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CAPITOLO VI ‘Y LA NOTAZIONE DELLA MUSICA STRUMENTALE Nella seconda meta del °400 si era delineata una sempre maggior im ortanza delluso degli strumenti, ai quali, git nel periodo della massima Froritura della pelifenia vocale, venivyspestoaffidece raddoppio 0 “a solo” lesecuzione di tutte o parte delle voci della composizione. Con l'e- voluzione della scrittura imitativa da un lato (che fece preferire execuzio. ai esclusivamente vocali), lo sviluppo della tecnica costruttiva degli stru menti e P'abilita dei loro esecutori dall’alto, si stabil} sempre pid la dstin- ione tra la musica vocale ¢ quella strumentale, che giunse cos? gradata- mente ad acquisire un suo stile specifico ed una propria letteraruras Nella scrittura la musica strumentale ebbe caratteristiche diverse da quella vocale ¢ venne basata essenzialmente su metodi di indicazioni pra. fiche. L'antico sistema di notazione per gli strumenti solisti sia a tastiera (organo, clavicembalo, clavicordo) che a corde liuto, viola, chitarra) & detto intavolatura, termine ricorrente in gran parte delie edizioni di musi. ca strumentale del '500. | tipi di “intavolature” furono diversi a seconda degli strumenti cui erano destinati, © seguirono sistem nevtamente distinti nei vari pacsi Europa (Italia, Germania, Francia, Spagna): noi ci limiteremo ad espor- ne i principali, per organo e liuto. Le prime composizioni strumentali sono molto simili a quelle vocali dalle quali direttamente derivano e spesso ne sono ani una vera e propria trascrizione, ma si distinguono subito dal punto di vista della notazione per Puso delle stanghette tra una bartuta e P'altra, mai adoperate nella mur sica vocale. Quest'uso va probabilmente attribuito alla difficalta per un solo esecutore di dover seguire contemporaneamente pid voci. I valori delle note usate furono: m= breve @ = semibreve | = minima $= semiminima f+ os § = semifusa Di questo primo periodo della musica strumentale (seconda meti del '400 — “inizio del '500), restano perd pochi documenti, probabilmente anche per l'abitudine degli esecutori di improwvisare sullo strumento, co. me @ testimoniato dai numerosi trattati teorici e didattici volti proprio a sviluppare questa ablitd. Solo dopo Pawento della stampa si fanno pid cospicue anche le fonti musicali. Tra le intavolature per strumenti da tasto la pitt antica ¢ pitt diffusa fu quella tedesca; da essa si distinsero nettamente quelle usate in Italia, Francia e Spagna, leggermente posteriori. Cersreisen della intavolanurscedenes dal 1450 i pot ers di nota re la voce superiore della composizione su un rigo oridinario, mentre per Ie part inferior ol ol serviva delle leterealfabetiche daa" ag”, edi segni di durata delle note, derivati dalle “code” delle figure ordinarie: DBR Nel caso di una serie di note di uguale durata, nell’intavolatura tedesca il segno ritmico viene ripetuto per ogni nota (a) o, successivamente, i segni vengono collegati tra loro (b): peas TH Il valore dei segni poteva essere prolungato dal punto, come nella noca- zione ordinaria. Le pause avevano la forma di una T che poteva presentarsi dirieea (con valore di semibreve), capovolta (con valore di minima), 0 capovolta econ una codetta (con valore di semiminima): Te = t= £ (nella trascrizione i valori sono ridotti di un quarto). Alle pause corrisponde uno spazio bianco nelle indicazioni ritmiche. Per distinguere le note delle diverse ottave si usava indicare i suoni dell cava grave con una lineeta posta sorta alle lettre e quel delora va acuta con una lineetta sopra le lettere. Le note dell’ottava centrale non avevano alcuna linea efgabhedefgabhed abhe Uno dei primi documenti di intavolatura tedesca per organo é il ma noscritto di Adam Teborgh del 1448, una raccolta di preludi con tutte le caratteristiche di notazione sopra descritte. Ma l'inventore dell’intavolatu- ra tedesca @ generalmente ritenuto Conrad Paumann (1410 ca.