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“TOR VERGATA”
“L.A.S.E.R. PRINCIPI DI
FUNZIONAMENTO”
Candidato:
Emanuele Duca
Professore:
Sergio Martellucci
LASER
La parola LASER è l'acronimo per "Light Amplification by Stimulated Emission of
Radiation", cioè amplificazione della luce mediante il fenomeno dell'emissione
stimolata di radiazione. Per comprendere il funzionamento di un laser è
necessario quindi studiare l'interazione tra radiazione e materia, da cui l'effetto
di amplificazione trae origine.
Luce
La luce visibile, così come la
conosciamo, è soltanto una piccola parte
dello spettro della radiazione
elettromagnetica. Come si può
facilmente ricavare dalle equazioni di
Maxwell un onda elettromagnetica è un sistema di campi elettrici e magnetici
oscillanti in piani ortogonali tra loro ed ortogonali alla direzione di propagazione
dell'onda stessa.
L'onda elettromagnetica è caratterizzata da una frequenza ν di oscillazione dei
suddetti campi, cui è associata una lunghezza d'onda λ = v/ν, dove v=c/n è la
velocità di propagazione dell'onda, pari nel vuoto (n=1) alla velocità della luce.
La luce visibile è quella parte dello spettro elettromagnetico per cui la
lunghezza d'onda λ è compresa tra 400 e 750 nm.
Figura Spettro della luce nel visibile dai 400 ai 700 nm
(1)
Dove ρ(ν)dν è la densità di energia per unità di volume e di frequenza [J·s /cm 3],
k è la costante di Boltzmann (k=1.38 ·10-23 joule/K) e T la temperatura assoluta.
Questa formula rappresenta bene la distribuzione sperimentale solo alle basse
frequenze, dato che diverge per ν −−> ∞ . Per ovviare a tale problema Planck ha
introdotto l’idea rivoluzionaria che l'energia, nel caso specifico l'energia degli
oscillatori armonici di frequenza n che possono essere visti come "sorgente"
della radiazione nella cavità, non possa assumere qualsiasi valore, ma solo
valori multipli di un "quanto" elementare di energia , introducendo così la
"quantizzazione" dell'energia. Rielaborando i calcoli di meccanica statistica
sulla base di questa considerazione si ottiene la famosa formula di Planck:
(2)
Statistica di Boltzmann
Per comprendere i meccanismi che regolano lo scambio di energia tra il campo
di radiazione ed un insieme di atomi è necessario introdurre la statistica di
Boltzmann: quando un gran numero di atomi si trova in equilibrio
termodinamico alla temperatura T, le popolazioni relative di una coppia
qualsiasi di livelli energetici E1 ed E2 ( E2 > E1 ) degli atomi stessi sono espresse
dalla formula:
(3)
(3b)
Se la distanza in energia tra i due livelli E2 - E1 >> kT, il rapporto tende a zero e
in condizioni di equilibrio solo pochissimi atomi si troveranno nello stato ad
energia maggiore. Dalla forma della equazione (3) è evidente che per E 2 > E1 si
avrà sempre N1 > N2 , per cui all'equilibrio termico lo stato ad energia più bassa
sarà sempre più popolato di quello ad energia maggiore.
Assorbimento ed Emissione
Consideriamo ora lo scambio di energia tra la radiazione elettromagnetica e gli
atomi: il processo può essere visto come scambio di energia tra oscillatori
microscopici oscillanti alla stessa frequenza. Se un "fotone", vale a dire un
quanto di campo elettromagnetico di energia hn, interagisce con un sistema
atomico ove E2 - E1 = hν , possono avere luogo due diversi processi:
• il fotone cede la propria energia all'atomo che si trova nello stato ad energia E 1, eccitandolo
nello stato ad energia maggiore E2 (assorbimento)
• il fotone stimola la diseccitazione dell'atomo dallo stato ad energia E 2 a quello ad energia E1;
in questo processo viene generato un secondo fotone identico al primo (emissione
stimolata).
