einaudi, Torino 1968. 
GONIN Daniel, Il corpo incarcerato, Torino, Edizioni Gruppo Abele, 
1994. 
GOZZINI Mario, Carcere perché, carcere come. Italia 1975-1987,
Cultura della Pace, 1988; La giustizia in galera?, Editori Riuniti, 
Roma, 1997. 
GREVI V. (a cura di), L'ordinamento penitenziario tra riforme ed
emergenza, Cedam, Padova, 1994. 
LODATO Saverio, Vademecum per l'aspirante detenuto, Garzanti, 
Milano, 1993. 
LOSTI A., Cosa ci faccio qui dentro. Itinerario nel carcere minorile
Ferrante Aporti, Omegna. 
MAGLIONA Bruno, SARZOTTI Claudio, La Prigione malata. Letture in
tema di Aids, carcere e salute, L'Harmattan Italia, 1996. 
MAGNINI GUIDO, Carcere e libertà, Battei, Parma, 1988. 
MARGARA A. Le modifiche della legge penitenziaria: una
scommessa per il carcere, una commessa contro il carcere, in 
Questione Giustizia, 2, 1986. 
MAROTTA Gemma, Donne, criminalità e carcere, Euroma, 1990. 
MARRA Francesco, Carceri. Da San Pietro all'Ucciardone, Laruffa, 
1993. 
MARTELLI ALESSANDRO (a cura di), Il lavoro oltre il carcere, Franco 
Angeli, Milano, 1996. 
MATHIENSEN Thomas, Perché il carcere?, Edizioni Gruppo Abele, 
Torino, 1996. 
MELOSSI Dario, PAVARINI Massimo, Carcere e fabbrica. Alle origini
del sistema penitenziario, Il Mulino, Bologna, 1977. 
MICHELUCCI Giovanni, Un fossile chiamato carcere, EDK, 1993. 
MILONE Massimo, Carcere e pena. Riconciliazione: l'utopia
possibile, La Città del Sole, 1997. 
MOSCONI Giuseppe, Dentro e oltre il carcere, CLEUP, 1993. 

286  
Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

MOSCONI Giuseppe (a cura di), Dentro il carcere, oltre la pena, 


CEDAM, Padova, 1998. 
OCCHIOGROSSO Franco (a cura di), Ragazzi della mafia. Storie di
criminalità e contesti minorili, voci dal carcere, le reazioni e i
sentimenti, i ruoli e le proposte, Franco Angeli, Milano, 1993. 
PANIZZA Francesco, Pensieri dal carcere, Italia Letteraria, 1988. 
PANIZZARI Giorgio, Libero per interposto ergastolo. Carcere
minorile, riformatorio, manicomio criminale, carcere speciale:
nelle gabbie della Repubblica, Kaos. 
PASSERELLI Della, SPINELLI Antonio (a cura di), Gli stranieri in
carcere, Dossier '94, Sinnos, Roma, 1994. 
PEPA Luciana, La nostra Bastiglia, Ediz. Gruppo Abele, Torino, 1999: 
Ventiquattr'ore d'aria: ricerca sulle attività di formazione e di
animazione nelle istituzioni carcerarie della regione Emilia
Romagna, Bologna, IRPA, 1987. 
Quaderni di ANTIGONE, Limiti alla costrizione: diritti umani e
privazione della libertà personale. Meccanismi di tutela e
prevenzione, 2000. 
Quaderni di ANTIGONE (a cura di Cogliano A.), Diritti in carcere: il
difensore civico nella tutela dei detenuti, 2002 
SALA Carolina, Pandajmos (galera). Esperienze ed emozioni di
un'educatrice in un carcere minorile, Nuovi Autori. 
SALIERNO Giulio, Fuori margine. Testimonianze di ladri, prostitute,
rapinatori, camorristi, Einaudi, Torino, 2001. 
SANTORO Emilio, Carcere e società liberale, Giappichelli, Milano, 
1997. 
SANTORO Emilio, ZOLO Danilo (a cura di), L'altro diritto.
Emarginazione, devianza, carcere, Carrocci, Roma, 1997. 
SERRA Carlo (a cura di), Istituzione e comunicazione. Segni e
simboli della rappresentazione sociale del carcere, Seam, Roma, 
1998. 
SERRA Carlo, Istituzione e violenza: esperienze di psicologi e
criminologi nelle carceri, Edizioni Psicologia, Roma, 1998. 

