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Anno IV n.

1 - gennaio/febbraio 2008

Axim Italia
Italcementi Group
www.axim.it
Per informazioni: Servizio Assistenza Tecnica
E-mail: sat@italcementi.it N.Verde: 800-820116

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Axim Italia produce additivi


per calcestruzzi a prestazione
facili da mettere in opera e durabili.

ASSOBETON
Organo Ufficiale di ASSOBETON

Spedizione in abbonamento postale - Tabelle B - (Tassa riscossa) - autorizzazione rilasciata a IMREADY SRL - N. 881 del 06.02.08 della Direzione Generale PP.TT. della Rep. S. Marino

Industrie manufatti cementizi

Labbinamento giusto
per ogni occasione

CONFINDUSTRIA

STUDIERICERCHE

Prove di carico su pilastri prefabbricati giuntati tramite


ferri di ripresa inghisati

2008

Produzione di manufatti prefabbricati di elevate qualit


e prestazioni mediante il processo di estrusione

Valutazione della sicurezza in esercizio di un ponte


ad arco-portale costruito per conci

AMBIENTE

IL CEN TC 350
Standard previsti e programma d'azione

INSERTI

Uso degli inserti per calcestruzzo in conformit


alle normative vigenti


DALLUNIVERSIT
Intervista a Nerio Tullini

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Dynamon NRG & Dynamon SP


Soluzioni specifiche per lindustria della prefabbricazione

PSviluppo rapido

delle resistenze
meccaniche

POttimizzazione

cicli produttivi
e drastica
riduzione dei cicli
di maturazione
Per risolvere le
problematiche tipiche della
prefabbricazione e per dare
un forte contributo
allinnovazione e allo
sviluppo del settore, Mapei
ha sviluppato i prodotti
delle gamme
DYNAMON NRG &
DYNAMON SP, specifici per
questo tipo di applicazioni
e particolarmente idonei
anche per il
confezionamento di
calcestruzzi
autocompattanti.

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Via S. Caterina, 35 - 33030 Basaldella di Campoformido (UD)
Societ soggetta a direz. e coord. della IMER International S.p.A.
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Editoriale

LEditoriale
del Presidente

La nostra
rivista si rinnova

tutti voi non sar certamente sfuggita la


novit che caratterizza il presente numero della nostra rivista: mi riferisco al
cambio del titolo, dopo oltre tre anni di vita.
A partire da questa edizione, infatti, lorgano
ufficiale di ASSOBETON dismette la denominazione Industrie della Prefabbricazione
per assumere quella di Industrie Manufatti
Cementizi.
Due le ragioni fondamentali alla base di questa
svolta.
La prima, legata alla decisione di assumere la
completa titolarit della testata, sino ad oggi
condivisa con un editore esterno, al fine di
pervenire alla totale indipendenza operativa. Si
chiude, quindi, con oggi, la fase connotata dalla
condivisione con terzi delle politiche di comunicazione, politiche che considero strategiche
per la nostra Associazione.
La convinzione che il momento di questa
importante svolta fosse giunto, venuta dal
successo fino ad ora conseguito dal progetto
editoriale iniziato con la pubblicazione del
primo numero della nostra rivista e che ormai ha superato le incognite tipiche di ogni
avviamento.
La seconda legata alla volont di sottolineare
lappartenenza esclusiva ed immediatamente
riconducibile ad ASSOBETON del nostro
organo ufficiale.

Per questi motivi si deciso di dare maggior


risalto, attraverso la grafica di copertina, al
logo dellAssociazione con lemblema confindustriale: in questottica si comprende la
scelta di riprodurre, tale e quale, la definizione
istituzionale, Industrie Manufatti Cementizi, che
ci caratterizza come Associazione Nazionale.
Tale dicitura, invero, nella precedente denominazione della rivista, non era richiamata e ci
ingenerava potenziale confusione con prefabbricati di altra origine e composizione.
Sul fronte dei contenuti, per contro, la strategia
che ha fin qui caratterizzato il successo e lapprezzamento della nostra rivista permane immutata, nellambito, ovviamente, di un costante
e attento processo di miglioramento che si
sviluppa anche attraverso il concreto contributo dei nostri assidui lettori e dei sempre pi
numerosi sponsor.
Come ben noto a tutti voi, la forza della
nostra rivista risiede nella chiarezza di obiettivi
che sono alla sua base: mi riferisco alla scelta
strategica di rivolgersi unicamente al mondo
della prefabbricazione da un lato ed alla copertura del mercato italiano, dallaltro; mercato
che, peraltro, siamo convinti di raggiungere
capillarmente.
Confido che anche questultima novit, frutto
di unattenta analisi maturata negli organi collegiali di ASSOBETON, segni unaltra importante
ed ulteriore tappa nel cammino di sviluppo del
nostro organo ufficiale ed attraverso questultimo, grazie anche al prezioso contributo dei
nostri sponsor, che non posso stancarmi di
ringraziare, della nostra Associazione che riveste per tutti noi un ruolo di fondamentale
importanza.
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(Renzo Bullo)

1 - Industrie manufatti cementizi

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Leditoriale del Presidente


di Renzo Bullo

Il Commento del Direttore


di Maurizio Grandi

Editoriale

Industrie Manufatti Cementizi: il nuovo riferimento


di Andrea Dari

Studi e Ricerche

Prove di carico su pilastri prefabbricati giuntati tramite ferri di ripresa inghisati


di Nerio Tullini e Luisfilippo Lanza

Studi e Ricerche

Produzione di manufatti prefabbricati di elevate qualit e prestazioni mediante il processo di estrusione


di Roberta Alfani e Gian Luca Guerrini

Studi e Ricerche

Valutazione della sicurezza in esercizio di un ponte ad arco-portale costruito per conci


di Marcello Arici e Michele Fabio Granata

Ambiente

IL CEN TC 350 Standard previsti e programma d'azione


di Gian Luca Baldo

Inserti

Uso degli inserti per calcestruzzo in conformit alle normative vigenti


di Roberto Ragozzini

DallUniversit

Intervista a Nerio Tullini


di Andrea Dari

Attualit

Assobeton
Rendimento energetico degli edifici

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DA

Assobeton
NEWSTREET

Pubblicazioni Assobeton

Come Associarsi

Elenco Soci

Industrie Manufatti Cementizi


Bimestrale - n. 1/2008
Direttore responsabile
Andrea Dari

Pubblicit
Imready srl
Strada Cardio, 4 47891 Galazzano RSM
Tel. 0549.909090 Fax 0549.909096

Direttore editoriale
Maurizio Grandi

Grafica e impaginazione
fva Via Piave, 11 Varese

Comitato di redazione
Renzo Bullo, Giorgio Fontana,
Maurizio Grandi, Alessandra Biloni,
Andrea Dari

ASSOBETON
Via Giacomo Zanella, 36
20133 Milano
Tel. 02.70100168 Fax 02.7490140
info@assobeton.it

Segreteria editoriale
Alessandra Biloni
Segreteria di Redazione
Patrizia Ricci
Redazione
Andrea Dari, Patrizia Ricci,
Alessandra Biloni, Stefania Alessandrini
Strada Cardio, 4 47891 Galazzano RSM
Tel. 0549.909090 Fax 0549.909096
info@idrabeton.com

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Servizio abbonamenti
Abes Srl
Via Giacomo Zanella, 36 20133 Milano
Partita IVA 10372780154
Tel. 02.70100168 Fax 02.7490140

Condizioni di abbonamento
Il prezzo di abbonamento per lanno 2008
(5 numeri) di 26.
Il prezzo di una copia di 10,50.
Tutti i diritti riservati
Il prezzo di una copia arretrata di 12,50.
vietata la riproduzione, anche parziale, del materiale I prezzi sopraindicati si intendono IVA esclusa.
pubblicato senza autorizzazione dellEditore.
Per informazioni: info@assobeton.it
Le opinioni espresse negli articoli appartengono ai
singoli autori, dei quali si rispetta la libert di giudizio,
lasciandoli responsabili dei loro scritti.
Lautore garantisce la paternit dei contenuti inviati Autorizzazione: Segreteria di Stato Affari Interni
alleditore manlevando questultimo da ogni eventua- Prot. n. 73/75/2008 del 15/01/2008.
le richiesta di risarcimento danni proveniente da terzi Copia depositata presso il Tribunale della Rep. di
che dovessero rivendicare diritti su tali contenuti.
San Marino

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Editoriale

Il Commento
del Direttore

Il Congresso
cambia format

aveno (VB), 22 e 23 maggio 2008:


luogo e data scelti dalla Giunta per la
XIII edizione del Congresso Nazionale
ASSOBETON.
Qualche novit, nel solco della continuit, per
il format, rispetto alle edizioni di Roma 2004
e Siena 2006.
Non cambiano durata e struttura delle due
giornate in programma, confermando il gioved
ed il venerd come i giorni pi graditi della settimana. Siamo consapevoli, infatti, che, per quanto levento sia straordinariamente importante
per incontrarsi, conoscersi e dibattere (almeno
una volta ogni due anni!) temi di comune interesse, la vita dimpresa oggi non conceda battute darresto e la presenza dellimprenditore
in aziende come le nostre, per la maggioranza
di tipo familiare, resti indispensabile.
Da sottolineare, poi, limportanza in tutti i
nostri Congressi dellappuntamento con il rinnovo degli organi istituzionali (Giunta, Consiglio
Direttivo, Collegio dei Revisori Contabili e
Collegio dei Probiviri): momento da non sottovalutare, se vogliamo garantire nuova linfa vitale
allAssociazione che, ispirandosi ai principi confindustriali, vede nellalternanza un aspetto di
straordinario significato democratico e garanzia
di continuit gestionale di lungo termine.
Non cambia la formula del convegno previsto

per venerd 23 maggio, dedicato ad un tema


di interesse generale (la grande diversificazione merceologica tra gli Associati non facilita,
invero, tale scelta) dove al contributo di relatori di spicco seguir una tavola rotonda a cui
tutti gli Associati sono invitati a partecipare.
Due, invece, le principali novit rispetto al
passato.
La prima: lattenta valutazione delle due
edizioni precedenti, condotta attraverso interviste ad Associati e Sponsor, ci ha indotti
a considerare non indispensabile, soprattutto per questi ultimi, lallestimento di stand
espositivi, facendoci optare, invece, per un
maggior coinvolgimento del mondo della
fornitura nei lavori congressuali.
La seconda, di conseguenza, riguarda lorganizzazione, nel pomeriggio di gioved, di eventi
paralleli dedicati alle specificit delle Sezioni di
ASSOBETON. I Fornitori avranno lopportunit di unirsi al dibattito, collegato, per quanto
possibile, al tema centrale del convegno del
giorno successivo. Riteniamo che questa
inedita formula incontrer il gradimento di
molti Associati che avranno pi probabilit
di trovare nel Congresso temi di proprio
specifico interesse. Il nostro Congresso deve
crescere e pensiamo di dover sperimentare
nuove soluzioni che rendano levento, con il
tempo, un appuntamento irrinunciabile per
tutti. Siamo convinti che il miglior parametro
per valutarne il successo sia costituito dal numero delle imprese partecipanti, comprese le
non associate per le quali il Congresso pu
costituire una preziosa occasione di verifica.
Importante sar anche il numero complessivo delle presenze che verranno certamente

incentivate con formule adeguate.


(Maurizio Grandi)

1 - Industrie manufatti cementizi

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Gli autori su questo numero

Roberta Alfani
CTG Italcementi Group,
Direzione Laboratori Bergamo
r.alfani@itcgr.net

Marcello Arici
Dipartimento di Ingegneria Strutturale
e Geotecnica Universit di Palermo
arici@diseg.unipa.it

Gianluca Baldo
Life Cycle Engineering Torino
baldo@studiolce.it

Fabio Braccini
Sezione Blocchi e Pavimenti
ASSOBETON

Riccardo Cecconi
Sezione Blocchi e Pavimenti
ASSOBETON

Andrea Dari
IDRA S.A.
a.dari@idrabeton.com

Luisfilippo Lanza
Tecnico Laureato
Laboratorio Prove Materiali
e Strutture
Universit di Ferrara

Giovanni Plizzari
Professore Ordinario di Tecnica
delle Costruzioni
Universit di Brescia
plizzari@ing.unibs.it

Roberto Ragozzini
Presidente Gruppo Inserti
ASSOBETON

Patrizia Ricci
IDRA S.A.
p.ricci@idrabeton.com

Marco Savoia
Professore Ordinario di Tecnica
delle Costruzioni
Universit di Bologna
marco.savoia@mail.ing.unibo.it

Nerio Tullini
Professore Associato di Tecnica
delle Costruzioni
Universit di Ferrara
ntullini@ing.unife.it

Michele Fabio Granata


Dipartimento di Ingegneria Strutturale
e Geotecnica Universit di Palermo
granata@diseg.unipa.it

Gian Luca Guerrini


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Direzione Laboratori Bergamo
g.guerrini@itcgr.net

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1 - Industrie manufatti cementizi

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Editoriale

Industrie Manufatti
Cementizi:
il nuovo riferimento
di Andrea Dari

Dal 2008 inizia la pubblicazione di INDUSTRIE MANUFATTI CEMENTIZI, il nuovo


organo ufficiale di ASSOBETON.
La riviste nasce dalla positiva esperienza
editoriale che lAssociazione ha maturato
con Industrie della Prefabbricazione, con
lobiettivo di fornire allintera filiera uno
strumento di aggiornamento sui diversi argomenti peculiari allo sviluppo del
comparto.
Lo stesso titolo, INDUSTRIE MANUFATTI CEMENTIZI, che parte della denominazione istituzionale di ASSOBETON
(Associazione Nazionale Industrie Manufatti Cementizi) evidenzia la vocazione
specifica della rivista, pubblicata in sei
numeri lanno: cinque nel formato editoriale di rivista e il sesto come Annuario
del settore.
Il Direttore Editoriale della Rivista, lIng.
Maurizio Grandi, Direttore di ASSOBETON, ha il compito di guidare INDUSTRIE MANUFATTI CEMENTIZI, con
lobiettivo di:
4 promuovere lo sviluppo associativo e
dare visibilit ad ASSOBETON;
4 contribuire alla crescita tecnico economica delle aziende e del comparto;
4 rappresentare un punto di incontro e
confronto per il settore;
4 costituire la base di riferimento per
seguire levoluzione normativa.

LE CARATTERISTICHE
La rivista mantiene il formato (A4), limpostazione grafica essenziale, la suddivisione in aree tematiche e contiene
alcune novit:
4 ampliamento della sezione dedicata
agli speciali affinch ogni numero rappresenti al tempo stesso un aggiornato strumento di informazione ed
anche un documento di approfondimento da conservare;
4 maggiore spazio alle sezioni merceologiche di ASSOBETON e quindi ai
diversi comparti che costituiscono il
settore dei manufatti cementizi.
Le aree tematiche della rivista sono le
seguenti:
4 istituzionale, con gli editor iali
del Presidente e del Direttore
dellAssociazione;
4 il primo piano, con gli approfondimenti sui temi di particolare interesse al momento delluscita della
singola rivista;
4 le interviste, in cui la rivista incontra importanti figure del settore;
4 gli articoli, che affrontano i diversi
argomenti che riguardano il settore
come la tecnologia, la produzione, il
mercato, la sicurezza, la certificazione
e la marcatura, lambiente, il controllo;
4 lattualit, con le informazioni sui
1 - Industrie manufatti cementizi

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Editoriale

convegni e sugli eventi, i reportage, le


notizie brevi sul settore e i comunicati
redazionali delle aziende della filiera;
4 larea ASSOBETON, con le informazioni dirette dellAssociazione,
come gli estratti che riprendono le
attivit svolte, lelenco delle pubblicazioni, le convenzioni.
La rivista non contiene articoli pubbliredazionali, se non quelli specificatamente
identificati nella sezione dedicata allinterno delle attualit. Questa scelta nasce
dallobiettivo di fornire al settore uno
strumento professionale di informazione,
in cui il lettore non sia fuorviato da articoli tecnici di matrice commerciale, che
spesso trovano spazio su molte riviste
tecniche.
La preparazione degli articoli affidata
in parte a consulenti che collaborano
con lAssociazione, in modo che ogni
argomento sia trattato in modo specialistico e mirato. La redazione della
rivista, ad oggi composta da Alessandra
Biloni, Patrizia Ricci e Stefania Alessandrini, impegnata a raccogliere i contributi
generati dai rapporti con lindustria e la
ricerca pubblica o privata, nonch lanalisi
della letteratura internazionale.
La redazione partecipa in prima persona
ai principali convegni tecnici nazionali
ed internazionali del settore, riportando
sulla rivista gli estratti degli eventi e le
pubblicazioni pi interessanti.
I Segretari delle Sezioni di ASSOBETON
sono infine incaricati di mantenere uno
stretto contatto con la rivista, con lobiettivo di fornire argomenti relativi alle specifiche tematiche che impegnano i diversi
rami dellAssociazione.
La rivista oggi di esclusiva propriet
di ASSOBETON - viene pubblicata da
IMREADY, casa editrice specializzata nel
settore delle costruzioni e, in particolare,
nelle pubblicazioni tecniche ed istituzionali di numerose associazioni settoriali.
Direttore Responsabile della Rivista
lIng. Andrea Dari, da anni a fianco dellAssociazione nella realizzazione di iniziative
editoriali.

13

LA DIFFUSIONE
La rivista ha una diffusione molto mirata
e specifica per il settore della prefabbricazione. Ogni numero viene inviato agli
indirizzi presenti in un data base composto da:
4 produttori di prefabbricati;
4 tecnici e tecnologi;
4 direzioni tecniche delle principali
imprese di costruzione italiane;
4 rappresentanti della committenza
pubblica e privata;
4 professori universitari (di prima
fascia);
4 biblioteche universitarie;
4 principali studi di progettazione
italiani;
4 iscritti alle principali associazioni culturali del settore;
4 laboratori certificati e principali laboratori del settore;
4 associazioni di categoria e territoriali
facenti capo a Confindustria;
4 ordini e i collegi professionali;
4 fornitori della filiera.

Industrie manufatti cementizi - 1

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14

Editoriale

LA PUBBLICIT
Il soggetto economico a cui si dovr
fare riferimento per le tutte le iniziative
di advertising e sponsorizzazione sar
ASSOBETON, attraverso la propria societ di servizi (Abes Srl) e lazione commer-

ciale del partner IDRA (tel.: 0549 909090


commerciale@imready.it).
I prezzi delle pubblicit sono stabiliti attraverso un listino trasparente, in cui gli sconti sono predefiniti in funzione del numero
di pagine acquistate nel corso dellanno.

IL LISTINO 2008
Numero di uscite in un anno

E 5.400

E 4.200

E 3.500

E 3.200

E 2.700

E 2.900

E 2.500

E 2.250

IV copertina e pagina 1
Prezzo E/cad

POSIZIONI II copertina, pagina 3 e III copertina


PRIVILEGIATE
Prezzo E/cad

E 4.500

E 3.600

Pagine 2, pagina 11 e fronte III copertina


Prezzo E/cad

E 4.000

E 3.000

E 2.500

E 2.200

E 2.000

Prezzo E/cad

E 2.300

E 2.100

E 1.900

E 1.700

E 1.500

Per associati (*)

E 1.725

E 1.575

E 1.425

E 1.275

E 1.125

Interna

Ulteriore pagina interna (posizione a sinistra)

POSIZIONI
ORDINARIE

Prezzo E/cad

E 1.600

E 1.450

E 1.300

E 1.150

E 1.000

Per associati (*)

E 1.200

E 1.088

E 975

E 863

E 750

Prezzo E/cad

E 1.650

E 1.500

E 1.350

E 1.200

E 1.050

Per associati (*)

E 1.238

E 1.125

E 1.013

E 900

E 788

Mezza pagina

Fascetta fondo pagina (h = 8 cm)


Prezzo E/cad

E 1.200

E 1.050

E 900

E 750

E 600

Per associati (*)

E 900

E 788

E 675

E 563

E 500

Il prezzo riservato alle aziende socie ordinarie di ASSOBETON (Produttori di Manufatti Cementizi) al
netto dei diritti di agenzia.

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Editoriale

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Le caratteristiche
4 Editore: IMREADY Srl
4 Formato: A4
4 Periodicit: 5 numeri lanno
4 Tiratura media: 4500 copie/numero
4 Per informazioni: http://www.imready.it/Specifica-riviste/industriecementizi.html

Uscite 2008
Nel 2008 la rivista verr pubblicata con questa frequenza:
4 N. 1 (gen/feb 08) - (scadenza consegna pagine pubblicitarie: 31 gennaio)
4 N. 2 (mar/apr 08) - (scadenza consegna pagine pubblicitarie: 31 marzo)
4 N. 3 (mag/giu 08) - (scadenza consegna pagine pubblicitarie: 31 maggio)
4 N. 4 (lug/ago 08) - (scadenza consegna pagine pubblicitarie: 15 luglio)
4 N. 5 (set/ott 08) - (scadenza consegna pagine pubblicitarie: 15 settembre)
4 N. 6 (nov/dic 08) - Annuario 2008 (scadenza consegna pagine pubblicitarie: 15 ottobre)

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Prove di carico su
pilastri prefabbricati
giuntati tramite ferri
di ripresa inghisati
di Nerio Tullini e Luisfilippo Lanza

1. INTRODUZIONE
Nelle costruzioni ad ossatura prefabbricata il sistema di unione tra gli elementi
determina in modo sostanziale le condizioni di funzionamento statico del sistema strutturale; per di pi la connessione
deve garantire un adeguato comportamento in servizio ed essere facilmente
realizzabile. La progettazione dei collegamenti costituisce pertanto uno degli
aspetti pi importanti della progettazione e le proposte di tipologie di unione
tra gli elementi sono sempre state molto
numerose [1, 2]. Inoltre le moderne
disposizioni normative sulle costruzioni
in zona sismica richiedono sistematicamente unadeguata duttilit strutturale
ed il rispetto del criterio di gerarchia
delle resistenze (capacity design). Nella
consolidata esperienza neozelandese si
prevede la realizzazione di telai prefabbricati le cui unioni emulano un nodo
gettato in opera [3 - 6], di conseguenza
lampia esperienza gi accumulata per le
unioni gettate in opera si pu estendere
alle unioni di elementi prefabbricati.
Nelle unioni tra segmenti di pilastro, o
tra pilastro e fondazione, si possono

adottare giunti in cui le barre longitudinali


sono opportunamente sovrapposte [1 10], oppure unite allinterno di manicotti
riempiti in opera con malta [4] ovvero
tramite idonei dispositivi in acciaio [11,
12]. Nelle ultime due tipologie occorrono minori tolleranze di posa rispetto
alla prima soluzione. Tuttavia tali unioni
rappresentano una valida alternativa alle
soluzioni tradizionali, come ad esempio
quelle che prevedono pilastri monolitici a
tutta altezza o inseriti in plinti a pozzetto.
Nella Figura 8.11 riportata in [1] (si veda
anche [2]) la continuit dellarmatura
nellunione tra pilastri viene assicurata
inserendo le barre longitudinali superiori,
opportunamente piegate, allinterno di
tubi corrugati predisposti allinterno del
pilastro inferiore, che vengono successivamente riempiti con malta. Il passo delle
staffe viene ridotto nella zona di piegatura e su tutta la lunghezza di sovrapposizione delle barre darmatura. Nonostante la semplicit della soluzione proposta
le indagini sperimentali svolte su tale
tipologia di unione sono state limitate.
Ad esempio in [7] sono descritte alcune
prove di pressoflessione e si dimostra

Industrie manufatti cementizi - 1

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18

S t u d i

r i c e rc h e

come tale giunto abbia una resistenza


paragonabile a quella di unanaloga unione monolitica, ma la rottura si concentra
nel solo giunto di separazione. In [8]
sono invece riportati gli esiti di alcune
prove cicliche, anche in questo caso il
danno non si estende lungo la colonna,
come avviene per ununione gettata in
opera, ma si concentra nella zona di
separazione tra gli elementi. Nelle sperimentazioni svolte in [7, 8] i pilastri indagati avevano lato 200 mm e su un segmento di pilastro erano stati predisposti
quattro tubi corrugati aventi diametro di
50 mm. Le dimensioni dei provini sottoposti ad indagine non appaiono pertanto
realistiche.
Nella Figura 5.35 riportata in [4] si propone ununione pi elaborata, le barre
longitudinali inferiori sono inghisate allin-

terno di tubi corrugati disposti nel pilastro superiore; in adiacenza ad ogni condotto vengono poi collocate due barre
di diametro minore, ma la cui area deve
essere complessivamente maggiore di
quella della barra inghisata. In tale tipologia di unione le staffe devono presentare
diametri di piegatura sufficientemente
ampi per poter racchiudere i tubi corrugati. Una tipologia di unione simile stata
indagata in [10], dove si riportano gli esiti
di alcune prove cicliche svolte su pilastri,
aventi lato 400 mm, connessi con la fondazione tramite diversi sistemi, anche in
questo caso la soluzione con barre inghisate non comporta variazioni di resistenza rispetto alle soluzioni tradizionali ed
il danno si localizza nel giunto; inoltre, a
fronte di una duttilit adeguata, si osservata una minore capacit dissipativa.

Figura 1 Disposizione delle armature negli elementi sottoposti alle prove di carico.

1 - Industrie manufatti cementizi

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S t u d i

Nella presente comunicazione sono


ripor tate alcune valutazioni degli esiti
delle prove di carico effettuate su elementi prefabbricati di c.a., di lato 500 mm,
giuntati tramite ferri di ripresa inghisati
(Figura 1). Le prove sono state eseguite
presso il Laboratorio Prove Materiali e
Strutture del Dipartimento di Ingegneria
di Ferrara. Gli elementi sottoposti alle
prove di carico sono stati sollecitati a trazione, flessione semplice e ciclica, pressoflessione, taglio. Ad eccezione della prova
di trazione, la sezione avente resistenza
minore stata individuata in corrispondenza della sezione giuntata.
2. DESCRIZIONE DEL SISTEMA
DI GIUNZIONE
La giunzione di pilastri prefabbricati in
c.a. avviene tramite sovrapposizione delle
barre longitudinali in corrispondenza del
giunto, come descritto nel disegno riportato in Figura 1. I ferri di ripresa vengono
posizionati allinterno della gabbia darmatura del pilastro Maschio tramite
dime metalliche riutilizzabili e trovano
alloggiamento nei tubi corrugati dacciaio
disposti nel pilastro Femmina. Dopo la
realizzazione dei singoli elementi prefabbricati si esegue lunione dei pilastri iniettando malta allinterno dei tubi corrugati.
Il giunto di separazione tra le sezioni di
estremit dei pilastri prefabbricati, avente
spessore di 10 mm, viene riempito di
malta nello stesso momento in cui avviene liniezione di malta nei tubi corrugati.
Le barre longitudinali ed i ferri di ripresa
hanno diametro di 20 mm e la lunghezza
di sovrapposizione di almeno 2.0 m
(Figura 1). Inoltre, nella zona di sovrapposizione si prevede un doppio ordine
di staffe, con forma quadrata e a rombo,
aventi diametro 8 mm e passo 100 mm
per una lunghezza di almeno 2.1 m (Figura 1). Il ricoprimento delle staffe non
inferiore a 40 mm, quindi i baricentri delle
barre longitudinali disposte sul perimetro
distano dai lati di circa 60 mm. I tubi cor-

r i c e rch e

19

rugati dacciaio hanno diametro esterno


di 63 mm, spessore pari a 0.8 mm e sono
collocati a cavallo di due barre longitudinali; limpiego di dime e contro-dime
metalliche ha consentito di collocare con
precisione sia i ferri di ripresa che i tubi
corrugati, garantendo cos una distanza
minima tra i lati ed il baricentro dei ferri
di ripresa circa pari a 80 mm.
La disposizione dellarmatura riportata in
Figura 1 rispetta le indicazioni del paragrafo 8 di [13], in particolare quelle concernenti la sovrapposizione delle barre, in
quanto ad ogni ferro di ripresa inghisato
corrispondono almeno due barre longitudinali disposte in modo tradizionale.
3. CARATTERISTICHE DEI
MATERIALI
In occasione di ogni giorno di getto degli
elementi prefabbricati stato prelevato
dallimpasto un quantitativo adeguato di
conglomerato cementizio per la confezione di almeno due cubetti. Le prove
sui cubetti di conglomerato cementizio
sono state eseguite il giorno della prova
di carico. Eseguendo la media su tutti i
valori dei prelievi si ricava che la resistenza cubica media a 28 giorni Rcm(28) = 65
MPa, mentre con riferimento al giorno
della prova di carico Rcm = 70 MPa; quindi
il conglomerato cementizio utilizzato pu
essere classificato come C50/60. Per la
malta di inghisaggio la resistenza cubica
media risultata pari 76 MPa.
Le barre di diametro 20 mm sono state
qualificate come acciaio B450C, avente
tensione di snervamento fym = 517 MPa,
tensione di rottura ftm = 633 MPa e deformazione ultima di picco eu = 70. Per
lacciaio si adotter, nelle analisi che seguono, un diagramma elastico-incrudente.
4. PROVA DI TRAZIONE
Il provino stato collocato sul pavimento
del laboratorio interponendo alcuni rulli
dacciaio del diametro di 50 mm ed
stato sollecitato tramite due carichi posti a

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20

S t u d i

r i c e rc h e

1800
Forza totale
[kN]

1600
1400
1200
1000

fase I

fase II

800
600
400
200

Deformazione [%]

0
0,00

0,02

0,04

0,06

0,08

0,10

0,12

0,14

Figura 4 Prova di trazione: deformazioni


nella zona di sovrapposizione del segmento
Femmina.