Coefficienti di Einstein
I coefficienti B12 , B21 e A21 vengono indicati con il nome di coefficienti di
Einstein. Per ricavare le relazioni che intercorrono tra i diversi coefficienti è
sufficiente ricordare che in condizioni di equilibrio il numero di atomi che passa
dal livello 2 al livello 1 deve essere pari al numero di atomi che passa dal livello
1 al livello 2, cioè
(5)
Se ora si considera la legge di radiazione di corpo nero (2) si ottiene che ρ(ν) −−
> ∞ per T che tende ad infinito; quindi la (5) diverge se
(6)
(7)
(8)
Il laser
Abbiamo visto che la statistica di Boltzmann impone che in un sistema di atomi
all'equilibrio gli stati ad energia maggiore siano meno occupati di quelli ad
energia minore. Questo fa si che nell'interazione radiazione-materia l'effetto
complessivo sia un'assorbimento di parte della radiazione da parte del sistema
di atomi. Se viceversa riuscissimo a "invertire" il rapporto tra le popolazioni
relative dei due livelli sarebbe possibile rendere predominante il processo
dell'emissione stimolata su quello dell'assorbimento. Tale effetto sarebbe una
vera e propria amplificazione, in quanto il processo di assorbimento è un
processo "coerente", nel senso che il suo effetto è solo quello di ridurre
l'ampiezza di un treno di onde sinusoidali, senza alterarne la coerenza di fase;
vista la simmetria del processo anche l'emissione stimolata deve avere questa
stessa caratteristica. Tale coerenza può essere facilmente compresa se si torna
ad immaginare l'interazione radiazione materia come lo scambio di energia tra
due oscillatori armonici risonanti. Questa coerenza deve essere confrontata con
la mancanza di coerenza di fase associata ai processi di emissione spontanea.
Per le sorgenti di luce incoerente la radiazione emessa è l'insieme di un gran
numero di onde indipendenti ed il fronte d'onda che ne risulta varia da punto a
punto e da istante a istante. Se poi si desidera avere a disposizione una
sorgente monocromatica entro un piccolo intervallo in frequenza le sorgenti
incoerenti forniscono un rendimento assai basso. Per chiarire questo punto è
possibile fare un esempio: la superficie solare è assimilabile ad un corpo nero a
temperatura T = 6000 K. Da un cm2 di questa superficie vengono emessi circa
7000 joule/s. Dalla formula di Planck si può ricavare che se si potesse filtrare
una piccola parte di questa radiazione, ottenendo una banda larga un MHz
intorno al picco della radiazione solare (480 nm, luce verde), l'energia
proveniente da 1 cm2 di superficie solare sarebbe soltanto 10-5 joule/s . Questa
enorme perdita di efficienza non si verifica in sistemi, come il laser, in cui si fa
uso del meccanismo di emissione stimolata, in quanto i fotoni prodotti tramite
questo meccanismo, essendo generati in condizioni di "risonanza" tra campo
elettromagnetico e distanza in energia tra i livelli atomici, saranno
automaticamente monocromatici. Per realizzare un amplificatore di radiazione
che utilizzi il processo di emissione stimolata, cioè un laser, è quindi necessario
ottenere la cosiddetta "inversione di popolazione", vale a dire rendere N2 > N1.
Si può obiettare che alle frequenze ottiche la emissione spontanea risulta
predominante su quella stimolata, dato che hν >> kT. Tuttavia si deve tener
conto del fatto che la coerenza di fase esiste solo nel meccanismo di emissione
stimolata, e che questo produce un grossissimo effetto sull'intensità. Sappiamo
infatti che l'intensità di una sorgente monocromatica oscillante alla frequenza n
con ampiezza A è pari ad Ii = A2 . Se considero N di queste sorgenti incoerenti,
l'intensità risultante sarà Itot = N· A2 = N Ii, uguale in ogni direzione. Se invece le
N sorgenti sono coerenti, le ampiezze si sommano in fase ed avremo
un'ampiezza complessiva pari ad N*A, per cui l'intensità totale risulterà essere
Itot = (N*A)2 = N2 Ii . Trattandosi di sistemi atomici N è sempre molto grande (il
numero di Avogadro è pari a 6 ·1023 mole-1), per cui l'effetto "collettivo" della
coerenza risulta essere enorme e l'emissione stimolata sarà enormemente
amplificata rispetto a quella spontanea, per effetto della coerenza di fase.