  287
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

SEVIERI Paolo, Duecentotrentuno giorni. Un diario dal carcere. Un


percorso di liberazione, Frontiera. 
VELLA Nanni, Il volontariato nelle carceri: la storia del Seac, Roma, 
Fondazione italiana per il volontariato, 2000. 
WILLIAMS, MC SHANE, Devianza e criminalità, Il Mulino, Bologna, 
2002 
ZAPPA Giancarlo, Carcere, ente locale, opinione pubblica, CLUEB. 

Siti internet
Associazioni, enti e istituzioni che si occupano delle problematiche pe‐
nitenziarie 
ACT 
Associazione di volontariato Carcere e Territorio di Brescia ha lo scopo 
di promuovere, sostenere e gestire attività di sensibilizzazione 
dell'opinione pubblica rispetto alle tematiche della giustizia penale e 
delle pene, della vita interna del carcere e del suo rapporto col 
territorio in conformità ai principi costituzionali ed alle leggi. 
Http://digilander.iol.it/carcere/index.htm 
Agesol 
Agenzia di solidarietà per il lavoro, fondata da varie realtà istituzionali 
e del terzo settore della Lombardia, promuove vari interventi sul tema 
del lavoro, offrendo un ponte tra i detenuti motivati ad iniziare un 
percorso professionale e le imprese e cooperative sociali interessate ad 
assumerli. 
http://www.agesol.it 
Antigone 
E' un'associazione "per i diritti e le garanzie nel sistema penale", a cui 
aderiscono magistrati, operatori penitenziari, studiosi, parlamentari, 
insegnanti e cittadini che a diverso titolo si interessano di giustizia 
penale. Attraverso articoli, libri ed iniziative, si pone l'obiettivo di 
sensibilizzare l'opinione pubblica rispetto alle tematiche della giustizia 
penale e delle pene, della vita interna del carcere e del suo rapporto col 
territorio, in conformità ai principi costituzionali ed alle leggi. 
http://www.associazioneantigone.it 
Associazione A Buon Diritto 
Nata nel 2001 allo scopo di promuovere presso l'opinione pubblica 

288  
Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

questioni di grande rilievo relative all'esercizio di diritti riconosciuti e 
delle libertà, al fine di perseguire effetti sul piano degli orientamenti 
collettivi e su quello della normativa. 
http://www.abuondiritto.it 

Associazione Culturale Papillon Rebibbia 


Nasce nel 2001 come sviluppo dell’Attività svolta da un gruppo di 
detenuti di Rebibbia. Il sito contiene notizie di cronaca, 
approfondimenti e documenta la produzione culturale sul carcere e dal 
carcere. 
http://www.papillonrebibbia.org 
AVoC Associazione Volontari del Carcere
Nel sito si trovano statuto e sintesi delle attività dell'Associazione, 
modulistica e rassegna stampa di interesse per quanti operano come 
volontari nell'ambito del carcere. 
http://www.smart.it/Marcello/AVoC.htm 