Figura 2 Prova di trazione: vista in pianta del provino.

contrasto sulle selle dellelemento (Figura


2). Il carico stato realizzato facendo
uso di due martinetti idraulici da 1000
1800
Forza totale
[kN]

1600
1400
1200
1000
800
600
400
200

Deformazione [%]

0
0,0

1,0

2,0

3,0

4,0

5,0

6,0

7,0

Figura 3 Prova di trazione: deformazioni in corrispondenza del giunto.

kN. Preliminarmente stato effettuato


un ciclo di carico tra 0 e 150 kN, poi gli
incrementi di carico sono stati applicati
in modo da pervenire alla rottura in circa
2 ore.
La prova di trazione accerta lefficacia del
sistema di trasferimento degli sforzi di
trazione nella zona di sovrapposizione.
Gli esiti della prova di laboratorio confermano lefficienza del sistema di giunzione; infatti la fessurazione si concentrata nella sezione di separazione degli
elementi prefabbricati e tra la zona in cui
terminava il raddoppio delle barre disposte sui lati e prima dellinizio della zona di
inghisaggio, dove in effetti avvenuta la
rottura delle barre.
La zona di sovrapposizione non presentava un significativo quadro fessurativo. Il
massimo carico risultato pari a 1672
kN, a cui corrisponde una tensione di
trazione nelle barre pari a 666 MPa,
con un incremento del 5% rispetto alla
tensione di rottura ftm determinata sugli
spezzoni di barre.
Nelle Figure 3 e 4 sono riportati, al variare dello sforzo normale totale applicato
al provino, gli andamenti delle deformazioni misurate allestradosso del provino

1 - Industrie manufatti cementizi

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r i c e rch e

in corrispondenza del giunto e nella zona


di sovrapposizione del segmento Femmina. In Figura 3 viene anche rappresenta, con la linea tratteggiata, la stima della
deformazione delle barre destradosso
considerando la sezione del giunto costituita dalle sole barre inghisate. La differenza tra la deformazione misurata e quella
stimata imputabile allo scorrimento tra
barre e calcestruzzo circostante, circa pari
a 0.73% in corrispondenza dello snervamento delle barre inferiori.
In Figura 4 si riportano anche le rette
corrispondenti alla sezione interamente
reagente (fase I) e fessurata (fase II costituita complessivamente da 16 barre di
diametro 20 mm). Pertanto nella zona di
sovrapposizione si ha il tipico comportamento di un tirante di c.a., ossia superato
il valore dello sforzo normale di prima
fessurazione le deformazioni tendono gradualmente alla retta di fase II. Risultati analoghi sono stati rilevati anche nella zona di
sovrapposizione del segmento Maschio.

mezzeria della trave ed a 1.40 m dagli


appoggi. La prova stata condotta in controllo di carico. Preliminarmente il carico
stato applicato ciclicamente 3 volte, con
una forza sul singolo martinetto compresa tra 0 e 50 kN, e tra 0 e 75 kN nellultimo ciclo, successivamente gli incrementi
di carico sono stati applicati in modo da
pervenire a rottura in circa 45 minuti. La
rottura si concentrata nella sezione di
separazione degli elementi prefabbricati,
con snervamento e rottura delle barre di
armatura inferiori. Il momento flettente
massimo risultato pari a 352 kNm. Con
riferimento al diagramma delle deformazioni di Figura 5, si possono assumere
le seguenti deformazioni e tensioni alla
quota delle barre di armatura:

5. PROVA DI FLESSIONE
Nella prova di flessione il provino stato
sollecitato con due carichi verticali, disposti ad una distanza di 0.60 m rispetto alla

da cui segue una profondit dellasse neutro pari a x = 53 mm, valore


minore della profondit delle fessure
orizzontali presenti in zona compressa

e1 = 51.8 ,
e2 = 41.9 ,
e3 = 13.7 ,
e4 = 3.90 ,
ecu = 7.40

21

s1 = 566 MPa,
s2 = 556 MPa,
s3 = 528 MPa,
s4 = 518 MPa,
(valore misurato)

Figura 5 Prova di flessione: diagramma delle deformazioni a rottura.

Industrie manufatti cementizi - 1

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22

S t u d i

r i c e rc h e

400
Momento
[kNm]

trave
350
I
300

II

giunto

0.36 Ecm JII

250
200
150
100
50

Curvatura [1/m]

0
0,00

0,05

0,10

0,15

0,20

0,25

Figura 6 Prova di flessione: diagramma momentocurvatura in corrispondenza del giunto (cgiunto) e sulla
trave in adiacenza al giunto (ctrave).

al termine della prova, e un momento


resistente di calcolo pari a MRm = 315
kNm, inferiore di 10.5% rispetto al
momento misurato. La differenza tra
la deformazione massima stimata (e1 =
51.8 ) e quella misurata (e1 = 77 )

anche in questo caso imputabile allo


scorrimento tra barre darmatura e calcestruzzo circostante.
Nelle Figure 6 e 7 sono riportati i diagrammi momento-curvatura misurati in
corrispondenza del giunto (cgiunto) e sulla
trave in adiacenza al giunto (ctrave) nel
tratto compreso tra i due carichi, sono
inoltre riportate le rette che caratterizzano la sezione interamente reagente
(fase I con pendenza Eci JI) e la sezione
fessurata (fase II con pendenza Ecm JII).
La sezione in adiacenza al giunto si comporta come interamente reagente fino
ad un valore del momento flettente di
fessurazione Mcr , successivamente il diagramma ctrave si raccorda alla retta di fase
II fino al raggiungimento del momento di
snervamento.
In altro modo si compor ta invece la
sezione del giunto, la cui rigidezza circa
pari a 0.36 Ecm JII, ridotto rispetto alla
rigidezza di fase II a causa dello scorrimento tra barre darmatura inghisate e
calcestruzzo circostante.
Nella Figura 8 si ripor ta landamento
dello spostamento misurato in mezzeria, le rette che caratterizzano la sezione interamente reagente (fase I) e la

400
350

Momento
[kNm]

trave

400
Momento
[kNm]

350

II

300

II

300

250

250

200

200

0.36 Ecm JII

150

150
100

100

Mcr

giunto

Mcr

50

Spostamento [mm]

50
Curvatura [1/m]
0
0,000

0
0

0,002

0,004

0,006

0,008

0,010

Figura 7 Particolare della Figura 6.

0,012

10

15

20

25

30

35

40

45

0,014

Figura 8 Prova di flessione: diagramma


momento-freccia.

1 - Industrie manufatti cementizi

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S t u d i

sezione fessurata (fase II). Per momenti


flettenti maggiori di Mcr la freccia determinata sperimentalmente ha andamento
parallelo alla retta di fase II. Pertanto, in
presenza di un modesto sforzo normale,
gli schemi statici da adottarsi nellanalisi
strutturale dei pilastri dovrebbero tenere conto della maggiore deformabilit
causata dallintroduzione del giunto, ma
lesiguo spessore non comporta sensibili
variazioni della freccia; conseguentemente la deformabilit dei pilastri giuntati pu
essere valutata con il momento di inerzia
della sezione fessurata, ossia JII @ 0.14 JI.
6. PROVA DI FLESSIONE
CICLICA
Nella prova di flessione ciclica il provino
stato sollecitato con due carichi verticali,
disposti ad una distanza di 0.40 m rispetto alla mezzeria della trave ed a 1.60 m
dagli appoggi. La prova stata condotta
in controllo di carico e la rottura si
concentrata nella sezione di separazione
degli elementi prefabbricati, con snervamento e rottura delle barre di armatura.
Il momento flettente massimo risultato
pari a 268 kNm.
Nella Figura 9 si ripor ta landamento
dello spostamento s misurato in corrispondenza del carico, le rette che caratterizzano la sezione interamente reagente (fase I) e la sezione fessurata (fase II),

r i c e rch e

23

300
II

Momento
[kNm]

I
200

100

-100

-200
Spostamento [mm]
-300
-75

-50

-25

25

50

75

Figura 9 Prova di flessione ciclica: cicli di isteresi


momento-spostamento sotto il carico.

landamento della curva inviluppo dei


cicli di isteresi, i cui valori sono anche in
Tabella 1.
Dalla Tabella 1 si pu osservare che
in corrispondenza dello snervamento
(My @ 230 kNm) lo spostamento sotto
il carico pari a sy = 11.1 mm; mentre per un momento di post picco di
256 kNm, e prima della rottura delle
barre pi esterne, lo spostamento pu
essere assunto pari a s u = 35.0 mm

Tabella 1 Valori del diagramma inviluppo dei cicli di isteresi.


M
[kNm]

s
[mm]

drift
[%]

c
[1/m]

M
[kNm]

s
[mm]

drift
[%]

c
[1/m]

100
201
230
248
268
256
207
213
220

3.1
8.1
11.1
14.8
24.8
35.0
36.8
46.3
61.5

0.19
0.51
0.69
0.93
1.55
2.19
2.30
2.89
3.84

0.01
0.04
0.05
0.09
0.23
0.37
0.38
0.53
0.72

-101
-200
-230
-247
-264
-240
-223
-232

-2.9
-8.0
-11.4
-13.9
-25.3
-33.4
-33.4
-55.5

0.18
0.50
0.71
0.87
0.61
0.81
0.81
1.34

-0.02
-0.03
-0.06
-0.09
-0.24
-0.39
-0.39
-0.68

Industrie manufatti cementizi - 1

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24

S t u d i

r i c e rc h e

(drift = 2.19 %). La duttilit strutturale


pertanto pari a su/sy = 35.0/11.1 = 3.1
a cui corrisponde una duttilit sezionale
cu/cy = 0.37/0.05 = 7.4. Valutando invece lo spostamento in corrispondenza
di un momento dopo quello di picco
pari a 85% Mu @ 220 kN si ha su = 61.5
mm (drift = 3.84 %), per cui le duttilit strutturale e sezionale diventano
rispettivamente s u/sy = 5.5 e cu/cy =
14.4. Pertanto, in corrispondenza di un
drift pari a 2.5%, rappresentativo della
massima richiesta di spostamento relativo da parte del terremoto di progetto,
il momento resistente si riduce meno
del 15%.
7. PROVA DI
PRESSOFLESSIONE
Nella prova di pressoflessione il provino
stato sollecitato con due carichi verticali, disposti ad una distanza di 0.30 m
rispetto alla mezzeria della trave ed a
1.40 m dagli appoggi. Il carico orizzontale
stato realizzato tramite la tesatura di
12 trefoli sguainati normali 0.5, ancorati
a due piastre dacciaio poste alle estremit del provino (Figure 10 e 11).
La forza orizzontale stata misurata
mediante due celle di carico, collocate allinterno della piastra dancoraggio
dellelemento Femmina. Pertanto su
tale elemento il carico stato trasmesso in corrispondenza degli snodi sferici

Figura 10 Prova di pressoflessione: vista in pianta


e laterale del provino.

Figura 11 Prova di pressoflessione: foto del


provino prima della prova.

delle celle di carico. La piastra dacciaio


sullelemento Maschio stata invece
posta a contatto diretto con lelemento.
La prova stata condotta in controllo
di carico ver ticale. Preliminarmente il
carico verticale stato applicato ciclicamente 3 volte, con una forza sul singolo
martinetto compresa tra 0 e 70 kN.

Figura 12 Prova di pressoflessione: sezione


di giunzione al termine della prova.

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700
Momento
[kNm]

giunto

600
II
500
400 I
300

200

Mcr

100
Curvatura [1/m]
0
0,00

0,02

0,04

0,06

0,08

0,10

0,12

0,14

0,16

Figura 13 Prova di pressoflessione: diagramma momento-curvatura in corrispondenza del


giunto (cgiunto).

Successivamente gli incrementi di carico


sono stati applicati in modo da pervenire
a rottura in circa 30 minuti. La rottura si
concentrata nella sezione di separazione
degli elementi prefabbricati, con rottura
del calcestruzzo compresso (Figura 12).
Il momento flettente massimo risultato
pari a 619 kNm in presenza di uno sforzo normale di 1741 kN. Con riferimento al diagramma delle deformazioni di
Figura 5 ed allo sforzo normale misurato
al termine della prova, si possono assumere le seguenti deformazioni e tensioni
alla quota delle barre di armatura:
e 1 = 19.8 ,
e 2 = 15.5 ,
e 3 = 3.10 ,
e4 = 1.20 ,
e cu = 6.20

s1 = 534 MPa,
s2 = 530 MPa,
s3 = 518 MPa,
s4 = 248 MPa,
(valore misurato)

a cui corrisponde una profondit dellasse neutro x = 100 mm, pari alla profondit delle fessure orizzontali presenti in
zona compressa al termine della prova,
e un momento resistente di calcolo pari
a MRm = 613 kNm, poco inferiore al
momento misurato. La differenza tra la

r i c e rch e

25

deformazione massima misurata (e1 =


34 ) e quella stimata (e1 = 19.8 )
imputabile allo scorrimento tra barre
inghisate e calcestruzzo circostante.
Nella Figura 13 sono riportati i diagrammi momento-curvatura misurati in corrispondenza del giunto (cgiunto), le rette che
caratterizzano la sezione interamente
reagente (fase I con pendenza Ecm JI) e la
sezione fessurata (fase II con pendenza
Ecm JII). La sezione del giunto si comporta
come interamente reagente solo per
piccoli valori del momento flettente, a
partire invece dal valore del momento di
fessurazione Mcr la rigidezza diminuisce
rispetto alla rigidezza di fase II, a causa
dello scorrimento tra barre darmatura
inghisate e calcestruzzo circostante.
Nella Figura 14 si riporta landamento
dello spostamento misurato in corrispondenza del carico e le rette di fase I
e II. Con uno sforzo normale circa pari a
0.20 fcd Ac, come quello ultimo misurato,
una buona approssimazione della deformabilit dei pilastri giuntati pu essere
ottenuta adottando un momento di
inerzia pari a 0.30 JI.
700
Momento
[kNm]

0.3 Ecm JI

600

500

II

400

300
Mcr

200

100
Spostamento [mm]
0
0

10

12

14

16

18

Figura 14 Prova di pressoflessione: diagramma


momento-spostamento sotto il carico.

Industrie manufatti cementizi - 1

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26

S t u d i

r i c e rc h e

Tale valore in ottimo accordo con la


prescrizione attribuite a pilastri gettati in
opera riportate in [13].
Pertanto la maggiore deformabilit del
giunto, avente per modesto spessore,
non comporta significative variazioni di
rigidezza globale rispetto ad analoghi
elementi non giuntati.
8. DOMINIO
DI RESISTENZA M-N
In Figura 15 i simboli indicano le coppie
sforzo normale N e momento flettente M dedotte sperimentalmente nelle
prove di trazione, flessione semplice,
flessione ciclica e pressoflessione.
Con riferimento alla sezione resistente
di Figura 5, in Figura 15 sono riportati
anche i domini di rottura M-N adottando sia i valori di progetto corrispondenti
a un conglomerato cementizio C45/55
ed acciaio tipo B450C con comportamento elastico-perfettamente plastico, sia i valori medi delle resistenze,
come indicato nei paragrafi precedenti;
in par ticolare i valori medi utilizzati
1200
valori medi

Momento
[kNm]
1000

per il conglomerato cementizio sono i


seguenti:
fcm = 57.0 MPa, ec2 = 2 , ecu2 = 7.0 .
Come gi segnalato in [7 - 10], la Figura
15 conferma che le connessioni effettuate con ferri di ripresa inghisati hanno
una resistenza paragonabile a quelle realizzate in opera, ossia le caratteristiche
di sollecitazione di progetto possono
essere valutate con i metodi tradizionali
della teoria statica del cemento armato
riportati in [13].
9. PROVA DI TAGLIO
Il provino stato sollecitato con
due carichi ver ticali F 1 ed F 2, disposti
rispettivamente ad una distanza di
0.10 m e 1.00 m rispetto alla mezzeria del provino; le medesime distanze sono state assegnate anche agli
appoggi (Figura 16).
Nella sezione di separazione degli elementi prefabbricati stata rimossa la
malta nel giunto per una profondit
non inferiore a 25 mm, con lo scopo
di ridurre il contributo alla resistenza a
taglio fornita dallattrito tra le facce degli
elementi.
La prova stata condotta in controllo di
carico effettuando TAGLIO
diversi cicli di carico e

800
valori di progetto C45/55

Tondo 50mm

Piastra di ripartizione

10

200
100

Sforzo normale [kN]

Cella di carico 10 ton


FEMMINA

100
10

Appoggio con HEB220


e tondo 50mm

Appoggio con HEB220


e tondo 50mm

IPE 550

0
-2000

Martinetto idraulico F2
10 ton

Martinetto idraulico F1

MASCHIO

95 ton

HEB 220

400

HEB 220

IPE 550

600

2000

4000

6000

8000

10000

Figura 15 Dominio sforzo normale N e momento


flettente M.

Figura 16 Prova di taglio: disposizione del


provino nel telaio di contrasto.

1 - Industrie manufatti cementizi

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S t u d i

scarico. Il carico verticale F1 stato realizzato con un martinetto idraulico avente


portata nominale di 1000 kN, ma effettiva pari a 933 kN. Il carico verticale F2
stato invece realizzato con un martinetto
idraulico avente portata nominale di 100
kN (effettiva pari a 101 kN).
In virt della isostaticit dello schema
statico di prova e trascurando il peso
proprio del provino, facile verificare
che, nella sezione di separazione degli
elementi prefabbricati, il taglio T ed il
momento flettente M risultano:
T = 9/11 (F1 + F2),
M = 0.9/11 (F1 10 F2)
dove M espresso in kNm se F1, F2 sono
in kN. Il taglio massimo stato di 747 kN
in corrispondenza di uno spostamento
medio di 7.6 mm e un momento di 5.7
kNm. ll diagramma taglio-spostamento
relativo tra gli elementi rappresentato
nella Figura 17.
La massima forza tagliante che pu essere trasmessa da tutte le barre di armatura che attraversano il giunto per effetto
spinotto pu essere calcolata ipotizzandone lo snervamento a taglio tramite
la seguente espressione:
Fum = 8 As(F20) fym/3 = 749 kN,
praticamente coincidente con il valore
misurato.
CONCLUSIONI
Lesame della prova di trazione ha
evidenziato che il trasferimento degli
sforzi nella zona di sovrapposizione
completo ed efficiente; infatti la rottura del provino avvenuta al di fuori
della zona di sovrapposizione delle
barre.
Gli esiti delle prove di flessione semplice e pressoflessione hanno confermato
che il sistema di giunzione consente il
raggiungimento del momento fletten-

r i c e rch e

27

800
Taglio [kN]
700
600
500
400
300
200
100
Spostamento [mm]
0
0

10 12 14 16 18 20 22 24 26 28

Figura 17 Prova di taglio: spostamento relativo tra


gli elementi.

te resistente correlato alla sezione di


giunzione.
Lesame della prova di taglio conferma
che tutte le barre longitudinali che
attraversano il giunto sono in grado di
sviluppare un taglio resistente.
Infine la prova di flessione ciclica
mostra che il compor tamento isteretico stabile.
In conclusione lesame dei risultati delle
prove di carico permette di affermare
che il sistema di giunzione di pilastri
prefabbricati in c.a. descritto nella presente nota, e progettato in accordo con
le disposizioni costruttive di [13], efficace dal punto di vista della resistenza.
Inoltre la maggiore deformabilit del
giunto, avente per modesto spessore,
non comporta significative variazioni di
rigidezza rispetto ad analoghi elementi
non giuntati, di conseguenza anche per
essi possibile adottare le indicazioni
riportate in [13].
Lo scorrimento delle barre di armatura inserite allinterno dei tubi corrugati
deve essere oggetto di ulteriori indagini,

Industrie manufatti cementizi - 1

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28

S t u d i

r i c e rc h e

prevedendo eventualmente un parziale inghisaggio al fine daumentare la


capacit dissipativa dellunione, come
descritto in [14] e recentemente analizzato in [15].

RINGRAZIAMENTI
Le prove sperimentali sono state svolte nellambito di un progetto di ricerca
finanziato dalla societ Prefabbricati
Morri s.r.l. di Rimini.
n

Bibliografia
[1] LEWICKI B. (Ed.) - 1982. Progettazione di edifici multipiano industrializzati. Milano,
ITEC editrice.
[2] FIP (Fdration Internationale de la Prcontrainte) - 1990. Handbook on practical
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[9] ELLIOTT K. S. - 2002. Precast Concrete Structures. Butterworth-Heinemann.
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[11]DI PRISCO M., NUSINER E., SCOLA M. - 2006. Analisi sperimentale di una connessione bullonata tra pilastro e fondazione. 16 Congresso C.T.E., Parma, 9-11
Novembre 2006, vol. 1, 169-178.
[12]CECCOLI C., MAZZOTTI C., SAVOIA M., VINCENZI L., FERRARI M. - 2006.
Comportamento dei nodi di un sistema di prefabbricazione. 16 Congresso C.T.E.,
Parma, 9-11 Novembre 2006, vol. 2, 705-714.
[13]UNI EN 1992-1-1:2005. Eurocodice 2. Progettazione delle strutture di calcestruzzo - Parte 1.1: Regole generali e regole per gli edifici.
[14]STONE W. C., CHEOK G. S., STANTON J. F. - 1995. Performance of hybrid
moment-resisting precast beam-column concrete connections subjected to cyclic
loading. ACI Structural Journal 92 (2) 229-249.
[15]RAYNOR D. J., LEHMAN D. E., STANTON J. F. - 2002. Bond-slip response of reinforcing bars grouted in ducts. ACI Structural Journal 99 (5) 568-576.

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Insieme...

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S t u d i

r i c e rc h e

Produzione di manufatti
prefabbricati di elevate
qualit e prestazioni
mediante il processo
di estrusione
di Roberta Alfani e Gian Luca Guerrini
1. INTRODUZIONE
Lestrusione uno dei processi pi
innovativi messi a punto per produrre materiali cementizi fibrorinforzati a
basso spessore e ad elevate prestazioni,
senza ricorrere allutilizzo dellamianto,
prodotto vietato per motivi ambientali
negli anni 90 in diversi Paesi europei ed
extraeuropei.
Alcune delle tecniche tradizionali di
produzione in continuo di compositi cementizi fibrorinforzati, come per
esempio Hatschek, Magnani, Mazza e
Reticem, permettono di produrre elementi semplici (lastre, pannelli piani ed
ondulati, e tubi), mediante utilizzo di formulazioni rinforzate con fibre sostitutive
dellamianto, ma non sono applicabili per
la realizzazione di manufatti a geometria
pi complessa.
La necessit quindi di poter sviluppare
una tecnologia ad elevata produttivit
per realizzare forme strutturali pi complesse (profilati, elementi forati, tubi) a
bassi spessori ed elevate prestazioni ha
costituito uno dei motivi principali di
studio di tale tecnologia.
Tale tipologia di prodotti risponde

peraltro alle esigenze di basso impatto


ambientale (consumi energetici ridotti) e
di elevato grado di riciclabilit, fattori di
scelta che divengono sempre pi decisivi
nellutilizzo di materiali strutturali di largo
consumo.
Lestrusione di paste cementizie era nota,
negli Stati Uniti, gi a partire dalla fine
degli anni 60 e prevedeva limpiego delle
seguenti materie prime: cemento, asbesto,
silice, argilla, cellulosa modificata e acqua.
Ognuno di questi materiali fornisce alla
pasta una particolare caratteristica che
rende il processo di estrusione possibile
e realizzabile con una certa facilit. Dal
cemento infatti possibile ottenere un
prodotto finito con la necessaria rigidit
evitando ulteriori trattamenti, ad esempio di natura termica, semplicemente
sfruttando la chimica delle sue reazioni
di idratazione.
Successivamente, lestrusione senza
amianto viene per la prima volta proposta negli Stati Uniti alla met degli anni
70 [1], utilizzando additivi plasticizzanti condizione necessaria per ottenere paste
estrudibili - in grado di agire da legante
delle polveri anche in presenza di sforzi

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S t u d i

di taglio elevati. Uno dei primi agenti


plasticizzanti stato largilla; in seguito
sono stati proposti polimeri naturali e
sintetici di varia natura chimica. Attualmente, vi sono molti prodotti a base di
derivati della cellulosa, amidi, polisaccaridi
e gomme naturali che possono essere
utilizzati con cementi Por tland per la
tecnologia dellestrusione.
La ricerca ha ben presto evidenziato nella
formulazione delle malte uno dei fattorichiave del successo dellestrusione. Infatti, sono stati individuati particolari additivi
polimerici che lubrificano le particelle di
cemento e di aggregato e conferiscono
elevata plasticit e coesivit agli impasti
cementizi, tali da poter essere processati
come i materiali ceramici o argillosi.
Oltre allaspetto innovativo legato ai
materiali, in questi anni sono stati compiuti significativi progressi dal punto di
vista tecnologico. Le esperienze pi
impor tanti sono quelle effettuate in
Giappone e negli USA. In Giappone, ove
molto sviluppato il settore della prefabbricazione ad elevata produttivit, la
tecnologia dellestrusione stata anche
automatizzata con successo, al fine di
minimizzare la manodopera che spesso
influenza fortemente sia la qualit che i
costi finali dei prodotti.
Negli Stati Uniti, il gruppo del prof. S.P.
Shah dellACBM ha ottenuto risultati
significativi nel campo dei cementi fibrorinforzati estrusi, che possono essere
ulteriormente migliorati. Le formulazioni sviluppate a base di ceneri volanti
e di fibre polimeriche presentano una
notevole duttilit, una buona resistenza
a flessione, ma hanno ancora dei costi
abbastanza elevati [2].
Gli esempi di produzione industriale
pi significativi a livello internazionale
(Tailandia, Australia, Giappone) riguardano attualmente lestrusione di pannelli
modulari per la costruzione di pareti
prefabbricate [3], [4].
In Italia non esistono attualmente pro-

r i c e rch e

31

duzioni industriali nel settore dellestrusione di prodotti cementizi, ma il gruppo Italcementi ha effettuato numerose
esperienze su scala pilota industriale che
preludono ad un futuro sviluppo industriale della tecnologia e del prodotto. In
particolare, esperienze significative sono
state effettuate nel campo della produzione di tubi per fognature (Figura 1) e di
pannelli per ledilizia civile ed industriale
(Figura 2).

Figura 1 Schema di processo di estrusione


di tubi.

Ad esempio, nel caso dei tubi a spessore sottile per fognature, lesperienza
congiunta del CTG nel campo dellinnovazione dei materiali cementizi e della
Societ del Gres nel segmento di mercato interessato, ha permesso di ottenere
prodotti aventi le prestazioni rispondenti
alla norma UNI-EN 588-1.

Figura 2 Prototipo di pannello estruso e


levigato, per divisori.

La formulazione di riferimento messa a


punto presso i Laboratori CTG comprende i seguenti ingredienti:
4 cemento Portland, di classe di resi-

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32

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r i c e rc h e

stenza 42.5 o 52.5, secondo la norma


EN 197-1;
4 aggregato fine di tipo calcareo o siliceo;
4 additivo polimerico con funzione di
modificatore di reologia;
4 fibre di rinforzo (cellulosiche, polimeriche oppure di vetro AR) con
funzione antifessurante e rinforzante;
4 eventualmente, aggiunte minerarie o
pozzolaniche;
4 acqua.
La formulazione viene poi ottimizzata in
funzione di molti parametri, sia di tipo
fisico-reologico, meccanico, tecnologico
che economico, in relazione allapplicazione desiderata.
Questa tecnologia permette cos di produrre manufatti a base di malte cementizie delle quali non si sfruttano soltanto
le classiche propriet alla compressione,
ma anche quelle a flessione e di resistenza allurto.
Lesperienza maturata in questi anni
a livello di formulazioni e di processo,
anche in collaborazione con par tner
industriali esterni, ha permesso al CTG
di mettere a punto le specifiche per la
definizione di un impianto per la produzione di manufatti aventi geometrie di
complessit significative.
2. CARATTERIZZAZIONE
REOLOGICA DEI MATERIALI
Condizione necessaria per ottenere
malte estrudibili lutilizzo di uno o pi
agenti plasticizzanti in grado di agire da
legante delle polveri anche in presenza
di sforzi elevati, come quelli che si raggiungono nel processo di estrusione.
Il primo agente plasticizzante che
stato utilizzato nel processo di estrusione largilla; in seguito si sono cercati
materiali alternativi che migliorassero
propriet quali compattezza, lavorabilit,
stabilit di forma e finitura superficiale
dei prodotti estrusi.
Dal punto di vista della loro caratterizzazione, stato anche necessario

mettere a punto delle metodologie di


prova che non sono tradizionalmente
utilizzate per i materiali cementizi, e
questo al fine di determinare dal punto
di vista reologico (scorrimento, coesione, plasticit) le migliori formulazioni
destinate ad essere poi estruse negli
impianti industriali.
Le propriet fondamentali per poter
estrudere manufatti a base di cemento
sono infatti strettamente connesse con
le propriet reologiche ed in particolare
sono relative a:
4 buona dispersione dei componenti;
4 buona plasticit e coesivit delle miscele;
4 soddisfacente resistenza al verde
dei manufatti estrusi, al fine del buon
mantenimento della forma e della
successiva manipolazione.
Qualora le formulazioni di partenza non
soddisfino i requisiti reologici richiesti
per tale processo, si osservano evidenti
difetti nei manufatti estrusi riconducibili
alla mancanza delle caratteristiche sopra
descritte (Figura 3).

Figura 3 Alcuni difetti di manufatti cementizi estrusi.

1 - Industrie manufatti cementizi

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S t u d i

I metodi reologici attualmente utilizzabili


per la caratterizzazione reologica di composizioni cementizie sono stati sviluppati
partendo da metodi gi standardizzati
per altri materiali (materie plastiche, argilla, ceramici), in particolare si possono
distinguere due gruppi, Tabella 1, [5]:
a) metodi diretti (plasticimetro, scatola
di Casagrande, mescolatori strumentati, plasticorder), mediante i quali
possibile ottenere utili informazioni preliminari sul compor tamento
chimico-fisico e tecnologico delle
miscele;
b) metodi analitici (reometri capillare e
rotazionale), mediante i quali possibile studiare la reologia dei sistemi ed analizzare il comportamento
dei materiali mediante lesame delle
curve di flusso [6].
3. DESCRIZIONE DEL
PROCESSO DI ESTRUSIONE
Per estrusione si intende generalmente
un processo di formatura mediante il
quale un materiale (in questo caso un
impasto a base cementizia) viene sottoposto ad una pressione di compattazione e viene forzato a passare attraverso
unapertura di geometria definita, chiamata filiera. Loperazione pu essere
effettuata mediante un sistema del tipo a
vite elicoidale/cilindro, (Figura 4), oppure
a pistone, (Figura 5). Un esempio tipico di
estrusore a pistone utilizzato per materiali cementizi il reometro capillare.
In realt, il processo completo di estrusione, che trasforma le materie prime
nel prodotto finito, costituito da una
serie di operazioni delle quali il passaggio
nellestrusore rappresenta lo stadio che
fornisce al prodotto la forma richiesta.
Lintero processo pu essere suddiviso in
diverse fasi di lavorazione (Figura 6):
4 miscelazione a secco delle polveri
(dry mixing);
4 miscelazione con acqua e additivi
organici (wet mixing);

r i c e rch e

33

Figura 4 Estrusione bi-vite da laboratorio.

Figura 5 Reometro capillare.

Figura 6 Schema del processo di estrusione di tubi.

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Tabella 1 Metodi di prova reologici [5].


