You are on page 1of 62
DR. MARIO MAREGA, MISSIONARIO SALESIANO (OITA) GIAPPONE MEMORIE CRISTIANE DELLA REGIONE DI OITA I Introduzione. Il. La regione di Usuki. IIL. Vestigia cristiane nella citta di Oita. IV. Divisione del territorio nel periodo feudale. V.° Fasi della persecuzione, VI. La cerimonia dello E-fumi. VIL. Altri documenti ¢ loro versione. VIII. Sommario della storia della Chiesa in Giappone a inquadra- mento dei fatti ¢ documenti sovraesposti. I - INTRODUZIONE Fino a 60 anni fa, la provincia di Oita era divisa in tanti piccoli Stati, governati dai tonosama (dai-myo) che risiedevano nei ‘vari ca- stelli di Oita, Usuki, Taketa al sud, e Nakatsu, Kitsuki, Higi, Kokura al nord (attualmente Kokyra non appartiene pit alla provincia di Oita). Dopo le guerre del risorgimento giapponese (1866-1869) i ca- stelli vennero abbandonati (1871) e benché abbiano servito fino a poche decine d’anni fa come residenza dei signori feudali, attual- mente di tali castelli non rimangono che i terrapieni incamiciati di muraglioni in pietra ed i fossati. I prineipi del periodo feudale vol- lero prendersi la soddisfazione di ridurre in cenere le loro residenze, piuttosto che vederle in mano al nuovo Governo centrale. Per questi jncendi andarono distrutte innumerevoli memorie del periodo feudale. ‘A parte la perdita enorme dal punto di vista del patrimonio arti- stico-architettonico, quello che affligge di pit lo storico 2 la distru- zione dei vari archivi. Per noi poi la distruzione di innumerevoli documenti riguardanti i cristiani del periodo feudale costituisce una perdita irreparabile. . Quando si conosce la minuziosith con cui i Giapponesi usavano segnare ogni pid piccolo avvenimento, la cura che mettevano nel regi- strare i membri di ogni famiglia cristiana, ogni nascita, ogni decesso, ogni cambiamento di residenza o di lavoro; quando si pensa al fatto che i discendenti dei cristiani erano segnati sui registri degli ufficiali, 10 ANNALE LATERANENSE ~ VoL. Ht 1989 a due spade, dal tempo in cui i missionari si trovavano ancora in Giappone, git, git, attraverso tutte Ie parentele, anno per anno, mese per mese ¢ cid fino al 1873, 1875, soltanto allora si ha una pallida idea del cumulo immenso di documenti che doveva riempire gli-archivi di ogni eastello, Se in un solo villaggio, durante due secoli di persecuzione, finivano col .trovarsi centinaia di registri, aleuni dei quali aventi pi di duemila pagine, come p. es. la colle- zione Motoyama, Kaznsa-Nagazaki, cosa non doyevano contenere gli archivi dei castelli, ove si conservavano tutte le carte, dai registri sommari compilati nei primi anni della persecuzione, registri in cui figurano solo i nomi dei villaggi con il numero dei eristiani che vi abi- tavano, fino agli atti di nascita e di decesso dei discendenti dei eri- stiani, dal secolo xvi al x1X, atti che giungevano al castello giorno per giorno dai vari villaggi, atti che venivano ammassati in sacchi di‘carta'per essere messi da parte, con su scritto ’anno della raccolta, pit Vindicazione del contenuto, atti di naseita dei diseendenti di cristiani, atti di morte, ece.? La regione di Oita, evangelizzata dallo stesso Saverio, nei due mesi di permanenza prima di muovere per I’India, fu il centro del lavoro apostolico dei primi missionari; da qui partirono coloro che fondarono la missione di Nagazaki, da qui parti il fondatore della missione di Kioto; qui sorscro le prime scuole cristiane, le prime opere di carit&. La regione fu divisa in vari staterelli soltanto durante Vera delle persecuzioni, ma nel periodo aurco della Chiesa in Giap- pone le citté di Oita, Usuki, Nakatsu, Hakata nelVisola Kiusiu, e persino Yamaguci nell’isola grande, appartenevano a un solo daimio, al principe cristiano Otomo Sorin, colui che mandd Ja-prima amba- sciata giapponese in Italia. Pereid, stante Punitd di governo, il favore del: principe ed il numero delle: opere che i Padri della C. d. @. seppero fondare a Oita ed a Usuki, il numero dei cristiani si contava a decine di migliaia. Poi venne la persecuzione. Morto il principe, i eristiani furono dispersi, esiliati o uccisi. _ Gli studiosi di memorie cristiane rovistarono la regione per sco- eralen au feat persecuzione, L'illustre prof. Anezaki Masaharu pees erry si fece aiutare dalle autoriti, ¢ in specie SRN Pale At avaion Riyn, anch'egli discendente morto in esilio nelle F ‘lippie ° a Seon ea oUEon Oct martti et etmbrava ehiudersi per sempre sopra le glorie , sofferenze dei confessori. pr. . MAREGA — MEMORIE CRISTIANE DBLLA REGIONE DI Ora uu Quale non fu invece 1a nostra gioia quando riuscimmo a scoprire parte dell’archivio del castello di Usuki! Non un archivio completo, ma finora il pit completo. E vero che mancano i documenti dei primi anni della persecuzione, i documenti che-dovrebbero darci la lista preziosa dei,martiri, ma abbondano i nomi dei confessori. Se ho tar- dato a dare notizia di si lieta scoperta, non dipese da cattiva volonta, ma dalla difficolta che si incontra nell’aprire carte ammuffite e rose dal tarlo, nel decifrare carte scritte col pennello, documenti scritti con ideogrammi abbreviati, con uno stile che non é pid in uso, lo stile soro-bun. Lo seopo di queste poche righe, non é di dare un resoconto com- pleto del contenuto dei vari documenti, ch? Iungo sari ancora il lavoro per decifrarli tutti, ma di volgere un breve sguardo ai metodi che usava la polizia shogunale nel tenere d’occhio i cristiani ¢ i loro diseendenti durante l’tra dei Tokugawa, metodo desunté dal- Yesame sommario dei vari documenti, che abbiamo git diviso e cata logato per ordine di materia. In stretta relazione col contenuto dei documenti, & anche Ia sco- perta delle tombe cristiane della regione di Oita, tombe tutte del periodo della persecuzione. Quelle rintracciate finora raggiungono quasi il mezzo migliaio. II - LA REGIONE DI USUKI Usuki é una piccola citta a un’ora di treno al sud di Oita. Nella _ Storia del buddismo Usuki @ famosa per le sue grandi statue scolpite nel fianco della montagna alla maniera indiana; benché si voglia far risalire aleuni di quegli altorilievi al secolo vr d. C., la maggior parte appartengono al periodo artistico di Kamakura (1180-1333). La- sciando da parte la singolarita di quelle espressioni d’arte, il lavoro scultorio assai ben condotto, le proporzioni gigantesche, stanno, tra Valtro, a dimostrare lo sviluppo che ebbe la regione gid da tempi assai remoti. Si trovano in essa con frequenza armi, pietre ed altri Telitti dell’éra neolitica si che vari autori giapponesi e lo stesso Hidaka Shighetaka nella‘rivista Shinto Takaciho, ritengono la regione di Oita (o meglio, il corso del fime Oita che sbocca a Oita, ed il corso del fiume Ono-gawa, che sfocia tra Oita e Usuki) come una delle Prime ad essere colonizzate dai Giapponesi dell’éra preistorica. Il pare interno da una parte, le vallate dei fiumi dall’altra furono certo ‘attori che cooperarono a quello sviluppo e non fa pertanto meravi- glia che le navi portoghesi, e-con loro i missionari, giungessero a 12 ANNALI LATERANENSI — V Fig. 1 - Elmo che apparteney; Kwannon >; al principe cristiano Otomo Sorin; una statua «Maria tico crocifisso seoperto a Sucki; la campana del noviziato di Usuki (1577) Oita gid nei primi anni in cui