Carcere e società 
Il sito contiene informazioni, documenti e link 
http://www.carcereesocieta.it 
Centro di documentazione Due Palazzi 
Pagine di cultura ed informazione dalla Casa di Reclusione di Padova e 
dall'Istituto di Pena Femminile della Giudecca. All'interno del sito è 
proposta una documentazione molto ampia su temi sociali e culturali 
riguardanti la vita dei detenuti nelle carceri. 
http://www.ristretti.it 
CittadinoLex 
Sito ricco di articoli ed aggiornamenti curato da giuristi e magistrati. 
http://www.cittadinolex.kataweb.it 
Compagnia della Fortezza 
Dai primi anni '80, promuove un'esperienza di laboratorio teatrale con 
detenuti reclusi nel carcere di Volterra. 
http://www.compagniadellafortezza.org 
Conferenza Nazionale Volontariato e Giustizia 
La Conferenza è nata con lo scopo di rappresentare enti, associazioni e 
gruppi impegnati quotidianamente in esperienze di volontariato 
nell'ambito della giustizia in generale e più compiutamente nell'ambito 
degli Istituti Penitenziari, per affrontare ogni tematica che abbia a 

  289
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

vedere con la realtà della reclusione e dell'esclusione sociale. 
http://volontariatogiustizia.it 
Cooperativa Granserraglio 
Promuove varie attività ed interventi in favore di detenuti, a livello 
sociale e culturale. Offre a detenuti che frequentano corsi di formazione 
professionale all'interno del carcere, una struttura lavorativa esterna. 
http://www.granserraglio.it 
Fuoriluogo 
Sito dell'Associazione Fuoriluogo, propone materiali di attualità ed 
approfondimenti culturali sui temi del carcere, della giustizia, delle 
droghe, delle dipendenze. 
http://fuoriluogo.it 
Gruppo Abele 
Realizzato a supporto dell'attività del gruppo, finalizzata a informare e 
promuovere interventi rispetto a specifiche problematiche di 
tossicodipendemza, aids e lotta alla mafia. 
http://www.gruppoabele.it 
http://www.gruppoabele.org/Index.aspx?idmenu=931 
 
Il Due 
Net magazine di San Vittore, creato e gestito in collaborazione con i 
detenuti di questa realtà penitenziaria. Propone approfondimenti 
rispetto al mondo del carcere, alla normativa, all'attualità degli eventi e 
spazi di confronto culturale, ospitando le voci di quanti vivono o hanno 
vissuto in carcere. 
http://www.ildue.it 
Il Granello di Senape 
Associazione veneziana e padovana di volontariato penitenziario; ha 
l'obiettivo di facilitare, con varie iniziative sociali e culturali, il 
reinserimento di ex detenuti. 
http://www.provincia.venezia.it/senape 
International Centre for Prison Studies (ICPS) 
Le pagine dell'ICPS (King's College, Londra) ospitano fra l'altro 
numerosi link a siti di tutto il mondo relativi ad organizzazioni, 
istituzionali e volontarie, operanti nel campo penale, nonché a guide, 
statistiche e altre informazioni sulla giustizia penale. 
http://www.klc.ac.uk/depsta/rel/icps/home.html 

