You are on page 1of 250

CaL

M. BIEY

M. BONNN

F. CORNTO

ESERCITAZON1 DI ELETTROTECNICA

I 'diritti di elaborazione, di traduzione o l'adattamento


anche parziale in qualsiasi forma, di memorizzazione
anche digitale, su supporti di qualsiasi tipo, di
ripmduzione e di adattamento totale o parziale con
qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie
fotostatiche) sono riservati per tutti i Paesi.
Fotocopie per uso personale (cioe provato ed
individuale) nei limiti del 15% di ciascun volume
possono essere effettuate negli esercizi che aderiscono
all'accordo S.I.A.E. - S.N.S. e C.N.A. Confartigianato,
C.A.SA, Confcommercio del 18 Dicembre 2000, dietro
pagamento del compenso previsto per tale accordo,
conformemente alla legge n. 633 del 23.04.l 941.
Per riproduziom ad uso non personale l'Editore potr
concedere a pagamento l'autorizzazione a riprodurre un
numero di pagine non superiore al 15% delle pagine del
presente volume. Le richieste per tale tipo di riproduzione
vanno inoltrate esciusivamente
all'indirizzo dell'Editore.

La messa a punto di un libro un' operazione


complessa ed articolata, che necessita di studi,
progettualit grafica, nonch di numerosi controlli di
testo, immagine, stili grafici e di stampa. E'
praticamente impossibile pubblicare un libro scevro da
errori. La C.L.U.T. ringrazia sin d'ora i lettori che
vorranno segnalare all'indirizzo dell'Editore eventuali
errori riscontrati nella lettura del libro.
L'eventuale errata corrige aggiornata del presente
Volume disponibile on-line all'indirizzo:
http://www.clut.it nella pagina dedicata a! libro.
Ideazione e disegno copertina a cura di Andrea Ruffino

2013 C.L.U.T. Editrice


Propriet letteraria riservata
Stampato in Italia da STAMPATRE - Torino
Copyright C.L.U.T - Torino - Ottobre 2013
ISBN 978-88-7992-335-4
Edizioni C.L.U.T. - Torino
Corso Duca degli Abruzzi 24 10129 Torino
tel. 011090 79 80 - tel. e fax 011542192
e-mail: clut@inrete.it - www.clut.it

P resentazione
La preparazione di un nuovo testo di esercizi di Elettrotecnica, disciplina trattata in
nunierosi manuali e testi, motivata principalmente dail'esigenza didattica di fornire
a1i studenti uno strumento aggiornato e strutturato, attinente allo sviluppo degli insnamenti di Elettrotecnica (di 10 crediti formativi), nell'ambito dei corsi di Laurea
di I livello del settore deii'Ingegneria dell'Informazione.
Gli esercizi proposti sono frutto di una lunga esperienza d'insegnamento degli autori e di una buona interazione con gil studenti, che con le loro domande hanno suggerito
s-arianti e modifiche significative ai testi iniziali.
II libro suddiviso in due parti: la prima presenta, insieme ai testi degli esercizi, un
breve richiamo dei fondamenti teorici necessari per la loro soluzione; la seconda mostra
le soluzioni (consigliate) dei problemi.
L'lnserimento di soluzioni dettagliate e motivata daii'esigenza di conciliare la generale alta numerosit di studenti nei corsi di base con ii limitato tempo a disposizione
per le esercitazioni in aula. Tuttavia, lo studente e caidamente invitato a non seguire
passivamente le soluzioni proposte, ma a tentare di risoivere gil esercizi in modo autoimo, ricorrendo alle soluzioni riportate nei testo solo in un secondo tempo.
Gli argomenti trattati riguardano: i'analisi e le propriet fondamentali del circuiti
lineari resistivi, compresi i generatori dipendenti e l'amplificatore operazionale ideale;
lanalisi e le propriet fondamentali di circuiti dinamici, nel dominio del tempo e della
frequenza. Inoltre stato inserito un capitolo relativo ali'anaiisi di circuiti con diodi
icleali.
Un grazie molto sentito aJi'editore per aver atteso con pazienza ii completamento
del testo e per averne particolarmente curato la veste grafica.
Torino, ottobre 2013

Gil autori

Indice

Testi

Uso delle leggi di Kirchhoff


3
1.1 Richiami teorici .........................................3
1.1.1 La legge di Kirchhoff delle tensioni .....................3
1.1.2
La legge di Kirchhoff delle correnti .....................4
1.1.3 Le leggi di Kirchhoff in forma matriciale .................4
1.1.4 Ii teorema di Tellegen ...............................7
Esercizi....................................................9
2 Analisi di circuiti resistivi elementari - I
13
2.1 Genera1it .............................................13
2.2 Richiami teorici .........................................13
Esercizi....................................................16
3 Analisi di circuiti resistivi elementari - H
19
3.1 Generalit .............................................19
3.2 Richiami teorici .........................................19
Esercizi....................................................21
4 Metodi generali di analisi - circuiti resistivi
23
4.1 Generalit .............................................23
4.2 Ii metodo dei nodi: richiami teorici ed esempi ...................23
4.2.1 Introduzione ......................................23
4.2.2
Generatori di corrente indipendenti ....................25
4.2.3 Generatori di corrente dipendenti ......................27
4.2.4 Generatori di tensione ...............................28
4.2.5 Amplificatori operazionali ideali .......................33
Esercizi.....................................................35
VII

VIII

Indice

5 Uso dei teoremi di Millman, sovrapposizione, Thvenin/Norton


41
5.1 Richiami teorici ...........................................41
Esercizi....................................................43
6 Doppi bipoli resistivi
47
6.1 Gencralit .............................................47
6.2 Richiami teorici .........................................47
Esercizi ....................................................51
7 Reti RC e RL di ordine uno
53
7.1 Generalit ............................................. .53
7.2 Richiami teorici .........................................
53
Esercizi....................................................55
8 Introduzione all'uso della trasformata di Laplace
59
8.1 Generalit .............................................
59
8.2 La trasformata di Laplace .................................
59
8.2.1
Definizione .......................................
59
8.2.2
Propriet fondamentali ..............................60
Esercizi.................................................... 61
9 Metodi generali di analisi - circuiti dinamici
63
9.1 Generalit ............................................. 63
9.2 Ii metodo dei nodi: richiami teorici ed esempi ...................63
9.2.1
Circuiti dinamici ...................................
63
9.2.2
Le regole del calcolo simbolico ........................
64
9.2.3
Esempi .......................................... 67
Esercizi.....................................................78
10 Introduzione al regime sinusoidale
83
10.1 Generalit .............................................83
10.2 Richiami teorici .........................................83
Esercizi....................................................86
11 Analisi di circuiti in regime sinusoidale
89
11.1 Richiami teorici .........................................89
Esercizi....................................................90
12 Potenze in regime sinusoidale, rifasamento, adattamento energetico
12.1 Generalit .............................................
12.2 Richiami teorici .........................................
Esercizi....................................................

93
93
93
96

13 Funzioni di rete e curve di risposta


99
13.1 Richiami teorici .........................................99
13.1.1 Funzioni di rete ...................................
99
13.1.2 Curve di risposta ..................................101
Esercizi....................................................104

ix

Indice

14 Doppi bipoli dinamici


107
14.1 Generalit .............................................107
14.2 Richiami teorici .........................................107
Esercizi....................................................110
113
15 Analisi di circuiti con diodi ideali
1-5.1 Richiami teorici ed esempi .................................113
15.1.1 Ii diodo .........................................113
15.1.2 Caratteristica v-i di un diodo a semiconduttore ...........113
15.1.3 Equazione descrittiva di un diodo a semiconduttore ........115
15.1.4 Ii diodo ideale ....................................115
15.1.5 Analisi di circuiti con diodi ideali ......................116
Esercizi....................................................121

II Soluzioni

125

16 Uso delle leggi di Kirchhoff

127

17 Analisi di circuiti resistivi elernentari

-I

131

18 Analisi di circuiti resistivi elementari

- II

135

19 \letodi generali di analisi

- circuiti resistivi

141

20 Uso dei teoremi di Millman, sovrapposizione, Thvenin/Norton

157

21 Doppi bipoli resistivi

167

22 Reti RC e RL di ordine uno

177

23 Introduzione all'uso della trasformata di Laplace

191

24 Metodi generali di analisi

- circuiti dinamici

199

25 Introduzione al regime sinusoidale

221

26 Analisi di circuiti in regime sinusoidale

227

27 Potenze in regime sinusoidale, rifasamento, adattamento energetico 231


28 Funzioni di rete e curve di risposta

237

29 Doppi bipoli dinamici

243

30 Analisi di circuiti con diodi ideali

251

Bibliografia

263

Parte I

Testi

:apitolo 1
Uso delle Iegg di Kirchhoff
Richiami teorici
capitolo si prefigge di familiarizzare l'allievo con l'uso delle leggi di Kirchhoff
cm le convenzioni di segno per tensioni e correnti. Prima di proporre gil esercizi, si
: z 10 alcuni richiami teorici. Si veda ii testo [1] per maggiori dettagli.
L1.1 La legge di Kirchhoff delle tensioni
Eono diverse forme delia legge di Kirchhoff delle tensioni (Kirchhoff 's Voltage Law,
semplicemente KVL). Tali forme sono tra loro perfettamente equivalenti e l'uso
-.na forma e dell'altra generalmente solo dettato da motivi di convenienza. Nel
sEt1ItO si enunceranno le due forme pin comuni.
> Prima forma (in termini di tensioni ai nodi):
Per tutti i circuiti a parametri concentrati e connessi, qualunque sia la scelta del
nodo di riferimento, per ogni istante di tempo t e per tutte le coppie di nodi i e j,
la tensione vi j del nodo i rispetto al nodo j uguale a[la differenza tra le tensioni
ej e e3 dei nodi i e j rispetto al nodo di riferimento:
vij = e

- e

> Seconda forma (in termini di sequenza chiusa di nodi):


Per tutti i circuiti a parametri concentrati e connessi, per un'arbitraria sequenza
chiusa di nodi i, j,... , k, i, per ogni istante di tempo t, la somma algebrica di tutte
le tensioni tra i nodi della sequenza, percorsa in un verso fissato, nulla.
E opportuno notare che molto spesso una sequenza chiusa di nodi indica un caminino die avviene lungo 1 rami del circuito. In tal ca.so si parla preferibilmente di
inaglia (in inglese mesh) se ii percorso chiuso considerato non contiene altri rami
del circuito al suo interno, oppure di anello (in inglese loop) nel caso che ii percorso
diiuso considerato contenga altri rami del circuito al suo interno.
3

1 - Uso delle leggi di Kirchhoff

1.1.2 La legge di Kirchhoff delle correnti

Esistono diverse forme della legge di Kirchhoff delle correnti (Kirchhoff 's Current
o pii semplicemente KCL). Tali forme sono tra loro perfettamente equivalenti e 1'
di una forma e dell'altra e generalmente solo dettato da motivi di convenienza.
seguito si enunceranno le due forme pii colnuni.
Prima forma (in termini di superfici chiuse):
Per tutti i circuiti a parametri concentrati, per una qualsiasi superfice chiusa
tenente una parte del circuito e per ogni istante di tempo t, la somma algebri
tutte le correnti uscenti dalla superfice chiusa nulla.
Seconda forma (in termini di nodi):
Per tutti i circuiti a parametri concentrati e per ogni istante di tempo t, la so
algebrica di tutte le correnti uscenti da un nodo qualsiasi nulla.
1.1.3 Le leggi di Kirchhoff in forma matriciale

Nel seguito si ricaver la forma matriciale delle leggi di Kirchhoff. Poich tali 1
dipendono esciusivamente dalla topologia del circuito, si introdurr brevemente l't
di grafo orientato associato ad una rete elettrica.
Grafo orientato
Un circuito elettrico e completamente descritto dalla sua topologia e dalla conosce
degli elementi che lo costituiscono. Tuttavia, alcune propriet del circuito, come
esempio le leggi di Kirchhoff delle tensioni e delle correnti, dipendono esciusivamente
dalla sua topologia e sono indipendenti dai componenti. Pu quindi essere utile sostituire allo schema del circuito una rappresentazione che metta in risalto soltanto ii
modo in cui i componenti sono collegati, senza fare riferimento ai componenti stesSL
CiO puO essere fatto nel modo seguente:
1. si sostituisce ogni elemento a due morsetti con un arco di linea, detto ramo;
2. si assegnano numeri diversi ai nodi della rete e gli stessi numeri ai corrispond
punti di connessione dei rami;
3. su ogni ramo viene fissato un verso, coincidente con ii verso. poSitivo assunto
la corrente. Sul ramo non segnato ii verso della tensione, che viene imp1i
mente fissato in accordo con la convenzione indicata nefla figura 1.1 (detta a
convenzione degli utilizzatori).

Figura 1.1

Bipolo e ramo orientato corrispondente

CiO che si ottiene viene detto grafo orientato associato al circuito considerato. N
figura 1.2 sono rappresentati due circuiti fatti con componenti diversi, ma con la st

- Richiarni teorici

o1ogia. Nella stessa figura rappresentato ii gra.fo ad essi associato. Per maggiori
dkttagli ed un'estensione al caso di circuiti contenenti componenti con pi morsetti si
2landa a [1].

R6

R4

2R53

R3

j"Ih4
R

19i

1Kt3

Figura 1.2 Circuit con stessa topologia ma diversi componenti hanno to stesso grafo. In
csivo indicata la numerazione del rami, in grassetto quella del nodi

Legge

di Kirchhoff delle

correnti

ideri un circuito ii cui grafo e indicato nella figura 1.3 e si scrivano 1e leggi di
off delle correnti (KCL) ai quattro nodi indicati, assumendo come verso positivo
tiuscente dal nodo.
6

K73

4
Figura 1.3

II grafo orientato utilizzato neII'esempio

tiene ii seguente sistema di equazioni:


(

?4+4+Z6 = 0

I
I.7,1 +i2 +i3

=0
=0
= 0

sistema PUO essere riscritto nella forma seguente:

ii
[-1 0 0 1 0 111i2 1 [01
I 0i 0-1 1 ol Ii3I0I
0 0 1 0 1 1 I I 7,4 I - 0 I
[oj
[ 1 1 1 0 0 0 - i5
7,6i

(1.2)

1 - Uso delle leggi di Kirchhoff

Osservando il sistema 1.2 si pUO notare che ogni colonna della matrice dei coefficiei4
contiene esattamente un +1 e un 1 e quindi le equazioni scritte risultano linearmenie
dipendenti (sommando tutte le righe si ottiene una riga di tutti zero).
Questo risultato del tutto generale: se in un circuito si scrivono le KCL a tuti
i nodi, allora 1 equazioni ottenute risultano linearmente dipendenti. Si pu provaze
che (dr. [11): se in un circuito con n nodi si scrivono le KCL a t'utti i nodi tran
uno, allora le equazioni ottenute risultano linearmente indipendenti. II nodo esdlusD
viene solitamente detto nodo di riferimento e ad esso assegnato il numero O
Nell'esempio in esame, se si assume il nodo 4 come nodo di riferimento, si ottiene I
seguente sistema di equazioni (linearmente indipendenti):
___
ri 0 0 1 0 1 I
0-1 0-1 1 01 I
L 0 0-1 0i ij i4
15
Li6

[01
=I

[oj

(1

e, in forma compatta,
Ai=O

(1.4

Anche in questo caso il risultato ottenuto lavorando su un esempio del tutto generale
ed esprime la legge di Kirchhoff delle correnti in forma matriciale.
Nell'equazione 1.4 La matrice A detta matrice di incidenza (ridotta, in quarno
associata a n - 1 nodi). Ii suo numero di righe e uguale al numero di nodi meno 1
mentre il suo numero di colonne uguale al numero di rami del grafo. I suoi elemenii
aij valgono:
> +1 se il ramo j incide nel nodo i con il verso della corrente uscente dal nodo;
> 1 se il ramo j incide nel nodo i con il verso della corrente entrante nel nodo;
0 se il ramo j non incide nel nodo i
Legge di Kirchhoff delle tensioni

Si consideri ora 10 stesso grafo della figura 1.3 e si scrivano le leggi di Kirchhoff delle
tensioni (KVL) usando per esse La forma indicata nella figura 1.4. Indicando con Vk la
tensione di un generico ramo k (misurata con la convenzione indicata nella figura 1.4
e con e2 La tensione di un generico nodo i rispetto al nodo di riferimento (in questo
caso il nodo 4), si ottiene il seguente sistema di equazioni (sicuramente linearmente
indipendenti, poich ogni equazione contiene una variabile diversa):
V1
V2
V3
V4
V6 J

1 0 0
01 0
0 0-1
1 1 0
0 1-1
1 0-1

e1
e2

p1.1 - Richiami teorici

Figura 1.4

Legge di Kirchhoff delle tensioni:

v = ek - C3

Confrontando l'equazione 1.5 con le equazioni 1.3 e 1.4, le KVL si pOSSOnO scrivere
facendo nuovamente ricorso alla matrice di incidenza:
v=ATe

(1.6)

Anche in questo caso ii risultato ottenuto lavorando su un esempio del tutto generale
ed esprime la legge di Kirchhoff delle tensioni in forma matriciale.
Interessante ii fatto che la conoscenza della sola matrice di incidenza e sufficente
a scrivere un insieme di equazioni tra loro linearmente indipendenti che esprimono le
leggi di Kirchhoff delle correnti e delle tensioni per ii circuito in esame.
1.1.4 II teorema di Tellegen

r teorema seguente dovuto a Tellegen (1952). Caso singolare tra tutti i teoremi della
- -oria del circuiti, esso dipende unicamente delle leggi di Kirchhoff e dalla topologia
l circuito. Di conseguenza pub essere enunciato facendo riferimento ad un grafo,
T luttosto che ad un circuito. Si consideri un grafo orientato, che si PUO pensare associato
un circuito con componenti qualsiasi. Sia b ii numero di rami del grafo ed n ii numero
:-i nodi. Si consideri un arbitrario insieme di correnti di ramo i = (i1, j2. . . , i)
soddisfacenti alla legge di Kirchhoff delle correnti (1.7), ove A e la matrice di incidenza
ftidotta) associata al grafo.
(1.7)
Ai=O
;i consideri ora, facendo riferimento allo stesso grafo, un insieme di tensioni di ramo
= (vi , V2,. . . , v) soddisfacenti alla legge di Kirchhoff delle tensioni (1. 8), ove e e
1 vettore delle tensioni di nodo ed i versi di riferimento per tensioni e correnti sono
issociati secondo la convenzione indicata nella figura 1.1.
IR

v = AT e

(1.8)

ikra si pub provare ii seguente risultato:

vkik = 0 ovvero, in forma equivalente, vTi = 0

(1.9)

1 - Uso delle leggi di Kirchhoff

La dimostrazione e immediata. Infatti, usando l'ipotesi (1.8), ricordando che la trasposta di un prodotto di matrici e uguale al prodotto, in ordine inverso, delle matrid
trasposte e, infine, facendo uso dell'altra ipotesi (1.7), si ottiene:
vi = (AT e)Ti = eT(AT)Ti = eT(Ai) = 0

(1.10)

Osservazion e

Sebbene nel teorema di Tellegen le tensioni e le correnti considerate possano esseil


misurate in circuiti diversi, purch descritti dallo stesso grafo, nulla vieta di considerare come tensioni e correnti di ramo queue misurate in uno stesso circuito. E ovvio
allora che tall insiemi di tensioni e correnti soddisfano, istante per istante, alle due
ipotesi (1.7) e (1.8). Di conseguenza, per un qualsiasi circuito, le tensioni e correnti di
ramo soddisfano, ad ogni istante t, all'equazione 1.9. Ma ii prodotto Vk(t)ik(t) non
altro che la potenza elettrica fornita all'istante t al ramo k dal resto del circuito. Di
conseguenza l'equazione 1.9 asserisce che l'energia e conservata. Detto in altre parole.
per i circuiti a parametri concentrati la conservazione dell'energia e una conseguenza
delle leggi di Kirchhoff.

Esercii

IZI

Si consideri ii circuito della figura E-1.1, ove sono indicati I valori che alcune

11

tisioni e correnti assumono ad un istante to. Sfruttando le leggi di Kirchhoff delle


tisioni e delle correnti, si determinino i valori delle altre tensioni e correnti al medesimo
&ante t0.
V1
+___

tj

I
2 IF + 9v

I
-

6A1
V3 +1

Z4

ri;

7V

V2
+

11

8A

7A
Figura E-1.1

Con riferimento ai circuiti (a), (b) e (c) della figura E-1.2 e facendo uso
ce11a legge di Kirchhoff delle correnti, si calcolino le correnti incognite.

1.2

lob
8A\ /- 6 A

SA

IOA
(a)
A

-6A

12

5A
X
5~

2A
(c)

(b)
Figura E-1.2

10

1 - Uso delle leggi di Kirchhoff

V1

Figura E-1.3

1.3
Con riferimento al circuito della figura E-1.3 e facendo uso della legge
Kirchhoff delle tensioni, si calcolino v1, V2 e V3.
1.4
Si consideri ii circuito della figura E-1.4. Applicando la legge di Kirchhoff
delle correnti alla superficie chiusa indicata nella figura, risulta i1 = i2. Si verifichi tale
risultato applicando la legge di Kirchhoff delle correnti ai singoli nodi del circuito. Si
verifichi inoltre che le equazioni ottenute applicando la legge di Kirchhoff delle correnti
ai singoli nodi del circuito sono tra loro linearmente dipendenti.
1.5

Con riferimento al circuito della figura E-1.5, si calcoli i3, sapendo che
2A e i2 = 0,7A.

Figura E-1.4

Figura E-1.5

Esercizi

11

1-6

Nel circuito della figura E-1.6 sono note i, 3, i4 e i5. Si calcolino ib, i6, i1

1-7

Nel circuito della figura E-1.7 Si calcolino ih, ix, i, i e

RJR

Figura E-1.6

Figura

E-1.7

1.8

Nel circuito della figura E-1.8 si calcolino v2 e v4.

1.9

Nel circuito della figura E1.9 Si calcolino v, v,,, e VBA.


-1v-

+
+v4
+v
rH
IT1

lOV

V2

Figura E-1.8

2V

7V

Figura E-1.9

Capitolo 2
Analisi di circuiti resistivi elementari - I
2.1 Generalit
iuesto capitolo sono proposti i primi calcoli elementari di tensioni, correnti e potenze
semplici circuiti resistivi lineari, per i quali I metodi generali di analisi sono superfiui.

2 Richiami teorici
richiamano le definizioni dei componenti fondamentali usati nei circuiti elettrici e le
pressioni della legge di Ohm e della potenza (elettrica) istantanea.
Nella figura 2.1 rappresentato ii simbolo di un
generatore ideale di tensione indipendente. Ii generatore fornisce una tensione v(t)
indipendente dalla corrente i(t) che lo attraversa. La figura 2.2 mostra ii simbolo di
un generatore ideale di corrente indipendente. Ii generatore fornisce una corrente
i(t) indipendente dalla tensione v(t) ai suoi morsetti. Si noti la scelta fatta per i
versi di tensione e corrente: essa e generalmente indicata come convenzione degli
utilizzatori.
Generatori indipendenti.

v(t)

v(t)
i(t)
Figura 2.1

Figura 2.2 Generatore ideale di tensione

Generatore ideate di tensione

> Generatori dipendenti (o controllati). Accanto ai generatori indipendenti


Si possono introdurre, per la loro utilit nel costruire modelli di dispositivi fisici
reali, altri generatori ideali in cui la tensione o la corrente fornita dipende (ovvero e
controllata) o dalla corrente che scorre in un altro ramo del circuito o dalla tensione
tra una coppia di nodi. In totale si hanno quattro tipi di generatori dipendenti (o
controllati), illustrati nelle figure 2.3 2.6.
13

14

Analisi di circuiti resistivi elementari - I

Generatore di tensione controllato in corrente (figura 2.3) La tensione V2


dal generatore e indipendente dalla corrente i2 ed e controllata dalla
i1 che scorre in un altro ramo del circuito: v2 = Tm1. Ii parametro r
dimensioni di Q ed chiamato transresistenza.
o Generatore di corrente controllato in tensione (figura 2.4) La corrente i
dal generatore e indipendente dalla tensione V2 ed e controllata dalla ten
tra una coppia di nodi del circuito: i 2 = 9mVl. Ii parametro 9m ha le din
di ci' ed e chiamato transconduttanza.
o Generatore di corrente controllato in corrente (figura 2.5) La corrente i
dal generatore e indipendente dalla tensione V2 ed controllata dalla
i1 che scorre in un altro ramo del circuito: i2 = au. Ii parametro a
dimensioni ed e chiamato amplificazione di corrente.
o Generatore di tensione controllato in tensione (figura 2.6) La tensione v
dal generatore e indipendente dalla corrente i2 ed controllata dalla I
v1 tra una coppia di nodi del circuito: v2 = /Avl. Ii parametro it
dimensioni ed chiamato amplificazione di tensione.
Si noti che i generatori dipendenti ora definiti possono essere considerati, C
giore precisione, dei doppi bipoli lineari resistivi (si veda a tale proposito ii
"Doppi bipoli resistivi" a pagina 49).

Figura 2.3
in corrente

Generatore di tensione controllato

Figura 2.4
in tensione

Generatore di corrente controll2::

Figura 2.5
in corrente

Generatore di corrente controllato

Figura 2.6
in tensione

Generatore di tensione controlla::

Legge di Ohm. Per un resistore di resistenza R e conduttanza C = 1/R,


v e corrente i sono legate dalle equazioni seguenti:
v=Ri; oppure i=Gv
Le equazioni suddette prevedono che ii verso positivo per la corrente sia entrante
morsetto contrassegnato dal segno + del verso positivo scelto per la tensione, cc

p2.2

Richiarni teorici

15

nella figura 2.7 (scelta spesso indicata come convenzione deyli tttilizzatori);

Figura 2.7

Versi di riferimento secondo la convenzione degli utilizzatori

tenza istantanea. La potenza istantanea entrante in (o assorbita da) un bipolo


istivo di resistenza R e conduttanza G = 1/R data da:

p(t) = vi = Ri2 = Gv2


Queste equazioni prevedono che tensione e corrente siano misurate con la convenzione degli utilizzatori. Se la potenza p(t) risulta in qualche istante negativa, significa
che in realt ii bipolo eroga potenza al circuito cui e collegato. Nel caso ii bipolo
sia un generatore, costruito quindi per fornire potenza ad un circuito, la potenza
da esso assorbita risulterebbe sempre negativa. Si preferisce in tal caso cambiare
ii verso di riferimento della corrente (convenzione dei generatori), in modo che la
potenza erogata (o uscente) dal generatore risulti sempre positiva.

2 - Analisi di circuiti resistivi elemeritari - I

16
Esercizi

2.1
Nel circuito della figura E-2.1, ii generatore fornisce una tensione C
di 50 V. Si calcoli la corrente I circolante nel circuito e la potenza dissipata in (
resistore. Che relazione esiste tra la potenza P. fornita dal generatore e la p
totale dissipata nei tre resistori?
R1 = 5

50V

R2 = 11
R3 = 9c
Figura E-2.1

2.2 Partitore di corrente Nel circuito della figura E-2.2, la corrente i si ripartis
tra le due resistenze R1 e R2. Si calcolino i1 e i2 in funzione della corrente i e:

a) delle resistenze R1 e R2;


b) delle conduttauze G1 e
Le formule ricavate sono generalmente note come formule del partitore di corrente.
2.3 Partitore di tensione Nel circuito della figura E-2.3, la tensione v si ripartisce
tra le due resistenze R1 e R2. Si calcolino v1 e v2 in funzione della tensione v e:

a) delle resistenze R1 e R2;


b) delle conduttanze G1 e C2;
Le formule ricavate sono generalmente note come formule del partitore di tensione.

V2

F gura E-2.2 Partitore d corrente

Fgura E-2.3

Partitore di tensione

2.4
Per i circuiti delle figure E-2.4a e E-2.4b si calcolino le correnti e le tensioni
incognite. Nel caso della E-2.4c, Si calcoli V5 in modo che la tensione tra A e B sia di
100 V.. Se la resistenza R viene Staccata dal circuito, si calcoli ii nuovo valore di 12.

Esercizi

AVVJVVH
15 \

13
1OV

40V

oci
B

(c)

(b)
Figura E-2.4

25
Nel circuito della figura E-2.5 si calcolino I, V e la potenza P assorbita
Lielemento circuitale incognito, sapendo che ii generatore 1/91 fornisce una potenza
100W.
2.6
Si ripeta ii problema precedente nel caso del circuito della figura E-2.6,
sapendo che ii generatore I., fornisce una potenza di 1 W. Usando un diverso componente circuitale incognito, la potenza fornita dal generatore 191 risulta essere di 3W.
Si ripetano 1 caicoli in questo caso. In quale del due casi esaminati l'elemento circuitale
incognito si comporta come un generatore?
i 20

vJ

qj O.1A

500cl

60V
Figura E-2.5

Figura E-2.6

U.O\

pitolo 3
Analisi di crcuiti resisfivi elementari - II
3.1 Generalit
In questo capitolo saranno proposte le prime analisi di semplici circuiti resistivi, che
pssono essere compiute usando ii calcolo di resistenze connesse in serie e/o parallelo,
fr regole del partitore di tensione e/o di corrente e l'equivalenza di bipoli.

3.2 Richiami

teorici

seguito sono richiamati i principah risultati teorici utili per risolvere i problemi
M
,
poposti:

due o pit bipoli si dicono connessi in serie quando sono attraversati dalla stessa
corrente, mentre si dicono in parallelo se sono soggetti alla stessa tensione;
due bipoli sono equivalenti se ii legame tra tensione e corrente ai morsetti e identico
per entrambi i bipoli. Per bipoli resistivi ciO significa che essi devono avere la stessa
caratteristica tensione-corrente;
Ia resistenza equivalente Req di n bipoli di resistenza R1, R2,.. . , R, in serie :
Req

R1+ R2 + ... + Rn

la conduttanza equivalente Geq di fl bipoli di conduttanza G1, G2,. . . , G,- in parallelo :


Geq Gi+G2+"+Gn
Si osservi che: (a) ii parallelo di due resistori di resistenza R un resistore di
resistenza uguale a R/2; (b) ii parallelo di pii resistori con valori di resistenza
diversi e un resistore di resistenza inferiore al valore pi piccolo delle resistenze;
, ma corrente i si ripartisce tra due resistenze R1 e R2 in parallelo secondo le formule
ricavate nel Capitolo 2, esercizio 2.2:

ii=i

.
. 02
01
e 2=z
01+02
01+02
19

20

3 - Analisi di circuiti resistivi elementari - II


oppure, in termini di resistenze:
R2

. ._____
R et2=iRR

> una tensione v Si ripartisce tra due resistenze R1 e R2 in serie secondo le


ricavate nel Capitolo 2, esercizio 2.3:

Vi = V

R1
= V____
e v2
R +R2
R +R2

oppure, in termini di conduttanze:


_____

VI = V -

Cl
ev2=iCC

21

Esercizi

Esercizi
qi (l(Alirc to

rQiQ+Dt1!7

rn1vt7lenti Req del bipoli indicati nelle figure E-3.1,


3.3 quanto vale la resistenza equivalente nel
ssi in corto circuito?
----------- 7P

[-3.1

28c2

18Q
Figura E-3.2

Figura [-3.3

Applicando partitori di tensione e/o corrente, calcolare tensioni e correnti


rcuito della figura E-3.4. I valori dei componenti sono: E = 60 V, R1 = 19 1,
= 30, R3 = 701.
13
Trovare I nel circuito della figura E-3.5, usando le formule del partitore di
one.

12
iE

Figura E-3.4

20(

Figura E-3.5

22

- Analisi di circuiti resistivi elementari - II

Si calcoli la corrente 11 nel circuito della figura E-3.6.


Si calcoli la tensione Vi nel circuito della figura E-3.7.

3.4
3.5

20A

Figura E-3.6

3.6
Si considerino i circuiti della figura E-3.8 e si determini sotto quali condizion
essi sono equivalenti.
3.7
Diagrammare la caratteristica tensione-corrente del bipolo della figura E-3.9
I valori dei componenti sono: vb = 100 V, Rb = 40 1, R1 = 60 Q. Sfruttando ii graficc
ottenuto, si determini un circuito equivalente fatto da un generatore di tensione Veq L
serie ad una resistenza Req .

: !:

i4
(a)

(b)
Figura E-3.8

R1

Figura E-3.9

3.8
Si consideri ii circuito della figura E-3.10. Si determini la tensione e1 de
nodo 1 rispetto a! nodo 0.
39
Per ii circuito indicato nella figura E-3.11 si calcoli: (a) il rapporto tra 1
potenza P2 sul carico R e la potenza pi fornita dal generatore vi e, (b) la resistenz
d'ingresso Ri ai morsetti del generatore.
1

I I

R fl

(jt)

()
ToT

Figura E-3.10

Figura E-3.11

Capitoo 4
Metodi generali di analisi

circuit resistivi

4.1 Generalit

h questo capitolo to studente e introdotto all'uso di un metodo generate di analisi,


per ora limitatamente al caso di circuiti resistivi. Sara descritto nei dettagli it metodo
d1ei nodi (Nodal Analysis (NA)), usato come strumento di base per l'arialisi di circuiti
np1essi, per i quali i metodi di analisi "a vista" sono di difficile, se non impossibile,
applicazione.
4.2 II metodo del

nodi: rchiami teorici ed esempi

di proporre esercizi da risolversi con it metodo dei nodi, verranno effettuati


richiami teorici e presentati alcuni esempi.
L

11

Introduzione

I na1isi nodale (nodal analysis (NA), detta anche analisi con il metodo dei nodi) si
ico1a nei seguenti passi:
i. si numerano i nodi del circuito, prendendone uno come riferimento (indicato con
0). Quindi si assumono come incognite le tensioni dei nodi rispetto at nodo di
riferimento prescelto. In accordo a [1] la tensione di un generico nodo k (rispetto
al nodo di riferimento) sara net seguito indicata con it simbolo ek;
I I ogni nodo si scrive la legge di Kirchhoff delle correnti (KCL), assumendo per semplicit 10 stesso verso di riferimento per tutti i rami incidenti net nodo (tipicamente
assume come verso positivo di riferimento quello uscente);
si utilizzano le relazioni costitutive dei singoli rami per esprimere le correnti dei
rami in funzione delle rispettive tensioni di ramo e delle correnti dei generatori di
corrente indipendenti;
.4~ infine si usa la legge di Kirchhoff delle tensioni (KVL) per esprimere le tensioni dei
rami in funzione delle tensioni dei nodi.
In genere i punti 2, 3 e 4 si fondono in uno solo, esprimendo immediatainente le
inti, che intervengono nelle KCL ai nodi, in funzione delle tensioni dei nodi. A
23

24

4 - Metodli generali di analisi - circuiti resistivi

titolo d'esempio, facendo riferimento alla figura 4.1, la corrente i (uscente dal nodo k.
puO essere espressa immediatamente come
dd
i=

- e3 )

ove si e fatto implicitamente uso della relazione costitutiva del ramo (punto 3) i =
e della KVL (punto 4) v = ek - e3 .

Figura 4.1

Legge di Kirchhoff defle tensioni: v = ek - ej

Osservazioni

1. Perch ii metodo possa essere applicato cos! come indicato, occorre che i singoli
rami del circuito siano descritti da relazioni costitutive del tipo i = g(v), in modo
the cia.scuna corrente di ramo possa essere espressa in funzione della corrisponden
tensione di ramo;
2. In tal caso ii sistema di equazioni che descrive ii circuito pu essere scritto in for
automatica, a vista;
3. Ii metodo permette di scrivere un numero minimo di equazioni e si presta
bene ad essere utilizzato per analisi di circuiti di dimensioni limitate, usando carta
e penna;
4. Nel caso siano presenti generatori ideali di tensione, indipendenti o dipendentL
oppure amplificatori operazionali ideali, ii metodo dei nodi deve essere opportunamente adattato per poter essere utilizzato anche con questi componenti;
5. Nel caso sia richiesta una corrente come variabile d'uscita, ii metodo dei nodi richiede una post-elaborazione, per poter ottenere la corrente richiesta a partire dalle
tensioni dei nodi;
6. Nel caso di circuiti dinamici e lavorando nel dominio del tempo, la presenza di
induttori porta a Scrivere equazioni integrali, ii che pu risultare scomodo per una
soluzione numerica del sistema di equazioni che descrivono ii funzionamento de
circuito;
7. Per i suddetti motivi il metodo non risulta sufficientemente generale da poter essere
adottato nell'analisi automatica di circuiti per mezzo del calcolatore;
8. Per ovviare agli inconvenienti indicati, e stata introdotta una generalizzazione del
metodo dei nodi, chiamata analisi nodale modificata (MNA), descritta in [2] (si
veda anche [1], Cap. 8).
19
Nel seguito sara illustrato l'uso del metodo dei nodi nell'analisi di circuiti resistiv
indicando le modifiche necessarie per estenderne l'utilizzo ai casi in cui siano preseni
generatori ideali di tensione, dipendenti o indipendenti, e amplificatori operazionali.

4.2 - Ii metodo dei nodi: richiami teorici ed esempi

25

F[FCi6 non deve essere visto come una limitazione. Infatti, come si vedr in seguito,
--a mite l'uso della trasformata di Laplace sara semplice estendere ai circuiti dinamici
tecniche usate per i circuiti resistivi.
4.2.2 Generatori di corrente indipendenti

consideri ii circuito indicato nella figura 4.2. In questo caso ii metodo dei nodi pUO
ere applicato direttamente, senza varianti e senza alcuna modifica del circuito.
In accordo alle regole prima enunciate, si scrivono le leggi di Kirhhoff delle correnti
a nodi 1, 2 e 3, esprimendo direttamente le correnti in funzione delle tensioni dei nodi,
dielle conduttanze dei componenti e delle correnti dei generatori indipendenti.
Indicarido con e1, e2 ed e3 le tensioni dei nodi rispetto al nodo 0 di riferimento, si
tengono le seguenti tre equazioni nelle tre incognite e1, e2 ed e3:
( e1G1 + (ei - e2)(G2 + C4)
= isi
(e2 - ej)(G2 + C 4 ) + e2G3 + (e2 - e3)G5 = is3
I. (e3 - e2)G5 + e3G6
= is3 - s2

(4.1)

i3

Figura 4.2

Circuito resistivo con soh generatori di corrente indipendenti

Riordinando le equazioni, ii sistema precedente puO essere scritto nella forma:


G2G4
e
G1+G2+G4
0
C2 - C4 G2 + C 3 + G4 + C5 05
e2
0
G5
C5 + C6 e3

i3

is3
i3 - i2

(4.2)

La matrice dei coefficienti, di solito indicata con Yn detta matrice delle condutnze nodali (in seguito, nel caso di circuiti dinamici, verr chiamata matrice delle
.uimettenze nodali).
II sistema scritto possiede una semplice legge di formazione, the ne permette la
rittura immediata:
> gli elementi della matrice Yn di posto (i,i) (cio sulla diagonale principale) risultailo
essere la somma di tutte le conduttanze che collegano (direttamente) ii nodo i con
tutti gli altri nodi;
> gli elementi della matrice Y, di posto (i,j) (cio fuori dalla diagonale principale)
risultano essere la somma di tutte le conduttanze che collegano (direttamente) ii
nodo i con ii nodo j, con ii segno cambiato;

4 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

26

c> ii vettore dei termini noti contiene la somma delle correnti dei generatori indipdenti, prese con ii segno - se ii loro verso e entrante nel nodo, con ii segno - in
caso contrario.
Ii metodo dei nodi puO trattare anche circuiti contenenti generatori di tensione
nel caso questi abbiano in serie una resistenza (generatori reali di tensione). Infar
in questo caso, essi possono essere trasformati, usando la trasformazione Thveni
Norton (si veda ii Capitolo 5, a pagina 42), in generatori di corrente, con in paralleb
la stessa. resistenza (generatori reali di corrente). A titolo d'esempio, si consideri i
circuito indicato nella figura 4.3.
R1
1

R
Zg2

0
Figtira 4.3

Circuito resistivo con un generatore reale di tensione

Usando la trasformazione Thvenin-Norton, esso pu essere ridisegnato come mdicato nella figura 4.4.
C1Vg

0
Figura 4.4
Norton

Circuito resistivo di fig. 4.3 modificato usando la trasformazione Thvenin-

Ii nuovo circuito ora contiene solo generatori di corrente indipendenti e le cornspondenti equazioni possono essere scritte a vista, usando le regole prima enunciate:

4.2

--

Ii inetodo del nodi: richiarni teorici

G1 1 Fe1l
I+G3
C1
G1
+
c2j Le2]
r

ed esernpi

i91 + Giv 1
1g2 Givg j

[2g1

2T

(43)

servazioni

> La matrice Y simmetrica; questo non sara pi vero quando saranno presenti
anche generatori dipendenti;
> La legge di formazione della matrice Y descritta in precedenza valida solo nel
caso considerato, cio per un circuito composto da resistori lineari e generatori di
corrente indipendenti. Nel caso siano presenti anche generatori dipendenti, esiste
aricora una legge di formazione di Y, ma un p0' pi complessa, che non verr
enunciata;
II sistema puO essere risolto ricorrendo alla regola di Cramer. Ad esempio, nel caso
del primo circuito considerato (figura 4.2), e2 data da:
G1+G2+G4

e2

G2 - G4
0
=

is1
s3
'1 s31s2

Cr;
G5+C6

(4.4)

detY

> 'Una qualsiasi altra variabile puo essere ottenuta dalle tensioni dei nodi, sfruttando,

se necessario, le relazioni costitutive dei rami del circuito. Ad esempio, sempre nel
caso del circuito della figura 4.2, la corrente attraverso R2, con ii verso positivo dal
nodo 2 verso ii nodo 1, e data da (C2 ei)G2.
-

4..2.3

Generatori di corrente dipendenti

nche in presenza di generatori di corrente dipendenti ii metodo dei nodi puo ancora
zt~sere

applicato direttamente, senza varianti e senza alcuna modifica del circuito, aven-

iO cura di esprimere le correnti dei generatori dipendenti in funzione delle tensioni dei

oth.
Si consideri ii circuito indicato nella figura 4.5, ove presente un generatore di cor:e, dipendente dalla tensione V2. In accordo alle regole prima enunciate, si scrivono
ggi di Kirchhoff delle correnti ai nodi 1, 2 e 3, esprimendo direttamente le correnti
funzione delle tensioni dei nodi el, e2 ed e3 e delle conduttanze dei componenti. Per
i corrente del generatore dipendente si ha:
gv2 = gm(C2

(4.5)

e1)

aesta espressione della corrente del generatore dipendente viene utilizzata scrivendo
h KCL al nodo 3. Si ottengono cosI Ic seguenti tre equazioni nelle tre incognite e1, e2
1 e3 :
IeiGi+ (el e2)(G2+G4)

(e2 - ei)(G2 + G4) + e2G3 +(e2 - e3)G5 = is3


e2)G5 + gm(e2 el)
(e
= is3
-

(4.6)

4 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

28

0
Figtira 4.5 Circuito resistivo con un generatore di corrente dipendente

Riordinando le equazioni, ii sistema precedente puO essere scritto nella forma:

C2 - C4
1 + G2 + C4
0e.
G2 G4 G2+G3+G4+C5 G5 e2
-G5
C5 3
gm

i1
is3

s3 -

Osservazioni

t> A differenza del caso in cui sono presenti solo generatori di corrente indipenden
la matrice Y non pi simmetrica.
> Anche in questo caso ii sistema scritto possiede una .legge di formazione, un p0' pi
complicata rispetto al caso di assenza di generatori dipendenti, che non verr qu
enunciata.
Come al solito, ii sistema pu essere risolto ricorrendo alla regola di Cramer. Ad
esempio, e1 data da:
Ad

e1 =

is1
G2G4
0
i53 G2 + C3 + G4 + C5 05
C5
- C5
s3 - s2
detY

r> Una qualsiasi altra variabile puO essere ottenuta dalle tensioni dei nodi, sfruttando.
se necessario, le relazioni costitutive dei rami del circuito. Ad esempio, la corrente
attraverso R2, con ii verso positivo dal nodo 2 verso ii nodo 1, data da(2 ei)G2.
4.2.4 Generatori di tensione

Verranno ora considerati circuiti in cm sono presenti generatori di tensione (indipendenti 0 dipendenti). Nel caso essi abbiano in serie un resistore, e possibile trasformarli_
usando la trasformazione Thvenin-Norton (si veda il Capitolo 5, a pagina 42), in un
generatore di corrente con in parallelo la stessa resistenza, ricadendo cosi nei casi Canonici trattabili con l'analisi nodale. Un esempio di questo modo di procedere stato
dato nel paragrafo precedente.
Nel caso non si voglia modificare ii circuito, oppure nel caso in cui i generatori

4.2 - II metodo dei nodi: richiami teorici ed esempi

29

tensione non abbiano in serie nessun componente, possibile operare come indicato nel
iito.
Generatori di tensione con un terminale connesso al nodo di riferimento

consideri inizialmente ii caso di generatori ideali di tensione (indipendenti o dipen1iti) in cui uno dei due terminali sia connesso direttamente al nodo di riferimento,

axne indicato nella figura 4.6.


