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IL PROGETTO E LA REALIZZAZIONE DI UN DISPOSITIVO DI TRASLAZIONE IDRAULICO PER IL VARO DI IMPALCATI METALLICI

STABILITY OF PERFORATED PLATES SUBJECTED TO LOCALISED SYMMETRICAL LOADS: EXPERIMENTAL APPROACH

Manuel Argenta, Emanuele Maiorana, Lorenzo Sartori OMBA Impianti & Engineering SpA Divisione Ingegneria Torri di Quartesolo (VI) omba@omba.biz

ABSTRACT The statement explains the design and implementation of a hydraulic device for moving a number of points of metal decks. The device is designed to be employed enough to enable use with different size and geometry of bridge decks of weight up to 1000 tons. It is possible to launch the bridge-type two-beam or multi-beam and, with appropriate modifications, it is suitable for a variety of bridge in the chest. For the planimetrical layout it can give at the bridge a movement straight or slightly curved in a constant direction considering the optimum orientation of the device, while in terms of altitude it is to be able to meet fluctuations in the vertical plane can be developed is required to follow any requirements for entrance or outlet of the intermediate supports the plan of launching. The equipment will help to solve in a more simple and safe, with a negligible reduction in the time of construction, the implementation of important infrastructure such as bridges and viaducts. SOMMARIO La memoria illustra il progetto e la realizzazione di un dispositivo di traslazione idraulico per vari di punta di impalcati metallici del peso fino a 1000 t. Il dispositivo stato ideato per essere sufficientemente versatile onde consentirne limpiego con differenti tipologie e geometrie di impalcato. E possibile infatti il varo di ponti di tipo bi-trave o multi-trave e con opportune modifiche possibile renderlo adatto per vari di ponte a cassone. Dal punto di vista planimetrico possibile imprimere allimpalcato un moto di tipo rettilineo o moderatamente in curva a raggio costante valutando la direzione ottimale di orientamento del dispositivo, mentre dal punto di vista altimetrico in grado sia di assecondare le oscillazioni nel piano verticale che si possono sviluppare sia seguire eventuali basculmaneti richiesti per esigenze di imbocco o sbocco degli appoggi intermedi del piano di varo. Lattrezzatura contribuir a risolvere in maniera pi semplice e sicura, con una non trascurabile riduzione dei tempi di cantiere, la messa in opera di importanti infrastrutture quali ponti e viadotti.

INTRODUZIONE

1.1 Tecnica di varo a spinta La tecnica del varo di punta, ove non sia possibile o conveniente il montaggio dal basso, certamente la pi utilizzata nellambito specifico delle travate metalliche. Detta tecnica viene di regola applicata per impalcati continui ad anima piena di luce non superiore ai 160 m, ma pu essere utilizzata, con opportuni accorgimenti, anche per travate in semplice appoggio. altres necessario che, di regola, per limpiego di questa tecnica si verifichino alcune condizioni geometriche, quali ad esempio: - il tracciato del ponte presenti asse rettilineo o circolare a raggio costante; - la pendenza trasversale del ponte sia costante o variabile gradualmente; - la sezione del viadotto sia ad altezza costante (lintradosso dellimpalcato sia rettilineo); - vi siano adeguati spazi di assemblaggio allineati con il tracciato del ponte, almeno dietro alla spalla di lancio, ovvero la prima campata sia attrezzabile come cantiere di assemblaggio e lancio. Le strutture miste risultano sicuramente avvantaggiate nellutilizzo di questa tecnica di montaggio, per la quale, il peso della struttura in fase di montaggio certamente un parametro molto importante. A questo proposito, proprio al fine di ridurre le sollecitazioni nella struttura dimpalcato, che deve superare la massima luce a sbalzo potendosi anche verificare, in relazione alla distribuzione delle luci delle campate, che la sezione sollecitata dal massimo momento negativo in fase di varo non sia quella in esercizio, vengono adottati alcuni accorgimenti, quali ad esempio: - ladozione di pile provvisorie, disposte in posizione intermedia fra le pile definitive, al fine di ridurre la luce delle campate principali, riducendo cos la luce che la struttura in fase di varo deve superare a sbalzo; - utilizzare una struttura reticolare assai pi leggera della struttura dimpalcato in varo, denominata avambecco, montata sulla testa di varo, al fine di ridurre le sollecitazioni in corrispondenza dello sbalzo massimo (massimo momento negativo); la lunghezza dellavambecco determinata in relazione sia alla massima luce da superare a sbalzo, sia in relazione alla distribuzione delle luci delle campate al fine di fare coincidere i massimi momenti negativi in fase di varo con i corrispondenti desercizio; si osservi che, in relazione alla freccia verticale determinata dallo sbalzo, sicuramente di valore notevole, in ogni caso necessario un avambecco con intradosso curvilineo al fine di favorire lingaggio dei piani di scorrimento (slitte, rulliere) che, altrimenti, si verrebbero a trovare a una quota decisamente superiore rispetto alla testa di varo. - utilizzare un sistema di stralli provvisori, richiusi nella struttura dellimpalcato, al fine di sopperire alla deficiente resistenza strutturale della travata in fase di varo, laccorgimento simile a quello indicato per lavanzamento a sbalzo; - rinforzare la piattabanda superiore ove questa sia non adeguata per le verifiche in fase di varo: questo accorgimento spesso necessario per il caso di travate in sistema misto acciaio calcestruzzo, mancando come detto il contributo della soletta in c. a.; - disporre travi di varo al di sotto della piattabanda inferiore, per lintera lunghezza della travata, nel caso in cui piattabanda inferiore e anima non siano in grado di sopportare i carichi localizzati determinati dalle reazioni vincolari in corrispondenza dei piani di scorrimento(slitte, rulliere); questa condizione si verifica sovente per il caso di travate reticolari, per le quali le briglie inferiori non sono dimensionate per sopportare carichi applicati fra nodo e nodo. Evidentemente, caso per caso, si potranno valutare anche combinazioni dei rimedi sopra indicati anche se fondamentale il fatto che il progetto del ponte venga elaborato sin dallinizio, cosa per la verit assai rara, tenendo anche conto delle necessit di assemblaggio e varo e quindi dei vincoli reali di cantiere.

