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38 Relativita Nella moderna navigazione a vasto raggio si aggiornano continuamente esi tengono sotto stretto controlloe a velocité ela posizione di ogni vlivolo. Grazie a un moderno sistema di navigazion sateltare chiamato NAVSTAR, si pué determinare sosizione e vlocta in quolunque luogo della Terra con un pre conto degli effetti dovuti alla relativiti, la pres soloreinaccttabile per i jone di 16 me 2 cm/s rispettivamente. Se perd non si tenesse ione nella misura della velocita non potrebbe essere migliore di 20 cm/s, un oa 'noderni sistem di navigazione. Pos Ty PLO) EIU CL Ce ipercussioni in questioni concrete come i sistemi di ero ete get aquest capt. 830 Capitolo 38 Relativita Figura 38.1 Einstein nei primi anni del secolo scorso, alla sua scrivania nel- Pulficio Brevett di Berna, dove lavo- rava quando pubblicd la teoria della relativita speciale. {SBN 88-408-1198-2 38.1 Che cos’é la relativita nel complesso? La relativita ha a che fare con misurazioni di eventi: dove © quando accadono e quanto distano tra di loro due eventi nello spazio nel tempo. Inoltre la relativita tratta di come trasformare queste e altre misure in altri sistemi di riferimento in moto relativo (da cui il nome relativita. Ne abbiamo parlato nei paragrafi 4.8 e 4.9. Trasformazioni e sistemi di riferimento in moto erano noti ¢ utilizzati dai fisici 1905. In quell’anno Albert Einstein (fig. 38.1) pubblic® 1a sua teoria della relativita ciale, detta anche della relativitd ristretta. Gli aggettivi speciale 0 ristretta alludono fatto che la teoria tratta solo dei sistemi di riferimento inerziali, sistemi di riferime: cio’ che si muovono a velocita relative costanti. La teoria della relativita generale aft ta il pit complesso caso in cui i sistemi di riferimento sono in reciproca accelerazione: questo capitolo il termine relarivira comporta la trattazione dei soli sistem inerzial Prendendo le mosse da tanto sbalorditivi quanto semplici postulati, Einstein stupi mondo scientifico dimostrando che le vecchie idee sui moti relativi erano sbagliate, ‘almeno limitate, anche se chiunque vi era cosi abituato da considerarle frutto di un inc futabile senso comune. Questo senso comune tuttavia deriva dall’esperienza che noi abbi ‘mo con gli oggeiti che si muovono a velocita piccole rispetto a quella della luce. La re vitd einsteiniana, che invece risulta corretta per tutte le velocita possibili, preconizzd I’ stenza di molti effetti, che a prima vista sembrarono bizzarri perché nessuno ne aveva, avuto esperienza, In particolare Einstein mostrd che lo spazio e il tempo sono due concetti intima legati; intervallo di tempo che intercorre tra due eventi dipende dalla distanza relat cui accadono, e viceversa. E questo legame & diverso per osservatori in moto reci Una conseguenza sta nella relativita del tempo, che non scorre a ritmo fisso, come no far credere le leggi della meccanica in base alla quale si muovevano certi orologi pione, presunti riferimenti del tempo universale. Al contrario il tempo & «regolabil ‘moto relativo pud cambiare il ritmo con cui trascorre il tempo. Prima del 1905, ness eccetto fantasiosi sognatori, aveva osato pensarlo, Oggi gli scienziati ¢ i tecnici lo per garantito, perché l’evidenza empirica della relativita li ha convinti a modificare il «. ‘La relativita ristretta ha fama di essere argomento difficile. Non lo & dal punto di ‘matematico, per lo meno non in questa trattazione. Ma presenta la difficolta di dover molta attenzione a chi misura e a che cosa misura in un certo evento, nonché a come ‘condotta la misurazione. Cid pud risultare difficile, perché talvolta in contrasto con I rienza, sso 28-08-1198 gla cinetica (MeV) ° T aT Velocth (108 mvs) Figue 38.2 1 puntiindicano valori misuratidel!'energia cinetica di un elettrone in funzione della sua velocita Per quanto grande sia ’enengia impar- ‘ita a un elettrone (0 a un qualsiasi altro corpo) non si pud mai