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Giovan Francesco Straparola

Le piacevoli notti

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QUESTO E-BOOK: TITOLO: Le iace!oli notti "UTO#E: Stra arola$ %io!anni &rancesco T#"'UTTO#E: (U#"TO#E: #ua$ %iuse e )OTE: #ealizzato in collaborazione con la Biblioteca dei classici Italiani *htt :++,,,-classicitaliani-it+. 'I#ITTI '/"UTO#E: no LI(E)0": 1uesto testo distribuito con la licenza s eci2icata al seguente indirizzo Internet: htt :++,,,-liberliber-it+biblioteca+licenze+ T#"TTO '": 3Le iace!oli notti3$ di %io!anni &rancesco Stra arola Bari : Laterza$ 4567 !olu8i 4 e 6 (ollana Scrittori d/Italia (O'I(E ISB): in2or8azione non dis onibile 4a E'I0IO)E ELETT#O)I(" 'EL: 44 a rile 6997 I)'I(E 'I "&&I'"BILIT"/: 4 9: a22idabilit: bassa 4: a22idabilit: 8edia 6: a22idabilit: buona ;: a22idabilit: otti8a

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G. F. STRAPAROLA LE PIACEVOLI NOTTI


Edizione di riferimento Giovan Francesco Straparola, Le piacevoli notti, a cura Giuseppe Rua, Gius. Laterza & Figli Tipografi-EditoriLibrai, ari, !"#$ Gennaio %&%''()) - $*+,#

LIBRO PRIMO
ORFEO
DALLA

CARTA

ALLE PIACEVOLI ED AMOROSE DONNE, SALUTE.

%eco pensando, amorevoli donne, -uanti e -uali siano stati -uelli celesti e sollevati spiriti, i -uali cos. ne gli antic/i come ne0 moderni tempi /anno descritte varie favole, delle -uali voi, leggendole, ne prendete non picciolo diletto, io comprendo, e voi parimente lo potete comprendere, c/e da altra causa non sono mossi a scrivere, se non a consolazione vostra e per compiacere a voi. Essendo adun-ue cos. s. come io giudico, anzi certissimo tengo, voi come piacevoli ed amorose non arrete a sdegno se io, vostro buon servo, a nome vostro dar1 in luce le favole e gli enimmi dell0ingenioso messer Gioanfrancesco Straparola da !

&aravaggio, non men elegante c/e dottamente descritti. E -uantun-ue la loro materia non porgesse a vostre orecc/ie -uel piacere e diletto c/e nelle altre solete trovare, non per1 per -uesto le sprezzarete ponendole da canto e dandole totalmente ripulsa, ma con allegro viso l0abbracciarete, s. come le altre solete abbracciare. 2erci1 c/e se voi leggendole considerarete la diversit3 de0 casi e le astuzie c/e in -uelle si contengono, almeno vi saranno di ammaestramento non picciolo. 4ppresso di ci1 voi non risguardarete il basso e rimesso stile dello autore, perci1 c/e egli le scrisse, non come egli volse, ma come ud. da -uelle donne c/e le raccontarono, nulla aggiongendole o sottraendole. E se in cosa alcuna egli fusse stato manc/evole, non accusarete lui, c/e /a fatto ci1 c/e puote e seppe, ma me c/e contra il voler suo le diedi in luce. 4ccettate adun-ue con lieto viso il picciolo dono del vostro servo, il -uale se intender3 esservi, come egli spera, grato, si sforzer3 per lo innanzi di donarvi cose c/e vi saranno di maggior piacere e contento. State felici, memori di me. 5a (inegia alli i6 di Gennaio %.5.L.

"

COMINCIA IL LIBRO DELLE FAVOLE ED ENIMMI

DI MESSER

GIOVANFRANCESCO STRAPAROLA CARAVAGGIO,


INTITOLATO

DA

LE

PIACEVOLI NOTTI.
PROEMIO

)n %elano, antica e principal citt3 di Lombardia, copiosa di leggiadre donne, ornata di superbi palagi e abbondevole di tutte -uelle cose c/e ad una gloriosa citt3 si convengono, abitava 7ttaviano %aria Sforza, eletto vescovo di Lodi, al -uale per debito di eredit3, morto Francesco Sforza duca di %elano, l0imperio del stato ragionevolmente apparteneva. %a per lo ravoglimento de0 malvagi tempi, per gli acerbi odi, per le sanguinolenti battaglie e per lo continovo mutamento de0 stati, indi si part., ed a Lodi con la figliuola Lucrezia, moglie di Giovan Francesco Gonzaga, cugino di Federico marc/ese di %antova, nascosamente se #

n0and1, ivi per alcun tempo dimorando. )l c/e avendo presentito li suoi, non senza suo grave danno il perseguitorono. )l miserello, vedendo la persecuzione de0 parenti suoi ed il mal animo contra lui e la figliuola c/e dinanzi era rimasa vedova, prese -uelle poc/e gioie e denari c/e egli si trovava avere, ed a (inegia con la figliuola se n0and18 dove trovato il Ferier eltramo, uomo di alto legnaggio, di natura benigno, amorevole e gentile, fu da lui insieme con la figliuola nella propia casa con strette accoglienze onorevolmente ricevuto. E perc/9 la troppa e lunga dimoranza nell0altrui case il pi: delle volte genera rincrescimento, egli con maturo discorso indi partire si volse, ed altrove trovare propio alloggiamento. Laonde ascese un giorno con la figliuola una navicella, ed a %orano se n0and1. Ed adocc/iatovi un palagio di maravigliosa bellezza c/e allora vuoto si trovava, in -uello entr1; e considerato il dilettevole sito, la spaziosa corte, la superba loggia, l0ameno giardino pieno di ridenti fiori e copioso di vari frutti ed abbondevole di verdeggianti erbette, -uello sommamente comend1. Ed asceso sopra le marmoree scale, vidde la magnifica sala, le morbide camere ed un verone sopra l0ac-ua, c/e tutto il luogo signoreggiava. La figliuola, del vago e piacevole sito invag/ita, con dolci ed umane parole tanto il padre preg1, c/e egli a compiacimento di lei il palagio prese a pigione. 5i c/e ella ne sent. grandissima allegrezza, perci1 c/e mattino e sera se ne andava sopra il verone mirando li s-uammosi pesci c/e nelle c/iare e marittime ac-ue in frotta a pi: sc/iere nuotavano, e vedendogli guizzare or -uinci or -uindi sommo diletto $

n0apprendeva. E perc/9 ella era abbandonata da -uelle damigelle c/e prima la corteggiavano, ne scelse dieci altre non men graziose c/e belle, le cui virt: e leggiadri gesti sarebbe lungo raccontare. 5e0 -uai la prima fu Lodovica, i cui begli occ/i, risplendenti come lucide stelle, a tutti c/e la guardavano ammirazione non picciola porgevano. L0altra fu (icenza, di costumi lodevoli, bella di forma e di maniere accorta, il cui vago e delicato viso dava grandissimo refrigerio a c/iun-ue la mirava. La terza fu Lionora, la -uale, avenga c/e per la sua natural bellezza al-uanto altera paresse, era per1 tanto graziosa e cortese, -uanto mai alcun0altra donna trovar si potesse. La -uarta fu 4lteria dalle bionde trecce, la -uale con fede e donnesca piet3 di continovo alli servigi della signora dimorava. La -uinta fu Lauretta, vaga di aspetto ma sdignosetta al-uanto, il cui caro ed amoroso sguardo incatenava ciascuno c/e fiso la mirava. La sesta fu Eritrea, la -uale, -uantun-ue picciola fusse, non per1 si teneva alle altre di bellezza e di grazia inferiore, per ci1 c/e in lei erano duo occ/i scintillanti e lucidi pi: c/e 0l sole, la bocca piccola e 0l petto poco rilevato, n9 cosa alcuna in lei si trovava c/e di somma laude degna non fusse. La settima fu &ateruzza, per cognome runetta c/iamata; la -uale tutta leggiadra, tutta amorosa, con le dolci ed affettuose sue parole non pur gli uomini nelle amorose panie invescava, ma il sommo Giove avrebbe potuto far gi: discendere da l0alto cielo. L0ottava fu 4rianna, giovane di et3, di faccia venerabile, di aspetto grave e di elo-uenza ornata; le cui divine virt:, accompagnate da infinite lodi, come stelle in cielo sparte %

rilucono. La nona fu )sabella, molto ingeniosa, la -uale con le sue argute e vive proposte tutti i circostanti ammirativi rendeva. L0ultima fu Fiordiana, prudente e d0alti pensieri adornata, le cui egregie e virtuose opere avanzavano tutte -uelle c/0in ogn0altra donna si vedessero giammai. <ueste adun-ue dieci vag/e damigelle tutte insieme, e ciasc/eduna da per s9, servivano alla generosa Lucrezia sua signora. La -uale insieme con esso loro elesse due altre matrone di venerando aspetto, di sangue nobile, di et3 matura e pregiate molto, acci1 c/e con suoi savi consigli l0una alla destra, l0altra alla sinistra sempre le fusse. L0una delle -uai era la signora &/iara, moglie di Girolamo Guidiccione, gentiluomo ferrarese; l0altra la signora (eronica, fu gi3 consorte di Santo 7rbat, antico e nobile di &rema. 4 -uesta dolce ed onesta compagnia concorsero molti nobili e dottissimi uomini, tra0 -uai il &asal bolognese, vescovo e del re d0)ng/ilterra ambasciatore, il dotto 2ietro embo, cavaliere del gran maestro di Rodi, e (angelista de0 &ittadini melanese, uomo di gran maneggio, il primo luoco appresso la signora tenevano. 5opo costoro vi erano ernardo &appello, fra gli altri gran versificatore, l0amoroso 4ntonio embo, il domestico enedetto Trivigiano, il faceto 4ntonio %olino detto urc/iella, il cerimonioso Ferier eltramo e molti altri gentiluomini, i cui nomi ad uno ad uno raccontare sarebbe noioso. <uesti adun-ue tutti, overo la maggior parte di loro, -uasi ogni sera a casa della signora Lucrezia si riducevano; ed ivi ora con amorose danze, ora con piacevoli ragionamenti ed ora con suoni e canti la intertenevano; e &

cos. -uando in un modo e -uando in un altro il volubile e fugace tempo passavano. 5i c/e la gentil signora con le savie damigelle sommo diletto n0apprendeva. Furono ancora tra loro sovente proposti alcuni problemi, de0 -uai la signora era sola difinitrice. E per ci1 c/e oramai s0approssimavano i giorni ultimi di carnesale dedicati alle piacevolezze, la signora a tutti comand1 c/e sotto pena della disgrazia sua a concistorio la seguente sera ritornassero, acci1 c/e divisar potessero il modo e l0ordine c/e avessero tra loro a tenere. (enute le tenebre della seguente notte, tutti secondo il comandamento a loro fatto vi vennero; e messisi tutti a sedere secondo i gradi loro, la signora cos. a dire incominci18 = Gentiluomini miei onorati molto, e voi piacevoli donne, noi siamo -ui raunati secondo l0usato modo, per mettere regola a0 dolci e dilettevoli intertenimenti nostri, acci1 c/e -uesto carnesale, di cui oggimai poc/i giorni ci restano, possiamo prendere alcun piacevole trastullo. &iascuno adun-ue di voi proponer3 -uello c/e pi: gli aggrada, e ci1 c/e alla maggior parte parer3 sie deliberato. = Le donne parimente e gli uomini ad una voce risposero c/e era convenevole c/e ella determinasse il tutto. La signora, vedendo esserle tal carico imposto, rivoltasi verso la grata compagnia, disse8 = 5a poi c/e cos. vi piace, c/e io di contentamento vostro ditermini l0ordine c/e si /a a tenere, io per me vorrei c/e ogni sera, infino a tanto c/e durer3 il carnesale, si danzasse8 indi c/e cin-ue damigelle una canzonetta a suo bel grado cantassero; e ciasc/eduna de0 cin-ue damigelle a cui verr3 '(

la sorte, debba una -ualc/e favola raccontare, ponendole nel fine uno enimma da essere tra tutti noi sottilissimamente risolto. Ed ispediti tai ragionamenti, ciascuno di voi se n0ander3 alle loro case a posare. %a se in -uesto il mio parere non vi piacesse >c/e disposta io sono il voler vostro seguire?, ciascuno di voi dir3 -uello c/e pi: gli aggrada. = <uesto proponimento fu da tutti comendato molto. Laonde fattosi portare un vasetto d0oro, e postivi dentro di cin-ue donne i nomi, il primo c/e usc. del vaso, fu -uello della vaga Lauretta; la -uale per vergogna tutta arrossita divenne come mattutina rosa. )ndi, seguendo l0incominciato ordine, il secondo c/e usc. fuori fu di 4lteria il nome, il terzo di &ateruzza, il -uarto di Eritrea, il -uinto di 4rianna. 4ppresso -uesto comand1 c/e gli stromenti venissero; e fattasi recare una g/irlandetta di verde alloro, in segno di maggioranza in capo di Lauretta la puose, comandandole c/e nella seguente sera al dolce favoleggiare desse principio. 5opo volse c/e 4ntonio embo con gli altri insieme facesse una danza. Egli, presto a0 comandamenti della signora, prese per mano Fiordiana, di cui era al-uanto invag/ito; e gli altri parimenti fecero il somigliante. Finita la danza, con tardi passi e con gli amorosi ragionamenti i giovani con le damigelle si ridussero in una camera, dove erano apparecc/iati confetti e vini preziosi. E le donne e gli uomini, rallegratisi al-uanto, al motteggiare si diedero; e finito il dilettevole motteggiare, presero licenza dalla generosa signora, e tutti con sua buona grazia si partirono. (enuta la seguente sera, e tutti raunati all0onestissimo collegio, e fatti alcuni balli nella usata maniera, la signora ''

fece cenno alla vaga Lauretta c/e desse al cantare e al favoleggiare principio. Ed ella senza pi: aspettare c/e detto le fusse, levatasi in piedi e fatta la debita riverenza alla signora ed ai circostanti, ascese uno luogo al-uanto rilevato, dove era la bella sedia di drappo di seta tutta guarnita; e fattesi venire le -uattro compagne elette, la seguente canzonetta con angelic/e voci in laude della signora tutte cin-ue in tal maniera cantorono8 Gli atti, donna gentil, modesti e grati, con l)accoglien*e vaghe e pellegrine, salir vi +anno tra l)alme divine. ,ostro stato real ch)ogni altro avan*a, per cui divengo dolcemente meno, e l)ornamento d)ogni laude pieno, pascendomi di vostra alma sembian*a, tengon miei spirti in voi tanto ave**ati, che se voglio d)altrui +ormar parola, dir mi convien di voi nel mondo sola. 5a poi c/e le cin-ue damigelle tacendo dimostrarono la sua canzone esser venuta al glorioso fine, sonorono gli stromenti; e la vezzosa Lauretta, a cui il primo luogo di -uesta notte per sorte toccava, senza aspettare altro comandamento dalla signora, diede principio alla sua favola cos. dicendo8

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FAVOLA I.
Salardo, figliuolo di Rainaldo S aglia, !i "ar#$ da G$no%a, $ %a a Monf$rra#o, do%$ fa on#ra #r$ o&anda&$n#i d$l "adr$ la! ia#ili "$r #$!#a&$n#o, $ ondanna#o a &or#$ %i$n li'$ra#o $d alla "ro"ia "a#ria ri#orna. = 5i tutte le cose c/e l0uomo fa over intende di fare, o buone o rie c/e elle si siano, dovrebbe sempre il termine maturamente considerare. Laonde, dovendo noi dar cominciamento a0 nostri dolci e piacevoli ragionamenti, assai pi: caro mi sarebbe stato, se altra donna c/e io al favoleggiare avesse dato principio; perci1 c/e a tal impresa non molto sofficiente mi trovo, perc/9 di -uella facondia c/e in tai ragionamenti si ric/iede, al tutto priva mi veggio, per non mi essere essercitata nell0arte dell0ornato e polito dire, s. come /anno fatto -ueste nostre graziose compagne. %a poic/9 cos. piace a voi, ed emmi dato per sorte c/0io a ragionare sia la prima, acci1 c/e 0l mio tacere a -uesta nostra amorevole compagnia non cagioni disordine alcuno, con -uella maniera di dire c/e mi sar3 dal divino favore concessa, al nostro favoleggiare dar1 debole cominciamento, lasciando l0ampio e spazioso campo alle compagne, c/e dopo me verranno, di poter meglio e con pi: leggiadro stile sicuramente raccontare le loro favole, di ci1 c/e da me ora udirete. eato, anzi beatissimo @ tenuto -uel figliuolo c/e con ogni debita riverenza @ ubidiente al padre, perci1 c/e egli adempisce il comandamento datoli dallo eterno )ddio, e '.

lungamente vive sopra la terra, ed ogni cosa c/e egli fa ed opera li riuscisce in bene. %a pe 0l contrario -uello c/e gli @ disubidiente, infelice anzi infelicissimo @ riputato, perci1 c/e a crudele e malvagio fine riusciscono le cose sue, s. come per la presente favola, c/e raccontarvi intendo, agevolmente potrete comprendere. 5icovi adun-ue, graziose donne, c/e in Genova, citt3 anti-uissima, e forse cos. dilettevole, o pi:, come ne sia alcun0altra, fu, non @ gran tempo, un gentiluomo, Rainaldo Scaglia per nome c/iamato, uomo nel vero non meno abondevole de0 beni della fortuna c/e di -uelli dell0animo. Egli, essendo ricco e dotto, aveva uno figliuolo nominato Salardo, il -uale amando il padre oltre ogni cosa, lo ammaestrava ed accostumava, come dee fare un buono e benigno padre, n9 li lasciava mancare cosa c/e li fusse di utile, onore e gloria. 4venne c/e Rainaldo, essendo gi3 pervenuto alla vecc/iezza, gravemente s0inferm1, e vedendo esser giunto il termine della vita sua, c/iam1 un notaio, e fece il suo testamento, nel -uale institu. Salardo suo universal erede; dopo pregollo, come buon padre, c/e egli volesse tenere a memoria tre precetti n9 mai scostarsi da -uelli. 5e0 -uai il primo fu c/e, per l0amor grande c/0egli alla moglie portasse, secreto alcuno mai non le palesasse. L0altro, c/e per maniera alcuna figliuolo da s9 non generato non allevasse come suo figliuolo ed erede de0 suoi beni. )l terzo, c/e non si sottoponesse a signore c/e per la sua testa sola lo suo stato reggesse. <uesto detto e datali la benedizione, rivolse la faccia al pariete, e per spazio di un -uarto d0ora spir1. '!

%orto adun-ue Rainaldo e rimaso Salardo erede universale, vedendo c/e egli era giovane, ricco e di alto legnaggio, in luogo di pensare all0anima del vecc/io padre ed alla moltitudine de0 maneggi c/e come a nuovo possessore de0 paterni beni gli occorrevano, ditermin1 di prendere moglie, e trovarla tale e di s. fatto padre, c/e egli di lei ne rimanesse contento. A9 pass1 l0anno della morte del padre, c/e Salardo si marit1, e tolse per moglie Teodora, figliuola di messer 7descalco 5oria, gentiluomo genovese e de0 primi della citt3. E perci1 c/e ella era bella ed accostumata, ancor c/e sdegnosetta fusse, era tanto amata da Salardo suo marito, c/e egli non pur la notte, ma anc/e il giorno non si scostava da lei. Essendo amenduo pi: anni dimorati insieme, n9 potendo per aventura aver figliuoli, parve a Salardo, contro agli ultimi paterni aricordi, di consenso della moglie, adottarne uno ed allevarlo come suo legittimo e natural figliuolo, ed al fine lasciarlo erede del tutto. E s. come nell0animo suo aveva proposto, cos. senza indugio esegu., e prese per adottivo figliuolo un fanciullo di una povera vedova, 2ostumio c/iamato, il -uale da loro fu pi: vezzosamente c/e non se li conveniva, nodrito ed allevato. 2assato certo tempo, parve a Salardo di partirsi di Genova ed andar ad abitare altrove; non gi3 c/e la citt3 non fusse bella ed onorevole, ma mosso da un certo non so c/e appetito, c/e 0l pi: delle volte trae coloro c/e senza governo di alcuno superiore vivono. 2resa adun-ue grandissima -uantit3 di danari e di gioie e messe in assetto tutte le cavalcature e carriaggi, con Teodora, sua diletta moglie, e '"

con 2ostumio, suo adottivo figliuolo, da Genova si part., ed aviatosi verso 2iamonte, a %onferrato se n0and1. 5ove assettatosi adagiamente, cominci1 prendere amicizia con -uesto e con -uello cittadino, andando con esso loro alla caccia e prendendo molti altri piaceri de0 -uai egli molto si dilettava. E tanta era la magnificenza sua verso ciascuno, c/e non pur amato, ma anc/e onorato era sommamente da tutti. Gi3 era pervenuta alli orecc/i del marc/ese la gran liberalit3 di Salardo, e vedendolo giovane, ricco, nobile, savio ed atto ad ogni impresa, li prese tanto amore, c/e non sapeva stare un giorno c/e egli non lo avesse con esso lui. E tanto era Salardo col marc/ese in amist3 congiunto, c/e a c/iun-ue voleva dal signore grazia alcuna, era bisogno c/e egli andasse per le sue mani, altrimenti la grazia non conseguiva. Laonde, vedendosi Salardo dal marc/ese in tanta altezza posto, se ingegnava con ogni studio ed arte di compiacerli di tutte -uelle cose c/e giudicava potessero esserli grate. )l marc/ese, c/e parimente era giovane, molto di andare a sparviere si dilettava, ed aveva nella sua corte molti uccelli, bracc/i ed altri animali, s. come ad uno illustre signore si conviene; n9 mai pur una sol volta sarebbe andato alla caccia o ad uccellare, se Salardo seco stato non fusse. 4venne c/e, ritrovandosi Salardo un giorno nella sua camera solo, cominci1 tra s9 stesso pensare al grande onore c/e li faceva il marc/ese; dopo si riduceva a mente le maniere accorte, i graziosi gesti, gli onesti costumi di 2ostumio, suo figliuolo, e come egli gli era ubidiente. E cos. '#

stando in -uesti pensieri, diceva8 = 5e/ -uanto il padre mio se ingannavaB certo io dubito c/e egli teneva del scemo, come il pi: degli insensati vecc/i fanno. )o non so -ual frenesia, anzi sciocc/ezza lo inducesse a comandarmi espressamente di non dover allevare figliuolo da me non generato, n9 sottopormi alla testa d0un signore c/e solo signoreggiasse. )o ora vedo gli suoi precetti esser molto dalla verit3 lontani; perci1 c/e 2ostumio @ mio figliuolo adottivo n9 mai lo generai, ed egli @ pur buono, savio, gentile, accostumato ed a me molto ubidiente. E c/i mi potrebbe pi: dolcemente carezzare ed onorare di ci1 c/e fa il marc/eseC Egli @ pur testa sola, n9 /a superiore; nondimeno, tanto @ l0amore c/e egli mi porta, e tanto mi onora, c/e basterebbe io li fussi superiore e c/e egli temesse me. 5i c/e tanto mi maraviglio, c/e io non so c/e mi dire. Sono certamente alcuni vecc/i insensati, i -uali non ricordandosi di -uello c/e /anno fatto nella loro giovent:, vogliono dar leggi ed ordini ai loro figliuoli, imponendoli caric/i c/e elli col dito non tocc/erebbeno. E ci1 fanno non per amore c/e li portino, ma mossi da una simplicit3, acci1 c/e lungamente stiano in -ualc/e travaglio. 7ra io di due delle gravezze impostemi da mio padre sono oltre la speranza riuscito a lieto fine, e presto voglio fare della terza larga isperienza; e tengo certo c/e la cara e dolce mia consorte mi confermer3 molto pi: nel suo cordiale e ben fondato amore. Ed ella, c/e io amo pi: c/e la luce degli occ/i miei, ampiamente scoprir3 -uanta e -ual sia la simplicit3, anzi pazzia, della misera vecc/iaia, la -uale allora molto pi: si gode, -uando empie il suo testamento di '$

biasmevoli condizioni. &onosco ben ora c/e 0l padre -uando testava era di memoria privo e come vecc/io insensato e fuori di s9 faceva gli atti da fanciullo. )n c/i potrei io pi: sicuramente fidarmi c/e nella propia moglieC La -uale, avendo abbandonato il padre, la madre, i fratelli, le sorelle e la propia casa, si @ fatta meco una istessa anima ed uno istesso cuore. Laonde rendomi sicuro c/e io le posso aprire il mio secreto, -uantun-ue -uello importantissimo sia. Far1 adun-ue isperienza della sua fede, non gi3 per me, c/e io sono certo mi ami pi: di s9 medesima, ma solo tentarolla ad esempio de0 semplici giovani, i -uali scioccamente credono essere peccato irremissibile il contrafare a0 pazzi ricordi de0 vecc/i padri, i -uali, a guisa di uomo c/e sogna, entrano in mille frenesie e continovo vacillano. = 5eleggiando adun-ue Salardo tra s9 stesso in tal maniera i saggi e ben regolati comandamenti paterni, deliberossi di contravenire al terzo. 7nde uscito di camera e sceso gi: delle scale, senza mettervi indugio alcuno, se ne and1 al palagio del %arc/ese, ed appressatosi ad una stanga dove erano molti falconi, ne prese uno c/e era il migliore ed al marc/ese pi: caro, e senza c/e egli fusse da alcuno veduto, via lo port1; e c/etamente andatosene a casa di uno suo amico, nominato Fransoe, glielo appresent1, pregandolo, per lo amore grande c/e era tra loro, custodire lo dovesse fino a tanto c/e egli intendesse il voler suo; e ritornatosene a casa, prese uno de0 suoi, e secretamente, senza c/e alcuno lo vedesse, lo uccise, e portollo alla moglie, cos. dicendole8 = Teodora, moglie mia diletta, io, '%

come tu puoi ben sapere, non posso con -uesto nostro marc/ese aver mai pur un0ora di riposo, perci1 c/e egli ora cacciando, ora uccellando, ora armeggiando ed ora facendo altre cose, mi tiene in s. continovo essercizio, c/e io non so alle volte se io sia morto o vivo. %a per rimuoverlo dallo andare tutto il d. alla caccia, io gli /o fatto una beffa, c/e egli si vedr3 poco contento, e forse egli per al-uanti giorni riposer3, lasciandone ancor noi altri posare. = 4 cui disse la moglie8 = E c/e gli avete fatto voiC = 4 cui rispose Salardo8 = )o gli /o ucciso lo miglior falcone e lo pi: caro c/e egli abbia, e penso, -uando egli non lo trovi, -uasi da rabbia non moia. = Ed apertisi li drappi dinanzi, cav1 fuori il falcone ucciso e diello alla moglie, imponendole c/e lo facesse cucinare, c/e a cena per amor del marc/ese lo mangerebbe. La moglie, udendo le parole del marito e vedendo il falcone ucciso, molto si ramaric1, e voltatasi contra lui, lo cominci1 rimproverare, caricandolo fortemente dello errore commesso. = )o non so come voi avete mai potuto commettere s. grave eccesso, oltraggiando lo signor marc/ese, c/e tanto cordialmente vi ama. Egli vi compiace di tutto ci1 c/e voi addimandiate, ed appresso -uesto voi tenete il primo luoco appo la persona sua. 7/im@, Salardo mio, voi vi avete tirata una gran roina addossoB Se per aventura lo signor venisse a saperlo, c/e sarebbe di voiC &erto voi incorrereste in pericolo di morte. = 5isse Salardo8 = E come vuoi tu c/e egli lo intendaC Aiuno sa -uesto se non tu ed io. %a ben ti prego per -uello amore c/e m0/ai portato e porti, c/e -uesto secreto appalesar non vogli; perci1 c/e manifestandolo ne saresti e '&

della tua e della mia total roina cagione. 4 cui la moglie rispose8 = Aon dubitate punto, c/e io pi: tosto soffrirei di morire, c/e mai tal secreto rivelare. = &otto adun-ue e ben concio il falcone, Salardo e Teodora si puosero a sedere a mensa, e non volendo ella mangiare del falcone, n9 attendere alle parole del marito c/e a mangiare dolcemente la esortava, Salardo alz1 la mano e sopra 0l viso le diede s. fatta guanzata, c/e le fece la guanza destra tutta vermiglia. )l perc/9 ella si mise a piangere e dolersi c/e egli battuta l0aveva, e levatasi da mensa, tuttavia barbottando, lo minacci1 c/e di tal atto in vita sua si ricorderebbe, ed a tempo e luoco si vendicarebbe. E venuta la mattina, molto per tempo si lev1 di letto, e senza porre indugio alla cosa, andossene al marc/ese, e puntalmente li raccont1 la morte del falcone. )l c/e intendendo, il marc/ese si accese di tanto sdegno ed ira, c/e lo fece prendere, e senza udir ragione e difesa alcuna, comand1 c/e in -uello instante fusse impiccato per la gola e c/e tutti gli suoi beni fussero divisi in tre parti, de0 -uai l0una data fusse alla moglie c/e accusato lo aveva, l0altra al figliuolo e la terza fusse assignata a colui c/e lo impiccasse. 2ostumio, c/e era ben formato della persona ed aitante della vita, intesa la sentenza fatta contro il lui padre e la divisione de0 beni, con molta prestezza corse alla madre, e dissele8 = 7 madre, non sarebbe meglio c/e io sospendessi il padre mio e c/e io guadagnassi il terzo de0 suoi beni, c/e alcun0altra strana personaC = 4 cui rispose la madre8 = (eramente, figliuolo mio, tu /ai ben discorso; perci1 c/e, facendolo, la facult3 di tuo padre rimarr3 integralmente a noi. = E senza mettergli -(

intervallo di tempo, il figliuolo se ne and1 al marc/ese e c/ieseli grazia di sospendere il padre, acci1 c/e della terza parte de0 suoi beni, come carnefice, successore rimanesse. La dimanda a 2ostumio dal marc/ese fu graziosamente concessa. 4veva Salardo pregato Fransoe, suo fedel amico, a cui aperto aveva lo suo secreto, c/e, -uando la famiglia del marc/ese lo conducesse per darli la morte, c/e egli fusse presto ad andare al marc/ese, pregandolo Salardo li fusse menato dinanzi, e, prima c/e fusse giustiziato, benignamente lo ascoltasse. Ed egli, s. come imposto li fu, cos. fece. 5imorando l0infelice Salardo co0 ceppi a0 piedi nella dura prigione, ed aspettando di ora in ora di esser condotto al patibolo della ignominiosa morte, tra s9 duramente piangendo a dire incominci18 = 7ra conosco e c/iaramente comprendo il mio vecc/io padre con la sua lunga isperienza aver provisto alla salute mia. Egli prudente e savio mi diede il consiglio, ed io ribaldo e insensato lo sprezzai. Egli per salvarmi mi comand1 c/e io fuggessi -uesti miei domestici nemici; ed io, acci1 mi uccidessino e poi di mia morte ne godessino, me li sono dato in preda. Egli, conoscendo la natura de0 prencipi c/e in un0ora amano e disamano, essaltano ed abbassano, mi confort1 stare da -uelli lontano; ed io, per perdere la robba, l0onore e la vita, incautamente li ricercai. 7/ 5io volesse c/e io mai ispermentata non avessi l0infida mia moglieB 7 Salardo, -uanto meglio ti sarebbe se se-uitato avesti la paterna traccia, lasciando a0 lusing/ieri ed agli adulatori il corteggiare i prencipi e signoriB 7ra io veggio a c/e -'

condotto mi /a il troppo fidarmi di me stesso, di mia moglie e del scelerato figliuolo, e sopra tutto il troppo credere all0ingrato marc/ese. 7ra sono c/iaro -uanto egli mi amasse. E c/e peggio potevami egli fareC &ertamente nulla; perci1 c/e e nella robba e nell0onore e nella vita ad un tratto mi offende. 7/ -uanto presto l0amor suo @ in crudo ed acerbo odio rivoltoB en vedo ora il proverbio, c/e volgarmente si dice, esser verificato8 cio@ il signore esser simile al vino del fiasco, il -uale la mattina @ buono, e poi la sera guasto. 7 misero Salardo, a c/e sei venutoC dov0@ ora la tua nobilt3C dove sono i cari parenti tuoiC dove sono le ampie ricc/ezzeC dov0@ ora la tua lealt3, integrit3 ed amorevolezzaC 7 padre mio, io credo c/e tu, riguardando, cos. morto come sei, nel c/iaro specc/io dell0eterna bont3, mi vedi -ua condotto per esser sospeso non per altra cagione se no per non aver creduto n9 ubidito a0 tuoi savi ed amorevoli precetti; e credo c/e con -uella tenerezza di cuore, c/e gi3 mi amasti, ancora adesso mi ami, e preg/i il sommo )ddio c/e l0abbi compassione de0 sciocc/i miei giovenili errori; ed io, come ingrato tuo figliuolo e disubidiente a0 comandamenti tuoi, pregoti mi perdoni. = %entre c/e in tal modo tra s9 stesso Salardo s9 medesimo riprendeva, 2ostumio, suo figliuolo, come ben ammaestrato carnefice, se ne and1 con la sbirraglia alla prigione; e arrogantemente appresentatosi innanzi al padre, disse tai parole8 = 2adre mio, poi c/e per sentenza del signor marc/ese voi senza dubbio dovete esser sospeso, e dovendosi dar la terza parte de0 vostri beni a colui c/e far3 l0ufficio de impiccarvi, e conoscendo lo amore c/e voi mi --

portate, io so c/e voi non arrete a sdegno se io far1 cotal ufficio; perci1 c/e, facendolo, i beni vostri non anderanno nelle altrui mani, ma ci resteranno in casa come prima8 e di ci1 voi ne rimarrete contento. = Salardo, c/e attentamente ascoltate aveva le parole del figliuolo, rispose8 = )ddio ti benedica, figliuolo mio; tu /ai pensato ci1 c/e molto mi piace, e se prima moriva scontento, ora, intese le tue parole, me ne morr1 contento. Fa adun-ue, figliuol mio, l0ufficio tuo, e non tardare. = 2ostumio prima li dimand1 perdono e basciollo in bocca; dopo, preso il capestro, glielo pose al collo, essortandolo e confortandolo c/e pazientemente sopportasse tal morte. Salardo, vedendo il mutamento delle cose, attonito e stupefatto rimase; e uscito della prigione con le mani dietro legate e col capestro ravolto al collo, accompagnato dal carnefice e dalla sbirraglia, si avi1 con frettoloso passo verso il luoco della giustizia; e giuntovi, rivolse le spalle alla scala c/e era appoggiata alla forca, ed in tal modo di scaglione in scaglione -uella ascese. E con intrepido e costante animo pervenuto al deputato termine della scala, guard1 d0intorno al popolo, e raccontDgli a pieno la causa per la -uale egli era condotto alla forca8 dopo con dolci ed amorevoli parole d0ogni oltraggio umilmente dimand1 perdono, essortando i figliuoli ad esser ubidienti ai loro vecc/i padri. Edita c/e ebbe il popolo la causa della condannazione di Salardo, non vi fu veruno c/e dirottamente non piangesse la sciagura del sventurato giovane, e c/e non desiderasse la sua liberazione. %entre c/e le sopradette cose si facevano, Fransoe se -.

ne era andato al palagio, al marc/ese tai parole dicendo8 = )llustrissimo signor, se mai favilla di piet3 fu accesa nel petto di giusto signore, rendomi certo -uella raddoppiarsi in voi, se con la solita clemenza considerarete la innocenza dell0amico, all0estremo di morte gi3 condotto per errore non conosciuto. <ual causa, signor mio, vi indusse a sentenziare a morte Salardo c/e tanto cordialmente voi amavateC Egli non vi /a mai offeso, n9 pur pensato di offendervi. %a se voi, benignissimo signore, commetterete il fedelissimo amico vostro esser -ui alla presenza vostra condotto innanzi c/e egli moia, farovvi apertamente conoscere la innocenza sua. = )l marc/ese con gli occ/i per ira affocati, senza altra risposta all0amico Fransoe rendere, volevalo al tutto da s9 scacciare; -uando egli, gittatosi a terra ed abbracciateli le ginocc/ia, tuttavia piangendo, cominci1 gridare8 = %erc9, signor giusto, merc9, signor benignoB non moia, pregoti, per tua cagione lo innocente Salardo. &essi la perturbazione tua, ed io manifesterotti l0innocenza sua. &essa per un0ora, signore, per amore della conservata sempre da0 tuoi vecc/i e da te giustiziaB Aon sia detto di te, signore, c/e si strabocc/evolmente senza causa facci morire i tuoi amici. = )l marc/ese, tutto sdegnoso contra Fransoe, disse8 = (edo c/e tu attendi d0esser compagno di Salardo; e se poco pi: accendi il fuoco di mia ira, a mano a mano te li metter1 appresso. = 5isse Fransoe8 = Signore, io sono contento c/e la lunga mia servit: abbia -uesto ricompenso c/e tu faccia impiccarmi insieme con Salardo, se non lo trovi innocente. = )l marc/ese, considerata la grandezza dell0amico Fransoe, fra s9 stesso -!

pens1 c/e senza certezza della innocenza sua egli non si obligarebbe ad essere suspeso con Salardo, e perci1 disse c/e era contento c/e si soprastesse per un0ora, e non provando Fransoe lui esser innocente, s0apparecc/iasse a ricevere la morte con esso lui. E fattosi c/iamare uno servente, gli ordin1 c/e egli andasse al luoco della giustizia imponendo per nome suo a0 ministri c/e pi: oltre non precedessero, e c/e Salardo, cos. legato e col capestro al collo, dal carnefice accompagnato, alla presenza sua fusse condotto. Giunto Salardo alla presenza del marc/ese e veggendolo ancora nella faccia infiammato, ferm1 il suo altiero animo; e con asciutto viso ed aperto n9 da parte alcuna turbato, cos. li disse8 = Signor mio, la servit: mia verso te e l0amore c/e io ti porto, non avevan meritato l0oltraggio e la vergogna c/e mi /ai fatta condannandomi a vituperevole ed ignominiosa morte. E -uantun-ue il sdegno preso per la mia gran follia, se follia dir si dee, voglia c/e tu contra tua natura in me incrudelisca, non per1 dovevi, senza udire la ragione, s. frettolosamente condannarmi a morte. )l falcone, per la cui pensata morte sei contra me focosamente adirato, vive ed @ in -uel stato c/e era prima; n9 io lo presi per ucciderlo n9 per oltraggiarti, ma per far pi: certa isperienza d0un mio celato oggetto8 il -uale ora ora ti sar3 manifesto. = E c/iamato Fransoe c/e ivi era presente, lo preg1 c/e il falcone portasse e al caro e dolce suo padrone rendesse. E da principio sino alla fine li raccont1 gli amorevoli comandamenti del padre e la contrafazione loro. )l marc/ese, udite le parole di -"

Salardo c/e uscivano dalle intime parti del cuore, e veduto il suo falcone grasso e bello pi: c/e prima, -uasi muto divenne. %a poscia c/e al-uanto in s9 medesimo rivenne e consider1 l0error suo in aver inavedutamente condannato lo innocente amico a morte, alci1 gli occ/i -uasi di lagrime pregni, e guardando fiso nel volto di Salardo, cos. li disse8 = Salardo, se ora tu potesti penetrare con gli occ/i della parte di dentro del mio cuore, apertamente conosceresti c/e la fune, c/e ti /a fin ora tenute legate le mani, e il capestro, c/e ti /a circondato il collo, non /anno apportato a te tanto dolore -uanto a me affanno, n9 tanta pena a te -uanta a me doglia; n9 penso mai pi: viver lieto e contento, poi c/e in tal maniera /o offeso te c/e con tanta sincera fede mi amavi e servivi. E se possibil fusse c/e -uello @ gi3 fatto si potesse annullare, io per me lo annullarei. %a essendo ci1 impossibile, sforzerommi con ogni mia possa di ristaurare in tal guisa la ricevuta offesa, c/e di me rimarrai contento. = &i1 detto, il marc/ese con le propie mani li trasse il capestro dal collo e le mani li sciolse, abbracciandolo con somma amorevolezza e pi: fiate basciandolo; e presolo con la destra mano, lo fece appresso s9 sedere. E volendo il marc/ese c/e 0l laccio fusse posto al collo di 2ostumio per i suoi malvagi portamenti, ed impiccato, Salardo no 0l permesse; ma fattolo venire a s9 innanzi, disseli tai pa role8 = 2ostumio, da me per 5io da fanciullo insino a cotesta et3 allevato, io di te sallo )ddio c/e non so c/e fare. 5a l0una parte mi tira l0amore c/e io fin ora ti /o portato; da l0altra mi trae lo sdegno contra te per li tuoi mali gesti conceputo. L0uno vuole c/e come buon padre ti -#

perdoni; l0altro mi essorta c/e contra te rigidamente m0incrudelisca. &/e debbo dun-ue far ioC Se io ti perdono, sar1 mostrato a dito; se far1 la giusta vendetta, far1 contra lo divino precetto. %a acci1 c/e io non sii detto troppo pio n9 troppo crudele, torr1 la via di mezzo8 e da me non sarai corporalmente punito, n9 anc/e ti fia da me al tutto perdonato. 2rendi adun-ue -uesto capestro c/e tu mi avevi avinc/iato al collo, ed in ricompenso de0 miei beni, c/e tu desideravi avere, lo porterai teco, ricordandoti sempre di me e del tuo grave errore8 stando da me s. lontano, c/e mai non possi pi: sentir nova di te. = E cos. detto, lo scacci1 da s9, e mandollo in sua mal0ora; n9 pi: di lui se intese novella alcuna. %a Teodora, alle cui orecc/ie era gi3 pervenuta la nova della liberazione di Salardo, se ne fugg.; e andatasene in un monasterio di suore, dolorosamente fin. la vita sua. )ndi Salardo, persentita la morte di Teodora sua moglie, c/iese buona licenza dal marc/ese, e da %onferrato si part. ed a Genova ritorn18 dove lietamente lungo tempo visse, e per 5io dispens1 la maggior parte de0 suoi beni, ritenendone tanti, -uanti fussero bastevoli al viver suo. = 4veva la favola da Lauretta raccontata, pi: volte mosse le compagne a lagrimare; ma poi c/e intesero Salardo esser liberato dalla forca, e 2ostumio vituperevolmente cacciato, e Teodora miseramente morta, si rallegrarono molto, e resero le debite grazie a 5io c/e da morte l0avea campato. La signora, c/e attentamente ascoltata aveva la pietosa favola e -uasi ancora da dolcezza piangeva, disse8 = Se -ueste altre donzelle nel narrar le loro favole si porteranno s. valorosamente come /a fatto la piacevole Lauretta, -$

ciasc/eduna di noi si potr3 agevolmente contentare. = E senza dir altro, n9 aspettar altra risposta, le comand1 c/e 0l suo enimma proponesse, acci1 c/e l0ordine dato nella precedente sera si osservasse. Ed ella presta a0 suoi comandamenti con lieto viso cos. disse8 /ac0ui tra duo serragli incarcerata1 e di me nac0ue dopo un tristo +iglio, grande come sarebbe, ohim2 mal nata3 un picciol grano di minuto miglio: da cui per +ame +ui poi divorata, sen*a riguardo alcun, sen*a consiglio. 4 trista sorte mia dura e proterva, di madre non poter restar pur serva3 Aon senza grandissimo diletto fu da tutti ascoltato il dotto ed arguto enimma dalla festevole Lauretta ingeniosamente raccontato, e c/i in uno modo e c/i in un altro lo interpretorono. %a niuno fu c/e aggiungesse al segno. Laonde la vaga Lauretta, vedendolo irresolubile rimanere, sorridendo disse8 = Lo enimma per me proposto, se io non erro, altro non significa se non la fava secca, la -uale, essendo nata, giace c/iusa tra duo serragli, cio@ due scorze; dopo nasce di lei, a guisa di un granello di miglio, un vermicello, il -uale s. fieramente la rode e consuma, c/e, di madre, serva non pu1 rimanere. = 4d ognuno maravigliosamente piac-ue la isposizione di Lauretta, e tutti ad una voce molto la comendorono. La -uale, fatta la debita reverenza, al suo luoco si pose a sedere. Ed 4lteria, la -uale appresso Lauretta sedeva ed a cui il secondo luoco di favoleggiare toccava, desiderosa pi: -%

di dire c/e di ascoltare, non aspettando altro comandamento dalla signora, in tal maniera a dire incominci18

FAVOLA Il.
Ca!!andrino, fa&o!i!!i&o ladro $d a&i o d$l "r$#or$ di P$rugia, li fura il l$##o $d un !uo a%allo l$ardo( indi, a""r$!$n#a#oli "r$) S$%$rino in uno !a on$ l$ga#o, di%$n#a uo&o da '$n$ $ di gran &an$ggio. = S. alta, valorose donne, e resvigliata @ la virt: dello intelletto umano, c/e non @ cosa in -uesto mondo s. grave e s. malagevole, c/e, rappresentata dinanzi all0uomo, non li paia lieve e facile, e con spazio di tempo non la mandi a perfezione. Laonde tra la gente minuta communamente dir si suole c/e l0uomo fa ci1 c/e egli vuole. )l -ual proverbio mi d3 materia di raccontarvi una favola, la -uale, avenga c/e ridiculosa non sia, sar3 per1 piacevole e di diletto, ammaestrandovi ad agevolmente conoscere l0astuzia di coloro c/e continovo involano i beni e le facult3 d0altrui. )n 2erugia, antica e nobile citt3 della Romagna, celeberrima di studi ed abondantissima del vivere, dimorava, non gi3 gran tempo fa, un giovane giotto e della vita ben disposto -uanto alcuno altro fusse giamai, e da tutti era &assandrino c/iamato. &ostui, s. per la sua fama s. per li suoi ladronezzi, era -uasi noto a ciascuno del popolo perugino. %olti cittadini e plebei eransi andati a ric/iamare -&

al pretore, facendo contra lui gravi e lung/e -uerele per cagione de0 beni c/e egli involati gli aveva. %a egli dal pretore non fu mai castigato, -uantun-ue da lui con minacce fusse agramente ripreso. Ed avenga c/e &assandrino fusse per i ladronezzi e per le altre giottonie infame e di perduta speranza, niente di meno egli aveva in s9 una laudevole virt:, c/e essercitava il latrocinio non gi3 per avarizia, ma per potere a tempo e luoco usare la liberalit3 e magnificenza verso coloro c/e gli erano benigni e favorevoli. E perci1 c/e egli era affabile, piacevole e faceto, il pretore s. cordialmente lo amava, c/e non poteva star un giorno c/e seco non lo avesse. 2erseverando adun-ue &assandrino in -uesta parte biasmevole e parte laudevole vita, e considerando il pretore le giuste -uerele c/e di giorno in giorno contra lui erano porte, e per lo amor grande c/e li portava non potendolo punire, un giorno lo c/iam1 a s9; e ridottolo in uno secreto camerino, lo cominci1 caritativamente ammonire, essortandolo volesse lasciare cotesta malvagia vita ed accostarsi alla virt:, fuggendo i trabocc/evoli pericoli ne0 -uai egli per li suoi pessimi portamenti incorreva. &assandrino, c/e attentamente raccolte aveva le parole del pretore, rispose8 = Signor mio, io /o udite e c/iaramente intese le amorevoli ammonizioni c/e voi per vostra urbanit3 fatte mi avete, e -uelle conosco uscire dal vivo e c/iaro fonte di -uello amore c/e voi mi portate. 5i c/e vi ringrazio assai. %a ben mi doglio c/e certi insensati, invidiosi degli altrui beni, di continovo cercano seminar scandali e togliere con sue velenose parole l0altrui onore e .(

fama. %eglio farebbono -uesti tali c/e ci1 vi dicono, tenere la velenifera lingua tra0 denti, c/e improperare altrui. = )l preside, c/e di poca levatura aveva bisogno, diede piena fede alle parole di &assandrino, nulla o poco delle -uerele contra lui date curandosi; perci1 c/e lo amore c/e 0l pretore li portava, avevali s. abbarbagliati gli occ/i, c/e pi: oltre non vedeva. 4venne c/e, trovandosi un giorno &assandrino col pretore alla mensa e ragionando con esso lui di varie cose c/e erano di piacere e diletto, tra l0altre li raccont1 d0un giovane c/e era di tanta astuzia dalla natura dotato, c/e non vi era cosa alcuna s. nascosa e diligentemente custodita, c/e ei con sue arti furtivamente non la prendesse. )l c/e intendendo, il pretore disse8 = <uesto giovane non pu1 esser altri c/e tu, c/e sei uomo accorto, malizioso ed astuto. %a -uando ti bastasse l0animo in -uesta notte furarmi il letto della camera dove io dormo, ti prometto sopra la mia f9 di donarti fiorini cento d0oro. = Edendo &assandrino la proposta del pretore, assai si turb1, ed in tal maniera li rispose8 = Signor, a -uel c/e mi posso avedere, voi mi tenete un ladro; ma io non sono ladro, n9 anc/e figliuolo di ladro, perci1 c/e io della propia industria e de0 propi sudori me ne vivo8 e cos. passo la vita mia. %a pur, se vi @ in piacere di farmi per tal causa morire, io, per lo amore c/e vi /o sempre portato ed ora porto, farovvi -uesto ed ogn0altro piacere, e poi me ne morr1 contento. = 5esideroso adun-ue &assandrino di compiacere al pretore, senza aspettare da lui altra risposta, si part., e tutto -uel giorno freneticando se n0and1 come egli potesse rubbare il letto, c/e egli non s0avedesse; e stando in -uesta .'

frenesia, gli venne un pensiero8 il -ual fu -uesto. Era, il giorno c/e -uesta imaginazione li venne, morto in 2erugia un mendico, lo -uale era stato sotterrato in un avello, fuori della c/iesa de0 frati predicatori. Laonde egli la notte su 0l primo sonno and1 l3 dove era il mendico sepolto, e leggermente lo avello aperse; e preso il corpo morto per li piedi, fuor della sepultura lo trasse8 e spogliatolo nudo, lo rivest. de0 propi panni, i -uali li stavano s. bene indosso, c/e non il mendico, ma &assandrino c/iun-ue lo avesse veduto, giudicato lo avrebbe. E levatoselo su le spalle, meglio c/0ei puote, verso il palagio se n0and1; e giuntovi, col mendico in spalla mont1 su per una scala c/e seco recato aveva, e su 0l tetto del palagio sal., e c/etamente cominci1 scoprire il coperto del palagio; e con li suoi stromenti di ferro s. fattamente perfor1 le travi e le tavole, c/e fece un gran pertugio sopra la camera dove il pretor dormiva. )l preside, c/e nel letto giaceva e non dormiva, sentiva c/iaramente tutto -uello c/e faceva &assandrino; e -uantun-ue ne sentisse danno per lo rompere del coperto, pur ne prendeva piacere e gioco, aspettando di punto in punto c/e egli venisse a furarli il letto di sotto. E tra s9 stesso diceva8 = Fa pur, &assandrino, il peggio c/e tu sai, = c/e in -uesta notte il letto mio non averai. = Stando adun-ue il pretore con gli occ/i aperti e con le orecc/ie attente, ed aspettando c/e 0l letto li fusse involato, ecco c/e &assandrino mand1 gi: per lo pertugio il mendico morto8 il -uale nella camera del preside diede s. fatta botta in terra, c/e lo fece tutto smarrire. 7nde levatosi di letto e preso il lume, vide il corpo c/e in terra tutto franto e pisto giaceva. .-

E credendo veramente c/e 0l corpo caduto fusse &assandrino. perci1 c/e era vestito de0 suoi panni, fra s9 stesso assai dolendosi disse8 = 7/im@ miseroB guata, dolente me, come, per adempire un mio fanciullesco appetito, della costui morte son stato cagione. &/e si dir3 di me -uando si saper3 c/e egli mi sia morto in casaC 7/ -uanto cauti ed aveduti gli uomini esser dennoB = Stando il pretore in -uesti lamenti, picc/i1 all0uscio della camera di un suo leale e fido servente; e destatolo, li raccont1 il misero caso intervenuto8 pregandolo facesse una fossa nel giardino e dentro il corpo ponesse, acci1 c/e tal vituperoso fatto ad alcun tempo non venisse in luce. %entre il pretore e lo servente diedero sepultura al corpo morto, &assandrino, c/e di sopra c/eto si stava ed ogni cosa vedeva, non udendo n9 vedendo persona alcuna nella camera, primamente si cal1 gi: per una fune, e fatto uno viluppo del letto, con molto suo agio via lo port1. Sepolto il corpo morto, e ritornato il pretore nella camera per posare, vide c/e il letto li mancava. 5i c/e tutto suspeso rimase; e se egli volse dormire, forza li fu prendere altro partito, pensando tuttavia alla sagacit3 ed astuzia del sottilissimo ladro. (enuto il giorno, &assandrino, secondo c/e egli soleva, se n0and1 al palagio, ed appresentossi al pretore; il -uale vegendolo disse8 = (eramente, &assandrino, tu sei un famosissimo ladro. &/i mai si sarebbe imaginato d0involare il letto con tant0astuzia, se non tuC = &assandrino nulla rispondeva; ma, s. come il fatto suo non fusse, ammirativo si stava. = Tu me ne /ai fatta una delle beffe, = diceva il ..

pretore; = ma voglio c/e tu me ne facci un0altra, ed allora conoscer1 io -uanto il tuo ingegno vaglia. Se tu nella seguente notte mi rubberai il cavallo leardo c/e tanto mi piace e tengo caro, io ti prometto, oltre i cento fiorini c/e io ti promisi, dartene altri cento. = &assandrino, udita la dimanda del pretore, fece sembiante di esser molto turbato, e duolsesi c/e ei avesse di lui cos. sinistra oppenione, pregandolo tuttavia c/e della sua roina non volesse esser cagione. )l pretore, vedendo &assandrino rifiutare ci1 c/e gli addimandava, si sdegn1 e disseli8 = <uando non farai -uesto, non aspettare altro da me, se non esser appiccato col capestro ad una delle morse delle mura di -uesta citt3. = &assandrino, c/e vedeva la cosa esser molto pericolosa ed importare altro c/e finocc/i, disse al pretore8 = )o far1 ogni mio forzo di contentarvi, intra venga ci1 c/e si voglia, ancor c/e a tal cosa atto non mi trovi. = E presa licenza, si part.. )l pretore, c/e cercava isperimentare l0ingegno sottile di &assandrino, c/iam1 a s9 uno suo servente, e dissegli8 = (a alla stalla, e metti in punto il mio cavallo leardo, e montali su, e fa c/e in -uesta notte tu non smonti gi:; ma guata bene, ed abbi buona cura c/e 0l cavallo non ti sia tolto. = E ad un altro comand1 c/e a guardia del palagio si stesse; e c/iuse le porte s. del palagio come della stalla con fortissime c/iavi, si part.. (enuta la buia notte. &assandrino prese li suoi stromenti; e andatosene all0uscio del palagio, trov1 c/e 0l guardiano dolcemente dormiva. E perci1 c/e egli ottimamente sapeva tutti i luog/i secreti del palagio, lasciollo dormire, e presa un0altra strada, entr1 nella corte; e .!

andatosene alla stalla e trovatala c/iusa, tanto con i suoi ferri c/etamente oper1, c/e l0uscio aperse; e veduto il servente sopra il cavallo con la briglia in mano, al-uanto si smarr., ed appressatosi pianamente a lui, vide c/0ancor ei fieramente dormiva. Lo astuto e trincato ladro, vedendo il servo a guisa d0una marmotta profondamente dormire, trov1 la pi: bella malizia c/e uomo vivente si potesse mai imaginare; imperci1 c/e egli tolse la misura dell0altezza del cavallo, dandole per1 -uello avantaggio c/e all0opera sua conveneva, e partitosi e gitosene nel giardino, prese -uattro gran pali c/e sostenevano le viti d0un pergolato, e fattali l0acuta punta, alla stalla ritorn1; e veduto il servo ancora dirottamente dormire, astutamente tagli1 le redine della briglia c/e il servente teneva in mano; dopo tagli1 il pettorale, la cingia, la groppiera ed ogn0altra cosa c/e pareva li fusse ad impedirlo. E fitto in terra uno palo sotto l0uno de0 cantoni della sella, -uella al-uanto c/etamente sollev1 dal cavallo e posela su 0l palo. )ndi postone un altro sotto l0altro cantone, fece il somigliante; e fatto il simile negli altri duo cantoni, lev1 la sella tutta di netto dalla sc/iena del cavallo; e, tuttavia il servo sopra la sella dormendo, sopra i -uattro pali in terra fitti la puose8 e preso il capestro e messolo al capo del cavallo, -uello via condusse. )l pretore, levatosi di letto la mattina per tempo, ed andatosene alla stalla, e credendo trovare il cavallo, trov1 il servente c/e profondamente dormiva sopra la sella dai -uattro pali sostentata. E destatolo, li disse la maggior villania c/e si dicesse mai ad un uomo del mondo, e, tutto sopra s9 manendo, di stalla si part.. ."

(enuto il giorno, &assandrino, secondo l0uso suo, se n0and1 al palagio ed appresentossi al preside, con lieto viso salutandolo. 4 cui disse il preside8 = (eramente, &assandrino, tu porti il vanto di tutti i ladri8 anzi io ti posso c/iamare re e prencipe de0 ladri. %a ora ben conoscer1 io se tu sei saccente ed ingenioso. Tu conosci, se non m0enganno, pre0 Severino, rettore della c/iesa di san Gallo non molto lontana dalla citt3; se tu me lo porterai -ua in un sacco legato, promettoti sopra la mia f9, oltre li ducento fiorini d0oro c/e io ti promisi, dartene altrettanti; e non facendolo, pensa di morire. = Era -uesto pre0 Severino uomo di buona fama e di onestissima vita, ma non molto aveduto; ed attendeva solamente alla sua c/iesa, e d0altro nulla o poco si curava. (edendo &assandrino l0animo del pretore contro lui s. mal disposto, disse tra s9 medesimo; = &erto costui cerca farmi morire; ma forse il pensier suo gli ander3 fallito, per ci1 c/e io mi delibero a pi: potere di sodisfarlo al tutto. = (olendo adun-ue &assandrino far s. c/e il pretore rimanesse contento, s0imagin1 di far al prete una beffa8 la -uale, secondo c/e egli desiderava, gli and1 ad effetto. La beffa adun-ue fu -uesta8 c/e egli prese da un suo amico in prestanza uno camice sacerdotale lungo sino a0 piedi ed una stola bianca tutta ricamata d0oro, e portossela a casa. 5opo, presi certi cartoni grandi e sodi, fece due ali di vari colori dipinte ed un diadema c/e alluminava l0aria d0intorno. E sopraggiunta la sera, con le sopradette cose usc. fuori della citt3 ed andossene a -uella villa dove abitava pre0 Severino; ed ivi si nascose dietro una macc/ia di pungenti spine, e tanto vi stette c/e venne .#

l0aurora. Laonde &assandrino, cacciatosi in dosso il camice sacerdotale e messasi la stola al collo e lo diadema in capo e le ali alle spalle, si appiatt1, e c/eto stette sino a tanto c/e venne il prete a sonar l04ve %aria. 4ppena c/e &assandrino si era vestito e appiattato, c/e pre0 Severino col c/eric/etto giunse all0uscio della c/iesa; ed entratovi dentro, lo lasci1 aperto e andossene a far li suoi servigi. &assandrino, c/e stava attento e vedeva l0uscio della c/iesa aperto, mentre c/e il prete sonava l04ve %aria, usc. della macc/ia e c/etatamente entr1 in c/iesa; e accostatosi al cantore d0un altare e stando dritto in piedi con un saccone c/e con ambe le mani teneva, cominci1 con umile e bassa voce cos. dire8 = &/i vuol andare in gloria, entri nel saccoB c/i vuol andare in gloria, entri nel saccoB = &ontinovando &assandrino in tal maniera le sue parole, ecco c/e il c/eric/etto usci fuori di sacrestia; e veduto lo camice bianco come neve e lo diadema c/e risplendeva come il sole e le ali c/e parevano penne di pavone, ed udita la voce, molto si smarr.; ma rinvenuto al-uanto, ritorn1 al prete e disseli8 = %essere, non /o io veduto l0angiolo del cielo con un sacco in mano, il -ual dice8 &/i vuol andar in gloria, entri nel saccoC )o vi voglio andare, messere. = )l prete, c/e aveva poco sale in zucca, prest1 fede alle parole del c/eric/etto; e uscito fuori di sacrestia, vide l0angiolo parato ed ud. le parole. 7nde desideroso il prete di andare in gloria, e dubitando c/e il c/eric/etto non gli togliesse la volta entrando prima c/e lui nel sacco, finse di aversi domenticato il breviario a casa, e disse al c/eric/etto8 = (a a casa, e guata nella camera mia, e recami il mio breviario .$

c/e mi /o domenticato sul scanno. = %entre c/e 0l c/eric/etto and1 a casa, pre0 Severino riverentemente accostossi all0angelo e con grandissima umilt3 nel sacco si misse. &assandrino, trincato, malizioso e astuto, vedendo il suo disegno riuscir bene, subito c/iuse il sacco e strettamente legollo; e trattosi di dosso il camice sacerdotale e posto gi: lo diadema e le ali, fece un viluppo, e messolo col sacco sopra le spalle, verso 2erugia se ne and1. E fatto il c/iaro giorno, entr1 nella citt3; ed a convenevole ora appresent1 il sacco al pretore, e scioltolo trasse fuori pre0 Severino. )l -uale, pi: morto c/e vivo, trovandosi in presenza del pretore ed accorgendosi esser deriso, fece gran -uerela contro lui8 altamente gridando come egli era stato assassinato ed astutamente posto nel sacco non senza suo disonor e danno, pregando Sua 4ltezza c/e dovesse far giustizia e non lasciare cotale eccesso senza grandissimo castigamento, a ci1 c/e la sua pena sia c/iaro e manifesto essempio a tutti gli altri mal fattori. )l pretore, c/e gi3 aveva inteso il caso dal principio al fine, -uasi dalle risa non si poteva astenere; e voltatosi verso pre0 Severino, cos. li disse8 = 2adrezzolo mio, state c/eto e non vi sgomentate; perci1 c/e noi non vi manc/eremo di favore e di giustizia, ancor c/e -uesta cosa, s. come noi potiamo comprendere, sia stata una berta. = E tanto seppe fare e dire il pretore, c/e lo attasent1; e preso un sacc/etto con al-uanti fiorini d0oro, glielo puose in mano, e ordin1 c/e fusse fin fuori della terra accompagnato. E voltatosi verso &assandrino, disse8 = &assandrino, &assandrino, maggiori sono gli effetti delli tuoi ladronezzi, c/e non @ la fama per la terra sparsa. 2er1 .%

prendi i -uattrocento fiorini d0oro da me a te promessi, perci1 c/e onoratissimamente guadagnati li /ai. %a fa c/e nell0avenire attendi a viver pi: modestamente di ci1 c/e per lo adietro /ai fatto; perci1 c/e se di te pi: mi verr3 alle orecc/ie -uerela alcuna, io ti prometto senza remissione di farti impiccare per le canne della gola. = &assandrino, presi li -uattrocento fiorini d0oro e rese le debite grazie al pretore, si part.; e messosi al mercatantare, divenne uomo saggio e di gran maneggio. =

FAVOLA III.
Pr$) S ar"a ifi o, da #r$ &alandrini una !ol %ol#a ga''a#o, #r$ fia#$ ga''a loro( $ final&$n#$ %i##orio!o on la !ua Nina li$#a&$n#$ ri&an$.

*CATERU++A,= )l fine della favola da 4lteria precedentemente raccontata mi d3 materia di dovere raccontarne una, la -uale vi fia non men piacevole c/e grata; ma sar3 differente in uno8 c/e in -uella pre0 Severino fu da &assandrino gabbato, ma in -uesta pre0 Scarpacifico pi: volte gabb1 coloro c/e lui gabbare credevano, s. come nel discorso della mia favola a pieno intenderete. 4ppresso )mola, citt3 vendic/evole ed a0 tempi nostri dalle parti -uasi ridotta all0ultimo esterminio, trovasi una villa, c/iamata 2ostema, nella cui c/iesa ufficiava nei tempi passati un prete, nominato pre0 Scarpacifico, uomo nel vero .&

ricco, ma oltre modo misero ed avaro. &ostui per suo governo teneva una femina scaltrita ed assai sagace, Aina c/iamata; ed era s. aveduta, c/e uomo non si trovava, c/e ella non ardisse di dirli ci1 c/e bisognava. E perc/9 ella era fedele e prudentemente governava le cose sue, la teneva molto cara. )l buon prete, mentre fu giovane, fu uno di -uelli gagliardi uomini c/e nel territorio imolese si trovasse; ma giunto all0estrema vecc/iezza, non poteva pi: sopportare la fatica del camminar a piedi. Laonde la buona femina pi: e pi: volte lo persuase c/e un cavallo comperar dovesse, acci1 c/e nell0andar tanto a piedi la vita sua innanzi ora non terminasse. 2re0 Scarpacifico, vinto dalle preg/iere e dalle persuasioni della sua fante, se ne and1 un giorno al mercato; e adocc/iato un muletto c/e alle bisogne sue parevali convenevole, per sette fiorini d0oro lo comper1. 4venne c/e a -uel mercato erano tre buoni compagnoni, i -uali pi: dell0altrui c/e del suo, s. come anc/e a0 moderni tempi si usa, si dilettavano vivere. E veduto c/e ebbero pre0 Scarpacifico avere il muletto comperato, disse uno di loro8 = &ompagni miei, voglio c/e -uel muletto sia nostro. = E comeC = dissero gli altri. = (oglio c/e noi ci andiamo alla strada dove egli /a a passare, e c/e l0uno stia lontano dall0altro un -uarto di miglio; e ciascaduno di noi separatamente li dir3, il muletto da lui comperato esser un asino. E se noi staremo fermi in -uesto detto, il muletto agevolmente sar3 nostro. = E partitisi di comune accordo, s0acconciorono su la strada, s. come tra loro avevano deliberato; e passando pre0 Scarpacifico, l0uno de0 !(

masnadieri, fingendo d0altrove c/e dal mercato venire, li disse8 = )ddio vi salvi, messere. = 4 cui rispose pre0 Scarpacifico8 = en venga il mio fratello. = E di dove venete voiC = disse il masnadiero. = 5al mercato, = rispose il prete. = E c/e avete voi di bello com peratoC = disse il compagnone. = <uesto muletto, = rispose il prete. = <ual mulettoC = disse il masnadiero. = <uesto c/e ora cavalco, = rispose il prete. = 5ite voi da dovero, overo burlate mecoC = E perc/9C = disse il prete. = 2erci1 c/e non un mulo, ma un asino mi pare. = &ome, asinoC = disse il prete. E senza altro dire, frettolosamente segu. il suo cammino. A9 appena cavalcato aveva due tratte d0arco, c/e se li fe0 incontro l0altro compagno, e disseli8 = uon giorno, messere; e di dove venete voiC = 5al mercato, = rispose il prete. = (i @ bel mercatoC = disse il compagno. = S. bene, = rispose il prete. = 4vete fatta voi alcuna buona spesaC = disse il compagnone. = S., = rispose il prete; = /o comperato -uesto muletto c/e ora tu vedi. = 5ite il veroC = disse il buon compagno; = avetelo voi comperato per un muloC = S., = rispose il prete. = %a, in verit3, egli @ un asino, = disse il buon compagno. = &ome, un asinoC = disse il prete; = se pi: alcuno me lo dice, voglio di esso farli un presente. = E seguendo il suo cammino, s0incontr1 nel terzo compagno, il -ual li disse8 = en venga il mio messere; dovete per aventura venir dal mercato voiC = S., = rispose il prete. = %a c/e avete comperato voi di belloC = disse il buon compagno. = Fo fatto spesa di -uesto muletto c/e tu vedi. = &ome, mulettoC = disse il compagnone; = dite da dovero, over burlate voiC = )o dico !'

da dovero e non burlo, = rispose il buon prete. = 7/ povero uomoB = disse il masnadiere; = non vi avedete c/e egli @ un asino e non mulettoC 7/ g/iotti, come bene gabbato vi /annoB = )l c/e in tendendo, pre0 Scarpacifico disse8 = 4ncor duo altri poco fa me l0/anno detto, ed io non 0l credevo. = E sceso gi: del muletto, disse8 = 2iglialo, c/e di lui io ti fo un presente. = )l compagno, presolo e ringraziatolo della cortesia, ai compagni se ne torn1, lasciando il prete andar alla pedona. 2re0 Scarpacifico, giunto c/e fu a casa, disse alla Aina come egli aveva comperato una cavalcatura, e credendosi aver comperato un muletto, aveva comperato un asino; e perc/9 per strada molti ci1 detto gli avevano, all0ultimo n0aveva fatto un presente. 5isse la Aina8 = 7 cristianello, non vi avedete c/e elli vi /anno fatto una beffaC )o mi pensavo c/e voi foste pi: scaltro di -uello c/e voi siete. 4lla mia f9, c/e elli non mi arrebbeno ingannata. = 5isse allora pre0 Scarpacifico8 = Aon ti affannare di -uesto, c/e, se egli me ne /anno fatto una, io gliene far1 due; e non dubitare, perci1 c/e essi, c/e ingannato mi /anno, non si contenteranno di -uesto, anzi con nuova astuzia verranno a vedere se potranno cavarmi alcuna cosa da le mani. = Era nella villa un contadino non molto lontano dalla casa del prete, ed aveva, tra l0altre, due capre c/e si somigliavano s. c/e l0una dall0altra agevolmente conoscer non si poteva. )l prete fece di -uelle due mercato, ed a contanti le comper1. E venuto il giorno seguente, ordin1 alla Aina c/e apparecc/iasse un bel desinare, perci1 c/e voleva alcuni suoi amici venissero a mangiar con esso lui; e !-

l0impose c/e ella tollesse certa carne di vitello e la lessasse, ed i polli e il lombo arrostisse. 5opo le sporse alcune spezie, ed ordinolle c/e li facesse un saporetto ed una torta, secondo il modo c/e ella era solita a fare. 2oscia il prete prese una de le capre, e legolla ad un siepe nel cortile, dandole da mangiare; e l0altra legolla con un capestro, e con esso lei al mercato se n0and1. A9 fu s. tosto giunto al mercato, c/e i tre compagni dell0asino l0ebbero veduto; e accostatisi a lui, dissero8 = en venga il nostro messereB E c/e andate voi facendoC volete voi comperare alcuna cosa di belloC = 4 cui rispose il messere8 = )o me ne sono venuto cost. per ispendere, perci1 c/e alcuni miei amici verranno a desinare oggi meco; e -uando vi fusse a grado di venire ancora voi, mi fareste piacere. = ) buoni compagni molto volentieri accettorno lo invito. 2re0 Scarpacifico, fatta la spesa c/e bisognava, mise tutte -uelle robbe comperate sopra il dorso della capra, ed in presenza de0 tre compagni disse alla capra8 = (a a casa, e di0 alla %ina c/e lessi -uesto vitello, e il lombo e i polli arrostisca; e dille c/e con -ueste spezie la faccia una buona torta ed alcuno saporetto secondo l0usanza nostra. Fai tu ben intesoC or vattene in pace. = La capra, carica di -uelle robbe e lasciata in libert3, si part.; ma ne le cui mani capitasse, non si sa. %a il prete ed i tre compagni ed alcuni altri suoi amici intorniorono il mercato, e parendoli l0ora, se n0andarono a casa del prete; ed entrati nella corte, subito i compagni balcorono la capra legata al siepe c/e l0erbe pasciute ruminava, e credettero c/e essa fusse -uella c/e 0l prete con le robbe aveva mandata a casa; e molto si !.

maravigliorono. Ed entrati tutti insieme in casa, disse pre0 Scarpacifico alla Aina8 = Aina, /ai tu fatto -uello c/e io ti /o mandato a dire per la capraC = Ed ella, accorta ed intendendo -uello voleva dire il prete, rispose8 = %essere s.; io /o arrostito il lombo ed i polli, e lessata la carne di vitello. 4ppresso -uesto, /o fatta la torta e il saporetto con delle spezie per dentro, s. come mi disse la capra. = Sta bene, = disse il prete. ) tre compagni, vedendo il rosto, il lesso e la torta al fuoco, ed avendo udite le parole della Aina, molto pi: c/e prima si maravigliorono; e tra loro cominciorono pensare sopra della capra, come aver la potessino. (enuta la fine del desinare, ed avendo molto pensato di furar la capra e di gabbare il prete, e vedendo non poterne riuscire, dissero8 = %essere, noi vogliamo c/e voi ne vendiate -uella capra. = 4 cui rispose il buon prete, non volerla vendere, perc/9 non vi erano denari c/e la pagassino; e pur -uando elli la volessero, cin-uanta fiorini d0oro l0apprecciava. ) buoni compagni, credendosi aver robbati panni francesc/i, subito gli annoverorono i cin-uanta fiorini d0oro. = %a avertite, = disse il prete, = c/e non vi dogliate poi di me; perci1 c/e la capra, non conoscendovi in -uesti primi giorni per non esser assuefatta con esso voi, forse non far3 l0effetto c/e fare dovrebbe. = %a i compagni, senz0altra risposta darli, con somma allegrezza condussero la capra a casa; e dissero alle lor mogli8 = 5imane non apparecc/iarete altro da desinare, fino a tanto c/e noi non lo mandiamo a casa. = E andatisene in piazza, comperorono polli ed altre cose c/e facevano bisogno al loro mangiare; e postele sopra il dorso !!

della capra c/e seco condotta avevano, l0ammaestrarono di tutto -uello c/e ei volevano c/e facesse e alle loro mogli dicesse. La capra, carica di vettovaria, essendo in libert3, si part., e andossene in tanta bon0ora, c/e mai pi: la videro. (enuta l0ora del desinare, i buoni compagni ritornorono a casa, ed addimandarono le loro mogli se la capra era venuta con la vettovaria a casa, e se fatto avevano -uello c/e ella detto gli aveva. Risposero le donne8 = 7/ sciocc/i e privi d0intelletto, voi vi persuadete c/e una bestia debba far i servigi vostriC certo ve ne restate ingannati, perci1 c/e voi volete ogni giorno gabbare altrui ed alla fine voi rimanete gabbati. = ) compagnoni, vedendosi dirisi dal prete ed aver tratti i cin-uanta fiorini d0oro, s0accesero di tanto furore, c/e al tutto lo volevano per uomo morto; e prese le sue arme, a trovarlo se n0andorono. %a lo sagace pre0 Scarpacifico, c/e non stava senza sospetto della sua vita ed aveva sempre i compagni innanzi gli occ/i, c/e non li fessero alcuno dispiacere, disse alla sua fante8 = Aina, piglia -uesta vescica piena di sangue e ponela sotto il guarnello; perci1 c/e, venendo -uesti malandrini, darotti la colpa del tutto; e fingendo di esser teco adirato, tirerotti con -uesto coltello un colpo nella vescica, e tu, non altrimenti c/e se morta fosti, a terra caderai; e poi lascia lo carico a me. = A9 appena pre0 Scarpacifico aveva finite le parole con la fante, c/e sopragiunsero i malandrini, i -uali corsero adosso al prete per ucciderlo. %a il prete disse8 = Fratelli, non so la cagione perc/9 voi mi vogliate offendere. Forse -uesta mia fante vi debbe aver fatto alcuno dispiacere c/0io non so. = E voltatosi contra lei, mise mano al coltello e !"

tirolle di punta e ferilla nella vescica c/e era di sangue piena. Ed ella, fingendo di esser morta, in terra cade; ed il sangue come un ruscello d0ogni parte correva. 2oscia il prete, veggendo il caso strano, finse di esser pentuto, e ad alta voce cominci1 gridare8 = 7/ misero ed infelice me, c/e /o fatt0ioC 7/ come scioccamente /o ucciso costei c/e era il bastone della vecc/iezza miaB come potr1 io pi: viver senza leiC = E presa una piva fatta al modo suo, levolle i panni e gliela pose fra le natic/e; e tanto dentro soffi1, c/e la Aina rinvenne, e sana e salva salt1 in piedi. )l c/e vedendo, i malandrini restorono attoniti8 e messo da canto ogni furore, comprorono la piva per fiorini duecento, e lieti a casa ritornorono. 4venne c/e un giorno un de0 malandrini fece parole con la sua moglie, ed in -uel sdegno le ficc1 il coltello nel petto8 per la cui botta ella se ne mor.. )l marito prese la piva comperata dal prete, e gliela mise tra le natic/e, e fece s. come il prete fatto aveva, sperando c/e ritornasse viva. %a in vano s0affaticava in sparger il fiato; perci1 c/e la misera alma era partita di -uesta vita e se ne era ita all0altra. L0altro compagno, vedendo -uesto, disse8 = 7/ sciocco, tu non /ai saputo ben fare; lascia un poco fare a me. = E presa la propia moglie per li capelli, con un rasoio le tagli1 le canne della gola; dopo tolta la piva, le soffi1 nel martino8 ma per -uesto la mesc/ina non resuscit1. E parimente fece il terzo8 e cos. tutta tre rimasero privi delle loro mogli. Laonde sdegnati andorono a casa del prete e non volsero pi: udire sue fole, ma lo presero e lo posero in un sacco con animo di affogarlo nel vicino fiume; e mentre c/e lo portavano per attuffarlo nel fiume, sopragiunse non !#

so c/e ai malandrini, onde forza li fu metter gi: il prete c/e era nel sacco strettamente legato, e fuggirsene. )n -uesto mezzo c/e il prete stava c/iuso nel sacco, per aventura indi pass1 un pecoraro col suo gregge, la minuta erba pascendo; e cos. pascolando ud. una lamentevole voce c/e diceva8 = ) me la vogliono pur dare, ed io non la voglio8 c/e io prete sono, e prendere non la posso; = e tutto sbigottito rimase, perci1 c/e non poteva sapere donde venisse -uella voce tante volte ripetita. E voltatosi or -uinci or -uindi, finalmente vide il sacco nel -uale il prete era legato; ed accostatosi al sacco, tuttavia il prete vociferando forte, lo sciolse e trov1 il prete. E addimandatolo per -ual causa fusse nel sacco c/iuso e cos. altamente gridasse, li rispose c/e 0l signor della citt3 li voleva dar per moglie una sua figliuola, ma c/e egli non la voleva, s. per c/e era attempato, s. anc/e per c/e di ragione avere non la poteva, per esser prete. )l pastorello, c/e pienamente dava fede alle finte parole del prete, disse8 = &redete voi, messere, c/e il signore a me la desseC = )o credo di s., = rispose il prete, = -uando tu fosti in -uesto sacco, s. come io era, legato. = E messosi il pastorello nel sacco, egli strettamente lo leg1, e con le pecore da -uel luogo si allontan1. Aon era ancor passata un0ora, c/e li tre malandrini ritornorono al luogo dove avevano lasciato il prete nel sacco; e senza guatarvi dentro, presero il sacco in spalla e nel fiume lo gittorno8 e cos. il pastorello, in vece del prete, la sua vita miseramente fin.. 2artitisi, i malandrini presero il cammino verso la lor casa; e ragionando insieme, videro le pecore c/e non molto lontano pascevano. 7nde deliberorono di rubbare uno paio !$

di agnelli; e accostatisi al gregge, videro pre0 Scarpacifico c/e era di loro il pastore, e si maravigliorono molto, perci1 c/e pensavano c/e nel fiume annegato si fusse. 7nde l0addimandorono, come fatto aveva ad uscire del fiume. 4i -uali rispose il prete8 = 7/ pazzi, voi non sapete nulla. Se voi pi: sotto m0affocavate, con dieci volte aitante pecore di sopra me ne veniva. = )l c/e udendo, i tre compagni dissero8 = 7 messere, volete voi farne -uesto beneficioC (oi ne porrete ne0 sacc/i e ne gitterete nel fiume, e, di masnadieri, custodi di pecore diverremo. = 5isse il prete8 = )o son apparecc/iato a fare tutto -uello c/e vi aggrada, e non @ cosa in -uesto mondo c/e volontieri non la facessi. = E trovati tre buoni sacconi di ferma e fissa canevazza, li puose dentro, e strettamente, c/e uscir non potessero, li leg1, e nel fiume gli avent1; e cos. infelicemente se n0andorono le anime loro ai luog/i bugi dove sentono eterno dolore8 e pre0 Scarpacifico, ricco e di danari e di pecore, ritorn1 a casa, e con la sua Aina ancora al-uanti anni allegramente visse. =

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FAVOLA IV.
T$'aldo, "r$n i"$ di Sal$rno, %uol$ Dorali $, uni a !ua figliuola, "$r &ogli$( la .ual$, "$r!$gui#a#a dal "adr$, a"i#a in Ing/il#$rra, $ G$n$!$ la "iglia "$r &ogli$, $ on l$i /a doi figliuoli, /$ da T$'aldo furono u i!i, di /$ G$n$!$ r$ !i %$ndi 0.

*ERITREA,= <uanta sia la potenza d0amore, -uanti li stimoli della corrottibile carne, penso c/e non sia alcuna di noi c/e per isperienza provato non l0abbia. Egli, come potente signore, regge e governa senza spada a un solo cenno lo imperio suo8 s. come per la presente favola, c/e raccontarvi intendo, potrete comprendere. Tebaldo, prencipe di Salerno, amorevoli donne, s. come pi: fiate udii dai nostri maggiori ragionare, ebbe per moglie una prudente e accorta donna e non di basso legnaggio, e di lei gener1 una figliuola c/e di bellezza e di costumi tutte le altre salernitane donne trapassava. %a molto meglio a Tebaldo sarebbe stato, se -uella avuta non avesse; perci1 c/e avenuto non li sarebbe -uello c/e gli avenne. La moglie, giovene di anni ma vecc/ia di senno, venendo a morte, preg1 il marito, c/e cordialissimamente amava, c/e altra donna per moglie prendere non dovesse, se l0anello, c/e nel dito portava, non stesse bene nel dito di colei c/e per seconda moglie prendere intendeva. )l prencipe, c/e non meno amava la moglie c/e la moglie lui, !&

giur1 sopra la sua testa di osservare -uanto ella gli aveva commesso. %orta la bella donna ed orrevolmente sepolta, venne in animo a Tebaldo di prender moglie; ma rimembrandosi della promissione fatta alla morta moglie, lo suo ordine in maniera alcuna pretermettere non volse. Gi3 era divulgato d0ogn0intorno come Tebaldo, prencipe di Salerno, voleva rimaritarsi; e la fama pervenne alle orecc/i di molte puncelle, le -uali e di stato e di virt: a Tebaldo non erano inferiori. %a egli, desideroso di adempire la volont3 della morta moglie, a tutte -uelle puncelle, c/e in moglie offerte gli erano, volse primieramente provare se l0anello della prima moglie le conveniva; e non trovandone veruna a cui l0anello convenisse, perci1 c/e ad una era troppo largo, a l0altra troppo stretto, a tutte a fatto diede ripulsa. 7ra avenne c/e la figliuola di Tebaldo, 5oralice per nome c/iamata, desinando un giorno col padre e avendo veduto sopra la mensa l0anello della morta madre, -uello nel dito si mise; e voltatasi al padre, disse8 = (edete, padre mio, come lo anello della madre mia mi si conviene al dito. = )l c/e veggendo, il padre lo confirm1. %a non stette molto tempo c/e un strano e diabolico pensiero entr1 nel cuore a Tebaldo8 di avere 5oralice, sua figliuola, in moglie; e lungamente dimor1 tra il s. e 0l no. 2ur vinto dal diabolico proponimento e acceso della sua bellezza, un giorno a s9 la c/iam1, e le disse8 = 5oralice, figliuola mia, vivendo tua madre ed essendo nell0estremo della sua vita, caldamente mi preg1 c/e niun0altra per moglie prender dovessi, se non colei a cui convenisse l0anello c/e tua madre vivendo in dito "(

portava; ed io sopra il capo mio con giuramento le promisi di far -uanto era il suo volere. Laonde, avendo io isperimentate molte puncelle, n9 trovandone alcuna a cui l0anello materno meglio convenga c/e a te, deliberai nella mente mia al tutto di averti per moglie; perci1 c/e cos. facendo io adempir1 il voler mio, e non sar1 manc/evole a tua madre della promessa fede. = La figliuola, c/e era non men onesta c/e bella, intesa la mala intenzione del perverso padre, tra s9 stessa forte si turb1; e considerato il malvagio suo proponimento, per non contaminarlo e addurlo a sdegno, nulla allora li volle rispondere, ma, dimostrandosi allegra ne l0aspetto, da lui si part.. A9 avendo alcuno, di cui meglio si fidasse, c/e la sua balia, a lei, come a fontana d0ogni sua salute, per consiglio liberamente ricorse. La -uale, inteso il fellone animo del padre e pieno di mal talento, e conosciuta la costante e forte intenzione della giovanetta, atta pi: tosto a sostenere ogni gran pena c/e mai consentire al furor del padre, la racconfort1 promettendole aiuto, acci1 c/e la sua virginit3 con disonore violata non fusse. La balia, tutta pensosa a ritrovare il rimedio c/e alla figliuola di salute fusse, saltava ora in un pensiero ora nell0altro, n9 trovava modo col -uale assicurar la potesse; perci1 c/e il fuggire ed allontanarsi dal padre molto le aggradiva, ma la temenza dell0astuzia sua e il timore c/e non l0aggiungesse e uccidesse, forte la perturbava. 7ra andando la fedel balia freneticando nella mente sua, entrovvi un nuovo pensiero nell0animo8 c/e @ -uesto c/e intenderete. Era nella camera della morta madre uno armaio "'

bellissimo e sottilissimamente lavorato, nel -uale la figliuola le sue ricc/e vestimenta e care gioie teneva; n9 vi era alcuno c/e aprire lo sapesse, se non la savia balia. &ostei nascosamente trasse le robbe e gioie c/e vi erano dentro, e posele altrove; e mise nello armaio un certo li-uore di tanta virt:, c/e c/iun-ue ne prendeva un cucc/iaro, ancor c/e picciolo, molto tempo senza altro cibo viveva; e c/iamata la figliuola, dentro la c/iuse, essortandola c/e l3 entro dimorasse fino a tanto c/e )ddio le porgesse migliore e pi: lieta fortuna, e c/e il padre dal fiero proponimento si rimovesse. La figliuola, ubidiente alla cara balia, fece -uanto da lei imposto le fu. )l padre, non raffrenando il concupiscibile appetito, n9 rimovendosi dalla sfrenata voglia, pi: volte della figliuola addimand1; e non trovandola, n9 sapendo dove ella fusse, s0accese di tanto furore, c/e la minacci1 di farla vituperosamente morire. Aon erano ancora trapassati molti giorni, c/e Tebaldo una mattina ne l0apparir del sole entr1 nella camera dove l0armaio posto era; e vedendoselo innanzi gli occ/i, n9 potendo sofferire di vederlo, comand1 con mano c/e indi levato fusse e altrove portato e venduto, acci1 c/e ei dagli occ/i levar si potesse -uesta seccaggine. Li serventi, molto presti a0 comandamenti del lor signore, preserlo sopra le spalle e in piazza lo portorono. 4venne c/e in -uel punto aggiunse in piazza un leale e ricco mercatante genovese; il -uale, avendo adocc/iato l0armaio bello e riccamente lavorato, di -uello fortemente s0innamor1, deliberato tra s9 stesso di non lasciarlo per danari, -uantun-ue ingordo "-

pregio addimandato li fusse. 4ccostatosi adun-ue il genovese al servente c/e dello armaio cura aveva, e convenutosi del pregio con esso lui, lo comper1; e messolo in spalla ad uno bastaio, alla nave lo condusse. 4lla balia, c/e ogni cosa veduta aveva, -uesto molto piac-ue, -uantun-ue della perduta figliuola tra s9 medesima si dolesse molto. %a pur si racconsolava al-uanto; perci1 c/e, -uando duo gran mali concorreno, il maggiore sempre si dee fuggire. )l mercatante genovese, levato da Salerno con la nave carica di preciose merci, pervenne all0isola di ritannia, oggid. c/iamata )ng/ilterra; e fatta scala ad uno luoco dove era un0ampia pianura, vide Genese, gi3 poco tempo fa creato re, il -uale, velocissimamente correndo per la spiaggia de l0isola, seguitava una bellissima cerva c/e per timore gi3 s0aveva gittata nelle marittime onde. )l re, gi3 stanco ed affannato per l0aver lungamente corso, si riposava; e veduta c/e ebbe la nave, al patrone dimand1 da bere. )l patrone, fingendo di non conoscere il re, amorevolmente l0accett1, facendoli -uelle accoglienze c/e se gli convenevano; e con ingegno ed arte tanto oper1, c/e lo fece salire in nave. 4l re, c/e gi3 veduto aveva il bello e ben lavorato armaio, accrebbe tanto desiderio di esso, c/e un0ora mille li pareva di averlo. 7nde addimand1 il patrone della nave -uanto l0estimava; risposo gli fu, assai pregio valere. )l re, invag/ito molto di s. preciosa cosa, non si parti di l3 c/e col mercatante si convenne del pregio; e fattosi recare il danaro, e sodisfatto il mercatante pienamente del tutto, e preso da lui il commiato, al palazzo lo fece portare e ".

nella sua camera porre. Genese, per esser troppo giovane, non aveva ancora presa moglie, ed ogni d. la mattina per tempo a caccia andare molto si dilettava. 5oralice, figliuola di Tebaldo, c/e nascosa si stava ne l0armaio c/e nella camera di Genese posto era, udiva ed intendeva ci1 c/e nella camera del re si faceva; e pensando a0 passati pericoli, cominci1 di -ualc/e buona sorte sperare. E tantosto c/e il re era della sua camera partito ed alla caccia andato secondo il costume suo, la giovanetta usciva dell0armaio, e con grandissimo magistero apparecc/iava la camera, scopandola, distendendo il letto, acconciando i capoletti e ponendoli sopra una coltre lavorata a certi compassi di perle grossissime con duo guanzali ornati a maraviglia. 4ppresso -uesto, la bella giovane pose sopra il vago letto rose, viole ed altri odoriferi fiori, mescolati insieme con uccelletti cipriani ed altri odori c/e piacevolmente olivano ed al cerebro molto erano confortativi. La giovane pi: e pi: volte, senza c/e mai da alcuno fusse veduta, -uesto ordine tenne. )l c/e a Genese re era di sommo contento; perci1 c/e, -uando egli veniva dalla caccia ed entrava nella camera, li pareva esser tra tutte le speziarie c/e mai nac-uero in 7riente. (olse un d. il re dalla madre e dalle damigelle intendere, c/i era colei s. gentilesca e di s. alto animo, c/e s. ornata ed odorificamente gli apparecc/iava la camera. 4 cui risposo fu c/e non sapevano cosa alcuna; perci1 c/e, -uando ad acconciare il letto andavano, tutto di rose e di viole coperto e di soavi odori profomicato lo trovavano. )l "!

c/e il re intendendo, deliber1 al tutto di sapere onde procedeva la causa, e finse di andare una mattina per tempo ad uno castello, dalla citt3 dieci miglia lontano; e c/etamente nella camera si nascose, mirando fiso per una fissura e aspettando -uello c/0avenir potesse. E non stette guari c/e 5oralice pi: bella c/e 0l c/iaro sole de l0armaio usc. fuori; e messasi a scopare la camera, a drizzare li tappeti e ad apparecc/iare il letto, ogni cosa, s. come ella era solita di fare, diligentemente acconci1. 4vendo adun-ue la gentil poncella gi3 pienamente compiuto il degno e laudevole ufficio, volse nello armaio entrare; ma il re, c/e intentamente avea veduto il tutto, le fu presto alle spalle, e presala per mano e vedutala bella e fresca come un giglio, la dimand1 c/i ella era. La giovane tutta tremante disse c/e era unica figliuola di un prencipe, il cui nome non sapeva per esser gi3 molto ne l0armaio nascosa; ma la cagione di ci1 dirle non volse. )l re, inteso il tutto, con consentimento della madre in moglie la prese, e con essa lei gener1 duo figliuoli. Tebaldo, continovando nel suo malvagio e perfido volere, non trovando la figliuola c/e pi: giorni cercata e ricercata aveva, s0imagin1 c/e nello armaio venduto nascosa si fusse, e uscitane fuori, andasse per lo mondo errando. Laonde, vinto dall0ira e dal sdegno, deliber1 provar sua ventura, se in luoco alcuno trovare la potesse. E vestitosi da mercatante e prese molte gioie e lavorieri tutti d0oro a maraviglia lavorati, da Salerno isconosciuto si part.; e scorrendo per diversi paesi, s0abbatt@ in colui c/e prima l0armaio comperato aveva, e dimandollo se di -uello era riuscito in bene, ed alle mani di c/i era pervenuto. 4 cui il ""

mercatante rispose averlo venduto al re d0)ng/ilterra, e averne guadagnato altrettanto di -uello c/e gli era costo. )l c/e intendendo, Tebaldo si rallegr1, e verso )ng/ilterra prese il cammino; e aggiunto, ed entrato nella citt3 regale, pose per ordine alle mura del palagio le gioie e lavorieri, tra0 -uai erano fusi e rocc/e, e gridare incominci18 = Fusi e rocc/e, donneB = )l c/e udendo una delle damigelle, alla finestra si puose; e veduto c/0ella ebbe il mercatante con le care robbe, corse alla reina, e dissele c/e per la strada era uno mercatante con rocc/e e fusi d0oro, i pi: belli ed i pi: ricc/i c/e si vedessero giammai. La reina comand1 c/e su in palagio venire lo facesse; ed egli, asceso sopra le scale e venuto in sala, dalla reina non fu conosciuto, perci1 c/e ella del padre pi: non si pensava8 ma ben il mercatante conobbe la figliuola. La reina adun-ue, veduti i fusi e le rocc/e di maravigliosa bellezza, addimand1 al mercatante -uanto ciascuna di esse apprecciava. = Ed egli = %olto, = rispose; ma -uando fosse aggrado a (ostra 4ltezza c/0io dormisse una notte nella camera de0 duo figliuoli vostri, io in ricompensamento le darei tutte -ueste merci in dono. = La signora, semplicetta e pura, non avendo del mercatante alcuno sinistro pensiero, a persuasione delle sue donzelle li consent.. %a prima c/e messo fusse dalle serventi a riposare, le donzelle con la reina determinorono di dargli una bevanda di alloppiato vino. (enuta la notte, e fingendo il mercatante di esser stanco, una delle damigelle lo men1 nella camera dei figliuoli del re, dove era apparecc/iato un bellissimo letto; e innanzi c/e lo ponesse a riposare, disse la donzella8 = 2adre mio, avete voi seteC = 4 cui rispose8 = "#

S., figliuola mia; = e preso un bicc/iere c/e d0argento pareva, li porse l0alloppiato vino. %a il mercatante, malizioso ed astuto, prese il bicc/iere, e fingendo di bere, tutto il vino sopra le vestimenta sparse, ed andossene a riposare. Era nella camera de0 fanciulli un usciolo, per lo -uale nella stanza della reina entrare si poteva. )l mercatante nella mezza notte, parendoli ogni cosa c/eta, tacitamente nella camera della reina entr18 e accostatosi al letto, le tolse un coltellino c/e per l0adietro adocc/iato aveva c/e la reina al lato portava; e gitosene alla culla dov0erano i fanciulli, ambeduo uccise, e subito il coltellino, cos. sanguinoso, nella guagina ripose; e aperta una finestra, si cal1 gi: con una fune tutta nodosa8 e la mattina nell0aurora andatosene ad una barbaria, si fece radere la lunga barba, acci1 c/e conosciuto non fusse8 e vestitosi de nuovi panni larg/i e lung/i, and1 per la citt3. Le balie sonnogliose, all0ora solita destatesi per allattare i bambini e postesi su le culle, trovorono i fanciulli uccisi. Laonde cominciorono a gridar forte e dirottamente a piagnere, s-uarciandosi i capegli e stracciandosi i panni dinanzi e mostrando il petto. (enne subito la trista nova al re ed alla reina, i -uali, scalci ed in camicia, corsero allo scuro spettaculo; e vedendo li figliuoli morti, amaramente piansero. Gi3 per tutta la citt3 era sparsa la fama dell0uccisione de li duo bambini, e come era giunto in la citt3 un famoso astrologo, il -uale secondo i vari corsi delle stelle sapeva le cose passate e prediceva le future. Ed essendo alle orecc/ie del re pervenuta la gran fama sua, il re lo fece c/iamare; e "$

venuto al palagio, si appresent1 a Sua %aest3. E dimandato dal re se egli saprebbe dirli c/i li fanciulli uccisi avesse, li rispose saperlo. E accostatosi all0orecc/io del re, secretamente li disse8 = Sacra %aest3, fa c/e tutti gli uomini e tutte le donne c/e coltello al lato portano e sono nella tua corte, si appresentino al tuo conspetto8 ed a c/i troverai il coltello nella guagina ancora di sangue macc/iato, -uello sar3 de0 tuoi figliuoli stato il vero omicida. = 7nde per comandamento del re tutti i cortigiani comparsero dinanzi a lui8 il -uale con le propie mani ad uno ad uno cercare li volse, guatando con diligenza se i lor coltelli erano cruentati; n9 trovandone alcuno c/e di sangue bruttato fusse, ritorn1 allo astrologo, e raccontolli tutto -uello c/e fatto avea, n9 alcuno restare c/e ricercato non fusse, sol la vecc/ia madre e la reina. 4 cui lo astrologo disse8 = Sacra %aest3, cercate bene, n9 di niuno abbiate rispetto, perci1 c/e senza dubbio il malfattore trovarete. = )l re, cercata la madre e nulla trovandole, c/iam1 la reina; e presa la guagina c/e al lato ella teneva, trov1 il coltellino tutto bruttato di sangue. )l re, d0ira e di furore acceso, veduto lo apertissimo argomento, contro la reina si volse, e dissele8 = 4/i malvagia e dispietata femina, nemica delle propie carniB 4/i traditrice de0 propi figliuoliB &ome /ai tu potuto mai sofferire di bruttar le mani ne l0innocentissimo sangue di -uesti bambiniC )o giuro a 5io c/e ne patirai la penitenza di tanta sceleraggine commessa. = E -uantun-ue il re fusse infiammato di sdegno e desideroso allora di vendicarsi con vituperosa e disonesta morte, nientedimeno, acci1 c/e ella sentisse "%

maggiore e pi: lungo tormento, gli entr1 un nuovo pensiero ne l0animo; e comand1 c/e la reina fusse spogliata e, cos. ignuda, sino alla gola in terra sepolta e con buoni e delicati cibi nodrita, acci1 c/e, cos. lungamente vivendo, i vermi le carni sue divorassino, ed ella maggiore e pi: lungo supplicio ne sentisse. La reina, c/e per l0addietro molte altre cose aveva miseramente sostenute, conoscendo l0innocenza sua, con paziente animo la grandezza del supplicio sofferse. L0astrologo, intendendo la reina, come colpevole, esser condannata a crudelissimi tormenti, molto si rallegr1, e presa licenza dal re, assai contento d0)ng/ilterra si part.; e giunto celatamente al suo palagio, raccont1 alla balia della figliuola tutto ci1 c/e gli era avenuto, e come il re a grave supplicio aveala condannata. )l c/e intendendo, la balia dimostr1 fuori segni di letizia, ma dentro fuor di modo si ramaricava; e mossa a piet3 della tormentata figliuola e vinta dal tenero amore c/e le portava, di Salerno una mattina per tempo si part., e tanto d. e notte sola cavalc1, c/0al regno d0)ng/ilterra aggiunse. Laonde, salita su per le scale del palagio, trov1 il re c/e in una spaziosa sala audienza prestava; e inginocc/iatasi a0 piedi del re, li addimand1 una secreta audienza di cose c/e all0onore della corona aspettavano. )l re, abbracciatala, la fece in pi@ levare, e presala per mano, licenzi1 la brigata e con lei sola si pose a sedere. La balia, ben instrutta delle cose occorse, riverentemente disse8 = Sappi, sacra &orona, c/e 5oralice, tua moglie e mia figliuola8 non c/e io l0abbia portata in -uesto misero ventre, ma per averla lattata e nodrita con -ueste poppe8 @ innocentissima del peccato per lo -uale fu "&

da te a cruda morte miseramente dannata. E -uando minutamente inteso averai e tocco con mani, c/i fu l0empio omicida, e la cagione per cui egli si mosse ad uccidere i tuoi figliuoli, rendomi certa c/e tu, mosso a piet3, subito da s. lung/i ed acerbi tormenti la libererai. E se in ci1 sar1 bugiarda, mi offero di sofferire -uella istessa pena c/e ora la misera reina patisce. = E cominciando da capo, fino alla fine li raccont1 a punto a punto tutto -uello c/e era avenuto. )l re, intesa intieramente la cosa, diede fede alle parole sue, ed immantinente fece la reina, c/e era pi: morta c/e viva, della sepultura trarre; e fattala con diligenza medicare e ottimamente ricoverare, in breve tempo si riebbe. )l re dopo fece uno apparecc/iamento grande per tutto il suo regno, e raun1 un potentissimo essercito e lo mand1 a Salerno, dove non stette molto tempo c/e fe0 della citt3 con-uisto; e Tebaldo, con torte funi i piedi e le mani strettamente legate, in )ng/ilterra fu prigione condotto. E volendo il re aver maggior certezza del gi3 commesso fallo, severamente contra lui processe; e messolo al martorio, diedegli delle buone. %a egli, senza essere pi: collato, il tutto ordinatamente confess1; e il giorno se-uente con -uattro cavalli sopra un carro per tutta la citt3 menato e con tenaglie affocate attanagliato, come Gano di %aganza, lo fece s-uartare, dando le sue carni a0 rabbiosi cani. E cos. il tristo e scelerato Tebaldo miseramente fin. la vita sua, ed il re e la reina 5oralice per molti anni felicemente si goderono insieme, lasciando figliuoli dopo la morte loro. =

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FAVOLA V.
Di&i#rio 'a11ario##o, i&"o!#o!i no&$ Gra&o#i%$ggio, ! o"r$ Poli!!$#ia !ua &ogli$ on un "r$#$, $d a) fra#$lli di l$i la &anda( da) .uai $!!$ndo $lla u i!a, Di&i#rio la fan#$ "r$nd$ "$r &ogli$.

*ARIANNA,= (edesi il pi: delle volte, amorose donne, c/e nell0amore @ grandissima disavaglianza; perci1 c/e, se l0uomo ama la donna, la donna disama lui, e, pel contrario, se la donna ama l0uomo, l0uomo sommamente /a in odio lei. <uinci nasce la rabbia della subita gelosia, fugatrice d0ogni nostro bene e insidiatrice d0ogni onesto vivere; -uinci nascono i disonori ed ignominiose morti, non senza grandissima vergogna e vituperio di noi altre donne. Taccio i strabocc/evoli pericoli, taccio gl0innumerevoli mali ne0 -uali gli uomini e le donne disavedutamente incorreno per cagion di -uesta malvagia gelosia. ) -uali se io ad uno ad uno raccontare volessi, io vi sarei pi: tosto di noia c/e di diletto. %a acci1 c/e io dia fine in -uesta sera a0 nostri piacevoli ragionamenti, io intendo di raccontarvi una favola di Gramotiveggio, per lo adietro non pi: udita; per la -uale io penso c/e voi ne prenderete non men piacere c/e ammaestramento. (inegia, citt3 per l0ordine delli suoi magistrati nobilissima ed abbondevole di varie maniere di genti e felicissima per le sue sante leggi, siede nell0estremo seno del #'

mare 4driatico, ed @ c/iamata reina di tutte le altre citt3, refugio de0 miseri, ricettaculo degli oppressi; ed /a il mare per mura ed il cielo per tetto. E -uantun-ue cosa alcuna non vi nasca, nondimeno @ copiosissima di ci1 c/e ad una citt3 si conviene. )n -uesta adun-ue nobile e generosa citt3 trovavasi ai passati tempi un mercatante bazzariotto, 5imitrio per nome c/iamato, uomo leale e di buona e di santa vita, ma di picciola condizione. &ostui, desideroso di aver figliuoli, prese per moglie una vaga e leggiadra giovane, nominata 2olissena, la -uale era s. caldamente amata da lui, c/e non fu mai uomo c/e tanto amasse donna, -uanto egli amava lei. Ella vestiva s. pomposamente, c/e non vi era alcuna, fuori le nobili, c/e di vestimenta, di gioie e di grossissime perle l0avanzasse. 4ppresso -uesto, aveva abondanza de cibi delicatissimi, i -uali, oltre c/e alla bassa sua condizione non convenivano, la facevano pi: morbida e pi: delicata di -uello c/e stata sarebbe. 4venne c/e 5imitrio, c/e per lo adietro fatto aveva molti viaggi per mare, deliber1 di andarsene con le sue merci in &ipro; e apparecc/iata e pienamente fornita la casa di vettovaglia e di ci1 c/e ad una casa s0appartiene, lasci1 2olissena sua diletta moglie con la fante giovane e ritondetta8 e partitosi da (inegia, andossene al suo viaggio. 2olissena, c/e lautamente viveva ed alle delicatezze si dava, sentendosi della persona aitante e non potendo pi: sofferire gli acuti dardi d0amore, adocc/i1 un prete della sua parrocc/ia, e di -uello caldamente s0accese. )l -uale, essendo giovane e non men leggiadro c/e bello, un giorno #-

s0avide c/e 2olissena con la coda dell0occ/io lo balestrava. E veggendola vaga di aspetto, leggiadra della persona ed avere tutte -uelle -ualit3 di bellezza c/e ad una bella donna si convengono, la cominci1 con molta sollecitudine celatamente vag/eggiare. Ed i loro animi s. fidi e s. divoti d0un reciproco amore divennero, c/e non pass1 molto tempo c/e 2olissena, senza essere da alcuno veduta, condusse il prete in casa a fare i suoi piaceri. E cos. molti mesi furtivamente continuarono il loro amore, e pi: volte gli stretti abbracciamenti e dolci basi iterarono, lasciando il sciocco marito a0 pericoli del gonfiato mare. 5imitro, essendo stato per alcun tempo in &ipro ed avendo delle sue mercatanzie assai ragionevolmente guadagnato, a (inegia ritorn1; e smontato gi: di nave ed andatosene a casa, ritrov1 la sua cara moglie c/e dirottamente piangeva. E addimandatale la causa c/e s. fortemente piangesse, rispose8 = S. per le cattive nove udite, s. anco per la soverc/ia allegrezza c/0io sento della venuta vostra. )mperci1 c/e, avendo io udito ragionare da molti le cipriane navi esser nel mare sommerse, temeva sommamente c/e alcuno sinistro caso non vi fusse avenuto. %a ora, per la )ddio merc9, vedendovi salvo e sano a casa ritornato, per la soprabondante letizia non posso dalle lagrime astenermi. = )l cattivello, c/e di &ipro a (inegia era ritornato per ristaurare il tempo c/e per la sua lunga assenza la moglie aveva perduto, pensava c/e le lagrime e le parole di 2olissena procedessino da caldo e ben fondato amore c/e ella li portasse; ma non considerava il miserello c/e ella tra s9 medesima diceva8 = 7/ volesse )ddio c/e #.

egli nelle minacciose onde affocato fosseB perci1 c/e io pi: securamente e con maggior contento mi darei piacere e diletto col mio amante, c/e cotanto mi ama. = Aon pass1 il mese c/e 5imitrio al suo viaggio fece ritorno; del c/e 2olissena ne ebbe -uella allegrezza c/e avere si potesse la maggiore, n9 stette gran pezza in farlo intendere allo amante suo, il -uale non meno c/e ella vigilante stava; e venuta l0ora convenevole e determinata, a lei secretamente se n0and1. %a lo andare del prete non puote esser s. occulto, c/e da %anusso, c/e abitava al derimpetto alla casa di 5imitrio, suo compare, non fusse veduto. )l perc/9 %anusso, c/e molto amava 5imitrio, per esser uomo conversevole e servigiale, avendo non picciolo sospetto della comare, pi: e pi: volte le pose mente. (eduto adun-ue c/iaramente c/e al prete, a certo segno ed a certa ora, era aperto l0uscio, ed egli entrava in casa e, men cautamente c/e non si conveniva, con la comare sc/erzava, deliber1 di star c/eto, acci1 c/e il fatto, c/e era nascosto, non si appalesasse e ne seguisse scandalo; ma volse aspettare 5imitrio c/e ritornasse dal suo viaggio, acci1 c/e egli pi: maturamente provedesse a0 casi suoi. (enuto il tempo di rimpatriare, 5imitrio ascese in nave, e con prosperevole vento a (inegia ritorn1; e smontato di nave, a casa se ne g., e picc/iato all0uscio, la fante and1 alla finestra a vedere, e conosciutolo, corse gi:, e -uasi piangendo per l0allegrezza, li aperse. 2olissena, intesa la venuta del marito, discese gi: per la scala, e con le braccia aperte abbracciollo e basciollo, facendoli le maggior carezze del mondo. E perc/9 egli era stanc/etto e tutto rotto #!

dal mare, senza altra cena se n0and1 a dormire, e s. fiso s0addorment1, c/e, senza l0ultime dilettazioni d0amore conoscere, venne giorno. 2asciata adun-ue la buia notte e ritornato il c/iaro giorno, 5imitrio si dest1, e levatosi di letto senza di un sol bascio compiacerle, and1 ad una cassettina, della -uale trasse fuori certe cosette di non picciolo valore; e ritornato al letto, le appresent1 alla moglie, la -uale, perci1 c/e altro aveva in capo, de tai doni nulla o poco stima si fece. 4venne l0occasione a 5imitrio di navigare in 2uglia per oglio ed altre cose; e raccontatolo alla moglie, si mise in ordine per partirsi. %a l0astuta moglie, fingendo della sua partenza aver dolore, il carezzava, pregandolo c/e egli volesse alcuno giorno stare con esso lei; ma nel cuore un giorno le pareva mille c/e s0allontanasse da gli occ/i, acci1 c/e nelle braccia del suo amatore pi: sicuramente metter si potesse. 4 %anusso, c/e veduto aveva il prete pi: volte vag/eggiare la comare e anc/e far cose c/e dir non si conviene, parve far ingiuria al compare se non li scopriva -uello c/e aveva veduto far alla moglie. Laonde deliber1, avenga c/e si voglia, di raccontargli il tutto. E invitatolo un giorno con lui a desinare, e postisi a mensa, disse %anusso a 5imitrio8 = &ompare mio, voi sapete, se non m0inganno, c/0io sempre vi amai ed amer1 fin c/e lo spirito regger3 -ueste ossa8 n9 @ cosa, -uantun-ue ella difficile fusse, c/e per vostro amore io non facessi; e -uando non vi fusse in dispiacere, io vi racconterei cose, c/e vi sarebbono pi: tosto di noia c/e di diletto8 ma non ardisco dirle, acci1 c/e non contamini la vostra ben disposta mente. %a se voi sarete, #"

come io penso, saggio e prudente, raffrenarete il furore, c/e non lascia l0uomo in maniera alcuna conoscer il vero. = 5isse 5imitrio8 = Aon sapete voi c/e potete meco comunicar il tuttoC 4vete voi per sorte ucciso alcunoC ditelo, e non dubitate. = )o = disse %anusso, = non /o ucciso alcuno; ma ben vidi io altrui uccidere l0onore e la fama vostra. = 2arlatemi c/iaro, = disse 5imitrio, = e non mi tenete a bada con cotesto ragionare oscuro. = (olete c/e io vel dica palesamenteC = disse %anusso; = ascoltate, e portate in pace -uello c/e ora vi dir1. 2olissena, c/e voi cotanto amate e cara tenete, mentre c/e voi siete altrove, ogni notte giace con un prete e con esso lui dassi piacere e buon tempo. = 5e/, come @ possibil -uestoC = disse 5imitrio; = conciosiacosac/9 ella teneramente mi ama, n9 mai -uinci mi parto, c/e ella non emp. il seno di lagrime e l0aria di sospiri; e se io lo vedessi con gli occ/i, appena lo crederei. = Se voi sarete = disse %anusso, = uomo, come io penso, di ragione, e se non c/iuderete gli occ/i, come sogliono molti sciocc/i fare, farovvi con gli occ/i il tutto vedere e con le mani toccare. = )o sono contento = disse 5imitrio, = di far tanto -uanto voi mi comandarete, pur c/e mi facciate veder -uello c/e promesso mi avete. = 5isse allora %anusso8 = Se voi farete -uello c/e io vi dir1, del tutto vi certificarete. %a fate c/e voi siate secreto, mostrandole allegra ciera e benigno viso8 altrimenti si guasterebbe la coda al fasiano. 5opo, nel giorno c/e voi vi vorrete partire, fingerete di ascender in nave, e pi: celatamente c/e potrete, verrete a casa mia, c/e senza dubbio vi far1 il tutto vedere. = ##

(enuto adun-ue il giorno c/e 5imitrio si doveva partire, egli fece grandissime carezze alla moglie, e raccomandatole la casa e presa licenza, finse di andare in nave, ma nascosamente a casa di %anusso si ridusse. (olse la sorte c/e non passarono due ore c/e si lev1 un nembo con tanta pioggia, c/e parea volesse roinare il cielo8 n9 mai -uella notte refin1 di piovere. )l prete, c/e gi3 intesa aveva la partita di 5imitrio, non temendo n9 pioggia n9 vento, aspett1 l0ora solita di andare al suo caro bene; e dato il segno, subito li fu aperto l0uscio, ed entratovi dentro, le diede un dolce e saporoso bascio. )l c/e vedendo 5imitrio, c/e ad un pertugio nascoso si stava, e non potendo contradire a -uello c/e 0l compare gli aveva detto, stette tutto attonito, e poscia per lo giusto dolore diede gli occ/i al pianto. 5isse allora il compare a 5imitrio8 = 7r c/e vi pareC avete mo veduto -uello c/e voi mai non pensavateC %a state c/eto e non vi sgomentate, perci1 c/e, se voi mi ascoltarete, facendo ci1 c/0io vi dir1, vederete di meglio. 4ndate e ponete gi: cotesti vestimenti, e prendete gli stracci d0un povero uomo e mettetevegli indosso, ed impiastracciatevi di fango le mani ed il viso, e contrafatta la voce andatevene a casa, e fingete di essere un mendico c/e dimandi per -uella sera albergo. La fante forse, veggendo il crudo tempo, si mover3 a piet3 e daravvi alloggiamento; e cos. agevolmente potrete vedere ci1 c/e voi non vorreste vedere. = 5imitrio, come intese la cosa, si spogli1 de0 suoi panni e si vest. de0 stracci d0un mendico c/e era allora entrato in casa per alloggiare; e tuttavia fortemente piovendo, se ne and1 all0uscio della sua casa, e tre volte #$

picc/i1 alla porta, fieramente gemendo e sospirando. La fante, fattasi alla finestra, disse8 = &/i picc/ia l3 gi:C = Ed egli con voce interrotta le rispose8 = )o sono un povero vecc/io mendico dalla pioggia -uasi annegato, e dimando per -uesta notte albergo. = La fante, c/0era non men compassionevole a0 poveri c/e la patrona al prete, corse alla madonna, e dimandolle di grazia c/e ella contentasse, un povero mendico tutto dalla pioggia molle e bagnato albergar in casa fin a tanto c/e egli si riscaldasse e rasciugasse. = )l potr3 portar su l0ac-ua, menar lo sc/idone e far fuoco, acci1 c/e i polli pi: tosto si arrostissano. Ed io in -uesto mezzo porr1 al fuoco la pentola ed apparecc/iar1 le scodelle e far1 gli altri servigi di cucina. = La patrona accontent1, e la fante, aperto l0uscio e c/iamatolo dentro, lo fece sedere presso al fuoco8 e mentre il povero menava lo sc/idone, il prete e la patrona in camera si solacciavano. 4venne c/e amenduo, tenendosi la mano, andorono in cucina, e il povero salutorono, e vedendolo s. impiastracciato, lo berteggiavano. Ed accostatasi la patrona a lui, lo dimand1, c/e era il nome suo. 4 cui rispose8 = Gramotiveggio, madonna, mi c/iamo. = )l c/e udendo, la patrona cominci1 a ridersi, c/e se le averebbe potuto cavare i denti. E abbracciato il prete, disse8 = 5e/, anima mia dolce, lasciatimi basciare; = e vedendo tuttavia il mendico, strettamente lo abbracciava e basciava. Lasciovi pensare di c/e animo si trovava il marito, veggendo la moglie esser abbracciata e basciata dal prete. (enuta l0ora di cena, la fante puose gli amanti a mensa, e ritornata in cucina, s0accost1 al vecc/iarello, e disseli8 = 2arizzuolo mio, la mia #%

patrona /a marito e cos. uomo da bene -uanto un altro c/e in -uesta terra si possa trovare, n9 le lascia mancare cosa veruna; e )ddio lo sa dove il miserello con -uesto malvagio tempo ora si trova; ed ella, ingrata, non avendo pensiero di lui, e meno del suo onore, si /a lasciata cecare dal lascivo amore, accarezzando l0amante suo e c/iudendo ad ogni altro l0uscio, fuori c/e a lui. %a, di grazia, andiancene c/etamente a l0uscio della camera, e vediamo -uello c/e fanno, e come mangino. = 4ndatisene adun-ue a l0uscio, videro c/e l0uno e l0altro s0imboccava, dimorando in amorosi ragionamenti. (enuta l0ora di posare, ambeduo andorono al letto, e sc/erzando insieme e solazzando, cominciorono macinare a ricolta; e cos. forte soffiavano e menavano le calcole, c/e il mendico, c/e nell0altra camera vicina alla sua giaceva, agevolmente il tutto poteva comprendere. )l misero poverello non c/iuse mai gli occ/i -uella notte; ma fatto giorno, subito si lev1 di letto, e ringraziata la fante della buona compagnia c/e ella fatta gli aveva, si part., e senza essere da alcuno veduto, se ne and1 a casa di %anusso suo compare. )l -uale sorridendo disse8 = &ompare, come va l0arteC avete voi per caso trovato -uello c/e non volevate trovareC = S. per certo, = disse 5imitrio; = e non l0arrei mai creduto, se con i propi occ/i non lo avessi veduto. %a pazienzaB cos. vuole la mia dura sorte. = %anusso, c/e aveva al-uanto del giotto, disse8 = &ompare, io voglio c/e voi fate -uello c/e io vi dir1. Lavatevi molto bene, e prendete i vostri panni, e ponetevegli in dosso; e senza perdere giozzo di tempo, andatevene a casa, #&

fingendo di non avervi potuto partire per la gran fortuna, e state attento c/e il prete non fugga; perci1 c/e, essendo voi in casa, egli si nasconder3 in -ualc/e luogo, e indi non si partir3 sino a tanto c/e 0l non abbia agio di partirsi8 e voi in -uesto mezzo manderete per li parenti della moglie, c/e vengano a desinare con esso voi8 e trovato il prete in casa, farete -uello c/e voi vorrete. = 2iac-ue molto a 5imitrio il consiglio di %anusso suo compare; e spogliatosi de0 drappi e vestitosi de0 propi vestimenti, se ne and1 alla sua casa, picc/iando a l0uscio. La fante, veggendo c/e era il messere, subito corse alla camera della patrona, c/e ancora col prete in letto giaceva, dissele8 = %adonna, messere @ ritornato. = )l c/e intendendo, la donna tutta si smarr.; e levatasi di letto, -uanto pi: tosto la puote, nascose il prete, c/e era in camiscia, in una cassa, dove le sue pi: pompose vestimenta teneva. E corsa gi: con la pelliccia in collo, scalza, li aperse, e dissegli8 = 7 marito mio, siate lo ben venuto; io per amor vostro non /o mai c/iusi gli occ/i, pensando sempre a -uesta gran fortuna; ma lodato sia )ddio c/e sete ritornato a salvamento. = Entrato adun-ue 5imitrio in camera, disse alla moglie8 = 2olissena, io in -uesta notte per la malvagit3 del tempo non /o mai dormito; io volentieri vorrei al-uanto riposare; ma di -uanto riposer1, la fante se n0ander3 da0 tuoi fratelli, e per nome nostro gl0inviter3 c/e voglino stamane venir a desinare con esso noi. = 4 cui 2olissena disse8 = Aon oggi, ma un altro giorno li potrete invitare; perci1 c/e ora il piove, e la fante @ occupata in lisciare le nostre camiscie, le linciuola e gli altri panni di lino. = 5i $(

mane forse sar3 miglior tempo, = disse 5imitrio, = e mi converr1 partire. = 5isse 2olissena8 = (oi vi potreste andare; e non volendovi andare per essere stanco, c/iamate %anusso, nostro compare, -ui vicino, c/e vi far3 -uesto servigio. = Tu dici bene, = disse 5imitrio. = %anusso, c/iamato, venne, e fece -uanto commesso li fu. (ennero adun-ue li fratelli di 2olissena a 5imitrio, e allegramente desinarono insieme. Levata la mensa, disse 5imitrio8 = &ognati miei, io non vi /o mai mostrata la casa, n9 anc/e le vestimenta c/0io fei a 2olissena, vostra sorella e nostra moglie; e per1 sarete contenti di vedere come da me @ ben trattata. Levati su, 2olissena, da sedere, e dimostriamo un poco la casa a0 tuoi frateli. = E levatasi, 5imitrio li dimostrava i magazzini pieni di legna, di formento e d0oglio e di mercatanzie; e appresso -uesto le botti piene di malvagia, di greco e di altri preziosi e trabocc/evoli vini. )ndi disse alla moglie8 = %ostrali il tuo pendente e le grossissime perle e di molta bianc/ezza. &ava fuori di -uella cassettina i smeraldi, i diamanti e le altre preziose gioie. 7r c/e vi pare, cognatiC non @ ben trattata la sorella vostraC = 4 cui risposero tutti8 = Aoi lo sapevamo, e noi, se non avessimo intesa la buona vita e condizion vostra, non vi averessimo data nostra sorella in moglie. = E non contento di -uesto, le comand1 c/e le casse aprir dovesse e li mostrasse le sue belle vestimenta di pi: sorte. %a 2olissena. -uasi tutta tremante, disse8 = &/e fa bisogno di aprir casse e dimostrarli le vestimenta mieC Aon sanno c/e voi mi avete orrevolmente vestita, e vie pi: di ci1 ric/iede la condizione nostraC = %a 5imitrio, -uasi $'

adirato, disse8 = 4pri -uesta cassa, apri -uest0altra; = e mostravali le vestimenta. 7ra restava una sola cassa c/e fusse aperta, e di essa non si trovava la c/iave; perci1 c/e vi era il prete nascoso dentro. Laonde 5imitrio, vedendo c/e non si poteva avere la c/iave, tolse un martello, e tanto martell1, c/e ruppe la serratura e aperse la cassa. )l prete tutto di paura tremava, n9 si seppe si occultare, c/e non fusse da tutti conosciuto. ) fratelli di 2olissena, -uesto veggendo, fieramente si turborono; e tanto d0ira e furore si accesero, c/e poco manc1 c/e ivi con le coltella, c/e a lato avevano, amendue non uccidessero. %a 5imitrio non volse c/e uccisi fussero, perci1 c/e vilissima cosa estimava l0uccidere uno c/e fusse in camiscia, -uantun-ue uomo robusto fusse. %a voltatosi verso i cognati, disse8 = &/e vi pare di -uesta malvagia femina, in cui ogni mia speranza avea gi3 postaC %erito io da lei cotal onoreC 4/i misera ed infelice te, c/e mi tiene c/0io non ti sieg/i le veneC = La mesc/ina, non potendosi altrimenti iscusare, taceva; perci1 c/e il marito in faccia le diceva ci1 c/e egli aveva fatto e veduto la precedente notte, intanto c/e ella denegar non lo poteva. E voltatosi al prete c/e stava col capo c/ino, disse8 = 2rendi i panni tuoi, e levati tosto di -ua, e vattene in tal malora, c/e mai pi: non ti vegga; perci1 c/e per una rea femmina nel sacro sangue le mani imbruttare non intendo. Levati tosto; c/e stai tu a fareC = )l prete senz0aprir la bocca si part., pensando tuttavia d0avere 5imitrio ed i cognati con le coltella alle spalle. 5opo, voltatosi 5imitrio a0 cognati, disse8 = %enate la sorella vostra ovun-ue vi piace, perci1 c/e io non voglio c/e pi: mi stia dinanzi agli occ/i. = ) $-

fratelli, pieni di furore, non andarono prima a casa c/e la uccisero. )l c/e inteso da 5imitrio, e considerata la sua fante c/e era bellissima, e ricordatosi della compassione da lei verso dimostrata, in moglie diletta la prese. E fattole un dono de tutte le vestimenta e gioie c/e erano della prima moglie, in lieta e gioconda pace con lei lungo tempo visse. = Era gi3 l0ultima fatica del favoleggiare della presente notte giunta al fine, -uando la signora impose a ciascuno c/e se n0andasse alle lor case a riposare8 ritornando per1 nella seguente sera a ridotto, sotto pena della disgrazia sua. Laonde, accesi i torc/i c/e neve parevano, i signori fino alla riva furono accompagnati.

IL FINE DELLA PRIMA NOTTE.

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NOTTE SECONDA
4veva gi3 Febo le dorate rote nelle salse onde dell0indiano mare, ed i suoi raggi non davano pi: splendore alla terra, e la sua cornuta sorella le oscure tenebre con la sua c/iara luce signoreggiava per tutto, e le vag/e e scintillanti stelle avevano gi3 il cielo del suo lume dipinto, -uando l0onesta ed orrevole compagnia al luogo solito a favoleggiare si ridusse. E messisi tutti, secondo i gradi loro, a sedere, la signora Lucrezia comand1 c/e l0ordine, nella precedente sera tenuto, in -uesta osservar si dovesse. E perci1 c/e cin-ue delle damigelle restavano a novellare, la signora impose al Trivigiano c/e i loro nomi scrivesse e nel vasetto d0oro li ponesse8 traendoli dal vaso ad uno ad uno, s. come fu fatto nella prima sera. )l Trivigiano, ubidiente molto alla sua signora, esse-u. il comandamento suo. E per sorte il primo c/e usc. del vaso, fu d0)sabella il nome8 il secondo, di Fiordiana8 il terzo, di Lionora8 il -uarto, di Lodovica8 il -uinto fu di (icenza. 2oscia al suono de0 flauti cominciorono a carolare, menando il %olino e Lionora la ridda. 5i c/e le donne e parimente gli uomini fecero s. gran risa, c/e ancora ridono. $!