/
/

It:i:''

Figura 4.6 Generatore ideaie di tensione con un terminale connesso al nodo di riferimento.

osservi che la tensione del nodo k e nota (ovvero ek = v5) e quindi ii numero
le tensioni dei nodi incognite diminuisce di uno. Di conseguenza, ii numero delle
mazioni necessarie per l'analisi del circuito puo anch'esso diminuire di uno e quindi si
evitare di scrivere un'equazione ad un nodo. D'altra parte, se si scrivesse l'equilibrio
le correnti al nodo k, interverrebbe la corrente i8 , che non puO essere espressa in
un modo in funzione delle tensioni dei nodi e dovrebbe essere assunta come incognita
iuntiva.
base alle considerazioni precedenti si puo formulare la seguente regola.
aso in c'ai siano presenti generatori di tensione (indipendenti o dipendenti) con un
male connesso al nodo di riferimento, si pu ugualmente analizzare ii circuito con
i metodo dei nodi, purch non si scriva l'equilibrio delle correnti ai nodi corrispondenti
terminali dei suddetti generatori di tensione.

Come primo esempio, si consideri ii circuito indicato nella figura 4.7. In accordo
regola prima enunciata, si scrivono le leggi di Kirchhoff delle correnti al nodi 2 e
die non sono terminali del generatore ideale di tensione. Indicando con e1 , e2 ed e3
tensioni dei nodi e osservando che e1 = Vb, si ottengono le seguenti due equazioni
due incognite e2 ed e3:

I(e2Vb)Gl+e2G2+(e2e3)G5 = 0
(e3 - Vb)G4 + e3G3 + (e3 - e2)G5 = 0

(4.9)

Come secondo esempio, si consideri ii circuito indicato nella figura 4.8. In esso sono

30

Metodi generali di analisi circuiti resistivi


-

R1

ii
_-

R1

R5

13

V)

,~

R2

>
-

0
Figura 4.7

Grcuto per ii primo esempio

presenti un generatore di tensione con un terminale connesso al nodo di riferimento


un generatore di corrente dipendente dalla corrente attraverso R1, ovvero attraver
ii generatore di tensione. Se si desidera, si pu trasformare ii generatore di tensk

ii
Figura 4.8

Circufto per 11 secondo esempo

con in serie R1 in un generatore di corrente equivalente, usando la trasformaione


Thvenin-Norton. Cosl facendo si ottiene un circuito con soli generatori di corrente
(indipendenti e dipendenti) che puO essere analizzato usando l'analisi nodale standard
come indicato nel paragrafo precedente. Si noti che, in questo caso, la corrente che
controlla ii generatore dipendente non pi la sola corrente attraverso R1, ma la
somma algebrica della corrente attraverso R1 e della corrente del generatore di corrente
equivalente.
Se pi semplicemente si decide di non modificare ii circuito, si PUO procedere co
indicato in precedenza: non si scrive la KCL al nodo 3, terminaJe del generatore id
di tensione. Le KCL vengono scritte unicamente ai nodi 1 e 2.
Indicando con e1 ed e2 le tensioni dei nodi e tenendo conto che per la corrente
generatore dipendente si ha
i3i=i3(eei)G1 ,
(4.

4.2 - Ii metodo del nodi: richiami teorici ed esempi


-

31

gono le seguenti due equazioni nelle due incognite e1 ed e2:


I (ei - e)G1 + e1G2 + (e1 - e2)G3 - 3(e - ei)G j. = 0

+ (e2 -ei)G3 + /3(e -

=0

(411)

-atori di tensione flottanti

I. : ii caso di generatori di tensione ideali (indipendenti o dipendenti) con nessun


connesso al nodo di riferimento (generatori detti "flottanti" o, in inglese,
il metodo dei nodi non pub essere applicato nella modalit standard descritta
-izio, poich la corrente i attraverso ii generatore ideale di tensione (si veda la
2i 4-9) non pub essere espressa in alcun modo in funzione delle tensioni dei nodi.
navia l'uso del metodo del nodi pub essere esteso anche a trattare questo caso
- .i-acendo la definizione di supernodo (si veda ad esempio [31)
supernodo viene definito come la superficie chiusa che abbraccia un generatore
zssione flottante e tutti gli eventuali elementi connessi in parallelo ad esso, come
:o nella figura 4.9.

0
Figura 4.9

Definizione di "supernodo'

r ogni superficie chiusa, Si pub affermare che, istante per istante, la somma
Le correnti uscenti da (o entranti in) un supernodo deve valere zero:
della legge di Kirchhoff delle correnti che permette di continuare ad usare
nodi anche nel caso di generatori flottanti.
on riferimento alla figura 4.9 Si osservi che la legge di Kirchhoff delle
iette di dire che
(4.12)
e3 =ek+v8
uenza, in base aIl'eq. 4.12, una sola delle due tensioni di nodo (ek ed
;iderarsi effettivamente incognita, ad es. ek. Quindi ad un supernodo
sola incognita e per esso si pub scrivere una ben definita legge di KirchTenti. Questo fatto permette di scrivere un sistema di equazioni, in ciii
tra le incognite solo una delle tensioni dei terminali di ciascun genera)ne flottante e in cui, per ogni generatore di tensione flottante compare
di equilibrio delle correnti al supernodo corrispondente.

32

4 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

Un esempio illustrer meglio la tecnica descritta. Si consideri ii circuito


nella figura 4.10.
R4

R,

7
2

rmZ4
3

Vb

Figura 4.10

Esernpio di circuito con generatore di tensione flottante"

Esso contiene un generatore di tensione con un terminale connesso al nodo di riferimento e un generatore dipendente flottante. Indicate con e1, e2 ed e3 le tensioni di
nodi, si ha immediatamente
e1

= Vb , e2 = e3 - rmi4 , con i4 = (e3 - ei)G4

(4.13

Dalla precedente equazione si ricava e2 in funzione di e3 e del generatore Vb


e2 = e3 rm(e3 - ei)G4 = (1 rm G4)e3 +rmG4Vb

(4.14

Delle tre tensioni di nodo, solo e3 risulta essere incognita, essendo e2 ed e1 date dalle
equazioni (4.13) e (4.14) scritte in precedenza. E quindi sufficiente un'unica equazione
per risolvere ii problema: in accordo alle regole enunciate non si scrive la KCL al nodo
1 (terminale di un generatore ideale di tensione non connesso al nodo di riferimento) e
si scrive soltanto la KCL corrispondente al supernodo indicato nella figura 4.10.
Si ottiene:
(4.15
e2G2+(e2e1)Gi+3G3+(e3ei)G40
da cui, ricordando le equazioni (4.13) e (4.14)
[(1 rmG4)e3 +TmG4Vb]G2+{[(1 rmG4)eS+rmG4VbI Vb}G1 +e3G3 +(e3 -V5)C. =
(4.16
Dalla (4.16) si ottiene infine
[G + C2 + C3 +G4 rmG4(Gi +G2)]e3 = [G1 + G4 rmG4(Gi + G2)]Vb (4.
Da ciii

G1+G4rmG4(Gi+G2
Vb
G1 +G2+G3+G4r m G4(Gi+G2)

4.1

Assumendo i seguenti valori dei componenti: R1 = 1l, R2 = 1/3, R3 = 0,5l, R4


2Q, rm = 5, V = 20V, si ottiene e3 = 48,57V, da ciii, per la (4.14), e2 = 22,86

4.2 - Ii metodo dei nodi: richiami teorici ed esempi

33

4.2.5 Amplificatori operazionali ideali

Xel caso ii circuito da analizzare contenga amplificatori operazionali ideali (OA) funimanti in zona lineare, ancora possibile utilizzare l'analisi nodale, operando come
1icato nel seguito. Per una trattazione pi approfondita si veda [4].
Si inizi con l'esaminare i vincoli posti da un amplificatore operazionale ideale, con1erando la figura 4.11. Delle tre tensioni di nodo e+, e_ e ek, solo due sono effettivamite incognite, poich e+ = e_, essendo nulla la tensione differenziale all'ingresso di
01 ideale. Inoltre, sempre nel caso di OA ideali, le correnti entranti nei morsetti +
- sono entrambe zero. Nulla si puO invece dire sulla corrente d'uscita i, dell'OA, che
erviene nella scrittura della KCL al nodo k e che, pur determinata dalla rimanente
srte del circuito, non pu essere agevolmente espressa in funzione delle tensioni di
Considerato ii fatto che la presenza dell'OA riduce di uno ii numero delle tensioni
nodo incognite, pub essere ridotto di uno anche ii numero delle equazioni nodali.
Se si sceglie di non scrivere la KCL al nodo d'uscita k dell'OA, allora si raggiunge
I risultato voluto: ridurre di uno ii numero delle equazioni e non fare intervenire la
mirrente incognita i,.

Figura 4.11 Analisi del vincoli post[ da un OA ideate: c


nei morsetti + e - entrambe nulle

correnti i e i_ eritranti

Lulare la seguente regola:


in e1.Li nel circuito siano presenti amplificatori operazionali ideali, si puO
utilizzare ii metodo dei nodi, purch non si scriva l'equilibrio delle correnti
ispondenti ai terminali d'uscita dei suddetti amplificatori.
re che in un circuito contenente OA sono in genere anche presenti generatori
ideali (indipendenti o dipendenti); per essi si continuano ad applicare le
ciate nel paragrafo precedente.
sempio si consideri ii circuito indicato nella figura 4.12, ove l'OA consile e funzionante in zona lineare. Si vuole calcolare la tensione d'uscita v
dell'ingresso v8. Si osservi che e3 = e4 e che e1 = v, sicch le tensioni
ncognite sono soltanto e2, e3 e e5 = v.
rdo alla regola precedentemente enunciata, non si scrivono le equazioni ai
rninale di un generatore ideale di tensione con l'altro terminale connesso al
rimento) e 5 (terminale d'uscita dell'OA), mentre si scrivono le equazioni
e 4. Si ottiene ii seguente sistema di tre equazioni nelle tre incognite e2,

4 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

34

R5

Fgura 4.12

Ana!isi di circuit[ contenenti OA ideali: esempio

( (e - v8)Gi + (e2 - e3)G2 + (e2 - v)G5 = 0


(e3 - e2)G2 + e3G6
=0
=0
I.. e3G3 + (e3 - v)G4

Si puo anche osservare che la terza equazione fornisce e3 come partizione


tensione v tra C3 e C4. Infatti e3 poteva sin dall'inizio essere espressa come
(

e3e4= (G3+G4)

Seguendo questa strada le incognite effettive si riducono a due gi all'inizio ed e


ciente scrivere solo le prime due equazioni del sistema (4.19), ove e3 sostituito dal
(4.20). In ogni caso, la complessita dei calcoli delle due vie indicate equivalente.
Usando le equazioni nodali nella forma indicata dalle eq. (4.19), si ottiene:
GIV E
G1+G2+G5 G2 G5 C2
C2
0
e3 = 0
G2+G6
0
0
G3+G4 C4 [Vu

da cui
C1 +C2+C5 C2 Civs
C2 C2+G6
0
0
G 3 + G4 0
detY
Sviluppando i determinanti si ottiene la soluzione cercata:
vu

C1G2(G3+C4)v3

- C1 GG4 + G1G4G6 + G2G4G6 + C 4 G5G6

- G2G3G5

Esercizi

35

rcizi

II circuito della figura E-4.1 e gi stato analizzato usando le formule del


iitore di corrente e/o di tensione. Si calcolino nuovamente tensioni e correnti incoke
ii metodo dei nodi. I valori dei componenti sono: E = 60V, R1 =
=30Q, R3 =70Q.
42

II circuito della figura E-4.2 giA stato analizzato usando la formula del
re di tensione. Si calcoli nuovamente la corrente I usando ii metodo dei nodi.

R3

20(

Fig,jra E-4J

Figura E-4.2

3 gi stato analizzato usando ripetutamente le


di tensione. Si calcoli nuovamente la corrente I

,4 gi stato analizzato usando ripetutamente la


lco1i nuovamente la tensione V1 usando 11 metodo

5O

60c2.

6O
40

boy1
Figura E-4.3

Figura E-4.4

Metodi gerierali di analisi - circuiti resistivi

36

4.5 Teorema di Millman Nel circuito della figura E-4.5 Si calcoli la tensione
nodo 1 rispetto al nodo di riferirnento 0 usando ii metodo dei nodi. La formula trc
e nota come Teorcma di Millman.

4.6
Nel circuito della figura E--4.6 si calcolino tensioni e correnti con ii me: :.ai
dei nodi.
20V

1
R1 <R2
59

)V1

()V7

20V

Figura E-4.5

Figura E-4.6

4.7
Nel circuito della figura E-4.7, usando ii metodo dei nodi, si calcoli la ccrente I. I valori dei componenti sono: V8 = 13V, R1 = 500f, R2 = lkfl, R3 = 2l?.,
R4 = 2,5kl, R5 = 6,5kl, R6 = 250ft

R1

vs

Figura E-4.7

Esercizi

37

Nel circuito della figura E-4.8, usando ii metodo del nodi, si calcoli: (a) ii
tra la potenza p2 sul carico R e la potenza p, fornita dal generatore vi e (b)
iza d'ingresso R vista ai morsetti del generatore.

vi

Figura E-4.8

Per i circuiti delle figure E-4.9 a, b e C 51 calcoli ii rapporto v,,/v,. Nel caso
a E-4.9c, si calcoli inoltre la resistenza Ri = Vb/ib indicata nella figura.
Rp
ib
fe ib

tic

.3

Rk(a)

VU

(b)

hie

ib

Vb

hf

(c)

Figura E-4.9

vu R

Ru

4 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

38

4.10
Nel circuito della figura E-4.10, senza trasformare i generatori, Si scrh7a I
sistema di equazioni che permette l'analisi del circuito usando ii metodo dei nodi.

R3

iL

VS

Figura E-4.10

4.11
Nel circuito della figura E-4.11 si calcoli la tensione v-i,, usando ii
dei nodi e senza trasformare i generatori. Successivamente si risolva ii problem
rendo alla formula del partitore di tensione e si paragoni questa via a quella se
precedenza.
R6

Vs1

Figura E-4.11

4.12
Nel circuito della figura E-4.12 si calcoli la tensione V7 usando ii
dei nodi e senza trasformare i generatori.
4.13
Nel circuito della figura E-4.13 si calcoli la tensione v2 in funzi
generatore v9, usando ii metodo dei nodi e senza trasformare i generatori. I w
componenti sono: hfe = 50, hre = 2,5 X iO, hie = 1 k, hoe = 25 PS, R1 =
R2 =4kg, Rf :=40k1.

Esercizi

39

G1

Figura E-4.12

R t.

+
V9

0
Figura E-4.13

Ono,

Figura E-4.14

Nel circuito della figura E-4.14 si scriva ii sistema di equazioni che permette
-are la tensione VA in funzione dei generatori v e i, usando ii metodo dei nodi
trasformare i generatori.

Nel circuito della figura E-4.15 l'amplificatore opele considerato ideale e funzionante in zona lineare. Usando l'analisi nodale, si
Ia tensione v. Quanto vale la resistenza d'entrata R vista dal generatore v5?

Amplificatore non invertente Nel circuito della figura E-4.16 si calcoli, usando
:odo dei nodi, la tensione vu, supponendo l'amplificatore operazionale ideale e
inante in zona lineare. Quanto vale la resistenza d'entrata Ri vista dal generatore

Amplificatore invertente

Rl
V?1

:'
- a E-4.15 Amplificatore invertente

Figura E-4.16

Amplificatore non

40

4 - iVietodi generali di analisi - (:ircuiti resistivi

4.17 Sommatore Nel circuito della figura E-4.17, usando ii metodo del no_ S
calcoli la tensione v.
4.18 Amplificatore differenziale Nel circuito della figura E-4J8, si calcoli, U-&-!t
ii metodo del nodi, la tensione v.3 in funzione di v31 e di v 2 , L'amplificatore operazic-ciaile considerato ideale e funzionante in zona lineare.

viJ\AAL..
V2

-I-

V.91

-i--!Figura E-4.17 Sommatore

--

Figura E-4.18 Amplificatore differenziaie

4.19 Convertitore di resistenza negativo Nel circuito della figura E-4.19, u


do ii metodo del nodi, si calcoli l'amplificazione v39 /v 3 e la resistenza d'ingresso
L'amplificatore operazionale e supposto ideale e funzionante in zona lineare.

Nel circuito della figura E-4.20, usando ii mel


del nodi, si calcoli la resistenza R vista ai rnorsetti del generatore is.

4.20 Convertitore generalizzato

G7
AAA I AAA
IAAGS
C5

C6

U)

V3
js1

Figura E-4.19 Convertitore di resistenza negativO

Figura E-4.20

G;

Convertitore generalizzato

Captok 5
Uso de teorm di Millman, sovrpposzkme,
Thvenin/Ncwton
5.1

Rkhiami teorci

fruttando i teoremi fondamentali dei circuiti elettrici e possibile, in molti casi, effet:iare l'analisi di circuiti resistivi semplici, senza ricorrere all'uso di metodi generali di
naIisi. Si richiamano brevemente i teoremi fondamentali che saranno usati nel corso
- questo capitolo.
> Teorema di Millman: e applicabile solo ad un circuito con la topologia indicata
nella figura 5.1 (ovvero a circuiti ad esso riconducibili). La seguente formula di
Millman consente di determinare la tensione tra i nodi A e B (si veda l'esercizio
4.5).
g +GkVk

(5.1)

VAB

Gk

R1

Figura 5.1

leorema di sovrapposizione degli effetti: applicabile ad ogni circuito resistivo lineare univocamente risolubile. Esso permette di determinare la soluzione
come somma degli effetti dovuti a ciascun generatore indipendente agente da solo.
41

42

5 - Uso dei teoremi di Millman, sovrapposiziorie, Thvenin/Norton


cio dopo aver sostituito tutti gli altri generatori indipendenti di tensione e di corrente rispettivamente con un corto circuito e con un circuito aperto. Ii teorema di
sovrapposizione degli effetti non valido nel caso di circuiti non lineari.
Teorema di Thvenin: consente di sostituire qualsiasi bipolo N ben definito'
resistivo lineare controllato in corrente2 con un bipolo equivalente (si veda la figura
5.2) coinposto da una resistenza equivalente di Thvenin Re in serie con un generatore ideale indipendente di tensione Veq. La tensione v q 1t) del generatore (nel
seguito indicata anche con Vca(t)) e la tensione che si ha tra i terminali del bipolo I
N quando sono chiusi su un circuito aperto. Essa e detta tensione a circuito aperto
o anche tensione a v'uoto. La resistenza Req e la resistenza equivalente del bipolo
N quando si pongono a zero tutti i generatori indipendenti, lasciando attivi tutti i
generatori dipendenti.
44
Teorema di Norton: consente di sostituire qualsiasi bipolo N ben definito resistivo lineare controllato in tensione3 con un bipolo equivalente (si veda la figura
5.3) composto da una conduttanza equivalente di Norton Geq in parallelo con un
generatore ideale indipendente di corrente. La corrente ieq (t) del generatore (nel
seguito indicata anche con i,,(t)) e la corrente che scorre tra i terminali di N quando sono chiusi su un corto circuito. Essa detta corrente di corto circuito. La
conduttanza G q e la conduttanza equivalente del bipolo N quando si pongono a
zero tutti i generatori indipendenti, lasciando attivi tutti i generatori dipendenti.

Si osservi che i bipoli equivalenti serie e parallelo, chiamati rispettivamente modelli di


Thvenin e Norton, sono equivalenti a N in quanto hanno la stessa caratteristica nel
piano (v,i). Se esistono entrambi gli equivalenti di Thvenin e Norton, le relazioni tra
i relativi parametri sono: Geq = (Req )' e Veq = Req ieq.
'1
p .4eq

Figura 5.2

Geq

Figura 5.3

1 Un bipolo detto ben definito se e solo se non contiene alcun elemento circuitale accoppiato,
elettricamente o no, con qualche variabile fisica esterna ad esso.
2 Un bipolo detto controllato in corrente se ammette un'unica soluzione quando e alimentato da
un generatore di corrente.
Un bipolo detto controllato in tensione se ammette un'unica soluzione quando alimentato da
un generatore di tensione.

Esercizi

43

Esercizi
5.1 Uso del teorema di Millman Facendo uso del teorema di Millman (si veda
ercizio 4.5), si determino I, 12 e 13 nel circuito indicato nella figura E-5.1.

4-

12V

J1

4\T
1
T20Q

5Q

6V

10Q
5Q

1
3
Figura E-5.1

5.2 Uso del teorema di sovrapposizione Si consideri ii circuito della figura E-5.2
e giA analizzato neII'esercizio 4.18. Supponendo ideale l'amplificatore operazionale, si
calcoli la tensione v,, facendo uso del teorema di sovrapposizione e usando le formule
relative agli amplificatori invertenti e non invertenti ricavate negli esercizi 4.15 e 4.16.

+
VU

Figura E-5.2
3

Uso del teorema di sovrapposizione Ii circuito della figura E-5.3 rappresenta


rote usata nei convertitori D/A. Ponendo R2 = R4 ed R3 = 1 kP si determinino i
gi dei componenti in modo che sia:

Ii
12
256 16
k.

Figura E-5.3

Th

44

Uso dei teoremi cli Millman, sovrapposizione, Thevenin/Norton

5.4 Uso dei teoremi di Thvenin o Norton Facendo uso del teorema di Thvenin.
Si determini la corrente I nel circuito della figura E-5.4 assumendo E = 10 V, R1 = 511,
R2 = 211, R3 = 311, R4 = 6n, R5 = 411 e R6 = 411. Si ripeta l'esercizio facendo
11
ricorSo al teorema di Norton.
5.5 Uso del teorema di Thvenin Con l'uso ripetuto del teorema di Thvenin, ricondurre ii circuito della figura E-5.5 ad un generatore di tensione con in serie un'unicc
resistenza. Successivamente si calcoli la corrente I assumendo E = 100 V, R1 = 90 P- 1k11, R4 = 10011, R5 = 1011, R6 = 100 Q, R7 = 100Q, R8 = ikil
R2 = 1011, R3 R = 1011.

14

]?:~
R2

J?

:f_
Em
I

<> <> <>

R2

R4
R6

17)

R1

P..1

R:11

R3

RT

>P

ET
Figura E-5.5

Figura E-5.4

5.6 Uso del teorema di Thvenin Si consideri ii circuito della figura E-5.6, in cui
ii bipolo indicato e resistivo, di resistenza RX incognita. Alla chiusura del tasto T, la
tensione V si riduce a 80% della tensione che si aveva a vuoto. Si calcoli ii rapporto
RXIR.

V0

Figura E-5.6

5.7 Uso combinato del teorema di sovrapposizione e del teorema di Thvenin Si


consideri ii circuito della figura E-5.7. Nell'ipotesi di V40 = V30 = V20 = V10 = V0, Si
calcoli la tensione VA del nodo A rispetto al nodo di riferimento.
Suggerimento: nel calcolare VA si faccia uso del teorema di sovrapposizione. In
ogni rete ottenuta si usi ripetutarnente ii teorema di Thvenin.
5.8

Si determini ii circuito equivalente di Thvenin del bipolo della figura E-5.8.

5.9

Si determini ii circuito equivalente di Norton del bipolo della figura E-5.9.

Esercizi

W
n

2R2I2J?

F
2R

40

30

V2 0

V 10

Figura E-5.7
V

-.
RO
J?2

V2

1-

f m

V2

v2

Figura E-5.9

Figura E-5.8

Calcolare ii circuito equivalente di Thvenin del bipolo della figura E-5.10.


Th 1 Tri dei componenti sono: E = 5V, a = 3, @ 20, R1 = 2 kQ e R2 = 25 Q.

is

RI

1
CVU

I'5

R,

Figura E-5.10

Si determinino i circuiti equivalenti di Thvenin e di Norton del bipolo


o nella figura E-5.11.

Figura E-5.11

Capitolo 6
Doppi bipoli resistiv
Generalit
opo di questo capitolo avviare al calcolo dei piU comuni parametri descrittivi di dopbipoli resistivi, quali la matrice delle resistenze a vuoto, la matrice delle conduttanze
corto circuito e la matrice di trasmissione.
6.2 Richiami teorki
n doppio bipolo (o circuito a due porte) un circuito con quattro morsetti accessibili,
devono essere usati a coppie prestabilite 1-1' e 2-2', soggetti quindi al vincolo
posto dalla legge di Kirchhoff delle correnti) che la corrente i1 entrante nel morsetto
la corrente i'1 uscente dall'altro morsetto 1' della coppia siano uguali. Analogo
10 per le correnti relative alla coppia 2-2'. Deve cio essere:
1

il=ii

coppie 1-1' e 2-2' sono frequentemente indicate, rispettivamente, come porta 1 e


via 2. II funzionamento del doppio bipolo e descritto, oltre che dalle due correnti i1
anche dalle due tensioni di porta Vi e V2. I versi di riferimento sono quelli indicati
figura 6.1
'1,-

2
2

1'
Figura 6.1

2"

Doppio bipolo e versi di riferimento per tensioni e correnti

47

6 - Doppi bipoli resistivi


Osservazioni
> Delle quattro grandezze v1, v2, i1 e i2, solo due risultano essere indipendenti: note,
o comunque fissate due di queste, le altre due risultano determinate, ovvero, detto
con maggior precisione, risultano funzioni delle due grandezze scelte come variabili indipendenti. Nel caso di doppi bipoli lineari e resistivi, le suddette relazioni
funzionali risultano essere lineari.
> E possibile scegliere sei distinte coppie di variabili indipendenti e di conseguenza
un doppio bipolo , salvo casi particolari, rappresentabile da sei distinte coppie di
equazioni che ne descrivono ii funzionamento.
1. Resistenze a vuoto
V1 = r11i1 + T12Z2
V2 = r1i1 + 7'2i2
2. Conduttanze di corto-circuito
= gilvi + 912v2
- 921V1 + 922V2
3. Matrice ibrida 1
Vi = h1i1 + h12v2
h21i1 + h22v2
4. Matrice ibrida 2
ii = h 1vi + h' 2i2
V2 = h 1 v1 + h 2i2
5. Matrice di trasmissione 1
tv2 + t12(i2)
il = t21v2+t22(-i2)
Spesso, in alternativa ai simboli t11 , t12 ... Si usano i simboli A, B, C. D:
V1 = Av2+B(i2)
ii = Cv2+D(i2)
L'equivalenza tra i simboli evidente dal confronto delle relazioni scritte:
Atii;Bti2; Ct21; D = t22
6. Matrice di trasmissione 2
V2 = tv1 + t 12i1
= t 1v1 + t2i1

6.2 - Richiami teorici

49

> Equivalenza: due doppi bipoli sono elettricamente equivalenti se le coppie di equazioni che ii descrivono sono uguali.
> Simmetria: un doppio bipolo che presenta lo stesso comportamento elettrico quando si scambiano fra loro la porta 1 e la porta 2 detto (elettricamente) simmetrico.
Un doppio bipolo che ammette un asse di simmetria verticale (simmetria strutturale) (elettricamente) simmetrico.
Per un doppio bipolo simmetrico risulta:
ril = r22 e

r21

= 7'12

gii = 922 e 921 = 912

Reciprocit: un doppio bipolo fatto di bipoli e quindi non contenente generatori dipendenti (tra breve si vedr che essi sono considerati dei doppi bipoli) e/o
amplificatori operazionali, ha
r21

= r12

921 = 912
II doppio bipolo ,6 detto reciproco
Doppi bipoli lineari resistivi elementari: nelle figure 6.2 - 6.6 sono mostrati

i pi comuni doppi bipoli lineari resistivi, utili per costruire modelli di dispositivi
fici anche complessi. Ad esempio, essi sono usati nei modelli di trasformatori reali
- di componenti a semiconduttori, quali transistori e amplificatori operazionali.
scuno di essi caratterizzato da due equazioni lineari:
i o-n1:n2
-0

--Op

V2

0-

Figura 6.2

Trsformatore ideale

ii=D
=

i2

r mil V2

5.3 Generatore di tensione controllato

Figura 6.4
in tensione

Generatore di corrente controllato

50

- Doppi bipoli resistivi

+
V2

Figura 6.5
in corrente

il =0

V1

Generatore di corrente controllato

Figura 6.6
in tensione

o Trasformatore ideale:

o Generatore di tensione controllato in corrente:


V1
V2

=0
= rmil

Generatore di corrente controllato in tensione:


il = 0
Yrn'1

o Generatore di corrente controllato in corrente:


V1
i2

=0
ail

o Generatore di tensione controllato in tensione:


il = 0
V2 =

Generatore di tensione controlla::

Esercizi

Esercizi

7.1
-joto.

Nel circuito della figura E-6.1, si calcoli la matrice [J?] delle resistenze a
4Q

1Q

22Q

Figura E-6.1

E 6.2, si determini la condizione per cui i due doppi

I
l aT,
R7

Figura E-6.2

ra E-6.3, si calcoli la matrice [G] delle conduttanze


ra E-6.4, si calcoli la matrice [C] delle conduttanze

Figura E-6.3

Figura

E-6.4

6 - Doppi bipoli_resistivi

52

6.5

Per ii circuito della figura E-6.5, si calcoli la matrice [T] di trasmissione.

Si consideri ii bipolo indicato nella figura E-6.6 e se ne calcoli la resistenzs


6.6
K6 . Successivamente si alimenti ii bipolo con un generatore ideale di tensione v5 e si
indichi con v la tensione sul resistore R3. Si calcoli ii rapporto v,,/v,. I valori dei
componenti solo: R1 = 100 ci, R2 = 600 ci, R3 = 50 ci e flh/fl2 = 2.

Figura E-6.5

Figura E-6.6

:aptoo 1
ti RC e RL di ordine uno
Generalit
usto capitolo propone le prime semplici analisi di circuiti elementari in transitorio. A
J fine vengono considerati circuiti contenenti un solo elemento reattivo (o riconducibii
tali), cioe con generatori, resistori e una sola C o una sola L. In akuni esercizi si
.isiderano circuiti RC o RL con generatori costanti o costanti a tratti. In questi casi,
ai frequenti in pratica, l'analisi si riduce al calcolo di valori iniziali, valori finali e
ante di tempo. Sono infine presentati un paio di circuiti con generatori variabili.
Richiami teorici
circuito lineare RC con un solo condensatore e descritto dalla seguente equazione
enziale lineare del primo ordine (detta equazione di stato)
dv(t) - VC(t) + veq(t)
dt - ReqC ReqC

(7.1)

R 0 e la resistenza equivalente di Thvenin e veq (t) la tensione a circuito aperto


bipolo resistivo visto ai capi del condensatore. La variabile vC detta variabile di

In modo analogo, un circuito lineare RL con un solo induttore


ione di stato

dij(t) - iL(t) + ieq(t)


dt - Geq L Geq L

e descritto dall'e(7.2)

W G g e la conduttanza equivalente di Norton e ieq (t) la corrente di corto circuito


id 5o10 resistivo visto ai capi dell'induttore.

tensione v(t) sul condensatore e la corrente iL(t) attraverso l'induttore sono


:riabili di stato. In entrambi i casi i circuiti sono governati da un'equazione difdel primo ordine: di conseguenza essi vengono detti circuiti del primo ordine.
53

54

7 - Reti RC e RL di ordine uno

In presenza di generatori indipendenti costanti o costanti a tratti, l'equazione di


stato che regola l'evoluzione per t > to di una qualsiasi tensione o corrente (indicat
genericamente con x(t)) in un circuito lineare del primo ordine :
dx(t) __.+x(00)
dt
r
r

73'

dove si definisce -r = Req C per un circuito RC e r = Geq L per un circuito RL, mentre
x(oo) rappresenta lo stato di equilibrio (o di regime) che si raggiunge quando t * 00. La
costante r detta costante di tempo. Si osservi che in presenza di generatori costanti.
le equazioni (7.1) e (7.2) rappresentano un caso particolare dell'equazione (7.3) quando
si ponga, rispettivamente, x(t) = v(t) e x(t) = iL(t).
La soluzione esplicita dell'equazione (7.3) per t > to una funzione esponenzi ale'
x(t) = [x(t) - x(oo)] e_(t_to)/T + x(oo)

(7.4)

che richiede la determinazione della condizione iniziale x(t), del valore finale x(
e della costante di tempo i-. Ricordando la definizione di r, ii calcolo del suo valore
richiede ii calcolo di Req oppure di Geq.
*1
Ii valore finale x(oo) viene calcolato quando la rete ha raggiunto la condizione di
regime. Poich i generatori sono costanti per ipotesi, la condizione di regime implica
che tutte le variabili elettriche siano costanti. In tale situazione, in un circuito RL
l'induttore L si comporta come un corto circuito, mentre in un circuito RC ii condensatore C si comporta come un circuito aperto. Di conseguenza ii calcolo di x(oo
richiede l'analisi di un circuito puramente resistivo.
Se non gi assegnata, ii calcolo della condizione iniziale x(t) si effettua analizzando;
c ii circuito RC all'istante t dove si sostituisce ii condensatore con un generatore
tensione indipendente di valore uguale a v(t). Si noti che, tranne casi degeneri.
vc(t) = Vc() essendo v(t) una funzione continua del tempo;
t ii circuito RL all'istante t j dove si sostituisce l'induttore con un generatore di cor-

rente indipendente di valore uguale a L(t). Anche in questo caso, se si esciudono


casi degeneri, L(t) = iL(t) essendo iL(t) una funzione continua del tempo.

In presenza di generatori variabili e necessario ricorrere alla formula generale per la soluzione delle
equazioni differenziali lineari del primo ordine non autonome a coefficienti costanti.

55

Esercizi

Ercizi
7_I

Dato ii circuito della figura E-7.1, si calcoli v(t) per t > 0 assumendo
= 10, L = 1R, 19 = 1A e iL(0) = 2A.

7-2

Si consideri ii circuito indicato nella figura E-7.2 che si trova in condizioni


i regime con ii tasto T chiuso. A1l'istante t = 0 ii tasto viene aperto. Si calcolino
per > 0. Si assuma E1 = 2V, E2 1V, R1 = R2 2kf, R3 = 3k1,
e IL
7=05nF e L=6mH.
J?.

:L(0) =2A L

Figura E-7.1

Figura E-7.2

consideri ii circuito indicato nella figura E-7.3 che si trova in condizioni


)fl ii tasto T aperto. All'istante t = 0 ii tasto viene chiuso. Si scriva
letterale di v(t). Assumendo E = 4mV, R9 = 10 kg, R = 100 ke
diagrammi v(t) per t > 0.
+vC_

Ii

Figura E-7.3

I consideri ii circuito indicato nella figura E-7.4 dove R = 3 k, C = 2 nF e


di tensione v, (t) ha l'andamento riportato nel grafico. Si disegni, indicando
damento di v(t) per t > 0.

frcuiti RC
con generatori costanti e interruttori Si consideri ii circuito in1a figura E-7.5, ove l'interruttore T si suppone aperto da lungo tempo fino
e t1 = 1 s. Si supponga che T venga chiuso all'istante t1 e quindi riaperto
iiet2 = 2 s. I valori dei componenti sono: Ve = 30V, R1 = 8kl, R2 = 21cc?.

56

7 - Reti RC e RL di ordine uno

V((t)
VA

15 30 45

Figura E-7.4
R3 = 0,8 kf, R4 = 12 kl, R = 1,6 kQ e C = 250 pF. Determinare le espressioni d
V(t) e VR(t) per t > 0 e diagrammare ii loro andamento in funzione del tempo.
7.6 Circuiti RL con generatori costanti e interruttori Ii circuito della figura E-7.
si trova nella condizione indicata (interruttore T aperto) da un tempo sufficientemente
lungo da ritenere estinto ogni transitorio. All'istante t = 0, T viene chiuso e successivamente, esaurito ii transitorio, riaperto. Si disegnino le forme d'onda di v(t), i(t
e VL(t) in funzione del tempo, successivamente alla chiusura e alla riapertura di T. I
valori dei componenti sono: VE = 24 V, R1 = R2 = R3 = 10 1 e L = 50 mH.
D.

T
R1

VL_

+
yR V

Figura E-7.5

Figura E-7.6

7.7 Circuiti RL con generatori variabii Si consideri ii circuito della figura E-7.7.
Ii generatore Ve (t) ha la forma d'onda indicata nella figura E-7.7 con E = 4V e
t1 = 2jis. Si determini la corrente iL(t) supponendo che 10 = ZL(0) = 1 mA, L = 1 mH.
R1 = R2 = 1 k2 e R3 = 500 &. Si disegni inoltre ii grafico di ZL(t) nell'intervallo 0-6
'is.

Figura E-7.7

Esercizi

57

Circuiti RL con generatori variabili Si consideri ii circuito della figura E-7.8.


l'istante t = 0 ii tasto viene chiuso; si determini l'espressione di i(t) assumendo
= 50 ), L = 0,211 e v, (t) = 150 sen (500 t) V, s. Si individui la risposta di transitorio
. risposta forzata.

v5(t)
Figura E-7.8

Introduzione all 'uso della trasformata di


Laplace
3.1

Generalit

I. :sto capitolo si propone di introdurre lo studente all'nso della trasformata di Laplace


-l1e sue propriet fondamentali, utili per l'analisi di circuiti lineari invarianti nel
po. Saranno anche riviste le tecniche pi comuni per antitrasformare semplici
iJoni rarionali.
2 La trasformata di Laplace
= - aa di proporre esercizi sull'uso della Trasformata di Laplace, verranno effettuati
i richiami teorici.
1 Definizione

una funzione del tempo f(t) definita per t > 0, la sua trasformata di Laplace
w.uioIatera definita nel modo seguente
00

F(s) = [ f (t)] = JO f(t)e t dt

(8.1)

iie -z = or + j w e una variabile complessa, chiamata freqnenza complessa. Si noti che


Aft equazione (8.1) ii limite di integrazione inferiore 0, per includere funzioni che
_____ una discontinuit 0 Ull impulso all'istante t 0. L'integrale che definisce la
'-nata di Laplace esiste sotto condizioni abbastanza deboli sulla funzione f(t),
raImente soddisfatte per i segnali usati in ingegneria. Una condizione sufficiente
f(t) sia esponenzialmente limitata, cio che esistano una costante M > 0 e
atante c tall che per qualsiasi t > 0 risulti If(t)I < M ect. La trasformata di
e dunque un'operazione che, mediante l'integrale 8.1, fa corrispondere a una
rasformabile f(t) della variabile reale t una ben determinata funzione F(s)
abile complessa s. Solitamente si dice che f(t) e F(s) formano una coppia di
ste.

59

8 - Introduzione all'uso della trasformata di Laplace

60

8.2.2 Propriet fondamentali

Nella tabella 8.1 sono elencate alcune funzioni del tempo di uso pi comune e le e
rispondenti trasformate di Laplace. Le propriet fondamentali della trasformata
Laplace monolatera sono raccolte nella tabella 8.2.
Tabella 8.1

Trasformate di funzioni elementari

F(s)

Tipo

t)

impulso unitario

U(t)

gradino unitario

rampa

cos(wot +

sen wo t
eat cos w0 t

Tabella 8.2

1
1

-S
1

esponenziale
sen(wo t + th)

= [f (t)]

1
s+a

sinusoide

s sen 0 + W0 cos q

cosinusoide

s cos 0 - w0 sen

+ WO 2

sinusoide smorzata
cosinusoide smorzata

+ w02
WO

(s + a)2 + W02

+a
(s + a)2 +
S

Propriet fondamentali della trasformata di Laplace monolatera

Propriet

Dasformata

Linearit

r[a1f1(t) + a2f2(t)] = a1Fi(s) + a2F2(5)

Derivazione

[!I-f] = sF(s) -1(0 )


F(s)
[f_ f(r) dT]
[f (t - to)u(t - to)] = e_t0sF(s) , t0 > 0
[esotf(t)] = F(s - S)
f(0) = limo+ f(t) = lim8, sF(s)
limt
f(t) = lim3 0 sF(s),

Integrazione
Ritardo nel tempo
Ritardo in frequenza
Teorema del valore iniziale
Teorema del valore finale

sF(s) regolare sull'asse j w


e nel semipiano di destra.

Esercizi

61

IZI

S1
Si cakolino le trasformate di Laplace delle funzioni f(t) indicate nella figu-ra E-8.1. Suggerimento: si esprimano le funzioni indicate come somma (algebrica) di

nzioni elementari.