Metodo di prova

Valori misurati
o calcolati

Propriet e caratteristiche correlate

Plastometro

Soglia di plasticit

Plasticit
Resistenza al verde

Scatola di Casagrande

Soglia di plasticit a taglio

Plasticit
Resistenza al verde

Mescolatore High
shear strumentato

Momento torcente
Temperatura

Finestra di processabilit
Metodo del mescolamento

Plasticorder
(Brabender)

Momento torcente
Temperatura
Soglia di plasticit
Pressione di estrusione
Viscosit

Finestra di processabilit
Metodo del mescolamento Estrudibilit
Propriet viscoelastiche

Reometro rotazionale

Viscosit
Modulo elastico
Modulo di perdita
Modulo di rilassamento

Propriet viscoelastiche

Reometro capillare

Viscosit
Pressione di estrusione
Curva di flusso

Propriet viscoelastiche
Sviluppo miscele
Estrudibilit
Produzione di campioni per prove
fisiche e meccaniche

4 omogeneizzazione, fino a formazione


di pasta coesiva;
4 estrusione;
4 taglio e movimentazione;
4 maturazione.
3.1 Miscelazione a secco
Lomogeneizzazione delle materie prime
in fase solida (cemento, sabbia e fibre)
necessaria al fine di assicurare un grado
di dispersione elevato che garantisca
lottenimento di una miscela il pi possibile omogenea, con una distribuzione
granulometrica tale da minimizzare i
vuoti interparticellari.
Tale operazione, assieme al successivo
miscelazione con acqua, viene normalmente eseguita con un mescolatore
intensivo.
3.2 Miscelazione con acqua
Laggiunta dellacqua e delladditivo
modificatore di reologia ha lobiettivo di

rendere plastica e quindi estrudibile la


miscela delle polveri.
Durante questa fase, continua la miscelazione dei solidi e inoltre deve essere
garantita la distribuzione uniforme del
liquido; il tempo necessario per raggiungere la situazione di omogeneizzazione
ottimale dipende dalle caratteristiche
intrinseche di ogni singolo materiale utilizzato per realizzare limpasto.
Talvolta, quando il rapporto acqua/solidi
molto basso, alla fine di questo stadio
del processo, si ottiene un impasto a
consistenza tipo terra umida.
3.3 Omogeneizzazione
La compattazione serve per distruggere
gli eventuali agglomerati ancora presenti
dopo le precedenti fasi di miscelazione,
ma soprattutto per assicurare la creazione di un film liquido uniforme attorno ad
ogni singola particella.
La viscosit della fase liquida deve essere

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S t u d i

sufficientemente elevata per evitare che,


a seguito degli elevati sforzi, si osservi
la segregazione dellacqua (separazione della fase liquida da quella solida) e
una disuniformit nel bagnamento delle
polveri.
Nel caso del rapporto acqua/solidi molto
basso, lomogeneizzazione permette di
ottenere la cosiddetta transizione polvere-pasta, prima di alimentare lestrusore.
Per tale fase si utilizzano mescolatori ad
elevato sforzo di taglio.
3.4 Estrusione
Come gi detto, il processo di estrusione
consiste nel forzare la pasta ad uscire
da un foro opportunamente sagomato
(filiera) attraverso lapplicazione di una
pressione sufficiente a garantire lo scorrimento della pasta.
Lestrusore composto da una prima
vite di alimentazione, una zona di sottovuoto (per eliminare aria dallinterno
dellimpasto) e da una vite di estrusione,
che termina con una filiera che conferisce allimpasto la forma definitiva.
Valori di pressione eccessivamente elevati comportano il blocco dellestrusore
(sulla filiera) e quindi del processo di produzione, e possono derivare da caratteristiche dellimpasto non ottimali dal punto
di vista reologico, oppure da fenomeni
di riscaldamento locali che provocano
lindurimento dellimpasto stesso.
Il prodotto estruso deve avere una sufficiente resistenza al verde, cio deve
essere in grado di mantenere la forma
nelle fasi successive di taglio, movimentazione e maturazione.
Le caratteristiche del prodotto finale dipendono principalmente dalla composizione
della pasta, dalla geometria della filiera
(manufatti di forma semplice o complessa)
e dalle condizioni operative (pressione).
3.5 Taglio e movimentazione
Per ottenere il prodotto finito delle
dimensioni desiderate necessario

r i c e rch e

35

tagliare il manufatto in uscita dallestrusore mediante opportuni sistemi, evitando di perturbare il manufatto stesso.
Allo stesso tempo, il prodotto viene
trasferito alla fase di maturazione, ove
procede nel suo processo di irrigidimento ed indurimento.
3.6 Maturazione
Come tutti i manufatti a base di cemento, tale fase molto importante per lottenimento delle prestazioni fisico-meccaniche desiderate. Le condizioni ottimali
di temperatura ed umidit rispondono
ad un ciclo di trattamento che varia a
seconda della composizione dellimpasto e della complessit geometrica del
prodotto.
4.TUBI ESTRUSI
I tubi in fibrocemento estrusi a spessore sottile che sono stati sviluppati,
rappresentano una soluzione alternativa per quanto riguarda lapplicazione
per fognature non in pressione ai tubi
in PVC, in ghisa, in calcestruzzo e in
gres, soprattutto nel campo dei diametri

Figura 7 Prova a schiacciamento secondo UNI EN 588-1.

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36

S t u d i

r i c e rc h e

nominali interni relativamente pi bassi


(150 - 400 mm).
In seguito alla messa a punto del processo industriale, sono stati prodotti
tubi di lunghezza fino a 5 metri, aventi
spessori molto sottili, notevolmente
inferiori a quelli in calcestruzzo di pari
diametro, (Figura 7). A titolo di esempio, facendo riferimento alla norma
UNI EN 588-1, per il diametro nominale DN200 lo spessore di circa 14 mm,
per la classe di resistenza 120 (corrispondente ad una resistenza di 2400
kg/metro lineare). Il peso per metro
lineare di 20 kg circa, cui corrisponde
un costo che si pone allo stesso livello
del tubo in PVC di pari diametro nominale (UNI EN 1401).
Le propriet fisico-meccaniche del materiale utilizzato per lestrusione di tubi
sono riportate in Tabella 2. Nella Figura
7 mostrata la prova di schiacciamento secondo la norma UNI EN 588-1
(DN200).
I tubi prodotti rispondono alla norma
UNI EN 588-1 anche in termini di durabilit chimica e di resistenza in acqua calda.
La tecnologia dimostra di essere a basso
impatto ambientale, con costi energetici
di produzione veramente limitati.

5. ALTRI MANUFATTI
PER LEDILIZIA
A differenza dei tubi, in cui vengono
richiesti dei materiali che, oltre ad essere estrudibili, devono possedere caratteristiche meccaniche elevate (e per
questo motivo, il costo della formulazione relativamente elevato), in questo
caso lobiettivo da raggiungere consiste
nellottenimento di prodotti di qualit ad
un costo per metro lineare che sia il pi
basso possibile.
Per questo motivo stato necessario
svolgere una ricerca mirata alla minimizzazione dei costi delle formulazioni,
soprattutto in relazione al contenuto
delladditivo modificatore di reologia che
influenza in modo significativo il costo
industriale finale del prodotto. Inoltre,
molta attenzione stata dedicata allo
studio della resistenza al verde dei prodotti, al fine di ottimizzare le geometrie
dei prodotti, minimizzando il loro peso, a
geometria data. In alcuni casi, sono stati
cos ottenuti dei prodotti aventi percentuali di vuoto superiori al 70%, senza
cedimenti significativi.
Nelle Figure 8a-d sono mostrati alcuni
esempi di prodotti estrusi, da destinare
alledilizia civile (pannelli, blocchi). Per tali

Tabella 2 Propriet fisico-meccaniche dei tubi estrusi.


Densit

2100 kg/m3

Resistenza alla flessione (ASTM D790)

27-30 MPa

Resistenza alla compressione (UNI EN 196-1)

96-105 MPa

Modulo elastico flessionale dinamico (UNI 9771)

45 GPa

Modulo di Poisson

0.23

Porosit totale (MIP)

18%

Resistenza allo schiacciamento tubo DN200 (UNI EN 588-1)

>2400 kg/metro

Tenuta idraulica tubo DN200 (UNI EN 295-3)


- a 0.5 bar
- a 0.75 bar

0 litri/m2
0.04 litri/m2

1 - Industrie manufatti cementizi

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S t u d i

c
a

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37

Figura 8 Esempi di prodotti estrusi.

prodotti, si possono raggiungere valori


di resistenza alla flessione su tre punti di
20 MPa, con valori di massa volumica di
circa 2300 kg/m3.
La tecnologia pu essere cos sfruttata
per produzioni di elevata qualit, standardizzata, e di notevole quantit (per
una linea di produzione, si pu arrivare a
10-12 ton/ora di prodotto, che equivale
a circa 6 metri al minuto per un prodotto che pesa circa 30 kg/metro lineare,
allo stato fresco).
Di seguito si riporta un elenco di prodotti cementizi estrusi gi sul mercato:
4 pannelli per partizioni verticali di edifici civili ed industriali;
4 pannelli per rivestimento facciate;
4 pannelli per recinzioni esterne;
4 davanzali di finestre;
4 gocciolatoi per muri;
4 profilati e cornici;

4 tubi distanziatori per casseforme;


4 distanziatori per armature;
4 lastre piane ed ondulate.
Altri esempi di manufatti cementizi che
potrebbero essere prodotti per estrusione e trovare cos applicazione nel
campo delledilizia civile ed industriale:
4 tubazioni;
4 pannelli fonoassorbenti;
4 elementi per solaio (pannelli e
blocchi);
4 elementi per controsoffittature;
4 tabelloni;
4 pilastri per recinzioni;
4 profili per cornici;
4 casseforme permanenti, per pilastri e
per solai
4 architravi;
4 piastrelle per coper tur a e per
pavimentazione;
4 canalizzazioni elettriche.

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38

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Una delle applicazioni pi interessanti dei


pannelli estrusi di cui in Figura 2 il loro
utilizzo per la realizzazione di facciate
ventilate.
Allultima Fiera dellEdilizia SAIE tenutasi
recentemente a Bologna sono stati presentati alcuni prototipi di pannelli estrusi
di diversi colori e con diverse finiture
superficiali (liscia, levigata e bucciardata)
di cui nelle Figure 9 e 10.
6. RINGRAZIAMENTI
Gli autori desiderano ringraziare i signori
Gianluca Lezzi, Marco Plebani e Nunzio
Saccomandi del Laboratorio CTG di
Bergamo per la loro fattiva collaborazione nellesecuzione delle prove di
laboratorio, nonch per la loro proficua
assistenza in fase di industrializzazione
del processo.
n

Bibliografia

Figure 9-10 Immagini dei pannelli estrusi esposti al SAIE di Bologna dal 24-28 ottobre 2007.

[1] HUMPREY, Brevetto US 3,857,715.


[2] ALDEA, C., MARIKUNTE, S., SHAH,
S.P. (1998) - Extruded Fiber Reinforced Cement Pressure Pipe. Advanced Cement Based Materials 8 (2),
47-55
[3] Ultrapanel website, www.ultrapanel.
com.au, 2006
[4] Finewall website www.finewall.net,
2006
[5] ALFANI, R., GUERRINI, G.L. (2005)
- Rheological Test Methods for the
Characterization of Extrudable
Cement-Based Materials. A Review,
Materials an Structures 38 (276),
239-247
[6] ALFANI, R., GRIZZUTI N. GUERRINI, G.L., LEZZI G. (2007) The use
of the capillary rheometer for the
rheological evaluation of extrudable
cement based materials.- Rheologica
Acta 46, 703-709.

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Valutazione della
sicurezza in esercizio
di un ponte ad
arco-portale
costruito per conci
di Marcello Arici e Michele Fabio Granata

1. INTRODUZIONE
La valutazione delle condizioni di sicurezza in esercizio di un ponte a conci
in cemento armato precompresso
una tappa fondamentale del processo
progettuale che porta alla concezione
strutturale dellopera. Tale valutazione
non per di immediata determinazione, poich strettamente correlata ad
una molteplicit di fattori progettuali e
costruttivi. La concezione della struttura
non pu prescindere da una successiva
corretta esecuzione delle scelte progettuali, fattore che concorre alla definizione
finale della sicurezza di servizio. Essa va
intesa sia in termini di stati tensionali e
deformativi in esercizio che di durabilit
dellopera nel tempo.
Il fattore tempo determina due aspetti
fondamentali nella definizione e nella
valutazione della sicurezza nello stato
finale dellopera. Il primo aspetto quello relativo alla previsione degli effetti di
ritiro e viscosit.
Il secondo aspetto legato al trascorrere

del tempo invece quello che attiene


alla durabilit dellopera nella vita in servizio, a costruzione conclusa.
Il compor tamento delle strutture in
cemento armato precompresso infatti
for temente influenzato dai fenomeni
lenti dovuti a ritiro e viscosit, in virt
delle caratteristiche intrinseche delle
strutture realizzate: qualit dei calcestruzzi, esecuzione dei getti e modalit di
messa in opera. Inoltre le caratteristiche
geometriche e statiche che lintera opera
va assumendo durante tutte le fasi di
costruzione fino alla sua configurazione
geometrica e statica finale, risultano di
fondamentale importanza per la determinazione delle condizioni finali di esercizio (ponti a schema variato).
La durabilit, invece, pu e deve essere
presa in considerazione fin dalla fase di
progettazione iniziale, come parametro
fondamentale, operando sulla struttura
con opportuni accorgimenti mirati. Questi possono essere determinati sulla base
di precedenti esperienze in esercizio di

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ponti gi costruiti, e devono permettere


la riduzione degli interventi di manutenzione, mitigando o affrontando gli effetti
degli agenti aggressivi sui vari elementi
strutturali.
Ambedue questi aspetti del tempo coinvolgono dunque sia le fasi di progettazione che quelle di esecuzione in cantiere
dellopera.
I ponti a conci in c.a.p. che vengono
costruiti con la tecnica cantilever (Figura
1) si realizzano generalmente a partire
dalla testa delle pile per sbalzi successivi
simmetrici oppure partendo dalle spalle
per sbalzi compensati tramite opportuni
contrappesi e/o tiranti che rendono gli
appoggi di estremit a doppio effetto. Lo
schema finale di esercizio pi comune
quello di trave continua su pi appoggi, per cui da uno schema isostatico di
costruzione (a mensola) pervengono
ad uno schema iperstatico di esercizio.
Il cambiamento dello schema statico
avviene tramite la chiusura della campata in mezzeria con il getto del concio
di sutura. Nelle fasi costruttive a sbalzo, i momenti negativi che si generano
per effetto del peso proprio dei conci
montati, vengono compensati da cavi
superiori di precompressione. Esistono
diverse tipologie di costruzione: i conci
possono essere costruiti in opera su
casseforme mobili a sbalzo, prefabbricati
e assemblati con giunti bagnati cio con

Figura 1 a) Costruzione cantilever dei ponti


a conci. b) Chiusura in mezzeria: cavi A di continuit e cavi B di costruzione.

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getti di sigillatura in situ o infine, a conci


prefabbricati coniugati e chiavi di taglio.
Nel caso dei conci gettati in opera le
armature ordinarie sono passanti, per cui
possono avere la funzione di armatura
di ripresa per il concio successivo. Nei
conci prefabbricati coniugati invece, non
si hanno armature ordinarie passanti ma
soltanto unarmatura attiva costituita dai
cavi di acciaio armonico. In questo caso
il getto del concio successivo, eseguito
nel cantiere di prefabbricazione, viene
effettuato contro la parete del concio
precedente che funge da cassaforma in
maniera tale da assicurare nella successiva fase di montaggio la perfetta coincidenza delle superfici contigue dei giunti
(conci coniugati).
In questa modalit di costruzione larmatura di precompressione superiore
passante, provvisoria e definitiva, che
permette ladesione ed il sostentamento
dei conci montati, mediante lintroduzione dello sforzo normale eccentrico nelle
sezioni della mensola.
Durante il montaggio a sbalzo viene
interposto tra i conci uno strato di resina,
la quale funge soltanto da sigillante. Una
tipologia intermedia tra le due precedentemente descritte quella dei conci
prefabbricati a giunti bagnati; in essi le
armature lente fuoriescono dai conci
prefabbricati consentendo di realizzare
la loro continuit nel giunto che viene
gettato in opera (Figura 2).
La differenza tra queste tipologie risulta
fondamentale, oltre che per le modalit
di costruzione e per lattrezzatura necessaria, anche per gli effetti della viscosit e
per la loro previsione in fase di progettazione. Diverso infatti il comportamento dei conci prefabbricati e maturati in
stoccaggio prima della messa in opera,
da quello dei conci gettati in situ e quindi
della progressiva maturazione del calcestruzzo in opera concio per concio.
In ogni caso, qualunque sia la modalit di
realizzazione dei conci, se la costruzione

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Figura 2 Conci per ponti in c.a.p.: a) conci


a giunti bagnati con armatura lenta passante;
b) conci coniugati con chiavi di taglio.

del ponte a sbalzo, una volta completate due stampelle contigue, con il getto
e la maturazione del concio di sutura in
mezzeria, la struttura assume la configurazione di trave continua su pi appoggi.
Si genera cos un momento positivo in
campata per effetto dei carichi permanenti e variabili successivamente applicati, il quale va ripreso attraverso una precompressione inferiore di continuit. Si
introducono dunque in campata dei cavi
inferiori di precompressione che permettono di compensare le trazioni che
si genererebbero allestradosso inferiore
della trave continua per effetto soprattutto dei carichi mobili in esercizio.
A questo effetto si aggiunge anche quello dovuto alla presenza dei fenomeni
lenti ed in par ticolare della viscosit
del calcestruzzo [1], la quale agisce su
una struttura che nel corso delle fasi

costruttive cambia il suo schema da


isostatico a mensola a trave continua. Il
getto di sutura in mezzeria corrisponde
allintroduzione di un vincolo posticipato
di continuit, rispetto allapplicazione dei
carichi da peso proprio e precompressione superiore, inducendo il fenomeno
di ridistribuzione delle sollecitazioni. Di
conseguenza, nasce al centro della campata unulteriore aliquota di momento
positivo che dipende proprio dai carichi
da peso proprio e precompressione
di montaggio e che risulta variabile nel
tempo. Si tratta del fenomeno noto
come recupero del regime statico finale
modificato, ovvero del recupero di una
parte delle sollecitazioni che sarebbero nate nella struttura per effetto dei
carichi permanenti applicati durante il
montaggio, come se questa fosse stata
fin dallinizio costruita con il suo schema finale di trave continua. Ci causa
dellincremento di momenti positivi in
campata, i quali si sovrappongono a quelli che nascono per i carichi permanenti
aggiuntivi e i carichi mobili, dopo la chiusura. I cavi inferiori di precompressione
devono dunque essere in grado di fornire tensioni di compressione al lembo
inferiore che contrastino questi effetti,
i quali inducono tutti tensioni inferiori
di trazione nelle sezioni al centro della
campata.
Il dimensionamento della precompressione va fatto dunque tenendo conto di
due valutazioni differenti: i cavi superiori
dipendono dai momenti negativi sugli
appoggi (cio nei conci in testa alle pile)
che si generano nella fase di costruzione
a mensola e nello schema finale continuo,
per effetto dei carichi mobili; i cavi inferiori invece dipendono dalle sollecitazioni nello schema di esercizio in cui sono
applicati i carichi aggiuntivi permanenti e
variabili, con unattenta valutazione del
recupero dovuto ai fenomeni viscosi.
tuttavia possibile utilizzare la tecnica di
costruzione dei conci a sbalzo, adottan-

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do in fase di esercizio uno schema statico


differente dal precedente e cio a telaio,
ovvero ad arco-portale con pile inclinate.
In questo caso nello schema iniziale isostatico a mensola le pile inclinate vengono sostenute da apposite pile provvisorie
verticali che permettono la costruzione
a sbalzo a partire dalla testa della pila.
Una volta effettuata la chiusura in chiave, le pile provvisorie vengono rimosse
mettendo in funzione il comportamento
ad arco. Con tale schema, mentre per la
fase di costruzione non cambia nulla di
sostanziale rispetto al caso precedente,
rimanendo tutte le sollecitazioni dello
stesso tipo, il comportamento in fase di
esercizio completamente differente
poich leffetto arco genera una notevole aliquota di sforzo normale nella
campata centrale. La dismissione delle
pile provvisorie ed il conseguente funzionamento ad arco [2] che viene attivato
dal peso proprio che in costruzione si
scaricava sui puntelli (pile provvisorie),
permette di ottenere forti sollecitazioni
permanenti di compressione a cui si
sovrappongono tutte quelle dovute ai
carichi successivi: permanenti aggiuntivi
e di esercizio (in par ticolare i carichi
mobili). Questa aliquota di sforzo normale consente una forte riduzione dei
cavi inferiori di continuit e quindi esso
pu essere considerato come un benefico effetto sulla struttura, la quale pu
affrontare le trazioni al bordo inferiore in
campata con una iniziale decompressione delle sezioni ed un eventuale apporto
di precompressione, piuttosto limitato,
che serve praticamente ad affrontare
soltanto i massimi effetti flettenti dei
carichi mobili. Inoltre i carichi aggiuntivi
distribuiti in campata permettono di
ottenere, sempre per il comportamento
ad arco-portale, uno sforzo normale di
compressione associato ai momenti flettenti, con un generale beneficio per tutte
le sezioni della campata interessata. Questo effetto si configura come una pre-

r i c e rch e

43

compressione naturale a cui le sezioni in


campata sono soggette per effetto degli
stessi carichi applicati sullo schema strutturale finale. Anche in questo caso vanno
considerati i fenomeni lenti sia nelle fasi
di costruzione che di esercizio, essendo
in questo caso doppio il cambiamento di
schema statico, per aggiunta del vincolo
posticipato in mezzeria e per la successiva rimozione dei puntelli. Ma leffetto dei
fenomeni differiti nel tempo si risente
in questo caso meno rispetto a quello
della trave continua perch tali fenomeni
si riferiscono a carichi da peso proprio
distribuiti sullintera campata, i quali a
loro volta inducono lo sforzo normale
per effetto arco. Ci porta ad un generale incremento della sicurezza di servizio
per le sezioni correnti, sia in termini di
stati limite di esercizio, che di stati limite
ultimi (di rottura delle sezioni). Naturalmente, la variazione dello schema statico
in esercizio da quello a trave continua
a quello ad arco-portale comporta un
aggravio dei costi di costruzione dovuto alla necessit di realizzare delle pile
provvisorie, ma un beneficio in termini
di quantit dei cavi di precompressione
da utilizzare (in special modo per quelli
inferiori di continuit) ed in termini di
sicurezza strutturale per i successivi carichi di esercizio.
Nel seguito tutti questi aspetti vengono
messi in evidenza tramite un confronto
tra due strutture a conci con schemi
statici di trave continua e di arco-portale.
A partire dal caso studio di un ponte
a conci in c.a.p. con schema statico in
esercizio di arco-portale a due cerniere, verr analizzata unanaloga struttura,
eguale per luci e sezioni dimpalcato che
presenti invece uno schema di trave continua. Sar cos effettuata una valutazione
comparativa dei due comportamenti sia
nella fase di costruzione che in quella
di esercizio a struttura ultimata e degli
effetti che si generano sulle due strutture
per la ridistribuzione delle sollecitazioni

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dovuta alla viscosit. La valutazione di


questo fenomeno affetta da notevoli
incertezze dovute anche alle differenze
di previsione tra i modelli di viscosit
proposti dai vari autori e ci comporta
la necessit di dover considerare valori
molto diversi delle sollecitazioni che
nascono per il recupero viscoso. Per
operare un dimensionamento della precompressione che permetta il pieno
rispetto delle condizioni di sicurezza in
costruzione ed in esercizio, necessario
considerare diverse ipotesi di recupero
per viscosit sia nelluno che nellaltro
caso di schema statico adottato (a trave
continua o ad arco), per venendo ad
una soluzione finale che soddisfi tutte
le condizioni di sollecitazione possibili.
Questa problematica legata ai modelli di
previsione del fenomeno viscoso stata
messa in evidenza anche da Chiorino
in [1]. Di seguito verr dapprima presentato il ponte oggetto dello studio e
successivamente le ipotesi adottate per
il confronto con lanalogo ponte a trave
continua, con riguardo soprattutto alle
tensioni normali per stati limite di esercizio e stati limite ultimi.
2. IL PONTE OGGETTO
DI STUDIO E LE FASI
COSTRUTTIVE
Questo studio parte dal progetto per
la costruzione di due ponti gemelli a
conci prefabbricati coniugati sulla valle
del fiume Oreto, per il completamento
del raddoppio dellautostrada urbana di
circonvallazione della citt di Palermo.
Lo schema statico finale di questi ponti
quello di arco-portale a due cerniere
con pile inclinate. La campata centrale
ha una luce di 122 metri tra le cerniere
dellarco e di 98 metri tra gli assi dellattacco pile-impalcato. Le due campate di
compensazione laterali sono molto pi
corte di quella centrale e sono lunghe
circa 16 metri (Figura 3).
Limpalcato ha un profilo con estradosso

Figura 3 Schema generale del ponte.

inferiore variabile secondo una curva


parabolica ed estradosso superiore pressoch retto.
Una lieve inclinazione longitudinale a
doppia falda stata prevista solo per
lo scorrimento delle acque meteoriche.
La sezione trasversale dimpalcato un
cassone monocellulare con larghezza
complessiva di 9.75 metri (Figura 4) ed
altezza variabile.
Lo spessore della soletta superiore
fissa e pari a 26 cm, lo spessore della
soletta inferiore variabile con massimo
di 90 cm sulle pile e minimo di 24 cm
nella sezione di mezzeria della campata
centrale.

Figura 4 Sezione trasversale dellimpalcato.

La costruzione procede secondo le


seguenti fasi.
4 FASE 0: vengono dapprima realizzate le spalle e le pile provvisorie. Le
pile inclinate, prefabbricate, vengono
posizionate in appoggio tra la sommit della pila provvisoria ed il piede
della spalla. Limpalcato viene costruito a partire dalla sezione di testa pila,
posizionando i primi conci e solidarizzandoli alla pila inclinata.
4 FASE 1: la costruzione dellimpalcato
prosegue per conci coniugati montati
con sbalzi simmetrici fino al completamento della campata di compenso (primi cinque conci). A questo

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punto il concio finale della campata di


compenso viene connesso alla spalla
(Figura 5a).
4 FASE 2: la spalla viene precompressa
ver ticalmente e viene completato
il montaggio dei restanti conci della
campata centrale per sbalzi asimmetrici; il compenso dei momenti dovuti
al montaggio dei conci viene effettuato tramite la connessione del concio
di estremit della campata laterale corta con la spalla precompressa (funzionamento a doppio effetto
dellappoggio sulla spalla, Figura 5b).

Figura 5 a) Fase 1: costruzione per sbalzi


simmetrici. b) Fase 2: costruzione della stampella asimmetrica. c) Fase 3: chiusura in chiave.

4 FASE 3: limpalcato viene successivamente chiuso in mezzeria dopo il


completamento dei due semi-ponti
tramite il getto di sutura: il comportamento dellimpalcato in questa
fase a trave continua, poich sono
ancora presenti le pile provvisorie e le
pile inclinate non sono ancora attive
(Figura 5c).
4 FASE 4: dopo la rimozione delle pile
provvisorie inizia il comportamento
ad arco-portale ed il funzionamento
delle pile inclinate. Si raggiunge cos
lo schema statico finale di esercizio.
Il ponte viene completato per la
successiva applicazione dei carichi
mobili.
In esercizio, la struttura si compor ta
come un arco-por tale a due cerniere ed i carichi che vengono applicati

r i c e rch e

45

sono quelli permanenti aggiuntivi dovuti


alla pavimentazione ed alle finiture ed i
carichi variabili, tra cui i carichi mobili, i
carichi termici ed il sisma. Il dimensionamento dei cavi di continuit in campata
al lembo inferiore viene effettuato proprio tramite la valutazione dei momenti
flettenti positivi in fase di esercizio. In
questo stadio progettuale risulta di fondamentale importanza mettere in conto
gli effetti della viscosit per la variazione
di schema statico.
Una prima variazione dello schema
dovuta al passaggio dal funzionamento
a mensola delle prime fasi costruttive a
quello del ponte chiuso a trave continua
sulle pile provvisorie.
Una seconda variazione si ha dopo invece, con la dismissione dei puntelli, raggiungendo lo schema ad arco. Per effettuare il confronto con lo schema statico
a trave continua si considera il ponte di
Figura 6, il quale pensato costruito con
le stesse modalit del precedente ma
su pile verticali definitive. Nella Fase 2
(a mensola) viene mantenuto il funzionamento a doppio effetto dellappoggio
sulla spalla per bilanciare i momenti di
montaggio dei conci nella campata centrale di maggior luce.

Figura 6 Ponte a trave continua di confronto.

Naturalmente la distribuzione delle luci,


analoga a quella del ponte ad arco, una
scelta progettuale dovuta alla situazione
ambientale in cui si colloca il ponte da
costruire, anche se tale distribuzione non
sarebbe ottimale per un ponte a travata
costruito per sbalzi successivi, essendo
le campate di compenso molto corte
rispetto a quella centrale.

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3.VALUTAZIONE DEGLI EFFETTI


DEI FENOMENI LENTI
Gli effetti della viscosit del calcestruzzo
possono variare in modo significativo
sia le sollecitazioni che le deformazioni di una struttura soggetta a carichi
permanenti nel tempo [3]. La viscosit responsabile di diversi fenomeni
allinterno delle strutture: lincremento
delle deformazioni indotte dai carichi
permanenti applicati, il rilassamento delle
tensioni dovute a deformazioni permanenti applicate e la ridistribuzione
delle tensioni nel caso in cui intervenga
una variazione dello schema statico per
aggiunta di vincoli.
questo ultimo il caso in cui vincoli
posticipati, cio che sono stati aggiunti in
fasi successive allapplicazione dei carichi
permanenti, limitano le deformazioni di
tipo elasto-viscoso che continuerebbero
a manifestarsi se essi non fossero stati
introdotti nella struttura. Ci comporta
come immediata conseguenza che le
sollecitazioni tendono teoricamente, nel
tempo, a quelle che la struttura avrebbe avuto se tutti i vincoli fossero stati
pre-esistenti allapplicazione dei carichi,
cio a quelle sollecitazioni che possono
essere valutate direttamente sullo schema statico finale con i carichi applicati.
Tale principio noto come principio del
parziale riacquisto dello schema statico
modificato.
Inoltre, gli effetti della viscosit, assieme
a quelli prodotti dal ritiro, influenzano
molto la durabilit a lungo termine delle
strutture ed il rispetto dello stato limite di
esercizio. Lo stato limite pu essere inteso sia come stato limite di deformazione,
quando la viscosit del calcestruzzo ha
principalmente un effetto di incremento
delle deformazioni nel tempo, sia come
stato limite di fessurazione, quando
invece la variazione del quadro tensionale ad essere maggiormente influenzata.
Un esempio di influenza sullo stato limite
di deformazione quello del ponte sul

rio Sinigo (Figura 7), il quale dopo circa


20 anni dalla sua costruzione presentava
al centro della campata una deformata
permanente a cuspide dovuta anche ad
un eccesso di deformazioni viscose nel
tempo [4].

