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M. BIEY
M. BONNN
F. CORNTO
ESERCITAZON1 DI ELETTROTECNICA
P resentazione
La preparazione di un nuovo testo di esercizi di Elettrotecnica, disciplina trattata in
nunierosi manuali e testi, motivata principalmente dail'esigenza didattica di fornire
a1i studenti uno strumento aggiornato e strutturato, attinente allo sviluppo degli insnamenti di Elettrotecnica (di 10 crediti formativi), nell'ambito dei corsi di Laurea
di I livello del settore deii'Ingegneria dell'Informazione.
Gli esercizi proposti sono frutto di una lunga esperienza d'insegnamento degli autori e di una buona interazione con gil studenti, che con le loro domande hanno suggerito
s-arianti e modifiche significative ai testi iniziali.
II libro suddiviso in due parti: la prima presenta, insieme ai testi degli esercizi, un
breve richiamo dei fondamenti teorici necessari per la loro soluzione; la seconda mostra
le soluzioni (consigliate) dei problemi.
L'lnserimento di soluzioni dettagliate e motivata daii'esigenza di conciliare la generale alta numerosit di studenti nei corsi di base con ii limitato tempo a disposizione
per le esercitazioni in aula. Tuttavia, lo studente e caidamente invitato a non seguire
passivamente le soluzioni proposte, ma a tentare di risoivere gil esercizi in modo autoimo, ricorrendo alle soluzioni riportate nei testo solo in un secondo tempo.
Gli argomenti trattati riguardano: i'analisi e le propriet fondamentali del circuiti
lineari resistivi, compresi i generatori dipendenti e l'amplificatore operazionale ideale;
lanalisi e le propriet fondamentali di circuiti dinamici, nel dominio del tempo e della
frequenza. Inoltre stato inserito un capitolo relativo ali'anaiisi di circuiti con diodi
icleali.
Un grazie molto sentito aJi'editore per aver atteso con pazienza ii completamento
del testo e per averne particolarmente curato la veste grafica.
Torino, ottobre 2013
Gil autori
Indice
Testi
VIII
Indice
93
93
93
96
ix
Indice
II Soluzioni
125
127
-I
131
- II
135
- circuiti resistivi
141
157
167
177
191
- circuiti dinamici
199
221
227
237
243
251
Bibliografia
263
Parte I
Testi
:apitolo 1
Uso delle Iegg di Kirchhoff
Richiami teorici
capitolo si prefigge di familiarizzare l'allievo con l'uso delle leggi di Kirchhoff
cm le convenzioni di segno per tensioni e correnti. Prima di proporre gil esercizi, si
: z 10 alcuni richiami teorici. Si veda ii testo [1] per maggiori dettagli.
L1.1 La legge di Kirchhoff delle tensioni
Eono diverse forme delia legge di Kirchhoff delle tensioni (Kirchhoff 's Voltage Law,
semplicemente KVL). Tali forme sono tra loro perfettamente equivalenti e l'uso
-.na forma e dell'altra generalmente solo dettato da motivi di convenienza. Nel
sEt1ItO si enunceranno le due forme pin comuni.
> Prima forma (in termini di tensioni ai nodi):
Per tutti i circuiti a parametri concentrati e connessi, qualunque sia la scelta del
nodo di riferimento, per ogni istante di tempo t e per tutte le coppie di nodi i e j,
la tensione vi j del nodo i rispetto al nodo j uguale a[la differenza tra le tensioni
ej e e3 dei nodi i e j rispetto al nodo di riferimento:
vij = e
- e
Esistono diverse forme della legge di Kirchhoff delle correnti (Kirchhoff 's Current
o pii semplicemente KCL). Tali forme sono tra loro perfettamente equivalenti e 1'
di una forma e dell'altra e generalmente solo dettato da motivi di convenienza.
seguito si enunceranno le due forme pii colnuni.
Prima forma (in termini di superfici chiuse):
Per tutti i circuiti a parametri concentrati, per una qualsiasi superfice chiusa
tenente una parte del circuito e per ogni istante di tempo t, la somma algebri
tutte le correnti uscenti dalla superfice chiusa nulla.
Seconda forma (in termini di nodi):
Per tutti i circuiti a parametri concentrati e per ogni istante di tempo t, la so
algebrica di tutte le correnti uscenti da un nodo qualsiasi nulla.
1.1.3 Le leggi di Kirchhoff in forma matriciale
Nel seguito si ricaver la forma matriciale delle leggi di Kirchhoff. Poich tali 1
dipendono esciusivamente dalla topologia del circuito, si introdurr brevemente l't
di grafo orientato associato ad una rete elettrica.
Grafo orientato
Un circuito elettrico e completamente descritto dalla sua topologia e dalla conosce
degli elementi che lo costituiscono. Tuttavia, alcune propriet del circuito, come
esempio le leggi di Kirchhoff delle tensioni e delle correnti, dipendono esciusivamente
dalla sua topologia e sono indipendenti dai componenti. Pu quindi essere utile sostituire allo schema del circuito una rappresentazione che metta in risalto soltanto ii
modo in cui i componenti sono collegati, senza fare riferimento ai componenti stesSL
CiO puO essere fatto nel modo seguente:
1. si sostituisce ogni elemento a due morsetti con un arco di linea, detto ramo;
2. si assegnano numeri diversi ai nodi della rete e gli stessi numeri ai corrispond
punti di connessione dei rami;
3. su ogni ramo viene fissato un verso, coincidente con ii verso. poSitivo assunto
la corrente. Sul ramo non segnato ii verso della tensione, che viene imp1i
mente fissato in accordo con la convenzione indicata nefla figura 1.1 (detta a
convenzione degli utilizzatori).
Figura 1.1
CiO che si ottiene viene detto grafo orientato associato al circuito considerato. N
figura 1.2 sono rappresentati due circuiti fatti con componenti diversi, ma con la st
- Richiarni teorici
o1ogia. Nella stessa figura rappresentato ii gra.fo ad essi associato. Per maggiori
dkttagli ed un'estensione al caso di circuiti contenenti componenti con pi morsetti si
2landa a [1].
R6
R4
2R53
R3
j"Ih4
R
19i
1Kt3
Figura 1.2 Circuit con stessa topologia ma diversi componenti hanno to stesso grafo. In
csivo indicata la numerazione del rami, in grassetto quella del nodi
Legge
di Kirchhoff delle
correnti
ideri un circuito ii cui grafo e indicato nella figura 1.3 e si scrivano 1e leggi di
off delle correnti (KCL) ai quattro nodi indicati, assumendo come verso positivo
tiuscente dal nodo.
6
K73
4
Figura 1.3
?4+4+Z6 = 0
I
I.7,1 +i2 +i3
=0
=0
= 0
ii
[-1 0 0 1 0 111i2 1 [01
I 0i 0-1 1 ol Ii3I0I
0 0 1 0 1 1 I I 7,4 I - 0 I
[oj
[ 1 1 1 0 0 0 - i5
7,6i
(1.2)
Osservando il sistema 1.2 si pUO notare che ogni colonna della matrice dei coefficiei4
contiene esattamente un +1 e un 1 e quindi le equazioni scritte risultano linearmenie
dipendenti (sommando tutte le righe si ottiene una riga di tutti zero).
Questo risultato del tutto generale: se in un circuito si scrivono le KCL a tuti
i nodi, allora 1 equazioni ottenute risultano linearmente dipendenti. Si pu provaze
che (dr. [11): se in un circuito con n nodi si scrivono le KCL a t'utti i nodi tran
uno, allora le equazioni ottenute risultano linearmente indipendenti. II nodo esdlusD
viene solitamente detto nodo di riferimento e ad esso assegnato il numero O
Nell'esempio in esame, se si assume il nodo 4 come nodo di riferimento, si ottiene I
seguente sistema di equazioni (linearmente indipendenti):
___
ri 0 0 1 0 1 I
0-1 0-1 1 01 I
L 0 0-1 0i ij i4
15
Li6
[01
=I
[oj
(1
e, in forma compatta,
Ai=O
(1.4
Anche in questo caso il risultato ottenuto lavorando su un esempio del tutto generale
ed esprime la legge di Kirchhoff delle correnti in forma matriciale.
Nell'equazione 1.4 La matrice A detta matrice di incidenza (ridotta, in quarno
associata a n - 1 nodi). Ii suo numero di righe e uguale al numero di nodi meno 1
mentre il suo numero di colonne uguale al numero di rami del grafo. I suoi elemenii
aij valgono:
> +1 se il ramo j incide nel nodo i con il verso della corrente uscente dal nodo;
> 1 se il ramo j incide nel nodo i con il verso della corrente entrante nel nodo;
0 se il ramo j non incide nel nodo i
Legge di Kirchhoff delle tensioni
Si consideri ora 10 stesso grafo della figura 1.3 e si scrivano le leggi di Kirchhoff delle
tensioni (KVL) usando per esse La forma indicata nella figura 1.4. Indicando con Vk la
tensione di un generico ramo k (misurata con la convenzione indicata nella figura 1.4
e con e2 La tensione di un generico nodo i rispetto al nodo di riferimento (in questo
caso il nodo 4), si ottiene il seguente sistema di equazioni (sicuramente linearmente
indipendenti, poich ogni equazione contiene una variabile diversa):
V1
V2
V3
V4
V6 J
1 0 0
01 0
0 0-1
1 1 0
0 1-1
1 0-1
e1
e2
Figura 1.4
v = ek - C3
Confrontando l'equazione 1.5 con le equazioni 1.3 e 1.4, le KVL si pOSSOnO scrivere
facendo nuovamente ricorso alla matrice di incidenza:
v=ATe
(1.6)
Anche in questo caso ii risultato ottenuto lavorando su un esempio del tutto generale
ed esprime la legge di Kirchhoff delle tensioni in forma matriciale.
Interessante ii fatto che la conoscenza della sola matrice di incidenza e sufficente
a scrivere un insieme di equazioni tra loro linearmente indipendenti che esprimono le
leggi di Kirchhoff delle correnti e delle tensioni per ii circuito in esame.
1.1.4 II teorema di Tellegen
r teorema seguente dovuto a Tellegen (1952). Caso singolare tra tutti i teoremi della
- -oria del circuiti, esso dipende unicamente delle leggi di Kirchhoff e dalla topologia
l circuito. Di conseguenza pub essere enunciato facendo riferimento ad un grafo,
T luttosto che ad un circuito. Si consideri un grafo orientato, che si PUO pensare associato
un circuito con componenti qualsiasi. Sia b ii numero di rami del grafo ed n ii numero
:-i nodi. Si consideri un arbitrario insieme di correnti di ramo i = (i1, j2. . . , i)
soddisfacenti alla legge di Kirchhoff delle correnti (1.7), ove A e la matrice di incidenza
ftidotta) associata al grafo.
(1.7)
Ai=O
;i consideri ora, facendo riferimento allo stesso grafo, un insieme di tensioni di ramo
= (vi , V2,. . . , v) soddisfacenti alla legge di Kirchhoff delle tensioni (1. 8), ove e e
1 vettore delle tensioni di nodo ed i versi di riferimento per tensioni e correnti sono
issociati secondo la convenzione indicata nella figura 1.1.
IR
v = AT e
(1.8)
(1.9)
La dimostrazione e immediata. Infatti, usando l'ipotesi (1.8), ricordando che la trasposta di un prodotto di matrici e uguale al prodotto, in ordine inverso, delle matrid
trasposte e, infine, facendo uso dell'altra ipotesi (1.7), si ottiene:
vi = (AT e)Ti = eT(AT)Ti = eT(Ai) = 0
(1.10)
Osservazion e
Esercii
IZI
Si consideri ii circuito della figura E-1.1, ove sono indicati I valori che alcune
11
tj
I
2 IF + 9v
I
-
6A1
V3 +1
Z4
ri;
7V
V2
+
11
8A
7A
Figura E-1.1
Con riferimento ai circuiti (a), (b) e (c) della figura E-1.2 e facendo uso
ce11a legge di Kirchhoff delle correnti, si calcolino le correnti incognite.
1.2
lob
8A\ /- 6 A
SA
IOA
(a)
A
-6A
12
5A
X
5~
2A
(c)
(b)
Figura E-1.2
10
V1
Figura E-1.3
1.3
Con riferimento al circuito della figura E-1.3 e facendo uso della legge
Kirchhoff delle tensioni, si calcolino v1, V2 e V3.
1.4
Si consideri ii circuito della figura E-1.4. Applicando la legge di Kirchhoff
delle correnti alla superficie chiusa indicata nella figura, risulta i1 = i2. Si verifichi tale
risultato applicando la legge di Kirchhoff delle correnti ai singoli nodi del circuito. Si
verifichi inoltre che le equazioni ottenute applicando la legge di Kirchhoff delle correnti
ai singoli nodi del circuito sono tra loro linearmente dipendenti.
1.5
Con riferimento al circuito della figura E-1.5, si calcoli i3, sapendo che
2A e i2 = 0,7A.
Figura E-1.4
Figura E-1.5
Esercizi
11
1-6
Nel circuito della figura E-1.6 sono note i, 3, i4 e i5. Si calcolino ib, i6, i1
1-7
RJR
Figura E-1.6
Figura
E-1.7
1.8
1.9
+
+v4
+v
rH
IT1
lOV
V2
Figura E-1.8
2V
7V
Figura E-1.9
Capitolo 2
Analisi di circuiti resistivi elementari - I
2.1 Generalit
iuesto capitolo sono proposti i primi calcoli elementari di tensioni, correnti e potenze
semplici circuiti resistivi lineari, per i quali I metodi generali di analisi sono superfiui.
2 Richiami teorici
richiamano le definizioni dei componenti fondamentali usati nei circuiti elettrici e le
pressioni della legge di Ohm e della potenza (elettrica) istantanea.
Nella figura 2.1 rappresentato ii simbolo di un
generatore ideale di tensione indipendente. Ii generatore fornisce una tensione v(t)
indipendente dalla corrente i(t) che lo attraversa. La figura 2.2 mostra ii simbolo di
un generatore ideale di corrente indipendente. Ii generatore fornisce una corrente
i(t) indipendente dalla tensione v(t) ai suoi morsetti. Si noti la scelta fatta per i
versi di tensione e corrente: essa e generalmente indicata come convenzione degli
utilizzatori.
Generatori indipendenti.
v(t)
v(t)
i(t)
Figura 2.1
14
Figura 2.3
in corrente
Figura 2.4
in tensione
Figura 2.5
in corrente
Figura 2.6
in tensione
p2.2
Richiarni teorici
15
nella figura 2.7 (scelta spesso indicata come convenzione deyli tttilizzatori);
Figura 2.7
16
Esercizi
2.1
Nel circuito della figura E-2.1, ii generatore fornisce una tensione C
di 50 V. Si calcoli la corrente I circolante nel circuito e la potenza dissipata in (
resistore. Che relazione esiste tra la potenza P. fornita dal generatore e la p
totale dissipata nei tre resistori?
R1 = 5
50V
R2 = 11
R3 = 9c
Figura E-2.1
2.2 Partitore di corrente Nel circuito della figura E-2.2, la corrente i si ripartis
tra le due resistenze R1 e R2. Si calcolino i1 e i2 in funzione della corrente i e:
V2
Fgura E-2.3
Partitore di tensione
2.4
Per i circuiti delle figure E-2.4a e E-2.4b si calcolino le correnti e le tensioni
incognite. Nel caso della E-2.4c, Si calcoli V5 in modo che la tensione tra A e B sia di
100 V.. Se la resistenza R viene Staccata dal circuito, si calcoli ii nuovo valore di 12.
Esercizi
AVVJVVH
15 \
13
1OV
40V
oci
B
(c)
(b)
Figura E-2.4
25
Nel circuito della figura E-2.5 si calcolino I, V e la potenza P assorbita
Lielemento circuitale incognito, sapendo che ii generatore 1/91 fornisce una potenza
100W.
2.6
Si ripeta ii problema precedente nel caso del circuito della figura E-2.6,
sapendo che ii generatore I., fornisce una potenza di 1 W. Usando un diverso componente circuitale incognito, la potenza fornita dal generatore 191 risulta essere di 3W.
Si ripetano 1 caicoli in questo caso. In quale del due casi esaminati l'elemento circuitale
incognito si comporta come un generatore?
i 20
vJ
qj O.1A
500cl
60V
Figura E-2.5
Figura E-2.6
U.O\
pitolo 3
Analisi di crcuiti resisfivi elementari - II
3.1 Generalit
In questo capitolo saranno proposte le prime analisi di semplici circuiti resistivi, che
pssono essere compiute usando ii calcolo di resistenze connesse in serie e/o parallelo,
fr regole del partitore di tensione e/o di corrente e l'equivalenza di bipoli.
3.2 Richiami
teorici
seguito sono richiamati i principah risultati teorici utili per risolvere i problemi
M
,
poposti:
due o pit bipoli si dicono connessi in serie quando sono attraversati dalla stessa
corrente, mentre si dicono in parallelo se sono soggetti alla stessa tensione;
due bipoli sono equivalenti se ii legame tra tensione e corrente ai morsetti e identico
per entrambi i bipoli. Per bipoli resistivi ciO significa che essi devono avere la stessa
caratteristica tensione-corrente;
Ia resistenza equivalente Req di n bipoli di resistenza R1, R2,.. . , R, in serie :
Req
R1+ R2 + ... + Rn
ii=i
.
. 02
01
e 2=z
01+02
01+02
19
20
. ._____
R et2=iRR
Vi = V
R1
= V____
e v2
R +R2
R +R2
VI = V -
Cl
ev2=iCC
21
Esercizi
Esercizi
qi (l(Alirc to
rQiQ+Dt1!7
[-3.1
28c2
18Q
Figura E-3.2
Figura [-3.3
12
iE
Figura E-3.4
20(
Figura E-3.5
22
3.4
3.5
20A
Figura E-3.6
3.6
Si considerino i circuiti della figura E-3.8 e si determini sotto quali condizion
essi sono equivalenti.
3.7
Diagrammare la caratteristica tensione-corrente del bipolo della figura E-3.9
I valori dei componenti sono: vb = 100 V, Rb = 40 1, R1 = 60 Q. Sfruttando ii graficc
ottenuto, si determini un circuito equivalente fatto da un generatore di tensione Veq L
serie ad una resistenza Req .
: !:
i4
(a)
(b)
Figura E-3.8
R1
Figura E-3.9
3.8
Si consideri ii circuito della figura E-3.10. Si determini la tensione e1 de
nodo 1 rispetto a! nodo 0.
39
Per ii circuito indicato nella figura E-3.11 si calcoli: (a) il rapporto tra 1
potenza P2 sul carico R e la potenza pi fornita dal generatore vi e, (b) la resistenz
d'ingresso Ri ai morsetti del generatore.
1
I I
R fl
(jt)
()
ToT
Figura E-3.10
Figura E-3.11
Capitoo 4
Metodi generali di analisi
circuit resistivi
4.1 Generalit
11
Introduzione
I na1isi nodale (nodal analysis (NA), detta anche analisi con il metodo dei nodi) si
ico1a nei seguenti passi:
i. si numerano i nodi del circuito, prendendone uno come riferimento (indicato con
0). Quindi si assumono come incognite le tensioni dei nodi rispetto at nodo di
riferimento prescelto. In accordo a [1] la tensione di un generico nodo k (rispetto
al nodo di riferimento) sara net seguito indicata con it simbolo ek;
I I ogni nodo si scrive la legge di Kirchhoff delle correnti (KCL), assumendo per semplicit 10 stesso verso di riferimento per tutti i rami incidenti net nodo (tipicamente
assume come verso positivo di riferimento quello uscente);
si utilizzano le relazioni costitutive dei singoli rami per esprimere le correnti dei
rami in funzione delle rispettive tensioni di ramo e delle correnti dei generatori di
corrente indipendenti;
.4~ infine si usa la legge di Kirchhoff delle tensioni (KVL) per esprimere le tensioni dei
rami in funzione delle tensioni dei nodi.
In genere i punti 2, 3 e 4 si fondono in uno solo, esprimendo immediatainente le
inti, che intervengono nelle KCL ai nodi, in funzione delle tensioni dei nodi. A
23
24
titolo d'esempio, facendo riferimento alla figura 4.1, la corrente i (uscente dal nodo k.
puO essere espressa immediatamente come
dd
i=
- e3 )
ove si e fatto implicitamente uso della relazione costitutiva del ramo (punto 3) i =
e della KVL (punto 4) v = ek - e3 .
Figura 4.1
Osservazioni
1. Perch ii metodo possa essere applicato cos! come indicato, occorre che i singoli
rami del circuito siano descritti da relazioni costitutive del tipo i = g(v), in modo
the cia.scuna corrente di ramo possa essere espressa in funzione della corrisponden
tensione di ramo;
2. In tal caso ii sistema di equazioni che descrive ii circuito pu essere scritto in for
automatica, a vista;
3. Ii metodo permette di scrivere un numero minimo di equazioni e si presta
bene ad essere utilizzato per analisi di circuiti di dimensioni limitate, usando carta
e penna;
4. Nel caso siano presenti generatori ideali di tensione, indipendenti o dipendentL
oppure amplificatori operazionali ideali, ii metodo dei nodi deve essere opportunamente adattato per poter essere utilizzato anche con questi componenti;
5. Nel caso sia richiesta una corrente come variabile d'uscita, ii metodo dei nodi richiede una post-elaborazione, per poter ottenere la corrente richiesta a partire dalle
tensioni dei nodi;
6. Nel caso di circuiti dinamici e lavorando nel dominio del tempo, la presenza di
induttori porta a Scrivere equazioni integrali, ii che pu risultare scomodo per una
soluzione numerica del sistema di equazioni che descrivono ii funzionamento de
circuito;
7. Per i suddetti motivi il metodo non risulta sufficientemente generale da poter essere
adottato nell'analisi automatica di circuiti per mezzo del calcolatore;
8. Per ovviare agli inconvenienti indicati, e stata introdotta una generalizzazione del
metodo dei nodi, chiamata analisi nodale modificata (MNA), descritta in [2] (si
veda anche [1], Cap. 8).
19
Nel seguito sara illustrato l'uso del metodo dei nodi nell'analisi di circuiti resistiv
indicando le modifiche necessarie per estenderne l'utilizzo ai casi in cui siano preseni
generatori ideali di tensione, dipendenti o indipendenti, e amplificatori operazionali.
25
F[FCi6 non deve essere visto come una limitazione. Infatti, come si vedr in seguito,
--a mite l'uso della trasformata di Laplace sara semplice estendere ai circuiti dinamici
tecniche usate per i circuiti resistivi.
4.2.2 Generatori di corrente indipendenti
consideri ii circuito indicato nella figura 4.2. In questo caso ii metodo dei nodi pUO
ere applicato direttamente, senza varianti e senza alcuna modifica del circuito.
In accordo alle regole prima enunciate, si scrivono le leggi di Kirhhoff delle correnti
a nodi 1, 2 e 3, esprimendo direttamente le correnti in funzione delle tensioni dei nodi,
dielle conduttanze dei componenti e delle correnti dei generatori indipendenti.
Indicarido con e1, e2 ed e3 le tensioni dei nodi rispetto al nodo 0 di riferimento, si
tengono le seguenti tre equazioni nelle tre incognite e1, e2 ed e3:
( e1G1 + (ei - e2)(G2 + C4)
= isi
(e2 - ej)(G2 + C 4 ) + e2G3 + (e2 - e3)G5 = is3
I. (e3 - e2)G5 + e3G6
= is3 - s2
(4.1)
i3
Figura 4.2
i3
is3
i3 - i2
(4.2)
La matrice dei coefficienti, di solito indicata con Yn detta matrice delle condutnze nodali (in seguito, nel caso di circuiti dinamici, verr chiamata matrice delle
.uimettenze nodali).
II sistema scritto possiede una semplice legge di formazione, the ne permette la
rittura immediata:
> gli elementi della matrice Yn di posto (i,i) (cio sulla diagonale principale) risultailo
essere la somma di tutte le conduttanze che collegano (direttamente) ii nodo i con
tutti gli altri nodi;
> gli elementi della matrice Y, di posto (i,j) (cio fuori dalla diagonale principale)
risultano essere la somma di tutte le conduttanze che collegano (direttamente) ii
nodo i con ii nodo j, con ii segno cambiato;
26
c> ii vettore dei termini noti contiene la somma delle correnti dei generatori indipdenti, prese con ii segno - se ii loro verso e entrante nel nodo, con ii segno - in
caso contrario.
Ii metodo dei nodi puO trattare anche circuiti contenenti generatori di tensione
nel caso questi abbiano in serie una resistenza (generatori reali di tensione). Infar
in questo caso, essi possono essere trasformati, usando la trasformazione Thveni
Norton (si veda ii Capitolo 5, a pagina 42), in generatori di corrente, con in paralleb
la stessa. resistenza (generatori reali di corrente). A titolo d'esempio, si consideri i
circuito indicato nella figura 4.3.
R1
1
R
Zg2
0
Figtira 4.3
Usando la trasformazione Thvenin-Norton, esso pu essere ridisegnato come mdicato nella figura 4.4.