DESCRIZIONE

2.1 Descrizione generale Lattrezzatura di spinta (Dispositivo di Traslazione Idraulico, di seguito DTI) costituita dai seguenti componenti principali: - una coppia di travi di varo con lo scopo di guida e supporto del dispositivo di spinta vero e proprio (Figura 1); - una cuffia scorrevole in guida sulle travi di varo dotata di denti di ingranamento ribaltabili lateralmente mediante cerniere e di sistema di bloccaggio in sicurezza alle travi di varo; - un martinetto di tiro/spinta con annesso sistema di attacco alle travi di varo; - un vassoio di supporto del sistema di ammorsamento a ganasce alle strutture da varare (Figura 2). La trasmissione del moto viene applicata mediante un cilindro idraulico a corsa lunga che applica la sua forza alla cuffia scorrevole in guida sulle travi di varo. A seconda delle capacit di tiro/spinta del cilindro il DTI pu applicarsi indifferentemente per operazioni di varo e/o retrovaro. Le travi di varo mantengono in guida la cuffia sia per garantire la corretta trasmissione del moto alle strutture (evitando inopportuni moti di deriva della cuffia); la guida offre inoltre alla cuffia un sistema di vincolo a cassetto in grado di consentire il moto sotto carico eccentrico, in quanto forze attive e reattive agiscono sulla cuffia con differenti bracci di leva e quindi con momento ribaltante non nullo. Il vassoio lelemento superiore del DTI, completamente indipendente dalla cuffia ( un componente flottante), alla quale si ingrana solamente attraverso i denti di trasmissione del moto, i quali sono comunque scorrevoli lungo le battute sulle ganasce del vassoio per assecondare i possibili movimenti dellimpalcato in fase di varo (e quindi del vassoio ad esso solidale). I denti sono ribaltabili lateralmente per riarmare il dispositivo senza incorrere in interferenza con eventuali strutture dimpalcato tipo diaframmature trasversali, controventature inferiori, ecc.. Lammorsamento del dispositivo al ponte avviene per attrito mediante un sistema di pinze costituite da ganasce poste in battuta laterale sulla piattabanda inferiore della trave dimpalcato e mantenute serrate in posizione mediante barre trasversali precaricate con martinetti cavi.

Fig. 1: Meccanismo di traslazione

DENTE DI TIRO

RIDUTTORE

CUFFIA VASSOIO

Fig. 2: Dettaglio elementi costitutivi.