Figura 7 Il ponte sul rio Sinigo, costruito nel


1982. Deformata permanente nel 2004.

La teoria della viscosit lineare, utilizzata


in questo studio per la valutazione degli
effetti dei fenomeni differiti nel tempo,
si basa su quattro teoremi fondamentali.
Il primo teorema afferma che lapplicazione di azioni statiche (costanti o
variabili nel tempo) produce linsorgere di deformazioni variabili e crescenti
nel tempo per effetto della viscosit. Il
secondo teorema afferma invece che
lapplicazione di deformazioni imposte
(costanti o variabili nel tempo) produce,
per effetto della viscosit, lo sviluppo di
tensioni variabili e decrescenti nel tempo.
Il terzo e il quarto teorema forniscono

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invece la legge di variazione dello stato


di sollecitazione conseguente ad una
variazione singola o multipla di schema
statico. Quando vengono aggiunti vincoli
posticipati, le sollecitazioni nel tempo
possono essere determinate attraverso una combinazione lineare di quelle
valutate sugli schemi elastici intermedi. I
coefficienti di questa combinazione lineare sono i valori della funzione di ridistribuzione nel tempo, la quale pu essere
ricavata attraverso le funzioni di viscosit
fornite dai codici. I valori della funzione
di ridistribuzione nel tempo x (t, t0, ti*)
esprimono la percentuale di recupero
dello schema statico modificato, essendo
t0 il tempo di applicazione dei carichi e
ti* il tempo di applicazione delli-esimo
gruppo di vincoli posticipati. La funzione
di ridistribuzione assume sempre valori
tra x = 0 (condizione di recupero nullo
delle sollecitazioni finali) e x = 1 (condizione di recupero totale).
La sollecitazione finale data dunque
dalla somma di quelle elastiche valutate
nello schema statico di partenza e delle
differenze fra le sollecitazioni elastiche
valutate fra ogni successivo schema ed il
precedente, immaginando di aggiungere i
vincoli prima dei carichi, combinate attraverso i valori di x.
Questi teoremi sono sempre validi
quando le strutture sono viscosamente
omogenee, ovvero presentano le stesse caratteristiche in ogni elemento nei
confronti della viscosit. Le strutture,
invece sono in genere da considerarsi
eterogenee e tale eterogeneit dovuta
alla presenza di materiali diversi, come
acciaio e calcestruzzo, o allassociazione
di parti di calcestruzzo che hanno differenti propriet (differenza fra le et
di getto e di maturazione delle varie
parti). Quando le strutture non possono
essere considerate omogenee, la valutazione degli effetti della ridistribuzione
delle tensioni dovute alla viscosit pi
complessa ed in genere non pu essere

r i c e rch e

47

effettuata come semplice combinazione


di soluzioni elastiche.
Nel caso dei ponti a conci costruiti a
sbalzo, le cause di non omogeneit nella
valutazione degli effetti viscosi sono [3]:
4 la presenza di armature (lente e di
precompressione) che induce disomogeneit allinterno della sezione;
4 i diversi tempi di getto dei vari conci
e la possibile differenza dei tempi di
maturazione fra un concio e un altro,
che inducono disomogeneit nella
stampella costruita;
4 la possibilit che le due stampelle
del ponte possano essere realizzate
in tempi differenti e fra di loro successivi [5].
Questo un caso molto comune nella
pratica poich corrisponde allutilizzazione della stessa attrezzatura di cantiere per la realizzazione sia delluna che
dellaltra stampella (asimmetria nei tempi
di realizzazione delle due mensole).
La non omogeneit delle sezioni dovuta
alla presenza di armature pu essere
in genere trascurata perch di effetto
abbastanza limitato [2]. Le altre cause
che inducono disomogeneit invece,
possono essere considerate solo con
metodi numerici di analisi elasto-viscosa
step by step o con metodi semplificati
approssimati [3, 6]. Le cause di non omogeneit sono maggiormente rilevanti nel
caso in cui i conci non siano prefabbricati
ma vengano gettati in opera, in quanto i
tempi di maturazione dei getti devono
essere necessariamente limitati e quindi
la minore stagionatura dei conci esalta gli
effetti di viscosit e anche le differenze di
et di maturazione dei conci, assumono
maggiore importanza. Viceversa, nel caso
di conci prefabbricati si possono ottenere dei tempi di maturazione maggiori e
di conseguenza la risposta viscosa pu
essere contenuta in fase di costruzione
e successivamente, in esercizio. Inoltre
si riescono anche a ridurre le differenze di et di messa in carico perch si

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accelerano le operazioni di montaggio


o si possono effettuare opportune programmazioni fra tempi di produzione dei
conci nel cantiere di prefabbricazione e
tempi di montaggio.
Se si ipotizza che tramite tali accorgimenti di maturazione e messa in opera dei
conci prefabbricati, per il caso in studio,
le stampelle possano essere considerate
mediamente omogenee, si pu trascurare sia leffetto del differenziale di et
di maturazione dei conci che della loro
messa in carico, cos come il differenziale
tra la realizzazione delle due stampelle
[1]. Nellipotesi di struttura omogenea e
costruzione simmetrica delle mensole, la
soluzione del problema si pu ottenere
direttamente dalla scrittura del terzo teorema della teoria elasto-viscosa lineare
nella sua forma classica. Il vincolo posticipato inserito con la chiusura in mezzeria
impedisce lincremento di rotazione relativa fra le estremit delle due stampelle
dovuto allincremento di deformazioni per
viscosit. Il vincolo reagisce con una coppia
C(t) variabile nel tempo, la quale induce la
ridistribuzione delle sollecitazioni. La Figura 8a mostra landamento delle deformazioni senza laggiunta del vincolo mentre
la Figura 8b mostra lo stesso andamento
con vincolo posticipato presente.
Lequazione di congruenza che risolve il
problema :


t
0 (t ) 0 (t *) = E28 1 t* J (t , )dC ()
(1)
Il primo membro dellequazione lincremento di rotazione relativa a partire
dal tempo t* in cui viene variato lo schema statico, uguale a:

0 (t ) 0 (t *) = E28 0 [ J (t , t0 ) J (t*, t0 )] (2)
in cui E28 il modulo elastico di riferimento, g0 la rotazione elastica di estremit
della stampella per effetto dei carichi ivi
applicati al tempo t0, J(t, t0) la funzione di
viscosit. Il secondo membro dellequa-

zione (1) rappresenta invece la rotazione


elasto-viscosa che va sviluppandosi nella
sezione dove viene aggiunto il vincolo
per effetto della nascente coppia C(t),
dove g1 rappresenta la rotazione elastica
di estremit della stampella per effetto
di una coppia unitaria. La coppia C(t)
pu essere scritta tramite la seguente
relazione:

C (t ) = CelII (t , t0 , t *)
(3)
dove CelII il valore della coppia nello
schema elastico finale, ottenuto applicando il vincolo posticipato e considerando
i carichi agenti dopo lapplicazione del
vincolo. Inoltre x la funzione di ridistribuzione valutata al generico tempo
t > t*. Introducendo la posizione (3)
nellequazione di congruenza (1) si ottiene la seguente forma integrale:
t

J (t , t0 ) J (t*, t0 ) = J (t , ) d (, t0 , t*)
(4)
t*

la cui integrazione numerica conduce alla


determinazione della funzione di distribuzione x(t, t0, t*) [1, 3].
Per permettere con semplicit ai ricercatori ed ai progettisti lintegrazione
numerica per i modelli di viscosit maggiormente in uso, stata creata una
pagina web dalla quale pu essere facilmente scaricato un software di ausilio
che fornisce i valori delle funzioni di
viscosit e di ridistribuzione per i diversi
modelli proposti dai differenti codici. La
pagina web www.polito.it/creepanalysis
reperibile sul sito del Politecnico di
Torino.

Figura 8 Effetto del vincolo posticipato in


una struttura omogenea.

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S t u d i

Per effetto della ridistribuzione, la generica caratteristica di sollecitazione S(t)


assume la seguente espressione, per
tempi maggiori di t*:

S (t ) = SelI + (SelII SelI )(t, t0 , t*)
(5)

r i c e rch e

49

I, nello schema modificato con laggiunta


del vincolo posticipato II e nello schema
ulteriormente modificato con la rimozione del vincolo provvisorio III, mentre RI e
RII sono le reazioni del vincolo provvisorio
ai carichi che generano tali sollecitazioni
negli schemi I e II; x(t)=x(t, t0, t*) la funzione di ridistribuzione e H(t-ti ) la funzione a gradino di Heaviside. Questultima
necessaria solo nel caso di rimozione del
vincolo perch mentre x(t, t0, t*)=0 per t
< t*, non accade che RI = 0 per t < tR.

con SIel e SIIel, sollecitazioni ottenute sullo


schema elastico iniziale e finale.
Se successivamente allapplicazione dei
carichi, dopo una prima variazione di
schema statico per laggiunta di un vincolo posticipato ne segue una seconda dovuta alla rimozione di un vincolo 4.VALUTAZIONI SULLA
provvisorio (puntello) al tempo tR > t*, SICUREZZA DI SERVIZIO
la distribuzione delle sollecitazioni cambia ulteriormente nel tempo [3, 7]. La 4.1 Valutazioni allo stato limite di
somma delle sollecitazioni associate allo esercizio
schema statico iniziale per effetto dei Le due strutture precedentemente
carichi ivi applicati e delle sollecitazioni descritte sono state analizzate per la
variabili nel tempo prodotte dal vincolo valutazione della sicurezza allo stato limiposticipato determinano il fenomeno te di esercizio, secondo le indicazioni
della ridistribuzione delle sollecitazioni. della normativa italiana vigente (DM
Se ad un tempo tR successivo a t* viene 14/09/2005). Lo stato limite di esercirimosso un vincolo che era stato applica- zio stato considerato con le seguenti
to sulla struttura solo provvisoriamente, ipotesi:
perch venga mantenuto lequilibrio nel 4 comportamento lineare delle sezioni;
tempo, la rimozione del vincolo equivale 4 tensione limite di trazione nulla,
ad applicare sulla struttura una reazione
sezione interamente reagente a
pari a -R(t), in ogni tempo t > tR eguale e
compressione;
opposta a quella che esso continuereb- 4 massima tensione di compressione
be ad esplicare se non venisse rimosso.
nel calcestruzzo pari a quella limite
La variabilit nel tempo della reazione
per lo SL considerato: Rck/gc.
dipende dalla ridistribuzione viscosa in Attraverso tali posizioni possibiatto nella struttura e dovuta al vincolo le costruire il dominio elastico di ogni
aggiunto in precedenza. La generica sol- sezione, per il quale le rette limite sono
lecitazione S(t) assume allora la seguente determinate dalle condizioni di tensione
espressione [3]:
nulla al bordo superiore od inferiore

della

R I sezione o ancora per tensione


I
II
I
III
II
(
)
(
)
(
*)
) ) + (t ) Hdi(t compressione.
S
t
=
S
+
S

t
H
t

t
+
S

S
(tmassima
tR )
(1alla
(
)
(
)
pari

Di
R II
conseguenza,

si
pu
costruire
un
domiI
R

S I ) (t ) H (t t*) + (S III S II ) II (1 (t ) ) + (t ) H (t tR ) (6) nio compreso tra le quattro rette limiR

te, il quale definisce uno stato limite


in cui il significato della simbologia il di prima fessurazione o di eccesso di
seguente:
compressione nel calcestruzzo. Questo
SIel, SIIel e SIIIel rappresentano rispettiva- limite imposto alle tensioni dovuto al
mente le sollecitazioni elastiche indotte fatto che nei ponti a conci prefabbricati
dai carichi nello schema strutturale iniziale coniugati non ammessa alcuna tensioel

el

el

el

el

el

el

el

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50

S t u d i

r i c e rc h e

ne di trazione, in quanto questa corrisponderebbe allapertura dei giunti tra


i conci, non essendo presente armatura
lenta passante. Le sezioni di maggiore
interesse per le valutazioni allo SLE, che
permettono il dimensionamento della
precompressione superiore ed inferiore
sono: la sezione di mezzeria della campata centrale in corrispondenza del concio
di sutura (momenti massimi positivi per
effetto dei carichi di servizio) e quella di
testa pila allattacco con il primo concio
dimpalcato (momenti massimi negativi).
Altre sezioni interessanti sono quelle
della campata di riva, che presentano una
distribuzione molto diversa delle sollecitazioni rispetto alla campata centrale. Per
ogni sezione si sono considerate diverse
ipotesi di ridistribuzione viscosa facendo
riferimento a diversi modelli di viscosit, al fine di considerare la situazione
peggiore per il dimensionamento delle
armature di precompressione superiore
ed inferiore.
Le ipotesi di base fatte in progetto sono
le seguenti:
4 i carichi agenti nelle fasi di costruzione
sono il peso proprio dei conci e la
precompressione superiore;
4 i carichi permanenti considerati in
fase di esercizio sono: la precompressione inferiore, i carichi permanenti
aggiuntivi, le cadute di tensione della
precompressione superiore ed inferiore, gli effetti del ritiro, gli effetti di
ridistribuzione per viscosit;
4 i carichi variabili considerati in esercizio sono: una variazione termica
uniforme ed un gradiente termico, i
carichi mobili.
I valori della funzione di ridistribuzione
x necessari alla valutazione degli effetti
viscosi, sono stati determinati per integrazione numerica ipotizzando un tempo
di stoccaggio e quindi di carico t0 = 60
giorni per la successiva messa in opera
nello schema a mensola ed un tempo di
chiusura (fine costruzione delle stampel-

le e maturazione del concio di mezzeria)


t* = 90 giorni, con immediata rimozione
delle pile provvisorie (cio tR = t*). Il
calcestruzzo utilizzato di classe fck = 40
MPa mentre i parametri necessari alla
determinazione dei valori della funzione
di ridistribuzione per i modelli considerati sono: 2Ac/u = 400 mm e RH = 80%.
Si operato nellipotesi semplificata di
struttura viscosamente omogenea e
contemporanea realizzazione delle due
stampelle, trascurando la non omogeneit dovuta alla differenza di et dei getti
e di realizzazione dei due semiponti. I
modelli utilizzati per la determinazione
della funzione x sono: il CEB Model
Code 90 [8], il modello GL2000 [9] ed il
modello B3 [10]. I valori ricavati a tempo
infinito (100 anni, cio 3.6104 giorni)
sono riportati in Tabella 1.
x (3.6104, 60, 90)
CEB Model Code 90

0.48

Modello GL2000

0.69

Modello B3

0.88

Tabella 1 Valori della funzione di ridistribuzione per diversi modelli di viscosit.

I valori ricavati dai diversi modelli indicano che le previsioni di recupero dello
schema statico modificato possono essere estremamente diversi, anche a partire
dagli stessi dati iniziali. Lestrema incertezza nella determinazione delle sollecitazioni permanenti in esercizio influenza
for temente tutte le considerazioni in
fase di dimensionamento della precompressione e di verifica delle sollecitazioni
dovute ai carichi di servizio. In Figura 9
vengono riportati i diagrammi relativi ai
percorsi di sollecitazione della sezione di
testa pila entro il dominio M-N per i due
casi di arco (indicato con l) e trave (indicata con n) e per il valore fissato della
funzione di ridistribuzione x. Nella Figura
sono stati indicati con lapice i punti

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S t u d i

dellarco e con il doppio apice quelli della


trave. I tratti del percorso delle sollecitazioni corrispondono alla sequenza di
applicazione dei carichi in costruzione:
4 tratti 0-A e 0-A: applicazione del
peso proprio e della precompressione superiore nello schema a mensola
completo;
4 tratto AB: rimozione delle pile provvisorie (solo nel caso dellarco-portale);
4 tratti BC e AC: applicazione di
precompressione inferiore, carichi
permanenti aggiuntivi ed effetti delle
cadute della precompressione e di
ritiro del calcestruzzo; tali effetti vengono considerati agenti istantaneamente con il loro valore finale ad
esaurimento del fenomeno (cio a
tempo infinito);
4 tratti CD e CD: recupero per effetto della viscosit, valutato con la relazione (6);
4 tratti DE e DE: applicazione dei
carichi mobili.
Leffetto dei carichi mobili nella struttura
ad arco-portale duplice, poich influenza sia il valore di momento flettente
che il valore di sforzo normale per ogni
sezione della campata. Per tenere conto
di ci dovrebbe costruirsi il dominio elastico definito da tutte le coppie (M, N)
che nascono nella sezione considerata
per ogni posizione del carico mobile. Per
semplicit verr qui considerato invece
il dominio rettangolare circoscritto al
dominio elastico delle coppie (M, N) e
definito attraverso le rette parallele agli
assi Mmax, Mmin, Nmax e Nmin. Per la verifica
nei confronti del dominio di sicurezza
allo stato limite, viene considerato il
punto pi svantaggioso cio pi esterno.
Il diagramma di Figura 9, riportato per la
sezione di testa pila, necessario per il
dimensionamento delle armature superiori di precompressione: si sceglie un
numero di cavi per sezione tale da avere
il punto pi esterno del percorso di sollecitazione sul dominio, situazione che

r i c e rch e

51

Figura 9 Sezione di testa pila. Riduzione precompressione superiore dellarco: 25%.

corrisponde ad avere una delle tensioni


limite nella sezione (in questo caso, nulla
di trazione al bordo superiore).
Nel caso dellarco tale punto quello
che corrisponde alla fine della costruzione a mensola, per cui la precompressione
superiore viene dimensionata considerando come situazione pi svantaggiosa
quella di costruzione (A). Nel caso della
trave invece, il punto pi esterno e quindi
la situazione pi svantaggiosa quella di
momento massimo negativo per carichi
mobili (E). Ripetendo questa valutazione per ognuno dei tre valori di ridistribuzione, si ottenuto che il diagramma
di Figura 9 corrisponde ad una situazione in cui la precompressione superiore
nellarco (necessaria in fase costruttiva)
affidata ad un numero di cavi ridotto
del 25% rispetto a quella necessaria nella
trave in fase di esercizio.
In Figura 10 vengono riportati gli analoghi diagrammi per la sezione di mezzeria.
In questo caso, il parametro di dimensionamento il numero dei cavi delle armature inferiori a momento positivo. Risulta
naturalmente che le situazioni pi svantaggiose sono sempre quelle in esercizio
per i momenti massimi positivi dovuti
ai carichi mobili (E, E). Il diagramma di

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r i c e rc h e

Figura 10 Sezione di mezzeria. Riduzione precompressione


inferiore dellarco: 50%.

Figura 10 pu essere ottenuto con una


riduzione dei cavi di continuit in campata nellarco di circa il 50% rispetto a quelli
necessari nella trave continua (BC). La
for te riduzione del numero di cavi e
quindi dello sforzo normale da indurre
tramite la precompressione conseguente allappor to di sforzo normale
presente nel telaio con pile inclinate per
effetto arco (AB). Tale aliquota riduce
gli effetti dei massimi momenti positivi in
campata dovuti ai carichi mobili mediante delle forti tensioni di compressione,

Figura 11 Dominio della sezione di mezzeria di arco e trave.


Confronto per diversi valori di ridistribuzione.

le quali a loro volta sono indotte sia dai


carichi permanenti che dagli stessi carichi
mobili distribuiti in campata.
Un discorso diverso andrebbe per fatto
per le sezioni della campata di riva, in cui
lo sforzo normale darco non presente.
Tali sezioni beneficiano comunque della
riduzione dei massimi momenti negativi
sulle sezioni in testa alla pila causati dai
carichi mobili, riduzione conseguente
proprio alleffetto arco nella campata
centrale. La riduzione dei momenti flettenti negativi per carichi mobili non
presente invece nella trave continua
ove i massimi momenti negativi in esercizio risultano dunque molto pi alti. In
tali casi, per grandi valori della funzione
di ridistribuzione, nella campata di riva
della struttura ad arco-portale possono
nascere dei momenti positivi che inducono trazioni inferiori, per cui opportuno prevedere nella campata laterale
alcuni cavi inferiori che riducano gli effetti
al bordo inferiore.
I diagrammi delle Figure 9 e 10 sono
dunque di riferimento per il dimensionamento della precompressione superiore
e di quella inferiore. Ma una volta fissati
il numero dei cavi e lo sforzo normale
di precompressione da introdurre nelle
sezioni, diverso sar il valore delle sollecitazioni finali in esercizio al variare della
percentuale di recupero. In Figura 11
mostrato un diagramma per la sezione
di mezzeria di arco e trave in cui, fissate
le quote di precompressione superiore e
inferiore per le due strutture in base alle
considerazioni sopra esposte, le sollecitazioni vengono messe a confronto per i
tre diversi valori di x dovuti al modello di
viscosit utilizzato.
Le condizioni di sicurezza in esercizio
variano al variare della quota di ridistribuzione delle sollecitazioni: allaumentare
del valore di ridistribuzione, la distanza
dalla retta limite del dominio di sicurezza
aumenta nel caso dellarco e diminuisce
nel caso della trave. Questo fenomeno

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ancora dovuto allo sforzo normale


delleffetto arco, poich una parte del
recupero delle sollecitazioni proprio il
recupero dello sforzo normale derivante
dal carico distribuito del peso proprio
come se questo agisse direttamente
sullo schema finale modificato (dopo
laggiunta del vincolo posticipato e la
rimozione dei puntelli provvisori) e quindi risulta benefico per la struttura.

r i c e rch e

4.2Valutazioni allo stato limite ultimo


La valutazione della sicurezza di esercizio
non pu comunque prescindere dalla
verifica nei confronti dello stato limite
ultimo delle sezioni, ovvero in condizione
di rottura.
Nel caso di sezioni precompresse, il contributo dello sforzo normale decisivo
per cui necessario tenere conto dei
domini di rottura M-N. I domini considerati per le sezioni analizzate sono stati
tracciati sia per sezioni non armate (cio
non considerando il contributo a trazione dellarmatura di acciaio armonico resa
aderente) che per sezioni armate. Nelle
successive valutazioni non si tiene invece

conto del contributo dellarmatura ordinaria poich questa non passante nei
giunti tra i conci.
Prendendo come parametro di progetto
la quantit di armatura di precompressione superiore ed inferiore scelta in fase
di dimensionamento, come sopra visto,
si tracciano in Figura 12 i domini corrispondenti a Stato Limite Ultimo per arco
e trave. La verifica delle coppie (M, N)
a rottura va fatta per i tre diversi valori
della funzione di ridistribuzione viscosa,
considerando sempre gli effetti pi svantaggiosi dei carichi mobili.
In Figura 13 mostrata lanaloga verifica
per la sezione di mezzeria della campata
centrale. In ambedue le sezioni analizzate, i punti relativi alle sollecitazioni nellarco cadono sempre entro il dominio della
sezione non armata mentre quelli delle
sollecitazioni nella trave sono interni al
dominio della sezione armata. Ci indica
che mentre la verifica a SLU nella struttura ad arco soddisfatta anche senza
considerare il contributo delle armature,
al contrario nella trave, sempre necessario mettere in conto tale contributo.

Figura 12 Dominio di rottura per la sezione


di testa pila per arco e trave. Verifica a SLU per
diversi valori di recupero viscoso.

Figura 13 Dominio di rottura per la sezione


di mezzeria per arco e trave. Verifica a SLU per
diversi valori di recupero viscoso.

53

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S t u d i

r i c e rc h e

5. CONSIDERAZIONI SULLA
DURABILIT
Le condizioni di sicurezza nella fase di
esercizio della struttura dipendono non
soltanto dalle previsioni progettuali ma
anche dalla fase di esecuzione dellopera
e dalla successiva manutenzione.
Un aspetto fondamentale dunque
quello della durabilit nel tempo, che
influenzata da tutti questi aspetti. I fattori
di possibile deterioramento della struttura che influiscono sui margini di sicurezza
reali della struttura sono numerosi.
Unaccurata scelta della qualit dei materiali in relazione alle condizioni ambientali e un idoneo piano di manutenzione
periodica programmata diventano i passi
fondamentali per assicurare la vita di
servizio richiesta per i ponti in sede progettuale.
La durabilit delle strutture in cemento armato governata principalmente
dalla qualit dei materiali e in particolare
dalla qualit del calcestruzzo, il quale va
progettato in relazione allambiente, prevedendo il raggiungimento di adeguate
resistenze, con contenuto in cemento e
rapporti acqua/cemento tali da assicurare una bassa porosit e la capacit di
contrastare la penetrazione degli agenti
aggressivi.
Inoltre, un importante fattore di durabilit quello di assicurare idonei copriferri
con spessori tali da scongiurare per quanto possibile la corrosione delle armature
(e per evitare la conseguente espulsione
degli stessi).
Occorre poi distinguere tra la durabilit
potenziale del calcestruzzo previsto in
sede di progetto e quella effettiva del
calcestruzzo in opera.
Linfluenza dellesecuzione e della messa
in opera del calcestruzzo sulla durabilit
risulta, infatti, della massima importanza.
Generalmente le situazioni maggiormente critiche e i percorsi preferenziali per
la velocit di avanzamento del degrado
sono determinate dallinsufficiente com-

pattazione, dalla vibrazione non corretta,


dalle soluzioni di continuit dei getti nelle
riprese e dai vuoti nelle zone dove le
armature risultano congestionate.
Un aspetto fondamentale per la durabilit delle strutture in c.a.p. inoltre la
protezione contro la corrosione dei cavi
di precompressione.
Luso di cavi ed armature di precompressione sensibili alla corrosione deve
essere sempre evitata dal progettista e
dal direttore dei lavori; inoltre acciai con
una minore suscettibilit alla corrosione
sono sempre da preferirsi a resistenze
pi elevate o a minori costi.
Un secondo punto poi lefficienza del
sistema utilizzato per la protezione dalla
corrosione, le guaine e le iniezioni: il
materiale dei condotti e maggiormente
quello per le iniezioni deve essere accuratamente scelto, nel suo contenuto chimico, per eliminare tutti gli agenti corrosivi o tali da favorire la corrosione, deve
inoltre possedere una buona iniettabilit
per eliminare i vuoti, la segregazione ed
il bleeding. Infine la messa in opera del
sistema di protezione deve essere in
accordo con le regole dellarte ed eseguita da personale qualificato ed esperto.
Nelle strutture a cavi interni purtroppo
il deterioramento dei cavi non visibile
dallesterno ed quindi molto difficile da
individuare e da valutare.
Sulla base di approfondite investigazioni
su numerosi ponti post-tesi costruiti tra
il 1960 ed il 1990 in Gran Bretagna [11],
vennero trovati seri problemi di corrosione che richiesero la sostituzione e
lintegrazione dei cavi.
Fu allora aper ta, nel 1992, dal Dipartimento dei Traspor ti, una moratoria
per la vulnerabilit delle strutture a cavi
interni, dovuta allelevato numero di casi
di ammaloramento dei cavi, che port
alla determinazione di sottoporre tali
strutture ad ispezioni accurate, periodiche e sistematiche. La qualit degli
acciai ad alta resistenza, la corrosione

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per fenomeni elettrochimici, lesecuzione di iniezioni imperfette con presenza di vuoti e qualche volta con cloriti
allinterno del materiale di iniezione, la
consistenza e la qualit dei condotti,
trovati talvolta pieni di acqua, risultarono le cause principali della velocit di
avanzamento del degrado del sistema di
post-tensione. Per contrastarne gli effetti
si ritenne determinante aumentare la
frequenza delle ispezioni necessarie per
assicurare la sicurezza in servizio dei
ponti esistenti. Le visite di ispezione e
la manutenzione programmata diventa
dunque un elemento fondamentale per
il reale mantenimento delle condizioni
di sicurezza in servizio che sono state
previste durante la fase progettuale. In
mancanza di questi accorgimenti, tutte
le previsioni fatte in precedenza e basate
sullanalisi delle sollecitazioni in esercizio
ed agli stati limite ultimi, non potrebbero
risultare attendibili, perch mancherebbe
il necessario grado di affidabilit della
struttura reale nel mantenimento delle
condizioni di progetto.
Nel caso dei ponti in studio, gli accorgimenti assunti in sede di progetto, oltre
a quelli inerenti la scelta dei materiali in
relazione alle condizioni ambientali, sono
stati principalmente:
4 luso di calcestruzzo autocompattante con resistenza Rck = 45 MPa per
diminuire il divario tra la durabilit
potenziale e quella in opera dovuta
ad insufficiente compattazione;
4 lutilizzazione di pellicole protettive
esterne per ridurre i problemi di carbonatazione del calcestruzzo nellimpalcato;
4 ladozione di acciaio inox AISI 304 L
per le armature lente dei conci prefabbricati;
4 lutilizzazione di guaine in PEAD, che
non si corrodono, resistenti al passaggio degli ioni cloro e che non conducono elettricamente, insieme ad
accurate iniezioni.

r i c e rch e

55

A tali accorgimenti tecnologici, che contribuiscono tutti allincremento della


durabilit in termini globali, possibile
associare unulteriore valutazione della
sicurezza in esercizio, quando per effetto
della corrosione, si abbia una drastica
riduzione nel tempo della precompressione dovuta alla rottura di alcuni cavi
ammalorati.
Si propone quindi unulteriore verifica
delle strutture in oggetto in cui sia considerata lipotesi che una parte dei cavi di
precompressione superiori ed inferiori
non sia pi efficace.
In Figura 14 viene tracciato il dominio di
rottura per la sezione di testa pila con
i punti relativi alle sollecitazioni di progetto a SLU per larco e la trave mentre
in Figura 15 viene mostrato lanalogo
dominio per la sezione di mezzeria.
I punti indicati sono quelli relativi alle
condizioni pi svantaggiose per i tre casi
visti di ridistribuzione viscosa. Le curve
del dominio sono state tracciate in funzione del parametro k = Af/Af,iniz, dove
si indicato con Af larea di armatura
di precompressione che effettivamente

Figura 14 Dominio SLU. Sezione di testa pila,


confronto arco-trave.

