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Relativit speciale
Dalla nave di Galileo al treno di Einstein.
Con la scorta di 31 pillole di sopravvivenza e con laiuto di Pitagora, gli ardimentosi ignoranti intelligenti esplorano il misterioso mondo dellassurdo ma vero. Riusciranno i nostri eroi a capirci qualcosa? _______________________________________
01. 02. 03. 04. 05. 06. 07. 08. 09. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. 21. 22. 23. 24. 25. 26. 27. 28. 29. 30. 31. Albert Einstein La battaglia navale La battaglia spaziale La domanda di Galileo Galileo era un uomo di saldi Princpi ... Il sistema di riferimento inerziale La nave di Galileo Sistema di riferimento assoluto o relativo Sistema di riferimento assoluto Newton Quello che abbiamo imparato Le onde elettromagnetiche Le equazioni di Maxwell Pitagora e Einstein Gli assiomi di Einstein Il treno di Einstein La banale osservazione di Einstein Pitagora e Einstein Le conclusioni di Einstein Lo spaziotempo di Einstein Lo spaziotempo non la somma di spazio+tempo ma... Lo spaziotempo di Minkowsky Com fatto lo spaziotempo di Minkowsy? Il principio di causalit Perch lo spaziotempo di Minkowsky non pu essere una circonferenza. Perch lo spaziotempo di Minkowsky deve essere uniperbole Le rette bisettrici A spasso nello spaziotempo Laltrove Rappresentazioni dello spaziotempo Il nostro universo
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Testi consultati:
1. B. Cox-J. Forshaw Perch E=mc2? Hoepli - 2013 2. V. Silvestrini Guida alla teoria della relativit Editori Riuniti 2011 3. S. Hawking La grande storia del tempo Rizzoli - 2005 4. P. Davies I misteri del tempo Mondadori - 1996
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Il comune buon senso ci guida nel vivere quotidiano e ci consente di comprendere quel che accade, come accade e perch accade nelle situazioni in cui le velocit sono molto distanti dalla velocit della luce. Le cose si complicano quando le velocit si avvicinano a questo limite invalicabile perch il buon senso ci suggerisce una risposta mentre la verit unaltra. Siamo entrati nel regno dellassurdo ma vero. Padova, 2013. Mario Cin
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lastronave
sposter
specialmente quando il capitano Kirk le deve suonare ai cattivi. Quindi per individuare nello spazio le posizioni dellastronave abbiamo bisogno di unaltra dimensione che chiameremo altezza. Nello spazio in cui noi viviamo la posizione di un punto, che pu essere unastronave, un pianeta, una stella, una galassia, individuata mediante tre numeri, uno per ciascun asse. Se vogliamo apparire istruiti dobbiamo sapere che questi tre numeri si chiamano coordinate. Nella battaglia navale o nel campo di calcio le coordinate sono due mentre nel caso del moto rettilineo del treno, di coordinata ce ne sar soltanto una. Adesso che abbiamo rotto il ghiaccio, e per sembrare ancora pi istruiti, diciamo che, a seconda del numero di coordinate usate, si pu parlare di: - Sistema di riferimento monodimensionale (lunghezza = retta) - Sistema di riferimento bidimensionale (lunghezza e larghezza = piano) - Sistema di riferimento tridimensionale (lunghezza, larghezza, altezza = spazio) Rimane inteso che appena ho un sistema di riferimento ci posso ficcare dentro un bel laboratorio di fisica (di meccanica, direbbe Galileo) dove eseguire tutti gli esperimenti e misure che mi passano per la testa. Dunque dire sistema di riferimento o laboratorio la stessa cosa. 3
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Dagli esempi fatti e dai diversi tipi di sistemi di riferimento che sono riportati qui accanto, si intuisce che conviene scegliere il sistema di riferimento a seconda quale sia loggetto di cui voglio descrivere il moto. Facciamo un paio di esempi. Per un giocatore di calcio sceglier i bordi del campo di calcio, per un aereo mi converr un sistema a tre dimensioni. Scelte banali, direi. Adesso poniamoci unaltra domanda e cio chiediamoci se sia conveniente scegliere sistemi di riferimento fissi o sistemi di riferimento mobili. Cosa voglio dire con questo? Dal momento che abito qui sulla Terra e svolgo i miei esperi-menti su questo accogliente pianeta, mi pare ovvio scegliere sistemi di riferimento che siano
Asse ascisse
fermi a Terra. Per se volessi descrivere i movimenti del mio pianeta attorno al Sole sarebbe altrettanto ovvio optare per un sistema di riferimento fermo rispetto al Sole da cui osservare queste traiettorie. In conclusione il sistema di riferimento sar fisso o mobile in funzione delloggetto da studiare. A questo punto possiamo porci unultima domanda, anzi la domanda se la pose Galileo (che fesso non era) qualche secolo fa. La domanda non complicata ma conviene leggerla lentamente: una volta che il moto di un oggetto sia stato descritto (matematicamente) rispetto a un certo sistema di riferimento, come descriveremo il moto dello stesso oggetto quando lo osserviamo da un altro sistema di riferimento, che si muova rispetto al primo? Ma cos importante questa domanda? Ebbene s e ne vedremo il perch. 4
