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Blaise Paseal LE PROVINCIALI cura di Paolo Sri Euitori Laterza ~ Bari 1963 PREFAZIONE, usa etic Gian Caters Big Bar Va Dane, $1 1 Le Provinciales sono, m8 note, un*opera di ooeasione, logala a precise cantingenze soriche e dietta a um preciso, Auplice fine protico: Ia difess delVortodoesia di Port-Royal Ta denuncia degli errori © delle insidie dalla eosiddetta * morale gesuitie ‘Ma non per questo hanno perduto, eol passar det scot bboona parte del loo interes, tanto da non viver pid (com's stato detto di recente) se non «de la réputation, et comme de L'élairage indirect », delle Penstes, Né serbano soltanto tun indubbio interose storieo, —di documento di primaria importanza di quelle lotte tra giansenisti @ gesuti che (come ben vide i Croes) tanta parte ebbero nella formazione Aelia mentee dell’animo modceni, —e un altissimo interes Tetterario, unanimemente rconosciute, ogg come in passtto, do tutti gli stadiosi ei lettori di gusto, Possiedono anche un lore e signfieato ideale, che trastende le enoostanze oven Sonali e le vielsitudini e nocessita polemiche eui 8 legate a loro genes, al quale non sempre si & reso piena giustzia. ‘Meno che mai, forse, nellultimo metzo senlo: ehe ha visto tnzi prevalere tra i* passalist, pur con importante sign ficative evcezioni, le tendenzae sninuiene il sgnifeato, acon testame fondamento teorico a eritieame i conceti ispi- ator, ¢ fnanche a considerarle, secondo la qualfica di Vietor Giraud, come eune erreur de génie». Non solo esse hanno individuato eon sicuro intito i ericoli insti nel begninigmo ni indulgevano, per spitito ‘ausidico 0 per preoeeupazioni di polities ecclesiastics, tanti teologi del Seicento, geuiti © non-geauiti ¢ richiamato nimi a una pitt pura concezione della vita etico-eligioss, « Le provincia che non 2 rimasta senza effeacia anche nel mondo “Inia * Ma hanno dato una chiara dimostrasione delle storture lo- giche © pratiche cui apre T'adito Mappliatione del giur Alicismo easistico of problomi della vite morale, E hanno feoncorso cos ad aprire Ia via alla distolurione eritiea del Tegalismo pratico e alla fondarione del principio del’suto- noma dela easeienza morale, Senza dubbio, Pascal non vide che 1 svilappe abmorme avuto dalla casistien nella teulogia morale del suo tempo € Ia fortuna del probabilismo ¢ le storture © stravagane che tanto lo avevano calito e moss a sdegna nei «nuov east» avovano iealmente la loro prima radiee nel legallsmo. TI ‘quale, assimilando il principio etico alle norme giuridicke, che hanno per oggetto determinate classi di azioni il eui eomandare @ sempre insiemo mn permettere, lo rende pexeid stesso coatingente e fnito e introduee nellsten un eoneetto| che le & afatto esteanco: il concetto del lecto, Coneetto non solo intrinseamente contraddittoio, ma che rischin di aprite it vareo, nella pratie, alle peg perversioni: in quanto genera nelle coscenze la eredenta che la“ logge morale” aleunehé ai astratto c, inseme, di materialmente determi. nabile. B in tal modo Te assuefa a sottilizzere sulla legge stesst, © a interpreiarla in guisa che quel che si 8 fatto (o si vuol fare) risalti eppartencre alla cenehia del permis sivo o moralmente indifferente Paseal non lo vide, né poteva vederlo, perché anche Tui si atteneva a tna coneesiono normativa dellctiea; anehe Iai rappresentava il prinepio morale soto forma di lege", « fnceva posto, aeanto al eoncetto del dovere, « quello del diritto e del lect, ¢ ammetiava, entro eerti limit, 1a legit- timitd di une giurisprudensa della vita morale, quale surebbe nstituta dalla easstiea. E,nellosteso modo che i sacerdoti iansenistiereno, volenti o no, i easieti dei loro penitent, tall si movera pur sempre sul piano Togio dei teologi da Tul ccombattuti quando ne diseateve la tale o talaltre sentenza, ‘e contrapponeva alle Toro « novta >i preetti« immutabill > della Serittura e doi Padre sostenova ehe, nell interpre Prefasons x” tazione di esi, bisognava attenersi sempre al partito o alla regola pit sieura (luziriona), © non appagarsi di quelle rmeramente prubsbili (probabilismo). Anzi, se si considera che ogni morale teologiea prende sempre, i necesita, forma logaitara, si dovra sieanoseere, sotto. il wspetto logico, una maggior coerenza ai gesuti, T quali accettato it Togaimo, ne aceettavano anche | eorol- lari e Je conseguense; dall’aso della easistia, che consente di adattare le preserizioni gonevali a singll casi paticoar, ino all’opportunita di empliare o restringere la sfera della liestd a seconda delle diverse condision di fatto, Mentre Pascal, pur coneependo Petia eome wn compleso a lege, iutava di ammettere che esse consentana deroghe 0 restr ion ¢siano soggette a mutamento, Donde qual che di cantraddittoria & dato di avvertre, nelle Provinciates, nella discussione di talune opinion’ «| questioni (come quelle dll'omieidio o della menzogna, per non parlare di quelle del duello 0 del prestto a interese): discussione dalla quale risulta manifesta Vinanita dello sforzo di atteibuire valor assoluto,eategorale, a preseriont ‘come quella del non uecidere 0 del non mentire ed evidente Voscillaione 0 To seambio tre erterio etico ¢ eriterio glue iio, Sennonché, pur restando anche lub impigliato nel leg lismo, Paseal, a dfferenza dei suoi avversar, non mancd di sentire quanto stranieri e repugnanti ai problemi e alle ‘sigenze della coscienza morale siano i princlpi e i metodi del iuridieismo casitico, H di evvertire il contrasto tra Mideale etico erstiano un sistema estrinseeo di obbliga- oni di valutazioni, nel quale la Tetera fniva eon Pacels Gere lo spirito e Vautoriti dell"interprete della legge, del ‘doctor gravis >, col sustituirsi al gtdizio della. eastienza ‘Tanto pid che la coneczione agostinionegiansenistiea ella charitas come principio esclasivo del retto operare ¢ della liberta non come arbitrio di selta indifferente, ma come pieneza di vita etica attingente vigoria e certezta di ‘6 dall'esperienas immediats della graria lo portava a met 7 Le provincial tere il centro della moraita e della pietas nell'intimo della caselenza 0, comegli dicore sulle orme del Saint-Cyran, hel eu, B questo, infatt, il “ motivo” che doming, impliato 0 oplsito, alle Provineiales come nelle Pensées, tutta T'etiea pasealiana e che conferisce signifeato e deverminatezza alla sua polemien contro il giuridieiemo easistien, Solo al eur, rinnovato dalle gravis, bisgna chiedere ispirazione su quel cho si deve 0 non si deve fare; solo al caur deve guardare, in defnitiva, il confessore o it drettore di cossienaa eh soltanto al cour guarda Dio e solo Vinteriore dis del cxur conterisce valve agli tt Certo, Paseal si rchiama por sempre a una norma tra seendente ed eteronoma, quella dela Tegge divine, e fa eon: sistere la moralita nella conformitd n questa Tegge. Ma tale rhorma viene, in virth del eoncetto deli inspiration», cost profondamente intoriorizzate alla costienza cho il centro ella vita morale appare trasferito, di fatto, nellintio Gel caur, jl quale sente vive © eperante in sé Is legge divine fa casn si sforza di adeguarsi, Senza dire che il porre il fondamento wnieo di ognt valore nella charitas rappresenta anch’esso uno sforgo per wisi dalle varie Torme del. Vesperienza moralo, quali si posson deserivere ¢ elassifeare all'esterno, al lore principio unico e primo: a quella essen- ale eondizioneo ttitudine del volere da eui prendon valore Te singoleazioni, "R, pit in generale, in tutta Vopera pascaliana cleola tun sentimento dellinteiorita dei valor eticoxeigiosi che repugna a ogni discipline Tegalistiea ¢ che, pur quando Prevetta, Ia corrode dallinterno, Cos), ell non essa di ‘porre sopra le pratiche devote ele rénouvellement inté Wienrs, B, accanto alla validith oggetiva, «cx opere ope rato, dei saeramenti, non manca di far valere, como condi one del oro uso dela Toro stessafecondita le disposzion soggottive, ln «justice du eur » del fedele ‘Per questo arpeto, come per altri che qui non importa precisar, il pensiro pascaliano palesa indubble affnita eon To spirito della Riforma. Senza perd che si posse dire, con i Prefasione sont inet con altri, che epi fosse un protes Ai caer tale, Eli &, in defnitva, un mistico. B, come tale vive intensamente il contrast, inerente al eatoliesimo, tra Togage interna e lege esterne, tra ispirazione etiea e dive tina Tegal, Lo vive, ma non lo risolve: anti ¢ i etto questo ese contrasto, Ala, con Yesasperarlo col sibellarsi aii metodi della ‘easistica¢ del probubilismo e con V'affermare, in oppesizione fl loro giuridiismo e alla loro tendenaa a portare Paomo fuori dalla propria cossienan e a eliderne 4 problemi, il primato del ezur, del giudiio della eoseienz, cpl inisi, rei fatti, In dissluzione del legalismo, della eui fallacia ba ato, nelle Provineiafe, un’efleacissima dimestrazione indi retia. Ed & per questo ehe,—nonostante Te sue interne ontradiisioni, ansi, im un certo senso, &eagione di esse, — il fortunato “Tibello” si pud considerare come una delle ib significative affermasioni del pensiero moderno, 1 In ogni modo, le Provinciales,—par eostituenda, ai fotto, mn stto di acousa contro la surrogarione, nei problemi della vita morale, del eriterio giuridico a quello etio,— cerano dette, negit intendimenti di Paseal, non tanto contro la casistica per s6 considerata, di cui epi ticonosseva entro ‘un estretio imbito e on certe eautee Ia Tegttimita, quanto contro Ta « casistiqne reliehée >: ossa, conto il lassimo, ‘nsinuatosi pid © meno largamente, con il favore di essa. el probabilismo, in moth trattati di teologia morale e nella Dpratien penitenziale. B, di Ia da ess, eontro quelle nuove tendenze dottrinali e pratiche che si erano venute affer- ‘mando, nellultimo seeolo, nel mondo eattolieo per opera precipua def gesuiti,e di cai il molinismo e il begninismo rappresentavano le espression|tipiche e il lsssismo la forme cstrema o, per cost dire, patologice. Che queste nuove tendenze rispondessero a fondate ri- soni storiche, alla necesita clot di adattare Ta tradizione aw Le provincial cattotica alle mutate condisioni della societd europea ¢ dispo- sizioni degit anini, Paseal non vide. Ma non sarebbe ragin. nnevole fargliene arioo: come pur fanno, e talora con ccanimento,aleuni def rusk ert T quali gli rimproverano i aver fatto, nelle Provinetele, « euvre de passion, et nom Ae justi »: dt avere cio’ diseonossinto la « grandezza dello ‘topo perseguto » dai gesuiti e dello forza da essicomphuto per adattare il sistema etio-dissiplinare dolla Chicaa all nuovi eondiziont di fatto e per ¢inserie it evstianesimo nell vita comune». Come se net pieno di uaw Tota in ext ‘gli avova impegmnato tutto se stesso, ¢ #1 trovava di fronte avversari pronti a sorvinst contro di Tui e contro Port-Royal ‘di qualsiasi arma, dalla calumnia ai provvedimenti del brac- cio secolare, li fosse stato possibile clovarsi sino quella ‘superior, distaccata considerasione storiea alla quale non In realta, Je foro reprimende equivalgono a rimproverare alle Provinciates di easere quel che sono; uivopera di pas jonee di battaglia, che trae gran parte della su forza dalla sua stess rsentita, intransigente * parzialith": dalla difesa © dall’afermazione di un certo indivizen ctice-religios, ‘quello portorealista, il quale, @altronde, rispondeva eh'eso a profonde region! storiche ¢ ideal. B, daltzo canto, #8 8 indubbio che, nelle loro dottrine ‘come nella loro azione, i gesuiti dettero prova, in eanfronto dei giansenisti, di un pid aeuto senso dei tempi nuovi ¢ del- Vevoluzione generale deg spiriti edi una pin duttile intel Tigenza della complessith del vivere umano, e non poco con tribuirono, col loro begainismo, ad altenuare il rigido sascetismo medievale ea‘ mondanizsare "Ta morale, ®altret- tanto indubbio che dimostrarono, in generale, una tendenza al legalism pratieo, al formalismo devoto eall’spportunismo politeo che mon estitusee corto un titolo di superiorita, ‘deale e che non permetto di accogliere senza molte, fori riserve Ia test della loro presunta mediasione tra il eattli- casimo ¢ il mondo mederno, Una mediazione cereate non nella sfera dell ideali, ma piuttosto in quella dell'oppor- ‘sunismo ¢ della « prudensa poitiea »; che si rislse di fatto Prefcione ~ in un impoverimento del senso cristiano». Su questo ‘panto il giudisio di un Sainte-Beuve o di un Brunschvieg, 41 un Crove o di un Omodea, coneorda pienamente eon quello ‘i alouni storei*eattliei "come il padre Mandonnet 0 i padre Deman (per non pariare del Béguin o del Meuriae). T quali riconaseono che V'indirizo begninistico di moti teo- logi del Seizento rappresent®, in definitiva, « une tentative dle conserver 4 I'Bglise des chrétins A qui ne fat plus écosaire esprit du ehristignisme »;e eastitul non git un fnoto di rinnovamento, bensl un phénoméne de. viel sement, di stanohezza e di seleros! dell" esprit religieux » er contro, Ia concesione etico-religios. profesata da Pascal, —estsperando P'antinomia tre natura «© moralit, tra eamor sui e e amor Dei»; imponendo il eonvellimento fe quasi le distrusione dogliaffetti ¢ interessi mondani; eon siderando come sola via di bens! di rigorismo aseetioo e rschiava di preeluderst Ia via tendore ¢ regolare la vita individual ¢ soeale nella sua ‘effettualita di far apparive "ideale etio come inaeoesibie i pil. Ma, in compenso, ne aflermava Pineondizionata val itd; riewsava ogni equiveco compromesso tra 1 dovere ¢ i comodo; esltava, nel pensiro assiduo della salute in Cristo femelle recherche sinedre de la vérité», le energie interior, insognava la sinceritd eaeverita vers ee stessi © promovera, per tal via le forze volitive e Vinteriovita morale, Sioché, per quanto indubbie siano le intemperanze ¢ eformazion! polemiche delle Provinciales « diseutibill o contraddlttore talune delle loro tesi, ® impossibile cons derare come «une erreur de génie» un'opera che seppe Fivendieare, con tanta lucdith © vigoria, 1 valori della cossienza morale ¢ che conserva, quindi, un alto signifiesta ideale anche por chi non ne aecetti | presuppostitealogel «Te conclusion asetiche, me 1 provincia mM Che le Provineiates siano state veramente unvopers di cceasions, nel senso goethiano della parola,—Vapera. in ‘cui trovarono espressone, ¢ quasi una superiore consacra- ‘ono, aspirasiont e inquietudini langamente diffuse nella sncjoth del tempo, —To attsta Ia loro straordinaria fortuna, ron solo francest, ma europea, In poco pit di quarant’anni, tuna trentina di edition del testo francese; sei della trad. one latina del Nicole; © varie tradusioni in Inglese, in italiano, in spagnuolo, (Senza parlare delle loro ripereas- sioni nea teologia morale e nella prasst penitensale, dove [promossero una Feazione al probabilismo e al lasso dest hata 8 prolungarsi per pid d'un seeole) Pubbliate primamente, anonime e alla macchia, tra il 29 gonnaio 1656 ¢ il maggio 1657, in tirature oscillanti ciascuna tra le sel¢ Te diceimila copie, da vari stampatori parigini che rischiarono ¢ talora soffersero Il eareere 0 il Dando, le « petites lettres» vennero git nel maggio 1657 ruceolte in volume ¢ poi ristampate due volte, con un’avver- ‘tenza dovuta con ogni probabilita a Pierre Nicole, © la ssoonda eon varie correzioni formali, sotto il titolo Lee Provinciales ow les Lettres éorites par Louis de Montatte 3 wun Provincial de sex amis et aur RE, PP. Jésuites: sur Te sujet do ta Morale et de la Politique de cee Pires, con Vind cazione € Cologne, cher Pierre de Te Vallée, ma, in real, 1d Amsterdam, preso gli Elzevier. Lo stesso anno ne usciva ‘Londra une traduone in ingles, ‘Una nuova ediziona, con pit di treeento nuove corresion, per lo pitt di forma, ma che in aleuni easi attenuavano il ario,-—dovute, come ha precisato [Léon Pacé,oltreché al Nicol, « Louis Gorin de Saint-Amour, ottore in teologia e amico’dell’Arnauld, — venne pubbl fata nel 1658, con la : Nicolas Schoute , dagli Hlzevier. Preso 1 quali il Nieole aveva dato alle stampe, I'snno prima, sotto il pscudonimo i Guillaume Wendrock, Salisburgensis Pheologus, 1a sua Prefacione awit traduzione in latino, corredata da ampie ¢ copiose note (Ulteriormente arricehite nella quinta e nella sesta edizione, uscite nel 1679 e nel 1700}, che furono a loro vata tradotte in franeese, nel 1698, da 30 de Joncoux [Nel 1659, un gesuta che si naseondeva sotto il nome di padre Fabsl (protabilmente i padre Frangois Vavassor) Indicava, nelle sue Notae ix natas Wendrockt, come autore dette Provinciles Paseal; ma per un secolo © mezzo cien esse ‘ontinuarono a useire sotto il nome di Louis de Montalta+ tn pseudonimo di eui & incerta Morigine, (Secondo B. Jovy, sarebbe stato desunto da. un Ludovieus Montaltus, ex Syra- cutis, autore di-un Proctatus...super reprobationem sen- tentiae Pilati, pubblieato a Venezia nel 1584. Ma pud das che alla sua seclta non sia rimasto estrance, da parte di Pascal, il ricordo della aua citth natale: Clermont) Dele molte edizini sussegutest nellultimo acealo,wicor- deremo—olire a quelle del Moynard (1651), del Lesiour (1867, del Paugire (1886-95) 0 del Molinier (1891) — quella, con ampio commento, di I, Havet (1885); quella, on introdusioni e note iP. Gazier, dita nei volumi TV-VIT elle Guores di Pascal nella collesione « es Grands Beri- vains de la France> (1914), che riproduce il testo del. Veditio princeps del 1657 (¢ teva le variant ‘quelle successive dello steso anno ¢ del 1659) ¢ che resta tuttora fondamentale; quella, esemplata sul testo del 1659, i J. Chevalier (1936; nuova ed. 1954); quella, com amy Prologo © utili intredusioni alle singole lettered Z. Tour neur (1944); ¢,infine, quella reeentissima di J. Steinmann (1962), uscita, come la precedente, nella « Bibliothéque de Cluny > Quanto alle tradusion! italiane, la prima, « auctore Joh. Bupt. Agnensi Cyreneo Calvens!, sarebbe anteriore 1667 (cfr. A. Mane, Bibliographic générale des vvres 4e P., Paris, 1925.26, t. I, p, 975). A essa soguirono quella Ai Cosimo Brunetti, gentiluomo forentine ",—che bbe attivi contatti con i Messieurs di Port Royal nel 1659 fa spite del duea di Luynes in quel eastello di Vaumurier, dove anche Passal cra stato ospitato nel gennaio 1655, — * Le provincia pubblicata nel 1684 «a Colonia, presso B, Wintel » (ma, Jn realta, edite aneh'essa dagli Elvesier), in un’ediione comprendente anche il testo frances, la tradusione latina el Nicole e quelia spagnuola di Graciin Cordero; due tra- uzioni useite a Venetia, anonime, nel 1761 e nel 1766, la prima elandesting, Ia seconda « con licenzs do" superior»; © quella a curt di B. Cressembini (Lugeno, 1629). Quella .C. E, Aroldi (Aileno, 1911) comprende soitanto le prime otto lettere (ed & alquanto scorretts). Una venting dian 4 useirono le due version! di F, Tartaglia (Modena, 1944) edi G. Preti (Milano, 1945). lia presente tradasione & stata condotte aul testo del Vedirione det « Grands Berivains de la France »: ehe, come 518 dett, 8 quello dlleditio princepe, Ma s sono tenuate pre- enti anche le edizioni del Tourneur e dello Chevalier, ol treché la trudusione latina del Nicole; ¢ si sono date nelle note (In qualche caso, tra parentes! quadre, nel testo) Te prinelpali varianti delle ediioni successive, © specalmente Ai quella del 1689. Dello edizioni dell” Havet, del Gazier, del ‘Tourncur,—e della letterstura eritiea su Port-Royal e il movimento giansenists, su Pascale sulle Provinciales, i 8 tenuto eonto anche nell'introdazione storica ¢ nelle note volutamente sobrie e miranti solo ad agevalare la lettura ¢ Vintlligenca storiea del testo © © precisarne Te allusion! € i riferiment Trinvila testi pascalian, come le eitaxioni ai quest, 2i- {evieuno sempre all'edizione dei « Grands Berivains >, a cura ai P. Boutroux, I, Brunsehvieg e F. Gazier (Paris, 1904-14, in 14 volumi): designata con wvres, sequito dallindiea. ione del volume in numeri romani, e delle pagine, in eifre arabiche, “Wendroc" indica la tradusione 0 Te note del Nicole. Oltre al frammento di una decimanona letters (publ ‘ato la prima volta nel 1779 dall’sbate Bowut), si 8 ereduto ‘opportune dare, in appendice, na larga selta del frammenti delle Pensées ehe si posson eonsiderare come note serite in Vista delle Proviseates o che si riferiseono alla polemien Prefasione wx contro i getuiti ei emuovi casisti». Per esi si seguita di ‘matsima Vedisione Bronschvieg, ma accogliendo in aleunt ‘asi Ie nuove lesion proposte dal Lafuma (1952) 0 dll’edi- zione Tourneur-Anziew (1960). Paovo Sens ‘Torino, febbewo 1963. NOTA sTORICA 41. — Come git si & ncenonto, la pubblcasons, nel 2688-57, Ade Letter Provinces eotitl na degli psa i esportant f signifativi dle lotto cho i svolsero, nella seconde ame dl Selceto (e si doveran pot pesptasre nel stclo races) in Franca e nei Paes Bas, traf code ‘giaoeenie? © § loro svveraci: gin partiolas, 1 gem, Lotte sltraverso Ie gl 1 yeonero Tmasifeatande, nel mondo etl, doe epposte ta dence ne modo di eouepire it ertnnesin o iron atitadine ‘ronte ai uuovi prolem bisogn dela ssita europen: Cans, ihsmanttal!autorith det Pade sopratatto, a quela adh lone agostisans, ce, come seriwe i llion, xreprend igveur, dana In histoire de ln'pente cbriieane, chaque fin que Te pri fal la masce consist dana an expitenent de In nature sur Ie Arte de Disa; Valira, evingolata dalla tradzione patrinicn © Dib diaposta Tae cooccsiot lle ove rgease della “natura” dala "raioue’ seppure al ne di maplio tentla soto om trollo eceeiatic, ‘Non ® ul ponte rifaro la stern a tal ote « approfondime lo ragini storie e Heal Bast solo rerdane, por ona milion Intelligen dele petites ltizer» & Panay he, ato arp Atrial, ese verterno eensalnente au tre pont: Ie conor ‘Bove dd pesto ongitle della gras « delle predetinasione; disezo dlls oaogia morale (e dela vite etlenreligin); i ‘eonettodeatorehsesiesatng, dei rel organi « del 1% poser Circa il primo punta, @ nolo che i giameeiatt mirarono, in seers ripriatinare intl i ata vigore la dotting agotinians: per cul Taomo a conaqquenra del peeato & Adamo (che non Jo Srreibe sollanto privato dl dont prateraatorl langtg da Dio fel moment dlls ereasons ma anche valaerato nell exeszio delle ‘ie facolth naturale aaeritoalignoraneae lls coneupacena) saree diseatto, a fatto Scapa di eonoacre « eompien i ota storica a Savranamente per a efenee, che Dio non ext san plenes salatar, fut, ma solo t elor, Decaliarter selects, ehe ait dalternich pet'on creo imper- erotailec per para miserioea, avrebbe pregestinati alterna siren. Per cotro, | gesulti—sulle orme dl un loro insigne feologo, Lis Se Molina, (159-1000), eatore dt nntopera. (Com ordi hbert abet cum gratin dows) che vera susctato al s00 Spyarire, el 2586, ceatito controvesio« incontrato Ia forte epposisions, oltrahé dag agonist, di tomisti, —totenerano ths, par dope Ia eaduia di Adano, Vuomo conserva indebait ma ‘on intact, Ia Iiberth delfaritio @) con a, il potere di sedftture con il solo concorso generale di Diy ¢ senza nessa ‘to alto ¢ dono dalla grazie tute Te oper buone che rieatrano ‘bel suo fink naturel» Afinché esi possano easegure i Toro fine ‘upransstarate, Dio eoneedo tut gli vomini lt alti neces ‘to forma dunn gravin prevenene o safeients, In xi efieseit © eapaith di isprero opere sopraanataralmeate meritrie— Bien, in defnitira, weome da som vera ¢ proprsrns causa», fale’ che ne fa Tmann arbitra dal suo conmenso, previo eae da Dio sin dalleentiy im vst dalla sun prestionss del ‘contingents condsinstamente fata 9 fatartle (enta media, fia nen da lui preelerminato ¢, quindi, wflat libero. Ta un senso analog viene prosptiato it preklena dlls predeatnasione el senso cot che Dio predeting alfctrea saversa claro che prevade che Taranno buen uso dei suol doi, "Non meno rigldo it loro contrasts nel campo della telogia morale e della dotting penitnsiala. Qui, mentee 3 giancenstt Pmanerano fede al genelto che sion vin di alate 8a vin ‘perfelis,dlssolata csntaraith alla vlonth ai Dio alle «mas Shue dela parth del Vangelo, ¢ candannavano ogni sompro- reso 0 transatone tet Ia legge del Vangeo « qudla del mondo, 6 dichnravano indispensable ala ginlinsione I eotrzione del peceati «Ie loro rgoresa solisfarioe, © subordinavano Te pre- fiche devote o Taso dl snerament, caus stramentlt dalla grasa, sl vinnovameato lnterire e soteterano eke esi non producond i too fruit solamente ex opere operate, mu nache e eongiunta mente ex apere operants,« ponevann nella charts i prigelpio celusivo ai ttt valor, § gout atimando mesmario' adettare i sistema dtisodacplinare della Chie alle ouove eondzioal sto riche © ale mutate dispersion’ dept anim mirsreno laveco mitigsrue i sigore Ei servirono afl intent, in sempre maggion sar Le provincial ‘isu, 26 procediment della eesitica, gi svluppstas neg titi ‘secoll det Metioeo in eonseguense della exeeate forms legalitien asonta dalla teologia morale, —e dl pisept del prox abi, elabortsnllaaoeonéa meth del solo XVI dal domme tictno, Bartolomeo da Medina (per etl wsapinone probable ‘catitneebbe, come tale una rogola lexitina i eondota). ‘Non che volewero eloglire + peceti dal mondo 0 (come Asse Il Bose) emtze des eovasine sn le conden des pi tenis» Cid di eut si preowupavano erm di coneevaty © Teka sare alla Chis eil maggior eomere posite di anime, © ‘pesatmeate Te persone di mondo, non scrageiandle eon, Pee ‘Stision! Woppo severe, oa ieritandote nei loro interes © ait rnondani, non ebiedendo a tale le vite 4 serif che eave di Poth ma solamente un elivelly minim ai vila eristianan, ¢ Urndo invee a tute | bene dll eomantone eaimatica dela Chiesa. Pereib, mentee da um lta, tendovano ad ampliany, me iano a dtirina delle opininl probabil, I sera el peraisivo, ‘ attonanvan la dsepina pnitnsale sino a iciarae sufiets per Tasslacione Is seuptie altrzione (ous, que « pntimento Inperieito eho naste dal tinore delle pene sera, lat, davano sempre maggioresvluppo allate Sreqsnto della confer- Sono ¢ dela comunione (sotelineandose Visca oggetir, c= ‘opere operaio) alle pitiche devote, rene snchsey esses h Pstiquer: eocho a rschio di far prevalere Tetrincoo ealine fins, deverione formate Hl giriiciamo solesiatico sla Pitan interiors Ting, per quanto eoncerne Tautarth csllaticg, mentne i seit ai erano tt, sin dalla fondesone dl loro ording, | em Dion della sovrana sutorith ¢ infalilii@ dl romano pontfen, Fanseniat imeneran, in gener, felell—elise che al cnet fomune alla “sole freneeo'y dell'eineate dignth. del sacer- Acsio— lla eterna geroniana e glleane dalla superorth dl ‘emcio universal, organo dellenceriasAdeliom, © dalentooome aitorth dai vescovi, derivanth ances Ht Toro| pottreeimmedatamento dal Crist», E, se ammdtevano acaaa Hoerve Tintalliita della Chiesa nelle quetioai foe, non Vammettevano perd in quale di fatto di pertinens elle gio naturle 2. — A primo asptio, ud sembrare che giaaennt rappee- ‘enlassro uh toto di eoaserveaione od reson, alguanto eenico ‘© anaeroristio; oi geil, per onto, ua tentative di pride Nota storica seu innovation, ining al adatare la trdizione eatin alle mutate Coniston’ dela socetheoropen: Ta. qusla, nel ano comple, tndava saipre pit allotensod nel 'suo Todo di eredere come ‘hl suo mado di vver, dalle posaiont del eritinnetin medieval ‘"Yogpland «poco 4 Povo tna sea propria tien, sm suo mado hove i guardare alla vty di sentiene e ok prospetiarme pro Hani ed eeearae Je souvioni che reedern. probleatien la soma tradisone eligi, inun cto soto & ver, CB i glanteiattmieavann a rel Tegan di Th dello stesoersinsimo modierale ssasio, alls (Ghee del prin’ stella teedinine def Padsi Ei presen tavano cine il intransigett ifeosort della tradicione—conce- pita come imiteile—eontro le “novith” del" moderai. « Noa itil weit resins»: aeondo il mato che wean incon sala tobe de Saint Cyan, fs, anche a presindere dal fatto che (come gi i & silevato rela pretenione) sulle proins.madianione tra eatalieaima onda tnderma tntata © ompinta dai get molto oi are be ‘rie, «che il loro apvito era toeltro che" progresnita', 0 fhe un Arnaldo un Niedl, conservator in teoloia, non ean fallin feet, ino seniron vivant altativa de eats smo, noe bisogre dipeatinre che anche il eianstisnn fy pee Santas,‘ attnlo"” Osa, che ante Tappresld ten tatu di soiefare, nel'imbio dlls tadisione cata, profonde tsitesioatsicoeliziose matarste negli stig du ere quelle Sspitedoné eke avevan gi alimentto | moti di riforma del ecole Aesimaresto'¢ es, uel Scieat, teoraroue espresione in Franca sti in ale! movies, ome quello, iniana, feceote capo al Bérule-e alin sua *seuoln’ Prima tra fslteTaspirasione ® vveee il eitianesima come ssperinna. 4 frarinasoluta, reoneniuta come dono dell earth el Cristo Senta nel enone dei fel By quind, a noe religion’ pid intima cisieme pit severa (wn on, eames sol dip laments aseaica'o fondala sol terrore pistinto che 4 Dio, tata neonatal sentiments dia sovrentt di Dio. © 44 atery salstace della ereee, rebiamant «un tempo al DpHacipio dlfinteriorth dalVastonomin della oomciensa et ‘slo dllinondironato valore dsimperatvo etcoelisine, ‘ise flo, sdegnose a compromesi mondani © dt scergimeatl cc epedient “palit di fat i onsen susit in que ecto in Francia, ‘anti okie simpatie ache tet color che on ne etadivderane aa provincia cure posiioni tslogshe (in un Bostuet 0 in an. Bouralous, er esempia) e conqunts gran peste dlls aocicé ealingen ‘ate e gene de kets, tanto eho uno stadia noo ero aoapetto Ai Mlogisneniaae, il Cave bm potato aervere cho quel seol, pur «confutandolo teologiemente», ne #accle 1p spite, £0 Derebé esprese, aon gui, « magi con Zora w ares, ‘ion erta manera di itendere © dy praticare i eristiansimo In (quite avers profende mudiei ella sacle del tempos nel cero ecole come in aleuni orn religol ia cet nase delat frasin come nella bonphesin nella ‘noid & toga non fens fata alle Carta. Ese anche pit tardy nel seslo decimeneno, novostani Te devazini involasont del Seltcemto e 1 tt eon degt “appellants e dei “convulsioantres eso ehbo 8 ‘Gercitare uaadubbia alratin at wilh come i Manco fa jeri quel che Io caraterineava era aan glk ela. passion, pout eracitnde ola cobérence sptéatique dune thélogo bowtie 4 touto innovation », bensl—come ful il SainteBewre «hs inlito di recente TOrcial, —aedeate gravity la hae dane relzin facie Intron és de tute es eempromissons Jn creherehesincre dela vit, il uso dell pinata spite sur le pliqae» 3. — Naturalmente, quando si pala, ome qui, i “gianse- nis’ o di ‘emits non siatende partare di due sist ‘otrinal oa due grappi o parti” dai conto rigid» imma {abil ma di due tondeze e onrent ideal, aguanto Sige Tale owervazione vale specslneate nei confront dl_ien stevie, T)qutle non fa, almeno el Seeeato, una ‘alsa? un Inovimesto arpaniaea “e.dottrinalinente omogenco (efnbile tmagari per mezzo delle cingue propariziont tolgicbe eondan- ‘ate come erciche dalla Cita), bens un movimento. eico- ‘lio eatremamanto varia e complaso, che ans aeconda ei tempi det ogi e deg mini, forme aan divers (ed ul 1a sea teloga di Gimeeio eats slo un aspeto oh 4). E, im eal cosi, un orentamento apnea all Asmara tut zo che ben definita o, adairittera, ono «stato ania Gi uno dei suot print ators Térdme Beeigns, ella ama Histoire de Abbaye de Port-Royal (1763), omervava che «on ait do Port-Royal sans y trey ea religion, en lange eo kangen: eo wait quane eanormité de pit eatre un grand hombre de perscaner disperser do toutes ca, leaquelley ee ‘conaieaeat mine parm, Ba & risapato che il ginasnismo frances, —il quale bbe IL suo promolare in Joan Davergier de Heuranne, abate di Salat- Gyran (1581-1643), i ax mania teolago in Antoine Atraul clinmato dei contemporanet vil grande Armauld» (1612-28) 6 ‘uo contro ideala nel monastero feciminileeisterciense dh. Porte Royal, a poche lghe de Versailles (formato al principio del secolo XVI de una giovine badass, dl ardente pete infessibile regia, Jaoquline Aroauld, le Mire Angélique)’, nelle eat ‘aliseense un plecto gruppo Ine, 1 csiddetti «soar, a pur avando rsentteTintsso di quell famanings, fu ben diverse fa quale di Lourain: i! quale ebbe un eaattre pi streamate teolagicoe reouae il eo espe e mateo ue, Cornelis Tannsen (1585-1035). ‘Non sla. Ma lo stesso giausenismo fransese preacala, nel #00 intern, noterall diversth dottrinall'« pratiche: per ext altro spate gansenime del SaintCjran (che agatha com grande intense Io aforo di sstemnasione dotrinale del Janosea, ea ¢o, ms ne conobbe solo inperfltamente i sisulttt« non ne fa del taltosotistato, evista ance, ia noteole mira, inlaw del Bérutle, del quale fa per anni tive collaborator, «dello neato ranimo rpprecatante dele uranesimodevolo Francesc e Sala, e leinava pluttato verso un ert illumi mic ‘ico, de ett il Jannses een invece eanatament aliona); ao it gansenismo dallAraald; alicy quelo ot Pasco. de Nicole 0 del Bares oda Le Maitre de Saco vin diced, Sens drs che | movimento eligago pertorelnt wdentifed slo in parte con At giansensmotelogeo propriamente deft; e eben pd sotenee, com Oral, che Pot aya) aopravvianato idelmente ead nolla misura in eal ab & datsto dal giansenim0» In alt toms, pid abe di omagenen woith 0 comunanss di si pod pestre di una certe comunanss di eientaruets ‘dea 0 41 atitudint moral: rligose. Bua eta wild (che, Aatyonde, won estate in aleune onetion! contrast anche nolo racore di pee, ‘lala tends agetiniana © dl ‘opera in et if Jenneen avera eposto t per cost dir, eotie 5 SJE gent at 4 ag, Panag sinus} ane maga det eth pare dee nlp cou ia ne Mare Anaison focestarto' Port Repabie Cae She Sa" obin Goya erase eras | evant xt Le provincia feato, com infeasible rigors telogeo, Ia dotting del “dota dels grasa xl poersto orgie, In grain e In prdetinsion Wauacina, ae peatoano a Leta nel 140 « Pano agente © Parigh 4. — Sin dalla sua pabbliasions, ansi gi prime sneors, opera del Tunnven fo nfl anpramentoatacats,spsialments net Paes Basi dai east, quali fn eceusnvano’ di vinnovare Feria di Michel de Bay (Baio) v qudla ai Calvino. (Non va Amentisto,altronde cho ena ere intéa eontsy it moins | ‘qual era stato svltas Lasvain da un geit Summing Leche Leys) B, IT agoto 1611, veniva vielat dll Inquisisione con ‘up deerio poi confermato de paps Ustano VIII eon ls boll In eminent (6 marzo 1612): ai per aver contenvvenst al vito I Polo’ V- ai pabiieare, aeoen speciale sotoriarasion sei sulla materia «de ausiis divine gate» (e per la sts ragions ealvano condonnati anche le tat oppose allAugutinuy i Fenty sin perché contenente wali opinion! 6 tenenae® (ou preciste ells bola) ik ondansate de due svi prodees. svi, resorio XIIT e Pio ¥. Ortle it st mastd, ante, in parte, la Pacl telogen di Parigi (dove pur era prevalsi, sino @ qualche tempo. prim It teadisione agottinans) Te ea opisioni ¢ decom’ goderano an ota, in tuto mundo ettlica, di rade autor. molt ta. ‘pore stsitarono, ello acolo del 1642 ¢ uel pri rent del 33, Nel monde toulsico ed eclaiatin paigino, gi expr atc Sereati contro M'dupustnus dal palpto ai Notre Dare, noncatnte { recent) emmonimeati ad tleseri da acute 0. poleniche dl, Varsivescoro Jean-Prangola de Gondy dal *thétoga” di quell cattedralaedatore della Sorbona Ianae Habect. Tanto cho Antoine ‘Aroauld, "il quate ra ght pervenuto da qualobe anno per conto Droprioatraverso ta letura e la mediastone dep sri antic Pelagians di Ageing, a possiot abbastanca vsine « quell del ‘eave di Ypres —stimd neeesarn impugeare In pero per di fenderce Vopera” con un'dpologie powr Bt. Fansénus (eho use rb solo nel setembre 1680), ait primo violent score tra « diced snt'Agostino » 5 jeuith mrvenne, nel 1603, alla viglia della morte de Saint Cyran (1 oftbre)y—solo da aio mest herato dal cersre della forlorn di Vincennes, dove lo avera fatto vinhinderay 14 mag io 1688, i cardinal ai Ricbdien,—eal terreno della teologia ‘morale « della praia steramautle, in oessione dels pubblca- Nota rica awe ina di ufopers del? Arasl, alla eal elaboration i Saint-Cyran vera peso notvele pate: que bro Dela Fréguente Communion, ‘he fu per eo re «il primo manifesto di Port-Royal » (Suere- ‘Brova) e del evo programm dirfonna, del ere parte eae ‘tla resteuration do Teaprit dev sseracient ‘Serta in frances m una pros chiara e ferme, obbotiente a tun Incidusordo atm geaize al nascente gosto clsseo © Tavio~ tale del teripo, sl traltto dellArsauld,—ehe era ducto now rato Toso fequeate dei teramet beta conto Ie « dévation Usven, che rachinva di renderneeetrlaseea In prates,—~non tla acco, allora poi, in Francie e nella stese Roms, 7 i lth eels (e Ia pbblien approvazione "ating ltrcveaovy di ventidue escort © dl veatiqutir, dtr in teo- Teg), ma suseltD argh eh anche nel mondo delle bonnes gens lato cha la prime edisione andd cnurte in sll quindet (Boral «Il les elon, les Berlin lea a» (Sunere Bee) {coo Port-Royal andd dcbitre d'un nuovo aflusso di wsoltari» ‘ie convertn; pe vrt sa, il ganseiamo, ve non come detirina teologiee, come orlentamento sprtule eongust)eonsapevoi, dae "atuo sipetie in quel nell del lerw e dl leieatoebe a erbavan ed alle sovero taint del eattlieiua francene © ostggiae no le novth “roma spugnuole' Nello steno anno pot "Arnaud ttisecara a fondo i «not asst 6 it protabilsmo in unalt opera, La Thiclegie mo- ‘ale des Jésuter; detinata a forse, teedist anol pit tan, IMVautare delle Provincaien come toa npeia di eanovseio dot- ticle ‘Ne seul una acrie i acerbe polemiche: nel corso delle quali VAraauld, seat vide vilentomente attcosto, ote ee dal padre Saoques Nowe (I quale falmind” contro A ail pulpita dalla ‘hie di Saint-Louis), dal dato waren ¢ tecloga geuita Dele Pian, dalfex confesore ai ro angi XIII Nicolae Causin © da altri trod amehe valid appogpt nell Univesth di Parisi che vera pit eondannato nel 1642 aleune proportions dlla Somme ‘es Péchis det padze Bauny, e nel? Asemblen dl eleryebeobbligd tel novembre Hl padre Nonet a far pabblce ritratasione delle Ma gli avers di Port-Royal non dimentearano Aupusti- sus. B tel 1050, per impulo dell Habert, dferivano a Rema, alla fengregesone del Santo Ui, eingue proponsion! ix ex Panne prima, il “sindseo" della Fuso teologca di Pasig Nioles Cornel, avera eundensito gudlia chy a evo dca, ere Vers ae oe provincia 4 Gianseno’. Tre anni dopo ware venivane candannate de papa Tanocenso X (ehe mreva gin avito, come earns, nolevole parte sala prepartsione dala bolls. In eminent) eon la boll Cum ‘ocnsiane (31 tno 1658), ‘W/Arauld e soi ami! arettarono Ia senteuaa papal ‘iliarono i amacttere che implicame ia condann Gala dotting dala grsia pera lence qual ra stata export nla ua opera dal ‘escovo di Ypres. Hizonober cio che eengwe proposiion eran, A dire meriteoll 6 condason, am negara che i eovaser, Ai fatto, nellAupuatinus, ne eprimesseco il geouino Penaer tomo a questa wdehre ditinsione (dovuta free al Nis) ‘i dovera svolger, per decona, la eantrovernn tra difeneni © ‘vert di Gianscla, 5, — Dopo varie vioede cho nom importa gai ricondars eet i rinee ih scesba che ttl wel 26502 qutndey —evendy nel fennsio, un vieario della parroodia di Saint Sulpion abate ‘ier, viesato Testlutione al duc ch Lianeour, notriaments legato a Mesiews ai Port-Royal, —YAmnauldproteatd pebli- mento prima oa una breve Letite dum doctewr de Sorbonne 3 tine personne de condition (24 ebro); poy per repicare 8 rare apes poemiche dl gon e del molt sposaimente 9 na fa padre Prangois Ansa, eonfaaore a re Laigh XIV, il ql To vers secusalo i calvin, con uatumpia Seconde tte @ wn ‘hee pair de France (10 Tuglo): il duea ai Laymes, grande amin a Port-Royal Tn questa letter. i uot avversri— preogupat dll ersaente ‘auiorith che eg andava conquisando nella Sorbons spsiimeate {ia i giovani—rilevarono alsual pasa che slimavano condannn- Talis gi unt io ui TAmauld negtva che le propesisionscondan- nate Ge Tanocenzo X af ritovino nllupastinuey lt lt in ul wT ihiarando che i Vangell | Pads et mostrano in aan Pietro + Posy, tadot, i tnt dlls proposnon: 1) Aluat oma: suneti"dl To tono nyo agi anmeat gia nase Quando Sony © tm at ina, ie a oes: teen io Ia gros pur Te ale snk sono esrb 3) lle ato ern a oe ae Ga nei Re ‘loa Is Ibert ee alee a soa neta Inert ‘ociue la contiona 4) I mmipeagananmetevan i acai ‘i ra Iaerrsrgsings prof ae aruda es ot usta grt fooe tale eho Ua load mana poten retels Od ‘SUindide 6) omipelagnnsing dire che Gea Chat tio" ‘heh vista propel tango goneralent pet ft won» Nota torica wx ue isto al qusle In grasia fiage maned, il glome nel quae ‘neg il Mandro, eg arribe spetato la prime di ase, 4 novembre, ca defen Lo scito dalVArnauld alla Fucaltd di teologia, By forth dellappoggio dalla regina madre, ‘Anns d’Aostiay della Carte (che bospettavano Port-Royal di cgrte italligese con il eardinal di Rate evedevaso in co un ‘tro dt resstngnall'weolutimo regia), impagnarono can ttt Timensi per ottenerce la condanna, sia nella eoiddetta questions {i fatto sin io quella dotrwale o di ditto. Fureuo agaresath tlle Fue, per assurarl Ie maggloranca ai mols quaranta frti degli Ordint mendicnt, mentee | regolaenti ne abtorzea- ‘ano soltato ott; at repinae Teppallo al Perlamento dal!Ar- ‘aside di wna scsuntine di dottrt Iai fovorevoli: si minscia- ono loro i earere © allreangherie; i eanedire Séguler (vee- ‘hio nemico del Saint-Cyran e di Port-Royal fu iavito ad ast ere ai dita con una sorta armata "TL 14 gennalo 1666, dopo mole tenpestone adunanze, PArnasld veaiva condanuato nella questions di fata, con 124 voti GT de ‘gall frati mendieanti) tonto 75 ¢ 15 "ndifreti"o asteaul. Per I glansenisti—sentenaid il sovrintendente allo fnanze Fos: ‘que —ere Mata: eon avendo, dopo il Pap, il Consiglio dl Re, Je Sorbona e i Parlamento noun altro ttbunae eal viorrere» TRestave tuttvia il teibusale dellopinion, Ia quale segiva com ativo fnterese Ta. vsends. Bacgeavapensaroao alcant Smit i Por-Mayal —vivolgerst a eau per clare | reteoaena ala controversine evo vero siguieato « per impeize ebe i omit JelfArnautd iusasero neVintento di far pasar Iu ¢ oct four! per ereties Maa quanto ara ia siote di Pascal, Marguerite Pérer (Wweres, VE, pp. 60:61)—to wert he Ville telogo prepurde lease (0Yace lgeze) agi ami", anti nella Grangen di Port-Royaladen Champs, non ne itosss ‘i eonsenso: maneava di viritly &merdent Alle Ini seem, ‘oan aliro dei procat, si sree rvelto & Paral intervenst ala viuniong avtandelo a prepare Intute srtto meglio sdatto st pubblico alle cirostanz:'« Voi eho site givane, dovreste ferivere quelcon . Paseal avonseth nx Sbeueher uh profet nt ‘con Tatuto daArasald o del Niele (U qualy una quadiena Secondo Sanguerite Pisin, srebbe iia to sem Araauld & legge prop acto ag sn neve a ore Sy dar Cha, ‘Cy a rholgerg Tanto gl neordao a Pasa Sada ua Teste fedin Sabo Athique (porate tare, e TY, pe 107), ‘ie"PArauld "fal part rere Bema ated i Weewet #Ueete p28, Pag ax 1 provincia Ai giorai prima, aveva compesta uno sertto nella ses senso), ‘ese una hétera a'un smo (probalmnte suo cageat, Flor rier, che rsidevn @ Clermont, nll Avera). I-Metsieure la fiudlesrono weerllentow: «See gual, — dssere, — bisa feria ale stanpe La Lettre éoite awn Provncat por un de ses amis eur te sande des disputes préents de la Sorbonnt, dtata 22 geastin, tel mnenima oro 27, © wines ai colpo.sletlensione ener. mn verity Taltacon re Brasco, audace, irresistible: eandotto con un brio'e una fine taten da romeo poleista, Pore ging conruche zona, ele greet nove teologiche addcatet lla Serhous, dove In eameta Paclla tneva le propre ai sanz, enivano disperse cme da uaa vertata inprovvsa, Gli @ he i Toro autore rm erw un“ dottre" om tenlogo 8 tno sehen isto, nemieo dele lagomacbieseolasiche «sn a tzolvere {pro emi compl ed oquivoct in termi ditt e precy sia ‘ari tempo, un «honnéte homme’, che voleva © sapeva. par fc atte honnétes hommes» uel loro Tinggi, cst da fice lire (come Ii sles ebbe a dire) parle fentne ele geon ‘Bu mondo mF, sopeatat, ao srttore di genio (i quale a eel ‘in quel ocasine ao sen, che avers ineso che «la vee lo: ‘quence se moque de Teloquence» e sapato treforare la contre versintologale in une eommedi salrica, nella quate, null fondo 41 Quartier Lating, i "dation" del clleio Navarra e quell Ala Sorbons, i ‘glaobini"o domesican del eonvesto lla roe 4 SeintJucges et geri el ellen di Cleon, {toguaed dl padre Nicola! e quel dl Le Mone del Malin appaion nat 4 vivo, in una sere d sane rapide od evident geerantit [ens ‘alata come per to spontanto gino daleticn 1a Ketera non rast 8 vere a mpedire Ia condaana del’Ax- nasld anche nella quetione ai dirito (promugaata i 30 gennelo on 129-0 180 vai) Peapulsone ai tu dalla Feet, Ma la Sorboos, i mulinist, i notomist, loro temporsne alleys vdero ‘oper dt rdioo; il caneeliere Séquier ae fa tame itate ‘he ai tomette per Ia sua vita ai dorésnlasario ben sete volte f Port-Royal conguistd Il favore ai quel modo dele “henntte fan" cos ponte n Pari ‘Wa prciato che Vintnte di Pasa! mello sxiver,o pubbliste, questa prima lellen e lo due suotemive (isl 28 geoneio del FP febraio), non fu tanto dl difendere Ta dotting agantiane- Eenur gl oft dla cour delfAreulas nnd a ‘hard Sn nto hele uso ln Serbonm, neh ie ‘tse | todament della rege, rilceveno’ a falta {tnt cri vriay'ssdayote non lg, ee iiginy dnfanoy cho tom te nol © msi ee of taints th qrifomuione ¢ Prig, nowatete sre Shue bre strovenie rota nel waters ed ton fralims (ome 2 aaa | fonierd aorta’ proen i en {rin temple dfte deluge seen ean le cove Sites daAras non arte uate pos wt nin a Stern ott ain ie ri ope raniao > grain auiite>) v dovta 8 coniderin olen opportu alls mane vty ed eaters dn Feel tla, ‘Donde tno in appara Ieper “death” gute rie tering ea poled teclgel he paras Ente eure a Mesters Port Roya wetreaoo tae eh In cavaiires en tn cut diam “rasenale’y che cone tludono eon Tafermare che la pretan erenia all Arosll ‘wereia di nuovo gener: wutteraia personale «Non scat tea dl signor-Armauld sono eres: beast In noe peroan. Fl ‘rei non per quill ebe he deo srt, mn sllanto ‘ Aroald.» Donde Vultee conclsione: inate sfanneri ‘ecatero con gente simile, alla quale wrieso pid facile trovare bonnet che region» © — Con la quate leltera (25 fehraio —in oni 3 dsevno 4 problema to Tignoransa della lege morale, o di qua 0 quell ‘elerainta norma morale ne saa Ta violasions,— sopra, ‘em la guinta (20 mars tema « Vindole dalle’ Provinciles ‘mulano. Pasa trasfrisee la polemiea sol teen, ben pi ito & Interessare Topiniong, dlls tslogin morsle I niin quella rele sitoria ‘contro In cosiddtta we morale guritien» che prosgulsh hale ltere soecsiv, fino alla dvine inclurn (2 agosto) ‘A che fu dorato fale matemeatoT Aragon! fattche? Al cone visio del envalier dk Méee, am amion deg aun di“ mondanih', i un telogo eamelteno romano, il padre Heionet Oppurey fame santine il Nicole, allndignarions suai nelPanino dt Pascal dalla letra della Thesloia moral del geaita spagnelo Antanio do Escobar in eal si manifetva in piso il lesan dt {notte moor cat ax Le prosincat Tn ogni caso, ss trove pions gintfossiane pelclogea © eae, oleae nl poste cateal be prtoeaiti averan aeapre Altribito ai problent della vifoems morale, in quellatine cou nesione ten dtirinn dll grain vita eenrfsian che Paseal fra forse mario di ant altro i condsione di intendere, Ta sun sles exporicnsa gli avera inmgoat, infat ehe, per vivece conforss alle msine della pusith del Vangel», ecco: "eva un sito sovranamente eeace 31 Dio qeae nessne aforco ‘unto pod testa © vitelare; e chy di sonaegvensty soa. potera gare oTinitare Taseolate grofuth ef earn dalla rec semen rendereinattusbile Ia legge dal Cristo 0, che ® pol W tneesimo, tnen sbbassrls al lela lla detoecta'e ore tela dit uomii. Ci doveva condarlo a mettre in rapport Is Aotsiaa molinisticn dlls grasin eon il brgoinitae lien dt fetit: ans, a vedere nela erllamaterza dll loro toes le ‘nus della foro dotrina della grasa (esovome la Bro morale 2 affato pugann, per esservarce's delta ®aufiiente la tra 9) Motinistno © egninizmo gli apparivano come due forme da stesse devasione, di ana sess ‘rintinna » (J. Caza), taro Vopere relentrse del Cristo («St per octinash omiis,—svora deto geting, quaicunque justia, ergo (Christan gratin mort 9). ‘Sinunde peeeid che, mente nelle prime tre later aveva per ‘nl dire gioeato con Te depute dels Sorbona,wvautendone Tam Portansatelogca e nagundone Tnteren rlgie, nella poleniea onto i lassiamo eel Asse con Timpeqmare tuto se aan: con unt pena di posiong— dapprine dawimelate ott sm Lond Tonio e la insane leterarie dt won weommedin di caatete ta dastinata © eplodere nea desins Inter nelle tl aecet” svg —non inferore a quela cbe gi dovers pid tard ipirare 1 Penses. Tanto che si 8 potato dre he «inigoasione de er ‘inay vi prevlo talelta sullublil dt polemita ‘Non biogna, dltronds, dimeatieare in qull cirottnse ta polemien contro a “morue geiien” pee ins, TU%S mareo, Robert Aroauld @Andily il mason feaelo Antoine Armani, eaiva preaveritg ches «alia» aurebbero ‘tat disper. Solo grate alls emicise eh eoneervava lla Cora, eli rnsel nd ttmere che poteerolneire ren molestie Poot Roya nel termine dl una sllimans. Anche gi alunnt dele w petites Gola» stitute dai Mesure dover vientrare nelle lore fam tie, Nei due monaster, di Perigo dog Champs, si temevano ots ori vast pid prev persautlonl Ting it 24 marzo, Ia Facolth di teologi Natuive eke quel sucl manbei che non avasero sotasrto, feasura dal'Araauld sarebbero stat privatt al opal dirto dt mpitalith ai suet. ‘Proprio quel giorno, totavia, avvenne nel monastero parigino Ai Pore Royal fatto cho alle veigioe « al Aesvewrs apparve ‘recone! uaa uipotine ak Pascl, Marguerite Pier, fa dk 3s soda Gilbert, « pesioanare dl euvents, maltia da due se, guae, come 6 dso stantaneanente teeo di une spina dela corona Bt Gesh che ea stata porate sponta ella ees della comanith ‘Grando fo Vimpressiane prodotia da questa guaigion,—che veone rest nota slo pit tardy al prinelpio dl mage, aug frveret come agli amici di Port-Royal. La raging, Anna Austr, ne fe fortemeate colpita! now st par pit ai topic tlle religiowe To novi le « pensionaizes 3 { eauitari» pote- ono fat storno nel «desert ‘it at ogni alto ne fu commoeso Pascal. Se prima taluno poteea dubtnre delle bootd della causa di Port oval @ de { aiscepa ai sant Agostino», ora non pi: Dia slewo si em Droneniato, Darn pare Te miracolasa guarigione era avvensta tela tue femiglin’ come now scorers in ea un argao_ pari folare di approvasione e dinciamento? Pascal adoltd un auowo fiello: un gran solo veglante diet una corona a apiae « {ulVintorao fe parole di sin Peclo: we Ssio out erdidin, Bs tenth confortaio non solo a proagaire nella lite coat ge- ‘til, may ancho condotto a ifeastnl sal mlracol, be gli dove: ‘ano ispirare Viden i usopera spolagetia diets econo tat ‘oloro eke altceano Ia veri © Ia saith del erasing» 2B bene provsare To caatteriaihe, 4 imi dlls polemioa pseatiana contro {anor east Futon dl cowiddlo “pro- bbls’ (dalla dottrina clad della Lsith dalle azioni ebe = iano per af unopinione probaile anche ae Vopiione contrarin sn pil probable sicure) di us indiran bopnninten il quale Seonfiaata oa di rao nel lasso, Come sib deto nella prefasins, Paseal non ne invite i Drincipiolageo: Ie conceioneIeglitain della morale. Si Tanita 4 rilerane e denuciame Io cosseguense: pago di mottrare che tw tale indir inroduee nella vita een on srbitio silico © sume tendensa ad ampliare sino allinveonmile In cerca. del Testo the fnisong cel eorzedere-e dstraggere opal discplin ‘morale (quando addivittura non giangano a elerare 6 sistem con espedieti come In" dizetl intentions’ e le rstesioal ‘mentale stesa trode verso Ia eouieza). Blo sviappo norm del assis, i probablimo, In dnesione delintne a varieth del eas, In parte rigorst in. pate reat, faders eome merat con i qualt + get convint che ais ‘Cail @ come neesero al bene della riione obe it loroereita i estenda dappartatto'e che est abbiano © goverare To o0- senso —mireretbero a regolare © domiaare Vintera seit ‘attaliza,fgitinando «16 loro pradenza mane © plies on i prcteso di una prudeaza diving eration» Quinto al metodo polemico da lai anquito in quate ltrs ‘eso & abbasiana semplica Hg ba soltomano—oltre svar testi fori via via dalfArsaulde dal Neos, cho forono i sot eooigin! © ollabortan!talogii el cor dalntera pole ‘miea™—un seperorio “di opsiont di astorevall cat. ella Compsgnin di Gest, la Theologia mora del"Exoobar (e'opera ‘non di primo piano, ma che deve aver Incontrato un grande favo, sonal 1050 avers vaagiunto la quarantadvenma elisione), in eat eran racote « eotpendate Le estense di veaiqoatve ote. Tn cu seslie,seondo un ordine matodio, 4 test pi Sgnifeativi (mm non sempre | pit standala) per iseirt poi ‘ala trama dela sua pres, ia guise da dar loro pieno rasta ‘on won eollacarioneilumingatne sccote,¢ (ae #7 esl) tal- ‘voll teodensiony ma non arbitrarie nf aorette®. Erano gl (toxin | tet del etuovt esas, ee doveran patlare Der Isie contro i sol avvereti? eon un liguagsio non atatie- Ineateidelogice, moa poitivo per ost ding eorpulnto, desi ato a elpie © eongtsiare Topisione ‘pub ire ai, cho sino ella deca letra, Paeal si dine rol, tlnono in appareuza (sulvo ® lselar intravedorr con beri osservationi itech, 1 sual sentiment aitro Vasher ‘olga Tu ital. Le sontenze del quali et Sage gl wengeno| 4 Vonoth od eaten dle sitions paseliane a eth a casi oval Hono doughy eon Sson ota ne ‘are in sen dos A a (voine tensa ¢ Pande i Covet ie Pascal, in" Dlatonaare do Tht cathe, fae, REVAL Cent eh, 200% aeue tater ¢ omasosl & Fal Ali’ cake che non ghenns menvonunecte i geal ft ‘feanente i tl ha great le Provan Oe Muite 6 tote dl Mapnerd del ree lit Dia pare eos ee ‘Sotewre Bronce, en Pasa et woul a le Prinslr Baw forte Toca at le ates ak em saat agen 06 ou To Fagonss (Rive encugay 4 at Par Tee p83). Nota orion xxv vin fatto conneore da ean boa caste della Compagaia » Un brevion, plene di anabili's di eandors, quale Io ‘tonto «con milo eareeze» e si dimostra elo di sivelaa le ‘lies questions» « Te ingegnose rsposte dei dottor: del moo ‘dine o ello wom indian, dt frote #1 quali emo ha abieato ‘ogni sutonomia 8 adie. Delenormita & mole Tore opinion, on si rende cont; dele extanse del a9 iterloclore rimane Ingeauatente stapito: b un tiico etempio @innooenza dottorale. ‘Nonostane Talttndine in apparenan pssiva che si ® imposta, Peal svanza di tanto in tante quale abieone (son x coer: hero aggre, atch teologt moder, Ia Seritura i Pads I'mma rage non. comunda forte di aqguire non pik wea ‘aslsiat opinione probable, ma la pid probailel ¢ fatto le Dratcbe devote posson forse sstitire il dono di se stom a Dio, fa solo nllliz collouio eon il bon evita. (ota, nalle ltime pane dll dein letra), di front alle tes di Antoine Sirmond © di altri tenlog tlla non nese ai Sn dll nati feasione, delVamare verso Dio, quslifesto di « penom oblige- lone, Pasa! abandons i tong deironia «Ia Sesine soma, lala provompere il proprio wSegue. B perla 6 cunre specto? {nome nom solo ot qullagetinamo intorale che contin i eredo” di Port Royal (e im ex il conta dall'amore Dio ‘ime fleso della vita eritana. avere un, posto celta), ma ‘id aao pid intino wentire Ché lt ede tot gli aesorgiment {i enuav cass» confure in an wang «miter @iniqait rela ¢sovversione eampleta dll lege ot Dios, Sono per I gi ssi fondementt lla vila eristisna she Yeogeno.inniat «| ovintiz «Del pecctarporifett sense penitent, dion Ssifent sea cavity tall | erin’ senzm Te praia di Gook Grito, una predstinasone senza mistero, wna Teensone aone8 certezann (Penode, fe. 84), 1. — Le sl ltteresnecesiv alla devia — che si magionsn0 tel tempo dal 18 goto al 4 dhembze—conseraooo pur tempre J morale geaiten'@ ne riluppano © approfaudncon le eit, ‘Ma non sono pit dete alfamieo dt provinla est erano tate Indirzate le prin dow; e Pasa! vi abbandona la fnsione Ite ara di eal ab era secvito nelle precedent. Ado, elt asia in rome proprio esi rivlge direitameate al gait in un tono in ai Titonla cade il posto ad urppassionatn sloquenra allo egnoyalinvetva. Bolte che ed siaccary mira 8 dfeadere te alone —e, ello lettre desimagainta « dacmanety Port. Royal dalle accuse det avvecst maw be provincia i eho sg el frattompo, cat In «eauitigue relchée» verano comineiato,e insrgere sin dal mageio, 1 parrot di Rouen e quell di Parigh (che, nelletabre unit In sssrble, dloverano prender eperia passione conto eee ciedere fondanns), 1 geil rimasti in an primo momento disrieatatl per Timprovvia atlas, avevan eeesto dt orgeizeae la Toro Aisa reagito eon vilenzn, so non con ability alle necue da Tigaoto avversari, tratandelo da bofone, dn ealnaistre, da ‘alinsta massherta, de eeaprit lot "A uta Premite Réponse lle prime ai Iter, uate nel ‘maggie, averan tenuto ders, © dovevan puntaslmente seguir ‘ei mci succes oltre allo aerito Ler RatotJaye dev Jonsé- sites (agosto) altibuito al padre Annat, altre Réponsesy do- Yule al padze Nowet (lo steno che, nlwatucno del 7, aveve staccata VAreauld), elle quali Faatore delle Provinciaes era fecosalo’ dk aver vlo in ridicolo le cose asere e di varate ‘impestare. (Dells prima secs, —ehepoova srover eco Seune persone di Port Royals nella Mére Ampétigae nel Singin, ‘bel Barts, nel Le Mates de Sac, Paral a difeee nella letter Aecinaprine, oservanda cho e0% von gran dfernna tri fiere dala rlgine e irdere ai chi In profamt con Ie sue ‘pinion! stravagant no ritreendla contrat suolavversat delle ‘Cimpentare» atituiteg alle tre eters scceive diestrando, test ala sano, che ulflenowing, it dull, Femi, In soni fell non aveva fatto ae non stars fdstnente Te opiont det tng” lor “autor” dalla Compagnia) Toolze, i$ agzto un devrto della Congregeione del!Tadie vera oondannalo tot gi arith pubbliest dill Armauld dopo Jn sua “ecarara's el I" axtembre VAremblen del sero appro: ‘an Formultig prepavto dalfercivescoo i Tolos, Pierre di seittrione sean risers della coudanta, delle ‘roposizion! di Cornelio Giansenio contenute nel su0 [ibe intitsiato Augustin»? formlerio che att veeont dl regno errebero dovuto far appicare nelle vapettive dice Tf, it 10 ottobre, papa Alessadro VIE Fanovara, eon Ia bulla Ad Sacrom Reati Pett Sedem, Ia eopdanon dll eingse ‘ropeison, «nel nao in ent le avere apiagnte Cienteiam 8, — Lo ecouse di eesia contro | antes veevevtno oot) lvssima confers e uaovo alimentos e veaivano sspramente ibadito dal padre Anant tm un opuscolo, La. Bowne Foy des Jonséristes,dtato 9 decabre. H gih si preasnusciaveno contro Port-Royal nuove persecution Nota rica awit Paseal dove, quindy volgersi, con Ia docimasettin € dei smoteara leery petivamente al 23 geanaio « del 24 marzo GGT (toa In noone pubinata sllnty ver 7 magi) «| indiriate entrambe padre Anaat, a difendere Falitudine dc Messeurs Gi Poreoyal nei confront deh deerei pontfel Tortodosia dalle dotting gansenistio delle grasa efcace ‘ire il primo panto, Payal a rihiame nora unu_vlla nine te Bin fat Od, mene coda cone ‘rtishs To ingue propossioni, raf che eae i silzovano al?dupuitinur n6 tens io eo} sono protean dal « diseepalt {2 annAgeetino» & quello condanesto; e eke, come I storia Bll stasi maior telogt gnu (con w eapo i Bel- carom, al papa non pd errare alle question! i fee, non per) infaliile in quell ai fatio, Nelle quall sla sega rida 8h indiso ® Veaperinsn © a1 pomono, peranla, ‘evae opinion! diverso da qualo del poatefce « deli Chies, finen eon ever meno el Tapelta dovatopl m6, taste memo, (Quanto al prolema della grea ln dosimottava Iellera 3 a gore, In sla eo ne tratti¢2 profsso: tlio esendo, come fd 18 dati, Foggia dele prime te Nal fratlenpo, Paseal deve aver approfondita il problema ed ‘ewer xo tlio conta dela sam complosith « dellimportaasa 4 certo provinions « itinsion dotrinal, Totavi, 0 for ot Ingo parlae (come hxauo fatto, ed esmpio, B. Jory o J. Cho: valet) di uafevolurione del suo penser, por ext cao si sare Sllontanato dal enarsimno v eocotty af tmiamo. La. preveese Ysione i mostrare che Is- dotting glaneesstien dela resin ‘zace on era ia contrast con qolla i Tommaso Aquino ere fg manifente ello prime Iter; ed er, daltonde, comune ‘AV Araald e al Niole dele eat tien cllabrasione taologi Teotare dll «petites lotr» ni nerd anche in. quest oscuhne, Nel 1067-58 I pensiero dt Daal in moterin sh crtaments Ur'evolasione; me (come hanno gistimente ribedta it Gldzoaan el Mevssed) el seo, sltetato dai soot Beit nur ta Grice, {1 un magyiorsigoriams agontiiten (che lo por suche ate iar {tala dei pid aceeri teologt dh Lowesin: Couring Jeu Sianich, cee), © non git ‘una son etlcmuarine. ‘Comanque sis, nella decimotnva.letes, ali insite benst sal potero che la volonth umsoa avzetbe di reisere non solo ® ‘quelle grazie debal che sl eiansno sectonti 0 prevenien» {echo ran amumene anche Gal Sant Cyran © dalf’Arnaua) mm axxvitt ee provincia alla stata gras «per a6 olence (poter, del rete, puramenta feovieo: che b fale ditt, non fate); a in aid non a ‘esta afalio dal! Arnaald TE. pleaamenteeonforme alla dotirinn insonsticn& la teria con ln quale et sina possibile salvaze a un tempo eil pore Sovrano lla grazia sul libero arbi e Ie eapacith Ol questo di ‘estore slla rasta le doling dt delle"delettio (oltre dal Saint-Cyran e dall Amal) dn Gis ustinns, por ln quale Dio disporrabe «dlls hers volath det Fomo, ecu imporle nerene ort Conforme st priadpi dll Armaald & infine it conctto (pot situppsta ogi Berty arta Grdor o in sleane Pensts) the Terrore comune ai pelaiant e si calvin reve nella stnmare Incompatiil Ta grasa divina ea Thera mana, entre Ago sting insegna che, nellerdne delle foe, ete eutstono insets ‘rowcizandes! in aon ents! soperore 8, — Ta decimetava Intere fy Tilting; di wns desimanonsy sushion indiinata al padre’ Anoat, 2 rimesto slo un fam rent, fatto che Pascal abbie interrlto Ia. pubblicasione delle spots Tttees, a dato ado a mate eogettre © dneston, per lo pid abbastanea orion. Sombra da eecadore che cis Sato indoto da serupolt Wordine reliioo, suittt in ful sia ‘al improvero—mosiopi dalla Mere Angdiqes, dal Singin, “tl Bove, ai ever trasporato una oantrovern oan datiet avanti allopinione Inien e dl escr sicrso a metod polemic perilos per Ie fede; ta dalla condanna delle Provincial 0 ‘cuir broeate per mano del bois, promunzata il febbreio 1657 sl Paviamenta at Abe (e alla quale Tone négito, il @ settembre ta Joro serene nellTndex Lbrorum prokbitarun). Paiva di ‘ogni fondameato 2 altro canto, Tipote dello Chevali che, He coro dala Tita contro & eau, nn srvenata in Ii un vero ‘© proprio. “reviemeat' per i quale ogi errebe Sito ea gine ‘ico in manera pid qua | saoi avversri in do pid ever 0 sco e col siconoatere tato quanto il buon sucesso della Sun polanicnaveva edt percoloag per Ini e per It enata che Survive x Tovar, condo quanto rierises Marguerite Pévies, ‘ur anno prina di morire,e obi gli domandan ne fesse peta Ai aver sento le pltes Intron, riapondevn’ « Anzehé peste: mano, se Te doves! rserivere ogni, le far ascore pid Zrii» (Grove, © 8p. 408) Ba not, fain, come el atin seagito Nota stoica mente alla loro condanna: « Selo mie letter soa eondannate « Romt, ‘quel ce vi eondannano & ondaanato nel cio: d tau, Domine Sens, tribunal appelo» (Penses, fe 920). TE da pense piuttsto, oon il Tanson e alti, che Matera. sone sin tata dtertinate exensiaimente dalle nora sitaarone @Nerminalai nl prt mest del 105. Daun lato, come ai visto Taxione di Pascal aveva. id ‘ominito a dace | auol frat, sacitendo in vari seat dl lero franca ta tneto Ot reavone contro it Iai (eho 10 piney tun le alte cos, 9 far istampare fe Instructions pastoral di sim Carlo Bornnen tanto emirate dl Ssivt-Cyran): moto che findava stato con sors ¢disresions, Delft, Port-Royal ‘overs pensare pit che tn Gifenders. 1117 meray, YAmemblen Ae cle aveva “riot” fcilmente Ia holla dt Alsandro VIL fe daxiso di far sltservere da ogni estesiastico e religiso del Fogto un Formmlari pit rgareso dct procdent. Cenvenive, Gquind, non Inasprive Te aotortapobtiche ed cdlsiasteho da ‘hi dipendeva Vapplicasione delle boll; « procurare pttsto dt ‘ttencrne Ia rspensione oper fo mano, a mitigarae gi effet, “A al intento 1 portrealisti a rivolsero, I" giugno, al Peslumento di Porgy tradisionsle difasre dele “teeth gll- ane’ con una Lettre am adeocat aw Parlement aan deo fmt, che fa sevita da uno dei esoltarts, Antoine Le Malis, ripoto dalla Mire Angetique (e alla quale colabord. anche Pasea) echo vals a rtardare te rgistratione dala bella pooti- fia sino al 10 diembre ela softoscrisione del Formaltia ino sleet [Né si mud dive che Pasa! sospendeste del tuto Is polemicn sntigemiticn. Nel 1658 esllaborava, infst alla prepaazione dt east memorali ean oui i parrsi di Parigh denunsierono. i featative de astituire alla vera moral, vente come union pi cipio Taotorit avian « come saieo fae Ie cana, von morale ‘fatto umana, eveate come principio ln agione e come fine lt oneupiscnza'e To passion? nelorall « c file Pacolth dl tolgia © al viari della dio la condanoa dl ‘unt maldestra Apelogie pour ter erwistes contre let ealamnies ‘es Jansénser, dun tl padre Georges Pit de ellegio pare fino di Clermdot, wcite auoaima nel dicembre 2657: eondans fhe né Ia Sorbous la Congrogesione del SanUMiio putea ‘Up teatimonianse contemporanee attribuiscono Pascal on ‘ino Factom, weit wel Febbraio 168, e I secondo it quinto m Le provincia om gai probably 1 ststo degli weit oeccesvi (Stat Spetivamente 2 aprile, 1 giugno.e 1 lao), leech un Projet de mandement contre UApotorie pour Tes casistes (giugno) © forse eo. Factum des cnris de Nevers (ele: Buorey, VIb, pp 278.08, 06:2, 355-3, 380-01; & VELL, pp 68-70), ‘Alle Provinces si possono eollgure anche uns Lettre (0 Discours) sur te miracey, in difesa del erictelo dle meala pina» ¢ in polemien con‘ padre Ansat e i padre Claude de Ligendes, rimasta allo lato di progello (e dt eat ot rsteno ‘omeroat frammeati: gran Porte dl quell racclli dal Brunscvieg tals seione XIU dela sua edione dle Pens); un certo Senso, soche quatro important Bente ter la Grice (Cavre 1X1, pp, $5.05), rimastaguelmenteincunpat, che rappree {ano ances un tentative render acca § pit ardat pro. beni teologct ¢ lastrare e difendere la dotrina ageatiniano- ‘itnsnisten,ibrandola da eun evn alr Taroucke; ma she, fome essrva il Meaoard, xattseat un jenséiane te ai plus slit parfis que eeut 'Amauld LE PROVINCIAL sta tm Lemme scerene ps Louis ox Moxraure A ux Proviscune 800 auico a RRP. GESur ‘SULLA soRAts & La vouinca pt quan Pont rasta Lerriea Pari, 28 gennsio 1056: Signore, i cravamo ben ingannat. To ho apert gli ocehisoltanto jeri. Sin allora avevo ereduto che Voggetto delle discussion ella Sorbone fosse molto importante, © grave di eanse muenze per la religione. Tante adunanze di tn conseso cost fclebre come la Facolth di teologin di Parigi, ¢ do avvenute tante cose talmente straondinarie © senza ese ne fan concepire un’idea eos clovata che pare impos che non vertano su di un soggetto straordinario, Pure, resterete assai stupito quando saprete, da. questo io racconto, a cho si riduee tanto ehiasto: ed 2 quel ehe vi ind in poche parole, dopo essermene acearatamente istruto Si discutono due question’: Yuna di fatto, Valera di di. itt Oseetto della prima & di sapere se i signor Arnauld sia tomerario per aver affermato, nella sua seconda eters, che hha letto con gran cura il Iibro di Giansenio, ma nom vi ha trovato Ie propesiziont condannate dal defunto papa; © che, nondimeno, siecome eondanna tai proposisoni dovun- ile 1 {Ledisi del 1690 « 1 aceaiv recane goeeio stato {Dal dpte dae thos © daifiovenins det Saad potere racing ft Mit recs por oma ee 3 ‘ Le: provincia ‘que si trovin, le condanna anche in iansenio, se ei sono® Si tratta di sapere se eli abbia potuto, senza temerita, signfieare cad che dubita che quelle propsiziont siano Giansenio, dopo eho i vescovi" hanno sentenziato che To ‘La questione vien deferita alla Sorbona* Settantun dot- tori prendon Te difese del signor Avnauld, e sostengeno ehe, ‘8 eoro he eon tantiseritts i domandavano se pensasee ‘the quelle propesizionsiano in quel libro, egli non ha po- tuto dare ata rispasta fuor che non ve le aveva vedute, ma ‘he, qualora vi si trovino, ve le eondanna. ‘Aleuni, anzi, spingendasi pit. oltr, han diehiarato che, er quanto ve le abbian ecreate, non som mai riusitia tro- varvele, ¢ che ne ban trovate, anzi, di affato contzario; han domandato poi con insstenza che, se qualche dottore Te avesse vedute, volesse mostrargliele, Eira tna cosa tanto facile che non’ si doveva rifutarla, estendo un mezzo sicuro per ridurli al silozio tutti, compreso il signor Ar- nauld; ma & sempre stata loro riluata, Reco quanto 8 acea- Guto da questa parte Dallaltra, si son trovetl ottanta dottor’ sooolart ¢ una quarantina di frati mendieauti” che han eondannato la pro Dosizone del signor Arnauld, senza voler esaminare se quel che aveva detto fasse vero @ fals0: dopo aver dichiarata, ‘anzi che si tratava non gid della verith della sua propo. sizione, ma della sua temerita (ete denen Tv, #00, Sele cages propose Signin Belson tt (in uvasenbten tenta al Lowes 1 26 mario 265, cul ave swe rat rit pa ees) tacoh pate the doi. ak te alo meal ch Bal 58h Se fle arate nfm i atc al ton sole disnazte lin "Paesth com voto dliberativo, coat (rool: Minit ne terraano silent ai (doe per Grice} Prima tetera 5 infne, quindiet che mon si sono dichia- rai per Ia eensura, ¢ che vengon ehismati*inditerent ‘Weeo eom’® terminata la quostione di fatto, Di esse non ‘mi angustio affatto: cho il siguor Arnauld sia temerario 0 ro, non & eas eu la mia eoseienza sia interesats. E ae mi pigliase Te curiositd di sapere se quelle proposicion! siano Jn Gianseni, il suo Uibro non 8 n6 oosl raro n6 cost gruso «che non poss Jeggerlo per intero per veuime in ebro, senza, ‘eongultare fa Sorbona. 