C1Vg
0
Figura 4.4
Norton
Ii nuovo circuito ora contiene solo generatori di corrente indipendenti e le cornspondenti equazioni possono essere scritte a vista, usando le regole prima enunciate:
4.2
--
G1 1 Fe1l
I+G3
C1
G1
+
c2j Le2]
r
ed esernpi
i91 + Giv 1
1g2 Givg j
[2g1
2T
(43)
servazioni
> La matrice Y simmetrica; questo non sara pi vero quando saranno presenti
anche generatori dipendenti;
> La legge di formazione della matrice Y descritta in precedenza valida solo nel
caso considerato, cio per un circuito composto da resistori lineari e generatori di
corrente indipendenti. Nel caso siano presenti anche generatori dipendenti, esiste
aricora una legge di formazione di Y, ma un p0' pi complessa, che non verr
enunciata;
II sistema puO essere risolto ricorrendo alla regola di Cramer. Ad esempio, nel caso
del primo circuito considerato (figura 4.2), e2 data da:
G1+G2+G4
e2
G2 - G4
0
=
is1
s3
'1 s31s2
Cr;
G5+C6
(4.4)
detY
> 'Una qualsiasi altra variabile puo essere ottenuta dalle tensioni dei nodi, sfruttando,
se necessario, le relazioni costitutive dei rami del circuito. Ad esempio, sempre nel
caso del circuito della figura 4.2, la corrente attraverso R2, con ii verso positivo dal
nodo 2 verso ii nodo 1, e data da (C2 ei)G2.
-
4..2.3
nche in presenza di generatori di corrente dipendenti ii metodo dei nodi puo ancora
zt~sere
applicato direttamente, senza varianti e senza alcuna modifica del circuito, aven-
iO cura di esprimere le correnti dei generatori dipendenti in funzione delle tensioni dei
oth.
Si consideri ii circuito indicato nella figura 4.5, ove presente un generatore di cor:e, dipendente dalla tensione V2. In accordo alle regole prima enunciate, si scrivono
ggi di Kirchhoff delle correnti ai nodi 1, 2 e 3, esprimendo direttamente le correnti
funzione delle tensioni dei nodi el, e2 ed e3 e delle conduttanze dei componenti. Per
i corrente del generatore dipendente si ha:
gv2 = gm(C2
(4.5)
e1)
aesta espressione della corrente del generatore dipendente viene utilizzata scrivendo
h KCL al nodo 3. Si ottengono cosI Ic seguenti tre equazioni nelle tre incognite e1, e2
1 e3 :
IeiGi+ (el e2)(G2+G4)
(4.6)
28
0
Figtira 4.5 Circuito resistivo con un generatore di corrente dipendente
C2 - C4
1 + G2 + C4
0e.
G2 G4 G2+G3+G4+C5 G5 e2
-G5
C5 3
gm
i1
is3
s3 -
Osservazioni
t> A differenza del caso in cui sono presenti solo generatori di corrente indipenden
la matrice Y non pi simmetrica.
> Anche in questo caso ii sistema scritto possiede una .legge di formazione, un p0' pi
complicata rispetto al caso di assenza di generatori dipendenti, che non verr qu
enunciata.
Come al solito, ii sistema pu essere risolto ricorrendo alla regola di Cramer. Ad
esempio, e1 data da:
Ad
e1 =
is1
G2G4
0
i53 G2 + C3 + G4 + C5 05
C5
- C5
s3 - s2
detY
r> Una qualsiasi altra variabile puO essere ottenuta dalle tensioni dei nodi, sfruttando.
se necessario, le relazioni costitutive dei rami del circuito. Ad esempio, la corrente
attraverso R2, con ii verso positivo dal nodo 2 verso ii nodo 1, data da(2 ei)G2.
4.2.4 Generatori di tensione
Verranno ora considerati circuiti in cm sono presenti generatori di tensione (indipendenti 0 dipendenti). Nel caso essi abbiano in serie un resistore, e possibile trasformarli_
usando la trasformazione Thvenin-Norton (si veda il Capitolo 5, a pagina 42), in un
generatore di corrente con in parallelo la stessa resistenza, ricadendo cosi nei casi Canonici trattabili con l'analisi nodale. Un esempio di questo modo di procedere stato
dato nel paragrafo precedente.
Nel caso non si voglia modificare ii circuito, oppure nel caso in cui i generatori
29
tensione non abbiano in serie nessun componente, possibile operare come indicato nel
iito.
Generatori di tensione con un terminale connesso al nodo di riferimento
consideri inizialmente ii caso di generatori ideali di tensione (indipendenti o dipen1iti) in cui uno dei due terminali sia connesso direttamente al nodo di riferimento,
It:i:''
Figura 4.6 Generatore ideaie di tensione con un terminale connesso al nodo di riferimento.
osservi che la tensione del nodo k e nota (ovvero ek = v5) e quindi ii numero
le tensioni dei nodi incognite diminuisce di uno. Di conseguenza, ii numero delle
mazioni necessarie per l'analisi del circuito puo anch'esso diminuire di uno e quindi si
evitare di scrivere un'equazione ad un nodo. D'altra parte, se si scrivesse l'equilibrio
le correnti al nodo k, interverrebbe la corrente i8 , che non puO essere espressa in
un modo in funzione delle tensioni dei nodi e dovrebbe essere assunta come incognita
iuntiva.
base alle considerazioni precedenti si puo formulare la seguente regola.
aso in c'ai siano presenti generatori di tensione (indipendenti o dipendenti) con un
male connesso al nodo di riferimento, si pu ugualmente analizzare ii circuito con
i metodo dei nodi, purch non si scriva l'equilibrio delle correnti ai nodi corrispondenti
terminali dei suddetti generatori di tensione.
Come primo esempio, si consideri ii circuito indicato nella figura 4.7. In accordo
regola prima enunciata, si scrivono le leggi di Kirchhoff delle correnti al nodi 2 e
die non sono terminali del generatore ideale di tensione. Indicando con e1 , e2 ed e3
tensioni dei nodi e osservando che e1 = Vb, si ottengono le seguenti due equazioni
due incognite e2 ed e3:
I(e2Vb)Gl+e2G2+(e2e3)G5 = 0
(e3 - Vb)G4 + e3G3 + (e3 - e2)G5 = 0
(4.9)
Come secondo esempio, si consideri ii circuito indicato nella figura 4.8. In esso sono
30
R1
ii
_-
R1
R5
13
V)
,~
R2
>
-
0
Figura 4.7
ii
Figura 4.8
31
=0
(411)
0
Figura 4.9
Definizione di "supernodo'
r ogni superficie chiusa, Si pub affermare che, istante per istante, la somma
Le correnti uscenti da (o entranti in) un supernodo deve valere zero:
della legge di Kirchhoff delle correnti che permette di continuare ad usare
nodi anche nel caso di generatori flottanti.
on riferimento alla figura 4.9 Si osservi che la legge di Kirchhoff delle
iette di dire che
(4.12)
e3 =ek+v8
uenza, in base aIl'eq. 4.12, una sola delle due tensioni di nodo (ek ed
;iderarsi effettivamente incognita, ad es. ek. Quindi ad un supernodo
sola incognita e per esso si pub scrivere una ben definita legge di KirchTenti. Questo fatto permette di scrivere un sistema di equazioni, in ciii
tra le incognite solo una delle tensioni dei terminali di ciascun genera)ne flottante e in cui, per ogni generatore di tensione flottante compare
di equilibrio delle correnti al supernodo corrispondente.
32
R,
7
2
rmZ4
3
Vb
Figura 4.10
Esso contiene un generatore di tensione con un terminale connesso al nodo di riferimento e un generatore dipendente flottante. Indicate con e1, e2 ed e3 le tensioni di
nodi, si ha immediatamente
e1
(4.13
(4.14
Delle tre tensioni di nodo, solo e3 risulta essere incognita, essendo e2 ed e1 date dalle
equazioni (4.13) e (4.14) scritte in precedenza. E quindi sufficiente un'unica equazione
per risolvere ii problema: in accordo alle regole enunciate non si scrive la KCL al nodo
1 (terminale di un generatore ideale di tensione non connesso al nodo di riferimento) e
si scrive soltanto la KCL corrispondente al supernodo indicato nella figura 4.10.
Si ottiene:
(4.15
e2G2+(e2e1)Gi+3G3+(e3ei)G40
da cui, ricordando le equazioni (4.13) e (4.14)
[(1 rmG4)e3 +TmG4Vb]G2+{[(1 rmG4)eS+rmG4VbI Vb}G1 +e3G3 +(e3 -V5)C. =
(4.16
Dalla (4.16) si ottiene infine
[G + C2 + C3 +G4 rmG4(Gi +G2)]e3 = [G1 + G4 rmG4(Gi + G2)]Vb (4.
Da ciii
G1+G4rmG4(Gi+G2
Vb
G1 +G2+G3+G4r m G4(Gi+G2)
4.1
33
Xel caso ii circuito da analizzare contenga amplificatori operazionali ideali (OA) funimanti in zona lineare, ancora possibile utilizzare l'analisi nodale, operando come
1icato nel seguito. Per una trattazione pi approfondita si veda [4].
Si inizi con l'esaminare i vincoli posti da un amplificatore operazionale ideale, con1erando la figura 4.11. Delle tre tensioni di nodo e+, e_ e ek, solo due sono effettivamite incognite, poich e+ = e_, essendo nulla la tensione differenziale all'ingresso di
01 ideale. Inoltre, sempre nel caso di OA ideali, le correnti entranti nei morsetti +
- sono entrambe zero. Nulla si puO invece dire sulla corrente d'uscita i, dell'OA, che
erviene nella scrittura della KCL al nodo k e che, pur determinata dalla rimanente
srte del circuito, non pu essere agevolmente espressa in funzione delle tensioni di
Considerato ii fatto che la presenza dell'OA riduce di uno ii numero delle tensioni
nodo incognite, pub essere ridotto di uno anche ii numero delle equazioni nodali.
Se si sceglie di non scrivere la KCL al nodo d'uscita k dell'OA, allora si raggiunge
I risultato voluto: ridurre di uno ii numero delle equazioni e non fare intervenire la
mirrente incognita i,.
correnti i e i_ eritranti
34
R5
Fgura 4.12
e3e4= (G3+G4)
da cui
C1 +C2+C5 C2 Civs
C2 C2+G6
0
0
G 3 + G4 0
detY
Sviluppando i determinanti si ottiene la soluzione cercata:
vu
C1G2(G3+C4)v3
- G2G3G5
Esercizi
35
rcizi
II circuito della figura E-4.2 giA stato analizzato usando la formula del
re di tensione. Si calcoli nuovamente la corrente I usando ii metodo dei nodi.
R3
20(
Fig,jra E-4J
Figura E-4.2
5O
60c2.
6O
40
boy1
Figura E-4.3
Figura E-4.4
36
4.5 Teorema di Millman Nel circuito della figura E-4.5 Si calcoli la tensione
nodo 1 rispetto al nodo di riferirnento 0 usando ii metodo dei nodi. La formula trc
e nota come Teorcma di Millman.
4.6
Nel circuito della figura E--4.6 si calcolino tensioni e correnti con ii me: :.ai
dei nodi.
20V
1
R1 <R2
59
)V1
()V7
20V
Figura E-4.5
Figura E-4.6
4.7
Nel circuito della figura E-4.7, usando ii metodo dei nodi, si calcoli la ccrente I. I valori dei componenti sono: V8 = 13V, R1 = 500f, R2 = lkfl, R3 = 2l?.,
R4 = 2,5kl, R5 = 6,5kl, R6 = 250ft
R1
vs
Figura E-4.7
Esercizi
37
Nel circuito della figura E-4.8, usando ii metodo del nodi, si calcoli: (a) ii
tra la potenza p2 sul carico R e la potenza p, fornita dal generatore vi e (b)
iza d'ingresso R vista ai morsetti del generatore.
vi
Figura E-4.8
Per i circuiti delle figure E-4.9 a, b e C 51 calcoli ii rapporto v,,/v,. Nel caso
a E-4.9c, si calcoli inoltre la resistenza Ri = Vb/ib indicata nella figura.
Rp
ib
fe ib
tic
.3
Rk(a)
VU
(b)
hie
ib
Vb
hf
(c)
Figura E-4.9
vu R
Ru
38
4.10
Nel circuito della figura E-4.10, senza trasformare i generatori, Si scrh7a I
sistema di equazioni che permette l'analisi del circuito usando ii metodo dei nodi.
R3
iL
VS
Figura E-4.10
4.11
Nel circuito della figura E-4.11 si calcoli la tensione v-i,, usando ii
dei nodi e senza trasformare i generatori. Successivamente si risolva ii problem
rendo alla formula del partitore di tensione e si paragoni questa via a quella se
precedenza.
R6
Vs1
Figura E-4.11
4.12
Nel circuito della figura E-4.12 si calcoli la tensione V7 usando ii
dei nodi e senza trasformare i generatori.
4.13
Nel circuito della figura E-4.13 si calcoli la tensione v2 in funzi
generatore v9, usando ii metodo dei nodi e senza trasformare i generatori. I w
componenti sono: hfe = 50, hre = 2,5 X iO, hie = 1 k, hoe = 25 PS, R1 =
R2 =4kg, Rf :=40k1.
Esercizi
39
G1
Figura E-4.12
R t.
+
V9
0
Figura E-4.13
Ono,
Figura E-4.14
Nel circuito della figura E-4.14 si scriva ii sistema di equazioni che permette
-are la tensione VA in funzione dei generatori v e i, usando ii metodo dei nodi
trasformare i generatori.
Nel circuito della figura E-4.15 l'amplificatore opele considerato ideale e funzionante in zona lineare. Usando l'analisi nodale, si
Ia tensione v. Quanto vale la resistenza d'entrata R vista dal generatore v5?
Amplificatore non invertente Nel circuito della figura E-4.16 si calcoli, usando
:odo dei nodi, la tensione vu, supponendo l'amplificatore operazionale ideale e
inante in zona lineare. Quanto vale la resistenza d'entrata Ri vista dal generatore
Amplificatore invertente
Rl
V?1
:'
- a E-4.15 Amplificatore invertente
Figura E-4.16
Amplificatore non
40
4.17 Sommatore Nel circuito della figura E-4.17, usando ii metodo del no_ S
calcoli la tensione v.
4.18 Amplificatore differenziale Nel circuito della figura E-4J8, si calcoli, U-&-!t
ii metodo del nodi, la tensione v.3 in funzione di v31 e di v 2 , L'amplificatore operazic-ciaile considerato ideale e funzionante in zona lineare.
viJ\AAL..
V2
-I-
V.91
--
G7
AAA I AAA
IAAGS
C5
C6
U)
V3
js1
Figura E-4.20
G;
Convertitore generalizzato
Captok 5
Uso de teorm di Millman, sovrpposzkme,
Thvenin/Ncwton
5.1
Rkhiami teorci
fruttando i teoremi fondamentali dei circuiti elettrici e possibile, in molti casi, effet:iare l'analisi di circuiti resistivi semplici, senza ricorrere all'uso di metodi generali di
naIisi. Si richiamano brevemente i teoremi fondamentali che saranno usati nel corso
- questo capitolo.
> Teorema di Millman: e applicabile solo ad un circuito con la topologia indicata
nella figura 5.1 (ovvero a circuiti ad esso riconducibili). La seguente formula di
Millman consente di determinare la tensione tra i nodi A e B (si veda l'esercizio
4.5).
g +GkVk
(5.1)
VAB
Gk
R1
Figura 5.1
leorema di sovrapposizione degli effetti: applicabile ad ogni circuito resistivo lineare univocamente risolubile. Esso permette di determinare la soluzione
come somma degli effetti dovuti a ciascun generatore indipendente agente da solo.
41
42
Figura 5.2
Geq
Figura 5.3
1 Un bipolo detto ben definito se e solo se non contiene alcun elemento circuitale accoppiato,
elettricamente o no, con qualche variabile fisica esterna ad esso.
2 Un bipolo detto controllato in corrente se ammette un'unica soluzione quando e alimentato da
un generatore di corrente.
Un bipolo detto controllato in tensione se ammette un'unica soluzione quando alimentato da
un generatore di tensione.
Esercizi
43
Esercizi
5.1 Uso del teorema di Millman Facendo uso del teorema di Millman (si veda
ercizio 4.5), si determino I, 12 e 13 nel circuito indicato nella figura E-5.1.
4-
12V
J1
4\T
1
T20Q
5Q
6V
10Q
5Q
1
3
Figura E-5.1
5.2 Uso del teorema di sovrapposizione Si consideri ii circuito della figura E-5.2
e giA analizzato neII'esercizio 4.18. Supponendo ideale l'amplificatore operazionale, si
calcoli la tensione v,, facendo uso del teorema di sovrapposizione e usando le formule
relative agli amplificatori invertenti e non invertenti ricavate negli esercizi 4.15 e 4.16.
+
VU
Figura E-5.2
3
Ii
12
256 16
k.
Figura E-5.3
Th
44
5.4 Uso dei teoremi di Thvenin o Norton Facendo uso del teorema di Thvenin.
Si determini la corrente I nel circuito della figura E-5.4 assumendo E = 10 V, R1 = 511,
R2 = 211, R3 = 311, R4 = 6n, R5 = 411 e R6 = 411. Si ripeta l'esercizio facendo
11
ricorSo al teorema di Norton.
5.5 Uso del teorema di Thvenin Con l'uso ripetuto del teorema di Thvenin, ricondurre ii circuito della figura E-5.5 ad un generatore di tensione con in serie un'unicc
resistenza. Successivamente si calcoli la corrente I assumendo E = 100 V, R1 = 90 P- 1k11, R4 = 10011, R5 = 1011, R6 = 100 Q, R7 = 100Q, R8 = ikil
R2 = 1011, R3 R = 1011.
14
]?:~
R2
J?
:f_
Em
I
R2
R4
R6
17)
R1
P..1
R:11
R3
RT
>P
ET
Figura E-5.5
Figura E-5.4
5.6 Uso del teorema di Thvenin Si consideri ii circuito della figura E-5.6, in cui
ii bipolo indicato e resistivo, di resistenza RX incognita. Alla chiusura del tasto T, la
tensione V si riduce a 80% della tensione che si aveva a vuoto. Si calcoli ii rapporto
RXIR.
V0
Figura E-5.6
5.9
Esercizi
W
n
2R2I2J?
F
2R
40
30
V2 0
V 10
Figura E-5.7
V
-.
RO
J?2
V2
1-
f m
V2
v2
Figura E-5.9
Figura E-5.8
is
RI
1
CVU
I'5
R,
Figura E-5.10
Figura E-5.11
Capitolo 6
Doppi bipoli resistiv
Generalit
opo di questo capitolo avviare al calcolo dei piU comuni parametri descrittivi di dopbipoli resistivi, quali la matrice delle resistenze a vuoto, la matrice delle conduttanze
corto circuito e la matrice di trasmissione.
6.2 Richiami teorki
n doppio bipolo (o circuito a due porte) un circuito con quattro morsetti accessibili,
devono essere usati a coppie prestabilite 1-1' e 2-2', soggetti quindi al vincolo
posto dalla legge di Kirchhoff delle correnti) che la corrente i1 entrante nel morsetto
la corrente i'1 uscente dall'altro morsetto 1' della coppia siano uguali. Analogo
10 per le correnti relative alla coppia 2-2'. Deve cio essere:
1
il=ii
2
2
1'
Figura 6.1
2"
47
49
> Equivalenza: due doppi bipoli sono elettricamente equivalenti se le coppie di equazioni che ii descrivono sono uguali.
> Simmetria: un doppio bipolo che presenta lo stesso comportamento elettrico quando si scambiano fra loro la porta 1 e la porta 2 detto (elettricamente) simmetrico.
Un doppio bipolo che ammette un asse di simmetria verticale (simmetria strutturale) (elettricamente) simmetrico.
Per un doppio bipolo simmetrico risulta:
ril = r22 e
r21
= 7'12
Reciprocit: un doppio bipolo fatto di bipoli e quindi non contenente generatori dipendenti (tra breve si vedr che essi sono considerati dei doppi bipoli) e/o
amplificatori operazionali, ha
r21
= r12
921 = 912
II doppio bipolo ,6 detto reciproco
Doppi bipoli lineari resistivi elementari: nelle figure 6.2 - 6.6 sono mostrati
i pi comuni doppi bipoli lineari resistivi, utili per costruire modelli di dispositivi
fici anche complessi. Ad esempio, essi sono usati nei modelli di trasformatori reali
- di componenti a semiconduttori, quali transistori e amplificatori operazionali.
scuno di essi caratterizzato da due equazioni lineari:
i o-n1:n2
-0
--Op
V2
0-
Figura 6.2
Trsformatore ideale
ii=D
=
i2
r mil V2
Figura 6.4
in tensione
50
+
V2
Figura 6.5
in corrente
il =0
V1
Figura 6.6
in tensione
o Trasformatore ideale:
=0
= rmil
=0
ail
Esercizi
Esercizi
7.1
-joto.
Nel circuito della figura E-6.1, si calcoli la matrice [J?] delle resistenze a
4Q
1Q
22Q
Figura E-6.1
I
l aT,
R7
Figura E-6.2
Figura E-6.3
Figura
E-6.4
6 - Doppi bipoli_resistivi
52
6.5
Figura E-6.5
Figura E-6.6
:aptoo 1
ti RC e RL di ordine uno
Generalit
usto capitolo propone le prime semplici analisi di circuiti elementari in transitorio. A
J fine vengono considerati circuiti contenenti un solo elemento reattivo (o riconducibii
tali), cioe con generatori, resistori e una sola C o una sola L. In akuni esercizi si
.isiderano circuiti RC o RL con generatori costanti o costanti a tratti. In questi casi,
ai frequenti in pratica, l'analisi si riduce al calcolo di valori iniziali, valori finali e
ante di tempo. Sono infine presentati un paio di circuiti con generatori variabili.
Richiami teorici
circuito lineare RC con un solo condensatore e descritto dalla seguente equazione
enziale lineare del primo ordine (detta equazione di stato)
dv(t) - VC(t) + veq(t)
dt - ReqC ReqC
(7.1)
e descritto dall'e(7.2)
54
73'
dove si definisce -r = Req C per un circuito RC e r = Geq L per un circuito RL, mentre
x(oo) rappresenta lo stato di equilibrio (o di regime) che si raggiunge quando t * 00. La
costante r detta costante di tempo. Si osservi che in presenza di generatori costanti.
le equazioni (7.1) e (7.2) rappresentano un caso particolare dell'equazione (7.3) quando
si ponga, rispettivamente, x(t) = v(t) e x(t) = iL(t).
La soluzione esplicita dell'equazione (7.3) per t > to una funzione esponenzi ale'
x(t) = [x(t) - x(oo)] e_(t_to)/T + x(oo)
(7.4)
che richiede la determinazione della condizione iniziale x(t), del valore finale x(
e della costante di tempo i-. Ricordando la definizione di r, ii calcolo del suo valore
richiede ii calcolo di Req oppure di Geq.
*1
Ii valore finale x(oo) viene calcolato quando la rete ha raggiunto la condizione di
regime. Poich i generatori sono costanti per ipotesi, la condizione di regime implica
che tutte le variabili elettriche siano costanti. In tale situazione, in un circuito RL
l'induttore L si comporta come un corto circuito, mentre in un circuito RC ii condensatore C si comporta come un circuito aperto. Di conseguenza ii calcolo di x(oo
richiede l'analisi di un circuito puramente resistivo.
Se non gi assegnata, ii calcolo della condizione iniziale x(t) si effettua analizzando;
c ii circuito RC all'istante t dove si sostituisce ii condensatore con un generatore
tensione indipendente di valore uguale a v(t). Si noti che, tranne casi degeneri.
vc(t) = Vc() essendo v(t) una funzione continua del tempo;
t ii circuito RL all'istante t j dove si sostituisce l'induttore con un generatore di cor-
In presenza di generatori variabili e necessario ricorrere alla formula generale per la soluzione delle
equazioni differenziali lineari del primo ordine non autonome a coefficienti costanti.
55
Esercizi
Ercizi
7_I
Dato ii circuito della figura E-7.1, si calcoli v(t) per t > 0 assumendo
= 10, L = 1R, 19 = 1A e iL(0) = 2A.
7-2
:L(0) =2A L
Figura E-7.1
Figura E-7.2
Ii
Figura E-7.3
frcuiti RC
con generatori costanti e interruttori Si consideri ii circuito in1a figura E-7.5, ove l'interruttore T si suppone aperto da lungo tempo fino
e t1 = 1 s. Si supponga che T venga chiuso all'istante t1 e quindi riaperto
iiet2 = 2 s. I valori dei componenti sono: Ve = 30V, R1 = 8kl, R2 = 21cc?.
56
V((t)
VA
15 30 45
Figura E-7.4
R3 = 0,8 kf, R4 = 12 kl, R = 1,6 kQ e C = 250 pF. Determinare le espressioni d
V(t) e VR(t) per t > 0 e diagrammare ii loro andamento in funzione del tempo.
7.6 Circuiti RL con generatori costanti e interruttori Ii circuito della figura E-7.
si trova nella condizione indicata (interruttore T aperto) da un tempo sufficientemente
lungo da ritenere estinto ogni transitorio. All'istante t = 0, T viene chiuso e successivamente, esaurito ii transitorio, riaperto. Si disegnino le forme d'onda di v(t), i(t
e VL(t) in funzione del tempo, successivamente alla chiusura e alla riapertura di T. I
valori dei componenti sono: VE = 24 V, R1 = R2 = R3 = 10 1 e L = 50 mH.
D.
T
R1
VL_
+
yR V
Figura E-7.5
Figura E-7.6
7.7 Circuiti RL con generatori variabii Si consideri ii circuito della figura E-7.7.
Ii generatore Ve (t) ha la forma d'onda indicata nella figura E-7.7 con E = 4V e
t1 = 2jis. Si determini la corrente iL(t) supponendo che 10 = ZL(0) = 1 mA, L = 1 mH.
R1 = R2 = 1 k2 e R3 = 500 &. Si disegni inoltre ii grafico di ZL(t) nell'intervallo 0-6
'is.
Figura E-7.7
Esercizi
57
v5(t)
Figura E-7.8
Generalit
una funzione del tempo f(t) definita per t > 0, la sua trasformata di Laplace
w.uioIatera definita nel modo seguente
00
(8.1)
59
60
Nella tabella 8.1 sono elencate alcune funzioni del tempo di uso pi comune e le e
rispondenti trasformate di Laplace. Le propriet fondamentali della trasformata
Laplace monolatera sono raccolte nella tabella 8.2.
