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Watzlawick e la pragmatica della comunicazione umana: un breve percorso.

Sociologia della Comunicazione - Medicina

dott. Simone Gabbriellini 8 giugno 2005

Indice
1 Presupposti teorici. 1.1 Funzione e relazione. . . . . 1.2 Informazione e retroazione. 1.3 Ridondanza. . . . . . . . . . 1.4 Metacomunicazione. . . . . 1.5 Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 2 2 3 3 3 5 5 5 6 9 9 9 9 10 11 12 12 12 13 14 14

2 Linterazione umana come sistema. 2.1 Denizione di sistema. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.2 Propriet di un sistema aperto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2.3 Sistemi aperti nel tempo: i sistemi interattivi. . . . . . . . . . . . 3 Gli 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 assiomi della comunicazione. Primo assioma: limpossibilit di non comunicare. . . . . Secondo assioma: livello di contenuto e livello di relazione. Terzo assioma: la punteggiatura della sequenza di eventi. Quarto assioma: comunicazione numerica ed analogica. . . Quinto assioma: interazione simmetrica e complementare. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .

4 Le patologie legate agli assiomi. 4.1 Patologie legate al primo assioma. . 4.2 Patologie legate al secondo assioma. 4.3 Patologie legate al terzo assioma. . . 4.4 Patologie legate al quarto assioma. . 4.5 Patologie legate al quinto assioma. .

Presupposti teorici.
1. sintassi 2. semantica 3. pragmatica.

Lo studio della comunicazione umana pu essere suddiviso in tre sottosettori:

Mentre il primo comprende tutte le problematiche legate alla codica e decodica dellinformazione, ai canali, alla ridondanza ed al rumore (problemi sintattici); mentre il secondo si occupa del signicato della comunicazione per i comunicanti (problemi semantici), il terzo sottosettore, quello pragmatico, si occupa degli eetti della comunicazione sui parlanti, ovvero dellinuenza che questa esercita sul loro comportamento. Watzlawick e la scuola di Palo Alto si occupano di questo terzo aspetto della comunicazione: la pragmatica. Quindi la pragmatica studia gli eetti della comunicazione sul comportamento. In un certo senso, questa aermazione tautologica, poich gli autori di Palo Alto considerano comunicazione e comportamento esattamente come sinonimi.

1.1

Funzione e relazione.

Il concetto di relazione pu essere rappresentato da quello matematico di funzione. Una funzione matematica viene denita come una relazione tra variabili: la sostanza delle nostre percezioni non costituita da cose, ma da relazioni con le cose (funzioni), e quindi la consapevolezza che luomo ha di se stesso sostanzialmente una consapevolezza delle funzioni, delle relazioni in cui si trova implicato. Le relazioni sono quindi costruzioni reicate (Ashby), ed in questo si manifesta il costruttivismo di Watzlawick.

1.2

Informazione e retroazione.

La tradizione psicoanalitica basa le proprie teorie sui principi di conservazione di materia ed energia negli scambi comunicativi. Ricordiamoci lesempio del sasso e del cane. Dando un calcio al sasso, esso si muove in virt di unenergia che noi passiamo dal nostro piede al sasso. Dando al contrario un calcio al cane, esso prender dal proprio metabolismo lenergia necessaria a muoversi, mentre il nostro calcio gli trasmetter informazioni, che gli faranno decidere di allontanarsi. Ecco che il centro della pragmatica diventa lo scambio di informazione, e non di energia, e questa la dierenza fondamentale tra la psicodinamica freudiana e la teoria della comunicazione. Una volta messa al centro dellattenzione linformazione, entra in gioco anche il concetto di feedback, ovvero di retroazione, di ritorno verso lemittente di un pacchetto di informazione relativo allo stato del ricevente dopo che ha ascoltato il messaggio dellemittente: in questo modo possiamo costruire un sistema in grado di regolarsi da solo e di adattarsi

al cambiamento, come la teoria cibernetica ha dimostrato. La retroazione pu essere sia positiva che negativa: nel primo caso, essa causer cambiamento, nel secondo caso, essa aiuter il mantenimento dello status quo. I sistemi a retroazione posseggono un grado di complessit pi elevato di altri sistemi non retroattivi, ed inoltre non sono assoggettabili alle leggi della meccanica classica, per cui impossibile isolare una variabile e studiarla isolatamente, poich il sistema risulterebbe deformato in modo tale da non essere pi lo stesso sistema.