3a, sp non temessi di ester anch’lo temeratio, seguire, credo, Vopinione della maggior parte delle persone eke fre. dquonto: cha, avendo ereduto sin qui sulla fede pubblica, che tali proposizion sono in Giansenio,cominciano ora a sospet- tare il contravio, a cagione del biszarro ri8uto di mostrar: rele: che & tale the non ho ancora trovato neseuno il quale ini abbia detto di avereele vedute. Temo, pertanto, che la consura facia pitt mele che bene, © susciti in ehi ne conosea Ja storia ‘un'improssione affatto oppesta alla. conelusione. Invero, Ia gente va diventando difidente e erede Te cose soltanto quando le vedo. Ma, ripeto, si tratta di un punto di ‘searsa importanza, perehé non riguarda Ta fede ‘Molto pit considerable sombra la questione di divitto, siacché eoncorne la fede. Ho cereato quindl di informarmene ‘eon speciale cura. Ma sarete molto contento di sapere che & ‘esl poco importante come la. prima. SI tratta di caminare quello che il signor Ammawla ba etio nella medesima letiera: che «la gravia, senza la quale nulla si pnd, maned a san Pietro nella sua cada». A tal roposito si pensava, voi e io che si doveise prender in same j pitt grandi peinelpi della grazia: se sia concessa & ‘tutti gli uomini oppure so sia efleace. Sbagtiavamo, Tn poca ee i cor a 6 Le provincia tempo sono diventato un grande tcologo, bito delle prove Per sapere come stavano veramente Te coet, mi reeai a consultare il signar N, dottore di Navarra’, che abita vieino fame ed 2, come sapete, uno dei pitt zelanti contro i Gin: sonit!;epoiehé It euriestA mi rendeva ardente quasi quanto Jui, gli domandai {prima di tutto] se non avrebbero deciso formalmente che «la grazia 8 data a tutti gti womint >, in ‘modo che non si avesse pit a dubitarne, Ma egli mi respinse ‘eon rudezza, dieendomi che non sh trattava di ei3; ehe tra { teologi della sua parte ee n'ereno aleuni* ehe stimavano che la grazia non sia Tangita a tutti; che persino i exami natori avevan detto in piena Sorbona che tale opinione & ‘«problematiea» oehe anche Tul em dello stesso avviso, B me Jo eonfermd con questo testo, steondo Tui famoso, di san Agostino: « Noi sappiamo che la grasia non vien data a ‘att gli uomini >" Gli ehiesi seusa di aver frainteso Ja sua opinione; © 30 pregsi di dirmi se non avrebbero condannato almeno que- valtratesi def Giansenist, che fa tanto strepito: che «la gratia 2 efieace, e determina la nostra volontd 8 compiene iI bene »". Ma in questa soeonda demand nom fui pit for- ne vedrete su- fond nl 1204 per dips tamer igaren wage dt Pippo TV il Beto A ea ‘ta Oe pit setee avr dll Argus ak Poreovale Seater hae are ‘ident, ‘rocdeinatone t ropedaton, 1888) Do none fa Prima ltera 7 tunato che nella prima, «Non ne capite mulla,—mi ri spose; —eodesta non 8 un’eresig, ma un'opinione oxtodossa: tutti i Tomisti ta professano, e anch’io Vho sistenuta nella mia Sorbonies.» ‘Non oaai pitt manifestargli i miei dubbi; anzi, non sa- evo pit) dove stesse il nodo del problema, quando, per ¥e- nene in ehiaro, lo supplieai di dirmi in ehe consstesse,al- Jora, Veresia della proposizione del signor Armauld. «In questo, —mi disse: — che non riconosee che i giusti hanno 4 potere di adempiere i comandamenti di Dio nel modo in eal Vintendiamo noi.» Dopo questa spicgazione lo lasciai;e, orgogliaso di aver inteso il nodo della questions, mi reeai dal signor N, che gode ogni giomo pit di ottima salute: tanto che pot® cone ‘durmi da suo cognato, il quale 8 un Giansonsta, se mai ve ne {urono, ¢, ondimeno, un gran brav'uomo, Per esterglt me ‘lio accetto, finsi di essere de” suol ¢ gli dist: « 8 mai pas. sibile che la Sorbona introduea nella Chiesa questo errore? che tutti # giusti hanno sempre il potere di adempiere ¥ eo- mandamentif—Che ditet—~mi replied il mio. dottore — Chiamate errore una dottrina perfettamente eattoliea, ime us ver eprops caana > dale oho» f+ Ymane vores da ‘ho Conese die, prvi o8 bo in wh dla fon Sonscens ‘ht Soaigeate woacatcnetament Zit) ‘tins ite Parone, # gigolo a (Scraente mi ‘gum infuses cont oe eto ¢ cae Dio wow comes fit a wll prtesant (tht Laroer, La Dosti ge Por Ho soon rt te i Gre, Pm 103, 0 teria de catadeet“namigeagast® Condesa de sese Gage Sn‘ noein hn ewe Po ‘orrspontoreo'Weue fran ag timol ia grav © be xo Stat newomrany tor vole, banana dt atonovaie Versi ca nic (ft In XVIT Provincats = Bet problem dais gravis © jn i ariolare, da poole. enn 1 eoandaentt via Paro pot cr profe att ani ern tur Gs, ot ot probabil ba fast a 58 (dueren Xt, 06300] ‘oa prom dol re "isi ate Per tong i cers '% tot. Wena svtnota due‘ Sopo Fess dt acealerste G toma} 5 Le provincialt ugnata soltanto dai Luterani ¢ dai Calvinistit — Comet non 2 codesta la vostea opinions! —No+ noi Vanatematis- iamo come empia ed eretica. » Stupito di tale risposta, mi accorsi di aver fatto troppo I giansenista, come prima ero stato troppo molinista, Mi znon fdandomi interamente della sua risposta, To pregsi di dirm} in confdenza se stimasse proprio che ¢giusti hanno sempre un potere effetive di osicrvare 1 comandamenti » TI mio omo allora si sealdd, ma di uno 2elo devoto, © mi disse che per nessuna ragione avrebbe mai dissimulata le proprie eonvinzioni: ehe era Ia sun fede; ¢ che Tui ¢ tut i soi amici Vavrebbero difesa sino alla morte, come quella che era a pura dottrina di san Tommaso e di sant’ Agostin, loro maestro, gli me ne parld con tanta sorietA da non Tesinrm om: bra di dubbio. Forte di questa eertezza, me ne tormai dal mio primo dottore e gli diss, tuto sodisfatto, che ero a: cero che la pace sarebbe presio tornsta nella Sorbona; che anche | Glansenisti ammettevano il potere dei insti di oar vare i comandamenti; che me ne portavo garante io ¢ ehe lilo avzet fatto sottoserivere con il loro sang « Piano! —mi disso: — bisogua esser toologo per vederne la fine. Le difforenza che 03 tra di noi & talmente sottile che noi stessiriusciamo a mala pena a scorgeria: voi fa reste troppa fatiea a intenderla. Accontentateri pereid di sapere che i Glansenisti ammettono hens] ehe tutti i giust hhanno sempre il potere di oswervare i comandamenti (non a questo disputiamo), ma non che questo potere sia pros simo. Qui sta il punto,» Quella parola mi tomd nuova e sconesciuts. Sino allora avevo eapito di che si trattava, ma quel termine dl * pros- smo’ mi gottd nell’sourita: eredo che sia stato inventato soo per imbroglar le eose. Gli domandai pereid di spiegar- melo; ma egit me ne foeo un mistero ¢ mi rinvi, senaaltea sodistarione, ai Giansenisti, a domandar loro se ammet- tessero tale’ potere prossimo. Caticai la memoria di que. sto termine, perehé alla mia intelligence restave affattoestra neo ¢, per timore di dimentiearlo, mi recai immediatamente Prima tetera ° al mio Gionseniste, al quale, dopo le prime cores, chest sens'indugio: « Ditemi, vi preg, se ammettete il potere pros: simo >. Egli si mise a videre, ¢ mi dis freddamente: «Di- temi voi in qual senso To intendete, e poi vi dird quel che ne penso jo». Poiché le mie cognion non arrivavano @ tanto, mi vidi nellimpossibilita di rispondergli; tuttavis, perehé la mia visita non fosse inutile, gli diss a caso: «Lo Intendo nel senso def Molinisti>. A che il mio uomo, senza scomporsi: €A quali Molinsti mi rinviatet». Gliliofferst ‘tutti in un mazzn, eome eastituenti un solo corpo e conde ceentisi secondo il medesimo spirit, Ma egli mi disse: Sicte essai poco informato. Costoro son tanto poco della stesa opinione che ne hanno ansi dt affatto contrarie. Ma, essendo tutti uniti nel propasite di ovinare il signor Arnauld, han pensato di aesordarst sul termine di ‘ prossimo’, da'pronunsiare gli uni e gli altet insieme, pur intendendolo in maniera diversa, cost 8x par~ Je uno steso Linguaggro¢ da costtuire, grazio a quest’ap- parente conformita, un eorpo considerabile e da ottenere la Iaggioranza, per abbatterlo a ealpo sieuro > ‘Tale risposta mi feee stupire; ma, —senz'acsoglire Je in- sinuazioni sui eattivi disegai dei Molinisti, eut non volevo ceredere sulla sola parole del mio interlocutore, © cha, del resto, non av'interesavano punto, —mi preoecupal sotanto i eonoseere i diversi signifcati chess attribuiscono a que sta misteriosa parla: * prossimo ’, Ma egli mi disse: e Ve li ‘hiaviei Den volentier ma vi voreate tale difformitde tante contraddizioni che stentereste a eredermi. Vi riuscirel so- spetto, Ne sarete pid sicuro apprendendalo da loro stesi ve ne dard fo gli indirizsi. Basta che eonsultiate separate: mente il signor Le Moine™ e il padre Nicolai, — Non (ooo net 3059), stone daa Serionm, siaustews an gai a ia mete Sempre chess TE" Gosh (ice ok Sia "eeu “Div araesd Seles glia goal Ae ate Be Bt rs a Exe Gif, Pr Toh ges J. Laren, pate pp 308 "tabpadie vean Niet, Soweheas, dotore dala. Sornm. 0 Le provincia feonosco nessuno dei due,—risposi.— Vedete allora so mai fonoseste qualeuno di quelli che vi nominerd ora? sono se- guaci del signor Le Moine », Ne eonoseev infatti, qualeuno, Soggiunse poi: « Vedete un po’ se mai conosceste dei Do- rmenieati,chiamatt nuovi Tomisti ; son tutti eome il padre >. Tra quelli che mi nomind, ne eonoseera eguale ©, tsoluto a trar profitto dal suo eonsiglio © ‘2 vonir capo dell faccenda, Io leseiai e mi reeai prima dt fatto da un discepolo del signor Le Moine. ‘Lo supplicai di spiegarmi che cosa signifchi ¢ avere il ppotore prassimo di fare una cosa». eB facile, —ini rie spose—Signifiea avere tutto quallo che & necessatio per compierla, eas che nulla manchi per agire. — Cos), — dissi—avere il potere pronsimo di passare un fume, #i- smifiea avere una barea, dei areaioli, dei remi e tuto il re- sto, in guisa che non manchi nulla, —Appunto, — BE avere il potere prossimo di vedere signifea avere una buona vi sta e trovarsi in piono giomo. Perehé, chi avesse Ta vista buona, ma si trovasse al buio, secondo voi non avrebbr potere prossimo di vedere, dacehé gli mancherebbe ta Tuce senza Ta quale nulla st pud vedere, —Dottamente, —Di (qsoe3er,) Ata dete pare, Io anv | tm ES Ata ue futrag, dato ao ape pier foo aeite Feit de prepended) ants he ek Totnes’ cheb tase stands Ses 25'S one» face) ie fete oe Siesta Sug scptics Wr cess at Mah" gale soe sie Te Menu. Parea, Bay 18), 9 18) a ge eta ne ah pee any Ne tne pine inte SCD che gly dogmiana agro, “nora sel 1038 secretary a rag Swear race Be. act (1a), co aio 9 SREB tule pe rb Houmas De ate poe Manan wie Taito a thee OHO Ba ‘= irae Inpogana'rass hea hai Site haha an tarot nove ess SOE etd ew rl deus Sey Lala (18- 1679) is padre Toussnint-Guy Desmares del!’ Oratorio (1599-1687): Prima tetera 1 conseguenss, quando dite che tutti i giasti hanno sem- pre il potere prossimo di osservare i eomandamenty inten= eto dire che banno tutta lagraaia necessaria per ademp'cri, Ai quisa che da parte di Dio non manea loro nulla — Aspettate: hanno sempre tutto eid che & nectssario per oF- servarli o, quanto meno, per pregare Dio. —Capiseo; hanno tutto eid che @ necessario per pregare Dio di asisteri senza cho per pregare debbano Hleevere qualehe nuova gra: Zia di Dio. —-Appunto, —Ms per pregare Dio non 0c corre una grazia efieacet —Seenndo il signor Le Moine, Per non perder tempo, mi recai dai Giaeobini "; doman- Gai di parlare eon eoloro che mi erano noti come novi To- misti, © Ti progal ai spiegarm che cosa signiehi * potere prossimo . «Non & quello—aggiunsi—s eu nulla manea per agiret —-No,—miriaposero.—Comel se gli manen ‘qualebe eosa, perehé lo chiamate " prossimo "t Seoonde voi, ‘per esempio, di notte e senz"aleuna luee un oro avrebbe 11 potere prossimo di vedere? —Si, Io avrebbe: salva che non fosse cieco, —Ammettiamolo pure; ma il siguor Le Moinc intendo la eosa in tutt'altra maniere, —E. vero, ‘ma noi non Ia intendiammo cosl, —E sia pure—replicl, —perehé fo non disputo mai intorno ai nomi, parché eo: ‘nosea qual sigaifeato st attribuisce Toro, Ma dalla. vostra risposta arguiseo che, quando dite ebe i giusti hanno sem pre il potere prossimo necessario per pregare Di, voi in fendete che per pregare han bisogno di un altro ausilio, senaa il quale non pregheranno mai, —Coa va bene, — ri risposero f miei Padri, abbraeciandomi, — eos va bene! A essl,Infati, occorze inoltre une grazia efeace, la quale non @ concesse a tutte che determina la loro volont& e pre Difesse de ta Constiation dy Pope Insacent X ct te ta Foy Peptic (695) pp a4.” Chr anche War Bei au ta Ord Be eat od dia con ert the waa eo eh eae ‘nev on ta'lpotore veers vests i pene ¢ oss Foi mat dul gn og» (ve, a8 tar ele geo ee aga 2 Far | dons (Cain suo tee . 2 Le provincial gare, F negame Ta necesita, 8 un'ersia, — Beniasimo, — replicei a mia volta, —allore, seeondo Yo, | Giansenisti sone cattolieie il sgnor Le Moine eretico: infati, i Giansenisth leona che | givsti hanno, s, il potere di pregare, ma han tuattavia bisogno aii una grazia cence: che & quel ehe so stenete voi; mentre it signor Le Moine afferma cho, per pre- ‘ears, i giuati non ham bitogno di aleuns.grazia eficace ‘pinione che voi eondannate, —Si,—mi rikposero;—ma ‘quel potere il signor Le Moine lo. chiama “ potere pros- sino. —E ehe! miei Padri, non & gioear con le parole dize che siote d’accordo con Iui perché usato gli sss ter- ‘mini, quando poi differte nel modo d'intendeeit» ‘Ess! non raposero verbo. Sennonehé, proprio in quel m mento eapitd Til mio dsoepoto del sigaor Le Moine, per una ventura che allora eredetisingolare; mentre ho saputo pol ‘che loro ineontri sono tut'altro che rari e che essi sono ‘eontinuamente in contatto gli uni con gli alte. ‘Diss allora. eostui: « Conoseo un uomo il quale so tiene che tutti} giusti hanno sempre il potore di pregare Dio, ma che, nondimeno, non pregheranno mal senza una aratia offence che Ii determini 2 farlo, ¢ che Dio non enn- cede sempre a tutti i ginsti, B eretico. —Piano,—mi Aisse {1 mio dottore, —voi potreste intrappolarm, Proce- ime, dunque, paso passe. Distinguo ™: se costa chiamn tale potere ' potere prossimo> ® Tomista e, quindi, eatto- Tico; altrimenti, & Giansenista e, quindi eretieo. —Non lo chiama_né prostimo, né non prossimo. —Allora 8 erctio: Aomandatelo a questi buont Padris, To non li presi per Giudici, porché esti annuivano gia. Ma diss loro: « Quel tale si rifuta di ammettere la parola‘ prossimo *, perehé gli fH rifata di spiegerglicla». Allora, uno di quei Padri foe per darme Ta sua definistone, ma fu interrotto dal discepolo al signor Le Boing, 31 disse: « Volete, dungue che rleamincino le nestre disputet Non siamo forse rimasti A'accordo di non spiegare questo termine di prassimo ' di 1 Boi em moto per Vngegans vlfergitare dita sionts [P, Guan. Prima tetort as pronunsiarlo li uni e gli altri senza precsrne il signi. stots. Al che il Giaeobino annut. Compras allora le loro intenzioni; o, alzandomi per Ta- seiarli: en verita,—dissi,—mieiPadri, ho una gran aura che tutto cB 'sia pura sofsticheria; ¢, comunque vue Gano a finive le vostre adunanze, so predirvi che, anche Ja congura sori pronunsiata, la pace non vere ristbilta Poiché, una volta stabilito che bisogna proferire Te silabe i, mo, ehi non vede ehe, non essendo state spiegate, ciaseuno di voi vorri godore della vittoria I Giaeobini dix anno che vanno intere nel loro senso, il signer Te Mine nel suo; © cost vi earanno molte pid dispute per ehiarite 41 termine ehe per introdurlo. A rigors, non st eorrerebbe ‘un gren rsshio ad accoglierlo sns"atteibuirgli nessun sigi= fieato, dacché esto pud nuoeere soltanto per il senso che ali vien attribuita; ma sarcbbe indegno della Sorbona « dela teologia far uso ai termini equivoet ¢ capries, senza epie- gar, Comunque sia, ditemi, vi prego, miei Pedri, per Pl ima volta, che ensa debbo eredere por esse’ cattoieo —Bisogna —mi risposero tutti in coro —che diciate che ‘tutti i giusti hanno il potere prossimo, facenda astrazione a qualsiasi significato: abstrahendo a sensu Thomistarum et a sensu aliorum theologorum, —Clo8,—dissi Toro ace comistandomi,—bisogna proferire codesta_parola con le Iabbra, per paura dieser erctieo di nome, Giacshé, ining, Ia parola deriva fore dalle Seritture? —No. —B, allore, dei Padri, © dei Concili, 0 del Papit—No,—B, dune que, di sen Tommaso? —Neppure, —Che necesita «2, allora, di diela, dato ehe non ha eutoriti, né, per se stesa, aloun senso? —Siote ben testardo—mi dissero. La dinete, © aarete eretico, ¢ messer Arnauld anche. Perehé noi samo Ja maggioranza; c, so sard necessario, faremo venine tanti Cordiglieri che Ia’spunteremo »™. \s [alsaee «une trate dee rxina mad, Anns dni, ‘iiata ttn Iie Fel 19 deembre est dain prinelgesa 0 Ca Slat, Anan de Hag aca Gi PorcRupal (era scale GEI'Catt De" ty Friguerte' Conan Selma's ober ‘ronald Padi, fnaa Bl tologs 8 dala nave Anghiqoe) “ La provincia Su questa soda” ragione I ho lassati, per seriversé ‘questa rearing, dalla quale vedrete che non ® in disens- sione nessuno dei seguenti punti ehe non sono eondannati nné da una parte né-dalValtra: 1) che ln grazia non & con ‘essa @ tutti; 2) eho tutti i giusti hanno sempre il potere di osservare i comandamenti di Dio; 3) che, tattavia, per adem- Deri, come per pregare, essi hanno bisogno di ‘una grazia| tffcae, la quale determing la loro volonta; 4) che tae grasia non @ data sempre a tutti § giusti, e dipende soltanto dalla iiserieordia di Dio. Solo Ia parola' prossimo ? senza alum senso determinato corre ancora pericalo Feet i popol ehe la jgnovano! feliei quelli vis della sua nasita! Perehé fo nen ei vedo pit rimedio, salvo ‘he i signori dell’Acsademia non bandiseano, con un atte i autorita, quella barbara parola di Sorbona, eausa di tante dissension. Altsiment, a eensura sembre sara. Mis vedo che non produred altro tale che quello di sereditare Ie Sorbona, per un modo di procedere che la priverd dell torith che le & noeossaria in atti casi, ‘Vi lascio, intanto, libero di parteggiare 0 no per la pa rola * prossimo’, perehé amo troppo il mio prossima per perseyuitarlo eon simile pretesto, Se questo raceonto ton vi spince, continuerd a tenervi informato di tutto quello che secede’, (La ssonda enone el 087 see, ince dh essida cutind sd Ssoosma Lorna Parisi, 29 genio 1656, Signore, Mentre chiudevo Ta lettera che vi ho seritta,nlevetti le visita del signor N, nostro veechio amico: eeesllente ocea- siono per sodisfare la mia curiasiti, perché 8 molto infor. mato dalle odieme eontroversie ¢ eonosee alla perfesione sogreto dei Geauit, dai quali si trova ogni ora, ¢ on i prin ipali. Dopo aver parlato della faccenda cho To aveva con- ‘datto da me, Io pregei di diemi in poche parole quali sano yantidibattuti trai due part. Egli mi actontentd sibito, e mi disse che i principal sono due: il prime, eoneernente il potere prossimo °; il ae. condo, la grazia sulciente I! primo ve l'ho ehiarto ron. a lettora precedente; in quests, vi pazlerd del seconde, er dina in breve, appresi che il loro contrast, rizuando alla grasia suffcionte, sta in questo: che i Gesuiti proten- dono che ef sia una grasia data generalmente a tut, so fetta al libero arbitro in guisa che esso la rendo a sua seelta fence o inefeace, senza neseun altro ausilfo di Dio ¢ senza che da parte soa nulls manchi per agire efletivamente: ra- son per la quale esi la chiatano * sufiiente’, perch ba- sta da sola per agire, Mentre i Giansenisti pretendono, al contrario, che non ef sia messuna grazia attualmente * su tS daeine 39 100 6 date ei Dae 16 a provincia lente” che non sia anche *efieae ssi, che tutte Ie gra- He che non determinano la volonth ad agie effettivameate sono insufivienti per agire, perché essi dieona che non arisce mai senza ‘grazie eficace '. Beco dove sta i ona eon tasto™ ‘Winformaiallora della dottrna dei nuovi Tamia, « Rasa @ bizzarra— mi disso eostui,—Costoro sono d'acearde eon w'ammettere una gratia sufliente data a tutti ‘Ma sostengono nondimeno ehe gli womini non ‘agiseono mai eon questa sola geazia; ¢ che, per farlt anne, fccorre che Dio conceda loro una grasia efleaee, che de- termini realmente Ia volonta al'axone, grazia eh’egli non a ttt, — Dimodoehe —gli diss, —eodlesta grasia & sufleiente senan ers tale. — Appunt perché, se essa bast, non ne occorre nessun’altra per agire: ese non basta, non ® suftefente, = Ma—ripresi—ehe differenza o'8, dunque, tra e0- stro j Giansenistit —Cho per lo meno i Domenicani, han 4 buono questo: che non tralasciano di dire che tutti elt uomini hanno Ie grazia suficlente, — Capiseo, —risposi, =a lo dieono senza pensarlo, dacehé ageiungono che, per gine, 2 necessarfo avere una grazia eface, la quale non ‘ concessn a tutti. Cos, se esi sono eonformni ai Gesuiti per lun termine senza senso, son loro coutrari, e eonformi ai Giansenisti, nella sostanva della cosa, —B: vero, —Ma per- ché mai—ipreei—i Gosuiti sono alleati con Toro? e non i combattono quanto $ Giansenist, dacehé avranno sert- ‘pre in loro potenti avversari, i quali, sortenendo le neces agrazia effcace che determina, impodiranno loro fare quella che voi dite che vogliano sia oltanta = Debbon guardarsi bene dal farlo,—mi igpose. — Bisogna trattare con maggior riguardo coloro cho nella Chiesa sono potent. T Geeulti si appagano di aver guada- ‘aio su loro questo punta: che per lo meno ammettono * (Qin sine eatin feat iil agua tee > (Wem m0ce) Ge ace Se Pownce Seconda tetera a termine di‘ grazia suffcionte , pur intendendolo «loro truisa, Hanno cost questo vantaegio: che postono, quando vogliono, far passe come ridicola e insostenibile Pepinione ei Domenicani Infati, una velta supposta che tuti gli uor ini abbiano grazie suficienti, nulla 8 pid facile ehe eon- cludeme che la grazia efeace non & necossaria, dacché Ia sua necesita escludercbbe la suficienza supposta, Ea nulla servirebbe cbietiae che Ta cosa vien intesa in un’eltra ma- niera: Vaceerione comune di quel termine non ammette una, tale spiegazione, Chi dice‘ suficente" dice tutto quanto 8 recessario: ® il senso proprio e naturale del termine, Ora, se voi eonoscete quanto & avvenuto in passato, sapreste che tun tempo i Gesuitierano coe lontani dal veder accolta la loro dottrina stupireste di vederla opgi in auge. So ea- peste quanti ostacali i Domenicant vi hanno opposti sotto é papi Clemente VIII ¢ Paslo V?, non stupireste vedendo che i Gesuiti non Litigano eon loro e acconsentono che con- servino Ia loro opinione, purché la loro sia libera: soprat- tutte, dacehé i Domenicani Ii favoriseono eon quel termine 4 * grazia sofelente” di eu anno eonsentita di servire ppubblicamente arate to omental tec aibetute tra tami c won ol, sit | pow ‘ott ai Clenenn VIII Paglo Vy « Rowa, ale oegregtsioa De aut (158-1000, Pasko Vth nelatunna dat 1000 ne tart solute enedaceare qurantadon proposiion Nolita sei emi ll avovr elugov Ho ay eck Font ott de Talane aye parate mlepere Dele Grace noe Pe FRc rca eal quae a sabia art rtces ‘eee eile $e arn aon oe ‘Een ‘tase dal furoy-'wi tupam—Sltpen trattars con agg? ee cle hein hits pote, Ta Bi pe sie" paiee fer combat sprints Fast appega di set (Eosagaato yore. qaeto puto che por lo meoo sting for St roppon ee tat ‘mia ealan race slaty §aenralitan Sener thee 8 1 provincia , H eos) fiat It no stra visita, ‘Vedete, dunque, che abbiarn da fare con una *sufleienza * politica, analoga al potere prossimo '. Vi died, tuttavia, che, ppurehé non si sia Giacobino, mi sembra si posta senza pe- Holo dubitare e del *potere prossimo "e di sifatta *grazin sficiente Mentre ehiudo questa mia leltera, apprendo che Ta cen ura @ stata approvata; ma, siesome non ne conosco an- {Asortno: cot quaint dal caries Pare do Rill ERT at aS at Fate a ha a “Pu pronunsiots 11 81 geosuioy me say at fat sperovae i S Vatas tate in ere 26 Le provincial ‘ora i termini e@ essa sari resa pubbliea solo il 15 febbraio, mi riservo di parlarvene un'altra volta, Rusrosra nex, ProvIscals: 2 febbrno. 1656 Signore, Le vostre due letiore non sono state soltanto per me. ‘Tutti Ie vedono, tutti Te intendono, tutti Te eredono. Non sano solamente apprezeate dai teologi: piaeetono anche alle persone di mondo ¢ sono intelligibiti persino alle donne, Beco che cosa mi serive uno dei si ria, det pit usted tra quel wom aveva letto soltanto la prima: « Vorrei che la Sorbona, che tanto deve alla memoria del defunto Signor Cardinale", voessericonoseere Ia giurisdizione della sua Accademia fran cose. L’autore della Lettora tarebbe sodiefatte, perché, it ‘qualiti di accademieo, condannerei di autorith bandirei, pro- seriverei, © poco mana ehe non diea cho sterminerei con tutto il mio potere quel potere prossino che fa tanto chiawo per nalla, ¢ senza sapere altrimenti quel che domanda, 1) male che i nostro potere aceadentco & un potere molto lon- tano e limitata. Ne sono desolate; © son tale molto di pit per il fatto che tutto il mio modesto potere non potrebbe ‘slcbitarmi con voi, eccetera > Td ecco quel che una persona, di exi non v'indiehor® fn aleon modo I'identita, serive a una signora che le aveva + (Fore, sede i Suu Beuve (Port Royal, 08 et, 1% 1 AS) ptt erate Jens Chapa 150610) tarsi‘ Mite, fondntor ei eadbcle Feng, sneer he pes tet ie + Cform, oop sroudo Il SuresBrove (on. Ep. 88, ‘a telese de Seodtry (1007470, ee nel sonoma Ea late (gv 1158) dovera giro «il sas dort» Poraya ee Shan ee dy p30) ‘Seconda letere 7 fatto avore la vostea prima lettera: « Vi sono pit obbligata ai quanto non possiate immaginare per la lettera che mi avete inviata: esa 8 veramente ingegnosa, ¢ seritta bents- smo. Raceonta senza raccontare; chiarisee le facconde det rondo le pi imbrogliate; deride con fneaza; istruisce &- nnaneo ecloro che non conoseon bene Te esse; raddoppia il piacere di coloro che ne sono a eonoscensa. B inoltre un'er- callente spologia, ¢, s© si vuole, una delicata ¢ innocent censurs. E,infine, e'@ in quella Iettera tant spirit e tanto {iudizio ehe vorrei proprio sapere chi "ha seritta > ‘Anche voi vorreste ccrtamente sapere chi sia auteee ai questa lettera. Accontentatevi di onorarla senza eonoscerla, «, quando la eonoseerete, In onorerete ancor di pi. Continuate dunque le vostre letters, dandosi della mia parola. Venga pure la eensara, quando le garberd: alamo Drontissni a vieverla. Quei termini di ‘ potere prossimo” di‘ grazia sufciente’, con cui ci i minaceia, non el fa anno pitt paura, Abbiam appreto troppe cose intorno ai Gesuit, ai Giacobini eal signor Le Moine, in quante maniere i si fa volgere, © quanto son solidi quel termiat muosi, perehé ef mettiama in apprensione, ‘Penza Lerrana Pag, 9 febbeaio 1656, Signore, Ho rievuto testé Ia vostraTetera, e proprio nello stesso ‘momento mi hanno portato una copia manoscritta della een- ssura, Nelle prima mi trovo trattato tanto bene quanto il Signor Armauld 8 trattato male nella seeonda, ‘Temo che da ttt’e due le parti si ecceda, e che noi due non siamo eono- seiutiabbastanza dai nostri giudii, Sono sieuro che, seo Tossimo maggiormente, il signor Araawld meritersbbe Vap- provazione della Sorbona e io la consura dell’ Accademia, Cos) i nostei interes sono affatto contrari. gli dove fars feonoseere per difendere la propria innocenza, mentre Aebbo rimanore nell’eseurith. per non perdere la mia re- putazione. Dimodoché, non potendo farmi avanti afldo a vo! linearieo di seusarm presso I mic insigni clagiatot, ¢ ni assumo, da parte mia, quello di farvi sapere le not ‘eonccrnenti la censors. confesto,signore, cho essa mi ha straordinariamente stupite, Pensavo di trovarvi condannate le pid orvibili erie el mondo; ma voi stupirets, come me, nel vedere che tanti clamorosi preparativi si sono ridotti @ nulla nel momento ‘Gi predurve un eos! grande effetto, Per intenderlo eon piacere, ricordatevi, vi prego, le + (Bouptiaos . Forse per aver asserito «eke senza la gra- ia nulla si pud »¥ Ma non & quanto sant’Agostino diee net + [Allason ale epileaifinivedaArnalé. 42 Sacram Pax caitatem Parnencn parla, oll ‘polio de geno 165, Inet pate Inet de Feet ieee gti? Armia i orn Cron ee spas, fons aca aaron te olan (etn ure, IV, 30.3).) fetes Rerm CXXIV, de Bempy dak "Aunutin' Semone tere 0h due ptr ey $30; % De Symat ad Cateehy I, pie, Se I liad nal pos topes ps) glo LIP tu Jokonj omit EX idee, — Wondrock std‘ lfetin delle dae ceasont con en eet ali] rmedesimo luogo e san Crisdstomo aveva detto prima di lui; fon questa sola differenza cho lo aveva detto in manicra molto pitt forte, dieendo per esempio eche la sua eadute non fa dovate sila sua tepidezea o negligenza, ma alla man- canza della grazia e allsbbandono da parte di Dio»! ‘Tutte queste considerazioni tenevano tutth quant! in an- sia di apprendere in che eonsistese tale differenza, quasdo, fnalmente, dopo ante adunane, & stata resa nota quill censura eos) calobre o east attess. Ma, abimé, esa ba ben deluso la nostra aspettativa, Sia che quel bravi dottori mo- Tinisti non abbiano degnato di abbassars sino a istruireene, sia per qualche altra ragione segrota, esti si sono Fimitati prouunziare queste parole: «Tale proposizione & temera- ia, empia, Dlasfeme, colpita di anatema ed eretica» ‘Lo eredereste, signoret la maggior parte delle persone, vvedendo delusa Ja loro speranaa, sono state colte da irita- ione e se la pigliano eon gli stessi censor. Dalla condot'a 4 eostoro ess trazgono ammizevols conclusion’ in favore del signor Amauld, ¢ Come!—dicono.—B tutto qui eid che han saputo fare, in cost lungo tempo, tanti dottori eos) ac caniti contro uno solo: trovare nelle sue opere tre aule Ti he degne di riprensione, e che sono trate dalle parole me- Aesime dei maggiori Dottori della Chiera graca eIstina’ C'S forse un autore, che si voglia condannare eu seritti non ne offrano un pretest pit specioso? HE qual segno miglore st ud addurre della verith della fede di quel'illutre ae- eusatot «Perché mai—eontinuano eostoro—si seagliano tante imprecazioni come quelle contenute in tale eensura, dove si ritrovano riuniti tot i termini veleno, peste, errors. fo merit, empieta, bestemmia, abominavione,esecricione, tna ema, eresia, che sono To pit orebili expression’ che si po- trebbero usare contro Ario ¢ contro lo stesso Anticrsto, per combattore un'eresia impereettibile, © per giunta senza me- strarlat Se un tal modo di agire & diretto contro i Pedr, ove vanno a Anite Ia fede ¢ la Tradizione! Se 2 dirctto, inveee, contro la propistione del slgnor Amnautd, ef si face cia vedere in che sia ne differiscs, dacshé a noi sembra inveoe perfettamente conforme. Quando ne avremo ono. a Le provincia seluto il male, Ia detesteremo; ma fnehé non lo seongereme, evi troveremo soltanto i sentimenti dei santi Padi, once: pitied espress negli stesi loro termini, come potremmo nom ‘enerla in santa venerazione? » eco come costoro si lasian trasportare dall'ritaviones ma si tratta di persone molto perypieae. Quanto a noi, che non approfondiamo tanto le eose, meglio starcene tran ‘quill, Vogliam forse saperne div pit) dei nostri macstriT Guardiamosi dallimpeguarei in un'impresa superiore alla Toro: in una rierea simile, finiremmo con lo smarrine. Ba- sterebbe un nonmulla a render eretica quella eonsura, La vee rita & talento delicata che, per poco che ee se ne seat si cade nelVerrore; e quest'errore & cost sotile, che, pur senza allontanarsene, ei si trova nella vert", Tra quella ‘roposizione e la fede’ saltanto un punto impercettbile E Ia distanaa tra Puna e Valtra 3 talmente pioeola ee, non riustendo a scorgerla, ho temuto di andar contro ai Dettori della Chiesa per rendermi troppo conforme ai dottori della Sorbona. E, per questo timore, ho giudieato nectssario one sultare uno di eoloro che (, per politica} si tennero neutral nella prima questione’, per apprender da lui come stanno realmente Te ease. No ho dungue eonsultato uno, moltn va- Tente, ¢ Vo progato di volermi indieare Je eireastanze di tale differenza, confessandogli francamente che non ve ne vedevo nessuna. ‘eli mi rispose ridendo, come se Ja mia ingenuith Yo di vertise: « Come siete ingenuo, eredendo che c# ne sia unal E dove mai potrebbe essere? Pencate forse che, se ne fosse Sata trovata qualeuns, non la si sarvbbe proclamata a gran voce, e non si sarebbe stati bon lieti di esporla alla vista dt tutti i popolt presso i quali si mira a sereditare il signor Amauld? » Bastarono queste poche parole a farmi stbito ‘apire che tutti coloro che erano stati neutrali nella prima lle ,Penslen ad, Brumebvieg, tr 2s , imi rispose. Bd eeeo sitornare il buon Padre, eario di libri. E, offrendomi il primo: « Leggete—mi disse —la Somme dee Péchés del Padre Bauny'. Beeola qui, ¢ nella quinta cdizione per giunta, per dimostrarvi che 2 un buon libre. —Pescato— mi gusurrd jl mio Giansenista —che sia stato ‘condannato ia a Roma sia dai vescovi di Francia, — Apri- telo—prosegul il Padre—a pagina 906 ». Lo april, e vi lessi queste parole: «Per pescare e rendersi colpevolt agli ‘oeehi di Di, bisogna sapere che la cosa che si vuol fare non val nulla o almeno sospetarlo, temere o ghidieare che Dio non gradisee 'aione ehe si vuol eompiere e he Te vieta: 6 ei nonostante, eompicrla, fare il salto © pastar eltres ‘«Comineia proprio bene, —osservai, —Eppure, guar ate ehe cost Vinvidia. Proprio per questo paso, il signor Haller, prima di diventare uno dei nostri amici, si facova betfe dat Padre Bauny, ¢ diceva di Tui: Bece qui tollitpecenta munis even eolui che taglie i poceati del mondo! ". —B vero—osservai—che sf tratta d’una re Genzione di un genereaffatto nuovo, secondo il Padre Bawny. = Desiderate— proseg! —un'autorith pitt autenticat Prondete questo libro del Padre Annat*: # Vultimo da Tol seritto contro il sigaor Arnauld, Apritelo a pagina 34, dove s.lbleone Maun, genie. 8043019), i. profes 3 ela ‘Palos comune ote 'tete (100) ta tins nates om ‘stise S640 o dal Aemteudel clero frances aeifapede 2} "(Panga Taller, dotar 9 profesor dalla Sarton (109 ea), ten or oa a ‘ht to a lee eke erao set oma por patroiare ie Sam Atte ee se Tas omen ee ena Ba ia tates rene ir ee ae ENE we wey planet ern a te mp eee ile Hair te Sig Mir a nA Bile he iad} © Le provincia © un'oreechia,¢ leggete le righe ehe ho scgnate eon Ta ma- tita: sono tutte d'oro.> Lassi quanto segue: «Colul che rnon nessun pensiero né di Dio né dei propri peeeati né a ceun'apprensione »,—ossia, come mi spieg®, nessuna eon seenza, —« del dovere di eompiere atti di amore di Dio 0 di contrizione, non possiede nessuna grazia attuale per com pilere tali atti; ma & vero altrst che non eommette nessun peceato omettendolie che, se sark dannato, non lo sath per unizione di quest’omissione>. H poehe ighe dopo: «1 ‘medesimo pud dirsi di un‘azione commesa colpevol- mente» «Vedeto—mi disse il Padre—in cho modo parla d i omissione e di quelli di commissone "T Non ai- mentiea nulla, Che ne dite? —Ok, come mi piace cade- sta dottrina! —visposi.—Quante elle eonseguense ne seongo! No intravedo gid gil avilappi: quanti misteri si of frono a mo! Veco molto pit gente giustifeata per tale ligno- ranza ¢ per talo oblio di Dio che non per Ia grazia ¢ per i sacrament. Ma, Padre, non mi procarate una gia fallact ‘Non equi aleunché di simile a quella *suficienea” che non 2 per nulla sufiiente "t To ho un saero tervore dei * distin. suo, Sono gi stato buscherato une volta: parlate proprio sul serio? —Come!—disse il Padre, alterandosi.—-Non Bil caso di caliare, Qui non e'8 nessun equivoco. —To non celio; ma ho paura d'ingannarmi, per soverehio desiderio, per megtio rassieurarvi, gi seritti ha insegnato Ta stssa dotting in plena Sorbona, A dire il vero, ha imparata da noi; ma Tha messa bene in chiare. Come ha saldamente stabil Eli insegna che, perehé un'azione sia peceato,® nevessario che nell'nima si ritroving tutte queste cose: Teggete, © pe- sate ogni parola.» Lest allora in latino eid che qui trove- rete tradotio: <1) Da una parte, Dio suscita nell'anima ‘qualche moto di amore ehe la volge verso Ia cosa preseritt + {at peat at commune afta gute enantio ete comple % (Cee Tk Provicaie nypray ps 18) Quarta tettere a mentee dall’altra, la concupisconza ribele la stimela a fare tutto il contrario; 2) Dio le ispira Ia eonescenza della sua Geholezza; 3) Dio le ispira a conegeenza del medica che deve guarirla; 4) Dio Ie ispira il desiderio dela guarigione; 5) Dio sustain lei il desiderio di pregarlo e d"invocare il suo aiuto», ‘Se nell’anima —riprese il Gesuita —non si ritrovano tutte queste cose, Vaxione non 2 propriamente peecato non pid esser imputata come Ml signor Le Mine afferma Jn questo Iuogo, ein tutto il séguito, Valete altre utoriti? Hecone, —Ma tutte modeme,—mi disse sottovoee il mio Giansenista.— Lo vedo, — gli risposi; e, nivolgendomi al Gownita: — Quanta gratia, Padre, per certe persone di mia conoseenza! Bisogna ehe ve Te condues qui. Forse non ne veto mai conosefute eho abbian meno peseati, perehé a Dio nnon pensano mai: i visi hanno prevenuto la loro ragione “Non hanno mai eonoseiuto n6 It Toro infermita né it me- dieo che pud guarisla; non hanno mat pensato a desiderare Ja salute della loro anima, né tanto meno a implorarla da Dio": dimodeché, a detta del signor Le Moine, si trovano ‘uttora ello stato dinnocenza battesimale, ' Non anno rai pensato ad amare Dio ¢ a pentir dei loro peecati "= dimodoehé, secondo il Padre Amnat, non han commesso nes- ‘sim peosato per difetto di canta o di penitensa. La loro ‘ita 8 soltanto una ricerea continua di ogni sorta di piace il cui corso non 3 mai stato interroto da nessun sonso di rimorso. Tanti eceest mi facevan stimare sieura Ta Toro per- dizione; voi, Padre, m'insegnate invooe eke queglistesi ec. ‘essi rondon sieurs Ie loro aalvezea. Sinte benedetto, Pade, che giustfcate in eodesto modo la gente! GI altri insegnano ‘2 guarire le anime con penose austerita; voi mostrate che ‘quelle che si sarebbero dette in condiioni disperate godono, Invece, di ottima salute. Oh, che bel modo per extere fel in questo mondo e nell’ltro! Avevo sempre creduto che si 5 {Quto slr wel dat Lo, Meine (ofr, sta 19 alla Pro sass crane git sale deirArnnld ota on steie post {ena Piet, aa al Pasa ane alge Goa ‘looming "Ge, ees 1, 20848] 2 Le provincia peechi tanto pitt quanto meno si pensa a Dio; ma, a quanto sembra, quando si sia riuseiti a non pensaze a lui né punto 1é poco, ogni cosa diventa pura per Vavvenire, Now pid di ‘quel peceatori a mezzo, che nutrono qualehe amore per la ‘virtd; saranno tutti dannati, eostoro! Ma quel poosntoriti- soluti, poccatort indust, peeestori senza misture, pieni « eompiuti, Vinferno non Ii tiene: hanno ingannato il die- volo, @ faria di abbandonarst a lui" > ‘buon Padre, che seorgeva abbastanza chisramente il rato i queste consezuenze eon il loro principio, se la ead ‘con abilth; e, sena'adirasi, per bont 0 per prudensa, mi disse soltanto’ e AMinché intendiate come rimediamo a tali ‘inconvenient, sappiate che dieiamo bensl che gli empi di ‘cul parlats sarebbero senza peseato se non avessero mal ‘avuto nessun pensiero di eanvertirei né nesrun pentiero di rendersi a Dio, Ma affermiamo che tutti quanti ne hanno; che Dio non he mai laseiato ehe un vomo poeensie senza argli prima la conoscenza del male che stava per eommet- tere e il desiderio di evitare il peecato o, per lo meno, dim- plorare il suo afuto per poterlo evitare. Soltanto i Gianse- nist sostengono il eoutraro» «Come, Padre! —gli replica, —Peresia doi Gianveni- sti consste, dunque, nel negare che, ogn] qualvolta si eom- mette un poceato, Ta coseiensa prova tn sono di rimors, ronostante il quale non ei si astione dal “fare il salto ¢ pastar oltre”, come dice il padre Bauny1 ® abbastanza Duff esser erctici per simile motive! Credevo bens che si (Arges a nine ltede siprwo de Hess! sen pre aE i eat ae St tn, Bt Sethe op ene pase “reria tea enara garden ea fal wrt: elt non i a rh i ial sequal tengenabiandonare. Prost ‘one loglton dal Yuetion, tends per gan’ a costene Home's por isorsart & eu quit enditone atneens ote intone srt tho poe cht wae pl is base aN it "peesor roaspevol) Qoarta tetera a ose dannati per non aver buoni pensiri; ma che si do- vesso esscrlo perehé non si ammette che tutti ne hanno, tnon lo eredevo proprio. Ma, Padre, sento Vobbligo di co- ssienza di disingannarvi e di dirvi che ei sono migliia di Persone che non sentono quet desidert, che peevano senza dispiacere, che peecano con giola, e se ne dinno vanto, E ‘ci pud saperlo meglio di voi? B impossbile che non siate il eanfessore di qusleano di color dient vt parfo, perché sfincontrano di solito tra Te persone di alta condisione. Ma Vadate bene, Padre, alle pericolase conseguense della vostra ‘masima. Non vi randcte conto degli effetti che pud produ Jn queilibertini che eeream soltanto moti ai dubitare della rligionot Quale protesto glione offrite, dicendo loro, come tuna vert di fede, ehe, a ognt peecato che eommettono, sen- tono un avvertimento e un deseo interiore dastenersenct Non @ evidento,infati, che, eszendo convinti in virtd della loro stessa esperienza della falsith dea vostra dottrina su ‘questo panto, ehe vor dite di fede, ne estenderanno la eon seguenza a tutti gli alti? Diranno che, #e non siete veri- tori in un articlo, siete soepeti i tui; © eat Ti costein- gercte a eoneludere o ehe le nostra religione & fala 0, al- meno, che Ta conoscete male, » El mio compagno, venendomi in aiuto, soggiunse: « Per salvare la vostea dotivina, fareste bene, Padre, a non spie- taro cost chiaramente come avete fatto eon noi quel-che—~ Intendete per *grasia atnale , Come potreste infatt, senza Dperdere ogni autorith sugli animi, dichiarare apertamente cho“ nessuno pecca senza aver prima avuto eoncctence della propria infermith e del medieo che pud guarrla, il deside- rio della guerigione e quello ai chiederla a Dio "1 Chi ere dra sulle vostra parola che eoloro che vivono immersi nel- Pavarizia, neIVimpudieitia, nelle bestemmie, nei dueli, nelle vendctte, noi sacrilegi, abbiano veramente il desiderio di praticar Ia castt, 'umilt ¢ Te altze vieth eristiane? Chi am- ‘etter che quei filosofi™ i quali esaltavano eos altamente “An aS om iin Cine, (De sate conan Ht) 0'a"Heven (Bp ad ncn, 1%), Feta Betta, So oA pir a pce ans “ Le provincia Ja potenza della natura ne conoscessero Winfermita e il me- ico? Came potetesaatenere che enloro che allermavano come una verithineontstabile che non & Dio a donare Ta virth™ ‘© eho non e'2 mai stato aleano che glicl'abbia domandata, ‘pensassero pot a chiederglielat Chi potrd mai eredere ehe gli Epicure, i quali negavano la provvidenza divina,sentisero il esiderio di pregur Dio? esi che dicevano che * & usargi via implorarlo nel nostri bisogas, come se e pace di dilettarsi e pensare a noi"? B, infine, come ammet- tere che gli idolateie gli atei provino in tute le tentuioni che i spingono al peecata, clot un"infinitd. di volte nel eo della loro vita, it desiderio di pregare il vero Dio, & est Jigmoto, di donar loro le veraei virth, che essi non cono- scone! » ‘€S1,— disse il buon Padre, con tono ritoluto, —lo di remo; ¢, luttosto di dire che si pocen senza aver eoocienza i far male, ¢ senza il desiderio della virth contrava, soster- remo che tutti, compresi gli empi e ql'infedeli, hanno ad ‘ogi tentazione quelle ispirazioi e quei desider. B voi non riuseirete « dimostrarmi, alimeno per mezzo della Serittura, che non sia eos.» ‘A tale distorso, presi la parcla per dirgli: « Vie, Padre, 2 proprio necestanio tiorrere alla Serittara per una eos tanto chiarat Questo non ® un punto di fede, ¢ neppure di ragionamento: ® un fatto. Lo vediamo, lo sappiamo, Io sen- tlamo». Ma il mio Giansenista, tenendosi dentro i terming fssati al nostro interoeutore, gli disse: «Padre, se volete arren- Aervi soltanto alla Scritara, vi acconsanto, 3a, allora, non resstetele: e, poiché sta seritto che ** Dio non ha ivelste i propri giudiai ai Gentil ei ha lesiat errare nelle loro vie", non dite che ha illuminate eoloro che 3 bei sacri 1 assleurano che farono abbandonati** nelle te- nnebre e nell’ombra della morte" Per eapire Verroneith "fein sen uum mora Dv tl» (r,t) uate RENT, By oe Apert, 1, 28) 2 fats EARXVIDS 7 ‘Mes 1 1 Quarts tetra 4 dalla vostra dottrina, non vi basta di vedere che san Paolo chiame se steso “il'primo dei peceatori, per un peveato cho dichiara di aver commesso ““ por ignoranca, e con zelo» "1 Non vi basta di sapere dal Vangelo ehe eoloro che erveifissero Gasi Cristo avevan bisogno del perdono ch'eglichiese per loo, sebbene ignorassero Ia malizia della Toro azione ; e, seeondo san Paolo, mai non Vavrebbere oom: mmesss, se ne avemero avuto la conoscenza "Y Non vi basta ‘che Gesit Cristo ei abbia ammonito che ei saran perseeutori Aelia Chiesa che eroderanno di render servigio & Dio eer- eando di distruggerla™, per farei intendere che questo pee- eato, che, secondo VApostolo, ® di tutti il pit grave, ped eset comiesso da persone cosh aliene dallidea dt poceane the eredono anzi di peecare non commettendolot Enon vi basta, infine, che lo stesso Gest Cristo ei abbia insegnato che ei sono due eategorie di peseatoris quelli che peceano avendone conoscenca ¢ quelli che peceano senza ssperlo; e che tanto gli uni quanto gli altri saranno puniti, sehbene, 1 dir vero, in maniera diversat >". Tl buon Padre, ineslzato da tante testimonianse della Seritturs, alla quale si era richiamato, comineid a far mar- cla indieteo;e, aselando peceare gli empi senza ispiraaione, ci disso: « Almeno non negherete che i giusti nou peesano tai senza che Dio don loro... < Voi battete in rtirata — ‘eelamal interrompendelo— batete in hate i principio generale B, rendendov « pitt por i peceator, vorreste tentare una transazione © la- Sviarlo sussistere almeno perf giusti. Ma, in eadesto modo, Ta sua validita ne vere aaiai Tinitata, perehé nom servirk pitt quasi a nessuno, Enon mette conto di contestarvelo. > ‘fail mio eompagmno, che daveva (penso) aver studiato a fondo quel problema quel matting stesso, tant'era ferrato st faz eis EIRENE a, ti sloriue erveitisvent >, id TENE 2 “6 Le provincia ‘ogni punto, prosegul: « Bevo, Padre, Vultima trineca dove Si ritirano quelli del vostro partito che han voluto metters ‘8 dispatare. Ma visite pur sempre poco al siearo, L’esom- pio det giusti non vi 8 maggiormento favorevole. Chi mi ‘ubita che non eadano sovente, sens'ayvedersene, in peceati indelieratit Non sappiamo, forse, dagli stoseisanti che la concupiscenza tende loro segreti tranelli e che accade di frequente che, per quanto sano temperanti, aeeordina al piacere quanto eredono di eoncedere alla sola nocesit, come ‘ant"Agostino dies dif nelle sue Confession’ Com’® fre- favente vedere i pit zelanti lasciarsi andare, nelle dispute, per il proprio interes, a moti di aeredine, senza che Ja coscinza renda loro in’ quel momento altra testimonianza se non che agiscono cost peril solp interesse della verith; © ‘enaa che talvolta re ne arvedano, fuoreh molto tempo dopo! E cho dire di coloro che i volgono con ardore a ease effct- tivamente eattive, perehé Te eredono effettivamente buane: ‘ome ne di esempi la storia della Chiesa? T] eho, a detta dei Pade, non impedisee che in quei casi essi abbian pac ato, B, se non fosse eos, come potrebbero darsi nel giustt ppeeeati oeculti"? come potrebbe esser ancora vero che sol tanto Dio ne conasee Ia gravithe fl numero; che nessuno ‘suse sn deo di amore o di odio e che i pit santi deb- Dono vivere sempre in timore e tremore, anche quando non si sentono colpevoli in eosa aleuna, come san Paolo dice di 861 Riconosecte, dunque, Padre, che tanto gli esompi d Biusti quanto quelli dei peccatoriescludono egualmente che ‘er peceare sia neessario, eome voi soatenete, eonoscere il oy 3, com oun ml a it Sala mars bench conse ats at SG Ee Alin BS Se GY a ence st TT Gon, VE, 30: «Te en san ont cod loro renin & [Pha fe! cum mete ot tremors vs amino) 1 Gory TV, 4: Nib ens mit reeds oe fonlsetan ban 3 stato at 00 is Quarta letters a aale ¢ amare la virth contravia, La passione cho gli empi inutrono per i vitiattsta a sulleenea che non sentano nessun Aesiderio della virti; © Vamore che i giustt provano per la ‘irttattsta altamente che non hanno sempre la eonoscenza ei pescati he, seeondo Ie Seritura, commetton eget telorno”. Bd 2 talmente vero che i giusti peeeano in questo modo che & raro che i grandi santi pecchino in alira me neva. Come ammettere che quelle anime purissime, che fug- {gon0 con tanta cura ¢ tanto ardore, appena se ne avvedono, Te cose che possono spincere anche menomamente a Dio, & ‘he, tuttaie, pecano pit vate i giorno, abbiano ogut volta, prima di eadere in poosato, ‘la conoseenza della oro ine ermitd, quella del medieo, il dsidorio della salute e quello 4i pregare Dio di soscorrerie";e che, nonostante tal ispi- razioni, non cessing di ™ pasar oltre *e di peecare? Rico- nnoseete, dungue, Padre, che né i pesettori, e nemmeno i pit giusti hanno sompre, ogni votta che pectano, quella co- rnoscenza, quel desider!e tutte quelle ispirasion!: essa, per usare f vostri termini, che non hanno sompre la * grazia at- tualo” in tutte To occasion in eui gli acende di peseare. B non dite pi, eon i vostri nuovi Autori, che, quando non si eonosce la giustizia, 2 impossbile pecesre; dite piuttocto, con sant’Agostino e gli antichi Pad, che, quando non si ‘eonaste la ginstizia, 8 impossibilo non peoeare: Necesse et fut peecet,@ quo tgnoratur justi >", Tl buon Padre, pur trovandos! nell'impossbiitd dl o0- stenere la propria opinfone sia nei confronti dei giusti sia jn quel dei peceator, non si perdette d'animo, B, dopo ‘esse stato un po' soprappensicro: « Saprd pur convincervi», ci die, H, riprese i suo Padre Bauny alla stessa pagina che gid el aveva mosteata ™; « Guardate, —eselamd, —guar- ‘date qui la ragione su cui cgi fonda In aua dotteina, Se- ppevo Bene ehe non poteva maneare di prove valide! Leggcte ‘I testo di Aristotele da Tui eitato; dopo un'autorta cost Pron, XXIV, 10> cep enim eet Santa») on ais Se ies te A, EEE san, Beta ound dex Pelt, 9. 906) 4“ Le provincial formale, vedrete che bisogea bruciare i Jibri di quel prin: cipe dei Mosof 0 accogtiore la nostra opinione. Aseotate, ‘unque, I prineipi stabi dal Padre Bauny. Bgl dice, ant itutto, che “‘un'axione non pub essere imputata a eolpa quando 2 involontaria ”. — Te riconosee, —esclamd il mio amieo,——Eeeo In prima volta—dissi loro—ehe vi vedo accord. Date retia a me, Pade: aecontentatevi di auc sto. —Non gioverebbe a mula, —mi repose, — pereh6 i sogma sapere quali sono Ie condizioni mectesarie perché lun'arione sia volontaria. —Ho una gran. paura, —repl cai, — che su eodesto punto riprendiate a liigare, —Non abbinte timori,—mi rispose,— questo & un punto siearv Aristotle & per me. Ascollate quel che serive il Padre Bauny: “Pereh6 un'arione sia volontaria, esa deve procedere da un uomo il quate veda, sappia e intenda quel che e'8 in essa di bene di male. Voluntariun ext, si dive comunemente con il Filasofo,—sapete bene che ® Aristo tele (mi disse serrandomi Te dita), — quod ft @ principio ognoscente in quibus est singula™, Sieché, quando Ia vo Tonta si volge, di eolpo e sensa deliberazione, a volere o ad aborrite, a fare o a non fare wna data azione, prima ehe line telletto abbia potuto esaminare se nel valerla 0 nell'abor- nla, nel farla 0 nel non farla, ef sin qualeosa di male, fale azione non @ n6 buona nd’ cattiva, perehé prima di quell’esame, di quella riflesione della mente sopra Te qua- Tith buone o eattive della cosa, Iazione non pub dirs vo- Jontaria ”. Ebbene,—concluse il Padre,—site sadisfattot» ««Sembra—gli'risposi—che Avistotele sin del_parere el Padre Bauny; tutlavia, la casa mi fa stupire emual- ‘mente, Come! Per agize volontariamente, non basta che si sappia quel che si fa, © che lo si fecein solamente perehé Jo si vuol fare; ma oeeorre, per giunta, che "si sappia, si veda ¢ s'intenda quel che V'azione eantiene di bene di male "1 Se fosse eos), di ation’ volontarie non ee ne 2 ete. Bh. Wieom, 1h y, 111 20+ «Volctarin 2 que "asin eat prepa rede fn nga cates Ie rebers parclai ‘in ut a evoigeTaaone Quarta tetera 4° rebbero mai perché tute eodeste cose non si iftte mai Quente imprecazion’ durante iT givoeo, quanti escessi nce dliscolutezas, quanti disordiai durante jl carnevale, che non ‘ono volontari e, qxindi, né buoni né eativi, non essendo fecompagnati da quelle" rilessoni della mente sopra le ‘qualith buone 0 eattive ” di quel che si fa! 3a & possibile, Padre, che Aristoteleabbia pensato una eosa simile? Avevo| sentito dire che era un vomo di merite.» ‘Ve lo chiatind fo», mi disee il mio Giansenista. B,ehie sta al padze 'Btica di Avistotel, la aprl allinzio de li bro tere, di dove il Padre Bauny ha tolto le parole da lui eitate, © gli disse: «Vi perdono di aver ereduto, sulla fede del Padre Bauny, che Avistotele fosse di tale avviso Se lo avete lotto voi stesso, avresto mutato opinione. B vero veg afterma che, '* perché unazione sia volontaria, 8 ne- fessao.conoseere le particlarit: singula én quibus ost fctio”. Ma con quest'espresione gli intende desiguare foltanto le circostanze particolari dell'asione stessa, come Si desume ehiaramente dagli csempi che ne di, in quante parla soltanto di azioni per le quali si igagra qualeana di tall eiveostanze: di una persona, ad esempio, che, volendo splegare una macching, ne faceia partire un colpo che fe- risea qualeuno, oppure che uecida iT proprio figlio, come M12 rope, eredendo di uesidere il proprio nemieo,e altri casi si- ‘Da eid potete intendere qual sia Vignoranzn che rende involontarie Te azioni: vale a dire, solamente quella eon- cernente le cirostanse partiolari di un'asione e cho i teo- Tog ehiamano, eome vol, Padre, sapete benissimo, “igno- ranaa del fatto, In quanto a quella“ del dritto za del bene 0 del male contenuto in un tratla qui, —vediamo un po" se Aristo: tele sia del parere del Padre Bauny. Beco le parole di quel flosofo:, "* Chiunque fa il male, ignora qual che si deve fare ¢ quel che si deve evitare: ed & questignoranza a ren- Aerlo ingluste e vzioso. Heo perché non si pub ehlamare © (Ubiey nite at 0 Le prosinca fnvolontaria Vazione die ignori quel che 2 conveniente che faceia per adempiore il proprio dovere, Infati, Vigno- vanza nelle sella del bene e del male rende Vazione non aid iuvolontaria, ma eattiva; ¢ | medesime si pad dire di cht ignor fe norme universal del dovere:infati tle igno- ana rende gli uomini degni mon gid di seust, bens di biasimo, Pertanto, la sola ignoranaa che rende involontarie «e meritevoli di seusa Je azioni & quella che eoncerne il fatto singolo ¢ le sue eirestanze paztieolari. In questo caso, tro: van luogo Vindulgenza e il perdono, perehé ehi jgnora qual- una di talieircostanze agisee in modo involontario «Dopo di che, Padre, vorrete ancora soitenere che Ari- stotele @ del vostro avvisof H ehi non stupira, nel vedere che un flosofo pagano abbia possedato maggioti Homi dei vyostri dottori in una materia fanto importante per tutta Ia morale ¢ per la stessa divezione delle cossiense, come 1a ‘onoscenza delle condizioni che rendono Te azioni volntarie #8 involontarie ¢, di conseguensa, meritevoli o immeritevai i seusat Dunque, Padre, non sperate pid nalla da quel principe dei flosof © cessate di resistere al. principe dei teologi, it quale risolve east la questions nel libro primo, capitolo XV, delle sue Retractationes: ** Colui che peste per ignoranzs, compio la propria azione solo perch ru0l compierla, ebbene peeehi senza valer peceare. Quindi, que- sto peeeato d"ignoranza non pud easer eoMnmeso.s¢ non dalla volonta di cht To comumette, ma da una volonta che ha di mira Varione, ma non il peceato, Tl eke non impodisce, tuttavia, che T'azione non sin poecato: infatt, perehé sia tale basta che si sia fatto quol cho si aveva lobbligo di non fare ">, It Padre mi parve stupito, © pid ancora del pawo di Aristotele che non di quello di sant"Agortino. Ma, mentre ppensava a quel che doveva rispondore, lo si venne ad ay. iy BED ae at Second letve dwn due et par, 286, press pl tard Be Biwi Thee Grats gee 120, ay ware tetera a verti che la signora Maressialla di *** e la signora Mar- cchesa di *** coneavano di Ini, Ci laseld allora in. gran fretta, dieendosi: eNe paelerd ai nostri Padei: sapranno pur trovare qualche risposta, Qui ne abbiamo di molt sot tis, ‘Noi Io intendemmo @ volo, Rimasto solo con it mio amieo, gli manifesta; it mio stupore per Jo stravolgimento ‘he quella dottrina produce nella morale. Al che egli mi rispose dieendos! molto stupito del mio stupores «Non sa pele ancora ehe Je loro aberrasioni sono molto pit grandi nella morale che nelle altre materief ». Me ne citd aleunt strani esempl, e invid il siguito a un‘altra volta, Spero ‘che quanto ne apprender) posta costituire l'argomento della nostra. pressima converstzone 2 [Wvanace sea proper) acs «et eontnue digrsus eet. Sensis cat Qumeea Laren Pari, 20 marzo 1656 Signore, Eeeo quello che vi ho promesso, Heeo i primi lineamenti della morale doi buont Padri Gesuiti, di queglt « womini enti per dottrina e per saggezra, che sono tutti guidati dalla sapienza divina, la quale & pid sieura di tutta quanta In filsofa >. Pensorete forse che io acheri: lo dico sul serio, © piuttosto lo dieon loro stesst nel libro intitelata Fmnago primi saccuti?, To mi limito e traserivere Te parole. E simil- ‘mente nel séguito di quell’elogio: « B una societd di womini , per meglio dire, di Angeli, la quale fu predetta da Tatia con queste parola: * Andate, Angeli preti e agli», La, profezia non & forse chiara «Sono menti di aquile; 8 una schiera df Feniel (uno serittore ha dimostrata di recente che ne esistono parcechic); hanno mutato la faccin della eristi- nit. » Bisogna pur erederlo, poihé lo dicono, 1 vol lo ve- 2 {Soutitelos, «Diaegno. dei Gonittsullo bie oom asora Moyle“ ivy enuresis, ln ¢ aleve ‘ets gion dt gue diversi. Spieatone dee dota. dea Eevee Palla A'Schon uote soem meta Pot oe print eacoui Secttaie Jeew @ Prosnia Flndro- ona, ealrativay abot gee’ Sha one Cees Gi Gropagn, gi gana al ‘ult © od oraa sina tetera 88 rete nel séguito di questa Iettera, che vi fard conoseere Te loro masse, Me ne sono voluto istruire nel modo migliore, Non mi sono fidato di quel che me ne aveva detto il nostro amien; Iho voluto eanesceri di persona. Mu mi son revo conto che cali mi aveva detto Ta pura verita, Sono convinto ehe non rentise mal, Uo vedrete dal racconto delle mie conversa- Zion Tn quella che ebbi con Iu, mi disse case tanto singo- last che stentavo a prestargli fede; ma egli me Te mostnd nef libri di quei Padri, dimodoché non mi rest) pi alla Ga addurze in loro difess, salvo che esse erano Te opinioni i aleuni individe, che non era giusto imputare all’Ordine tultntero. E lo assieurai che conaseevo massime tanto se- vere quanto quelle da Iu etstemi sana rilasate, Hil mi re vel allora il segreto spirit della Socita, che non tutti co noseono,¢ che sareta forse molto eontento di conoseere. Eeeo ‘quel che mi disse « Voi eredete di far motto in loro favore, mostrando che leant dei Toro Padi son tanto eonformi alle massime evan. geliche quanto gli altri son loro contrasi; © ne concludete the Te opinion rilassate nan appartengono all"Ordine tut. Vintero. Lo s0 bene: se fosve ead, non ne talererebbero di cost opposte. Ba, poiché ne passedono anche di licenzioe, dovete ammettere altros! cha lo spirto che anima la lore Soviet non & quello della soverithevistiana: altriment, essa non ne tollerercbbe di eos eontrari a lei, —B che? —lo interrappi;—quale pud essere, allora, il disegno delVOr dine? Senza dubbio, non debbono averne nessune e ogmano eve aver la Iibortd di dine quel ehe gli passe per il capo. —B imposible, —mi rispose;—un eos) gran eorpo nom potrebbe sussstere con una condotta temeraria, © senza lun’anima che Io governi e ne regoli tutti i moviment, Senza ‘ine che essi hanno un ondine speciale di non stampar nulla senza il permeso dei superiori", —Mu com’? possibile che gli stesstsuperiori dian il loro consenso a massime cost isparatet ot, in 1X Prowl, tafe, 320) oe Le provincia — B quello che dovete apprendere—mi rispose—. Sap- piate, dunque che il foro seopo non & quello di corrompere i ‘ostumm; non & questo il Toro disegno. Ma i! loro uniee seopo rnon & nemmeno quello di riformarli: sarebbe una eattiva politica, Beso qual 8 il loro pensiero. Resi hanno abbastanza ‘buona opinione di sé da stimare utile ¢ come necessario al bene della religione ehe il Toro eredita si extenda per oget ove e che essi governina tute Te eoscienze,E, poiché le mak- sme evangeliche e severe sono atte a governare alcune cate- gorie di persone, se me servono nei casi in eu rieseon loro convenient. Ma, siceome quelle massime nom si eonfanno al modo di condursi della maggior parte dela gente, le I sciano allora da part, in modo da aver di che accontentare tutti quanti, ‘Tale la ragione per eu, avendo da fare con persone di ogai specie di condizioni ¢ di nazioni eos! die- enti, debbono avere casistiassortit a tutta questa diversi, Da questo principio, intenderete facilmente che, se avesero soltanto def casistisiassati, manderebbero in roving il loro Aisegno principale, che ® di governare tutte Te coscienze, lacché Te persone veramente pie cercano una guida pid s ‘cura. Ma, seeome di persone di questa specie non ve ne 2000 ‘molte, non o°® bsoguo di molt dizettor’ severi per dirigene Ne hanno pocki per pochi; mentre la fella dei easst las. sutlsi offre alla fala di coloro che ecreano la rlasstenza, ‘, Bgli mi lese por intoro quell'allegoria, + {amao acter y Mondo, loge gait pgm 58- seo), Lepage gu sey ene eee 4 at ti ioe eal ta etn Boe Popes el Sight rae kia See Wetorbee eopae inte age Se et aa andi seam haa anes fis ‘ie ened” lefevre nce" Hogs a Bags ao in Cant hese a ‘inte dining, ef. Ie Wines, BANono de Rscobar 9 ene Se Meer Boat Belting ed ie Fae, eines Tolh (a hey Seda); oat, Re Re Rober Be MCR atameny if pets fae’ Gl tao dt nha rook tare i, Ske} int tetera © che gli sembrava molto appropriata, ¢ con Ta quale voleva ddarmi un’elta idea del’ceellenza dell'opera. Poi, eereato i passo sul digiuno: « Eecolo qui,—mi disse .—" Chi la sera non pud dormire se non ha eenato, ® obbligato a Giginaret Nient'afatto ". Non site eontentot —Non Gel tutto, —rsposi;— perché posto benisimo.sopportare 1 digiuno facendo uno spuntino il mattino ¢ desinando Ta sora, —Ascoltate, dunque, il s6guito; hanno pensato a tuttol “ E soci si pud aceontentare di tno spuntino la mat tina, desinando Ia sera? ”.— Beeo il mio easo, —"" Nem- mono in questo easo si & obbligati a digiunare, porché nes- sno @ obbligato a mutare Vordine det suoi pasti” —Ob, he olla ragione!—eselamai. —Ma_ditemi.—continud, —bevote molto vino? —No, Padre, non lo poss softire, — ‘Ve V'ho ehiesto per avvertire’ che potreste berne di matting, ‘© quando vi piacuse, senza rompers il digiuno: serve sempre 4 tenere in forze, Bosovi la decisione, (nella medesima pi gina): leeito, senza rompere il digiuno, bere vino a qua Tunque ora, anche in gran quantita? & lecito, © dellip. cerasso anche ". Non mi rleordavo dellipocrasso; bisogna ehe Jo metta nella iia raccolts, — Un gran valentuoro, —oster- vai—eodesto Escobar. —Tutti gli vogtion bene, —mi vi spose;—i suoi quesiti sono cost graziosi! Sentite questo, nello stesso luoga: ‘* Se uno aon 2 sieuro di avere ventun anno, @ obbligato a osservare il digiunot No, Ma se com- piste ventun anno questa notte un'ora dopo la mezzanotte, edomani foss giorno di digiuno, dovreste domani dightmare? No; porehé dalla meszanotte al Weco potreste mangiare quanto voleste, giacehé non avete ancora. ventin ann pereid, avendo it divitto di rempere il digiuno, non siete obbligato © osservarlo ". —Oh, com’? divertente! —Tm- Dossbile stacarsene; fo passo i giomni e le not a leggerlo, non faceio altro». 11 buon Padre, vedendo che ei prendovo gusto, ne era tutto sodistatto; © prosegul: «Sentite anche questo testo [Ctr Phe. Mor ety tae 1, ek mp a8. 38, 67,78 © Le provincia i Filutins, uno det ventiquatteo Gesuitis Chi s"8 af- Zatieato in qualehe cosa, a esompia a eortete dietro a una ragazza, & obbligato a digiunare? No. B se si & affaticato apposta, per essere cost dispensato dal digiono, sard obBIi gato a osservariot ” Anche se abbia avuto tale intenzione, non vi sari obbligato ". Ebbene, lo avreste mai credutof =A dir il vero, Padre, non lo eredo veramente nemmeno ‘ora. Come! non & un peceate non digiunare quando si padt Fad &levito careare le occasion di peceare? o non si ha, piut- tosto, il dovere i fagginlet Sarcbbe molto comodo, eo: esto. principio! —Non. sempre, —mi replied; — second, —Sccondo che cotat— Ob, oh! H, se fuggendo Te oeeasiont Ai peveare s"incontrasse qualche incomoda, secondo vi, si sirebbe egualmente obbligati a farlot Non @, per, i parere el Padve Bauny™: "Non si deve rfitare Vasscluzione a color ehe restano nell oeeasioni prossime di peecare, quando zon possono abbandonarle senza dar motivo alla gente di rmormorare 0 senza risentime Incomodo ”, —Mene ral- Togro, Paro; resta da dire soltanto che si possono cereare ‘xpressumnente le oceasioni dt peeeare, dacehé & permessa di rnon fuggiele, —Qualehe volta 2 permesso anche questo, Lo affcrma il eelebre easista Basilio Ponsio™, e il Padre Bauny ita e approva la sua opinione. Becola qui nel Prat ato della penitenca, quacst. XIV, p. 94. Si pud cereare un‘oecasione dinettsmente e per lei stess, primo et per st, quand il bene spiritualeo temporale nostz0 6 del nostro pros: imo e'induen a fart”, [1 gomita snes Visonso Pitt (1566169, profeore 1 cilia ora gel Colegio Ramana e eat el Sel Ua, Sune di Morale Qustuncs de Christus Ofc cabs on pp. i8428) *% Gta sowme der Plc cit, chap XLVE' Pato ga tate tra val fan. Second tte ty (th toslogo gent sagavsl asl Poweo do Lota (540. 