si aprirono le relazioni commerciali tra il Giappone ed i paesi d’occidente. Usuki, dopo il periodo di floridezza goduto nell’éra di Heian e di Kamakura, decadde d’un tratto. Ove un giorno sorgevano vasti mo- nasteri, ora non si scorgono che risaie. La citta si spostd verso il mare e rinacque politicamente nel 1564, quando il principe cristiano Otomo Sorin edificd il suo grande castello di Niugio. Trovasi essa ammas- sata nei brevi tratti pianeggianti in riva al mare, allo sbocco di varie vallate; il castello oceupava tutta unisola di fronte. Ora Visola ¢ riunita alla terraferma, e del castello non rimangono che i bastioni ed una delle sedici torri; Vantico piazzale fu trasformato in parco. Il principe Otomo Sorin, protettore dei missionari, regalo alla Compagnia di Gest un terreno per Verezione del noviziato. Il terreno era situato a due km. dalla citt& presso il mare. Ho fatto varie tT cerche, ma non sono riuscito a rintracciare il Iuogo preciso su Cl! sorgeva il noviziato; & molto probabile che Varea occupata attual- mente dalla manifattura del tabacco e dall’attigua scuola fem” nile sia Vantico terreno della missione cattolica e del noviziato; tale terreno si trova dietro alla stazione di Kami-Usuki, vers? i montis tanto la seuola come la fabbrica si vedono benissimo dalla Lloneees Quel terreno portava il nome di Kirigu. Ora kirisuba 2 un‘altera?™ di kurusu-ba, ossia «logo della croce »; kurusn & pronuncia BE LATERAN 1 ANNALI Oita gia nei primi anni in cui si aprirono le relazioni commerciali tra il Giappone ed i paesi d’occidente. Usuki, dopo il periodo di floridezza goduto nell’éra di Heian e di Kamakura, decadde @’un tratto. Ove un giorno sorgevano vasti mo- nasteri, ora non si scorgono che risaie. La citta si spostd verso il mare e rinacque politicamente nel 1564, quando il‘prineipe cristiano Otomo Sorin edificd il suo grande castello di Niugio. Trovasi: essa ammas- sata nei brevi tratti pianeggianti in riva al mare, allo sbocco di varie vallate; il castello occupava tutta un’isola di fronte. Ora Visola é riunita alla terraferma, e del castello non rimangono che i bastioni ed una delle sedici torri; Vantico piazzale fu trasformato in parco. Il principe Otomo Sorin, protettore dei missionari, regald alla Compagnia di Gesi un terreno per l’erezione del noviziato. Il terreno era situato a due km, dalla citt’ presso il mare. Ho fatto varie ri- cerche, ma non sono riuscito a rintracciare il Inogo preciso su cui sorgeva il noviziato; & molto probabile che Varea’ occupata attual- mente dalla manifattura del tabacco e dallattigua scuola femmi- nile sia Pantico terreno della missione cattolica e del noviziato; tale terreno si trova dietro alla stazione di Kami-Usuki, verso i monti; tanto la senola come la fabbrica si vedono benissimo dalla stazione. Quel terreno portava il nome di Kirisu. Ora kirisuba & un’alterazione di kurusu-ba, ossia «Inogo della croce x; kurusu & pronuneia giap- 12 NNALI LATEE 1939 Fig. 1 - Elmo che apparteneva al principe cristiano Otomo Sorin; una statua «Maria to a Sacki; la campana del noviziato di Usuki (1577) Kwannon »; antico crocifisso scope ioni commerciali tra Oita gid nei primi anni in cui si aprirono le rela: il Giappone ed i paesi d’occidente. Usuki, dopo il periodo di floridezza goduto nell’éra di Heian e di Kamakura, decadde d’un tratto. Ove un giorno sorgevano vasti mo- Toa. citta si enosta verso il mare nasteri, ora non si scorgong che ANG MAAC = ATEAIOIE CIICHINE DELIA ECIONE DE OPES £3. ponesedt ern, dt wignition «lnaga, Mrehe tn Ronous, villaggle aul cor go superiors dol flume Onogiwa, avendo examinato die localitit che dalla gente dol lrogo ero deals gnate colnone dl kiruueba, potol scoprito vari monument eristiint doll’Ora dello porsoonziont, Data ha prosonziv di fantl rolls giosi addottt al novizhito ed al collegio di Usuld, © data hi viel- nanzat delle eit ti Olle (allora dott Punal) ove sxorgeva un ospedale ed una sxouohe superiore pure det Padel della Compagnia, Tn regione ft ben presto ina delle primo por numero di eristiant. Purtroppo, ole guerre i un primo tompo © la perseouzions pol, die strusero futto IL lavore complito dai mixsionari. Dolhy xcuolw di Usuki ef rimane una plecola eampana, conservata nella pagoda di Cio-xen-gl in Txukumi (mezz’ora di treno al sud di Usuki). Lav campana d alta 23 em, ciren (Pig. 2). Presso Ia pagoda vi Sancho Ja tomba det principe eristiane Otomo (1530-1587), tomba: perd non autenticn, exsendo di forma buddista, Otomo Sorin venne certamento seppellito altrove e corto alVombra delle croce; durante Jn perseouzione le tomba fu dixtrutta; tbuddisti eressero poi Pattuale onde evilare Je vendotto dello xpirito di Otomo Sorin (Pig, 2). Questa opiniono & condivisn dal prof. Takita, che ha raccolto ‘tutto il mate- riale riferentex & Otomo Sorin. Morto il principe crixtiano Otomo Sorin, he regione fu devastata dalla furia della porsecuzione, Dopo duo anni dally morte del prin- cipe, nel 1589 a Oita abblamo [primi sel imartivt (cfr, la Jottera annua del 1580, ktamprti iw Roma nel 1590, che ora ta fede della collezione dol DP. Laures, Tokyo). H primo a exsore uceiso fu un samurai, tale Joram Naknima di Takata, Voxtul ora il sostegno dei eristiani, spe- ciatmento dopo In caceiata del missionari, E pagani deci . Vig. 2 + Tomba «i Otomo Sorin isero di ueci- ’ te Oromo Simure, Mont xtoriaha della Casa Otomo, Oita, Tokyo, 1937-38, voll. MORIE CRISTIANE DELLA REGIONE DI OITA 13 logo». sul cor- ogawa, ita che 0 desi- 1, potei tiani nti reli- » ed al la vici- , (allora eva un uperiore rpagnia, ina delle ristiani. in primo poi, di- ompiuto Fig. 2 - Tomba di Otomo Sorin ci rimane una piccola campana, conservata gi in Tsukumi (mezz’ora di treno al sud di Ita 23 em. circa (Fig. 1). Presso la pagoda vi rincipe cristiano Otomo (1530-1587), tomba sndo di forma buddista. Otomo Sorin venne trove e certo all’ombra della croce; durante 1 fu distrutta; i buddisti eressero poi Vattuale dello spirito di Otomo Sorin (Fig. 2). Questa 1 prof. Takita, che ha raccolto tutto il mate- u ANNALI LATERANENSI ~ VOL. 111 1939 anita. 1 samura derlo per intimidire tutta la crist ‘iano, cono- sciuta Ia trama, volle prepararsi alla morte, in solitudine, con una giornata di preghiere; invié moglie e figli dai parenti, gettd le armi nel pozzo.in modo da non opporre resistenza ai nemici, e attese fino alla sera; calato il sole, i pagani irruppero nella casa del cristiano, rompendo gli amado. Giunti al piccolo corridoio in terra battuta, il doma, nessuno ebbe coraggio di entrare nelle stanze; temevano un agguato. I cristiano allora si recd incontro ai carnefici, con le mani giunte: «Colpitemi — disse — sono qui!» Nessuno si muoveva, che temevano sempre qualche sortilegio insegnato dagli stranieri, Il cristiano si pose in ginocchio, allungd il collo; soltanto allora fu decapitato. La testa del martire fu esposta in citti, ma i cristiani la trafugarono col corpo, che fu poi seppellito a Nagazaki. La moglie ed i figli del martire furono ucecisi poco tempo dopo. Gid nel 1571 ad Oita vennero uccisi due cristiani; uno, ex-bonzo, fu ucciso dai .rparenti -perché- non volle ripudiare la moglie, il secondo fu _Reciso perché non volle lavorare di domenica. Rae La citta di Oita fu governata successivamente