Figura E-8.1

Si calcolino le antitrasformate delle funzioni seguenti


6(s+2)
82 +12
s(s+2)(s+3)
2s3 +9s2 -2s+12
3F= s(s+1)(82+4)
10
4F
(s+1)(82+4s+13)
20
(s + 3)(s2 + 8s + 25)
10s2 +4
i Fs=
s(s+1)(s+2)2

mento: si scompongano le funzioni indicate in fratti semplici e si antitrasformino


Ji fratti.

Capitolo 9
Metodi generali di anaIis - circuiti dinamici
3.1

Generalit

T:--sto capitolo introduce lo studente all'uso di metodi generali di analisi nel caso di
uiti dinamici. Anche in questo caso ii metodo considerato ii metodo dei nodi (No1 Analysis (NA)), usato come strumento di base per l'analisi di circuiti complessi,
i quali metodi di analisi "a vista?' sono di difficile, se non impossibile, applicazioLavorando nel dominio di Laplace saranno calcolate alcune funzioni di rete, quali
- -denze, ammettenze e funzioni di trasmissione. Infine si calcoler la risposta nel
inio del tempo di semplici circuiti dinamici.
2 II metodo del nodi: richiami teorici ed esempi

di proporre esercizi su circuiti dinamici da risolversi con ii metodo dei nodi,


:- nno fatti alcuni richiami teorici e presentati alcuni esempi.

- 1La

1 Crcuiti dinamici

d caso ii circuito da analizzare contenga, oltre ai gi considerati elementi resistivi,


Ee elementi dinamici (quali induttori, condensatori, induttori accoppiati) lineari e
o invarianti, ancora possibile utilizzare l'analisi nodale sia per scrivere ii sistema
uazioni algebrico-integro-differenziali che governa ii circuito (in tal caso si dice
i lavora nel dominio del tempo), Sia per effettuare l'analisi richiesta usando la traata di Laplace e sfruttando le regole del calcolo simbolico generalizzato. Quando
a in queSto modo si dice che si lavora nel dominio della frequenza. Per una
Tne piU approfondita si vedano, ad esempio, [51, [6] e [7].
::are nel dominio della frequenza offre parecchi vantaggi in confronto alla so.Aw diretta delle equazioni scritte nel dominio del tempo. Tra essi si ricordano i
Lasoluzione del problema d'analisi ridotta alla soluzione di un sistema di equazioni
"briche ed e facilitata dall'uso di tabelle di trasformate (si veda per esempio [81).
- ndizioni iniziali dei componenti dinamici diventano parte delle equazioni cire quindi sono automaticamente tenute in considerazione.
63

64

9 - Metodi generali di analisi - circuiti dinainici

3. A differenza dell'analisi nel dominio del tempo, quando si ha una discontiniitA all'istante 0 non necessario valutare le condizioni iniziali all'istante 0 1
e semplicemente richiesto di conoscere le condizioni iniziali all'istante 0 ,
immediatamente prima dell'inizio del transitorio.
4. L'analisi in regime sinusoidale di un circuito lineare risulta essere un caso parti
lare, e PUO essere effettuata valutando un'opportuna funzione di rete per s = j
ove s = a + j w, chiamata frequenza complessa, e la variabile complessa usata n
trasformata di Laplace.
5. L'analisi nel dominio della frequenza fornisce una conoscenza pi profonda del c
portamento del circuito e permette di stabilire, tra l'altro, condizioni di stab*Ji
condizioni di attuabilit per un bipolo o un multiporte, ecc.
Nel seguito, dopo un breve richiamo delle regole che governano il metodo simbo
generalizzato, verr illustrato, tramite alcuni esempi, l'uso del metodo dei nodi nel
si vogliano analizzare circuiti dinamici lavorando nel dominio della frequenza.
9.2.2 Le regole del calcolo simbolico

La tabella 9.1 raccoglie le equazioni costitutive nel dominio del tempo e della frequc
za per i componenti circuitali considerati: resistori, condensatori, induttori e indutt
accoppiati. Le grandezze V0, Io, 110 e 120 sono, rispettivamente, i valori iniziali,
feriti all'istante 0 , della tensione ai capi del condensatore, della corrente attravei
l'induttore e delle correnti primaria e secondaria attraverso gli induttori accoppiati.
Si consideri ora un generico bipolo, con condizioni iniziali nulle, e se ne definisca
l'impedenza Z(s) e l'ammettenza Y(s), come indicato nella fig. 9.1 Nel caso dei
-O-- i(s)

LI1

V(s)

A(s)

Z(s)=y_ V

Figura 9.1 Definizione di impedenza e ammettenza. Per ipotesi le condizioni iniziali


devono essere nulle.

S,

componenti elementari resistore, induttore e condensatore, le espressioni di impedeuze


e ammettenze sono riportate nella tabella 9.2. Le equazioni costitutive della tabella
9.1 possono allora essere interpretate, da un punto di vista circuitale, come indicato
nelle figure 9.2, 9.3 e 9.4.
II metodo simbolico insegna che l'analisi di un generico circuito dinamico (lineaie
e tempo-invariante) pu essere effettuata usando le stesse tecniche di analisi studiate
per i circuiti resistivi, purch Si US1flO le trasformate di Laplace di tensioni e corren
e si sostituisca ogni componente con la corrispondente impedenza (o ammettenza),
introducendo gli opportuni generatori per tenere conto delle condizioni iniziali, come
indicato nelle figure 9.2, 9.3 e 9.4.

p9.2

Ii metodo del nodi: richiami teorici ed esempi

65

Tabella 9.1 Equazioni costitutive nel dominio del tempo e della frequenza. La variabile
o+jw la variabile usata nel ]a trasformata di Laplace ed detta frequenza comp/essa.
valori IfliZI2ll V0, I,110 e 120 sl riferiscono all'istante O.

Componente

Dominio del tempo

Dominio della frequenza

Resistore R

v(t) = Ri(t)

V(s) = RI(s)

Condensatore C

i(t)

=C

I(s) = sCV(s) - CVO


oppure:
V(s)=-I(s)+--

Induttore L

v(t)

V(s)

= sLI(s) - LI0

oppure:
1
10
I(s)=EV(s)+
Induttori
accoppiati
M, L1, L2

vi (t) = L1
v2(t) = M

+M
+ L2

V, (s) = sLiIi (s)+sMI2(s)


L1110 - MI20
V2 (s)

= sMIi(s)+sL2I2(s)MI10 - L2120
oppure:

Vi (s)=sLi (II(S) 10

sM (12(S) - 120
V2(S)

= ,9M (1l(S)

+
1
20
sL2 (12(s) -

seguito si far riferimento al metodo dei nodi, gi ampiamente descritto nel

a reti resistive, per illustrare, tramite un adeguato numero di esempi, l'uso del
idu simbolico nell'analisi dei circuiti dinamici.

caso ii circuito non contenga generatori dipendenti o amplificatori operazionali,


-wema delle equazioni ai nodi puO essere scritto a vista, come nel caso di reti resistive.

umendo, assunte come incognite le trasformate delle tensioni dei nodi rispetto
qdWwWb di riferimento, la matrice Y,, dei coefficienti, detta ora matrice delle ammettenze

. e simmetrica e risulta cos! formata:

66
Tabella 9.2

Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

Impedenza Z(s) e ammettenza Y(.5) di resistori, condensatori e induttc-

Parametro

Z(s)

Resistore

Condensatore

Induttore

Componente

SC

sL

Y(s) C = 1/1?
SC

sL

Fgura 9.2 1 due circuiti equivalenti per un condensatore di capacit C nel dominio della
frequeriza; /j e ii valore della tensione sul condensatore allistante O

I
J
CD
CD

- f(s)

O.E I(.)
+

Z=sL
V(s)

I]

LI0

Figura 9.3 I due circuiti equivalenti per un induttore di induttanza L nel dominio della
frequenza; I ii valore della corrente attraverso l'induttore alI'istante V.

gli elementi di posto (i,i) (cio sulla diagonale principale) contengono la somma
delle ammettenze che collegano ii nodo i con tutti gli altri nodi;
r> gli elementi di posto (i,j) (cio fuori della diagonale principale) contengono la
somma, cambiata di segno, delle ammettenze che collegano ii nodo i con ii nodo j:
Per quanto riguarda ii vettore dei termini noti, esso contiene nella posizione j la somma
algebrica di tutti i generatori di corrente incidenti nel nodo j, assumendo come positive
le correnti entranti nel nodo.
Si ricorda che, come gi osservato nel caso di reti resistive, se la variabile d'uscita
non una tensione di nodo, occorre fare seguire alla soluzione del sistema scritto.
un successivo passo per determinare la variabile richiesta, servendosi delle leggi di
Kirchhoff delle tensioni e delle relazioni di ramo. Ad esempio, se richiesta la corrente

9.2 - Ii metodo dei nodi: richiami teorici ed esen


L1110 + M120
li(s) --o
+

sM

Vi(s)

Z=sL1

sM

Ii (s)

I
110

V1(s)

( 1)

Figura 9.4 I due circuiti equivalenti, nel dominio della frequenza, per due induttori accoppiati di induttanza primaria L1 , induttanza secondaria L2, induttanza mutua M. 110
e 120 sono I valori, rispettivamente, della corrente primaria e della corrente secondaria
attraverso gil induttori L1 e L2 aIl'istante 0.

attraverso un condensatore C, connesso tra i nodi k e j, con verso positivo da k


quindi si pU ricavare Ic = SC(Ek - Ei).
no j, si devono prima valutare Ek e
Calcolata la trasformata della grandezza richiesta risolvendo ii sistema di equazioni
briche, si ritorna nel dominio del tempo antitrasformando la funzione appena calbxa. In tab. 9.3 sono riportate alcune regole di trasformazione e alcune trasformate
Laplace elementari.
13 Esempi

na ora proposta una serie di esempi per illustrare l'uso del metodo dei nodi nel caso
aLalisi di circuiti dinamici.
loiO 1
esempio
o
si consideri ii semplice circuito RLC, indicato nella figura 9.5. Si
calcolare l'uscita vo(t), quando l'ingresso ve(t) un impulso di durata T = 1 s
mpiezza E0 = 2 V, come indicato nella figura 9.6. I valori iniziali della tensione
Eprim
wk a.i capi di C1 e della corrente iL attraverso L sono, rispettivamente, V10 = 1 V e
= 1 A. La tensione inizia1e ai capi di C2 nulla. I valori dei componenti sonoJ16 RL = 11, C1 =C2 = IF, L=2H.
II circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza rappresentato nella
a 9.7, ove ii generatore reale di tensione stato sostituito da un generatore reale di

68

9 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici


Tabella 9.3

Regole di trasformazione e trasformate di Laplace elementari

funzione

trasformata

ai fi ( t) + a2f2(t)

aiFi (s) + a2F2(s)

df
cit

sF(s) - f(O-)

ft

J0 - f( -) d-

iF(s)

f(t - to)u(t - t0)


S(t)

e_t08F(s) , t0 > 0
1
1
S
1
(s + a)
s sen 0 + wo cos
2 + w02
S cos 0 - w0 sell 4'
2 + w0 2
wo
(s+a)2 Iwo2

U(t)
t - 1 eat
(ni)!
sen(wot + 4)
cos(wot + )
e at senw0t
e at cosw0t

(S+a) +w0

corrente equivalente e ove C1 e L sono stati sostituiti con i rispettivi circuiti equiv
di fig. 9.2 e fig. 9.3 che fanno uso di un generatore di corrente per tenere conto
condizioni iniziali. In tal modo ii circuito di fig. 9.7 contiene solo generatori di col
e pu essere efficacemente analizzato con ii metodo dei nodi.
Re

i?[
+

[']
Figura 9.5

Analisi di un circuito

RLC

9.2

- Ii

E0

rnetodo dci nodi: richiarniteoriciedesempi

=2

t,s

0 T=1
Figura 9.6

69

Segnale d'ingresso per ii circuito

RLC

di fig. 9.5

V0

0
Figura 9.7

Circuito RLC trasformato per 'analisi nel dominio delta frequenza

Come detto in precedenza, trattandosi di un circuito che non contiene generatori


ndenti o amplificatori operazionali, ii sistema delle equazioni ai nodi puO essere
irto a vista. Assunte come incognite le trasformate delle tensioni dei nodi, in questo
E1 e E2, rispetto al nodo di riferimento (indicato con 0), Si ottiene:
1

1
L

Ve(s)Gc+CiVio

I [EI]

SC2 +GL +

TL

Il

I
I

.s

IV(s) + 1

- -

ituendo i valori numerici si ha:

[s+i+2s
1
L

1
I [Eu
S+1+II [EJ
2s

2sj

.9 I
I

I_

Facmdo riferimento alla fig 9.6, la tensione d'ingresso

pUO

ve (t) = E0 [u(t) - u(t - to]

essere scritta nella forma

70

9 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

e la sua trasformata vale


Ve(s) = E0(1 _e_TS) 2(1 e)

La trasformata Vo della tensione richiesta coincide con E2 e puo essere ottenuta dal
sistema precedente usando la regola di Cramer. Ii risultato finale ii seguente
E2 ______________
s
3/2
= s(s +282+23+1) +
+
s3+2s2+2s+1 33+2s2+2s+1

(9.1.
I

Si osservi che la tensione cercata risulta essere somma di tre termini: ii primo e dovuta
al generatore ye, mentre ii secondo e ii terzo dipendono (linearmente) dalle condizioii!
iniziali. E cosI confermato ii risultato noto dalla teoria: la risposta completa risulta
essere la somma della risposta con stato zero (cio con condizioni iniziali nulle) e della
risposta con ingresso zero (cio con ye = 0).
Scomponendo in fratti semplici ii primo termine si ottiene:

1_eS

8(83+252 +28 +1)

-7

2
(s + 0 ,5)2

2)2] (1 - e 5)

(/

Antitrasformando si ricava:
e(t) =

e OSt sent] u(t) -

- e1 -

1)

2 o,5(t - 1) sen ((t - 1))] (t - 1) (9.3

Ii secondo termine puo essere spezzato in fratti nel seguente modo:


s
1
s+1 83 +2s2 +28+ls+1s2 +s+1
1
1
v/2
s+0,5
s+1 +
(s + 0,5)2 + (/2)2 (s+ 0,5)2+ (/2)2

(9.4

Antitrasformando si ottiene:
e(t) =

e +
V/ 13

e05 sent + e0,5t cos


2

t] u(t)

4
-

(9.

(9.5

p9.2 - Ii metodo dei nodi: richiami teorici ed eseinpi

pr

Ti

o termine PUO essere spezzato in fratti nel seguente modo:


3/2

3/2

s
++1
-3
s+ 0,5
- 3/2 + 3
- + 1 2 (s + 0,5)2 + (/2)2 2 (s+0,5)2+ (/2)2
3

(9 6)

Antitrasformando si ottiene:
= [et +_

sent - e 0'5 cos

t] n(t)

(9.7)

Sommando I tre contributi si ottiene la risposta complessiva:


co (t) = e2 (t) + e(t) + e2 (t) =
= [i - 0,5 et +T e 0,5t sen$1 - e 0' cos
e (t 1) _

t] n(t) -

e 0,5(t 1) sen ((t _1))]

k flg. 9.8 O riportato l'andamento di vo(t) in fimzione del tempo.


Grafico di v(t)

1.11(t

- 1) (9.8)

72

9 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

sempio 2

:1

Come secondo esempio si consideri ii circuito indicato nella fig. 9.9, ove 1'OA e consi
rato ideale e funzionante in zona lineare. Si vuole calcolare la funzione di trasmissi
H(s) = Vu (s)/Ve(s). In questo caso le condizioni iniziali sono tutte nulle (per d
nizione di funzione di trasmissione) e quindi i singoli componenti sono direttame
sostituiti dalle loro impedenze o arnmettenze e non c' necessit di disegnare ii circi
"trasformato".

Figura 9.9

Analisi di un circuito dinamico con OA ideale

In accordo alla regole precedenteniente enunciate per i circuiti resistivi, non


scrivono le equazioni ai nodi 1 (terminale di un generatore ideale di tensione con l'alt
terminale connesso al nodo di riferimento) e 5 (terminale d'uscita dell'OA), mentre
scrivono le equazioni ai nodi 2, 3 e 4. Si ricordi inoltre che, per i vincoli impo
dall'amplificatore operazionale ideale risulta E3 = E4. Si ottiene ii seguente sistema
tre equazioni nelle tre incognite E2, E3 E4 e Vu:
((E2 - V8)G11 + E2G12 + (E2 - E3)sC3 + (E2 - Vu)sC2 = 0
(E3E2)sC3+(E3--V)G4
=0
(E3G5+(E3Vu)G6
=0
Riordinando le equazioni nodali si ottiene:
Gii+G12+s(C2+C3) sC3 sC2 [E21[G,,Vs]
sC3
sC3 + C4 C4 E3=0
0
G5+G6 C6 Vu
0
cia cui
Gil +G12 + s(C2 + c3 )
sC3 G11V8
sC3
sC3 +C4 0
0
C5+G6 0
Vu =
detY

9.2 - Ii metodo del nodi: richiami teorici ed esempi

73

i determinanti si ottiene la soluzione cercata, ove si posto G1 =


G12:
=
H(s)Va
vs
x

G11(G5+G6)
x
C2G5
S
s - +s

!fflpiO

G1G6\ C4]

-2 \.

L3J

(C i -

(7 5 J

GI G
I/2t_3

,me ulteriore esempio di calcolo di funzioni di trasmissione si consideri ii circuito


icato nella fig. 9.10, contenente un generatore dipendente. Si vuole calcolare la
none di trasmissione H(s) = Vu(s)/Ve(s). Anche in questo caso le condizioni
iali sono tutte nulle (per definizione di funzione di trasmissione) e quindi i singoli
aponenti sono direttamente sostituiti daMe loro impedenze o ammettenze e non c'
cssit di disegnare ii circuito "trasformato".
1

0
Figura 9.10

Circuito dinamico con generatore dipendente

In accordo alla regole precedentemente enunciate per i circuiti resistivi, non si scrive
uazione al nodo 1 (terminale di un generatore ideale di tensione con l'altro terminale
nesso al nodo di riferimento) ed e quindi sufficiente scrivere un'unica equazione a!
Io 2. Indicando con V la tensione del nodo 2 si ottiene
VuGe + (V - Ve)(sCi + G1) - gm(Ve - V) = 0
vendo

(9.10)

74

- Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

Esempio 4

Come quarto esempio si consideri ii circuito indicato in fig. 9. 11, che si trova in condi
ni di regime nella configurazione indicata, con tensione nulla ai capi di Cl. All'ist
t = 0 l'interruttore T si chiude. Si vuole calcolare la tensione v3(t) per t > 0. I v
dei componenti sono: R2 = R4 = 0,5 k1, Cl = C3 = 2 aF, E = 10 V.
Poich ii circuito e considerato a regime prima della chiusura di T, si ottiene
mediatamente che v3(0) = E = 1OV. Ii circuito trasformato per l'analisi
dominio della frequenza diventa quindi quello indicato in fig. 9.12, ove si fatto
per C3 del circuito equivalente che utilizza un generatore di corrente (fig. 9.2), in
della successiva analisi da compiersi con ii metodo dei nodi.
R2 2

H
:TC3TE

Ti
Hgura 9.11

Analisi di un circuito

TI)

RC

con interruttore

Figura 9.12 Analisi di un circuito


nel dominio della frequenza

RC

con interruttore: circuito trasformato per 'analisi

.g. 9.12 sono indicati i nodi; si noti che la tensione richiesta v3 coincide con la
del nodo 2 e che E(s) = E/s. Indicando con E1 ed E2 le trasformate delle
dei nodi 1 e 2, si ottiene ii seguente sistema algebrico nelle incognite E1 ed

1sC1 E1+ (El E2)G2

= 0

+ (E2 + )G4 + sC3E2 = C3E

(9.12)

9.2

Ii metodo dci nodi: richiami teorici ed esernpi

75

le equazioni Si ottiene:
sC1 + C2
C2
E1
C2 sC3 + C2 + G4] E2]
1I

- C4

C'3E

E opportuno osservare che, in alternativa alla via proposta, ii circuito di fig. 9.12
o anche essere analizzato scrivendo una sola KCL al nodo 2, facendo direttamente

yrenire l'ammettenza del ramo formato dalla serie di R2 e C1. Si noti che ciO
iaIente ad utilizzare ii teorema di Millman per calcolare la tensione E2. Si ottiene:
E2Y2+(E2+)C4+sC3E2=C3E, con Y2= SC1
sC1 R2 +1

(usando ii teorema di Millman):


E

Vs(s)E2(s)=

C + Q3
S

C4 + sC3

sC1
+ sC1R2 +1

ndentemente dalla via scelta ii risultato finale ii seguente:


E2 (S)
V3 (S) =

(sCi + C2)(sC3 + G4)E

s[s2 C1 C3 + s(C3G2 + C1G2 + C1G4) + C2G41

;ituendo i valori numerici ed esprimendo le resistenze in ku e le capacit in nF


i saranno espressi in ps), si ricava l'espressione finale di Vs(s):
-

10(3 +1)2

(9.13)

s(s2 +3s+ 1)

lone ottenuta puO infine essere spezzata in fratti semplici:


-

V3 (3)

10
s

41472

41472

s + 21 6180 + s + 0,3820

(9.14)

AL:itrasformando si ottiene v3(t):


V3 (t)

10 4,472 e_2,618t +4,472e_0,3280t (t ~> 0, V. us)

(9.15)

pio5

quinto esempio si consideri ii circuito indicato in fig. 9.13, che contiene due
Lofi mutuamente accoppiati, con correnti iniziali nulle. Si vuole calcolare la fundi trasmissione Vu/Ve. I vajori dei componenti sono: R = 40 k, Ru = 10 k,
) nF, L1 = 50 mH, L2 = 12,5 mH, M = 25 mH. Si noti che in questo Ca-

76

9 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

so, con i valori assegnati dei componenti, ii trasformatore ha accoppiamento unit (L1L2M2 -1).
Per poter analizzare ii circuito usando l'analisi nodale, occorre sostituire i d
induttori accoppiati con un circuito equivalente che non contenga elementi accoppia
In alternativa si potrebbe ricorrere all'analisi nodale modificata (si veda [21), ma ci
fuori degli scopi di questo testo. I due circuiti equivalenti pi comunemente utilizz
sono indicati in fig. 9.14 e in fig. 9.15: ii primo nel caso che i due induttori accoppiati
formino un doppio bipolo sbilanciato, ii secondo nel caso in cui si tratti di un dopp
bipolo bilanciato.
R
M

I
(jRu

Jo

Vs (s)

Figura 9.13

Circuito con due induttori accoppiati.

L1)

Figura 9.14 Induttori accoppiati e circuito equivalente a T. Le condizioni di equivalenza


sono: La = L1
M, '-'b = Al, L
L2 - M. Nel caso di accoppiamento unitario
risulta: LaL + LaLc + LbLC = 0.

'1

2V
E

0-

i L1 M L2 12

2V 1

V
V2

0-

Figura 9.15 Induttori accoppiati e circuito equivalente bilanciato.

Nel caso dell'esempio proposto si ha un circuito sbilanciato e quindi ii circuito trasformato per l'analisi nel dominio della frequenza diventa quello indicato in fig. 9.16, ove
i due induttori accoppiati sono stati sostituiti dal circuito equivalente a T di fig. 9.14.
Si ottiene ii seguente sistema di due equazioni nelle due incognite E1 e E2 Vu:
1

9.2 - II rnetodo del nod]: richiarni teorici od esempi

I (.F iT'

sLc

SLb

I?

La

(9.16)
0

(VuEi) + V(sC + G)

I_

LCcIR[
VU(s)

j
Lb

Ve(8)

Fgura 9.16

Circuito equivalente nel dorninio della frequenza.

- : :dinando le equazioni nodali si ottiene:

ve
R+SLa

R+SLa + L +
I

-I
sL

+ sc + Gu Val

SL(.

acui
1
1
a
sL
R+SL
b

1
I R+SLa

SLC

PF

V'(J=

detY

lutando i due determinanti e ricordando che in questo caso, poich ii trasformatore


coppiamento unitario, LaL& + LaLc + LbLC = 0, si ottiene l'espressione letterale
b funziOne di trasmissione cercata:
Lb
r) - V - ( Lb + L(.)RC 2

8
(9-17)
1
LaLb
+
IR71,C LC(Lb + Lc)RC
(1db + L)C

ituendo i valori numerici si ottiene la funzione di trasmissione richiesta:


V

625s

2
Ve s +2500s+109

(9.18

9 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

Esercizi
9.1 Calcolo di impedenze

Calcolare l'impedenza Z(3) dei bipoli indicati nelle figure

E-9.1 - E-9.4

L1 ____

C2 L''R4
p

Figura E-9.1

Figura E-9.2

0,4

0,16

Figura E-9.3

Figura E-9.4

9.2
Ii circuito della figura E-9.5 viene usato per simulare un'induttanza con an
capo a massa mediante resistenze, condensatori e amplificatori operazionali. Si calcoli
l'impedenza Z(s) e l'induttanza equivalente Lpq .

Figura E-9.5

Esercizi
L3

Risonatore serie ideate

79

Ii circuito della figura E-9.6, formato dal collegamento

in serie di un induttore L e un condensatore C, senza la presenza di resistori, noto

come risonatore serie ideale.


+ vC_

+L_

RS

___z
Figura E-9.6

Figura E-9.7

Si supponga che, con l'interruttore S aperto, sia presente, ai capi del condensatore
una tensione V0. Supponendo di chiudere S all'istante t = 0, si calcolino, in funzione
Vco, L, C e w0
le espressioni di i(t), v(t), vL(t);
l'energia E0 immagazzinata nel circuito prima della chiusura di S;
le espressioni delle energie istantanee E(t) e EL(t) immagazzinate rispettivamente
in C e in L;
J'espressione dell'energia totale E(t).
Risonatore serie reale Ii circuito della figura E-9.7, formato dal collegamento
serie di un induttore L, un condensatore C e un resistore R8, e noto come risonatore
ne reale. Si supponga che, con l'interruttore S aperto, sia presente, ai capi del
1ensatore C una tensione Vo. Supponendo di chiudere S all'istante t = 0, Si

i,/Ld. Si
esprimano I risultati facendo comparire esplicitamente le variabili V0, R3 , wo e
Q = woL/R;
le espressioni delle energie istantanee E(t) e EL (t) immagazzinate rispettivamente
in C e in L e dell'energia totale E(t), nell'ipotesi che sia Q >> I. Si discutauo i
risultati ottenuti;
il numero n di oscillazioni complete della corrente i(t) durante il transitorio affinch
la sua ainpiezza si riduca a e volte l'ampiezza iniziale.
le espressioni di i(t) e vc(t), nell'ipotesi che woL/R8 > 1/2, con wo =

Calcolo di transitori Si consideri il circuito della figura E-9.8. Ii generatore


kato fornisce una corrente costante e il circuito si trova in condizioni di regime.
rante t = 0 il tasto T viene chiuso. Usando la trasformata di Laplace, Si determini
isione v(t) per t > 0, nell'ipotesi che L/R2 <4R2C.

Calcolo di transitori Si consideri il circuito della figura E-9.9. II generatore


e una tensione V0 costante e il circuito si trova in condizioni di regime. La

9 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

80

tensione sul condensatore nulla. All'istante t = 0 ii tasto S viene chiuso. Usando


la trasformata di Laplace, si determini la corrente iH(t) per t > 0, nell'ipotesi che I
componenti abbiano i valori seguenti: R = lIZ, C = IF, L = 2 H, Vo = 1V.
I?

IRA

(En

1?

H +
____

Figura E-9.8

_
-

Figura E-9.9

9.7 Calcolo di transitori Nel circuito della figura E-9.10 ii generatore fornisce U:
tensione V0 costante e ii circuito si trova in condizioni di regime. All'istante t = 0
tasto T viene aperto. Si determini ii valore di i(t) prima dell'apertura di T, quim
usando la trasformata di Laplace, si determini la corrente i(t) per t > 0.

T
I

Vo

I
Th

1*i)
Figura E-9.10

cIII

i(t)
R \1T

LAW

Figura

i?2

E-9.11

98 Calcolo di transitori Nel circuito della figura E-9.11 ii generatore fornisce una
corrente 10 costante e ii circuito si trova in condizioni di regime. All'istante t = 0 ii
tasto T viene chiuso. Usando la trasformata di Laplace, si determini la tensione v(t)
per t> 0, nell'ipotesi che I componenti abbiano i valori seguenti: Jo = 10 A, R = 211,
R1 =R2 = lIZ, C1 = IF, C2 =2F.
9.9 Calcolo di funzioni di trasmissione Si consideri ii partitore RC della figura
E-9.12. Se la tensione d'uscita v1 (t) e uguale alla tensione d'entrata Ve(t) a meno di
una costante moltiplicativa, ii partitore e detto compensato. Si trovi ii legame che deve
esistere tra R1, C1, R2 e C2 affinch il partitore risulti compensato. In tale ipotesi, di
determini:

ii legame di proporzionalit tra v e vg;


l'impedenza Z6 (s);
r v(t) nell'ipotesi che ii bipolo sia alimentato da un generatore di resistenza i
R8 e tensione a vuoto v8(t) uguale a un gradino unitario u(t).

Esercizi

+
C'

R1
Ve

C2
i

Z(s)
Figura E-9.12
4.10 Calcolo di funzioni di trasmissione

Partitore RC
Si consideri ii circuito della figura E-9.13-

calcoli la funzione di trasmissione Kr(s) =

Vg(

Figura E-9.13

Calcolo di funzioni di trasmissione

Indicato con R1 ii parallelo tra R11 e


V, (S)
Ve (s)

Si consideri ii circuito della figura Esi calcoli la funzione di trasmissione

R12,

+
V

Figura E-9.14

S2

9 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

9.12 Calcolo di funzioni di trasmissione


Si calcoli la funzione di trasmissione

Si consideri ii circuito della figura E-9.

R2

Figura E-9.15

Si supponga ora che ii generatore sia un generatore sinusoidale, con Ve (t) =


per t < 0 e v, (t) = Vv1 senw1t per t > 0. Supponendo nulle le condizioni iniziali, e
nell'ipotesi di VjAy = lOOmV, w1 = 27rf1 , f = 2500 Hz, si calcoli v(t) per t > 0.
Successivamente:
c>

si ripetano i calcoli nel caso che la frequenza sia f2 = 3000 Hz;


Si determini quanto vale nei due casi ii rapporto tra l'ampiezza della risposta a
regime e quella del segnale in ingresso.

I valori dci cornponenti sono: R1 = 1kg, R2 = i,5 k, R4 = 12,2 kg, R5 = 1,22kft


R7 = R3 = 1,5kQ, C3 = C6 = 47nF.

Capitoo ID
Introduzkme al egme sinusoidale
:2.1

Generalita

:-:o capitolo introduce all'uso dei fasori e delle loro propriet. Inoltre, usando
rrispondenza biunivoca tra fasori e grandezze sinusoidali, e introdotto ii metodo
olico che consente di studiare i circuiti in regime sinusoidale a partire dalle mekIogie di analisi valide per i circuiti resistivi. In particolare sono proposti i primi
onrcizi di scrittura delle leggi di Kirchhoff usando i fasori e ii calcolo di impedenze (o
mettenze) di bipoli che operano in condizioni di regime sinusoidale.
10.2

Richiami teorici

a1isi di un circuito lineare in regime sinusoidale puo essere svolta in modo semplice
- tando la corrispondenza biunivoca tra funzioni sinusoidali e numeri complessi. Si
Wificbi con x(t) una generica tensione o corrente sinusoidale
x(t) = Am cos(wt + qS)

(10.1)

w = 2irf e la frequenza angolare (f la frequenza definita come ii reciproco del


lo T della funzione sinusoidale), Am e 0 sono rispettivamente l'ampiezza (o valore
.no) e la fa.se della sinusoide.
Fasore: Si definisce fasore ii numero complesso' X E C ii cui modulo e argo:ento sono rispettivamente l'ampiezza (o valore massimo) e la fase della sinusoide.
-

ricorda che un numero complesso z E C pu essere rappresentato: (a) in forma cartesiana


= x + j y, dove x e y sono rispettivamente la parte reale e la parte immaginaria di z, ossia
Re[z] e y = Im[z]; (b) in forma esponenziale z = jzj e3 Lz, dove jzj e Lz sono rispettivamente ii
:iio e l'argomento di z. La formula di Eulero ej 0 = cos q5 + j sen 0 consente di ricavare facilmente
+
-. -eiazioni tra le due rappresentazioni, ossia x = Izi cos(/z) e v = Izi Sen. (/z) oppure Izi = -Jx2
arctan(y/x) + r(sgn(x) - 1)/2 essendo sgn(x) la funzione segno di x. Si definisce complesso
- to di un numero complesso z = x + j y = IzIei ilnumero z = x - j = jze_i. Infine,
zi = zi + jy = IzileJ1 e z2 = x2 + jY2 = Iz2IeJ 2 valgono le seguenti regole per le

83

10 - Introduzione al regime sinusoidale

84

Pertanto si ha:
x(t)=Am cos(wt +5)4==.X=IXIe

(1

dove IXI = A e LX = 0. Si osservi che ii fasore rappresenta una grandez


sinusoidale x(t) (sia essa una tensione o una corrente) alla frequenza angolare
e tutte le grandezze elettriche all'interno del circuito (lineare) hanno a regime
stessa frequenza angolare2 .
r> Impedenza e Ammettenza: II comportamento di un bipolo in regime sinusoids
descritto dai fasori V = Vm ej 0- e I = '
associati rispettivamente aJ
me
tensione (sinusoidale) v(t) = Vm cos(wt + ) e alla corrente (sinusoidale) i(t)
Im cos(wt + qS) ai suoi terminali. Si definisce impedenza Z di un bipolo ii rappor
tra il fasore della tensione e ii fasore della corrente. Si definisce ammettenza Y
reciproco di Z. Pertanto si ha:

T
Z=-1 =R+jXHZIe
iT

Y=

=C+jB=IYIe

dove la parte reale e immaginaria dell'impedenza Z (ammettenza Y) sono dE


rispettivamente resistenza R e reattanza X (conduttanza G e suscettanza B).
Per un bipolo in regime sinusoidale valgono quindi le seguenti relazioni tra V e

V=ZI: I=YV
Leggi di Kirchhoff: per un circuito in regime sinusoidale valgono le
relazioni, espresse in forma matriciale
o Al = 0 (legge di Kirchhoff delle correnti), dove A e la matrice di incidenza
16 ii vettore dei fasori delle correnti nei rami del grafo associato al circuito.
o ATE = V (legge di Kirchhoff delle tensioni), dove V e ii vettore dei fasori del
tensioni dei rami del grafo associato al circuito e E ii vettore dei fasori del
tensioni dei nodi rispetto al nodo di riferimento (dette "tensioni nodali").
Osservazioni

r> Le leggi di Kirchhoff e le relazioni costitutive (lineari) dei bipoli, espresse da relazioni algebriche tra fasori, consentono di studiare i circuiti in regime sinusoidale
usando i metodi di analisi validi per i circuiti resistivi.
c> A volte una forma d'onda periodica f(t), di periodo T e caratterizzata dal suo
valore efficace, invece che dal suo valore ma.ssimo.
operazioni tra numeri complessi: zl z2 = (X1 x2) + j(yi y2), Z1z2 = Iz1IIz2Iei( 1+ 2 ) e
zl/z2 = ( Izl I/Iz2I)ei(1z2). Si dimostra facilmente che zz = 1z1 2 , z + z = 2x = 2Re[z] e
z - = j 2 = j2Im[z].
2 Per ii Teorema fondamentale sull'esistenza del regime sinusoidale, in un circuito lineare (stabile)
con ingressi sinusoidali di frequenza angolare w tutte le tensioni e le correnti hanno, a regime, la
medesima frequenza w.

10.2 - Richiami teorici

85

II valore efficace definito come la radice quadrata del valor medio del quadrato
dei valori istantanei della funzione f (in inglese 'root mean square', abbreviato in
rms):
Tj rT
0 [f (7)? dr
(103
feff
I..
T
Nel caso di una forma d'onda sinusoidale quale quella descritta dall'equazione 10.1.
ii legame con tra valore massimo e valore efficace molto semplice:
Xeff

= Am/v'2
m/V' -

(10.4)

II valore efficace di una forma d'onda sinusoidale usato di preferenza in campo


energetico. In particolare, i valori di tensioni e correnti nelle reti di distribuzione
dell'energia elettrica sono espressi in termini di valore efficace; cosi, ad esempio.
le tensioni di 220 V distribuite nelle abitazioni private sono valori efficaci (e non
valori massimi). Molti strumenti di misura, tra cui i multimetri pi econoniici.
sono costruiti per fornire ii valore efficace di una tensione sinusoidale.
Come conseguenza, ii modulo dei fasori viene spesso posto uguale al valore efficace
della tensione o della corrente considerata. Visto ii legame stabilito dall'equazione 10.3, basta una semplice moltiplicazione per
per passare a una rappresentazione in cui ii modulo del fasore e associato al valore massimo della forma d'onda
sinusoidale considerata.
In ogni caso, nel seguito ii modulo di un fasore X verr sempre indicato con (XI:
in base al contesto sara possibile comprendere agevolmente se si tratta di valore
efficace o valore massimo.

10 - Introduzione al regime sinusoidale

86
Esercizi

10.1
Dato ii numero complesso z = 6e 1/ 6, se ne calcoli la parte reale e la
immaginaria.
10.2
Dati due numeri complessi
e argomento.

z1 =

1 j e

z2 = 1+

j, se ne calcolino mo

10.3
Si calcolino i numeri complessi risultanti dalle segiienti espressioni, fori
do ii risultato in forma cartesiana.
15 e 14
+j2
3j4
8e_3200
(b) (2+j)(3-34)
(a)

10
5+j12

(c) 10 + (8ei0)(5 - j 12)


(d) 2+ 3 + 4
5j8
(e)
(f) 8eu10+6e_j200
9e 80 4e 5
Dati z1 = 2 + j 2 e
= jV2e92 = Zl/Z2.

10.4
V2

10.5

Z2

= 2 + j 6, Si calcolino V1 = IV1 e0' =

Z12

Calcolare e disegnare nel piano complesso i fasori I e V corrispondenti

a) i(t) = 25 cos (wt + ir/4), A


b) v(t) = l5sen (wt +ir/6), V
10.6

Si calcolino le sinusoidi corrispondenti a ciascuno dei seguenti fasori.

(a) V1 = 60 e 150 , V con w = 1 rad/s


(b) V2 = 6 + j 8, V con w = 40 rad/s
(c) Ii = 2,8e'3, A con w = 377 rad/s
((1) 12 = (0,5 + j 1,2), A con w = 1000 rad/s

Esercizi
:0.7

87

Si calcolino le seguenti espressioni utilizzando 1 fasori.

3cos(50t+10)-5cos(50t-30)
40 sen (30t) + 30 cos(30t - 71/4)
20sen (lOOt) -4- 10cos(100t + 60) 5sen (lOOt - 20)
10.8

Usando 1 fasori, si calcoli la tensione yR per ii circuito indicato nella figura


ove: v1(t) = 20cos(wt + 53,130)V, v2(t) = 19,68sen(wt + 152,80)V e v3(t) =
.5 cos(wt + 71,61) V.

10.9
Si calcoli l'impedenza del bipolo indicato nella figura E-10.2 alla frequenza
= 1 kHz. I valori dei componenti sono: R = 32 kQ e C = 5 nF.

RON
Figura E-10.1

Figura E-10.2

Si calcoli l'impedenza del bipolo indicato nella figura E-10.3, funzionante


.lsazione w = lrad/s. I valori dei componenti sono: R = 1, C = 4F e = 211.

Figura E-10.3

Capitolo 11
nalisi di circuiti in regime sinusoidale
uesto capitolo saranno proposti problemi riguardanti circuiti in regime sinusoidale,
risolversi con ii metodo simbolico, ossia usando i fasori e sfruttando i metodi di
Jisi e i teoremi fondamentali utilizzati nel caso di reti resistive.

1 Richiami teorici
ialisi di un circuito lineare in regime sinusoidale puo essere svolta rappresentando
oni e correnti con i rispettivi fasori e usando le metodologie di analisi apprese
ca.so di circuiti resistivi, estese opportunamente al regime sinusoidale. Si faccia
imento ai capitoli 10 (per le propriet dei fasori) e 2-5 (per l'analisi di circuiti
;tivi).

89

9U

11 - Analisi di circuiti in regime sinusoidale

Esercizi
11.1
Nel circuito indicato in figura E-11.1 si determini i(t) a regime, sapendo
che v, (t) = 2 cos (wt +ir/2), V, R = 1 Q e che, alla frequenza del generatore, X = -1 Q
eXL==th.
4

Figura E-11.1

11.2
Si consideri ii circuito della figura E-11.2. Ii generatore Ve 6 un generatore
di tensione sinusoidale, di frequenza f = 10 kHz. Nell'ipotesi di R = 1 kf, si calcoli C
in modo che la tensione V sia sfasata di 1200 in anticipo rispetto a V.

Ve

Figura E-11.2

11.3
Dato ii circuito della figura E-11.3, si calcolino i suoi componenti in modo
che la tensione V sia sfasata di 900 in ritardo rispetto alla tensione Ve alla frequenza
di 20 kHz e inoltre sia uguale a 10 k1 ii modulo della sua impedenza d'entrata alla
frequenza di 100 kHz.
R

-T-

Fgura E-11.3

D-

Esercizi

91

Dato ii circuito della figura E-11.4, si calcoli la tensione v(t) a regime


nendo 10 = 3mA, i8 (t) = Im sen(2irft) COfl Im = 2 m e f = 1kHz, R = lkQ e
lOOnF.

