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Una giustizia ingiusta verso le vittime.

Non ci sia chi dice che il sistema giudiziario non garantista! Il processo per il disastro ecologico di
Spinetta Marengo un esempio. E avviato dalla Procura nel 2008 come indagini preliminari e nel
2009 con le richieste di rinvio a giudizio. Le udienze davanti al GUP iniziano a dicembre 2010 con
38 imputati (Ausimont, Solvay, Arkema) per avvelenamento doloso delle falde e dolosa omessa
bonifica. Pigramente protraggono la melina difensiva fino al gennaio 2012. Tanto ci vuole perch il
Giudice delle udienze preliminari spacchetti 8 imputati con i capi di accusa iniziali e gli altri ad un
processo che non inizier mai. In Italia effettivamente i gradi di giudizio sono 4 e non come si dice
3: il 17 novembre 2012, davanti alla Corte di Assise di Alessandria, il processo riparte da capo con
tutte le eccezioni e pregiudiziali immaginabili e possibili. E qui si sta concludendo, dicono a tempo
di record, nel 2015. Immaginiamo in 8 anni quanto si sono gonfiate le parcelle dei difensori pi
famosi dItalia.
Che la Giustizia sia lenta, dunque ingiusta verso le vittime, assodato. Che meriti la
maiuscola: staremo a vedere.

Mancano le luci psichedeliche nellaula del tribunale.


Del sosia dello chef Carlo Cracco ci eravamo gi deliziati nelludienza del 22 settembre scorso. In
questa del 25 maggio, sulluso di allucinogeni si sono interrogati in tanti, soprattutto fra il collegio
difensivo, addivenendo alla conclusione che trattasi di over dose di Enciclopedia Treccani.
Giovanni Paolo Accinni, difensore ahim di Carlo Cogliati (ahim per Cogliati), infatti, con
metafore dissociative, citazioni psichedeliche, letture delirogene, ci ha trasportati nel mondo delle
alterazioni psicosensoriali, tra tavoli da pranzo in bagno, ristoranti con 100 coperti e 5 clienti con
dissenteria, Giorgio Gaber e Giorgio Bush, piezometri e armi di distruzione di massa, Aristotele e
il mal di testa dei cani e dei gatti. Alla fine dei vaneggiamenti, alterati nelle percezioni, nei pensieri
e nelle sensazioni, pi bad trip che good trip, non abbiamo capito pi nulla, se non che Accinni ce
lha a morte con il PM Riccardo Ghio un uomo privo di passioni e con la nostra avvocata Laura
Mara accozzaglia di argomentazioni, e che si dimenticato di difendere Cogliati e Ausimont
(c ben poco da difendere, daltronde). Ma soprattutto ci rimasto irrisolto linquietante dilemma:
ma i topi soffrono o non soffrono di mal di testa? In generale. Perch, in particolare, sappiamo gi
che i topi usati come cavie per il cromo esavalente non se la cavano con un mal di testa.
Lavvocato Giulio Ponzanelli, difensore di Solvay, si presenta invece nella veste di accusatore:
parte civile contro Ausimont, chiede i danni ad Ausimont insomma. Succede anche questo. E la
prova, in questo processo, che, come in tutte le tragedie, al dramma delle vittime si alterna spesso la
farsa dei protagonisti legali, non a caso le nostre cronache ospitano sovente la satira. Ponzanelli, in
veste di accusa, chiede alla Giuria i risarcimenti di Ausimont a favore di Solvay, e perci spara palle
incatenate su Cogliati, presidente Ausimont, che con pieni poteri prima ha causato linquinamento e
poi lha nascosto allingenua acquirente Solvay. La quale, ancor pi ingenuamente, lo ha
confermato presidente. Ponzanelli, in veste di difesa invece, ha chiesto alla Giuria di non
condannare Solvay ai risarcimenti: neppure un euro agli Enti locali (e su questo siamo daccordo
pure noi), men che meno i 100 milioni di provvisionale chiesti dal Ministero dellAmbiente quale
anticipo sul danno ambientale del territorio della Fraschetta: un danno catastrofico e (speriamo di
no, n.d.r) neanche bonificabile. E neppure, signori giurati, risarcimenti alle parti civili, finti malati
ed eredi di finti defunti, per finti avvelenamenti di inesistenti cancerogeni: Ponzanelli ha avvertito i
presenti in aula, scusandosi per la voce flebile causa problemi di salute (per la quale i presenti
hanno non troppo mentalmente formulato i pi sinceri auguri).

Se Ponzanelli era stato preciso ad indicare la colpevolezza di Cogliati, il vice a sua insaputa Giulio
Tommasi viene prosciolto dal difensore Marco De Luca come un pacioso signore (in effetti
sghignazza sempre alle udienze) che per anni in Ausimont si solo occupato a ritirare il rotondo
stipendio ma che ignorava tutto: dunque nessun dolo da parte sua. A parte il fatto, chiosa De Luca,
che il dolo per inquinamento delle acque non va confuso, signori giurati, con il dolo per
avvelenamento delle acque.
Non approfondisce lovvio concetto Francesco Certonze che comunque concorda nel chiedere
lassoluzione in blocco di Ausimont, soprattutto del suo difeso Salvatore Boncoraglio, rimarcando
che il reato di omissione di bonifica pu esserci solo se prima c un progetto di bonifica: siccome
Ausimont non ha mai fatto bonifica (anzi) non c progetto, dunque non c reato. Lapalissiano.
Semmai il reato di Solvay che ha fatto un progetto bluff di bonifica. Catalaniano.

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