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CALCESTRUZZO E
CEMENTO ARMATO
matematici utili per il calcolo delle strutture in cemento armato, messe in pratica nelle opere di R. Maillart.
Le strutture in cemento armato danno luogo a costruzioni spesso meno appariscenti di
quelle realizzate in acciaio e la storia delle prime costruzioni si accompagna a quella di tanti edifici, spesso anonimi e passati inosservati dal punto di vista architettonico.
Particolare rilievo meritano le prime realizzazioni
in c.a. applicate a strutture di edifici da parte del costruttore Auguste Perret agli inizi del 900, a causa dei
notevoli vantaggi che accompagnano una struttura in
c.a. realizzata con travi e pilastri rispetto ad unanaloga costruzione in muratura portante si diffonde come
metodo costruttivo in tutto il mondo.
Viene apprezzato anche da famosi architetti, che
ne esaltano le capacita`; una particolare menzione merita Le Corbusier, che detta i suoi 5 punti per una nuova architettura, basandosi in pratica su unossatura
portante realizzata con travi e pilastri; le realizzazioni
di questo architetto si basano sulluso del cemento armato, come si osserva nella villa Savoy.
Numerosi sono stati i progettisti di opere in cemento armato, tra cui non si puo` non citare Pierluigi Nervi,
che ha saputo realizzare opere in c.a. con forme esteti- Perret: stabile in rue Franklin a Parigi,
camente gradevoli ed ardite (palazzetto dello sport di 1903.
Roma del 1960, sala delle udienze in Vaticano).
In cemento armato si costruiscono molti ponti, la cui forma e` spesso ad arco o a travate
rettilinee; limpiego dellarco esalta il comportamento del calcestruzzo, che lavora in modo
egregio quando viene sottoposto a compressione.
Proprio losservazione precedente porta allintroduzione di una variante delluso del cemento armato. Il precompresso nasce con lidea di indurre nel calcestruzzo una presollecitazione di compressione che impedisca al calcestruzzo di fessurarsi.
La storia del cemento armato si evolve e si interseca con quella del precompresso.
Spesso cemento armato e cemento armato precompresso sono stati considerati in modo
totalmente diverso, a causa del comportamento particolare che presenta una struttura in
c.a. nella quale si induca una forza di compressione con cavi o barre tese. Levoluzione dellattuale normativa europea riunisce in un unico sistema costruttivo il cemento armato e il
precompresso e consente in particolare di ottenere delle strutture che abbiano una piccola
precompressione (precompressione parziale).
Questultima tecnica e` stata impiegata in diversi paesi, fornendo soluzioni tecniche vantaggiose. Spesso si e` indotta una precompressione tale da compensare i soli pesi propri, lasciando la possibilita` alla struttura di fessurarsi sotto lazione dei carichi accidentali.
Il precompresso e` stato utilizzato in Italia in diverse costruzioni e in particolare per la
costruzione di solai, con travetti prefabbricati in precompresso e pignatte.
Notevoli sono stati i disagi causati nel tempo a causa delle deformazioni viscose del calcestruzzo sotto carico, che ha portato a ridurne notevolmente limpiego.
Particolare menzione va fatta sulle tensioni delle strutture in cemento armato sotto carico.
Il cemento armato inizialmente era realizzato con lutilizzo di ferri lisci, con grandi problemi di ancoraggio e di sfilamento tra acciaio e calcestruzzo. Con i ferri lisci laderenza restava molto limitata e in caso di effetti dinamici scemava in modo sensibile.
1.1
Il cemento (cement)
P Perche il
cemento e` un legante
La particella di cemento, dopo la cottura, diventa molto avida di acqua; non
appena essa viene a contatto con lacqua,
si trasforma da particella con forma compatta (tipo sassolino) in una struttura tentacolare, avvolta da materiale colloidale
tipo gel. Questo fenomeno e` alla base della capacita` legante del cemento. Le particelle tentacolari si intersecano tra loro,
dando luogo ad una matrice legante, che
coinvolge le particelle di inerte o qualsiasi
altra cosa cui il cemento umido abbia la
possibilita` di far presa.
presa
E` la prima fase che porta il cemento a trasformarsi in pietra; il fenomeno parte dalla posa e dura qualche ora; in tale fase si formano e si stabilizzano i legami. Limpasto non deve
essere sollecitato e deve essere curato e protetto, affinche non vi siano danni superficiali o
che vi sia mancanza di acqua (ad esempio con insolazione eccessiva o riscaldamento eccessivo).
P Lindurimento
Dopo qualche ora dalla posa inizia la fase dellindurimento, nella quale limpasto diventa rigido e resistente, con una crescita di resistenza veloce nei primi giorni e sempre piu` lenta negli anni successivi.
P Linvecchiamento
Anche lelasticita` e la possibilita` di incassare le sollecitazioni senza fessurarsi eccessivamente e` variabile, dato che e` alta nei primi giorni e diminuisce nel tempo.
Il fenomeno e` simile a quello che interessa le nostre ossa, piu` elastiche e plastiche in
giovinezza e piu` rigide e fragili nella vecchiaia.
In questo senso si puo` dire che il calcestruzzo invecchia.
P Un
1.2
Tipi di cementi
I tipi di cemento piu` utilizzati sono quello classico o Portland, e due cementi ottenuti
dal precedente ma con aggiunte. Esistono anche il cemento bianco, quello alluminoso e a
presa rapida.
P Cemento
Portland
Il cemento normale si dice di tipo Portland, e prende il nome dalle rocce della cittadina Inglese.
Il cemento di questo tipo ha il difetto di contenere, nel calcestruzzo ottenuto dei carbonati solubili. Questo difetto e` importante, poiche se lacqua ha la possibilita` di lambire la
superficie del calcestruzzo essa porta in soluzione i carbonati solubili, lasciando dei vuoti. I
vuoti sono come piccole caverne che indeboliscono la struttura del calcestruzzo e ne fanno
diminuire la resistenza a compressione. Effetto piu` devastante si ottiene nel cemento armato, poiche la formazione di gallerie vuote consente allossigeno contenuto nellatmosfera di
penetrare in contatto con larmatura metallica.
P Cemento
P Cemento
pozzolanico
Si aggiunge alla polvere di cemento polvere di pozzolana, con effetti simili al precedente.
In sintesi per opere esposte alle intemperie o peggio a soluzioni acide, e` consigliabile
lutilizzo di cemento pozzolanico o con scorie di altoforno.
4
4
16
Nella seconda fase i due pezzi vengono schiacciati sotto la pressa, ottenendo il valore
della resistenza a compressione del tipo di cemento anche se in realta` si tratta di un provino composto da cemento e da sabbia a spigoli tondi.
I cementi sono classificati in base al tipo di indurimento e alla resistenza secondo la tabella 1.1.
Tabella 1.1
Tipo di indurimento
Sigla cemento
Resistenza e indurimento
RAPIDO
CEM
52,5 R
42,5 R
52,5 N
NORMALE
CEM
42,5 N
32,5 R
LENTO
CEM
32,5 N
Levoluzione delle resistenze medie a caricamento dipende dalla stagionatura e dal tipo
di cemento come indicato nella tabella 1.2, dove troviamo i vari calcestruzzi ottenuti con
cementi a presa rapida, normale o lenta
Tabella 1.2 Evoluzione resistenza fck (a t giorni)
t (giorni)
Classe R (fck )
Classe N (fck )
Classe S (fck )
0,42
0,34
0,19
0,58
0,5
0,35
0,66
0,6
0,46
0,82
0,78
0,68
14
0,92
0,9
0,85
28
90
1,09
1,11
1,18
360
1,15
1,19
1,31
Anche il modulo di elasticita` media varia al variare dei giorni ed e` ottenuto come valore
secante nel diagramma del legame costitutivo, come mostrato in figura.
f cm
0,4 fcm
E cm
Classe R (Ecm )
Classe N (Ecm )
Classe S (Ecm )
0,88
0,86
0,8
0,94
0,93
0,89
14
0,97
0,96
0,95
28
90
1,02
1,03
1,05
360
1,04
1,05
1,08
1.3
p Boiacca
(mortar)
(concrete)
Il calcestruzzo deriva dallimpasto di cemento, inerti e acqua. Si ottiene una pietra artificiale grigia e resistente a compressione.
1.4
Inerti (aggregates)
fini
Non si accetta la sabbia di mare poiche le armature del cemento armato tendono a corrodersi di piu` e poiche sulla superficie finita del calcestruzzo si hanno delle efflorescenze di
colore bianco (cristalli di sali).
p Inerti
1.5
Dosaggio
approssimato
La quantita` di cemento in un metro cubo di impasto varia a seconda del lavoro da eseguire:
9
>
300 kg per opere di elevazione
>
M Si osserva che in genere per poter
>
=
400 kg per strutture faccia a vista
pompare un calcestruzzo e` necessaria
Dosaggio
200 kg per strutture in fondazione >
una presenza di legante (cemento) con
>
>
100 kg per magroni o riempimenti ;
dosaggio minimo intorno a 150.
Acqua: la quantita` di acqua e` poco meno della meta` in peso del cemento.
M Ad esempio per travi e pilastri si utilizzano 300 kg di cemento e 120-140 l di acqua
M Sommando alla ghiaia il ghiaietto questultimo si posiziona nei vuoti della ghiaia, e sommando
successivamente la sabbia essa si posiziona nei vuoti piu` piccoli rimanenti. Questa e` la ragione per
cui sommando 0,4 0,4 0,4 alla fine si ottiene un volume globale minore di 1 m3 .
P Dosaggio
Il prodotto finale e` naturalmente di tipo artigianale e deve essere utilizzato con particolari
coniche. Quanto sopra e` molto approssimativo, ma il prodotto che si ottiene e` accettabile.
P Dosaggio
1.6
Limpasto a mano, effettuato per piccolissime quantita`, avviene utilizzando una superficie rigida e pulita; si ammucchia sabbia e inerti secchi, si aggiunge cemento in polvere e si
mescola il tutto con la pala, fino ad ottenere un miscuglio omogeneo. A questo punto si allarga il mucchio ricavando un cratere centrale, nel quale si versa una certa quantita` di acqua.
Si fa franare parte del materiale e si mescola allacqua; alla fine tutto il miscuglio viene amalgamato e limpasto e` pronto alluso quando non vi sono piu` particelle asciutte in vista.
Particolare attenzione va posta alla consistenza dellimpasto, che deve essere piu` asciutta possibile.
a bicchiere rovesciabile
Per piccoli cantieri si utilizza la betoniera a bicchiere rovesciabile, che consente limpasto di circa 0,2 m3 , essa impasta ruotando in una direzione e fa fuoriuscire limpasto inclinando il bicchiere con una ruota laterale invertendo nel contempo la rotazione.
Betoniera deriva dal nome francese beton che si attribuisce al calcestruzzo.
P Motobetoniera
di impasto
Il rapporto ottimale acqua/cemento e` circa 0,4. Aumentando lacqua si aumenta la lavorabilita` dellimpasto, ma diminuisce sensibilmente la resistenza finale del calcestruzzo indurito. Nel calcestruzzo, infatti, al crescere dellacqua in eccesso si hanno dei residui di acqua
non utilizzata che restano incapsulati nella matrice indurita formando della caverne riempite di acqua. Allevaporare dellacqua queste cavita` restano vuote e producono diminuzione
di resistenza della struttura.
P Resistenza
Si definisce resistenza la forza unitaria massima che il calcestruzzo sopporta sotto una
particolare sollecitazione. La resistenza e` caratteristica dato che essa rappresenta il valore che ha un frattile di insuccesso del 5%.
La classe di resistenza del calcestruzzo valuta la resistenza caratteristica di un impasto
dopo 28 gg. di stagionatura e si indica con Cfck, cyl ; ad esempio C25 indica una resistenza cilindrica con provino cilindrico di 25 MPa (N/mm2 ), pari a 250 daN/cm2 ; tale resistenza e` simile a quella cubica di 300 daN/cm2 che si trova per un cubetto di lato 15 cm messo sotto la
pressa sempre dopo 28 gg. di stagionatura.
Nel seguito si indica con fck la resistenza caratteristica cilindrica a compressione e con
Rck la resistenza cubica.
`
P Lavorabilita
Limpasto secco e` meno lavorabile; piu` la sua consistenza diminuisce e piu` limpasto e`
lavorabile. La lavorabilita` si puo` misurare in vari modi; particolarmente agevole e` luso del
cono di Abrams. Con questo metodo la lavorabilita` si collega allo Slump, che misura di
quanto si abbassa un impasto inserito in un contenitore troncoconico riempito di calcestruzzo fresco e opportunamente costipato mediante un tondino, successivamente allo sfilamento verticale del contenitore stesso.
1.7
P Esecuzione
del calcestruzzo
In linea di principio, una superficie a vista implica il rispetto, durante la confezione del
calcestruzzo, di alcune regole complementari a quelle date per il confezionamento di un
buon calcestruzzo da costruzione durevole.
Particolare attenzione va posta alla posa e alla tipoogia dei casseri, che possono essere
in legno, metallici o in materiali plastici. La capacita` dassorbimento dei casseri puo` alterare il colore del calcestruzzo e la regolarita` della sue tonalita` superficiali; i casseri non devono lasciare macchie ne agire chimicamente sul calcestruzzo. La faccia interna deve essere
spalmata con uno strato fine e di spessore costante di un prodotto diramante. I giunti dei
casseri devono essere sufficientemente impermeabili alla malta.