RC1

Vu

Figura E-11.4

Dato ii circuito della figura E-11.5, si caicoli ii valor medio della tensione
a regime assumendo Vo = 5 V, v, (t) = sen (21rft) con f = 4kHz, R1 = 2 kf e
4k.
R1

'V5

VU

V)

Figura E-11.5

:apitoo 12
D otenze

in regm2 snusoidaIe, rifasamento,

adattamento energetco
1 Generalit

T -:sto capitolo introduce lo studente al calcolo della potenza (attiva, reattiva, appacomplessa) in regime sinusoidale. Inoltre si presentano esempi di progettazione
a reti elementari per ii rifasamento e l'adattamento energetico.
2.2

Richiami teorici

Massumono, brevemente le definizioni relative alla potenza entrante in un bipolo in


e sinusoidale, ii teorema della conservazione della potenza complessa, le condiziom
il massimo trasferimento di potenza tra un generatore e un carico (adattamento
getico) e ii rifasamento di un carico (monofase).
Potenza: si consideri un bipolo funzionante in regime sinusoidale, ai cui morsetti
-Si misurano (con la convenzione degli utilizzatori) una tensione e una corrente
rispettivamente di valore massimo I VI e III. La potenza attiva' (misurata in W)
entrante nel (o fornita al, o assorbita dal) bipolo e espressa da
P=

IVI III Cos

La potenza complessa S fornita al bipolo e espressa da


S=VI= IVIIIkos+iVIkenc4 =P+iQ
Ia potenza attiva definita come ii valor medio della potenza istantanea p(t) = v(t)i(t) dove
= VI cos(wi+LV) e i(t) = cos(wt+LI). Per semplificare la notazione si indica con 0 = LVZ.1
asamento tra i fasori della tensione e della corrente. Si ricorda che IVI e III sono rispettivamite
ori massimi (ovvero le ampiezze) delle sinusoidi che descrivono la tensione v(t) e la corrente i(t)..
seconda del contesto, come detto nel capitolo 10, IVI e I possono essere I valori efficaci
sDondente tensione e corrente.
93

94

12 - Potenze in regime sinusoidale, rifasamento, adattamento energetico

MR

dove Q e la potenza reattiva (misurata in VAR), definita come


1

Q= j Vjj1jsen(/)
Ii termine cos 4 e detto fattore di potenza e ii modulo della potenza complessa
e detto potenza apparente (misurata in VA), ossia
___

SI = IvIIII =

p2 + Q2

Al fine di eliminare ii fattore 1/2 che compare nelle relazioni precedenti, vier
introdotto, come detto nel capitolo 10, il valore effi care per una grandezza periodi
x(t) con periodo T, cosI definito:
Xeff

-f [X(,)]2 d,
= v/T
i

Per una grandezza sinusoidale con valore massimo (ovvero ampiezza) Xm si ottie
Pertanto, se la tensione v(t) e la corrente i(t) sono descrit
Xeff = Xm
attraverso i valori efficaci, in tutte le formule precedenti non compare ii fattore 1/
e, nel caso di un bipolo resistivo, che ha cos 0 = 0, la potenza attiva entrante e
data da P = RI 112 = V12 /R ed e quindi uguale alla potenza fornita allo stesso
resistore R da una corrente (tensione) costante di valore uguale al valore efficac
della corrente (tensione) sinusoidale considerata.
/t/.

Conservazione della potenza: in un circuito lineare tempoinvariante che opera

in regime sinusoidale, la potenza complessa si conserva; equivalentemente, impiegando la convenzione degli utilizzatori per ciascun bipolo del circuito, Si ha

>2V

k I=0

dove 10, ii numero di lati del grafo associato al circuito.


> Massimo trasferimento della potenza: sia assegnato un generatore (reale)
sinusoidale, specificato tramite ii corrispondente circuito equivalente di Thvenin
con tensione a vuoto di valore massimo IEG I e impedenza ZG = R+j XG con R>
0, che alimenta un bipolo (detto anche carico) con impedenza ZL = RL + j XL. In
regime sinusoidale, ii bipolo ZL riceve la massima potenza media Pm se e solo se
ZL = Z. In tali condizioni si ha
D

max -

nO

12

dove lEd I ii valore massimo (ovvero l'ampiezza) del generatore di tensione a vuot
Nel caso si usino i valori efficaci e quindi lEd I sia ii valore efficace della tensione

12.2 - Richiami teorici

95

la formula precedente diventa


D

-' max

Rifasamento: sia assegnato un bipolo i alimentato da una tensione di valore


efficace Veff e funzionante alla pulsazione w. Assumendo che l3 assorba una potenza
attiva P con fattore di potenza cos 41 > o (carico induttivo), ii condensatore C
connesso in parailelo a J3 che rifasa il can co in modo tale da aumentare ii fattore
di potenza fino a cos 02
=

P(tanq5itanq52)
wVe2ff

06

12

Potenze in regime sinusoidale, rifasamento, adattamento energetico

Esercizi
12.1
Un bipolo di impedenza Z = (200 + j 300) 1 e alimentato da un generat
ideale di tensione di valore efficace 2 V. Si calcoli la potenza attiva P assorbita
bipolo.
12.2
Dato un generatore sinusoidale con tensione a vuoto di valore efficace
e impedenza interna Z = (600 + j 100) l, si calcoli la potenza attiva massima che
generatore puo erogare.
12.3
Un generatore sinusoidale con tensione a vuoto di valore efficace 5
impedenza interna ZG = (200 - j 100) Q alimenta un bipolo di impedenza Zc = (3
j 600) ft Si determini la potenza attiva PC fornita al bipolo Z.
12.4
Un bipolo di impedenza Z = (10 - j 50) Q e attraversato da una corrente
di valore efficace III = 2 A. Si calcolino le potenze attiva e reattiva entranti nel bipolo.
125
Ii circuito indicato nella figura E-12.1 alimentato da un generatore i
tensione di valore efficace di IV,I = 100V e di frequenza f = 200 kHz. Si calcolino
potenze attiva e reattiva assorbite dal circuito. I valori dei componenti sono: R1
R2 = lOkfl e C2 2nF.
12.6
Si consideri ii circuito indicato nella figura E-12.2. II generatore forni
una tensione sinusoidale di valore efficace IV1I = 220V. Con l'interruttore S chi
ii generatore fornisce una potenza attiva P = 800W, mentre ii valore efficace de
corrente I e i = 10 A. Con l'interruttore S aperto i valori efficaci di I e V2 so
rispettivamente: I II = 10 e I V21 = 50V. Si determinino Z1, R e XL.
P7

P?.1
2

100V

Figura E-12.1

12.7
Data la rete indicata nella figura E-12.
si determini ii valore efficace della tensione applicat
reattiva assorbita dal condensatore C uguale, in i
IXcI = 100 IL

Esercizi

9:

:2.8
Si consideri ii circuito indicato nella figura E-12.4, funzionante in regime
soida1e, di frequenza Ii = 50 Hz. Supponendo R1 = 150 1, R2 = 200 Q e XL =
I ?, si determini la capacitA necessaria per ii rifasamento totale (ovvero cos = 1)
I punti A e B.

ra-

Figura E-12.4

Fgura E-12.3
I

2.9
Si consideri ii circuito della figura E-12.5 funzionante in regime sinusoidale,
mentato da un generatore di tensione, con tensione a vuoto V8 = Em sen (27rfit),
edenza interna Zg = Rg + j Xg e chiuso su un carico Z,, R + j X.
umendo Em = 10 V, fi = 1MHz, Zg = 100+j100 92 e Z = 5000j2000, si
coli la potenza attiva Po entrante nel carico di impedenza Z.
Interponendo tra ii generatore e ii carico ii doppio bipolo indicato nella figura E-12.6
318,3 pH e Ck = 222,6 pF, si calcoli un componente che inserito al posto di
attui l'adattamento energetico tra ii generatore e ii carico. Si calcoli infine quanto
la potenza attiva P2 che arriva sul carico in questo caso.
Zg

Zq

Zi

ZU
CkFigura E-12.5

Fgura E-12.6

Capitolo 13
Funzioni di rete e curve di risposta
questo capitolo saranno proposti esercizi che richiedono di

diagrammare per via grafica, usando i cosiddetti diagrammi di Bode, le curve di


risposta in frequenza di semplici funzioni di rete;
calcolare ii comportamento in regime sinusoidale di un circuito partendo dalla
conoscenza dell'opportuna funzione di rete.

3.1 Richiami teorici

a di proporre esercizi su funzioni di rete e curve di risposta saranno effettuati


richiami teorici.
1.1 Funzioni di rete

comportamento di un circuito elettrico puO essere adeguatamente descritto da un'opituna funzione di rete. Nel caso di circuiti dinamici lineari e invarianti nel tempo,
thviduata una coppia di nodi tra i quali viene collegato un segnale d'ingresso (che
th essere una tensione o una corrente) e una coppia di nodi ove viene misurata la
iosta all'ingresso (generalmente la tensione tra la coppia di nodi o la corrente in un
polo che collega i due nodi), come indicato nella figura 13.1, una funzione di rete e
Anita come ii rapporto F(s) tra la trasformata di Laplace della risposta all'ingresso
b trasformata di Laplace del segnale d'ingresso, nell'ipotesi che siano state messe a
,v tutte le condizioni iniziali:
- C(risposta all'ingresso)
F(s) (segnale d'ingresso)
seconda dell'ingresso e dell'uscita considerata si possono avere sei diverse funzioni
rete. Le configurazioni die portano a tali funzioni sono illustrate nella figura 13.1,
5itre la tabella 13.1 riassume le loro definizioni.
servazioni
II concetto di funzione di rete ora introdotto e molto pi generale di quello originato dalla teoria del regime sinusoidale, ove le funzioni di rete sono definite come

13

F7jnzioni di rete e curve di risposta

Figura 13.1 Le configurazioni che generano le sei possibili definizioni di funzione di rete
Tabella 13.1 Le sei possibih funzioni di rete per un circuito dinamico lineare e invariante
nel tempo

Figura

Definizione

Denominazione

Unit di misura'

(a)

II =V.

Funzione di trasferimento in tensione

Adimensionale

(b)

H = f-

Funzione di trasferimento in corrente

Adimensionale

(c)

Ammettenza di trasferimento

Siemens

(d)

zt =

Impedenza di trasferimento

Ohm

(e)

Y-

Ammettenza d'ingresso

Siemens

(f)

Z=

Impedenza d'ingresso

Ohm

rapporto tra ii fasore dell'uscita e ii fasore dell'ingresso.


Infatti, la funzione di rete F(s)
fornisce (ponendo s = j w) lo stesso risultato ottenibile calcolando la corrisp
dente funzione di rete definita in termini di rapporto di fasori;
0 permette di ottenere la risposta del circuito considerato quando sia soggetto
un ingresso qualsiasi, di cui sia nota la trasformata di Laplace. Si ha infatti
risposta all'ingresso =,C '[F(s) x L(segnale d'ingresso)]

13.1 - Pichiami teorici

101

Le funzioni di rete sono funzioni razionali della variabile complessa s, con coeffirnti reali:
bmsm+bm_iSrn-i -r...+bis+b0
F(s) =
as + a_ s"-' + ... + a1s + a0
Le funzioni di rete sono alla base di tutti i moderni procedimenti di sintesi dei
drcuiti elettrici.
Curve di risposta

siderato un circuito (lineare, stabile e invariante nel tempo) funzionante in regime


oida1e di pulsazione w, la funzione di rete F(s) j ,
F(j w) = IF(i w) I ej OM
ce ii rapporto tra ii fasore dell'uscita e ii fasore dell'ingresso. Ad esempio, supdo che l'ingresso sia un generatore di tensione Vi
V4 &
che l'uscita sia la
V = IVu I &
e che la corrispondente funzione di trasferimento sia H, (s), si
Vu = H,(jw)V = IH(iw)I
cui risulta:

Vi = H(jw)IIVI

=
OVU = c1 +

(w)

Lconseguenza, la conoscenza del modulo e della fase di una funzione di rete al variare
Pa pulsazione w (ovvero della frequenza f = u/27r) permette di conoscere come varia

riposta di un circuito al variare della frequenza del segnale in ingresso. Le curve di


xlulo e fase al variare della frequenza vengono denominate rispettivamente risposta
mpiezza e risposta in fase. L'insi.eme delle due funzioni rappresenta la risposta in
enza del circuito.
uso comune, a causa dell'ampio campo di valori coperti dai segnali elettrici e dal
s-asto intervallo di frequenze in cui i circuiti possono operare, esprimere ii modulo
della funzione di rete considerata in decibel (abbreviato in dB) e usare una scala
logaritmica per la frequenza. Ii valore in decibel del modulo e definito dalla seguente
relazione
IF(iw)dB = 2O log F(jw)

Poich Passe delle ordinate ha una scala lineare (graduata in dB), mentre l'asse delle
ascisse ha scala logaritmica, si suole parlare di diagrammi in scala semi-logaritmica.
D Poich una funzione di rete una funzione razionale a coefficienti reali, I suoi zen
e poli sono o reali o coppie complesse coniugate, con uguale molteplicit per ogni
coppia.
:D II tracciamento delle curve di risposta e oggi reso agevole dall'uso dei moderni
mezzi di calcolo, ma possibile ottenere un andamento approssimato fattorizzando
la funzione di rete (cio calcolandone zeri e poli) e sommando (in modo algebrico)
per via grafica I diagrammi elementari di modulo e fase corrispondenti agli zen e
poll della funzione.

102

13 - Funzioni di rete e curve di risposta

I diagrammi elementari di modulo e fase in funzione di w associati con uno zero rej
(s+z), z> 0 o con una coppia di zeri complessi coniugati (s2 +2wos+wo2 ), >
sono indicati, rispettivamente, nelle figure 13.2, 13.3 e 13.4, 13.5. I diagrammi relativi ai poll sono identici a quelli degli zen, ma hanno segno opposto. Quesii,
diagrammi elementari sono solitamente chiamati diagrammi di Bode. I diagram-'
mi in molti casi sono sufficientemente approssimati dal loro amdamento asintotica.
indicato nelle figure 13.2, 13.3 nel caso di zero reale negativo.
c> La frequenza alla quale ii diagramma del modulo di una radice reale si discosta i
3 dB dalla sua approssimazione asintotica spesso indicata come punto centrale'4
anche pulsazione di rottura o pulsazione d'angolo) del diagramma. Esso corrisponde
alla frequenza per cui e w/z = 1. Nel caso di una coppia complessa coniugata, I
punto centrale corrisponde alla frequenza per cui w/wo = 1.
i> Ii grafico finale ottenuto sommando (algebricamente) tutti i contributi dovuti agi
zeri e ai poli, piazzando i singoli diagrammi elementari con ii loro punto centrale
in corrispondenza di una pulsazione uguale al valore assoluto della radice reale o a
quello del modulo della coppia complessa coniugata considerata.
> La via grafica si dimostra particolarmente utile nel caso in cui si debba effettuare
un progetto: infatti, assegnato l'andamento del modulo (o della fase) di una funzione di rete al variare di w, la via grafica permette di risalire con una discreta
approssimazione alla funzione di rete da realizzare, consentendo di determinar
poli e zen.

Risposta in fase

Risposta in ampiezza

135

40
35
30

90

Ni
fill

uryA
_/451
bea

LL

N
0

Approssimazione
asintotica

-5
-10

-45
102 10' 100 101 102

10_2 10 10 101 102

O)/Z

wlz

Figura 13.2 Diagramma del modulo (in dB)


at variare delta pulsazione w di uno zero z reale
negativo

Figura 13.3 Diagramma della fase (in


at variare delta pulsazione w di uno zero z
negativo

13.1 - Richiami teorici

idu

102
(0/(00 lOu

:-a 13.4 Diagramma del modulo (in dB) al


della pulsazione w di una coppia di zeri
essi coniugati di modulo wU

10_1

lOu

lOu

0)/COn
Figura 135 Diagramma della fase (in gradi) al
variare della pulsazione w di una coppia di zen
complessi coniugati di modulo w

104

13 - Funzioni di rete e curve di risposta

Eserdzi
13.1
Diagrammare l'andamento del modulo (in dB, in scale semi-logaritmic
delle seguenti funzioni di rete l variare delta pulsazione w, usando i diagrammi di B
asintotici. Per le funzioni c) e d) si diagrammi anche l'andamento delta faze at van
di w.
a) F(s)=

2(s+20)
(s+2)(s+100)

b) F(s)=20 s(s+ 10)


(.s+1)(s+20)
c) F(s) = 10 (s+2)
S

d) F(s) = 10

(.s+ 2)

13.2
Ii circuito delta figura E-13.1 rappresenta un doppio bipolo usato
l'equalizzazione dei segnali provenienti da dischi fonografici incisi secondo le fbi
RIAA (Record Industry Association of America). Si calcoli la funzione di trasmissi
H(s) = V2/E. TJsando i diagrammi di Bode si diagrammi l'andamento del moc
(in dB) e delta faze (in gradi) di H(j w) at variare delta frequenza f. Alla freque
f = 1kHz it circuito introduce un'attenuazione delta tensione d'uscita rispetto a qu
d'ingresso; quanti decibel deve guadagnare un amplificatore per compensare qu
attenuazione? I valori dei componenti sono: R1 = 330 kl, R2 = 7,5 k, R3 = 30
= 82 k, C12 = 40nF, C2 = 2nF.

V2

Figura E-13.1

Equahzzatore R[AA

Esercizi
Si consideri ii circuito della figura E-13.2, gi proposto nell'esercizio 9d2..
di essere in regime sinusoidale, si determini
R2

Figura E-13.2

la frequenza fo del generatore per cui l'ampiezza del segnale d'uscita e massima;
lo sfasamento q tra la tensione d'uscita e quella d'ingresso alla frequenza fo;
il rapporto K tra le ampiezze dei segnali d'uscita e d'ingresso alla frequenza fo;
II rapporto K3000 tra le ampiezze dei segnali d'uscita e d'ingresso nel caso la
frequenza f del generatore sia uguale a 3000 Hz.
1ori dei componenti sono: R1 = 1 kl, R2 = 1,5 kQ, R4 = 12,2 k, R5 = 1,22 k,
= R8 = 1,5k1, C3 = C6 = 47nF.

Capitolo 14
Doppi bipoli dinamici
:-..i

Generalit

to capitolo si propone di:


calcolare, nel dominio della frequenza, semplici gruppi di parametri descrittivi per
doppi bipoli dinamici lineari e invarianti nel tempo;
determinare le condizioni di equivalenza per coppie di doppi bipoli di particolare
utilit.
2 Richiami teorici

ichiami teorici fatti in precedenza per i doppi bipoli resistivi (capitolo 6, pagina 4)
ono essere estesi al caso di doppi bipoli dinamici, cioe di doppi bipoli che contenno. oltre ad eventuali resistori, anche induttori e/o condensatori e/o trasformatori
ramente induttivi. Nel caso di elementi lineari e tempo-invarianti, le rappresentazioni
ate nel caso puramente resistivo possono essere estese usando per tensioni e correnti
trasformate di Laplace delle corrispondenti grandezze nel dominio del tempo. In tal
si suole dire che si lavora nel dominio della frequenza.
II vincolo fondamentale (uguaglianza delle correnti entranti e uscenti dalla stessa
ppia di morsetti) ora si scrive:
11 (8) = It (s) 12(S) = 12' (S)
zionamento del doppio bipolo descritto, oltre che dalle due correnti 11 (s) e 12(s)j
dalle due tensioni di porta V, (s) e V2(s). I versi di riferimento sono quelli mdicati
figura 14.1.
Dde quattro grandezze V1, V2, I e 12, solo due risultano essere indipendenti: note..
o comunque fissate due di queste, le altre due risultano determinate, ovvero, detto
con maggior precisione, risultano funzioni delle due grandezze scelte come variabii indipendenti. Nel caso di doppi bipoli lineari, le suddette relazioni funzkMiah
risultano essere lineari.
107

108

14 - Doppi bipoli dinamici

Vi (s)

V2(s)

0-

-0

Figura 14.1 Doppio bipolo e versi di riferimento per tensioni e correnti

>t possibile scegliere sei distinte coppie di variabili indipendenti e di consegue:


un doppio bipolo , salvo casi particolari, rappresentabile da sei distinte coppie
equazioni che ne descrivono ii funzionamento.
1. Impedenze a vuoto
V1 = z1iI1+z1212
V2 = Z21 II + Z2212
2. Ammettenze di corto-circuito
Il =
12 = y21Vi+y22V2
3. Matrice ibrida 1
V1 = h1111+h12V2
12 = h2111+h22V2
4. Matrice ibrida 2
Il = h1V1+h 2I2
V2 = I41V1+h2I2
5. Matrice di trasmissione 1
V1 = tiiV2+t12(-12)
Il = t21V2+t22(-12)
Spesso, in alternativa ai simboli t11 , t12... si usano i simboli A, B, C, D:
Vi = AV + B(-12)
Ii = CV2+D(-12)
L'equivalenza tra i simboli e evidente dal confronto delle relazioni scritte:
A ti, ,Bt12 , C=t21, D = t22

p14.2 - PLichiazni teorici


Matrice di trasmissione 2

v1

V2 = t1 +t 2i1
12 = t21 V1+t2211

due doppi bipoli sono elettricamente equivalenti se sono descritti


dallo stesso gruppo di parametri
o. Simmetria: un doppio bipolo che presenta Jo stesso comportamento elettrico quaDdo si scambiano fra loro la porta 1 e la porta 2 detto (elettricamente) simmetricti
Un doppio bipolo che ammette un asse di simmetria verticale (simmetria strutturale) e anche (elettricamente) simmetrico.
Per un doppio bipolo simmetrico risulta:
Equivalenza:

z11 = z22

e z21 = Z12

Yli = Y22 e Y21 = Y12


D

Reciprocit: un doppio bipolo fatto di bipoli (e quindi non contenente


dipendenti e/o amplificatori operazionali) ha
Z21 = Z12
Y21 = Y12
II

doppio bipolo e detto reciproco.

14

110

Doppi bipoli dinamici

Esercizi
141
Per ii doppio bipolo della figura E-14.1 si calcoli la matrice Y delle
mettenze di corto circuito.
14.2
Per ii doppio bipolo della figura E-14.2 si calcoli la matrice Z delle
denze a vuoto.
1
rll2z
12

(11

1/~9

T I- V

--

Figura E-14.1

Figura E-14.2

14.3
Per ii doppio bipolo della figura E-14.3 si calcoli la matrice Z delle
denze a vuoto.

14.4
Per ii doppio bipolo della figura E-14.4 si calcoli la matrice Y delle
mettenze di corto circuito.

II:

11

RV2

Figura E-143

Figura E-14.4

14.5
Si determini per quali valori delle induttanze La, Lb e L ii dopj
della figura E-14.5(b) equivalente al circuito formato dagli induttori mu
accoppiati della figura E-14.5(a).
M 12

I :: V,

La

+ +

Vi L1

L2
(a)

Figura E-14.5

*1+
(b)

Esercizi

Si consideri ii circuito indicato nella figura E-14.6. Si calcoli C in modo


14.6
the ii bipolo visto dai rnorsetti 1-i' si comporti come un circuito aperto alla frequenza
fo = 20 MHz.
Supponendo di applicare ai morsetti 1 - 1' un generatore ideale di tensione sinusoictale
di frequenza fo si determini ii rapporto tra la tensione ai capi del condensatore prima
calcolato e la tensione del generatore.
Suggerimento: si sostituiscano gli induttori accoppiati con ii circuito equivalente onenuto nell'esercizio 14.5
Si consideri ii bipolo indicato nella figura E-14.7 e se ne calcoli ii bipolo

14.7

equivalente.

ii

I
jMI
++-I

-"-

Ic

10

-_I._

.+
V2
j

LI
Figura E-14.7

Figura E-14.6

Si considerino i due doppi bipoli mostrati nella figura E--14.8. Si calcolino i


i di L 1 , L' e del rapporto n1/n2 in modo che i due doppi bipoli siano equivalenti.
il

fll:fl2 z2

Lc1
VI

-L

Ll

0-

V2

v1

Figura E-14.8

L1

11/1

____
-0
4

jjL2

v2

itoo 15
lisi d crcifti con dioch ddeali
di questo capitolo e introdurre lo studente all'analisi di semplici circuiti conteliodi ideali.
15.1 Richiami teorici ed esempi

?rna di proporre esercizi sull'analisi di circuiti con diodi ideali, verranno fatti alcuni
ami teorici e presentati alcuni esempi.
1.1 II diodo

do un bipolo resistivo non lineare, che trova largo impiego in molte applicazioni
nde interesse, quali rivelatori di segnali radio, convertitori di potenza (raddriz
moltiplicatori di tensione), limitatori di tensione, circuiti logici, ecc. Ii diodo
zialmente costruito (John Ambrose Fleming, 1904) ricorrendo a tubi a vuoto
um tube diode); oggi la maggior parte realizzata usando semiconduttori (p-n
on diode). Nel seguito si considerer ii comportamento di un diodo a semiconre, cos come appare ai suoi morsetti esterni, senza interessarci dei fenomeni fisici
,j& base del suo funzionamento.
151.2 Caratteristica v-i di un diodo a semiconduttore

5.1a figura 15.16 riportato l'andamento qualitativo della caratteristica tensione-corrente


un diodo a semiconduttore ed ii simbolo usato per queSto elemento circuitale, ine con le convenzioni di segno per tensione e corrente. Tale caratteristica giace
eramente nel I e Ill quadrante del piano v-i e quindi ii diodo un componente
Inoltre la caratteristica non simmetrica rispetto all'origine: di conseguenza ii
xlo non un dispositivo bilaterale. CiO significa che scambiando la connessione dci
i morsetti ii comportamento del dispositivo cambia e quindi ii simbolo circuitale
iikttato deve essere dissimmetnico, come mostrato nella figura 15.1, per poter indicare
rettamente come ii diodo deve essere connesso nel circuito.
113

114

15 - Analisi di circuiti con diodi ideali

Facendo riferimento alla convenzione di segno adottata per misurare la terz.


indicata nella figura 15.1, ii morsetto corrispondente al segno + viene chiamato am
mentre quello corrispondente al segno - viene chiamato catodo, come indicato
figura 15.2 ove sono anche mostrati due diodi reali: in essi ii catodo e contrassegna
una sottile striscia colorata. Tornando alla caratteristica della figura 15.1, si poi

Breakdown

Reverse

Forward

Vt1

Figura 15.1 Caratteristica tensione-corrente di un diodo a semiconduttore. Le scale nosono indicate e le curve riportate sono da intendersi qualitative.

Anode

Cathode

Figura 15.2 Simbolo del diodo e due diodi reali. La sottile striscia sulla destra
dispositivi realiHndica ii catodo.

distinguere tre regioni:


1. per 0 <V <vd la corrente i assume valori piccoli fino a che, per v > Vd inizi
crescere assai velocemente, con un andamento esponenziale. Ii diodo si corn
per v > Vd , come una resistenza di valore molto piccolo. In questa regione ii
e detto polarizzato direttamente (forward biased). Per diodi al silicio, la te
Vd uguale a circa 0,6 V.
2. per Vbr < v < 0 la corrente ha valori molto piccoli (dell'ordine di MA), sic
diodo si puo considerare una resistenza di valore molto elevato. In questa re
ii diodo detto polarizzato inversamente (reverse biased)
3. per v <Vbr ii diodo entra in una regione, detta di breakdown, in cui la corz
cresce assai rapidamente cosa che, unita al valore generalmente elevato di Vbr, (
al danneggiamento irreparabile del dispositivo.
11
Ii diodo e costruito per funzionare nelle prime due regioni e sara cura del pri
evitare polarizzazioni inverse che portino ii dispositivo nella regione di breakd

15.1 - Richiami teorici ed esempi

115

Equazione descrittiva di un diodo a semiconduttore

buona approssimazione della caratteristica della figura 15.1, basata sull'analisi del
)ortamento fisico dei materiali a semiconduttore, e fornita dalla seguente equazione
Vd

i = ic (e

_)

(15.1)

i la corrente attraverso ii diodo,


Cm la tensione ai capi del diodo,
F la corrente di saturazione nella regione di polarizzazione inversa, che assume valori
riabili tra
e 10 15 A
il coefficiente di emissione, variabile da 1 a 2 a seconda del procedimento di fabbrione e del semiconduttore usato. Tipicamente si assume n = 1.
i costante VT ha la seguente espressione
VT= kT

(15.2)

ii la carica elementare di un elettrone (in valore assoluto)


e la costante di Boltzmann
e la temperatura assoluta in gradi kelvin
vale circa 26 mV alla temperatura ambiente di 300 K.
.4 II diodo ideale

molti casi, ii comportamento di un diodo reale pu essere approssimato con un molo molto semplice, chiamato diodo ideale, la cui caratteristica indicata nella figu15.3. II simbolo e le convenzioni di segno sono sempre quelli indicati nella figura 15.2
iportati nuovainente nella figura 15.3, insieme con le equazioni di funzionamento.

Figura 15.3
corrente

Diodo ideale: sirnboo, equazioni di funzionarnento e caratteristica tensione-

I diodo ideale si comporta essenzialmente come un interruttore: per v <0 la corrente


I nulla e ii diodo non conduce (si dice anche che ii diodo bloccato), mentre quando

116

15 - Analisi di circuiti con diodi ideali

i > 0 la tensione v e nulla ed il diodo si comporta come un corto circuito (c


diodo conduce ). Si osservi che per un diodo ideale il prodotto vi sempre
quindi il diodo non assorbe potenza dal circuito esterno.
15.1.5 Analisi di circuiti con diodi ideali

I problemi che capita di dover aifrontare sono in generale di tre tipi:


1. determinare la caratteristica tensione-corrente di un bipolo;
2. determinare l'andamento nel tempo di una grandezza d'uscita (tensione o corre
quando il circuito considerato O soggetto a uno o pii ingressi il cui andamento:
tempo noto;
3. determinare il punto di f'unzionamento in continua del circuito. In questo
si suppongono zero tutti 1 generatori di segnali variabili nel tempo eventualm
presenti e si considerano agenti solo i generatori di tensione o corrente cost
infine Si calcolano tutte le tensioni e le correnti del circuito in tale condiziom
L'insieme di tali tensioni e correnti chiamato punto di funzionamento in contina
o, con termine a.nglosassone, DC operating point.
La strada che pub essere seguita in presenza di diodi ideali si basa sul metodo de
falsa posizione. Poich un diodo ideale pub assumere solo due stati (bloccato o col
duttore), si suppone the i diodi presenti nel circuito si trovino in un determinato stag
e successivamente per ogni diodo si verifica se l'ipotesi fatta e vera, ovvero se sac
soddisfatte le sue equazioni di funzionamento (indicate nella figura 15.3), ovvero:
v> se il diodo stato supposto bloccato, allora la tensione ai suoi capi (misurai
secondo le convenzioni di segno della figura 15.3) deve risultare negativa;
c> se il diodo stato supposto conduttore, allora la corrente attraverso di esso (misi
rata secondo le convenzioni di segno della figura 15.3) deve risultare positiva;
Seguono ora alcuni esempi per illustrare ognuno dei tipi di problema prima elencati
Tracciamento di caratteristiche

Si consideri il bipolo indicato nella figura 15.4(a). Ii diodo supposto ideale e E > 0. Sai
vuole tracciare la caratteristica tensione-corrente del bipolo. Per risolvere il problema,
si pub supporre che il diodo sia bloccato (figura 15.4(b)) e vedere per quali valori de-11M
tensione v questa ipotesi e vera, ossia per quali valori di v la tensione vd ai capi
diodo risulta negativa.
Poich i = 0, sulla resistenza R la caduta di tensione e nulla e quindi v = E +
da cui si ha:
Vd = V
E
Di conseguenza vd negativa (e quindi e corretta l'ipotesi che il diodo sia bloccato)
per v < E. In tal caso la corrente i nulla per tutti i valori di v inferiori a E (priiie
tratto della caratteristica della figura 15.4(c)).
Per v > E il diodo conduttore e il circuito si riduce a R in serie ad E. La correnTe
i ha la seguente espressione:
vE
R

Ad

i 5.1 - Pdchiarni teorici ed esempi


ba di una semiretta, che parte dal punto (E,O) e ha pendenza hR. La car - complessiva rappresentata nella figura 15.4(c).

(c)

ura 15.4 Bipolo resistivo con tin solo diodo ideale (a), bipolo in cut II diodo e suppostc
ccato (b) e caratteristica v-i del bipolo (c)

vuole ora tracciare la caratteristica del bipolo con due diodi ideali, con 10 e E
rambi positivi, della figura 15.5(a). In questo caso occorre esaminare i quattro
ai indicati nella tabella 15.1 e vedere quali sono compatibili con le equazioni di
-onamento dei diodi.
Tabella 15.1
Dloccato".

I quattro stati che devono essere esaminati. C sta per conduttore" e B per

D1 D 2
CC

B B
C B
B C
Ii primo caso (D1 e D2 entrambi conduttori) sicuramente impossibile. Infatti II
teratore ideale di tensione E risulterebbe chiuso in cortocircuito, ii che assurdo.
Ii secondo caso (D1 e D2 entrambi bloccati) corrisponde alla configurazione indicata
La figura 15.5(b). Si deve verificare per quale valore della tensione v d'ingresso le
soni Vdl e Vd2 risultano entrambe negative. Dal circuito si ha Vdl = v e Vd2 = vE.
conseguenza:
vdl<O per v>O; vd2<O per V<E
due condizioni risultano entrambe verificate per
0<v<E

it

A.......7!...! .7!

r.L!

Vd2
V

10

(4)10

- I

_____ di
()

+
I
I
(d)

(e)
Figura 15.5 Bipolo resistivo con In > 0, E > U e due diodi ideali (a), bipolo in cui
diodi sono supposti bloccati (b), bipolo in cui D1 conduce e D2 e bloccato (c), bipolo H
cui D1 e bloccato e D2 conduce (d) e caratteristica v-i del bipolo (e).

Inoltre, in tale configurazione, la corrente i risulta essere costante e uguale a Is06 corrisponde al ramo intermedio (orizzontale) della caratteristica indicata nel
figura 15.5(e).
11 terzo caso (D1 conduttore e D2 bloccato) corrisponde alla configurazione della
figura 15.5(c). Da tale figura risulta Vd2 = E < 0 e d1 = Io-i. Di conseguenza, pci-.
ch la condizione Vd2 <0 e sempre verificata, la configurazione considerata possibi.
se d1 > 0, ovvero i <1g. Inoltre, in tale configurazione risulta v = 0. CiO corrisponde
al ramo verticale di sinistra della caratteristica della figura 15.5(e).
Ii quarto caso (D1 bloccato e D2 conduttore) corrisponde alla configurazione della
figura 15.5(d). Da tale figura risulta vdl = E <0 e d2 = i - I. Di conseguenza, pcich la condizione Vdl <0 e sempre verificata, la configurazione considerata e possibile
se d2 > 0, ovvero i> 10 Inoltre, in tale configurazione risulta v = E. CiO corrispon
al ramo verticale di destra della caratteristica della figura 15.5(e).

15.1

Richiami teorici ed esempi

119

rminazione della forma d'onda in uscita per effetto di un ingresso noto

nideri ii circuito indicato nella figura 15.6(a). In questo caso presente un genedi tensione v8 (t). Considerando ideale ii diodo, si vuole determinare v(t), nelei che v8 (t) abbia un andamento sinusoidale, come indicato nella figura 15.6(d)
a blu). Procedendo come nel paragrafo precedente, immediato verificare che il
conduce per v8 (t) > 0 (figura 15.6(b)), mentre e bloccato per v3(t) < 0 (figu16(c)). L'andamento di v(t) e mostrato nella figura 15.6(d), con linea rossa. Si
the ora in v(t) presente una componente continua. Filtrando opportunamente
si ottiene una tensione continua a partire da un segnale sinusoidale. Ii dispositivo
primo semplice esempio di raddrizzatore.

4nR VU

V.

TR

(a)

I VU

= 5

91

v,5

1~

(c)

15.6 Circuito con un generatore di segnale e un diodo ideale (a), circufto in cui
.odo conduttore: v, > 0 (b), circuito in cui ii diodo bloccato: v,. < 0 (c) e forms
onda del segnali d'ingresso e duscfta (d).

di un punto di funzionamento

a figura 15.7(a) e riportato un circuito, di cui si vuole calcolare ii punto di funzioto. I valori dei componenti sono: E = 15 V, VBI = VB2 = 10 V, R = 1.
ino presenti generatori di segnale variabili nel tempo e quindi ii circuito pronto
lanalisi. In questo caso solo uno tra i quattro casi possibili compatibile con le
oni di funzionamento dei diodi. Iniziamo con ii supporre i diodi entrambi bloccati
ra 1.5.7(b)). Perch questa ipotesi sia vera, le tensioni VD1 e VD2 devono essere

120

15 - Analisi di circuiti con diocli ideali

7R

I V
R

D2

2 VD2

TE
-I-I
VB2
VBi

VB2

VB1

VD1

(a)

Dl

TE

Bi--

D2

VD2

VB2..

(c)
Circuto resistivo con due diodi ideali: calcolo del punto di funzionamento
in continua. I valori dei componenti sono: E = 15V, VB1 = VB2 = 1OV, R = lS (a),
bipolo in cul I diodi sono supposti bloccati (b), bipolo in cui D1 conduce e D2 e bloccato
(c)

Figura 15.7

entrambe negative. Dal circuito della figura 15.7(b)

Si ha':

VD = EVB1 = 15-10 = 5V >0;


VD2 = VB2 - E = 10 - 15 = 25V <0

Quindi D1 non puO essere bloccato. Cambio allora lo stato di D1 e considero ii nm


circuito (figura 15.7(c)), in cui D1 considerato conduttore e D2 ancora bloccato.
questo caso deve essere iD1 > 0 e VD2 <0. Osservando ii circuito della figura 15.
siha:
4
EVB1 15-10
D1= R = 1 =5A>0;

VD2

VB2 VB1 =-10-10=-20V<0

Di conseguenza l'ipotesi fatta risulta compatibile con le equazioni di funzionamento I


diodi e ii circuito funziona effettivamente nella condizione indicata nella figura 15.71
I calcoli effettuati permettono anche di determinare ii punto di funzionamento
corrente attraverso R coincide con la corrente iD, attraverso ii diodo D1 e vale 5 A
corrente attraverso D2 e nulla e la tensione del nodo di uscita uguale a VB1 = 101

Esercizi

Nel circuito della figura E-15.1 ii generatore fornisce una tensione e(t) =
U (V, s) ed ii diodo e considerato ideale. Le resistenze valgono: Rg = 6l
Ifl; ii rapporto di trasformazione del trasformatore ideale vale n1 : ri2 = 3. Si
v(t) e se ne diagrammi l'andamento per t > 0.

$Mi

e(t)

Figura E-15.1

Nel circuito della figura E-15.2 ii generatore fornisce una tensione con
'onda triangolare, come indicato nella stessa figura. Ii diodo e considerato
Le due resistenze sono uguali e valgono R1 = R2 = 200 Q. Si diagrammi
nto di v(t) per t > 0.
vS, V

10

10
Figura E-152

Tracciare la caratteristica tensione-corrente del bipolo indicato nella figuIi diodo considerato ideale e 10 > 0.
'Z.

'4
Figura E-15.3

Nel circuito della figura E-15.4 ii generatore v fornisce una tensione con
donda sinusoidale, come indicato nella stessa figura. Ii diodo e considerato
La resistenza R3 vale 100 Q e la pila fornisce una tensione di 6 V. Si diagrammi
nento di v(t) per t > 0.

122

Analisi di circuiti con diodi ideali

15
R3

iooci

C
=

V3, V

2O TTT:T

Vs

VU(t)

IM

Figura E-15.4

15.5
Tracciare la caratteristica tensione-corrente del bipolo indicato nella
ra E-15.5. Ii diodo e considerato ideale e i valori dei componenti .sono: R = 1
E=1OV.
15.6
Tracciare la caratteristica tensione-corrente del bipolo indicato nella
ra E-15.6. Ii diodo e considerato ideale ed E > 0.

VR

El
Figura E-15.5

TI7E
Figura E-15.6

15.7
Si consideri ii circuito indicato nella figura E-15.7, ove i diodi sono
derati ideali. La tensione v, varia nel tempo tra 0 e 150 V, con legge lineare. I
dei componenti sono: R1 = 100 k1, V1 = 100 V, R2 = 200 kl, V2 = 25 V.
Si traccino, quotando i punti significativi:
1. le curve di v(t) e v(t) in funzione del tempo, usando le stesse scale;
2. l'andamento delle correnti i1(t) e i2 (t) nei diodi, usando la stessa scala del
utilizzata per ii grafico precedente.

(i)

DI

R
i--

Figura E-15.7

Ji

R11
Vu

V2-y
Figura

E-15.8

15.8
Si consideri ii circuito indicato nella figura E-15.8, ove i diodi sono i
siderati ideali. Si calcolino la tensione V e le correnti in ogni diodo. I valori
componenti sono: VR = 25V, R1 = 5kf, R2 = 10 kg, V1 = by, V2 = 20V.
Suggerimento: si determini il punto di funzionamento del circuito per via grafica, a
intersezione della caratteristica del generatore (tensione a vuoto VR e resistenza int
K2) con quella del bipolo non lineare collegato al generatore stesso.

Esercizi
Si determini la caratteristica tensione-corrente del bipolo indicato nella
E-15.9 (1 diodi sono considerati ideali). Tenendo presente i risultati ottenuti, si
iga un circuito che presenti ai suoi terminali la caratteristica della figura E-15.10.

D1

'

R,

D2
G0

Figura E-15.9

Figura E-15.10

Si consideri ii circuito indicato nella figura E-15.11, ove i diodi sono con10
rati ideali. Si applichino ai morsetti A e B tensioni di OV e 5V in tutte le
Jinazioni possibili e si calcoli ii valore della tensione al morsetto Y. Associando a
lo stato 0 e a 5 V lo stato 1, si verifichi la validit della tabella E-15.11.
1000

Figura E-15.11

Tabella E-15.11

A B Y=AB
00
0
0 1 0
10
0
1 1
1

Parte II

Soluzion i

Tapjtoo 16

Uso delle Ieggll 6H Krchhoff


Eercizio 1.1

I cuito del problema riportato nella figura 16.1 con i nodi numerati. Procedenn modo accorto, in generale si riescono ad ottenere le incognite cercate risolvendo
ia'equazione alla volta.
T. ad esempio, dalla KCL al nodo 3 si ottiene immediatamente i1: i1 +6 - 7 = 0,
cui ii 1A.
I KCL al nodo 2 permette di calcolare i4: i4 - 8 - 6 = 0, da cui i4 = 14 A. Insfruttando ii valore di i1 appena calcolato, dalla KCL al nodo 1 si ottiene i2:
8_i'= 0, da cui i2 = 7A.