20, frafennes a Unieri Alcalde ai Bauman, Sutoe Aaa epero uae: oe trata Deaton] ‘Quinta tetera a Mi sembra proprio di sognare,—dissi,— quando sento dei religios parlare cos, fx ditemi in coseienca, Pa fre, siete anche voi di codesto parere? —No, davvero, (ete Ponra fr gy el mate cba ca fuin 0 rag a Bana ering Der Praia Blt tt e Le provincia ne parlano in generale tutti e, tra gli alti, j nostri Ven: tiquattro: “* Un'opinione dices! probabile quando si fonda ss ragioni di qualche eonsiderazione. Di qui segue tavolta, che un solo dattore autorevole pud render probabite ua’epi- nione ”. Bd eecone il perché: “Un uomo dodito partico- Jarmente allo studio non profesercbhe une data opinione, fenza una ragione valida ¢ suficientes", — Coal Aisi, —un solo dottore pud volgore © sconvolgere @ suo talento le coseienze, © sempre con sicurta. —Non bisogna, ridere di questa dottrina, —mi replied —n6 pensane a im- pugnarla. Quando Giansenisti ct si son provati, vi han perduto il Toro tempo. Riposa su fondamentt troppo soi, Astoltate Sincher , uno dei pid celebri det nostri Padri [Sunina, ib. T, eap. TL, n. 7}: Voi, forse, dubitate che avtoriti d'un solo dotto valga a render probabile unop nionet To affermo di sl: cd & quello che affermano Angshis, Sylv, Navarra, Bmanuele Sa e¢ altri, Ba eeeo come lo dimostra, Un'opinione probabile 8 quella che ha un fon- amento\considerevole; ora, Vautoriti di wn uomo dotto € plo non & di scarse, ma piuttosto di grande peso", giae- ch6 (aseoltate bene questa ragione) “se Ta testimonianea un tal uomo 2 di gran peso per asscurarsi, ad esempio, che una data cosa 2 aceadata. a Roma, perché mai non Aev'esorlo del part in un questions di morale?" = Gran bel paragone, codesto— lo interruppi,— tra te cose del mondo ¢ quelle della coseienzal — Abbiate pa ienza; Sanchez risponde a tale abierione nelle righe che vyengon sibito dopo: “non mi garba punto la restrsione % (ote. Theat. Mor et, Oeneraia Principia, ex, TH, ca. tt (De cocentin proved, nh ok tBu, TY, SB) Sat {i Gn couddetnprobabtts etrmaen 0 ton fodate 0 ow St ragiaatIncresenbe, a slfantr Jl factor gras, emocr Note ate Fporncat th ry.sh04s 6a Stones Sinker, insigne clogs gemitn eoagniol (580- 1010), Pre stone ak slasn Opus Marie tn pavtpta, Deseo, bee Sena cant soviet (0H) om fete al rest dla tery | erent ‘Gade sono sa apg ela datos mecaive] ‘Quint tera a che vogliono apportarvi aleuni teologl: he Vautorita di uun dottore di tale specie & sufficiente nelle cose di dirtto ‘untano, ma non in quelle di divitto divino; pershé essa & ai gran peso nelle une come nelle altze ". — Padre, — gli issi francamente,—non posso appagermi di codesta regols. Chi mi asscura che, data la Ibert. arvogetash ‘ai vosteiteologi di esaminare Je cose con la regione, quel che appare sicuro a uno appaia tale anche a tutt gli altri) Ta disparit® dei giudizi & talmente grande... —Non Vine tendeto bene, — mi interruppe il Padre; —i loro pareri sono spossisimo diversi, ma non importa: ognuna rende pro- buabile sieuro il proprio. Va da 26 che non aon tutti dello stesio aveiso; ma nulla di meglio. Ani, non sono quasl mat ‘accordo. Pochi sono i easi in ent non troviate eke Puno ie «i altro no. In tutti questi easi tanto Puna quanto Valtra'delle due opinioni eontrario 8 probabil, Bees per ché Diana dice, a propesito di un certo caso; * Ponzlo ¢ Sincher sono di’ parere contratio V'uno alValtro; ma, «. sendo entrambi doti,eiascuno rende probabile Te propria epinione "- = Ma, Padre, dov'essore allora un. bell'impiecio see- jere? —Nient'sffato. Basta seguire Voninione ehe pit i talenta, —E so Valtra & pid sicurat —Non importa. Ed eecone la ragione, B 'di Emanuele Sa™, della nostra Sovieth (nel suo aforiama De Dubio, p. 183]: * Si Daud fare eid che si pensa sia lcito secondo un’opinione pro- Dabile, anche se quella eontraria sia pit sieara. Ora, Papi nione ai un solo dottore autorevole 2 suffciente ". ——B se tun‘opinione & a un tempo meno probabile e meno sieura, 3 ns in 8H weber us ey a oe istetors caus cinsietiae esplicontwr (104), in eal crane deal at oye Pee poe si am te ete regi en te Sasa e Soe es ray oo Le prosinca leeito seguir, in luogo ai quella che erediamo pitt probabite pit sicural — Ancora una olla, sl, Astoltate Filiv ‘ius, quel grande Geruita romano: “B lesto attenersi TVopinione meno peobabile, anche se meno sieura: 8 opinione ‘comune dei nuovi Autori ". Non & ebiarot — Becoei, mio reverendo Pade, sopra una vis bea larga; grazie alle ‘ostre opinion, godiamo ai una bella libertt di eoseionza, E voi alts carn, godeto della stessa Ibert nelle vostre rispostet —-Certamente. Anche noi rispondiamo quel che i piace, 9 pluttorta quelo che piace coloro che ef interro- tro, Heeo, infatti, Je nostro regole, derivate dai nostei Pas dri Layman ™ (Theol, Mor, 11, cap. If, 52, n. 7], Vasqace (Dist, LXI, cap. 1S, 47}, Séncher [Suo, lide T,eap. 1X, 1, 23], ¢ dai nostel Ventiquatteo (Princ, ex. III, n. 24] ‘Eeoo le parale del Layman, eh i libro de nostri Ventiquats tro ha soguite: * Un dette che venga consultato pub dare ‘un consiglio non solo probsbile sceondo la sua opinione, ma contratio alla sua opinione, sempre che sia stimato probabile dda altri, quando tale opinione eontraria alla sua sia pit fa- vorevole e pid gradita a colui che To consulta: sf forte haee Javorabilier seu exoptation sit. A mio giudiio, anzi, costal ron agiri. contro ragione sea eoloro che lo eonsultano dard tun parere gindieato probable da qualche persona dotta, an- che gli eonsti con cortez che d asslutamente falso”. = Davvero, Padre, Ia vostea dottrina & essai comodal Come! poter rispondere a proprio talento si ¢ no! Un tal ~ privilegio non sari mai apprezzato abbastanza, Ora eapiseo f che ¥i servano Te opinion; contrario che i vostri dottori Ibaono su ogni argomento: I'una vi giova sempro e V'altea rnon vi noes mal. So non trovate i vostro conto da. wna, parte, vi gottate dallaltra, ¢ sempre con sieuril. —B ve- % (Pest Layunee,tgologo geste, len (15751652), protec sore di apt morte Moos @ ft ti into cuonco« Diligee, atope dwn Thelogia morals (HED) [dub “Wastosteloge ge profeute an Collegio Hopson Fpnim tigi et s00 rdw ad acon ad poate spagnesto (1575638), iad alee Pa tre siuppare ie dotren Quin tera s rissimo,—mi rispose;—eosl, passiamo sempre dire come Diana, quando trovd ehe il Padve Bauny gli era favorevate, rmontre il Padre Lugo” gli era contrario: " Sarpe. pre- ‘mente Deo, fert Deus alter opem. Spessa, se un Dio ct 0p- prime, un altro ef viene in aiuto". "Sta bene, — prosegiilj —ma mi viene in mente una, diticoti. Non pub darsi che, dopo aver consultato uno dei vostr telogi e aecéttato da Tui un opinione wn po” larg, x rresti poi gabbati, incontranda un eonfessore di tendenze fie, il quale rifutiassoluzione, se non si eambin d’avviso? Gj avete trovato timedio, Padre? —B ne dubitatet —mi Fispose. —T eonfessori sono abbligati, sotto pona di peseato rortale, ad assolvare { penitenti che seguano opinionk pro- Dabili. B quel ehe han dimostrata i nostri Padti e, ta gli altri, it Padre Bauny ® (tr. IV De Poenit, q. NU, p. 98) * Quando il penitente segue un'opinione probabile, il can- fessore ha labbligo di assolverlo, ache se la sua opinion sia ‘ontraria a quella del penitente ". —Ma non diee che, non assolvendolo, commettercbbe un peeeato mortal. — Co. ime correte! Ascoltate il séguito; ne fa na eonelusio: no speciale: “Rifiutare Wassolurione a un penitente che fagsea secondo un'opinione probabile, 8 un peceato per sua natura mortale ". per eonvalidare Ie. propria opinione, ita tre dei pit famosi tra i nostsi Padoi: Suéret [t. TV, 4. 82 set 5], Vasquez [disp, €2, cap. 7] © Sinehex [n. 29] —Padre,—eli_dissi—avete proprio ragolato. ogni cosa con prudenza! Non e' pit nulla da temere, Un eonfessore nnon osera pi sgarrare. Non sapevo che aveste il potere di preserivere una cosa sotto pena delle dannazione. Credevo che sapeste soltanto topliere i peecati; non immaginavo che ln de Lago, geita sgagnle (15831800), Tse too tog on Gnvratanat Wainy at Seat ah, at Metidefre (6) bea Pry ext a” fro Ba) nme cua Sermon ae posi i, iat rArauld ein ws Second ee, pk Ctr Wesmnoee, Hota ale P Promila © Tp. 30 se cs Le provincia sapeste Introdurme di nuovis ma, a quanto vedo, aveto ogni potere. — Voi non parlate con’ proprieti. Not'non intro: uciamo i peceati, ci Timitiama ® wilevari. Misono gi ‘ecorto due'e tre volte che non siete buon scalastico. — Co- rmunque sia, Padre, ecco risolto ll mio dubbio. Ma ho da proporvene un altro: non eapiseo come facriate, quando Padei della Chiesa son eontrari alle epinioni di qualeuno oj vostel cassti ~ Non volete proprio capirlat I Padi andavan bene per la morale del loro tempo; per quella det nostro, son ‘eoppo lontani, A regolarla, non sono pit lore, ma i nuovt casith, Ascoltate nostro Padre Callot** (De Ifier, Ub, ‘VILL, eap. XV1, p. 714) che qui segue Vopinione del nostro famoto Padre Reginaldus™: “Nelle question’ di morale, {inuovi cassti van proferiti agli antiehi Pad, srbbene que. 1B, seguendo la stessa 2 Bonet v i ret di ext fanno malo i dicevano dis, wa i moderai disono di no: nnon abbandoniamo, danqus, quesapinione, che sgrava dale Vobbligo della restitusone””, —Belle parole, e molto ‘onsolanti per parcechia gente! —Noi laseiamo i Padsi 1 eoloro che si cccupano di teologia postiva ™; ma no, che governiamo Te eossienze, Ii Ieggiame poco o, noi nosteh seritt ltiamo soltanto i uuovi easisti. Guardate, per esrn- pio, Diana, che ha seritto tanto; ha mosso allentrata. det suoi libri Velenco degli autori da Tui citati™, Sono” due- Khoa Colt, mit paigno 18882650, 4 notoe ast catog Houma Pith lore Prowieae di rane, We dephed g ia ce oes Met a “Aone Pract fom porntntiae (ei) Sen {ann Det Praate‘eencese tw Cosfes repent (2610.1 "Seas sh nn dfn Sal ican fewer na STG, Rel, mer, ck: Ope cd Nomine Autorun re tray ge a heen henner Spree P. Gavier im Okweres, TV, 288-88.) : : Quinta Lettre a ceentonovantase,¢ il pil antio & dt ottant'anni fa, —Tut- to eid; dunque, & venuto al mondo dopo la vastra Societi. —AllMinciea.” —Ossia, Padre, nella morale, al vostro arrivo, si_son visti scomparire sant'Agostino, san Gio. vanni’ Crisistomo, sant'Ambrogia, san Girolamo ¢ gli altri. Ma ehe io sappia almene i nomi dei loro successor! chi son codesti muovi Autori? —Son persone di gran me- sito ¢ molto eelebri: Vilaabos, Coninek, Llamas, Acho- Iier, Dealeozer, De la Cruz, Verseruz, Ugolini, Tambutini, Fernandez, Martins, Sudres, Henriquer, Visquer. Lépex, ‘Gémez, Sinches, De Vecchia, De Grassi, De Grassalis, De Pitigians, De Graftets, Squillant, Bizsonscri, Bareolay Do Bobadilla, Simancha, Pérer de Lara, Aldretta, Lore De Scarcia, Quaranta, Seophra, Pedrozza, Cabreiaa, Bic sbe, Dinzo, De Clavasio, Villagat, Adam @ Manden, Tri Varney Binsfeld, Volfangi a Vorberg, Vosthery, Stroves- doei™, —Mio Dio, Padel—csclamaispaventato, — Tat i eastoro eran cristiani? — Cristiani? Non vi digevo che sono 1 soli eon i quali oggi governiama Ja eristia: nitit ». Ne provai un senso di pena, ma non glielo manife: stai; © mi limital a domandargli se tutti quel toologi for- sero gesulti, «No, —mi riapose;—-ma non importa: han eto egualmente delle buone cose. Non cho la. maggior parle non le abbiano prese 0 imitate da nol; ma non ne faeciamo un punto d'onore, tanto pid che citano a tutto spiano i nostri Padi, ¢ con parole di lode, Guardate Diane, che non 8 della nostra Soviti> quando pasle di Vésaues, Jo chiama la Feniee degli ingegni ". E qualche volta dice che * Vasquez da solo vale tutth gli altsi uomint presi in- sieme: instar omnium ”, Cosi, tutti 1 nestsi Pach si ser- ‘yoo spesso di quel buon Diana: glacché, xe avete ben in teso la nostra dottrina delle probablita, vedrete che noa fa nalla che sia o non sia dei nostri, Al contravio, abbiam Yoluto che teologi di alti Ordini possano render probabili leloro opinion, affinehé non si possa attribuirle tutte a noi. cto to tc Rinmmman MP ater, af won er os Le provincia Con, quando un Autore qualsiasi ne ha formulato una, noi, se voglismo, abbiam divito di appropriarcene, per Ia’ dot ‘ina delle opinioni probabili; e quando esto non & del no- stro Ondine, non ne siamo noi i garanti. —Capiseo be- nissimo. Vedo che tra voi tutti sono aecslti molto hene, tranne gli antich! Padri, e che siete i padroni del campo. Vi resta solo da correo, ‘Tuttavia, prevedo tre o quattro ravi inconvenient, ¢ eerte possenti barrere che osteco- levanno la vostra eorsa. —Qualit —eselamd il Padre, tutto stupite, —La Sacra Serithira, i Papi e i Coneli, che voi non potete smentive ¢ cho st tengon tutti nella via uniea Gel Vangelo, —Tutto qua? Mi avevate spaventato, Cre- eto, forse, che non abbiamo preveduto una cosa tanto vie sibile ¢ che non vi abbiamo reeato rimedio? Davvero, stu- piseo che pensiate cho andiamo contro la Serittura, 1 Papi, {i Conetl, Bisogna ehe vi perwada del contratio™. Mi eorehbe molto che exedeste che non osserviamo i nostri do- veri verso di lor. Senza dubbio, sete stato indotto a ere derlo dal fatto che aleune opinioni dei nostsi Padsi sem: brano in eontrasto con Ie loro decsioni: sebbene, di fatto, non siano tal. Ma, per intendome Paccordo, dovremmo di sporre di un po" pit di tempo, Devidero che voi non ser biate un eattivo concetto di noi. So valete che el rivediamo omani, vi dard i debiti chinriment,» ale la fine del nostro eolloguio, he sarh anche quella el mio racconto; per una Tettera, eo n'9 abbastanza, Son corto che ne rimarrete sodisfatt, in attexa del séguit, % (In rel, —gomeseodana Wavonac sll Note fa quia tener (Ty py Sahib} 1 cue ena emtnsnang che Sn se BE ae tl no gus ow ‘ik'eentonene entrar satoi ala Sentral dion 45 Conic dt Pape (ef, ud campo Ps dun Praga es fin Sette ol Susta Dersena Pasig, 10 aprile 1656, Signore, Vi dicovo alla fne della mia ultima lettera che quel buon Padre gesuita mi aveva promeso di spiegarmi in qual roll § easisti conciliano le divergenze tra Te loro opiaiont le decisioni dei Papi, dei Concili e della Scrttura. Beli me ne istru infatti nella mia seconda visita, di ext eecovi it resoconto , Esso sark pit esatto del procedente, perehé ‘questa volta mi son portato delle tavolette por segnare le eitazioni doi vart pass, Mi spiace molto di non averlo fatto anche In prima volta, Tuttava, se siete in pena per gual- cexno def testi che vi ho eitati nella lettera preeedento, fatemelo sapere: mi sard facile accontentarv Quel buon Padre mi par’, dungue, eos: « Uno dei modi fon exi noi eonciliamo quelle apparenti conteaddizioni & Vinterpretazione di certi termini, Ad esempio, papa Gre- forio XIV ha dichiarato* che gli ascasini sono indogni i godere dall’asilo delle chiese, © che bisogna eacciarli da ‘sso, Tttavia i nost ventiguattro Vegliandl dicono a p. 660, + (Sout: «Vedo bene, Padre, che eid consegue dalla dattrina di ‘Vasquez. Ma che mai potrei rispondere se mi si abietiase “ps Soa gt eter LEP ET NCSA ape, be tne ae fe ert Nid E SORTER S Soe a eet oa cae pa ‘ried ¢ del loro confessor >.) = Sata tetera n ‘che, por Ia salvetea della nostra anima, sarebbe allora treltanto sieur, secondo Vésquer, il non far elemesine, pur- hé si ia tanto ambiziost da non aver mai nulla di super- fluo: cost came, secondo il Vangelo, &sienro il nom nutri neswuna ambizione, al fine di avere del superfiuo da dare Jn elemosinat ~Si_dovrebbe rispondere—ii disse —ehe tutte due eodeste vie sono sieure, secondo il medesimo Van- elo: I'une, secondo it Vangelo inteso nel senso pid Lette. rale © pit ovvio; Valtra, secondo il Vangelo interpretato da Vasquez, Vedete da eid quanto utili siano le interpreta- ont ‘Ma, quando i termini sono talmente ehiari da non am- metterne nessuna, allora ci serviamo dellessorvazione delle cinvostanze favorevoli: came vodrete dal soguente etempio. I Papi hanno seomunieato i religiosi che laseino il loro abito; ¢ nostei ventiquattro Vegliardi parlano tuttavia in ‘questo modo [tr VI, ex, VIT,n. 103] "In qual coeastont Dud un religioso svestiro Vabito senza incorrore nella s00 runieat ”. Essi ne eitano pareeehie, tra eut la seguente "Se il deo religio lo abbandona’ por una causa vergo- ignosa, come por andare a rubare o per reearsi in incognito Jn Tuoghi malfamati, dovendo poi ben presto riprendero B, quindi, evidente ehe le Bolle non pariano di questi Stontavo a erudere a ei, ¢ pregai il Padee di farmelo vedere nel testo originale: dove vidi che il eapitolo fon contenute questo frasi s'intitola, Pratica scuola della Societi di Gesis (Praxis ex Socie schola)", Evi lessi questo parole: «Si habitum di Surctur ‘oeeulte vel forniestar.» Hl Padre mi mostrd la tessa cosa nel Diana , in questi termint: « Ut eat ineognitus fad Iupanar », «Padre mio,— diss, —perehé mai in quelle ie 1 Non To eapite! — tj rispose.—Non comprendete quale seandalo sarcbbe di + (Pamgaments: «Pras cre materiam do Stats rlghno ex cialis se dare Tiere Tea ory ae 1, te, 36, ren 92) n Le provincia sorprendere in simile stato un reigiaso col suo abito? B non pete, almeno per udito dire, eome si rispose alla prima Bolla Contra soliitantest Bin qual moda i nostri Venti- quattro, sempre in un eapitlo delle Pratiea della nostra soviet, spiegano Ia Bolla di Pio V Contra clerics, ete,"t Non ne so nulla,—gli repeal. —Non leggete dunque Escobar!— Iho saltanto da fer, © enzi ho faticato a troe varlo, Non s0 che ensa sia aceaduto da un po’ di tempo: tutth lo eereano.— Quel che vi dicevo—riprese il Padre si ova a p. HIT {te 1. ex. VIM, n, 102], Leggsteve per conto vostro: vi troverete un bell'tempio di interpre fare in maniora favorevole le Bolle.» La less, infati, ‘quella stessa sera, ma non oso siferirvelo, perehé ® qualeost Ai spaventose 11 buon Padre prosegul: « Adesso eapite Bene come ei si posen sorvire delle cireostanzo Zavorevoli, Ma ge ne dino talvolta di cost precise che diventa impossbile eaneiliare in questo modo le contraddizioni: sieché allora. sancbbe Dene che eredeste che ce ne sarebbero, Ad esempio, tre Papi hhanno deeretato che i religiosi non obbligati da un voto spe- ciale alla vita quaresimale non ne possano essere dispen sai, nommeno se vengan fatti veseov. Puttavia, Diana af- ferma che ‘* nonostante la Toro desisone, ne sono dispen- aati”. —E come pud sostenerlo? —Grazie al pid inge- ‘gnosn di tutti i nuovi metodi,e all'applieazione della pi ot- tile probabiltA, Ve To spiego sibito. Come vi ho detto al ‘tier, a giudizio det nose toolog, V'afermativa e la nega: tive della maggior parte delle opinion! presentano eiaseuna, ‘qualche probabilita, suffciente perehé sf possa seguizle eon fa alla Contra stint 9 pid. eatamente, Crises {Bien ute en dente Sigel ai Sua Sitges) fu Pronlgte dy" Grog AV a ‘ste iy $a De 3 EE ert ferent tte a Pre, 38 Sten ee wn apn 9 108) ion somo prebi, — «ie Orgone XY, Uniano VE) Sete lettera % sieura coscienea, Non gi che il pro e il contro siano ine sieme veri nel medesimo senso, id & impossible: sono sol- tanto probabill, e di eonseguenza sieuri. Fondandosi su questo principio, Diana, il nostro buon emico, parla cost nella parte V, tr NIIT, is 39: * Alla decisione di quet tre Papi, che @ contraria alla mia opinione, rispondo ehe ess hanno parlato cost attenendosi all'affermativa, cho 8 di fatto probable, amehe a mio gindizio; ma da eid non eon: segue che la negativa non abbia anch'essa la sua proba- Dita", B, nell stesso trattato, wis 65, a proposito di un altro punto, sal quale 8 egualmente contrario a un Papa, Diana scrive cost: Che il Papa lo abbia detto come capo della Chiesa, Lo ammetto; ma To ha fatto solo nella eerehia ella sfera di probabilitd della sua opinione . Capite bene ‘che questo non signifea andar contro le decisioni del Papi: a Toma, dove Diana gode di cost gran eredito, non lo si tol- lererebbe. Infati,egli non dice ehe quel che i Papi hanno stabilito non sia probabile; ma, reonoseendo alla loro opi nono tutta la sfera della probabilita, non tralasia perd di dire che Vopinione contraria 2 anch’essa_ probabil Molto rispettoso,— gli disi,— ad & pil sotile— aggiunse —della rispesta data dal Padre Bauny, quando a Roma censurarono i suoi libri. Perehé gli seappd detto eon tro il signor Tallies, cho in quel tompo lo porseguitava aceanitamente: « Che ha di comune Ta eensura di Roma eon ‘quella di Francia? »". Vedeto cost abbastanza ehiaramente che sia con Iinterpretazione dei termini sia eol tener conto Adelle eireostanze favorevoli sia infine mereé la duplice proba Dilita del pro e del contro, quelle pretaie eontraddizion, ‘che prima vi facevan stupize, vengon sempre coneiliate, senza mai andar eontro Te decision della Serttura, del Con clio dei Papi. — Mio reverendo Padre, — gli disi, — com"® fortunata la Chiesa di avervi suoi maestei! Come sono util 2 (ata san Rowontranr ne F seot tune tetitor Gel ses Di SiGe ek: Aut, Baty eas hv Zeraites (1651, git Par "ste buon emi) Tmorte des Jet ch, u Le provincia codeste probabiliti! Non sapevo perehé mai vi foste presi fe brighe per stabilire che un solo dottore, purché au torevole, posa render probabile un'opinione, che quella ‘eontraria pub esser egualmente tale; ¢ che, alors, tra i pro e il eantro si pud scegliere quel che meglio nee, an- ‘che we non To si reputi vero, ¢ on tanta sieurth di oscienza ‘he un confessore che rifutasse di concedere U'assoluzione sulla fede di codesti casistisarebbe in istato di danaazione Ne deduco che un solo cassta pub & suo boneplacito fare rmuove regole di morale, e disporze a suo lito di tutto quanto riguarda Is condotta dela Chess. —Za vostro af- Fermazion hanno bisogno di qualeho mitigazione,——mi disse il Padre. — State bene attento. Beco il nostro metodo, nel quale potrete vedere 1 progresi di una nuova opinion, della neseita sino alla sua maturith «Anzitutto, il dottore autorevole che V'ha inventsta Ia tspone al mondo, e la sparge come una semente perché metta radii. In tale condisione, essa 8 ancora debole; bi sogna ehe il tempo Ta facsia maturare a poco a poco. Bee perehé Diana, che ne ha introdotte molte, dee in un luogo: “To metto avanti questopinione; ma, sieoome 8 nuova, af ‘Ado al tempo perehé la faceia maturare: reinguo tempor ‘maturandan. Cosi, in breve giro di anni, In si vede a poco a poco prender forza; e dopo un notevole lasso di tempo essa si trova autorizute dalla tacita approvasione ella Chiess, eonformo alla. grande. massima del Padre Bauny: “ Allorshé un'opinione & stata proposta da aleunt asst, ¢ Ta Chiesa non vi ha fatto opposizione, questa & luna prove che oasa H'acretta ">", Proprio in vinti di que- sto principio egli autorizza una delle sue opinioni nel suo tratato VI, p. 312—Come, Padre! Tn codesto modo la Chiesa approvercbbe, dunque, tutti gli abusi ai ent soffre © tutti git error dei libri che non eensural — Pigliatevela con il Padre Bauny,—mi rlspose.—To vi faesio un race ‘conto © vot insorgete contro dime. Sui fatti nom bic sogna mai disputare. Vi dicevo, dunque, che, quando il tempo ha maturato eos) un'opinione, esa ® probable © si. We Suernmentie we persona sare, pars I te. yp 822) Sesta ttre 8 ‘cura. Onde il dotto Caramuel , nella lettera in cui dedi 4 Diana la propria Teologia fondamentale, serive eke quel grande Disna "ha reso probabil molte opinion che prima ron eran tai, quae antea non eraxt: dimodoché, segucrdle, nnon si_pecea pi, mentze prima si poccava: iam now pee ‘ant, licet ante peceaverint In vorita, Padre, — gli dis, —grande & il profito ‘he i pud trarre dai vostr) dattori, Come! di due persone ‘che eompiono Te medesime axioni, chi non eonosce le Toro dottrine pecea e ehi le conasce non peeeat Essa 8, dunaue, un tompo istrutiva e giutifante? La logge di Dio, se fondo sin Paolo, faceva dei prevatieatori . B codesta dot- trina fa st che qui ci siano quasi soltanto innocent! Vi :pplico, Padre, d"istruirmone a fondo: an vi Taseen prima che mi abbiate esposto le prineipali massime stabilite dai vostr casi = Ahimé!—ai disse il Padre. —Il nostro principale ‘scopo sarebbe state quello di non stabi altre massime fo0r che quelle del Vangelo, in tutto il loro rigore; e dalla dise- plina dei nostri costumi appare abbastanza manifesto che, se tolleriamo qualche silascatesza negli altri, To facciamo Diuttosto per eondiseendenza che non per daliberato propo- sito, Siamo obbligati a far eos. Oggi gli uomini son talmente forrotti che, non potendo farli venire a noi, & necessario che andiamo nol verso di Toro, Alta Piantercbboro in asso: anzi, farebbero di peggio, si lseerebbero andare del tutto, Proprio per trattencel, i nostrl easiett hanno preso jn considerazione{ vai eut pit si & inelini in tutta Te eondi- lo seopo di stabilire, senza perd offendere la verit, sognerebbe proprio essere ai ‘ificle contentatura per non esserne sodisfati. Infatti, il separ see eas Cet gehnigy Wevesccnan eae Stes Ubno ede uk Bont cove i Vigerana, Be afer gu alla is Theongin more damental Serepis ety fe). Gtr Rom, IV, S80 elas eat ie opr UW cot text ee prumaratio w Le provincia diegno fondamentale seguito dalla nostra Soret peril bene della religione & di non respingere ehicehessa, per non Ti- durve Ie gente alla disperazione. Noi posedfamo, pee mas: sime per ogni categoria di persone: per ¥ beneficial, peri pret, per I religios, per i gentiluomint, per § domestic Hlechi, por quelli che sono nel commeto, per colon ex gli af- ani vanno male, per gl'indigenti, per le donne devote, per ‘quelle che non sono tali, por Te persone coniugate, per quelle che conducono una vita sregolata, Nulla, insomma, &sfuggito alle loro preveggenzn, — Vale a dire—interloquii — che ce xe sono per il lero, per la Nobiltae peril Terao Stato. Ee- ‘com ben disposto ad ascoltarle. Cominelamo — aise il Padre — dai beneciei. Vos ppeto quale trafcn si fa oggi dei benef, e che, se in questa materia dovessimo regolarel sopra quanto serissero san Tom- aso e gli antichi, di simoniac} nella Chiesa ee ne sarcbbero oli. Beco perché @ stato quanto mai neeessaro che i nostri Padei mitigasero fe cose eon Ta loro prudensa, come vi ap- prenderanno queste parole di Valentia , uno det quattro animali di Bscobar. Si tratta della conelisione @un Tango Aiscoro, in cut egli suggerisee vari expedient, di en, e200, ‘mio avvis, il miglone. Si trova a p. 2009 del toro IIL “Se uno di un bene temporale per avere in cambio us bene spirituale (asi se uno di una somma di denato per cottenere il Denefiio), c da it denaro come prezzp del bene fico, commette manifestamente simonia. Ma se Jo da ser vendosene come di motivo per indurre Ja volenta del bene- felario a rinunciare al beneicio ste, non femquam pretium Benefit, sed tamquam motioum ad resiguandum, non sh hha simonia, quandanche chi vi rinunei consider! e aspoti il Alenaro come il suo seopo principale ”. Tannerus", anche Jui della nostra Soviet, die il medesimo nel suo tomo TI, en te atc, 8608, res pS gumat xen Di Siat, pone) ca ‘atu tien Adame Pyaner (1UT23637), pofomore ab ca Seats tetera a ». 1520, pur riconoseendo che “san Tommaso & i avviso contrario, poiché insegna in modo eategorico che ® sem- pre simonia dare un bene spinituale per ua bene temporale se questo ne eostitusea il fine ”. Tn questo modo, not ime ppediamo un'infnit’ di simonie, Invero, ehi mai vorrd os sere cosl malvagio da rifltare, dando denaro per un be- neficio, di volgere Ia propria intensione a davlo come wx motive per indurre ill beneciario ad resignandum, e 20% sia # darlo come prvzso del benefiiot Nessumo & talmonte erelitto da Dio da eomportarsi cosi.— Sono daccordo —Interloguii—che per un mereato del genere tutti hanno ‘grazie sulleienti. — Questo 8 ‘concerne i benefciari. Quanto ai preti,abbiamo molt sime che son loro abbastanza favorevali, Ad esempio, que- sta, dei nostri Ventiquattro [tr. I, ex. X1, n. 96, p. 143] "Un prete che abbia rlecvato denaro per dire una mess, pad wiceveme aneora per la medesima messa? Si, dice Pic Tintins, se applica la parte del sterfelo che gli appartiene in qualita di prote a ehi lo paga la scconda volta, e purehé nnon ne rieva quanto per tna masa intera, ma solo per ‘una parte; ad esempio, per un terzo””. — Certo, Padre, eevo uno di quet easi in eui il pro e il contro sono veramente probabil, Infatti, quel che mi dite ppud non esscr tale, stando allautorita di Filintias & Fimanendo nella sfera della probabilita, i potrebbe, mi sombra, sostenere benistime anche Vopposto ‘Quando la Chiesa permette ai preti poveri al ricever denaro per Ie loro mess, essndo giasto che chi serve Valtare viva ‘dlValtare, non intende con eid ehe eominntine it saerifio con denaro & ancor meno che si privino loro stest di tutte Te grazie che no debbono trarre por primi, Dire, anti che, fecondo san Paolo, “i proti sono obbligati a offire fl sa: crifcio prima i tutto per x8, e poi peril popoto "™™;e che €or, 1S, 385 Qk at doen, eum sae pti [Uteir, V2: «Pt protean debt (gotten) guenadnidua 0 poste a eam sto meme terse re Pastis) 8 Le provincia in tal modo 8 permesso loro di associare alts al frutto del racrfcio, ma non di rinunsiare esi stest volontariamente ‘tutto i frutto ai eso ¢ di davlo a un altro per un ter 4 mesa, essa per quattro o eingue soldi. Tn verith, Pade, so fossi "eutorevole', renderei probabile questa mis opi: nnione.—Non avreste'molta difolta a fatlo,—mi dise, ess 8 vsibilmente tae. La difieolta sta nel trovare quale cho probabilita in favore delle opinion’ contmarie « quelle mmanifestamente buone: ei lo posson fare solo i grandi luminari. TI Padre Bauny vi eecele. Bun vero. piacere vere quel dotto easisa sviscerare il pro e il contro @Pun modesimo problema, coneerente pur sempre i pret ¢ trovar sempre ragioni: tanto & ingogneso e sotilel << Fg diee in un certo punta, nel testtato X, p. ATA": “Non si pud fare una legge che obblighi i eurati a din Ja messa tut! i gion, perehé tna tale legge 1 esporzebbe indubbiamente, haud dubie, al periealo di dita. qualche volta in peecato mortale ™. tuttavi, nel medesim teat. tato, p. £41, aggiunge che “i preti che abbian rieerato de- rnaro per dire la messa tutti i giorai, In debbon dire tut i giorni e non passono seusarsi col prctesto di non sentinel sempre abbastanza ben preparati a eclebrarla, perehé un atto di contrisione lo i pud sempre fare; ¢ 0 non lo fanno, Jn colpa & loro, ¢ non ai chi gli fe dire la mesa”. Ey per toglier di mezzo le maggior! didielta che patrebbero pedir loro di eclebrarla, risolve cost il problema nello Meso trattato, quacst. 39°, p, 457: "*Pud un prete dire Ja messa nell stesio glormo in cui abbia eommesso tn pec- cato mortale,¢ dei pit eriminosi, se prima si eonfessat No, dice Villalobos, a causa della sua impurith, Ma Snneius"™ dice di a, ¢ senza peceato veruno. E io stimo sieura In sua opinione, e da soguire nella. pratiea: «f tute et ae quenda in prazi. ‘Come, Padre! —eli diss. —Bisogna soguire eade- ‘sta opinione nella pratient Un prete ehe sia eaduto. in > [Doitapere De Sacraments cid 2% [Tataio enon, per eres 3 > [Biter _ ‘Seta tttera co simile diondine oterebbe ascostars, To stesso giomo, Valtae, fdandest dell'avviso del Padre Bauny? Enon do- vebbe oservare inveee Te antiche Tegel della Chiess, ehe cscludevano per sempre dal sterifio i prcti che avessero commesso peceati di tal fatta, piuttasto ehe le novissime ‘opinion det east, che ve lo ammettono il giomo stesso jn eui vi sono eaduti? —Voi aveto una memorin labil, — ribatté il Pade. Non vi ho detto la volta seria che, ve condo i nostei Padst Cellot ¢ Reginaldns, “nella morale bisogna seguire non gli antichi Pade, ma i nuovi eaisti ""P

We rn fe 8 1 provincia confessor, dallaltra, non slete forse i eonfessori dei giudil? 11 yostro potere 3 grande: obbligateli ad amslvere § eximi nali che sbbian seguito un'epinione probabile, sotto pena del- TVeselusone dai sacrament, afinehé non aerada, eon grande Aisprogio e disdoro della dottrina delia probabilti, che eo loro che rendete innocent nella teoria vengano fustigati o Jmpiecati nella pratice. Altrimenti, come potreste trovare Aiseepolit —Bisognerd pensarvi,—mi disse,—non 8 un Punto da trascurare. To proporr® al nostro Padre provin- Cale, Tuttavia, potevate riscrvare eodesto suggerimento ‘un‘altra ocesione, senza interrompere quel che debbo dievi intorno alle massime da noi stabilite in favore dei genti- mint, Ve le fard eonoseere solo patio che non mi raceotiate pit bubbole.» ‘eeo tutto quanto potete avere ogg, perché ei vuole pid 4 una lettera per siferirvi tutto qual che ho appreso in una sola conversazione, Serrota Leman Pari, 25 aprile 1656 Signore, Dopo che ebbi placato il buon Padre, di eui avevo un po" mrbato il dscorso con fa storia di Jean Alba, promet- fendogli che non glieneavrei pit narrate di sili, elt prese f parlarmi delle massime dei stl eassti concernenti i gen- {ilvomini, press’a poco in questi terming ‘eVoi sapete—mi disse—che la passione dominante dalle persone di questa condizione ® quel punto d’enove che Je spinge in ogni momento a violenze che sembran eontra- visvime alla ple eristiana talehé bisoguerebbo eseluderle ‘quasi talte dai nostri confessional, se i nastri Padri non avessero mitigato un po! il rigore della roligione per ade- guar alla debolezza degli uomini. Ma, volendo rimaner del al Vangelo peril loro dovere verso Dio alla gente di mondo per la Toro earith. vers il prossimo, essi hanno avuto bisogno di tutti i loro lumi per trovare espedienti che tem. perassero Te cose eon tanta equabiltd da far sl che si poss serve dVordinario nel mondo, senza per® ferire la propria + [Settles «De metodo a, drgar Vinteasions condo sgn Dal for, itnnews de atendbao ocho al pei ea) Pellet Singone que tn trepndl"caramai ne I" ke ey Le provincia coscienza: in modo da serbare a un tempo due cose fn appa enza eas! opposte come la pietd e Vonore, «Ma quanto un tale disegno era utile, altrttanto era Aifiite da attuareeredo,infat, che vi vendiate abbastansa conto della grandezza e’difleolta dell'impresa.— Essa mi ‘a stupire, — dissi.— Vi fa stupire? Lo eredo bene: farebhe stupire ben altsi che voi. Tguorate forse eke, da tna parte, Ja logge del Vangelo prestrive di non rendere male per male”, e di“ lassiarne la vendetta a Dio"; e eho, dall'al- tra, Te Teggi del mondo vietono di soffire le ingiurie senza farsi ragione da sf, e spess con la morte del propri nemieiT Avete mai conoseluto nulla che sembri esl opposto? Eppure, ‘quando vi dico che i mestri Pade ron riusit a conciiane tal esse, mi dite semplleemente ehe ne sete stupito, —BIi sono espresso male, Padre. Stimerei impsibile Ia cas, 8 dopo ‘quel che ho appreso dei vostri Pade, nom sapesti che poston fare facilmente quel che agli alte! uomini 3 impossible, Questo mi fa eredere che abbian trovsto qualche mezzo, che ammiro prima ancora di eonoscerlo; evi prego di farmelo = Dacehé la pigliate In codesto modo, —mi riepose, — non posso rilutarvelo. Sappiate danque che questo meravi- tlio principio 8 il nosteo grande metodo di * dirigere Vine tenzione', la eui importanza nella nostra morale & tale che oserei quasi paragonarlo alla dottrina della probabilita. Ne avete git veduto por incident aleuni teat in eerte massime Ai eui vi ho parlato. Quando vi ho spiegato come i servitari posson faro in coscienza oerte sgradevoli ambasciate, non vi site accorto che posson farlo solo stornando Vintenzione dal male di cu sono gli intermdiari per fisarla sul guadagno he aliene derivat Keco quel che signifi ‘dixigere Vintenzione’, E avete egualmente veduto che, senza simile diversion, eoloro ‘he danno denaro in eambio di benefic sarebbero autentcl si roniae. Ma adesso voglio Zarvi conaseere questo grande me- 2 {0le, Romy AIF, 21, 39;

  • che eansiste nel proporst come fine delle proprie azioni un oggetto Teta. Non che, per quanto sta in nostro potere, non distogliamo gli uomini da qual cho & vietato. Ma, quando non posiamo impodire Vazione, erehiamo almeno di parifieare Vintenzione: € east ‘cormeggama il vizio del mezea con In purczza del fine. ‘«Beco came { nostri Padri han trovato il mado di per- retiere le violenze che si conmettono per la tatela del pro- prio onore. Basta, infati, distogliere Vintenziono dal. des Aerio di vendetts, che & eximinoso, per volgerla verso il de- siderio di difendere il proprio onore: desiderio che, secondo { nostri Padsi, 2 lecto. Cost ssi osservano tutti i loro do- veri verso Dio e verso gli uomini: perché aczontentano il rondo eol permettore le szioni ¢ sodisfano al Vangelo pu- rifleando le intenzioni. Beco quel ehe gli antiehi non eo- nobbero, ¢ di eui andiamo debitori versy i nostri Padri Lo comprendete. adessot — Benissimo, — risposi, — Voi conce ote agli womini ta sostanza grossolana della cosa e date ‘2 Dio il moto spirituale del’itensione; e, grazie « codesta, ‘equantine divisions, iuseite « eonetiare Te leggt wmane eon ‘quale divine. Ma, Padro, a dire il vero, difido un po’ delle + (uations da 108: crea et nam eral a 88 Le provincia vostre promesss,¢ dubite che i vaetri Autori dieano proprio tutto quel che dite voi. — MMi fate torto, — replied, —io non affermo nulla di cui non reeh Ia prova? e eon tani testi ehe il loro numero, la loro autorth ¢ Te loro ragioni vi riempi+ anno di ammirszione ‘Per farvi vedere Vaccordo delle massime del Vangelo on quello del mondo, conseguito dai nostri Padri per mezzo del metodo di dirigere Pintenzione", ascoltate i! nastro Pa- dre Reginaldus, In Prazt*, lib. XXL, 1. 62, p, 260." Ai pri ‘vat provbito di vendiearsi, Poiché san Paolo dice in Ram., XIT: «Non rendete ad aleano male per males, ¢ I'Eedle- saste, XXVIIT: « Chi si vuol vndicar, attirerd sopra di 36 Ja vendetta del Signore ¢ { uot peeeati non saranno dimen ticati». Senza parlare di tutta quel che & detto nel Vangelo intorno al perdono delle offre: ad esempio, nei eapitolt VI XVIII di san Mattoo ".—Certamente, Padre, re dono di ci costu dice tut’altra cosa da quel che s legge nella Srit- tura, non sard per ignoranca, H qual @ la sua conelusione? —Beeola: “Da tutto eid appare manifesto che un uomo ‘Gi guerre pud sul momento seagliarsi contro ealui che To abbia ferita: non, in verit2, con Pintenzione di rendere male per male benst eon quella di tutlare il proprio onare: non ul malo pro malo reddet, sed at conservet honorem ". « Vedete, dunque, come f nose! Pade si piglian eure di proibize di aver V'intensione i rendere male per male, dac- ché la Stcra Serittura lo condanna. Mai non fo hanno per resto. Guardate Lassius", De Justitia, lib. I, eap. IX, dubs 12, n, 79: “Chi ha rieevato uno sebiaffo, pud non ‘avere Tintenzione di vendicarsene, ma pud aver quella di evitare disonore; e pud pereid respingere sul momento quellin Giuria, dnche con le spada, etiam gladio ". Siama cos alieni vw LE ON gotta a Drs Snes 3 Nos itil cin damning Lender tay 155 1625, afore nog a Sasha's Ll sa defor ar pent gute vers De ea Sur tis,“ i a ores in = lose ctatoPtoeer ln ITT Pro tlt po 18 wey eco pb Nose Sette eters «9 al pormettere che si abbia il desiderio di vendiearsi det propri nemiei eke i nostri Padri non eonsentono nemmeno the si augari loro la morte in un impeto di odio, Leggete Al nosteo Padre Escobar, tr. V, ex. In. 15: "Se il vosteo nemico & disposto a mtccervi, non’ doveto desiderarme la morte per un impoto d'odio, ma potete farlo per evitare il vostro danno ". Con questa intenzione, ei & talmente legit- timo che il nostro grande Hurtado de Mendoza" serive, nel suo De Spe, lib. IT, vol. It dsp. 159, sex 1V, p. 48: B le- cito pregare Dio perehé faceia prontamente morire eolaro che si preparano a nuocerei se non ei sia altro mezzo di evie tarto™, ~ Reverendo Padre, —diss'io—la Chiesa si & dimen ticata di mettere tra 1e’sue preghiere una eon tale inten- ions. —Non vi 8 stato messo —mi rispoee — tutto quel ehe Si pud chiedere a Dio. E poi, non si poteva farlo: quel'epi- none @ pid recente del Broviario: voi non siete buon ero- nologista. Ma, senza useire dal seminato, asoltate ancora questo passo del nostro Padre Gaspar Hurtado’, De Subt pece, diff, citato da Diana, pars V, tr. XIV, res, 99° (@ uno doi ventiquattro Padri di Hscobar): * Un benef siario pud senza peeeato mortale desiderare la morte di co- Ij ehe ha una pensione sul suo beneficio, ¢ un figlio quella del padro, e rallegrarsi quando essa sopravviene, purché 10 facein solamente per il bene che gliene viene, e non per edo personale”. — 0 Padre! — gi dias, — eco un bel frutto della ‘ai. rsione dellintensione’. Vedo che la sua portata 8 grande. +01 guia spagnole Pedro Hurtado de Mondor (25782640), te Gali mrt ame “aya Feet cept et Chorio. & Rewitones othe "FT dapas Mata, uolog gets eagsonlo (1553040, autre Spe Be Sint Gaye aEAE due st itis & innate: ela pagina delle Restate moras a Dita inane Go SaO'Tteapt monte der vesutee 0 1 provincial ‘Tuttavia, vi sono corti casi la cui saluzione reste ancora Aificle, sebbene necessarissima por | gentiluomini, — Pro- ponetemcl,¢ vedremo,— Mostratemi, eon tua eodesta di rezione dolt'intonsione',che & ecto batters in duello. — 11 nostro grande Hurtado de Mendoza —disse it Padre —vi sodisferh immediatamente, in questo pasta rierito da Digna, pars V, tr. XIV, res. 99: Se un gentiluomo sfidato a duel & noto per non esser pio, ej peccati eke gli si vodon com rettere di continuo sensa serupolo inducono Zacilmente = siudieare che, se rieusn di batters, non lo fa certo per ti nore di Dio, best per pavidit, eos che di Tui si poss dine ‘he 8 una galling, ¢non un uomo, gallina et now vir, elt ‘pub, por conservare il proprio onore, trovanst nel Iuogo sta- Dilito, non proprio eon Vintonzione espresst di batters ia ‘uel, ma soltanto eon quella di difenders, se eolui ehe lo hie invitato vi venga ad attaceaslo ingiustamente. E la sua azione sara per sf del tutto inditferente. Che male’, Io nti, nol reearsi in un eampo ¢ nel passeggianv’ axpettando tun tomo, e nel difendersi quando si venge ssslitit In tal modo, eostui non eammette nessun peecato, poiché non st Dud assolutamente dine che si tratta di un duello, lt ua Intenzione essendo diretta verso altro. Perehé Vaceettarione el dello sta nel"intenzione egpresea di batter: eke eostut non ba”. — Non avete mantenuto la promessa, Padre. Qui non si tratia propriamente di permettere il duello: ane, oli lo erode talmente vietato che, per renderlo levi", evita ai dire ehe @ un duallo. Od, oh! —diase it Padre, — vot cominciate a capire a fondo le cose: ne sono felice. Potre rmoplicarvi tuttavia che Hurtado permetts in questo easo tutto quatito ehiedono eoloro ehe si buttono in duello, Mi polché bisogna rispondervi con pressions, il nostro Padre Layman lo fark per me, permettendo a ehiare note it dullo, Durehé si‘ diviga W'intenzione" ad aceettaro solamente per ‘eonservare il proprio onore o i propri beni di fortuna; cos) Setting tettor ” nel lib, TH, pare TH, eap. THT, nn. 2 ¢ 8°": “Se un soldato al campo o un gentiluome alla Corte si trova esposto al ri schio di perdere Vonore o 1 propri beni di fortuna se non ‘aceetta un duello, non vedo che si possa eondannare eolut ‘che To acectti por difendersi". Pedro Hurtado dice il me- esimo, a quanto riferise il nostro eelebre Escobar, tr. I, x. VIL, n, 96: ehe, nel n. 98, aggiunge queste parole di lui? “Gi si pud battere in duello per difendere i propri beni, 0 non 0° altro mezzo di eonservarli, perehé ognamo ha it ‘iritto di difendere i propri beni, anche eon la morte det propri nomiei.» Aseoltando quest pass, mi meravigliai al pensiero ehe, mentre Ta pieth del re ta Ta sua potensa per Vietare e abative il duello nei suot Stati, quella dei Gesuiti impiegs Ia loro sottighiezza per permetterlo e autorizzario nella Chiesa " Mail buon Padre era talmente infervorato che fli si sarebbe ‘wsato torto interrompendolo: see tinad: enfin, Sineher (guardate un po? quali Autori vi ito!) Ta ancora di pid, Permette non solo di accettane, ma stoporre il ducllo,dirigendo debitamente Ia propria in- ‘ensione. H jl nostro Escobar lo seyue nel medesimo Ta0e0, x, 9T.— Pade, —gli rsposi,—so le eose stanno cos, mi Gichiaro vinto; ma non erederd mai che Sanches lo abbia seritto, se non Io vedo con i miei ocehi. — Leggotelo, dun- ‘que, voi stesso; — mi disse» H fo lew infat, nella Peologia ‘morale del Séncher ib. I, eap. XXXIX, n. 7: ef molto rae gionevole dire che un uome pud battersi in duelo per sal- vaguardare la propria via, il proprio enore o i propri bent Jn quantitA considerevole, quando @ asiodato che gliel si vuol togliere ingiustamente per mezzo di process @ di ea villasioni, e non ef sia altro mezzo per conserva. ENa- Dela ase Thetoia morals it 1 Uniti af svete coat smpratuto i Lngh 1H (Commins eat Bag 0 oy rete peat chy pts Erne nnd alfweosong capac ia cota a "nh ante EEG, nee iets ute ute le ai'rrento (em AXE, De rformy RN), marine a au ial pedrat a comin fe city Ot ben ei eo sp form br tera enor Bog wea In Golo) 2 Le provincia vvarra die molto opportunamente che in tale oceasione 3 ppermesso di accettare ¢ di offire il duello, Uicet acceptare t oferre duelium. H anche che si pud uccidere di nasoosto 51 proprio nemice. Anzi in que eas, non si deve reorrere al iucllo, se st pud uccidere di nascosto il proprio nemico, fe risulvere east la faccenda: perehé, eon questo mero, x friterd & un tempo di esporre la propria vite in combatti- rmento ¢ di parteeipare al peceato che il nostrp nemieo com- retteredbe con un duello» ‘«Eeeo, Padre,—gli diss, —un pio trancllo; ma, per quanto pio, esto meta pur sempre tn tranello, dacché & permesso di uevidere il provio nemico a tradimento,—Vi hho forse detio— repli il Padre—che si pud uecidere a tradimentot Dio me ne guardil Vi ho detto solo che & leita uuecidere di naseosto, ¢ voi ne traete la conelisione che si ‘pub uecidere a tradiinento, come se fosee In medesime eos. Jmparate da Escobar, tx. VI, ex. IV, n. 26, che cosa sia lccidere a tradimenta, e poi parlerete: Si dice wosidere 4 tradimento quando si ueside uno che in neswana maniera ute difidava. Beeo perché non si pud dire che coli ehe ue- ide fl proprio nemico lo ueeide a tradimento, quand’anche To colpisea da tergo o in un'imboseata: Ucet per insidias faut a forgo percutiat ". E, nel medesimo trattato, m5 “Chi ueeida it propsio nemo, eon i quale si sia sicon- ciliato con la promessa di non pid attentare alla moa vita, zon si pud dire in via amoluta che lo uecida a tradimento, salvo ehe tre i due non ef sia una strtta amiciia, acti ‘amicitia". Vedete, dunque, che ignorate persino il signif cato dei termini, € tuttavia'parlate eome un dottore in to toga. — Confesso—gli diasi—che eid mi toma nuovo; ¢ da, codesta defnigione apprenda che forse non si & mai ueeiso nessuno a tradimento: porché si assassinano soltanto t pro pri nemiei, Ma, eheeehé ne sia, si pud, secondo Sénchen, uecilere arditamente, non dico a tradimenta, ma solo cal. pendolo alle spalle e'in un’imboseata, un ealunniatore che i persegua davanti ai tribunalit —S1,—riepose il Padre, Setting eters 3 —ma sempre a patto che si ditiga a buon fine I'intenztone: voi dimenticate sempre il punto essenzale. Lo sostiene anche Molina, tz IV, ex. IIL, disp. 12". Inotte, secondo I no- stro dotto Reginald, lib. XX1, eap. V, n. 57°, st possono nuccdere anche i falsi testimoni che corti suseiti contro di noi. B, infine, secondo i nostri grandi e colabri Padri Tan nerus ed. Emanuele $a, si possono ammazzare non solo i falsi testimoni, ma anche il giudice, se enstui sla d'intesa con loro. Beco le parole del primo, t. TH, disp. IV, quaast. ‘VIII, n. 83": * Soto ¢ Leashus dicono che non & Yeeito ue- cidere i falsi testimoni il gindico che cospirino per far rorire un innocente; ma Emanuele Sa ¢ altri autor! hanno rragione di disapprovare tale opinione, almeno per quanto riguarda la eosclonza ". Bi eonferma inoltre, nel medesimo Tuoge, che si poston uceidere sia | testimont sia it giudice — Padre, — gli diss, —adesso eapiseo abbastanza bene ll vostro metodo della‘ diresone dVintensione’; ma vogtio intendome bene anche le eanseguente, e tutti {ea in eal ‘sso Wd In facolta di uosidere, Ritorniamo, dungue, a quel che mi avete detto, per evitar di sbagliare, perché, in questa materia, Pequivoco sarebbe perlcolos. Bisogna wes! dare soltanto a proposit, ¢ fondandosi su una buona opi- nnione probabite, Voi mi avete assicarato che, drigendo bene Ia propria intenzions, si pud, secondo i vostri Padi, per ceonservare il proprio onore 6 1 propri beni, aeecttare un uello, qualehe volta proporlo, ueidere di nascosto un falso ‘aceusatore, © om lui} suoi testimoni,e anche il giudice che 1i favoroggi; © mi avete detto atzea che ei abbia rievato ‘uno schiatfo pnd, senan vendiearsi, riparare Voffesa a ealpi 4 spada, Ma, Padre, non mi avete detto in quale misura — Impossible sbaglare, — rspose il Padre, — perehé si pud iungere sino ad ammazzarlo, % quanto provano egregia aC ERSTE SI (Sees, in Le provincial mente il nostro dotto Henrfquez , ib, IV, eap. Xn. 8, € altri nostsi Padri eitati da Bscobar, tr. 1,'ex. VIE, m. 8: “Si pud uccidere ehi ef abbia dato'uno sehiaffo, anche 56 si dia alla faga, purehé si evti di farlo per odio 0 per ver= deta, © non si dia eos} ocezsione ad ammazzamenti ceces- sivi e pregiudizievoli allo Stato, E Ta ragione & ehe si pud eorrere cos dietro al proprio ouore come dietro a dei beni ‘che ei vengan portati vie. Invero, sebbene Hl nostro onore non possa considerarsi nelle mani del nostro nemieo, come lo sarebbero dei panni che ci avesse rubath Io si pud tut. tavia reeuperare nella stesin maniera, dando prove di rand a aster e cpu oI sina de ‘uomini, Non & vero, infati, che eb abit rleevuto uno Shinto 8 isdents donor, fac now abbia ves I suo nemicof ">, Cid mi parve talmente orribile che durat {ation a trattenermi; ma, per conoseero il resto, lascal che il Padre continuasse ost: « Ansi, per prevenire ino schiao, si pud ucedere chi voglia dareclo,se questo sia Punivo inczz0 i evitarl, OB 3 comunemente ammesto dti nostri Padri. Ad ciempio, Azor, Inst. Mor, pars IIT, p. 105 (2 anche i uno dei Ventiquattro): “8 leeite a an womo @onore ue- cidere eh voglia dargli uno schiaffo © un bastonata’ Gli uni dicono di no, ¢ ne addueano eome ragione che ln vita dal nostro prossimo & pitt preziosa del nostzo onore: eenza, dire che & una erudelti ueeidere un somo solamente per evi tare uno schiafTo. Ma gli altri sostengono che ei & leita, E eertamente io lo stimo probabile, quando non si poss evitarlo in altra manera, Perehé, in caso divereo, Vonore sarebbe di continuo alla mereé della maizia, ”. Nello stesso senso si esprimano i nostro ‘grands Filiutius, t, If, t. XIX, eap. 1, n, 80; il Padre ipa moat un CBD) [Suan Aste geuia spagnole (538.000, ratesore a twooga nel olegié mano, auto Tastttoner oats {1600} Sete eters 95 Maer las" Mad de Mw Nong Bag afte WS at Baas Sen tere S0V00 Hoo tt Pats Pa te Gren se he nvr art pre sm nan tana" el en po Sich Take, etal hog room ESE sh tip BE inn 1p cne oe reat om tho ice aan th 9 teehee ‘Sie Hmmm ta ei nee mane Se tte vn dtu atop ‘Se qu snap ano ng md Ve ara inte, yok ro eile si pM yr ceiee tne ola Hise st se diay Si Sats to Dat nea fe oes se fora na eet Merten Te Tums In adn pr ee ne por wnchlint apa Pl usr sono De $i Bodirs ik Hd, RW Sc de kr Me eae tne hs Pie ae a es {vet ent svn ste mao prin snd nat at po sure a wo malo 1 rameter pote ee art ren SER ET yuan se "Bock (1901-1624), profewore di teologia a ‘Worse tegoens© Viena (Jove fo ebefewore di Ferdinando 1), ‘Tina "Ermma heii scolvie tan Mate cenfe 1 (8 mdr ee, proer Clgprigin oltre Bk Wig om "rorwéte dell"Universith i Parigi contro due seritti ates date prensa esate ove rletea "SD be sani Jor it) eee ee I a aga me Siesta Balli erica. tontane (1879 1685), profenore at etogid ne aloglnn, wave 3 pated C2 at Teg oe %6 Le provincia ‘quando si tratti di maldicenzo. Infati, Lessius, che il Padre ‘Héreau tra altri segue parola per parcla, dice nel luogo gid citato: “Se voi eereste di rovinare la mia repuitarione con ‘alunnie davanti a persone d’onore, ¢ io non lo possa evi- tare altimenti ae non uecidendovi, poss farlo? Sl, secondo aleuni Autori modem, quand’enche il erimine che eereate ai rendere di pubblica ragione sia vero, purehé per) si segreto,sieché non possiate farlo conosoere ricorrendo alle Vie della giustizia, Ed eccone Ia prova, So voi volete to- liermi Vonore dandomi wno sehis a, io posso impedirlo con Ia forza delle armi, Dunque, la medesima difesn ® per- ‘essa quando mi volete reeare la medesima ingiuria con la lingua. Tnoltr, 8 leeito impedire eli affronti: quindi. 2 lee cito impedire le maldicenze. Infine, Vonore & pit earo della vita, Si pud ueeidere por difendere Ia propria vita; dun- {que si pud ueeidere per difendere il proprio onore ”®. Been degli argomenti in formal Questo non 8 eemplicemente par- lave: 8 dimostrare, Infine i! grande Lessius dimostra, nel ‘modesimo luogo, n. 78, che si pub uesidere anche per un sem- plice gesto © per un segno di disprezzo. Si pub— eli ‘lige —attaeeare ctopliere Vonare in pareechie manier, nelle ‘gual ta difesa appare leita: quando, ad esempio, si tenta 4 darei uno sehiaffo o un eolpo di bastone ei si vuole wsare ‘un affronto con parole 0 con gestis sive per signa”. ~ Padre, — li dissi,—eaeo tatto quanto si pub des dlerare per tutelare il proprio onore. Ma la nostra vita si trova esposta gravemento se, per sempliei maldieenze 0 ge- Sti incvili, si pud ueeidere con sicura easeiensa Ia gente. — B vero,~mi rispose,—ma, siecome i nortri Pedri sono molto prudenti, essi hanno stimato opportuno proibive di applicare questa dottrina in eerte occasion, come quando si tratta di semplict maldicenze, In tali eas, essi dicono, “si deve praticaria solo di rado: practice wiz probari et ™ Enon senza uns rugione: eesola.—La conosco bene: per- ché la legge di Dio proibisee di ueeidere. — Veramente, esi (De duti etJare, 1s Temp. db. yw, 81] Setting eters o ‘non prendono la cass per eodesto verso, Stimano lecta Ia es secondo il foro della coscienza, o eonsiderando solo la verith per se stessa. IE perché la vietano, allorat —Perché,s ammazzassero tutti i maldicent, in'men che non si dica spopolerebbe un intero Stato. Apprendetelo dal nostro Padre eginaldus, lib. XXI, n. 63, 2.260": “* Scbbene Vopinione ‘he spud uesidere per una tzaldicenza non sa in toria senza, probabiliti, nella pratiea bisogna soguire 'opinione eontra- Fla, perché; nel modo di difenderi bsogna evitare sempre i anno dello Stato, Ora, # manifesto che, ammazzando in tal modo ta gente, troppo grande sarebbe il numero degli omi= idl". Lessig i esprime negli stat termini nel Iuogo che vi ho gid eitato: “* Bisogna prender guania che Vaso di questa rassima non sia progiudizievale allo Stato. Perehé in tal caso non bisogna permettelo: tune enim non est permitton aus” — Come, Padre! si tratta, dunque, d'un divieto d’erdine politieo, e non di ordine roigioso? Pocht lo rispetteranno, 2 prattdtto nei moti di eollera. Perehé potrebbe essere abba- Sanaa probabile ebe non si danncggt lo Stato Uberandola da tun malvagio. — Appunto per questo —mi disso—il nostro Fitiutius aggiunge a quella ragione wn'altr, molto eonside- revole, te NXIX, cap. IIL, n. 51": " Derehé, ammazzando Ja gente per sifatto motivo, si eorrerebbe il risehio di essere puniti davanti ai trbunali".— Ve lo dieevo, Padre; non farete mai nulla che valga fnehé tion avrete dalla vostra § siudiel.—Y indict, replied il Padre, —ehe non pene- {trano nell’intimo delle coseonzo, giudieano Ie avon seltanto dall’esterno, mentre noi guardiamo prineipalmente alin tenzione. Eda eld eonsegue che Te nostze massime sono tal- volta un po’ diverse dalle lore. —Comungue sia, Padre, dalle vostre massime si conclude benisimo ehe™, purehé 10 si possa fare impuncmente, si postona uosidere i maldieenti 1M (Data Pras fore pilot et) 4B [Date straits Quali 2 [Rotfdiion 001060 © Stato al aggianty i eguete ink: ‘equando sev Sr nuost al Sato 98 Le provincia in slourt di cosctensa Ma, Pade, dopo aver provveduto cost {licemente all'onore, non arete fatto nulla per i beni? So che si tratta di una eosa meno importante, ma non importa ri sembra eho i possa ben divigere la propria intenalone a uucidere per conservarti—Si,— disse il Padre,—e vi 0 gi fatto in proposito qualche accenno, che deve avervi mug erito codesta idea. Tutti { nostri easisti sono accordo su ‘questo punto; © ana lo si permette, * anche quando on si tema pi nessuna violenza da parte di eoloro che ei tolgono i nostri beni, come ellorehé esi si dino alla fuga": Azor, fel nostro Ordinc, lo dimostra, pare III, lib. If, eap. 1, ‘quacst. 20. — Ma, Padee, a quanto deve ammontare il valore della cosa per giungere sino a tale estremith! — Secondo Regi- naldas, I, XNT, eap. V,n. 68%, e Tannerus, t 111", disp. TV, quacst. VIIi, n.69, *"bsogea che In eoea sia di grande valor a giudisio d'un womo prudente ”. B Layman e Fil tius si esprimono mello staso senso, = Padre, efd non significa un bel nulla: dave andremo ‘ cereare un uomo prudente, cos difficile da trovare, perehé faecia eodesta stimat Perché non si stabilisee extttamente Ja soma — Come! — dias il Padre. — Vi sembra tanto fa- elle fare il gguaglio tra la vita di un uomo ¢ di un eri- stiano e una somma di denaro? Qui voglio farvi toceare eon ‘mano Ta nevessitd dei noste!easisti, Cereatemi, in tutti gl antichi Padri, par quale somna di denaro si pud ueeidere tun uomo. Che easa vi risponderanno, faorehé “Won occides, non uevidere "'"1—E chi, dungue, ha osato procisare co” esta sommat —Il nostro grande ¢ incomparabile Molina, Ia loria della nostra soeeta: Hl quale, om la sua inimitabile rudenzi, "ha stimata in “sei o sete ducati”, per i quali i asi “4 Testo uesidere, ancorché out che li ib si trova nel suo te. IV, tz, I, disp RVI, d. 6" ns ello sto Ingo, el dice quate 2 bee ants oe eS ety Sette letter 99 pit: oasa, che “non oserebbe condannare come 169 dun peceato un uomo che uesida chi gli voelia portar via una ‘cosa del valore di uno seudo o anche meno: tniur aurei, vel ‘minoris adhue taforie". Tl che ha eondotto Escobar a ste Dilire questa regola generale, n. 4, eho ‘secondo Molina ud, regolarmente, ueeidere’un womo per il valore ai uno seudo — Ob, Padre! Donde mai Molina pud aver tratto i lumi per stabilie una eosn di tale importanza, senza nessun ate ‘illo della Serttors, dei Coneilie dei Pedri? Mi renda conto che, mill'omieidio altrettanto che sulla grazia, deve avce avuto dei Tumi ben particolari ¢ ben Tontani da santAgo stino. Ma cecomi pienamente addottrinato su questo punto; ‘© comprendo perfettamente ehe non ei san pias non Te per. sone di Chiesa che possano venize offese nellonore e nei Jeni, senza che weeidano chi Ii offenda™, — Che intendete iret —ribaté il Padre. — Seoondo voi sarebbe, dunaue, ra- Bionevole he eolaro che pid di tutti dovrebbero essore rispot- tati Yosoro i soli a esr espost ll'insolenza dei malvagi? I nostri Padi hanno prevenuto un tal disordine. Infati, Ten nnorus, TI d. IV, quaest. VII, d. 4, 76", afferma che “agli eeclesiatil e anche ai monaei 8 permesso di ueeidere, per difendere non solo la loro vita, ma anche i loro beat 0 ‘quelli dela Toro eomunita ". Molina, di eui Eseobar rifersce Yopinione nel n. 43; Bocano, in IL, x,t. I, quacst. VIC do Hom., conel. 2, n. 3; Reginaldus, ib. XXT, eap. V, n. 68: Layman, lib, 1, t. II, p. 3, eap. THT, n, 4 Lessiu, lib, 1, cap. TH, d. Il, n. 72, ¢ gli altr, usano tutti le medesime parvie ‘Anti, secondo il nostro celebre Padre L’Amy 2 (cor, That, mor, lt Nb. I, ex. Ws aps my ms «Qune sevin Qunt orn ste tos repo eian ounresone eam {orm onion” Non abet eae te patra Hegalaner aster Soi to carau aigaat > by ae tna al Rta Ps one tla XIV Provan or ropa ale sceua die mpotura at dre Nowe (oe saftey 01310) [enone a7 Hesb cba ak aateranso. dlroecidene cor tan rane teh 2 (Dan an Theaopta sealer a % [TP aoge conse Francmen. ils, lanato in Frain any 0 1eAmy"(15i0165, profesore © Lidqu Napol, Gras 00 Le provincial peti ea roligiosi & Testo prevenive coloro che Ii volesero Infamare con maldieonze, uecidendoli per impedingiee Sempre perd dirigendo rettamente Vintenzione, Beco I suoi termini, V, disp. 35, n. 118," B lecito a un ecclsi «un religioso uendere un ealunnistore che minacel dere pubblii erimini seandalesi di Tui o della sua comunita, ‘quando non sia altro mezzo per impedirgliclo, come nel aso che costui si accinga a dilfondere le aue maldicenze, fove non lo si uecida prontamente. Inver, in questo caso come strebbe permesso a quel religita di uecidere ehi gli ‘alesse toglieve la vita, cos gi & Telto ueckdere eh gli vuol togliere Vonore o quello della sua comunita, nella stesa sguisa che ed 2 Tecito alle persone del mondo ".— Questo tion lo sapevo, —gli dss, ~ ane avevo creduto tutto il con- ‘teavo, senza rifettori, ondandomi su quello che avevo udlto dine ehe Ia Chiesa aborze talmente il sangue da non perinet- tere nemmeno che i giuletecelesastietassstano ai processi criminal ‘Non fermatevi a eid, —mi replied, il nostro Padre LtAmy prova in modo eecllente questa dottrina, sebbene, ‘per un senso di umilth che ben aaddice a quel grand wom, Ja sottoponga al giudizio dei lettori pradenti, E Caramel, i nostro illustre difensore, il quale la riferiser nella sua Teologia fondamentale,p. B42 ln stima talmente certs da taserire che “il eontrario non ® probabile"; e ne trae smn- nirevoli conseguenze, come questa, che ehiama ‘Ta eonelu- sione delle conclusiont "+ che ** un prete non solo pud. in corti casi, ueeidere un ealunniatore, ta ee ef somo eas in cui lo devo fare: etiam aliguondo debet occidere ”. Alla luce 4 questo. prineipio, egli esamina pareeehi questi nuovi ‘questo, ad esempio: “ Possono 1 Ceauti uecidere { Glanse- nistt ", — Boeo, Padre, —esclamal, —un punto di teologia avvero singolarel H fo tengo gid Giansenisti per bell’e Vices mor di Carus tholpisk jest sholationn mathodum, in ive ting [Loy gusto Wee (De gure et uation) ge ‘nie ‘da, ere seo prota aa 161 ala’ Congrageins’ St ante de¢yapn Alsoundro VIE; ae, ne cra na formes itor céutmade corneas Sette eters ro. spacciat, in forza della dottrina del Pade 1’Amy.— Sba- tliat di grosso, —mi repliod il Padre. — Dai medesim prin ‘pi Caramuel trae invese Ta conelusione oppasta. — B come, Padre? — Perché i Gianseniti non nuoetiono alla nostea re: Putatione, Reco le sue parole, nn, 1146 1147, pp. 517 ¢ 548: “1 Giansenistichiamano “ Pelagiani "i Gesuti; sara lecito ueeiderli per tal motivot No: perehé i Giansenisti non ‘reurano lo splendore della Societa pit di quanto un gato nnon oscura lo splendore del Sole; anzi, Jo hanno aceresetuto, sin pure contro la loro intensione: occidl now possunt, qui socere now potuerunt Come Padre! Ta vita dei Giansenistidipende soltanto al sapere se nuoeeiano o no alla vostea reputezione? Se le ese stanno in codesto ma, mi sembrano ben poco al siento. Infatti, se mat diventasse ancho un poco protabile che vi anno, cecoli ammazzabilisenea dfecltal Voi ne fa- rete un argomento in forma’; eon una ' dinesione dellin- tenzione , non goeorre nient'alteo per spaceiare wn wome fomsicnrfd dj eossienan. Come son fortunate le persone non Aisposte a sffrre le ingiure di eesr itruite in codesta dot- tuina! E quanto sono sfortunate quelle eke le offendano! In veri, Padre, tanto varrcbbe aver da fare com persone senza religione anziché gon gente che ne sia istruita sino a eodesta “ direrione * Pereh6, alla fin fine, Vintensione del feritore non reca nessun sollievo a chi venga ferito, Esso non si avvede di codesta direzione sogreta: wente soltanto quella del colpo che gli vien inferto, B non ao nemmeno se non si proverebbe minor rammatico nel vedersi uecisi brutal: mente da gente infuriata che non nel sentirs! pugnalere conienziosimente da gente devota. Tuttavia, Pedre, sono tun po" stupito di tutto eid; © codeate massime del Padre Lamy ¢ del Caramuel non mi gasbano punto = Perché mait—ehiese il Padre, — nista!—Per un’alira ragione, —gli vsposi,—Serivo di tanto in tanto a un mio amien di campagne quel che vado apprendendo intomo alle massime det vastri Pade. seb. 1% etatundo slag soasadatis> (Wessocr). 02 Le provincia bene mi limitia riferie semplicamente¢ a eltare fedelmente Te Toro parole, temo che ei possa easer qualche spirito bis- zarr, che, immaginando che eld vi rechi tort, derivi dai vostri prinelpi qualche trista conelusione, —Suvvia, —mi disse il Padre, —non vi eapiterd nulla di male, me ne rendo sgarante io. Sappiate che quella che i nostri Pedri hanno dato csi ses alle stampe, e con V'approvazione dei nostri supe: ror, non 2 né eattivo né periealoso da render pubblico » Vi serivo, dunque, afldandom alla parola di quel buon Padre. Ma, se i testi non mi maneane, di earta non ne ho rai abbastanza, Perehé ee no sono tanti alts, ¢ cos inere ibli, che per parlare di tutti ei vorrebbero’volum Orrava Lervens Pari, 28 magi 1656 Signore, Non ponsavate eerto che qualeuno avease la euriositd di sapere ehi noi siamo; eppure, ef sono persone che tentano Gi indovinarlo, ma rensa este. Gli uni mi prendono per un Aottore della Sorbons; gli altri attribuisoono le mie lettere ‘a qugttro o cinque persone” ehe, come me, non sono n€ preth ' eoclesastel, Tutti quel fallaedsospetti mi fanno eonoseere che non sono riuseito tanto male nel diego di rimaneres20- noseluto a tutti, fuorehé a vl, e al buon Padre che sopporta sempre le mie visite, ¢ i eui io sopporto sempre i diseors, ebbene con grande pena. Ma sono cortetto a frenarmt: al triment, se egli si aceorgesse che ne sono coal urtato, non ime Ii terrebbe pid; e allora non potrel pitt mantenere Ta parla che vi ho data di farvi eoncscere Ia loro morale. Vi asieuro che la violenza che debbo fare a me stesso 8 tut altro che plccola. B ben penasp vedere tutta la morale cistiana sovvertta da cont singolar abervazi * [Setottlos « Mae crete dei casi “haneaottieny i eostrettoMcbatrn, To resi esi, ee. "Vari sraragecm deg tea aa >) a leterata Nant ey de emi ii Gir reBebves Pow toy ‘yl, pp 8685) 108 Le provincia contraddirvi apertamente. Mla, dopo aver tanto sopportato per la vostra sodisazione, penso che alla fine, quando co- ‘tui non avr pit mulla da dinmi, esploder® per Ta mi Nondimeno mi frenerd it pit possibile, perché pitt sto aitto ¢ pit son Te cose che Tat ini dice, L'nltima volta, me ne ha fatto eonoscere tante cho mi sara assai dificil rite- sirvele tutte. Vedrete dei prineipi ben eowodl per non resti- tuire it malt, Perehé, in qualunque modo egli cerehi di palliare Te sue massime, quelle che vi siferird valgono di fatto solo e favorie i giudiei corrtt, gli usual, 1 banen- rottieri, i Jade, le danne perdute gli stregoni; tutti abba stanza lberalmente dispensati dal restituine quanto eiaseuno ‘guadagns eo] proprio mestiere. £ quanto il buon Padre mi eve sapere con il seguente discors. ‘«Sin dalVinitio di queste nostre conversezion, ho preso Vimpegno di spiegarv le massime dei nostri Autor! attinenti 4 ogni sorta dt condizioni, Avete git atcoltato quelle eon cemmenti i beneficiari,i peti i religiosi, i domestii e i ge Iiluoming; vediamo adesso Je altre, ¢ cominelamo dai git ich «Vi tard eonoscere, anzitutt, una delle pitt importanti «© vantaggtose massime’che i nostei Padri abbiano insogmate in loro favore. Basa 8 del nostro dotio Castro Palao, uno dei nostet ventiquattno Vegliardi, Beco le sue parole: Pub un Giudice, in una questions di diritt, giudieare secondo tn'opinione probebile, discostandosi delMopinione pit pro- babilet Si, ¢ anche contro il proprio sentire: imo contra pro- fonem ". 11 nostxo Padre Escobar lo riferisee nel Pade, —gli diss,—si comineia Droprio bene. I giudicl vi debbono essere molto grati: © mi sumbra strano che si oppongano alla vostra dottrina della probabilita, come talvolta ei & capitato di rilevare, dacché ssa 8 loro tanto favorevole. Can essa, conferte Too il me- esimo potere sulle sorti degli uomini che voi vi site arro- fgeto sulle Toro ooseienze,— Vedete, dunque, ehe a farel agire non ® il nosteo interesse: noi miriam soltanto alla ‘ranquilita delle oro eoseiense; ¢ proprio in vista di essa iI nostro grande Molina ha utilmente lavorato, « propasita (tena eters 105 et doni che si fanno ai gindiet, Infati, per toglier via gl Serupoli che esi potrebbero provare nellaceettame in certe coveasioni, eglis} & proso cura dienumerare tutti # casi in cui possono rieeverne eon tranquilla eoscienza, salvo. ehe ‘qualche legge partiolare non glielo profiees. Lo ha fatto rel suo tomo I, tr. II, dsp. 88, n. 6". Ecco le sue parcle; “T giudiei poston aceottare doni dalle parti, quando queste stich faceiano 0 per amieiia o per gratitudine delle giusti- ia Toro resa o por solleiteri a renderglicla in futuro 0 a strigurla prontamente "- I! nostro dotta Bscobar ne pazla nel ti. VI, ex. VI, n. 43, in quosti termini: “Nel caso che vi sano pit persone, nessuna delle quali abbin il ditto di e=- sere sbrigata prima delle allt il giudice che rieeva qual- che cosa da una di es, a condizione, ez pacto, di sbrigarla per prima, peecherat No, eertamente; second Layman, es hé, secondo il divita naturale, non reekera nessuna ing rin agli alti, concedendo a cost, in considerazione del suo regalo, quanto poteva aecondare a ehi pit gli fosce piaciuta, E parimenti, esendo egualmente obbligato verso tui per Vegusglianza dei loro diritti, diventera ancor pid tale verso colul che gli fe quel dono, che lo induee a prefersio agli altri; e questa preferensa appare valutabile in denaro: quae obligato witetur pretio aestinabils — Reverendo Padre, — gi dissi, sono stupito di eo- ‘esto permesso, cho i primi magistrati del reame ancora non conoeeono. Infatti, i primo Presidente ha presentato Parlamento un’ordinanza per impedire che eerti eancallien! sceettino denaro per codesta spesie di preferenze: il che at- testa che eg 8 lontanissimo dal eredere che cid sia permesso 1 dei giudiei;e tutti hanno lodato una riforma eae utile a tutte Te parti» Tl buon Padre, stupito di queste parole, mi spose: «Dite proprio il vero? Non ne sapevo nulla’ Ta nostra opinione ® solamente probabile e Popinione eontraria ® equalmente tale. —In verita, Padre, la gente pensa che 1 Bal Be st Jr . * [Bias Porpouge de" Bliere, vino presidente del Paste suena i Parigh ta a5) a -3t (OCT) 106 Le provincial primo Presidente abbia pid che probabilmente fatto bene, f abbia mosso fine eos! 8 tna publica eorrusione troppo a Jango tollerata. Sono anch’io di codesto avviso,— replied i Padre, ia andiamo avanti, lassiamo i gludie,— Avete rragione, — dss, tanto pit ehe non rieonoscono abbastans| quanto fate per loro, —Non si tratta di i,—riprese il Padre, —ma ei son tante eose da dire su tutti che bisogna, cesser brevi su elaseuno, «Parliamo adesso degli uomini d’afferi. Votsapete che 1a maggior dicot che siha eon Toro & quella di distogte all’usura. B di eid i nostri Padi si son presi particolar cura, perché essi detestano talmente quel visio che Hseobar dice nel tr. TTT, ex. V, m1, che * negare che T'asura B pee ato sarebbe un'eresia™. El nostro Padre Bauny, nella sua Somme des péchés, cap. XIV, riempie parvcehie pagine con le pene destinate agli usurai. Li proclama * infarni durante Ja vita e indegni di sepoltura dopo Ia morte ”.—O Padre, non lo eredevo proprio csi severo! — B tale quando oecorre, i rispose; — eon quel dott ensata, avendo ossorvato che all'usura si 2 tratti soo dalla bramosia del guadegno, serve nel medesimo Iuogo: “ Grande sarebbe, quindi, il servigio che si renderebbe agli uomini, se, garantendoli del mali ef “et dell'usurae in pani tempo dal peceato che ne # Ja causa, si procurasse loro il modo dl rieavare dal loro denaro un utile eguale ¢ anche maggiore ai quello del'usura mediante ‘qualehe buono e legittimo impiogo ”.