Inversione di popolazione
Abbiamo visto che in un sistema a due livelli termodinamicamente all'equilibrio
non è possibile realizzare condizioni di inversione di popolazione. Tuttavia
esistono sistemi fisici particolari in cui è possibile ottenere tale inversione.
Sistema a tre livelli
E possibile ottenere inversione di popolazione sfruttando i diversi tempi di vita
media di diversi stati energetici in un sistema atomico o molecolare:
supponiamo di avere un sistema a tre livelli come quello schematizzato nella
figura che segue:
Gli atomi assorbono radiazione alla frequenza ν13 corrispondente alla gap E3 - E1,
quindi ha luogo un rilassamento degli atomi ad uno stato di energia E2, con
tempi molto rapidi. Dal livello 2 ha quindi luogo l'emissione a frequenza ν21 che
produce la diseccitazione degli atomi al livello 1. Dato che la transizione 3-->2
avviene con un tempo di vita medio τ32 << τ21, Si produce un accumulo di atomi
nel livello 2.In tale schema il livello 3 fa da "mediatore" per l'inversione di
popolazione: con un intenso pompaggio ottico (assorbimento) si continano ad
inviare atomi al livello 3, che si svuota a favore del livello 2; in tale modo il
livello 2 può risultare più popolato del livello 1 senza contraddire la statistica di
Boltzmann. Ovviamente una tale situazione permane solo finchè il pompaggio
ottico alla frequenza ν13 continua.
L = mλ /2 (9)
Quindi solo le lunghezze d'onda λm=m/2L potranno oscillare nella cavità senza
attenuarsi rapidamente dopo qualche passaggio. Il risonatore ottico produce
inoltre una selezione sulla direzione di propagazione della radiazione (i fotoni
emessi con un angolo troppo grande rispetto alla normale agli specchi verranno
"persi" dopo poche riflessioni all'interno della cavità risonante).
E' possibile introdurre il concetto di "fattore di qualità" di una cavità risonante,
analogamente a quanto fatto per i circuiti risonanti. Questo è definito come 2π
volte il rapporto tra l'energia immagazzinata nel risonatore W e quella dissipata
in un periodo (dW'/dt)T. ricordando che ν = 1/T si ha
(10)
(11)
(12)
(12b)
Dato che so che la vita media dello stato eccitato τ = 1/A21 , si ricava dalla (7):
(13)
Per ricavare un'espressione per ρ(ν) possiamo considerare che nel volume V
della cavità oscillino solo onde elettromagnetiche in una banda larga ∆ν intorno
alla frequenza ν, allora ρ(ν) = W/V ∆ν, per cui si ottiene:
(14)
(15)
che deve risultare soddisfatta perchè il processo laser possa avere inizio. Si noti
che essa dipende dal cubo della frequenza, e questo fa capire perchè i primi
laser siano stati sviluppati nelle microonde e perchè sia a tutt'oggi assai
difficile realizzare laser nell'ultravioletto. L'espressione esplicita per un
risonatore ottico risulta legata alle riflettività degli specchi: Trascurando gli
assorbimenti, la perdita principale nel risonatore è costituita dallo specchio
parzialmente riflettente, dove la frazione (1 - r) dell'energia sfugge ad ogni
riflessione. Dato che, detta L la lunghezza del risonatore, ogni secondo ci sono
c/2Ln riflessioni, l'energia persa per unità di tempo sarà:
(16)
(17)
Se chiamo F il rapporto W/dW tra energia accumulata ed energia dissipata
posso scrivere:
(18)
La grandezza F è un numero puro che può essere visto come una sorta di
"tempo di vita" del fotone nella cavità risonante.