Anche per quanto riguarda le tensioni si puo procedere in modo analogo. Scrivendo
KVL ai seguenti cammini chiusi (che in questo caso risultano essere maglie), ogni
azione permette di ricavare una delle tensioni incognite:
3-0: 7+v3+8=0,dacuiv3=-1V
.- 2-0: V2 - 9 + 7 = 0, da cui V2 = 2 V
L2-1: Vi - V3 + 9 = 0, da cui V1 = 10V

+
1 8A

9\T L

GA

SV

Figura 16.1
127

128

16 - Uso delle leggi di Kirchhoff

Esercizio 1.2

(a) Si faccia riferimento alla figura E-1.2(a). La corrente i2 pub essere calcolata sc
do una KCL al nodo ove incidono le tre correnti da 8, -2 e 5 A. Si ha: 5+2-8+i2
da cui si ricava i2 = 1 A. Rimane un nodo in cui ora l'unica incognita i1. La KC
questo nodo : i1 - 10i2 6-8 = 0, da cui risulta i1 = 25A.
(b) Si faccia riferimento alla figura E-1.2(b). Si inizi a scrivere la KCL al nodo
solo una corrente incognita: 4+2-3 i1 = 0, da cui si ricava i1 = 9 A. Nel secc
nodo l'unica incognita ora i2. La KCL a questo nodo : 5+6+ i1 + i2 = 0, da
risulta i2 = 10 A.
(c) Si faccia riferimento alla figura E-1.2(c). Scrivendo una KCL alla superficie
abbraccia tutto il circuito si ottiene: i1 - 3 + 5 - 5 = 0, da cui si ricava i1 = 3
Si scriva ora una KCL alla superfice chiusa che abbraccia i due nodi ove mci
i1 e i2 : i1 i 5+i2 = 0, da cui risulta i2 = 3A.
Esercizio 1.3

Si consideri il circuito riportato nella figura 16.2 Scrivendo le KVL ai seguenti c


chiusi (maglie), ogni equazione permette di ricavare una delle tensioni incognite:
2-3-4-2: V3 + 14 10 = 0, da cui V3 = 4V
6-1-2-3-6: 8 + 11 - v3 + v2 = 0, da cui v2 = 15V
3-4-5-6-3: 14 - 15 - vi - V2 = 0, da cui v1 = 14V

Figura 16.2

Esercizio 1.4
Si consideri il circuito riportato nella figura 16.3, ove sono numerati i nodi e in
le correnti. Scrivo le KCL ai vari nodi, supponendo per ora diverse i1 e i2:
nodo 1: i1 + i3 + i4 = 0;
nodo 2: i3+i5+i6=0;
nodo 3: i4i5+i7=0;
nodo 4: i2 - i6 - i7 = 0;
Sommando le quattro equazioni si ottiene i1 + i2 = 0 e quindi i1 = i2 come v
verificare. Posto ora i1 = i2 = i nelle equazioni precedenti, immediato verifica
esse sono linearmente dipendenti (sommando le 4 equazioni si ottiene 0 = 0),
asserito dalla teoria.

16 - Uso delle leggi di Kirchhoff

129

Fgura 16.3
tizio 1.5

ccia riferimento alla figura E-1.5. Scrivendo la KCL al nodo ove incidono i1, i2 e
si ottiene -i1 +i2 + j3 = 0, da CU1 si ricava i3 = i1 - i2 = 1,3A.
cizio 1.6
6ccia riferimento alla figura E-1.6. Scrivendo la KCL alla superfice chiusa che
Lraccia tutto ii circuito e taglia i rani ove scorrono i, e jb, si ottiene immediatamente

ii'-endo le KCL ai nodi del circuito ove incidono le correnti incognite, si ottengono
guenti equazioni:
i4 + i5 i5 - = 0, ma ib
a e quindi i6
13 + j5 = 0, da cui ii = i3 - i5,
-i4 = 0, da cui i2 = -i3 +i4.
cizio 1.7
tfrcia riferimento alla figura E-1.7:
fl.al nodo da cui esce ih: ih - 2 - 3 = 0, da cui ih = 5A;
D. al nodo in cui entra i: -it, -1+2 = 0, da cui i = l;
L al nodo da cui esce i: i - ih +4 0, da cui i = 1 A;
rial nodo da cui esce i: iy -j +i = 0, da cui it,, =OA;
a1 nodo in cui entrai: -i+1-4=0,da cui i=-3A.
iol.8
a riferimento alla figura E-1.8. Scrivendo la KVL alla maglia di sinistra si
V2 + 1 - 10 = 0, da cui V2 = 9 V. Scrivendo la KVL alla maglia di destra si
r2 -v4+7=0,da cui v4=v2+7=16V.
"01.9
riferimento alla figura E-1.9. Scrivendo la KVL alla maglia di destra si ottiene:
2-2 = 0, da cui v = 0 V. Ora Si pU calcolare V, scrivendo la KVL alla maglia
ro-alto: v5 + v, - 1-3 = 0, da cui 1x = -vs, + 1 + 3 = 4V. Infine nella maglia
o-basso Si puO scrivere: VBA - - 4 = 0, da CW VI3A = V +4 = 8V.

Capftoo 17
Anas d(h drct Esstiv eemntir
2.1
::ivendo la legge di Ohm al circuito della figura E-2.1 si ottiene:

Esercizio

5I+ III +9I=50,da cui I=50/(5+11+9)=2A.


Conoscendo la corrente uscente dal generatore Si pUO calcolare la potenza da esso
-rogata:
- 50 x 2 = 100W
potenze assorbite dai singoli resistori sono:
?=RiI2 =5X4=20W
?;?2 =R212 = 11 x4=44W
PR3 =R312 =9X4=36W
La potenza fornita dal generatore e uguale alla somma delle potenze dissipate dai
ngoli resistori: Pg = PR1 + PR2 + PR3
2.2
Con riferimento al circuito della figura E-2.2, detta v la tensione al capi di R1 e R2,
rivendo una KCL al nodo in cui incide i Si ottiene:
j= i1 + i 2 = vGi + vG2 = v(Gi + C2), da cui v = i/(G1 + C2). Si ottiene quindi:

Esercizio

z =vC, =1

= vC2

C'
Ci +C2

= 'i s,

+ C2

Rcordando che C1 = 1R1 e che C2 = 1/R2, si ottengono le formule in termini di


-isistenze:
R2
+ R2
131

132

17 - Analisi di circuiti resistivi elementari - I

R1
+R2

Le formule ottenute sono note come "formule del partitore di corrente".


Esercizio 2.3

Con riferimento al circuito della figura E-2.3, detta i la corrente che attraversa
R2, scrivendo una KVL alla maglia, si ottiene:
V = V1 + V2 = iRi + iR2 i(Ri + R2), da cui i = v/(Ri + R2). Si ottiene quindi:

= zR1

R1
=

VR + R2

= zR2 = V

Ricordando che Ri = 1/C1 e che R2


conduttanze:
V1

=
=

R2
R1 + ft2

1/C2, si ottengono le formule in termir


G2
C1

e
V2

= i

+G2-

Le formule ottenute sono note come "formule del partitore di tensione".


Esercizo 2.4
(a) Con riferimento alla figura E-2.4(a), una KVL alla maglia formata dal
permette di scrivere
15

V1V2 -5+V3V4+10+V5=0

Usando la legge di Ohm, le tensioni possono essere espresse come prodotto della
I per la corrispondente resistenza:
15-1O1 -10I-5-21-61+10-121
Dall'equazione precedente si ricava I = 20/40 = 0,5A. Conoscendo I si
calcolare le tensioni:
V1 =V2=lOxO,5=5V, V=-2x0,5=-1V
V4=6x0,5=3V, V5 =-12x0,5=-6V
Ixifine, usando la legge di Kirchhoff delle tensioni, si ottiene VAB:
VAB = V2+5V3+V4 10 = 5+5+1+3-10 = 4V

17 - Analisi di circuiti resistivi elementari - I

133

b) Si consideri ii circuito della figura E-2.4(b). Usando la legge di Ohm si ottiene


immediatamente I = 100/10 = 10A. La legge di Kirchhoff delle tensioni permette
poi di scrivere: 100 = 2012 + 40 + 1012, da cui 12 = 60/30 = 2 A. Infine si ha
V, =40+2012=80V.

(c) Si consideri ii circuito della figura E-2.4(c). Dovendo essere VAB = bOy, la
corrente 12 deve valere 12 = (100 - 40)/(20 + 10) = 2 A. La corrente attraverso R deve
valere IR = VAB/R = 100/100 = 10A. La corrente uscente da Vb vale (Vb - VAB)/10
Le di conseguenza deve essere
Vb - VAB
10
cui V&/10 =

IR+'2 = ( 10+ 2), A

22 A e quindi
Vb=22OV

se R viene staccata dal circuito, si ottiene immediatamente:


12

V() - 40
10+20+10

=180/40=4,5A

Esercizio 2.5

Con riferimento al circuito della figura E-2.5, la potenza fornita dal generatore V9 i I e
sale 100W. Quindi I = 1 A. hnoltre la potenza fornita dal generatore deve uguagliare
Ia somma algebrica delle potenze assorbite dagli altri elementi circuitali:
100 = P + 2012 + 601
ta cui P = 100-20-60 = 20W. Infine, essendo I = 1 A e P = 20W, La tensione V
deve valere 20 V.
ercizio 2.6
n riferimento al circuito della figura E-2.6, la potenza fornita dal generatore vale
LI = 1W e quindi V = 10 V. Inoltre la potenza fornita dal generatore deve uguaare la somma algebrica delle potenze assorbite dagli altri elementi circuitali. Detta
la potenza assorbita dall'elemento circuitale incognito, si ha:
1 =P-}-V2/R+0,06V
icui P = 1-0,2 - 0,6 = 0,2W. Infine, essendo V = 10 e P = 0,2W, la corrente I
ve valere 0,02 A. I calcoli possono ora essere ripetuti nel caso che la potenza fornita
ii generatore 191 sia di 3W. Si ottiene: V = 30V e P = 3 - 302/500 - 30 x 0,06 =
- 9/5 - 1,8 = 0,6W. Quindi ii componente circuitale incognito si comporta ora
i generatore, erogando una potenza di 0,6W. Infine VI = 0,6W da cui segue
0,6/30 = 0,02 A.

dpftoo 18
Analisi di circuiti resstv elementari - ii
ercizio 3.1
riferimento al circuito della figura E-3.1 si ottiene:
Req

R
n

endo tutti gli n resistori in parallelo ed avendo indicato con R ii valore comune di
istenza (R = R1 = R2
= R_1 = Rn ).
Con riferimento al circuito della figura E-3.2 si osserva che si hanno connessioni
liste di tipo serie e/o parallelo. In questi casi conviene partire dal resistore piCi lontano
-T- i morsetti d'ingresso e risalire verso l'ingresso sostituendo gruppi di componenti con
ia loro resistenza equivalente. CosI, ad esempio, si riconosce immediatamente che la
iesistenza da 81 e in serie alla resistenza da 16Q ed ii tutto in parallelo alla resistenza
Oa 481Z. La resistenza equivalente di questo gruppo di componenti :
(8 + 16)48
Reqi (8+16)+48 = 1611
questo punto, ii gruppo delle tre resistenze da 811, 1611 e 4811 puO essere sostituito
ll'unica resistenza Reqi.
A sua volta Req i in serie alle due resistenze da 611 e da 1811 e ii tutto in parallelo
a resistenza da 1011. La resistenza equivalente di questo gruppo di componenti :
eqi+18)10
Re - (6+R
= 811
q2 - (6+Reqi+18)+10
Procedendo allo stesso modo, si osserva che Req 2 e in serie alle due resistenze da 32
e da 2811 e II tutto in parallelo alla resistenza da 6811. La resistenza equivalente d
135

136

18 - Analisi di circuiti resistivi elementari - II

si calcola e ora quella dell'intero circuito:


Req - (32 + Req2 + 28)68
= 3411
(32 + Req 2 + 28) + 68
Con riferimento al circuito della figura E-3.3 si osserva che la resistenza equiva]
data dalla serie delle due resistenze da 2011 e 4511 in parallelo alla serie delle
resistenze da 3011 e 511. Si ottiene:
(20 + 45)(30 + 5)
22,7511
Req (20 + 45) + (30+5) =
Se i terminali a e b sono collegati da un corto circuito, le due resistenze da 2011 e
sono ora in parallelo e ii tutto e in, serie al parallelo delle due resistenze da da 4
511. La resistenza equivalente :
Req

20x30 45x5
= 16,511
= 20+30 + 45+5

Esercizio 3.2

Con riferimento al circuito della figura E-3.4, applicando la formula del parti
tensione si ottiene:
R2R3
R2+R3
E=31,5V
-2 fl'3
R1 +
R2+R3

mentre l'applicazione della legge di Ohm alla resistenza equivalente vista dal
E consente di calcolare la corrente I
11=

E
R1+ R2R3
R2+R3

=1,5A

La corrente I si ripartisce tra R2 ed R3 in base alla regola del partitore di


per cui:
R3

12 = R2+R3

= 1,OA; 13 =

R2

R2+R3

I = 0,45A

Esercizio 3.3

Le due resistenze da 2011 sono in parallelo ad un generatore ideale di tensione e qui


non influenzano ii valore di I. Di conseguenza non intervengono nei calcoli e ci si rid
al circuito indicato nella figura 18.1.
Pertanto, utilizzando la formula del partitore di tensione, la tensione e1 del nod

18 - Analisi di circuiti resistivi elementari - II

Figura 18.1

:1

e1

1
= 200_1/60 + 1/40+ 1/40 = 150V
+ 1/60 + 1/40 + 1/40

-ui, usando la legge di Ohm, si ricava:


I==3,75A
40
Eercizio 3.4
:)iicando ii partitore di corrente at circuito delta figura E -3.6 si ottiene la corrente
= :el resistore da 321:
11 =20

60 1040
10+40

::ta corrente P si ripartisce tra le resistenze da 101 e 40, per cui si ha:
40
= 10+40

= 96A

Esercizio 3.5
-i

plicando (due volte) ii partitore di tenSione al circuito delta figura E-3.9 si ottiene:
40
60+40

=20V

do V' la tensione sul resistore di 10M data da:

v1

100(60 -- 40)
1UU-I-(bU+4U)
= 100
=50V
100(60+40)
50+ 100 + (60 + 40)

138

18 - Analisi di circuiti resistivi elementari - II

Esercizio 3.6

Facendo riferimento alla figura E-3.8(a), si ottiene:


v = R3 i + V 8
Per ii circuito della figura E-3.8(b), si ottiene:
v = (i + ip)Rp =Ri+Ri
Per l'equivalenza deve essere:
R8 = R;

V .5

= Ri ovvero i = v8 /R

Esercizio 3.7
Ricavando ii legame tensione-corrente per ii circuito della figura E-3.9 si ottiene:

i = v/Ri + (v - Vb)/Rb = v(1/Ri + 1/Rb) - Vb/Rb


Sostituendo i valori dei componenti si ha:
i=v-2,5 (A, V)
24
La caratteristica del bipolo e mostrata nella figura 18.2. La caratteristica del gener
i. A

"V

Figura 18.2

Caratteristica del bipolo della figura E-3.9

reale di tensione fatto da Req in serie a Veq :


i=(vVeq)/Req = 1
Req Req
Dal confronto fra le due equazioni si ricava:
Req = 24f
=60V

18 - Analisi di circuiti resistivi elementari - II


sservazione
er tracciare la caratteristica i- V Si PUO seguire una via pi rapida. Infatti, trattandosi
dl un circuito resistivo lineare, la caratteristica sicuramente una retta. Per poterla
tracciare sono sufficienti due soli punti, che possono essere scelti a piacere. I pi
comodi sono senza dubbio la tensione a vuoto (vO) e la corrente di corto circuito (i).
La tensione a vuoto (cio con i = 0) puo essere ottenuta usando la formula del partitore
th tensione:
VO
100 = 60V
Vb =
= R R
La corrente di corto circuito (cio con v = 0) si ottiene usando semplicemente la legge
Ohm:
==Vb2,5 A
Infine, per quanto riguarda l'equivalenza richiesta, basta osservare che i due circuiti
rono avere stessa tensione a vuoto e stessa corrente di corto circuito. Per il generatore
le di tensione fatto da R6q in serie a Veq Si ottiene immediatamente che la corrente
corto circuito vale _Veq/Req, mentre la tensione a vuoto vale Veq. Ne seguono
cnediatamente le condizioni trovate in precedenza.
rc,zio 3.8
sto esercizio sara svolto phi avanti con il metodo dei nodi (si veda l'esercizio 4.5).
si vuole usare una via diversa, senza ricorrere al metodo dei nodi. Sfruttando
uivalenza ricavata nell'esercizio 3.6 precedente, si trasformano tutti i generatori di
ione in generatori di corrente di valore v1G1, v2G2,..., v_1G_1, VnGni con in
allelo resistori di conduttanza C1, C2,..., G.1, C. Si ottiene cosl il circuito
ivalente indicato nella figura 18.3. La tensione e1 del nodo 1 rispetto al nodo 0
v1G1 + v2G2 + .. + v,_iG_1 + vG
C1+ C2 + + G_1+ G
:esta formula ,6 nota come teorema di Millman.
viCiJ V2G2 vnG

U1) ( f

(f)

c1

CT,

Figura 18.3
rcizio 3.9
esto esercizio sara svolto pi avanti con il metodo dei nodi (si veda l'esercizio 4.8).
i si vuole usare una via diversa, senza ricorrere al metodo dei nodi. Si faccia
mento alla figura 18.4. Dalla definizione di potenza si ha:

140

18 - Analisi di circuiti resistivi elementari - II

sl

Vi

Figura 184

Pi = v.i1 = 'Vi VI /R1

P2 =

R(gmv)2

ma
vi

+ gm vl ) R2 + vt

di conseguenza:

Pi

D D2 2
.LLc.L19m

R1

V1

v 1 [( +gmvi)R2 +1)1]

- Ri+R2(1+gmRi)

Per quanto riguarda Ri si ha:


Vi

= R1i1 + R2 (ii + gmVi) = Ru1 + R2(ii + gRii1) = [R1 + R2(1 + gm Ri)

da cui
Rz =v2 /i1 =R1 +R2(1+gm Ri )

:ptoo 19
'1etod gener2H di andlls - ccuft esistvi
.serczio 4.1
vuole usare ii metodo dei nodi per analizzare ii circuito della figura E-4.1, problema
risolto sfruttando le formule dei partitori di tensione e/o corrente. Senza trasformare
circuito, sufficiente una KCL al nodo ove sono collegate R1, R2 e R3:
- E)Gi + VG2 + VG3 = 0, da cui V(G1 + C2 + C3) = EC1 e quindi
EG1
- G1+G2+G3
4ituendo i valori numerici si ottiene V = 31,5 V.
lie, usando la KYL e la legge di Ohm si ha:
= E V = 60-31,5 = 28,5V, Ii = V1 /R1 = 1,5A, 12 = V/R2 = 105A.
= V/R3 0,45 A.
razio 4.2
iiole usare ii metodo dei nodi per analizzare ii circuito della figura E-4.2, problema
risolto sfruttando le formule dei partitori di tensione e/o corrente.
servi che le due resistenze da 40P e quella da 60n sono connesse tra gli stessi nodi.
suma come nodo di riferimento quello cui sono connesse le suddette tre resistenze
generatore da 200 V, si indichi con A l'altro nodo cui sono connesse le tre resistenze
Ml eA la sua tensione rispetto al nodo di riferimento. Senza trasformare ii circuito,
ifficiente scrivere una KCL al nodo A per ottenere:
1
1
1
(eA -200) + eA( + +
=0
60 40 40
5
eA=

200/5
=150V
1/5+1/60+1/40+1/40

la legge di Ohm si ha la soluzione cercata: I = 150/40 = 3,75 A.


141

142

19

Metodi gerierali di analisi circuiti resistivi

Esercizio 4.3

Si vuole usare ii metodo dei nodi per aiializzare ii circuito della figura E-4.3, proble

gia risolto sfruttando le formule dei partitori di tensione e/o corrente.

Si numerino i nodi come indicato nella figura 19.1. Trattandosi di un circuito di so


1
32

1O2~

Figura 19.1

bipoli si PU scrivere a vista ii sistema di equazioni necessarie per l'analisi nodale:

32+

i +TO TOT2 T2

eu
IC2 j

[20]

Ricorrendo al metodo di Kramer si pu calcolare la sola soluzione che ci serve, cio


1

e2

20

1
-

I
Usando la legge di

Ohm

0,625

0,00651042

96V

1!

si ha la soluzione cercata: 11 = e 2 /10 = 9,6 A.

Esercizio 4.4

Nella figura 19.2 sono indicati i nodi cui scrivere le KCL. Ii nodo 0 e ii nodo d
riferimento.
Dette e1 e e2 le tensioni dei nodi 1 e 2 rispetto al nodo di riferimento, si ottengono
seguenti equazioni:
f (e1 100)/50 + (el e2)/60 = 0
(e
ei)/60 + e2/40
=0
-

19 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi


i
IOW 2

boy

2
V.

40Q

Fgura 19.2

equazioni precedenti Si ScrivOflo nella forma seguente:


1

1
60

1
1
1
60+40

e-,]

[2]
0

e2

Risolvendo Si ottiene:

V(

C2 =

1
1
12
50 + 100 + 60
1
- 2 x 0,01667 - 20V
60
1
1
1
1
0,001667
50+100+60
60
1
1
1
60+40
60

Esercizio 4.5

Q- esto problema e gi stato risolto per altra via (si veda ii Capitolo 3, esercizio 3.8).
tr" lo si vuole risolvere ricorrendo al metodo dei nodi. Nella figura 19.3 e indicato ii
:o 1 cui scrivere l'equilibrio delle correnti. Ii nodo 0 e ii nodo di riferimento.
1

Figura 19.3

= =etodo dei nodi si hasa sui due seguenti passi:


= Si scrive la KCL al nodo 1:
ii+i2+...+in=0

144

19 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

ove i versi positivi sono quelli uscenti.


2) Si esprimono le correnti in funzione della tensione del nodo 1 rispetto al nodo di
riferimento:
(e1 - vi)Gi + (el -v2)G2 + - + (e1 - Vn)Gn = 0
L'equazione precedente permette ii calcolo di e1. Risolvendo si ottiene:
ei(Gj + G2 + + G) = v1G1 + v2G2 + + vG

(19.

Ii risultato finale, noto come teorema di Millman, :


el

= v1G1 + v2G2 + + vC
G1+G2+...+cn

(19.

ovvero, in termini di resistenza:


V1 V2

Cl =

Vn
n
1
Rn

++...+-R1 R2
R
1
1
R1 R2

Per quanto riguarda l'utilit di questo teorema, si puo osservare che esso permeue
di scrivere immediatamente le equazioni finali che forniscono V ed CA rispettivamenie
negli esercizi 4.1 e 4.2.
Esercizio

4.6

La figura 19.4 mostra ii circuito della figura E-4.6, trasformato sostituendo i generat
reali di tensione con generatori reali di corrente equivalenti. Effettuata la trasformazione si hanno ancora due resistenze da 201 in parailelo che nella figura 19.4 sono
state sostituite dalla loro resistenza equivalente (10). Facendo riferimento alla numerazione dei nodi indicata nella figura si possono scrivere direttamente le equazioni che
permettono ii calcolo delle tensioni dei singoli nodi:
ri

1
T
10++
10
i
1
T

i
1

[: i=ri

J [ej

Ii determinante della matrice dei coefficienti vale A = 0,024. Le tensioni dei nodi
valgono: e1 = 12,08V, e2 = 4,58V, e3 = 1,67V. Note le tensioni C1, e2 ed e3 , le
correnti Si POSSOflO calcolare agevolmente, usando la legge di Ohm. I loro valori, iL
ampere, sono riportati nella figura 19.5
Esercizio 4.7
La figura 19.6 mostra ii circuito della figura E-4.7, trasformato sostituendo il

19 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

14.3

5Q

0
Figura 19.4

tore reale di tensione con ii generatore reale di corrente equivalente. Nella stessa
ura indicata la numerazione dci nodi. Le equazioni nodali possono essere scritte
rettamente:
C2

G2+C4+C5
C2
C4

C4
C3
C3 + C 4 + C6

0
e2 = V8 /Ri
e3

Esprimendo le resistenze in k, si ottiene:

20V

20Q

0,521
At

t792 O7SO

ioci

0,458
1OQ

0,333
<5Q

0
Figura 19.5

Figura 19.6

146

19 -

Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

1
2.5

1+25+65

e1
0
e2 = 26
0
e3

1
1
-+i+
2
2
0,oF
1
1
1
1
22, 5+0, 25
2

1
1
2,5

Risolvendo ii sistema si ottiene:


ej'=6,5V, e3='1,5V
Sfruttando la legge di Ohm si puO calcolare I:
1=

6,5 - 1,5
=2mA
2,5

Esercizio 4.8
Questo problema gi stato risolto per altra via (si veda ii Capitolo 3, esercizio
Qui lo si vuole risolvere usando ii metodo dei nodi. La figura 19.7 mostra ii cii
della figura E-4.8, con indicato l'unico nodo a cui occorre scrivere l'equilibrio
correnti. II nodo di riferimento e ii nodo 0. Ii metodo dei nodi permette di cal(
agevolmente la tensione el del nodo 1 rispetto al nodo di riferimento. Si puO scr
ejG2+(e1 v)G1 gmvi =0, con v1 =nj e1
da cui si ottiene:
ii

R
V i,

Figura 19.7

G i+C2+gm
A questo punto

Si POSSOflO

Pi = V u1 = V iV I G1

v, da cui v1

vi - -

C2

V.

Gi+G2+gm

ricavare le potenze p, p2 e ii loro rapporto:

12
G1 +G2+gm

P2 Rc(gmvi )2 Rg

(C1+G2+

19

P2

Si

iVietodi generali di analisi

- circuiti resistivi

2,-i
1nfl22
-k.cJg
-- R
CG1(Gi+G2+gm) - Ri+R2(1+gmRi)

PUO calcolare Rj:


R =

= (v/v1)R1 = R1 Gi+G2+gm =R +R2(1+g mRi)


G2

izio 4.9
) La figura 19.8 mostra ii circuito della figura E-4.9(a), con indicato ii nodo k.
nico nodo a cui occorre scrivere l'equilibrio delle correnti. Ii nodo di riferimento e il
go 0. Si pub scrivere:
ek/R1: +

ek - / AVgk

R2 + R

O COfl V9k = V8 - ek

isolvendo rispetto a ek Si ottiene:

Figura 19.8

ek =

liRk

corrente che circola in Rk (e quindi anche in R)vale ek/Rk e quindi v"


pub cosl ottenere ii risultato cercato;

- j -R.

pR
- R+R+(1+/i)Rk

VU -

) Nella figura E-4.9(b) compaiono i parametri hi, e h1, usati comunemente in


ttronica. II pararnetro hi, rappresenta una resistenza e si misura quindi in Z. II
rametro hfe adimensionato e rappresenta un'amplificazione di corrente. Per : circuito ii metodo dei nodi porterebbe a scrivere semplicemente l'equazione di
rtitore di tensione. Di conseguenza, senza scrivere KCL ai nodi, si ottiene immediaLnente ib = vs/(hje + R8 ). Passando a considerare la maglia di destra si ha II risulraio

148

19 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

cercato:
vu = R'ahf e b = VhfRu/(R8 + hie), e quindi v/v3

hie Ru/(Rs + hie

(c) La figura 19.9 mostra ii circuito della figura E-4.9(c), con indicato ii nodo 1, un
nodo a cui occorre scrivere l'equilibrio delle correnti. Ii nodo di riferimento ii nodc
a cui e collegato ii morsetto - del generatore di tensione. La KCL al nodo 1 porta
1

Figura 19.9

scrivere:

___
e1 - v

R8 + h-

= 0,

hf e ib +

COfl Zb =

el - v
______
R + hje '

e1

Risolvendo rispetto a e1 e osservando che vu = e1 Si ottiene:


R(1+hie)
vs.
Rs + hie +Ru (1+hf e )
da cui

vu
Vs

Ru (1+hfe)
+
hie
Rs
+R(1+hie)

La corrente che circola in Ru vale (1 + hf 6 )ib e quindi la tensione ai morsetti d'


V = h je j, + Vu = hib + R(1 + h1 6)ib. Si puO cosI ricavare la resistenza d'ir
Ri =

hi,(-,,

R L (i

hf ( .)

Esercizio 4.10

Questo problema e una variante dell'esercizio 4.8. La figura 19.10 mostra ii circu
analizzare. A causa della presenza di RB ora ii numero di nodi da considerare
due. Se si e interessati alla tensione ai capi di RL, la Si PU avere direttamente
uscita del sistema di equazioni nodali aggiungendo il nodo 3, come indicato nella
19.10. Ii nodo di riferimento e ii nodo 0 a cui collegato ii morsetto - del gene:
di tensione. Si possono scrivere le equazioni seguenti:

19 - i'vletodi generali di analisi - circuiti resistivi

14

VS

Fgura 19.10

( (e1 - v)/R8 + el/RB + (e1 - e2)/hie= 0


= 0
) (e2 - ei)/h1 + e2/RE - hi e'tb
=0
C3/RL
+
hf
ib
1 COfl ib = (el - e2)/hie
tre equazioni precedenti, tenendo conto dell'espressione di ib in funzione delle tensiodei nodi (ib = (Ci - e2)/hie) si scrivono nella forma seguente, pronta per la soluzione
a ii metodo di Kramer:

1 o

R8 RB hie
hie
1 he
__L
Li_L
hie hie RE hie
hie
hie

e3

hie RL-

noti che, se si fosse trasformato ii generatore reale di tensione in


uivalente, si sarebbe ottenuto ii medesimo sistema di equazioni.
Eserdzio

UflO

di corrente

4.11

Todapprima ii metodo del nodi per aali


L1a figura 19.11.

Figura 19.11

o crcuito,
i
facendo riferimento

150

19 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

Scrivendo una KCL al nodo 1 si ha:


vG7 + (v - 5v)C6 = 0
da cui
VU

R7
G6+G7 L5VRR

Usando la formula del partitore di tensione si ricava inoltre:


V=

R3
Vs1
R2+R3+R4

Sostituendo nell'equazione precedente si ha il risultato cercato:


V?2

p5

R3
R7
V
R2 + R3 + R4 R6 + R7

Non volendo usare il metodo dei nodi, basta osservare che si in presenza di
maglie e in ciascuna di esse si possono calcolare le variabili richieste dal prob
usando le formule del partitore di tensione. Con un partitore si puO ottenere la van
v che controlla il generatore dipendente (si veda l'equazione precedente). Con un
partitore si ottiene v, ottenendo cosI la stessa equazione scritta in precedenza us
il metodo dei nodi.
Esercizio

4.12

Facendo riferimento alla numerazione dei nodi nella figura 19.12 e osservando che
V6 e V7 = pv6, si ottiene
C

Figura 19.12

J (e1 - v8i)G2 + (el - v6)G3 + (ei - v6)G4

(v6ej)G3+v6G5

= 0

=0

Le equazioni precedenti possono essere riscritte nella forma seguente,

19 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

ione con ii metodo di Kramer:


G 2 + C;3 + C 4 C3 - jiG4 [el] - [G2Vsl]
V6
C3
G3 +G5
0
vendo per v6 si ottiene:
V7 = jiV6 =

pG2G3v8 i
G2G3 + C3G4 + G2C5 + G3G5 + G4G5 - jiG3G4

Esercizio 4.13
Si faccia riferimento alla numerazione del nodi nella figura 19.13. Anche in questo caso
I simboli hie , hre, hI e e h,e sono mutuati dall'elettronica: hie e 1/h0 sono valOri di reenze, misurati in ; hre e hf e sono parametri adimensionati e rappresentano, rispet:Vamente, un'amplificazione di tensione e un'amplificazione di corrente. Osservando
R1

+
3:3

V9

Figura 19.13

Hie e2

= V2,

Si ottiene

I(eivg)Ci+(eihrev2)j--+(eiv2)G1 = 0
=0
I (v2el)Cf+hf eib+v2(ho +C2)
t.

= ( - hrev2)/hie

equazioni precedenti possono essere riscritte nella forma seguente, pronta per La
izione con ii metodo di Kramer:
hre/hie - Cf
h h
C1 + hf e /hie Cf - fere JmQ( + C2

C1 + 1/hie + Cf

[e1_ C7 1g

Lvi - o

&tuendo i valori numerici e esprimendo le resistenze in Msi ottiene:

1 1,125 0,025251 lei] - F0,lVg


012875

j Li - [ o

152

19 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

Infine, risolvendo per v2:


1,125 O,lVg
49,975
0 - 1
- 3,15vg
V2 1,125 -0,02525
49,975 0,2875
Esercizio 4.14
Si faccia riferimento alla numerazione dei nodi nella figura E-4.14. Ii nodo di rifermento e quello cui connesso ii terminale - di v3. Secondo le regole enunciate n.
sotto-paragrafo 4.2.4, non si scrivono le KCL ai nodi 1 e 3, ma soltanto ai nodi 2 e -L
Le incognite sono le tensioni e2 ed e4 dei nodi 2 e 4: infatti si ha e1 = v e, per quam
riguarda e3, si puO scrivere:
e3 = TmZl = Tm

e2e3
Ri

da cui Si ricava e3 in funzione di e2:


R1e3 rm(e2 - e3); (R1 + rm )e3 = rme2; e3 =

rm
R1 + r 7

Infine si osservi che la tensione cercata VA coincide con e3.


Si possono scrivere le seguenti equazioni:
(e2 - v8)G8 + (e2 - e3)G1 + (e2 - e4)G3 = 0
(e4 - e3)G2 + (64 - e2)G3
= 0
Tm
e3
= R1 +rme2

Le equazioni precedenti possono essere riscritte nella forma seguente, pronta per
soluzione con ii metodo di Kramer:
Gir
m + G3
Ri+Tm
,Tm

_G3_2R+

-C3
c2+c3

i,i
[G3V,1
[ej = i s

Esercizio 4.15
Si faccia riferimento alla figura E-4.15 e si assuma come riferimento ii nodo a cui 41
connesso ii morsetto - del generatore v3. In accordo alle regole enunciate nel paragrafm
4.2.5, non si scrive la KCL al terminale d'uscita dell'ampliflcatore operazionale e newpure al terminale del generatore ideaje di tensione non connesso al nodo di riferimentQ.
Rimane ii nodo - (morsetto invertente). Inoltre, dette v e v_ le tensioni del node
+ e - rispetto al riferimento, l'amplificatore operazionale impone ii vincolo v =
e quindi, poich ii nodo + coincide con ii nodo di riferimento, si ha v = v = 0. La

19 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi


al nodo - (morsetto invertente) si scrive:
(v_ - v)/RI

+ (

v_ - v)/R2 = 0, ovvero v8/R1


vu

= -11,1

= -

v/R2

vs

ricordando che la corrente i_ entrante nel morsetto - zero, si ha


R=R1
rcizio 4.16

faccia riferimento alla figura E-4.16 e si assuma come riferimento il nodo a ciii
imesso ii morsetto - del generatore v. In accordo alle regole enunciate nel paragrafo
2.5, non si scrive la KCL al terminale d'uscita dell'amplificatore operazionale e new
ire al terminale del generatore ideale di tensione non connesso al nodo di riferimento.
imane il nodo - (morsetto invertente). Inoltre, dette v e v_ le tensioni del nodo
e - rispetto al riferimento, l'amplificatore operazionale impone il vincolo v = v_
quindi, poich in R8 non scorre corrente (i+ = 0), si ha v = v_ = v. La KCL a!
10 - (morsetto invertente) si scrive:
v3/Ri + (v3 - v)/R2 = 0, ovvero v8(1/Ri + 1/R2) =
cui

We, poich la corrente i entrante nel morsetto + zero, ne segue che la resistenza
dingresso Ri e infinita.
Esercizio 4.17

Si faccia riferimento alla figura E-4.17 e si assuma come riferimento il nodo a ciii
v.
e connesso il morsetto - dci generatori (non indicati nella figura) V61, Vs2,
Seguendo le stesse regole usate nei due esercizi precedenti, sufficiente scrivere una
KCL al nodo - (morsetto invertente) dell'amplificatore. Inoltre, dette v e v_ le
iensioni del nodo + e - rispetto al riferimento, l'amplificatore operazionale impone ill
vincolo v
v e quindi, poich il nodo + coincide con il nodo di riferimento, si ha
= v_ = 0. La KCL a! nodo - (morsetto invertente) si scrive:
v1/R1+v2/R2+ . +Vfl/Rfl+v'LL /RF

cui

vi
---+ V2
vu= -Rp(Ri
---++
R2

Vn

Esercizio 4.18

Si faccia riferimento alla figura E-4.18 e si assuma come riferimento il nodo a ciii e

19 - Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

154

connesso ii morsetto - dei due generatori v9 . e Vs2. Seguendo le stesse regole usate Iii
esercizi precedenti, e sufficiente scrivere due KCL: una al nodo - (morsetto inverter
e una a! nodo + (morsetto non invertente) dell'amplificatore. Tuttavia, l'equazi
al nodo + e equivalente a quella di un partitore di tensione che permette di rica\
immediatamente la tensione del nodo +:
R4
= R3 + R4v32

Di conseguenza possibile scrivere una sola KCL al nodo - (morsetto invertente):


(v_ - v31)/R1 + (v_ - v)/R2 = 0
Inoltre l'amplificatore operazionale impone ii vincolo v_ = v e quindi v_ = v'
Sostituendo l'espressione di v_ nell'equazione precedente e risolv
R3+ R4 V82.
rispetto a vu Si ottiene:
VU

R4
R2
H9'\ R /
R2'\
1+)v_--v8i = 1+-) R:+R4VS2Rl1
RI

Esercizio 4.19

Si faccia riferimento alla figura 19.14 e si assuma come riferimento il nodo 0 a cui
connesso ii morsetto - del generatore v8. Seguendo le stesse regole per la scelta d

+
Vs

Figura 19.14

nodi usate negli esercizi precedenti, e sufficiente scrivere una KCL al nodo + (
non invertente), indicato con 1 nella figura. La KCL al nodo 1 si scrive:
v+Gi+(v+v)G2=0
Inoltre l'amplificatore operazionale impone ii vincolo v = v_ e quindi v =
v8G1 + (v8 - v)G2 = 0

19-Metodi generali di analisi - circuiti resistivi

:a cui
vs

R1

Per ii calcolo della iesistenza d'ingresso Ri, la corrente i indicata nella figura vale:
Vs - Vu

Rf =

1 - 1 - R2/R1

Rj

R2
R 1 Rf

Enteressante osservare che, nei limiti di validit del modello usato per l'amplificatore
eale, ii circuito proposto equivalente ad un resistore con resistenza negativa.

serdzio 4.20

faccia riferimento alla numerazione dei nodi nella figura E-4.20. Le KCL vanno
critte al soli nodi 1, 3, 5. Ii nodo di riferimento , come al solito, indicato con 0. La
enza cercata e R = ei/i8i e quindi baster calcolare la tensione e1 del nodo 1 in
one del generatore is, per risolvere ii problema assegnato. Le equazioni nodali Si
0110:
( (e - e2)G5
= isi
(e3 - e)G6 + (e - e)G.' = 0
e5G9 + (e - e4)G8
= 0

I.

r effetto dei vincoli imposti dagli amplificatori operazionali si ha:


e1 = e3 = 5
ituendo e1 a 3 ed e5 nelle equazioni precedenti, esse possono essere riscritte nella
a seguente, pronta per la soluzione con ii metodo di Kramer:

G5 05 0 i
is,
G6+G7 G6 G7 e2 = 0
0
G8+G9 0
G8 Ie4
e1:
is! G5 0
o C6 C7
o
0 C8
G6G8
e1 =
C5
G5 0 = G 5G7 G9 is1
G6 + G7 C6 C7
G8+C9 0 C8
si ha:

R- - C6G8 - R5 R7 R9
SS1 -G5G7C9 - R6R8

CpitoIo 20

Uso dei teoremi di Millman, sovapposizione,


Thvenin/ Norton

W-*

5.1
mendo ii nodo B
1
1---z~
ente di scrivere

in basso come nodo di riferimento, la formula di Millman (5.1)

i6

E1G1 E2G2 + E4G4


G1+G2+G3+G4
-

VAB

25

2,35

10,636V

si ottengono le correnti richieste:


=

E1
R

_VAB

2,72A; 12 =

VAB +E2

R2

0,732 A; 13

VAB

R3

1,064A

E.sercizio 5.2

aendo V82 = 0 e successivamente v i


I--rcizi 4.15 e 4.16 si ha

0, utilizzando i risultati ottenuti negli

R2
R1

vt1Iv82=o

--vs1

Vu21v810

R4
V32
R3+R4
\

R)

cui si ricava, usando ii teorema di sovrapposizione


Vu

= Vul

+ Vu2

Vs l

--

R1

157

R4
Vs2
(1+
R1)
R3+R4

- 20 -Uso dei teoremi

158

di

Millman, sovrapposizione, Thvenin/Norton

Esercizio 5.3

Usando ii teorema di sovrapposizione Si calcola 14 = I + I' dove:


F>

I e la corrente dovuta a I, quando 12 = 0


/
14

COfl
F>

R3
R1
= R3+R4R1+R"

= R2 + R3R4
R3+ R4

I' e la corrente dovuta a 12, con 11 = 0

14

R
R$ + R4 12

con R - (R1 + R2)R3

- R1 + R2+ R3

Dovendo essere 14 = Il + '2 , dalle equazioni (20.2) e (20.1) si ottengono le


256 16
condizioni:
1
Rp+R4 - 16
1
R3
R1
R3+R4R1+R0, - 256

Dividendo la (20.4) per la (20.3) e sostituendo le espressioni di R e Rfl si ha


R1 _1
R, +R2
16

R1=

R2

15

Si ponga ora R2 = R4 = R. La condizione (20.3) si scrive:


R4 R4
=16
1++
R3 R1+R2

Sostituendo (20.6) in (20.7) e utilizzando R2 =R4= R si ricava R = 14,0625


cui:
R2 = R4 = 14,0625 k; R1 = 937,5 Q

20 - Uso dei teoremi di Millznan,sovrapposizione, Thvenin/Norton


Esercizio 5.4

Calcolare ii circuito equivalente di Thvenin al terminali del resistore R2 (si veda la


figura 20.1) percorso dalla corrente I, implica calcolare la resistenza equivalence di
Thvenin Req e la tensione a circuito aperto (ovvero la tensione a vuoto) v(t) del
bipolo risultante dopo aver staccato R2 dal circuito.