1.3

Ridondanza.

Il termine ridondanza si riferisce alla ripetizione negli schemi comportamentali che osserviamo durante linterazione. La contrapposizione proposta da Watzlawick tra interazione umana ed omeostato esemplare: entrambi i sistemi sono sistemi in grado di raggiungere un equilibrio, ma se nel secondo caso, lomeostato, esso frutto di una ricerca casuale tra tutti gli stati possibili (ricerca che ad ogni cambiamento nel sistema riparte in maniera completamente random), nel sistema interazione lequilibrio, una volta raggiunto, viene mantenuto con comportamenti ridondanti, comportamenti che in un certo senso costituiscono la memoria storica dellinterazione, e che non si annullano in occasione di modicazioni che possono occorrere: il sistema umano di interazione non riparte ogni volta da zero, ma mantiene le conquiste acquisite anche quando deve cercare altri equilibri.

1.4

Metacomunicazione.

Quando i matematici smettono di usare la matematica come strumento di computo, e la usano come oggetto del loro studio, necessariamente adottano un linguaggio che sulla matematica: tale linguaggio, seguendo le indicazioni del matematico Hilbert, stato chiamato meta-matematico. Allo stesso modo, quando noi parliamo sulla comunicazione, quando usiamo un linguaggio che ha come oggetto le ridondanze pragmatiche della interazione comunicativa, allora stiamo metacomunicando: comunichiamo sulla comunicazione.

1.5

Conclusioni

La scatola nera. Per la scuola di Palo Alto, la mente deve essere considerata alla stregua di una scatola nera: essa non pu essere esplorata, e forse, anche potendo, non sarebbe necessario. Ecco che possiamo interpretare il comportamento umano esclusivamente grazie allosservazione dei suoi eetti pragmatici, lasciando da parte ogni ipotesi intrapsichica (decisamente un presupposto comportamentista). Consapevolezza e non consapevolezza. In un contesto di teoria della comunicazione non ha molta importanza sapere se il comportamento di un emittente intenzionale o meno. E quindi se lemittente consapevole o meno di 3

aver emesso un messaggio. Ancora una volta, siamo in presenza di un aspetto fortemente costruttivista di Watzlawick: lintenzionalit indierente poich in ogni caso sar il ricevente ad interpretare il messaggio, e sar quindi questultimo a decidere come interpretare il messaggio. Presente e passato. Il metodo pragmatico ha lobiettivo di determinare, rilevare e possibilmente risolvere problemi comunicativi qui ed ora. Non si ricercano signicati simbolici, n cause nel passato o motivazioni, ma modelli per capire qui-ed-ora quello che sta succedendo nellinterazione, poich la struttura di questa interazione in grado di rivelarci tutto quello che pu servire ad evidenziare le patologie comunicative (ecco che le sedute di terapia non coinvolgono mai solo il paziente, ma tutta la famiglia, poich il problema a livello sistemico, mentre il comportamento deviante di un membro della famiglia non altro che lunico esisto possibile di un contesto comunicativo non sano). Causa ed eetto. Ecco che allora diventa essenziale analizzare gli eetti, piuttosto che ricercare le cause di un comportamento. Diventa quindi centrale capire a quale scopo viene adottato un comportamento, piuttosto che chiederci il perch dello stesso comportamento. Determinati comportamenti possono infatti essere inspiegabili se analizziamo il soggetto come singolo, ma acquistano immediatamente senso se collocati allinterno di un contesto pi ampio in cui il soggetto normalmente vive. Ovviamente il concetto di causalit che coinvolge i comunicanti un concetto circolare, poich in sistemi con circuiti di retroazione non esiste n un principio n una ne, esattamente come in un cerchio.

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2.1

Linterazione umana come sistema.


Denizione di sistema.