Pompaggio
L'ultimo componente, ma non per questo il meno importante, di un laser è il
sistema di pompaggio: è questo la fonte di energia necessaria per eccitare gli
atomi del mezzo attivo in modo da permettere di ottenere emissione coerente
nel processo di diseccitazione. La condizione di oscillazione deve infatti essere
mantenuta costante nel tempo per permettere l'emissione laser. Il pompaggio
deve fornire l'energia per la transizione allo stato 3. Il metodo più immediato è
il cosiddetto "pompaggio" ottico, ottenuto mediante assorbimento di luce di
energia hν pari alla distanza tra i livelli interessati. Si tratta di un sistema di
pompaggio molto selettivo (eccita solo la transizione desiderata); esistono
tuttavia altri metodi di pompaggio: nel caso di un gas gli atomi possono essere
eccitati nel livello 3 mediante collisioni con elettroni liberi nel gas stesso,
tramite urti anelastici con atomi o molecole. Un altro metodo, assai poco
selettivo, è il pompaggio termico... E' opportuno a questo punto fare alcune
considerazioni sull'efficienza di un laser, vale a dire sul rapporto tra l'energia
impiegata per il pompaggio e l'energia di uscita del laser stesso. Nel caso di
pompaggio ottico è possibile definire un'efficienza di trasferimento,
un'efficienza spettrale ed un'efficienza quantica. La prima è il rapporto tra la
potenza incidente sul mezzo attivo e la potenza emessa dal laser. Nella
seconda si tiene conto della larghezza di banda del sistema di pompaggio e
dell'emissione del laser. La terza è il rapporto tra il numero totale di atomi
eccitati (stato 3) ed il numero di atomi che effettivamente finiscono nel livello
energetico utile per l'ottenimento dell'emissione laser (stato 2). In generale le
efficienze dei laser sono piuttosto basse, dell'ordine di qualche percento. I
migliori risultati si ottengono in genere con pompaggio ottico, specie se questo
è effettuato mediante un altro laser (come nel caso dei laser a centri di colore);
infatti in questo modo il pompaggio risulta molto selettivo (si evita di eccitare
gli atomi a livelli non desiderati) e la larghezza di banda per il pompaggio è
piccola. Tuttavia è impossibile evitare perdite dovute a trasferimenti di energia
(la stessa transizione "veloce" allo stato "utile" per l'effetto laser produce una
perdita di energia), emissioni a frequenze diverse da quella desiderata o non
radiative, assorbimenti indesiderati della luce di pompa o della luce emessa,
perdite dovute al risonatore ottico (per diffrazione, assorbimento sugli specchi,
etc.), alla qualità del mezzo attivo (scattering sulla superficie di un cristallo,
diffusione in un liquido..)... Se introduco il concetto di guadagno in maniera
analoga a quanto fatto per il coefficiente di assorbimento di un materiale, cioè,
dato un mezzo attivo di spessore d in grado di produrre emissione stimolata a
frequenza ν ed una intensità incidente su questo mezzo I 0 alla stessa frequenza
ν, l'intensità in uscita dal mezzo attivo sarà:
I=I0egd (19)
Laser a Nd:YAG : si tratta di uno dei più diffusi laser a stato solido. Il mezzo
attivo è costituito da un cristallo di Y3Al5O12, detto comunemente YAG, drogato
con Neodimio (Nd3+ che sostituisce Y3+). Costituisce un sistema a 4 livelli che
emette a 1.06 µm (vicino infrarosso) con pompaggio ottico tramite lampada a
Krypton. Il cristallo ha una ottima conduttività termica, il che gli permette di
operare senza problemi in continua fino a ~ 700 W, o ad alte frequenze di
ripetizione. Esiste una variante più economica di questo laser, che è il
Nd:Glass, dove i centri attivi di neodimio sono ospitati invece che in un cristallo
di YAG in un vetro. E' più economico, ma ha una peggiore conducibilità termica,
per cui viene utilizzato solo in regime impulsato a basse frequenze di
ripetizione.
Il cristallo di Nd:YAG è materiale ideale per un laser a 4 livelli. La vita media del
livello laser superiore è relativamente lunga (250 μs) e la transizione laser a
1.064 μm termina a circa 2000 cm-1 al disopra dello stato fondamentale, per cui
la popolazione termica del livello laser inferiore a 300 K è inferiore a 10-4 e può
essere trascurata. Il pompaggio a 809 nm può essere efficacemente ottenuto
con un laser a diodo AlGaAs di alta potenza.