Per Req si ha:


RR1
=3,264
Re = R+R1
dove R R3 +

+ R6 = 9,4 ft La tensione a circuito aperto veq (t)


R4+R5
sando la formula del partitore di tensione

(20.8)
Si

calcola

veq(t) = R + R E = 6,528V

(209)

utilizzando le equazioni (20.8) e (20.9), la corrente I risulta essere:


1=

veq(t)
=1,24A
Req +R2

problema proposto puO essere anche risolto ricorrendo al teorema di Norton. La


aduttanza Ggq non e altro che ii reciproco di Req e quindi I calcoli da effettuare sono
stessi indicati in precedenza. Resta da calcolare la corrente di corto circuito i
tal fine, con riferimento alla figura 20.1, occorre sostituire la resistenza R2 = Al
i cui capi si vuole calcolare ii circuito equivalente di Norton) con un corto circuito
o1are la corrente che lo percorre. Si ha semplicemente
10
2eq = E = - --

2A

osservi che risulta, come previsto dalla teoria, i,q = veq/Req. La corrente I ri
1 problema si ottiene ora con un partitore di corrente:
Re

3,264 =
-- 2_
1,24 A
3,264+2

160

20

[iso dei teoremi di Millman, sovrapposizione, Thvenin/Norton

Eserdzio 5.5

Per i vari sotto-circuiti niportati nella figura 20.2 si ottengono I circuiti equivalent--'
Thvenin con i seguenti valori:
d
(1)
Veq

__________
R3
(1) - R3(R1+R2)
=90,9Q
= R3 + R2 + R1 E 90,9 V Req - R3+ R2+ R1

(2)
R5
Veq - R
+
R4
+ R1
5
eq
(3)
Veq

(1)
Veq

___________
eq) + R4)
-4,52 V Rq
2 = R, (R('
R5+R4+Rq

R7
(2)
R2 Veq 2,16
, V
R7 + R6 + eq

= ______
R7(4) + R6)_
= 52,3
R7+ R6+ Req

R2
R3
(1) +
Veq -

r'I'\
- -

nV
(3)
veq

Veq
(2)

Figura 20.2

Infine,
= R(3)eq
eq +R8+R

= 2,03 mA

20 - Uso dei teoremi di Millman, sovrapposizione, Thvenin/Norton

161

rcizio 5.6
mdo il tasto ancora aperto il circuito equivalente di Thvenin del bipolo a sinistra
tasto ha una tensione a vuoto V e una resistenza Req uguali a

R
V = R+RV0

V0

R2 _R
, Req = R+R

Alla chiusura del tasto il bipolo resistivo di resistenza R Si collega al circuito equivalente di Thvenin, come indicato nella figura 20.3. La tensione su R deve essere 80%
della tensione the si aveva a vuoto. Pertanto

-Rx Y

R
R+--2

cui

Si

ottiene:

Rx =0,8R+0,4R
R 2
R
R
9

+
C),8

Figura 20.3

izo 5.7
cando ii teorema di sovrapposizione al puO scrivere:
VA =V2"+ VAT + VA" +VA'
V1111 = VAIV3OV2OViOO , VX'

VAV40V20VIOO, V

= VAIV40VSOV1OO,

and

= VAIV40V30V200.

iamo con il calcolo di Vi', ovvero della tensione VA quando agisce unicamente
e gli altri tre generatori sono posti a zero, come indicato nella figura 20.4. Come
mo passo si puo determinare il circuito equivalente di Thvenin del semplice bipolo
sinistra della linea tratteggiata. A vista si ottiene Veq = V40/2 e Req = 2R

162

20 - Uso dei teoremi di Millman, sovrapposizione, Thevenin/Norton

2R

21

V'

VIO

Figura 20.4

TI//I

Figura 20.5

Ii circuito da analizzare diventa ora quello indicato nella figura 20.5. Calcolando ii
circuito equivalente di Thevenin del bipolo alla sinistra della linea tratteggiata nella
figura 20.5, si ottiene immediatamente Veq = V40/4, mentre ancora si ha Req = 2R. II
nuovo circuito da analizzare si riduce a quello della figura 20.6.
:

't
A

}il

TI/f ,

1 10
8

ri/f,'

/1

Figura 20.6

- 110
- 16

Figura 20.7

Applicando nuovamente ii teorema di Thvenin al circuito della figura 20.6 si ottiene


infine ii circuito della figura 20.7, che permette di cai.colare
- T7
VA

16 16

Ripetendo ii procedimento negh altri tre casi, si ottiene

1/F

VA

V0
= --- ,

,,

VA

V0

20 - Use del teoremi di Millman, sovrapposizione, Thvenin/Norton


= Vo

163

In definitiva, VA risulta essere uguale a

Esercizo 5.8

_1vendo la KCL al nodo (con ii vincolo i = 0) si ha

G, (v2 - ye) + G2v2 + 9mV2 = 0


da cul si deterrnina la tensione a circuito aperto v

= v2

0- 41

Veq =

C1 +G+g

Per ii calcolo della resistenza equivalente di Thvenin si considera ii circuito della


.ra 20.8, ove e stato messo a zero ii generatore di tensione e si e alimentato ii circuito
un generatore di tensione v.
I

R1

Figura 20.8

icando nuovamente la KCL al nodo si ha (V2'= v)


(C1 +G2)v+gmv

=i

cui si determina Req


Req

V
=

c1 + C 2 + g,

EL3ercizio 5.9

nettendo ai terminali di uscita un corto circuito si ottiene ii circuito della figura

9. Essendo v1 = v, la corrente di corto circuito ice vale

164

20 - Uso dei teoremi di Millman, sovrapposizione, Thvenin/Norton


+v1-

VI

+
Fgura 20.10

Figura 20.9

Per ii calcolo della resistenza equivalente Req di Thvenin, si pone v = 0 e si applica


un generatore di tensione v. Si ottiene quindi ii circuito della figura 20.10 dove v1 e la corrente entrante nel bipolo vale i Cv + Gd(V - jvi ). Pertanto si ha
1
- G+(1+JL)Gd

R
Esercizio 5.10

Scrivendo la KCL al nodo (con ii vincolo i = 0) si ha


C2v+/3i 5 =0
Essendo i = G, (E - av ) si ottiene
Veq Vu = 5V

Per ii calcolo della resistenza equivalente di Thvenin si considera ii circuito della


20.11, ottenuto dal circuito assegnato ponendo E = 0 e alimentando ii bipolo
generatore di tensione v.
R1

r'V\Ar
v/k

pis

Fgura 20.11

Scrivendo nuovamente la KCL al nodo e detta iu la corrente entrante, si ha


G2v+ Pis =i,
dove i,, = Giav.

20 - Uso dei teoremi di Millman, sovrapposizione, Thevenin/Norton

165

Req Vale
Req

=vu=
G2 a,6G, = 100Q

cizio 5.11
endo la KVL alla maglia di uscita si ha v
AVd in quanto il vincolo che il bipolo
vuoto e la topologia del circuito implicano che la corrente in R sia nulla (si veda
nella figura 20.12). Essendo inoltre vd = E - V, si ricava che:
Veq = Vu =

1+A E

1 calcolo della resistenza equivalente di Thvenin si considera il circuito della figura


con E = 0 e un generatore di tensione v che alimenta il bipolo. Scrivendo la KCL
)do si ha i = G(v - Avd) con vd = v. Quindi si ricava che
V

Req= i+A
nfine per il calcolo della corrente di corto circuito i,, si considera il circuito della
a 20.14. Immediatamente si ha i,q = GAVd con vd = E. Pertanto, i,q = GAE
R. In alternativa si potrebbe ottenere i,q usando la relazione i,q =veq /Req.

Figura 20.12

Figura 20.13

ieq

Av 1

itolo 21
oppi bipoli resistivi
rcizio 6.1

consideri ii circuito con la porta 2 a vuoto e la porta 1 chiusa su un generatore


ale di corrente (figura 21.1). Calcolando la resistenza equivalente ed usando la legge
4Q

1c2

ii
Figura 21.1

Ohm si determina la tensione v1 in funzione della corrente i1 del generatore


v12=0

= 1+

6(4+2)

tensione v2 puO essere determinata applicando la formula del partitore di corrente


n do la legge di Ohm
6
v2 1i0 =z1 642 x2
V1

r11 =

=4 -

V2
=----

1 i20

=
i2=O

167

12
= ic
6+4+2

21 - Doppi bipoli resistivi

168

Si consideri ora la porta 1 a vuoto e la porta 2 chiusa su un generatore ideale di


(figura 21.2). Procedendo analogamente a quanto fatto sopra si trova
4

IQ

Figura 21.2

2(6+4)

v2i1=0 = 2+6+412
vif1=0=i262 x6

Da cui
5

V2
r22=----

=-2

r12=

i1=0

2x6
6+4+2

La matrice delle resistenze a vuoto risulta pertanto essere:


[R]=

rl1
5/3

Osservazioni
I parametri r11 e r22 potevano essere calcolati ricordando ii loro significato fisi
Infatti essi rappresentano, rispettivamente, la resistenza alla porta 1, quando
porta 2 a vuoto e la resistenza alla porta 2 quando la porta 1 a vuoto. Data
semplicitaA del circuito queste resistenze si possono calcolare a vista.
Si noti the r12 = r21. Infatti ii doppio bipolo e formato soltanto da bipoli (non so
presenti generatori dipendenti e/o amplificatori operazionali) e quindi, come dei
a pagina 49, esso reciproco. Di conseguenza r12 e r21 sono uguali, come verifici
risolvendo l'esercizio proposto.
.4

Esercizio 6.2
I due doppi bipoli sono equivalenti se sono descritti dallo stesso gruppo di param
in particolare se hanno, ad esempio, la stessa matrice delle resistenze a vuoto. mol
poich entrambe le reti sono simmetriche (per cui r12 = r21 e r11 = r22) bastano

21 - Doppi bipoli resistivi

169

I parametri per rappresentare ciascuna rete.


consideri la rete a T con la porta 2 a vuoto e la porta 1 chiusa su un generatore di
Tente. Si ha
vi

0 = 2RT il

V2 .o = RT i1

I CUi
V1
ril = -

= 2RT

T21 = -

i2=O

RT
i2=0

uttando la simmetria della rete Si ottiene la matrice delle resistenze a vuoto


2RTRT
[R] =
RT 2RT

consideri ora la rete a ir , con la porta 2 a vuoto e la porta 1 chiusa su un generatore


corrente. Otteniamo
2
1 1i2=O

Rir.

R- i1

2 i2=O

prima, sfruttando la simmetria della rete si ottiene la matrice delle resistenze a


[R]=
RIr

doppi bipoli sono equivalenti se RT = ercizio 6.3


consideri ii circuito con la porta 1 chiusa su un generatore di tensione e la porta 2
corto-circuito (figura 21.3). Si usi ii metodo dci nodi per analizzare ii circuito. Si
1ga ii nodo 0 (che coincide con ii nodo 2) come riferimento e si indichi con e1 la
isione del nodo 1 rispetto al riferimento. Si scriva la KCL al nodo 1:
(e1 - vi ) + e1

+ 2i 1

=0

1
ii = (1)1 ivendo, si ottiene e1 in funzione di Vi:
1

e1 = v1

(21.1)

1 3
ii = (v1 - e1) = Vi
8 20

(21.2)

170

21 - Doppi bipoli resistivi

2i1

V1

Figura 21.3

Facendo riferimento ancora alla stessa figura risulta


1. 1
- 2z1 = v1

(2

Sfruttando le equazioni 21.2 e 21.3 si ottengono i primi due parametri cercati:


il

911-- IV2O

S,

921 =V1 V2=0 =

4S

Si consideri ora ii circuito con la porta 2 chiusa su un generatore di tensione e la poiia


1 in corto-circuito (figura 21.4). Si usi ancora ii metodo dei nodi per analizzare I
2i1

V2

il

0
Figura 21.4

circuito. Come prima si scelga ii nodo 0 come riferimento e si indichi con e1 la

21 - Doppi bipoli resistivi

.T1

1 rispetto al riferimento. Si scriva la KCL al nodo 1:


(elv2)+ei(+)+2i1 =0

= e1

ivendo, Si ottiene e1 in funzione di v2:


el = 4
10

(21.4i

v2e1

= ______ - . =

(21.oj

riferimento ancora alla stessa figura risulta


8

1
20

(21.6,

le equazioni 21.5 e 21.6 Si ottengono gli altri due parametri cercati:


922 =

1
= 4 S,

912 = Iv1=O =

la matrice delle conduttanze di corto circuito :

[C]=[20

20

]s

come, in questo caso, la presenza di un generatore dipendente renda ii doppio


non reciproco (912 921).
zio 6.4
sideri ii circuito con la porta 1 alimentata da un generatore ideale di tensione e
ta 2 in corto-circuito (figura 21.5). In tale configurazione si devono calcolare i1
funzione di v1.
solito si ricorre al metodo dei nodi, assumendo come riferimento ii nodo 0, cm
gato ii morsetto - del generatore di tensione. L'unico nodo di occorre scrivere
ibrio delle correnti e ii nodo 2, in quanto ii nodo 1 e connesso ad un generatore
di tensione con l'altro terminale connesso al nodo di riferimento. Applicando la

172

21 - Doppi bipoli resistivi

V1

0
Figura 21.5

KUL a! nodo 2 si ottiene


(e2

1
1
vl) +e2 +2io =0

con z0 = V1
Risolvendo, si ottiene 62 in funzione di v1:
3

e2
C

VI

quindi
ii = io + (vi - e2)

1=5

VI

Riferendoci ancora alla stessa figura risulta


13

= e2 = V1

Sfruttando le equazioni 21.8 e 21.9 Si ottengono i primi due parametri cercati:


ii
5
gii =_0 =--S,
V1 J2
8

i2
g21=-_0
V1V2_

3
=-S
8

Si consideri ora la porta 2 alimentata da un generatore di tensione ideale V2 e la


1 in corto-circuito. Ii resistore da 31 risulta in parallelo con ii corto circuito, pen
io = 0 e quindi
12 =

V2

V2
=

il =

i2 =

V2

7
-

Dalle equazioni 21.10 Si ottengono quindi le altre due conduttanze di corto-circui


922

11
=-S
= -- S
912 = 8
8
V2 v1=O
V2 vi=O

= -

21

Doppi bipoli resistivi

matrice delle conduttanze di corto circuito risulta essere


[C]

=[
Osservazione

Si noti come, anche in questo caso, la presenza di un generatore dipendente renda il


doppio bipolo non reciproco (912 0 921).
Esercizio 6.5

Si consideri ii circuito con la porta 1 alimentata da un generatore ideale di tensione e


l porta 2 aperta, come nella figura 21.6. La corrente i1 risulta essere

+
V2

V1

Rgura 21.6

'

- 10+20 - 30

ikpplicando la KVL alla maglia di destra si ricava


v20 = 20i1 - 3i1 = 17i1 = 17 vj
30
Da cui
t11A=
V2 j20

30
17

consideri ora la porta 2 in corto-circuito. La corrente i2 ora la corrente di cortocuito (con verso positivo entrante). Applicando la KVL alla maglia esterna si ricava
1 1v2=O

v1 -3i1
10

dacui

V1
i V2O

= 13

174

21 - Doppi bipoli resistivi

La corrente i2 puO essere determinata scrivendo una KCL all'unico nodo presente:
3i1
i2lv_.O =
Da cui

.
17.
17
-i1 - x
- i = 20
20 13

V1
t12 = B=

i2

=
V20

20x13
17

Per ii calcolo di t21 M C, si consideri ii circuito con la porta 1 alimentata da


generatore ideale di corrente i1 e la porta 2 a vuoto (figura 21.7). La tensione i
1O2

3i1

::
V9

Figura 21.7

trova applicando la KVL alla parte destra del circuito

v20 = 20i - 3i1 = 17i1


Da cui
t21EEC-1

V2

2O

=-S
17

Infine, si consideri la porta 2 chiusa in corto-circuito. La corrente i2 puO essere


scrivendo la KCL all'unico nodo presente

3i1
17.
i2 1112=0 = - i + 20 = -z1
20
Da cui
t 22

i1

D=---

2 I V2=0

20
17

La matrice di trasmissione del doppio bipolo risulta pertanto essere


30 260
17 17
[T]=
20
17
17

21 - Doppi bipoli resistivi

15

rdzio 6.6
resistenza ai morsetti primari del trasformatore ideale vale R = (ni /n2)2 R3
0. Di conseguenza Re data da R1 in serie al parallelo di R2 e R:
ReR1+

R2R'3
600 x 200
=25O
=100+
R2+ R13
600+200

la seconda parte del problema si pU fare riferimento alla figura 21.8. La corrente
'flr

Figura 21.8

R2 /
R2+R3
endo conto delle equazioni del trasformatore ideale, si puO quindi calcolare v, in
-,.one di ye:
R2 v
ni. = R3
-nTh21 R2
/+ R3 Vu = R3 Re

I mie i = V s /Re e quindi, con un partitore di corrente si ottiene

:tuendo i valori numerici si ottiene ii rapporto richiesto:

vs

= 0,3

Thpftoo 22
eti RC e RL di ode uno
Eercizio 7.1
lo di v,, (t) richiede ii calcolo della condizione iniziale v. (0+), del valore finale
e della costante di tempo r:
Vu

(t) = [vu (0+) - v(oo)] e_t/T +v(oo)

(22.1)

- ndo riferimento al circuito della figura E-7.1, la resistenza equivalente vista dalittore una volta messo a zero ii generatore di corrente indipendente :
R (R+R)R2
eq
- R+R+R si ricava la costante di tempo del circuito 'i- = L Geq = 3/2s.
lo di v(0) si basa sul circuito della figura 22.1 ottenuto sostituendo l'induttore
generatore di corrente di valore uguale a iL(0) = 2 A.

1A

v(0)

Figura 22.1

la sovrapposizione degli effetti si ottiene:


R

Ig ) R +
Vu (0) = (
R+2R
177

R
iL(0) )R=lv
R+2R

178

22 - Reti RC e RL di ordine urio

Infine, ii valore finale v(oo) si ottiene considerando l'induttore un corto ci


regime. Pertanto si ha:
R2
1
v(oo)
=
= R +R 19
Sostituendo i valori ottenuti in (22.1) si ottiene la seguente l'espressione di v(t):
vu (t) = (e_(2/3)t+1)

Un metodo equivalente per calcolare vu (t) consiste nel calcolo preliminare della van
di stato iL(t). La condizione iniziale e data e quindi non occorre calcolarla. La cosi
di tempo la stessa calcolata in precedenza. La corrente a regime iL(OO) Si ca
considerando l'induttore come un corto circuito. Pertanto si ha:
ZL(OO)

Quindi si ottiene la corrente iL(t)


L(t) = [i L (0)

R
R+R =

per /; > 0:

- i j (oc)J e_t/T +ZL(OO) = (3 e 213 +i) A

Sostituendo l'induttore con un generatore di corrente indipendente di valore


iL(t), si calcola v(t) per t > 0 mediante la sovrapposizione degli effetti:
vu

= (R+2R 1,) R+ ( R R2R i L (t)) R= (e(2/3) t +1) v

L'andamento di v(t) riportato nella figura 22.2.

I i

Figura 22.2
Esercizio 7.2
Sebbene ii circuito contenga due elementi reattivi e possa apparire di ordine superi
a uno, in realt, all'apertura del tasto T, esso si riduce a due circuiti separati, entrai
del primo ordine. I transitori in questi due circuiti possono quindi essere calcolati
le regole apprese.
I

22 - Reti RC e RL di online, uno

me prima cosa occorre calcolare le condizioni iniziali sul condensatore e su11e. A11'instante t = 0 l'interruttore chiuso e l'induttore in condizione di regime
porta come un corto circuito, mentre ii condensatore come un circuito aperto.
to si ha:
= 2V

v(0) = v(0)

iL(0)=iL(0) =

)ertura dell'interruttore si hanno due circuiti del primo ordine separati, riportati
figura 22.3.

H1
C

H11
Figura 22.3

ito con ii condensatore C si ha:

vC(oo) = (R1R2) E

1 = lv

rc=ReqC= RiR2CO5 lis


(t) = [v(0) - vc(oo)] e_tI7-0 +vC(oo) = e2t +1, V, us per t > 0.
to con l'induttore L si ha:

ZL(OO)

TL

= E2
- = 1 mA

= Geq L = L = 2

180

22 - Red RC e RL di ordine uno

da cui ZL(t) = [iL(0) _iL(oo)Je_tITL +ZL(oO) = e,5t+ , mA,is pert > 0.


Gli andamenti temporali di v(t) e iL(t) sono riportati nella figura 22.4
iL,mA
4/3

2.0

Fgura 22.4

Eserdz,o 7.3

Per ii circuito indicato nella figura E-7.3 si ha v(t) = v(t) in quanto per un
plificatore operazionale ideale v = v_. Inoltre v(0) = 0, in quanto, a regime a
aperto, in R non scorre corrente. Di conseguenza v(0+) = v(0) = 0, mentre
Vu (.Do) =

E = 40mV

Ii calcolo della costante di tempo richiede di calcolare la resistenza equivalE


vista dal condensatore C, ossia la resistenza del circuito riportato nella figura
-4-

Figura 22.5

Si osservi che i1 = i9 + i_. Ma le correnti i9 e i_ sono entrambe nulle, per

1 v

22 - Reti RC e RL di ordine uno


i dall'amplificatore operazionale. Quindi
nte che:

i1 (t)

11

= 0. Di conseguenza si rica'va

W) = ZR(t) = VW
Req = v/i = R e quindi r = Req C = 0,1 s. Infine si ricava che per t > 0
v(t) = [v(0) - v(oo)J e-t/7 +v(oo) = 40 (elot 1) , mV,s
nel tempo riportato nella seguente figura 22.6
v,mV
0,1

0,2

0,3 t,s

-40
Figura 22.6

do 'T.4
mento di Ve(t) riportato nella figura 22.7. Si tratta di un andamento costante
i e ogni intervallo in cui V e costante ha la durata di 15 p.s.
v, v,V
(r= 3s)

3()

15

45

t, us

Figura 22.7

costante di tempo r del circuito vale:


'7-

R2

= 3 us

r << 15 p.s, ii condensatore C ha tempo di raggiungere (a tutti gli effetti pratici)


izione di regime in ogni intervallo in cui Ve si mantiene costante.
ervallo 0 < t < 15 p.s in cui v,(t) ha ii valore costante V = 2 V, quando t -+ 15 p.s
one vc a capi del condensatore ha ormai praticainente raggiunto ii valore finale.
o considerando ii condensatore un circuito aperto:

182

22 - Reti RC e RL di ordine uno

vC(oo)= R

'

R+R

Si osservi che la tensione v(t) coincide con La tensione v(t) ai capi del conde:
e quindi v(oo) = vc(oo) = 1V.
All'istante iniziale t = 0 ii circuito si trova in condizioni di regime con v6 = 0 e
v(0) = 0. Ne segue che anche ii valore iniziale v(0) zero.
Pertanto per 0 <t < 15 j1s si ha:
v(t) = _e_t'3 +1, V,ps
All'istante t = 15 lis ii generatore va a zero e inizia un nuovo transitorio,
con costante di tempo T. Questa volta 11 nuovo valore iniziale coincide con ii
finale del transitorio precedente (IV), mentre ii nuovo valore finale zero.
NelPintervallo 15 us < t < 30 ]1s si ha:
v(t) = e- (t-15)/3, V, IS
essendo v(15) = 1V ed v.,(oo) = 0.
Ii processo si ripete in modo analogo negli istanti successivi. La forma d'onda
siva di v(t) disegnata nella figura 22.7.
Eserdzio

7.5

Si determinano preliminarmente i circuiti equivalenti di Thvenin ai terminali del


formato della serie del condensatore C e del resistore R, nei due casi di interrut
aperto e chiuso:
l'interruttore T aperto (si veda la figura 22.8)
a
Vcq

R2
R+R26V
R1R2

eq

- R1 +R2 +R3

= 24 kg

PU.

eq

EVV\Iveq
a L
Fgura 22.8

22

Figura 22.9

> l'interruttore T e chiuso (si veda la figura 22.9)


.a resistenza equivalente R q calcolata ponendo a zero ii generatore Ve e vale:
eq =
R5

R5R4

e la resistenza equivalente di R3 in serie al parallelo di R1 e


R5

+ R3

2,4 kg

ii calcolo della tensione a vuoto eq conviene ridisegnare ii circuito come indicato


. figura 22.10 e usare la sovrapposizione degli effetti. Si ottiene:

(____ R1R2 + R3(R1 + R2)

irg-

R2R4
e = 1OV
R1R2 + (R3 + R4)(R1 + R2) + R1R2 + (R3 + R4)(R1 + R2)) V

circuito equivalente e indicato nella figura 22.11.

Figura 22.10

Figura 22.11

I circuiti equivalenti trovati, connessi alla serie condensatore C e resistore R, pertono di calcolare le forme d'onda richieste, nei differenti intervalli di tempo in cm T
erto o chiuso. Cos!, ii circuito di Thvenin riportato nella figura 22.8 connesso aBa
ie condensatore C e resistore R porta al circuito della figura 22.12 che consente di

184

22 - Reti RC e RL di ordine uno

determinare la tensione v(t) negli intervalli di tempo in cui T aperto, mentre ii circuito della figura 22.11 porta al circuito della figura 22.13 che consente di determinare
la tensione v(t) negli intervalli di tempo in cui T chiuso.
4
R

vq

eq

Figura 22.12 Circuito per ii cIcoIo di v


caso di T aperto

(t) nel

Figura 22.13 Circuito per ii calcolo di vc(t) rid


caso di T chiuso

e aperto da lungo tempo e quindi

Per 0 < t < 1 l'interruttore T

v(1) = v(1) = V

6V

All'istante t = I s l'interruttore si chiude. Ii valore di v(1) = v(1) = 6V e


valore iniziale del nuovo transitorio, mentre a regime la tensione sul condensatore e Ia
costante di tempo sono (usando ii circuito della figura 22.13):
VC(C)O) = V q
T0

= 1OV

=(R q +R)C0,9S

Pertanto per 1 s < t < 2s (T chiuso) si ha:


VC

(t) = 10 4e_(t_1)/09, V,s

da cui di determina la seguente condizione iniziale per ii transitorio successivo t >


(interruttore aperto):
49
v(2) = v(2) = v(2) = 10 - 4e

2_1)'0,9

= 8,68 V

L'analisi per t > 2 (T aperto) Si basa sul circuito della figura 22.12. Da questa fig=
si ricava che:
vC(oo) = = 6V
'Ta

(R q +R)C = is

Quindi per t > 2 si ha:


VC

(t) = 6 + 2,68e_(t_2), V,s

La forma d'onda di v(t) e riportata nella figura 22.14. Si osservi che v(t)
funzione continua del tempo.

22 - Heti RC e RL di ordine uno

151

Figura 22.14

er ii calcolo di VR(t) si procede in modo analogo. Si riportano per brevit solo i calcoli
ssenziali:
t>

0 < t < 1 (interruttore aperto)

ircuito si trova in condizioni di regime, quindi C un circuito aperto e in R non


kcorre
corrente. Pertanto yR = 0 in tutto l'intervallo, fino all'istante t = 1.
t' 1 <t < 2 (interruttore chiuso)
Alla chiusura di T devo calcolare VR(1+) sostituendo ii condensatore con un generatore
di tensione di valore uguale a VC(1+) = vc(l) = 6V come indicato nella figura 22.15.
v(1) =6V

Vq

= 10\1"T
Figura 22.15

ottiene
VR(1)

RR
eq [v

q v(1)} 1,78V

osservi che VR(1 ) VR(1 ).


r t - cc si ha inoltre vR(oo) = 0 e la costante di tempo vale sempre r = 0,9 s. In
nitiva per 1 < t < 2 si ha:
VR(t) = 1,78 e-('-')/0,9, V,s

(22.2

;i che ii valore VR(OO) = 0 non viene raggiunto perch l'interruttore T commuta


appena un secondo, a fronte di una costante di tempo r = 0,9 s.

186

22 - Red RC e RL di ordine uno

t> 2 (interruttore aperto)


In condizioni di regime si ha vR(oo) = 0, mentre VR(2+) si ottiene sostituendo I
condensatore con un generatore di tensione di valore pari a V(2+) = vc(2j = 8,68 V..
vc(2)=88V

R = 1, 6kQ

v 1 =6V --

VR(2)

Figura 22.16

Con riferimento al circuito della figura 22.16 si ottiene:


vR(2 F )=

R
R+

[v q

vc(2)] =-1,07V

eq

Si osservi che ii valore di vR(2 ) e ricavato dall'equazione (22.2) ponendo t = 2, os


vR(21 = 0,59 VR(2).
In definitiva per t> 2 si ha:
VR(t) =_ 1,07e_(t_2)

(223

La forma d'onda di VR(t) riportata nella figura 22.17. Si osservi che v j (t) discontinua negli istanti in cui l'interruttore commuta.
VR,V

1,781
H
0,59 0
1
1,07
Figura

N
22.17

Esercizio 7.6

Al1'istante t = 0 ii circuito e in condizioni di regime in quanto per ipotesi si ri


estinto ogni transitorio. Pertanto, l'induttore si comporta come un corto circuito (
VL(0) = 0) e la corrente in esso e

22 - Red RC e RL di ordine uno

18

VE =1.2A
R1+R3
CiO consente di determinare la condizione iniziale i(0) = 40) = 1,2 A e ii valore
della tensione v(0)
v(0) = R3i(0) = 12V
mentre le condizioni iniziali v(O+) e vL(O+2, calcolate sostituendo l'induttore L con un
generatore di corrente di valore pan a i(O ) = 1,2 A, sono
v(0) = Ri(0) = 6V
VL(0 ) = VE - Rii(0) - Ri(0) = 6V
R2R3
= 5 ft
R2+ -t3
hiuso l'interruttore ed estinto ii transitorio, le grandezze richieste a regime (per cui
induttore un corto circuito) sono:
P1.
vendomdicato con R

VL(OO)

=0

v(oo) R+R1VE =8V


VE
R+R1 =1,6A
la costante di tempo del circuito :
L
L
=3,3ms
Req R+R1
d'onda corrispondenti sono riportate nella figura 22.18.
ii transitorio l'interruttore si riapre ad un generico istante indicato con to.
lisi precedente si ricava:
i(t)

- i()=1,6A

v(t)

= 8V

v(t)
VL(t0)
VL(t)

R3i(t)=16V

=
=

0
VERli(t)R3i(t)=-8V

188

22 - Red RC e RL di ordine uno

VE -

z(oo) R1+R3

1,2A

R3

v(oo) =
vL(oo) = 0

L
L
==
R
+
R3
= 2,5ms.
Req
Le forme d'onda corrispondenti sono riportate nella figura 22.18.

v
1-6
12
Tj

6
4

iEiiiiiiiii

i=3,3ms
2=2,5ms

.
lt

i,A

VLV

Figura 22.18

22 - Reti RC e RL di ordine uno

7S

rcizio 7.7
inzionamento del circuito e regolato dalla seguente equazione differenziale, ottenuta
'equazione (7.2) ponendo G q L = T e ieq (t) = Geq veq (t).
diL(t) iL(t) + veq(t)
dt T
L

(22.4)

al circuito della figura E-7.7 risulta:


=

R2

veq(t) R1 +R2
Req =

Geq

Ve (t)

R3 + R1R2 = 1 k1

R1+R2

r = L/Req = 1 iis

Nell'intervallo 0 < t <t1 , ii generatore fornisce una tensione che cresce linearmente nel
tempo:
- H2 E
R2
vcq(t) R1 + R2

ve (t)

t = ht = 106 t,(V,$)

R1 + R2 t1

endo nota la condizione iniziale iL(0), la soluzione dell'equazione (22.4) per 0 < t < ti
essere scritta nella seguente forma
t
ZL(t) = iL(0) e_ttr

+f

e_(t_t')/T veq(t') dt' = iL(0) e_tIT


L

e ricordando che f

e dx = eax

L(t) = (i +

+f

e_(t_t')/T

Tdt

- 1/a2 ), si ottiene:

e 1 +t ---r
R (J

(22.5)

eq

t > ti la tensione del generatore e costante e uguale a zero. Si puo usare la


ica utilizzata per i circuiti di ordine uno con generatori costanti. La corrente
iverso l'induttore tende a zero per t + co e ii valore iniziale si calcola valutando
iazione (22.5) all'istante t1. L'espressione della corrente iL(t) risulta essere
ZL(t) = {iL(tfl - iL(OO)] e_(t_t1)IT +L(OO) = iL(t) e_(t_t1)/T
h

Ido iL(oO) = 0 e iL(tt) = iL(tfl = (i + _ T) e_tl/T +! 1 - -T.


Req
Req
eq
ituendo i valori numerici si ha:

o < t < 2ps:


t > 21is:

ZL(t) = 2 e _t +t 1, mA,ps
ZL(t) = 1,27e- (t-2) , mA,jis

190

22 - Reti RC e RL di ordine uno


1.5
iL(t),mA

"0

t,j.ts

Figura 22.19
L'andamento di Wt) riportato nella figura 22.19.
Esercizio 7.8
Facendo riferimento all'equazione (7.2), ii funzionamento del circuito e regolato d
seguente equazione differenziale:

diL(t)
ZL(t) + v3(t)
dt - LG L
dove si e posto iL(t) = i(t), T = L = 4 m e v. (t) = 150sen(500t)V,s. La soluzione
di questa equazione differenziale per t > 0 risulta essere:
ZL(t)

= Ke_tiT +

e_(t_t')/T v3(t') dt'

Risolvendo l'integrale e ricordando che f e" sen x dx


a+ (a sen x - cos x),
ottiene
ZL(t) = 1,2 e_250t+1,34 sen (500t_ 1)11) A
dove la costante K e stata determinata imponendo che iL(0+) = iL(0) = 0 in quantc
l'interruttore e aperto all'istante t = 0 e la differenza a sen xcos x e stata trasformata
in un'unica funzione sinusoidale con fase non nulla.
La risposta in transitorio e rappresentata dal termine
1,2 e_250t, A, s
mentre la risposta forzata
1,34 sen (500t - 1,11), A,s

Capitolo 23
ntroduzione dII'uso della trasformata di
Laplace
Eiercizio 8.1
do riferimento alle funzioni diagrammate nella figura E-8.1 e tenendo conto del
- erimento, Si ottiene:
ura E-8.1a: la funzione f(t) puO essere pensata come somma di una rampa unitaria
- - e di una rarnpa unitaria negativa, traslata in 1: r(t - 1), cui si sottrae un gradino
- io traslato in 1: 'u(t - 1), come indicato nella figura 23.1. Usando le trasformate
entari riportate nella tabella 8.1 si ottiene:
1 e-s e-s
F(s)=--------S
.9

.9

f(t)

_________

L
Figura 23.1
191

:.i.

192

23 - Introduzi one all'uso della trasformata di Laplace

figura E-8.1b: la funzione f(t) PUO essere pensata come differenza tra un gradino
tario u(t) e un gradino unitario traslato in T: u(t - T), come indicato nella figura
Usando le trasformate elementari riportate nella tabella 8.1 si ottiene:
Id
eTs

1
F(s)=--

f(t)
U(t)
u(t

T)

Figura 23.2

figura E-8.1c: la funzione f(t) pub essere pensata come differenza tra un gradi
ampiezza 2: 2u(t) e una rampa di pendenza 2: 2r(t), cui viene sommata una rai
di pendenza 2, traslata in 1: 2r(t - 1), come indicato nella figura 23.3. Usan&
trasformate elementari riportate nella tabella 8.1 si ottiene:
2 2 es
F(s)=---H-2--82
figura E-8.1d: la funzione f(t) e una rampa con pendenza 2. Usando le
elementari riportate nella tabella 8.1 si ottiene:

figura E-8.le: la funzione 1(t) pub essere ottenuta come nel caso della figura
8.1a, traslando ii gradino unitario in 4, anzich in 1. Usando le trasformate e1eme
riportate nella tabella 8.1 si ottiene:
es e-4s
1
F(s)=------8

Introduziorie all'uso della trasformata di Laplace

23

2u(t)
2r(t)
2r(t - 1)

Figura 23.3

rcizio 8.2
Seguendo ii suggerimento, si spezzi la funzione data in fratti semplici:
F(s)

6(s+2)
(s + 1)(s + 3)(s + 4) - s+1 s+3 s+4

calcolino le costanti A1, A2, A3:


_
A1 - F(s)(s+1)I
A2 =

F(s)(s + 3)1=_

s(s+2)
=1
(s+3)(s+4)I_
s(s+2) I
=3
= (s + 1)(s +T) s=-3

s(s+2)
= F(s)(s + 4)I_4 =
(s + 1)(s + 3)
da cui:

3
F(s) = 1 +
- 4
s+1 s+3 s+4

Ricorrendo alla tabella 8.1 si ottiene l'antitrasformata cercata:


f(t) =.C'[F(s)] = e_t+3e _3t_4e _4t, t>O
2) Operando come nell'esercizio precedente, si spezzi la funzione assegnata i
semplici:
82+12
A0 A A2
F(s)=
=+---+--8+2
s(s+2)(s+3) s
s+3

194

23 - Introduzione all'uso della trasforinata di Laplace

Si calcolino le costanti A0, A1, A2:


A0 = F(s)s18_0 =

52 +12

(s + 2)(s +3)

A1 = F(s)(s + 2)I$=_2 =

=2

82+12
=-8
s(s + 3) s=-2

A2 = F(s)(s + 3)I=_3 =

+12
=7
2
s(s
+ 2) Is=_3

da cui:
F(s) = 2 - -8+ 7
s s+2 s+3
Ricorrendo alla tabella 8.1 si ottiene l'antitrasformata cercata:
f(t) = [F(s)] = 2u(t) - 8 e_2 t +7e 31 , t > 0
3) Si scomponga la funzione assegnata in fratti semplici. t presente una coppia ik
poli immaginari coniugati: se non si vuole passare nel campo complesso necessaiio
introdurre un fratto di ordine 2:
A1 B1s+B0
F(s) = 2 +9s2 -2s+12=A0
-$ + s+1 +
s(s +1)(s2 +4)

(23.1)

s2 +4

Si calcolino le costauti A0, A1, B1 e B0 :


A0 = F(s)s18_0 =
A1 = F(s)(s + 1)I=_

2s+9s2-2s+i2 =3
(s + 1)( s2 +4)
8=0
2s3+9s2-2s+121
(2
+4)

Per calcolare B1 e B0 si potrebbe ricorrere al principio di identit del polinomi, sriluppando arnbo i membri dell'uguaglianza 23.1 precedente e uguagliando i coefficienti
delle potenze di uguale grado. Si preferisce seguire un'altra via che, pur non essende
sempre usabile, ha ii pregio della semplicit. Si consideri la funzione sF(s) e si faccia
ii limite per 5 - 00:
( As B1s2 +Bos'\
urn sF(s) = urn A0 + -+
s.-+oo
6--+00
S +1
s2 +
)
Valutando i limiti si ottiene:
2=A0+A1+B1, dacui: ]31 =-2A0 A1 =0

23 - Introduzione all'uso della trasformata di Laplace

19

Per calcolare B0 , Si pUO calcolare ambo i membri dell'equazione 23.1 per uno stesso
a1ore di s, che non sia un polo di F(s). Si scelga un valore "comodo": s = 1.
F(s)I_1 =

s+1

1 s + Bo l
+B
s2 +4 ]

.dacui:

17

A1 B1 + B0
=A0++

S:stituendo i valori di A0, A1 e B0 gi calcolati, si ottiene B1 = 6. Riassumendo, la


:.imposizione effettuata la seguente:
F(s)= -

2s3 +9s2 _2s +12 3


5
3x2
1
___
+
2 + 22
8 8+
8(
+4)

alla tabella 8.1 si ottiene l'antitrasformata cercata:


f(t) = L'[F(s)] = 3n(t) - 5 e_t+3 sen 2t, t >0
Si scomponga la funzione assegnata in fratti semplici. E presente una coppia di
i complessi coniugati: se non si vuole passare nel campo complesso necessario
odurre un fratto di ordine 2:
10
A1
F(s) = ______
(8+1)(s2+4s+13) =

B1s+B0
_______
s+4s+i3
'

(23.2)

calcolino le costanti A1, B1 e B0:


A1 = F(s)(s + 1)__ =2

10
13__ = 1

consideri la funzione sF(s) e ne calcoli ii limite per s - Do:


Ais + B1s2 + B0s \
lim sF(s) = urn(
2 +4s+13)
s-+oo
s*oo S + 1
utando ii lirnite di ciascun membro dell'uguaglianza precedente si ottiene:
0=A1+B1, dacui: B1 = A1 =-1
calcolare B0, si possono calcolare ambo i membri dell'equazione 23.2 per uno stesso
re di s, che non sia un polo di F(s). E conveniente scegliere un valore "comod&':
0.
A1
B1s-j-Bo 1
10
B0
F(s)3_0=
+32+48+13]S=O ,dacui:

Is

ituendo ii valore di A1 gi calcolato, si ottiene B0 = 3. Riassumendo, la

196

23 - Introduzione all'uso della trasformata di Laplace

scomposizione effettuata la seguente:


10
1
s+3
(8+1)(8 2 +4s+13) = +l - 82 +45+13
Per antitrasformare ii secondo fratto sfruttando la tabella 8.1 opportuno scrivere
fratto nel modo indicato nel seguito, in modo da far comparire fratti identificabili a
le coppie di trasformate indicate nelle ultime due righe della tabella 8.1.
F(s) =
1
s+1

1
s+3
3+1 - 2 +4,s+13 =

1
s+2
(s+2)2+32+(s+2)2+32

s+3
- (s+ 2)2 +3 2 =

1
s+2
1
3
s+1(s+2)2+323(s+2)

Ora tutti i fratti sono agevolmente riconoscibili in quelli indicati nella tabella 8.1 puO ottenere l'antitrasformata cercata:
f(t) = F--'[F(s)] = e_t - e_2t cos 3t +

sen3t] , t> o

La soluzione puo avere una forma alternativa ponendo cos 3t+ sen 3t = A(cos 3t Poich A(cos 3t + 4)) = A cos 3t cos 4) - A sen 3t sen. 4), deve essere
fAcoscb = 1
A sen 4) = 1/3
da cui: A -\/-I 1/9 /1i/3, 4) = arctan(-1/3) = 180 ,43 = 180 ,43rad.
ISO
La soluzione puO quindi essere messa nella forma:
f(t) = '[F(s)] = e_t -

,302t cos 3t -

i8.43) , t > o

5) Questo esercizio del tutto simile al precedente. Si riportano solo i pas


fondamentali e ii risultato. Si scomponga la funzione assegnata in fratti semplici:
F(s)

20
- A1
Bis+Bo - 2
2s+10 - (s+3)(s2+8s+25) - +3 + S2 +8s+25 s+3 - +8s+25 2 2s+10 2 [ s+4
1
+
2
=
s+3
2
_+32
L(s
+4)2
s+3 - (s+4)2 +3
(s+4)2 + 3 2

23 - Introduzione all'uso della trasformata di Laplace

trasformando:

At) = L[F(s)] = 2 e _St - e_4t [2cos3t+ sen3t]


2 e _ 3t /i e_4t cos (3t j180,43) , t> o
10

Si scomponga la funzione assegnata in fratti semplici. E presente un polo reai


pio e quindi necessario introdurre un fratto di ordine 2:
F(s)=

A1 e

B1 Si

1082 +4
A0 A 1 B() B1
= ----------+
+
+
s
s+i s+2 ( 9 +2)2
s(s+l)(s+2)2

possono calcolare immediatamente:


1052+4

=
A0 = F(s)s13_0 = ______________
(s + 1)(s + 2)2 Is=0

A1 = F(s)(s + 1)1

1082 +4
s(s + 2)2 L_1 14

B1 = F(s) (s + 2)21s2 = 1082+4


s(s + 1) s=-2

= 22

calcolare B0 si PUO ancora considerare la funzione sF(s) e fare ii limite per s c:


8-400

A j s B0s B1s

++
urn(A0 + s+1 8+2 (s+2)2 )

.5-+00

utando 1 limiti si ottiene:


0=A0 +A1+B0, dacui: Bi=A0Ai=13
la sconiposizione effettuata e la seguente:
F(s)=

1082 +4

14
13
1
=-----+---+

22

s(s+1)(s+2) s s+1 s+2 (s+2)

orrendo alla tabella 8.1 si ottiene l'antitrasforrnata cercata:


f(t) = L 1 [F(s)] = u(t) 14 e_t +13 e_21 + 22t e_2t, t > 0

Thpftollo 24
'.ietodi genera d

- drcuiti dinrnd

rcizio 9.1
:orda che l'impedenza del bipolo puo essere calcolata usando le stesse regole enune nel caso di circuiti resistivi, sostituendo le resistenze dei resistori con le impedenze
- bipoli che costituiscono ii circuito in esame.
Facendo riferimento al bipolo della figura E-9.1 risulta che L3 e R4 sono in serie e
collegati in parallelo a C2, ii tutto in serie a L,. Di conseguenza:
Z(s) = sL1 +

1
1
S 2+L+p

= sL, +

2 sL3+R4
s C2L3 + sC2R4 + 1

Thnsiderando ii bipolo della figura E-9.2, ii trasformatore ideale presenta al suo


sso una resistenza Re = (mj/n2)2R. Questa resistenza Re 6 in parallelo a L' ed
wto e in serie a Lvi. Di conseguenza:

0.1

Z(s) = sLcl

+ sL'(ni/n2)2R
sL'(n1/n2)2 + R

el caso del bipolo della flgura E-9.3, opportuno richiamare le equazioni di


Honamento del trasformatore puramente induttivo:
V1 = sL1I1+sMI2
V2 = sMI1 + sL2I2
edenza Z impone un vincolo tra V2 e 12: V2 = Z,,I2 e quindi, dalla seconda
recedenti equazioni si ottiene:
- sL2I2 = sMI,,da Cu' 12
199

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

200

Sostituendo nella prima equazione:


s2M2I1
Vi = .sL11 -.______
Z, + sL
L'impedenza cercata

22

Z(s)=

=sL1 -

11

Z+sL2

Nel caso del bipolo della figura E-9.4, e opportuno sostituire ii trasformatore
mente induttivo con ii suo circuito equivalente a T (per dettagli si veda ii capitolo
doppi bipoli dinamici e l'esercizio 14.5 a pagina 110). Il bipolo diventa quello rip
nella figura 24.1. In questo caso ancora possibile calcolare l'impedenza comp]
111

0,6 H

-0,24 H
02 4 H

z
Figura 24.1

01

16Q

2Za

BpoIo con ii trasformatore sostituito dal suo equivaiente a T

mediante serie e/o paralleli di impedenze elementari. L'induttore da 0,24H


serie la resistenza da 0,1611 fornisce un'impedenza Z1 (s) = 0,16 - 0,24s. A sua
Z1 in parallelo al bipolo formato dalla serie dell'induttore da 0,4 H e ii conden
da 0,625F. Complessivamente si ottiene l'impedenza
(0,16 - 0,24s)(0,4s +
7_ (Q

) - (016 - 0,24s) + (0,4s

1
0,625)

-O,6$ + 0,482 - 2.4s+ 1,6


2 + s + 10

+ 0,625) -

L'impedenza finale si ottiene aggiungendo in serie a Z,, ii bipolo formato dalla


delle resistenza da 111 e dell'induttore da 0,611:
Z(s) = 1 + 0,6s + Z,,() = 1 + 0,6s +

- 0,6s + 0,482- 2,4s +1,6


=
s2 +s+10

282

+4.6,9

Esercizio 9.2

Quando, come in queSto caso, non possibile ricondurre ii calcolo dell'imi


bipolo a una successione di connessioni serie/parallelo, occorre rifarsi alla d
impedenza (si veda la figura 9.1 a pagina'64): si alimenta ii circuito con un
(di tensione o di corrente) e poi si valuta ii rapporto tra la trasformata delle

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

201

setti e la trasformata della corrente entrante, ottenendo cosi Z(s) = V(s)/I(s). In


to problema, volendo usare ii metodo dei nodi, e conveniente alimentare ii circuito
un generatore ideale di tensione Ve, riducendo cosi ii numero di equazioni necessarie
analizzare ii circuito (figura 24.2). Poich la corrente entrante nei morsetti + dei
amplificatori operazionali nulla, la corrente I sara:
I-

R
E quindi necessario calcolare la sola tensione Vu. Usando la regola riportata a pagina 33

V11

Figura 24.2

corre scrivere le KCL ai soli nodi 1 e 2 indicati nella figura 24.2. Inoltre si osservi
e, per i vincoli imposti dagli amplificatori operazionali, le tensioni dei nodi 1 e 2
ispetto al nodo di riferimento 0) sono entrambe uguali a V6. Indicando con V' la
!nsione al nodo terminale d'uscita del primo amplificatore operazionale, si ottengono
seguenti due equazioni ai nodi prescelti:
V6G1+ (Ve V')G1 = 0
e
V')G2
(V
+ (l7 - V)sC = 0
vendo si ha

Vu - sCG2
sG V

e quindi:
V6 =
R
ve VeVu
I

Ve
V6

c-c2 V6
sC

R
1SCG2 =sCRR2
sc

L bipolo quindi equivalente ad un'induttanza di valore:


Leq = CRR2

202

24

Metodi generali di analisi circ:uiti dinamici

Esercizio 9.3

II circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza e rappresentato nella figura 24.3, ove compare ii generatore Vco/s per tener conto della tensione iniziale sul
condensatore. Usando la legge di Ohm si ottiene:
1
1
VCO/S Vo
con w0
sL + 1/sC
L s2 + w'
VLC
V(,-

VCO S

=V

sC

____

2
s+w

Inoltre e VL(S) =

VC

7p~

rH(k
Figura 24.3 Circuito trasformato per 'analisi del risonatore serie ideale

La risposta nel dominio del tempo si ottiene calcolando le antitrasformate delle


funzioni trovate in precedenza, usando la tabella 9.3:

VC (t)

z(t)

V0
senw0t
woL

VL(t)

V0 cosw0t

L'energia E0 immagazzinata nel circuito prima della chiusura del tasto S coincide
con quella immagazzinata nel condensatore (la corrente i(t) e nulla e quindi nulla
l'energia immagazzinata nell'induttore) :
E0

CV C20

= -

Alla chiusura di S le espressioni delle energie istantanee immagazzinate nel condensatore e nell'induttore sono:
E(t)

EL(t)

Cvc(t)2

Li(t) 2

'CIV2 cos2 w0t

1 Vc0

sen2wot

E0

2
(1

(1 + cos2wot)

cos 2w0t)

L'energia totale : E(t) = E(t) + EL(t) = E0. Essa risulta costante ed uguale all'energia iniziale, com'era da aspettarsi, essendo 11 circuito privo di elementi dissipativi.