da diversi principi, tutti avversi al cristianesimo: Haiakawa (1593-1597), Fuku-wara (1597-1600), Takenaka (1600-1634), Hineno (1634-1656), Matsu- daira (1658-1688). I dai-mio della famiglia Takenaka’ furono assai crudeli; ultimo, Takenaka Shighetsugu, famoso per Vintransigenza con cui trattava i eristiani, fu nominato bughio « governatore e giu- dice » di Nagazaki. Si sperava da lui la soppressione’ completa dei cristiani di Nagazaki, cosi come si eredeva fosse riuscito a fare nella” regione di Oita; la crudelta che dimostrd a Nagazaki fu tale che, accusato presso il governo di Iedo (l’odierna Tokio), fu condannato a suicidarsi tagliandosi la pancia (seppuku). Le sue possessioni furono confiscate dal governo shogunale. Il condannato, non potendo fare altro, volle che alla sna morte andasse distrutta anche la casa; nell’incendio perd andarono perduti tutti gli atti dei pro- cessi contro i cristiani. Non si giungerd forse mai a sapere quanti martiri abbia fatto Takenaka nella regione di Bungo (Oita) ed a Nagazaki. DelPultimo anno di governo dell’ultimo daimio di Oita ci rimane una tabella di un metro di larghezza per un mezzo metro di altezza, che proibiva la religione cristiana (Fig. 3). Eecone le parole testuali: Dk, M. MAREGA — MEMORIE CRISTIANE DELLA S1ONE DI OITA wb Fig. 3 - Tabella del 1868 inibente la pratica della religion Sadame. Tei. Kirishitan Shumon no ghi wa — kore made no go sei kin no tori kataku ai mamoro beku koto — Gia-shiumon no ghi ua kataku kin sei soro koto. Kei-b 4 nen, 3 gatsu mikka. Da-gio-kan. Mighi no omomuki ddo tsukamatsuri no gio shi-hai, ta no koto kataku ai mamoru beki soro nari. Oita-Ken. Traduzione: « Awviso! «Primo. Si deve osservare strettamente cid che fu proibito fino ad ‘ora riguardo alla religione cristiana. «Ta pratica della religione perversa & proibita severamente. «4° anno di Kei-o (1868) 3° mese. «AI ministero. «Le cose suddette. si devono: osservare strettamente. «La provineia di Oita», M. MAREGA orra 15 Fig. 3 - Tabella del 1868 inibente la pratica della religione Sadame. att hitan Shumon no ghi wa — kore made no go sei kin no 16 ANNALI LATERANENSI ~ You. 11 1939 Questa tabella verine portata in Italia da Mons. Cimatti; appar- tiene al periodo moderno della persecuzione (1867-1873). Due editti di persecuzione risalenti al 1868 possiede il P. Laures del? Universit Sofia, Tokyo. I P. Laures, inoltre, ha un editto del 1639, uno del 1611 e uno del 1682. Una tabella molto antica (anno 1639) si trova a Beppu, nella collezione del sig. Kawase ¢ cosi pure una’ del 1682 (cap. VIL). Altre sono in possesso di privati a Beppu e Nagazaki, Ti - VESTIGIA CRISTIANE NELLA CITTA DI OITA La citta di Oita, un tempo si fiorente, possiede ora un numero limitatissimo di vestigia del cristianesimo antico. A mala pena si & riusciti_a scoprire il terreno su cui sorgeva V’antica missione; cid si deve ad una vecchia carta topografica (andata distrutta nell’incendio del municipio di Oita nel 1934) che portava su di un edificio la dici- tura: Dai-uso, «Gran bugia ». Dalle lettere del Saverio! risulta che i bonzi del Giappone scomponevano la parola « Deus », deius, daius in dai-uso (dai = grande, wso = bugia). Per evitare tale interpretazione ridicola e blasfema i missionari usarono poi la parola Ten-shiu (ten = cielo, shiu = signore, ossia il «Signore del Cielo». Tale termine é ancora in uso. Ad ogni modo la residenza dei missionari di Oita restd sempre designata col nome di Daius-do, « tempio di Dio », Cosi negli atti di apostasia troveremo sempre il termine Deus per indicare il Dio dei cristiani; per gli déi shintd vi é il termine kami, per le divinit’ buddiste il termine hotoke, « budda », bosatsu (bodisatto, futuro budda). In Oita, Vantica residenza detta Deus-do sorgeva a fianco della pagoda Dai-ci-gi, «Pagoda della gran sapienza». Tale pagoda & ancor oggi presso Vantica strada che conduceva al castello del principe eri- stiano, strada percorsa dal Saverio nelle sue visite. Confrontando le varie carte della citt2, si constata che la pagoda Dai-ci-gi restd sempre al posto attuale, mentre altri templi furono abbattuti e ricostruiti - altrove. Il Waka-miya Gingia, ad esempio, venne nella sola éra dei Tokugawa ricostruito ben tre volte di seguito in localiti differenti. Partendo dalla pagoda Dai-ci-gi, dietro indicazioni delle carte antiche si & riusciti a trovare il terreno su cui sorgeva nel sec. XVI la chiesa, la scuola ¢ Vospedale della Compagnia di Gesi. Attualmente go, Oi: THtaur E., 8. I. Lettres de S. Frangois Xavier. Bruges, Beyaert, 1022, voll. 4; lettera n. 100, § 33, da Cochin in data 29 gennaio 1552. PRUE oeuueunaemeeen eee | SEG sein ee M, MAREGA = MEMOII CRISTIANE DELTA IGIONB Dt Orra parte dell’area é oceupata dalla scuola superiore femminile Gissen- gio-gakko, parie dalla ferrovia, parte da coltivazioni. IL Tak: yama Bit ha il merito di aver individuato il luogo dell’antica mis- sione studiando i documenti che si trovavano nel municipio prima delV'incendio, Movendo dal terreno dell’antica Missione ¢ andando verso le colline su cui sorgeva il castello del prin istiano Otomo Sorin, si incontr destra un tempictto shintd, il Waka-miya, dedicato al dio della guerra Haciman. Ogni tempio ha una vaschetta per le ablu- zioni. Ora nel Waka-miya la vaschetta delle purificazioni non é altro che una pietra dell’antica chicsa eattolica, ¢ precisamente una delle basi delle colonne che dovevano trovarsi al’entrata della chiesa. I foro ben tondo scavato nella pietra, che serviva a tenere la colonna, contiene ora lacqua con cui i fedeli shintoisti si purificano le mani e la bocca, prima di recarsi a pregare di fronte al tempio. La pietra é un cubo perfetto, lo spigolo misura 35 em.; le quattro facce sono ornate con wna croce ricavata dai petali del giglio stiliz- zato} la croce 2 circondata da quattro archi di cerchio, riuniti in modo da formare un quadrilatero; il quadrilatero é iseritto in un cerchio. Tale decorazione @ prettamente occidentale e nulla ha a che fare con gli ornati di tipo buddista. Che la pietra sia un residuo dell’an- tica chiesa ¢ fuor di dubbio. La tradizione locale la fa rimontare al- Vinizio del sec. xvi, il che conferma la nostra ipotesi. L’attribuire la pietra al figlio del persecutore Tokugawa Yeyasu, 2 cosa assurda; un esiliato non si trascina dietro delle;pietre di quelle dimensioni, specie quando si tratta di fare un viaggio di:pit settimane, quale & richiesto per venire dall'isula grande fino’ ad: Oita. Continuando per la strada che passa davanti al tempio Waka- miya, giunti sulla collina davanti alla pagoda di Ho-kai-gi della setta Shingon-shiu, in un campo a destra della pagoda vi é una tomba cristiana dell’éra delle persecuzioni. Si tratta di un grande pietrone tondo, liscio, senza aleun nome; porta incisa una lettera 7’ maiuscola seguita da un punto, 7 sta certamente a significare Teus (deus); negli atti di apostasia vi é sempre teus in Iuogo di deus, Fino 2 una quarantina d’anni fa vi erano due tombe in quel Inogo; le lapidi si trovavano su di un piccolo rialzo del terreno, cireondato da bambi. I contadini hanno livellato il terreno per farne un campo; una delle lapidi fu trafugata. Queste tombe furono scoperte e iden- tificate come tombe cristiane il 13 maggio 