P Composizione
del calcestruzzo
La miscela di calcestruzzo deve essere sufficientemente omogenea affinche lacqua non
si separi dai componenti solidi del calcestruzzo fresco.
Laspetto delle superfici a vista che si desiderano ottenere, puo` essere determinante per
la scelta dei componenti dal punto di vista del colore, della granulometria e per le proporzioni della miscela.
P Trasporto,
P Cura
e protezione
Il calcestruzzo deve subire una cura appropriata ed essere protetto dai danni meccanici (per esempio, urto) e dalla formazione di macchie (dovute ad acciai di legatura che
sporgono).
P Organizzazione
Il presente paragrafo e` basato sulle indicazioni del codice modello CEB-FIP 90 e sulla
norma europea UNI EN 206, che e` stata integrata in UNI ENV 1992-1 e nelle NTC 2008.
Le note tratte da Linee guida del Servizio centrale del Consiglio Sup. dei LL.PP. forniscono indicazioni specifiche sulluso del calcestruzzo strutturale.
2.1
Prefazione
M Nel seguito sono riportati dei paragrafi tratti dalle Linee guida sul calcestruzzo strutturale redatte dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei LL.PP. del dicembre 1996, alle quali
si rimanda per la consultazione completa. Esse sono precedute dal simbolo E LGCS
Il problema della qualificazione e conseguente certificazione dei prodotti da costruzione e` regolato, a livello europeo, dalla Direttiva 89/106/CEE, recepita in ambito nazionale
attraverso il D.P.R. n. 246/93; la recente Legge Quadro sui lavori pubblici ha ulteriormente
rafforzato lesigenza della qualificazione dei soggetti, dei processi e dei prodotti relativi al
settore.
Le Linee guida sul calcestruzzo strutturale che sono state redatte costituiscono una
utilissima base per quanto attiene la salvaguardia dei requisiti essenziali concernenti la sicurezza strutturale e la tutela della pubblica incolumita`; esse sono basate sullesperienza
nazionale ed europea (UNI EN 206, CEB-FIP Model Code 1990, Richtlinie fur Hochfesten
Beton 1995, DIN 1 045/88), sono rivolte a dare indicazioni ed informazioni di carattere generale e di dettaglio per una progettazione, lavorazione, realizzazione e controllo del materiale calcestruzzo.
2.2
Fare calcestruzzo in Europa significa operare in differenti paesi della comunita` in cui vi
sono diverse condizioni climatiche e geografiche, differenti livelli di protezione e differenti
e soprattutto ben consolidate esperienze e tradizioni regionali. Per permettere una uniformita` reale sulluso del cemento armato sono necessari sforzi comuni sia legislativi che nelle
applicazioni pratiche.
Per fronteggiare questa situazione cos` variegata sono state introdotte le classi che individuano le proprieta` del calcestruzzo. In linea di principio si permette che continuino e si
sviluppino pratiche valide nel luogo dimpiego del calcestruzzo come alternativa allapproccio prescrittivo delle norme europee, almeno in fase transitoria.
Proprieta` () classi
Le classi raccolgono materiali le cui proprieta` cadono in un determinato range
Per la norma i soggetti coinvolti nel processo di produzione del calcestruzzo sono:
prescrittore;
produttore;
utilizzatore.
Il prescrittore e` responsabile per le specifiche del calcestruzzo (Cap. 6 della UNI EN
206).
Il produttore e` responsabile per la conformita` ed il controllo di produzione (Cap. 8 e 9
della UNI EN 206).
Lutilizzatore e` responsabile per il getto del calcestruzzo (messa in opera).
2.3
Materiale
Nel presente capitolo si parla di calcestruzzo per strutture gettate in sito, strutture prefabbricate e componenti strutturali prefabbricati per edifici e strutture di ingegneria civile.
calcestruzzo areato;
calcestruzzo alveolare;
calcestruzzo con struttura aperta;
calcestruzzo con massa volumica minore di 800 kg/m3 ;
calcestruzzo refrattario.
La norma europea non contiene ancora disposizione per la protezione della salute e per la sicurezza
degli addetti alla produzione e consegna del calcestruzzo.
Struttura di calcestruzzo
EN (Euro-Norma)
Norme per i prodotti
prefabbricati in calcestruzzo
Strutture
UNI EN 206-1
Concrete
calcestruzzo
secuzione di strutture in
calcestruzzo
Cemento
Cemento
UNI ENV 12350
Light-weight Aggregates
Aggregati leggeri
Aggregati
Aggregati (inerti)
Acqua
Assessment of concrete
strength in structures
Acqua di impasto
Additivi
UNI ENV 450
Fly ash for concrete
Ceneri volanti
UNI ENV 12504
Testing concrete in structures
Prove su calcestruzzo in sito
Fumi di silice
Pigmenti
2.4
P Distinzioni
P Distinzioni
P Definizione
2.5
Componenti
La qualita` dei componenti utilizzati per la confezione del calcestruzzo deve essere tale
che le proprieta` desiderate per il calcestruzzo siano ottenute in modo sicuro e siano mantenute nel tempo.
Percio` i componenti devono soddisfare alcune condizioni che riguardano sia la composizione chimica che le proprieta` meccaniche e fisiche.
Inoltre, la loro qualita` deve, per quanto e` possibile, essere costante durante il trasporto
e lo stoccaggio; deve essere garantita la loro pulizia.
2.5.1 Cemento
`e
P Qualita
specificazioni
Il cemento deve soddisfare le norme nazionali in vigore.
Le proprieta` che hanno unimportanza generale per la costruzione sono: la stabilita` di
volume, lo sviluppo della presa e dellindurimento e, per alcuni casi particolari, la resistenza agli attacchi chimici ed il valore di idratazione.
Generalmente non si ammette limpiego del cemento alluminoso per gli elementi portanti. Le normative nazionali possono contenere altre restrizioni in merito alla qualita` del
cemento, ad esigenze complementari di resistenza minima per il calcestruzzo precompresso ad armature aderenti (per pretensione) e in merito alla malta diniezione delle guaine dei cavi.
P Scelta
del cemento
Il cemento deve essere scelto, fra quelli considerati idonei, tenendo in considerazione:
lesecuzione dellopera;
luso finale del calcestruzzo;
le condizioni di maturazione (es.: trattamento termico);
le dimensioni della struttura (per lo sviluppo di calore);
le condizioni ambientali alle quali la struttura sara` esposta;
la potenziale reattivita` degli aggregati agli alcali provenienti dai componenti.
P Consegna
e stoccaggio
Il cemento, durante il trasporto e lo stoccaggio, deve essere protetto dallumidita` e dalle
impurita`; il cemento messo in deposito allaria libera senza imballaggio assorbe umidita` e
anidride carbonica, cio` puo` farlo aggregare in zolle ed influenzarne le proprieta` di indurimento.
I cementi a macinatura fine, a presa rapida, sono particolarmente sensibili da questo
punto di vista.
A meno che il clima sia molto secco, i normali sacchi di carta non offrono una protezione sufficiente durante uno stoccaggio prolungato, anche se essi sono al riparo.
Se si prevede uno stoccaggio molto prolungato o in un clima molto umido, sono necessarie misure particolari per limballaggio, e la protezione in appositi locali.
Lutilizzatore deve verificare, prima di impiegarlo, che il cemento risponda sempre alle
norme da applicare.
Le differenti qualita` di cemento devono essere marchiate in modo da permettere la loro
identificazione ed essere immagazzinate in modo da non causare miscugli involontari o
confusioni.
2.5.2 Inerti
Linerte e` un insieme di granuli frantumati o no, di materiali minerali naturali o artificiali, che hanno dimensioni e forma convenienti per la confezione del calcestruzzo.
I granuli possono avere dimensioni uniformi diverse e presentare una struttura chiusa e
porosa.
I granuli a struttura porosa, di massa volumica apparente inferiore a 2000 Kg/m3, sono
chiamati inerti leggeri, i granuli di massa volumica apparente nettamente superiore a 3000
Kg/m3 sono chiamati inerti pesanti.
Inoltre, per una classificazione piu` precisa, si puo` fare una distinzione fra gli inerti in
funzione dei seguenti caratteri: natura dei materiali dorigine, granulometria, modo di produzione (naturale o artificiale), o di alcune proprieta` tecnologiche interessanti, come, per
esempio, forma dellinerte, struttura della superficie del granulo rotto o non rotto, resistenza, durabilita` ecc.
P Specificazioni
generali
Gli inerti devono normalmente soddisfare le esigenze delle normative nazionali che
corrispondono allapplicazione prevista, o, in assenza di tali normative, alle norme ISO.
Per alcuni casi particolari, si possono anche utilizzare inerti che non soddisfano le normative o inerti per i quali le normative in uso non sono applicabili.
Cio` presuppone, tuttavia, che si possa acquisire unesperienza soddisfacente sulle proprieta` del calcestruzzo realizzato con tali inerti e che la loro corrispondenza alle condizioni
particolari considerate sia stata effettivamente esaminata.
Gli inerti, sotto leffetto dellacqua, non devono rammollirsi, rigonfiarsi in modo inammissibile, disgregarsi, produrre con il cemento ed i suoi prodotti didratazione reazioni nocive (per esempio, reazione degli inerti basici), ridurre la protezione delle armature contro
la corrosione (soprattutto per un tenore troppo elevato di cloruri).
Nello stesso tempo, le proprieta` degli inerti devono soddisfare alcune esigenze, conformi alla destinazione ed alla necessita`, concernenti la granulometria, la pulizia, la resistenza,
la forma dei granuli, la qualita` della superficie, la resistenza al gelo e allusura.
Inoltre, per gli inerti leggeri, sono particolarmente importanti la porosita` e lo sviluppo
nel tempo dellassorbimento dacqua.
Per la produzione di un calcestruzzo di classe superiore, puo` essere necessaria lutilizzazione di inerti di qualita` superiore scelti con cura.
Se e` noto che gli inerti previsti hanno uninfluenza insolita su alcune caratteristiche del
calcestruzzo, come la resistenza, la densita`, il ritiro, le deformazioni igrometriche, il coefficiente di dilatazione termica, il modulo di deformazione longitudinale o la durabilita`, bisogna tenerne conto sia in fase di progetto che di esecuzione.
Alcune dolomiti e basalti, per esempio, diminuiscono di volume con lessiccamento.
Un calcestruzzo realizzato con essi potrebbe avere un coefficiente di ritiro piu` elevato
di quello che ci si potrebbe normalmente attendere.
P Inerti
marini
Gli inerti marini sono sconsigliati poiche aumentano il rischio di corrosione delle armature metalliche e perche esse inducono la formazione di efflorescenze superficiali nel calcestruzzo indurito. Tuttavia essi possono essere utilizzati a condizione che il loro tenore in
cloruri non sia troppo elevato e che soddisfino le altre esigenze che competono alla loro
utilizzazione.
Luso di inerti marini puo` dar luogo a efflorescenze e a maggior corrosione delle barre
dacciaio.
P Trasporto
e stoccaggio
Gli inerti per calcestruzzo, non devono, durante il trasporto e lo stoccaggio sul posto,
essere inquinati da altri materiali.
Non devono essere mescolati in modo non controllato granulometrie diverse e tipi diversi; per quanto e` possibile deve essere evitata una segregazione delle differenti dimensioni.
P Prescrizioni
inerti
p Aggregati
degli aggregati
Il tipo di aggregato, la granulometria e le proprieta`, devono essere scelti considerando:
lesecuzione dellopera;
limpiego finale del calcestruzzo;
le condizioni ambientali alle quali il calcestruzzo sara` esposto;
ogni requisito per laggregato esposto o per le finiture lavorate del calcestruzzo.
P Granulometria
degli inerti
p Curve
ne dellelemento strutturale, dal passo fra le barre dellarmatura, dalle condizioni di trasporto e di posa in opera e dalla classe di resistenza desiderata.
In particolare:
dmax < 1=3 dimensione minima dellelemento strutturale; ovvero le particelle non devono essere troppo grandi in relazione alle dimensioni del cassero in cui sono poste;
dmax < interferro o copriferro; i pezzi piu` grossi degli inerti devono poter passare tra gli
interspazi tra le barre.
La granulometria degli inerti puo`essere:
discontinua se si impiegano solo alcune classi granulometriche (es.: sabbia, ghiaietto,
ghiaia): in tal caso basta fornire le proporzioni in volume delle classi impiegate (es.: 0.4
m3 sabbia, 0,4 m3 ghiaietto, 0,4 m3 ghiaia per 1 m3 di impasto);
continua se si impiegano tutte le classi granulometriche dal granulo piu` fine a quello piu`
grosso.
In tal caso si fara` riferimento a curve granulometriche di riferimento in modo da ottenere una granulometria rappresentata da una curva che si situa in una zona conveniente.
In figura 2.2 si riporta un esempio di
curve granulometriche con riferimento
ad un inerte di dimensione massima
32 mm. Dmax = dg max in EC2.
Il campo 3 e` conveniente, il 4 ha granulometrie ancora utilizzabili; le miscele in campo 1 e 5 non sono accettabili in quanto in 1 il calcestruzzo e` difficile da porre in opera mentre in 5 la
miscela esige un eccesso di acqua.
dei fini
Una adeguata proporzione di fine e` necessaria per avere un calcestruzzo con una struttura chiusa e facile da porre in opera.
Cio` e` particolarmente importante quando il calcestruzzo deve essere trasportato su lunghe distanze o in canalizzazioni, per elementi a pareti sottili e molto armati e per il calcestruzzo con buona permeabilita`.