— Tndubbiamento, Pa- Are, dopo di eid non vi earcbbero pid usurai. — eco perché — riprese — eg ha eseogitato “un metodo generale per ogni sorta di persone: gentiluomin, president, consiglir, ee. , talmente facile che consistesoltanto nell’aso di erte parole ‘dx pronunziare nell’atto di prestare il proprio densto: in ‘conseguenza delle quali si pud rieavarne wn util, senza te- mere eh'esso sia usuratio, come altrimenti sarehbe cet mente. —E quali sono eodeste parole misteriose, Padre? — ecole, ¢ nei Toro esetti termini, perehé, came sapete, quel Padre ha seritto Ia sua Somme des péchés in volgare, ** per essere inteso da tutti”, come Tui stesto dice nella prota ione: Colui al quale ¥errd ehiesto in pretito del denavo, tteca letters ot rispondera dunque in questa maniera: — Denaro da prestare zon ne ho; ne ho perd da mettere a profitta in modo onesto e lesto. Se voi desiderato le somma richiestami por farla valere con la vostra industria metA guedagmo, meth perdita, {forse mi risolverd a coneedervela. Vero 8, tutavia, che Bas sai difieile mettersi d'accordo sul profito;siodhé, se volete rocurarmene uno sicuro, ed evitare che il mio eapitale ora Fisch eredo che ei metteremmo daccorda pit fecilmente, vi fard avere immediatamente il denaro ". Non & questo ‘un modo facilissimo di guadagnar donaro senza pocearet B il Padre Bauny non ha ragione di aggiungere questo pa role, con Te quali eonelude questo metodo: * Beto, a mio avviso, il mezzo con il quale un’inGnita di persone nel mondo, che, con le loro tire, eatorsoni illeeti contrat, i atirano la gusta collere di Dio, poswono salvars, facenda bell, onesie lestt guadagni "4 — 0 mio Padre! — diss". —Che parole straondinaria- mente efieaci! Vi asscuro che se non sapessi cho vengono ‘da Buona fonte, le prenderei per qualeuna di quelle parole magiche che hanno il potere di rompere un incantagione ‘Senza dub, e'8 in ease qualche virti occulta per eacciare Pusura, che fo non rieseo a seorgere: avendo sempre pen- ato che quel pectato conssta nol farsi restituie pitt denaro 4 quello presto. — Voi eapite ben poco la cosa, —mi re- plied. —L'asura, secondo i nostri Padi, coniste quasi ol- tanto nell"intensione di prendere quel praito come usura- rio, Eeeo perché il nostro Padre Escobar fa evitare usira on una semplicerettifea dellintensone, Leggete nel tr. 1, ‘ex. V, nn. 4, 33, 44; " Sarebbe urura —aerive —esigere ut proftto da coloro eui si fa un presto se lost erigese come Aovuto per giustisia; ma, se lo i esige come dovuto per ri- fonoseenza, non e'8 affatto usura ”. Enel n. 3: ** Non 3 Tecito aver V'intensione di ricavare diretamente proftto dal ‘denaro prestato; ma non & invoee wsura pretenders di ote nerlo per Vintermediario della benevolenza, media benevo- Teta, di eolui al quale lo si sia prestato ”. * [Peviodo sopprno neliesione dt 1050 108 Le previa << Eeeo del metodi bon sottii. Ma, a mio avviso, uno dei tnigliori (poiché possiamo seogliere tra moti) & quelle del contratto Mohatra *.—I contratto Mobatra, Padre? — fi accorgo ehe non sapeto che eosa sia. Di strano, ha solo i nome. Bseobae ve lo spioghers, nel tr TI, ex, TTT, m. 36: “Il contraito Mohatra 8 quel eontratio per il quale st ac: ‘quistano, a caro prezo © a eredito, delle stoffe per riven- erie sedutastante alla stessa persona, a contanti e a buon mereato. Beco in che eonsiste il contratto Mohatra; si tratta di ricevere una certa somma in eontanti, restando ob- DYigati per una somma maggiore. — Ba, Padre, io eredo che soltanto Bscobar si sia servito di eodesto termine: ne par- Jano anche altri Ibei? — Come siete poco informato! — mi replied il Padre. —L'ultino Hibro di teologia che sia stato stampato quest'anno qui ¢ Parigi parla del contratto Mo- hatra, © dottamente. B intitolato Zplogus Summarum; ed 2 un eompendio di tute le somme di teologi, rea nostri Padri Suérez, Sinchez, Lessius, Pagindes, altri celebei eat, come lo dice i ttelo. Guardate, dun- ‘que, a p. 54: Si ha il contratto Mobatra quando un womo che abbia bisogno di venti pistole acquisti da un mereante i stofle meree per trenta Pistele, pagabili in un anno, ¢ ttiela rivenda soduta stante per venti pistole in eontanti Vedete, quindi, che Mohatra non ® un termine inusitat, — Ebbene, Pedre, codesto contratto 8 permessot — Escobar — mit rispose —serive nel medesimo Tuogo che "ei son leggi che To vietano con pene molto severe ".—B, dunque, a tile! —Nient’affatto: perohé Escobar, nello stesso logo, insegna aleuni espedienti per render Testo; “* quand’an che —serive—eolui che vende e eompra abbia come in- tenzione principale quella di trarne guadtgno, purehé nel vendere si limiti a non oltropassare il prezzo massimo e nel rieomperare quello minimo, ¢ che non el sia in procedenza unintasa, exprea ono”. Ma Lessius, De Just, ib. TI, ‘ap. XLT, d. 16, dieo che,“ quand"anehe si sia venduto con 4 [rsa daltusabo mathatar, Helo (et, i commento alle Proviatner ke isa Pans, 18, 1 1, PTB) i Ota tetera 109 Vintenzione di ricomperare a un prezzo minore, non si® mat bbligati a restituire tale profite, salvo forse per carith, rel caso che caudal quale los eige ai trovi nellindigenza fsempre che To si potsarestituire senza incomodo, sf com mode potest!” eco tutto quanto si pud dire. — Credo, in fatti, Padee, che una maggior indulgenza sarcbbe biasime- vole. —T nostsi Padri sanno fermarsi coe! bene nel punto giusto! Potete da cid capire V'utilita det eontratto Mohatra, Avrei da iastrarvi mol alts! metodi; ma quest stano. Debbo edesso intrattenervi di claro j cui affari vanno male. I nostri Padsl hanno pensato a soccorrerli, secondo Ja condiaione in eul si trovano, Thfati, se eostoro non anno bona sulfienzn per vivere onestamente © insieme per pa fare {Toro debit, si permetto loro di metterne al sieuro una porte, dichiarando benesrotta nck confront dei erediter. Lo hag deeiso if noatro Padre Telus, cd Fscobar lo conferma nel tr. TTT, ex. Il, n. 163: “ Chi fa bancaratta pd con si- curt di eosefenza, tenere per sé una parte det propti bent nella quantita necesaria per mantenere deeorosamtente Ta propria famiglia, ne éndecore ivett Sostenge di st, con Tesius; quand'enche Ii abbia guadagnatt eon Ingiustisie © cviming a tutti noti, ex iniuatiti ef noforio dlicto, scbbene Jn questo caso costui non ne posia ritenere in east grande misura eome negli altri”. — Come! Padre, per quele strano sentimento di earth yolote che tali beri rimangano a chi It hh sottratti con le sue ruberie, pe consenting di vivere eon nore, piuttosto ehe ai suoi ereditori, eui appartengono Ie- sittimamente ¢ che riduecte in codesto modo alla povertAt —Non si pud contentare tutti; e | nostri Padi hanno pen- sato di alloviare ia modo particolare quegli seiagurati. E par sempre in favore degli indigunti il nostro grande Vis quez,citato da Castro Palao, t. 1, tr. VE, disp. VI, p. 6, 1. 12, rive: “ Quando si vede un ladro ssoluto e pronto a derubare una persona povers, si pud, per distogleslo da id, suegerirgli qualche persona patticolarmente riven, per ehé la derubi in Iuogo dellaltra". Se non postedete né Vis- fquez, a6 Castro Palao, troverete Ta sessa cosa nel. vostro Escobar: perché, como ben sapete, egli non ha detto quasi 110 La provincia nalla che non sia rieavato da ventiquattro dei pit lust dei nostri Pade, La potete trovare nel tr, V, ex. Vy n. 120: “Toa praticn della nostra Societd per la earth verso i pros Carita davvero stranrdinaria, Padze: simediare alla perdita dell’uno tediante il danno’dell'altro! Ma io eredo che bisognerebbo farlaintera,¢ ehe chi dA eadesto eansigtio. sia pot obbligato in eosciensa'arestituire a quel rieeo i ben 4i cui el abbia procarato Ia perdita. —Niente affato, — ri rispose il Padre,— perché non lo si ® derubato dinetta- mente; ma ef si & limitatt a consigliare a vn altro di der Darlo. Ascaltate ora questa sugata sentensa del Padre Bauny crea un easo che vi farh stupire molto di pide fa eul per serete che sia ancora pitt grave I'ebbligo delle restituzions. Si trova nel cap. XIIT della sia Somme, Heeo le sue precise parole: Un tale prega un soldato di pichiare il sao vieino © di bruciare il geanaio dun tale che lo ha offeso: si do- manda se, in difetto del soldato, chi Io ha incarieato. di compiere tutti questi oltragei debba riparare col suo denaro iWimale derivatone. Opino di no, Perché nessuno & obbligato alla restitusione, se non ha vioiato la giustiia. La si viola forse, quando si prega un altro di wn favore! Qualungue fosa gli si domandi, eostui resta sempre libero di eonee- erln 0 di negarla, E, qualunque sia la parte verso eu clina, & pur sempre la sua volont a indurvelo: nulla lo obbliga fuorehé la bont, 1a mitezzae la condizeondenca del suo animo. Se, quindi, quel soldato non ripara il mele eom- pinto, non bisognerd costringere a farloeolui per la cui i= Chiesa ess abbiaoffeso un innoeenta ”-» ‘Maned poco ehe questo passo non interrompesse la nostra conversazione, perehé fui sul punto di seoppiare a ridere al pensioro dell doleczza d'animo di un ineendiario di gra nai e ascoltando quog!i strani ragionamenti che esimono dalla restituzione il principale e effettivo autore aun ine fendi, ehe 1 giudiei non esenterebbero eerto dalle conda", 1 [Gte. Peater ety fr, 906: Contre ragionano come quel ho dimertrao ce a ovtodl& not Bounysinceediane pagal] Ota9a tetera am Ma, se non mi fosi trattenuto, il buon Padre si sarcbbe of- feso, perché parlava su serio. B riprese a dirmi con lo stesso tona: Dopo tante prove, dovreste riconoscere quanto vane sono le vostre obiesionis ma, ia eodesto modo, ei fate an- dar faori toma. Ritorniamo, dunque, alle persone che vi tro- vvano in angustie finanziari, per il sollevo delle quali { no- stoi Padi, tra gli altri Lessis, lib. 11, eap. XU, d. 12%, af- Termano che “6 Ieeito rabare non solo in caso di estrema necessti, ma anche di necessit grave, seppure non extrema”, Anche Escobar riferisee quest’opinfone nel tr. T, ex. IX, n, 29.—B stupefacente, Padre: non '8 persona nel mondo ehe non reputi gravi Ie proprie necessit, © cut znon concediate eos il potere di rubare in sicurth di coscienca B, quand’anche ne limiteste i permesso alle sole persone che si trovino effetivamente in tale condone, aprireste tuttavia Ta porte a un’infinits di ladroeini, che i giudiet pu- nirebhero nonostante codesta necesita grave, © che voi do- ‘reste a maggior ragione reprimere, dacché il vostro dovere 2 i conservare tra gli uomini non solo la giustisa, ma an- he Ia earit, che da un tal prineipio vien distratta, Perché, in fin dei conti, non 8 forse violae la carte usar torto al rassimo Hl fargli perdere iio! beak per il nostro utile ind vVidualet Finora mi 2 sempre stato insegnato questo.— Non sempre @ vero,—disse il Padre,— perch il nostro grande Bfolina ei ha insegnato, t. II, I, disp. 928, n. 8 che *Vordine della cart non esige che oi si privi dium profitto per salvare cos il prossimo da una perdita equiva: lente”, Lo dive per eomprovare quanto aveva intrapreso i dimostrare in quel Iuogo ostia, * che non ai & obbligati in enscionza a restituire i beni che un altro ei abbia dati in eonsegna per privarne i guoi ereditori ". H Lessius, che sastiene Ia medesima opinione, Ia conferma mediante Io steso principio nel Ii TL, exp. XX, dub. 19, m. 168" ‘ fale fantastea decisione mi laseid tutto contuso; ma, ‘entre ne andavo considerando le periciose conseguenze, iI Padre mi preparava un altro questo, e mi distor «Ta ‘prossima volts, dunque, riapondete con magaior clreospe ‘Hone. To vi ehiedo adesso: un vomo che faceia Vindovino & obbligato a restiture il denaro ehe abbia guadagnato con questa sua altiviat—Come meglio vi piacsrd, reverenda Pade, — rsposi, — Come! Quel ehe meglio mi piaeerA? Siete proprio straordinario, Dal vostro modo di esprimervi, si Airebbe che la verith dipenda dalla nostra. volonta.. Mi rendo conto cho da solo non riuseireste mai a vispondere. 1 [ois por <8 0 of» (out Coretta Bella radios ne Ibe provincia Lavsiate, dunque, che tale dificolth ta risalva. Sinches che & Sinchor “Anzittio, nella sua Somme", Ti. IL, cap. XXXVIIT, nn. 94, 95,'96, ogi distingue tra due eas “se Vindoving si & sorvito solo dell’etrologia e degli alte seasi natural ose ha usito invoce 'arte diaboliea ", B dice che tin un eas ess @obbligato a retiture;nellaltro, no”. Sapreste dirm, adesso, in quale easo?— Non & affatto di elle, —risposi."—Vedo bene quel eke intendete dire, —eel riprese.— Voi eredoto che costui debba restituire nel ca50 che si sia servito dell'siuto dei demoni, No, non ne eapite ln’acea: 2 proprio i eontrario, Beoo, nello stesso Inoga, It ecisione di Sinchea: “Se quell'indovino non si 8 reso Ia briga © la cura di apprendere, per mezzo del diavol, quel ‘he non sipoteva sapere altrimenti, a wullem eperam appa: suit ul arte diaboli id scret, isogna che restituisea; men tro, se si 8 preso simile brign, non & obbligato a farlo ".— F potehé mai, Padre! —Non lo eapite? Perehé per snez20 elle arti diabolieke si pud indovinare il futuro, mentee Vastrotogin @ un mezzo falso.—Ma, Padre, s¢ il dinvolo nnon gli dice la veriti (non & eerto pid veitiro dell’astro- logia), Vindovino dovea dumquo sestitaire per In medesima ragionet—Non sempre, —mi rispose. —" Distinguo”, die ‘8 questo proposito Sénehez, Porché “so Vindovino non 8 pratico delVarte diaboica, si sif artis diaboliege ignarus & obbligato a restimire; mentre se & un bile mago, ¢ fe quanto & in suo potere por conoseore la veriti, non vi 2 ob- Diigo, Infatti, in questo aso, Ta diligensa di sifatto stre- gone pud esse valutata in donate, diligentis « mage eppesita eat pretio aestinabils". —B.un'opinione conforme al buon senso, Pedre; oeco, infatt, iI mode @'indurre i maghi a rendersi espertinelte loo arti, mediante la speranza di con- seguire legittimi quadagni, secondo le vostre massime, ser vendo fedelmente Toro elienti. — Mi sembra ebe esate: non Js bene. So parlaste eos in Tuoghi dave non foste eono: seiuto, potrebbe darsiehe certuni interpretassero male i vo " [Onmia,netOpee marie im procepta Declogi eit} Otaoa tetera ut srl diseorsie vi rimproverassero di volgere in ridicolo Te ‘cove della religione ®, — Da un’accusa simile mi difende Tacilmente, — replica. Creda, infatti, che, se ei pig la briga di ecaminare oon attenzione il senso delle mnie parole, hon ge ne trovers nessuna che non atesti precsnmente i contrario; ¢ forse un giorno, nelle nostre eonversaziout presenter Voceasione di metterlo pienamente in chiaro. — Ob, ob non ridete pit! — Vi eonfesso cho il sospetto che volesi farmi beffe delle cose ante mi ealpirebbe, per la gua ingiustzi, nel vivo. —En dieevo per cella, —rlapase fl Pa- ‘dre. —Ma adesso parliamo pid seriamente. — Vi sono spostissimo, so lo volote, Padre; dipende da voi. Ma vi con- sso di ester rimasto stupito di sapere che 4 vortri Padi hanno talmente esteso Te loro cure a ogni sorta di eondixont dda voler regolare persino i logittimi guadagn’ degli stron —Non si serive mai per troppa genta, né si prendono mai abbastanza in considerarione } possibil eas} partieolas, né si ripetono mai abbastanza Je medesime cose in differenti Mei. Ve ne rendereto conto arcltando questo passo di uno ‘dei pit autorovoli nostri Padri. B IR. P. Cella, nel suo De Hicrarch, lib, VILL, eap. XVI, § 2: © Sappiamo che un tale, che recava con 96 una grossa soma di denaro per re- stituinla par ordine det suo ennfestore, eatendasi feraato per via da un Tibralo, © avendogli domandato se avesse nulla {Gi nuovo, num guid novi, gli fu mostrato un ibpo dé Teo Togia morale; © che, sfogliandolo distrattemente e senza nes- ssuna precisa intentione, gli eapitd sotoeehio il suo ea, vi apprese di non essere aifaito obbligato alla restiturone, Dimodoché, essendosialleggerto del fardello del suo sera polo, rimanendo ognora gravato del peso del suo dentro, 26 ne tornd a case molto pili leggero: abiecta scrupuli sarcina, retento auri pondeve, Ievior domi repetit ‘" Ho sumpre dimenticato i divi che di Rscobar ei sou die: reoti eliioni. Selo volte acquistar, prendete una dl gulle "(ett dt 165, vee agente a frases erat fia ie ont lo Babe Sata met BHP oxava tetera ny Liens, al ai jniio @® immagine 3 on agzello sopra un libro ‘lat on ate sgl, oppure una 8 qulle dt Brose del 165 ‘Enendo quete le ultime sono migort pid ample dalle prece- ent elaient i Lione dg soni 1644 © 1686 ete 2 88, ae sein ewe apn Sell etter shel kie wrtoiee heen problems See cerns aie cae ae Soe serie a eters ee ‘A Figet, uoa nuova ediione, pid esatta tte. Mn le opinion di Seam arte sah eek Tee ee ce ieee Gaeta ‘Ghioos ‘compints dai Geeuiti») Noss Livre Pasig, 3 luglio 1656 Signore, Non vi fard pitt complimenti di quanti me ne fece il ‘buon Padre V'ultina volta ehe mi reesi a vsitarlo. Appena ‘mj seorse, mi venne incontzo «mi disse, guardando in un libro che tenova in mano: «Chi vi aprise il Paradiso non vi renderebbe un grandissimo servigio! Non dareste fore milioni dro per averne una chiave, ed entrarvi quando meglio vi garbasset Si grande spesa non ® nesesarin: ec: covi una di queste ehiavi, ansi, eecovene eento, molto. pit 4 buon mereato >. Non eapiva ee il buon Padre loggesse @ parlasse di testa sua, Ma egli mi tolse dincertezzn, tog. giungendo: « Sono le prime parole di un bel libro det Pa- dre Barry, della nostra Socit3, perehé fo non dieo mai alla di mia testa. — Cho libro, Padre! — Recone il titolo: Ine Paradis ouvert & Philagie par cent dévotions a la Mére de Dieu, aisées & pratiquer®. — Come, Padre! ognuna di codeste facili devozioni basta ad aprize le porte del cielo —St- ve lo confermano anche le parole che tengon dietro a quelle 5 [Sottttolas «Dela fate devorone alla Santa Vergne stro: ‘ote da Got Divers ngoolere eeogtato daft. rater bh me Dh oe TEER ree eae id race falar Betgmento een, gte, pecs a mate Meee») TLepern dl pire Prot de Bun, Provincia dll provinia 4 Lione (1e6t-1001} emu ute eel 1038 Nona ttre aa che avete git udite: “Le devosioni alla Madre di Dio che troverete in questo libro sono altrettante ehiavi del cleo, ce vi apriranno il Paradiso, purehé le pratichiste ”. B per ‘questa ragiono egli dice, nella conclusions, che “sari eon: tento se ne verra praticata anche una sola”. = Insegmatem!, dunque, qualeuna delle pitt feel — ‘atte son tall, mi rispose;—ad esempio, “salutave le ‘Vergine quando ci si imbatte nelle sue immagini; reitare Ia coronsina delle dei allegrerze della Vergine; pronun- are speso IL nome di Mari; incavicare gli Angeli di farle la riverenza per conto nostro; desiderare ai ecstruzle pi cise di quante ne abbian mai edifcate tutti 1 monarel della terra; darle ogni mattina il buon giorno e sul tardi Ja buona sora; dire tutti i giomi I've Maria in onore Gel euore della Vergine ". Quest'utina devorione, sseondo Iu @ quella che rende pitt sieuri di eonquistare Ml cuore ella. Vergine, —Certamente, Padre, —lo interrappi, — Durch Te si fuesia dono del nostro? —Non & neeessurio, quando si sia troppo attaceati al mondo. Ascoltate il Pa. re Barry: Cuore per cuore: questo sarebbe Videale ‘Mail vostro & un po' troppo legato alle ereature e un po” troppo attaceato a esse. Non oso, quindi, invitarvi a offire ‘gi codesto picolo sohiavo che chiamate il vostro eaore Pereid gli si accontente dell'Ave Marin che aveva ehicst, Sono le devosioni di eui parla nelle pagine 32, 59, 119%, 156, 172, 258 e 420 della prima edizione. —Tutto eid ‘molto comodo, © son eonvinto che, dapo questo, non ei sar pit nessun dannato. — Ahimét—esclamd il Padre. — Vedo bene che non sapete sin dove giunge In dureaza di euore di carta gente, Ci sono persone che non s"impeguerebbero mal 8 dire tutti 1 giori questo due parole: “buon gioeno”, “buona sora ", perehé non si pd farlo senza tn certo sforzo della memoria.’ Quindi, il Padre Barry ha dovuto insegna loro devosioni ancor ‘pit facili, come “ tenere giorno ¢ notte al polso una eoronsina a mo" di Draceialeto”” 9 "portare su di sS un rosario 0 un'immagine della Me * (tose We ediini, per erore: «148.5) i Ie provincia donna”. Sono le devotion’ di exi parla nelle pagine 14, 325 e 497, ‘poi dite che non vi fornseo devosioni fast per ottenere le buone grazie di Maria! ", come esclama 2p. 106.—Sono i massimo della facia, Padre.—Si & fatto proprio tutto il possibile, e redo che basterd. Infat bisogneredbe essere ben seiagurati se non si volesse eoglize tun solo momento in tutta la vita per meter la eoroneina al polso o un rosario in tasea e assicurars! in questa ma- niera Ia salute eterna, con tale certezza che coloro che ne anno Ta prova non sono mai vimasti delve, qualunque vite abbiano condotta, schbene noi non cesiamo mai dl cons sliare di vivere rettamente. Vi citer) il caso, Wifrita a D. 34, di una donna, ehe, prateando tutti giomi la devo. ione di salutare le immagini della Vergine, vise tutta la vita in peceato mortale e mori in tale stato, ¢ si sald gual mente in grazia di tale devosione, — Tn eke modot — ecla mai. —Nostro Signore la foco resuscitare appasitamente, ‘Tanto 2 certo che non si pub perite, quando si pratien qual- ceona di quelle devorion, — In vevta, Padre, s9 che le devosioni alla Vergine sono tun potente mezzo di salute, e che anehe quelle meno im- portanti hanno gran valore quando procedono da un sen timento di fede ¢ di eariti, come nei santi ehe Te pratiea- rono. Ma far eredere a coloro ehe Te praticano senza mu fare Ia Toro vita peceaminosa che si eonvertiranno in punto di morte o che Dio li resuseiterd, mi sembea un mezao molto pil atto a mantenere i poseatori nei loro disardini con le false paci Ingoncrate da tale fiducia temeraria che non & trarneli fuori con una vera eonversione, che solo lag ud compicre,-"* Che importa—disse il Padre—la per la quale entriamo nel Paradiso, purehé vi entriamot ” ome dice su un tema simile il nostro eelebre Padre Binet, sid nostro Provinciale*, nel suo ettimo libro Za marque de ridestination,p. 30 dalla decimaguinta editions." Di rifta [pdr inne Binet, (6001699) ort. tao Provincial ai ranch aun open De te Dietien dl glonon Pigs are, TE eR i 2 re raat, wt 8 Noma tetera 1 di rafta, che e'importa, purehé conquistiamo la cit della floriat "come serive nel medesima Toogo.— Ammetto che non import, ma il punto & quello di sapere se visi entrerd —No gurante la Vergine: vedetslo nelle wltine righe el libro del Padre Barry: ** Se mai aeeadeste he, nel mo= tonto della morte, il Nemo vantaswe diritti su di voi, © che vi fase qualche scompigtio nella piecola repubblien det vostri penser, avete da dire solamente che Maria risponde i voi e che bisogna rivolgersi a lei". — Ma, Padre, chi volesse andare a fondo della cose, vi metterebbe in impieeio: perehé, intomma, eki ei garantisee che la Vergine ne rispondet—-I Padre Barry, a p. 405 Gel suo libro.“ Quanto a proftto ¢ alla felieith che ne rieaverete, ne rispondo io, e me ne facsio mallevadore per Ja buona Madre”. —Ma, Padte, ehi risponderd det Padre Barry?—Come! Appartiene al nostro Ondine. Non avete ancora eapito che le nostra Societd risponde di tutti i libri ei nostri Padsit Bisogna apprendervelo: & bene ehe To sappidte. C'2 nella nostra Soeieta un ordine che proibisce ‘ qualinque sorta di librai di stampare qualsiasi [bro dei nostri Padri senza V'approvasione dei tcologi della nostra Soviet ¢ senza il permesso dei nostri superiri, B un re golamento promulgato da Enrico IIT il 10 maggio 1583, ¢ onfermato da Enrieg IV il 20 dicembre 1603 ¢ da Luigi XITT i 14 Febbraio 1616, Sieehé tutto il nostro Ondine 2 respon sabile dei Ibe di ogmune det nostst Padri. 8 una pecularita ella nostra Socitd. Ne eonsegue che da noi non esse nee sun Tibro che non sia informato allo spinito della nostra Compagnia. eeo quel che era opportuno che Padre, — gli dissi, —mi avete fatto piacere, © mi lamente di non averlo saputo prima. Infatti, questo punto induce a prestar molto maggior attensione ai vostri Autor = Ve lo avrci detto,—mi rispose, —ove se ne fosse pre- sentata Voeensione; ina approfttatene in futuro, e conti= ‘auiamo il nostro discors. ‘«Crodo di avervi insegaato dei messi per assieurare la propria salvezza abbastanza facili, abbestanta sicuti e in hhumero abbastansa grande. Bla i nostei Padri desiderereb- aa a provincia Dero che non ei si fermasse a questo primo gradino, im eat i fa soltanto of che & strottamente necessario per slvarsi Poiché aspirano senza posa alla magyior gloria di Dio’, var. robbero clevare gli vomini a una vita pid pia. E, siesome le persone di mondo sare ai salito distate dalla devorione ‘alla strana idea che glione & stata inculenta, i nostri Pa- ri hanmo stimato ehe fosie molto importante distruggere ‘questo primo astaclo. Cost il Padre Le Moyne si ® pro. ceseciato gran fama con il suo libro su La Divotion eisée, omposto a tal ne, Heli vi tracia una pittara stenoedi iamente attraente della devorione. Neasuno ha ai eo nosciuta eome Tui! Rendetevene eonto dalle prime righe del suo Tibro: “La virth non st 8 ancora mostrata a neesuno; nessuno det suot ritratti lo somiglia, Non e'® da stupize ‘che s sia mostrata est scarsa premura di arrampiears sulla ‘sua rupe. Si suol rappresentaria come uma persona ugzioes che ama soltanto Ie solitadine; le vengon associat il dolore fez pena; ¢, infine, la st considera nemiea dei divertimenti ef giuoehi, che sano it fore della gia ¢ il sapore della vita" Coal ogli serive a p. 12 — Ma, Padre, so per lo meno ohe oi Turon grand santi 1a cui vita fu straordinaviamente amtera,—B vero; ma i son visti anche “in ogni tempo santi pieni di urbaaita « devoti pient di civiltd", come serive quel Padre ap. 191 H voi vodote a p. 86 che Ja difteenea del loro modo di vivere deviva da quella del loro temperamenta. Ascoltaelo “Non nego che ei sian dovoti che sono per tmperainento pallidi e malineonie, ehe amano il slengio ¢ la solitudine © ¢he hanno nelle vene soltanto flemma e sul viso un color terrco. Ma ee ne sono altri, © in numero abbastanza rile ‘vante, dotati d’una complesione pit fortunata, © che pos: siedono in abbondanza quell'umore dolee ¢ eldo ¢ quel sangue benigno o temperato che fanno la givia ”. Vedete, "ene we vin dn Ross «A ren De le lu pate Bier a Moyea (160271), aire dlp. La tin ea a bs Pate oe pn mt eres Gs . : ons tetera 135 Gunque, che amore della solitadine ¢ del silenzio non & feomune tutte Te persone pie, e che, game vi dicevo, & Vesetto del loro temperamento pinttsto che della Toro pista, Mentre quel costumi austeri di eui voi parlate son propri dei temperament selvatiele aspri. Anzi, Ti troverete Annoverati tra { costumi risibli e brotali d'un paseo malin: conico nella deserisione che il Padre Le Moyne ne ha fatia tne] libro VET delle sue Peintures mores. Hesone aleunt tratti: * Costui non ha oechi por le bellezz dell'artee della natura, Crederehbe df caer eeato d'un ineomada far- dello, se consentisse a prendere per sé qualeke motivo di piacere. I giorn di festa Ii trescorve tra i mort. Proferisce vivere in un troneo d’albero 0 in una grotta che non in un palazao 0 su un trono, Quanto agli affront e alle ingiarie, Wi 2 altvettanto insensbile che so avesse occhi e oreo statua, L’onore ¢ la gloria sono idolt che non eonacee, © per ¥ quali non ha ineenso da oftire. Una bella persona per hl uno spettro; © quei visi imperiosi e sovrani, quegli mabil tiramni che fanno dappertutto degii sehiavi volon- tare senaa eatene, hanna sui suol acehi il medesimo potere ol sole su quelli dei guf, exe." Mio Keverendo Padre, vi assienro eho, se non mi aveste detto che T'autore di codesto ritratto 2 it Padre Le Moyne, avrei pensato che fosse opera di qualehe empin che Vavesse composto appositamente. per volgore in ridieolo I santi. Perehé, ce esst non & Vimmagine dan uomo aftatto ») 7 i Ee provincia che esista aT mondo un giudiee che non reputi Iogge il eon: trario di quella massima del Padre Bauny. ‘Eeeo tutta quanto vi posto riferire di quello che appre B11 discorso dud talmente a Iungo eke alla fine fui cbbli frat dt progae il Padne di cambiar angomento, Eli accon- sent], © mi intrattenne intorno alle loro massime attnenti al Yestire delle donne, «Non parleremo—mi disse —di quelle che hanno intenzion’ impute; ma, quanto alle alts, Escobar ico, nol te. I, ex. VIII, n. 5: ** Eragghindarsi senza eativa intenaione, ma sotanto per sodistare la naturale inlinazione alla vanitd, ob natwralem fastus ‘aclinationen, 0 3 solamente tun peceato veniale 9 non & per nulla peceato””. B il Padre Bauny, nella sua Somme des péchés, cap. XLVT, p. 104, af- forma che ‘ quand’anche una donna avesse eonoscensa del ‘eattvo effetto che In sua cara nel sul corpo ¢ sull'snima di eoloro che la rimirassero adoma i vie e prezisi abit, essa uttavia, facendone uso, non peceherebbe". E cite tra gli alii, come dolla stesso 1, il nostep Padre Sénehez, — Ma, Padre, che cose rispondono allora i vostri Autori que passi della Serituara che parlana con tanta voemenza contro Te minime cose di questo generet — Lessins — mi ri- spose—vi ha provveduto dottamente, De Just, lib, 1V, tap. IV, dub. 1, n. 114, affermando che * quel passt dela Serittura crano precsttii soltanto per le donne di quel tempo, afinché eon la Toro modestia dessero un esempio di eifieazione ai pagani ”.—T. donde To ha desunto, Padre? Non importa di dove lo abbia desunto: basta che le opi- joni di quei grandi uomini siano sempre per se stesse pro- Dabili. Ma il Padre Le Moyne ha apportato a questo per. ‘meso genorele una reitrizione. Non vuole assolutamente eo oderlo alle veochie, Guardate la sin Divotion aitée, ad csempio a pp. 121, 157, 169: "La glovinezza —dieo— ha tun divito naturale ad agghindarsi: pnd essor lito ag: hindarsi in un'eta che & il fore il verde dolla vita. Ma Disogna fermarsi IL; sarsbbe fuor di Iuogo cereare le rose sulla neve, Sotanto alle stelle & eoneesso di trovarsi sempre Al balla, perehé ese hanno il dono della perpetua giovinczna None letters 133 Il miglior partite, in proposito, sarcbbe quello dt prender consiglio dalla ragione e da un buon specehio: di sodistare alle convenienze e alle necesita, ¢ di itirarsi allorché si avvicina Ta notte ".—B un parere perfettamente gindi- 290. —Ba, ane vediato come i nostri Padei hanno pen- Sato a tuto, vi aggunger® che, poiehé alle giovani donne il ppermesso di edomarsi tomerebbe spesso inutile, se non st esse loro anche il mezzo di farlo, esi hanno stabil Toro favore un'altra massina ehe ai trova in Bscobar, nel ‘apitolo sul furto, tr T, ex. TX, n, 13: "* Una donna pud sottrarre denaro al marito in pit di un'eccasione: ad esem- io, per giosare, per procurarst degli abiti e per le altre cose ‘the son Toro necesarie — In veritd, Pad, codesto & i colmo della perfeione =i sarebbera’per® molte altre cose, — disse il Padre, — ‘ma dabbiamo tralasciarle por parlare delle massime pid im- portanti che fatlitano I'uso delle ease saere: 2d excmpio, la maniera di assstore alla messa. T nostri grandi teotog;— Gaspar Hurtado, De Sacramentis, tI d.§, diff. 2; © Co- nine, quaest. LXXXIIJ, a. 6, n. 197, —hanno inseguato, ‘su questo soxgetto, che“ Baate exer present alla mesta con 41 earpo, anche restando assenti con lo spivito, parché soxbi un contegno asteriormente rispettomo ". B Visquea va pit in Tas dee che“ si sodista al precetto di sentire la messa, anche quando non so ne abbia nossuna intenzione ". Tutto id si frova in Boeobar, tr. I, ex. XI, na. 74 e 107, oltrehé nel tT, ex. Jn, 116, dove iluetra Ie cosa mediante Vere pio di coloro che sono trascinati alle messa con la forza e che hanno Vespresse intenzione di non asooltars. —_Non lo agile 28) se ret et ghee aa! ee antes {het rove seober ne eaptoly Su fara, tr ye tay eS. Tee ote Bae ee, Ferre racic fade joe EE Fk ake ee Rone ES es am a provincia crederei davvero, seme lo dicese un altra.—In realta, que- ate opinioni hanno bisogno di esser suffragate dall’autorita Ai quel grand uomini, Fil medesimo si die di quanto af- forma Fscobar, nel tr. I, ex. XI, n, 1." Una eattiva azine, ‘ome quell di guardare le donne con desiderio impuro, eon sgunta a quella di aseoltsre la mess nel debito modo, nom limpedisee ehe si sods al precetto: Nec obest aia prava ine tentio, ut aspiciend! lbidinose foeminas ”. «Ma nel nostro dotto Turrianus™, Select, pars Il, XVI, dub 7, i trova unvaltra comoditl: ed, che "si pub caltare prima la fine dell'una e poi Vniatodell'etra ™” Vi dnd di pits si & inoltre permesso di“ ascltare due meth messe di due pretidiverst nel medesimo tempo, se Vane cominet la messe quando I'altro & gid all’Elevazione, poten- dost prestareattensione a tutte due contemporaneamente, © ‘due mozze messe estituendo una messa itera: due medie~ fates unom missen eonstitwant ".B quanta hanno etataito i nostri Padi Bauny, tx VI, quaest, IX, p. 312; Turtad, De Saer, t. TI; De Missa, d.'6, dift.4;"Avor, p. T, lib. VIN, cap. IIT, q. 3; Beoobar, tr. I, ex. XT, n. 73, n6l eapitolo del Modo di ascotare la Mesva secondo ta nostra Societi. Pe po- ‘rete vedere Ie eonseguenze che ne deduce nel medesimo libro, ccdizione di Lione degit anni 1644 e 1646, in questi termini “Di qui eoneludo che potete ascoltare a messa in brevis- smo tempo: se, ad esempio, v'imbattete in quattro messe, assortite in guisa tale cho, mentre luna eomine’s, Valten sia al Vangelo, una torza alla coneacrazione e Vultima alla comunione ”.—Certamente, Padre, in eadesto modo a No- treDame si aseoltert la mesia in un minuto! — Vedete, dun- ‘que, che non si poteva fare di pit per agevolare il modo ascoltare la mess, ‘«Ma_adesso yogtio mostrarvi come ebbiamo mitigato Yuso dei sueramenti, ¢ soprattutto di quello delle pen tenza. Qui vedrete, infatti, la suprema benignitd della cou- lotta dei nostri Padri; ¢ ammirerete in qual modo quella 2 (a gest epagnala Laie de Torna, deli iatnarete ur ns (15 1059, nator 4 owepers Sls” Digan Nowa tetera 135 vita devota, che attertiva tutti, sia potuta venir trattata dat nostei Padi con tale prudenza che, abbattuto To spaue raechio che i demoni avevan eolloato al suo ingress", esi Van esa ‘pit facile del visio e pil attraente dela vor Tutt"; dimodoché “1 somplice vivere & incomparabil mente pit difiile del ben vivere ", per usare i termini del Padre Le Moyne, pp. 214 ¢ 291 della sun Dévotion ait. Non @ un eambiamento meravigliso! —In veriti, Padre, non posso fare a meno di dirvi il mio pensiero. Temo che i vostet ealolt iano errati e che Ta vostra indulgenza f- nisea con Viteitare la gente invece di attiraria; perché Ta zmessa, per esempio, 8 una cosa cos grande ¢ eos santa che per togliererelito ai vostel AutorinelV'animo di molte per sone, basterebbe mostrar loro in qual medo ne parlano. — Per molte 8 verissimo; ma non sapete che nol ef adattiamo 4 ogni sorta di persone? Sembra che abbiato dimenticato ‘quel cho vi ho detto coi spesso su questo punto. Pereid, ve no intratterrd con agio la prossima volta, rimandando a tal intento la nostra conversazione sulle mitigazioni apportate alla eonfessione. Ve lo fard intendere talmente bene he non, lo dimenticherete pid». ‘A questo punto ci separammo: suppongo pereid che Ia nostra prossima conversazione enncemerd Ia Toro polities Dopo ehe avevo seritta queata Iter, ho voduto it fibro Le Paradis ovver! par cent dévotions aiéer 2 proiquer del Pedre Bary ¢ quello su La Morgue de Pridestnaton del Padre Bint ‘Meritno daveero ai exere let hn tadasone laine ¢ nels 2% (Porte. spree a 10s Drowta Levees Parigi 2 age 1686 Signore, Non vi do ancora qui Ia politiea della Soeita, ma v'in- tatters di uno dei suoi maggiori prinelpt, Vi parlerd delle mitigazioni apportate alla confessions, che enstituiseono certamente i mezzo miglioro che quel Padri abbian cseo- gitato per attirare a sé tuttl e non disgustare nessuno Prima di proseguire, 8 necessario eonoscerle. Per questo il imato opportuno istrairmene in questo modo, Al si sono adoperati a seoprine, eon {Toro Tumi, ehe e'8 un tgran numero di cose permesse che un tempo venivano invece considerate proibite. Ma, dacché restano ancora aleuni pee- ati che non si sono potuli seusare, ¢ Vunieo loro ximedio sta nella eonfessiono, @ stato necessario mitigare le dificolth {Gi questa nei modi he adess vi spiegher®. Cost, dopo avervi ‘mostrato, in tutte le nostre eonversizioni precedent, come si siano‘allovieti gli serupoli che turbavano le eosslenze, facendo vedere che quel che si reputava eattivo non 2 tale, secranain Is log musige. conearnen in contsrion Ta ‘Tesalsnuny i eceanol rosea poontes fo for ce fae (rete, te 450)) erloeate eta rlgons, mm Devin letera at rimane adesso da mostrarvi, in questa nostra conversezione, ‘come si pad espiare eon facili quel che & veramente pee. ‘ato, rendendo Ia eonfessione altrettento facile quanto era ‘difeite in passato. —E. con qual mezzo, Padret — Medianto quelle meravigliose sotiglieaze che son proprie della nostra Societa, ¢ ehe i nostei Padri di Piandea chiamano, nel- Vago primi sacculi' ib. IH, oI, p. 401, € lib. 1, eap. 1, pie esante astusie , "un santo artifsio di devosion iam et religiosam eaiitatem”, , nol Iib. TH, eap. VII, “pietatis solertim.". Grasio a talt aecorgimenti, "i pee: cali si espiano ogi alacrius, eon maggior allegrezza e ardore 4 quanto eran commessi un tempo: dimodoehé motte per- sone ai lavano delle Toro maeehi con la stessa prontczra con eu Te eontraggono: Pluriné viz eitius maculos con- frakunt quam elwunt ”, com's detto nel medesimo Iuogo. — Insegnatemi, aunque, Pade, ve ne prego, eadeste “ astusie acl salutari, Ce ne sono parceehie: giaeehé, essendoct nella confessione molte cose penose, si son reeate mitiga- ioni a eiascuna di esse, F, poiché Te maggori diffcol hes presenta sono la vergogna di confesiare corti pec- ath Ia cura di procisarne le eircostanze, la penitenaa che se ne deve far, la risoluzione di non pitt eadorvi, V'evitare Je oceasioni prossime che inducono a eommetterlt¢ il rin- erescimento di averli commen, spero di mostrarvi ogg che in tutto eid non resta quasi nulla dineresciowo, tanta cura 18 avuta di toglior « un rimedio eos! neosssario tutto Pagro tutto amaro «Per eominciare dal disagio cho si prova nel contessare esti poceati, dacehé voi non ignorate che spesso ® molto importante eonservare la stima del proprio eanfeswore, non forse une cose asi comoda permettere, come fann0 | no- stri Padi, e tra gli altri Rscobar (il quale eita anche Sus. vert, tr VIL, ex. IV, n. 15), che si abbiano * due confes- 4 Ot. nota 2 ala V Proinite (pr 68), * [Praseico Sates insgne loo © foto wagnsle (ISH. sep, ‘abate con Hepes i stor estas profesor di Uinloga'a "Segovia Vatedos, ona, Mini, Salemaaen «Combes, vay lar opr tg pean ‘wo 18 1 provincia sori, uno per i peccati mortali, Valtro per i veniali, al fine ‘i conservare una buona repaterione presso il proprio con- Fessore ordinaro, uti bonam reputationem apud ordinarivm featur, purehé non si traggn da cf oceasione per restare nel peceato mortale "? Ed. Escobar insegna poi un altro soltile mezzo per eonfessarsi di un peceato allo sesso eo fescore ondinari, sensa che questi si avveda che lo at feommesso dopo Vultima confessione: "fare una eonfes: ione generale ¢ confandere quest ‘ultimo peceato eon gli ale ti di cui ef si aceusa in generale ". Hgli ipete la mede- sma cosa altrove*: ex. 1, n. TB. E vol rieonoseerete, ne som certo, che la seguente decisione del Padre Bauny, Tea. te. IV, quacst. XV, p. 137, allovia ancor pit la ver- ai confeaare Te propre rieadute: * Puorché in certe ‘eccasioni, che edpitano asta di redo, il confesrore non ha it diritto di domandare se il peceato ai ent ei st sceusa ia un peceato abituale, ¢ a una tale domanda non si ha ‘bbligo di rispondere, perehé il confessore non ha il di- ritto d'infiggore al penitente 1a umiliasione di dichiarare Te suo frequents rieadute ” — Come, Padre! Sarebbe come dire che un medio non toa il dirito ai domandare al suo ammalato se abbia Ia feb bre da molto tempo. 1 peceati non differiscono tat gli unt agli altri secondo la diversita delle cireostanze? E Vintento aun vero penitente non dev'essere quello di esporze per intero lo stato della sua eossienza al confessor, con lastest Sinceritae la stesa apertura di cuore che so parlasse a Gesit Cristo, di eai sacerdote tiene il postot E non si & lon- tanissimi da questa disposisione quando si nascondano Te proprie frequenti ricadute per eclare Ia gravitl del pro- prio peccatot» Vidi che queste parole mettovano in diffealta il Pa. ‘dro: tanto che eli cored di cludere Ta mia obiesions, af ché rispondervi, insegnandomi un'altra dello loro mas- sme, che introddce solamente un nuovo disordine, senza HBS gale Pr 2a Ph. Mor, cavern De Sacrament ao pera ti i) Dosing tetera 19 slustifeare in nesnun modo Ia. dessione del Padze Bauny’ Ta quale &, a mio avviso, una delle loro massime pid peru clove pid atte @ far persistere i virist nelle loro male abitndint ‘«Sono d’aceordo—mi disse —ehe Vabitudine aggrava 4a malicia del peceste, ma esia non ne eambia la nature eco porché non si & obbligati a eonfessarsne, secondo Ia rogola dei nostri Pade, rferita da Escobar, Prine, ex. TT, 1 39: “Si 8 ebbligati a confessare soltanto Ye ezeostanze che mutano la specie del poeeata, non quelle che To aggre Conforme a questa regola, il nostro Padre Granados" serive in 5 part, conte. VIT, te. IX, d. 9, n. 22 che, ge st 8 mangiato enrme in tempo di quaresima, basta accusers dt aver rotto il diginno senza dino re lo si fatto mangiando fame o facendo duo pasti'di magro ". B, secondo il nostro Padre Reginaldus, tr. 1, lib. VI, eap. TV, n. 114, un ine dovino che abbia fatto ricorso al’erte diaboliea non & ob- Digato a eonfessare questa cieostanaa; basta che diea che S518 oveupato di divinasione, senza precsare se mediante la chiromanzia © mediante un’patto eon il demonto ". El Fae igindes*, della nostra Societd, pars IT ib. 1V, cap. IIE, n. 17, dice det! pari: ‘Tl ratto non & una’ cirostanea che si sia obbligatia svelare, quando In ragazza vi abbia eansentito ” U1 nostro Padre Eseobar riferise tutte queste masse nel rmedesimo luogo, nu. 41, 61, 82, eon molte altre deeisioni ex riose intorno a eireostanze che non si & obbligati a confes- sare, Potrete leggervele voi steso — Beeo— gli dissi— degli“ artifel_ di devorione ben accomodativi!—Tutto eid perd non conterebbe un bel niente se non si fosso inoltre mitigata Ie penitenza, che & ‘una delle caso che pit allontanano dal confessarsi Adesso nnemmeno Te anime pitt delieate potrebbero temerla, dopo 1 [Jaime Granado, geate spagnacls (184169), retore det goers a Ornate aus ts ee ole eames alt ‘Smite thet dean Torna) ‘Wuedatone dal 3667 care. Pr ero: «VT» + [Geta portghow Habe Fagades (177 3645,) uo Le provincia quel che abbiamo sostenuto nelle nostro tesi del Collegio Clermont". Ossi, che, * se Hl eonfessore impone una pes tenza eonveniente, convenientem, ma non si voeia tuttavia accctterla, ei si pud vitirars, Tinunciando all'asluzione ¢ alla penitenza imposta ”. B, nella Pratica della penitenca secondo la nostra Socita, t2. VIT, ex. IV, n. 188, Becobar ‘ive, inoltre, che “se il penitente dichiara che vuol riman- are alValtro mondo il far penitenza e soffrire in Parga torio tutte le pune dovute, allors il confessore deve impor. gli una penitenza molto Tiews, per Vintegeita del sacra mento, soprattutto so ai avvede che costui non ne accette- rebbe una pit. grave ®. — Credo, —disi, —ehe, se le cose fandasero in codesto modo, non si dovrebbe pit ehiamare I confessone il sacramento della penitenza ”.— Avete torto,—mitrispoie, — perché di penitenze se ne impone sempre qualeuna pro forma. —BMa, Padre, vi sembra forse che un uomo sia degno di riceverel'asoluzions, quando nom voglia far nulla di penoso per expiare Te proprie offese Diot E, quando una persona 8 in questo stato, non doveste tenerle i suot peceati pintiosto ehe rimettergliclit Site ieuri di avero un esatto concotto [dellestensione} del vo- ro ministerio? Non sapete che eon esso eseritate i! potere dd Togaree di ssiogliere? Credete che sia permesto eoncedere YVassolusione indifferentemente tutti quelli che la ehiedono, senza prima riconossere se Ges Cristo seolga nel cielo co- Toro che seloglite sulla terra? —Eh via! —dise il Pa. Are. —Pensate forse che ignoriamo ehe “il confessore deve farsi giudieo delle disposizioni d’enimo del penitente, sia perehé @ obbligato a non dispensare i sucramenti a coloro che ne siano indegni, avendogli Gest Cristo ordinato di es- sorme dispensatore fedsle e di non dare le cose sunte ai «ani; sia perehé 8 giudice, ¢ il dovere del giudieo & di giu- Aicaze eon giustzia, seogliendo quelli che ne son degni, © (ek gi tate de A. Aruld nai ave TMotogte morale ee Teen, Bt 9 | fot Mtg VITY, 18 « Amen deo obi, quaceungon ales sere fer team, est hges et Io ent; ot qosoumue elven ‘Sper ero, run sla oF ca Dei tetera ua legando quelli che non sono tall; € anche porehé non deve assolvere quelli che Gest Crista eondanna "Di chi sono sadete parole, Padre! —Del nostro Padre Filiuius, 1, tr. VII, n, $54”.—Ne sono stuplto; le eedevo di un Par Are della Chiesa. Ma, Padre, eodesto passo deve far stupire assai i confessor, ¢ renderli molto eireospet! nell'snimi nistrare il steramento della penitenza, affiehé possano ac- ccrtars soil dolore dei loro penitent sia suffelente ¢ 3 le loro promesse di non pit peeeare in avvenire meritino ere dito. —Cid non provoca nessuna difeltd: Piliatus 8 ato pensiero di non laseiare in simile angustia i eonfes- sori, Cas, subito dopo, againnge questo facile metodo per useime: “Tl eonfessore pod facilmente mettersi tranquillo cinea le disposizioni anime del suo penitente, Tnfatt, se costal non presenta sega spfleentt di dolore, il eonfestore hha solo da domandargli # nel suo intimo non detest it eceato, ¢ se costul risponderi di sl, 8 obbligato a ere- ergli, Lo stesso deve dirsi della visolusione di non pid, pee- care in avvenite, salvo ehe non ei sia di mezzo qualche ob- bligo di restituixe o di laseiare qualche oecssione pro sima "Non 8 dubbio: codesto pasto ® proprio at Fi- Tiutins!—Niente affatte, perché lo ha preso, parola per parola, da Suérez, in 3 part, t. TV, digp. 32, reet. Tn. 2. Ma, Padre, il secondo passo di Piliutus distrugge quanto ‘gli aveva afermato nel primo! Infatti, | confessor non, aavranno pit iT potere div farsi giudiel delle dispossioni @'animo dei loro penitent, essondo obbligati a erederl sulla parola, anche quando non mostrino nessun steno suf fieiente di dolore. C°8, dungue, tanta certozza in codeste parole del penitente da far considerare questo solo sno ‘ome convincentet Dubito che Vesperienza ebbin dimo- strato ai vostri Padi che tutti coloro che fan loro di ‘odeste promesse le mantengouo; e penso anzi che essi spe: Fimentino speato il contranio, —Non importa, — egli Datié,—F eonfessori non sono per questo meno obbligati a prostarIono fede. Perché il Padre Bauny, che ha studiato [Dale sue Morten Question ue Le provincia fondo questo problema nella sun Somme des péckés, cap. XUVT, pp. 1000, 1091 © 1092, conclude che “ogni qualvolta coloro che rieadono spesso nel peceato, senza di- ‘mostrare nessun segno di volet emendarsi, si preseatane al confessore gli dicono che provan rinereseimento per passato ¢ hanno buoni propesiti per I'arvenine,ess0 If deve credere sulla parola, ancorehé sia presumibile che tali rio Isioné non vadan oltre Ia punta delle labbra, B, sebbene poi essi risadano con maggior liberta ed eccesst dl prima nei mestesni fai, si pud nondimeno, @ mio avviso, dar Toro Vassoluzione ”, Beeo, ne son sieuro tutti vostri dub soit ~Ma, Padre, mi sembra che imponiate un grave onere ai confessori, obbligandali a eredere il contrerio di quel che vedono, — Voi non avete capita Ia cosa; eon questo si intend dire che sono obbligati a eomportarsi © ad assolvere ome se eredessero che tale rsolusione sia forma e eostante, ‘quand'anche di fatto non ta eredano tale, B quanto i no: stri Padri Suirez ¢ Filiatius spiegano nel séguito del posso ‘cho vi ho eltato. Tnfati, dopo aver detto ehe “il prete 8 obbligato a eredere il penitente sulla sua parole", essi faggiungono che “non & necessario che il eontessore xi persuada che il suo penitente term fede alla sua rookie ione, e nemmeno che To stimi probabile: basta che penst che, in quel momento, esso ne ha il generico propuaite, ancorehé debbe poi in breve tempo rieadere. B quanto in: sognano tutti I nostei Autor, ita docent omnes Auctores " Vorrete dubitare d’una cosa insognata da tutti i nostri Aus torit—Ma che ne sara allora di quel che lo steso Padre Pelau ha, dovuto ammettero nella prefasione della Pen, publ.", p. 4: oasis, che “"} Santi Padri, i Dottori © i Concili sono a’accordo nellaffermare, come una verith certa, che le penitenze che prepare all’Eueatstia dev'es- sere veraee, cstante, coraggiora, © non facen ¢ lorpide, né son gl Beton abe det taratin 2 a Comer pen ro Ie Polgente Conmunion et Desig teers us soggetta allo vicadute ¢ alle recidive ".—Non vi rendete che Hl Padre Petan parla della Chiesa antieat Cid ‘opei & talmente “fuori stagione ", per usare I termini dei nostri Padrl, che, stoondo il Padre Bauny, tr. TV, q. 15, . 95", solo V'opinione eontraria 8 vera: “Ct sono Autori fhe sostengono doverst riftutare V'assaluzione a coloro ehe eadono sovente negli stessi peeeati, prineipalmente quando, dopo catcre stati assolti molte volte, non mostrino nessun ‘cquo di emendarsi; mentre altsi dicono il contrario. La tela vera opinione & ehe non bisogna rifutar loro "asso Tione. B, anche se essi non traggono nessun profito da tutti 1 méniti loro datt sovente, e mon abbiano osservato Te loro promesse di mutar vit, ¢ non abbiano Tavorato a puriflearsi, non importa: cheoshé dieano gli alte, la vera opinione, che bisogna seguire, ® che, anche in tutti quct casi, bisogna assolverli"! E, nol tr IV, quacst. XXIT, p. 100: **Non ai deve né rifutare né differize V'assolusions 4 eolora che sono colpeveli di peceati d’abitudine contr le leggi di Dio, della natura, della Chiesa, ancorehé non si veda in loro nestuna speranzs di emendazione: Bist ‘emendationis futurae nulla spes appareat ". — Ma, Padre, —glidisi, —codesta sempre Vassolurione potrobbe indurre i peesatori capisco, — ogi m'interruppe, —ma asoltate i Padre Bauny, quaest. XV: “Si pud assolvere eolui che eongessi che 1a Sperunsa del'asolusione lo ha indotto a pecesre eon tag flor facilith di quanto non avrebbe fatto sonza tale spe- ranma" B il Padre Caussin ", difendendo questa. propo- sizione, serive, a p. 111 della sua Réponse 2 la Theotogie morale, che “se essa non fosse vera, uso della eonfes- sione restorebbe inibito alla maggior parte degli uomini, fe per { peceatori non el sarebbe altzo rimedio che un ram Walbero e una corde” —O Padrel quanta gente attire: anno nei vostri confessonali codeste massime!— In ve- 1% [Det De Sacrament ac perene seri it] [ioe “Counts” (83-8 predictors r tease yar ln sue Répone au leleslle “La Phestogie mo Mis Jemtes" lot) ut Le provincia vith, non potete immaginare quanta ne viene; * noi siamo schiaeeiati e come oppressi sotto 1a folla dei nostr¥ peni- tenth: poenintentium numero obruimur, com’? detto ella Imago priné soecul, Ib. TTT, exp. VIII. —Conoseo pend un orzo facile di allevarvi ds codeste resa. Bastercbbe, Par dre, che obbligaste 1 peeeatori a sfagaire Te gecasionk pros sime, Questo solo mezzo vi recherebbe abbastanza sollievo, =Ma noi non cerchiamo codesto sallieva, tutt'ltto; poi. ché, com’® detto nella medesima opera, Ib. THT, cap. IX", p. 874, Ta nostra Soviet ha come suo seopo quello di le. vorare a instaurare Ia virtd, a fare Ia guerra ai visi © a render servigio aun gran numero di anime”. B, siccome poche sono le anime ehe intenlano fuggir le oceasiont pros sime, sismo stati obbligati a defimire che eos si un'ac casione prossima: eome si pad vedere In Escobar, Praticn della nostra Societa, te. VIL, ex. V, m. 226: Non si chiama oceasione prossina quella in eni st peces solo di redo, come sarebbe, ad esempio, il peceare per un impulso improvviso tree quattro volte'anno eon ln donna con la quate si abit"; oppure, secondo il Padre Bauny, nel suo libro in fran. esse" p. 1082, “una due volte il meso, © ancora a . 1089, dov'egli domanda “che cosa si debba fare per ‘auanto riguarda i padroni © Te domestiche, i eugini ¢ le ceugine che abitano insieme, e che tale oceasione induen & peceare tra lore ”.—Bisogna separenli—B quel che af- ferma anche lui “se Te rieeduto slano froquenti ¢ quas ‘quotidiane; ma, se case evvengano solo di rado, ad csem- pio una o due volte il mest, od east non si possano sepa rare senza grande incomodo © danno, st potri, secondo ‘questi Autori, tra i quali Suites, assolverli, putehé prow mettano di non pit poseare e dimestring wn vero dolore per quanto han fatto in passato ”». Non ebbi difeolti a capitlo; egli mi aveva gid insognato di che cosa deve von- tentarsi il confessore per giudieare di quel dolore, «B il Padre Bauny —egli prosogul—permetic, ® pp. 1089 © "s ftute Io dill, per erore: ean, VIL EES Somme dor Fela Decina tellers us 1084, a coloro che si trovino nelle oeeasioni prossime di“ re- starvi, quando non possano trarsene fuori senza dar oeea- sione ‘allo ehiaechicro della gente 0 senza patiene ineo- ‘modo ". H nella sus Theologie moras, tx. IV, De Poeni- tenti, quaest. NIT, p. 88 e quacst. XIV, p. 94, elt afferma parimenti che “si pud e si deve assolvere una donna ‘he tenga in exsa sua un uomo eol quale peechi sovente, se non posse allontanarlo in modo decoros, © abbia qualche motivo per tenerlo.presio di sé: Si non potest honeste ceicere, aut Rabeat aliquam causom retinendiy puteht «ssa si proponga di non pil peeeare eon Tui”. —Oh Padre! —eli diss, —V'obbliga di fuggire le oe- cisioni 8 molto mitigato, © da_esso si venga dispensati appena ne dexivi qualehe incomodo; ma voglio eredene al- reno che, secondo i vostei Pads, si debba rspettarto quando non costi fatiea.—Si, fa non senza qualche eecerione, Serive, infatti, il Padre Bauny nello stesso luogo: * B per reso a ogni sorta di persone di reearsi nei lnoghl di disso Juterza per convertiyi delle donne perdute, sebbene sia rnon poco verosimile che vi si poceherd, specie quando s1 gi pit volte sperimentata che ei si Taseia andate & poecare in eonseguenza della vista e delle moine di tali donne. By sebbene aleuni dottori non approvino questepinione so- Songano che non é Ieeito metiere volontariamente in peri- clo Ta stlute della propria anima per soceorrere il pros simo, io non lassio di seeogliere di buon grado V'opinione combattuta da costoro ".— Beco, Padre, un nuovo genere Ai predicatori! Ma su che si fonda il Padre Bauny per at- tribuir loro codesta missionet —Su uno dei prinelpt che eli cita nel medesime Iuogo, seguenda Basilio Ponzio. Ve ne ho git parlto un’altra volte", e eredo eho lo vieordite: “Si pud eereare un'oceasione ditettamente e per se tess, primo ef per se, peril bene spirituale o temporale proprio © del prosime "', i> NIV» 1) Bunny dle che, im gute cam, 4 gud ater ain «acto XII, ee at deve see ei ‘hie oo tonfome a ‘uropinione proQaste] {ote BV Process (mp. 0) Mo Le provincia Quelle sentenze mispizarono tale orvore che pensit at venire, su questo punto, a un'aperta rottura, Ma pot mi trattonni, per Inwiare il Padre spingersi sina in fondo. E mil nceontentai di dingli: «Che rapporto 8, Padre, tra ‘odesta dottvina e quella del Vangelo ehe obbliga a strap- parsi gli oechi ¢ a separarsi anche dalle cose pit neces rie, quando muocciono alla salute dell'anima ""1 E.come potete ammottere che uno che rimanga. volontariamente nelle oveasioni di poocare le detesti sinceraznente? Non & ranifesio, inves, che non ne & seao come dovreble, © che non & ancora pervenuto ® quella verace conversione el euore, in virti della quale si ama tanto Dio quanto in precedenss si son amate Te ereaturet? — Come? —egli disse. —Si trattorcbbe di una vera con- trizione. Sembra ehe non sappiate che, come dive Ml Padre Pinthereau nella seconda parte, p. 80, dell’abate di Roi- io" *"tutti¥ nostri Padel insegnano, ai comune accord, “ot ey 2: «ng edn mai TNS" ee ae le Sitar dtr oF Tat Ps rnet tn a ca areas ay i Get eon a e Bg Soha aa ncn nS 2 ene pongo te ec sn Psst a Sos nny pentinento Terfetio, arene con ote puro. amere a Bae alon'a Mets sie" sacs pelt apt Rae acteoetio lore cut caghy Ee dap ae Sour erm tte aie Tht ely Get Srna, Seynoe ann ase sted Sau Mittal dies Nae to (Che J Plame 8 8 date ape Coe de Safer tt Thar tin a, 1 Suet 1 ii tyes nests iat Pecos Tester eae Ths pe rams opm pr gt rs (he pr tet moa a ra stato te ir acta Uthat SE datataes gnc de ince ci yp ota se feline i Pate inc’ 9 Suey enn tS Cnt dota Hao ee cn dlrs, neond V Sto tS Laci Pra since i Sapp ae te} cima tetera ur che & un errore, © pressoché un'eresa, sstencre che & ne- cessarfa In contrizione e che a sola attrizione, anche concepita por i solo motivo della paura delle pene dellin- ferno, che eseude la volonth di offendere, non & sufleienta insieme con il Sacramento”. —Come, Padre! 8 quasi un Articolo di fede che Vattritione concepita per it solo timore ello pene basti con il Sacramento? Credo che codesta sia ‘un'opinione particolare dei vost Padsi. Tnfatt, gli alts ‘eho ammettono che la attrigione unita al Sacramento sia sufliiente vogliono almeno che non vada distociata da un ‘qualehe amore di Dio. Inoltr, mi sembra che un tempo i vostri stoi autori non stimasiero ost certaendesta dotting, 1 vostro Padre Suéres"* ne parla in questo modo, De Poen., 44, 90, at. 4, disp. 15, soet. 4, IT: ** Scbbene sia un'opi- none probabile che besti J'attritiono unita al Sacramento, tuttavia esan non & corta,‘c pud ease angi falea: now est ceerta, et potest esse felza. E, so 2 fals, Vattrizione non 8 sficiente per salvarsi, Dungue, chi muoro consapevolmente in tale stato si expone volontariamente al pericolo morale ella dannazione eterna. Invero, quest’pinione non 8 né ‘molto antica né molto comune: neo valde antigua neo mul- fu communis. Nemmeno Sénchex la giudieava cera, perch, nella sua Suna, 1ib. I, eap. TE, n. 3, serive: ‘TL malato ¢ il suo confessore cho, in punto di morte, appagassero dall’attezione eo! Sacramento, eommettereb: Dero un poceato mortate, a eausa del grave perieolo di dan- nazione eui si esporrebbe il penitente, ae Vopinione ehe af. ferma che V'ttvizione con il Sacramento basta non ose vera", B Comitoli neppure, dacché serive, Resp. Mor., Iib. T, quest. XXXII, an. 78: “Non & molto sieuro ehe Vattrzione unite al Sacramento sia suffelente ">. ‘A questo punto il Padre m'intorruppe: « H che! voi lee 2 (Mena gid tte de A. Armuld tla son sting 60 te M1, pe ch) “! fom, svn orale tw praceepta. Decatogé ct) % [i peaatta salina "Paolo Coated” (24461620) tatore a esponda'misaha guibee quae tm Christa Of reine edenar GrdEa"co ici emaceentur (100) teenie de an us Le provincia tele J nostst Antorit Fate benssimo: ma fareste meglio a leggeeli con ta guida di qualeano di noi, Non vi rendete conto che, por averli letti da solo, ne avete arguito che quei pass} dino torto a eoloro che ogg professano la no- sra dottrina delVattrisione? Mentre vi avremmo dimostrato che non e'® niente ehe la aceredith dt pit. Quate gloria in atti por i nostsi Padsi di oggi di aver difuso. dapper: tutto in men che non si diea east gencealmente Ia loro op! inione ehe, Furi della eerehia dei teologi, non e°8 quasi nes ssuno che non ereda che quel che pensiamo oggi intorno al- Vatteizione non sia stato in ogni tempo Vuntea eretenza ai fodelit Coal, quando mostrate per mezzo dei nostetstesst Padi, che ancora posh anni fa quest’opinione non era cecrta, che cose fate se non dare ai nostri ultimi Aatort tutto Vonore di averla fatta triongare? «Cos Diane, nostro intimo amieo, ha ereduto di farei precisandoet le varie fost attraverso le quali ad acereditarla. Lo fa ap. 5 del tr, XUT™, dove dice: “Un tempo gli antichi seoastict sostenevano che la eontrigione & necesstia, appena eommesso un pec ato morale. Ba, dopo, si ® ereduto che si sia obbligatt a provarle solo nei giorni festivi; poi, quando qualche grande alamith minace Diigo di non pitt difteriela quando si xia prossimi a morte, Ma { nostri Podri Tlurtado © Vésquer hanno eoedllente mente confutato tutte queste opinion, e stabilito che vi sid obbligati solo quando non si passa esser asolti per un'sltra via 0 in punto di morte", H, por continuare il racconto Adel mirabile progresso di questa dottring, aggiunger® che { nostri Padvi Fagindes, prace, 11”, lib, TT, exp. TV, n. 13; Granados, in IIT part, conte 7, tx. Ml, dS, set. IV, n. 17; Escobar, te. VII, ex IV, a 88 della’ Pration secondo la astra Societa, hanno sentenziato ehe “Ia contsiione nom ® necessaria nemmeno in punto di morte, perehé, a© in quel momento V'attrisione insieme col Saeramento non fosse moat it} ror eb Hs} Deca tetera 9 saulficiente, ne seguirebbe che Vattrizione unita al Sacra- mento non sarchbe safviente ”. E il nostro dotto Hurtado, De Sacr., d. 6, citato da Diana, pars IV, tx. IV, Miscell, Row. 183, ¢ da Escobar, tr. VI, ex. 1V, n, 91, si spinge fncor pi oltre, Ascoltstelo: “I dolore di aver peceata che venga coneepito solo # causa del mule temporale che ne sia conseguito, di aver perduto ad esempio Ia salute o 31 proprio denare, & esso suffsiente? Bisogna. distinguere Sovnon si ponsa che quel male sia stato inviato da. Dio, feso non 2 sufelente; ma se si erode ehe sia stato in- 0 da Dio, eome di fatto, dico Diana, ogni mate, tranne 51 peceata allora tale dolore & sufieionte ”. quel che dive Escobar, nella Pratica della nostra Societa, TL nosteo padre Frangois L'Amy sostiene anche Ini la medesima cosa, t VIEL, disp. 3, n. 13”. Pail, voi mi riemplte di stupore: perché in codesta attrisione non vedo mulla che non sia naturele; talché un peceatore potrebbe renders degno dell'assoluzione senza, nessun grizia soprannaturale. Ora, nessuno ignora. che questa un'eresia condanata dal. Goneilio™ = Aneh’io ero propenso a pensarle come vol,—mi ri spose, —tuttavia, non pud essere eos, porché # nosts! Pax ri-del Collegio’ dt Clermont hanno sestenato nelle oro tesi del 28 maggio del 6 giugno 1644, col. 4, n. 1, che “untattrizione puramente naturale pud essere santa e safe ciente per accostarsi al Sacramento, ancorehé essa non sia soprannaturale". H in quella dellagosta 1643. che wn'at- [Det oo Corpus theologies) & [Rcantita at "Tregte! came Prova Wrvoance (4 ri sina sym Cle mae XIV, cam fe i et nr dee ie son ee 2 tempat dia vont Son pid pease dalla ‘ea ernest a dno ibn tm Sle Se Sania Uae ecm te peace Seat heat a grid Bn vel Satomi ae Pet stosions delfaseieioe, ih Cela noe ‘ite ear 2 [Wakao «20 Maris 150 Le provincia trizione che sia semplicemente naturale ® sulciente per ac- cnstasi al Sacramento, purché sia onesta: Ad Sacrantentum auffcit attritio naturalis, modo honesta ", Beoo tutto quanto 5 pud dire in proposio, salvo che non ai voglia aggiungere tana conseguenza facilmente deduebile da questi prinelpi: ‘ossia, che la contrizione & tanto poco nevestaria al Sacra- mento da rivtengli anal nociva, in. quanto, eaneellando per se stess i peceati, mulla lasercbbe da fare al Sacra: mento. B quanto sostiene il nostro Padre Valentia", quel celebre Gesuita,t. TV, diap, 7, quaest, VIII, p. 4 Ta con trizione non & affatta neessaria per ottenere Veftetto prin- cipale del Sacramento; anzi ne costituisee pittosto un oste- clos Zmo obstat potiue quominue efectus sequatur ”. Non i pud desiderare mulla di pit in favore dellattuisione, ‘—In eredo, Padre, Ma permetiete che vi dica la mia ‘opinione, e che vi faccia vedere a qual ecesso eanduce co- desta dottrina. Quando dite che Vattrisione concepita per IT solo timore delle pone & suficiente, unita al Secramento, 4 wiustiiere i peeeatori, non ne conangue forse che si por ‘tranno per tutta Ta vita espiaro in eadesta maniera i pee- ati, ¢ eos) salvarsi senza aver mal amato nel eoto della propria vita Diot Osercbbero i vostri Pedi sostenere una asa simile ‘Vedo bene — mi rispose il Padre— eho avete bisogno 4 apprendere la dottrina dei nostei Pad intonioall'smore 4i Dio. B Yultimo punto della loro moral, eit pi impor- tante di tut, Dovreste averlo gid eapito dat pasl sulla contrizione eho vi ho eitati, Ma eecone altri, Non interrom- petomi, dunque, perehé Ia lor stesso successone & di grande peso, Astoltate’ Escobar, che rferiace le differenti opiniont ai nostri Autori su questo tema nella Pratica dellamore «4 Dio secondo ta nostra Soceti, te. 1, ex. I,m. 21, 02. Vy ex IV, n. 8, Al questo: ‘ Quando bi he Vobbligo di pro- vare attualmente amore per Diot ', Suérer riaponde ‘che basta amarlo prima di essere in punto di morte, senza pre- © [Ohets ota 10 alla 1X Provincia Dena tetera Bt cisare pon) neon tempo determinato™, Véaqur sotine tho basta anche im erteo mort, alti, quand at reeve AT battesmey alse quando oi @ abligaté «sor contest altel ancre, nel giotn dt. Als nostro Pade Caro Paleo combate tate quests opinion, « on ragone, merit. Trt de Mendora pretend hea ex sf saga una olin anno, ¢-che posiano ana onaierare come 1 rane favore on cere cbbigat pil apemo. Mat str Padre Cornet opna che vis ss oblgy apa e quatro ana Henefey, og engue tis ee & oo Sable eo non vi tia oben a sgore, og eiage a Ganndo, dumgue? git rimete Ta com al giao. de feel" lo ll puro ttle quelle cae, th eu lt mento uriana ai ren gino in moo ist inslete de. Tamore di Dia, Sla~proegu io interests —i tro Paro Antoine Sirmond sl que tints in gut- Sta maternal mo amino iba Diense dla Vet inet (come dee al etoe) pata france in ran te Gate in queso made t TT n-l3 latte! "San Tomaso die che si @ ebbigeti ad emare Dio non sppena si sbbia 'sso della ragione: un po! troppo pretal Seoto, ogni domenica, Ma su che si fonda? Altri, quando isla gravemente tentati, Sf, quando non ei sia altro mezzo i fuggire 1a tentazione. Soto, allorché si riceve un be. neficio da Dio: ottima oceasione per ringraziarnelo. Alte, in punto di morte: troppo tari. Non ereio neppure che Vi si sia obbligati ogni qualvolta si rieova qualehe sacra mento. In questo eas, basta 'atrsione eongiuntamente eon. 2 (Qfrwonooe corrngs: «Oni, Suara satan, que isn stain set conto ate De sirond ata eee pr {portato te rate char Ob en ine Conte (S606) SEvgedgecs apne tt tngutde conten fe stare itt ht Datla te te Pete" (160) » a DuserationtMatp ge arte Cam ‘tennat anc’ Diw (emt saan an TE, a pub ‘tp ol tl tt, come Hota 185 Wendrace alla X Prova) 02 Le provincia la confessione, quando se ne sbbia Ia comoditi, Suérez af- forma che vi si 8 obbligati almeno una volta, Ma in quale ‘wmpo? gli si rimete al vostro giudizio, e non ne sa null. Ora, quel ehe quel Dottore non sapeva, non so davrero chi lo eappia "Bil Padee Siemond conclude infie che, a ri- gore, si @ obbligatt soltanto asservare i comandamenti senza nestin moto di affetio per Dio e senza che i nostro ‘euore sia suo, purehé non Jo si odil, Egli lo dimostra nel suo sosondo trattato”. Lo vodrate ad ogni pagina, tra Vale tro 9 pp. 16, 18, 24, 28, dove si esprime in questi termini © Dio, comandandoci di amarlo, si aecontenta che nol os serviamo gli altri suoi comandamenti, Se avesse detto: ‘To vi danneri, qualunque sia la vostra obbedienta, se non mi dareto anche i vostro cuore, questo motivo, secondo voi, arebbe stato veramente proporsionsto al fine ehe Dio ha dovuto e potuto averet B detto, dunque, che ameremo Dio col fare la sua yolonti, eos! eome se Mamassima ai amore, come se i motivo della earth e"inducesse a ci8. Se questo aaceade realmente, tanto meglio: altsimenti, non tralasee- remo tuttavia di ottemparare rigorosimente al comanda- ‘mento di amarlo con le nostre opere; sieehé (guardate Ia Donti di Dio! ef & preseritio non tanto di amarlo quanto dt non diario. «Tn questo modo, i nostsi Padei hanno Tiberato gli uo- tini dal ' penoso ' obbligo di amare Dio attunlinente. 1 ‘questa dottrina & talmente rieea di vantaggi che i nostri Padri Annat, Pinthereau, Le Moyne ¢ lo stesso A, Sirmond Yhanno difesa vigorosamente, quando si & tentato di com= 2 UL Sond vi ateva dininto dye specie amore per Di anare\agettoe ¢ quo efftieo 9 ar even, onsets rntan deg” ai al comiadareti stmt che Din ‘pepamtto 2 aay cen ci hia at ‘psa Carmadamentl> {Difonge dt fa Pty Ht le py 28) WSemaala area etna tle tisine nel don sett ha ea (cteaeren oh aaron, XIX, pp 2 apg © 3D myst ei cca ity Tut, con Pelle seteraneat Camas steno aitore a Di oy co Yale tata Ta Sasa Serr Sen ake fray gt 88 ae) ecima tetera 153, Dettorla, Basta che logpiate Ie loro repliche alla Phéatogie orate"; quella del Padre Pintherean, nella soconda parte Gall'abate di Boise, p. 58™, vi permetierd di gindieare det valore di questa dispensa mediante In. considerazione del prezzo che gli afferma che ® costata: il sangue di Gest Cristo. B il eoronamento di questa dottrina, Vedrete col he questa dispense dell'bbligo ‘ penaso ai amare Di rappresente il privilegio della logge del. Vangelo rispetto quella giudaien. “Bra. raglonevole—egli serive— che nella logge di grasia del Nuovo Testamento Dio above it ppenaso e difeile obbligo, che vigova nella legge i rigore, i compiere un atto di perfetta contriione per sere giu. stiieati, © che istituise dei sacramenti per supplire alla ‘mancanza di essa con una disposizione d'animo pit facile In easo divorsn, 8 corto che i exstiani, i quali sono 1 fli non avrebbero ora maggie feilth di afidaret alle buone ferarie del Pado loro degli Rhee, i quali eran gli sehiavi, per ottenere misericordia dal Toro Signore.” — Oh, Padro,— gli dis, —non e' pasienza di en non veniate a eapo, ¢ non & posible ascoltare senza orpore quel he dite! —Non Jo dieo io.