1937, contemporanea- mente alla pictra del tempio Waka-miya. Wantica missione non possedeva a Oita un cimitero proprio; i 2 18 ANNALT LATERANENSI ~ vor. 111 1939 cristiani venivano pereid sepolti nei vari cimiteri pagani, 0 presso alle loro case, in mezzo ai campi. Quasi tutte le tombe eristiane sco: perte nella zona di Oita sono in mezzo ai campi, 14 ove un giorno sorgevano abitazioni di cristiani. Unica eccezione sono le tombe della pagoda di Sen-so-gi a Mori, l’attuale Beppo-mura. Qui le tombe cristiane sono frammiste a quelle pagane, nel cimitero situato entro il recinto della pagoda. Nel quartiere di Kantan, il quartiere dei divertimenti di Oita, vi é una lanterna in pietra con su scolpita la croce; la lanterna é detta ishi-doro, ed & uno degli ornamenti del giardino giapponese. La biblioteca della citta di Oita possiede una croce di ferro sco- perta a Saeki: trattasi d’un dono del sottoseritto (fig. 1), La croce & alta circa un decimetro, e di rozza fattura. Il crocifisso é invece assai bello. Deve risalire al sec. xv. Qualche missionario l’avra regalato ai Giapponesi; i discendenti dei veechi cristiani se ne saranno disfatti per non attirarsi lira dei persecutori. Venne trovata in un negozio di anticaglie il 20 luglio 1936. La biblioteca stessa possiede anche una figurazione della cosi detta Maria-kwannon (statua buddista che altri vuole raffigurasse la Vergine, venerata di nascosto dai cristiani durante la persecu- zione); é dono del dottor Karashima. Vi si trovano anche alcuni manoscritti che parlano dei cristiani, ma sono documenti di nessun valore, perché recanti espressioni assai vaghe. Si tratta di un dialogo tra il bonzo di Nada-haciman ed un bonzo di Usuki. Secondo costoro, la religione cristiana venne insegnata nella regione di Bungo (Oita) da un certo Nioro (?). I due bonzi si dimostrano contrari alla nuova religione e prevedono la rovina dello Stato. Segue il racconto fan- tastico d’un uomo che perdette tutti i suoi beni.causa un uccello favoloso. Come si vede, il documento non ha nulla a vedere con la storia. I missionari che lavorarono a Oita si possono contare a decine; tra loro perd nessuno si chiamava Nioro. Ultime vestigia cristiane della citt& di Oita sono le tombe della pagoda di Giodo-gi, nella parte occidentale della citt’. Queste tombe sono costituite da tre lastroni di pietra, verticali, sormontati da’ un “pietrone a forma di tetto; nelattico del tetto 2 incisa una croce leg- germente uncinata. B escluso sian tombe buddiste. Il bonzo stesso che mi invitd a vederle, le considera assai strane. Croci della stessa forma avevo trovato al Kabel-kar di Beppu. La croce uncinata buddista @ assai diferente, ha gli uncini della stessa lunghezza delle braccia. DR, M, MAREGA — MEMORIE CRISTIANE DELLA REGIONE DI OITA 19 IV - DIVISIONE DEL TERRITORIO NEL PERIODO FEUDALE Durante il periodo feudale (1600-1868) una delle preoceupazioni principali dello Shiogun (capo del governo feudale) era quella di sor- vegliare costantemente ogni mossa dei vari daimio, che governavano le provincie. Per impedire ogni soverchio accrescimento di potenza, il Governo centrale ebbe cura di dividere in molteplici giurisdizioni non solo ogni provineia, ma quasi ogni villaggio, sicché un solo vil- laggio di poche centinaia di abitanti apparteneva fino a tre distinti padroni.? In tal modo, i paesi nelle immediate vicinanze di Oita erano governati da ufficiali di castelli assai lontani, posti in altre provincie, Cosi il villaggio di Hi-oka, confinante con la citth di Oita, invece di essere sotto la giurisdizione del principe Matsudaira, che _ tisiedeva in Oita, era in parte sotto la giurisdizione del Governo centrale di Yedo (Tokyo), parte sotto la giurisdizione di Nobeoka, castello della regione di Hiuga al sud della regione di Bungo. Gli altri villaggi confinanti con Hi-oka, i villaggi di Tsuruzaki, Misa, Meigi, si rifacevano al castello di Kumamoto (sulla costa occiden- tale dell’isola), al eastello di Usuki (sulla costa orientale dell’isola), e finalmente al castello di Oka (posto sui monti, nel centro dell’isola). Cosi i signori feudali avevano sempre ufficiali e impiegati stranieri nel proprio territorio e qualora avessero voluto radunare truppe e fare qualche colpo di mano, la cosa veniva subito notata ¢ segnalata al Governo centrale o agli altri castellani. Data tale divisione del territorio, tutti i documenti sia di carat- tere amministrativo, come politico e religioso, venivano radunati non gid nel castello pid vicino, ma nel castello del principe cui era affidata la regione, il villaggio o parte del villaggio. D’uno stesso villaggio alcuni dei documenti riguardanti i cristiani si trovano ora in mano a gente della regione, altri nell’isola grande a Tokio. Tra i documenti del castello di Usuki, che abbiamo noi, vi sono pereid do- cumenti che riguardano tanto la regione di Usuki, come quella di Ono, Oita, Nobeoka, anzi alcuni registri salla cerimonia di calpestare la croce riguardano due o tre quartieri della cit’ di Oita stessa (quar- tiere di Ta-maci, Hama-maci). 7 Su 192 villaggi che conta attualmente la regione di Bungo (meta della provincia di Oita) 81 erano divisi in due o tre parti, s) da dover dipendere da differenti daimio. } Cir, Tovoxt, Oita ken Banryo Kizu (Atlante degli antichi territori feudali della provincia di Oita), Oita, 1938. 20 ANNALI LATERANENSI — VOL. 111 1939) Ta citth di Usuki eo! suo eastello rimase in potere della famiglia cristiana Otomo fino al 1593. Passo poi in mario a Fuku-hara Naotaka cho la governd per mezzo di Ota Masayuki. Dal 1600 al 1868 Usuki servi di residenza ai daimio della famiglia Inaba. Dallarchivio aj questi daimio provengono i nostri documenti sui cristiani. V - FASI DELLA PERSECUZIONE Mentre in altre regioni i daimio furono spodestati a pid riprese, la regione posta sotto il controllo del castello di Usuki ebbe la sorte di essere governata per tutta Péra dei Tokugawa (1600-1863) da una stessa famiglia, gli Inaba. Ogni volta che un daimio veniva spodestato, parte degli archivi andava dispersa; Varchivio del castello di Usuki, invece, giunse in gran parte fino a noi; gli unici guasti che si devono deplorare sono i danni del tarlo, i guasti prodotti dai topi e le mara- chelle dei ragazzi della famiglia del custode, che usavano i documenti come carta straccia per gli esercizi di calligrafia. Alcuni registri sono illeggibili; dal molto perd che ci rimane intatto possiamo seguire con sieurezza aleunc fasi della persecuzione. Dai documenti trovati appare che i cristiani.furono obbligati ad apostatare in massa nel 1614, 19° anno dell’éra di Kei-cio (cfr. Tav. II, doc. n. 299). In seguito a tale apostasia ogni cristiano dovette iscri- versi ad una pagoda. Iviscrizione alla pagoda perd non importava la pratica della religione buddista, né i cristiani venivano trattati alla stregua degli altri fedeli; i cristiani apostati, pitt che fedeli, erano considerati come sorvegliati della pagoda. Il funerale dei cristiani apostati davanti alla legge consisteva nella presenza di cinque testi- moni i quali garantivano poi agli impiegati del castello che al fune- rale non si comp} alcuna cerimonia cristiana; la tomba pure invece essere della forma delle tombe buddiste, era tale da potersi distin- gucre