Finito il ballo tondo, tutti si puosero a sedere; e le damigelle una dolce ed amorosa canzone in laude della signora in tal guisa allegramente cantorono8 5) dico e dir6 sempre, n7 +ia chi mai di tal pensier mi mute, ch)essempio siete voi d)ogni virtute. con gli atti riverenti, onesti e saggi, ch)escono de) bei raggi, s)adorna 0uel che bello il mondo chiama. e chi seguir non brama l)opre gentil, 0uai +an che mi distempre, degno non 2 di +ama, n7 di gustar il ben de l)altra vita, al cui valor vostra bont8 c)invita. Finita l0amorosa canzone, )sabella, a cui per sorte aveva toccato il primo luogo della seconda notte, lietamente al favoleggiare diede principio, cos. dicendo8

FAVOLA I.
Gal$o##o, r$ d)Anglia, /a un figliuolo na#o "or o, il .ual$ #r$ %ol#$ !i &ari#a( $ "o!#a gi2 la "$ll$ "or ina $ di%$n#a#o un '$lli!!i&o gio%an$, fu /ia&a#o r$ "or o. = <uanto l0uomo, graziose donne, sia tenuto al suo &reatore c/e egli uomo e non animale bruto l0abbia al mondo creato, non @ lingua s. tersa n9 s. faconda, c/e in mille anni a sofficienza il potesse isprimere. 2er1 mi soviene una favola, a0 tempi nostri avvenuta, di uno c/e $"

nac-ue porco, e poscia, divenuto bellissimo giovene, da tutti re porco fu c/iamato. 5ovete adun-ue sapere, donne mie care, c/e Galeotto fu re d04nglia, uomo non men ricco di beni della fortuna c/e de -uelli dell0animo; ed aveva per moglie la figliuola di %attias re di 7ng/eria, Ersilia per nome c/iamata, la -uale e di bellezza e di virt: e di cortesia avanzava ogn0altra matrona c/e a0 suoi tempi si trovasse. E s. prudentemente Galeotto reggeva il suo regno, c/e non vi era alcuno c/e di lui veracemente lamentar si potesse. Essendo adun-ue stati lungamente ambeduo insieme, volse la sorte c/e Ersilia mai non s0ingravid1. )l c/e all0uno e l0altro dispiaceva molto. 4venne c/e Ersilia, passeggiando per lo suo giardino, andava raccogliendo fiori8 ed essendo gi3 al-uanto lassa, adocc/i1 un luogo pieno di verdi erbette, e accostatasi a -uello, si puose a sedere; e invitata dal sonno e da gli uccelli, c/e su per li verdi rami dolcemente cantavano, s0addorment1. 4llora per sua buona ventura passarono per l0aria tre altiere fate; le -uali, veggendo l0addormentata giovane, si fermorono, e considerata la lei bellezza e leggiadria, si consigliorono insieme di farla inviolabile ed affiatata. Rimasero adun-ue le fate tutta tre d0accordo. La prima disse8 = )o voglio costei inviolabil sia8 e la prima notte c/e giacer3 col suo marito, s0ingravidi8 e di lei nasca un figliuolo c/e di bellezze non abbia al mondo pare. = L0altra disse8 = Ed io voglio c/e niuno offender la possi, e c/e 0l figliuolo, c/e nascer3 di lei, sia dotato di tutte -uelle virt: e gentilezze c/e si possino imaginare. = La terza disse8 = Ed io voglio c/e ella sia la pi: savia e la pi: ricca $#

donna c/e si truovi8 ma c/e0l figliuolo, c/e ella conciper3, nasca tutto coperto di pelle di porco, e i gesti e le maniere, c/e egli far3, siano tutti di porco8 n9 mai possi di tal stato uscire, se prima non saranno da lui tre mogli prese. 2artite c/e furono le tre fate, Ersilia si dest18 e incontinenti levatasi da sedere, prese i fiori c/e raccolti aveva, ed al palagio se ne torn1. Aon passorono molti giorni, c/e Ersilia s0ingravid1; e aggiunta al desiderato parto, partor. un figliuolo, le cui membra non erano umane, ma porcine. )l c/e andato alle orecc/ie del re e della reina, inestimabile dolore ne sentirono. Ed acci1 c/e tal parto non ridondasse in vituperio della reina c/e buona e santa era, il re pi: fiate ebbe animo di farlo uccidere e gettarlo nel mare. %a pur rivolgendo nell0animo e discretamente pensando c/e 0l figliuolo, -ual c/e si fusse, era generato da lui ed era il sangue suo, deposto gi: ogni fiero proponimento c/e prima nell0animo aveva, e abbracciata la piet3 mista col dolore, volse al tutto, non come bestia, ma come animal razionale allevato e nodrito fusse. )l bambino adun-ue, diligentemente nodrito, sovente veniva alla madre, e levatosi in piedi, le poneva il grognetto e le zampette in grembo. E la pietosa madre all0incontro lo accarezzava, ponendoli le mani sopra la pilosa sc/iena, ed abbracciavalo e basciavalo, non altrimenti c/e creatura umana si fusse. Ed il bambino avinc/iavasi la coda, e con evidentissimi segni le materne carezze esserli molto grate le dimostrava. )l porcelletto, essendo al-uanto cresciuto, cominci1 umanamente parlare e andarsene per la citt3; e dove erano l0immondicie e le lordure, s. come fanno i porci, dentro se li $$

cacciava. 5opo, cos. lordo e puzzolente, si ritornava a casa8 e accostatosi al padre ed alla madre e fregandosi intorno alle vestimenta loro, tutte de letame gli le imbruttava; e perci1 c/e egli gli era unico figliuolo, ogni cosa pazientemente sofferivano. Tra gli altri un giorno a casa venne il porc/etto8 e messosi, s. lordo e sporco come era, sopra le vestimenta della madre, grognendo le disse8 = )o, madre mia, vorrei maritarmi. = )l c/e udendo, la madre rispose8 = 7 pazzo c/e tu sei, c/i vuoi tu c/e per marito ti prendaC Tu sei puzzolente e sporco; e tu vuoi c/e uno barone o cavaliere sua figliuola ti diaC = 4 cui rispose grognendo c/e al tutto moglie voleva. La reina, non sapendo in ci1 governarsi, disse al re8 = &/e dobbiam noi fareC (oi vedete a c/e condizione noi si troviamo. )l figliuolo nostro vuol moglie, n9 fia alcuna c/e in marito prender lo voglia. = Ritornato il porc/etto alla madre, altamente grognendo diceva8 = )o voglio moglie, n9 mai cessar1 infino a tanto c/e io non abbia -uella giovane c/e oggi /o veduta, perci1 c/e molto mi piace. = &ostei era figliuola d0una poverella c/e aveva tre figliuole8 e ciasc/eduna di loro era bellissima. <uesto intendendo, la reina subito mand1 a c/iamare la poverella con la figliuola maggiore, e dissele8 = %adre mia diletta, voi siete povera e carica di figliuole; se voi consentirete, tosto ve ne verrete ricca. )o /o -uesto figliuolo porco, e lo vorrei maritare in -uesta vostra figliuola maggiore. Aon vogliate avere rispetto a lui c/e @ porco, ma al re e a me; c/e, al fine, di tutto il regno nostro ella sar3 posseditrice. = La figliuola, -ueste parole udendo, molto si turb18 e venuta $%

rossa come mattutina rosa, disse c/e per modo alcuno a tal cosa consentir non voleva. %a pur s. dolci furono le parole della poverella, c/e la figliuola accontent1. Ritornato il porco tutto lordo a casa, corse alla madre; la -uale li disse8 = Figliuolo mio, noi ti abbiamo trovata moglie, e di tuo sodisfacimento. = E fatta venire la sposa, vestita di onorevolissime vestimenta regali, al porco la present1. )l -uale, veggendola bella e graziosa, tutto gioliva8 e cos. puzzolente e sporco la intorniava, facendole col grugno e con le zampe le maggior carezze c/e mai porco facesse. Ed ella, perci1 c/e tutte le vestimenta le bruttava, indietro lo spingeva. %a il porco dicevale8 = 2erc/9 indietro mi spingiC non ti /o io fatto coteste vestimentaC = 4 cui ella, superba, alteramente disse8 = A9 tu, n9 0l tuo reame de porci, mai me le facesti. = E venuta l0ora di andare a riposare, disse la giovane8 = &/e voglio io fare di -uesta puzzolente bestiaC <uesta notte, com0egli sar3 in su 0l primo sonno, io l0uccider1. = )l porco, c/e non era molto lontano, ud. le parole, e altro non disse. 4ndatosene adun-ue a l0ora debita il porco, tutto di letame e di carogne impiastracciato, al pomposo letto, con il grugno e con le zampe lev1 le sottilissime linzuola, e imbruttato ogni cosa di fetente sterco, appresso la sua sposa si coric1. La -uale non stette molto c/e s0addorment1. %a il porco, fingendo di dormire, con le acute zanne si fortemente nel petto la fer., c/e incontanente morta rimase. E levatosi la mattina per tempo, se n0and1, secondo il suo costume, a pascersi e inlordarsi. 2arve alla reina di andar a visitazione della nuora8 e andatasene e trovatala dal porco uccisa, ne sent. $&

grandissimo dolore. E ritornato il porco a casa, e agramente ripreso dalla reina, le rispose, lui avere fatto a lei -uello c/e ella voleva far a lui8 e sdegnato si part.. Aon passorono molti giorni, c/e 0l porco da capo stimol1 la madre di volersi rimaritare nell0altra sorella; e -uantun-ue per la reina li fusse contraddetto molto, nondimeno egli ostinato al tutto la voleva, minacciando di porre ogni cosa in roina, -uando egli non l0avesse. Edendo -uesto, la reina and1 al re e raccont1gli il tutto; ed egli le disse c/e manco male sarebbe farlo morire, c/e -ualc/e gran male egli nella citt3 facesse. %a la reina, c/e madre gli era e c/e li portava grande amore, non poteva patire di rimanere priva di lui, ancor c/e porco fusse. E c/iamata la poverella con l0altra figliuola, ragion1 lungamente con esse loro; e poi c/e ebbero molto ragionato insieme di maritaggio, la seconda accontent1 di accettare il porco per suo sposo. %a la cosa non and1 ad effetto si come ella desiderava; perci1 c/e il porco la uccise come la prima, e di casa tostamente si part.. E ritornato all0ora debita al palagio con tanta lordura e letame, c/e per lo puzzore non se li poteva avicinare, fu dal re e dalla reina per l0eccesso commesso villaniggiato molto. %a il porco arditamente li rispose, lui avere fatto a lei -uello c/e ella intendeva di fare a lui. A9 stette molto, c/e messere lo porco ancor tent1 la reina di volersi rimaritare e prendere per moglie la terza sorella, c/e era vie pi: bella c/e la prima e la seconda. Ed essendoli la dimanda al tutto negata, egli di averla maggiormente sollecitava, minacciando con spaventevoli e %(

villane parole di morte la reina, se per sposa non l0aveva. La reina, udendo le sozze e vituperevoli parole, sentiva nel cuore s. fatto tormento, c/e -uasi ne era per impazzire. E messo da canto ogni altro suo pensiero, fece venir a s9 la poverella e la terza sua figliuola, %eldina per nome c/iamata, e dissele8 = %eldina, figliuola mia, voglio c/e tu prendi messer lo porco per tuo sposo8 n9 aver rispetto a lui, ma al padre suo e a me; c/e, se tu saprai ben esser con esso lui, sarai la pi: felice e la pi: contenta donna c/e si trovi. = 4 cui %eldina con sereno e c/iaro viso rispose c/e era molto contenta, ringraziandola assai c/e si dignasse accettarla per nuora. E -uando altro ella non avesse, le sarebbe bastevole di poverella in uno instante esser venuta nuora d0un potente re. Sentendo la reina la grata ed amorevole risposta, non puote per dolcezza gli occ/i dalle lagrime astenere. %a pur temeva non avenisse a lei come alle altre due era avenuto. (estitasi la nuova sposa di ricc/e vestimenta e preziose gioie, aspett1 lo suo caro sposo c/e venisse a casa. (enuto c/e fu messer lo porco, pi: lordo e sporco c/e mai fusse, la sposa benignamente lo ricevette, distendendo la sua preziosa veste per terra, pregandolo c/e si coricasse appresso lei. La reina le diceva c/e lo spingesse da parte; ma ella ricusava di spingerlo, e tai parole alla reina disse8 9re cose ho gi8 sentite raccontare, Sacra :orona veneranda e pia: l)una, 0uel ch)2 impossibile truovare, andar cercando, 2 troppo gran pa**ia1 l)altra, a 0uel tutto +ede non prestare, %'

che )n s7 non ha ragion n7 dritta via1 la ter*a, il dono pre*ioso e raro c)hai nelle mani, +a che )l tenghi caro. %esser lo porco, c/e non dormiva ma il tutto c/iaramente intendeva, levatosi in piedi, le lingeva il viso, la gola, il petto e le spalle; ed ella all0incontro l0accarezzava e basciava, s. c/e egli tutto d0amore si accendeva. (enuta l0ora di posare, andossene la sposa in letto, aspettando c/e 0l suo caro sposo se ne venisse; e non stette molto c/e 0l sposo, tutto lordo e puzzolente, se n0and1 al letto. Ed ella, levata la coltre, se lo fece venire appresso, e sopra il guanciale li conci1 la testa, coprendolo bene e c/iudendo le cortine, acci1 c/e freddo non patisse. %esser lo porco, venuto il giorno, e avendo lasciato il materasso pieno di sterco, se n0and1 alla pastura. La reina la mattina andossene alla camera della sposa8 e credendosi vedere ci1 c/e per lo addietro delle altre due veduto aveva, trov1 la nuora allegra e contenta, ancor c/e 0l letto tutto di lordura e carogne imbruttato fusse. E ringrazi1 il sommo )ddio di s. fatto dono, c/e suo figliuolo aveva trovata moglie di suo contento. Aon stette gran spazio di tempo, c/e messer lo porco, essendo con la sua donna in piacevoli ragionamenti, le disse8 = %eldina, moglie mia diletta, -uando io mi credessi c/e tu non appalesassi ad alcuno l0alto mio secreto, io, non senza grandissima tua allegrezza, ti scoprirei una cosa c/e fin ora /o tenuta nascosa; ma perci1 c/e io ti conosco prudente e savia, e veggio c/e mi ami di perfetto amore, vorrei di ci1 farti partecipe. = Sicuramente scopritemi ogni %-

vostro secreto, = disse %eldina, = c/e io vi prometto di non manifestarlo, senza il vostro volere, ad alcuno. = Sicurato adun-ue messer lo porco dalla moglie, si trasse la puzzolente e sporca pelle, e un vago e bellissimo giovane rimase8 e tutta -uella notte con la sua %eldina strettamente giac-ue. E impostole c/e il tutto dovesse tacere, perci1 c/e era fra poco tempo per uscire di s. fatta miseria, si lev1 di letto8 e presa la sua spoglia porcina, alle immondizie, s. come per l0addietro fatto aveva, si diede. Lascio a ciascuno pensare -uanta e -ual fusse l0allegrezza di %eldina, veggendosi accompagnata con s. leggiadro e s. polito giovane. Aon stette guari c/e la giovane se ingravid1; e venuta al termine del suo parto, partor. un bellissimo figliuolo. )l c/e al re e alla reina fu di grandissimo contento, e massimamente c/e non di bestia, ma di creatura umana teneva la forma. 2arve a %eldina esserle molto carico tener celata cos. alta e maravigliosa cosa; e andatasene alla suocera, disse8 = 2rudentissima reina, io mi credevo esser accompagnata con una bestia; ma voi mi avete dato per marito il pi: bello, il pi: vertuoso e il pi: accostumato giovane c/e mai la natura creasse. Egli, -uando viene in camera per accoricarsi appresso me, si spoglia la puzzolente scorza, e in terra -uella diposta, un attilato e leggiadro giovane rimane. )l c/e niuno potrebbe credere, se con gli occ/i propi non lo vedesse. = La reina pensava c/e la nuora burlasse; ma pur diceva da dovero. E addimandatala come ci1 potesse vedere, rispose la nuora8 = (errete -uesta notte su 0l primo sonno alla camera mia, e %.

trovarete aperto l0uscio, e vederete ci1 c/e io vi dico, essere il vero. = (enuta la notte, e aspettata l0ora c/e tutti erano andati a posare, la reina fece accendere i torc/i, e con il re se n0and1 alla camera del figliuolo8 ed entratavi dentro, trov1 la porcina pelle c/e da l0un lato della camera era posta gi: in terra; e accostatasi la madre al letto, vide il suo figliuolo essere un bellissimo giovane8 e %eldina, sua moglie, in braccio strettamente lo teneva. )l c/e vedendo, il re e la reina molto si rallegrorono8 e ordin1 il re c/e, avanti alcuno indi si partisse, la pelle fusse tutta minutamente stracciata; e tanta fu l0allegrezza del re e della reina per lo rinnovato figliuolo, c/e poco manc1 c/e non se ne morisseno. )l re Galeotto, veggendo avere s. fatto figliuolo e di lui figliuoli, depose la diadema e il manto regale, e in suo luogo con grandissimo trionfo fu coronato il figliuolo, il -uale, c/iamato re porco, con molto sodisfacimento di tutto il popolo resse il regno, e con %eldina, sua diletta moglie, lungo tempo felicissimamente visse. =

FAVOLA II.
Fil$nio Si!#$&a, ! olar$, in Bologna %i$n da #r$ '$ll$ donn$ '$ffa#o, $d $gli on una fin#a f$!#a di ia! /$duna !i %$ndi a.

*ANTONIO MOLINO,-

%!

= )o non avrei mai creduto, valorose donne, n9 pur imaginato c/e la signora mi avesse dato carico di dover favoleggiare8 e massimamente toccando la volta alla signora Fiordiana, avenutale per sorte. %a poscia c/e a Sua 4ltezza cos. piace, ed @ di contentamento di tutti, io mi sforzer1 di raccontare cosa c/e vi sia di sodisfacimento. E se per aventura il mio ragionare, c/e )ddio non voglia, vi fosse noioso, o c/e passasse di onest3 il termine, mi averete per iscuso, e incolparete la signora Fiordiana, la -uale di tal cosa n0@ stata cagione. )n ologna, nobilissima citt3 di Lombardia, madre de0 studi e accomodata di tutte le cose c/e si convengono, ritrovavasi uno scolare, gentiluomo cretense, il cui nome era Filenio Sistema, giovane leggiadro e amorevole. 4venne c/e in ologna si fece una bella e magnifica festa, alla -uale furono invitate molte donne della citt3 e delle pi: belle; e vi concorsero molti gentiluomini bolognesi e scolari, tra0 -uali vi era Filenio. &ostui, s. come @ usanza de0 giovani, vag/eggiando ora l0una ed ora l0altra donna, e tutte molto piacendoli, dispose al tutto volere carolare con una di esse loro. Ed accostatosi ad una c/e Emerenziana si c/iamava, moglie di messer Lamberto entivogli, la c/iese in ballo. Ed ella, c/e era gentile e non men ardita c/e bella, non lo rifiut1. Filenio adun-ue, con lento passo menando il ballo e alle volte stringendole la mano, con bassa voce cos. le disse8 = (alorosa donna, tanta @ la bellezza vostra, c/e senza alcun fallo -uella trapassa ogni altra c/e io vedessi giamai. E non vi @ donna veruna a cui cotanto amore io porti, -uando alla (ostra 4ltezza8 la -uale se mi corrisponder3 %"

nell0amore, terrommi il pi: contento e il pi: felice uomo c/e si truovi al mondo; ma altrimenti facendo, tosto vedrammi di vita privo, ed ella ne sar3 stata della mia morte cagione. 4mandovi adun-ue io, signora mia, com0io fo ed @ il debito mio, voi mi prenderete per vostro servo, disponendo e di me e delle cose mie, -uantun-ue picciole siano, come delle vostre proprie. E grazia maggiore dal cielo ricevere non potrei, c/e di venire suggetto a tanta donna, la -uale come uccello mi /a preso nell0amorosa pania. = Emerenziana, c/e attentamente ascoltate aveva le dolci e graziose parole, come persona prudente, finse di non aver orecc/ie, e nulla rispose. Finito il ballo e andatasi Emerenziana a sedere, il giovane Filenio prese un0altra matrona per mano, e con esso lei cominci1 ballare; n9 appena egli aveva principiata la danza, c/e con lei si mise in tal maniera a parlare8 = &erto non fa mestieri, gentilissima madonna, c/e io con parole vi dimostri -uanto e -uale sia il fervido amore c/e io vi porto e porter1, fin c/e -uesto spirito vitale regger3 -ueste deboli membra e infelici ossa. E felice, anzi beato mi terrei, allora -uando io vi avessi per mia patrona, anzi singolar signora. 4mandovi adun-ue io s. come io vi amo, ed essendo io vostro, s. come voi agevolmente potete intendere, non arrete a sdegno di ricevermi per vostro umilissimo servitore, perci1 c/e ogni mio bene e ogni mia vita da voi e non altronde dipende. = La giovane donna, c/e 2antemia si c/iamava, -uantun-ue intendesse il tutto, non per1 li rispose, ma la danza onestamente segu.; e finito il ballo, sorridendo al-uanto si puose con le altre a sedere. %#

Aon stette molto c/e lo innamorato Filenio prese la terza per mano8 la pi: gentile, la pi: graziata e la pi: bella donna c/e in ologna allora si trovasse; e con esso lei cominci1 menare una danza, facendosi far calle a coloro c/e s0appressavano per rimirarla; e innanzi c/e si terminasse il ballo, egli le disse tai parole8 = 7nestissima madonna, forse io parer1 non poco prosontuoso scoprendovi ora il celato amore c/e io vi portai e ora porto; ma non incolpate me, ma la vostra bellezza, la -uale a ciascaduna altra donna vi fa superiore, e me come vostro mancipio tene. Taccio ora i vostri laudevoli costumi; taccio le egregie e ammirabili vostre virt:, le -uali sono tante e tali, c/e /anno forza di far discendere gi: d0alto cielo i superni 5ei. Se adun-ue la vostra bellezza, accolta per natura e non per arte, aggradisce agli immortali 5ei, non @ maraviglia se -uella mi stringe ad amarvi e tenervi c/iusa nelle viscere del mio cuore. 2regovi adun-ue, gentil signora mia, unico refrigerio della mia vita, c/e abbiate caro colui c/e per voi mille volte al giorno more. )l c/e facendo, io riputer1 aver la vita per voi, alla cui grazia mi raccomando. = La bella donna, c/e Sinforosia si appellava, avendo ottimamente intese le care e dolci parole c/e dal focoso cuore di Filenio uscivano, non puote alcuno sospiretto nascondere8 ma pur considerando l0onor suo e c/e era maritata, niuna risposta li diede; ma, finito il ballo, se ne and1 al suo luogo a sedere. Essendo tutta tre una appresso l0altra -uasi in cerc/io a sedere, ed intertenendosi in piacevoli ragionamenti, Emerenziana, moglie di messer Lamberto, non gi3 a fine di male ma burlando, disse alle due compagne8 = 5onne mie %$

care, non vi /o io da raccontare una piacevolezza c/e mi @ avenuta oggiC = E c/eC = dissero le compagne. = )o = disse Emerenziana = mi /o trovato, carolando, uno innamorato il pi: bello, il pi: leggiadro e il pi: gentile c/e si possa trovare. )l -uale dice esser s. acceso di me per la mia bellezza, c/e n9 giorno n9 notte non trova riposo; = e puntalmente le raccont1 tutto ci1 c/e egli le aveva detto. )l c/e intendendo, 2antemia e Sinforosia dissero -uello medesimo esser avenuto a loro; e dalla festa non si partirono, c/e agevolmente conobbero uno istesso esser stato colui c/e con tutta tre aveva fatto l0amore. )l perc/9 c/iaramente compresero c/e -uelle parole dello innamorato non da fede amorosa ma da folle e fittizio amore procedevano, e a sue parole prestarono -uella credenza c/e prestare si suole a0 sogni degli infermi o a fole de romanzi. Ed indi non si partirono, c/e tutta tre concordi si dierono la fede di operare s. c/e ciasc/eduna di loro da per s9 li farebbe una beffa, e di tal sorte, c/e l0innamorato si ricorderebbe sempre c/e anc/e le donne sanno beffare. &ontinovando adun-ue Filenio in far l0amore -uando con l0una, -uando con l0altra, e vedendo c/e ciasc/eduna di loro faceva sembiante di volerli bene, si mise in cuore, se possibile era, di ottenere da ciasc/eduna di loro l0ultimo frutto d0amore; ma non li venne fatto s. come egli bramava ed era il desiderio suo, perci1 c/e fu perturbato ogni suo disegno. Emerenziana, c/e non poteva sofferire il fittizio amore del sciocco scolare, c/iam1 una sua fanticella assai piacevoletta e bella, e le impose c/e ella dovesse con bel modo parlare con Filenio e isponerli lo amore c/e sua %%

madonna li porta8 e -uando li fusse a piacere, ella una notte vorrebbe esser con esso lui in la propia casa. )l c/e intendendo, Filenio si allegr1, e disse alla fante8 = (a, e ritorna a casa, e raccomandami a tua madonna, e dille da parte mia c/e -uesta sera la mi aspetti, gi3 c/e 0l marito suo non alberga in casa. = )n -uesto mezzo Emerenziana fece raccogliere molti fascicoli di pongenti spine, e poseli sotto la littiera dove la notte giaceva, e stette ad aspettare c/e lo amante venisse. (enuta la notte, Filenio prese la spada, e soletto se n0and1 alla casa della sua nemica; e datole il segno, fu tostamente aperto. E dopo c/e ebbero insieme ragionato al-uanto e lautamente cenato, ambe duo andarono in camera per riposare. Filenio appena si aveva spogliato per girsene al letto, c/e sopragiunse messer Lamberto, suo marito. )l c/e intendendo, la donna finse di smarrirsi8 e non sapendo dove l0amante nascondere, gli ordin1 c/e sotto il letto se n0andasse. Filenio, veggendo il pericolo suo e della donna, senza mettersi alcun vestimento in dosso, ma solo con la camiscia, corse sotto la littiera8 e cos. fieramente si punse, c/e non era parte veruna del suo corpo, cominciando dal capo insino a0 piedi, c/e non gittasse sangue. E -uanto pi: egli in -uel scuro voleva difendersi dalle spine, tanto maggiormente si pungeva8 e non ardiva gridare, acci1 c/e messer Lamberto non lo udisse e uccidesse. )o lascio considerare a voi a c/e termine -uella notte si ritrovasse il miserello; il -uale poco manc1 c/e senza la coda non restasse, s. come era rimasto senza la favella. (enuto il giorno e partitosi il marito di casa, il povero scolare meglio c/e egli puote si rivest., e cos. %&

sanguinoso a casa se ne torn1, e stette con non picciolo spavento di morte. %a curato diligentemente dal medico, si riebbe e ricuper1 la pristina salute. Aon passorono molti giorni, c/e Filenio segu. lo suo innamoramento facendo l0amore con le altre due8 cio@ con 2antemia e Sinforosia; e tanto fece, c/e ebbe agio di parlare una sera con 2antemia, alla -uale raccont1 i suoi lung/i affanni e continovi tormenti, e pregolla di lui piet3 avere dovesse. L0astuta 2antemia, fingendo averli compassione, si iscusava di non aver il modo di poterlo accontentare; ma pur al fine, vinta da0 suoi dolci preg/i e cocenti sospiri, lo introdusse in casa. Ed essendo gi3 spogliato per andarsene a letto con esso lei, 2antemia li comand1 c/e andasse nel camerino ivi vicino, ove ella teneva le sue ac-ue nanfe e profumate, e c/e prima molto bene si profumasse, e poi se n0andasse al letto. )l scolare, non s0avedendo dell0astuzia della malvagia donna, entr1 nel camerino; e posto il piede sopra una tavola diffitta dal travicello c/e la sosteneva, senza potersi ritenere, insieme con la tavola cade gi: in uno magazzino terreno, nel -uale alcuni mercatanti tenevano bambaia e lane. E -uantun-ue di alto cadesse, niuno per1 male si fece nella caduta. Ritrovandosi adun-ue il scolare in -uello oscuro luogo, cominci1 brancolare, se scala o uscio trovasse; ma nulla trovando, maladiceva l0ora e 0l punto c/e 2antemia conosciuta aveva. (enuta l0aurora, e tardi accortosi il miserello dello inganno della donna, vide in una parte del magazzino certe fissure nelle mura c/e al-uanto rendevano di luce; e per essere antic/e e grommose di fastidiosa muffa, egli cominci1 con maravigliosa forza &(

cavare le pietre dove men forti parevano8 e tanto cav1, c/e egli fece un pertugio s. grande, c/e per -uello fuori se ne usc.. E trovandosi in una calle non molto lontana dalla publica strada, cos. scalcio e in camiscia prese lo cammino verso il suo albergo, e senza essere d0alcuno conosciuto, entr1 in casa. Sinforosia, c/e gi3 aveva intesa l0una e l0altra beffa fatta a Filenio, s0ingegn1 di farli la terza, non minore delle due. E cominciollo con la coda dell0occ/io, -uando ella lo vedeva, guatare, dimostrandoli c/e ella si consumava per lui. )l scolare, gi3 domenticato delle passate ingiurie, cominci1 passeggiare dinanzi la casa di costei facendo il passionato. Sinforosia, avedendosi lui esser gi3 del suo amore oltre misura acceso, li mand1 per una vecc/iarella una lettera, per la -uale li dimostr1 c/e egli con la sua bellezza e gentil costumi l0aveva s. fieramente presa e legata, c/e ella non trovava riposo n9 d. n9 notte8 e perci1, -uando a lui fusse a grado, ella desiderava, pi: c/e ogni altra cosa, di poter con esso lui favellare. Filenio, presa la lettera e inteso il tenore, e non considerato l0inganno, e smemorato delle passate ingiurie, fu il pi: lieto e consolato uomo c/e mai si trovasse. E presa la carta e la penna, le rispose c/e se ella lo amava e sentiva per lui tormento, c/e era ben contracangiata, perci1 c/e egli pi: amava lei c/e ella lui, e ad ogni ora c/e a lei ci paresse, egli era a0 suoi servigi e comandi. Letta la risposta e trovata la opportunit3 del tempo, Sinforosia lo fece venire in casa, e dopo molti finti sospiri li disse8 = Filenio mio, non so -ual altro, c/e tu, mi avesse mai condotta a -uesto passo, al -uale condotta mi &'

/ai; imperci1 c/e la tua bellezza, la tua leggiadria e il tuo parlare mi /an posto tal fuoco nell0anima, c/e come secco legno mi sento abbrusciare. = )l c/e sentendo, il scolare teneva per certo c/e ella tutta si struggesse per suo amore. 5imorando adun-ue il cattivello con Sinforosia in dolci e dilettevoli ragionamenti, e parendogli omai ora di andarsene a letto e coricarsi a lato lei, disse Sinforosia8 = 4nima mia dolce, innanzi c/e noi andiamo a letto, mi pare convenevole cosa c/e noi si riconfortiamo al-uanto; = e presolo per la mano, lo condusse in uno camerino ivi vicino, dove era una tavola apparecc/iata con preziosi confetti e ottimi vini. 4veva la sagace donna alloppiato il vino per far c/e egli s0addormentasse fino a certo tempo. Filenio prese il nappo e lo emp. di -uel vino, e non avedendosi dell0inganno, intieramente lo beve. Restaurati gli spiriti, e bagnatosi con ac-ua nanfa e ben profumatosi, se n0and1 a letto. Aon stette guari c/e il li-uore oper1 la sua virt:, e il giovane s. profondamente s0addorment1, c/e 0l grave tuono delle artigliarie e di ogni altro gran strepito malagevolmente destato l0arebbe. Laonde Sinforosia, vedendo c/e egli dirottamente dormiva e il li-uore la sua operazione ottimamente dimostrava, si part.; e c/iam1 una sua fante giovane e gagliarda c/e del fatto era consapevole, e amendue per le mani e per li piedi presero il scolare, e c/etamente aperto l0uscio, lo misero sopra la strada, tanto lungi da casa, -uanto sarebbe un buon tratto di pietra. Era circa un0ora innanzi c/e spuntasse l0aurora, -uando il li-uore perde la sua virt: e il miserello si dest1; e credendo egli esser a lato di Sinforosia, si trov1 scalzo e in camiscia e &-

semimorto da freddo giacere sopra la nuda terra. )l poverello, -uasi perduto delle braccia e delle gambe, a pena si puote levar in piedi; ma pur con gran malagevolezza levatosi, e non potendo -uasi affermarsi in piedi, meglio c/e egli puote e seppe, senza esser d0alcuno veduto, al suo albergo ritorn1, e alla sua salute proved9. E se non fusse stata la giovenezza c/e lo aiut1, certamente egli sarebbe rimaso attratto de nervi. Filenio, ritornato sano e nell0esser c/e era prima, c/iuse dentro del petto le passate ingiurie, e senza mostrarsi crucciato e di portarle odio, finse c/e egli era di tutta tre vie pi: innamorato c/e prima, e -uando l0una e -uando l0altra vag/eggiava. Ed elle, non avedendosi del mal animo c/e egli avea contra loro, ne prendevano trastullo, facendoli -uel viso allegro e -uella benigna e graziosa ciera c/e ad uno vero innamorato far si suole. )l giovane, c/e era al-uanto sdignosetto, pi: volte volse giocare di mano e signarle la faccia; ma come savio consider1 la grandezza delle donne, e c/e vergognosa cosa li sarebbe stata a percuotere tre feminelle, e raffrenossi. 2ensava adun-ue e ripensava il giovane -ual via in vendicarsi tener dovesse; e non sovenendogli alcuna, molto fra s9 stesso si ramaricava. 4venne, dopo molto spazio di tempo, c/e il giovane s0imagin1 di far cosa per la -uale al suo desiderio agevolmente sodisfar potesse; e s. come gli venne nell0animo, cos. la fortuna fulli favorevole. 4veva Filenio in ologna a pigione uno bellissimo palagio, il -uale era ornato d0un0ampia sala e di polite camere. Egli determin1 di far una superba e onorata festa, e &.

invitare molte donne, tra0 -uali vi fussero ancora Emerenziana, 2antemia e Sinforosia. Fatto l0invito e accettato, e venuto il giorno dell0onorevol festa, tutta tre le donne, poco savie, senza pensar pi: oltre, se n0andarono. Essendo l0ora di rinfrescar le donne con recenti vini e preziosi confetti, l0astuto giovane prese le tre innamorate per mano, e con molta piacevolezza le men1 in una camera, pregandole c/e si rinfrescasseno al-uanto. (enute adun-ue le pazze e sciocc/e tre donne in camera, il giovane c/iuse l0uscio della camera, e andatosene a loro, disse8 = 7ra, malvage femine, @ venuto il tempo c/e io mi vendic/er1 di voi e farovvi portare la pena dell0ingiuria fattami per lo mio grande amore. = Le donne, udendo -ueste parole, rimasero pi: morte c/e vive, e cominciorono ramaricarsi molto d0aver altrui offeso; e appresso -uesto, maladicevano loro medesime c/e troppo si avevano fidate in colui c/e odiare dovevano. )l scolare con turbato e minaccevole viso comand1 c/e, per -uanto caro avevano la vita loro, tutta tre ignude si spogliassino. )l c/e intendendo, le g/iottoncelle si guatarono l0una con l0altra, e dirottamente cominciarono a piangere8 pregandolo, non gi3 per loro amore, ma per sua cortesia e innata umanit3, l0onor suo riservato le fusse. )l giovane, c/e dentro di s9 tutto godeva, in ci1 le fu molto cortese8 non volse per1 c/e nel suo cospetto vestite rimanessero. Le donne, gittatesi a0 piedi del scolare, con pietose lagrime umilmente lo pregorono licenziare le dovesse, e c/e di s. grave scorno non fusse cagione. %a egli, c/e gi3 fatto aveva di diamante il cuore, disse -uesto non essere di biasmo ma di vendetta segno. Spogliatesi &!

adun-ue le donne e rimase come nac-uero, erano cos. belle ignude come vestite. )l giovane scolare, riguardandole da capo a0 piedi e vedendole s. belle e s. delicate c/e la lor bianc/ezza avanzava la neve, cominci1 tra s9 sentire al-uanta compassione; ma nella memoria ritornandoli le ricevute ingiurie e il pericolo di morte, scacci1 da s9 ogni piet3, e nel suo fiero e duro proponimento rimase. 4ppresso -uesto, l0astuto giovane tolse tutte le vestimenta loro e altre robbe c/e in dosso portate avevano, e in uno camerino ivi vicino le pose, e con parole assai spiacevoli le ordin1 c/e tutta tre, l0una a lato dell0altra, nel letto si coricassero. Le donne, tutte sgomentate e tremanti da terrore, dissero8 = 7/ insensate noi, c/e diranno i mariti, c/e diranno i parenti nostri, come si sapr3 c/e noi siamo -uivi state ignude trovate ucciseC %eglio sarebbe c/e noi fussimo morte in fascie, c/e esser con tal vituperoso scorno manifestate. = )l scolare, vedendole coricate l0una appresso l0altra, come fanno marito e moglie, prese uno linzuolo bianc/issimo ma non molto sottile, acci1 c/e non trasparessero le carni e fussero conosciute, e tutta tre coperse da capo a piedi8 e uscitosi di camera e c/iuso l0uscio, trov1 li mariti loro c/e in sala danzavano; e finito il ballo, menolli nella camera dove le tre donne in letto giacevano, e disseli8 = Signori miei, io vi /o -uivi condotti per darvi un poco di solacio e per mostrarvi la pi: bella cosa c/e a0 tempi vostri vedeste giammai; = e approssimatosi al letto con un torc/ietto in mano, leggermente cominci1 levar il linzuolo da0 piedi e invilupparlo, e discoperse le donne sino alle ginocc/ia; ed &"

ivi li mariti videro le tondette e bianc/e gambe con i loro isnelli piedi, maravigliosa cosa a riguardare. )ndi discopersele sino al petto, e mostrolli le candidissime coscie c/e parevano due colonne di puro marmo, col rotondo corpo al finissimo alabastro somigliante. 5opo, scoprendole pi: in su, li mostr1 il teneretto e poco rilevato petto con le due popoline sode, delicate e tonde, c/e arebbeno costretto il sommo Giove ad abbracciarle e basciarle. 5i c/e i mariti ne prendevano -uel trastullo e contento c/e imaginar si puole. Lascio pensar a voi a c/e termine si trovavano le misere e infelici donne, -uando udivano i mariti suoi prendere di loro trastullo. Elle stavano c/ete e non osavano citire, acci1 c/e conosciute non fussero. ) mariti tentavano il scolare c/e le discoprisse il volto; ma egli, pi: prudente nell0altrui male c/e nel suo, consentire non volse. Aon contento di -uesto, il giovane scolare prese le vestimenta di tutta tre le donne e mostrolle ai mariti loro. ) -uali, vedendole, rimasero con una certa stupefazione c/e li rodeva il cuore. 5opo con grandissima meraviglia pi: intensamente riguardandole, dicevano tra s98 = Aon @ -uesto il vestimento c/e io fei alla mia donnaC Aon @ -uesta la cuffia c/e io le compraiC Aon @ -uesto il pendente c/e le discende dal collo innanzi il pettoC Aon sono -uesti gli anelletti c/e la porta in ditoC = Esciti di camera, per non turbar la festa non si partirono, ma a cena rimasero. )l giovane scolare, c/e gi3 aveva inteso esser cotta la cena e ogni cosa dal discretissimo siniscalco apparecc/iata, ordin1 c/e ogn0uno si ponesse a mensa. E mentre c/e gl0invitati menavano le mascelle, lo scolare ritorn1 nella camera dove &#

le tre donne in letto giacevano; e discopertele, disse8 = uon giorno, madonne; avete voi uditi i mariti vostriC Eglino -uivi fuori con grandissimo desiderio vi aspettano vedere. &/e dimorateC Levatevi su, dormiglione; non sbadagliate, cessate omai di stropicciarvi gli occ/i, prendete le vestimenta vostre e senza indugio ponetevele in dosso, c/e omai @ tempo di gire in sala dove le altre donne vi aspettano. = E cos. le berteggiava e con diletto le teneva a parole. Le sconsolate donne, dubitando c/e 0l caso suo avesse -ualc/e crudel fine, piangevano e disperavano della lor salute. E cos. angosciate e da dolor trasfitte, in piedi si levarono, pi: la morte c/e altro aspettando. E voltatesi verso il scolare, dissero8 = Filenio, ben ti sei oltre modo di noi vendicato; altro non ci resta se no c/e tu prendi la tua tagliente spada e con -uella tu ne dia la morte, la -ual noi pi: c/e ogni altra cosa desideriamo. E se -uesta grazia tu non ne vuoi fare, ti preg/iamo almeno isconosciute a casa ne lasci ritornare, acci1 c/e l0onor nostro salvo rimanga. = 2arendo a Filenio aver fatto assai, prese gli suoi panni8 e datili, ordin1 c/e subito si rivestissero8 e rivestite c/e furono, per un uscio secreto fuori di casa le mand1; e cos. vergognate, senza esser d0alcuno conosciute, alle lor case ritornorono. Spogliatesi le loro vestimenta c/e indosso avevano, le posero nelli lor forcieri, e calidamente senza andar al letto si misero a lavorare. Finita la cena, i mariti ringraziorono lo scolare del buon accetto c/e fatto gli aveva, e, molto pi:, del piacere c/e avevano avuto in vedere i delicati corpi c/e di bellezza avanzavano il sole8 e preso da lui il combiato, si partirono &$

ed ai loro alberg/i ritornorono. Ritornati adun-ue i mariti a casa, trovorono le loro mogli c/e nelle loro camere presso il fuoco sedevano e cusivano. E perc/9 i panni, l0anella e le gioie da0 mariti vedute nella camera di Filenio li davano al-uanta suspizione, acci1 c/e niuno sospetto li rimanesse, ciascun di loro addimand1 la sua donna dove era stata -uella sera e dove erano le sue vestimenta. 4i -uali ciasc/eduna di loro arditamente rispose c/e di casa -uella notte uscita non era8 e presa la c/iave della cassa dove erano le robbe, li mostr1 le vestimenta, l0anella e ci1 c/e i mariti fatto gli avevano. )l c/e vedendo i mariti e non sapendosi c/e dire, rimasero c/eti, raccontando minutamente alle loro donne tutto -uello c/e gli era -uella notte avenuto. )l c/e intendendo, le mogli fecero sembiante di non saper nulla; e dopo c/e ebbero al-uanto riso, si spogliorono e s0andorono a riposare. Aon passorono molti giorni, c/e Filenio pi: volte per strada s0incontr1 nelle sue care madonne, e disse8 = <ual di noi ebbe maggior spaventoC -ual di noi fu peggio trattatoC = %a elle, tenendo gli occ/i c/ini a terra, nulla rispondevano. Ed in tal guisa lo scolare meglio c/e egli seppe e puote, senza battitura alcuna, virilmente si vendic1 della ricevuta ingiuria. =

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FAVOLA III.
Carlo d)Ari&ino a&a T$odo!ia, $d $lla non a&a lui, "$r i0 /$ a%$%a a Dio la %$rgini#3 "ro&$!!a( $ r$d$ndo!i Carlo on %iol$n1a a''ra iarla, in %$ $ di l$i a''ra ia "$n#ol$, aldai$, ! /idoni $ ! o%igli, $ #u##o di n$ro #in#o, da) "ro"i !$r%i %i$n$ fi$ra&$n#$ 'a##u#o.

*LIONORA,= La favola, donne mie care, dal %olino arteficiosamente raccontata, mi /a fatto rimovere da -uella c/e mi era nell0animo di dire; e un0altra raccontar vi voglio, la -uale, se non m0inganno, non sar3 di minor piacere alle donne, c/e fusse la sua a gli uomini. E -uanto pi: la sua fu lunga e al-uanto sconvenevole, tanto pi: la mia sar3 breve e onesta. 5icovi adun-ue, piacevoli donne, c/e &arlo d04rimino, s. come io penso alcuna di voi sapere, fu uomo guerreggevole, dispregiatore d0)ddio, bestemmiatore de0 santi, omicida, bestiale e dedito ad ogni specie di effeminata lussuria. E tanta fu la malignit3 di lui, e tali e tanti i vizi dell0animo, c/e non aveva pare. &ostui, essendo giovane leggiadro e riguardevole, fortemente s0accese dell0amore d0una giovanetta, figliuola d0una povera vedova; la -uale, ancor c/e avesse bisogno e con la figliuola in gran necessit3 vivesse, era per1 di tal condizione, c/e pi: tosto si arrebbe lasciata morire da fame, c/e consentire la figliuola &&

peccasse. La giovane, c/e Teodosia si c/iamava, oltre c/e era bella e piacevole, era anc/e onesta, accostumata e di canuti pensieri dotata; e s. era intenta al divino culto e alle orazioni, c/e nell0animo le temporali cose al tutto sprezzava. &arlo adun-ue, infiammato di lascivo amore, di giorno in giorno la sollecitava, e il d. c/e egli non la vedeva, da doglia si sentiva morire. 2i: volte egli tent1 con lusing/e, con doni e con ambasciate ridurla a0 suoi piaceri, ma egli nel vero s0affaticava indarno, perci1 c/e, come giovane prudente e savia, ogni cosa rifiutava, e cotidianamente pregava )ddio c/e lo rimovesse da tai disonesti pensieri. Aon potendo il giovane far pi: resistenza all0ardente amore, anzi bestial furore, e ramaricandosi di esser refutato da colei c/e pi: c/e la vita sua amava, propose nell0animo, intravenga c/e si voglia, di rapirla e contentare il suo concupiscibile appetito. %a pur temea far tumulto, e c/e 0l popolo, c/e l0odiava molto, non lo uccidesse; ma vinto dalla sfrenata voglia e divenuto come rabbioso cane, compose con duo suoi servi, uomini audacissimi, di volerla affatto rapire. Laonde un giorno, nell0oscurar della sera, egli prese le sue armi, e con i duo serventi se n0and1 alla casa della giovane; e trovato l0uscio aperto, prima c/e entrasse dentro, comand1 a gli servi facessero buona guardia, n9, per -uanto cara /anno la vita sua, lasciasseno alcuno entrare in casa o fuori uscire, fino a tanto c/e egli non ritornasse a loro. ) servi, desiderosi di compiacere al suo padrone, risposero c/e farebbero -uanto gli era da lui imposto. 4vendo adun-ue Teodosia, con -ual mezzo non so, la '((

venuta di &arlo persentita, dentro d0una povera cucina subito soletta si rinc/iuse. Salito allora &arlo su per la scala della picciola casa, trov1 la vecc/ia madre, la -uale, fuori d0ogni sospizione d0essere in tal guisa salita, a filare si stava8 e dimandolle della figliuola sua, da lui tanto desiata. L0onesta donna, veduto c/e ebbe il giovane lascivo armato, pi: tosto al mal fare c/e al bene tutto inc/inevole, molto si smarr., e nel viso come persona morta pallida divenne, e pi: volte volse gridare; ma pensando c/e nulla farebbe, prese partito di tacere e metter l0onor suo nelle mani d0)ddio, in cui molto si fidava. E preso pur al-uanto d0ardire, e voltato il viso contra a &arlo, cos. gli disse8 = &arlo, non so con -ual animo e con -ual arroganza sei tu -ui venuto a contaminare la mente di colei c/e onestamente viver desidera. Se tu sei venuto per bene, )ddio, munerator del tutto, ti dia ogni giusto e onesto contento; ma -uando altrimenti fusse, il c/e )ddio no 0l voglia, tu faresti gran male a voler con vituperio conseguire -uello c/e non sei per mai avere. Spezza adun-ue e rompi cotesta sfrenata voglia, n9 vogli tuore alla figliuola mia -uello c/e tu rendere non le puoi giamai, cio@ l0onor del corpo suo. E -uanto pi: tu sei di lei innamorato, tanto ella maggior odio ti porta, essendo tutta data alla virginit3. = &arlo, udite le compassionevoli parole della vecc/iarella, assai si turb1; n9 per -uesto si mosse dal suo fiero proponimento, ma come pazzo si mise per ogni parte della casa a ricercarla; e non la ritrovando, al luoco della picciola cucina se ne g., e trovatala rinc/iusa, pens1 c/e ella, come era, dentro vi si fusse8 e guatando per una fissura '('

della porta, vide la Teodosia c/e in orazioni si stava, e con dolcissime parole la cominci1 pregare c/e aprire lo volesse, in tal guisa dicendo8 = Teodosia, vita della mia vita, sappi c/e io non sono -ui venuto per macolare l0onor tuo, lo -uale pi: c/e me stesso amo, e lo reputo mio; ma per accettarti per propia moglie, -uando ed a te ed alla madre tua fusse a grado. Ed io vorrei esser omicida di colui c/e l0onor tor ti volesse. = Teodosia, c/e attentamente ascoltava le parole di &arlo, senza altro indugio rispondendo cos. disse8 = &arlo, rimoviti da cotesto pertinace volere; perci1 c/e per moglie mai non sei per avermi, perc/9 la mia virginit3 offersi a colui c/e 0l tutto vede e regge. E -uantun-ue a mio mal grado con violenza il corpo mio macc/iasti, non per1 la ben disposta mente, la -uale dal principio del mio nascimento al mio fattor donai, contaminar potresti. )ddio ti diede il libero arbitrio acci1 tu conoscesti il bene e il male e operasti -uello c/e pi: ti aggrada. Segui adun-ue il bene, c/e sarai detto virtuoso, e lascia il contrario, c/e @ detto vizioso. = &arlo, dopo c/e vide nulla giovare le sue lusing/e, e sentendosi rifiutare, n9 potendo pi: far resistenza alla fiamma c/e gli abbrusciava il cuore, come giovane pi: furibondo c/e prima, lasciate le parole da canto, l0uscio, il -uale non molto forte n9 molto sicuro era, con poca difficult3 ad ogni suo buon piacere aperse. Entrato adun-ue &arlo nella piccioletta cucina, e veggendo la damigella piena di grazia e d0incomprensibile bellezza, dell0amor suo pi: furiosamente infiammato, pens1 ogni suo disordinato appetito allora del tutto adempire8 e se le '(-

avent1 addosso, non altrimenti c/e volonteroso ed affamato veltro alla timidetta lepre. %a la misera Teodosia, avendo li biondi capei sparsi dopo le spalle, ed essendo tenuta stretta nel collo, divenne pallida e debole di modo c/e -uasi pi: movere non si poteva. Laonde ella lev1 la mente al cielo, ed a )ddio dimand1 soccorso. 4ppena era fornita la mentale orazione, c/e Teodosia miracolosamente sparve, ed a &arlo )ddio s. fortemente abbarbagli1 il lume dell0intelletto, c/e pi: cosa buona non conoscea; e credendo egli di toccar la damigella, abbracciarla, basciarla e in sua balia averla, altro non stringeva, altro non abbracciava n9 basciava se non pentole, caldaie, sc/idoni, scovigli ed altre simili cose c/e erano per la cucina. 4vendo gi3 &arlo saziata la sua sfrenata voglia, ed il vulnerato petto da capo moversi sentendo, corse ancora ad abbracciar le caldaie, non altrimenti c/e le membra di Teodosia fussero. E s. fattamente il volto e le mani dalla caldaia tinte rimasero, c/e non &arlo, ma il demonio pareva. )n -uesta guisa adun-ue avendo &arlo saziato il suo appetito, e parendogli oggimai tempo di partirsi, cos. di nero tinto scese gi: della scala. %a i duo servi c/e presso l0uscio facevano la guardia c/e niuno entrasse o uscisse, veggendolo cos. contrafatto e divisato in viso, c/e pi: di bestia c/e di umana creatura la sembianza teneva, imaginandosi c/e il demonio o -ualc/e fantasma egli si fusse, volsero come da cosa mostruosa fuggire. %a fattisi con miglior animo all0incontro, e guatatolo sottilissimamente nel volto, e vedutolo s. diforme e brutto, di molte bastonate il caricorono, e con le pugna, c/e di ferro '(.

parevano, tutto il viso e le spalle li ruppero, n9 li lasciorono in capo capello c/e bene gli volesse8 n9 contenti di ci1, lo gittorono a terra, stracciandogli i panni da dosso e dandogli calzi e pugna -uante mai ne puote portare; e tanto spessi erano i calzi c/e i servi li davano, c/e mai &arlo non puote aprire la bocca ed intendere la causa perc/9 cos. crudelmente lo percotevano. %a pur tanto fece, c/e usc. delle lor mani8 e via se ne fugg., pensando tuttavia averli dietro le spalle. &arlo adun-ue essendo da0 suoi servi senza pettine oltra modo carminato, ed avendo per le dure pugna gli occ/i s. lividi e gonfi c/e -uasi non discerneva, corse verso la piazza gridando e fortemente ramaricandosi de0 servi suoi c/e l0avevano s. maltrattato. La guardia della piazza, udendo la voce ed il lamento c/e egli faceva, gli and1 all0incontro, e veggendolo s. diforme e col viso tutto impiastracciato, pens1 lui esser -ualc/e pazzo. E non essendo da alcuno per &arlo conosciuto, ognuno il cominci1 deleggiare e gridare8 = 5alli, dalli, c/e gli @ pazzoB = e appresso -uesto alcuni lo sping/ievano, altri gli sputavano nella faccia ed altri prendevano la minuta polve e glie la aventavano ne gli occ/i. E cos. in grandissimo spazio di tempo lo tennero, infino a tanto c/e 0l rumore and1 alle orecc/ie del pretore; il -uale, levatosi di letto e fattosi alla finestra c/e guardava sopra la piazza, dimand1 c/e era intravenuto, c/e cos. gran tumulto si faceva. Eno della guardia rispose c/e era un pazzo c/e metteva la piazza tutta sotto sopra. )l c/e intendendo, il pretore domand1 c/e, legato, li fusse menato dinanzi. E cos. fu esse-uito. &arlo, c/e per lo adietro era da tutti molto '(!

temuto, vedendosi esser legato, sc/ernito e maltrattato, n9 sapendo c/e era isconosciuto, assai di ci1 seco si maravigliava; ed in tanto furore divenne, c/e -uasi ruppe il laccio c/e legato lo teneva. Essendo adun-ue &arlo condotto dinanzi al pretore, subito il pretore lo conobbe c/e egli era &arlo da 4rimino8 n9 puote altro imaginare, salvo c/e -uella lordura e diformit3 procedeva per causa di Teodosia, la -uale egli sapeva c/e sommamente amava. Laonde cominci1 lusingarlo ed accarezzarlo, promettendogli di punire coloro c/e di tal vergogna erano stati cagione. &arlo, c/e ancora non sapeva c/e egli paresse un etiopo, stava tutto sospeso; ma poscia c/e c/iaramente conobbe lui esser di bruttura tinto, c/e non uomo ma bestia pareva, pens1 -uello istesso c/e 0l pretore imaginato s0aveva. E mosso a sdegno, giur1 di tal ingiuria vendicarsi, -uando il pretore non la punisse. )l rettore, venuto il c/iaro giorno, mand1 per Teodosia, giudicando lei aver fatto ci1 per magica arte. %a Teodosia, c/e tra s9 considerava il tutto ed ottimamente conosceva il pericolo grande c/e le poteva avvenire, se ne fugg. ad uno monasterio di donne di santa vita8 dove nascosamente dimor1, servendo a 5io, tutto il tempo della vita sua con buon cuore. &arlo dopo fu mandato allo assedio di uno castello, e volendo fare maggiori prove di ci1 c/e li conveneva, fu preso come vil topo a trappola; perci1 c/e volendo ascendere le mura del castello e primo mettere lo stendardo del papa sopra li merli, fu colto da una grossa pietra, la -uale in tal maniera il fracass1 e ruppe, c/e non puote appena dir sua colpa. E cos. il malvagio &arlo, come meritato aveva, senza sentire '("

vero frutto del suo amore, la sua vita miseramente fin.. =

FAVOLA IV.
Il d$&onio, !$n#$ndo i &ari#i /$ !i la&$n#ano d$ll$ loro &ogli, "r$nd$ Sil%ia Balla!#ro "$r &ogli$ $ Ga!"arino Bon io "$r o&"ar$ d$ll)an$llo, $ non "o#$ndo on la &ogli$ %i%$r$, !i "ar#$ $d $n#ra n$l or"o d$l Du a di M$lfi, $ Ga!"arino !uo o&"ar$ fuori lo ! a ia.

*BENEDETTO TRIVIGIANO,= La leggerezza e poco senno c/e oggi si trova nella maggior parte delle donne, parlando tuttavia di -uelle c/e senza considerazione alcuna si lasciano abbarbagliare gli occ/i dell0intelletto e cercano di adempire ogni suo sfrenato desiderio, mi d3 cagione c/e io racconti a -uesta orrevole compagnia una favola non pi: per lo adietro intesa8 la -uale, -uantun-ue breve e mal composta sia, pur spero dar3 alcuno ammaestramento a voi donne di non essere cos. moleste nell0avenire a0 mariti vostri, come siete state fin0ora. E se io sar1 mordace, non accusate me c/e a tutte voi minimo servitore sono, ma incolpate la signora nostra c/e mi /a lasciata la briglia c/e io possi, s. come ancor voi udito avete, raccontare -uello c/e pi: m0aggrada. Gi3 gran tempo fa, graziose donne, c/e avendo il demonio presentite le gravi -uerele c/e facevano i mariti '(#

contra le loro mogli, determin1 di maritarsi. E presa la forma d0un leggiadro e polito giovane e de0 denari e de0 poderi accomodato molto, 2angrazio Stornello per nome si fece c/iamare. E sparsa la fama fuori per tutta la citt3, vennero molti sensali, i -uali gli offerivano donne bellissime e con molta dote; e tra le altre gli fu proposta una nobile e gentil donna di somma bellezza, Silvia allastro per nome c/iamata8 la -uale al demonio molto piacendo, per moglie diletta la prese. <uivi furono le nozze grandissime e pompose, e molti parenti e amici da l0una e l0altra parte furono invitati8 e venuto il giorno di sposarla, tolse per compare dell0anello un messer Gasparino da ca0 oncio, e finite le solenni e sontuose nozze, condusse la sua diletta Silvia a casa. Aon passorono molti giorni, c/e 0l demonio le disse8 = Silvia, moglie mia, pi: c/e me stesso da me amata, tu puoi agevolmente comprendere -uanto cordialissimamente ti ami8 e -uesto l0/ai potuto vedere per molti effetti. Essendo adun-ue cos. come veramente @, tu mi concederai una grazia, la -uale e a te sar3 facillima e a me di sommo contento. La grazia c/e io ti dimando, @ c/e tu ad ora m0addimandi tutto -uello c/e imaginare si pu1, s. di vestimenta come di perle, gioie ed altre cose c/e a donna possino appartenere; perci1 c/e deliberai, per l0amore c/0io ti porto, di contentarti di tutto ci1 c/e mi addimanderai, se ben valesse un stato8 con -uesta per1 condizione, c/e nell0avenire tu non abbi a molestarmi per tal cagione, ma c/e -ueste cose ti siano bastevoli per tutto il tempo della vita tua8 n9 altro cerc/erai da me, perc/9 altro non averai. = Silvia, tolto il termine di rispondere al marito, se n0and1 '($

alla madre c/e 4nastasia si dimandava e perc/9 era al-uanto vecc/ia, era parimente astuta8 e le raccont1 ci1 c/e 0l marito detto le aveva, e c/iesele consiglio -uello addimandare dovesse. La madre, sagace e saputa molto, intesa la proposta, prese la penna in mano e scrisse tante cose, c/e una lingua in un giorno intiero non sarebbe bastevole la minima parte a raccontare8 e disse alla figliuola8 = Ritorna a casa, e d. al tuo marito c/e ti faccia tutto -uello c/e si trova scritto in -uesta carta, c/e rimarrai contenta. = Silvia, partitasi dalla madre e andasene a casa, s0appresent1 al marito, e c/iesegli tanto -uanto nella scritta si conteneva. 2angrazio, letta la scritta e ben considerata, disse alla moglie8 = Silvia, guata bene c/e non ci manc/i cosa alcuna, acci1 c/e poi non ti lamenti di me; perci1 c/e ti fo sapere c/e, se tu poi mi c/iederai cosa veruna, -uella da me al tutto ti fia negata, n9 ti valeranno i pietosi preg/i n9 le calde lagrime. 2ensa adun-ue ai casi tuoi, e guata bene se nulla ci manca. = Silvia, non sapendo altro c/e addimandare, disse c/e si contentava di -uanto nella scritta si conteneva, e c/e mai pi: altra cosa non gli addimanderebbe. )l demonio le fece molte vestimenta lavorate a compassi di grossissime perle e preciose gioie, e diverse altre ricc/e robbe, le pi: belle e le pi: care c/e mai fusseno state vedute d0alcuno. 4ppresso -uesto, le diede reti di perle, anella e cinture e altre cose assai, e molto pi: c/e nella scritta si conteneva. )l c/e sarebbe impossibile a raccontare. Silvia, c/e era s. ben vestita e s. ben adornata, c/e non vi era altra donna nella citt3 c/e se le potesse '(%

agguagliare, stava tutta allegra, n9 aveva bisogno di addimandare cosa alcuna al marito, perc/9 nulla per giudizio suo le mancava. 4venne c/e nella citt3 si preparava una solenne e magnifica festa, alla -uale furono invitate tutte le famose e orrevoli donne c/e si trovassino8 e tra le altre fu anc/e invitata la signora Silvia per esser nobile, bella e delle maggiori. Laonde le donne mutorono i portamenti, e a nuove fogge non pi: usate, anzi lascive molto, si diedero; e i loro vestimenti erano s. differenti da0 primi, c/e nulla si assimigliavano. E beata colei, come al presente si usa, c/e poteva trovar abito e portamento per l0adietro non pi: usato, acci1 c/e pi: pomposamente onorasse la solenne festa. &iasc/eduna donna a pi: potere s0ingegnava di avanzare le altre in ritrovare nuove e disdicevoli pompe. 4lle orecc/ie di Silvia era gi3 pervenuto come le matrone della citt3 facevano varie fogge di vestimenta per onorare la superba festa. 7nde s0imagin1 c/e -uelle vestimenta, c/e ella aveva, non fussero pi: buone n9 al proposito suo, perc/9 erano fatte all0antica, ed ora si usavano vestimenta di altra maniera. )l perc/9 ella entr1 in s. fiera e s. spiacevole malinconia e cordoglio, c/e n9 mangiare n9 dormire non poteva; e per casa non si udivano se non sospiri e lamenti, i -uali discendevano dalle infime parti dell0addolorato cuore. )l demonio, c/e -uello c/e la moglie aveva, apertamente sapeva, finse di nulla sapere8 e accostatosi a lei, disse8 = Silvia, c/e /ai tu, c/e s. mesta e dolorosa mi pariC Aon vuoi ancor tu andartene a -uesta solenne e pomposa festaC = Silvia, vedendosi aver campo '(&

largo di rispondere, prese al-uanto d0ardire, e disse8 = E come volete voi, marito mio, c/e io vi vadiC Le vestimenta mie sono tutte all0antica, e non sono come -uelle c/e oggid. le altre donne usano. (olete voi c/e io sia dileggiata e beffataC (eramente, no 0l credo. = 5isse allora il demonio8 = Aon ti /o fatto io ci1 c/e per tutto il tempo della vita tua ti faceva bisognoC E come ora mi addimandi cosa alcunaC = Ed ella di tal guisa vestimenta non avere rispondeva, ramaricandosi molto della sua mala sorte. 5isse il demonio8 = 7r va, >e -uesto ti sia per sempreB? e addimandami tutto ci1 c/e vuoi, c/e per -uesta fiata da me ti fia concesso. E se pi: nell0avenire cosa alcuna m0addimanderai, tieni per certo c/e ti averr3 cosa c/e ti sar3 di sommo scontento. = E tutta allegra Silvia li ric/iese infinite cose, c/e malagevol cosa sarebbe raccontarle a punto a punto. Ed il demonio senza dimoranza alcuna la sfrenata voglia della moglie affatto ademp.. Aon passorono molti mesi, c/e le donne cominciorono far nuove guise de abiti, de0 -uali Silvia vedeasi priva. E perc/9 ella non poteva comparere tra le altre donne c/e avevano fogge sopra fogge, ancor c/0ella fusse riccamente vestita e di molte gioie oltre modo addobbata, molto sospesa e di trista voglia si stava, n9 dire cosa alcuna al marito ardiva, perci1 c/e gi3 due volte egli l0aveva accontentata di tutto -uello c/e addimandare si poteva. 2ur il demonio, veggendola stare s. malinconiosa e sapendo la causa, ma fingendo di non saperla, disse8 = &/e ti senti tu, Silvia mia, c/e s. trista e s. di mala voglia ti veggioC = 4 cui arditamente Silvia rispose8 = Aon debbo io contristarmi e ''(

star di mala vogliaC Senza abiti c/e oggid. usano le donne mi trovo, n9 posso comparer tra l0altre c/e derisa e beffata non sia. )l c/e a l0uno e l0altro di noi @ vituperevole molto. E la servit: c/e /o con esso voi, essendovi sempre stata fedele e leale, non merita cotale ignominia e vergogna. = 4llora il demonio, tutto d0ira acceso, disse8 = )n c/e io mai mancato ti sonoC Aon ti /o gi3 due fiate accontentata di tutto -uello c/e addimandare si puoleC 5i c/e ti lamenti di meC )o non so pi: c/e farti. )o voglio accontentare il tuo disordinato appetito, e tanto lontano andarommene, c/e pi: di me non sentirai novella alcuna. = E fattile molti drappi alla foggia c/e allora si usavano, e sodisfattala del tutto, da lei senza tuor commiato alcuno si part., ed a %elfi se n0and18 e nel corpo del duca entrato, oltre modo lo tormentava. )l povero duca, dal maligno spirito gravemente afflitto, tutto affannoso si stava; n9 vi era in %elfi uomo veruno di s. buona e santa vita, c/e da dosso torre lo potesse. 4venne c/e messer Gasparino oncio, compare dall0anello del demonio, per alcuni delitti da lui commessi fu della citt3 sbandito. Laonde, acci1 c/e preso non fusse e per giustizia pienamente punito, indi si part., ed a %elfi se n0and1. E perc/9 mistiero alcuno non sapeva, n9 c/e far altro fuor c/e giuocare e -uesto e -uell0altro ingannare, diede fama per tutta la citt3 di %elfi come egli era uomo esperto ed aveduto ed atto molto ad ogni orrevole impresa; e nondimeno del tutto era inespertissimo. 7r giuocando un giorno messer Gasparino con alcuni gentiluomini di %elfi, e avendoli con sue baratterie aggiunti, -uelli molto si '''

turborono, e se non fusse stato il timore della giustizia, agevolmente ucciso l0arrebbero. E non potendo l0uno di loro patire tal ingiuria, disse tra s98 = )o ti punir1 di s. fatta maniera, c/e, mentre tu viverai, sarai memore di me. E senza mettervi punto d0indugio, dai compagni si part., ed al duca se n0and1; e fattali la convenevole riverenza, disse8 = Eccellentissimo duca e signor mio, @ in cotesta citt3 un uomo, Gasparino per nome c/iamato, il -uale si va vantando saper trarre gli spiriti da dosso di c/iun-ue persona8 siano di -ual -ualit3 spiriti esser si voglino, o aerei o terrestri o di -ualun-ue altra sorte. 7nde sarebbe buono c/e vostra Eccellenza ne fesse alcuna esperienza, acci1 c/e da tal crucciamento ella rimanesse libera. = )nteso c/e ebbe il duca -uesto, incontanente mand1 a c/iamare messer Gasparino8 il -uale, intesa la domanda, al duca se n0and1. )l duca, guatatolo bene nel viso, disse8 = %aestro Gasparino, voi vi avete vantato di saper trarre gli spiriti da dosso; io, come voi vedete, sono ispiritato, e se vi basta l0animo di liberarmi dal maligno spirito c/e tuttavia mi cruccia e tormenta, vi prometto di farvi un dono, c/e sempre felice sarete. = %esser Gasparino, c/e mai non aveva mossa parola di simil cosa, tutto stupefatto rimase, e neg1 s9 mai aversi da vanto di simil cosa. )l gentiluomo c/e poco discosto era, accostatosi a lui, disse8 = Aon vi arricordate, maestro, -uando voi diceste s. e s.C = E messer Gasparino con intrepida ed aperta fronte il tutto negava. Stando adun-ue in -uesta contenzione ambeduo, e l0uno affermando e l0altro negando, disse il duca8 = 2onete silenzio alle parole, ed a voi, maestro Gasparino, io do ''-

termine tre giorni di maturamente pensare ai casi vostri; e se voi da tal miseria mi scioglierete, io vi prometto darvi in dono il pi: bel castello c/e si trovi sotto il mio potere, ed oltre ci1 voi potrete disporre di me come della persona propia. %a se altrimenti farete, tenetevi certo c/e, oggi otto giorni, sarete tra due colonne del mio palazzo per la gola sospeso. = %esser Gasparino, inteso il fiero voler del duca, molto ramaricato rimase8 e partito da lui, giorno e notte pensava come lo spirito trarre di dosso li potesse. E venuto il termine statuito, messer Gasparino al duca ritorn1, e fattolo stendere sopra uno tappeto in terra, cominci1 il maligno spirito scongiurare c/e uscire di -uel corpo dovesse e c/e pi: non lo tormentasse. )l demonio, c/e indi -uetamente si posava, nulla in -uel punto li rispose, ma al duca si fattamente gonfi1 la gola, c/e -uasi si sent. morire. Ripetendo allora mastro Gasparino il suo scongiuro, disse il demonio8 = 7 compare mio, voi avete il buon tempoB )o me ne sto bene ed agiato, e volete c/e -uindi mi partiC (oi vi affaticate in vano; = e del compare assai se ne rideva. Tornato messer Gasparino la terza volta a scongiurarlo, ed addimandatolo di pi: cose, e di continovo c/iamandolo compare, n9 potendosi imaginare c/i egli si fusse, al fine lo costrinse a dire c/i egli era. 4 cui rispose il demonio8 = 5opo c/e io sono costretto a confessarvi il vero e manifestarmi c/i io sono, sappiate c/0io sono 2angrazio Stornello, marito di Silvia allastro. Aon lo sapete voiC 2ensate forse c/0io non vi conoscaC Aon siete voi messer Gasparino oncio, mio carissimo compare dall0anelloC Aon ''.

sapete voi -uanti trionfi abbiamo fatti insiemeC = 5e/, compare, = disse allora messer Gasparino, = c/e fate voi -ua dentro a tormentare il corpo di -uesto misero ducaC = )o non ve 0l voglio dire, = rispose il demonio; = andate via, e pi: non mi molestate, perci1 c/e mai io non stetti meglio di -uello c/0io mi trovo ad ora. = 4llora messer Gasparino tanto lo scongiur1, c/e di necessit3 fu costretto il demonio a raccontarli minutamente la causa per la -uale era partito dalla moglie ed entrato nel corpo del duca. 5isse messer Gasparino8 = 7 caro mio compare, non volete farmi un grande piacereC = E c/eC = disse il demonio. = Escire di -uesto corpo, = disse messer Gasparino, = e non darli pi: noia. = 5e/, compare, = disse il demonio, = voi mi parete un gran pazzo a dimandarmi cotal cosa; perci1 c/e tanto refrigerio trovo -ua dentro, c/e meglio imaginar non mi potrei. = 5isse messer Gasparino8 = 2er la fede di compare c/e @ tra noi, vi prego c/e mi vogliate compiacere per -uesta fiata; perci1 c/e, se -uinci non vi partite, io rimarr1 di vita privo, e voi della mia morte sarete cagione. = Rispose il demonio8 = Aon @ oggid. nel mondo la pi: trista e scelerata fede -uanto -uella del compare, e se voi ne morirete, il danno fia vostro e non mio. &/e desidero io altro c/e vedervi nel fondo dell0infernal abissoC 5ovevate voi esser pi: prudente e savio e tenere la lingua tra0 denti, perci1 c/e un buon tacere non fu mai scritto. = 5itemi almeno, compare, = disse messer Gasparino, = c/i fu colui c/e in tanto travaglio vi puoseC = 4bbiate pazienza, = rispose il 5emonio, = perci1 c/e non posso n9 ve lo voglio dire. 7r partitevi di -ua, e non aspettate altra ''!

risposta da me. = E -uasi mezzo sdegnato, lasci1 il duca pi: morto c/e vivo. Essendo dopo al-uanto spazio il duca rivenuto, disse messer Gasparino8 = Signor duca, state di buon animo, c/e tosto sentirete la vostra liberazione. )o non voglio altro per ora da voi, se non c/e fate c/e domattina s0appresentino al palazzo tutti i musici e sonatori, e c/e sonino tutte le campane della terra e siano tratte tutte le artigliarie della citt3, e c/e unitamente facciano grandissima allegrezza e trionfi8 e -uanto pi: strepito faranno, tanto pi: contento ne sar1; e poi lasciate l0impaccio a me. = E cos. fu fatto. (enuta adun-ue la mattina seguente, e andatosene messer Gasparino al palazzo, cominci1 scongiurare lo spirito del duca; e mentre c/e lo scongiurava, si incominciorono sentire per la citt3 trombe, nacc/ere, tamburi, buccine, campane, artigliarie e tanti stromenti musici c/e ad un tempo sonavano, c/e pareva c/e 0l mondo venisse a fine. E seguendo messer Gasparino il suo scongiuro, disse il demonio8 = 5e/, compare, c/e vuol dire tanta diversit3 de stromenti con s. confuso strepito, c/e mai pi: non gli /o sentitiC = 4 cui rispose messer Gasparino8 = Aon lo sapete voi, compare mioC = Ao, = disse il demonio. = E come noC = rispose messer Gasparino. = 2erci1 c/e noi, velati di -uesti corpi umani, non possiamo intendere n9 sapere il tutto, c/e troppo grossa @ -uesta materia corporale. = 5irovvelo brevemente, = rispose messer Gasparino, = se paziente starete ad ascoltarmi, e non molestarete il povero duca. = 5itelo, vi prego, = disse il demonio, = c/e volentieri vi ascolter1, e promettovi per ora di non ''"

molestarlo. = 4llora messer Gasparino disse8 = Sappiate, compare mio, c/e il duca, vedendo c/e da lui non vi volete partire n9 cessare di tormentarlo, ed avendo inteso c/e voi dalla moglie, per la mala vita c/e ella vi dava, vi siete partito, per lei /a mandato8 e del giunger suo tutta la citt3 ne fa grandissima festa e trionfo. = )l c/e intendendo, il demonio disse8 = 7/ malvagio compareB voi siete stato pi: astuto e scelerato di me. Aon vi diss0io /eri c/e non si trov1 mai compare c/e a l0altro fido fusse e lealeC (oi siete stato l0inventore e -uello c/e l0/a fatta venire. %a tanto il nome della moglie aborrisco ed /o in odio, c/e pi: tosto nell0oscuro abisso dell0inferno mi contento di stare, c/e dove ella si trovi abitare. Laonde -uinci ora mi parto, e s. lontano me ne vo, c/e pi: novella alcuna di me non saperete. = E fatto segno d0un grosso gonfiamento di gola e d0un volger d0occ/i ed altri spaventosi segni, del corpo del duca si part.. E lasciato un fetente puzzo, il duca da lo spirito libero al tutto rimase. Aon passorono molti giorni, c/e 0l poverello duca nel suo pristino stato rivenne e ricuper1 le smarrite forze. E non volendo esser d0ingratitudine accusato, c/iam1 messer Gasparino, e d0un bellissimo castello signore lo fece, dandoli molta -uantit3 di danari e serventi c/e lo servisseno; ed al dispetto degli invidiosi il buon messer Gasparino con felice e prosperevole stato lungamente visse. E madonna Silvia, vedute le sue vestimenta e gioie e anella in cenere e fumo converse, tra poc/i giorni disperata miseramente mor.. =

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FAVOLA V.
M$!!$r Si&"li io d$) Ro!!i !)inna&ora in Giliola, &ogli$ di G/iro##o S anf$rla on#adino, $ #ro%a#o dal &ari#o in a!a, %i$n ! on ia&$n#$ 'a##u#o $ "i!#o, $d a a!a !$ n$ #orna.

*VICEN+A,= Aegar non si pu1, vezzose donne, c/e amore per sua natura gentil non sia8 ma rade volte ci concede glorioso e felice fine. S. come avenne a messer Simplicio de0 Rossi innamorato; il -uale, credendosi godere la persona da lui cotanto amata, si part. da lei carico di tante busse, -uante mai uomo potesse portare. )l c/e saravvi apertamente noto, se alla mia favola, c/e ora raccontarvi intendo, benigna audienza, si come @ di costume vostro, prestarete. Aella villa di santa Eufemia, posta sotto &ampo San 2ietro, territorio della celebre e famosa citt3 di 2adova, gi3 gran tempo fa, abitava G/irotto Scanferla, uomo per contadino assai ricco e potente, ma sedizioso e partigiano; ed aveva per moglie una giovane, Giliola per nome c/iamata, la -uale, per femina di villa, era da tutti bellissima riputata. 5i costei caldamente s0innamor1 Simplicio de0 Rossi, cittadino padoano. E perc/9 egli aveva la sua casa vicina a -uella di G/irotto, con sua moglie, c/e era gentile, accostumata e bella, per diporto in contado sovente se n0andava. E -uantun-ue la moglie avesse molte ''$

condizioni c/e la facevano grande, nondimeno egli poco di lei si curava. E tanto era dell0amore di Giliola acceso, c/e n9 di giorno n9 di notte non sapeva c/e fusse riposo alcuno. <uesti teneva l0amor suo nascosto nel suo cuore, n9 osava in maniera alcuna scoprirlo, s. per temenza del marito e per la buona vita di Giliola, s. ancora per non dar scandalo alla prudente moglie. 4veva messer Simplicio appresso casa una fonte, di cui risorgevano ac-ue s. c/iare e s. saporite, c/e non pur i vivi, ma ancor i morti ne arebbeno potuto bere. 7nde c/e Giliola e mattina e sera e secondo c/e le facea bisogno, alla c/iara fonte se n0andava, e con una secc/ia di rame attingeva l0ac-ua ed a casa la portava. 4mor c/e veramente a niuno perdona, molto messer Simplicio spronava; ma pur conoscendo la vita c/e ella teneva e la buona fama c/e ne risplendeva, non ardiva di farle motto alcuno, ma solo alle volte con il vederla si nodriva e consolava il cuore. 5i c/e ella non sapeva, n9 mai di tal fatto accorta si era; perci1 c/e, come femina di buon nome e di buona vita, al marito e alla casa sua, e non ad altro attendeva. 7r andando un giorno Giliola alla fonte, s. come era sua usanza, per attingere l0ac-ua, per aventura in messer Simplicio s0incontr1, al -uale ella semplicemente, s. come ogni altra femina fatto arrebbe, disse8 = uon giorno, messere; = ed egli le rispose8 = TiccoB = pensando con tal parola doverla intertenere ed al-uanto domesticare; ma ella, pi: oltre non pensando, altro non diceva, ma se n0andava per i fatti suoi. 4veva messer Simplicio pi: e pi: volte data cotal risposta a Giliola c/e ogni volta c/e lo vedeva, lo salutava; ''%

ma ella, c/e della malizia di lui non s0avedeva, col capo basso a casa si ritornava. &ontinovando adun-ue in cotal risposta messer Simplicio, venne in animo a Giliola di dirlo a G/irotto suo marito. Ed essendo un giorno in dolci ragionamenti con esso lui, disse8 = 7 marito mio, io vi voglio dire una cosa, c/e voi forse ve ne riderete. = &/e cosaC = disse G/irotto. = 7gni volta = disse Giliola, = c/e io me ne vado alla fonte per attingere dell0ac-ua, io trovo messer Simplicio e gli do il buon giorno, ed egli mi risponde8 TiccoB )o /o pi: e pi: volte considerata tal parola, n9 mai mi /o possuto imaginare c/e si voglia dire, Ticco. = E tu = disse G/irotto, = c/e gli /ai rispostoC = )o = disse Giliola, = nulla gli /o mai risposto. = %a fa = disse G/irotto = c/e se egli pi: ti dice8 TiccoB c/e tu gli risponda8 TaccoB e vedi e attendi bene a -uello c/e egli ti dir3, e non gli risponder altro, ma vientene secondo l0usanza tua a casa. Giliola, alla solita ora andatasene alla fonte per ac-ua, trov1 messer Simplicio, e di9gli il buon giorno; ed egli, se condo l0uso suo, = TiccoB = le rispose. E Giliola, replicando s. come il suo marito ammaestrata l0aveva, disse8 = TaccoB = 4llora messer Simplicio, tutto invag/ito e pensando c/e ella dell0amor suo se ne fusse aveduta, ed imaginandosi di averla a0 suoi comandi, prese al-uanto di ardire, e disse8 = <uando vengoC = %a Giliola, s. come il marito imposto le aveva, nulla rispose8 e ritornata a casa e addimandata dal marito come andata era la cosa, disse c/e ella fatto aveva tanto -uanto egli le aveva ordinato, e c/e messer Simplicio detto le aveva8 = <uando vengoC = e c/e ''&

ella altro non gli aveva risposto. G/irotto, c/e era uomo astuto, -uantun-ue contadino fusse, ed agevolmente comprendeva le parole di messer Simplicio, tra s9 molto si turb1, ed imaginossi -uelle parole importar altro c/e infilzar perle al scuro; e disse alla moglie8 = Se tu vi torni pi:, ed egli ti dica8 <uando vengoC rispondeli8 <uesta seraB e ritorna a casa, e lascia far a me. = (enuto adun-ue il giorno seguente, Giliola secondo l0usanza sua and1 per cavare l0ac-ua della fonte, e trov1 messer Simplicio c/e con sommo desiderio l0aspettava, e dissegli8 = uon giorno, messere. = 4 cui messer Simplicio rispose8 = TiccoB = ed ella a lui disse8 = TaccoB = Ed egli a lei8 = <uando vengoC = )n -uesta seraB = Giliola rispose. Ed egli = )n -uesta sera siaB = disse. Ritornata Giliola adun-ue a casa, disse al marito8 = )o /o operato tanto -uanto imposto m0avete. = E c/e ti /a egli rispostoC = disse G/irotto. = )n -uesta sera sia, = disse Giliola. G/irotto c/e gi3 aveva carico lo stomaco d0altro c/e di lasagne e di macc/eroni, disse8 = Giliola, andiamo a misurare dodici sacc/i di biada, perc/9 io voglio fingere di andare al molino; e venendo messer Simplicio, fagli accoglienze e ricevilo onoratamente. E fa c/e tu abbi apparecc/iato uno sacco vuoto appresso -uelli c/e pieni saranno di biada8 e come tu sentirai c/0io sia giunto a casa, fa c/e entri nel sacco apparecc/iato e si nascondi; e poscia lascia l0impaccio a me. = E0 non vi sono in casa tanti sacc/i c/e siano al numero c/e voi volete, = disse Giliola. = 5isse allora G/irotto8 = %anda la &ia vicina nostra da messer Simplicio8 e fa c/0egli te ne impresti duo8 e fa c/e gli '-(

dica c/e io gli voglio per andar -uesta sera al molino. = E tanto fu fatto. %esser Simplicio c/e ottimamente considerate aveva le parole della Giliola, e veduto come egli aveva mandato a ric/ieder duo sacc/i imprestito, credendo veramente c/e 0l marito se n0andasse al molino, si trov1 il pi: felice e il pi: contento uomo del mondo8 pensando tuttavia c/e ancor ella fusse del lui, come egli del lei amore accesa; ma non s0avedeva il poverello di ci1 c/e era ordito e tramato contra lui, perci1 c/e forse pi: cautamente sarebbe proceduto di -uello c/e egli fece. %esser Simplicio, c/e nel cortile aveva molti buoni capponi, ne prese duo e degli migliori; e mandolli per lo suo valletto a Giliola, commettendoli c/e li facesse cucinare, c/e verrebbe la sera a lei secondo l0ordine dato. (enuta la buia notte, messer Simplicio nascosamente di casa si part., ed alla casa di G/irotto se n0and18 e da Giliola fu graziosamente ricevuto. (edendo allora messer Simplicio i sacc/i pieni della biada, e credendo c/e 0l marito fosse andato al molino, disse a Giliola8 = 5ov0@ G/irottoC )o credevo c/e oramai egli fusse al molino; ma vedendo i sacc/i ancor -ui in casa, non so c/e dirmi. = Rispose Giliola8 = %esser Simplicio, non vi ramaricate, n9 abbiate punto di paura, c/e 0l tutto passer3 bene. Sapiate c/e nell0ora di vespro venne -ui a casa suo cognato, e gli disse come la sorella sua era molto gravata da una continova febbre, e c/e la non vederebbe dimane. 7nde egli, montato a cavallo, se ne @ partito per vederla innanzi c/e la moia. = %esser Simplicio, c/e ben semplice c/iamar si poteva, credendo ci1 esser il vero, s0acc/et1. %entre c/e Giliola '-'

s0affaticava di cuocere i capponi ed apparecc/iare la mensa, ecco c/e G/irotto suo marito sopragiunse nel cortile8 ed avendolo Giliola sentito, e fingendo di esser addolorata, disse8 = 4/i, miseri noi, c/e siamo mortiB = e senza metter indugio alcuno, ordin1 c/e messer Simplicio entrasse nel sacco c/e ivi vuoto era rimaso8 ed entratovi dentro, -uantun-ue non molto volontieri v0intrasse, accost1 il sacco, con messer Simplicio, dietro a gli altri sacc/i c/e erano pieni di biada, ed aspett1 c/e 0l marito venisse in casa. (enuto G/irotto in casa, e veduta la mensa apparecc/iata ed i capponi c/e nella pentola si cucinavano, disse alla moglie8 = &/e vuol dire -uesta sontuosa cena c/e parata mi /aiC = 4 cui Giliola rispose8 = )o pensavo c/e voi doveste ritornare stanco e lasso a casa, ancor c/e mezza notte fusse; ed acci1 c/e voi poteste rifocilarvi al-uanto e mantenervi nelle fatic/e c/e di continovo fate, io vi /o voluto apparecc/iare alcuna cosa di sostanza a cena. = 2er mia f9, = disse G/irotto, = c/e tu /ai fatto gran bene; perci1 c/e mal disposto mi trovo, e non vedo l0ora di cenare e andarmene a riposare, acci1 c/e domattina per tempo io possi girmene al molino. %a prima c/e noi se n0andiamo a cena, io voglio c/e noi vediamo se gli sacc/i apparecc/iati per andar al molino sono al peso e giusti. = Ed accostatosi a gli sacc/i, li cominci1 prima annomerare, e trovolli tredeci; e fingendo di non averli bene annomerati, da capo li torn1 a raccontare8 e ritrovandoli pur tredeci, disse alla moglie8 = Giliola, e c/e vuol dire c/e gli sacc/i sono '--

tredeciC E pur n0abbiamo apparecc/iati solamente dodeciB E dove viene -uestoC = 4 cui ella rispose8 = )o so c/e -uando noi insaccassimo la biada, gli sacc/i erano dodeci8 ma come sia aggiunto il terzo decimo, io non ve lo so dire. = %esser Simplicio c/e nel sacco si stava e ben sapeva c/e erano tredeci, c/e cos. per lui non fussero stati, stavasi c/eto, e tra s9 stesso dicendo 2ater nostri bassi, maladiceva lei ed il suo amore e s9 c/e fidato se n0era; e se uscire delle sue mani avesse potuto, volontieri si sarebbe fuggito8 e -uasi pi: temeva il scorno assai c/e 0l danno. %a G/irotto, c/e 0l sacco ben conosceva, lo prese e lo strascin1 fino fuori de l0uscio c/e astutamente aveva fatto lasciare aperto8 e -uesto, perc/9, dandogli delle busse, avesse campo largo di uscire del sacco e fuggire alla buona ventura. 4veva preso G/irotto un bastone nodoso, a tal effetto apparecc/iato, e lo incominci1 s. fattamente pistare, c/e non gli rimase membro c/e tutto pisto e rotto non fusse8 e poco manc1 c/e morto non rimanesse. E se non fusse stata la moglie c/e per piet3 o per temenza del marito c/e bandito non fusse, glielo tolse di mano, facilmente ucciso l0arrebbe. 2artitosi adun-ue G/irotto ed abbandonata l0impresa, messer Simplicio se ne usc. del sacco8 e cos. mal trattato a casa se n0and1, parendoli di aver G/irotto col bastone sempre alle spalle. E messosi in letto, stette molti giorni innanzi c/e riaver si potesse. G/irotto fra -uesto mezzo, con la sua Giliola a costo di messer Simplicio avendo ben cenato, se ne and1 a riposare. 2assati al-uanti giorni, la Giliola andando alla fonte vide messer Simplicio c/e passeggiava nella loggetta della '-.

sua casa; e con allegro viso lo salut1, dicendo8 = TiccoB = %a messer Simplicio, c/e ancor sentiva le battiture per tali parole ricevute, altro non le rispose fuor di -uesto8 A9 pi: buon d., n9 pi: Ticco, n9 Tacco, donna, c/e non m0avrai pi: nel tuo sacco. )l c/e udendo, Giliola si tac-ue, ed arrossita ritornossi a casa. E messer Simplicio, cos. stranamente trattato, mut1 pensiero; ed alla moglie c/e -uasi in odio aveva, con maggior cura ed amorevolezza attese, odiando le altrui, acci1 c/e pi: non gli avenisse ci1 c/e per lo adietro avenuto gli era. =

IL FINE DELLA SECONDA NOTTE.

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NOTTE TER+A
Gi3 la sorella del sole, potente nel cielo nelle selve e ne gli oscuri abissi, con scema ritondit3 teneva mezzo il cielo; e gi3 l0occidente orizonte aveva coperto il carro di Febo, e le erratice stelle d0ogni parte fiammeggiare si vedevano; e li vag/i augelli, lasciati i soavissimi lor canti ed il tra loro guerreggiare, ne0 suoi cari nidi sopra i verdi rami c/etamente si riposavano, -uando le donne e parimente i gioveni la terza sera nel luogo usato si raunorono al favoleggiare. Ed essendo tutti secondo i lor ordini postisi a sedere, la signora Lucrezia comand1 c/e il vaso, come prima, portato fusse; e messevi dentro il nome di cin-ue damigelle, le -uali in -uella sera, secondo c/e le fusse dato per sorte, avessero l0una dopo l0altra ordinatamente a favoleggiare. La prima adun-ue c/e usc. dal vaso, fu &ateruzza; la seconda, 4rianna; la terza, Lauretta; la -uarta, 4lteria; la -uinta, Eritrea. )ndi la signora comand1 c/e 0l Trivigiano il liuto prendesse e 0l %olino la viola, e tutti gli altri carolassino, menando il embo la carola. Finito il ballo e posto silenzio alla dolce lira e c/etate le sante corde del concavo liuto, la signora a Lauretta impose c/e una '-"

canzonetta cantasse. La -uale, desiderosa di ubidire e sodisfare alla sua signora, prese per mano le altre compagne; ed unitesi assieme e fatta la debita riverenza, con c/iare e sonore voci cantorono la seguente canzone8 Signor, mentre ch)io miro nel bel viso, nel 0ual mi regge amore, nasce da be) vostri occhi un tal splendore, ch)apertamente veggio il paradiso. :os; consenton, dopo il desir mio, le lagrime, i sospir che )n vano spargo e l)immenso e celato mio martire, ch)io corro a 0uell)estremo ultimo vargo, che +a sovente che me stesso oblio, e +ammi l)alma tant)alto salire, che )n voi veggio per sorte servata la mia vita e la mia morte. 5apoi c/e Lauretta con le compagne dimostr1 col tacere la sua canzone esser giunta al fine, la signora, nel c/iaro viso di &ateruzza guardando, disse c/e alle favole della presente notte desse cominciamento. La -uale, arrossita al-uanto e poscia sorridendo un poco, cominci1 in -uesta guisa8

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FAVOLA I.
Pi$#ro "a11o "$r %ir#2 di un "$! $ /ia&a#o #onno, da lui "r$!o $ da &or#$ a&"a#o, di%i$n$ !a%io( $ "iglia Lu iana, figliuola di Lu iano r$, in &ogli$, /$ "ri&a "$r in an#$!i&o di lui $ra gra%ida. = )o trovo, amorevoli donne, s. nelle istorie antic/e come nelle moderne, c/e l0operazioni di un pazzo, mentre c/e egli impazzisce, o naturali o accidentali c/e elle siano, li riusciscono molte volte in bene. 2er tanto mi @ venuto nell0animo di raccontarvi una favola d0un pazzo; il -uale, mentre c/e impazziva, per una sua operazione savio divenne, e per moglie ebbe una figliuola d0un re8 s. come per lo mio ragionare potrete intendere. Aell0isola di &apraia, posta nel mare ligustico, la -uale Luciano re signoreggiava, fu gi3 una povera vedovella, )sotta per nome c/iamata. &ostei aveva un figliuolo pescatore; ma per sua disaventura era matto, e tutti -uelli c/e lo conoscevano, 2ietro pazzo lo c/iamavano. &ostui ogni d. se n0andava a pescare8 ma tanto gli era la fortuna nemic/evole, c/e nulla prendeva; ed ogni volta c/e egli ritornava a casa, essendo ancora pi: di mezzo miglio lontano dalla stanza, si metteva s. fortemente a gridare, c/e tutti -uelli c/e erano nell0isola agevolmente udire lo potevano8 e lo suo gridare era tale8 = %adre, conc/e conc/ette, secc/ie secc/iette, mastelle mastellette, c/e 2ietro @ carico di pesceB = La povera madre, dando fede alle parole del figliuolo e credendo ci1 c/e egli diceva esser '-$

il vero, il tutto apparecc/iava. %a giunto c/e egli era alla madre, il pazzo la sc/erniva e beffava, traendo di bocca la lingua lunga pi: di un gran sommesso. 4veva -uesta vedovella la casa sua dirimpetto del palazzo di Luciano re8 il -uale aveva una figliuola di anni dieci, molto leggiadretta e bella. 4lla -uale, per esser unica figliuola, impose il nome suo, e Luciana s0addimandava. <uesta, tantosto c/e sentiva 2ietro pazzo dire8 = %adre, conc/e conc/ette, secc/ie secc/iette, mastelle mastellette, c/e 2ietro /a preso molto pesceB = correva alla finestra, e di ci1 pigliava tanto trastullo e solaccio, c/e alle volte dalle risa si sentiva morire. )l pazzo, c/e ridere dismisuratamente la vedeva, molto si sdegnava e con parole non convenevoli la villaneggiava. %a -uanto pi: il pazzo con villane parole l0oltreggiava, tanto pi: ella, come i morbidi fanciulli fanno, ne rideva e giuoco n0apprendeva. &ontinovando adun-ue 2ietro di giorno in giorno la sua pescagione, e scioccamente ripetendo alla madre le sopradette parole, avenne c/e 0l poverello un giorno prese un grande e grosso pesce, da noi tonno per nome c/iamato. 5i c/e egli ne sent. tanta allegrezza, c/e 0l se n0andava saltolando e gridando per lo lito8 = &ener1 pur con la mia madre, cener1 pur con la mia madreB = ed andava tai parole pi: volte replicando. (edendosi il tonno preso, e non potendo in modo alcuno fuggire, disse a 2ietro pazzo8 = 5e/, fratello mio, pregoti per cortesia c/e vogli di tal prigionia liberarmi e donarmi la vita. 5e/, caro fratello, e c/e vuoi tu far di meC &ome mangiato tu mi avrai, -ual altro beneficio di me conseguir ne potraiC %a se tu da morte mi camperai, forse ad alcun '-%

tempo agevolmente io ti potrei giovare. = %a il buon 2ietro, c/e aveva pi: bisogno di mangiare c/e di parole, voleva pur al tutto ponerselo in spalla e portarselo a casa per goderselo allegramente con la madre sua c/e ancor ella molto bisogno ne aveva. )l tonno non cessava tuttavia di caldamente pregarlo, offerendogli di dargli tanto pesce, -uanto egli desiderava avere. Ed appresso -uesto li promise di concedergli ci1 c/e egli gli addimanderebbe. 2ietro, c/e, -uantun-ue pazzo fusse, non aveva di diamante il cuore, mosso a piet3, content1 da morte liberarlo; e tanto e con i piedi e con le braccia lo spinse, c/e lo gitt1 nel mare. 4llora il tonno, vedendo aver ricevuto s. gran beneficio, non volendo dimostrarsi ingrato, disse a 2ietro8 = 4scendi nella tua navicella, e col remo e con la persona pieg/ela tanto da l0un de0 lati, c/e l0ac-ua vi possa entrare. = %ontato 2ietro in nave, e fattala star curva e pendente da uno lato sopra il mare, tanta copia de pesci vi entr1, c/e ella stette in grandissimo pericolo di sommergersi. )l c/e vedendo, 2ietro c/e niente stimava il pericolo, assai se ne allegr18 e presone tanto -uanto in collo ne poteva portare, verso casa tolse il cammino; ed essendo non molto lontano dall0abitazione, cominci1, secondo la lui usanza, ad alta voce gridare8 = &onc/e conc/ette, secc/ie secc/iette, mastelle mastellette, c/e 2ietro, /a pigliato di molto pesceB = La madre, c/e pensava come prima esser derisa e beffata, movere non si voleva. %a pur il pazzo nel grido pi: altamente continovava. Laonde la madre, temendo c/0egli non facesse -ualc/e maggior pazzia se gli vasi preparati non trovasse, ogni cosa apparecc/i1. '-&

4ggiunto 2ietro a casa, e veduta dalla madre tanta copia di bellissimo pesce, ella tutta si rallegr1, laudando )ddio c/e egli una volta aveva pur avuta buona ventura. La figliuola del re, avendo udito 2ietro altamente gridare, era corsa alla finestra; e lo dileggiava e sc/erniva, ridendosi fortemente delle parole sue. )l poverello, non sapendo altro c/e fare, acceso d0ira e di furore, corse al lito del mare, e ad alta voce c/iam1 il tonno c/e aiutare lo dovesse. )l tonno, udita la voce e conosciutala di cui era, s0appresent1 alla riva del mare8 e messo il capo fuori delle salse onde, l0addimand1 c/e cosa egli comandava. 4 cui il pazzo disse8 = 4ltro per ora non voglio, se non c/e Luciana, figliuola di Luciano re, gravida si trovi. = )l c/e in meno di un levar d0occ/i fu esse-uito, tanto -uanto egli comandato aveva. Aon passorono molti giorni e mesi, c/e 0l verginal ventre cominci1 crescere alla fanciulla c/e ancora il duodecimo anno tocco non aveva8 e vedevansi segni evidentissimi di donna gravida. La madre della fanciulla, -uesto vedendo, molto addolorata rimase, non potendosi persuadere c/e una fanciulla di undeci anni, c/e ancora i segni di donna non dimostrava, ingravidar si potesse. E pensando c/e pi: tosto ella fusse, s. come suol avenire, in -ualc/e infirmit3 incurabile caduta, volse c/e dalle donne esperte fusse veduta; le -uali diligentemente con secreto modo avendola considerata, giudicorono indubitatamente la fanciulla esser gravida. La reina, non potendo un tanto ignominioso eccesso sofferire, con Luciano re suo marito lo volse communicare. )l c/e inteso dal re, da cordoglio volse morire. E fatta la debita in-uisizione con ogni onesto e '.(

secreto modo se 0l si poteva scoprire c/i era stato colui c/e la fanciulla violata aveva, n9 potendo cosa alcuna intendere, per non restar con s. vituperoso scorno, voleva occultamente ucciderla. %a la madre, c/e teneramente amava la figliuola, preg1 il re c/e la riserbasse fino a tanto c/e ella parturiva8 e poi facesse -uello c/e pi: gli aggradiva. )l re, c/e pur le era padre, mosso a compassione della fanciulla c/e unica figliuola gli era, al voler materno s0ac/et1. (enuto il tempo del parto, la fanciulla partur. un bellissimo bambino; e perci1 c/e era di somma bellezza, non puote il re sofferire c/e ucciso fusse, ma comand1 alla reina c/e fino all0anno allattare e ben nodrire lo facesse. Essendo il bambino pervenuto al termine dell0anno, e crescendo in tanta bellezza c/e non vi era un altro c/e se gli potesse agguagliare, parve al re di far una isperienza, se colui, di cui era figliuolo, si potesse trovare. Laonde il re fece fare un publico bando per tutta la citt3, c/e c/iun-ue della sua et3 il decimo -uarto anno passava, dovesse, sotto pena di esserli il capo spiccato dal busto, appresentarsi a sua %aest3, portando nelle mani un frutto o un fiore over altra cosa c/e potesse dar campo al fanciullo di potersi commovere. Secondo il comandamento del re tutti vennero al palazzo portando c/i un frutto c/i un fiore e c/i l0una e c/i l0altra cosa in mano8 e passavano dinanzi al re, e dopo secondo i loro ordini sedevano. 4venne c/e andando un giovene al palazzo, s. come gli altri facevano, s0abbatt@ in 2ietro pazzo, e dissegli8 = 5ove vai, 2ietroC 2er c/e non vai al palazzo come gli altri, ed ubidire al comandamento del '.'

reC = 4 cui 2ietro rispose8 = E c/e vuoi tu c/e io faccia fra tanta brigataC Aon vedi tu c/e io sono povero, nudo, n9 /o pur una veste da coprirmi; e tu vuoi c/e io mi ponga fra tanti signori e corteggianiC <uesto non far1 gi3 io. = 5isse allora il giovene burlando8 = (ieni meco, ed io ti dar1 una veste; e c/i sa c/e il fanciullo non possi esser tuoC = 4ndatosene adun-ue 2ietro a casa del giovene, li fu data una veste; la -uale presa e di -uella vestitosi, se n0and1 in compagnia del giovene al palazzo8 ed asceso su per le scale, si puose dietro un uscio del palazzo, c/e appena da alcuno poteva esser veduto. Essendosi adun-ue tutti appresentati al re, e dopo messisi a sedere, il re comand1 c/e 0l bimbo in sala fusse portato, pensando c/e, ivi ritrovandosi il padre, le viscere paterne si commoverebbono. La balia prese il fanciullo in braccio ed in sala lo port18 dove tutti lo accarezzavano, dandogli c/i un frutto c/i un fiore e c/i l0una e c/i l0altra cosa; ma il bambino tutti con mano li ricusava. La balia, c/0or -uinci or -uindi passeggiava per la sala, una volta verso l0uscio del palazzo trascorse; e subito il fanciullo ridendo con la testa e con tutta la persona s. fieramente si pieg1, c/e -uasi usc. fuori delle braccia della balia. %a ella non avedendosi di cosa alcuna, scorreva per tutto. Ritornata la balia da capo all0uscio, il fanciullo faceva la maggior festa, in -uel luogo, del mondo, sempre ridendo e dimostrando l0uscio col dito. )l re, c/e gi3 si accorgeva degli atti c/e faceva il fanciullo, c/iam1 la balia ed addimandolla, c/i era dietro l0uscio. La balia, c/e altro non pensava, rispose esservi un mendico. 7nde fattolo c/iamare e venire '.-

alla sua presenza, conobbe il re c/e egli era 2ietro pazzo. )l fanciullo, c/e gli era vicino, aperte le braccia, se gli avent1 al collo e strettamente lo abbracci1. )l c/e vedendo il re, doglia sopra doglia li crebbe, e data buona licenza a tutta la brigata, deliber1 c/e 2ietro, con la figliuola e con il bambino, al tutto morisse. %a la reina, c/e prudentissima era, molto saviamente consider1 c/e, se costoro nel cospetto del re fossero decapitati ed arsi, gli sarebbe non picciolo vituperio e scorno. E per1 persuase al re c/e ordinasse una botte, la maggior c/e far si potesse, e tutta tre dentro rinc/iusi, la botte nel mare gittasse, lasciandogli, senza c/e loro tanto affanno sentissino, andare alla buona ventura. 4l re tale arricordo molto piac-ue8 ed ordinata la botte, e messili tutta tre dentro con una cesta di pane ed uno fiasco di buona vernazza e con uno barile di fic/i per lo fanciullo, nell0alto mare la fece gettare, pensando c/e giungendo in -ualc/e scoglio si dovesse rompere ed annegare. %a la cosa altrimenti successe di ci1 c/e 0l re e la reina pensato avevano. La vecc/iarella madre di 2ietro, intendendo il caso strano del figliuolo, tutta addolorata e dalla vecc/iezza gravata, in poc/i giorni se ne mor.. Essendo adun-ue la misera Luciana nella botte da procellose onde molto combattuta, n9 vedendo sole n9 luna, dirottamente piangeva la sua sciagura8 e non avendo latte da attasentare il fanciullo c/e sovente piangeva, alle volte gli dava de0 fic/i, ed in tal modo lo addormentava. %a 2ietro, nulla curandosi, ad altro non attendeva se non al pane ed alla vernazza. )l c/e veggendo, Luciana disse8 = '..

2ietro, o/im@B tu vedi come io per te la pena innocentemente patisco, e tu insensato ridi, mangi e bevi, n9 punto consideri al commune pericolo. = 4 cui egli rispose8 = <uesto ci @ avenuto non gi3 per colpa mia, ma per cagione tua, c/e continuamente mi deridevi e berteggiavi. %a sta di buon animo, = disse, = c/e tosto usciremo d0affanni. = )o = disse Luciana, = mi penso c/e tu dica il vero c/e tosto usciremo d0affanni; perci1 c/e la botte si rumper3 sopra -ualc/e sasso, e noi si anneg/eremo. = 4llora 2ietro disse8 = Taci, c/e io /o un secreto, il -uale se tu sapessi, molto ti maraviglieresti, e forse ti rallegreresti. = E c/e secreto /ai tu, = disse Luciana, = c/e sollevar ci potesse e di tanto travaglio ni traesseC = )o /o un pesce, = disse 2ietro, = il -uale fa ci1 c/0io gli comando, e non preterirebbe cosa alcuna se egli credesse perder la vita8 e fu -uello c/e t0ingravid1. = <uesta @ una buona cosa, = disse Luciana, = -uando cos. fusse. %a come si addimanda il pesceC = disse Luciana. 4 cui rispose 2ietro8 = Egli s0addimanda tonno. = %a fa c/0egli mi dia la tua autorit3, = disse Luciana, = imponendogli c/e tanto esse-uisca, -uanto io gli dir1. = Sia fatto = disse 2ietro, = il tuo volere. = Ed incontanente c/iam1 il tonno, e commessegli c/e -uanto ella gli imponeva, tanto egli facesse. La giovane, avuta la potest3 di comandare al tonno, subito li comand1 c/e egli gittasse la botte sopra uno de0 pi: belli e pi: securi scogli c/e sotto l0imperio del padre suo si trovasse; dopo, c/e operasse s. c/e 2ietro, di sozzo e pazzo, divenisse il pi: bello ed il pi: saggio uomo c/e allora nel mondo si trovasse. E non '.!

contenta di ci1, ancora volse c/e sopra il scoglio fabricasse un ricc/issimo palazzo con logge e con sale e con camere bellissime; e c/e di dietro avesse uno giardino lieto e riguardevole, copioso de alberi c/e producano gemme e preziose perle8 in mezzo del -uale sia una fontana di ac-ua freddissima ed una volta de preziosi vini. )l c/e senza indugio fu largamente esse-uito. )l re e la reina, arricordandosi esser s. miseramente della figliuola e del bambino privi, e pensando come le loro carni fusseno gi3 divorate da0 pesci, forte si ramaricavano, n9 mai si trovavano allegri n9 contenti. E stando amendue in -uesto affanno e cordoglio, determinorono, per refrigerare al-uanto i passionati lor cuori, di andarsene in Gerusalemme ed ivi visitare la Terra santa; e preparata una nave e guarnita di ci1 c/e le conveneva, montorono in nave e si partirono, e con prospero e favorevole vento navigorono. Aon s0erano appena cento miglia scostati dall0isola &apraia, c/e videro dalla lunga un ricco e superbo palazzo al-uanto rilevato dal piano, sopra un0isoletta posto. E perc/9 era molto vago e al dominio loro soggetto, lo volsero vedere. Ed accostatisi all0isoletta, fecero scala, e gi: di nave smontorono. Aon erano ancora aggiunti al palazzo, c/e 2ietro pazzo e Luciana, figliuola del re, li conobbero; e scesi gi: delle scale, gli andorono incontra, e con strette accoglienze benignamente i ricevettero. %a il re e la reina, perci1 c/e erano tutti trasformati, non i conobbero. Entrati adun-ue nel vago palazzo, minutamente lo videro, e molto lo comendorono; e scesi gi: per una scaletta secreta, andorono nel giardino8 il -uale '."

al re ed alla reina tanto piac-ue, c/e giurorono a0 giorni suoi non averne veduto un altro c/e pi: li piacesse. )n mezzo del bel giardino eraci un albero c/e sopra un ramo aveva tre pomi d0oro; ed il guardiano, per espresso comandamento di Luciana, i custodiva c/e involati non fussero. %a, non so come, il pi: bello, non avedendosi il re, occultamente nel seno gli fu posto. E volendosi partire il re, disse il guardiano a Luciana8 = Signora, uno de0 tre pomi, ed il pi: bello, ci manca8 n9 posso sapere c/i involato l0abbia. = 4llora Luciana al guardiano commesse c/e ad uno ad uno tutti diligentemente cercasse, perc/9 non era cosa da farsene poco conto. )l guardiano, poi c/e ebbe ben cercato e ricercato ognuno, a lei ritorn1, e dissele c/e non si trovava. )l c/e intendendo, Luciana finse di molto turbarsi; e voltatasi al re, disse8 = Sacra %aest3, mi perdonarete se ancor voi sarete cercato; perci1 c/e il pomo d0oro c/e ci manca, @ di sommo valore, e molto pi: l0apprezzo c/e ogni altra cosa. = )l re, c/e non sapeva la trama, pensando c/e in lui tal error non fusse, arditamente la veste si scinse; e subito il pomo in terra cadde. )l c/e vedendo, il re tutto suspeso e stupefatto rimase, non sapendo come in seno venuto gli fusse. Luciana, vedendo allora tal cosa, disse8 = Signor mio, noi vi abbiamo carezzato e onorato molto, facendovi -uelle accoglienze ed onori c/e degnamente meritate; e voi, in guidardone delle accoglienze, senza saputa nostra ne involate del giardino i frutti. %olto mi pare c/e verso di noi grande ingratitudine mostrate. = )l re, c/e di ci1 era innocente, molto si affaticava in farle credere c/e egli il pomo involato non avesse. Luciana, '.#

veggendo c/e omai era convenevole tempo di scoprirsi e dare a conoscere al padre l0innocenza sua, con viso lagrimoso disse8 = Signor mio, sapiate c/0io sono -uella Luciana, la -uale infelicemente generaste e con 2ietro pazzo e col fanciullo a morte crudelmente dannaste. )o sono -uella Luciana, vostra unica figliuola, la -uale senza aver conosciuto uomo alcuno pregna trovaste. <uest0@ il fanciullo innocentissimo senza peccato da me conceputo = >e appresentogli il fanciullo?. = <uest0altro @ 2ietro pazzo8 il -uale, per virt: d0un pesce c/iamato tonno, sapientissimo divenuto, fabric1 l0alto e superbo palazzo. &ostui fu -uello c/e, senza c/e voi ve n0avedeste, vi puose il pomo d0oro in seno. &ostui fu -uello di cui non con stretti congiungimenti, ma con incantesimi gravida divenni. E s. come voi dell0involato pomo d0oro siete innocente, cos. parimente della gravidanza io ne fui innocentissima. = 4llora tutti d0allegrezza piangendo si abbracciorono insieme, e gran festa si fecero. E passati alcuni d., montorono in nave, ed a &apraia ritornorono8 dove fu fatta grandissima festa e trionfo. Ed il re fece a 2ietro Luciana sposare; e come suo genero il pose in tal stato, c/0egli onoratamente ed in consolazione lungo tempo visse. Ed il re, venendo al fine della sua vita, del regno suo erede il constitu.. =

'.$

FAVOLA II.
Dalfr$no r$ di Tuni!i /a du$ figliuoli, l)uno Li!#i o, $ l)al#ro Li%or$##o /ia&a#o, da "oi "$r no&$ d$##o Por arollo, $ final&$n#$ B$lli!andra, figliuola di A##aran#$ r$ di Da&a! o, in &ogli$ o##i$n$.

*ARIANNA,= 2oco non fa lo saggio nocc/iero, c/e balestrato da invidiosa e scapigliata fortuna, e fra duri e acuti scogli spinto, drizza, a sicuro e riposato porto l0affannata navicella. )l c/e avenne a Livoretto, figliuolo del gran re di Tunisi8 il -uale dopo molti non pensati pericoli, gravosi affanni e lung/e fatic/e, calcata con l0altezza dell0animo suo la miseria della fortuna, a maggior stato pervenne, ed il regno del &airo in pace god@8 s. come per la presente favola, c/e raccontarvi intendo, agevolmente intender potrete. )n Tunisi, citt3 regia ne0 liti dell04ffrica, fu, non gran tempo fa, un famoso e possente re, 5alfreno per nome c/iamato; il -uale, avendo per moglie una graziosa ed accorta donna, di lei ebbe duo figliuoli, savi, virtuosi ed ubidienti al padre8 de0 -uali il maggiore Listico, il minore Livoretto si nominava. <uesti fratelli per decreto regale e approbata usanza al regno paterno succedere non potevano, perci1 c/e la successione solamente alle femine di ragione aspettava. Laonde il re, veggendosi per sua mala '.%

sorte di figliuole privo, ed esser in tale et3 di non poterne pi: avere, si ramaricava molto, e infinita passione e cordoglio ne sentiva. E tanto pi: perc/9 s0imaginava c/e dopo la morte sua sarebbeno mal veduti e peggio trattati, e con grandissimo loro scorno del regno miseramente scacciati. E dimorando l0infelice re in -uesti dolorosi pensieri, n9 sapendo trovar rimedio c/e sollevar il potesse, voltossi alla reina, c/e sommamente amava, e disse8 = %adama, c/e debbiam far noi di -uesti nostri figliuoli, da poi c/e ogni podest3 di lasciarli del regno eredi n0@ per la legge e per l0antica usanza apertamente toltaC = 4 cui la prudente reina all0improvviso rispose8 = Sacra %aest3, a me parrebbe c/e voi, essendo di molti e infiniti tesori potente, li mandaste altrove, dove conosciuti non fussero, dandogli -uantit3 di gioie e di danari grandissima; c/e forse, la grazia d0alcun signore trovando, li fiano cari, ed in modo alcuno non patiranno. E -uanto pur patisseno, c/e )ddio nol vogliaB almeno non si sapr3 di cui sono figliuoli. ) sono giovini, vag/i d0aspetto, apparenti in vista ed atti ad ogni magnanima ed alta impresa. A9 vi @ re, n9 principe, n9 signore, c/e per li privilegi dalla natura a lor concessi non gli amino e teng/ino cari. = 2iac-ue molto a 5alfreno la risposta della sapiente reina; e c/iamati a s9 Listico e Livoretto, li disse8 = Figliuoli, da noi vostro padre molto diletti, perc/9 dopo la morte nostra vi @ tolta ogni speranza di -uesto regno, non gi3 per vizio vostro n9 per disonesti costumi, ma perc/9 cos. determina la legge e l0antica usanza, per esser voi non femine ma uomini dalla potente natura e da noi prodotti; noi e la madre vostra, per utile e '.&

comodo de l0uno e l0altro di voi, abbiamo presa deliberazione di mandarvi altrove con gioie, gemme e danari assai8 acci1 c/e, venendovi alcun orrevole partito, potiate con onor vostro la vita sostentare. E per1 voi vi contentarete di -uanto @ il desiderio nostro. = )l proponimento del re assai piac-ue a Listico e a Livoretto, e non vi fu di minor contento di -uello c/e fu al re e alla reina; perci1 c/e l0uno e l0altro di loro di veder cose nuove e gustare i piaceri del mondo sommamente desiderava. La reina, c/e, s. come @ general costume di donne, pi: teneramente il minor c/e 0l maggior figliuolo amava, c/iamatolo da parte, d9gli un sc/iumante e bellicoso cavallo, sparso di macc/ie, di picciol capo e di sguardo animoso; ed oltre le belle fattezze c/0egli aveva, era tutto affatato8 e di tal cosa Livoretto minor figliuolo era consapevole. 2resa adun-ue la benedizione i figliuoli dai lor parenti, e tolti i tesori, celatamente insieme si partirono. 4vendo pi: giorni cavalcato, n9 trovato luogo c/e di contentamento li fusse, si contristorono molto. 7nde Livoretto a Listico disse8 = Aoi sinora abbiamo cavalcato insieme, n9 cosa alcuna di valor degna operato abbiamo; per1 parmi, -uando ancora a te fusse a piacere, c/e l0uno dall0altro si separasse, e ciascuno da per s9 per sua ventura andasse. = )l c/e piac-ue ad ambe duo8 e strettamente abbracciatisi insieme e basciatisi, tolsero l0uno da l0altro commiato; e Listico, di cui poi nulla si seppe, verso l0occidente indirizz1 il cammino, e Livoretto col suo affatato palafreno verso l0oriente prese il viaggio. '!(

4vendo Livoretto cavalcato per gran spazio di tempo, e senza utile alcuno veduto assai del mondo, e gi3 consumate le gioie e0 tesori datigli dall0amorevole padre, fuor c/e 0l fatato cavallo, finalmente aggiunse al &airo, regia citt3 dell0Egitto, la -uale allora signoreggiava il soldano, 5anebruno c/iamato8 uomo astuto e potente di ricc/ezze e di stato, ma de anni molto carico. <uesti, -uantun-ue vecc/io fusse, nondimeno era caldamente acceso dell0amore di ellisandra, figliuola di 4ttarante re di 5amasco; e alla citt3 s0era accampato, e posto le aveva assedio per ac-uistarla, acci1 c/e o per amore o per forza egli l0avesse per moglie. %a ella, avendo persentita la vecc/iezza e bruttura del soldano, aveva al tutto determinato pi: tosto s9 medesima uccidere c/e prenderlo per marito. Livoretto adun-ue, giunto al &airo ed entrato nella citt3, -uella tutta circu.8 e rimirandola d0ogni parte, molto la comend1, e vedendosi aver dissipata tutta la sustanzia sua, adempiendo tutti gli appetiti suoi, nell0animo propose di non partirsi di l3 se prima con alcuno per servidore non era acconcio. Ed andatosene verso il palazzo, vide nella corte del soldano molti sanzac/i, mamalucc/i e sc/iavi. 40 -uali addimand1 se nella corte del signore era bisogno di servitor alcuno, c/0egli volontier gli servirebbe. E fulli risposto di no. %a ricordandosi uno di loro c/e nella corte faceva bisogno d0uno c/e attendesse a0 porci, lo ric/iam1 ed addimandollo se attenderebbe a0 porci. Ed egli gli rispose c/e s.. E fattolo scendere gi: del cavallo, alla stalla de0 porci lo men1. E addimandatolo come era il suo nome, gli rispose aver nome Livoretto. %a da tutti fu c/iamato 2orcarollo, '!'

c/e cos. nome gli imposero. 4cconciatosi adun-ue Livoretto, ora nominato 2orcarollo, nella corte del soldano, a niun0altra cosa attendeva c/e a far i porci grassi; e tanta era la sollecitudine e diligenza sua, c/e -uello c/e un altro in spazio di sei mesi faceva, egli in termine di duo mesi aveva pienamente ispedito. (edendo gli sanzac/i, mamalucc/i e sc/iavi in costui tanta sofficienza, persuasero al signore c/e altro officio dargli dovesse, perci1 c/e la diligenza sua in s. basso e vil servigio esser non meritava. Laonde per ordine del soldano fulli imposta la cura di attendere a0 cavalli, e accresciuto li fu il salario. 5i c/e egli ne ebbe maggior contentezza; perci1 c/e, attendendo agli altri, meglio poteva governar lo suo. E postosi a tale impresa, con la streggia s. fattamente gli streggiava, nettava ed abbelliva, c/e i lor mantelli non altrimenti c/e velluto parevano. E fra gli altri eravi un roncino assai vago, giovine ed animoso, e per le sue bellezze diligentemente gli attendeva ed ammaestrava8 ed in tal maniera l0ammaestr1, c/e, oltre c/e si maneggiava d0ogni parte, il s0inc/inava, danzava e -uanto egli era alto si levava da terra, distendendo nell0aria calci c/e risembravano saette. ) mamalucc/i e sc/iavi, vedendo le valentigie del cavallo, stavano ammirativi8 e cose fuor di natura li parevano. 7nde determinorono di raccontare il tutto al soldano, acci1 c/e delle prodezze del 2orcarollo alcuno diporto prendere ne potesse. )l soldano, c/e nella vista era malinconoso s. per lo soverc/io amore come per l0estrema vecc/iezza, nulla o poco di diporto si curava; ma carico '!-

d0amorosi pensieri, a niente altro c/e alla diletta amante pensava. 2ur i mamalucc/i e sc/iavi tanto fecero e dissero, c/e il soldano una mattina per tempo alla finestra si puose, e vide tutte -uelle prodezze e leggiadrie c/e 0l 2orcarollo col suo cavallo faceva; e vedendolo di piacevole aspetto e di persona ben formato, e trovando vie pi: di ci1 c/e udito aveva, li parve molto mal fatto, e di ci1 si ramaricava assai, c/e a s. vil ufficio come al governo di bestie deputato fusse. 7nde pensando e ripensando all0alta e nascosa virt: dell0attilato giovine, e vedendo nulla mancarli, tra s9 stesso dispose di rimoverlo da s. vil essercizio e farlo a maggior grado salire; e fattolo c/iamare a s9, disseli8 = 2orcarollo, per lo innanzi non alla stalla, come prima, ma alla mensa mia attenderai, facendomi la credenza di tutto -uello c/e in mensa appresentato mi fia. = )l giovane adun-ue, constituito pincerna del soldano, con tanto magistero ed arte l0ufficio suo faceva, c/e non c/e al soldano, ma anc/e a tutti ammirazione rendeva. 5i c/e tra0 mamalucc/i e sc/iavi nac-ue tanta invidia ed odio, c/e vedere a pena il potevano8 e se il timor del signore stato non fusse, gi3 di vita l0arrebbono privo. %a acci1 c/e il miserello venisse in disgrazia del signore e c/e 0l fusse o ucciso o scacciato in eterno esilio, un stratagemma astutamente s0imaginorono. )mperci1 c/e, essendo la mattina uno de0 sc/iavi, nominato &/ebur, al servigio del soldano, disse8 = Aon ti /o io, signor, da dir una buona nuovaC = E c/eC = disse il soldano. = )l 2orcarollo, il -uale Livoretto per proprio nome si c/iama, non si vanta niuno altro c/e lui esser bastevole di dare la figliuola di 4ttarante re di 5amasco '!.

nella tua bal.aC = E com0@ possibile -uestoC = disse il soldano. 4 cui &/ebur8 = 2ossibil @, signor. E se a me nol credi, addimanda a0 mamalucc/i e agli altri sc/iavi, nella cui presenza pi: d0una volta di ci1 s0/a dato il vanto; e s0io ti inganno, agevolmente comprender lo potrai. = )l soldano, avuta prima di -uesto da tutti piena certezza, c/iam1 a s9 Livoretto, e dimandollo se vero era -uello c/e di lui apertamente si diceva. )l giovane, c/e di tal cosa nulla sapeva, il tutto animosamente neg1. 7nde il soldano, acceso d0ira e di sdegno, disse8 = (a, e non pi: tardare8 e se in termine di giorni trenta non opererai s. c/0io abbia ellisandra, figliuola d04ttarante re di 5amasco, nel mio potere, il capo dal busto ti sar3 diviso. = )l giovanetto, udito il fiero proponimento del signore, tutto dolente e sconsolato rimase; e partitosi dalla sua presenza, alla stalla ritorn1. )l cavallo fatato, veduto c/e ebbe il suo patrone s. mesto e c/e calde lacrime dagli occ/i continovamente spargeva, voltatosi a lui, disse8 = 5e/, patrone, c/e /ai tu c/e s. appassionato ed addolorato ti veggioC = )l giovane, tuttavia piangendo e fortemente sospirando, li raccont1 dal principio sino alla fine ci1 c/e dal soldano gli era commesso. %a il cavallo, crollando il capo e facendo segno di risa, lo confort1 al-uanto dicendogli c/e nulla temesse, perci1 c/e ogni cosa gli verrebbe a bene. )ndi li disse8 = Torna al soldano, e digli c/e egli ti faccia una patente lettera direttiva al suo general capitano c/e ora all0assedio di 5amasco si trova8 commettendogli con espresso comandamento c/e tantosto c/e veduta e letta avr3 la patente, sigillata del suo maggior sigillo, dall0assedio si '!!

rimova, dandoti danari, vestimenta ed arme, acci1 c/e alla magnanima impresa animosamente andar tu possi. E se per aventura di viaggio persona over animal alcuno, di -ualun-ue condizione esser si voglia, ti c/iedesse servizio alcuno, fa c/e tu lo servi8 n9 per -uanto /ai tu cara la vita tua, cosa c/e t0addimandi li neg/erai. E se uomo alcuno comperare mi volesse, dilli c/e me venderai, addimandandoli per1 prezzo ingordo, acci1 c/e dal mercato si rimova. %a se fussero donne c/e mi volessero, faralli tutti -uelli piaceri c/e far si puolono, lasciandole la libert3 di toccarmi il capo, la fronte, gli occ/i, l0orecc/ie, le groppe e ci1 c/e le sar3 a grado; perci1 c/e, senza farle oltraggio e noia alcuna, lascerommi maneggiare. = )l giovanetto tutto allegro ritorn1 al soldano, e c/ieseli la patente lettera e ci1 c/e il fatato cavallo ricordato gli aveva. Ed ottenuto il tutto, mont1 sopra il detto cavallo e verso 5amasco prese il cammino8 non senza per1 grandissima allegrezza de0 mamalucc/i e sc/iavi, i -uali per l0ardente invidia ed estremo odio c/e li portavano, tenevano per certo c/e pi: vivo al &airo tornar non dovesse. 7r avendo pi: e pi: giorni Livoretto cavalcato, giunse ad un0ac-ua, alla sponda della -uale nell0estremit3 era un fetore c/e da non so c/e causava, c/e -uasi approssimare non si poteva8 ed ivi un pesce semimorto giaceva. )l pesce, veduto c/e ebbe il giovanetto, li disse8 = 5e/, gentil cavaliere, liberami per cortesia, ti prego, da -uesto lezzo; perci1 c/e, s. come tu vedi, io son -uasi di vita privo. = )l giovane, ricordevole di ci1 c/e 0l suo cavallo detto gli aveva, gi: di -uello discese, dal luogo c/e s. fortemente putiva '!"

fuori lo trasse, e con le propie mani lavandolo lo nett1. )l pesce, rese prima le debite grazie al giovanetto, disse8 = 2rendi del dorso mio le tre s-uamine maggiori, e tienle appresso te8 e -uando bisogno arrai d0aiuto alcuno, poneralle sopra la riva del fiume, c/e io incontanente verr1 a te, e porgerotti subito soccorso. = Livoretto, prese le s-uamine e gittato lo sguizzante pesce nelle c/iare ac-ue, rimont1 a cavallo; e tanto cavalc1, c/e trov1 un falcone pellegrino c/e dal mezzo in gi: era nell0ac-ua gelato, n9 in maniera alcuna mover si poteva8 il -uale, veduto il giovane, disse8 = 5e/, leggiadro giovanetto, prendi piet3 di me, e trammi di -uesto g/iaccio in cui avolto mi vedi, c/0io ti prometto, se di tanta sciagura mi scampi, di porgerti aiuto, se a tempo alcuno soccorso ti bisognasse. = )l giovane, da compassione e da piet3 vinto, benignamente lo soccorse; e vibrato un coltellino c/e nella vagina della spada teneva, con la punta l0indurato g/iaccio tanto batt@, c/e da ogni parte lo spezz18 e preso il falcone, se lo pose in seno, acci1 c/e al-uanto riscaldare si potesse. )l falcone, ritornato in s9 e rivocate le smarrite forze, molto il giovane ringrazi1; ed in premio di tanto beneficio, -uanto ricevuto aveva, li diede due penne c/e sotto l0ala sinistra teneva8 pregandolo c/e per suo amore conservar le dovesse, perci1 c/e, occorrendoli bisogno alcuno di aiuto e tollendo le due penne e ficcandole nella sponda del fiume, subito gli verrebbe in soccorso8 e -uesto detto, a volo se ne g.. )l giovane, continuando il suo viaggio, finalmente all0essercito del soldano aggiunse8 dove trovato il capitano c/e fieramente la citt3 batteva, a lui si avvicin1 e la patente '!#

lettera gli appresent1. )l capitano, veduta e letta la lettera, subito dallo assedio si lev1, ed al &airo con tutto lo essercito ritorn1. )l giovanetto, veduta la partenza del capitano, la mattina seguente molto per tempo soletto entr1 nella citt3 di 5amasco, e ad un0osteria si alloggi1; e vestitosi di uno bello e ricco vestimento tutto coperto di care e preziose gioie c/e facevano invidia al sole, e salito sopra il suo fatato cavallo, in piazza al real palazzo se ne g.8 dove con tanta destrezza ed attitudine -uello maneggi1, c/e ciascuno stavasi attonito a pensare, nonc/9 a riguardarlo. ellisandra figliuola del re, la -uale lo strepito del tumultuante popolo desta aveva, si lev1 di letto; e postasi ad uno verone c/e tutta la piazza signoreggiava, vide il leggiadro giovine e la bellezza e prontezza del suo gagliardo e feroce cavallo8 e non altrimenti di -uello si accese, c/e arrebbe fatto un giovine d0una bellissima damigella. Ed andatane al padre, sommamente il preg1 c/e per lei comperare lo volesse, perci1 c/e, vedendolo s. leggiadro e bello, era di esso fieramente invag/ita. )l padre per sodisfacimento della figliuola c/e teneramente amava, mand1 uno de0 baroni a dimandare il giovane, se gli aggradiva a contanti vender il cavallo, imponendoli convenevole pregio8 perci1 c/e l0unica figliuola del re @ di -uello fieramente innamorata. )l giovane li rispose non esservi cosa s. pregiata e degna, c/e pagare il potesse8 e dimandolli maggior -uantit3 di danari c/e non valeva il paterno regno. )l re, inteso l0immoderato pregio, c/iam1 la figliuola, e dissele8 = Figliuola mia, per uno cavallo e per contentamento tuo, del regno privare non mi voglio; per1 '!$

abbi pazienza, e vivi allegramente, c/e di uno altro pi: bello e migliore provederemo noi. = %a ellisandra, pi: accendendosi dell0amor del cavallo, maggiormente il padre pregava c/e di -uello la contentasse8 costa e vaglia ci1 c/e vuole. 5opo molti preg/i, vedendo la figliuola non poter commovere il padre c/e in ci1 la compiacesse, partitasi da lui ed andatasi alla madre, come disperata, -uasi morta nelle braccia della madre cadde. La pietosa madre, veduta la figliuola di color smarrita, dolcemente la confort1 pregandola c/e ramaricare non si dovesse, c/e, partito c/e fusse il re, ambedue anderebbeno al giovanetto e mercarebbero il cavallo8 e forse, per esser donne, ne averemo miglior mercato. La figliuola, udite le dolci parole della diletta madre, al-uanto si raddolc.; e partito c/e fu ii re, la madre per un messaggero tostamente mand1 a dire al giovane c/e venisse al palazzo ed insieme menasse il suo cavallo. )l -uale, intesa l0imbasciata, molto si rallegr1 e alla corte se n0and1; ed addimandatoli dalla madre -uanto pregiava il suo cavallo, perci1 c/e la figliuola sua di averlo desiderava molto, alla reina in tal guisa rispose8 = %adama, se voi mi donaste ci1 c/e avete al mondo, la figliuola non potrebbe per via di vendita aver il mio cavallo8 ma in dono s., -uando c/e accettarlo le piacesse. %a prima c/e in dono ella lo prenda, voglio c/e bene lo guata e maneggia, perci1 c/e @ piacevole e destro, ed agevolmente sopra di s9 salir si lascia. = E sceso gi: del cavallo, pose la figliuola in sella8 e tenendo il freno del cavallo, la addestrava e reggeva. Aon era appena un tratto di pietra allontanata la figliuola dalla madre, c/e 0l giovane '!%

si puose in groppa del suo cavallo, e tenendo gli sproni stretti a0 fianc/i, tanto lo punse, c/e uno uccello c/e vola per l0aria rassembrava nel fuggire. La damigella smarrita cominci1 gridare8 = 7/, malvagio disleale e traditoreB dove mi meni, cane, figliuolo di caneC = %a nulla le giovava il gridare; n9 veruno era c/e le desse soccorso, n9 con parole la confortasse. Era gi3 aggiunta la damigella sopra la riva d0un fiume, -uando prese un bellissimo anello c/e nel dito teneva, e -uello celatamente trasse nell0ac-ua. 4veva cavalcato il giovine molte giornate, -uando finalmente giunse al &airo con la damigella; e giunto c/e egli fu, subito la present1 al soldano8 il -uale, vedendola bella, leggiadra e pura, molto si rallegr1, e con grate accoglienze la ricevette. Gi3 era vicina l0ora del dormire, -uando, essendo ambeduo in una camera non meno ornata c/e bella, disse la damigella al soldano8 = Signor, non pensate c/e mai mi pieg/i agli amorosi desideri vostri, se prima non fate c/e -uesto ini-uo e malvagio trovi l0anello c/e nel fiume mi cadd9; e trovato e resomelo, sar1 sempre arrendevole a0 vostri piaceri. = )l soldano, c/e era infiammato dell0amore dell0afflitta damigella, non volse contristarla, ma subito comand1 a Livoretto c/e l0anello trovasse8 e non trovandolo, lo minacci1 di darli la morte. Livoretto, udendo c/e il comandamento del soldano stringeva e c/e non bisognava contravenire al suo volere, molto dolente si parti; ed andatosene alla stalla, dirottamente piangeva, essendo fuori d0ogni speranza di poterlo trovare. )l cavallo, veduto il patrone addolorato e dirottamente lagrimare, l0addimand1 c/e cosa egli aveva '!&

c/e cos. fieramente lagrimava; ed inteso il tutto, li disse8 = 4/i, poverello, taciB non ti soviene ci1 c/e ti disse il pesceC 4pri adun-ue le orecc/ie alle mie parole, e fa -uanto io ti dir1. Ritorna al soldano, e c/iedili ci1 c/e ti fa mestieri, e vattene sicuramente, e non dubitare. = )l giovane fece n9 pi: n9 meno c/e il suo cavallo ordinato gli aveva; ed andatosene al fiume in -uel luogo dove varc1 con la damigella, pose le tre s-uamme del pesce nella verde riva. )l pesce, guizzante per le c/iare e lucide onde, or -uinci or -uindi saltolando, tutto lieto e giocondo se gli appresent1; e trattosi di bocca il caro e prezioso anello, in mano glie lo di@8 e prese le sue tre s-uamme, nell0onde s0attuff1. )l giovane, avuto l0anello, subito il dolore in allegrezza converse, e senza indugio alcuno al soldano ritorn1; e fatta la debita riverenza, nel suo cospetto l0anello alla damigella appresent1. )l soldano, vedendo c/e la damigella aveva avuto il prezioso anello s. com0ella desiderava ed era il voler suo, incominci1 a farle tenere e amorose carezze e losingarla, volendo c/e -uella notte ella giacesse nel letto con esso lui. %a il soldano s0affatic1 in vano. 2erci1 c/e la damigella disse8 = Aon pensate, signor mio, con vostre finte losing/e ora ingannarmi; ma giurovi c/e di me piacer alcuno non prenderete, se prima -uesto rio e falso ribaldone, c/e col suo cavallo m0/a ingannata, l0ac-ua della vita non mi porta. = )l soldano, c/e disdire all0amata donna non voleva, anzi con ogni suo sforzo cercava di compiacerle, c/iam1 Livoretto; e strettamente sotto pena del capo gl0impose c/e l0ac-ua della vita recare le dovesse. )l giovane dell0impossibile dimanda molto si dolse; ed '"(

acceso d0ira, dentro e di fuori ardeva8 ramaricandosi forte c/e il signor il suo ben servire e le sue tante sustenute fatic/e non senza gran pericolo della vita sua, s. miseramente guidardonasse. %a il soldano, tutto infiammato d0amore, per sodisfare alla diletta donna, senza mutare altro consilio, volse c/e al tutto l0ac-ua della vita le trovasse. E partitosi dal signore ed andatosene secondo il solito alla stalla, maladiceva l0empia sua fortuna, tuttavia dirottamente piangendo. )l cavallo, vedendo il duro pianto del patrone ed udendo i gravi lamenti, disse8 = &/e /ai tu, patrone, c/e s. fortemente ti cruciC Ti @ sopragiunta cosa alcunaC 4c-uetati al-uanto, c/e ad ogni cosa si trova rimedio fuor c/e alla morte. = Ed intesa la cagione del dirotto pianto, dolcemente lo racconfort1 riducendoli a memoria -uello c/e gi3 li aveva detto il falcone c/e egli liber1 dal freddo g/iaccio, e l0onorato dono delle due penne. )l giovane miserello, ricordatosi pienamente il tutto, mont1 a cavallo8 e presa un0ampolla di vetro bene avenc/iata, attaccossela alla cinta, e cavalc1 l3 dove il falcone fu liberato8 e piantate le due penne nella sponda del fiume, come li fu gi3 ricordato, subito apparve il falcone, ed addimandolli di c/e egli bisogno aveva. 4 cui rispose Livoretto8 = 5ell0ac-ua della vita. = 4llora disse il falcone8 = 5e/, cavaliere, egli @ cosa impossibile c/e tu mai ne prenda; perci1 c/e ella @ guardata e diligentemente custodita da duo fieri leoni ed altretanti dragoni, i -uali di continovo ruggiano e miseramente divorano tutti -uelli c/e per prenderne s0avicinano. %a in ricompensamento del beneficio gi3 da te per me ricevuto, prendi l0ampolla c/e dal '"'

lato tieni, ed annodala sotto la mia ala destra; e non ti partire di cost3 fin c/e io non ritorno a te. = E fatto -uanto per lo falcone gli fu imposto, levossi da terra con la annodata ampolla, e vol1 col3 dov0era l0ac-ua della vita8 ed empiuta nascosamente l0ampolla, al giovane ritorn1 ed appresentogliela8 e prese le sue due penne, a volo si lev1. Livoretto, tutto giulivo per lo ricevuto li-uore, senza far dimoranza alcuna, frettolosamente al &airo ritorn1; ed appresentatosi al soldano, c/e con ellisandra sua amata donna in dolci ragionamenti si stava, l0ac-ua della vita a lei con somma letizia diede. La -uale, poscia c/e ebbe ricevuto il vital li-uore, fu dal soldano negli amorosi piaceri sollecitata molto. %a ella, costante come forte torre da impetuosi venti con-uassata, non vi volse in maniera alcuna consentire se prima a Livoretto, cagionevole di s. fatta vergogna, con le propie mani la testa dal busto non gli spiccava. )l soldano, inteso il fiero proponimento della cruda damigella, in modo alcuno compiacere non le voleva; perci1 c/e li pareva sconvenevole molto c/e in premio delle sue tante fatic/e il giovane crudelmente decapitato fusse. %a la perfida e scelerata donna, perseverando nel suo mal volere, prese un coltello ignudo, e con intrepido e viril animo, in presenza del soldano, il giovane fer. nella gola; e non essendovi alcuno c/e avesse ardire di prestargli aiuto, in terra morto cadde. Aon contenta di -uesto, la malvagia damigella gli spicc1 il capo dal busto8 e minuzzate le sue carni e fratti li nervi, e rotte le dure ossa e fatte come minuta polvere, prese una conca di rame non picciola, e a poco a poco dentro vi gett1 la trita e minuzzata carne, '"-

componendola insieme con l0ossa e i nervi, non altrimenti c/e sogliono fare le donne un pastone di fermentata pasta. )mpastata c/e fu la minuzzata carne e ben unita con le trite ossa e i nervi, la donna fece una imagine molto superba, e -uella con l0ampolla dell0ac-ua della vita spruzz1; e incontanente il giovane, da morte a vita risuscitato, pi: bello e pi: leggiadro c/e prima divenne. )l soldano, gi3 invecc/iato, veduta la maravigliosa prova e lo miracolo grande, tutto attonito e stupefatto rimase; e desideroso molto di ringiovenirsi, preg1 la damigella c/e si come ella fatto aveva al giovane, cos. ancora a lui far dovesse. La damigella, non molto lenta ad ubidire il comandamento del soldano, prese l0acuto coltello c/e del giovenil sangue era bagnato ancora8 e postali la mano sinistra sopra il cavezzo, e -uello forte tenendo, nel petto un mortal colpo li diede; indi gettollo gi: d0una finestra dentro una fossa delle profonde mura del palazzo, e invece di ringiovenirlo come il giovanetto, lo fece cibo de0 cani8 e cos. il misero vecc/io fin. la vita sua. La damigella, onorata e temuta da tutti per la meravigliosa opera, e inteso il giovane esser figliuolo di 5alfreno re di Tunisi, e Livoretto veramente c/iamarsi, scrisse al vecc/io padre, dandoli notizia dell0avenuto caso nella persona sua, pregandolo instantissimamente c/e alle nozze al tutto si dovesse trasferire. 5alfreno, intesa la felice nuova del figliuolo, del -uale mai pi: non aveva avuta notizia alcuna, ebbe grandissima allegrezza; e messosi in punto, al &airo se n0and18 dove da tutta la citt3 onorevolmente fu ricevuto, e fra poc/i giorni con sodisfacimento di tutto il popolo fu '".

ellisandra da Livoretto sposata. E sua legittima sposa divenuta, con molto trionfo e fausto, signor del &airo fu constituito8 nel -ual lungo tempo il regno pacificamente govern1, e tran-uillamente god@. 5alfreno fra poc/i giorni, tolta buona licenza dal figliuolo e dalla nuora, a Tunisi sano e salvo se ne ritorn1. =

FAVOLA III.
Bian a'$lla, figliuola di La&'$ri o &ar /$!$ di Monf$rra#o, %i$n$ &anda#a dalla &a#rigna di F$rrandino, r$ di Na"oli, ad u id$r$. Ma gli !$r%i l$ #ron ano l$ &ani $ l$ a%ano gli o /i( $ "$r una 'i! ia %i$n$ r$in#$gra#a, $ a F$rrandino li$#a ri#orna.