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S t u d i

r i c e rc h e

agisce nella sezione e con Af,iniz larea


iniziale predisposta in fase di progetto
e determinata con il dimensionamento
visto nei paragrafi precedenti allo stato
limite di esercizio. Il parametro k = 0
indica lassenza di armatura di precompressione (degrado totale), k = 1 larmatura di progetto (rimasta integra) e k
= 0.5 la presenza di met dellarmatura
attiva iniziale (parziale degrado dei cavi di
precompressione). Tale parametro serve
a definire il caso in cui larmatura di precompressione (superiore nella sezione di
testa pila ed inferiore in quella di mezzeria) resti interamente efficace durante la
vita utile della struttura o meno.
La coppia (M, N) delle massime sollecitazioni valutate allo SLU nella struttura
ad arco-portale (punto 1) rientra entro
il dominio in assenza di armatura, mentre
quello corrispondente alla struttura con
schema di trave continua (punto 3)
fuori dal dominio in assenza di armatura
ma dentro il dominio in cui viene considerato il contributo a trazione dellarmatura di precompressione (v. paragrafo
precedente). Per valutare la sicurezza

Figura 15 Dominio SLU. Sezione di mezzeria. Confronto arco-trave.

di servizio nei confronti della rottura di


alcuni cavi di precompressione, vengono
tracciate le curve con k = 0.5, corrispondenti al dimezzamento della precompressione efficace; in tal caso tutti i punti
(rispettivamente, punti 2 e 4) si spostano
verso il limite del dominio.
Il punto relativo alla struttura ad arco
(punto 2) rimane ancora dentro il dominio ma necessario mettere in conto il
contributo a trazione dellarmatura. Per
la trave invece, il punto 4 arriva sul dominio a rottura per k = 0.5. Ci significa
che il deterioramento per corrosione
di una quantit di armatura di precompressione pari alla met dei cavi passanti
nella sezione, porta al limite la capacit
portante della sezione e larmatura viene
impegnata a trazione per il mantenimento dellequilibrio a rottura. Attraverso tali
considerazioni possibile valutare ci
che pu accadere durante la vita utile
della struttura nel caso di rottura per
deterioramento di parte delle armature,
cosa che comporta sia una caduta di
precompressione nella sezione che una
contemporanea riduzione del dominio
allo SLU, cio una riduzione delle riserve
di sicurezza.
6. CONCLUSIONI
In questo studio sono stati evidenziati i
fattori che concorrono alla determinazione delle condizioni di sicurezza in esercizio per un ponte a conci prefabbricati
coniugati in cemento armato precompresso, costruito per sbalzi successivi.
Le valutazioni condotte agli stati limite di
esercizio e agli stati limite ultimi hanno
tenuto conto della sequenza di costruzione, fino al raggiungimento dello schema statico finale.
A partire dal caso di un ponte ad arcoportale a due cerniere, stato effettuato
un confronto con unanaloga struttura
con schema finale di trave continua per
la valutazione delleffetto dello sforzo
normale che si genera in campata per

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S t u d i

effetto arco. Si rilevato che la precompressione naturale della struttura ad arco-portale permette una forte
riduzione dei cavi di precompressione
di continuit in campata rispetto a quelli
presenti nella trave continua corrispondente ed un generale beneficio in tutte
le fasi di esercizio per le sollecitazioni dei
carichi permanenti e variabili applicati.
Particolare attenzione stata rivolta alla
valutazione degli effetti della viscosit
sulle condizioni di sicurezza della struttura, in particolare per la ridistribuzione
dovuta al cambiamento di schema statico
durante la costruzione. stato riportato

r i c e rch e

57

il confronto dei valori di sollecitazione


dedotti con diversi modelli di viscosit,
mettendo in evidenza le notevoli differenze di previsione dovute alla formulazione dei modelli di viscosit proposti in
letteratura.
Sono state anche evidenziate alcune
considerazioni sulla durabilit di fondamentale importanza per il mantenimento
delle necessarie condizioni di sicurezza in
esercizio della struttura.
Inoltre sono state analizzate le conseguenze di un eventuale deterioramento
dei cavi di precompressione nei due casi
esaminati.
n

Bibliografia
[1] Chiorino M.A. (2005) A Rational Approach to the Analysis of Creep Structural
Effects in: Gardner, Weiss Shrinkage and Creep of Concrete, ACI, SP-227, 107-141.
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on the conceptual design of a segmental prestressed rc bridge. in: Recent Developments in Bridge Engineering, 223-232, edited by K.M. Mahmoud, Swetz & Zeitlinger.
[3] Rappa L., Arici M., Chiorino M.A. (2006) Effetti della viscosit su ponti a conci
costruiti per segmenti successivi. Atti 16 congresso CTE, Parma, I 279-290.
[4] Martinello S. (2005) Dalla valutazione numerica dello stato di degrado dei ponti al
collaudo. in: Arici, Siviero Nuovi orientamenti per la progettazione di ponti e viadotti,
Ed. Flaccovio, Palermo, 177-210.
[5] Arici M., Granata M.F. (2003) Structural conception and construction methods in
the design of a segmental prestressed rc bridge. 2nd specialty conference on the conceptual approach to structural design, Milan, C.I. Premier Ltd Ed., 225-232, Singapore.
[6] Dezi L., Menditto G., Tarantino A.M. (1993) Viscoelastic heterogeneous structures
with variable structural system Journal of Engineering Mechanics ASCE, Vol. 119, No.
2, Feb. 1993.
[7] Arici M., Granata M.F. (2007) Removal of temporary supports and creep effects in
the sequential construction of bridges in: Chiorino-Gardner, Structural Implication of
Shrinkage and Creep of Concrete, ACI, SP246, 37-52.
[8] CEB (1993) Bulletin dInformation, n 213/214 CEB-FIP Model code 1990 Thomas Telford, London.
[9] Gardner J., Lockman M.J. (2001) Design provisions for drying shrinkage and creep
of normal-strength concrete ACI Materials Journal, 159-167, March 2001.
[10] Baant, Z.P. (2000) Creep and shrinkage prediction model for analysis and design
of concrete structures: model B3. Adam Neville symposium: creep and shrinkagestructural design effects, ACI SP-194, 1-83, Farmington Hills, Michigan.
[11] fib (2001) Durability of post-tensioning tendons Technical report n. 15, November
2001.

Industrie manufatti cementizi - 1

Stu_Ric_Arici_Granata.indd 57

13-03-2008 14:14:03

58

A m b i e n t e

Il CEN TC 350
Standard previsti
e programma
dazione
di Gian Luca Baldo

INTRODUZIONE
Il CEN TC 350 Sustainability of construction works un Comitato Tecnico
responsabile dello sviluppo di standard
in grado di definire una metodologia
armonizzata per la valutazione delle performance ambientali e dei costi dellintero ciclo di vita degli edifici cos come gli
aspetti riguardanti il comfort indoor. Funzione, struttura e obiettivi del CEN TC
350 sono stati oggetto di un precedente
articolo1. In questa sede si descriver il
programma dazione del Comitato unitamente ai sette standard previsti.
STANDARD E TECHNICAL
REPORTS DEL CEN TC 350
Il Comitato CEN TC 350 prevede di
approvare cinque Standard (1 - 5) e due
Technical Reports (6 - 7):
1 Sustainability of construction works
Framework for assessment of buildings:
standard generale, fornisce gli strumenti necessari per lintegrazione dei
tre aspetti per la valutazione della
performance degli edifici, vale a dire
ambientale, economico e salute &

comfort. Lo standard definisce i confini


del sistema per lanalisi della performance integrata degli edifici nonch gli
indicatori utili per tale analisi e descrive
come questi debbano essere utilizzati.
2 Sustainability of construction works
Assessment of environmental performance of buildings Calculation
methods: standard che prende in
considerazione la valutazione delle
performance ambientali degli edifici
descrivendo quali metodologie sia
necessario adottare per tale analisi.
Questa analisi principalmente basata
sulla Life Cycle Assessment (LCA). Il
documento descrive i metodi di calcolo per gli indicatori ambientali (definiti
nello standard framework) in accordo
al tipo di edificio e le varie fasi del ciclo
di vita delledificio. Lo standard descrive i confini del sistema per la LCA
e leffetto della qualit dei dati sulla
LCA.
3 Sustainability of construction works
Use of environmental product declarations (on products, processes or services):
stabilisce le regole per la stesura delle

Si rimanda allarticolo Il CEN TC 350 Funzioni, struttura e obiettivi di Laura Peano e Gian Luca Baldo,
Industrie della Prefabbricazione n.16/2007.

1 - Industrie manufatti cementizi

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A m b i e n t e

Environmental Product Declarations2


(Dichiarazioni Ambientali di Prodotto
- EPD) nel settore degli edifici, prodotti, processi e servizi. Questo standard
fornisce quindi le regole per convertire
le informazioni in EPD includendo i tre
aspetti, ambientale, salute e comfort.
4 Sustainability of construction works
Environmental product declarations
Product category rules (on products,
processes or services): fornisce le regole
per la stesura dei Product Category
Rules (PCR) applicabili al settore delle
costruzioni, sia a prodotti che servizi e
processi. Il documento PCR fornisce i
requisiti per tutti i prodotti riguardanti
gli edifici in accordo alle ISO 21930 e
ISO 14025.
5 Sustainability of construction works
Environmental product declarations
Product category rules (on products,
processes or services)- Communication

59

format: definisce e descrive i formati di


comunicazione di un EPD a seconda
del settore a cui indirizzata, business
o consumers.
6 Sustainability of construction works
Environmental product declarations
Methodology and data for generic data:
descrive metodologie e fonti da usare
quando si impiegano dati generici nelle
EPD. Tale metodologia conforme ai
requisiti della ISO 14044.
7 Sustainability of construction works
Description of the building life cycle:
descrive il ciclo di vita di un edificio.
Non si tratta di un documento a s
stante bens di un documento previsto
dal Framework e che si svilupper in
accordo con esso. Questo documento
si focalizza su processi e scenari relativi
al ciclo di vita e descrive aspetti come
ciclo di vita, performance tecniche e
requisiti di performance.

Un Technical Specification
(TS) un documento che definisce i requisiti tecnici che debbono essere soddisfatti da un
prodotto, processo o servizio
Uno Standard un documento
approvato da un organismo riconosciuto, che fornisce, per uso comune,
regole, linee guida o caratteristiche
per attivit o i loro risultati, finalizzati
alla realizzazione del grado ottimale
di ordine in un dato contesto
Un Technical Report (TR) un
documento che prescrive i requisiti
tecnici a puro scopo informativo

Figura 1 Definizione di Technical Specification (TS), Standard, Technical Reports [Fonte: MSA
EN 45020:2001 Standardization and related activities - General Vocabulary].3
2
Si rimanda allarticolo Gli strumenti per la comunicazione ambientale dimpresa di Gian Luca Baldo,
Industrie della Prefabbricazione n.14/2007.
3
Per approfondimenti si rimanda al paragrafo Approvazione degli Standard del CEN TC 350.

Industrie manufatti cementizi - 1

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60

A m b i e n t e
Tabella 1 Standard del CEN TC 350 e loro stato attuale [Fonte: http://www.cen.eu].
Project
reference

Title

Current
status

Deadline

00350001

prCEN/TS
15643-1

Sustainability of construction works - Framework


for assessment of integrated building
performance - Part 1: Environmental, health and
comfort and life cycle cost performances

Under
Approval

2007-09 (TS)
2010 (EN)

00350002

CEN/TS
350/WG
N015rev1

Sustainability of construction works Under


2008-11 (TS)
Assessment of environmental performance Development
2010 (EN)
of buildings - Calculation methods

00350002

Sustainability of construction works Use


Under
of environmental product declarations
Development
(on products, processes or services)

2010

350
00350004 CEN/TC
WG3 N027

Sustainability of construction works Environmental product declarations Product category rules

Under
Development

2010-02

00350005

Sustainability of construction works Environmental product declarations Communication formats

Under
Development

2010-04

00350006

Sustainability of construction works Environmental product declarations Methodology and data for generic data

Under
Development

2009-01

00350007

Sustainability of construction works Description of the building life cycle

Under
Development

2009-01

Pi precisamente gli standard del


nuovo TC 350 utilizzeranno come suppor to quelli ISO fornendo, in questo
modo, un riferimento importante per
lintegrazione degli aspetti ambientali e
salutari dei seguenti Comitati ISO:
4 ISO/TC 207 Environmental management: riguarda la valutazione
delle performance ambientali di un
edificio. Strumento base per tale
analisi la Life Cycle Assessment
(LC A). Strumento fondamentale
per la sua comunicazione lEnvironmental Product Declaration
(EPD). Tutti gli standard dellISO/
TC 207 sono generici dal momento
che possono essere applicati a tutti
i materiali, prodotti, servizi;
4 ISO/TC 59 Standardization in the
field of building and civil engineering:
emana standard riguardanti la sostenibilit nel settore degli edifici e la
pianificazione della vita di un edificio;
4 ISO/TC146/SC6 Air quality
Indoor air and CEN/TC264 Air
quality: sta sviluppando metodo-

logie per lanalisi dellinquinamento


dellaria indoor.
Nella Tabella 2 si riporta per ciascuno
standard il Working Group responsabile unitamente agli standard ISO di
supporto.
PROGRAMMA DAZIONE
Il programma dazione del TC 350
suddiviso in tre sezioni.
4 Sezione 1: riguarda ledificio stesso
includendo lo standard framework
per lanalisi delle performance integrate degli edifici e lo standard per
la valutazione dellimpatto ambientale degli edifici. Inoltre la Sezione
1 riguarda luso delle dichiarazioni
ambientali a livello di edifici.
4 Sezione 2: riguarda il settore dei
prodotti da costruzione, includendo
limplementazione dello standard
ISO 21930 dellISO/TC 59/SC e gli
specifici Product Categor y Rules
(PCR) per le dichiarazioni ambientali di prodotto.
4 Sezione 3: riguarda la descrizione
del ciclo di vita di un edificio.
1 - Industrie manufatti cementizi

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A m b i e n t e

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Tabella 2 Standard del TC 350, Working Groups (WG) responsabili e standard ISO di supporto
[Fonte: http://www.cen.eu].
Sections

Items

Responsible
Groups

Main
supporting
Standards

Sections 1

Sustainability of construction works


Framework for assessment of buildings

TC Task Group
Framework

ISO 15392
ISO 21932
ISO 21931
ISO/TS 21929

Sustainability of construction works


Assessment of environmental performance of
buildings Calculation methods

WG1
Environmental
Performance of
Buildings

ISO 21931

Sustainability of construction works


Use of environmental product declarations
(on products, processes or services)

WG1
Environmental
Performance of
Buildings

Sustainability of construction works


Environmental product declarations Product
category rules (on products, processes or services)

WG3 Product
Level

ISO 21930
ISO 14025

Sustainability of construction works Environmental


Product
product declarations Product category rules (on pro- WG3Level
ducts, processes or services)- Communication format

ISO 21930
ISO 14025

Sustainability of construction works Environmental WG3 Product


product declarations Methodology and data for
Level
generic data

ISO 14040
ISO 14044

Sections 2

Sections 3

Sustainability of construction works


Description of the building life cycle

APPROVAZIONE DEGLI
STANDARD DEL CEN TC 350
In accordo con le regole del CEN, un
Technical Specification (TS) un documento normativo, una specie di standard
preliminare. Il TS viene approvato sia tramite votazione per corrispondenza che
durante una riunione convocata appositamente. I membri del CEN/TC 350
hanno tempo tre mesi per consultarsi a
livello nazionale e votare. Insieme al voto
i membri possono esprimere anche i
propri commenti. I voti ricevuti sono esaminati dal CEN TC 350. Se la proposta di
TS approvata, il TS reso disponibile
dal Segretariato Centrale, dopo i possibili cambiamenti editoriali, e i commenti
tecnici ricevuti sono discussi dal CEN/
TC 350/TG Framework durante la fase
successiva, la fase EN del documento.
Se la proposta di TS fallisce il voto, il CEN
TC 350 rimanda il documento al CEN/
TC 350/TG Framework per la discussione dei commenti tecnici.
n

WG2 Building
Life Cycle

ISO 15686
SERIES

Figura 2 Approvazione degli standard dal TC 350.

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I n s e r t i

Uso degli inserti


per calcestruzzo
in conformit alle
normative vigenti
di Roberto Ragozzini
Gli inserti utilizzati nelle strutture prefabbricate giocano un ruolo sempre pi importante nella progettazione strutturale poich
possono rappresentare i punti deboli della
costruzione. Allinsertistica nelle strutture
prefabbricate il progettista deve dedicare
particolare attenzione, curandone particolarmente i dettagli, in modo da raggiungere un
livello di sicurezza compatibile con quello che
contraddistingue lintera struttura. Questo
aspetto assume importanza maggiore nei
confronti delle prescrizioni imposte dalle
nuove normative sul risparmio energetico, sul
fuoco e sulla sismica, di recente pubblicazione.
Queste norme, infatti, impongono ai prefabbricatori scelte di carattere tecnico e adeguamenti importanti delle tipologie costruttive,
impensabili soltanto qualche anno fa.
Inoltre, il forte incremento degli incidenti sul
lavoro, talvolta con conseguenze purtroppo
letali, enfatizzati dai mass media e particolarmente a cuore alle massime Istituzioni dello
Stato, hanno riportato alla ribalta lannoso
problema della sicurezza nei cantieri mobili. In
questo ambito si inseriscono per i prefabbricatori anche le problematiche inerenti la movimentazione dei manufatti e il loro montaggio.
Per quanto riguarda ladeguamento normativo sul rendimento energetico in edilizia introdotto dal Dlgs 192/05 e dalle sue
successive modifiche ed integrazioni, si pu

affermare che sia la metodologia costruttiva


che la qualit intrinseca dei manufatti prefabbricati stata effettivamente migliorata
con indubbi e notevoli vantaggi per tutti.
Da parte sua il prefabbricatore, grazie alle
tecnologie offerte dal mercato dellinsertistica, senza stravolgere i costi di produzione e
le attrezzature in uso, ha risposto in modo
adeguato ai mutamenti delle richieste di
mercato, consolidando le proprie posizioni
e aprendo nuovi orizzonti commerciali, con
positivi riflessi sul fatturato e sulla redditivit.
Lo stesso dicasi per le problematiche legate alla normativa sismica; tutti gli attori sul
mercato, dai prefabbricatori ai committenti,
dai progettisti ai produttori di inserti, si sono
rimboccati le maniche ed ognuno, per quanto di propria competenza, ha alacremente
lavorato per adeguarsi alla nuova mappatura sismica e per rispondere efficacemente
con soluzioni in grado di soddisfare i requisiti
richiesti per tutti i nodi strutturali coinvolti.
Le istituzioni tutte si sono prodigate a recepire,
informare e coinvolgere tutte le figure professionali coinvolte nelledilizia; cos le Associazioni
di Categoria, gli Ordini Professionali e le Universit, nel corso del 2007, hanno promosso
e realizzato una serie di iniziative didattiche e
divulgative su tutto il territorio nazionale.
Anche sul tema della resistenza al fuoco le
novit sono notevoli; alla fine di marzo sono
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stati infatti pubblicati due Decreti Ministeriali


che riguardano direttamente le prestazioni
di resistenza al fuoco delle costruzioni e la
classificazione della resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi. La legislazione in
materia di sicurezza antincendio si arricchita,
nel mese di maggio, di un Decreto Ministeriale che definisce gli aspetti procedurali e i criteri da adottare per valutare il livello di rischio
e progettare le conseguenti misure compensative, utilizzando, in alternativa a quanto previsto dalla precedente normativa, lapproccio
ingegneristico alla sicurezza antincendio.
Le aziende del Gruppo Inserti, sensibili ai
mutamenti del mercato, hanno, ognuna
nella propria specializzazione, ricercato e
messo a punto nuovi inserti industrializzati
in grado di rispondere alle attuali pressanti
richieste del mercato della prefabbricazione.
Alcune soluzioni sono illustrate nel volume
Inserti per calcestruzzo Manuale di progettazione e utilizzo presentato alla stampa
tecnica di settore allinizio dello scorso anno.
Tipologie di collegamenti in grado di rispondere alle prescrizioni imposte dalle normative per costruzioni in zona sismica sono
state invece illustrate nel 2007 sulle pagine dellOrgano Ufficiale di ASSOBETON,
attraverso gli articoli redatti dallIng. Carlo
Schiatti, consulente del Gruppo Inserti.
Levoluzione del mercato sotto gli occhi di
tutti; la diffusione dei pannelli a taglio termico,
per esempio, ha trasformato un mercato di
nicchia in mercato di massa. Il problema della
sicurezza nel montaggio dei prefabbricati non
pi rinviabile perch le autorit preposte
alla sorveglianza dei cantieri, sollecitate dalle
Istituzioni Nazionali, cominciano ad avere un
atteggiamento sempre pi intransigente, intraprendendo iniziative che, oltre ad essere pesantemente sanzionatorie, spesso e volentieri
portano al blocco dei cantieri inadempienti.
Da esperto del settore devo sottolineare
che i prefabbricatori italiani sono, in Europa, i
pi sensibili ed accorti, avendo sin dal 1996, per
primi, adottato soluzioni per la sicurezza conformi alla norma EN 795; oggi, infatti, la maggior
parte dei prefabbricatori prevede, sin dalla
progettazione dei manufatti, le predisposizioni
per allestire al montaggio le linee di sicurezza.
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Si pu pertanto auspicare, per il mondo


della prefabbricazione, che gli adeguamenti
imposti in tutti i settori coinvolti avvengano
senza stravolgimenti troppo penalizzanti
sui costi di produzione, in quanto il pi
delle volte questi nuovi costi non possono
essere trasferiti, in un mercato fortemente
competitivo, alla committenza.
Come nel 2007, il Gruppo Inserti, sempre
attraverso le pagine dellOrgano Ufficiale
di ASSOBETON, vuole offrire la pi ampia
collaborazione alla prefabbricazione italiana mettendo a disposizione le proprie
conoscenze e competenze. Questanno,
grazie alla confermata collaborazione con
lIng. Carlo Schiatti, cercheremo di approfondire e rispondere ai grandi temi del
momento con articoli tecnici che saranno
pubblicati sui prossimi quattro numeri
della rivista e cio:
4 la rispondenza alle prescrizioni delle normative in materia di risparmio energetico
(Dlgs 192/05 e smi);
4 la rispondenza ai nuovi decreti sulla resistenza al fuoco delle strutture (DM 16/02/07,
DM 09/03/07, DM 09/05/07);
4 la sicurezza nel montaggio e nella movimentazione degli elementi prefabbricati
(Dlgs 494/96);
4 levoluzione delle norme in campo sismico.
Attraverso queste pagine, Carlo Schiatti
tratter nel modo pi esaustivo possibile
le questioni legate allinterpretazione delle
nuove normative, le problematiche progettuali ed ogni altro aspetto rilevante per
ciascuno dei citati argomenti.
Tutte le aziende del Gruppo Inserti di
ASSOBETON (Chryso Italia S.p.A., Edilmatic s.r.l., GL Locatelli s.r.l., Halfen-Deha
s.r.l., Off. Mecc. Maffioletti Dario s.r.l., Ruredil S.p.A.,Tecnogrip s.r.l.) hanno qualificato
una serie di prodotti che possono efficacemente, in alternativa ai metodi tradizionali, risolvere tecnicamente e con vantaggi
economici le problematiche dibattute.
Come lanno scorso, quando trattammo
la normativa sismica, ci auguriamo che la
qualit, la professionalit e gli spunti che
vi trasmetteremo possano essere allaltezza delle vostre aspettative.
n
Industrie manufatti cementizi - 1

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66

D a l l U n i v e r s i t

Intervista a
Nerio Tullini
di Andrea Dari

Professore, prima di passare


al tema centrale dellintervista, pu presentarci la Facolt in cui lei insegna?
La Facolt di Ingegneria nacque 13 anni
fa ed attualmente ospitata nel Polo
Scientifico Tecnologico dellUniversit di
Ferrara.
Le aule sono allinterno di un ex-zuccherificio, ristrutturato e adattato alle
esigenze della didattica (Figure 1 e 2).
A Ferrara la riforma del 3 + 2 stata
introdotta nel 1999 ed oggi proponiamo
tre Corsi di Laurea triennali in Ingegneria Civile, dellInformazione e Meccanica
e sei Corsi di Laurea Magistrale.
Allinizio del 2007 gli studenti erano
complessivamente 2600; in particolare

Figura 1 Polo Scientifico Tecnologico dellUniversit di Ferrara. Fronte.

gli studenti triennali di Ingegneria civile


ed ambientale erano circa 550, mentre
quelli della Laurea Magistrale in Ingegneria Civile erano 200, comprensivi
degli studenti fuori corso del vecchio

Figura 2 Polo Scientifico Tecnologico dellUniversit di Ferrara. Retro.

ordinamento. Tuttavia, a fronte di un cos


ragguardevole numero di studenti, sono
solo 22 i docenti in ruolo che insegnano
nellarea Civile.
Per tale motivo, negli ultimi due anni
accademici era stato introdotto un
numero chiuso che poteva preservare un ottimo rappor to tra docenti e
studenti, elemento che consideravamo
nostro vanto.
Ci nonostante, a causa di alcune sentenze del TAR avverse al numero chiuso
nei corsi di laurea non regolamentati in
1 - Industrie manufatti cementizi

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D a l l U n i v e r s i t

ambito europeo, siamo stati obbligati a


rimuoverlo ed oggi abbiamo circa 150
matricole iscritte al primo anno di Ingegneria civile e ambientale.

Di recente la riforma delle


universit ha toccato, nel
vivo, gli ordinamenti che
dipendono dalla vostra Facolt.
Secondo Lei gli studenti riescono, con lattuale programma, ad
acquisire la necessaria conoscenza tecnica per poter, una volta
laureati, gestire con efficacia largomento calcestruzzo? Ritiene
possibile introdurre nel biennio di
specializzazione un corso esclusivamente dedicato al calcestruzzo
nelle sue diverse forme (materiale, armato, precompresso, )?
Dopo la riforma del 3 + 2, ora siamo
chiamati nuovamente a riformare i piani
degli studi, limitando il numero di esami
complessivi che uno studente pu
sostenere.
Tale circostanza stata accolta favorevolmente dal Consiglio di Corso di
Laurea in Ingegneria Civile e, a partire
dal 2010, proporremo un ordinamento
didattico che restaura una situazione
ante-riforma, ossia nel triennio si svilupperanno solo le materie di base insieme
alle discipline formative (Idraulica, Fisica
Tecnica, Scienza delle Costruzioni) e,
nel biennio di specializzazione, si introdurranno le materie professionalizzanti,
come ad esempio Tecnica delle Costruzioni o Costruzioni Idrauliche.
In tale modo speriamo anche di rimuovere la falsa impressione che la riforma
del 3 + 2 ha generato, ovvero che sia
facile conseguire una laurea in Ingegneria Civile.
Inoltre ho, con rammarico, dovuto constatare il drastico peggioramento della
preparazione fisico-matematica degli
studenti che provengono dalle scuole
superiori, probabilmente a causa della
soppressione degli esami di riparazio-

67

ne, che permette a molti di iscriversi a


facolt scientifiche senza avere saldato i
debiti formativi acquisiti.
Nei piani di studio in Ingegnera Civile
esiste sicuramente un corso esclusivamente dedicato al calcestruzzo e, per
tale materiale, la preparazione degli
ingegneri di solito maggiore rispetto a
quella acquisita sul legno o la muratura.
Ad esempio, io sono titolare del Corso
di Tecnica delle Costruzioni 2 svolto nella Laurea triennale di Ingegneria
Civile ed Ambientale e del Corso di
Costruzioni in c.a. e c.a.p. nella Laurea
Magistrale di Ingegneria Civile; entrambi
i corsi sono da 6 crediti, a cui corrispondono circa 60 ore di lezione frontale, e
dedico complessivamente al cemento
armato 90 ore.

Nellambito della prefabbricazione avete in corso dei


progetti di ricerca con imprese private? Come nascono queste
collaborazioni?
La maggior parte dei progetti di ricerca
sulla prefabbricazione che ho svolto mi
sono stati proposti direttamente dalle
imprese e spesso gli approfondimenti
sono stati sviluppati in seguito a richieste sollecitate da Direttori dei Lavori o
da organi pubblici di controllo.
La collaborazione che mi viene richiesta
inizialmente consiste nellesecuzione di
prove sperimentali finalizzate a verificare lefficacia di un prodotto, ma di solito
suggerisco poi alcune modifiche al fine
di migliorare le prestazioni del prodotto
stesso.
Ad esempio ho recentemente collaborato con unimpresa di prefabbricazione
associata ad ASSOBETON nellambito
dei collegamenti tra pilastri, o tra pilastro e fondazione.
Tale argomento divenuto uno dei temi
principali delledilizia prefabbricata in
quanto la dimensione dei pilastri portanti prefabbricati limitata dalle condizioni di movimentazione; conseguente-

Industrie manufatti cementizi - 1

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68

D a l l U n i v e r s i t

mente devono essere realizzati pilastri


di dimensioni relativamente ridotte, che
devono essere poi oppor tunamente
uniti. Inoltre, particolare attenzione deve
essere rivolta alla progettazione delle
unioni in zona sismica per garantire al
giunto adeguata resistenza e duttilit.
In tale ambito si segnalano numerose
soluzioni, molte sono proposte senza
un adeguato suppor to teorico-sperimentale mentre alcune sono svolte in
collaborazione con docenti di Tecnica
delle Costruzioni.
Queste ultime sono in genere alquanto
dettagliate sia dal punto di vista delle
indagini sperimentali sia delle interpretazioni teoriche, ma pur troppo sono
ancora poco numerose. La collaborazione con la suddetta stata avviata
grazie allindicazione di un ingegnere
laureatosi a Ferrara; i dettagli tecnici
potranno essere letti nellarticolo presente nella rivista1.

te sentita lesigenza di realizzare strutture di qualit in tempi brevi; infatti anche


il periodo di non disponibilit del bene
legato ai tempi di costruzione risulta
essere un costo importante.
In questottica diviene impor tante
disporre di tecnologie costruttive in
grado di accelerare i tempi di costruzione garantendo anche una elevata qualit
costruttiva.
Recentemente sono rimasto notevolmente impressionato dalle tecniche
costruttive utilizzate per la costruzione
della Red Lines della metropolitana di
Dubai.
La linea lunga circa 50 km e gli impalcati dei viadotti sono realizzati con 11.400
segmenti prefabbricati larghi 10 m e
lunghi 4 m (Figure 3 e 4); che vengono
successivamente post-tesi. Le campate
hanno luce variabile tra 24 e 72 m e
in due giorni possibile realizzare una

Pu dare qualche consiglio


alle industrie del settore su
come avviare iniziative di
questo tipo?
Come ho gi accennato le ricerche che
ho avviato nellambito della prefabbricazione sono state svolte in quanto spesso
limpresa era stata forzata a farlo; questo
fatto si poi trasformato in unimportante opportunit.
Consiglio per tanto di evitare di dare
risposte frettolose alle richieste formulate dai propri interlocutori, ma di
cogliere invece loccasione di approfondire aspetti che sono stati solitamente trascurati.

Che cosa le fa venire in


mente la parola innovazione, in relazione ai manufatti
cementizi?
Nel campo delledilizia particolarmen-

Figure 3 e 4 Particolare dei segmenti prefabbricati che realizzano gli impalcati dei viadotti
della metropolitana di Dubai.

campata di 36 m. La prefabbricazione si
estende poi anche ai casseri cementizi
delle 1.225 pile e dei corrispondenti
pulvini (Figure 5 e 6).

Larticolo a cui si fa riferimento presente nella sezione Studi e Ricerche di questo numero.
1 - Industrie manufatti cementizi

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D a l l U n i v e r s i t

69

Figura 5 Pulvino.

In particolare, il getto di completamento


del pulvino sostenuto dal suo cassero
autoportante ed inizialmente si richiede
che il pulvino sia in grado di sostenere la
trave di varo e limpalcato (Figure 7 e 8),

Figura 6 Particolare dei casseri cementizi.

per le successive condizioni di esercizio


si procede alla post-tensione dei cavi. n

Figure 7 e 8 Metropolitana di Dubai.


