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DACIA MARAINI, Per proteggerti meglio, figlia mia


PADRE: Io sono il padre. Il padre di Maria. Lei l, bionda, piccola e dolcissima. Da quando
morta sua madre, siamo soli in questa grande casa. La lasciamo tranquillamente andare alla
deriva. Nessuno pi pulisce o spolvera. Gli echi si sono fatti pi profondi. Gli specchi
riflettono meglio le nostre facce smagrite. Maria non si lamenta mai. savia e tranquilla,
intelligente.
Dopo la morte di sua madre non pi voluta andare a scuola. Prima stata a lungo malata, poi
diceva di sentirsi a disagio fra le sue compagne, le sembrava di non essere allaltezza. Io
comunque la faccio studiare lo stesso. Passiamo due ore al giorno al tavolino coi libri e i
quaderni. Ha una sorprendente capacit d apprendimento. Solo ogni tanto ha qualche
momento di... di... sconforto? Mentre stiamo mangiando a tavola si mette a piangere. Ma
non piange onestamente, direttamente, aprendo la bocca e tirando fuori le lacrime. Piange
succhiandosi le labbra, senza bagnarsi gli occhi, singhiozzando dal di dentro. In questo caso
le metto una mano sulla nuca e cerco d tranquillizzarla. La proteggo, ecco, credo che la mia
bambina abbia soprattutto bisogno di protezione poich ha la tendenza a perdersi come una
coccinella su una foglia di lattuga.
MARIA: Io sono Maria, e quello mio padre. Mia madre morta un anno fa. Volevo tor nare a

scuola ma lui mi ha trattenuta: dice che sono troppo fragile, che potrei pren dermi un'altra
polmonite. un padre amorevole. buono, dolce, gentile. Si occupa di me. Mi protegge. Lui
dice che ho molto bisogno di protezione. Da quando mia madre morta la casa tutta per
noi. Non vuole che esca. Dice che sono la sua principessa. La mattina va a fare la spesa. Mi
porta sempre delle cose buone, fresche: la panna per esempio. Lui sa che sono golosa di
panna montata.

PADRE: La panna le piace tanto. A volte vado dal pasticcere e gli dico: mi riempia una brioscina

con tanta panna fresca. Ma ne metta di pi, ancora di pi, che piace molto alla mia bambina.
Appena Maria mi vede tornare a casa con il sacchetto della pasticceria, gi sa che poco
qualcosa per lei. E mi viene incontro festosa.

MARIA: La brioscina con la panna a me piace tanto. Lui appena pu me la porta, dentro un

sacchetto della pasticceria. Io lo vedo dalla finestra e mi rallegro. Delle mattine si presenta
con un mazzetto di fiori. Che siano profumati, pap, ti prego, non sopporto i fiori senza
profumo... E lui fa s con la testa. Quando fa s con la testa sorride come un re. Una sera
tornato a casa con due tartarughine d'acqua chiuse dentro una boccia. Ce le ho ancora
in camera. Cambio sempre l'acqua e loro nuotano, nuotano. Per mi mettono tristezza,
perch girano in tondo come se fossero in prigione. In effetti sono in prigione.