subito come tomba di un cristiano (apostata); la legge non permetteva ai parenti di scrivere sulla lapide il nome del defunto o la data del decesso. Alcuni cristiani perd riuscirono 4 eludere la legge scrivendo i nomi dei defunti sotto 1a lapide (tombe di Yufuin). Dopo Vapostasia generale del 1614, i cristiani considerati nell’in- sieme furono lasciati relativamente in pace per parecchi anni. Negli anni che precedono la insurrezione di Shimabara (1637-1638) i registri aceennano « un rinnovato zelo dei persecutori. tee ng 9 EE Terns at ~ subi il supplizio della fossa nel 1633 a Nagazal DR, M. MAREGA — MEX BLLA REGIONE DI OFLA 21 } dal registro del 1690 si rileva che un certo Ki-an, con- tadino del villaggio di Iei-man-da (pro- vineia di Oita, di- stretto di Ono) fu bruciato vivo perehd non vole apostatare. Ecco le parole testuali: ‘Furu-kirishitan. KI-AN. Mighi no mono, Ono gun, Lci-man-da Fig. 4 - Atto di martivio del cristiano Ki-an gumi, Ishi-ga-kura on Hiaku-shio makari ari soro tokoro, kirishitan shiu-mon korobi mosazu ni tsuki, Kan-ei jin nen Tori, shi gatsu, nigiuni nici, shi ni te, hi-yaburi ose tsuke, saserare ai hate moshi soro. RANT ne 0% * "f Versione: «Vecchio cristiano. Ki-an. «J’individuo sopranotato @ un contadino del distretto di Ono, del villaggio Ici-man-da, della frazione di Ishi-ga-kura; non volendo egli apostatare dalla religione cristiana, il giorno 22, del IV_mese, del X anno di Kan-ei (1634) anno del gallo (ciclo sessagesimale) all’eta di 72 anni fu condannato a essere bruciato vivo; eseguito secondo la sentenza». (Fig. 4). Il registro che contiene i dati del martire Ki-an fu portato in Italia da Mons. Cimatti nel 1938. L’apostasia del 1614 non ayeva rallentato il fervore dei cristiani; parecchi missionari lavoravano di nascosto. Non possiamo non ri- cordare fra gli altri C. Spinola, arrestato nel 1618 e bruciato vivo nel 1622 a Nagazaki;! il P. Adami, che lavord nascostamente per 19 anni, il P. Angelis, bru- ciato vivo a Yedo nel 1623, dopo 21 anni di ministero; lo spagnuolo Antonio di S. Bonaventura, arrivato in Giappone nel 1618, arrestato 1 Ofr. Doxwety, A Prisoner in Japan (Spinola). London, 1928. oO Fig. 4 - Atto di martirio del cristiano Ki-an 22 ANNALL LATHRANENRE © Vole HE LD nel 1627 e martirizzato nol 16285 IH porloghose Borghes, martirizzato nel 1633; lo spagnuolo Baoz ucoiso nol 1626; lo spagnuolo Beltran pruciato nel 1627; il portogheso Carvalho ucciso nelacqua gelata nel 1632; lo spagnuolo Castollot bruciato nol 1628; ILL, Castro mar- tirizzato nel 1626; il P. Costa uccixo nol 1633; ILD. Costanzo bruciato nel 1622; Couros morto ne} 1633; Il franooxo Oourtot ucciso nel 1637; Volandese Flores brucinty nol 1622; Do Gracia, portoghese, ueciso nel 1633; Francisco de Jostis ucviso nel 1631; Zola, di Brescia, bru- ciato nel 1626, dopo 20 auni di minixtoro; Porres, bruciato nel 1626 dopo 20 anni di ministoro; il portoghese Souza ucciso nel 1633 dopo. 17 anni di lavoro apostolico; il milanose Porro bruciato vivo nel 1639, dopo 40 anni di ministero; Pedro do lAssumpeién, decapitato nel 1617, dopo 8 anni d@apostolato; Pacheco bruciato nel 1626, dopo 20 anni di lavoro; Orfanel bruciato nel 1622, dopo 13 anni di ministero; il napoletano Navarro bruciato nol 1622, dopo 33 anni di ministero; Navarrete decapitato nel 1617, dopo 6 anni di ministero; Moralez bruciato nel 1622, dopo 20 anni di permancnza in Giappone; Lucas ueciso nel 1633, dopo dieci anni di lavoro; Joseph de 8. Jacinthe bruciato nel 1622, dopo 14 anni di apostolate; Hornando de Ayal decapitato nel 1617, dopo 12 anni di lavoro; Gutierrez bruciato nel 1632, dopo 20 anni di lavoro; Gomez uceiso nel 1634 dopo 36 anni di apostolato; finalmento Giannono di Napoli ueciso nell’acqua bol- lente nel 1633, dopo 24 anni d’apostolato, o Galves ucciso nel 1623. Coi missionari venivano arrestati ancho i oristiani che avevano dato loro ospitalita; aleuni missionari: vennero uccisi insieme a tutti gli abitanti del paeso convertito, (come ayvenno nel caso del lom- bardo Porro. Sosa Dal 1614 al 1635 abbiamo un periodo di ricercho per arrestare i missionari che lavoravano di nascosto in Ginppone, malgrado Peditto di espulsione emanato nel 1614, I poliziotti incaricati di sorvegliare i cristiani si chiamavano kristan metsuke, «spio dei cristiani », Ve- dendo che il numero dei cristiani aumentava, il Governo venne nella risoluzione di sottomettero i cristiani a misure pid severe. Nel 1635 tutti i cristiani furono eostretti a segnaro un nuovo atto di apostasia. Quest’atto fu forso preceduto da torture in massa; sap- piamo soltanto che tutto il periodo cho va dal 1614 al 1635 vide scor- rere sovente il sangue dei martiri. 1 eristiani s’erano gid abituati a nascondere nel segreto del cuore Ix fede a loro si cara; Patto di apo- stasia non significava cho un gosto esterno non spontaneo e creduto lecito, necessario per osservare Ia legge del pacse. Cosi vediamo che in tutti i villaggi tutti i cristiani si presentano alla pagoda per otte- BD Segue (ASU R Re dK Genel _ SADA GuQe geal aap me eta tl ROH, es wey wot Do ¢ ad pR. M. MAREGA — MEMORIE CRISTIANE DELLA REGIONE DI ora 23 nere Pautenticazione dell’atto di apostasia dettato dagli ufliciali vernativi. Gli atti di apostasia sono certamente dettati, chd sono tutti uguali. Tra i documenti abbiamo trovato due copie di moduli dell’atto di apostasia diramati dal castello a tutti i funzionari. Mentre gli atti seritti dai cristiani portano il nome del capo famiglia subito alVinizio dello scritto, i moduli riservati hanno il nominativo in bianco. Latto di apostasia del 1635, oltre all’atto di rinuncia alla fede, dovea recare la contro-firma (ura-han) del bonzo, ¢ la firma a sangue di ogni membro della famiglia cristiana. In tale occasione deve aver avuto luogo per la prima volta la cerimonia dello B-fumi, « calpestare la eroce » (cfr, tav. II, doc. 299). Do qui il testo e la versione del’atto di apostasia n. 228-A del- Vanno 1635 (Tav. I). Kirishitan Shiwmon on aratame ni tsuki Kishiomon maegaki no koto. Ici-Watakushi ghi sai-shi tomo ni, tsui ni Krishitan shumon ni makati narazu soro. Hokke-shiu no Ho-on-gi no danna ni te goza soro. Tabi, tabi, on aratame nashi kudasare soro kyo-nen mo, kyo-kyo-nen mo, kakimono tsukamatsuri, kano tert no danna maghire gozanaku soro. Shiomon wo sashi aghe moshi soro tokoro, Kondo-go koghi yori go hatto yakamashiku ose dasare soro ni tsuki, mata mighi no ter no giugi kono kishiomon ni ura-han wo sashi aghe moshi sdro. Warera yashiki no uci, ie no uci, ro-giaku, dan-gio, waranbe made mo, kono kishio ni, hazure moshi sdrd mono, ici nin mo gozanaku soro. Moshi, shin-cin ni, kristan wo mamoru modsu ghi mo goza arw beki ka to, go nen ud iresase sor0 aida, kiristan kishiomon ud shiaghe moshi s0ro, Teus Sesu Kirisito, Santa Maria, Anshio Beato no on batsu komuri, nagaku inherno ni oci mosu beki soro: Conseisia shiuramento itsuwari skoshi mo aghezw sro, -moshi skoshi mo itsuwari moshi aguru mono, katagikenaku mo: Nippon kok giit, dai shio shin-ghi, Haciman -dai-bosatsu, Atago Yama Dai-gonghen, To-koku ni te ud’ Isu-ga-hara Hacimangu, Seki roku shio gonghen, Ghion, Ghiozu Tennd, koto ne Ugi-gami no na; on- batsu makari komuru beku mono nari, go kishionon kudan no gotoku. Kan-ei 12 nen 