-1473) che nel Fundamentum organisandi (1452) riporta, oltre a numerose regole didattiche e compositive, una serie di esempi di brani per organo in inta volatura, con lo scopo di indicare la continua evoluzione, durante il 400, delle composizioni per strumenti da tasto verso una tecnica sempre pid virtuosistica. Nella pagina riportata in Tav. 24 sono riconoscibili le carat teretiche spre dsentte Simili agli esempi del Paumann sono alcune composizioni contenute nel Buxheimer Orgelbuch, una raccolta di brani series tea ll 1460 ed 1470, con intavolature che portano sempre regolarmente le stanghetre di divisione (Tav. 25). 7 ie eetnanee ete Di Paumann parla Sebastian Virdung, autore del trattato Musica getuscht, stampato a Basilea nel 1511, una delle prime opere a stampa con esempi di intavolatura, che tratta unche della fabbricusione e della seenica degli strument musical (Tay, 26) Altri autori di intavolature, oltre a quelli della scuola viennese di P. Hofheimer e del suo discepolo Hans “o Johann) Buchner, ferona Arnold Schlick {m. 1517 ca.), Jacob Paix e Ottomaro Luscinius, autore cella Musuraia ftir Musik forschung (1536) Dello Schlick, dopo un trattato sulla costruzione degli organi, fo Jubblicats a Magonza da Peter Schffer nel 1512 l'opera intitolata Tabu Jaturen etlicker lobgesang und lidlein uff die orgeln und lauten, che nella prima parte riporta utta musica per organo, nella seconda e terza can- zoni con accompagnamento di liuto e vari brani per liuto solo. Le carat. terstiche delle sue intavolatte organiatiche sone generalmente id ind cate: la voce superiore @ su un rigo di 6 linee, i segni ritmici sono gli stessi usati dal Virdung, Sue caratteristiche particolari sono invece quelle di non usare stanghette di divisione, ma di separare con piccoli spazi bian- chi i gruppi di note che formano una misura, e di usare note bianche an- ziché nere (Tav. 27). Fra i trattati pid vasti sugli strumenti sono da ricordare ancora quel- |i di Martin Agricola, Musica instrumentalis deudsch (Witwenberg. 1529), ¢ nel secolo suecessivo, i Syntagma Musicum di Michael Practonas (Wet, fenbiittel, 1619) Liintavolatura italiana per organo si sviluppd indipendentemente da gulls tedescae con un stema pit semplice e simile invece a quello fran cese. La prima edizione italiana di musica organistica fu quella delle Frottole intabulate pubblicate da Andrea ‘Anitken aR ne! 1517, una taczalea di brani per organo, o pitt generalmente per strumento a tastiera, molt det quali sono traserizioni di canzoni vocalio di brani per canto ¢ TiN: Et notazione & semplice: le voei sono distribuite su due righi di 5.6 tines, con stanghewte di divisione delle batute e regolat indicaron! di ‘Ad esse segui la raccolta di Marco Antonio da Bologna, intitolata Recercharl, motetti, canzoni, pobbleasa a Venezia nel 1523. Egli usa due righi di 6 linee sopra o sotto il rigo per esigenze di estensione delle parti (Tav. 28 Saczensivamente il fio di Marcantonio, Geronimo, pubblicd le sue Intavolature cio’ recercari canzoni himni magnificati (Venezia, 1542). Un'altra raccolta era apparsa a Venezia nel 1540, la Musica Nova acco- modata per cantar e sonar sopra organi et altri strumenti, composta per diversi eccellentissimi musici. Con le Toceate ed i Ricercari d'intavolatura di Claudio Merulo (1533. 1604) si stabilisce il tipo pit diffuso di notazione italiana per organo, con tinuata anche nelle opere di Girolamo Frescobaldi: su due righi di cui wuello superiore generalmente di 6 linee e con una sola chiave, quello in- eriore di 8 linee con due chiavi, per faclitare la letura delle diverse voc! (Tav. 29) Le intavolature francesi sono in una notazione molto simile a quella italiana, ma su righi di 5 lince, chiara e ben poco diversa dalla nostra no: tarione moderna: Pierre Attaignant pubblicd sette libri di brani di musica “en la tablature des Orgues, Espinetces et Manicordions” (Parigi, 1530) (Tav. 30) Diverso fu invece il sistema