24 - ivletodi generali di analisi - circuiti dinamici

203

L.arcizio 9.4
- uito usato per 1'analisi nel dominio della frequenza rappresentato nella figu.4, ove compare ii generatore V0/s per tener conto della tensione iniziale sul
-i - nsatore. Tisando la legge di Ohm si ottiene:
S

V 0/s

Vo

sL + R8 + 1/sC = L

1
=

+w

V0--I Vo
s sC

VC(8)

w0 L
e Q = -h---

2 C7()
2
S +5+()

- :sposta nel dominio del tempo si ottiene calcolando le antitrasformate delle funzioni
+ VC

Figura 24.4

Co

Circuito trasformato per I'analisi del risoiiatore serie reale

e in precedenza, usando la tabella 9.3 e tenendo conto che, nell'ipotesi fatta di

0L > 1/2, ipoll. di I(s) e


= -a-Vs(s) sono complessi coniugati e valgono:
w0 ./4Q2 -1
J2Q

Sl,2

poter usare la tabella 9.3 opportuno riscrivere I(s) e V() nella forma seguente:
\ /4Q2

W()

2
R.9

4(22 -

W 2
S+)

Cc)0
TI\

VC(s) =

2Q
(4Q2 - 1
W
2Q
C.)O

2Q 2Q

TI

VJ

_1

\2
(S+)

2Q

WO)

204

24

Metodi generali di analisi circuiti dinamici

wo

WO

s+____

=vJ
/
W'\
(\\S+)

2Q
\2

(4Q2_1
WQ)
2Q

/ w0\ 2 (v/Q21
_______

s~)

WO)

2Q

Finalmente dalla tabella 9.3 Si posSOnci ottenere le antitrasformate cercate:


z(t)
=

t
2
V0
e 2Q sen
R/4Q2_1
V( ()
QRS

e-

V e2Q

2Q
WO

2Q

4Q2

2Q

w0t

senw0t, per Q>> 1

WO
V(t)

4Q2

WO

Vcoe 2Q

wt
0 +

1
4Q2

(v/4Q2 _1
wot
2Q

sen

arctan

2Q

WOj1 =

______

4Q2

I)

VC0e 2Q cosw0t, per Q>> 1

Usando le espressioni approssimate del caso Q>> 1, le espressioni dell'energia i


tanea immagazzinata nel condensatore, nell'induttore e nell'intero circuito diverj
E ; (t)

eQ(i + cos2wt)

EL (t)

eQ(i

cos2wot)
U0

E(t)

ove E0

=CV
0
20

E(t) + EL(t)

l'energia iniziale immagazzinata nel circuito prima dell

del tasto S, coincidente con quella immagazzinata nel condensatore.


A differenza del risonatore ideale, l'energia totale immagazzinata nel
estingue con legge esponenziale, per effetto della presenza del resistore, con d(
logaritmico wo/Q, tanto minore quanto piU e elevato ii Q del risonatore.
Per quanto riguarda ii numero di oscillazioni complete di i(t), 6 opportuno

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

205

questa forma:
i(t) = A(t)sen v'4Q2 ot
2Q w

A(t) =

Rs \ /

e 2Q

2
2 _1

piezza dell'oscillazione, variabile nel tempo, il cui valore iniziale (cio per t = 0)
10 = A(0)

- Vc02
R8 /4Q2 - 1

tante t1 in cui l'ampiezza A(t) si riduce a e volte il suo valore iniziale determio dalla seguente equazione:
C4.1O
I0e 2Q

=I0 e

vale t1 = ir.

wo
oscillazione completa richiede un tempo T uguale al periodo della sinusoide:
2ir
/4Q2 -1
WO
2Q

lero di oscillazioni complete T quindi dato da

n=ti /T=

2Q
WO

4Q2_1Q

per Q>>i

\/4Q2 -1
2Q 0
rcizio 9.5
metodo simbolico richiede di conoscere i valori iniziali all'istante 0 della tensione
capi del condensatore e della corrente attraverso l'induttore. Essendo il circuito
unentato da un generatore costante e a regime prima della chiusura di T, all'istante
il condensatore equivalente ad un circuito aperto e l'induttore ad un corto-circuito.
i corrente iniziale attraverso l'induttore puO essere calcolata mediante un partitore
corrente:
R1
Jo = iL(O)I +R2

206

24

Metodi gencrali di analisi - circuiti dinarnici

mentre, per ii condensatore:


VO V(, ( 0

= R910 =

' R+R

Ii circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza rappresentato nella
ra 24.5, ove compaiono i generatori Vo/s e LI0 per tener conto dei valori iniziali app
calcolati. Ii resistore R1 non compare piU, poich, dopo la chiusura di T, viene a
varsi in parallelo ad un corto circuito. La tensione del nodo 1 coincide con la tensi
VC richiesta. Usando ii teorema di Millman (oppure ii metodo dei nodi, scrivendo
V

I['
i s

Figura 24.5
KCL al nodo 1), Si

VC (S) =

ottiene:
LI0 V 0
s

sL

+ c 2 + .c

L10+V0LCs
=V0
s2LC + sLG2 +1

S
+RC+L

Per semplicit di notazione si ponga


1 - 1
VOCR2C
I poli della funzione sono:
51,2

2R2C

R2

1
C2 LC

Nell'ipotesi L/R2 <4R2C, i poli sono complessi coniugati e possono essere scrit
forma seguente:
S1,2_2RCif_4R2C2 'Jo

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

k=2c

207

r
LC

le notazioni introdotte, l'espressione di VC diventa:


V(s)=V

s+h
(s +

del cakolo dell'antitrasformata, VC


s+k+h - k
Vc( s) =Vo(k)2

puo essere riscritta nel modo seguente:


h-k

F s+k

L(s+k )2 +w

wO

w0
1
(s+k)2 +]
w

la tabella 9.3 si ottiene la risposta nel dominio del tempo:


VC (t) = V0 e-

1=
h-k
cosw0t+ senwoti V0
W
[
j

W kY

()

= arctan W0
h-k

ercizio 9.6
i primo passo consiste nel calcolo dci valori iniziali. Essendo ii circuito alimentato da
in generatore costante e a regime prima della chiusura di S, aIl'istante O l'induttore e
equivalente ad un corto-circuito. La corrente iniziale attraverso l'induttore puo essere
calcolata ricorrendo aMa legge di Ohm: Io = iL(0 ) = Vo/(2R). La tensione iniziale
sul condensatore nulla.
II circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza e rappresentato nella
Igura 24.6, ove compare ii generatore LV0/(2R) che tiene conto del valore iniziale
appena calcolato. Si noti che, tra i due possibili circuiti equivalenti per un induttore
con corrente iniziale non nulla, stato scelto ii modello serie in vista del successivo uso
teorema di Millman.
ir La corrente IR cercata pu essere valutata quando sia nota la tensione E1 del nodo
IR(S)

V0
--E1
S R

Isando ii teorema di Millman (oppure ii metodo dci nodi, scrivendo una KCL al nodo

208

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinarnici


rR

0
Figura 24.6

1), si ottiene (prima in forma letterale e poi sostituendo 1 valori numerici):


LV0
__ 1 1
8 1+2s
s R+sL
=
1
1
+sC
1++s
R+sL
2s

El (s) =

1+s
s(2s2 +3s+2)

Ora si puo calcolare Ij:


V0
1

IR(8)

1-Fs
s - s(232 +3s+2)

82 + 8 +0,5
5(82 + 1,5s + 1)

I poli della funzione sono complessi coniugati e valgono:

81,2 =

3.'/
J

Per antitrasformare spezzo la funzione in fratti semplici:


s2 +s+O,5 A0 B1s+B0

IR(8)=

8(82 +1,53 +1) =+


52 +1,55 +1
S

Calcolo A0 :
A0

= SIR(S)16 0 = 0,5

24 - Metodi generali dianalisi - circuiti dinamici

209

-: calcolo di B1 moltiplico IR(s) per s e considero ii limite per s * 00:


2 s + 0,5
urn SIR= urn 2 +
s-+oos +1,5s+1

:.piendo la stessa operazione sulla funzione spezzata in fratti ottengo:


urn S

8400

[A0 + B1s+Bo 1
=A0+B1
L S 82+1,55+1]

-L confronto ne segue the A0 + B1 = 1 e quindi B1 = 1 A0 = 0,5.


i il calcolo di B0 calcolo ambo i rnernbri dell'equazione 24.1 per uno stesso valore di
hhpd esempio s = 1
923+05

A0 I
Bis+B0
+s
s(s 2 + 15s+ 1) sI - s 8=1
2 + 1,5s+ 1
-,--Ii

si ha:
5/7=1/2+

07

5 + B0
7/2

dacui Bo=1/4

in definitiva, 'R viene scomposta nel modo seguente:


- 92 +8+0,5

- 0,5
0 7 5s+1/4
s(s2 + 1,5s +1) $ + s 2 + 1,5s + 1

poter sfruttare la tabella 9.3, ii secondo fratto viene modificato, sfruttando la


scenza del poli, nel modo seguente:
0,5s+1/4
+ 1,58 + 1

05

0, 5 +

s+1/2
s+3/4-1/4
(\[) 2 = 0,5
3/4)2 +
(s + 3/4)2 +
(

c)

1
s+3/4
("/7-)2 -

p7/4

( V/7)-)j

(3/4)2
:a si PUO scrivere l'antitrasformata finale:
ZR(t)

nV
__], I > 0; (A, s)
+ e ( 3/4)t LcosT - 1_se
2 2

210

24

Metodi generali di analisi - circuiti d.inamici

Esercizio 9.7

Seguendo quanto illustrato dettagliatamente negli esercizi precedenti, si elencano


in modo schematico i vari passi da compiere per effettuare 11'analisi in transitorio
circuito, usando ii metodo simbolico.
Calcolo dei valori iniziali

II circuito e alimentato da un generatore costante ed a regime prima dell'apertura


T: all'istante 0- gli induttori sono equivalenti a del corto-circuito. La corrente iniz
attraverso l'induttore in senie a R2 puO essere calcolata ricorrendo alla legge di Oh
Io = i(0) = V0/R2. La corrente iniziale attraverso l'induttore in senie a R1 e n
causa della presenza del corto circuito dovuto al tasto T chiuso.
Circuito trasformato

Ii circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza rappresentato nella
ra 24.7, ove compare ii generatore LV0/R2 che tiene conto del valore iniziale a
na calcolato. Si noti che, tra I due possibili circuiti equivalenti per un induttore
corrente iniziale non nulla, stato scelto ii modello serie che rende l'analisi pin semp
Calcolo delta variabile nel dominio della frequenza

La corrente I cercata puO essere valutata usando la legge di Ohm nell'unica


presente nella figura:
V0 LV
_____Vo s+R2/L
(R
R+2sL
I
S L$+

con R = R1 + R2.
L R=R+R
L

Figura 24.7

Circufto trasformato per 11 calcolo deHa corrente 1(3)

Calcolo deli 'antitrasforma ta

Spezzo la funzione in fratti semplici e antitrasformo I singoli fratti:

V0 s+R2/L A0 A1
(R
I
(R\]
2L
2L

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinarnici

211

Icolo A0 e A1 :
A0 = sI(s)18=o = V0/R
R
A1 = ( s + --)I(8)I_1 /(2L)
2L

V0R1R2
IL

hfl

lie tabelle di trasformate elementari si ottiene:


1 R2 e_t],
vo
i(t) =I + R
t > 0; (A, s)
R
2R2
Osservazioni
> E interessante osservare che, in questo esempio, le correnti attraverso i due induttori
hanno una discontinui all'istante t = 0. CiO dovuto al fatto che, all'apertura di
T, nasce un nodo in cui convergono solo induttori.
Si noti che questo problema in realt coinvolge un circuito RL di ordine 1, poich,
all'apertura di T, i due induttori si trovano in serie e sono quindi equivalenti ad
un unico induttore di induttanza 2L. Di conseguenza l'analisi puO anche essere
effettuata usando i semplici metodi illustrati nel Capitolo 7. Tuttavia, in questo
caso, occorrerebbe determinare ii valore della corrente i all'istante t = 0+, ii che
implica ii ricorso ad un ragionamento che fa uso della conservazione del flusso
passando da t = 0 a t = 0+. Al contrario, usando la trasformata di Laplace,
necessario conoscere ii valore iniziale calcolato all'istante t = 0, che puO essere
determinato analizzando una semplice rete resistiva.

Esercizio 9.8

elencano in modo schematico i vari passi da compiere per effettuare l'analisi in


-nsitonio del circuito, usando ii metodo simbolico.
:alcolo del valori iniziali

:i circuito e alimentato da un generatore costante ed a regime prima della chiusura


T: all'istante 0 i condensatori sono equivalenti a dei circuiti aperti. Le tensioni
nziali ai capi di C1 e C2 possono essere calcolate ricorrendo ad un partitore di corrente
poi alla legge di Ohm:

R + R1+ R2 R1 =5 V
V20=v(0)= R+Rl+R2R25V

ircuito trasformato
hL

circuito usato per l'analisi nel dominio della frequenza rappresentato nella figu24.8, ove compaiono i generatori C1 V10 e G2V20 che tengono conto dei valori iniziali
pena calcolati. Tra i due possibili circuiti equivalenti per un condensatore con tensioniziale non nulla, 6 stato scelto ii modello parallelo che rende l'analisi pit semplice.

212

24 - Metodi generali di analisi - circuiti thnamici

C1 Vio

C2 V20

Cl R1 R2 -

Figura 24.8

Circuito trasformato per ii calcolo della tensione V(s)

Calcolo della variabile nel dominio della frequenza

La corrente V cercata pu essere valutata usando ii metodo dei nodi e scri


l'equilibrio delle correnti al nodo 1. (oppure usando ii teorema di Millman):
V(sCi+sC2+Gi+G2)=C2V20C1V10

da cui

V((s)
S) -

C2V20C1V10 - 5

5
1
- 3s+2 - 3s+2/3

Calcolo deII'antitrasformata

In questo caso V(s) non deve neppure essere scomposta in fratti e la soluzione
dominio del tempo si ottiene immediatamente dalle tabelle di trasformate elemeni
t>O; (Vs)
Osservazioni

E interessante osservare che, in questo esempio, le tensioni ai capi dei due cond
tori hanno una discontinui all'istante t = 0. CO dovuto al fatto che, all'ap
di T, nasce una maglia di soli condensatori.
44
' Si noti che anche questo problema in realt coinvolge un circuito RC di ordin
poich, alla chiusura di T, i due condensatori si trovano in parallelo e sono qui
equivaienti ad un unico condensatore di capacit C1 + C2 = 3 F. Di consegue
l'analisi potrebbe anche essere effettuata usando i semplici metodi illustrati
Capitolo 7. Tuttavia, in tal caso, occorrerebbe determinare ii valore delle tensi
sui due condensatori all'istante t = 0+, ii che implica ii ricorso ad un ragioname
che fa uso della conservazione della carica passando da t = 0 a t = Ot
contrario, usando la trasformata di Laplace, necessario conoscere i valori iniz
calcolati all'istante t = 0, che possono essere determinati analizzando una semp
rete resistiva.

24

Metodi generali di analisi

- circuiti dinamici

213

io 9.9
k la costante moltiplicativa (reale e positiva), la condizione richiesta impone che
Vu(s) =k
Vs (s)
con Z1 ii parallelo di R1 e Ci e con Z2 quello di R2 e C2, si ha:
Vu(s) Ve() - Zi + Z2
R2
R1
e Z2=
sC2R2+1
sC1R1+1'

Vu(s)
Va(s)

( sC1R1 + 1)R2
- ( sC2R2 + 1)R1 + (sC1R1 + 1)R2
R1C1 - R2C2
R2
Vu(s)
Vs(s) - R1 + R2

Vu(s)k' k R2
R1 +R2
Ve (8)
e richiesto.
Nell'ipotesi che valga la condizione R1C1 = R2C2 = , l'impedenza del bipolo
Lplessivo vale
H, + R2
ZeZ1+Z2
sr +i
Si supponga ora di alimentare ii partitore compensato con un generatore con tenie a vuoto V e resistenza interna R8. La tensione Ve all'entrata del partitore

v-v

R, +R2
s+i

R1+
R2
-v
vs

Rs+ze R+RR2 SR+R+R+R


Ze

sy +

214

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

Nel caso in cui v(t) sia un gradino unitario, si ha Ve = 1/s e quindi:

R1+R2
/ R1+R2+R8 \
TRs (s+
1
rR8 )
Sfruttando ii fatto che ii partitore , per ipotesi, compensato, si ottiene la risposta
ad un gradino unitario di V3 :

1
____
R2 R1+R2
R2 V,
Vu(s) R, +R
2 = R1 + R2 TR, ( R + R2 + R
SS+
y8

-R8

=
)

1
( R1+R2+R3'\
rR5 )

Ora non resta che spezzare la funzione in fratti semplici e arititrasformare i si


fratti:

2
1
Va(s)= R
1R9 ( R1 +R2 +Rs )
TR.

A0
S

A1
7R1 + R2 + R8

Calcolo A0 e A1:

A0

( R1 +R2+R5
A1 = s +
R

R1+R2+R3
)

vu (s),
- R1 + R2 + R

Dalle tabelle di trasformate elementari si ottiene:

R2
v(t) = R + R2 + R

[1 - e

R1+R2+R3t1
u(t)

Esercizio 9.10
Nel calcolo di una funzione di trasmissione, per definizione, sono da considerarsi in
tutte le condizioni iniziali. Di conseguenza ii circuito in esame non richiede l'agg
di generatori in serie o parallelo a condensatori e/o induttori. Ii circuito usato
l'analisi con ii metodo del nodi e riportato nella figura 24.9, ove ii generatore ideal
tensione stato sostituito da un generatore reale di corrente equivalente ed indica
numerazione dei nodi usati nell'analisi. Si ottiene ii seguente sistema di tre equaz
nelle tre incognite E1, E2 e E3
V, con l'aggiunta dell'equazione descrittira

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

215

Rd

RL> H
CS
0
Figura 24.9

Circuito per ii caIcoo di K:(s) = Vu/Vg

dipendente:
= V9G9
E1(G9 -FG1)
E2(Gs +SC8)+(E2E3)Gdgm V = 0
=0
(E3 E2)Gd + E3GL + gmV
gmV = gm(Ei - E2)

(24.2)

o le equazioni nodali si ottiene:

r
K

E1
0
[Vg G9
i + Gg
0
E2 = 0
Gd + G8 + g + sC3 Gd
gm
0
9mGd
gm
GL+Gd [E3

Igm Gd+Gs +gm+sCsI


g?fl Cd
E31
gm
0
0
Vg
Rq IGi+Gg
I
I g,-,. Gd + G8 + g + SCs
Gd I
GL+Gd
Ym Gd

:pando i determinanti si ottiene la soluzione cercata:

K, (s)

vu

gmGg
=

(G1+G9)(Gd+GL)

(3+

Is+

RSGS)
GG8 + GL(gm + Gd + Cs)
C8 (Gd+GL)

9.11

usato per l'analisi con ii metodo dei nodi riportato nelia figura 24.10, ove
la numerazione dei nodi usati neli'analisi. Sono sufficienti solo due equazioindicati nella figura, con l'aggiunta del vincolo imposto dali' amplificatore

216

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

Fgura 24.10

Circuito per ii caIcoo di Ku(s) = V,,/V,,

operazionale:
((P2i - Ve)Gii +E1G12 +(Ei - V)sC2 +(E1 - E2)sC3 = 0
= 0
(P22 - Ei)sCs + (P22 - V)G4

I.E2 =0
Riordinando le equazioni nodali si ottiene:
[c11 +

VG11
C 12 + s( 2 + C) sG21 FE1
sC3
G4][Vu -- 0

Risolvendo si ottiene V in funzione di


Kv

V
-V -

ye

e quindi la funzione di trasmissione

sC3G11
sC2C + sG4(C2 + C3) + ( C11 + G12)G4

Eserdzo 9.12

Ii circuito usato per Panalisi con ii metodo dei nodi riportato nella figura
e indicata la numerazione dei nodi usati nell'analisi.

Figura 24.11

Circuito per ii calcoo di Ku(s) = VV./Ve

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

21

Le equazioni ai nodi vanno scritte solo ai nodi 2, 4 e 6. Tenendo conto che gli arnplificatori operazionali impongono ii vincolo E2 = E4 = E6 = 0 e che E1 = V6 , le sole
incognite risultano essere V, E5 ed E7. Le equazioni ai nodi, con l'aggiunta del vincolo
imposto dagli amplificatori, diventano:
( (E2 Ve)Gi +(E2 Vv,)(G4+C3)+(E2E7)G2 = 0
=0
I (E4V)G5+(E4Es)sC6
=
(E6 - E5)G7 + ( E6 - E7 )G8
E2 =E4 -E6 =0

(24.4)

iordiriarido le equazioni Si ottiene:


V6 G1
G4+sC3 0. C2 V
C5 .sC6 0 E, =
0
E7
0
0
G7G8
Risolvendo ii sistema si ottiene V in funzione di V6 e quindi la funzione di trasmissione
chiesta:
sG1C6G8
KVk)
- - s2C3C6G8 + sG4C6G8 + G2G5G7
- tassa ora alla seconda parte del problema. Per t > 0 viene applicato un ingresso
isoidale v6 (t) = VM senw1t, con condizioni iniziali nulle e nell'ipotesi di VM =
'i my, w1 = 27rfi , fi = 2500 Hz. La trasformata dell'ingresso vale:
V6(S)=VM 21 2
S + 0)1

trasformata della tensione in uscita vale:


17U (s) = Ve.

sC1G6G8

= VM 2
S +W12E - S2c3G6C8 +sC G6G8 + G2G5G7] =
- VM

- VMi
- R1C3 2 +W 2

sG1C6G8

+ w 2 s2C3C6G8 + sC4C6C8 + C2G5G7


S

C3R48

R8
C3R2R5C6R7

--k 2
-

+w

2 +bs +w

- :mendo le resistenze in k1, le capacit in 1iF, i tempi in ms, le frequenze in kHz


Tfljfl in V, si ottiene:
k = 2,1276596V/ms, w1 = 15,707963krad/s
b = 1,743983 ms 1 , w = 15,728112krad/s

218

24

*1

Metodi generali di analisi circuiti dinamici

Con i valori assegnati dei componenti, oltre alla coppia di poli immaginari coni
in j w1 = j 15.70796, krad/s, presente una coppia di poli complessi coniugth
0 0 j wo = 0.8719916 j 15.703921, krad/s.
Scomposizione in fratti semplici

La scomposizione in fratti semplici assume la forma:


Va(s)

k
s

S
9
2
+w1 s+bs+w2

A1s+Ao
B1s+B0
+
2
2
s +w1
(s+o0)2 +w02

(24

A*
A
Bis+Bo
s jwl + s+jwl + (s+uo)2+wg

ove A* e ii complesso coniugato di A. Come si vedr tra breve, i valori di B1 e


possono essere calcolati facilmente una volta determinati A1 e A0. A loro volta, 4
A0 sono determinati abbastanza agevolmente dopo aver calcolato ii numero compi
A. Iniziando da quest'ultimo si ha:
A=V(sjw1)I= 1

_k :2+bs +2

0,014096613+j 0,60

W~ ls=j W,

Per i calcoli successivi e piU conveniente esprimere A in forma polare:


A = pe

0,609837010e 1'59391376

Si puo cosl ottenere ii primo fratto in una forma comoda per essere antitrasforma
A1s+A0
s+w
2

A*
A
+
jWi 3+ '

pe0 +

--

2pcos9s-2pw1 senO

con
A1
A0

=
=

2p cos O = 0,028193225
2pw. sen 0 = 19,153476

Ricorrendo alla tabella 9.3 Si ottiene subito la corrispondente antitrasformata:


cos
[2p
=

0s-2pwlsene ]

1,219674cos(15,707963t+ 1,593914) = 1,219674 sen(15,707963 t + 1,593914+ir

1,219674 sen(15,707963 t + 3,164710) 1,22 sen(15,71 t + ir), t > 0; (krad/s, ms


Passiamo ora al calcolo di B1 e B0. Come detto in precedenza, esso puO essere
lato dalla conoscenza di A1 e A0.

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici


Come primo passo, calcoliamo ambo i membri dell'uguaglianza 24.5 per s
Jando c cr +w =w:
pruno membro: V(0) = 0; secondo membro :

219
0, ricor-

Bo
+
w1 w;
Ao

Ja cui:
B0 = A0- = 19 7 202644
Wi

OF

Moltiplichiamo ora per $ ambo i membri dell'uguaglianza 24.5 e poi consideriamone i


limiti per 8 -4 oo:
primo membro: urn sV(s) = 0;
s*oo

secondo membro:

rn

u
.5-400

S [Ais+Ao
Bis+Bo 1
= A1 + B1
2
+

+ (s + oo)2 + gj

cui:
B1 = Al = 0,028193225
endo B1 e B0 Si PU ora riscrivere ii secondo fratto dell'equazione 24.1 in modo
ad essere antitrasformato sfruttando la tabella 9.3:
B1s+B0
B s+Bo/Bi _B+B0IB1a0_
1
(s+u0)2+w - B, ('S
(s+cro) 2 +w
-

= B1

S + a0
WO
B1 Bo/B1 - o
+
(s + ao )2 + w
(s + 070)2 + W O
W0

Lantitrasformata :
B1 s + B0 = B1 e
+ B0/B1 - a0
aOt coswot
senwot] =
w0
(s+o-0)2 +wo
1
= _1,22155e_0,899163t sen(15,703921t - 3,1185108) ,t > 0; (krad/s, ms, V)
umendo, risulta:

Vu

_1,22155e_O,87i99163t sen(15,703921t - 3,1185108) +


+ 1,219674sen(15,707963t+71),t>0; (krad/s, ms, V), t>0

= V r + tUfr

Yell'equazione precedente, ii termine v, rappresenta la risposta transitoria del circui-

- i dovuta ai suoi modi di oscillazione propri. Essa tende a zero per t - oo. Ii termine
rappresenta la risposta forzata (detta anche permanente o a regime), dovuta alla
:rsenza del generatore sinusoidale Ve. Tale risposta ha la stessa frequenza del genetore e un'arnpiezza e fase diverse. In questo caso lo sfasamento circa uguale a r-

220

24 - Metodi generali di analisi - circuiti dinamici

Alla frequenza Ii = 2500 Hz, ii rapporto


e quella del segnale in ingresso vale:
K2500

K2500

tra l'ampiezza della risposta a

= 1.219674/0.1 12.20

Ripetendo i calcoli, secondo la strada indicata, per una frequenza 12 = 3000


ottiene ii seguente risultato:
v(t) = V. + Vu = _0,356006 e_O,87199163t sen(15,703921t + 1.871453) +
+ 0,3554583sen(18.849556t+0.2956474+7r/2),t>0; (krad/s, ms, V),
Alla frequenza Ii = 3000 Hz, ii rapporto
e quella del segnale in ingresso vale:
K3000

K3000

tra l'ampiezza della risposta a

= 0,3554583/0,1

3,55

ptoIo 25
ntroduzione

2ll

regm susode

Eercizio 10.1
- 1izzando definizioni e propriet dei numeri complessi si ha:
z = 6e'6 = Gcos () + j6sen () 6

+ j6 = 51962 +j3

Esercizo 10.2
:iizzando definizioni e propriet dei numeri complessi Si ha:

=
Zz1 = arctan

- 7r = 3 7r

Iz2 =
Lz2 = arctan

=
(i) IT

ercizio 10.3
- TJzzando definizioni e propriet dei numeri complessi si ha:
a
15e'4
iO,6FjiO,6
+ 2=
+j2 = 0,42+j2,97+j2 = 0,42+j4,97
3j4
3j4
221

222

25

Introduzione al regime sinusoidale

(b)
Se- j20
10
(2+j)(3j4) + 5+j12

7.52j2,74
10j5 (O,3+jO,71) =
= 0,71+j0,08-0,3j0,71 =0,41jO.63

(c)
10+ (8e 50. ) ( 5 - j 12) = 10+ (5,14+ j6,13)(5 - j 12) = 109,25 - j31.0
(d)
2+

3+j4
=2-0,19+jO,49= 1,81+j0,49
5j8

(e)
4e' + 1 .

= 3194j0169+ 2,98+jO,31 =3,94j0,69+0,26 j


= 4,2j1,39

(f)
8&10 +6e_j200

7,88+j1,39+5,64j2,05
13,52j0,66 -05
9eJ80_4ej500 - 1,56+j8,86-2,57j3,06 - 1,0i+j5,8 -- '

Eserdzio 10.4
E conveniente esprimere zi e z2 in forma esponenziale:

= 2\/e'4 - 2/e

Z2 = 2v ej(arctan(_3)) = 2/1e i 108,43

Le propriet delle operazioni di moltiplicazione e divisione tra due numeri corn:


consentono di ottenere:
Vl

= I V, I ej 01 =z1z2 =8v/'ej153,43

V2

= I V21 02
ej _

= _e_j63,43

Esercizio 10.5

Ricordando che ii fasore e stato definito a partire da una sinusoide espressa nella
cos(.) e che cos(a + ,7r/2) = - sen (a), si ha:

25 - Introduzione al regime sinusoidale

i(t) =25COS

(wt+

),A

I= 25e3

2r

V=15e 3 ,V
)

(Uj

I corrispondenti fasori sono rappresentati nella figura 25.1. La loro lunghezza e lega:a. tramite opportune scale (una per la corrente e una per la tensione, non indicate
Le)-Ia figura), ai valori massimi (oppure ai valori efficaci) delle grandezze sinusoidali
appresentate.
3

irn
2.5

1.5

0.5

Figura 25.1

Esercizio 10.6
Le sinusoidi espresse nella forma cos(.) corrispondenti a ciascuno dei seguenti fasori
a w = 1 tad/s
V1 = 60e' . V

vi (t) = 60 COS t +

12

) w=40rad/s
V2

6+ j 8 = 10 ej5S,1,

V2 (t)

10 cos (4ot + 53,10

1800

224

25 - Introduzione al regime sinusoidale

(c) w = 377 rad/s

I1 =2,8e

3 ,A =ii(t)=28 cos (377t_)A

(d) w = 1000 rad/s


12 = (0,5+j 12) = 1,3e_u1126, A

Esercizio

i2(t) =1,3cos (377_ 11260

).

10.7

Per eseguire le somme (algebriche) richieste, e conveniente trasformare le sinusoi&


fasori. I fasori ottenuti possono essere sommati (algebricamente) e ii risultato di z
somma consente di ricavare la corrispondente grandezza sinusoidale nel dominio
tempo. Nei tre casi in esame si ha:
(a) 3 cos(50t + 100) - 5 cos(50t - 30)
Passando ai fasori
3e 0 5e
da

CU1 Si

= 2,95+j0,52 4,33+j2,5 = 3,32ej 1140

ricava
3 cos(50t + 100) - 5 cos(50t - 300) = 3,32 cos(50t + 1140 )

(b) 40 sen (30t) + 30 cos(30t - ir/4) = 40 cos(30t - 71/2) + 30 cos(30t - 71/4)


Passando ai fasori

.71
J

.71
J -

40e

+30 e-=j40+21,21j21,21=2121j61,21=64,78e

da

ricava

CU1 Si

40 sen (30t) + 30 cos(30t - ir/4) = 64,78 cos(30t - 70,9)


(c) 2O sen lOOt+ l0 cos (lOOt+60) + 5sen (I 00t - 20) =
= 20cos(100t - 90) + lOcos(lOOt + 60) + 5cos(100t - 200 - 900 )
Passando ai fasori

20e2+10e3+5eih]00 = j20+5+j8,66+1,71+j4,7=944e

25

da CUi

Si

Introduzione al regime sinusoith3le

ricava

20 sen lOOt + 10cos(100t + 600) + 5sen (lOot 20) = 9,44cos(100t - 44,70)


Esercizio 10.8
Si ricavarlo i fasori associati a vi(t), v2(t) e v3(t):
vi (t) = 20cos(wt + 53,130 )

==

V1 = 20e" 0 , V

= 19,68sen (wt +152,8) = 19,68cos(wt+152,80 -900 ) 4==> V2 = 19,68 e j 62,8 , V


v3 (t) = 4,215cos(wt+71,610)

V3 = 4,215e 71 '610 , V

Xpplicando la KVL in termini di fasori alla maglia, si ha:

V = V1 - V2 + V3 = 20e 53"3 19,68e 62 '8 +4,215e 71,610 , V

Ricavando le parti reali e immaginarie si ottiene:


VR = 12+j16 (9+j171 5)+1,33+j4 =4,33+j2,5 = 5e 300 , V
cui si determina VR(t) = 5cos(wt + 300), V.
Esercizio 10.9

Limpedenza del condensatore Zc = j Xc dove la reattanza del condensatore risulta


sere:

Xc

_X=__ 1
wC

=-317 83k
2-n- f C

Indicando con Z1 l'impedenza del bipolo (lella figura 25.2 Si ha:


X
- jXc R +
1
j Xc = j Xc
R+jX
Essendo Xc/R

1 Si ottiene
Zi

1-

Pertanto l'impedenza Z del bipolo della figura E-10.2 :


ZR
jX(2j)
(2
1+j2
Zi+RRR(l_j)+jXc(2_j)_R j3 =32

.\
J l )k

226

25 - Introduzione a] regime sinusoidale

Figura 25.2
Esercizio 10.10
L'iiripedenza Z del bi1)o1O e:

Z Xc+ J?(R+jXL)
=j
R+R+JXL
dove
R=1
= wL=2l
=
Sostituendo I valori numerici Si deterinina
.1 1+j2 .1

6+j2 3
8

alisi d crcuft

regrne sinusoidale

;izio 11.1
ido riferimento al circuito della figura E-11.1 si sostituisce ii generatore v in
con ii resistore R con ii corrispondente bipolo di tipo Norton. Si ottiene quindi
cuito della figura 26.1, ove I e I. sono fasori. Dai dati del problema risulta
2e'2 =j2, A.
I
R
=
L

Figura 26.1

roducano le seguenti amrnettenze


1

le formule del partitore di corrente in termini di ammettenze, ii fasore I della

p
-

-'

_ 1+2+3

z(t) =

j2

1j2

cos(ct 2,68), A
227

2ej2,68

\/

228

26 - Analisi di circuiti in regime sinusoidale

Esercizio 11.2

Facendo riferimento al circuito della figura E-11.2, e analizzando ii circuito


fasori si ha:
Vu

R (wRC 1
1+jWRC2)e
1 Ve_R R
R+ jwC

Pertanto

V - 1wRC+j
Ve - 2wRC -j

Imponendo che LV - ZV = 1200 si ottiene la condizione:


Z(wRC + j) - Z(wRC - j) = 120 0
da cui si ricava
arctan

_-) = 2arctan ( wRC ) = 1200


(-k) - arctan (wRC

e quindi
wRC

= tan(600

) =

Fissando w = 27r104, rad/s e R = 1 kQ Si ottiene


C == 9,19nF

Eserdzio 11.3
Facendo riferimento al circuito della figura E-11.3, si sostituisce ii generatore r
di tensione con ii suo equivalente Norton, come indicato nella figura 26.2. Usando
fasori, con ii metodo dei nodi si calcola la tensione V1 del nodo 1 (rispetto al nodo
riferimento):
4
V1 V1 ____
1
1
R
jwC
jWC
Risolvendo la precedente equazione si ottiene
V1 =

1.wRC V,
1+jwRC+
1+jwRC

26

Analisi di circuiti in regime sinusoidalc

229

vu

0
Figura 26.2

ciii si ricava

V. R--jwC
auto dalla relazione
1
1
va
V(1+jwRC)2 +jwRC
1(wRC)2 +j3wRC
che la tensione V sfasata di 900 in ritardo rispetto alla tensione Ve alla
a fo = 20 kHz, se e solo se R e C soddisfano la condizione 1 - (wRC)2 = 0,

(w0RC)2 = ( 2i'rfoRC)2 = 1

(26.1)

iza d'entrata si ha
1
2 jwC

Z(jw)=R+ C

H+

- 1(wRC)2 +j3wRC
jwC(2+jwRC)

jwC

ucendo ii rapporto (fi = 100 kHz)


Wi 2rrf
2rrfo
WO
niiJizzando la condizione (26.1), si puO riscrivere Z(j w) alla frequenza fi come segue

230

26 -

Analisi di circuit] in regime sinusoidale

1 wR2C2 + j 3woRC
WO

Z(jwi) =

WO

24+j15

woRG(2 + j 1 woRC) -j(2 + j5)


j w0R
Pertanto imponendo che ii modulo dell'impedenza valga 10 kQ si ha
= 1,051R= 104
ossia R = 9,514 kft A questo punto e possibile determinare ii valore della capaci
usando l'equazione (26.1)
C

wO R

= 83674 p

Esercizio 11.4

Applicando ii teorema di sovrapposizione degli effetti, ii contributo del generad


costante Io risulta essere vi = RIO = 3V.
L'effetto del generatore sinusoidale i8 (t) si determina analizzando ii circuito
frequenza w = 27rf e utilizzando i fasori. Assumendo come riferimento la fase
generatore, si ha I = 'm e V,,2 = Z I dove
Mb

Z=IZIe= lRC
Sostituendo i valori numerici si ottiene I Z= 846,73 Q e p = Z
cui si determina
Vu = V1i + Vu2 = Vzt l + IV,,21 sen(wt +

= 0,561 ra.

o) = 3 + 1,69 sen(wt. - 0,561), (V,s,rad

Esercizio 11.5

II teorema di sovrapposizione degli effetti consente di scrivere


VU

= VuIVo Q + VuvO = V1 + Vu2

Quando agisce solo v8(t) la tensione vu, ha valor medio nullo, mentre quando
solo V0 la tensione Vu2 ha valore costante, per cui il valor medio di vu risulta
VuVu2

R2
11 + R2

V03,33V

Thpitolo 27
Potenze in regime sinusodale, rifasamento,
adattamento energetico
Ese-cizio 12.1
- - Jo riferimento al circuito della figura 27.1, tenendo conto che si sta lavorando con
efficaci, si ottiene:
1
200
1
P=1E12Re[Y]=4Re.300j=2oo23Oo2
=6,15mW
1200

El =2\

P
-

z=200+j300c2

Figura 27.1

dzio 12.2
:aiido la formula che fornisce la potenza attiva massima che ii generatore puO
si ha
25
max

4R9

=0.010410rnW

Hzio 12.3
Jo riferimento al circuito della figura 27.2 si ha:
pC

= lIl2Re[Zc]

100
_RC
=
5002
+ 5002300 = 60
IZG + Zc12
El 2

231

232

27 - Poterize in regime sinusoidale, rifasamento, adattamento energetico

El:IIIc

Zc

Figura 27.2
Esercizio 12.4

Applicando le formule per ii calcolo della potenza attiva e reattiva di un bipoic


impedenza Z, ricordando che si stanno utilizzando valori efficaci, si ha:
P = III 2 Re[Z] = 40W, Q = 1121m[Z] = 200 VAR
Esercizio 12.5

Facendo riferimento al circuito della figura E-12.1 si ha che l'impedenza del bipolo
j
Z=R1+R2X2
R2+3X2

dove
X2

wC2

398

Pertanto si ha
= 10 2+j25,13
k)
1+j25,13
da cui si ricava
P = IVl 2 Re[Y]

1W, Q = 1V 2Im[Y] = 0,0395 VAR

essendo Y = 1/Z = (99,66 + j 3,95) i1 1.