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Con questi dati acquisiti la scienza si affacci alle soglie di 900. Alla fine dellOttocento la Fisica ha raggiunto certezze nella comprensione dei fenomeni naturali. Il quadro appariva quasi definitivo, come se tutto quello che vi era da scoprire fosse stato in qualche modo raggiunto dalluomo. Cosa restava da investigare? Certamente occorreva una miglior comprensione dei fenomeni a livello microscopico, certamente occorreva far luce definitiva su taluni aspetti ma secondo lautorevole fisico americano A. Michelson le leggi fondamentali e i fatti pi importanti della fisica sono stati tutti scoperti, e sono cos ben stabiliti che assolutamente remota la possibilit che vengano soppiantati a seguito di nuove scoperte.(1899). A conforto di questa tesi era sopraggiunta, per ultima, la teoria dellelettromagnetismo che forniva un inquadramento teorico rigoroso e sperimentato per tutti i fenomeni elettrici, magnetici e luminosi. Ma proprio in questa esauriente teoria si annidava il germe che avrebbe frantumato la fisica classica ed infranto il mito di Newton che aveva dominato il mondo scientifico per due secoli. Era arrivato il momento di una nuova fisica. Per comprendere Einstein dobbiamo quindi conoscere, oltre alle elementari nozioni di fisica classica che abbiamo visto in precedenza, anche le contraddizioni tra elettromagnetismo e fisica classica. 11
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delta. Nel simbolismo matematico indica la differenza tra due grandezze. Se ad esempio ho due istanti di tempo, t1 e t2, invece di scrivere la loro differenza come t2 - t1 potrei scrivere pi sbrigativamente t (si pronuncia delta t). Se avessi due posizioni indicate con x1 e x2 potrei indicare la loro differenza con x (si pronuncia delta x) e se avessi indicato le posizioni con s1 e s2 scriverei s (si pronuncia delta s). Fatta questa indispensabile premessa e prima di salire sul treno dobbiamo per conoscere le basi su cui Einstein poggi la sua straordinaria teoria. Queste basi si chiamano assiomi. Gli assiomi, o postulati, non si dimostrano. Euclide bas la sua geometria su cinque assiomi e costru un conseguente edificio logico matematico che resiste ancora da 2500 anni. Gli assiomi di Einstein sono due. Dagli assiomi derivano le deduzioni logiche teoriche. Le deduzioni logiche teoriche si confrontano con gli esperimenti. Se gli esperimenti confermano le deduzioni allora gli assiomi sono veri. E questo fu quello che accadde. Primo assioma: le equazioni di Maxwell sono vere, cio la luce viaggia sempre alla stessa velocit; Secondo assioma: Galileo ha ragione e non esiste un esperimento capace di identificare un moto assoluto. Vedremo poi le conseguenze. Intanto saliamo sul treno di Einstein. 15
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Niente paura, quello che vediamo in figura un comunissimo vagone di un treno. Supponiamo come al solito che il moto del treno sia sempre rettilineo e la velocit sempre uniforme e quindi il treno costituisce un sistema di riferimento inerziale. Immaginiamo una velocit prossima a quella della luce, ossia l80% di 300.000 km/sec ovvero 240.000 km/sec. A questo punto introduciamo i nostri osservatori. Uno il capotreno che, appunto, sta nel treno, anzi nel nostro vagone e quindi si muove a bordo di questo mentre laltro osservatore il capostazione che, impalato sul marciapiede della stazione, vede il treno, con a bordo il capotreno, sfrecciare davanti a se e alla stazione, a 240.000 km/sec. Ognuno dei due ha un orologio nel taschino e i due orologi sono perfettamente sincronizzati. Descriviamo il semplicissimo esperimento mentale di Einstein. Immaginiamo di accendere una lampadina sul pavimento del treno, nel punto A, proiettando un fascio di luce verso il soffitto nel punto B dove uno specchio riflette il raggio di luce e lo invia di nuovo nel punto A. La domanda semplice: cosa vedono il capotreno e il capostazione? 1. Risposta del capotreno: il capotreno che fermo rispetto al treno - per tutta la durata del viaggio vede il raggio partire verticalmente da A (scatta il tic del suo orologio), colpire lo specchietto B e quindi ritornare in A (scatta il tac del suo orologio). E si annoia pure a contare i tic-tac del suo orologio. 2. Risposta del capostazione: il capostazione che fermo rispetto alla stazione vede il treno in movimento e il raggio di luce che, oltre ad andare su e gi, si sposta insieme al treno; allinizio dellesperimento la posizione A di partenza uguale a quella che vede il capotreno (scatta il tic del suo orologio), ma poi il capostazione vede, a causa del movimento del treno, che B passa in B e la posizione A (di ritorno) in A (scatta il tac del suo orologio). Dunque il capostazione osserva che il raggio di luce compie una traiettoria obliqua e non semplicemente verticale come quella che vede il capotreno. Penso che anche lui si annoi a contare i tic-tac del suo orologio. In questi due punti di vista non ci vedo nulla di trascendentale ma soltanto lovviet. Ancora pi banale sar losservazione che faremo guardando i percorsi del raggio di luce che appaiono in figura: da questa osservazione comune (che tutti siamo capaci di fare) e dalla conseguenza ugualmente banale, che per solo un genio ebbe il coraggio di trarre, nacque la teoria della relativit.