11 ghetsu 9 nici. Ho-on-gi (2 timbri) Tort mura Cio-za-e-mon (firma) Nyobo (sigillo a sangue) musme . Mitsu (id.) musme Nae (id.) Ko-mono Kiu-mon (id.) ghegid Sen (id.) 24 ANNALL GATERANENSE — VOL. 111 1939 Ura-han ro nite shiussei: musme O-nd sigillo a sangue musko Gird (id.) Oya Roku-vo-zaemon (id.) Nyobo (id.) Komono Ri-suke (id. Ghegid Shi-ud (id.) Ito Hei daiu sama Kami-kawa Sei-be-e sama, A tergo, dell’atto: Mighi no uci, dan-gio awase gitt-ni-nin, izure mo Hokkeshiu To-gi nite danna nite goza soro yotte kudan no gotoshi. Ho-on-gi. Nicighio (timbro). Traduzione delWatto Wapustasia n. 228-A: «Sul cambiampnto della religione cristiana, lo scrivere un ato. «Primo. Io, moglie ¢ figli, insieme, alla fin fine non apparteniamo pit alla religione cristina. Siamo fedeli della pagoda Ho-on-gi della setta Niciren. Spesse volte vi siete degnati di esaminarmi, Vanno scorso, due anni fa pure; ho gia scritto, non sono pit ascritto a quella pagoda (i, e. alla chiesa cattoliea). Ora presento un certifi- cato. D’ora in poi, avendo (il principe) promulgato apertamente e con insistenza la legge, io presento sul rovescio di questo foglio la contro firma del bonzo della pagoda citata sopra (lett. a destra). «Nella nostra residenza, in casa, veechi e giovani, maschi e fem- mine, fin i bambini, non vi & nemmeno uno che sia tralasciato da questo scritto. Avendo ricevuto Vonorevole avviso: nel cuore, non avrai tu forse il desiderio di conservare il eristianesimo? Io allora presento rispettosamente lo scritto cristiano: Che Dio, Gest Cristo, " Santa Maria, gli Angeli, i Beati mi colpiscano con dei castighi, che io cada a lungo nell’inferno, (Emetto) il giuramento in coscienza. Non dico nemmeno una parola che sia falsa. Se vi fosse della men- zogna in qualcuno di noi, che: «Tutti gli déi del Giappone, grandi e piccoli, celesti ¢ terrestri, il gran bodi-satta Haciman, Vinearnazione di Budda del monte Atago, per il tempio di Haciman che si trova.in questa regione, @ Isu-ga-hara, per i sei Gonghen di Seki, Ghion il Re del cielo dalla testa di bue, in modo speciale per il nome onorevole dei Kami pro- tettori del villaggio, che riceva la punizione augusta! «Secondo che ho scritto! «Dodicesimo anno di Kan- (1635) XI mese, 9° giorno. «Pagoda di Ho-on-gi» (segue timbro)- bk, M, MAREGA ~ MEMORIE CRISTIANE DELLA REGIONE Dt orTA 25 (Nome del capo famiglia): Ciozaemon (segue firma) (senza nome): La moglie (macchia di sangue) la figlia Mitsu (id) figlia Nae (id.) un piccolo Kiu-mon (id.) la serva Sen (id.) Nata in prigione figlia: O-na (id.) figlio Gird (id.) padre Roknrozaemon (id.) moglie (id.) piccolo (figlio) Ri-suke (id.) serva Si-nd (id.) (inditizzato a: Signor Ito Hei-daiu — Signor Kamikawa Seibe-e. A tergo delatto: «Tra gli individui di destra, unendo uomini e donne, sono dodici persone, tutte appartengono a questa pagoda della setta Hokke. Tutto secondo lo scritto. Pagoda di Ho-on-gi». (Nome del bonzo): « Nici-ghio » (Segue timbro del bonz0). Dal documento qui sopra citato appare che la figlia O-ua 6 nata in prigione. Cid dimostra che la famiglia apostatd soltanto dopo Var- resto, dopo le softerenze inevitabili che procurava la vita di prigione. Le prigioni dell’ra feudale erano di due specie. La vera prigione, una grotta scavata nella roccia, con Pentrata chiusa da massicce travi di legno, era usata per condannati politici; tali prigioni erano assai rare, I malfattori ordinari venivano custoditi in una gabbia di bambi fino al giorno dell’esecuzione. Ogni bughid poi aveva tra i locali della sua residenza un camerone destinato a prigione: una stanza con pavimento di assi, le pareti costituite da grosse travi a interstizi aperti, si da somigliare a una grande gabbia, Nel caso di arresti in massa, come avveniva sovente durante la persecuzione, la prigione consisteva in una casa ordinaria avente di solito una sola stanza, circondata da due, tre palizzate. Cid che rendeva penosa la vita di prigione era Vesiguita dello spazio. In una camera di m. 4 per m, 6 venivano ammassate venti, fin trenta persone. A nessuno era permesso uscire, per qualsiasi motivo (cfr. la biografia di C. Spi- nola). La porta era sbarrata da bambi. Percid d’estate il fetore, @’in- verno la mancanza di riscaldamento, Pimpossibilitt di muoversi, Ia maneanza digiene, 1a mancanza di spazio per stendersi e dormire, Puniformitd dei pasti (riso cotto senza aleun condimento, qual’é il 26 ANNALE LATERANENS! — VoL. 11 1939 cibo ordinario dei Giapponesi, produce anche nelle persone libere i} beri-beri se non & accompagnato da companatico sostanzioso), tutto questo, senza contare gli eventuali maltrattamenti dei custodi, pro- stravano il fisico © la forza morale del rinchiuso. L’apostasia generale dei cristiani della regione di Usuki del 1635 non si pud spiegare che pensando a una nuova ondata di tormenti, La maggioranza dei cristiani avea perduto il contatto con i missionari per lo spazio di quasi trent’anni; la persecuzione li trovava impre- parati. Quello che ci consola si @ che l’apostasia fu superficiale; che i cristiani continuarono a conservare la fede per tre secoli, pur dando ogni anno testimonianza di apostasia col calpestare la croce davanti ai magistrati. Esaminando Pesemplare n. 228 degli atti di apostasia, si rileva che i cristiani dipendenti da Usuki furono esaminati dalle autorita negli anni 1633 e 1634. L’atto di apostasia non reca alcun accenno alPapostasia del 1614; tale prima apostasia é ricordata negli atti del tipo n. 299. L’apostasia del 1614 venne imposta percid soltanto a una parte dei cristiani del territorio di-Usuki; nel 1635 invece, tutti i cri- stiani furono radunati e costretti ad apostatare. Non sappiamo quali mezzi abbiano usato le autoritd per estor- cere Papostasia. Data la fierezza del carattere dei cristiani giappo- nesi, & naturale supporre che V’apostasia sia avvemita soltanto di fronte a mezzi violenti. Ogni famiglia dovette far apporre sul rove- scio dell’atto di apostasia, il certificato di vidimazione della pagoda designata dal daimio. Il bonzo delegato dalle autoriti aggiungeva che tutte lo persone enumerate nell’atto d’apostasia appartenevano d’ora in poi a una delle pagode della regione. I membri @’una sola famiglia yenivano iscritti separatamente, anche a due, tre pagode differenti. Per impedire che il cristiano apostatasse solo a parole e continuasse poi a praticare la fede, le autoritd esigevano dal cristiano una formula @imprecazione cristiana. I cristiani erano obbligati ad invocare le punizioni della Ss, Trinit’, della Vergine, degli Angeli e dei Santi, nel caso volessero seguire la fede di nascosto. Quando Vingenua assurdit’ di tal procedimento apparve manifesta venne imposta Vinvocazione delle divinit’ pagane, shintoiste e buddiste. Haci-man (otto-bandiere) 8 il dio della guerra, identificato col sovrano Ogintennd. Attualmente Haciman é uno dei kami dell’olimpo shintoista; nell’tra feudale invece era invocato dai guerrieri giappo- nesi col nome di Haciman Dai Bosateu. Bosatsu (bodisatta) é il ter- mine buddista che serve a indicare un Budda futuro. Ogni bodisatta deve incarnarsi ancora una volta; cosi, dopo aver passata una vita D0- or- tta rite DR. M. MAREGA — MEMORIE CRISTIANH DULLA REGIONE DI Ora, oT ai meriti su questa terra, potrd