Laser a centri di colore : è una classe di laser che utilizzano come centri
attivi i cosiddetti centri di colore in cristalli di alogenuri alcalini (KCl, NaCl,
LiF...), vale a dire elettroni che sostituiscono uno ione negativo. Alcuni di questi
centri, opportunamente associati con ioni impurezza positivi, costituiscono un
ideale sistema a 4 livelli. I centri di colore emettono in genere nel vicino
infrarosso e vengono pompati nel visibile. Si ottengono potenze medie
dell'ordine del mW, ed il laser può essere usato per misure spettroscopiche a
causa dell'elevata purezza spettrale e dell'accordabilità in frequenza della
radiazione di uscita. Questi centri hanno il difetto di funzionare bene, in genere,
alla temperatura dell'azoto liquido (77K), il che ne limita l'uso. Buone
prospettive offre il laser composto da centri F2+ (un elettrone che sostituisce
due ioni negativi) in LiF, che emette nel visibile a temperatura ambiente.
Laser a gas
Costituiscono la categoria più ricca e quella che consente di ottenere il più
vasto campo di
prestazioni. Essi si suddividono a loro volta in più categorie, di seguito
elencate, con accanto la gamma di lunghezze d’onda di funzionamento:
ad atomi neutri V - IR
a ioni UV - V
molecolari IR
a vapori metallici UV - V
a eccimeri UV – V
Laser ad He-Ne : e' il laser a gas più comune, più economico e più utilizzato. Il
mezzo attivo è il neon, mentre la presenza dell'elio facilita il pompaggio,
ottenuto tramite scarica elettrica. E' stato il primo laser a funzionare in
continua. La miscela viene tenuta alla pressione di 1 torr e la pressione parziale
dell'elio è di circa 5-10 volte superiore rispetto a quella del neon. In questo
modo l'elio assorbe l'energia della scarica portandosi dal livello 11S ai livelli 23S
e 21S, i quali sono risonanti con i livelli 4S e 5S del neon, che funzionano come
livelli superiori laser e transiscono nei livelli P sottostanti. Si hanno transizioni
utili per il laser a λ = 633 nm (rosso - la più usata), λ = 543 nm (verde), λ =
1.15 µm e λ = 3.39 µm (infrarosso). La riga può essere selezionata tramite il
risonatore ottico e si ottengono potenze di uscita in continua di qualche mW.
Laser a Eccimeri : I laser ad eccimeri sono delle sorgenti di elevata potenza di luce
laser a frequenza regolabile nella regione spettrale dell’ultravioletto (UV) e
dell’ultravioletto da vuoto (VUV). Lo sviluppo di questo tipo di laser risale agli
anni ’70 e ’80, ed è legato alla scoperta ed allo studio di molecole contenenti
gas rari o gas nobili, quali Xe2, KrF e XeCl. Può sembrare sorprendente che i
gas rari possano formare delle molecole, dato che è ben noto che essi sono
chimicamente inerti. Tuttavia, è possibile formare degli stati molecolari
legati, elettronicamente eccitati, a partire da atomi eccitati di gas rari, anche se
l’interazione tra gli atomi costituenti, quando questi si trovino nel loro stato
fondamentale, è fortemente repulsiva. Queste molecole vengono chiamate
eccimeri (o dimeri eccitati), intendendo con tale termine una molecola che
risulta legata in uno stato elettronico eccitato, ma che risulta dissociata nello
stato elettronico fondamentale.
Molecole eccimeri possono essere formate dall’ interazione tra due atomi o
molecole, una delle quali elettronicamente eccitata:
A + B∗ → AB∗
AB∗ → A + B + hν
Laser a liquido
Laser a colorante : tutta una classe di laser, detti a colorante, o dye lasers,
usano coloranti (in alcool o acqua). La banda di fluorescenza risulta molto larga
e quindi esiste la possibilità di accordare la frequenza del laser con facilità. In
generale sono pompati otticamente, con lampade a flash molto rapide o con
altri laser (N2 o Argon per la rodamina 64, che può anche lavorare in continua)
Laser a semiconduttore : Finora sono stati considerati solo sistemi atomici i cui livelli
energetici siano associati a funzioni d’onda localizzate, ossia relative a singoli
atomi o molecole. Consideriamo ora il caso dei semiconduttori in cui non si può
più parlare di funzioni d’onda relative a singoli atomi ma si deve parlare in
termini di un’ unica funzione d’ onda relativa a tutto il cristallo. Allo stesso
modo non si può più parlare di livelli energetici di un singolo atomo.