290  
Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

L'Altro Diritto 
Centro di documentazione sul carcere, devianza e marginalità, svolge 
attività di riflessione teorica e di ricerca sociologica sui temi 
dell'emarginazione sociale, della devianza, delle istituzioni penali, del 
carcere. Propone una specifica sezione di consulenza sulle 
problematiche legali relative alla detenzione. 
http://dex.tsd.unifi.it/l'altrodiritto 
Ministero della Giustizia 
Sito istituzionale, con un settore specificamente dedicato al pianeta 
carcere ed alle misure alternative alla detenzione con statistiche, 
indirizzari, raccolta normativa etc. 
http://www.giustizia.it 
Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa 
Il sito propone materiali, documenti, studi, ricerche e pubblicazioni sui 
temi della malattia mentale, del crimine e della psichiatria 
penitenziaria.  
http://www.opgaversa.it 
Papillon Associazione Culturale 
Realizzato da detenuti all'interno del Carcere di Rebibbia, propone 
documenti e riflessioni sulla condizione di vita dei detenuti reclusi nelle 
carceri italiane; promuove un'azione di informazione e anche di 
sensibilizzazione sui temi della giustizia, del carcere, della pena. 
http://www.papillonrebibbia.org 
Punto informazione Lavoro Detenuti
Il sostegno degli operatori PILD consiste nell'indirizzare i detenuti 
all'interno del mercato del lavoro e della formazione professionale, per 
prepararli ad affrontare il mondo del lavoro attraverso percorsi 
graduali come tirocini formativi o inserimenti socio‐terapeutici. 
http://www.cgil.it/firenze/Pild 
Ristretti Orizzonti
Pagine di cultura e informazione della casa di reclusione Due Palazzi di 
Padova e dell’Istituto di Pena femminile di Giudecca. 
http://www.ristretti.it 
Sesta Opera San Fedele
Associazione per l'assistenza morale e materiale alle persone detenute. 
Centro d'ascolto per i familiari di detenuti o ex detenuti. Centro di 
informazione per volontari carcerari. Centro studi problemi del carcere. 
http://www.gesuiti.it/sestaopera/home.htm 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Trasgressione
Gruppo costituito all'interno del penitenziario di San Vittore tra 
studenti universitari della facoltà di psicologia, consulenti psicologi 
operanti all'interno del carcere e detenuti. Promuove un progetto di 
riflessione e confronto culturale sui temi della trasgressione, della sfida, 
del male, della creatività. 
http://www.trasgressione.net 

Riferimenti normativi
I principali provvedimenti legislativi riguardanti l'organizzazione delle 
carceri e la condizione dei detenuti. 
Legge 26 luglio 1975, n. 354: Norme sull'ordinamento penitenziario e 
sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertà. 
Legge 24 novembre 1981, n. 689: Modifiche al sistema penale 
Legge 10 ottobre 1986, n. 663: Modifiche alla legge sull'ordinamento 
penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della 
libertà. 
Legge n. 217/1990: Patrocinio a spese dello Stato nei giudizi penali. 
Legge 27 marzo 1998, n. 165: Modifiche all'art. 656 del codice di 
procedura penale ed alla legge 26 luglio 1975 n. 354, e successive 
modificazioni. 
Legge 12 luglio 1999, n. 231: Disposizioni in materia di esecuzione 
della pena, di misure di sicurezza e misure cautelari nei confronti dei 
soggetti affetti da Aids conclamata o da grave deficienza immunitaria o 
da altra malattia particolarmente grave. 
Legge 22 giugno 2000, n. 193: Norme per favorire l'attività lavorativa 
dei detenuti. 
Decreto Presidente della Repubblica 30 giugno 2000, n. 230: 
Regolamento dell'ordinamento penitenziario. 
Legge 8 marzo 2001, n. 40: Misure alternative alla detenzione a tutela 
del rapporto tra detenute e figli minori. 
Decreto 25 febbraio 2002, n. 87: Regolamento recante sgravi fiscali 
alle imprese che assumono lavoratori detenuti. 

292  
Bibliografia, sitografia e altri riferimenti 

Legge 19 dicembre 2002, n. 277: Modifiche alla legge 26 luglio 1975, 


n. 354, in materia di liberazione anticipata. 
Legge 23 dicembre 2002, n. 279: Modifica degli articoli 4‐bis e 41 bis 
della legge 26 luglio 1975, n. 354, in materia di trattamento 
penitenziario. 
 