Tabella 8.1
F(s)
Tipo
t)
impulso unitario
U(t)
gradino unitario
rampa
cos(wot +
sen wo t
eat cos w0 t
Tabella 8.2
1
1
-S
1
esponenziale
sen(wo t + th)
= [f (t)]
1
s+a
sinusoide
s sen 0 + W0 cos q
cosinusoide
s cos 0 - w0 sen
+ WO 2
sinusoide smorzata
cosinusoide smorzata
+ w02
WO
(s + a)2 + W02
+a
(s + a)2 +
S
Propriet
Dasformata
Linearit
Derivazione
Integrazione
Ritardo nel tempo
Ritardo in frequenza
Teorema del valore iniziale
Teorema del valore finale
Esercizi
61
IZI
S1
Si cakolino le trasformate di Laplace delle funzioni f(t) indicate nella figu-ra E-8.1. Suggerimento: si esprimano le funzioni indicate come somma (algebrica) di
nzioni elementari.
Figura E-8.1
Capitolo 9
Metodi generali di anaIis - circuiti dinamici
3.1
Generalit
T:--sto capitolo introduce lo studente all'uso di metodi generali di analisi nel caso di
uiti dinamici. Anche in questo caso ii metodo considerato ii metodo dei nodi (No1 Analysis (NA)), usato come strumento di base per l'analisi di circuiti complessi,
i quali metodi di analisi "a vista?' sono di difficile, se non impossibile, applicazioLavorando nel dominio di Laplace saranno calcolate alcune funzioni di rete, quali
- -denze, ammettenze e funzioni di trasmissione. Infine si calcoler la risposta nel
inio del tempo di semplici circuiti dinamici.
2 II metodo del nodi: richiami teorici ed esempi
- 1La
1 Crcuiti dinamici
64
3. A differenza dell'analisi nel dominio del tempo, quando si ha una discontiniitA all'istante 0 non necessario valutare le condizioni iniziali all'istante 0 1
e semplicemente richiesto di conoscere le condizioni iniziali all'istante 0 ,
immediatamente prima dell'inizio del transitorio.
4. L'analisi in regime sinusoidale di un circuito lineare risulta essere un caso parti
lare, e PUO essere effettuata valutando un'opportuna funzione di rete per s = j
ove s = a + j w, chiamata frequenza complessa, e la variabile complessa usata n
trasformata di Laplace.
5. L'analisi nel dominio della frequenza fornisce una conoscenza pi profonda del c
portamento del circuito e permette di stabilire, tra l'altro, condizioni di stab*Ji
condizioni di attuabilit per un bipolo o un multiporte, ecc.
Nel seguito, dopo un breve richiamo delle regole che governano il metodo simbo
generalizzato, verr illustrato, tramite alcuni esempi, l'uso del metodo dei nodi nel
si vogliano analizzare circuiti dinamici lavorando nel dominio della frequenza.
9.2.2 Le regole del calcolo simbolico
La tabella 9.1 raccoglie le equazioni costitutive nel dominio del tempo e della frequc
za per i componenti circuitali considerati: resistori, condensatori, induttori e indutt
accoppiati. Le grandezze V0, Io, 110 e 120 sono, rispettivamente, i valori iniziali,
feriti all'istante 0 , della tensione ai capi del condensatore, della corrente attravei
l'induttore e delle correnti primaria e secondaria attraverso gli induttori accoppiati.
Si consideri ora un generico bipolo, con condizioni iniziali nulle, e se ne definisca
l'impedenza Z(s) e l'ammettenza Y(s), come indicato nella fig. 9.1 Nel caso dei
-O-- i(s)
LI1
V(s)
A(s)
Z(s)=y_ V
S,
p9.2
65
Tabella 9.1 Equazioni costitutive nel dominio del tempo e della frequenza. La variabile
o+jw la variabile usata nel ]a trasformata di Laplace ed detta frequenza comp/essa.
valori IfliZI2ll V0, I,110 e 120 sl riferiscono all'istante O.
Componente
Resistore R
v(t) = Ri(t)
V(s) = RI(s)
Condensatore C
i(t)
=C
Induttore L
v(t)
V(s)
= sLI(s) - LI0
oppure:
1
10
I(s)=EV(s)+
Induttori
accoppiati
M, L1, L2
vi (t) = L1
v2(t) = M
+M
+ L2
= sMIi(s)+sL2I2(s)MI10 - L2120
oppure:
Vi (s)=sLi (II(S) 10
sM (12(S) - 120
V2(S)
= ,9M (1l(S)
+
1
20
sL2 (12(s) -
a reti resistive, per illustrare, tramite un adeguato numero di esempi, l'uso del
idu simbolico nell'analisi dei circuiti dinamici.
umendo, assunte come incognite le trasformate delle tensioni dei nodi rispetto
qdWwWb di riferimento, la matrice Y,, dei coefficienti, detta ora matrice delle ammettenze
66
Tabella 9.2
Parametro
Z(s)
Resistore
Condensatore
Induttore
Componente
SC
sL
Y(s) C = 1/1?
SC
sL
Fgura 9.2 1 due circuiti equivalenti per un condensatore di capacit C nel dominio della
frequeriza; /j e ii valore della tensione sul condensatore allistante O
I
J
CD
CD
- f(s)
O.E I(.)
+
Z=sL
V(s)
I]
LI0
Figura 9.3 I due circuiti equivalenti per un induttore di induttanza L nel dominio della
frequenza; I ii valore della corrente attraverso l'induttore alI'istante V.
gli elementi di posto (i,i) (cio sulla diagonale principale) contengono la somma
delle ammettenze che collegano ii nodo i con tutti gli altri nodi;
r> gli elementi di posto (i,j) (cio fuori della diagonale principale) contengono la
somma, cambiata di segno, delle ammettenze che collegano ii nodo i con ii nodo j:
Per quanto riguarda ii vettore dei termini noti, esso contiene nella posizione j la somma
algebrica di tutti i generatori di corrente incidenti nel nodo j, assumendo come positive
le correnti entranti nel nodo.
Si ricorda che, come gi osservato nel caso di reti resistive, se la variabile d'uscita
non una tensione di nodo, occorre fare seguire alla soluzione del sistema scritto.
un successivo passo per determinare la variabile richiesta, servendosi delle leggi di
Kirchhoff delle tensioni e delle relazioni di ramo. Ad esempio, se richiesta la corrente
sM
Vi(s)
Z=sL1
sM
Ii (s)
I
110
V1(s)
( 1)
Figura 9.4 I due circuiti equivalenti, nel dominio della frequenza, per due induttori accoppiati di induttanza primaria L1 , induttanza secondaria L2, induttanza mutua M. 110
e 120 sono I valori, rispettivamente, della corrente primaria e della corrente secondaria
attraverso gil induttori L1 e L2 aIl'istante 0.
na ora proposta una serie di esempi per illustrare l'uso del metodo dei nodi nel caso
aLalisi di circuiti dinamici.
loiO 1
esempio
o
si consideri ii semplice circuito RLC, indicato nella figura 9.5. Si
calcolare l'uscita vo(t), quando l'ingresso ve(t) un impulso di durata T = 1 s
mpiezza E0 = 2 V, come indicato nella figura 9.6. I valori iniziali della tensione
Eprim
wk a.i capi di C1 e della corrente iL attraverso L sono, rispettivamente, V10 = 1 V e
= 1 A. La tensione inizia1e ai capi di C2 nulla. I valori dei componenti sonoJ16 RL = 11, C1 =C2 = IF, L=2H.
II circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza rappresentato nella
a 9.7, ove ii generatore reale di tensione stato sostituito da un generatore reale di
68
funzione
trasformata
ai fi ( t) + a2f2(t)
df
cit
sF(s) - f(O-)
ft
J0 - f( -) d-
iF(s)
e_t08F(s) , t0 > 0
1
1
S
1
(s + a)
s sen 0 + wo cos
2 + w02
S cos 0 - w0 sell 4'
2 + w0 2
wo
(s+a)2 Iwo2
U(t)
t - 1 eat
(ni)!
sen(wot + 4)
cos(wot + )
e at senw0t
e at cosw0t
(S+a) +w0
corrente equivalente e ove C1 e L sono stati sostituiti con i rispettivi circuiti equiv
di fig. 9.2 e fig. 9.3 che fanno uso di un generatore di corrente per tenere conto
condizioni iniziali. In tal modo ii circuito di fig. 9.7 contiene solo generatori di col
e pu essere efficacemente analizzato con ii metodo dei nodi.
Re
i?[
+
[']
Figura 9.5
Analisi di un circuito
RLC
9.2
- Ii
E0
=2
t,s
0 T=1
Figura 9.6
69
RLC
di fig. 9.5
V0
0
Figura 9.7
1
L
Ve(s)Gc+CiVio
I [EI]
SC2 +GL +
TL
Il
I
I
.s
IV(s) + 1
- -
[s+i+2s
1
L
1
I [Eu
S+1+II [EJ
2s
2sj
.9 I
I
I_
pUO
70
La trasformata Vo della tensione richiesta coincide con E2 e puo essere ottenuta dal
sistema precedente usando la regola di Cramer. Ii risultato finale ii seguente
E2 ______________
s
3/2
= s(s +282+23+1) +
+
s3+2s2+2s+1 33+2s2+2s+1
(9.1.
I
Si osservi che la tensione cercata risulta essere somma di tre termini: ii primo e dovuta
al generatore ye, mentre ii secondo e ii terzo dipendono (linearmente) dalle condizioii!
iniziali. E cosI confermato ii risultato noto dalla teoria: la risposta completa risulta
essere la somma della risposta con stato zero (cio con condizioni iniziali nulle) e della
risposta con ingresso zero (cio con ye = 0).
Scomponendo in fratti semplici ii primo termine si ottiene:
1_eS
-7
2
(s + 0 ,5)2
2)2] (1 - e 5)
(/
Antitrasformando si ricava:
e(t) =
- e1 -
1)
(9.4
Antitrasformando si ottiene:
e(t) =
e +
V/ 13
t] u(t)
4
-
(9.
(9.5
pr
Ti
3/2
s
++1
-3
s+ 0,5
- 3/2 + 3
- + 1 2 (s + 0,5)2 + (/2)2 2 (s+0,5)2+ (/2)2
3
(9 6)
Antitrasformando si ottiene:
= [et +_
t] n(t)
(9.7)
t] n(t) -
1.11(t
- 1) (9.8)
72
sempio 2
:1
Come secondo esempio si consideri ii circuito indicato nella fig. 9.9, ove 1'OA e consi
rato ideale e funzionante in zona lineare. Si vuole calcolare la funzione di trasmissi
H(s) = Vu (s)/Ve(s). In questo caso le condizioni iniziali sono tutte nulle (per d
nizione di funzione di trasmissione) e quindi i singoli componenti sono direttame
sostituiti dalle loro impedenze o arnmettenze e non c' necessit di disegnare ii circi
"trasformato".
Figura 9.9
73
G11(G5+G6)
x
C2G5
S
s - +s
!fflpiO
G1G6\ C4]
-2 \.
L3J
(C i -
(7 5 J
GI G
I/2t_3
0
Figura 9.10
In accordo alla regole precedentemente enunciate per i circuiti resistivi, non si scrive
uazione al nodo 1 (terminale di un generatore ideale di tensione con l'altro terminale
nesso al nodo di riferimento) ed e quindi sufficiente scrivere un'unica equazione a!
Io 2. Indicando con V la tensione del nodo 2 si ottiene
VuGe + (V - Ve)(sCi + G1) - gm(Ve - V) = 0
vendo
(9.10)
74
Esempio 4
Come quarto esempio si consideri ii circuito indicato in fig. 9. 11, che si trova in condi
ni di regime nella configurazione indicata, con tensione nulla ai capi di Cl. All'ist
t = 0 l'interruttore T si chiude. Si vuole calcolare la tensione v3(t) per t > 0. I v
dei componenti sono: R2 = R4 = 0,5 k1, Cl = C3 = 2 aF, E = 10 V.
Poich ii circuito e considerato a regime prima della chiusura di T, si ottiene
mediatamente che v3(0) = E = 1OV. Ii circuito trasformato per l'analisi
dominio della frequenza diventa quindi quello indicato in fig. 9.12, ove si fatto
per C3 del circuito equivalente che utilizza un generatore di corrente (fig. 9.2), in
della successiva analisi da compiersi con ii metodo dei nodi.
R2 2
H
:TC3TE
Ti
Hgura 9.11
Analisi di un circuito
TI)
RC
con interruttore
RC
.g. 9.12 sono indicati i nodi; si noti che la tensione richiesta v3 coincide con la
del nodo 2 e che E(s) = E/s. Indicando con E1 ed E2 le trasformate delle
dei nodi 1 e 2, si ottiene ii seguente sistema algebrico nelle incognite E1 ed
= 0
(9.12)
9.2
75
le equazioni Si ottiene:
sC1 + C2
C2
E1
C2 sC3 + C2 + G4] E2]
1I
- C4
C'3E
E opportuno osservare che, in alternativa alla via proposta, ii circuito di fig. 9.12
o anche essere analizzato scrivendo una sola KCL al nodo 2, facendo direttamente
yrenire l'ammettenza del ramo formato dalla serie di R2 e C1. Si noti che ciO
iaIente ad utilizzare ii teorema di Millman per calcolare la tensione E2. Si ottiene:
E2Y2+(E2+)C4+sC3E2=C3E, con Y2= SC1
sC1 R2 +1
Vs(s)E2(s)=
C + Q3
S
C4 + sC3
sC1
+ sC1R2 +1
10(3 +1)2
(9.13)
s(s2 +3s+ 1)
V3 (3)
10
s
41472
41472
s + 21 6180 + s + 0,3820
(9.14)
(9.15)
pio5
quinto esempio si consideri ii circuito indicato in fig. 9.13, che contiene due
Lofi mutuamente accoppiati, con correnti iniziali nulle. Si vuole calcolare la fundi trasmissione Vu/Ve. I vajori dei componenti sono: R = 40 k, Ru = 10 k,
) nF, L1 = 50 mH, L2 = 12,5 mH, M = 25 mH. Si noti che in questo Ca-
76
so, con i valori assegnati dei componenti, ii trasformatore ha accoppiamento unit (L1L2M2 -1).
Per poter analizzare ii circuito usando l'analisi nodale, occorre sostituire i d
induttori accoppiati con un circuito equivalente che non contenga elementi accoppia
In alternativa si potrebbe ricorrere all'analisi nodale modificata (si veda [21), ma ci
fuori degli scopi di questo testo. I due circuiti equivalenti pi comunemente utilizz
sono indicati in fig. 9.14 e in fig. 9.15: ii primo nel caso che i due induttori accoppiati
formino un doppio bipolo sbilanciato, ii secondo nel caso in cui si tratti di un dopp
bipolo bilanciato.
R
M
I
(jRu
Jo
Vs (s)
Figura 9.13
L1)
'1
2V
E
0-
i L1 M L2 12
2V 1
V
V2
0-
Nel caso dell'esempio proposto si ha un circuito sbilanciato e quindi ii circuito trasformato per l'analisi nel dominio della frequenza diventa quello indicato in fig. 9.16, ove
i due induttori accoppiati sono stati sostituiti dal circuito equivalente a T di fig. 9.14.
Si ottiene ii seguente sistema di due equazioni nelle due incognite E1 e E2 Vu:
1
I (.F iT'
sLc
SLb
I?
La
(9.16)
0
(VuEi) + V(sC + G)
I_
LCcIR[
VU(s)
j
Lb
Ve(8)
Fgura 9.16
ve
R+SLa
R+SLa + L +
I
-I
sL
+ sc + Gu Val
SL(.
acui
1
1
a
sL
R+SL
b
1
I R+SLa
SLC
PF
V'(J=
detY
8
(9-17)
1
LaLb
+
IR71,C LC(Lb + Lc)RC
(1db + L)C
625s
2
Ve s +2500s+109
(9.18
Esercizi
9.1 Calcolo di impedenze
E-9.1 - E-9.4
L1 ____
C2 L''R4
p
Figura E-9.1
Figura E-9.2
0,4
0,16
Figura E-9.3
Figura E-9.4
9.2
Ii circuito della figura E-9.5 viene usato per simulare un'induttanza con an
capo a massa mediante resistenze, condensatori e amplificatori operazionali. Si calcoli
l'impedenza Z(s) e l'induttanza equivalente Lpq .
Figura E-9.5
Esercizi
L3
79
+L_
RS
___z
Figura E-9.6
Figura E-9.7
Si supponga che, con l'interruttore S aperto, sia presente, ai capi del condensatore
una tensione V0. Supponendo di chiudere S all'istante t = 0, si calcolino, in funzione
Vco, L, C e w0
le espressioni di i(t), v(t), vL(t);
l'energia E0 immagazzinata nel circuito prima della chiusura di S;
le espressioni delle energie istantanee E(t) e EL(t) immagazzinate rispettivamente
in C e in L;
J'espressione dell'energia totale E(t).
Risonatore serie reale Ii circuito della figura E-9.7, formato dal collegamento
serie di un induttore L, un condensatore C e un resistore R8, e noto come risonatore
ne reale. Si supponga che, con l'interruttore S aperto, sia presente, ai capi del
1ensatore C una tensione Vo. Supponendo di chiudere S all'istante t = 0, Si
i,/Ld. Si
esprimano I risultati facendo comparire esplicitamente le variabili V0, R3 , wo e
Q = woL/R;
le espressioni delle energie istantanee E(t) e EL (t) immagazzinate rispettivamente
in C e in L e dell'energia totale E(t), nell'ipotesi che sia Q >> I. Si discutauo i
risultati ottenuti;
il numero n di oscillazioni complete della corrente i(t) durante il transitorio affinch
la sua ainpiezza si riduca a e volte l'ampiezza iniziale.
le espressioni di i(t) e vc(t), nell'ipotesi che woL/R8 > 1/2, con wo =
80
IRA
(En
1?
H +
____
Figura E-9.8
_
-
Figura E-9.9
9.7 Calcolo di transitori Nel circuito della figura E-9.10 ii generatore fornisce U:
tensione V0 costante e ii circuito si trova in condizioni di regime. All'istante t = 0
tasto T viene aperto. Si determini ii valore di i(t) prima dell'apertura di T, quim
usando la trasformata di Laplace, si determini la corrente i(t) per t > 0.
T
I
Vo
I
Th
1*i)
Figura E-9.10
cIII
i(t)
R \1T
LAW
Figura
i?2
E-9.11
98 Calcolo di transitori Nel circuito della figura E-9.11 ii generatore fornisce una
corrente 10 costante e ii circuito si trova in condizioni di regime. All'istante t = 0 ii
tasto T viene chiuso. Usando la trasformata di Laplace, si determini la tensione v(t)
per t> 0, nell'ipotesi che I componenti abbiano i valori seguenti: Jo = 10 A, R = 211,
R1 =R2 = lIZ, C1 = IF, C2 =2F.
9.9 Calcolo di funzioni di trasmissione Si consideri ii partitore RC della figura
E-9.12. Se la tensione d'uscita v1 (t) e uguale alla tensione d'entrata Ve(t) a meno di
una costante moltiplicativa, ii partitore e detto compensato. Si trovi ii legame che deve
esistere tra R1, C1, R2 e C2 affinch il partitore risulti compensato. In tale ipotesi, di
determini:
Esercizi
+
C'
R1
Ve
C2
i
Z(s)
Figura E-9.12
4.10 Calcolo di funzioni di trasmissione
Partitore RC
Si consideri ii circuito della figura E-9.13-
Vg(
Figura E-9.13
R12,
+
V
Figura E-9.14
S2
R2
Figura E-9.15
Capitoo ID
Introduzkme al egme sinusoidale
:2.1
Generalita
:-:o capitolo introduce all'uso dei fasori e delle loro propriet. Inoltre, usando
rrispondenza biunivoca tra fasori e grandezze sinusoidali, e introdotto ii metodo
olico che consente di studiare i circuiti in regime sinusoidale a partire dalle mekIogie di analisi valide per i circuiti resistivi. In particolare sono proposti i primi
onrcizi di scrittura delle leggi di Kirchhoff usando i fasori e ii calcolo di impedenze (o
mettenze) di bipoli che operano in condizioni di regime sinusoidale.
10.2
Richiami teorici
a1isi di un circuito lineare in regime sinusoidale puo essere svolta in modo semplice
- tando la corrispondenza biunivoca tra funzioni sinusoidali e numeri complessi. Si
Wificbi con x(t) una generica tensione o corrente sinusoidale
x(t) = Am cos(wt + qS)
(10.1)
83
84
Pertanto si ha:
x(t)=Am cos(wt +5)4==.X=IXIe
(1
T
Z=-1 =R+jXHZIe
iT
Y=
=C+jB=IYIe
V=ZI: I=YV
Leggi di Kirchhoff: per un circuito in regime sinusoidale valgono le
relazioni, espresse in forma matriciale
o Al = 0 (legge di Kirchhoff delle correnti), dove A e la matrice di incidenza
16 ii vettore dei fasori delle correnti nei rami del grafo associato al circuito.
o ATE = V (legge di Kirchhoff delle tensioni), dove V e ii vettore dei fasori del
tensioni dei rami del grafo associato al circuito e E ii vettore dei fasori del
tensioni dei nodi rispetto al nodo di riferimento (dette "tensioni nodali").
Osservazioni
r> Le leggi di Kirchhoff e le relazioni costitutive (lineari) dei bipoli, espresse da relazioni algebriche tra fasori, consentono di studiare i circuiti in regime sinusoidale
usando i metodi di analisi validi per i circuiti resistivi.
c> A volte una forma d'onda periodica f(t), di periodo T e caratterizzata dal suo
valore efficace, invece che dal suo valore ma.ssimo.
operazioni tra numeri complessi: zl z2 = (X1 x2) + j(yi y2), Z1z2 = Iz1IIz2Iei( 1+ 2 ) e
zl/z2 = ( Izl I/Iz2I)ei(1z2). Si dimostra facilmente che zz = 1z1 2 , z + z = 2x = 2Re[z] e
z - = j 2 = j2Im[z].
2 Per ii Teorema fondamentale sull'esistenza del regime sinusoidale, in un circuito lineare (stabile)
con ingressi sinusoidali di frequenza angolare w tutte le tensioni e le correnti hanno, a regime, la
medesima frequenza w.
85
II valore efficace definito come la radice quadrata del valor medio del quadrato
dei valori istantanei della funzione f (in inglese 'root mean square', abbreviato in
rms):
Tj rT
0 [f (7)? dr
(103
feff
I..
T
Nel caso di una forma d'onda sinusoidale quale quella descritta dall'equazione 10.1.
ii legame con tra valore massimo e valore efficace molto semplice:
Xeff
= Am/v'2
m/V' -
(10.4)
86
Esercizi
10.1
Dato ii numero complesso z = 6e 1/ 6, se ne calcoli la parte reale e la
immaginaria.
10.2
Dati due numeri complessi
e argomento.
z1 =
1 j e
z2 = 1+
j, se ne calcolino mo
10.3
Si calcolino i numeri complessi risultanti dalle segiienti espressioni, fori
do ii risultato in forma cartesiana.
15 e 14
+j2
3j4
8e_3200
(b) (2+j)(3-34)
(a)
10
5+j12
10.4
V2
10.5
Z2
Z12
Esercizi
:0.7
87
3cos(50t+10)-5cos(50t-30)
40 sen (30t) + 30 cos(30t - 71/4)
20sen (lOOt) -4- 10cos(100t + 60) 5sen (lOOt - 20)
10.8
10.9
Si calcoli l'impedenza del bipolo indicato nella figura E-10.2 alla frequenza
= 1 kHz. I valori dei componenti sono: R = 32 kQ e C = 5 nF.
RON
Figura E-10.1
Figura E-10.2
Figura E-10.3
Capitolo 11
nalisi di circuiti in regime sinusoidale
uesto capitolo saranno proposti problemi riguardanti circuiti in regime sinusoidale,
risolversi con ii metodo simbolico, ossia usando i fasori e sfruttando i metodi di
Jisi e i teoremi fondamentali utilizzati nel caso di reti resistive.
1 Richiami teorici
ialisi di un circuito lineare in regime sinusoidale puo essere svolta rappresentando
oni e correnti con i rispettivi fasori e usando le metodologie di analisi apprese
ca.so di circuiti resistivi, estese opportunamente al regime sinusoidale. Si faccia
imento ai capitoli 10 (per le propriet dei fasori) e 2-5 (per l'analisi di circuiti
;tivi).
89
9U
Esercizi
11.1
Nel circuito indicato in figura E-11.1 si determini i(t) a regime, sapendo
che v, (t) = 2 cos (wt +ir/2), V, R = 1 Q e che, alla frequenza del generatore, X = -1 Q
eXL==th.
4
Figura E-11.1
11.2
Si consideri ii circuito della figura E-11.2. Ii generatore Ve 6 un generatore
di tensione sinusoidale, di frequenza f = 10 kHz. Nell'ipotesi di R = 1 kf, si calcoli C
in modo che la tensione V sia sfasata di 1200 in anticipo rispetto a V.
Ve
Figura E-11.2
11.3
Dato ii circuito della figura E-11.3, si calcolino i suoi componenti in modo
che la tensione V sia sfasata di 900 in ritardo rispetto alla tensione Ve alla frequenza
di 20 kHz e inoltre sia uguale a 10 k1 ii modulo della sua impedenza d'entrata alla
frequenza di 100 kHz.
R
-T-
Fgura E-11.3
D-
Esercizi
91
RC1
Vu
Figura E-11.4
Dato ii circuito della figura E-11.5, si caicoli ii valor medio della tensione
a regime assumendo Vo = 5 V, v, (t) = sen (21rft) con f = 4kHz, R1 = 2 kf e
4k.