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Prima di applicare Pitagora facciamo una osservazione visiva alquanto banale e confrontiamo il percorso che la luce compie (dal tic dellemissione in A al tac del ritorno sempre in A) dal punto di vista del capotreno e dal punto di vista del capostazione. Percorso della luce, andata+ritorno, che vede il capotreno: AB + BA Percorso della luce, andata+ritorno, che vede il capostazione: AB + BA
E evidente anche visivamente che il percorso della luce visto dal capotreno pi breve di quello visto dal capostazione. Chiamiamo Scapotreno il percorso visto dal capotreno ed Scapostazione quello visto dal capostazione. Abbiamo detto che Scapotreno minore di Scapostazione, in simbolismo matematico si scrive Scapotreno < Scapostazione Fin qui abbiamo elencato una serie di osservazioni corrette ma anche ovvie. Ed qui che sopraggiunge il giovane genio Einstein. Egli con limprontitudine della sua giovane et dichiara senza mezzi termini che la velocit della luce costante in tutti i sistemi di riferimento, che il suo valore nel vuoto sempre 300.000 km/sec, che non ci sono errori, che non c nessuna ipotesi alternativa, che non c niente di niente, che la verit sotto gli occhi di tutti, basta volerla vedere (vi ricordate il primo assioma?: le equazioni di Maxwell sono vere, cio la luce viaggia sempre alla stessa velocit). Lui vide la verit. Poich, come sanno anche i bambini, velocit = spazio/tempo, se lo spazio varia (Scapotreno < Scapostazione) per rimanere costante la velocit (= velocit luce) anche il tempo deve variare nella stesa misura: quindi Il tempo e lo spazio non sono valori assoluti (ciao Newton) ma sono valori relativi e dipendono dal sistema di riferimento (treno o stazione). 17
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B Applicando il teorema di Pitagora al triangolo ABB possiamo scrivere: (BB)2 = (AB)2 (AB)2 BB uguale a AB (lo si vede anche graficamente); il percorso della luce, in andata e ritorno, visto dal capotreno; il capotreno misura il tempo di percorrenza di andata (da A a B) e di ritorno (da B ad A) con il suo orologio e vede che pari, ad esempio, al tempo tcapotreno; poich la velocit della luce, indicata con la lettera c di celeritas, uguale a spazio diviso tempo, lo spazio percorso dalla luce in andata (da A a B) e in ritorno (da B ad A) uguale al prodotto della velocit c per il tempo misurato dal capotreno: AB+BA = 2AB= c tcapotreno e quindi AB = BB = c tcapotreno/2. ABA lo spazio da andata e ritorno, che vede il capostazione; il capostazione suo orologio e vede che pari al tempo noi interessa AB che la met di ABA obliquo, percorso dal raggio di luce, misura il tempo di percorrenza con il tcapostazione; il lato del triangolo che a e quindi AB = c tcapostazione/2.