  293
Indice dei contenuti 

Indice dei contenuti 

Introduzione del Dirigente Dr. Pappalardo..............................................III
L’argomento, gli autori, i contenuti, lo scopo ........................................... V
Glossario ..................................................................................................................IX
Il carcere minorile e le strutture collegate .................................................1
Il carcere e le altre strutture di recupero per i minori ....................1
L’Istituto penale per i minorenni "Ferrante Aporti" ..............................5
Storia dell’IPM "Ferrante Aporti"..............................................................6
Cronologia de "La Generala"........................................................................6
Il metodo preventivo di Don Bosco..........................................................7
Organizzazione dell’IPM Ferrante Aporti ...................................................9
I gruppi del Ferrante.......................................................................................9
Cambiamenti all’IPM Ferrante Aporti  nel 2009 .............................10
Chi lavora all’IPM Ferrante Aporti.........................................................12
Chi lavora all’IPM Ferrante Aporti.........................................................12
Le attività rivolte ai ragazzi ristretti.....................................................12
Intervista a Rocco Tralli (comandante) ....................................................15
Intervista a Giovanni Lapi (educatore) .....................................................23
Intervista a Pasquale Ippolito (ForCoop).................................................39
Il circo sociale.......................................................................................................43
Storia del circo e della giocoleria ...........................................................43
La Pedagogia del circo.................................................................................46
La giocoleria.....................................................................................................49
L’acrobatica a terra.......................................................................................53

  295
VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

Il clown...............................................................................................................56
Il mimo ...............................................................................................................58
ViviamoInPositivo e VIP Italia ONLUS.......................................................63
ViviamoInPositivo.........................................................................................63
Valori e principi guida di VIP ViviamoInPositivo............................64
La Federazione VIP Italia ONLUS ...........................................................65
Dal Clown sociale al Circo sociale: CircoStanza ...............................66
Il progetto CircoStanza.....................................................................................69
Obiettivi generali del progetto “CircoStanza”...................................69
Metodologia di intervento di CircoStanza..........................................70
Alcuni strumenti usati in CircoStanza..................................................71
Anno 2005 ‐ I primi passi di CircoStanza ...........................................72
2007‐2008 – Ampliamento di CircoStanza in Italia.......................72
CircoStanza incontra il Ferrante Aporti....................................................73
Obiettivi specifici del progetto CircoStanza‐IPM ............................73
L’equipe CircoStanza “Carcere minorile” a Torino.........................73
La formazione degli operatori CircoStanza‐Ferrante ...................74
Protocollo d’intesa tra Vip Italia e CGM Torino ...............................75
Le riunioni Stop & go ...................................................................................78
I rapporti interpersonali tra noi e il Ferrante...................................78
CircoStanza IPM  Ferrante Aporti e le risorse impiegate ............80
2006 ‐ CircoStanza entra all’IPM Ferrante Aporti di Torino......83
2008, al Ferrante anche con i volontari...............................................84
Verifica fine anno 2007 ....................................................................................87
Relazione di supervisione 2007‐2008.......................................................89
Le relazioni degli operatori, anno 2006....................................................99
Premessa ...........................................................................................................99
Ottobre 2006 – CircoStanza al Ferrante Aporti ............................ 100
Relazioni Circostanza, anno 2007 ............................................................ 111
Relazioni anno 2008 ................................................................................. 195
Attività Settembre‐Dicembre 2008 ......................................................... 271
Relazione intermedia Agosto‐Dicembre 2008.................................... 275

296  
Indice dei contenuti 

Piccola galleria fotografica........................................................................... 278
Bibliografia, sitografia e altri riferimenti .............................................. 283
Libri e riviste ................................................................................................ 283
Siti internet ................................................................................................... 288
Riferimenti normativi............................................................................... 292 
 

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VIP ViviamoInPositivo ‐ Circostanza all'IPM Ferrante Aporti 2006‐2008 

 
 
 
Federazione VIP Italia ONLUS  

Associazione di Promozione Sociale ViviamoInPositivo 
 
Via Cristalliera, 25 – 10139 Torino 
Tel. 0117499917 
E‐mail: circostanza@clownterapia.it 
 
Siti ViviamoInPositivo:  
http://www.viviamoinpositivo.org 
http://www.circostanza.org 
http://www.circosociale.it 
http://www.clownterapia.it 
 
 
 
 
 
 

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