divenire finalmente un vero Budda, ultimo gradino raggiungibilo dagli esseri secondo la filosofia buddista. Nelléra moderna i bodisatta pid invocati dai Giapponesi sono: Kwannon, Gizd il protettore dei bambini, e Fudd Kwannon, la misericordia personificata (in sanser, Avalokitesvara). La divinita Atago, nominata nel documento n. 228, @ divinita shintoista che protegge le abitazioni dagli incendi. Gonghen @ sinonimo di avatar, e signifiea incarnazione di un Budda. In Giappone tale termine venne usato dai bonzi per assimilare al buddismo le divi- nit& shintd. All'introduzione del buddismo vi furono varie lotte tra i sostenitori del shintoismo da una parte e quelli del buddismo dal- Paltra. I buddisti diedero battaglia agli opponenti, vinsero e si sba- razzarono degli avversari: trucidandoli. Per togliere ogni ulteriore motivo di contrasto i bonzi dichiararono le divinit’ shintoiste quali inearnazioni dei vari Budda. A tali incarnazioni diedero il nome di gonghen. La divinita principale-del shintoismo divenne il Budda Dai-nici-niorai. Le altre divinith vennero dichiarate bodisatta oppure gonghen. Le due religioni rimasero unite fino al 1870 circa. Isu-ga-hara é un tempio shintoista dedicat al dio della guerra Haciman; si trova sulle colline a occidente di Oita. Nel tempio viene conservata una xilografia a colori rappresentante i cristiani che cal- pestano la croce. Il tempio di Isu-ga-hara fu distrutto dal principe cristiano Otomo Sorin, ma’ venne ricostruito dai suoi successori. Seki 2 la cittd di Saga-no-seki, a sud di Oita, I ove Visola Sikoku e isola Kiushiu formano uno stretto passaggio tra il mare interno e Voceano Pacifico. Ghion é la divinitd indiana Jeta-vana; i Giapponesi l'identificarono con Haia-susa-no-o, fratello della dea solare Amaterasw-o-mi-kami.4 Gozu-tennd (il re del.cielo dalla testa di bue) @ una divinita del- Pinferno buddista, ha il corpo di uomo e la testa di bue; 8 anche divi- nit& del Ghion-shio-gia (sanser. Jeta-vana Vikara) la divinits protet- trice del Inogo ove Budda usava istruire i suoi discepoli, Gli ugi-gami (ugi « villaggio, clan >; kami « divinita » shintd) sono le divinita protettriei di un dato Villaggio. La pagoda di Ho-on gi (ho «lego », on « suono, musica », gi « pa- goda ») cui si ascrisse In famiglia del documento n. 228, si trova nella itt di Usuki, presso alla stazione. Il villaggio di ‘su (scritto con Videogramma toru, oppure tori) si trova ora incorporato nel villaggio Kami-kita-tsuru, il quarto villaggio al sud di Oita. La setta Hokke-, 1 Cr. Kocrxt, Bari, Laterza, 1938, pp. 38, 131. 28 ANNALI DATERANENSE —.VOL. 111 1939 shin, detta anche setta Niciren, 6 la setta pit intransigente tra Jo sdtte buddiste giapponesi. Essa venne fondata da Niciren nel 1253, I fedeli del Niciren considerano false tutte le altre sétte buddiste; ve- nerano la sutra hokke-kio (il loto della dottrina, in san: dharma Pundarika Sutra), e come divinita il Budda storico Shiaka ‘Muni, pid aleuni bonzi e guerrieri giapponesi che si dis diffusione delle dottrine niciren. Uno dei santi pit onorati dai fedeli niciren 8 Katd Kiomasa, famoso persecutore dei cristiani. Il suo tem- pio principale si trova a Kumamoto, nell’isola Kiushiu. Niciren, il fondatore, & venerato anche come profeta; predisse la distruzione del Giappone per mezzo dei Mongoli, ma si sbaglié, ché i Mongoli vennero seonfitti dopo che ebbero perso la flotta in una burrasea. Fin qui la spiegazione dei termini che ricorrono nel documento Dn. 228, Gli atti di apostasia, simili a quello citato sotto il n, 228, messi in una busta su cui vi era seritto kami (all’autorita), venivano inviati al castello del daimio. Qui gli inearicati dell’archivio gettavano via le buste, incollavano insieme gli atti che provenivano da uno stesso villaggio, si da formare un rotolo che veniva conservato nell’archivio. In base agli atti di apostasia si compilavano i registri dei cristiani dei vari paesi. Di questi rotoli buona parte 8 giunta fino a noi (Docum. dal n, 226 al n, 298 della collez. Marega). Dopo due anni, nel 1637 scoppid Ia ribellione di Shimbara (iso- letta situata presso la costa occidentale dell’isola Kiushiu). La causa della rivolta va ricercata nella cradett degli sgherri al servizio del daimio locale. Nel regime feudale'la’ vita umana contava meno che nulla; le popolazioni oppresse noji-avevano altra prospettiva che essere distrutte poco per volta: era proibito accumulare danaro, proibito possedere terreni, proibito lavorare per sé o per gli altri. T condannati a tale lento suicidio preferirono prendere le armi per mo- rire d’una morte spiccia e onorata. Le truppe shiogunali furono bat tute. I pagani stessi ammiravano quegli eroici guerrieri che, montati sui bastioni cantavano la loro fede, sfidando le palle; cantavano ¢ chiedevano quale fosse il loro delitto, quale la causa per cui erano cereati ¢ uccisi come bestie, Per reprimere la rivolta il governo dello shiogun dovette chiedere Paiuto delle navi olandesi e cinesi anco- rate a Nagazaki. Soltanto il fuoco delle artiglierie pote vincere quei prodi che si sentivano troppo womini per lasciarsi trattare come esseri fuori casta. Senza contare le donne e i bambini, furono pit di 35 mila i cristiani (0 discendenti di cristiani) che vennero uccisi a Shimabara. at asmshar : Riesticnstiraaacareniic DR. M. MAREGA ~ MEMOIIE CRISTIANE DELLA REGIONE DI OrTA 29 Tl moto fu cosi soffocato ne} sangue; nell’aprile del 1638 tutto era finito. Riassumendo le fasi principali della persecuzione, i cristiani fu- rono obbligati ad apostatare una prima volta nel 1614, l’anno della persecuzione generale. Siccome allora vi erano in Giappone molti missionari, gran: numero di apostati furono riammessi nella chiesa. La costanza dei martiri servi a richiamare i pil esitanti. Dopo Vapostasia del 1635, essendo il numero dei missionari liberi si esiguo da non superare le dita di una mano, i cristiani restarono soli in balia dei persecutori. La rivolta di Shimabara servi solo a inasprire la persecuzione. Gli Stati cattolici vennero esclusi dal commercio con il Giappone; per tal modo ’arrivo di nuovi missionari divenne cosa quasi impossibile. Seguendo i nostri documenti, si rileva che nel 1646 i cristiani furono costretti per la terza volta a firmare atti d’apostasia. Riportiamo il documento n. 299, gid pit volte citato (Tav. II): 1 Kirishitan Shiwmon on-aratame ni tsuki go uke-gio no koto. 2 Ici. Watashi, Senbe-e, kristan ni teg ozasoraedomo, Ket-cio 319 nen, ni, korobi’ moshi; Sén‘so-gi wo tanomi moshi, Shin- 4 Shiu ni makari nari. Sono go, shin-ciu ni skoshi mo kristan ni taci kaeri 5 Mosu koto gozanaku sro. Sono ue, Kan-ei 11 nen no on aratame ni go bughio Ishi-maru Gon-be dono go-zen ni te 7 kristan no e-kata ud fumi moshi-30r4Akighi no tOri ® Tsukamatsuri soro ue wa, warera nt, 'kirishitan to mdsu so-nin ® goza aru magiku sdro. Kono ue nite mo, go. fushin ni oboshimésare soraba 1© nani mono ni yorazu, sokutaku wo mo ose tsukerare 1 go sen-saku naraseraru beku sdro moto. Kirishitan ni wa gozanak 12 sdro koto. : %8 Ici. Warera yashiki nai, kanai, ro-giaku, dan-gio, made mo ¥ koni kaki mono Terd uke no han-ghio ni hazure mosu mono 18 ici-nin mo gozanaku sdro on koto %8 Tei. Tabi-tabi Oserare ide soro, shio-gi go hatto no omomuki ni (te) ai % mamori mosu beku soro on. koto. Tei. Mighi no gio-gio skoshi mo s0-i goza naku soro dan, i-rai 1 ni oite, ayashimeru somukashimeru yo no kyoku gi ni mo * ose tsukeraru beku soro. Go-gitsu no tame shiomon kudan nogotoshi. *1 Shio-ho 3 nen 8 gatsu 5 ni Mi-ya-kawa-ci-mura, Giodo-shinshiu, Sen-so-gi 30 ANNALL LATERANENST ~ Vor. HE 1939 pella setta Shinshiu: Shio-kici (segue timbro del bonzo) id la moglie (id.) id. Man-kici (id.) id. Bun-kici (id.) (Indirizzato a): O-wra Goro-haci-dono Kata-oka Saburd-be-e-dono Wata-nabe Tard-haci-dono Versione: 1 Atto di ricevuta sul cambio della religione cristiana. 