—Lo 0 benissimo, Padre, ma ton dimostrate nei suoi confront neatana avversione; 6 nonché detestare gli autori di eadeste massime, Ii tenete in stime. Non avete paura che il vostro eonsenso vi renda partecipe del loro erimine? TE potete forse ignorare che san Paolo giudiea dogni di morte non solo gli antori det mali, ma anche coloro che vi aceonsentono °*"Y Non vi ba stava di aver permesso agli uomini con i vostri palliativi tante coos viotatot Bisognava anche che deste loro Voce one di commettere gli stessi erimini che non avete potuto seusare eon lu faciita Ia sieurezza del'essolusione da voi foffertanc,distruggendo a tal fine Vautorith dei sacerdoti ¢ ‘obbligandoli ad assolvere, da schiavi pid che do giudiei, 1 % UL Thtogie morte dea deer detArenald) & [tects op et ti pare pr Bh) 2 Un 2 «Ou eam jtnn Be eognvienty noe nt: lexeant oon qu fa sunt ge saat mane et om sl ah Fact el elem qu noestae Sones) 158 Le provincia peceatori pit incalliti, senza nessun amore di Dio™, senza ‘che abbiano a mutar vita, senza nessun segno di affiione {uorehé promesse eento volte violate, senga.penitensa, "30 ‘ssi non vogliono aecettarne "”¢ senza che Taseino le ocea- sioni del visi, eid torni loro incomodo "1 ‘ea ei si spinge amcor pit oltre; ¢ codesta Tcenea ‘che vi siete arrogata di scuotere le pih santo regalo del vi vere cristiano giunge sino al sovvertimento completo della legge di Dio, Si viola “il grande eomandamento ehe cot Dende la legge o i Profeti'™; si attacca la piotd nel suo stesso euore; se ne toglie lo splrito che di Ta vita; st af- Terma che V'amore di Dia non @ nocesserio alla salvezza © si arriva persino a sostenere che * In dispensa di amare Dio & il bencfeio reeato al mondo da Gesit Cristo”. B il ‘olmo dell‘empicti. 11 prezzo del sangue di Cristo’ sari, Aunque, di esimerei dall'amarfot Prima deliInearnasione si era obbligati ad amare Dio; ma, dopo che Dio "ha tanto mato il mondo da dare per lui il suo Figlio unigenito mondo, da lui riseattato, satebbe sgravato dal dovers di mario! Strona tcologia d'oggigiomo. Si cen abolire "ana- tema che san Paolo promungia contro." eoloro eke non amano il Signore Gesit’”*, Si rovina quel che dice sin Gi. vanni: che “ebi non lo ama abita nella morte” "; ¢ quel che dice lo stesto Gest Cristo: che "* chi non lo amt non ‘osserva I suoi precetti"*. B si rendono in tal modo degni i godere di Dio nell'eternith color he durante Vntera vita non Jo hanno mai amato, Beco compiuto il mistero di iniguita"! Aprite una buona volta gli oeshi, Padre; e, se znon siete stato seaso dale altreaberrationt dei vost cas possano costoro trarvene fuori con i loro ecees. To au: tate, at 1659) 1 occa ae tins ie ae ake i ee ia oe IA atts tral ssh ee Wed Shas: Bh 2S [ethan SE, 5 Decima tte 158 sguro con tutto il euore per voi e per tutti i vostri Padris fe supplico Dio che si degni di far loro conoseere quanto falsa 2 Ta luce che Ti ha eondotti sino a simill precipist e che coli del suo amore colaro che ne dispensano gli wor Dopo altre parcle di questo genere, Iasciai il Padre, © non vedo nessuna probabilta di tomare da lui, Non ab- Diatene rineressimento: perehé, se fosse neeessatio intrat- tenervi ancora intorno alle Toro massime, ho letto abba: stanza i loro Hibri da poteevi dire della loro morale press poco altrettante cose di quente me ne avrebbe dette @ intorno alla loro politica forse ancer di pia. ante SgPa crete amon aio, amare Dio fe arom, opt ean " Tatermaiane at ‘ane "datrgger tain lo rlpene erates bine et, in vere tye AMER, ei) Deomuananca Derren Pasig 18 agate 1058 Mii Reverend Pes Tio visto Ie Ietore* che andate diffondendo contro quelle da me seritte a uno dei mici amici sul tema della. vustra morale. Uno det principal argomenti dela. voxtra dies ® che non ho paslato abbastanea seriamente delle voete rmassime, Questa aecusa Ia ripelote in tutti i voste seit, nei quali errivate sino al punto di die che ho «vito in 2 Aioola le ease sante > Pun rimprovero, mict Padi, quanto mai stupefacente « Ingiusto. Dove vi sembra, infati, che fo gett il ridivolo sulle cose sante? Voi aeeennate in particolare al contratto ‘Mohatra o alla storia di Jean °ATba*, Son dunque codeste lo cose che chiamate esante >? ‘Vi sembra forse che il contratto Mohatra sia wns cosa talmente dogna di venerasione de giudicare Blasemo il par- * (Eouastin: 86 porn even coe motte gh error ‘Peenarins con a ison fala Gann ut ane “nate “al Geen Eni Inter dl adre i Mayne'e del Padee Gara» rokalar tle Fiouhaaiee i pitts, ala Bremeey Spout ite Tetircs ue te Jonseitesgublient contre Tes demiter «alle ie A ane oramne i anditon forte et ae ees alot entuter paint one ter dooce (ein, amen, RI b VE euro, p.82)) DA bt tu VI Proviniate (vrray 108) Decimaprina letters at Tamme senza rispetto; ¢ gli insegnamenti del Padre Bauny intormo al furto, che induwsero Jean d°ATba a mettceli in pritica contro di voi, son forse east sacri du darvi it di ritto di tattare da empi eolore che so ne fanno beffe? Come, miei Padri! Te fantasie det vostri Autor’ passe- ronno per veriti di fede © non sarh permesta prondert siuoco dalle sentenze di Bscobar o delle decision cost grot- tesche © cosh poco eristiane degli altri vostei Autori, sen: slcsce accusati di ridere della religions? B mai possibile fhe abbiate asato vipotere ead speso una eoss tanto. poe ragionevalet Erimproverandomi di essermi boftato dct vo- sri ertori, non temete di offriemi un nuovo argomento di piglinrmi giuoeo di eodesto rimprovero ¢ di farlo rieadere su di voi, dimostrando che ho tratto oceasions di riso solo a quanto di rdieolo si trosa nei voste Ibe, ¢ he pere Doffandom! dalla vostra morale, ero tanto lontano dal dre delle cose sante quanto fa dottrina dei vost easstl & Tontana dalla santa dottrine del Vangelo? ‘In vert, miei Pads, grande & In differen tra widere cla teligione © ridere’diecloro che la. profanano con Je loro stravaganti opinioni. Sarcbbe empio maneare di i spetto alle vevithrivelate dallo sprite di Dioy ma xarcbbe fgualmente empio astenenst dal disprezzo per le falsith che lo spirito dell"uomo oppone Tor, Invero, mici Pade, dacehé mi costringeto a entrare in questo diseorso, vi progo di eansiderare che, come Te vee itd eristiane sono degne di amore e di rispeto, east gli cexrori a esso opposti san dog di dixprezz0 ¢ di odio, Duc ease, infatt, son eontenute nelle verith della nostra reli gone: una diving bellezza, eho le a degne di amore, ¢ una santa macs, che Te rende venerabilis ¢ nogli error! son contenute parimenti due eose; Pempietd, che li rende or- Hil, ¢ Mimpertinenza, che Ii rende ridieoli. Beoo perché i sunti, provando sempre per la verith questi due senti- rmenti di amore ¢ i timore, ¢ possedendo una saggezsa feompresa per intero trail timore, che ne ensttuisee il prin- ciio, © Vamore, che ne & il fine, provano equslmente di fronte all’errore quel due sentimenti di odio e di dispreszo, 158 Le provincia © impiegano il loro zalo egualmente nel respingere con la {orca 1a malizia degli empi ¢ nel confonderne eon il iso Te eberrazioni la folie. ‘Non abbiate, dungue, miei Padei, le pretesa di far ere. dere al mondo’ che & indegno di wn cristiano colpine gi errori con To scherno, poiché & facile fer conoscere a eoloro che lo ignorassero che questo modo di fare & ginsto, comune aii Padri della Chiesa © autoritzato dalla Serittura dal- ‘Vesompfo dei pid grandi santi e di Dio steso*. Non vediamo, infatti, che Dio odin e disprezza i pee fatori tutti insieme sino al punto che, nel’ota della Toro morte, che 3 il momento in eui il loro stato ® pit deplo- revole © pill triste, Ja divine sapiensa unira la befta e i iso alla vendetta e al furore eke Ii eondannerd ad eteeni supplizit «Tn interitu vesteo ridchi et subsannabo >". iisanti, condueondost canforme al medesimo spirit, feraano Jo stew, poiché, secondo David, quando vedanno la. pus nisione det reprobi, «ne tremeranno e ne rideranno aun tempo: videbunt justi, et timebunt, et super eum ride- dunt »*. E Giobbe ne parla nello ses modo: « Innocens ‘subsonnabit cos >", , a questo proposito, & davvero degno di nota che, nelle prime parole dette da Dio all’soma dopo la sua ea: uta, st trovino, secondo i Padsi, patole beffarde «uma <, Tnfatti, dopo ehe Adamo ebbe disob- bedito a Dio per Ia sporansa, fattaghbrillae innanei dal Alemonio, di diventare simile & Lui, appate dalle Serittura ‘che Dio, per puninlo, lo assoggettd alla morte; e, dopo averlo ridotto in quella miserable condieione, dovuta al suo peceato, i feee beffa di lui con questo parole di iri- sione: « Beeo, Puomo & diventato come uno di noi: Kece ent i 0 ete 0 at ary D9 it a Geli condite dct Sastts Pres dans fo comyostion te tear ontop (se) A Arai da eo ha dovivato the We tas! ibe olathe Decinaprima tetera 189 Adam quasi wnus ex nobie > IL che costtuiva eun'atroce f manifesta fronin > eon eul Dio elo ealpiva nel vivo, 80: fondo san Giovanni Crisistomo* ¢ glinterpreti. « Adamo —dige Ruperto"*—meritava di esere schernito con tale Ironia, ¢ la sua stoltezzn gli veniva fatta sentire da quelle cspressioni ironiche molto pi vivamente i quanto sx rebbe potuto esserlo da espressioni serie.» E Ugo di San Vittore, dopo aver detto la medesima cosa, aggiange che equellizonia hon si addiceva alla sua stolta eredutith e che quella sorte di beffa 8 an ato di giustsia, quando chi ne casttuisee Voggetto Vabbia meritato» Vedete, €unque, miei Padri, che un Tinguaggio beftardo & qualehe volta il mezzo pit atto a far rnsavive gli uomini, ‘ed 3 in questo caso un atto di giustiia, perehé, come dive Geremia, «le ation’ a eolozo cho erran sono degne dt rso, ‘seansa della lovo vanita dana sunt ef ri digna >", Fie deme non solo non 8 empietd, ma Teetto di una sagezza diving, secondo queste parole di sant"Agustino: « saggi dono degli insensath proprio petehé sono sag, ma non di tuna Toro propria soggezzn, benst di quella saggezza divina ‘he viderd della: morte det malvagi > ieolmi dello spinito di Dio, #1 rervirono A tall expression! befarde, come vediamo dagli esempi dt Daniele e dit Elia. Tnfine, gli stesi disorst di Ceeh Cre sto ne offrono qualche esempio; © sant’Agostino "* asserva he, quando Egli volle umilinze Nieodemo, it quale si ere dova esperto nell'intolligenza della Legge, ¢ vedendolo pieno 4 orgoglio per Ia sua qualita di dottore dei Giudeis, Eli mise alla prova ¢ confuse la sua presunsione con la subli- oe ECE om orm 7 GRP ras ter Bi a te eee Aoi eres AEE open ns ty fee une iva, Hep Sv LE ee sam + ae 160 Le provincia ‘itd dele Sue domande, ¢, avendolo ridotto nell’impossi- Dita di iepondere, gli dee: « Come! Tu sei dottore in Israel, e non sai quest cosets. — Che era came se gli avesse Getto: '¢O uomo superio, rconosci ai non sapere nulla!» B san Giovanni Crisistomo e san Cirillo osservano, it pro. posito, che eegli ben meritava di venige seherito in quel modo >", Vedete, dungue, miei Pade, che, se oggi delle persone, Te quali siimpancassero a maestri dei evistiani come Nico. emo © i Farisei degli Rbve, ignorassexo 1 prineipi della religione, ¢ sostenessare, per esempio, che " Non vi sembrs, miei Pade, che questo paso convenga 4 puntino al nostro easo? Quel che ho fatto sinora & « alo tun giuoco prima di un vero eombattimento x, Sinora mi ono limitato a giocare, ¢ «a metrarv Ie fete che vi oso intliggere pit che a intigacevene »*. Ho esposto sempl cemente Te vostre massime senza farsi quast nestuna ehioss Es, qualche volta, ne & dovuto ridere, «gli & pershé ssi argomenti inducevano da sé al riso >, Tavera, ¢°8 Torso cosa pitt atta a suseitare il iso del vedere tna ma- feria cos seria eome Ta morale evistiana riempita dx ine imaginazioni eos grottche come Te vostret Da codeste vo" stre massine, cho voi dite «essere state rivelate dallo stesso Gesit Cristo ad aleuni Pedei della voutra SociotA >", ci sspetta cose tanto mirabili che, quando vi si trova’ «che lun prete che abbia rieeruto denaro per dire una messa pub acecitarne delat da altro persone, eedendo loro quella parte del sactfcio che gli appartiene in proprio; ehe un religiowo non & seomunieato, per aver laseiato il proprio abito, se lo ha deposto per andare a ballareo a rubare v per recarsi in incognito in qualehe luoge di peceato >; e « che si pub osservare il precetto di udire Ia messa aseoltando 1% CAdverme Vatetsings, exp. VE) 5B Ge" Braden 921: «Nea be dts ato, v we aecongerete»} 2 [tc Tage print seco ty tb Bespin Be PAD 162 Le provincia 4 un tempo quattro quarti di messa da quattro preti df ferenti»™; quando, dico, si odono tali sontenzo e altre del gener, ? impossible che il nostro stapore non sia tanto vivo da non fareiridere, prché natla induce pit facilmente al riso di una straondinaria sproporsione tra quel che ei Si aspettava e quel che si vede, E eome aviei potuto trat- taze in modo diverso la magiior parte di codeste materi, dducché, a. giudisio di Tertullian, «prenderle sul serio ‘equivarrebbe ad-aitorizarle »t Via, & proprio necessario riorrere all'utoriti. della Serittura ¢ della radizione per dimostrare che assalire da tengo © in un'imboseata con la spada il proprio nemico s- gitica ammaszarlo a trndimenta; o che date denaro per farsi eadere un benefiio wuol dire comperare questo be- neficio "1 Ci son, dunque, materie che vanno tratlate «on 51 disprezzo che « meritano di esser v3lte in widicolo e des rise». Tnfins, quel che dice quell’antico Autore, che e nulla si nddico alla vanith quanto una buona risita, ¢ il stante delle ue parule, s'attagliana a questo case‘con tanta ceattez, ¢ con une forza eos convincente, che non & per ‘mess dubitare che sk possa ridere di cent ertont senza con ‘questo venir meno alle regele dll’urbantta Vi died di pia, miei Padri: si pod riderne senza venir meno alla eariti, scbbene questa sia un’altra delle accuse che mi rivolgete net vostelsertti, Invero, ea earith ob biiga talora a ridere degli emori degli uomin, por inant anche loro a rideme ea liberarsene», secondo questa parola 4 sant'Agostino: ¢ Hace tu misericonditer irre, ut els ridenda ae fugienda commends, Ia stessn earth ob- Diiga altre volte a respingerli ean cellera, secondo quest'al- tra parola di san Gregorio di Nasianzo: «La epirito die th e di doleezza ha Te sue emosioni e le sue eullere » In reat, come serive saut’Agostino™, ¢ chi oserebbe s0- ay ie foul Par eh SEEGER i thane” Decimaprima tetera 168 stoncre che la vert deve restare dissrmata contro Ie mien- zogna, e che ai nemiel della fede dev'essere permesso di atterrire i eredenti con paroloni ¢ ai dilettari con piace- voli arguzic, ma che {eattolied debbono serivere inveee con tale freddezsn di stile da far eddormentare lettorit» ‘Non 8 forse evidente che, conducendosi asl, si darcbbe ‘modo agli errort pid stravaganti e pemielost introdursl nella Chiesa, senza cho fosse permesso deriderli e spregial, per timoro di csr sceusati di violare le norme della buona ‘ercanzs, 0 contutarli con veemensa, per patra di ester ac eusati di maneare di earita Come, miei Padei! a voi sari permesso dire che «si pub ammazzare per evitare uno schiaffo 0 un"ingiuria »™, © non sarh invece Ieito confatare pubblicamente un pub- blieo errore, cos gravide di consoguenzet Voi avrete la Ti berth di dire che un giuice pud in coscienza trattenere ‘quel che ha rieevuto per commettere un"ingiustizia >, senza cho noi si sbbia la iberta di contraddirvit Vol stam: pate ¢cum privilegio» e eon Vapprovacione del vostri dat tori che esi pud estore salvati senza aver mai amato Dios"; ¢ volote tappare la hoeen a eoloro che si levano a difendere la verita della fede, dieendo loro che, attaccando voi, turbano la cart fratema_e, ridendo delle vostre rassine, violano Ie carith cristianal Padsi miei, dubito che ef sia qualeuno cui site riuscti a daria a intendere Nondimeno,s¢ ei foasro aleuni che ao ne dicessero persiasi f stimassero ehe fo, getando il dispregio sulla vostra mo- ale abbia vulnerato la carta vol dovuta, vorrel propria che costoro serutasiero attentaments Ia loro coscienza per vedere donde nasea in loro quel sentimento, Thvero, seb- bene casi s"immaginino che tragga origine dal loro zelo, che nnon ha potuto tollerare senza seandalo di veder aowato i Toro prossimo, io li vorrei pregare di considerare che 5 ek Bacar oe (Gl, fe X: Prince (pra Bp."16059).~ «cum privic ws ES 166 a provincia zon 8 imposible che quel sentimento abbia unorigine di verst © che & anzi abbastanza verosimile che devivi dal di- sappunto sogreto, ¢ spesso nescosto ai nostel stem och, che il fondo ai nequizia esstente in noi non tralascia mai i susctare contro eolero che si appongono ala rlaeaterza ‘ei eostumi, B, per dave a costoro una regola che permtta i rieonoseerne il vero principio, damander toro se, nolo soso atto in eui si amentano che det reigis! vengan tr fat in questo modo, ess si Iamentino, anche e di pi, che Aei religion! ebbiano trattato in simile maniera la vevith, Perehé, se eastoro sano ireitat! non solo conteo Ye mie et tere, ma aneor pid contra le massime in ese viferite, non ‘sitend a rieonoscare che non & imposibile ehe il loro sentimento deeivi da un certo alo, ma poco iMaminato, «| che i testi qui eitati basteranno allora a illuminare. Se, in: vee, provane sdegno solo conto le riprensiont¢ non contro le cose che ne eostituiscono Vaggetto, in vert, Pade miei, non pottd mai far a meno di dive ee esi si sno grasola namente ingannati,¢ che il loro zelo & davvero cic, Strano 2elo, cho st jreita contro ealoro che denvnsiano certe pubblieke eolpe enon enntro ealoro ehe Te eommet- tono! Novissima eatita, che af offende nel veder confutati crrori manifest, ma non si rcputa per nulla offs nel vedere la morale aovvertita da qucglierroril Se castora x trovassero in perieolo di venir asonsinai, si xtimercbbero forse offesi se qualeuno Ti avvcrtise dell'agguato che gli vien tes e,anziehé invertire il loro eamnino per evitarl, perderebbero forse il tempo a lamentarsi della poea cari imostrata da chi ha avelata loro il eriminnso diego de- i assasinit Forse si irrtano quando si dice loro di non rmangiare un ecrto cibo, perhé avvetenata, o di non recat fn una corta cit, dove e' Ia pestet Perché mai, dunque, giudicano ehe ai difetta di carith ‘quando si denunsiano massime eontreric alla religions, © credono, inveee, che sarchbe una mancanza di earith non svolaze toro Jo cose nocive alla loro salute e alla Toro vita? Donde deriva eid se nom dal fatto he il loro amore per Ia vita Ii induce ad accoglicre con favore tutto eid che con- Decinaprina tatters 168 ‘wibuisee a conservarla, mentre la oro indifferensa per Ta vyerith fa 8 che non solo non prendano parte aleuna alle ssa difesa, ma vedano ainsi gon dolore che el si sforza di dlistruggere Ju menzognat Considering esi, dunque, davanti a Dio, come 1a morale che i vostri casisti anno diffondendo dappertuito sia ver- gognosa e nociva alla Chiesa; quanto sia seandalosa e senza limite Ia Tieenza che ess introducono nef costumi, € perti- nage © iolenta Vaudacia con en voi Ii sostenete, B, s2-nom stimano che sia ormai tempo di insorgere contro codest lisoedini, #1 Toro aceccamento sari da complangere altret- tanto del vostro, Pedi, poiché gli unio gli altel avete un identico motivo di temere questa parola di sant’ Agostino” su quella di Gest Cristo nel Vangelo: « Guai al ciochi che ceonducano, guai ai cleehi che sono eondotti: Vae nec ucentibns, wae enecie seqdentbas! » ‘Ma atnhé non abbiate pit) vecasone di dare queste impressiont agli ltsi 0 di riceverle vokstess, vi conden}, iol Padri (¢ mi vergogno che mi costringiato a dire quel che dovrei invece imparare du vo), quell rogote 1 Padsh ella Chiese 1 dettero por giudieare se le riprensioni muc- ‘yano da spirito di pita e di earth o da spirito di empieth edi odio. Ta prima di queste regole & che lo spinito ai ple i duce sempre a parlare eon veri ¢ sinecrita, laddove 1 Vidia e odio usano Ia mensogna e Ia ealunnia: « Spe Genta et vehementia, sed rebus veri, dice sant”Agostino Chiunque si serve della menaogna, agisee per opera dello spirit diabolico, Non e'8 diresione dintenzione* che possa ciustifeare la calunnia; «, quand'anehe si trattasse di con- vertive tutta Ia terra, non sarebbe perd levito denigrare persone innoeentis petehé non si deve fare il minimo male per farne nassoro i! bens, anche il pi grande”, e «le veritd di Dio non ha bisogno della nostes menzogna », come 2 Ladece Parma 3 [ie ator at Tt aay 166 be provincia dice ta Serittura% , Ma, mie} Padri, non basta dire soltanto cose vere: bi sogna ‘anche non dire tutte quelle che son tall, perché obbiam riferite solamente Te ease che & utile rivelare, © nnon ii quelle che potrebbero sollanto ferite, sena’leun frutte. Quindi, la prima regola essendo quella di parlare secondo verit, Ia seconda 8 di parlare eon diseretone. « I aalvagi— dice sant’Agostino™ — perseguitano § buoni sc sruendo ciceamente Ia Toro passione, mentee inveee 1 buon Derseguitano i malvagi con saggia dineretione; est come i shirurghi fenno attenzione a quel che tagliano, mentre gli smassini non badano dove eadano i loro ealph.» Voi ben sapete, miei Padi, che nelle massime det vaste! Autori non hho viferite quelle cho pid vi avrebbero eolpti ": sebbene potest farlo, e anche senza peceare contro la diseresione Dit di quanto non lo abbiano fatto quei dott e eattliis- Simi uomini che lo fccero un tempo. H tutti ealoro che hhanno letto { vostri Autori sanno altrttento bene dt vol ‘quanto fo vi abbis risparmiati, agendo eos; senza dire che sp ASA ete et mt = [ease 1 [ARs an oti «eis seente st Joe ani Unvea 0 Pag] = Desimaprina tetera set non ho affatto parlato ai quanto poteva riguardarvi cia- sano in particolare, e che molto mi spiaccrebbe di aver fceennato anche miniimamente a colpe segrete e personal, qualunque prova ne avessi. So, infatti, che un tal modo lvagive & proprio dellodio ¢ dell'animosita, © che mai non si dove usaro, senza una gravissima necesita per il bene della ‘Chiesa, B, dunque, manifesto che non sono venuto meno n nessun modo alla diserezione, in quel che sono stato ‘bbligato a dire intorno alle massime della vostra morale, eke voi avote maggiori ragiont di compiacervi del mio Yiserbo che non di lamentarvi della mia indisereteza La terza regola, miei Padri, 8 che, quando si 8 obbligati ‘2 usare qualche motteggio, lo spirto di pieta induce a faene uso solo contro gli error, ¢ non mai contro le cose sero; mentee lo sprito di seurriiti, di empietd ¢ di ere- sia ieride @ quanto e' di pid saero, Ui son gia giustifisto su questo punto. B si 8 ben Jontani dal eadere in questo Vio, quando si ha da parlare solo delle opinioni del voste ‘Avtori da me siferite. Inne, mioi Pade, por sbrigarmi di queste regole, vi dixd ancora soltanto questa, che & il principio e la fine di tutte Te altre: che lo spirito di earité porta ad avere nel ‘desderio della salvezta di eoloro contro quali si parla e a rivolgere Te proprie preghiere a Dio nell’atio stesso che si rvolgono i propri rimproveri agli omit Bisogna sempre eonservare nel cuore la cart, —dice sant’ Agostino", — anche quando si sia abbligatt a fare este- Hlormente cose he sembrino dure agli uorini ee eolpirli ‘con un’asprezsa rude, ma hencfies, dacché bisogna prefe- ire il loro utile al loro piacere. » Credo, mich Padi, che nelle mie lettere nulla ef sia che attesti che io non abbia fivuto nei vostr) confronth tale desiderio; la eanita vi ‘obbliga & credere che Iho effettivamente avuto, quando ron si scorgete nulla dl eontraria, Appare, dunque, da eid the voi non patete dimostrare che To abbia peceato contro ‘quest ultima regola né conteo nessuna di quelle che Ia ca pit. Va) 168 Le provincia ih obbliga a seguire: ragion per eul non avete nessun dirito di dire ehe jo Vabbia ferita in quel che bo seit. ‘Ma se, miei Padri adeso volete avere il pineere dl eo rnoseere in poche parole una condotta che peeca contro cognuna di quelle egole,e che reea veremente il segao dello spirito di bufoneria, d'invidia e di odio, ve ne dav) al uni esempi E aflnehé vi siano pitt noti ¢ familiar, Ti nelle loro galanterie, sia net loro discors seri, vi sembea force che tanti ridioli raceonti del vostro Padro Binet, nella sua Consolation des malades”, sian daveero conform Al suo disegno di consolare in modo eristiano eolora che Dio afligget Dircte forse che Ja maniera eos) profana ¢ galante con cui il vostro Padto Le Moyne pevla della pict nella sua Dévotion aixée™ sia pid adatta a susitare ri spetto che disprezzo per il suo modo di refigurane la visti cevistianaf B tutto Hl suo Iibro delle Peintures morales non & forse impregnato, nella sua pros come nei suoi vers 4 uno spirito pieno della vanita e delle follic del mondot B forse degna di un saccrdote Ide del settimo libro tolata Blogio det pudore, in cui si mosten che tutte le core Delle sono rosse 0 soggette ad arrossiret Bali dice, dunquc, in ogni strofe, che aleune dalle eave pit pregiate—le rose, ‘elograni, 1a boeea, la lingua —sono rose; ¢ a tali ga- Tanterie, indegne dF un religioo, osa meseolare insolente- ‘mente quegli spiiti beati che stanno davanti a Dio, e di cul i eristani debbono parlare solo con venerazione ‘Les Chérubing, ees gloriens Corea dette et de plume, Que Dien de aon eaprt alle Et qu dluie de aca yeux; cuted guia ( iootance pour ta naa tere ies Gat "(Ger a TX Prosinoile (ora, wp. 12425.) Decimaprima levers 160 Ces iletrn fac vlantes Bont toujours rouges ot Blants, Soit da fox de Die, ant da lus, Et dang leery Bames mately, oot da mouvement de loo slen Un évertal & leur clear ais a rouge Gate 6 toy Déxoui, avec plus urantags, Quand Thosnesr est sur tom tango Vite de pourpee come un roi Che ne dite, miei Padri? Ta proferensa concessa al ros. sore di Delphine nei eonfronti dell'andore di quoglt spi- Fit, che hanno soltanto quello della eat; e 31 paragonare ‘un ventaglio con quelle ali misterise, vi sembran forsee sian in wn boces ehe eonsaera il eorpo adorable di Gest Cristot So benissimo che quelle cose egli le ha dette solo per fare il galante e per ecia, ma proprio questo & ridere ello cose cante. K non & forwe vero che, so venisse eitato| avanti alla Sorbona, egli non potrebbe evitare una cet sura, quand'enche, per difendersi, si scrvisse di questo ar gomento, altrttanto eensurahile, da lui addotto net li- Dro TIT", che «la Sorbona non ha nessuna giursdizione sul Parnaso > ¢ che « gli errori di questo pacse non sono soggetti n€ alle censure né all"Inquisizone », come se il divieto di esscre empi e blasferi valese solo per la prosat Comunque sia, con simile argomento non si patrebhe eerto Giustifeare quel passo dell'avvertenza dello sesso Libro in ul egli dice che « sequa del fume sulle rive del quale ha composto i propri versi ® talmente adatta a fare del poctt ce, quand’anche so ne faccse aequa benedetta, questa non Fiuseirebbe a seacciare il ddmone della poesia». E neppure quello del vostro Padre Grasse, nella sus Somme des vé- rités eapitales de la Religion, p. 619, dove eg unisce la be- stommia all’eresia parlando in questo modo del mistero del- Vinearnazione; «La persona umane @ stata come innestata 4 (Tate eis, pee etna: <4] 0 be provincia © messa a cavallo sulla persona del Verbo , B quest'altro passo del medesimo autare, p, 510, senea riferimme molt altri in eui, a proposito del nome di Ges, ondinarlamente nat raflgurato: is, egli serive: « Ateuni ne han lovato ia Ta erove per eonservarne solo Te etter, a, che fanno tun Gost avaligiato » Bevo eome trattate in modo indegno le verith della re Tigione, contro la regola inviolaile ehe obbliga « parlarne silo con pispetto, NE voi pecsate meno contro quella. ehe obbliga a parlarne solo eon vert ¢ diserexione. Nei vosteh sitt, che casa e'8 di pi comune della ealunniat Som forse sinceri quelli del Padre Brisacier 1 pala cali con verita quando diee, nella parte IV, pp. 24 ¢ 15", cho le mo: pracke di Port-Royal non pregano mai i santi ® on tens gono nella loro ehiess immagini? Non sono, eadeste, men- zgne ten impudenti, poiché totta Parigi pud acocrtars ‘eon f propel oeehi del contrario? E parla forse con disere- ione, quando fa strazio delVinnocenza di quelle religise, alle vita cost pura ed austers, quando Ie chiama «impe- nitenti, esacramentarie, ineomunteanti, vergini fol, fan- tastiche, Callagane', disperate, © tutto quel che velcte>, Te difama con tante altre maldicenzs, che meritarono I consura del defunto areivescovo di Parigi? O- quando ea- Iunnia preti dai eostumi irreprensibili, sino a dire, parte 1, 1. 22, che epratieano novith nelle confession’, per intrep polare le belle ¢ Te innocents, ¢ che aveebbe « orrare di riferire i loro ebominevolieximini s4 Non & un'insopporta- Dile temerith asserire eos! turpi imposture, non solamente “I gadee Jeu ras, retard Clot dl Bsn di oven sedge baa So Ber ‘arto il 20 dicot Tes Galfarvescore & Bar Teun reaps ona Fran By comes nate mon: IV" pry 2 in pein cnn ier Jan de ni ‘an, pete inabenprro it GorEaverny. (Bas), ais ak Fetal cot tle Brace a esata” A pres alto soon, de up feo nels seta Jon ‘Nit eonfordu} Desimaprina lelters m senza prove, ma senat la minima ombra e le minima par- venza di verti? Ma non voglio dilumgarmi pit olte sa ‘questo punto, e rimetto a un'eltra volta il parlarvene pid 8 lungo'; perehé debbo intrattenervi su questa materia, € 8 che ho detto basta a dimosteare quanto vot peceate eon- tro la verita ela diserezione @ un tempo. ‘Si dird forse che per lo meno non peocate contro I'l tima regole, che fu obbligo di desiderare Ta salvezza di co- Toro che riprendiamo e che non si potrebbe farvi quest’ usa, senza violare il segreto del vostro euore, ehe 2 conos ‘seiuto soltanto da Dio. Ma & strano, mich Pade, che stab bia motivo di accusarvi anche di questo: che, essendo il vostro odio contro i vostri avversari giunto sino al punto 4 desiderarne la. dannazione eteena, il vostro acceeamento fia stato tale da farvi rivclaro un coal abominovale desi- Aerios che, ansiché eoncepire in segreto desidert per Ia loro salvedza, abbiate fatto pubblisi voti per la loro danna- ione; e che, dopo aver manifesto endesto selagurato Aesiderio nella ett di Caen, eon seandalo di tutta Ta Chiesa, abbiate poi osato difendere, anche a Parigi, in vost! ibe! A stampa, un’azione eos diaboliea. A eodesti eceessi con- tro la pict non & possibile aggiungore mulla. Schcenire parlare in modo indegno delle eose pid sacre, ealunniare lo vorgini ¢ 1 prati in modo falso e seandaloeo; e, infin, csprimero desidest © voti per la loro dannazione! To non 489, miei Padr, eo ne slate eonfusi, © come abbiate potuto pensare ad accusarmi di aver difettato di eavta, io che ho parlato con tanta voritt ¢ tanto ritegno, senza’ aeoennare alle orribili violazoni della carita commesse da voi con coal deplorevoliecoash Tine, miei Pade, per eoncludere, in quanto ad un altro rimprovero che voi mi movete, oisia che tra un ead fran numero di mussime da me tiferite ce ne sono aleune the vi eran state rimproverste, per Ia qual cosa vi lamen- [Gee tn XV Prvincite (infra, pe, 28 ot) 1 etrto pata voto Gel Sain geet a Cuan isto sitet in Gwenn, W, 2909) eft Ac ALAA, Sema lettre tam Gas'e po iy BBA] 1 Le prosinciai tate che fo exipeta contra di voi cose gid dette alt vote » vi rispondo che proprio perehé non avete approfttato ai quanto vi & ia stato det ve lo ridico ancora. Infati, qual & stato il frutto dalle riprensioni fattevi in tant libel da otti telogi e dall"intera Universit8 Che eos'hanno fatto i vostri Padri Amnat, Caussin, Pinthereau e Le Moyne, nelle loro rsposte, se non eoprire dinginrie coloro ehe gli avevan dato ammonimenti cost salutari? Avete fore di strutto 1 Nbri in eu sYinsegnavano quelle masime per. verso? Ne avete punito gli autori? Siete diventai pid pra Alenti? non & inveee dopo d’allora che Esecbar & stato tante volte stampato in Francia nei Pacei Bass, ¢ che i yostri Padri Cellot, Bagot ", Bauny, L?Amy, Le Moyne vari altel, non eessano di pubblicaro tutti § giorni Te mede- ime eose, e anche delle nuove, pit Hicenzioe che mai? Dun- que, non lamentatevi pi, miet Pade, che v1 abbin rimpro- verato massime che non avete abbandanate né che ve ne abbia obittato di nuove né che che abba riso di tute, Avete sltanto da prenderle in esame per trovare in esse la vo: stra confusione ¢ a mia difesa, Chi potra loggere scnta ti ‘doze la sentenza del Padre Bauny su coli che di fore a tun granaio; quella det Padre Cellot sulla estituzione; ‘quella di Sincher in tavore doglt steegont; la manera con eu} Turtado fa evitare il peceato del duello col far pasceg- giaro in un eampo in attesa del proprio avversario; gl espe ienti del Padre Bauny per evitare Vusura; il modo di ceritare Ta simonia eon il volgere ad altro Vntenzione; quello 4 evitare Ia menaogna parlando ora ad alte ora a bossa voee,¢ Je altre opinioni def vostrt pit autorevoli dottori* Ocrorre qualeos'atro, Pade, per giustifearmi? BE, a detta i Tertullian, ehe cosa «si addice meglio delVirisione alla ‘vanitd ¢ alla debolesza di tall opi Ma, miei Pa. A, la corrusione det enstumni eausata dalle vostre massime {8 degna di un'altra considerasione; e noi possiamo rvol- Ut pee mh [4d Hetty ef Decimaprina tetera aa fgerei, sempre eon Tertulliano, un'altra domanda: «Dob- biamo ridero della oro follia’ © deplorare il Toro acceee- mento? Midcan tauitaten an exprobom eaccitatent >. To 1penso, miei Padi, che « si possu riferne © piangere a pro- prio lito: hee tolerabilas vel ridentur vel fentar >, come tice sant"Agostino™, iconosecte, dunque, ehe seconde Ja Serittura "8 un tempo per ridere ¢ un tempo per pian- geres"" B io mi auguro, miei Pade, di non dover sper mentare in voi Ta veritd di queste parole det Proverbi eserei « persone eos! poco ragionevoli che non ttenere sodisfaziono, in qualunque maniers loro, sa che si vida sia che ct si motta in collera >" Menteeterminavo quests eters, ho vatuto uno sritto da voi mbbteato ual quale mt ssuatte dimpostare a proporto di dei Ais vost asin, da meveitte e dl intsn eon geet Sparo che a tale aceusa reriate, molto pesto, ue sposta pre tis eho uve pussare Ta ogtia di prosegurw in eodeta sorta di sceusa eae ted en ea ser Boe rc kes re a Re er ia ied haya ts ae Gealmauee fe itmencre tt sate Pete ‘DNeitetisione del 1059 it pawritto veane soppresso,) Deerwastcoxs Lersaxa 9 sctembre 1656 Miei Reverendi Padi, Mi accingevo a serivervi a proposito delle inglurie che a tanto tempo mi seagliate contro nei vostet seit, net quali mi ekiamate « empio, baffone, ignorante, ciurmetore, Jimpostore, ealunniatore, Zurfante, eretico, Calvinista. ea ruffato, discepolo del du Moulin’, posseduto da una Ie- me di diavol », via dicenda, Volevo far eapire alla gente perehé mi trattate in codesta guisa, giaeehé mi spincerchbe tssor exeduto tale; ¢ avevo deviso di lamentarm delle vo- sire eafunnie e delle vastre imposture, quando ho veduto Te vostze rsposts in eui aceusate me di questeeolpe". Cost imi avete eostretto @ mutate il mio disogno. Tuttavia, non Jo metter® da parte ecmmpletamente, porch, nel difendere ime stesso, spero di riuscire a eonvinecre vo! di un maggior mumero di imposture effettive di quente non ne abbiate aiteibuite.a me di false. In verti, mici Padi, ne site pid sospetti dime: non esgendo yerotimile ch, solo come sono, senza appoggi © senza nessun aiuto umano contro un coat gran corpo, ed exsendo sostenuto soltanto dalla veritAe dalla, va Agi onan Ute eit dOnt a [Ph Noa nino clini, prfowor di tsa a schn : TMC, note 2 6 50 ale NF Provincia} Devimaseconda tetera ms sincertl, fo mi sia messo a risehio di perdere ogni cosa, ‘sponendomi a venir convinto di impostura B troppo f=. eile sooprire la. vevth nelle question! di fatto, come questa, Non mancherebbero eertamente Te persone pronte ad ace cusarmi, né verrebbe loro nogata giustiri. Voi, Padri, non fete in’ questa eondizione; potete dire contro’ di’ me quel che voleto, renza che io mi possa appellare a ehicehes Data questa differonza nelle nostze condizioni, devo pro- celere con molta eantela, quand’anche non mi spingessero eid altre considerazioni. Tuttavia, voi mi trattate eome Jun insigue impostore, ¢ in codesto modo mi obbligate a re plieare; ma voi sapete cho non & possibile farlo senza esporre Iuovamente, © ani senza esaminare pitt a fondo i punti della vostra morale, Dubito che in eid vi conduclate da Ihuoni politi. Le guerra si combatte a casa yastra ¢ a vor stre spree; ¢, acbhene abbiate ereduto che, imbrogliando le ‘cose con termini di seuola; ne sarcbbero seguite rikposte talmente lunghe, aseure e spinose da farne perdere jl gu- sto, 1e cose non’ andranno forse in eodesto modo: perehé tareherd di trattare queste ease nol modo meno ncioso in ‘questo genere di seit, Nello yostre massime e'® un non so che di ameno che diverte sempre la gente, Ricordatevi per To meno ehe site voi a obbligurmi a impegnarmi in questa chiarifeazione. HE vediama chi si difenders nel modo mi: tore ‘La prima dello vostre imposture riguarda. Uopinione 4 Vaaquesintorno allelemosina. Permettete che Ta spioght chintamente, por eliminare dalle nostre dispute qualsiasi ‘oscurtd, R abbastanza noto, Pad, che, seeondo To spirit Aelia Chiesa, ef sone due precetti conccenentiT'elemovina 4 primo, che impone il edare il proprio superfiuo nelle te, Peni, fr. 9: Bone tol conea tentamilat Nien eat ener pre vot tn Gore Pump, oa In ei atta si foray le pe ‘ua ime soe mika ¢ een "Smt prim pote aioe dal padre Novel «Pas! ice he Sue Bria "Win, pee Spat motte 1, De Beomonynay ge sh 3) 16 a provincial recesith ondinarie dei poveris; Valtro, di edare financo il nevessaro, secondo la condizione di eiaseuno, nelle ne- cessith estromes. B quanto afferma, sulle orme di san ‘Tommaso, jl Cactano*: dimodoché, per far eonoseere il pensiero di Visques intorno all’elemosina, Besta, mostrare ome egli ha regolato sia quella del superfuo sia quella del ‘Ltelemosina del superfive, che 8 i modo ondinario ai venire in aiuto ai poser, 8 interamente abolita da questa sola massima, De Eleent, cap, TV, n. 14, da me eitata nelle ric Tettere: «Quel che Te persone del mondo metton da parte per miglorare la propria eondirione e quella det loro congianti non pub diesi superfuo. Di conacguenza, sank molto dificle trovare, tra le persone del mondo ¢ finance ta pistes re, che ei sin mal qualoosa di miperfiuo». Vee ‘lete bene, mi’ Padri, che, in forza ai questa definnione, tutti colore che abbiano qualche ambirione non avranne tai nulla i superiiuo; e che, in tal modo, Vbbligo dele Velemosina sari annichilato por la maggior parte della gente. Ma, quand'anche ei foe tin po? di superituo. si sarcbbe pur sempre dispensati dal dame nelle necesita. ¢o- ‘uni, seondo Visquez, it quale si eppone a esloro che vor lion obbligare a eid i rieehi. Eeco Te sue parole, eap. 1, A. 82: «Corduba insegna che, quando si ha del superiuo, si & obbligati a darn & coloro che si trovano in una me- cossitt ondinatia, almeno una pate, alo scopo di osservare jn una ceria misura il precetto; ma quest opinione a. me non piace, sed hoe non placet, perché noi abbiamo dimo- snato i eontrario conteo il Caetano e Navarra », Cos, mich Padei, Vobbligo di tale elemosina 8 asolutamente distratto, secondo quel ehe piace a Vasquez, Quanto allelemesina del necesari, che si & obbligati 4 fare nelle necesita estreme © ungenti, voi vedrete che, ‘ate le condizioni da Tui richieste per Voseervanea di tale + {Tomo do, Vio, domeniana (3408159), dato i cardinal cnt det a Gta dove nar e xf vnearo ners AaPehe comment alin Shame iecopica Ana Pomoc Decimaseconta letters m7 obbligo, Te persone pit ricehe di Pavigh possono non esservi bbligate neppure una sola volta in tutta Ia vita, Ne rie ferro soltanto due. La prima 3 «che si sappia che il por vyero non sara soccorso da nesum alteo; Hace tutlligo et ‘eactera omnia quando sci0 mallu aliwn opem Iaturi >, cap, T, n. 28. Che ne dite, mici Padrit Accadra speaso che 1 Parigi, dove ei son tante persone caritatevol, a) post sapero che neasuno vered in aiuto dun povero che st pre- enti a noi? Bppure, senza questa eonastenza, si patra se- condo Vésquez, mandario vi, senza soecorrrla. L’altra eon Alizione & ehe Ta neces del povero wia tale che eso esa rinaeeiato di qualehe accidente mortale 0 di pendere Ia propria yeputatione s, sid, un, 24 © 26; il che ascade molto i rado. Mr quol ehe ne accresce Ia rarith & quanto Vés- ‘quez dice nel n, 45": ssi, ehe il povero che si trovi nella conditione in eui egli ammetto che si sia obbligati a farelt Telemosina « pud derubare in coseienza il tieen»*, Dev'es sere, quindi, um easo davvero straordinario, alvo che Vés- quez non ammetta che dordinario sia permeso rubare Dimodoché, dopo aver distratto Vabbligo di dare in elemo- sina il superiuo (che 8 la maggior fonte dele eatiti), elt obbliga i rieehi ad aiutare i poveri eon il loro necessetia solo nef easi in eu permette a questi ultimi di derubare f primi. Heeo la dottrina di Vésquce, alla quale voi rinviato F lettori per fa Toro edifeazion, Vengo adesso alle vostro Suposture, Voi vi dilungnte nsitutto sullobbligo di fare Vclemosina che Visquer ime pone agli eclesiastci. Ma di eid non ho parlato, © ne pare Ter® quando vi piacerd. Qui, dunque, nom si tratta. di In quanto ai Taci, det qual soltanto st trutta, sembra che voi roglist dar a intendere che, net luogo da me eitsto, ‘Visquez parliwolo secondo il senso del Cactano, e non s¢- condo il proprio. Ms, poické nulla & pid falto, ¢ voi non 1 [eee aacaa an a ina ub, 7: «a vider potabieinwlige ci opin Set st Ange, asennad ft allt soa pote rem lena stripe, ju Poute gov tccitin ex mtn bata sherae») 118 Le provincia Jo avete detto chiaramente, voglio eredere peril vostro onore che non abbiate volute dito, Voi vi lamentate poi altamente perehé, dopo aver ri ferito la massima di Vasquez che , ne ho coneluso che « diieilmente, dunque, i rie: bi saranno obbligati a far 'elemosine del loro superfiuo» Ma che cosa intendete dite, Padrit Se @ vero che i riechi non hanno quasi mai del superfiuo, non @ altrettanto certo che non saranno quasi mai obbligati a fame elemosinat Ve no ferei un argomento in forma se Diana, che tiene in tale stima Vésquet da chismaslo ela Fenice degli ingegni», non avesse dedotto dallo steso prineipio la medesima con: sequenza, Infati, dopo aver riterita quella massima di Vés- ‘quer, egli ne conclude: « Quanto al problema se i ricehi sano ebbligati a fare elemasina del supertuo, scbbene Popi- none ehe afferma tale obbligo sia vera, tattavia. mat quasi mai accade che casa obblighi nella pratiea »* To mi sino limitato & seguire parvla per parala tutto questo ra: sionamento. Che vuol dir eid, mict Padeit Allorshé Diana riferisce eon clogio Te opiniont i Vieques, e le giudica pro- Dabili «© comodissime per i rishi, come serive nel me: Aesimo Togo, egli non & né calunniatore né falsario, © vot non vi lamentate che no deforms il pensiero; mentre, quando io rifeisea Te modesime opinioni ai Vasque, ma senza teat tarlo da‘ Fenieo’, sono un impostore, un falssrio, © un corrattore delle sue massine, Certo, miei Pad, voi avete rrgione di temero che Ia diversti del vostro modo di com- portarvi con coloro che differigeono non git nellexposisione ella vostra dottrina, ma nel suo apprezzamento, disvelt fl fondo del vosteo cuore e faccia pensare che I vostra mira prinelpale sia quella di salvaguardare il eredita Ta repterione della vostee Societa: daeché, mentre In. vo- stra teologia rilasata passa per una saggia accondiscen- nae, vol non aconfessate eoloro ehe Ia divulgano, ant It 1 {ote te VE Provincia (upp. 70); © A. Dut, Beso, mx tes, fer Uf toy Boy me 3 esimateconda letters m9 Todate come collaboranti al vostro disegno, Ma, quando vien presentata come una perniciost rlassatezza, al Tora To senso interesse del vostro Ondine vi impegna a seon- fessare massime che vi sereditano press la gente. B, in tal modo, eodesto assime Te rieonoseete come vostre oppure Te sconfessate non gid secondo la verith, che mai non mata Denst secondo Mumore del tempo, come diee quel dette tun antico: «Omnia pro. tempore, nihil pro. veritate >". te ben attenzione, miei Pade E, afinehé. nom possate pith aceussemi di aver ricavato dal principio di Vasquez luna conscguenza ch'eglt avrebbe sconfesata, sappiate che Twi stesso 'ha dedotta, nel eap, Ty. 27: « Ditelimente s sar ‘obbligati a fare l'clemosina, quando si sia obbligati a farla sole eol proprio supertuo, secondo Wopinione det Caetano © sovondo Ta mia, ef secundum nostrant ». Confessate, dun- ‘que, miei Padi, por In stosa testimonianza di Vieques, che ho riferito fedelmente il suo pensier; e considerate eon quale cossionza avete osato dire che, eso si rsalisse alla fonte, si vedrebbe con stupore ehe gli inscgne tutto il eon taro Tnfine, vot fate valere soprattutio ehe Vésquer, [se non bbtiga {ech all’slemosina del loro superfio,) i obbliga in compenso all'clemosina det necessavia, Ma vt slete d= mentieati di precsare I'nsicme di condizioni da lat st rato necessarie per eostituire tale obbligas © vi Timitate a dire generieamente che ei obbliga i ricehii a dare persino the 8 neecssario alla loro candisione, Troppo, miei Ps la legge det Vangelo non si spinge tanto oltre; sarvbbe tun altro errore, dal quale, det resto, Vasques & lontanis- fimo, Per mascheraze In sia rilesatesza, gli atteibuite un eee i severita che lo rendercbbe reprensibil, © eon eid tentate di togliere credita alla fedeltA‘delle mie eitazion, ‘Ma eglt non merita endesto rimprovero, dacch6 ha stabilite, © fot, Pm, CXVE, 2 «Veritas Dota mann aera» 5 Fata Ona (Get or nee Ni a sett ott Sao Tut st dune Pata en Hest So see Pet ses 180 Le provincia fon un cost evidente sovvertimento del Vangclo, che i rice chi non sono obbligai, né per givstitia né per earitt, a dare de oro superfuo © tanto meno det loro necessario in tutti i bisogni ondinari det poveri,e ehe sono obbligati ‘8 dare parte del loro necessario solamente in eas) talmente rari che non si avverano quasi mal ‘Voi non mi biettate nulla di pit: dimodoehé mi resta saltanto da far vedere quanto sia falso quel che va voste- rete, ossia che Vasquez & pit severo del Cactano, Sard fa- cilisimo, dacehé quel Cardinale insegna che «si & obblic (eat per giustiria @ dare in clemasina il proprio supervo, finaneo nelle comuni neecsith dei poverk, perché, sreondo i santi Pade, f rieehi sono solamente dispensatort del loro superfao, per donaslo a quelli ehe est vogliono dt olor che ne hanno bisogno's. B co, mentee Diana dive « pro prosito delle massime di Vésquez che esaranno molto. eo- mode e molto gradite ai pieehi ¢ ai loro confewori , qucl Cardinale, ehe non pud dase a costoro wna simile couse ione, dichiara (De Eleen., eap, VI) ehe ea riechi ha sol- tanto’ da ricordane quelle parole di Gest Cristo: ehe "& pit facile che un eammello passé atteaverso In eran dt um ago che non yn rieco ented el regno dst ciel", © loro confesori ehe "se un eieco ne guida un altro, tutti ¢ due precipiteranno nell'sbisa "'s, Tanto ha gindiento indispen- sabile quell'ebbligot 8 quanto, del resto, tutti i Pad 6 tutti i santi Kanno affermato eome una verith costante «. Bppure, a Vas- ‘quet non garba ehe si sia obbligati a dame nemmeno una parte, tanta compiacenza egli dimostra verso I rich. tanta durezza verso { poveri e tanta oxtiita verso quel son timenti di earth che fanno apparire dalee quella verita di san Gregorio", che sombra inveco cost dura ai rieshi del mondo; «Quando diamo ai poveri eid ehe & loro neces sario, non diame loro quel che & nostro quanto pluttosto li restituiamo qucl che loro appartione: © compiamo, pid ‘che un'opera di misericondia, un dovere di giustzi » In colal modo i santi raceomandano ai riechi ai divi lero con 1 povert i bent della tera, so vogliono aoquistare rsieme a Toro i beni del cielo, B, mentze voi vi adoperate ‘2 mantener viva negli uomini Vambizione, che fa si che fon si trovi mai nulla di superfuo, © V'avarizia, che 7 fiuta di darne anche quando se ne dispone, i santt si sono auloperati, inveee, 2 indurre gli uomini a dare il supcr‘iuo a spiegar loro che ne avranno molto, se lo timeranno non tt con la mirura della cupldigia, ls quale non he litt, hhnsi con quella picta, che tanta ingegnosith mostra nel Tesinare per poter poi langheagiare nell’eserezio della ea Pith ¢-Avremo molto superfiuo—diee sant’Agostino” — se eonserveremo per noi solo il necesatio; ehé, se cerche- remo Te cose vane, nulla mai ef basterh. Cereat, fratell, ‘quel che basta al’opera di Dios, osia alla naturs, «¢ non ‘quel eho basta alla vostra eupidigia >, che @ I'opera del de ronio. «E rieordatevi che il euperiiug dei rcehi 8 il neces sario dei poveri. » Vorrei, miei Pade che quanto vi dieo sorvisse non solo 4 giustifcarmi (sarebbe poco}, ma anche a farvi sentire ¢ detestare quanto ¢'8 di corretto nelle massime dei vost ‘asiti al fine di nied sinccramente nelle samte legei del ‘Vangelo, secondo Te quali dobbiamo esscr tutti giudicat Quanto al sceondo punte, quello attinente alla simonia, prima di rispondere ai vostel rimproveri, comiacerd col (tert te Patna SELF, ota) 182 Le provincia chiavire la vostra dottrina eu tale soggetto, Essendovi tro: vati premuti tra i elnoni delle Chiesa, che comminano ai simoniaci pene tremende, e V'avarisia di tante persone che persoguana quellinfame trafive, voi avete eequito il yo- sro metodo eonsueto: quello di concedere agli uomini quanta esiderano © di dare « Dip soltanto parole e apparenze Che cosa vogliono, infatti, { simoniael se non denaro in cambio dei loro benefici? H appunto questo voi avete esen- tato dalla colpa di simonia, Ma, poiché & necessaria che il nome di « simonta » rest echo ei sia qualeosaeui vada unito, vol avete selto a tal fine un eoncetto immaginaro, al quale i simoniaci non vien mai fatto di pensare, e che sarcbbe + eoneetto cho consiste nell stimare il denaro considerato in se stesso quanto il bene spiriuale consid rato in so stesso. Perehé chi mai penserebbe di confrontare ta loro cose talmente sproporzionate e di genere eos di versot B, tuttavia, seondo | vostsi Autori, puehé non : imetafisio, si pud dare il proprio be- neficio a un altro ¢ rieoverne in cambio denaro, senza eom- rmettere simon. Voi vi servite cos della religions per sodisfare Te pas: soni degli uomini. pure, guandate eon quantn gravita il vostro Pedro Valentia spaccia le propric. fantasie nel asso git cltato nelle mic lettere", tomo TIT, disp. 16, Dunetum TIF, p. 2014: «Si pud seambiare un bene tempo. tale con uno spivituate in due maniere: Puna, apprezzando bene temporale pi di quello spivituale, ¢ ed costituncbbe simonia; T'alts, eonsiderando il bene temporale cote il rotivo ¢ lo scopo che induce a dare quello spirituale, senza, per) che si apprezsiil primo pit det secondo, e allora non si ha simonia, Cid porehé Ta simonia consist nel revere tun bene temporale come giusto prezsn di uno spirituale, Dungue, se si chicde il bene temporale, sf petatur tempo- rale, non come il eompenso, bensl come il motive che de- termina a concederlo, non si ha aflatto simonia, anche se si abbia come scopo e aspettazione principale il posses del % (Cte be VE Provincia (uprs 76)) Decimareconde Uettera 183 bene temporale: minine erit simon, etiamsi femporale principaliterintendatur ef expectatur ». Bil vostro grande Siinchee non ebbe, a dette di Escobar, te. VI, ex. 1, n. 40, ‘una rivelazione analoga? Reco le sue parole: eSe si di tun bene temporale in cambio di uno spirituale, non gid ‘come prezzo, bensl come motivo che induce il eollatore a concederlo ¢ come segno di gratitudine, una volta che Jo 41 abbia rieevato, si commette simoniat Sinchex lo nega» E le vostre test di Caen", del 1614; ef un'opinione pro Inbile, insegnata da parcechi eattolic, che dare un Dene temporale. in cambio di uno spirituale non & simoni, ‘quando non lo st dia come prezzo». H quanto a Tannerus, feveo la sua dottring, simile a quella di Valenti, che dimmo- ira come voi abbiate forto di lamentarvi perehé ho datto che esa non 3 conforme a quella di san Tommaso, dacehé Jui stesso To eonfessa nel passo eitato nella mia lettera, UI, disp. V, p. 1520: « Vera e propria simonia si ha solo ‘quando si aeecita un Dene temporale come prezzo di uno Spirituate, Me, allorché lo si acectta eome un motivo che induce a dare quello spirituale,o solamente per gratitudine, non si ha simon, almeno davanti al feo della eoseienzn Eun po’ pilt oltre: e Lo stesso va detto anche nel easo che si consideri 1 Bene temporale come il fine principale, © per- sino che lo si preferise allo spirituale: benché san Tom: ‘mato ¢ altri sembrino dite il eantraro, in quanto affermano che & asslutamente simonia dare un bene spirituale in ‘cambio di uo temporal, allorché questo ne & Il fine» ‘Heco, miei Pade, Ia vostra dottrina della simonia in svgnata dai vost’ miglior! Autor, ehe sn questo punto sono PPienamente d'accondo. Mi rest, dunque, solo da. rispon- ‘ere alle vostre Imposture, Tatorno all'opinione di Valen: ‘tia non aveto detta verbo; coal che Ja sua dottrina continua ‘a tusistero, anche dopo Ta vostra risposta. Ma vi fermate Cotegio at Caco dat Jacote Dept ae MSE ote, sare p12) 18 Le provincia inveoe su quella di Tannerus, © dite che, nel caso eitato cli ha solamente affermato ehe non si trata di simonia di Aivitto divine, E volete far eredere eho in quel patso io ho soppresso le parole « di divito divino ». Voi sbaglate, mick Padvi: perché eodesta loeusione edi dirito divino » in quel ron e'@ mat stata. Aggiungete poi che Tanners di chiara che si tratta d’una simonia «di dinito positive >, Ma wannate, miei Padri; perehé egli non ha detto eid in linea generale, best a proposito di easi particolar, in casi dus a jure expresss, come Tul stesso asserace in quel paseo. Con la quale assersione Tanncrus fa un'eceesione 4 quel che aveva affermato in via generale in quel pasto, che «non si tratta di simonia in cosciensa» "; il che significa che non 8 nemmeno simenia di dirtto positvo,salso ehe vot non vogliate farlo cost empio da asserire che una simonia di Aiitto postive non & una simonia in eossinza. Ma voi an- date a tirar fuori a bella posta eodesti termini di *disito divino’ di “divito positivo ', di ‘divitto naturale di “ tribunate interiore ed esteriore' di * asi express nel di ritto’, di *presunzione interna’, e altrettal, che sono poco éonossuti, allo scopo di svignarvela satto To sehermo Al tale oseuritae di far perdere di vista i voste trascors, Ma, mici Pade, con codvste sottglinze non riuscirete cavarvela, perché io vi rivolgerd quositi talmente semplick da non csser soggetti al * distinguo’. Vi domando, dunque, senza parlare di * ditto pos tivo’, né di “preaunsione sterna ' né di *tribunale tsteriore’ se, seondo i vostsi Autori, un beneeiari sia. no simonfaeo, ecdendo un benefielo di quattromile franchi i reddito in cambio di diceimila franchi in contanti, non come prezzo del benefci, bens) come un motivo che To in- duce a cederlo, Rispondetemi in ehiare note, mici Pade che cosa bisogna eoncludere intorno a un easo simile. se condo i vosts! Autorif Tanmerus non risponderh forse in eNom azide simon nln in fro contletne », — tse ons cocina», nin dP. gue ahve, tadue Qual Tea "oro sonnicaicersfOro o"Witanale eoionppoio“alt form ase) Decimaseconde tettera 188, termini formall che «non si tratterd di simonia in coseionza, poiché il bone temporale non rappresenta i preaao det be- neficio, ma solo il motivo che spinge a darlos1 E Valentia, le vostro test di Caen, Sénches, Eseobar, non risponder. egualmente che, per Ia medesima magione, enon & simo- na >? Oceorze forse altro per seusare quel benefiiari del peecato di simoniat e nei voxtr eonfesionalt oserete trat- tarlo come un simoniaco, quale che sia la vostra opinione personale, dacehé avrebbe divito di chiudervi 12. boce, cssendasi eundotto eonforme alle massime di tanti autore- voli teologit Confessate, dungue, che secondo vol un tale bbencficiaro & giustifeata del peeento di simonia; edifendete des eodesta dottrina, se lo potete Beco, mici Pads, eome bisogna trattare { probleml per chiasieli,ansiehé ingarbugliarli-o con termini di seuala 0 col mutamne f termini, come fate nella vostea ultima rispo- sta, in codesto modo, Tannerus—dite—dichiara almeno che wn tale seambio un grande peecato; ¢ voi mi uovusate Ai aver soppresso malizosamente questa eizeostanza, che, ‘8 quanto pretendet, lo « giustifieainteramente >, Ma avete torto, per molti vispetti,Infati, quandanche qu che dite {oss vero, non si trattava affatto di sapere Tk dove ne par- avo, se quel barutto fos peceato, ma se fosir simonis, Ora, si tratta di due problemi ben distinti: eacondo le vo- tre masime, mentre j peeceti obbligano soltanto m oontes- srs, Ta simonia obbliga a restituire;« ef sono persone alle quali queste due cose apparircbbero abbastanza diverse. Vol avcte escogilato, infatt, varlespedienti per raider dalee la confessione, mentro non ne avete trovata nessuno per ten der gradevole la restituzione. Debbo farvi notare inltre che i easo che Tannrus giudica peeeato non & semplicemente ‘quello in eui sid un bene spirituale in eambio di uno tem orale, ehe ne & il motivo, ¢ anzi il motivo principale; ma quello in eui—com’eglt aggiunge—esi apprezsa il bene ‘temporale pit dllo spirtuale: che & appunto il easo im raginario di eu si 2 parlato sopra H Tannoras non ft rale ad accusare di peceato ehi si comporth ets, perché Disognercbbe essore ben malvagi o stupid per non. voler 166 Le provincial cvitare un peecato eon wn mezzo cos facile come quello di astenersi dal paragonare il valor delle due cose, quando & ppermesso di dave Tuna in cambio dell'altra, Senza dire che ‘Valenti esaminando nel pass gid citato se sia poecato dare un bene spirituale in eambio di uno temporate, che ne sia 5 motivo principale, rferisee le ragioni di eoloro che disono Gi, aggiungendo: « Sed hoc non videtur mihi satis cert: ‘ma cid non mi sembra abbastanza certo >. ‘Ma poi il vostro Padre Brade Bille, professore dei casi 4 eoseionaa a Caen, ha stbilto ehe in oid non e'® nessun peceato: perehé le opinioni probabili vanno sempre ma rando, Lo ha dichiarato net suot sertti del 1644, contro 1 ‘qual il signor du Pre, dottore ¢ professore a Caen, compase tuna bella arringa a stampa, abbastanza nota. Tnfatt, scb- bene il Padre rade Bille vieonosea che 1a dottrina di Va- lonta, seguita dal Padre Mihard ® ¢ eondannata dalla Sor- Dona,’ che, quindi, io si ho attribuito « un’opinione heli siferisee solo per com Datterla: che & V'azione pit trista e obbrobs serittore possa commettere >. Taveee, fo sortengo, miel Pa: Gri, che ogli la vierisee proprio per seguirla. & un problema Gi fatto che sari favilistimo risolvere. Vediamo, dunque, ceame vo dimostrate le vaste ascraioni ¢-wedrete poi came jo dimost Por dimestrare che Lessius non protessa tale opinione, vol dite che ne condanna Ta pratiea, B per comprovario et tate uno det suoi pass, 1b. IT, esp. IX, n, 82, in out dive To ne condanno ta pratiea». Riconosto che, ae st ecreano ‘queste parole in Lessins, m. 82, da voi citato, vi si trove- anno. Ma ehe cosa si dita, miei Padi, quando si veda in pari tempo che in quel Tuogo ogi tratta ina quaestone fatto diversa di quella i cui parliamo, ¢ che Vopinione di cent in quel passo dice di eondannare Ta pratien non & per nulla quella di eui si discute, ma un’altra, aftatto dstinta? Eppure, per sincerarsenc, basta aprice i Tbe al Iuogo stesso cul vot rinviate: infatt, vi si potra loggore tutto il esto {el sso disconso in proposte, Del problema se «si posse ueeldere per uno schiatto» Lessus parla nel n. 79, ¢ lo termina nel n. 80, senza profe- ire una sola paroia di eondanna, Chiuso Tesame dl eso, fli pama ad ciaminarne un altro nellartiolo 8: quello «ao si possa uecidere per delle maldieenze». B, a proposito Ai questo, egli serive, nel n. 82, Te parole de vot cltate: ‘cTo ne condanno la pratien», ‘Non & dunque vergognoso, miei Pade, che osiate eltare ‘queste parole por far eredere che Lessius condanni Vopi- none cho si pub ueeidere per uno sehiatfot E che, avendone addotto questa sola prova, ne meniate trionfo, dicendo: ‘Molto persone d'onore in Parigi hanno gia rieonossinto squestinsigne falsiti per mezzo della Ittura di Lossiuss & hanno appreso east quale credito si debba attribuire a quel ealunniatore st Come, Padrit Vol abusate in eodesto modo della fiducia che quelle persone d'onore ripongono in voit aos Le provincia , per dar loro a intendere che Lessius non condivide una certa opinfone, eitate tm. passo det suo Tibro dove ne con: anna un’altrat E, poiehé tat persone non dubitano affatto della vostea buona fede, € non pensano a estminare se in ‘quel dato luogo si tratti davvero del punto in caus ingan: in codesta maniera la Toro eredulitA, Voglio sperare, miei Padri, che per garantirvi da na eos vergognora men- 2ogna voi abbiate fatto ricorso alla vostra dottrina degli fequivoci, e che, leggendo quel passo ead alta voee s, ab- Diate detto esottovoce» che si trattava dun altro pro- Diema. Ma non so s eodesta ragione,safciente a soddistare Ja vostra eosslnza, basterd a tacitare la ben pid gusta pro- testa ehe Teveranno contro di voi quelle persone denote, allorché si accorgeranno ehe Te avete gabbate in codeste modo, Binngnerd, donque, miei Padri, che impedinte loro di vedere To mie letere, poiché questo & Vunieo mezzo che vi rest per conservare ancora per qualche tempo il vortra eredito. To, invece, non uso co eon le vostre: le mando & tutti i miei amici, desidero che tutti Te Iogano, E ereo che no abbiamo egualmente ragione. Perché, infine, depo aver enuneiato con tanto elamore questa quarta impostura, ce covi sereditati se si viene a sapere ehe vi avete seambiato tun passo per un altzo, Si penserA facmonte, he, se aveste trovato quel che cereavate nel passo dove Lesius parlava dt tale questione, non Vavreste ecreato altroves ¢ che Vabbiate fatto solo perché non el seorgevate nulla che servige al vo- stro asunte. Volevate trovare in Lessius quel ee dite nella vestea Inpostura, p. 10, riga 12+ e Ral non concede che tale opinione sia speeulativamente probabile >; mentre Les- sius serive ehiaro ¢ tondo nella sua eonelusione, m. 0: “Dropinione che si pud uceidere per uno schiaffo rieevute 8 speculativamente probabile», Non & proprio il contrario A quel che sostencte voit H chi pote. mai amminare abba. stanza V'erdire col quale aswrite parola per parala il on- travio di una verti di fatto? Dimodoché, [ete pra ps 130) Decimaterea letters 195 dere, dal vostro preteso passo, che Lessius non era di tale ‘opinion, si eonchiude ehiaramente, dal suo passo antentico, che lo era TInolte, volevate far dive a Lassius che ene condanna la pratiea >, Ba, come ho git detto, in quel Togo non si trora tuna sola parala di condanna: egli parla cost: « Sembra che ron se no debba permettere faellmente la pratiea: 18 PRaxt Nov UDEPUR FACILE PEMMIVeEWDA >. B questo il Linguaggio dt tuno che *eondanna * una massimat Direste voi, miei Padi, per escmplo, che non bisogna « permettere faeltmente > nella pratica gli adultes o gli incestit Non bisogna coneludere, Inveoo, —dacehé Less dieo solamente che non st deve permettere facilmente Ia pratica, — che quella pratien pud casero permesa qualche volta, soppure di radot B, come se favesse volute inargare & tutth in quall east sl pod permet terla,e toglieve alle persone offee gli serupoli che potreb- Dero turbarle tuor di proposito, per ignoranea dei east in cei Toro persmesso nella pratica i uceidere, eli si 8 preso ceura di provisare qucl che debbano evitare per pratiesre in foseienzn tale dottring. Assoltatela, miel Padel: « Sembra dice —che une tal cosa non si dcbba permetteria facil. mente, a causa del perieslo che si agisea in quel. modo per odio 0 per spitito di vendetta o con eccsso, 0 cho eid sia eagione di troppi omic. Dimadoché 2 ehiaro eh, ‘scondo Lessus, qu delitto sari pienamente permesso nella pratica, purehé si evitino quel Inconvenienti: ot sia, pureh6 si possa agire senza ofio, senza. volonth vendetta e in citvostanze che non traggeno con sf troppi amivigh. Ne volete un esempio, miet Padeit Eecone uno ab- bstanza recente: quello dello sekiafo ai Compidgne ". Vol anmetterse, infatti, che eolui che lo ha rieevuto ha dimo- rato, eon ia sua condotta, di cssre abbastanza padrone "Dove i 10 settee 1150, wx masts qua, etre aa fee az, ta ‘caine at 196 Le provincia de suf sentimenti di odio e di vendetta, Gli restaya sol tanto da evitare un numero cecesivo di omicidh; e voi sa pete, miei Padri, che & talmente raro che dei Gesuitt pb ling a schiaf degli oftiali della Casa del re che non e'era a temere che un oficidio in quellcccasione ne avesee tie rare eon s6, come conseguensa, pareeehi altri. Talehi now potreste negare che quel tal Gesulta poteva ester amumazzato con piena sienrth di coselensn e che, in quel easo, Votes poteva mettere in pratica nei suoi confronti la massima di Tessius. B forse, miei Padi, Yo aveebbe Fatt, se fosee stato istruito nella vastra sevola ¢ aves imparato da Eseobar he «un wore che abbia xfeoruto uno sehiaffo & reputate iconorato finché non abba weeiso chi lie ha dato s, Ma voi avete motivo di ereeve che elinsegnamenti affatto op post che quol tale aveva rieevuto da un enrato™ versa i ‘quale non nutrite molto affetto, abbiana tion poca contri Duito in quelleccasione a salvare Ia vita a un Gesu, Non venitee pita parlare, dung, di queglt inconve enti, che in tate oecasion’ x! poston evitare e fuort det ‘quali, secondo Lessius, Vomieldio & pormesso anche ne pratica. B quanto hanno ehiaranente rieonossiuto i vost autori, etati du Rscobar nella Pratica det'omicidio secondo 1a Societa i Geri": eB leito— eli sevive —neckfere cht abbia dato uno sehiaffo? Lessins dive cho in teoria 8 Teeito, rma che non lo i deve eonsigliare nella pratiea, nom consw- Tenduo in prazi, a eansa del perieelo della © degli omi- eit dannosi allo Stato cho ne potrebbero conseguire. Ma ali alte! hanno giudieato che, ove si evitino tal ineunve- nienti, i sia permesso o sieuro nella pratien: én prazt probabitem ef titan judiearunt Henriques, cee,» Beeo in ‘qual mogo Te opiniont vanno innatzandosi « poco 8 povo sino fad attingere il eulmino della probabil. Voi vi avete ag: fiunta, infati, Ia seguente, permetiondola alle fine senaa pit nessna distineione tra teoria © pratica, in questi ter ee SSS Decimaterse eters 19 minis « AMlorehé si & rieovuto uno schiaffo, 3 permesso re- pliare immediatamente con un eolpo di spa, non per ven ‘lcarsi, bens per salvaguasdare fl proprio onore». B quanto Ingegnarono Caen, nel 1644, i vostri Padri", nei loro seritti pubblici, che I"Universiti produsse in Parlamento, ‘quando li presentd la sua tevza stanza contro la vostra dot- ting sulVomicidio, p, 399 Osservate, qundi, ict Pade, che i vost stest Autor! Llistraggono east stesi codesta vana distinzione tra teoria © ppratica che PUniversita aveva dichiarato rdieola, Ia ent fnvonzione & sin angreto della vostra politica che sar op- portuno dlostrare, Invero, poiché inteligensa di casa & necessarie per le Imposture XV, XVI, XVII e XVII, 8 sem: pre oppartuno seoprize a poco & poco i prineipi di eadesta polities misteriona, Quando avete intrapreso a risolvere i casi di coscienza in maniera benevola ed accomodativa, ne avete trovati di ‘qu in cul exn interssata soltanto Ja religione: quell, fad esompio, coneernenti la contrizion, Ia penitenza, Vamore i Dio e tutti quelli che riguardano solamente l'intime delle ceoscienze. Ma ne avete trovati altti in eui lo Stato als trettanto interessato della regione: come queli eoncernenti Trusura, Ia bonearotta, Vomiidio e altretali. Ba 8 una cosa hen penosa per eoloro che nutrono per la. Chiesa un amore verave TL vedere che, in wn"infinita di eas, nei quali ave vate da combattere saltanto la religione, vol ne avete soy. vertito le norme senza nessina rsceva né distnsione né tie more, come si osseren nelle vestre opinioni eos! audacl con. tx0 la ponitenza e V'amor di Di, perehé sapevate che non questo il compa in ent Dio esorsita in modo visible Ia propria giustisia ". Ma, in quelli nei quali hanno parte sia = po a tO hr = jee Aka a ae il Te ei at ened Gaia fe Sea dats ae ‘Yangsot Tate, eve loge seein tbo Sint delice, Da Se Seite a ee Sepia radi Ce 198 ha proves Ja religions sia lo Stato, voi arcte diversfcato le vostre decision eonsiderato le eose sotto due aspeti, uno ehe chiamate speculative, in cui, eonsiderando quel delit in Toro stess, senza guandare all'interesse dello Stato, ma s0- lamente alla legge di Dio, la quale Ki viet, Hi avete per. rossi senza estate, sovvertendo eos! Ia legge di Dio che Ii condanna; alto, che ehiamate pratic, in eu, eonsiderando il danno che ne verrebbe allo Stato e la presenza dei ma- aistrati che veeliano alla sicurczza pubblien, voi non ap provate sempre nella pratiea qui omickli © quel erimini che gindieate permoss nella teotia, al fine di metters] eos al sicuro nei confronti dei indict. Cos, ad esempio, al ‘questo so sia permesso uecidere per delle maldicenze, { ‘vostri autori, — Filiutius, tr. XNIX, eap. ITT, n, 525 Regt nals lib. XXI, eap. ¥,n. 63 altsi", — rispondona: « Spe- eulativamente, §leeito: ex probabiléepinione Tet; ka non no approvo la pratcs, a eausa del gran numero ai omiekit che ne conseguirebbero, © che danneggercbbero lo Stato, se si uesidessero tutti t maldicenti: cost ehe la givstzia non ianchercbbe di punire ei uecidesse per quel motivo ». Reco Jn qual modo le vastre opiniont cominciano a maniestarst sotto lo sthermo di tale distinzione eon eu rovinats ola- mente Te religione, senza ancora vulnerare in modo mani festo lo Stato. In eodesta maniera voi eredete di meter al siouro, Vi Aigurate infatti, che il ereite di eui godete nella Chiesa impedird che si punissano 1 vost attentati contro la veritd;¢ eke Te cautele da voi prese perehé codes permesi non siano posti facilmente in pratiea vi mette- anno al coperto per quanto concerne i magistrati; i quali, non essendo giudict dei east di cossionsa, s"interessano pro- Driamente solo delle pratica esteviore. In tal modo, uopi- none che, qualora fesse chiamata * pratica’, sarcbbe con: dannate, pud esser enunsiata eon siourta sotto il nome di (Netdisine 21 1080, pas 8 wate cont modientos «May adalat tog wna enseine'al Sees ie oes Goat into‘ iversienre te rosa Gee ‘VIE Provinite (pre . 