R1
'V5
VU
V)
Figura E-11.5
:apitoo 12
D otenze
adattamento energetco
1 Generalit
T -:sto capitolo introduce lo studente al calcolo della potenza (attiva, reattiva, appacomplessa) in regime sinusoidale. Inoltre si presentano esempi di progettazione
a reti elementari per ii rifasamento e l'adattamento energetico.
2.2
Richiami teorici
94
MR
Q= j Vjj1jsen(/)
Ii termine cos 4 e detto fattore di potenza e ii modulo della potenza complessa
e detto potenza apparente (misurata in VA), ossia
___
SI = IvIIII =
p2 + Q2
Al fine di eliminare ii fattore 1/2 che compare nelle relazioni precedenti, vier
introdotto, come detto nel capitolo 10, il valore effi care per una grandezza periodi
x(t) con periodo T, cosI definito:
Xeff
-f [X(,)]2 d,
= v/T
i
Per una grandezza sinusoidale con valore massimo (ovvero ampiezza) Xm si ottie
Pertanto, se la tensione v(t) e la corrente i(t) sono descrit
Xeff = Xm
attraverso i valori efficaci, in tutte le formule precedenti non compare ii fattore 1/
e, nel caso di un bipolo resistivo, che ha cos 0 = 0, la potenza attiva entrante e
data da P = RI 112 = V12 /R ed e quindi uguale alla potenza fornita allo stesso
resistore R da una corrente (tensione) costante di valore uguale al valore efficac
della corrente (tensione) sinusoidale considerata.
/t/.
in regime sinusoidale, la potenza complessa si conserva; equivalentemente, impiegando la convenzione degli utilizzatori per ciascun bipolo del circuito, Si ha
>2V
k I=0
max -
nO
12
dove lEd I ii valore massimo (ovvero l'ampiezza) del generatore di tensione a vuot
Nel caso si usino i valori efficaci e quindi lEd I sia ii valore efficace della tensione
95
-' max
P(tanq5itanq52)
wVe2ff
06
12
Esercizi
12.1
Un bipolo di impedenza Z = (200 + j 300) 1 e alimentato da un generat
ideale di tensione di valore efficace 2 V. Si calcoli la potenza attiva P assorbita
bipolo.
12.2
Dato un generatore sinusoidale con tensione a vuoto di valore efficace
e impedenza interna Z = (600 + j 100) l, si calcoli la potenza attiva massima che
generatore puo erogare.
12.3
Un generatore sinusoidale con tensione a vuoto di valore efficace 5
impedenza interna ZG = (200 - j 100) Q alimenta un bipolo di impedenza Zc = (3
j 600) ft Si determini la potenza attiva PC fornita al bipolo Z.
12.4
Un bipolo di impedenza Z = (10 - j 50) Q e attraversato da una corrente
di valore efficace III = 2 A. Si calcolino le potenze attiva e reattiva entranti nel bipolo.
125
Ii circuito indicato nella figura E-12.1 alimentato da un generatore i
tensione di valore efficace di IV,I = 100V e di frequenza f = 200 kHz. Si calcolino
potenze attiva e reattiva assorbite dal circuito. I valori dei componenti sono: R1
R2 = lOkfl e C2 2nF.
12.6
Si consideri ii circuito indicato nella figura E-12.2. II generatore forni
una tensione sinusoidale di valore efficace IV1I = 220V. Con l'interruttore S chi
ii generatore fornisce una potenza attiva P = 800W, mentre ii valore efficace de
corrente I e i = 10 A. Con l'interruttore S aperto i valori efficaci di I e V2 so
rispettivamente: I II = 10 e I V21 = 50V. Si determinino Z1, R e XL.
P7
P?.1
2
100V
Figura E-12.1
12.7
Data la rete indicata nella figura E-12.
si determini ii valore efficace della tensione applicat
reattiva assorbita dal condensatore C uguale, in i
IXcI = 100 IL
Esercizi
9:
:2.8
Si consideri ii circuito indicato nella figura E-12.4, funzionante in regime
soida1e, di frequenza Ii = 50 Hz. Supponendo R1 = 150 1, R2 = 200 Q e XL =
I ?, si determini la capacitA necessaria per ii rifasamento totale (ovvero cos = 1)
I punti A e B.
ra-
Figura E-12.4
Fgura E-12.3
I
2.9
Si consideri ii circuito della figura E-12.5 funzionante in regime sinusoidale,
mentato da un generatore di tensione, con tensione a vuoto V8 = Em sen (27rfit),
edenza interna Zg = Rg + j Xg e chiuso su un carico Z,, R + j X.
umendo Em = 10 V, fi = 1MHz, Zg = 100+j100 92 e Z = 5000j2000, si
coli la potenza attiva Po entrante nel carico di impedenza Z.
Interponendo tra ii generatore e ii carico ii doppio bipolo indicato nella figura E-12.6
318,3 pH e Ck = 222,6 pF, si calcoli un componente che inserito al posto di
attui l'adattamento energetico tra ii generatore e ii carico. Si calcoli infine quanto
la potenza attiva P2 che arriva sul carico in questo caso.
Zg
Zq
Zi
ZU
CkFigura E-12.5
Fgura E-12.6
Capitolo 13
Funzioni di rete e curve di risposta
questo capitolo saranno proposti esercizi che richiedono di
comportamento di un circuito elettrico puO essere adeguatamente descritto da un'opituna funzione di rete. Nel caso di circuiti dinamici lineari e invarianti nel tempo,
thviduata una coppia di nodi tra i quali viene collegato un segnale d'ingresso (che
th essere una tensione o una corrente) e una coppia di nodi ove viene misurata la
iosta all'ingresso (generalmente la tensione tra la coppia di nodi o la corrente in un
polo che collega i due nodi), come indicato nella figura 13.1, una funzione di rete e
Anita come ii rapporto F(s) tra la trasformata di Laplace della risposta all'ingresso
b trasformata di Laplace del segnale d'ingresso, nell'ipotesi che siano state messe a
,v tutte le condizioni iniziali:
- C(risposta all'ingresso)
F(s) (segnale d'ingresso)
seconda dell'ingresso e dell'uscita considerata si possono avere sei diverse funzioni
rete. Le configurazioni die portano a tali funzioni sono illustrate nella figura 13.1,
5itre la tabella 13.1 riassume le loro definizioni.
servazioni
II concetto di funzione di rete ora introdotto e molto pi generale di quello originato dalla teoria del regime sinusoidale, ove le funzioni di rete sono definite come
13
Figura 13.1 Le configurazioni che generano le sei possibili definizioni di funzione di rete
Tabella 13.1 Le sei possibih funzioni di rete per un circuito dinamico lineare e invariante
nel tempo
Figura
Definizione
Denominazione
Unit di misura'
(a)
II =V.
Adimensionale
(b)
H = f-
Adimensionale
(c)
Ammettenza di trasferimento
Siemens
(d)
zt =
Impedenza di trasferimento
Ohm
(e)
Y-
Ammettenza d'ingresso
Siemens
(f)
Z=
Impedenza d'ingresso
Ohm
101
Le funzioni di rete sono funzioni razionali della variabile complessa s, con coeffirnti reali:
bmsm+bm_iSrn-i -r...+bis+b0
F(s) =
as + a_ s"-' + ... + a1s + a0
Le funzioni di rete sono alla base di tutti i moderni procedimenti di sintesi dei
drcuiti elettrici.
Curve di risposta
Vi = H(jw)IIVI
=
OVU = c1 +
(w)
Lconseguenza, la conoscenza del modulo e della fase di una funzione di rete al variare
Pa pulsazione w (ovvero della frequenza f = u/27r) permette di conoscere come varia
Poich Passe delle ordinate ha una scala lineare (graduata in dB), mentre l'asse delle
ascisse ha scala logaritmica, si suole parlare di diagrammi in scala semi-logaritmica.
D Poich una funzione di rete una funzione razionale a coefficienti reali, I suoi zen
e poli sono o reali o coppie complesse coniugate, con uguale molteplicit per ogni
coppia.
:D II tracciamento delle curve di risposta e oggi reso agevole dall'uso dei moderni
mezzi di calcolo, ma possibile ottenere un andamento approssimato fattorizzando
la funzione di rete (cio calcolandone zeri e poli) e sommando (in modo algebrico)
per via grafica I diagrammi elementari di modulo e fase corrispondenti agli zen e
poll della funzione.
102
I diagrammi elementari di modulo e fase in funzione di w associati con uno zero rej
(s+z), z> 0 o con una coppia di zeri complessi coniugati (s2 +2wos+wo2 ), >
sono indicati, rispettivamente, nelle figure 13.2, 13.3 e 13.4, 13.5. I diagrammi relativi ai poll sono identici a quelli degli zen, ma hanno segno opposto. Quesii,
diagrammi elementari sono solitamente chiamati diagrammi di Bode. I diagram-'
mi in molti casi sono sufficientemente approssimati dal loro amdamento asintotica.
indicato nelle figure 13.2, 13.3 nel caso di zero reale negativo.
c> La frequenza alla quale ii diagramma del modulo di una radice reale si discosta i
3 dB dalla sua approssimazione asintotica spesso indicata come punto centrale'4
anche pulsazione di rottura o pulsazione d'angolo) del diagramma. Esso corrisponde
alla frequenza per cui e w/z = 1. Nel caso di una coppia complessa coniugata, I
punto centrale corrisponde alla frequenza per cui w/wo = 1.
i> Ii grafico finale ottenuto sommando (algebricamente) tutti i contributi dovuti agi
zeri e ai poli, piazzando i singoli diagrammi elementari con ii loro punto centrale
in corrispondenza di una pulsazione uguale al valore assoluto della radice reale o a
quello del modulo della coppia complessa coniugata considerata.
> La via grafica si dimostra particolarmente utile nel caso in cui si debba effettuare
un progetto: infatti, assegnato l'andamento del modulo (o della fase) di una funzione di rete al variare di w, la via grafica permette di risalire con una discreta
approssimazione alla funzione di rete da realizzare, consentendo di determinar
poli e zen.
Risposta in fase
Risposta in ampiezza
135
40
35
30
90
Ni
fill
uryA
_/451
bea
LL
N
0
Approssimazione
asintotica
-5
-10
-45
102 10' 100 101 102
O)/Z
wlz
idu
102
(0/(00 lOu
10_1
lOu
lOu
0)/COn
Figura 135 Diagramma della fase (in gradi) al
variare della pulsazione w di una coppia di zen
complessi coniugati di modulo w
104
Eserdzi
13.1
Diagrammare l'andamento del modulo (in dB, in scale semi-logaritmic
delle seguenti funzioni di rete l variare delta pulsazione w, usando i diagrammi di B
asintotici. Per le funzioni c) e d) si diagrammi anche l'andamento delta faze at van
di w.
a) F(s)=
2(s+20)
(s+2)(s+100)
d) F(s) = 10
(.s+ 2)
13.2
Ii circuito delta figura E-13.1 rappresenta un doppio bipolo usato
l'equalizzazione dei segnali provenienti da dischi fonografici incisi secondo le fbi
RIAA (Record Industry Association of America). Si calcoli la funzione di trasmissi
H(s) = V2/E. TJsando i diagrammi di Bode si diagrammi l'andamento del moc
(in dB) e delta faze (in gradi) di H(j w) at variare delta frequenza f. Alla freque
f = 1kHz it circuito introduce un'attenuazione delta tensione d'uscita rispetto a qu
d'ingresso; quanti decibel deve guadagnare un amplificatore per compensare qu
attenuazione? I valori dei componenti sono: R1 = 330 kl, R2 = 7,5 k, R3 = 30
= 82 k, C12 = 40nF, C2 = 2nF.
V2
Figura E-13.1
Equahzzatore R[AA
Esercizi
Si consideri ii circuito della figura E-13.2, gi proposto nell'esercizio 9d2..
di essere in regime sinusoidale, si determini
R2
Figura E-13.2
la frequenza fo del generatore per cui l'ampiezza del segnale d'uscita e massima;
lo sfasamento q tra la tensione d'uscita e quella d'ingresso alla frequenza fo;
il rapporto K tra le ampiezze dei segnali d'uscita e d'ingresso alla frequenza fo;
II rapporto K3000 tra le ampiezze dei segnali d'uscita e d'ingresso nel caso la
frequenza f del generatore sia uguale a 3000 Hz.
1ori dei componenti sono: R1 = 1 kl, R2 = 1,5 kQ, R4 = 12,2 k, R5 = 1,22 k,
= R8 = 1,5k1, C3 = C6 = 47nF.
Capitolo 14
Doppi bipoli dinamici
:-..i
Generalit
ichiami teorici fatti in precedenza per i doppi bipoli resistivi (capitolo 6, pagina 4)
ono essere estesi al caso di doppi bipoli dinamici, cioe di doppi bipoli che contenno. oltre ad eventuali resistori, anche induttori e/o condensatori e/o trasformatori
ramente induttivi. Nel caso di elementi lineari e tempo-invarianti, le rappresentazioni
ate nel caso puramente resistivo possono essere estese usando per tensioni e correnti
trasformate di Laplace delle corrispondenti grandezze nel dominio del tempo. In tal
si suole dire che si lavora nel dominio della frequenza.
II vincolo fondamentale (uguaglianza delle correnti entranti e uscenti dalla stessa
ppia di morsetti) ora si scrive:
11 (8) = It (s) 12(S) = 12' (S)
zionamento del doppio bipolo descritto, oltre che dalle due correnti 11 (s) e 12(s)j
dalle due tensioni di porta V, (s) e V2(s). I versi di riferimento sono quelli mdicati
figura 14.1.
Dde quattro grandezze V1, V2, I e 12, solo due risultano essere indipendenti: note..
o comunque fissate due di queste, le altre due risultano determinate, ovvero, detto
con maggior precisione, risultano funzioni delle due grandezze scelte come variabii indipendenti. Nel caso di doppi bipoli lineari, le suddette relazioni funzkMiah
risultano essere lineari.
107
108
Vi (s)
V2(s)
0-
-0
v1
V2 = t1 +t 2i1
12 = t21 V1+t2211
z11 = z22
e z21 = Z12
14
110
Esercizi
141
Per ii doppio bipolo della figura E-14.1 si calcoli la matrice Y delle
mettenze di corto circuito.
14.2
Per ii doppio bipolo della figura E-14.2 si calcoli la matrice Z delle
denze a vuoto.
1
rll2z
12
(11
1/~9
T I- V
--
Figura E-14.1
Figura E-14.2
14.3
Per ii doppio bipolo della figura E-14.3 si calcoli la matrice Z delle
denze a vuoto.
14.4
Per ii doppio bipolo della figura E-14.4 si calcoli la matrice Y delle
mettenze di corto circuito.
II:
11
RV2
Figura E-143
Figura E-14.4
14.5
Si determini per quali valori delle induttanze La, Lb e L ii dopj
della figura E-14.5(b) equivalente al circuito formato dagli induttori mu
accoppiati della figura E-14.5(a).
M 12
I :: V,
La
+ +
Vi L1
L2
(a)
Figura E-14.5
*1+
(b)
Esercizi
14.7
equivalente.
ii
I
jMI
++-I
-"-
Ic
10
-_I._
.+
V2
j
LI
Figura E-14.7
Figura E-14.6
fll:fl2 z2
Lc1
VI
-L
Ll
0-
V2
v1
Figura E-14.8
L1
11/1
____
-0
4
jjL2
v2
itoo 15
lisi d crcifti con dioch ddeali
di questo capitolo e introdurre lo studente all'analisi di semplici circuiti conteliodi ideali.
15.1 Richiami teorici ed esempi
?rna di proporre esercizi sull'analisi di circuiti con diodi ideali, verranno fatti alcuni
ami teorici e presentati alcuni esempi.
1.1 II diodo
do un bipolo resistivo non lineare, che trova largo impiego in molte applicazioni
nde interesse, quali rivelatori di segnali radio, convertitori di potenza (raddriz
moltiplicatori di tensione), limitatori di tensione, circuiti logici, ecc. Ii diodo
zialmente costruito (John Ambrose Fleming, 1904) ricorrendo a tubi a vuoto
um tube diode); oggi la maggior parte realizzata usando semiconduttori (p-n
on diode). Nel seguito si considerer ii comportamento di un diodo a semiconre, cos come appare ai suoi morsetti esterni, senza interessarci dei fenomeni fisici
,j& base del suo funzionamento.
151.2 Caratteristica v-i di un diodo a semiconduttore
114
Breakdown
Reverse
Forward
Vt1
Figura 15.1 Caratteristica tensione-corrente di un diodo a semiconduttore. Le scale nosono indicate e le curve riportate sono da intendersi qualitative.
Anode
Cathode
Figura 15.2 Simbolo del diodo e due diodi reali. La sottile striscia sulla destra
dispositivi realiHndica ii catodo.
115
buona approssimazione della caratteristica della figura 15.1, basata sull'analisi del
)ortamento fisico dei materiali a semiconduttore, e fornita dalla seguente equazione
Vd
i = ic (e
_)
(15.1)
(15.2)
molti casi, ii comportamento di un diodo reale pu essere approssimato con un molo molto semplice, chiamato diodo ideale, la cui caratteristica indicata nella figu15.3. II simbolo e le convenzioni di segno sono sempre quelli indicati nella figura 15.2
iportati nuovainente nella figura 15.3, insieme con le equazioni di funzionamento.
Figura 15.3
corrente
116
Si consideri il bipolo indicato nella figura 15.4(a). Ii diodo supposto ideale e E > 0. Sai
vuole tracciare la caratteristica tensione-corrente del bipolo. Per risolvere il problema,
si pub supporre che il diodo sia bloccato (figura 15.4(b)) e vedere per quali valori de-11M
tensione v questa ipotesi e vera, ossia per quali valori di v la tensione vd ai capi
diodo risulta negativa.
Poich i = 0, sulla resistenza R la caduta di tensione e nulla e quindi v = E +
da cui si ha:
Vd = V
E
Di conseguenza vd negativa (e quindi e corretta l'ipotesi che il diodo sia bloccato)
per v < E. In tal caso la corrente i nulla per tutti i valori di v inferiori a E (priiie
tratto della caratteristica della figura 15.4(c)).
Per v > E il diodo conduttore e il circuito si riduce a R in serie ad E. La correnTe
i ha la seguente espressione:
vE
R
Ad
(c)
ura 15.4 Bipolo resistivo con tin solo diodo ideale (a), bipolo in cut II diodo e suppostc
ccato (b) e caratteristica v-i del bipolo (c)
vuole ora tracciare la caratteristica del bipolo con due diodi ideali, con 10 e E
rambi positivi, della figura 15.5(a). In questo caso occorre esaminare i quattro
ai indicati nella tabella 15.1 e vedere quali sono compatibili con le equazioni di
-onamento dei diodi.
Tabella 15.1
Dloccato".
I quattro stati che devono essere esaminati. C sta per conduttore" e B per
D1 D 2
CC
B B
C B
B C
Ii primo caso (D1 e D2 entrambi conduttori) sicuramente impossibile. Infatti II
teratore ideale di tensione E risulterebbe chiuso in cortocircuito, ii che assurdo.
Ii secondo caso (D1 e D2 entrambi bloccati) corrisponde alla configurazione indicata
La figura 15.5(b). Si deve verificare per quale valore della tensione v d'ingresso le
soni Vdl e Vd2 risultano entrambe negative. Dal circuito si ha Vdl = v e Vd2 = vE.
conseguenza:
vdl<O per v>O; vd2<O per V<E
due condizioni risultano entrambe verificate per
0<v<E
it
A.......7!...! .7!
r.L!
Vd2
V
10
(4)10
- I
_____ di
()
+
I
I
(d)
(e)
Figura 15.5 Bipolo resistivo con In > 0, E > U e due diodi ideali (a), bipolo in cui
diodi sono supposti bloccati (b), bipolo in cui D1 conduce e D2 e bloccato (c), bipolo H
cui D1 e bloccato e D2 conduce (d) e caratteristica v-i del bipolo (e).
Inoltre, in tale configurazione, la corrente i risulta essere costante e uguale a Is06 corrisponde al ramo intermedio (orizzontale) della caratteristica indicata nel
figura 15.5(e).
11 terzo caso (D1 conduttore e D2 bloccato) corrisponde alla configurazione della
figura 15.5(c). Da tale figura risulta Vd2 = E < 0 e d1 = Io-i. Di conseguenza, pci-.
ch la condizione Vd2 <0 e sempre verificata, la configurazione considerata possibi.
se d1 > 0, ovvero i <1g. Inoltre, in tale configurazione risulta v = 0. CiO corrisponde
al ramo verticale di sinistra della caratteristica della figura 15.5(e).
Ii quarto caso (D1 bloccato e D2 conduttore) corrisponde alla configurazione della
figura 15.5(d). Da tale figura risulta vdl = E <0 e d2 = i - I. Di conseguenza, pcich la condizione Vdl <0 e sempre verificata, la configurazione considerata e possibile
se d2 > 0, ovvero i> 10 Inoltre, in tale configurazione risulta v = E. CiO corrispon
al ramo verticale di destra della caratteristica della figura 15.5(e).
15.1
119
nideri ii circuito indicato nella figura 15.6(a). In questo caso presente un genedi tensione v8 (t). Considerando ideale ii diodo, si vuole determinare v(t), nelei che v8 (t) abbia un andamento sinusoidale, come indicato nella figura 15.6(d)
a blu). Procedendo come nel paragrafo precedente, immediato verificare che il
conduce per v8 (t) > 0 (figura 15.6(b)), mentre e bloccato per v3(t) < 0 (figu16(c)). L'andamento di v(t) e mostrato nella figura 15.6(d), con linea rossa. Si
the ora in v(t) presente una componente continua. Filtrando opportunamente
si ottiene una tensione continua a partire da un segnale sinusoidale. Ii dispositivo
primo semplice esempio di raddrizzatore.
4nR VU
V.
TR
(a)
I VU
= 5
91
v,5
1~
(c)
15.6 Circuito con un generatore di segnale e un diodo ideale (a), circufto in cui
.odo conduttore: v, > 0 (b), circuito in cui ii diodo bloccato: v,. < 0 (c) e forms
onda del segnali d'ingresso e duscfta (d).
di un punto di funzionamento
a figura 15.7(a) e riportato un circuito, di cui si vuole calcolare ii punto di funzioto. I valori dei componenti sono: E = 15 V, VBI = VB2 = 10 V, R = 1.
ino presenti generatori di segnale variabili nel tempo e quindi ii circuito pronto
lanalisi. In questo caso solo uno tra i quattro casi possibili compatibile con le
oni di funzionamento dei diodi. Iniziamo con ii supporre i diodi entrambi bloccati
ra 1.5.7(b)). Perch questa ipotesi sia vera, le tensioni VD1 e VD2 devono essere
120
7R
I V
R
D2
2 VD2
TE
-I-I
VB2
VBi
VB2
VB1
VD1
(a)
Dl
TE
Bi--
D2
VD2
VB2..
(c)
Circuto resistivo con due diodi ideali: calcolo del punto di funzionamento
in continua. I valori dei componenti sono: E = 15V, VB1 = VB2 = 1OV, R = lS (a),
bipolo in cul I diodi sono supposti bloccati (b), bipolo in cui D1 conduce e D2 e bloccato
(c)
Figura 15.7
Si ha':
VD2
Esercizi
Nel circuito della figura E-15.1 ii generatore fornisce una tensione e(t) =
U (V, s) ed ii diodo e considerato ideale. Le resistenze valgono: Rg = 6l
Ifl; ii rapporto di trasformazione del trasformatore ideale vale n1 : ri2 = 3. Si
v(t) e se ne diagrammi l'andamento per t > 0.
$Mi
e(t)
Figura E-15.1
Nel circuito della figura E-15.2 ii generatore fornisce una tensione con
'onda triangolare, come indicato nella stessa figura. Ii diodo e considerato
Le due resistenze sono uguali e valgono R1 = R2 = 200 Q. Si diagrammi
nto di v(t) per t > 0.
vS, V
10
10
Figura E-152
Tracciare la caratteristica tensione-corrente del bipolo indicato nella figuIi diodo considerato ideale e 10 > 0.
'Z.
'4
Figura E-15.3
Nel circuito della figura E-15.4 ii generatore v fornisce una tensione con
donda sinusoidale, come indicato nella stessa figura. Ii diodo e considerato
La resistenza R3 vale 100 Q e la pila fornisce una tensione di 6 V. Si diagrammi
nento di v(t) per t > 0.
122
15
R3
iooci
C
=
V3, V
2O TTT:T
Vs
VU(t)
IM
Figura E-15.4
15.5
Tracciare la caratteristica tensione-corrente del bipolo indicato nella
ra E-15.5. Ii diodo e considerato ideale e i valori dei componenti .sono: R = 1
E=1OV.
15.6
Tracciare la caratteristica tensione-corrente del bipolo indicato nella
ra E-15.6. Ii diodo e considerato ideale ed E > 0.
VR
El
Figura E-15.5
TI7E
Figura E-15.6
15.7
Si consideri ii circuito indicato nella figura E-15.7, ove i diodi sono
derati ideali. La tensione v, varia nel tempo tra 0 e 150 V, con legge lineare. I
dei componenti sono: R1 = 100 k1, V1 = 100 V, R2 = 200 kl, V2 = 25 V.
Si traccino, quotando i punti significativi:
1. le curve di v(t) e v(t) in funzione del tempo, usando le stesse scale;
2. l'andamento delle correnti i1(t) e i2 (t) nei diodi, usando la stessa scala del
utilizzata per ii grafico precedente.