2 Primo. Io, Sen-be-e, ero cristiano, ma nell’éra di Kei-cio 811 19° anno (1614) apostatai. Mi iscrissi alla pagoda Sen-so-gi 4 ora appartengo alla setta Shin-shiu. Da quel tempo, dentro al cuore, in quanto al ritornare al cristianesimo, nemmeno un poco 5 yi pensai. Inoltre, Y'undecimo anno di Kan-ei (1634) * durante Vinquisizione, davanti al bughid signor. Ishi-maru Gonbe 7 calpestai un'imagine cristiana. Le cose di destra (i, e. le cose dette fin qui) Savendo io eseguito, che noi si sia cristiani, nessun accusatore ®]o dice. Se a tale riguardo (I’autoritk) nutrisse dei dubbi, 2© yoglia non rivolgersi a terze persone, ma si degni rivolgermi diret- tamente la parola 11 per esaminarmi de visu. Non sono cristiano. 12 Cosi & Ja cosa. 18 Primo. Nella residenza, in casa, vecchi ¢ giovani, uomini e donne 44 jndividui tralasciati (non iseritti) in questo atto firmato dalla pagoda 15 non vi & nemmeno uno. 18 Primo. Pid volte, essendone stato comandato, di obbedire in ogni cosa 17 io prometto rispettosamente. 18 Primo. Nelle cose di destra, non vi é aleun-travisamento. D’ora in poi 1 sul farmi sospettare, sul contravvenire, in ogni pid piccola cost 2 stard attento. Per Pavvenire (presento) lo scritto, come ho detto di sopra. 1 Terzo anno dell’éra di Sio-ho (1646). Setta Giodo-shin-siu. Paese Miya-kawa-ci-mura. 2 Mese ottavo. Quinto giorno. Pagoda Sen-so-gi Sio- (timbro di bronzo) (ia) la moglie (id.) (id.) Man-kici (id.) (id.) Bun-kici (id.) Tl foglio @ indirizzato ai tre ufliciali incaricati della sorveglian”* dei cristiani. DR, M, MAREGA — MEMORIE CRISTIASE DELLA REGIONE DI orra 31. - Note al documento n, 299 (i numer testo). 1 Aratame significa tanto esaminare come cambiare. 2 Dal 1614 Ja persecuzione diviene generale, intransigente. Fino al 1614 i missionari potevano fermarsi a Nagazaki, per attendere alla eura dei cristiani. La pagoda di Sen-so-gi si trova al sud di Oita, nel villaggio di Beppd-mura, fraziono di Mori; in questa pagoda vi sono 43 tombe cristiane. ‘ Shin-shiu 6 la seta buddista giapponese fondata da Shinran Shionin (1174-1268). Questa setta insegna che la salvezza si ottiene non in seguito ai propri meriti, ma’ in’ segnito all’invocazione di ‘Amida. La recita del nen-buisu (giaculatoria buddista) procura ipso facto Ventrata in paradiso, Il nen-butsu varia secondo le varie sétte; quei del shin-shin dicono: Namu Amida Bu (lode al budda Amida): Amida (luce infinita) 3 un’invenzione buddista del 1000 d. Cr. Amida sarebbe il dio'del paradiso di occidente (Giodo « terra », pura « para- diso », shin-siu « vera religione »). La seta shin-siu la pit diffusa in Giappone; questa setta fu la prima che permise ai bonzi di prendere moglie ¢ di mangiare carne, Lia sede centrale della sctta ¢ in Kyoto, nel Hon-gan-gi. Attualmente ¢ suddivisa in varie sétte indipendenti. 5 Nell’tra di Kan-ei, la persecuzione infieriva con maggior rab- bia. I missionari, cercati a morte, erano ridotti a pochissimi. Dopo tre anni scoppiava Vinsurrezione di Shimabara. ® Bughio & titolo degli ufficiali pit alti, Nella capitale il bughio aveva le attribuzioni del ministro degli interni; in provincia il bughid era governatore; presso i vari castelli questa espressione serviva ad indicare il giudice. 18 Nei documenti giapponesi non vi & mai il numerale primo, secondo, terzo, ad ogni paragrafo si ripete il numerale: primo. 18 In Giappone si serive cominciando nella parte destra del foglio e si va man mano verso sinistra. Da cid Ia frase «le cose di destra » per dire «le cose dette sopra >. ¥ Alla fine di ogni documento vi & Pespressione: kudan no go- toku, «secondo kudan », Ora kudan non é altro che un animale mito- logico, nato da persona umana e da un giumento; il mostro kudan dicova sempre la verith, percid alla fine dei documenti nominando kudan si vuol significare che le proprie parole sono vere come se fos- sero pronunciate da kudan, si riferiscono alle righe del 1 rinerudimento della persecuzione, la mancanza. di sacerdoti, la cireolazione degli atti di apostasia, tutto cid valse a sradicare la 32 ANNALI LATERANENSI — VOL. 111 1939 fede dal cuore dei cristiani giapponesi, Si venne allora alla sorve- glianza personale. Secondo il MARNas? @ nel 1666 che il Governo diede Vordine di esaminare ogni famiglia, per scoprire se vi fossero dei cristiani; da tale anno comincierebbe Ja cerimonia annuale dello E-fumé (calpe- stare la croce o altra immagine sacra). Dai documenti di Usuki invece appare che git nel 1646 le pagode ricevettero Pordine di esaminare coloro’ che non frequentavano; il bonzo doveva chiamare tutti, residenti del villaggio o gente di pas- saggio, doveva tenerli in casa tre giorni e dopo averli esaminati, se sospetti di essere cristiani, doveva consegnarli alle autorit& (bughid), come dimostrano i doc. dal n. 147 al 151, dal n. 153 al n. 158, dal n. 163 al 166, 168 della Collezione Marega. Ci rimangono alcuni registri di cristiani del 1635. In tali registri per ogni villaggio sono elencati i capifamiglia ed i membri di ogni famiglia cristiana; p. es. dal registro n. 306-R risultano 439 cristiani (232 uomini ¢ 207 donne) del villaggio di I-no-mura; 109 cristiani di Tano-kuci-mura; 34 di Kita-kado-mura. Tutti costoro firmarono Patto di, apostasia. Alla morte di un cristiano, o di un apostata, o di un discendente di un apostata, si mandava Pavviso al castello. L’avviso consisteva in due lettere: il certificato della pagoda ed il certificato del gruppo dei cinque gonin-gumi (cfr. i doc. nn. 303, 304, nel capitolo VII}. Se nelle famiglie cristiane, o nelle famiglie di discendenti di cri- stiani nasceva qualche bambino, si mandava subito avviso al castello. Tutti i’ certificati di nascita venivano conservati in appositi sacchi, su cui viera scritto shiussei-ko, «ragazzi nati», e ’anno della raccolta. La nostra serie comprende centinaia di certificati delle annate 1718, 1780, 1764, 1808 ece. (cfr. docum. 309, cap. VII). Sui cristiani si formarono in tal modo varie raccolte di documenti: certificati di nascita, certificati di decesso, registri col nome di coloro che calpesta- rono la eroce, permessi di viaggiare, permessi di mutar professione, registri dei condannati alle prigioni, registri con i nomi dei parenti dei cristiani. Dopo il 1635 dinanzi alla legge i eristiani non esistevano pit che col titolo di sapostati: coloro che s’erano rifiutati @apostatare furon0 esiliati o imprigionati 0 condannati a morte. Il problema deieristian! non ayrebbe dovuto pil preoccupare il governo shiogunale. Ognt tanto perd qualche cristiano, o perch’ agitato dai rimorsi 0 pe! + La religion de Jésus ressuscitée au Japon, 1, p. 58.

You might also like