9891) Decimatersa letters 198 + spcculativa "a, una volta posta saldamente questa base, non b difiteevigervi sopra tutte Te vostre massime. Tra il divieto di uccidere stabiito da Dig la licenza speeulativa ? chene hanno data fvostei Autori e'era una distanza infinita, rmentre tra tale licenea ela pratica la distanza® pieolisima. Resta soltanto da dimestrare che quanto ® permesso nella teoria leita anche nella pati ma non mancherann certo tagioni per sostnerlo, Ne avete pur eseogitate anche in ess mato pi dif! Valete vedere miei Padi, per quale strada ef si arriva? Seguite questo ragionamento di Fseo- bar, il qusle ha preso in proposito una ehiara deesione nel primo detrei tomi della sua grande Peotogia moral, di ent Vi ho gil parlato, ¢ dove eli ai mostra ben altrimenti il minato che non nella saa ravcolta del ventiquatteo Vegtiantt Thfatti, mentre in questa aveva pensato che vi possano ¢s- sore certe opinion’ probabill nella teoria che non siano cure nella pratia, li ha pit tardi vieonoseinto il conte ‘clo ha chiaramente affermato nella sua ultima opera: tanto Ja dotteina generale della probabilitd, come ognt opinione probnbite in particoare, va siluppandosi col tempo! Asco!- tatelo, dunque, Praelog, n. 15: «Non vedo come sarebbe possibile cho eid ehe 8 pormesso nella speculaaione non si tale nella prati, daeché la Ticenza di fare una data cosa nella pratien dipende da quanto 8 Testo nella teria ¢ Te due cose differiscono Viana dallaltra solo como Veffetto dalla ause: la speculezione essendo eid che determina al’aione Ne segue che $1 PUD SEIUIRE COX SICURA COSCIENZA NELLA ‘PRarics 1a: OVINIONE SPECULATIVAMENEE PRORARALS,e anzi eon amaggior sieurth che non quelle che non siano state coel bone csaminate in sede speculativa >", In veriti, mick Pads, il vostro Escobar ragiona qualche volta abbastanza bene, G', infatti, un tal nesso tra Ia spe- cvlazione e la pratiea che, quando T'una he messo radi, voi non avete pit difielth'@ permettere senza eamuffamentt VFaltra, Lo abbiam gid veduto nel permesio al uecidere ner © (A. acum, Uninerene Theslgiae Morality t 1, Prado oem, Ty 8 18 200 be provincia uno schiaffo, che dal semplice campo speculative & stato ar- ‘itamente esteso da Lessius a una pratiea che « non biso- gna concedere fecilmente » e, di qui, da Escobar, 2 < una pratica facile. B di Il i vost Padei di Caen hanno ste sino -una permissione piena, senza pid distinsioni tea ‘woria e pratia, come avete gid vedut. ‘eco come fate erescere a poso a poco le vostre opinion Se venissero presentate dimprovviso nella loro. forma fstroma, esse eauserobbero un senso di orrore, mentye eo Aesto progress lento ¢ insensibile vi assuefia daleemente gli nimi, © ne elimina To seandalo, , ean eaesto mezzo, il permesso di uecidere, tanto odiowo allo Stato alla Chiesa, sinsimua dapprima ‘nella Chiest, e poi da questa nello Stato, Altettanto buon succes he avuto Vopinione che si pd uecidere per delle maldieenee, che ogg @ pervenuta @ ina liegt analoga senza nessina distinaione, Non ri sofferme- roi a ricordarei } pass det vostrd Padr, xe eid non fos necessario per Fintuzaare Ta sleumera con cul avete affer= rato due volte, nella yostra SV Fupastura, pp. 20 ¢ 30, che enon e'8 un solo Geeta che permetta i alle maldicence ». Quando fate simili asserzion Ari, dovreste impedize che fo Te veda, perehé rlsponderei mi 8 facilissimo, Tntatti, senza dite che i vostei Padri Reg naldus, Filntius, eee, 1p hanno permesio, come ho git det, nella spceulagione, ¢ che da questa il principio di Rseobar i conduve in maniora sicura alla pratica, debbo agaiungers inoltre che voi avete molti Autori che lo hanno permesso in termini formali: ad esompio, il Padre Héreas elle sue leaioni pubbliche, a causa delle quali il 7e To feee mot. tere in stato di arresto nella vostra casa, per aver ins Amato, oltre a molt altri errori,ehe, «quando chi sparla di ‘noi davanti a persone d’onore, continua a farlo anche dono cho sia stato ammonito di smetterl, ef & permesso di weei- elo: non, per vero, in pubblico, per timore di xeandalo, iaseost, sed clam " (ote, ere, p85, note 18) Devinatersa letters 201 ‘Vio gid parlato del Padre L*Amy , enon vi & ignoto ‘he Ta sua dottsina su questo punto fa censurata nel 1689 Gal’Universtd di Lovanio, B, tuttavia, nemmeno due mest fal vostro Padre des Bois he sostemsto n Rouen tale dot- trina eensurata del Padre L’Amy, ¢ insegnato eho «nun re- Tigiowo 8 pormesio di difendeve Vonore da lui soquistato con Jw sua virtd anche ammazzando eolui che attacehi la sua reputazione, etiam eum morte invasors » IL che ha prover ‘ato in quela eitth un tale seandalo che tutti i parrocl sono uniti per fanglt import silenzio e obbligaslo a itrat taze Ia sua dottrina per le vie eanoniche"", La faccenda si ‘eova ora davantiall"Ofealita ™, Che volete dunque dire, miei Padrit Come, dopo di ei, Potete ancora sostenere che « nessun Gesuita 8 d'avvieo ehe i pud uceidere per delle maldieente »t E, per convinces vee, eecorreva forse atta cosa ee Io stess opinion’ det vo- stri Padvi, da voi aiferite, daeché esi non proibisono in sede speeulativa di ueeiders, ma lo victano solo nella pra- tica, «a causa del male che ne verreble allo Stato >1 Poché jo vi domando, Padri, a tal proposito, se, elle nostre di spate, i tratt di altro fuorché di esamtinare ge abbiete aov- vertitola legge di Dio ee vieta Vomieido, 8 tratta di sapere non gi se abbiate ferto lo Stato, ma la rligione. A cho serve, ‘dungiue, in questo genere di discussion, far vedere che avete risparmiato Io Stato, daeché voi mostrate ia pari tempo di aver distrutto la religions, eo! dire, come fate", 2 p. 28, L 8, cho eil senso dall’opinione di Reginaldus sulla que- stione se sia Teito uecidere per delle maldicente & che wun privato ha diitto di usare questa forma di difes, consi- erandala semplicemente in se stessa »1 Per confondervi a me basta codesta confesione. «Un privato—voi dite— haa il dirtto di sare tale difeca», cid di ueeidere per delle raldicenze, «considerando Ia cosa in so stessi». Quind, 1% Lote upra, pp 20100) ss ne i on ne dette pr (Eras tonto.) ® [Nata"RY Umponure (ee, dees, VI, 8) 202 Le provincial iniei Padri, Ja legge di Dio cho vieta di uesidere 3 rovinata da codeste_ decision, Ba nulla serve dire pol, come fate, che «eid 8 Met timo e eriminoso, anche secondo la legge ai Dio, a causa de i omisidi e dei disrdini che ne seguirebbero nello Stato, € perehé, secondo Dio, si 8 obbligati a tener conto del bene ello Stato ». Cid significa uocir dal"Ambito dalla quest Infatti, miei Padri, due sono le leggi de rspettare: una che vieta di uecidere, Pata che vieta di nuccete allo Stato, Pud darsi che Reginaldus non abbia violato Ja legge che vieta di nuceore allo Stato, ma ha certamente viola quella ‘che vieta di ueeidere. Ora, qui si tratta soltanto di questa, Senza dite che i vostei Padri che hanno permesio quegli ‘mieidt nella pratiea hanno distruta tanto Tans. quanto Patra. Ma spingiamoet pit oltre, miei Pas bbenst qualche volta stro intento in el & di osservare la legge 4 salvaguardarlo, Pad darsi che eid sia vero, eebbene non sia certo, perché potzebbe darsi che vi comportiate eae solo per timore dei giudie Esaminiamo, dunque, vi prego, da ‘quale principio nasce codesta vostra attitudine ‘Non & forse vero, miei Pade, che se voi guardaste ve ramente a Dio e se Vosservanza della saa legge fosse fl primo © principale oggetto dei vostri pensiri, un tale ri- spetio reguerebbe in modo uniforme in tutte fe vostre de- cisioni impottanti e v'impegnerebbe a prendere, in tutte Guelle occasion, Ja diese degli interest della religione? Ma, quando si osserva, al eontrarlo, che vielate in tanti casi li ondini pid santi imposti da Dio agli uomini, quando avete da combattere soltanto Ia sua legge; ¢ che, nelle stesse cvcasioni di cu s tratta, vol no annientato la legge, la quale viota quelle azioni come intrinsceamente eriminese, © mo. strate di disapprovatle nella pratiee solo per timore det giudiei, non ei offrite motivo di ponsare che non a Dio vot fguandiats in eodesto vostro timore, e che, se in apparenza he rispettate Ta legge per quanta concerne lebblige di non nnuocere allo Stato, lo faeciate non per Te sua legge, ma per conseguire i vote fini, come sempre hanno fatto i polite! ‘meno religiosit Decimaterea tetera 208 Come, miei Padi, voi ei dinete cho, eonsiderando solo 4a logge adi Dio, che’ proibisee Tomieidio, si ha it divitto di ueeidere per delle maldicenze? IE, dapo aver violato east Ia legge eterna di Dio, eredete di sopprimere lo seandslo da voi eagionato ¢ di persuaderei del vostro rispetto per Lal ‘aggiungendo che ne proibite la pratiea, per eonsiderszioni 4 Slato ¢ por timore dei gindiel? Cid non signifea, inveoe, provorare un altro seandalot Non gid per il rispetto che jn ef) dimoctrate verso i giudici: non vi rimprovero corte mente questo, ¢ le vstee bef in propasto (p. 28) sono ri . B certo, miei Padri, che se cid fosse stato detto da uno che non ammetta Te dottrina della pro- Dabilita, nulla vi sarebbe da ridire, perehé si tratterebbo al- Tora dana semplice notizia senza conseguenze. Ma quando ‘oi, miei Padi, e tutti coloro che profesano Vorribile dot- trina che «tutto quanto 2 approvato da. Autori eelebri Drobabile e sieuro in csciensa >, aggiungete poi che « molli ‘Antori celebri sono @avviso che si pud uccidere per uno ‘hia, che mai signin oid se non mettere in mano a tuttt i eristiani un pugnale petehé uecidano coloro che Ti abbiano offs, dichiarando loro che poston farlo eon sieura ostienza, daeehé seguiranno Vopinione i tant} autorevolt teologit Quale_orrbile tinguaggto, codesto, che, mentre afferma che V'opinione di certi Autori 8 degna di condanna, easti- tuisce in pari tempo una decisione in favare di tale opi- sslone condannabile ¢ autorisea davanti al fro della co- fcenze tutto quanto riferiseat Lo si intende, miei Padri, fadestolinguaggio dela yoatra seuols. Bd 8 stupefacente che abbiate la faccia tosta di parlaelo in modo cosi chiar, dato © (Chee AV tmpatere (heen, Vy Dad Disimaterea eter 205, che esto rivele cos ssopertamente il vostro modo di pensare «© comprova che considerate came sicura in coscienza V'opi- rnione che wi pud teidere per imo schiaifo , sibite dopo vere detto che 2 professata da melti Autori celeb. ‘Voi non potete difendervene, miei Padri; ¢ tanto meno prevalervi dei passi, che mi opponete, di’ Vasquez ¢ di Suéres, in cui essi condannano quegli omicidl che i loro ‘onfratelli approvano, Codeste tetimonianze, sease dal re- sto della yostra dottrina, potrebbero trarre in inganno co- Toro che non Ie conostono sbbastanza, Ma bieogna ellegare insieme i vostsi prinepi e le vostre masime, Vai dite che ‘Vasquez non ammette gli omicidi; ma che cosa dite poi, da un altro Iatot Che ¢la probabilita di un’spinione non pre sgiudica 2a probabilta di quella opposta >. , in un altro Tuoge, che «2 levito seguir Vepinione meno probabile ¢ ‘meno sieura, a preferensa di quella pid probable © ‘cura >. Che mai consegue da tutto eid, eonsiderato nel #40 ‘complesso, se non ehe possediamo una piena lbertd di eo- er seguire, tra tutte cadeste opposte opinion, quella ci andra e genio? Dove va a finie, alors, miei Padi, frutto che speravate da tutte eodeste citazioni? Esso si riduee a nulla, pershé, per condannarvi, basta college sieme eodeste massime, che per tentare di giustifearvi voi Aisgiungete. Perché, dunque, producete eodesti passi di vo- trl Autori che non ho eitati, per giustificarvi di quelli da me citatl, dueehé nulla essi hanno di comune? B qual di: ritto di chiamarmi ‘impostore ’ vi conferice cif? Ho forse detto che tutti vostei Pade son caduti nella stessa srego- Taterzat Non ho sostenato, inveee, che i veatro principale interes 8 quello di averne dé tutte Je opinion! per ser. ire a tutti vostri bisognit A eoloro che vogtiano weeidere, si presenterd Lessing; a coloro che non voglisno, si fark leggere Vasquer, cos! che nessuno ne aca malcontenta, © senza avere per sé un dottore autorevole, Lessias pailerd ell’omividio da pagano, e forse dell'elomosina da evstiano; ‘Vasquez parlerd di questa da pagano, © delVomicidio da cristiano. Ma, in gravia della dottrina della probabilta, pro- fessaia dall'ino come dall'aliro, ¢ ehe rend comuni tutte 205 Le provincia Je yostre opinions, exsist presteranno reeiprocamente Te Toro ‘opinioni ¢ saranno obbligati ad assolvere chi abbia agito conforme a quelle ee ognuno di voi condanna. Proprio 0° desta varicti va meggiormente a vostro distor, Liunitor- ‘itd sarebhe pi olleabile e nulla pit eontrario elle pre- seviioni di sant"Tgnasio e det vost primi Generali come ‘odesto eonfuso miseuglio di ogai sorta di opinion. Forse, tun giorno o Valto, ve ne parler, miei Padei"; esi ester stupitl nel vedere quanto avete tralignato dallospirito ori- nario del vostro Ondine e che i vost stesi Generali han preveduto che la sregolatezza della vostra dottrina nella mo- ‘ale sorebbo potuta riussire funosta non solo al vostro Or- dine, ma anche alla Chiesa universe. Intanto, vi dird che non potele trarro nessun proftto allopinione ai Vasquez. Sarebbe strano se, tra tantl Ge- siti che hanno sevtto, non ee ne fossero wno o due che sb- an detto eid che tutti i eristiani emmottono. Non e'8 ni sn merito nel sostenere che, secondo il Vangelo, non & Te ito uecidere per uno schiaffo, ma ® orrbilmente verge fgnaso ammetterlo, Cid serve tanto poco a giusifcarvi che nulla, ang, vi condanna maggiormente: perch, avendo avuto tra vol aleuni dottori che vi hanno detto Ta veri, non siete rimastt nella verita, e avete preferito le tenebre alla Ince. Voi avote appreso, infati, da Vasquce che «dive che @ Tecito dave una bastonata a chi abbia dato uno sehiatfo ® un’opinione pagana, e non evstiana; ¢ dive che & leito uceidere per tale motivo signifen mandate in rovina il De- ealogo ¢ il Vangelo: anche gli uomini pit soellerati To ri onoseono ». Tuttavia, avete tollerato che, contro queste ve- ith a tutti note, Leins, Hseobar e gli alts! sentenziassero che tuti T divieti dall’omieiaio pronunsiati da Dio non im- pediseono cho si passa uecdere per uno schiaff, che serve, ‘dunque, eitare il passo di Vésquer contro opinions di Les. sius Se non a mostrare che questi &, scoondo Vieques, «un 2 (2 nan me prt, a questo azgomenta el ana parents lease fv note. Gl Poel, fe 988 ard fllombanes 3 Joheny 8] Decimateren tetera sot pagano © uno sellerato 9? Qual eonelusione se ne pud trarre Decalogo il Vangelo »t ior, Vasquez condanner’ Lessius su que- to punta, come Trssius condannerh Vésquex su un altro, © che tutti i vost! Autori si leveranno in giudisio gli uni contro gli altri per condanuarsi a vicenda nei loro spa vventosi eevessteontro la Tegge di Gest Cristot Coneludiamo, dungue, miei Padri, che, daeshé Ia vostra otizina della probebiith rende le aette opinioni di sleuni vostei Autori inutili alla Chiesa e utili soltanto alla vastra politica, esse servono solo © mostrarei, con Ja loro contrad- ‘ittoret, Le doppieasa del vostro cuore, ehe ei avete pie- namente rvelata dichiarandoci, da un Tato, che Vésquer © Suérez sono contrari all'omieidio; dall'ltro, che molti Au- tori ealebri li sono invove favorevoli: al fae di office aglt omini due strade, distruggendo Ia semplicita dello spirito 4i Dio, il quale muledice eoloro che sono doppi nel euore e si tengono aperte due vie: «Vae dupliet eande et ingre- Gleati duabus vis!» aseiatig 1, 14: « Ve dpi conte, ot nis nln ot sibs malefuncdas et poate! tram ingridot dass rr] Decieaguares Loreen 23 ottobre 1686 a Reverendi Pade, Se dovessirispondere solamente alle tre rimanenti In- posture sull’omieido, non avrei bisogno di fare un lango ‘iscoro, ¢ le vedresto qui confutate con pocke parole, Ma, Doiché stimo molto pitt importante sustitare nella gente forrore per le vostro opinioni su tale argomento che nom siustfeare la fedeltd delle mie citazioni, sax) costretto a ne di uocidere eho concedcte in tante oceasioni dic ‘mostrano che, in questa materia, avete telmente messo in non eale la logge di Dio e spento i lumi naturali da aver bisogno di esser rieondotti ai pit semplici prinelpi della religione ¢ del senso comune, Che e' infatti di pit na- turale di queetopinione che «un individuo non ha nessun Airtto sulla vite d'un altro +t « Ne siamo talmente istraiti dda noi stessi—dice san Crisistome*—ehe, quando Dio ha stabilito it preeetto di non uesidere, non he aggianto + (Sunoitle: <8: wonfvtace per mero dai Pade te masine se ae Si, ne pon anne de ‘etusnioy ea puragona In les Stites Ie fof gre he Poder te prem pel) Citon. E12, a popeten ntiorhces) Decimaguarta tetera 209 perehé omieidio 8 un male, in quanto la Legge suppone che si sa gid appresa questa verith dalla natura.» Cosi quel comandamento fa imposto agli uomint in tutti tempi: it Vangelo ha confermato quetlo della Legge", «il Deealogo non ha fatto se non rinnovare quello che gli uomini avevan rieevuto da Dio prima della Legge, nella persona di Noé, da eui dovevan nascere tutti gi Homin Perché, in quel rinnovamento del mondo, Dio disse « quel Patriarea: « To ehiederd conto agli uomini della vita degl uuomini e al fratello della vita del fratello. Tl sangue c¢nlunque spargera il sangue dell’somo sark sparso dal- Yruomo, perehé T'uomo @ fatto a immagine di Dio’ * Questo divicto generale toglie agli womini ogni potere sulla vita degli uomini. B Dio lo ha talmente riservato a 66 slo che, steondo la vert& evistians, oppasta in cid alle also massime del paganesimo , 'uomo non ha potere nett- reno sulla propria vita. Ma, poiché alla sua Provridensa & placiuto eonservare le societ& degli uomini e punine i mal- vagi che le turbano, Bgl stesso ha stablito eerte Tegei per togliere 1a vita ai eriminali; cost gli omicidi, che senza it suo ordine sarebbero attentati dogni di castigo, divengono pnizioni degne di lode in virtd del suo ordine, fuori del ‘quale nulla €” che non sia ingiusto. B quanto sant’Agosting hha chiarto in modo ammirevole nella sua Cittd ai Dia, I bro I, cap. XXI: e Dio ha fatto lui stesso qualche eecesions a tale divieto generale di uecidere, sia eon Te leggi da Lat isttuite per far morize i eriminali sia eon gli ordini parti colari ehe qualche votta ha dati per far_perire certuni 4, quando in quef easi si ucside, chi uecide non & P'uomo, bens Dio, det quale I'uomo & solo Jo strumento, come una spada in mano di chi se ne serva, Ma, fuorehé jn questi casi, ehiunque ueeide si rende eolpevole di omicidio», B quindi corto, mii Padri, ehe solo Dio ha il ditto di toglire la vita, che, tuttavia, avendo isttuito leggi per © olor Mey XVI, $2: , Divito che si trovava id nell Bodo, eap. XXIT*. Bla legge Furem, ad legen Comliam, desunta da Ulptano, vieta die uecidere persino i : [Pro Mélone, 111, 9.) . } : 2 Sich, a2 Le provincia Jadvi notturni, che non ei mettano in pericolo di morte. To potete leggere nel Culacio, Inti. Dip. de Just. ef Jur, cad leg. UL". Diteci, dunque, miei Padri, in nome di quole autorita voi permettee quel che & vietato dalle leggidivine e umane; © con qual dirtto Lessius ha potato soriver, I. TT, eap. TX, tun, 66 ¢ 12": «L'Bsodo proibisee di uceidere i ladst diurni che non si difendano con le armi; e la gustisia puniaee ei commette simili ueesiont, Tutlavia, non se ne sarebbe col- ‘pevoll nel fie della coseenza, quando non s sia sieur di po- ter reeuperare quel che ei ven tao, esi sia in dubbo, came lige Soto: non essendo obbligati a esporsi al pericalo di perdere qualeote per ealvare un ladvo, E tutto eid & per- messo anche agli stsst eovlesiatiei 9? Quale strano ardire! 1 legge di Mos® punise color che weeidono i lads, quando non minaceino la nostza vita; e seeondo voi, a legge del ‘Vangolo Ii astolve! Come, miei Padri, Gesit Cristo 8 venuto ver distruggere la Iegge, ¢ non per compicrla "? eT giudiet Punirebbero—eontinua Lassius — color che in tall casi we cidessro, ma non si sarebbe eelpevoli in eossiensa, » Dun ue, la morale di Gest Cristo 2 pit) erudele meno ne- mie delVomieidio di quella dei pagani, da eui i giudict hanno dexivato Te Teggi civil ehe lo eondannano? Et ert stiani tongono in maggior eonto i bent della terra o in mi nor conto la vite umana degli idolatri e degli infedeli? Su che cose vi fondato, miei Padi? Non su aleuna legge espressa né di Dio n6 degli uomini, bensi su questo strano ragionamento: «Le leggi—dite—permettono di difen- {Cénmenl 4 tat Diet de Junta ot Jur of em lennon ae Ten eect ce Sih, in scape parade Miss OC dso tes Fs es Ra agin (ut 0 agri Sch ICs He Sanat ok Clet dad Lae ie rey, sie Sect tate cars i sn potear na vaca ne eel Sure a saioptee = Ot, Posie, tr323) nee 213 dorsi contro i ledei ¢ ai respingore la forza con ta forza Orbene, dacché Ia difesa & permessa, anche I'omicidio & re putato permesso; altrimenti, difendersi sarcbbe spesso imme possibile “Ma eke, easendo permesso difenders, sia permeso anche Vomicidi, @ falso, miei Pedri, H codesta erudele maniera i difendersi& la'fonte di tutti i vostsi errori, od ® chi rata dalla FecoltA di Lovanio, nella sua consura della dot- ‘rina del vostro Padre L'Amy sull'omicidio", « una difesa omicide, defensio occisivas. To sostengo, dungque, che, se- Vomieldio passa tale dfferenza tidlo 8 inveee proitito, salvo che non si corra pexiealo di morte, R quanto afferma Cuiacio nel lingo citato: , Chi, dungue, vi ha concesso il potere di dire, come fanno Molina, Reginaldus, Filiutius, Bsoobar, Lessing e gli altel ‘, come dice TLessius, n. 78%. Con qual autorita vf, che sicte soltento dei privat, conferite le potesth di uesidere al privat, ¢ porsina ai religiosi? B eome ardite usurpare il divitto dt vita e di morte, che appartione soltanto @ Dio, e che & il pit glorioso contrassogno della potestd sovrana? A questo ovete rispondere; mentre voi eredete di aver sodistatto a tale obbligo, dicondo semplicemente, nella vastra XTTT Tot posters, che eil valore per il quale Molina permette di we- cidere un ladro che fugga senza usarei sleuna violenza non ® cod) picoolo come io ho detto, ma dev"esser superiore at foci ducati», Com’® debole eadeata ‘quanto lo fsserete, codesto valoret A quindisi o a sediei 1 [Cemare dt 6 settee 1640) [rate le Ghisons per enore! es. — fe, npr 984 au Le provincia ucatit Non per questo rinuneer® a vimproverenvi, Per lo ‘meno, non vorvete dire che pud esser euperiore al prezzo un cavalo: pereh6 Lessius, I, eap. 1X, n, T4 die ehiero © tondo che «® permesso uccidere un Tadro che fugga eat nostro cavalios. Ma vi dico di pit: seeondo Molin, tale valore & di sei ducati, come ho gid detto'; ¢ se nom vyolete ammetterlo, prendiamo un arbitro eke non possite riflatare. Scelgo, dunque, a tal fine il vostro Padre Regi- naldus, che, spiegundo " quello stesso Tuogo di Motina, ib XNT, 2. 68, afforma che ¢Molina fsa in tre o quattro © tinque ducati il valore per il quale non 2 Tecto ueeidere», In tal modo, miei Pade, avrd per me non solo Molina, ma anche Reginaldus, Alltrettanto favo mi serd confutare la vostra NIV Fipo- stura, eoncernente il permesso di eeidere «un ladro che voplia portarei via uno seudo , secondo Malina, 8 un'opi- alone talmente eostante che Esoobar lo attesterd, tx. I, ex VIL, n, 44: dove afferma che « Molina fissa regolarmente {in uno seudo Ia somma per la quale si pub ueeidere ». Cosi, nella vostra XIV Tmpostura, voi mi rimproverate soltanto Ai aver sppreso le ultime parole di quel passo: ossia che «in eid bisogna osservare la moderasione dana giusta di esa». Ma perehé non vi lamentate anche del fatto che Bseo- bar non le ha itateY Come siete poco eccortil Credete che non ai sappia quel che significa, secondo voi, *difendens Forse ehe non sappiamo che si trata dana « difesa om ida »t Voi vorreste far eredere che, con quelle parole, Mo- Tina abbia votuto dize che, quando ei si trova in periealo di vita per difendere i! proprio seudo, i pud uecidere, poi Jo si fa per salvare Ja propria vita. Ma, a0 eid fos ver, riei Padti, perché mai nello stesio Iungo Blinn direbhe che «in eid & di avviso contrario « Carrerius © a Baldelli», che permettono di uesidere solo per salvare la propria vital ‘Vi dichiaro, pereid, che gli intende dire semplicemente he, se & possibile salvare il proprio seudo senza ammazzare [Selle VIE Provincia (uray pp, 8.99 « 1 FXin tie Pra for pact it) 12 9) ra etera 28 Desimays 1 ladro, llra non a deve uosidna; ma che, se 208 st Pb comervaiownsaemmasne i lado, quananche non corm nen perclo di vit come nel oa neat at Sno non sn ast aloa perme sears weil rei rod lay non se dalabite dlls moderasone Gra giuta tc per Simstarvl, lias che Tl Stoo fo spp tom EV tL, dub XI, 8s «Sh Be fa pur sempre cir a modersine una Iegitina dfn, Giustd'anhe facia uo dalle a conto ch al armato Gre st serv Ok ari mgr quelled costal. So che te Juni ono di avvno eontaro, ma non ne approve opt lane, nemmene el tna eerie» Disque, mist Pads, & foe Guba ch X vost AMtort permetona i uckere per la dies del prop esl dl Fropri ere, ance quando ‘non scree mesa perio Avia son Io stew principio eat aoreano It dat, tome ho fate vere con tant pan, al qual al cbieat. Nel vst wert atacnts solamente un paso dal vont Padre Layman quale lo permet «quando Sn cao divers, a core priest ot penere# rope Kee proprio onore>, deendo he to appreno que ce teciangs pl: cam trininos, Daveers, i ammio, ie Pate ehe ameneipetre ql chem sntasitet Come fel irattae df sapere so aca simile sin rato non Fintona dl rapere a i dull in permenat Soro ve pro- Hei atta dati. Layman, Sn quail kena, deve tludiare ei dul sa perme: esponds da Se quel {So cn ao on lo gudcheremo snr eg arene tment che 8 toto comune. te vol Profere Drestar ‘chlo al vst huon amiso Dian op ir che 8 ": « quele di questi due Tinguaget restate astolto? Quale parlate? Quel che appartengono 1 Gest Cristo mutrono, & detta di san Paolo”, gli stess seatimenti di Gest Cristo; e quelli che sono fgli del dia volo, ex patre diabolo, il quale ® stato omicida sin dall’n io del mondo, ne seguono, a detta di Gest Cristo, Ie rmassime, Ascoltiame, dunque, i linguaggio della vostra senols, ¢ domandiamo ai vests Autort: «Quando of vien ato uno schiaffo, dobbiamo sopporiarlo in pace piuttosto che uesidere chi ce lo vuol dare? O @ leeito uecidere costal per evitare tale affront »1 « B Jeito — rispondono Lessius, Moline, Bseabar, Roginaldus, Piiutiu, Baldelli e altri Ge- suiti—uevidere eolui che el voglia dare uno scbiatfo » P questo i linguaggio di Gest Cristo? Rispondete ancora: si resterebbe disonorati se si tollerasso uno scbiaff, senza tuecdere chi ce lo abbia datot «Non 8 forse vero—serive [Besobar — che, fnché uno Insela vivere chi gli ha dato ano sohiaflo, eso resta senza onoret "Sl, miei Pade, senza os fon ta W205 05, 25, 2) cea EE ee rt ese ek Sie el conor corm jenn le Matt ipitale Soka) 2 oe, he mem ton mae mat (OEE (Zohan, VILE, 44: < Von ox patro diabolo eatin; et arta tt fehl’ hig 3 feke BM Bolte Gore 8) me Le provincia ‘quel’onore che 51 diavolo ha tresmesso dal. proprio spirito ‘superbo a quello dei suoi superbi fli; quell’onore che & sempre stato Piolo degli uomini posseduti dallo spirito del mondo, Per conservare quell’onore, di eui il demonio @ il vero dispensatare, esi gil saerieano la vita eal furore dei uel, cut si abbandonano; Vonore, con V'ignominia dei suppliai cut si espongono; la salversa eterna, eol periolo della dannazione in eui incorrona e che Ii ha fatti prvare, ai noni ecelesiastci, sin della sepoltura™. Bla sia Tode a Dio che ha rischiarato la mente del nostro re eon lumi pid puri di quelli dela vostra teologia. Tsuoi edit eos severt in proposito non hanno fatto eh it dello fosse un eximine, ‘a si son limitati a punire il erimine insxparshile dsl ducllo Col timore del rigore della sua giustiia, eli ha rafter ‘oloro che non eran tenuti a freno dal timore della giustizio na; ela sua pleth gli ha fatto intendere che Vonore del crstiani eonsste nel rispetto dei preeetti di Dio e dele re- gle del erstianesimo, e non in quel fantasma di anore, che, per quanto vano, vol protendete sia una legittima giustif- ‘tziono degli omisid. Di eonseguenta, le vostre sentenae a8- sassine sono oggi oggetto di arversione de parte di tutti; © por voi sarcbbe miglior eonsiglio matare di opinione, 22 non per principio di religioe, almeno per pradenaa pol ties. Prevenite, miei Pedri, eon una condanna volontaria Ai quelle opinion’ inumane { extiviefteti che ne potrebbero ceonseguire, © dei quali sarvste nesponsabili, E, per eoneepire rmaggior orrore delVomicidi che il primo ri rine degli uomiai eorrotti fu un omicidio commesso nella person del primo giusto; ehe i loro pin grande delitto 2a lun omicidio nella persona del eapo ai tutti i giusti; © che Vomieidio @ il solo erimine che distruggs a tn tempo To Stato, la Chiesa, a natura e le pieth. Ho prao tstéconesenes dlls rspott del vostro apologita alla mia decimatersa Tellera Ma non. Fsponders in todo Imigliore alle presente eters, che soda alla magsior parte delle (Ctr Ia ote 1 alla VIE Province) Decimaguarts letters 238 sue dial, lh non merterk nessuna repliea. MG fa pena velerlo oie di eontinae dl sineto per dungers in ealaenie ‘in ingiurie contr i vv econo | mort. Ma, se vleteprocerare adit al materiale che gi fornite, nou doveste frp seoneaace ‘ubblieameate una cosa tanto pubbles come lo seksi di Com Plime" B notora, miei Pads per Ia cofeaiode deter, Se questi bn inv alla gota tno schato da un Pave Gest: ‘fatto qul che | vost ise hun patty fare & stato solo tmatere In dubbio se ei Uatlsse Wan sansitto 0 dan mano: vescio ¢ di dscwere eo un teancoveco alla ota debe chi: tears shit 9 no. Non soa eli toot stabil; edo tts fhe strat per lo meno” dt-uuo schiff probable E questo esta‘ meter in pace on (a ia eeelenta, 1 fot, te nota 12 alla, ITT Proinite) 1 [Gniomerasone senogu im une ater. dat 2 ottsbre 1656 sa evgrtta dr Fy Paria Pe, prota Teunvredi> (buen, Vi, 98) Drcouqueers Larrea 2% novembre 1656 Mii Reverendi Padri, Poiché le vostre Imposture vanno ogni giorno crescendo « voi ve ne servite per ingiuriare in maniera eos erudele tutte le persone di pietd contrarie ai vostri ertori, mi sento in dovere, per Ml lore interess> e per quello della Chiesa, di svelare, come ho promesso da molto tempo, un segreto della vostta eondotta, afinché si poss rieonoseera, per merzo delle vostee stesse massime, quale fede si debba prestare alle vostre accuse e alle vaste ingiurie, So che coloro che non vi conoscono abbastanea duran fa tica aprender partite su questo punto, perehé si trovano nella necesita o di tencre per eerti gli ineredibil delitt i cui accusute i vostri nemiei o di eonsiderarvi degli im- postoti: cosa che sembra loro altrettanto ineredibile. Come! ~essi dicono, —se quelle accuse non fossero vere, dei reli- ost le propaleredboro? ¢ vorrebbero rinunsiare alla Toro cossienza ¢ dennarsi con simili ealunmie? Beto eome rugio. nano costoro; eos, Ie prove manifeste oon eui vengon + [Settatialos «Come i Geni tlgone et 4 ealtnin ota fama sepa I so ne wea 9 Tian alla Seonde partie dev pasture, es dl padre on le Hej t a otto Dt fet Seat tt Desinaguints letters 27 distrutto Te vostre calunnie seontrandosi con Vopinione cho hanno della vostra sineeria, il Toro aaimo rimane soxpeso tra Vevidenta della verit, che essi non possono smentire, il dovere della cariti, che temono di ferize. Dimodoché, essendo Ta stima che hanno per voi Ie sola cosa che impe- dlisca loro di respingere le vostre maldicenze, se si iuseira 48 far Toro capire che vol non aveto della ealunnia Videa che est immaginano {abbiate}, ¢ che eredete di procacciarvi Veterna salvezza calunniando't vostsi nemiei, indubitato he Ta stese forea della veritd Ii indureh senza indugio a hon prestar pit fede alle vostre imposture. Sari questo, aici Pade, Voggetto di questa mia Tettera, ‘Non mi propongo solamente di far vedere cho i vost serttison pieni di ealunnie; voglio spingermi oltre. Si pud benissimo die felstd eredendole vere; ma Ia qualita ai mentitore implica Vintensione di mentie. Fard dunque ve- ‘ozo, miei Padsi,ehe Ia vostra intensione & quella di mentire edi ealunniare; ¢ che, quando atteibuito ai vostr! nemict cximing di cai li eapete innocomti, 10 fate eon eognizione di causa © di proposit, perehé enedete di poter farlo senza ‘eeadere dallo stato di graria. B, schbene conoaciate quanto ‘me questo punto della vostra morale, non tralaseerd di ‘esporvelo, miei Padei, alfnché nessuno no posse dubitare, vedendo che mi rivolgo » vot per esporlo a voi stesi*, senza che possiate aver Ta sieumera di negatlo so non confor- ‘mando, eon eodesta stosa seonfesvione, il rimprovero che vi rivolgo, Si tratta, infati, d'una dottrina talmente co- mane nelle vostre seuole che voi V'avete sostenata non solo nel vosts bri, ma anche nelle votre tesi pubbliche (it he 2 il colmo delia strontatezza): tra Taltro nelle vostro tei i Lovanio del 1615, in quosti termini: « Calunniare © ac- cusare di fai delitti, per distruggers i eredito di eoloro he sparlano di noi, ® solo un peceato voniale: Quidni now ‘nisi veniale sit, detrahentis autortatem magnam, € fee, Pontes, fr 021: «Ve sonig ior for] io Blo «rol los pars 6d 28 Le provincia iam, fatso erimine elideret »*. B tra voi tale dottrina & ft costante che ehianque ost attacearla vien da voi trat- tato da ignorante ¢ da temeraro, B quanto ha sperimentato poco tempo fa il Padre Qui- roga, Cappuesino tedesco, quando ha valuto opporst essa. TInfait, it vostro Padre Dieastillo* non tard im momento ad attacearlo, Beco come egli prin di tale disputa, De Just, 1, te I, disp, 12, n. 404: «Un certo religion» che non nnomino, picno di geavit pied mudi e eappuceio in testa, cucullatus gymnopeda, ebbe Ia temerith ai sereditare que topinione presso dallo donne ¢ deg!"ignoranti, « di ater. ‘mare che & perniciosa ¢ seandaloca, contraria at buoni co- stumi, alla pace degli Stati e delle secetd,e inine contrarian non solo a tutti i dottor!eattoliel, ma a tutti color che posson essere eattolii, Mao gli ho replicat, sostenendo, ome sostengo tuttora, clo la ealunnia, quando venga ussta contro un ealunniatore, pur essendo ta menaogna, non & perd um peseato mortal, né contro la giustizia né contro Ta eaviti; e per dimostrarglilo, li ho fornito in folla i nostri Padrie le Universiti intere che ne sono eomposte, da ‘me tutte consultate; tra gli altri il RP, Giovanni Gans, confessre dellraperatore; il R, P. Daniele Bastele, eon fessore dell'areiduea Leopoldo; il Padre Bnrieo, ehe fa precettore df quel due prineipis tutti { professor! pubbliel © ondinari dell"Universita dt Vienna (tutta eomposta. di Gesuiti); tutti f profesori del’Universitd di Gren (tutta composta di Gesuiti; tutti 1 professor dell'Universith. dt Praga (di oni i Gesuitt sono i padroni): dei quali tutti ho nelle man le approvazioni alla mia opinione, sritte e fir- rate di Toro pugno. Senza dize che ho inoltre per me il Pade de Pefialossa, Gesuita, predieatore dellimperatone fram dace "de Flaptsiin do Rowe portant aefous de'tee te Cat Totaaati Beate, genie napoetano (1585.18, prof 4 teologla"e Teed, Murine Veuna, Cfp t sto De Jutta oh Thre eteiepe witb sadiatous 2684} Decimaguina tetera 229 el re di Spagna, il Padre Pillicerli, Gesuita, molt alte che, prima di questa disputa, avevan giudicato probable 4quel’opinione >. Vedete bene, miei Pad, che poche sono Ieopinion’ che abbiate eereato di eereditare con altettanto impegno, essendovene poche di cul aveste tanto bisogna Bato perché le aveto conferito tale autoritd che i cassti se ne servono come di un principio indubitabile. «fuori di- seussione—dige il Padre Caramuel*, n, 1151—ehe & ‘un’apinione probable che ealunniare falsamente per tute- lure il proprio onore non é peceato mortale. Infutti, essa & sostenuta da pit) di venti autorevoli dotior’, da. Gaspar Murtado © Dicastll, Gesuith, ex.; dimodocks, se qust'opi nione non fosse probabile, ben diffeilmente in tutta le too logia ce ne sarebbe una che Toss tale.» © ‘teologia abominevolo, ¢ eos) corrotia in tutti i enol capi, dhe, 8 non fosse probable e sieuro in coseiensa eh, per tatelare il proprio onore, si pub calunniare sonza com. mettere colpa, a mala pena si potrebbe trovare una delle sue decision che’ fosse tale! E com'’ verosimile, mich Padri, the eoloro ehe professano quel principio lo mettano qual che volta in pratial La eorrotta inelinasione degli uomini vi tende gi da s6 con tanto impoto che & incrediile rho, sopprimendo T'estacalo della eastinzz, essa non si sviloppi con Ta sua naturale veemenza, Ne volete un esempiot Ve lo forniri Caramuel, nel medesimo Tuogo: « Questa massima ‘del Paciro Dicatilo attinente alla ealunnia,—egli serie, —essendo stata inseynata da une eontessa di Alemagna alle figlie del’imperatrce, Nepinione che queste concepirono di rnon pitt peeeare per delle ealunnie fuorehé tutta pi venial- mente ne feee naseere in pochi giorni tants, e tante maldi- conze ¢ false diceri da mettcre in eombustione e in ellarme Vintera Corte, & facile, infattl immaginare I'uso che esse no seppero fare. Dimodoché, per sedare quel tumulto, si ovette chiamars wn buon Padre Cappuccino, uomo di vita esemplare, il Padre Quiroga (e proprio per questa il Pa: dre Dicastillo se la prese tanto con lui} il quale dichian® + [rtestogia morals i, tnd, LXV, De Homicda, § 6.850) 230 Le provincial loro che tale massima ora asssi pernicioss, spesie per te ‘donne, si dette molto da fare perehé Mimperatrice no abo- Tisse interamente 'uso . Non e'8 da stupire det mali of feti causati da tale dotirina: ef serebbe da meravigliars piuttsto 0 non avesse provorate tanta Heeza I'emor pro- prio ci persuade sempre abbastanza che gli attaechi contro i nol sono ingiusti: voi specialmente, miei Padi, talmente accecati dalla vanitd da voler far eredere in tutti i voste serithi che ferire Vonore della vostra Socita equivale a fe ive Monore della Chiesa, B coe, mict Padei, aatchbe strano che non metteste in pratiea quella massime. Infett, non bisogna pit dine di voi, come eoloro che nen vi eonoscono: «Come potrebbero, [quel buoni Padvi,] enlunniare i loro neniei, dacché potrebboro faxlo solo mettende a repentagtio| Ta loro saivezza? », bens, tutta eontrarin: « Perché ror. rebbero rinunzlare al yantaggio di sereditare j loro nemii, Sacehé posson farlo senza metiere a risehio la aalvenza della loro anima? ». Non ei si meravigli pid, dunque, di vedere ¢ Gesuiti come ealunniatori: esi son tall con sicurtA di co- scienza, e mulla pud impedir loro di eondursi ens, poiché, fm grazia del eredito di eui godono net mondo, possano ca. Tonniare senza temere Te giusizin degli uoming,¢, mediante Vautorita che sf sono srrogeti sui east di coseienza, hanno stabilito massime per poterlo fare sensn temere la giustizia ai Dio, Ecco, miei Padsi, la fonte da ui derivano tante nere ‘mposture. Feco quel che ha indotto il vostro Padte Bri sacier a propalame tante, sino ad attirare sopra dif a fenmura del defunto signor arciveseova di Patigi', Beco eid che ha spinto il vostro Padre Danjou a sereditare d alto del pulpito detia ehiesa di san Benedetto, [a Parigi] 18 marzo 1656, Te persone di quali che raccoglievano le clemosine peri poveri della Piseantia e della Champagne, alle quali ess stesi contsibuirono in eos larga misura; ¢ dire, eon una menzogna orribile © eapace di far esiceare quelle’ elemosine, ove si fasse prestato qualche fede alle * foe nos VE Proinite) Decimaguinta tetera 231 vostre Imposture, che eagli sapeva per seiensa corta che aquulle persone avevan stornato quel denaro per usarlo eon- tro la Chios © contro lo Stato: accusa che obbligd i cenrato di quella parracehia, it quale & 1m dottore della Sor bons, « selire il giorno dopo sul pulpita per smentire quelle calunnie’. Tn grasia dello stesso prinipio il vostro Padze Crnssct” ha predicato a Orléans tante imposture da render reer che il veseovo di quella cittd lo interdieasse come tun pubblico impostore eon il suo mandamento del 9 settem- bro [scorse], nal quale easo dichiara che « proibisce al Fra- tello Jean Grasset, prete della Compagnia di Gesd, di pre- dicare nella sua diocese a tutto fl su0 popolo di aseotarlo, sotto pena di renders eolpevole di une disobbedienza mor. tale, in quanto ha appreso che il detto Crass aveva tenuto al pulpito un diseorso pieno di felsitde di ealunnie contro ai covlesiastil dea ett, serusandoli eon frode e eon ma- linia di sostenere questeeretiche ed empie proposiiont: che {comendamenti di Dio sono impossibli; che non & poss- Die resisere alla grasia interiore; che Gest Cristo non & orto per tutti gli uomini, © altre simi, condannate da Innocenzo X», Perehé, mioi Padsi, codeste & la vostra or- inaria impostura, quella che vol rimproverate per prima 4 tutti coloro che v"importa di sereitare. B, scbbene vi imposibile dimostrarla nei congronti di chiechossia, cost om'era impossible al Padre Crasset dimostrarla nel ri seuardt degli eocleiastied di Orléans, tuttavia Ja vostra i avean sfterta Ia x Rib be sre, tains a0 tame, A Darin iran sacs por altar om a aug is ate ea Pa G3) mere ‘ein cent roca aie ie utero ano sate inte ot Mito Sedco™ (con allaens at gunsenit). 11 parreco- a Sun fat Fem net Geet si - tre dopo ger tsar ont fe mr Bai et nti le ‘na aon ee = Crane (36180) vera tena got sermons 18 mulonbe 16 of eu Sato Smmetntaste private Art on Le provincia cossienza reste asolutamente tranquilla, perché voi ore- Aete che codesta maniera di calunniarecoloro che vi combat- tono sia cost sicuramente lecite che non teinete di dichia: rarlo pubblicamente ¢ in eospetto di un'intera eitta ‘econe una prova insigne nella contesa che avete avuta col signor Pays, curato di Saint-Nizior a Lione. B, poiché questa storia carattrizza in modo perfetto Ta. vostra con otis, ne rferir) le principal eireostance. Voi sapete, miei Pade, che nel 1649 41 signor Puys tradusse in franeese un ottimo libro d'un altro Padre Cappuccino riguardante Queste sole parole bustarono a mandarlo mondo dalla sua apostasia, della sua seandalosa eondotta ¢ dalla seomuniea, ‘enea ritrattazione © senza assoluzione. Bil Padre Alby i disse poi quete precise parolo: « Signore, la eredenca ehe bho avata che voi attaceaste V'Ordine al quale mi onoro di appartenere mi ha fatto impugnare la penna per rispondervi; ho eredato ch a maniera dame usata at vosse renstesss. Ma, ora, conastendo meglio Ia vostra intenzione, vi dichiaro che non o'@ pit nulla che posse impedinei di considerarvt come un uooio dalla mente molto illuminate, dalla dottrina profonda e ortodasea, di costuml érreprensibili, in una pa rola, come un dagno pastore della vostra chicsa. B une chiarazione che facelo eon gioia, ¢ prego questi Messeri di Heordarsene 9. ‘Se ne vicordarano, miet Pedris la riconeiliasione fec0 pit seandalo della diatriba. Chi, infatti, non stupirebbe di tardesto diseorso det Padre Alby? Beli non dise dVessersi ritrattato per aver appreso il mutamento dei eostumi e della Aottrina del signor Puys; ma solo perché, « essendost reso feanto ehe Ia sua intensione non era stata di attaccare Ia vostte Compagnia, nulla pid impediva di tenezlo per eat- toligo >. Dungue, non eredeva che 5l signor Pays fosse ve- ramente eretico! Pare, dopo averlo aecusato in quel modo fontro eoseienza, non’ ha riconoseiuto di avere sbagliato mi, ha orato dire di xeredere che la maniera da lui usta, li fosse permessa >, A che pensate, miel Pads, testimoniendo cost publics. rmente che voi commisurate la fede e la vith delle persone slo ai sentimentt che mutrono verso la vostra SocietA? Non favete temuto di passare voi stess, per vostra confessione, per calunniator ¢ per impostorit Come, miei Padrit lo xtess0 individuo, senza che in Ini avvenge aleun mutamento, sarh pio 0 empio, irreprensibile 0 mertevole di scrmunicn, demo pastore della Chieea 0 meritevole del rogo, e, insomma, cat {alico 0 erticn, a seeonda che voi eredete ehe onori od osteg 234 1a provincia Ja vostra Socictat Dungue, nel vostro linguaggio, ttaccare Al vostro Online ed essere eretico& tutunot Beso un’eresia avvero amens, miei Padi, Cost, quando nei vest eet ai legge che tante persone eattliche sono eretiche, eid signi- flea semplicemente che vot eredete che vi combattana, B-op- pportuno, mict Padi, renders conto di codesto singolare modo di esprimersi, seeondo il quale & indubbio ehe io sono uum gran arctico. B, invero, in eodesto senso, mi afibbiate spesso tale qualifea, Mi escludete dalla Chiose semplice- mente perché eredete che le mie lettere vi nueeiano: tal- hé, per divenire buon eattolien mi resterebbe solamente o 4a approvare le aborrazioni della vostra morale (cosa che non potrei fare senza rinuniare a ogni sentimenta di pict) ‘0 da eonvineervi che eereo solo il vostra vero bene: © bi sognerebbe che voi vi foste iereduti dai vaste errori per rionoseerfo, Sieehé jo mi trovo stranamente impaniato nel- ‘Veresa, perché la pureaza della mia fede non valendo affatto a liberarmi da codesta sorta di errore, non me ne posse tirar fuori so non tradendo la mia coocionsa 0 riformando la vo: stra, Sino a quel momento, sard sempre un malvagio ¢ un ‘impostore; ¢, per quanto fedele jo sia stato nel riferire i vostri pass, ‘voi andrete gridando per ogni dove ehe «bic sogna essere un emissario del demonio per imputarvi » cose 4 cai nei vortri Ibei «non '% nf segno né-vestigio» , agendo oo, vi conformerete punto per panto alla vastra rmasima ¢ alla vostra eondotta ordineria, tanto estero @ il privilegio di mentire che possodete, Permettete ehe ve ne ia un esempio, che selgo a ragion veduta, perché cost 2 ponder) in pari tempo alla nona delle vestre Zmposture. Te quali meritano dieser eonfutate cost, solo di passat, Diect'o dodiei anni fa vi fa rimproverata questa mas ima del Padre Bauny: che «2 Testo ecreare direttamente, primo ef per se, un'occasione prossima di peccare per il bone spirituale o temporale nostro o del nostro prossimo », te TV, q. XIV", Dol che egli reeava questo esempio: che {hal De Sacraments ct, — Cir. tx ¥ Provincate (euprn 1,00," ontnocepetes © snepper «Youn Boutlee et ‘een pag. Ip te IVs 4 1) p 8h, ox Basile Pon, eas Snel ot eds ecimaguints lttera 235, 4 lecito a ognuno ai recarsi in Iuoghi pubbliet allo seopo 4 convertire delle donne perdute, ancorehé sia verosimile che vi si pescherd, per aver ii spesso sperimentato che facile laseiarsi andare a peccare a causa delle carezze di ‘quelle donne >. Che cosa rispose a tall eritiche Hl vostro Pa- dre Caussin, nol 1644, nella sua Apologie pour ta Comp lanie de Jésus, p. 1201" «Si veda il paaso del Padre Bauny, 1 leggano Ta pagina, i margin, le premess, il séguito, tutto iI rimanente e persino tutto i! libro: non vi si troverh trace cia di simile gentonza, che potrebbe venire in mente solo 4 wh tomo dalla coscionsa affato ottencbrata, © che sem- ‘bra non possaesser stata esoogitata non da un agente det emonio,» Hil vostro Padre Pinthereas, nel modesimo stile, parte I, p. 24%: «Bisogna aver perduto ogni Inne della coseienza per insegnare una dottring tanto detestable; ma hisogna esser poggiore dom demonio per sttibairla al P dro Buuny. Lettare, in tuto il suo ibro non e'8 n"8 né se- fo né traccla!». Chi mai non eredercbbe che persone che parlano in simile tono non avessero razione di lamenta che, di fatto, sf sia acousato a torto il Padre Bauny? “Avete mai affermato qualeosa contro di me in termini pit acerbit Come si oserebbe immaginare ehe un dato passo st trovi eon Ie stesse precise parole, nel Iuogo da eui &citato, ‘quando si aserise che «in tutto il libro non co '8 m6 50: frno n6 traeeia 9t ‘In vert, miei Pads, coca il mexzo per indurre a pre- starvi fede finehé non visi rlsponda; ma anche Ml mezzo dt fare che non vi si pres pit fede, quando vi si sarh rispo- sto. Pereh6 2 talmente vero che allora mentivate che oft vol stem non avete nessuna diffenlth di rieonoscere, nelle vostre Risposte, che quella massima si trova nel Padre Bouny, ¢ proprio nel Iuogo eitato; ¢ quel che 8 ancor pi tmirabile &che essa, ensiché eseze ‘detestabile” come dodici anni fa, 8 adesso cost innocente che neta vostea TK Tmpo- “tute Ie saison, par errno: 128.) sn pate lt Tas optrette Yrroes erdo 28 Le provincia stura, p. 10, voi mi accusate, « Qgnorsnza e di maliia ¢ A muover querela al Padre Bauny a proposito di un’epi nione che nella Seuola non & respinta >. Com’® utile, mii Padei, aver da fare eon persone che sostengono il pro e il contro! Per eanfutarvi, mi bastano Te vostre stesse asser- ion, Inftt, 8 sufficiente ehe jo dimostri due cose: Puna, ‘he quella messima non ha nessun valore; Valtra, che ess appartiene al Padre Bouny; e fo dimestrerd Vana e V'ltra per mezzo delle vostre stesse confessions, Nel 1644, voi ete riconossiuto che essa 8 dotestabile';¢ nel 1658 rico- nosecte ehe & del Padre Bruny’, Questo duplin rieonosei- mento non solo. mi glustifes abbartanza, miei Pad, ma fa di pit: rivola lo epirito della vostra politien. Ditem, infati, vi progo, qual il fine che vi proponete nei vast seritti? Di parlere eon sinoeritht No, miei Pad To vostre rsposte si distraggono a vicenda, Di attene verita della fede? Neppure, poiché autorizate una massima he, secondo voi stesl, 2 * detestable’. Ma. consideriamo he, quando Vavete giudieata tala, avete im pari tempo me- gto che fosse del Padre Baumy, il quale ers pereid inno fente; ¢ che adees, che confesste che & san, voi sstencte in pari tempo ehe & buona: sieché opi & anche questa volts Innocente. Dimodoehé, Mnnocenza i quel Padre essendo Js ola cosa comune alle vostre du risposte ® evidente che anche la sola cosa che in ese cexeate © che Vuinien spo che vi prefiggote & solo Ie difesa dei voste! Padi, col dire i une medesima massima che essa al trove nel vost! Tibrk fe che non visi trova, che & buona e ehe @ eattiva: non i ‘modo conforme alla veriti, che mai non muta, ma conforme al vostro interese, che eambia ogni ora. Che mai non potrel dizvi in propositet Perehé voi vedete bene che oid & won Vincente, Bppure, codesto 2 M1 vostro modo ai agine ord nario, H, omettendo un’infinita di esempi, credo che vi eon- Tenterete che ne riferisea ancora tno. Vid stata rimproverata in diversi tempi un‘altra mas- sma del medesimo Padre Bauny, tr. TV, q, XXTF, p, 100"; [ote WX Prowincae Corr p40) Decimaguinta tetera 2st -«Non ai deve nogare nf diferire Massolasione a ealoro che ommettono abitualmente delitti contro In legge di Dio, della natura e della Chiesa, ancorehé essi non diano spe: rranza aleuna di correggersi: tai emendationis futurae spes ‘nulla appareat». A questo propeste, mick Padi, vi prego Ai dir eh, a vostro avviso abbia risposto meglio: i vostro Padre Pinthereaw 0 il vostro Padre Brisacie, quali difen- dono il Padre Bauny nelle vostre du solite maniere: I'ano, ondannendo questa propesizione, ma negando cho sia del Padze Bauny; Valtro, reonostendo che & sua, ma in part ‘tempo giustifeandola? Ascltateli. Heco il Padre Pinthe- eau, p. 19°": Non significa forse vareare i Titi dl ogat pudore ¢ spingersi di Ii da ogni impadenea imputere al Padre Buuny, come una cosa certs, una dottrina cost provevole? Giadiea, lettore, Minfamin di simile calunnia e ‘considera con chi hanno da fare i Gesuiti, exe Vautore d'una, feos) mera supposiione non debba dora inna siderato come V'emisario del padre delle menzogme », Fa ‘ceo ora il vsteo Padve Brisaler, parte TV, p. 21: «i fata, A Padre Benny dice quel che voi viferte x. B una nette smentita del Padse Pinthercau, «Ma—aggiunge il Pax ‘dre Brisacier per giustiicare il Padre Bauny — voi che bia: imate questa proposizione, aspettate, quando un penitente i vost pied, he il suo angclo eustode fpotechi tutti Finis che ha nel cielo per Zargli da mallevadore. Aspet- tate che Dio Padre ginri sul proprio eapo che David ment ‘quando diss, in virtit dello Spirto Santo, che ogni voro 2 bugiardo, ingamnatore e fragile; e ehe quel penitente non sia pid bugiaedo, fragile, mutevote © peceatore come tutti sli altr, E'non applicherete mai il sangue di Gest Crista a Che vi pare, miei Pade, di queste ompie e stravagunti ‘espression, seando le quali, se per asselvere | peceaton bi- sognasse aspettare che in east ei fosse qualehe speransa, i omendamento », bisognerebbe aspetiare ehe « Dio Padre lurasse sol proprio capo» che essi pit non rieadranno? (ust fo dition, pr err: «p. 18>) 238 Le provincial Come, miei Padsil non 68 nessuna differenza tra la speranea ela certezao? Non 2 revare Ingiuria alla grasia di Gest Cristo dire che @ talmento difteile che i eristiani ai lie berino dalle colpe contro la Tegge ai Dio, della natura ¢ della Chiesa, che non si potrebbe sperarlo «senza che Io Spirito Santo avesso mentite >; dimodoché, secondo voi, non si desse V'assolusione a coloro dei quali «non si spera nessun emendamento >, il sangue ai Gest Cristo sarebbe int tile © non «verrebhe mai applicato a nessuno >? A quale condisiona vi riduee, miel Padi, Vimmoderato desiderio di salvaguardare Ia fama dei vaste! antori, duoché, per siflearli, non trovate se non due vie: Vimpostura 0 Vem Dict; che cost Ta pIR innocante maniera di difendervi & ‘auella di seonfessore arditamente Ie ease pit evident! Di qui V'uso frequente che ne fate, Ma non sapete fare saltanto questo, Voi fabbrieate sertti por rendere odtost f vostri nemiei: come la Lettre d'un Ministre @ M. arnavtd, che divulgaste per tutta Parigi, allo stopo di far eredere hei libro su La Préquente Communion, approvata da tanti ottori e da tanti veicovi, ma che, a dir vero, vi era um po? sontrario, foswe stato composto in sagreta eombutta cont rinistri ai Charenton. Altye volte, attibuite ai vostet aavversariseritti pieni di empietd, come la Lettre civculaire des Jansénistes il ei stile stravagante ha reeo troppo gros solena codesta ‘maroleria e scopre troppo ehiaramente Ta idieola malisia del vostro Padre Maynier, il quate non perita di servirsene, a p. 28, per suffragare le sue pid here imposture. Altzo volte ancora eitate libri che mal non sono evstiti, come Ler Constitutions lu Saint-Sacrement, 4a oui eitate passi da vo! fabbrieati a piacere, © che fanno Grizzaro i capeli in eapo alla gente semplice, che non o- nie. tne, ee tennant 6) © (belie nto eb ea te tere dt 6, Zor Roya Een tet Mauegenoe core tn trate Soret at Decimnguint ltera 2a nosce In vostea impaidenss nell"inventare © propalare men ogne. Petehé none’ sorte dj ealunaie eut non abbiate fatto ricorso, Mai Ta massima che To giustiflea non potera fire in mani miglioei! ‘Ma codesteealunnie son troppo facili da demolire: region per eu ne avete di pid aottil, nelle quali non acrndete a ppartlcolai, allo seapo di rendere impossible ognl presa ¢ ‘ogni mezzo di rispondervi: come quando il Padre Briscier afferma che «1 suol nemict commettono erimiat abomine- ‘ol, ehe non yuol rferire»", Non sembra impassibile eon- vineore dimpostura un'accusa east indeterminatat Eppure, fon uomo dingegno ne ha trovato il segreto: ed & anche ‘questa volta un Cappuosino, mist Padri. Oggi siete sfor tunati con 1 Cappueeini; © provedo che un'altra volta po. teste easerlo con i Benedettini, Quel tale Cappuccino st chiama Padre Valetiano, della easa dei conti Magni. Dalla reve storia che seguo, apprenderete come costui tispase alle vostro calunnie, Fgli era felicemonte riussito a conver. tire Hl langravio di Darmstadt". Ma i vostri Padsi, come se avessera aoferto nel veder eonvertine senza il Toro in tervento 1m principe sovrano, serissero ineontanente contro dda Ini un bso (perehé vot perseguitate la gente dabbene in ‘ogni dove), nel quala, falsifeando uno dei suoi passage, {2 imputavano una dottrina eretien; e cortamente avevate torto marcio, perehé non aveva attaceato Ia vostra Compa sania, Afisero in giro inoltre contro di Tui una letters, in feu eli dicevana che «avevan da rivelare sul conto di lui cose di cut sarcbbe stato molto allt», senza precisare 5 [italic pve Valens Magal GORDO), te snr aa or Germany fala ¢ Hone a ‘Mats slolotementeaacato da gels per sw tattoo afin “intott eave aro rept ow ao Comentario Romne ‘amt perso rh tila M Joes Seeré mi fo pd tah com in'Siu lpeayer conta mpsaras Jenstorsm) itr Weg cn Mowe nf, ‘Nena e'nel 1680 foe Be ftermedasio tn tl n'ai) ‘ram mpneee neeisone He 1658) 20 Le provincia ‘quali, « Perehé, —aggiungevano,—se non ef mettete rime- io, saremmo obbligati di avvertimae it Papa e i eardinal, ‘Non era penssia mele; ¢ non ho slean dubbio che vol, mel Padti, gli parliate east anche di me, Ma fate attenzione alla sposta che quel Cappuceino dette loro, in un libro stem pato a Praga l'anno sears, p. 112 e seguenti « Che fer contro ingiurie eos! vaghe e indeterminate? Come poted 1 battere aeeuse che non vengon specifiente? Eecone tuttavla| 51 mezzo. A eoloro ehe mi minactiano diehiaro altamente ¢ pubblicamente che sono insign’ impostor e abilissimi e Dudentissimi manttori se non sveleranno codesti erimini al mondo intero, Fatevi dunque avanti, 0 miei accasateri, © enlesto cose banditele di sut ttt, anziché susuerarie ele Voreeehio © mentire con sicurtd sisurrandole alloneechi. i son taluni che eredono che queste dispute siano sea lose. 8 vero che & un orvbile seandalo imputarmi wn ex ‘ine come Veresia e rendeeini sospetto di molt altre eolpe Ma io, difendendo la mia innovensa, non faceio se non mediate & tale seandalo », In verit, mief Padi, cecovi malmenati,¢ mal nome non ‘ux meglio giustifeato di eastul, Bisogna, infatti, che non abbinte trovato conteo di Ini Ia menoma ombee di colpa, dacch6 non aveto rsposto a simile side. Ogni tanto vi edi tano easi spiacevoli, ma eid non vi rende pid sage, Infatt qualche tempo dopo, voi tornaste ad attaerarlo nel mede- simo modo su un altro punto; ed anche Tui st difese nello stesso modo, p, 151, in questi termini: « Quel genere di uominj, che si rende insopportabile allintera eristanit, aspira, col pretesto di far buone oper, alle grandezzee alla ominazione, piogando ai propri fink quasi tutte le eget di vino, umane, positive e natural. Con Ta loro dottrina 0 con i timore o con la sperenza, ess attirano tutti grand della terra, dll'antorith dei quali abusano per condurre a buon ssito i loro detestabiliintrigh. Bf i loro attentat, pur east cximinosi, uon sono né puniti né imped compensati; ed essi It eommetiono con la stssa atdncis che % [Dat Comentarios ct) 20 so rendessero un servigio a Dio. Tutto lo Heonoseone, tutti ne parlano con escerazione; ma poshi sono capact di op- Yorsi @ una cost potente tirannia. B quel che tuttevia ho Zatto, Jo ho messo un freno alla loro impudenaa, e ve 10 retieed ancora, con Io stesso mezzo. Dichiaro, dunque, che csi hanno meutito nel modo pit) impudenta: mentiis im- pudentissime, Se Te cose che mi hanno rimproverate son vere, lo dimostrine, oppure restino convinti d°un mendacio piieno d'impadensa. Tl loro modo ai agire in proposto m0- strord chi i noi ha regione. Prego tutti quanti di osser- vorlo e di notare, tuttavia, che quel genere di uomini, che non tollerano la menoma ingiaria quando possono intuz- ‘aria, fanmo sembiante di tollerare con extrema paxienza To offese da eui non possono difendersi e dssimulano con una, {alsa vith la loro impotenea. Proprio per questo ho voluto irritate pid vivamente il loro pudore: affineh6 anche T pit eros di mente #i rendano conto che, se eastoro taociono, Ta loro pazionsa non & efetto della loro mitezza, bens) del tur. ‘amento della Toro eoseenza >. ooo quel che egli serve, miei Padsi. H conchiude cos: «Costoro, Ie eu storie som note « tutti, sono cos) manite- stamente ingiusti ¢ inslenti nella loro ‘impunita che biso- ignerebbe che io avessi rinunclato e Gest Cristo e alla sua Chiesa, enon detastassi Ia loro eondotta, anche pubbliea- mente? sia per giustifearmi sia por impedire che gli animi semplici ne vengano sedott >. ‘Miei reverendi Padri, non vi d pit possibile tinarvé in. ‘ioteo. Dovete accettare di passare per eslunniatori con- inti o rlertere alla vostrs massima che eodesta specie di calunaia non 8 un erimine. Quel Padre ha seoperto il se: seroto di chiudervi 1a bocea; cost bisogna fare ogni qual- volta voi aseusate senza prove qualeuno, Basta rispondere 2 cinscuno di voi come quel Padre Cappucsino: « Ment Impudentissime». Che altro infati si potrebbe rispondere, ‘quando il vostro Pane Brisacier dice, per esempio, che co” Toro contzo i quali egli serive sono’ « porte dellinferno, ponteflei del diavolo, gente che ha perduto In fede, la spe ranga € 1 esrith e che lavorano a impinguare i tevoro del- we Le provincia T’Antieristo >| « Non Io dieo—aggiunge—per ingiurlane, rma ccatretto dalla forza della verith.» Si vorrh dilettars 4 dimostrare che non si ® « porte dellnterno » 0 che non si lavora «a impinguare il tesoro dell’Anticristo >t Che cosa dovremo similmente rispondere a tutti i di seorsi generiei di eadesta specie che si trovano nei vaste bri, © per esempio nei vostri Avvertimentt civea Te mie lettore? " Che «si pratioano le restitusion! in modo da vidurre in poverth j ereditor!», che «sono stati offert xte- chi di denaro a det dottireligiosi che Hi hanno rifutati>; che «si eoncedono beneficl per far seminare eresie contro la fede; che «si annoverano persone provviste di pensiont ‘va i pit illustrl eeclsiastiel © nelle Corti sovrane >; che anch'io «sono un pensionato di Port-Royal » © che « prima delle mie lettre sorivevo romanzi: io che non ne ho mai Jette nessino e che non conosco nemmeno i nomi di quelli seritti dal vostro apologista?™ Che rispondere a tutto eid, nici Padsi, se non «mentivis impudentissime», salvo che voi non_precisate tutte endeste persone, le Toro parole, i tempo, il Iuogo? Perché bisogna starsene atti oppure vi- Terie © provare tute le eirestanze, come faceo fo, quando vi raeeonta le storie di Jean d’Alba e del Padre Alby. Altrimenti, non farete che nuooere a voi stes. Tutte Te vostro favole potevan forse esservi utili quando non si co- noscevano i vostst prindpi, ma oggi, che tutto ef nota, ‘quando voi erederete di poter susurrare all’oreechio: «Un Tomo d'cnore, che desdera tener nascosto il proprio nome, ‘cha rierito sal conto di eostoro ease tereiili», visi fark {Oli Avertsements she sogine Ie Imposter IY, Vy Uy ESS Ep, atcbin alan le posture alo Sears Jeas Dewaa- suis do Stine Sort (S610, aotore del romaat arane 03) © ‘one (10) evar avon cia nto por i so asta ‘i spine sleaa ant Joo, nel 108-0 wre en belo toto Ponca « a denuncare i ingy dow a ra ois I Le Malre As Bae (eft Ps army Mmowts, ttl, pa) Dated ever wma ot pote VE Pit ee a 2 [Cet eapra, pp. 61:62 6 23293) Decimaguinta tetera 2 cordaze incontanente il ¢mentiris impndentisime > det ‘buon Padre Cappueeino, Da. troppo tempo voi venite in- gannando la gente e abusando della fidueia che si aveva nelle vostre imposture. & ormai tompo che si restituisee la reputerione a tante persone ealumniate. Qual innoeza, Infatti, pud essere cos! universalmento viconoseluta da non lavere& soffrire delle imposture cos impudenti d’un Ontine spareo in tuto il mondo ¢ eh, sotto abiti religios, nasconde fanime talmente freligioee da commettere eerti delitt come Ta calonnia, non gia contro le loro massime, ma conforme alle Toro stesse massme? Cosi, non mi si biasimerd di aver Aistruto Ia Sducia che si poteva avere in vot: 8 molto pit iusto, infati, eomervare a tante persone da vot ealun- Bate la reputazione di pieth che esee'non meritano di per- Alero che lasiare a voi In reputazione di sincertA che non meritate di avere, B, siccome Vana eosa non poteva farsi senza I'altra, non era forse importante far eonoscere chi flote? B quanto ho comineiato « fare qui; ma per condurre 4 termine un tale ebmpito ei vorr molto tempo, Lo si ve- 4, miei Padri; e tutta 1a vostea politica non ve ne prd salvaguardare poiché gli afore che potreste fare per impe dielo servizebbero solo a far intendere ai meno chiaroves- tzenti che avete avuto paura ¢ che, Ia vostra eoscienza vim- proverandovi quel che vi dovevo dire, nulla avete lasiato intentato per prevenirlo. Deonwsseses Larsen 4 dicembre 1658 Mi Bad ecco il stguito delle vost ealunnie. Risponder® an- tutto a quelle cho ancora restano nei voetri Awvertinenti ‘Ma, siecomo tutti gli altri vostet Mri ne sono egualmente pent, essi mf forniranno materia sulfoiente per intratte- nervi su questo tema fintanto che lo giudichesd nceesario, Vi alco, dunque, in poche parole, a propesito della favola 4a voi seminata in tuti i vast seriti eoutro Monsignor di ‘Ypres, che abusate in modo maliziso di sleane parole amn- Digue di una delle sue letiers, che, rettamenta interpretate, Aebbono esser prese in senso buono, eonforme allo’ ella Chiesa, © possono esser interpretate in un altro sns0 slo secondo lo spirito maligno delle vostra Socita™. Tne Reverend Padi, + {Sete Orsbl ealunale i onc contro pit sel sini ante tigre Gare toe dele YI, XUL @ XIV Jmgosturaeo degh Adver snemtnt bt pare Noort is dere VE, 0631) Ps sllriceaifacana dow « Gisela ( fnché rimarrh qui, non gli mancherd nalla>. B da quella {el 26 gernaio? 1620, in en dice: « Voi avete soverehin pre- mura: quand’anche davessi render conto, il poco eredito i eni godo qui mi farebbe trovare,al’eecorrenza, il denaro Sete dunque degli impostor, Padi, tanto sa questo punto quanto sulla vostra risibile storia della easstta elle lemosine di Saint-Merry® Tnfatt, quale proftto potete trante dallsesusa intentata da uno del vostel amiel contro ‘quell 'eclesistio, che voletoscreditare? Forse che un womo, ter il solo fatto che & accusato, va gludieato colpevotet No, nniei Padri, Persone di pieta come lui potranno sempre ve. ni aceusate, fnehé ef stranno in questo mondo ealunnistort | Ora, la sentenza pronunziata il 22 febbraio 1656 joa plemamiente: senza die ehe ealui che aveva pro- tims sr ee ee ae hte aie las nui tntr anions Gage pede Galt ge Sane cee 26 Le provincia sato dat propri colli ¢ obbligato a rtrattrla, B quanto quel che dite, nel medesimo Tuogo, ai quel « femoso dine tore di coseienza che ai arriechl in un momenta di nove. centomila lire», basterd rinviarvi ai eurati di San Roveo © 4 San Paolo, che attesteranno davanti a ttta Parigh i ‘suo assluto disinteress in quella faccenda ¢ le vostre im- ‘perdonabile mlisin in codesta impastura E per falsith tanto vane, pad bastare, Sono soltante rodtestttentativi dei voste! novti, non colpi da macstro dct vostri erandi profess. Passo, dunque, a questi, Evengo a quella ealunni, che 8 una delle pit infami che vot abbiate scogitate. Alludo all'audacia insopportabile eon Ta quale veto osato accusare sante religiose ¢ Toro direttori spitie ‘wali di enon eredene nel mistero della transustanstazione né nella presenza reale di Gest Cristo nell Buearistia >" Beco, miei Padri, una ealunnia veramente degna di voi. Beco tun delitt che soltanto Dio 8 espace di punire, come sultant voi site capaci di commetterla. Bisogna esscr unile come quelle umili-ealumniate per tollerarlo con pazicnza, cos come bisogna esser malvag come quel malvagl ealunnit per prestarvi fede. To, pertanto, non imprender® a difen Aerie: ease non sono saspette. Se avessoro bisogno ai afer sor], ne troverehbero dF miglior! df me. Quel che dind qr 1 fate 88, poopie. ein le, Rot {hte Poe yay sw en fesor, en Cuong de Bae co sone 806 re re Scan as Cane Sa eee FEnesn avurirato def dation Jeotoes Bainte-Boutey dl paroce a ‘Seat ary oe prrno Bune Ha peels a de fen Mare hel geen i fee Sones tt Se SAT pails ile hace ia liens Chey wo te {ules alfiara a eminreTorioe Ht ge bt 8 overs mS ratte 1 SP le icone et ie Gan; w eave Bran op Ge Tp vo oa} ikea pees Reta Sal i aa ane quite mand Cp 8) «8 uals Meee stone Bene staatigne hy 25) Devimazestelettera a zira non gid a dimostrare Ia loro innocenza, benl la vostra alia. Voglio soltanto indurvi a provar orrore di vot sess, far conoscere a tutti che, dopo une caluania simile, non 9 nulla di eui non slate capaci. Tuttavie, voi non mancherete di dire che io sono di Port-Royal, perché & la prima eosa che dite a chianque combatta i vostri ceeesi: come se soltanto a Port-Royal si ‘uovassero persone dotate di suffciente zelo per difendere contro di voila puretea della morale erstiana, Conoseo, ist Pari il merit di quel pil solitari che visi erano rit ‘e quanto la Chiess debba alle Toro opere, eat solide ed feanti. Ne conosco le pieti e la dottrina, Poiehé, pur non vendo mai avato stabile domislio tra loro, come vot volete far eredere, senza sapere chi io sin, eid ‘non toglie ce ne conosea qualeuno ¢ onort la viet di tutti. Ma Dio zon ha limitato a eastoro il numero di tutti quelli che Beli ‘wuol opporte ai vostri disnini, H io spero di riuseire, com it mio aiuto, a furvelo sentir; c, oe Bgli mi fard ln grazia ‘Ok sastenermi nel proposito da Tait ispiratomi di impieware per la sua eausa tutto quel che da Iai ho rieevato, vi par- Jer in modo tale da farvi forve rimpiangere di non avere a he fare on un uomo di Port-Royal. per darvene una provay nici Padri, mentre coloro che voi oltraggiate con eodesta insigne ealunnia si appagano di offrire a Dio le loro Tegrime per ottenervene il pordono, mi sento in obbligo, fo, che nom hho parte a codesta calunnis, di farvene arrosire in cospetto , del quale asserite, ap. 4, che 8 « effettivamente Cal- vinista». Domando, a questo proposito, a tutti quanti se ci siano nella Chiesa persone sulle quali possate far endere uun'aceuse simile con meno verosimiglianea, Perehé, se mil Padei, quelle rligiase © j loro diretori fossero « in’ vom: butta eon Gincvra contro il Santissimo Saeramento della tare» (cose orribile a pensar), perehé mai avrebbero scrto ‘come principale oggetio det loro enlta proprio quel Ssera- mento che ese avrebboro in abominesione? Perché avreb- boro agginnto alla loro regola Vstituzione del Santissimo Sceramentot® Perché ayrebbero preso Pabito del Sant simo Sacramento, il nome di Figlie del Santissimo Secra- siento, chiamato ta loro ehiesa Ia ehieaa del Santissitno Sa- cramento! Perché avrebbero chiestoe ottenuto da Roma Ia nual gm, i wie ae a rete ioe hi ate te od Sloweesevty op. ty tT, pe 150 ge te Ne Pact, one, io tasers Bate, 3812. 