Interazione. In ambito di teoria della comunicazione, Watzlawick denisce il concetto di modello come ridondanza di eventi: quando esiste una ridondanza nellinterazione, possiamo delineare la struttura di tale interazione, e quindi costruire un modello dinamico di quel contesto interattivo. Linterazione comunicativa pensata come un sistema, e come tale ricade sotto il dominio della Teoria Generale dei Sistemi. Ovviamente un sistema ha un senso solo allinterno di una dimensione temporale dentro la quale possa svilupparsi. Denizione. Deniamo un sistema come un insieme di oggetti e di relazioni tra gli oggetti e tra i loro attributi, in cui gli oggetti sono parti del sistema, gli attributi sono propriet degli oggetti (che concorrono alla loro specicazione) e le relazioni tengono insieme il sistema, rappresentando il punto di vista che adottiamo sul sistema: le relazioni che dobbiamo considerare nel contesto di un dato insieme di oggetti dipendono dal problema in questione poich vengono incluse le relazioni importanti o interessanti ed escluse quelle banali o irrilevanti. Un sistema interattivo quindi costituito da due o pi comunicanti impegnati nel processo di denire la natura della loro relazione. Ambiente. Quando deniamo un sistema, dobbiamo anche denire il suo ambiente, ovvero il contesto nel quale il sistema si forma. Lambiente denito come tutti gli oggetti che possono modicare il sistema, e venire modicati dal sistema in un processo ricorsivo di interazione. Ovviamente non risulta possibile delineare un conne netto tra sistema ed ambiente. Questultimo concetto acquista senso nei sistemi aperti, ovvero in quei sistemi che scambiano con lambiente materiali, energia e informazione.

2.2

Propriet di un sistema aperto.

Le propriet di un sistema aperto sono tre: 1. Totalit; 2. Retroazione; 3. Equinalit. Totalit. Questa propriet implica che ogni parte del sistema sia in rapporto con il tutto: una modicazione del sistema inuisce sulla parte, cos come una modicazione della parte inuisce sul tutto. Il sistema un tutto inscindibile, non un semplice agglomerato di parti indipendenti. Il principio di totalit ha

come corollario la non-sommativit: il risultato a livello di sistema dellinterazione delle parti non semplicemente la somma del contributo parziale di ogni parte del sistema, ma un qualcosa di pi, qualcosa che implica lemergenza di comportamenti a livello di sistema non predicibili dai comportamenti delle parti. Questa emergenza di propriet inesistenti a livello delle parti quello che fa di un sistema un sistema complesso. Nel contesto di analisi pragmatica della comunicazione, questo presupposto teorico implica, ancora una volta, che i comunicanti non devono essere considerati isolatamente luno dallaltro, pena non riuscire ad analizzare il sistema in tutta la sua complessit, ed in tutte le sue emergenze. In breve, le sequenze di comunicazione sono reciprocamente inscindibili, e linterazione non-sommativa. Retroazione. La retroazione il fenomeno che lega insieme le parti e permette lemergenza del sistema. Come abbiamo detto, lavvento della teoria della comunicazione ha concentrato lattenzione sullo scambio di informazioni, e quello della cibernetica sul meccanismo di retroazione. In questo contesto teorico abbiamo inoltre la possibilit di adottare uno schema causale circolare, adatto a rappresentare le interazioni in un sistema aperto. Equinalit. I risultati a livello di sistema non sono predicibili conoscendo semplicemente le condizioni iniziali del sistema. Questo concetto particolarmente sfuggente alla comprensione. Quando parliamo di sistemi complessi, generalmente concordiamo sul fatto che le condizioni iniziali di tali sistemi siano di basilare importanza per i risultati a cui tali sistemi arriveranno nel tempo. Watzlawick inserisce un altro aspetto, quello dei parametri del sistema: egli suggerisce, seguendo Von Bertanlany, che siano i parametri del sistema a giocare un ruolo fondamentale nel denire lo stato di equilibrio del sistema, e non tanto le condizioni iniziali dello stesso. Per questo motivo, non soltanto dalle stesse condizioni iniziali possiamo ottenere risultati diversi, ma anche da condizioni iniziali identiche possiamo ottenere risultati diversi. La ricaduta di questo principio sulla pragmatica della comunicazione umana consiste nel considerare, in un contesto di analisi della comunicazione, lorganizzazione in corso del processo interattivo molto pi importante degli elementi specici costituiti dalla genesi e dal risultato. Il sistema allora la migliore spiegazione di se stesso, e lo studio della sua organizzazione attuale la metodologia pi appropriata.