ABA lo spazio percorso dal treno che viaggia a velocit v mentre, contemporaneamente, la luce percorre obliquamente lo spazio ABA. AB = ABA/2 = v tcapostazione/2. Sostituendo a (BB)2 = (AB)2 (AB)2 le espressioni trovate avremo:
2 2 2
c tcapotreno c tcapostazione v tcapostazione = 2 2 2 Con facili ma altrettanto noiosi passaggi che omettiamo, si arriva a scrivere: tcapostazione = tcapotreno v 1c
Questa formula la trasformazione di Lorentz, trovata indipendentemente anche da Einstein, e deve essere opportunamente commentata. Troveremo delle sorprese strabilianti. 18
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B Attraverso lesperimento mentale del vagone Einstein aveva dimostrato che lo spazio percorso dalla luce nel treno, visto dal capostazione (una spezzata), era maggiore dello spazio percorso nel treno visto dal capotreno (un segmento). Poich aveva postulato che la velocit della luce era costante deriva che lo spazio e il tempo variano in modo che il loro rapporto sia sempre costante e pari a c, velocit della luce = 300.000 km/sec. Applicando il teorema di Pitagora Einstein aveva replicato la trasformazione di Lorentz che ora commentiamo secondo varie ipotesi. tcapostazione = tcapotreno v 1c
a) velocit del treno v = 300 km/h; 300 km/h sono pari a 0,083 km/sec; (v/c)2=(0,083/300.000)2 = 0; quindi 1 0= 1; 1 = 1 tcapostazione = tcapotreno: i due orologi segnano lo stesso tempo ed la medesima conclusione di Galileo. b) la velocit del treno v = 240.000 km/sec; (v/c)2 = (240.000/300.000)2 = 0,64; 1 0,64 = 0,36; 0,36 = 0,6; tcapostazione = tcapotreno/0,6 da cui tcapotreno = 0,6 tcapostazione. Questa relazione stupefacente, lorologio del capotreno scorre pi lentamente dellorologio del capostazione; se mi imbarco a 10 anni per un viaggio spaziale alla velocit di 240.000 km/sec, che per il mio orologio dura 50 anni, trover il mio gemello rimasto sulla terra di una et di 50/0,6 = 83 anni ovvero pi vecchio di me di 23 anni ed io ho viaggiato nel futuro di mio fratello (e non nel mio...), e della terra, per 23 anni! Questo fenomeno si chiama rallentamento del tempo. Ovviamente per me astronauta il tempo ha continuato a trascorrere normalmente e non ho avvertito alcun rallentamento. c) la velocit del treno v = 300.000 km/sec; (v/c)2 = (300.000/300.000)2= 1; 1-1 =0; 0 = 0; tcapostazione = tcapotreno/0; tcapotreno = 0 tcapostazione = 0. Il tempo del capotreno nullo ossia il tempo si fermato. Ma questo non possibile ed il perch sar pi evidente in unaltra occasione. 19
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la radice quadrata abbiamo visto essere 0,6 e quindi Lcs = 0,6Lct; quindi se il capotreno misura unasta 100 cm, il capostazione la misurer 60 cm.
In altre parole, le misure dello spazio e del tempo prese separatamente non sono assolute, ma dipendono dal sistema di riferimento (osservatore) a cui si riferiscono. Nel sistema di riferimento, per, non si possono considerare spazio e tempo separati ma uniti nello spaziotempo. Linvariante nello spaziotempo non la distanza nello spazio e non la distanza tra due eventi temporali, come accade nel nostro universo delle basse velocit: invariante nello spazio tempo (universo alla alte velocit) la distanza spaziotemporale. Lo spaziotempo viene definito da quattro coordinate: le prime tre (x,y,z) sono le coordinate spaziali, come per lo spazio euclideo, mentre la quarta variabile identifica il tempo (t) o meglio un preciso momento temporale. Tutte e quattro le coordinate definiscono quello che si chiama evento, ovvero una situazione avvenuta in un preciso luogo ed in un preciso istante. Lideatore di questo oggetto matematico fu H. Minkowski, uno dei maestri di Einstein, che lo introdusse nel 1907. Nello spaziotempo ci sono regole precise con cui spazio e tempo si sommano ed proprio lintervallo spaziotemporale definito da queste regole a costituire il nuovo invariante (oltre alla velocit della luce). 21
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s2 = x2 + y2 + z2 = invariante.