imprimer- ali una velocita che eguagli e tamto ‘meno superi la velocit estrema c. La ‘curva rappresenta la previsione della teoria della relativit 38.2 I postutati 831 38.2 | postulati Esaminiamo ora i due postulati sulla relativita, su cui si basa la teoria di Einstein. > 1. Postulato delta relativit’ Le legei della fisica sono le stesse in tutti sistemi di riferimento inerziali. Non esiste un sistema di riferimento privilegiato, Gia Galileo aveva assunto che le leggi della meccanica fossero le stesse in tut i sistemi di riferimento inerziali (postulato di relativita galileiana). (La prima legge del moto di New- ton ne 2 un'importante conseguenza.) Einstein ha esteso questo assioma fino a comprende~ re tuate le leggi della fisica,e incluse in particolare quelle dell'elettromagnetismo ¢ dell’ ot- tica, Questo postulato non dice che i valori misurati delle grandezze fisiche sono gli stessi per tutti gli osservatori inerziali; non lo sono in generale. Dice che le leggi della fisica che mettono in relazione tra di loro questi valoti sono le stesse. Postulato della velocita della luce La velocita della luce net vuoto hha lo stesso valore ¢ in tute le direzionie in tutti sistem di riferimento inerziali Possiamo anche ripresentare questo postulato dicendo che in natura esiste una velocita estrema c, uguale in tute le direzioni e in tutti sistemi di riferimento inerziali. Si da il easo cche la luce Viaggi a questa velocita estrema, come fanno del resto anche altre particelle prive di massa, ad esempio i neutrini, Questo limite estremo dunque non pud essere supe- rato da nessun oggetto che trasporti energia o informazione. Inoltre, qualunque particella dotata di massa non pud di fatto raggiungere questa velocita c, pet quanto ci si sforzi accelerarla. Si badi che la limitazione riguarda solo le entita che abbiamo or ora sottoli- neato con caratteri corsivi. Entrambi i postulati sono stati sottoposti a innumerevoli prove di verifica e non si sono ‘mai trovate eccezioni. La velocita estrema La reall dell’esistenza di una velocita limite per gli elettroni accelerati fu messa in rilievo da W. Bertozzi in un esperimento del 1964. Egli accelerd gli cletironi a varie velocita, misuran- done indipendentemente la velociti e l'energia cinetica (fig. 38.2). Trovd che, col crescere della forza che agisce su un elettrone molto veloce, I'energia cinetica dell’eletrone aumenta verso valori elevatissimi mentre la velocita non cresce altrettanto apprezzabilmente. Le velo- citA raggiunte dagli elettroni si aggirano attorno a 0.999 999 999 95 volte la velocita della luce, ma per quanto si avvicinino non riescono a uguagliare questa velocita estrema c. ‘Sie dato a questa velocita estrema un valore esatto per definizione: 299792458 m/s. 8.1) Finora in questo testo si @ attribuito (opportunamente) alla velocita c il valore approssima- to 3.0 10* m/s. In questo capitolo lo approssimeremo a 2.998 - 10° m/s. Potete anche registrare il valore esatto nella memoria della calcolatrice, per poterlo richiamare tutte le volte che vi capitera. IL postutato della velocita della luce alla prova Se la velocita della luce @ Ia stessa in tut! i riferimentiinerziali, allora la velocita della luce emessa da una sorgente in moto dovrebbe essere la stessa della velocita della luce emessa da una sorgente ferma rispetto al laboratorio. Questa affermazione @ stata sottoposta a prova diretta, in un esperimento di alta precisione. La «sorgente di luce» era un pione neu- 170 (simbolo x"), una particella instabile a vita breve che si pud produrte per collisione in un acceleratore di particelle. Decade in due raggi gamma secondo il processo ot. 38.2) | raggi gamma fanno parte dello spettro elettromagnetico e obbediscono al postulato sulla velociti della luce, come la radiazione visibile. In un esperimento del 1964 i fisici del CERN, il laboratorio europeo di fisica delle par- ticelle presso Ginevra, ha generato un fascio di pioni in moto alla velocita