PADRE: La mia bambina stata molto malata dopo la morte di sua madre. Pensavo di
perderla. Ha avuto una polmonite dietro l'altra, sei mesi di polmoniti. Io non l'ho mai
lasciata sola. Il medico mi diceva: vada a dormire un poco, Signor Ettore, ci penso io a
sua figlia. Ma non mi fidavo: e se poi muore mentre dormo? Per questo sono rimasto
sempre al suo capezzale. Finch una mattina il medico ha detto: fuori pe ricolo, vada
pure a dormire, signor Piet, la febbre non c' pi, lo sente come respi ra bene la
bambina? Sono uscito ma non per andare a dormire. Mi sono precipitato in chiesa e ho
acceso un grosso cero alla Madonna per il regalo che mi aveva fatto.
rimasta fragile Maria, tanto fragile, per questo ha bisogno di cure continue e di
protezione.
MARIA: Sono stata molto malata dopo la morte della mamma. Lui rimasto sempre al mio
capezzale. Ogni tanto mi inumidiva le labbra con una pezzuola bagnata. Mi parlava
piano nell'orecchio: bambina mia non andartene, stai con me, ti prego, resta con me... la
mamma la raggiungerai un'altra volta, resta con me, ti prego, ti prego... faremo tante
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cose belle insieme, diceva. Da quando sono guarita sono cresciuta di dieci centimetri.
Abbiamo segnato le tacche sul muro. Per un anno sono rimasta a uno e cinquanta, poi
improvvisamente dice centimetri. Per lui dice che ho la tendenza a ingrassare. Se
prendi ancora dei chili diventerai una cicciona. E ride. Mi piace quando ride. Si scuote
tutto, come un omino sulla molla che avevo da piccola. Gli davo una spinta e lui
cominciava a dondolare, a scuotersi.
PADRE: Non so come far quando arriver il momento di sposarsi. Ormai ha sedici anni.
Potrebbe gi cominciare a pensarci. Ma come fa una bambina a sposarsi? Il suo cuore
rimasto infantile, come il cuore di una bimba di sei anni. E poi goffa, fragile incapace.
Qualche volta non riesce a mangiare da sola e io la imbocco.
MARIA: Dice che se mangio da sola mi sbrodolo. Gli piace imitare la mamma quando mi
veniva dietro col piatto e io avevo cinque anni: ecco arriva un aereo pieno di... patate!
Apri la boccuccia amore mio, aprila bene. Oh, finalmente le patate sono scivolate sulla
lingua. Ora chiudi la bocca e mastica bene. Ora mastica, mastica come un vecchio
cammello. Hai i denti e non sai neanche masticare che io mandavo gi tutto in fretta
per passare agli altri bocconi. Se si stancava mi rimproverava che ero lenta.
PADRE: Le ho comprato un vestito di organza bianco, bellissimo. Lei ha battuto le mani
quando l'ha visto. Pap, meraviglioso! ha detto. Sembra quasi un abito da sposa. Ma
non lo . Posso uscire con te domenica prossima per andare a passeggio? Mi ha detto,
candida come una colomba... Ma come faccio a portare in giro una bimba che ha paura
di tutto, piange quando non dovrebbe e si sbrodola quando mangia?
MARIA: Pap dice che dovrei cominciare a prepararmi al matrimonio. Ma se non metto mai
il naso fuori dalla porta, come faccio a trovare qualcuno che mi voglia sposare? Le rare
volte che apro le finestre e mi sporgo per respirare un poco d'aria, mi raggiunge alle
spalle con fare sospettoso. Dice che faccio la civetta. Voglio solo respirare un poco
d'aria, pap! Lui storce la bocca come quando sta per arrabbiarsi e io mi mordo le
labbra. Se gli scappa la furia finisce per prendere la cinghia e darmele.
La cinghia mi fa paura. Anche se so che ha ragione, lo fa per il mio bene. Quando
comincia a battermi diventa tutto rosso in faccia. Gli occhi gli si fanno cupi, e suda,
suda. Pap, basta, ti prego! Ma pi lo prego e pi lui infierisce. Per questo sto attenta a
quello che dico. Lo so che lo fa per aiutarmi a crescere, ma vorrei tanto che non usasse
la cinghia.
PADRE: talmente ubbidiente che non devo mai usare le maniere forti con lei. Basta una
parola un poco asciutta, mi obbedisce subito. tanto cara la mia Maria. Sono sicuro che
diventer una donna perfetta pronta per diventare una moglie perfetta. Solo ancora
qualche anno di disciplina e poi la lancer nel mondo. Troveremo un principe per lei, un
uomo meraviglioso che le offra tutto quello che desidera e l'adori come l'adoro io.
MARIA: Lui mi adora, e lo dice sempre. Qualche volta desidererei che mi adorasse di
meno. Per potere uscire di casa. Ma come faccio a deluderlo? Dice che se lo deludo si
butter sotto un tram. Io lo so che capace di farlo. Andrebbe al passaggio a livello,
aspetterebbe l'arrivo del treno e poi bum, si butterebbe sotto per il dolore che io l'ho
deluso. Sarebbe come se l'avessi ucciso io. Sarebbe un parricidio. Ma io non lo delu der mai, mai.
PADRE: Lei non mi deluderebbe mai. talmente attaccata a me che se dovessi allontanarmi ne morirebbe. Laltro giorno sono uscito la mattina per fare la spesa. Poi ho
incontrato un amico e sono rimasto con lui fino alle due. Lho accompagnato a casa sua
dall'altra parte della citt e quando sono tornato erano le tre. Tornando, l'ho trovata che
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piangeva, in quel suo modo da monachella, succhiandosi le labbra, a ciglia asciutte.


