You are on page 1of 3

Amiche

Christchurch, Nuova Zelanda.

Sono gli anni Cinquanta.

Pauline Parker e Juliet Hulme hanno solo un anno di differenza.

Classe 1937 l’una, classe 1938 l’altra. Ma non è solo l’età ad unirle, no. Le accomuna anche la
salute cagionevole.

Ostiomelite l’una, tubercolosi l’altra. A scuola non possono fare sport e guardano le altre ragazze
che giocano, corrono, si allenano. La malattia le isola dagli altri e, contemporaneamente, le
avvicina. Pauline e Julie chiacchierano, fanno amicizia, diventano inseparabili. Escludono le altre
ragazze. Parlano, leggono, sognano: amano la letteratura e il cinema, sognano di fuggire lontano e
di fare le attrici. Dapprima i genitori delle ragazze incoraggiano il loro legame: Pauline e Juliet sono
spesso l’una a casa dell’altra. Leggono, sognano, vivono in un mondo tutto loro, parlano un
linguaggio segreto. Una bella amicizia, un grandissimo affetto. Ma dopo qualche tempo, il legame
comincia a diventare ossessivo.

Asfittico.

Inquietante.

Omosessualità, è il responso del medico che visita Pauline.

Omosessualità: una diagnosi che all’epoca sa di devianza ed ha pure qualche risvolto penale.
E di lì a poco è tutto un consultarsi di genitori preoccupati, che vogliono a tutti i costi separare le
due ragazze. Nella foto della scuola, Pauline non sorride: lo sguardo torvo buca la pellicola in
bianco e nero. Bisogna pensare ad una soluzione… perché nessuno può separare due grandi amiche!
Intanto però, le cose precipitano: Juliet scopre sua madre a letto con il suo amante ed è la fine del
matrimonio dei suoi genitori. Il padre, lo scienziato Henry Hulme, decide che- dopo aver
ufficializzato il divorzio- spedirà Juliet in Sud Africa, da alcuni parenti. Il clima favorevole farà
bene ai suoi delicati polmoni e sarà, una volta per tutte, la fine della morbosa amicizia con Pauline.
Ma il professore Hulme, medico e rettore dell’Università di Christchurch, non ha fatto i conti con
l’amore testardo della piccola Parker, che vuole trasferirsi in Sud Africa per seguire l’amica del
cuore. A questo disegno s’oppone la madre di Pauline, la signora Honora: è una donna semplice ma
ha capito che bisogna agire, che bisogna aver mano ferma con quelle due adolescenti sciagurate.
Pauline e Juliet allora, fanno buon viso a cattivo gioco. Fingono di aver capito. Di aver accettato.
Ma, in segreto, progettano d’eliminare la persona che sembra opporsi con più decisione al loro
legame, ovvero Honora Parker. La madre di Pauline.

Succede tutto in fretta, durante quella che doveva essere una piacevole mattinata di shopping.

È il 22 giugno 1954. È il giorno che Pauline aspetta con ansia, quello che - come scrive nel suo
diario- porterà alla “happy end”.

Succede tutto in fretta. Le ragazzine sono uscite con Honora. Prima che l’autobus le riporti tutte a
casa, portano Honora in un vialetto con la scusa di una passeggiata. Honora guarda l’orologio, ha
fretta e cammina davanti, con passo deciso. Si china quando una delle due ragazze lancia a terra un
sasso rosa. Quello è il momento, quella è l’occasione: per spaccarle la testa con un mattone avvolto
in una calza. Le due ragazze se lo passano e a turno, finiscono la donna. Poi scappano, corrono via:
chiamano aiuto, aiuto perché una donna è caduta e s’è rotta la testa.

Sono due ragazzine intelligenti ma trovano una scusa banale: dall’autopsia emerge subito che si
tratta di morte violenta.

Sono due ragazzine intelligenti, e lo dirà anche il giudice.

Sono due ragazzine intelligenti e non sono pazze, no.

Sono semplicemente cattive e perciò vengono dichiarate colpevoli, senza attenuante alcuna, il 29
Agosto del 1954.

La pena di morte viene esclusa perché hanno solo sedici anni e dunque si decide di separarle e di
tenerle in carcere a discrezione di Sua Maestà, essendo la Nuova Zelanda parte del Commonwealth
britannico.

La condizione del loro rilascio è che non abbiano contatti durante la detenzione e nemmeno in
seguito. Pauline e Juliet non vengono solo condannate alla prigione ma anche (o sopratutto?) a non
vedersi mai più. E così avviene.

Vengono liberate nel 1959. Pauline, semplicemente, si volatilizza. Juliet invece raggiunge la madre
in Inghilterra e qui, con lo pseudonimo di Anne Perry, inizia a scrivere. Romanzi gialli e noir.
Ottiene un grande successo di critica e di pubblico ma nessuno ancora sa della macchia nel suo
passato, finchè - nel 1994- non esce il film neozelandese Heavenly Creatures con Kate Winslet.
Scoprire che fine hanno fatto le due amiche “di morte” diventa imperativo per i giornalisti e alla
fine, a furia di scavare, viene fuori che la famosa scrittrice Anne Perry è Juliet Hulme mentre la
pacifica e pia insegnante di equitazione, Hilary Nathan, non è altri che Pauline Parker sotto mentite
spoglie.

Neanche dopo queste rivelazioni le due donne hanno ripreso i contatti.

Hanno due nuovi nomi, due nuove identità, due nuove vite.

Ma è veramente possibile cancellare il passato?

You might also like