657; Gash, Havre Ge onus de Port Boel, i, 10088 Decimarataltera 29 conferma di questisttuslone ¢ Ja facolth di dire tutti 1 oved) Vaflsio del Santissimo Sacramento, nel quale Ta fede della Chiesa 8 col perfettamente espressa, se avessero ‘ospiraio con linevra per abolire questa fede della Chiesa? Perché ai sarcbbero assunte Vobbligo, modiante una devo- zione particolare, approvata dalla stesso Papa, ai tenere eessantemente, notte e giorno, delle religlowe in eospetto di ‘quel santa ostia, per riparare mediante le oro adoraziont perpetue i quel supremo sacrifico V'empicta dell'ere che volle annientarlot Ditomi, dunque, miei Padrl, se vi 2 posible, perehé tra tutti i mister! dalla nostra reli gone esse avrebbero lasciato quelli in eui eredono per eee glicre quello in eni non erederebbero! E.parché si sarebhero Yotate in maniera talmente piena e intera a questo mistero fede, se To considerassero, come gli ertii, un jth? Che cose rispondete, miet Padi, a te- ‘simonianze ead evident, non slo di parole, ma di azioni; ‘enon di sleune partcolar, bensl di tutto il sassoguirl una vite intoremente consterata alV’adorazione di Gest Cvisto presente sui nostri altari? Che cosa rispondete ai libel che ‘oi chiamate « di Port Royal», libri tutti pient dei termi pil precist di eui j Padi ¢ § Coneili si go serviti per exp mere Tessenze. di quel misterot B una cosa ridicola, ma lontibile, vedervi rispondere in tutto fl vostro Hello in eo- esta manera: il signor Amnauld—voi dite — parla bens] ‘dU transustansiazione >, ma pud darsi che intenda «tear ‘sustanslazione simboliea », Vero & che dichiara di eredere rclla « presenza reale», ma chi ei assieura che non la in- tenda come euna figura vera e realet A quel givoeo glo- cchiamo, miei Padri? B chi non fares voi passare per Cal- Vinita, se visi Iaseasse Ia licensa di corrompere le espres- sioni pit eanoniche e pid sante con Je malizioso sottiglienze di vostri novissimi equivocit Chi, infatti si & mai servito Ai termini diversi de quell, soprattutto nel Tinguagaio co- ‘mune della devorione, in eui non si tratta punto di eontro- versie? Eppure, Memore ¢ il rapetto che eostoro mutrono [or Meme op oy p87) 0 Le provincial per quel santo mislero ha fatto al che ne riempissero tal rente i loro seriti che io vi sido, Padei, per quanto eap- si slate, a trovarvi la miaina parvensa di ambiguita © dt ‘onnivenza eon Te opinion’ di Ginevre ‘Tutti sanno, miei Padri, che Meresia di Ginevra eonsate cssenzialmente, come rieordate anche yor, nel negare ehe esi Cristo sia contenuto in quel Sacramento; ¢ nel'afer- amare che & impossbile che Kgli sia a um tempo in pit Iuo- hi e che 8 veramente solo nel cielo, e che eoltanto 18 va fadorato, © non sull'altare; che la sostanza del pane resta; he il corpo di Gest Cristo non entra nella boeea né nel petto del fedele; che esso viene mangiato solo eon la fede , quindi, non & manglato dat malvagi; © che Ia messa non 2 un sactifco, benst un'abominarione. Ascoltate ora. miei aati, in quale maniera « Port Royal ¢ in eombutta con Gi- nnovras nei bri dei suoi Autor. In queeti si legge, per vo" stra confusions, che «la came ¢ il sangue di Gest Cristo sono contonuti sotto Ie specie del pane e del vino», Seconde Lettre dal signor Arnauld, p. 239; ehe el Santo det Santi 2 presente nel santuaro,e i deve alorarvelo , id, p. 243; fhe «Gest Cristo abita noi povestori che fanno la coma: none, per la presenza resle ¢ verace del suo corpo nel Toro petto, ancorehé non por Ia presenza del suo spirto nel loro euore», De la Fréquente Communion, parte HI eap. 163 che le eaneri dei corpi dei santi traggono la loro principale igoitd da quel some di vita che rimane in loro, residuo det contatto eon Ia earne immortale ¢ vivifeante di Ges Cr- sto», ibid, parte I, eap. 40; che enon per aleuna potenza, naturale, bensl per Vonnipotensa di Dio, alla quale nulla 2 impossiile, i corpo di Gosi Cristo & chiuso nel'otia, nella pid) piceola parte di ogni ostia», Théol. fam." Te vione XV; che «la vinta diving & presente per produsre Veftetto signiieato dalle parole della consaerasione », iid; che € Gest Cristo, umilisto ¢ steso sull'sliare, & in pari ss {Ean ln et ene: B88», — Fie Seon tre bo du a) "ejoperetn Tl Suit ran (16H), puesta nl 2648) Decimavstaltere 2 tempo esaltato nella sua gloria», che «si trova, per se stesso f per In un potenea ondinaria, simultancamente in diverst Tuoghi, ia 'mezo alla Chiesa ‘trionfante e in mezzo alla Chiesa militante e peregrinante », De Ia suspension, Rais. XXL; che «le spesie saeramentali rimangono sospest, © sus fistono in modo straordinario senza essere appoggiste su fleun soggstto» e che cos , ibid, letter 82; che eEgli entra nella bocea del sacerdote >, letters 75"; che, esebbene Gest Cristo si sia reso accesible nel Sinto Sacramento in grezia del suo amore ¢ della sua clomenza, vi conserva nondimeno Ta sa inaecossibiit, come wna cond one inseindibile dalla sua natura divina, perehé sebbone slo corpo eit solo sangue vi siano presenti per la virth delle 1 (atone det Cetmoniee de eugene le Batt Sacement aa earn be grand dal sera fobs al septa data Thalys Pore Sei cS Grom edn Yue, ‘(a tactn dein Sadrione ome’ a dbo Lay, al Sea Mute de Bn la pone’ day Sons Bator ns os ion Siaucohe t owt sare Roto Sarena Bo Sais 1 tiatnteetaage on nimnt mete” (a Zaire ctrviomen tapes det 8.0, pubblete tun Arama Andy in SP tee teen, por cy Le provineiat parole, vi verborum, come dice Ia Seuola, eid non impedisce che tuft la sua divinita,altrettanto che tutta Ia saa umanith, non visia per una eongiunsione nesessaria », Défense du Cha- elet du SointSacrenent ", p. 217; e, infine, che «I"Euea- Ystia 8 a un tempo sacramento e saerifie », Théo, fam, lerione XV, e che sebbene tale saerifiio sia una comme: rmorazione di quello della Croee, e'% nondimeno, questa aif- ferenza: che Tl saevfcio della mess & offerto solamente per 4a Chicsa e per i fedeli che fan parte della sua comunione, Jaddove quello della Croce fu offerto per tutti, come dice 4a Scrittura», ibid, p. 153. Cid basta, miei Padi, per dk ‘mostrare chiaramente che mai forse non si dette impudenza tmaggiore della vostra. Ma io voglio far promunsiane que- sta condanna da voi stesi, Invero, che cosa chiedete per cscludere sin ta minima apparenza che una persona sia in combutta con Ginevrat «Se il signor Arnaild —serive il vostro Padre Meynier, p. 83 —aveate detto eke in quellado- rable mistero non e'8 nessun sostanea del pane sotto Te specie, ma solo Ia carne o il sangue di Gest Cristo, non avrei avuto dificoltA a xieonoseere che si & dichiarato inter vamente contro Ginevra. >» Riconoseetelo, dunque, impostor, coneedeteli wna pubbliea riparasione di cadesta ingicia ubblical Quante valte lo avete letto nel passi testéeitatit Ma, per ai pid, poiehé la Théologie fanilitre del signor ai Saint-Cyran, reea Vapprovazione del signor Araauld, essa csprime it modo di pensare dell"uno ¢ delValtro, Leggete, ddunquo, tutta Ta Tesione XV ¢ soprattatto Varticalo Tl ¢ vi troverete Ie parole da voi richieste, espresso in modo ancor formate del vostro: «0° ancora pane nell’ostia ¢ vino nel ealiee? No, perché tutta la sostaniza del pane ¢ quella el vino vengono tolte per far posto a quella del corpo © ‘del sangue di esi Cristo, la quale sola. vi resta, coperta alle quali ¢ Te specie del pane ¢ del vino. Ebbene, miei Pade, direte ancora che Port-Royal nulla insegna che non sia €xcealto da Ginevra>, e che it si [Réponse ue Remarc Boorentat (3h) bl Ba oy for Chante tu Decimaseste lettre 258 ‘gnor Arnould, nella sua seconda letters, nulla dice che « non possa csser detto da un ministro> di Charenton? Fats, Aunque, parlare Mestrezat come parla i signor Armauld in ‘quella lettera, pp. 237 ag. Fategli dite che <® una menzo- ‘gnu infame accusarlo di nogare la transustanziazione»; che fes0 « prende come fondamento det suoi Vbri la verith della presenza reale del Piglio di Dio, opposta all'eresia dei Cal- f'n; che es considera fortunato di trovarsi in un huogo Gove si adora di continuo il Santo dei Santi, presente nel santuarfo: il che 3 molto pid contest alla exedenza det Calvinisti della stessu prosenza reale, poiché, come dice il eardinal di Richelien nelle sue Controversie™, p. 536, ei nuovi mists di Francia, esendosi aniti con ¥ Lutereni che eredono nella {presenza reale di Ges Cristo noll"Buea- visti), hanno dichiarato che essi rimangono separatt dalla Chiese, rispetto a quel mister, soltanto 2 causa dell'ado- vasione prestata all’Eucarisia dai eattolicl >, Fate sotto- serivere © Gincvra tutti i passi def libri di Port-Royal che 9 itat, e non solo t pass, ma gl'iterttrattati concer enti quel mistero: come il libro De la Préquente Con- union, VExplication dex cérémontes deta Messe, "Ezercice durant ta Messe, Ie Raisons de la suspension die Saint-Sa- crement, Ja traduzione degli inni nee Heures de Port Royel, cooctera, E, infine, fate introdurre @ Charenton Te santa Istituzione i adorare senza posa (les Cristo, rinchiuso nll"Bucaritia, come si fa a Port-Royal: ¢ sari il pi se- ‘enalato servigio che possiato rendere alla Chiesa, perché allora Port Royal non sara ' intesa* eon Ginevra, ma Gi nevra d'intesa con Port-Royal e con tutt'intera la Chiesa. In verti, miei Padsi, non potevate soegliere contro Port Royal un’aceusa poggiore di codesta di non eredere nell"Eu- ‘ma io voglio far vedere che cosa vi ha spinti a farlo, Voi sapete che della vostra politea fo m’intendo un 7 [Jean Morton inistasiornate di Coarnton (2502165, eS RES Ps ee nr Fiechnate Sera gu inti ta mth a pag fale ct pe eterte own coer out ut be tnt apart de Poe Gea} 24 Le provincia Poco. Tn quest'ccasione Vavete fedelmente seguita, Se il signor di Stint-Cyran e il signor Arnauld si fossero Timi- tati a dito quel che bisogna eredere intomo a quel mister, fe non eid che si dove fare per preparatcisi, sarebbero stat i migliori eattoliel del mondo; ¢ nei loro termini di « pre- senza reales e di ¢transustansiasione » non si. earubbe fcorto nessun equivoco. Ma, poiché tutti coloro che com battono le vostre wlussuteaze debbono essere eretii, © nel- Vato stesso in cui le combattono, per qual ragione il s- mor Arnauld non sarcbbo tale per quanto eoncerne 1"Eu- caristia, dopo aver seritto appositamente un libro con. tuo Te vostre profanasioni di quel sacramento? Come, mick Padri! Belt avrebbe detto impunemente che « non bisngna dare il eorpo di Gest Cristo 8 coloro che rieadono sempre nei medesimi poveati © non offrono nesuna speranza. di ravvedimento» ¢ che «bisogna tenerli separati per qual- che tempo dall'altare, a purfcarsi con una penitensa sine cera, perch vi si possano poi aocostare «on frutta st Voi non ‘permettote che si parli os), mick Badri: altrimentt i vostri eonfessionali non sarebbero tanto freguentai, Infatt, il vostro Padre Brisacier dice ehe, «seguendo tale metodo, on applichereste il sangue di Gesit Cristo a nessino » Molto meglio per voi che si segua Ia pratica della vostra Soviet rferita dal vostro Padre Mascarenhas in un Hbro approvato dat vostei dottor, e dalla sesso vostro Padre ge- rnerale: ossia, che « ogni sorta di persone, © fnanco i pret, ppossono ricevere il corpo di esi Cristo To stesto giorno in eui si sono macchisti di peecatiabominevoli 3 che, «non- ch essorvi in similtcomunioni dell'iriverenta, 8 anni Iode- vole eomportarsi cosl>; che «i eonfestori non debbono di- soglicre cstoro dal farfo, ma ansi consiglisre a coloro che abbiano appena commesso simili peeati di comunieare senza Indugio, perché, scbbene la Chiesa lo abbie proibito tale di- eee tie Sea Fabia pe nant 2 ee Decimasesta tetera 25, victo 8 ormai sbolito dell'wsanza universale ai tutto il monde» {te IV, disp. 5, n. 284). "Bevo che cosh signifies, miei Padi, avere dei Gesuiti in tutto il mondo! Beco la pratiea universal ehe avete intro: lotta dappertutto e che voleto conservare. Non importa the le mense di Gesd Cristo siano colme di abominazione, purché le vosire chiese siano affollate. Accusate, dungue, dt ceesia rispetto al Santo Sacramento coloro che si oppon- fgono a eodesta pratica! B nescasero, a qualunque costo. Sta fome potrete niuscire farlo dopo tante invinebili testi- Imonianse che essi han date della loro fede? Non avete ppaura che io rifergea lo quattro grandi prove dalla loro fresia dt vol addotte? Dovreste averla, miei Padris ¢ to non debbo visparmiarvene la vergogna. Bsuminiamo allora I prima. ‘Il signor di Saint Cyran, —seriv il Padre Bfoynier —consolando uno dei suoi amiet per Ia morte della madre, 1, letora XIV, dive che il pid gradito sterifieio che pos- siamo offrire a Dio in east simi @ quello della pazienza: Gunque, & Calvinists,» B, mici Pade, un angomento motto sottile; © non so se ai sia qualeuno ehe ne seorga la regione Apprendiamols, dunque, da eostui. « Tavero,—diee quel {grande controverssta,— oli non erede nel sacrifcio della Imessa: che 2 il suerfiefo pid di tutth gradito a Dio.» Mi si venge a dire, dopo di ei, che i Gesuiti non sanno ragio- rare! Sanno ragionare in modo tale da rendere eretio tutto ‘quanto vorranno: persino Ta stesa Sacra Serittura, Non sarcbbe invoro un’eresia dire, come I'Bcclesagtico: « Nolla © di peggiore del’amore del denaro, wikil ext éniquius quam amare pecuniam >": eome so Vadulteri, Vomieiaio ‘eVidolatria non fossero eolpe pit gravit E a eh non edpita 4 dire in ogni momento frasi simili: per esempio, che i Ssetifeio Pan cuore contrto e umiliato 8 il pitt gradito a Dio; perehé in siffattt diseorst si pensa saltanto a parago- nave le une alle altze corte vsti interiori, e non a parage- fot 22 Peseta, % 103 256 Le provincial nar al suevificio della mess, che appartiene a un ordine affato diverso ¢ infintamente pit lovato! Non siete, dun- ‘ue, ridicol, miei Padrit B, per portare al elmo Ta vostra onfusione, & proprio neeessario che vi facsia notare i ter- mini in ui, nella stessa lettera, il signor di Saint-Cyran parla del sterifcio della messa come del « pit eccllente » i tutti, dicendo: «Chi ha mai trovato meszo pi ecel: lente di onorare Dio dalloffire tutti i giorni e in tutti i Tuoghi il sacritiio del corpo di suo Figtiot ». 8 pit oltre: «Gest! Cristo ci ha obbligati a prendere morendo il suo corpo sacrifcato por rendero pit gradito a Dio il suena el nostro per unirsi a noi, quando moriam, allo se0po i fortifcars,santfieando eon Ia sua presenza Paltimo saeri- fio che facciamo a Dio: quello della nostra vita e del no- stro corpo >, Dissimulate pure tutto ei, miei Padi; ¢ eon- tinnate a dire che il signor di Saint-Cyran distoglieve i fodeli dat comunicarsi in punto di morte, come fate a 85%, e che non eredeva nel suerfclo della messa: nulla 2 troppo ardito per calunniatori di professione! Ta vostra stconda prova ne costituise una grande to- stimonianza, Per render Calviniste il dofunto signor di Cyran, al quale attribuite i libro Petrus Aurelius, vi servite di un passo in oui Aureio spioge (p. 88) in qual tmaniora la Chiese si eonduce eon i pret e persino eon i veseovi ehe vuol deporre o dogradare. «La Chiesa —egli dico,—non potendo togliee loro Tn potensa del'ordine ate ro, il eul carattere @ indelbile,f2 quanto & in suo potere: (Tata le etic, por ersore: <23>») i [Bett a focedaning a Petras dura era sins, ‘163295 lel set Plessis et pa te, htt eae gout Ings - Reot ei Pidyd cote it fae “inegice Birmond ce ae avee preo ie dif: wee te seer ‘cea ta plas dl eo Cnet eat smite approve Fae es, Ea st Ao og at #6 ‘aircon de Ose 8G. Pasay de Ugo rosy ee HS ‘ta ener ce sal Sra (a eo ie ae ee Kwtofon ratte ea"Paranaida'andily) eltisigiens pe fein’ "fe: Je Orca ee Orne Yortnanse sy ped fees Hy pe PSL) Decimasesta lettera at ssa, toglio dalle sus memoria quel earattere che non pd toglire dall'anima di chi lo abbia rieevuto. Li considera od come se pit non Zossero peti o vescovi. Dimodoché, secondo il linguaggio ordinario della. Chics, si pad dine che essi non sono pit tali, sobbono tai siano sempre in ‘quanto al carattere: ob indelebilitaten earactoris» Voi ¥e- dete, mick Pads, che quell'Autore, approvato da tre assem- blco general: del elor di Francia, dico a chiare note ehe il sarattere del sacerdoio ® indelbile; tuttavia, voi gli fate dire tutto Vopposto, in quello steso pawo: oss cazattere del saeerdoxio nan @ indelbile ». Heo wn ealunnia: ei’, secondo voi, un poceatuocio veniale.Tntatti, ‘quel libeo vi aveva danncgeiato, eonfutendo Te erese dei vostti contratelli d"Inghilterra intorno all'autorita episco- pale. Ma csco un'insigne atravaginea e un grosso pectato mortale contro Ia ragione. Avendo falsamente supposto che HW signor di Sain-Cyran ati che quel earattere poss venir cancellato, ne trsete la conelusione che egli, di eonseguenza, snon erode nella presenza reale di Ges Cristo nell'Euca- Fist, ‘Non aspettatevi che vi risponda su questo punto, miei Padi. So sicte privi di senso comune, non posto eerto pro- curarvelo fo, Tutti coloro che ne hanno si beferunno di voi, altrettanto cho della vostea terza_prova, fondata su ‘questo parole del libro su Za Fréquente Commanion, part. TIT, cap. XT: eNel'Bucarista, Dio ei da il medesimo eibo che di el cielo ai santi: eon quest'unica differenza che ‘avaggid Bgl eo ne togle la vista il gusto sensible, rser- vando Puna e Paltro per il cielos, Tn vert, miei Pedr ‘quste parole esprimono con tale sehittarza il pensiero della Chiesa che non riesoo a eapire con qual artifcio ne aba siate. Non ei seorgo, Infatt, se non quanto insegna il Con- eilio di Trento, ses, XIEL, cap. VIII": che tra Gest Cristo {De am aia farnnss «Santa Syd 0 SR Sle an even venom fen, Ae slo ls et tnd lw, sae fo oi 258 Le provincial nell"Bucaristia © Gest Cristo in cielo e'8 questa sola diffe- renaa che nella prima 8 velato ¢ nel sceondo no. Ora, jl signor Amnauld non die che non e' altra differen nella imaniera di ricevere Gest Cristo, ma soltanto che non ee 18 nessun'ata nel Gesh Cristo che rieeviamo, E, tuttevia, voi volete fargli dire, contro ogni ragione, in quel pass, {it nell’Bucaristia non si mangia il corpo di Gest, che in cielo: dat che eoncludete che egli pecea aTeresia ‘Voi mi fate pieta, miei Padei, R proprio necessario che ni dikimghi a spiegarvi questo puntot Perché confondete ‘quel eito divino eon il modo di rieeverl "9 solo una dif- erenza, come dicevo, vail cielo e la terra net eonfronti di aque cibo: che qui in terra 8 nascosto soto vell che ce ne impediseono la vista e il gusto sensibile. Ma nella maniera i rieeverlo qui e Ih ei sono molte difterense, Ia principale dalle quali ®—eome serive Ml signor Arnauld, parte TIT, eap. XVT",—che «quaggit eso entra nella bocea ¢ nel petto sia dei buoni sin del cattiv», iT ehe non avvtene in elo, E, se voi ignorate la ragione ai tale diversi, vi died, aici Padsi, che Ia eausa per ia quale Dio ha stailito questo Aifterenti maniere di ricevere lo staso efbo va careato nella } 240 Le provincia 1a diferente mantera eon cui Io si mangia nella terra e nel ciclo», Voi, miei Padti, avreste dovuto venerare nelle sue parole guest sante veri, anziché corromperle per trovarvi tun’eresia che non e'8 mai stata né ei potrebbo essere: os, che nell’Eacaristia si mangia Gest Cristo solo con Ta fede, ‘enon con la booes, come asserscono malizisamnente i vostei Pari Annat © Meynier, ehe ne fenno il capo principale elle loro accuse, Hooovl, dungue, miei Padei, ridotti a mal pastito in fatto di prove; sieché siete ricorsi ad un nuovo atifeio, consistente nel falsificare il Conclio di Trento, allo sop0 i mostrare che il signor Amnauld non vi fu eonforme, anti sono i merzi che avete di rendere ereica Ia. gvntel B quanto fa il Padre Meynier in una cinquantina dt pass et suo libro, e otto o dice volte nella sola pagina 51; in cui pretende che, per esprimersi in modo eattolico not sia ssufficente dire: « Credo che Gesh Crista & realmente pre- sente nell’Eucarista x, ma si debba dire: « Cred, cox Coxcitio, che Bi vid presente di una vera PxuseNza ocatn, © locaimente ». E elta © questo propesite il Coneilio, sexs XITT, ean. TI, ean. 1V,, ean, VE. Chi non penserebbe, net leggere codesta citariono di tre ctnont d'un eonelio ‘wni- versale, che Tespressione ¢presenza locale» non vi sia ceffettivamente eontenutat Codesto espediente ha potato ser- virvi prima dela mia desimaquinta Tetera; ma ogg!, miei Padi, non si pod pid laseiarsene intrappolare, Si va ve- dere i testi del Coneili,e si spre che siete desl impo: stor: infati, { terminé « presensa locale», «loealmente >, nnon ef sono mai stati. B io vi dichiaro ani, mist Padi che non si trovano in nessun altro testo di quel Coneilio, rng in nessun altro Conciio precedente, né in nessun Pa. dre della Chiesa. Vi prego, quindi, miei Padri, di dire se voi pretendete dit render sospetti di ealvinismo tutti ealoro he non hanno fatto uso di eodesto termine, Sele ease stanno cos, allora anche il Concilio di Trento & sospetto di eal nso, e tutti 1 Padsl anche, nessuno eecettuato, Voi sete 1 (Senonde ttre ety p82) Decinassta tettera 261 troppo equi per fare tanto fracasso nelle Chiesa per una, ‘sceenda particolare. Nou avete alira via per render ere- tico il signor Arnauld, senza offendere tante persone che non vi fam ftto nessun male: tea gli altri ean ‘Tommaso, he ® uno dei pit grandi difensoei dell’Bucaristis, e che si servito tanto poco di quel termine che tut’al eontrario, Toha respinto, tertia pars, quaest. LXXVI, art 5", dicendo: ‘¢Nallo modo’ corpus Christi est in hoe’ Saeramento loca: liter» Chi site, dungue, misi Pade, per imporre d'ato- rit dei termini’ nuovi, di eut eomandate di scrvirsi per bben esprimere la propria fede: eome se la profeasone di fede stilata dai Papi, eonforme alle disposiciont del Con- in cui quel termine nom si trova, fose difettsn ¢ a seins nella eredenza dei fedeli, un'ambiguit® che soltanto voi avreste scoperta? Quale lemeriti preserve eodesti tor: mini agli stessidottori e qual fasith imporli a dei Conetli sgenerali! Equal ignoranta non conoseere le difealta a se opposte dai santi pid luminatit « Vergognatevi miei Padri—delle vostre ignoranti imposture », come dice la Serittura agli impostor! ignoranti quali vot: «De mene avio incruditionis tuae eonfundere >”, ‘Non impancate, dunque, pit a maestri: non ne avete né il earattere n6 Ta eapacita. Ma, so consentiete © pro- porze le vostre opinioni eon magzior modestia, si potrd prestarvi ascolto, Invoro, sebbene I'espresione « presenza locale > sia stata respinta da san Tommato, come avete vie sto, perché il eoepo di Gesi Cristo non ® nell’ Enearistia secondo Vestensione ordinaria dei eorpi nel Toro Iuogo, tut- tovia quella Tovusione & stata aceolta da ateuntnuovt controversist, i quali con essa intendono seltanto che il corpo di Gesh Cristo si trova veramente sotto Te specie, ¢ che, trovandosi quest in un luogo partiolare, anch’esso vi si trova. In questo senso, il signor Ammauld non fark certo AiicoltA ad ammetterla: sia lu sia il signor dit Saint-Cyran hhanno dichiarato pit volte che Gesh Cristo nell’Eucaristia * (Data Sune, Pht {Bechet 1,0 282 Le provincia si trove veramente in un Tuogo particlare, © miracolosa- mente in pil Iuoghi a un tempo, Cos), tutte Te vostte sot tiglieze si dimostrano vane; voi non avete potuto eonterie nnemmeno la minima parvenza di fondatezza a un'aceura che sarebbe stato leeito muovere solo eon prove invinebil Ma a cho serve, miei Pads, contrappotre la loro inno- cenza alle vostre ealunniet Voi non attribuite loro codesti ertori con Ja eonvinsione che It professing realmente, ma solo perché eredete che ess vi nuocciano, Co n'@ abbastansa, secondo Ta vostra teclogia, per calunniarlt senza peceare © Voi potete, scnza confess né far penitensa, dire la ‘essa nel teinpo stesso in eui aceusate dei preti eh la di ono tutti i giomni di eredere ch’essa sia mera idolatria: i che sarebbe un eos orribile sacriegio che voi steal avete fatto impiecare in efigio il vostro Padre Jarrige, per aver detto la messa «nel tempo in eni era in combutta eon Ginevra » Sono quindi stupito non gid del fatto che attribuiate loro con tanto poco serupolo erimini coel grandi ¢ cost falsi, ma che imputiate loro con east searsa prudent eri- ini eosl poco verosimili, Certo, det peceati vor disponete 8 vostro talento; ma eredete di poter disporre egualmente ‘ella eredulita della gentet In verit, miei Pad, ss trat- tasse di stabilire quali, fra costoro ¢ vt, sono maggiormente sospettl di ealvinismo, vi giudichore! a mal partita, T loro discorsi non sono meno eattalict del vaste, ma Ia Toro con otta conferma In loro fede, mentre Ta vostra la smentise, Infatti, se voi eredete al pari di loro che il pane si & veramente mutato nel corpo di Gest Cristo, perché non Gomandate anche voi, come essi domandano, che il cuore 4 pictra © di ghiaceio di eoloro eut voi eonsigate di ecco- arvisi abbia sineeramente a tramutarsl in um cuore di + tie Jarsig, got da provincia Giana (1604-7), eau or feelin 88 tenn, pon a st ‘ee Etter Gea ch pee Moen fats, Learn aver. prato lenges Eatne ‘Be Dectowe de Thaslopi'8'ane pononno de snatn (163). Decinasete letters 263 came ¢ di amore? Se eredete che esti Cristo si trovi Ih ‘in uno stato di morte per insegnare a ealoro che visi acco. stano a morire al mondo, al peecato © a se tess, prché i Guoete ad ancostirvisiooloro net quali i vii e Te passioni criminose restano ancora pil vive che maif E come potete iudicare degni di mangiare il pane del ciclo eolero che non sarebbero neppur degni di mangiare quello della terra 0 grandi adoratori di quel santo mistero cho mettete il vostio zlo nel perseguitareeoloro che Jo onorano ean tante ‘omunioni sante, e nel blandire inveee ealoro che lo disono- rao con tante comunionf sacrilege! Com’s degno di similt 4ifensori di un eos! puro ¢ adorabile surifeio far aecostare alla mensa di Gest Cristo dei peccatori incalliti, useenti tutti dalle loro infamie, e eollocare in mezzo a Toro un sa: ccrdote inviato dal suo stesso confessore dalle sue impudicsie all'altare, per oftirvi, fzendo le vee! di Gesb Cristo, quella vittima santissime al Dio di santita e porgesla con Te sue zmani impure a quelle bosche parimenti impure! Non si ad- lige forse a eoloro che si eonducona in eodesta maniera ‘cin tutto il mondo», secondo massime approvate dal loro Gencrale,impatare all'autore della Fréquente Communion ¢ alle Figlie del Santo Sacramento di non eredere nel Santo Sterementot Tuttavia, eid non gli basta ancora. Per sodisfare Ta loro passione, bisogns che Ii ascasino infine di aver rinunclato ‘4 Gesh Criato © al battesimo. Non sou, miei Pade, bub- Tole, come le vostre: sono i funesti eceessi con eu avets colmato la misuza delle vostre ealunnie. Una eos! insigne renzogns non si sarebbe trovata in mani degne di soste- ners, se fosse rimasta in quelle del vostro buon amieo Fillean, per mezzp del quale Te avete dato nascimento: Ja vostra'Soefti se 1'8 atribuita apertamente, ¢ il vostro Pade Meynier ha test sostenato, «come una verti certa >, 1 (Cte, Bowohy Xf, 19: «ot eure cor lpideum do erse sor Sai ea “ ea, proto dna arrest de re prevo it aetnals prongie A Fotern (1b08%) Cl Mt'na kaee Poe Fost ct Ter Potcvas dans lor Provo, Fans, 1819, pe. SE8} ont Le provincia che Port-Royal costituisee da trentacingue anni wna cabela sogreta,capeggiata dal signor di Saint.Cyran e dal signor di Ypres, « per rovinare il mistero dell'incarnazione, far pas- sare il Vangelo per una storia apSerifs, sterminate Ia relic gione cristiana oi elevare sulle rovine del eristianesine il Aeismo >. Vi basta tutto cid, mick Padeit Sarete sodisfatt esi presterd. fede a tutte coleste accuse contro eoloro che ‘diate? La vostra animositi sari finalmente placats, 80 seirete a farlt prendore in orrore non solo da tutti esloro che vivono nella Chiesa, eon Taccusarli de intesa con Gi nnovra>, ma anche da tutti coloro che enedono in Gest Cristo, pur essondo fuori della Chiesa, con Paoeusarli di "deiamo"t Chi non resteri stupito del’sccceamento della. vostra condottat Voi protendete, infatti, di far exedere sulla sola vostra parola, senza la minima ombra di prova, econ tutta Je contraddizioni immaginabili, che dei prcti i quali non anno se non predicare Ta grazie di Gest Crist, Ia purith Gel Vangel ¢ gli obblighi del battsimo, abbiano rinunctato al Toro battesimo, al Vangclo e a Gest Cristo, Chi mai To eredera, miei Padei? Tn ervdete forse voi stesi, misrabili che sicto*? E a qual estromiti siete ridott, daoché & as solutamente necessaio 0 che proviate coders accusa 0 che slate giudieati come i pit spregevoi ealunniatori ehe siano mai esistiti? Provatelo, dunque, miei Pad. Fate it nome ‘Gi quell’cecclesastieo ‘di merito» che, a quanto asserite, avtebbo assistito nol 1621 all'assemblea di Bourg Fontaine ¢ Fivelato al vostro Fille il disigno che vi fu stabilita di istruggere Ta religione cristiana. Fate il nome delle sei © Catton aa pron . Voi It conossete, miei Pade; quind se non siete voi stort senza religione, aveto il dovere di Aeferire quell’empio al ree al Parlamento, per farlo punire ome meriterebbe, Dovete paslare, miei Padti; dovete farne i nome o tollerare In vergogna di venir considerati came mentitori indegni ai ottenero mai fede. In questa maniera i buon Padre Valeriano “ ef ha invegnato che bsogna « met- ‘Westrem gli importori della yostra risma. TI silezio in propesito eastituird una plene & intera dimostrasione della vostra disboliea ealunnia, Anche i pit cicehi tea i vostei amici sarsnno obbligati a tleuno- cere che «es non rappresenterd un effeto dalla. vostra virtd, bens della vostra impotenza 9" a atupite che la vo- stra perfidia sia giunta al punto di eolpire persino Te re~ Tigiose di Port-Royal e i affermate (come fate a p. 18) che Le Chapelet secret du Saint Sacrement, compoeto da ona 4i loro, fa il primo frutt di tale caspirasione eontro Gest Cristo; « p. 95, che esono state loro insegnete tutte le etestabilt massime di quello serito sche, secondo vof, in- segnerebbe il ‘deismo . Le vostre imposture attinenti a ‘quelo seristo sono git state dimosteate tai, in modo in- lise tara amaze 2 Bitte Age Areal Slo Chaplet sweet au San Sue ‘Cesc attrib al Gert. Grito nll scortis» du lel compost ‘el Bega ee toees Bee Ee Poem ere 266 Le provincia confutabile, nella difera della eongura del detunto arcive: seovo di Parigi contr il vostro Padre Brisacier Voi nulla avete da opporvi; eppure, continuate ad abusarne in modo pik vergognoso che mai, per attribuire a religiose le eui peta & universalmente nota i colmo dell'empiets Crudeli e vili perseeutori, nemmeno i chiostr pit se greti saranno, dunque, al riparo dalle vostze ealunnie? AMentre quelle sante vergini adorano giomo © notte Gest Cristo nel Santo Sacramento, conforme alla love isttuzione, voi non eassate notte e giomo di gridare eke este non ere. ono eh'egli sia nell'Buearistia ¢ nemmeno alla destra del Padre; le eseldete pubblicamente dalla Chiesa, mentre esse pegano in segreto per voi e per Vintera Chiesa. Voi ealun- nite quelle che non hanno oreechi per udirvi né boces per ispondervi, Ma Gest Crist, nel quale sono mascoste per rmanifestarsi un glorno con Ex, vi ascolte e risponde per loro. Ogsi la si intende quella voce santa e terrible, che 44 stupire la natura ¢ eonsola la Chiesa", E Yo temo, mick Padei, che quelli che induriscono i loro euori © rifutano con caparbietA di udirla quando Egli parla eome Dio, siano obbiigati a udinla con spavento quando parlera loro come ice. Perché, infine, mict Padri, qual conto gli potrete ren- ero di tanto ealunnic, quando Beli le esaminerd fondan- ‘dost non gid sulle fantasie det vosteh Padsi Dieastilo, Gans © Pefalossa™, bens) sulle regole della sua veriti eterna sulle sante ordinanze della sun Chiesa; Ia quale, nonché sousare tale erimine, ne aborre talmente da punislo altret- tanto gravemente dell'omieidio volontari, Infatti, esa, nel primo e nel secondo Coneilio dl Arles”, ha differito at falunnistori, come agli omicidi, In comunione sino all'ora Alla morte, Bil Coneilio Lateranense ha gindiesto inde- “Meee i x¥ Prone (pr, 2 Se AY esse 8 are, a a en EI} Decimaseste stra at igi dell'abito cclesastico coloro che siano stati convintt dt quella colpa, anche quando se ne slano emendati. T Papi hanno ansi minaecieto eolore che avesero a ealunniare det ‘yeseovi, dof pretio dei diaeoni di non eonceder loro la coma- nione nemmeno in punto di morte”. E gli autori duno sritto diffamatorio che non possano provare quel che hanno asserto sono eondannath dal papa Adriano a eser « Magel- lati», miei reverendi Padi, fageltentur. Tanto la Chiesa & sempre stata lontana dagli crrori della vostra Sosieta, tal- imente eorrotta da seusare delitti eos gravi come Ia ealun- ‘nl, por commetterli Tet stessa con meggior beta ‘certo, miei Padri, voi sareste eapacl di produrre cost tolti mali, se Dio non avesso permesso che voi stessifor- niste i mezat dimpedili ¢ di rendore inetiesei tutte le vo- stre imposture: basta, infatti, render di pubblica ragione Ia strana massima che ne nega la ealpevolczsa per toglievi ‘ogni eredito, La calunnia che non vada congiunta. a una grande reputaziono di veriicita & inutilo; e un maldicente pub agire eon buon success solo se goda fama di aborrire Ja maldicenst, come un delitto di cui sia ineapace. Cos, reste calunniare senza esser dennatied essore © pli calunniatori» dient parla sant’Atanesio, Avete, quindl, accolto, per salvarvi dallinferno, eodesta massima, che vi salva da esso sulla fede dei vest’ tologi; ma codestastesea rassima, ehe, secondo loro, vi mette al sieuro dai mali che temeto nell’altra vita, vi toglie in questa i vantaggi che ne speravate; dimodoché, pensando di evitare il visio della amaldieensa, ne avete perduto il frutt, tanto il male 8 con- trario ase medesimo si imbrogliae si distrugge con la sua stessa malizi, ‘Le vstre calunnio vi sarehbero pit) util se anche voi affermaste, con san Paolo, che i sempliei maldicenti, «male. 1 (ore, neve etaton de i gt ftom tention frat cram tptcopo” (Gag, HIT, Sooke RIL) « Cone, Biviny eau Li, Ste rey, VE, 25081) 268 Le provincia ici», sono indegni di vedere Dio. Infati, pur conden nando, a rigore, voi stesi, almeno Te. vostre'maldicenze sarcbboro maggiormente eredute, Ma aicenda, come fate, the il ealunniare i vostri nemii non & un delitt, Ie vortee rmaldicenso non sarunno eredute vot non vi salverete dalla ‘dannazione. B certo, infati, miei Pad, ¢ che i vortri Aw tori, per quanto autoresoli, non anniehileranno mai In gi stizia di Dio, e che voi non potreste dare, eon eodesto ri- corso alla menzogna, prova pit sieura dl non essere nella verita. Se la verita fosse dalla vostra parte, eombatterebbe per vol, vinerebbe per vo, e, quali che fossero Hl numero a qualiti dei vostri nemiet ela verith vi iberercbbe » da loro, secondo Ta sua promessa ®. Voi vi scrvite della me ‘ogna solo per sufteagare gli erroei con I quali andate Jettando § peecatori del mondo e le ealunnie eon ex op mete Te persone animate da sincera picta che a eid st op- ppongono. Essendo Ia vert eontraria ai yostsl ini, avete Movuto mettere «la vestra fdueia nella menzogna », come ico un profeta™. Avete detto: «Le sventure che calpi- seano gli omini non atriveranne sino a noi, poishé not abbiamo confidato nella menzogna, e Ia menzogna ei proteg- gerd». Ma che cosa risponde a eostoro il profetal « Poi. hé avete messo le vostra sporanza nella calminia ¢ nel tie rulto, sperastis in ealumnia ot ix tumult, codesta iniguith vi sara imputata ¢ la vostra rovina sari simile a quetia di un'alta muraglia che eada d'improrvis, e a quella di un vaso di terra che venga infranto e ridotto in polverc in tutte Te sue parti con uno sforz eos potente ¢ universale ce non ne resterd nemmeno un coeeio con cut si passe at- tingere un po" d'aequa 0 portare un po" di fuoco», perché came diee un altro profeta " — ¢ avete contrstat il euore % UF Cor, VE, 9:0; « Noque eri, neque mais, negoe rm ee, tgs "Da ponent) ms Token Villy sei om mans i sermons i, vere ui reo eee veto, tas a vos} tree Sekt, ia, Maexs 2 (Beek, Si, 3225) Devimasesta letters 269 el ginsto, quando non To contrntavo, ¢ blandito ¢ raf- orzato Ia malizia degli empl. To togliend, dnque, jl mio popolo dalle vastre mani, e fard conoseere che sono il loro Sigmore e il vostro, ‘SI, miat Pade, bizogna sperare che, se il vastro sprite non muteri, Dia tolgn dalle vostre mani coloro che da tanto tempo ingannate, sia col lasciarli nei loro disordint con Ia vostra eattiva guida, sia con Vavvelenarli con le vestre ¢a- Iunnie, Bll teri eapire agli uni che Te fallaci regole dei i non serviranno a mettenli al riparo della sua collera e imprimerh nell'animo degli altri glusto timore Ai perder, dando retinal vostetconsiglie credo alle vor ste imposture eas! come voi stess vi perdete inventandole f seminandole net mondo, Tn n_bisognailtaders hon ei si pud prender giuoeo non si viola im. punemente i eomandamento da Lui datoct nel Vangeto " dt ron eondannate il prossimo se non si sia ben corti della saa colpevolezza. B eas, qualunque professione dl pieth faecian cxloro che aecolgono facilmente le vostro menzogne © qua- Tungue sia il pretesto ai devorione eo! quale fo faeciano, ss Acne temere di venice exclusi dal regno di Dio per qne- sta sola colpa: di ayer impatato colpe cost gravi come Vnre- sia e lo soisma a det pret eattoliel © a dele sante relizioss, unas altee prove fuor che delle impostare tanto grosslane quanto le vostre. «1 demonio— dice it Vesrove di Gine- vra""—6 sulla lingua di colul che ealunnia © nelore-ehio ‘i chi gli presta ascolte » eH Ja maldioenaa — dice san Ber. nando —2 un veleno che estingue In enrith nellamo e nel- Valtro, Coat ehe una sola ealunnia pud easrre mortale per tun'infnith di anime, dacehé prooura Ia. morte non solo 2 coloro che Ia divulgano, ta anche a tutti color che non Ie respingono.» Gat, VE, 2: «Doig on ieidetur») ace tee Saeed i a om ee Frain Salon Ce, Intrtcin 8a ie dtc, sera Pica super Coney 0 Le provincia Mi Reverend Pad, le mie lettre non eran use 8 saueeguirsi on dappraso né a eset cost Iunzha La aarih del tempo t 18 Sisposiione ® stata le eagione delfans v aealtra coma Questa letra & pit lange delle alte perché non ho arato aio fala pit breseE Ia'reglone che ma eastretto a darn fetta vi 8 hota meglio ee « me. Le vaszerxponte vi rivsivan ml Ate fatto bane a molar metodo, ma on ap se abbiateselto bene © 88 Ja gente non dirh che aveteavuto pura dei Benedttini™, “Appreedo proprio ora dhe ole al quale tattatrbaivana Jo vosiee npolgie Te seontesa, ed 2 ivitato & tle ttibasone ra ragion,# fo ho avuto toto di averlo epettato: perch, Pet qnnta aeicresionl reat arate, Jovevo tropa disererine per erode allo vstro impostore © {opp senso nore per reerle di pubblcn ragione semen credes Poche persone sox capaci di simi eevas che vi t00 props © ‘ho eaatterizzana troppo i voto toda di aire perc io n00 sia sesibile per non a¥ervtrcononit. Sono stato vita dln ‘yooe comune. Ma questa seus, che per voi sarehbe sin troppo ‘buona, non ® aficlente per ine, che faclo profesion i hea Aire niente senza prove sure, « che abo in queato eo non ho fwsevato tle negola. Me ne pesto, In seonfou, con Yanzoria ‘he tothe voi profitinte dol mio esempio. feP, avera gi fatto onaunlone mines al Dendatn seu Beaty gp) Decrmaserenta Lerruee A REVERESDO PADRE ANAT, OPSUTTA" 23 gennsio 1657 Mio Reverendo Padre, 11 vostro modo d’agire mi aveva indotto a credcre che de- sideraste che sf rimancase tranquil, da entranbe le parti, © jo avevo disposto I'animo a ei". Ma poi avete meso in| giro in cost brove tompo tantiscrtti* da mostrare che una pace non 2 mal sleura, quando dipende dal sitenzio det Gesuiti, Non se se la fine dalla tregue vi torneri vantag siosa; ma, per quanto mi coneerne, non mi spiaee che mi offra il destro di distroggere quell'aceusa ordinaria di ere- sia di eut riempitetattl {vost Ibe. B tempo che metta termine wna volta per tutte a eode- sto vostro andire di tratiarm da eretieo, che eumenta ogni Aimipae Pegleoe dal soso a obars erie Sk testa, pat Feige "s piaigamente Se one tei tam tna Ue'aeie quent dh tation) 34/8 ru prato come sferios , Haasan (Afémoines ot, erin y, Sashes dana eee ae armitage euro Bi zon pacar, am Sua’ parto af dataitra "ifort vt arouse taint eee Ripon oye sae on “pea” (Ga 9 Sete 18 6 river" 30 uambre, 'ae Sur Se Slate Foy, Potable youdotine's eb tome Anat ade tere della Srtons Ket} oe Le provincia tiorno pi Net libro che avete testé pubblieato, Io fate in tuna maniera che non si pud pit tollerare, © che fnirebbe ol rendermi sospett, se non vi rispondessi come un'accusa i tal genere merita, Avevo dispresaata codesta ingiuria ne- ali seritti det vostriconfratelli al pari di tante altre che vi Si meseolano in modo indisesiminato, La mia desimaquinta Tettera aveva risposto loro a sufielenza; ma voi adeso ne parlate con altro tono, ne fate eon serieta il punto eapitale ella vostra difasa: si pnd dize anzi che sie Tunica ungo- mento eui fate ricorso, Infatti, dite che, « per tutta rsp sta alle mic quindici lettere, basta ripetere quindie} volte cho sono eretico e che, uaa volta dicharato fale, non me- rito nessun eredito»*, Insomma, voi date por seontata Ta mia apestasi, © la supponete come un principio ineunte- stato, sul quale inalaate Te vostreardite eestruzion. Voi mi ‘attate, dungue, eriamente da eretieo; io vi risponderd fon altrettanta serieta. Voi sapete brnissimo, mio Padre, che codesta accuse & talnente grave che & un insopportabile temerit Ianelatl, so non si sia in eondizione di provaria, Vi chicdo quali prove ne avete, Quando mai sono mai sono stato veduto a Charenton? Quando ho maneato allt. messa ai dover! ei erstiant nelle loro parrocehiet Quando ho eompinto fqualehe atto di unione eon gli eretiel e di selsma dalla Chiesa Quale Concilio ho contraddattot Qualecosttusione papale ho violata? Dovete rispondere, mio Padre, altri- menti..’. Voi mi eapite, E che cosa rispondete?’ Progo tutti quanti di prestar attenzione. Voi supponete, anaitatto, che «V'autore delle letter & di Port-Royal». B, dopo aver detio ehe, «Port-Royal & dichiarato eretico >, ne tracte Ia feonclusione che V'autore delle lettere 2 dichiarato ere tico »*, Dunque, Pade, il nerbo di codesta accusa non col (ANI tetene Poe date, Puy a ct) wmnonose aggionge: ca sa Valera! pati nor Pore yal see eager tre mesnogwo 20: Voi dite che sono gansnity che ft propossont teh ied ance Decimaseltine tetera wa pisee me, ma Port-Royal; ¢ voi me no fate eatico perché supponete che ne faceia parte. Non dovrd, quindi, durare molta fatien per difendermi, dacché auficiente che vi dics che non ne faesio parte e'virinvi alle mie letere, nelle ‘quali ho dichiarato che «sono solo e, in termini preci, che «non sono di PortRoyal +: come ho fatto nella mia Aecimasesta letters, usite prima del vostro libro Dimostrate, dunque, in un’eltra maniera ehe sono ere tico,o tutti riconoseeranno la vostra inpotenas. Dimostr con i mie seritti che non aecolgo In Costituzione'. Best ‘non sono tanto numeresi: ei sono da esaminare sltanto se- dick tetere; e vi sido, voi tutti quanti, a indiearvi il mie nimo segno di eresia, Anzi, vi fard vedere ben presto il contrario: perché, quando lo detto, ad esempio, nella tet- tera decimaguarts, che , afermazione condannata nella quinta proposiione? B, dunque, eerto, miei Pedr, che nulla ho detto per soste- nee quelle empie propasiioni, ehe detsto eon tutto Hl enore, E, quand’anche Port-Royal le sostenesst, vi dichiaro che non ne potete inferire mulla contro ai me, poiehé, grazie 4 Dio, non ho altro Tegame sulla terra che quello com Ia Chiesa eattoliea, apostoliea e romans, nelle quale voetio vi vere © morie, ¢ nella comunione eot il Papa suo eapo su. premo, fuori della quale sono convintssimo che non ei sia salute’ Che mai potrete fare « una persona ehe parla in questa Imaniera, e per quale via potrete attaecarmi, daeehé né i 1 fete, sors 9 2804] a la iit pte Com ovine del 31 agen 36, he aera enti ee font nel conta a aa ne etiam saz {Simoes cw i ap aa Chey, Papa (wor, VE 217.) mm Le provincia miei discorsi né 1 mi seeiti offrono aleun pretesto alle vostre accuse di cresia ¢ io trove la mia sleurezza contro le vostze minaece nollogenritt che mi eopre? Vol vi sent olpiti da una mano invisible, che rende visibill a tutti vostri error; © cereate di attacearmi nella persona di oloro cui mi eredete unite. To non vi temo né per me né per nessun altro, non essendo legsto né a nessuna comunita né 1 nesuna persona. Nel miei confront tutto i exedito di cui potete disporre & inutile, Dal mondo io non spero nulla, non temo nulla, non voglio nulla"; per grazie di Dio, noo ho bisogno né dei beni né dell'autorita di ehiecheasia, Cost, mio Pade, sfuggo a tutti i vostsi tentacoli: da qualunque parte vi ci proviate, non potete-affermarmi. Patete cera ‘monte colpire Port-Royal, ma non me. Si son potute slog. Glare molte persone dalla Sorbona'", ma eid non varrh sloggiermni da casa mia, Potete predisporre violenee conten dei preti ¢ dei dottori, ma nom contro di me, che non sono lale, Forse non avate mai avuto da fare con una persona cho fosse cos! fuori del vosteo tro e eos) idonea n combat- tere i vostei error, essendo Iibcra, senza impogni, senza at- taceamenti senza legami, senza interes, ebbastanza a co- gizione delle vostre massime e fermamente rsoluta a eom- Datterlofinché crederd ehe Dio mi ei impegnerd, senza che nessuna eonsiderazione uinana posse arrestare né rallentare Hmielattacchi, ‘A cho vi serve, dunque, mio Padre, daeshé nulla potete contro di me, pubblicare, come fenno tutti i vostsi Pad tante ealunnio contro persone per nulla immischiate nelle vostre dispute? Con cost sotterfugi, non vi salverete di certo: sentireto egualmente la forza della verith che ¥i op- pongo. To vi dieo che anniehilate Ia morale eristiana, sepa- randola dalt’sore di Dio, da eui dispeasste gli womini; ¢ voi mi parlat, inveve, dolla morte del Padre Mester", "PSE sR tt on a min) vara ‘otte)Tareaid rama att peal in alps {i padreaieaze Steer, SafOraoioy she ae dio al 1647 weondo Bris, cpr npetioe pe? sear A os Decimasettne tetera 28 ‘che non ho mat eonosciata, Vi dieo ehe I voutri Autori pers rettono di ueeidere per una mole, quando torai a disdoro Taseinnsela portar via; © voi replicate che ea Saint Merry ‘venne aperta una essstta per le clemosine »". E che cosa Intendete fare, chiamandomi ogni giomo in cause a pro- posito del libro De ta Sainte Virginité™, sextto da un Padre etVOratorio che mi & altrttanto jgnato del suo libro! Vi tammiro, mio Padre, di considerare in codesto modo tutti toloro che vi sono contrari come se fossero sane cola per- ona. Tl vostro odio Ti abbraceia tutti insieme, © ne fa come tun solo corpo di reprebi, eiascuno dei quali dovrebbe spondere per tutti gli altri C'B una gran diferenca tra 1 Gesuti ¢ eoloro che Tt combattono, Voi costituit eflettivamente un corpo solo unito sotto wn solo eapo; ¢ le vostre regole, come ho gia detto altro volte, vi proibisona di pubblieare aleunché senza, Ja Tiensa de vost auperior, che sono eas! resi rsponsabili egli errori di tutti | singoli, «senza che si possano seusare affermando che non hanno rilevato gli errori che vi sono in- ‘goat, perehé ssi hanno il dovere di rilevarli>, secondo. le vostre ondinanze e sosondo le letene del vaste! generali ria. mane, eonforme alstrvone aati. dik spores. dal Seta: SG, am ei oe Dw Toone 2a personne do contin (160), (2) Tce ie RE Provnete (opt 22.) [bv eoeta wpitae: opera dian Afosting, tad fracas dni Paro Cande eguenot,Seoratary gone vera Men Remaryuct Se srg sate sonra dt flo cae len Par a, pinged cardial ot Hecen (i. quale ar Talltconine ie ewopers samp ben wots ‘irae do Egon [T0089 fur seenare'e ide iste i Auchan, oa Hate grt a SD septs, moe FOraariansSyent kane al, Bat ils, dovera desta n tinazere ben gue aan = Ge, Suet Seva Port Solr 13 A Gas tore pnts steed Oren V Pn ms, 9.805 a6 Le provincia Acquaviva, Vitellsehi", ce. A ragione visi rimproverana, ‘guindi, gli errori dei vost! eonfratali, che si trovano in ‘opere approvate dai vost superioni © dai teologi della vo stra Soviet. Ma, nel enso mio, Padve, bisogna attencrsi a eritert different. To non ho sottseritta it Hbro De la Sainte Virginité. Si posson aprir tutte le cassette delle elemosine 4i Patigi senza che io per questa sia meno eattalico, B, i fine, vi dichiaro altamente e chiaramente che neseund Tie sponde delle mie lettere, fuorehé i, echo rapondo solamente diese, Potrei fermarmi qui, Padre, senza parlare di quelle tre persone che qualiiate dVeretiche, per aver modo di comprendere anche me in endesta aceusa, Ma, poiehé di {le accusa reppresenio Voceasione, i impegnato a trarae tre vantaggi niate; € ne @ un altro, che ben si adie al mio assunto, di mostrare sompro gli artifed della vostra polities in code: sta aceusa. Ma quol che pid apprezso & che east rendord alee @ tutti In falsith di eodesta diecria seandalosa che andate difondendo da ogni parte: che «la Chiesa & die seissa da ura nuova eresia». B, poiché vol inganate un'in- finti di persone, facondo loro eneere ehe i punti aut quali fentate di seatenare una cost grande tempesta sono esen- all alla fede, reputo molto importante distroggers tai false impression’ ¢ spiegare chiaramente qui in che enka consistono, al fine di mosteare ehe, di fatto, nella Chiesa non ei sono eretis. Non @ forse vero, infatti, che, se si domanda in che con sista eresia di ccloro che ehiamate * Giansenisti’, si rie ‘sponde sibito che eonvste in questo: che east ‘comandamenti di Dio sono inattuabiliy che non st pud resi- store alla grazia e non si ha la Tiberth di fare il bene © il male; ehe Gest Cristo non @ morto per tutti gli vomini, ma solo per i prodestinati, , insomma, che esi aastengono le {Claudio Acwavive (15451815), rserate dalle Compagsin ‘ec al 358 Bib; 0 Muse Ve ot SE 36), 00 mest Drvimasttma tetto a ingue proposiconi eondannate dal Papat Non date forse fa intendere che per questa ragione voi perscguitate | vost avwersari? Non @ quanto andate dicendo nei vostri libri, nelle vostre conversizion’, nei vostri eatechiami, come avcte fatto anche durante le feste di Natale nella chiesa di Saint- Touts, ehiedendo a una delle vostre pastorelle: « Per chi ® venuto Gest Crist, figia mia! — Per tutti li uomini, Pa- Aire mio.— Come! figia mia, vot dunque non siete di'quel rnuovi eretiel che sostengona che & vento solo per # pre- Aestinatit >". T fanciulli prestan fede a codeste vastro as- sctzion,e molti altri egualmente, perehé, nel vote sermoni, Ti andateintrattenenda eon le medesime favole, come 2 Or- Heans il vostro Padre Crasset, che per questo ® stato ine terietio". H vi confesso che, in passato, anch’io vi prestal fede: di tate quelle persone mi avevate dato eadesto con- ecto, Talehé, quando comineiaste ad accusarle di soste- ne quelle prepasizio’,osorvai con attenaione quale sarcbbe stata Ja Toro risposta; od ero dispestissimo a non frequen- tarle mai, se non avessera dichiersto che vi rinunciavano, come a evident empietd, Ma esse non tardarona a farlo nel modo pitt chiaro. Infati, il signor ai Sainte-Beuve", pro- fessore Gel ro nella Sorbona, eensurd net sani sett pubblick {quelle eingue propostziont molto tempo prima dello stesso Papa; e quci dottori™ pabblicarono molti sett, tra gli al- ‘ei quello De la Grice Vietorieuse", che dettero fuori con- temporancamente, nei quali respingevano come eretiche ¢ non pertinenti quelle proposiaioni, Dicono Infath, nella pre- faaione, che es tratta di proposizion eretiche @ luterane, {abbricate e foggiate arbitrariamente, che non si trovano né Jn Glansenio né nel suo difensori > (eono i loro precst te ‘minj), B si lamentano che vengan loro attribuite, rivalgen- [Ctr I Province (mp, pe Mo sate 8). ws [ete tt Xt Proutte (opp 2 eat 9) 5 [Seoqte de Sate lewey dato dla Sortona (161877, ico santare duilArnale) Serie Agent Dates Wome, oro de ever dor Papin ode Sent Plage (651 ae ‘bata Nal de Calan} 28 provincia in proposito, le stesse parole di san Prospero, il primo ‘iseepota di sant?Agostina, loro maestro, al quale { semi- Pelagiani di Prancia ne avevano attribuito di simili per renderlo odioso. «Ci sono —dice quel santo — persone che nutrono una eos eigea passione di sereditarei che anno selto un merzo che distrugge le loro stessa reputazione Esse hanno, Infatti,fabbriesto di proposito eerte proposi- oni, piene di empietd e di bestemmie, che inviano in ogni dove, per far eredere che nol le sosteniama nello stesso senso db esi indieato nel loro serio, 3a questa rsposta svclerd Ta nostra innoconza ¢ la malizia di coloro che ef hanno at tribuito simili empieta, feu sono i soli inventor.» In veri, Padre, alorehé 1 uit prima della Costitazione, ¢ Ti vii Gor vspetto posibile © offi di guor Arnauld dichiarare tutto eld, con magaior forza ‘quanta io non poss riferre, in tutta la sua seconda letters, avrel ereduto di peceare, dubitando della Toro fede. Ry ine atti, eoloro che, prima di quell letera, avevan voluto rie flutare Vassolusione agli amiei ai costoro", dichiararono pol che egli aveva east ehinramente condannato gli errort impatatigli he non e'era pit nessona ragione di excaderlo dalla Chiesa, Inte i suoi amiet. Ma vot non vi siete eondotti nellosteso modo; ragion per eui cominciai a saspettane che agiste eo) per passione, Infati, dopo averli minaceiati di far loro sottasesivers Ja Costitutione, quando pensavate che vi avrebbero resi sito, allorehé vedeste che To facevano spontancamente, nom ne parlaste pid, B, sebbene dopo di eid sembrasse che do- ‘este esnre sodisfatti dela loro condotta, voi nom trala- laste di accusarli ancora di eresi, perehé (Aicevate) «il ants tastes Reon ef ple ison Pa dese dehnore ee dovrice agontninas dla grav dea ph ita ies a ne ga oe fara ty ee tee) eRe Arnley [tevomcee agri eet pce Decimasttima lettera 28 loro cuore smentiva Ia Toro mano» ed «ese erano catt ‘steriormente ed. eretied interiormente >, come vo} stesso favete scritto nella yostra Réponse & quelques demandes, pp. 27 e 41. ‘Come mi parve strane, Padre, endesto modo di agire! Di chi, infati, non si potrebbe dire il medesimot E quale ‘isordine ai provorhersbbe con codesto pretistol «Se— serve san Grogorio Papa —i si rifluta di eredere nella professione di fide di esloro che la fanno conforme al sen- timenti della Chicsa, si revora in dubbio la fede di tu F eatolel.» To temetti, quindl, Padre, che « il vosteo disegno asso quello di far passare per eretiche quelle persone senza che fossero tali>, come dice it medesimo Papa a pro} un'analoga controversia del suo tempo, perehé (eel ae funge) «riflutarsi di eredere a eoloro che con la Toro eon- fessione altestano di essere nella vera fede signifies non gi opporsiall'resia, bens farne una nuova: hoe est non Rae- resin: purgare, aed facero >. Mio, per vero, mi rest conto ‘che nella Chiesa non e'erano effettivamente ereticl, quando di che quelle persone si eran talmente giustifate di tutte vee eresie che voi non potevate pitt aceusarle dl nessun frrore contro la fede, ma vi trovaste Tidotti ad attaceaslt slo sulle question’ df fatto eoncernenti Giansenio, che non potovan costituire materia di eresia. Potché voleste costri gerli ad ammettere che quelle proposizioni esi trovano in Giansenio, parola per parola, tutte, e in precisi termint, singulares,indivitua, totidem verbie opud Jansenium con Tentae >, come voi steaso avete serita. nel voste) Covi, exp. 39 Da quel momento la vostra controversia comincid a dix ventarmi indifferente. Quando eredevo che disputaste in- torno alla verith 0 falsth delle proposizion, vi ascoltavo sent ABA Vem 3% BH a a A. ARO, Bone See eee er sextet (1051) Tata elise, pr evore¢p. 399, anes Seip so 280 Le provincial ‘on attenzione, perehé oid coneerneva Ta fede, Ma, quando ri avvidi che disputavate solo per sapere a0 esse si trovino ‘ono, « parola per parola >, in Giansenio, allor, Ia reigione non essendeei pitt interestata, nemmeno io mi 'intaresai pit. Non che non ei fosse una certa apparenza che vot di ‘este il vero, perehé, quando si afferma che certe parole si trovano ¢ parola per parola» in un Autor, 2 ile ingan- narsi, Non stupisco pereid che tante persone, in Francia © 4 Roma, abbian ereduto, sul fondamento di un’esersione cast poco sospetta, che Giansenio avesse effettivamente in- segnato quelle propeszioni. Boeo perehé non pieeola fu la mia meravilia quando seppi che codesto punto di fatto da voi proposto come tanto sieuro e importante era fal, ¢ vo Toste sidati a citare le pagine di Giansenio dove avevate trovato « parola per parola » quelle proposizoni, senza che Vabbiate mat potsto fare Ricvoco tutta questa vieenda pershé mi sembra che ri veli abbastanza To spirito della vostea Soci’ in tutta que- sta eontroversa;e la gente stupira di vedere che, nonostante tutto quanto ho detto testé, voi non avete tralassiato di alfermare che quelle porsone eran sempre eretiche. Avete roltanto mutato di eresa a sotonda dei tempi, Infati, via via che si ginstifeavano di una, i vostel Padrigliene sosttai- vano un’altra, afineké non ne fossero mai esenti, Nel 1653 la Toro eresia|eonceeneva Ht tenove delle proposiziont; poi, essa verté sul ¢ parola per parola >; poi In metteste nel oro fevore; e adessa non sf parla pit di tutto ei, bens si pre tende che quelle persone siano eretiche se non frman che «il senso della dottrina di Giansenio & eonforme al senso di ‘quelle einque propasision! > ‘Tate il soggetio della presente eontroversa, A voi non. Dasta che costoro eondannino Te eingue proposition, « inal- ‘tre tutto quanto di eonforme a esse edi contrari a sant’Ago- lino potesse trovarsi in Glansenio; perché lo fanna git Jn corde mo aientenes [Werenace), — (Ctr. Ponlen tr, s10! «bon mol or soo, or een ern blag aso sr a terior et" fy bu tom ene, spunea sem | Desimacetina tettera a Sieché non si tratta di sapere, per esemplo, «se Gesh Cri- sto sia morto per i soli predestinatis: costoro condannano tale proposizione quanto voi; ma di sapere ae Giensenio sia 4i tale opinione o no. Beoo perché vi dichiaro ehe Ia vostra isputa minteressa bon poco, come poco intereasa la Chiesa. Parehé, scbbene io non sia dottore, non pit di voi, Padre, vedo bene tuttavia che in eodesta controversia non & in causa Ia fede, dacehé si tratta di sapere solo quale sia il senso di Giansento, Se eostoro pensassero che Ta sua dot trina fosse conforme al senso proprio e leterale di quelle roposizioni, la eondannerebber9;riflutano di farlo solo per. eh sono eonvinti che 8 ben diverse. Dimodoché, quand’en- ‘he essi Ia intexpretassero male, non sarchbero eretil, poi ‘ché Ia interpretano pur sempre in un senso cattolien. B, per spiegare questo punto con un esempio, rcorder® le divorgenza di opinion’, che oi fu tra san Basilio ¢ san Atanasio clr gli seit di san Dionigi d’Alessandria ™: poiché il primo, eredendo di trovarvi la dottrina di rio contro Hoguaglianza del Padre e del Figlio, 1 condannd ‘ome erctici; mentre sant’Atanasio, eredondo di trovarvi il vero sonso della Chiesa, 1i diese inveoe come eattaliel. Pen- ste, dunque, Pade, ehe san Basilio, il quale eredeva ariani ‘quogli seritt, evzebbe dovato trattare da. orvtieo sant'Ata- nasio, che i difendevat B quale ragione avrebbe avuta per farlo, dacehé qual cho sant’Atanasio ditendeva in quegli seritti era non gi V'ariancsimo, benst Ia verti della fede ‘he eredeva vi fossocontenutat Se quct due santi si fessoro trovati d’accordo intomo al vero senso di quegli seit, fe vi avosero rieonoseiuto entrambi un’eresia, sant’Atana’ sio non avrebbo cortamente potuto difenderli senza diven- tare anche lui eretieo; ma, poiché Ia loro dispute eoncer- neva soltanto il senso di quegli scritti, sant’Atanasio era ‘eattalico difendendoli, anche se Ii aveaseintest male, perehé il suo sarebbe stato solo un errore di fatto od ogi difendeva, flaca Dil, ani 190955) na fa mama ae nelle a "amen ata tia. : 282 1 provincia Jn quella dottrina, soltanto la fede eattolica, che vi suppo- neva contenuta ‘A voi dico lo stesso, Padre, Se voi conveniste sul senso 4i Giansenio, © anche i vostei avverssni fossero d'accordo fon vol, nel giudieare, per esemplo, che eplt rostiene che ‘non si pud resstere alla gratin , colaro che rieusassero di condannarlo sarebbero eretii, qualunque eresia gli att boulate, daceh6 essi condannano i senso che voi vi suppo- rele, € non esereste eondannare il senso che costoro vi suppongono. Quindi, so velote convinceri, dimostrate che il senso da essiattsibuito Giansenio & exetico, perché, in tal e250, saranno eretiel anche loro, Ma come potreste far ei, dacehé voi stesi confessate eke Hl senso che eostoro ali attibuiscono non @ eondannatot Per mostrarvelo ehiaramente, preaderd come principio ‘quel che voi stesso ammettete: aasin che ¢a dottring della Grazia effeace non 2 stata condannata e che il Papa non ha yoluto pronderla di mira con la sua Costitazione » . B, ine “att, quando eg volle giadieare le eingue proposizion it punto della grszia efeaco fu messo al riparo da qualiast censura: come appare eon la massima chiarezea dal giadiat dof consultort af quali il Papa le diede a csuminare*, To ho nelle mie mani quei giudizi, al pari di molto altre per. sone in Parigi, tra cui iL veseovo di Montpellier", eh Ti portd da Roma. Da essirisulta che le loro opinion non fu ron concord, ¢ eke f prinefpali di esi, — come il Muestro el Sacro Palazzo il Commissario del Sant'ufzo, it Gene tale degli Agostinian e altri, —temendo che quelle propo- zioni potestero esser interpretate nel seneo della grazin ‘efieace, furono davviso che non davessero venir censurate; ‘mentre gil alti, pur essendo d'accordo che ease non doves sero venir condannate se avesero avuto quel signtficato, stimarono che si dovesse eondannanle, perehé, dichiarervno, 26 1P. Anan, Cait Jnnenionra ite pp. 2930 [Prone ‘pia deca tags tule nal GPT @ i aa Mil hel "38 al ators Bais Amour tel Se Buen, Vi, 30097) SP UBeatge do Betgee) Devimasettna tetera 283 fl lore senso proprio ¢ naturale ne era Tontanissimo. Beto perehé il Papa le condannd, e tutti si arresceo al suo gine Gio 'B dunque certo, Pade, che Ja gratia effeace non fa condannata, Kssa 8 cost potentemente sostenuta da sant'Ago- ‘tino, da san Tommaso eda tutta Ia sua seuola, da tanti Papi © Concili e da tutta la Tradizione, che taeciarla di ere- tiea sarebbe un'empietd. Ora, tutti eoloro che vo trattate da cretici dichiarano che in Giansenio trovano soltenta quella, otirina della grazia effeace; ed 2 Ia sola eosa che essi so stennero a Roma, Voi stesso lo avete riconoscuta nei vostri Cavill, p. 35, dave avete dichiarato che, « parlandone da- vanti al Pape, essi nulla dissero intorne alle propaszioniy re verbum quidem, ma impiegarono tutta il tempo & pat. lave della grazia effeace». Cosi, s"ingannino © no costoro in tale supposizione, & per lo meno indubbio che il senso 4a casi supposto non & eretio, ¢ che, di conscguensa, ext non sono tall. Infatti, per dire la cosa in brevi termini, © Giansenio ha insegnato soltanto la grasia efience, allora 2 esente da errore; 6 ha insegnato qualeas'ltro ein tal caso non ha pitt nessun difensore. Tutta la questione sta, dun- ‘que, nel sapere se Giansenio abbia effettivamente instgnato ‘quateoca di diverso dalla grazia efleace. E, se st acocrta che le ease stanno in questo modo, voi avrete il merito di averlo inteso meglio, ma i vostel avvarsari non avranno la Aisgrazia di aver errato nella fede. Bisogna dunque lodare Tadio, Padro, che non cl sia offet- tivamente nella Chiesa aleuna eresia, poiché st tratta sol- tanto di un punto di fatto, da eai non ne pessono nascere. Infatti, Ia Chiesa decide intorno agli articali di fede con uun‘antorit divina, eseludendo dal proprio corpo coloro che riftutano di aeeettarli; ma non agisee nello stesso modo nelle case di fatto: o eid perehé la nostra salute dipende dalla fede, ehe ei & stata rivelata si conscrva in vit della Tra. Gizione nella Chiesa, ma non dagli altri fatt) partiole [Queue tre parole non si uavano sei 3.) a teste del P, Aan (60° 284 Le provincia che non siano stati rivelati da Dio, Cost si ha V'obbligo ai exedere che i eomandamenti divini non sono impossibili da ‘oservare; ma non di sapere quel eke Giansenio inscend «| questo proposte. Heeo perché Dio eonduce la Chiesa, nell determinazione dei punti della fede, eon Vassistenza del suo spirito, che mal non pub ereare; méntre, nelle ease di fatto, Ja Taseia agive por mezzo dei sensi e della ragione, ehe ne sono naturalmente I giudiel Poiehé soltanto Dio pu istrulre Ja Chicse intorno agli oggetti della fede; ma basta legzere Giansenio per sapere se nel suo libro si trovino eerte pro- Positoni. Di qui eonsegue che & un’eresia resistere alle de- cisioni della Chiesa in materia di fede, in quanto eid sign fiea contrapporre Il proprio. giudizio allo spitito di Dios ya non 8 un'eresi, sebbene passa essere una temerit, nom crodere in eertifattl particolari, perehé fn quest exso of si limita ad opporre la ragione, che ud esserehara, a un'aue tort che @ grande, ma in questo campo non infallibile™, up rieonoseono tutti i tealogi, come appare da questa propoxiione del eantinale Bellarmino, della vostra Socet: 1 Concili generali¢ legittimi non postono errare nella de- finisione dei dogmi della fede, ma possono exrare in aue- stioni di fatto, B altrove: «I Papa, in quanto Paps © anche a capo di un Coneilio wniversale pud sbagliare nelle controversio partiolari di fatto, che dipendono prineipal- ‘mente dall"informazione ¢ dalla testimonianea degli ‘wo. mini». H il eandinal Botonio similmente: « Bisogna sa ‘ometiersiinteramente alle decision! dei Coneli in materia alt fede; ma per quanto eoucerne le persone e | loro seit, Te censure ehe ne vennero fatte non furono mantenute con ‘equal gore, perché non e'8 nessuno eu non poss accadere ingamnarsi »™. Sempre per questa ragione Vareivescovo 1 (all detrien portation che Vinal dll Chios Iioies dm arco at fleet ft Lartares To Deatone Ge Bo Le Mora ett 1, pp 888 EG bail age om one Chole, td tana Ci, m9 (Wrvanaen Decimasetting letters 25 i Toloca™ trasse da due grandi Papi, san Leone o Pel Bio 11", ta sequente rgola: « L'oggetto proprio dei Conetlt 8 le fede, e tutto quanto vi viene statuto in altre materie ppud essere riveduto © riesaminato; mentre non si pub pi iestminare quel che & stato stablito in materia di fede, perché, come dice Tertullano,soltanto le regola della fe & Fmmutabile e non riesaminabile >. ‘Ne segue che, mentre non si sono mai vsti i Conc sgenorali legittii in eontrasto tra loro in materia di fede, perehé—come dice il signor di Tolosa— * € eho, id nonastante, il Padre Sir- mond, Gesuita, non si peritd di difenderl ¢ di dire, nella vita di quel Padve, che « quegliseritti sono immunt dell've sia nostoriana > Vedete, quindi, Padre, che, quando la Chiesa condanna certt seriti, vi suppone presente un errore che essa cons ‘anna, © allora 8 di fede che tale errore 8 condannato; ma ‘che non & materia di fede che quegli seritti contengano ef- fettivamente V'erore suppostori dalla Chiesa. Credo che eid sin provato a suficionza siché meted termine a questi ‘sempi eon quello di papa Onorio, la eu storia & notissima Ognun sa che, all'inizio del sceolo VIE, essendo la Chiesa turbata dalleresia det Monoteliti, quel Papa, per mettar fine alla eontroversis,emise un deereto che sembrava Favo- ire quegli crete, talehé molti ne furono seandolezzati ‘Tuttavia, durante il suo pontieato, Ia cosa non sollevd molto 1 (Meadorto rescore Cio, alla Stl (00458 om, Nella sexton! aaa Menor nat Srtdoen, ols uon git td tevin In coe sn ds para toe lace i or prormeinene ft saronae Ua Gout cade ‘a (i)" Tutti seat apo, ook set Sogaatel turn ‘ndnaati al mesdo Coste tr Coaatzar SOE ato sro «tstge gia Jess Bird (15501081), era eter Sg et oer a ore Pee ono rea a Costatingpot Borg, costentore det oan eeprdont cone unan vluaeon fate slant. It tev Cones ai Garett (08), mnt Spa, day i maniac, enue ute Pe Oa ‘ot per) come ely, a. per ave permeate’ ¢Proptaan prodion imacistan fc malar Da esa Paps Gout Pati gala 1 fear din sopennnt noel ‘inbattre Tie fith poem Bea ony cle Co Seas Gin, Falcon i ‘Seoul ia evar era sata 288 Le prosinca rrumore; ma, cinguant'anni pid tard, essendo la Chiesa riue nita nel sesto Conelio generale, preseduto da papa Agatone per mezzo dei suck legati, quel decreto vi fu deferito; 6, dopo essere stato letto ed esaminalo, fa condennato come contenente Veresis dei Monoteliti e brucito, come tal pena asvemblea, eon gli altel seritti di quegli ret ‘ela deeisione fu acoolta in tutte la Chiesa con tale ti spetio e uniformita che venne confermata poi da altri due Concili generali e inaneo dui papi Leone HI e Adriano 1, vissuto duecento anni dopo, senza che nessuno abbia turbato ‘quel consenso tanto universale e pacifico nel corso di atta fd otto secli. Tuttavia, aleuni Autor! degli ultint tempi, ‘ra gli altel il cardinal Bollarmino, non stimarono di ren. Aersieretcisostenendo, contro tanti Papi Coneili,ehe elt seitti di Onorio sono esenti dll’erore che essi avevan di chiarato esservi: perché,—serive i Bellarmino ", —« po- tendo dei Coneili general; errare nelle question’ i fatto, 1 pub dire con piena sicurta che il esto Coneilio in quel aso s"ingannd ¢ che, non avende esaminato bene i nso alte letere di Onori, annoverd a torto quel Papa tea gli Notate bene, quindi, Padre, che non si 8 eretict soste niendo che papa Onorio non era tale, ecbbene molti Papi «© molti Concii tale To abbiano dichiarato anche dopo averlo csaminato. Vengo, dunque, adese alla nostra controversi, vi concede di produrre in favore della vostra causa tutti ali argomenti possbii. Cho cosa dvete, Pade mio, per re dere eretie i vostri avversarit Che « papa Innocento X die chiard che Verrore delle eingue proposizion si trova in Gian senio 1 Ditelo pure: che asa ne eoneludete? ehe «non ti- ‘onoscore che Verrore delle eingue proposition! si trova in Giansenio, signifien essre eretii +1 Che ve ae sembra, Pa: ret Non ® codesta una questione di fatto della stent na- tura delle precodentit 11 Papa ha dichiarato che Verrore elle cinque propositiont si trova in Giansenio, nella stesso ‘modo che i suoi predecesori avevan dichiarato che gil er (Do Summo Fortin eit, 1B. TV, emp. 12] Decinasetine tetera 280 sori dei Nestoriani e dei Monotaliti st trovavano negti sesittt i Teodoreto © di Onorio. A proposito dei quali i vostei Padi hanno seritto ehe condannavano bens! quelle exele, ma ehe non riconoseevano che quel due Autor! le avessero professate; cash come i vost) avversari oggi dicono che eon- Gannano hens! quelle propesizioni, ma che non rieonoscono he Giansenio lo abbia insegnate, In verita, Pade, si tratta i casi molto simill: 6, se e'8 qualche differensa, 3 facile vedere come esta torni a vantaggio del caso presente, pe i confronto di molte eizwastange patticolari visbill df per st stesst, © che non m’indugio a riferire. Perché mai allora, nella medesima cause, i vostsi Padri sono eattoliet¢ § vostel avecrari eretiei? F per quale singolare eeeesione private costoro una liber che coneedete invece a tutti git altri fedelit Che dircte a tal propesita, mio Padre? Che «it Papa ha confermato la propria Costitrione con un Breve»? Vi risponderd che duc Coneili generali e due Papi eanferma- runo Ja condanna delle lettere di Onorio. Eehe volete de- urre dalie parole di quel Breve, ean le quali it Papa di- hlara di aver « condannato Te dottrina di Giansenio nelle cinque proposizoni >? Che cosa aggtungono tall parole alla Costituzionet o che ne consegue, ## non che, come il sesto Conciliocondannd Ia dottrina di Onorio, perehé eredeva che fosso la stessa di quella dei Monotclit, cost il Papa ha detto ai aver condannato Ia dottrina di Giansento nelle einque proposizioni, perché ha suppasto che fosse Ia medesima. di quella di tali proposizioni? E come non lo avrebbe ereduto? a vostra Societd non va affermando altro per ogni dove; © voi stesso, Padrs che avete detto che este st trovano « pa rola per parola» ella consura perehé vi incontro dappertutto, Avrebbe © [0 Brow dindto de pepe Tannen X al wasnt ai Feenia 11g settembre Tne inet ef eines: Nol nbblame condones uo proposoa\ 8 Olena i deren conten Pt (Come nin Frnan prom i srl Compa padre Gomis Nik 88260) 290 1 provincia Papa potuto difidare deta sinccrta © della eapacitd di tanti autoresoli religios!? B come avzebbe fatto anon ere- dere che Ta dottrina di Giansento & identien @ quella delle ingue propasizioni, dacché voi git avete asieussto che que- ‘sto si trovano e parvla per parola >in quell"Autore? By dun ‘que, evidente, Padre, che, se si aceerta che Giamsenio non Te profess) mai, non bisognerh dire, come i vostel Padri hanno fatto nei foro esempi, che il Papa ha sbagtiato in quel punto di fatto, cosa che 2 sompre inerrstoso dic, ma s0- Tammento cho voi avete ingannata il Papa; cosa che non pro- vocherd nessuno seendalo, tanto ormai siete con Pertanto, Pedre, tutta questa storia & ben loutana dat poter ofrire materia per un'ersia, Ma, siecome vol vo Iete eastituimne una © qualsias east, avete eeteato di spo star la eontroversia dal punto di fatto per mettesla ix tno Ai fade; affermando: «Tl Papa diehinra di aver eondannato Ja dottrina di Giansenio in quelle eingwe preposiaion’: dun- que, # di fede che Ia dottrina di Giansenio attinente alle singue proposisioni 8 eretica, quale exsa sia». Beto, Padre, tun articolo di fede ben singolare: che una dtrina 2 ere tice, qualunque possa essere! Comel Se, secondo Giansenio, ‘esi pub resistors alla gratia interiore» e ae sceondo Tui & Tals che « Gesit Cristo 8 morto por i sll predestinati», an ‘che queste atlermaziont saramo eondannate, dato che si ‘atta della sua dottrinat Nella Costituzione papale sari vero ehe «si possiode la Ibert i fare il bene e il male » sar inveve fal in Gianseniot H per quale fatalitd sand ‘ali tanto sventurato ehe net suo Iibeo la verita divenga feresiat Non bisguera, quind, riconoseere, che egli & ere- ico solo nel easp In eui ln sua dottrina xia conforme agli ervori eondannati? Infatt, la Costituzione papale 8 la norma, che si deve applicate a Giansenio por ginleare, dal rap orto che ne risultera, che eosa ogi si; ein tal modo sf vi- valverd il problema se la sua dottrina xa erctien mediante dquestaltra questione di fatto; so Ia sua dottrina sia ono fonforme al senso naturale di quelle propwsigion, essendo impossbile che non sia erica, se vi 8 eonforme, « che nom Decimasettna letter a sia cattolea, se vi 8 invece contraria, Pofehé, alla fin fine, ‘ato che, secondo il Papa e § veecov, «le proposition’ ron0 feondannate nel loro senso proprio € naturale», @ impos bile che esse siamo eondannate nol senso di Giansenio, fuorché nel eas0 che questo sia il modesimo del senso pro: prio © naturale di quelle proposisiont: ehe ® um punto di fatto, La controversia verte sempre, dunque, su questo punto 4 fatto, senaa ehe si posen in newun modo spostarla per tetteria sul terreno del distto. B, ai conseguenza, non se nie pud fare materia di eresia, Tuttavia, voi ne potreste fareun pet percesiane eno fe tains Ai xporare che non ef sara nessuno che face talmente pro- Dirt veste intercad da eondarst in un modo eae ingiusto tila voler costringere a frmare,conforme ai vost desider, ‘che es condannann Te cinque proposizioni secondo il senso 4 Giansenio s, senza spiegare qual esso sia, Pochi sono sposti a firmaro una profession di fede in bianeo ®, Ora, ci signifcherchbe sotorcriverne una, eke vo! riompireste di tutto eid che vi talentase, poiehé surest Tiberi dinterpre= tare a vostro Tibite quel senso di Giansenio su eui non & stata data nessuna spicgazione. Lo si spieghi prima, dun- fave; altriment, potresto tirar fuori anche in questo easo tin potere prossimo, « ebstrahendo ab omni seusu >. Vol ssipete che metodi simili net mondo non attecshiseono. Lem Diguita vi odiata, speciadmente in materia di fede, dove & pit che giusto aspere in precedenza quel che si condanna, E come potrehbe mai accadere che que teologi, i quali sono, convinti che Giansenio non ba altro senso Zuorché quello della graziaeflace, acconsentano a dichiavare che eondan- nano la sue dottrina senza spiegarla, poiché nelVopinione con ingore «conti ¢ lig le Are Ac til “ibone aver omerat, 4 ettenbre 1058, sePAmenbien edgy Tab Be Bers Teint Powered (opr 394] 202 Le provincia che ne hanno, ¢ da eui non Hi si pub rimuovere, eid signif cherebbe condannare la grazia effeace, che non sf pd eon. annare senza eriminot Non sarebbe quindi una singolare tirannide metteri nella dolorosa necesita o di renders eal pevoli verso Dio, fmando tale eondanna contro eoscienza, © i esser trattati alla stregua di eretici, rifutendo di fart Ma voi avete avvolto tutto questo nel mistero, Tutti 1 vostei atti sono di natura polities, B necestaio che fo chia risea perch vol non spiegate quel senso di Giansenio. To servo solo per svelare j vost! segrotidisegni e per renderlt incfieaei, rivelandoll. Debbo pereid far sapere a coloro che lo ignorano che, essendo il vostro principale interesse in questa disputa quello di inalzare la grazia sufleiente del vostro Moline, non potete farlo senza distruggere la grad cfieace, che le & sffatto opposta. 