Io che sono intelligente penso che se invece fossimo nello spaziotempo basterebbe aggiungere lintervallo di tempo (t) tra due eventi: evento 1: si svolge allistante t1 nel punto dello spazio di coordinate x1,y1,z1; evento 2: si svolge allistante t2 nel punto dello spazio di coordinate x2,y2,z2. Sarebbe naturale immaginare la distanza spaziotemporale tra i due eventi: s2 = t2 + x2 +y2 + z2 = invariante. Per qualcosa non va perch t un tempo mentre x, y, z sono lunghezze. Se voglio riportare tutto in lunghezze basta moltiplicare t per la velocit della luce ossia ct che indica lunghezza che la luce percorre nel vuoto nel tempo t. La relazione allora sarebbe: s2 = (ct)2+x2+y2+z2 = invariante che, in uno spazio rettilineo, diventa: s2 = (ct)2 + x2. Ma nello spaziotempo le cose non stanno proprio cosi. Noi seguiremo una scorciatoia che ci porter al risultato di Minkowsky. Inoltre, per facilitare il ragionamento supporremo che il movimento sia lungo una retta e quindi porremo y = 0 e z = 0. A questo punto torniamo sul treno di Eisntein. Se osserviamo attentamente noteremo che esiste una distanza nei due sistemi di riferimento, treno e stazione, che si mantiene costante ossia che un invariante. Questa distanza, verticale alla direzione del moto, : B
(AB)capotreno = (BB)capostazione = invariante
e come nel triangolo precedente la indicheremo con s. AB, genericamente, pu essere indicato con ct perch lo spazio percorso dalla luce nel tempo t mentre porremo AB uguale al percorso x. In sintesi: s2 = (ct)2 x2 e non, come era naturale immaginare, s2 = (ct)2 + x2. 22
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Pillola di Scienza - 24 Il principio di causalit Anche una banale osservazione della sequenza dei fatti di ogni giorno ci fa comprendere come sia organizzato il nostro mondo. Ogni qualvolta che pigiamo sullacceleratore la macchina accelera, ogni volta che ci sediamo la poltrona si piega, ogni volta che scaldiamo lacqua questa bolle, ... ci sono azioni e ci sono reazioni. Questa semplice successione di eventi ci fa concludere che ci sono fatti che determinano altri fatti. Ci sono fatti determinanti e fatti determinati, ci sono cause e ci sono effetti. Il nostro mondo organizzato cos. E se esaminassimo i tempi della successione degli eventi ci accorgeremmo che la causa precede sempre leffetto. Se la causa avviene nel tempo t1 e leffetto nel tempo t2 sar sempre t1<t2 ovvero il tempo della causa precede il tempo delleffetto. In altri termini esiste una freccia del tempo che dal presente volta al futuro e mai al passato. Tuttavia se esaminiamo le equazioni dellelettromagnetismo di Maxwell ci rendiamo conto che esse sono indipendenti dal tempo, non c' nessuna distinzione tra passato e futuro, per cui perfettamente ammissibile che le onde viaggino sia in avanti che indietro nel tempo. L'esperienza per ci dice che le onde viaggiano sempre in avanti e non arrivano mai prima di essere emesse, sembra che prediligano una determinata freccia del tempo nell'universo. Einstein sosteneva che le leggi dell'elettromagnetismo dovevano essere simmetriche rispetto al tempo e l'asimmetria delle onde che viaggiano in avanti del tempo deriverebbe essenzialmente da probabilit statistiche. I fenomeni fisici sono irreversibili. La goccia di caff si espande naturalmente nel latte e per il verificarsi (probabilistico) della sua separazione dal latte sarebbe necessario un tempo maggiore della vita stessa delluniverso! La storiella del caffelatte proprio uno degli infiniti tipici esempi dell'irreversibilit con la quale conviviamo giornalmente, e che d un "senso" al nostro universo. Causa, effetto e irreversibilit sono, infatti, le tre parole che meglio descrivono la caratteristica a senso unico della realt che ci circonda, dove tutto sembra essere orientato sempre in una direzione precisa, dove le cause precedono sempre gli effetti, e il tempo scorre sempre in un unico verso. E, guarda caso, in questuniverso dove vige il principio di causalit, esiste una velocit limite, insuperabile: la velocit della luce. La teoria della relativit di Einstein vive nel nostro mondo (alle velocit elevate) e si basa sulla vigenza del principio di causalit: la causa precede leffetto. 24
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Pillola di Scienza - 25 Perch lo spaziotempo di Minkowsky non pu essere una circonferenza. Proviamo a disegnare lo spaziotempo di Minkowsky come se fosse una circonferenza e vediamo se ci sbattiamo il naso; la circonferenza ha equazione: s2= (ct)2+x2 in cui ct indica la distanza temporale (c una costante), x la distanza spaziale, mentre s la distanza spaziotemporale che nelluniverso di tutti i giorni, quello delle basse velocit, non riusciamo a percepire anche se esiste. Immaginiamo due eventi che accadono nella nostra abitazione che diventa cos sistema di riferimento. Evento 1: mi alzo dal letto, che in figura individuo con la lettera O, alle ore 7; Evento 2: mi siedo al tavolo che dista dal letto X1 = 10m e finisco la colazione alle ore 8; lintervallo di tempo tra i due eventi 1h, la distanza temporale ct = c1h Se s invariante in tutti i sistemi di riferimento allora x e t possono assumere valori diversi in modo, per, che la loro somma sia sempre uguale a s e quindi, per ogni sistema di riferimento con velocit prossima a quella della luce, P potr assumere ogni posizione sulla circonferenza come ad esempio P e dovr essere: OP=OP e s = s. ct ct1
s
Ma senza perder tempo a misurare la distanza spaziale x e la distanza temporale t ci rendiamo immediatamente conto che in OP qualcosa non va. Infatti la distanza temporale O-ct ha un valore negativo (parte negativa dellasse x ct) e quindi se, ad es., t = -1h,10min, significa che mi son seduto a tavola 1h e 10min prima di essermi alzato dal letto! Leffetto ha preceduto la causa e nel nostro universo questo non pu accadere perch il nostro universo un universo causale.