di 0.99975c rispetto al riferimento di laboratorio. Gli sperimentatori hanno misurato la velocita dei raggi gamma emessi da queste sorgenti rapidissime. E hanno trovato che la velocita della 832 Copitolo 38 Relativita, ABELLA 38.1_Determinaione del evento A Coordinata ‘Valore x 358m y 1.29m z Om ' 3458 gue 383 Sezione di una schiera tri ‘mensionale di orologi e aste di misura ‘graduate, mediante la quale un osser- ‘vatore pud assegnare le coordinate spaziotemporali a un evento, come I'e- vento A, I'emissione di un lampo di luce. Le coordinate spaziali dell'even- to sono press’a poco.x = 3.7, y = 1.2 ce =0, ove Munita di misura la tun- ‘ghezza di ogni singola asta. La coor ‘ata temporale @ il tempo segnato dal- orologio pit vicino all’evento A al momento del lampo. ISBN 86-408-11982 luce emessa dai pioni era uguale sia misurata tispetto ai pioni in moto sia misurata rispet al sistema di riferimento del laboratorio, 38.3 Determinazione di un evento Si definisce evento un certo accadimento cui un osservatore possa assegnare tre coordi te spaziali e una coordinata temporale. Tra i tanti possibili esempi possiamo citare: (1) censione e lo spegnimento di una lampadina; (2) I'urto tra due particelle; (3) il passag, i un impulso di luce attraverso uno specificato punto dello spazio; (4) unesplosione: ¢ il passaggio di una lancetta d’orologio attraverso una tacca sul quadrante, Un osservat solidale con un sistema di riferimento inerziale, per esempio, pud assegnare a un evento, le coordinate riportate nella tabella 38.1. oiché lo spazio ¢ il tempo in relativita sono indissolubilmente legati, possiamo i care queste coordinate nel loro insieme come coordinate spaziotemporali. Il sistema coordinate é parte integrante del sistema di riferimento dell’osservatore. Un certo evento pud essere registrato da quanti si voglia osservatori, in quanti si vo; sistemi di riferimento inerziali. In generale osservatori differenti assegneranno coordi spaziotemporali diverse allo stesso evento. Si noti che un evento non «appartiene>, in sun senso, a un particolare sistema di riferimento inerziale. Un evento @ solo un quale cche accade, che chiunque pud osservare e determinare assegnandogli le coordinate spazi temporali. ‘Questa operazione di assegnazione pud essere complicata da alcuni problemi Supponete ad esempio che un pallone scoppi a | km di distanza sulla vostra destra me tun petardo esplode a 2 km di distanza sulla vostra sinistra, entrambi alle ore 09:00, Ma non percepite entrambi gli eventi esattamente alle 09:00, perché in quell’istante la li proveniente dagli eventi non vi ha ancora raggiunti. Dato che la luce proveniente dal do ha pit strada da percorrere, arriva dopo quella proveniente dal pallone e quindi se che I’esplosione del petardo sia aceaduta dopo lo scoppio del pallone. Per ordinare it reali ed assegnare le ore 09:00 a entrambi gli eventi, dovete calcolare i tempi di per. za della luce e sottrarli dai tempi di arrivo. Questo procedimento pud diventare molto ingarbugliato in situazioni pit. compl ed 8 meglio affidarsi a un procedimento che elimini automaticamente la necessitd di caleolare i tempi di percorrenza da un evento a un osservatore. A questo scope costrui ‘un'immaginaria schiera di aste graduate e orologi che riempiano tuto il sistema di si mento dell’osservatore (restando solidali con I'osservatore nei suoi movimenti) ‘costruzione pud sembrare artificiosa, ma ci risparmia molta confusione e una quanti calcoli, permettendoci di determinare le coordinate spaziali, quella temporale, € qui coordinate spaziotemporali, con il metodo qui ilhustrato, 1, Coordinate spaziali. Immaginiamo il sistema di coordinate dell’osservatore come schiera di aste graduate, tridimensionale e ben fita, con una serie di aste parallela a scuno dei tre assi coordinati, Cosi, se l'evento & dato da una lampadina che si ace osservatore non deve far altro che leggere le tre coordinate spaziali in corrispor della lampadina. 