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Parafrasi
La sposa del vecchio Titone si affacciava gi col volto pallido al balcone d'orien
te, fuori dall'abbraccio del suo dolce amante;
la sua fronte riluceva di gemme, poste a formare la figura del freddo animale (l
o Scorpione) che colpisce la gente con la coda;
e la notte aveva fatto due dei passi con cui sale, nel luogo dove noi eravamo, e
il terzo era quasi compiuto;
quando io, che avevo un corpo in carne e ossa, vinto dal sonno, mi sdraiai sull'
erba dove gi sedevamo tutti e cinque.
Nell'ora in cui la rondinella, vicino all'alba, comincia il suo triste stridio,
forse ricordando i suoi primi dolori, e in cui la nostra mente, distaccata dal c
orpo e meno presa dai pensieri, fa dei sogni rivelatori,
cos mi riscossi io, non appena il sonno fugg via dalla mia faccia, e impallidii, c
ome l'uomo spaventato che raggela.
Accanto a me c'era solo Virgilio e il sole era gi alto da pi di due ore, e il mio
sguardo era rivolto al mare.
Il mio maestro disse: Non aver paura, rassicurati, infatti siamo a buon punto; no
n frenare, ma anzi rafforza ogni tua energia.
Sei giunto ormai al Purgatorio: vedi l la parete rocciosa che lo cinge tutt'attor
no; vedi l'ingresso, nel punto in cui essa sembra spaccata.
Poco fa, sul far dell'alba che precede il giorno, quando eri profondamente addor
mentato, una donna venne in quel luogo laggi adornato di fiori e disse: "Io sono
Lucia; lasciate che io prenda costui che dorme; lo aiuter a compiere il suo cammi
no".
Sordello e le altre nobili anime rimasero l; ella ti prese e, non appena fu giorn
o, venne quass; e io la seguii.
Ti depose qui, ma prima i suoi begli occhi mi mostrarono quell'ingresso; poi se
ne and insieme al tuo sonno.
Come un uomo che, nel dubbio, si rassicura e muta la sua paura in conforto, dopo
che gli stata svelata la verit, cos divenni io; e non appena il maestro mi vide s
enza preoccupazioni, si avvi verso la parete rocciosa e io lo seguii in alto.
O lettore, tu vedi bene come io innalzo la materia del mio canto, perci non stupi
rti se io la rafforzo con un'arte pi raffinata.
Noi ci avvicinamo ed eravamo al punto in cui l dove prima mi sembrava che la pare
te fosse rotta, proprio come un muro attraversato da una crepa, vidi una porta,
e sotto di essa tre gradini per salire ad essa, di diversi colori, e un angelo g
uardiano che non diceva nulla.
E spingendo in l lo sguardo, vidi che l'angelo sedeva sopra l'ultimo gradino, con
un volto tale che non potei guardarlo;
aveva in mano una spada sguainata, che rifletteva i raggi verso di noi al punto
che io, spesso, guardavo senza vedere nulla.
Egli inizi a dire: Dite da l: cosa volete voi? chi vi ha condotti qui? Badate che i
l salire non vi arrechi danno.
Il mio maestro gli rispose: Una donna del cielo, esperta di queste cose, poco fa
ci disse: "Andate, l c' la porta".
Il cortese guardiano riprese: Ed ella possa aiutarvi a proseguire felicemente: ve
nite dunque avanti lungo i gradini.
Andammo l: il primo gradino era di marmo bianco, cos pulito e lucido che io mi ci
specchiai tale quale io appaio.
Il secondo era di colore assai scuro, fatto di pietra ruvida e riarsa, screpolat
a nel senso della lunghezza e della larghezza.
Il terzo, che pi alto di tutti, mi sembrava di porfido ed era cos fiammaeggiante (
rosso) che sembrava sangue che zampilla da una vena.
L'angelo di Dio teneva su questo gradino entrambi i piedi, sedendo sulla soglia
che mi sembrava fatta di diamante.
Il mio maestro mi spinse su per i tre gradini, cosa che accettai volentieri, dic
endo: Chiedi umilmente che ti apra la porta.
Io mi gettai con devozione davanti ai santi piedi dell'angelo; chiesi misericord
ia e che mi aprisse, ma prima mi colpii tre volte il petto.
Con la punta della spada mi incise sette P sulla fronte, e disse: Fa' in modo di
cancellare queste piaghe, quando sarai dentro.
La sua veste era di colore identico alla cenere o alla terra secca appena scavat
a; di sotto ad essa tir fuori due chiavi.
Una era d'oro e l'altra d'argento; us prima quella argentea e poi quella dorata p
er aprire la porta, accontentandomi.
Egli ci disse: Ogni qual volta una di queste chiavi non funziona e non si gira co
me si deve nella toppa, questa porta non si apre.
Quella d'oro pi preziosa; ma l'altra richiede molta arte e ingegno per aprire, pe
rch quella che scioglie il nodo.
Le ho ricevute da san Pietro; e lui mi disse che dovevo sbagliare ad aprire la p
orta, piuttosto che a tenerla chiusa, purch i penitenti mi si gettino ai piedi.
Poi spinse il battente della sacra porta, dicendo: Entrate; ma vi avverto che chi