Industrie manufatti cementizi - 1

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MARCATURA CE

ELEMENTI PREFABBRICATI

Siete a conoscenza delle


scadenze di legge?
Siete a conoscenza degli
adempimenti previsti?
Siete a conoscenza dellattivit
ASSOBETON in questo ambito?
Lobbligo della Marcatura CE per molti dei nostri prodotti
gi in vigore. I prodotti che non esibiscono il marchio
CE, ove obbligatorio, non possono essere immessi sul
mercato.
Nel corso del 2008 diverr obbligatoria la Marcatura CE
di diversi prodotti prefabbricati strutturali.
Per informazioni:
ASSOBETON Ing. Alessandra Ronchetti
Tel. 02.70100168 int. 216 e-mail: a.ronchetti@assobeton.it

Pubb.CE.indd 70

13-03-2008 14:33:32

A t t u a l i t

71

Corso di Qualificazione: Prove non distruttive e valutazione


dei materiali nelle strutture esistenti in cemento armato

Bologna: Metodo Sclerometrico, 31 marzo 3 aprile 2008



Metodo degli Ultrasuoni, 14 17 aprile 2008

Alma Mater Studiorum


Universit di Bologna
AIPnD Associazione Italiana
Prove non Distruttive
Monitoraggio Diagnostica

La valutazione delle propriet dei materiali


oggi un tema di grande attualit, in relazione agli
adempimenti previsti dalle recenti disposizioni
normative, che influenzano in maniera determinante la progettazione degli interventi sulle strutture esistenti. Il quadro normativo si arricchito
nel 2007 di nuove Linee Guida del Ministero dei
Lavori Pubblici e di nuove norme EN che trattano espressamente questo argomento, aggiungendosi alle Norme Tecniche del 2005, alla bozza
del nuovo testo uscita nel Dicembre 2007, alle
disposizioni dellEurocodice EC8 e allOrdinanza
3431/2005 PCM. Questo corso ha la finalit di
fornire un quadro aggiornato della situazione
e di formare professionisti e tecnici in grado di
affrontare con competenza le rinnovate esigenze
nel campo della diagnostica strutturale. Dopo un
ampio approfondimento di queste tematiche e
delle conoscenze generali, vengono trattati nello
specifico il metodo sclerometrico e quello degli
ultrasuoni. Il corso rivolto a professionisti e personale tecnico addetto al controllo di strutture
allinterno di societ, imprese ed enti pubblici, ma
anche a giovani diplomati o laureati. Le lezioni in
aula sono affiancate da una consistente attivit di
laboratorio, in cui i partecipanti hanno la possibili-

DISTART
Dipartimento di Ingegneria delle
Strutture, dei Trasporti, delle Acque,
del Rilevamento, del Territorio

t di utilizzare personalmente le apparecchiature


operando su campioni di prova espressamente
predisposti. Sono previsti test di autovalutazione
consistenti in simulazione delle prove desame.
Lattestato di partecipazione costituisce titolo
di addestramento per chi, avendo maturato
una adeguata esperienza, desidera ottenere la
certificazione di livello 2 con valenza europea da
parte di un organismo di certificazione accreditato dal SINCERT, ai sensi delle Norme UNI EN
473 e ISO 9712. A questo fine prevista, per chi
lo desidera, la possibilit di sostenere il relativo
esame presso un centro autorizzato.
n
Per informazioni rivolgersi a:
Sig.ra Maria Teresa Bazzani,
AIPnD Brescia
Tel. 030 3739173, Fax 030 3739176,
aipnd@numerica.it
Ing. Patrizia Ricci
Tel. 339 8981251, p.ricci@idrabeton.com
Ing. Barbara Bonfiglioli
Tel. 347 9077768, barbarabonfiglioli@snps.it

19 Congresso Internazionale BIBM


Vienna, 7-10 maggio 2008

Il 19 Congresso Internazionale BIBM, la Federazione europea del settore della prefabbricazione, si terr a Vienna dal 7 al 10 maggio
2008.
Attraverso gli interventi di qualificati relatori, levento si propone di tracciare le
linee dello sviluppo presente e futuro del
settore dei manufatti a base cementizia
sotto il profilo economico, tecnico, sociale
ed ambientale.
Come nelle passate edizioni, sono previste attivit parallele al Congresso: uno spazio dedicato allesposizione fieristica, attivit
sociali ed un programma turistico per gli
accompagnatori.

Tutte le informazioni su programma


ed iscrizione al Congresso sono disponibili, costantemente aggiornate, sul
sito: www.bibm2008.com
Contenuti
Gli argomenti principali del programma possono essere cos sintetizzati:
4 sviluppo del settore sotto il profilo della
competitivit, dello sviluppo tecnico e dellattenzione alle tematiche ambientali;
4 sviluppo del contesto in cui si colloca lindustria dei manufatti cementizi con particolare
attenzione alle strategie dellUnione europea
(ambiente, sostenibilit, legislazione, normative, costi burocratici, ecc.).

Industrie manufatti cementizi - 1

Imp Attualita IMC.indd 71

13-03-2008 15:26:43

72

A t t u a l i t
Programma preliminare
8th May 2008
GENERAL OPENING - BLOCK 1 (ZEREMONIENSAAL)
Opening Ceremony
Welcome of the guests
DI Gernot Brandweiner MBA chief executive VB

10:00

How does BIBM represent the interests of the precast concrete industry
Dr. Bernd Wolschner CEO SW Umwelttechnik, President of BIBM
Lisbon strategy and Envi-ronmental care - Contradiction or completion
Gnter Verheugen (asked) - Vice President of the European Commission in charge
of Enterprise and Industry
12:00

Success drivers and visions in Central and Eastern European countries


Dr. Wolfgang Reithofer CEO Wienerberger AG

12:00-13:00

BREAK / EXHIBITION

8th May 2008


SUSTAINABILITY LIFE
BLOCK 2 - (ROOM I)

8th May 2008


STANDARDS CONCRETE
BLOCK 2a - (ROOM II)
Sustainable building and construction
a global challenge
Mr. Olivier Luneau,
Lafarge groups Senior Vice President
Sustainable Development and Public Affairs.
Chairman: UNEP SBCI (Sustainable Buildings
& Construction Initiative)

The European Construction


Product Directive
Mr. Vicente Leoz Argellez
DG Enterprise and Industry
Direction I - Industries
de la nouvelle approche,
tourisme et RSE

Standards burden or necessity


for a competitive economy
Dr. Juan Carlos Lpez Ag
President of CEN
13:00-14:30

13:00-14:30
Eurocodes the evolution of a
landmark in European
Standardisation
Jean-Armond Calgaro
chairman of CEN TC250;
Ingnieur Gnral des Ponts et
Chausses

Sustainability and the concrete producer


Sustainability the approach in the UK
concrete Industry
Dr. Miles Watkins
Director of Group Environmental and
Corporate Social Responsibility
of Aggregate Industries Ltd
Chairman of the sustainability committee
of British precast
Assessing sustainability of construction
products: actual trends and alternatives
Univ.-Prof. Dipl.-Ing. Dr. Peter Maydl,
TU Graz, Institut fr Materialprfung und
Baustofftechnologie
Austrian delegate CEN TC 350

Product standards a positive


investment for the precast
concrete industry
Michel Valls
chairman of CEN TC229
14:30-15:30

BREAK / EXHIBITION
1 - Industrie manufatti cementizi

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13-03-2008 15:26:44

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13-03-2008 15:26:45

74

A t t u a l i t
8th May 2008
PARTNERS NEEDS
BLOCK 3 (ROOM I)

15:30-17:00

8th May 2008


TECHNIQUE CONCRETE SOLUTIONS
BLOCK 3a (ROOM II)

The Social Dialogue


Agreement Respirable
Silica Dust chance or
bureaucratic threat?
Dr. Michelle Wyart Remy
European Industrial Mineral
Association IMA Europe
Secretary General

www.miljobasen.no environmental
information tool developed
by the Norwgian Concrete
Society, - with partners
Per Jahren
P.J.Consult AS

The new EU chemicals


regulations and their
consequences for the precast
concrete industry
Eddy Dano, Managing Director
of Fdration de lindustrie
du Bton (FEBE) Belgium

Industrial design of precast elements:


Integrated data and information flow
f rom planning to construction site
DI Gunther Wildermuth,
General Manger,
Nemetschek Engineering

15:30-17:00

Social partnership the better


way to solutions
Dr. Christoph Leitl
President of the Austrian Federal
Economic Chamber;
President of SME Union
Honorary President
of Eurocham-bres
Chairman of Global Chamber
Platform

C
e
i

Optimized Production of Precast Parts


within an integrated Dataflow from
Design to Construction Site
Dr. Christian Hanser
Managing Partner
SAA Software Engineering GmbH

CE

CE

Future mechanical engineering


Mr. Esa Enqvist
Elematic

9th May 2008


MEEC NEEDS
BLOCK 4 (ROOM I)

9:30-11:00

Concrete Structures No Limits for Innovative


Construction Technologies
Univ.-Prof. DI Dr.-Ing. Johann
Kollegger, TU Wien;
Institute for structural
engineering
Concrete Vision future
living in concrete house
Linda Persson, project
leader Swedish female
network in the Swedish
concrete association

9th May 2008


CONCRETE QUALITY CONCRETE
SOLUTIONS
BLOCK 4a (ROOM II)

C
SIS

VERTICAL STREET, or Kill your darlings.


KOBBEN a sustainable a successful living
quarter in Stockholms Hammarby Sjstad.
Gran Lundquist,
Architect-award winning-researcher,
author and president of CAN Architects AB
9:30-11:00

Michael Schmidt University of Kassel


Concrete of the future high tech and
sustainable

CE
D

1 - Industrie manufatti cementizi

Imp Attualita IMC.indd 74

C
D

13-03-2008 15:26:45

SIS
ED I

Certificazione
e Qualit
CERTIFICAZIONE
AMBIENTALE

CERTIFICAZIONE
SICUREZZA

ICMQ offre alle Aziende del settore


Costruzioni: servizi di valutazione e
certificazione di Sistemi di Gestione
e di Prodotto, servizi di Ispezione e
Verifica dei Progetti, Marcatura CE
e Certificazione degli Edifici.
ICMQ mette a disposizione
unicamente tecnici esperti, che
hanno maturato una significativa e
specifica esperienza nel campo
delle Costruzioni.

graphic imprimatur

i nostri pilastri portanti

ICMQ vanta riconoscimento


internazionale.
CERTIFICAZIONE
SISTEMA QUALIT

CERTIFICAZIONE
DEL PERSONALE

CERTIFICAZIONE
DI PRODOTTO

SISTEMA
EDIF I CI O
Imp Attualita IMC.indd 75

ICMQ Spa:
20124 Milano
via Gaetano De Castillia, 10
tel. 02.7015.081
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www.icmq.org
icmq@icmq.org
13-03-2008 15:26:46

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A t t u a l i t

9:30-11:00

Concrete building solutions


sustainable and safe
Dr. Gsta Lindstrm,
Strangbetong
(Swedish Precast concrete
Industry)
The Swedish Hammarby
Sjostad project

Silvain Dehaudt CERIB


Evolution of materials consequences
for manufacturing precast concrete

9:30-11:00

New generation admixtures:


essential components for a
sustainable precast concrete
industry
Roberta Magarotto,
Head of Technology and
Development BU Admixture
Systems Europe
11:00-12:00

BREAK / EXHIBITION

9th May 2008


SUSTAINABILITY CONCRETE
SOLUTIONS
BLOCK 5 (ROOM I)
Technical Innovation
basis for sustainable development
of old and new markets
Dkfm Andreas Kern, Hedelberg Cement
AG, Member of the Managing Board;
Europe - Central Asia; HTC Europe

Precast From The Other Side


Of The World
Simon Hughes, Hollow Core
Concrete Pty. Ltd; Australia

Multinational Management and


Expertise - basis for sustainable
develop-ment in new and old markets
Seppo Rajamki,
Consolis, Group Vice president, Baltic &
Eastern Branch, Technological Functions

Fire Safety Engineering: Balance


between benefits and risks
Mrs. Fabienne Robert,
CERIB
Head of Fire Section,
Products & Systems Division

12:00-13:30

12:00-13:30
Regional enterprises
basis of sustainable development of the
Middle and Eastern European markets
Marian Petre Milut
President of National Union of Romanian
Employers
President of Board of S.C. PREFAB S.A.
Paving markets in central
and eastern Europe
Mag. Robert Holzer,
Semmelrock International

13:30-14:30

9th May 2008


TECHNICAL FUTURE
SOLUTIONS
BLOCK 5a (ROOM II)

Evolution of materials
consequences for manufacturing
precast concrete
Silvain Dehaudt, CERIB
Dveloppement Durable
et Process
Across the continents Introduction of SCC in the
Prainsa Group
Hugo Lasala
R&D Manager
Grupo PRAINSA, Spain
ANDECE.
BREAK / EXHIBITION
1 - Industrie manufatti cementizi

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A t t u a l i t

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9th May 2008


MARKETS SOLUTIONS
BLOCK 6 (ROOM I)

14:30-16:00

The little green book of precast concrete


Martin Clarke,
British precast, chief executive
Pierre Brousse Consolis Handing-over BIBM presidency
Speech of new president:
Future chances and challenges for the precast concrete industry

XIII Congresso Nazionale


ASSOBETON: Baveno
22 - 23 maggio 2008

di Patrizia Ricci
Il XIII Congresso Nazionale ASSOBETON
si terr il 22 e 23 maggio 2008 a Baveno,
presso il Grand Hotel Dino. Il successo del
Congresso di unAssociazione legato a vari

aspetti quali la scelta della sede, la durata, il


tema del dibattito, la logistica, solo per indicarne alcuni. Questo breve reportage sulla
localit scelta quale sede del Congresso,
costituisce il primo di una serie di ar ticoli
dedicati allevento.

Il Congresso infatti ,
e deve essere, unoccasione per incontrare colleghi e fornitori
in un ambiente rilassato ed informale e,
perch no, per scoprire una cittadina
posta sulla sponda
occidentale del lago
Maggiore, di fronte
al golfo Borromeo,
in un territorio
insieme rivierasco e
montuoso.
Una foto del Grand
Hotel Dino, sede del
Congresso.
Baveno e il suo territorio
Itinerari, tradizioni, natura
Baveno si trova in Piemonte in provincia di
Verbania, ad unaltitudine di m. 205 s.l.m. e
conta poco meno di 5.000 abitanti.
Rinomata stazione di villeggiatura gi dal secolo scorso, come testimoniano le sontuose ville
sparse sul suo territorio, tra cui: Villa Henfrey
(oggi nota come Villa Branca) dove sono stati
ospiti la Regina Vittoria dInghilterra e Lord
Byron e Villa Fedora, appar tenuta al noto
compositore Umberto Giordano, in cui onore
ogni estate si tiene un festival di musica lirica,

classica e di danza. Nel centro storico del


paese interessante la visita della parrocchiale
dei SS. Gervasio e Protasio, risalente ai secc.
X-XI, con attiguo Battistero ottagonale e campanile romanico.
Par ticolarmente apprezzata dai turisti la
piccola frazione di Feriolo, antica stazione di
transito delle truppe romane dirette ai valichi
alpini, che mantiene ancora oggi il suo caratteristico aspetto di villaggio di pescatori e
scalpellini.

Industrie manufatti cementizi - 1

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A t t u a l i t
Scoprire la citt
Tra sacro e profano
Baveno ricca di angoli suggestivi, di spiaggette,
tra le quali quella di Villa Fedora e di giardini

Villa Fedora - Foto di Jean Pierre Strola

lussureggianti, impreziosita dal grazioso centro


storico e dalla Chiesa Parrocchiale, un complesso monumentale che risale allanno Mille,
comprendente anche il Battistero, il campanile, il
sagrato e la Via Crucis. Esistono, in Baveno centro, due nuclei abitati che hanno almeno in parte
conservato le caratteristiche del borgo antico.
Questi agglomerati sembrano riproporre un
modo di abitare molto diverso dallattuale. I due
nuclei si chiamano Domo e Baitone. Il nucleo
di Baitone, a nord della chiesa, si articola in una
serie di viuzze che scendono verso la strada del
Sempione, dove vi un edificio (ora restaurato)
che fu nellottocento il pi antico albergo del
lago: lAlbergo della Posta, con la sosta dei
cavalli. Qui soggiornavano quanti scendevano
verso lItalia dal Valico del Sempione. Si ricordano anche alcuni nomi celebri come Napoleone
I, Schubert, Dumas e Churchill. Dal Sagrato
della Chiesa (XII sec.), dedicata ai SS. Gervasio
e Protasio, ci si addentra nel quartiere Domo,
un agglomerato di case addossate luna allaltra.

Casa Morandi - Foto di Jean Pierre Strola

Ne un esempio la pittoresca casa Morandi


di impianto settecentesco con scale esterne e
ballatoi. Qui pu essere pi facile incontrarsi,
partecipare ad una vita di comunit. Oltre il
torrente Selvaspessa si trova la frazione di
Oltrefiume; il borgo deve la sua origine agli

Frazione di Oltrefiume - Foto di Jean Pierre Strola

insediamenti dei cavapietre e degli scalpellini


addetti allestrazione ed alla lavorazione del
granito rosa. Nel nucleo pi antico, recentemente restaurato, restano a testimoniare
questo passato operoso, molti manufatti in
granito inseriti come elementi architettonici
delle case. Da non perdere, infine, la frazione di
Feriolo che, pur mantenendo ancora oggi il suo

Chiesa SS. Gervasio e Protasio - Foto di Jean Pierre Strola

I cortili interni, i piccoli portici, i lunghi ballatoi di


legno, i vicoli stretti e tortuosi, le ripide scale, le
piazzette, le cappelle e i dipinti votivi, sono tutte
parti integranti dellalloggio, non inteso come
uno spazio chiuso al mondo esterno.

Frazione di Feriolo - Foto di Jean Pierre Strola

caratteristico aspetto di villaggio di pescatori e


scalpellini, divenuto uno dei poli del turismo
allaria aperta.
1 - Industrie manufatti cementizi

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A t t u a l i t

79

Le escursioni
Prendete... NOTA
> Le Isole Borromee
Da Baveno con battelli sia pubblici che privati possibile visitare queste tre splendide
isole. LIsola Superiore, detta dei Pescatori,
lIsola Bella che ospita il sontuoso palazzo
Borromeo ed i famosi giardini terrazzati
allitaliana e lIsola Madre dove si potranno
ammirare il giardino botanico, con le pi
svariate specie di piante rare ed esotiche, e
lantico palazzo con ambientazioni depoca.
> Lago Maggiore Express
la gita che riscuote maggior successo: si
par te al mattino da Baveno con il treno
alla volta di Domodossola, da qui con un
suggestivo trenino si attraversa la Val Vigezzo, non a caso detta dei Pittori, si entra in
Svizzera passando per le Centovalli e si
arriva a Locarno; dopo una visita alla citt,
nel pomeriggio si ripar te con il battello
per ammirare tutto lo splendore dei piccoli paesi, dei boschi e delle ville del Lago
Maggiore.
> Villa Taranto
I Giardini di Villa Taranto a Verbania sono
uno dei complessi botanici fra i migliori del
mondo. Molte migliaia di piante, impor tate
da vari Paesi, e collezioni rarissime, alcune
delle quali uniche in Europa.
> Il Mottarone e il Giardino Botanico Alpinia
La montagna dei due laghi, cos chiamato il Mottarone (m. 1491) per la sua
par ticolare posizione da cui si pu godere di un panorama davvero suggestivo
che abbraccia sia il Lago Maggiore che il
Lago dOr ta.
In localit Alpino, situato il Giardino
Botanico Alpinia che copre una superficie
di circa 40.000 mq. ed offre una vista spettacolare sul Golfo Borromeo e sulle cime
della Valgrande.
> Orta San Giulio
Si trova ad una trentina di chilometri da
Baveno, sulle rive del lago omonimo, ed
una localit tra le pi antiche e meglio
conser vate della regione. Or ta San Giulio
attraversata da caratteristiche stradine
sulle quali si affacciano costruzioni di epoca
medievale e barocca.
Di fronte ad Or ta sorge lIsola di San Giulio, su cui insediata una chiesa antichissima, che si dice fu fondata da San Giulio in
persona, nel IV secolo.
Industrie manufatti cementizi - 1

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13-03-2008 15:26:54

80

A t t u a l i t
> Macugnaga e il Monte Rosa
Dista da Baveno una sessantina di chilometri e sorge alle pendici del Monte Rosa (m.
4.365), il secondo monte pi alto dEuropa.
Il borgo fu fondato dai valser, popolazioni germaniche che si insediarono sulle pi
imper vie cime del territorio elvetico ma
che, a causa di carestie, a volte sconfinavano
nelle valli italiane; il fascino di Macugnaga
dovuto proprio alle tipiche costruzioni ed ai
costumi di queste genti. Da qui possibile
raggiungere quota 2000 metri con la seggiovia del Belvedere ed addirittura il ghiacciaio
a 3000 metri con le funivie Bill-Passo Moro.
Natura & sport1
Dal trekking alle escursioni in mountain bike,
dal golf al parapendio
Laghi, fiumi, colline e montagne si offrono
come scenario ideale per trascorrere giornate
allaria aperta fra natura e sport. In tutte le stagioni, Baveno offre, oltre alla piacevolezza del
soggiorno, numerose escursioni via acqua o via
terra alla scoperta del patrimonio naturalistico
e la possibilit di praticare numerose attivit

sportive e ricreative come trekking, mountain


bike, golf, equitazione, vela, canoa, sub, sci nautico,
pesca, bocce, calcetto, parapendio. Inoltre la privilegiata posizione centrale di Baveno, punto di
snodo verso lOssola, consente di raggiungere
in breve tempo il Parco Nazionale della Val
Grande, la pi vasta area Wilderness dItalia e
delle Alpi, Macugnaga e il Monte Rosa, il Parco
Naturale dellAlpe Veglia e dellAlpe Severo, la
Val Formazza e la Val Vigezzo.

CM

MY

CY

CMY

Block notes
> Road book

In auto: da Milano con lautostrada A8 Milano-Laghi, che si congiunge poi con la A26
in direzione Gravellona Toce, uscita Baveno. Da Torino con lautostrada A4 e poi con la A26 in direzione Gravellona Toce, uscita Baveno.
In treno: da Milano collegamenti sulla linea Milano Domodossola (Ginevra - Berna)
direttamente alla stazione di Baveno con treni regionali ed interregionali oppure alla stazione di Stresa
(km 3) con treni Inter-city, Euro-city e Cisalpino.
Dallaeroporto internazionale di Milano Malpensa: distanza da Milano Malpensa: 45 km servizio
bus navetta da marzo ad ottobre (prenotazione obbligatoria tel. 0039.0323.552172).

> Info
Ufficio Turismo del Comune di Baveno

tel/fax: 0039.0323.924632
sito web: www.comune.baveno.vb.it
e-mail: turismo.baveno@reteunitaria.piemonte.it

Distretto Turistico dei Laghi

tel.: 0039.0323.30416
fax: 0039.0323.934335
sito web: www.distrettolaghi.it
e-mail: infoturismo@distrettolaghi.it

Si ringrazia lUfficio del Turismo della Citt di Baveno per il materiale gentilmente concesso.
1

Tratto da Speciale Citt di Baveno a cura di ML monti&laghi news di Rita Ghisalberti.

1 - Industrie manufatti cementizi

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AdvAssobeton.pdf

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82

A t t u a l i t
Progettazione strutturale con i calcestruzzi (FRC) ed i compositi
(FRP) fibrorinforzati alla luce dei nuovi documenti normativi
Giornata di studio organizzata dal CTE al Politecnico di Milano - 23 novembre 2007

di Giovanni Plizzari e Marco Savoia


ormai pienamente riconosciuto che lItalia
ha assunto una posizione di rilievo, in ambito
internazionale, nel campo del rinforzo strutturale mediante materiale compositi, sia per la
presenza di un patrimonio edilizio particolarmente vario ed importante che per la conoscenza nel settore da parte dei ricercatori.
Fanno parte del patrimonio edilizio italiano,
infatti, sia costruzioni di rilevante importanza
storica ed architettonica, che realizzazioni pi
recenti in muratura, in c.a., in c.a.p. ed in acciaio.
La maggior parte di queste ultime ha superato
abbondantemente i trentanni di vita, per cui
molte di esse necessitano di interventi pi o
meno urgenti di riabilitazione strutturale.
Lesigenza ormai non pi differibile dal punto
di vista tecnico e lo stato avanzato delle conoscenze nel settore in ambito nazionale hanno
motivato, da parte del C.N.R., listituzione di
uno specifico gruppo di studio per lelaborazione di un documento tecnico per la progettazione di interventi di riabilitazione strutturale mediante FRP (Fiber Reinforced Plastics). Il
documento redatto da tale gruppo di studio,
il DT200/2004 Istruzioni per la progettazione,
lesecuzione ed il controllo di interventi di consolidamento statico mediante lutilizzo di compositi
fibrorinforzati: materiali, strutture in c.a. e in c.a.p.,
strutture murarie, risulta essere un documento
assolutamente davanguardia, se confrontato
con le pi recenti istruzioni a livello internazionale (le americane ACI 440, le giapponesi
JSCE, le europee FIP-CEB e molte altre). In
particolare, tale documento, oltre ad avanzati
e ben chiari criteri di dimensionamento per le
strutture in calcestruzzo armato, ha affrontato
per la prima volta anche alcuni temi di particolare importanza per il patrimonio edilizio italiano, quale ad esempio il rinforzo di strutture
in muratura.
Nella prima par te della giornata di studio
del CTE sulla Progettazione con i calcestruzzi
(FRC) ed i compositi (FRP) fibrorinforzati, dedicata a progettisti e operatori del settore civile,
sono stati illustrati gli aspetti fondamentali del
CNR DT 204, presentati da docenti di livello
nazionale esperti del settore, tra i principali
redattori del suddetto documento tecnico.
Il Prof. Luigi Ascione, ordinario dellUniversit
di Salerno, ha aperto i lavori presentando le
linee generali del presente documento tecnico
nonch i lavori del C.N.R. in materia di Commissione Norme.

Successivamente, i Proff. Claudio Mazzotti,


Marisa Pecce e Roberto Realforzo, rispettivamente docenti presso le Universit di Bologna,
del Sannio e di Salerno, hanno presentato le
norme riguardanti gli interventi di rinforzo per
le strutture in calcestruzzo armato. Le presentazioni hanno riguardato in primo luogo
i materiali utilizzati per il rinforzo strutturale
(tessuti, lamine, adesivi, etc.), i criteri generali
di progettazione (nel contesto delle verifiche
agli stati limite) e le verifiche nei riguardi della
delaminazione del rinforzo dal supporto in
calcestruzzo. Tali verifiche, di fondamentale
importanza in quanto il distacco del rinforzo
pu provocare la crisi improvvisa della struttura rinforzata, sono alla base di tutti i criteri
di progetto per il rinforzo strutturale con
FRP. Sono state quindi illustrate le differenti
metodologie di rinforzo per travi e pilastri in
c.a. Nel primo caso, il rinforzo mediante FRP
pu essere efficace nei riguardi delle verifiche
a flessione e a taglio. Nelle presentazioni dei
docenti sono stati illustrati i criteri di dimensionamento e di verifica nei riguardi di tali
sollecitazioni. stato quindi trattato il caso del
rinforzo di pilastri mediante fasciatura. In questo caso, il composito consente di confinare
il calcestruzzo, aumentando la portanza del
pilastro nei riguardi dei carichi verticali nonch
un significativo aumento di duttilit nei riguardi
di sollecitazioni di compressione e flessione
ciclica, tipica dellazione sismica.
Il Prof. Elio Sacco dellUniversit di Cassino,
ha quindi trattato il problema del rinforzo di
strutture in muratura. Sono stati descritti i
criteri sia per il rinforzo localizzato, al fine di
evitare specifici meccanismi di collasso derivanti da difetti di realizzazione della struttura,
che rinforzi completi di edifici in muratura
in unottica di adeguamento sismico (pareti,
volte, colonne in muratura). In tale campo di
applicazione, di grande importanza in Italia, le
Linee Guida C.N.R. DT200/2004 rappresentano una sicura novit a livello internazionale.
Ha concluso la serie di presentazioni lillustrazione, da parte dellIng. Antonella Giordano
dellUniversit di Salerno, di una serie di esempi applicativi nei quali sono state descritte ed
applicate le tecniche di consolidamento strutturale con materiali compositi.
Ling. Francesco Focacci, dellIUAV di Venezia,
ha successivamente presentato alcune nuove
tecniche di rinforzo strutturale con luso di
compositi a matrice cementizia.
La seconda parte della giornata stata invece
1 - Industrie manufatti cementizi

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dedicata ad una diversa tipologia di composito: il calcestruzzo fibrorinforzato (FRC) che


rappresenta uno dei calcestruzzi ad alte prestazioni pi promettenti nellingegneria delle
strutture. In questo caso le fibre sono corte (l
< 60 mm), discontinue e non sono applicate
esternamente ad un elemento di calcestruzzo
esistente ma sono inserite nella matrice di calcestruzzo fresco durante limpasto.
Laggiunta di fibre disperse in una matrice
cementizia ne modifica le propriet meccaniche. In particolare, migliora il comportamento
a trazione contrastando lapertura progressiva
delle fessure.
Esistono diverse tipologie di fibra, alcune predisposte per migliorare soprattutto la resistenza
al fuoco o alla fessurazione da ritiro, altre per
conferire tenacit al FRC che, in questo caso,
pu essere utilizzato nelle applicazioni strutturali. Una volta raggiunta la fessurazione della
matrice, le fibre strutturali sono in grado di
manifestare il proprio contributo, conferendo
al composito una resistenza post-fessurazione
assente nella matrice senza fibre.
Lutilizzo di fibre (strutturali) in sostituzione dellarmatura convenzionale, consente di
ridurre i tempi di posa delle armature, i tempi
di controllo del corretto posizionamento
dellarmatura (richiesti alla D.L.), in aggiunta al
risparmio dello spazio destinato allo stoccaggio dellarmatura convenzionale (barre o rete
elettrosaldata).
I calcestruzzi fibrorinforzati sono gi diffusamente impiegati nelle pavimentazioni industriali e per i rivestimenti delle gallerie ma
stanno suscitando grande interesse anche nel
settore della prefabbricazione.
Lutilizzo dei calcestruzzi fibrorinforzati nella
progettazione strutturale ora facilitato dalle
Istruzioni per la Progettazione, lEsecuzione ed
il Controllo di Strutture di Calcestruzzo Fibrorinforzato del CNR (DT204/2006). Tali istruzioni,
strutturate come gli Eurocodici, contemplano
le principali verifiche agli stati limite di esercizio
ed agli stati limite ultimi, in aggiunta alla durabilit, alla resistenza al fuoco ed al controllo di
qualit.
Anche questa seconda parte della giornata di
studio ha avuto numerosi relatori che hanno
contribuito attivamente alla stesura delle istruzioni CNR DT204/206.
Il Prof. Roberto Felicetti del Politecnico di
Milano ha presentato i principali aspetti relativi alla resistenza al fuoco degli FRC ed ha
mostrato come alcune particolari tipologie di
fibra possano aumentare la resistenza al fuoco
dei FRC. Il Prof. Marco di Prisco, del Politecnico di Milano, ha successivamente presentato il
documento DT204/2006 del CNR, dedicanIndustrie manufatti cementizi - 1

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13-03-2008 15:26:57

84

A t t u a l i t
do particolare attenzione ai legami costitutivi
del FRC ed al controllo di produzione del
materiale.
I principali aspetti tecnologici sono stati trattati
dallIng. Stefano Cangiano che ha presentato
le problematiche relative al mix design ed
il metodo di prova per la classificazione del
materiale, previsto dalla UNI 11039.
Il Prof. Antonio Grimaldi, della seconda Universit di Roma (Tor Vergata), ha mostrato
un esempio di progettazione di una trave
in c.a. con fibre, con particolare riferimento alla determinazione dei legami costitutivi
(sulla base dei risultati delle prove con la UNI
11039), alla verifica a flessione e a taglio.
La presentazione del Prof. Giovanni Plizzari,
dellUniversit di Brescia, ha riguardato i rivestimenti di galleria, sia a segmenti sia tradizionali.
Lutilizzo dei materiali innovativi nella realizzazione dei rivestimenti per galleria il tema di
un progetto nazionale di ricerca (PRIN 2006),
cofinanziato dal Ministero dellUniversit e
della Ricerca, che vede coinvolte cinque sedi
universitarie italiane. Le fibre sono gi diffusamente utilizzate nel calcestruzzo proiettato
per i rivestimenti di prima fase ma possono
essere impiegate con successo anche nei rivestimenti finali delle gallerie tradizionali, dove
possono sostituire, in funzione della copertura
del tunnel, una parte significativa dellarmatura
convenzionale che, essendo curva, richiede
tempi di posa ancora pi lunghi. Le fibre sono
gi state utilizzate anche per la realizzazione di
conci prefabbricati per rivestimenti di galleria,
dove sono in grado di sostituire con successo
larmatura tradizionale posata per gli sforzi
diffusi e garantiscono inoltre la presenza di un
rinforzo anche in quegli spigoli che potrebbero essere danneggiati da eventuali urti o nella
fase di spinta dei martinetti.
LIng. Claudio Failla, della Magnetti Building di
Carvico (BG), ha successivamente presentato
un sistema avanzato per la realizzazione del
FRC nella centrale di betonaggio per la prefab-

bricazione e in aggiunta alcune grandi opere


realizzate con calcestruzzo fibrororinforzato;
tra queste, sono state presentate importanti
pavimentazioni industriali, la grande platea di
fondazione della Postdamer Platz di Berlino,
alcune travi in c.a.p. di copertura di una piscina
e la maestosa struttura a guscio del nuovo
parco oceanografico di Valencia, in Spagna.
La presentazione del Prof. Alber to Meda
dellUniversit di Bergamo ha riguardato la
progettazione delle pavimentazioni industriali
nelle quali le fibre sono gi ampiamente utilizzate per sostituire totalmente larmatura
convenzionale (rete). I metodi di progettazione tradizionali non possono per essere
utilizzati per un materiale che, come il FRC
con bassi dosaggi di fibre, ha forti caratteristiche di nonlinearit. Il Prof. Meda ha per questo
presentato metodi di calcolo avanzati, previsti
dalla DT204/2006, che consentono di sfruttare tutte le potenzialit che le fibre sono in
grado di offrire.
Lultima (non per importanza) presentazione stata tenuta dallIng. Zila Rinaldi, della
seconda Universit di Roma (Tor Vergata) ed
ha riguardato il ripristino di strutture in c.a.
esistenti, perch non pi idonee a portare i
nuovi carichi di progetto (per esempio le azioni sismiche) o perch danneggiate dal tempo
e dalluso. Queste tecniche di rinforzo sono
molto promettenti perch, oltre allaumento
della durabilit della struttura, reso possibile
dallalta qualit delle matrici FRC impiegate,
sono particolarmente efficienti anche per le
condizioni di esercizio delle strutture.
In conclusione, i diversi interventi hanno evidenziato le potenzialit di questi materiali
innovativi che sono ormai una bella realt per i
costruttori ed i progettisti che possono anche
avvalersi di valide istruzioni per la progettazione. La giornata di studio ha sicuramente
fornito un aggiornamento tecnico-scientifico
sugli aspetti fisici di alcuni importanti materiali
innovativi per le applicazioni strutturali.
n

1 - Industrie manufatti cementizi

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13-03-2008 15:26:58

A t t u a l i t

85
0

World of ConCrete 2008

di Andrea Dari
Su una superficie di circa 85.000 metri quadri
con oltre 1.700 espositori si tenuta a Las
Vegas, alla fine di gennaio, ledizione 2008 di
World of Concrete, WOC come viene chiamata negli Stati Uniti. WOC molto diversa

dalle fiere che si abituati a vedere in Italia e in


Europa. Innanzitutto una manifestazione fieristica dedicata interamente allindustria delle
costruzioni in calcestruzzo. Non sono quindi
presenti altri settori affini, come quello della
lavorazione degli inerti o del movimento terra,
o almeno solo in modo molto marginale. Questa specializzazione ha portato WOC a presentare non solo soluzioni per la parte interna
del settore (macchine, impianti, additivi ), ma
anche rivolte agli utilizzatori (prescrittori, progettisti, imprese) ed a diventare, di fatto, una
bandiera per la promozione del calcestruzzo
come soluzione per le diverse esigenze del
mondo delle costruzioni. Si pu affermare che
uscendo dal World of Concrete si prova il
reale desiderio di costruire in calcestruzzo.