Esercizio 12.6

Si ponga Z1 =
cui Si ricava

R1 +jX1.

Quandol'interruttore chiuso P = I2RcZ] = 111 2R1.


P

R1

iiF

800
= 100= 8

Inoltre, essendo I ZI = lVi / III = 22 Q, si ha


X, = V IZ12 - R2

= 2/il

'

27

- Potenze in regime sinusoidale, rifasamento, adattamento energetico

233

come con l'interruttore aperto ii modulo dell'impedenza Z = Z1 + R + j XL = (R1 +


= 22,Q in quanto II I = 10 A anche con
j(Xi + XL) non cambia (e sempre
rnterruttore aperto), allora Z1 deve essere capacitiva (in modo che J X, + XLI < IX, 1)
quindi X1 = 2v'iO1. Quindi Z1 risulta completamente determinato.
Per determinare R e XL, si impongono le condizioni con l'interruttore S aperto.
5ia

'vu

111= IZ1+R+iXLI' V21=jR+jXLIIII

the possono essere riscritte in questo modo


vll II
1v21

I"

(Ri+R)j(Xi +XL)

= jR+jX(

Inserendo i valori numerici, si ha


(22)2 = R+R2 +2RiR+X?+X+2XiXL

(5 )2 = R2 +X

(27.1)
(27.2)

tuendo (27.2) in (27.1) e ricordando che R+ X? = (22) 2 fZ2 si ottiene


25 = 2R1R + 2X1XL

determinato in precedenza i valori di R1 e X1 si ricava


25= 16R-4v'iXL

e quindi
R=

viO

Xi, -

25
16

(27.3)

Sostituendo (27.3) in (27.2) e svolgendo I calcoli si ottiene la seguente equazione che


nsente di determinare XL
7,56X. - 8,01XL - 22,56 = 0

da cui si ricava XL = 2,34 Q (ii valore negativo di XL e da scartare in quando la


reattanza 6 induttiva). Infine, sostituendo questo valore in (27.3) si ha R = 4,42 Q.

234

27

- Potenze in regime sinusoidale, rifasamento, adattamento energetico

Esercizio 12.7

Indicando con VC la tensione ai capi del condensatore C ed essendo dati IXcI e


la relazione Qc = IVcI 2IX c implica che

VcI = /QcXc = io/iv


Di conseguenza la potenza attiva assorbita dal resistore R2 risulta essere
IVC12

P2

low

Indicando con S1 = P2 + j Qc La potenza complessa assorbita dal bipolo 13 compoi


dal parallelo di R2 e C, ii legame tra la potenza apparente I S1 1, la tensione VC e
corrente I sul bipolo I3 (la corrente 1 6 quindi entrante nel terminale A) risulta

iS,! = VP+Q

tVcIIIi

da cui Si ricava
10 \f2

- ---A

- IVcI ioviv

Ci consente di ricavare la potenza attiva P1 assorbita dal resistore R, e la


complessa S assorbita dal bipolo di terminali A e B
P1 = R!11 2 = 20 W
S=P+jQ= (PI +P2)+jQc
La relazione (27.4), conseguenza del Teorema di conservazione della potenza compid
consente di ricavare ii valore efficace della tensione V applicata tra i terminali A e
81

III

I'!

= 70,7 V

Esercizio 12.8

Facendo riferimento al circuito della figura E-12.4 si ha che l'impedenza del bi


ZAB R1 +

jXLR2
R2+jXL

= 150 +

j46000
= 281,86e20' ci
200+j230

per cui l'ammettenza risulta essere


YAB =

=
ZAB

1 e_20,57
281,86

ci-' = (3,32 - j 1,25) mci

27 - Pot enze in regime sinusoidale, rifasamento, adattamento energetico

235

Uttendo in parailelo al bipolo una capacit C, l'impedenza complessiva Y e


V = YAB + j WC = Re[YABI + j(Im[YAB] + WC) = J YJ ej ZY

avere rifasamento completo si impone che cos(02) = cos(LY) = 1, ossia LY = 0.


sta condizione equivale ad imporre che
Im[YABJ+wC=0
cui Si ricava

Im[YAB] - 1,2510 =3.97pF


- 2r5O

C= w

:izio 12.9

iderando inizialmente ii carico collegato direttamente al generatore come indicato


figura E-12.5, si ha
P0 = R III2 =

'Emi

1EM1 2

_______________
2 = 2-R(R +)2(X+X2 =8,4mW

ponendo ii doppio bipolo come mostrato nella figura E-12.6, ii carico Z1 visto dal
ratore (reale) composto dalla serie del generatore V8 e da Z. risulta essere:
jXc(Z+jXL)

=Z1 +100j700

1
X=_ =-7151
2lrflCk
XL = 21rfi L2

2kl

izza la condizione di adattamento energetico se e solo se Z = Z; deve quindi


Zi = j 600 11 = j 2irfi Li da cui si ricava
600
600 6 = 951 4 pH
L1 = j;
lO
tale situazione la potenza P2 che arriva sul carico Z la stessa assorbita dal

Z (in quanto ii doppio bipolo interposto non dissipa potenza, essendo privo di
e!lze) ed e la massima che ii generatore puO erogare; P2 risulta essere

1 EM 12
P2=

=125mW

Capftollo 28
Funzionii d rete e curve cH isposta

Esercizio 13.1

Le funzioni di rete sono gi fattorizzate e quindi Si COnc'SCOno gi poli e zen, tutti reali. Le risposte in ampiezza sono ottenute sommando (in modo algebrico) i diagrammi (asintotici) elementari di radici reali, partendo da un arbitrario livello di rifenimento e piazzando ii punto centrale di ciascuno di tali diagrammi in cornispondenza
di una pulsazione w uguale al valore assoluto della radice considerata.
Nel caso a) ii livello di riferimento coincide con l'asintoto orizzontale per w + 0.
Anche nel caso b) si ha un asintoto onizzontale, questa volta per w + 00, non
coincidente con ii livello di rifenimento.
II livello di questi asintoti orizzontali puO essere calcolato al termine del procedimento e serve per graduare la scala delle ordinate. Si ha
a) urn 20 log IF(jw)I = 20 log 2/10 = 14 dB
b) urn 20 log F(jw) I = 20 log 20 26 dB

w*oo

I risultati finali sono mostrati nelle figure 28.1 e 28.2.


-14 dB 1

10

20

100
cradj

-20 dB/dec

Figura 28.1

237

..

238

28 - Funzioni di rete e curve di risposta

26 dB
20 dB/dec

2
20 dB/dec

20

10

Figura 28.2

c), d) Le risposte in ampiezza vengono disegnate sommando (in modo algebrico) I


grammi elementari di radici reali. In questo caso una radice nell'origine (polo
caso c e zero nel caso d) e ii diagramma corrispondente e una retta con pende
di 20 dB/dec, positiva nel caso di uno zero e negativa nel caso di un polo.
Per la risposta in fase potremmo usare l'approssimazione asintotica della figura 1
tuttavia, data la semplicit della funzione di rete, Si PUO usare l'espressione es
dell'andamento della fase. Si ha:
2

c) LF(jw) = - arctan w

d) ZF(j w)

= arctan w

Le curve di risposta per le ampiezze e le fasi risultano pertanto essere q


riportate nelle figure 28.3 e 28.4.

-20
20 dB
2
00

:z

w rad/s

11
Figura 28.3

Osservazioni
La coppia zero nell'origine - polo reale (ovvero zero reale - polo nell'origine) fornf.s
un contributo al modulo che corrisponde a quello di un polo reale (ovvero di uno zero
reale) ruotato di 1800 rispetto ad un asse verticale passante per ii punto centrale.

28 - Funzioni di rete e curve di risposta

239

20 dB

w rad/s

-20 dB/dec

wIa/s

Figura 28.4

o 13.2
e trasformare ii ramo contenente ii generatore di tensione ed ii resistore R1 nel
equivalente di Norton. Calcoliamo anche l'ammettenza equivalente al ramo
nte R2 , R4 e C1
1
C4 + sC1
R2 + G4+sCi sC1R2 + R2G4 + 1
o modo otteniamo ii circuito della figura 28.5 che puO essere studiato con ii
del nodi. Si ottiene ii sistema
C3

I1V11

C3 G3+sC2 LV2i

EC1
0

R:

C2

Figura 28.5

! :nzione di trasferimento risulta essere


G1G3

G1G3

- E - (C 1 +G3+Y)(Ga -i-sC2)C - C1G3+sC2(C1 +G3)+(C3+sC2)Y


:uendo i valori numerici (resistenze in k1, capacitA in nF e frequenze in MHz) Si

28 - Funzioiii di rete e curve di risposta

240
ottiene

40s+0,0121951
- 300s +1,0914634
H(s)

s + 0,00363821
= 300 100800052 + 14527,317s + 511158536

= 2,98.10-4

s+ 0,00364
(s + 0,000361207)(s + 0,0140508)

Le frequenze dei poli e degli zeri risultano essere


= 579 Hz

Orz - -0,00364Mrad/s

= 577 5 Hz

-0,000361Mrad/s
cr

-0,141 Mrad/s

AV2

=2.24 kHz

Ii guadagno dell'equalizzatore a w = 0 rad/s


20 log H(0) = -13,4dB
Alla frequenza di un 1kHz (w = 27r iO- ) l'attenuazione
2OlogIH(jw)I

2,98 10 -4 (0,00364 + j27r iO- )


= 201og (0.000361 +2 10-3) (0,014051 +j2 lO)
-33)02 dB

Per compensare tale attenuazione necessario un amplificatore che realizzi un guadagno di 33,02 dB. Le curve di risposta in ampiezza e fase sono mostrate nella figura
28.6.
Esercizio 13.3

Per risolvere ii problema e necessario calcolare la funzione di trasmissione K, (s) =


Essa gi stata caJcolata neIl'esercizio 9.12 e vale:
sG1C6G8
V
Kc(s) - - - s
Ve2C3C6G8 + sG4C6G8 + G2G5G7
I valori dei componenti sono: R, = 1 k, R2 = 1,5k&2, R4 = 12,2 kg, R5= 1122
R7= R8 = 1,5k1, C3 =C6 =47nF.
La funzione di trasmissione puO essere riscritta nella forma:
Ku (s) = -k

S
S

+bs+w,

241

28 - Funzioni di rete e curve di risposta

102

io

102

ia3

io

10,

Frequenza, Hz

Figura 28.6
1

= R1C3'

_______

C3R4'

I ________________
R8

V C3C6R2R5R7

svolgere i calcoli spesso opportuno usare un insieme di unit di misura coerenti,


;e da queue del Sistema Internazionale. In questo caso risulta conveniente esprile resistenze in k1, le capacit in pF, le frequenze in kHz. Con questa scelta le
iti prima definite assumono I valori:
k = 21,27660krad/s, b = 1,743983krad/s, w = 15,728112krad/s
analizzare ii circuito in regime sinusoidale si pone s = j w nella funzione di
K(jw)=k

2
(ww2
)+jbw

(28.1)

verificare che ii massimo del modulo della funzione (28.1) si ottiene per
e w0 = w, cui corrisponde una frequenza:
fo = wo /(2ir) = w,/(2ir) = 2,503 kHz

tale frequenza la funzione di trasmissione risulta reale negativa e quindi lo sfasato tra tensione d'uscita e quella d'ingresso uguale a ir:
0=ir (ffo)

242

28 - Funzioni di rete e curve di risposta

Ii modulo della funzione di trasmissione per s = j w rappresenta ii rapporto


ampiezze dei segnali d'uscita e d'ingresso alla frequenza f = w/27r. Alla frequenz.
esso vale:
=k/&=12,20
e fo

Si confronti questo risultato con quello ottenuto (ad una frequenza leggermente dive:.
2500 Hz) nell'esercizio 9.12.
Procedendo in modo analogo si PUO calcolare ii rapporto K3000 tra le ampiezze :
segnali d'uscita e d'ingresso nel caso la frequenza f del generatore sia uguale a 300C
Si ha:
w
2.
=k
(w w2 )+jbwI
con w = 67r krad/s. Sostituendo i valori numerici nell'equazione (28.2) e calcoland:
modulo si ottiene:
K3000 = 3.554583 3.55
Si noti l'accordo con i risultati ottenuti nell'esercizio 9.12, usando una via pi ag,

Capitoo 29
Dopp bipoli dinarnd
rzuo 14.1
ta la struttura a ir del doppio bipolo, ii calcolo della matrice Y delle conduttanze di
to circuito risulta particolarmente semplice. Inserendo un generatore di tensione alla
ia 1 e chiudendo in corto-circuito la porta 2 si ottiene, nel dominio della frequenza,
ircuito della figura 29.1 Quindi
7-'

v1

V2

Figura 29.1

Il I
il
Yii=

=sC+G

y2i

V1 l

=
V1 1"2=O

=G

ersa, introducendo un generatore di tensione alla porta 2 e chiudendo in cortoito la porta 1 si ottiene, sempre nel dominio della frequenza, ii circuito della figura
Da cui si ricava

V2 V1=0

=G

Y2 2 =

V2 v1=0

= - -+ G

.sL

i che ii doppio bipolo reciproco, essendo formato dalla connessione di bipoli.


i Y12 = Y21, come verificato dall'analisi precedente.
243

244

29 - Doppi bipoli dinamici

V2

Figura 29.2
Osservazioni

La matrice delle conduttanze di corto circuito puO essere trovata in modo immedia
Si consideri ii circuito della figura 29.3, in cui si SOflO alimentate le due porte con d
generatori di corrente ideali. Scrivendo l'equilibrio delle correnti ai due nodi del circui
si ottiene immediatamente:
(C+sC)

-c

-c
=

SL

12

12
:ssc

sj

Figura 29.3

Esercizio

14.2

Data la struttura a T del circuito, ii calcolo della matrice delle impedenze a


particolarmente semplice. Chiudiamo le porte del doppio bipolo su una coppia
generatori di tensione ideali ottenendo, nel dominio della frequenza, ii circuito dE
figura 29.4.
L'applicazione della KVL alle maglie conduce al sistema

It

v1=

sc

V2 = R(I.+I2) +

sLI2

29

Doppi bipoli dinamici

245

V1

Figura 29.4

Cu'

z= +R R
R SL+R

Esercizio 14.3

Gil elementi Zii e Z22 della matrice delle impedenze a vuoto possono essere calcolati
usando la loro interpretazione fisica di impedenze d'ingresso del doppio bipolo rispettivamente alla porta 1 (con la porta 2 a vuoto) ed alla porta 2 (con la porta 1 a vuoto).
In questo modo si ottiene

zi1 =

C+sC+

R + sL

R+ sL
- sLC +1+ sCR +82LC +1

R+sL

- (R + sL)(G + sC) + 1
- 8 2 LC

R+sL
+ (RC + LG)s +2

1
s2LC+sIC+i
G+sC
- 82 LCC + sLC2 + 2G + sC
(L
82 LC+sLG+1
I

82 LCR+sL+R
32 LC

+ (RC + LG)s +2

ii calcolo di Z12 introduciamo un generatore di corrente 12 alla porta 2 lasciando

246

29 - Doppi bipoli dinamici

la porta 1 aperta. Con un partitore di corrente e la legge di Ohm troviamo


V112

-&
sC
R+

R
R

R+sL+

R
I2 R +sL + _____
sRC--i sRC+1

sc
= 12

R2
s2RLC + sR2C + sL + 2R

Da cui

12

R
82-LC + (RC + LC)s + 2
R

V1 I

Poich ii doppio bipolo e formato dalla connessione di bipoli, esso reciproco e q


Z21 = z12.
Solo a scopo di verifica, calcoliamo comunque Z21. A tal fine si chiuda la porta
un generatore di corrente I e si lasci a vuoto la porta 2. Si ottiene:
R/(sC)
R
R + 1/(sC)
sRC + 1
V2=I
R=I1
R
R
R/sC)
R+ sL + sRC+ 1
R+ sL+ R+ 1/(sC)
R2
R
=11
= (sRC+l)(R+sL)+R
82LC+(]?C+LG)s-F2
Da cui, come previsto, si ottiene la stessa espressione ottenuta per Z12
R

z21 = =
s2 LC+ (RC +LC)s+2
11 [,=O

Esercizio

14.4

Alimentiamo la porta 1 con un generatore di tensione ideale e chiudiamo in


circuito la porta 2. Si ottiene ii circuito della figura 29.5.

Figura 29.5

29 - Doppi bipoli dinainici

ii calcolo di Y11 possiamo scrivere l'equilibrio delle correnti al nodo in cui entra la
nteI1, ottenendo
V1
1
Ii= --+ (Vi +rm Ii)
iamo ricavare quindi 11 in funzione di V1, da cui
1

'1

1 R+sL
R

V, IV2=0

sL

ii calcolo di Y21 osserviamo che


1
12 = (V1 +rm Ii )sL
er l'equilibrio delle correnti al nodo d'ingresso,
It, V1 G+12 =0
r
21
GI2)
12 =- - -(VI
Ricavando 12 in funzione di V1 e dividendo segue che

12
VI V2=0

1 R+rm
RsL rm

Alimentiamo ora la porta 2 con un generatore di tensione ideale e chiudiamo ill (art 0cuito la porta 1. Si ottiene ii circuito della figura 29.6.
1
12

Ii
R

V2

Figura 29.6

A questo punto abbiamo 11 = 1. Tenendo conto di ciO e applicando la legge di


Klichoff delle tensioni alla maglia esterna si ottiene
V2+ R,,, 12 - .sLI2 = 0

248

- 29 - Doppi bipoli dinamici

da cui

I
1
=
V2 I V1=0
sL rm

Sfruttando la relazione 11 = 12 si ricava


1
Ii
V2 v1=0 rm sL
Si noti che, in questo caso, ii circuito non ,6 reciproco ed infatti 1'12 Y21.
Esercizio 14.5

I due circuiti sono equivalenti se sono descritti dallo stesso gruppo di parametri. Consideriamo la matrice delle impedenze a vuoto. Per ii circuito costituito dalla coppia d
induttori mutuamente accoppiati abbiamo, nel dominio della frequenza,

f V1 = sL1I1+sMI2
V2 = sMIi+sL2I2
La matrice delle impedenze a vuoto risulta pertanto essere
=

sL1 sM
[ sM sL2]

L'applicazione delle KVL e KCL al doppio bipolo della fiura E-14.5(b) permett
ricavare
V1 = SL a I1+SLb(Il+12)

V2 = sLj + sLb(I1 + 12)


Da cui

Z- 1S( 1

-L

sLb
a+Lb)
$Lb
s(L+Lb)

I due doppi bipoli sono pertanto equivalenti se e solo se


Lb =

MI

L(, = L1 -Nil, L = L2 - M

Esercizio 14.6
Seguendo ii suggerimento, sostituisco ii trasformatore con ii suo circuito equival
T, usando i risultati ricavati nell'esercizio 14.5. Ii bipolo risultante mostrato
figura 29.7. L'impedenza Z(s) di tale bipolo vale:

+
A /F

MD

ISC

+ s(L2 +

MD]

.11V1

s(Li + L9 + 2IiVI) +

SC

29 - Doppi bipolidinamici

249

PercliO ii bipolo risulti un circuito aperto alla alla pulsazione wo = 27rf0 deve essere
Z(jwo) = oo. Ci si ottiene per
l wC(Li +L2 +2Mj)O
vvero per
C=

1
=6.33pF
w(Li+L2+2IMI)

(29.2)

assando alla seconda parte dell'esercizio, si alimenta ii bipolo con un generatore ideale

LI

+ 11111

vs

Figura 29.7

Figura 29.8

tensione sinusoidale di frequenza fo, come indicato nella figura 29.8. Poich C ha ii
alore calcolato in precedenza con l'equazione 29.2, l'impedenza del bipolo infinita e
iindi I = 0. Di conseguenza 11 =
e V3 = V1. Usando la formula del partitore di
isione si ha:

VC

1
jwoC

VC

iwo(L2+IMI)+

1
1 - 1wC(L2+M)
j Woe

Tsando per C l'espressione fornita dalla 29.2, si ottiene ii risultato cercato:

I..

VC

Li+L2+21M1 10
3
Li+IMI

wo (LI + L2 + 21MI)

Esercizio 14.7
due induttori accoppiati risulta i1 = i2. Lavorando nel dominio della frequenza,
f --:iazioni descrittive di due induttori accoppiati sono:

I V1 = sLiIi+sMI2
= sMIi+sL2I2

250

29 - Doppi bipoli dinamici

usando ii vincolo I = 12 si ha:


Vi = sL1 I1 + sMIi
da cui:
=s(Li+M)
Ii bipolo assegnato e quindi equivalente ad un induttore di induttauza Leq =
Esercizio 14.8

Ricordando le equazioni descrittive del trasformatore ideale (si veda pagina


ponendo k = n1/n2, la tensione V1 alla porta 1 vale:
Vi = sLc1 Ii + sL'(Ii + 12 = s(Lc1 + L')11 +

412

Alla porta 2 si ha:


L'
L
12
V2 = sL'(I1+)=s--Il+sI2
Diconseguenza, la matrice Z delle impedenze a vuoto :
s(L(,,1 + Ii) 8
Zs-k-

Per essere equivalenti, i due circuiti della figura E-14.8 devono avere uguali
impedenze a vuoto. Quindi per l'equivalenza deve essere:

Dalle equazioni precedenti e tornando al rapporto r12/ni Si ottiene ii risultato ri


{L=M/L2

L1 =

M2

Esercuzio 15.1

Facendo riferimento al circuito della figura E-15.1 e conveniente sostituire ii trasformatore ideale chiuso su & con la resistenza equivalente R = (m1/n2)2 R = 9f!, come
indicato nella figura 30.1.
Rq

=
Figura 30.1

Ci si trova in una situazione simile a quella illustrata nella figura 15.6(a): ii diodo
conduce quando e(t) > 0 e non conduce quando e(t) <0.
Inoltre, detta Ve la tensione ai capi di Re , per effetto del trasformatore sara
Vu = (fl2/fll)Ve = (1/3)Ve

In definitiva:
e(t) > 0: ii diodo conduce e
ye

ye

si ottiene usando la formula del partitore di tensione:

= e(t)R/(R + Re) = (3/5)e(t)

0* Di conseguenza
(fl/fli)Ve = ( 1/3)ve = ( 1/5)e(t)

= 2sen2t (V, s)

e(t) <0: il diodo non conduce, la corrente attraverso R e nulla e quindi


vIL (t) = Ve(t)
251

252

30 - Analisi di circuiti con diodi ideali

La soluzione e indicata nella figura 30.2.


e(t), v(t), V

v(t)

Figura 30.2

Esercizio 15.2

Facendo riferimento al circuito della figura E-15.2, in questo caso Si pu6 trarre vanta
dall'uso del teorema di Thvenin. Scambiando tra loro R2 e ii diodo (cosa possib poiche i due componenti sono in parallelo) e facendo l'equivalente di Thvenin del
circuito che comprende ii generatore, R1 e R2, ii circuito iniziale si riduce a queF
rappresentato nella figura 30.3, con R = R1R2/(R1 + R2) = 100n e Veq = v8/2.
R = 100Q
V(J

:jz v(t)

Figura 30.3

Nuovamente ci Si trova in una situazione simile a quella illustrata nella figura 15.
ii diodo conduce quando veq(t) > 0 e non conduce quando veq(t) < 0. Con c
conduttore si ottiene vu = 0, mentre quando il diodo non conduce e v = Veq
La soluzione e indicata nella figura 30.4.
V,V

'S

Figura 30.4

30 - Analisi di circuiti con diodi ideali

253

Esercizio 15.3
Per tracciare la caratteristica richiesta, cerchiamo per quali valori di tensione v e corrente i ai morsetti del bipolo ii diodo conduce oppure no. Si faccia riferimento alla
figura 30.5, ove sono indicati 1 versi di riferimento per la tensione Vd e la corrente id
del diodo.
'1

R.<> 'u( , ) 'L'j


Figura 30.5

Se ii diodo conduce Vd = 0 e quindi anche v = 0, poich i tre elementi del bipolo


sono in parallelo. Perch questa condizione sia possibile deve essere i d > 0. Ma
id = 10i e quindi ii diodo conduce solo se 10 i > 0, ovvero solo se i <Jo. Questa
condizione corrisponde al primo ramo della caratteristica:
v=0, i<10
Quando ii diodo non conduce i d = 0. Perch questa condizione sia possibile
deve essere Vd < 0. Ma Vd = v e quindi ii diodo conduce solo se v > 0. La
corrente i vale i = Jo + v/R. Questa condizione corrisponde al secondo ramo della
caratteristica:
v>0, i=Io+v/R
caratteristica completa riportata nella figura 30.6.

I(
V

Figura 30.6

Eserdzio 15.4
Facendo riferimento al circuito della figura E-15.4, ii diodo conduce quando id (misurato con ii verso di riferimento previsto per i diodi) e positivo. Ora
__6) =

(v3 + 6)/R

254

30 - Analisi di circuiti con diodi ideali

Quindi ii diodo conduce per tutti i valori di t per i quali e v8 (t) < 6 V. In tale
situazione la tensione v(t) resta fissata a 6V. Quando v3(t) > 6 V, ii diodo non
conduce e v,,,(t) = v, (t). La soluzione e indicata nella figura 30.7.
V.a, V', V

9()

1I2

vu(t)vs(t).......

20
Figura 30.7
Esercizio 15.5

Facendo riferimento al circuito della figura E-15.5 e conveniente sostituire ii bipolo


formato dalle due resistenze R e dal generatore E con ii suo equivalente di Thvenin.
come indicato nella figura 30.8.
iad
.5kQ

7
:F

V11
0

5V

Figura 30.8

Ci si viene cosl a trovare nella situazione illustrata nella figura 15.4(a): ii diodo conduce
quando v> 5V e non conduce quando v < 5V.
Con diodo conduttore si ottiene i =
mA, mentre per V < 5 V e i = 0. La
soluzione e indicata nella figura 30.9.
i.rnA

5
Figura 30.9

10v,V

30 - Analisi di circuiti con diodi ideali

2.3.3

erdzo 15.6

circuito di CUI Si vuole tracciare la caratteristica e stato ridisegnato nella figura 30.10,
re sono state indicate le tensioni e le correnti dei due diodi. Si osservi che i due diodi
)n possono condurre entrambi poich in tal caso sarebbe violata la legge di Kirchhoff
Me tensioni. I casi possibili sono dunque soltanto tre, indicati nella tabella 30.1.
+0
_

D 7Vd1 Vd2 D2
I - +jd

'JE

Figura 30.10

Tabefla 30.1
"bloccato".

I tre stati che devono essere esaminati. C sta per 'conduttore' e B per

D1
B
C
B

D2
B
B
C

D1 e D2 entrambi bloccati: in questo caso i = 0 e le tensioni Vdl e Vd2 devono


essere entrambe negative. Ma Vdl = V - E e Vd2 = v - E e quindi Vdj e Vd2 SOnO
entrambe negative per E <v <E. Ii ramo corrispondente della caratteristica
quindi:
i=0, E<v<E
D1 conduttore e D2 bloccato: in questo caso e v = E, la corrente id, deve essere
positiva, la corrente id2 zero e la tensione Vd2 deve essere negativa. Quest'ultima
condizione sicuramente verificata poich nella situazione ipotizzata risulta Vd2 =
2E <0, essendo E> 0 per ipotesi. Infine, essendo idl = i, ecco che l'ipotesi fatta
sullo stato dei diodi vera per i> 0. Ii ramo corrispondente della caratteristica
quindi:
i>0, v=E
D1 bloccato e D2 conduttore: questo caso analogo a! precedente. Risulta v =
la corrente id2 deve essere positiva, la corrente idl 6 zero e la tensione Vdl deve essere
negativa. Quest'ultima condizione e sicuramente verificata poich nella situazione
ipotizzata risulta ancora VdJ. = 2E < 0, essendo E > 0 per ipotesi. Infine, essendo
d2 = i, ecco che l'ipotesi fatta sullo stato dei diodi vera per i < 0. II ramo
,corrispondente della caratteristica e quindi:
i<0, v=E

256

30 - Analisi di circuiti con diodi ideali

La soluzione e indicata nella figura 30.11.

Figura 30.11

Esercizio 15.7
Ii circuito the si vuole analizzare ridisegnato nella figura 30.12, ove sono indicate
tensioni v1, v2 e le correnti i1, i2 dei due diodi e si e indicato con A ii nodo cui so
connessi gli anodi dei due diodi. Valgono le seguenti considerazioni:

RI

.
A 2 -

VI

Di V
v(t)

Vi(t)

100\'

25V

Figura 30.12

1. Finch v(t) < V2 = 25V, nessuno dei due diodi conduce, altrimenti, se i
diodi conducessero, entrambe le correnti i1 e i2 sarebbero negative, ii che sare
incompatibile con l'ipotesi fatta. Di conseguenza:
v.,, (t) = V2 = 25V per vi (t) <V2 = 25V
2. Se v(t) > V2 = 25V, ii diodo D2 inizia a condurre, mentre D1 rimane bloccato
finch la tensione VA del nodo A rimane inferiore a V1 = 100 V. Si osservi che in
questo caso VA coincide con v, poich D2 conduce. Ii valore di v(t) e dato dalla
seguente equazione:
V(t)[V(t)V2] R2
+=[v(t)25]25, perv(t)>V=25V
R1+R2
3

30 - Analisi di circuiti con diodi ideali


da cui:
vU ()

2
=

vi (t) +

, per vi (t) > V2 = 25V

Ii valore VA = v. = V1 = 100 V viene raggiunto per


2

25
v(t) + -- = 100V

da cui v. = 137,5V
3. Quando v(t) > 137,5V entrambi i diodi conclucono e la tensione
fissata al valore V1 = 100 V

o < vi <

25:

25 < vi < 137.5:


137,5 < vi <
le correnti

i1

i2

150

Vu (t)

v=25V
vu --V,,

vi +_V

= 100V

attraverso i diodi si ha:


25:

0< vi <

25 < vi < 137,5


137,5 < vi <

150:

i1 =i2 =0
i l = 0; i2 = Vl_ 2O m A
300
ii=ViOO_i2,mA; i2=0,375rnA
100

soluzione indicata nella figura 30.13.

V7

i, jiA

150
137,5 -

/
500

1004----

375
50

250

25

125

Figura 30.13

rimane

258

30 - Analisi di circuiti con diodi idcali

Esercizio 15.8

Seguendo ii suggerimento, ii circuito non lineare di cm Si vuole trovare la caratteristica


e mostrato nella figura 30.14. Esso pu essere considerato ii parallelo di due bipoli
elementari del tipo indicato nella figura 30.15, ove sono segnate le tensioni Va, Vb e le
correnti i b dei due diodi Da e Db.
La caratteristica cercata si puO ottenere sommando, a parit di tensione, le correnti
entranti nei due bipoli elementari del tipo indicato nella figura 30.15, in cui si posto
Vg uguale, rispettivamente, a V1 e V2.
11

La

)9

V1
Figura 30.14

Figura 30.15

Riferendoci al circuito della figura 30.15, seguendo ragionamenti simili a qucili effettuati
negli esercizi precedenti, immediato veriflcare che
1. i due diodi non possono essere entrambi bloccati, in quanto in questo caso risulterebbe vb > 0 e quindi Db non potrebbe essere bloccato;
2. per V < V9, Da e bloccato, mentre Db conduce. Di conseguenza, I = 0 per
V<Vg ;
II
3. per V > 1/s7 ii ruolo dei diodi si inverte: Da conduce, mentre D& bloccato e
1= V/Ri;
4. una considerazione a parte merita ii caso in cui entrambi i diodi conducono. In
questo caso V = V9 , la corrente entrante I, essendo coincidente con i,deve essere
positiva. Inoltre anche la corrente ib = I - V/R1 deve essere positiva e quindi la
corrente entrante I, oltre a essere positiva, deve essere inferiore a 1/9 /R1 .
In deflnitiva, la caratteristica del bipolo della figura 30.15 quella riportata nella
figura 30.16.

Figura 30.16

30

Analisi di circuiti con diodi ideali

259

! La caratteristica del bipolo della figura 30.14 si ottiene sommando due caratteristiche del tipo indicato nella figura 30.16, ponendo V9 uguale, rispettivamente, a
= 10 V e V2 = 20 V e R1 = 5 kft Ii risultato mostrato nella figura 30.17, ove
e anche tracciata la caratteristica del generatore (tensione a vuoto 25 V e corrente di
corto-circuito I, = VR /R2 = 25/10 = 2,5 mA). Dalla stessa figura si ricava che, nel
punto di funzionamento, V- = 10 V.
12.

2V

10.

10

15 20 25 V. V

Figura 30.17

Di conseguenza:
1. D6 non conduce, poich V <V2 = 20 V;
2. D2 conduce e ID2 = V2 /R1 = 4mA;
3. 'R2 = (VR V)/R2 = 1,5 mA;
4. D5 conduce e 'D5 = 1R2 = 1,5 mA;
.5. D1 conduce e 'Dl = 'rn 'R2 = 0,5 mA;
-

Esercizio 15.9

II circuito di cui si vuole trovare la caratteristica e mostrato nella figura 30.18, ove sono
segnate le tensioni Vdl, Vd2 e le correnti idl, i d2 dei due diodi D1 e D2. Si noti che i
coincide con Zdl.
i

I
F

vd,

DI

RI
d2
A
v~
V1

Figura 30.18

Tnnanzitutto si osservi che i due diodi non possono essere entrambi bloccati. Infatti
in questo caso risulterebbe vd2 = V1 > 0 e quindi D2 non potrebbe essere bloccato. Di
conseguenza rimangono da considerare i soli tre casi indicati nella tabella 30.2.
1. D bloccato e D2 conduttore: in questo caso, poich i idl, i = 0 e la tensione
Vdl deve essere negativa, mentre la corrente id2 deve essere positiva, con Vd2 = 0.

260

30

Tabella 30.2
"bloccato".

Analisi di circuiti con diodi ideali

1 tre statl che devono essere esminati. C sta per 'conduttore" e B per

D, D2
BC
C B
C C
Nelle condizioni ipotizzate v = Vfl - Vd2 = Vdl e quindi Vdl <0 per v <0. Inoltre
la corrente id2 vale id2 = V1/R1 ed e quindi sicuramente positiva e di conseguenza
e corretta l'ipotesi che D2 sia bloccato. Concludendo, l'ipotesi fatta sullo stato de
diodi vera per v < 0. Il ramo corrispondente della caratteristica quindi:
v<0, i=0
2. D1 conduttore e D2 bloccato: in questo caso la corrente id, deve essere positiva, con
Vdl = 0 mentre la tensione Vd2 deve essere negativa, con id2 = 0. Nella condizione
ipotizzata
= (v + V1)/R1 e quindi, essendo v > 0 (si ricordi che se v <0
Cl Si trova nel caso 1 precedente) risulta idl > 0. Inoltre Vd2 = v e quindi se
v > 0 risulta anche Vd2 < 0. Concludendo, l'ipotesi fatta sullo stato del diodi
vera per v > 0 e la corrente i vale i = (v + V1)/R1 . Ii ramo corrispondente della
caratteristica quindi:
v>0, i=(v+Vi)/Ri

3. D e D2 entrambi conduttori: in questo caso v = 0 e le correnti id, e id2 devono


essere entrambe positive. Poich i
ldl, risulta idl > 0 per i > 0. Inoltre
d1 + id2 = V1/R1 e quindi id2 = V1/R1 - di = V1/R1 - i. Di conseguenza id2 > 0
per i < V1/R1 . Concludendo, l'ipotesi fatta sullo stato dei diodi vera per i
compreso tra zero e V1/R1. Ii ramo corrispondente della caratteristica quindi:
v=0 7 0<i<Vi/Ri
La soluzione e indicata nella figura 30.19.

VI

KG

7TI-

Figura 30.19

Per quanto riguarda la seconda parte del problema, basta osservare che se rovescio
diodi e la polarit della pila (come indicato nella figura 30.20) si ottiene la caratteristica
mostrata nella figura 30.21 Tenendo presente che la caratteristica di due bipoli conness
in parallelo ottenuta sommando, a parit di tensione, le correnti dei singoli bipoL
la caratteristica richiesta (figura E-15.10) si ottiene connettendo in parallelo i bipoi

30 - Analisi di circuiti con diodi idea.li

261

DI

Figura 30.20

Figura 30.21

figure 30.20 e 30.18, come indicato nella figura 30.22, ove deve essere V1 /R1 = Io
1=G0.

'1
Figura 30.22

rdzio 15.10

ificare la validit della tabella E-15.11 richiede di anaJizzare quattro differenti circuicorrispondenti alle quattro condizioni di alimentazione indicate nella tabella stessa,
determinare ii punto di funzionamento di ognuno di essi. Qui si mostrer ii modo di
cedere nel caso corrispondente alla seconda riga di detta tabella. Lo studente potr
endere ii metodo agli altri tre casi.
rcuito di cui si vuole trovare ii punto di funzionamento mostrato nella figura 30.23,
me sono segnate le tensioni Vdl, Vd2 e le correnti idi, d2 dei due diodi D1 e D2.
td1

AAA

+vd1N..J

V V

iooc

AAA
H

+ 1 (!<

RB=10k

1VB = 5V
Figura 30.23

icordi che, a differenza del caso in cui si voglia tracciare la caratteristica del bipolo,
,do si sta cercando ii punto di funzionamento 6 sufficiente trovare la situazione

262

30 - Analisi di circuit] con diodi ideali

(diodi in conduzione o bloccati) che soddisfa le ecluazioni descrittive per entrambi i


diodi. In altre parole, non detto che si debbano esplorare tutte le quattro possi
bili configurazioni legate alla conduzione o meno dei due diodi: appena si trova u
configurazione valida, la ricerca del punto di funzionamento completata.
Nel caso in esame, partiamo dalla situazione in cui entrambi I diodi conduco
(figura 30.24). Perch questa ipotesi sia valida, le correnti id, e id2 devono ess
entrambe positive. Si ha:

VU

Figura 30.24

Vu /R + (V + V2)/R + (Vu + VB)/RB = 0


da CU1 si ricava V = 2,51 V e quindi idl = V/R> 0, mentre id2 = (V7 - Vu )/R =
24,9 mA <0. Quindi D2 non puO condurre.
Provo allora a cambiare solo lo stato di D2, come indicato nella figura 30.25.
d1 D1

Figura 30.25

In questo caso deve risultare idl > 0 e Vd2 <0.


Si ha:
V/R+ (Vu +VB)/RB =0
da cui si ricava V = 0,05 V e quindi idl = V/R = 0,5 mA> 0 e Vd2 = V2 - V =1
4 7 95 V < 0. Di conseguenza l'ipotesi fatta e valida e ii punto di funzionamento fornisce
una tensione V = 0,05 0, corrispondente ad uno zero logico, come indicato nella
tabella E-15.11.
Procedendo in modo analogo lo studente puO facilmente verificare le altre tre situazioni
indicate nella medesima tabella.

bliografia
1] L.O. Chua, C.A. Desoer, E.S. Kuh, Linear and nonlinear circuits, McGraw-Hill,
New York, 1987.
121 C.W. Ho, Ruheli , Bremman , The modified nodal approach to network analysis,
IEEE Trans. on Circuits and Systems, vol. CAS-22, pp. 504-509, 1975.
131 C. K. Alexander, M. N. 0. Sadiku, Circuiti elettrici - Terza edizione, Mc GnawHill, Milano, 2008, Cap. 3.
41 J. Vlach, K. Singhal, Computer methods for circuits analysis and design, Van
Nostrand Reinhold, New York, 1983.
i] R. A. DeCarlo, P.-M. Lin, Linear circuits analysis, Prentice-Hall, Englewood Cliffs,
NJ, 1995.
161 M. Biey, I. A. Maio, "Frequency-domain Circuit Analysis", Wiley Encyclopedia of
Electrical and Electronics Engineering, J. G. Webster, editor, Vol.7, pp.738-751,
J. Wiley & Sons, New York, 1999.
fl C. Beccari, Circuiti elettrici lineari - Analisi del comportamento dinamico, CLUT,
Torino, 2002.
F. Oberhettinger, L. Badii, Tables of Laplace Transforms, Springer-Verlag, Berlin,
1973.

263

You might also like