*LAURETTA,= G cosa laudevole e necessaria molto c/e la donna, di -ualun-ue stato e condizione esser si voglia, nelle sue operazioni usi prudenza8 senza la -uale niuna cosa ben si governa. E se una matrigna, della -uale ora raccontarvi intendo, con modestia usata l0avesse, forse, altrui credendosi uccidere, non sarebbe stata per divino giudicio uccisa d0altrui, s. come ora intenderete. Regnava, gi3 gran tempo fa, in %onferrato un marc/ese potente di stato e di ricc/ezze, ma de figliuoli privo8 e Lamberico per nome si c/iamava. Essendo egli desideroso molto di avergliene, la grazia da )ddio gli era '"!

denegata. 4venne un giorno c/e, essendo la marc/esana in uno suo giardino per diporto, vinta dal sonno, a0 piedi d0uno albero s0addorment1; e cos. soavemente dormendo, venne una biscia piccioletta, ed accostatasi a lei, ed andatasene sotto i panni suoi, senza c/e ella sentisse cosa alcuna, nella natura entr1, e sottilissimamente ascendendo, nel ventre della donna si puose, ivi c/etamente dimorando. Aon stette molto tempo c/e la marc/esana, con non picciolo piacere ed allegrezza di tutta la citt3, s0ingravid18 e giunta al termine del parto, partur. una fanciulla con una biscia c/e tre volte l0avinc/iava il collo. )l c/e vedendo, le comari c/e l0allevavano si paventarono molto. %a la biscia, senza offesa alcuna dal collo della bambina disnodandosi, e andossene alla balia, la -ual ritrov1 c/0ancora riposava; e destatala, con esso lei senza dir cosa alcuna se n0and1 in casa. (enuto il giorno seguente, ed essendo iancabella con la madre in camera sola, assai nella vista sua malanconosa le parve. Laonde la madre le disse8 = &/e /ai tu, iancabella, c/e star s. di mala voglia ti veggioC Tu eri allegra e festevole, ed ora tutta mesta e dolorosa mi pari. = 4 cui la figliuola rispose8 = 4ltro non /o io, se non c/e io vorrei duo vasi, i -uali fussero nel giardino portati8 uno de0 -uai fusse di latte e l0altro di ac-ua rosata pieno. = E per s. picciola cosa tu ti ramaric/i, figliuola miaC = disse la madre. = Aon sai tu c/e ogni cosa @ tuaC = E fattisi portar duo bellissimi vasi grandi, uno di latte e l0altro d0ac-ua rosata, nel giardino li mand1. iancabella, venuta l0ora, secondo l0ordine con la biscia dato, senza essere d0alcuna '""

damigella accompagnata, se n0and1 al giardino; ed aperto l0uscio, sola dentro si c/iuse, e dove erano gli vasi, a sedere si puose. Aon si fu s. tosto posta iancabella a sedere, c/e la biscia se le avicin1 e fecela immantinente spogliare, e cos. ignuda nel bianc/issimo latte entrare; e con -uello da capo a0 piedi bagnandola e con la lingua tingendola, la nett1 per tutto dove difetto alcuno parere le potesse. 5opo, tratta fuori di -uel latte, nell0ac-ua rosata la pose, dandole un odore c/e a lei grandissimo refrigerio prestava. )ndi la rivest., comandandole espressamente c/e tacesse e c/e a niuna persona tal cosa scoprisse, -uantun-ue il padre o la madre fusse; perci1 c/e voleva c/e niuna altra donna si trovasse, c/e a lei in bellezza ed in gentilezza agguagliar si potesse. E addotatala finalmente d0infinite virt:, da lei si part.. Escita iancabella del giardino, ritorn1 a casa; e vedutala la madre s. bella e si leggiadra, c/0ogn0altra di bellezza e leggiadria avanzava, rest1 sopra di s9 e non sapea c/e dire. %a pur la dimand1 come aveva fatto a venire in tanta estremit3 di bellezza. Ed ella8 non sapere, le rispondeva. Tolse allora la madre il pettine per pettinarla e per conciarle le bionde trezze8 e perle e preziose gioie le cadevano dal capo; e lavategli le mani, uscivano rose, viole e ridenti fiori di vari colori con tanta soavit3 de odori, c/e pareva c/e ivi fusse il paradiso terreste. )l c/e vedendo, la madre corse a Lamberico suo marito; e con materna allegrezza li disse8 = Signor mio, noi abbiamo una figliuola la pi: gentile, la pi: bella e la pi: leggiadra c/e mai natura facesse. Ed oltre la divina bellezza e leggiadria c/e in lei '"#

c/iaramente si vede, da gli capelli suoi escono perle, gemme ed altre preziosissime gioie8 e dalle candide mani, o/ cosa ammirabileB vengono rose, viole e d0ogni sorte fiori, c/e rendono a ciascuno c/e la mira, soavissimo odore. )l c/e mai creduto non arrei, se con e propi occ/i veduto non l0avessi. = )l marito, c/e per natura era incredulo e non dava si agevolmente piena fede alle parole della moglie, di ci1 se ne rise, e la berteggiava; pur fieramente stimolato da lei, volse vedere c/e cosa ne riusciva. E fattasi venire la figliuola alla sua presenza, trov1 vie pi: di -uello c/e la moglie detto gli aveva. )l perc/9 in tanta allegrezza divenne, c/e fermamente giudic1 non esser al mondo uomo c/e congiungersi con essa lei in matrimonio degno fusse. Era gi3 per tutto l0universo divolgata la gloriosa fama della vaga e immortal bellezza di iancabella; e molti re, prencipi e marc/esi da ogni parte concorrevano, acci1 c/e il lei amore ac-uistassino ed in moglie l0avessino. %a niuno di loro fu di tanta virt: c/e aver la potesse, perci1 c/e ciascuno di loro in alcuna cosa era manc/evole. Finalmente sopragiunse Ferrandino, re di Aapoli, la cui prodezza e c/iaro nome risplendeva come il sole tra le minute stelle; ed andatosene al marc/ese, gli dimand1 la figliuola per moglie. )l marc/ese, vedendolo bello leggiadro e ben formato, e molto potente e di stato e di ricc/ezze, conc/iuse le nozze; e c/iamata la figliuola, senza altra dimoranza si toccorno la mano e basciorono. Aon fu s. tosto contratto il sponsalizio, c/e iancabella si ramment1 delle parole c/e Samaritana sua sorella amorevolmente dette le aveva; e discostatasi dal sposo, e fingendo di voler fare certi suoi '"$

servigi, in camera se n0and1; e c/iusasi dentro, sola per un usciolo secretamente entr1 nel giardino, e con bassa voce cominci1 c/iamare Samaritana. %a ella non pi: come prima se le appresentava. )l c/e vedendo, iancabella molto si maravigli1; e non trovandola n9 veggendola in luogo alcuno del giardino, assai dolorosa rimase, conoscendo ci1 essere avenuto per non esser lei stata ubidiente a0 suoi comandamenti. 7nde ramaricandosi tra s9 stessa, ritorn1 in camera; ed aperto l0uscio, si pose a sedere appresso il suo sposo, c/e lungamente aspettata l0aveva. 7r finite le nozze, Ferrandino la sua sposa a Aapoli trasfer.8 dove con gran pompa e glorioso trionfo e sonore trombe fu da tutta la citt3 orrevolmente ricevuto. 4veva Ferrandino matrigna con due figliuole sozze e brutte; e desiderava una di loro con Ferrandino in matrimonio copulare. %a essendole tolta ogni speranza di conseguir tal suo desiderio, se accese contra di iancabella di tanta ira e sdegno, c/e non pur vedere, ma sentire non la voleva8 fingendo per1 tuttavia d0amarla ed averla cara. (olse la fortuna c/e il re di Tunisi fece un grandissimo apparecc/iamento per terra e per mare per mover guerra a Ferrandino8 non so se -uesto fusse per causa della presa moglie, over per altra cagione; e gi3 col suo potentissimo essercito era entrato nelle confine del suo reame. Laonde fu di bisogno c/e Ferrandino prendesse l0arme per difensione del regno suo e raffrontasse il nimico. 7nde messosi in punto di ci1 c/e li faceva mistieri, e raccomandata iancabella, c/e gravida era, alla matrigna, col suo essercito si part.. '"%

Aon passorono molti giorni, c/e la malvagia e proterva matrigna deliber1 iancabella far morire; e c/iamati certi suoi fidati servi, li commise c/e con esso lei andar dovessino in alcun luoco per diporto, e indi non si partisseno se prima da loro uccisa non fusse8 e per certezza della morte sua, le recassino -ualc/e segno. Gli servi, pronti al mal fare, furono ubidienti alla signora; e fingendo di andare ad uno certo luogo per diporto, la condussero ad uno bosco dove gi3 di ucciderla si preparavano8 ma vedendola s. bella e s. graziosa, gli venne piet3, ed uccidere non la volsero, ma le spiccarono ambe le mani dal busto e gli occ/i di capo le trassero, portandogli alla matrigna per manifesta certezza c/e uccisa l0avevano. )l c/e vedendo, l0empia e cruda matrigna paga e molto lieta rimase. E pensando la scelerata matrigna di mandar ad effetto il suo maligno proponimento, semin1 per tutto il regno c/e le due figliuole erano morte8 una di continova febbre, l0altra per una postema vicina al cuore c/0affocata l0aveva; e c/e iancabella, per lo dolore della partita del re, disperso aveva un fanciullo, e sopragiunta le era una terzana febbre c/e molto la distruggeva, e c/e vi era pi: tosto speranza di vita c/e temenza di morte. %a la malvagia e rea femina in vece di iancabella teneva nel letto del re una delle sue figliuole, fingendo lei esser iancabella da febbre gravata. Ferrandino, c/e l0essercito del nimico aveva gi3 sconfitto e disperso, a casa si ritornava con glorioso trionfo; e credendosi ritrovare la sua diletta iancabella tutta festevole e gioconda, la trov1 c/e macra scolorita e disforme nel letto giaceva. Ed accostatosi bene a lei, e '"&

guatatala fiso nel volto e vedutala si distrutta, tutto stupefatto rimase, non potendosi in modo alcuno imaginare c/e ella iancabella fusse; e fattala pettinare, invece di gemme e preziose gioie c/e dalle bionde c/iome solevano cadere, uscivano grossissimi pedocc/i c/e ogni ora la divoravano8 e dalle mani, c/e ne uscivano rose ed odoriferi fiori, usciva una lordura e uno succidume c/e stomacava c/i le stava appresso. %a la scelerata donna lo confortava, e gli diceva -uesta cosa avenire per la lung/ezza della infermit3 c/e tali effetti produce. La misera adun-ue iancabella con le mani monc/e e cieca d0ambi gli occ/i nel luoco solingo e fuor di mano soletta in tanta afflizione si stava, c/iamando sempre e ric/iamando la sorella Samaritana c/e aiutare la dovesse; ma niuno vi era c/e le rispondesse se non la risonante eco c/e per tutta l0aria si udiva. %entre c/e la infelice donna dimorava in cotal passione, vedendosi al tutto priva di umano aiuto, ecco entrare nel bosco un uomo attempato molto, benigno di aspetto e compassionevole assai. )l -uale, udita c/e ebbe la mesta e lamentevole voce, a -uella con le orecc/ie accostatosi, e pian piano con i piedi avicinatosi, trov1 la giovane cieca e monca delle mani c/e della sua dura sorte neramente si ramaricava. )l buon vecc/io, vedutala, non puote sofferire c/e tra bronc/i, dumi e spini rimanesse; ma vinto da paterna compassione, a casa la condusse ed alla moglie la raccomand18 imponendole strettissimamente c/e di lei cura avesse. E voltatosi a tre figliuole c/e tre lucidissime stelle parevano, caldamente le comand1 c/e compagnia tenere le dovessino, carezzandola '#(

a tutt0ore e non lasciandole cosa veruna mancare. La moglie, c/e pi: cruda era c/e pietosa, accesa di rabbiosa ira, contra il marito impetuosamente si volse, e disse8 = 5e/, marito, c/e volete voi c/e noi facciamo di -uesta femina cieca e monca, non gi3 per le sue virt:, ma per guidardone de0 suoi benemeritiC = 4 cui il vecc/iarello con sdegno rispose8 = Fa ci1 c/e io ti dico; e se altrimenti farai, non mi aspettar a casa. = 5imorando adun-ue la dolorosa iancabella con la moglie e le tre figliuole, e ragionando con esso loro di varie cose, e pensando tra s9 stessa alla sua sciagura, preg1 una delle figliuole c/e le piacesse pettinarla un poco. )l c/e intendendo, la madre molto si sdegn1, perci1 c/e non voleva in guisa alcuna c/e la figliuola divenisse come sua servitrice. %a la figliuola, pi: c/e la madre pia, avendo a mente ci1 c/e commesso le aveva il padre, e vedendo non so c/e uscire dall0aspetto di iancabella c/e dimostrava segno di grandezza in lei, si scinse il grembiale di bucato c/e dinanzi teneva; e stesolo in terra, amorevolmente la pettinava. A9 appena cominciato aveva pettinarla, c/e delle bionde trezze scaturivano perle, rubini, diamanti ed altre preziose gioie. )l c/e vedendo, la madre, non senza temenza, tutta stupefatta rimase8 e l0odio grande, c/e prima le portava, in vero amore converse. E ritornato il vecc/iarello a casa, tutte corsero ad abbracciarlo8 rallegrandosi molto con esso lui della sopragiunta ventura a tanta sua povert3. iancabella si fece recare una secc/ia d0ac-ua fresca, e fecesi lavare il viso ed i monc/i, dalli -uali, tutti vedendo, rose, viole e fiori in abondanza scaturivano. '#'

)l perc/9 non umana persona, anzi divina la reputorono tutti. 4venne c/e iancabella deliber1 di ritornare al luogo dove fu gi3 dal vecc/iarello trovata. %a il vecc/iarello, la moglie e le figliuole, vedendo l0utile grande c/e di lei n0apprendevano, l0accarezzavano, ed instantemente la pregavano c/e in modo alcuno partire non si dovesse, allegandole molte ragioni acci1 c/e rimovere la potessino. %a ella, salda nel suo volere volse al tutto partirsi, promettendoli tuttavia di ritornare. )l c/e sentendo, il vecc/io senza indugio alcuno al luoco dove trovata l0avea, la ritorn1. Ed ella al vecc/iarello impose c/e si partisse, e la sera ritornasse a lei, c/e ritornerebbe con esso lui a casa. 2artitosi adun-ue il vecc/iarello, la sventurata iancabella cominci1 andare per la selva, Samaritana c/iamando; e le strida ed i lamenti andavano fino al cielo. %a Samaritana, -uantun-ue appresso le fusse, n9 mai abbandonata l0avesse, rispondere non le voleva. La miserella, vedendosi spargere le parole al vento, disse8 = &/e debbo io pi: fare al mondo, dopo c/e io sono priva degli occ/i e delle mani, e mi manca finalmente ogni soccorso umanoC = Ed accesa da uno furore c/e la tolleva fuor di speranza della sua salute, come disperata, si voleva uccidere. %a non avendo altro modo di finir la sua vita, prese il cammino verso l0ac-ua, c/e poco era lontana, per attuffarsi; e giunta in su la riva gi3 per entro gittarsi, ud. una tonante voce c/e diceva8 = 4/im@, non fare, n9 voler di te stessa esser omicidaB riserba la tua vita a miglior fine. = 4llora iancabella, per tal voce smarrita, -uasi tutti i capelli '#-

addosso si senti arricciare. %a parendole conoscere la voce, preso al-uanto di ardire, disse8 = &/i sei tu c/e vai errando per -uesti luoc/i, e con voce dolce e pia ver me ti dimostriC = )o sono = rispose la voce, = Samaritana tua sorella, la -uale tanto instantemente c/iami. = )l c/e udendo, iancabella con voce da fervidi singolti interrotta le disse8 = 4/B sorella mia, aiutami ti prego; e se io dal tuo consiglio scostata mi sono, perdono ti c/iedo. 2erci1 c/e errai, ti confesso il fallo mio, ma l0error fu per ignoranza, non per malizia; c/e se per malizia stato il fusse, la divina provvidenza non l0arrebbe lungo tempo sustenuto. = Samaritana, udito il compassionevole lamento, e vedutala cos. maltrattata, al-uanto la confort1; e raccolte certe erbucce di maravigliosa virt:, e postele sopra gli occ/i, e giungendo due mani alle braccia, immantinente la risan1. 2oscia Samaritana, deposta gi: la s-uallida scorza di biscia, una bellissima giovanetta rimase. Gi3 il sole nascondeva gli suoi folgenti rai, e le tenebre della notte cominciavano apparire, -uando il vecc/iarello con frettoloso passo giunse alla selva, e trov1 iancabella c/e con un0altra ninfa sedeva. E miratala nel c/iaro viso, stupefatto rimase, pensando -uasi c/0ella non fusse. %a poi c/e conosciuta l0ebbe, le disse; = Figliuola mia, voi eravate stamane cieca e monca; come siete voi cos. tosto guaritaC = Rispose iancabella8 = Aon gi3 per me, ma per virt: e cortesia di costei c/e meco siede, la -uale mi @ sorella. = E levatesi ambedue da sedere, con somma allegrezza insieme con il vecc/io se n0andorono a casa8 dove dalla moglie e dalle figliuole furono amorevolmente ricevute. '#.

Erano gi3 passati molti e molti giorni, -uando Samaritana, iancabella ed il vecc/iarello con la moglie e con le tre figliuole andarono alla citt3 di Aapoli per ivi abitare; e veduto un luogo vacuo c/e era al dirimpetto del palazzo del re, ivi si posero a sedere. E venuta la buia notte, Samaritana, presa una vergella di lauro in mano, tre volte percosse la terra dicendo certe parole; le -uali non furono appena fornite di dire, c/e scatur. un palazzo il pi: bello ed il pi: superbo c/e si vedesse giamai. Fattosi Ferrandino re la mattina per tempo alla finestra, vide il ricco e maraviglioso palazzo; e tutto attonito e stupefatto rimase. E c/iamata la moglie e la matrigna, lo vennero a vedere. %a ad esse molto dispiac-ue, perci1 c/e dubitavano c/e alcuna cosa sinistra non le avenisse. Stando Ferrandino alla contemplazione del detto palazzo, ed avendolo d0ogni parte ben considerato, alz1 gli occ/i e vide per la finestra d0una camera due matrone c/e di bellezza facevano invidia al sole. E tantosto c/e l0ebbe vedute, gli venne una rabbia al cuore, perci1 c/e li parve una di loro la sembianza di iancabella tenere. E addimandolle, c/i fussero e donde venisseno. 4 cui fu risposto c/e erano due donne fuoruscite, e c/e venivano di 2ersia con il loro avere, per abitare in -uesta gloriosa citt3. E addimandate se grato averebbono c/e da lui e dalle sue donne visitate fussero, gli risposero c/e caro le sarebbe molto, ma c/e era pi: convenevole ed onesto c/0elle, come suddite, andassero a loro, c/e elle, come signore e reine, venissero a visitarle. Ferrandino, fatta c/iamare la reina e le altre donne, con esso loro, ancor c/e ricusassino di andare temendo forte la '#!

loro propin-ua roina, se ne girono al palazzo delle due matrone; le -uali con benigne accoglienze e onesti modi onoratissimamente le ricevettero, mostrandogli le ampie logge e spaziose sale e ben ornate camere, le cui mura erano d0alabastro e porfido fino, dove si vedevano figure c/e vive parevano. (eduto c/e ebbero il pomposo palazzo, la bella giovane, accostatasi al re, dolcemente lo preg1 c/e si degnasse con la sua donna di voler un giorno con esso loro desinare. )l re, c/e non aveva il cuor di pietra ed era di natura magnanimo e liberale, graziosamente tenne lo invito. E rese le grazie dell0onorato accetto c/e le donne fatto gli avevano, con la reina si part. ed al suo palazzo ritorn1. (enuto il giorno del deputato invito, il re, la reina e la matrigna, regalmente vestite ed accompagnate da diverse matrone, andorono ad onorare il magnifico prandio gi3 lautamente apparecc/iato. E data l0ac-ua alle mani, il siniscalco mise il re e la reina ad una tavola al-uanto pi: eminente ma propin-ua alle altre; dopo fece tutti gli altri secondo il loro ordine sedere8 ed a gran agio e lietamente tutti desinarono. Finito il pomposo prandio e levate le mense, levossi Samaritana in piedi; e voltatasi verso il re e la reina, disse8 = Signor, acci1 c/e noi non stiamo nell0ozio avvolti, -ualcuno propona alcuna cosa c/e sia di piacere e contento. = )l c/e tutti confirmarono esser ben fatto. %a non vi fu per1 veruno c/e proponere ardisse. 7nde vedendo Samaritana tutti tacere, disse8 = 5opo c/e niuno si move a dire cosa alcuna, con licenza di vostra %aest3 far1 venire una delle nostre donzelle c/e ci dar3 non '#"

picciolo diletto. = E fatta c/iamare una damigella c/e Silveria per nome si c/iamava, le comand1 c/e prendesse la cetra in mano ed alcuna cosa degna di laude ed in onore del re cantasse. La -uale, ubidientissima alla sua signora, prese la cetra; e fattasi al dirimpetto del re, con soave e dilettevol voce, toccando col plettro le sonore corde, ordinatamente li raccont1 l0istoria di iancabella, non per1 mentovandola per nome. E giunta al fine dell0istoria, levossi Samaritana, e addimand1 al re -ual convenevole pena, -ual degno supplicio meritarebbe colui c/e s. grave eccesso avesse commesso. La matrigna, c/e pensava con la pronta e presta risposta il difetto suo coprire, non aspett1 c/e 0l re rispondesse, ma audacemente disse8 = Ena fornace fortemente accesa sarebbe a costui poca pena a -uella c/e egli meritarebbe. = 4llora Samaritana, come bragia di fuoco nel viso avampata, disse8 = E tu sei -uella rea e crudel femina per la cui cagione fu tanto errore commesso. E tu, malvagia e maladetta, con la propia bocca te stessa ora dannasti. = E voltatasi Samaritana al re, con allegra faccia gli disse8 = <uesta @ la vostra iancabellaB <uesta @ la vostra moglie da voi cotanto amataB <uesta @ colei senza la -uale voi non potevate vivereB = Ed in segno della verit3 comand1 alle tre donzelle, figliuole del vecc/iarello, c/e in presenza del re le pettinassino i biondi e crespi capelli8 dai -uali, come @ detto di sopra, ne uscivano le care e dilettevoli gioie, e dalle mani scaturivano matuttine rose ed odorosi fiori. E per maggior certezza dimostr1 al re il candidissimo collo di iancabella intorniato da una catenella di finissimo oro, c/e tra carne e pelle '##

naturalmente come cristallo traspareva. )l re, conosciuto c/e ebbe per veri indizi e c/iari segni lei esser la sua iancabella, teneramente cominci1 a piangere ed abbracciarla. Ed indi non si part., c/e fece accendere una fornace, e la matrigna e le figliuole messevi dentro. Le -uali, tardi pentute del peccato suo, la loro vita miseramente finirono. 4ppresso -uesto, le tre figliuole del vecc/iarello orrevolmente furono maritate; e Ferrandino re con la sua iancabella e Samaritana lungamente visse, lasciando dopo s9 eredi legittimi nel regno. =

FAVOLA IV.
For#unio "$r una ri $%u#a ingiuria dal "adr$ $ dalla &adr$ "u#a#i%i !i "ar#$( $ %aga'ondo a"i#a in un 'o! o, do%$ #ro%a #r$ ani&ali da) .uali "$r !ua !$n#$n1a 4 guidardona#o( indi, $n#ra#o in Polonia, gio!#ra, $d in "r$&io Dorali $ figliuola d$l r$ in &ogli$ o##i$n$.

5Al#$ria,= Egli @ un motto c/e tra0 volgari @ non poco fre-uentato ne0 ragionamenti loro8 HAon sc/erzar c/e 0l doglia, n9 motteggiar del vero; perci1 c/e c/i ode, vede e tace, altri non nuoce e vive sempre in paceI. Fu adun-ue nell0estreme parti di Lombardia un uomo c/iamato ernio, il -uale, -uantun-ue de0 beni della '#$

fortuna abondevole non fusse, non per1 d0animo e di cuore agli altri inferiore si reputava. &ostui prese per moglie una valorosa e gentilesca donna, nominata 4lc/ia; la -uale, avenga c/e di bassa condizione fusse, era per1 dotata d0ingegno e di laudevoli costumi, e tanto amava il marito, -uanto un0altra c/e trovar si potesse giamai. Essi molto desideravano figliuoli, ma la grazia da )ddio non gli era concessa; perci1 c/e l0uomo il pi: delle volte non sa -uello c/e addimandando pi: li convenga. Stando ambeduo in -uesto desiderio e veggendo la fortuna essergli al tutto contraria, costretti da lungo desio, deliberorono di prenderne uno e per propio e legittimo figliuolo tenerlo e nudricarlo. Ed andatisene una mattina per tempo a -uel luogo dove sono i teneri fanciulli dalli loro padri abbandonati, e adocc/iatone uno c/e pi: bello e pi: vezzoso degli altri li parve, -uello presero; e con molta diligenza e disciplina fu da loro accostumatamente nudrito. 4venne c/e, come piac-ue a colui c/e l0universo regge ed ogni cosa a suo bel grado tempra ed ammollisce, 4lc/ia si ingravid1; e pervenuto il tempo del parto, partur. un figliuolo c/e tutto somigliava al padre. 5i c/e l0uno e l0altro ne ebbe incredibile allegrezza; e (alentino nome gl0imposero. )l fanciullo, ben nudrito ed allevato, cresceva ed in virt: ed in costumi; e tanto amava il fratello, Fortunio c/iamato, c/e, -uando egli era senza di lui, da doglia si sentiva morire. %a la discordia, d0ogni ben nimica, vedendo il loro fervido e caldo amore, e non potendo omai sofferire tanta tra loro amorevolezza, un giorno se interpose, ed oper1 s. c/e gli suoi frutti acerbi assaggiare '#%

incominciorono. )mperci1 c/e sc/erzando tra loro un giorno, si com0@ usanza de0 fanciulli, ed essendo per lo giuoco riscaldati al-uanto, e non potendo (alentino patire c/e Fortunio nel giuoco li fusse superiore, in tanta rabbia e furore venne, c/e pi: volte bastardo e nato di vil femina li disse. )l c/e udendo Fortunio e di ci1 maravigliandosi molto, assai si turb1; e voltosi verso (alentino, li disse8 = &ome, sono io bastardoC = E (alentino con parole tra0 denti non morte, seco tuttavia contrastando, animosamente lo conferm1. Laonde Fortunio oltre modo dolente del giuoco si part.; ed andatosene alla putativa madre, dolcemente la dimand1 se di lei e di ernio era figliuolo. 4 cui 4lc/ia rispose c/e s.. Ed accortasi c/e (alentino con ingiuriose parole oltraggiato l0aveva, -uello fortemente minacci1, giurando di malagevolmente castigarlo. Fortunio per le parole d04lc/ia suspic1, anzi tenne per certo c/e egli suo figliuolo legittimo non fusse; pur pi: volte assaggiare la volse s0egli era suo vero figliuolo, e di saperlo al tutto deliber1. 7nde 4lc/ia, vedendo l0ostinato volere di Fortunio, e non potendo da tal importunit3 rimoverlo, gli conferm1 lui non esser suo vero figliuolo, ma nudrito in casa per amor d0)ddio e per alleviamento de0 peccati suoi e del marito. <ueste parole al giovane furono tante coltellate al cuore, e li crebbero doglia sopra doglia. 7ra essendo senza misura dolente, n9 soffrendogli il cuore s9 medesimo con alcuna violenza uccidere, determin1 di uscire al tutto di casa di ernio, ed errando per lo mondo tentare se la fortuna ad alcun tempo li fusse favorevole. 4lc/ia, veduta la volont3 di Fortunio ogni ora pi: pronta, n9 vedendo '#&

modo n9 via di poterlo rimovere dal suo duro proponimento, tutta accesa d0ira e di sdegno, dielli la maledizione, pregando )ddio c/e se gli avenisse per alcun tempo di cavalcare il mare, ei fusse dalla sirena non altrimenti ing/iottito c/e sono le navi dalle procellose e gonfiate onde marine. Fortunio, dall0impetuoso vento del sdegno e dal furor dell0ira tutto spinto, n9 intesa la maledizione materna, senza altro congedo prendere dai parenti, si part., ed indirizz1 verso ponente il suo cammino. 2assando adun-ue Fortunio or stagni or valli or monti ed altri alpestri e salvatici luog/i, finalmente una mattina tra sesta e nona giunse ad uno folto ed inviluppato bosco; e dentro entratovi, trov1 il lupo, l0a-uila e la formica, c/e per la cacciagione di gi3 un preso cervo fuor di modo si rimbeccavano, ed in partirlo in maniera alcuna convenire non si potevano. Stando adun-ue i tre animali in -uesto duro contrasto, n9 volendo l0uno ceder a l0altro, al fine in tal guisa patteggiorono, c/e 0l giovane Fortunio, c/e allora eravi sopragiunto, dovesse la loro lite difinire, dando a ciascuno di loro la parte c/e li paresse pi: convenevole. E cos. tutta tre rimasero contenti8 promettendo l0uno all0altro d0ac-uetarsi ed in maniera alcuna non contravenire alla difinitiva sentenza, -uantun-ue ella fusse ingiusta. Fortunio, preso volentieri l0assunto, e con maturit3 considerata la loro condizione, in tal guisa la preda divise8 al lupo, come animal vorace e addentato molto, in guidardone della durata fatica assign1 tutte l0ossa con la macilente carne; all0a-uila, uccello rapace e di denti privo, per rimunerazione sua in cibo offerse le interiora col grasso '$(

c/e la carne e l0ossa circonda; alla granifera e sollecita formica, per esser manc/evole di -uella potenza c/0al lupo ed all0a-uila @ dalla natura concessa, per premio della sostenuta fatica le tenere cervella concesse. 5el grave e ben fondato giudicio ciascuno di loro rimase contento; e di tanta cortesia, -uanta ei usata gli aveva, come meglio puotero e seppero il ringraziorono assai. E perci1 c/e la ingratitudine tra gli altri vizi @ sommamente biasmevole, tutta tre concordi volsero c/e 0l giovane non si partisse, se prima da ciascun di loro non era per lo ricevuto servigio ottimamente guidardonato. )l lupo adun-ue in riconoscimento del passato giudicio disse8 = Fratello, io ti do -uesta virt:, c/e ogni volta il tuo desiderio sar3 di divenire lupo e dirai8 fuss0io lupo, incontanente di uomo in lupo tu ti trasformerai, ritornando per1 a tuo bel grado nella tua forma prima. = Ed in tal maniera fu altres. dall0a-uila e dalla formica beneficiato. Fortunio, tutto allegro per lo ricevuto dono, rendute prima -uelle grazie c/0ei seppe e puote, c/iese da loro commiato, e si part.; e tanto cammin1, c/e aggiunse a 2olonia, citt3 nobile e popolosa8 il cui imperio teneva 7descalco re, molto potente e valoroso, il -uale aveva una figliuola, 5oralice per nome c/iamata. E volendola onorevolmente maritare, aveva fatto bandire un gran torniamento nel suo regno; n9 ad alcuno intendeva in matrimonio copularla, se non a colui c/e della giostra fusse vincitore. E molti duc/i, marc/esi ed altri potenti signori erano gi3 da ogni parte venuti per far l0ac-uisto del prezioso premio; e della giostra ornai era passato il primo '$'

giorno, ed uno saracino, sozzo e contrafatto di aspetto, strano di forma e nero come pece, di -uella superiore appareva. La figliuola del re, considerata la diformit3 e lordura del saracino, ne sentiva grandissimo dolore c/e ei ne fusse della onorata giostra vincente; e messasi la vermiglia guancia sopra la tenera e delicata mano, si attristava e ramaricava, maladicendo la sua dura e malvagia sorte8 bramando prima 0l morire c/e di s. sformato saracino moglie venire. Fortunio, entrato nella citt3 e veduta la onorevol pompa ed il gran concorso dei giostranti, ed intesa la causa di s. glorioso trionfo, si accese di ardentissimo desiderio di mostrare -uanto era il suo valore nel torniamento. %a perci1 c/e era privo di tutte -uelle cose c/e ai giostranti si convengono, dolevasi molto. E stando in -uesto ramarico ed alzando gli occ/i al cielo, vide 5oralice, figliuola del re, c/e ad una superba finestra appoggiata si stava8 la -uale, da molte vag/e e generose matrone circondata, non altrimenti pareva c/e 0l vivo e c/iaro sole tra le minute stelle. E sopragiunta la buia notte, ed andatisene tutti ai loro alloggiamenti, 5oralice mesta si ridusse sola in una cameretta non meno ornata c/e bella; e stando cos. solinga con la finestra aperta, ecco Fortunio, il -uale, come vide la giovane, fra s9 disse8 = 5e/, c/e non sono io a-uilaC = A9 appena egli aveva fornite le parole, c/e a-uila divenne; e volato dentro della finestra, e ritornato uomo come prima, tutto giocondo e tutto festevole se le appresent1. La poncella, vedutolo, tutta si smarr.; e s. come da famelici cani lacerata fusse, ad alta voce cominci1 gridare. )l re, c/e '$-

non molto lontano era dalla figliuola, udite le alte grida, corse a lei, ed inteso c/e nella camera era un giovane, tutta la zambra ricerc1, e nulla trovando, a riposare se ne torn1; perci1 c/e il giovane, fattosi a-uila, per la finestra si era fuggito. A9 fu si tosto il padre postosi a riposare, c/e da capo la poncella si mise ad alta voce gridare; perci1 c/e il giovane, come prima, a lei presentato si aveva. %a Fortunio, udito il grido della giovane, e temendo della vita sua, in una formica si cangi1, e nelle bionde trezze della vaga donna si nascose. 7descalco, corso all0alto grido della figliuola e nulla vedendo, contra di lei assai si turb1, e acramente minacciolla c/e, se ella pi: gridava, egli le farebbe uno sc/erzo c/e non le piacerebbe; e tutto sdegnato se ne part., pensandosi c/0ella avesse veduto nella sua imaginativa uno di coloro c/e per suo amore erano stati nel torniamento uccisi. )l giovanetto, sentito del padre il ragionamento, e veduta la di lui partenza, la spoglia di formica depose e nel suo esser primo fece ritorno. 5oralice, vedendo il giovane, subitamente si volse gittar gi: dal letto e gridare, ma non puote; perci1 c/e il giovane le c/iuse con una delle mani la bocca e disse8 = Signora mia, io non sono -ui venuto a torvi l0onore e l0aver vostro, ma per racconfortarvi ed esservi umilissimo servitore. Se voi pi: gridarete, una di due cose averr38 o c/e 0l vostro c/iaro nome e buona fama fie guasta, o c/e voi sarete cagione della mia e vostra morte. E perci1, signora del cuor mio, non vogliate ad un tempo macc/iare l0onor vostro e mettere a pericolo di amenduo la vita. = 5oralice, mentre Fortunio diceva tai parole, piangeva e si ramaricava molto; n9 poteva '$.

in maniera alcuna patire il paventoso assalto. %a Fortunio, vedendo il perturbato animo della donna, con dolcissime parole c/e arrebbeno spezzato un monte, tanto disse e tanto fece, c/e addolc. l0ostinata voglia della donna; la -uale, vinta dalla leggiadria del giovane, con esso lui si pacific1. E vedendo il giovane di bellissimo aspetto, robusto e delle membra sue ben formato, e ripensando tra s9 stessa alla bruttura del saracino, molto si doleva c/e egli dovesse della giostra esser vincitore e parimente della sua persona possessore. E mentre c/e ella seco ragionava, le disse il giovane8 = 5amigella, s0io avessi il modo, volentieri giostrerei; e dammi il cuore c/e della giostra sarei vincitore. = 4 cui rispose la donzella8 = <uando cos. fusse, niun altro c/e voi sarebbe della persona mia signore. = E vedendolo tutto caldo e ben disposto a tal impresa, di danari e di gioie infinite l0accomod1. )l giovane, allegramente presi i danari e le gioie, addimandolla -ual abito pi: le sarebbe a grado c/e egli si vestisse. 4 cui rispose8 = 5i raso bianco. = E s. come ella divis1, cos. egli fece. Fortunio adun-ue il giorno seguente, guarnito di rilucenti armi coperte di una sopra veste di raso bianco, di finissimo oro e sottilissimi intagli ricamata, mont1 sopra un possente ed animoso cavallo coperto di colore del cavaliere; e senza esser da alcun conosciuto, in piazza se ne g.. )l popolo, gi3 raunato al famoso spettacolo, veduto il prode cavaliere isconosciuto con la lancia in mano per giostrare, non senza gran maraviglia e come smemorato incominci1 fiso a riguardarlo; e ciascuno diceva8 = 5e/, c/i @ costui '$!

c/e s. leggiadro e s. pomposo si rappresenta in giostra, e non si conosceC = Fortunio, nell0ordinata sbarra entrato, al suo rivale fece motto c/e entrasse; ed amenduo, abbassate le nodose lance, come scatenati leoni si scontrorono8 e cos. grave fu del giovinetto il colpo nella testa, c/e il saracino tocc1 del cavallo le groppe, e non altrimenti c/e un vetro battuto ad un muro, nella nuda terra morto rimase. E -uanti -uel giorno in giostra ne incontr1, tanti furono da lui valorosamente abbattuti. Stavasi la damigella tutta allegra, e con ammirazione grandissima intensamente il riguardava, e tra s9 stessa ringraziava )ddio c/e della servit: del saracino l0aveva deliberata, e pregavalo li desse la vittoriosa palma. Giunta la notte, e c/iamata 5oralice a cena, non gli vi volse andare; ma fattisi portare certi delicati cibi e preziosi vini, finse non aver allora appetito di mangiare8 ma facendole bisogno, al tardo sola mangerebbe. E c/iusasi sola in camera, ed aperta la finestra, lo affezionato amante con sommo desiderio aspett1; e ritornatosi come la notte precedente, ambeduo insieme lietamente cenorono. 5appoi Fortunio l0addimand1 come dimane vestire si dovesse, ed ella a lui8 = 5i raso verde, tutto di argento ed oro finissimo ricamato8 ed altress. il cavallo. = Ed il tutto fu tostamente la mattina esse-uito. 4ppresentatosi adun-ue in piazza, il giovanetto all0ordinato termine del torniamento entr1; e se il giorno avanti il suo gran valore aveva dimostrato, nel se-uente vie pi: -uello dimostr1. E la delicata donzella giustamente esser sua ognuno ad alta voce affannava. (enuta la sera, la damigella, tra s9 tutta gioconda, tutta '$"

giocosa ed allegra, finse -uello istesso c/e nella precedente notte simulato aveva. E c/iusasi in camera, ed aperta la finestra, il valoroso giovane aspett1, e con esso lui agiatamente cen1. E addimandatala da capo di c/e vestimento nel se-uente giorno addobbar si dovesse, li rispose8 = 5i raso cremesino, tutto ricamato di oro e di perle; ed altres. la sopraveste del cavallo sar3 in tal guisa guarnita, perci1 c/e in tal maniera sar1 ancor io vestita. = 5onna, = disse Fortunio, = se dimane per aventura io fussi al-uanto pi: tardo dell0usato nel venire in giostra, non ve ne maravigliate; perci1 c/e non senza causa tarder1 la venuta mia. = (enuto il terzo giorno e l0ora del giostrare, tutto il popolo il termine del glorioso triunfo con grandissima allegrezza aspettava; ma niuno dei giostranti, per la smisurata fortezza del prode cavaliere incognito, ardiva di comparere. E la dimoranza del cavaliere troppo lunga non pur al popolo generava sospetto grandissimo, ma ancora alla donzella, -uantun-ue della dimora ne fusse consapevole. E vinta da interno dolore, non se ne avedendo alcuno, -uasi tramortita cadde. %a poi c/0ella sent. Fortunio avicinarsi alla piazza, gli smarriti spiriti cominciorono a ritornare ai loro luoc/i. Era Fortunio d0un ricco e superbo drappo vestito, e la coperta del suo cavallo d0oro finissimo tutta dipinta di lucenti rubini, di smeraldi, di zaffiri e di grossissime perle, le -uali secondo il giudizio universale un stato valevano. Giunto in piazza il valoroso Fortunio, tutti ad alta voce gridavano8 = (iva, viva il cavalier incognitoB = e con un spesso e festoso batter di '$#

mani fisc/iavano. Ed entrato nella sbarra, s. coraggiosamente si port1, c/e mandati tutti sopra la nuda terra, della giostra ebbe il glorioso trionfo. E sceso gi: del potente cavallo, fu dai primi e dai maggiori della citt3 sopra i loro omeri sollevato; e con sonore trombe ed altri musici stromenti, e con grandissimi gridi c/e givano in fino al cielo, alla presenza del re incontanente lo portorono. E trattogli l0elmo e le relucenti arme, il re vide un vago giovanetto; e c/iamata la figliuola, in presenza di tutto il popolo con grandissima pompa la fece sposare, e per un mese continovo tenne corte bandita. Essendo Fortunio con la diletta moglie un certo tempo dimorato, e parendogli sconvenevole e cosa vile il star ne l0ozio avolto raccontando l0ore s. come fanno -uelli c/e sciocc/i sono e di prudenza privi, determin1 al tutto di partirsi, e andarsene in luoc/i dove il suo gran valore fusse apertamente conosciuto. E presa una galea e molti tesori c/e 0l suocero gli aveva donati, e tolta da lui e dalla moglie buona licenza, sopra la galea sal.. Aavigando adun-ue Fortunio con prosperi e favorevoli venti, aggiunse nell04tlantico mare; n9 fu guari pi: di dieci miglia entrato nel detto mare, c/e una sirena, la maggiore c/e mai veduta fusse, alla galea si accost1, e dolcemente cominci1 a cantare. Fortunio, c/e in un lato della galea col capo sopra l0ac-ua per ascoltare dimorava, si addorment1; e cos. dormendo fu dalla sirena diglottito, la -uale, attuffatasi nelle marine onde, se ne fugg.. ) marinai, non potendolo soccorrere, scoppiavano da dolore; e tutti mesti e sconsolati la galea di bruni panni copersero, ed all0infelice e '$$

sfortunato 7descalco fecero ritorno, raccontandoli l0orribile e lagrimoso caso c/e nel mare gli era sopravenuto. 5il c/e il re e 5oralice e tutta la citt3 grandissimo dolore sentendo, di neri panni si vestiro. 4vicinatasi gi3 l0ora del parto, 5oralice un bellissimo bambino partur.; il -uale, vezzosamente in molte delicatezze nudrito, alla et3 di duo anni pervenne. E considerando la mesta ed addolorata 5olarice s9 esser priva del suo diletto e caro sposo, n9 esservi pi: speranza alcuna di poterlo riavere, nell0alto e viril animo suo propose di voler al tutto, ancor c/e il re consentire non le volesse, mettersi in mare alla fortuna e la sua ventura provare. E fatta mettere in punto una galea ben armata e di gran vantaggio, e presi tre pomi a maraviglia lavorati, dei -uali l0uno era di auricalco, l0altro di argento ed il terzo di finissimo oro, tolse licenza dal padre, ed in galea col bambino mont1; e date le vele al prosperevole vento, nell0alto mare entr1. La mesta donna, cos. navigando con tran-uillo mare, ordin1 alli marinai c/e dove lo sposo suo dalla sirena fu ing/iottito, in -uel luoco condurre la dovessero. )l c/e fu esse-uito. 4ggiunta adun-ue la nave al luogo dove lo sposo fu dalla sirena diglottito, il bambino cominci1 dirottamente a piangere; e non potendolo la madre per modo alcuno attasentare, prese il pomo di auricalco ed al fanciullo lo diede. )l -uale, seco giuocando, fu dalla sirena veduto; ed ella, accostatasi alla galea e sollevando al-uanto la testa delle sc/iumose onde, disse alla donna8 = 5onna, donami -uel pomo; perci1 c/e di -uello io sono innamorata molto. = 4 cui la donna rispose '$%

non volerglielo donare, perci1 c/e del figliuolino era il trastullo. = Se ti sar3 in piacere di donarlomi, = disse la sirena, = ed io ti mostrer1 lo sposo tuo insino al petto. = )l c/e ella intendendo, e desiderando molto di vedere lo sposo suo, glielo don1. E la sirena in ricompenso del caro dono, s. come promesso le aveva, il marito sino al petto le mostr1; ed at tuffatasi nell0onde, non si lasci1 pi: allora vedere. 4lla donna, c/e ogni cosa attentamente veduto aveva, crebbe maggior desiderio di vederlo tutto; e non sapendo c/e fare n9 c/e dire, col suo bambino si confortava. 4l -uale, da capo piangendo, acci1 c/e s0attasentasse, la madre il pomo d0argento diede. %a essendo per aventura dalla sirena veduto, alla donna lo ric/iese in dono. %a ella, stringendosi nelle spalle e vedendo c/e 0l era il trastullo del fanciullo, di donarglielo ricusava. 4 cui disse la sirena8 = Se tu mi donerai il pomo c/e @ vie pi: bello dell0altro, io ti prometto di mostrarti il tuo sposo sino alle ginocc/ia. = La povera 5oralice, desiderosa di vedere pi: avanti il suo diletto sposo, pospose l0amore del fanciullo, e lietamente glielo don1; e la sirena, attesa la promessa, nell0onde s0attuff1. La donna tutta tacita e sospesa stavasi a vedere, n9 alcun partito per liberare da morte il suo marito prender sapeva; ma toltosi in braccio il bambino c/e tuttavia piangeva, con esso lui si consolava al-uanto. )l fanciullo, ricordatosi del pomo con cui sovente giuocava, si mise in s. dirotto pianto, c/e fu la madre da necessit3 costretta dargli il pomo d0oro. )l -uale, veduto dallo ingordo pesce, e considerato c/e sopra gli altri duo era bellissimo, parimente le fu ric/iesto in dono; e '$&

tanto disse e tanto fece, c/e la madre contra il voler del fanciullo glielo concesse. E per c/e la sirena le aveva promesso di far vedere lo sposo suo intieramente tutto, per non mancare della promessa, s0avicin1 alla galea; e sollevato al-uanto il dorso, apertamente glielo mostr1. Fortunio, vedendosi fuori delle onde e sopra il dorso della sirena in libert3, tutto giolivo, senza interponere indugio alcuno, disse8 = 5e/ fuss0io un0a-uilaB = E -uesto detto, subitamente a-uila divenne; e levatosi a volo, sopra l0antenna della galea agevolmente sal.8 ed ivi, tutti i marinai vedendo, abbasso disceso, nella propria sua forma ritorn1, e prima la moglie ed il bambino, indi la marinerezza strettamente abbracci1 e basci1. 4llora tutti allegri del ricoperato sposo, al regno paterno fecero ritorno; e giunti nel porto, le trombe, le naccare, i tamburi e gli altri stromenti cominciorono sonare. )l re -uesto udendo si maravigli1, e sospeso attese -uello c/e ci1 volesse dire. %a non stette guari c/e venne il noncio, ed annonci1 al re come Fortunio suo genero con la diletta sua figliuola era ag giunto. E smontati di galea, tutti se n0andorono al palazzo8 dove con grandissima festa e trionfo furono ricevuti. 5opo alcuni giorni Fortunio, andatosene a casa e fattosi lupo, 4lc/ia sua matrigna e (alentino suo fratello per la ricevuta ingiuria divor1; e ritornato nella primiera forma, ed asceso sopra il suo cavallo, al regno del suocero fece ritorno8 dove con 5oralice sua cara e diletta moglie per molti anni in pace con grandissimo piacere di ciascuna delle parti insieme si goderono. =

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FAVOLA V.
I!o##a, &ogli$ di Lu af$rro d$) Al'ani da B$rgo&o, r$d$ndo on a!#u1ia ga''ar$ Tra%aglino, %a aro d)E&iliano !uo fra#$llo, "$r farlo "ar$r 'ugiardo "$rd$ il "od$r d$l &ari#o, $ #orna a a!a on la #$!#a di un #oro dall$ orna dora#$ #u##a %$rgogna#a.

*ERITREA,= G tanta la forza della infallibile verit3, c/e, secondo c/e manifesta la divina Scrittura, pi: facil cosa sarebbe c/e 0l cielo e la terra finisse, c/e la verit3 mancasse. E di tanto privilegio @ la verit3, secondo c/e scriveno i savi del mondo, c/e ella del tempo, e non il tempo di lei trionfa. E s. come l0oglio posto nel vase sta sopra dell0ac-ua, cos. la verit3 sta sopra la bugia. A9 debbe alcuno di -uesto mio cominciamento prendere ammirazione, perci1 c/e io il fei mossa dalla sceleragine di una malvagia femina8 la -uale, credendosi con sue false lusing/e inducere un povero giovane a dir la bugia, lo indusse a dir la verit3, ed ella come trista femina vergognata rimase8 si come vi racconter1 con -uesta mia favola, la -uale spero c/e a tempo e luogo vi sar3 pi: tosto profittevole c/e dannosa. )n ergomo, valorose donne, citt3 della Lombardia, fu non @ gi3 gran tempo, un uomo ricco e potente, il cui nome era 2ietromaria de0 4lbani. &ostui aveva duo figliuoli8 l0uno '%'

de0 -uali Emiliano, l0altro Lucaferro si c/iamava. 4ppresso -uesto, egli aveva duo poderi, dalla citt3 non molto lontani8 de0 -uai l0uno c/iamavasi G/or@m, e l0altro 2edr@nc/. ) duo fratelli, cio@ Emiliano e Lucaferro, morto 2ietromaria suo padre, tra loro divisero i poderi; ed a Emiliano per sorte tocc1 2edr@nc/, ed a Lucaferro G/or@m. 4veva Emiliano un bellissimo gregge di pecore ed uno armento di vivaci giuvenc/i ed una mandra di fruttifere vacc/e8 de0 -uali era mandriale Travaglino, uomo veramente fedele e leale, n9 per -uanto egli aveva cara la vita sua avrebbe detta una bugia; e con tanta diligenza custodiva l0armento e la mandra sua, c/e non aveva pare. Teneva Travaglino nella mandra delle vacc/e molti tori8 tra0 -uai ve n0era uno molto vago a vedere; ed era tanto grato ad Emiliano, c/e d0oro finissimo gli aveva fatto dorare le corna, n9 mai Travaglino andava a ergomo, c/e Emiliano non gli addimandasse del suo toro dalle corna d0oro. 7ra avenne c/e trovandosi Emiliano a ragionamento con Lucaferro suo fratello e con alcuni suoi domestici, sopragiunse Travaglino, il -ual fece cenno ad Emiliano di voler con esso lui favellare. Ed egli, levatosi dal fratello e dagli amici, andossene l3 dove era Travaglino, e lungamente ragion1 con esso lui. E perci1 c/e Emiliano pi: fiate aveva fatto -uesto atto di lasciare gli amici e parenti suoi e girsene a ragionare con un mandriale, Lucaferro non poteva in maniera alcuna -uesta cosa patire. Laonde un giorno, acceso d0ira e di sdegno, disse ad Emiliano8 = Emiliano, io mi maraviglio molto di te, c/e tu facci maggior conto d0uno vaccaro e d0uno furfante c/e d0uno tuo fratello e di tanti tuoi cordiali amici. )mpercioc/9 '%-

non pur una volta, ma mille, se tante si pu1 dire, tu ne /ai lasciati nelle piazze e ne0 giuoc/i come bestie c/e vanno al macello, e tu ti sei accostato a -uel grosso ed insensato Travaglino tuo famiglio per ragionar con esso lui, c/e 0l par c/e tu abbi a fare le maggior facende del mondo8 e nondimeno non vagliono una brulla. = Rispose Emiliano8 = Lucaferro, fratello mio, non bisogna c/e s. fieramente tu ti accorocci meco, rimproverando Travaglino con disoneste parole; perci1 c/e egli @ giovane da bene, ed emmi molto caro, s. per la sofficienza sua, s. anc/e per la lealt3 c/0egli usa verso di me8 s. ancora perc/9 in lui @ una special e singolar virt:, c/e per tutto l0aver del mondo ei non direbbe una parola c/e bugiarda fusse. Ed oltre ci1 egli /a molte altre condizioni, per le -uali io lo tengo caro; e per1 non ti maravigliare se io lo accareccio ed /ollo grato. = Edite -ueste parole, a Lucaferro crebbe maggior sdegno; e cominci1 l0uno e l0altro moltiplicare in parole e -uasi venir alle arme. E perc/9, s. come @ detto di sopra, Emiliano sommamente commendava il suo Travaglino, disse Lucaferro ad Emiliano8 = Tu lodi tanto cotesto tuo vaccaro di sofficienza, di lealt3 e di verit3, ed io ti dico c/e egli @ il pi: insofficiente, il pi: sleale ed il pi: bugiardo uomo c/e mai creasse la natura; e mi offero di fartelo vedere ed udire, c/e in tua presenza egli ti dir3 la bugia. = E fatte molte parole tra loro, finalmente posero pegno i loro poderi8 concordi in -uesto modo, c/e se Travaglino dir3 la bugia, il podere di Emiliano sia di Lucaferro; ma se non sar3 trovato in bugia, il podere di Lucaferro di Emiliano sia. E di -uesto, c/iamato uno notaio, fecero uno stromento pubblico con '%.

tutte -uelle solennit3 c/e in tal materia si ric/ieggono. 2artitosi l0uno dall0altro, e gi3 passata la loro ira e sdegno, Lucaferro cominci1 pentirsi del pegno c/e egli aveva messo e dello stromento per man di notaio pregato; e di tal cosa tra s9 stesso si ramaricava molto, dubitando forte di non restare senza podere, col -uale e s9 e la famiglia sua sostentava. 7r essendo a casa Lucaferro, e vedendo 0l la moglie, c/e )sotta si c/iamava, s. malinconioso stare, e non sapendo la cagione, dissegli8 = 7 marito mio, c/e avete voi, c/e cos. mesto e malinconioso vi veggioC = 4 cui rispose Lucaferro8 = Taci per tua fe0, e non mi dar maggior noia di -uello c/e io /o. = %a )sotta, desiderosa di saperlo, tanto seppe fare e dire, c/e dal marito il tutto intese. Laonde voltatasi col viso allegro verso lui, disse8 = G adun-ue cotesto il pensiero per cui tanto affanno e tanto ramaricamento vi poneteC State di buon animo, c/e a me basta il cuore di far s. c/e non c/e una, ma mille bugie fiano da Travaglino al suo patrone dette. = )l c/e intendendo, Lucaferro assai contento rimase. E perc/9 )sotta c/iaramente sapeva c/e 0l toro dalle corna d0oro ad Emiliano suo cognato era molto caro, ella sopra di -uello fece il disegno. E vestitasi molto lascivamente e licatasi il viso, soletta usc. di ergomo, ed andossene a 2edr@nc/, dove era il podere di Emiliano8 ed entrata in casa, trov1 Travaglino c/e faceva del caso e delle ricotte; e salutatolo, disse8 = Travaglino mio, son -ui venuta per visitarti, e per bere del latte e mangiare delle ricotte teco. = Siate la ben venuta, = disse Travaglino, = la mia patrona; = e fattala sedere, parecc/i1 la mensa, e rec1 del caso pecorino ed altre '%!

cose per onorarla. E perc/9 egli la vedeva sola e bella, e non consueta venir a lui, stette suspeso molto; e -uasi non poteva persuadersi c/e ella fusse )sotta, moglie del fratello del suo patrone. %a pur, perci1 c/e pi: volte veduta l0aveva, la carecciava ed onorava molto, s. come a tanta donna, -uanto ella era, conveniva. Levata da mensa )sotta e vedendo Travaglino affaticarsi nel far il caso e le ricotte, disse8 = 7 Travaglino mio, voglio ancor io aitarti a far del caso. = Ed egli8 = <uello c/e a voi aggrada, signora, = rispose. E senza dir pi: altro, alciatesi le manic/e fino al cubito, scoperse le bianc/e, morbide e ritondette braccia c/e candida neve parevano, e con esso lui fieramente si affaticava a far il caso; e sovente li dimostrava il poco rilevato petto, dove dimoravano due popoline c/e due pometti parevano. Ed oltre ci1 astutamente tanto approssimava il suo colorito viso a -uello di Travaglino, c/e -uasi l0uno con l0altro si toccava. Era Travaglino, -uantun-ue fusse di vacc/e custode, uomo pi: tosto astuto c/e grosso. E vedendo i portamenti della donna, c/e dimostravano il lei lascivo amore, andava con parole e con sguardi intertenendola, fingendo tuttavia di non intendersi di cose amorose. %a la donna, credendo lui del suo amore esser acceso, s. fieramente di lui s0innamor1, c/e in stroppa tenere non si poteva. E -uantun-ue Travaglino se n0avedesse del lascivo amore della donna, non per1 osava dirle cosa alcuna, temendo sempre di non perturbarla ed offenderla. %a la gi3 infiammata donna, accortasi della pocagine di Travaglino, dissegli8 = Travaglino, -ual @ la causa c/e cos. pensoso ti '%"

stai e non ardisci meco parlareC Ti sarebbe per aventura venuto alcuno desiderio di meC Guata bene e non tener il tuo volere nascosto; per ci1 c/e te stesso offenderesti e non me, c/e sono a0 tuoi piaceri e comandi. = )l c/e udendo, Travaglino molto si rallegrava; e faceva sembiante di volerle assai bene. La sciocca donna, vedendolo gi3 del suo amore acceso, e parendole gi3 esser tempo di venire a -uello c/0ella desiderava, in tal maniera gli disse8 = Travaglino mio, io vorrei da te uno gran piacere; e -uando me lo negasti, direi ben certo c/e poco conto facesti dell0amor mio, e forse saresti cagione della roina, anzi della morte mia. = 4 cui rispose Travaglino8 = )o sono disposto, signora, di ponere per amor vostro la propia vita, non c/e la robba; ed avenga c/e voi cosa difficile comandaste, non di meno l0amore c/e io vi porto e voi verso me dimostrate, facillima la farebbe. = 4llora )sotta, preso maggior ardire, disse a Travaglino8 = Se tu mi ami, come io credo e parmi di vedere, ora lo conoscer1. = &omandate pur, signora mia, = rispose Travaglino, = c/e apertamente lo vederete. = 4ltro da te non voglio, = disse )sotta, = se non il capo del toro dalle corna d0oro; e tu disponi poi di me come ti piace. = <uesto udendo, Travaglino tutto stupefatto rimase; ma vinto dal carnale amore e dalle lusing/e della impudica donna, rispose8 = 4ltro non volete da me, signora miaC non c/e il capo, ma il busto e me stesso pongo nelle mani vostre. = E -uesto detto, prese al-uanto d0ardire ed abbracci1 la donna; e seco consum1 gli ultimi doni d0amore. 5opo0 Travaglino, troncato il capo del toro e messolo in una sacc/etta, ad )sotta il present1. La -ual, '%#

contenta s. per lo desiderio adempito, s. anc/e per lo piacere ricevuto, con pi: corna c/e podere a casa se ne ritorn1. Travaglino, partita c/e fu la donna, tutto sospeso rimase; e cominci1 pensare molto come fare dovesse per iscusarsi della perdita del toro dalle corna d0ora, c/e tanto ad Emiliano suo patrone piaceva. Stando adun-ue il misero Travaglino in s. fatto tormento d0animo, n9 sapendo c/e si fare o dire, al fine imaginossi di prendere uno ramo d0albero rimondo, e -uello vestire di alcuni suoi poveri panni, e fingere c/e egli fusse il patrone, ed isperimentare come far dovesse -uando sarebbe nel cospetto di Emiliano. 4cconciato adun-ue il ramo d0albero in una camera con la beretta in testa e con gli vestimenti in dosso, usciva Travaglino fuori dell0uscio della camera, e dopo dentro ritornava, e -uel ramo salutava, dicendo8 = on giorno, patrone. = Ed a s9 stesso rispondendo diceva8 = en venga, Travaglino; e come staiC c/e @ de0 fatti tuoi, c/e gi3 pi: giorni non ti /ai lasciato vedereC = )o sto bene, = rispondeva egli; = sono stato occupato assai, c/e non puoti venire a voi. = E come sta il toro dalle dorate cornaC = diceva Emiliano. Ed egli rispondeva8 = Signore, il toro @ stato nel bosco da0 lupi divorato. = E dove @ la pelle ed il capo con le corna dorateC = diceva il patrone. E -ui restava, n9 pi: sapeva c/e dire, ed addolorato ritornava fuori. 5opo0 se ne ritornava dentro la camera, e da capo diceva8 = )ddio ti salvi, patrone. = en ci venga, Travaglino; come vanno i fatti nostri, e come sta il toro dalle dorate cornaC = )o sto bene, signore; ma il toro un giorno '%$

mi usc. della mandra, e combattendo con gli altri tori fu da -uelli s. sconciamente trattato, c/e ne mor.. = %a dove @ il capo e la pelleC = Ed egli non sapeva pi: c/e rispondere. <uesto avendo fatto pi: volte, Travaglino non sapeva trovar iscusazione c/e convenevole fusse. )sotta, c/e gi3 era ritornata a casa, disse al marito8 = &ome far3 Travaglino, se egli si vorr3 iscusare con Emiliano, suo patrone, della morte del toro dalle corna d0oro c/e tanto gli aggradiva, c/e non li pianti -ualc/e menzognaC (edete la testa c/e meco /o recata in testimonianza contra lui -uando dicesse la bugia. = %a non li raccont1 come gli aveva fatte due corna maggiori di -uelle d0uno gran cervo. Lucaferro, veduta la testa del toro, molto si rallegr1 pensando della -uestione essere vincitore; ma il contrario, come di sotto intenderete, gli avenne. Travaglino, avendo fatte pi: proposte e risposte con l0uomo di legno, non altrimenti c/e se stato fusse il propio patrone con cui parlasse, e non vedendo niuna di loro riuscire secondo il desiderio suo, determin1 senza altro pensamento di andare al patrone, intravenga ci1 c/e si voglia. E partitosi e andatosene a ergomo, trov1 il patrone, e -uello allegramente salut1. 4 cui reso il saluto, disse8 = E c/e @ dell0anima tua, Travaglino, c/e gi3 sono passati tanti giorni c/e non sei stato -ui, n9 si /a avuto novella alcuna di teC = Rispose Travaglino8 = Signore, le molte occupazioni mi /anno intertenuto. = E come sta il toro dalle corna dorateC = disse Emiliano. 4llora Travaglino, tutto confuso e venuto nel viso come bragia di fuoco, voleva -uasi iscusarsi ed occultare la verit3. %a perc/9 temeva di '%%

mancar dell0onor suo, prese ardimento, e cominci1 la istoria di )sotta; e li raccont1 a punto per punto tutto -uello c/e egli aveva fatto con esso lei ed il successo della morte del toro. Emiliano, -uesto intendendo, tutto stupefatto rimase. 7nde, per aver Travaglino detta la verit3, fu tenuto uomo veritiero e di buona estimazione, ed Emiliano rest1 vittorioso del podere, e Lucaferro cornuto; e la ribalda )sotta, c/e credeva altrui gabbare, gabbata e vergognata rimase. =

IL FINE DELLA TER+A NOTTE.

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NOTTE 6UARTA
Gi3 il biondo 4pollo con l0infiammato carro aveva lasciato -uesto nostro emispero, e tuffatosi nelle marine onde se ne era ito agli antipodi, e -uelli c/e la terra zappavano, gi3 stanc/i per lo molto lavorare, messi gi: i concupiscibili appetiti, dolcemente nel letto riposavano, -uando la onesta ed onorevole compagnia all0usato suo luogo lietamente si ridusse. E poscia c/e le donne e gli uomini ebbero insieme ragionato e riso al-uanto, la signora Lucrezia, imposto il silenzio a tutti, ordin1 c/e 0l vaso aureo le fusse portato, e con la propia mano il nome di cin-ue damigelle scrisse; e posti i loro nomi nel vaso, c/iam1 il signor (angelista, comandandoli c/e ad uno ad uno del vaso li traesse, acci1 c/e a cui la volta del favoleggiare in -uella notte toccava, c/iaramente si potesse sapere. )l signor (angelista, levatosi da sedere e lasciati i dolci ragionamenti c/e egli faceva con Lodovica, ubidientissimo and1 alla signora8 ed inginocc/iatosi a0 piedi, riverentemente pose la mano nel vaso, e di Fiordiana trasse il primo nome; indi di (icenza, dopo di Lodovica ed appresso loro d0)sabella e di Lionora vennero fuori i nomi. '&(

Ed innanzi c/e al novellare si desse principio, la signora comand1 c/e 0l %olino ed il Trivigiano prendessero i loro liuti ed una cantilena cantassero. ) -uali, non aspettando altro comandamento, accordorono i loro stromenti, e la seguente canzone lietamente cantorono8 <uando +ra tante donne il vago sole, che mi d8 morte e vita, muove gli ardenti suoi splendidi rai, di lei pi= bella, >mor, non vidi mai. ?ico, +elice 2 in vita non chi la vede pur, ma chi parole d)angelico intelletto l)ode +ormar con la sua santa bocca: gra*ia che +orse a pochi oggid; tocca. 4h me ben nato, se d)un tanto oggetto e ben cos; per+etto degno per sua merc7 0ua gi= mi sia, e veggia il +in della speran*a mia3 La canzone fu diligentemente ascoltata e commendata da tutti. %a vedendo la signora c/e ella al suo fine era gi3 pervenuta, comand1 a Fiordiana, a cui la prima favola della -uarta notte toccava, c/e mettesse mano ad una e l0ordine dell0incominciato trastullo seguisse. La -uale, non men desiderosa di dire c/e d0ascoltare, in cotal maniera a dire in cominci18

FAVOLA I.

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Ri ardo, r$ di T$'$, /a .ua##ro figliuol$, d$ll$ .uali una %a $rrando "$r lo &ondo, $ di Co!#an1a, Co!#an1o fa!!i /ia&ar$, $ a"i#a n$lla or#$ di Ca o, r$ d$lla B$##inia, il .ual$ "$r &ol#$ !u$ "rod$11$ in &ogli$ la "r$nd$. = (ag/e e vezzose donne, la favola da Eritrea nella precedente sera raccontata, mi /a s. di vergogna punto il cuore, c/e -uasi me ne sono restata in -uesta sera di favoleggiare. %a l0osservanza c/e io porto alla nostra signora, e la riverenza c/e io /o a -uesta orrevole e grata compagnia, mi stringe e inanima a raccontarne una. La -uale -uantun-ue cos. bella non sia come -uella raccontata da lei, pur la raccontar1; ed intenderete come una poncella, generosa di animo e di alto valore, a cui fu nelle sue opere molto pi: favorevole la fortuna c/e la ragione, volse pi: tosto diventar serva c/e avilire la sua condizione; e dopo la gran servit:, di re &acco moglie divenuta, rimase paga e contenta8 s. come nel discorso del mio ragionamento comprenderete. )n Tebe, nobilissima citt3 dell0Egitto, ornata de publici e privati edifici, ubertosa di bianc/eggianti biade, copiosa di fresc/issime ac-ue ed abondevole di tutte -uelle cose c/e ad una gloriosa citt3 si convengono, regnava ne0 passati tempi un re, Ricardo per nome c/iamato, uomo saputo, di profonda scienza e di alto valore. &ostui, desideroso di aver eredi, prese per moglie (aleriana, figliuola di %arliano re di Scozia, donna nel vero compiuta, bella di forma e graziata molto; e di lei gener1 tre figliuole, ornate di '&-

costumi, leggiadre e belle come matutine rose. L0una delle -uali (alenzia, l0altra 5oratea, la terza Spinella si nominava. (edendo Ricardo (aleriana sua moglie esser in termine di non poter avere pi: figliuoli, e le tre figliuole esser in et3 di dover aver marito, determin1 tutta tre onoratissimamente maritare e dividere il regno suo in tre parti8 assegnandone una a ciasc/eduna delle figliuole e ritenendo per s9 tanto -uanto fusse bastevole per la sustentazione e di s9 e della famiglia e corte sua. E s. come egli seco deliberato aveva, cos. alla deliberazione segu. l0effetto. %aritate adun-ue c/e furono le figliuole in tre potentissimi re di corona8 l0una nel re di Scardona, l0altra nel re dei Goti, la terza nel re di Scizia, ed assignata a ciasc/eduna di loro la terza parte del suo reame per dote, e ritenuta per s9 una parte assai piccioletta, la -uale al bisogno suo maggiore li prestasse soccorso, viveva il buon re con (aleriana sua diletta moglie onestamente ed in pacifico stato. 4venne c/e dopo non molti anni, la reina, di cui il re non aspettava pi: prole, se ingravid1; e giunta al parto, partur. una bellissima bambina, la -uale dal re fu non meno ben veduta ed accarrecciata, c/e furono le tre prime8 ma dalla reina non molto ben veduta ed accettata, non gi3 perc/9 odio le portasse, ma per esser tutto il regno in tre parti diviso, n9 vedersi modo alcuno di poterla sofficientemente maritare; n9 per1 la volse trattare da meno di figliuola, ma datala ad una sofficiente balia, strettamente le impose c/e di lei somma cura avesse, ammaestrandola e dandole -uelli gentili e lodevoli costumi c/e ad una bella e '&.

leggiadretta giovane si convengono. La giovanetta, c/e per nome &ostanza si c/iamava, cresceva di d. in d. in bellezze ed in costumi; n9 le era dimostrata cosa alcuna dalla savia maestra, c/e ella ottimamente non apprendesse. &ostanza, essendo pervenuta all0et3 di dodeci anni, aveva gi3 imparato ricamare, cantare, sonare, danzare, e far tutto -uello c/e ad una matrona onestamente si conviene. %a non contenta di ci1, tutta si diede agli studi delle buone lettere; le -uali con tanta dolcezza e diletto abbracciava, c/e non pur il giorno, ma anc/e la notte in -uelle consumava, afforciandosi sempre di trovar cose c/e fussero molto is-uisite. 4ppresso -uesto, non come donna, ma come valente e ben disposto uomo, all0arte militare si diede, domando cavalli, armeggiando e giostrando; ed il pi: delle volte rimaneva vincitrice e portava il trionfo, non altrimenti di -uello c/e fanno i valorosi cavalieri d0ogni gloria degni. 2er le -uali cose tutte e ciasc/eduna da per s9, era &ostanza dal re e dalla reina e da tutti tanto amata, c/e non vi era termine al loro amore. Essendo adun-ue &ostanza in et3 perfetta, e non avendo il re pi: stato n9 tesoro di poterla in alcun potente re orrevolmente maritare, molto tra s9 si ramaricava; e -uesta cosa con la reina sovente conferiva. %a la prudentissima reina, c/e considerava le virt: della figliuola esser tali e tante c/e ella non aveva donna c/e a lei si potesse agguagliare, rimaneva contenta molto, e con dolci ed amorevoli parole confortava il re c/e stesse c/eto e punto non dubitasse; perc/9 alcuno potente signore, acceso del lei amore per le sue degne virt:, non si disdegnarebbe '&!

di prenderla per moglie senza dote. Aon pass1 gran tempo, c/e la figliuola fu ric/iesta per moglie da molti valorosi signori8 tra i -uali vi fu runello, figliuolo del gran marc/ese di (ivien. Laonde il re insieme con la reina c/iam1 la figliuola; e postisi in una camera a sedere, disse il re8 = &ostanza, figliuola mia diletta, ora @ venuto il tempo di maritarti, e noi ti abbiamo trovato per marito un giovane c/e sar3 di tuo contento. Egli @ figliuolo del gran marc/ese di (ivien, nostro molto domestico8 il cui nome @ runellor giovane vago, aveduto e di alto valore, le cui prodezze sono gi3 divolgate per tutto il mondo. Ed egli a noi altro non ric/iede se non la buona grazia nostra e la dilicata persona tua, la -uale egli stima pi: c/e ogni stato e tesoro. Tu sai, figliuola mia, c/e per la povert3 nostra non ti potiamo pi: altamente maritare. E per1 tu rimarrai contenta di tanto, -uanto @ il voler nostro. = La figliuola, c/e savia era e di alto legnaggio vedevasi nata, attentamente ascolt1 le parole del padre; e senza porre alcuna distanza di tempo, in tal guisa gli rispose8 = Sacra &orona, non fa bisogno c/e io mi distenda in parole in dar risposta alla degna vostra proposta; ma solo dirovvi ci1 c/e la materia ricerca. E prima io vi rendo -uelle grazie c/e per me si puolono le maggiori, del buon animo ed affezione c/e voi avete verso di me, cercando di darmi marito da me non ric/ieduto. 5opo0, con ogni riverenza e summissione parlando, io non intendo di degenerare alle progenie de0 miei antecessori, c/e ad ogni tempo sono stati famosi e c/iari; n9 voglio avilire la &orona vostra, prendendo per marito colui c/e @ inferiore a noi. (oi, padre mio diletto, avete generato '&"

-uattro figliuole8 delle -uali tre avete onoratissimamente maritate in tre potenti re, dandole grandissimo tesoro e stato; e me, c/e fui sempre ubidiente a voi ed a gli precetti vostri, volete s. bassamente in matrimonio copulareC Laonde conc/iudendo dico c/e mai io non sono per prender marito, se io, come l0altre tre sorelle, non avr1 un re convenevole alla persona mia. = E preso commiato dal re e dalla reina, non senza loro profondissimo sparger di lagrime, e montata sopra uno potente cavallo, sola di Tebe si part.; e prese il cammino verso -uella parte dove la fortuna la guidava. &avalcando adun-ue &ostanza alla ventura, mutossi il nome, e di &ostanza, &ostanzo si fece c/iamare; e passati diversi monti, lag/i e stagni, vide molti paesi, ed ud. vari lenguaggi, e consider1 le loro maniere ed i costumi de0 popoli, li -uali la loro vita non come uomini, ma come bestie guidavano. E finalmente un giorno nell0ora del tramontar del sole giunse ad una celebre e famosa citt3, c/iamata &ostanza, la -uale allora signoreggiava &acco re della ettinia, ed era capo della provinzia. Ed entratavi dentro, cominci1 contemplare gli superbi palazzi, le dritte e spaziose strade, i correnti e larg/i fiumi, i limpidi e c/iari fonti; ed approssimatasi alla piazza, vide l0ampio ed alto palazzo del re, le cui colonne erano di finissimi marmi, porfidi e serpentini8 ed alzati gli occ/i al-uanto in su, vide il re c/e stava sopra un verone c/e tutta la piazza signoreggiava; e trattosi il cappello di capo, riverentemente lo salut1. )l re, vedendo il giovanetto s. leggiadro e vago, il fece c/iamare e venire alla presenza sua. Giunto c/e egli fu '&#

dinanzi al re, addimandollo donde egli veniva e c/e nome era il suo. )l giovane con allegra faccia rispose c/e egli veniva da Tebe, perse-uitato dalla invidiosa ed instabile fortuna, e c/e &ostanzo era il nome suo8 e desiderava volontieri accordarsi con alcuno gentiluomo da bene, servendolo con -uella fede ed amore c/e servire si dee. )l re, a cui molto piaceva l0aspetto del giovanetto, disse8 = Gi3 c/e tu porti il nome della mia citt3, io voglio c/e tu stie nella mia corte, niun0altra cosa facendo c/e attendere alla persona mia. = )l giovane, c/e altra cosa non desiderava maggiore, primieramente ringrazi1 il re, e dopo accettollo per signore, offerendosi in tutto -uello c/e per lui si potesse, parato. Essendo adun-ue &ostanzo in forma d0uomo agli servigi del re, con tanta leggiadria lo serviva, c/e ogn0uno c/e lo vedeva, attonito e stupefatto rimaneva. La reina, c/e di &ostanzo gli elegantissimi gesti, le laudevoli maniere e prudentissimi costumi veniva considerando, pi: attentamente cominci1 riguardarlo; e del suo amore s. caldamente s0accese, c/e ad altro c/e a lui d. e notte non pensava, e con dolci ed amorosi sguardi si fieramente lo ballestrava, c/e non c/e lui, ma ogni dura pietra e saldo diamante intenerito avrebbe. )n cotal guisa adun-ue amando la reina &ostanzo, niuna altra cosa tanto desiderava, -uanto di ritrovarsi con esso lui. E venuto un giorno il convenevole tempo di ragionar seco, l0addimand1 se a lei servire gli fusse a grado, perci1 c/e, servendola, oltre il guidardone c/0egli riceverebbe, non solamente da tutta la corte ben veduto sarebbe, ma anc/e appreciato e '&$

sommamente riverito. &ostanzo, avedutosi c/e le parole c/e uscivano dalla bocca della reina procedevano non da buon zelo c/0ella avesse, ma da affezione amorosa, e considerando c/e per esser donna non poteva saziare la sua sfrenata ed ingorda voglia, con c/iaro viso umilmente cos. rispose8 = %adama, tanta @ la servit: c/e io /o col signor mio e marito vostro, c/e mi parrebbe far a lui grandissima villania, -uando io mi scostassi dalla ubidienza e voler suo. 2er1 per iscusato voi, signora, mi averete, se a0 vostri servigi pronto e apparato non mi trovarete, perci1 c/e al mio signore fino alla morte di servir intendo, pur c/e gli aggradisca il mio servire; = e presa licenza, si part.. La reina, c/e ben sapeva c/e la dura -uerce con un solo colpo non si atterra, pi: e pi: volte con molta astuzia ed arte s0ingegn1 di tirar il giovane a gli servigi suoi. %a egli costante e forte come alta torre da impetuosi venti battuta, nulla si muoveva. )l c/e vedendo, la reina l0ardente e caldo amore in s. acerbo e mortal odio converse, c/e pi: non lo poteva guatare. E desiderosa della morte sua, giorno e notte pensava, come dagli occ/i se lo potesse rimovere; ma temeva fortemente il re, c/e sommamente l0amava e caro lo teneva. Regnava nella provincia della ettinia una spezie di uomini, i -uali dal mezzo in su tenevano la forma di creatura umana, ancor c/e le loro orecc/ie e corna di animale fusseno. %a dal mezzo in gi: avevano le membra di pelosa capra, con un poco di coda torta a guisa di coda di porco, e nominavansi satiri8 i -uali sconciamente danneggiavano i villaggi, i poderi e gli uomini del paese, ed '&%

il re desiderava molto di averne uno vivo in sua bal.a; ma non vi era alcuno a cui bastasse il cuore di prenderne uno ed al re appresentarlo. Laonde la reina col mezzo loro s0imagin1 di dar a &ostanzo la morte; ma non le venne fatto8 perci1 c/e l0ingannatore sovente rimane sotto a0 piedi dell0ingannato, cos. permettendo la divina providenza e la somma giustizia. La falsa reina, c/e c/iaramente sapeva il desiderio del re, ragionando un giorno con esso lui di varie cose, tra l0altre disse8 = Signor mio, non sapete voi c/e &ostanzo, vostro fidelissimo servitore, @ s. potente e s. forte, c/e gli basta l0animo senza l0altrui aiuto prendere un satiro ed a voi appresentarlo vivoC )l c/e, essendo cos. s. come io intendo, voi poterete agevolmente isperimentare, e ad un0ora adempire il voler vostro8 ed egli, come potente e forte cavaliere, conseguir3 un trionfo c/e gli sar3 di perpetua fama. = 2iac-uero molto le parole dell0astuta reina al re8 il -uale subito fece c/iamare &ostanzo, e tai parole li disse8 = &ostanzo, se tu mi ami, s. come tu dimostri e ciascuno il crede, intieramente adempirai i miei desiri, e tu la vera gloria ne porterai. Tu d@i sapere c/e non @ cosa in -uesto mondo c/0io pi: brami e desideri, c/e avere uno satiro in mia bal.a. 7nde, essendo tu potente e gagliardo, non @ uomo in -uesto regno c/e meglio mi possa contentare c/e tu. 2er1, amandomi come mi ami, non mi neg/erai -uesta dimanda. = )l giovane, c/e conosceva la cosa altrove procedere c/e dal re, non volse contristarlo; ma con piacevole e lieto viso disse8 = Signor mio, -uesto ed altro mi potete comandare. E -uantun-ue le forze mie siano '&&

deboli, non per1 rester1 di sodisfare al desiderio vostro, ancora c/e nella morte io dovessi incappare. %a prima c/e io mi ponga alla pericolosa impresa, voi, signor mio, ordinarete c/e al bosco, dove abitano i satiri, sia condotto uno vaso grande con la bocca larga, e c/e non sia minor di -uello in cui le serventi con il liscio nettano le camiscie ed altri panni di lino. 4ppresso -uesto vi si porter3 una botte non picciola di buona vernaccia, della migliore e della pi: potente c/e si possi trovare, con doi sacconi di bianc/issimo pane. = )l re incontamente esse-u. tutto -uello c/e &ostanzo aveva divisato. Ed andatosene &ostanzo al bosco, prese uno secc/io di rame, ed incominci1 attingere fuori della botte la vernaccia ponendola nel doglio ivi vicino; e preso il pane e fattolo in pezzi, parimenti nel doglio di vernaccia pieno lo pose. )ndi sal. sopra una ben frondata arbore, aspettando -uello c/e ne poteva avenire. 4ppena c/e 0l giovane &ostanzo era asceso sopra dell0albero, c/e gli satiri, c/e gi3 avevano sentito l0odore del fumoso vino, cominciorono appresentarsi al doglio, e ne tolsero una corpacciata, non altrimenti c/e fanno i famelici lupi nelle mandre delle pecorelle venuti; e poscia c/e ebbero empiuto la loro ventraglia e furono a bastanza satolli, si misero a dormire; e s. alta e profondamente dormivano, c/e tutti gli strepiti del mondo non gli arebbono allora destati. )l c/e vedendo, &ostanzo scese gi: dell0albero; ed accostatosi ad uno, lo leg1 per le mani e per li piedi con una fune c/e seco recata aveva8 e senza esser d0alcuno sentito, lo pose sopra il cavallo, e via lo condusse. -((

&avalcando adun-ue il giovane &ostanzo con il satiro strettamente legato, all0ora del vespro aggiunse ad una villa non molto lontano dalla citt3; ed avendo il bestione gi3 padita la ebbriezza, si risvegli1; e come se dal letto si levasse, cominci1 sbadagliare; e guatandosi d0intorno, vide un padre di famiglia c/e con molta turba accompagnava un fanciulletto morto alla sepoltura. Egli piangeva, e messere lo prete, c/e le esse-uie faceva, cantava. 5i c/e lo satiro se ne sorrise al-uanto. 2oscia entrato nella citt3, ed aggiunto nella piazza, vide il popolo c/e attentamente mirava un povero giovane c/0era sopra la forca per esser dal carnefice impiccato. 5i c/e lo satiro maggiormente se ne rise. E giunto c/e fu al palazzo, ogn0un cominci1 far segno di allegrezza, e gridare8 = &ostanzoB &ostanzoB = )l c/e vedendo, l0animale vie pi: fortemente mand1 fuori le risa. E pervenuto &ostanzo al cospetto del re e della reina e delle sue damigelle, appresentolli lo satiro; il -uale, se per a dietro rise, ora furono s. grandi le risa sue, c/e tutti, c/e ivi erano presenti, ne presero non picciola maraviglia. (edendo il re c/e &ostanzo aveva adempiuto il desiderio suo, tanta affezione li pose, -uanta mai ebbe patrone a servitore alcuno; ma ben doglia sopra doglia alla reina crebbe, la -uale, con sue parole credendo distruggere &ostanzo, il puose in stato maggiore. E non potendo la scelerata sofferire il tanto bene c/e di lui ne vedeva riuscire, s0imagin1 un nuovo inganno8 il -ual fu -uesto; perci1 c/e ella sapeva c/e 0l re era consueto andarsene ogni mattina alla pregione dove il satiro dimorava, e per suo trastullo il tentava c/e egli parlasse; ma il re non ebbe mai tanta forza -('

di farlo parlare. 7nde, andatasene al re, disse8 = %onsignor lo re, pi: e pi: volte siete andato all0albergo del satiro, e vi siete affaticato per farlo ragionare con esso voi per prenderne trastullo; n9 mai la bestia /a voluto favellare. &/e volete pi: star a rompervi il cervelloC Sapiate se &ostanzo vorr3, tenete per certo c/e egli @ sofficiente a farlo ragionare e rispondere s. come meglio li parer3. = )l c/e intendendo, il re immantinente fece &ostanzo a s9 venire; ed appresentatosi, gli disse8 = &ostanzo, io mi rendo certo c/e tu sai -uanto piacere ne prenda del satiro da te preso; ma mi doglio c/e egli mutolo sia e non vogli alle dimande mie in modo alcuno rispondere. Se tu vorrai, s. come io intendo, fare il debito tuo, non dubito c/e egli parler3. = = Signor mio, = rispose &ostanzo, = se lo satiro @ mutolo, c/e ne posso ioC 5arli la lo-uela non @ ufficio umano ma divino. %a se l0impedimento della lingua procedesse non da vizio naturale overo accidentale, ma da dura ostinazione di non voler rispondere, io mi sforzer1 a pi: potere di far s. c/e egli parli. = Ed andatosi insieme col re alla prigione del satiro, gli rec1 ben da mangiare e meglio da bere; e dissegli8 = %angia, &/iappino; = perci1 c/e cos. gli aveva imposto nome; ed egli lo guatava, e non rispondeva. = 5e/, parla. &/iappino, ti prego; e dimmi se -uel cappone ti piace e -uel vino ti diletta. = Ed egli pur taceva. (edendo &ostanzo l0ostinata voglia, disse8 = Tu non mi vuoi rispondere, &/iappino; tu veramente fai il tuo peggio, perci1 c/e io ti far1 morire in prigione da fame e da sete. = Egli lo guatava con occ/io torto. 5isse allora &ostanzo8 = Rispondemi, &/iappino; c/e se tu, come spero, meco -(-

parlerai, io ti prometto di cotesto luoco liberarti. = &/iappino, c/e attentamente ascoltava il tutto, intesa la liberazione, disse8 = E c/e vuoi tu da meC = Fai tu ben mangiato e bevuto secondo il voler tuoC = disse &ostanzo. = S., rispose &/iappino. = %a dimmi, ti prego, per cortesia, = disse &o stanzo; = c/e avevi tu c/e ridevi -uando noi eravamo per strada e vedevamo un fanciullo morto alla sepoltura portareC = 4 cui rispose &/iappino8 = )o me ne risi, non del morto fanciullo, ma del padre, di cui il morto non era figliuolo, c/e piangeva, e del prete, di cui egli era figliuolo, c/e cantava. = )l c/e signific1 c/e la madre del morto fanciullo era adultera del prete. = 2i: oltre io vorrei intendere da te, &/iappino mio8 -ual cagione ti mosse a maggior riso, -uando noi ci giungessimo alla piazzaC = )o mi mossi al riso, = rispose &/iappino, = c/e mille ladroni, c/e /anno rubbato migliaia di fiorini al publico e meritano mille forc/e, si stavano a guatare in piazza un miserello c/e era alla forca condotto, ed aveva solamente involato dieci fiorini per sostentamento forse e di s9 e della famiglia sua. = 4ppresso -uesto, dimmi, di grazia, = disse &ostanzo; = -uando aggiungemmo al palazzo, per c/e pi: fortemente ridestiC = 5e/, non mi astringer pi: a ragionare ora, ti prego, = disse &/iappino, = ma va, e ritorna dimane, c/e io ti risponder1 e dirotti cose c/e tu forse non pensi. = )l c/e udendo, &ostanzo disse al re8 = 2artiamsi, c/e dimane faremo ritorno, ed intenderemo ci1 c/e egli voglia dire. = 2artitisi adun-ue, il re e &ostanzo ordinarono c/e fusse dato a &/iappino ben da mangiare e da bere, acci1 c/e meglio potesse ciarlare. -(.

(enuto il giorno se-uente, ambeduo ritornorono a &/iappino, ed il trovorono c/e come un grasso porco soffiava e ronc/eggiava. 4ccostatosi &ostanzo appresso a lui, pi: volte ad alta voce lo c/iam1. %a &/iappino, c/e era ben pasciuto, dormiva, e nulla rispondeva. &ostanzo, perlungato un dardo c/e in mano teneva, tanto lo punse, c/e egli si risent.; e destato c/e egli fu, l0addimand18 = 7rs:, d., &/iappino, -uello c/e /eri ne promettesti. 2erc/9, giunti c/e noi fummo al palazzo, s. forte ridestiC = 4 cui rispose &/iappino8 = Tu lo sai molto meglio c/e io; perci1 c/e tutti gridavano8 &ostanzoB &ostanzoB e nondimeno sei &ostanza. = )l c/e il re in -uel punto non intese -uello c/e &/iappino volesse inferire. %a &ostanzo, c/e 0l tutto aveva compreso, acci1 c/e &/iappino pi: oltre non procedesse, gli tronc1 la strada dicendo8 = %a -uando innanzi al re e alla reina fosti, c/e causa ti mosse a dover oltre misura ridereC = 4 cui rispose &/iappino8 = )o fieramente me ne ridei, perc/9 il re ed ancor tu credete c/e le damigelle, c/e alla reina serveno, siano damigelle8 e non dimeno la maggior parte loro damigelli sono; = e poi si tac-ue. )l re, -uesto intendendo, stette al-uanto sopra di s9, nulla per1 dicendo; e partitosi dal silvestre satiro, con il suo &ostanzo del tutto c/iarirsi si volse. E fatta la isperienza, trov1 &ostanzo esser femina e non uomo, e le damigelle bellissimi giovani, s. come &/iappino raccontato gli aveva. Ed in -uello instante il re fece accendere un grandissimo fuoco in mezzo della piazza; e presente tutto il popolo, fece la reina con tutti li damigelli arrostire. E considerata la lodevole lealt3 e franca fede di &ostanza, e vedendola -(!

bellissima, in presenza de tutti i baroni e cavalieri la spos1. Ed inteso di cui era figliuola, molto si rallegr1; e mandati gli ambasciatori a Ricardo re ed a (aleriana sua moglie ed alle tre sorelle, come ancor &ostanza era maritata in un re, tutti ne sentirono -uella letizia c/e sentire si debbe. E cos. &ostanza nobile e generosa in guidardone del ben servire reina rimase, e con &acco re lungamente visse. =

FAVOLA II.
Er&inion$ Glau io a#$ni$n!$ "r$nd$ Fil$nia C$n#urion$ "$r &ogli$( $ di%$nu#o di l$i g$lo!o, l)a u!a in giudi io, $ "$r &$11o d)I""oli#o !uo inna&ora#o %i$n li'$ra#a, $d Er&inion$ ondanna#o.

*VICEN+A,= Aon sarebbe, graziose donne, al mondo stato il pi: dolce, il pi: dilettevole, n9 0l pi: felice, c/e trovarsi in servit: d0amore, se non fusse l0amaro frutto della s:bita gelosia, fugatrice de gli assalti di &upidine, insidiatrice dell0amorose donne, diligentissima investigatrice della loro morte. Laonde mi si para davanti una favola c/e vi dover3 molto piacere; perci1 c/e per -uella poterete agevolmente comprendere il duro ed infelice fine c/e fece un gentiluomo ateniense; il -uale con la sua fredda gelosia credette la moglie per man di giustizia finire, ed egli al fine condennato e morto rimase. )l c/e giudico c/e vi sar3 caro -("

udire; perci1 c/e, se io non erro, penso c/e ancor voi innamorate siete. )n 4tene, anti-uissima citt3 della Grecia, ne0 passati tempi domicilio e recettacolo di tutte le dottrine, ma ora per la sua ventosa superbia totalmente rovinata e distrutta, ritrovavasi un gentiluomo, messer Erminione Glaucio per nome c/iamato8 uomo veramente grande ed estimato assai nella citt3 e ricco molto, ma povero d0intelletto. 2erci1 c/e, essendo oramai attempato, e attrovandosi senza figliuoli, deliber1 de maritarsi; e prese per moglie una giovanetta, nominata Filenia, figliuola di messer &esarino &enturione, nobile di sangue, di maravigliosa bellezza e d0infinite virt: dotata8 n9 vi era nella citt3 un0altra c/e a lei pareggiar si potesse. E perci1 c/e egli temeva per la sua singolar bellezza non fusse sollecitata da molti e cadesse in -ualc/e ignominioso difetto, per lo -uale poi ne fusse dimostrato a dito, pens1 di porla in un0alta torre nel suo palazzo, non lasciando c/e da alcuno fosse veduta. E non stette molto c/e il povero vecc/io, senza sapere la cagione, divenne di lei tanto geloso, c/e appena di s9 stesso si fidava. 4venne pur c/e nella citt3 si trovava un scolare cretense, giovane di et3, ma saccente ed aveduto molto e da tutti per la sua gentilezza e leggiadria assai amato e riverito8 il -uale per nome )ppolito si c/iamava, ed innanzi c/e ella prendesse marito, lungo tempo vag/eggiata l0aveva; ed appresso -uesto teneva stretta domestic/ezza con messer Erminione, il -uale non meno l0amava c/e se figliuolo li fusse. )l giovanetto, essendo al-uanto stanco di studiare e desideroso di ricoverare gli spiriti lassi, di 4tene -(#

si part.; ed andatosene in &andia, ivi per un spazio di tempo dimor1, e ritornato ad 4tene, trov1 Filenia c/e maritata era. 5i c/e egli fu oltre misura dolente; e tanto pi: si doleva, -uanto c/e si vedeva privo di poterla a suo bel grado vedere8 n9 poteva sofferire c/e s. bella e vaga giovanetta fusse congiunta in matrimonio con s. bavoso ed isdentato vecc/io. Aon potendo adun-ue l0innamorato )ppolito pi: pazientemente tollerare gli ardenti stimoli ed acuti strali d0amore, se ingegn1 di trovare -ualc/e secreto modo e via, per la -uale egli potesse adempire i suoi desiri. Ed essendogliene molti alle mani venuti, ne scelse prudentissimamente uno c/e pi: giovevole li pareva. )mperci1 c/e, andatosene alla bottega di uno legnaiuolo suo vicino, gli ordin1 due casse assai lung/e, larg/e ed erte, e d0una medesima misura e -ualit3, s. c/e l0una dall0altra agevolmente non si poteva conoscere. 5opo se ne g. da messer Erminione; ed infingendosi avere bisogno di lui, con molta astuzia li disse -ueste parole8 = %esser Erminione mio, non meno di padre da me amato e riverito sempre, se non mi fusse noto l0amore c/e voi mi portate, io non mi ardirei con tanta baldanza ric/iedervi servigio alcuno; ma perci1 c/e /ovvi trovato sempre amorevole verso me, non dubitai punto di non poter ottener da voi ci1 c/e l0animo mio brama e desidera. %i occorre di andare fino nella citt3 di Frenna per alcuni miei negozi importantissimi, dove star1 fino a tanto c/e saranno ispediti. E perc/9 in casa non /o persona di cui fidare mi possa, per essere alle mani di servitori e fantesc/e de0 -uali non mi assicuro molto, io vorrei, tuttavia se vi @ a piacere, deporre appresso voi una -($

mia arca piena delle pi: care cose c/e io mi trovi avere. = %esser Erminione, non avedendosi della malizia del scolare, li rispose c/e era contento8 e acci1 c/e la fusse pi: sicura, la metterebbe nella camera dove egli dormiva. 5i c/e lo scolaro li rese -uelle grazie le -uali egli seppe e puote le maggiori, promettendoli di tal servigio tenere perpetua memoria; ed appresso -uesto sommamente lo preg1 c/e si degnasse di andare fino alla casa sua per mostrargli -uelle cose c/e nell0arca aveva riservate. 4ndatosene adun-ue messer Erminione alla casa d0)ppolito, egli vi dimostr1 un0arca piena di vestimenti di gioie e di collane di non poco valore. )ndi c/iam1 un de0 suoi serventi; e dimostratolo a messer Erminione, li disse8 = 7gni volta, messer Erminione, c/e -uesto mio servente verr3 a tor l0arca, prestaretegli -uella fede, come se egli fusse la persona nostra. = 2artitosi messer Erminione, )ppolito si pose nell0altra arca c/e era simile a -uella delle vestimenta e gioie; e c/iusosi dentro, ordin1 al servente c/e la portasse l3 dove egli sapeva. )l servente, c/e del fatto era consapevole, ubidientissimo al suo patrone, c/iam1 uno bastagio; e messagliela in su le spalle, la rec1 nella torre dove era la camera in cui messer Erminione la notte con la moglie dormiva. Era messer Erminione uno de0 primai della citt3; e per esser uomo ricco molto e assai potente, gli avenne c/e, per l0autorit3 c/0egli teneva, li fu bisogno contra la sua voglia di andare per al-uanti giorni fino ad uno luogo addimandato 2orto 2ireo, lontano per spazio de venti stadi dalla citt3 d04tene, per assettare certe liti e differenze c/e tra0 cittadini -(%

e -uelli del contado vertivano. 2artitosi adun-ue messer Erminione mal contento per la gelosia c/e d. e notte lo premeva, ed avendo il giovane nell0arca c/iuso pi: volte udito la bella donna gemere, ramaricarsi e piangere, maladicendo la sua dura sorte, e l0ora, e 0l punto c/e ella si marit1 in colui c/e era distruttore della sua persona, aspett1 l0opportuno tempo c/e ella s0addormentasse. E -uando li parve c/e ella era nel suo primo sonno, li usc. dell0arca ed al letto si avicin1; e disse8 = 5estati, anima mia, c/e io sono il tuo )ppolito. = Ed ella, destata, vedendolo e conoscendolo, perci1 c/e era il lume acceso, volse gridare. %a il giovane, messa la mano alla sua bocca, non la lasci1 gridare; ma -uasi lagrimando disse8 = Taci, cuor mio; non vedi tu c/0io sono )ppolito, amante tuo fedele, c/e senza di te il viver mi @ noiosoC = 4c/etata al-uanto la bella donna, e considerata la -ualit3 del vecc/io Erminione e del giovane )ppolito, di tal atto non rimase scontenta8 ma tutta -uella notte giac-ue con esso lui in amorosi ragionamenti, biasmando gli atti ed i gesti del pecorone marito, e dando ordine di potersi alcuna volta ritrovare insieme. (enuto il giorno, il giovane si rinc/iuse nell0arca; e la notte se ne usciva fuori a suo piacere, e giaceva con esso lei. Erano gi3 passati molti e molti giorni, -uando messer Erminione, s. per lo incomodo c/e pativa, s. anc/e per la rabbiosa gelosia c/e di continovo lo cruciava, assett1 le differenze di -uel luogo, e ritornossi a casa. )l servente d0)ppolito, c/e inteso aveva la venuta di messer Erminione, non stette molto c/e se n0and1 a lui, e per nome del suo -(&

patrone c/ieseli l0arca8 la -uale, secondo l0ordine tra loro dato, graziosamente da lui li fu restituita; ed egli, preso un bastagio, a casa se la rec1. Escito )ppolito dell0arca, and1 verso piazza, dove s0imbatt@ in messer Erminione; ed abbracciatisi insieme, del ricevuto servigio come meglio puote e seppe cortesemente lo ringrazi1, offerendoli e s9 e le cose sue sempre a0 suoi comandi paratissime. 7ra avenne c/e, standosi messer Erminione nel letto una mattina con la moglie pi: del solito a giacere, se li rappresentorono nel pariete innanzi agli occ/i certi sputi c/e erano assai alti e lontani molto da lui. 7nde acceso dalla gran gelosia c/e egli aveva, molto si maravigli1, e tra s9 stesso cominci1 sottilmente considerare se gli sputi erano suoi overo di altrui; e poi c/e egli ebbe ben pensato e ripensato, non vi puote mai cadere nell0animo c/0egli fatti li avesse. Laonde temendo forte di -uello c/e gli era avenuto, si volt1 contra la moglie, e con turbata faccia le disse8 = 5i c/i sono -uei sputi s. altiC <uelli non sono sputi di me; io mai non li sputai; certo c/e tradito mi /ai. = Filenia allora, sorridendo di ci1, li rispose8 = 4vete voi altro c/e pensareC = %esser Erminione, vedendola ridere, molto pi: se infiamm1; e disse8 = Tu ridi, a/, rea femina c/e tu se0C e di c/e ti ridiC = )o mi rido, = rispose Filenia, = della vostra sciocc/ezza. = Ed egli pur tra s9 stesso si rodeva; e volendo isperimentare se tanto alto poteva sputare, ora tossendo ed ora raccagnando, si afforzava col sputo di aggiungere al segno; ma in vano si affaticava, perci1 c/e lo sputo tornava indietro, e sopra il viso li cadeva, e tutto lo impiastracciava. 4vendo -uesto il povero vecc/io pi: volte isperimentato, -'(

sempre a peggior condizione si ritrovava. )l c/e vedendo, conc/iuse per certo dalla moglie esser stato gabbato; e voltatosi a lei le disse la maggior villania c/e mai a rea femina si dicesse. E se non fusse stato il timore di s9 stesso, in -uel punto con le propie mani uccisa l0arrebbe; ma pur si astenne, volendo pi: tosto procedere per via della giustizia, c/e bruttare le mani nel suo sangue. 7nde non contento di -uesto, ma di sdegno e d0ira pieno, al palagio se n0and1; ed ivi produsse innanzi al podest3 contra la moglie una accusazione di adulterio commesso. %a perc/9 il podest3 non poteva condannarla se prima non era osservato lo statuto, mand1 per lei per diligentemente essaminarla. Era in 4tene un statuto in somma osservanza, c/e ciasc/eduna donna, di adulterio dal marito accusata, fusse posta a0 piedi della colonna rossa, sopra la -uale giaceva un serpe; indi se le dava il giuramento, se fusse vero c/e l0adulterio avesse commesso. E giurato c/e ella aveva, erale di necessit3 c/e la mano in bocca del serpe ponesse; e se la donna il falso giurato aveva, subito il serpe la mano dal braccio le spiccava8 altrimenti rimaneva illesa. )ppolito, c/e gi3 aveva persentita la -uerela esser data in giudizio, e c/e il podest3 aveva mandato per la donna c/e comparesse a far sua difesa, acci1 c/e non incorresse ne i lacci della ignominiosa morte, incontanente da persona astuta e c/e desiderava camparle la morte, depose le sue vestimenta, e certi stracci da pazzo si mise indosso; e senza c/e d0alcuno fusse veduto, usc. di casa, ed al palagio come pazzo se ne corse, facendo di continovo le maggior pazzie del mondo. %entre c/e la sbirraglia del podest3 menava la giovane al -''

palagio, concorse tutta la citt3 a vedere come la cosa riusciva; ed il pazzo, spingendo or -uesto or -uello, si fece tanto innanzi, c/e puose le braccia al collo alla disconsolata donna, ed un saporoso bascio le diede8 ed ella, c/e aveva le mani dietro avinte, dal bascio non si puote difendere. Giunta adun-ue c/e fu la giovane innanzi al giudizio, le disse il podest38 = Filenia, come tu vedi, -ui @ messer Erminione tuo marito, e duolsi di te c/e abbi commesso l0adulterio, e perci1 addimanda c/0io secondo lo statuto ti punisca; e per1 tu giurerai se il peccato c/e ti oppone il tuo marito, @ vero. = La giovane, c/e astuta e prudentissima era, animosamente giur1 c/e niuno di peccato l0aveva tocca, se non il suo marito e -uel pazzo c/e v0era presente. Giurato c/e ebbe Filenia, i ministri della giustizia la condussero al serpe8 al -uale presentata la mano di Filenia in bocca, non le fece nocumento alcuno; perci1 c/e aveva confessato il vero, c/e niuno altro di peccato, se non il marito e il pazzo, tocca l0aveva. (eduto -uesto, il popolo ed i parenti, c/e erano venuti>1? a vedere l0orrendo spettacolo, innocentissima la giudicorono, e gridavano c/e messer Erminione tal morte meritava, -uale la donna patire doveva. %a per c/e egli era nobile e di gran parentado e dei maggiori della citt3, non volse il podest3, come la giustizia permetteva, c/e fusse pubblicamente arso; ma pur, per non mancare del debito suo, lo condann1 in una pregione8 dove in breve spazio di tempo se ne mor.. E cos. miseramente fin. messer Erminione la sua rabbiosa gelosia, e la giovane da ignominiosa morte si disvilupp1. 5opo non molti giorni
'@A /ellBoriginale CvedutiC. D/ota per lBedi*ione elettronica Manu*ioE

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)ppolito, presala per sua legittima moglie, seco molti anni felicemente visse. =

FAVOLA III.
An ilo##o, r$ di Pro%ino, "r$nd$ "$r &ogli$ la figliuola d)un fornaio, $ on l$i g$n$ra #r$ figliuoli( i .uali $!!$ndo "$r!$.ui#a#i dalla &adr$ d$l r$, "$r %ir#2 d)un)a .ua d)un "o&o $ d)un u $llo %$ngono in ogni1ion$ d$l "adr$.

*LODOVICA,= )o /o sempre inteso, piacevoli e graziose donne, l0uomo esser il pi: nobile e il pi: valente animale c/e mai la natura creasse; perci1 c/e )ddio lo cre1 alla imagine ed alla similitudine sua, e volse c/0egli signoreggiasse e non fusse signoreggiato. E per -uesto si dice, l0uomo esser animal perfetto e di maggior perfezione c/e ogni altro animale, perc/9 tutti, non eccettovando anc/e la femina, sono sottoposti all0uomo. 5i -ua procede c/e malagevolmente fanno coloro c/e con astuzia ed arte procurano la morte di s. degno animale. E non @ maraviglia se -uesti tali, mentre c/e si sforzano di dare ad altrui la morte, in -uella disavedutamente incorreno; s. come fecero -uattro donne, le -uali, credendosi altrui uccellare, al fine uccellate rimasero, e miseramente finirono la vita loro8 s. come per la presente favola, c/e ora raccontare intendo, agevolmente comprenderete. -'.