della intavolatura spagnola per organo Juan Bermudo nella sua Deelaracion des instrumentos del 1555 assegna alle note una numerazione dall'l al 42 per un'estensione di quasi quattro ottave, ottenendo cosi la distinzione di ogni semitono. In seguito la nume razione fu ridotta dall’l al 27, per i soli tasti bianchi, introducendo aleri segni per le alterazioni. Questo stesso sistema venne adottato anche dallo italiano Antonio Valente nella sua opera Intavolatura de cimbalo (Napoli, 1576) (Tav. 31). Pia pratico fu forse il sistema di Luys Venegas de Henestrosa che nel Libro de cifra nueva Alcala, 1557) propose la numerazione dei suoni dia- tonici da 1 a7 con l'ageiunta di altri segni per distinguere l'ottava cui ap partengono. La composizione, come per Bermudo, veniva stesa su un rigo con una linea per ogni voce. Il sistema di Henestrosa fu famoso soprattut- to perché venne adottato da Antonio de Cabezon nel suo libro Obras de ‘musica, pubblicato a Madrid nel 1578 (Tav. 32)- LE INTAVOLATURE PER LIUTO Anche nelle intavolature per strumenti a corda, in particolare il liu- to, & necessario distinguere i diversi sistemi adottati, dei quali i pit impor tanti sono quello tedesco, quello italiano e quello francese, tutti perd ba- san sul stesso principio fondamentale di tappresentare grafcamente Ie corde dello strumento: il rigo avra quindi tante linee quante sono le corde stesse, ¢ sulle linee verra indicato, con lettere o ce, il tasto o il punto in cui Pesecutore dovri premere il dito per ottenere un determinate seone 1 valori delle note sono indicati, come nelle intavolature drorgano, de ve gni ritmici. Ul sistema di intavolatura italiana per Hato si basava su un rigo di 6 line (corrispondenti alle corde dello strumento) segnando su di esso i suoni per mezzo di ciffe: lo 0 indicava la corda vuota, 1" la corda premu ta sul primo tasto, il 2 sul secondo e cosi via. La lines infetiore indicava Is corda pis outa, quindt rigo rispecchiava la posizione delle corde dello strumento in mano al suonatore La prima edizione italiana di musica per liuto & la Intabulatura de Eauto, libro primo dello stampatore veneziano Ottaviano Petrucci, appar Sa a Venezia nel 1507, alla quale seguirono altri 3 libri, sempre di taccolte 4i brani liutistic di vari autori (Tav. 33) Dopo queste prime edizioni, entro un periodo relativamente breve, apparvero in Italia diverse pubblicazioni di musica liutistica: tra il 1536 ed il 1563 uscirono a Venezia 8 libri di Intavolatura di liuto, contenenti vari brani di Francesco da Milano (1497-1543 ca.), ed in quegli sess anni fu. rono pubblicate le opere di numerasi autori quali Marcantonio del Pifaro, Antonio Casteliono, Antonio Rotta, Giacomo Gorzanis, Giov. Maria Radino, e Vincenzo Galilei (1520-1591 lche nel dialogo Fronimo (Venezia, 1568, 2°ediz. 1584) inseri anche numerosi ticercari suoi, Lintavolatura per liuto spagnola & analoga a quella italiana. Quella francese indicava invece i suoni con lettere al posto delle ci- fre, assegnando al capotasto la letzera “a. inoltre la linea inferiore indica, va anche la corda inferiore, ossia il rigo si leggeva dall’alto al basso, inver Samente al sistema italiano (Tav. 24). Una dettagliata esposizione di reyole Pratiche dell'intavolatura ftancese si trova negli Harmonicorum instramen. forum libri, pubblicati da P. Mersenne a Parigi nel 1636, opera che riporta inoltre saggi di intavolature di molti aleri stramenti, sia a corda che « ato, Fis complicato era il sistema d’intavolatura di liuto tedesca, ritrovabi- ke anche nelle opere di Paumann e di Virdung, gd da noi mensionate per le intavolature dorgano. Quelle per liuto non usavano il rigo ¢ si basavevo su Farle serie di segni sovrapposti: le corde vuote sono indicate dai numeri (1-2;341): Te intersezioni con i tasti dalle lettere (a,b,c). sempre proce- dendo dal grave all'scuto (Tav. 35). 50 APPENDICE 35 TAVOLE ILLUSTRATIVE

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