Si considerano come fini i componenti con grandezza del granulo < 0,25 mm.
Un eccessivo contenuto di materiali inerti fini causa pero` un aumento della quantita` di
acqua necessaria; con un elevato rapporto acqua/cemento, si puo` influenzare sfavorevolmente la resistenza al gelo-disgelo, agli attacchi chimici e allusura meccanica.
p Composizioni
studiate (C I)
Questo paragrafo si applica in primo luogo ai calcestruzzi con resistenza a compressione
specificata e di qualunque classe.
La composizione studiata del calcestruzzo deve essere stabilita dopo indagini sperimentali e deve essere comunicata allutilizzatore.
Il produttore del calcestruzzo ha la responsabilita` della sua composizione.
Il calcestruzzo deve essere composto in modo che, quando e` fresco, abbia una lavorabilita` conveniente, non presenti segregazioni, e possa essere completamente compattato in
modo pratico.
Il calcestruzzo indurito deve soddisfare le specificazioni, in genere una data resistenza a
compressione; a questo scopo durante le indagini sperimentali, occorre tener conto di uno
scarto sufficientemente grande di dispersione.
Inoltre, il calcestruzzo deve essere durabile nellambiente previsto, e proteggere convenientemente le armature dalla corrosione.
Percio`, devono essere rispettate nello studio della composizione le seguenti indicazioni.
p Rapporto
La quantita` necessaria di cemento e` definita da queste esigenze; inoltre, la quantita` minima di cemento non dovrebbe scendere al di sotto di 240 kg/m3 per il calcestruzzo armato
e 270 kg/m3 per il calcestruzzo precompresso, salvo esperienze specifiche locali.
In un ambiente propizio alla corrosione delle armature o per acciai sensibili alla corrosione, o ancora in un ambiente aggressivo per il calcestruzzo, puo` essere necessario o per
lo meno raccomandato un rapporto acqua/cemento inferiore o una quantita` maggiore di
cemento.
Per il calcestruzzo con proprieta` particolari e calcestruzzo di inerti leggeri, bisogna prevedere, in alcuni casi, dosaggi minimi di cemento maggiori di quelli previsti per il calcestruzzo strutturale ordinario.
Un dosaggio di cemento che superi sensibilmente i 500 kg/m3 dovrebbe normalmente
essere evitato, soprattutto a causa del rischio di tensioni troppo elevate dovute alla temperatura; queste in particolar modo nel caso di elementi strutturali di grande spessore, possono provocare danni.
p Granulometria
degli inerti
Per granulometrie continue e discontinue, gli inerti devono comprendere in generale almeno due classi. In questo contesto, il fine non e` da considerare come classe.
Quando si utilizzano soltanto due classi, una di queste deve situarsi nel dominio che va
da 0 a 2 mm e da 2 a 8 mm. Quando un inerte presenta naturalmente una composizione
conveniente per le proprieta` richieste dal calcestruzzo, lo si puo` utilizzare tale quale.
p Composizioni
normalizzate (C II)
Per calcestruzzi di classi di resistenza da C12 a C25, nel caso in cui la composizione ed i
componenti del calcestruzzo corrispondano a determinate condizioni definite dalle normative nazionali, non sono necessarie indagini sperimentali.
In questo caso i produttori si assumono la responsabilita` della conformita` della composizione del calcestruzzo alle esigenze minime definite dalle norme.
p Composizioni
prescritte (C III)
In questo caso lautore del progetto si prende la responsabilita` della composizione del
calcestruzzo; deve assicurarsi della convenienza e della qualita` della composizione prevista
con prove appropriate, a meno che non sia disponibile unesperienza sufficiente, acquisita
durante unutilizzazione anteriore che ha avuto la stessa composizione.
I criteri validi per le prove di studio sono quelli dati per la produzione di una composizione studiata (C I); la specificazione della composizione prescritta deve riguardare almeno
i seguenti punti:
qualita` del cemento e percentuale di cemento;
qualita` degli inerti e la loro granulometria;
consistenza del calcestruzzo fresco;
alloccorrenza: natura e quantita` degli additivi e dei materiali aggiunti.
La loro efficacia deve essere dimostrata da prove preliminari. Lutilizzatore deve ricevere tutte le informazioni necessarie sulle proprieta` degli additivi e sulla loro influenza sul calcestruzzo e sulle armature, come per esempio: il dosaggio raccomandato, gli effetti sfavorevoli di un dosaggio scarso o eccessivo, leventuale presenza di cloruri e, alloccasione, il tenore di questi, le condizioni di stoccaggio da rispettare, la durata massima di stoccaggio ecc.
Gli additivi non devono alterare in modo sfavorevole le proprieta` che si esigono dal calcestruzzo; non devono modificare sfavorevolmente la curabilita` del calcestruzzo, ne provocare reazioni perturbatrici con i componenti del calcestruzzo, ne compromettere la protezione dellarmatura dalla corrosione.
Sono essenzialmente i cloruri che potrebbero dar luogo a questultima.
Percio`, per il calcestruzzo armato o per il calcestruzzo a contatto con il calcestruzzo armato, non e` opportuno limpiego di additivi contenenti cloruri.
In nessun caso si deve utilizzare il cloruro di calcio per il calcestruzzo precompresso pre
o post-teso. Poiche un additivo puo`, oltre che migliorare alcune proprieta` del calcestruzzo,
modificare sfavorevolmente altre proprieta`, e` conveniente realizzare indagini sperimentali
con il calcestruzzo additivato o utilizzare quelle gia` eseguite dal produttore.
M La quantita` totale riguardo alluso degli additivi, ove utilizzati, non deve superare il dosaggio
massimo raccomandato dal produttore e non deve superare 50 g (nello stato di fornitura delladditivo) per kg di cemento.
p Materiali
aggiunti
Le aggiunte sono materiali in particelle fini, che possono essere inseriti in quantita` limitate nellimpasto del calcestruzzo per influenzare alcune proprieta` o ottenere proprieta`
particolari.
p Aggiunte
Si considerano aggiunte sia i filler minerali che i pigmenti, e si dividono in due tipi.
Aggiunte di tipo I:
filler conformi alla UNI EN 12620;
pigmenti conformi alla UNI EN 12878.
Aggiunte di tipo II:
ceneri volanti conformi alla UNI EN 450;
fumi di silice conformi alla UNI EN 13262.
Contrariamente agli additivi, le aggiunte devono essere prese in considerazione nella
composizione volumetrica a causa della loro notevole quantita`.
La loro efficacia deve essere verificata da indagini sperimentali.
Inoltre le aggiunte non devono essere pericolose per il calcestruzzo e devono essere
compatibili con esso; cio` significa per esempio che alcuni valori limite del contenuto di cloro, zolfo e magnesio, cos` come la perdita al fuoco, non devono essere superati, perche altrimenti non si potrebbe escludere uninfluenza sfavorevole sulla durabilita` del calcestruzzo o direttamente sulla protezione dalla corrosione, elementi che indagini sperimentali di
breve durata non potrebbero mettere in evidenza.
Le aggiunte a base organica devono essere utilizzate solo dopo studi approfonditi.
Lutilizzatore deve essere informato sulla natura delle aggiunte e sulla quantita` da introdurre.
calcestruzzo con la stessa resistenza a compressione, non contenente fumo di silice. Anche
supponendo che la porosita` totale rimanga pressoche invariata, il cemento con fumo di silice da` luogo, idratandosi, ad una pasta con pori piu` dispersi e quindi di dimensioni minori.
Per il significativo affinamento dei pori ed il basso rapporto acqua/cemento, i calcestruzzi con fumo di silice potrebbero essere resistenti al gelo senza il ricorso allimpiego di
aeranti o con un sistema di bolle di caratteristiche diverse da quelle dei calcestruzzi convenzionali. In attesa che gli studi di laboratorio ed i risultati delle indagini sperimentali diano le risposte definitive, e` raccomandabile che le prove di qualificazione del calcestruzzo
prevedano il controllo della resistenza al gelo.
Il contenuto di fumo di silice e` generalmente limitato nellintervallo 5-10%, percentuale
in peso riferita al totale cemento piu` aggiunte. Lesecuzione delle prove per stabilire la proporzione ottimale e` una necessita` sia per il costo unitario del materiale, di piu` volte superiore a quello del cemento, sia per la messa a punto della lavorabilita` desiderata che richiede unattenta scelta del contenuto di supefluidificante, eventualmente in combinazione con
altri additivi. Si raccomanda che labbassamento al cono (slump) del calcestruzzo con fumo
di silice sia di 20-25 mm maggiore di quello che sarebbe richiesto nel caso di un calcestruzzo di pari lavorabilita` ma privo dellaggiunta minerale. Il rischio di fessurazione da ritiro
plastico e` maggiore in presenza di fumo di silice perche la presenza di un materiale di alta
superficie specifica come il fumo di silice causa la diminuzione ulteriore dellessudazione
che per i calcestruzzi A.P. ed A.R. e` gia` piuttosto bassa. La stagionatura dei calcestruzzi
con fumo di silice deve essere condotta con molta attenzione: unessiccazione prematura
causa perdite di resistenza maggiori rispetto a quanto potrebbe avvenire con un calcestruzzo di pari rapporto acqua/cemento, non contenente fumo di silice.
I dati della letteratura suggeriscono che, per i calcestruzzi A.R. di rapporto acqua/cemento intorno a 0,3 e contenenti fumo di silice, il prolungamento della stagionatura umida
oltre 7 gg non ha effetti significativi sul guadagno di resistenza perche limpasto indurito e`
diventato impervio allacqua. Lo stesso non avviene che dopo diversi giorni con i calcestruzzi contenenti aggiunte meno reattive del fumo di silice.
e stoccaggio
Gli additivi ed i materiali aggiunti devono essere trasportati e immagazzinati in modo
che la loro qualita` non sia alterata da influenze chimiche o fisiche.
Gli additivi che comportano molti componenti liberi non mescolati devono essere resi
omogenei prima dellutilizzazione.
La qualita`, come anche la condizione di stoccaggio e di utilizzazione, devono essere indicate chiaramente sullimballaggio o sul bollettino di consegna (o su entrambi).
P Acqua
di impasto
Lacqua dimpasto e` costituita da quella contenuta nel calcestruzzo fresco, aggiunta separatamente quando si confeziona limpasto.
In genere sono utilizzabili tutte le acque, ma non e` conveniente luso di acque che contengano olio, grassi, zucchero e acque con forte tenore di acidi umici.
Lacqua di mare e` sconsigliata; qualora per necessita` si debba utilizzare si dovra` controllare il tenore globale dei cloruri nel calcestruzzo.
P Elementi
2.6
P Categorie
di calcestruzzi
I calcestruzzi impiegati vengono divisi in 3 categorie distinte in base al modo di specificazione, allordinazione e al modo di controllo (Tab. 2.1).
Tabella 2.1
Categoria
Categorie di calcestruzzo
Tipo di composizione
Classi permesse
CI
Studiata
Resistenza
Tutte
CII
Normalizzata
Composizione
Da C12 a C25
CIII
Prescritta
Composizione
Tutte
P Consistenza
P Classi
di consistenza
Se viene classificata la consistenza del calcestruzzo si applicano i prospetti seguenti
(Tabb. 2.2-2.3).
Tabella 2.2 Classificazione del calcestruzzo secondo la sua consistenza (ISO 4103)
Classe
VEBE
Secondi
Classe
abbass. cono
mm
Classe
Grado di
compattazione
V0
> 30
V1
Da 30 a 21
S1
Da10 a 40
C0
> 1,45
V2
Da 20 a 11
S2
Da 50 a 90
C1
Da 1,45 a 1,26
V3
Da 10 a 5
S3
Da 100 a 150
C2
Da 1,25 a 1,11
V4
<5
S4
> 160
C3
Da 1,1 a 1,04
La lavorabilita` cresce allaumentare del numero che accompagna la classe; in particolare si ha la seguente corrispondenza tra campi di consistenza e classi citate in tabella.
Classe
Abbassamento al cono
S1
S2
S3
S4
S5
da 10 a 40
da 50 a 90
da 100 a 150
da 160 a 210
> 220
E LGCS
M Si hanno tre principali forme
di abbassamento, come indicato
a lato.
al cono
La prima forma, con abbassamento uniforme, senza alcuna rottura della massa, indica
comportamento regolare.
La seconda con abbassamento asimmetrico (a taglio) spesso indica mancanza di coesione; essa tende a manifestarsi con miscele facili alla segregazione. In caso di persistenza, a
prova ripetuta, il calcestruzzo e` da ritenere non idoneo al getto.
La terza, con abbassamento generalizzato (collasso), indica miscele magre oppure molto
umide o calcestruzzi autolivellanti additivati con superfluidificanti.
Miscele molto asciutte hanno un abbassamento nullo e quindi, in un certo campo di
consistenza, e` possibile che non si registri alcuna differenziazione fra miscele pur dotate di
diversa lavorabilita`. E` allora necessario il ricorso al metodo Vebe.
Le miscele a consistenza plastica-semifluida cadono nel campo di maggior sensibilita`
del metodo di abbassamento al cono.