)n 2rovino, citt3 assai famosa e regale, si trovorono ne0 passati tempi tre sorelle, vag/e d0aspetto, gentili di costumi e di maniere accorte, ma basse di legnaggio; perci1 c/e erano figliuole d0uno maestro Rigo fornaio, c/e di continovo nel forno l0altrui pane coceva. L0una delle -uali runora, l0altra Lionella e la terza &/iaretta si c/iamava. Essendo un giorno tutta tre -ueste giovanette nel giardino, di cui a maraviglia si dilettavano, pass1 per -uindi 4ncilotto re, c/e per suo diporto con molta compagnia se n0andava alla caccia. runora, c/e era la maggior sorella, vedendo s. bella ed orrevole compagnia, disse alle sorelle Lionella e &/iaretta8 = Se io avessi il maestro di casa del re per mio marito, mi do sto vanto, c/e io con un bicc/iere di vino saziarei tutta la sua corte. = Ed io = disse Lionella, = mi do sta lode, c/e se io avessi il secretissimo cameriere del re per marito, farei tanta tela con un fuso del mio filo, c/e di bellissime e sottilissime camiscie fornirei tutta la sua corte. = Ed io = disse &/iaretta, = mi lodo di -uesto, c/e se io avessi il re per mio marito, gli farei tre figliuoli in un medesimo parto, duo masc/i ed una femina; e ciascuno di loro arrebbe i capelli gi: per le spalle annodati e mesc/i con finissimo oro, ed una collana al collo ed una stella in fronte. = <ueste parole furono udite da uno dei corteggiani; il -uale subito corse al re, e precisamente li raccont1 ci1 c/e le fanciulle avevano insieme detto. )l re, inteso cotal tenore, le fece a s9 venire, e ad una ad una le interrog1, c/e detto avevano insieme -uando erano nel giardino. 4 cui tutta tre con somma riverenza ordinatamente replicorono ci1 avevano detto. )l c/e ad 4ncilotto re molto piac-ue. Ed indi -'!

non si part., c/e il maestro di casa runora prese per moglie, ed il cameriere Lionella, ed egli la &/iaretta. E lasciato l0andare alla caccia, tutti ritornorono a casa, dove furono fatte le pompose nozze. <ueste nozze assai dispiac-uero alla madre del re; perci1 c/e, -uantun-ue la fanciulla fusse vaga di aspetto, formosa di viso, leggiadra della persona, ed avesse un ragionare di dolcezza pieno, non per1 era convenevole alla grandezza ed alla potenza del re, per esser feminella vile, abbietta e di minuta gente; n9 poteva in maniera alcuna la madre patire c/e uno maestro di casa ed uno cameriere fussero detti cognati del re suo figliuolo. 7nde tanto crebbe l0odio alla suocera contra la nuora, c/e -uasi non la poteva sentire, non c/e vedere; ma pur, per non contristare il figliuolo, teneva l0odio nel petto nascosto. 4venne, s. come piac-ue a colui c/e 0l tutto regge, c/e la reina s0ingravid1. )l c/e fu di sommo piacere al re, il -uale con grandissima allegrezza aspettava di vedere la gentil prole de0 figlioli c/e gli erano sta0 promessi da lei. 4l re dopo al-uanti d. accadette di cavalcare nello altrui paese, ed ivi per alcuni giorni dimorare8 e perci1 la reina e li figliuoli, c/e di lei nasceranno, alla attempata madre instantissimamente raccomand1. La -uale, -uantun-ue la nuora non amasse n9 veder la volesse, nondimeno di averne buona cura al figliuolo largamente promise. 2artito adun-ue il re ed andatosene al suo viaggio, la reina partur. tre figliuoli, duo masc/i ed una femina; e tutta tre, s. come la reina -uando era poncella al re aveva promesso, avevano i capegli annodati e sparsi gi: per le -'"

spalle, con una vaga catenella al collo e con la stella nella fronte. La proterva e maligna madre del re, priva d0ogni caritativa piet3 e accesa di pernizioso e mortal odio, tantosto c/e nac-uero i cari bambini, deliber1, senza il perfido proponimento mutare, di fargli al tutto morire, acci1 c/e di loro mai si sapesse novella e la reina in disgrazia del re venisse. 4ppresso -uesto, perc/9 &/iaretta era reina e signoreggiava il tutto, era nasciuta tra le due sorelle una tanta invidia contra di lei, -uanta nascere potesse giamai; e con sue astuzie ed arti continovamente s0ingegnavano di metterla in maggior odio della insensata madre. 4venne c/e nel tempo c/e la reina parturi, nac-uero in corte ancora tre cani botoli, duo masc/i ed una femina8 i -uali erano stellati in fronte ed uno signaluzzo di gorgiera in torno al collo tenevano. %osse le due invidiose sorelle da diabolico spirito, presero i tre cani botoli c/e la madre poppavano, e portorongli all0empia suocera; e fatta la debita riverenza, le dissero8 = Aoi sappiamo, madama, c/e la (ostra 4ltezza poco ama ed /a cara la sorella nostra, e meritamente; perci1 c/e ella @ di bassa condizione, e non conviene al vostro figliuolo e nostro re una donna di s. vilissimo sangue, come ella @. E per1, sapendo noi il voler vostro, siamo -ui venute, e vi abbiamo recati tre cani botoli c/e nac-uero con la stella in fronte, acci1 c/e abbiamo il parer vostro. = <uesto molto piac-ue alla suocera, e s0imagin1 d0appresentargli alla nuora, c/e ancora non sapeva -uello aveva parturito, e dirle come -uelli erano i bambini di lei nasciuti. Ed acci1 c/e tal cosa non si -'#

scoprisse, la mala vecc/ia ordin1 alla comare c/e alla reina dir dovesse, i fanciulli c/e parturiti avea, esser stati tre cani botoli. La suocera adun-ue parimenti e le sorelle della reina e la comare se n0andorono a lei, e dissero8 = (edi, o reina, l0opera del tuo bel parto; riserbalo, acci1 c/e, -uando il re verr3, possa il bel frutto vedere. = E dette -ueste parole, la comare le pose i cagnolini al lato, confortandola tuttavia c/e non si disperasse, perc/9 alle volte -ueste cose tra persone d0alto affare suoleno avenire. 4veva gi3 ciasc/eduna delle scelerate femine adempiuto ogni suo reo e malvagio proponimento, e solo una cosa ci restava8 c/e agli innocentissimi fanciulli dessero acerba morte. %a a 5io non piac-ue c/e del proprio sangue si bruttassino le mani; ma fatta una cassetta e ben incerata di tenace pece, e messi i fanciulli dentro e c/iusi, la gittorono nel vicino fiume, ed a seconda dell0ac-ua la lasciorono andare. )ddio giusto, c/e non pat9 c/e l0innocente sangue patisca, mand1 sopra la sponda del fiume un monaio, %armiate per nome c/iamato; il -uale, veduta la cassetta, la prese ed aperse, e dentro vi trov1 i tre bambini c/e ridevano. E perci1 c/e erano molto belli, pens1 c/e fussero figliuoli di -ualc/e gran matrona, la -uale per vergogna del mondo avesse commesso s. fatto eccesso. 7nde renc/iusa la cassetta e postasela in spalla, se n0and1 a casa; e disse alla moglie, c/e Gordiana si c/iamava8 = Guata, moglie mia, ci1 c/e trovai nella riva del fiume8 io te ne faccio un dono. = Gordiana, veduti i fanciulli, graziosamente gli ricevette; e non altrimenti c/e se fussero del suo corpo nati, li nudr.. 4 l0uno de0 -uali puose nome -'$

4c-uirino, all0altro Fluvio, per esser sta0 ritrovati nelle ac-ue8 ed alla bambina, Serena. 4ncilotto re stavasi allegro, sempre pensando di trovare al suo ritorno tre belli figliuoli; ma la cosa non gli avenne s. come ei pensava, perci1 c/e l0astuta madre del re, tantosto c/e s0accorse il figliuolo al palazzo avicinarsi, gli and1 incontro, e dissegli la sua cara moglie, in vece di tre figliuoli, tre botoli cani aver parturito. E menatolo nella camera dove la addolorata moglie per lo parto giaceva, gli dimostr1 i cagnolini c/e al lato teneva. Ed avenga c/e la reina dirottamente piangesse, negando tuttavia averli parturiti, nientedimeno l0invidiose sorelle confermavano esser il vero tutto -uello c/e aveva detto la vecc/ia madre. )l c/e udendo, il re molto si turb1, e -uasi da dolore in terra cadde; ma poscia c/0egli rinvenne al-uanto, stette gran pezza tra il s. e 0l no suspeso, ed al fine diede piena fede alle parole materne. E perc/9 la misera reina era pazientissima, e con forte animo sofferiva la corteggiana invidia, venne al re piet3 di farla morire; ma comand1 c/e fusse posta sotto il luoco dove si lavano le pentole e le scutelle, e c/e per suo cibo fussero le immondizie e le carogne c/e gi: della fetente e sozza scaffa cadevano. %entre c/e l0infelice reina dimor1 in -uel puzzolente luogo nudrendosi d0immondizie, Gordiana, moglie di %armiato monaio, partur. un figliuolo, al -uale puose nome org/ino; e -uello con li tre amorevolmente allev1. 4veva Gordiana per sua usanza ogni mese di troncare alli tre fanciulli gli annodati e lung/i capelli8 dai -uali molte preziose gioie e grosse e bianc/e perle cadevano. )l c/e fu -'%

cagione c/e %armiato, lasciata la vilissima impresa di macinare, presto ricco divenne; e Gordiana e i tre fanciulli e org/ino, molto largamente vivendo, amorevolmente godevano. Gi3 erano venuti i tre fanciulli alla giovenil et3, -uando persentiro c/e di %armiato monaio e di Gordiana figliuoli non erano, ma trovati in una cassettina c/e gi: per lo fiume scorreva. Laonde molto si ramaricorono; e desiderosi di provare sua ventura, c/iesero da loro buona licenza, e si partirono. )l c/e non fu di contentamento di %armiato e Gordiana; perci1 c/e si vedevano privare del tesoro c/e usciva delle bionde loro c/iome e della loro stellata fronte. 2artitisi adun-ue da %armiato e da Gordiana l0uno e l0altro fratello con la sorella, e fatte molte lung/e giornate, per aventura tutta tre aggiunsero in 2rovino, citt3 d04ncilotto re suo padre; ed ivi, presa una casa a pigione, insieme abitorono, nudrendosi del tratto delle gemme, delle gioie e delle pietre preciose c/e dal capo gli cadevano. 4venne c/e il re un giorno andando per la terra con alcuni suoi corteggiani spasseggiando, a caso indi pass1 dove dimoravano i duo fratelli e la sorella; i -uali, non avendo ancora veduto n9 conosciuto il re, discesero gi: dalle scale, ed andorono all0uscio8 e trattisi di testa il cappuccio, ed inc/inate le ginocc/ia ed il capo, riverentemente il salutorono. )l re, c/e aveva l0occ/io d0un falcone pellegrino, gli guat1 fiso nel viso, e vide c/e ambeduo tenevano una dorata stella nella fronte; e subito gli venne una rabbia al cuore, c/e -uelli giovani fussero suoi figliuoli. E fermatosi, dissegli8 = &/i siete voiC e di donde veniteC = Ed elli -'&

umilmente risposero8 = Aoi siam poveri forastieri venuti ad abitare in cotesta citt3. = 5isse il re8 = 2iacemi molto; e come vi c/iamateC = 4 cui l0uno disse8 = 4c-uirino; = l0altro disse8 = %i c/iamo Fluvio. = Ed io, = disse la sorella, = mi addimando Serena. = 5isse allora il re8 = 2er cortesia tutta tre a desinare con esso noi dimane vi invitiamo. = ) giovani, al-uanto arrossiti, non potendo denegare l0onestissima dimanda, accettorono lo invito. )l re, ritornato al palagio, disse alla madre8 = %adama, oggi, andando a diporto, vidi per aventura duo leggiadri giovanetti ed una vaga puncella8 e tutta tre avevano una dorata stella nella fronte, c/e, se io non erro, paiono -uelli c/e dalla reina &/iaretta mi furono gi3 promessi. = )l c/e udendo, la sceleste vecc/ia se ne sorrise al-uanto; ma pur le fu una coltellata c/e le trapass1 il cuore. E fattasi c/iamare la comare c/e i fanciulli allevati aveva, secretamente le disse8 = Aon sapete voi, comare mia cara, c/e i figliuoli del re vivono, e son pi: belli c/e maiC = 4 cui rispose la comare8 = &om0@ possibil -uestoC non si affocorono nel fiumeC E come lo sapete voiC = 4 cui rispose la vecc/ia8 = 2er -uanto c/e io posso comprendere per le parole del re, i vivono, e del vostro aiuto ci @ di bisogno molto; altrimenti, tutte stiamo in pericolo di morte. = Rispose la comare8 = Aon dubitate punto, madama, c/e io spero di operar s., c/e tutta tre periranno. = E partitasi, la comare subito se n0and1 alla casa di 4c-uirino, Fluvio e Serena; e trovata Serena sola, la salut1, e fece seco molti ragionamenti; e dopo c/e ebbe lungamente ragionato con esso lei, disse8 = 4vresti per --(

aventura, figliuola mia, dell0ac-ua c/e ballaC = 4 cui rispose Serena, c/e no. = 5e/B figliuola mia, = disse la comare, = -uante belle cose vedresti, se tu ne avesti; perci1 c/e, bagnandoti il viso, diventeresti assai pi: bella di ci1 c/e sei. = 5isse la fanciulla8 = E come potrei io fare per averneC = Rispose la comare8 = %anda i tuoi fratelli a ricercarla, c/e la ritroveranno, perci1 c/e dalle parti nostre non @ molto lontana. = E detto -uesto, si part.. Ritornati 4c-uirino e Fluvio a casa, Serena, fattasi all0incontro, li preg1 c/e per amor suo dovessino con ogni sollecitudine cercare c/e la avesse di -uesta preciosa ac-ua c/e balla. Fluvio ed 4c-uirino, facendosene beffe, ricusavano di andare, perci1 c/e non sapevano dove c/e tal cosa si trovasse. %a pur, astretti dalle umili preg/iere della diletta sorella, presero un0ampolla ed insieme si partirono. 4vevano i duo fratelli pi: miglia cavalcato, -uando giunsero ad uno c/iaro e vivo fonte, dove una candida colomba si rinfrescava. La -uale, messo gi: ogni spavento, disse8 = 7 giovanetti, c/e andate voi cercandoC = 4 cui Fluvio rispose8 = Aoi cerc/iamo -uella preciosa ac-ua, la -uale, come si dice, balla. = 7/ miserelliB = disse la colomba, = e c/i vi manda a torre tal ac-uaC = 4 cui rispose Fluvio8 = Ena nostra sorella. = 5isse allora la colomba8 = &erto voi ve n0andate alla morte; perci1 c/e vi si trovano molti velenosi animali c/e, vedendovi, subito vi divoreranno. %a lasciate -uesto carico a me, c/e io sicuramente ve ne porter1. = E presa l0ampolla c/e i giovanetti avevano, ed annodatala sotto l0ala destra, si alz1 a volo; ed andatasene l3 dove era la delicata ac-ua, ed --'

empiuta l0ampolla, ritorn1 alli giovani c/e con sommo desiderio l0aspettavano. Ricevuta l0ac-ua, e rese le debite grazie alla colomba, i giovani ritornorono a casa, ed a Serena sua sorella l0ac-ua appresentorono, imponendole espressamente c/e pi: non gli comandasse cotai servigi, perci1 c/e erano stati in pericolo di morte. %a non passaro molti d., c/e 0l re da capo vide i giovanetti; a0 -uai disse8 = E perc/9, avendo voi accettato lo invito, non veneste ne0 passati giorni a desinare con esso noiC = 4 cui riverentemente risposero8 = Gli urgentissimi negozi, sacra &orona, ne sono stati primiera cagione. = 4llora disse il re8 = (i aspettiamo dimattina senza fallo al prandio con noi. = ) giovani si escusorono. Ritornato il re al palazzo, disse alla madre c/e aveva ancora veduti i giovanetti stellati in fronte. )l c/e udendo, la madre tra s9 stessa molto si turb1; e da capo fece c/iamare la comare, e secretamente il tutto le raccont1 pregandola c/e dovesse provedere al soprastante pericolo. La comare la confort1, e dissele c/e non dovesse temere; perci1 c/e la farebbe s. c/e in maniera alcuna non saranno pi: veduti. E partitasi dal palazzo, alla casa della fanciulla se ne g.; e trovatala sola, l0addimand1 se -uell0ac-ua c/e balla, ancora avuta aveva. 4 cui la fanciulla rispose, c/e s.8 ma non senza grandissimo pericolo della vita delli fratelli suoi. = %a ben io vorrei = disse la comare, = c/e tu, figliuola mia, avesti il pomo c/e canta; perci1 c/e tu non vedesti mai il pi: bello, n9 gustasti il pi: soave e dolce canto. = 5isse la fanciulla8 = )o non so come poterlo avere; perci1 c/e i fratelli non vorranno andare a trovarlo, perc/9 sono stati ---

pi: in pericolo di morte c/e in speranza di vita. = ) ti /anno pur recata l0ac-ua c/e balla, = disse la vecc/ia; = non per1 sono morti. S. come adun-ue ti /anno portata l0ac-ua, cos. parimenti ti porteranno il pomo. = E tolta licenza, si part.. Aon era appena partita la comare, c/e 4c-uirino e 2luvio aggiunsero a casa; e Serena li disse8 = )o, fratelli miei, vorrei volentieri vedere e gustare -uel pomo c/e s. dolcemente canta. E se non fate s. c/e io l0abbia, pensate in breve di vedermi di vita priva. = )l c/e intendendo, Fluvio ed 4c-uirino molto la ripresero, affermandole c/e per lei non volevano andare in pericolo di morte, s. come per lo adietro fatto avevano. %a pur tanti furono i dolci prieg/i di Serena, congiunti con -uelle calde lagrime c/e dal cuore venivano, c/e 4c-uirino e Fluvio si disposero al tutto di contentarla, c/e c/e avenire ne dovesse. Laonde montati a cavallo, si partirono; e tanto cavalcarono, c/e giunsero ad una ostaria8 ed entrativi dentro, addimandorono l0oste s0egli per aventura saprebbe insignarli il luogo dove ora si trova il pomo c/e dolcemente canta. Risposogli fu di s.8 ma c/e andare non vi potevano, perci1 c/e il pomo era in un vago e dilettevole giardino in guardia ed in governo d0un mortifero animale, il -uale con le aperte ali, -uanti al giardino s0avicinano, tanti ne uccide. = %a come dobbiam far noi, = dissero i giovani, = imperci1 c/e deliberato abbiamo di averlo al tuttoC = Rispose l0oste8 = Se voi farete ci1 c/e io vi dir1, arrete il pomo, n9 temerete la velenosa fiera, e men la morte. 2rendete adun-ue -uesta veste tutta di specc/i coperta; e --.

l0una di voi se la ponga indosso, e cos. vestito entri nel giardino di cui trovarete l0uscio aperto; e l0altro resti fuori del giardino, ed in modo alcuno non si lasci vedere. Ed entrato c/0egli sar3 nel giardino, l0animale subito gli verr3 al l0incontro; e vedendosi s9 stesso negli specc/i, incontanenti in terra cadere; ed andatosene all0albero del cantante pomo, -uello umanamente prender3, e senza guardarsi a dietro fuori del giardino uscir3. = ) giovani molti ringraziorono l0oste; e partitisi, -uanto gli disse l0oste, tanto operorono; ed avuto il pomo, alla sorella lo portorono, essortandola c/e pi: a s. pericolose imprese strengere non li dovesse. 2assati dopo0al-uanti giorni, il re vide i giovanetti; e fattigli a s9 c/iamare, li disse8 = <ual @ stata la cagione, c/e secondo l0ordine dato non siete venuti a desinare con esso noiC = 4 cui rispose Fluvio8 = Aon per altra cagione, signore, ci siamo restati di venire, se non per le diverse occupazioni c/e ci /anno intertenuti. = 5isse il re8 = Ael giorno se-uente vi aspettiamo; e fate s. c/e in maniera alcuna non ne mancate. = 4 cui rispose 4c-uirino c/e, potendosi da certi suoi negozi sviluppare, molto volontieri vi verrebbono. Ritornato al palazzo, il re disse alla madre c/e ancor veduti aveva i giovanetti, e c/e li stavano fitti nel cuore, pensando sempre a -uelli c/e &/iaretta promessi gli aveva; e c/e non poteva con l0animo riposare, fino a tanto c/e non venissero a desinare con esso lui. La madre del re, udendo tai parole, si trov1 in maggior travaglio c/e prima, dubitando forte c/e scoperta non fusse. E cos. dogliosa ed affannata, mand1 per la comare, e dissele8 = )o mi credevo, comare mia, c/e i fanciulli oggimai fussero spenti e c/e di --!

loro non si sentisse novella alcuna; ma ei vivono, e noi ci stiamo in pericolo di morte. 2rovedete adun-ue ai casi nostri, altrimenti noi tutte periremo. = Rispose la comare8 = 7 4lta madama, state di buon animo e non vi perturbate, perc/0io far1 s. c/e di me voi vi lodarete, e di loro novella alcuna pi: non sentirete. = E tutta indignata e di furor piena, si part., e andossene alla fanciulla; e datole il buon giorno, l0addimand1 se 0l pomo c/e canta avuto aveva. 4 cui rispose la fanciulla c/e s.. 4llora l0astuta e sagace comare disse8 = 2ensa, figliuola mia, di non aver cosa veruna, se non /ai anc/e una cosa vie pi: bella e pi: leggiadra c/e le due prime. = E c/e @ cotesta cosa, madre mia, cos. leggiadra e bella, c/e voi mi diteC = disse la giovane. 4 cui la vecc/ia rispose8 = L0ugel bel verde, figliuola mia; il -uale d. e notte ragiona, e dice cose maravigliose. Se tu lo avesti in tua bal.a, felice e beata ti potresti c/iamare. = E dette -ueste parole, si part.. Aon furono s. tosto i fratelli a casa venuti, c/e Serena gli affront1, e pregolli c/e una sol grazia non le negassino. Ed addimandatala c/e grazia era -uella c/e ella voleva, rispose8 = L0ugel bel verde. = Fluvio, il -uale era stato al contrasto della velenosa fiera e c/e di tal pericolo si ricordava, a pieno le ricusava di voler andare. %a 4c-uirino, -uantun-ue pi: volte ancora egli ricusato gli avesse, pur finalmente mosso dalla fraternevole piet3 e dalle abondevoli e calde lagrime c/e Serena spargeva, unitamente deliberorono di contentarla; e montati a cavallo, pi: giornate cavalcorono, e finalmente giunsero ad un fiorito e verdeggiante prato8 in mezzo del -uale era --"

un0altissima e ben fronzuta arbore, circondata da varie figure marmoree c/e vive parevano8 ed ivi appresso scorreva un ruscelletto c/e tutto il prato rigava. E sopra di -uesto albero l0ugel bel verde saltando di ramo in ramo si trastullava, proferendo parole c/e non umane ma divine parevano. Smontati i giovani de gli loro palafreni, e lasciatili a suo bel grado pascersi nel prato, s0accostorono alle figure di marmo; le -uali subito c/e i giovani toccorono, statue di marmo ancora elli divennero. 4 Serena, c/e molti mesi aveva con desiderio aspettati Fluvio ed 4c-uirino, suoi diletti fratelli, parve di averli omai perduti, e non vi esser pi: speranza di rivedergli. 7nde stando ella in tale ramaricamento, e l0infelice morte de0 fratelli piangendo, determin1 tra s9 stessa di provare sua ventura; ed ascesa sopra un gagliardo cavallo, in viaggio si pose8 e tanto cavalc1, c/e aggiunse al luogo dove l0ugel bel verde sopra un ramo d0un fronzuto albero dolcemente parlando dimorava. Ed entrata nel verde piato, subito conobbe i palafreni delli fratelli c/e di erbuzze si pascevano; e girando gli occ/i or -uinci or -uindi, vide li fratelli conversi in due statue c/e la loro effigie tenevano8 di c/e tutta stupefatta rimase. E scesa gi: del cavallo ed avicinatasi a l0albero, stese la mano, ed a l0ugel bel verde puose le mani adosso. )l -uale, poi c/e di libert3 privo si vide, di grazia le dimand1 c/e lo lasciasse andare e non tenerlo, c/e a tempo e luogo di lei si ricordarebbe. 4 cui Serena rispose non volerle in modo alcuno compiacere, se prima gli suoi fratelli al suo primo esser restituiti non erano. 4llora disse lo ugello8 = Guatami sotto l0ala sinistra, --#

e troverai una penna assai pi: dell0altre verde, con certi segni gialli per dentro; prendila, e vattene alle statue, e con la penna toccavi gli occ/i, c/e tantosto c/e tocc/i gli arrai, nel primo stato c/0erano i fratelli ritorneranno vivi. = La giovane, alzatagli l0ala sinistra, trov1 la penna come l0uccello detto le aveva; e andatasene alle figure di marmo, -uelle ad una ad una con la penna tocc1, e subito di statue uomini divennero. (eduti adun-ue nella pristina forma i fratelli ritornati, con somma allegrezza gli abbracci1 e basci1. 4vendo allora Serena avuto lo desiderato intento suo, da capo l0ugel bel verde preg1 la donna di grazia c/e lo lasciasse in libert3, promettendole c/e se tal dono li concedeva, di giovarle molto, se in alcun tempo si trovasse aver bisogno del suo soccorso. Serena, non contenta di -uesto, rispose c/e mai lo liberarebbe, fino a tanto c/e non truvassino, c/i @ il padre e la madre loro8 e c/e tal carico dovesse pazientemente sopportare. Era gi3 nasciuta una gran discordia tra loro per lo avuto augello; ma dopo molti combattimenti, di commune consenso fu lasciato appresso la donna; la -uale con non picciola solecitudine lo custodiva e caro lo teneva. 4vuto dun-ue l0ugel bel verde, Serena e i fratelli montorono a cavallo ed a casa contenti si ritornorono. )l re, c/e sovente passava davanti la casa de0 giovanetti, non vedendogli, assai si maravigliava; ed addimandati gli vicini c/e era avenuto di loro, gli fu risposo c/e non sapevano cosa alcuna, e c/e era molto tempo c/e non erano sta0 veduti. 7ra essendo ritornati, non passorono duo giorni c/e furono veduti dal re; il -uale gli addimand1 c/e era --$

stato di loro, c/e s. lungo tempo non si avevano lasciati vedere. 4 cui rispose 4c-uirino c/e alcuni strani accidenti c/e gli erano occorsi, erano stati la cagione8 e se non erano andati da sua %aest3, s. come ella voleva ed era il desiderio suo, le c/iedevano perdono, e volevano emendare ogni suo fallo. )l re, sentito il loro infortunio ed avutane compassione grande, non si part. di l3 c/e tutta tre gli volse al palagio a desinare seco. 4c-uirino, tolta celatamente l0ac-ua c/e balla, 2luvio il pomo c/e canta, e Serena l0ugel bel verde, con il re lietamente entrorono nel palagio, e si puosero sedere a mensa. La maligna madre e le invidiose sorelle, vedendo s. bella figliuola e s.venuto leggiadri e politi giovanetti, i cui begli occ/i risplendevano come vag/e stelle, ebbero sospetto grande, e passione non picciola sentirono nel cuore. 4c-uirino, fornito il desinare, disse al re8 = Aoi vogliamo, innanzi c/e si leva la mensa, far vedere a vostra %aest3 cose c/e le piaceranno molto; = e presa una tazza d0argento, e postavi dentro l0ac-ua c/e balla, sopra la mensa la pose. Fluvio, suo fratello, messa la mano in seno, estrasse il pomo c/e canta, ed appresso l0ac-ua lo mise. Serena, c/e in grembo teneva l0ugel bel verde, non fu tarda a ponerlo sopra la mensa. <uivi il pomo cominci1 un soavissimo canto; e l0ac-ua al suono del canto cominci1 maravigliosamente ballare. 5i c/e il re ed i circostanti ne sentivano tanto piacere, c/e dalle risa non si potevano astenere. %a affanno e sospizione non picciola crebbe allora alla ne-uitosa madre ed alle sorelle, perci1 c/e dubitavano forte della vita sua. Finito il canto ed il ballo, l0ugel bel --%

verde cominci1 parlare, e disse8 = 7 sacro re, c/e meritarebbe colui c/e di duo fratelli ed una sorella la morte procurata avesseC = 4 cui l0astuta madre del re primamente rispose8 = Aon altro c/e il fuoco; = e parimente tutte le altre cos. risposero. Ed allora l0ac-ua c/e balla ed il pomo c/e canta alzorono la voce, dicendo8 = 4/i falsa madre di ne-uizia piena, te stessa la tua lingua condannaB e voi malvage ed invidiose sorelle con la comare a tal suplicio insieme dannate sarete. = )l c/e udendo, 0l re rimase tutto suspeso. %a l0ugel bel verde, seguendo il suo parlare, disse8 = Sacra &orona, -uesti sono i tre tuoi figliuoli c/e sommamente /ai desideratiB <uesti sono i tuoi figliuoli c/e nella fronte la stella portanoB E la loro innocentissima madre @ -uella c/e sino a -uest0ora @ stata ed @ sotto la fetente scaffa. = E fatta trarre la infelice reina del puzzolente luogo, orrevolmente la fece vestire; e vestita c/e fu, venne alla presenza del re8 la -uale, -uantun-ue lungo tempo fusse stata prigione e mal trattata, nondimeno fu preservata nella primiera bellezza; ed in presenza di tutti lo ugel bel verde raccont1 il caso dal principio sino alla fine, come era processo. Ed allora conoscendo il re il successo della cosa, con molte lagrime e singulti strettamente abbracci1 la moglie ed i cari figliuoli. E l0ac-ua c/e balla, il pomo c/e canta e l0ugel bel verde, lasciati in abbandono, in un punto insieme disparvero. E venuto il giorno seguente, il re comand1 c/e in mezzo della piazza fusse un grandissimo fuoco acceso; indi ordin1 c/e la madre e le due sorelle e la comare in presenza di tutto il popolo fussero senza compassione alcuna abbruggiate. Ed il re poi con la --&

cara moglie e con gli amorevoli figliuoli lungo tempo visse; e maritata la figliuola onorevolmente, lasci1 li figliuoli del regno unic/i eredi. =

FAVOLA IV.
N$rino, figliuolo di Gall$!$ r$ di Por#ogallo, inna&ora#o di G$no''ia &ogli$ di &a$!#ro Rai&ondo Brun$llo fi!i o, o##i$n$ l)a&or$ !uo, $d in Por#ogallo la ondu $( $ &a$!#ro Rai&ondo di ordoglio n$ &uor$.

*ISABELLA,= Sono molti, dilettevoli donne, i -uali per avere lungo tempo dato opera al studio delle buone lettere, si pensano molte cose sapere, e poi o nulla o poco sanno. E mentre -uesti tali credonsi signare in fronte, a s9 stessi cavano gli occ/i8 s. come avenne ad uno medico molto scienziato nell0arte sua; il -uale, persuadendosi di altrui uccellare, fu non senza sua grave danno ignominiosamente uccellato8 s. come per la presente favola, c/e raccontarvi intendo, poterete pienamente comprendere. Gallese, re di 2ortogallo, ebbe un figliuolo, Aerino per nome c/iamato; ed in tal maniera il fece nudrire, c/e egli, sino a tanto c/e non pervenisse al decim0ottavo anno della sua et3, non potesse vedere donna alcuna, se non la madre e la balia c/e lo nodricava. (enuto adun-ue Aerino alla et3 perfetta, determin1 il re di mandarlo in studio a 2adova, -.(

acci1 c/e egli imparasse le lettere latine, la lingua ed i costumi italiani. E cos. com0egli determin1, cos. fece. 7ra essendo il giovane Aerino in 2adova, ed avendo presa amicizia di molti scolari c/e -uotidianamente il corteggiavano, avenne c/e tra -uesti v0era un medico c/e maestro Raimondo runello fisico si nominava; e sovente ragionando tra loro diverse cose, si misero, come @ usanza de0 giovani, a ragionare della bellezza delle donne8 e c/i diceva l0una e c/i l0altra cosa. %a Aerino, perci1 c/e per lo adietro non aveva veduta donna alcuna eccetto la madre e la balia sua, animosamente diceva c/e per suo giudicio non si trovava al mondo donna c/e fusse pi: bella, pi: leggiadra e pi: attilata c/e la madre sua. Ed essendone state a lui dimostrate molte, tutte come carogne a comparazione della madre sua reputava. %aestro Raimondo, c/e aveva una moglie delle belle donne c/e mai la natura facesse, postasi la gorgiera delle ciance, disse8 = Signor Aerino, io /o veduta una donna di tal bellezza, c/e -uando voi la vedeste, forse non la riputereste meno, anzi pi: bella della madre vostra. = 4 cui rispose Aerino c/0egli credere non lo poteva c/e ella fosse pi: formosa della madre sua, ma c/e ben arrebbe piacere di vederla. 4 cui disse maestro Raimondo8 = <uando vi sia a grado di vederla, mi offerisco di mostrarvela. = 5i -uesto = rispose Aerino, = ne sar1 molto contento, e vi rimarr1 obligato. = 5isse allora maestro Raimondo8 = 2oic/9 vi piace di vederla, verrete domattina nella c/iesa del domo; c/e vi prometto c/e la vederete. = Ed andatosene a casa, disse alla moglie8 = 5imane levati di letto per tempo, ed -.'

acconciati il capo, e fatti bella, e vestiti onoratissimamente, perc/9 io voglio c/e tu vadi nell0ora della messa solenne nel domo ad udir l0ufficio. = Genobbia, cos. era il nome della moglie di maestro Raimondo, non essendo usa di andare or -uinci or -uindi, ma la maggior parte si stava in casa a cusere e ricamare, molto di -uesto si maravigli1; ma perci1 c/e cos. egli voleva ed era il desiderio suo, ella cos. fece8 e si mise in punto e conciossi s. fattamente, c/e non donna, anzi dea pareva. 4ndatasene adun-ue Genobbia nel sacro tempio, s. come il marito le aveva imposto, venne Aerino, figliuolo del re, in c/iesa; e veduta Genobbia, tra s9 stesso bellissima la giudic1. 2artita la bella Genobbia, sopragiunse maestro Raimondo; ed accostatosi a Aerino, disse8 = 7r c/e vi pare di -uella donna c/e ora @ partita di c/iesaC 2arvi c/e ella patisca opposizione alcunaC G ella pi: bella della madre vostraC = (eramente = disse Aerino, = c/e ella @ bella8 e la natura pi: bella far non la potrebbe. %a ditemi, per cortesia, di cui @ ella moglie, e dove abita. = 4 cui maestro Raimondo non rispose a verso, perci1 c/e dirglielo non voleva. 4llora disse Aerino8 = %aestro Raimondo mio, se voi non volete dirmi c/i ella sia e dove abita, almeno contentatemi di -uesto, c/e io un0altra fiata la vegga. = ene volontieri, = rispose maestro Raimondo; = dimane verrete -ua in c/iesa; ed io far1 s. c/e come oggi la vedrete. = Ed andatosene a casa, maestro Raimondo disse alla moglie8 = Genobbia, apparecc/iati per domattina, c/e io voglio c/e tu vadi a messa nel domo; e se mai tu ti festi bella e pomposamente vestisti, fa c/e dimane il facci. = -.-

Genobbia di ci1, come prima, stavasi maravigliosa. %a per ci1 c/e importava il comandamento del marito, ella fece tanto -uanto per lui imposto le fu. (enuto il giorno, Genobbia, riccamente vestita e vie pi: del solito ornata, in c/iesa se n0and1. E non stette molto c/e Aerino venne; il -uale, veggendola bellissima, tanto del lei amore se infiamm1, -uanto mai uomo di donna facesse. Ed essendo giunto maestro Raimondo, Aerino lo preg1 c/e egli dir li dovesse c/i era costei c/e s. bella a gli occ/i suoi pareva. %a fingendo maestro Raimondo di aver pressa per rispetto delle pratic/e sue, nulla allora dir gli volse; ma lasciato il giovane cuocersi nel suo unto, lietamente si part.. Laonde Aerino, al-uanto d0ira acceso per lo poco conto c/e maestro Raimondo aveva mostrato farsi di lui, tra s9 stesso disse8 = Tu non vuoi c/e io sappi c/i ella sia e dove abiti; ed io lo sapr1 a tuo mal grado. = Ed uscito dalla c/iesa, tanto aspett1, c/e la bella donna ancor usc. dalla c/iesa fuori; e fattale riverenza, con modesto modo e volto allegro sino a casa l0accompagn1. 4vendo adun-ue Aerino c/iaramente compresa la casa dove ella abitava, cominci1 vag/eggiarla; n9 sarebbe passato un giorno, c/0egli non fusse dieci volte passato dinanzi la casa sua. E desiderando di parlar con lei, andava imaginando c/e via egli potesse tenere per la -uale l0onor della donna rimanesse salvo, ed egli ottenesse l0intento suo. Ed avendo pensato e ripensato, n9 trovando alcun remedio c/e salutifero li fusse, pur tanto fantastic1, c/e gli venne fatto di aver l0amicizia d0una vecc/iarella, la -uale aveva la sua casa all0incontro di -uella di Genobbia. E fattile certi -..

presentuzzi, e confermata la stretta amicizia, secretamente se ne andava in casa sua. 4veva la casa di -uesta vecc/iarella una finestra la -uale guardava nella sala della casa di Genobbia8 e per -uella a suo bell0agio poteva vederla andare su e gi: per casa; ma non voleva scoprirsi per non darle materia di non lasciarsi pi: vedere. Stando adun-ue Aerino ogni giorno in -uesto secreto vag/eggiamento, n9 potendo resistere all0ardente fiamma c/e gli abbrusciava il cuore, deliber1 tra s9 stesso di scriverle una lettera e gittargliela in casa a tempo c/e gli paresse c/e il marito in casa non fusse. E cos. gliela gitt1. E -uesto egli pi: volte fece. %a Genobbia, senza altrimenti leggerla, n9 altro pensando, la gittava nel fuoco, e l0abbrusciava. E -uantun-ue ella avesse tal effetto fatto pi: fiate, pur una volta le parve d0aprirgliene una e vedere -uello c/e dentro si conteneva. E apertala, e veduto come il scrittore era Aerino, figliuolo del re di 2ortogallo, di lei fieramente innamorato, stette al-uanto sopra di s9; ma poi considerando alla mala vita c/e il marito suo le dava, fece buon animo, e cominci1 far buona ciera a Aerino; e dato un buon ordine, lo introdusse in casa. Ed il giovane le raccont1 il sommo amore c/e egli le portava, ed i tormenti c/e per lei ogn0ora sentiva, e parimenti il modo come si fusse di lei innamorato. Ed ella, c/e bella, piacevole e pietosa era, il suo amore non gli neg1. Essendo adun-ue ambeduo d0un reciproco amore congiunti, e stando negli amorosi ragionamenti, ecco maestro Raimondo picc/iare all0uscio. )l c/e Genobbia sentendo, fece Aerino coricarsi sopra il letto e, stese le -.!

cortine, ivi dimorare sino a tanto c/e il marito si partisse. Entrato il marito in casa, e prese alcune sue cosette, senza avedersene di cosa alcuna, si part.. Ed altres. fece Aerino. (enuto il giorno se-uente, ed essendo Aerino in piazza a passeggiare, per aventura pass1 maestro Raimondo8 a cui Aerino fece di cenno c/e gli voleva parlare; ed accostatosi a lui, li disse8 = %essere, non vi /o io da dire una buona novellaC = E c/eC = disse maestro Raimondo. = Aon so io, = disse Aerino, = la casa di -uella bellissima madonnaC E non sono io stato in piacevoli ragionamenti con esso leiC e perci1 c/e il suo marito venne a casa, ella mi nascose nel letto, e tir1 le cortine, acci1 c/e egli vedermi non potesse, e subito si part.. = 5isse maestro Raimondo8 = G possibil -uestoC = Rispose Aerino8 = 2ossibil @, ed @ il vero; n9 mai vidi la pi: festevole, n9 la pi: graziata donna di lei8 se per caso, messere mio, voi andaste a lei, fate c/e mi raccomandate, pregandola c/e la mi conservi nella sua buona grazia. = 4 cui maestro Raimondo promesse di farlo; e di mala voglia da lui si part.. %a prima disse a Aerino8 = Gli tornarete pi:C = 4 cui rispose Aerino8 = 2ensatel voi. = Ed andatosene maestro Raimondo a casa, non volse dir cosa alcuna della moglie, ma aspettare il tempo di ritrovarli insieme. (enuto il giorno se-uente, Aerino a Genobbia ritorn1; e mentre stavano in amorosi piaceri e dilettevoli ragionamenti, venne a casa il marito. %a ella subito nascose Aerino in una cassa, a rimpetto della -uale pose molte robbe c/e ella sborrava acci1 c/e non si tarmassino. )l marito, fingendo di cercare certe sue cose, gitt1 sottosopra -."

tutta la casa, e guat1 sino nel letto; e nulla trovando, con pi: riposato animo si part., ed alle sue pratic/e se n0and1. E Aerino parimenti si part.. E ritrovato maestro Raimondo, gli disse8 = Signor dottore, non sono io ritornato da -uella gentildonnaC e la invidiosa fortuna mi /a disconzo ogni piacere; perci1 c/e il lei marito sopragiunse e disturb1 il tutto. = E come facestiC = disse maestro Raimondo. = Ella, = rispose Aerino, = aperse una cassa e mi puose dentro; e rimpetto della cassa puose molte vestimenta c/e ella governava c/e non si tarmassino. Ed egli il letto sottosopra volgendo e rivolgendo, e nulla trovando, si part.. = <uanto -uesta cosa tormentosa fusse a maestro Raimondo, pensare il pu1 c/iun-ue /a provato amore. 4veva Aerino a Genobbia donato un bello e prezioso diamante, il -uale dentro la ligatura nell0oro aveva scolpito il capo e nome suo; e venuto il giorno, ed essendo maestro Raimondo andato alle sue pratic/e, Aerino fu dalla donna in casa introdotto8 e stando con esso lei in piaceri e grati ragionamenti, ecco il marito c/e ritorna a casa. %a Genobbia, cattivella, aveggendosi della venuta sua, immantinente aperse un scrigno grande c/e era nella sua camera, e dentro lo nascose. E maestro Raimondo, entrato in casa, fingendo di cercare certe sue cose, rivolse la camera sottosopra; e nulla trovando, n9 in letto, n9 nelle casse, come sbalordito, prese il fuoco; ed a tutti i -uattro cantoni della camera lo pose con determinato animo di abbrusciare la camera e tutto ci1 c/e in -uella si conteneva. Gi3 i parieti e le travamenta cominciavano ardere, -uando Genobbia, voltatasi contra il marito, disse8 = &/e vuol dir -uesto, -.#

marito mioC Siete forse voi diventato pazzoC Se pur voi volete abbrusciare la casa, brusciatela a vostro piacere8 ma in fede mia non abbrusciarete -uel scrigno dove sono le scritture c/e appartengono alla dote mia; = e fatti c/iamare -uattro valenti bastagi, gli fece traere di casa lo scrigno e ponerlo in casa della vicina vecc/iarella; e celatamente lo apr., c/e niuno se n0avide, e ritornossene a casa. L0insensato maestro Raimondo stava pur a vedere se usciva fuori alcuno c/e non gli piacesse8 ma nulla vedeva, se non l0insopportabile fumo ed ardente fuoco c/e la casa abbrusciava. Erano gi3 concorsi i vicini per estinguere il fuoco; e tanto si operorono, c/e finalmente lo spensero. )l giorno se-uente Aerino, andando verso il 2rato dalla valle, in maestro Raimondo si abbatt@; e salutatolo, disse8 = %aestro mio, non vi /o io da raccontare una cosa c/e molto vi piacer3C = E c/eC = rispose maestro Raimondo. = )o disse Aerino, = /o fuggito il pi: spaventevole pericolo c/e mai fuggisse uomo c/e porti vita. 4ndai a casa da -uella gentil madonna; e dimorando con esso lei in piacevoli ragionamenti, sopragiunse il suo marito8 il -uale, dopo c/0ebbe rivoltata la casa sottosopra, accese il fuoco, e poselo in tutti i -uattro cantoni della camera, ed abbrusci1 ci1 c/e era in camera. = E voi = disse maestro Raimondo, = dove eravateC = )o = rispose Aerino, = era nascoso nel scrigno c/e ella fuori di casa mand1. = )l c/e maestro Raimondo intendendo, e conoscendo ci1 c/e egli raccontava essere il vero, da dolore e passione si sentiva morire; ma pur non osava scoprirsi, perci1 c/e desiderava di vederlo nel fatto. E dissegli8 = Signor Aerino, vi ritornarete voi mai pi:C = 4 -.$

cui rispose Aerino8 = 4vendo io scampato il fuoco, di c/e pi: temenza debbo io avereC = 7r messi da canto -uesti ragionamenti, maestro Raimondo preg1 Aerino c/e si dignasse d0andare il giorno seguente a desinar seco; ed il giovane accett1 volontieri l0invito. (enuto il giorno seguente, maestro Raimondo invit1 tutti i suoi parenti ed i parenti della moglie, ed apparecc/i1 un pomposo e superbo prandio8 non gi3 nella casa c/e era mezza abbrusciata, ma altrove; e comand1 alla moglie c/e ancor ella venesse8 ma c/e non dovesse sedere a mensa, ma c/e stesse nascosta e preparasse -uello c/e faceva mestieri. Raunati adun-ue tutti i parenti ed il giovane Aerino, furono posti a mensa; e maestro Raimondo con la sua maccaronesca scienza cerc1 di inebriare Aerino per poter poi fare il parer suo. Laonde avendoli pi: volte pJrto maestro Raimondo il bicc/iere pieno di malvatico vino, ed avendolo Aerino ogni volta bevuto, disse maestro Raimondo8 = 5e/, signor Aerino, raccontate un poco a -uesti parenti nostri una -ualc/e novelluzza da ridere. = )l povero giovane Aerino, non sapendo c/e Genobbia fusse moglie di maestro Raimondo, cominci1 raccontargli l0istoria8 riservando per1 il nome di ciascuno. 4venne c/e uno servente and1 in camera dove Genobbia dimorava, e dissele8 = %adonna, se voi foste in un cantone nascosta, voi sentireste raccontare la pi: bella novella c/e mai udiste alla vita vostra; venete, vi prego. = Ed andatasene in un cantone, conobbe c/e la voce era di Aerino suo amante, e c/e l0istoria c/0egli raccontava, a lei perteneva. E la donna prudente e saggia tolse il diamante c/e Aerino donato li -.%

aveva, e poselo in una tazza d0argento piena d0una delicata bevanda, e disse al servente8 = 2rendi -uesta tazza, e recala a Aerino, e digli c/e egli la beva, c/e poi meglio ragioner3. = )l servente, presa la tazza, portolla alla mensa; e volendo Aerino bere, disse il servente8 = 2igliate -uesta tazza, signore, c/e poi meglio ragionarete. = Ed egli, presa la tazza, beve tutto il vino; e veduto e conosciuto il diamante c/e vi era dentro, lo lasci1 andare in bocca; e fingendo di nettarsi la bocca, lo trasse fuori e se lo mise in dito. Ed accortosi Aerino c/e la bella donna di cui ragionava era moglie di maestro Raimondo, pi: oltre passare non volse; e stimolato da maestro Raimondo e dai parenti c/e l0istoria cominciata seguisse, egli rispose8 = E/ s., e/ s.B cant1 il gallo, e subito fu d.; e dal sonno risvegliato, altro pi: non ud.. = <uesto udendo i parenti di maestro Raimondo, e prima credendo c/e tutto -uello c/e Aerino gli aveva detto della moglie esser vero, trattorono l0uno e l0altro da grandissimi embriac/i. 5opo al-uanti giorni Aerino trov1 maestro Raimondo; e fingendo di non sapere c/e egli fusse marito di Genobbia, dissegli c/e fra due giorni era per partirsi, perci1 c/e il padre scritto gli aveva c/e al tutto tornasse nel suo reame. %aestro Raimondo li rispose c/e fusse il ben andato. Aerino, messo secreto ordine con Genobbia, con lei se ne fugg.; ed in 2ortogallo la trasfer., dove con somma allegrezza longamente vissero. E maestro Raimondo, andatosene a casa e non trovata la moglie, fra poc/i giorni disperato se ne mor.. =

-.&

FAVOLA V.
Fla&&inio V$raldo !i "ar#$ da O!#ia, $ %a $r ando la &or#$( $ non la #ro%ando, n$lla %i#a !)in on#ra, la .ual gli fa %$d$r$ la "aura $ "ro%ar$ la &or#$.

*LIONORA,= Sono molti c/e con ogni loro studio e diligenza attentamente vanno cercando alcune cose, le -uai, dopo c/e trovate le /anno, non vorrebbero averle trovate8 anzi, si come il demonio l0ac-ua santa, le fuggono a pi: potere. )l c/e avenne a Flamminio; il -uale, cercando la morte, trov1 la vita, c/e gli fe0 vedere la paura e la morte provare8 s. come per la presente favola poterete intendere. )n 7stia, citt3 antica, non molto lontana da Roma, s. come tra0 volgari si ragiona, fu gi3 un giovane, pi: tosto semplice e vagabondo c/e stabile ed accorto; e Flamminio (eraldo era per nome c/iamato. &ostui pi: e pi: volte aveva inteso c/e nel mondo non era cosa alcuna pi: terribile e pi: paventosa dell0oscura ed inevitabile morte; perci1 c/e ella, non avendo rispetto ad alcuno, o povero o ricco c/e egli si sia, a niuno perdona. Laonde, pieno di maraviglia, tra s9 stesso determin1 al tutto di trovare e vedere c/e cosa @ -uello c/e da0 mortali morte s0addimanda. E addobbatosi di grossi panni, e preso un bastone d0un forte cornio bene afferrato in mano, da 7stia si part.. 4vendo gi3 Flamminio molte miglia camminato, giunse ad una strada, nel cui mezzo vide un calzolaio in -!(

una bottega c/e calzari e uosa faceva. )l -uale, -uantun-ue grandissima -uantit3 di fatti ne avesse, pur in farne degli altri tuttavia s0affaticava. Flamminio, accostatosi a lui, disse8 = )ddio vi salvi, maestro. = 4 cui il calzolaio8 = Siate il benvenuto, figliuol mio. = 4 cui Flamminio replicando disse8 = E c/e fate voiC = )o lavoro = rispose il calzolaio, = e stento per non stentare; e pur io stento e m0affatico per far de0 calzari. = 5isse Flamminio8 = E per far c/eC voi tanti n0avete; ed a c/e farne pi:C = 4 cui rispose il calzolaio8 = 2er portarli, per venderne per sostentamento e di me e della mia famiglia ed acci1 c/e, -uando sar1 vecc/io, mi possi sovenire del danaro guadagnato. = E poi = disse Flamminio, = c/e sar3C = %orire, = rispose il calzolaio. = %orireC = replicando disse Flamminio. = S., = rispose il calzolaio. = 7 maestro mio, = disse allora Flamminio, = mi sapreste voi dire c/e cosa @ -uesta morteC = )n vero no, = rispose il calzolaio. = L0avete voi giamai vedutaC = disse Flamminio. = )o n9 la vidi, n9 vederla n9 provarla mai vorrei; c/e dicesi da tutti ugualmente c/e ella @ una strana e paventosa bestia. = 4llora disse Flamminio8 = %e la sapereste voi almeno insegnare, o dirmi dove ella si troviC perci1 c/e giorno e notte per monti, per valli, per stagni la vo cercando, e novella alcuna di lei non posso persentire. = 4 cui rispose il calzolaio8 = )o non so dove la stia, n9 dove ella si trovi, n9 come fatta sia; ma andatevene pi: innanzi, c/e forse la trovarete. = Tolta adun-ue licenza Flamminio e partitosi dal calzolaio, andossene pi: oltre, dove trov1 un folto ed ombroso bosco; ed entratovi dentro, vide un contadino c/e -!'

aveva tagliate molte legna da brusciare, ed a pi: potere ne andava tagliando. E salutatosi l0uno e l0altro, disse Flamminio8 = Fratello, c/e vuoi far tu di tanta legnaC = 4 cui il contadino rispose8 = )o l0apparecc/io per fare del fuoco -uesto verno, -uando saranno le nevi, i g/iacci e il bruma malvagio, acci1 c/e io possa scaldare e me e li miei figliuoli, e lo soprabbondante vendere per comprare pane, vino, vestimenti ed altre cose necessarie per lo viver -uotidiano, e cos. passare la vita nostra sino alla morte. = 5e/, per cortesia, = disse Flamminio, = mi sapereste insegnare dove si trovi -uesta morteC = &ertamente no, = rispose il contadino; = perci1 c/e io non la vidi mai, n9 so dove ella dimori. )o stanzio in -uesto bosco tutto il giorno, ed attendo allo esercizio mio, e poc/issime persone passano per -uesti luog/i, e manco ne conosco. = %a come potr1 far io a trovarlaC = disse Flamminio. 4 cui il contadino rispose8 = )o non ve lo saprei dire, n9 meno insegnare; ma camminate pi: innanzi, c/e forse in lei vi incapparete. = E tolta licenza dal contadino, si part.; e tanto cammin1, c/e giunse ad uno luogo dove era un sarto, c/e aveva molte robbe su per le stang/e ed uno fondaco di varie e bellissime vestimenta pieno. 4 cui disse Flamminio8 = )ddio sia con voi, maestro mio. = 4 cui lo sarto8 = E con voi sia ancora. = E c/e fate voi = disse Flamminio, = di s. belle e ricc/e robbe e s. onorate vestimentaC sono tutte vostreC = 4 cui rispose il maestro8 = 4lcune sono mie, alcune di mercatanti, alcune di signori ed alcune di diverse persone. = E c/e ne fanno di tanteC = disse il giovane. 4 cui lo sarto rispose8 = Le usano ne0 diversi tempi; = e -!-

mostrandogliene diceva8 = <ueste lo state, -uelle lo verno, -uest0altre da mezzo tempo, e -uando l0una e -uando l0altra si vesteno. = E poi, c/e fannoC = disse Flamminio. = E poi = rispose lo sarto, = vanno cos. scorrendo sino alla morte. = Sentendo nominare Flamminio la morte, disse8 = 7 dolce mio maestro, mi sapereste voi dire dove si trovi -uesta morteC = Rispose lo sarto, -uasi d0ira acceso e tutto turbato8 = 7 figliuolo mio, voi andate addimandando le strane cose. )o non ve lo so dire n9 insegnare, dove si trovi; n9 di lei giamai pur penso, e c/iun-ue me ne ragiona di lei, grandemente mi offende; per1 ragioniamo d0altro, o partitevi di -ua, c/e io sono nemico de tai ragionamenti. = E preso commiato da lui, si part.. 4veva gi3 scorso Flamminio molti paesi, -uando aggiunse ad uno luogo deserto e solitario, dove trov1 un eremita con la barba s-uallida, e dagli anni e dal digiuno tutto attenuato, aveva la mente solo alla contemplazione; e pens1 c/e egli nel vero fosse la morte. 4 cui Flamminio disse8 = (oi siate il ben trovato, padre santo. = E voi il ben venuto, mio figliuolo, = rispose lo eremita. = 7 padre mio, = disse Flamminio, = e c/e fate voi in -uesto alpestre ed inabitabile luogo, privo d0ogni diletto e d0ogni consorzio umanoC = )o mi sto = rispose lo eremita, = in orazioni, in digiuni, in contemplazioni. = E per far c/eC = disse Flamminio. = 7/, perc/9, figliuolo mioC per servir a 5io e macerar -uesta misera carne = disse l0eremita, = e far penitenza di tante offese fatte all0eterno e immortal )ddio ed al vero figliuolo di %aria8 e finalmente per salvar -uest0anima peccatrice, acci1 c/e, -uando verr3 il tempo della morte mia, io glie la -!.

renda monda d0ogni difetto, e nel tremendo giorno del giudizio, per grazia del mio redentore, non per meriti miei, mi faccia degno della felice e trionfante patria, ed ivi goda i beni di vita eterna8 alla -uale )ddio tutti ci conduc/i. = 7 dolce padre mio, ditemi un poco, = disse Flamminio, = se non v0@ a noia8 c/e cosa @ -uesta morte, e come @ fatta ellaC = 4 cui lo santo padre8 = 7 figliuol mio, non ti curar di saperlo; perci1 c/e ella @ una terribile e paventosa cosa, e s0addimanda da0 sapienti ultimo termine de0 dolori, tristezza dei felici, desiderio dei miseri, e fine estremo delle cose mondane. Ella divide l0amico dall0amico, separa il padre dal figliuolo ed il figliuolo dal padre; spartisce la madre dalla figliuola e la figliuola dalla madre, scioglie il vincolo matrimoniale, ed al fine disgiunge l0anima dal corpo; e il corpo sciolto dall0anima non pu1 pi: operare, ma viene s. putrido e s. puzzolente, c/e tutti l0abbandonano e come cosa abbominevole il fuggono. = 4vetela mai veduta voi, padreC = disse Flamminio. = %a di no, = rispose lo eremita. = %a come potr1 io fare di vederlaC = disse Flamminio. = %a se voi desiderate, figliuolo mio, = disse lo eremita, = di trovarla, andatevene pi: oltre, c/e voi la trovarete; perci1 c/e l0uomo, -uanto pi: in -uesto mondo cammina, tanto pi: s0avicina a lei. = )l giovane, ringraziato c/0ebbe il santo padre e tolta la sua benedizione, si part.. &ontinovando adun-ue Flamminio il suo viaggio, trapass1 molte profonde valli, sassose montagne ed inospiti bosc/i, vedendo vari e paventosi animali, dimandando a ciascuno s0egli era la morte. 4 cui tutti rispondevano, non esser lei. 7r avendo scorso molti paesi e vedute molte -!!

strane cose, finalmente giunse ad una montagna di non picciola altezza; e -uella trapassata, discese gi: in una oscura e profondissima valle, c/iusa di alte grotte, dove vide una strana e mostruosa fiera, la -uale con i suoi gridi faceva rimbombare tutta -uella valle. 4 cui Flamminio disse8 = &/i sei tuC 7l3, saresti mai tu la morteC = 4 cui la fiera rispose8 = )o non sono la morte, ma segui il tuo cammino, c/e tosto la troverai. = Edita Flamminio la desiderata risposta, molto s0allegr1. Era gi3 il miserello, per la lunga fatica e duro strazio per lui sostenuto, stanco e semi morto, -uando come desperato giunse ad un0ampia e spaziosa campagna; ed asceso un dilettevole e fiorito poggetto, non molto eminente, e remirando or -uinci or -uindi, vide le mura altissime di una bellissima citt3 c/e non era molto lontana8 e postosi a camminare con frettoloso passo, nel brunire della sera ad una delle porte pervenne, la -uale era adornata di finissimi e bianc/i marmi. Ed entratovi dentro, con licenza per1 del portinaio, nella prima persona c/0egli s0abbatt@, s0incapp1 in una vecc/iarella molto antica e piena di grand0anni, di volto s-uallida; ed era s. macilenta e macra, c/e per la sua macrezza tutte le ossa ad una ad una si arebbono potute annoverare. &ostei aveva la fronte rugosa, gli occ/i biec/i, lagrimosi e rossi c/e la porpora somigliavano, le guanze crespe, le labbra riversate, le mani aspere e callose, il capo e la persona tutta tremante, lo andar suo curvo, e di panni grossi e bruni addobbata. 7ltre ci1 ella teneva dal lato manco una affilata spada e nella destra mano un grosso bastone, nell0estremit3 del -uale -!"

eravi una punta di ferro, fatta in vece d0un trimanino, sopra del -uale alle volte si riposava. 4ppresso -uesto, ella aveva dietro le spalle una grandissima bolgia, nella -uale riservava ampolle, vasetti ed albarelli tutti pieni di vari li-uori, unguenti, empiastri, a diversi accidenti appropriati. (eduta c/0ebbe Flamminio -uesta vecc/ia disdentata e brutta, imaginossi c/e ella fosse la morte c/e egli cercando andava; ed accostatosi a lei, disse8 = 7 madre mia, )ddio vi conservi. = 4 cui con c/ioccia voce la vecc/iarella rispose8 = 4ncora te, figliuolo mio, )ddio salvi e mantenga. = Sareste voi per aventura la morte, madre miaC = disse Flamminio. = Ao, = rispose la vecc/iarella. = 4nzi io sono la vita. E sappi c/e io mi trovo aver -ua dentro in -uesta bolgia c/e io porto dietro le spalle, certi li-uori ed unzioni, c/e, per gran piaga c/e l0uomo abbi nella persona, io con amorevolezza la risano e saldo, e per gran doglia c/0egli parimenti si senta, in picciol spazio d0ora levoli ogni dolore. = 5isse allora Flamminio8 = 7 dolce madre mia, mi sapreste voi insegnare dove ella si troviC = E c/i sei tu c/e cos. instantemente mi dimandiC = disse la vecc/iarella. 4 cui Flamminio rispose8 = )o sono un giovanetto c/e gi3 sono passati molti giorni, mesi, anni c/e la vo cercando8 n9 mai /o potuto trovare persona in luogo alcuno, c/e me l0abbia saputa insegnare. Laonde, se voi siete -uella, ditemelo per cortesia; perci1 c/e assai desidero e di vederla e di provarla, acci1 c/e io sappia se ella @ cos. difforme e paventosa, siccome da ciascuno @ tenuta. = La vecc/iarella, udendo la sciocc/ezza del giovine, dissegli8 = <uando ti aggrada, figliuolo mio, farottila vedere -uanto ella @ brutta8 -!#

e -uanto paventosa, ancora provare. = 4 cui Flamminio8 = 7 madre mia, non mi tenete pi: a bada; omai fate c/e io la veggia. = La vecc/iarella per compiacergli lo fece ignudo spogliare. %entre c/e il giovanetto si spogliava, ella certi suoi empiastri, a diverse infermit3 oppurtuni, incorpor1; e preparato il tutto, disse gli8 = &/inati gi:, figliuolo mio. = Ed egli ubidiente s0inc/in1. = 2iega la testa e c/iudi gli occ/i, = disse la vecc/ia; e cos. fece. A9 appena aveva fornito di dire, c/e prese la coltella c/e dal lato teneva, ed in un colpo il capo gli spicc1 dal busto. 5opo, presa immantinente la testa, e postala sopra il busto, l0impiastracci1 di -uegli empiastri c/e preparati aveva, e con agevolezza il risan1. %a come il fatto andasse, dir non so8 o c/e fusse per la prestezza della maestra in ritornar il capo al busto, o perc/9 ella astutamente il facesse, la parte della testa posteriore mise nell0anteriore. 7nde Flamminio, guatandosi le spalle e le reni e le grosse natic/e e scolpite in fuori c/e per addietro vedute non aveva, in tanto tremore e pavento si puose, c/e non trovava luoco dove nascondere si potesse; e con dolorosa e tremante voce diceva alla vecc/ia8 = 7/im@, madre mia, ritornatemi come era prima; ritornatemi per lo amore d0)ddio, perci1 c/e io non vidi mai cosa pi: difforme n9 pi: paventosa di -uestaB 5e/B removetemi, vi prego, da -uesta miseria nella -uale inviluppato mi veggio. 5e/B pi: non tardate, dolce madre mia, porgetemi soccorso, c/e agevolmente porgere me lo poteteB = La vecc/iarella astuta taceva, fingendo tuttavia di non essersi aveduta del commesso fallo, e lasciavalo ramaricarsi e cuocersi nel suo unto. Finalmente, avendolo -!$

cos. tenuto per spazio di ore, e volendoli remediare, da capo il fece inc/inare; e messa mano alla tagliente spada, la testa gli tronc1 dal busto. 5opo, presa la testa in mano, ed accostatala al busto ed unta con suoi empiastri, nel primo suo esser ritornare il fece. )l giovane, vedendosi ridotto nel pristino suo stato, de0 suoi panni si rivest.; ed avendo veduta la paura, e per esperienza provato -uanto brutta e paventosa era la morte, senza altro commiato prendere dalla vecc/iarella, per la pi: breve ed ispedita via c/0egli seppe e puote, ad 7stia se ne ritorn18 cercando per lo innanzi la vita e fuggendo la morte, dandosi a migliori studi di -uello c/e per lo adietro fatto aveva. =

IL FINE DELLA 6UARTA NOTTE.

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NOTTE 6UINTA
)l sole, bellezza del ridente cielo, misura del volubil tempo e vero occ/io del mondo, da cui la cornuta luna ed ogni stella riceve il suo splendore, oggimai aveva nascosi i rubicondi ed ardenti raggi nelle marine onde, e la fredda figliuola di Latona, da risplendenti e c/iare stelle intorniata, gi3 illuminava le folte tenebre della buia notte, ed i pastori, lasciate le spaziose ed ampie campagne e le brinose erbette e le fredde e limpid0ac-ue, si erano con il lor gregge tornati agli suoi usati casamenti, e lassi e stanc/i dalle fatic/e del giorno sopra i molli e teneri giunc/i profondamente dormivano, -uando la bella ed onorevole compagnia, posto gi: ogni altro pensiero, con frezzoloso passo al concistorio si ridusse. E fatto motto alla signora c/e tutti gi3 erano raunati, e tempo era omai di ridursi a favoleggiare, la signora, dalle altre donne onoratissimamente accompagnata, tutta festevole e ridente, con lento e tardo passo nella camera del ridotto si venne. E con lieto viso l0amic/evole compagnia graziosamente salutata, si mise a sedere; indi comand1 c/e l0aureo vaso le fusse recato8 e postovi dentro di cin-ue damigelle il nome, il primo ad -!&

Eritrea tocc1 per sorte; l0altro ad 4lteria fu deputato; il terzo a Lauretta; il -uarto ad 4rianna concesse il fato, ed a &ateruzza l0ultimo luoco diede il cielo per elezione. 5opo, al suono de0 soavi flauti con lento passo si diedero tutti al carolare; e poscia c/0ebbero con festevoli ed amorosi ragionamenti carolato al-uanto, tre delle damigelle, presa prima buona licenza dalla signora, la presente canzone soavemente cantorono8 <uando >mor, donna, ad ora ad ora muove vostro leggiadro e nobile sembiante e 0uelle luci sante ne) 0uai mia vita e la mia morte prendo, ?a 0uelle viste mansuete e nuove giungemi al cuor un s; vago pensiero, ch)or mansueto or +iero con la speran*a e van desir contendo1 e cos; dolcemente allor m)incendo d)una speme s; +erma e s; sicura, che pi= null)altra cura mi pu6 dall)uso mio +ar cangiar stato. 4nde ringra*io il d;, natura e il cielo, che per mio divin +ato +ui preso e impiuto d)un s; dolce *elo. 5apoi c/e le tre donzelle posero fine all0amorosa canzone, c/e per sospiri da presso l0aere rompea, la signora fece cenno ad Eritrea, a cui per sorte aveva toccato il primo luogo della presente notte, c/e a favoleggiare desse incominciamento. La -uale, vedendo di non potersi iscusare, per non turbare il gi3 principiato ordine, messa da -"(

canto ogni perturbazione d0animo, cos. a dire incominci18

FAVOLA I.
Gu$rrino, uni o figliuolo di Fili""o Maria r$ di Ci ilia, li'$ra un uo&o !al%a#i o dalla "rigion$ d$l "adr$( $ la &adr$ "$r #$&$n1a d$l r$ &anda il figliuolo in $!!ilio. E lo !al%a#i o uo&o, fa##o do&$!#i o, li'$ra Gu$rrino da &ol#i $d infini#i infor#uni. = Festevoli e graziose donne, /o inteso per fama ed anc/e veduto per isperienza, un ben servire altrui, -uantun-ue non si riconosca la persona a cui si serve, il pi: delle volte ridondare in grandissimo beneficio di colui c/e fidelmente /a servito. )l c/e avenne al figliuolo d0un re; il -uale avendo liberato un salvatico uomo dalla dura e stretta prigione del padre, egli pi: volte da violente morte fu campato da lui8 s. come per la presente favola, c/e raccontarvi intendo, agevolmente intenderete8 essortandovi amorevolmente tutte c/e nel servire non vogliate esser ritrose, perci1 c/e, se da colui c/e /a ricevuto il servigio guidardonate non sarete, almeno )ddio, rimuneratore del tutto, non lasciar3 le fatic/e vostre irremunerate, anzi parteciper3 con esso voi la sua divina grazia. &icilia, donne mie care, s. come a ciasc/eduna di voi puol esser c/iaro, @ una isola perfetta ed ubertosa, e per antic/it3 tutte le altre avanza; ed in essa sono molte citt3 e castella, c/e molto pi: di -uello c/e ella sarebbe, -"'

l0abbelliscono. 5i -uesta isola, ne0 passati tempi era signore re Filippo %aria, uomo saggio, amorevole e singolare; ed aveva per moglie una donna molto gentile, graziosa e bella, e di lei ebbe un solo figliuolo, Guerrino per nome c/iamato. )l re d0andare alla caccia vie pi: c/e ogni altro signore si dilettava, perci1 c/e era robusto e forte, e tal essercizio molto li conveniva. 7ra avenne c/e, ritrovandosi in caccia con diversi suoi baroni e cacciatori, vide uscire fuori del folto bosco un uomo salvatico assai grande e grosso, e s. difforme e brutto, c/e a tutti grandissima ammirazione rendeva, e di corporali forze ad alcuno non era inferiore. E messosi in ordine il re con duo suoi baroni e dei migliori c/e ci avesse, animosamente l0affront1, e dopo lungo combattimento, valorosamente lo vinse8 e preso de sue mani e legato, al palazzo lo condusse; e trovata stanza a lui convenevole e sicura, dentro lo mise, e ben c/iuso con fortissime c/iavi, ordin1 c/e ben custodito e atteso fusse. E perc/9 il re lo aveva sommamente caro, volse c/e le c/iavi rimanessino in custodia della reina; n9 era giorno c/e il re per suo trastullo non l0andasse a vedere alla prigione. Aon passorono molti giorni, c/e il re da capo si mise in punto per andare alla caccia; ed apparecc/iate -uelle cose c/e in tal facenda fanno bisogno, con la nobile compagnia si part.8 raccomandate per1 prima le c/iavi della prigione alla reina. %entre c/e il re era alla caccia, venne gran voglia a Guerrino, c/e giovanetto era, di vedere l0uomo salvatico; ed andatosene solo con l0arco, di cui molto si dilettava, e con una saetta in mano alla ferriata della prigione dove abitava il mostro, lo vide, e con esso lui incominci1 -"-

domesticamente ragionare. E cos. ragionando, l0uomo salvatico, c/e l0accarezzava e losingava, destramente la saetta, c/e riccamente era lavorata, di mano li tolse. 7nde il fanciullo cominci1 dirottamente a piangere, n9 si poteva dalle lagrime astenere, c/iedendogli c/e li dovesse dare la sua saetta. %a l0uomo salvatico disse8 = Se tu mi vuoi aprire e liberarmi di -uesta prigione, io ti restituir1 il tuo strale; altrimenti, non te lo render1 mai. = 4 cui disse il fanciullo8 = 5e/, come vuoi tu c/0io t0apri e liberi, se io non /o il modo di liberartiC = 4llora disse il salvatico uomo8 = <uando ti fusse in piacere di sciogliermi e liberarmi di -uesto angusto luogo, io bene t0insegnarei il modo c/e tosto liberare mi potresti. = %a comeC = rispose Guerrino; = dammi il modo. = 4 cui disse il salvatico uomo; = (a dalla reina tua madre; e -uando addormentata la vederai nel meriggio, destramente guata sotto il guanciale sopra il -uale ella riposa, e c/etamente, c/e ella non ti senta, furale le c/iavi della prigione, e recale -ui, ed aprimi8 c/e, aperto c/e tu mi averai, subito ti restituir1 il tuo strale. E di -uesto servizio a -ualc/e tempo forse ti potr1 remeritare. = Guerrino, bramoso di avere lo suo dorato strale, pi: oltre, come fanciullo, non si pens18 ma senza indugio alcuno corse alla madre; e trovatala c/e dolcemente riposava, pianamente le tolse le c/iavi, e con -uelle se ne ritorn1 al salvatico uomo; e dissegli8 = Ecco le c/iavi. Se io -uinci ti scioglio, va tanto lontano, c/e di te pi: odor alcuno non si senta; perci1 c/e se il padre mio, c/0@ gran maestro di cacce, ti ritrovasse e prendesse, agevolmente uccider ti farebbe. = Aon dubitar, figliuolo -".

mio, = disse il salvatico uomo, = c/e tantosto c/0aperto avrai la prigione, c/e disciolto mi veggia, io ti dar1 la tua saetta, e io me ne andr1 s. lontano, c/e mai pi: n9 da tuo padre, n9 d0altrui sar1 accolto. = Guerrino, c/e aveva le forze virili, tanto s0affatic1, c/e finalmente aperse la prigione; e l0uomo salvatico, resoli la saetta e ringraziatolo molto, si part.. Era l0uomo salvatico uno bellissimo giovane, il -uale, per disperazione di non poter ac-uistare l0amore di colei c/e cotanto amava, lasciati gli amorosi pensieri e gli urbani solazzi, si era posto tra le boscarecce belve, abitando l0ombrose selve ed i folti bosc/i, mangiando l0erbe e bevendo l0ac-ua a guisa di bestia. Laonde il miserello aveva fatto il pelo grossissimo e la cotica durissima e la barba folta e molto lunga; e per li cibi d0erba la barba, il pelo ed i capelli erano s. verdi divenuti, c/e era cosa mostruosa a vederlo. 5estata la reina e messa la mano sotto il guanciale per prender le c/iavi c/e sempre a lato teneva, e non trovandole, molto si maravigli1; e ravogliendo il letto sotto sopra, e nulla trovando, come pazza alla prigione se n0and1, e trovandola aperta e non vedendo l0uomo salvatico, da dolore si sentiva morire; e scorseggiando per lo palazzo or -uinci or -uindi, addimandava or a -uesto or a -uello c/i era stato -uel s. temerario ed arrogante, c/e gli aveva bastato l0animo di togliere le c/iavi della prigione senza sua saputa. 4 cui nulla sapere tutti rispondevano. E incontratosi Guerrino nella madre, e vedendola tutta di furore accesa, disse8 = %adre mia, non incolpate veruno dell0aperta -"!

prigione, perci1 c/e, s0alcuno merita punizione alcuna, io sono -uello c/e debbo patire, perc/9 io sono stato l0apertore. = La reina, ci1 udendo, molto maggiormente se ne dolse, temendo c/e 0l re, venendo dalla caccia, il figliuolo per sdegno non uccidesse; perci1 c/e le c/iavi a lei -uanto la persona propria raccomandate aveva. Laonde la reina, credendo sc/ifare uno picciolo errore, in un altro assai maggiore incorse; perci1 c/e, senza metter indugio alcuno, c/iam1 duo suoi fidelissimi serventi ed il figliuolo; e dategli infinite gioie, e danari assai, e cavalli bellissimi, il mand1 alla buona ventura, pregando cordialissimamente li serventi c/e il suo figliuolo raccomandato gli fusse. 4ppena c/e 0l figliuolo era dalla madre partito, c/e il re dalla caccia al palazzo aggiunse; e sceso gi: del cavallo, subito se n0and1 alla prigione per vedere l0uomo salvatico8 e trovatala aperta, e veduto c/e egli era fuggito, s0accese di tanto furore, c/e nell0animo suo al tutto propose di uccidere colui c/e di cotal errore era stato cagione. E andatosene alla reina c/e in camera mesta si stava, l0addimand1 c/i era stato colui s. sfacciato, s. arrogante e s. temerario, c/e gli abbia bastato il cuore d0aprir la prigione e dar causa c/e l0uomo salvatico fuggisse. La reina con tremante e debole voce rispose8 = Aon vi turbate, o re, c/e Guerrino, com0egli confessato mi /a, di ci1 n0@ stato cagione; = e gli raccont1 tanto -uanto per Guerrino narrato le fu. )l c/e il re intendendo, molto si risent.. 2oscia la reina soggiunse c/e per timore c/0egli non uccidesse il figliuolo, in lontane parti mandato l0aveva e c/e era accompagnato da duo fedelissimi serventi caric/i di gioie e di danari assai per le loro bisogna. -""

4l re, intendendo -uesto, doglia sopra doglia crebbe, e nulla -uasi manc1 c/e non cadesse in terra e non venisse pazzo; e se non fussero stati i corteggiani c/e lo ritennero, agevolmente alla dolorata moglie in -uel punto la morte data arrebbe. Ritornato il povero re al-uanto in s9, e posto gi: ogni sfrenato furore, disse alla reina8 = 7 donna, c/e pensiero @ stato il vostro in mandare in luog/i non conosciuti il commune figliuoloC &redevate voi forse c/e io facessi pi: conto d0uno uomo salvatico, c/e delle proprie carniC = E senz0altra risposta aspettare, comand1 c/e molti soldati subito montassero a cavallo, ed in -uattro parti si dividessero, e con ogni diligenza cercassero si trovare lo potevano. %a invano si affaticorono; perci1 c/e Guerrino con gli serventi andavasi nascoso, n9 d0alcuno si lasciava conoscere. &avalcando adun-ue il buon Guerrino con gli serventi suoi, e passando valli, monti e fiumi, e dimorando ora in un luogo ed ora in uno altro, pervenne all0et3 di sedeci anni; e tanto era bello, c/e pareva una matutina rosa. Aon stette guari, c/e venne un diabolico pensiero agli serventi di uccidere Guerrino, e prendere le gioie ed i danari e tra loro dividerli. %a il pensiero gli and1 buso, perci1 c/e per divino giudizio non si potero mai convenir insieme. 4venne c/e per sua buona sorte pass1 allora un vago e leggiadro giovanetto, c/e era sopra d0un superbo cavallo e pomposamente ornato; ed inc/inato il capo, diede un bel saluto a Guerrino, dicendo8 = 7 gentil cavaliere, -uando non vi fosse a noia, io mi accompagnerei volontieri con voi. = 4 cui Guerrino rispose8 = La gentilezza vostra non -"#

permette c/e io ricusi s. fatta compagnia8 anzi io vi ringrazio, e vi c/ieggo di grazia speziale c/e voi vi dignate di venire con esso noi. Aoi siamo forastieri, n9 sappiamo le strade, e voi per cortesia vostra ne le insegnarete8 e cos. cavalcando, ragionaremo insieme alcuno nostro accidente occorso, ed il viaggio ci sar3 men noioso. = <uesto giovanetto era il salvatico uomo c/e fu da Guerrino della prigione di re Filippo %aria sciolto. &ostui, per vari paesi e luoc/i strani errando, fu per aventura veduto da una bellissima fata, ma inferma al-uanto; la -uale, avendolo s. difforme e brutto considerato, rise della sua bruttura s. neramente, c/e una postema vicina al cuore se le ruppe, c/e agevolmente affocata l0arebbe. Ed in -uel punto da tal infirmit3, non altrimenti c/e se per l0adietro male avuto non avesse, libera e salva rimase. Laonde la bella fata, in ricompensamento di tanto beneficio ricevuto, non volendo parer ingrata, disse8 = 7/ uomo ora s. difforme e sozzo, e della mia desiderata sanit3 cagione, va, e per me sii fatto il pi: bello, il pi: gentile, il pi: savio e grazioso giovane c/e trovar si possa; e di tutta -uella autorit3 e potere c/e mi @ dalla natura concesso, io ti fo partecipe, potendo tu fare e disfare ogni cosa ad ogni tuo piacere. = Ed appresentatogli un superbo e fatato cavallo, lo licenzi1 c/e dovesse andare ovun-ue a grado li paresse. &avalcando adun-ue Guerrino co 0l giovanetto e non conoscendolo, ancor c/e egli conoscesse lui, finalmente pervenne ad una fortissima citt3, )rlanda c/iamata; la -uale a -uei tempi Kifroi re signoreggiava. <uesto re Kifroi aveva due figliuole vag/e di aspetto e gentili di costumi, e di -"$

bellezza (enere avanzavano8 l0una de0 -uai 2otenziana, l0altra Eleuteria si c/iamava; ed erano s. amate dal re, c/e per l0altrui occ/i non vedeva se non pe0 loro. 2ervenuto adun-ue Guerrino alla citt3 d0)rlanda col giovane isconosciuto e con gli serventi, prese l0alloggiamento di un oste, il pi: faceto uomo c/e in )rlanda si trovasse; e da lui tutti furono onorevolmente trattati. (enuto il giorno se-uente, il giovanetto isconosciuto finse di voler partire e andarsene in altre parti; e prese commiato da Guerrino, ringraziandolo molto della buona compagnia avuta da lui. %a Guerrino, c/e oramai gli aveva preso amore, in maniera alcuna non voleva c/e si partisse; e tanto l0accarezz1, c/e di rimanere seco acconsent.. Trovavansi nel territorio irlandese duo feroci e paventosi animali8 de0 -uai l0uno era un cavallo salvatico e l0altro una cavalla similmente salvatica; ed erano di tanta ferocit3 e coraggio, c/e non pur le coltivate campagne affatto guastavano e dissipavano, ma parimenti tutti gli animali e le umane creature miseramente uccidevano. Ed era -uel paese per la loro ferocit3 a tal condizione divenuto, c/e non si trovava uomo c/e ivi abitar volesse8 anzi i propi paesani abbandonavano i loro poderi e le loro care abitazioni, e se ne andavano in alieni paesi. E non vi era uomo alcuno s. potente e robusto, c/e raffrontarli non c/e ucciderli ardisse. Laonde il re, vedendo il paese tutto nudo s. di vittovaria come di bestie e di creature umane, n9 sapendo a tal cosa trovar rimedio alcuno, si ramaricava molto, biastemando tuttavia la sua dura e malvagia fortuna. ) duo serventi di Guerrino, c/e per strada non -"%

avevano potuto adempire il loro fiero proponimento per non potersi convenire insieme e per la venuta dell0incognito giovanetto, s0imaginorono di far morire Guerrino, e rimaner signori delle gioie e danari; e dissero tra loro8 = (ogliamo noi vedere si potiamo in guisa alcuna dare la morte al nostro patroneC = E non trovando modo n9 via c/e gli sodisfacesse, perci1 c/e stavano in pericolo della vita loro se l0uccidevano, s0imaginorono di ragionar secretamente con l0oste, e raccontargli come Guerrino suo patrone @ uomo prode e valente, e pi: volte con esso loro si aveva vantato di poter uccidere -uel cavallo salvatico senza danno di alcuno. = E -uesta cosa agevolmente potr3 venire alle orecc/ie del re8 -uale, bramoso della morte degli duo animali e della salute di tutto il suo territorio, far3 venire a s9 Guerrino, e vorr3 intendere il modo c/e si /a a tenere; ed egli non sapendo c/e fare n9 c/e dire, facilmente lo far3 morire, e noi delle gioie e danari saremo possessori. = E s. come deliberato avevano, cos. fecero. L0oste, inteso -uesto, fu il pi: allegro ed il pi: contento uomo c/e mai la natura creasse; e senza mettere intervallo di tempo, corse al palazzo; e fatta la debita riverenza con le ginocc/ia in terra, secretamente gli disse8 = Sacra &orona, sappiate c/e nel mio ostello ora si trova un vago ed errante cavaliere, il -uale per nome Guerrino si c/iama; e confavolando io con gli serventi suoi di molte cose, mi dissero, tra le altre, come il loro patrone era uomo famoso in prodezza e valente con le arme in mano, e c/e a0 giorni nostri non si trovava un altro c/e fusse pare a lui, e pi: e pi: volte si aveva vantato di essere s. potente e forte, c/e atterrarebbe il cavallo -"&

salvatico c/e nel territorio vostro @ di tanto danno cagione. = )l c/e intendendo, Kifroi re immantinente comand1 c/e a s9 lo facesse venire. L0oste, ubidientissimo al suo signore, ritorn1 al suo ostello e disse a Guerrino c/e solo al re dovesse andare, perci1 c/e egli seco desiderava parlare. Guerrino, -uesto intendendo, alla presenza del re si appresent1; e fattagli la convenevole riverenza, gli addimand1 -ual era la causa c/e egli dimandato lo aveva. 4 cui Kifroi re disse8 = Guerrino, la cagione c/e mi /a costretto farti -ui venire, @ c/e io /o inteso c/e sei valoroso cavaliere, n9 /ai un altro pare al mondo, e pi: volte /ai detto la tua fortezza esser tale, c/e senza offensione tua e di altrui domaresti il cavallo c/e cos. miserabilmente distrugge e dissipa il regno mio. Se ti d3 il cuore di prendere tal gloriosa impresa -ual0@ -uesta, e vincerlo, io ti prometto sopra -uesta testa di farti un dono, c/e per tutto il tempo della vita tua rimarrai contento. = Guerrino, intesa l0alta proposta del re, molto si maravigli18 negando tuttavia aver mai dette cotali parole c/e gli erano imposte. )l re della risposta di Guerrino molto si turb1; e adirato al-uanto, disse8 = (oglio, Guerrino, c/e al tutto prendi -uesta impresa; e se tu sarai contrario al voler mio, pensa di rimaner privo di vita. = 2artitosi Guerrino dal re e ritornato all0ostello, molto addolorato si stava, n9 ardiva la passione del cuor suo scoprire. 7nde il giovane isconosciuto, vedendolo contra il consueto suo s. malinconoso stare, dolcemente gli addimand1, -ual era la cagione c/e s. mesto ed addolorato il vedeva. Ed egli, per lo fratellevole amore c/e gli portava -#(

non potendogli negare l0onesta e giusta dimanda, li raccont1 ordinatamente ci1 c/e gli era avenuto. )l c/e intendendo, l0incognito giovane disse8 = Sta di buon animo n9 dubitar punto, perci1 c/e io t0insegnar1 tal strada, c/e tu non perirai8 anzi tu sarai vincitore, ed il re conseguir3 il desiderio suo. Ritorna adun-ue al re, e dilli c/e tu vuoi c/e 0l ti dia un valente maestro c/e ferra cavalli; ed ordinagli -uattro ferri da cavallo, i -uali siano grossi, e d0ogni intorno maggiori degli ferri comuni duo gran dita, e ben crestati, e c/e abbino duo ramponi lung/i un gran dito da dietro, acuti e pungenti. Ed avuti, li farai mettere ai piedi del mio cavallo, c/e @ fatato; e non dubitare di cosa alcuna. = Ritornato Guerrino al re, gli disse ci1 c/e il giovane gli aveva imposto. )l re, fatto venire un ottimo maestro da cavalli, gli ordin1 c/e tanto facesse -uanto da Guerrino gli fia comandato. 4ndatosi il maestro alla sua stanza, Guerrino seco se n0and1, e gli ordin1 nel modo antedetto i -uattro ferri da cavallo. )l c/e intendendo, il maestro non gli volse fare, ma, sprezzatolo, trattollo da pazzo, perci1 c/e gli pareva una cosa nuova e non pi: udita. Guerrino, vedendo c/e il maestro lo deleggiava e non gli voleva ubidire, se ne and1 al re, e lamentossi del maestro c/e servire non l0aveva voluto. Laonde il re, fattolo c/iamare, strettamente gli ordin1, con pena della disgrazia sua, o c/e facesse ci1 c/e gli era sta imposto, o c/e egli andasse a far la impresa c/e Guerrino far doveva. )l maestro, vedendo c/e 0l comandamento del re stringeva, fece i ferri e messegli al cavallo, secondo c/e gli era sta0 divisato. Ferrato adun-ue il cavallo e ben guarnito di ci1 c/e fa mestieri, disse il giovane -#'

a Guerrino8 = %onta sopra -uesto mio cavallo, e vattene in pace; e -uando udirai il nitrire del salvatico cavallo, scendi gi: del tuo, e traeli la sella e la briglia, e lascialo in libert38 e tu sopra d0un eminente albero ascenderai, aspettando di -uella impresa il fine. = Guerrino, ben ammaestrato dal suo diletto compagno di ci1 c/e far doveva, tolta licenza, lietamente si part.. Era gi3 sparsa per tutta la citt3 d0)rlanda la gloriosa fama c/e un leggiadro e vago giovanetto aveva tolta l0impresa di prendere il salvatico cavallo e appresentarlo al re. )l perc/9 uomini e donne correvano alle finestre per vederlo passare8 e vedendolo s. bello, s. giovanetto e s. riguardevole, si movevano a piet3, e dicevano8 = 7/ poverello, come volontariamente alla morte correB certo gli @ un grave peccato c/e costui s. miseramente muoia; = e per compassione dalle lagrime non si potevano contenere. %a Guerrino, intrepido e virile, allegramente se n0andava; e giunto al luogo dove il salvatico cavallo dimorava, e sentitolo nitrire, scese gi: del suo; e spogliatolo di sella e di briglia, e lasciatolo in libert3, sal. sopra d0una forte -uerce, ed aspett1 l0aspra e sanguinolente battaglia. 4ppena c/e Guerrino era asceso sopra l0albero, c/e giunse il salvatico cavallo, ed affront1 lo fatato destriere8 ed ambedue cominciarono il pi: crudo duello c/e mai fusse veduto al mondo. )mpercioc/9 parevano duo scatenati leoni, e per la bocca gettavano la sc/iuma a guisa di setosi cing/iali da rabiosi cani cacciati; e dopo c/e ebbero valorosamente combattuto, finalmente il fatato destriere tir1 un paio di calci al salvatico cavallo, e giunselo in una mascella, e -#-

-uella dal luogo gli mosse. )l perc/9 perd9 la scrima di poter pi: guerreggiare n9 pi: difendersi. )l c/e vedendo, Guerrino tutto allegro rimase; e sceso gi: della -uerce, prese un capestro c/e seco recato aveva, e legollo, ed alla citt3 cos. smascellato il condusse, e con grandissima allegrezza di tutto il popolo, s. come promesso aveva, al re lo present1. )l re con tutta la citt3 fece gran festa e trionfo. %a a0 duo serventi crebbe doglia maggiore, perci1 c/e non era adempito il malvagio proponimento suo. Laonde d0ira e di sdegno accesi, da capo fecero intendere a Kifroi re come Guerrino con agevolezza ucciderebbe anc/e la cavalla, -uando gli fusse a grado. )l c/e inteso dal re, egli fece -uello istesso c/e del cavallo fatto aveva. E perci1 c/e Guerrino ricusava di far tale impresa, c/e veramente pesava, il re minacci1 di farlo suspendere con un piede in su, come rubello della sua corona. E ritornato Guerrino all0ostello, raccont1 il tutto al suo compagno; il -uale sorridendo disse8 = Fratello, non ti paventare, ma va, e trova il maestro da cavalli, ed ordinali -uattro altri ferri altrettanto maggiori de0 primi, c/e siano ben ramponati e pungenti e farai -uel medesimo c/e del cavallo fatto /ai, e con maggior onore del primo adietro tornerai. = 7rdinati adun-ue i pungenti ferri, e ferrato il forte fatato destriere, all0onorata impresa se ne g.. Giunto c/e fu Guerrino al luogo dove era la cavalla, e sentitala nitrire, fece tanto -uanto per l0adietro fatto aveva; e lasciato il fatato cavallo in libert3, la cavalla se gli fe0 all0incontro, e lo sal. d0un terribile e paventoso morso8 e fu di tal maniera, c/e il fatato -#.

cavallo appena si pot@ difendere. %a pur s. vigorosamente si port1, c/e la cavalla finalmente da un calcio percossa, della gamba destra zoppa rimase. E Guerrino, disceso dell0alta arbore, presela e strettamente legolla; ed asceso sopra il suo cavallo, al palazzo con trionfo e con allegrezza di tutto il popolo se ne torn1, ed al re l0appresent1. E tutti per maraviglia correvano a vedere la cavalla attratta, la -uale per la doglia grave la vita sua fin.. E cos. tutto il paese da tal seccagine libero ed ispedito rimase. Era gi3 Guerrino ritornato all0ostello, e per stanc/ezza erasi posto a riposare; e non potendo dormire per lo strepito inordinato c/e sentiva, lev1 su da posare, e sent. un non so c/e di strano, c/e in un vaso di melle batteva ed uscire di -uello non poteva. Laonde, aperto da Guerrino il vaso, vide un gallavrone c/e l0ali batteva e levarsi non poteva8 onde egli, mosso a piet3, prese -uell0animaletto, ed in libert3 lo lasci1. Kifroi re, non avendo ancora guidardonato Guerrino del doppio avuto trionfo, e parendogli gran villania se no 0l guidardonava, il mand1 a c/iamare; ed appresentatosi, gli disse8 = Guerrino, tu vedi come per opera tua il mio regno @ liberato; e per1 per tanto beneficio ricevuto rimunerarti intendo. E non trovando dono n9 beneficio c/e a tanto merito convenevole sia, /o determinato di darti una delle figliuole mie in moglie. %a sappi c/e io ne /o due8 delle -uali l0una 2otenziana si c/iama, ed /a i capelli con artificio leggiadro involti e come l0oro risplendono; l0altra Eleuteria si addimanda, ed /a le c/iome c/e a guisa de finissimo argento rilucono. Laonde, se tu indovinerai -ual di loro sia -#!

-uella dalle trezze d0oro, in moglie l0averai con grandissima dote8 altrimenti il capo dal busto ti far1 spiccare. = Guerrino, intesa la severa proposta di Kifroi re, molto si maravigli1; e voltatosi a lui, disse8 = Sacra &orona, @ -uesto 0l guidardone delle mie sostenute fatic/eC G -uesto il premio de0 miei sudoriC G -uesto il beneficio c/e mi rendete, avendo io liberato il vostro regno, c/e oramai era del tutto disolato e guastoC 4/im@, c/0io non meritava -uesto; n9 ad un tanto re come siete voi, tal cosa si conveniva. %a poscia c/e cos. vi piace, ed io sono nelle mani vostre, fate di me -uello c/e pi: vi aggrada. = 7r va, disse il re, = e non pi: tardare; e dotti termine per tutto dimane a risolverti di tal cosa. = 2artitosi Guerrino tutto rimancato, al suo caro compagno se ne g., e raccont1gli ci1 c/e detto gli aveva Kifroi re. )l compagno, di ci1 facendo poca stima, disse8 = Guerrino, sta di buon animo n9 dubitare; perci1 c/e io ti liberer1 del tutto. Ricordati c/e nei giorni passati il gallavrone nel melle inviluppato liberasti, ed in libert3 lo lasciasti. Ed egli sar3 cagione della tua salute. )mperci1 c/e dimane dopo il desinare al palazzo se n0andr3, e tre volte attorno il volto di -uella dai capelli d0oro susurrando voler3, ed ella con la bianca mano lo scaccer3. E tu avendo veduto tre fiate simil atto, conoscerai certo -uella esser colei c/e tua moglie fia. = 5e/B = disse Guerrino al suo compagno = -uando verr3 -uel tempo, c/e io possi appagarti di tanti benefici per me da te ricevutiC &erto, se io vivessi mille anni, non potrei d0una minima parte guidardonarti. %a colui c/e @ rimuneratore del tutto, supplisca per me in -uello c/e io sono -#"

manc/evole. = 4llora rispose il compagno a Guerrino8 = Guerrino, fratel mio, non fa bisogno c/e tu mi rendi guidardone delle sostenute fatic/e; ma ben @ ormai tempo c/e io me ti scopra, e c/e tu conosca c/i io sono. E cos. come me dalla morte mi campasti, cos. ancor io /o voluto di tanta obligazione il merito renderti. Sappi c/e io sono l0uomo salvatico c/e s. amorevolmente dalla prigione del tuo padre liberasti8 e per nome c/iamomi Rubinetto. = E raccont1gli come la fata nell0esser s. leggiadro e bello ridotto l0aveva. Guerrino, ci1 intendendo, tutto stupefatto rimase; e per tenerezza di cuore -uasi piangendo, l0abbracci1 e basci1, e per fratello il ricevette. E perci1 c/e omai s0avicinava il tempo di risolversi con Kifroi re, amenduo al palazzo se n0andorono. Ed il re ordin1 c/e 2otenziana ed Eleuteria, sue dilette figliuole, tutte velate di bianc/issimi veli, venessero alla presenza di Guerrino; e cos. fu fatto. (enute adun-ue le figliuole, e non potendosi conoscere l0una dall0altra, disse 0l re8 = <ual di -ueste due vuoi tu, Guerrino, c/e io ti dia per moglieC = %a egli, stando sopra di s9 tutto sospeso, nulla rispondeva. )l re, curioso di vedere il fine, molto lo infestava, dicendogli c/e 0l tempo fuggiva e c/e si risolvesse omai. %a Guerrino rispose8 = Sacratissimo re, se il tempo fugge, il termine di tutt0oggi c/e mi avete dato, non @ ancor passato. = )l c/e esser il vero tutti parimente confirmarono. Stando in -uesta lunga aspettazione il re, Guerrino e tutti gli altri, ecco sopragiunse il gallavrone8 il -ual susurrando intorni1 il c/iaro viso di 2otenziana dalle c/iome d0oro. Ed ella, come paventata, con -##

le mani il ribatteva indietro; ed avendolo pi: di tre fiate ribattuto, finalmente si part.. Stando circa ci1 Guerrino al-uanto dubbioso, fidandosi pur tuttavia delle parole di Rubinetto suo diletto compagno, disse il re8 = 7rs:, Guerrino, c/e faiC omai gli @ tempo c/e s0impona fine, e c/e tu ti risolva. = Guerrino, ben guardata e ben considerata l0una e l0altra poncella, puose la mano sopra il capo di 2otenziana c/e il gallavrone gli aveva mostrata; e disse8 = Sacra &orona, -uesta @ la figliuola vostra dalle c/iome d0oro. = E scopertasi la figliuola, fu c/iaramente veduto c/0ella era -uella; ed in -uel punto, presenti tutti e circostanti, e con molta sodisfazione di tutto il popolo, Kifroi re glie la diede in moglie; ed indi non si part., c/e anc/e Rubinetto, suo fidato compagno, spos1 l0altra sorella. 5opo0 Guerrino si manifest1 c/e egli era figliuolo di Filippo %aria re di Sicilia. Laonde Kifroi sent. maggior allegrezza, e furono fatte le nozze vie pi: pompose e grandi. E fatto intendere tal matrimonio al padre ed alla madre di Guerrino, n0ebbero grandissima allegrezza e contento, perci1 c/e il loro figliuolo esser perduto credevano; e ritornatosene in Sicilia con la cara moglie e con il diletto fratello e cognata, fu dal padre e dalla madre graziosamente veduto ed accarecciato; e lungo tempo visse in buona pace, lasciando dopo s9 figliuoli bellissimi e del regno eredi. =

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FAVOLA II.
Ada&an#ina, figliuola di Bagolana Sa%on$!$, "$r %ir#2 di una "oa%ola, di Dru!iano r$ di Bo$&ia &ogli$ di%$nn$.

*ALTERIA,= S. potente, s. alto e s. acuto @ l0intelletto dell0uomo, c/e senza dubbio supera e avanza tutte l0umane forze del mondo. E per1 meritatamente dicesi l0uomo savio signoreggiare le stelle. Laonde mi soviene una favola, per la -uale agevolmente intenderete come una povera fanciulletta, dalla fortuna sovenuta, d0uno ricco e potente re moglie divenne. E -uantun-ue la favola breve sia, sar3 per1, se non m0inganno, tanto pi: piacevole e ridicolosa. 2restatemi adun-ue l0orecc/ie vostre attente ad ascoltarmi, s. come per lo adietro fatto avete a -ueste nostre onestissime compagne, le -uali si /anno pi: tosto da sommamente lodare, c/e in niuna parte biasmar di voi. )n oemia, piacevoli donne, non @ gran tempo c/e si trov1 una vecc/iarella, agolana Savonese per nome c/iamata. &ostei, essendo poverella ed avendo due figliuole, l0una de -uai &assandra, l0altra 4damantina si addimandava, volse di -uella poca povert3, c/e ella si trovava avere, ordinare i fatti suoi e contenta morire. E non avendo in casa n9 fuori cosa alcuna di cui testare potesse, eccetto c/e una cassettina piena di stoppa, fece testamento; e la cassettina con la stoppa lasci1 alle figliuole, pregandole c/e dopo la morte sua pacificamente insieme vivessero. Le -#%

due sorelle, -uantun-ue fussino povere de0 beni della fortuna, nondimeno erano ricc/e de0 beni dell0animo, ed in vert: ed in costumi non erano inferiori all0altre donne. %orta adun-ue la vecc/iarella, e parimente sepolta, &assandra, la -ual era la sorella maggiore, prese una libbra di -uella stoppa, e con molta sollecitudine si puose a filare; e filata c/e fu, diede il filo ad 4damantina sua sorella minore, imponendole c/e lo portasse in piazza e lo vendesse, e del tratto di -uello comprasse tanto pane, acci1 c/e ambedue potessero delle sue fatic/e la loro vita sostentare. 4damantina, tolto il filo e postolo sotto le braccia, se n0and1 in piazza per venderlo secondo il comandamento di &assandra; ma venuta la cagione e la opportunit3, fece il contrario di -uello era il voler suo e della sorella8 perci1 c/e s0abbatt@ in piazza in una vecc/iarella c/e aveva in grembo una poavola, la pi: bella e la pi: ben formata c/e mai per l0adietro veduta si avesse. Laonde 4damantina, avendola veduta e considerata, di lei tanto se n0invag/., c/e pi: di averla c/e di vendere il filo pensava. &onsiderando adun-ue 4damantina sopra di ci1, e non sapendo c/e fare n9 c/e dire per averla, pur deliber1 di tentare sua fortuna, s. a baratto la potesse avere. Ed accostatasi alla vecc/ia, disse8 = %adre mia, -uando vi fusse in piacere, io baratterei volontieri con la poavola vostra il filo mio. = La vecc/iarella, vedendo la fanciulla bella, piacevole e tanto desiderosa della poavola, non volse contradirle; ma preso il filo, la poavola le appresent1. 4damantina, avuta la poavola, non si vide mai la pi: contenta; e tutta lieta e -#&

gioconda a casa se ne torn1. 4 cui la sorella &assandra disse8 = Fai tu venduto il filoC = S., = rispose 4damantina. = E dov0@ il pane c/e /ai comperatoC = disse &assandra. 4 cui 4damantina, aperto il grembiale di bucato c/e dinanzi teneva sempre, dimostr1 la poavola c/e barattata aveva. &assandra, c/e di fame si sentiva morire, veduta la poavola, di s. fatta ira e sdegno s0accese, c/e, presa 4damantina per le trecce, le diede tante busse, c/e appena la mesc/ina si poteva movere. 4damantina, pazientemente ricevute le busse, senza far difesa alcuna, meglio c/e seppe e puote con la sua poavola in una camera se n0and1. (enuta la sera, 4damantina, come le fanciullette fanno, tolse la poavola in braccio, ed andossene al fuoco; e preso dell0oglio della lucerna, le unse lo stomaco e le rene8 indi, rivoltata in certi stracci c/e ella aveva, in letto la mise, ed indi a poco, andatasene a letto, appreso la poavola si coric1. A9 appena 4damantina aveva fatto il primo sonno, c/e la poavola cominci1 c/iamare8 = %amma, mamma, cacaB = E 4damantina destata, disse8 = &/e /ai, figliuola miaC = 4 cui rispose la poavola8 = )o vorrei far caca, mamma mia. = Ed 4damantina8 = 4spetta, figliuola mia, = disse. E levatasi di letto, prese il grembiale c/e 0l giorno dinanzi portava, e glielo pose sotto dicendo8 = Fa caca, figliuola; = e la poavola, tuttavia forte premendo, emp. il grembiale di gran -uantit3 di danari. )l c/e vedendo, 4damantina dest1 la sorella &assandra e le mostr1 i danari c/e aveva cacati la poavola. &assandra, vedendo il gran numero de danari, stupefatta rimase, )ddio ringraziando c/e per sua bont3 -$(

nelle lor miserie abbandonate non le aveva; e voltatasi alla sorella, le c/iese perdono delle busse c/e da lei a gran torto ricevute aveva; e fece molte carezze alla poavola, dolcemente basciandola e nelle braccia strettamente tenendola. (enuto il c/iaro giorno, le sorelle fornirono la casa di pane, di vino, di oglio, di legna e di tutte -uelle cose c/e appartengono ad una ben accomodata famiglia. Ed ogni sera ungevano lo stomaco e le rene alla poavola, ed in sottilissimi pannicelli la rivoglievano, e sovente se la voleva far caca le dimandavano. Ed ella rispondeva, c/e s.; e molti danari cacava. 4venne c/e una sua vicina, essendo andata in casa delle due sorelle, ed avendo veduta la loro casa in ordine di ci1 c/e le faceva mestieri, molto si maravigli1; n9 si poteva persuadere c/e s. tosto fussero venute s. ricc/e, essendo gi3 state s. poverissime, e tanto pi: conoscendole di buona vita e s. oneste del corpo loro, c/e opposizione alcuna non pativano. Laonde la vicina, dimorando in tal pensiero, determin1 di operare s. c/e la potesse intendere dove procedesse la causa di cotanta grandezza. E andatasene alla casa delle due sorelle, disse8 = Figliuole mie, come avete fatto voi a fornire s. pienamente la casa vostra, conciosiacosac/9 per lo adietro voi eravate s. poverelleC = 4 cui &assandra, c/e era la maggior sorella, rispose8 = Ena libra di filo di stoppa con una poavola barattata abbiamo, la -uale senza misura alcuni danari ci rende. = )l c/e la vicina intendendo, nell0animo neramente si turb1; e tanta invidia le crebbe, c/e di furargliela al tutto determin1. E ritornata a casa, raccont1 al marito come le due sorelle -$'

avevano una poavola c/e d. e notte le dava molto oro ed argento, e c/e al tutto di involargliela determinato aveva. E -uantun-ue il marito si facesse beffe delle parole della moglie, pure ella seppe tanto dire, c/0egli le credette. %a dissele8 = E come farai tu a involarglielaC = 4 cui la moglie rispose8 = Tu fingerai una sera d0esser ebbriaco, e prenderai la tua spada, e correrammi dietro per uccidermi percotendo la spada nelle mura; ed io, fingendo d0aver di ci1 paura, fuggir1 su la strada; ed elle, c/e sono compassionevoli molto, mi apriranno; ed io c/iuderommi dentro la loro casa, e rester1 presso loro -uella notte, ed io operer1 -uanto c/e io potr1. = (enuta adun-ue la se-uente sera, il marito della buona femina prese la sua arrugginita spada, e percotendo -uando in -uesto muro -uando in -uell0altro, corse dietro alla moglie8 la -uale, piangendo e gridando ad alta voce, fugg. fuor di casa. )l c/e udendo, le due sorelle corsero alle finestre per intender -uello c/e era avenuto, e cognobbero la voce della loro vicina, la -uale molto forte gridava; e le due sorelle, abbandonate le finestre, scesero gi: a l0uscio ed apertolo, la tirarono in casa. E la buona femina, dimandata da loro per c/e cagione il marito cos. irato la seguiva, le rispose8 = Egli @ venuto a casa s. imbalordito dal vino, c/e non sa ci1 c/e si faccia; e perc/9 io lo riprendeva di -ueste sue ebbrezze, egli prese la spada e corsemi dietro per uccidermi. %a io, pi: gagliarda di lui, /o voluto fuggire per minor scandalo, e sonomi -ui venuta. = 5isse e l0una e l0altra sorella8 = (oi, madre mia, avete fatto bene; e starete -uesta notte con esse noi, acci1 non incorriate in alcun pericolo della vita8 e in -$-

-uesto mezzo il marito vostro padir3 l0ebbrezza sua. = Ed apparecc/iata la cena, cenarono insieme; e poscia unsero la poavola, e se n0andarono a riposare. (enuta l0ora c/e la poavola di cacare bisogno aveva, disse8 = %amma, cacaB = E 4damantina, secondo l0usanza, le poneva sotto il pannicello mondo, e la poavola cacava danari con grandissima maraviglia di tutte. La buona femina c/e era fuggita, il tutto vedeva, e molto suspesa restava; e parevale un0ora mille anni di furarla e di poter operare tal effetto. (enuta l0aurora, la buona femina, dormendo ancora le sorelle, c/etamente si lev1 di letto; e senza c/e 4damantina se ne avedesse, le fur1 la poavola c/e vi era appresso8 e destatele, tolse licenza di andar a casa, dicendole c/e la pensava c/e oramai il marito poteva aver digesto il vino sconciamente bevuto. 4ndatasene a casa, la buona donna disse lietamente al marito8 = %arito mio, ora noi abbiamo trovato la ventura nostra8 vedi la poavola; = ed un0ora mille anni le pareva c/e venisse notte per farsi ricca. Sopragiunta la buia notte, la donna prese la poavola; e fatto un buon fuogo, le unse lo stomaco e le rene8 ed infasciata in bianc/i pannicelli, nel letto la pose, e spogliatasi ancora ella, appresso la poavola si coric1. Fatto il primo sonno, la poavola si dest1, e disse8 = %adonna, cacaB = e non disse8 = %amma, caca; = perci1 c/e non la conosceva; e la buona donna, c/e vigilante stava aspettando il frutto c/e seguirne doveva, levatasi di letto e preso un panno di lino bianc/issimo, glie lo puose sotto, dicendo8 = &aca, figliuola mia, cacaB = La poavola, fortemente -$.

premendo, invece di danari, emp. il panno di tanta puzzolente feccia, c/e appena se le poteva avicinare. 4llora disse il marito8 = (edi, o pazza c/e tu sei, come ella ti /a ben trattata; e sciocco sono stato io a crederti tale pazzia. = %a la moglie, contrastando col marito, con giuramento affermava s9 aver veduto con gli occ/i propi gran somma di danari per lei cacata. E volendo la moglie riservarsi alla notte seguente a far nuova isperienza, il marito, c/e non poteva col naso sofferire il tanto puzzore c/e egli sentiva, disse la maggior villania alla moglie c/e mai si dicesse a rea femina del mondo; e presa la poavola, la gitt1 fuori della finestra sopra alcune scopazze c/e erano a rimpetto della casa loro. 4venne c/e le scopazze furono caricate da alcuni contadini lavoratori di terre sopra di un carro; e senza c/e alcuno se n0avedesse, fu altres. messa la poavola sul carro8 e di -uelle scopazze fatto fu alla campagna un lettamaro da ingrassare a suo luogo e tempo il terreno. 7ccorse c/e 5rusiano re, andando un giorno per suo diporto alla caccia, gli venne una grandissima volont3 di scaricare il soperc/io peso del ventre; e smontato gi: del cavallo, fece ci1 c/e naturalmente gli bisognava. E non avendo con c/e nettarsi, c/iam1 un servente c/e gli desse alcuna cosa con la -uale si potesse mondare. )l servente, andatosene al lettamaro, e ricercando per dentro se poteva trovar cosa c/e al proposito fusse, trov1 per aventura la poavola; e presala in mano, la port1 al re. )l -uale senz0alcun sospetto tolse la poavola; e postasela dietro alle natic/e per nettare messer lo perdoneme, trasse 0l maggior grido c/e mai si sentisse. )mperciocc/9 la poavola con i -$!

denti gli aveva presa una natica; e s. strettamente la teneva, c/e gridare ad alta voce lo faceva. Sentito da0 suoi il smisurato grido, subito tutti corsero al re; e vedutolo c/e in terra come morto giaceva, tutti stupefatti restarono8 e vedendolo tormentare dalla poavola, si posero unitamente per levargliela dalle natic/e; ma si affaticavano in vano, e -uanto pi: si sforzavano di rimovergliela, tanto ella gli dava maggior passione e tormento8 n9 fu mai veruno c/e pur crollare la potesse, non c/e indi ritrarla. Ed alle volte con le mani gli apprendeva i sonagli, e s. fatta stretta gli dava, c/e gli faceva veder -uante stelle erano in cielo a mezzo il giorno. Ritornato l0affannato re al suo palazzo con la poavola alle natic/e taccata, e non trovando modo n9 via di poterla rimovere, fece fare un bando8 c/e s0alcuno, di -ual condizione e grado essere si voglia, si trovasse, a cui bastasse l0animo la poavola dalle natic/e spiccargli, c/e gli darebbe il terzo del suo regno; e se poncella fusse, -ual si volesse, per sua cara e diletta moglie l0apprenderebbe8 promettendo sopra la sua testa di osservare tanto -uanto nel bando si conteneva. )ntesosi adun-ue il bando, molti concorsero al palazzo con viva speranza di ottenere lo constituto premio. %a la grazia non fu concessa ad alcuno c/e traere gli la potesse8 anzi, come alcuno se gli avicinava, ella gli dava pi: noia e passione. Ed essendo il travagliato re s. fieramente tormentato, n9 trovando rimedio alcuno al suo incomprensibile dolore, -uasi come morto giaceva. &assandra e 4damantina, c/e grandissime lagrime sparse avevano per la loro perduta poavola, avendo inteso il publicato bando, vennero al palazzo ed al re -$"

s0appresentorono. &assandra, c/e era la sorella maggiore, comenci1 far festa alla poavola e li maggior vezzi c/e mai far si potesse. %a la poavola, stringendo i denti e c/iudendo le mani, maggiormente tormentava il sconsolato re. 4damantina, c/e al-uanto stava discosta, si fece avanti; e disse8 = Sacra %aest3, lasciate c/e ancora io tenti la ventura mia; = ed appresentatasi alla poavola, disse8 = 5e/, figliuola mia, lascia omai c/eto il mio signore, n9 gli dar pi: tormento; = e presala per i pannicelli, accarezzolla molto. La poavola, c/e conosciuta aveva la sua mamma, la -uale era solita a governarla e maneggiarla, subito dalle natic/e si stacc1; ed abbandonato il re, saltolle nelle braccia. )l c/e vedendo, il re tutto attonito e sbigottito rimase, e si puose a riposare, perci1 c/e molte e molte notti e giorni dalla passione grande c/e egli sentita e provata aveva, mai non aveva potuto trovar riposo. Ristaurato 5rusiano re dallo intenso dolore, e delle gran morse risanato, per non mancare della promessa fede, fece venire a s9 4damantina; e vedendola vaga e bella giovanetta, in presenza di tutto il popolo la spos18 e parimenti &assandra, sua sorella maggiore, onorevolmente marit1; e fatte solenni e pompose feste e trionfi, tutti in allegrezza e tran-uilla pace lungo tempo vissero. La poavola, vedute le superbe nozze dell0una e l0altra sorella, ed il tutto aver sortito salutifero fine, subito disparve. E c/e di lei n0avenisse, mai non si seppe novella alcuna. %a giudico io c/e si disfantasse, come nelle fantasme sempre avenir suole. =

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FAVOLA III.
B$r#oldo d$ Val!a''ia /a #r$ figliuoli, #u##a #r$ go''i $ d)una !#$!!a !$&'ian1a( uno d$) .uai 4 /ia&a#o +a&'on $ %a "$r lo &ondo $r ando !ua %$n#ura( $ a"i#a a Ro&a, $d indi %i$n &or#o $ gi##a#o n$l T$'ro on i duo !uoi fra#$lli.

*ANTONIO MOLINO,= Durum est, piasevoi madonni e graziJsa signJra; a0 torni a d., durum est contra stimulum calcitrare8 c/e v9 a d. c/e l0@ trop dura cosa un calz d0un asenel, ma as9 piL dLr un calz d0un caval; e per -uest, se la fortuna /a volLt c/0a0 branc/i tal imprisa da rason3, pacenza; a0 l0@ lL m@ig ubid. c/9 santific3, c/e l0ostinazi1 v9 da mala part, e se no, i ostinadi va a ca dol diavol. E s0a0 no-f disis cosa c/e fus de vos content, no-m d9 la colpa a mi, ma a la signJra col3, e0 /a volLt iM.8 e spessi fiadi l0om cercand -uel c/0el no d9, ol g/e intrav9 e ol trova -uel c/0a 0l no cr9, e iM. rom3 co li ma pieni de mosc/i8 con f9, za fu temp, KambJ, fiol de ertold de (alsabbia, c/e cercand d0osell3 do so frad@i, i so do frad@i l0osell3 lL. en c/e a la fi t:g0 tri malament moris, com a0 intender., s0a0 me imprester. ol bus di oreci, e co la ment e col cervel star. a scolta -uel e0 /o da d. nel present mio rason3. 4 0v dig/i dunca c/e ertold de (alsabbia, teritori bergomens, av9 tri fioi tug0tri gobi, e s. a 0i se somegiava s. l0L l0alter, c/0a0 no l0iera possibol conoscer l0L f1 da l0alter, -$$

com sarevef a d. tre penduleti sgonfi de dr9. L0L de -uesti avea nom KambJ, l0alter ertaz, el terz Sant.; e KambJ, c/0era ol mazzJr, no avea ancor vezL sedes agn. 4vend persentit KambJ c/e ertold, so pader, per la gran carestia c/0era in -uel pais e zeneralment da per tug0, volia vender un cert poc de pod9r c/0a0l se trovava av. de patrimoni, >c/e poc/i o negL se trova in -uel pais c/e n0abi -ual cos@ta de propri? per sustent3 la so famegia, a0l se volt3, come mazzJr frad@l, vers ertaz e Sant., frad@i menJr, e s. g/e dis8 = 40l sar@f lL bJna spisa, frad@i me car, a-z1 c/e nos pader no vendis -uel poc de terezuli c/0a0 se trov9m av., e c/e dap1 la so mort no n0avessem de c/e sovegnis, c/e vu andassef cercand del mond e guadagn3 -ual cos@ta per pod. sostent3 la nostra ca, e mi rester@f a ca col veg0e a0 s. 0l governer@f, e s. scansesom la spisa, e in -uest m@z fors passer@f la carestia. = ertaz e Sant., frad@i menJr, c/0a0 no i era manco scaltridi e tristi de KambJ, a0 i dis a KambJ so frad@l8 = KambJ, frad@l nos car, te n0/9 salt1 iM. a l0improvista, talmentre c/e no sav9m c/e responder-te; ma da-ne temp per tLta sta nog0, c/0a0 g/e pensar9m sL, e domatina a0 te responder9m. = ) do frad@l, ertaz e Sant., a0 i era nas.t in L portat, e si a0 i se confeva piL dol Nervel in sema lJr do, c/e no i feva con KambJ. E se KambJ iera scelerat de vintidJ carat, ertaz e Sant. a0 i era de vintises; c/9 semperm3, dove manca la natLra, suplis l0inzegn e la malizia in sema. (egnLda c/e fo la matina dol d. seguent, ertaz, de orden e comissiD de Sant., so frad@l, and3 a trov3 KambJ, e s. g/e comenz3 a d.8 = KambJ, frad@l me car, nu av9m b9 pensat e m@g considerat i casi noster, e -$%

cognoscend c/e te s., com l0@ vira, ol mazzJr frad@l, c/e te debi and3 prima cercand del mond, e c/e nu, c/e s9m piz@gn, atend9m a ca e a govern3 nos pader; e se in sto m@z te trovar9 -ualc/e bJna ventura per ti e per nu, te ne scriver9 de -ua, e p1 nu te vegner9m dr9 a trov3. = KambJ, c/e credeva osell3 ertaz e Sant., intisa la risposta, a0 la nog sav. lL trop bJna; e zambotand fra s. med9m, ol dis8 = %a costOr a0 i @ lJr piL tristi e malizi1s c/0a0 no so mi; = e -uest disiva per c/e l0avia pensat de mand3 i frad@i a spaz, a-z1 c/e per la carestia a0 i moris da fam, e lL restas parJ dol tug0, per c/e ol pader l0era piL de l3 c/e de -ua, n9 podiva and3 trop de long. %a la g/0and9 a KambJ altram9t de -uel c/e l0avia pensat. )ntisa adonca KambJ la opini1 de ertaz e de Sant., ol f9 L fars@t de certi poc/i strazi c/e l0avia; e tolt un carner con dol pa e dol formai e L botazol de vi, e in pe0 un p9r de scarpi de cuor de porc ros, ol se part. de ca, e se n0and3 vers ressa. E no trovand partit per lL, l0and3 a (erona, dove ol trov3 un mister de bareti, ol -ual g/e domand3 se 0l savia lavor3 da bareti, e lL g/e resp1s c/e no; e vedend c/e no-g iera cosa per lL, lass3 (erona e (icenza e si ol se lass3 vegn. a 2adova8 e vedLt c/0a0l fo da certi medeg/, g/e fo domandat se 0l saviva govern3 mul@ti, e lL g/e respDs de no, ma c/0el saviva ar3 la tera e pod3 le vigni; e no se poss@nd cord3 con lOr, se part. de l3 per and3 a (enesia. 4vend KambJ caminat ass9, e no avend trovat partit negL per lL, e no avend n9 den9r gna da mangi3, ol stava de mala voia. %a dap1 long cam., -uando fo in pias. de 5omned9, ol ariv3 a Lezzafosina; e per c/e l0iera senza -$&

den9r, negL ol voliva lev3, talment c/0ol pover om no savia c/e f3; e vedend c/e i bezzaruoi, c/e voltava i stroment da tir3 sL i barc/i, i guadagnava di -uatr., ol se mis an lL a f3 un tal mest9r. %a la fortuna, c/e semper perseguita i poveret, i poltrJ e i desgraziat, vols c/e volzend L tal stroment, a 0l se rompis la soga8 e int0ol desvolt3 c/0ol f9, una stanga g/e d9 in d0ol p@t e ol f9 casc3 in tera tramortit, e per un p@z a 0l st9 destis per mort; e se no fos stag0certi omegn da b9 c/e 0l port3 in barca per ma e per p@, e s. 0l men3 a (enesia, ol sar@f mort l3. Guarit c/e fo KambJ, ol se part. da -uei omegn da b9; e andagand per la tera cercand s0a0l podiva trov3 partit c/0a0 fos per lL, ol pass3 per le speNierii, e fo vedL da L speNial, c/e pestava mandoi in L mort9r per fa di marzap3, e s. g/e domand3 s0a0l voliva and3 a st3 con lL; e lL g/e respDs c/e s.. )ntrat in botiga, ol m.ster g/e d9 certi cosi de confeziJ da netiz3 e s. g/e insegna part. i nig/er da i bianc/, e s. ol met. in compagnia d0un alter garzJ de botiga a lavor3 in sembra. Aetezand KambJ col garzJ de botiga sti tai confeziJ, i compagnJ = ma de canc/er0 = a0 i netez3 de tal manera, c/e per esser dolNeg/i, a0 i toliva ol scorz de sora via e g/e lassava la meDla de d9ter. 7l par1, c/e s0aved. dol tug0, tols L bast1 in ma, e s. g/e-n d9 de fissi, digand8 = S0a0 voli fa, brigantari forfanti marioli, f9 del voster e no dol me; = e tuta fi3 ol menava ol bastJ, e in -uel stant a0 i mand3 tuti do via in malora. 2artit c/e fo KambJ dal speNial iM. mal tratat, ol se n0and3 a San %arc; e per bJna ventura, passand per l3 dove se vend i erb@ti e salatuci, ol fo ciamat da un erbarol de -uei -%(

da &/ioza, c/0avia nom (ivi3 (ianel, e s. g/e domand3 s0a 0l voliva and3 a sta con lL, c/0a 0l g/e far@f bJna compagnia e boni spisi. KambJ, c/0aviva l0arma senisa ad1s, e s. era pi9 de vogia de mangi3, ol dis de s.; e vendLdi certi poc/i erb@ti c/0a0 g/e mancava, a0 i monta in barca e se n0and3 a &/ioza; e (ivi3 ol mis a lavor3 nol ort e a govern3 le vigni. 4viva tug0KambJ la patrica de l0and3 in sL e in zD per &/ioza, e conosciva ass9 di amis del parJ; e per c/e l0iera orm3 ol temp di primi fis, (ivi3 tol lL tri b@i fis e s. i met. int0un piat@l per mand3-i a don3 a un so compar in &/ioza, c/0aviva nom ser 2eder. E avend ciamat KambJ, g/e d9 i tri fis, e s. g/e dis8 = KambJ, tuD sti tri fis, e porta-i a me compar ser 2eder, e dig c/e i gualdi per amor me. = KambJ, ubidient al parJ, dis8 = (olentera, parJ; = e tolt i fis, alegrament ol se part.. 4ndand KambJ per strada, costret da la gola, ol poltrJ guardava e reguardava i fis; e dis a la gola8 = &/e deb0io faC g/e-n debi mangi3 o no mangi3C = La gola g/e respDs8 = En afamat no guarda lez. = E per c/e l0iera lL golJs per s1 natura oltra c/e afamat, tols ol cons@i de la gola, e branca in ma l0L de -uei fis e comenz3 struc3-l dal cLl, e tant sc/iza e resc/iza, l0@ bJ, no l0@ bJ, c/0a0l g/e f9 ins. l0anima f1 del tug0, talment c/0a 0l g/e romas se no la p@l. 4vend mangiat KambJ ol fis, a 0l g/e pars d0av. fag0mal; ma per c/e la gola ancor la strenziva, no-g f9 lL cont negL, c/0ol tols ol segond fis in ma, e -uel c/0a 0l f9 dol prim, iM. f9 dol segond. (edend KambJ d0avi fag0tal desorden, no 0l savia -uel c/e doviva f38 s0a 0l doviva and3 inanz, o torna in dr9. E stand in tal contrast ol f9 un bon anim e se delibr3 d0and3 inanz. Kont -%'

c/e fo KambJ dal compar ser 2eder, ol bat. a l0us8 e per c/e l0era cognosciLt da -uei de ca, a 0l fo tostament avert; e andat de sL, ol trov3 ser 2eder c/e spassezava in sL e in zD per ca; e s. g/e dis8 = &/e ve-t fazend, KambJ fiol meC c/e bJni noviC = Jni, bJni, = respDs KambJ; = ol me parJ s. ve mand3 tri fis; ma de tri, n0/o mangia0 mi do. = %o com0/9-t fag0, fiol meC = dis ser 2eder. = %a /o mi fag0iM., = respDs KambJ; = e tols l0alter fis, e si s0a 0l mis in boca, e se0l mangi3 de longo via8 e iM. KambJ a0 i comp. da mangia tug0tri. (edend ser 2eder un s. fag0lav1r, dis a KambJ8 = 7 fiol me, d. al to parJ c/e granmarc@, e c/e 0l no s0afadig/i a f3-m de sti present. = RespDs KambJ8 = Ao, no, messer, no-f dubit9, a0 i far1 mi b9 volentera; = e volta i spali e ol torna a ca0. 4vend sentit (ivi3 i zentilezi e i b@i portament poltronesc/i del KambJ, e c/e l0era golJs, e c/e per esser afamat ol mangiava oltra misura, e p1 per c/e a 0l no g/e piasiva ol so lavor3, ol caz3 f1 de ca. 7l pover dol KambJ, vedendo-s f1 de ca e no savend dove and3, se delibr3 d0and3 a Roma e prov3 se 0l podiva trova meiJr ventura c/e 0l n0aviva trovat de za. E iM. com l0aviva pensat, iM. ol f9. Essend zont KambJ a Roma, e cercand e recercand parJ, a0l s0imbat9 a trov3 L marcadant c/0aviva nom messer 4mbrOs dal %ul, c/0aviva una grossa botiga de pagn, e si s0acord3 con lL e comenz3 atender a la botiga. E per c/e l0aviva provat dol malan ass9, ol se delibr3 d0impar3 ol mest9r e atender a far b9. E per esser astLt e scaltrit >a b9 c/0al fus gob e brut? nientedemanc in poc temp al se f9 s. patric de la botiga e valent dol mest9r, c/0el parJ pi: no s0impazava gn@ in vender gn@ in cromp3, e -%-

fortement ol se fidava de lL, e ai so besogn se ne serviva. 4 0l se imbat. c/0a messer 4mbrOs g/e convegn. and3 a la fera de Recanat con de i pagn, e vedend KambJ c/e0l sera fag0soficient nol mest9r e c/e l0era fidat, ol mand3 con dei robi a la fera, e messer 4mbrOs ol romas al gov@ren de la botiga. 2artit c/e fo KambJ, vols la fortuna c/e messer 4mbrOs s0amalas d0una infirmit3 s. toribola e granda d0una insida de corp, c/e in poc/i d. ol cag3 la vita. (edend la moi9r, c/0aviva nom madona Felic@ta, c/e l0era mort ol marit, da gran dolJr e passiJ c/e l0av9, -uasi c/e anc/e ela no tir3 le calzi, pensando-s dol marit e dol desviament de la botiga. )ntis KambJ la trista novela dol parJ c/e l0era mort, ol torn3 a la volta de ca, e si port3 de la grazia de 59, e si atendiva a f3 de li facendi. (edend madona Felic@ta c/e KambJ se portava b9, e a0 s. atendiva a grand. la botiga, e c/e l0era compid ol an de la mort de messer 4mbrOs so marit, e temend de no perder KambJ un d. co i aventJr de la botiga, se consegi3 con certi so comari, se la 0s doviva marid3 o no, e si la 0s maridava, la dov@s tuDr per marit KambJ, fatJr de la botiga, per esser st3 longament col prim marit e av. fatta la patrica dol gov@ren de la botiga. ) boni de le comari parendo-g c/0ol fos ben fag0, se f9 le nozi8 e madona Felic@ta fo mogi9r de ser KambJ, e KambJ fo marit de madona Felic@ta. (edendo-s ser KambJ levat in tanta alteza, e de av. moi9r e s. bela botiga de pagn col grand inviament, scrisse al so pader com l0iera a Roma e della gran ventura c/e l0aviva catada. 7l pader, c/e dal d. c/e 0l s0era parti fin a -uel ora no avia mai sent. novela n9 imbass3 de lL, ol mor. -%.

d0alegreza; ma ertaz e Sant. n0af gran consolaziJ. (enne ol temp c/0a madona Felic@ta c/e besognava un par de calzi, c/9 le s1 i era s-uarzadi e roti; e dis a ser KambJ, so marit, c/0a0l g/e-n dov@s fa lL un p9r. Ser KambJ g/e respDs c/e l0aviva alter c/e fa, e c/e se l0era roti, c/0a0la se l0andas a conz3, a repez3 e a tacon3. %adona Felic@ta, c/0era usada morbeda sot l0alter marit, dis c/e la no n0era usada de port3 calzi arpezadi e taconadi, e c/e la-g ne voliva de boni. E ser KambJ g/e respond. c/e a ca soa s0usava iM. e c/e no 0l g/e le voleva fa. E iM. contrastand e andand d0una in l0altra parola, ser KambJ alz3 la ma e s0g/e de una mostazada s. fata in s1l mostaz, c/e la f9 and3 d0inturen. %adona Felic@ta, sentendo-s d3 de i b1ti a ser KambJ, no voliva gn@ pati gn@ pacenza, e con burti par1i ol comenz3 vilaniz3. Ser KambJ, c/e se sent. toc3 in sL l0on1r, la comenz3 travas3 co i pugn de b9 in m@i, talmentre c/e in fi la povr@ta convegn. av. pacenza. Essend za trapassat ol cald e sovrazont ol fred, madona Felic@ta domanda a ser KambJ una f1dra de seda da covr. la so peliza, per c/e l0era mal condizionada; e per c/e ol fos cert c/e la fos strazada, la g/e la port3 a mostr3. %a ser KambJ no 0s cura de ved.la, ma 0l g/e respDs c/e la la conzas e c/e la la portas iM., c/9 da ca soa no s0usava tanti pompi. %adona Felic@ta, sentendo tai par1i, se dosdegn3 fortement e dis c/e la la voliva in ogni muDd. %a ser KambJ g/e respondiva c/e la dovis tas. e c/e no 0l f@s and3 in colera, c/e sar@f mal per le, e c/e no-g la voliva f3. E madona Felic@ta instigand1l c/e la voliva c/e 0l g/e la f@s, l0L e l0alter intr3 in tanta furia de colera, c/e i no-g vediva de i Oc0c0. %a ser KambJ, segond la -%!

so usanza, con L bastJ la comenz3 tamuss3 e fag0una peliza de tanti bastonadi, -uanti la ne pos mai port3; e la lassa -uasi per morta. (edend madona Felic@ta l0anim de ser KambJ inversiat contra de le, con alta v1s la comenz3 maled. e biastem3 ol d. e l0ora c/e mai se n0@ parl3 e c/i la consegi3 c/e la 0l tol@s mai per marit, digand8 = 4 sto muDd, poltrJ, ingrat, ribald, manegold, giot e sceleratC <uest @ ol premi e ol guidardJ c/e te-m rendi dol benefici c/e t0/o fag0, c/9, de me vil fam@i c/e t0eri, t0/o mi fag0parJ non solament de la roba, ma ancora de la propia mia personaC e ti a sto muDd me tratiC Tas, traditJr, c/e a ogni muDd a te n0empag/er1. = Ser KambJ, sentend c/e madona Felic@ta cresciva e moltiplicava in par1i, te la giocava sLs al b@l polit. L0era vegnuda a tant madona Felic@ta, c/e, com la sentiva c/e ser KambJ parlava o se moviva, la tremava com la f1ia al vent, e se0s pissava e cagava sot d0angossa. 2asada c/e fo l0invernada e vegnLd l0instad, l0acad9 a ser KambJ de and3 per certi so fazendi e per scod. certa -uantit3 de den9r da debitori de la botiga a ologna, e g/e convegniva st3 ass9 zornadi; e dis a madona Felic@ta8 = Felic@ta, te fo a sav. c0/o mi do frad@l, tug0do gobi com a0 sogn a mi; e s. a0 i me somegia s. fatament, c/0a0 no s9m cognosLdi l0L da l0alter, e c/i ne ved@s tug0tri insembra, a0 i no sar@f di -ual fos mi e -ual fos lJr. Guarda se per ventura a0 i se imbatis a vegn. in sta tera e c/e a0 i vol@s aloz3 in ca nostra, fa c/e per nient ti no i recevi in ca0, per c/e a0 i @ tristi, sceleradi e scaltridi, c/0a0 i no te f@s un a te levavi e se n0andas con 59, e c/e ti romagnis co le ma pien de mosc/i; -%"

e si so c/e ti i alberg/i in ca, a 0t far1 la pPL grama fomna c/e s0atrovi al mond. = E deti sti par1i se part.. 2artit c/e fo ser KambJ, no pas3 d9s d., c/e ertaz e Sant., frad@i de ser KambJ, arzons a Roma, e tanc0i and3 cercand e domandand de ser KambJ, c/0a 0g fo mostr3 la botiga. (edend ertaz e Sant. la bela botiga de ser KambJ, e c/e l0era fornida s. b9 de pagn, a0 i st9t fort sovra de s., maravegiando-s grandement com0era possibol c/e l0av@s in s. poc temp fag0tanta bela roba. Stand iM. tug0do in s. fata maravegia, a0 i se f9 dinanz a la botiga, e domand3 c/0a0 i voliva parla con ser KambJ; ma g/e fo respDs c/e no l0era in ca, gna ne la tera, ma s0a0 i g/e besognava -ualcosa, c/0a0 i comandas. RespDs ertaz c/e volentera l0ar@f parl3 con lL, ma no-s g/e trovand, c/0el parler@f con la soa moi9r; e fata ciam3 madona Felic@ta, la vegn. in botiga, e tantost c/0eia vist ertaz e Sant., subit g/e de una fita al cuDr c/0a0 i no fos so cognadi. ertaz, vedLda la fomna, dis8 = %adona, s9-f vu la mogi9r de KambJC = E ela g/e respond.8 = %ade-s.B = 5is in -uella fiada ertaz8 = %adona, toc/9-m la ma, c/0a0 som frad@l de KambJ, vos marit, e vos cognadi. = %adona Felic@ta, c/e se recordava de i par1i de ser KambJ so marit, e in sema ancora de i bastonadi c/0a0i g/e dava, no-g voliva toc3 la ma; pLr a0 i-g d9 tanti zanNeti e paroleti, c/e la g/e toc3 la ma. = Subit c/e l0avi tocat la ma a l0L e a l0alter, dis ertaz8 = 7 cara la me cognada, d9-n un p1 da fa colaziJ, c/0a0 se morom da la mala fam. = %a ela per nient no g/e-n voliva d3; pur in fi a0 i sav. tant ben d. e tant ben zarl3 e tant ben preg3, c/e co i so polidi par1i e molesini preg/eri madona Felic@ta se mov. a compassiJ e si a0 i -%#

men3 in ca0, e si g/e d9 ben da mangi3 e m@i da bif, e per zonta a la-g d9 ancora alozament da dorm.. Ao i era passadi apena tre d., c/e stand ertaz e Sant. in razonament co la cognada, ser KambJ azons a ca; e avend sentLt madona Felic@ta c/e l0era vegnLt ol marit, a0 la romas tuta contaminada, e per la paura c/e l0aviva, a0 la no saviva c/e la dov@s fa per c/e i frad@i no fos vedLdi da ser KambJ. E no savend alter c/e fa, a0 i f9 and3 belament in la cosina, dov0era un av@l c/e denter se pelava i porc; e tal -ual l0era, el lev3 sL e s. i f9 cazar-s l3 sot. (egnLd c/e fo ser KambJ de sL e vedLda la moi9r tuta scalmanada nel volt, a 0l st9t sovra de s. dap1 dis8 = &/e cosa /9-t, c/0a 0t vedi iM. scalmanadaC <ual cosa g/e def esser. 4rest mai -uale bertJ in ca0C = %a ela bassament g/e respondiva c/e la no aviva nient. Ser KambJ pur la guardava, e a0 si-g disiva8 = &ert tim d9 av. fag -ual cosa. 4vrest mai per ventura i me frad@i in ca0C = Ela a0la g/e resp1s a la gaiarda c/e n1. E lL ol comenz3 zug3 dol bastJ a la so usanza. ertaz e Sant., c/e stava sot ol av@l da i porc, sentiva el tug0; e si aviva tanta paura, c/0a0 i-s cagava sot, gn@ i aviva ardiment de mover-s gn@ crol3. Ser KambJ, avend mis z1 0l bastJ, se mis and3 da per tug0cercand la ca0, s0a 0l trovava vergDtt; e vedend c/0a 0l no trovava neg:, ol se -uet3 al-uant, e se mis a fa certi so facendi per ca08 e g/e stet longament in tal laJr, talment c/e da la paura, dal gran cald e da la sp:za smesurada dol av@l da i porc, i p1ver ertaz e Sant. cag3 l0anima d0angossa. L0era zonta l0ora orm3 c/e ser KambJ soliva and3 a la piaza a f3, com fa i bJ marcadant, di facendi; e se part. de ca. 2artit c/e fo ser KambJ de ca, madona Felic@ta and3 al -%$

av@l per ved. de mand3 via i cognadi, a-z1 c/e KambJ no i trovas in ca; e descovert ol av@l, a0i trova tug0do sbasidi, c/0a0i pariva propriament do porz@i. La povereta, vedend L tal lavJr, l0entr3 d0afan in afan. E per c/e ser KambJ no sa.s tal novela, tostament cerc3 de mand3-i f1 de ca0 c/0a0 no se savis, gn@ gnesL se n0avedis. E per -uant /o intis, in Roma a 0l g/0@ un consu9t c/e, trovando-s algL forester o pelegri mort per strada o ne li casi de -ualcL, a0 i @ levadi da certi pizegamort deputadi a tal ufici, e si a0 i porta a le muri de la tera, e s. a0 i tr3 nol Tever e i manda a seconda, talment c/e mai a0 no-s poi sav. gn@ novela gn@ imbassada de lJr. Essend and3 per sort madona Felic@ta a la finestra per ved. de -ualcL so amig da fa mand3 via i corp mort, per bJna ventura pasava L de sti pizegamort; e s. la g/e f9 intender c/e l0aviva L mort in ca e c/e 0l vign@s a lev3-l e port3-l nol Tever segond ol consu9t. 4viva per inanz Felic@ta tolt L de i corp mort de sot dol av@l, e l0aviva lassat apres ol av@l in tera; e vegnLd c/e fo de sL ol pizegamort, la g/0aid3 a meter ol corp in spala, e s. g/e dis g/0a 0l tornas c/0a0 la 0l pag/er@f. 7l pizegamort, andat a le muri, ol gitt1 nol Tever; e, fag0ol servisi, ol torn3 da la dona c/e g/e d9s L fiori8 c/e tag0g/e vegniva de l0ordenari dol so pagament. Fi c/0ol pizegamort port3 via ol corp mort, madona Felic@ta, c/0era scaltrida, aviva trat fora dol av@l l0alter corp mort, e s. l0avia conzat a p@ dol av@l com stava l0alter; e tornat ol pizegamort da madona Felic@ta per av. ol so pagament, dis madona Felic@ta, = F9-t portat ol corp mort nol TeverC = Resp1s ol pizegamort8 = %adona, s.. = L0/9-t gita d9terC = dis la dona. E lL g/e -%%

resp1s8 = &om, se l0/o mi trat d9terC E de c/e sortB = 5is in -uella fiada madona Felic@ta8 = E com l0/9-t git3 d9ter nol TeverC Guarda m1 un p1 se l0@ ancora -ua. = E guardand ol pizegamort ol corp mort, e credend verament c/0a 0l fos -uel, ol romas tuc0sbigotit e svergognat; e rognand e biastimando-l tutavia, el se 0l tols in sL li spali e s0el porta sL l0arzer, e s. 0l git3 anc/e lL nol Tever, e s. ol st9 a vedi per un p@z and3 a segonda. Tornand indr9 ol picegamort da madona Felic@ta per av. ol pagament, ol se incontra in ser KambJ, terz frad@l, c/e andava a ca; e vedend ol pizegamort ol d9t ser KambJ c/e tant someggiava a -u9i alter c/e l0aviva port3 nol Tever, a 0l g/e ven tanta colera, c/0a 0l gitava fuDg e fiama da tuti li bandi8 e no podend soport3 tal scoren e credend verament c/0a 0l fos -uel c/e l0aviva za port3 nol Tever, e c/0a 0l fos -ualc/e mal spirit c/0a 0l tornas indr9, ol se g/e mis dr9 con la manoela c/0ol aviva in ma, e a0 s. g/e tir3 inturen la testa a ser KambJ, digand8 = 4/ poltrJ, manigDld, c/e credi-t c/e tug0 ancuO te voia sta a port3 nol TeverC = e tuta fi3 te t0ol manestrava de s. fata manera, c/e 0l pover de ser KambJ a colpi de bJni bastonadi anc/e lL se n0and3 a parl3 a 2ilat. E tolt in su li spali ol corp, c/e no l0era -uasi b9 mort, ol gitt3 nol Tever; e iM. KambJ, ertaz e Sant. malament fin. la vita sova. E madona Felic@ta, intendLda la novela, a0 la fo grandement alegra e contenta, c/0a0 l0era uscida de tanti travai e retornada ne la so libert3 com a0 l0era per inanz. =

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FAVOLA IV.
Mar!ilio V$r1ol$!$ a&a la Tia, &ogli$ di C$ a#o Ra''o!o, $d in a!a lo ondu $( $ &$n#r$ /$ $lla fa un ! ongiuro al &ari#o, $gli /$#a&$n#$ !i fugg$.