2.3

Sistemi aperti nel tempo: i sistemi interattivi.

Analizziamo adesso i sistemi in stato stazionario, ovvero quei sistemi considerati stabili rispetto a certe variabili poich queste tendono a rimanere, nel tempo, entro limiti deniti.

Relazioni in corso. I sistemi caratterizzati dalla stabilit sono quelli in cui le relazioni in corso sono: 1. importanti per entrambe le parti; 2. di lunga durata. Questi sistemi hanno una grande importanza dal punto di vista della pragmatica della comunicazione. Quando sussistono le condizioni sopra elencate, si ha loccasione (ma anche la necessit) di ripetere le sequenze di comunicazione in contesti stabili (famiglia, gruppo di pari, ecc...) e le ridondanze di questi sistemi sono molto pi signicative di quelle che potremmo trovare analizzando incontri casuali tra estranei. Quando questi tipi di interazioni hanno delle evidenti risultanti patologiche, viene da chiedersi perch mai, nonostante tutto, linterazione venga comunque portata avanti. bene allora fermarsi a riettere su un aspetto fondamentale di questo approccio di ricerca: non ci interessa il perch, ma il come un sistema interattivo opera. Quindi, come rilevato sopra, non cerchiamo cause scatenanti, ma ni a cui il comportamento comunicativo assolve, cercando di comprenderne la struttura interattiva. Regole di relazione. In una sequenza comunicativa, ogni scambio di messaggi restringe il numero delle possibili mosse successive: i messaggi palesi che sono stati scambiati entrano a far parte del particolare contesto interpersonale e pongono le loro limitazioni allinterazione successiva, esattamente come in una partita a scacchi. Quando questo scambio ha raggiunto una stabilit, ovvero quando i parlanti si sono in qualche modo accordati nel tempo sulla natura della loro relazione, emerge quello che Jackson ha denito regola della relazione. Non dobbiamo pensare alle regole della relazione come a qualcosa di esterno alla relazione stessa e reicato dai parlanti, che la subiscono una volta generata: tuttaltro, il concetto di regola, come quello di legge per Mach, rappresenta uno strumento di ergonomia cognitiva per noi ricercatori, ma non esiste nessuna regola nel mondo, esistono solamente i casi. *** A conclusione di questa sezione, dobbiamo ricordare un altro concetto prodotto dalla Scuola di Palo Alto, ovvero quello di omeostasi familiare. La genesi di questo concetto risiede nelle osservazioni cliniche di comportamenti ricorrenti in famiglie disturbate: ogni volta che il paziente migliorava, peggioravano i familiari. Da qui lintuizione di Jackson di considerare questi comportamenti (sia dei familiari che del paziente) come meccanismi omeostatici che resistevano al cambiamento, in modo da permettere alla famiglia di mantenere un equilibrio, per quanto precario. Questi meccanismi sono cos ecaci che, in ogni caso, lavorano per mantenere lo status quo, anche quando questo patologico e il cambiamento porterebbe giovamento. Questo tipo di resistenza prettamente negativo, e contrapposto al fenomeno della calibrazione (attraverso

funzioni a gradino), ovvero a quel meccanismo che invece permette di arontare il cambiamento attraverso una ricalibrazione, appunto, dei parametri del sistema (da ricordare lesempio del termostato): in altre parole, ricalibrare il sistema signica ridenire le regole della relazione, accordandosi su una nuova denizione della natura della relazione stessa.

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3.1

Gli assiomi della comunicazione.


Primo assioma: limpossibilit di non comunicare.

Il comportamento non ha un suo opposto: non possiamo non comportarci. In ogni caso, abbiamo sempre un comportamento. Se concordiamo nel denire come messaggio lintero comportamento di una situazione di interazione, allora ne consegue che impossibile non comunicare. Non possiamo sottrarci alla comunicazione. Una unit di comunicazione (comportamento compreso) chiamata messaggio, una serie di messaggi scambiati fra persone una interazione. Le interazioni possono essere sussunte in modelli di interazione. Il centro dellinteresse del nostro approccio quello di analizzare le conseguenze pragmatiche delle interazioni comunicative.