(i)
DI
R
i--
Figura E-15.7
Ji
R11
Vu
V2-y
Figura
E-15.8
15.8
Si consideri ii circuito indicato nella figura E-15.8, ove i diodi sono i
siderati ideali. Si calcolino la tensione V e le correnti in ogni diodo. I valori
componenti sono: VR = 25V, R1 = 5kf, R2 = 10 kg, V1 = by, V2 = 20V.
Suggerimento: si determini il punto di funzionamento del circuito per via grafica, a
intersezione della caratteristica del generatore (tensione a vuoto VR e resistenza int
K2) con quella del bipolo non lineare collegato al generatore stesso.
Esercizi
Si determini la caratteristica tensione-corrente del bipolo indicato nella
E-15.9 (1 diodi sono considerati ideali). Tenendo presente i risultati ottenuti, si
iga un circuito che presenti ai suoi terminali la caratteristica della figura E-15.10.
D1
'
R,
D2
G0
Figura E-15.9
Figura E-15.10
Si consideri ii circuito indicato nella figura E-15.11, ove i diodi sono con10
rati ideali. Si applichino ai morsetti A e B tensioni di OV e 5V in tutte le
Jinazioni possibili e si calcoli ii valore della tensione al morsetto Y. Associando a
lo stato 0 e a 5 V lo stato 1, si verifichi la validit della tabella E-15.11.
1000
Figura E-15.11
Tabella E-15.11
A B Y=AB
00
0
0 1 0
10
0
1 1
1
Parte II
Soluzion i
Tapjtoo 16
I cuito del problema riportato nella figura 16.1 con i nodi numerati. Procedenn modo accorto, in generale si riescono ad ottenere le incognite cercate risolvendo
ia'equazione alla volta.
T. ad esempio, dalla KCL al nodo 3 si ottiene immediatamente i1: i1 +6 - 7 = 0,
cui ii 1A.
I KCL al nodo 2 permette di calcolare i4: i4 - 8 - 6 = 0, da cui i4 = 14 A. Insfruttando ii valore di i1 appena calcolato, dalla KCL al nodo 1 si ottiene i2:
8_i'= 0, da cui i2 = 7A.
Anche per quanto riguarda le tensioni si puo procedere in modo analogo. Scrivendo
KVL ai seguenti cammini chiusi (che in questo caso risultano essere maglie), ogni
azione permette di ricavare una delle tensioni incognite:
3-0: 7+v3+8=0,dacuiv3=-1V
.- 2-0: V2 - 9 + 7 = 0, da cui V2 = 2 V
L2-1: Vi - V3 + 9 = 0, da cui V1 = 10V
+
1 8A
9\T L
GA
SV
Figura 16.1
127
128
Esercizio 1.2
(a) Si faccia riferimento alla figura E-1.2(a). La corrente i2 pub essere calcolata sc
do una KCL al nodo ove incidono le tre correnti da 8, -2 e 5 A. Si ha: 5+2-8+i2
da cui si ricava i2 = 1 A. Rimane un nodo in cui ora l'unica incognita i1. La KC
questo nodo : i1 - 10i2 6-8 = 0, da cui risulta i1 = 25A.
(b) Si faccia riferimento alla figura E-1.2(b). Si inizi a scrivere la KCL al nodo
solo una corrente incognita: 4+2-3 i1 = 0, da cui si ricava i1 = 9 A. Nel secc
nodo l'unica incognita ora i2. La KCL a questo nodo : 5+6+ i1 + i2 = 0, da
risulta i2 = 10 A.
(c) Si faccia riferimento alla figura E-1.2(c). Scrivendo una KCL alla superficie
abbraccia tutto il circuito si ottiene: i1 - 3 + 5 - 5 = 0, da cui si ricava i1 = 3
Si scriva ora una KCL alla superfice chiusa che abbraccia i due nodi ove mci
i1 e i2 : i1 i 5+i2 = 0, da cui risulta i2 = 3A.
Esercizio 1.3
Figura 16.2
Esercizio 1.4
Si consideri il circuito riportato nella figura 16.3, ove sono numerati i nodi e in
le correnti. Scrivo le KCL ai vari nodi, supponendo per ora diverse i1 e i2:
nodo 1: i1 + i3 + i4 = 0;
nodo 2: i3+i5+i6=0;
nodo 3: i4i5+i7=0;
nodo 4: i2 - i6 - i7 = 0;
Sommando le quattro equazioni si ottiene i1 + i2 = 0 e quindi i1 = i2 come v
verificare. Posto ora i1 = i2 = i nelle equazioni precedenti, immediato verifica
esse sono linearmente dipendenti (sommando le 4 equazioni si ottiene 0 = 0),
asserito dalla teoria.
129
Fgura 16.3
tizio 1.5
ccia riferimento alla figura E-1.5. Scrivendo la KCL al nodo ove incidono i1, i2 e
si ottiene -i1 +i2 + j3 = 0, da CU1 si ricava i3 = i1 - i2 = 1,3A.
cizio 1.6
6ccia riferimento alla figura E-1.6. Scrivendo la KCL alla superfice chiusa che
Lraccia tutto ii circuito e taglia i rani ove scorrono i, e jb, si ottiene immediatamente
ii'-endo le KCL ai nodi del circuito ove incidono le correnti incognite, si ottengono
guenti equazioni:
i4 + i5 i5 - = 0, ma ib
a e quindi i6
13 + j5 = 0, da cui ii = i3 - i5,
-i4 = 0, da cui i2 = -i3 +i4.
cizio 1.7
tfrcia riferimento alla figura E-1.7:
fl.al nodo da cui esce ih: ih - 2 - 3 = 0, da cui ih = 5A;
D. al nodo in cui entra i: -it, -1+2 = 0, da cui i = l;
L al nodo da cui esce i: i - ih +4 0, da cui i = 1 A;
rial nodo da cui esce i: iy -j +i = 0, da cui it,, =OA;
a1 nodo in cui entrai: -i+1-4=0,da cui i=-3A.
iol.8
a riferimento alla figura E-1.8. Scrivendo la KVL alla maglia di sinistra si
V2 + 1 - 10 = 0, da cui V2 = 9 V. Scrivendo la KVL alla maglia di destra si
r2 -v4+7=0,da cui v4=v2+7=16V.
"01.9
riferimento alla figura E-1.9. Scrivendo la KVL alla maglia di destra si ottiene:
2-2 = 0, da cui v = 0 V. Ora Si pU calcolare V, scrivendo la KVL alla maglia
ro-alto: v5 + v, - 1-3 = 0, da cui 1x = -vs, + 1 + 3 = 4V. Infine nella maglia
o-basso Si puO scrivere: VBA - - 4 = 0, da CW VI3A = V +4 = 8V.
Capftoo 17
Anas d(h drct Esstiv eemntir
2.1
::ivendo la legge di Ohm al circuito della figura E-2.1 si ottiene:
Esercizio
Esercizio
z =vC, =1
= vC2
C'
Ci +C2
= 'i s,
+ C2
132
R1
+R2
Con riferimento al circuito della figura E-2.3, detta i la corrente che attraversa
R2, scrivendo una KVL alla maglia, si ottiene:
V = V1 + V2 = iRi + iR2 i(Ri + R2), da cui i = v/(Ri + R2). Si ottiene quindi:
= zR1
R1
=
VR + R2
= zR2 = V
=
=
R2
R1 + ft2
e
V2
= i
+G2-
V1V2 -5+V3V4+10+V5=0
Usando la legge di Ohm, le tensioni possono essere espresse come prodotto della
I per la corrispondente resistenza:
15-1O1 -10I-5-21-61+10-121
Dall'equazione precedente si ricava I = 20/40 = 0,5A. Conoscendo I si
calcolare le tensioni:
V1 =V2=lOxO,5=5V, V=-2x0,5=-1V
V4=6x0,5=3V, V5 =-12x0,5=-6V
Ixifine, usando la legge di Kirchhoff delle tensioni, si ottiene VAB:
VAB = V2+5V3+V4 10 = 5+5+1+3-10 = 4V
133
(c) Si consideri ii circuito della figura E-2.4(c). Dovendo essere VAB = bOy, la
corrente 12 deve valere 12 = (100 - 40)/(20 + 10) = 2 A. La corrente attraverso R deve
valere IR = VAB/R = 100/100 = 10A. La corrente uscente da Vb vale (Vb - VAB)/10
Le di conseguenza deve essere
Vb - VAB
10
cui V&/10 =
22 A e quindi
Vb=22OV
V() - 40
10+20+10
=180/40=4,5A
Esercizio 2.5
Con riferimento al circuito della figura E-2.5, la potenza fornita dal generatore V9 i I e
sale 100W. Quindi I = 1 A. hnoltre la potenza fornita dal generatore deve uguagliare
Ia somma algebrica delle potenze assorbite dagli altri elementi circuitali:
100 = P + 2012 + 601
ta cui P = 100-20-60 = 20W. Infine, essendo I = 1 A e P = 20W, La tensione V
deve valere 20 V.
ercizio 2.6
n riferimento al circuito della figura E-2.6, la potenza fornita dal generatore vale
LI = 1W e quindi V = 10 V. Inoltre la potenza fornita dal generatore deve uguaare la somma algebrica delle potenze assorbite dagli altri elementi circuitali. Detta
la potenza assorbita dall'elemento circuitale incognito, si ha:
1 =P-}-V2/R+0,06V
icui P = 1-0,2 - 0,6 = 0,2W. Infine, essendo V = 10 e P = 0,2W, la corrente I
ve valere 0,02 A. I calcoli possono ora essere ripetuti nel caso che la potenza fornita
ii generatore 191 sia di 3W. Si ottiene: V = 30V e P = 3 - 302/500 - 30 x 0,06 =
- 9/5 - 1,8 = 0,6W. Quindi ii componente circuitale incognito si comporta ora
i generatore, erogando una potenza di 0,6W. Infine VI = 0,6W da cui segue
0,6/30 = 0,02 A.
dpftoo 18
Analisi di circuiti resstv elementari - ii
ercizio 3.1
riferimento al circuito della figura E-3.1 si ottiene:
Req
R
n
endo tutti gli n resistori in parallelo ed avendo indicato con R ii valore comune di
istenza (R = R1 = R2
= R_1 = Rn ).
Con riferimento al circuito della figura E-3.2 si osserva che si hanno connessioni
liste di tipo serie e/o parallelo. In questi casi conviene partire dal resistore piCi lontano
-T- i morsetti d'ingresso e risalire verso l'ingresso sostituendo gruppi di componenti con
ia loro resistenza equivalente. CosI, ad esempio, si riconosce immediatamente che la
iesistenza da 81 e in serie alla resistenza da 16Q ed ii tutto in parallelo alla resistenza
Oa 481Z. La resistenza equivalente di questo gruppo di componenti :
(8 + 16)48
Reqi (8+16)+48 = 1611
questo punto, ii gruppo delle tre resistenze da 811, 1611 e 4811 puO essere sostituito
ll'unica resistenza Reqi.
A sua volta Req i in serie alle due resistenze da 611 e da 1811 e ii tutto in parallelo
a resistenza da 1011. La resistenza equivalente di questo gruppo di componenti :
eqi+18)10
Re - (6+R
= 811
q2 - (6+Reqi+18)+10
Procedendo allo stesso modo, si osserva che Req 2 e in serie alle due resistenze da 32
e da 2811 e II tutto in parallelo alla resistenza da 6811. La resistenza equivalente d
135
136
20x30 45x5
= 16,511
= 20+30 + 45+5
Esercizio 3.2
Con riferimento al circuito della figura E-3.4, applicando la formula del parti
tensione si ottiene:
R2R3
R2+R3
E=31,5V
-2 fl'3
R1 +
R2+R3
mentre l'applicazione della legge di Ohm alla resistenza equivalente vista dal
E consente di calcolare la corrente I
11=
E
R1+ R2R3
R2+R3
=1,5A
12 = R2+R3
= 1,OA; 13 =
R2
R2+R3
I = 0,45A
Esercizio 3.3
Figura 18.1
:1
e1
1
= 200_1/60 + 1/40+ 1/40 = 150V
+ 1/60 + 1/40 + 1/40
60 1040
10+40
::ta corrente P si ripartisce tra le resistenze da 101 e 40, per cui si ha:
40
= 10+40
= 96A
Esercizio 3.5
-i
plicando (due volte) ii partitore di tenSione al circuito delta figura E-3.9 si ottiene:
40
60+40
=20V
v1
100(60 -- 40)
1UU-I-(bU+4U)
= 100
=50V
100(60+40)
50+ 100 + (60 + 40)
138
Esercizio 3.6
V .5
= Ri ovvero i = v8 /R
Esercizio 3.7
Ricavando ii legame tensione-corrente per ii circuito della figura E-3.9 si ottiene:
"V
Figura 18.2
U1) ( f
(f)
c1
CT,
Figura 18.3
rcizio 3.9
esto esercizio sara svolto pi avanti con il metodo dei nodi (si veda l'esercizio 4.8).
i si vuole usare una via diversa, senza ricorrere al metodo dei nodi. Si faccia
mento alla figura 18.4. Dalla definizione di potenza si ha:
140
sl
Vi
Figura 184
P2 =
R(gmv)2
ma
vi
+ gm vl ) R2 + vt
di conseguenza:
Pi
D D2 2
.LLc.L19m
R1
V1
v 1 [( +gmvi)R2 +1)1]
- Ri+R2(1+gmRi)
da cui
Rz =v2 /i1 =R1 +R2(1+gm Ri )
:ptoo 19
'1etod gener2H di andlls - ccuft esistvi
.serczio 4.1
vuole usare ii metodo dei nodi per analizzare ii circuito della figura E-4.1, problema
risolto sfruttando le formule dei partitori di tensione e/o corrente. Senza trasformare
circuito, sufficiente una KCL al nodo ove sono collegate R1, R2 e R3:
- E)Gi + VG2 + VG3 = 0, da cui V(G1 + C2 + C3) = EC1 e quindi
EG1
- G1+G2+G3
4ituendo i valori numerici si ottiene V = 31,5 V.
lie, usando la KYL e la legge di Ohm si ha:
= E V = 60-31,5 = 28,5V, Ii = V1 /R1 = 1,5A, 12 = V/R2 = 105A.
= V/R3 0,45 A.
razio 4.2
iiole usare ii metodo dei nodi per analizzare ii circuito della figura E-4.2, problema
risolto sfruttando le formule dei partitori di tensione e/o corrente.
servi che le due resistenze da 40P e quella da 60n sono connesse tra gli stessi nodi.
suma come nodo di riferimento quello cui sono connesse le suddette tre resistenze
generatore da 200 V, si indichi con A l'altro nodo cui sono connesse le tre resistenze
Ml eA la sua tensione rispetto al nodo di riferimento. Senza trasformare ii circuito,
ifficiente scrivere una KCL al nodo A per ottenere:
1
1
1
(eA -200) + eA( + +
=0
60 40 40
5
eA=
200/5
=150V
1/5+1/60+1/40+1/40
142
19
Esercizio 4.3
Si vuole usare ii metodo dei nodi per aiializzare ii circuito della figura E-4.3, proble
1O2~
Figura 19.1
32+
i +TO TOT2 T2
eu
IC2 j
[20]
e2
20
1
-
I
Usando la legge di
Ohm
0,625
0,00651042
96V
1!
Esercizio 4.4
Nella figura 19.2 sono indicati i nodi cui scrivere le KCL. Ii nodo 0 e ii nodo d
riferimento.
Dette e1 e e2 le tensioni dei nodi 1 e 2 rispetto al nodo di riferimento, si ottengono
seguenti equazioni:
f (e1 100)/50 + (el e2)/60 = 0
(e
ei)/60 + e2/40
=0
-
boy
2
V.
40Q
Fgura 19.2
1
60
1
1
1
60+40
e-,]
[2]
0
e2
Risolvendo Si ottiene:
V(
C2 =
1
1
12
50 + 100 + 60
1
- 2 x 0,01667 - 20V
60
1
1
1
1
0,001667
50+100+60
60
1
1
1
60+40
60
Esercizio 4.5
Q- esto problema e gi stato risolto per altra via (si veda ii Capitolo 3, esercizio 3.8).
tr" lo si vuole risolvere ricorrendo al metodo dei nodi. Nella figura 19.3 e indicato ii
:o 1 cui scrivere l'equilibrio delle correnti. Ii nodo 0 e ii nodo di riferimento.
1
Figura 19.3
144
(19.
= v1G1 + v2G2 + + vC
G1+G2+...+cn
(19.
Cl =
Vn
n
1
Rn
++...+-R1 R2
R
1
1
R1 R2
Per quanto riguarda l'utilit di questo teorema, si puo osservare che esso permeue
di scrivere immediatamente le equazioni finali che forniscono V ed CA rispettivamenie
negli esercizi 4.1 e 4.2.
Esercizio
4.6
La figura 19.4 mostra ii circuito della figura E-4.6, trasformato sostituendo i generat
reali di tensione con generatori reali di corrente equivalenti. Effettuata la trasformazione si hanno ancora due resistenze da 201 in parailelo che nella figura 19.4 sono
state sostituite dalla loro resistenza equivalente (10). Facendo riferimento alla numerazione dei nodi indicata nella figura si possono scrivere direttamente le equazioni che
permettono ii calcolo delle tensioni dei singoli nodi:
ri
1
T
10++
10
i
1
T
i
1
[: i=ri
J [ej
Ii determinante della matrice dei coefficienti vale A = 0,024. Le tensioni dei nodi
valgono: e1 = 12,08V, e2 = 4,58V, e3 = 1,67V. Note le tensioni C1, e2 ed e3 , le
correnti Si POSSOflO calcolare agevolmente, usando la legge di Ohm. I loro valori, iL
ampere, sono riportati nella figura 19.5
Esercizio 4.7
La figura 19.6 mostra ii circuito della figura E-4.7, trasformato sostituendo il
14.3
5Q
0
Figura 19.4
tore reale di tensione con ii generatore reale di corrente equivalente. Nella stessa
ura indicata la numerazione dci nodi. Le equazioni nodali possono essere scritte
rettamente:
C2
G2+C4+C5
C2
C4
C4
C3
C3 + C 4 + C6
0
e2 = V8 /Ri
e3
20V
20Q
0,521
At
t792 O7SO
ioci
0,458
1OQ
0,333
<5Q
0
Figura 19.5
Figura 19.6
146
19 -
1
2.5
1+25+65
e1
0
e2 = 26
0
e3
1
1
-+i+
2
2
0,oF
1
1
1
1
22, 5+0, 25
2
1
1
2,5
6,5 - 1,5
=2mA
2,5
Esercizio 4.8
Questo problema gi stato risolto per altra via (si veda ii Capitolo 3, esercizio
Qui lo si vuole risolvere usando ii metodo dei nodi. La figura 19.7 mostra ii cii
della figura E-4.8, con indicato l'unico nodo a cui occorre scrivere l'equilibrio
correnti. II nodo di riferimento e ii nodo 0. Ii metodo dei nodi permette di cal(
agevolmente la tensione el del nodo 1 rispetto al nodo di riferimento. Si puO scr
ejG2+(e1 v)G1 gmvi =0, con v1 =nj e1
da cui si ottiene:
ii
R
V i,
Figura 19.7
G i+C2+gm
A questo punto
Si POSSOflO
Pi = V u1 = V iV I G1
v, da cui v1
vi - -
C2
V.
Gi+G2+gm
12
G1 +G2+gm
P2 Rc(gmvi )2 Rg
(C1+G2+
19
P2
Si
- circuiti resistivi
2,-i
1nfl22
-k.cJg
-- R
CG1(Gi+G2+gm) - Ri+R2(1+gmRi)
izio 4.9
) La figura 19.8 mostra ii circuito della figura E-4.9(a), con indicato ii nodo k.
nico nodo a cui occorre scrivere l'equilibrio delle correnti. Ii nodo di riferimento e il
go 0. Si pub scrivere:
ek/R1: +
ek - / AVgk
R2 + R
O COfl V9k = V8 - ek
Figura 19.8
ek =
liRk
- j -R.
pR
- R+R+(1+/i)Rk
VU -
148
cercato:
vu = R'ahf e b = VhfRu/(R8 + hie), e quindi v/v3
(c) La figura 19.9 mostra ii circuito della figura E-4.9(c), con indicato ii nodo 1, un
nodo a cui occorre scrivere l'equilibrio delle correnti. Ii nodo di riferimento ii nodc
a cui e collegato ii morsetto - del generatore di tensione. La KCL al nodo 1 porta
1
Figura 19.9
scrivere:
___
e1 - v
R8 + h-
= 0,
hf e ib +
COfl Zb =
el - v
______
R + hje '
e1
vu
Vs
Ru (1+hfe)
+
hie
Rs
+R(1+hie)
hi,(-,,
R L (i
hf ( .)
Esercizio 4.10
Questo problema e una variante dell'esercizio 4.8. La figura 19.10 mostra ii circu
analizzare. A causa della presenza di RB ora ii numero di nodi da considerare
due. Se si e interessati alla tensione ai capi di RL, la Si PU avere direttamente
uscita del sistema di equazioni nodali aggiungendo il nodo 3, come indicato nella
19.10. Ii nodo di riferimento e ii nodo 0 a cui collegato ii morsetto - del gene:
di tensione. Si possono scrivere le equazioni seguenti:
14
VS
Fgura 19.10
1 o
R8 RB hie
hie
1 he
__L
Li_L
hie hie RE hie
hie
hie
e3
hie RL-
UflO
di corrente
4.11
Figura 19.11
o crcuito,
i
facendo riferimento
150
R7
G6+G7 L5VRR
R3
Vs1
R2+R3+R4
p5
R3
R7
V
R2 + R3 + R4 R6 + R7
Non volendo usare il metodo dei nodi, basta osservare che si in presenza di
maglie e in ciascuna di esse si possono calcolare le variabili richieste dal prob
usando le formule del partitore di tensione. Con un partitore si puO ottenere la van
v che controlla il generatore dipendente (si veda l'equazione precedente). Con un
partitore si ottiene v, ottenendo cosI la stessa equazione scritta in precedenza us
il metodo dei nodi.
Esercizio
4.12
Facendo riferimento alla numerazione dei nodi nella figura 19.12 e osservando che
V6 e V7 = pv6, si ottiene
C
Figura 19.12
(v6ej)G3+v6G5
= 0
=0
pG2G3v8 i
G2G3 + C3G4 + G2C5 + G3G5 + G4G5 - jiG3G4
Esercizio 4.13
Si faccia riferimento alla numerazione del nodi nella figura 19.13. Anche in questo caso
I simboli hie , hre, hI e e h,e sono mutuati dall'elettronica: hie e 1/h0 sono valOri di reenze, misurati in ; hre e hf e sono parametri adimensionati e rappresentano, rispet:Vamente, un'amplificazione di tensione e un'amplificazione di corrente. Osservando
R1
+
3:3
V9
Figura 19.13
Hie e2
= V2,
Si ottiene
I(eivg)Ci+(eihrev2)j--+(eiv2)G1 = 0
=0
I (v2el)Cf+hf eib+v2(ho +C2)
t.
= ( - hrev2)/hie
equazioni precedenti possono essere riscritte nella forma seguente, pronta per La
izione con ii metodo di Kramer:
hre/hie - Cf
h h
C1 + hf e /hie Cf - fere JmQ( + C2
C1 + 1/hie + Cf
[e1_ C7 1g
Lvi - o
j Li - [ o
152
e2e3
Ri
rm
R1 + r 7
Le equazioni precedenti possono essere riscritte nella forma seguente, pronta per
soluzione con ii metodo di Kramer:
Gir
m + G3
Ri+Tm
,Tm
_G3_2R+
-C3
c2+c3
i,i
[G3V,1
[ej = i s
Esercizio 4.15
Si faccia riferimento alla figura E-4.15 e si assuma come riferimento ii nodo a cui 41
connesso ii morsetto - del generatore v3. In accordo alle regole enunciate nel paragrafm
4.2.5, non si scrive la KCL al terminale d'uscita dell'ampliflcatore operazionale e newpure al terminale del generatore ideaje di tensione non connesso al nodo di riferimentQ.
Rimane ii nodo - (morsetto invertente). Inoltre, dette v e v_ le tensioni del node
+ e - rispetto al riferimento, l'amplificatore operazionale impone ii vincolo v =
e quindi, poich ii nodo + coincide con ii nodo di riferimento, si ha v = v = 0. La
+ (
= -11,1
= -
v/R2
vs
faccia riferimento alla figura E-4.16 e si assuma come riferimento il nodo a ciii
imesso ii morsetto - del generatore v. In accordo alle regole enunciate nel paragrafo
2.5, non si scrive la KCL al terminale d'uscita dell'amplificatore operazionale e new
ire al terminale del generatore ideale di tensione non connesso al nodo di riferimento.
imane il nodo - (morsetto invertente). Inoltre, dette v e v_ le tensioni del nodo
e - rispetto al riferimento, l'amplificatore operazionale impone il vincolo v = v_
quindi, poich in R8 non scorre corrente (i+ = 0), si ha v = v_ = v. La KCL a!
10 - (morsetto invertente) si scrive:
v3/Ri + (v3 - v)/R2 = 0, ovvero v8(1/Ri + 1/R2) =
cui
We, poich la corrente i entrante nel morsetto + zero, ne segue che la resistenza
dingresso Ri e infinita.