*BENEDETTO TRIVIGIANO,= %a-de cancagno, madonna parona, e vu, bela briga, c/e ve0n pareC no s0/a-lo port1 ben messier 4ntuognoC no v0/a-lo cont1 una bela stuoriaC %a, a sangue de can, c/0a0 me vu1 sforzar an mi de farme 0nore. Au altri da le vile aom sempre sent: dire c/e i gi uomeni del mondo c/i se governa a un mu1 e c/i a l0altro. %a mi mo c/0a0 son mi e c/0a0 no so ninte de letra, a dir9 con /a z3 dito i nuostri vieci8 c/i mal bala, ben solaza. 2azienziaB a0 far9 an mi coss.. %a no cri miga c/0a0 ve dig/e ste parole per c/0a0 vuoge muzar la faiga de contar-ve una noela, c/0a0 n0/e miga paura de no la sa9r dire; anzo la noela c/e v0/a cont1 messier 4ntuogno con tanta bela grazia c/e no se p1 arzuonzere, m0/a s. inanim1, c/0a0 no g/e vego lume, e s. me par mil0agni a doer comenzare. E forsi c/e la no sar3 gnan manco piaseole e da riso de la soa8 e masimamentre c/0a0 ve dir9 de la struzia d0una femena da la vila c/e f9 una befa al poltron de so mar.; e se me star. a scoltare e me dar. bona udinzia, a0 sentir. de belo a0 ve so dir an mi. 40l g/0@ soto el tegnire de 2iove de Saco, terituorio de 2ava = come c/erzo c/0a tuti vu supia c/iaro = una vila, c/0a0 la domandon Salmazza; e invel1, za gran tempo fa, -&(

g/e soleva abitare un arsente c/0avea nome &ecato Rabboso8 e ben c/0a 0l fo@sse omazo gruosso del Nervelo e de la persona, l0iera perzondena povereto e fid1. Sto &ecato Rabboso avea per mogiere una figiuola d0una massaria c/e se ciama i Gagiardi, d0una vila c/e se domanda &ampolongo; e si giera zovane struta scaltria e maledeta, e avea nome Tia8 e de zonta, oltra c/e l0iera acorta, l0iera anc/e gaiarda de la persona e bela de volto, e no g/e giera un0altra containa a parec/i megia d0intorno c/e po@sse stare al paregon co ela. E per c/e l0iera gagiarda e valente del balare, ognun c/e la vedea, s0ina morava del fato so. E parse pure c/e un zovene belo e gagiardo an lu de la persona, ma Nitain gram9go de 2ava, c/e se c/iamava %arsilio (erzolese, s0inamor1 de sta Tia; e s. fieramen s0inamor1, c/e doe l0andava in su la festa al balo, sto zovene sempre g/0andava anc/0elogi e la maor parte di suo bali = e si di@sse tuti, a0 no falerave gnianc/e = i fasea co ela. E ben c/e sto zovene fo@sse inamor1 de ela, el tegnia el so amor scoso pi c/0a0 l poea per no dar d0intendere a la brig3 de fuora via n9 c/e dire a negun. %arsilio, sapiando c/e &ecato so mar. giera povereto e vivea de le so braze e c/e da la matina per tempo c/ina a la scura sera lavorava ora co -uesto ora co -uel altro a overa, el comenz3 arvistare la ca0 de la Tia; e coss. belamen el se smesteg1 co ela, c/0a0 l g/e comenz3 favelare. E a ben c/e %arsilio avesse delibr1 into0l so anemo de palesarg/e l0amore c/0a0 l g/e portava, tamen niente de manco el dubitava c/e la no se scorezasse e c/e la no 0l vo@sse pi vedere, per z1 c/e a0 no g/e parea c/e ela g/e fa@sse -uela bona ciera c/e g/e parea c/0el meritasse a -&'

l0amore c/0el g/e portava. E p1 anc/e el temea de no esser descoerto da -ualc/e mala persona, e c/0el fa@sse intendere a &ecato so mar., e c/e &ecato p1 g/e fa@sse -ualc/e despiasere; per c/e se l0iera ben grosso, l0iera anc/e zeloso. 4ndagando drio %arsilio con gran solecito arvisitare la ca0 dove stasea la Tia, e guardandola fiso nel volto, a 0l f9 s. fatamen, c/e ela se g/0acorz@ c/e elo giera inamor1 in ela. E perzondena c/e anc/e ela per purass9 respieti no g/e poea far bona ciera, n9 mostrare c/e anc/e ela g/e giera inamor3 de elo e 0l ben c/e la g/e volea, la se dolea e se torzea da so posta. Stando un zorno la Tia sola asent3 sora un zoco c/e giera a p@ de l0usso de fuora de la ca0, e avendo la roca soto al brazo co de la stopa invogi3 intorno, c/e la filava per la parona, venne %arsilio c/e pur l0avea fato un puo0 de buon cuore; e s. disse a la Tia8 = 5io ve salve, Tia ben mio. = E la Tia g/e respose8 = en vegn9, -uel zovene. = Ao sai-o = disse %arsilio = c/0a0 me consumo tuto e muoro per vostro amore, e vu no v0in f9 conto n9 v0in cure del fato meC = La Tia g/e respose8 = %o no so ninte mi c/0a0 me vogi9 ben. = 5isse %arsilio8 = %o se u no0l sai, con gran dolore e passion de cuore adesso mo ve-l digo. = E la Tia g/e respond98 = %o 0l s9 be mo adesso. = 5isse in -uela volta %arsilio8 = E u >de/, disi-me el vero per la vuostra cara fe0B? me vuoli-u benC = Respose la Tia8 = 2oo/B = 5isse %arsilio8 = E -uanto, se 5io v0aiaC = 4ss9, = respond9 la Tia. = 5isse %arsilio8 = 7im@, Tia, se u me voess9 ben al mu1 c/e u me d., u me 0l mostreressi con -ualc/e segnale; ma no me ne voli gozo. = Respose la Tia8 = %o a c/e -&-

mu1C = 7/ TiaB = disse %arsilio, = u 0l sai molto ben senza c/0a0 ve 0l diga. = Se-5e-m0i0 c/0a0 no 0l s9, s0a0 no 0l me disi. = 5isse %arsilio8 = %o a0 ve 0l dire se me star. a scoltare, e c/e no l0abi9 a male. = La Tia g/e respond98 = 5isi pure, messiere, c/0a0 ve prometo sul cargo de l0anema mia c/e s0el sar3 cossa c/e supia da ben e da 0nore, c/0a0 no n0ar1 per male. = 5isse %arsilio8 = <uando voli-u c/0a0galde la tanto vuostra disia personaC = %o a0 vezo ben mo adesso = respond9 la Tia, = c/0a me trogn9 e c/e v0in trazi del fato me. 40 no se convegnon ben a uno; u a0 si Nitain de 2ava, e mi son containa da la vila; u a0 s. rico, e mi son povereta; u a0 si gram9go, e mi son arsentela8 u a0 vorisse de le gram9g/e, e mi a0 son de le refu9; u a0 si galoso co0 zuponi lavor9 e le calNe insegnol9 e tute zopel9 co del drapo de sea soto, e mi no vi-u e0 /o tuto el guarnelo straz1, sbrendol1 e arpez1C A9 g0/o altro al mondo co -uesta cotoleta e -uela bandinela c/0a0 me vi indosso -uando a0 vago de festa al balo. E magne pan de fromento, e mi del pan de megio, de melega e de la polenta, e pur n0a@sse >2? -uanto a0 vuogio. E s. son senza peliza -uesto inverno, povereta miB, e si a0 no s9 mai com a0 fare nianc/e, perc/9 no g/0@ n9 dinari n9 roba da vendere per poer comprare de le cosse c/0aom besogno. A9 g/0aom tanta biava da magnare, c/e ne faNe inc/ina a 2as-ua. A9 a0 s9 com a0 faronte me co tante caresti si grande e angari c/0a0 convegnon pagare ogni d. a 2ava. 7 povereti nu da le vile c/e n0aom me benB Au a0 se stenton a goernar le tere e semenar el fromento, e u 0l magne; e nu povereti a0 magnon
-@A /ellBoriginale Cn)a2ssseC. D/ota per lBedi*ione elettronica Manu*ioE

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la melega. Au a0 bruscon le vi e fazon el vin, e u el bevi; e nu a0 beon de le graspi e de l0a-ua. = 5isse %arsilio8 = Ao dubit9 de -uesto, c/0a0 se u me vuori contentare, a0 no ve manc/er3 de tuto -uelo c/e sar. domandare. = 40 disi ben coss. u altri uomini, = respose la Tia, = inc/ina c/0a0 fasi el fato vuostro; ma p1 ve n0and9 in l3 c/0a0 no si me pi vez:8 e le poverete femene resta ingan9, sbertez9 e svergogn9 del mondo; e p1 v0and9 laldando e lavando la boca de0 fati nuostri co s0a0 fossan ben -ualc/e carogna trova into i loamari. 40 so ben mi co sai fare u altri Nitaini da 2ava. = 5isse %arsilio8 = Foss:B basta moB meton da un l1 le parole e vegnon ai fati. (oli-u far z1 c/0a0 v0/o ditoC = Respose la Tia8 = 4nd9 via, per la bell0amor de 5io, inanzo c/e vegna el me omo; c/e l0@ sera, e s. vegnir3 a ca de boto. Torn9 doman de d., c/0a0 parleron po -uanto vori; a0 ve vu1 ben, s.. = E perc/9 l0iera inzarg1 fieramen de rasonar co ela, a 0l no se voleva partire; e ela g/e torn1 a dire8 = 4nd9 mo via, se ve piase8 no st9 pi. = (edendo %arsilio c/e -uasio la Tia se scorezava, disse8 = St9 con 5io, Tia, dolNe anima mia; a0 ve racomando el me cuore, c/0avi in le vuostre man. = 4nd9 con 5io, = respose la Tia, = cara speranza mia, c/0a0 l0/o ben per recomand1, s.. = 4rvederse doman, piasando a 5io, disse %arsilio. = %o ben, mo bene, = respose la Tia. <uando fo vegn: doman, %arsilio g/e parea mil0agni de tornare da la Tia; e -uando g/e parse c/e fo vegn: l0ora d0andare, l0and9 a ca soa e si trov9 la Tia ne l0orto c/e la zapava e arfossava certe viatele c/e l0a9a; e coss. tosto c/e i s0ave vez: tuti du, i se salu3 e dap1 i se messe a rasonare; e -&!

dap1 c/e i ave favel1 un gran pezo de compagnia, disse la Tia a %arsilio8 = 5oman da maitina, speranza mia, &ecato d@ andare al molin e no torner3 a ca c/ina a l0altra maitina, e u, piasando a vu, vegneri da sera da bass0ora -ua c/0a0 ve spieter1. %o vegni senza fal1 e no me trogn9. = <uando %arsilio ave intend: s. bona no9la, no fu me omo c0a@sse tanta legrizia co l0ave lu -uela fi3; e trasse un salto, e tutto aliegro e de bona vuogia se part. da la Tia. Subito c/e &ecato fo vegn: a ca, la struta femena se g/e messe incontra; e s. g/e disse8 = &ecato, frelo me bon, besogna andar al molin, c/e no g/0@ c/e magnare. = Respose &ecato8 = %o ben, mo bene. = 40 dig/e c/0el besogna andarg/e da maitina, = disse la Tia. Respose &ecato8 = %o ben, da maitina inanzo d. andar9 a farme imprestar un caro co i bu1 dai gi uomini dov0a0 laoro, e s. vegnir9 a cargare, e s. me n0andar9. )n sto mezo, Tia, and1n a pareciare la biava e insac1n-la, c/e da maitina n0ar1n altra briga c/e meterla sul caro e andarsene cantando. = %o ben, = respose la Tia; = e i f9 a sto mu1. (egn: c/e fo doman, &ecato messe la biava, c/e l0a9va insac1 la sera inanzo, in su 0l caro e s. and9 al molin. E per c/e l0iera da i d. curti e le noti gierono lung/e, e le str9 da pioze, fang/i e giazi tute rovine, el ferdo grande, el puovero &ecato con vegnia star tuta -uela note al molin; e altro no disirava %arsilio, n9 gnanc/e la Tia. Siando vegn: la scura note, %arsilio, secondo l0ordene c/e l0a9a met: co la Tia, tolse un bon paro de galine ben govern1 e bele cote e del pan bianco e del bon vin senza gozo d0a-ua, c/e l0avea apareci1 inanzo, e se parti de ca0; e -&"

scosamente per traverso de0 campi and1 a la ca0 de la Tia. E siando and1 in ca0, la trov1 sul fogolaro a p@ del fuogo c/e la naspava filo, e s. se conz1 tuti du a magnare; e dap1 c/e i ave ben magn1, i s0and1 a colgare in leto tuti du; e 0l puovero babion de &ecato masenava la biava al molin, e %arsilio in leto buratava la farina. L0iera za dam1 apareci1 de levarse el sole, e s. a0l se comenzava a s-ciarir el d., -uando i du inamor9 se lev1 da leto, dubitando c/e &ecato no i trovasse colg/9 a un; e stagando de brig3 a favelare un incontra l0altro, no st9 n9 c/e n9 c/e, c/0azonze &ecato a ca, e trasse un gran subio denanzo de la ca, e comenz1 ciamare8 = Tia, o Tia, impiza el fuogo, c/0a0 muor de ferdo. = La Tia, c/e giera scaltria e cativela co 0l malano, com l0ave sent: vegnir el so omo, per paura c/e no intravegnisse -ualc/e male a %arsilio, e a ela dano e vergogna, prestamen averse l0usso, e f9 c/e %arsilio se scond9 de drio de l0usso; e con volto aliegro la g/0and9 incontra, e si 0l comenz1 carezare. E dap1 c/e &ecato fo entr3 in cortivo, disse a la Tia8 = Tia, mo fa un pu1 de fuogo, s0te vu1, c/e son bel azel1 da ferdo. 4l sangue de san &/inton c/e sta note m0/e cerz: zelare l3 su da -uel molin, tanto gran ferdo /o-gie ab:; e s. no n0 /e mai poss: dormire gozo n9 passar ocio. = La Tia prestamen se n0and3 al legnaro e pigia soto al brazo una bona fassinaza, e s. g/e impiza el fuogo; e stava maliziosamentre al fuogo da -uello c/e g/e parea c/e %arsilio no po@sse esser vez: da &ecato. E rasonando la Tia da bon a bon con &ecato so mar., disse la Tia8 = 5o/, &ecato, frelo me bon, mo no v0/e-gio da contar una bona noelaC = Respose &ecato8 = %o c/e, cara -&#

sororeC = 5isse la Tia8 = %o no n0@ sto c/ial1 un puovero veciarelo, dap1 c/0an diessi al molin, a domandar-me limuosina per la bell0amor de 5ioC e perc/9 a0 g/e die del pan e anc/e da bevere una scu@la de vin, no m0/a-lo insegn1 una razion bela c/0a0no s9 mai -uando a0 sentisse la pi bela in vita mia, da sconzurare el buz1C E l0/o-gie anc/e ben impar3. = %o c/e me dir9-toC = disse &ecato, = di-to daveraC = 5isse la Tia8 = %o s., a la fe0 de compare; e s. l0/e anc/e ben a cara. = %o, di-la mo, = disse &ecato. Rispose la Tia8 = %o besogna, frelo, c/0a0 g/e supie an vu. = %o a c/e mu1C = disse &ecato. = %o a0 ve 0l dire ben, = disse la Tia, = se me star. a scoltare. = %o a c/e mu1C d.-me-loB = respose &ecato, = no me stentar p.. = 5isse la Tia8 = %o besogna c/0a0 ve stendi lungo desteso -uanto c/0a0 poi mai e -uanto c/0a0 s. longo co s0a0 foess9 ben morto >c/e no vorae z3, per zontenaB?, e c/e volt9 la testa e le spale incontra l0usso e i zenuoci e i pi@ incontra al seciaro; e s. besogna c/0a0 ve meta un drapo bianco de lisia in su 0l volto, e p1 c/0a0 ve meta el nuostro -uartiero in cavo. = %o 0l no g/e por3 andare, = disse &ecato. = S. ben, s. bene, = respose la Tia; = e guard9 moB = e tolse el -uartiero c/0iera ivel1 puoco lunzi, e s. g/0el messe in cavo; e disse8 = 4 0l no porae nian star miegio al mondo de 5io. E po0 = disse la Tia, = besogna c/e stag/e fremo, e c/0a0 no ve movi n9 torz9 gozo, perc/0a0 no fassan ninte. E mi p1 tor9 el nuostro tamiso in man, e s. ve comenzar9 sadazare; e coss. sadazandove, a0 dire la razion; e a sto mu1 a0 faron el sconzuro. %o guard9 c/0a0 no ve movi inc/ina c/e no l0abia dita tre fi@, perc/9 besogna dirla tre volte sora de vu, e -&$

veer9 ben s0el buz1 dar3 p. impazo a i nuostri ponzini. = Respose &ecato8 = %agari a 5io, o/ fosse 0l vero -uel c/0a0 te d., c/0a0 sospiressam pur un pu1. Ao vi-to c/0a0 no posson arlevar ponzini, c/e sto diambera del buz1 g/0i magna tutiC e a0 no g/e posson arlevar tanti, c/e possan tenir pag/e i paron n9 v@ndergene per pagar le angar. e comprar de l0uolio de la sale n9 nint0altro per caC = %o v.-vo, = disse la Tia, = c/0a sto mu1 a0 se poron aiare s. co del nuostro. = 5ap1 disse a &ecato8 = %o su, stend.-veB = e &ecato se stende. = %o stend.-ve benB = disse la Tia; = e &ecato s0aiava a longar-se -uanto c/e 0l poea. = 7/, coss.B = disse la Tia. = E po la pigi3 un so drapeselo de lin bianco e neto de lis.a, e si g/e covr. el volto. E po la pigi3 el -uartiero, e si g/e 0l messe in cavo; e po pigi3 el tamiso, e si 0l comenz3 sadazare e a dire la razion c/e l0aea impar1; c/e comenz3 a sto mu18 F Gesuco te s;, e besuco te +a*o1 con 0uesto me tamiso a) te sada*o. /7 i mie pon*in, che son ben vinti 0uatro, +a ch)el poese n7 +ra*a n7 latro /o gh)entre dentro, n7 volpe n7 rato, n7 )l mal osel dal beco rampinato. 9i che se drio 0uel usso, intiendi il +ato: s)te no l)intender7, te parr7 mato. F <uando c/e la Tia fasea el sconzuro e c/e la sadazava el tamiso, la tegnia sempre gi oci incontra l0usso e fasea d0ato a %arsilio, c/e giera da drio l0usso, c/e 0l muzasse. %a el zovene, c/e no giera n9 patrico n9 sperto, no l0intendea, -&%

n9 s0acorzea a c/e fin la Tia faesse cos. fata facenda; e s. no se moea ninte. E perc/9 &ecato se volea levar in pe0 c/e l0iera za mo stufo, disse alla Tia8 = en, /e-to compioC = %a la Tia c/e vedea c/e %arsilio no se movea gozo de drio da -uel usso, respose a &ecato8 = St9 zo, in maloraB no v0/e-gio dito c/0el me besogna sconzurare tre fi@C 2ur c/e no abian desconz1 ogni cossa, c/0a0 ve av. vogi: muovere. = 5isse &ecato8 = Ao miga, no miga, no. = E un0altra fi3 l0a 0l f9 colgare, e ela un0altra volta comenz3 el sconzuro a -uel propio mu1 c/e l0avea fato inanzo. %arsilio, c/e pur avea comprend: come stasea el fato, senza c/e &ecato el veesse n9 c/0el s0acorzesse, ins. fuora de drio de l0usso, e muz1 via de belo. La Tia, dap1 c/e l0ave vez: %arsilio c/e iera muz1 fuora del cortivo, la comp. de sconzurare el buz1, e f9 c/0el beco de so mar. se leva su de tera e in compagnia de la Tia descarg1 la farina c/e l0iera vegnua dal molin. Stagando la Tia de fuora nel cortivo e vezando %arsilio da la longa c/0andasea de bon andare, la se messe a cridare -uanto mai de gola c/e la poea8 = 4e/B ae/B os@l pepeB 4e/B ae/B s0te g/e ven s0te g/e ven, a la fe0 a la fe0 c/0a0 te far9 andare co la coa bassaB 4e/B te dig/e. Te par c/0el g/e supia inzarg1C c/0el g/e torn1 ancora sta mala bestiaB 4/ te d9 el malanB = E a sto mu1 ogni volta c/0el vegnia el buz1 e c/0el se calava in cortivo per portar via i ponzini, in prima el se spelatava con la cioza, e p1 la cioza fasea el sconzuro, el buz1 se desfantava e se n0andava via co la coa bassa, e no dasea p. impazo ai ponzini de &ecato e de la Tia. =

-&&

FAVOLA V.
Madonna Mod$!#a, &ogli$ di &$!!$r Tri!#ano +an /$##o, a .ui!#a n$lla !ua gio%$n#2 on di%$r!i a&an#i gran o"ia di ! ar"$( do"o), alla %$ /i$11a "$r%$nu#a, .u$ll$ on fa&igli, 'a!#a!i $d al#r$ %ili!!i&$ "$r!on$ di!"$n!a.

*LA

SIGNORA

LUCRE+IA,-

= Le malnate ricc/ezze e i beni per torte vie male ac-uistati il pi: delle volte in picciol spazio di tempo periscono, perci1 c/e per voler divino ritornano per -uello istesso sentiero c/e sono venuti. )l c/e intravenne ad una pistoiese; la -uale, se cos. onesta e savia, come dissoluta e sciocca, fusse stata, forse non si ragionarebbe di lei come ora si ragiona. E -uantun-ue la favola c/0ora raccontarvi intendo, a noi non molto convenga, perci1 c/e di lei ne riuscisce disonore e vergogna c/e oscura e denigra la fama e la gloria di -uelle c/e onestamente viveno, pur ve la dir1; perci1 c/e a tempo e luogo sar3 >dico a cui tocca? picciolo ammaestramento di seguire le buone e fuggire le ree, lasciandole ne0 loro tristi e malvagi portamenti. )n 2istoia adun-ue, onestissime donne, antica citt3 de la Toscana, fu ne0 tempi nostri una giovane c/iamata madonna %odesta, il cui nome, per gli suoi biasimevoli costumi e disonesti portamenti, non conveneva alla sua persona. &ostei era molto vaga e leggiadra, ma di picciola condizione; e aveva marito addimandato messer Tristano .((

Kanc/etto, >nome veramente corrispondente a lui?, il -uale era uomo conversevole e da bene, ma tutto dato al mercatantare8 e le cose sue assai convenevolmente gli riuscivano. %adonna %odesta, c/e per natura era tutto amore, n9 in altro continovamente vigilava, veggendo il marito mercatante, ed esser molto sollecito alle sue mercatanzie, volse ancora ella principiar un0altra nuova mercatanzia, della -uale messer Tristano non fusse consapevole. E postasi ogni giorno per suo diporto ora sopra l0un balcone, ora sopra l0altro, guatava tutti -uelli c/e indi passavano per strada; e -uanti giovanetti ella passar vedeva, tutti con cenni e atti incitava ad amarla. E s. fatta fu la diligenza sua in levare la mercatanzia e a -uella vigilantissimamente attendere, c/e non vi era alcuno nella citt3, o ricco o povero, o nobile o plebeo, c/e non volesse delle sue merci prendere e gustare. (enuta adun-ue madonna %odesta in grandissima riputazione e grandezza, dispose al tutto di volere per picciolo precio a c/iun-ue a lei venisse compiacere; e per sua merc9 altro premio da loro non voleva eccetto un paio di scarpe, le -uali fussino convenevoli alla -ualit3 e condizione di coloro c/e si davano seco amoroso piacere. )mperci1 c/e se l0amante c/e si solazzava seco, era nobile, ella voleva le scarpe di velluto; se plebeo, di panno fino; se meccanico, di cuoio puro. Laonde la buona femina aveva un concorso tale e tanto, c/e la sua bottega mai vuota non rimanea. E perci1 c/e ella era giovane, bella e appariscente, e picciola era la dimanda c/e ella per guidardone ric/iedeva, tutti i pistoiesi volentieri la visitavano, e seco parimente si solazzavano prendendo gli .('

ultimi desiderati frutti d0amore. 4veva madonna %odesta per premio delle sue tante dolci fatic/e e sudori omai empiuto un amplissimo magazzino di scarpe; ed eravi tanto grande il numero delle scarpe, e di ogni -ualit3, c/e c/i fusse stato a (inegia e cercato avesse ogni bottega, non arrebbe trovata la terza parte a comparazione di -uelle c/e vi erano nel magazzino suo. 4venne c/e a messer Tristano suo marito faceva bisogno del magazzino per metter dentro certe sue robbe mercatantesc/e c/e per aventura allora gli erano sopragiunte da diverse parti; e c/iamata madonna %odesta, sua diletta moglie, le c/iese le c/iavi del magazzino. Ed ella astutamente, senza far iscusazione alcuna, gliele appresent1. )l marito aperse il magazzino; e credendosi trovarlo vuoto, lo trov1 pieno di scarpe, s. come abbiamo gi3 detto, di diverse -ualit3. 5i c/e egli rimase tutto sopra di s9, n9 imaginare si poteva dove procedesse una copia di tante scarpe; e c/iamata la moglie a s9, interrogolla dove procedevano -uelle tante scarpe c/e nel magazzino si trovavano. La savia madonna %odesta gli rispose8 = &/e vi pare, messer Tristano, marito mioC 2ensavate forse voi di esser solo mercatante in -uesta citt3C &erto ve ingannate di grosso; imperci1 c/e ancor le donne se intendono dell0arte del mercatantare. E se voi siete mercatante grosso, e fate assai facende e grandi, io mi contento di -ueste picciole; e /o poste le mie mercatanzie nel magazzino e rinc/iuse, acci1 c/e fussero sicure. (oi adun-ue con ogni studio e diligenza attenderete alle vostre merci; e io con ogni debita solecitudine e dilettazione .(-

valorosamente attender1 alle mie. = 4 messer Tristano, c/e pi: oltre non sapeva n9 considerava, molto il sollevato ingegno e l0alto sapere della sua savia e aveduta donna piac-ue; e confortolla a seguire animosamente la incominciata impresa. &ontinovando adun-ue madonna %odesta secretamente l0amorosa danza, e rendendole bene l0essercizio della sua dolce mercatanzia, divenne tanto ricca di scarpe, c/e non pur 2istoia, ma ogni grandissima citt3 arrebbe a bastanza fornita. %entre c/e madonna %odesta fu giovane, vaga e bella, mai la mercatanzia le venne meno; ma perci1 c/e il vorace tempo sopra tutte le cose signoreggia, e a -uelle dQ il principio, il mezzo e il fine, madonna %odesta, c/e prima era fresca, ritondetta e bella, cangi1 la vista, ma non la voglia, e 0l pelo, e mut1 le usate penne e fece la fronte rugosa, il viso contrafatto, gli occ/i lacrimosi, e le mammelle non altrimenti erano vuote, c/e sia una sgonfiata vescica; e -uando ella rideva, faceva s. fatte crespe, c/e ogni uno c/e fiso la guatava, se ne rideva e ne prendeva grandissimo solazzo. (enuta adun-ue madonna %odesta contro 0l suo volere vecc/ia canuta, n9 avendo pi: veruno c/e l0amasse e corteggiasse come prima, e vedendo la mercatanzia delle sue scarpe cessare, molto tra s9 stessa si ramaricava e doleva. E perci1 c/e ella, dall0incominciamento della sua giovanezza fin0all0ora presente, s0aveva data alla spuzzolente lussuria, del corpo e della borsa nemica, ed erasi in -uella tanto assuefatta e nodrita -uanto mai donna nel mondo si trovasse, non era via n9 modo c/e ella da tal vizio astenere si potesse. E .(.

-uantun-ue di d. in d. mancasse l0umido radicale per lo -uale tutte le piante s0appigliano, crescono e augumentano, non per1 cessava il desiderio di adempire il suo malvagio e disordinato appetito. (edendosi adun-ue madonna %odesta del giovenil favore totalmente priva, n9 pi: esser accarezzata n9 losingata da leggiadri e vag/i giovanetti come prima, fece nuovo proponimento. E messasi al balcone, cominci1 vag/eggiare -uanti famigli, bastasi, villani, scopacamini e poltroni c/0indi passavano; e -uanti ne poteva avere, tanti ne traeva in casa alla sua divozione, e di loro prendeva il suo consueto piacere. E s. come ella per l0adietro voleva dagli amanti suoi un paio di scarpe, secondo la -ualit3 e condizione loro, per premio della sua insaziabile lussuria, cos. pel contrario ella ne donava un paio per guidardone di sua fatica a colui c/0era maggior gaglioffo e c/e molto meglio le scuoteva il pellizzone. Era venuta madonna %odesta a tal condizione, c/e tutta la vil canaglia di 2istoia concorreva a lei, c/i per prendersene piacere, c/i per beffarla e traggersene di lei, e c/i per conseguire il vituperevole premio c/e ella gli donava. A9 passarono molti giorni, c/e 0l magazzino, c/e era pieno di scarpe, -uasi vuoto rimase. 4venne c/e un giorno messer Tristano volse secretamente vedere come passava la mercatanzia della moglie sua; e prese le c/iavi del magazzino, lei nulla sapendo, l0apr.8 ed entratovi dentro, trov1 c/e -uasi tutte le scarpe erano smarrite. Laonde messer Tristano tutto ammirativo stette al-uanto sopra di s9, pensando come la moglie avesse dispensate tante paia di scarpe -uante erano .(!

nel magazzino. E credendo per certo c/e la moglie per lo tratto di -uelle fusse tutta oro, fra s9 stesso ne prendeva consolazione, imaginandosi a -ualc/e suo bisogno potersene d0alcuna parte prevalere. E c/iamatala a s9, dissele8 = %odesta, moglie mia prudente e savia, oggi apersi il tuo magazzino e veder volsi come procedeva la tua leal mercatanzia; e pensando c/e da -uell0ora c/e prima la vidi, sin a -uesta fussero multiplicate le scarpe, trovai c/e erano diminuite8 di c/e io ne presi ammirazione non picciola. 5opo0 pensai c/e tu le avessi vendute, e del tratto di -uelle avesti il danaio nelle mani; e mi confortai. )l c/e, se cos. fusse, non riputerei poco capitale. = 4 cui madonna %odesta, non senza alcun grave sospiro c/e dalla intima parte del cuore procedeva, rispose8 = %esser Tristano, marito mio, non vi maravigliate punto di ci1, perci1 c/e -uelle scarpe, c/e in tanta abondanza nel magazzino gi3 vedeste, se ne sono andate per -uella istessa via c/e erano venute; e tenete per certo c/e le cose mal ac-uistate in breve spazio di tempo s0annullano. S. c/e di ci1 non vi maravigliate punto. = %esser Tristano, c/e la cosa non intendeva, rimase sopra di s9; e temendo molto c/e alla sua mercatanzia un simile caso non avenisse, non volse in ragionare pi: oltre procedere; ma -uanto c/0egli seppe e puote solecit1 c/e la sua mercatanzia non venisse al meno come -uella della moglie. (eggendosi madonna %odesta omai da ogni sorte d0uomini abbandonata, e delle scarpe con tanta dolcezza guadagnate al tutto priva, per lo dolore e passione c/e ella ne sent., gravemente s0inferm1; e in breve spazio di tempo, .("

etica divenuta, miseramente se ne mor.. Ed in tal maniera madonna %odesta poco aveduta vergognosamente la sua mercatanzia con la vita fin., lasciando dopo s9 per altrui esempio vituperosa memoria. = &onoscendo l0ora esser tarda, la signora comand1 c/e sotto pena della disgrazia sua niuno si partisse; e fattosi c/iamare il discreto siniscalco, li divis1 c/e nella camera grande mettesse le tavole; c/e in -uesto mezzo c/e si apparecc/iassino le mense e si cocinasse la cena, farebbono al-uanti balletti. Finiti adun-ue i balli e cantate due canzonette, la signora si lev1 in piedi; e presi per mano il signor ambasciatore e messer 2ietro embo, e tutti gli altri seguendo lor ordine, li men1 nella preparata camera8 dove, data l0ac-ua alle mani, ciascuno secondo il grado e ordine suo, si pose a sedere a mensa; e con buoni e delicati cibi e preciosi e recenti vini, furono tutti onoratissimamente serviti. Fornita con lieta festa e con amorosi ragionamenti la pomposa e lauta cena, tutti divenuti pi: allegri c/e non erano prima, si levorono dalle mense e al carolare da capo si dierono. E perci1 c/e ormai la rosseggiante aurora cominciava apparere, la signora fece accendere i torc/i, e sino alla scala accompagn1 il signore ambasciatore, pregandolo c/e secondo l0usato modo venisse al ridotto8 e altres. fece con gli altri. =

IL FINE DELLA 6UINTA NOTTE.

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INDICE
2refazione 2roemio Favola prima Salardo, figliuolo di Rainaldo Scaglia, si parte da Genova, e va a %onferrato, dove fa contra tre comandamenti del padre lasciatili per testamento, e condannato a morte vien liberato ed alla propia patria ritorna. Favola seconda &assandrino, famosissimo ladro ed amico del pretore di 2erugia, li fura il letto ed un suo cavallo leardo; indi, appresentatoli pre0 Severino in uno saccone legato, diventa uomo da bene e di gran maneggio. Favola terza 2re0 Scarpacifico, da tre malandrini una sol volta gabbato, tre fiate gabba loro; e finalmente vittorioso con la sua Aina lietamente rimane. Favola -uarta Tebaldo, prencipe di Salerno, vuole 5oralice, .($

unica sua figliuola, per moglie; la -uale, perseguitata dal padre, capita in )ng/ilterra, e Genese la piglia per moglie, e con lei /a doi figliuoli, c/e da Tebaldo furono uccisi8 di c/e Genese re si vendic1. Favola -uinta 5imitrio bazzariotto, impostosi nome Gramotiveggio, scopre 2olissena sua moglie con un prete, ed a0 fratelli di lei la manda; da0 -uai essendo ella uccisa, 5imitrio la fante prende per moglie. A7TTE SE&7A54 Favola prima Galeotto, re d04nglia, /a un figliuolo nato porco, il -uale tre volte si marita; e posta gi: la pelle porcina e diventato un bellissimo giovane, fu c/iamato re porco. Favola seconda Filenio Sistema, scolare, in ologna vien da tre belle donne beffato, ed egli con una finta festa di ciasc/eduna si vendica. Favola terza &arlo d04rimino ama Teodosia, ed ella non ama lui, perci1 c/e aveva a 5io la verginit3 promessa; e credendosi &arlo con violenza abbracciarla, in vece di lei abbraccia pentole, caldaie, sc/idoni e scovigli8 e tutto di nero tinto, da0 propi servi viene fieramente battuto. Favola -uarta )l demonio, sentendo i mariti c/e si lamentano .(%

delle loro mogli, prende Silvia allastro per moglie e Gasparino oncio per compare dell0anello8 e non potendo con la moglie vivere, si parte ed entra nel corpo del 5uca di %elfi, e Gasparino suo compare fuori lo scaccia. Favola -uinta %esser Simplicio de0 Rossi s0innamora in Giliola, moglie di G/irotto Scanferla contadino8 e trovato dal marito in casa, vien sconciamente battuto e pisto, ed a casa se ne torna. A7TTE TERK4 Favola prima 2ietro pazzo per virt: di un pesce c/iamato tonno, da lui preso e da morte campato, diviene savio; e piglia Luciana, figliuola di Luciano re, in moglie, c/e prima per incantesimo di lui era gravida. Favola seconda 5alfreno re di Tunisi /a due figliuoli8 l0uno Listico, e l0altro Livoretto c/iamato, da poi per nome detto 2orcarollo8 e finalmente ellisandra, figliuola di 4ttarante re di 5amasco, in moglie ottiene. Favola terza iancabella, figliuola di Lamberico marc/ese di %onferrato, viene mandata dalla matrigna di Ferrandino, re di Aapoli, ad uccidere. %a gli servi le troncano le mani e le cavano gli occ/i; e per una biscia viene reintegrata, e a Ferrandino lieta ritorna. Favola -uarta .(&

Fortunio per una ricevuta ingiuria dal padre e dalla madre putativi si parte; e vagabondo capita in un bosco, dove trova tre animali da0 -uali per sua sentenza @ guidardonato; indi, entrato in 2olonia, giostra, ed in premio 5oralice figliuola del re in moglie ottiene. Favola -uinta )sotta, moglie di Lucaferro de0 4lbani da ergomo, credendo con astuzia gabbare Travaglino, vaccaro d0Emiliano suo fratello, per farlo parer bugiardo perde il poder del marito, e torna a casa con la testa di un toro dalle corna dorate tutta vergognata. A7TTE <E4RT4 Favola prima Ricardo, re di Tebe, /a -uattro figliuole8 delle -uali una va errando per lo mondo, e di &ostanza, &ostanzo fassi c/iamare, e capita nella corte di &acco, re della ettinia, il -uale per molte sue prodezze in moglie la prende. Favola seconda Erminione Glaucio ateniense prende Filenia &enturione per moglie; e divenuto di lei geloso, l0accusa in giudicio8 e per mezzo d0)ppolito suo innamorato vien liberata, ed Erminione condannato. Favola terza 4ncilotto, re di 2rovino, prende per moglie la figliuola d0un fornaio, e con lei genera tre figliuoli; i -uali essendo perse-uitati dalla madre del re, per .'(

virt: d0un0ac-ua d0un pomo e d0un uccello vengono in cognizione del padre. Favola -uarta Aerino, figliuolo di Gailese re di 2ortogallo, innamorato di Genobbia moglie di maestro Raimondo runello fisico, ottiene l0amore suo, ed in 2ortogallo la conduce; e maestro Raimondo di cordoglio ne muore. Favola -uinta Flamminio (eraldo si parte da 7stia, e va cercando la morte; e non la trovando, nella vita s0incontra8 la -ual gli fa vedere la paura e provare la morte. A7TTE <E)AT4 Favola prima Guerrino, unico figliuolo di Filippo %aria re di &icilia, libera un uomo salvatico dalla prigione del padre; e la madre per temenza del re manda il figliuolo in essilio. E lo salvatico uomo, fatto domestico, libera Guerrino da molti ed infiniti infortuni. Favola seconda 4damantina, figliuola di agolana Savonese, per virt: di una poavola, di 5rusiano re di oemia moglie divenne. Favola terza ertoldo de (alsabbia /a tre figliuoli, tutta tre gobbi e d0una stessa sembianza; uno de0 -uai @ c/iamato Kambon e va per lo mondo cercando sua .''

ventura; e capita a Roma, ed indi vien morto e gittato nel Tebro con i duo suoi fratelli. Favola -uarta %arsilio (erzolese ama la Tia, moglie di &ecato Rabboso, ed in casa lo conduce; e mentre c/e ella fa un scongiuro al marito, egli c/etamente si fugge. Favola -uinta %adonna %odesta, moglie di messer Tristano Kanc/etto, ac-uista nella sua giovent: con diversi amanti gran copia di scarpe; dopo0, alla vecc/iezza pervenuta, -uelle con famigli, bastasi ed altre vilissime persone dispensa.

.'-

G. F. STRAPAROLA LE PIACEVOLI NOTTI

LIBRO SECONDO
ALLE
GRA+IOSE ED AMOREVOLI DONNE DA

GIOVAN FRANCESCO STRAPAROLA

CARAVAGGIO,

SALUTE.

Sono molti, amorevoli donne, i -uali o per invidia o per odio mossi, cercano coR minacciosi denti mordermi e le misere carni s-uarciare, imponendomi c/e le piacevoli favole da me scritte, ed in -uesto e nellRaltro volumetto raccolte, non siano mie, ma da -uesto e -uello ladronescamente rubbate. )o, a dir il vero, il confesso c/e non sono mie, e se altrimenti dicessi, me ne mentirei; ma ben /olle fedelmente scritte secondo il modo c/e furono da dieci damigelle nel concistorio raccontate. E se io ora le do in luce, no Rl fo per insuperbirmi, n9 per ac-uistar onore e fama; ma solo per compiacere a voi, e massime a -uelle c/e mi ponno comandare, ed alle -uali in perpetuo sono tenuto ed obligato. 4ccettate adun-ue, graziose donne, con allegro .'.

volto il picciol dono del servo vostro, n9 date fede agli abbaiatori c/e contra noi con canina rabbia e con mordaci denti si moveno; ma leggetele alle volte e pigliatene a luogo e tempo trastullo e diletto, non lasciando per1 -uello da cui ogni nostro bene procede. State felici, memore di -uelli c/e nel cuore scolpite vi tengono, traR -uali non credo esser il minimo. 5a (inegia, il primo di settembre, %5L))).

.'!

Co&in ia il li'ro !$ ondo d$ll$ fa%ol$ $d $ni&&i di &$!!$r

Gio%anfran $! o S#ra"arola da Cara%aggio,


INTITOLATO

L$ "ia $%oli no##i.


NOTTE SESTA
Le tenebre della scura notte gi3 da ogni parte si dimostravano, e le dorate stelle per lo spazioso cielo non davano pi: il loro lume, ed Eolo, correndo sopra le salse onde con grandissimo soffiamento non solamente faceva grossissimo il mare, ma ancora aR naviganti era molto contrario, -uando la bella e fida compagnia, sprezzato ogni sforzevole vento e gonfiamento di mare e duro freddo, .'"

allRusato luogo si ridusse; e fatta primieramente la debita riverenza alla signora, ciascuno nella sua sedia si pose a sedere. )ndi la signora comand1 il vaso aureo le fusse portato; e postovi dentro di cin-ue damigelle il nome, il primo c/e usc. fuori di 4lteria fu il nome8 il secondo, di 4rianna8 il terzo, di &ateruzza8 il -uarto, di Lauretta8 il -uinto, di Eritrea. 2oscia la signora impose c/e tutte cin-ue una canzonetta cantassero; le -uali al lei comandamento ubidientissime, in tal guisa soavemente cantarono8 SBaB bei princHpi, >mor, di +ede armati, corrispondesse con madonna il +ine, un0ua il tuo col suo nome arrebbe +ine. Ma penso, ahim2, che Bn lei la tua possan*a non 2 di tal valor, che stringa il +reno a lBalto suo pensier dBonest8 pieno, chBassai mi d8 desir pi= che speran*a: an*i veggio neB bei modi temprati 0uasi molesta +arsi in te +ortuna, si che Bl suo nome vive, il tuo sBimbruna. Finita c/e fu la vaga e dilettevole canzonetta, 4lteria, a cui toccava il primo luogo di favoleggiare, messa gi: la viola e il plettro c/e aveva in mano, alla sua favola in tal modo diede principio8 =

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FAVOLA I.
Duo o&"ari !7a&ano in!i$&$, $ l7uno l7al#ro !7ingannano( $ final&$n#$ fanno l$ &ogli o&&uni. = Grandi sono lRastuzie e glRinganni c/e oggid. usano i miseri mortali; ma molto maggiori penso siano -uelli, -uando lRun compare tradisce lRaltro. 5ovendo adun-ue con una favola dar cominciamento aR ragionamenti della presente notte, /ommi imaginato di raccontarvi lRastuzia, lRinganno e il tradimento c/e fece lRun compare allRaltro. E -uantun-ue il primo ingannatore con mirabil arte ingannasse il compare, non per1 con minor astuzia, n9 con minor ingegno si trov1 esser gabbato da lui. )l c/e fiavi aperto, se benigna audienzia mi prestarete. )n Genova, citt3 celebre ed antica, furon nei passati tempi duo compari8 lRuno di -uai c/iamavasi messer Liberale Spinola, uomo assai ricco ma dedito aR piaceri del mondo; lRaltro messer 4rtilao Sara, tutto dedito alla mercatanzia. <uesti molto sRamavano insieme, e tanto era lRamore tra loro, c/e lRuno senza lRaltro -uasi non sapea vivere. E se occorreva bisogno alcuno, senza indugio e senza rispetto lRun dellRaltro si prevaleva. E perc/9 messer 4rtilao era mercatante grosso, e faceva molte facende s. sue come dRaltrui, deliber1 di far un viaggio in Sor.a. E trovato messer Liberale, suo cordialissimo compare, amorevolmente e con animo sincero gli disse8 = &ompare, voi sapete, e gi3 @ manifesto ad ognRuno, -uanto e -ual sia lRamor tra noi, e il conto c/Rio sempre fei e ora fo di voi, s. .'$

per la lunga amicizia gi3 gran tempo fra noi contratta, s. anco per lo sacramento del comparatico c/e @ tra noi. Laonde avendo io stabilito nellRanimo mio di andar in Sor.a, n9 avendo persona di cui maggiormente fidar mi possa c/e di voi, con baldezza e fiducia sono ricorso a voi per ottener una grazia, la -uale, ancor c/e sia con non picciolo disconcio delle cose vostre, spero per1 nella bont3 vostra e nella benivolenza @ tra noi, non me la neg/erete. = %esser Liberale, c/Rera desideroso molto di far cosa grata al compare, senza pi: distendersi in parole, disse8 = %esser 4rtilao, compare mio, lRamore e il comparatico contratto tra noi con sincero e reciproco amore, non ric/iede tante parole. 5itemi liberamente il desiderio vostro, e comandatemi, c/Rio son per far -uanto voi mRimporrete. = )o = disse messer 4rtilao, = volontieri vorrei c/e voi, mentre star1 fuori, prendeste il carico di governar la casa mia e parimenti la moglie, sovenendole di tutto -uello le fia bisogno; e -uanto per lei spenderete, di tanto sodisferovvi a pieno. = %esser Liberale, intesa la volunt3 del compare, prima lo ringrazi1 assai della buona openione c/e di lui tenea e del conto c/e facea; dopoR liberamente li promise, secondo le deboli sue forze, di esse-uire -uanto da lui li fia imposto. (enuto il tempo di andar al viaggio, messer 4rtilao caric1 in nave le sue merci, e 5aria sua moglie, c/e era gravida in tre mesi, raccomandata al compare, ascese in nave; e date le vele al prosperevole vento, da Genova si part., e con buona ventura al suo viaggio se nRand1. 2artitosi adun-ue messer 4rtilao e gitosene al suo cammino, messer Liberale se nRand1 a casa di madonna .'%

5aria sua diletta comare, e dissele8 = &omare, messer 4rtilao, vostro marito e mio carissimo compare, innanzi c/Regli si partisse di -ua, con grandissima instanza mi preg1 c/e le cose sue e la persona vostra raccomandata mi fusse, sovenendovi di tutto -uello c/e vi fia bisogno. )o per lRamorevolezza, c/e fu ed @ tra noi, li promisi di far -uanto mi comandava. 2er1 io me ne sono -ui ora a voi venuto, acci1 c/e, occorrendovi cosa alcuna, senza rispetto mi comandiate. = %adonna 5aria, c/e per natura era dolcissima, sommamente lo ringrazi1, pregandolo c/e non le mancasse nelle sue bisogna. E cos. messer Liberale le promise. &ontinovando adun-ue messer Liberale a casa della comare, n9 lasciandole cosa alcuna mancare, conobbe lei esser gravida; e fingendo di non saperlo, disse8 = &omare, come vi senteteC (i par forse strano della partenza di messer 4rtilao vostro maritoC = Rispose madonna 5aria8 = &erto s., messer compare, e per molti rispetti, e maggiormente per trovarmi neR termini c/e ora mi trovo. = Ed in -uai termini = disse messer Liberale, = vi trovateC = Gravida in tre mesi, = rispose madonna 5aria; = ed /o una gravidanza s. strana, c/Rio non ebbi mai la peggiore. = )l c/e sentendo, il compare disse8 = 5un-ue, comare, voi siete pregnaC = &os. fosse il compare, = rispose madonna 5aria, = ed io sarei digiuna. = 5imorando messer Liberale in tali ragionamenti colla comare, e vedendola bella, fresca e ritondetta, in tal maniera del suo amor sRaccese, c/e d. e notte non pensava ad altro salvo c/Ra conseguir il disonesto suo desire; pur lRamor del compare lo rimoveva al-uanto. %a spronato .'&

dallRardente amore c/e lo struggeva, sRaccost1 a lei, e disse8 = 7/ -uanto, comare mia, mRincresce e duole c/e messer 4rtilao sia da voi partito, e lasciatavi pregna, perci1 c/e per la sua presta partenza egli sRavr3 di leggieri domenticato finire la creatura c/e nel ventre portate. E da -uesto forse procede la mala gravidezza c/Ravete. = Rispose la comare8 = 4vete voi, o mio compare, cotesta opinione c/e la creatura c/e io tengo nel ventre, sia di -ualc/e membro manc/evole, e c/Rio per -uesto patiscaC = (eramente = disse messer Liberale, = io sono di -uesta opinione; e tengo per certo c/e messer 4rtilao, mio compare, sia mancato farle tutte le sue membra intiere. E di -ua procede c/e uno nasce zoppo, lRaltro attratto, e c/i in un modo, e c/i in un altro. = <uesto c/e voi dite, compare, mi va forte per il capo, = disse la comare; = ma c/e rimedio sarebbe a -uesto, acci1 c/e io in tal errore non incorresseC = 4/, comare miaB = disse messer Liberale; = state di buona voglia, n9 vi smarrite punto8 perci1 c/e ad ogni cosa si trova rimedio, fuori c/e alla morte. = )o vi prego, = rispose la comare, = per -uellRamore c/e portate al compare, c/e mi date -uesto rimedio; e -uanto pi: presto me lo darete, tanto pi: vi sar1 tenuta, n9 sarete causa c/e la creatura nasca con diffetto. = (edendo messer Liberale aver ridotta la comare a buon termine, disse8 = &omare, gran vilt3 e scortesia sarebbe c/e lRamico, vedendo lRamico perire, non gli porgesse aiuto. 2otendo adun-ue io formar lo restante della creatura in -uello c/e manca, vi sarei traditore e vi farei gran torto a non sovenirvi. = 5e/B caro mio compare, = disse la donna, = pi: non tardate, acci1 .-(

c/e la creatura non rimanga impedimentata. )l c/e, oltra il danno, sarebbe non picciolo peccato. = Aon dubitate punto, comare, c/e servirovvi a pieno. )mponete alla fante c/e apparecc/i la mensa, c/e in -uesto mezzo noi daremo cominciamento alla riforma nostra. = %entre c/e la fante apparecc/iava il desinare, messer Liberale and1 in camera con la comare; e c/iuso lRuscio, cominci1 accarezzarla e basciarla, facendole le maggior carezze c/e facesse mai uomo a donna. )l c/e vedendo, madonna 5aria molto si maravigli1; e disse8 = &ome, messer Liberale, fanno cos. fatte cose i compari colle comariC 7/im@ tristaB egli @ troppo gran peccato; e se non fosse -uesto, io ve contentarei. = Rispose messer Liberale8 = <ualR@ maggior peccato8 giacere colla comare, o c/e nasca la creatura imperfettaC = Giudico esser maggiore -uando nasce imperfetta per colpa deR lor parenti, = rispose la donna. = 4dun-ue, = disse messer Liberale, = voi fareste gran peccato se non mi lasciaste sopplire in -uello c/e manc1 il vostro marito. = La donna, c/e desiderava c/e il parto nascesse perfetto, credette alle parole del compare, e non ostante il comparatico, si rec1 a dover fare e suoi piaceri; e pi: e pi: volte si ritrovaro insieme. 2iaceva molto alla donna la riforma delle defettive membra, e pregava il compare c/e non mancasse, come gi3 era mancato il marito. )l compare a cui piaceva il boccone, con ogni studio d. e notte sRaffaticava alla riforma della creatura, acci1 c/e intiera nascesse. (enuto il termine del parto, madonna 5aria partur. un bambino c/e in tutto rassomigliava al padre; ed era s. ben formato, c/e non vi era membro c/e .-'

non fosse in ogni parte perfetto. 5i c/e la donna molto si rallegrava, ringraziando il compare c/e di tanto bene era stato cagione. Aon pass1 molto tempo c/e messer 4rtilao ritorn1 a Genova; e giunto a casa, trov1 la moglie sana e bella8 la -uale gioiosa e festevole se gli feR in contro col fanciullo in braccio, e strettamente sRabbracciarono e basciarono. )ntesa messer Liberale la venuta del compare, subito se nRand1 a lui, e lRabbracci1, rallegrandosi del felice ritorno e del ben esser suo. 4venne c/e trovandosi un giorno messer 4rtilao a mensa con la moglie, e accarezzando il fanciullo, disse8 = 7 5aria, o/ come @ bello -uesto bambinoB (edesti mai tu il pi: ben formatoC Guarda c/e aspettoB mira c/e visoB considera -uegli occ/i lucenti come stelleB = e cos. di parte in parte il comendava in tutti gli suoi membri. Rispose madonna 5aria8= &erto nulla vi manca8 ma non gi3 per opera vostra, marito mio; perci1 c/e nella partenza vostra, come sapete, di tre mesi mi lasciaste gravida, e il bambino nel mio ventre rest1 delle sue membra imperfetto8 di c/e ne portava gran sinistro nella gravidezza mia. 7nde noi avemo da ringraziare messer Liberale nostro compare; il -ual sollecito e diligente con la virt: sua sovenne allRimperfezione del bambino, sopplendo in tutte -uelle parti, nelle -uali voi avete mancato. = %esser 4rtilao, udite e ben intese le parole della moglie, stette sopra di s9, e -uelle li furono un coltello al core, e subito comprese messer Liberale averlo tradito, e contaminata la donna; e da uomo prudente, fingendo di non aver intesa la cosa, tac-ue, e in altri ragionamenti si mise. .--

Levatosi da mensa, messer 4rtilao cominci1 tra stesso considerare lo strano e vergognoso portamento del compare, il -ual sopra ognRaltra persona amava8 pensando giorno e notte con -ual modo e con -ual via della ricevuta ingiuria vendicar si potesse. 5imorando adun-ue il passionato in tai pensieri, n9 sapendo c/e strada tenere, pur al fine sRimagin1 far cosa c/e gli riusc. secondo c/Regli voleva ed era il desiderio suo. 7nde disse alla moglie8 = 5aria, fa c/e dimane tu apparecc/i da desinare pi: lautamente, perci1 c/e io voglio c/e messer Liberale e madonna 2roperzia, sua moglie e nostra comare, veng/ino a desinare con noi; ma fa, per -uanto /ai cara la vita, non parli, sofferendo pazientemente ci1 c/e veder e intender potresti. = )l c/e di fare madonna 5aria rispose. 2artitosi di casa, and1 in piazza, e trov1 messer Liberale suo compare, e lRinvit1 con madonna 2roperzia sua moglie lo giorno seguente a desinar seco. Egli graziosamente accett1 lRinvito. (enuto il giorno seguente, il compare e la comare andarono alla casa di messer 4rtilao, ove furono amorevolmente veduti e accettati. Essendo tutti insieme, e ragionando di varie cose, disse messer 4rtilao8 = &omare mia, mentre c/e si cuoceranno li cibi e apparecc/ierassi la mensa, voi vi farete una zuppa; = e menatala in un camerino, le porse un bicc/iere di alloppiato vino, ed ella, fattasi una zuppa, senza timore alcuno la mangi1, e tutto Rl vino beve. 2oi se nRandorono a desinare, e lietamente mangiorono. 4ppena c/e avevano fornito di mangiare, c/e a madonna 2roperzia venne s. fatto sonno, c/e non potea tenere gli occ/i aperti. )l c/e vedendo, messer 4rtilao disse8 .-.

= &omare, voi ve nRanderete un poco a riposare; forse avete la passata notte mal dormito; = e men1lla in un camerino8 dove gettatasi sopra un letto, subito sRaddorment1. %esser 4rtilao, temendo c/e la virt: della bevanda non venisse a meno, e li mancasse il tempo di operar -uello c/e nellRanimo nascoso tenea, c/iam1 messer Liberale; e dissegli8 = &ompare, partiamosi di -ua e lasciamo la comare a suo bellRagio dormire; c/e forse per esser ella levata troppo per tempo, /a di bisogno di riposare. = 2artitisi dun-ue ambiduo ed andatisi in piazza, messer 4rtilao finse di voler ispedire certi suoi negozi; e presa licenzia dal compare, nascosamente ritorn1 a casa. E c/etamente entrato in camera dove la comare giaceva, sRapprossim1 a lei; e veduto c/e dolcemente dormiva, senza c/e alcuno di casa se nRavedesse, n9 c/e la comare sentisse, -uanto pi: destramente c/e puote le lev1 le anella dalle dita e le perle dal collo, e di camera si part.. La bevanda dellRalloppiato vino gi3 aveva persa la sua virt:, -uando madonna 2roperzia si dest1; e volendo levarsi di letto, vidde c/e le perle e le anella glie mancavano8 e levata di letto, or -ua or l3 cercando e ogni cosa sottosopra volgendo, nulla trov1. 7nde tutta turbata usc. di camera, ed a madonna 5aria addimand1 se per avventura ella avesse avute le sue perle ed anella, e riservate. 4 cui rispose c/e no. 2er il c/e madonna 2roperzia stava molto addolorata. 5imorando la poverella in tal affanno, n9 sapendo c/e rimedio prendere, sopragiunse messer 4rtilao; e vedendo la comare tutta affannosa e di mala voglia8 = &/e avete, comare mia, c/e s. forte vi ramaricateC = La .-!

comare narr1li il tutto. %esser 4rtilao, fingendo nulla sapere, disse8 = &ercate bene, comare mia, e pensate se in luogo alcuno, c/e ora non vi soviene, poste le avete, c/e forse le troverete; e non trovandole, vi prometto, da fede di buon compare, c/e io far1 tal provisione, c/e gramo sar3 colui c/e lRavr3 tolte. %a prima c/e si faccia movimento alcuno, cercate diligentemente in ogni parte. = Le comari e le fanti cercaron e ricercaron per tutta la casa, ogni cosa rivolgendo sottosopra; e nulla trovarono. )l c/e vedendo, messer 4rtilao cominci1 far romore per casa, minacciando or -uesto or -uello; ma tutti con giuramento dicevano nulla sapere. 5opoR, voltosi verso madonna 2roperzia, disse8 = &omare mia, non vi attristate, ma state allegra, c/Rio son disposto vedere il fine di -uesto. E sapiate, comare mia, c/Rappresso me @ un secreto di tanta virt:, c/e, sia -ual esser si voglia c/e tolte abbia le gioie, io lo scoprir1. = <uesto intendendo, madonna 2roperzia, disse8 = 7 messer compare mio, di grazia, vi prego, fate lRisperienza, acci1 c/e messer Liberale non mi avesse sospettata e pensasse di me -ualc/e male. = %esser 4rtilao, vedendo esser venuto il tempo opportuno di vendicarsi della ricevuta ingiuria, c/iam1 la moglie e le fanti; e dissele c/e uscissero di camera8 e c/e niuna sia di tanto ardire, c/e sRapprossimi alla camera, se prima non sar3 c/iamata. 2artita la moglie con le fantesc/e, messer 4rtilao c/iuse la camera, e con un carbone fece un cerc/io in terra; e fatti alcuni segni e certi caratteri a modo suo, entr1 nel cerc/io, e disse a 2roperzia8 = &omare mia, state c/eta nel letto, n9 vi movete, n9 abbiate spavento di cosa c/e sentir potreste, perci1 c/e non .-"

mi lever1 di -ua, c/e trover1 le gioie vostre. = Aon dubitate punto di me, = disse la comare, = c/e io non mi mover1, n9 far1 cosa alcuna senza comandamento vostro. = (oltatosi allora messer 4rtilao verso la parte destra, fece alcuni segni in terra8 indi alla sinistra ne fece alcuni in aria; e fingendo di parlar con molti, formava varie e strane voci, di maniera c/e madonna 2roperzia si smarriva al-uanto8 ma messer lo compare, c/e di -uesto se nRavedeva, le dava animo, confortandola c/e non si smarrisse. Essendo il compare stato nel cerc/io per spazio di mezzo -uarto di ora, mand1 fuori una voce c/e barbottava, e in tal guisa diceva8 <uel chBor non trovi e che cercando vai, giace nel +ondo della val pelosa, chBivi la tien, chi lBha perduta, ascosa. Ma pesca ben, che tu la troverai. <ueste parole diedero a madonna 2roperzia non minor allegrezza c/e maraviglia. Finito c/e fu lRincanto, disse il compare8 = &omare, voi avete udito il tutto8 e le gioie c/e smarrite esser credete, sono in voi. State allegra e di buon animo, c/e troveremo il tutto. %a fa bisogno c/Rio le cerc/i dove inteso avete. = La comare, c/e desiderava riaver le sue gioie, allegramente rispose8 = &ompare mio, intesi bene il tutto; non tardiate, ma con ogni diligenza cercate. = %esser 4rtilao, uscito fuori del cerc/io ed andatosene al letto, si coric1 appresso la comare, la -ual non si mosse; e levatele i panni e la camiscia, cominci1 pescare nella val pelosa; e trattosi, non avedendosi lei, nella prima tratta c/e .-#

egli fece, un anello di seno, gli lo porse, dicendo8 = (edete, comare mia, comRio /o ben pescato, c/e alla prima tratta presi il diamanteB = La comare, veduto il diamante, molto sRallegr1; e disse8 = 7 dolce mio compare, pescate ancora, c/e forse troverete lRaltre gioie. = )l compare, seguendo virilmente la pescagione, ora trovava una gioia, ora lRaltra, e finalmente col suo anzino trov1 tutte le smarrite cose. 5i c/e la comare molto paga e contenta rimase. Riavute tutte le sue care gioie, disse la comare8 = 7 dolce mio compare, voi mi avete ricuperate tante cose; vedete per vostra feR se per aventura pescando poteste ritrovare un secc/ielletto molto bello, c/e alli passati giorni mi fu rubato, ed erami molto caro. = Rispose messer 4rtilao8 = %olto volontieri. = E gettato da capo lo stromento nella val pelosa, tanto sRoper1, c/e tocc1 il secc/iello8 ma non ebbe tanta forza di traerlo fuori; e vedendo affaticarsi in darno, disse8 = &omare mia, /o trovato il secc/iello, ed /ollo veramente tocco; ma perci1 c/e @ volto col fondo in su, lo stromento non si /a potuto attaccare, e per -uesto non lo posso traer fuori. = %adonna 2roperzia, c/e desiderava averlo, e c/e Rl giuoco molto le piaceva, gli persuadeva c/e pescasse ancora. %a il compare a cui mancava lRoglio della lucerna, s. c/e pi: non ardeva, disse8 = &omare, sapiate c/e lo stromento con cui fin ora abbiamo pescato, /a rotta la punta e non pu1 pi: operare; per1 per ora arrete pacienzia. 5imane mander1 lo stromento al fabbro, c/e li far3 la punta; doppo a bellRagio pesc/eremo il secc/ielletto. = Ella sRaccontent1, e tolta licenzia dal compare e dalla comare, allegra e contenta ritorn1 a casa sua. .-$

Giacendo madonna 2roperzia una notte in letto col marito, e stando in piacevoli ragionamenti, pescando tuttavia ancor lui nella valle pelosa, disse8 = 7 marito, per vostra feR guardate se pescando potreste mai per aventura trovare il secc/ielletto c/e neR passati giorni perdessimo; perci1 c/e lRaltrieri, avendo io perse le mie gioie, messer 4rtilao nostro compare, pescando in -uesta valle, trovolle tutte. 7nde avendolo io pregato c/e pescasse anc/e il secc/ielletto perso, disse averlo tocco, ma non averlo potuto pigliare, perci1 c/e era col fondo in su, e lo stromento suo per lo tanto pescare aveva rotta la punta. 2er1 isperimentate ancor voi, se ritrovar lo poteste. = %esser Liberale, avedutosi del rimando fattogli dal compare, sRammut. e pazientemente il scorno sRofferse. La mattina seguente ambiduo i compari si trovaro in piazza, e lRun guardava lRaltro; non per1 n9 lRuno n9 lRaltro osava scoprirsi, ma tacendo lRuna parte e lRaltra, n9 facendo alle mogli motto, finalmente le fecero communi, e davasi lRuno allRaltro luogo di poter con lRaltrui moglie prender trastullo. =

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FAVOLA II.
Ca!#orio, d$!id$ro!o di %$nir gra!!o, !i fa a%ar$ #u##i duo i #$!#i oli a Sandro( $d $!!$ndo .ua!i &or#o, %i$n dalla &ogli$ di Sandro on una "ia $%ol$11a "la a#o.

*ARIANNA,= La favola da 4lteria non men graziosamente c/e prudentemente recitata, mi riduce a memoria una facezia non men ridicolosa c/e la sua, la -uale mi fu da una nobil donna poco tempo fa brevemente narrata. E se io non ve la conter1 con -uella grazia, con -uella leggiadria c/e mi fu raccontata da lei, mi arrete per iscusa, perc/9 la natura mi /a denegato -uello c/e a lei copiosamente concesse. Sotto Fano, citt3 nella %arca, posta al lito del mare 4driatico, trovasi una villa c/iamata &arignano, copiosa di bei giovanazzi e di belle femine. <uivi tra gli altri abitava un contadino c/iamato Sandro, il pi: faceto ed il pi: piacevol uomo c/e mai la natura creasse. E perc/9 egli non si metteva pensiero di cosa alcuna, andasse male o bene c/e si volesse, era venuto s. robicondo e grasso, c/e le sue carni non altrimenti parevano c/Run lardo vergelato di porco. &ostui, sendo gi3 pervenuto allRet3 di -uarantRanni, prese per moglie una feminazza non men piacevole n9 men grassa di lui, ed era in grandezza ed in grossezza simile a lui; e non sarebbe passata una settimana, c/Regli non si avesse fatto radere la barba, acci1 c/e pi: bello e pi: .-&

giocondo paresse. 4venne c/e &astorio, gentil uomo di Fano, giovane ricco, ma poco savio, comper1 nella villa di &arignano un podere con una casa non troppo grande; ed ivi con duo serventi ed una femina per suo diporto la maggior parte della state dimorava. &astorio, andando un d. doppo vespro per la campagna, come spesso far si suole, vide Sandro c/e col curvo aratro la terra volgeva; e vedendolo bello, grasso e robicondo, con viso allegro disse8 = Fratello, non so la causa c/Rio sono s. macilente e macro, come tu vedi, e tu sei robicondo e grasso. )o dRogni tempo mangio dilicati cibi, beo preciosi vini, giaccio in letto -uanto mi piace8 nulla mi manca; e desidero pi: c/e ognRaltro uomo divenir grasso, e -uanto pi: mi sforzo di ingrassarmi, tanto pi: mi smagrisco. %a tu mangi lo verno i cibi grossi, bevi lRac-uatico vino, lievi su la notte a lavorare, n9 mai la state /ai di riposo unRora; e nondimeno sei s. robicondo e grasso, c/e @ un diletto a vederti. 7nde, desideroso di tal grassezza, ti prego, -uanto so e posso, c/e di tal cosa mi facci partecipe, dimostrandomi il modo c/e tenuto /ai in divenir s. grasso; e oltre i cin-uanta fiorini dRoro c/e ora dar ti voglio, promettoti di guidardonarti di tal maniera, c/e di me per tutto il tempo della vita tua ti potrai lodare e c/iamar contento. = Sandro, c/e aveva dellRastuto e del giotto ed era di rosso pelo, ricusava insegnarli il modo. %a pur astretto dalle lung/e preg/iere di &astorio e dal desiderio di avere i cin-uanta fiorini, accontent1 dRinsegnargli la via. E lasciato di arare la terra, si pose con lui a sedere; e disse8 = Signor &astorio, voi vi maravigliate ..(

della grassezza mia e della magrezza vostra, e credete i cibi esser -uelli c/e smagriscono ed ingrassano; ma voi siete in grande errore, perci1 c/e si veggono molti mangiatori e bevitori c/e non mangiano ma diluviano; nondimeno son s. macri, c/e paiono lucertole. %a se voi farete -uel c/e feci io, presto verrete grasso. = E c/e fatto /ai tuC = disse &astorio. = Rispose Sandro8 = )o gi3 un anno mi fei cavare i testicoli; e dRallora in -ua io sono, in -uesta maniera c/e vedete, grasso. = Soggiunse &astorio8 = %i maraviglio c/e non moresti. = &ome morireC = disse Sandro. = 4nzi il maestro c/e me li cav1, me gli trasse con tanta agevolezza e desterit3, c/e -uasi non sentii noia alcuna; e dRallora in -ua sono fatte le mie carni come -uelle dRun fanciullo, n9 mai mi trovai tanto lieto e contento, -uanto ora mi trovo. = E c/i fu colui c/e con tanta destrezza, senza c/e tu sentesti noia, ti trasse i testicoliC = Rispose Sandro8 = Egli @ morto. = %a come si far3, = disse &astorio, = se egli @ mortoC = Rispose Sandro8 = <uellRuomo da bene innanzi c/e morisse mRinsegn1 -uestRarte, e dRallora in -ua /o cavato i testicoli a molti vitelli, poliedri e altri animali, i -uali sono venuti a maraviglia grassi; e se volete lasciare il carico a me, far1 s. c/e vi partirete contento. = %a dubito di morte, = disse &astorio. = &ome di morteC = rispose Sandro. = ) vitelli, i poliedri e gli altri animali, aR -uai trassi i testicoli, non sono per -uesto gi3 morti. = &astorio, c/e era pi: c/e ogni altro uomo desideroso di venir grasso, si lasci1 consigliare. Sandro, vedendo il voler di &astorio fermo e saldo, ordin1 c/e sopra la fresca erba subito si stendesse ed aprisse le gambe. )l c/e fatto, tolse un coltellino c/e come ..'

rasoio tagliava, e presa la cassa deR testicoli in mano e con oglio commune ben mollificata, destramente diede un taglio; e messe due dita nel luoco inciso, con tanta arte e con tanta destrezza gli cav1 ambi i testicoli, c/e -uasi non sent. dolore. E fattogli certo empiastro mollificativo con oglio e sugo dRerbe, il fece levar in piedi. &astorio, gi3 fatto cappone anzi eunuco, mise mano alla borsa, e cin-uanta fiorini li don1; e tolta licenza da lui, a casa fece ritorno. Aon era ancor passata unRora, c/e &astorio, fatto eunuco, incominci1 sentire il maggiore dolore e la maggior passione c/e mai uomo sentisse; n9 poteva trovar riposo, perci1 c/e di d. in d. aumentava il dolore, e la piaga sRammarciva, e rendeva un fetore, c/e c/i sRapprossimava a lui, sofferire non lo poteva. )l c/e venuto allRorecc/i di Sandro, fortemente temette, e si pent. aver tal errore commesso, dubitando di morte. &astorio, vedendosi giunto a mal partito, oltre il dolore c/e avea, sal. in tanto sdegno e furore, c/e voleva al tutto Sandro per uomo morto. E meglio c/e ei puote, accompagnato da duoi suoi servi, il trov1 c/e cenava; e gli disse8 = Sandro, tu /ai fatta una gentil opera a farmi morire8 ma innanzi c/Rio moia, farotti sentire la pena del commesso fallo. = La causa, = disse Sandro, = fu vostra, e non mia; perci1 c/e i preg/i vostri mRindussero a farlo. %a acci1 c/e non paia manc/evole nellRopera mia, n9 ingrato del beneficio ricevuto, n9 sia causa della vostra morte, domattina verrete per tempo alla campagna8 ed ivi porgerovvi aiuto, n9 dubitate punto di morte. = 2artitosi &astorio, Sandro si mise in amaro pianto, e voleva al tutto fuggire, e andarsene in alieni paesi, ..-

pensando tuttavia aver gli sbirri alle spalle c/e strettamente lo legasseno. La moglie, vedendo il marito dolersi n9 sapendo la causa del suo dolore, il domand1 per c/e causa s. dirottamente piagnesse. Ed egli di punto in punto le raccont1 la cosa. La moglie, intesa la causa del suo affanno, e considerata la sciocc/ezza di &astorio e il pericolo di morte, stette al-uanto sopra di s9; indi, fatta una riprension al marito del pericolo grande in c/e era incorso, dolcemente il confort1, e pregollo c/e stesse di buon animo, c/Rella provederebbe s. fattamente, c/e non li sarebbe pericolo di morte. (enuta lRora del giorno se-uente, la moglie prese i panni di Sandro suo marito, e se li mise indosso, e un cappello in capo; ed andatasene alla campagna con i buoi e con lRaratro, si mise a coltivare il terreno, aspettando c/e &astorio ivi venisse. Aon stette molto c/e giunse &astorio; e credendo c/e la moglie di Sandro fosse esso Sandro c/e arasse la terra, disse8 = Sandro, io mi sento morire se non mRaiuti. )l taglio c/e tu mi facesti, non @ ancora saldato, anzi @ putrefatto, e rende tanto puzzo, c/e dubito assai deR fatti miei; e se non mi porgi soccorso, presto vedrai il fine della vita mia. = La moglie, c/e Sandro parea, disse8 = Lasciami un poco veder il taglio, c/e poi provederemo. = &astorio, alciata su la camiscia, mostr1 la piaga c/e gi3 putiva. )l c/e vedendo, la moglie sorrise; e disse8 = &astorio, voi temete di morte, e pensate il caso esser irreparabile; certo vRingannate, perci1 c/e il taglio c/e mi fu fatto, @ maggiore del vostro, e ancora non @ saldato, e putisce molto pi: c/e la piaga vostra8 e nientedimeno mi vedete robicondo, ...

grasso e fresco come giglio; ed acci1 c/e voi crediate -uello c/Rio vi dico, vi voglio dimostrar la piaga non ancor saldata. = E tenendo una gamba in terra e lRaltra sopra lRaratro, alciossi i panni di dietro; e tratta una rocc/etta secreta, inc/in1 il capo e gli mostr1 la piaga. &astorio, vedendo il taglio di Sandro esser maggiore del suo, n9 in tanto tempo rinsaldato ancora, e sentendo il gran fetore c/e gli veniva al naso, e mirando c/e egli aveva inciso il membro virile, si rallegr1 molto, e pacientemente sofferse ogni dolore e puzzo; n9 stette gran tempo c/e il mesc/inello si riebbe, e venne grasso, s. come egli desiderava. =

FAVOLA III.
Poli!!$na %$do%a a&a di%$r!i a&an#i( Panfilio !uo figliuolo la ri"r$nd$, $lla li "ro&$##$ di ri&o%$r!i !7$gli $!!a di gra##ar!i la rogna( $gli l$ "ro&$##$, la &adr$ l7inganna, $ final&$n#$ ogn7uno ri#orna alla o"ra !ua.

*CATERU++A,= La donna, assuefatta ad alcuna cosa, o buona o rea c/e si sia, non si pu1 da -uella agevolmente astenere; perci1 c/e in -uellRabito c/Rella @ lungamente vivuta, persevera fino al termine della vita sua. 2er il c/e intendo ora raccontarvi un caso ad una vedovella avenuto; la -uale, abituata nella puzzolente lussuria, non puote mai per modo alcuno da -uella rimoversi, anzi con uno sottil inganno ..!

fatto al proprio figliuolo, c/e amorevolmente la riprendeva, non cess1 dal suo malvagio proponimento8 s. come nel discorso del mio ragionare a pieno intenderete. Fu adun-ue, graziose donne, poco tempo fa, e forse ancora udito lRavete, nella pomposa ed inclita citt3 di (inegia, una vedovella, 2olissena per nome c/iamata, donna nel vero giovane di anni e di corpo bellissima, ma di bassa condizione. &ostei col proprio marito ebbe un figliuolo, 2anfilio c/iamato, giovane ingenioso, di buona vita e di laudevoli costumi; ed era aurifice. E perc/9, s. come /o detto di sopra, 2olissena era giovane vaga e piacevole, molti uomini, e deR primai della citt3, la vag/eggiavano, e fortemente la solecitavano. Ed ella, c/e gi3 provati aveva i piaceri del mondo e i dolci abbracciamenti dRamore, agevolmente condescendeva alla volont3 di coloro c/e la solecitavano, e in anima e in corpo a -uelli si dava. Ella, essendo tutta fuoco, non si sottometteva a uno o duo amanti, il c/e sarebbe stato errore degno di perdono per esser giovane e di poco rimasa vedova; ma faceva copia della persona sua a c/iun-ue desiderava gli abbracciamenti suoi, non avendo riguardo n9 a lRonor suo, n9 a -uello del marito. 2anfilio, c/e di tal cosa era consapevole, non gi3 c/e la favoreggiasse, ma perc/9 di ora in ora sRaccorgeva deR pessimi portamenti della madre, si ramaricava molto, e ne sentiva -uel grave cordoglio e dura passione di animo, -uale ciascaduno prudentissimo uomo sentito arrebbe. 5imorando adun-ue il mesc/inello in -uesto tormento di animo, n9 potendo pi: sofferire tanto ignominioso scorno, .."

pi: e pi: volte tra s9 stesso deliber1 uccidere la madre. %a poscia considerando c/e da lei avuto aveva lRessere, si rimosse dal suo fiero proponimento, e volse vedere se con parole la poteva placare, e rimoverla da -uesto errore. Laonde, presa un giorno lRopportunit3 del tempo, si pose con la madre a sedere; e tai parole amorevolmente le disse8 = %adre mia diletta e onoranda, non senza grandissimo dolore e affanno mi son posto -uivi con esso voi a sedere, e rendomi certo c/e voi non arrete a sdegno intender -uello c/e nel petto fin a ora tenni nascoso. )o vi /o per lo adietro conosciuta savia, prudente e accorta; ma ora imprudentissima vi conosco, e vorrei, sallo )ddioB esser tanto da lungi, -uanto io vi sono da presso. (oi, per -uanto io posso comprendere, tenete pessima vita, la -uale oscura la fama vostra e il buon nome del quondam padre mio e marito vostro. E se non volete aver risguardo allRonor vostro, almeno abbiate rispetto a me, c/e vi sono unico figliuolo, in cui sperar potete c/e sar3 vero e fido sostentacolo della vecc/iezza vostra. = La madre, udite le parole del figliuolo, se ne rise, e fece a modo suo. 2anfilio, vedendo c/e la madre faceva poco conto delle amorevoli sue parole, deliber1 di non dirle pi: cosa alcuna, ma lasciarla far ci1 c/e le aggradiva. Aon varcarono molti giorni, c/e 2anfilio per sua sciagura prese tanta rogna, c/e pareva leproso; e perc/9 era il freddo grande, non poteva remediarle. Stavasi il buon 2anfilio la sera presso il fuoco, e di continovo grattavasi la rogna; e -uanto pi: egli participava del calor del fuoco, tanto pi: sRaccendeva il sangue e cresceva la smania. Stando ..#

una tra lRaltre sere 2anfilio al fuoco, e con somma dolcezza grattandosi la rogna, venne uno amante della madre, ed in presenzia del figliuolo stette gran pezza con esso lei in amorosi ragionamenti. )l mesc/inello, oltra la noia della infetta scabbia c/e fieramente lo premeva, di veder la madre con lui molto sRattristava. 2artitosi lRamante, 2anfilio, grattandosi tuttavia la rogna, alla madre disse8 = %adre, altre volte io vi essortai c/e doveste reffrenare cotesta mala e disonesta vita, la -ual parturisce e a voi vergogna ria e a me, c/e vi sono figliuolo, danno non picciolo; ma voi, come donna impudica, avete c/iuse le orecc/ie, volendo piuttosto contentare gli appetiti vostri, c/e attender a gli consigli miei. 5e/B madre miaB lasciate ormai -uesta ignominiosa vita, cessate da s. grave scorno, conservate lRonor vostro n9 vogliate esser causa della morte mia. Aon vi avedete c/e la morte vi @ sempre da cantoC Aon udite -uello c/e di voi si ragionaC = E cos. dicendo di continuo si grattava la rogna. 2olissena, udendo 2anfilio suo figliuolo s. grandemente dolersi, imaginossi farli una burla, acci1 c/e pi: non si ramaricasse di lei; e la burla le successe s. come ella bramava ed era il desiderio suo. E voltatasi con allegro viso verso il figliuolo, disse8 = 2anfilio, tu ti duoli e contristi di me, c/e io tengo mala vita; io il confesso, e tu fai -uello c/e dee far un buon figliuolo. %a se tu sei cos. desideroso dellRonor mio come tu dici, tu mi contentarai dRuna sola cosa, ed io allRincontro ti prometto di mettermi nelle tue mani, e lasciare ogni amatore, e tenere buona e santa vita; ma non contentandomi, tieni per certo c/e tu non arrai il desiderio tuo, ed io mi dar1 a peggior vita c/e ..$

prima. = )l figliuolo, c/e desiderava pi: c/e ogni altra cosa lRonor materno, disse8 = &omandate, madre, c/e se ben voleste c/e io mi gettasse nel fuoco ed ivi mRabbrusciasse, io per amor vostro il farei volentieri, mentre c/e voi non incorriate pi: nel vizio in cui finRora siete incorsa. = Guarda = disse la madre, = e considera bene sopra -uello c/e io ti dir1, c/e se tu intieramente lRosserverai, arrai lRintento tuo; se no, la cosa sar3 con maggior tuo scorno e danno. = )o = disse 2anfilio, = mi obligo di esse-uire -uanto voi mi proponerete. = 5isse allora 2olissena8 = )o da te, figliuolo, altro non voglio, salvo c/e per tre sere cessi di grattarti la rogna; e io ti prometto di sodisfare al desiderio tuo. = )l giovane, udita la materna proposta, stette al-uanto sopra di s98 e -uantun-ue dura gli paresse, nondimeno accontent1; e in fede di -uesto ambiduo si toccaron la mano. Sopra venne la prima sera, e 2anfilio, partitosi da bottega, venne a casa; e posta gi: la zamarra, si mise a passeggiare per la camera. )ndi, perc/9 il freddo lo molestava, si pose appresso il fuoco in un cantone; e tanto li crebbe la volont3 di grattarsi, c/e -uasi non si poteva ritenere. La madre, c/e era astuta e aveva acceso un buon fuoco acci1 c/e il figliuolo meglio si scaldasse, vedendolo tergersi e distendersi non altrimenti di -uello c/Rarrebbe fatto una biscia, disse8 = 2anfilio, c/e fai tuC Guarda c/e non mi manc/i della promessa fede, perci1 c/e io non son a te per mancare. = Rispose 2anfilio8= Aon dubitate punto di me, madre mia. State pur voi ferma, c/Rio non vi mancar1; = e tuttavia lRuno e lRaltra rabbiava8 lRuno di grattarsi la rogna, lRaltra di ritrovarsi collRamante suo. ..%

2assata con grandissima amaritudine la prima sera, sopragiunse lRaltra; e la madre, acceso un buon fuoco e apparecc/iata la cena, aspett1 il figliuolo c/e ritornasse a casa. )l -uale strinse i denti, e meglio c/e Rl puote, ancor la seconda sera ottimamente pass1. 2olissena, vedendo la gran costanza di 2anfilio, e considerando c/Rerano passate due sere c/e grattato non si aveva, dubit1 fortemente di non esser perdente; e tra s9 stessa si ramaricava assai. E perc/9 lRamoroso furore la tormentava molto, deliber1 di far tal cosa, c/Regli avesse causa di grattarsi, ed ella trovarsi colli suoi amanti. 7nde fatta una delicata cena con preciosi vini e potenti, aspett1 il figliuolo c/e a casa tornasse. (enuto il figliuolo e veduto lRinsolito apparato, maravigliossi molto; e voltatosi verso la madre, disse8 = %adre, e dove procede la causa di cos. nobil cenaC 4rreste mai voi mutato pensieroC = 4 cui rispose la madre8 = &erto no, figliuol mio; anzi son io pi: costante c/e prima. %a considerando c/e tutto Rl giorno fino alla buia notte te ne stai a bottega a lavorare, e vedendo -uesta maledizion di rogna averti s. attenuato c/e appena la ti lascia vivo, molto mRattristava. 7nde mossa a compassione di te, volsi prepararti alcuna dilicata vivanda, acci1 c/e tu potesti sovenire alla natura e pi: gagliardamente resistere al tormento della rogna c/e tu sopporti. = 2anfilio, c/e era giovanetto e semplice, non sRavedeva dellRastuzia materna, e c/e Rl serpe era tra bei fiori nascoso; ma postosi a mensa appresso il fuoco con la madre, cominci1 saporitamente mangiare e allegramente bere. %a lRastuta e maledetta madre ora moveva le legna e ..&

soffiava nel fuoco acci1 c/e maggiormente ardesse, ora gli apporgeva il dilicato sapore di spezie condito, acci1 c/e, dal cibo e dal calor del fuoco acceso, maggiormente si grattasse la rogna. Stando adun-ue 2anfilio appresso il fuoco e avendo a saturit3 empiuto il ventre, vennegli una s. fatta rabbia di pizza, c/e si sentiva morire; ma pur volgendosi e rivolgendosi or -ua or l3, -uanto pi: mai poteva, sofferiva il tormento. )l cibo salato e con spezie condito, il vino greco e il calor del fuoco gli avevano gi3 s. fieramente accese le carni, c/e Rl miserello non puote pi: durare; ma s-uarciatisi i panni dinanzi il petto, e slacciatesi le calze, e levatesi le manic/e della camiscia sopra le braccia, si puose s. fortemente a grattarsi, c/e dRogni parte a guisa di sudore il sangue pioveva8 e voltatosi verso la madre, c/e tra s9 stessa rideva, ad alta voce disse8 = 7gnRun torni al suo mistieroB ognRun torni al suo mistieroB = La madre, vedendo gi3 aver vinta la lite, finse di dolersi; e disse al figliuolo8 = 2anfilio, c/e sciocc/ezza @ la tuaC c/e pensi tu di fareC @ -uesta la promessa c/e fatta mi /aiC Tu non potrai pi: dolerti di me, c/Rio non ti abbia servata la fede. = 2anfilio, tuttavia forte grattandosi, con animo al-uanto turbato rispose8 = %adre, ognRun torni al suo mistiero; voi farete fatti vostri, ed io far1 i miei. = E dRallora in -ua il figliuolo non ebbe pi: ardire di riprender la madre, ed ella ritorn1 alla usata sua mercatanzia, aumentando le facende sue. =

.!(

FAVOLA IV.
Tra #r$ %$n$rand$ !uor$ d7uno &ona!#$rio na .u$ diff$r$n1a .ual di loro do%$!!$ $!!$r$ 'ad$!!a( $ dal %i ario d$l %$! o%o %i$n d$#$r&ina#o .u$lla do%$r $!!$r, /$ far3 "i2 d$gna "ro%a.

*ANTONIO BEMBO,= <uantun-ue, graziose donne, la modestia sia laudevole appresso a tutti, niente di meno molto pi: laudevole la giudico -uando ella si trova in un uomo c/e conosca s9 stesso. E per1 con sopportazione di -ueste mie madonne, racconter1 una favola non men arguta c/e bella; la -uale, ancor c/e al-uanto ridicolosa sia e disonesta, sar3 per1 da me narrata con -uelle convenevoli ed oneste parole c/e si ric/ieggono. E se per aventura in parte alcuna il mio ragionare offendesse le caste orecc/ie vostre, c/ieggole perdono, pregandole c/e ad altro tempo contra me riserbino il castigo. Trovasi nella nobile citt3 di Firenze uno monasterio assai famoso di santit3 e di religione, il cui titolo ora con silenzio trapasso per non guastare con s. fatta macc/ia il suo glorioso nome. 4venne c/e la badessa di -uel luogo sRinferm1; e giunta al termine della vita sua, rese il spirito al suo creatore. %orta adun-ue e solennemente sepolta la badessa, le suore feceno sonare a capitolo; e tutte -uelle c/e avevano voce, si raunorono in -uello. )l vicario di .!'

monsignor lo vescovo, c/e era uomo prudente e savio e c/e desiderava la elezione della nuova badessa giuridicamente procedere, fece motto alle suore c/e sedessero; dopoR in tal modo le disse8 = 5onne venerande, voi c/iaramente sapete c/e ad altro fine non siete -ua raunate, se non per far elezione di una c/e sia capo vostro. Se cos. @, voi per conscienza vostra eleggerete -uella c/e vi parr3 migliore. = E cos. di fare tutte le donne risposero. 4venne c/e nel monasterio trovavansi tre donne, traR -uai nac-ue grandissima differenza, -ual di loro dovesse esser badessa; perci1 c/e ciascaduna di loro era molto favoreggiata dalle suore, e riputavasi per assai rispetti alle altre superiore; e per1 ciascaduna di loro desiderava esser badessa. %entre c/e le monac/e si preparavano di far la elezione della nuova badessa, si lev1 in piedi una delle tre donne, suor (eneranda c/iamata; e voltatasi alle suore, cos. disse8 = Sorelle e figliuole da me amate molto, voi c/iaramente potete comprendere con -uanta amorevolezza io sempre abbia a cotesto monasterio servito, c/e gi3 ne sono venuta vecc/ia, anzi decrepita. 7nde per la lunga servit: mia e per lRet3, mi parrebbe convenevole c/e io fosse per vostro capo eletta. E se non vi muoveno ad eleggermi le fatic/e sostenute e le vigilie fatte nella giovent: mia, movavi almeno la vecc/iezza, la -uale dee esser sopra ogni cosa sommamente onorata. (oi vedete c/e poco mi resta a fornire il tempo di mia vita; considerate c/e tosto dar1 luogo ad unRaltra. E per1, figliuole mie, mi darete -uesta breve allegrezza, riducendovi a memoria i buoni consigli c/e sempre vi /o dati. = E dette -ueste parole, .!-

lagrimando tac-ue. = Finito c/e ebbe suor (eneranda di parlare, levossi in piedi suor %odestia, di et3 seconda; e in tal maniera disse8 = %adri e sorelle mie, voi avete apertamente udita e c/iaramente intesa la proposta di suor (eneranda; la -uale avenga c/e sia la pi: attempata di alcuna di noi altre, non per1 per mio giudicio la dovete eleggere in vostra badessa, perci1 c/e ella @ oggimai di tal et3, c/e pi: della scempia c/e della savia tiene, e pi: tosto dovrebbe esser retta dRaltrui, c/e essa noi altre reggere. %a se voi con maturo giudicio considerarete la grandezza e la dependenzia mia, e di c/e legnaggio nata sia, certamente per debito di conscienzia alcunRaltra c/e me non farete badessa. )l monasterio, s. come ciascaduna di voi pu1 sapere, @ molto vessato da liti ed /a bisogno di favori. %a -ual favor maggiore potrebbe il monasterio nelle sue occorrenzie avere, c/e -uello deR parenti mieiC ) -uali, essendo io capo vostro, porrebbono la vita non c/e la robba per -uello. = 4ppena non era suor %odestia al suo luogo assisa, c/e suor 2acifica si lev1 in piedi; ed in tal guisa riverentemente parl18 = %i persuado, venerabili sorelle, anzi certissima mi tengo c/e voi, come donne prudenti e savie, prenderete ammirazione non picciola c/e io, pur lRaltrRieri venuta ad abitare -uesto luogo, mi voglia agguagliare, anzi preporre a -ueste due nostre onorande sorelle, le -uali e di et3 e di prosapia mi sono superiori. %a se con gli occ/i dellRintelletto saggiamente considerarete -uante e -ual siano le condizioni mie, senza dubbio voi farete stima maggiore della giovent: mia c/e della loro vecc/iezza e parentado. )o, s. come @ cosa a voi tutte .!.

manifesta, portai meco amplissima dote, colla -uale il vostro monasterio, c/e gi3 era per anti-uit3 tutto distrutto, @ ora dalle fondamenta sino al tetto rinnovato. Taccio le case ed i poderi coR denari della mia dote comperati, de -uai ogni anno ne cavate grandissime rendite. 2er -ueste adun-ue ed altre condizioni mie, e per ricompensamento di tanto beneficio -uanto ricevuto avete, me in vostra badessa eleggerete, perci1 c/e il viver e il vestir vostro da 5io e dalla mia dote e non altronde dipende. = E cos. detto, se nRand1 a sedere. &ompiuti c/e ebber le tre suore i loro sermoni, il vicario di messer lo vescovo fece tutte le donne ad una ad una venir alla presenza sua e scrisse il nome di colei c/e ciascaduna di loro voleva per sua conscienza fosse abadessa. &ompiuto il dar deR voti, tutta tre rimasero negli voti uguali, n9 tra loro era differenza alcuna. 7nde tra tutte le monac/e nac-ue grandissimo contrasto, e c/i lRuna e c/i lRaltra e c/i la terza per suo capo voleva, n9 per maniera alcuna acc/etar si potevano. )l vicario, vedendo la lor dura ostinazione, e considerando c/e ciascaduna delle tre suore per le sue buone condizioni tal dignit3 meritava, pens1 di trovar via e modo c/e una di -uelle tre, senza dar materia di turbamento alle altre, rimanesse badessa. E c/iamate le tre donne alla presenza sua, disse8 = %adri mie dilette, io a bastanza intesi le virt: e condizioni vostre, e ciascaduna di voi per le degne opere sue meritarebbe esser abadessa. %a tra -ueste venerande suore @ grandissimo contrasto nella elezione, e i voti egualmente procedono. 2er1, acci1 c/e in amore e in tran-uilla pace vi conserviate, io vi proporr1 .!!

nello eleggere la badessa un modo, il -uale, come io spero, sar3 di s. fatta maniera, c/e al fine tutte rimarrete contente. )l modo adun-ue @ -uesto. &iascaduna di -ueste tre mie madri c/e desiderano aspirare allRonorato grado, sRingegner3 tra tre giorni di far nella presenza nostra alcuna cosa c/e sia laudevole e degna di memoria; e -ual di lor tre dimostrer3 opera di maggior gloria e virt:, -uella fia da tutte le suore concordevolmente eletta, prestandole la riverenza e lRonore c/e se le conviene. = 2iac-ue assai alle donne la determinazione di messer lo vicario; e cos. tutte ad una voce promisero di osservare. (enuto il determinato giorno, e raunate tutte le suore nel capitolo, messer lo vicario fece a s9 venire le tre suore c/e alla bazial dignit3 salire volevano, e interrogolle se pensato avevano aR casi suoi, facendo alcuna gloriosa dimostrazione. Esse unitamente risposero di s.. 2ostesi tutte a sedere, suor (eneranda, c/e era pi: attempata delle altre, si mise in mezzo del capitolo, e trasse fuori un ago damasc/ino c/e era fitto nella nera cocolla; e levatisi i panni dinanzi, in presenza del vicario e delle suore s. minutamente orin1 per lo forame de lRago, c/e pur una gocciola non si vide a terra cadere, se prima non era per lo forame passata. <uesto vedendo, messer lo vicario e le donne tutte pensarono costei dover essere la badessa, n9 poter farsi cosa c/e di -uella fosse migliore. )ndi levossi suor %odestia, c/e era la seconda di et3; e messasi in mezzo del capitolo, prese un dado con cui si giuoca, e poselo sopra uno scanno; dopoR prese cin-ue granella di minuto miglio, e posele sopra i cin-ue punti del dado, .!"

assignando a ciascun punto il grano suo; poscia alciossi i panni di dietro, ed accostatasi con le parti posteriori al scanno sopra il -uale giaceva il dado, mand1 fuori del forame una rocc/etta s. grande e s. terribile, c/e fece il vicario e le donne -uasi tutte spaurire. E -uella rocc/etta, ancor c/e uscisse fuori del forame con grandissimo soffiamento, fu nondimeno tratta con tanta virt: ed arte, c/e Rl granello di mezzo fermo al suo luogo rimase, e gli altri -uattro disparvero, c/e non furon pi: veduti. <uesta pruova non parve al vicario e alle donne minore della prima; ma stettero c/ete ad aspettare la prodezza di suor 2acifica. La -uale, appresentatasi nel mezzo del capitolo, fece una prova non da vecc/ia, ma da donna virile. )mperci1 c/e ella trasse fuori di seno un duro osso di pesc/io, e gettollo in alto; e subito alzossi i panni, e -uello prese con le natic/e, e s. fattamente lo strinse, c/e lo ruppe, e fecelo venire non altrimenti c/e minuta polve. )l vicario, c/e era prudente e savio, cominci1 con le donne maturatamente considerare le prodezze di tutta tre le donne; e vedendo c/e non se ne poteva aggiungere, tolse tempo a pronunciare la diffinitiva sentenzia. E perc/9 negli suoi libri egli non seppe mai trovare la decisione di -uesto caso, il lasci1 irresolubile, e sino a -uesto giorno ancora la lite pende. (oi adun-ue, sapientissime donne, darete la sentenzia, la -uale per la grandezza della cosa io non ardisco proferire. =

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FAVOLA V.
Pr$7 +$firo ! ongiura un gio%an$ /$ n$l !uo giardino &angia%a fig/i.

*ERITREA,= Suolsi dire, carissime donne, c/e la virt: consiste nelle parole, nellRerbe e nelle pietre; ma le pietre avanzano in virtute lRerbe e le parole8 s. come per -uesta mia brevissima favoluzza intenderete. Era nella citt3 di ergamo un sacerdote avaro, c/iamato preR Kefiro, e aveva fama di aver gran danari. &ostui aveva un giardino fuori della citt3 presso alla porta c/e si c/iama 2enta. )l -ual giardino era circondato da mura e fosse, di modo c/e non vi potevano entrare uomini n9 animali, ed era ornato di diversi arbori dRogni sorte; e tra gli altri vi era un gran figaro con suoi rami sparsi dRintorno, carico di frutti bellissimi e ottimi, deR -uali soleva participare ogni anno con gentilRuomini e primai della citt3. Erano -uei fig/i di color misto tra bianco e pavonazzo, e gettavano lagrime come di mele; ed eranvi sempre guardiani c/e gli custodivano diligentemente. Ena notte, c/e per caso non vi erano li guardiani, un giovane ascese sopra -uestRarbore; e scegliendo i fig/i maturi, -uelli con silenzio cos. vestiti nella voragine del ventre suo fedelmente nascondeva. 2reR Kefiro, ricordandosi c/e non erano guardiani al suo giardino, vi and1 volando; e subito c/e fu entrato dentro, vidde costui c/e sedeva su lRarbore mangiando i fig/i a suo bellRagio. 7nde il sacerdote .!$

incominci1 pregarlo c/e descendesse; e non descendendo, egli si gett1 in genocc/ioni, scongiurando per lo cielo, per la terra, per i pianeti, per le stelle, per gli elementi e per tutte le sacre parole c/e si trovano scritte, c/e venisse giuso; e il giovane tanto pi: attendeva a mangiare. 2reR Kefiro, vedendo c/e non faceva profitto alcuno con tai parole, raccolse dellRerbe, c/Rerano l. dRintorno, e in virt: di -uelle lo scongiurava c/e descendesse; ed egli pi: alto ascendeva, meglio accomodandosi. 4llora il prete disse -ueste parole8 = Gli @ scritto c/e nelle parole, nellRerbe e nelle pietre sono le virt:; per le due prime ti /o scongiurato, e non ti /ai curato di descendere; ora in virt: di -uelle ti scongiuro c/e debbi venir giuso. = E cos. cominci1 a trarli delle pietre con mal animo e gran furore; e ora lRaggiungeva nel braccio, ora nelle gambe e ora nella sc/iena. 7nde per gli spessi colpi tutto enfiato percosso e malmenato, gli fu forza a descendere; e dandosi il giovane alla fuga, depose i fig/i c/Regli sRaveva ragunati in seno. E cos. le pietre avanzaro in virt: lRerbe e le parole. =

IL FINE DELLA SESTA NOTTE.

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NOTTE SETTIMA
Tutte le parti dellRestremo e freddo occidente gi3 cominciavano adombrarsi, e di 2lutone lRamata amica gi3 da ogni canto le notturne tenebre dimostrava, -uando lRonesta e fida compagnia al palazzo della signora si ridusse. 7nde di mano in mano secondo i loro ordini postisi a sedere, s. come le trapassate notti aveano fatto, non altrimenti fecero la presente. )l %olino di ordine della signora comand1 il vaso fosse recato; e messavi la mano dentro, trasse prima di (icenza il nome8 indi, di Fiordiana8 dopo, di Lodovica; riserbando a Lionora il -uarto luogo e ad )sabella il -uinto. Finito lRordine di -uelle c/e avevano a favoleggiare, la signora ordin1 c/e Lauretta una canzone cantasse8 la -uale ubidientissima senza altra iscusazione cos. a dire incominci18 >rdo tremando e ne lBarder agghiaccio1 disir dBun +ermo amor +ido e per+etto mi tien tra Bl s; e Bl no tardo e sospetto. >rrei pi= volte il mio pensier scoperto, sol per temprar del core lBin+inita passion chBal +in mi scorge1 ma vergogna e timor del vostro onore, guerreggiando egualmente col desire, .!&

al lungo mio martire un tal e++etto porge, che dBun s; ardente amor comprendo aperto il viver dubbioso e Bl morir certo. Finita la soave ed amorosa canzone, (icenza, a cui per sorte aveva tocco il primo aringo della presente notte, levatasi in piedi e fatta la debita reverenza, cos. a dire incominci18

FAVOLA I.
Or#odo!io Si&$oni, &$r a#an#$ $ no'il$ fior$n#ino, %a!!$n$ in Fiandra, $ di Arg$n#ina or#$ggiana inna&ora#o!i, d$lla "ro"ria &ogli$ "i2 non !i ri orda, &a la &ogli$, "$r in an#$!&i in Fiandra ondo##a, gra%ida d$l &ari#o a Fir$n1$ ri#orna. = Lungo sarebbe il raccontare -uanto e -ual sia lRamore c/e porta la moglie al marito, massimamente -uando ella /a uomo a sodisfacimento di s9 stessa trovato. %a pel contrario non @ odio maggiore di -uello della donna, -uando ella si trova in podest3 di marito c/e poco le aggrada; perci1 c/e, s. come scriveno i savi, la donna o sommamente ama o sommamente odia. )l c/e agevolmente potrete comprendere, se alla favola, c/e ora raccontar vRintendo, benigna audienza prestarete. Fu adun-ue, valorose donne, un mercatante nominato ."(

7rtodosio Simeoni, nobile fiorentino, il -uale aveva una donna per moglie )sabella c/iamata, vaga dRaspetto, gentile di costumi e di vita assai religiosa e santa. 7rtodosio, desideroso di mercatantare, prese licenzia daR parenti suoi, e non senza grandissimo cordoglio della moglie, di Firenze si part., e con le sue merci in Fiandra se nRand1. 4venne c/e 7rtodosio per sua buona, anzi malvagia sorte, prese una casa a pigione a dirimpetto dRuna corteggiana nomata 4rgentina; del cui amore s. fieramente sRaccese, c/e non c/e dR)sabella, ma di s9 stesso pi: non si ricordava. Erano trascorsi cin-ue anni c/e )sabella non aveva udita novella alcuna di suo marito, se vivo o morto fosse, o dove si trovasse. 5i c/e ella ne sentiva la maggior passione c/e mai donna sentisse; e parevale c/e a tutte ore lRanima le fusse tratta fuori del cuore. La miserella, sendo religiosa e tutta dedita al divino culto, per sua divozione ogni d. se nRandava alla c/iesa dellR4nnunciata di Firenze; ed ivi, postasi in genocc/ioni, con calde lagrime e pietosi sospiri c/e dal petto uscivano, pregava )ddio c/e a suo marito concedesse il presto ritorno. %a gli umili prieg/i e lung/i digiuni e le larg/e limosene c/Rella faceva, nulla le giovavano; laonde vedendo la poverella c/e n9 per digiuni, n9 per orazioni, n9 per limosene, n9 per altri beni da lei fatti essaudita non era, determin1 cangiare maniera e prender contrario partito; e s. come ella per lRadietro era stata divota e fervente nelle orazioni, cos. ora tutta si diede alle incantagioni e fatture, sperando le cose sue riuscirle in meglio. Ed andatasene sola una mattina a trovar Gabrina Furetta, a -uella molto si raccomand1, isponendole tutte le ."'

bisogna sue. Era Gabrina donna molto attempata e nellRarte magica pi: c/e ogni altra isperimentata; e facea cose fuor dRogni natural costume, c/Rera un stupor ad udire, non c/e a vedere. Gabrina, inteso il desiderio dR)sabella, si mosse a piet3 e promise dRaiutarla; e confortolla ad esser di buon animo, c/e tosto vederebbe e goderebbe il suo marito. )sabella, per la buona risposta tutta allegra, aperse la borsa, e di@le dieci fiorini. Gabrina, per gli ricevuti danari lieta, si mise in vari ragionamenti, aspettando la buia notte. (enuta lRora destinata dalla maga, ella prese il suo libretto, e fece in terra un cerc/io di non molta grandezza, intorniandolo con certi segni e caratteri; indi prese un dilicato li-uore e una gocciola ne beve, ed altrettanto ne diede ad )sabella bere. E bevuto c/e ella ebbe, cos. le disse8 = )sabella, tu sai c/e noi siamo -ui ridotte per far uno scongiuro, acci1 c/e intendiamo del marito tuo; per1 @ bisogno c/e tu sii costante, non temendo cosa c/e tu sentesti o vedesti, c/e spaventevole fusse. A9 ti dia lRanimo dRinvocar )ddio, n9 santi, n9 farti segno di croce, perci1 c/e non potresti tornar a dietro, e staresti in pericolo di morte. = Rispose )sabella8 = Aon dubitate punto di me, Gabrina; ma state sicura c/e, sRio vedesse tutti e dem1ni c/e nel centro della terra abitano, non mi smarrirei. = Spogliati adun-ue, = disse la maga, = ed entra nel cerc/io. = )sabella, spogliatasi e nuda come nac-ue rimasa, nel cerc/io animosamente entr1. Gabrina, aperto il libro e parimente entrata nel cerc/io, disse8 = 2er la potente virt: c/e io mi trovo avere sopra voi, prencipi infernali, vi scongiuro c/e immantenenti vi ."-

appresentate dinanzi a me. = 4starot/, Farfarello e gli altri prencipi deR dem1ni, astretti dal scongiuro di Gabrina, con grandissime strida a lei subito sRappresentaro; e dissero8 = &omanda ci1 c/e ti piace. = 5isse Gabrina8 = )o vi scongiuro e comando c/e senza indugio alcuno e veracemente mi palesate dove ora si trova 7rtodosio Simeoni marito dR)sabella, e sRegli @ vivo o morto. = Sappi, Gabrina, = disse 4starot/, = c/e 7rtodosio vive ed @ in Fiandra8 e dellRamor di 4rgentina @ s. focosamente acceso, c/e della moglie pi: non sRarricorda. = La maga, -uesto intendendo, comand1 a Farfarello c/e in un cavallo si trasformasse, e l3 dove era 7rtodosio, )sabella conducesse. )l demonio, in cavallo trasformato, prese )sabella; e levatosi nellRaria, senza c/Ralcuno nocumento ella sentisse n9 timore avesse, nellRapparir del sole nel palazzo dR4rgentina invisibilmente la pose. Fece Farfarello subito )sabella in 4rgentina cangiare, e s. c/iara era la lei apparenza, c/e non )sabella, ma 4rgentina pareva; e in -uel punto trasmut1 4rgentina in una forma di donna attempata, la -uale dRalcuno non poteva essere veduta n9 sentita, n9 ella poteva veder altrui. (enuta lRora di cena, )sabella, cos. trasformata, cen1 col suo 7rtodosio8 indi andatasene in una ricca camera, ovRera un morbido letto, a lato di lui si coric1; e credendo 7rtodosio con 4rgentina giacere, giac-ue con la propria moglie. 5i tanta virt:, di tanta forza furon le tenere carezze, gli stretti abbracciamenti, congiunti con gli saporiti basci, c/e in -uella notte )sabella sRingravid1. Farfarello in -uesto mezzo fur1 una veste di ricco trapunto di perle tutta ricamata, e un .".

vago monile c/e per lRadietro 7rtodosio ad 4rgentina donato aveva8 e aggiunta la notte se-uente, Farfarello fece )sabella e 4rgentina nella propria forma ritornare8 e presa sopra la groppa )sabella, la mattina nel spuntar dellRaurora nella casa di Gabrina la mise, e a lei Farfarello diede la veste e il monile. La maga, avuta la veste e il monile dal demonio, li diede ad )sabella, dicendo8 = Figliuola mia, terrai -ueste cose care; perci1 c/e a tempo e luogo saranno della tua lealt3 vero testimonio. = )sabella, presa la veste e il vago monile e rese le grazie alla maga, a casa ritorn1. 4d )sabella, passato il -uarto mese, incominci1 crescere il ventre e dimostrare segno di gravidezza. )l c/e vedendo, i suoi parenti molto si maravigliarono, e massime avendola per donna religiosa e santa. 7nde pi: volte lRaddimandaro se era gravida, e di cui. Ed ella con allegra faccia, di 7rtodosio s9 esser pregna respondeva. )l c/e esser falso i parenti dicevano, perci1 c/e c/iaramente sapevano il lei marito gi3 gran tempo esser stato e ora esser da lei lontano, e per conse-uente esser impossibile lei di 7rtodosio esser gravida. 2er il c/e i parenti addolorati molto cominciorono temere il scorno c/e li poteva avenire, e tra loro pi: fiate deliberarono farla morire. %a il timore dR)ddio, la perdita dellRanima del fanciullo, il mormorar del mondo e lRonor del marito da tal eccesso rimovendoli, volsero della creatura aspettare il nascimento. (enuto il tempo del parto, )sabella uno bellissimo fanciullo partor.. )l c/e inteso, i parenti grandemente si duolsero; e senza indugio ad 7rtodosio in tal maniera scrissero8 HAon gi3 per darvi noia, cognato carissimo, ma per dinotarvi il vero, noi vi avisiamo ."!

)sabella vostra moglie e sorella nostra aver non senza nostro grave scorno e disonore partorito un figliuolo, il -ual di cui sia, noi no Rl sapiamo; ma ben giudic/eressimo da voi esser generato, -uando da lei non foste cos. lungamente stato lontano. )l fanciullo con la sfacciata madre sarebbe finora per le nostre mani di vita spento, se la riverenza c/e noi portiamo a 5io, intertenuti non ci avesse. E a 5io non piaccia c/e nel proprio sangue si macelliamo le mani. 2rovedete adun-ue aR casi vostri, e salvate lRonor vostro, n9 vogliate sofferire c/e tal offesa rimanga impunitaI. Ricevute c/e ebbe 7rtodosio le lettere, e intesa la trista novella, grandemente si ramaric1; e c/iamata 4rgentina, le disse8 = 4rgentina, a me fa bisogno molto di ritornar a Firenze, acci1 c/e ispedisca certe mie bisogna di non picciola importanza; le -uali fra poc/i giorni ispedite, subito ritorner1 a te. Tu in -uesto mezzo abbi cura di te e delle cose mie, non altrimenti giudicandole c/e se tue fussero; e vivi allegra, arricordandoti di me. = 2artitosi adun-ue di Fiandra, 7rtodosio con prosperevole vento ritorn1 a Firenze; e giunto a casa, fu dalla moglie lietamente ricevuto. 2i: volte venne ad 7rtodosio un diabolico pensiero di uccidere )sabella e di Firenze c/etamente partirsi; ma considerando il pericolo e il disonore, volse ad altro tempo riservarsi il castigo. E senza dimora fece intendere aR suoi cognati il ritorno suo, pregandogli c/e nel seguente giorno a desinar seco venissero. (enuti i cognati, secondo lRinvito fatto, a casa di 7rtodosio, furono ben veduti da lui e meglio accarezzati; e tutti insieme .""

allegramente desinarono. Finito il prandio e levata la mensa, 7rtodosio cos. a dire incominci18 = 4morevoli cognati, penso c/e a voi manifesta sia la causa per la -uale noi -uivi raunati siamo8 e per1 non fa mistieri c/Rio lungamente mi distendi in parole; ma verr1 al fatto c/e a noi sRappartiene. = Ed alzato il viso contra la moglie, c/e a dirimpetto li sedeva, disse8 = &on cui, )sabella, il fanciullo, c/e in casa tieni, /ai tu conceputoC = 4 cui )sabella8 = &on esso voi, = rispose. = %ecoC e come mecoC = disse 7rtodosio; = gi3 sono cin-ue anni c/e io ti sono lontano, e dRallora c/e mi partii, non mi /ai veduto. E come dici tu averlo conceputo mecoC = Ed io vi dico, = disse )sabella, = c/e Rl figliuolo @ vostro; e in Fiandra con esso voi /ollo conceputo. = 4llora 7rtodosio, dRira acceso, disse8 = 4/, bugiarda femina e dRogni vergogna priva, -uando in Fiandra fosti tu giamaiC = <uando giac-ui nel letto con voi, = rispose )sabella. E cominciando dal principio del fatto li raccont1 il luogo, il tempo e le parole tra loro -uella notte usate. )l c/e -uantun-ue ad 7rtodosio ed aR cognati ammirazione porgesse, non per1 credere lo poteano. 7nde )sabella, vedendo la dura ostinazione del marito e conoscendolo incredulo, levossi da sedere, e andatasene in camera, prese la veste ricamata e il bel monile; e ritornata al marito, disse8 = &onoscete voi, signor mio, -uesta veste s. divinamente trappuntaC = 4 cui 7rtodosio, -uasi smarrito e fuor di s9 rispose8 = en @ vero c/e una veste simile mi manc1, n9 mai di -uella si puote aver nuova. = Sapiate = disse )sabella, = -uesta esser la propria veste c/e allora vi manc1. = )ndi posta la mano in seno, trasse fuora il ricco ."#

monile, e disse8 = &onoscete voi ancora -uesto monileC = 4 cui contradire non potendo il marito, di conoscerlo rispose8 soggiongendo, -uello con la veste esserli stati allora involato. = %a acci1 c/e voi, disse )sabella, = conosciate la fedelt3 mia, vogliovi apertamente dimostrare c/e scioccamente voi vi sfidate di me. = E fattosi recare il fanciullo, c/e la balia nelle braccia teneva, e spogliatolo deR suoi bianc/issimi pannicelli, disse8 = 7rtodosio, conoscete voi -uesto bambinoC = e mostr1li il piede manco c/e del dito minore mancava8 vero indizio e intiero testimonio della materna fede, perci1 c/e ad 7rtodosio altres. tal dito naturalmente mancava. )l c/e 7rtodosio vedendo, s. fattamente sRammut., c/e non seppe n9 puote contradire; ma preso il fanciullo nelle braccia, lo basci1, e per figliuolo lo ricevette. 4llora )sabella prese maggior ardire, e disse8 = Sapiate, 7rtodosio mio diletto, c/e i digiuni, le orazioni e gli altri beni c/Rio feci per sentir novelle di voi, mi /anno fatto ottenere -uello c/e sentirete. )o, stando una mattina nel sacro tempio dellR4nnunciata in genocc/ioni pregandola c/e intendessi di voi nuova, fui essaudita. )mperci1 c/e da un angelo in Fiandra io fui invisibilmente portata, e appresso voi nel letto mi coric1; e tante furon le carezze c/e in -uella notte mi feste, c/e di voi gravida rimasi. E nella seguente notte con le robbe a voi mostrate a Firenze nella propria casa mi ritrovai. = 7rtodosio e i fratelli, veduti c/Rebbero gli evidentissimi segni e udite le parole c/e )sabella fedelmente raccontava, insieme lRun con lRaltro sRabbracciarono e basciarono, e con amore maggiore c/e prima la loro parentela stabilirono. 5opo passati alcuni ."$

giorni, 7rtodosio in Fiandra ritorn1, dove onorevolmente marit1 4rgentina; e caricate le sue merci sopra una grossa nave, ritorn1 a Firenze, dove con )sabella e col fanciullo in lieta e tran-uilla pace lungo tempo visse. =

FAVOLA II.
Malg/$ri#a S"ola#ina !7inna&ora di T$odoro Calog$ro, $ nuo#ando !$ n$ %a a #ro%arlo( $ ! o"$r#a da7 fra#$lli $ inganna#a dall7a $!o lu&$, &i!$ra&$n#$ in &ar$ !7ann$ga.

*FIORDIANA,= 4more, s. come io trovo dagli uomini savi prudentissimamente descritto, niuna altra cosa @ c/e una irrazionabile volont3, causata da una passione venuta nel cuore per libidinoso pensiero. ) cui malvagi effetti sono dissipamento delle terrene ricc/ezze, guastamento delle forze del corpo, disviamento dellRingegno, e della libert3 privazione. )n lui non @ ragione, in lui non @ ordine, in lui non @ stabilit3 alcuna. Egli @ padre deR vizi, nemico della giovent:, e della vecc/iezza morte; e rade volte o non mai gli @ conceduto felice e glorioso fine8 s. come avenne ad una donna della famiglia Spolatina, la -ual, sottoposta a lui, miseramente fin. la vita sua. Ragusi, valorose donne, c/iarissima citt3 della 5almazia, @ posta nel mare, ed /a non molto da lungi una isoletta communalmente c/iamata lR)sola di mezzo, dove @ un forte e ben fondato castello; e tra Ragusi e la sopradetta ."%

isola @ un scoglietto, dove altro non si trova se non una c/iesa assai picciola con un poco di capanna mezza coperta di tavole. <uivi non abitavano persone per esser il luoco sterile e di cattiva aria, eccetto un &alogero, Teodoro c/iamato, il -uale per scargamento deR peccati suoi divotamente serviva a -uel tempio. &ostui, non avendo il modo di sostentare la vita sua, andavasi -uando a Ragusi e -uando allR)sola di mezzo, e mendicava. 4venne c/e sendo un giorno Teodoro nellR)sola di mezzo e mendicando il pane secondo il costume suo, trov1 -uello c/e mai non sRavea imaginato di trovare. )mperci1 c/e se gli feR incontro una vaga e leggiadra giovane, %alg/erita nomata; la -ual, veggendolo di forma bello e riguardevole, consider1 tra s9 stessa lui essere uomo pi: tosto da essercitarsi neR piaceri umani, c/e darsi alla solitudine. 7nde %alg/erita s. fieramente nel cuore lRabbracci1, c/e giorno e notte ad altro non pensava c/e a lui. )l &alogero, c/e di ci1 ancora non sRavedeva, continuava il suo essercizio di mendicare8 e spesso se nRandava alla casa di %alg/erita, e c/iedevale limosina. %alg/erita, del lui amore accesa, facevagli limosina; non per1 osava scoprirgli il suo amore. %a amore, c/e @ scudo di c/iun-ue volontieri segue le sue norme, n9 mai gli manca dRinsegnar la via di pervenire al desiderato fine, diede al-uanto di ardire a %alg/erita; e accostatasi a lui, in tal guisa disse8 = Teodoro, fratello e solo refrigerio dellRanima mia, tanta @ la passione c/e mi tormenta, c/e se voi non mi prestate aiuto, presto mi vedrete di vita priva. )o, infiammata del vostro amore, non posso pi: resistere allRamorose fiamme. Ed acci1 c/e voi di ."&

mia morte non siate cagione, mi prestarete subito soccorso; = e -ueste parole dette, si mise fortemente a piagnere. )l &alogero, c/e ancor non sRaveva aveduto c/Rella lRamasse, rest1 come pazzo. %a rassicurato al-uanto, ragion1 con lei; e s. fatti furono i ragionamenti loro, c/e, lasciate da canto le cose celesti, nelle amorose entrarono8 n9 altro li restava, se non il commodo di trovarsi insieme e adempir la lor bramosa voglia. La giovane, c/e era molto accorta, disse8 = 4mor mio, non dubitate; c/e io vi dimostrer1 il modo c/e avremo a tenere. )l modo sar3 -uesto. (oi in -uesta sera a -uattro ore di notte porrete un lume acceso alla finestra della capanna vostra; ed io, -uello veduto, immantenenti verrommi a voi. = 5isse Teodoro8 = 5e/B come farai tu, figliuola mia, a passar il mareC Tu sai c/e n9 io n9 tu avemo navicella da trag/ettare; e mettersi nellRaltrui mani sarebbe molto pericoloso allRonore e alla vita dRambiduo. = 5isse la giovane8 = Aon dubitate punto; lasciate il carico a me, perci1 c/e io trovai la via di venire a voi senza pericolo di morte e di onore. )o, veduto il lume acceso, me ne verr1 a voi nuotando; n9 alcuno sapr3 i fatti nostri. = 4 cui Teodoro8 = Egli @ pericolo c/e non ti attuffi nel mare; perci1 c/e tu sei giovanetta e di poca lena, e il viaggio @ lungo, e ti potrebbe agevolmente mancare il fiato, e sommergerti. = Aon temo = rispose la giovane, = di non mantener la lena; perci1 c/e io nuoterei a gara dRun pesce. = )l &alogero, vedendo il suo fermo volere, accontent1; e venuta la buia notte, secondo il dato ordine, accese il lume8 e apparecc/iato un bianc/issimo sugatoio, con grandissima allegrezza aspett1 la desiderata giovane. La -uale, veduto il .#(

lume, sRallegr1; e spogliatasi le sue vestimenta, scalza e in camiscia, sola nRand1 alla riva del mare8 dove, trattasi la camiscia di dosso e ravoltala a lor guisa in testa, sRavent1 nel mare; e tanto le braccia e i piedi nuotando distese, c/e in men dRun -uarto dRora aggiunse alla capanna del &alogero, c/e lRaspettava. )l -uale, veduta la giovane, la prese per la mano e menolla nella sua mal coperta capanna8 e preso il sugatoio come neve bianco, con le proprie mani da ogni parte lRasciug18 indi condottala nella sua celletta e postala sopra un letticello, presso lei si coric1 e seco prese gli ultimi frutti dRamore. ) duo amanti stettero due grandRore in dolci ragionamenti e stretti abbracciamenti; e la giovane molto paga e contenta dal &alogero si part., lasciando per1 buon ordine di ritornare a lui. La giovane, c/e gi3 era assuefatta ai dolci cibi del &alogero, ogni volta c/Rella vedeva il lume acceso, a lui nuotando se nRandava. %a lRempia e cieca fortuna, mutatrice deR regni, volvitrice delle cose mondane, nemica di ciascun felice, non sofferse la giovane lungo tempo il suo caro amante godere; ma come invidiosa dellRaltrui bene, sRinterpose e ruppe ogni suo disegno. )mperci1 c/e, sendo lRaria da noiosa nebbia dRognRintorno impedita, la giovane, c/e avea veduto lRacceso lume, si gett1 nel mare; e nuotando, fu da certi pescatori, c/e poco lontano pescavano, scoperta. ) pescatori, credendo lei esser un pesce c/e nuotasse, si misero intentamente a riguardare; e conobbero lei esser femina, e videro lei nella capanna del &alogero smontare. 5i c/e si maravigliarono assai. E presi i lor remi in mano, aggiunsero alla capanna8 dove postisi in .#'

agguato, tanto aspettarono, c/e la giovane usc. fuori della capanna, e nuotando se nRandava verso lR)sola di mezzo. %a la mesc/inella non seppe tanto occultarsi, c/e daR pescatori non fusse conosciuta. 4vendo adun-ue i pescatori scoperta la giovane, e conosciuto c/i ella era, e veduto pi: volte il periglioso passaggio, e compreso il segno dellRacceso lume, deliberarono pi: fiate tra s9 stessi tenere il fatto occulto. %a poscia, considerato il scorno c/e poteva avenire allRonesta famiglia e il pericolo di morte in cui la giovane incappar poteva, mutorono openione, e al tutto tal cosa aR fratelli della giovane deliberarono palesare; e andatisene alla casa delli fratelli di %alg/erita, di punto in punto gli raccontaro il tutto. ) fratelli, udita e intesa la trista nuova, creder non la poteano, se prima con i propri occ/i tal cosa non vedeano. %a poscia c/e di tal fatto furono c/iari, deliberarono di farla morire; e fatto tra loro deliberato consiglio, -uello esse-uirono. )mperci1 c/e il minor fratello nel brunir della sera ascese nella navicella, e c/etamente solo al &alogero se nRand1; e a -uello ric/iese c/e per -uella notte lRalbergo non gli negasse, perci1 c/e era avenuto un caso, per lo -uale stava in gran pericolo dResser preso e per giustizia morto. )l &alogero, c/e conosceva lui esser fratello di %alg/erita, benignamente il ricevette e carezzollo; e tutta -uella notte stette seco in vari ragionamenti, dic/iarandogli le miserie mondane e i peccati gravi c/e mortificano lRanima e fannola serva del diavolo. %entre c/e Rl minor fratello col &alogero dimorava, gli altri fratelli nascosamente uscirono di casa, e presa unRantennella e il lume, montarono in nave e verso la .#-

capanna del &alogero se nRandarono; e aggiunti c/e furono, drizzarono lRantennella in piede, e sopra -uella posero lRacceso lume, aspettando -uello avenir potesse. La giovane, veduto il lume acceso, secondo il suo costume si mise in mare; e animosamente nuotava verso la capanna. ) fratelli, c/e c/eti si stavano, udito il movimento c/e %alg/erita nellRac-ua faceva, presero i lor remi in mano, e c/etamente col lume acceso si scostorono dalla capanna; e senza esser da lei sentiti, n9 per la scura notte veduti, pian piano cominciarono senza far strepito alcuno vogare. La giovane, c/e per la buia notte altro non vedeva fuori c/e lRacceso lume, -uello seguiva; ma i fratelli tanto si dilungarono, c/e la condussero nellRalto mare8 e calata gi: lRantenna, estinsero il lume. La miserella, non vedendo pi: il lume, n9 sapendo dove si fusse, gi3 stanca per lo lungo nuotare, si smarr.; e vedendosi fuori dRogni soccorso umano, sRabbandon1 del tutto, e, come rotta nave, fu ingiottita dal mare. ) fratelli, c/e vedevano non esser pi: rimedio al suo scampo, lasciata lRinfelice sorella nel mezzo delle marine onde, ritornarono a casa. )l fratello minore, fatto il c/iaro giorno, rese le debite grazie al &alogero per le accoglienze fatte e da lui si part.. Gi3 si spargeva la trista fama per tutto il castello c/e %alg/erita Spolatina non si trovava. 5i c/e i fratelli fingevano averne grandissimo dolore, ma dentro del cuore sommamente godevano. Aon varc1 il terzo giorno, c/e il corpo morto della infelicissima donna fu dal mare alla riva del &alogero gettato. )l -uale, vedutolo e conosciutolo, poco manc1 c/e non si privasse di vita. %a presolo per un .#.

braccio, niuno per1 avedendosi, lo trasse fuori dellRonde e portollo dentro in casa; e gettatosi sopra il morto viso, per lungo spazio lo pianse, e di abbondantissime lagrime il bianco petto coperse, assai volte in vano c/iamandola. %a poscia c/e ei ebbe pianto, pens1 di darle degna sepoltura, ed aiutare con orazioni, con digiuni e con altri beni lRanima sua. E presa la vanga con cui alle volte vangava il suo orticello, fece una fossa nella c/iesetta sua, e con molte lagrime le c/iuse gli occ/i e la bocca8 e fattale una g/irlanda di rose e viole, gliela pose in capo; indi datale la benedizione e basciatala, dentro la fossa la mise e con la terra la coperse. E in tal guisa fu conservato lRonor deR fratelli e della donna, n9 mai si seppe -uello di lei si fosse. =

FAVOLA III.
Ci&aro!#o 'uffon$ %a a Ro&a, $ uno !uo !$ r$#o a L$on$ "a"a ra on#a, $ fa dar d$ll$ 'u!!$ a duo !uoi !$ r$#i a&$ri$ri.