3.2

Secondo assioma: livello di contenuto e livello di relazione.

Una comunicazione non soltanto trasmette informazione, ma al tempo stesso impone un comportamento. Dentro un messaggio esiste quindi sia una componente di informazione (laspetto di notizia), sia una componente di comando. Laspetto di notizia di un messaggio trasmette informazione ed quindi sinonimo nella comunicazione umana del contenuto del messaggio. Laspetto di comando si riferisce invece alla relazione tra i comunicanti. Laspetto di comando non viene quasi mai negoziato apertamente. Sembra anzi che, quanto pi una relazione spontanea e sana, tanto pi laspetto relazionale della comunicazione recede sullo sfondo. Il problema consiste allora nel denire la relazione che intercorre tra laspetto di comando e quello di notizia del messaggio. Watzlawick utilizza lanalogia del calcolatore: per operare, la macchina ha bisogno non solo di dati (informazione), ma anche di dati sui dati, ovvero di codice che dica alla macchina come trattare i dati (metainformazione). Portando lanalogia nel mondo della comunicazione umana, possiamo identicare laspetto di notizia del messaggio come comunicazione, e laspetto di comando come metacomunicazione (secondo la denizione precedentemente data per questo concetto). Quindi, ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e un aspetto di relazione, di modo che il secondo classica il pimo ed quindi metacomunicazione.

3.3

Terzo assioma: la punteggiatura della sequenza di eventi.

Losservatore esterno considera una serie di comunicazioni come una sequenza ininterrotta di scambi. Tuttavia chi partecipa allinterazione, ed quindi calato nella comunicazione, legge lo scambio e reagisce ad esso secondo quella che Bateson e Jackson hanno denito punteggiatura della sequenza di eventi 9

(ricordarsi lesempio dello sperimentatore e del topolino). Noi non discuteremo se la punteggiatura della sequenza di comunicazione sia buona o cattiva ( evidente che essa organizza gli eventi comportamentali ed quindi essenziale per linterazione). Quello che a noi interessa rilevare come spesso i conitti relazionali siano semplicemente basati su una punteggiatura conittuale della suddetta sequenza degli scambi. Ogni parlante interpreta lo scambio in modo tale da vedere il proprio comportamento come causato dal comportamento dellaltro, e mai come causa della reazione dellaltro, e viceversa: in breve, ogni parlante accusa laltro di essere la causa del proprio comportamento. evidente che il problema della punteggiatura risolvibile solo a livello di metacomunicazione, cio ad un livello in cui si parla della relazione, e non dei contenuti degli scambi comunicativi. La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti.

3.4

Quarto assioma: comunicazione numerica ed analogica.

Nella comunicazione umana si hanno due possibilit di far riferimento agli oggetti: in modo analogico, attraverso una rappresentazione; in modo numerico, attraverso unassegnazione simbolica. Come hanno osseravato Bateson e Jackson, non c nulla di specicamente simile ad un tavolo nella parola tavolo. Nella comunicazione analogica invece c qualcosa di specicamente simile alla cosa rappresentata. Come possiamo facilmente riscontrare nellesperienza, capire una lingua straniera ascoltandola alla radio risulta molto pi dicile del capirla osservando un parlante: in questultimo caso, possiamo inferire il signicato delle parole attraverso luso sia del linguaggio dei segni che dei movimenti di intenzione che il parlante usa. Cos allora la comunicazione analogica? Praticamente ogni comunicazione non verbale (intesa nel senso esteso proprio di Watzlawick, che quindi include posizioni del corpo, gesti, espressioni del viso, inessioni della voce, sequenza e ritmo delle parole, il contesto in cui avviene la comunicazione). Luomo lunico essere vivente ad usare sia il modulo analogico che quello numerico per comunicare con i suoi simili. Il linguaggio numerico serve a scambiare informazione sugli oggetti e a trasmettere la conoscenza nel tempo. Gli animali usano il modulo analogico per comunicare tra loro e con luomo, ma la natura della loro comunicazione, come dimostrato da Bateson, ha carattere relazionale e non assertivo: vale a dire che la comunicazione animale non una comunicazione che fa asserzioni denotative sugli oggetti, ma una comunicazione legata alla denizione della natura delle proprie relazioni con gli altri soggetti. Gli animali, quando parliamo loro, non capiscono il signicato delle nostre frasi, ma al contrario capiscono benissimo la ricchezza analogica con cui comunichiamo loro queste frasi. Da queste considerazioni si ricava una importante nozione: ogni volta che la relazione il problema dei comunicanti, il modulo numerico privo di forza, ed