Esercizio 4.17
Si faccia riferimento alla figura E-4.17 e si assuma come riferimento il nodo a ciii
v.
e connesso il morsetto - dci generatori (non indicati nella figura) V61, Vs2,
Seguendo le stesse regole usate nei due esercizi precedenti, sufficiente scrivere una
KCL al nodo - (morsetto invertente) dell'amplificatore. Inoltre, dette v e v_ le
iensioni del nodo + e - rispetto al riferimento, l'amplificatore operazionale impone ill
vincolo v
v e quindi, poich il nodo + coincide con il nodo di riferimento, si ha
= v_ = 0. La KCL a! nodo - (morsetto invertente) si scrive:
v1/R1+v2/R2+ . +Vfl/Rfl+v'LL /RF
cui
vi
---+ V2
vu= -Rp(Ri
---++
R2
Vn
Esercizio 4.18
Si faccia riferimento alla figura E-4.18 e si assuma come riferimento il nodo a ciii e
154
connesso ii morsetto - dei due generatori v9 . e Vs2. Seguendo le stesse regole usate Iii
esercizi precedenti, e sufficiente scrivere due KCL: una al nodo - (morsetto inverter
e una a! nodo + (morsetto non invertente) dell'amplificatore. Tuttavia, l'equazi
al nodo + e equivalente a quella di un partitore di tensione che permette di rica\
immediatamente la tensione del nodo +:
R4
= R3 + R4v32
R4
R2
H9'\ R /
R2'\
1+)v_--v8i = 1+-) R:+R4VS2Rl1
RI
Esercizio 4.19
Si faccia riferimento alla figura 19.14 e si assuma come riferimento il nodo 0 a cui
connesso ii morsetto - del generatore v8. Seguendo le stesse regole per la scelta d
+
Vs
Figura 19.14
nodi usate negli esercizi precedenti, e sufficiente scrivere una KCL al nodo + (
non invertente), indicato con 1 nella figura. La KCL al nodo 1 si scrive:
v+Gi+(v+v)G2=0
Inoltre l'amplificatore operazionale impone ii vincolo v = v_ e quindi v =
v8G1 + (v8 - v)G2 = 0
:a cui
vs
R1
Per ii calcolo della iesistenza d'ingresso Ri, la corrente i indicata nella figura vale:
Vs - Vu
Rf =
1 - 1 - R2/R1
Rj
R2
R 1 Rf
Enteressante osservare che, nei limiti di validit del modello usato per l'amplificatore
eale, ii circuito proposto equivalente ad un resistore con resistenza negativa.
serdzio 4.20
faccia riferimento alla numerazione dei nodi nella figura E-4.20. Le KCL vanno
critte al soli nodi 1, 3, 5. Ii nodo di riferimento , come al solito, indicato con 0. La
enza cercata e R = ei/i8i e quindi baster calcolare la tensione e1 del nodo 1 in
one del generatore is, per risolvere ii problema assegnato. Le equazioni nodali Si
0110:
( (e - e2)G5
= isi
(e3 - e)G6 + (e - e)G.' = 0
e5G9 + (e - e4)G8
= 0
I.
G5 05 0 i
is,
G6+G7 G6 G7 e2 = 0
0
G8+G9 0
G8 Ie4
e1:
is! G5 0
o C6 C7
o
0 C8
G6G8
e1 =
C5
G5 0 = G 5G7 G9 is1
G6 + G7 C6 C7
G8+C9 0 C8
si ha:
R- - C6G8 - R5 R7 R9
SS1 -G5G7C9 - R6R8
CpitoIo 20
W-*
5.1
mendo ii nodo B
1
1---z~
ente di scrivere
i6
VAB
25
2,35
10,636V
E1
R
_VAB
2,72A; 12 =
VAB +E2
R2
0,732 A; 13
VAB
R3
1,064A
E.sercizio 5.2
R2
R1
vt1Iv82=o
--vs1
Vu21v810
R4
V32
R3+R4
\
R)
= Vul
+ Vu2
Vs l
--
R1
157
R4
Vs2
(1+
R1)
R3+R4
158
di
Esercizio 5.3
COfl
F>
R3
R1
= R3+R4R1+R"
= R2 + R3R4
R3+ R4
14
R
R$ + R4 12
- R1 + R2+ R3
R1=
R2
15
(20.8)
Si
calcola
veq(t) = R + R E = 6,528V
(209)
veq(t)
=1,24A
Req +R2
2A
osservi che risulta, come previsto dalla teoria, i,q = veq/Req. La corrente I ri
1 problema si ottiene ora con un partitore di corrente:
Re
3,264 =
-- 2_
1,24 A
3,264+2
160
20
Eserdzio 5.5
Per i vari sotto-circuiti niportati nella figura 20.2 si ottengono I circuiti equivalent--'
Thvenin con i seguenti valori:
d
(1)
Veq
__________
R3
(1) - R3(R1+R2)
=90,9Q
= R3 + R2 + R1 E 90,9 V Req - R3+ R2+ R1
(2)
R5
Veq - R
+
R4
+ R1
5
eq
(3)
Veq
(1)
Veq
___________
eq) + R4)
-4,52 V Rq
2 = R, (R('
R5+R4+Rq
R7
(2)
R2 Veq 2,16
, V
R7 + R6 + eq
= ______
R7(4) + R6)_
= 52,3
R7+ R6+ Req
R2
R3
(1) +
Veq -
r'I'\
- -
nV
(3)
veq
Veq
(2)
Figura 20.2
Infine,
= R(3)eq
eq +R8+R
= 2,03 mA
161
rcizio 5.6
mdo il tasto ancora aperto il circuito equivalente di Thvenin del bipolo a sinistra
tasto ha una tensione a vuoto V e una resistenza Req uguali a
R
V = R+RV0
V0
R2 _R
, Req = R+R
Alla chiusura del tasto il bipolo resistivo di resistenza R Si collega al circuito equivalente di Thvenin, come indicato nella figura 20.3. La tensione su R deve essere 80%
della tensione the si aveva a vuoto. Pertanto
-Rx Y
R
R+--2
cui
Si
ottiene:
Rx =0,8R+0,4R
R 2
R
R
9
+
C),8
Figura 20.3
izo 5.7
cando ii teorema di sovrapposizione al puO scrivere:
VA =V2"+ VAT + VA" +VA'
V1111 = VAIV3OV2OViOO , VX'
VAV40V20VIOO, V
= VAIV40VSOV1OO,
and
= VAIV40V30V200.
iamo con il calcolo di Vi', ovvero della tensione VA quando agisce unicamente
e gli altri tre generatori sono posti a zero, come indicato nella figura 20.4. Come
mo passo si puo determinare il circuito equivalente di Thvenin del semplice bipolo
sinistra della linea tratteggiata. A vista si ottiene Veq = V40/2 e Req = 2R
162
2R
21
V'
VIO
Figura 20.4
TI//I
Figura 20.5
Ii circuito da analizzare diventa ora quello indicato nella figura 20.5. Calcolando ii
circuito equivalente di Thevenin del bipolo alla sinistra della linea tratteggiata nella
figura 20.5, si ottiene immediatamente Veq = V40/4, mentre ancora si ha Req = 2R. II
nuovo circuito da analizzare si riduce a quello della figura 20.6.
:
't
A
}il
TI/f ,
1 10
8
ri/f,'
/1
Figura 20.6
- 110
- 16
Figura 20.7
16 16
1/F
VA
V0
= --- ,
,,
VA
V0
163
Esercizo 5.8
= v2
0- 41
Veq =
C1 +G+g
R1
Figura 20.8
=i
V
=
c1 + C 2 + g,
EL3ercizio 5.9
164
VI
+
Fgura 20.10
Figura 20.9
R
Esercizio 5.10
r'V\Ar
v/k
pis
Fgura 20.11
165
Req Vale
Req
=vu=
G2 a,6G, = 100Q
cizio 5.11
endo la KVL alla maglia di uscita si ha v
AVd in quanto il vincolo che il bipolo
vuoto e la topologia del circuito implicano che la corrente in R sia nulla (si veda
nella figura 20.12). Essendo inoltre vd = E - V, si ricava che:
Veq = Vu =
1+A E
Req= i+A
nfine per il calcolo della corrente di corto circuito i,, si considera il circuito della
a 20.14. Immediatamente si ha i,q = GAVd con vd = E. Pertanto, i,q = GAE
R. In alternativa si potrebbe ottenere i,q usando la relazione i,q =veq /Req.
Figura 20.12
Figura 20.13
ieq
Av 1
itolo 21
oppi bipoli resistivi
rcizio 6.1
1c2
ii
Figura 21.1
= 1+
6(4+2)
r11 =
=4 -
V2
=----
1 i20
=
i2=O
167
12
= ic
6+4+2
168
IQ
Figura 21.2
2(6+4)
v2i1=0 = 2+6+412
vif1=0=i262 x6
Da cui
5
V2
r22=----
=-2
r12=
i1=0
2x6
6+4+2
rl1
5/3
Osservazioni
I parametri r11 e r22 potevano essere calcolati ricordando ii loro significato fisi
Infatti essi rappresentano, rispettivamente, la resistenza alla porta 1, quando
porta 2 a vuoto e la resistenza alla porta 2 quando la porta 1 a vuoto. Data
semplicitaA del circuito queste resistenze si possono calcolare a vista.
Si noti the r12 = r21. Infatti ii doppio bipolo e formato soltanto da bipoli (non so
presenti generatori dipendenti e/o amplificatori operazionali) e quindi, come dei
a pagina 49, esso reciproco. Di conseguenza r12 e r21 sono uguali, come verifici
risolvendo l'esercizio proposto.
.4
Esercizio 6.2
I due doppi bipoli sono equivalenti se sono descritti dallo stesso gruppo di param
in particolare se hanno, ad esempio, la stessa matrice delle resistenze a vuoto. mol
poich entrambe le reti sono simmetriche (per cui r12 = r21 e r11 = r22) bastano
169
0 = 2RT il
V2 .o = RT i1
I CUi
V1
ril = -
= 2RT
T21 = -
i2=O
RT
i2=0
Rir.
R- i1
2 i2=O
+ 2i 1
=0
1
ii = (1)1 ivendo, si ottiene e1 in funzione di Vi:
1
e1 = v1
(21.1)
1 3
ii = (v1 - e1) = Vi
8 20
(21.2)
170
2i1
V1
Figura 21.3
(2
911-- IV2O
S,
4S
V2
il
0
Figura 21.4
.T1
= e1
(21.4i
v2e1
= ______ - . =
(21.oj
1
20
(21.6,
1
= 4 S,
912 = Iv1=O =
[C]=[20
20
]s
172
V1
0
Figura 21.5
1
1
vl) +e2 +2io =0
con z0 = V1
Risolvendo, si ottiene 62 in funzione di v1:
3
e2
C
VI
quindi
ii = io + (vi - e2)
1=5
VI
= e2 = V1
i2
g21=-_0
V1V2_
3
=-S
8
V2
V2
=
il =
i2 =
V2
7
-
11
=-S
= -- S
912 = 8
8
V2 v1=O
V2 vi=O
= -
21
=[
Osservazione
+
V2
V1
Rgura 21.6
'
- 10+20 - 30
30
17
consideri ora la porta 2 in corto-circuito. La corrente i2 ora la corrente di cortocuito (con verso positivo entrante). Applicando la KVL alla maglia esterna si ricava
1 1v2=O
v1 -3i1
10
dacui
V1
i V2O
= 13
174
La corrente i2 puO essere determinata scrivendo una KCL all'unico nodo presente:
3i1
i2lv_.O =
Da cui
.
17.
17
-i1 - x
- i = 20
20 13
V1
t12 = B=
i2
=
V20
20x13
17
3i1
::
V9
Figura 21.7
V2
2O
=-S
17
3i1
17.
i2 1112=0 = - i + 20 = -z1
20
Da cui
t 22
i1
D=---
2 I V2=0
20
17
15
rdzio 6.6
resistenza ai morsetti primari del trasformatore ideale vale R = (ni /n2)2 R3
0. Di conseguenza Re data da R1 in serie al parallelo di R2 e R:
ReR1+
R2R'3
600 x 200
=25O
=100+
R2+ R13
600+200
la seconda parte del problema si pU fare riferimento alla figura 21.8. La corrente
'flr
Figura 21.8
R2 /
R2+R3
endo conto delle equazioni del trasformatore ideale, si puO quindi calcolare v, in
-,.one di ye:
R2 v
ni. = R3
-nTh21 R2
/+ R3 Vu = R3 Re
vs
= 0,3
Thpftoo 22
eti RC e RL di ode uno
Eercizio 7.1
lo di v,, (t) richiede ii calcolo della condizione iniziale v. (0+), del valore finale
e della costante di tempo r:
Vu
(22.1)
- ndo riferimento al circuito della figura E-7.1, la resistenza equivalente vista dalittore una volta messo a zero ii generatore di corrente indipendente :
R (R+R)R2
eq
- R+R+R si ricava la costante di tempo del circuito 'i- = L Geq = 3/2s.
lo di v(0) si basa sul circuito della figura 22.1 ottenuto sostituendo l'induttore
generatore di corrente di valore uguale a iL(0) = 2 A.
1A
v(0)
Figura 22.1
Ig ) R +
Vu (0) = (
R+2R
177
R
iL(0) )R=lv
R+2R
178
Un metodo equivalente per calcolare vu (t) consiste nel calcolo preliminare della van
di stato iL(t). La condizione iniziale e data e quindi non occorre calcolarla. La cosi
di tempo la stessa calcolata in precedenza. La corrente a regime iL(OO) Si ca
considerando l'induttore come un corto circuito. Pertanto si ha:
ZL(OO)
R
R+R =
per /; > 0:
I i
Figura 22.2
Esercizio 7.2
Sebbene ii circuito contenga due elementi reattivi e possa apparire di ordine superi
a uno, in realt, all'apertura del tasto T, esso si riduce a due circuiti separati, entrai
del primo ordine. I transitori in questi due circuiti possono quindi essere calcolati
le regole apprese.
I
me prima cosa occorre calcolare le condizioni iniziali sul condensatore e su11e. A11'instante t = 0 l'interruttore chiuso e l'induttore in condizione di regime
porta come un corto circuito, mentre ii condensatore come un circuito aperto.
to si ha:
= 2V
v(0) = v(0)
iL(0)=iL(0) =
)ertura dell'interruttore si hanno due circuiti del primo ordine separati, riportati
figura 22.3.
H1
C
H11
Figura 22.3
vC(oo) = (R1R2) E
1 = lv
ZL(OO)
TL
= E2
- = 1 mA
= Geq L = L = 2
180
2.0
Fgura 22.4
Eserdz,o 7.3
Per ii circuito indicato nella figura E-7.3 si ha v(t) = v(t) in quanto per un
plificatore operazionale ideale v = v_. Inoltre v(0) = 0, in quanto, a regime a
aperto, in R non scorre corrente. Di conseguenza v(0+) = v(0) = 0, mentre
Vu (.Do) =
E = 40mV
Figura 22.5
1 v
i1 (t)
11
= 0. Di conseguenza si rica'va
W) = ZR(t) = VW
Req = v/i = R e quindi r = Req C = 0,1 s. Infine si ricava che per t > 0
v(t) = [v(0) - v(oo)J e-t/7 +v(oo) = 40 (elot 1) , mV,s
nel tempo riportato nella seguente figura 22.6
v,mV
0,1
0,2
0,3 t,s
-40
Figura 22.6
do 'T.4
mento di Ve(t) riportato nella figura 22.7. Si tratta di un andamento costante
i e ogni intervallo in cui V e costante ha la durata di 15 p.s.
v, v,V
(r= 3s)
3()
15
45
t, us
Figura 22.7
R2
= 3 us
182
vC(oo)= R
'
R+R
Si osservi che la tensione v(t) coincide con La tensione v(t) ai capi del conde:
e quindi v(oo) = vc(oo) = 1V.
All'istante iniziale t = 0 ii circuito si trova in condizioni di regime con v6 = 0 e
v(0) = 0. Ne segue che anche ii valore iniziale v(0) zero.
Pertanto per 0 <t < 15 j1s si ha:
v(t) = _e_t'3 +1, V,ps
All'istante t = 15 lis ii generatore va a zero e inizia un nuovo transitorio,
con costante di tempo T. Questa volta 11 nuovo valore iniziale coincide con ii
finale del transitorio precedente (IV), mentre ii nuovo valore finale zero.
NelPintervallo 15 us < t < 30 ]1s si ha:
v(t) = e- (t-15)/3, V, IS
essendo v(15) = 1V ed v.,(oo) = 0.
Ii processo si ripete in modo analogo negli istanti successivi. La forma d'onda
siva di v(t) disegnata nella figura 22.7.
Eserdzio
7.5
R2
R+R26V
R1R2
eq
- R1 +R2 +R3
= 24 kg
PU.
eq
EVV\Iveq
a L
Fgura 22.8
22
Figura 22.9
R5R4
+ R3
2,4 kg
irg-
R2R4
e = 1OV
R1R2 + (R3 + R4)(R1 + R2) + R1R2 + (R3 + R4)(R1 + R2)) V
Figura 22.10
Figura 22.11
I circuiti equivalenti trovati, connessi alla serie condensatore C e resistore R, pertono di calcolare le forme d'onda richieste, nei differenti intervalli di tempo in cm T
erto o chiuso. Cos!, ii circuito di Thvenin riportato nella figura 22.8 connesso aBa
ie condensatore C e resistore R porta al circuito della figura 22.12 che consente di
184
determinare la tensione v(t) negli intervalli di tempo in cui T aperto, mentre ii circuito della figura 22.11 porta al circuito della figura 22.13 che consente di determinare
la tensione v(t) negli intervalli di tempo in cui T chiuso.
4
R
vq
eq
(t) nel
v(1) = v(1) = V
6V
= 1OV
=(R q +R)C0,9S
2_1)'0,9
= 8,68 V
L'analisi per t > 2 (T aperto) Si basa sul circuito della figura 22.12. Da questa fig=
si ricava che:
vC(oo) = = 6V
'Ta
(R q +R)C = is
La forma d'onda di v(t) e riportata nella figura 22.14. Si osservi che v(t)
funzione continua del tempo.
151
Figura 22.14
er ii calcolo di VR(t) si procede in modo analogo. Si riportano per brevit solo i calcoli
ssenziali:
t>
Vq
= 10\1"T
Figura 22.15
ottiene
VR(1)
RR
eq [v
q v(1)} 1,78V
(22.2
186
R = 1, 6kQ
v 1 =6V --
VR(2)
Figura 22.16
R
R+
[v q
vc(2)] =-1,07V
eq
(223
La forma d'onda di VR(t) riportata nella figura 22.17. Si osservi che v j (t) discontinua negli istanti in cui l'interruttore commuta.
VR,V
1,781
H
0,59 0
1
1,07
Figura
N
22.17
Esercizio 7.6
18
VE =1.2A
R1+R3
CiO consente di determinare la condizione iniziale i(0) = 40) = 1,2 A e ii valore
della tensione v(0)
v(0) = R3i(0) = 12V
mentre le condizioni iniziali v(O+) e vL(O+2, calcolate sostituendo l'induttore L con un
generatore di corrente di valore pan a i(O ) = 1,2 A, sono
v(0) = Ri(0) = 6V
VL(0 ) = VE - Rii(0) - Ri(0) = 6V
R2R3
= 5 ft
R2+ -t3
hiuso l'interruttore ed estinto ii transitorio, le grandezze richieste a regime (per cui
induttore un corto circuito) sono:
P1.
vendomdicato con R
VL(OO)
=0
- i()=1,6A
v(t)
= 8V
v(t)
VL(t0)
VL(t)
R3i(t)=16V
=
=
0
VERli(t)R3i(t)=-8V
188
VE -
z(oo) R1+R3
1,2A
R3
v(oo) =
vL(oo) = 0
L
L
==
R
+
R3
= 2,5ms.
Req
Le forme d'onda corrispondenti sono riportate nella figura 22.18.
v
1-6
12
Tj
6
4
iEiiiiiiiii
i=3,3ms
2=2,5ms
.
lt
i,A
VLV
Figura 22.18
7S
rcizio 7.7
inzionamento del circuito e regolato dalla seguente equazione differenziale, ottenuta
'equazione (7.2) ponendo G q L = T e ieq (t) = Geq veq (t).
diL(t) iL(t) + veq(t)
dt T
L
(22.4)
R2
veq(t) R1 +R2
Req =
Geq
Ve (t)
R3 + R1R2 = 1 k1
R1+R2
r = L/Req = 1 iis
Nell'intervallo 0 < t <t1 , ii generatore fornisce una tensione che cresce linearmente nel
tempo:
- H2 E
R2
vcq(t) R1 + R2
ve (t)
t = ht = 106 t,(V,$)
R1 + R2 t1
endo nota la condizione iniziale iL(0), la soluzione dell'equazione (22.4) per 0 < t < ti
essere scritta nella seguente forma
t
ZL(t) = iL(0) e_ttr
+f
e ricordando che f
e dx = eax
L(t) = (i +
+f
e_(t_t')/T
Tdt
- 1/a2 ), si ottiene:
e 1 +t ---r
R (J
(22.5)
eq
ZL(t) = 2 e _t +t 1, mA,ps
ZL(t) = 1,27e- (t-2) , mA,jis
190
"0
t,j.ts
Figura 22.19
L'andamento di Wt) riportato nella figura 22.19.
Esercizio 7.8
Facendo riferimento all'equazione (7.2), ii funzionamento del circuito e regolato d
seguente equazione differenziale:
diL(t)
ZL(t) + v3(t)
dt - LG L
dove si e posto iL(t) = i(t), T = L = 4 m e v. (t) = 150sen(500t)V,s. La soluzione
di questa equazione differenziale per t > 0 risulta essere:
ZL(t)
= Ke_tiT +
Capitolo 23
ntroduzione dII'uso della trasformata di
Laplace
Eiercizio 8.1
do riferimento alle funzioni diagrammate nella figura E-8.1 e tenendo conto del
- erimento, Si ottiene:
ura E-8.1a: la funzione f(t) puO essere pensata come somma di una rampa unitaria
- - e di una rarnpa unitaria negativa, traslata in 1: r(t - 1), cui si sottrae un gradino
- io traslato in 1: 'u(t - 1), come indicato nella figura 23.1. Usando le trasformate
entari riportate nella tabella 8.1 si ottiene:
1 e-s e-s
F(s)=--------S
.9
.9
f(t)
_________
L
Figura 23.1
191
:.i.
192
figura E-8.1b: la funzione f(t) PUO essere pensata come differenza tra un gradino
tario u(t) e un gradino unitario traslato in T: u(t - T), come indicato nella figura
Usando le trasformate elementari riportate nella tabella 8.1 si ottiene:
Id
eTs
1
F(s)=--
f(t)
U(t)
u(t
T)
Figura 23.2
figura E-8.1c: la funzione f(t) pub essere pensata come differenza tra un gradi
ampiezza 2: 2u(t) e una rampa di pendenza 2: 2r(t), cui viene sommata una rai
di pendenza 2, traslata in 1: 2r(t - 1), come indicato nella figura 23.3. Usan&
trasformate elementari riportate nella tabella 8.1 si ottiene:
2 2 es
F(s)=---H-2--82
figura E-8.1d: la funzione f(t) e una rampa con pendenza 2. Usando le
elementari riportate nella tabella 8.1 si ottiene:
figura E-8.le: la funzione 1(t) pub essere ottenuta come nel caso della figura
8.1a, traslando ii gradino unitario in 4, anzich in 1. Usando le trasformate e1eme
riportate nella tabella 8.1 si ottiene:
es e-4s
1
F(s)=------8
23
2u(t)
2r(t)
2r(t - 1)
Figura 23.3
rcizio 8.2
Seguendo ii suggerimento, si spezzi la funzione data in fratti semplici:
F(s)
6(s+2)
(s + 1)(s + 3)(s + 4) - s+1 s+3 s+4
F(s)(s + 3)1=_
s(s+2)
=1
(s+3)(s+4)I_
s(s+2) I
=3
= (s + 1)(s +T) s=-3
s(s+2)
= F(s)(s + 4)I_4 =
(s + 1)(s + 3)
da cui:
3
F(s) = 1 +
- 4
s+1 s+3 s+4
194
52 +12
(s + 2)(s +3)
A1 = F(s)(s + 2)I$=_2 =
=2
82+12
=-8
s(s + 3) s=-2
A2 = F(s)(s + 3)I=_3 =
+12
=7
2
s(s
+ 2) Is=_3
da cui:
F(s) = 2 - -8+ 7
s s+2 s+3
Ricorrendo alla tabella 8.1 si ottiene l'antitrasformata cercata:
f(t) = [F(s)] = 2u(t) - 8 e_2 t +7e 31 , t > 0
3) Si scomponga la funzione assegnata in fratti semplici. t presente una coppia ik
poli immaginari coniugati: se non si vuole passare nel campo complesso necessaiio
introdurre un fratto di ordine 2:
A1 B1s+B0
F(s) = 2 +9s2 -2s+12=A0
-$ + s+1 +
s(s +1)(s2 +4)
(23.1)
s2 +4
2s+9s2-2s+i2 =3
(s + 1)( s2 +4)
8=0
2s3+9s2-2s+121
(2
+4)
Per calcolare B1 e B0 si potrebbe ricorrere al principio di identit del polinomi, sriluppando arnbo i membri dell'uguaglianza 23.1 precedente e uguagliando i coefficienti
delle potenze di uguale grado. Si preferisce seguire un'altra via che, pur non essende
sempre usabile, ha ii pregio della semplicit. Si consideri la funzione sF(s) e si faccia
ii limite per 5 - 00:
( As B1s2 +Bos'\
urn sF(s) = urn A0 + -+
s.-+oo
6--+00
S +1
s2 +
)
Valutando i limiti si ottiene:
2=A0+A1+B1, dacui: ]31 =-2A0 A1 =0
19
Per calcolare B0 , Si pUO calcolare ambo i membri dell'equazione 23.1 per uno stesso
a1ore di s, che non sia un polo di F(s). Si scelga un valore "comodo": s = 1.