O x x1
ct
Ecco perch luniverso di Minkowsky non pu essere una circonferenza e noi ci abbiamo sbattuto il naso. Minkowsky ha dimostrato che la sua rappresentazione matematica dello spaziotempo uniperbole equazione s2= (ct)2-x2 e liperbole, come vedremo, garantisce la causalit. Se fosse una circonferenza sarebbe sovvertito il principio causa-effetto e il nostro universo non potrebbe esistere e noi non saremmo qui, chi a scrivere (causa) e chi a leggere (effetto) ... 25
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Pillola di Scienza - 26 Perch lo spaziotempo di Minkowsky deve essere uniperbole Proviamo a disegnare lo spaziotempo di Minkowsky come se fosse una iperbole e vediamo se questa ipotesi riflette il mondo in cui viviamo. Guardiamo alla figura e immaginiamo che le curve siano, al momento, soltanto due, quella superiore, con t >0, e quella inferiore con t<0. Esamineremo dopo le curve a destra e a sinistra dellasse t. Liperbole ha equazione: s2= (ct)2 - x2 in cui ct indica le distanze temporali, x le distanze spaziali mentre s la distanza spaziotemporale che nelluniverso delle basse velocit, anche se esiste, non riusciamo a concepire. Immaginiamo gli eventi O con coordinate xo e ct0 e A con coordinate XA e ctA; il punto A situato nelliperbole superiore e tutti i punti sulliperbole superiore soddisfano lequazione s2= (ct)2-x2. Notiamo che la curva tende alle linee tratteggiate, inclinate di 45 rispetto agli assi x e t delle quali parleremo in seguito. Un osservatore posto su un sistema di riferimento che viaggia ad una velocit prossima a quella della luce vedr levento A occupare sempre le posizioni della curva superiore, ovvero levento A non potr andare nella curva inferiore perch tra le due curve non c continuit. Quindi la causa (O) preceder sempre leffetto (A) e non sar possibile, come nella circonferenza, che il punto A (effetto) preceda O (causa): liperbole non attraversa mai il passato come la circonferenza e il principio di causalit salvo. Esaminiamo adesso le quattro curve e le rette tratteggiate inclinate di 45. Una curva giace sempre nel futuro di O (asse ct>0), una sempre nel passato (asse ct<0) e le altre due stanno a destra e sinistra. x Nella curva di destra abbiamo segnato levento B (con ctB che appartiene al passato di O). Sembrerebbe di essere ricaduti nel caso della circonferenza con leffetto che precede la causa!
ct ctA s xA xB
ctB
Ma in verit c una scappatoia da questa contraddizione e la troveremo pi avanti chiedendoci quale dovrebbe essere la velocit nel punto B. Ma a questo punto arrivato il momento di riprendere lequazione delliperbole s2=(ct)2-x2 e di esaminarla attentamente, daremo cos anche un significato a quelle linee tratteggiate inclinate di 45 rispetto agli assi x e ct. 26
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Pillola di Scienza - 27 Le rette bisettrici Esaminiamo lequazione s2=(ct)2-x2. Il termine s2, a sinistra del segno =, si chiama 1 membro, il termine (ct)2-x2, a destra del segno =, si chiama 2 membro. Quali valori potr assumere s2? Ci sono soltanto tre possibilit: a) s2=0 b) s2>0 (il segno > significa maggiore) c) s2<0 (il segno <significa minore) Studieremo i tre casi verificando cosa accade al secondo membro (ct)2-x2. Se s2 = 0 anche (ct)2-x2 =0 e quindi ct
s2=0
ct=x;
questa
abbiate
fede,
equazione di una retta passante per lorigine O degli assi e bisettrice (45) ad essi. Infatti ad ogni valore di x corrisponde uno stesso valore di ct, x ovvero le due coordinate sono sempre uguali e perci le rette tratteggiate sono bisettrici. Da ct = x si ricava: c = x/t = velocit della luce Lungo le bisettrici la distanza spaziale (x) uguale alla distanza temporale (t). Le rette a 45 indicano gli eventi spaziotemporali che hanno pari distanza nel tempo e nello spazio (ct = x) e rappresentano la velocit della luce; ci significa che i due eventi possono essere causa luno dellaltro in quanto uninformazione partita dal primo evento, viaggiando alla velocit della luce, raggiunge il secondo evento nellistante in cui questo si verifica. Le rette bisettrici ct = x si chiamano distanze tipo luce (lightlike). Le due bisettrici