*LODOVICA,= La favola, graziose e amorevoli donne, da Fiordiana ingeniosamente raccontata, vi /a dato materia di spargere -ualc/e lagrima per esser stata pietosa; ma perc/9 -uesto luogo @ pi: tosto luogo di ridere c/e di piagnere, /o determinato dirne una, la -ual spero vi sar3 di non poco piacere; perci1 c/e intenderete le buffonarie fatte da uno bresciano, il -ual, credendosi a Roma divenir ricco, in .#!

povert3 e in miseria fin. la vita sua. Aella citt3 di rescia, posta nella provincia di Lombardia, fu gi3 un buffone, &imarosto per nome c/iamato8 uomo molto astuto, ma aR bresciani poco grato, s. perc/9 egli era dedito allRavarizia, devoratrice di tutte le cose, s. anco perc/9 egli era bresciano, e niun profeta @ ricevuto nella propria patria. (edendo &imarosto non avere il convenevole precio c/e li pareva per le sue facezie meritare, tra s9 stesso molto si sdegn1; e senza far sapere ad alcuno il voler suo, di rescia si part., e verso Roma prese il cammino, pensando di ac-uistare gran -uantit3 di danari8 ma non gli and1 fatto comRera il desiderio suo, perci1 c/e la citt3 di Roma non vuole pecora senza lana. Trovavasi in -uei tempi in Roma sommo pontefice Leone, di nazione alemanna; il -uale, -uantun-ue scienziato fosse, pur alle volte e di buffonarie e di altri simili piaceri, come fanno e gran signori, molto si dilettava8 ma poc/i, anzi niuno era guidardonato da lui. &imarosto, non avendo conoscenza dRalcuno in Roma, n9 sapendo in -ual guisa farsi a papa Leone conoscere, determin1 di andare personalmente a lui e dimostrargli le sue virt:. E andatosene al palazzo di San 2ietro, dove il papa faceva la residenza, trov1 nella prima entrata un cameriere assai robusto, con barba nera e folta; il -ual gli disse8 = E dove vai tuC = E postali la mano nel petto, lo ribatt@ in dietro. &imarosto, vedendo la turbata ciera del cameriere, con umil voce disse8 = 5e/, fratello mio, non mRimpedir lRentrata, perci1 c/e /o da ragionar col papa cose importantissime. = 5isse il cameriere8 = 2arteti di -ua per .#"

lo tuo meglio; se non, tu troverai cose c/e non ti piaceranno. = &imarosto pur instava dRentrare, affermando tuttavia di aver cose importantissime da ragionare. )ntendendo il cameriere la cosa esser di molta importanza, pens1 tra s9 c/Regli dovesse dal papa esser sommamente guidardonato; e pattiggi1 con lui se libera lRentrata voleva. E la lor convenzione fu -uesta8 c/e &imarosto desse al cameriere nel suo ritorno dal papa la met3 di -uello c/e gli fia concesso. )l c/e di fare &imarosto largamente promise. Ed andato pi: oltre, &imarosto entr1 nella seconda camera, alla cui custodia dimorava un giovane assai mansueto; il -uale, levatosi da sedere, ci li feR incontro, e disse8 = &/e addimandi tu, compagnoneC = 4 cui rispose &imarosto8 = )o vorrei parlar col papa. = 5isse il giovane8 = 7ra non se gli pu1 parlare, perci1 c/e ad altri negozi egli @ occupato8 e sallo )ddio -uando fia il tempo commodo di poterli parlare. = 5isse &imarosto8 = 5e/, non mi tener a bada; perci1 c/e troppo sono importanti le cose c/e raccontargli intendo. = )l giovane, udite cotai parole, pens1 -uello istesso c/e lRaltro cameriere imaginato sRaveva; e dissegli8 = Se tu vuoi entrare, voglio la met3 di tutto -uello c/e il papa ti concedr3. = )l c/e di fare &imarosto liberamente rispose. Entrato adun-ue &imarosto nella sontuosa camera del papa, vidde un vescovo tedesco c/e stava discosto dal papa in un cantone; ed accostatosi a lui, si mise seco a ragionare. )l vescovo, c/e non aveva lRitaliano idioma, ora tedesco ora latino parlava; e &imarosto, fingendo di parlar tedesco, s. come i buffoni fanno, ci1 c/e in bocca gli venea, respondeva. E di tal maniera erano le loro parole, c/e n9 .##

lRuno n9 lRaltro non intendeva -uello si dicesse. )l papa, c/e era al-uanto occupato con un cardinale, disse al cardinale8 = 7di tu c/e odo ioC = eatissimo padre, s., = rispose il cardinale. Ed avedutosi il papa, c/e ogni linguaggio ottimamente sapea, del burlo c/e faceva &imarosto al vescovo, rise e gran piacere ne prese. E fingendo di ragionar col cardinale, acci1 c/e la cosa pi: in lungo si traesse, gli volt1 le spalle. 4vendo adun-ue &imarosto e il (escovo per gran spazio con grandissimo piacer del papa contrastato insieme, n9 intendendo lRuno e lRaltro il suo linguaggio, finalmente disse &imarosto latinamente al vescovo8 = 5i -ual citt3 sete voiC = 4 cui rispose il vescovo8 = )o sono della citt3 di Aona. = 4llora disse &imarosto8 = %onsignor mio, non @ maraviglia se voi non intendevate il parlar mio, n9 io il vostro; perci1 c/e, se voi sete da Aona, e io sono da compieta. = Sentita il papa la pronta e arguta risposta, si mise col cardinale in s. fatto riso, c/e -uasi si smascellava. E c/iamatolo a s9, lRaddimand1 c/i egli era, e di dove venea, e c/e andava facendo. &imarosto, prostrato a terra e basciato il piede al santo padre, rispose esser bresciano, e nominarsi &imarosto, ed esser venuto da rescia a lui per ottenere una grazia da Sua Santit3. 5isse il papa8 = 4ddimanda -uel c/e vuoi. = )o, = rispose &imarosto, = altro non voglio da (ostra eatitudine, se non venticin-ue staffilate, e delle migliori. = )l papa, udendo la sciocca dimanda, molto si maravigli1, e assai se ne rise. %a pur &imarosto fortemente instava c/e la grazia li fosse concessa. )l papa, vedendolo persistere in cotal suo volere, e conoscendo lui dir da .#$

dovere fece c/iamare un robustissimo giovane, e ordinolli c/e in presenza sua gli desse venticin-ue buone staffilate per suo amore. )l giovane, ubedientissimo al papa, fece spogliar &imarosto nudo come nac-ue; e preso un sodo staffile in mano, voleva esse-uire il comandamento impostoli dal papa. %a &imarosto con c/iara voce disse8 = Fermati, giovane, e non mi battere. = )l papa, veggendo la pazzia di costui, e non sapendo il termine, scoppiava dalle molte risa; e comand1 al giovane c/e si fermasse. Fermatosi il giovane, &imarosto cos. ignudo sRingionicc/i1 dinanzi al papa, e con calde lagrime disse8 = Aon @ cosa, beatissimo padre, al mondo, c/e pi: dispiac-ua a )ddio c/e la rotta fede. )o per me voglio mantenerla, pur c/e (ostra Santit3 non sia manc/evole. )o contra mia voglia promisi a duo deR vostri camerieri la met3 di -uello c/e da (ostra Santit3 mi sar3 concesso. )o ric/iesi venticin-ue staffilate buone, e voi per vostra innata umanit3 e cortesia concesse me lRavete. (oi adun-ue per nome mio farete dar dodeci staffilate e mezza ad uno cameriere, e dodeci e mezza allRaltro; e cos. facendo, voi adempirete lRaddimanda mia, ed io la lor promessa. = )l papa, c/e non intendeva il fine della cosa, disse8 = E c/e vuoi per -uesto direC = 4llora disse &imarosto8 = Se io, santissimo padre, volsi -ua entro entrare ed a (ostra eatitudine appresentarmi, forza mi fu contra ogni mio volere pattiggiare con duo deR camerieri vostri, e con giuramento promettergli la met3 di -uello c/e voi mi concederete. 7nde, non volendo mancare della promessa fede, mi @ forza di dare a ciascun di loro la parte sua, e io ne rimarr1 senza. = )l papa, intesa la cosa, assai si .#%

risent.; e fatti i camerieri a s9 venire, ordin1 c/e si spogliassino e, secondo c/e &imarosto promesso li aveva, fussero battuti. )l c/e fu subito esse-uito. Ed avendo il giovane a ciascuno di lor duo date dodeci staffilate, e mancandone una al numero di venticin-ue, ordin1 il papa c/e lRultimo ne avesse tredeci. %a &imarosto disse8 = Aon bene si conviene, perci1 c/e egli arrebbe pi: di -uello c/e io li promisi. = %a come si far3C = disse il papa. Rispose &imarosto8 = Fategli legare ambiduo sopra una tavola, uno appresso lRaltro, con le rene in su; ed il giovane gliene dar3 una buona, c/e accing/er3 indifferentemente lRuno e lRaltro8 e cos. ciascuno ugualmente arr3 la parte sua, e io ne rimarr1 libero. 2artito &imarosto dal papa senza rimunerazione alcuna, fu per le sue pronte risposte dalle persone circondato. Ed avicinatosi a lui un prelato c/e era buon compagno, disse8 = &/e @ -ui de nuovoC = E prestamente &imarosto rispose8 = Aon altro, salvo c/e dimane si grider3 la pace. = )l prelato, c/e creder no Rl poteva, n9 ragion vi era c/e creder lo dovesse, disse a &imarosto8 = Tu non sai -uel c/e tu ti dici, perci1 c/e egli @ tanto tempo c/e Rl papa e Franza guerreggiano insieme, n9 mai si /a sentita parola di pace. = E fatto lungo contrasto insieme, disse &imarosto al prelato8 = %essere, volete c/e vada un godimento tra noi, c/e dimani si grider3 la paceC = SS, = rispose il prelato. Ed in presenzia di testimoni misero dieci fiorini per uno a godere insieme. 2artitosi il prelato con animo di far gozzoviglia a costo di &imarosto, allegramente se nRandava. %a &imarosto, c/e non dormiva, and1 al suo .#&

alloggiamento; e trovato il patrone in casa, disse8 = 2atrone, io vorrei da voi un piacere c/e sar3 utile e di diletto. = E c/e vuolC = disse il patrone; = non sai c/e mi puoi comandareC = )o = disse &imarosto, = non voglio altro da voi, se non c/e la moglie vostra dimani si vesti di -uelle armi antic/e c/e sono nella camera vostra; n9 dubitate punto di male, n9 di disonore alcuno8 e poi lasciate la cura a me. = 4veva la moglie del patrone nome 2ace, e lRarmature da uomo di arme erano s. rugginose e di s. gran peso, c/e un uomo, -uantun-ue gagliardo fosse, sendo in terra steso, levar non si potrebbe. )l patrone, c/e era festevole e molto attrattivo, conosceva &imarosto pieno di berte; e per1 di tal cosa volse compiacergli. (enuto il d. se-uente, il patrone fece la moglie di tutte -uelle armi vestire, e cos. armata, la fece in terra nella sua camera distendere; poi disse alla donna8 = Levati su in piedi; = ed ella pi: volte si sforz1 di levarsi, ma muoversi non si potea. &imarosto, vedendo c/e la cosa gli riusciva s. come desiderava, disse al patrone8= 2artiansi di -ua; = e c/iuso lRuscio della camera c/e guardava sopra la strada publica, si partirono. La moglie del patrone, vedendosi c/iusa sola in camera, e non potendosi movere, grandemente temette di -ualc/e sinistro caso, e ad alta voce si mise a gridare. La vicinanza, sentendo il gran grido e il suono delle armi, corse a casa dellRoste. &imarosto, udito il tumulto degli uomini e delle donne c/e vi erano concorsi, disse al patrone8 = Aon vi movete, n9 parlate; ma lasciate il carico a me, c/e presto goderemo. = E sceso gi: per la scala, and1 sopra la strada, e addimand1 -uesto e -uello8 = &/i @ colui .$(

c/e s. fortemente gridaC = E tutti ad una voce rispondeano8 = Aon odi tu c/e grida la 2aceC = E fattosi replicare e treplicar tal detto, c/iam1 molti testimoni della gridata pace. 2assata lRora di compieta, venne il prelato, e disse8 = Tu /ai pur perso, fratello, il godimento. Aon @ gi3 fin ora staR gridata la pace. = 4nzi s., = rispose &imarosto. E tra loro fu grandissimo contrasto; e fu bisogno c/Run giudice la causa determinasse. )l -uale, udite le ragioni dellRuna parte e lRaltra, e uditi i testimoni c/e apertamente deponevano tutta la vicinanza aver sentito gridar la pace, sentenzi1 il prelato a pagare il godimento. Aon passarono duo giorni, c/e &imarosto, andando per la citt3, sRincontr1 in una donna romana ricc/issima ma sozza come il demonio. &ostei era maritata in un bellissimo giovane; e di tal matrimonio ognuno si maravigliava. 4venne c/e allora a caso pass1 unRasinella; e a lei voltatosi, &imarosto disse8 = 7 poverella, se tu avessi danari assai come /a costei, tu ti maritaresti. = )l c/e intendendo, un gentiluomo, c/e della sozza donna era parente, prese un bastone e sopra la testa gli diede s. fatta percossa, c/e per mani e per piedi a casa dellRoste lo portarono. )l cirugio, per poterlo meglio medicare, gli fece rader la testa. Gli amici c/e venevano a visitarlo, dicevano8 = &imarosto, come staiC Tu sei rasoC = Ed egli diceva8 = 5e/, tacete per vostra f9, e non mi date noia; c/e se raso o damasc/ino io fosse, io vaierei un fiorino il braccio, c/e ora nulla vaglio. = (enuta poi lRultima ora della sua vita, venne il sacerdote per dargli lRultima unzione, e cominciollo ungere; e venuto con lRunzione ai piedi, disse &imarosto8 = 5e/B messer, non mi .$'

ungete pi:. Aon vedete voi come presto vado e leggermente corroC = ) circostanti, udendo -uesto, si misero a ridere; e &imarosto cos. buffoneggiando in -uel punto se ne mor.8 e in tal guisa egli con le sue buffonarie ebbe miserabil fine. =

FAVOLA IV.
Duo fra#$lli !7a&ano !o&&a&$n#$( l7uno $r a la di%i!ion$ d$lla fa ul#3, l7al#ro gli on!$n#$, &a %uol$ /$ la di%ida. Egli la di%id$( l7al#ro non !i on#$n#a, &a %uol$ la &$#3 d$lla &ogli$ $ d$7 figli, $ "oi !7a .u$#ano.

*LIONORA,= Grande veramente, amorevoli e graziose donne, @ lRamore del tenero padre verso il suo figliuolo; grande @ la benivolenza del stretto e fedel amico verso lRaltro; grande @ lRamorevolezza c/e porta lRorrevole cittadino alla cara e diletta sua patria. %a non minore giudico esser -uello di duo fratelli, -uando sommamente e con perfetto amore sRamano insieme. 5a -uesto, avenga c/e sovente il contrario si vegga, riescono lieti e maravigliosi effetti, c/e oltre la speranza riducono lRuomo al desiderevole fine. E di ci1 io ne potrei addurre infiniti esempi8 i -uali, per non fastidire -uesta nobile e grata compagnia, con silenzio passo. E per attendere a -uanto vi /o promesso, intendo ora di raccontarvi un caso poco tempo fa a duo fratelli avenuto, il .$-

-uale spero vi sar3 pi: tosto di non picciolo frutto, c/e di contentezza. )n Aapoli, citt3 nel vero celebre e famosa, copiosa di leggiadre donne, costumata e abondevole di tutto -uello c/e imaginar si puole, furono due fratelli; lRuno deR -uai si c/iamava Ermacora e lRaltro 4ndolfo. &ostoro erano di stirpe nobile e della famiglia &arafa, e ambiduo dotati di risvegliato ingegno; e appresso -uesto maneggiavano molte merci, con le -uali avevano ac-uistato un ricco tesoro. <uesti, sendo ricc/i e di nobil parentado e senza moglie, come ad amorevoli fratelli conviene, vivevano a comuni spese; e tanto era il loro fratellevole amore, c/e lRuno non faceva cosa veruna, c/e non fosse di somma contentezza dellRaltro. 4 venne c/e 4ndolfo, minor fratello, con consenso per1 di Ermacora, si marit1; e prese per sua legittima moglie una donna gentile e bella e di sangue nobile, il cui nome era &astoria. &ostei, perci1 c/e prudente era e di alto ingegno, non meno onestamente amava e riveriva Ermacora suo cognato, c/e 4ndolfo suo marito8 e lRuno e lRaltro di loro con reciproco amore le correspondeva; e tanta era fra loro la concordia e la pace, c/e per lRadietro mai non si trov1 la pare. &astoria, s. come piac-ue al giusto 5io, ebbe molti figliuoli8 e s. come cresceva la famiglia, cos. parimente cresceva lRamorevolezza e la pace e sRaumentavano le ricc/ezze8 n9 vRera tra loro mai differenzia alcuna; anzi tuttRe tre erano dRun medesimo volere e dRuna medesima volont3. &resciuti i figliuoli, e giunti alla perfetta et3, la cieca fortuna, invidiosa dellRaltrui bene, sRinterpose; e dove era .$.

unione e pace, cerc1 di metter guerra e discordia. 7nde 4ndolfo, mosso da fanciullesco e non ben regolato appetito, deliber1 al tutto dividersi dal fratello, e conoscere la parte deR beni suoi, e abitare separatamente altrove; e un d. disse al fratello8 = Ermacora, egli @ gran tempo c/e noi amorevolmente abbiamo abitato insieme e communicato il nostro avere, n9 mai tra noi @ stata torta parola; e acci1 c/e la fortuna, volubile come al vento foglia, non semini tra noi -ualc/e zizzania, ponendo disordine e discordia dove @ ordine e pace, determinai conoscer il mio e venire alla divisione teco; e -uesto io fo, non c/e abbia mai ricevuta ingiuria da te, ma acci1 c/e ad ogni mio volere possa disponere le cose mie. = Ermacora, inteso il sciocco voler del fratello, non si puote astenere c/e non si ramaricasse8 e principalmente non essendovi causa per la -uale egli dovesse moversi s. leggermente a separarsi da lui; e con dolci ed affettuose parole incominci1 ammonirlo ed essortarlo c/e da -uesto ini-uo pensiero si dovesse rimovere. %a 4ndolfo, pi: ostinato c/e prima, persisteva nel suo malvagio volere; n9 considerava il danno c/e avenir ne poteva. 7nde con voce robesta disse8 = Ermacora, egli @ commun proverbio c/e ad uomo deliberato non giova consiglio; e per1 non fa bisogno c/e con tue lusing/evoli parole mi rimovi da -uello c/e gi3 fermamente proposi nellRanimo mio, n9 voglio c/e mi astringi a renderti la ragione per la -uale io mi muova a separarmi da te. E -uanto pi: tosto farai la divisione, tanto maggiormente mi fia grato. = Edendo Ermacora il fermo voler del fratello, e vedendo di non poterlo con dolci parole rimuovere, disse8 .$!

= 2oscia c/e cos. ti aggrada c/e noi dividiamo il nostro avere, e c/e lRuno e lRaltro si separi, io >non per1 senza grave dolore e grandissimo discontento? sono apparecc/iato di sodisfarti e adempire ogni tuo volere. %a una sol grazia a te addimando, e pregoti c/e -uella non mi neg/i, e negandola presto vedresti il termine della vita mia. = 4 cui 4ndolfo8 = 5. c/e ti piace, = rispose, = c/e in ogni altra cosa, fuor c/e in -uesta, son per contentarti. = 4llora disse Ermacora8 = 5ividere la robba e separarsi lRuno da lRaltro, @ giusto e ragionevole; ma dovendosi far -uesta divisione, io vorrei c/e tu fosti il partitore, facendo le parti s. c/e niuno sRavesse a sentire. = Rispose 4ndolfo8 = Ermacora, a me non aspetta far le parti, perci1 c/e io sono il fratello minore; ma appartiene a te, come fratello maggiore. = Finalmente 4ndolfo, bramoso di dividere e dRadempire la sua sfrenata voglia, n9 vedendo altro rimedio di venir al fine, divise i beni, e al fratel maggiore diede la elezione. Ermacora, c/e era uomo aveduto, ingenioso e dRanimo benigno, -uantun-ue vedesse le parti esser giustissime, finse per1 -uelle non esser uguali, ma in diverse cose manc/evoli; e disse8 = 4ndolfo, la divisione c/e tu /ai fatta, ti par per tuo giudizio c/e stia bene, e niuno si abbia a dolere; ma a me pare c/e uguale non sia. 7nde ti prego c/e meglio la sostanzia dividi, acci1 c/e lRuno e lRaltro resti contento. = (edendo 4ndolfo il fratello della divisione non contentarsi, rimosse alcune cose da una parte e le mise allRaltra; e addimandolli se in tal maniera erano le parti uguali, e se di tal divisione si contentava. Ermacora, c/e era tutto amore e carit3, sempre gli opponeva e fingeva di non contentarsi, .$"

-uantun-ue il tutto fosse con sincerit3 ottimamente diviso. 2arve molto strano ad 4ndolfo c/e Rl fratello non si contentasse di -uello c/e fatto aveva; e con faccia tutta di sdegno pregna, prese la carta nella -ual era annotata la divisione, e -uella con molto furore s-uarci1; e voltatosi contra il fratello, disse8 = (a, e secondo c/e ti piace, dividi; perci1 c/e io sono disposto al tutto vedere il fine, avenga c/e fosse con mio non poco danno. = Ermacora, c/e c/iaramente vedeva lRacceso animo del fratello, con umil voce graziosamente disse8 = 4ndolfo, fratello mio, non ti sdegnare, e non permettere c/e Rl sdegno superi la ragione; raffrena lRira, tempera la collera e conosci te stesso; poscia come prudente e savio considera se le parti sono pari8 e non essendo pari, fa c/Relle siano; perci1 c/e allora mi acc/eter1, e senza contrasto torr1 la parte mia. = 4ndolfo ancor non intendeva lRalto concetto c/e era ascosto nel ben disposto cuore del fratello; n9 avedevasi dellRartificiosa rete colla -uale egli sRingegnava di prenderlo. 7nde con maggior empito e con maggior furore c/e prima, contra il fratello disse8 = Ermacora, non ti dissi io c/e tu facesti le parti come fratello maggioreC E perc/9 non le festiC Aon mi promettesti tu di contentarti di -uello c/e da me deliberato fosseC E perc/9 ora mi manc/iC = Rispose Ermacora8 = Fratello mio dolcissimo, se tu /ai partita la robba e datami la parte mia, se ella non @ eguale alla tua, -ual ragion vuole c/Rio non mi lamentaC = 5isse 4ndolfo8 = <ual cosa si trova in casa, della -uale ancor tu non abbi avuta la parte tuaC = Rispose Ermacora, non averla avuta; e 4ndolfo diceva c/e s., e Ermacora diceva c/e no. = )o vorrei sapere .$#

= disse 4ndolfo, = in c/e mancai, c/e le parti non siano pari. = 4 cui rispose Ermacora8 = Tu mancasti, fratel mio, nel pi:. = E perc/9 Ermacora vedeva 4ndolfo pi: adirarsi, e la cosa, se pi: in lungo andava, poteva partorire scandolo s. dellRonore come della vita, trasse un gran sospiro; e disse8 = Tu dici, o amorevole fratello, avermi data intieramente la parte c/e di ragion mi tocca; e io il nego, e il provo con evidentissima ragione, c/e potrai con lRocc/io vedere e con la mano toccare. 5immi un poco, e il sdegno stia da parte, -uando tu menasti a casa &astoria, tua diletta moglie e mia cara cognata, non eravamo noi in fraternaC = S.. = Aon si /a ella affaticata in governar la casa a beneficio universaleC = S.. = Aon /a ella partorito tanti figliuoli, -uanti c/e ora tu vediC Aon sono nati in casaC Aon @ ella vivuta con i figliuoli a communi speseC = Stava 4ndolfo tutto attonito ad ascoltar lRamorevoli parole del fratello; n9 poteva comprendere il loro fine. = Tu /ai, fratello mio, = diceva Ermacora, = divisa la robba8 ma non /ai divisa la moglie e i figliuoli, dandomi di loro ancor la parte mia. Aon debbo ancora io participar di loroC E come far1 io senza la parte della diletta cognata e degli amorevoli nipoti mieiC 5ammi adun-ue e della moglie e deR figliuoli la parte mia; dopoR, vattene in pace, c/e io ne rimarr1 contento. E se altrimenti farai, io non intendo c/e la divisione abbia luogo per modo alcuno. E se per caso, c/e )ddio no Rl vogliaB non volesti a -uesto consentire, io giuro di convenirti dinanzi la mondana giustizia e addimandar ragione; e non possendo ottenerla dal mondo, io ti far1 citare dinanzi al tribunal di &risto, a cui ogni cosa @ manifesta e palese. = .$$

Stava 4ndolfo molto attento alle parole del fratello, prendendone grandissima maraviglia8 e considerava con -ual tenerezza di cuore -uelle provenivano dal vivo fonte di amorevolezza8 e -uasi confuso non poteva raccoglier lo spirito a formare la parola per rispondergli. 2ur in s9 converso, e addolcito lRindurato cuore, prostrato a terra, disse8 = Ermacora, grande @ stata lRignoranza mia, grande lRerrore; ma maggiore @ stata la gentilezza e umanit3 tua. 7ra conosco il mio sciocco errore8 ora veggio la mia aperta ignoranza8 ora c/iaramente comprendo la turbida nube del mio grosso ingegno; n9 @ lingua s. pronta n9 s. spedita, c/e isprimere potesse -uanto io sia degno di rigido castigo, n9 pena @ s. aspra e s. crudele, c/e io non meriti. %a perc/9 tanta @ la clemenza e la bont3 c/e nel tuo petto alberga, e tanta @ lRamorevolezza c/e mi dimostri e /ai sempre dimostrato, ricorro a te come fonte vivo, e c/iedoti perdono dRogni mio fallo; e promettoti di mai partirmi da te, ma star alla ubidienza tua con la moglie e con i figliuoli8 deR -uali voglio c/e tu disponi non altrimenti c/e si fussero generati da te. = 4llora i fratelli con molte lagrime, c/e gi: da gli occ/i cadevano, sRabbracciaron insieme; e in tal maniera sRac-uietarono, c/e per lRavenire non fu mai pi: parola tra loro8 e s. fattamente in tran-uilla pace vissero, c/e li figliuoli e i nepoti dopo la loro morte ricc/issimi rimasero. =

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FAVOLA V.
Tr$ fra#$lli "o%$ri andando "$l &ondo di%$nn$ro &ol#o ri /i.

*ISABELLA,= )o /o sentito dire c/e lo Rngegno supera le forze, e c/e non @ cosa al mondo s. ardua e s. difficile, c/e lRuomo col suo ingegno non la conse-uisca. )l c/e dimostrerovvi con una brevissima favola, se attenti mi ascoltarete. Trovavasi in -uesta alma citt3 un povero uomo c/e aveva tre figliuoli; e per la troppa sua povert3 non aveva modo di nodrirli e sostentarli. 2er il c/e i figliuoli, astretti dal bisogno, vedendo la grande inopia del padre, e considerando le picciole e deboli forze di -uello, fatto consiglio tra loro, deliberorono di alleggerire il carico del padre suo, e andar pel mondo vagando col bastone e la tasca, per cercar di guadagnarsi alcuna cosa onde potessero sostentar la vita loro. 2er tanto, inginocc/iatisi avanti il padre, gli addimandarono licenzia di andarsi procacciando -ualc/e guadagno8 promettendogli c/e, passati dieci anni, ritornerebbono nella patria. E partendosi con tal desiderio, poic/9 furono giunti a certo luogo c/e parve loro, si partirono lRuno dallRaltro. E il maggiore per sua ventura and1 in campo di soldati c/e erano alla guerra, e accordossi per servo con un capo di colonnello; e in poco spazio di tempo divenne perito nellRarte della milizia, e fecesi valente soldato e valoroso combattitore, di modo c/e teneva il principato tra gli altri8 ed era tanto agile e destro, c/e, con .$&

duo pugnali, pel muro ascendeva ogni alta rocca. )l secondo arriv1 ad un certo porto dove si fabricavano navi; e accostossi ad uno di -uei maestri da navi, il -uale era eccellente in -uellRarte8 e in breve tempo fece gran profitto, si c/e non aveva pari a lui, ed era molto celebrato per tutto -uel paese. LRultimo, veramente, udendo i dolci canti di Filomena, e di -uelli grandemente dilettatosi, per oscure valli e folti bosc/i, per lag/i e per solitarie e risonanti selve e luog/i deserti e disabitati, i vestigi e i canti di -uella sempre andava seguitando; e talmente fu preso dalla dolcezza del canto de gli uccelli, c/e, smenticatosi il cammino di ritornare adietro, rimase abitatore di -uelle selve8 di modo c/e, stando di continuo per anni dieci in -uelle solitudini senza abitazione alcuna, divenne come un uomo selvatico; e per lRassidua e lunga consuetudine di tai luog/i imparando il linguaggio di tutti gli uccelli, gli udiva con gran dilettazione e intendevali, ed era conosciuto come il dio 2ane tra i Fauni. (enendo il giorno di ritornar alla patria, i duoi primi si ritrovorono al destinato loco, ed aspettorono il terzo fratello; -ual poi c/e viddero venir tutto peloso e nudo, gli andarono in contra8 e per tenerezza dRamore prorompendo in lagrime, lRabbracciorono e basciorono, e vestironlo. E mangiando nellRostaria, ecco c/e un uccello vol1 sopra un albero; e con la sua voce cantando diceva8 = Sapiate, o mangiatori, c/e nel cantone dellRostaria vi @ ascoso un gran tesoro, il -ual gi3 gran tempo vi @ predestinato; andatelo a tJrreB = e dette -ueste parole, vol1 via. 4llora il fratello, c/Rera venuto ultimamente, manifest1 per ordine agli altri .%(

fratelli le parole c/Ravea dette lRuccello; ed escavorono il luogo c/e li aveva detto, e tolseno il tesoro c/e vi trovorono8 onde molto allegri ritornorono al padre ricc/issimi. 5opo i paterni abbracciamenti e le ricc/e e sontuose cene, un giorno -uesto fratello, c/e ultimo venne, intese un altro uccello c/e diceva, c/e nel mare Egeo pel circoito di circa dieci miglia vR@ unRisola c/e si c/iama &/io, nella -uale la figliuola dR4polline vi fabric1 un castello di marmo fortissimo, la cui entrata custodisce un serpente c/e per la bocca getta fuoco e veleno, e alla soglia di -uesto castello vR@ legato un basilisco. <uivi 4glea, una delle pi: graziate donne c/e sia al mondo, @ rinc/iusa con tutto il tesoro c/e lR/a ragunato8 ed /avvi raccolto infinita -uantit3 di danari. = &/i ander3 a -uel luogo e ascender3 la torre, guadagner3 il tesoro e 4glea. = 5ette -ueste parole, lRuccello vol1 via. 4llora, dec/iarato il parlar di -uello, deliberorono i tre fratelli di andarvi. E il primo promise di ascender la rocca con duoi pugnali; il secondo di far una nave molto veloce. La -ual fatta in poco spazio di tempo, un giorno con buona ventura e con buon vento, traversando il mare, sRinviorono verso lRisola di &/io. 4lla -uale arrivati, una notte, circa il far del giorno, -uel franco soldato armato di duoi pugnali ascese sopra la rocca; e presa 4glea e legatala con una corda, la diede ai fratelli8 e tratti i rubini e gioie ed un monte dRoro c/e vRera, indi allegramente discese, lasciando vota la terra per lui sacc/eggiata; e tutti ritornorono sani e salvi nella patria. E della donna, la -ual era indivisibile, nac-ue discordia tra lor fratelli, a cui rimaner devea. E furono fatte molte e .%'

lung/e dispute, c/i di loro meritasse di averla; e fino al presente pende la causa sotto il giudice. 4 cui veramente aspettar si debba, lasciolo giudicare a voi. =

IL FINE DELLA SETTIMA NOTTE.

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NOTTE OTTAVA
)l biondo e luminoso 4pollo, figliuolo del tonante Giove e di Latona, omai sRera partito da noi; e le lucciole, uscite delle ciec/e e tenebrose caverne, rallegravansi di volare per la oscurit3 della notte, e -uella dRogni intorno signoreggiavano, -uando la signora, venuta nella spaziosa sala con le damigelle, graziosamente ricevette la nobile e orrevol compagnia, c/e poco inanzi al bel ridotto era arrivata. E veggendo tutti come la sera precedente esser ridotti, comand1 gli stromenti c/e venissero8 e poscia c/Rebbero danzato al-uanto, venne con lRaureo vaso uno servente, e di -uello un fanciullo trasse cin-ue nomi; de -uali il primo fu di Eritrea, lRaltro di &ateruzza, il terzo di 4rianna, il -uarto di 4lteria8 riservato lRultimo a Lauretta. %a prima c/e la festevole Eritrea desse principio alla sua favola, la signora volse c/e tutte cin-ue insieme con lor stromenti cantassero una canzone. Le -uali con lieti visi e angelic/i sembianti in tal maniera incominciorono la lor cantilena8 <uesta +era gentile, dove soglio trovar sovente unita .%.

neB suoi begli occhi la mia morte e vita, mentre pi= allargo alle lagrime il +reno per ritrovar piet8, non pur mercede, ella poco si cura e Bl duol non crede. E nel volto sereno, per maggior doglia e per peggior mia sorte, scorgo che Bl ciel mBha in odio, amore e morte. F 2iac-ue a tutti il dolce e celeste canto8 e massimamente al embo, a cui pi: c/e ad ognRaltro toccava. %a per non scoprir -uello c/e nel cuor ascoso teneva, sRastenne da ridere. E volto il viso verso la graziosa Eritrea, disse8 = Sarebbe oramai tempo c/e voi con una dilettevole favola deste principio al novellare. = Ed ella, senzRaspettar altro comandamento dalla signora, cos. allegramente incominci18

FAVOLA I.
o&"agnano in!i$&$ "$r andar a Ro&a( $ "$r !#rada #ro%ano una g$&&a, $ #ra loro %$ngono in on#$n1ion$, di /i $!!$r d$''a. Un g$n#iluo&o "ronon ia d$%$r $!!$r di olui /$ far3 la "i2 "ol#ron$! a "rod$11a( $ la au!a ri&an$ indi! u!!a. = &onsiderava tra me stessa, valorose donne, la gran variet3 di stati neR -uai oggid. i miseri mortali si trovano; e giudicai tra le umane creature non trovarsi il pi: sciagurato n9 Rl pi: tristo, c/e viver poltronescamente; perci1 c/e i .%! Tr$ forfan#i !7a

poltroni per la loro dapocagine sono biasmati da tutti e dimostrati a dito, e pi: tosto vogliono viver in stracci e in tormenti, c/e dalla loro poltroneria rimuoversi8 come a venne a tre gran forfantoni, la natura deR -uali nel processo del mio ragionare a pieno intenderete. 5icovi adun-ue c/e nel territorio di Siena >non sono ancora passati duoi anni? si trovarono tre compagnoni giovani di et3, ma vecc/i ed eccellenti in ogni sorte di poltroneria c/e dir o imaginar si potesse. 5eR -uai lRuno, per esser pi: dedito alla gola c/e gli altri, c/iamavasi Gordino; lRaltro, perc/9 era da poco e infenticcio, tutti lo c/iamavano Fentuzzo; il terzo, perc/9 aveva poco senno in zucca, si nominava Sennuccio. Trovandosi tutta tre un giorno a caso sopra un crucicc/io, e ragionando insieme, disse Fentuzzo8 = 5ove tenete il cammino vostro, fratelliC = 4 cui rispose Gordino8 = )o me ne vo a Roma. = E per far c/eC = disse Fentuzzo. = 2er trovare = rispose Gordino, = alcuna ventura c/e facesse per me, acci1 c/e io viver potessi senza affaticarmi. = E cos. ancor noi andemo, = dissero i duoi compagni. = E -uando il fosse di contento vostro, = disse Sennuccio, = io volontieri verrei con voi. = ) duoi compagni graziosamente lRaccettarono; e dieronsi la fede di mai non partirsi lRuno dallRaltro, sino attanto c/e dentro di Roma giunti non fussero. &ontinoando tutta tre il loro cammino, e ragionando di pi: cose insieme, Gordino abbass1 gli occ/i a terra; e vide una gemma in oro, c/e risplendeva s. c/e gli abbarbagliava il viso. %a Fentuzzo prima lRaveva dimostrata aR duoi compagni; e Sennuccio la lev1 di terra, e se la pose in dito. Laonde tra loro nac-ue .%"

grandissima differenzia, di c/i esser devesse. Gordino diceva dover esser sua, perc/9 fu primo a vederla. Fentuzzo8 = 4nzi debbe toccare a me, = diceva, = perc/9 innanzi di lui ve la mostrai. = 4nzi sRappartiene a me di ragione, = diceva Sennuccio, = perc/9 io la levai da terra e me la posi in dito. = 5imorando adun-ue i sciagurati in -uesta contenzione, n9 volendo lRuno cedere a lRaltro, vennero ai fatti; e si diedero per lo capo e per lo viso s. fatti punzoni, c/e -uasi da ogni parte pioveva il sangue. 4venne c/e in -uellRora un messer Gavardo &olonna, uomo di gran maneggio e gentilRuomo romano, veniva da un suo podere e ritornava a Roma. Gavardo, veduti dalla lunga i tre poltronzoni e sentito il loro romore, si ferm1, e stette al-uanto sopra di s9, temendo forte c/e non fussero assassini e lRuccidessero; e pi: volte volse volgere la briglia al cavallo e tornar a dietro. %a pur fatto buon coraggio e assicuratosi, segu. il suo cammino; e avicinatosi a loro, li salut1, e disse8 = &ompagnoni, c/e contese sono coteste c/e fate tra voiC = Rispose Gordino8 = GentilRuomo mio, il nostro contrasto @ -uesto. Siam noi partiti dai propri alloggiamenti, e a caso si siam trovati in strada, e insieme accompagnati; e ne andiam a Roma. 7nde camminando e ragionando insieme, io vidi in terra una bellissima gemma legata in oro, la -uale per ogni debito di ragione devrebbe esser mia, perc/9 primo la vidi. = Ed io, = disse Fentuzzo, = primamente la dimostrai a loro; e per averglila prima dimostrata, mi pare c/e pi: a me appartenga, c/e a loro. = %a Sennuccio, c/e non dormiva, disse8 = 4nzi, signor mio, la gemma, debbe aspettar a me, e non a loro; perci1 c/e, .%#

senza c/e segno fatto mi fosse, la levai da terra e me la posi in dito. 7nde non volendo lRuno cedere a lRaltro, siamo messi in gran pericolo di morte. = )ntesa c/Rebbe il signor Gavardo la causa della differenzia loro, disse8 = (olete, o compagnoni, rimettere le vostre differenzie in me, c/Rio vedr1 di adattarvi insiemeC = 4 cui tutta tre a una voce risposero c/e s.; e si diedero la fede di star a -uello c/e per lo gentilRuomo sar3 determinato. )l gentilRuomo, veduta la lor buona intenzione, disse8 = 2oscia c/e voi di commun volere vRavete messi nelle mani mie, volendo c/e delle differenzie vostre io sia solo diffinitore, io da voi due sol cose ric/ieggio8 prima, c/e mi date la gemma nelle mani; dopoR, c/e ciascuno da per s9 sRingegna di far alcuna opera poltronesca8 e -uello c/e in termine di -uindeci giorni lRaver3 fatta pi: disutile e vile, sar3 della gemma vero patrone. = ) compagni sRaccontentarono, e dierongli la gemma nelle mani; e andarono a Roma. Giunti c/e furono a Roma, si partirono; e uno and1 in -ua, e lRaltro in l3, procurando ciascaduno di loro fare secondo il suo potere alcuna solenne poltroneria, c/e fusse dRogni laude e di perpetua memoria degna. Gordino trov1 un patrone, e con -uello sRaccord1. )l -ual, essendo un giorno in piazza, compr1 al-uanti fig/i primari c/e vengono alla fine del mese di giugno; e di9gli a Gordino c/e li custodisse fino c/e andasse a casa. Gordino, c/e era solenne poltrone e parimente per natura molto goloso, prese uno deR fig/i, e tuttavia seguendo il padrone, ascosamente a poco a poco lo mangi1. E perc/9 il fico assai li piac-ue, il poltronzone continu1 il costume suo, e .%$

celatamente ne mangi1 degli altri. &ontinovando adun-ue il gaglioffone la sua golosit3, finalmente in bocca ne prese uno c/e era oltra misura grande; e temendo c/e Rl patrone non se nRavedesse, a guisa di scimia il pose in un cantone della bocca, e tenevala c/iusa. )l patrone, voltatosi per aventura a dietro, vide Gordino, e parevagli molto gonfio nella sinistra guancia; e guatatolo meglio nel viso, vide c/e nel vero era gonfiato molto. E addimandatolo c/e cosa avesse c/e cos. gonfio fusse, egli come mutolo nulla rispondeva. )l c/e vedendo, il patrone assai si maravigli1; e disse8 = Gordino, apri la bocca, acci1 c/e io veda il difetto tuo per potergli meglio rimediare. = %a il tristo n9 aprir la bocca n9 parlar voleva. E -uanto pi: il patrone si sforzava di fargli aprir la bocca, tanto maggiormente il gaglioffone stringeva i denti e la c/iudeva. 4vendo il patrone fatte diverse prove per farlo aprir la bocca, e vedendo c/e niuna li riusciva, acci1 c/e non gli intravenesse alcun male, lo men1 in una barberia ivi vicina; e mostrollo al ciruico, cos. dicendo8 = %aestro, a -uesto mio servo ora @ sopravenuto un accidente molto bestiale, e come voi vedete, egli /a gonfiata la guancia di maniera c/Regli non parla n9 pu1 aprir la bocca. Temo c/e non si soffoc/i. = )l ciruico destramente tocc1 la guancia; e disse a Gordino8 = &/e senti tu, fratelloC = Ed egli nulla rispondeva. = 4pri la boccaB = Ed egli punto non si moveva. )l ciruico, vedendo non poter operare cosa alcuna con parole, mise mano a certi suoi ferri, e cominci1 tentare se poteva aprirgli la bocca; ma non vi fu mai modo n9 via c/e Rl poltronzone volesse aprirla. 2arve al ciruico c/e fusse una postema a poco a .%%

poco crisciuta, e c/e ora fusse matura e a termine di scoppiare; e degli un taglio acci1 c/e la postema meglio si purgasse. )l poltronzone di Gordino, c/e aveva inteso il tutto, mai non si mosse, n9 disse pur un cito; anzi, come ben fondata torre, costante rimase. )l ciruico cominci1 stropicciare la guancia, acci1 c/e veder potesse c/e materia era -uella c/e usciva fuori; ma in vece di putrefazione e marcia, usciva sangue vivo, misto col fico c/e con la bocca ancor stretto tenea. )l patrone, veduto il fico e considerata la poltroneria di Gordino, il fece medicare; e, risanato, il mand1 in malRora. Fentuzzo, c/e in poltroneria non era inferiore a Gordino, avendo gi3 dissipati alcuni poc/i -uattrini c/e si trovava avere, n9 trovando per la sua dapocagine persona alcuna a cui appoggiar si potesse, andava mendicando allRuscio di -uesto e di -uello8 e dormiva or sotto un portico, or sotto un altro, e alle volte alla foresta. 4venne c/e Rl gaglioffo una tra lRaltre notti capit1 in un luogo tutto rovinato; ed entratovi dentro, trov1 un letamaro con un poco di paglia8 sopra del -uale meglio c/e puote col corpo in su e con le gambe sbarrate si coric1, ed oppresso dal sonno si mise a dormire. Aon stette molto c/e si lev1 un forcevole vento con tanta furia di pioggia e di tempesta, c/e pareva c/e Rl mondo volesse venir a fine; n9 mai rifin1 tutta -uella notte di piovere e lampeggiare. E perc/9 lRalbergo era mal coperto, una gocciola di pioggia, c/e descendeva gi: per uno pertugio, gli percuoteva un occ/io di maniera c/e lo dest1, n9 lo lasciava posare. )l tristo, per la gran poltroneria c/e nel suo corpo regnava, non volse mai .%&

rimoversi da -uel luogo, n9 sc/iffare il pericolo c/e gli avenne; anzi, perseverando nella perfida e ostinata sua volont3, lasciavasi miseramente percuotere lRocc/io dalla gocciola, non altrimenti c/e stato fusse una dura e insensibil pietra. La gocciola, c/e di continovo cadeva gi: del tetto e percotevali lRocc/io, fu di tanta freddezza, c/e non venne giorno, c/e Rl sciagurato perse la luce dellRocc/io. Levatosi Fentuzzo la mattina non molto per tempo per proveder al viver suo, trov1 mancarli la vista; ma perc/9 pensava c/e sognasse, pose la mano allRocc/io buono, e serrollo8 e allora conobbe lRaltro esser privo di luce. 5i c/e oltre modo letizia ne prese; n9 cosa gli poteva avenire c/e pi: cara o pi: grata li fosse, perci1 c/e si persuadeva per tal poltronesca prodezza aver vinta la gemma. Sennuccio, c/e menava la vita sua con non minor poltroneria c/e gli altri duoi, si marit1; e prese per moglie una femina c/e di gaglioffaria non era a lui inferiore8 e edovina c/iamavasi. Essendo ambiduoi una sera dopo cena a sedere appresso lRuscio della casa per prendere un poco dRora, perci1 c/e era la stagione del caldo, disse Sennuccio alla moglie8 = edovina, c/iudi lRuscio, c/e ormai @ ora c/e se nRandiam a riposare. = 4 cui ella rispose8 = &/iudetelo voi. = Stando amenduo in -uesto contrasto, n9 lRuno n9 lRaltro volendo c/iuder la porta, disse Sennuccio8 = edovina, voglio c/e facciam patto tra noi8 c/i sar3 il primo a parlare, c/iuda lRuscio. La femina, c/e era poltrona per natura e ostinata per costumi, accontent1. Stando Sennuccio e edovina nella lor poltroneria, non osavano parlare per non cadere nella pena di c/iuder .&(

lRuscio. La buona femina, a cui gi3 la festa rincresceva, e il sonno la gravava, lasci1 il marito sopra una panca; e spogliatasi la gonnella, se nRand1 a letto. Aon stette molto c/e indi pass1 per strada un servitore dRun gentilRuomo c/e andava al suo albergo8 e per sorte se gli era estinto il lume c/e nella lanterna portava; e veduto lRuscio di -uella casetta aperto, entr1 dentro, e disse8 = 7 l3C c/i @ -uaC 4ccendetemi un poco -uesto lumeB = e niuno gli rispondeva. 4ndatosene il servitor pi: innanzi, trov1 Sennuccio c/e sopra la panca con gli occ/i aperti posava; e addimandatolo c/e gli accendesse il lume, egli nulla rispose. )l servitore, c/e pensava Sennuccio dormisse, il prese per mano; e cominciollo crollare, dicendo8 = Fratello, o l3, c/e faiC RispondiB = %a Sennuccio, non c/e dormisse, ma per timore di non incorrere nella pena di c/iuder lRuscio, non volse parlare. )l servitore, fattosi al-uanto innanzi, vide un poco di lume c/e dentro dRun camerino luceva; ed entratovi dentro, non vide persona alcuna, se non edovina c/e sola nel letto giaceva; e c/iamatala, e ben crollatala pi: volte, ella, per non cadere nella detta pena di c/iuder lRuscio, non volse mai n9 moversi n9 parlare. )l servitore, vedendola bella e taccagnotta, n9 voler parlare, pian piano se le coric1 appresso; e posto la mano agli suoi ferri c/Rerano -uasi arrugginiti, li pose nella fucina. %a edovina, nulla dicendo, ed ogni cosa dolcemente soffrendo, lasci1 il giovane >tuttavia vedendo il marito? conseguire ogni suo piacere. 2artito il servitore, e avuta la buona sera, edovina si lev1 di letto8 e andatasi allRuscio, trov1 il marito c/e non dormiva; e in modo di riprensione .&'

gli disse8 = 7 bella cosa di uomoB (oi avete lasciato tutta notte lRuscio aperto, lasciando licenziosamente venir gli uomini in casa, senza fargli resistenza alcuna. )l sarebbe da darvi da bere con una scarpa rotta. = )l poltronzone di Sennuccio, levatosi allora in piedi, in vece di risposta, disse8 = (a, c/iudi lRuscio, pazzarella c/e tu sii; or ti /o pur io aggiuntaB Tu credevi farmi c/iuderlo, e tu sei rimasta ingannata. )n -uesto modo si castigano lRostinateB = edovina, c/e si vedeva aver perduto il pegno col marito, e parimente avuta la bona sera, tosto c/iuse lRuscio; e col cornuto marito se nRand1 a riposare. (enuto il giorno del termine, tutta tre sRappresentarono dinanzi a Gavardo; il -uale, intese le sopradette loro prodezze, e considerate le loro ragioni, non volse far giudicio, pensando c/e sotto la cappa del cielo non si troverebbono tre altri poltronazzi c/e fussero simili a loro. E presa la gemma, la gett1 in terra, dicendo8 c/i la prendesse, fusse sua. =

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FAVOLA II.
Duoi fra#$lli !olda#i "r$nd$no du$ !or$ll$ "$r &ogli( l7uno a ar$ ia la !ua, $d $lla fa on#ra il o&anda&$n#o d$l &ari#o( l7al#ro &ina ia la !ua, $d $lla fa .uan#o $gli l$ o&anda( l7uno addi&anda il &odo di far /$ gli u'idi! a, l7al#ro gli lo in!$gna. Egli la &ina ia, $d $lla !$ n$ rid$( $ alfin$ il &ari#o ri&an$ ! /$rni#o.

*CATERU++A,= )l savio e aveduto medico, -uando vede una infermit3 doversi causare in alcun corpo umano, a conservazione sua prende -uelli rimedi c/e li paiono migliori, non aspettando lRinfermit3 sopravenga, perci1 c/e la piaga recente con agevolezza maggiore si sana c/e non si fa la vecc/ia. &os. parimenti = mi perdonarete, donne, = debbe fare il marito -uando prende moglie8 cio@ non lasciarla aver balia sopra di lui, acci1 c/e, volendole poi provedere, non possi, ma lRaccompagni fino alla morte8 s. come avenne ad un soldato, il -uale, volendo castigar la moglie, e avendo troppo tardato, pazientemente sopport1 fino alla morte ogni suo diffetto. Furon = non molto tempo fa = in &orneto, castello di Roma nel patrimonio di santo 2ietro, duoi fratelli giurati, i -uali non altrimenti sRamavano, c/e se di uno istesso ventre nati fossero8 lRuno deR -uali c/iamavasi 2isardo, lRaltro Silverio8 ed ambidue facevano lRarte del soldato, ed avevano .&.

stipendio dal papa. Ed avenga c/e lRamor tra loro fusse grande, non per1 abitavano insieme. Silverio, c/e era minore di et3, non avendo governo, prese per moglie una figliuola dRun sarto, Spinella c/iamata8 giovane bella e vaga, ma di cervello gagliarda molto. Fatte le nozze, e menata la moglie a casa, Silverio della lei bellezza s. fattamente sRaccese, c/e li pareva non poterle dar parangone; e le compiaceva di tutto -uello c/e ella gli addimandava. 2er il c/e Spinella venne in tanta baldanza e signoria, c/e nulla o poco conto faceva del suo marito. Ed il caprone era gi3 venuto a tal condizione, c/e, -uando le imponeva una cosa, ella ne faceva unRaltra, e -uando egli diceva8 vien -ua, = ella andava in l3, e di lui se ne rideva. E perc/9 il minc/ione non vedeva per altri occ/i se non per gli suoi, non ardiva riprenderla, n9 al diffetto prendeva rimedio, ma a suo bel grado la lasciava far ci1 c/e voleva. Aon pass1 lRanno, c/e 2isardo prese per moglie lRaltra figliuola del sarto, nominata Fiorella8 donna non men bella dRaspetto n9 men gagliarda di cervello di Spinella sua sorella. Finite le nozze, e tradotta la moglie a casa, 2isardo prese un paio di brac/e da uomo e duo bastoni; e disse8 = Fiorella, -ueste son brac/e da uomo; piglia tu lRun di -uesti bastoni ed io prender1 lRaltro8 e combattiamo le brac/e, -ual di noi le debba portare; e c/i di noi sar3 vincitore, -uello le porti8 e c/i sar3 perditore, -uello stia ad ubidienza del vincente. = Edendo Fiorella le parole del marito, senza mettergli intervallo di tempo, umanamente rispose8 = 4/im@, marito, c/e parole son -ueste c/e voi diteC Aon siete voi il marito, e io la moglieC Aon debbe star la moglie .&!

ad ubidienza del maritoC E come io mai potrei far tal pazziaC 2ortate pur voi le brac/e, c/e a voi pi: c/Ra me si convengono. = )o adun-ue = disse 2isardo = porter1 le brac/e, e sar1 il marito; e tu, come mia diletta moglie, starai allRubidienza mia. %a guarda c/e non cangi pensiero, n9 vogli tu esser marito, e io la moglie, acci1 c/e poi tu non ti dogli di me. = Fiorella, c/e era prudente, conferm1 -uanto gli aveva detto, e il marito in -uel punto le diede il governo di tutta la casa; e consegnolle le robbe, dimostrandole il modo e lRordine del viver suo. 5opoR disse8 = Fiorella, vieni meco, c/e io ti voglio mostrare i miei cavalli ed ensegnarti come li debbi governare -uando fia bisogno. = E giunto alla stalla, disse8 = &/e ti pare, Fiorella, di -uesti miei cavalliC Aon sono belliC Aon sono ben tenutiC = 4 cui rispose Fiorella8 = Signor s.. = %a guarda = disse 2isardo = come sono maneggevoli e presti; = e presa una sferza in mano, toccava or -uesto or -uello, dicendo8 = Fatti -ua, fatti l3. = Ed i cavalli, stringendosi la coda fra le gambe, e facendosi tutti in groppo, ubidivano al patrone. 4veva 2isardo tra gli altri un cavallo assai bello di vista, ma vicioso e poltrone8 e di lui poco conto teneva; ed accostatosi a lui con la sferza, diceva8 = Fatti -ua, fatti l3; = e lo batteva. Ed il cavallo, di natura poltrone, si lasciava battere, non facendo cosa alcuna di -uello c/e voleva il patrone; anzi tirava calzi or con un piede, ora con lRaltro, ed ora con ambiduo. 7nde vedendo 2isardo la durezza del cavallo, prese un bastone fermo e sodo, e li cominci1 pettinare la lana di maniera c/e se gli stanc1 intorno. %a il cavallo, pi: ostinato c/e prima, si lasciava battere, n9 punto si moveva. .&"

2isardo, vedendo la dura ostinazione del cavallo, sRaccese dRira; e messa mano alla spada, c/e a lato aveva, lRuccise. Fiorella, veduto lRatto, si mosse a compassione del cavallo; e disse8 = 5e/, marito, perc/9 avete voi ucciso il cavalloC Egli era pur bello; egli @ stato un gran peccato ad ucciderlo. = 2isardo con turbata faccia rispose8 = Sappi c/e tutti -uelli c/e mangiano il mio, e non fanno a mio modo, premio di s. fatta moneta. = Fiorella, udita tal risposta, molto si contrist1; e tra s9 medesima diceva8 = 4/im@ misera e dolente, come sono io con costui mal arrivataB )o mi credevo aver per marito un uomo prudente; ed /ommi incappata in un uomo bestiale. Guarda come per poco o per niente egli /a ucciso cos. bel cavalloB = e cos. tra s9 molto si ramaricava, non pensando a c/e fine il marito -uesto diceva. 2er il c/e Fiorella sRera posto in s. fatto timore e spavento del marito, c/e come mover lo sentiva, tremava tutta; e -uando egli le ordinava cosa alcuna, subito lResse-uiva, n9 a pena il marito aveva aperta la bocca, c/Rella lo intendeva8 n9 mai vi era tra loro parola alcuna c/e molesta fosse. Silverio, c/e molto amava 2isardo, sovente lo visitava, e desinava e cenava con esso lui; e vedendo i modi e i portamenti di Fiorella, molto si maravigliava8 e tra s9 stesso diceva8 = 7 5io, perc/9 non mi tocc1 la sorte di aver Fiorella per moglie, s. come lRebbe 2isardo mio fratelloC Guarda come ella governa bene la casa, e fa gli servigi suoi senza strepito alcunoB Guarda come @ ubidiente al marito, e fa ci1 c/e egli le comandaB %a la mia = misero meB= fa tutto Rl contrario; ed usa con tra di me -uel peggio c/e usar .&#

si puole. = Trovandosi un giorno Silverio con 2isardo, e ragionando di varie cose, fra le altre disse8 = 2isardo, fratello mio, tu sai lRamore c/e @ tra noi; io volontieri saprei da te -ual via tenuta /ai in ammaestrare la moglie tua, c/e ti @ s. ubidiente e tanto ti accareccia. )o a Spinella non posso s. amorevolmente comandare cosa alcuna, c/e ella ritrosamente non mi risponda; e appresso di -uesto fa tutto Rl contrario di -uello c/e io le comando. = 2isardo, sorridendo, puntualmente gli raccont1 lRordine e il modo c/e egli tenuto aveva -uando a casa la tradusse; e li persuase c/e ancor egli le dovesse fare il simile, e veder se gli giovasse8 e -uando -uesto non gli giovasse, non saprebbe c/e ricordo dargli. 2iac-ue a Silverio lRottimo arricordo; e presa licenza, da lui si part.. E giunto a casa, senza indugio alcuno c/iam1 la moglie; e prese un paio delle sue brac/e e duoi bastoni, e fece tanto -uanto 2isardo consigliato lRaveva. )l c/e vedendo, Spinella disse8 = &/e novit3 @ -uesta, Silverio, c/e voi fateC c/e capricci vi sono sopraggiunti nel capoC Sareste mai voi divenuto pazzoC Aon credete voi c/e noi sapemo c/e gli uomini, e non le donne, debbeno portar le brac/eC E c/e bisogna ora, fuor di proposito, tal cosa fareC = %a Silverio nulla rispondeva; e continoava rincominciato ordine, dandole la regola del governo della casa. Spinella, maravigliandosi di -uesto, sgrignando disse8 = 2arvi forse, Silverio, c/e ancor io non sappia il modo di governar le cose vostre, c/e cos. caldamente me le mostrateC = %a il marito taceva; e andatosene con la moglie alla stalla, fece parimente deR cavalli tutto -uello c/e .&$

aveva fatto 2isardo, e ne uccise uno. Spinella, vedendo tal sciocc/ezza, tra s9 medesima pens1 lui aver veramente perso lo senno; e disse8 = 5e/, ditemi per vostra f9, marito mio8 c/e accidenti sono -uesti c/e vi sono sopragiunti nel capoC &/e vogliono dir -ueste pazzie c/e voi fate senza considerazioneC Sareste forse voi per vostra mala sorte divenuto insensatoC = Rispose Silverio8 = )o non sono impazzito, ma tutti -uelli c/e viveno a mie spese e non mi ubidiscono, castigo in cotal guisa come /ai veduto. = 4ccortasi Spinella del fatto bestiale del sciocco marito, disse8 = 4/i, mesc/inello voiB par bene c/e il cavallo vostro sia stato una semplice bestia, avendosi s. miseramente lasciato uccidere. %a c/e pensiero @ il vostroC pensate voi far di me -uello c/e fatto avete del cavalloC &erto, se voi lo credete, vRingannate molto; e troppo tardo siete stato a provedere a -uello c/e ora vorreste provedere. LRosso @ fatto troppo duro, la piaga @ ormai incancarita, n9 vi @ pi: rimedio; pi: per tempo voi dovevate provedere alla vostro strana sciagura. 7 pazzo e senza cervelloB non vi avedete di -uanto danno e di -uanto scorno state vi sono le vostre innumerabili sciocc/ezzeC E di -uesto c/e ne conseguirete voiC &erto, nulla. = Edendo Silverio le parole della sagace moglie, e conoscendo per lo troppo amore nulla aver operato, deliber1 a suo mal grado la trista sorte sino alla morte pazientemente sofferire. Spinella, vedendo il consiglio non esser stato profittevole al marito, se per lo adietro aveva dRun dito fatto a modo suo, nello avenire fece dRun braccio; perci1 c/e la donna ostinata per natura pi: tosto patirebbe mille morti, c/e mutare la ferma sua .&%

deliberazione. =

FAVOLA III.
Ana!#a!io Minu#o a&a una g$n#ildonna, $d $lla non a&a lui. Egli la %i#u"$ra, $d $lla il di $ al &ari#o( il .ual "$r $!!$r %$ /io gli dona la %i#a.

*ALTERIA,= <uantun-ue, graziose donne, la focosa lussuria = s. come scrive %arco Tullio nel libro della Vecchiezza = sia ad ogni et3 fetente e sozza, nientedimeno alla canuta vecc/iaia @ sozzissima e dRogni immondizia piena; perci1 c/e, oltre la lei lordura e succidume, ella debilita le forze, toglie la vista, priva lRuomo dellRintelletto, fallo infame, gli vuota la borsa, e con la sua corta e fastidiosa dolcezza spingelo ad ogni scelerato delitto. )l c/e fiavi noto, se alle mie parole, secondo il costume vostro, grata e benigna audienza prestarete. Aella nostra citt3, c/e di belle donne ogni altra avanza, trovavasi una gentil madonna, leggiadra e dRogni bellezza compiuta, i cui vag/i lumi fiammeggiavano come matutina stella. &ostei vivendo in delicatezze, e sendo morbida, e forse mal trattata dal marito nel letto, scielse per suo amatore un giovane valoroso, accostumato e di onorevol famiglia, e fecelo possessor dellRamor suo, amandolo pi: c/e Rl proprio marito. 4venne c/e un uomo dRanni molto aggravato, e amico del marito, il cui nome era 4nastasio, s. .&&

fieramente sRaccese dellRamor di costei, c/e n9 d. n9 notte non trovava riposo; e tanta era la passione e il tormento c/Regli sentiva, c/e in poc/i d. divenne s. macilente e magro, c/e appena la pelle sopra le ossa ci stava. Egli aveva gli occ/i lagrimosi, la fronte rugosa, il naso sc/iacciato, c/e a guisa di lambicco sempre gli stillava; e -uando fiatava, rendeva un certo fetore, c/e -uasi ammorbava c/i sRavicinava a lui8 e in bocca aveva solo duo denti, i -uali gli erano pi: presto di danno c/e di utile. 4ppresso -uesto, era paralitico; ed avenga c/e il sole fosse in leone e scaldasse molto, non per1 si trovava mai caldo. Essendo adun-ue il miserello dRamor preso e infiammato, sollicitava molto la donna ora con un presente ed ora con un altro. %a la donna = ancor c/e di gran valuta i doni fussero = tutti li rifiutava; perci1 c/e a lei non bisognavano suoi presenti, per aver il marito ricco c/e non le lasciava cosa alcuna mancare. 2i: volte il vecc/io la salut1 per strada -uando ella andava o ritornava daR divini uffici, pregandola c/e lRaccettasse per suo buon servo, e c/e non fosse s. cruda bramando la lui morte. %a ella, prudente e savia, con gli occ/i bassi, nulla rispondendogli, a casa ritornava. 4venne c/e 4nastasio sRavide c/e il giovane, di cui dicemmo di sopra, fre-uentava la casa della bella donna; e tanto cautamente spi1, c/e lo vide una sera c/e Rl marito era fuora della citt3, entrare in casa. )l c/e gli fu un coltello al core. Ed impazzito, non avendo riguardo n9 allRonor suo n9 a -uello della donna, prese molti danari e gioie; e andatosene alla casa della donna, picc/i1 allRuscio. La fante, udito c/Rebbe picc/iare a la porta, fecesi al balcone !((

dimandando8 = &/i picc/iaC )l vecc/io rispose8 = 4pri, c/Rio sono 4nastasio, e voglio parlar a madonna dRuna cosa importantissima. = La fante, conosciutolo, ne and1 subito a lei c/e con lRamante era in camera e si solazzava; e c/iamatala da parte, le disse8= %adonna, messer 4nastasio picc/ia alla porta. = 4 cui disse la donna8 = (a, e digli c/e vada peR fatti suoi, c/e io di notte non apro la porta ad alcuno -uando il mio marito non @ in casa. = La fante, inteso il voler della donna, li rifer. -uanto ella le aveva detto. )l vecc/io, veggendo c/e gli era data ripulsa, cominci1 fieramente a picc/iare; e con ostinato animo voleva entrare in casa. La donna, gi3 accesa di sdegno ed ira s. per lo disturbo, s. anc/e per lo giovane c/Rera in casa, si feR alla finestra; e disse8 = %i maraviglio grandemente di voi, messer 4nastasio, c/e voi senza rispetto alcuno veniate a -ueste ore picc/iando lRuscio dellRaltrui case; andatevene, poverello, a riposare, e non molestate c/i non vi d3 noia. Se Rl mio marito fusse nella terra e in casa, come non @, io vi aprirei volontieri; ma poi c/Regli non @ in casa, non intendo di aprirvi. = )l vecc/io pur diceva volerle parlare, e di cosa di non poca importanza; n9 per1 cessava di picc/iar la porta. La donna, vedendo la temerit3 del bestione, e temendo c/e per sciocc/ezza non dicesse cosa c/e redondasse contra lRonor suo, si consigli1 con lRinnamorato giovane; il -uale rispose c/e li aprisse, e intendesse -uel c/e dir voleva, e c/e non temesse. Ella = tuttavia il vecc/io fortemente battendo la porta = fece accendere un torc/io, e mand1 lRancilla ad aprirlo. (enuto il vecc/io in sala, la donna usc. di camera; e fattaseli incontro, c/e pareva una !('

matutina rosa, dimandollo -uello c/Regli andasse facendo a -uellRora. )l vecc/io amoroso con benigne e pietose parole, -uasi piangendo, disse8 = Signora, unica speranza e sostenimento della misera mia vita, non vi paia strano c/e io temerariamente e con prosonzione sia -ui venuto a picc/iar il vostro uscio, dandovi noia. )o non son venuto per annoiarvi, ma per dic/iarirvi la passione e lRaffanno c/e per voi, madonna, sento; e di -uesto nR@ causa la unica bellezza vostra, la -ual vi fa ad ogni altra donna superiore. E se voi non arrete c/iuse di piet3 le porte, sovenerete a me, c/e per voi al giorno ben mille volte moio. 5e/B addolcite -uel vostro duro cuore; non riguardate alla et3 n9 alla picciola condizione mia, ma allRalto e magnifico mio animo e caldo amore c/Rio vi portai, ora porto e sempre porter1, fin c/e lRafflitto spirito regger3 -ueste deboli ed afflitte membra. Ed in segno dellRamor mio verso di voi, allegramente accettarete -uesto presente8 il -uale, ancor c/e picciolo sia, pur caro lo arrete. = E tratto fuori di seno un borsone di ducati dRoro, c/e lucevano come il sole, e un fil di bianc/e, grosse e tonde perle, e due gioie legate in oro, gliele appresent1, pregandola c/e ella non li negasse il suo amore. La donna, udite e c/iaramente intese le parole dellRinsensato vecc/io, disse8 = %esser 4nastasio, io mi pensavo c/e voi aveste altro cervello di -uello c/e voi avete; ma ora mi parete dRintelletto privo. 5ove @ il saper e la prudenza vostraC &redete voi c/Rio sia -ualc/e meretrice, tentandomi con vostri presentiC &erto, voi vRingannate. 4 me non mancano coteste cose c/e donar mi volete. 2ortatele alle vostre triste, c/e vi contenteranno. )o, come ben sapete, !(-

/o marito, il -ual non mi niega cosa c/e mi fa bisogno. 4ndatevi adun-ue alla buonRora, e -uel poco di tempo c/e vi avanza, attendete a vivere. = )l vecc/io, e da dolore e da sdegno compunto, disse8 = %adonna, rendomi certo c/e -uesto non dite da do vero, ma per paura del giovane c/e ora avete in casa, = e nominollo per lo proprio nome; = e se voi non mi contentarete sodisfacendo al desiderio mio, io vi scoprir1 al marito vostro. = La donna, sentendo nominar per nome il giovane c/e aveva in casa, non si smarr., ma li disse la maggior villania c/e mai si dicesse ad uomo nato; e preso un bastone in mano, volse dargli delle busse8 ma il vecc/io bellamente scese gi: della scala, e aperto lRuscio, si part.. La donna, partito il vecc/io, se nRand1 in camera dove era lRinnamorato giovane; e -uasi piagnendo li raccont1 il tutto, temendo forte c/e Rl scelerato vecc/io non lRappalesasse al marito8 e addomand1gli consiglio, c/e via ella tener dovesse. )l giovane, c/e era savio e accorto, prima confort1 la donna e diedele animo; indi prese ottimo partito, e disse8 = 4nima mia, non dubitate punto, n9 vi sgomentate; prendete il consiglio c/e vi dar1 io, e state sicura c/e ogni cosa riuscir3 in bene. Ritornato c/e fia il marito vostro, raccontategli la cosa come giace8 dicendogli c/e Rl tristo e sciagurato vecc/io vRinfamia di commettere il peccato con -uesto e con -uello; e annoveratene -uattro o sei, traR -uali ancor me mi porrete8 e poi lasciate operar la fortuna, c/e vi sar3 favorevole. = 2arve alla donna ottimo il consiglio; e fece tanto -uanto lRamante la consigli1. Ritornato il marito a casa, la donna si mostrava molto !(.

addolorata e trista, e con gli occ/i pieni di lagrime malediceva la sua trista sorte; e addimandata dal marito c/e cosa avesse, nulla rispondeva, ma solo piangendo ad alta voce diceva8 = )o non so c/e mi tenga c/Rio da me stessa non mi dia la morte; c/e non posso patire c/e un perfido e traditore sia causa della mia ruina e perpetua infamia. 4/i, misera me, c/e aggio fatto io, c/e debbio essere lacerata e fino al vivo s-uarciataC E da c/iC da un manigoldo, da un assassino c/e meritarebbe mille morti. = 2ur, astretta dal marito, disse8 = <uel temerario e prosontuoso vecc/io amico vostro, 4nastasio, uomo insensato, lascivo e dissoluto, non @ egli venuto lRaltra sera a me c/iedendomi cose non men disoneste c/e triste, offerendomi danari e gioieC E perci1 c/e io non gli diedi orecc/io n9 volsi contentarlo, mi cominci1 villaneggiare, dicendomi c/e io era una trista, e c/Rio menava gli uomini in casa, e c/e io mRimpacciava col tal e col tale. )l c/e udendo, rimasi morta; ma fatto buon coraggio, presi un bastone per batterlo; ed egli, dubitando di -uello li poteva avenire, con bel modo scese gi: per la scala e si part.. = )l marito, intendendo -uesto, fu oltre modo dolente; e confortata la moglie, determin1 di farli tal sc/erzo, c/e sempre si ricordarebbe di lui. (enuto il giorno se-uente, il marito della donna ed 4nastasio si rincontrorono insieme; ed innanzi c/e Rl marito dicesse cosa alcuna, 4nastasio fece motto di volerli parlare. Ed egli molto volontieri lRascolt1. 5isse adun-ue 4nastasio8 = Signor mio, voi sapete -uanto e -ual sia sempre stato lRamore e benevolenza tra noi, c/e a -uella poco si potrebbe !(!

aggiungere. 7nde mosso dRardente zelo dellRonor vostro, determinai dirvi al-uante parole, pregandovi tuttavia per lRamor c/e @ tra noi, le teniate ascose, provedendo con maturo giudizio e con ogni celerit3 alle cose vostre. E per non tenervi sospeso in lungo sermone, dicovi c/e la moglie vostra @ vag/eggiata dal tal giovane8 ed ella lRama, e si d3 piacere e solazzo con esso lui, con grave scorno di voi e della famiglia vostra. E -uesto vRaffermo per ci1 c/e lRaltra sera, c/e voi eravate fuori della citt3, io con gli propri occ/i il vidi la sera entrare in casa vostra incognito, e la mattina per tempo uscire. = )l marito, udendo -uesto, sRaccese di sdegno, e cominciollo villaneggiare, dicendo8 = 4/ sciagurato, manigoldo e tristoB non so c/e mi tenga non ti prenda per cotesta barba, e c/e non te la cavi a pelo a pelo. Aon so io di c/e condizione @ la moglie miaC non so io come lR/ai voluta corrompere con danari e gioie e perleC Aon /ai tu detto, sciagurato e tristo, c/e non volendo ella acconsentire alla tua sfrenata voglia, tu lRaccuserai a me, facendola dolente e grama tutto il tempo della vita suaC non /ai tu detto c/e Rl tale e il tale e molti altri si danno piacere con essa leiC Se io non avessi risguardo alla et3 tua, io ti follerei sotto i piedi, e te ne darei tante, c/e ti uscirebbe lRanima del corpo. (attene in tua malRora, vecc/io insensato, n9 mi venir pi: dinanzi gli occ/i; n9 serai pi: s. oso di avicinarti a casa mia. = )l vecc/io, messe le pive nel sacco e come muto divenuto, si part.; e la donna, savia e prudente dal marito tenuta, con maggior sicurt3 c/e prima si diede buon tempo col suo amante. =

!("

FAVOLA IV.
B$rnardo, &$r a#an#$ g$no%$!$, %$nd$ il %ino on a .ua, $ "$r %olon#3 di%ina "$rd$ la &$#3 d$7 danari.

*ARIANNA,= La favola raccontata da -uesta mia amorevole sorella, mi riduce a memoria -uello c/e intervenne ad un mercatante genovese, il -uale, vendendo il vino con ac-ua, perse i danari e -uasi di doglia volse morire. )n Genova, citt3 preclara e molto dedita a mercatanzie, trovavasi un ernardo della famiglia Fulgosa, uomo avaro e dedito alli contratti illiciti. &ostui deliber1 condurre in Fiandra una nave carica di ottimo vino del monte Folisco per venderlo ivi gran prezzo. 2artitosi adun-ue un giorno con buona ventura del porto di Genova, e prosperamente solcando, giunse nelle parti di Fiandra, dove, gettate lRancore, ferm1 la nave; e sceso in terra, accompagn1 il vino con altrettanta ac-ua, s. c/e dRuna botte di vino ne fece due. )l c/e fatto, lev1 le ancore; e veleggiando con buono e prosperevole vento, giunse nel porto di Fiandra. E perc/9 ivi era gran penuria di vino, gli abitatori comprorono il detto vino a gran prezzo. Laonde il mercatante, empiuti duo gran sacc/etti di scudi dRoro, e grandemente allegrandosi, di Fiandra si part., ritornando verso la patria sua. ernardo, poic/9 fu bonamente discosto da Fiandra, ritrovandosi in mezzo al mare, pose -uei denari sopra una !(#

tavola, e cominci1 a noverargli; i -uai, contati, ripose neR due sacc/etti, e strettamente legolli. Fatto -uesto, ecco c/Runa scimia, c/Rera nella nave, si sciolse dalla catena, e salt1 sopra; e tratti dalla tavola i duo sacc/etti, rattamente ascese lRarboro della nave, ed entr1 nella gabbia, e cominci1 trar fuori i danari deR sacc/etti, non altrimenti c/e annoverargli volesse. )l mercatante, temendo di perseguirla, over di farla seguitare, acci1 c/e adiratasi non gettasse gli scudi nel mare, stava di mala voglia tutto addolorato, e -uasi era per rendere lo spirito; n9 sapeva c/e consiglio prendere, o di andare a lei o di rimanersi. E stando in -uesto dubbioso pericolo, parvegli finalmente esser il meglio sottoporsi alla volont3 dellRanimale. %a la scimia, slegati li pacc/etti e traendo fuori gli scudi e riponendogli dentro, poi c/e gli ebbe maneggiati un gran pezzo, ripostigli neR sacc/etti e legatigli, uno sacc/etto ne trasse nel mare e lRaltro al mercatante su la nave, come significar volesse c/e -uelli danari c/Rerano stati gettati nel mare, sRerano ac-uistati per lRac-ua posta nel vino, e gli altri dati al mercatante, erano -uelli del vino8 e cos. lRac-ua ebbe il prezzo dellRac-ua, e ernardo del vino. 7nde vedendo egli ci1 esser intervenuto per volont3 divina, si rac-uet18 pensando c/e le cose di mal ac-uisto non sono beni duraturi, e se aviene c/e le goda il patrone, non le gode lRerede. =

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FAVOLA V.
Ma$!#ro La##an1io !ar#o a&&a$!#ra Dionigi !uo ! olar$( $d $gli "o o i&"ara l7ar#$ /$ gl7in!$gna, &a '$n .u$lla 7l !ar#o #$n$%a a! o!a. Na! $ odio #ra loro, $ final&$n#$ Dionigi lo di%ora, $ Violan#$ figliuola d$l r$ "$r &ogli$ "r$nd$.

*ALTERIA,= (ari sono i giud.ci degli uomini e varie le volont3; e ciascaduno, come dice il savio, nel suo senso abbonda. 5a -ua procede c/e degli uomini alcuni si danno al studio delle leggi, altri allRarte oratoria, altri alla speculazione della filosofia, e c/i ad una cosa e c/i a lRaltra8 cos. operando la maestra natura, la -uale, come pietosa madre, muove ciascaduno a -uel c/e gli aggrada. )l c/e vi fia noto se al parlar mio benigna audienza prestarete. )n Sicilia, isola c/e per anti-uit3 tutte le altre avanza, @ posta una nobilissima citt3; la -uale per lo sicuro e profondissimo porto @ c/iara, e volgarmente @ detta %essina. 5i -uesta nac-ue maestro Lattanzio; il -uale aveva due arti alle mani, e dellRuna e dellRaltra era uomo peritissimo8 ma una essercitava publicamente e lRaltra di nascosto. LRarte c/e egli palesemente essercitava, era la sartoria; lRaltra, c/e nascosamente faceva, era la nigromanzia. 4venne c/e Lattanzio tolse per suo gargione un figliuolo dRun poverRuomo, acci1 c/e imparasse lRarte del sarto. &ostui, c/e era putto, e 5ionigi si c/iamava, era s. !(%

diligente ed accorto, c/e -uanto gli era dimostrato, tanto imparava. 4venne c/e, sendo un d. maestro Lattanzio solo e c/iuso nella sua camera, faceva certe cose di nigromanzia. )l c/e avendo persentito 5ionigi, c/etamente si accost1 alla fessura c/e nella camera penetrava; e vidde tutto -uello c/e Lattanzio suo maestro faceva. Laonde, invag/ito di tal arte, puose ogni suo pensiero alla nigromanzia, lasciando da canto lRessercizio del sarto; non per1 osava scoprirsi al maestro. Lattanzio, vedendo 5ionigi aver mutata natura, e di diligente e saputo esser divenuto pigro ed ignorante, n9 pi: attendere, come prima, al mistiero del sarto, di9gli licenza, e mandollo a casa di suo padre. )l padre, c/e poverissimo era, veduto c/e ebbe il figliuolo, molto si duolse. E poscia c/e castigato ed ammaestrato lRebbe, lo ritorn1 a Lattanzio, pregandolo sommamente c/e lo dovesse tenere, castigarlo e nodrirlo; n9 altro da lui voleva se non c/e lRimparasse. Lattanzio, c/e conosceva il padre del gargione esser povero, da capo lRaccett1, e ogni giorno glRinsegnava cuscire; ma 5ionigi si dimostrava dRaddormentato ingegno, e nulla apparava. 2er il c/e Lattanzio ogni giorno con calzi e pugna lo batteva, e il pi: delle volte li rompeva il viso e facevagli uscir il sangue; ed insomma pi: erano le battiture, c/e i bocconi c/e egli mangiava. %a 5ionigi ogni cosa pazientemente sofferiva; e la notte alla fessura della camera nRandava, e il tutto vedeva. (edendo Lattanzio il gargione esser tondo di cervello, n9 poter apparare cosa c/e li fosse mostrata, non si curava pi: di far la sua arte nascosamente, imaginandosi c/e, sRegli non poteva apparar -uella del sarto, c/e era !(&

agevole, molto minormente appararebbe -uella di nigromanzia, c/e era malagevole. E per1 Lattanzio non si sc/ifava pi: da lui, ma ogni cosa in sua presenzia faceva. )l c/e era di molto contento a 5ionigi; il -uale, -uantun-ue fosse giudicato tondo e grossolone, pur molto leggermente appar1 lRarte nigromantica, e divenne s. dotto e sofficiente in -uella, c/e di gran lunga il maestro avanz1. )l padre di 5ionigi, andatosene un giorno alla bottega del sarto, vidde suo figliuolo non lavorare, ma portar le legna e lRac-ua c/e bisognava per cucina, scopar la casa e far altri vilissimi servigi. 7nde assai si duolse; e fatta tuor buona licenza dal maestro, a casa lo condusse. 4veva il buon padre per vestir il figliuolo molti danari spesi acci1 c/e apparasse lRarte del sarto; ma vedendo non potersi prevaler di lui, assai si ramaricava; ed a lui diceva8 = Figliuolo mio, tu sai -uanto per farti un uomo /o per te speso; n9 dellRarte tua mi /o mai prevalesto nelle bisogne mie. 7nde mi trovo in grandissima necessit3, n9 so come debba far in nodrirti. )o vorrei, figliuol mio, con -ualc/e onesto modo tu ti affaticassi per sovenirti. = 4 cui rispose il figliuolo8 = 2adre, prima vi ringrazio delle spese e fatic/e fatte per me; indi pregovi c/e non vi affannate, ancor c/e io non abbia apparato lRarte del sarto, s. come era il desiderio vostro; perci1 c/e io ne apparai unRaltra c/e ne sar3 di maggior utile e contento. State adun-ue c/eto, padre mio diletto, n9 vi smarrite, perci1 c/e presto vedrete il profitto c/e io fei, e del frutto la casa e la famiglia sovenir potrete. )o per nigromantica arte trasmuterommi in un bellissimo cavallo; e voi fornito di sella e briglia mi !'(

menerete alla fiera, e mi venderete8 ed io lo se-uente giorno ritorner1 a casa nel modo c/e voi ora mi vedete; ma guardate di non dare in modo alcuno al compratore la briglia, perci1 c/e io non potrei pi: ritornare a voi, e forse pi: non mi vedreste. = Trasformatosi adun-ue 5ionigi in un bellissimo cavallo, e menato dal padre in fiera, fu veduto da molti8 i -uai si maravigliavano di tanta bellezza e delle prove c/e il cavallo faceva. 4venne c/e in -uellRora Lattanzio si trovava in fiera; e veduto il cavallo, e conosciutolo esser sopranaturale, and1 a casa8 e trasformatosi in un mercatante, prese gran -uantit3 di danari, ed in fiera ritorn1. E avicinatosi al cavallo, espressamente conobbe -uello esser 5ionigi; e addimandato il patrone se vender lo voleva, fulli risposo c/e s.. E fatti molti ragionamenti, il mercatante gli offerse dare fiorini ducento dRoro. )l patrone del prezio sRaccontent1, con patto per1 c/e non intendeva c/e nel mercato fosse la briglia. )l mercatante tanto con parole e con danari fece, c/e ebbe anc/e la briglia, e menollo al proprio alloggiamento; e messolo in stalla, e strettamente legato, aspramente il bastonava; e -uesto ordine teneva e mattina e sera, di modo c/e Rl cavallo era venuto s. distrutto, c/e era una compassione a vederlo. 4veva Lattanzio due figliuole; le -uali, vedendo la crudelt3 dellRimpio padre, si mossero a piet3; ed ogni d. andavano alla stalla, ed il cavallo accarezzavano, facendogli mille vezzi. E tra le altre una volta lo presero per lo capestro, e lo menorono al fiume per dargli da bere. Giunto il cavallo al fiume, subito nellRac-ua si slanci1; e trasformatosi nel pesce !''

s-uallo, sRattuff1 nellRonde. Le figliuole, veduto il strano ed inopinato caso, si smarrirono; e ritornate a casa, si misero dirottamente a piagnere, battendosi il petto e s-uarciandosi e biondi capelli. Aon stette molto c/e Lattanzio venne a casa; e gitosene alla stalla per dar delle busse al cavallo, -uello non trov18 ma acceso di subita ira, e andato su dove erano le figliuole, vidde -uelle dirottamente piagnere; e senza addimandarle la causa delle lagrime loro, perci1 c/e sRavedeva dellRerror suo, disse8 = Figliuole mie, senza timore dite presto -uello @ intravenuto del cavallo, c/e noi li provederemo. = Le figliuole, assecurate dal padre, puntalmente gli narrorno il tutto. )l padre, inteso il sopradetto caso, senza indugio si spogli1 le sue vestimenta, e andato alla riva del fiume, nellRac-ua si gett1; e trasformatosi in un tonno, perseguit1 il s-uallo ovun-ue nuotava per divorarlo. )l s-uallo, avedutosi del mordace tonno e temendo c/e non lo ing/iottisse, sRaccost1 alla sponda del fiume; e fattosi in un preciosissimo robino, usc. fuori dellRac-ua, e c/etamente salt1 nel canestro dRuna damigella della figliuola del re, la -uale per suo diporto nel lito raccoglieva certe pietruzze8 e tra -ueste si nascose. Tornata la damigella a casa, e tratte fuori le pietruzze del canestro, (iolante, unica figliuol del re, vidde lRanello8 e preso, se lo pose in dito, e tennelo molto caro. (enuta la notte, e andatasene (iolante a riposare, tenendo tuttavia lRanello in dito, lRanello si trasmut1 in un vago giovanetto; il -uale, messa la mano sopra il candido petto di (iolante, trov1 due popoline ritondette e sode. Ed ella, c/e ancora non sRera addormentata, si smarr., e volse gridare. %a il !'-

giovane, posta la mano sopra la bocca, di odor piena, non la lasci1 gridare; e messosi in genocc/ione, le c/iese merc9, pregandola c/e gli porgesse aiuto, perci1 c/e non era ivi venuto per contaminare la sua casta mente, ma da necessit3 costretto; e raccontolle c/i egli era, la causa perc/9 era venuto, e come e da c/i era perseguitato. (iolante, per le parole del giovane assicurata al-uanto, e per la lampade, c/e era nella camera accesa, veggendolo leggiadro e riguardevole, si mosse a piet3; e disse8 = Giovane, grande @ stata lRarroganzia tua a venir l3 dove non eri c/iamato, e maggiore a toccar -uello c/e non ti conveneva. %a poscia c/Rio intesi le sciagure a pieno da te raccontate, io, c/e non sono di marmo n9 /o il cuore di diamante, mi accingo e preparo a darti ogni possibile ed onesto soccorso, pur c/e il mio onore illeso sia riserbato. = )l giovane prima le rese le debite grazie8 indi, venuto il c/iaro giorno, nellRanello si fece; ed ella il pose l3 dove erano le sue care cose8 e spesse volte lRandava a visitare, e con lui, c/e si riduceva in forma umana, dolcemente ragionava. 4venne c/e al re, padre di (iolante, sopragiunse una grave infermit3; n9 si trovava medico c/e Rl potesse guarire, ma tutti dicevano lRinfermit3 incurabile8 e di d. in d. il re peggiorava. )l c/e venne allRorecc/ie di Lattanzio; il -uale, vestitosi da medico, and1 al palazzo regale8 ed entrato in camera del re, lRaddimand1 della sua infermit3; poscia, guardatolo ben nella faccia, e t1ccogli il polso, disse8 = Sacra &orona, lRinfermit3 @ grande e pericolosa; ma state di buon animo, c/e presto vi risanarete. )o /o una virt:, c/e vuol ben esser infermit3 gravissima, c/e non la curi in !'.

brevissimo tempo. State adun-ue di buona voglia, e non vi sgomentate. = 5isse il re8 = %aestro mio, se voi curarete -uesta infermit3, io vi guidardoner1 di tal sorte, c/e per tutto il tempo della vita vostra contento vi trovarete. = )l medico disse c/e non voleva stato n9 danari, ma una sola grazia. )l re promise concedergli ogni cosa c/e convenevole fosse. 5isse il medico8 = Sacra corona, altro da voi non voglio se non un robino legato in oro, c/e ora si trova in balia della figliuola vostra. = )l re, intesa la picciola domanda, disse8 = Se altro da me non volete, state sicuro c/e la grazia vi sar3 concessa. = )l medico, diligente alla cura del re, tanto oper1, c/e in dieci giorni dalla gravosa infermit3 fu liberato. Risanato il re e restituito alla pristina sanit3, in presenza del medico fece il re c/iamare la figliuola, e comandolle c/e li portasse tutte le gioie c/e ella aveva. La figliuola, ubidiente al padre, fece -uanto il re le aveva comandato; non per1 gli port1 -uella c/e sopra ogni altra cosa teneva. )l medico, vedute le gioie, disse tra -uelle non esser il robino c/e egli desiderava8 e c/e la figliuola riguardasse meglio, c/e lo troverebbe. La figliuola, c/e era gi3 tutta accesa dellRamor del robino, denegava averlo. )l re, -uesto udendo, disse al medico8 = 4ndate e ritornate dimani, c/e faremo s. fattamente con la figliuola, c/e voi lRarrete. = 2artitosi il medico, il padre c/iam1 (iolante8 e ambiduo c/iusi in una camera, dolcemente lRinterrog1 del robino c/e voleva il medico. %a ella costantemente denegava il tutto. 2artita dal padre (iolante ed andata nella sua camera e c/iusa sola dentro, si mise a piagnere; e preso il robino, lo !'!

abbracciava, basciava e stringeva, maladicendo lRora c/e il medico in -ueste parti era venuto. (edendo il robino le calde lagrime c/e dai beR occ/i gi: scorrevano ed i profondi sospiri c/e dal ben disposto cuore venivano, mosso a piet3, si converse in umana forma; e con amorevoli parole disse8 = Signora mia, per cui reputo aver la vita, non piangete n9 sospirate per me c/e vostro sono, ma cercate rimedio al nostro affanno; perci1 c/e il medico c/e con tanta sollecitudine procaccia di avermi nelle mani, @ il mio nemico c/e vorrebbe di vita privarmi8 ma voi, come donna prudente e savia, non mi darete nelle sue mani, ma dimostrandovi piena di sdegno, mi trarrete nel muro; ed io proveder1 al tutto. = (enuta la mattina se-uente, il medico ritorn1 al re; ed udita la cattiva risposta, al-uanto si turb1, affermando veramente il robino esser nelle mani della figliuola. )l re, c/iamata la figliuola in presenza del medico, disse8 = (iolante, tu sai c/e per virt: di -uesto medico noi abbiamo riavuta la sanit3, e per suo guidardone egli non vuole stati n9 tesori, ma solamente un robino, il -uale dice esser nelle tue mani. )o avrei creduto c/e per lRamor c/e mi porti, non c/e un robino, ma del proprio sangue mi avesti dato. 7nde per lRamor c/e io ti porto e per le fatic/e c/e /a portate tua madre per te, ti prego c/e non neg/i la grazia c/e il medico addimanda. = La figliuola, udita ed intesa la volont3 paterna, ritorn1 in camera; e preso il robino con molte gioie, ritorn1 al padre, e ad una ad una le addimostr1 al medico8 il -ual, subito c/e vidde -uella c/e tanto desiderava disse8 = EccolaB = e volse gettarli la mano adosso. %a (iolante, avedutasi dellRatto, disse8 = %aestro, !'"

state indietro, perci1 c/e voi lRavrete. = E tolto il robino con sdegno in mano, disse8 = Gi3 c/e -uesto @ il caro e gentil robino c/e voi cercate, per la cui perdita in tutto il tempo della vita mia rimarr1 scontenta, io non vi lo do di mio volere, ma astretta dal padre; = e cos. dicendo, trasse il bel robino nel muro8 il -uale, giunto in terra, subito sRapr., e un bellissimo pomo granato divenne, il -uale, aperto, sparse le sue granella da per tutto. )l medico, vedute c/e ebbe del pomo le granella sparse, si trasform1 in un gallo8 e credendo col suo becco 5ionigi di vita privare, rimase del tutto ingannato; perci1 c/e un grano in tal modo si nascose, c/e dal gallo mai non fu veduto. Lo nascosto grano, aspettata lRopportunit3, in unRastuta e sagace volpe si converse; ed accostatosi con fretta al crestuto gallo, -uello per lo collo prese, uccise ed in presenza del re e della figliuola il divor1. )l c/e vedendo, il re stupefatto rimase; e 5ionigi, ritornato nelle propria forma, narr1 al re il tutto, e di consentimento suo prese (iolante per sua legittima moglie8 con la -uale visse lungo tempo in tran-uilla e gloriosa pace; e il padre di 5ionigi di povero grandissimo ricco divenne, e Lattanzio, dRinvidia e odio pieno, ucciso rimase.=

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FAVOLA VI.
Di duo &$di i, d$7 .uali uno $ra di gran fa&a $ &ol#o ri o, &a on "o a do##rina( l7al#ro %$ra&$n#$ $ra do##o, &a &ol#o "o%$ro.

*LAURETTA,= 7ggid., amorevoli donne, pi: sRonorano i favori, la nobilt3 e le ricc/ezze, c/e la scienzia; la -uale, -uantun-ue sia in persone di basso e umil grado sepolta, ella nondimeno da s9 stessa pur riluce e splende come un raggio. )l c/e fiavi manifesto, se alla mia breve favola lRorecc/io prestarete. Fu gi3 nella citt3 antenorea un medico molto onorato e ben accommodato di ricc/ezze, ma poco disciplinato nella medicina; il -uale aveva per compagno nella cura dRun gentilRuomo deR primi della citt3 un altro medico, c/e per dottrina e pratica era eccellente, ma privo deR beni della fortuna. En d. venuti a visitar lRinfermo, -uel gran medico riccamente vestito, toccatogli il polso, disse c/e egli aveva una febre molto violenta e formicolare. )l medico povero, bellamente guardando sotto Rl letto, vidde per aventura alcune cortecce di pomi; e pensossi ragionevolmente c/e lRinfermo avesse mangiato deR pomi la sera precedente. 2oi c/e gli ebbe toccato il polso, dissegli8 = Fratel mio, veggio c/e ieri sera tu /ai mangiato deR pomi, perc/9 /ai una gran febre. = Aon potendo lRammalato negar -uello c/Rera la verit3, gli disse di s.. Furono ordinati gli opportuni rimedi, !'$

e partironsi i medici. E cos. andando insieme, -uel famoso ed onorato medico, gonfiato il petto dRinvidia, preg1 molto -uesto medico di bassa fortuna, suo collega, c/e gli volesse manifestar i segni per i -uali aveva conosciuto lRinfermo aver mangiato deR pomi8 promettendo dargli un buon pagamento per la sua mercede. )l medico di umile stato, veggendo lRignoranza di costui, acci1 c/e se ne vergognasse, lRammaestr1 in -uesto modo8 = <uando ti averr3 dRandar alla cura dRalcun infermo, al primo ingresso abbi sempre lRocc/io sotto Rl suo letto; e -uello c/e vi vedrai da mangiare, sappi certo c/e lRinfermo ne /a mangiato. <uesto @ un notabile isperimento del gran commentatore; = e ricevuti alcuni danari, da lui si part.. La mattina se-uente -uesto magnato ed eccellente medico, c/iamato alla cura dRun certo contadino, ma per1 ben accommodato e ricco, entrando nella camera, vidde sotto Rl letto la pelle dRun asino; e poi c/Rebbe cerco e investigato il polso dellRinfermo, trovatolo da inordinata febre aggravato, gli disse8 = )o conosco, fratel mio, c/e iersera /ai fatto un gran disordine, c/e /ai mangiato lRasino; e per -uesta causa -uasi sei incorso allRultimo termine della vita tua. = )l contadino, udite cos. pazze ed esorbitanti parole, sorridendo gli rispose8 = 2erdonimi, prego, (ostra Eccellenzia, signor mio; sono gi3 dieci d. c/Raltro asino, c/e te solo, non /o io visto n9 mangiato. = E con -ueste parole licenzi1 il cos. prudente e scienziato filosofo, e trovossi un altro medico pi: perito di lui. E cos. appare, s. come dissi nel principio del mio ragionamento, c/e pi: sono onorate le ricc/ezze c/e la scienzia. E se io sono stata pi: breve di !'%

-uello c/e conveniva, mi perdonarete; perci1 c/e io vedeva lRora esser tarda, e voi col capo affermar ogni cosa esser vera. =

IL FINE DELLA OTTAVA NOTTE.

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NOTTE NONA
4veva ormai la secca terra mandata fuori lRumida ombra della scura notte, e gli vag/i uccelli sopra li fronzuti rami delli diritti arbori nelli lor nidi c/etamente posavano, -uando lRamorevole e onorata compagnia, posto da parte ogni noioso pensiero, al solito luogo si ridusse. E poscia c/e con lento passo furono fatte al-uante danze, la signora comand1 c/e Rl vaso fosse recato; e postovi dentro di cin-ue donne il nome, la prima c/e usc. fu 5iana, lRaltra Lionora, la terza )sabella, la -uarta (icenza e la -uinta Fiordiana. %a prima c/e dessero principio al favoleggiare, volse la signora c/e tutte cin-ue con i loro lironi cantassero una canzonetta. Le -uali con lieto viso e con angelico sembiante in tal maniera dissero8 Sconsolate erbecine, ?ovB2 il valor, dovB2 la gloria vostra E i gentil sguardi della donna nostraI >him2, smarrito 2 il lume, >n*i Bl bel sol chBogni altro discolora, :he per divin costume :i +acevan gioir ad ora ad ora, E la nobil sembian*a !-(

?olcemente allargar a gli occhi il +reno. 4 +allace speran*a, :ome >mor nBhai del bel viso sereno 5n tutto privi e sconsolati a pieno3 Aon senza -ualc/e acceso sospiro fu ascoltata lRamorosa canzone, la -ual forse dRalcuno penetr1 le radici del cuore. %a ciascuno il suo segreto amore dentro nel petto nascosto ritenne. )ndi la gentil 5iana, sapendo il primo luogo del favoleggiar a lei toccare, non aspettando altro comandamento, alla sua favola diede felice principio8

FAVOLA I.
Galafro, r$ di S"agna, "$r l$ "arol$ d7un /iro&an#$, /$ la &ogli$ li far$''$ l$ orna, fa'ri a una #orr$ $ in .u$lla "on$ la &ogli$( la .ual$ da Gal$o##o, figliuolo di Di$go r$ di Ca!#iglia, ri&an$ agga''a#a.

*DIANA,= S. come, amorose donne, la lealt3, c/e in una gentil madonna si trova, merita lode per esser sommamente comendata da tutti, cos. per lo contrario la dislealt3 c/e la signoreggia, merita biasmo per esser parimenti vituperata da tutti. La prima distende le sue braccia in ogni parte, e da tutto il mondo @ strettamente abbracciata; lRaltra /a i piedi deboli e per la sua debolezza non pu1 gir innanzi8 onde nel fine rimane da ognRuno miserabilmente abbandonata. !-'

5ovendo adun-ue io dar cominciamento al favoleggiare di -uesta notte, mi /o pensato raccontarvi una favola c/e vi fia di sodisfamento e piacere. Galafro, potentissimo re della Spagna, fu uomo aR giorni suoi bellicoso; e per le sue virt: super1 molte province, e -uelle al suo imperio sottomesse. (enuto il re alla senile et3, prese per moglie una giovane, Feliciana per nome c/iamata8 donna veramente leggiadra, cortese e fresca come rosa; e per la sua gentilezza e maniere accorte, era sommamente amata dal re, n9 ad altro pensava c/e compiacerle. 4venne c/e trovandosi un giorno il re a ragionamento con uno c/iromante, il -uale per comune fama era peritissimo nellRarte, vuolse c/e gli guardasse la mano, e dicesse la ventura sua. )l c/iromante, inteso il voler del re, prese la sua mano e diligentemente mir1 ogni linea c/e in -uella si trovava; e guardato c/e lRebbe, sRammut. e pallido nella faccia divenne. )l re, vedendo il c/iromante muto e bianco nel viso divenuto, conobbe apertamente lui aver veduta cosa c/e non gli aggradiva; e fattogli buon cuore, disse8 = %aestro, dite ci1 c/e avete veduto, n9 temete; perc/9 -uello c/e voi direte, accettaremo allegramente. = )l c/iromante, assicurato dal re di poter liberamente parlare, disse8 = Sacra %aest3, molto mi spiace esser -ui aggiunto per raccontarle cosa, per cui dolore e noia ne abbia a venire. %a poscia c/Rio sono assicurato da lei, dic/iarerolle il tutto. Sappi, o re, c/e la moglie c/e tanto ami, ti porr3 due corna in testa; e per1 fa mestieri c/e con somma diligenza la custodisci. = )l re, -uesto intendendo, rimase pi: morto c/e vivo; e data buona licenza al !--

c/iromante, imposegli c/e la cosa secreta tenesse. 7r stando il re in -uesto affannoso pensiero, e considerando d. e notte -uello c/e detto gli aveva il c/iromante, e come sc/iffar puotesse un s. ignominioso scorno, determin1 di mettere la moglie in una forte torre e con diligenza farla servare8 e cos. fece. Era gi3 divolgata dRognRintorno la fama, come Galafro re aveva fabricata la rocca, e in -uella messa la moglie sotto grandissima custodia; ma non si sapeva la cagione. <uesto pervenne allRorecc/i di Galeotto, figliuolo di 5iego re di &astiglia; il -uale, considerata lRangelica bellezza della reina, e lRet3 del suo marito, e la vita c/e le faceva tenendola c/iusa in una forte torre, deliber1 di tentare se gli poteva far una berta; e s. come egli deliber1, cos. la deliberazione riusc. come era il desiderio suo. )mperci1 c/e Galeotto prese gran -uantit3 di danari e molte ricc/e merci, e in Spagna secretamente se nRand1, e in casa dRuna povera vedova tolse due camere a pigione. 4venne c/e Galafro re una mattina per tempo mont1 a cavallo, e con tutta la sua corte se nRand1 alla caccia con animo di star fuori pi: giorni. )l c/e avendo persentito Galeotto, si mise in ordine; e vestitosi da mercatante, e prese molte merci dRoro e dRargento, c/e erano bellissime e valevano uno stato, usc. di casa, e -uinci e -uindi andava dimostrando le sue merci per la citt3. Eltimamente pervenuto al luoco della torre, pi: volte grid18 = &/i vuol comprar delle mie merci, facesi innanziB = Edendo le damigelle della reina il mercatante s. altamente gridare, si fecero ad una finestra; e videro bellissimi panni dRoro e dRargento in tal maniera ricamati, !-.

c/e era cosa ammirativa a vederli. Le donzelle subito corsero alla reina; e dissero8 = Signora, -uinci passa un mercatante e /a robbe le pi: belle, le pi: ricc/e c/e vedeste gi3 mai8 e -uelle sono non da cittadini, ma da re, prencipi e gran signori; e tra le altre vi sono alcune a voi conformi, tutte ingemmate di preciose gioie. = La reina, bramosa di veder cos. belle merci, preg1 i guardiani c/e entrar lo lasciassero; ma elli, temendo di non essere scoperti e malmenati, non volevano consentire, perci1 c/e il comandamento del re era grande e gli andava la vita; pur addolciti dalle affettuose parole della reina e dalle larg/e promesse del mercatante, lo lasciarono entrare. )l -ual, prima fatta la debita e convenevole riverenza, la salut1; indi mostrolle le nobili sue merci. La reina, c/e era festevole e baldanzosa, vedendolo bello, piacevole e di natura benigno, incominci1 balestrarlo con la coda dellRocc/io e accenderlo del lei amore. )l mercatante, c/e non dormiva, dimostrava nel volto corresponderle in amore. (edute c/e ebbe la reina molte cose, disse8 = %aestro, le cose vostre sono bellissime, n9 /anno opposizione alcuna; ma tra tutte -uesta molto mi aggrada. )o volontieri saprei -uello lRapprecciate. = Rispose il mercatante8 = Signora, non @ danaro c/e sofficiente sia a sodisfamento di lei. %a -uando vi fosse in piacere, io pi: presto ve la donerei c/e venderla, pur c/Rio fosse sicuro di ottener la grazia sua, la -ual io reputo maggiore c/e ogni altra robba. = La reina, intesa la magnifica e generosa liberalit3, e considerato lRaltissimo suo animo, tra s9 stessa sRimagin1 lui non esser persona vile, ma di grandissimo maneggio; e voltatasi a lui, disse8 = !-!

%aestro, -uello c/e voi dite, non @ atto di uomo vile, c/e @ pi: delle volte dedito allRingordo guadagno; ma con effetti dimostrate la magnanimit3 c/e nel cor vostro ben disposto regna. )o, -uantun-ue indegna, mi offero aR piaceri e comandi vostri. = )l mercatante, vedendo la reina ben disposta e la cosa riuscire s. come egli desiderava, disse8 = Signora, vera e salda colonna della vita mia, lRangelica bellezza vostra, congiunta con -uelle dolci e benigne accoglienze, mi /a s. fortemente legato, c/e io non spero potermi mai pi: da lei disciogliere. )o per voi ardo, n9 trovo ac-ua c/e estinguer possa s. ardente fuoco in cui mi trovo. )o da lontani paesi sono partito, e non per altro se non per veder la rara e singolar bellezza, la -uale ad ogni altra donna vi fa superiore. Se voi, come benigna e cortese, nella grazia vostra mi accetterete, arrete un servo di cui potrete disporre come di voi stessa. = La reina, udite tai parole, stette sopra di s9, e prese ammirazione non picciola c/e Rl mercatante avesse tanto ardire; ma pur vedendolo bello e leggiadro, e considerando lRingiuria c/e le faceva il marito tenendola c/iusa nella torre, dispose al tutto seguir il piacer suo. %a prima c/e lo contentasse, disse8 = %aestro, gran cosa son le forze dRamore8 le -uali mi /anno ridotta a s. fatto termine, c/e io sono rimasta pi: vostra c/e mia. %a poscia c/e cos. vuol la sorte, c/Rio sia in servit: dRaltrui, son disposta c/e la deliberazione seguiti lReffetto8 con -uesta per1 condizione, c/Rio posseda la guadagnata robba. = )l mercatante, veduta lRingordigia della reina, prese la nobil merce, e -uella le diede in dono. La reina, invag/ita della cara e preciosa robba, dimostrando di non aver il cuor di !-"

pietra n9 di diamante, prese il giovane per mano e menollo in un camerino; e affettuosamente sRabbracciarono e basciarono. )l giovane, messala sopra il letto e lui coricatosi appresso, alzi1le la camiscia c/Rera pi: c/e neve bianca; e preso in mano il piviolo, c/e gi3 diritto era, subito nel solco lo mise, e prese gli ultimi frutti dRamore. 4dempita c/e ebbe il mercatante la sua voglia, usc. di camera, e c/iese alla reina la sua merc9 in dietro. La reina, -uesto intendendo, attonita rimase; e da dolore e da vergogna oppressa, cos. disse8 = Aon conviensi ad uomo magnifico e liberale addimandare indietro la cosa lealmente donata. <uesto fanno i fanciulli, c/e per la tenella et3 sono di senno e dRintelletto privi. %a a voi, uomo savio e accorto, a cui non fa bisogno curatore, io la robba restituir non intendo. = )l giovane, c/e di tal cosa prendeva trastullo, disse8 = Signora, se voi non me la darete, lasciandomi andare alla buonRora, io mai non mi partir1 di -ua, sino attanto c/e Rl re venga8 ed egli, giusto e sincero, o la pag/er3, o farammela, comR@ convenevole, ristituire. = La reina, decetta dallRastuto mercatante, temette c/e il re non sopragiungesse; e contra sua voglia gli rese la robba. 2artitosi il mercatante per uscir del castello, i guardiani lo assalirono, e addimandarono la cortesia c/e promessa gli aveva. )l mercatante non neg1 averli promesso8 ma con patto, sRegli vendeva le sue merci o parte di -uelle. = 7nde, non avendole n9 in tutto n9 in parte vendute, non mi tengo esser obligato a darvi cosa alcuna, perci1 c/e con -uelle istesse merci, con le -uali nella torre entrai, me nRuscisco fuori. = ) guardiani, accesi dRira e di furore, non !-#

volevano c/e per maniera alcuna uscisse se prima non pagava il scotto. )l mercatante, c/e era pi: giotto di loro, disse8 = Fratelli, poscia c/e voi mi vietate lRuscire tenendomi -ui a bada, io me ne star1 sino a tanto c/e Rl re vostro venga8 ed egli, magnanimo e giusto signore, determiner3 la -uestione nostra. = ) guardiani, c/e temevano c/e Rl re non venisse ed ivi il giovane trovasse, e come disubidienti uccider li facesse, apersono la porta e a suo bel grado lo lasciarono gire. Escito il mercatante della torre, e lasciata la reina pi: con vergogna c/e con robba, cominci1 ad alta voce gridare8 = )o il so, e non lo voglio dire; io il so e non lo voglio direB = )n -uel punto Galafro ritornava dalla caccia8 e udendo dalla lunga il grido c/e faceva il mercatante, molto se ne rise; e giunto al palazzo, e andato nella torre dove dimorava la reina, invece di saluto burlando disse8 = %adonna, io il so, e non lo voglio direB = e ci1 replic1 pi: volte. La reina, udendo le parole del re, e pensando c/e dicesse da dovero e non da burla, si tenne morta; e tutta tremante, prostratasi a terra, disse al re8 = 7 re, sappi c/Rio ti /o tradito, e c/iedoti perdono del mio gran fallo, n9 @ morte c/e io non meriti; ma confisa della tua clemenza, spero di ottener grazia e perdono. = )l re, c/e non sapeva la cosa, si maravigli1 molto; e comandolle c/e si levasse in piedi e gli raccontasse il tutto. La reina, smarrita, con tremante voce e con abondantissime lacrime li narr1 il caso dal principio alla fine. La -ual cosa intesa, disse il re8 = %adama, sta di buona voglia, n9 ti smarrire; perci1 c/e -uello c/e vuole il cielo, convien c/e sia. = Ed in -uellRora !-$

fece spianar la torre, e pose la moglie in libert3, con la -uale allegramente visse; e Galeotto, nel fatto dRarme vittorioso, con le sue merci a casa fece ritorno. =

FAVOLA II.
Rodolino, figliuolo di Lodo%i o r$ di Ung/$ria, a&a Violan#$ figliuola di Do&i1io !ar#o( $ &or#o Rodolino, Violan#$, da gran dolor o&&o!!a, !o"ra il or"o &or#o n$lla /i$!a !i &uor$.

*LIONORA,= Se lRamore @ guidato da uno spirito gentile con -uella modestia e temperanza c/e se gli conviene, rare volte aviene c/e non riuscisca in bene. %a -uando @ guidato da uno incordo e disordinato appetito, nuoce molto e conduce lRuomo ad orrido e spiacevole fine. <ual sia la causa di -uesto breve discorso, il fine della favola ve Rl dar3 a conoscere. 5icovi adun-ue, graziose donne, c/e Lodovico re di Eng/eria ebbe un solo figliuolo, Rodolino nomato; il -ual, ancor c/e molto giovanetto fosse, non restava per1 di sentire i cocenti stimoli dRamore. )l giovanetto un giorno, dimorando ad una finestra della camera sua, e ravolgendo nellRanimo suo varie cose, de -uai assai si dilettava, vidde per aventura una fanciulla, figliuola dRun sarto, della -uale, per esser bella, modesta e gentile, s. caldamente sRaccese, c/e non trovava riposo. La fanciulla, c/e (iolante si !-%

c/iamava, sRavidde dellRamor di Rodolino, e non meno di lui sRaccese, c/e egli di lei; e -uando non lo vedeva, si sentiva morire. &resciuti ambiduo in pari benivolenza, amor, c/e @ fida guida dRogni animo gentile e vera luce, oper1 s. c/e la giovanetta si assicur1 di parlar con lui. Sendo un giorno Rodolino alla finestra, e conoscendo apertamente il reciproco amore c/e gli portava (iolante, disse8 = (iolante, sappi c/e tanto @ lRamor c/Rio ti porto, c/e -uello mai non mi separer3 se non la scura morte. Le laudevoli e leggiadre maniere, gli onesti e real costumi, gli occ/i vag/i e lucidi come stella, e lRaltre condizioni c/e io veggo in te fiorire, mi /anno s. focosamente indutto ad amarti, c/e mai altra donna c/e te non intendo di prender per moglie. = Ed ella, c/e era astuta, ancor c/e giovanetta fosse, rispose c/e, se egli amava lei, assai pi: ella amava lui, e c/e Rl lei amore non era dRagguagliare al suo, perci1 c/e lRuomo non ama di buon cuore, ma il suo amore @ folle e vano, e il pi: delle volte conduce la donna, c/e sommamente ama, a miserabil fine. = 5e/, anima mia, = diceva Rodolino, = non dir cos.; c/e, se tu sentesti la millesima parte della passione c/Rio per te sento, tu non diresti tai parole; e se tu no Rl credi, fa lRisperienzia, c/e allora tu vedrai se io ti amo o no. = 4venne c/e Lodovico, padre di Rodolino, sRavidde un giorno dellRinnamoramento del figliuolo; e molto tra s9 stesso si dolse, temendo forte -uello c/e agevolmente li poteva avenire con vituperio e vergogna del suo regno. E senza farli saper cosa alcuna di -uesto, deliber1 mandarlo in lontani paesi, acci1 c/e il tempo e la lontananza ponesse !-&

in oblivione lRinnamoramento suo. Laonde il re, c/iamato un giorno a s9 il figliuolo, disse8 = Rodolino, figliuolo mio, tu sai c/e noi non avemo altri figliuoli c/e te, n9 semo per averne8 e il regno dopo la morte nostra aspetta a te, come vero successore; e acci1 c/e tu diventi uomo prudente e accorto, e a tempo e a luoco possi saviamente reggere il regno tuo, io determinai mandarti in 4ustria, dove dimora Lamberico, da parte di madre tuo zio. )vi sono uomini dottissimi, i -uali per amor nostro ti ammaestreranno, e sotto la loro disciplina verrai prudente e savio. = Rodolino, inteso il parlar del re, si sbigott. e -uasi muto divenne; ma pur, ritornato in s9, disse8 = 2adre mio, -uantun-ue lo allontanarmi da voi mi sia dolore e pena, perci1 c/e mi privo della presenza vostra e della madre mia, pur, perc/9 cos. vRaggrada, io sono disposto di ubedirvi. = )l re, intesa la benigna risposta del figliuolo, subito scrisse a Lamberico suo cognato, e li signific1 la causa, raccomandandogli il figliuolo come la propia vita. Rodolino, poi c/e fatta ebbe la larga promessa al padre, assai si duolse; ma non potendola con suo onor ritrattare, a -uella consenti. %a prima c/e si partisse, trov1 la commodit3 di parlar con la sua (iolante per instruirla c/e far devesse fin alla venuta sua, acci1 c/e un tanto amore non si separasse. Trovatisi adun-ue insieme, disse Rodolino8 = (iolante, io, per compiacere al padre mio, mRallontano da te col corpo, ma non col core; e ovun-ue sar1, io sempre mi ricorder1 di te. %a pregoti per -uello amore c/Rio ti portai, porto e porter1 fin c/e Rl spirito regger3 -ueste ossa, c/e tu non vogli congiungerti in !.(

matrimonio con uomo alcuno, perci1 c/e, tantosto c/Rio ritorner1, prenderotti senza fallo per mia legittima moglie; e in segno della mia intiera fede, prendi -uesto anello, e tiello caro. = (iolante, avuta la trista nuova, volse da dolor morire; ma poscia c/e riebbe le smarrite forze, rispose8 = Signore, 5io volesse c/e io mai non vi avesse conosciuto, perci1 c/e io non mi troverei in tanti duri affanni, in -uanti ora mi trovo. %a poi c/e cos. vuol il cielo e la mia sorte c/e voi vi allontanate da me, almeno fatemi certa se Rl vostro star lontano sar3 breve o lungo; perci1 c/e, essendo lungo, non potrei resistere alla volont3 del padre, -uando mi volesse maritare. = 5isse Rodolino8 = (iolante, non ti ramaricare8 stammi allegra, c/e innanzi c/e finisca lRanno, sar1 -ui; e se in termine dellRanno non vengo, ti do buona licenza di poterti maritare. = E cos. detto, con lagrime e sospiri tolse licenza da lei8 e la mattina per tempo, montato a cavallo, con onorevole compagnia cavalc1 verso lR4ustria; ed ivi giunto, fu da Lamberico suo zio orrevolmente ricevuto. Stavasi Rodolino per la sua lasciata (iolante addolorato molto, n9 sapea prender solazzo alcuno; ed avenga c/e gli giovani si sforciassino di dargli tutti i piaceri c/e imaginar si potevano, nulla per1 o poco valeano. 5imorando adun-ue Rodolino nellR4ustria con suo non poco scontento, e avendo lRanimo affiso alla sua diletta (iolante, non avvedendosi, pass1 lRanno. 7nde accortosi di -uesto, c/iese licenza al zio di ritornar a casa per veder il padre e la madre; e Lamberico benignamente gliela concesse. (enuto Rodolino nel paterno regno, e accettato con gran festa dal padre e dalla madre, gli venne in !.'

cognizione come (iolante, figliuola di 5omizio sarto, era maritata. )l c/e fu di somma letizia al re, ma dRinfinito dolor a Rodolino, il -ual tra s9 stesso molto si doleva c/e di tal maritaggio ne era stato causa. 5imorando il miserello in -uesto angoscioso tormento, n9 sapendo trovar remedio allRamorosa passione, voleva da doglia morire. %a amore, c/e non abbandona gli seguaci suoi, e castiga -uelli c/e non attendono alle promesse, trov1 il modo c/e Rodolino si ritrov1 con (iolante. Rodolino, senza saputa di (iolante, una sera nella sua camera si nascose8 e giacendo lei col marito in letto, c/etamente and1 alla callicella; ed entrato dentro pianamente, lev1 la sargia e posele la mano sopra il petto. (iolante, c/e non sapeva la venuta sua, sentendosi da altri c/e dal marito toccare, volse dar un grido; ma Rodolino, messa la mano alla bocca, la viet1, e diedesi a conoscere. La giovane, conosciuto c/e ebbe lui esser Rodolino, subito si smarr., e temenza le venne c/e dal marito sentito non fusse; e con savio modo, meglio c/e ella poteva, lo spingeva da s9, n9 si lasciava pur basciare. Rodolino, vedendosi dal suo caro bene al tutto abbandonato e apertamente scacciato, non vedendo rimedio al gravoso affanno c/e sofferiva, disse8 = 7 crudelissima fiera, ecco c/e io moio; contentati c/e pi: non avrai di vedermi fastidio, e tardi divenuta pietosa, di biasmare la tua durezza a forza costretta sarai. 7/im@, e come pu1 essere c/e Rl lungo amore c/Run tempo mi portasti, sia ora in tutto da te fuggitoC = E cos. dicendo, strettamente abbracci1 la sua (iolante, e -uella, volendo o non volendo, basci1; e sentendosi dentro al cuore gi3 venire !.-

meno lo spirito, si raccolse in s9, e mandando fuori un gran sospiro, a lato di lei infelicemente mor.. La mesc/inella, poi c/e conobbe lui esser morto, stette sopra di s9, e pensava c/e via tener dovesse c/e Rl marito non sRaccorgesse; e lasciatolo della lettiera nella callicella lievemente gi: cadere, finse di sognare8 e trasse un grandissimo grido, per lo -uale il marito subito si dest1; e addimandata la causa del grido, tutta tremante e spaventata li raccont1 come le pareva Rodolino, figliuolo del re, giacer seco e nelle sue braccia esser morto8 e levatosi di letto, trov1 nella callicella il corpo morto disteso, c/e ancor era caldo. )l marito, veduto il strano caso, sbigottito rimase, e molto temette della vita sua. E fatto buon core, prese il corpo morto sopra le spalle; e senza esser veduto da alcuno, poselo su la porta del regal palazzo. )l re, intesa la trista nuova, voleva di dolor ed ira s9 stesso uccidere; ma poscia ritornato in s9, mand1 per gli medici c/e vedessino e giudicassino la causa della sua morte. ) medici separatamente videro il corpo morto, e conformemente riferirono esser morto non da ferro n9 da veneno, ma da dolore intrinseco. )l c/e inteso, ordin1 il re c/e si apparecc/iassero le funerali esse-uie, e c/e il cadavero nella c/iesa catredale fusse portato, e c/e tutte le donne della citt3, di -ualun-ue condizione esser si voglia, sotto pena della disgrazia sua, debbano andar alla bara e basciare il figliuolo morto. &oncorseno molte matrone, le -uali per piet3 largamente il piansero; e tra lRaltre vi and1 la infelice (iolante; la -ual, desiderando almeno morto veder colui a cui vivo non aveva voluto dRun sol bascio compiacere, !..

gettossi sopra il morto corpo8 e pensando c/e per amor di lei era privo di vita, ritenne s. fattamente il fiato, c/e senza dir parola pass1 della presente vita. Le donne, vedendo lRinopinato caso, corsero ad aiutarla; ma in vano si affaticarono, perci1 c/e lRanima sRera partita e andata a trovar -uella di Rodolino, suo diletto amante. )l re, c/e sapeva lRinnamoramento di (iolante e del figliuolo, lo tenne secreto8 e ordin1 c/e ambiduoi fussero in una stessa tomba sepolti. =

FAVOLA III.
Fran $! o Sfor1a, figliuolo di Lodo%i o Moro, du a di M$lano, !$gu$ un $r%o n$lla a ia, $ da7 o&"agni !i !&arri! $( $ giun#o in a!a di $r#i on#adini, !i on!igliano di u id$rlo. Una fan iulla ! o"r$ il #ra##a#o( $d $gli !i !al%a, $ i %illani %i%i !ono !.uar#a#i.

*ISABELLA,= La favola raccontata da Lionora mi presta campo largo di recitarvi un compassionevole caso, il -uale ritiene pi: presto della istoria c/e della favola; perc/9 cos. intervenne ad uno figliuolo dRun duca, il -uale dopo molti affanni fece patire alli lor nemici lRaspra penitenza del suo commesso fallo. 5icovi adun-ue c/e aR tempi nostri si trov1 in %elano !.!

il signor Francesco Sforza, figliuolo di Lodovico %oro, duca di %elano, il -uale e in vita del padre e dopo la morte sua fu da invidiosa fortuna ballestrato molto. Era il signor Francesco neR suoi primRanni bello di forma, ornato di costumi, e il suo volto dimostrava segno di c/iara indole; indi venuto alla et3 della florida adolescenzia, dopo i studi e lRaltre buone operazioni, alle volte si dava allRarmeggiare, a lanciar il palo e allRandar a caccia8 e di -uesto assai si dilettava. 7nde la giovent: per gli costumi e prodezze sue lRamava molto, ed ella era amata da lui; n9 giovane era nella citt3, c/e largamente non fosse guidardonato da lui. )l signor Francesco un giorno per suo diporto raun1 molti giovani de -uai niuno aveva ancor tocco il ventesimo anno; e asceso a cavallo, se nRand1 con esso loro alla caccia. Ed aggiunti ad un bosc/etto, dove dimoravano le fiere, -uello circundorono. 4venne c/e dalla parte dove il signor Francesco attentamente guardava, usc. fuori un leggiadretto cervo; il -uale, veduti i cacciatori, per timore si diede al fuggire. )l signore, c/Raveva cuor di leone e stava bene a cavallo, vedendo il cervo velocemente fuggire, con li sproni spinse il cavallo, e animosamente si mise a seguirlo; e tanto lo seguit1, c/e, allontanato dalla compagnia, smarr. la diritta strada, di maniera c/e, perduto il cervo di veduta e lasciata lRimpresa, non sapeva dove egli fosse n9 dove andasse. Laonde, vedendosi solo e fuori della commune strada, n9 sapendo tornare a dietro, e sopragiungendo lRoscurit3 della notte, al-uanto si smarr., temendo non gli avenisse cosa c/e gli spiacesse8 s. come gli avenne. &ontinovando adun-ue il signor Francesco il smarrito !."

cammino, finalmente aggiunse ad una picciola casa coperta di paglia e mal condizionata; ed entrato nel cortile, scese gi: del cavallo, e per s9 stesso lo leg1 ad una siepe ivi vicina; indi, entrato in casa, trov1 un vecc/iarello c/e non aveva meno di anni novanta8 e con esso lui era una contadina giovane e assai bella, la -uale aveva nelle braccia una fanciulla di anni circa cin-ue, e la pasceva. )l signore, dato al vecc/iarello e alla contadina un bel saluto, si pose con loro a sedere; e di grazia gli addimand1 c/e per -uella notte gli volessero dare alloggiamento, non lasciandosi per1 conoscere. )l vecc/iarello e la femina, c/e gli era nuora, vedendo il giovane ben in ordine e di vago aspetto, molto volontieri lRaccettarono, scusandosi tuttavia di non aver luogo c/e convenevole fosse alla persona sua. )l signore assai li ringrazi1; e uscito di casa, attese al suo cavallo; e governato c/e lRebbe, ritorn1 in casa. La fanciulla, c/e era amorevole, sRaccost1 al signore8 e facevagli feste e carezze assai, ed egli allRincontro la basciava e lusingava. %entre c/e Rl signore, il vecc/iarello e la nuora stavano in ragionamenti, sopragiunse %alacarne, figliuolo del vecc/io e marito della giovane, ed entrato in casa, vidde il signore c/e ragionava col vecc/io e accarezzava la fanciulla; e data e ricevuta la buona sera, ordin1 alla moglie c/e apparecc/iasse la cena, e accostatosi al signore, LRaddimand1 per -ual cagione era venuto in -uel selvaggio e inabitato luogo. 4 cui il signore iscusandosi rispose8 = Fratello, la causa della venuta mia in cotesto luogo non @ stata per altro se non c/e, trovandomi solo per strada ed essendo sopragiunta la notte, n9 sapendo dove andare per !.#

esser mal instrutto di -ueste contrade, trovai per mia buona sorte -uesta picciola abitazione, dove da -uesto vecc/iarello e da -uesta donna fui allegramente ricevuto. = %alacarne, inteso il parlar del signore, e vedendolo riccamente vestito con la catena dRoro c/e li pendeva dal collo, subito fece disegno sopra di lui, e al tutto determin1 ucciderlo e spogliarlo. (olendo adun-ue %alacarne adempire il diabolico proponimento, c/iam1 il vecc/io padre e la moglie; e presa la fanciulla in braccio, uscirono fuor di casa, e tiratisi da un lato, fecero tra loro consiglio di uccidere il giovane e spogliatolo delle sue vestimenta, sotterrarlo nella campagna, persuadendosi c/e mai pi: di lui novella non si sentisse. %a il giusto 5io non permise il malvagio lor proponimento aver effetto, ma con bel modo il loro trattato scoperse. Finito il trattato e Rl malvagio consiglio, %alacarne pens1 di non poter solo adempire il deliberato pensiero, perci1 c/e il padre era vecc/io e impotente e la donna di poco animo, e considerava il giovane in apparenza essere di grandissimo coraggio e potersi agevolmente difendere e fuggire. 7nde determin1 dRandare ad un luogo non molto lontano, e c/iamare tre suoi amici, e insieme con loro esseguir il tutto. Gli amici, intesa la cosa e avidi del guadagno, lietamente accontentarono8 e prese le lor armi, alla casa di %alacarne se ne girono. La fanciulla, lasciato il vecc/iarello con la madre in compagnia, ritorn1 al signore, e facevagli maggior festa e maggior carezze c/e prima. )l signore, veggendo la grandRamorevolezza della fanciulla, la prese in braccio, e dolcemente lRaccarezzava e basciava. La !.$

fanciulla, vedendo il lustro della catena dRoro, e piacendole, si come @ costume di ciascun fanciullo, pose la mano sopra la catena, e voleva mettersela al collo. )l signore, c/e vedeva la fanciulla della catena dilettarsi, tuttavia accarezzandola, disse8 = (uoi tu, figliuola mia, c/Rio te la doniC = E cos. detto, gliela pose al collo. La fanciulla, c/e aveva inteso il trattato, senza dir altra parola rispose8 = Ella sar3 ben mia, perci1 c/e il padre mio e la madre mia ve la vogliono tJrre e ammazzarvi. = )l signor Francesco, c/Rera savio e accorto, intese c/Rebbe le tristi parole della fanciulla, non le lasci1 cader in terra, ma da prudente tac-ue8 e levatosi da sedere con la fanciulla in braccio, sopra un letticello con la catena al collo la pose; ed ella, perc/9 lRora era tarda, immantinenti si addorment1. )ndi il signor Francesco si rinc/iuse in casa, e lRuscio con duo gran cassoni fortific1, aspettando virilmente -uello c/e i giotti far volevano. 4ppresso -uesto, il signor trasse fuori un picciolo scoppio c/e a lato teneva e avea cin-ue bocc/e, le -uali unitamente, e ciascaduna di per s9 poteasi scaricare. ) compagni del signor, vedendo mancargli il lor capo, n9 sapendo dove fusse gito, cominciarono a sonar i corni e c/iamarlo; ma niuno li rispondeva. 2er il c/e i giovani dubitarono c/e Rl cavallo, correndo, di -ualc/e trabocc/evol balzo caduto non fusse, e conse-uentemente col patrone morto e dalle fiere divorato. Essendo i giovani tutti affannati, n9 sapendo c/e partito prendere, disse uno dei compagni8 = )o lo viddi per -uesto sentiero seguir un cervo e tener la strada verso il vallone; e perc/9 lo suo cavallo nel corso era pi: veloce c/e Rl mio, non li potei tener !.%

dietro, onde in picciolRora il perdei di vista8 ma dove se ne gisse, non seppi. = )nteso c/Rebbero i giovani il parlar di costui, si misero in via; e seguirono tutta notte la traccia del cervo, pensando trovarlo o morto o vivo. %entre c/e i giovani cavalcavano, %alacarne si accompagn1 con i tre scelerati amici, e con esso loro venne a casa; e credendo senza contrasto entrar in casa, trovarono lRuscio c/iuso. %alacarne col piede picc/i1 lRuscio, dicendo8 = 7 buon compagno, apri; c/e fai c/e non apriC = )l duca taceva, e nulla rispondeva; ma guatando per un pertugio, vidde %alacarne con una secure in spalla, e i tre altri ben assettati nelle lor armi. )l signore, c/e gi3 aveva caricato il scoppio, non stette a bada; ma postolo ad uno pertugio, diserr1 una bocca, e pass1 a uno deR tre compagni il petto, di maniera c/e, senza dir sua colpa, in terra morto cadde. %alacarne, -uesto vedendo, con la secure cominci1 percuoter lRuscio per gettarlo gi:; ma nulla faceva, perci1 c/e era ben puntellato. )l duca senza indugio diserr1 la seconda bocca; e Rl diserrar fu di tal sorte, c/e nel braccio destro fer. un altro deR compagni a morte. Sdegnati allora -uelli c/e erano rimasti vivi, si misero alla forte per gettar gi: lRuscio; e s. fatto romor facevano, c/e pareva c/e roinasse il mondo. %a il duca, c/e stava non senza spavento, fortificava la porta con scanni, panc/e ed altre cose. E perc/9 -uanto pi: la notte @ lucida e serena, tanto pi: @ tran-uilla e -ueta, e ogni moto, ancor c/e lontano, di leggieri si sente, fu dalla compagnia del signor il strepito sentito. 7nde riserrati insieme e lasciate aR cavalli in libert3 le briglie, subito aggiunsero al luogo dove era il romore, e !.&

videro i malfattori c/e sRaffaticavano gettar gi: la porta. 4i -uali disse uno della compagnia8 = &/e contenzioni e romori sono -uesti c/e voi fateC = Rispose %alacarne8 = Signori, io vel dir1. <uesta sera, essendo venuto a casa tutto lasso, trovai un giovane soldato, della vita molto disposto. E perc/9 egli voleva uccidere il mio vecc/io padre, sforciare la moglie, rapire la fanciulla e togliermi la robba, io me ne fuggii per non poter far difesa8 e vedendomi a mal partito ridotto, me nRandai a casa di certi miei amici e parenti, e li pregai c/e mi aiutasseno; ed aggiunti c/e fussemo a casa, trovassimo lRuscio c/iuso e fortemente puntellato di dentro, di modo c/e non potevamo entrare, se prima lRuscio non era rotto. E non contento del forzo della mia moglie, /ammi anco con un scoppio ucciso, come voi vedete, lRamico, e lRaltro a morte ferito. 7nde, non potendo sofferire tanta ingiuria, io il voleva aver nelle mani, o morto o vivo. = ) giovani del duca, udendo il caso, e parendogli verisimile per lo corpo c/e morto in terra giaceva, e per lo compagno gravemente ferito, si mossero a piet3; e scesi gi: deR suoi cavalli, si misero a gettar gi: la porta, gridando ad alta voce8 = 4/ traditore, a/ nemico di 5ioB 4pri lRuscio, c/e stai a fareC tu patirai la pena del tuo fallo. = )l duca nulla rispondeva, ma con ogni studio ed arte attendeva a fortificar la porta, non conoscendo per1 c/e -uelli fussero i compagni suoi. 5imorando i giovani in -uesto conflitto, n9 potendo per violenza alcuna aprir lRuscio, uno deR compagni, tiratosi da parte, vidde un cavallo c/e era nella corte al siepe legato; e avvicinatosi a lui, conobbe -uello esser il cavallo !!(

del signore, e ad alta voce disse8 = 4c-uetatevi, signorR cavallieri, e non procedete pi: oltre, perci1 c/e Rl nostro signor @ -ua dentro; = e dimostr1gli il cavallo legato al siepe. ) compagni, veduto e conosciuto il cavallo, fermamente pensarono il duca esser dentro nella c/iusa casa, e con grandissima allegrezza il c/iamorono per nome. )l duca, sentendosi c/iamare, subito conobbe -uelli esser i compagni suoi; e assicuratosi della vita e dispuntellato lRuscio, aperse. Ed intesa la causa del suo c/iudersi in casa, presero i malfattori, e strettamente legati, a %elano li condussero; e prima con affocate tanaglie furon tormentati8 dopo, cos. vivi, da -uattro cavalli s-uartati. La fanciulla, c/e (erginea si c/iamava e lo scelerato trattato scoperto aveva, fu dal duca data in governo alla signora duc/essa c/e lRammaestrasse. E venuta alli nubili anni, in ricompensamento di tanto beneficio -uanto il duca ricevuto aveva, fu in un gentil cavaliere con amplissima dote onorevolmente maritata. E presso -uesto le diede in dono il castello di inasio, posto fra %elano e 2avia8 il -uale oggid. per le continove guerre @ in s. fatta maniera distrutto, c/e non ci @ rimasta pietra sopra pietra. E in tal modo i tristi e sciagurati finirono la vita loro, e la fanciulla col suo marito per molti anni felicemente visse.=

!!'