31a, poiché la vedete oggt acereditata a Roma e tra tutti i dotti della Chiess, non po- tendo combatterla in manicra diretta, avete pensato di at- tacearla in modo subdolo sotto fl nome at « dottina di Gian. senio Koco perehé avete dovuto eereare di far eondannare ‘quella dottrina senza spiegarla; e, per siuseiny, avete dato a intendere che non ® quella della grazia efeace, afinché ai creda di poter condannare Iona senza condannare Val tra, Hd ecco perché tentate oggi di persuadere di eid eularo che nen eouoscono menomamente quell"Autore. B quel che fate anche yo}, Padro, nel vostrl Cavill, p. 27", eon questo fottile ragionamento: «Tl Papa ha condannato la dottrina 44i Giansenio. Ora, il Papa non ha mai condannato la dot- tring della grazia'effeace; dunque, tale dottrina ® diversa dda quella di Giansenio . So eadesto argomento fosse eon- cludente, si potrcbbe paximent! dimostrare che Onorio ¢ tutti tsuoi sostenitori sono eretisi,ragionando cost: « Il 9e- sto Concilio eondannd la dottring di Onorio; ma esso non condannd te dottrina della Chiesa; Te dottrina di Onorio. © (Nate prime alaon, per eres «p. 239) Desinasttme tetera 293 non 2 quella della Chiesa; aunque, tutti coloro che Ta. di fendono sono etetict», B evidente che ana tele conclusions rnon ha nessun valor polehé il Papa ha eondannato solo la ‘oltrina delle einque propealzions che gli sl 8 fatto eredere sia quolla di Giansenio. Ma eld non Imports, perché vot non yolew seevinvi a longo di codesto argomenta, Esso, per quanto debole, dur rerh tuttavie abbastanaa da servire | vostrlscopi. Vii} ne esario solamente per far at che oloro che non vogliono fcondannare Ia grezia eficace eondannino senza serupolo Giansenio. Quando si sari ottennto ei, si dimenticherd ben presto il vostro argomento, e, restando le inne come test ‘monianzn eterna della condanina di Giensenio, voi ne prem ‘dercte oteasione per attaosare direttamente ta grasia efi ace, €on quest‘allzo ragionamento, assai pid slide, che rete fuori nol momento opportuno: « La dottrina di Gian- senio—direte—@ stata condannata dai sufragi universali 4G tutta la Chics; or, tale dotirina 8 manifestamente quella dalla grazia eficace—e vi sari facile dimostrario; — dun- ‘we, la dottrina della graziaefficace & condannata, per con- Tesione stessa dei uot sostenitori» ‘Bevo perché proponete che sl sottoeriva codesta con- ddanna dana dottrina intorao alla quale non si di nessuna spiogazione. Bevo il proto che sperate di trarre da code- ste sottoserisionl, Ma, se i vostri avversari vi oppongono resistenza, eccovi tendere un altro tranello al loro rifuto -Avendo abilmente collegato la questione di fede a quella. di fatto, senza voler permettere che siano separate Tuna dal- Valtra, né che si sottoseriva alla prima senza sottoerivere alla seconds, daesh6 essi non potranno sotteseriverle tutt'e ddue insieme, voi andvete strombazzando dappertutto che hanno rifltato tutt'e due insieme, B eos), sebbene costoro si rifutino di fatto di riconoseere che Giansenio abbie pro: fessato le proposizioni che condannano, cosa che non pud nessun modo eostituire eresia, voi direte sfrontatamente che esi hanno rifutato di eondannare le proposizion in se stesse, © che in oid sta Ta loro eresia, Heoo il profitto che 20 Le provincia ‘rarrete dal loro rifto, © cho vi tornerd altretanto utile A quello che ricavereste dal loro eonseneo. Talehé, se si esi- geranno codeste firme, i vostel avversari, sla che firming sia che non firmino, eadranna sompre nelle vostre ret, © voi avrete in entrambi eat il vostzo tornasoato; tanta la vostra abilitd ne) predisporre Te ease in modo che vi sano sempre di vantaggto, qualunque piege powano prendere. Come vi conosco Bene, Padre! B come mi addalora vedere che Dio vi abbandona sino a tal punto da permettervi un cst felice successo in une condotta co seiagurata! Ta vo- stra fortuna & degna di compassione, © pud eer invidiata solo da ehi ignora in che consiste Ia vera buona ventura, B dar prova di eavit opporsi a quella che cerente di eonse= szuire eon la vostra condatta,poiehs essa si fonda solo sulla ‘menzogn, ¢ voi mirate sltanta a far eredere una di queste due falsth: o che Ix Chiesa ha eondannato la grasa eficace © che i suoi difensori sostengono i cinque errori conan nati. Bisogna, quind, render noto a tutti e che la grasia ron @ condannata, per vostra stessa confession, ¢ ehe mes- sun sostiene quegli ersri,affnché si sappia eke eoloro che rifutano di firmare quel che voi vorresto ni esigesse da Toro 4o rifutano solo a eatse della questione di fatto; che, es. sendo dispostssimi a sottoserivere quanto coneerne la Ae stione di fede, non potrobbero caver eretici a cagione di ‘quel rifluto: poiehé, infne, & wm artiolo di fede che quelle proposisoni sono eretiche, me non sara mai un articoln fede che sono dt Giansenio. Ess sono immiuni da errore: 6 questo basta. Pud darst che interpreting Giansenio in modo ‘oppo favorevole, ma pud anche datsi che voi tion Jo ine terpretiate in modo abbestanea favarevole, Non voglio ene trare in’ questo problema, So por® almeno questo: che, secondo Te vostre massime, voi eredete di poter senza colpa affermare pubblicumente, anche contro Ia vostra eonoscenza, che Giansenio 2 eretio; mentre, sctondo Te loro, esti non potrebbero senza grave ealpa affermare che egli cattoleo, fe non ne fossero eonvinti. Bssi sono pertanto pid sincor , Ma, poiché vi siete sempre ostinatt a rifutaro di farlo, ho finito eol sollecitarvi a faxlo con la mia ultima lettera, dove ho fatto eapire ehe non senza una recondita ragione avete tentato di far condannare quel senso senza splegarto,e che il vostro seopo & quello di fa i eid vi foste ancora intestardito a non dare nessuna spc gazione intorno a qual senso, sarebbe apparso ‘he al meno chiaroveggenti ee avevate di mira solo la gra ia effezce: il ehe surebbe tomato a vostra estrema confi sione, data Ia venerasione della Chiesa per una dottrina cosh sant, Siete dungue stato obbligato spiogervi, © lo avete fatto appunto rispondendo alla mi lettera, nella. quale vi 208 provincia avevo fatto rilevure che, ese Giansenio attribuiva a quelle sinque proposizoni un senso diverse da quello della grasia Mica, egli non aveva nessun difensore; ma che se, invee, non attribuiva oro altro senso fuor che quello della grazia ‘ffeace,allora era immune da qualsiasi errore». Questo non, lo avete potato negare, Padre. Ma aggiungendo una di ione di questo genere (p. 21): «Per giustieare Gianse no, — dite, —non basta sestenere che professa solamente Ja dottrina della grazia effeace, perché questa dottrina si ppub aostenerla in duo maniere: una eretiea, secondo Cal vino, che eonsiste nel dire che Ia volonti mosca dalla grazia non ha il potere di resisterle; V'atra ortodosss, eonforme ai ‘Tomisti ai Sorboniat, ¢ fondate ex princip! stability da Concili: per eui fa grasia per sé efeace governa la volon in guisa tale che si hn sempre il potee di resister» * Vi si concede tutto questo, Padre; ¢ voi terminate di ccendo che « Giansenio arebbe catolieo se difendess Ta ura ia effieace eonforme ai Tomisti; ma che @ eretin, perehé 8 contrario ai Tomisti e conforme a Calvino, il quale nega, il potere di resistere alla grazia >. To non intendo, Pade, santinare qui questo punto di fatto: elo, se Giansenio sia cffettivamente eonforme a Calvino. Mi basta che lo preten- diate ¢ eho ei facciato sapere oggi ehe per «senso at Gian- senio> intendote quello di Calvino, Era, dunque, sltanto ‘questo, Padre, quel che volevate dire? Bd era soltanto Ver- ture di Calvino quello che miravate a far condannare sotto il nome di «senso di Giansonio +t Perehé non To avete di chiarato prima! Vi sureste risparmiate parcechie brighe: perché, senza Bolle né Brevi, tutti quanti avrebbero von Sannato quellerrore insiome con vol, Comera. necesierio ‘odesto ehisrimento e quante dificltA elimina! Noi non sa- pevamo, Pade, qual ervore i Papi ¢ i veseol aveset9 vor Ito condannare sotto il nome di erenso di Giansenio » ‘Tutta le Chiose ne ern fortemente angustista, ¢ nessino ee cB as gal Rienc ots XFL tr dra hast ‘Stkecena Riponte' le pnt to Yet ler Sosinael doce ok 1h appa hedtiae (Oed, 8539 Dreimotara tetera 28 to voleva spiogare. Voi adesso lo fate, Padre: voi che tutto. 11 vosteo partito considera come il eapo e il primo motore 4 tut i suai consigle che conasoete il eegreto di tutta eo- desta sua condotta. Ce To avete dunque detto: 5 senso di Giansenio non & se non il senso di Calvino condannato dal Coneilio”, Beco wn bel numero di dubbi isolti! Adesso sap- plamo che Verzore che i Papi et vescov!vollera eondannare sotto il nome di senso dé Giansenio & il senso di Calvino, che, di eonseguenza, obbediamo ai loro deereti,condan- nando eon loro quel senso di Calvino che ess intesero ron- annaze. Non siamo pit stupti di vedere ehe i Papi e al- uni vescovi abbiano dimostrato tanto aelo contro Hl senso i Giansenio. Come non lo avrehbero dimortrato, Padre, Aacché prestano fede n cloro che dieano pubblieamente che #1 medesimo di quello di Calvino? Vi dichiaro, pertanto, Padre, che non avete pit nulla 4a rimproverare ai vostri avvorsari, perehé & certo che an- Wess detestano quel che voi detestate. Solo mi fa mera- ielia che lo ignoriate, ¢ che conostiate cost poco le loro pinion in properite, tente volte da essi espresse net oro sitti, Sono sicuro che, se ne foste moglio informato, vi inerescercbbe non eonoseere eon spirit di pace una dot- trina cool pura e eos eristiana, che la passione vi spinge a combattere senza conoscerla. Vedreste allort, Padre, che non solo essi riconoscono che si resiste efletivamente sqelle deboli grazie eke son dette eecitanti"o*ineenei”*, non compiendo esse il bene che e'ispirano, ma che sono al. tretianto form nel sostenere contro Calvino il potere della volonta di resstere anche alla gratia vittorioea ed efleace ‘quanto nel difendere contro Molina il potere di questa gra- in sulla volontd, egualmento golosi df questa vert come 4 £4 Tridente Syrodo» (Wewevce) vars cei tab ES onal ms ae Deft ak rivers ‘esastntesiniead"cafapars, ol ar ree rn ent rune al loa ta prt 9 Gin A."Amsaua, aor ey + RYT, pp. 386-8 200; ©: Taree, {a terme de Port oy et, ie pp WES] 300 Te provincial ella prima, Essi sanno sin troppo che uomo, per ta sua propria natura, ha sempre il potere di peceare e ai rest sere alla grazia ¢ eh, dopo Ia sus eorrazione, he In x8 uno Jagurato fondo di coneupiseenza” che aceresce infnita: mente tale potere; ma che, ed nonostante, Dio quando “at piace di tocearlo on Ta sua tnisericorda, gli fa fare que ‘che Yuole, senza che questinfallibata della san operasione dlistrugga in nessun modo la sua libertt naturale, grazie alle sigrote ¢ mirabili maniere con eui Heli eompie tale mute zmento; maniere che furono spiegate in modo eecellente da sant’Agostino e che dissipano tutte le contraddiion’ im raginarie che i nemiek della graia effcace si reppresentano tra il sovrano potere della grazia sul libero arbiteio e potere che quect'ultimo ha di rosistere alla grasia, Tafati, secondo quel gran santo, che i Papi e Ia Chiesa hanno eretto 4 norma in questa materia, Dio muta il cuore del'uomo dliffondendo in esso una dolecsza eelstate, che, superando In dilettazione della carne, fe st oie I'vomo, avveriondo da tun lato la propria mortalita, © riconoseendo dall'altro Ia sgrandezza ¢ V'eteraita di Dio, provi disgusto per Te delizie Gel pecesto che Io separano dal bene incorrutibile; e, tro- vando la sus pid grande gioia in quel Dio che lo trae, s ‘olga infallibilmente a Lui da se medesimo, con un moto com: pletamente Hibero, velontario, pieno d'amore: talehé, se d ‘yesse separarsone, sarebbe per lui una pena ¢ uno strasio Non ehe non posta allontanarsi da Lui, e non se ne allon- tani effettivamente, se lo voglia. Ma eome To vorrebbe, dac- ch la sue volonti non si volge mai se non a eid che pid le piace, e che nulla le piace allora come quel bene unico, che te da Mowat Nik ity De State nattrae lapaze, SF ree ey tn ve Bitten, pts Bae i a ua TS. ae i eae a dt a be Pea dtee ahs Decimatave letters 1 ‘ompronde in sé tutth gli lteit «Quod enim amplius nos Aeleetat, — dice sant'Agostino, — seeundum id operemur ne- este ext» ‘Cost Dio dispone della libera volonta dell"uomo sens ‘mporie nessuna necesita; i Ihero arbitro, che pud som- pre resistere alla grazi, ma non sempre vuol resistere, i volge in modo libero e infallible verso Dio, quando a questi piace attirarlo a s6 con la doleezza delle sue ispirazioni ef fact Tali sono, Padre, { divini prinelpi di sunt’Agostino © di san Tommaso, secondo i quali & vero che «noi possiamo ro- sistore alla grazia x, contro I'opinione di Calvino, ma, eid ronostante, come dice papa Clemente VIIE nel xto se diretto alla Congregazione de Auzilis*, «Dio forme in not i moto della nostra volonta ¢ dispone effetcemente il no stro cuore, mediante Vimpario che la sua suprema Macsta possiede sulle volonta degli uomini alteettanto che sul re- sto delle creature che sono sotto il cielo, secondo eant?Ago- stino ». Sempre secondo tall prinelp nol agiamo da not: il che ‘importa, contro Verrore di Calvino, che abbiaano meritiehe ‘sno incontestabilmente nostri; ma, nondimeno, dato che Dio 2 it primo principio delle nostze azioni e fa «in noi tutto quel che gli & gradito s, come dive san Paolo’, ¢1 no- strl meriti sono dont di Dio, come afferma il Concilio di ‘Trento Con eid 8 distrotta lempia assersione di Lutero, con Gannata dal medesimo Coneilio™, che « not non eooperiamo “tat eo ao. “Here et fe 3 a seats Ds ee inna oe as ot) hebrs XITY, 0: « Deas. ptt ro ia ona tony vt fina "else vein Good paces cram B pe Joa (Son, VE, cup, ss «abst mes st Chritanes bom in e2 ‘oo ve eave grea ct nonin Domo eas tata et res ie ln si Sea et gan et ses. Vt en.) 02 Te provincia fn nessun modo alla nostra stlute, non pit Af quanto fae ano Te ense inanimate. B con ef3 @ insieme eonfuteta Pempicta della seuola di Molina, la quale non vuol rieon0- seora che 8 la forza della stessa gravia& far Al che eaoperiama ‘on lef nell'opera della nostra salut, rovinendo cod jl prin- cipio di fede stabilito da san Paolo: che «® Dio a formere in noi e la volonta e Tasione con questo motza si conciliano, infine, tutti i pass della Serittura che sembrano pid opposti: « Convertiteri a Dio; Signore, converte! a te, Gettate Tentano da voi Je vo- tre iniquiti; B Dio eolui ehe toglie Te iniguita del suo po- polo. Fate delle opere dene di ravvedimento; Signore, ofa fopera nostra set ‘Tu a compierla in noi, Fatevi un evore nuovo e une spite nnovo; To vi donex® uno spivito movo fe metterd in yo! un euore move » ", ‘Liunio mezzo di coneilire tal afermasioni in apparensa ‘opposte Puna all'altra, che altribuiscono Te nostre buone asioni ora a Dio ora noi, & di riconosere che, come serive sant’Agostino «le nostre asioni son nostro, a aura del lihero arbitri, che Te effttua; © sono anche di Dio, a eausa della sua grazia, la quale fa sl che il nostro libero arbitrio| Je compia >. F che, come egli serive atrove, Dio ei fa fare quel ehe vuole, facendost volere quel che potremmo non Yo. Tere: € A Deo factum ext ut vellent quod nolle patuissent» Cos, Padre, i vostei avversuei si trovano parfettamente Aaccordo con gli stessi muovi Tomisti: i quali affermano come loro ¢ il potere di resistere alla grasia ¢ V'inellibiita Gel’effetto di questa, che professeno molto ehisramente eon- forme a questa massima eapitale della Toro dottring, che Alvarez, uno dei Toro pf autorevoli tologi, ripeto tanto pesto nél suo libro * e formula, dsp. 72, in questi preist [Pht 1,132 «Dew cot eno. ge operat in vein et rlle retin po toma oli Teeth Rede NVI. I Jer, XXXL 1; Beech, EWI, Pete LR, ey SAV, 125 Beek) SVT, °e eonra eoendam Jeli Resposionem, . 1) "S [N'De dure diceae gratse ef hen are ie ot get bk Serva laa 24 ft ny timo it Pato Tren, etree 168%) ae Decmatave letter 303 termini: « Alloehé Ia grasia efleaco muove il libero arbi- trio, eso vi consente in modo infallible, perché leffetto lla grazia 8 di far al cho, pur potendo non acconsentire, fatto vi aeconsenta s. H ne adduce come regione questa 1m Tommaco, suo maestro: «La volonta di Dio non pub non eser adempiuta; cod, quand'Bgli vuole che un uomo sovonsenta alla gratia, questi vi aceonsente in modo infal- Tibile, e anai necessario, non dina necesith assoluta, ma si una necesita di infllibiita . Agendo eos, la grazia non ‘valnera il potere di resisterle quando si vuole, perché ‘ssa fa solo che non si pos resaterle, come i vostro Padre Peta viconosee in questi termini, t I, p. 602: «La grezia «i esi Cristo da leh si perseveri in modo infallible nella pet, ancorehé non per necesita, perché si pud non aacon- sentir, se si vuole, come afferma il Coneilio; ma questa ‘medesima grasia fa 81 che non lo si voglia » ‘Tale, Padre, Ia dottrina costante di sant’Agostino, di san Prospero", dei Padsi che Ti segulrono, dei Conell, di san Tommaso ¢ di tutti j Tomisti in generale. Basa & par rmenti quella dei vostri avvereati, ancorehé non lo abbiate penstto, Ed 8 infine, quella ent vot stessiavete dato Va. provazione in’ questi termini: «Le dottrina della grazia ‘tiene, che riconasee che si ha il potere di resstere a es, 2 ortodsa, fondata sai Coneli e sostenuta dai Tomist e dai ‘Sorbonist Dite il vero, Pade: se aveste aaputo che {vor sari avversari profestano effettivamente questa dotrine, ‘iad darsi che Vinteresse del vostro Ondine vi avrebbe ien- Dedito di darle eodesta pubbliea approvazione. Ma, essen ‘lori immaginati che le fossero oti, 1 medesimo interesse Ulla vostea Sovieta vi ha condotti ed approvare opinion the eredevate contraric alle loro; e, @ causa di codosto equ voe0, volendo abbattere i loro prinelpi, avete inveee vol tes contribuito @ conselidali, Dimodoché ogei si vedono hier una sorta di miracolo, 1 difensort della grasia etieace toate Sette, note 29 all XVI Prosnsiae] estgia Dogmaton, Toto asciana taal 808 Le provincia iustieati dai difensori di Molina: tanto ammizevole 2 1a fondotte di Dio, per far eoncorrere ogi enea alla glonia dolla sua verital ‘Tutti apprendano, dunque, per vostra stess. dichiara- ne, che la verith della grazineffeace, necessaria tutte le azioni df pietd, verti tanto cara alla Chica ¢ che 2% it prezzo del sangue del suo Salvatore, & cos) costante ‘mente eattoliea che non e'8 nemmeno un eatolieo, nom ese ali stessi Gesuitj, cho non ne xiconasea Vortodassia, 1 si sapri in pari tempo, per la vostra stessa confessions, che non e'8 il minimo saapetto di errare in ealoro che voi avete tanto aceusati: poiehé, quando imputavate oro degli er rori sogreti senza yoler preesare quali fosero, era per loro altrettanto difelle difendersi quant'era facile per vot ae- ceusarit in codesto modo. Mentre adesso, che avetedichiarate che Perzore che vi obbliga a eombatterli @ quello di Cal el quale Ti eredovate sostenitori, non e'8 persons ehe non veda chiaramente che ess sono immuni da ogni error, ‘daeché sono cos ostili al solo che imputate loro.e protestano, on Toro diseorsi, i loro libri ¢ oon tutto quanto possone produrze per dare tetimonianza dei loro sentiment, che ‘esi eondannano quellcresia eon tutto il loro cuore e nello stesso modo dei Tomist, che voi reonoeete senza dificolA come esttlici, ¢ che mal non sono stati sospettath cere tal Che dizete, dunque, adesso contro di loro? Che, pur non seguendo Calvino, sono tuttavia eretici, perché non vo- gliono ammettere che il senso di Giansenio 8 identico = ‘quello di Calvinot Osoreste cho cid sia materia di eresiat Non si tratta forse d'una semplice questione di fatto, che rnon pud originane nessunat Ne sarcbbe ccrtamente una sostenere che non si ha il potere di esistere alla gravi efi ace; ma @ forse un'eresia dubitare che Giansenio profes tale dottrina? B una verita rivelataT B un artiolo di fede 4a accettare pena la dannazionet © non &, vostro malgrado, luna questione di fatto, per la quale saree ridicolo soste- rere che vi siano eretici nella Chiesa? ‘Non chiamateli pid, dungue, con codesto nome, ma eon. Desimotave Itera 308, qualche altro, pid appropriato alla natura della vostra eon- troversia. Dite che sono ignoranti, stupidi, che eapisona male Giansenio: saranno agcase pid confacent alla. vostra puta. Ma chiamarliexetici non he nessun senso. By poic ‘ebé questa 8 Ia sola aceusa da cui voglio difenderli, non rat ‘prondard granché Te brign di dimostrare che esti intendono Venisimo Giansenio. Tutto quanto vi dind in proposito & solo che mi sembra, Padre, che gindicandolo secondo Te vo- sire regole, 8 difeile eho eli possa non dir eattoiea. Bevo, infati, le rogle da vo! fate per esaminarlo. <", se esi non avesserocitato parola per patola il testo in eui essa 8 contenuta, e per quante richie ste fosero loro rivolte, si fossero sempre rifutat di eitarlo « fossero, invec, rieorsi a Roma per ottenere una Bolla che ‘obbligasse tutti quanti nieonoseerlo? Nos si sarebbe indub biamente pensato che essi avessero sorpreao ln buona fede del Papa e che fossero riorsi a quel mezso fuori dellondi- nario solo per difetio di quel messi naturall he le vert i fatto offrono a tutti eoloro che le sostengono? A eostory 8 bastato dire che il Padre L’Amy insegne quella dotirh nel tomo Y, disp, 86, n. 118, p. 544 delVedizione di Douais « cosi tutti eoloro che V’ksnno voluto eereare hanno tro vata, e, nesuno ne ha potuto dubitare. Beeo un modo fs cilissimo © molto rapido per eonehiudere Je vertenze di fatto, quando si ha ragione, Perehé, dunque, Padro, non fate altrettantot Ne Cavilli avete detto eho «lo eingue.proposs Giansenio paola per parol, tte, e in pres termini, tot. dem verbie»™. Vi si 8 replicato nogandelo, Che coxa vi re- stava da fare, se non eitare Ia pagina, se le aveste eletiv mente veiite, oppure confessare di exserviingannatot Me voi non fate né una né Ualtra cosa; e, rendendovi onto che ‘ult i pass di Giansenio che talvolta etate per abbagliare la 2 [aloe wumorial eat § last. — Ct. Vite at ate ses a or Fan te Vi, 3) fet: Govt sesotaores Cy ep. Wa XVIE Province come Disimotaun tetera 300 tpnte, non sono le proposition’ condannate, éndividualt singolar, che vi erevate impegnato a far vedere nell’9pera 4 Giansenio, ei presentate inveoo delle Costituzioni che affermano che esse ne sono stave estrate, ma senza indicare ‘i Tuoghi. ‘Conasco, Padre, il rispetto che i erstiant debbono avere per la Santa Sede, e | vostei avvensati dimostrano a suf tienza di essere quanto mai risoluti a non venirli mai meno. ‘Ma non dovete pensar che gli si sia venuto meno facendo pre sente al Papa, eon tutta la sottomissione dovuta da dei ili al loro Padre, ¢ dalle membra al loro Capa, che lo si pu ‘aver iratt in inganno sa questo punto di fattos che, dopo Ta sua ascesa al pontifato, egli non ha fatto esuminare ‘ale questions ¢ che il suo predecsssore Innocenzo X si lie ‘itd sollanto a far estminare se le proposision! fosero er ticho, ma non so fossro o no di Giansenio. Il che feee di al Commissario del Sant"Ulzio™, uno dei principal sami natori, che «esse non potevan esiare eensurate nel senso di nessun Autore,— non sunt qualifeabiles in sensu profe- rentis, — perehé erano state presentate per esser esaminate Der so stesso, senza eonsiderare di quel Autore potessro essere: in ebstracto, ef ut pracscindunt ab omni profer rente >, come risulta dat loro giudizi da poeo dati alle stampe™, che pitt di sessanta dottori e un gran numero di altre pertone dotte ¢ pie hanno letto serupolosamente quel Iibro senza mai tsovarcele, anzi trovandacene di contr che coloro che presentarona in tal modo le ease al Papa po- twebbero aver abusato delle fiduela che egli ha in loro, e&- endo interessati, come sono, a sereditare quell"Autor, il auale ha eonvinto Molina di pit di cinquanta error; e che i che rende la eosu maggiormente eredibile & che essi pro fessano questa massina, una delle pid autorizzate della Toro “aa'3 ata EVIE Province DAG IS TRonanets taper os} 10 Le provincia teologia, che «si posson calunniare senza crimine ealoro dai ‘quali ci si erode attaceati ingiustamente »™; e che, pe tanto, essendo la loro testimoniansa sospetta quella degli tri degna di considerasioe, si he qualche motivo di sup- plicare Sua Santta, eon tutta Pamiltd possibile, di far esa rinare questo fatto davanti al dottori dell’uno dell'alteo partito,affnehé su di esso si possa prendere una deisione solenne @ regolare. « Si riunseano dei giudiel expert, — ioova san Basilio, Epis, EXXV™, « proposite di un caso simile, —e winseuno vi sia Wboro: sf esaminino {mich seit: ‘vgs vi siano error outro Ta fede si Teggano Te obie- ioni e le risposte,affnehé si abbia un giudizio dato eon ‘cognitione di causa e nelle debite forme, © non una diffe- ‘Non dovete protendere, Padre, di far passe eome poco sottomessi alla Santa Sede coloro che si condueeecro in ‘questo modo. I Papi sono ben alient dal trattare i eristan’ fon quellimperio che si vorzebbe esereitare in loro nome, «La Chiess — serive il papa san Gregorio, In Job, Nib, VI, cap. Tf, —che venne formata alla seuola dell’amilta, non eomanda eon autoriti, ma cerea di persuadere mediante Ta ragione quel che Snsogna ai propri figliche repmta ineetit in qualche errore: Recla quae errantibus dicit, non quasi fez auctoritate praccepit, sed ex ralione persundel »™. By nonehé giudieare um disonore rivedere umn gindizio ia eu sa stata sorpresa Ta loro buona fede, essi se no gforlano, ome attesta sen Bernardo, Epis. CLYNX: «la Sede "a —egll serive—ha questo di raccomandabile: che 2 (ote a XV Proves (apr pp 207.98, 2 [Likzenld ave ian Ts8 fe toaoraione wna segolira cnferensa nso sue Conitrtions tnt Ponrpine eet ont (ato de A. Amwaun, Seomde ttre A we duo ot pap 38 oral te exports betta Wiis ope Balk ono porareaiatn fluirith eats cae egarran sete iasontoy ir J Lavonty ‘La anetrse de Portal, Ea Mo “ri, p 30 apg 1 ogo} fciats AE A teen, Stine ltr ot) Desimotava tetera an strappato con V'ingunno, Cod & ben glusto che nessuno ap- ‘profiti dellingiutitn, © principalmente presso Ta Santa Sede >. ‘Eeco, Padre, i ver! sentimenti che bisogna ispirare si Pepi, dacehé tutti | teologi ammetiono concord che esi posson venire ingannati e che Ta Toro supreme digaiti & falmente Tontana dal gerantirli dall'inganno che essa ve fespone ansi pia di qualsiat altra persons, a cagione del fgran numero di eure che gravano sa loro" B quanto disse To step san Gregorio a eertuni che eran stupiti ehe un altro Papa si feo laseitto ingannare: « Perché stupite— ‘ice nel libro T dei suot Dialoghi—ehe not sbagtiamo, not ‘che siamo uomini? Non avete veduto che David, quel re che pur possedeva lo spirito di profetia, avendo prestato fede alle menzogne di Tsibs, emise un giudizio ingiusto eontro il figlio di Gionatat Chi dunque slimerd strano che degli im- postori lalvolta e"ingannino, noi che non siamo profetit imo oppressi dal gran numero degli affari;¢ la nostra rente, che, divisa tra tanto core, non ne pud ecaminare a fondo nessuna in particoare,eade pit fcilmente nell’errore in qualeuna », In verita, Padre, erwdo che { Papi sappiano reglio di voi se possano esvre tratti in inganno 0 no. {Lor stossi ef dichiarano ehe i Papi e i pid grandi re sono soggelti a eser ingannati pit delle persone ehe hanno meno ‘ooeuparioni importanti, Bisogna exederli, Ed & facile im- ‘maginare per quali vie si riesca a trarll in inganno. San Bernardo ne ft la deserisione nella lettora che serisse a In- nocenso TI": «Non 3 cosa né da far meraviglia n6 inax- ‘ita che Panimo dell'uomo possa sbagliare 0 esser ingan- rato. Aleuni religiosi sono venuti da voi con mendaci Ingannevoli intenzioni. Vi henno parlato eontro un vescovo che emi odiano,e Ja cut vita 8 sempre stata esemplare. Co- toro mordono come eani ¢ voglion far passare per male il bene. Ed eve, santissimo Padre, che tu ti metti in eollera fom at Se welts a Le provincia contro il gio tuo. Perché ne hai dato un motivo di giota ai suoi avversarit Non devi codere a ogni spirit, ma em rinaze se esti vengano da Dio, Spero ehe, quando avrai conosciuto Ta vert, tuto quanto & stato fondato su fale ragsruagli sia dissipato. Prego lo sptito di verta di eonee- derti la gratia di separare la Iuee dalle tenebre, © di con Adannare il male per favorize il bene >. Voi vedete, pertant, Padre, che la condizione eminente in exi si trovano i Papi non Ii ende immani dallinganno, ansi rende la posiblta 4 venir ingannati pid. periolosa e pid) grave, B quanto ‘sin Bernardo fa presente sl papa Eugenio, De Cond, tit, TT, cap. ult: ©0°% un altro difetto talmente generale he non ho veduto nessuno dei grandi del mondo. che ne vada immune. Esso consist, santo Padre, nelleecosiva ere- ulita, da eut mascono tanti disordini, Da essa infatti de- rivano Te violente perseeuzion} contzo gli innocenti, 1 pre- eiudizi ingiusti contro gli assenti e le collee terribili per cose da nulla, pro nile. Heeo, santo Padee, un male une versile, di eui, se ne resterai immune, dird che sei il solo ad avere tale privilegio tra tutti i tuoi eontraell >. Presumo, Padre, che eid cominci a canvineervi che i Papi sono soggetti a esr ingannati, Ma, per dimostrarvelo jn modo eompiuto, mi Timiterd a rieonlarvi esempi da voi ‘tes Fferiti nel vostro Tbro, di Papi e di imperatori, ehe furono efettivamente trati in inganno da eretiel, Vol dite, infati, che Apollinere ingennd i papa Damaso, nella stesso imodo che Celastio ingannd Zosimo; ¢ sgaiungete ehe un tal ‘Atanasio ingannd Pimperatore Eraelio ¢ lo spinse 8 perse- guitare i eattolie, © che, infine, Sergio ottenne da Onorio ‘quel deereto che fu brusiato nel sesto Coneilio, « piaggiando = serivéto— quel Papa » 'B, dunque, certo, per vostra stessa ammissone, Padre, the coloro che usang cast con re ¢ Papi, Ii spingono talora artifelcamente a perseguitere coloro ehe difendono la vor ith della fede, nella convinsione di perseguitare delle ere- ie. Beco porché i Papi, 1 quali mulla hanno tanto in orrore ‘quanto gli ingenni, henno fatto di una Tettera di Alessen- ro TIT una legge ccclesiastin insert nel divtto eanonieo, Dicimotana tetera a3 ‘er permettere Ie sospensione dellesecuztone delle loro Bolle deereti, quando si abbia motivo di eredere che siano stati Ingannati, «Se qualche volta—seriveva quel Papa all'ar- avo i Revenna™ —noi inviamo a Vostra Fraternita , non inguictate- noscere Ia ragione che voi eredete di avere per non eseguiei perehé noi stimeremmo Buona eosa che non escguiate un Aeerelo estortori con Vinganno o con artifice. » Cos! agi- scono i Papi che mirano soltento a rislvere le dispute tra cvistiani,e non a soguire le passion’ di eoloro che vogtion seminar’ tra loro Ja zizzania. Non fan uso di domina- 2, come dicono, sulle orme di Ges Cristo, san Pietro & san Paolo; ma To spirto che riluee in tutta Ta Toro con dotta 8 lo spirito di pace ¢ di veritA. Heco perché inser svono ai solito nelle loro Tettere questa clausols, sottintsn in tutte: «Si ita eat; si preces vertate nitantur? Se la cosa sta voramente in questi termini; se { fatti sono veri». Dal he risulta che, poieké i Papi attribuiseono valid alle loro Bolle solo nelia misura in eui si fondano sui fatti very zon sono le sole Bolle a comprovare In verith del fat, bens, al contrario, secondo gli stesi eononisti fa rendere avcettbili le Bolle, Con qual mezzo apprenderemo, Aunque, Ie veriti dei fattit Por mezzo degli ocehi", Pade, che ne sono i giudic legittimi, eon came la ragione 8 giudice Iegittima dell wove naturalieintelligibili e la fede di quelle soprannaturali e rivolate, Infatti, poiché mi ei oostringete, Padre, vi did ‘he, sovondo Te opiniani det due pit grondi dattor! della Chiesa, sent’Agostino e sun Tommaso, eiaseuno di que tre Drinelpi delle nostre eonoscenze ha i prope! oggett dieting fla propria particolare certeaza entro Is propria cershia, 2 [e Resrpty cap. V (ah tsi da A. Arneld wea sae suena a a "WU Pers v, 29 («Pato qu in vbin et regen Di, prov ott SGontanee secundum Deen seqer ont Ty My Tey MAUL, S586 Bee “Pente, ats. 0° 18 dll tpneiog) ‘Ct be. & sebaes [Wena au Le provincia , poiché Dio ha voluto servrsi delle mediazione det sensi per dar accesso alla fede, —fdes ez audity,—2 tanto poco vero eho esa distrugig Ia certeza del sens, che, tutta ontario, voler mettere in dubbio la fedele testimonianza ei sensi significhorebbe distruggere la fede. Heeo perché san Tommaso osserva expressumente che Dio ha voluto che ali accidentt sensbilsussistssero nell’Bucaristia, afinché i sensi, che gindicano solo da questi aceidenti, non fossero ‘atti in inganno: Ut sensus a deceptione reddantur im. Concludiamone, pertanto, che, qualunque sia la propo: sizione presentata’al nostro’ esame, dobbiamo enzitutto ri femoseerne Ja natura, per vedere a quale di quel tre prin- ‘lpi dobbiamo riferine. Ove si tratti di una cosa sopranna- turale, on ne giudisheremo né con {sensi né con Ja raglone, 1a con la Serittura e le decisioni della Chiesa. Se si teat ‘i una propestione non rivelata,¢ accessible alla ragione naturale torcheri a questa giudieame; se si tratti infine 4i una questone di fatto, presteremo fede ai sensi, ai quali lappartiene naturalmente di giudiearne. B una regola talmente generale che, secondo sant‘Ago- sting son Tommaso, quando la steasa Sevttura of pre- senta qualehe passo 1 eui primo senso Ietterae si trovi in fontrasto con quello che i sensi o Ia ragione eonoscono in modo certo, non dobbiamo eereare di seonfesiaeli per sot- tometteri al’eutoriti ai quel senso apparonte della Scrit- tura, ma interpretare qucst'ultima e cerearvi un altro senso che 81 accordi eon quella verith sensible: poiché, esendo Ja perola di Dio infallibile anche per quanto conccrne gli stesi fat, e quel che vien rierito dat sensi e dalla ragione, ‘operanti_ nella Toro ceerchia, essendo altrettanto certo, & neeessurio che le due verith si according; e, dato che Ia Sevituara si pud interprotare in diverse guise, mentre dei rageusgli dei sensi & possibile solo un'unica interpreta- 1 [otto ato corer Crt eto 013 Decimatave tetera 315, ione, bisogma, in questi cai, prendor per vera V'interpre- tasione della Seritture che si acoordi con la fedele te ronianza dei sensi, « Bisogna — dice san Tommaso, T pars, ‘qunest, LXVIIT, art, T""—osservare dus cose, secondo s2n- Agostino; anuitutto, che Ta Serittara ha sempre un sunso vverace; ¢ pol che, siocome essa & suscettibile di diversi si- smifieati, quando se ne trovi uno che la ragione umana di- ‘ortrichiaramente falso, non bisogna ostinarsi a conside- vrarlo come il suo signifcato naturale, ma eerearne un altro, ‘che sl accordi eon Ta regione.» gh illustra eid eon V'esempio del passo del Genesi dove sta seritio che « Dio ered due grandi luminar, i sole e Ta Tuna, e anche le stelle» *: eon Te quali parole la Serittora sembra afformaro che la Tuna sia pit grande di tutte Te elle, Ora, sieeome & eerta, per indubitabilt dimostr the eid & false, non bisogms, osserva. quel santo, astinarsi a Gifendere Hl senso letterale di quel passo, ma terearne un altro, conforme # tale verith di fatto: dicendo, ad esempio, che eon Mespressione “* grande luminare' si indica ta ferandezan della luce della Tana rspetio a noi, © non Ta tgrandezza del corpo in se stesso». Se ef sl volesse condurve altrimenti, nonché render vo nerabile Ia Sevttara, Iasi esporrebbe al disprezzo degl'in- fedeli: perché, come osserva sant'Agostina”, « se costoro vweniatero a sapere che noi erediamo, in forza della sun a torith, cose n ess sieuramente note eome false, ridercbhero della nostra ereduliti nelle alte eose meno evident, eome Te resurtetione dei corpi ¢ Tn vita eterna. E eas, —ag giunge san Tommaso", —< renderemmo Toro degna’ ai di- prezzo Ia nostra reigione, anzi gliene preeluderemmo Vac EE signifeherebbe anche, Padre, ehiuderne W'aceeso agli ertict © far apparire loro spregevole autorita del Pepa, (Dla Somme Togo, — Wages wi eamion 3 po vo, eer is bn Ee dena od tteram, 1 ap 08] Be hacen a 316 Le provincia lerare eattolct coloro che riousassery credere che certe parole si troving in un libre dove inveee non si trovano, perehé un Papa, ingannatos! in buona fede, hha east dichiarato. Infatti solo V'esame di wn libra ct pud ar sapere ae vi si trovino ccrte parole, Le cove di fatto si provano soltanto per mezzo dei sensi, Se quel che sostenete corrisponde a verta, mostratelo; altrimenti, estenctev! dal sollectare chiechessia per fanglilo eredere: sarebbe fetiea sprecata, Tutto Te potenze del mondo non possono persus- dere per autor un punto di fatto, né tanto meno modi Siearl, perch6 nulla pud far sl che efd che & non sia Invano, per esempio, certireligioi di Ratisbons otten- nero da papa san Tone IX un deereto slenne eal quale eli dichiard che il corpo di san Dionigi primo vescovo di Pavigi, che vien considerato ordinariamente come I'Atco- Dagita, era stato portato via dalla Francia e trasferito nella chiesa'del Toro monastero. Quel desreto non ha impedito che ileorpo di quel santo sia sempre stato e xi trovituttora nella celebre abbazia che roea il suo nome, nella quele voi hon riuscireste a far accogliere facilmente quelle Balla, sebbene quel Papa dichiari di aver esaminato Ia cosa « con tutta In diligenzn possibile, diligentissime, e eon il consi aio di parcee! ,talché elt fa rigoroso ob Diigo a tutti | Frances, districte proveipients, di tieuno- seere € di confessare che non posscegond pi quelle sante reliquie». Tuttavia, 1 Francesi, che conoseevano grazie af loro stesi oochi Ta felsita di quel fatto, ¢ che, avendo aperta Ja casa, vi trovarono tutte quelle religuic intatte, come aitestano gli storiel del tempo, eredettero allors, come poi hhanno sempre ereduto, it contrario di quel che quel santo Papa aveva loro ingiunto di eredere, ben sapendo che anche i santi e i profeti son soggetti a esser ingannat cots consiteat Fla lggend tea pea aralnese cone apivite» (P. Guar). — reco i arigt fous sto Dug ie Apety AVEIy 380 aston eo ‘eis Trai aft edt, oe unies ala Pact na Pony (43 tn) dnfelate er Sse Deas Hiduna Decimotana tetera sr [Non meno inutiimente vot otteneste contro Galileo quel Aeereto di Roma che condannava la sua opinione intorno ‘al mosimento della. Terra, Non sari certo quel deereto 2 dimostrare che exa & immobile; ¢, quando si avessero co anti ossrvazion! che provassero che essa si muove, tutti fli uomini Insieme non le impedircbbero di girare né a Joo stessi di girare insiome con Tei", B non immaginstevi neppure che le letere eon cui papa Zaccaria ™ scomunied san Virgilio", perehé ammetteva Vesistenza degli antipod abbisno annichilato quel nuovo mondo; e che, sebbene eli Abia dichiarato che quell'rrore costituiva un perieoloss- smo errore, ile di Spagna non sia stato sodisfatto di aver fredato 4 Crstoforo Colombo, i quele toraava da quel ‘mondo, piuttosto eke al giudizio di quel Papa, ehe non e'era stato; eehe la Chiese non ne abbia tratto un grande bene- feo, dacché eid ha procurato Ta eonaicensa del Vangelo a tanti popoli che sarebbero peri nell'ineredulit. YVedete, dunque, Padre, qual & In natura delle verita 4i fatto ¢'seeondo quali prineipi vanno giudieate. Dal che 2 facile coneludere, or quanto concerne il nostro argomento, the, se Te cingue propession’ non sono i Giansenio, & im. powibile che sian state tretto dal suo libro; ¢ che il solo metzo di giudiearne rettamente e di persuaderne la gente 2B quello di esaminare quel Tibro in una regolare eonfe- renau”, come vi si va domandands da tanto tempo, Sino dl Glia a ag 1000] cee ree a {OU mmbea boon oe ear pen Nae Ah ere ase ergata Set pall cnspunteyrttamene dale {patent af Toon, tho (Brae dr operat ae al ‘Tana ps eer vers Mu cu ar fare on tal grande dctal Ste Sig, musa petmle err, sooner Tune on Pe adidas bre, 2055) [ieiira af atsborgo Ee ma datron mila vlondih dete orp tances eg pa fdas ot Fg ae {hry ote 28 aa Le prosincia 8 quel giomo, non avete nessun diritto di ehiamare “ te. Mardi’ i vostri avversasi: perehé strato éseati di bin simo su quel punto di fatto, eos come sono immuni da errore sui punti di fede: eatiolek nella questione a divtto, ragionevoli in quella di fatto, ¢ innocenti nell'una eome adaltra Chi, dunque, Padry, non stupitd nel vedere da un lato tuna glustficazione coel piens, dall'altro, accuse cod vi Jento# Chi penserebbe ehe tra voi si tratta solo di un fatto i messuna importanca, cho si viol far eredere senza mo. strarlot E chi oserebbe immaginare che in tntia la Chiesa si faccia tanto chiasso per nulla, pro nile, come dice san Bemardot™ Ma proprio in eB sta il prinipale arth. flcio della vostra condotta: nel far eredere che in questa faceenda, di nessun peso, sia in causa tutto e nel dar a in- tondere ai potenti, i qualt vi prestano aseolta, che nelle vor sire dispute si tratti dei pitt pernieiosi errori di Calvino © dei pit importanti prinepi della fede, affinehé, con que: sta convinzione, essi impieghino tutto il foro zclo ¢ tutta Ja Toro autoritd contro coloro che voi combattete, come se ne dipendesse la salvezza della religione eattolice. Mente, inveoo, se supessero che si tratta soltanto di quella trascu, rubile questione di fatto, non se ne sentizebbero punto com rossi, ¢ si msmmaricherebbero ansi di aver fatto tant sforai peer mguire le vostre passioni partcolari in una faccenda, che per la Chiesa non ha nessina importanza. Poiché, ining, por far Vipotest peggiore, quand'anche fosse vero che Giansenio avesse sostentto quelle proposi oni, qual danno seguirebbe da fatto che aleune persone ne dubitano, purché le detestino, cone Zanno pubbliea. mente? Non & suffeiente che quelle proposition! siano con annate da tutti, senza eecerione, nello sesso senso in et avete dishiarato’di yolere che sian condannate? Le loro fensura sarebbe forse aggravata quando si dieesse che sono state professale da Gianseniot A che eervirebte, dunque, " LDe Cons it 1, ob fe: ends. pro itil ire malas 9.) Devimotava tetera . csigere un tale oonousinent, se non a serditare un do tore cum vex morto rela somone dla Chet? Non Ini pare eh enero sn-un bone cost grate da meriar dt Cer souiato con tant dao. Qual interes vi hanno To Sat Papa, fvacori {ttre ttt Chiat CB on i toca i news modo, Pad; ¢ slo Ta vost S0- ‘leh proverebe veramentequilshe placer per tae dit Imatone dun Astor che lea fatto quake tort. Ci no stant, ttt 8 i aglsine. Peeks vah anda afer tua che foto 8 inci Bean eget eke 3b Trvvo a tlt quent andl mol { gull sonertero illo tte momento In etl a eanacons Tavern nalura alle “owt diate doco pee, rants dla Choa Uipendend ds tae chitin xe sto portant for rit, anc, smascherate tte Te votre Spun erent a tut ce le votre aces sn. pre di {Bnlanent,t vente ver! eta erort ein Chie sna so, Pade bene che ho mito a proarare™, bene cho miter tamente inportante per tata reigns ‘he dio fata cape peehé mal aor eal date tant Imi ara psn natane teri, Quan ache We ingase che vnageto lool oecameo, quel eke sa fret Chie tovretiery mt sembre, spinger lament snes sean die che dat che deg celeste oman ab tetdonare In lore eeputasine in pre all ain specie In materia i fode Tatty, conor vt tsi dite to Gl chev tleta: seh, son Poctasione da vl offer tan per cosy mule forse si serbe opps alle sande suggestion’ che wemnate da og parte Col aT puienn {per me motivo dl uyoe, ano lb che non pon spel tare in nan tore néInapect Ben spend che tro tom dfetano m6 rgint per lor glamifeaione neo zo per la sort, Li voto tata ct rls nl tree es ba pnt» enone. Edi Stil S Beet pale El. Pear, fr. 990 (m6 asi tract tenors nl! Spend | 0 Le provincia cho tomo che in eld el si qualche exagerarione, Per conto, aio, Padre, non eredo di poter fare altrettanto. Leseiat Jn pace 1a Chiesa, © anch‘o vi ascend volentier! in pace ‘Ma, finché lavorerete solo a mantenarvi lo seompiglo, sate sicuri che ei soranno sempre fgli della pace che st stime- vvarvi a tranguilt, Franoewro p'uxa Dscnanoss Larrena ‘AL REVERENDO PDR ANAT ‘Mio Reverendo Pade, Se com Te mio procodenti lettere vi ho eausato qualche Aspiacere, dimostrando Vinnocenza di eolaro che & Yo! imn= orteva sereditare, con Ia presente vi procaren® eertamente aivia, rivelandovi il dolore di eai 1 avete colmati, Conso- latevi, Padre: eoloro che odiate sono nell'afiione =H, se i signori vescovi esoguiranno nelle loro digeest i consigli che li date di costringero a giurare ¢ x firmare che si erede in una cosa di fatto in eut non 8 vero che si ereda e eui non 4518 obbligati a eredere, voi vidurrete f vostri avversari el Vestroma tristezea di vedere Ia Chiesa in simile condizione Padre, vi eonfesso di averne provato una grandissima 5 Uisfazione. Ti ho veduti non in una generosita flesoice 0 quella fermezss irrispettosa che fa soguire imperioa- ‘mente quel che uno stima il proprio dovere, e ncppure in ‘quella facca ¢ timida codardia che impedisee 0 di seorgere la verita © di seguirla, bensl in una pieti dolce e solida, pieni di difidenca di sé, ai rispetto per le autorita della ‘Chiesa, di amore per la pace, di tonerazza e di zelo per la + {Prsmento pbblene primanects, seve le no sarginal a 1719 talfatte Bom Date rote &htopococes eens mages 1097) Sembee P, abbin gai eaporol i temink det vests eo (Fmfm. Ltt, 2)? "quate tee leedo dam aM sek data STE duced. 4 {lilniow al questions dela setserisiee at Perma, fe tn nota alin XY Prone 32 Le provincial verit, di desidorio di conoscerla e di difenderla, di timare per la Toro debolezza, di rinereseimento di esser sottopoti 4 tall prove, e nondimono, di speransa che Dio si degneri ‘dt siutari eon la su Tuee’e la sua forza, © che le grazia di esi Cristo, che esi difendono e per Ta quale softrono, sara lei sess Ia Toro luce eI Toro forza, Bho veda in loro, , HL carattere della pieta evistiang, che fa apparire una i ho trovath cireondati da persone di loro eonaseenza che eran venute anch’este a eonferire st questo tema. per conduri a siguine il partito ehe reputavan migliore nello ato presente delle eos. Ho udito # eonsigli che sono stat lati Toro, oservata la maniera come ti hanno rieevuti ¢ le loro risposte. Ma, in vevith, Padre, we foste stato presente, credo che anche voi riconoseereste che in tutta a loro com otta non e'8 nulla eho non sia inflitamente lontano dalla spite di nieltione i eresia, come tti potratno inten Aleve dalle mitigazion’ che cal hanno apportate, © che lege gercte qui al fine di conservare a un tempo queste due east ‘he son loro infinitamente eare: Ta pace ela vert Tvero, dopo ehe sono state fatte loro presenti le pene cho 1 attinercbbero col Toro rift, se si preventase Tore a frmare Ta nuova Costiturione, ¢ lo scandalo che ne potrebbe naseore nel Chiesa, esi hanno fatto oseervane.” I giorno del Gindizo B dunque codesto, Padre, quello che voi ehiamate il senso 1 Giansenio; & dunque eodesto quel che fate eredere all Papa e ai vescovil Se i Gesuiti fossero corrotti © xe fowe vero che siamo soli, dovremmo ® magyior ragione toner fermo, ‘Quod bellum frmavit, pax fiete non auferat »* eNeque bencdietone, neque maledictione movestur, si cut angelus Domini >" 41 (040-55), Com Ia pave nel Stati ha come sco oggeto ‘ucla di consrvare in ricuth i ban dll popes, eet In Pace ‘ala Chiean hn ome slo ngyetto di eonservare sta le vet chet il suo beng ei toro dov’ st auo evore®, E eome arch Axi contro if hone dela pace lassar entrare ia uno Stato i temic a suchegxiyl, eee opponsis per timoce di tusbare | paben tranqulita (pereé Ta pace, Ta quale 2 gosta ute per ia wicuenea det beat, dives ingista © peoiices quinde Ph non lt garantine,« la guerra che I pad difeadere diveata ‘lore gista e neesara) cos vela Chiesa, quando la veri ‘iene offen di root nemieh «at rule strapparia dal cuore de Fede per fore namane error, tuners in pace cee service Is Chie o trina?” Difenetia o iasndatla in rove? Enon forse evidento he, come & un examine rimanere in pace Ik dove oi In verth saree egusinente ‘sb cine sitanere in pace ‘qando s distrogge Invert C8, dengue, un tempo Sa lla pace gta un fompo in eat iuiteta, sta serio che we tempo Ai pace « tempo di guerre‘, ei i dicerne & Vistereue dela [he pra ef tn paentn nda aber da frame seatedtiond Bramsctrigy {a seonde ale" diane Lafuon Ga Pony SB | SY xomicras hate, Vt, 19213) 2 [eft Rnond or? der eee de Peri «asi (fi dn sgn) tno ch vm pe & gua the fer i peers Set su i fe pte ge poms "(Bec TD's, Ce i Rend ert ts cB hanno che propria por ie ‘dew ce ch um tempo paces us Sr ea = toh die he tou eh toato cela vera set ablenongta, some dieono tant Pade ell ina tren VO, 3305) 38 Dai Penserin verith fa non ou tempo di verith en tempo 8 erore: saa Sls serito ae «la wevlh i Dip permane ia eermo’, Boco per he ead Cristo, quale affenaa dieser vento & portare la pees, dice parinenti ai caer vento a pcre la goeera'y tnt fon dice dt ater venulo © porta le verde Verona. Peri, in vert & tn nogela pita i fe atin delle cen 2 (888.842). Vok ignorte Ie profeie © on supete che tatto sguila agian, che & sgt olin dts morale as Gita ned ene ta oes (Shoal PE Rene R ins SMa pao deta Mi Gin Rc anmuvin Phsloyo monde dy Jester: «Per ob fare il'mondo'n wie prin nm ea sass a ra aan prenre i regle in nwa fet dag ent Par tos eho gute at evant Sob ame" ala Se aaaw dtr x] a0 Dai Pemierin 48 (20-70, Si vedauo i diseorsi del Giaseniata della 1, 1V eV letinn? sino set lve To olio guatnene i ifonezo e Fumpollate, Nox sere eome sniva né Uuuo é Valto. Si consi sub Torechio perc st manea ai cuore 49 (209-807), Voi non mi aceuste mai di fale a propento Ai Beeoban, perch 8 conecita, 50 (994-705), Generali, — Nou a eontentano intrurre ni oss fempl sat exami: e tmplisindacere mores; non 010 ‘voslon esr fllerat nella Chiles, may qual fssre divewal pb ort, eaceiarpe chi non sa det loro tata: stupime,sgoifen non este tena Chi avrebbe det a vaste general he era pronto i tempo in eai ei avebero dato sim ceatumt ala Chiow aniverle © ‘hinwato “guerra” i rito Tal disor wet tanta al sem st 51 (OT-810). 1 eonetio perso che avete deimportansa 4 vostro Ondine vi ha spinto a foraulare eodete oral max: sme. B evdeate che en vi ha ftto profasare quia sul Tia dacehé voi iasimate in me ame oer Te mini i poste she eusieate per outro in voi, perc considerate me ferme an indviduo qualunque © voi come Tayo ‘Siguites forse infondere oraggio ek vere Sgt condannasl quando eervno ln Chicas? ‘Volgere in uateadivaane eae ai eu aeieebbero per cuhatere te eraie # un alii del diavolo, ah dae mg Yanan rr wo i 6 es (Siren Prensa (wr, ps2 gs) entaen dot a vonra ng?" OP 308 EE) Ete ir Pb gor te de Pa: SORE a al eo tel Derepaltt Spataeg tied Sl pe ro brs Selita whan hs [te, In VILE Provinciato (evpra, p. 108)-] we TGA Tir lot ana tt to taut cn plants EEE Soca Bo eto Bt anaes tole ia Prout ure 2 8. (ita ane fas ts a By som tte oo ETD ai « Pensiers sin Site cativi politi 82 (924-81. Gente senza parca, seme fede, senza enor senza vert, opp d eure, doppia ga come Hiorao Vi {4 rinproverato, a quelTunimale anGbio dain fol, Fiasco in uno stato amiga tea i prac « Facet, ‘Port-Royal val bese Voligerode Alteattato il watro modo di procolee 3 ast, se visto da ‘qulTangole views, alicettanto 2 ingiasta, ae ragguainto all ied eratiana. Ab re 6 ai princi importa ouer er Visugna che #i confesina vo, i pls a ta intent, 8 (085-887), 1 Geet — 1 Gast benno volsto congan- gaze Dis al mondo, e ban guadagnsto aol il dapreao di Dio «| 4 mondo. Dal lato della comsenrn eb & evident; 6, dal lato {1 mono, est non sono buon politi, Godono d'un eeto pots fame ho deta. apes, met confront dep ltt reise! ‘Avranno tanto erlito da far eostrite una eappelia.« da avere ‘usa stasiane ai gubilog, ma non da poter dae avere veseovst frcarehe dt govern, Bun hen misero posto nel mondo. quello {lt mena, por loro stems confeeione (pate Brsasier De nedetin)! Batavia, voi vi pigate sotto quelli pid. potent ‘ee opprimete com ttt i vostro modesto eedte quell ehe uel mato tele meno a 9h 54 (G14 002). 1 tro soi della rligione: Ia perpetith, Ia vita boos i mirscli Ua ditruggono ls perpetuithcoa la pros ee: ee EE my Te ee tet eee sae sees ees ps mt ieee ROR eine nels SPESIEN TO E tmeatsaugin ovens il Crite ct furro- vomit che ederarona Dio sp cat renn eee ee he eS SL ee a ai Pensierin Ibe Ia vita toons con 16 Tore morale { mirsol, catetane done o invert o Ie eonsguenae ‘A dar vetia Toro, In Chiesa non saprebbo che foxsene dala perpetita, dela sonido dei mizaol. Gi etic Ti megane, 0 ne egano Te eonseguenz; altztianto. fanao esi Ma sogneeebbo noo eseraffatio sinceri per negarli o perdere il senso comune Der negaene Je eonsegueure. ‘fos nemano Ha afrontato i mrtivo per mise ehe si sae rise di sver vedoti=poieh, quanto a quiche | Tare credo er tradrioae' To flin deg womintgiunge forse sino al mar {iro, ma nem per quel ce si son ved 15 (058-782), Letters so} mode on oxi i Gens si sno at sappertuta eon vilena. eareato saprannatarale {Questa orate she ba in tote um Dio rosin. ‘Ecco quelli che lenno fatto voto dt bedire etamquam Christo ot Decadenst dei Geri Ta hasta religions, che & tats diving Un east, speech. Se vi acura huoae, 8 an buon segs. E len strano che na ei nia modo owt Ia eligi Un Die ereciin, Qual suavelximento! I Si abrassandolo, amano i coor tori; Fmt Ie abueros, Noi siama f tetimoni Quanto al gran nemere dicot, nonahé enero om moti di cous contro la Chee, & nveve per let un motive panto, TE perché non si sia mpl, cos come gi Ede, che portana 4 libs soar, now aoepeti ni Gent, est eh portana le loro Cealitasiot far eomprender loro che 50 (b46bia 825) Amnat. RaPhgura i disepolo senza goorenas, il macstee sensa presnsina. ST (948.770), Se, col corrampere i veseov « 1a Serbons, ‘boa foo sass’ a tendere iusto il loro gids, sano rset 1 dim, sgondo Ps acer fae mira) 0 [Gee Bomien fe iy eat eet i coma de Cmppni 8 od, date wena wa 1558 saunas Dai Pousieris as pad a render ings {foro glut. B cs, quando in futuro Shrsono enlanoat, denne wad homisem che ws sono ia flvatt», avindy ne respingeranno i griio. Ma ab non serve lla” Tnfat, come a nom possno alfermare che t Glance: ‘ith sono eondannali pantamente, per la sala raglone ee soto ‘onan, oe nom poranno allermareallra di eeere sat con ‘Sanna ingastamenta,evendolo alls per opera di giuiel erra ‘iil. La loro eondanos, infati, wach guna, aon perché pro rnsista da die sempre pa, best da gion in qusto caso sunt a obe vialerh dalle alle prove 58 (017-27), Vokshuntte dela fete dst pope nla Chie eal date a Satendere™ 50 (037-604), 1 mondo devincre ben cio per prestar fale 60 (021-805). T sant olinzano per trovart calpevol, & sccusno I loro milion: aon. costo» stilistano per tesare Ie pession ‘Non doveleeredere che cid avveaga nei termini dana diepata ‘ottorale: i faranoo stampa intagralment le vestre opere © in franeese e's ehiameranno a udiearne futt quanti, ‘rogo che mi ses In giustzin anon ereder pit sulla parle Un elifcio goalmente bello di fuory ma su cattve fonda meaty Jo enstrutono gif saesi pagan; oi diavol ingesna gl ‘womin com ques’ parent somigiazs, Usain alle Zondamenta pi diverse. Msi wma non sibe ds difendere una ease cost Yaons come Ia mis; ¢ mai nenuno ofl un ean bel beragio com voit Pik eal denooaizno deoleta nella tla persona, iD siono- sono siti ala a eau, Tre nerene che viveno nel rondo nou eredono di ears nelle one ve ‘Voi dite che sono ertica, # leita, codetot B, se non taete he i wont mt reuse glaniia, nom temtte. che me le senda Dist "Vol sentcste ls forea della veri, oolerte devant = ess Blaoguercbbe eotingers il mondo eoderv, astto peos di poseato mortle ‘Sono solo contro trestamila? Niest'efatio, Voi tneted pane JAG ate Pots anges «che ete pip an Dai Pensions Ja Corte « Vimpostuas iy la vevth: & tala ln mia fora; se perdo, soto pendula, Non ii mascheranno eertamente acess © persruron Mao ho la vert, © vedeeo ht Ie vnvera", To non merita di difendere la rigions, ma voi non merited Aitentere Verrore e Vinguazia. Voglia’ atin, per sua mises ‘ordi, seneacorserar i male ebe tim me e tenendo conto del bene che din vol fart le grasa ebe ln verith non soecmba nelle rie mani e che fa tneazigna oon {61 (920-830). Se non vinsssiano alla probabil Ie leo ma aranno allrtinto poop rate di quelle etiv, per stil mana; equi se aan il giste, uo pit ragionevl, mu nem pi saute, Serbana sempre qa. tesa del Fano sevatico au eat a inet ‘Se quel che dea non verve a laminar voy serch tattvia al popaia. Se esstoro™ taceono, partranno le pir T sileaaio 2 ln teaggior perecutione: Mat i santt non baono taciuto, B vero che ei vuole vorarony, ma noa dat dere del Consist deve apprendre ao wisn chia, bent dala nese sith di porlare Ors, dopo che Roma ha parata, « si pean che abbia eoadasnato Invert, dopa che tai lo Banna seit, © riche hin dettoVappeto sno stat eensurati, sopra geidare tanto pik forte quanto pie censure! ingistumente esi vol saffocre cou magvir Vielenea Te parol, fiaehé non venge om Papa ele melliTe dae parte cobslli Tntehith por rondere tlc Grd | Inu Pap roversun la Chien ancora rumors ‘Litnqusisione o in Sait {de fagelt della, vert Perc no Ik ssotiste dh arianesint Hanno dete che Ges Cristo & Dio: forse ped intendovo che sia tale nom pox nator, ‘ome Is ov’ deta: « Dil cain 1 (ote, ts eho dla XIE Provinces unre, p19.) [torent Cf teense ell NUIT Print; sa pm poe aba} "pn ona dl Contin da 38 ge 187 ent , avon collaborate), tne cots fs yall in Prein Sel ipa alta aks Gta, sae tee {ete use Vil 1085, 108) : [team EXXXT, — Oni, alps che gl omni roo a Can iets vaunt, ti abe ate ee nck Th Froposson ake Gert Crate ‘Bins (nunsueica.] Die Pensierin 35, Se le mie Itere sono condanunte a Roma", quel che in tse condaono 8 condaunata nal cielo: wAd tae, Domine Je, ti ‘punal eppetn "Anche vot see corrutbil, Ho tomato sai atere serlto male, vedendomt eondennatos aa Yesempio di tanh pit srt wi fu eredere il eontrari, Non & pi perme di severe ene, tanto Mingubisone 8 cormaia n io= MCB meglio obbeire a Dio eke agi omnia», Non tet tall, oa apero nila", T vecovi ‘non sono cok Port-Royal eae" @aeparar una callivn poliea,perehé on fencranno pit st faranao tenere maggionente ‘Non tea nenmeno le yeatre centre particlai" se non siano fondte su quell della Tradzione. Conreate tutto? Kove tio rspettot No. Die, dangee, che cosa; o non appeoderte & nulla se bon indicate male « pers 8 tne Coen che cnterh Toro mete atin, (Probebiitd. ~ Tasso spngato quel che &sicro in mode dav- vero meno: pert, dopo aver assrita che tate Te leo vie sono eure non abso pi ettamalo “siueo" quel he condace alee, ‘etre di non arrival per quelle vg, bel eid che Wi eo dice senna perieoldi nscire de quella vi 2 (601-820). Bisa far conocer el ret che anno ‘fori dela doteina det Genii che era non bquela della Chiest ‘che Te tostr divisini non eh separana dlani 63 (689-829). . Sicché, x & vero, da_une parte, ebe alan ‘eligist uot «qualche casita cotta qui non sono mer ‘i dalla gearhia, Hanno svato pare in tal corrusoa,& alte tanto vero dalla, he tye pastor della Chietay | qual sono (0 feo nen aie sm dl dt, gine agridie BU a nn ee fee ee aa re pe Fo a de ata oun gteta ae emgasny a ol 36 Dai « Pension i veri depots deta parol diving, Vhanuo conservate mut Vitpeate eatro calro he hanno impo a rvinala Pera fedc nom hanno neesn pretest di eae tall rile ater, offre loo sol dalle ment stanire di que emia aurehé Te sane dotting, preentata loro dlle maui paterce de toro Pa stor. B gli emp eh erie nen banoo oesine rgione di autre {all sat cose seg che sia venta x msnonre In povvidenta di Dio nei ccufrnts dela sun Chios? poich consisted propa reate la Chica nel corp della gerari 8 tanto poen vero ee “alo taco preente delle coao sh pons conladere che Dio he bandouata ia prota alla earrusione che mt ome og not & fpparsa eridente che Dig la difende manifetamente dll. cor Taft, oo gualeano ai queglt somini che por una veesione straordiatia hanno fato profesione di asia il mondo # Westie Tuhito relia per vivere in wo stato pid perdeta di ‘guelo dal comune Bel eration sono eadati in traviament the {anno orzore al comune de eitians«aonn diventati tra oi ql cli Talat profls ero tra gli Ebr, queta buna aventra pr Tieslare @ indviduale, che va ceramente deport, mda ei null si pod coneladere contro Ia cara she Dio st pista della propria Chie. Poké tutte quate ease sono sate prot ens Dreiagaints tera : Deeimaseata letra 21] Dreimasetinn letters : Devimottave ce Frammeato dunn devimanoia latter Anvesoier Dai « Pesie» 6 2% 52 us, 120 138, 156, a ao 208 2 28 ma 206 a
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