Non ho potuto fare a meno di prendere la cinghia. Non voglio che pianga per me. Deve
anche imparare a stare sola. Come far quando sar sposata?
MARIA: Laltro giorno pap uscito la mattina presto dicendo che andava a fare la spesa e
all'ora di pranzo non era ancora tornato. Cosa dovevo fare? Mangiare da sola le fettine
che avevo cucinato? Oppure aspettarlo? E se poi si arrabbiava perch n avevo
mangiato? Oppure si sarebbe infuriato perch non lo avevo aspettato... Nel dubbio
stavo mordendomi le labbra dietro la finestra quando l'ho visto arrivare rapido e
frettoloso, con una borsa piena di roba. Non ho fatto in tempo a scendere. Lui salito,
mi aveva vista dietro la finestra e ha cominciato a rimproverarmi che non avevo
mangiato. Dice che dipendo troppo lui, che devo imparare a essere indipende nte, che
dovevo mangiare e poi mettermi a dormire come faccio di solito. Siccome piangevo ha
tirato fuori la cinghia.
PADRE: Sto male quando uso la cinghia. E lo sa. Per questo mi provoca, lo fa apposta, per
farmi stare male. Dovr trovare un altro metodo, meno prevedibile. Ormai secondo me la
cinghia non le fa n caldo n freddo.
MARIA: Da un po' di tempo non tira pi fuori la cinghia. Ora mette la mano sulla sua pi stola
di ordinanza. Quando faccio qualcosa che a lui non piace, la estrae dalla fondina, me la
appoggia contro la tempia e dice: vuoi che spari? Mica potrei sopportare di vederti l
morta. Mi ucciderei anch'io.
PADRE: La pistola funziona. Ora non osa nemmeno pi affacciarsi alla finestra quando io
sono fuori. Sa perfettamente che lo capisco subito quando la finestra rimasta aperta.
Lo capisco dall'odore. Se ne sta buona nella sua camera a fare i compiti. diventata
bravissima in matematica. Ormai ha quasi superato il maestro. Le ho comprato un libro
e le faccio copiare gli esercizi. proprio un portento. Dovrei cominciare a cercare un
marito per lei, ma dove lo scovo? Non si trova facilmente un uomo per una bambina
come Maria. Una bambina portento. Dice che vuole studiare il pianoforte. A casa ne
abbiano uno ma vecchio e stonato. Chiamare un accordista?
MARIA: Ieri pap tornato a casa con un'aria buffa, sorniona e felice. Mi ha detto: vai a
chiuderti in camera, ho degli ospiti. Io ho obbedito. Ho sentito del rumore come se
spostassero dei mobili. Dopo un'ora mi ha chiamata: vieni Maria, guarda! Davanti a me
c'era un pianoforte nuovo di zecca, tutto in legno di mogano, coi tasti di avorio
scintillanti. Ma chi mi insegner pap? Speravo che dicesse: un maestro di piano.
Invece ha detto: ti insegner io. Lo sai che da piccolo ho studiato per tre anni il pianoforte. Cominciamo subito. Siediti qui.
PADRE: Le ho comprato un pianoforte ma non si applica, non studia. Si direbbe che non
ha nessun talento. Ieri dopo due ore di stonature, le ho puntato la pistola contro la
tempia. Lei ammutolita. Ma non ho avuto
il coraggio di premere il grilletto. Avr ma il coraggio di farlo? Se non lo faccio non mi
prender mai sul serio la bambina.
MARIA: Mi ha puntato la pistola contro la tempia: Sparo? No pap, ti prego, cercher di
imparare, studier pure la notte. Vuoi che sparo? Ti prego, ti prego. Ha avuto piet. Non
ha sparato. Ma devo prepararmi a morire. Un giorno o l'altro lo far e poi si uccider.
Non sar un giorno felice.

PADRE: Non avr mai il coraggio di sparare Ma questa pistola ci unisce. una piccola morte
ferrosa che ci accompagna notte e giorno, che scandisce i tempi di una giornata senza
eventi. So che mi spia, cerca sempre di capire dove la tengo, se a portata di mano.
Cerca di prevenire ogni mio desiderio. diventata ansiosa. Io veramente vorrei che si
preparasse al matrimonio con calma e serenit, ma sembra destinata alla solitudine e
alla reclusione. una bambina testarda e forse troppo sensibile.
MARIA: Pap, ti prego, butta via quella pistola. Io ti voglio tanto bene. E non mi va che
quando ti vedo sono presa dalla paura. Pap, ti prego
PADRE: Vorrei che fosse pi serena, pi autonoma e fiduciosa. Io la vedo, il giorno del suo
matrimonio, scendere dai gradini della chiesa, mentre gli amici le gettano addosso
manciate di chicchi di riso: una nuvola di chicchi di riso, e lei che sorride felice... il
vestito bianco con lo strascico, il velo largo che le balla attorno al viso per il vento che
l'accarezza.... la novella sposa, quanto bella! Quanto sei bella Maria! Ora ti punto la
pistola alla tempia e ti prego, sorridi, sorridi per me prima di andare via.
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MARIA: Io non mi sposer mai. Star qui sempre con te, non andr via di casa. Non mi
interessa il matrimonio. Ti ricordi quando ti dicevo: pap, fammi salire l sopra! E tu mi
tiravi su e mi mettevi a cavalcioni sul collo, te lo ricordi? Eri cos forte, cos giovane e
facevi il cavallo. Galoppavamo gi per la discesa, ti ricordi? L in quel vialetto che
portava al mare, costeggiato da oleandri rossi e rosa che mandavano un odore strano,
amaro e dolce nello stesso tempo Pap, ti prego, butta quella pistola!
SI SENTE UN COLPO DI PISTOLA.

PADRE: Lho uccisa. Era diventata troppo invadente, troppo desiderosa di libert. Diceva
che voleva restare sempre con me, ma non era vero, nel suo cuore era nata una tenace
feroce volont di autonomia. Voleva liberarsi di me, fuggire chiss dove.
Non vedeva l'ora di scappare via. Una bambina bellissima, una bambina in procinto di
tradire suo padre.
Lho uccisa come si uccidono i traditori. Ti ricordi quante volte abbiamo giocato insieme
con questa pistola, amore mio? Ora la getto via. Non saprei pi che farne. Ti amer
sempre bambina mia, hai tanto bisogno di protezione, tanto tanto bisogno di protezione...
SI SENTE UN COLPO DI PISTOLA. BUIO.

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