2. Coordinata temporale. Per la misura del tempo immaginiamo che ciascun punt tersezione della schiera di aste sia dotato di un minuscolo orologio, che I'osservs pid leggere alla luce generata dall’evento. La figura 38.3 rappresenta questa spec ‘ Se due osservatori si trovano in moto relativo, non saranno in genere d'accordo nello stabilite ‘se due eventi sono simultanei o meno. Se un osservatore i vede simultanei,Ialtro in generale ‘non Ii veda cos, e viceversa. Non possiamo decidere se un osservatore ha ragione e laltro ha torto. Le loro osservazio- ni sono egualmente valide e non ¢’ motivo per favorire I'uno 0 T'altto. ‘Comprendere che due affermazioni contraddittorie riguardanti lo stesso evento natura- le possono essere entrambe corrette & una conseguenza apparentemente strana della teoria di Einstein, Tuttavia nel capitolo 18 gia abbiamo incontrato un altro caso in cui il moto pud influenzare le misure, senza spaventarci di fronte ai risultati contraddittori: nell’effetto Doppler la frequenza di un suono misurata da un osservatore dipende dal moto relativo tra sorgente e osservatore. Sicché due osservatori in moto reciproco misurano per la stessa onda due frequenze diverse. Entrambe le misure sono perd corrette, Dobbiamo concludere dicendo: > La simuttaneita non un concetio assoluto benst relativo, dato che dipende dallo stato di moto Gell osservatore. Naturalmente se la velocit’ relativa degli osservatori & molto inferiore alla velocita della luce, gli scart rilevati tra i due istamti di simultaneita sono cosi piccoli da essere irrilevan- ‘ti, Questo é il caso di tutte le nostre esperienze quotidiane e per questa ragione il fatto che Ja simultaneita sia un fenomeno relative non & certo familiare. Un esame piv dettagliato delta simuttaneita Cerchiamo di chiarire con un esempio la relativita degli eventi simultanei. Basiamo la nostra analisi direttamente sui postulati della relativita, senza coinvolgere orologi o righel- li, La figura 38.4 presenta due lunghe astronavi (I'astronave Sally e Iastronave Sam) che fungono da sistemi di riferimento inerziali per gli osservatori Sally e Sam. I due osservato- +i si trovano nei punti centrali delle rispettive astronavi. Le astronavi sono accostate e paral- lele a un asse x comune; la velocita di Sally rispetto a Sam & v, Nella figura 38.4a vediamo Je due astronavi affiancate con le postazioni di Sally e Sam I'una di fronte all’altra. Due meteoriti colpiscono improvvisamente le astronavi; uno emette nell'impatto un lampo rosso (evento Rosso), altro un lampo blu (evento Blu). Non abbiamo ancora detto nulla al momento sulla loro eventuale simultaneitd. Ciascun evento lascia un segno perma- nente su entrambe le astronavi, nelle posizioni R,R’ € BB’. 83 Capitolo 38. Relativita Figuo 384 Astronavi di Sally edi Sam. La figura illustra ia situazione dal punto di vista 4 Sam, rspett al quale as | —>v stronave di Sally si muove verso destra con veloctt v. (@) Le onde luminose lasia- ‘Evento Bl vento Rosso Sam leva enatbiai event nol sito dellevento Rosso ® © (RR) quello dellevento Blu (BB), Ciascun evento emette un lampo di luce. (b) saute eee Tfronte d’onda Rosso rag~ sping Sly. (@) Emr fronton again nD ‘Sam. (d) Il fronte d’onda Blu aigeseune © Sally rileva evento Bi Poniamo che i fronti d’onda che si propagano da ciascun evento raggiungano insieme San come si vede nella figura 38.4c. Immaginiamo poi che, dopo l'episodio, Sam trovi m rando che egli si trovava esattamente a meta strada tra le due tracce lasciate Be R. dirk: Sam: La luce proveniente dall’evento Rosso e quella proveniente dall'evento Blu mi h raggiunto insieme. Dai segni lasciati sulla mia astronave, rilevo che al moment ‘mi son giunti i segnali mi trovavo alla medesima distanza da entrambe le sorgen uindi l'evento Rosso ¢ l'evento Blu sono per me eventi simultanei. ‘Tuttavia, esaminando la figura 38.4 si riconosce che I’onda propagantesi dall’evento Ro raggiunge Sally prima dell’ onda che si