F(s)I_1 =
s+1
1 s + Bo l
+B
s2 +4 ]
.dacui:
17
A1 B1 + B0
=A0++
B1s+B0
_______
s+4s+i3
'
(23.2)
10
13__ = 1
Is
196
1
s+3
3+1 - 2 +4,s+13 =
1
s+2
(s+2)2+32+(s+2)2+32
s+3
- (s+ 2)2 +3 2 =
1
s+2
1
3
s+1(s+2)2+323(s+2)
Ora tutti i fratti sono agevolmente riconoscibili in quelli indicati nella tabella 8.1 puO ottenere l'antitrasformata cercata:
f(t) = F--'[F(s)] = e_t - e_2t cos 3t +
sen3t] , t> o
La soluzione puo avere una forma alternativa ponendo cos 3t+ sen 3t = A(cos 3t Poich A(cos 3t + 4)) = A cos 3t cos 4) - A sen 3t sen. 4), deve essere
fAcoscb = 1
A sen 4) = 1/3
da cui: A -\/-I 1/9 /1i/3, 4) = arctan(-1/3) = 180 ,43 = 180 ,43rad.
ISO
La soluzione puO quindi essere messa nella forma:
f(t) = '[F(s)] = e_t -
,302t cos 3t -
i8.43) , t > o
20
- A1
Bis+Bo - 2
2s+10 - (s+3)(s2+8s+25) - +3 + S2 +8s+25 s+3 - +8s+25 2 2s+10 2 [ s+4
1
+
2
=
s+3
2
_+32
L(s
+4)2
s+3 - (s+4)2 +3
(s+4)2 + 3 2
trasformando:
A1 e
B1 Si
1082 +4
A0 A 1 B() B1
= ----------+
+
+
s
s+i s+2 ( 9 +2)2
s(s+l)(s+2)2
=
A0 = F(s)s13_0 = ______________
(s + 1)(s + 2)2 Is=0
A1 = F(s)(s + 1)1
1082 +4
s(s + 2)2 L_1 14
= 22
A j s B0s B1s
++
urn(A0 + s+1 8+2 (s+2)2 )
.5-+00
1082 +4
14
13
1
=-----+---+
22
Thpftollo 24
'.ietodi genera d
- drcuiti dinrnd
rcizio 9.1
:orda che l'impedenza del bipolo puo essere calcolata usando le stesse regole enune nel caso di circuiti resistivi, sostituendo le resistenze dei resistori con le impedenze
- bipoli che costituiscono ii circuito in esame.
Facendo riferimento al bipolo della figura E-9.1 risulta che L3 e R4 sono in serie e
collegati in parallelo a C2, ii tutto in serie a L,. Di conseguenza:
Z(s) = sL1 +
1
1
S 2+L+p
= sL, +
2 sL3+R4
s C2L3 + sC2R4 + 1
0.1
Z(s) = sLcl
+ sL'(ni/n2)2R
sL'(n1/n2)2 + R
200
22
Z(s)=
=sL1 -
11
Z+sL2
Nel caso del bipolo della figura E-9.4, e opportuno sostituire ii trasformatore
mente induttivo con ii suo circuito equivalente a T (per dettagli si veda ii capitolo
doppi bipoli dinamici e l'esercizio 14.5 a pagina 110). Il bipolo diventa quello rip
nella figura 24.1. In questo caso ancora possibile calcolare l'impedenza comp]
111
0,6 H
-0,24 H
02 4 H
z
Figura 24.1
01
16Q
2Za
1
0,625)
+ 0,625) -
282
+4.6,9
Esercizio 9.2
201
R
E quindi necessario calcolare la sola tensione Vu. Usando la regola riportata a pagina 33
V11
Figura 24.2
corre scrivere le KCL ai soli nodi 1 e 2 indicati nella figura 24.2. Inoltre si osservi
e, per i vincoli imposti dagli amplificatori operazionali, le tensioni dei nodi 1 e 2
ispetto al nodo di riferimento 0) sono entrambe uguali a V6. Indicando con V' la
!nsione al nodo terminale d'uscita del primo amplificatore operazionale, si ottengono
seguenti due equazioni ai nodi prescelti:
V6G1+ (Ve V')G1 = 0
e
V')G2
(V
+ (l7 - V)sC = 0
vendo si ha
Vu - sCG2
sG V
e quindi:
V6 =
R
ve VeVu
I
Ve
V6
c-c2 V6
sC
R
1SCG2 =sCRR2
sc
202
24
Esercizio 9.3
II circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza e rappresentato nella figura 24.3, ove compare ii generatore Vco/s per tener conto della tensione iniziale sul
condensatore. Usando la legge di Ohm si ottiene:
1
1
VCO/S Vo
con w0
sL + 1/sC
L s2 + w'
VLC
V(,-
VCO S
=V
sC
____
2
s+w
Inoltre e VL(S) =
VC
7p~
rH(k
Figura 24.3 Circuito trasformato per 'analisi del risonatore serie ideale
VC (t)
z(t)
V0
senw0t
woL
VL(t)
V0 cosw0t
L'energia E0 immagazzinata nel circuito prima della chiusura del tasto S coincide
con quella immagazzinata nel condensatore (la corrente i(t) e nulla e quindi nulla
l'energia immagazzinata nell'induttore) :
E0
CV C20
= -
Alla chiusura di S le espressioni delle energie istantanee immagazzinate nel condensatore e nell'induttore sono:
E(t)
EL(t)
Cvc(t)2
Li(t) 2
1 Vc0
sen2wot
E0
2
(1
(1 + cos2wot)
cos 2w0t)
L'energia totale : E(t) = E(t) + EL(t) = E0. Essa risulta costante ed uguale all'energia iniziale, com'era da aspettarsi, essendo 11 circuito privo di elementi dissipativi.
203
L.arcizio 9.4
- uito usato per 1'analisi nel dominio della frequenza rappresentato nella figu.4, ove compare ii generatore V0/s per tener conto della tensione iniziale sul
-i - nsatore. Tisando la legge di Ohm si ottiene:
S
V 0/s
Vo
sL + R8 + 1/sC = L
1
=
+w
V0--I Vo
s sC
VC(8)
w0 L
e Q = -h---
2 C7()
2
S +5+()
- :sposta nel dominio del tempo si ottiene calcolando le antitrasformate delle funzioni
+ VC
Figura 24.4
Co
Sl,2
poter usare la tabella 9.3 opportuno riscrivere I(s) e V() nella forma seguente:
\ /4Q2
W()
2
R.9
4(22 -
W 2
S+)
Cc)0
TI\
VC(s) =
2Q
(4Q2 - 1
W
2Q
C.)O
2Q 2Q
TI
VJ
_1
\2
(S+)
2Q
WO)
204
24
wo
WO
s+____
=vJ
/
W'\
(\\S+)
2Q
\2
(4Q2_1
WQ)
2Q
/ w0\ 2 (v/Q21
_______
s~)
WO)
2Q
t
2
V0
e 2Q sen
R/4Q2_1
V( ()
QRS
e-
V e2Q
2Q
WO
2Q
4Q2
2Q
w0t
WO
V(t)
4Q2
WO
Vcoe 2Q
wt
0 +
1
4Q2
(v/4Q2 _1
wot
2Q
sen
arctan
2Q
WOj1 =
______
4Q2
I)
eQ(i + cos2wt)
EL (t)
eQ(i
cos2wot)
U0
E(t)
ove E0
=CV
0
20
E(t) + EL(t)
205
questa forma:
i(t) = A(t)sen v'4Q2 ot
2Q w
A(t) =
Rs \ /
e 2Q
2
2 _1
piezza dell'oscillazione, variabile nel tempo, il cui valore iniziale (cio per t = 0)
10 = A(0)
- Vc02
R8 /4Q2 - 1
tante t1 in cui l'ampiezza A(t) si riduce a e volte il suo valore iniziale determio dalla seguente equazione:
C4.1O
I0e 2Q
=I0 e
vale t1 = ir.
wo
oscillazione completa richiede un tempo T uguale al periodo della sinusoide:
2ir
/4Q2 -1
WO
2Q
n=ti /T=
2Q
WO
4Q2_1Q
per Q>>i
\/4Q2 -1
2Q 0
rcizio 9.5
metodo simbolico richiede di conoscere i valori iniziali all'istante 0 della tensione
capi del condensatore e della corrente attraverso l'induttore. Essendo il circuito
unentato da un generatore costante e a regime prima della chiusura di T, all'istante
il condensatore equivalente ad un circuito aperto e l'induttore ad un corto-circuito.
i corrente iniziale attraverso l'induttore puO essere calcolata mediante un partitore
corrente:
R1
Jo = iL(O)I +R2
206
24
= R910 =
' R+R
Ii circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza rappresentato nella
ra 24.5, ove compaiono i generatori Vo/s e LI0 per tener conto dei valori iniziali app
calcolati. Ii resistore R1 non compare piU, poich, dopo la chiusura di T, viene a
varsi in parallelo ad un corto circuito. La tensione del nodo 1 coincide con la tensi
VC richiesta. Usando ii teorema di Millman (oppure ii metodo dei nodi, scrivendo
V
I['
i s
Figura 24.5
KCL al nodo 1), Si
VC (S) =
ottiene:
LI0 V 0
s
sL
+ c 2 + .c
L10+V0LCs
=V0
s2LC + sLG2 +1
S
+RC+L
2R2C
R2
1
C2 LC
Nell'ipotesi L/R2 <4R2C, i poli sono complessi coniugati e possono essere scrit
forma seguente:
S1,2_2RCif_4R2C2 'Jo
k=2c
207
r
LC
s+h
(s +
F s+k
L(s+k )2 +w
wO
w0
1
(s+k)2 +]
w
1=
h-k
cosw0t+ senwoti V0
W
[
j
W kY
()
= arctan W0
h-k
ercizio 9.6
i primo passo consiste nel calcolo dci valori iniziali. Essendo ii circuito alimentato da
in generatore costante e a regime prima della chiusura di S, aIl'istante O l'induttore e
equivalente ad un corto-circuito. La corrente iniziale attraverso l'induttore puo essere
calcolata ricorrendo aMa legge di Ohm: Io = iL(0 ) = Vo/(2R). La tensione iniziale
sul condensatore nulla.
II circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza e rappresentato nella
Igura 24.6, ove compare ii generatore LV0/(2R) che tiene conto del valore iniziale
appena calcolato. Si noti che, tra i due possibili circuiti equivalenti per un induttore
con corrente iniziale non nulla, stato scelto ii modello serie in vista del successivo uso
teorema di Millman.
ir La corrente IR cercata pu essere valutata quando sia nota la tensione E1 del nodo
IR(S)
V0
--E1
S R
Isando ii teorema di Millman (oppure ii metodo dci nodi, scrivendo una KCL al nodo
208
0
Figura 24.6
El (s) =
1+s
s(2s2 +3s+2)
IR(8)
1-Fs
s - s(232 +3s+2)
82 + 8 +0,5
5(82 + 1,5s + 1)
81,2 =
3.'/
J
IR(8)=
Calcolo A0 :
A0
= SIR(S)16 0 = 0,5
209
8400
[A0 + B1s+Bo 1
=A0+B1
L S 82+1,55+1]
A0 I
Bis+B0
+s
s(s 2 + 15s+ 1) sI - s 8=1
2 + 1,5s+ 1
-,--Ii
si ha:
5/7=1/2+
07
5 + B0
7/2
dacui Bo=1/4
- 0,5
0 7 5s+1/4
s(s2 + 1,5s +1) $ + s 2 + 1,5s + 1
05
0, 5 +
s+1/2
s+3/4-1/4
(\[) 2 = 0,5
3/4)2 +
(s + 3/4)2 +
(
c)
1
s+3/4
("/7-)2 -
p7/4
( V/7)-)j
(3/4)2
:a si PUO scrivere l'antitrasformata finale:
ZR(t)
nV
__], I > 0; (A, s)
+ e ( 3/4)t LcosT - 1_se
2 2
210
24
Esercizio 9.7
Ii circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza rappresentato nella
ra 24.7, ove compare ii generatore LV0/R2 che tiene conto del valore iniziale a
na calcolato. Si noti che, tra I due possibili circuiti equivalenti per un induttore
corrente iniziale non nulla, stato scelto ii modello serie che rende l'analisi pin semp
Calcolo delta variabile nel dominio della frequenza
con R = R1 + R2.
L R=R+R
L
Figura 24.7
V0 s+R2/L A0 A1
(R
I
(R\]
2L
2L
211
Icolo A0 e A1 :
A0 = sI(s)18=o = V0/R
R
A1 = ( s + --)I(8)I_1 /(2L)
2L
V0R1R2
IL
hfl
Esercizio 9.8
R + R1+ R2 R1 =5 V
V20=v(0)= R+Rl+R2R25V
ircuito trasformato
hL
circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza rappresentato nella figu24.8, ove compaiono i generatori C1 V10 e G2V20 che tengono conto dei valori iniziali
pena calcolati. Tra i due possibili circuiti equivalenti per un condensatore con tensioniziale non nulla, 6 stato scelto ii modello parallelo che rende l'analisi pit semplice.
212
C1 Vio
C2 V20
Cl R1 R2 -
Figura 24.8
da cui
V((s)
S) -
C2V20C1V10 - 5
5
1
- 3s+2 - 3s+2/3
Calcolo deII'antitrasformata
In questo caso V(s) non deve neppure essere scomposta in fratti e la soluzione
dominio del tempo si ottiene immediatamente dalle tabelle di trasformate elemeni
t>O; (Vs)
Osservazioni
E interessante osservare che, in questo esempio, le tensioni ai capi dei due cond
tori hanno una discontinui all'istante t = 0. CO dovuto al fatto che, all'ap
di T, nasce una maglia di soli condensatori.
44
' Si noti che anche questo problema in realt coinvolge un circuito RC di ordin
poich, alla chiusura di T, i due condensatori si trovano in parallelo e sono qui
equivaienti ad un unico condensatore di capacit C1 + C2 = 3 F. Di consegue
l'analisi potrebbe anche essere effettuata usando i semplici metodi illustrati
Capitolo 7. Tuttavia, in tal caso, occorrerebbe determinare ii valore delle tensi
sui due condensatori all'istante t = 0+, ii che implica ii ricorso ad un ragioname
che fa uso della conservazione della carica passando da t = 0 a t = Ot
contrario, usando la trasformata di Laplace, necessario conoscere i valori iniz
calcolati all'istante t = 0, che possono essere determinati analizzando una semp
rete resistiva.
24
- circuiti dinamici
213
io 9.9
k la costante moltiplicativa (reale e positiva), la condizione richiesta impone che
Vu(s) =k
Vs (s)
con Z1 ii parallelo di R1 e Ci e con Z2 quello di R2 e C2, si ha:
Vu(s) Ve() - Zi + Z2
R2
R1
e Z2=
sC2R2+1
sC1R1+1'
Vu(s)
Va(s)
( sC1R1 + 1)R2
- ( sC2R2 + 1)R1 + (sC1R1 + 1)R2
R1C1 - R2C2
R2
Vu(s)
Vs(s) - R1 + R2
Vu(s)k' k R2
R1 +R2
Ve (8)
e richiesto.
Nell'ipotesi che valga la condizione R1C1 = R2C2 = , l'impedenza del bipolo
Lplessivo vale
H, + R2
ZeZ1+Z2
sr +i
Si supponga ora di alimentare ii partitore compensato con un generatore con tenie a vuoto V e resistenza interna R8. La tensione Ve all'entrata del partitore
v-v
R, +R2
s+i
R1+
R2
-v
vs
sy +
214
R1+R2
/ R1+R2+R8 \
TRs (s+
1
rR8 )
Sfruttando ii fatto che ii partitore , per ipotesi, compensato, si ottiene la risposta
ad un gradino unitario di V3 :
1
____
R2 R1+R2
R2 V,
Vu(s) R, +R
2 = R1 + R2 TR, ( R + R2 + R
SS+
y8
-R8
=
)
1
( R1+R2+R3'\
rR5 )
2
1
Va(s)= R
1R9 ( R1 +R2 +Rs )
TR.
A0
S
A1
7R1 + R2 + R8
Calcolo A0 e A1:
A0
( R1 +R2+R5
A1 = s +
R
R1+R2+R3
)
vu (s),
- R1 + R2 + R
R2
v(t) = R + R2 + R
[1 - e
R1+R2+R3t1
u(t)
Esercizio 9.10
Nel calcolo di una funzione di trasmissione, per definizione, sono da considerarsi in
tutte le condizioni iniziali. Di conseguenza ii circuito in esame non richiede l'agg
di generatori in serie o parallelo a condensatori e/o induttori. Ii circuito usato
l'analisi con ii metodo del nodi e riportato nella figura 24.9, ove ii generatore ideal
tensione stato sostituito da un generatore reale di corrente equivalente ed indica
numerazione dei nodi usati nell'analisi. Si ottiene ii seguente sistema di tre equaz
nelle tre incognite E1, E2 e E3
V, con l'aggiunta dell'equazione descrittira
215
Rd
RL> H
CS
0
Figura 24.9
dipendente:
= V9G9
E1(G9 -FG1)
E2(Gs +SC8)+(E2E3)Gdgm V = 0
=0
(E3 E2)Gd + E3GL + gmV
gmV = gm(Ei - E2)
(24.2)
r
K
E1
0
[Vg G9
i + Gg
0
E2 = 0
Gd + G8 + g + sC3 Gd
gm
0
9mGd
gm
GL+Gd [E3
K, (s)
vu
gmGg
=
(G1+G9)(Gd+GL)
(3+
Is+
RSGS)
GG8 + GL(gm + Gd + Cs)
C8 (Gd+GL)
9.11
usato per l'analisi con ii metodo dei nodi riportato nelia figura 24.10, ove
la numerazione dei nodi usati neli'analisi. Sono sufficienti solo due equazioindicati nella figura, con l'aggiunta del vincolo imposto dali' amplificatore
216
Fgura 24.10
operazionale:
((P2i - Ve)Gii +E1G12 +(Ei - V)sC2 +(E1 - E2)sC3 = 0
= 0
(P22 - Ei)sCs + (P22 - V)G4
I.E2 =0
Riordinando le equazioni nodali si ottiene:
[c11 +
VG11
C 12 + s( 2 + C) sG21 FE1
sC3
G4][Vu -- 0
V
-V -
ye
sC3G11
sC2C + sG4(C2 + C3) + ( C11 + G12)G4
Eserdzo 9.12
Ii circuito usato per Panalisi con ii metodo dei nodi riportato nella figura
e indicata la numerazione dei nodi usati nell'analisi.
Figura 24.11
21
Le equazioni ai nodi vanno scritte solo ai nodi 2, 4 e 6. Tenendo conto che gli arnplificatori operazionali impongono ii vincolo E2 = E4 = E6 = 0 e che E1 = V6 , le sole
incognite risultano essere V, E5 ed E7. Le equazioni ai nodi, con l'aggiunta del vincolo
imposto dagli amplificatori, diventano:
( (E2 Ve)Gi +(E2 Vv,)(G4+C3)+(E2E7)G2 = 0
=0
I (E4V)G5+(E4Es)sC6
=
(E6 - E5)G7 + ( E6 - E7 )G8
E2 =E4 -E6 =0
(24.4)
sC1G6G8
= VM 2
S +W12E - S2c3G6C8 +sC G6G8 + G2G5G7] =
- VM
- VMi
- R1C3 2 +W 2
sG1C6G8
C3R48
R8
C3R2R5C6R7
--k 2
-
+w
2 +bs +w
218
24
*1
Con i valori assegnati dei componenti, oltre alla coppia di poli immaginari coni
in j w1 = j 15.70796, krad/s, presente una coppia di poli complessi coniugth
0 0 j wo = 0.8719916 j 15.703921, krad/s.
Scomposizione in fratti semplici
k
s
S
9
2
+w1 s+bs+w2
A1s+Ao
B1s+B0
+
2
2
s +w1
(s+o0)2 +w02
(24
A*
A
Bis+Bo
s jwl + s+jwl + (s+uo)2+wg
_k :2+bs +2
0,014096613+j 0,60
W~ ls=j W,
0,609837010e 1'59391376
Si puo cosl ottenere ii primo fratto in una forma comoda per essere antitrasforma
A1s+A0
s+w
2
A*
A
+
jWi 3+ '
pe0 +
--
2pcos9s-2pw1 senO
con
A1
A0
=
=
2p cos O = 0,028193225
2pw. sen 0 = 19,153476
0s-2pwlsene ]
219
0, ricor-
Bo
+
w1 w;
Ao
Ja cui:
B0 = A0- = 19 7 202644
Wi
OF
secondo membro:
rn
u
.5-400
S [Ais+Ao
Bis+Bo 1
= A1 + B1
2
+
+ (s + oo)2 + gj
cui:
B1 = Al = 0,028193225
endo B1 e B0 Si PU ora riscrivere ii secondo fratto dell'equazione 24.1 in modo
ad essere antitrasformato sfruttando la tabella 9.3:
B1s+B0
B s+Bo/Bi _B+B0IB1a0_
1
(s+u0)2+w - B, ('S
(s+cro) 2 +w
-
= B1
S + a0
WO
B1 Bo/B1 - o
+
(s + ao )2 + w
(s + 070)2 + W O
W0
Lantitrasformata :
B1 s + B0 = B1 e
+ B0/B1 - a0
aOt coswot
senwot] =
w0
(s+o-0)2 +wo
1
= _1,22155e_0,899163t sen(15,703921t - 3,1185108) ,t > 0; (krad/s, ms, V)
umendo, risulta:
Vu
= V r + tUfr
- i dovuta ai suoi modi di oscillazione propri. Essa tende a zero per t - oo. Ii termine
rappresenta la risposta forzata (detta anche permanente o a regime), dovuta alla
:rsenza del generatore sinusoidale Ve. Tale risposta ha la stessa frequenza del genetore e un'arnpiezza e fase diverse. In questo caso lo sfasamento circa uguale a r-
220
K2500
= 1.219674/0.1 12.20
K3000
= 0,3554583/0,1
3,55
ptoIo 25
ntroduzione
2ll
regm susode
Eercizio 10.1
- 1izzando definizioni e propriet dei numeri complessi si ha:
z = 6e'6 = Gcos () + j6sen () 6
+ j6 = 51962 +j3
Esercizo 10.2
:iizzando definizioni e propriet dei numeri complessi Si ha:
=
Zz1 = arctan
- 7r = 3 7r
Iz2 =
Lz2 = arctan
=
(i) IT
ercizio 10.3
- TJzzando definizioni e propriet dei numeri complessi si ha:
a
15e'4
iO,6FjiO,6
+ 2=
+j2 = 0,42+j2,97+j2 = 0,42+j4,97
3j4
3j4
221
222
25
(b)
Se- j20
10
(2+j)(3j4) + 5+j12
7.52j2,74
10j5 (O,3+jO,71) =
= 0,71+j0,08-0,3j0,71 =0,41jO.63
(c)
10+ (8e 50. ) ( 5 - j 12) = 10+ (5,14+ j6,13)(5 - j 12) = 109,25 - j31.0
(d)
2+
3+j4
=2-0,19+jO,49= 1,81+j0,49
5j8
(e)
4e' + 1 .
(f)
8&10 +6e_j200
7,88+j1,39+5,64j2,05
13,52j0,66 -05
9eJ80_4ej500 - 1,56+j8,86-2,57j3,06 - 1,0i+j5,8 -- '
Eserdzio 10.4
E conveniente esprimere zi e z2 in forma esponenziale:
= 2\/e'4 - 2/e
= I V, I ej 01 =z1z2 =8v/'ej153,43
V2
= I V21 02
ej _
= _e_j63,43
Esercizio 10.5
Ricordando che ii fasore e stato definito a partire da una sinusoide espressa nella
cos(.) e che cos(a + ,7r/2) = - sen (a), si ha:
i(t) =25COS
(wt+
),A
I= 25e3
2r
V=15e 3 ,V
)
(Uj
I corrispondenti fasori sono rappresentati nella figura 25.1. La loro lunghezza e lega:a. tramite opportune scale (una per la corrente e una per la tensione, non indicate
Le)-Ia figura), ai valori massimi (oppure ai valori efficaci) delle grandezze sinusoidali
appresentate.
3
irn
2.5
1.5
0.5
Figura 25.1
Esercizio 10.6
Le sinusoidi espresse nella forma cos(.) corrispondenti a ciascuno dei seguenti fasori
a w = 1 tad/s
V1 = 60e' . V
vi (t) = 60 COS t +
12
) w=40rad/s
V2
6+ j 8 = 10 ej5S,1,
V2 (t)
1800
224
I1 =2,8e
Esercizio
).
10.7
CU1 Si
ricava
3 cos(50t + 100) - 5 cos(50t - 300) = 3,32 cos(50t + 1140 )
.71
J
.71
J -
40e
+30 e-=j40+21,21j21,21=2121j61,21=64,78e
da
ricava
CU1 Si
20e2+10e3+5eih]00 = j20+5+j8,66+1,71+j4,7=944e
25
da CUi
Si
ricava
==
V1 = 20e" 0 , V
V3 = 4,215e 71 '610 , V
Xc
_X=__ 1
wC
=-317 83k
2-n- f C
1 Si ottiene
Zi
1-
.\
J l )k
226
Figura 25.2
Esercizio 10.10
L'iiripedenza Z del bi1)o1O e:
Z Xc+ J?(R+jXL)
=j
R+R+JXL
dove
R=1
= wL=2l
=
Sostituendo I valori numerici Si deterinina
.1 1+j2 .1
6+j2 3
8
alisi d crcuft
regrne sinusoidale
;izio 11.1
ido riferimento al circuito della figura E-11.1 si sostituisce ii generatore v in
con ii resistore R con ii corrispondente bipolo di tipo Norton. Si ottiene quindi
cuito della figura 26.1, ove I e I. sono fasori. Dai dati del problema risulta
2e'2 =j2, A.