VIA-ARTONI  &ORL#ESENA&# )TALY

Industrie manufatti cementizi - 1

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86

A t t u a l i t
Le categorie rappresentate sono tante: i produttori di macchine e impianti, di additivi, di
fibre, di componentistica, di stampi per i calcestruzzi decorativi, di resine, di macchine per
la lavorazione dei pavimenti, di prodotti per la
gestione del parco macchine, di attrezzature di
prova e controllo, etc.
Sono invece presenti in modo ridotto le
aziende che si rivolgono al settore della prefabbricazione.
Questo perch negli Stati Uniti esistono
altre manifestazioni pi dedicate come il
MCPX, (www.mcpx.org) dal 7 al 9 febbraio
2008 a Denver, in Colorado; il Precast Show
(www.theprecastshow.org) organizzato dalla
NPCA (National Precast Concrete Association) a Houston, in Texax, dal 20 al 22
febbraio 2008.
Molte le rappresentanze delle associazioni:
tra le tante, Por tland Cement Association
- PCA (produttori di cemento), National
Ready Mixed Concrete Association - NRMCA
(produttori di calcestruzzo preconfezionato),
Precast/Prestressed Concrete Institute - PCI
(produttori di prefabbricati), American Concrete Institute - ACI, The Concrete Society
(dalla Gran Bretagna) e molte altre ancora.
La struttura espositiva par ticolarmente
attenta alle esigenze del visitatore.
Le dimensioni medie degli stand sono ridotte,
con allestimenti limitati.
Questo approccio consente al partecipante di
visitare la fiera in minor tempo e di individuare
in modo pi efficace le aziende da visitare.
Molta lattenzione invece dedicata al cliente,
accolto sempre con grande entusiasmo per
spiegare le caratteristiche dei prodotti/attrezzature proposte.
Di conseguenza negli stand, le aziende sono
presenti con numerosi tecnici e poche hostess.
Peraltro, ad ogni partecipante viene consegnato un badge di grandi dimensioni, che

consente un controllo veloce al momento


dellaccesso e, quindi, riduce il problema delle
file, e un badge magnetico. Questo secondo
tesserino particolarmente utile: quando un
congressista visita uno stand non occorre
registrane manualmente i dati o prendere il
biglietto da visita. sufficiente una lettura del
badge magnetico da parte dellespositore.
Vengono inoltre adottate soluzioni cromatiche
e di arredo che facilitano gli spostamenti dei
visitatori e, allo stesso tempo, rendono pi
confortevole la sosta negli stand di interesse.
Nellarea esterna sono posizionate due aree
di prova, dedicate entrambe al settore delle
pavimentazioni. Diverse le aziende italiane
presenti alla manifestazione. Gli approfondimenti con gli espositori hanno evidenziato una
crescita della presenza della nostra industria e
dei nostri prodotti in un mercato caratterizzato da una forte crisi del residenziale (-27%) e
una crescita dellindustriale.
Qualche consiglio per chi vuole quindi visitare il WOC nei prossimi anni: la fiera richiede
almeno due giorni di visita e un trolley da
riempire con la documentazione, le pubblicazioni e i gadget che si trovano in abbondanza
nei diversi stand. Il Convention Center si trova
nella parte centrale di Las Vegas: gli alberghi
pi vicini sono il Treasure Island, il Wynn Las
Vegas Hotel, il Venetian Resort Hotel Casino, il
Palazzo. Da Las Vegas possibile fare escursioni presso il Grand Canyon: si parte la mattina
allalba (le compagnie passano direttamente
in albergo con lo shuttle a prelevare i clienti),
con un aeroplano da circa 20 posti ci si trasferisce al Grand Canyon, dove si pu compiere
una escursione con lelicottero, con la barca
e a piedi. Nel caso si prenoti lescursione con
lelicottero, conviene verificare prima la durata
del volo: molto spesso si tratta di un giro di
trasferimento di pochi minuti, mentre esistono
soluzioni molto pi articolate.

1 - Industrie manufatti cementizi

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13-03-2008 15:27:01

A t t u a l i t

Se possibile, conviene aggiungere un giorno


per la visita degli hotel/resort di Las Vegas e
unulteriore tappa, possibilmente nel parte
orientale degli Stati Uniti, per spezzare il lungo

87

viaggio dallItalia.
Da non perdere gli spettacoli del Cirque du
Soleil negli hotel di Las Vegas, ricordandosi di
prenotarli alla partenza.
n

Elenco degli Istituti autorizzati per la certificazione del controllo


del processo secondo le Norme Tecniche per le Costruzioni
(D.M. 14/09/2005) aggiornato al 23 gennaio 2008
Come si ricorder, a partire dal 1o gennaio
2008 tutti gli impianti di produzione di calcestruzzo con processo industrializzato dovranno possedere la certificazione del Sistema di
Controllo di Produzione (FPC).
Di seguito lelenco completo degli Istituti
attualmente autorizzati dal Consiglio
Superiore dei Lavori Pubblici a tale certificazione del Sistema di Controllo del Processo ai
sensi del d.m. 14/09/2005:
4 ABICert Zona industriale Cuculo
66026 Ortona (CH);
4 Associazione ICIC Via dei Mille, 23
00185 Roma;
4 Bureau veritas Italia SpA Viale Monza
261 20126 Milano;
4 Geolab s.r.l. Via De spuches s.n. 90044
Carini (PA);
4 ICIM Piazza Armando Diaz 2 20123
Milano;
4 ICMQ SpA Via Gaetano De Castillia, 10
20124 Milano;
4 ISTEDIL SpA Via Tiburtina Km 18.300
00012 Guidonia Montecelio Loc. Setteville
(RM);
4 Istituto Giordano Via Rossigni, 2 47814
Bellaria Igea Marina (RN);
4 Rina SpA Via Corsica, 12 16128 Genova;
4 SGS Italia SpA Via Gaspare Gozzi, 1/A
20129 Milano;

Imp Attualita IMC.indd 87

4 Tecno Piemonte Srl Statale Valsesia, 20


28078 Romagnano Sesia (NO);
4 Tecnoprove Srl Via dellIndustria, s.n.
72017 Ostuni (BR);
4 TV Italia Srl Via Carducci 125, pal. 23
20099 Sesto S. Giovanni (MI);
4 Veneta Engineering Srl Via Lovanio, 8/10
37135 Verona.
Si ritiene utile ricordare che tale autorizzazione viene rilasciata dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per mezzo di un
apposito Decreto emanato in seguito ad
una istruttoria attuata dal Ser vizio Tecnico
Centrale del Consiglio Superiore stesso.
Per tanto il possesso di tale autorizzazione data dal Decreto del Presidente
del Consiglio Superiore dei Lavori
Pubblici indispensabile affinch
lIstituto possa a sua volta rilasciare
una certificazione valida ai sensi del
d.m. 14/09/2005.
Altri Istituti hanno inoltrato la domanda
di autorizzazione al Consiglio Superiore
dei Lavori Pubblici, alcuni di questi hanno
gi completato positivamente la fase di
istruttoria da par te del Ser vizio Tecnico
Centrale e sono in attesa di formalizzazione attraverso il Decreto di cui sopra, pertanto il suddetto elenco sar suscettibile
n
di aggiornamenti.

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ann.in

88

A t t u a l i t
Cromino, il cemento a contenuto ridotto e controllato di Cromo
Nasce il nuovo marchio
di sicurezza dei cementi prodotti delle aziende
associate AITEC, Associazione Italiana Tecnico
Economica Cemento.
AITEC presenta un marchio di sicurezza e
garanzia di conformit dei prodotti delle sue
Aziende Associate rispetto alla normativa in
materia di Cromo VI idrosolubile nei cementi.
I cementi con marchio Cromino rispettano
la normativa sul Cromo VI, sono controllati
in riferimento ai livelli di Cromo VI da questa
previsti e sono verificati e certificati da un
organismo pubblico terzo. In conformit alla
normativa europea e nazionale, tutti i cementi prodotti e commercializzati dalle Aziende
Associate hanno un contenuto di Cromo VI
(esavalente) inferiore a 2 ppm (equivalenti
a 2 mg per kg), con la garanzia di un doppio
controllo: uno, interno agli stabilimenti, ad
opera del produttore e laltro affidato, in base
ad un accordo volontario, ad un Ente pubblico esterno (ITC-CNR). Il doppio controllo
permette al cemento delle aziende AITEC di
vantare il marchio di sicurezza Cromino, grazie al quale da oggi possibile per lutilizzatore finale riconoscere i cementi delle Aziende
AITEC, garantiti appunto dal doppio controllo
di sicurezza e cer tificati in riferimento alla
conformit verso la normativa sul Cromo VI,
rispetto a tutti gli altri.
I rischi derivanti dal Cromo VI
e il quadro normativo
Il contatto diretto con il cemento bagnato pu
avere conseguenze sulla pelle dovute anche
alla presenza di Cromo VI idrosolubile che a
contatto con la pelle non protetta pu dar
luogo nei soggetti sensibili, alla dermatite allergica. I cementi hanno contenuti di Cromo VI
variabili a seconda della tipologia di cemento,
delle materie prime impiegate e delle modalit di produzione. Per questo il contenuto di
Cromo VI nel cemento stato regolamentato
dallUE con la Direttiva 2003/53/CE, recepita in Italia con il decreto del Ministero della
Salute 10 maggio 2004. Dal gennaio 2005, il
cemento e i preparati contenenti cemento
non possono essere commercializzati o impiegati se contengono, una volta mescolati con
acqua, oltre 2 ppm di Cromo VI idrosolubile.
La norma prevede una deroga solo nei casi in
cui il cemento sia manipolato unicamente da
macchinari, senza alcuna possibilit di contatto
con la pelle.

Riduzione del
cromo VI nei
cementi
Per la riduzione
d e l c o n t e nu t o
di Cromo VI nei
cementi al di sotto
del limite imposto dalla norma,
le aziende AITEC
si sono attrezzate con sistemi per
laggiunta di additivi che fungano da agenti riducenti. Lefficacia degli agenti riducenti influenzata dalle
condizioni di conservazione del cemento ed
limitata nel tempo. Per queste ragioni sullimballaggio dei cementi AITEC figurano informazioni riguardanti la data di confezionamento
del prodotto e le condizioni ed il periodo
di conservazione che garantiscono lefficacia
dellagente riducente.
I controlli sui cementi Cromino
I controlli sul contenuto di Cromo VI nel
cemento, effettuati dalle Aziende Associate AITEC allinterno dei propri stabilimenti,
avvengono sulla base dello schema descritto
dalla norma EN 196-10:2006 che prevede
limplementazione di un sistema di controllo
del processo produttivo da parte del produttore e la redazione di un manuale di qualit di
fabbrica. Inoltre Aitec, su base volontaria, ha
incaricato ITC-CNR di sviluppare un sistema
di valutazione esterno ed indipendente. ITC
CNR, Istituto per le Tecnologie della Costruzione - Consiglio Nazionale delle Ricerche,
Organismo Notificato alla Commissione
Europea. Il sistema di valutazione volontario
operativo dal 2006.
Ciascuna delle Aziende Associate AITEC pu
fare richiesta ad ITC-CNR di attivare la valutazione della rispondenza dei propri cementi
e leganti idraulici alle prescrizioni del DM 10
maggio 2004, secondo una procedura operativa predisposta da ITC-CNR stessa e basata
sulle norme tecniche vigenti.
Lattivit di valutazione, controllo e sorveglianza dellITC-CNR d luogo al rilascio di un
Documento di Valutazione della rispondenza ai requisiti del DM 10 maggio 2004. Solo
i prodotti delle Aziende Aitec sottoposti a
questo doppio controllo possono vantare il
marchio Cromino.
Per informazioni: www.cromino.it
1 - Industrie manufatti cementizi

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Pagina 3

PaPress

Scegli il cemento
senza rischi

Nel rispetto del vostro operato nato Cromino, un marchio di sicurezza creato da AITEC per difendere e
tutelare il vostro lavoro. In conformit alla normativa europea e nazionale, tutti i cementi commercializzati
dalle nostre Associate hanno un contenuto di Cromo VI (esavalente) inferiore a 2 ppm, con la garanzia
di un doppio controllo: uno interno ai nostri stabilimenti e laltro affidato, in base ad un accordo volontario,
ad un Ente pubblico esterno (ITC-CNR). Solo dopo questo processo ogni sacco di cemento potr vantare
il marchio di sicurezza Cromino.

Cromino, il marchio a garanzia del cemento a contenuto controllato di Cromo VI.


www.cromino.it Cromino un marchio registrato AITEC

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90

L e

A z i e n d e

i n f o r m a n o

Holcim S.p.A.

Holcim Aggregati, un mondo da esplorare!


Il processo produttivo
degli aggregati complesso e avvincente e
proprio per permettere a professionisti e
non solo di conoscere
questo mondo, Holcim
Aggregati ha creato un
DVD che approfondisce le fasi di lavorazione
di un sistema ideale.
Il DVD Luomo e la pietra, un mondo da esplorare si propone come
guida virtuale chiara e
diretta: dallestrazione
alla vagliatura, dal trattamento delle acque al
recupero ambientale, aspetti che possibile
approfondire grazie a sezioni dedicate.
Le cave coltivate da Holcim, secondo le
direttive competenti, vantano caratteristiche
qualitative eccellenti. La ricerca di qualit
guida anche la scelta delle tecnologie, le pi
avanzate e le pi sicure. Inoltre, ladesione
alle severe normative europee fa s che Holcim attui tutte le misure per preservare la
sicurezza dei lavoratori.
Holcim Aggregati ha introdotto nei processi
di produzione, macchinari e logiche rispondenti alle esigenze di qualit, sicurezza e
rispetto ambientale.
Per tanto la riqualificazione dei territori
interessati dallattivit produttiva avviene
parallelamente ad essa, secondo modalit e
tempi ben definiti.
Grazie a questo DVD, Holcim conferma

ancora una volta di voler offrire strumenti


semplici ed efficaci per permettere una
conoscenza approfondita ed un contatto
diretto con lazienda.
Per ulteriori informazioni
Ufficio Marketing
Holcim (Italia) S.p.A. Via Volta, 1
22046 Merone (CO)
e-mail: corporatemkt-ita@holcim.com

1 - Industrie manufatti cementizi

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L e

A z i en d e

i n f o r m a n o

91

Piolanti S.r.l.

Piolanti S.r.l., leader nel settore ricambi,


in grado di offrire una gamma completa di
componenti per gli impianti di produzione
di calcestruzzo, per le pompe e le autobetoniere di tutte le marche. Ad oggi il nostro
staff, composto da pi di cinquanta persone,
opera con successo su tutto il territorio
nazionale tramite funzionari di vendita con
consolidata esperienza che sono costantemente a contatto con nostri clienti italiani; il
nostro ufficio estero esporta in oltre ottanta
paesi diversi e la nostra attrezzata officina
sempre a disposizione dei nostri clienti per
qualsiasi problema si presenti sulle loro macchine. Il forte dinamismo e la grande seriet
che hanno sempre contraddistinto la nostra
societ, ci hanno permesso di diversificare
la gamma dei nostri prodotti, facendo s che
da parecchi anni siamo in grado di proporre
anche sistemi per il riciclaggio del calcestruzzo di risulta e sistemi per labbattimento

delle polveri di cemento. La vendita di Veicoli


Industriali nuovi ASTRA e la disponibilit di
un vasto parco macchine plurimarche usate
e revisionate, completano il profilo della nostra azienda.
Limpegno societario nel farsi carico
e ricercare con
continuit la soddisfazione dei propri clienti, stato
premiato nellanno
2005 con la certificazione del Sistema
di Gestione per la
Qualit conforme
alla norma UNI EN
ISO 9001:2000.
Per ulteriori informazioni
Piolanti Srl
Via Martoni, 21
47100 Forl FC Italy
Tel. 0039 0543 723373
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e-mail: piolanti@piolant.com
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Industrie manufatti cementizi - 1

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13-03-2008 14:40:37

ASSOBETON
STRUTTURE PREFABBRICATE

TUBIABASSAPRESSIONE

PALI

BLOCCHI E PAVIMENTI

CABINE ELETTRICHE

FIBROCEMENTO

TRAVERSE E ARMAMENTI FERROVIARI

MANUFATTI IN CALCESTRUZZO CELLULARE AUTOCLAVATO

TUBIPERACQUEDOTTI

SOLAI E DOPPIA LASTRA

GRUPPO INSERTI PER MANUFATTI IN CALCESTRUZZO

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 92

lAssociazione

ASSOBETON

13-03-2008 14:42:16

93

Il 23 gennaio scorso venuto a mancare il nostro


Vicepresidente Roberto Manini, titolare della Manini
Prefabbricati SpA.
Di lui abbiamo potuto apprezzare lentusiasmo, tipico
della sua giovane et, con cui ha accettato di avere un
ruolo attivo negli Organi Direttivi dellAssociazione e,
allo stesso tempo, limpegno e la capacit di fornire
concreti contributi alla realizzazione dei programmi
della Presidenza.
Il Presidente, i Vicepresidenti, il Consiglio Direttivo, la
Giunta, gli Organi Istituzionali e tutti gli Associati ASSOBETON lo ricordano con profonda stima ed affetto.

Rendimento
energetico
degli edifici
Murature in blocchi

di Fabio Braccini e Riccardo Cecconi

La Direttiva 2002/93/CE sul rendimento


energetico degli edifici stata recepita in
Italia dal Decreto Legislativo 19.08.2005 n.
192 Attuazione della direttiva 2002/91/
CE relativa al rendimento energetico
nelledilizia e dalle sue disposizioni correttive previste nel Decreto Legislativo
29.12.2006 n. 311 Disposizioni correttive ed integrative al Decreto Legislativo
19.08.2005 n. 192 con lobiettivo di favorire il miglioramento delle prestazioni
energetiche degli edifici e contribuire
alla diminuzione delle emissioni dei gas
climalteranti associati al consumo di
combustibili fossili.

FINALIT DEL DECRETO


LEGISLATIVO
Il decreto stabilisce i criteri, le condizioni
e le modalit per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, contribuendo
cos allobiettivo nazionale stabilito dal
protocollo di Kyoto: la riduzione dell8%
delle emissioni di gas serra in Europa
entro il 2010.
Attualmente la produzione e la gestione
degli edifici occupa il 44% del fabbisogno energetico nazionale di cui il 67%
imputabile al solo riscaldamento del
settore residenziale.

La presente scheda tecnica blocchi n. 4 stata pubblicata su Newstreet anno IV, numero 8 dicembre
2007, semestrale della Sezione Blocchi e Pavimenti di ASSOBETON.

Industrie manufatti cementizi - 1

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 93

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94

DECRETI DA RISPETTARE
Il decreto si integra, e non sostituisce, lattuale normativa sul risparmio energetico che fa capo
alla Legge 9 gennaio 1991, n.10
Norme per lattuazione del Piano
energetico nazionale in materia di
uso razionale dellenergia, di risparmio energetico e di sviluppo delle
fonti rinnovabili di energia, quindi nellapplicazione restano validi
molti decreti attuativi che devono
essere assolutamente rispettati.

CERTIFICAZIONE
ENERGETICA
Oggi lAttestato di Cer tificazione
Energetica sostituito dallAttestato
di Qualificazione Energetica fino al
02.02.2008, asseverato dal Direttore
Lavori.
Data limpor tanza attribuita al tema
del risparmio energetico la Finanziaria 2007 ha introdotto sgravi fiscali
e contributi con fondi pubblici, per
accedere ai quali necessario essere
in possesso dellAttestato di Qualificazione Energetica.

Nel recepire la Direttiva Europea, il


D.L. 311/06 fissa un limite allindice di
prestazione energetica (Epi), calcolato
solo per la climatizzazione invernale, e
di trasmittanza termica U degli elementi
edilizi disperdenti.

VALUTAZIONE
DELLE PRESTAZIONI
ENERGETICHE
La valutazione delle prestazioni energetiche delledificio pu essere eseguita con una verifica completa calcolando per ledificio Epi eff < Epi lim
(KW/m 2/anno) e U eff< 1,3 x U lim.
Si pu altres eseguire una verifica
semplificata, valida nel caso in cui
S vetri/S utile< 0,18 dove basta rispettare U eff < U lim. Quindi il decreto fissa
dei valori minimi per la trasmittanza
dellinvolucro, differenziando le pareti
orizzontali da quelle ver ticali. In particolare per quelle ver ticali si differenziano i valori ulteriormente per le
par ti opache e quelle trasparenti.
Per le pareti esterne e confinanti con
locali non riscaldati il D.L. 311/06
impone il rispetto dei seguenti valori,
riferiti alla suddivisione del territorio
Italiano ai sensi del DPR 412/93, con
tre scadenze temporali:

AMBITO DI INTERVENTO
Il decreto si applica alla progettazione e realizzazione di edifici di nuova
costruzione ed alla loro certificazione
energetica.
Nel caso delle r istr uttur azioni o
ampliamenti si applica integralmente
per edifici con superficie utile superiore a 1000 m2 e nel caso di ampliamenti con volume superiore al 20%
del volume esistente, limitatamente
allampliamento.
Ogni edificio dovr essere dotato
di Attestato di Cer tificazione Energetica che sar il documento che
attester le prestazioni ener getiche delledificio. Questo seguir la
seguente temporalit:
4 a decorrere dal 01.07.2007
edifici di superficie utile superiore a
1000 m 2, nel caso di trasferimento a titolo oneroso dellintero
immobile;
4 a decorrere dal 01.07.2008
edifici di superficie utile fino a 1000
m 2 , nel caso di trasferimento a
titolo oneroso dellintero immobile con lesclusione delle singole
unit immobiliari;
4 a decorrere dal 01.07.2009
per
le singole unit immobiliari, nel
caso di trasferimento oneroso.

TRASMITTANZA TERMICA DELLE


STRUTTURE OPACHE VERTICALI
(D. Lgs. 311/06-Tabella 2.1, all.C)
ZONA
CLIMATICA

Dal
Dal
Dal
1 gennaio 1 gennaio 1 gennaio
2008
2010
2006
U (W/m2K) U (W/m2K) U (W/m2K)

0,85

0,72

0,62

0,64

0,54

0,48

0,57

0,46

0,40

0,50

0,40

0,36

0,46

0,37

0,34

0,44

0,35

0,33

1 - Industrie manufatti cementizi

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Colacem Ufficio Immagine Lorenzi comunicazione e pubblicit _ foto: phlus

I nostri valori
costruiscono il futuro

La nostra cultura di impresa frutto di valori condivisi,


un patrimonio che rappresenta la solidit dellazienda ed il nostro impegno
per il futuro. Da sempre abbiamo scelto di salvaguardare lambiente, attraverso il
recupero ed il riuso del territorio; di sviluppare le nostre idee investendo sulla ricerca
e sulla tecnologia; di instaurare rapporti di fiducia mantenendo una professionalit
costante e garantendo leccellenza dei nostri prodotti.
Colacem oggi una delle realt industriali pi importanti dItalia:
promuoviamo progresso e cultura aziendale, per la crescita delle nostre comunit.

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 95

13-03-2008 14:42:18

96
Per le strutture di separazione tra edifici
o unit immobiliari confinanti e per le
pareti che delimitano verso lambiente
esterno gli ambienti non dotati di impianto di riscaldamento, nelle zone climatiche
C-D-E-F per tutte le categorie di edifici
(esclusa la E8) fissato un valore massimo di trasmittanza U = 0.8 W/m2K.

Zone climatiche
secondo il DPR 412/93.

4.1

CONSIDERAZIONI
SUI COEFFICENTI PER
IL CALCOLO U (W/m2K)
Di estrema impor tanza r isultano
i valori della conducibilit termica
l (W/mK) dei materiali, che sono
linput del procedimento analitico per
la determinazione della trasmittanza
termica, questi coefficienti possono
essere tratti dalla UNI 10351 o da
prove sperimentali.
La conducibilit una caratteristica
propria del materiale ed for temente
vincolata alla densit e al contenuto di
umidit del materiale stesso che pu
essere presente in esercizio.
Infatti tanto pi i materiali sono sensibili allacqua (elevato contenuto di
umidit), minore la loro prestazione
di isolamento termico.
I risultati indicano come a parit di
contenuto dacqua, il laterizio risponda con una maggiore riduzione della
resistenza termica rispetto al blocco
in cls.
Quindi nella scelta di un materiale
bisogna tenere conto della sua igroscopicit che ne influenzer le prestazioni termiche e la sua manutenzione
nei confronti degli intonaci e pitture.

FLUSSO DI CALORE E UNIT DI SUPERFICIE


La trasmittanza termica U una propriet che rappresenta il flusso di calore
scambiato, per unit di superficie, attraverso una struttura separante due
ambienti posti ad una differenza di temperatura di 1 K. Tale propriet termica viene determinata attraverso procedimenti analitici in conformit alle migliori regole tecniche, ossia alle norme emesse da organismi nazionali o comunitari, cos come specificato dal sopra citato decreto. Nella fattispecie tali
norme sono: la UNI EN 1745 che prevede, oltre ad un metodo semplificato,
anche lutilizzo del codice di calcolo agli elementi finiti; la UNI 10351e la UNI
10355 che il decreto conserva valide come banche dati. La trasmittanza termica U secondo il suddetto metodo semplificato viene introdotta dalla UNI
EN ISO 6946, calcolando linverso della resistenza termica complessiva:

R totale  1 hsi i 1si Mi 1 hse


n

dove:

hsi= coefficiente di scambio termico superficiale interno;


hse= coefficiente di scambio termico superficiale esterno;
si = spessore (in m) di ogni singolo strato costituente la parete;
li = conducibilit termica (in W/mK) di ogni singolo strato costituente la parete;

U=

1
R totale

1 - Industrie manufatti cementizi


Imp Assobeton Braccini Cec.indd 96

13-03-2008 14:42:18

97

Assorbimento per capillarit


A= blocchi in cls alleggerito
C= laterizio

Diagramma di risalita per capillarit

Blocchi in cls vibrocompresso idrofugati


Assorbimento capillare superficiale

Cw,s < 0,8

Coefficiente di diffusione del vapore

< 5/10

Modulo elastico

E < 10.000 Mpa

Altro fattore fondamentale la capacit di traspirare della parete e quindi


di curare il comfor t per lutilizzatore, evitando la formazione di umidit superficiale che fa proliferare le
muffe.

4.2

PONTI TERMICI
Primaria impor tanza da prestare
anche alla progettazione e realizzazione per evitare o contenere al
massimo i ponti termici (secondo
il Decreto la trasmittanza nei ponti
termici corretti non deve superare

Parete con blocchi


climatici ed
isolante a cappotto, ottima
soluzione per
eliminare i
ponti termici

Industrie manufatti cementizi - 1

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 97

13-03-2008 14:42:18

98
del 15% la U eff) e quindi si deve eseguire una progettazione integrata che
tenga conto s delle esigenze energetiche, ma anche di quelle statiche
e acustiche , realizzando cos degli
edifici a prestazioni controllate, con
costi inferiori.

4.3

COMPORTAMENTO
ESTIVO
Il Decreto si occupa principalmente
della climatizzazione invernale e solo
marginalmente di quella estiva, imponendo un valore di massa superficiale
minima per le murature solo in zone con
irradianza > 290 W/m2, pari a 230 kg/m2
(senza intonaco).
Questo valore pu senzaltro essere
preso come buona regola per tutte le
zone in quanto con una buona massa
della parete si ottiene una ottima inerzia
termica che permette un miglior comfort e costi inferiori di climatizzazione
estiva.