FAVOLA IV.
Pr$7 Pa"iro S /i11a, "r$!u&$ndo!i &ol#o !a"$r$, 4 d7ignoran1a "i$no( $ on la !ua ignoran1a '$ffa il figliuolo d7un on#adino, il .ual$ "$r %$ndi ar!i gli a''ru! i0 la a!a $ .u$llo /$ d$n#ro !i #ro%a%a.

*VICEN+A,= Se noi, piacevoli donne, volessimo, con -uella diligenzia c/e si conviene, prudentemente cercare -uanto grande sia il numero de sciocc/i e dRignoranti, con assai agevolezza trovaressimo essere innumerabile; e se pi: oltre volessimo conoscere i difetti c/e dalla ignoranza procedeno, andiancene dalla isperienza, di tutte le cose maestra, ed ella, come madre diletta, il tutto ci dimostrer3. Ed acci1 c/e noi non ce ne andiamo con le mani, come volgarmente si dice, piene di mosc/e, dicovi c/e da lei, tra gli altri vicii, nasce uno c/e @ la superbia, fondamento di tutti i mali e radice dRogni umano errore; perci1 c/e lRuomo ignorante si presume sapere -uel c/e non sa, e vuole apparere -uel c/e non @8 s. come avenne ad un prete di villa, il -uale, presumendosi esser scienziato, era il maggior ignorante c/e mai la natura creasse. Ed ingannato dalla falsa sapienza sua, rimase della facolt3 e -uasi della vita privo8 s. come per la presente novella, la -ual forse ancora intesa avete, a pieno intenderete. 5icovi adun-ue c/e nel territorio di rescia, citt3 assai !!-

ricca, nobile e popolosa, fu, non gi3 molto tempo fa, uno prete, il cui nome era 2apiro Sc/izza; ed era rettore della c/iesa della villa di edicuollo, non molto discosta dalla citt3. &ostui, c/e era essa ignoranza, faceva il literato, e mostravasi con ogni uno esser gran sapiente; e -uelli del contado assai volontieri il vedevano, onoravano e di molta dottrina lRestimavano. 4venne c/e dovendosi il giorno di san %acario in rescia celebrare una divota e solenne processione, il vescovo fece fare un espresso comandamento a tutti i c/ierici s. della citt3 come di villa, c/e sotto pena di ducati cin-ue dovessero cum cappis et coctis venir ad onorare la solenne festa, s. come ad un tanto divoto santo si conveniva. )l nunzio del vescovo, andatosene alla villa di edicuollo, trov1 messer preR 2apiro, e fecegli il comandamento, da parte di monsignor lo vescovo8 c/e sotto pena di ducati cin-ue il giorno di san %acario la mattina per tempo si trovi a rescia nella c/iesa catredale cum cappis et coctis, acci1 c/e egli con gli altri preti onori la solenne festa. 2artito c/e fu il nunzio, messer preR 2apiro cominci1 tra s9 stesso pensare e ripensare c/e dir volesse c/Rei venisse a tal solennit3 cum cappis et coctis. E discorrendo su e gi: per casa, ruminava con la dottrina e sapienza sua, se per aventura poteva venir in cognizione delle predette parole. 7r avendo lungamente pensato sopra -uesto, finalmente gli occorse nellRanimo c/e cappis et coctis non significasse altro c/e capponi cotti. 7nde, fermatosi nella sua bestial intelligenza, senza aver lRaltrui consiglio, prese due paia di capponi, e degli migliori, e alla fante ordin1 c/e !!.

diligentemente li cucinasse. (enuta la mattina se-uente, preR 2apiro nellRaurora mont1 a cavallo8 e fattisi dare in un piatto i capponi cotti, a rescia li port1; ed appresentatosi dinnanzi a monsignor lo vescovo, li diede i capponi cotti, dicendoli c/e dal suo nuncio gli era stato commesso c/Regli venisse ad onorar la festa di san %acario cum cappis et coctis, e per sodisfare al debito suo egli era venuto e seco portato aveva i capponi cotti. )l vescovo, c/e era prudente ed astuto, veduti i capponi grassi e ben arrostiti, e considerata la ignoranzia del prete, strinse le labbra e sRastenne dalle molte risa; doppo con faccia gioconda accett1 i capponi, e resegli mille gratis. %esser preR 2apiro, udite le parole del vescovo, per la sua grossezza non le comprese; ma tra s9 stesso pens1 c/e il vescovo li ric/iedesse mille fassa di legna. Laonde lRignorantazzo, gettatosi aR piedi del vescovo, con le ginocc/ia a terra, disse8 = %onsignor mio, vi prego per lRamor c/e portate a )ddio, e per la riverenzia c/e io vi porto, non vogliate imponermi tanta gravezza, perci1 c/e la villa @ povera, e mille gratis @ troppo gran carico a cos. bisognoso luoco; ma accontentatevi di cin-uecento, c/Rio li mander1 pi: c/e volontieri. = )l vescovo, -uantun-ue fusse giotto ed astuto, non per1 comprese -uello c/e dir voleva il prete; ed acci1 c/e non paresse, come egli, ignorante, si ac/et1 al voler suo. )l prete, fornita la festa, e presa buona licenza e la benedizione dal vescovo, a casa ritorn1. E tantosto c/Raggiunse a casa, trov1 i carri e fece caricare le legna; e la mattina se-uente al vescovo le mand1 appresentare. )l vescovo, vedute le legna ed inteso c/i era il mandatore, assai sRallegr1 e molto volontieri le ricevette. Ed !!!

in tal maniera il grossolone, persistendo nella sua ignoranza, con suo disonore e danno perd@ i capponi e le legna. 4venne, dopo non molti giorni, c/e nella predetta villa di edicuollo trovavasi un contadino, detto per nome Gianotto, il -uale, -uantun-ue fosse uomo di villa e n9 leggere n9 scrivere sapesse, era nondimeno tanto amatore de gli virtuosi, c/e servo in catena si sarebbe fatto per loro amore. &ostui aveva uno figliuolo di buon aspetto, c/e dimostrava c/iaro segno di divenir scienziato e dotto8 il cui nome era 2irino. Gianotto, c/e cordialmente amava 2irino, determin1 di mandarlo in studio a 2adova e non gli lasciare cosa alcuna, c/e ad uno studioso appartiene, mancare; e cos. fece. 2assato un certo tempo, il figliuolo, assai ben fondato nellRarte della grammatica, torn1 a casa, non gi3 per rimpatriare, ma per visitare i parenti e gli amici suoi. Gianotto, desideroso dellRonor del figliuolo e volendo sapere sRegli faceva nel studio profitto, determin1 dRinvitare i parenti e gli amici e fargli un bel desinare, e pregar messer preR 2apiro c/e in presenza loro lRessaminasse, acci1 c/e vedessero se egli perdeva il tempo in vano. (enuto il giorno dellRinvito, tutti i parenti e gli amici, secondo lRordine dato, si ridussero a casa di Gianotto; e fatta la benedizione per messer lo prete, tutti, secondo la loro maggioranza, sederono a mensa. Finito il desinare e levate le tovaglie, Gianotto si lev1 in piede, e disse8 = %essere, io volontieri vorrei, tuttavia piacendovi, c/e voi essaminaste 2irino mio figliuolo, acci1 c/e noi vedessimo se egli @ per far frutto o no. 4 cui messer preR 2apiro !!"

rispose8 = Gianotto, compare mio, -uesto @ poco carico a -uello c/e io vorrei far per voi, perci1 c/e -uello c/e ora mi comandate, @ una cosa minima alla sufficienza mia. = E voltato il viso verso 2irino, c/e a dirimpetto sedeva, cos. disse8 = 2irino, figliuol mio, noi siamo -ua tutti raunati ad uno istesso fine, e desideriamo lRonor tuo, e vogliamo sapere se tu /ai ben dispensato il tempo nel studio di 2adova. 7nde, per sodisfamento di Gianotto tuo padre e per contento di -uesta onorevole brigata, noi faremo un poco di essaminazione sopra le cose c/e /ai imparato a 2adova; e se tu ti porterai, s. come noi speriamo, valorosamente, tu darai a tuo padre e agli amici e a me consolazione non picciola. 5immi adun-ue, 2irino, figliuolo mio8 come si addimanda latinamente il preteC = 2irino, c/Rera ottimamente instrutto nelle regole grammaticali, arditamente rispose8 = Praesbyter. = 2apiro, udita la presta e pronta risposta datagli da 2irino, disse8 = E come praesbyter, figliuol mioC Tu tRinganni di largo. = %a 2irino, c/e sapeva c/e diceva il vero, affermava audacemente, -uello c/e risposto aveva, esser la verit3; e provavalo con molte autorit3. 5imorando lRuno e lRaltro in grandissima contenzione, n9 volendo preR 2apiro cedere allRintelligenzia del giovane, voltossi verso coloro c/e a mensa sedevano, e disse8 = 5itemi, fratelli e figliuoli miei8 -uando nel tempo di notte vi occorre alcuno caso c/e sia dRimportanza, come di confessione, di comunione o di altro sacramento c/e @ necessario alla salute dellRanima, non mandate subito al preteC = S.. = E c/e fate voi primaC Aon picc/iate a lRuscioC = &erto s.. = 5opo non dite voi8 2resto, !!#

presto, messere, levatevi su e venete presto a dar i sacramenti ad un infermo c/e se ne moreC = ) contadini, non potendolo negare, confermavano cos. essere il vero. = 4dun-ue, = disse preR 2apiro, = il prete latinamente non si dice praesbyter, ma prestule, perc/9 egli presto viene a sovenire allRinfermo. %a voglio c/e -uesta prima volta ti sia sparamiata. %a dimmi, come si addimanda il lettoC = 2irino prontamente rispose8 = Lectus, thorus. = Edendo preR 2apiro cotal risposta, disse8 = 7 figliuol mio, tu sei in grandRerrore, e il tuo precettore ti /a ensegnato il falso. = E voltatosi verso suo padre, disse8 = Gianotto, -uando voi venete dalla campagna a casa stanco, dopo c/e avete cenato non dite voi8 )o voglio andar a riposareC = S., = rispose Gianotto. = 4dun-ue, disse il prete, il letto reposorium si c/iama. = )l c/e tutti ad una voce confermarono esser il vero. %a 2irino, c/e si faceva beffe del prete, non osava contradirgli, a ci1 c/e i parenti non sRadirasseno. 7r seguendo, preR 2apiro disse8 = E come sRaddimanda la tavola sopra la -uale si mangiaC = Mensa, = rispose 2irino. 4llora preR 2apiro disse a tutta la brigata8 = 5e/, come Gianotto malamente /a speso il suo danaro e 2irino il tempoB perci1 c/e egli @ nudo degli vocaboli latini e delle regole grammaticali, per ci1 c/e la tavola dove si mangia sRaddimanda gaudium e non mensa, perc/9 di -uanto lRuomo sta a tavola, sta in gaudio e allegrezza. = 4 tutti c/e vi erano presenti parve -uesto molto di laude degno; e ogni uno comend1 assai il prete, tenendolo dottrinato e scienziato molto. 2irino a suo malgrado era astretto a cedere alla ignoranza del prete, perc/9 gli era daR propri !!$

parenti troncata la strada. 2reR 2apiro, c/e vedevasi esser da tutti i circonstanti s. degnamente laudato, si pavoneggiava; e alciata al-uanto maggiormente la voce, disse8 = E come sRaddimanda la gatta, figliuol mioC = Felis, rispose 2irino. = 7/ caproneB = disse il prete, = ella sRaddimanda saltagraffa; perci1 c/e -uando se le porge il pane, ella subito salta, e con la zatta sRattacca, graffa e poi se ne fugge. = Stavano gli uomini della villa ammirativi, e con attenzione ascoltavano le pronte proposte e risposte c/e il prete faceva, e dottissimo il giudicavano. Ritornato il prete da capo allRinterrogazione, disse8 = E come si c/iama il fuocoC = Ignis, = rispose 2irino8 = &ome ignisC = disse il prete; e voltatosi alla compagnia, disse8 = <uando, fratelli miei, voi portate la carne a casa per mangiarla, c/e ne fate voiC non la cucinateC = Tutti risposero di s.. = 4dun-ue, = disse il valente prete, = non si addimanda ignis, ma carniscoculum. %a dimmi, 2irino mio, per la tua f9, come si c/iama lRac-uaC = Limpha,= rispose 2irino. = 4/im@, = disse preR 2apiro, = c/e dici tuC estia andasti a 2adova, e bestia tornasti. = E voltatosi alla compagnia, disse8 = Sapiate, fratelli miei, c/e la isperienza @ maestra di tutte le cose, e c/e lRac-ua non sRaddimanda limpha, ma abondantia; per ci1 c/e, se voi andate a i fiumi per attinger lRac-ua o per abbeverare gli vostri animali, lRac-ua non vi manca, e per1 dicesi abondantia. = Gianotto stavasi come insensato ad ascoltare, e dolevasi della perdita del tempo e de danari mal spesi. (edendo preR 2apiro Gianotto star di mala voglia, disse8 = (orrei solamente saper da te, 2irino mio, come si addimandano le ricc/ezze, e poi metteremo fine !!%

alle nostre interrogazioni. = Rispose 2irino8 = Divitiae, divitiarum. = 7 figliuolo mioB tu tRinganni e sei in grandRerrore; per ci1 c/e si c/iamano sostantia, perc/9 sono sostentamento dellRuomo. = Finito il bel convito e le interrogazioni, preR 2apiro tir1 Gianotto da parte e dissegli8 = Gianotto, compare mio, voi potete facilmente comprendere -uanto poco frutto abbia fatto il figliuol vostro in 2adova. E per1 per consiglio mio no Rl mandarete pi: in studio, a ci1 c/e egli non perda il tempo e voi i danari; e se altrimenti farete, voi ve ne pentirete. = Gianotto, c/e non sapea pi: oltre, diede fede alle parole del prete; e spogliato il figliuolo dei cittadinesc/i panni e vestitolo di griso, il mand1 dietro aR porci. 2irino, vedendosi falsamente superato dalla ignoranza di 2apiro, n9 aver potuto disputar seco, non gi3 c/Regli non sapesse, ma per non conturbare i parenti c/e gli davano lRonore, e vedendosi di scolare fatto custode di porci, ritenne nella mente il conceputo dolore; e in tanto sdegno e furore divenne, c/e al tutto deliber1 di vendicarsi di s. ignominioso scorno. E la fortuna in -uesto gli fu molto favorevole, perci1 c/e, andando un giorno pascendo i porci dinanzi la casa del prete, vidde la sua gatta, e tanto col pane lRavezz1, c/e la prese; e trovata certa stoppa grassa, gliela leg1 alla coda; e datole il fuoco, la lasci1 fuggire. La gatta, sentendosi strettamente legata la coda e aver il fuoco alle natic/e, corse in casa; e per un pertugio si mise in una camera appresso -uella dove il prete ancor dormiva, e tutta paventata fugg. sotto la lettiera, dove era gran copia di lino. A9 stette molto, c/e il lino, la lettiera e tutta la camera !!&

cominci1 ardere. 2irino, vedendo c/e la casa di preR 2apiro Sc/izza sRabbrusciava e c/e -uasi non vi era pi: rimedio di estinguere il fuoco, cominci1 ad alta voce gridare8 = Prestule, prestule, surge de reposorio, et vidde ne cadas in gaudium, quia venit saltagraffa et portavit carniscoculum et nisi succurras domum cum abundantia, non restabit tibi substantia . = 2reR 2apiro, c/e ancor nel letto giaceva e dormiva, udita lRalta voce di 2irino, si dest1 e porse lRorecc/ie al gridare c/e ei faceva; ma non comprese -uello c/e 2irino diceva, per ci1 c/e non si rammentava delle parole c/e dette lRaveva. )l fuoco gi3 dRogni parte della casa operava la sua virt:; n9 li mancava se non entrare nellRuscio della camera dove dormiva il prete, -uando preR 2apiro si dest1 e vidde c/e tutta la casa ardeva. 7nde levatosi di letto, corse per estinguere il fuoco; ma non vi fu tempo, per ci1 c/e ogni cosa ardeva e appena scamp1 la vita. E cos. preR 2apiro nudo di beni temporali nella sua ignoranza rimase; e 2irino, della ricevuta ingiuria grandemente vendicato, lasciata la cura deR porci, meglio c/e puote a 2adova ritorn18 dove diede opera allRincominciato studio, e famosissimo uomo divenne. =

!"(

FAVOLA V.
I fior$n#ini $d i '$rga&a! /i ondu ono i lor do##ori ad una di!"u#a, $ i '$rga&a! /i on una !ua a!#u1ia onfond$no i fior$n#ini.

*FERIER BELTRAMO,= <uantun-ue, graziose donne, grandissima sia la disaguaglianza tra gli uomini saputi e literati e -uelli c/e sono materiali e grossi, nondimeno alle volte sR/anno veduti gli sapienti essere stati superati dagli uomini illiterati. E -uesto c/iaramente si vede nelle scritture sante, dove gli apostoli semplici e abbietti confondevano la sapienzia di -uelli c/e erano prudenti e savi. )l c/e ora con una mia favoluzza apertamente intenderete. AeR tempi passati, si come pi: volte intesi dagli avoli miei, e forse ancor voi inteso lRavete, erano in compagnia alcuni mercatanti fiorentini e bergamasc/i, i -uali, andando insieme, ragionavano, come si suol fare, varie e diverse cose. Ed entrando di una cosa nellRaltra, disse un fiorentino8 = (eramente voi bergamasc/i, per -uanto noi possiamo comprendere, siete uomini tondi e grossi; e se non fosse -uella poca mercatanzia, voi non sareste buoni di cosa alcuna per la vostra tanta grossezza. Ed avenga c/e la fortuna vi sia favorevole nella mercatanzia, non gi3 per sottigliezza dRingegno n9 per scienza c/e voi abbiate, ma pi: tosto per lRingordigia e per lRavarizia c/e dentro di voi si riserba di guadagnare, nondimeno io non conosco uomini !"'

pi: goffi n9 pi: ignoranti di voi. = 4llora fecesi avanti un bergamasco, e disse8 = Ed io vi dico c/e noi bergamasc/i siamo in ogni conto pi: valenti di voi. E -uantun-ue voi fiorentini abbiate il parlar dolce c/e porge allRorecc/ie de gli auditori maggior dilettazione del nostro, nondimeno in ogni altra operazione voi siete inferiori a noi di gran lunga. E se ben consideriamo, non cR@ alcuno tra la gente nostra, o grande o piccolo c/e si sia, c/e non abbia -ualc/e lettera; appresso -uesto, noi siamo atti ad ogni magnanima impresa. )l c/e veramente non si trova in voi; e se pur si trova, sono poc/i. = Essendo adun-ue grandissima contenzione tra lRuna parte e lRaltra, n9 volendo i bergamasc/i cedere aR fiorentini n9 i fiorentini aR bergamasc/i, ma difendendo ciascuno la parte sua, levossi un bergamasco e disse8 = &/e tante paroleC Facciamo la prova e ordiniamo una solenne disputa, dove concorri il fior deR dottori; e allora apertamente si vedr3 -uali di noi siano pi: eccellenti. = 4lla -ual cosa i fiorentini acconsentirono; ma tra loro rimase differenza se i fiorentini dovevano andar a ergamo, o i bergamasc/i a Firenze; e dopo molte parole convennero insieme c/e si gettasse la sorte. E fatti duo bollettini e posti in un vasetto, tocc1 ai fiorentini andare a ergamo. )l giorno della disputa fu determinato alle calende di maggio. ) mercatanti andarono alle loro citt3 e riferirono il tutto alli lor sapienti; i -uai, intesa la cosa, furono molto contenti e apparecc/ioronsi di far una bella e lunga disputa. ) bergamasc/i, come persone sagge e astute, sRimaginorono di far s. c/e i fiorentini restassino confusi e scornati. 7nde !"-

convocati tutti i savi della citt3, s. grammatic/i come oratori, s. leggisti come canonisti, s. filosofi come teologi e di -ualun-ue altra sorte dottori, fecero la scelta degli migliori, e -uelli ritenettero nella citt3, a ci1 c/e fussero la rocca e la fortezza nella disputazione contra i fiorentini. Gli altri veramente fecero vestire di panni vili e li mandarono fuor della citt3 in -uella parte dove passar doveano i fiorentini, e glRimposeno c/e sempre con loro latinamente ragionassero. (estiti adun-ue i dottori bergamasc/i di grossi panni, e mescolatisi colli contadini, si misero a far molti essercizi8 alcuni cavavano fossi, altri zappavano la terra, e c/i faceva una cosa e c/i faceva lRaltra. 5imorando i dottori bergamasc/i in tai servizi c/e contadini pareano, ecco venire i fiorentini cavalcando con grandissima pompa; i -uali, veduti c/Rebbero -uelli uomini c/e lavoravano la terra, dissero8 = 5io vi salvi, fratelliB = 4 cui risposero i contadini8 ene veniant tanti viriB = ) fiorentini, pensando c/e burlasseno, dissero8 = <uante miglia ci restano sino alla citt3 di ergamoC = 4 cui risposero i bergamasc/i8 = Decem, vel circa. = Edendo tal risposta, i fiorentini dissero8 = 7 fratelli, noi vi parliamo volgarmente, e onde procede c/e voi rispondete latinamenteC = Risposero i bergamasc/i8 = !e miremini, e"cellentissimi domini# $nusquisque enim nostrum sic ut auditis loquitur, quoniam maiores et sapientiores nostri sic nos docuerunt. = &ontinovando i fiorentini il lor viaggio, viddero alcuni altri contadini c/e sopra la commune strada cavavano fossi. E fermatisi dissero8 = 7 compagniB o l3B )ddio vi aiuti. = 4R -uai risposero i bergamasc/i8 = %t !".

Deus vobiscum semper sit. = &/e ci resta fino a ergamoC = dissero i fiorentini.= %"igua vobis restat via. = Ed entrando dRuna parola in unRaltra, cominciorno battagliare insieme di filosofia; e s. fortemente argoivano i contadini bergamasc/i, c/e i dottori fiorentini non sapevano -uasi rispondere. 7nde, tutti ammirativi, tra loro dicevano8 = &omR@ possibile c/e -uesti uomini rozzi e dediti allRagricoltura e ad altri rusticani essercizi sieno ben instrutti delle scienzie umaneC = 2artitisi, cavalcarono verso unRostaria non molto distante dalla citt3, la -uale era accommodata assai. %a prima c/e aggiungessero allRalbergo, sRappresent1 un fante di stalla; e invitandogli al suo ospizio, disse8 = Domini, libetne vobis hospitari& hic enim vobis erit bonum hospitium . = E perc/9 i fiorentini eran gi3 lassi per lo lungo cammino, scesero gi: di suoi cavalli e mentre volevano salire su per le scale per riposarsi, il patrone dellRalbergo si fece incontro, e disse8 = %"cellentissimi domini, placetne vobis ut praeparetur coena& 'ic enim sunt bona vina, ova recentia, carnes, volatilia et alia huiusmodi# = Stavano i fiorentini tutti sospesi, n9 sapevano c/e dire; per ci1 c/e tutti -uelli con -uai ragionavano, latinamente parlavano, non altrimenti c/e se tutto il tempo della vita loro fussero stati in studio. Aon stette molto tempo, c/e venne una fanticella8 la -ual in verit3 era monaca, donna molto saputa e dottrinata, e a tal effetto astutamente condotta; e disse8 = Indi gentile dominationes vestrae re aliqua& Placet ut sternantur lectuli, ut requiem capiatisC = <ueste parole della fante resero maggior stupore aR fiorentini; e si misero a ragionar con esso lei. La -uale, poscia c/e ebbe parlato di molte cose, !"!

tuttavia latinamente, entr1 nella teologia; e tanto catolicamente parl1, c/e non vi fu veruno c/e non la commendasse molto. %entre la fanticella ragionava, venne un vestito da fornaio, tutto di carboni tinto; e intesa la disputazione c/e facevano con la fantesca, sRinterpose, e con tanta scienza e con tanta dottrina interpret1 la scrittura sacra, c/e tutti i dottori fiorentini tra s9 affermavano non avere per lo adietro mai udito meglio. Finita la disputazione, se ne andorono i fiorentini a riposare; e venuto il giorno, fecero tra loro consiglio se partirsi o andar dinanzi doveano. E dopo molto contrasto determinorono partire esser migliore, perci1 c/e8 se ne gli agricoltori, se ne gli osti, se neR fanti e nelle femine @ tanta dottrina, c/e saria nella citt3, dove sono uomini consumatissimi e c/e ad altro non attendeno c/e alli continovi lor studiC Fatta adun-ue la deliberazione, senza indugio alcuno, n9 pur vedute le mura della citt3 di ergamo, montarono a cavallo e verso Firenze presero il cammino. E in tal maniera i bergamasc/i con la loro astuzia furono contra i fiorentini vittoriosi. E da -uellRora in -ua i bergamasc/i ebbero un privilegio dallRimperatore, di poter sicuramente andar per tutte le parti del mondo senza impedimento alcuno. =

IL FINE DELLA NOTTE NONA.

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NOTTE DECIMA
Gi3 in ogni parte gli stanc/i animali per le diurne fatic/e davano riposo alle travagliate membra c/i su le molli piume, c/i su li duri ed aspri sassi, c/i su le tenere erbette e c/i sopra li fronzuti alberi, -uando la signora con le sue damigelle usc. di camera e venne in sala, dove gi3 erano raunati i compagni per udire il favoleggiare. E c/iamato un servente, la signora li comand1 c/e portasse lRaureo vaso; e postovi dentro di cin-ue damigelle il nome, il primo c/e usc. fu di Lauretta; il secondo, di 4rianna; il terzo, di 4lteria; il -uarto, di Eritrea; il -uinto, di &ateruzza. %a prima c/e si cominciasse il favoleggiare, volse la signora c/e, dopo fatte alcune danze, il embo cantasse una canzonetta; il -uale, non potendosi scusare, cos. soavemente cominci1, tacendo ciascuno8 Mancato 2 0uellBumor e 0uellBardore che gi8 mi di2 possan*a di ragionar con voi, e in +in speran*a di conseguir lBultimo don dBamore. Gi8 sento venir men omai la +or*a, ed appressarmi a chi cercano tutti !"#

vanamente +uggire1 che 0uesti sono i delicati +rutti chBescon di 0uesta scor*a, dopo tante +atiche e gran martire, per ultimo rimedio di cos; lungo assedio, @e in 0uesto par che lBalma si con+orteA: cangiar lBamara vita in dolce morte. 2iac-ue maravigliosamente a ciascuno il cantare del embo. %a poi c/e egli si tac-ue, levossi da sedere la nobil Lauretta e alla sua favola diede principio, cos. dicendo8

FAVOLA I.
Pin$##a in%ola a &adonna V$roni a di &$!!$r Bro ardo d$7 Ca%alli da V$rona, una ollana, "$rl$ $ al#r$ gioi$( $ "$r &$11o d7un !uo a&an#$, non a%$d$ndo!i il &ari#o, ri u"$ra il #u##o. = %olte volte pensando e ripensando alle travaglie e angustie c/e di giorno in giorno occorreno aR miseri mortali, non trovo passione n9 affanno maggiore, c/e una donna lealmente amare il marito e senza ragione esser vilipesa e sprezzata da lui. E per1 non si dee maravigliare alcuno, se alle volte le misere e infelici donne cercano con ogni loro possa rimediare aR casi suoi. E se per aventura le mesc/inelle inavedutamente cadeno in -ualc/e errore, non si dogliano i lor mariti di esse, ma di s9 stessi; perci1 c/e dRogni loro avenuto e danno e scorno ne sono primiera !"$

cagione. )l c/e agevolmente sarebbe avenuto ad una gentil donna di cui parlar intendo; ma ella, prudente e saggia, virtuosamente sprezz1 le saette di amore8 e lRonor suo e -uello del marito illeso rimase. )n (erona, citt3 nobile e anti-ua, neR tempi passati abitava un messer rocardo deR &avalli, uomo ricco e nella citt3 riputato assai. &ostui, non avendo moglie, prese per sua donna una figliuola di messer &an dalla Scala, (eronica per nome c/iamata. <uesta, ancor c/e fosse bella, graziosa e gentile, non per1 era dal marito amata; ma, s. come spesse volte aviene, egli teneva una femina, la -ual era la radice del cuor suo, e della moglie nulla si curava. 5i c/e la moglie dolendosi molto, non poteva sofferire c/e lRunica sua bellezza, estimata da tutti, fusse dal marito s. vilmente sprezzata. Ritrovandosi la bella donna di state in villa e sola soletta passiggiando dinanzi la porta della sua casa, tra s9 stessa minutamente considerava le maniere, i costumi, gli atti del marito e il poco amore c/Regli le portava8 e come una trista e vil femminuzza immonda e sporca gli abbia cos. tosto abbarbagliati gli occ/i dellRintelletto, c/e non veda. E tra s9 medesima ramaricandosi diceva8 = 7/ -uanto meglio sarebbe stato c/e Rl padre mio mRavesse maritata in un povero, c/e in costui c/e @ riccoB per ci1 c/e io viverei, pi: di -uel c/Rio fo, lieta e contenta. &/e mi vagliono le ricc/ezzeC c/e mi vagliono le pompose vestiC c/e mi vagliono le gemme, i monili, i pendenti e le altre care gioieC (eramente tutte -ueste cose sono fumo a comparazione del piacere c/e prende la moglie col marito. = !"%

5imorando la signora (eronica in -uesti noiosi pensieri, apparve disavedutamente una feminella povera e mendica, la cui arte era di rubare -uesto e -uello; ed era s. astuta e sagace, c/e, non c/e una donnicuolla, ma ogni gran uomo, ancor c/e prudente, arrebbe fatto stare. &ostei, c/e Finetta si c/iamava, veduta c/e ebbe la gentil madonna passiggiare dinanzi la casa, e vedutala star tutta pensosa, subito fece disegno sopra di lei; e accostatasi a lei, riverentemente la salut1 e c/iesele limosina. La donna, c/e altro aveva in capo c/e far limosina, con turbato viso lRespulse. %a Finetta, astuta e maladetta, non si part., ma fissamente guard1 il volto della donna; e veggendola mesta, disse8 = 7 dolce madonna, c/e vi @ intravenuto, c/e s. pensorosa vi veggoC (i darebbe per avventura il vostro marito mala vitaC (olete c/Rio vi vardi la vostra venturaC = La donna, sentendo le parole e conoscendo la vil feminella averle trovata la piaga c/e veramente la noiava, si pose in dirotto pianto, c/e pareva c/e innanzi gli occ/i avesse il morto marito. (edendo Finetta le calde lagrime, i cordial sospiri, gli angosciosi singulti e duri lamenti c/e la donna faceva, disse8 = E donde viene, generosa madonna, la cagione di s. lamentevole piantoC = 4 cui rispose la donna8 = <uando tu mi dicesti il mio marito devermi dar scelerata vita, allora col coltello mi apristi il cuore. = 5isse Finetta8 = )o, gentil madonna, non /o appena veduta una persona nella faccia, c/e tutta la vita sua puntalmente le sapr1 contare. La piaga vostra @ recente e fresca, e con agevolezza si potr3 sanare; ma se fusse vecc/ia e putrefatta, malagevolmente si potrebbe curare. = La donna, -uesto !"&

intendendo, raccontolle i costumi del marito, la trista vita c/e Rl teneva e la mala vita c/e le dava; n9 vi lasci1 cosa veruna c/e minutamente non le narrasse. Finetta, inteso il compassionevole caso e vedendo le cose sue riuscire s. come era il desiderio suo, and1 pi: oltre e disse8 = &ara la mia madonna, non vi ramaricate pi:; state costante e di buona voglia, c/e gli rimedieremo. )o, accontentando tuttavia voi, darovvi tal rimedio, c/e Rl marito vostro sommamente vRamer3 e come pazzo verr3vvi dietro. = E cos. ragionando insieme, andorono in camera dove col marito dormiva; e postesi ambedue a sedere, disse Finetta8 = %adonna, se Rl vi aggrada c/e facciamo alcuna operazione, mandate fuori di camera tutte le fanti e ordinate c/Rattendino alli servigi di casa; e noi tra -uesto mezzo resteremo -ua, e faremo -uello c/e fa bisogno. = &/iuso adun-ue lRuscio della camera, disse Finetta8 = Recatemi una delle vostre collane dRoro, e la pi: bella, e un fil di perle. = La donna, aperta una sua cassetta, trasse fuori la collana con un bel pendente e un fil di orientali perle, e dielle a Finetta. Finetta, avute le gioie, addimand1 un drappo di lino bianco8 il -ual subito le fu presentato; e prese tutte -uelle cose ad una ad una e fattile alcuni segni a suo modo, di una in una le pose nel bianco drappo, e in presenza della donna strettamente ingropp1 il drappo con le gioie dentro; e dette alcune secrete baie e fatti certi altri segni, porse il drappo a madonna e dissele8 = 2igliate, madonna, -uesto drappo, e di vostra mano ponetelo sotto Rl guanzale dove dorme il marito vostro, e vedrete cose mirabili; ma non aprite il drappo fino a dimane, per ci1 c/e !#(

ogni cosa si risolverebbe in fumo. = 2rese la donna il drappo con le gioie dentro, e poselo sotto il guanciale dove rocardo, suo marito, dormiva. Fatto -uesto, disse Finetta8 = 4ndiamone in caneva; = e andate, Finetta sagace adocc/i1 la botte c/e era spinata, e isse8 = %adonna, spogliatevi tutti i panni c/Rindosso avete. = La donna si spogli1 e rimase, come nac-ue, nuda. Finetta allora, tratta la spina della botte c/e era piena di buon vino, disse8 = %adonna, ponete -ua il dito vostro al buco e tenetelo ben c/iuso, acci1 c/e non si spanda il vino; e non vi movete fin c/Rio non ritorno, perci1 c/e io andar1 -ua fuori e far1 alcuni miei segni, e poi sar3 ispedito il tutto. = La donna, c/e le prestava intiera fede, cos. nuda, stavasi c/eta e il pertugio della botte col dito teneva. %entre c/e la donna in tal maniera dimorava, la vezzosa Finetta and1 in camera dovRera il drappo con le gioie aggroppato; e -uello sciolto, prese la collana e le perle, ed empito il drappo di pietricelle e di terra, lRingropp1, e postolo al luogo suo, se ne fugg.. La donna, nuda, col dito attaccata al buco della botte, aspettava c/e Finetta ritornasse. %a vedendo c/e non ritornava e c/e ormai lRora era tarda, dubit1 c/e Rl marito non venisse, e in tal guisa nuda la trovasse, e pazza la riputasse. 7nde, presa la spina c/e era in un canto, c/iuse il buco della botte; e postisi i suoi vestimenti in dosso, sal. di sopra. Aon stette molto c/e messer rocardo, marito di madonna (eronica, venne a casa; e con grazioso viso salutolla, dicendo8 = Sia la ben trovata la mia cara moglie, rifrigerio e solazzo del cuor mio. = La moglie, udendo lo !#'

insolito saluto e fuor di natura, stupefatta rimase; e tra s9 ringraziava 5io c/e tal feminella le avesse mandata, con il cui aiuto avea trovato rimedio al suo gravoso affanno. E tutto -uel giorno e la notte se-uente stettero in stretti abbracciamenti e saporiti basci, non altrimenti se allora fussero sposi. %adonna (eronica, tutta lieta e tutta festevole per le carezze c/e le faceva il marito, li raccontava la passione, lRaffanno e lo strazio c/e per lui amore avea portato. Ed egli le prometteva tenerla per moglie cara, e c/e non intervenirebbe pi: -uello c/e finRora era intervenuto. (enuta la mattina se-uente, e levatosi il marito di letto e andatosene alla caccia, come i gran maestri fanno, madonna (eronica and1 al letto, e alzato il guanciale, prese il drappo dove erano state messe le gioie; e discioltolo e credendo trovar la collana e le perle, trovollo pieno di pietre. )l c/e vedendo, la mesc/inella rest1 smarrita, n9 sapeva c/e partito pigliare, perci1 c/e temeva c/e, scoprendola, il marito non lRuccidesse. 5imorando adun-ue la bella donna in tal affanno e ravogliendo molte cose nellRanimo suo, n9 sapendo c/e via tenere in riaver le sue care gioie, finalmente sRimagin1 con onesto modo sc/ernir colui c/e tanto tempo vag/eggiata lRaveva. 4bitava in (erona un cavalliero di corpo bello, altiero di animo, famoso in prodezze e di orrevole famiglia. )l -uale, come ognRun altro sottoposto allRamorose fiamme, era dellRamor di madonna (eronica s. fieramente acceso, c/e non trovava riposo. Egli per suo amore spesso giostrava, armeggiava e faceva feste e trionfi, tenendo tutta la citt3 in allegrezza. %a ella, c/e intieramente aveva !#-

donato il suo amor al marito, di lui e di sue feste poco si curava. 5i c/e il cavalliere ne sentiva -uel cordoglio e -uello affanno c/e mai amante sentisse. %adonna (eronica, partito c/e fu il suo marito di casa, si fece alla finestra; e per aventura indi passava -uel cavalliero c/e era ardentissimamente acceso dellRamor di lei; e c/iamollo cautamente e dissegli8 = &avalliere, voi sapete il fervido e caldo amore c/e gi3 tempo mi avete portato e ora portate; e avenga c/e in tutte le operazioni mie dura e crudele vi abbia forse paruta, -uesto per1 non @ proceduto c/e io non vi ami e c/e non vi teng/i scolpito nelle viscere del core; ma la causa @ stata la conservazione del mio onore, il -ual sempre ad ogni altra cosa preposi. E perci1 non vi maravigliate se io alle vostre accese voglie non diedi ispedito volo, perci1 c/e lRonore, c/e rende la casta moglie al dissoluto marito, @ molto da esser tenuto caro. Ed ancor c/e dal vostro mal fondato giudizio dura, fella ed aspra verso voi istimata sia, nondimeno non rester1 con fiduzia e sicurt3 ricorrere a voi, come a -uello c/e @ fontana dRogni mia salute. E se voi, come amorevole, soccorrerete al mio grave affanno, prestandomi frettoloso aiuto, mi arrete sempre in catena e porrete disporre di me come della persona vostra. = E -uesto detto, minutamente gli raccont1 la sciagura sua. )l cavalliere, intese le parole dellRamata donna, prima la ringrazi1 c/e sRaveva degnata di comandargli; dopoR le promise di non mancarle di aiuto, dolendosi tuttavia con lei del caso intravenuto. 2artitosi il cavalliere, secretamente mont1 a cavallo, e con -uattro buoni compagni segu. la femina c/e con le gioie fuggiva, e !#.

avanti c/e la sera venisse, lRaggiunse ad una fiumana la -uale voleva valicare; e conosciutala alli contrassegni, la prese per le trecce e fecela confessare il tutto. )l cavalliere, lieto per le riavute gioie, a (erona ritorn1; e trovato opportuno tempo, alla sua donna le rese. E cos. ella, senza c/e Rl marito di tal fatto se nRavedesse, col suo onore nel primo stato rimase. =

FAVOLA II.
Un a!ino fugg$ da un &onaio, $ a"i#a !o"ra un &on#$( $ #ro%a#o dal l$on$, gli addi&anda /i $gli 4, $ l7a!ino all7in on#ro addi&anda al l$on$ il no&$ !uo. Il l$on$ di $ $!!$r$ il l$on$, $ l7a!ino li ri!"ond$ $!!$r 'ran al$on$( $ !fida#i!i a far$ al un$ "ro%$, l7a!ino final&$n#$ ri&an$ %in i#or$.

*ARIANNA,= La diversit3 dellRumane cose, la variet3 deR tempi, i costumi degli uomini maligni fanno spesse volte -uello c/e @ bello, parer brutto, e -uello c/e @ brutto, parer bello. Laonde, se in -uesta favola c/e ora raccontar intendo, fosse cosa alcuna c/e offendesse lRorecc/ie vostre, mi perdonerete, riservandovi ad altro tempo il convenevole castigo. )n 4rcadia, paese della %orea, detta da 4rcade, figliuolo di Giove, ove primieramente fu trovata la rustica e !#!

boscareccia sampogna, abitava neR passati tempi un monaio, uomo bestiale e crudele; ed era per natura s. sdegnoso, c/e poc/e legna accendevano il suo fuoco. Ei aveva un asino orecc/iuto, con le labra pendule, il -uale, -uando raggiava, faceva tutto il piano risonare. <uesto asino per lo poco mangiare e poco bere c/e il monaio gli dava, non poteva sostenere le gran fatic/e n9 tolerare le dure bastonate c/e Rl patrone continovamente gli dava. 7nde il povero asino s. distrutto e consumato divenne, c/e sola la pelle sopra le macerate ossa rimase. 4venne c/e Rl povero asino, tutto adirato s. per le molte busse c/e ogni giorno riceveva, s. anco per lo poco cibo c/Raveva, dal monaio si part. e col basto sopra il dorso molto da lui sRallontan1. &amminato c/Rebbe assai, il misero asino gi3 lasso e stanco giunse aR pi@ dRun dilettevol monte, c/e viepi: del domestico c/e del salvatico teneva. E veggendolo si verdeggiante e bello, fra s9 stesso deliber1 -uello ascendere, ed ivi abitare e la vita sua finire. 5imorando adun-ue lRasino in -uesto pensiero, guatava intorno se da alcuno fusse veduto; n9 vedendo alcuno c/e noiar lo potesse, animosamente sal. il monte; e con molto diletto e piacere si pose a pascolare, ringraziando tuttavia )ddio c/e liberato lRaveva dalle mani dellRini-uo e crudel tiranno, e c/e s. ottimo cibo per sostentamento della sua misera vita trovato aveva. 4bitando il buon asino sopra il monte e pascendosi di morbide e minute erbe, tenendo tuttavia il basto sopra Rl dorso, ecco un fiero leone uscire dRuna cieca caverna; e veduto lRasino e -uello attentamente mirato, molto si !#"

maravigli1 c/Regli avesse avuto tanta arroganza e tanto ardire di ascendere il monte senza sua licenza e saputa. E perci1 c/e il leone per lRadietro non aveva mai veduti di tal spezie animali, temette forte di pi: innanzi andare. LRasino, veduto il leone, si sent. arricciare tutti i peli; e per la s:bita paura cess1 di mangiare, n9 ardiva pur di moversi. )l leone, preso pur ardire, fecesi inanti e disse allRasino8 = &/e fai tu -ua, o buon compagnoC &/i ti /a data licenza di salir -ua suC E c/i sei tuC = 4 cui lRasino insuperbito con ardito animo rispose8 = E c/i seR tu c/e mRaddimandi c/i sono ioC = )l leone, maravigliandosi di tal risposta, disse8 = )o son il re di tutti gli animali. = 5isse lRasino8 = E come ti c/iami per nomeC = Rispose egli8 = Leone @ il nome mio8 ma il tuo come si appellaC = 4llora lRasino, fatto pi: animoso, disse8 = Ed io mi c/iamo rancaleone. = <uesto udendo, il leone disse = &ostui veramente debbe esser pi: possente di me. = 5isse il leone8 = rancaleone, il nome e Rl parlar tuo c/iaramente mi dimostra c/e tu sei pi: possente e pi: gagliardo di me; ma voglio c/e noi facciamo alcuna isperienza. = 4llora crebbe maggior ardire allRasino; e volte le natic/e contra del leone, disse8 = (edi tu -uesto basto e la ballestra c/Rio tengo sotto la codaC sRio te la facessi provare, tu morresti di spasmo. = E cos. dicendo trasse una coppia di calzi nellRaria e moll1 al-uante rocc/ette, c/e fecero il leone stordire. Sentendo il leone il gran rimbombo di calzi e Rl crepitante tuono c/e fuor della ballestra usciva, grandemente si spavent1. E perc/9 omai sRapprossimava la sera, disse il leone8 = Fratello mio, io non voglio c/e facciamo parole tra noi, n9 c/e sRuccidiamo; perci1 c/e non !##

@ la peggiore cosa c/e Rl morire8 ma voglio c/e andiamo a riposarci, e venuto il se-uente giorno, noi saremo insieme, e tra noi faremo tre famose prodezze; e -ual di noi in farle sar3 superiore, -uello fia del monte signore. = E cos. rimasero dRaccordo. (enuta la mattina, e trovatisi insieme, il leone, c/e desiderava di veder alcuna prodezza, disse8 = rancaleone, io sono acceso del tuo amore, n9 rimarr1 contento sin a tanto c/Rio non vegga alcuna mirabil prova di te. = E camminando insieme, aggiunsero ad un fosso molto largo e profondo. 5isse il leone8 = 7ra @ il tempo c/e noi vediamo -ual di noi salter3 meglio -uesto fosso. = )l leone, c/Rera gagliardo, non s. tosto sRappresent1 al fosso, c/e fu dallRaltra parte. LRasino, appresentandosi alla sponda del fosso, animosamente salt1; ma nel saltare cadde in mezzo del fosso, e sopra alcune legna traversate attaccato rimase. Stava lRasino sospeso tra -uelle legna, e parte su lRuno deR lati, e parte su lRaltro pendeva; ed era in grandissimo pericolo di fiaccarsi il collo. )l c/e vedendo, il leone disse8 = &/e fai, compagno mioC = %a lRasino, c/e se nRandava a pi: potere, non rispondeva. )l leone, temendo c/e lRasino non morisse, discese gi: nel fosso, e prest1gli aiuto. LRasino, uscito fuori dRogni periglio, prese maggior ardire; e voltatosi contra il leone, gli disse tanta villania, -uanta si potesse mai dire a persona alcuna. )l leone, attonito di tal cosa, molto si maravigli1, e addimandollo per -ual ragione s. fieramente il villanniggiava, avendolo s. amorevolmente campato da morte. LRasino, dimostrando c/e fusse acceso di sdegno, superbamente rispose8 = 4/i, scelerato e tristo, tu !#$

mRaddimandi perc/9 ti villaneggioC Sappi c/e tu mR/ai privo del pi: soave piacere c/e mai io avesse aR giorni miei. Tu pensavi c/e io ne morisse, e io me ne stava in gioia e diletto. = 4 cui il leone8 = E c/e piacere era il tuoC = )o, = rispose lRasino, = mi era posto sopra -uelle legna, e parte pendeva da un lato e parte da lRaltro; e voleva in ogni modo sapere -ual mi pesava pi:, il capo o la coda. = 5isse il leone8 = Ti prometto sopra la fede mia di non molestarti pi: in conto alcuno, e finRora veggo e c/iaramente conosco c/e del monte sarai patrone. = )ndi partiti, aggiunsero ad un fiume largo e impetuoso; e disse il leone8 = (oglio, rancaleone mio, c/e lRuno e lRaltro di noi dimostra il valor suo nel varcar il fiume. = )o ne son contento, = disse rancaleone; = ma voglio c/e tu sii il primo a valicare. = )l leone, c/e sapeva ben nuotare, con molta destrezza varc1 il fiume; e postosi sopra la sponda del fiume, disse8 = &ompagno, c/e faiC varca ancor tu, = LRasino, veggendo di non poter mancare della promessa, si gett1 nellRac-ua, e tanto nuot1, c/e venne a mezzo del fiume; e costretto dal ravogliamento dellRac-ua, ora andava col capo in gi: e ora coi piedi, e ora s. fattamente si sommergeva, c/e di lui nulla o poco si vedeva. )l c/e veggendo il leone e le ingiuriose parole nellRanimo rivogliendo, da un canto molto temeva soccorrerlo, da lRaltro temeva c/e, liberato, non lRuccidesse. Laonde stando tra il s. e Rl no, determin1, intravenga ci1 c/e si voglia, dRaiutarlo. Ed attuffatosi nellRac-ua, se gli accost1 appresso; e presolo per la coda, tanto tir1, c/e lo condusse fuor dRac-ua. LRasino, vedendosi sopra la riva del fiume e gi3 sicuro delle minacciose onde, tutto si turb1; e dRira !#%

acceso, ad alta voce disse8= 4/i, tristoB a/i, ribaldoneB non so c/e mi tenga c/e io non scocc/i la ballestra mia, e ti facci sentire -uello c/e non vorresti. Tu sei la mia seccagine e la privazione dRogni mio piacere. E -uando, misero me, arr1 il maggior solazzoC = )l leone, pi: timoroso c/e prima divenuto, disse8 = )o, compagno mio, fortemente temeva c/e tu non tRaffocassi nel fiume, e per1 venni e ti aiutai, pensando di farti cosa grata e non spiacere. = 7r non dir pi:, = disse lRasino; = ma una sol cosa desidero da te sapere8 -ual frutto, -ual utile /ai tu conseguito del tuo varcare il fiumeC = Aulla, = rispose il leone. = %a lRasino, voltatosi, disse8 = Guata bene se nel fiume sentiva piacere. = E crollatasi la persona e lRorecc/ie, c/e erano piene di ac-ua, li mostr1 i pesciculi e gli altri animaletti c/e uscivano delle sue orecc/ie; e dolendosi disse8 = (edi tu -uanto error facestiC Se io me nRandava al fondo del fiume, prendeva, con grandissimo mio piacere, pesci c/e ti arebbeno fatto stupire. %a fa c/e per lRinnanzi pi: non mi annoi; perci1 c/e di amici veniressimo nemici, e sarebbe il peggio per te. Ed avenga c/e morto mi vedesti, non per1 voglio c/e tu te ne curi punto; perci1 c/e -uello c/e ti parr3 in me morte, sar3 in me piacere e vita. = 7ramai il sole per la sua partita dopplicava le ombre, -uando il leone al compagno fece motto c/e lRuno e lRaltro andasse a riposare, ritrovandosi per1 insieme la mattina se-uente. (enuto il c/iaro giorno, lRasino e il leone si ritrovarono insieme, ed ivi determinarono dRandare alla caccia, ma uno in uno luoco e lRaltro nellRaltro, e poscia ad una medesima ora ritrovarsi insieme8 e -ual di loro avr3 preso maggior !#&

numero di animali, il monte sia suo. )l leone, andato in preda, prese molte fiere salvatic/e; ma lRasino, trovato lRuscio dRuna casa aperto, entr1 dentro; e veduto nellRaia un grandissimo cumolo di melega, a -uello sRavicin1, e tanta ne prese, c/e -uasi il pancirone era per scoppiare. Ritornato lRasino a lRordinato luoco, si mise a posare; e per la gran pienezza spesso scoccava la ballestra, la -uale ora sRapriva, ora si serrava, a guisa della bocca di un gran pesce c/R@ fuori del fiume in secca terra. (edendo una gracc/ia, c/e per lRaria volava, lRasino in terra prostrato giacere, n9 punto muoversi, c/e morto pareva, e vedendo sotto la coda la mal digesta melega e le natic/e tutte imbrattate di sterco, scese gi: e cominci1 beccare; e tanto innanzi se nRand1, c/e pose il capo dentro delle natic/e. LRasino, sentendosi beccare nel forame, c/iuse le natic/e; e la gracc/ia col capo dentro presa rimase, e se ne mor.. Tornato il leone con la gran preda al diputato luogo, vide lRasino giacere in terra; e dissegli8 = (edi, compagno mio, gli animali c/Rio presiC = 5isse lRasino8 = )n c/e modo facesti a prenderliC = )l leone raccont1 il modo c/e tenuto aveva. %a lRasino interrompendolo disse8 = 7 pazzo e privo di sennoB tu ti affaticasti tanto stamane circondando i bosc/i e le selve e i monti, e io me ne sono stato -ui dRintorno; e prostrato a terra, con le natic/e presi tante gracc/ie e tanti altri animali, c/e mi sono, come tu vedi, lautamente pasciuto. E -uesta sola mi @ rimasta nelle natic/e, la -uale a tuo nome riservai, e pregoti c/e per amor mio la prendi. = 4llora il leone maggiormente si pavent1; e presa la gracc/ia per amor dellRasino, -uella tenne, e senza dir altro, ritorn1 alla preda. !$(

E camminando di galoppo, non per1 senza timore, sRincontr1 nel lupo c/e molto in fretta se nRandava. 4 cui disse il leone8 = &ompare lupo, dove andate, cos. soletto, in frettaC Rispose il lupo8 = )o me ne vo per un servigio molto importante. = E pur il leone cercava intrattenerlo; ma il lupo, temendo della vita, fortemente instava c/e no Rl tenesse a bada. )l leone, vedendo il gran pericolo nel -uale incorreva il lupo, sollecitava c/e pi: innanzi andar non dovesse8 = perc/9 poco discosto di -ua vi @ rancaleone, animal ferocissimo, il -uale porta una ballestra sotto la coda c/e mena gran vampo, e mal @ per colui c/e sotto sRabbatte. Ed oltre ci1 /a certa cosa di pelle sopra il dorso, c/e in maggior parte lo copre, ed @ di pelo biso; e fa gran fatti, e paventa ciascuno c/e se gli avicina. = %a il lupo, c/e per glRindizi dati apertamente sRaccorgea -ual fusse lRanimale di cui il leone parlava, disse8 = &ompare, non abbiate timore; perci1 c/e egli sRaddimanda lRasino, ed @ il pi: vil animale c/e la natura creasse, e non @ da altro se non da soma e da bastone. )o solo aR giorni miei ne divorai pi: dRun centenaio. 4ndiamo dun-ue, compare, sicuramente, e vederete la prova. = &ompare, = disse il leone, = io non voglio venire; e se voi vi volete andare, andatene in pace. = E pur replicava il lupo c/e il leone non avesse timore. (edendo il leone il lupo star fermo nel suo pensiero, disse8 = 2oscia c/e voi volete c/e io venga con voi e mi assicurate, voglio c/e sRavinc/iamo le code strette lRuna con lRaltra, acci1 c/e, come sar3 da noi veduto, non scampiamo, n9 alcun di noi rimanga in podest3 di lui. = 4nnodatesi strettamente le code, andarono a ritrovarlo. !$'

LRasino, c/e in piedi era levato e di erba si pasceva, vide dalla lunga il leone e il lupo, e molto smarrito volse fuggire; ma il leone, dimostrando rancaleone al lupo, disse8 = Eccolo, compare8 egli viene verso noi; non lRaspettiamo, c/e veramente moriremo. = )l lupo, c/e aveva allora lRasino veduto e conosciuto, disse8 = 4ffermiamosi, compare; non dubitate, c/e egli @ lRasino. = %a il leone, pi: timoroso c/e prima, si mise a fuggire; e cos. correndo per duri dumi, or saltava una macc/ia, or lRaltra; e nel saltare, una pungente spina li cav1 lRocc/io sinistro. )l leone, credendo la spina stata fusse una di -uelle artigliane c/e rancaleone sotto la coda portava, disse, correndo tuttavia, al lupo8 = Aon te lo dissi io, compare8 scampiamoC Aon mi /a egli cavato un occ/io con la sua ballestraC = E sempre pi: forte correndo, strascinava il lupo e menavalo per ispidi dumi, per ruinati fossi, per folti bosc/i e per altri luoc/i stretti ed aspri. 2er il c/e il lupo tutto franto e rotto se ne mor.. )l leone, -uando li parve di essere in luogo sicuro, disse al lupo8 = &ompare, ormai @ tempo c/e si disciogliamo le code; = ed egli nulla rispondeva. E voltatosi verso lui, vidde c/e era morto. 7nde attonito disse8 = &ompare, non ve lo dissi io, c/e Rl vi ucciderebbeC (edete -uello avete guadagnatoC (oi avete perduta la vita, ed io lRocc/io sinistro; ma meglio @ aver perduta una parte c/e Rl tutto. = E sciolta la coda, lasci1 il lupo morto, e andossene ad abitar le grotte; e lRasino rimase signore e possessore del monte8 dove lungo tempo allegramente visse. 5i -ua procede c/e gli asini abitano i luog/i domestici, ed i leoni i luog/i inabitabili e silvestri; perci1 !$-

c/e il vil animale con sue astuzie e fraudi avanz1 il feroce leone. =

FAVOLA III.
C$!arino d$7 B$rni on un l$on$, un or!o $ un lu"o !i "ar#$ dalla &adr$ $ dall$ !or$ll$( $ giun#o n$lla Si ilia, #ro%a la figliuola d$l r$, /$ d$%$%a $!!$r di%ora#a da un f$ro i!!i&o dra on$, $ on .u$lli #r$ ani&ali l7u id$( $ li'$ra#a da &or#$, %i$n "r$!a da lui in &ogli$.

*ALTERIA,= Rivogliendo lRantic/e e moderne istorie, trovo la prudenza esser una delle pi: c/iare e notabili virt: c/e nelle umane creature trovar si possa; perci1 c/e lRuomo prudente si rammenta le cose passate, discerne le presenti e con maturo giudizio provede alle future. 5ovendo adun-ue io -uesta sera favoleggiare, la favola di 4rianna mi /a ridotto a memoria una novelluzza, la -uale, avenga c/e ridicolosa non sia n9 lunga, sar3 nondimeno dilettevole e di non picciolo frutto. Fu, non @ gran tempo, una povera donnicuolla c/e aveva un figliuolo c/iamato &esarino deR erni di &alavria, giovane veramente discreto e vie pi: deR beni della natura c/e della fortuna dotato. 2artitosi un giorno &esarino di casa e andatosene alla campagna, capit1 ad un folto e ben !$.

fronzuto bosco; e invag/ito del verdeggiante luogo, entr1 dentro, e per aventura trov1 una pietrosa tana, dove eran leoncini, orsattini e lupini, deR -uali dRogni sorte ne prese; e condottigli a casa, con sommo studio e diligenza unitamente li nudr.8 ed erano s. maestrevolmente uniti, c/e un non poteva star senza lRaltro ed erano cos. domestici con le persone, c/e niuno offendeano. Essendo gli animali di natura feroci e per accidente domestici cresciuti, e avendo gi3 perse le lor vive forze, &esarino con essi loro sovente se nRandava alla caccia, e sempre carico di silvestri fiere lietamente a casa ritornava e con -uelle la madre e s9 stesso nodriva. (edendo la madre la preda grande c/e Rl figliuolo faceva, molto si maravigli1, e addimandollo come ogni giorno prendesse tante fiere. Egli rispose8 = &on gli animali c/e avete veduti; ma ben vi prego c/e -uesto ad alcuno non rivelate, acci1 non rimanga di -uelli privo. = Aon passarono molti giorni, c/e la madre si trov1 con una sua vicina, alla -uale molto amore portava, s. perc/9 ella era donna da bene, s. anco perc/9 era serviciale e amorevole; e ragionando insieme di pi: cose, disse la vicina8 = &omare, come fa il figliuolo vostro a prender tante fiereC = E la vecc/iarella le manifest1 il tutto; e tolta licenza, ritorn1 a casa. 4ppena c/e partita sRera la buona vecc/ia dalla comare, c/e giunse il marito a casa; e fattasevi incontra con lieto viso, gli raccont1 il tutto. )l marito, udendo -uesto, incontenenti and1 a trovare &esarino, e dissegli8 = Figliuoccio mio, a -uesto modo vai tu alla caccia n9 mai c/iamaresti un compagno tecoC <uesto non conviene allRamorevolezza c/R@ tra noi. = &esarino sorrise, !$!

n9 volse darli risposta; ma senza prender congiato dalla vecc/ia madre e dalle dilette sorelle, con gli tre animali si part., e alla buona ventura se nRand1. E dopo lungo cammino aggiunse ad uno solitario e inabitato luogo della Sicilia, dove era un eremitorio, e andatosene ivi, entr1, e non vedendo alcuno, con gli suoi animali si mise a posare. Aon stette molto, c/e lReremita torn1 a casa; ed entrato dentro, vidde -uelli animali, e smarrito volse fuggire. %a &esarino, c/e dellReremita sRaveva gi3 aveduto, disse = 2adre, non temete, ma entrate sicuramente nella cella, perci1 c/e -uesti animali sono s. domestici, c/e non vi oltreggiaranno in modo alcuno. = 4ssicurossi lReremita per le parole di &esarino, ed entr1 nella sua povera cella. Era &esarino molto affannato per lo lungo cammino c/e fatto aveva8 e voltatosi verso lReremita, disse8 = 2adre, arreste voi per aventura un poco di pane e di vino, acci1 c/Rio potesse riavere le perdute forzeC = S. bene, figliuol mio, = rispose lo eremita, = ma non di -uella bont3 c/e forse tu vorresti. = E scorticate e smembrate le fiere c/e prese aveva, le pose in un sc/idone e lRarrost.; ed apparecc/iata la mensa, e ingombrata di -uelle povere vivande c/e sRattrovava, cenarono allegramente insieme. &enato c/e ebbero, disse lReremita a &esarino8 = Aon molto lungi di -ua alberga un dracone, il cui anelito ammorba e avelena ogni cosa, n9 @ persona c/e li possa resistere; ed @ di tanta roina, c/e far3 bisogno c/e i paesani tosto abbandonino il paese. 4ppresso -uesto fa mestieri ogni giorno mandargli un corpo umano per suo cibo8 altrimenti distruggerebbe il tutto; e per empia e mala !$"

fortuna dimani tocca la sorte alla figliuola del re, la -uale e di bellezza e di virt: e di costumi avanza ogni altra donzella, n9 @ cosa in lei, c/e non sia dRogni laude degna8 e veramente @ grandissimo peccato c/e una tanta donzella senza lei colpa s. crudelmente perisca. = )nteso c/Rebbe &esarino il parlar dellReremita, disse8 = State di buon animo, padre mio santo, n9 dubitate punto, c/e vedrete della punzella la liberazione presto. = A9 appena era spuntata fuori lRaurora della mattina, c/e &esarino and1 l3 dove dimorava il minaccioso dracone, e seco condusse i tre animali; e vidde la figliuola del re c/e gi3 era venuta per esser divorata. 7nde appressatosi a lei c/e dirottamente piangeva, la confort1, e disse8 = Aon piangete, donna, n9 pi: vi ramaricate, perci1 c/e io sono -ui aggiunto per liberarvi. = E cos. dicendo, ecco con un gran empito uscir fuori lRinsaziabil dracone; e con la bocca aperta cercava di lacerare e divorare la vaga e delicata giovane, la -uale per paura tutta tremava. 4llora &esarino, da piet3 commosso, sRinanim1, e spinse li tre animali contra lRaffamata e ingorda belva; e tanto combatterono, c/e finalmente lRatterrarono e uccisero. )ndi &esarino col coltello, c/e nudo in mano teneva, gli spicc1 la lingua, e postala in uno sacco, la riserv1 con molta diligenza; e senza dir parola alla liberata giovane, si ripart. ed allReremo ritorn1, raccontando al padre tutto -uello aveva operato. LReremita, intendendo il drago esser morto, e la giovane e il paese liberato, assai se nRallegr1. 4venne c/e un contadino rozzo e materiale, valicando per -uel luogo dove lRorribil fiera morta giaceva, vide il !$#

pauroso e fiero mostro; e messo mano ad un suo coltellone c/e a lato teneva, gli spicc1 il capo dal busto8 e postolo in un saccone c/e seco aveva, cammin1 verso la citt3. E camminando di buon passo, aggiunse la donzella c/e al padre ritornava, e con lei sRaccompagn1; e giunto al real palazzo, lRappresent1 al padre, il -ual, veduta la ritornata figliuola, -uasi da soverc/ia letizia se ne mor.. )l contadino, tutto allegro, trattosi il cappello c/e in capo aveva, disse al re8 = Signore, la figliuola vostra a me tocca per moglie, per1 c/e la campai dalla morte; = e in segno della verit3 trasse dal saccone lRorribil tesc/io dellRuccisa fiera, e appresentollo al re. )l re, considerando il tesc/io dellRaltero e non pi: veduto mostro e compresa la liberazione della figliuola e del paese, ordin1 un onorato trionfo e una superba festa, alla -uale furono invitate tutte le donne della citt3; le -uali, pomposamente vestite, vennero a congratularsi con la liberata figliuola. 4venne c/e lReremita, in -uellRora c/e si preparavano le feste e i trionfi, era nella citt3; e gi3 intonavagli nellRorecc/i un villano aver ucciso il dracone, ed in premio della liberazione della figliuola del re, deverla aver per moglie. )l c/e lReremita udiva non senza grandissimo dolore; e lasciato da canto in -uel giorno il mendicare, ritorn1 a lReremitorio, raccontando la cosa a &esarino come passava. )l -uale, intesala, assai si dolse; e presa la lingua dellRucciso dracone, li fece aperta fede lui esser stato -uello c/e la fiera uccisa aveva. )l c/e intendendo lReremita e apertamente conoscendo lui esser stato lRuccisore, al re se nRand1; e trattosi il povero cappuccio di capo, cos. gli disse8 = !$$

Sacratissimo re, egli @ cosa detestabile molto c/e un malvagio e reo uomo, consueto ad abitare nelle spelunc/e, divenga marito di colei c/R@ fior di leggiadria, norma di costumi, specc/io di gentilezza e dotata dRogni virt:8 e tanto pi:, c/e egli cerca ingannare (ostra %aest3, affermandole esser vero -uello di c/e egli per la gola si mente. )o, desideroso dellRonor di (ostra %aest3 e dellRutile della figliuola vostra, sono -ui venuto per discoprirle, colui c/e si vanta aver liberata la figliuola, non esser -uello c/e uccise il dracone. E per1, sacratissimo re, aprite gli occ/i, non tenete c/iuse lRorecc/ie, ascoltate c/i di buon cuor vi ama. = )l re, udito c/e ebbe lReremita c/e saldamente parlava, e conoscendo le lui parole scaturire da fidelissimo e intiero amore, gli prest1 inviolabil fede; e fatte cessare le feste e i triunfi, comand1 allReremita c/e palesasse colui c/e era stato il vero liberatore della figliuola. LReremita, c/e altro non desiderava, disse8 = Signore, non fa mestieri c/e io vi dica il nome suo; ma -uando fosse in piacere di (ostra %aest3, io il menerei -ua dinanzi della presenzia vostra, ed ella vederebbe un giovane di corpo bello, leggiadro, riguardevole e ad amare tutto inc/inato, i cui reali e onesti costumi avanzano ogni altro c/e io conoscesse mai. = )l re, gi3 invag/ito del giovane, comand1 c/e subito fusse condotto. LReremita, partito dal re, ritorn1 al suo tugurietto, e narr1 a &esarino il tutto. )l -uale, presa la lingua e postala in una bisciaccia, con gli animali e con lReremita al re se ne and1; e appresentatosi, e postosi in ginocc/ioni, disse8 = Sacra %aest3, la fatica e il sudor fu mio, ma lRonor dRaltrui. !$%

)o con -uesti miei animali per la liberazione della figliuola vostra uccisi la fiera. = 5isse il re8 = E c/e fede me ne darai tu dRaverla uccisaC conciosiacosac/9 costui mi /a appresentato il tesc/io c/e ivi sospeso vedi. = Rispose &esarino8 = Aon voglio il detto della figliuola vostra, c/e sarebbe in -uesto testimonio bastevole; ma un sol segno vi voglio dare, c/e denegare non si potr3 c/e io non sia stato lRuccisore. Fate guardare = disse &esarino, = nel tesc/io, c/e il troverete senza lingua. = )l re fecesi recar il tesc/io, e ritrovollo senza lingua. 4llora &esarino, messa la mano alla bisciaccia, cav1 fuori la lingua del dracone, c/e era di estrema grandezza, n9 mai per lo addietro fu la maggior veduta; e apertamente dimostr1 lui esser stato lRuccisore della crudel fiera. )l re, per lo detto della figliuola e per la dimostrata lingua e per gli altri indizi avuti, fece prendere il contadino e in -uellRinstante li fece troncare il capo dal busto; e con trionfo e festa furono con &esarino celebrate le nozze, e consumarono il matrimonio. La madre e le sorelle di &esarino, sentita la nova c/e egli era stato lRuccisor della fiera e liberator della puncella, e gi3 averla in guidardone per moglie, deliberarono dRandar in Sicilia; e ascese in una nave, con prosperevol vento giunsero nel regno, dove con grande onore furono ricevute. Aon stettero gran tempo -ueste donne nel regno, c/e si mosseno a tanta invidia contra &esarino, c/e lRaverebbono divorato. E crescendo di giorno in giorno lRodio maggiore, determinorono di darli celatamente la morte. E ravogliendo nel loro animo pi: cose, al fine sRimaginorono di prender un osso e farlo acuto e venenar la punta e ponerlo tra le !$&

linzuola e Rl letto con la punta in su, acci1 c/e &esarino, andando a posare e gittandosi gi: nel letto, come i giovani fanno, si pungesse e avenenasse; e senza indugio esse-uirono il malvagio consiglio. (enuta lRora di andar a dormire, &esarino con la moglie and1 in camera; e posti gi: li drappi di dosso e la camiscia, gittossi sopra Rl letto, e diede del sinistro fianco sopra la punta de lRosso; e fu s. acerba la ferita, c/e per lo veneno subito sRenfi18 e andato il veneno al core, se ne mor.. La donna, veggendo il suo marito morto, incominci1 altamente gridare e dirottamente piagnere; al cui strepito corsero i corteggiani, e trovorono &esarino di -uesta vita partito; e volgendolo e ravolgendolo, lo trovorono tutto enfio e nero come corbo; onde giudicarono c/e da veneno fosse stato estinto. )l c/e intendendo, il re fece grandissima in-uisizione; e nulla di certezza potendo avere, rest1, e vestitosi di abito lugubre con la figliuola e la corte, ordin1 c/e al corpo morto si desse solenne e pomposa sepoltura. %entre si preparavano le grandi e orrevoli esse-uie, la madre e le sorelle di &esarino cominciorono fortemente a temere c/e Rl leone, lRorso e il lupo non le scoprisseno, udendo il suo patrone morto; e fatto consiglio tra loro (3), pensorono dRimpiombargli lRorecc/i; e s. come sRimaginorono, cos. fecero. %a al lupo non furono cos. ben impiombate lRorecc/ie; perci1 c/e al-uanto udiva da una orecc/ia. Essendo portato il corpo morto alla sepoltura, disse il lupo al leone e allRorso; = &ompagni, parmi sentire una mala nuova; = ma elli c/e impiombate avevano le
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orecc/ie, nulla sentivano8 e reiterate ancor le dette parole, meno udivano. %a il lupo con cenni e motti tanto fece, c/e pur compresero non so c/e di morte. Laonde lRorso con le indurate ung/ie e curve, tanto penetr1 nelle orecc/ie del leone, c/e gli estrasse il piombo; e parimenti fece il leone allRorso e al lupo. Essendo adun-ue a ciascun di loro tornato lRudito, disse il lupo alli compagni8 = 2armi aver sentito ragionamento della morte del signor nostro. = E non venendo il signor, secondo il costume suo, a visitarli e dargli il cibo, tennerono per certo lui esser morto; e usciti di casa tutta tre, corsero l3 dove i becc/ini portavano il corpo morto. ) c/ierici e lRaltre persone c/e accompagnavano il corpo morto alla sepoltura, veduti gli animali, si misero a fuggire; e -uelli c/e portavano la bara, la misero gi:, e si dierono parimenti alla fuga; altri di pi: coraggio volsero vedere il fine. ) tre animali con denti e ung/ie tanto fecero, c/e spogliarono al suo signore le vestimenta, e volgendolo da ogni parte, trovarono la piaga. 4llora disse il leone allRorso8 = Fratel mio, or fa di bisogno dRun poco di grasso delle budella tue; perci1 c/e, tantosto c/e unta sar3 la piaga, il signor nostro risusciter3. = Rispose lRorso8 = Aon fa mestiero dir altre parole; io aprir1 la bocca a pi: mio potere, e tu porrai la zampa dentro, e trarrai del grasso a tuo piacere. = )l leone pose la zampa dentro della gola dellRorso c/e si ristringeva acci1 c/e pi: in gi: la potesse ficcare, e cavolli il grasso c/e facea bisogno, e con -uello unse dRogni intorno la piaga del signore. Ed essendo ben mollificata, la succ/iava con la bocca; indi tolse certa erba e cacciolla nella piaga8 e tanta fu la sua virt:, c/e subito and1 !%'

al core, e -uello sommamente allegr1. Laonde il signor a poco a poco cominci1 aver le forze8 e di morto, vivo rivenne. )l c/e vedendo -uelli c/e vi erano presenti, restorono stupefatti; e subito corsero al re, e gli dissero, &esarino vivere. )nteso -uesto, il re e la figliuola, c/e 5oratea si c/iamava, vi andorono incontra, e con insperata letizia lRabbracciorono, e con gran festa al regal palazzo lo condussero. (enne la nuova alla madre e alle sorelle di &esarino come era risuscitato. )l c/e molto le dispiac-ue8 ma pur fingendo dRaver allegrezza, andorono al palazzo; e giunte al conspetto di &esarino, la piaga gett1 gran -uantit3 di sangue. 5i c/e elle si smarrirono, e pallide divennero. )l c/e veggendo, il re ebbe non poco sospetto contra loro; e fattele ritenere e mettere alla tortura, confessorono il tutto. )l re senza indugio le fece vive ardere, e &esarino e 5oratea a lungo tempo felicemente si goderono insieme, e lasciorono dopo s9 figliuoli; e gli animali, finc/9 da natural morte morirono, furono con molta diligenza serviti. =

FAVOLA IV.
Andrig$##o di Val!a''ia, i##adino di Co&o, %$n$ndo a &or#$, fa #$!#a&$n#o( $ la! ia l7ani&a !ua $ .u$lla d$l no#aio $ d$l !uo onf$!!or$ al dia%olo, $ !$ n$ &uor$ danna#o.

*ERITREA,= Egli @ commun proverbio, commendato da tutti, c/e !%-

c/i malamente vive, malamente muore. 2er1 gli @ meglio vivere cristianamente, c/e senza freno alcuno di conscienza abbandonar le redine e adempire ogni sua sfrenata voglia; s. come avenne ad un nobile cittadino, il -uale, venendo a morte, diede lRanima sua al gran nemico, e disperato, cos. permettendo la divina giustizia, fece la mala morte. )n &omo, picciola citt3 della Lombardia, non molto discosta da %elano, abitava un cittadino nomato 4ndrigetto di (alsabbia; il -uale, -uantun-ue e di poderi e di armenti e di pecore fosse ricco, n9 alcuno nella citt3 si trovasse c/e a lui agguagliar si potesse, nondimeno la conscienza no Rl rimordeva di cosa alcuna, ancor c/e trista, c/Regli facesse. 4ndrigetto adun-ue essendo ricc/issimo e avendo molto grano e altre sorti di biada c/e gli suoi poderi li rispondevano, dispensava tutte le sue rendite a poveri contadini e ad altre miserabili persone, n9 voleva -uelle vendere a mercatanti o vero ad altri col danaro. E -uesto faceva non c/e egli avesse animo di sovenire ai poveri, ma acci1 c/e li cavasse dalle mani -ualc/e campo di terra e aggrandisse i suoi poderi e rendite; e sempre cercava di eleggere luogo c/e pi: facesse al profitto suo, acci1 c/e a poco a poco del tutto sRimpatronisse. 4venne c/e in -uelle parti sopragiunse una gran penuria; ed era tale, c/e gli uomini e le donne e li fanciulli si trovavano in molti luog/i morti da fame. 2er il c/e tutti -uelli circonvicini contadini, s. del piano come del monte, ricorrevano ad 4ndrigetto; e c/i li dava un campo di prato, c/i un campo di bosco e c/i un campo di terra arata8 e allRincontro tolleva tanto f ormento o altra biada, c/e fosse per le bisogne sue. !%.

Era tanta la fre-uenzia e il concorso delle persone c/e da ogni parte venivano alla casa di 4ndrigetto, c/e pareva il giubileo. Egli aveva un notaio, Tonisto Raspante per nome detto8 uomo veramente nellRarte del notariato molto saputo, ma nel scorticar villani trappassava tutti gli altri. Era un statuto in &omo c/e notaio alcuno non potesse scriver instromento di vendita, se prima non era in presenza sua e di testimoni nomerata la pecunia. Laonde Tonisto Raspante pi: e pi: volte disse ad 4ndrigetto c/Regli non voleva scrivere tali instromenti, perci1 c/e erano contra la forma del statuto comense, n9 voleva incorrere nella pena. %a 4ndrigetto con parole spiacevoli il villaneggiava e il minacciava sopra la vita; e perc/9 egli era uomo grande e deR primai della citt3, e correva continovamente san occadoro, il notaio faceva -uanto li comandava. Aon stette molto, c/e venne il tempo di confessarsi, e 4ndrigetto mand1 al confessore un bello e lauto desinare e appresso -uesto tanto panno finissimo c/e facesse un paio di calze ed a lui ed alla sua fante; e per lo giorno se-uente pose ordine con lui di andarsi a confessare. %esser lo prete, per esser lui gran cittadino e ricco e molto appresentato, con allegra faccia lRaspett1; e -uando venne, amorevolmente lRaccarezz1. Essendo adun-ue 4ndrigetto aR piedi del sacerdote e con diligenza accusandosi deR suoi errori, venne agli atti degli contratti illeciti c/Regli faceva, e confessolli minutamente. )l prete, c/e pur aveva molte lettere nella testa e conosceva c/iaramente -uelli contratti essere illeciti ed usurari, incominci1 umilmente riprenderlo, dic/iarandogli c/Regli era obligato alla !%!

restituzione. 4ndrigetto, a cui dispiacevano le parole del prete, rispose c/Regli non sapeva -uel c/e dicesse, e c/e lRandasse ad imparar meglio di -uello c/e fin ora aveva fatto. )l prete, c/Rera spesse volte da 4ndrigetto appresentato, dubit1 c/e non lRabbandonasse e andasse altrove a confessarsi; e per1 datagli lRassoluzione e la lieve penitenza, il licenzi18 ed 4ndrigetto, messogli un fiorino in mano, allegro si part.. 7ccorse c/e dopo poco tempo sopravenne ad 4ndrigetto una grandissima infermit3; la -ual fu di tal maniera, c/e tutti i medici lo diero per morto e lRabbandonorono. Gli amici ed i parenti, vedendo la sua infermit3 per lo detto deR medici esser mortale ed incurabile, con destro modo gli fecero intendere c/e si confessasse e ordinasse i fatti suoi, s. come appartiene ad ogni catolico e buon cristiano. Egli c/e era tutto dedito ad arricc/irsi, n9 pensava giorno e notte ad altro c/e ingrandirsi, non temeva di morire, anzi deleggiava coloro c/e li rammentavano la morte; e facevasi recare ora una cosa or lRaltra, prendendo di -uelle trastullo e gioco. 7r avenne c/e dopo molti stimoli degli amici e parenti, egli volse compiacerli; e comand1 c/e Tonisto Raspante suo notaio e preR Aeofito suo confessore fussero c/iamati, c/e voleva confessarsi e ordinare i fatti suoi. (enuto il confessore e il notaio, sRappresentaro a lui; e dissero8 = %esser 4ndrigetto, )ddio vi dia la vostra sanit3. E come vi sentiteC State di buon animo8 non abbiate timore, c/e tosto vi risanarete. = Rispose 4ndrigetto c/e era molto aggravato e c/e prima voleva ordinare i fatti suoi e poi !%"

confessarsi. )l confessore diede fede alle sue parole, essortandolo molto c/e si ricordasse di messer 5omenedio e c/e si conformasse con la sua volont3, c/e, cos. facendo, li restituirebbe la sua sanit3. 4ndrigetto ordin1 c/e fossero c/iamati sette uomini, i -uai fussero testimoni del suo nuncupativo ed ultimo testamento. (enuti i testimoni ed appresentatisi allRinfermo, disse 4ndrigetto al notaio8 = Tonisto, c/e vi viene per mercede di pregare un testamentoC = Rispose Tonisto8 = Secondo il capitolare deR notai, @ un fiorino; poi, pi: e meno secondo vogliono i testatori.= 7r, = disse 4ndrigetto, = prendene duo, e fa c/e tu scrivi -uanto io ti comander1. = )l notaio di cos. far rispose. E fatta lRinvocazione del divino nome, e scritto il millesimo, il giorno, il mese e la indizione, s. come sogliono far i notai nellRinstromenti, in tal modo scrivere incominci18 = )o 4ndrigetto di (alsabbia, sano della mente, ancor c/e languido del corpo, lascio lRanima mia al mio creator )ddio, al -ual io rendo -uelle grazie, c/e per me si puolono le maggiori, deR tanti benefici -uanti /o ricevuti. = 5isse 4ndrigetto al notaio8 = &/e /ai tu scrittoC = Rispose il notaio8 = )o scrissi s. e s.; = e gli lesse di parola in parola tutto -uello c/e lRaveva scritto. 4llora 4ndrigetto, di sdegno acceso, disse8 = E c/i ti /a commesso c/e tu scrivi cos.C perc/9 non attendi a -uello c/e mi /ai promessoC Scrivi a mio modo, in -uesta forma8 H)o 4ndrigetto di (alsabbia, infermo del corpo e sano dellRintelletto, lascio lRanima mia al gran diavolo dellRinfernoI. = )l notaio ed i testimoni, udendo -ueste parole, rimasero fuori di s9 e presero !%#

maraviglia non picciola; e guardando fissamente nel viso del testatore, dissero8 = 4/B messer 4ndrigetto, ove @ ora il vostro ingegno, ove @ ora il vostro sapereC Sete voi divenuto pazzoC Gli insensati ed i furiosi useno tai parole. 5e/, non fate per lRamor c/e voi portate a )ddio, perci1 c/e @ contra lRanima e lRonor vostro, e vituperio di tutta la famiglia vostraB Gli uomini c/e fino ora vi /anno riputato prudente e saggio, vi teneranno il pi: trascurato, il pi: perfido e il pi: traditore c/e mai la natura creasse, perci1 c/e, sprezzando voi il bene e lRutel vostro, molto maggiormente sprezzereste -uello dRaltrui. = 4llora 4ndrigetto, infiammato come bragia di fuoco, disse al notaio8 = Aon ti dissi io c/e tu scrivesti comRio ti dissiC Aon ti pagai oltre il devere, acci1 c/e tu scrivesti -uanto io dicevaC = Rispose il notaio8 = Signor s.B = 4dun-ue = disse il testatore = nota e scrivi -uello c/e ti dico, e non scrivere -uello c/e non voglio. = )l notaio, c/e vorrebbe esser digiuno, vedendo il suo fiero proponimento e temendo c/e per sdegno non morisse, scrisse tutto -uello c/e di sua bocca ordin1. )ndi disse 4ndrigetto al notaio8 = Scrivi8 HItem lascio lRanima di Tonisto Raspante mio notaio al gran Satanasso, acci1 c/e ella faccia compagnia alla mia, -uando di -ua si partir3I. = 4/B messere, mi fate ingiuria, = disse il notaio, = togliendomi lRonore e la fama. = 7r segui, malvagio, = disse il testatore, = e non mi turbare pi: di -uel c/Rio sono. )o ti pagai, e molto pi: di -uello c/e meritavi, acci1 c/e tu scrivi a modo mio. Scrivi adun-ue in malRora cos.8 H2erci1 c/e, se egli non mi avesse consentiti e scritti tanti illiciti ed usurari contratti ma mi avesse !%$

scacciato da s9, io ora non mi troverei in tanto laberinto. E perc/9 egli allora fece pi: stima del danaro c/e dellRanima mia e sua, per1 -uella raccomando e do nelle mani di LuciferoI. = )l notaio, c/e temeva molto di non aggiungere mal a male, scrisse -uanto egli gli disse. 5opo disse8 = Scrivi8 HItem lascio lRanima di preR Aeofito, mio confessore, -ua presente, ai trenta mila paia di diavoliI. = 7r c/e dite voi, messer 4ndrigetto mioC = disse il confessore. = Sono -ueste parole da uomo prudente, come voi sieteC 5e/, non dite cos.B Aon sapete voi c/e messer Ges: &risto @ misericordioso e pio, e sempre sta con le braccia aperte aspettando c/e egli venga a penitenza e si c/iami in colpa di suoi peccatiC &/iamatevi adun-ue in colpa deR vostri gravi ed enormi delitti, e c/iedete perdonanza a 5io, c/Regli largamente vi perdoner3. (oi avete il modo di restituire; e facendo la restituzione, )ddio, c/e @ misericordioso e c/e non vole la morte del peccatore, vi perdoner3 e daravvi il paradiso. = Rispose 4ndrigetto8 = 4/i, scelerato prete, confusione dellRanima tua e mia, pieno di avarizia e simonia, ora mi dai consiglioB Scrivi, notaio, c/Rio lascio lRanima sua nel centro dellRinferno, perci1 c/e, se non fosse stata la pestilenziosa sua avarizia, egli non mi arrebbe assolto, n9 io arrei commessi tanti errori, n9 mi troverei nel stato ove ora mi trovo. 2arti onesto e convenevole c/Rio restituisca la mal tolta robbaC 2arti giusto c/Rio lascia e miei figliuoli poveri e mendiciC Lascio adun-ue -uesto consiglio ad altrui, c/e ora nol voglio. Scrivi ancora, notaio8 H Item lascio a Felicita, mia innamorata, un podere posto nelle valli di &omacc/io, acci1 c/e ella possa avere il vitto ed il !%%

vestito e darsi piacere e buon tempo con gli suoi amatori, s. come sempre /a fatto, e nel fine della vita sua ella venga a trovarmi nello oscuro baratro infernale, ed insieme con noi tre sia tormentata di eterno supplicio. )l residuo veramente di tutti e miei beni, mobili ed immobili, presenti e futuri, in -ualun-ue modo a me aspettanti ed appartinenti, lascio a &omodo e Tor-uato miei figliuoli legittimi e naturali, pregandoli c/e non vogliano far dire n9 messa n9 salmo per lRanima mia, ma c/e attendino a giocare, puttaneggiare, armeggiare e far tutte -uelle cose c/e sono pi: detestabili ed abominevoli, acci1 c/e la mia facolt3 indebitamente ac-uistata vada in breve tempo in malRora, e gli figliuoli, per la perdita disperati, s9 stessi si sospendano per la gola. E -uesta voglio sia lRultima mia volont3, e cos. voi tutti, testimoni e notaio, vi pregoI. = Scritto e publicato il testamento, messer 4ndrigetto volse la faccia verso il pariete; e tratto un mugito c/e dRun toro parse, rese lRanima a 2lutone c/e sempre stava ad aspettarla. Ed in tal modo il tristo e scelerato 4ndrigetto, inconfesso ed impenitente, la lorda e scelerata sua vita fin.. =

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FAVOLA V.
Ro!olino da Pa%ia, o&i ida $ ladro, %i$n "r$!o dalla fa&iglia d$l "od$!#3, $ &$!!o alla #or#ura, nulla onf$!!a. Indi %$d$ l7inno $n#$ figliuolo #or&$n#ar$, $ !$n1a "i2 &ar#orio il "adr$ onf$!!a. Il "r$#or$ li dona la %i#a, $d il 'andiggia( $gli !i fa $r$&i#a $ !al%a l7ani&a !ua.

*CATERU++A,= <uanto e -ual sia lRardente e tenace amore del padre verso il virtuoso e disciplinato figliuolo, non @ alcun c/Rabbia figliuoli, c/e apertamente non lo conosca. )mperci1 c/e egli non solamente si affatica di farli -uello c/e fa mistieri al viver suo, ma anc/e spesse volte mette a pericolo la vita e sparge il sangue per aggrandirlo e arricc/irlo. E c/e -uesto sia il vero, dimostrerovvelo con -uesta breve favoluzza c/Rora raccontarvi intendo. La -uale, perci1 c/e @ pi: pietosa c/e dilettevole, penso vi sar3 di non poco ammaestramento e dottrina. )n 2avia, citt3 della Lombardia nobile s. per lo literario studio s. anco per essere sepolto in -uella il santissimo corpo del venerabile e divino 4gostino, martello degli eretici, lume e c/iarezza della religione cristiana, fu gi3, poco tempo fa, un uomo disleale, malvagio, omicida, ladro e ad ogni malfar disposto; e tutti Rosolino per nome lo c/iamavano. E perc/9 era ricco e capo di parte, molti lo seguitavano; e stando alla strada, or -uesto or -uello !&(

spogliava, rubbava e uccideva. E per lo s9guito grande c/e egli aveva, tutto il territorio fortemente il temeva. E avenga c/e Rosolino avesse commessi molti errori, e contra lui fussero state poste molte -uerele, nondimeno non era uomo c/e vi bastasse lRanimo proseguirle, perci1 c/e tanti erano i favori delli tristi e malvagi uomini, c/e li -uerelanti abbandonavano le loro -uerele. 4veva Rosolino un solo figliuolo, il -uale per natura era tutto contrario al padre e teneva vita molto laudevole e santa. Egli pi: volte con dolci parole riprese il padre della sua trista e scelerata vita, e dolcemente pregollo c/Romai ponesse fine a tante sceleraggini, dipingendogli i strabocc/evoli pericoli neR -uai continovamente viveva. %a nel vero lRammonizioni sagge del figliuolo erano frustatorie e vane, perci1 c/e maggiormente c/e prima egli attendeva al suo disonesto essercizio, e altro non si udiva di giorno in giorno, se non8 egli @ stato spogliato il tale, egli @ stato ucciso il tale. 2erseverando adun-ue Rosolino nel suo fiero e bestiale proponimento e andando -uotidianamente di mal in peggio, volse )ddio c/e fusse dagli sergenti del pretore preso e legato e a 2avia condotto. Ed essendo dal giudice del maleficio constituito, sfacciatamente neg1 il tutto. )l c/e intendendo, il pretore ordin1 c/e gli sergenti in ceppi con tenaci catene in prigione lo mettessero, dandogli solamente al giorno tre uncie di pane e tre di ac-ua, e c/e fusse con ogni diligenza custodito. E -uantun-ue fusse grandissima altercazione tra li giudici se doveano averlo per convenuto o no, pur dopo molto contrasto parve al pretore e alla sua corte di andar alla tortura e aver dalla sua bocca la !&'

confessione. (enuta la mattina, il pretore fece condurre Rosolino alla sua presenza, e tolse di volont3 il constituto; ed egli come prima dineg1 ogni cosa. <uesto vedendo, il pretore comand1 c/e fusse alla corda legato e in alto levato. E -uantun-ue pi: volte Rosolino fusse stato crollato alla tortura per gli indici grandi c/Rerano contra lui, non per1 mai volse confessare, anzi con grandissima costanza villaneggiava il pretore e la sua corte, dicendo c/Rerano tristi, giotti, ladri, scelerati e c/e meriterebbeno per la mala vita c/e tengono e per lRingiustizie c/e fanno, mille forc/e8 affermando s9 esser uomo da bene, di buona vita, n9 esser alcuno c/e con verit3 dolersi possa di lui. 4veva il pretore, comR@ detto di sopra, pi: fiate contra Rosolino severamente proceduto, n9 aveva lasciato specie di tormento c/e non avesse provato; ma egli, saldo come ben fondata torre, sprezzava ogni tormento. )l pretore, c/e apertamente conosceva lui esser delin-uente e non poterlo sentenziare a morte, assai si doleva. 7nde la notte considerando il pretore la tristizia di Rosolino e la costanza grande, e non potergli dar pi: tormento per aver gi3 purgato ogni indizio, sRimagin1 di essere con la sua corte e proporre una cosa c/e intenderete. (enuto il giorno, il pretore c/iam1 i suoi giudici e disse8 = Eccellenti dottori, grande @ la costanza di -uesto reo e maggiore la tristezza sua, e pi: tosto morrebbe traR tormenti c/e confessare cosa alcuna. 7nde mi parrebbe, cos. per1 parendo e a voi, di fare un tentativo per ultimo refugio; il -ual @ -uesto8 mandare i sergenti a prendere !&-

argetto figliuolo di Rosolino, ed in presenza sua metterlo al tormento, perci1 c/e, veduto il padre tormentare lRinnocente figliuolo, agevolmente confesser3 lRerror suo. = <uesto consiglio molto piac-ue alla corte; e subito ordin1 il pretore c/e argetto fusse preso, legato e alla sua presenza menato. 2reso argetto e menato dinanzi al pretore, il giudice del maleficio tolse il suo constituto; e argetto innocentissimo rispondeva di non sapere cosa alcuna di -uello era interrogato. )l c/e vedendo, il pretore senza indugio il fece spogliare e metterlo alla tortura in presenza del padre. Rosolino, veduto c/Rebbe il figliuolo preso e legato al tormento, rimase attonito e molto si contrist1. )l pretore, tuttavia assistente Rosolino, ordin1 c/e argetto fosse levato in alto, e cominciollo di molte cose interrogare; ed egli, c/e era innocente, diceva nulla sapere. )l pretore, mostrandosi dRira acceso, disse8 = )o tel far1 ben sapere; = e ordin1 c/e fusse tirato in alto. )l mesc/inello, c/e sentiva grandissimo dolore e passione, fortemente gridava8 = %isericordia, signor pretore, misericordia, c/e io sono innocente n9 mai commessi tai delittiB = )l vicario, sentendolo dolersi e piagnere, diceva8 = &onfessa8 non ti lasciar guastare; perci1 c/e noi sappiamo di punto in punto il tutto, ma lo vogliamo sapere dalla tua bocca. = argetto respondeva non saper -uello c/e Rl giudice dicesse, n9 esser vero ci1 c/e glRimproperava. )l giudice, c/e aveva il maestro dalla corda ammaestrato, gli fece cenno c/e lo lasciasse venir gi: da alto a basso senza piet3 e remissione alcuna. argetto, udendo le parole del giudice, e sentendo nelle braccia grandissima passione, e considerando di non !&.

poterla sofferire, dispose di confessare -uello c/e non aveva fatto, e disse8 = Signori, lasciatemi gi:, c/e Rl tutto c/iaramente vi dir1.= Lasciata leggermente venir gi: la fune e appresentatosi argetto al conspetto del pretore e della corte, afferm1 in presenza del padre aver commessi tutti gli eccessi contra lui imputati. Rosolino, c/e aveva sentita la non veridica confessione del figliuolo, ravoglieva nellRanimo suo molte cose; ed alfine mosso da filial amore e considerata la lui innocenzia, disse8 = Aon tormentate pi: il figliuol mio, ma liberatelo, perci1 c/e egli @ innocentissimo ed io nocente. = E senza altro tormento, minutissimamente confess1 ogni suo delitto. )l pretore, udita di Rosolino la confessione e fattala con ogni diligenza annotare e ratificare, e desideroso di sapere la causa, disse8 = Rosolino, tu /ai sofferti tanti tormenti, n9 mai abbiamo potuto da te aver la verit3; ma poscia c/e vedesti argetto neR tormenti, e udisti la confessione da lui fatta, mutasti proponimento e senza martorio alcuno confessasti il tutto. )o, se 5io ti salvi ed abbia misericordia dellRanima tua, intenderei volontieri la causa di -uesta mutazione. = 4/, = rispose Rosolino, = non la sapete voi, signoriC = 5isse il pretore8 = (eramente noi non la sapiamo. = Rispose Rosolino8 = Ed io, se non la sapete, ve la raccontar1, sRattenti mRascoltarete. Signori pietosi, umani e amatori di giustizia, voi avete veduta e c/iaramente conosciuta la costanza mia neR tormenti; n9 @ maraviglia8 perci1 c/e allora voi martoravate le carni morte; ma -uando voi tormentavate argetto, unico mio figliuolo, allora tormentavate le carni vive. = 4dun-ue, = disse il !&!

pretore, = tu sei morto, essendo le carni tue morteC = Aon sono io morto, = rispose Rosolino, = n9 manco le carni mie morte sono, ma viveno; tuttavia -uando voi mi tormentavate, io nulla pativa, perc/9 -ueste carni, c/e voi ora vedete e tormentavate, non erano mie, ma del padre mio morto, putrido e gi3 fatto polve; ma -uando tormentaste il figliuol mio, tormentavate le carni mie, perc/9 la carne del figliuolo @ propria carne del padre. = )l pretore, intesa la causa, volse del tutto assolverlo8 ma perc/9 la giustizia non pativa c/e tanti delitti impuniti rimanessero, determin1 di perpetuo bandirlo; non c/e i peccati s. lieve pena meritassero, ma per lRamore c/e Rl padre portava al figliuolo. Rosolino, intesa la leggier sentenzia, lev1 le mani al cielo e )ddio ringrazi1, promettendogli con giuramento mutar vita e viver santamente. 2artitosi Rosolino da 2avia, and1 allReremo, ed ivi visse santamente, e fece tanta penitenza deR suoi peccati, c/e per grazia di 5io merit1 di esser salvo; e di lui fino al d. dRoggi si fa memoria ad essempio deR buoni e dannazione deR tristi.

IL FINE DELLA NOTTE DECIMA.

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NOTTE UNDECIMA
Era gi3 venuta la scura notte, madre delle mondane fatic/e, e gli animali lassi prendevano riposo, -uando lRamorevole e dolce compagnia, lasciato ogni tristo pensiero da canto, si ridusse al solito ridotto; e danzato al-uanto con le damigelle, secondo il solito costume fu portato il vaso8 di cui per sorte venne primamente di Fiordiana il nome, indi di Lionora, terzo di 5iana, -uarto dR)sabella, riservando lRultimo luogo alla signora (icenza. E fatti portar i lironi e accordare, la signora ordin1 c/e il %olino e il Trivigiano cantassero una canzone. ) -uali senza dimora cos. dissero8 ,ostro vago sembiante, nel 0ual iB veggio la mia morte e vita, seguirvi, donna mia, mi stringe e invita. <ual 2 che in voi si specchi e +isso miri, che dal capo alle piante dBun desio non sBin+iammi e dolce geloI e ben mille sospiri non mandi +uor, da +ar ogni animante a piet8 muover con ardente *elo, e per +avor e per gra*ia del cielo, an*i di lei sol dono, !&#

trovar non pur merc7, ma sol perdonoI Fu di grandissimo contento a tutti la vaga e dolce cantilena dal %olino e dal Trivigiano cantata; e fu di tanta virt:, c/e fece al-uanto per dolcezza piangere colei a cui primieramente toccava. Ed acci1 c/e si desse incominciamento al favoleggiare, la signora comand1 a Fiordiana c/e cominciasse; ed ella, fatta prima la riverenza, cos. disse8 =

FAVOLA I.
Sor8ana %i$n$ a &or#$, $ la! ia #r$ figliuoli, Du!olino, T$!ifon$ $ Co!#an#ino For#una#o( il .ual$ "$r %ir#2 d7una ga##a a .ui!#a un "o#$n#$ r$gno. = %olte volte, amorevoli donne, vedesi un gran ricco in povert3 cadere, e -uello c/e @ in estrema miseria ad alto stato salire. )l c/e intervenne ad un poverello, il -uale, essendo mendico, pervenne al stato regale. Trovavasi in oemia una donna, Sor.ana per nome c/iamata; ed era poverissima, e aveva tre figliuoli, lRuno di -uali dicevasi 5usolino, lRaltro Tesifone, il terzo &ostantino Fortunato. &ostei altro non aveva al mondo c/e di sostanzia fosse, se non tre cose8 cio@ uno albuolo, nel -uale le donne impastano il pane, una pan3ra, sopra la -uale fanno il pane, ed una gatta. Sor.ana, gi3 carica dRanni, venendo a morte, fece lRultimo suo testamento; e a 5usolino suo figliuolo maggiore lasci1 lRalbuolo, a Tesifone la pan3ra e a !&$

&ostantino la gatta. %orta e sepolta la madre, le vicine per loro bisogna -uando lRalbuolo -uando la pan3ra ad imprestido lor c/iedevano; e perc/9 sapevano loro esser poverissimi, gli facevano una focaccia, la -uale 5usolino e Tesifone mangiavano, lasciando da parte &ostantino minor fratello. E se &ostantino gli addimandava cosa alcuna, rispondevano c/e egli andasse dalla sua gatta, c/e glie ne darebbe. 2er il c/e il povero &ostantino con la sua gatta assai pativa. La gatta, c/e era fatata, mossa a compassione di &ostantino e adirata contra i duo fratelli c/e s. crudelmente lo trattavano, disse8 = &ostantino, non ti contristare; perci1 c/e io proveder1 al tuo e al viver mio. = Ed uscita di casa, se nRand1 alla campagna; e fingendo dormire, prese un lepore, c/e a canto le venne, e lRuccise. )ndi andata al palazzo regale e veduti alcuni corteggiani, dissegli voler parlare col re8 il -ual, inteso c/e era una gatta c/e parlar gli voleva, fecela venire alla presenza sua; e addimandatala c/e cosa ric/iedesse, rispose c/e &ostantino suo patrone gli mandava donare un lepore c/e preso aveva8 e appresentollo al re. )l re, accettato il dono, lRaddimand1 c/i era -uesto &ostantino. Rispose la gatta, lui esser uomo c/e di bont3, di bellezza e di potere non aveva superiore. 7nde il re le fece assai accoglienze, dandole ben da mangiare e ben da bere. La gatta, -uando fu ben satolla, con la sua zampetta con bel modo, non essendo dRalcuno veduta, emp. la sua bisciaccia, c/e da lato teneva, dRalcuna buona vivanda; e tolta licenzia dal re, a &ostantino portolle. ) fratelli, vedendo i cibi di -uai &ostantino trionfava, li !&%

c/iesero c/e con loro i participasse; ma egli, rendendogli il contracambio, li denegava. 2er il c/e tra loro nac-ue una ardente invidia, c/e di continovo rodeva loro il core. &ostantino, -uantun-ue fusse bello di faccia, nondimeno, per lo patire c/Raveva fatto, era pieno di rogna e di tigna c/e gli davano grandissima molestia; e andatosene con la sua gatta al fiume, fu da -uella da capo a piedi diligentemente leccato e pettinato, e in poc/i giorni rimase del tutto liberato. La gatta, come dicemmo di sopra, molto continoava con presenti il palazzo regale, e in tal guisa sostentava il suo patrone. E perc/9 oramai rincresceva alla gatta andar tanto su e gi:, e dubitava di venire in fastidio alli corteggiani del re, disse al patrone8 = Signor, se tu vuoi far -uanto ti ordiner1, in breve tempo farotti ricco. = E in c/e modoC = disse il patrone.= Rispose la gatta8 = (ieni meco, e non cercar altro, c/e sono io al tutto disposta di arricc/irti. = E andatisi insieme al fiume, nel luoco c/Rera vicino al palazzo regale, la gatta spogli1 il patrone e di commun concordio lo gett1 nel fiume8 dopoR si mise ad alta voce gridare8 = 4iuto, aiutoB correte, c/e messer &ostantino sRannegaB = )l c/e sentendo il re, e considerando c/e molte volte lRaveva appresentato, subito mand1 le sue genti ad aiutarlo. Escito di ac-ua messer &ostantino e vestito di nuovi panni, fu menato dinanzi al re, il -uale lo ricevette con grandi accoglienze; e addimandatolo per -ual causa era stato gettato nel fiume, non poteva per dolor rispondere8 ma la gatta, c/e sempre gli stava da presso, disse8 = Sappi, o re, c/e alcuni ladroni avevano per spia il mio patrone esser carico di gioie per !&&

venire a donarle a te, e del tutto lo spogliorono; e credendo dargli morte, nel fiume lo gettorono, e per merc9 di -uesti gentilRuomini fu da morte campato. = )l c/e intendendo, il re ordin1 c/e fusse ben governato ed atteso. E vedendolo bello, e sapendo lui esser ricco, deliber1 di dargli Elisetta sua figliuola per moglie, e dotarla di oro, di gemme e di bellissime vestimenta. Fatte le nozze e compiuti i triunfi, il re fece caricare dieci muli dRoro e cin-ue di onoratissime vestimenta, e a casa del marito, da molta gente accompagnata, la mand1. &ostantino, vedendosi tanto onorato e ricco divenuto, non sapeva dove la moglie condurre, e fece consiglio con la sua gatta; la -uale disse8 = Aon dubitar, patrone mio, c/e ad ogni cosa faremo buona provisione. = &avalcando ogni uno allegramente, la gatta con molta fretta cammin1 avanti; ed essendo dalla compagnia molto allontanata, sRincontr1 in alcuni cavallieri, aR -uali ella disse8 = &/e fate -uivi, o poveri uominiC 2artitevi presto, c/e una gran cavalcata di gente viene, e far3 di voi ripresaglia; ecco c/e lR@ -ui vicina8 udite il strepito delli nitrenti cavalliB = ) cavallieri spauriti dissero8 = &/e deggiamo adun-ue far noiC = 4i -uali la gatta rispose8 = Farete a -uesto modo. Se voi sarete addimandati di cui sete cavallieri, rispondete animosamente8 5i messer &ostantino, e non sarete molestati. = E andatasi la gatta pi: innanzi, trov1 grandissima copia di pecore e armenti, e con li lor patroni fece il somigliante; e a -uanti per strada trovava, il simile diceva. Le genti c/e Elisetta accompagnavano, addimandavano8 = 5i c/i siete cavallieri, e di c/i sono "((

tanti belli armentiC = e tutti ad una voce rispondevano8 = 5i messer &ostantino. = 5icevano -uelli c/e accompagnavano la sposa8 = 4dun-ue, messer &ostantino, noi cominciamo sopra Rl tener vostro entrareC= ed egli col capo affermava di s.; e parimenti dRogni cosa c/Rera addimandato, rispondeva di s.. E per -uesto la compagnia gran ricco lo giudicava. Giunta la gatta ad uno bellissimo castello, trov1 -uello con poca brigata; e disse8 = &/e fate, uomini da beneC non vi accorgete della roina c/e vi viene adossoC = &/eC = disseno i castellani. = Aon passer3 unRora, c/e verrano -ua molti soldati e vi taglieranno a pezzi. Aon udite i cavalli c/e nitisconoC non vedete la polve in ariaC E se non volete perire, togliete il mio consiglio, c/e tutti sarete salvi. SRalcuno vRaddimanda8 5i c/i @ -uesto castelloC diteli8 5i messer &ostantino Fortunato. = E cos. fecero. 4ggiunta la nobil compagnia al bel castello, addimand1 i guardiani di cui era; e tutti animosamente risposero8 = 5i messer &ostantino Fortunato. = Ed entrati dentro, onorevolmente alloggiarono. Era di -uel luogo castellano il signor (alentino, valoroso soldato, il -uale poco avanti era uscito dal castello per condurre a casa la moglie c/e novamente aveva presa; e per sua sciagura, prima c/e aggiungesse al luogo della diletta moglie, gli sopragiunse per la strada un subito e miserabile accidente, per lo -uale immantinenti se ne mor.. E &ostantino Fortunato del castello rimase signore. Aon pass1 gran spazio di tempo, c/e %orando, re di oemia, mor.; ed il popolo grid1 per suo re &ostantino Fortunato per esser marito di Elisetta figliuola del morto re, "('

a cui per successione aspettava il reame. Ed a -uesto modo &ostantino, di povero e mendico, signore e re rimase; e con la sua Elisetta gran tempo visse, lasciando di lei figliuoli successori nel regno. =

FAVOLA II.
9$nofon#$ no#aio fa #$!#a&$n#o, $ la! ia a B$r#u io !uo figliuolo du a#i #r$ $n#o( di .uai $n#o n$ !"$nd$ in un or"o &or#o, $ du $n#o n$lla r$d$n1ion$ di Tar.uinia, figliuola di Cri!i""o, r$ di No%ara( la .ual$ infin$ "r$nd$ "$r &ogli$.

*LIONORA,= 5ice il commune proverbio c/e per far bene non si perde mai. Ed @ il vero; s. come avenne ad un figlio dRun notaio, il -ual per giudizio della madre malamente aveva spesi i suoi danari; ma nel fine lRuno e lRaltro rimase contento. )n 2iamonte, nel castello di Trino, fu neR passati tempi un notaio, uomo discreto e intelligente, il cui nome era 'enofonte; ed aveva un figliuolo dRanni -uindici, c/iamato ertuccio, il -ual teneva piuttosto del scempio c/e del savio. 4venne c/e 'enofonte sRinferm18 e vedendo esser aggiunto al fine della vita sua, fece lRultimo suo testamento; ed in -uello ertuccio, figliuolo legittimo e naturale, universale erede institu.8 con condizione per1 c/e egli non potesse avere lRuniversal amministrazione deR beni se non "(-

passato il trentesimo anno; ma ben voleva c/e venuto allRet3 di venticin-ue anni, il potesse mercatantare e negoziare con ducati trecento della sua facolt3. %orto il testatore, e venuto ertuccio allRet3 del ventesimo-uinto anno, c/iese alla madre, c/e era commessaria, ducati cento. La madre, c/e negar non gli poteva per esser cos. la intenzione del marito, glie li diede; e pregollo c/e volesse spenderli bene e con -uelli guadagnare alcuna cosa acci1 c/e potesse meglio sostentar la casa. Ed egli rispose di far s. c/e ella si contentarebbe. 2artitosi ertuccio ed andatosene al suo viaggio, incontrossi in un masnadiere c/e aveva ucciso un mercatante8 ed avenga c/e morto fusse, nondimeno non restava di dargli delle ferite. )l c/e veggendo, ertuccio si mosse a piet3; e disse8 = &/e fai, compagnoC Aon vedi tu c/Regli @ mortoC = 4 cui il masnadiere, pieno dRira e di sdegno, con le mani bruttate di sangue, rispose8 = Levati di -ua per lo tuo meglio, acci1 non ti intravenga peggio. = 5isse ertuccio8 = 7 fratello, vuoi tu -uel corpo concedermi, c/Rio te lo pag/er1C = E c/e me vuoi tu dareC = rispose il masnadiere. 5isse ertuccio8 = 5ucati cin-uanta. = Rispose il masnadiere8 = Sono danari poc/i a -uel c/e Rl corpo vale; ma se tu Rl vuoi, lR@ tuo per ducati ottanta. = ertuccio, c/e era tutto amorevolezza, contolli ducati ottanta, e tolto il corpo morto in spalla, portollo ad una c/iesa vicina ed onorevolmente il fece sepelire, e spese il restante dei ducati cento in farli dir messe e divini offici. ertuccio, spogliato di tutti i danari e non avendo c/e vivere, ritorn1 a casa. La madre, credendo il figliuolo avere "(.

guadagnato, gli and1 incontra, e addimandollo come portato sRaveva nel mercatantare. Ed egli le rispose8 = ene. = 5i c/e la madre sRallegr1, ringraziando )ddio c/e gli aveva prestato il lume e il buon intelletto. = )eri, = disse ertuccio, = madre mia, /o guadagnato lRanima vostra e la mia; e -uando si partiranno da -uesti corpi, dirittamente andaranno in paradiso. = E raccontolle la cosa dal principio sino al fine. La madre, -uesto intendendo, molto si duolse ed assai lo riprese. 2assati al-uanti giorni, ertuccio assalt1 la madre, e le ric/iese il restante deR ducati trecento c/e suo padre gli aveva lasciato. La madre, non potendoli dinegare, come disperata disse8 = 7r piglia i tuoi ducati ducento, e faranne il peggio c/e tu sai, n9 mi venir pi: in casa. = Rispose ertuccio8 = Aon temete, madre; state di buona voglia, c/e io far1 s. c/e voi vi contentarete. = 2artitosi il figliuolo con li danari, aggiunse ad una selva, dove erano due soldati c/e presa avevano Tar-uinia figliuola di &risippo, re di Aovara; ed era tra loro grandissima contenzione, di cui esser dovesse. 4R -uai disse ertuccio8 = 7 fratelli, c/e fateC volete voi uccidervi per costeiC Se voi volete darmela, vi dar1 un dono, c/e ambiduo vi contentarete. = ) soldati lasciorono di combattere, e gli addimandarono c/e dar gli voleva, c/e gliela lascerebbeno. Ed egli gli rispose8 = 5ucati ducento. = ) soldati non sapendo di cui fosse figliuola Tar-uinia, e temendo di morte, presero i ducati ducento, e tra loro li divisero, lasciando al giovane la fanciulla. ertuccio, tutto allegro dellRavuta fanciulla, torn1 a casa e disse alla madre8 "(!

= %adre, non vi potrete ora doler di me, c/e io non abbia ben spesi i miei danari. )o, considerando c/e voi eravate sola, comprai -uesta fanciulla per ducati ducento, ed /olla condotta a casa perc/9 vi tenga compagnia. = La madre, non potendo sofferir -uesto, voleva dal dolor morire; e voltasi verso il figliuolo, il cominci1 villaneggiare, desiderando c/e morisse, perc/9 era la rovina e la vergogna della casa. %a il figliuolo, c/e era amorevole, non per -uesto sRadirava8 anzi con grate e piacevoli parole confortava la madre, dicendole c/e -uesto aveva fatto per amor suo, acci1 sola non rimanesse. )l re di Aovara, persa c/Rebbe la figliuola, mand1 molti soldati per diversi luog/i per vedere se novella alcuna di lei si potesse intendere; e poscia c/Rebbero diligentissimamente cercato e ricercato, vennero in cognizione, come una fanciulla era in casa di ertuccio da Trino in 2iamonte, la -uale egli aveva comprata per ducati ducento. ) soldati del re presero il cammino verso 2iamonte; e aggiunti, trovarono ertuccio, e lRaddimandarono se alle sue mani era capitata una fanciulla. 4i -uai rispose ertuccio8 = (ero @ c/e nei giorni passati io comprai da certi ladroni una giovanetta; ma di cui ella sia non so. = E dove si trova ellaC = dissero i soldati. = )n compagnia della madre mia, = rispose ertuccio, = la -uale lRama non meno se le fusse figliuola. = 4ndati a casa di ertuccio, gli soldati trovorono la fanciulla, ed appena la conobbero, perci1 c/e era mal vestita e per lo disagio nel viso estenuata. %a poi c/e lRebbero pi: e pi: volte rimirata, la conobbero ai "("

contrasegni; e dissero in verit3 lei essere Tar-uinia figliuola di &risippo re di Aovara, e molto si rallegrorono di averla ritrovata. ertuccio, conoscendo c/e i soldati dicevano da dovero, disse8 = Fratelli, se la fanciulla @ vostra, tolletela in buonRora, e menatela via, c/e io ne sono contento. = Tar-uinia, innanzi c/e si partisse, diede ordine con ertuccio c/e ogni volta c/e egli presentisse il re volerla maritare, a Aovara venisse, ed elevata la man destra al capo, si dimostrasse, c/e ella altri c/e lui per marito non prenderebbe; e tolta licenza da lui e dalla madre, a Aovara se ne g.. )l re, veduta la ricuperata figliuola, da dolcezza teneramente pianse; e dopo i stretti abbracciamenti ed i paterni basci, lRaddomand1 come era smarrita. Ed ella, tuttavia piangendo, li raccont1 la captura, la compreda e la conservazione della sua verginit3. Tar-uinia in poc/i giorni venne ritondetta, fresca e bella come rosa; e &risippo re divulg1 la fama di volerla maritare. )l c/e venne allRorecc/i di ertuccio; e senza indugio ascese sopra una cavalla, alla -uale per magrezza sRarrebbeno raccontate tutte le ossa; e verso Aovara prese il cammino. &avalcando il buon ertuccio ed essendo mal in arnese, sRincontr1 in un cavalliere riccamente vestito e da molti servitori accompagnato. )l -ual con lieto volto disse8 = 5ove vai, fratello, cos. solettoC = E ertuccio umilmente rispose8 = 4 Aovara. = Ed a far c/eC = disse il cavalliere = 5irottilo, se mRascolti, = disse ertuccio. = )o gi3 tre mesi fa liberai la figliuola del re di Aovara da ladroni presa, e avendola con e propri danari ricuperata, ella mi ordin1 c/e, volendola il re maritare, io me ne vada al suo palazzo, "(#

e mi ponga la mano in capo, c/e ella non torr3 altro marito c/e me. = 5isse il cavalliere8 = Ed io, innanzi c/e tu gli vadi, vi voR andare, ed arr1 la figliuola del re per moglie, perci1 c/e io sono meglio a cavallo di te, e di migliori vestimenta adobbato. = 5isse il buon ertuccio8 = 4ndatevi alla buonRora, signore. 7gni vostro bene reputo mio.= (eggendo il cavalliere lRurbanit3, anzi semplicit3 del giovane, disse8 = 5ammi le vestimenta tue e la cavalla, e tu prendi il caval mio e le vestimenta mie, e vattene alla buonRora; ma fa c/Ralla tornata tua e le vestimenta e il cavallo mi rendi, dandomi la met3 di -uello c/e guadagnato arrai. = E cos. di far ertuccio rispose. Salito adun-ue sopra il buon cavallo ed onorevolmente vestito, a Aovara se nRand1. Ed entrato nella citt3, vide &risippo c/e era sopra un verone c/e guardava in piazza. )l re, veduto c/e ebbe il giovane tutto leggiadro e bene a cavallo, tra s9 stesso disse8 = 7/ 5io volesse c/e Tar-uinia mia figliuola volontieri prendesse costui per maritoB perci1 c/e sarebbe di mio gran contento. = E partitosi del verone, and1 in sala, dove erano congregati assai signori per veder la giovane. ertuccio scese gi: del cavallo, e andossene in palazzo8 ed ivi tra la povera e minuta gente si mise. (edendo &risippo infiniti signori e cavallieri in sala ridotti, fece venire la figliuola; e dissele8 = Tar-uinia, -uivi, come tu vedi, sono venuti molti signori per averti in moglie; tu guata e considera bene -ual pi: di loro ti piace, c/e -uello fia tuo marito. = Tar-uinia, passiggiando per la sala, vidde ertuccio c/e con bel modo teneva la destra mano in capo, e subito lo conobbe; e voltatasi verso il padre, disse8 = "($

Sacra corona, -uando fosse in piacer vostro, altri per marito non vorrei, c/e costui. = E il re, c/e -uello bramava8 = E cos. ti sia concesso, = rispose. E non si part. di l., c/e furono fatte le nozze grandi e pompose, con grandissimo piacere de lRuna e lRaltra parte. (enuto il tempo di condurre la nova sposa a casa, mont1 a cavallo; ed aggiunto al luogo dove fu dal cavallier veduto, fu da -uello da capo assalito, dicendo8 = 2rendi, fratel mio, la cavalla e le vestimenta, e restituiscemi le mie e la met3 di -uello c/e /ai guadagnato. = ertuccio graziosamente il cavallo e le vestimenta li restitu.; oltre ci1 li fece parte di tutto -uello c/e avuto aveva. 5isse il cavaliere8 = 4ncora non mi /ai dato la met3 di -uello c/e mi viene, perci1 c/e non mi /ai data la met3 della moglie. = Rispose ertuccio8 = %a a c/e modo faremo noi a dividerlaC = Rispose il cavalliere8 = 5ivid9mola per mezzo. = 4llora disse ertuccio8 = 4/ signoreB il sarebbe troppo gran peccato uccidere cos. fatta donna. 2i: tosto c/e ucciderla, prendetela tutta e menatela via, perci1 c/e assai mi basta la gran cortesia c/e verso me usata avete. = )l cavalliere, vedendo la gran semplicit3 di ertuccio, disse8 = 2rendi, fratel mio, ogni cosa, c/e Rl tutto @ tuo, e del cavallo, delle vestimenta, del tesoro e della donna ti lascio possessore. E sappi c/Rio sono il spirito di colui c/e fu ucciso dai ladroni ed a cui desti onorevol sepoltura, facendoli celebrare molte messe e divini offici. Ed io in ricompenso di tanto bene ogni cosa ti dono, annonziandoti c/e a te ed alla madre tua sono preparate le sedie nellRempireo cielo, dove perpetuamente vivrete. = E cos. "(%

detto, sparve. ertuccio allegro con la sua Tar-uinia ritorn1 a casa; ed appresentatosi alla madre, per nuora e figliuola gliela diede. La madre, abbracciata la nuora e basciata, per figliuola la prese, ringraziando il sommo 5io c/e lRera stato cos. favorevole. E cos. conc/iudendo il fine col principio, per far bene non si perde mai. =

FAVOLA III.
Don Po&"orio &ona o %i$n$ a u!a#o all7a''a#$ d$l !uo di!ordina#o &angiar$( $d $gli on una fa%ola &ord$ndo l7a''a#$, dalla .u$r$la !i !al%a.

*DIANA,= )o vorrei -uesta sera esser digiuna e non aver il carico di raccontarvi favole, perc/9 in verit3 non me ne soviene pur una c/e dilettevole sia. %a acci1 c/Rio non disturbi il principiato ordine, ne dir1 una, la -uale, ancor c/e piacevole non sia, nondimeno vi sar3 cara. Trovavasi neR tempi passati in un famoso monasterio un monaco di et3 matura, ma notabile e gran mangiatore. Egli sRavantava di mangiare in un sol pasto un -uarto di grosso vitello e un paio di capponi. 4veva costui, c/e don 2omporio si c/iamava, un piatello, al -uale aveva posto nome oratorio di divozione, e a misura teneva sette gran scutelle di minestra. E oltre il companatico, ogni giorno, s. a desinare come a cena, lRempiva di broda o di -ualc/e altra sorte di minestra, non lasciandone pur una minuzia andare "(&

a male. E tutte le reli-uie c/Ragli altri monaci sopravanzavano, o poc/e o molte c/e ci fosseno, erano allRoratorio appresentate, ed egli nella divozione le poneva. E -uantun-ue lorde e sozze fusseno, perci1 c/e ogni cosa faceva al proposito del suo oratorio, nientedimeno tutte, come affamato lupo, le divorava. (edendo gli altri monaci la sfrenata gola di costui e la grande ingordigia, e maravigliandosi forte della tanta poltroneria sua, -uando con buone e -uando con rie parole lo riprendevano. %a -uanto pi: li monaci lo correggevano, tanto maggiormente li cresceva lRanimo di aggiunger la broda al suo oratorio, non curandosi di riprensione alcuna. 4veva il porcone una virt: in s9, c/e mai si corocciava; e ciascuno contra di lui poteva dir ci1 c/e li pareva, c/e non lRaveva a male. 4venne c/Run giorno fu al padre abbate accusato; il -uale, udita la -uerela, fecelo a s9 venire; e dissegli8 = 5on 2omporio, mi @ staR fatta una gran conscienzia deR fatti vostri, la -uale, oltre c/e contiene gran vergogna, genera scandolo a tutto il monasterio. = Rispose don 2omporio8 = E c/e opposizione fanno contra me -uesti accusatoriC )o sono il pi: mansueto e il pi: pacifico monaco c/e nel vostro monasterio sia; n9 mai molesto n9 do impaccio ad alcuno, ma vivo con tran-uillit3 e -uiete, e se da altrui sono ingiuriato, sofferisco pazientemente, n9 per -uesto mi scandoleggio. = 5isse lRabate8 = 2arvi -uesto lodevole attoC (oi avete un piatello non da religioso, ma da fetente porco, nel -uale, oltre lRordinario vostro, ponete tutte le reli-uie c/e sopravanzano agli altri; e senza rispetto e senza vergogna, non come umana creatura, n9 come religioso, ma "'(

come affamata bestia, -uelle divorate. Aon vi fate conscienzia, grossolone e uomo da poco, c/e tutti vi tengono il suo buffoneC = Rispose don 2omporio8 = E come, padre abbate, deverei vergognarmiC 5ove ora si trova nel mondo la vergognaC e c/i la temeC %a se voi mi date licenza c/Rio possa sicuramente parlare, io vi risponder1; se non, io me ne passer1 sotto ubidienza, e terr1 silenzio. = 5isse lRabbate8 = 5ite -uanto vi piace, c/e siamo contenti c/e parliate. = 4ssicurato don 2omporio, allora disse8 = 2adre abbate, noi siamo alla condizione di -uelli c/e portano le zerle dietro le spalle; perci1 c/e ognRun vede -uella del compagno, ma non vede la sua. SRancor io mangiasse di cibi sontuosi, come i gran signori fanno, certo io mangerei assai meno di -uello c/Rio fo. %a mangiando cibi grossi, c/e agevolmente si digeriscono, non mi par vergogna il molto mangiare. = LRabbate, c/e con buoni capponi, fasciani, francolini e altre sorti di uccelli col priore e altri amici sontuosamente viveva, sRavide del parlare c/Raveva fatto il monaco; e temendo c/e apertamente non lo scoprisse, lRassolse, imponendogli c/e a suo bel grado mangiasse8 e c/i non sapeva ben mangiare e bere, il danno fusse suo. 2artitosi don 2omporio dallRabbate e assolto, di d. in d. raddoppi1 la piatanza, accrescendo al santo oratorio del buon piatello la divozione8 e perc/9 don 2omporio dai monaci era di tal bestialit3 gravemente ripreso, mont1 sopra il pergamo del refettorio, e con uno bel modo li raccont1 -uesta breve favola. = HSi trovarono, gi3 gran tempo fa, il vento, lRac-ua e "''

la vergogna ad una ostaria, e mangiarono insieme; e ragionando di pi: cose, disse la vergogna al vento e allRac-ua8 = <uando, fratello e sorella, ci trovaremo insieme s. pacificamente, come ora ci troviamoC = Rispose lRac-ua8 = &erto la vergogna dice il vero; perci1 c/e c/i sa -uando mai pi: verr3 lRoccasione di ritrovarsi insieme. %a se io ti volesse trovare, o fratello, dovR@ la tua abitazioneC = 5isse il vento8 = Sorelle mie, ogni volta c/e trovar mi volete per godere e stare insieme, verrete per mezzo di -ualc/e uscio aperto o di -ualc/e via angusta, c/e subito mi trovarete, perci1 c/e ivi @ la stanza mia. E tu, ac-ua, dove abitiC = )o sto = disse lRac-ua, = neR paludi pi: bassi tra -uelle cannelluzze; e sia secca -uanto si voglia la terra, sempre ivi mi trovarete. %a tu, vergogna, dovR@ la stanzia tuaC = )o, veramente, = disse la vergogna, = non so; perci1 c/e io sono poverella e da tutti scacciata. Se voi verrete tra persone grandi a cercarmi, non mi trovarete, perc/9 veder non mi vogliono e di me si fanno beffe. Si verrete tra la gente bassa, s. sfacciati sono, c/e poco curansi di me. Si verrete tra le donne, s. maritate come vedove e donzelle, parimenti non mi trovarete, perci1 c/e mi fuggono come monstruosa cosa. Si verrete traR religiosi, sar1 da loro lontana, perci1 c/e con bastoni e con gallozze mi scacciano8 di modo c/Rio non /o finora abitazione dove mi possa fermare; e se io con voi non mRaccompagno, mi veggo dRogni speranza priva. = )l c/e il vento e lRac-ua sentendo, si mossero a compassione, e in sua compagnia lRaccettorono. Aon stettero molto insieme, c/e si lev1 una grandissima fortuna; e la mesc/inella, travagliata dal vento "'-

e dallRac-ua, non avendo onde posarsi, si sommerse nel mareI. Laonde io la cercai in molti luog/i, ed ora la cerco; n9 mai la potei ritrovare, n9 anco persona c/e dir mi sapesse ove ella fosse. 7nde non la trovando, nulla o poco di lei mi curo; e per1 io far1 a modo mio, e voi al vostro, perci1 c/e oggi nel mondo non si trova la vergogna. =

FAVOLA IV.
Un 'uffon$ on una 'urla inganna un g$n#il7uo&o( $gli "$r .u$!#o 4 &$!!o in "rigion$, $ on un7al#ra 'urla 4 li'$ra#a dal ar $r$.