dividono lo spazio piano in quattro zone: superiore, inferiore, sinistra e destra; queste zone, se fossimo in una rappresentazione a tre dimensioni, ci apparirebbero come coni. Disegnare in un piano i tre assi spaziali (x,y,z) e lasse del tempo t impossibile. Allora si limita la rappresentazione spaziale a quella piana (assi x e y) sostituendo al posto dellaltezza z lasse del tempo. Si ottiene cosi limmagine di un cono e questi coni, che riprodurremo pi avanti, sono detti coni di luce o coni di Minkowsky. La raffigurazione matematica dello spaziotempo dunque un cono, anzi i coni sono quattro (porzioni di spaziotempo comprese tra le bisettrici) ed i confini sono indicati dalle superfici di contatto dove i segnali viaggiano alla velocit della luce. 27
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Pillola di Scienza - 28 Il nostro universo Nellequazione s2= (ct)2-x2 abbiamo studiato lipotesi a) s2=0 (da cui ct=x: caso delle rette bisettrici); ora verifichiamo cosa accade nelle eventualit b) s2>0. Anche il 2 membro dellequazione sar >0 e quindi: (ct)2-x2>0 ovvero ct>x. In quale zona dello spazio di Minkowsky saremo? Ridisegniamo lo spaziotempo di Minkowsky eliminando, per maggiore chiarezza del disegno, la rappresentazione delle iperboli. Affinch sia ct>x dobbiamo trovarci a sinistra della bisettrice; ct2 infatti si osserva che in questa ct = c(t2 - t1) zona, la distanza temporale ct sempre maggiore della distanza spaziale x. ct1 x = x2 - x1 Questa banale osservazione conferma che stiamo trattando lipotesi b) s2>0 ovvero 2 2 (ct) >x e quindi ct>x da cui facile ricavare che x1 x2 x c>x/t. Poich il rapporto spazio/tempo x/t indica la velocit v possiamo scrivere c>v e concludere che nella zona t
s =0
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interessata la velocit v sar sempre inferiore alla velocit c e quindi siamo nel nostro universo dove tutte le velocit reali sono inferiori a quella della luce. Facciamo un esempio visivo sugli eventi spaziotemporali (non in scala). t1(E1) x1(E1)
200.000km 1s 300.000km
t2(E2) Gli eventi hanno la distanza temporale di 1s. La luce in 1s percorre 300.000km. x2(E2)
100.000km
La luce parte da x1 al tempo t1(evento E1), raggiunger il luogo fisico x2 (in x1(E1) x2(E2) x2(?) cui dovr ancora accadere E2) in un tempo t2 minore del tempo t2 in cui si realizzer E2 e quindi potr influenzare il suo verificarsi. E come se la luce facesse da postino, parte da E1 (x1, t1), arriva nel posto giusto in x2 ma in anticipo (t2< t2), deposita il messaggio, il messaggio letto dopo al tempo t2 e levento E2 si materializza. I due eventi sono in relazione causale (E1 = causa; E2 = effetto). 28
t1(E1)
t2(?)
t2(E2)
mario cina
Pillola di Scienza - 29 Laltrove Nellequazione s2= (ct)2-x2 abbiamo studiato lipotesi a) s2=0 e lipotesi b) s2>0 che abbiamo trovato confacente al nostro universo dove ci sono velocit inferiori a quella della luce e dove vige il principio causa-effetto. Esaminiamo lultima ipotesi che prevede il caso c) s2<0. Anche il 2 membro dellequazione sar <0 e quindi: (ct)2-x2<0 ovvero ct<x. In quale zona dello spazio di Minkowsky saremo? Riprendiamo il grafico di prima. Affinch sia ct<x dobbiamo trovarci a destra della bisettrice; s =0 ct2 infatti si osserva che in questa zona, la distanza temporale ct ct ct sempre minore della distanza spaziale x. Questa banale osservazione ct1 x x conferma che stiamo trattando la congettura c) s2<0 ovvero (ct)2<x2 e quindi ct<x da cui facile ricavare che c<x/t. Poich il rapporto spazio/tempo x1 x2 x1 x2 x x/t indica la velocit v possiamo scrivere c<v e quindi concludere che nella zona interessata la velocit v sar sempre superiore alla velocit c e quindi non siamo nel nostro universo dove tutte le velocit reali sono inferiori a quella della luce, siamo in un non meglio identificato altrove" dove sfrecciano misteriose particelle, i tachioni, dotate di v maggiore di c. Facciamo un esempio visivo (che non in scala).
s > 0
2 2
ct
s < 0
2
t1(E1) x1(E1)
1s 300.000km
t2(E2) x2(E2)
Gli eventi hanno la distanza temporale di 1s. La luce in 1s percorre 300.000km. Gli eventi hanno una distanza spaziale di 400.000km.