I
R
=
L
Figura 26.1
p
-
-'
_ 1+2+3
z(t) =
j2
1j2
cos(ct 2,68), A
227
2ej2,68
\/
228
Esercizio 11.2
R (wRC 1
1+jWRC2)e
1 Ve_R R
R+ jwC
Pertanto
V - 1wRC+j
Ve - 2wRC -j
e quindi
wRC
= tan(600
) =
Eserdzio 11.3
Facendo riferimento al circuito della figura E-11.3, si sostituisce ii generatore r
di tensione con ii suo equivalente Norton, come indicato nella figura 26.2. Usando
fasori, con ii metodo dei nodi si calcola la tensione V1 del nodo 1 (rispetto al nodo
riferimento):
4
V1 V1 ____
1
1
R
jwC
jWC
Risolvendo la precedente equazione si ottiene
V1 =
1.wRC V,
1+jwRC+
1+jwRC
26
229
vu
0
Figura 26.2
ciii si ricava
V. R--jwC
auto dalla relazione
1
1
va
V(1+jwRC)2 +jwRC
1(wRC)2 +j3wRC
che la tensione V sfasata di 900 in ritardo rispetto alla tensione Ve alla
a fo = 20 kHz, se e solo se R e C soddisfano la condizione 1 - (wRC)2 = 0,
(w0RC)2 = ( 2i'rfoRC)2 = 1
(26.1)
iza d'entrata si ha
1
2 jwC
Z(jw)=R+ C
H+
- 1(wRC)2 +j3wRC
jwC(2+jwRC)
jwC
230
26 -
1 wR2C2 + j 3woRC
WO
Z(jwi) =
WO
24+j15
wO R
= 83674 p
Esercizio 11.4
Z=IZIe= lRC
Sostituendo i valori numerici si ottiene I Z= 846,73 Q e p = Z
cui si determina
Vu = V1i + Vu2 = Vzt l + IV,,21 sen(wt +
= 0,561 ra.
Esercizio 11.5
Quando agisce solo v8(t) la tensione vu, ha valor medio nullo, mentre quando
solo V0 la tensione Vu2 ha valore costante, per cui il valor medio di vu risulta
VuVu2
R2
11 + R2
V03,33V
Thpitolo 27
Potenze in regime sinusodale, rifasamento,
adattamento energetico
Ese-cizio 12.1
- - Jo riferimento al circuito della figura 27.1, tenendo conto che si sta lavorando con
efficaci, si ottiene:
1
200
1
P=1E12Re[Y]=4Re.300j=2oo23Oo2
=6,15mW
1200
El =2\
P
-
z=200+j300c2
Figura 27.1
dzio 12.2
:aiido la formula che fornisce la potenza attiva massima che ii generatore puO
si ha
25
max
4R9
=0.010410rnW
Hzio 12.3
Jo riferimento al circuito della figura 27.2 si ha:
pC
= lIl2Re[Zc]
100
_RC
=
5002
+ 5002300 = 60
IZG + Zc12
El 2
231
232
El:IIIc
Zc
Figura 27.2
Esercizio 12.4
Facendo riferimento al circuito della figura E-12.1 si ha che l'impedenza del bipolo
j
Z=R1+R2X2
R2+3X2
dove
X2
wC2
398
Pertanto si ha
= 10 2+j25,13
k)
1+j25,13
da cui si ricava
P = IVl 2 Re[Y]
Si ponga Z1 =
cui Si ricava
R1 +jX1.
R1
iiF
800
= 100= 8
= 2/il
'
27
233
'vu
I"
(Ri+R)j(Xi +XL)
= jR+jX(
(5 )2 = R2 +X
(27.1)
(27.2)
e quindi
R=
viO
Xi, -
25
16
(27.3)
234
27
Esercizio 12.7
P2
low
iS,! = VP+Q
tVcIIIi
da cui Si ricava
10 \f2
- ---A
- IVcI ioviv
III
I'!
= 70,7 V
Esercizio 12.8
jXLR2
R2+jXL
= 150 +
j46000
= 281,86e20' ci
200+j230
=
ZAB
1 e_20,57
281,86
235
C= w
:izio 12.9
'Emi
1EM1 2
_______________
2 = 2-R(R +)2(X+X2 =8,4mW
ponendo ii doppio bipolo come mostrato nella figura E-12.6, ii carico Z1 visto dal
ratore (reale) composto dalla serie del generatore V8 e da Z. risulta essere:
jXc(Z+jXL)
=Z1 +100j700
1
X=_ =-7151
2lrflCk
XL = 21rfi L2
2kl
Z (in quanto ii doppio bipolo interposto non dissipa potenza, essendo privo di
e!lze) ed e la massima che ii generatore puO erogare; P2 risulta essere
1 EM 12
P2=
=125mW
Capftollo 28
Funzionii d rete e curve cH isposta
Esercizio 13.1
Le funzioni di rete sono gi fattorizzate e quindi Si COnc'SCOno gi poli e zen, tutti reali. Le risposte in ampiezza sono ottenute sommando (in modo algebrico) i diagrammi (asintotici) elementari di radici reali, partendo da un arbitrario livello di rifenimento e piazzando ii punto centrale di ciascuno di tali diagrammi in cornispondenza
di una pulsazione w uguale al valore assoluto della radice considerata.
Nel caso a) ii livello di riferimento coincide con l'asintoto orizzontale per w + 0.
Anche nel caso b) si ha un asintoto onizzontale, questa volta per w + 00, non
coincidente con ii livello di rifenimento.
II livello di questi asintoti orizzontali puO essere calcolato al termine del procedimento e serve per graduare la scala delle ordinate. Si ha
a) urn 20 log IF(jw)I = 20 log 2/10 = 14 dB
b) urn 20 log F(jw) I = 20 log 20 26 dB
w*oo
10
20
100
cradj
-20 dB/dec
Figura 28.1
237
..
238
26 dB
20 dB/dec
2
20 dB/dec
20
10
Figura 28.2
c) LF(jw) = - arctan w
d) ZF(j w)
= arctan w
-20
20 dB
2
00
:z
w rad/s
11
Figura 28.3
Osservazioni
La coppia zero nell'origine - polo reale (ovvero zero reale - polo nell'origine) fornf.s
un contributo al modulo che corrisponde a quello di un polo reale (ovvero di uno zero
reale) ruotato di 1800 rispetto ad un asse verticale passante per ii punto centrale.
239
20 dB
w rad/s
-20 dB/dec
wIa/s
Figura 28.4
o 13.2
e trasformare ii ramo contenente ii generatore di tensione ed ii resistore R1 nel
equivalente di Norton. Calcoliamo anche l'ammettenza equivalente al ramo
nte R2 , R4 e C1
1
C4 + sC1
R2 + G4+sCi sC1R2 + R2G4 + 1
o modo otteniamo ii circuito della figura 28.5 che puO essere studiato con ii
del nodi. Si ottiene ii sistema
C3
I1V11
C3 G3+sC2 LV2i
EC1
0
R:
C2
Figura 28.5
G1G3
240
ottiene
40s+0,0121951
- 300s +1,0914634
H(s)
s + 0,00363821
= 300 100800052 + 14527,317s + 511158536
= 2,98.10-4
s+ 0,00364
(s + 0,000361207)(s + 0,0140508)
Orz - -0,00364Mrad/s
= 577 5 Hz
-0,000361Mrad/s
cr
-0,141 Mrad/s
AV2
=2.24 kHz
Per compensare tale attenuazione necessario un amplificatore che realizzi un guadagno di 33,02 dB. Le curve di risposta in ampiezza e fase sono mostrate nella figura
28.6.
Esercizio 13.3
S
S
+bs+w,
241
102
io
102
ia3
io
10,
Frequenza, Hz
Figura 28.6
1
= R1C3'
_______
C3R4'
I ________________
R8
V C3C6R2R5R7
2
(ww2
)+jbw
(28.1)
verificare che ii massimo del modulo della funzione (28.1) si ottiene per
e w0 = w, cui corrisponde una frequenza:
fo = wo /(2ir) = w,/(2ir) = 2,503 kHz
tale frequenza la funzione di trasmissione risulta reale negativa e quindi lo sfasato tra tensione d'uscita e quella d'ingresso uguale a ir:
0=ir (ffo)
242
Si confronti questo risultato con quello ottenuto (ad una frequenza leggermente dive:.
2500 Hz) nell'esercizio 9.12.
Procedendo in modo analogo si PUO calcolare ii rapporto K3000 tra le ampiezze :
segnali d'uscita e d'ingresso nel caso la frequenza f del generatore sia uguale a 300C
Si ha:
w
2.
=k
(w w2 )+jbwI
con w = 67r krad/s. Sostituendo i valori numerici nell'equazione (28.2) e calcoland:
modulo si ottiene:
K3000 = 3.554583 3.55
Si noti l'accordo con i risultati ottenuti nell'esercizio 9.12, usando una via pi ag,
Capitoo 29
Dopp bipoli dinarnd
rzuo 14.1
ta la struttura a ir del doppio bipolo, ii calcolo della matrice Y delle conduttanze di
to circuito risulta particolarmente semplice. Inserendo un generatore di tensione alla
ia 1 e chiudendo in corto-circuito la porta 2 si ottiene, nel dominio della frequenza,
ircuito della figura 29.1 Quindi
7-'
v1
V2
Figura 29.1
Il I
il
Yii=
=sC+G
y2i
V1 l
=
V1 1"2=O
=G
ersa, introducendo un generatore di tensione alla porta 2 e chiudendo in cortoito la porta 1 si ottiene, sempre nel dominio della frequenza, ii circuito della figura
Da cui si ricava
V2 V1=0
=G
Y2 2 =
V2 v1=0
= - -+ G
.sL
244
V2
Figura 29.2
Osservazioni
La matrice delle conduttanze di corto circuito puO essere trovata in modo immedia
Si consideri ii circuito della figura 29.3, in cui si SOflO alimentate le due porte con d
generatori di corrente ideali. Scrivendo l'equilibrio delle correnti ai due nodi del circui
si ottiene immediatamente:
(C+sC)
-c
-c
=
SL
12
12
:ssc
sj
Figura 29.3
Esercizio
14.2
It
v1=
sc
V2 = R(I.+I2) +
sLI2
29
245
V1
Figura 29.4
Cu'
z= +R R
R SL+R
Esercizio 14.3
Gil elementi Zii e Z22 della matrice delle impedenze a vuoto possono essere calcolati
usando la loro interpretazione fisica di impedenze d'ingresso del doppio bipolo rispettivamente alla porta 1 (con la porta 2 a vuoto) ed alla porta 2 (con la porta 1 a vuoto).
In questo modo si ottiene
zi1 =
C+sC+
R + sL
R+ sL
- sLC +1+ sCR +82LC +1
R+sL
- (R + sL)(G + sC) + 1
- 8 2 LC
R+sL
+ (RC + LG)s +2
1
s2LC+sIC+i
G+sC
- 82 LCC + sLC2 + 2G + sC
(L
82 LC+sLG+1
I
82 LCR+sL+R
32 LC
+ (RC + LG)s +2
246
-&
sC
R+
R
R
R+sL+
R
I2 R +sL + _____
sRC--i sRC+1
sc
= 12
R2
s2RLC + sR2C + sL + 2R
Da cui
12
R
82-LC + (RC + LC)s + 2
R
V1 I
z21 = =
s2 LC+ (RC +LC)s+2
11 [,=O
Esercizio
14.4
Figura 29.5
ii calcolo di Y11 possiamo scrivere l'equilibrio delle correnti al nodo in cui entra la
nteI1, ottenendo
V1
1
Ii= --+ (Vi +rm Ii)
iamo ricavare quindi 11 in funzione di V1, da cui
1
'1
1 R+sL
R
V, IV2=0
sL
12
VI V2=0
1 R+rm
RsL rm
Alimentiamo ora la porta 2 con un generatore di tensione ideale e chiudiamo ill (art 0cuito la porta 1. Si ottiene ii circuito della figura 29.6.
1
12
Ii
R
V2
Figura 29.6
248
da cui
I
1
=
V2 I V1=0
sL rm
I due circuiti sono equivalenti se sono descritti dallo stesso gruppo di parametri. Consideriamo la matrice delle impedenze a vuoto. Per ii circuito costituito dalla coppia d
induttori mutuamente accoppiati abbiamo, nel dominio della frequenza,
f V1 = sL1I1+sMI2
V2 = sMIi+sL2I2
La matrice delle impedenze a vuoto risulta pertanto essere
=
sL1 sM
[ sM sL2]
L'applicazione delle KVL e KCL al doppio bipolo della fiura E-14.5(b) permett
ricavare
V1 = SL a I1+SLb(Il+12)
Z- 1S( 1
-L
sLb
a+Lb)
$Lb
s(L+Lb)
MI
L(, = L1 -Nil, L = L2 - M
Esercizio 14.6
Seguendo ii suggerimento, sostituisco ii trasformatore con ii suo circuito equival
T, usando i risultati ricavati nell'esercizio 14.5. Ii bipolo risultante mostrato
figura 29.7. L'impedenza Z(s) di tale bipolo vale:
+
A /F
MD
ISC
+ s(L2 +
MD]
.11V1
s(Li + L9 + 2IiVI) +
SC
29 - Doppi bipolidinamici
249
PercliO ii bipolo risulti un circuito aperto alla alla pulsazione wo = 27rf0 deve essere
Z(jwo) = oo. Ci si ottiene per
l wC(Li +L2 +2Mj)O
vvero per
C=
1
=6.33pF
w(Li+L2+2IMI)
(29.2)
assando alla seconda parte dell'esercizio, si alimenta ii bipolo con un generatore ideale
LI
+ 11111
vs
Figura 29.7
Figura 29.8
tensione sinusoidale di frequenza fo, come indicato nella figura 29.8. Poich C ha ii
alore calcolato in precedenza con l'equazione 29.2, l'impedenza del bipolo infinita e
iindi I = 0. Di conseguenza 11 =
e V3 = V1. Usando la formula del partitore di
isione si ha:
VC
1
jwoC
VC
iwo(L2+IMI)+
1
1 - 1wC(L2+M)
j Woe
I..
VC
Li+L2+21M1 10
3
Li+IMI
wo (LI + L2 + 21MI)
Esercizio 14.7
due induttori accoppiati risulta i1 = i2. Lavorando nel dominio della frequenza,
f --:iazioni descrittive di due induttori accoppiati sono:
I V1 = sLiIi+sMI2
= sMIi+sL2I2
250
412
Per essere equivalenti, i due circuiti della figura E-14.8 devono avere uguali
impedenze a vuoto. Quindi per l'equivalenza deve essere:
L1 =
M2
Esercuzio 15.1
Facendo riferimento al circuito della figura E-15.1 e conveniente sostituire ii trasformatore ideale chiuso su & con la resistenza equivalente R = (m1/n2)2 R = 9f!, come
indicato nella figura 30.1.
Rq
=
Figura 30.1
Ci si trova in una situazione simile a quella illustrata nella figura 15.6(a): ii diodo
conduce quando e(t) > 0 e non conduce quando e(t) <0.
Inoltre, detta Ve la tensione ai capi di Re , per effetto del trasformatore sara
Vu = (fl2/fll)Ve = (1/3)Ve
In definitiva:
e(t) > 0: ii diodo conduce e
ye
ye
0* Di conseguenza
(fl/fli)Ve = ( 1/3)ve = ( 1/5)e(t)
= 2sen2t (V, s)
252
v(t)
Figura 30.2
Esercizio 15.2
Facendo riferimento al circuito della figura E-15.2, in questo caso Si pu6 trarre vanta
dall'uso del teorema di Thvenin. Scambiando tra loro R2 e ii diodo (cosa possib poiche i due componenti sono in parallelo) e facendo l'equivalente di Thvenin del
circuito che comprende ii generatore, R1 e R2, ii circuito iniziale si riduce a queF
rappresentato nella figura 30.3, con R = R1R2/(R1 + R2) = 100n e Veq = v8/2.
R = 100Q
V(J
:jz v(t)
Figura 30.3
Nuovamente ci Si trova in una situazione simile a quella illustrata nella figura 15.
ii diodo conduce quando veq(t) > 0 e non conduce quando veq(t) < 0. Con c
conduttore si ottiene vu = 0, mentre quando il diodo non conduce e v = Veq
La soluzione e indicata nella figura 30.4.
V,V
'S
Figura 30.4
253
Esercizio 15.3
Per tracciare la caratteristica richiesta, cerchiamo per quali valori di tensione v e corrente i ai morsetti del bipolo ii diodo conduce oppure no. Si faccia riferimento alla
figura 30.5, ove sono indicati 1 versi di riferimento per la tensione Vd e la corrente id
del diodo.
'1
I(
V
Figura 30.6
Eserdzio 15.4
Facendo riferimento al circuito della figura E-15.4, ii diodo conduce quando id (misurato con ii verso di riferimento previsto per i diodi) e positivo. Ora
__6) =
(v3 + 6)/R
254
Quindi ii diodo conduce per tutti i valori di t per i quali e v8 (t) < 6 V. In tale
situazione la tensione v(t) resta fissata a 6V. Quando v3(t) > 6 V, ii diodo non
conduce e v,,,(t) = v, (t). La soluzione e indicata nella figura 30.7.
V.a, V', V
9()
1I2
vu(t)vs(t).......
20
Figura 30.7
Esercizio 15.5
7
:F
V11
0
5V
Figura 30.8
Ci si viene cosl a trovare nella situazione illustrata nella figura 15.4(a): ii diodo conduce
quando v> 5V e non conduce quando v < 5V.
Con diodo conduttore si ottiene i =
mA, mentre per V < 5 V e i = 0. La
soluzione e indicata nella figura 30.9.
i.rnA
5
Figura 30.9
10v,V
2.3.3
erdzo 15.6
circuito di CUI Si vuole tracciare la caratteristica e stato ridisegnato nella figura 30.10,
re sono state indicate le tensioni e le correnti dei due diodi. Si osservi che i due diodi
)n possono condurre entrambi poich in tal caso sarebbe violata la legge di Kirchhoff
Me tensioni. I casi possibili sono dunque soltanto tre, indicati nella tabella 30.1.
+0
_
D 7Vd1 Vd2 D2
I - +jd
'JE
Figura 30.10
Tabefla 30.1
"bloccato".
I tre stati che devono essere esaminati. C sta per 'conduttore' e B per
D1
B
C
B
D2
B
B
C
256
Figura 30.11
Esercizio 15.7
Ii circuito the si vuole analizzare ridisegnato nella figura 30.12, ove sono indicate
tensioni v1, v2 e le correnti i1, i2 dei due diodi e si e indicato con A ii nodo cui so
connessi gli anodi dei due diodi. Valgono le seguenti considerazioni:
RI
.
A 2 -
VI
Di V
v(t)
Vi(t)
100\'
25V
Figura 30.12
1. Finch v(t) < V2 = 25V, nessuno dei due diodi conduce, altrimenti, se i
diodi conducessero, entrambe le correnti i1 e i2 sarebbero negative, ii che sare
incompatibile con l'ipotesi fatta. Di conseguenza:
v.,, (t) = V2 = 25V per vi (t) <V2 = 25V
2. Se v(t) > V2 = 25V, ii diodo D2 inizia a condurre, mentre D1 rimane bloccato
finch la tensione VA del nodo A rimane inferiore a V1 = 100 V. Si osservi che in
questo caso VA coincide con v, poich D2 conduce. Ii valore di v(t) e dato dalla
seguente equazione:
V(t)[V(t)V2] R2
+=[v(t)25]25, perv(t)>V=25V
R1+R2
3
2
=
vi (t) +
25
v(t) + -- = 100V
da cui v. = 137,5V
3. Quando v(t) > 137,5V entrambi i diodi conclucono e la tensione
fissata al valore V1 = 100 V
o < vi <
25:
i1
i2
150
Vu (t)
v=25V
vu --V,,
vi +_V
= 100V
0< vi <
150:
i1 =i2 =0
i l = 0; i2 = Vl_ 2O m A
300
ii=ViOO_i2,mA; i2=0,375rnA
100
V7
i, jiA
150
137,5 -
/
500
1004----
375
50
250
25
125
Figura 30.13
rimane
258
Esercizio 15.8
La
)9
V1
Figura 30.14
Figura 30.15
Riferendoci al circuito della figura 30.15, seguendo ragionamenti simili a qucili effettuati
negli esercizi precedenti, immediato veriflcare che
1. i due diodi non possono essere entrambi bloccati, in quanto in questo caso risulterebbe vb > 0 e quindi Db non potrebbe essere bloccato;
2. per V < V9, Da e bloccato, mentre Db conduce. Di conseguenza, I = 0 per
V<Vg ;
II
3. per V > 1/s7 ii ruolo dei diodi si inverte: Da conduce, mentre D& bloccato e
1= V/Ri;
4. una considerazione a parte merita ii caso in cui entrambi i diodi conducono. In
questo caso V = V9 , la corrente entrante I, essendo coincidente con i,deve essere
positiva. Inoltre anche la corrente ib = I - V/R1 deve essere positiva e quindi la
corrente entrante I, oltre a essere positiva, deve essere inferiore a 1/9 /R1 .
In deflnitiva, la caratteristica del bipolo della figura 30.15 quella riportata nella
figura 30.16.
Figura 30.16
30
259
! La caratteristica del bipolo della figura 30.14 si ottiene sommando due caratteristiche del tipo indicato nella figura 30.16, ponendo V9 uguale, rispettivamente, a
= 10 V e V2 = 20 V e R1 = 5 kft Ii risultato mostrato nella figura 30.17, ove
e anche tracciata la caratteristica del generatore (tensione a vuoto 25 V e corrente di
corto-circuito I, = VR /R2 = 25/10 = 2,5 mA). Dalla stessa figura si ricava che, nel
punto di funzionamento, V- = 10 V.
12.
2V
10.
10
15 20 25 V. V
Figura 30.17
Di conseguenza:
1. D6 non conduce, poich V <V2 = 20 V;
2. D2 conduce e ID2 = V2 /R1 = 4mA;
3. 'R2 = (VR V)/R2 = 1,5 mA;
4. D5 conduce e 'D5 = 1R2 = 1,5 mA;
.5. D1 conduce e 'Dl = 'rn 'R2 = 0,5 mA;
-
Esercizio 15.9
II circuito di cui si vuole trovare la caratteristica e mostrato nella figura 30.18, ove sono
segnate le tensioni Vdl, Vd2 e le correnti idl, i d2 dei due diodi D1 e D2. Si noti che i
coincide con Zdl.
i
I
F
vd,
DI
RI
d2
A
v~
V1
Figura 30.18
Tnnanzitutto si osservi che i due diodi non possono essere entrambi bloccati. Infatti
in questo caso risulterebbe vd2 = V1 > 0 e quindi D2 non potrebbe essere bloccato. Di
conseguenza rimangono da considerare i soli tre casi indicati nella tabella 30.2.
1. D bloccato e D2 conduttore: in questo caso, poich i idl, i = 0 e la tensione
Vdl deve essere negativa, mentre la corrente id2 deve essere positiva, con Vd2 = 0.
260
30
Tabella 30.2
"bloccato".
1 tre statl che devono essere esminati. C sta per 'conduttore" e B per
D, D2
BC
C B
C C
Nelle condizioni ipotizzate v = Vfl - Vd2 = Vdl e quindi Vdl <0 per v <0. Inoltre
la corrente id2 vale id2 = V1/R1 ed e quindi sicuramente positiva e di conseguenza
e corretta l'ipotesi che D2 sia bloccato. Concludendo, l'ipotesi fatta sullo stato de
diodi vera per v < 0. Il ramo corrispondente della caratteristica quindi:
v<0, i=0
2. D1 conduttore e D2 bloccato: in questo caso la corrente id, deve essere positiva, con
Vdl = 0 mentre la tensione Vd2 deve essere negativa, con id2 = 0. Nella condizione
ipotizzata
= (v + V1)/R1 e quindi, essendo v > 0 (si ricordi che se v <0
Cl Si trova nel caso 1 precedente) risulta idl > 0. Inoltre Vd2 = v e quindi se
v > 0 risulta anche Vd2 < 0. Concludendo, l'ipotesi fatta sullo stato del diodi
vera per v > 0 e la corrente i vale i = (v + V1)/R1 . Ii ramo corrispondente della
caratteristica quindi:
v>0, i=(v+Vi)/Ri
VI
KG
7TI-
Figura 30.19
Per quanto riguarda la seconda parte del problema, basta osservare che se rovescio
diodi e la polarit della pila (come indicato nella figura 30.20) si ottiene la caratteristica
mostrata nella figura 30.21 Tenendo presente che la caratteristica di due bipoli conness
in parallelo ottenuta sommando, a parit di tensione, le correnti dei singoli bipoL
la caratteristica richiesta (figura E-15.10) si ottiene connettendo in parallelo i bipoi
261
DI
Figura 30.20
Figura 30.21
figure 30.20 e 30.18, come indicato nella figura 30.22, ove deve essere V1 /R1 = Io
1=G0.
'1
Figura 30.22
rdzio 15.10
ificare la validit della tabella E-15.11 richiede di anaJizzare quattro differenti circuicorrispondenti alle quattro condizioni di alimentazione indicate nella tabella stessa,
determinare ii punto di funzionamento di ognuno di essi. Qui si mostrer ii modo di
cedere nel caso corrispondente alla seconda riga di detta tabella. Lo studente potr
endere ii metodo agli altri tre casi.
rcuito di cui si vuole trovare ii punto di funzionamento mostrato nella figura 30.23,
me sono segnate le tensioni Vdl, Vd2 e le correnti idi, d2 dei due diodi D1 e D2.
td1
AAA
+vd1N..J
V V
iooc
AAA
H
+ 1 (!<
RB=10k
1VB = 5V
Figura 30.23
icordi che, a differenza del caso in cui si voglia tracciare la caratteristica del bipolo,
,do si sta cercando ii punto di funzionamento 6 sufficiente trovare la situazione
262
VU
Figura 30.24
Figura 30.25
bliografia
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263