2.2 Descrizione di un ciclo tipico di funzionamento Il dispositivo di varo permette di traslare un impalcato da ponte attraverso un insieme di operazioni che vengono ripetute ciclicamente pi volte, ciascun ciclo definisce uno step di traslazione che pu essere ripetuto tante volte quante ne rende disponibile la corsa massima offerta dalle travi di varo. Alla fine di ciascun ciclo viene riarmata la corsa del pistone di traslazione, esaurita la corsa disponibile del dispositivo questo viene completamente riarmato per poter ricominciare un altro macro-ciclo. Lo schema generale indicativo del ciclo tipico di funzionamento viene di seguito descritto: Fase 1 DTI messo in sicurezza attraverso il perno di bloccaggio della cuffia alle travi di varo; Fase 2 Rotazione dei denti in posizione verticale di ingranamento; Fase 3 Sollevamento del vassoio in posizione di ammorsamento allimpalcato; Fase 4 Ammorsamento del vassoio alla trave dimpalcato agendo sulle ganasce precaricando le barre trasversali di serraggio mediante martinetti; Fase 5 Rimozione del perno di bloccaggio della cuffia alle travi di varo; Fase 6 Azionamento del pistone di traslazione imponendo al sistema uno spostamento fino al massimo della sua corsa utile; Fase 7 Messa in sicurezza del sistema mediante inserimento del perno di bloccaggio della cuffia alle travi di varo; Fase 8 Riarmo del pistone di traslazione; Fase 9 Ripetizione delle fasi 6 8 fino a portare il DTI a fine corsa utile; Fase 10 Riarmo completo del DTI mantenendo se necessario in sicurezza limpalcato; Fase 11 Ripetizione delle fasi 1 10 fino a portare a compimento le operazioni di varo. 2.3 Campo di applicazione Il DTI si presta per applicazioni su ponti metallici del tipo bi-trave o multitrave, essendo concepito per aggrapparsi alla piattabanda inferiore di travi a 2T; il principio di funzionamento del dispositivo rende in ogni caso possibile estensioni del campo di applicazione anche ad altre configurazioni dimpalcato: opportune modifiche del DTI possono ad esempio renderlo adatto per vari di ponte a cassone. In linea di massima non vi sono limiti di impiego per ponti con travi a 2T, la traversa di supporto pu infatti essere progettata per pinzare piattabande di qualsiasi dimensione, sia in termini di larghezza che di spessore; opportune considerazioni vanno invece fatte sulla cinematica del varo, per verificare la capacit del DTI nellassecondare i movimenti dellimpalcato durante la spinta in corrispondenza del punto di presa: 1. da un punto di vista planimetrico, poich il moto impresso allimpalcato di tipo rettilineo (anche se per un tratto relativamente breve, se comparato con la sua lunghezza), per vari di ponti in curva

da valutarsi la direzione ottimale di orientamento del dispositivo (sulla tangente locale piuttosto che sulla corda media della traiettoria di varo); 2. da un punto di vista altimetrico, il dispositivo invece in grado di assecondare entro certi limiti le oscillazioni nel piano verticale che limpalcato pu sviluppare in corrispondenza del punto di presa durante lintervallo di avanzamento definito dalla corsa del DTI questo accade ad esempio nel caso di travi ad altezza variabile o semplicemente costruite con una monta di una certa importanza, o nel caso di basculamenti richiesti allimpalcato per esigenze di imbocco o sbocco da appoggi intermedi del piano di varo. Il fenomeno tanto pi accentuato quanto pi il DTI distante dallappoggio del piano di scorrimento. In linea di principio, il posizionamento pi opportuno del DTI sulla spalla di lancio in adiacenza agli appoggi del piano di scorrimento, cosicch possa risentire il meno possibile degli eventuali movimenti oscillatori dellimpalcato (basculamenti); sono in ogni caso possibili altre configurazioni, da valutarsi in funzione delle esigenze di varo e di cantierizzazione. 3 ANALISI STRUTTURALE E FASI DI CALCOLO

Nello sviluppo del progetto, i calcoli svolti tengono conto delle differenti configurazioni di lavoro che possono verificarsi per un determinato componente strutturale. Ci significa che, qualora durante lutilizzo del dispositivo detto componente modifica lo schema statico, le proprie caratteristiche geometriche e statiche (rigidezza, materiale, ecc..), langolo di lavoro, il carico utile di lavoro e in generale le azioni cui assoggettato e quantaltro, le verifiche vengono svolte per ogni scenario significativo a caratterizzare correttamente la risposta, sovrapponendo, combinando od inviluppando gli effetti di ogni fase di calcolo come richiesto dallanalisi in corso; se possibile e quando evidente, potr essere analizzato anche solamente lo scenario identificato come dimensionante per il componente strutturale in oggetto. 3.1 Situazioni transitorie Le situazioni di progetto prese in considerazione nel calcolo devono tutte intendersi come transitorie, data la limitata durata di esse ed per il fatto che rappresentano solo un momento di passaggio della struttura definitiva verso la sua configurazione finale assunta in servizio. Poich il generico ciclo di funzionamento del DTI comporta il passaggio attraverso diverse configurazioni di lavoro ben distinte, si reso necessario procedere allanalisi di ognuna di queste separatamente, individuando differenti scenari di verifica. Per ognuno di questi scenari vengono di volta in volta analizzate le problematiche pertinenti, determinando i carichi e le azioni da considerarsi nel calcolo e svolgendo le verifiche ritenute significative per la sicurezza ed integrit della struttura. 3.2 Fase 1 di tiro con altezza massima di esercizio del vassoio portapinze Viene analizzata la fase di tiro del DTI con agente il valore massimo di progetto del tiro utile alle pinze (differente dal tiro effettivo trasmesso dal pistone alla cuffia, essendo il rendimento della macchina inferiore allunit per le resistenze parassite nelle guide di scorrimento della cuffia); si assume massima leccentricit tra azione e reazione del sistema, cio si assume massima laltezza di esercizio del vassoio portapinze. 3.3 Fase 2 di messa in sicurezza temporanea del sistema in fase di riarmo del pistone con altezza massima di esercizio del vassoio portapinze Viene analizzata la fase di stazionamento del DTI, in cui il sistema DTI - Impalcato viene messo in sicurezza mediante un perno di bloccaggio per permettere il riarmo del pistone in assenza di carico, con agente il valore massimo di progetto della reazione utile alle pinze (convenzionalmente stimata pari a met del valore massimo di progetto del tiro utile per la giustificazione tecnica vedere pi avanti); si assume massima leccentricit tra azione e reazione del sistema, cio si assume massima laltezza di esercizio del vassoio portapinze.