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in realt risulta solo strumentale ad una lotta che ha come obiettivo ristabilire una regola, ovvero una denizione condivisa della relazione in crisi. Da sottolineare inoltre che, se in ogni comunicazione coesistono sia un aspetto di relazione che uno di contenuto, sembra logico aspettarsi che il modulo numerico sia quello pi adatto a veicolare il contenuto, laspetto di notizia, mentre il modulo analogico sia quello pi idoneo a veicolare la denizione della relazione, laspetto di comando della comunicazione. Questo a causa delle limitazioni siologiche incontrate dal modulo analogico nella comunicazione di concetti astratti, oppure nellarontare connettivi logici come la negazione, o lesclusione, oppure ancora nella gestione della temporalit (mancando indicatori che consentano di distinguere tra presente, passato e futuro). Luomo ha quindi la necessit di combinare i due moduli, compiendo continue traduzioni dalluno allaltro: ecco che parlare sulla relazione dicile, a causa dello sforzo di traduzione dal modulo analogico a quello numerico necessario a negoziare la relazione stessa (in sostanza, prima di parlare sulla relazione, necessario che i parlanti portino per cos dire in chiaro, e reciprocamente, i comportamenti dellaltro). Allora, gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico che con quello analogico. Il linguaggio numerico ha una sintassi logica assai complessa e di estrema ecacia ma manca di una semantica adeguata nel settore della relazione, mentre il linguaggio analogico ha la semantica ma non ha nessuna sintassi adeguata per denire in un modo che non sia ambiguo la natura delle relazioni.

3.5

Quinto assioma: interazione simmetrica e complementare.

Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sulluguaglianza o sulla dierenza. Nel primo caso, un parlante tende a rispecchiare il comportamento dellaltro, creando uninterazione simmetrica. Nel secondo caso, il comportamento di un parlante completa quello dellaltro e costituisce un tipo diverso di Gestalt comportamentale, creando uninterazione complementare. In questultimo caso, un partner assume una posizione primaria, detta one-up, superiore; mentre laltro partner completa per cos dire la congurazione assumendo una posizione one-down, ovvero inferiore. Non dobbiamo tuttavia attribuire giudizi di valore come buono e cattivo o forte e debole alla precedente distinzione: lassunzione di una posizione o laltra potrebbe essere determinata semplicemente da contesti culturali o sociali (es. madre/glio, medico/paziente, insegnante/allievo).

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Le patologie legate agli assiomi.

Ogni assioma precedentemente illustrato implica, come corollario, precise patologie comunicative. Le conseguenze pragmatiche di queste patologie corrispondono a varie psicopatologie individuali.

4.1

Patologie legate al primo assioma.

Abbiamo visto che non comunicare impossibile, poich impossibile non assumere un comportamento. lecito supporre tuttavia che si avranno tentativi di non comunicare ogni volta in cui si cercher di evitare limpegno inerente ad una comunicazione. Prendiamo ad esempio due soggetti che siedono in posti adiacenti su un aereo. Non possono andarsene e non possono non-comunicare. Quali sono allora i possibili risvolti pragmatici di questa condizione? 1. Riuto della comunicazione: un passeggero fa capire allaltro che non vuole conversare, comportamento che certo richiede coraggio ed un certo disprezzo delle buone maniere; 2. Accettazione della comunicazione: un passeggero cede alla conversazione dellaltro e cominciano a comunicare; 3. Squalicazione della comunicazione: il passeggero che non voleva comunicare si abbandona ad una sorta di comunicazione inconcludente, cambiando argomento, contraddicendosi e fraintendendo laltro nel tentativo di invalidare la comunicazione tra loro (la cosiddetta arte gentile di non dire nulla dicendo qualcosa); 4. Usare un sintomo come comunicazione: un passeggero manifesta un sintomo, dietro il quale nasconde la propria volont di non impegnarsi in una comunicazione, che fa capire allaltro che non possibile conversare con lui (far nta di dormire, ad esempio, in modo da dare la colpa al sonno, e non a se stessi, del non poter parlare con laltro).