300.000km
100.000km
t1(E1) x1(E1)
t2(E2) x2(?)
E1), dopo 1s raggiunger il luogo fisico x2, dove levento E2 non ci sar e quindi non gli potr fornire alcuna informazione. E come se la luce facesse da postino, parte da E1 (x1, t1), arriva al tempo giusto t2 ma nel posto sbagliato x2, dove non ci pu essere E2 e non gli pu dire quello che deve fare; E2 si realizzer sempre al tempo t2 ma in un altro posto pi lontano (x2). I due eventi non sono essere in relazione causale, non siamo in questo universo. 29
mario cina
+ct
E1:evento iniziale con x=0 e ct=0; potrebbe essere il giorno della mia nascita o di quando mi sono sposato o altro ancora; E2: x/ct=3/3=1; ricavo x=ct, divido i due membri per t: x/t=c; ma x/t=velocit e quindi v=c: viaggio alla velocit della luce;
-x
+x
E3: x/ct=6/4=1,5; v=1,5c; nella zona la velocit supera quella della luce; non il nostro universo; E4: x/ct=2/6=0,33; v=0,33c; nella
-ct
Minkowsky forn una descrizione matematica allo spaziotempo einsteniano. Torniamo per un attimo a Pitagora. Quando noi scriviamo, ad esempio, che la dimensione di un segmento nel piano s2=x2+y2 possiamo parlare di qualunque cosa, della distanza tra due citt, della lunghezza di una strada e cos via. A nessuno di noi verrebbe in mente di associare lespressione di Pitagora allimmagine di una strada o del paesaggio tra le due citt. Allo stesso modo nessuno di noi pu collegare la formula della distanza nello spaziotempo (s2=ct2-x2-y2-z2) con il vero aspetto dello spaziotempo. Ci siamo messi il cuore in pace e quindi proponiamo alcune immagini matematiche dello spaziotempo.
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mario cina
Pillola di Scienza - 31 A spasso nello spaziotempo Abbiamo detto che gli effetti della relativit ristretta (la relativit generale parla della forza di gravit), ovvero la percezione dello spaziotempo, si colgono alle alte velocit, dopo i 30.000km/sec ovvero 1/10 della velocit della luce. Ma noi viaggiamo nello spaziotempo a qualunque velocit, anche stando fermi solo che non ce ne accorgiamo.
ct ct=x (bisettrice)
Se io sto fermo (x=0), seduto nella poltrona di un treno, che viaggia a 100km/h per due ore (2h=7.200sec), mi muover nello spaziotempo per una distanza: ct = 300.000km/sec x 7.200 sec = 2.160.000.000km. In tal caso, infatti, linvariante spaziotemporale che :
x
2 2 2
s =(ct) -x , poich x=0, sar s2=(ct)2 ovvero s=ct. Se sono invece osservato dal sistema di riferimento stazione in due ore mi sono mosso di 200km e quindi il diagramma spaziotempo sar:
ct ct=x (bisettrice)
Il diagramma non in scala ma il movimento nello spaziotempo sar sempre contenuto, nel piano del disegno, entro lo spazio delimitato tra asse verticale ct e bisettrice (cono di luce del futuro). Nel primo diagramma io ero fermo nella dimensione
spazio e tutto il mio movimento nello spaziotempo si esauriva nella dimensione tempo. In questo secondo diagramma la mia velocit del movimento nella dimensione tempo rallenta perch una frazione del mio moto totale impiegata per compiere il mio movimento nella dimensione spazio. Ricordo che deve essere invariante la distanza spaziotempo nel sistema di riferimento treno e nel sistema di riferimento stazione. Se indico con t il tempo misurato con lorologio del capotreno e con T il tempo misurato con lorologio del capo stazione avr: treno: s2=(ct)2 stazione: s2=(cT)2-x2, e siccome lo spazio percorso dal treno la sua velocit per il tempo, scriver x = vT e quindi stazione: s2=(cT)2-(vT)2 dovr essere verificata luguaglianza (ct)2 = (cT)2-(vT)2
Il tempo T del capostazione sar pi lungo del tempo t misurato dal capotreno e luguaglianza sar rispettata. 31