propaga dall'evento Blu. Ella dirk: Sally: La luce proveniente dall"evento Rosso mi & giunta prima di quella proveniente dal’ ‘vento Blu, Dai segni lasciati sulla mia astronave osservo che anch’io mi trovavo) ‘meta strada tra le due sorgenti, quindi gli eventi per me non erano simultane: I'even Rosso & avvenuto prima dell’evento Blu, {Questi resoconti non concordano, anche se entrambi gli osservatori hanno ragione. E essenziale capire come vi sia un solo fronte d’onda che si propaga dai siti di ciasce evento e che questo fronte d’onda si muove con la medesima velocita ¢ della luce centiambi i sistemi di riferimento, proprio come richiede il postulato della velocita d luce. ‘Sarebbe powuto succedere che i meteoriti colpissero le astronavi in modo da app simultanei a Sally. Se cosi fosse stato, Sam avrebbe dichiarato che non erano simul Le esperienze dei due osservatori sono esattamente simmetriche. 38.5 Relativita del tempo Se differenti osservatori misurano T’intervallo di tempo tra una data copia di event concorderanno in generale sulla durata di quellintervallo. Perché? La diversa posi degli eventi pud influenzare I intervallo di tempo misurato agli osservatori. yen aut In questo paragrafo esponiamo un esempio di questo stretto legame tramite la des di un esperimento; questo esperimento esemplificativo & perd limitato da una caratterist cruciale: per uno dei due osservatori i due eventi avvengono nell stesso luogo. Non ge ralizzeremo il caso prima del paragrafo 38.7. Nella figura 38.5a sono rappresentati gli elementi essenzali dell’esperimento cond to mentre Sally si trova su un treno in moto a velocita costante v rispetto alla stazio Evento 1: un impulso di luce viene emesso dalla sorgente B. Evento 2: dopo una rifless ne sullo specchio ancorato al soffitto,l'impulso che ha percorso due tratti verticali avam indietro viene captato da un rivelatore collocato nella medesima posizione della sorges 06 400-11982 38.5 (a) Sally, sul treno, misura tempo che intercorre tra 'evento 1 ¢ "evento 2, usando un solo orologio a 80 C, che registra il tempo proprio 9. Questo orologio& disegnato due Ite: uno durante "evento Ie 'altro la stazione gli eventi che accadono treno in moto, ha bisogno di due ogi sineronizzati, C € Ca, per isurame Mintevallo di tempo At. ante I'evento 2, (b) Sam, guardando 38.5 Relativita del tempo 835 — ™ > Evento 1 ‘Evento 2 Evento I Evento 2 0 . | pe ¢ 4 a son (b) c Sally misura un certo intervallo di tempo Ato tra i due eventi, legato alla distanza D tra la sorgente e lo specchio: (Sally). (38.3) Per Sally questi due eventi ayvengono nello stesso logo ed ella pud quindi misurarne Vin- tervallo di tempo con il medesimo orologio C collocato in quel sito, L’orologio & rappre- sentato due volte nella figura 38.5a,all'inizio e alla fine dell'intervallo. ‘Analizziamo ora come questi stessi due eventi vengono recepiti da Sam, che sta fermo sul marciapiede della stazione al passaggio del treno. Siccome I’apparato sperimentale si ‘muove col treno durante I'intervallo di tempo tra i due eventi, Sam vede il raggio di luce come in figura 38.5b. Per luii due eventi accadono in luoghi diversi nel suo sistema di rife- rimento. Percid deve usare due orologi sincronizzati C, e C2, uno per ciascun evento. ‘Secondo il postulato della velocita della luce, la luce viaggia alla stessa velociti c sia per ‘Sam sia per Sally. Per Sam tuttavia percorre una distanza pid lunga, precisamente 2L. L’in- tervallo di tempo tra i due eventi misurato da Sam & dunque Ars 2 (Sam), 38.4) dove L= y (fut) +d? Introducendo I’equazione 38.3 possiamo serivere b= y(fuar)?+ (can)? Eliminando L tra la (38.4) ¢ la (38.6) ¢ risolvendo rispetto a Ar, si trova Questa equazione metie a confronto Vintervallo di tempo misurato da Sam con quello ‘misurato da Sally. Dato che v minore di c, il denominatore della (38.7) dev'essere infe- riore a 1. Di conseguenza At sara maggiore di fp: Sam misura, rispetto a quanto misura Sally, un intervallo di tempo maggiore, Sam e Sally hanno misurato l'intervallo di tempo (38.5) 38.6) 02 04 06 0810 Figura 38.6 Andamento del fattoe di Lorentz in funzione del parametro di B (= v/c). 