4.2

Patologie legate al secondo assioma.

Spesso accade che il motivo scatenante di una discussione consista in un disaccordo a livello di relazione (metacomunicazione), mentre la discussione rimane centrata a livello di contenuto. Questa confusione tra laspetto di contenuto e quello di relazione scaturisce dalla dicolt di parlare sulla relazione, e lascia i parlanti a litigare su aspetti su cui spesso sono gi daccordo (il contenuto, appunto), mentre laspetto relazionale resta fuori portata. Il disaccordo la scintilla che illumina questi livelli: i due livelli sono strettamente legati, e non si pu toccarne uno senza inuire anche sullaltro, in maniera pi o meno incisiva. Spesso risolvere un problema di contenuto implica creare un problema di relazione: una volta che il disaccordo sul contenuto chiarito, restano due persone di cui una aveva ragione e laltra torto. Evidentemente, a

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questo punto le due persone devono lasciare il contenuto, su cui si sono accordate, e cominciare a parlare della loro relazione, e di cosa comporti avere ragione o torto a quel livello. E quindi devono denire, dopo il disaccordo, se la loro relazione simmetrica o complementare. Per la pragmatica della comunicazione, il disaccordo a livello di metacomunicazione pi importante, per le sue implicazioni, di quello a livello di contenuto. A livello della relazione, i parlanti deniscono la relazione stessa e implicitamente se stessi. In questa ottica, sono possibili tre reazioni a questa denizione di se stessi: 1. Conferma: il rispondente conferma allemittente la versione che questo ha dato di s. C riconoscimento e conferma per lemittente, che quindi pu consolidare limmagine di se stesso che costruisce dentro di s; 2. Riuto: il rispondente riuta limmagine proposta dallemittente. Questo riuto presuppone riconoscimento, e quindi, sebbene sia in disaccordo con lemittente, ne conferma la realt come emittente; 3. Disconferma: in questo caso lemittente non viene preso in considerazione dal ricevente. Il problema non pi confermare o riutare una denizione, ma negare che una denizione, giusta o sbagliata che sia, sia mai stata prodotta dallemittente, negando altres la realt dellemittente. Questa ultima possibilit comporta per lemittente il fenomeno della perdit del S, ovvero allalienazione. La disconferma dellaltro spesso prodotta dal fenomeno dellimpenetrabilit, ovvero dallincapacit di acquisire consapevolezza delle percezioni interpersonali degli altri: ogni parte non si accorge del punto di vista dellaltra, creando una catena patologica di reciproci non prendersi in considerazione, poich nessuno considera laltro come valido emittente.

4.3

Patologie legate al terzo assioma.

La sequenza di eventi viene punteggiata dai parlanti secondo il loro punto di vista, come abbiamo precedentemente osservato. Generalmente si suppone che laltro abbia le stesse informazioni che abbiamo noi, e che da queste trarr le nostre stesse conclusioni. Anche nel caso di punteggiature dierenti, non sar possibile risolvere i conitti comunicativi no a che la comunicazione stessa, e quindi la denizione della relazione tra i comunicanti, non diventer loggetto della loro comunicazione, ossia no a che non cominceranno a metacomunicare. Laspetto patologico di confusione nella punteggiatura della sequenza di eventi consiste nel fenomeno delle profezie che si autodeterminano, ovvero in quegli atteggiamenti che il soggetto crede di subire dagli altri, comportandosi di conseguenza, ma che in realt lui stesso a provocare: i comportamenti che osserva negli altri li imputa (immotivatamente) a cause del proprio comportamento, mentre questi sono in realt reazioni al comportamento del soggetto. 13

4.4

Patologie legate al quarto assioma.