CONCLUSIONI
Lattuale normativa ha avuto sicuramente
il grande merito di portare allattenzione
una problematica, quella dellisolamento
termico degli edifici, che negli ultimi anni
era stata visibilmente trascurata. Risulta evidente per questo motivo, come
gran par te dellindustria di produzione dei componenti per ledilizia di oggi,
impreparata nel soddisfare i nuovi
requisiti, creando una specie di gara al
valore migliore. Le aziende associate ad
ASSOBETON hanno da sempre portato
avanti una politica di massima trasparenza circa la divulgazione dei valori, politica
che viene effettivamente premiata con
le nuove normative. Per tutte queste
ragioni ASSOBETON raccomanda ai
professionisti di leggere in maniera critica i valori che vengono divulgati, in vista
anche della responsabilit che viene loro
attribuita, onde evitare lutilizzo di dati
poco attendibili nella certificazione energetica delledificio.
n

comunicare fiducia
ASSOBETON

Industrie manufatti cementizi

Organo Ufficiale di ASSOBETON

CONFINDUSTRIA

STUDI E RICERCHE

Prove di carico su pilastri prefabbricati


giuntati tramite ferri di ripresa inghisati
Produzione di manufatti prefabbricati
di elevate qualit e prestazioni
mediante il processo di estrusione
Valutazione della sicurezza in esercizio
di un ponte ad arco-portale costruito per conci

AMBIENTE

Il CEN TC 350 - Standard previsti e programma d'azione

INSERTI

Uso degli inserti per calcestruzzo in conformit


alle normative vigenti

DALLUNIVERSIT
Intervista a Nerio Tullini

2008

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approfondire e offrire il giusto spazio a tutto il comparto dei
prodotti prefabbricati di ogni genere e fattura, analizzandone
e descrivendone ogni aspetto: dalla fase iniziale di studio
delle materie prime, alla lavorazione e produzione, fino
alla realizzazione delloggetto e al mantenimento della sua
funzionalit operativa. La realizzazione e la cura degli articoli
sono il prodotto dellopera di professori, docenti universitari,

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lOrgano Ufficiale di ASSOBETON


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tecnici, tecnologi, ingegneri professionisti, che, analizzando le


diverse tematiche trattate, permettono di dare uno sguardo a
360 comprensibile a tutti, anche ai non adetti ai lavori.

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Assobeton Braccini Cec.indd 199

14/02/06 15:39:04
13-03-2008
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100

ASSOBETON

Sezione Blocchi e Pavimenti

Newstreet, organo ufficiale della Sezione Blocchi e Pavimenti di ASSOBETON, rappresenta il principale strumento di divulgazione di una corretta cultura, ingegneristica
e architettonica, del massello autobloccante e del blocco in calcestruzzo. Questi materiali da costruzione sono i protagonisti degli articoli e dei servizi scritti con dovizia
di contenuti tecnici e architettonici, nellintento di illustrarne le peculiarit in termini
di versatilit di utilizzo, durabilit nel tempo, bassi costi di manutenzione, pregi estetici,
rispetto dellambiente.
La rivista contiene, inoltre, un inserto staccabile di carattere monografico, riservato di
volta in volta a uno specifico argomento.
Sommario del numero 8 di Newstreet - Dicembre 2007

EDITORIALE
Antonio Caberlotto

BLOCCHI
Fiamme Gialle tra cielo e mare

testo di Gaetano Cafiero


fotografie Impresa Gramegna

MASSELLI
Londa lunga di Fuksas

testo di Francesco Carelli di C.


fotografie di Giuseppe Cella
e Michela Gariboldi

Le sedi della sezione aerea a Bari della


Guardia di Finanza e della sezione aerea
di manovra a Grottaglie si dotano delle infrastrutture indispensabili per condurre una
lotta efficace alla criminalit mediterranea
puntando sul blocco in calcestruzzo per le
loro strutture.

La via Fuksas: un chilometro e mezzo di


strada sopraelevata, articolata attraverso
un sistema di scale mobili e tapis-roulant,
facilmente smontabile, manutenibile e rimontabile, realizzata in masselli autobloccanti per il nuovo polo fieristico di Pero-Rho,
a Milano.

1 - Industrie manufatti cementizi

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 100

13-03-2008 14:42:22

101

12 BLOCCHI

Che bella base per i volontari!

testo di Valentina Gottipavero


fotografie di Carlo Fantacci

Le colonne della Regina Viarum

testo e fotografie
di Fabio Lazzarini

Atelier per opere darte


da diporto

testo di Salvatore Brunello Consorti


fotografie di Roberto Bregani

La nuova sede dellAssociazione Pubblica


Assistenza della piccola citt in provincia di
Siena un monumento al cls vibrocompresso, allassenza di costi di manutenzione
e alla capacit di armonizzarsi con lambiente di questi materiali straordinariamente duttili.

15 MASSELLI

Un grande centro commerciale con un iper


Carrefour che si distingue grazie ai grigliati erbosi e ai masselli autobloccanti proprio l dove ha termine quella che la pi
storica delle nostre statali, la numero 7,
lAppia.

18 BLOCCHI

Un capannone industriale per la cantieristica navale, realizzato in blocchi in cls, innalzato nella capitale mondiale della nautica di pi alto livello per conto di un pool
di cantieri tra i pi famosi.

22 DIDATTICA&FORMAZIONE



La sicurezza stradale in ambito


urbano: un caso studio

testo di Mauro Cozzi


e Silvia Ghiacci
elaborazione grafica e
fotografie di Studio
di Pianificazione urbana

Fidenza Meeting: il massello


che riqualifica i centri urbani

26 SEZIONE B&P
28

EVENTI&CONVEGNI

Appuntamenti e opportunit

da non perdere


SCHEDA TECNICA

Rendimento energetico

degli edifici
testo di Fabio Braccini e Riccardo Cecconi

Industrie manufatti cementizi - 1

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 101

13-03-2008 14:42:22

102

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Manuale di progettazione
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Guide e Manuale
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SEZIONE SOLAI E DOPPIA LASTRA


La Carta del Solaio
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Solai in calcestruzzo e
pareti prefabbricate a
doppia lastra
CD-ROM
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1 - Industrie manufatti cementizi

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 102

13-03-2008 14:42:23

D a
D a
D a

l e g g e re
l e g g e re
l e g g e re

103
103
103

SEZIONE BLOCCHI E PAVIMENTI


SEZIONE
SEZIONE
SEZIONE

EDIZIONE 1
VOLUME 1
BLOCCHI
E PAVIMENTI
Codice di pratica
per la
posa
in
opera
di
masselli
EDIZIONE 1
autobloccanti
calcestruzzo
VOLUME 1 EinPAVIMENTI
BLOCCHI
Codice di pratica per la
Gratis
EDIZIONE
1 di masselli
posa
in opera
VOLUME
1 EinPAVIMENTI
autobloccanti
calcestruzzo
BLOCCHI
Codice di pratica per la
EDIZIONE
1 di masselli
posa in opera
Gratis
VOLUME
1
autobloccanti in calcestruzzo
Codice di pratica per la
posa in opera di masselli
Gratis
autobloccanti
EDIZIONE 1 in calcestruzzo
VOLUME 3
Gratis
Raccomandazioni per
limpiego
EDIZIONEdi1elementi grigliati
per
pavimentazioni
erbose
VOLUME
3
e
per il consolidamento
Raccomandazioni
per
dei
terrenidie1elementi
criteri per
la
EDIZIONE
limpiego
grigliati
valutazione
tali
VOLUME
3 della di erbose
per pavimentazioni
prodotti
Raccomandazioni
per
e per il consolidamento
EDIZIONE
limpiego
grigliati
Gratis
dei
terrenidie1elementi
criteri per
la
VOLUME
3 della di erbose
per pavimentazioni
valutazione
tali
Raccomandazioni
per
e
per il consolidamento
prodotti
limpiego
die elementi
grigliati
dei
terreni
criteri
per
la
Gratis
per pavimentazioni
valutazione
della di
tali
Codice
di pratica
pererbose
la
e
per il consolidamento
prodotti
manutenzione
di masselli
dei
terreni e criteri
per la
autobloccanti
in calcestruzzo
Gratis
valutazione della di tali
Codice di pratica per la
prodotti
Gratis
manutenzione di masselli
Gratis
autobloccanti in calcestruzzo
Codice di pratica per la
manutenzione di masselli
Gratis
autobloccanti in calcestruzzo
Codice di pratica per la
manutenzione
di masselli
Gratis
autobloccanti in calcestruzzo

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vibrocompresso.
Storia,
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di qualit ine
progettazione
blocchi di calcestruzzo
vibrocompresso.
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Storia,
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Fax 0659
La
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qualit
ine 15408).
Storia,
caratteristiche
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ordini
sono
raccolti
attraverso
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da
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sito Marconi,
www.progettoulisse.it
28 - 00144 Roma;
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e realizzata
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0654210237;
Fax 0659
Storia,
caratteristiche
e 15408).
Euro
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direttamente
da raccolti
Pubblicemento
Srl
Gli
ordini
sono
attraverso
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28 - 00144 Roma;
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sito Marconi,
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e realizzata
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Gli
ordini
sono
raccolti
attraverso
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calcestruzzo
Marconi,
28
00144
Roma;
il(P.zza
sito
www.progettoulisse.it
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0654210237; Fax 0659 15408).
e utilizzo
Euro
55,00
Industrie manufatti
cementizi
- 1 attraverso
Gli ordini
sono raccolti

EDIZIONE 1
VOLUME 2
Codice di pratica per la posa in
opera
di blocchi
in calcestruzzo
EDIZIONE
1
VOLUME 2
Gratis
Codice di pratica per la posa in
EDIZIONE
1
opera
di blocchi
in calcestruzzo
VOLUME 2
Codice
Gratis di pratica per la posa in
EDIZIONE
1
opera di blocchi
in calcestruzzo
VOLUME 2
Codice di pratica per la posa in
Gratis
opera di blocchi in calcestruzzo
Progetto strade nuove
Gratis
Lintervento di via Abate Zani a
Fidenza
DVD
Progetto strade nuove
Lintervento di via Abate Zani a
Gratis
Fidenza
Progetto strade nuove
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Lintervento di via Abate Zani a
Gratis
Fidenza
Progetto strade nuove
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Lintervento di via Abate Zani a
Gratis
Fidenza
DVD
Sottofondi
Gratis
Catalogo per il
dimensionamento di
pavimentazioni
in masselli in
Sottofondi
ambito
urbano
Catalogo per il
dimensionamento di
Gratis
Sottofondi
pavimentazioni
in masselli in
Catalogo
per il
ambito
urbano
dimensionamento di
Sottofondi
pavimentazioni
in masselli in
Gratis
Catalogo
per il
ambito urbano
dimensionamento di
pavimentazioni in masselli in
Gratis
ambito urbano
Organo
ufficiale della Sezione
Blocchi e Pavimenti della
Gratis
ASSOBETON
Organo ufficiale della Sezione
Abbonamento
gratutitodella
Blocchi e Pavimenti
mediante
la
registrazione
sul sito
ASSOBETON
www.assobeton.it
Sezione
Organo ufficiale -della
Sezione
Blocchi
BlocchieePavimenti
Pavimenti
Abbonamento
gratutitodella
ASSOBETON
mediante
la registrazione sul sito
Organo
ufficiale -della
Sezione
www.assobeton.it
Sezione
BlocchieePavimenti
Pavimenti
Abbonamento
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ASSOBETON
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Abbonamento
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e Pavimenti
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Blocchi e Pavimenti

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sito www.progettoulisse.it
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Industrie manufatti cementizi - 1

Industrie manufatti cementizi - 1

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 103

13-03-2008 14:42:24

104

D a

l e g g e re

SEZIONE FIBROCEMENTO
La ventilazione delle
coperture a falda protette
con lastre ondulate in
Fibrocemento Ecologico
e i suoi effetti sulle patologie da
condensa

Posa in Opera di Lastre


Ondulate in Fibrocemento
Ecologico
Gratis

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Manuale per la installazione


in sicurezza delle coperture
Realizzate con lastre ondulate in
fibrocemento ecologico

Lastre ondulate
Lastre piane
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Edizione il Sole 24 Ore


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fibrocemento
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Sole 24 Ore
Per informazioni:
info@assobeton.it
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SEZIONE STRUTTURE
Condizioni generali di
appallto
Gratis

Linee Guida esplicative e


interpretative della UNI
9502/2001
Documento sperimentale
Gratis

Manuale duso e
manutenzione (D.M. 3
dicembre 1987, n.39 par.6)
Gratis

Banca Dati
ASSOBETON Sezione
Produttori Strutture
Prefabbricate
Indagine conoscitiva centri di
produzione attivit 2000
Euro 60,00 + IVA 20%

1 - Industrie manufatti cementizi

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 104

13-03-2008 14:42:25

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ottimizzare
aumentare
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eliminare il cicloproduzione
del vapore
eliminare la vibrazione

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ASSOBETON

Come
associarsi

La sottoscritta ditta.........................................................................................................................
con sede in......................................................................................... Prov....................................
Indirizzo........................................................................................ Cap............................................
Tel:....................................... Fax:..................................... Email....................................................
Part. IVA n.....................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
interessata a ricevere informazioni per ladesione ad ASSOBETON.
A TALFINEFORNISCELESEGUENTIINFORMAZIONI
C.C.N.L. applicato...........................................................................................................................
N stabilimenti..................... e loro ubicazione:
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
Eventuale societ controllante.......................................................................................................
Eventuali societ controllate e/o collegate.....................................................................................
.......................................................................................................................................................
Aderisce allassociazione/unione degli industriali della/e provincia/e, quale/i?
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 106

13-03-2008 14:42:25

ATTIVITA PRODUTTIVE:

Numero complessivo dipendenti........................................

Volume daffari esercizio precedente..................................

Strutture prefabbricate
Pali
Tubi a bassa pressione
Blocchi e pavimenti
Cabine elettriche
Manufatti in calcestruzzo cellulare autoclavato
Manufatti in Fibrocemento
Traverse ed Armamenti Ferroviari
Tubi per acquedotti
Solai e Doppia Lastra
Altro (specificare)
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................
.......................................................................................................................................................

Persona da contattare:........................................................................

Posizione in azienda:.......................................................................

DATA...........................

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 107

TIMBRO E FIRMA

13-03-2008 14:42:25

ASSOBETON
Associati
Societ

Citt

Provincia

A. ZAMBETTI SPA

GORLE

BG

A.L.C.O.S. PRODUZIONI SRL

LIMBIATE

MI

A.V. STRUTTURE SPA

CALVENZANO

BG

ALBI PREFABBRICATI SRL

TREZZO SULLADDA

MI

ALFA SRL

PONTE SAN GIOVANNI

PG

ALTAN PREFABBRICATI SPA

RAMUSCELLO DI SESTO AL REGHENA

PN

ANTONIO BASSO PREFABBRICATI SRL

TREVISO

TV

APEDIL SRL

SORDIO

LO

AREA PREFABBRICATI SPA

S. ANTONINO DI CASALGRANDE

RE

AREA SPA

CORNAREDO

MI

ASSOTUBI ECOLOGICA SRL

ANZANO DEL PARCO

CO

BARACLIT SPA

BIBBIENA STAZIONE

AR

BATTILANA PREFABBRICATI SPA

CORNEDO VICENTINO

VI

BETA MANUFATTI CONGLOMERATI SRL

SPIGNO SATURNIA

LT

BETON 5 SRL

POZZALLO

RG

BETON PIAVE SPA

NERVESA DELLA BATTAGLIA

TV

BETON RAPID SRL

PIAZZOLA SUIL BRENTA

PD

BIANCO PREFABBRICATI SRL

MAZARA DEL VALLO

TP

BONETTI SPA

CASTENEDOLO

BS

BOTTA SRL

BRUSASCO

TO

C.A.P.P.A. SRL

S. NICOL A TORDINO

TE

C.C.G. QUERZOLI SCRL

FORL

FC

C.E.I.S. TRADING SRL

PERGINE

TN

C.M.C. SRL

MADONE

BG

C.P.C. COSTRUZIONE PREF. CEMENTO SPA

CARINI

PA

CANOVA SPA

FIORENZUOLA DARDA

PC

CAPPELLARI SRL

POGGIO RUSCO

MN

CAPRESE SRL

SERRAVALLE PO

MN

CASITALIA SPA

SPINADESCO

CR

CAV. CESTARO GUSTAVO SRL

PREGANZIOL

TV

CE.MA. CEMENTMANUFATTI SRL

FRZ. QUINTANO-CASTELLI CALEPIO

BG

CEMENTAL SPA

GENOLA

CN

CEMENTUBI SPA

GRUGLIASCO

TO

CLC SRL

CARMIGNANO DI BRENTA

PD

CO.I.MA. PREFABBRICATI SRL

TRANI

BA

CO.MA.C. SRL

CALTANISSETTA

CL

CODELFA SPA

TORTONA

AL

COOPERATIVA PRECASA SCRL

FIUMICELLO

UD

COOPSETTE SCRL

CADELBOSCO SOPRA

RE

COPREM SRL

BOTTANUCO

BG

COSTRUZIONI GENERALI BASSO CAV. ANGELO SPA

POSTIOMA DI PAESE

TV

CREZZA SRL

GORDONA

SO

CSP PREFABBRICATI SPA

GHISALBA

BG

D.M.P. DALLA MORA PREFABBRICATI SRL

MUSILE DI PIAVE

VE

DIODORO EDILFER SRL

ROSETO DEGLI ABRUZZI

TE

1 - Industrie manufatti cementizi

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 108

13-03-2008 14:42:25

Associati
Societ

Citt

Provincia

DUEGI PREFABBRICATI SRL

FOSSANO

CN

E.MA. PREFABBRICATI DI MASCAZZINI G. & C. SAS

BUSCATE

MI

ECOCEM SRL

OSIO SOTTO

BG

EDIL LECA SPA

VALVASONE

PN

EDILBLOK SPA

CASTELLI CALEPIO

BG

EDILCEMENTO SPA

GUBBIO

PG

EDILFIBRO SPA

ARENA PO

PV

EDILKAP PREFABBRICATI SPA

BARGE

CN

EDILMANUFATTI SRL

STATTE

TA

EDIL-PREFABBRICATI SRL

MISTERBIANCO

CT

EDILSOLAI SPA

CESENA

FC

EDILTUBI SPA

TROFARELLO

TO

ERREVI SRL

CASTELLO DARGILE

BO

ESSE SOLAI SRL

VIVARO DI DUEVILLE

VI

EUGANEA PRECOMPRESSI SPA

TORRI DI QUARTESOLO

VI

EUROBETON SRL

SALORNO

BZ

EUROCAP SRL

CASTELLETTO MONFERRATO

AL

F.LLI ANELLI DI ANELLI ALVARO-BRUNO-ALBERTO E C. SNC

SANTARCANGELO DI ROMAGNA

RN

F.LLI MUNARETTO DI GIUSEPPE DIV. SUMMANIA B. SRL

ZAN

VI

F.M.C. PREFABBRICATI SRL

VIGEVANO

PV

FERRARI B.K. SPA

LUGO DI GREZZANA

VR

FERRARINI SPA

VERONA

VR

FIBROTUBI SRL

BAGNOLO IN PIANO

RE

G.E.D. SRL

PIEVESESTINA-CESENA

FC

GARDONI SRL

PANDINO

CR

GAZEBO SPA

GATTEO

FC

GENERALE PREFABBRICATI SPA

ELLERA

PG

GIORNI OSCAR DI GIORNI MASSIMO & C. SNC

SANSEPOLCRO

AR

GRUPPO CENTRO NORD SPA

BELFIORE

VR

GRUPPO CI.VA. SPA

IVREA

TO

GUELFO TESTARMATA

ROMA

RM

GUERRINI PREFABBRICATI SPA

SANTHI

VC

I.CI.ENNE. SRL

AREZZO

AR

I.CO.B. SPA

CATANIA

CT

I.L.C.E.A. SPA

ROVIGO

RO

I.L.CE.V. SPA

CAVARZERE

VE

I.R.A.DEL. COSTRUZIONI SRL

GUIDIZZOLO

MN

ICEP SPA

MOLITERNO

PZ

IMPRESA PIZZAROTTI & C. SPA

PARMA

PR

IMPRESA TRE COLLI SPA

CARROSIO

AL

IN.PR.EDIL SRL

MASSERANO

BI

INDUSTRIE CEVIP SPA

ROMA

RM

IPA PRECAST SPA

CALCINATE

BG

IPIEMME SPA

ALIFE

CE

ITALBLOK DI BERVICATO IURI & C. SAS

CAIVANO

NA

ITALCABINE SRL

ISOLA RIZZA

VR

ITALSLEEPERS SPA

CATANIA

CT

ITER - COOP.VA RAVENNATE SCARL

LUGO

RA

LA CEMENTIFERA DI VEZZOLI M. & C. SNC

PONTOGLIO

BS

LANDINI SPA

CASTELNOVO SOTTO

RE

LATERCEMENTI SPA

CASTELMINIO DI RESANA

TV

LECA SISTEMI SPA

RUBBIANO DI FORNOVO - SOLIGNANO

PR

LODOVICHI DOMENICO SPA

CHIUSI SCALO

SI

LOMBARDA PREFABBRICATI SPA

MONTICHIARI

BS

LOMBARDA SPA

OSIO SOTTO

BG

Industrie manufatti cementizi - 1

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 109

13-03-2008 14:42:25

Associati
Societ

Citt

Provincia

M.C.M. MANUF. CEMENTIZI MONTICONE SPA

ASTI

AT

M.G. PREFABBRICATI SRL

CASTELVERDE

CR

MA.CE.VI. SRL

CIVITELLA IN VAL DI CHIANA

AR

MABO PREFABBRICATI SPA

BIBBIENA STAZIONE

AR

MAGNETTI BUILDING SPA

CARVICO

BG

MAGNETTI SPA

PALAZZAGO

BG

MANINI PREFABBRICATI SPA

SANTA MARIA ANGELI - ASSISI

PG

MAPRE SRL

SORDIO

LO

MARANIT SPA

POGGIO RENATICO

FE

MARGARITELLI ITALIA SPA

TORGIANO

PG

MARTINI PREFABBRICATI SPA

MEDOLE

MN

MC PREFABBRICATI SRL

CARDANO AL CAMPO

VA

MC-MANINI PREFABBRICATI SPA

SOMAGLIA

LO

MORETTA PREFABBRICATI DI MORETTA G. & C. SNC

LOVERO VALTELLINO

SO

MORETTI SPA

ERBUSCO

BS

MOSER CESARE MANUFATTI IN CEMENTO SRL

ZAMBANA

TN

MOZZO PREFABBRICATI SRL

SANTA MARIA DI ZEVIO

VR

MUSILLI SPA

SAN VITTORE DEL LAZIO

FR

NICO VELO SPA

FONTANIVA

PD

NUOVA SUPERSOLAIO SPA

LONATO

BS

NUOVA TESI SYSTEM SRL

CASALE SUL SILE

TV

OPERE IDRICHE SPA

ROMA

RM

PAC - PREFABBRICATI ACCIAIO CEMENTO SRL

FARA VICENTINO

VI

PADANA PANNELLI SPA

ACQUANEGRA SUL CHIESE

MN

PALLAORO LIVIO & C. SNC

TRENTO

TN

PAMA PREFABBRICATI SPA

REZZATO

BS

PANNELLI SPA

VEROLANUOVA

BS

PAVER COSTRUZIONI SPA

PIACENZA

PC

PAVIBLOK SRL

SPECCHIA

LE

PICCA PREFABBRICATI SPA

LATINA - BORGO S. MICHELE

LT

PINTO GEOM. CESIDIO & C. SAS

CASTELLANA GROTTE

BA

PIRCHER SPA

CITTIGLIO

VA

PIZZUTI PRECOMPRESSI SRL

CROTONE

KR

PIZZUTI PREFABBRICATI SRL

CROTONE

KR

PRE SYSTEM SPA

SEDEGLIANO

UD

PRECOMPRESSI SRL

PONTENURE

PC

PRECOMPRESSI VALSUGANA SPA

FONTANIVA

PD

PREFABBRICATI CAMUNA SRL

GRATACASOLO

BS

PREFABBRICATI CARTIGLIANO SPA

TORRI DI QUARTESOLO

VI

PREFABBRICATI CIVIDINI SPA

OSIO SOPRA

BG

PREFABBRICATI LAPREDIL DI BORGIANI C.A & C. SNC

TOLENTINO

MC

PREFABBRICATI LP SPA

BORGO A MOZZANO

LU

PREFABBRICATI MOIOLI SPA

BAGNATICA

BG

PREFABBRICATI MORRI SRL

RIMINI

RN

PREFABBRICATI PARA SNC

FORL

FO

PREFABBRICATI PARMA SPA

COLORNO

PR

PREFABBRICATI SGARIOTO SRL

RAGUSA

RG

PREFABBRICATI TONELLATO SAS

MONTEBELLUNA

TV

PREFABBRICATI ZANON SRL

CITTADELLA

PD

PREFABBRICATI ZECCA SUD SPA

CASTELLALTO

TE

PREGECO PREFABBRICATI SPA

VILLAFRANCA

VR

PRELCO ITALIA SRL

MONTICHIARI

BS

PRE-NOVA 76 DI ZANNIN FERRUCCIO E FIGLIE SRL

SEREN DEL GRAPPA

BL

PREP SRL

GUBBIO

PG

PROGRESS SPA

BRESSANONE

BZ

1 - Industrie manufatti cementizi

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 110

13-03-2008 14:42:25

Associati
Societ

Citt

Provincia

R.C.L. SRL

GORLAGO

BG

R.P. ROBERTI & PAOLETTI SRL

FANO

PU

RDB CENTRO SPA

MONTECATINI TERME

PT

RDB HEBEL SPA

PONTENURE

PC

RDB SPA

PONTENURE

PC

RECORD SPA

GARLASCO

PV

RIVOLI SPA

RIVOLI VERONESE

VR

ROSSI TRANQUILLO NORD DI MASCARO GEOM. T. & C. SAS

M ANTOVA

MN

S & T VARESE SRL

INDUNO OLONA

VA

S.F.R. DI FRANZONI & C. SNC

REZZATO

BS

S.I.C.E.P. SPA

VERONA

VR

S.I.P.A. SPA

BENEVENTO

BN

S.I.P.C. SOLAI VARESE SRL

VIGNATE

MI

S.I.P.E. SPA

VICENZA

VI

SAFAB SPA

ROMA

RM

SAN MICHELE SPA

MANERBIO

BS

SANTINELLO COSTRUZIONI SPA

CASELLE DI SELVAZZANO

PD

SAR COSTRUZIONI PREFABBRICATE SRL

CASTIGLIONE DELLE STIVIERE

MN

SEIEFFE PREFABBRICATI SPA

BONEA

BN

SELCE SPA

MONSELICE

PD

SENINI SPA

NOVAGLI MONTICHIARI

BS

SERIO PREFABBRICATI SRL

ROMANO DI LOMBARDIA

BG

SICAP SPA - DIVISIONE CEMENTISTI

FORL

FC

SICEP SPA

BELPASSO

CT

SOCIET ITALIANA LASTRE SPA

VEROLANUOVA

BS

SOCIET MERIDIONALE INERTI S.M.I. SRL

VASTO

CH

SOLAI VILLA SRL

TURBIGO

MI

SOM.MA. PREFABBRICATI SRL

SOMAGLIA

LO

SPAV PREFABBRICATI SPA

MARTIGNACCO

UD

STAI PREFABBRICATI SRL

ACQUANEGRA SUL CHIESE

MN

STERCHELE SPA

ISOLA VICENTINA

VI

STYL-COMP SPA

ZANICA

BG

TAV SOLAI DI IVANO BOSCAGLI & C.SNC

ASCIANO

SI

TCT SRL

BRINDISI

BR

TECNOCOMPONENTI SPA

FIESSE

BS

TEGOLAIA SRL

CASIER

TV

TIDONA PREFABBRICATI SRL

RAGUSA

RG

TMC BERARDO SRL

BUSCA

CN

TRACI SPA

BATTIPAGLIA

SA

TRAVERSUD SRL

MELFI

PZ

TRAVI MILANO SRL

MILANO

MI

TRUZZI PREFABBRICATI SRL

POGGIO RUSCO

MN

UNIBLOC SRL

POGGIBONSI

SI

UNIPRE SRL

SORDIO

LO

RESANA

TV

VEGA PREFABBRICATI SRL

CONTROGUERRA

TE

VELA SPA

CORTE FRANCA

BS

VIANINI INDUSTRIA SPA

ROMA

RM

VIBRAPAC SPA

SOLARO

MI

VIBROCENTRO SRL

S. RUFINA DI CITTADUCALE

RI

VIBROTEK SRL

FAGGIANO

TA

ZANETTI SRL

CAPRINO VERONESE

VR

ZECCA PREFABBRICATI SPA

COSIO VALTELLINO

SO

V.M.C. - VENETA MANUFATTI IN CEMENTO DI SILVANO,


PAOLO E SEVERINO MICHELETTO & C. SAS

Industrie manufatti cementizi - 1

Imp Assobeton Braccini Cec.indd 111

13-03-2008 14:42:25

Soci Aggregati
Societ

Citt

Provincia

ARCELORMITTAL VERDERIO SRL

VERDERIO INFERIORE

LC

ATECAP

ROMA

RM

BASF CC ITALIA SPA

TREVISO

TV

CASAGRANDE SPA

FONTANAFREDDA

PN

CHRYSO ITALIA SPA

LALLIO

BG

COLLE SPA

LENTIAI

BL

DLC SRL

MILANO

MI

EDILMAFER SRL

MILANO

MI

EDILMATIC SRL

PEGOGNAGA

MN

EISEKO COMPUTERS SRL

SAN MARTINO BUON ALBERGO

VR

GENERAL ADMIXTURES SPA

PONZANO VENETO

TV

GL LOCATELLI SRL

TURATE

CO

HALFEN-DEHA SRL

URGNANO

BG

HARPACEAS SRL

MILANO

MI

I.B.I. INDUSTRIE BLOCCHIERE ITALIANE SPA

MILANO

MI

ICT - INNOVATIVE CONCRETE TECHNOLOGIES SRL

PIACENZA

PC

IME SRL

CAMPOGALLIANO

MO

LE OFFICINE RIUNITE - UDINE SPA

BASALDELLA DI CAMPOFORMIDO

UD

MAPEI SPA

MILANO

MI

MARCANTONINI SRL

PASSAGGIO DI BETTONA

PG

OFF. MECC. MAFFIOLETTI DARIO SRL

BRUSAPORTO

BG

OFFICINE MECCANICHE GALLETTI O.M.G. SRL

PONTE VALLECEPPI

PG

PLASTYBETON SRL

MARENO DI PIAVE

TV

RUREDIL SPA

SAN DONATO MILANESE

MI

S.F. SISTEMI FOGNARI SCARL

ROMA

RM

SIDERURGICA LATINA MARTIN - S.L.M. SPA

CEPRANO

FR

TECNOGRIP SRL

SAN GILLIO

TO

TESEO SRL

TREMESTIERI ETNEO

CT

W.R. GRACE ITALIANA SPA

PASSIRANA DI RHO

MI

XELLA ITALIA SRL

GRASSOBBIO

BG

1 - Industrie manufatti cementizi

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13-03-2008 14:42:26

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Industrie manufatti cementizi

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Prove di carico su pilastri prefabbricati giuntati tramite


ferri di ripresa inghisati

2008

Produzione di manufatti prefabbricati di elevate qualit


e prestazioni mediante il processo di estrusione

Valutazione della sicurezza in esercizio di un ponte


ad arco-portale costruito per conci

AMBIENTE

IL CEN TC 350
Standard previsti e programma d'azione

INSERTI

Uso degli inserti per calcestruzzo in conformit


alle normative vigenti


DALLUNIVERSIT
Intervista a Nerio Tullini

13-03-2008 14:47:37

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