Classi Vebe
Classe
Classe
Indice di compattabilita`
V0
V1
V2
V3
V4
> 31
da 30 a 21
da 20 a 11
da 10 a 6
da 5 a 3
C01)
C1
C2
C3
> 1,46
da 1,45 a 1, 26
da 1,25 a 1,11
da 1,10 a 1,04
Diametro spandimento
F1
F2
F3
F4
F5
F6
< 340
da 350 a 410
da 420 a 480
da 490 a 550
da 560 a 620
> 630
Tabella 2.4
Classi Vebe
Dato che non esiste una relazione diretta tra i diversi metodi bisogna fissare a priori
quello che viene seguito.
In ogni caso la quantita` di acqua nel calcestruzzo non dovrebbe essere superiore a quella necessaria per una consistenza semifluida. Una maggior quantita` rafforza la tendenza
del calcestruzzo a disgregarsi, con gli inerti tendenti a scendere e quelli leggeri a salire; in
ogni caso tale fenomeno puo` dar luogo ad una resistenza ridotta sulla faccia superiore del
calcestruzzo.
Per ottenere un calcestruzzo piu` lavorabile si puo` utilizzare un additivo super fluidificante.
E` necessario limitare il piu` possibile il rapporto acqua-cemento, consigliabile intorno al
40%.
Se il calcestruzzo e` classificato in funzione della dimensione massima dellaggregato, la
classificazione fara` riferimento alla dimensione nominale piu` elevata della frazione di aggregato piu` grossa (Dmax) in mm.
La consistenza del calcestruzzo qualora debba essere determinata, dovra` essere misurata con uno dei metodi di prova seguenti:
abbassamento al cono in conformita` alla UNI EN 1250-2;
Vebe in conformita` alla UNI EN 12350-3;
indice di compattabilita` in conformita` alla UNI EN 12350-4;
tavola a scosse in conformita` alla UNI EN 12350-5.
Si raccomanda di utilizzare i metodi sopra indicati per:
Valori di riferimento in mm
40
da 50 a 90
100
Tolleranze in mm
10
20
30
11
da 10 a 6
5
3
2
1
Tempo Vebe
Valori di riferimento in sec.
Tolleranze in sec.
Indice di compattabilita`
Indice di compattabilita`
1,26
da 1,25 a 1,11
1,10
Tolleranza
0,10
0,08
0,05
Spandimento 30
A parita` di altre condizioni, la temperatura dei costituenti influisce sulla quantita` dacqua dimpasto necessaria per ottenere una determinata lavorabilita` iniziale. A titolo orientativo si possono indicare i seguenti valori di lavorabilita` iniziale che un calcestruzzo assume a parita` di composizione, al variare della sua temperatura.
Lavorabilita` abbassamento
al cono (cm)
5
10
20
30
40
15
13
9
6
5
2.7
Calcestruzzo indurito
P Classi
di resistenza
Il calcestruzzo e` classificato in funzione della sua resistenza caratteristica a compressione cilindrica valutata a 28 giorni; la classe di resistenza e` indicata con sigle che vanno da
C12 a C50, con C concrete e 12 che indica il valore della resistenza caratteristica cilindrica espressa in MPa (Si ricorda che 1 MPa 1 N/mm2 10 daN /cm2 ).
In alcuni casi particolari puo` essere necessario fissare, oltre alla resistenza a 28 giorni,
quella minima ad una scadenza precedente.
Per il calcestruzzo realizzato con inerti leggeri sono valide le stesse classi di resistenza,
con la designazione LC.
P Requisiti
resistenza;
resistenza a compressione;
resistenza a trazione indiretta;
massa volumica;
resistenza alla penetrazione dellacqua;
reazione al fuoco.
P Classi
di resistenza a compressione
Per la classificazione puo` essere utilizzata
la resistenza caratteristica a compressione a
28 giorni di cilindri di altezza 300 mm e diametro 150 mm, fck, cyl o la resistenza caratteristica a compressione a 28 giorni di cubi di
150 mm di lato, fck, cube (uguale al vecchio
R0ck ).
La classe di resistenza si indica con la lettera C seguita da fck cyl /fck cube
Calcestruzzi ordinari
C 16/20
C 20/25
C 25/30
C 30/37
C 35/45
C 40/50
C 45/55
Non strutturali
Calcestruzzo di
normale resistenza
C 8/10
C 12/15
Classi di resistenza
a compressione
per calcestruzzo
normale e pesante
(C concrete)
C50/60
C55/67
C60/75
Ad alte prestazioni
C70/85
C80/95
C90/105
C100/115
Ad alta resistenza
Classe di resistenza
C8/10
C12/15
8
12
10
15
Non strutturale
C16/20
C20/25
C25/30
C30/37
C35/45
C40/50
C45/55
16
20
25
30
35
40
45
20
25
30
37
45
50
55
Ordinario
C50/60
C55/67
C60/75
50
55
60
60
67
75
Alte prestazioni
C70/85
C80/95
C90/105
C100/115
70
80
90
100
85
95
105
115
Alta resistenza
LC16/18
LC35/38
LC55/60
LC20/22
LC40/44
LC60/66
P Classi
P Resistenza
a trazione
La resistenza a trazione del calcestruzzo dovra` essere prescritta e misurata o come resistenza indiretta (per spacco, fct, sp , prova brasiliana.; a flessione, fct, fl , prova su tre punti;
rispettivamente UNI 6135 e UNI 6130) o come resistenza diretta (prova assiale, fct , RILEM CPC7 ovvero ISO 4108).
I risultati ottenuti con i metodi di prova sopra elencati, non sono strettamente intercambiabili.
P Classi
di resistenza a trazione
Il calcestruzzo puo` essere classificato, se richiesto, in base alla sua resistenza a trazione
assiale fct come indicato nella tabella a lato:
Tabella 2.9
Classe di resistenza
a trazione
fct
N/mm2
T1.0
T1.5
T2.0
T.2.5
T3.0
T3.5
T4.0
1.0
1.5
2.0
2.5
3.0
3.5
4.0
di riferimento e modalita`
I procedimenti e le modalita` per la preparazione e la conservazione dei provini e per
lesecuzione delle prove sono oggetto delle seguenti norme:
UNI 6126 e 6128, modalita` per il prelievo dei campioni di calcestruzzo in cantiere e per
la confezione in laboratorio di calcestruzzi sperimentali;
UNI 6127 e 6129, preparazione e stagionatura dei provini di calcestruzzo rispettivamente
prelevati in cantiere e confezionati in laboratorio;
UNI 6130, che si riferisce a forme e dimensioni dei provini di calcestruzzo per prove di
resistenza meccanica;
UNI 6131, criteri e modalita` per il prelievo di campioni di calcestruzzo indurito;
UNI 6132 e 6134, determinazione della resistenza a compressione di provini;
UNI 6133, esecuzione della prova di rottura a trazione per flessione;
UNI 6135, esecuzione delle prove di rottura a trazione diretta e indiretta;
UNI 6186, presse idrauliche per prove di compressione su materiali.
P Norme
I valori della resistenza a compressione sono dipendenti dalla geometria e dalle dimensioni del provino. Per tenere conto di tali influenze, si utilizzano i fattori di conversione riportati nelle tabelle seguenti:
Tabella 2.10
Spigolo 1 in mm
100
150
200
250
300
110%
100%
95%
92%
90%
100/200
150/300
200/400
250/500
300/600
102%
100%
97%
95%
91%
Si osservi che il valore 100% e` riferito al cilindro standard, con diametro di base 150 e
altezza 300 mm.
I fattori di conversione riportati nelle diverse tabelle non sono fra loro correlabili.
In generale i provini grandi danno resistenze minori dei provini piccoli; i provini cilindrici danno resistenze minori dei provini cubici, ed i provini snelli danno resistenze minori
dei provini tozzi.
Inoltre, quanto maggiore e` la resistenza a compressione del calcestruzzo in esame, tanto
piu` i rapporti di conversione tendono allunita`.
Tabella 2.12
2.8
Snellezza h/d
1.00
2.00
4.00
118%
100%
92%
Il calcestruzzo deve essere specificato o come calcestruzzo a prestazione garantita, oppure come calcestruzzo a composizione prescrivendone la composizione.
P
A prestazione garantita
A composizione
a prestazione garantita
p Generalita`
di base
La specifica deve contenere:
conformita` alle NTC 2008 e UNI EN 206-1;
la classe di resistenza a compressione;
la massa volumica per il calcestruzzo leggero e per il calcestruzzo pesante;
la classe di consistenza.
p Requisiti
aggiuntivi
Qualora siano ritenute idonee possono essere indicate altre specifiche utilizzando:
tipi o classi speciali di cemento;
tipi o classi speciali di aggregato.
P Calcestruzzo
a composizione
p Generalita`
Il calcestruzzo a composizione deve essere specificato per mezzo dei requisiti di base seguenti:
a) una richiesta di conformita` alle NTC 2008 (cap. 11) e UNI EN 206-1;
b) il dosaggio di cemento;
c) il tipo e la classe di resistenza del cemento;
d) il rapporto acqua/cemento;
e) il tipo, le categorie e il contenuto massimo di cloruri nellaggregato; nel caso di calcestruzzo leggero oppure pesante, anche la massa volumica massima o rispettivamente
minima dellaggregato;
f) la dimensione massima nominale dellaggregato ed eventuali limitazioni granulometriche;
g) il tipo e la quantita` di additivo o di aggiunta, se impiegati;
h) se vengono impiegati additivi, o aggiunte.
La specifica puo` contenere altri requisiti aggiuntivi, come quella del calcestruzzo e composizione normalizzata.
p Specifica
2.9
P Informazioni
p Informazioni
medio
lento
molto lento
< 0,15
p Documento
Materiale
Prelievo
1 o piu` provini
(in Italia 2 provini)
Risultato di prelievo
(media dei 2 provini)
del calcestruzzo deve essere conforme a quanto indicato nella tabella 2.15, adottando, nel
caso di produzione iniziale o continua, la frequenza a cui corrisponde il maggiore numero
di campioni.
minima di campionamento per la valutazione della conformita` e criteri di
conformita`per la resistenza a compressione
La conformita` della resistenza a compressione del calcestruzzo e` valutata su provini sottoposti a prova a 28 giorni in conformita` a quanto riportato in 5.5.1.2 di UNI EN 206-1 per:
P Frequenza
Produzione
Numero n di
risultati di prelievo
per la resistenza a
compressione del gruppo
Criterio 1
Media di n
risultati (N/mm2)
Criterio 2
Ogni risultato singolo
N/mm2
Iniziale
> fck 4
> fck 4
Continua
15
> fck 4
P Criteri
gruppi di n risultati di prelievo consecutivi, sovrapposti o non sovrapposti ftm (criterio 1);
ogni singolo risultato di prelievo fti (criterio 2).
La conformita` con il valore della resistenza a trazione caratteristica indiretta (ftk ) e` confermata se i risultati di prelievo soddisfano entrambi i criteri del prospetto 16, per produzione iniziale oppure continua.
Tabella 2.16
Produzione
Iniziale
Continua
Criterio 2
Ogni risultato singolo
(fti) N/mm2
15
Numero n di risultati di
prelievo nel gruppo
p Piano
di campionamento e prova
I campioni di calcestruzzo devono essere scelti in maniera casuale e prelevati in conformita` alla EN 12350-1. Il campionamento deve essere effettuato per ogni famiglia di calcestruzzi prodotti in condizioni supposte uniformi. La frequenza minima di campionamento e
i metodi di prova del calcestruzzo devono essere conformi a quanto indicato nelle tabelle
2.15 e 2.16.
La conformita` con la proprieta` specificata e` confermata se:
il numero dei risultati di prova che non rispettano, secondo il caso, il valore limite specificato o i limiti di classe o le tolleranze dei valori di riferimento non supera il numero di
accettazione come indicato nelle tabelle 2.15 e 2.16 tratte dalla norma UNI EN 206;
tutti i singoli risultati di prova risultano compresi allinterno dello scostamento massimo
ammesso indicato nei prospetti stessi.
P Criteri
p Controllo
p Azioni
e installazioni
Devono essere adeguate al tipo di produzione e conformi alle normative vigenti.
p Deposito
dei materiali
I materiali componenti devono essere immagazzinati e manipolati in modo che le loro
proprieta` non subiscano significativi cambiamenti, per esempio per azione del clima, per
mescolamento o contaminazione, e che ne venga mantenuta la conformita` alle norme specifiche.
p Apparecchiatura
di dosaggio
Le caratteristiche dellapparecchiatura di dosaggio devono essere tali da realizzare e
mantenere, nelle normali condizioni operative, le tolleranze indicate in UNI EN 206-1.
p Mescolatori
I mescolatori devono essere in grado di ottenere una distribuzione uniforme dei materiali componenti e una consistenza uniforme del calcestruzzo nel rispetto dei tempi e della
capacita` di miscelazione.
p Apparecchiature
di prova
Tutte le apparecchiature necessarie, e le loro istruzioni dimpiego, devono essere disponibili nel caso di verifiche e prove su apparecchiature componenti, materiali e calcestruzzo.
Le apparecchiature di prova piu` importanti devono risultare tarate al momento della prova
e il produttore deve mettere in opera un programma di taratura.
P Miscelazione
P Miscelazione
del calcestruzzo
La miscelazione dei materiali componenti deve essere effettuata in un mescolatore conforme alla UNI EN 206-1 e deve essere protratta fino a quando il calcestruzzo non risulti
di aspetto uniforme, caricando al massimo le capacita` di carico nominale.
P Procedure
P Prova
iniziale
La prova iniziale deve dimostrare che un calcestruzzo soddisfa tutti i requisiti specificati
per il calcestruzzo fresco ed indurito.