3 08-408. 11982 tra i medesimi due eventi, ma il moto relativo tra di loro fa si che queste due misure siano diverse. Concludiamo che il moto relativo pud influenzare il rizmo con cui trascorre il tempo tra due eventi; la chiave esplicativa di questo effetto sta nella costanza della veloci- {2 della luce per tutti gli osservatori. Distinguiamo tra le misure di Sam e Sally con la seguente terminologia: Sacueieaiea aes heme = i. ieee Cosi Sally misura un intervallo di tempo proprio, mentre Sam misura un intervallo di tempo maggiore di quello di tempo proprio. La scelta del termine proprio @ forse infelice, perché puo suggerire "idea che le altre misure del tempo siano improprie, ovvero erate, Cid che & falso, L’aumento del" intervallo temporale tra due eventi per un osservatore che ‘non misuri il tempo proprio & detto dilatazione del tempo. Sovente il rapporto adimensionale v/c dell” equazione 38.7 ® indicato col simbolo f chiamato parametro di velocita. Il reciproco della radice quadrata che compare nell medesima equazione & talvolta indicato con y e chiamato fattore di Lorentz: 11 parametro di velocita 6 & sempre inferiore all’unita e, salvo che la velocita sia nulla, y & sempre maggiore di 1. Finché tuttavia non raggiunge valori delf’ordine di 0.1 (velocit pari a un decimo della velocita della luce), il fattore y non si discostasignificativamente d 1, Per questo motivo in generale la «vecchia» relativita (galileiana) funziona benissimo sey poniamo, v <0.le. In caso contrario, e cio’ per velocita superiori, si impone I'adozio della relativita cinsteiniana, Come si vede nella figura 38.6, y aumenta rapidamente is modulo quando si avvicina a 1 (cio quando v si avvicina a c). Sieché, quanto maggio la velocita relativa tra Sally e Sam, tanto maggiore & la dilatazione del tempo misurato Sam, finché, al limite della velocitA estrema, I'intervallo di tempo misurato da Sam diven taetemo. Potreste domandarvi cosa pensa Sally del fatto che Sam ha misurato un tempo mag: gtiore di quello misurato da lei. Non ne sara sorpresa, perché dichiarera che Sam non h sineronizzato bene i suoi due orologi, malgrado le sue assicurazioni di diligenza. Nemme- ‘no questo stupisce ricordando che osservatori in moto relativo in generale non concordane sulla simultaneita, Cosi Sam pud legittimamente insistere affermando che i suoi due orolo ‘i segnavano la stessa ora all’evento 1. Sally sosterra invece altrettanto legittimamente ch Torologio C3 di Sam in quel momento anticipava C), cosi che quando Sam legge il temp su di esso relativo all’evento 2, ottiene una differenza maggiore e per questo I'intervallo d tempo da lui misurato risulta maggiore del tempo proprio. Due prove sulla dilatazione del tempo 1. Orologi microscopici. Le particelle substomiche chiamate muoni sono instabili e, ‘momento in cui si creano esistono solo per breve tempo prima di decadere per nuove particelle. La vita media di un muone ® Vintervallo di tempo tra la sua nascit (evento 1) ¢ la sua scomparsa (evento 2). Quando i muoni sono fermi e si misura la lo ‘vita media con orologi fermi (in laboratorio), essa risulta di 2200 jis, Questo & un inte vallo di tempo proprio perché gli eventi 1 e 2 avvengono nello stesso luogo nel sistem 4i riferimento del muone stesso. Lo rappresentiamo con Aio; chiamiamo il sistema é riferimento in cui si misura il tempo proprio sistema a riposo del muone Se invece i muoni sono in movimento attraverso il Laboratorio, la misura della lo vita media eseguita con gli orologi del laboratorio dara un risultato maggiore (un temp dilatato), Per verificare questa previsione & stata effettivamente misurata la vita medi dei muoni animati da una velocita pari 0,9994c, rispetto agli orologi de! laboratoria

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