Possiamo commettere errori nel processo di traduzione dal modulo analogico a quello numerico (e viceversa). Ricordiamo ancora una volta che tutti i messaggi analogici sono invocazioni di relazione, ovvero proposte che riguardano le regole future della relazione (Bateson): spetta poi a noi attribuire il corretto signicato (ovvero il signicato inteso dallemittente) positivo o negativo alle suddette proposte. Il linguaggio numerico ha una sintassi particolarmente adatta a comunicare a livello di contenuto. Usare questo linguaggio per metacomunicare quindi conveniente, sebbene sia necessaria una fase di inferenza per tradurre il linguaggio analogico in quello numerico, mancando nel primo quei connettivi logici che invece possiamo usare nel secondo. Nel linguaggio analogico la negazione ad esempio viene segnalata mostrando un comportamento che non viene portato a conclusione. Sta quindi a noi tradurre questo comportamento in una negazione nel linguaggio numerico, per discutere della relazione a livello metacomunicativo. Concludendo, Watzlawick sottolinea come la prima conseguenza di un guasto nella comunicazione sia di solito la perdita parziale della capacit di metacomunicare con un metodo numerico sulle circostanze particolari della relazione (ricordiamo infatti che, sebbene il modulo numerico risulti pi adatto a veicolare il contenuto, mentre il modulo analogico la relazione, ci non signica che si possa metacomunicare solo col modulo analogico: anzi, il modulo numerico risulta essere il pi adatto a risolvere incomprensioni in questo senso, sebbene attraversi i problemi di traduzione esaminati sopra).

4.5

Patologie legate al quinto assioma.

Partendo dalla considerazione che in una relazione sana sono presenti, alternativamente, sia situazioni simmetriche che situazioni complementari, e che entrambe indierentemente concorrono a confermare il S dei comunicanti, andiamo ad esaminarne le derive patologiche. Per quanto riguarda linterazione simmetrica, sempre presente il pericolo della competitivit. Questo rischio porta la relazione verso una escalation (simmetrica) allinterno della quale i due comunicanti non arretrano mai di fronte allaltro, ma tentano di avere lultima parola sul contenuto (che ovviamente rispecchia la volont di arrogarsi il diritto di denire la relazione). Quando siamo di fronte ad una esclation simmetrica, siamo spesso di fronte a due partner che riutano reciprocamente le denizioni del S dellaltro. Quando siamo di fronte invece a patologie dellinterazione complementare, osserviamo disconferme del S dellaltro: si assiste quindi ad una negazione dellaltro come emittente, mancandone del tutto il riconoscimento. La complementariet patologica si denisce rigida: i comunicanti permangono nelle posizioni one-up e one-down in modo statico, senza possibilit di alternarsi. In questo contesto, solo e sempre uno dei due avr diritto di parlare dellaltro (la madre del glio, ad esempio), mentre questultimo non avr diritto di fare commenti (o meglio, li far, ma non verranno presi in considerazione) - evi-

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dentemente un altro esempio di come lattenzione del ricercatore debba sempre monitorare la relazione nella, e non il contenuto della, comunicazione. Le interviste esaminate in aula propongono esempi tratti dallesperienza clinica della Scuola di Palo Alto, ed illustrano escalation simmetrica, complementariet rigida, ed inne una comunicazione giudicata sana. Per esprimere giudizi su di esse, Watzlawick ci ha dimostrato come sia necessario concentrarci sullo schema relazionale che i comunicanti tratteggiano comunicando, e non sui contenuti che vengono scambiati. In questa ottica, nessuna asserzione, isolata dalla altre, pu essere simmetrica, complementare, o altro. La risposta del partner conditio sine qua non per classicare il messaggio. E le relazioni tra i messaggi (interazioni) sono quelle che determinano lemergere della struttura relazionale, oggetto della nostra ricerca, e conseguentemente ci su cui dobbiamo concentrare la nostra attenzione di ricercatori.

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Riferimenti bibliograci
[Watzlavick et al., 1997] Watzlawick, P., Beavin, J.H., Jackson, D.D., Pragmatica della comunicazione umana, Astrolabio Editore, Roma, 1997.

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