In particolare bisogna stabilire:
frequenza delle prove iniziali: le prove iniziali devono essere effettuate prima di utilizzare
un nuovo calcestruzzo o una nuova famiglia di calcestruzzi.
condizioni di prova: in generale, le prove iniziali devono essere effettuate su calcestruzzo
fresco ad una temperatura compresa tra 15 oC e 20 oC.
Per la prova iniziale di un singolo calcestruzzo, devono essere sottoposti a prova tre
campioni prelevati ciascuno da tre impasti.
La resistenza di un impasto, o di un carico, deve essere costituita dalla media dei risultati delle prove. Il risultato della prova iniziale sul calcestruzzo e` la resistenza media degli impasti o dei carichi. E` opportuno registrare sia il tempo tra la miscelazione e la prova di consistenza sia i risultati.
Si deve tenere conto delle differenze tra il tipo di miscelatore e la procedura di miscelazione utilizzata durante le prove iniziali e quelle utilizzate durante la produzione in corso.
Il criterio per ladozione delle prove iniziali per il calcestruzzo a composizione normalizzata e`:
fcm > fck 12
La consistenza del calcestruzzo deve essere compresa nei limiti della classe di consistenza.
di identita`per la resistenza a compressione
La prova di identita` indica se il volume noto del calcestruzzo in questione appartiene alla stessa popolazione di quella verificata conforme alla resistenza caratteristica attraverso
la valutazione della conformita` eseguita dal produttore.
P Prove
P Piano
di campionamento e prova
Quando si deve effettuare la prova di identita`, si deve definire il volume particolare del
calcestruzzo, cioe` se si tratta di:
un singolo impasto o carico la cui qualita` e` dubbia;
il calcestruzzo fornito per ogni piano delledificio o gruppo di travi/solette o colonne/pareti per un piano di un edificio o parti simili di altre strutture;
il calcestruzzo consegnato ad un cantiere in una settimana (max 400 m3).
I provini devono essere preparati e stagionati conformemente alla UNI EN 12390-2. La resistenza a
compressione dei provini deve essere determinata in
conformita` alla UNI EN 12390-3: 2003.
Il risultato della prova sara` ottenuto dalla media
dei risultati di due o piu` provini prelevati da un unico
campione e testati alla stessa eta`.
p Calcestruzzo
Criterio 1
Media di n risultati
(fcm ) (N/mm2)
Criterio 2
Risultati singoli di prova
(fci ) (N/mm2)
Non applicabile
> fck 4
2-4
> fck 1
> fck 4
5-6
> fck 2
> fck 4
p Calcestruzzo
senza certificazione del controllo di produzione. Dal volume definito di calcestruzzo, si devono prelevare almeno 3 campioni da sottoporre a prova. Il calcestruzzo e`
giudicato proveniente da una popolazione conforme se vengono soddisfatti i criteri di
conformita` per la sua produzione iniziale.
p Valutazione,
p Raccomandazioni
Le classi di resistenza minima sono state desunte dalla relazione tra il rapporto acqua/
cemento e la classe di resistenza del calcestruzzo realizzato con un cemento di classe di resistenza 32,5.
I valori limite per il rapporto massimo acqua/cemento ed il contenuto minimo di cemento si applicano a tutte le classi, mentre i requisiti per la classe di resistenza del calcestruzzo
possono essere specificati in aggiunta.
p Requisiti
Le attuali norme tecniche (par. 4.1 D.M. 14 Gennaio 2008) stabiliscono che nei calcoli
statici non puo` essere considerata una Rck > 55 N/mm2.
Peraltro limpiego dei calcestruzzi strutturali, aventi resistenza caratteristica cubica
compresa nellintervallo 55 N/mm2 < Rck < 70 N/mm2 (calcestruzzi ad alte prestazioni A.P.) puo` avvenire previa sperimentazione, mentre per resistenze superiori e` richiesto lesame e la valutazione del Consiglio Superiore LL.PP., al quale dovranno essere sottoposte,
caso per caso, le documentazioni di progetto.
Per la definizione delle caratteristiche fisico-meccaniche di tali calcestruzzi, in linea
orientativa puo` farsi riferimento alle norme tecniche valide per i calcestruzzi aventi resistenza caratteristica Rck 55 N/mm2 e possono applicarsi le indicazioni contenute nel successivo paragrafo. Per calcestruzzi aventi resistenza caratteristica Rck > 75 N/mm2 (calcestruzzi ad alta resistenza - A.R.), la documentazione di progetto, da presentare al Consiglio
Superiore LL.PP., dovra` comprendere la modellazione del materiale, operata sulla base di
specifica documentazione teorica e sperimentale, nonche una adeguata giustificazione delle
regole di calcolo adottate.
Limpiego del calcestruzzo in strutture complesse, o fortemente caricate, o di grandi dimensioni, o esposte a condizioni ambientali estreme, ha condotto allintroduzione selettiva
di calcestruzzi ad alte prestazioni, che sono caratterizzati da:
componenti
La composizione del calcestruzzo di resistenza Rck > 55 N/mm2 e` tipicamente caratterizzata dalluso:
1)
2)
3)
4)
P Cementi
I fattori che agiscono sulla resistenza iniziale e su quella finale di un cemento sono la
composizione del clinker e la finezza di macinazione, che influisce sulla superficie specifica
e quindi sulla velocita` di idratazione.
P Rapporto
acqua/cemento (a/c)
I rapporti acqua/cemento sono bassi e cadono in generale nellintervallo 0,35-0,22; la soglia 0,35 per il rapporto acqua/cemento corrisponde al valore per il quale il sistema dei pori
capillari diventa discontinuo dopo un giorno circa di stagionatura umida. Il conseguimento
dopo poche ore di stagionatura della discontinuita` capillare assicura che le strutture che abbiano subito un ciclo di stagionatura protetta di durata conforme a quella suggerita dalle
norme possiedano, allatto della sformatura, soddisfacenti caratteristiche di durabilita`.
P Additivi
Per ottenere la lavorabilita` richiesta ai bassi rapporti acqua/cemento prescritti e` indispensabile ricorrere allimpiego di superfluidificanti, unitamente a ritardanti poiche, a causa dellalto
contenuto dicemento,gli impasti A.P.ed A.R. tendonoad irrigidire piuttosto rapidamente.
Con il ritardante si ha una maggiore tendenza al ritiro plastico: lalto contenuto di cemento e` fattore di riduzione dellessudazione superficiale e il rischio di fessurazione e` concreto nel getto di strutture costituite da elementi con estese superfici a sviluppo orizzontale.
Nella tecnologia del calcestruzzo A.P. ed A.R. la pratica del ridosaggio di superfluidificante a pie dopera, allo scopo di compensare la perdita di lavorabilita` e` piuttosto comune.
Quando gli additivi includono anche laerante per la durabilita` ai cicli di gelo e disgelo,
si raccomanda di controllare leffetto del dosaggio aggiuntivo di superfluidificante sul contenuto di aria. Tale effetto varia in modo notevole con il tipo di impasto e con la natura dei
componenti.
P Aggiunte
minerali
Le aggiunte minerali sono spesso critiche per le prestazioni dei calcestruzzi A.P. ed
A.R. e sono usate o per migliorare le caratteristiche di resistenza meccanica o per migliorare la durabilita`. La grande maggioranza dei dati della letteratura riguarda limpiego di ceneri volanti, di loppa granulata daltoforno e di fumo di silice.
Laggregato ha un ruolo chiave nella produzione del calcestruzzo A.R. perche limita la
resistenza potenziale ottenibile.
Non si conoscono ne i meccanismi attraverso i quali si manifesta lazione limitante ne le
proprieta` fisiche e chimiche del materiale effettivamente coinvolte. Comunque gli aggregati ordinari di buone caratteristiche permettono di raggiungere resistenza fino a 120-142 N/
mm2.
`
P Lavorabilita
Poiche luso strutturale del calcestruzzo ad alta resistenza e` solitamente accompagnato
da unelevata densita` di armatura, per assicurare unappropriata posa in opera e` necessario
che il calcestruzzo sia altamente lavorabile. E` usuale registrare valori di abbassamento al
cono superiori a 200 mm.
P Resistenza
a compressione
I metodi di previsione delle proprieta` fondamentali del calcestruzzo si riferiscono a materiali di resistenza cilindrica inferiore a 45 N/mm2.
Per i calcestruzzi A.P. ed A.R. il rapporto tra la resistenza sviluppata a 7 giorni e quella
sviluppata a 28 giorni variano da 0,8 a 0,9, mentre per il calcestruzzo ordinario, variano da
0,7 a 0,75; i rapporti tipici tra le resistenze a 7 e 95 giorni, per il calcestruzzo A.R., sono pari
a circa 0,73, e per il calcestruzzo di media resistenza sono 0,65.
E` plausibile ritenere che la piu` alta velocita` di sviluppo della resistenza per i calcestruzzi
ad A.P. ed A.R. sia dovuto in primo luogo alla maggiore temperatura interna, dovuta al
maggiore calore di idratazione, ed in secondo luogo alla minore distanza tra le particelle di
cemento, in quanto piu` basso e` il rapporto acqua/cemento. Il guadagno di resistenza dopo
28 giorni, per i calcestruzzi ad A.P. ed A.R., e` generalmente inferiore rispetto a quello osservato per il calcestruzzo ordinario essenzialmente a causa della mancanza di una sufficiente quantita` di acqua per il proseguimento dellidratazione.
Per i calcestruzzi contenenti fumo di silice, il guadagno di resistenza, dopo 28 giorni, e`
inferiore rispetto a quello di un calcestruzzo avente lo stesso rapporto acqua/cemento, ma
privo acqua/cemento dellaggiunta minerale.
P Curve
tensione-deformazione
Le principali differenze tra le curve tensione-deformazione in compressione dei calcestruzzi con Rck > 55 N/mm2, ed in particolare per i calcestruzzi con Rck > 75 N/mm2, e di
quelli ordinari sono:
maggiore linearita` nel tratto ascendente della curva;
deformazione leggermente maggiore alla tensione massima;
maggiore ripidita` del tratto discendente, indice di un comportamento piu` fragile.
e raccomandazioni generali
Di seguito una serie di raccomandazioni generali:
alcune azioni aggressive sono trattate meglio con un approccio prescrittivo, per esempio
la reazione alcali-silice, lattacco dei solfati o labrasione;
il livello di durabilita` ottenuto dipende da una combinazione di progetto di miscela, materiali ed esecuzione;
la prestazione di durabilita` richiesta dipende dalla durata richiesta per la vita di esercizio,
dal possibile uso futuro della struttura, dalle particolari misure protettive, dalla manutenzione programmata durante il servizio e dalle conseguenze dei guasti nel particolare ambiente locale;
per qualsiasi livello di prestazione richiesto, e` possibile derivare soluzioni alternative
equivalenti dalle diverse combinazioni dei fattori di progetto di miscela, materiali e costruzione;
il livello di conoscenza dellambiente e del microclima locale e` importante nella definizione dellaffidabilita` dei metodi di progetto basati sulle prestazioni.
P Selezione
I calcestruzzi che contengono unaggiunta di tipo II, per esempio pozzolanica o a latente idraulicita`, dovrebbero essere messi in una famiglia separata.
I calcestruzzi che contengono additivi che possono influenzare la resistenza a compressione, per esempio iperfluidificanti /superfluidificanti, acceleratori, ritardanti o additivi aeranti, dovrebbero essere trattati come calcestruzzi singoli o in famiglie separate.
Per dimostrare che gli aggregati sono simili, dovrebbero avere la stessa origine geologica, essere dello stesso tipo, per esempio frantumati, ed avere prestazioni simili nel calcestruzzo.
P Calcestruzzo
Nel caso di condizioni climatiche moderate, e` possibile ottenere una sufficiente resistenza al gelo utilizzando un calcestruzzo impermeabile.
Nel caso di condizioni climatiche molto dure e` consigliabile la produzione di pori daria
occlusa con un aerante per aumentare la resistenza al gelo, anche se il rapporto acqua/cemento e` uguale o inferiore a 0,60.
In generale, si puo` ottenere una resistenza sufficiente ai sali di scongelamento con la
produzione di pori daria occlusi.
P Calcestruzzo
P Calcestruzzo
resistente al calore
Il calcestruzzo stagionato non deve essere sottoposto per lungo tempo a temperature
maggiori di 250 oC altrimenti si possono avere perdite di resistenza ed una diminuzione di
altre importanti proprieta`.
Nel caso in cui agiscano, per parecchio tempo, temperature superiori, devono essere
utilizzati calcestruzzi speciali.
P Calcestruzzo
so di cemento non provoca un sensibile aumento di resistenza, ma favorisce invece, sottacqua, la fessurazione negli elementi strutturali, dovuta alla temperatura.
Durante la posa in opera, il calcestruzzo non deve mai cadere liberamente attraverso
lacqua, perche potrebbe essere dilavato e decomporsi.
Le estremita` verticali dei tubi devono essere sempre inserite molto profondamente nel
calcestruzzo, come nel metodo a tramogge, e non devono essere spostate lateralmente durante il pompaggio.
P Calcestruzzo
dei componenti
Durante il dosaggio dei componenti si raccomanda una tolleranza massima del 3%, del
5% degli additivi. In generale cemento ed inerti sono dosati in peso.