COMBINAZIONI DI CARICO

4.1 Risultati per lo scenario 1 Lo scenario 1 rappresenta la configurazione di impiego del dispositivo che impiega quasi tutti i componenti con massimo valore delle sollecitazioni. Il funzionamento della pinza pu essere cos inquadrato: - Modo 1: Il serraggio delle barre e il coefficiente di attrito ganascia-struttura sono tali da impedire scorrimenti tra ganasce e struttura sotto il massimo carico di tiro/spinta applicato in fase di traslazione. In tal caso il carico trasmesso per contatto dai denti direttamente alla battuta delle ganasce anteriori (nel senso del moto imposto alla struttura) viene trasferito per attrito alla struttura da movimentare senza coinvolgere il vassoio porta pinze; risultano attive nella trasmissione del moto le sole ganasce anteriori, mentre quelle posteriori risultano praticamente inerti per i gioco daccoppiamento in guida di esse con il vassoio. - Modo 2: Il serraggio delle barre e il coefficiente di attrito ganascia-struttura sono tali da richiedere che entrambe le linee di serraggio in parallelo risultino attive nella trasmissione del moto. In tal caso il carico trasmesso per contatto dai denti direttamente alla battuta delle ganasce anteriori (nel senso del moto imposto alla struttura) viene trasferito per attrito alla struttura da movimentare, ma non essendo la sola linea di serraggio anteriore sufficiente a trasferire il moto alla struttura si verifica un assestamento iniziale delle corrispondenti ganasce nel vassoio ed uno scorrimento allinterfaccia ganasce anteriori - struttura finch si annullano i giochi di accoppiamento di tutte e 4 le pinze in guida nel vassoio, che entra in carico deformandosi elasticamente favorendo la equalizzazione del carico tra le due linee di serraggio.

Fig. 3: Pinza scenario 1, funzionamento in modo 2 Tensioni ideali VM.

Fig. 4: Pinza scenario 1, funzionamento in modo 2 Tensioni di compressione YY.

Fig. 5: Pinza scenario 1, funzionamento in modo 2 Tensioni normali trasversali YY.

5.2 Risultati per lo scenario 2 Lo scenario 2 rappresenta la configurazione di impiego del dispositivo che impegna direttamente il sistema di bloccaggio in sicurezza del dispositivo, altrimenti scarico durante la trasmissione attiva del movimento e indirettamente i restanti componenti della cuffia. Il valore di progetto assunto per la forza resistente che deve opporre il DTI per mantenere in sicurezza limpalcato in fase di varo viene assunta convenzionalmente pari a met della forza di tiro/spinta poich si pu ritenere che in un varo le resistenze al moto siano mediamente non inferiori (in termini di pendenza equivalente) alla massima pendenza locale della traiettoria di varo (pendenza media della livelletta + incrementi per eventuali monte locali + varie). Pertanto in fase di

messa in sicurezza delle strutture, trascurando leffetto in questo caso favorevole (stabilizzante) degli attriti, resta da contrastare leventuale pendenza della traiettoria di varo.

Fig. 6: Fasi dellassemblaggio dellapparecchiatura.

a)
Fig. 7: Utilizzo dellapparecchiatura in cantiere per il varo di un ponte.

b)

DATI TECNICI Range dimensioni piattabande: da 600 mm a 1200 mm Corsa pinza: 4000 mm Carico massimo: 1000 kN Forza applicabile: 500 kN PAROLE CHIAVE Varo di ponti; meccanismo di traslazione; attrezzature cantiere; varo longitudinale per spinta.

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