*ISABELLA,= G un detto communamente comendato, c/e i buffoni molte volte piaceno, ma non sempre. 7nde, essendomi tocco il -uarto luogo di favoleggiare in -uesta sera, mi @ sovenuta una novella c/e fece un buffone ad un gentilRuomo; il -uale ancorc/9 della burla si vendicasse, non per1 cess1 di farglieli unRaltra, per la -uale dalla prigione fu liberato. (icenza, comR@ noto a tutti voi, @ citt3 nobile, ricca, pomposa e dotata di pellegrini ingegni. <uivi abitava Ettore, nato dallRantica e nobil famiglia di 5reseni; il -uale sopra gli altri per la gentilezza del parlar suo e per la grandezza dellRanimo diede e lasci1 il nome di nobilt3 aR posteri suoi. Tante erano le doti dellRanima e del corpo di -uesto gentilRuomo, c/Regli merit1 c/e la sua imagine con "'.

maraviglioso artificio posta fusse e affissa nelle strade public/e, nelle piazze, neR templi e neR teatri, e con grandissime lodi esser inalzato fino alle stelle. Tanta era la liberalit3 di costui, c/e parea veramente niuna cosa degna di memoria ritrovarsi, c/e a lui mancasse. Grande era la pazienzia sua in udire, la gravit3 nel rispondere, la fortezza nelle cose averse, la magnificenza neR suoi fatti, la giustizia e la misericordia nel condannare8 in tanto c/e nel vero dir si pu1 il magnanimo Ettore tenere il principato tra la famiglia di 5reseni. 4venne un d. c/e un gentilRuomo aveva mandato a donare a -uesto eccellente signore un -uarto di vitello eletto. )l servo c/e portava la carne, subito c/e giunse alla casa di -uesto magnifico signore, trov1 un aveduto ingannatore, il -uale, visto il servo c/e aveva la carne di vitello, affrettatosi di andare a lui, gli addimand1 c/i mandava -uella carne. Ed inteso c/i fusse, disse c/e devesse aspettare fino c/e avisava il patrone. E ritornato in casa, s. come @ costume deR buffoni, cominci1 a giocolare, dimorandosi al-uanto per ingannare il servo e il patrone, e cosa alcuna non parl1 del presente. )ndi venne alla porta, rendendo grazie, per nome del patrone, a c/i mandato lRaveva, con parole convenevoli a tal proposito; e comandolli c/e andasse con esso lui, perc/9 Rl signor Ettore mandava -uel presente ad un gentilRuomo; e cos. bellamente condusse il servo in casa sua. E trovatovi il fratello, lo diede a lui, con animo di tJrre il vitello per s9 e ingannare il suo signore. )l c/e fatto, lRuno e lRaltro torn1 a casa; e il servo rend@ le dovute grazie al patron suo per nome del signor Ettore. 2oi ritrovandosi un giorno per "'!

aventura il gentilRuomo c/Raveva mandato il -uarto di vitello, col detto signor Ettore, gli addimand1, s. come si suol fare, se Rl vitello era stato buono e grasso. )l signor Ettore, non sapendo di -uesta cosa, lo ricerc1 di c/e vitello parlasse, egli dicendo non aver avuto n9 -uarto n9 terzo. )l donatore, c/e lo mand1, c/iamato il servo, disse, a cui lRavesse consignato. )l servo diede i contrasegni dellRuomo, dicendo8 = &olui c/e tolse la carne per nome del patrone, era un uomo grasso di persona, allegro, con la panza grande, e parlava un poco barbosso; e portolla a un altro gentilRuomo. = Subito il signor Ettore lo conobbe aR contrasegni, perci1 c/e era solito far simili berte; e c/iamatolo a s9, trov1 come era passata la cosa. E poi c/e molto lRebbe ripreso, lo fece volar in prigione, e porli e ceppi aR piedi, isdegnato tale obbrobrio esserli fatto per un giocolatore il -ual non temette di temerariamente ingannarlo. Aon per1 stette in prigione tutto il giorno, perc/9 nel palazzo giudiciario, dove era carcerato il parassito, vi era per sorte un sbirro nominato (itello; -ual c/iam1 il carcerato o per aggiongere male a male, o per trovar rimedio alla sua malattia8 e fece una pistola al signor Ettore, dicendo8 = Signor mio, confidandomi della liberalit3 di (ostra Signoria, accettai il -uarto di vitello a -uella mandato in dono; ma ecco c/e per un -uarto le mando uno vitello integro8 e -uella mi abbia per raccomandato. = E mand1 il sbirro con la pistola, c/e per nome suo facesse la sicurt3. )l sbirro subitamente and1 al signor Ettore, e consignolli la pistola; la -ual letta, il signor subito comand1 "'"

aR servi suoi c/e togliessero il vitello c/Raveva mandato il buffone, e c/e lRammazzassero. )l sbirro, c/Raveva udito c/e i servi lo dovessero prendere e uccidere, disnud1 la spada c/e a lato aveva; e -uella nuda tenendo in mano, e ravoltosi il mantello attorno il braccio, cominci1 gridar con gran voce8 = G scritto, nella gran corte regnar grande inganno. )l (itello non torrete voi se non morto e smembrato. State indietro, servi; se non, sarete uccisi.= ) circonstanti rimasero stupidi per la novit3 della cosa, e scoppiarono di ridere. 7nde il prigioniere per tal giuoco fu liberato. E per1 meritamente diceva -uel famoso filosofo 5iogene, c/e piuttosto isc/ifare debbiamo lRinvidia degli amici, c/e le insidie deR nemici; perc/9 -uelle sono un male aperto, e -uesta @ nascosa8 ma @ molto pi: potente lRinganno c/e non si teme. =

FAVOLA V.
Fra#$ Bigo io !7inna&ora di Gli $ria, $ %$!#i#o da lai o fraudol$n#$&$n#$ la "r$nd$ "$r &ogli$( $ ingra%ida#a, l7a''andona, $ ri#orna al &ona!#$rio. Il /$ "r$!$n#i#o dal guardiano, la &ari#a.

*DIANA,= Fo pi: volte udito dire, donne mie care, c/e la virt: perisce per la fraude; e -uesto avenne ad un religioso tenuto uomo divoto, il -uale, acceso dellRamor dRuna giovanetta, -uella per moglie prese, e scoperto, fece lRamara "'#

penitenza, e la giovane fu onorevolmente maritata, s. come nel discorso del parlar mio intenderete. )n Roma trovavasi un frate igoccio, nato di nobile e generosa famiglia, giovane assai e dotato deR beni del corpo e di fortuna. )l miserello era talmente acceso dellRamore dRuna bellissima giovanetta, c/e poco vi mancava c/e giunto non fusse al fine della sua vita. Egli non aveva riposo mai n9 giorno n9 notte; era tutto attenuato, s-uallido e macilente; non gli valevano medici, non medicine, non rimedi dRalcuna cosa, n9 giovavali la speranza nella copia delle paterne ricc/ezze. 2er il c/e stando egli di continovo in -uesti pensieri, e or uno or un altro rimedio fantasticando, divenne a -uesto consiglio8 di fingere alcune lettere false indrizzate al suo superiore per aver licenzia di partirsi. E compose certe lettere fitticie e simulate, infingendo c/e Rl padre suo infermo -uelle scrivesse al suo guardiano, in -uesta forma8 HReverendo padre, poic/9 piace al sommo e onnipotente )ddio di terminare la mia vita, n9 pu1 tardar la morte, c/e oramai @ poco lontana, /o deliberato, anzi c/e io mi parta da -uesta, far il mio ultimo testamento, ed instituire erede il figliuol mio, c/e appo (ostra Reverenza @ professo. E perc/9 a me non @ rimaso altro figliuolo in -uesta mia vecc/iezza se non -uesto solo, -ual desidero grandemente vedere, abbracciare, basciare e benedirlo, -uella priego le piaccia mandarlomi con ogni celerit3; altrimenti sappia (ostra Riverenzia c/e morendo di disperazione me nRandr1 ai regni tartareiI. <ual lettere presentate al guardiano del monasterio, ed ottenuta la licenza, il detto igoccio nRand1 a Firenze dove era il "'$

paterno domicilio8 e prese molte gioie e danari dal padre, comper1 preziose vesti, cavalli e masserizie e and1 a Aapoli; dove tolta a pigione una casa presso la sua innamorata, cambiavasi ogni giorno di vesti di seta mutatorie di diverse sorti. E fatta bellamente amicizia col padre dellRamata donna, invitavalo spesse volte a desinare e a cena con esso lui, e presentavalo dandogli or una or unRaltra cosa. 2oi c/e molti giorni furono scorsi in -uesto modo, trovato il tempo congruo ed opportuno, un giorno dopo desinare cominciarono a ragionare di diverse cose e particolari suoi negozi, s. come @ costume deR convivanti; e tra lRaltre cose disse lo innamorato giovane di voler tuor moglie. E perc/9 aveva inteso c/e egli aveva una figliuola molto gentile e bella e dotata di ogni virt:, arrebbe piacere c/Rei gli la desse per moglie, acci1 c/e legati fussero con duo legami, affermando a -uesta solamente avere inclinazione per le ottime sue condizioni a lui riferite. )l padre della giovane, c/e era di bassa condizione, gli rispondeva, la figliuola sua non esser di pari e ugual condizione a lui, c/e se abbino a celebrare tai sponsalizi; perci1 ella era povera, ed egli ricco8 ella ignobile, ed egli nobile; ma -uando gli piaceva, c/Rei pur glie la darebbe non tanto per moglie, ma pi: tosto per serva. 5isse il giovane8 = Aon sarebbe conveniente c/e s. fatta giovane mi fusse data per serva; ma per le condizioni sue meriterebbe uomo di maggior legnaggio di -uello c/e sono io. 2ur si vi @ in piacimento di darmela, non per ancilla ma per diletta moglie lRaccetter1 volontieri, e farolle -uella real compagnia c/e ad una vera matrona si conviene. = Furono finalmente "'%

di commune consentimento concluse le nozze, e tolse fraR igoccio la vergine pulcella per moglie. (enuta la sera, il marito e la moglie andorono a letto; e toccandosi lRuno con lRaltro, fraR igoccio sRavide c/e Gliceria sua moglie aveva i guanti in mano; e dissele8 = Gliceria, cavati e guanti e mettili gi:; perci1 c/e non sta bene c/e -uando noi siamo in letto, tu abbi i guanti in mano. = Rispose Gliceria8 = Signor mio, io non tocc/erei mai cos. fatte cose con le mani nude. = )l c/e intendendo, fraR igoccio non disse altro, ma attese a darsi piacere con lei. (enuta la sera seguente e lRora di andar a riposare, fraR igoccio nascosamente prese i getti da spariviere circondati di molti sonagli, e leg1gli al membro virile; e senza c/Rella se nRavedesse, and1 a letto, e cominci1 accarecciarla, toccarla e basciarla. Gliceria, c/Raveva i guanti in mano, e per lRaddietro gustato il mattarello, pose la mano al membro di suo marito, e trov1 i getti; e disse8 = %arito mio, c/e cosa @ -uesta c/Rio toccoC )er notte non lRavevate. = Rispose fraR igoccio8 = )R sono i getti dRandar a spariviere; = e montato sopra lRarbore, voleva mettere il piviolo nella val pelosa. E perc/9 i getti impedivano il piviolo entrare, disse Gliceria; = )o non voglio i getti. = Se tu non vuoi i getti, = rispose il marito, = n9 io voglio i guanti. = 7nde di commune consentimento gettarono via i guanti ed i getti. 5andosi adun-ue piacere notte e giorno, la donna sRingravid1; e come marito e moglie abitorono insieme un anno. 2oi appropin-uandosi il tempo del partorire, il frate, tolto occultamente il buono e il migliore, di casa fugg., "'&

lasciando la donna gravida, come @ sopradetto; e vestitosi del suo primo abito, ritorn1 nel monasterio. La donna partoritte un figliuolo, ed aspett1 lungamente il suo marito. Soleva -uesta donna alle volte andar al detto monasterio per udir messa. 4venne un giorno per aventura, anzi per volont3 del sommo )ddio, c/e la trov1 il frate suo marito c/e diceva messa; e conobbelo. 7nde -uanto pi: presto a lei fu possibile, and1 a trovare il guardiano di esso monasterio, e narr1gli diligentissimamente il caso, come @ di sopra seguito. )l guardiano, trovata la cosa e conosciuta la verit3, form1 contra di lui processo, e sigillato mandollo al generale della congregazione8 il -uale fece prendere il frate, e di9gli una penitenza, c/e si ricord1 per tutto il tempo della vita sua8 indi con e denari del monasterio occultamente marit1 la donna, dandola ad un altro in matrimonio8 e tolto il bambino, fecelo notrire. =

IL FINE DELL7UNDECIMA NOTTE.

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NOTTE DUODECIMA
) vag/i e occ/iuti uccelli avevano gi3 dato luogo allRoscurit3 della notte, e i pipistrelli nemici del sole e a 2roserpina dedicati, eran gi3 usciti delle usate grotte e per lo caliginoso aere lentamente scorrevano, -uando lRorrevole e grata compagnia, diposto ogni molesto e affannoso pensiero, allegramente allRusato luogo si ridusse. E messisi secondo i loro ordini a sedere, venne la signora, e diede un grazioso saluto; indi, fatti al-uanti balli con amorosi ragionamenti, la signora, s. come a lei piac-ue, comand1 lRaureo vaso le fusse recato8 e postavi la mano dentro, trasse di cin-ue damigelle il nome8 delle -uali il primo fu di Lionora, il secondo di Lodovica, il terzo di Floriana, il -uarto di (icenza, il -uinto dR)sabella. 4 -uesta e alle altre fu data ampia licenza di poter liberamente ragionare ci1 c/e pi: le piacesse, con -uesta per1 condizione, c/e fussero pi: brevi e risolute di -uello c/e furono nelle notti precedenti. 4lla -ual cosa tutte, e ciascaduna da per s9, molto volontieri accontentorono. Fatta adun-ue la scielta delle donzelle c/e avevano nella duodecima notte a favoleggiare, la signora fece di cenno al Trivigiano e al "-'

%olino c/e una canzonetta cantassero. ) -uali, ubidientissimi aR comandamenti suoi, presi i loro stromenti e accordati, in tal modo la seguente canzone artificialmente cantarono8 Se Bl tempo invola ogni mortal belle**a col rapido suo corso, che pi= tardate, donna, al mio soccorsoI Ja vita lieve +ugge, e le speran*e son caduche e +rali: le nostre voglie lunghe e lBore corte, di che Bl pensier mi strugge: ma tardi, o dura sorte deB mortali3 del vostro error pentita e di mia morte voi piangerete e di vostra dure**a. Ker6 datemi aita, mentre 2 valor in voi ed in me vita. F 2iac-ue a tutti la dilettevole canzone dal Trivigiano e dal %olino armoniosamente cantata, e a piena voce tutti sommamente la comendorono. %a poscia c/e la signora vidde c/e ognun taceva, impose a Lionora, a cui la prima favola della duodecima notte per sorte toccava, c/e al favoleggiare desse incominciamento. Ed ella senza indugio in tal guisa incominci18

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FAVOLA I.
Florio, g$lo!o d$lla "ro"ia &ogli$, a!#u#a&$n#$ %i$n inganna#o da l$i( $ ri!ana#o da #an#a inf$r&i#3, li$#a&$n#$ on la &ogli$ %i%$. = 2i: e pi: volte, amorevoli e graziose donne, /o udito dire, non valer scienza n9 arte alcuna contra lRastuzia delle donne; e -uesto procede perc/9 elle non dalla trita e secca terra sono prodotte, ma dalla costa del padre nostro 4damo. e cos. sono di carne e non di terra, ancor c/e i loro corpi al fin in cenere si riducano. Laonde, dovendo io dar principio aR nostri festevoli ragionamenti, determinai di raccontarvi una novella c/e intervenne ad un geloso; il -uale, -uantun-ue savio fusse, fu nondimeno dalla moglie ingannato, e in breve tempo di pazzo savio divenne. )n Ravenna, anti-uissima citt3 della Romagna, copiosa di uomini famosi, e massimamente in medicina, trovavasi nei passati tempi un uomo di assai nobil famiglia, ricco ed eccellentissimo, il cui nome era Florio. &ostui, essendo giovane e ben voluto da tutti, parte perc/9 era grazioso, parte ancora perc/9 era peritissimo nellRarte sua, prese per moglie una leggiadra e bellissima giovane, 5oratea per nome c/iamata. E per la bellezza di lei fu da tanto timore e paura assalito c/e altri non contaminassero il letto suo matrimoniale, c/e non apparea buco n9 fissura alcuna in tutta la casa, c/e non fosse molto bene con calcina otturata e c/iusa; e furono poste a tutte le finestre gelosie di ferro. 4ppresso -uesto, non permetteva c/e alcuno, per stretto "-.

parente c/e gli fusse, o congiuntoli per affinit3 o per amicizia, entrasse nella casa sua. )l miserello sforzavasi con ogni studio e vigilanza di rimovere tutte le cause c/e macc/iar potessero la purit3 della sua moglie, e farla declinare della fede verso di lui. E avenga c/e, secondo le leggi civili e municipali -uelli c/e sono carcerati per debiti, per la securit3 e cauzione data aR lor creditori debbiano liberarsi, e, pi: forte ancor, c/e i malfattori e delin-uenti impregionati a certo spazio di tempo si disciogliono, non per1 a lei in perpetua sua pena era possibile uscir mai fuori di casa e da tal servit: disciolgersi; perci1 c/e ei teneva fedeli guardiani per custodia della casa e peR suoi servigi, n9 meno era guardiano egli degli altri, se non c/e aveva libero arbitrio di uscirne a suo piacere. Aon per1 egli si partiva giamai, come provido e gelosissimo uomo, se prima non aveva diligentissimamente ricerco tutti i buc/i e le fissure di casa, e serrati tutti gli usci e finestre con suoi cadenazzi con gran diligenza, e c/iavati con c/iavi di maraviglioso artificio8 e cos. passava la sua vita con -uesta crudel pena ogni giorno. %a -uella prudentissima moglie, mossa a compassione della pazzia del marito, imperci1 c/e ella era specc/io di virt: e di pudicizia e ad una Lucrezia romana agguagliar si poteva, deliber1 sanarlo di tal pessima egritudine. )l c/e pensava non poterle altrimenti succedere, se con lRingegno non dimostrasse -uel c/e si potessero fare e operar le donne. 4venne c/e ella e il marito avevano pattuito insieme di andare la seguente mattina ambiduo vestiti da monaco ad un monasterio fuor della citt3 a confessarsi. 7nde, trovato il modo di aprire una "-!

finestra, vidde peR cancelli della ferrata gelosia c/e per aventura indi passava -uel giovane c/e era ardentissimamente acceso dello amor di lei. &/iamollo cautamente, e dissegli8 = 5omattina per tempo andrai vestito da monaco al monasterio c/e @ fuor della citt3; ed ivi aspettami fin c/e sotto il medesimo abito io e il mio marito venir ci vedrai. Ed allora, affrettandoti, tutto allegro ci verrai incontro, ed abbraccer3mi e bascier3mi, e ci darai da mangiare, e goderai la insperata mia venuta; perci1 c/e abbiamo ordinato, io e il mio marito, ambi vestiti di abito monacale, venir domattina al detto monasterio per confessarci. Sii aveduto, di buon animo e vigilante, n9 ti perder di consiglio. = )l c/e detto, si part. lRaccorto giovane; e vestitosi da monaco e preparata una mensa con ogni maniera di dilicate vivande e abondevolmente con vini gloriosissimi, and1 allo antedetto monasterio; e avuta una cella da -uelli reverendi padri, ivi dorm. -uella notte. (enuta la mattina, fece ancora apparecc/iare altre dilicatezze pel desinare, oltre -uelle c/e gi3 portate vi aveva. )l c/e fatto, cominci1 a passiggiare avanti la porta del monasterio; e non stette molto, c/e vidde la sua 5orotea c/e veniva di fratesco abito coperta. 4 cui si fece incontro con viso giocondo e lieto, e -uasi divenne meno da soverc/ia e inopinata allegrezza; e cos. diposto ogni timore, le disse8 = <uanto mi sia grata e gioconda la tua venuta, frate Felice amantissimo, lasciolo pensare a te, con ci1 sia c/e gi3 gran tempo non si abbiamo veduti; = e dicendo -ueste parole, si abbracciorono insieme, e dRimaginarie lagrimette il viso bagnandosi, si basciorono. E -uelli "-"

accettando, feceli venir nella sua cella, e posegli a sedere a mensa8 -ual era divinamente apparecc/iata, dove non mancava cosa alcuna c/e desiderar si potesse. Ed egli sedendo appresso alla donna, -uasi ad ogni boccone dolcemente la basciava. )l geloso per la novit3 della cosa rimase tutto attonito e sbigottito; e da grandissimo dolor confuso, vedendo la moglie in sua presenza esser baciata dal monaco, non poteva ing/iottire il boccone c/e tolse, -uantun-ue picciolo, n9 mandarlo fuori. )n -uesta dilettazione e piacere consummarono tutto il giorno. 4pprossimandosi la sera, il geloso addimand1 licenza, dicendo c/e molto erano stati fuori del monasterio, e c/e forza era ritornarci. Finalmente non senza difficult3 ottenutala, doppo molti abbracciamenti e saporiti basci, con gran dolore si partirono. 2oi c/e furono ritornati a casa, avedutosi il marito c/e egli era stato la cagione di tutto -uesto male, ed esser cosa superflua e frustratoria voler resistere agli sottili inganni delle donne, gi3 -uasi vinto e superato da lei, aperse le finestre e gli serragli per lui fatti, di maniera c/e non era casa nella citt3 pi: sfinestrata di -uella, e disciolse tutti i legami, lasciando la moglie in libert3, e dipose ogni paura; e risanato di tanta e s. grave infermit3, pacificamente con la moglie visse8 ed ella, liberata dalla dura prigione, lealmente serv1 la fede al marito. =

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FAVOLA II.
Un "a11o, il .ual$ a%$%a o"ia d7una l$ggiadra $ '$lli!!i&a donna, final&$n#$ ri"or#0 "r$&io dal &ari#o di l$i.

*LODOVICA,= )o aveva proposto nellRanimo mio raccontarvi una favola dRaltra materia, ma la novella recitata da -uesta mia sorella mi /a fatto mutar pensiero, e voglio dimostrarvi c/e lResser pazzo molte volte giova, e c/e niuno debbe con li pazzi comunicar i secreti. )n 2isa, famosissima citt3 della Toscana, aR tempi nostri abitava una bellissima donna, il cui nome per onest3 passo con silenzio. &ostei, c/e era congiunta in matrimonio con uno di molto nobil casa e molto ricco e potente, amava ardentissimamente un giovane non men bello n9 men piacevole di lei; e facevalo venire a s9 ogni d. cerca il mezzogiorno, e con gran riposo di animo spesso venivano alle armi di &upidine. 5i c/e ambiduo ne sentivano grandissima dilettazione e piacere. 4venne un giorno c/e un pazzo, gridando -uanto pi: poteva, seguitava un cane c/e fuggendo gli portava via la carne c/e rubbata gli aveva; e seguitavanlo molti, sgridandolo e dandogli il stridore. )l cane, ricordevole della non pensata sua salute e sollicito della sua vita, trovando al-uanto aperto lRuscio della casa di -uesta donna, entrato in casa di lei, si nascose. )l pazzo, c/e vidde entrare il cane nella porta della detta casa, cominci1 "-$

ad alta voce gridare, picc/iando alla porta e dicendo8 = &acciate fuori il ladrone c/e -uivi @ nascosto, e non vogliate nascondere i ribaldi c/e son degni di morte. State fermi -uiB = La donna, c/e aveva il drudo in casa, temendo c/e tanti uomini non fussero ragunati acci1 c/e si dimostrasse il giovane e c/e fatto fusse palese il suo peccato, e dubitando di esser punita per lRadulterio secondo le leggi, c/etamente aperse la porta e fece entrare in casa -uesto pazzo. E c/iuso lRuscio, ingenocc/iossi avanti di lui e a guisa di supplicante pregollo di grazia c/e volesse tacere, offerendosi pronta e apparecc/iata ad ogni suo piacere, pur c/e non manifestasse il giovane adultero. )l pazzo, ma per1 savio in -uesto, mandato il furor suo da banda, cominci1 dolcemente abbracciarla e basciarla, e brevemente combatterono insieme la battaglia di (enere. A9 cos. presto furono dalla valorosa impresa disciolti, c/e il marito di lei giunse allRimproviso, e picc/i1 lRuscio, e c/iam1 c/e si venga ad aprirlo. %a -uella eccellente e gloriosa moglie, da cos. inopinato e subito mal percossa, non sapendo in -uesta roina c/e consiglio prendersi, lRadultero da paura sbigottito e gi3 mezzo morto, fedelmente nascose sotto il letto, e fece salire il pazzo nel camino; poi aperse lRuscio al marito, e accarezzandolo bellamente lo invitava a giacersi con esso lei. E perc/9 era tempo di verno, comand1 il marito c/e si dovesse accendere il foco, c/e voleva scaldarsi. Furono portate le legna per accenderlo8 non per1 legna secc/e, acci1 c/e troppo presto non sRaccendesse, ma verdissime; per lo fumo delle -uali si frizzevano gli occ/i del pazzo, e "-%

suffocavasi di modo, c/e non poteva trarre il fiato, n9 poteva far c/e sovente non stranutasse. 7nde il marito, guardando per lo camino, vidde costui c/e -uivi sRera nascosto. E pensando egli c/e fusse un ladro, cominci1 grandemente a riprenderlo e minacciarli. 4 cui il pazzo8 = Tu ben vedi me, = disse; = ma -uello c/e @ sotto il letto nascosto, non vedi. Ena sol volta son io stato con la moglie tua, ma egli ben mille volte /a contaminato il tuo letto. = Edendo -ueste parole il marito, il furore fu sopra di lui; e guardando sotto il letto, trov1 lRadultero e lo uccise. )l pazzo, disceso gi: del camino, prese un grosso bastone e ad alta voce cominci1 gridare, dicendo8 = Tu /ai ucciso il mio debitore; per 5io, se non mi pag/i il debito, ti accuser1 al rettore, e farotti reo di morte. = Le -uai parole considerando lRomicida e vedendo non poter prevalersi del pazzo, constituito in tanto pericolo, con un sacc/etto pieno di buona moneta gli c/iuse la bocca. 2er il c/e la sua pazzia guadagn1 -uello c/e perso arrebbe la sapienza.

FAVOLA III.
F$d$ri o da Po11uolo, /$ in#$nd$%a il linguaggio d$gli ani&ali, a!#r$##o dalla &ogli$ dirl$ un !$ r$#o, .u$lla !#rana&$n#$ 'a##$.

*Fiordiana,= Gli uomini savi e aveduti deono tener le loro mogli sotto timore, n9 patire c/Relle li pongano le brac/e in capo, "-&

perci1 c/e, altrimenti facendo, alla fine si troveranno pentiti. Federico da 2ozzuolo, giovane discreto, cavalcando un giorno verso Aapoli sopra una cavalla c/e per aventura era pregnante, menava la sua moglie in groppa, la -uale parimente era gravida. )l polledrino, seguitando la madre dalla lunga, cominci1 a nitrire; e in suo linguaggio dicea8 = %adre, cammina piano, perc/9 essendo io tenerino e solamente di un anno, non posso correndo seguitare i tuoi vestigi. = La cavalla, stese le orecc/ie e soffiando con le nari, fortemente, cominci1 annitrire; e rispondendogli diceva8 = )o porto la patrona, c/e @ gravida, e anc/e io /o nel ventre il tuo fratello; e tu c/e sei giovane, leggero e senza alcun peso soprapostoti, ricusi di camminare. (ieni, se vuoi venire; se non, fa come ti piace. = Le -ual parole intendendo il giovane, perci1 c/e egli intendeva le voci e degli uccelli e degli animali terrestri, si sorrise. La moglie, di ci1 maravigliandosi, gli addimand1 la causa del suo ridere. Le rispose il marito aver spontaneamente riso da s98 ma se pur in -ualc/e caso egli le dicesse la causa di -uello, ella si tenesse per certo c/e le 2arc/e subito tagliarebbono il filo della sua vita, e cos. presto se ne morrebbe. La moglie importuna gli rispose c/e ad ogni modo ella voleva saper la causa di tal ridere; se non, c/e ella per la gola sRappicc/erebbe. )l marito allora, constituito in cos. dubbioso pericolo, le rispose, cos. dicendole8 = <uando saremo ritornati a 2ozzuolo, ordinate le cose mie e fatte le debite provisioni allRanima e al corpo mio, allora ti manifester1 ogni cosa. = 2er -ueste promissioni la ".(

scelerata e malvagia moglie sRac/et1. 2oi c/e furono ritornati a 2ozzuolo, subito ricordatasi della promessa a lei fatta, sollecitava il marito c/e le dovesse mantenere -uanto le aveva promesso. Le rispose il marito c/e ella andasse a c/iamar il confessore, perc/9, dovendo egli morir per tal causa, voleva prima confessarsi e raccomandarsi a 5io. )l c/e fatto, le direbbe il tutto. Ella adun-ue, volendo pi: tosto la morte del marito c/e lasciar la pessima sua volont3, and1 a c/iamar il confessore. )n -uesto mezzo giacendosi egli addolorato nel letto, ud. il cane c/e disse tai parole al gallo c/e cantava8 = Aon ti vergogni tu, = disse egli, = tristo e ribaldoC )l nostro padrone @ poco lontano dalla morte, e tu c/e doveresti e tristarti e star di mala voglia, canti di allegrezzaC = Rispose prontamente il gallo8 = E se more il padrone, c/e ne /o a far ioC Sono io forse causa della morte di -uelloC egli vuole spontaneamente morire. Aon sai tu c/e gli @ scritto nel primo della 2olitica8 HLa femina e il servo sono ad un grado medesimoIC Essendo il marito capo della moglie, dee la moglie istimare i costumi del marito esser la legge della sua vita. )o /o cento moglie, e facciole per timore tutte obedientissime aR comandamenti miei, e gastigo or una or unRaltra, e dolle delle busse; ed egli non /a salvo c/e una moglie, e non sa ammaestrarla c/e le sia obediente. Lascia adun-ue c/e egli muoia. Aon credi tu c/e ella si sapr3 trovare un altro maritoC Tal sia di lui, sRegli @ da poco, il -uale desidera ubedire alla pazza e sfrenata voglia della moglie. = Le -uali parole intese e ben considerate, il giovane revoc1 la sua sentenzia, e rendette molte grazie al gallo. E facendogli la moglie instanzia di ".'

voler intender la causa del suo ridere, egli la prese per gli capegli, e cominci1 a batterla e diedele tante busse, c/e -uasi la lasci1 per morta. =

FAVOLA IV.
D7al uni figliuoli /$ non %ol!$ro $!!$.uir$ il #$!#a&$n#o d$l "adr$ loro.

*VICEN+A,= La maggior pazzia c/e possa far lRuomo o la donna, @ -uesta, cio@ aspettar di far bene dopo la morte, perci1 c/e oggid. o poco o niente si serva la fede aR morti; e -uesto noi abbiam provato, c/e -uel poco c/e ne fu lasciato, non lRabbiamo mai potuto conseguire. E -uesto @ processo per causa degli essecutori, i -uali, volendo arricc/ire i ricc/i, /anno impoverito i poveri8 s. come nel discorso del mio ragionare intenderete. 5icovi adun-ue c/e in 2esaro, citt3 della Romagna, trovavasi un cittadino molto onorato e danaroso, ma tenace nel spendere; e constituito nellRultimo termine della sua vita, fece il testamento ed ultima sua volunt3; per la -uale instituendo i suoi figlioli, c/e molti ve nRaveva, eredi universali, glRimpose c/e pagassero molti suoi legati e fideicommessi. E cos. morto e sepolto e pianto secondo il costume della patria, si raunarono insieme, e consigliaronsi -uello si avesse fare dei legati c/e lasci1 il padre per lRanima sua, i -uali erano assai ed eccessivi; conciosiacosac/9, se mandargli dovessero ad essecuzione, ".-

certa cosa @ c/e ing/iottivano -uasi tutta lReredit38 laonde -uella sarebbe loro istata pi: tosto di danno c/e di giovamento alcuno. &onsideratosi adun-ue il tutto, rizzossi il minore di essi fratelli, e disse -ueste parole8 = Sapiate, fratelli miei, c/e gli @ pi: vero, se gli @ lecito a dire la verit3, c/e se lRanima del padre nostro @ sepolta e condannata nel profondo dellRabisso, vana cosa @ pagar i legati pel riposo di lei, imperocc/9 non @ redenzione alcuna nellRinferno, anzi a -uelli c/e vi entrano, non @ speranza di uscirne giamai. %a se gli @ neR floridi campi elisii, dove @ perpetuo ed eterno riposo, non /a ella bisogno di legati n9 di fideicommessi. %a se egli @ nel cerc/io di mezzo, dove limitatamente si purgano i peccati, @ manifesto c/e, poi c/e saranno purgati, si scioglier3 e libererassi al tutto, n9 alcuna cosa le gioveranno i legati. 2er il c/e, lasciata da canto lRanima del padre alla divina providenza sottoposta, dividiamo la paterna eredit3, e godiamola ancor noi fin c/e viviamo, s. come lR/a goduta il padre nostro mentre egli visse, acci1 non siano di miglior condizione i morti c/e gli vivi. = &onc/iudo adun-ue per -uesta mia breve novella, c/e debbiamo far bene mentre viviamo, e non dapoi la morte, conciosiac/9 oggid., s. come dissi nel principio del mio parlare, o poco o niente si serva la fede ai morti. =

"..

FAVOLA V.
Si!#o, !o&&o "on#$fi $, on una "arola !ola&$n#$ f$ $ ri o un !uo alli$%o no&ina#o G$rolo&o.

*ISABELLA,= S. belle e si acute sono state le novelle c/e /anno recitate -ueste nostre sorelle, c/e io dubito per la bassezza dello ingegno mio mancar per via. Aon per1 voglio desistere dal bellRordine cominciato; e avenga c/e la novella, c/e raccontar intendo, sia stata descritta da messer Giovanni occaccio nel suo 5ecamerone, non per1 @ detta nella maniera c/e voi udirete; perci1 c/e vi /o giunto -uello c/e la fa pi: laudevole. Sisto -uarto, pontefice massimo, di nazione genovese, nasciuto in Savona, citt3 marittima, per avanti c/iamato Francesco da Rovere, nella sua giovanezza a Aapoli, andando alla scola, ebbe appresso di s9 un cittadino, suo compatriota, detto Gerolomo da Riario, il -uale lo serviva continoamente; e servillo non solo mentre andava alla scola, ma ancora dopo fatto monaco e prelato. E poi c/e ascese alla gran dignit3 pontificia, -uello sempre giustamente e con gran fede servendo, si era invecc/iato; ed essendo Sisto, s. come @ usanza, per la subita morte di 2aolo sommo pontefice in luogo di lui elevato alla suprema pontifical dignit3, sovenne ai servitori e domestici suoi per servizi da lor ricevuti, e -uelli rimuner1 largamente e oltre misura, eccetto -uesto Gerolomo, il -uale, per la sua fedel servit: e pel troppo amore, fu pagato di oblivione e ".!

ingratitudine. )l c/e penso pi: tosto essere avenuto per certa sua sciagura, c/e per alcunRaltra cagione. 7nde il detto Gerolomo, da mala voglia e da gran dolore soprapreso, desider1 dimandar licenza di partirsi e ritornare nella patria sua; e ingenocc/iatosi al conspetto di Sua eatitudine, ottenne la licenza. E tanta fu lRingratitudine di esso pontefice, c/e non solamente non gli diede danari, cavalli e famigli; ma fu constretto, c/R@ il peggio, a render ragione di -uanto aveva maniggiato, come fece -uel Scipione africano, il -ual puose ragione in publico al popol romano delle sue ferite, veggendosi rimunerar di essilio per lo premio deR suoi gran fatti. E nel vero bene si dice c/e niun maggior male /a la cupidit3, -uanto c/e gli @ ingrata. &os. adun-ue partendosi da Roma e andando verso Aapoli, mai pur una parola non gli casc1 dalla bocca, se non c/e, passando per certa ac-ua c/e era pel viaggio, sRintrattenne il cavallo per esserli venuta volont3 di stalare; e stalo ivi, aggiungendo ac-ua allRac-ua. E ci1 veggendo Gerolomo8 = en ti veggio, disse egli, = simele di mio patrone, il -uale, facendo ogni cosa senza misura, mi /a lasciato venir a casa senza remunerazione alcuna, ed /ammi dato licenzia per premio della mia lunga fatica. E c/e cosa @ pi: misera di colui, al -ual cascano e periscono i benefici e sRaccostano lRingiurieC = )l famiglio c/e lo seguitava, ripose -ueste parole nella memoria, e giudic1 c/e il detto Gerolomo superasse %uzio, 2ompeio e Kenone di pazienza; e cos. andando, arrivarono a Aapoli. )l famiglio, presa licenza e ritornando a Roma, narr1 "."

ogni cosa a punto per punto al pontefice. )l -uale, poi c/e ebbe considerato -ueste parole, fece ritornar il corriere indietro, scrivendo al detto Gerolomo c/e, sotto pena di scomunica, dovesse venir alla presenzia sua. Le -uali lettere lette, esso Gerolomo sRallegr1, e pi: presto c/e puote, ne and1 a Roma; e dopo il bascio del pi@, il pontefice gli comand1 c/e il giorno seguente, allRora di consiglio, doppo il suon della tromba, subito venisse in senato. 4veva il pontefice fatto far duo vasi molto belli e di una medesima grandezza; in uno di -uali pose gran numero di perle, rubini, zafiri, pietre preziose e gioie di grandissima valuta8 nellRaltro veramente era metallo; ed erano ambi i vasi dRuno medesimo peso. E la mattina, poi c/e gli sacerdoti, vescovi, presidenti, oratori e prelati furono venuti in senato, sedendo il pontefice nel suo tribunale, fatti portar nel suo conspetto i duo vasi predetti, fece venir a s9 Gerolomo sopradetto, e disse tai parole8 = &arissimi ed amatissimi figliuoli, costui sopra tutti gli altri @ stato fedele cerca i comandamenti miei, e talmente si /a portato fin daR primi anni, c/e non si potria dir di pi:; e acci1 c/e ei conseguisca il premio del suo ben servire, e c/e pi: presto lRabbia a dolersi della sua fortuna c/e della mia ingratitudine, gli dar1 elezione di -uesti duo vasi, e sia a lRarbitrio suo di prendere e goder -uello c/e egli se elegger3. = %a -uello infelice e sfortunato, pensando e ripensando or lRuno or lRaltro vaso, elesse per sua disgrazia -uello c/Rera pieno di metallo. E scoprendo lRaltro vaso, veggendo esso Gerolomo il gran tesoro di gioie c/e teneva rinc/iuso, come sono smeraldi e zafiri, diamanti, rubini, topazi e altre sorte di ".#

pietre preziose, rimase tutto attonito e mezzo morto. )l pontefice, poi c/e lo vidde star di mala voglia e tutto addolorato, lo esort1 a confessarsi, dicendo ci1 esser a venuto pei suoi peccati non confessi; deR -uali fatta lRassoluzione, gli diede in penitenza c/e per uno anno ogni giorno dovesse a certa ora determinata venire in senato -uando si trattavano gli secreti deR re e signori a dirgli nellRorecc/i unRave Maria8 nel -ual luogo a niuno era lecito dRentrare. &omand1 c/e alla venuta di lui subito li fussero aperte tutte le porte, e dato libero adito di venire a lui con tanto onore -uanto dir si potrebbe. Laonde esso Gerolomo, senza pur dir una parola, con gran onorificenzia, o pi: tosto con gran prosonzione, andava al pontefice, e ascendendo il seggio pontificale, faceva la penitenza a s9 ingiunta. )l c/e fatto, tornava fuori. ) circonstanti molto si maravigliavano di -uesta cosa, e gli oratori scrivevano aR suoi prencipi c/e Gerolomo era il pontefice e trattavasi ogni cosa in senato a volont3 sua. 2er il c/e raccoglieva di gran danari, e daR prencipi cristiani vi erano mandati tanti e tanti doni, c/e in poco tempo divenne molto ricco, di modo c/e appena si trovava in )talia un pi: ricco di lui; e cos. passato lRanno della penitenza, rimase contento e pieno di molti doni e ricc/ezze. E creatolo gentilRuomo di Aapoli, di Forl. e di altre molte citt3, essendo prima di bassa condizione, divenne c/iaro e illustre a guisa di Tullo 7stilio e di 5avid, i -uali consumaron la puerizia sua in pascere le pecore, e nella et3 pi: forte lRuno resse e raddoppi1 lRimperio romano, lRaltro trionf1 del regno degli ebrei. =

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IL FINE DELLA NOTTE DUODECIMA.

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NOTTE DECIMATER+A
Gi3 Febo aveva -ueste parti nostre abbandonate, e il lucido splendor del giorno erasi gi3 partito, n9 pi: cosa alcuna manifestamente si conoscea, -uando la signora, uscita di camera, con le dieci damigelle and1 fino alla scala, ricevendo lietamente la nobil compagnia c/e gi3 di barca era smontata. E postisi tutti a sedere secondo i loro gradi, disse la signora8 = %i parrebbe cosa convenevole c/e, dopo fatti al-uanti balli e cantata una canzone, tutti, s. gli uomini come le donne dicessero una favola, perci1 c/e non @ onesto, le donne aver solamente -uesto carico. E per1, piacendo tuttavia a -uesta onorevole compagnia, ognuno racconter3 la sua, con condizione per1 c/e breve sia, acci1 c/e -uesta ultima sera di carnessale tutti possiamo favoleggiare. E il signor ambasciatore, come persona principal tra noi, sar3 il primo; indi di uno in uno seguiranno gli altri, secondo gli ordini loro. = 2iac-ue a tutti il consiglio della signora, e poscia c/Rebbero fatte alcune danze, la signora comand1 al Trivigiano e al %olino c/e accordassero i loro stromenti e una canzonetta cantassero. ) -uali, figliuoli dRubidienza, presero i loro liuti ".&

e la se-uente canzone cantarono8 ?onna, 0uanta belle**a e leggiadria giamai +u in alma pura, tutta la pose in voi gentil natura. SBio miro nel bel viso la bellissima gola e il bianco petto, nel 0ual si regge e si vaneggia amore, dico nel mio concetto: Siete creata certo in paradiso e mandata 0ua gi= a +ar onore al secol nostro e trarlo +uor dBerrore1 e mostrar 0uanto sia, dopo molto girar di caldo e gelo, la gloria dei beati su nel cielo. La canzone dal Trivigiano e dal %olino cantata, molto piac-ue, e a pieno tutti la comendarono. La -ual finita, la signora preg1 il signor ambasciatore c/e al favoleggiare desse principio. Ed egli, c/e non era villano, cos. a dire incominci18

FAVOLA I.
Ma$!#ro Ga!"arino &$di o on la !ua %ir#2 !ana%a i "a11i. = Grave @ il carico c/e mi /a dato la signora in raccontar favole, perci1 c/e @ pi: tosto ufficio di donna c/e di uomo8 ma poscia c/e cos. @ il desiderio suo e di -uesta orrevole e degna compagnia, sforcierommi, se non in tutto, almeno in -ualc/e particella sodisfare allRintento vostro. "!(

Trovavasi in )ng/ilterra un padre di famiglia molto ricco, e aveva uno solo figliuolo, nomato Gasparino. Lo mand1 in studio a 2adova, acci1 c/e desse opera alle lettere. %a egli, poco curandosi di lettere non c/e di sopravanzare gli altri studenti di dottrina, tutto il studio avea posto in giuocar alle carte e altri giuoc/i, praticando con certi suoi compagni dissoluti e dediti alle lascivie e mondani piaceri. 7nde consum1 il tempo indarno e i danari, c/e dovendo studiare in medicina e lRopere di Galeno, egli studiava la bocolica e le cartelle da giocare, e di darsi piacere in tutte -uelle cose c/e gli dilettavano. E passati cin-ue anni, ritorn1 alla patria, e mostr1 per isperienza aver imparato allRindietro, perc/9, volendo egli parer romano, era riputato da tutti barbaro e caldeo, ed era conosciuto da tutta la citt3 e mostravasi a dito dagli uomini, di modo c/e di lui tutti favoleggiavano. <uanto dolore fusse al misero padre, l3sciolo considerare a voi, perc/9, conciosiacosac/Regli pi: tosto avesse voluto perdere i danari e il pane c/e perdere lRoglio per far il figliolo valente, perse lRuno e lRaltro. 2er il c/e volendo il padre mitigare il suo grandissimo dolore, c/iam1 a s9 il figliuolo; e aperto il scrigno deR suoi danari e gioie, li consegn1 la met3 deR suoi beni, la -ual nel vero non meritava, dicendogli8 = Togli, figliuol mio, la tua parte della paterna eredit3, e vanne lontano da me, perc/9 voglio pi: tosto rimaner senza figliuoli, c/e viver teco con infamia. = 2i: tosto c/e non sR@ detto, il figliuolo, tolti i danari, volontieri, ubidendo al padre, si part.; ed essendosi molto allontanato da lui, pervenne allRingresso dRuna selva, dove "!'

scorreva un gran fiume. )vi edific1 egli un bel palazzo di marmo con maraviglioso artificio, con le porte di bronzo, facendogli andare il fiume a torno a torno; e fece alcune lagune con gli registri delle ac-ue, -uelle accrescendo e minuendo secondo c/e gli aggradiva. 7nde ne fece alcune dove entravano lRac-ue tanto alte -uanta @ lRaltezza dRuomo8 altre c/e avevan le ac-ue fino a gli occ/i, altre fino alla gola, altre fino alle mammelle, altre fino allRombelico, c/i fino alle coscie, c/i fino alle ginocc/ia. Ed a cadauna di -ueste lagune vi aveva fatto porre una catena di ferro. E sopra la porta di -uesto luogo vi fece fare il titolo c/e diceva8 HLuogo da sanare i pazziI. Ed essendo divulgata la fama di -uesto palazzo, per tutto si sapeva la condizione di -uello. E per tanto convenivano i pazzi da ogni parte in gran numero per sanarsi; anzi, per parlare pi: drittamente, vi piovevano. )l maestro, secondo la pazzia loro, li poneva in -uelle lagune; e alcuni di -uelli curava con busse, altri con vigilie e astinenzie, e altri per la sottigliezza e temperanza dellRaere a poco a poco riduceva al pristino loro intelletto. )nnanzi alla porta e nella spaziosissima corte vi erano alcuni pazzi e uomini da niente, i -uali per la gran calidit3 del sole percossi, erano grandemente afflitti. 4venne c/e di l. pass1 un cacciatore c/e portava il sparaviere in pugno, circondato da gran moltitudine de cani. )l -uale subito c/e videro -uesti pazzi, maravigliandosi c/e cos. cavalcasse con uccelli e cani, gli addimand1 uno di loro c/e uccello fosse -uello c/Regli portava in pugno, e se forse era una trappola, over calapio da uccelli, e a c/e effetto lo nodriva egli. Risposegli subito il "!-

cacciatore8 = <uesto @ un uccello molto rapace, e c/iamasi sparaviere; e -uesti sono cani c/e vanno cercando le -uaglie, uccelli grassi e di buon sapore. <uestRuccello le prende, e io le mangio. = 4llora il pazzo dissegli8 = 5e/, dimmi, priegoti, per -uanto prezzo /ai tu comperato -uesti cani e sparaviereC = Risposegli il cacciatore8 = 2er dieci ducati comprai il cavallo, per otto lo sparaviere e per dodici li cani8 e in nodrirgli spendo ogni anno da venti ducati. = 5e/ dimmi, per tua f9, = disse il pazzo, = -uante sono le -uaglie c/e prendi allRanno, e -uante vaglionoC = Rispose il cacciatore8 = )o ne prendo pi: di dugento, e vagliono per lo meno ducati duo.= 4lzando allora la voce, il pazzo >ma certamente non pazzo in -uesta cosa, anzi dimostrava egli esser savio?8 = Fuggi, = gridava, = fuggi, pazzo c/e sei, c/e tu spendi cin-uanta ducati allRanno per guadagnarne duo, oltre c/e non /ai detto il tempo c/e vi consumi. Fuggi, per 5io, fuggiB c/e se Rl maestro ti trova -uivi, mi dubito c/e ti porr3 in una laguna dove senza dubbio sommerso e -uasi morto rimarrai. )mperocc/9 io, c/e sono pazzo, giudico c/e sei pi: stolto di -uelli c/e son stoltissimi. =

"!.

FAVOLA II.
Di$go !"agnuolo o&"ra gran .uan#i#3 di gallin$ da uno %illano, $ do%$ndo far il "aga&$n#o, agga''a $ il %illano $ un fra#$ ar&$li#ano.

*LA

SIGNORA

LUCRE+IA,-

= S. bella e s. dilettevole @ stata la favola dal signor ambasciatore raccontata, c/Rio non penso aggiungere alla millesima parte di -uella8 ma per non esser contraria a -uello c/e io proposi nel principio di -uesta notte innanzi c/e Rl signor ambasciatore favoleggiare incominciasse, dironne una, la -uale vi dimostrer3 c/e la malizia deR spagnuoli supera e avanza -uella deR villani. Aella Spagna trovasi una citt3 detta &ordova, appresso la -uale corre un dilettoso fiume, nominato acco. 5i -uesta nac-ue 5iego, uomo astuto, ben disposto della vita e agli inganni tutto dedito. &ostui, volendo fare una cena alli compagni suoi, e non avendo cos. il modo comRegli desiderava, sRimagin1 di far una berta ad uno contadino, e a sue spese dar da cena agli amici suoi. )l c/e gli venne fatto secondo il desiderio suo. )l spagnuolo, andatosene in piazza per comprar pollami, sRabbatt@ in uno villano c/Raveva gran -uantit3 di galline, capponi e uova, e venne con esso lui a mercato, e promise dargli di tutti i pollami fiorini -uattro; e cos. il villano sRaccontent1. )l spagnuolo, tolto un bastagio, mand1gli subito a casa; ma non cont1 i danari al venditore, il -uale pur sollecitava il spagnuolo c/e "!!

lo pagasse. )l spagnuolo diceva non aver danari addosso, ma c/e andasse con esso lui fino al monasterio di &armini, c/e ivi era un frate suo barba, c/e li darebbe immediate gli suoi danari. E con -ueste parole andarono ambiduo in compagnia al detto monasterio. Era per aventura in c/iesa un certo frate, al -uale si confessavano alcune donne. 4 cui accostandosi, il spagnuolo li disse nellRorecc/ie -ueste parole8 = 2adre, -uesto villano c/e @ venuto con esso meco, @ mio compare, e /a certe eresie nel capo. E benc/9 ei sia ricco e di buona famiglia, non /a per1 buon cervello, e spesse volte cade del male della brutta. Son gi3 tre anni c/e ei non sR/a confessato, e /a -ualc/e buono intervallo della sua sciocc/ezza. Laonde, mosso io da carit3 e da fraterno amore, e per lRamicizia e comparatico c/e @ tra noi, /o promesso alla sua moglie di far s. c/e si confesser3; e perc/9 il buon nome e la buona fama di vostra santit3 corre per la citt3 e per tutto il suo territorio, siamo venuti a (ostra Reverenzia, pregandola di somma grazia c/e per amor di 5io sia contenta di udirlo pazientemente e correggerlo. = )l frate disse per allora essere al-uanto occupato8 ma c/e, espedite c/Ravesse -uelle donne, >mostrandole con la mano?, lRudirebbe molto volontieri; e c/iamato il villano, lo preg1 c/e lo aspettasse un poc/etto promettendogli di espedirlo subito. )l villano, pensando c/e parlasse deR danari, disse c/e lRaspettarebbe volontieri; e cos. lRastuto spagnuolo si part., lasciando il villano sc/ernito c/Raspettava in c/iesa. )l frate veramente, ispedite le donne di confessare, c/iam1 a s9 il villano per ridurlo alla fede; il "!"

-uale and1 subito, e scopertosi il capo, addimandava i suoi danari. 4llora il frate comand1 al villano c/e sRingenocc/iasse e, fattosi il segno della croce, dicesse il 2ater nostro. )l villano, veggendosi deluso e sc/ernito, sRaccese di sdegno e collera; e risguardando il cielo e bestemmiando, diceva tai parole8 = 4/i misero me, c/e male /o fatto io, c/e da un spagnuolo son cos. crudelmente ingannatoC )o non voglio n9 confessarmi n9 comunicarmi, ma voglio i danari c/e mR/ai promesso. = )l buon frate, c/e era ignorante di tal cosa, correggendolo, diceva8 = en si dice c/e /ai il demonio e non sei in buon cervello; = e aperto il messale, come se avesse -ualc/e malo spirito, cominci1 a scongiurarlo. )l villano, c/e non poteva sofferire tai parole, gridando dimandava gli danari c/e gli aveva promessi per il spagnuolo, dicendo non esser n9 inspiritato, n9 pazzo, ma da un ladro spagnuolo esserli tolta la sua povert3; e cos. piangendo, ricercava aiuto daR circonstanti; e preso il cappuccio del frate, diceva8 = %ai non ti lascier1, finc/9 non mi darai gli miei danari. = )l frate, vedendo -uesto, n9 potendo ripararsi dal villano, con lusing/evoli e dolci parole si escusava esser stato ingannato dal spagnuolo. )l villano allRincontro, tenendolo tuttavia saldo per lo cappuccio, gli diceva c/e egli per lui aveva promesso, dicendo8 = Aon mR/ai tu promesso c/e subito mi espedirestiC = )l frate diceva8 = Fo promesso di confessarti; = e cos. contrastando lRuno e lRaltro, sopragiunsero alcuni vecc/i, i -uali, vedendogli in lunga contenzione, fecero conscienzia al frate e lo costrinsero pagar il villano per il spagnuolo. )l spagnuolo, giotto, "!#

maladetto e tristo, fece con le galline e i capponi una sontuosa cena agli amici suoi, dimostrandogli c/e la malizia spagnuola supera -uella dRogni gran villano. =

FAVOLA III.
Un #$d$! o $d un !"agnuolo &angia%ano in!i$&$( na .u$ #ra7 !$r%i on#$n1ion$ .ual fo!!$ "i2 li'$ral$, $ final&$n#$ !i on lud$ il #$d$! o $!!$r$ "i2 &agnifi o d$l !"agnuolo.

*PIETRO BEMBO,= La favola raccontata dalla valorosa nostra signora mi riduce a memoria -uello intravenne della invidia nata tra gli servi dRun tedesco e dRun spagnuolo c/e mangiavano insieme. Ed avenga c/e la favola sia brevissima, sar3 per1 dilettevole, e piacer3 a molti. En tedesco ed un spagnuolo un giorno, ritrovandosi in certa osteria, cenarono insieme, e furonvi apposte vivande dRogni maniera molto abondanti e dilicate. E mangiando lRuno e lRaltro, il spagnuolo porgeva al servo suo or un pezzo di carne, or un pezzo di pollo, ed or -uesta, or -uellRaltra cosa da mangiare. )l tedesco stavasi mutolo divorando e sgolizzando ogni cosa, senza punto ricordarsi del servo suo. 2er il c/e nac-ue traR servi una grandissima invidia; ed il servo del tedesco diceva c/e gli spagnuoli erano pi: liberali e pi: prestanti di tutti gli uomini8 ed il servo del spagnuolo confirmava il medesimo. )l tedesco, poscia c/e ebbe cenato, prese il vaso con tutte le vivande "!$

c/e erano in -uello, e porselo al servo suo, dicendo c/e cenasse. 7nde il servo del spagnuolo, avendo invidia della felicit3 del suo compagno, rivocata la sentenzia sua, mormorava tra s9 tai parole, dicendo8 = 7ra conosco io c/e i tedesc/i sono fuor di modo liberali. = La novella dimostra niuno essere contento della sorte sua. =

FAVOLA IV.
For#unio !$r%o, %ol$ndo a&&a11ar$ una &o! a, u id$ il !uo "a#ron$, $ dall7o&i idio on una "ia $%ol$11a fu li'$ra#o.

*LA

SIGNORA

VERONICA,-

= )o pi: volte /o udito dire, prestantissimi signori miei, c/e gli peccati c/e non si commetteno collRanimo, non sono cos. gravi come se volontariamente si commettessero; e da -ua procede c/e si perdona alla rusticit3, alli fanciulli e ad altre simili persone, le -uali non peccano s. gravemente come -uelle persone c/e sanno. Laonde, essendomi tocca la volta di raccontarvi una favola, mi occorse alla mente -uello c/e avenne a Fortunio servo, il -ual, volendo ammazzare una mosca canina c/e annoiava il suo patrone, inavertentemente uccise esso patrone. Era nella citt3 di Ferrara un speciale assai ricco e di buona famiglia, e aveva un servo c/iamato per nome Fortunio, giovane tondo e di poco senno. 4venne c/Ril patrone per lo gran caldo c/e allora era, sRaddorment1; e "!%

Fortunio col ventolo li cacciava le mosc/e acci1 c/e potesse meglio dormire. 4venne c/e tra lRaltre mosc/e ve nRera una canina molto importuna, la -uale, non curandosi di ventolo n9 di percosse, sRaccostava alla calvezza di -uello e con acuti morsi non cessava di morderlo; e avendola indi cacciata due, tre e -uattro volte, ritornava a darli fastidio. Finalmente, vedendo Fortunio la temerit3 e presonzione dellRanimale, n9 potendo pi: resistere, imprudentemente si pens1 di ammazzarla. E stando la mosca sopra la calvezza del patrone e succiandogli il sangue, Fortunio servo, uomo semplice e inconsiderato, preso un pistello di bronzo di gran peso, e -uello con gran forza ammenando, pensando di uccider la mosca, uccise il patrone. 7nde vedendo in fatto aver ucciso il suo signore, e per tal causa esser obligato alla morte, si pens1 di fuggire e con la fuga salvarsi. )ndi, revocata tal sentenzia, deliber1 con bel modo secretamente di sepellirlo; e ravoltolo in un sacco, e portatolo in un orto alla bottega vicino, il sepell.. 2oscia prese un becco delle capre e gettollo nel pozzo. )l patrone non ritornando a casa la sera, come soleva sempre, la moglie cominci1 pensar male del servo; e addimandandoli del suo marito, egli diceva non averlo veduto. 4llora la donna, tutta addolorata, cominci1 dirottamente a piangere e con lamentevoli voci c/iamare il suo marito; ma in vano lo c/iamava. ) parenti e gli amici della donna, intendendo non trovarsi il marito, andarono al rettore della citt3 e accusorono Fortunio servo, dicendogli c/e lo facesse porre in prigione e dargli della corda, acci1 c/e il manifestasse -uello c/e era del suo patrone. )l rettore, "!&

fatto prendere il servo e fattolo legare alla fune, stanti glRindizi c/e di lui sRavevano, secondo le leggi gli diede la corda. )l servo, c/e non poteva sofferire il tormento, promise manifestar la verit3 se lo lasciavano gi:. E deposto gi: della corda, e constituito dinanzi al rettore, con astuto inganno disse tai parole8 = )eri, essendo io addormentato, sentii un gran strepito, come se fusse stato gettato in ac-ua un gran sasso; io mi stupii di tal strepito, e andato al pozzo, risguardai nellRac-ua e viddi c/e lRera c/iara, n9 guardai pi: oltra; mentre c/e io ritornavo, sentii un altro simil strepito e mi fermai. Ael vero penso c/e -uel sia stato il patron mio, c/e volendo attinger lRac-ua, sia caduto in pozzo. E acci1 c/e la verit3 non stia sospesa, ma c/e dalle sospizioni ne nasca vera e giusta sentenzia, andiamo al loco, perci1 c/e io subito descender1 nel pozzo e vedr1 -uel c/e sar3. = (olendo adun-ue il rettore far isperienza di -uello c/e aveva detto il servo, perci1 c/e lRisperienza @ maestra delle cose e la prova c/e si fa con gli occ/i @ sempre opportuna e vie pi: dellRaltre migliore, and1 al pozzo con tutta la sua corte e con molti gentilRuomini c/e lRaccompagnorono; e con loro vRandarono del popolo molti, c/e erano assai curiosi di veder -uesta cosa. Ed ecco c/e il reo, di comandamento del rettore, discese nel pozzo; e cercando il patrone per lRac-ua, trov1 il becco c/e vi aveva gettato. 7nde astutamente e con inganno, gridando ad alta voce, c/iam1 la sua patrona, dicendole8 = 7 patrona, ditemi, il vostro marito aveva egli le cornaC )o /o trovato -ua dentro uno c/e /a le corna molto grandi e lung/e; sarebbelo mai il vostro maritoC = 4llora la donna, da ""(

vergogna soprapresa, si tac-ue, n9 pur disse una parola. ) circonstanti stavano in aspettazione di veder -uesto morto; e tiratolo suso, poi c/e videro c/e egli era un becco, festeggiando con le mani e i piedi, scoppiavano da ridere. )l rettore, veduto il caso, giudic1 il servo di buona fede, e come innocente lRassolse; n9 mai si seppe del patrone cosa alcuna, e la donna con la macc/ia delle corna rimase. =

FAVOLA V.
Vilio Brigan#$llo a&&a11a un ladro, il .ual$ $ra "o!#o n$ll$ in!idi$ "$r a&&a11ar lui.

*BERNARDO CAPELLO,= 5ice il famosissimo poeta, c/e c/i prende diletto di far frode, non si dieR lamentar sRaltrui lRinganna. )o molte volte e -uasi sempre /o veduto -uelli c/e vogliono ingannare, rimanere ingannati. )l c/e avenne ad un ladro, il -uale, volendo uccidere un artegiano, fu ucciso da lui. )n 2istoia, citt3 di Toscana, tra Firenze e Lucca, abitava un artegiano molto ricco e pieno di danari, e c/iamavasi (ilio rigantello. &ostui per paura deR ladri fingeva di esser constituto in gran povert3, e abitava solitario senza donna e senza servi in una picciola casetta, ma ben molto piena e fornita di tutte -uelle cose c/e sono alla umana vita necessarie. E per dar fede della scarsa e picciola sua spesa nel vivere, vestiva un abito vile, abietto e lordo, e faceva la guardia al scrigno deR suoi danari. Era (ilio vigilantissimo e molto sollecito al lavorare, ma misero e avaro nel spendere; ""'

e il suo mangiare non era altro c/e pane e vino, con formaggio e radici dRerbe. 4lcuni ladri giotti e astuti, istimando ragionevolmente c/e (ilio avesse gran -uantit3 di danari, andarono una notte, allRora c/e parve atta al loro proposito, per rubbarlo. E non potendo con suoi ferri e altri ordegni aprir la porta n9 romperla, e dubitando c/e per lo strepito non concitassero i vicini in sua mala ventura, sRimaginarono dRingannarlo per unRaltra via. Era tra -uesti ladri uno c/e era molto familiare e domestico di -uesto (ilio, e dimostrava di esserli suo grande amico; e alle volte lRaveva menato a desinare seco. 2osero -uesti tristi un suo compagno, c/Rera capo e guida loro, in un sacco come morto, e portaronlo a casa di -uesto (ilio artegiano8 pregandolo grandemente -uesto simulato amico suo, c/e lo tenesse in salvo, fin c/e ritornassero a tuorlo, c/e non molto dimorarebbono. (ilio, non sapendo pi: oltre, per le preg/iere del simulato amico, lasci1 porre -uesto corpo in casa in salvo. 4vevano i ladri dato ordine tra loro c/e -uando (ilio fusse addormentato, dovesse uscir del sacco e ucciderlo, e tuorli i danari con lRaltre cose migliori c/e sRattrovasse. Essendo adun-ue il sacco col corpo posto in casa, ed essendo (ilio appresso il lume attento al lavorare, risguardando per aventura, come @ costume di -uelli c/e sono timidi e paurosi, il sacco dove nascoso era il ladro, gli parve c/e -uel corpo si movesse nel sacco. 7nde, levatosi da sedere, subito prese un bastone di mirto, pieno di nodi, e lo men1 sul capo del ladro, e percosselo di s. fatta maniera, c/e lo ammazz1, e di simulato e finto il fece un vero morto. ) compagni del ladro, ""-

avendolo aspettato fin appresso il giorno, vedendo c/Rel non veniva, diedero la colpa al sonno; e dubitando non del compagno, ma del giorno c/e sRapprossimava, ritornarono alla casetta dellRartesiano, e gli addimandarono il suo deposito. )l -ual dato loro, poi c/Rebbe molto ben serrato lRuscio e bene puntellato, dissegli ad alta voce8 = (oi mi deste un corpo vivo in luogo dRun corpo morto per farmi paura; ora io, per far paura a voi, in luogo di vivo /ollovi restituito morto. = )l c/e udito, i ladri sbigottiti rimasero; e aperto il sacco, trovarono morto il fedelississimo suo compagno. E per onorare il valor del magnanimo suo capitano, dopo molte lagrime e sospiri, lo diedero al mare c/e lo nascondesse; e cos. -uello c/e se aveva imaginato di tradire e ingannar lRartegiano, fu tradito e ingannato da lui. =

FAVOLA VI.
Lu i$##a, &adr$ di Lu ilio figliuolo di!u#il$ $ da "o o, il &anda "$r ri#ro%ar il 'uon d8( $d $gli il #ro%a, $ on la .uar#a "ar#$ di un #$!oro a a!a ri#orna.

*LA SIGNORA C:IARA,= Fo inteso, gentilissime donne, dagli savi del mondo c/e la fortuna aiuta i vigilanti e scaccia -uelli c/e sono timidi e paurosi; e c/e -uesto sia il vero, dimostrerollo con "".

una breve favola, la -ual vi fia di diletto e contento. )n &esena, nobil cittQ della Romagna, presso la -uale corre il fiume detto Savio, trovavasi una vedovella povera ma da bene; e Lucietta si c/iamava. &ostei aveva un figliuolo il piT disutile, il piT sonnacc/ioso c/e mai la natura creasse. )l -uale, poi c/e era andato a dormire, non si levava di letto fino a mezzo giorno, e levandosi sbadagliava e stropicciavasi gli occ/i distendendo le braccia e i piedi per lo letto come vil poltrone. 5i c/e la madre ne sentiva grandissima passione, perc/9 sperava c/e egli dovesse esser il bastone della sua vecc/iezza. 7nde, per farlo sollecito, vigilante e accorto, lo ammaestrava ogni giorno, dicendogli8 = Figliuol mio, lRuomo diligente e aveduto c/e vuole aver il buon d., dee svegliarsi a buonRora nel far del giorno, perc/9 la fortuna porge aiuto aR vigilanti e non a -uelli c/e dormono. 7nde se prenderai, figliuolo mio, il mio consiglio, tu troverai il buon d. e ne rimarrai contento. = Lucilio,=c/e cos. era il nome del figliuolo,= ignorante piT c/e lRignoranzia, non intendeva la madre; ma risguardando alla scorza e non alla mente delle parole, eccitato dallRalto e profondo sonno, si part. e and1 fuori dRuna porta della cittQ, e si pose a dormire a traverso la strada allRaria, dove impediva -uesti e -uelli c/e veniano nella citt3 e parimenti c/e andavano fuori. 4venne per aventura c/e -uella notte tre cittadini cesenni erano andati fuori della cittQ per cavare un certo tesoro c/e trovato avevano e portarselo a casa. 2oi c/e lRebbero cavato, volendolo portar nella cittQ, si scontrarono in Lucilio c/e sopra la strada giaceva; non per1 allora ""!

dormiva, ma stavasi vigilante per trovar il buon d., s. come ammaestrato lRaveva la madre. 4 cui il primo delli tre cittadini indi passando disse8 = 4mico mio, ti sia il buon giorno; = ed ei rispose8 = Ae /o uno, = deR giorni intendendo. )l giovane cittadino, conscio del tesoro, interpretando altrimenti le parole di -uello c/e erano dette, pens1 c/e dicesse di s9. )l c/e non @ maraviglia, perci1 c/e @ scritto c/e -uelli c/e sono colpevoli, pensano sempre c/e in tutte le cose si parli di s9. 2assando il secondo, simelmente salutollo, e di9gli il buon giorno. Lucilio allora replicando disse averne duoi, intendendo di buoni giorni. LRultimo, passando, anco egli porse medesimamente il buon giorno a costui. 4llora Lucilio, tutto allegro, levatosi in piedi8 = Gli /o tutti tre, = disse, = ed emmi successo prosperamente il mio disegno; = volendo dire c/Regli aveva tre buoni d.. ) cittadini, temendo forte c/e Rl giovane andasse al rettore a manifestarli, c/iamatolo a s9, e raccontatogli il caso, lo fecero compagno nel tesoro, dandogli la -uarta parte di -uello. )l giovane, allegramente tolta la parte sua, nRand1 a casa, e diella alla madre sua, dicendole8 = %adre, la grazia di 5io @ stata con esso meco; perci1 c/e, esse-uendo i vostri comandamenti, trovai il buon d.. Togliete -uesti danari, e servateli per lo viver vostro. = La madre, lieta per gli avuti danari, confort1 il figliuolo a star vigilante, acci1 c/e gli avenisseno degli altri buoni giorni simili a -uesto. =

"""

FAVOLA VII.
Giorgio !$r%o fa a"i#oli on Pandolfo !uo "a#ron$ d$l !uo !$r%ir$ $ alfin$ on%in $ il "a#ron$ in giudi io.

*FERIER BELTRAMO,= SinRora -uesti magnifici gentilRuomini e -ueste amorevoli donne /anno tanto detto, c/e -uasi non mi @ restata pi: materia di dire. %a acci1 c/e io non disconcia il bel incominciato ordine, mi sforzer1, in -uanto per me si potr3, di raccontarvi una favola, la -uale, ancora c/e non sia arguta, sar3 nondimeno piacevole e di diletto, come ora intenderete. 2andolfo Kabbarella, gentiluomo padovano, fu uomo aR giorni suoi valente, magnanimo e aveduto molto. 4vendo egli di bisogno dRun servo c/e li servisse, n9 trovandone uno c/e li piacesse, finalmente gli venne alle mani un doloroso e maligno, il -ual nellRaspetto dimostravasi tutto benigno. 2andolfo lRaddimand1 se egli voleva andare a star con esso lui e servirli. )l servo, c/e Giorgio si nominava, rispose c/e s., con -uesta per1 legge e patto8 di doverlo servire solamente per attendere e governare il cavallo e accompagnarlo, e del resto non voler impacciarsi in cosa alcuna. E cos. rimasero dRaccordo, e di -uesto fu celebrato lRinstrumento di man di notaio, sotto pena e ipoteca di tutti i suoi beni, e con giuramento. En giorno cavalcando 2andolfo per certa via fangosa e malagevole, entrato per aventura in un fosso dove non poteva il cavallo trarsi fuora ""#

del fango, dimandava lRaiuto del servo, temendo di pericolare in -uello. )l servo stava a guardare, e diceva a -uesto non esser obligato, perci1 c/e tai cose non si contenevano nellRinstrumento del servir suo; e tratto fuori della scarsella lRinstrumento, cominci1 minutissimamente a leggere i loro capitoli e vedere se -uel caso si conteneva. 5iceva il patrone8 = 5e/, aiutami, fratel mioB = e il servo rispondeva8 = Aon posso farlo, perc/9 @ contra la forma dellRinstrumento. = 5iceva 2andolfo8 = Se non mi aiuti e se non mi cavi di -uesto pericolo, non ti pag/er1. = Replicava il servo non volerlo fare, acci1 c/e non incorresse nella pena posta nellRinstrumento; e se per aventura il patrone non fusse stato aiutato dai viandanti c/e per -uella via passavano, senza dubbio egli mai non arebbe potuto liberarsi. 2er il c/e fatta una nuova convenzione, fecero un altro accordo, nel -uale prometteva il servo sotto certa pena di aiutar sempre il patrone in tutte le cose c/e li comandasse, n9 mai partirsi n9 mai separarsi da lui. 4venne c/e un giorno passeggiando 2andolfo con certi gentilRuomini veneziani nella c/iesa del Santo, il servo, ubidiente al patrone, passeggiava con esso lui andando sempre presso le spalle di -uello, n9 mai lo lasciava. ) gentilRuomini e gli altri circonstanti per la novit3 della cosa ridevano dRogni banda e ne prendevano piacere. 7nde il patrone, ritornato a casa, riprese grandemente il servo, dicendogli c/e male e scioccamente aveva fatto a passeggiare in c/iesa con lui andandogli cos. appresso senza rispetto e riverenza alcuna del patrone e deR gentilRuomini c/Rerano con esso lui. )l servo stringeva le ""$

spalle, dicendo aver ubedito agli suoi comandamenti, e allegava i patti della legge c/e eran nel loro instrumento. Laonde fecero nuovo patto, pel -uale comand1 il patrone al servo c/e andasse pi: lontano da lui. 4llora lo seguitava cento piedi lontano. E -uantun-ue il patrone lRaddimandasse e facesse atto c/e venisse a lui, nondimeno il servo ricusava dRandare, e lo seguitava tanto -uanto gli era stato imposto, dubitando sempre dRincorrere nella pena della loro convenzione. 4llora sdegnatosi 2andolfo per la dapocaggine e semplicit3 del servo, gli dic/iar1 -uella parola c/e li disse8 lontanoB = c/Rella si dovesse intendere per tre piedi. )l servo, c/e aveva c/iaramente inteso il voler del suo patrone, prese un bastone di tre piedi, accostando un capo di -uello al suo petto, e lRaltro capo alle spalle del patrone; e cos. lo seguitava. ) cittadini e gli artegiani, vedendo -uesto e pensando c/e -uel servo fusse un pazzo, si scoppiavano da ridere della sua pazzia. )l patrone, c/e ancora non si avedeva del servo c/e aveva il bastone in mano, si maravigliava forte c/e tutti il guardavano e ridevano. %a poi c/e conobbe la causa del loro ridere, si sdegn1, e con ira riprese acerbamente il servo e volse anco sconciamente batterlo. Ed egli piangendo e lamentandosi si scusava dicendo8 = 4vete torto, patrone, a volermi battere. Aon feci io patto con esso voiC Aon /o io ubedito in tutto ai comandamenti vostriC <uando contrafei al voler vostroC Leggete lRinstrumento e poi punitemi, se io mancai in cosa alcuna. = E cos. il servo ogni volta rimaneva vincitore. En altro giorno il patrone mand1 il suo servo al macello per comprar della carne; e parlando ironicamente, ""%

comR@ costume deR patroni, gli disse8 = (a, e sta uno anno a ritornare. = )l servo, pur troppo ubidiente al patrone, and1 nella patria sua, e ivi stette finc/9 scorse lRanno. 5opoR, il primo d. del se-uente anno ritornando, port1 la carne al patrone8 il -uale, maravigliandosi, perci1 c/e egli aveva mandato in oblivione ci1 c/e comandato avesse al servo, lo riprendeva grandemente della fuga, dicendogli8 = Tu sei venuto un poco tardetto, ladro da mille forc/e. 2er 5io, c/e io ti far1 pagar la pena come tu meriti, tristo ribaldone; n9 sperar da me aver salario alcuno. = Rispose il servo aver servato tutto lRordine contenuto nello instrumento publico e aver ubedito alli precetti suoi secondo la continenzia di -uello. = Ricordatevi, signor mio, c/e mentre mi comandaste c/Rio stessi un anno a ritornare, c/e io /o ubedito. E per1 mi pag/erete il salario c/e mRavete promesso. = E cos. andati a giudicio, giuridicalmente fu costretto il patrone a pagar il suo salario al servo. =

FAVOLA VIII.
Ga!"aro on#adino, fa'ri a#a una /i$!iola, la in#i#ola !an#o Onora#o, $ %i "r$!$n#a il r$##or$, il .ual ol dia ono %a a %i!i#ar$ il %illano. Ed il dia ono in on!id$ra#a&$n#$ fa una 'urla.

*LAURETTA,= Grande @ il peccato della gola, ma maggiore @ -uello dellRipocresia, perci1 c/e il goloso inganna s9 stesso, ma ""&

lRipocrita con la sua simulazione cerca dRingannare altrui, volendo parere -uel c/e non @ e far -uel c/e non fa; s. come avenne ad uno prete di villa, il -uale con la sua ipocresia offese lRanima ed il corpo suo, come ora brevemente intenderete. 4ppresso la citt3 di 2adova trovasi una villa c/iamata Aoventa, nella -uale abitava un contadino molto ricco e divoto. &ostui per divozione sua e per scarico dei peccati suoi e della moglie, fabric1 una c/iesiola, e dotatala di sofficiente dote, e intitolata di santo 7norato, present1 un sacerdote in rettore e governatore di -uella, il -uale era assai dotto in ragione canonica. En giorno, c/e era certa vigilia di un santo, non per1 comandata dalla santa madre &/iesa, il detto rettore, c/iamato il diacono, and1 a visitare ser Gasparo, cio@ il villano c/e lRaveva posto in governatore di essa c/iesa, o per sue facende o per -ual altra ragion si voglia. )l villano, volendo onorarlo, fece una sontuosa cena con arrosti, torte ed altre cose, e volle c/e restasse appresso lui -uella notte. )l sacerdote disse c/e non mangiava carne -uel giorno per esser vigilia, e fingendo i costumi dai -uali era tutto alieno, mostrava di digiunare, negando la cena al famelico ventre. )l contadino, per non rimuoverlo dalla sua divozione, comand1 alla moglie c/e conservasse le cose c/e erano avanzate, in certo armario per lo giorno seguente. )spedita la cena ed il ragionamento doppo -uella, se nRandarono a dormire nella medesima casa8 il contadino con la moglie, ed il sacerdote col diacono. Ed era una camera dirimpetto allRaltra. )l prete, cerca la mezza notte, eccitando dal sonno il diacono, gli addimand1 bellamente "#(

dove la patrona avesse riposta la torta c/e era avanzata, dicendogli c/e, se non cibava il suo corpo, ei si morrebbe da fame. )l diacono, ubidiente, levossi di letto, e pian piano nRand1 leggermente al luogo dove erano le reli-uie della cena, e tolse un buon pezzo di torta; e credendo venire alla camera del suo maestro, and1 per sorte nella camera del villano. E perc/9 era di state ed il sole era in Leone, la moglie del contadino pel gran caldo era nuda e dormiva scoperta, e colla bocca di dietro soffiava a guisa dRun folle. 4llora il diacono, pensando di parlare col prete, disse8 = 2rendete, maestro, la torta c/Ravete dimandata. = Ed ella pur traendo sospiri con lRaltra bocca, disse il diacono c/Rera ben fredda e non era bisogno di raffreddarla. Ed ella pur di continuo soffiando, sdegnatosi il diacono, -uella trasse sopra il volto posterior de la donna, credendo trarla nella faccia del prete. La -uale, sentendosi -uella cosa fredda sul viso di sotto, subito risvegliatasi, cominci1 a gridare ad alta voce. 7nde eccitato il marito dal sonno, la moglie gli narr1 ci1 c/e lRera intravenuto. )l diacono, vedendo c/Raveva fallato la stanza, pian piano ritorn1 alla camera del prete. )l villano, levatosi di letto ed accesa la lucerna, cerc1 per tutta la casa. E -uando vidde la torta nel letto, maravigliossi grandemente. E pensando c/e fusse stato -ualc/e spirito maligno, c/iam1 il sacerdote; il -uale, cantando salmi ed inni a ventre digiuno, con ac-ua benedetta bened. la casa; e poi tutti ritornarono a riposare. E cos., come io dissi nel principio del mio parlare, lRipocresia offese lRanima ed il corpo del prete, il -uale, credendo mangiare la torta, rimase contra sua voglia digiuno. = "#'

FAVOLA I9.
Filo&$na gio%an$##a, "o!#a n$l &ona!#$rio, gra%$&$n#$ !7inf$r&a( $ %i!i#a#a da &ol#i &$di i, final&$n#$ $r&afrodi#a %i$n ri#ro%a#a.

*ANTONIO MOLINO,= Grandi sono, graziose donne, i secreti della natura e innumerabili, n9 @ uomo al mondo c/e -uelli imaginar potesse. Laonde mi /o pensato di raccontarvi un caso, il -uale non @ favola, ma intervenuto poco tempo fa nella citt3 di Salerno. )n Salerno, citt3 onorevole e copiosa di bellissime donne, trovavasi un padre di famiglia della casa di 2orti, il -uale aveva una sola figliuola, c/Rera nel fior della sua bellezza, n9 passava il decimosesto anno. &ostei, c/e Filomena si c/iamava, era da molti per la sua bellezza molestata e addimandata in moglie. )l padre, vedendo il pericolo grande della figliuola, e temendo c/e non le avenisse -ualc/e scorno per esser cos. stimolata, deliber1 di porla nel monasterio di San )orio della citt3 di Salerno, non gi3 c/e facesse professione, ma c/e le donne la tenessero fino c/Rella si maritasse. 4 costei, essendo nel monasterio, sopravenne una violente febbre, la -ual era curata con ogni sollecitudine e diligenza. 4ndorono al principio alla cura di lei alcuni erbolai, c/e con gran giuramenti promettevano in breve tempo farle ricuperare la pristina sanit3; ma nulla facevano. )l padre le mand1 medici pratic/i e eccellenti, e "#-

alcune vecc/ie c/e promettevano darle rimedi presentanei, c/e subito guarirebbe. 4 -uesta bella e graziosa giovane sRera grandemente enfiato il pettignone, il -uale era venuto a guisa di una grossa palla. 2er il c/e era molestata da tanti dolori, c/e altro non facea c/e pietosamente lamentarsi, di modo c/e parea esser giunta allRultimo termine della sua vita. ) parenti, mossi a piet3 della misera giovane, le mandarono cirugi degni e molto approbati nellRarte cirugia. ) -uali ben visto ed essaminato il luogo della enfiazione, altri dicevano doverglisi sopraporre radici di altea cotte e miscolate con grasso di porco, perc/9 levarebbono il dolore e la enfiazione; altri altre cose, e altri negavano c/e far si dovesse alcuno delli rimedi allegati. Tutti finalmente furono dRaccordo, c/e tagliar si dovesse il luogo enfiato per rimuover la materia e la causa del dolore. )l c/e deliberatosi, vennero tutte le monac/e del monasterio e molte matrone con alcuni propin-ui della graziosa giovane. E uno di detti cirugi, il -uale di gran lunga tutti gli altri avanzava, preso il coltello feritorio, percosse leggermente e con gran destrezza in un volger dRocc/i il loco enfiato; e perforata la pelle, -uando si credeva c/e di tal buco uscir ne dovesse o sangue o marza, ne usc. un certo grosso membro, il -uale le donne desiderano e di vederlo si sc/ifano. Aon posso astenermi dal ridere scrivendo la veritade in luogo di favola. Tutte le monac/e, stupefatte per tal novit3, piangevano da dolore, non per la ferita, n9 anco per la infermit3 della giovane, ma per la lor causa, perci1 c/e elle averebbeno pi: tosto voluto c/e -uello c/e palesamente era occorso, fusse intravenuto occultamente. )mperci1 c/e per "#.

onor suo fu subito mandata la giovane fuori del monasterio. 7r -uanto lRaverebbeno carissimamente dentro conservataB Tutti li medici non poteano pi: da ridere. E cos. in un tratto la giovane risanata divenne uomo e donna. E referisco per bugia -uello c/e @ la verit3, c/e di poi la vidi con gli occ/i miei vestita da uomo con lRuno e lRaltro sesso. =

FAVOLA 9.
C$!ar$ na"oli#ano, lunga&$n#$ !#a#o in !#udio a Bologna, "r$nd$ il grado d$l do##ora#o( $ %$nu#o a a!a, infil1a l$ !$n#$n1$ "$r !a"$r &$glio giudi ar$.

*CATERU++A,= Tre cose, leggiadre donne, distruggono il mondo e mandano ogni cosa sottosopra; la pecunia, il dispetto e il rispetto. )l c/e agevolmente potrete intendere, se alla mia favola benigna audienza prestarete. Lodovico %ota, s. come avete altre volte inteso, fu uomo aveduto, saggio e deR primai della citt3 di Aapoli; e non avendo moglie, prese per donna la figliuola di 4lessandro degli 4lessandri, cittadino napolitano, e di lei ebbe un solo figliuolo, a cui impose nome &esare. (enuto il figliuolo grandicello, gli diede un precettore c/e glRinsegnasse le prime lettere. )ndi mandollo a ologna per studiare in ragion civile e ragion canonica; e ivi avealo tenuto lungo tempo, ma poco profitto avea per1 egli fatto. "#!

)l padre, desideroso c/e il figliuolo diventasse eccellente, gli compr1 tutti i libri de giureconsulti di ragion canonica e de dottori c/e /anno scritto nellRuna e nellRaltra facult3, e pensava c/Regli di gran lunga superasse tutti i causidici di Aapoli, e davasi ad intendere c/e per tal causa gli avessino a toccare de buoni clientuli e cause di molta importanza. %a &esare, dottissimo giovane, mancandogli i primi fondamenti legali, era cos. nudo di lettere, c/Regli non intendeva -uello c/e leggeva, e -uello c/Raveva imparato recitava con grande audacia, anzi senza ordine e preposteramente, ponendo una cosa al contrario dellRaltra e dimostrando lRignoranza sua, perci1 c/e togliendo il vero per lo falso e il falso per lo vero, contendeva molte volte con gli altri. E cos. come un otre pieno di vento ne andava alla scuola, turati gli orecc/i e facendo castelli in aria; e perc/9 a tutti -uelli c/e sono ignoranti, @ in bocca -uel detto c/e dice c/e gli @ cosa disdicevole e brutta il studiare a -uelli cR/anno molte ricc/ezze, cos. costui c/Rera ricco, o poco o niun profitto fece neR studi di ragion civile e canonica. 2er il c/e volendo con la sua ignoranza agguagliarsi a coloro c/Rerano dottissimi, n9 avevano perso lRoglio e il tempo neR continoi studi, tent1 prosontuosamente dRascendere al grado del dottorato. 2ropose adun-ue il fatto in senato, e accettati i punti della disputa, in presenzia del popolo fece publicamente la Rsperienza, dimostrando il nero per il bianco e il verde per il nero, credendo esso, cieco, c/e parimenti gli altri fussero ciec/i. Aondimeno per buona sorte, s. per danari, s. per gran favore e amicizia, fu approvato e fatto dottore. 2er il "#"

c/e accompagnato da gran comitiva di onorate persone, andando per la citt3 con suoni di trombe e piffari, venne a casa con veste di seta e di porpora, s. c/e parea pi: presto uno ambasciatore c/e un dottore. En giorno -uesto eccellente magnate, vestito di porpora con la stola di veluto, fece alcune cartelle, e legatele a guisa delle filze deR notai, -uelle riponeva in un certo vaso. E sopravenendogli per aventura il padre, gli addimand1 -uello c/e far volesse di -uelle carte. 4 cui diede egli -uesta risposta8 = Trovasi scritto, o padre, neR libri di ragion civile, c/e le sentenzie si deono connumerare tra i casi fortuiti. )o c/e /o considerata la mente e non la corteccia della legge, /o fatto -ueste filze per sorte, nelle -uali /o notate alcune sentenzie, le -uali, a 5io piacendo, -uando pel vostro aiuto sar1 giudice della gran corte, pronunzier1 senza fatica aR litiganti. Aon vi par egli, padre, c/Rio abbia sottilmente investigato -uesta cosaC = )l padre, inteso -uesto, rimaso pel dolor mezzo morto, volt1 le spalle, lasciando il disutel figliuolo nellRignoranza sua. =

FAVOLA 9I.
Un "o%$ro fra#un $llo !i "ar#$ da Cologna "$r andar$ a F$rrara, $ !o"ragiun#o dalla no##$, !$ na! ond$ in una a!a, do%$ gli !o"ra%$nn$ un #i&oro!o a!o.

*BENEDETTO TRIVIGIANO,= La paura, amorevoli donne, alle volte nasce da "##

troppo ardire e alle volte dallRanimo pusillanime, il -uale doverrebbe temere solamente -uelle cose c/R/anno potenza di far altrui male, non -uelle c/e non sono da temere. )o, donne mie care, voglio raccontarvi un caso, non da burla, ma da dovero aR giorni nostri avenuto ad un povero fratuncello, non senza per1 suo grave danno. )l -ual, partitosi da &ologna per andare a Ferrara, pass1 lR4bbadia e il 2olesine di Rovigo, ed entrato nel territorio del duca di Ferrara, fu sopragiunto dalla buia notte. E -uantun-ue la luna splendesse, nondimeno per esser giovanetto, solo e in altrui paese, temeva di non esser morto o da masnadieri o da silvestri animali. Aon sapendo il poverello dove gire e trovandosi senza pecunia, vidde un certo cortile discosto al-uanto dagli altri; ed entratovi dentro senza c/e da alcuno fosse veduto n9 sentito, se nRand1 al pagliaio, a costo il -uale era una scala appoggiata, e salito sopra, meglio c/e puote per riposare -uella notte sRacconci1. 4ppena il fraticello era coricato per dormire, c/e sopragiunse uno attilato giovane, il -uale aveva nella man destra la spada e nella man sinistra la rotella, e cominci1 pianamente cifolare. )l fraticello, sentendo cifolare, pens1 di essere scoperto, e per timore -uasi tutti i capegli addosso se gli arricciarono; e pieno di paura molto c/eto si stava. )l giovane armato era il prete di -uella villa, il -uale era dRamor acceso della moglie del patrone di -uella casa. Stando adun-ue il fraticello non senza grandissimo pavento, ecco uscir di casa una donna in camiscia ritondetta e fresca e venirsene verso il pagliaio; la -ual tantosto c/e il prete vide, posta gi: la spada e la rotella, corse ad "#$

abbracciarla e basciarla e altres. ella lui, e postisi ambidue appresso il pagliaio, e coricatisi in terra, il prete prese -uella cosa c/e lRuomo /a, ed alzatale la camiscia, tostamente nel solco per ci1 fatto la mise. )l fraticello, c/e era di sopra e vedeva il tutto, sRassicur1, pensando c/e il prete non era ivi venuto per dargli noia, ma per prender diletto con lRamata donna. 7nde preso un poco dRardire, distese il capo in fuori del pagliaio per meglio vedere e sentire -uello c/e facevano gli innamorati; e tanto innanzi col capo si fece, c/e, pesandoli pi: la testa c/e il busto, n9 avendo modo nella paglia di ritenersi, sopra di loro cadde e non senza suo danno, perc/9 si ruppe un poco dRuna gamba il sc/inco. )l prete e la donna, c/Rerano in sul pi: bello del menar delle calcole, e c/e ancor non erano venuti al compimento dellRopera, vedendo i drappi e il cappuccio del frate nero, forte si smarrirono, pensando c/e fusse -ualc/e notturna fantasma; e lasciata la spada e la rotella, ambiduo tremanti e di paura pieni si diedero al fuggire. )l fraticello, non senza paura e dolore del sc/inco, meglio c/Rei puote in un cantone del pagliaio se ne fugg., e fatto un gran bucco nel pagliaio, ivi si nascose. )l prete, c/e temeva non fusse scoperto, essendo la spada e la rotella conosciuta, torn1 al pagliaio, e senza veder altra fantasma, prese la sua spada e la rotella e non senza gran sospetto ritorn1 a casa. (enuta la mattina se-uente, e volendo il prete celebrar la messa un poco per tempo, acci1 c/e certi suoi negozi ispedir potesse, stavasi su lRuscio della c/iesa, aspettando il c/ieric/etto c/e a risponder la messa venisse. Stando cos. il prete in aspettazione, ecco venir il fratuncello, il -uale "#%

innanzi giorno sRera levato e partito per non esser ivi raccolto e mal trattato. E giunto c/Regli fu alla c/iesa, il prete il salut1 e addimandollo dove egli cos. solo se nRandava. 4 cui rispose il fratuncello8 = %e ne vo a Ferrara. = E addimandato dal prete se egli fretta aveva, li rispose c/e no e c/e bastava assai se la sera si trovava in Ferrara. E addimandato pi: oltre sRegli voleva servirlo alla messa, rispose di s.. )l prete, vedendo il fraticello aver il capo e la tonica tutta imbrattata di paglia, ed esser vestito di panni neri, sRimagin1 c/Regli fusse la fantasma c/e veduta aveva; e disse8 = Fratel mio, dovR/ai dormito la passata notteC = 4 cui rispose il fraticello8 = )o /o dormito malamente sopra un pagliaio non molto discosto di -ua, ed /ommi -uasi rotta una gamba. = <uesto udendo, il prete ebbe maggior credenza del fatto, n9 il fraticello si part., c/Regli scoperse pienamente la cosa come stava. E detta la messa, e desinato col prete, il fraticello si part. col suo sc/inco rotto. Ed avenga c/e il prete lo pregasse c/e di ritorno volesse andar ad alloggiare con esso lui, perci1 c/e egli voleva c/e alla donna tutto il fatto raccontasse, non per1 vi venne8 ma avuta la risposta in sonno, per altra via al suo monasterio fece ritorno. =

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FAVOLA 9II.
Gugli$l&o r$ di B$r#agna, aggra%a#o d7una inf$r&i#3, fa %$nir #u##i i &$di i "$r ria%$r la !alu#$ $ on!$r%ar!i !ano. Ma$!#ro Go#fr$ddo &$di o, $ "o%$ro, li d3 #r$ do u&$n#i, $ on .u$lli !i r$gg$, $ !ano ri&an$.

*ISABELLA,= ennati anzi divini si suoleno giudicar coloro c/e con effetti si guardano dalle cose contrarie e col giudicio naturale si accostano a -uelle c/e di beneficio e giovamento li sono8 ma rari per lRaddietro sR/anno trovati e oggid. poc/i si trovano, c/e una regola nel loro vivere vogliono osservare. %a altramente avenne ad uno re, il -uale per conservar la sanit3 prese dal medico tre documenti e -uelli osservando si resse. 2enso, anzi mi rendo certo, graziose donne, c/e mai non abbiate inteso il caso di Guglielmo re di ertagna, il -uale aR tempi suoi n9 in prodezza n9 in cortesia non ebbe il pare, e mentre c/Regli visse, sempre li fu la fortuna favorevole e propizia. 4venne c/e il re gravemente sRinferm18 ma essendo assai giovane e di gran coraggio, nulla o poco estimava -uel male. 7r continovando lRinfermit3 e di giorno in giorno facendosi maggiore, divenne a tale, c/e -uasi non pi: vi era speranza di vita. Laonde il re ordin1 c/e tutti i medici della citt3 venissero alla sua presenzia e liberamente dicesseno il lor parere. "$(

)ntesa la volunt3 del re, tutti i medici, di -ualun-ue grado e condizione esser si voglia, andorono al palazzo regale e dinanzi al re sRappresentarono. Tra -uesti medici vi era uno nominato maestro Gotfreddo, uomo di buona vita e di sofficiente dottrina, ma povero e mal vestito e peggio calzato. E perc/9 egli era mal addobbato, non ardiva comparere tra tanti sapienti ed eccellentissimi uomini8 ma per vergogna si puose dietro lRuscio della camera del re, c/e appena si puotea vedere, e ivi c/etamente stava ad ascoltar -uello c/e dicevano i prudentissimi medici. 4ppresentati adun-ue tutti i medici dinanzi al re, disse Guglielmo8 = Eccellentissimi dottori, la causa del raunarvi insieme alla presenza mia, altro non @ se non c/Rio desidero intender da voi la causa di -uesta mia grave infermit3, pregandovi c/e con ogni diligenzia vogliate curarla e darmi -uelli opportuni rimedi c/e si ricercano, restituendomi alla pristina sanit3. La -ual restituita, mi darete -uelli consegli c/e pi: idonei vi pareranno a conservarla. = Risposero i medici8 = Sacra %aest3, dar la sanit3 non @ in potestate nostra, ma nella mano di &olui c/e sol con un cenno il tutto regge. %a ben si sforzeremo in -uanto per noi si potr3, di farvi -uelle provisioni c/e possibili seranno a riaver la sanit3 e, riavuta, conservarla. = )ndi cominciarono i medici a disputare dellRorigine dellRinfermit3 del re e deR rimedi c/e sR/anno a dare; e ciascuno di loro, s. come @ lor usanza, particolarmente referiva lRopinione sua, allegando Galeno, )ppocrate, 4vicenna e gli altri suoi dottori. )l re, poscia c/e intese c/iaramente la lor opinione, volgendo gli occ/i verso lRuscio della sua camera, vidde un non so c/e di ombra c/e "$'

appareva, e addimand1 se vi era alcuno c/e restasse a dir lRopinione sua. Fulli risposto c/e no. )l re, c/Raveva adocc/iato uno, disse8 = 2armi veder, se non son cieco, non so c/e dietro -uella porta; e c/i @ egliC = 4 cui rispose uno di -uei sapienti8 = %st homo quidam; = -uasi sc/ernendolo e facendosene beffe di lui8 e non considerava c/e spesse volte aviene c/e lRarte dallRarte @ sc/ernita. )l re fecegli intendere c/e venisse innanzi alla presenzia sua; ed egli, cos. mal vestito c/e un mendico pareva, fecesi innanzi, e tutto timoroso umilmente sRinc/in1, dandogli un bel saluto. )l re, fattolo prima onorevolmente sedere, lo interrog1 del nome suo. 4 cui rispose8 = Gotfreddo @ il mio nome, Sacra %aest3. = 4llora disse il re8 = %aestro Gotfreddo, voi dovete a bastanza aver inteso Rl caso mio per la disputazione cR/anno fatto finRora -uesti onorandi medici; per1 non fa bisogno altrimenti riassumere -uello @ stato detto. &/e dite adun-ue voi di -uesta mia infermit3C = Rispose maestro Gotfreddo8 = Sacra %aest3, -uantun-ue tra -uesti onorandi padri il pi: infimo e il men dotto e il men elo-uente meritamente dir mi possa per esser povero e di poca estimazione, nondimeno per obedire aR precetti di (ostra Sublimit3 mi sforzer1, in -uanto per me si potr3, di dic/iarirle lRorigine del mal suo; indi darolle una norma e una regola c/e nellRavenire sano viver potr3. Sapiate, signor mio, c/e lRinfermit3 vostra non @ a morte, perci1 c/e non @ causata da fondamento fermo ma da sforzato e non aveduto accidente, il -uale, s. come tostamente venne, cos. ancor prestamente si risolver3. )o, acci1 c/e riabbiate la pristina sanit3, non voglio altro da voi eccetto la dieta, "$-

prendendo un poco di fior di cassia per rinfrescar il sangue. )l c/e fatto, in otto giorni resterete sano. Riavuta la sanit3, se voi vorrete lungo tempo conservarvi sano, osservarete -uesti tre precetti. )l primo, c/e voi teniate il capo ben asciutto. )l secondo, c/Rabbiate i piedi caldi. )l terzo, c/e Rl cibo vostro sia da bestia. Le -uai cose se voi porrete in essecuzione, lungo tempo camparete, e sano e gagliardo viverete. = ) medici, inteso il bellRordine dato da Gotfreddo al re cerca la norma del suo viver, si misero in tanto riso, c/e -uasi si smascellavano da ridere; e voltatisi verso il re, dissero8 = <uesti sono i canoni, -ueste sono le regole di maestro Gotfreddo, -uesti sono gli suoi studiB 7/ c/e bei rimedi, o/ c/e buone provisioni da esser fatte a un tanto reB = e in tal maniera lo sc/ernivano. )l re, vedendo le tante risa c/e i medici facevano, comand1 c/e ognuno tacesse e dal ridere oramai cessasse, e c/e maestro Gotfreddo rendesse la ragione di tutto -uello c/e avea proposto. = Signor mio, = disse Gotfreddo, = -uesti miei onorandissimi padri, molto esperti nellRarte della medicina, si maravigliano non poco dellRordine da me dato cerca il viver vostro8 ma se considerasseno con saldo giudicio le cause per le -uali vengono lRinfermit3 a gli uomini, forse non si riderebbeno, ma attenti starebbeno ad ascoltare colui, c/e forse, con sua pace il dico, @ pi: savio e pi: perito di loro. Aon prendete adun-ue maraviglia, Sacra &orona, della proposta mia; ma abbiate per certo tutte lRinfermit3 c/e vengono agli uomini, nascere o da riscaldamenti, o da freddo preso, o da superfluit3 dRumori cattivi. )mperci1 c/e -uando lRuomo si trova per la stanc/ezza o per lo gran "$.

calore sudato, debbe immantinenti asciugarsi, acci1 c/e -uella umidit3 c/e @ uscita fuori del corpo, pi: dentro non ritorni e generi lRinfermit3. 2oi, lRuomo dee tenere i piedi caldi, acci1 lRumidit3 e freddura c/e rende la terra, non ascenda allo stomaco e dallo stomaco al capo, e generi dolor di capo, mala disposizione di stomaco e altri innumerabili mali. )l viver da bestia, @ c/e lRuomo di@ mangiare cibi appropriati alla complessione sua, s. come fanno gli animali irrazionali, i -uali si nudriscono di cibi convenevoli alla natura loro. E piglio lResempio dal bove e dal cavallo, ai -uali se noi appresentiamo un cappone, un fasciano, una pernice o la carne di un buon vitello o di altro animale, certo non vorranno mangiarne, perc/9 non @ cibo appropriato alla natura loro. %a se li porrete dinanzi il fieno e la biada, per cibo convenevole a s9, subito lo gusteranno. %a date il cappone, il fasciano e la carne al cane over al gatto, subito li divoreranno, perc/9 @ cibo appropriato a loro; ma per contrario lascieranno il fieno e la biada, perc/9 non li conviene per esser contrario alla natura loro. (oi adun-ue, signor mio, lasciarete i cibi c/e alla natura vostra non si convengono, e abbracciarete -uelli c/e alla complessione vostra sono convenevoli; e cos. facendo, viverete sano e lungamente. = 2iac-ue molto al re il consiglio datoli da Gotfreddo, e prestandoli fede, a -uello sRattenne; e data licenzia agli altri medici, lo ritenne appo di s9, avendolo in molta riverenza per le sue degne virt:, e di povero lo fece ricco, s. come egli meritava8 e solo rimasto alla cura del signore, felicemente visse. =

"$!

FAVOLA 9III.
Pi$#ro Ri11a#o, uo&o "rodigo, i&"o%$ri! $( $ #ro%a#o un #$!oro, di%$n#a a%aro.

*VICEN+A,= La prodigalit3 @ un vizio c/e conduce lRuomo a peggior fine c/e lRavarizia, perci1 c/e Rl prodigo consuma il suo e -uello dRaltrui, e fatto povero, non @ ben veduto da alcuno, anzi tutti lo fuggono come persona insensata, e lo dileggiano prendendo giuoco di lui8 s. come intravenne ad un 2ietro Rizzato, il -uale per la sua prodigalit3 venne in grandissima miseria, indi, trovato un tesoro, divent1 ricco e avaro. 5ico adun-ue c/e gi3 nella citt3 di 2adova, famosissima per lo studio, abitava neR passati tempi un 2ietro Rizzato, uomo affabile, di bellezza prestante e di ricc/ezze sopra ogni altro abondevole8 ma era prodigo, perci1 c/e donava agli amici or -uesta or -uellRaltra cosa, secondo li parea convenire al grado loro; e per la sua troppo grande liberalit3 aveva molti c/e lo seguitavano, n9 mai li mancavano ospiti alla sua mensa, la -ual era sempre abondantissima di dilicate e preziose vivande. &ostui tra lRaltre sue pazzie ne fece due, delle -uali lRuna fu, c/e, andando un giorno con altri gentilRuomini da 2adova a (inegia per renta, e veggendo c/e ciascaduno di loro sRessercitava c/i in sonare, c/i in cantare e c/i altre cose facendo, egli, per non parer tra loro ocioso, si mise con i danari a far, come si dice, passarini, e gettavali ad uno ad "$"

uno nel fiume. LRaltra, c/R@ di maggior importanza, fu c/Ressendo egli in villa, e venendo a lui molti giovani per corteggiarlo, e veggendogli da lontano, per far loro onore, fece metter fuoco in tutte le case deR suoi lavoratori. (olendo adun-ue 2ietro contentar il suo sfrenato appetito in tutte le cose a lui possibili, vivendo dissolutamente e senza alcun freno, presto gli vennero le sue gran ricc/ezze a meno, e insieme gli mancarono tutti gli amici c/e Rl corteggiavano. Egli per lo passato tempo, -uando era nella sua felicit3, aveva nodrito molti famelici; ora c/Regli @ affamato e sitibondo, non trova alcuno c/e gli voglia dar da mangiare o da bere. Egli vestiva i nudi, ora niuno gli copre la sua nudit3; egli aveva cura deglRinfermi, ora niuno /a cura della sua infermit3. Egli accarezzava tutti onorandogli sommamente; ora @ malveduto e lo fuggono come contagiosa peste. Laonde essendo giunto il miserello allRamaro e crudel passo di povert3, ed essendo nudo e infermo e vessato dal flusso in tal maniera c/e nRandava il sangue, menava pazientemente la misera e infelice sua vita, ringraziando sempre 5io c/e dato gli avea conoscimento. 4venne c/e andando un giorno il mesc/inello pieno di rogna, tutto sozzo, ad un certo luogo roinato, non gi3 per solazzare ma per diporvi gi: il natural peso del ventre, e guardando finalmente in un pariete per antic/it3 guasto, vidde per una gran fissura risplendere oro. E rotto -uel pariete, trov1 un gran vaso di terra pieno di ducati dRoro; e portatolo a casa nascosamente, cominci1 a rispendere, non profusamente come prima, ma secondo il suo bisogno e moderatamente. Gli amici e cari compagni, c/e "$#

continovamente il corteggiavano nel tempo c/e Rl viveva felicissimamente, avedutisi c/e si era fatto ricco, pensarono di ritrovarlo prodigo come prima; e andatisene a lui, il cominciorono carezzare e corteggiare, pensando tuttavia di viver alle altrui spese. %a la cosa non gli venne fatta come essi voleano ed era il desiderio loro. 2erci1 c/e non solamente non lo trovarono pazzo e largo nel spendere, scioccamente donando il suo e facendo banc/etti8 ma conobbero apertamente lui esser divenuto savio e avaro. E addimandato dagli amici e compagni come era diventato si ricco, li rispondeva c/e se volevano ancor essi diventar ricc/i, bisognava prima c/e vuotassino il sangue dal ventre suo, come aveva fatto egli, dinotandogli c/e prima aveva sparso Rl sangue c/e trovato avesse li danari. 4llora gli sopradetti compagni e amici, vedendo c/e non vi era allegrezza di cavar altro construtto da lui, si partirono. = 2erc/9 la rosseggiante aurora incominciava apparere, e gi3 era terminato il carnessale, e sopragiunto il primo d. di -uadragesima, la signora, voltatasi allRonorevol compagnia, con piacevol viso cos. disse8 = Sapiate, magnifici signori e amorevoli donne, c/e noi siamo al primo d. di -uaresima, ed oramai da per tutto si odeno le campane c/e nRinvitano alle sante predic/e e a fare la penitenza deR nostri commessi errori. Laonde mi par cosa onesta e giusta c/e in -uesti santi giorni poniamo da canto i dilettevoli ragionamenti e gli amorosi balli e soavi suoni, gli angelici canti e le ridicolose favole, ed attendiamo alla salute delle anime nostre. = Gli uomini parimenti e le donne, c/Raltro non "$$

desideravano, il voler della signora sommamente comendarono. E senza far accendere i torc/i, perci1 c/e omai era il giorno c/iaro, comand1 la signora c/e ciascuno se nRandasse a riposare, n9 pi: alcuno si riducesse per conto di compagnia allRusato concistoro, se prima non gli era imposto da lei. Gli uomini, tolta buona licenza dalla signora e dalle damigelle, e lasciatele in santa pace, ritornarono agli alloggiamenti loro.

IL FINE DELLA DECIMATER+A E ULTIMA NOTTE.

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NOTA
Gian Francesco Straparola da &aravaggio lasci1 il suo nome raccomandato a due opere8 un (anzoniere e il !ovelliere. )l canzoniere usc. in luce nel !U*+ in (enezia, e -ui fu ristampato nel !U!U8 cosa di nessun pregio, cadde presto in dimenticanza. )l novelliere, edito nel !UU*-U,, ebbe in )talia molte edizioni nel decorso del secolo '() e nei primi anni del '()); fu presto tradotto in francese e pi: tardi in tedesco, e nel secolo scorso forn. argomento e motivo a studi e ricerc/e specialmente per il fatto c/R@ il primo novelliere in Europa in cui, per proposito c/e si pu1 dire deliberato, siano state raccolte in cos. gran numero le fiabe popolari. 2er esso adun-ue il nome dello Straparola si perpetu1; ma come se lRorigine del novelliere fosse destinata ad essere avvolta nel buio c/e circonda lRorigine delle sue fiabe, e cos. misterioso come un personaggio di -ueste dovesse rimanere il loro narratore, il ricordo delle vicende della sua vita si spense con essa. &/e fosse da &aravaggio @ detto gi3 in fronte al canzoniere8 )pera nova de K74A FR4A&ES&7 STR424R7L4 da (aravazo; e alla sua citt3 il "$&

giovine rimatore rivolge il sonetto8 4 :aravagio, castel venturato, come +elice ti trovi al presente, godendo miser 5acomo Kesente che ti ten per virt= tanto inal*ato. &/e fosse della famiglia Secc/i di &aravaggio sR@ detto, ma non fu confermato. &erto @ c/e se la sua esistenza fu oscura, fu tuttavia assai lunga, perc/9 ancora nellRedizione delle 2iacevoli Aotti del !UUV lo Straparola aggiungeva due novelle dettate nel suo solito stile, e lRedizione del !UU$, come fu gi3 osservato, usc. Had istanza dellRautoreI. )l racconto storico c/e serve di cornice al novelliere, pu1 indurre a credere c/e lo Straparola verso -uel tempo >!U,*W*? vivesse in (enezia, e Hda (inegia il primo di settembre, !UU,I @ datata la lettera Halle graziose ed amorevoli donneI c/e apre il secondo libro delle 2. A. Ecco in succinto il prospetto delle edizioni italiane dei due libri del novelliere. %dizioni del libro primo8 ). (enezia, !UU*. )). I !UU!. ))). I !UUU. %dizioni del libro secondo* "%(

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&omin I 5omenico Francesco &omin Giovanni

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Giglio, Lorenzini, da Trino, onadio,

4ndrea Ravenoldo e Giorgio )oseppe 5omenico I "%' di %anzelli, Farri,

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4ltobello

Salicato,

Giovanni deR 2icc/i e fratelli, s. n. t., Farri, &avalcalupo, Kanetti,

5omenico 5omenico 5aniel I I 4lessandro 5aniel Kanetto 4lberti 5aniel Kanetto deR

(ecc/i,

Kanetti, Kanetti, I Kanetti, Kanetti,

"%-

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I I !V!,. ''(). ologna, Romagnoli 5allR4c-ua, volumi due, !+"+-!"*+, a cura di G. Rua. Aella prefazione a -uestRultima edizione diedi notizia al-uanto diffusa delle varie modificazioni c/e furono introdotte nel testo e nel complesso delle 2. A. nelle loro successive edizioni. Furono dapprima, cio@ nelle ediz. !UUV, !UU$, !UU+ e in -ualc/e altra in seguito, soltanto modificazioni del testo intese generalmente a sostituire nella trascrizione forme pi: moderne e letterarie a forme anti-uate e dialettali; ma gi3 nelle edizioni RUV e RU+ >e in seguito nelle posteriori? si nota unRalterazione, a cos. dire, sostanziale. Aelle edizioni !UU, e !UUW la novella ())), , svolgeva -uesto argomento8 Frate +iberio Pallavicino apostata, poi fatto prete secolare e maestro in teologia, ama la moglie di maestro (hechino intagliatore, ella col consenso del marito in casa l-introduce* e trovato da lui, con una ignominiosa beffa fuori lo manda e da morte lo libera (4); svolgeva cio@ lRargomento c/e da due fabliauM si suole intitolare Le preist crucifi. e Le preist
!() Ja be++a consiste in ci6 che, allBimprovviso rincasar del marito, +rate 9iberio si atteggia sopra un armadio in +orma di croci+isso, sperando cos; di restare inosservato. Frattanto essendo sopraggiunte alcune monache per vedere appunto un croci+isso che maestro :hechino stava lavorando per loro, egli mostra il corpo del +rate1 e poich7 esse si lagnano dBuna cotal sua soverchia prominen*a, il maestro sBappresta a tagliarla coB suoi +erri: ma +rate 9iberio non gliene lascia il tempo, che, saltato gi= dallBarmadio, cos; nudo comBera, se ne +ugge a rompicollo mentre le monache gridono al miracolo.

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teint. Lo Straparola pens1 bene di sopprimerla, e vi sostitu. le due altre brevi novelle c/e nella presente edizione >cos. come in -uelle del RUV e RU+? recano i numeri ())), , e ())), W. = La censura, di cui pare c/e gi3 in -uesto caso si presenta lRinflusso, adoper1 sempre pi: addentro le sue forbici nelle edizioni posteriori al RV,8 come e -uanto, pu1 trovarsi descritto nella mia prefazione su citata allRedizione di ologna !+"+-!"*+. Aella -uale, pubblicata per cura della R. &ommissione peR testi di lingua nelle 2rovincie dellREmilia, dopo pi: di tre secoli le 2. A. riapparvero nella loro forma integrale e originaria essendo state riprodotte principalmente sulle edizioni del !UU* e !UU! pel primo libro e su -uelle del !UU, e !UUW 2er il secondo, tenuto il debito conto delle edizioni del RUV e del RU+. Ristampando ora le fiabe e novelle delle 2. A., mi sono naturalmente attenuto al testo dellRedizione di ologna c/e /o tuttavia riveduto e ritoccato, specie nella punteggiatura; e in ultimo /o segnalato alcune varianti tratte particolarmente dalla ediz. !UU+ per il primo libro e dalle edizioni !UUV e !UU+ per il secondo. %a non /o creduto di dover fissare in forme costanti la varia grafia antica di molte parole e flessioni, ed /o lasciato, p. es., alci/ e alz/; albero, arbovo, albovo; fuoco e fuogo; orecchi e orecchie; limosina e limosena; di, de, deR; fosse e fusse; dopo, dopoR, doppo e simili. Fo omesso la nov. ())), ,, ripudiata, come sR@ detto, dallo stesso autore. Fo anc/e omesso gli aridi e monotoni cenni di commento con cui la brigata accoglie la narrazione delle novelle, e le c/iuse delle Aotti c/e sono di una desolante uniformit3; a darne unRidea /o fatto eccezioni per "%!

la novella ), ! e per la Aotte ); -ualcosa di nuovo e di vario leggesi nelle c/iuse delle Aotti ( e '))), e perci1 le /o conservate. 2arimenti sono omessi gli enimmi; del modo abituale come sono proposti e risoluti pu1 offrire esempio -uello riportato nel s9guito della nov. ), !8 e ne trascegliamo -ui per saggio alcuni altri. I 5IV, ;< Sovra il superbo monte di :hiraldo, cinto di +orte siepe dBogni intorno, un vidi star con occhio di ribaldo, 0uando pi= scalda il sol del 9auro il corno. Ja spoglia ha di +inissimo smeraldo1 ragiona, ride e piange tutto il giorno. 5l tutto detto vBho: restami il nome1 vorrei saper da voi comBei si nome. = )l papagallo. II 5IV, =< /el me**o della notte un leva su, tutto barbuto, n7 mai barba DnonE +eB1 il tempo accenna, n7 strologo +u1 porta corona, n7 si pu6 dir re1 n7 prete, e lBore canta ed ancor pi=1 cal*a li sproni, e cavalier non 21 pasce +igliuoli, e moglie inver non ha: molto 2 sottil chi indovinar lo sa. = Il gallo. III 5V, =< ,a sier Lovo indrio e inanti, chB2 ve*= da tuti 0uanti1 "%"

chi da un lM sta, chi da lBaltro. ben sar8 0uel +ante scaltro che d8 a 0uatro in su la schina, sBa la prima lo indovina. 9uta +i8, da bon amigo, che lB2 *ovo pur ve Bl digo. = %l zovo. IV 5VII, ;< ,ecchio gi8 +ui per tempo, e 0uando nac0ui, +ui da mia madre maschio procreato1 molti giorni ne lBac0ue +redde giac0ui, indi poi tratto +uor martiri**ato1 cotto gi8 +ui, e 0uando a lBuomo piac0ui, col +erro mBebbe ancor tutto s0uarciato1 dBallor in 0ua al servir +ui sempre buono: ditemi, se Bl sapete, chi chBio sono. F Il lino. V 5I9, >< Ker me sto +erma, e se talun mBassale, vo su per tetti e spesso urto nel muro1 le percosse mi +an volar sen*Bale, e saltar sen*a piedi al chiaro al scuro1 non cesso mai, se Bl mio contrario tale non resta, che Bl desir suo sia sicuro1 in me principio o +in pur non si vede, e cosa viva +ui, n7 alcun me Bl crede. = La palla. VI 59I, =< ?ue siamo in nome e sol una in "%#

presen*a, +atte con arte e +ornite con guai. Fra donne conversiam sen*a avverten*a, ma siam maggior +ra genti ro**e assai1 ed in+initi non posson +ar sen*a nostro valor, n7 si dogliamo mai1 e consumate per lBaltrui lavoro, guardate non siam pi= dBalcun di loro. = Le forbici# VII 59III, =< ,ivo col capo in sabbia sotterrato, e sto giocondo e sen*a alcun pensiero1 giovane son, n7 appena +ui ben nato, che tutto bianco, an*i canuto io ero1 la coda verde e poco apprecciato son dal popolo grande, ricco, altero1 caro sol mBha la gente vile e bassa, che mia bont8 +ra gran signor non passa. 0 Il porro.

C$nni 'i'liografi i
Les facietieuses !uits de STR424R7LE. +raduites d-italien en fran1ois par Pierre de Larivey; 4msterdam, !$#U. Ristampa dellRantica traduz. francese >sec. '()? con prefazione del La %onnoXe e annotazioni di fonti e imitazioni del Lainez. 4ltra ristampa di 2arigi, !+U$, con introduzione dello Yannet. M.langes tir.s d-une grande iblioth2que# 3omans, Section '))), 2arigi, !$"!8 con una larga analisi delle 2iac. Aotti. STR424R7L4, M4rchen, (ienna, !$"!8 vi sono tradotte "%$

alcune novelle scelte dalle prime sei Aotti, con alcune scarne e arruffate notizie bio-bibliografic/e. 5EAL72-L)E RE&FT, 5eschichte der Prosadichtungen, !+!W!+U!8 il novelliere dello Straparola vi @ oggetto di particolare trattazione. S&F%)5T, M4rchen67aal# Die M4rchen des 7traparola aus dem italienischen mit 8nmer9ungen, erlino, !+!$. La traduzione delle fiabe dello Straparola @ condotta sulla ediz. ital. del !V*+ gravemente mutilata dalla censura; perci1 non vi comparisce -ualc/e fiaba. 4 -uesta lacuna rimedi1 poi GEGL)EL%7 GR)%% in una delle edizioni dei :inder und 'ausm4rchen. 24SS4A7, I novellieri italiani in prosa, Torino, !+$+, ad vocem. R4ZEL%4AA, 5# F# 7traparola da (aravaggio# 5issertation zur Erlangung der p/ilosop/isc/en 5octor[Lrde; Gottinga, !+V$. L4A54E, eitr4ge zur 5eschichte der italienischen !ovelle, (ienna, !+$U; il cap. sullo Straparola @ a pp. !#V-!,!. &R4AE, Italian popular tales, oston, !++U; vi si parla a lungo dello Straparola e a pp. ,W+-U* vi @ tradotta in inglese la fav. '), !. La stessa fiaba era gi3 stata tradotta dal 5EEL)A, Les contes de ma m2re l-oye avant Perrault, 2arigi, !+$+. E a -uesto proposito @ da aggiungere c/e le nov. )), #; )(, W e (ili # delle 2. A. leggonsi tradotte in S)%R7&Z, Die ;uellen des 7ha9speare, onn, !+$#; e c/e il Z\22EL, 7tudien z<r 5eschichte der italienischen !ovelle in der englischen Litteratur des =VI Iahrhund., Strasburgo, !+"#, d3 notizia di antic/e traduzioni inglesi di novelle dello Straparola, fra cui "%%

appunto le nov. )), # e )(, W. RE4, Intorno alle P# !# dello 7traparola, nel 5iorn# stor# d# letteratura ital., vol. '( e '(); e Le Piac# !otti dello 7traparola, Roma, !+"+. 5) FR4A&)4, La !ovellistica, vol. ), %ilano, !"#W, pp. $!,,!.

INDICE
2REF4K)7AE NOTTE SESTA Favola prima 5uo compari sRamano insieme, e lRuno lRaltro sRingannano; e finalmente fanno le mogli communi. Favola seconda &astorio, desideroso di venir grasso, si fa cavare tutti duo i testicoli a Sandro; ed essendo -uasi morto, vien dalla moglie di Sandro con una piacevolezza placato. Favola terza 2olissena vedova ama diversi amanti; 2anfilio suo figliuolo la riprende8 ella li promette di rimoversi sRegli cessa di grattarsi la rogna; egli le promette, la madre lRinganna8 e finalmente ognRuno ritorna alla opra sua. Favola -uarta Tra tre venerande suore dRuno monasterio nac-ue differenza -ual di loro dovesse essere badessa; e dal "%&

vicario del vescovo vien determinato -uella dover esser, c/e far3 pi: degna prova. Favola -uinta 2reR Kefiro scongiura un giovane c/e nel suo giardino mangiava fig/i. NOTTE SETTIMA Favola prima 7rtodosio Simeoni, mercatante e nobile fiorentino, vassene in Fiandra, e di 4rgentina corteggiana innamoratosi, della propria moglie pi: non si ricorda8 ma la moglie, per incantesmi in Fiandra condotta, gravida del marito a Firenze ritorna. Favola seconda %alg/erita Spolatina sRinnamora di Teodoro &alogero, e nuotando se ne va a trovarlo; e scoperta daR fratelli e ingannata dallRacceso lume, miseramente in mare sRannega. Favola terza &imarosto buffone va a Roma, e uno suo secreto a Leone papa racconta, e fa dar delle busse a duo suoi secreti camerieri. Favola -uarta 5uo fratelli sRamano sommamente; lRuno cerca la divisione della facult38 lRaltro gli consente, ma vuole c/e la divida. Egli la divide; lRaltro non si contenta, ma vuole la met3 della moglie e deR figli8 e poi sRac-uetano. Favola -uinta "&(

Tre fratelli poveri andando pel mondo divennero molto ricc/i. NOTTE OTTAVA Favola prima Tre forfanti sRaccompagnano insieme per andar a Roma; e per strada trovano una gemma, e tra loro vengono in contenzione, di c/i esser debba. En gentilRuomo prononcia dever esser di colui c/e far3 la pi: poltronesca prodezza; e la causa rimane indiscussa. Favola seconda 5uoi fratelli soldati prendeno due sorelle per mogli; lRuno accareccia la sua, ed ella fa contra il comandamento del marito; lRaltro minaccia la sua, ed ella fa -uanto egli le comanda; lRuno addimanda il modo di far c/e gli ubidisca8 lRaltro gli lo insegna. Egli la minaccia, ed ella se ne ride; e alfine il marito rimane sc/ernito. Favola terzaR 4nastasio %inuto ama una gentildonna, ed ella non ama lui. Egli la vitupera, ed ella il dice al marito; il -ual per esser vecc/io gli dona la vita. Favola -uarta ernardo, mercatante genovese, vende il vino con ac-ua, e per volont3 divina perde la met3 deR danari. Favola -uinta %aestro Lattanzio sarto ammaestra 5ionigi suo scolare; ed egli poco impara lRarte c/e glRinsegna, ma "&'

ben -uella Rl sarto teneva ascosa. Aasce odio tra loro, e finalmente 5ionigi lo divora, e (iolante figliuola del re per moglie prende. Favola sesta 5i duo medici, deR -uali uno era di gran fama e molto ricco, ma con poca dottrina; lRaltro veramente era dotto, ma molto povero. NOTTE NONA Favola prima Galafro, re di Spagna, per le parole dRun c/iromante, c/e la moglie li farebbe le corna, fabrica una torre e in -uella pone la moglie; la -uale da Galeotto, figliuolo di 5iego re di &astiglia, rimane aggabbata. Favola seconda Rodolino, figliuolo di Lodovico re di Eng/eria, ama (iolante figliuola di 5omizio sarto; e morto Rodolino, (iolante, da gran dolor commossa, sopra il corpo morto nella c/iesa si muore. Favola terza Francesco Sforza, figliuolo di Lodovico %oro, duca di %elano, segue un cervo nella caccia, e daR compagni si smarrisce; e giunto in casa di certi contadini, si consigliano di ucciderlo. Ena fanciulla scopre il trattato; ed egli si salva, e i villani vivi sono s-uartati. Favola -uarta 2reR 2apiro Sc/izza, presumendosi molto sapere, @ "&-

dRignoranza pieno; e con la sua ignoranza beffa il figliuolo dRun contadino8 il -uale per vendicarsi gli abbrusci1 la casa e -uello c/e dentro si trovava. Favola -uinta ) fiorentini ed i bergamasc/i conducono i lor dottori ad una disputa, e i bergamasc/i con una sua astuzia confondeno i fiorentini. NOTTE DECIMA Favola prima Finetta invola a madonna (eronica di messer rocardo deR &avalli da (erona, una collana, perle e altre gioie; e per mezzo dRun suo amante, non avedendosi il marito, ricupera il tutto. Favola seconda En asino fugge da un monaio, e capita sopra un monte; e trovato dal leone, gli addimanda c/i egli @, e lRasino allRincontro addimanda al leone il nome suo. )l leone dice essere il leone, e lRasino li risponde esser brancaleone; e sfidatisi a fare alcune prove, lRasino finalmente rimane vincitore. Favola terza &esarino deR erni con un leone, un orso e un lupo si parte dalla madre e dalle sorelle; e giunto nella Sicilia, trova la figliuola del re, c/e deveva esser divorata da un ferocissimo dracone, e con -uelli tre animali lRuccide; e liberata da morte, vien presa da lui in moglie. Favola -uarta "&.

4ndrigetto di (alsabbia, cittadino di &omo, venendo a morte, fa testamento; e lascia lRanima sua e -uella del notaio e del suo confessore al diavolo, e se ne muore dannato. Favola -uinta Rosolino da 2avia, omicida e ladro, vien preso dalla famiglia del podest38 e messo alla tortura, nulla confessa. )ndi vede lRinnocente figliuolo tormentare, e senza pi: martorio il padre confessa. )l pretore li dona la vita, ed il bandiggia; egli si fa eremita e salva lRanima sua. NOTTE UNDECIMA Favola prima Sor.ana viene a morte, e lascia tre figliuoli8 5usolino, Tesifone e &ostantino Fortunato; il -uale per virt: dRuna gatta ac-uista un potente regno. Favola seconda 'enofonte notaio fa testamento, e lascia a ertuccio suo figliuolo ducati trecento; di -uai cento ne spende in un corpo morto, e ducento nella redenzione di Tar-uinia, figliuola di &risippo, re di Aovara; la -uale infine prende per moglie. Favola terza 5on 2omporio monaco viene accusato allRabbate del suo disordinato mangiare; ed egli con una favola mordendo lRabbate, dalla -uerela si salva. Favola -uarta En buffone con una burla inganna un "&!

gentilRuomo; egli per -uesto @ messo in prigione, e con unRaltra burla @ liberata dal carcere. Favola -uinta Frate igoccio sRinnamora di Gliceria, e vestito da laico fraudolentemente la prende per moglie; e ingravidata, lRabbandona, e ritorna al monasterio. )l c/e presentito dal guardiano, la marita. NOTTE DUODECIMA Favola prima Florio, geloso della propria moglie, astutamente vien ingannato da lei; e risanato da tanta infermit3, lietamente con la moglie vive. Favola seconda En pazzo, il -uale aveva copia dRuna leggiadra e bellissima donna, finalmente riport1 premio dal marito di lei. Favola terza Federico da 2ozzuolo, c/e intendeva il linguaggio degli animali, astretto dalla moglie dirle un secreto, -uella stranamente batte. Favola -uarta 5Ralcuni figliuoli c/e non volsero esse-uire il testamento del padre loro. Favola -uinta Sisto, sommo pontefice, con una parola solamente fece ricco un suo arlievo nominato Gerolamo. NOTTE DECIMATER+A "&"

Favola prima %aestro Gasparino medico con la sua virt: sanava i pazzi. Favola seconda 5iego spagnuolo compra gran -uantit3 di galline da uno villano, e dovendo far il pagamento, aggabba e il villano e un frate carmelitano. Favola terza En tedesco ed un spagnuolo mangiavano insieme; nac-ue traR servi contenzione -ual fosse pi: liberale, e finalmente si conclude il tedesco essere pi: magnifico del spagnuolo. Favola -uarta Fortunio servo, volendo ammazzare una mosca, uccide il suo patrone, e dallRomicidio con una piacevolezza fu liberato. Favola -uinta (ilio rigantello ammazza un ladro, il -uale era posto nelle insidie per ammazzar lui. Favola sesta Lucietta, madre di Lucilio figliuolo disutile e da poco, il manda per ritrovar il buon di; ed egli il trova, e con la -uarta parte di un tesoro a casa ritorna. Favola settima Giorgio servo fa capitoli con 2andolfo suo patrone del suo servire e alfine convince il patrone in giudicio. Favola ottava Gasparo contadino, fabricata una c/iesiola, la intitola santo 7norato, e vi presenta il rettore, il -ual "&#

col diacono va a visitare il villano. Ed il diacono inconsideratamente fa una burla. Favola nona Filomena giovanetta, posta nel monasterio, gravemente sRinferma; e visitata da molti medici, finalmente ermafrodita vien ritrovata. Favola decima &esare napolitano, lungamente stato in studio a ologna, prende il grado del dottorato; e venuto a casa, infilsa le sentenze per saper meglio giudicare. Favola undecima En povero fratuncello si parte da &ologna per andare a Ferrara, e sopragiunto dalla notte, se nasconde in una casa, dove gli sopravenne un timoroso caso. Favola duodecima Guglielmo re di ertagna, aggravato dRuna infermit3, fa venir tutti i medici per riaver la salute e conservarsi sano. %aestro Gotfreddo medico, e povero, li d3 tre documenti, e con -uelli si regge, e sano rimane. Favola decimaterza 2ietro Rizzato, uomo prodigo, impoverisce; e trovato un tesoro, diventa avaro. Aota

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