Anche linerte come regola generale deve essere pesato; la misura dellacqua di impasto
deve essere fatta a peso o a volume e la quantita` massima ammissibile dacqua si determina
dopo la misura di consistenza. Per i calcestruzzi che non devono superare un determinato
rapporto acqua/cemento (per esempio il calcestruzzo studiato CI ed i calcestruzzi a proprieta` speciali) il tenore di cemento deve essere sufficientemente elevato affinche questa
condizione sia sempre rispettata.
Per questo motivo, occorre tener conto dellumidita` delle superfici degli inerti ed eventualmente del loro assorbimento dacqua fino alla fine della lavorazione del calcestruzzo e,
alloccasione, del tenore di acqua dei materiali aggiunti e degli additivi, se questi contengono acqua in quantita` apprezzabile (per esempio i fluidificanti).
Gli additivi ed i materiali aggiunti in polvere devono sempre essere pesati; quando sono
liquidi o in pasta possono essere misurati sia pesandoli, sia in volume.
P Miscelazione
del calcestruzzo
Il calcestruzzo puo` essere mescolato in istallazioni fisse o in betoniere il cui volume va
in genere dai 5 ai 9 m2 .
Occorre mescolare i componenti sufficientemente a lungo per ottenere una miscela
omogenea.
E` consigliabile che la temperatura del calcestruzzo fresco non superi i 30 oC e non scenda al di sotto dei 5 oC; in paesi molto caldi devono essere adottate misure particolari e comunque occorre evitare che il calcestruzzo fresco si disidrati o si raffreddi troppo rapidamente.
La composizione del calcestruzzo fresco non deve essere mai modificata dopo la sua
uscita dal miscelatore.
P Calcestruzzo
preconfezionato
Il calcestruzzo deve presentare alla consegna in cantiere la consistenza e la composizione specificate. Non deve aver subito segregazioni, riscaldamenti o raffreddamenti inammissibili.
Deve mantenere per un tempo abbastanza lungo una consistenza che permetta la sua
messa in opera; fra il momento in cui si mette lacqua nella miscela e quello di scarico dal
veicolo da trasporto non si devono superare i 90 min.
Nei periodi caldi ridurre convenientemente i tempi di scarico.
Gli eventuali additivi devono essere aggiunti solo dopo aver messo lacqua.
Se la consistenza necessaria richiede unulteriore aggiunta dacqua al fine di non superare il rapporto acqua/cemento massimo ammissibile e` consigliabile aggiungere unopportuna quantita` di cemento.
La curva rappresentante la granulometria piu` conveniente degli inerti, in questo calcestruzzo e` posta in vicinanza della curva B (Fig. 2.2); si possono tuttavia utilizzare granulometrie discontinue.
Occorre verificare che la composizione prevista del calcestruzzo sia appropriata, che gli
inerti presentino una grande percentuale di granuli rotondi e che la quantita` di fine sia scelta in modo che il calcestruzzo abbia una buona coesione.
Il calcestruzzo fresco deve conservare una buona consistenza da plastica a fluida.
P Posa
nei casseri
La posa in opera non deve provocare segregazione; nel caso di getti in casseri profondi
bisogna utilizzare tubi che sbocchino presso il sito definitivo.
Il calcestruzzo devessere gettato in strati regolari, con spessori dipendenti dal metodo e
dallefficacia i compattazione. Non si ammette lo scarico a grandi mucchi con uno spandimento per vibrazione, perche in questo caso il calcestruzzo potrebbe presentare segregazione.
Per evitare fessure di ripresa orizzontali, mettere in opera in modo sufficientemente
continuo, affinche la compattazione del nuovo strato lo leghi completamente allo strato
compattato in precedenza.
P Compattazione
del calcestruzzo
Il calcestruzzo deve essere compattato il piu` velocemente possibile, in modo da contenere una quantita` minima di bolle daria; a seconda della consistenza del calcestruzzo, si
possono utilizzare vibratori, aghi, compattatori, colpi sui casseri ecc.
Bisogna porre attenzione particolare per ottenere un rivestimento denso intorno alle
barre darmatura.
Come regola generale si raggiunge una compattazione sufficiente quando la superficie
superiore e` continua e durante la vibrazione appare soltanto una piccola quantita` di bolle
daria.
Per i calcestruzzi a consistenza molto molle o fluida basta una compattazione leggera
come per vibrare ad ago.
P Giunti
di ripresa
I giunti di ripresa sono superfici in cui il getto e` interrotto per ragioni tecnologiche di
esecuzione.
Lungo tali superfici si ha una ridotta resistenza a trazione e quindi si consiglia di limitarne il numero per quanto possibile.
Se non si fa unesecuzione corretta, si corre il rischio che il calcestruzzo non sia abbastanza impermeabile nella zona del giunto di ripresa, e cio` potrebbe diminuire la protezione dellarmatura contro la corrosione; per questo motivo, i giunti indispensabili devono essere disposti in posizioni corrispondenti a sezioni poco sollecitate e quindi meno armate.
Per ottenere una buona aderenza tra il nuovo calcestruzzo e quello gettato anteriormente bisogna umidificare la vecchia superficie e trattarla con uno strato di latte di malta,
eventualmente additivato.
P Cura
Nei periodi caldi, le temperature elevate possono accelerare la presa, la velocita` di idratazione e il bisogno dacqua dellimpasto, rendere difficile la lavorabilita`, ridurre la resistenza finale e contribuire alla fessurazione del calcestruzzo fresco, dovuta al ritiro.
Al fine di ottenere la necessaria idratazione e` consigliabile proteggere il calcestruzzo
con teli oppure trattare la superficie mantenendola umida.
Analogamente, per difendere dal gelo il calcestruzzo, bisogna prendere adeguate misure di protezione, per evitare i danni dovuti al gelo ed assicurare lindurimento della pasta
di cemento.
Lindurimento del calcestruzzo puo` essere accelerato con un trattamento termico, come
nel caso della prefabbricazione; in tal caso occorre porre particolare attenzione alla cura e
basarsi su sperimentazione e controllo della produzione.
E estratti da LGCS
P Stagionatura
La stagionatura e` linsieme di precauzioni che, durante il processo di indurimento, permette di trasformare limpasto fresco in un materiale resistente, privo di fessure e durevole.
Con un adeguato periodo di stagionatura protetta, iniziato immediatamente dopo aver
concluso le operazioni di posa in opera, il calcestruzzo puo` raggiungere le sue proprieta` potenziali nella massa ed in particolare nella zona superficiale.
La protezione consiste nellimpedire, durante la fase iniziale del processo di indurimento:
lessiccazione della superficie del calcestruzzo perche lacqua e` necessaria per lidratazione del cemento e per evitare che gli strati superficiali del manufatto indurito risultino porosi. Lessiccazione prematura rende il copriferro permeabile e quindi scarsamente resistente alla penetrazione delle sostanze aggressive presenti nellambiente di esposizione.
Nei manufatti a sviluppo orizzontale, in particolare lastre e pavimentazioni, la perdita di
umidita` nella fase in cui limpasto e` ancora plastico puo` dar luogo alla fessurazione da ritiro plastico, con comparsa di fessure superficiali diffuse.
In generale, impedendo lessiccazione superficiale (stagionatura protetta), ed ottenendo
di conseguenza un manufatto dotato di un copriferro pressoche impermeabile e privo di
fessure, si favorisce anche il raggiungimento della resistenza meccanica desiderata per il
calcestruzzo;
il congelamento dellacqua di impasto prima che il calcestruzzo abbia raggiunto un grado
adeguato di indurimento;
che i movimenti differenziali, dovuti a differenze di temperatura attraverso la sezione del
manufatto, siano di entita` tale da generare fessure.
La risposta del calcestruzzo al processo di stagionatura dipende: dalla sua composizione: rapporto acqua/cemento, tipo e classe di cemento come pure tipo e qualita` delle aggiunte.
Un calcestruzzo di basso rapporto acqua/cemento prodotto con un cemento a rapido indurimento raggiunge piu` rapidamente la resistenza superficiale che assicura un ridotto grado di permeabilita`, e percio` necessita di una minore stagionatura rispetto ai calcestruzzi
con cemento che si idrata piu` lentamente oppure ai calcestruzzi contenenti un quantitativo
elevato di aggiunte di natura pozzolanica.
P Controllo
ordinaria
Si definisce ordinaria la stagionatura che avviene alla temperatura ambiente, nellintervallo 5-35 oC, con esclusione di qualsiasi intervento esterno di riscaldamento o di raffreddamento.
del tempo e dellumidita`.
In condizioni di temperatura e umidita` costanti e tali da consentire il procedere delle
reazioni di idratazione con andamento regolare, lo sviluppo della resistenza a compressione del calcestruzzo in funzione della classe del cemento ed a parita` di ogni altro fattore di
composizione, presenta landamento tipico mostrato nella figura seguente.
P Effetto
Figura 2.11 Esempio di sviluppo della resistenza a compressione di calcestruzzi di pari composi-
Figura 2.12 In figura e` messo in luce il ridotto sviluppo di resistenza di provini di calcestruzzo
conservati in ambiente secco o con moderata umidita` relativa (50% e 75%) rispetto
a quella di provini mantenuti in un ambiente umido (UR> 95%).
Gli effetti dellumidita` di stagionatura vengono quantitativamente evidenziati dalla normativa europea ove tratta dellesecuzione delle strutture:
la durata della stagionatura protetta dipende dalle prevalenti condizioni climatiche della
regione ove e` situato il getto;
Tabella 2.18
Classi climatiche
Classe U
umida
> 80%
Classe M
moderata
Classe S
secca
Classe SS
molto secca
< 45%
Proporzione
di resistenza
0,10
0,40
0,50
SS
0,60
Per quanto detto la stima della durata ottimale della stagionatura ordinaria protetta e`
un problema di una certa complessita`.
Rapido
10
Medio
15
10
Lento
15
10
15
10
P Stagionatura
Velocita` di sviluppo
della resistenza
a/c
Classe di resistenza
del cemento
rapida
< 0:5
42.5 R
media
0.5-0.6
< 0:5
42.5 R
32.5 R-42.5 R
lenta
Nel trattamento del calcestruzzo con vapore a bassa pressione si possono distinguere:
una fase di prestagionatura, una di aumento della temperatura, una di permanenza alla
temperatura massima ed una di raffreddamento.
Figura 2.13 Esempio di stagionatura a vapore alla pressione ordinaria.
1) Prestagionatura da 2 a 6h.
2) Riscaldamento non superiore a 20 oC.
3) Periodo alla massima temperatura.
4) Raffreddamento non superiore a 10 oC/h.
La temperatura iniziale dellimpasto e` di 13 oC.
Le caratteristiche delle fasi hanno una influenza determinante sulle resistenze finali.
Inoltre leffetto del trattamento termico dipende anche dalla natura del cemento.
Percio` prima dellinizio della produzione conviene procedere a indagini sperimentali
sui componenti e sul trattamento termico previsto, tenendo presenti regole e limitazioni,
relativamente a ciascuna fase, riportate nel punto 10.7 della UNI EN 206 o UNI 9858.
In conclusione una buona stagionatura e` necessaria per conseguire un risultato ottimale
da un buon calcestruzzo. Una stagionatura non corretta rende mediocre un calcestruzzo altrimenti buono, ma una stagionatura corretta non puo` compensare le deficienze di composizione e di scelta dei componenti del calcestruzzo. Tutti gli sforzi tesi a migliorare le condizioni di stagionatura risultano vani se la qualita` del calcestruzzo e` inadeguata.
Le azioni dellambiente sono classificate come classi di esposizione nella tabella 2.22 come previsto da UNI EN 206 e UNI ENV 1992.1 (EC2):
Tabella 2.22
Denominazione
della classe
Descrizione dellambiente
X0
XC2
XC3
Umidita` moderata.
XC4
Umidita` moderata.
XD2
Piscine.
Calcestruzzo esposto ad acque industriali contenenti cloruri.
XD3
(segue)
Descrizione dellambiente
XS2
Permanentemente sommerso.
XS3
XF2
XF3
XF4
XA2
XA3
Il calcestruzzo armato
3.1
Lintuizione che fosse possibile sfruttare la collaborazione statica tra materiali diversi,
dotati di caratteristiche complementari, per realizzare elementi strutturali di maggior resi-
Figura 3.1 La barra di acciaio non impedisce che le fessure si formino ma evita la crisi della struttura
poiche impedisce alle superfici adiacenti la fessura di allontanarsi.
Le barre dacciaio hanno la funzione di evitare che le fessure che si formano nel calcestruzzo si allarghino provocando la rottura dellelemento; in pratica esse ricuciono le
parti separate da fessure evitando che i conci si allontanino.
In figura 3.1 possono intravedere un arco principale che configura il flusso principale in
compressione che dai punti di applicazioni dei carichi fluisce agli appoggi; tale arco e` spingente, la sua spinta e` eliminata dalla presenza delle armature inferiori, che dunque e` opportuno siano in grado di assorbirne lazione indotta.
In seconda istanza lanalisi delle fessure induce a pensare che in realta` nella trave si inneschino diversi archi secondari con inclinazione dellimposta crescente allapprossimarsi dellappoggio. Tali archi sono connessi a quelli adiacenti e inducono una tensione crescente dalla mezzeria agli appoggi, dato che ogni arco induce una forza di spinta, che si
somma a quella degli altri archi.
3.2
Il calcestruzzo armato
3.3
da EC2
Gli acciai per barre di armatura sono classificati in EC2 nelle classi A, B, C.
Nellappendice C della UNI ENV 1992.1 vengono fornite le caratteristiche degli acciai,
con riferimento alla norma UNI ENV 13670-1 e alla UNI EN 10080.
Lacciaio A e` meno duttile; da A a C cresce la duttilita`.
Il diametro minimo della base e` 8 mm; per le staffe o per ferri di ripartizione viene indicato anche x 6 nella tab. c.2n.
tipo di
acciaio
B
A
propriet dell'armatura
BARRE E RETI
1,15
7,5%
5%
1,08
2,5%
1,05
ft
fy
uk
(%)
Figura 3.2 Proprieta` di barre e reti dei tre tipi di acciaio da cemento armato.
Le norme italiane hanno scelto il tipo C per la base di armatura, particolarmente indicati in zona sismica grazie della sua migliore duttilita`.
In generale si raccomanda di limitare il tipo B 450 A alle sole reti e comunque per diametri limitati e livelli di cemento bassi.
P Barre
tonde lisce
Sono in pratica scomparse dato che non garantiscono una adeguata aderenza laterale
tra barra e calcestruzzo e richiedono per ottenere una sicurezza accettabile luso di ganci, o
uncini, terminali.
Sono costituite da tondi di diametro compreso tra 5 e 30 mm prodotti con due tipi di acciaio:
FeB22k e FeB32k (a livello europeo S220 e S320, con S Steel, o con B bar).
P Barre
ad aderenza migliorata
Si differenziano dalle barre lisce per la loro superficie dotata di risalti, che aumentano
laderenza al conglomerato cementizio, ottenuti mediante laminazione con speciali rulli o
compressione in stampi.
Nella vecchia nomenclatura sono ancora in commercio il tipo FeB38k e il FeB44k (a livello europeo B375 e B430), classificabili come acciaio tipo C.
A partire dalle norme tecniche 2005 viene citato lacciaio con la sigla B450C, relegando
il tipo A solo alle reti elettrosaldate. In pratica il cambio e` solo nominale, dato che le acciaierie producono gia` i due tipi con resistenza superiore a 450, per cui il problema del
cambio di denominazione e` solo un discorso formale.
Per diametro di una barra ad aderenza migliorata si considera il diametro di una barra
tonda equipesante, calcolato nellipotesi che la massa volumica dellacciaio sia di 7850
kg=m3 .
Tabella 3.1 Diametro, sezione e peso unitari delle barre di acciaio ad aderenza migliorata
Diametro
(mm)
Sezione
mm2
cm2
Peso
N/m
Peso
Kg/m
19,63
0,19
1,510
0,154
28,27
0,28
2,176
0,222
38,48
0,38
2,961
0,302
50,26
0,5
3,873
0,395
63,61
0,63
4,893
0,499
10
78,53
0,78
6,050
0,617
12
113,09
1,13
8,707
0,888
14
153,93
1,53
11,845
1,208
16
201,06
2,01
15,473
1,578
18
254,46
2,54
19,592
1,998
20
314,15
3,14
24,181
2,466
22
380,13
3,80
29,261
2,984
24
452,38
4,52
34,821
3,551
26
530,92
5,30
40,871
4,168
28
615,75
6,15
47,402
4,834
30
706,85
7,06
54,413
5,549
Il peso di una barra di acciaio di lunghezza di 1 metro, si ottiene moltiplicando il volume della barra
stessa per il peso specifico della barra dacciaio.
L 1 m
A in m2 ;
p Armatura
principale
I ferri longitudinali possono essere ferri diritti e ferri piegati: essi sono disposti in senso
longitudinale e seguono il lembo teso degli elementi strutturali con la specifica funzione
di assorbire gli sforzi di trazione, ovvero di impedire alle fessure del calcestruzzo di
aprirsi.
Spezzoni
Possono essere diritti o piegati allestremita`.
Servono per incrementare larmatura principale nelle zone in cui lelemento strutturale
e` soggetto a sforzi di tensione particolarmente elevati.
Reggistaffe
Consentono la corretta sistemazione delle staffe durante il montaggio dellarmatura
metallica delle travi, oltre a contribuire, in modesta misura, ad assorbire sforzi assiali. I
reggistaffe sono in pratica i ferri longitudinali posti nellangolo della staffa, in punti non
richiesti dal calcolo dei ferri in trazione. Tuttavia la funzione delle barre in zone compresse o poco sollecitate aiuta ad incassare tensioni impreviste o non indotte direttamente dai carichi.
p Armatura
secondaria
Staffe
Sono dotate di una forma che si adatta al perimetro della sezione; le staffe delle travi
contribuiscono, insieme ai ferri piegati, ad assorbire le tensioni che si generano nellanima della struttura, che sarebbero responsabili di fessure secondarie inclinate interessanti la parte centrale della struttura.
Le staffe dei pilastri impediscono le deformazioni laterali dei ferri diritti; per particolari
pilastri, detti cerchiati, al posto delle staffe si realizza un avvolgimento a spirale attorno
ai ferri longitudinali.
Armatura di ripartizione
E` prevista, in alcuni tipi di strutture, come per esempio le solette piene, per garantire la
corretta ripartizione degli sforzi tra le barre che costituiscono larmatura principale.
Nei casi in cui gli sforzi sono simili nelle due direzioni, si puo` ricorrere alluso di reti
elettrosaldate.
Larmatura metallica deve essere realizzata con barre ad aderenza migliorata. La normativa prescrive che qualora si usino le barre lisce esse vengano piegate a uncino alle
loro estremita` per ancorarle.
3.4
La distinta dei ferri si prepara secondo la UNI 9120 o ISO 4066; per ciascuna sagoma si indica:
Data
(Ragione sociale)
Dimensioni delle
parti curve (cm)
a
d e/r
Modifiche
Codice
di sagoma
Massa
totale (kg)
Numero
totale barre
Numero barre
a elemento
Numero di
elementi
Lunghezza di
ogni barra (m)
Diametro (mm)
Tipo di acciaio*
Riferimento
della barra
Elemento
Eseguito da
Indice
modifiche
Controllato da
* Raggruppare gli elementi costituiti con lo stesso tipo di acciaio e separare i gruppi con una
linea orizzontale grossa.
p Metodo
Le dimensioni delle parti curve devono essere annotate come in figura 3.4; le dimensioni da indicare sono quelle esterne massime. Il raggio di curvatura deve rispettare i minimi
indicati dalle norme e deve essere fornito in funzione del diametro della barra
a (diametro esterno)
b
a
b
P Codificazione
delle sagome
Il codice delle sagome si compone di due caratteri numerici, entrambi compresi fra 0 e
7. Il primo numero indica il numero delle pieghe contenute nella sagoma, il secondo carattere individua langolo di piegatura e il senso delle piegature (Tab. 3.4).
Tabella 3.4
1o carattere
2o carattere
numero
significato
numero
significato
senza piegatura
barre diritte
1 piegatura
2 piegature
piegatura a 90o di raggio non normalizzato, tutte le curve nel medesimo senso
3 piegature
piegatura a 180o di raggio non normalizzato, tutte le curve nel medesimo senso
4 piegature
5 piegature
archi di cerchio
piegatura a < 90o, le curvature non sono tutte nel medesimo senso
eliche
archi ed eliche
speciale
Le sagome correnti sono in totale 16 e sono riportate nella figura 3.5, nella quale troviamo il codice di sagoma e la sagoma.
N di
Codice
Sagoma
N di
Codice
00
31
11
33
12
13
15
Sagoma
41
44
46
21
51
25
67
R
26
77
P Acciaio
zincato
Le armature zincate sono piu` economiche di quelle inox ma la zincatura deve essere effettuata nel ferro gia` lavorato. Questa evenienza ostacola tantissimo limpiego dellacetato
zincato. La zincatura deve essere applicata alla gabbia prima della messa in opera. Lacciaio zincato ha unaderenza leggermente piu` bassa del calcestruzzo rispetto allacciaio normale non rivestito di zinco; il contatto tra la superficie zincata e il calcestruzzo fresco porta
alla formazione di sali insolubili di zinco. Lattacco alla zincatura e` superficiale e cessa alla
presa del calcestruzzo fresco. Limpiego di armature zincate fa crescere il costo dellopera
del 2-4%; laggravio puo` essere molto contenuto nel caso si impieghino le barre zincate solo in prossimita` delle superfici aggredibili dalle condizioni ambientali.
P Acciaio
inox
Nel caso di ambiente molto aggressivo e` opportuno utilizzare acciai inox, che costituiscono tecnicamente unottima soluzione per la durabilita`; essi purtroppo sono molto costosi. Per proteggere lacciaio dalla corrosione si possono utilizzare anche acciai zincati a caldo; tale soluzione, osteggiata a lungo per diffidenza sulladerenza tra acciaio e calcestruzzo,
negli ultimi tempi ha avuto un aumento di utilizzo, garantendo una durabilita` sensibilmente
piu` elevata rispetto agli acciai normali.
Lacciaio inossidabile austenico, disponibile nelle classi AISI 304 e AISI 316, presenta
le seguenti proprieta`, poi traducibili in vantaggi derivanti da un suo impiego:
Controllo di qualita`
Cap. 7 di EC2.1
Una struttura in cemento armato deve essere controllata durante la sua esecuzione in
modo da verificare che i requisiti richiesti siano soddisfatti.
I controlli sono di tre tipi:
5.1
Requisiti di durabilita`
Cap. 4 di EC2.1
Una struttura e` durevole se non perde la sua funzionalita` o se non richiede manutenzioni non previste. Per la maggior parte delle costruzioni le disposizioni generali della presente norma sono sufficienti a garantire una vita soddisfacente della struttura.
Una struttura puo` subire dallambiente esterno diversi tipi di azioni diverse dai carichi:
a) Azioni chimiche:
uso della costruzione;
ambiente aggressivo;
contatto con gas o liquidi aggressivi.
b) Aggressioni fisiche: abrasioni
gelo-disgelo;
penetrazione dacqua.
Le aggressioni possono essere evitate con appropriate specifiche dei materiali, in aggiunta e` richiesto adeguato copriferro.
In linea di massima i provvedimenti piu` efficaci per ottenere una struttura piu` durevole
sono:
In fase di progetto si deve tener conto della durabilita` della struttura, in particolare
adottando una forma adeguata, minimizzando le fessure, ponendo attenzione alla disposizione delle armature. Per la corrosione delle armature e` sufficiente un adeguato copriferro.
Per confezionare un calcestruzzo durevole rispettare le prescrizioni della UNI EN 206-1.
Per la protezione contro la corrosione rispettare le prescrizioni contenute nei seguenti
paragrafi di EC2.1:
4.1.3.3. copriferro;
5 disposizioni costruttive.
Fissata la destinazione e i carichi che deve sopportare, una struttura e` adeguatamente
durevole se esplica le sue funzioni risultando idonea allesercizio richiedendo opere di manutenzione contenute.
La durabilita` puo` essere influenzata sia da azioni dirette che da effetti indiretti.
Lambiente produce sulla struttura un insieme di azioni chimiche e fisiche; a seconda
del tipo di effetto che le azioni possono avere sulla struttura vengono introdotti diversi livelli di aggressione esterna, indicate come condizioni ambientali e riportate nella Tabella
5.1, aggiornata da quella riportata in precedenza da UNI EN 206-1.
Tabella 5.1 Classi di esposizione relative alle condizioni ambientali
Classi di esposizione
1
ambiente secco
2
ambiente
umido
a
senza
gelo
b
con
gelo
3
ambiente umido con gelo
e impiego di sali di disgelo
4
ambiente
marino
a
senza
gelo
b
con
gelo
derie)
componenti esterni
componenti in terreni e/o acque non aggressivi
componenti esterni esposti al gelo
componenti in terreni e/o acque non aggressivi ed esposti al
gelo
componenti interni con alta umidita` ed esposti al gelo
componenti interni ed esterni esposti al gelo e agli effetti dei
sali di disgelo
componenti totalmente o parzialmente immersi in acqua mari-
na o soggetti a spruzzi
componenti esposti ad atmosfera satura di sale (zone costiere)
componenti parzialmente immersi in acqua marina o soggetti
gelo
Le classi che seguono si riscontrano sole o combinate con le classi di cui sopra
5
ambiente
chimico
aggressivo
vedi ISO/DP 9690.
a
b
c
solidi)
ambiente chimico fortemente aggressivo (gas, liquidi o solidi)
E LGCS
5.2
Agli effetti della vita in servizio occorre distinguere tra durabilita` potenziale del calce-
struzzo, inteso come materiale da utilizzare in una specificata condizione ambientale, e durabilita` effettiva del calcestruzzo in opera, cioe` con le proprieta` che esso ha nel contesto
della struttura.
Premesso che ogni fenomeno di deterioramento che si manifesta in una struttura e` la
conseguenza della incompatibilita` tra qualita` locali del calcestruzzo e condizioni locali di
esposizione, appare evidente che la vita in servizio associata al calcestruzzo come materiale
potra` essere effettivamente raggiunta nella struttura purche, a posa in opera avvenuta, la
qualita` del calcestruzzo non sia stata in qualche modo compromessa e purche le condizioni
di esposizione stimate in sede di progetto non subiscano nel tempo variazioni di rilievo.
I fattori responsabili di variazioni negative nelle proprieta` locali del calcestruzzo possono avere origine:
a) dalla complessita` delle scelte architettoniche e progettuali;
b) dalladozione di procedure di lavorazione non adatte alla specifica applicazione o, se
adatte, non attuate correttamente;
c) dalla inefficacia del controllo di qualita`;
d) dallimpiego di materiali non idonei, negli interventi di ripristino.
Poiche quanto specificato nel presente paragrafo circa la composizione del calcestruzzo
ha come scopo lottenimento di un materiale con ridotta permeabilita`, e` fondamentale per
la durabilita` della struttura evitare:
a) la presenza di vuoti dovuti ad inadeguata compattazione o a non omogenea distribuzione dellimpasto nella cassaforma;
b) la formazione di fessure da ritiro plastico;
c) linterruzione anticipata della stagionatura protetta;
d) la riduzione del copriferro al di sotto del limite minimo previsto.
Ai fini della durabilita`, il calcestruzzo dovrebbe avere un coefficiente di permeabilita` K
inferiore o uguale a 1011 m/s o una resistenza alla penetrazione dacqua secondo ISO
7031-1994 (UNI EN 07.04.113.0), con valore massimo non superiore a 50 mm e valore medio non superiore a 20 mm. Quindi sono da considerare equivalenti le prescrizioni seguenti, relative allimpermeabilita` di un calcestruzzo:
coefficiente di permeabilita` K 1 1011 m/s
spessore medio di penetrazione dellacqua 20 mm.
Nella pratica ordinaria il controllo di qualita` del calcestruzzo durabile e`, piu` semplicemente, basato sulla misura della resistenza a compressione (resistenza caratteristica). Il criterio ha come riferimento la relazione permeabilita`-rapporto acqua/cemento-resistenza
meccanica.
Al diminuire del rapporto acqua/cemento, diminuisce il volume dei pori capillari o penetrabili dalle sostanze presenti nellambiente di esposizione e di conseguenza diminuisce
la permeabilita` mentre aumenta la resistenza meccanica.
Oltre ai fattori discussi, sulla durabilita` della struttura influiscono il microclima ed i dettagli di progetto.
Il microclima rappresenta le condizioni di esposizione effettivamente esistenti a contatto con la superficie della struttura; esso puo` essere diverso dal macroclima e, con riferimento alla struttura, diverso da zona a zona. A causare diversita` e variabilita` concorrono i dettagli di progetto e situazioni particolari che si manifestano durante il servizio.
Pertanto natura ed entita` del deterioramento nel tempo dipenderanno dalla maggiore o
minore compatibilita` tra microclima e qualita` locale del calcestruzzo in opera. In conclusio-
ne, tenuto conto che, allo stato attuale delle conoscenze, non e` possibile sottoporre le decisioni assunte ad unanalisi del rischio, progettare in funzione di una data vita in servizio,
non esclude a priori la necessita` di dover effettuare interventi di manutenzione al fine di
mantenere la funzionalita` della costruzione.
Lo scopo che in ogni caso si raggiunge e` di limitare gli effetti deleteri della penetrazione
delle sostanze potenzialmente aggressive, presenti nellambiente di esposizione e quindi di
ridurre numero, estensione e gravita` degli interventi di manutenzione.
I processi a rischio per la durabilita` di una struttura in calcestruzzo armato esposta in
ambiente naturale, fatta eccezione per la reazione alcali-aggregato, sono lattacco chimico,
la corrosione dellarmatura, i cicli di gelo e disgelo.
Gli agenti aggressivi che attaccano con effetti deleteri la matrice legante del calcestruzzo sono elencati nella tabella 5.2, insieme al grado di attacco prodotto in base alla concentrazione.
Tabella 5.2 Dettaglio agenti aggressivi
Grado di attacco
Debole
Moderato
Forte
pH
6,5-5,5
5,5-4,5
4,5.4,0
15-30
30-60
60-100
15-30
30-60
60-100
100-300
300-1500
1500-3000
200-600
600-3000
3000-6000
2000-6000
6000-12000
> 12000
di impasto gia` carbonatato, qualora i pori siano pieni di acqua, la velocita` di carbonatazione
decade per la lentezza con la quale lanidride carbonica si diffonde attraverso il liquido.
Gli ioni cloruro penetrano nella matrice legante dellimpasto per diffusione ed avanzano piu` rapidamente del fronte di carbonatazione. La penetrazione avviene sia nel calcestruzzo saturo di acqua che in quello parzialmente essiccato. I cloruri reagiscono soltanto
con lalluminato di calcio a formare cloroalluminato di calcio idrato ma la reazione e` meno
determinante per quanto riguarda il rallentamento della penetrazione.
I fattori ambientali che promuovono il processo di corrosione sono la anidride carbonica e/o i cloruri; una volta che il metallo e` stato depassivato, concorrono a mantenere attivo
il processo lumidita` relativa dellaria, che determina quella interna del calcestruzzo, ed il
rifornimento di ossigeno indispensabile per mantenere attiva la reazione catodica.
In condizioni di clima secco, quando la resistivita` del calcestruzzo puo` superare 100.000
Ohm cm, il processo di corrosione e` inibito anche in presenza di una alta concentrazione
di cloruro e nonostante che la porosita` priva di acqua faciliti lingresso dellossigeno.
La velocita` di corrosione aumenta con lumidita` relativa interna del calcestruzzo, diventa significativa quando questa supera il 75%, raggiunge un massimo intorno al 95%, quindi
decade rapidamente e diventa trascurabile a saturazione per la bassa velocita` con la quale
lossigeno si diffonde nei pori pieni di acqua o quasi.
Il comportamento descritto suggerisce che il fattore controllante della velocita` di corrosione e` soprattutto la resistivita` del calcestruzzo; sono considerati critici i valori di resistivita` minori di 5000-10000 Ohm cm. La velocita` di corrosione aumenta con la temperatura.
Oltre al processo di corrosione, anche lattacco da gelo-disgelo e quello chimico sono
influenzati dal grado di saturazione del calcestruzzo e quindi dalle condizioni prevalenti di
umidita` dellambiente di esposizione.
Tutti i processi di deterioramento richiedono acqua; il fattore importante e` lo stato di
umidita` nel calcestruzzo che si mantiene costante quando e` stazionaria lumidita` esterna.
Quando questultima e` variabile occorre tenere presente che il calcestruzzo assume acqua
dallambiente piu` rapidamente di quanto la perda e di conseguenza lumidita` media interna
tende ad essere piu` alta dellumidita` dellambiente.
Il principio vale anche per le strutture in ambiente marino, nella zona del bagnasciuga,
e questo significa che anche durante il periodo non bagnato il calcestruzzo continua ad essere pressoche saturo.
Linfluenza dellumidita` interna del calcestruzzo sui vari tipi di processo e` mostrata nella tabella 5.3.
Tabella 5.3 Influenza umidita` interne del calcestruzzo
U.R.
del calcestruzzo
Reazione di
carbonatazione
Corrosione dellacciaio
nel calcestruzzo
Calcestruzzo
carbonatato
Calcestruzzo
contaminato
da cloruri
Cicli di
gelo
e disgelo
Attacco
chimico
Bassa 45-65%
Media 65-85%
Alta 85-98%
Satura
Le sostanze naturali piu` comuni che si attivano in presenza di umidita` relativa del calcestruzzo sono: lanidride carbonica necessaria per la carbonatazione, lossigeno necessario
per la corrosione, gli ioni cloruro che promuovono la corrosione depassivando lacciaio dellarmatura, gli acidi che sciolgono la matrice cementizia, i solfati che danno reazione espansiva con il cemento, gli alcali liberati nella idratazione del cemento che possono eventualmente reagire con alcuni tipi di aggregato.
Le misure di prevenzione che debbono essere adottate nel caso della reazione alcali-aggregato e nel caso di attacchi da parte di sostanze provenienti da ambienti non naturali (ad
esempio da lavorazioni e scarichi industriali) vanno decise in relazione alla specifica situazione. Per la reazione alcali-aggregato e` consigliabile consultare un esperto con competenza diretta sullargomento.
Per il calcestruzzo, inteso come materiale, la composizione ed i componenti in grado di
garantire meglio la durabilita` sono stati individuati essenzialmente sulla base di ricerche di
laboratorio studiando il comportamento di provini, a volte di elementi strutturali di geometria semplice e di limitate dimensioni, in ogni caso di campioni accuratamente preparati e
conservati in condizioni di esposizione ben definita e controllata.
I criteri in base ai quali si definisce la durabilita` del calcestruzzo fanno riferimento al tipo e al contenuto di cemento, al rapporto a/c ed allo spessore del copriferro.
Tabella 5.4 Caratteristiche cemento Portland 32.5R, con armature Dmax 20-32 mm
Contenuto minimo
di cemento (kg/m3)
Resistenza caratteristica
minima N/mm2
0,60
280
30
XC1, XC2
0,55
300*
37
0,50
320*
37-40
0,45
350*
45
a/cmax
Descrizione dellambiente
di esposizione
Molto secco
Descrizione dellambiente
di esposizione
Secco
XC2
XC3
Umidita` moderata
Edifici con interni a umidita` relativa da moderata ad alta; calcestruzzo esterno riparato
dalla pioggia
XC4
Umidita` moderata
XD2
XD3
XS2
Sommerso
XS3
XF2
XF3
XF4
6 - Attacco chimico
XA1
Pile ponti
XA2
Aggressivita` moderata
XA3
Aggressivita` forte
5.3
Vita in servizio
Figura 5.1 Profondita` della carbonatazione in funzione del tempo, del tipo di cemento e del rap-
porto acqua/cemento. Cfr. ACI Sp. 100, 1987 Concrete durability Vol. 1.
Il diagramma della figura 5.2 indica gli anni di vita in servizio in funzione della classe di
resistenza e per un dato spessore del copriferro. Per i cloruri e` stato assunto un livello critico di 0,4% sul peso di cemento.
Per limitare la velocita` di penetrazione dei cloruri occorre utilizzare calcestruzzi di elevata classe di resistenza, e cio` significa usare bassi rapporti acqua/cemento, superfluidificante, cemento preferibilmente del tipo 42,5 R, contenuti di cemento ben al di sopra di 300
kg/m3.
Un contenuto alto di cemento abbassa la velocita` di penetrazione in primo luogo perche da` al calcestruzzo unelevata capacita` di combinazione nei confronti della sostanza aggressiva, in secondo luogo perche produce un aumento del volume di matrice cementizia,
diminuendo proporzionalmente lestensione dellinterfaccia aggregato-matrice, che e` notoriamente lanello debole della catena resistente.
Sulla base delle considerazioni precedenti risulta che una maggiorazione dello spessore
del copriferro non potra` compensare ne la maggiorazione del rapporto acqua/cemento, ne
la rinuncia ad un elevato contenuto di cemento.
Norme di esecuzione
6.1
D.M. 14.1.2008
P Impasti
Gli impasti devono essere preparati e trasportati in modo da escludere pericoli di segregazione dei componenti o di prematuro inizio della presa al momento del getto. Il getto deve essere convenientemente compattato; la superficie dei getti deve essere mantenuta umi-
da per almeno tre giorni. Non si deve mettere in opera il conglomerato a temperature minori di 0 oC, salvo il ricorso ad opportune cautele.
P Giunzioni
Le giunzioni delle barre in zona tesa, quando non siano evitabili, si devono realizzare
possibilmente nelle regioni di minor sollecitazione, in ogni caso devono essere opportunamente sfalsate.
Le giunzioni di cui sopra possono effettuarsi mediante:
saldature;
manicotto filettato;
sovrapposizione calcolata in modo da assicurare lancoraggio di ciascuna barra.
In ogni caso la lunghezza di sovrapposizione in retto deve essere non minore di 20 volte
il diametro.
P Barre
piegate
Le barre piegate devono presentare, nelle piegature, un raccordo circolare di raggio
non minore di 6 volte il diametro.
P Copriferro
ed interferro
La superficie dellarmatura resistente, comprese le staffe, deve distare dalle facce esterne del conglomerato di almeno 0,8 cm nel caso di solette, setti e pareti, e di almeno 2 cm
nel caso di travi e pilastri. Tali misure devono essere aumentate, e portate rispettivamente
per solette e travi a 2 e 4 cm in presenza di salsedine, di emanazioni nocive, od in ambiente
comunque aggressivo.
Copriferri maggiori possono essere utilizzati in casi specifici (es. Opere idrauliche). Le
superfici delle barre devono essere mutuamente distanziate in ogni direzione di almeno
una volta il diametro delle barre medesime e, in ogni caso, non meno di 2 cm.
In EC2 vengono forniti i copriferri minimi per le diverse tipologie di costruzione e per
gli ambienti in cui esse si trovano.
P Disarmo
La fase del disarmo rappresenta un momento molto delicato: in prima istanza e` al disarmo che la struttura deve assumersi lonere di autosostenersi, per cui una resistenza ancora
inadeguata puo` portare al collasso della struttura.
Il disarmo coincide con il trasferimento alla struttura dei carichi imposti, per cui la stagionatura raggiunta si ripercuote sul comportamento futuro e sulla deformazione della
struttura, in particolare incide sul comportamento deformativo di tipo viscoso.
Non ultimo un disarmo prematuro puo` causare piccole rotture di bordi e spigoli, ancora
non abbastanza resistenti, con danni estetici e funzionali alla struttura stessa.
Il disarmo deve avvenire per gradi ed in modo da evitare azioni dinamiche adottando
opportuni provvedimenti.
Il disarmo non deve avvenire prima che la resistenza del conglomerato abbia raggiunto
il valore necessario in relazione allimpiego della struttura allatto del disarmo, tenendo anche conto delle altre esigenze progettuali e costruttive; la decisione e` lasciata al giudizio
del direttore dei lavori.