Lo spettro dei livelli energetici `e costituito da bande molto larghe:
precisamente la banda di valenza V e la banda di conduzione C, separate da un
intervallo Eg di energia proibita.
Ciascuna banda è in realtà costituita da un numero molto fitto di livelli
energetici. Si dimostra che il numero di stati per ciascuna banda è dell’ordine
del numero totale di atomi nel semiconduttore. Per il principio di esclusione di
Pauli ogni livello può essere occupato da non più di un elettrone. La probabilità
f(E) che un certo stato di energia E sia occupato è dato dalla statistica di Fermi–
Dirac:
1
f(E) = (2)
1 e ^ ( E F ) / kT
dove F è l’energia del cosiddetto livello di Fermi. Tale livello ha il seguente
significato fisico: per T → 0 si ha:
per cui tale livello costituisce il limite tra zona occupata e non occupata per T =
0. Per semiconduttori non degeneri il livello di Fermi cade nella zona di energia
proibita; perciò, per T = 0 K la banda di valenza sarà completamente piena e la
banda di conduzione vuota. In queste condizioni il semiconduttore non
conduce.
La condizione minima per avere azione laser può essere ottenuta in maniera
generale, introducendo i cosiddetti quasi livelli di Fermi. Possiamo parlare in
questi casi di probabilità di occupazione fV e fC delle bande di conduzione e di
valenza separatamente, dove fV e fC hanno espressioni del tipo:
1
fV = (4)
1 e ^ ( E FV ) / kT
1
fC = (5)
1 e ^ ( E FC ) / kT
dove FV e FC sono le energie dei due quasi livelli di Fermi.
Perciò per avere azione laser deve valere la relazione precedentemente
descritta in cui:
FC − FV > E2 − E1 = hν (7)
Per avere azione laser due delle superfici terminali sono lavorate speculari e
rese parallele. Le altre due sono lasciate grezze per evitare oscillazione lungo
direzioni non desiderate.
Di solito le due superfici lavorate non vengono ricoperte di specchi: infatti,
siccome l’indice di rifrazione di un semiconduttore è molto elevato, si ha già
abbastanza riflessione totale alla superficie di separazione semiconduttore–
aria. La regione è costituita da uno strato di spessore ≃ 1 μm, più grande dello
spessore dello strato di spopolamento. La dimensione traversa del fascio risulta
a sua volta molto maggiore ≃ 40 μm della dimensione della
zona attiva. L’ onda e.m. laser riesce cioè a penetrare notevolmente sia nella
zona p che nella zona n. Tuttavia, poichè le dimensioni trasverse del fascio
risultano pur sempre molto piccole, il fascio in uscita possiede una divergenza
molto elevata.
Notiamo infine che la densità di corrente di soglia Jc di un laser a
semiconduttore aumenta fortemente con la temperatura di operazione T, circa
come T3 per T > 77K. Ciò dipende dal fatto che al crescere di T fC(1 − fV )
diminuisce e fV (1 − fC) aumenta per cui il guadagno (6) diminuisce
fortemente. Da questo segue che non è possibile far funzionare
questi laser in continua al di sopra di una certa temperatura critica TC.
Esistono molti di questi laser, che emettono potenze medie di 10 mW in
continua .Sono assai efficienti (50-60%). Esempio tipico è il laser GaAs, che
emette tra λ = 820 nm e λ = 900 nm (intrarosso).
Laser a elettroni liberi (FEL) : nel Laser ad Elettroni Liberi non si usa un
sistema di atomi o molecole come mezzo attivo, bensì un fascio di elettroni
relativistici. Questi vengono costretti su una traiettoria oscillante da un campo
magnetico statico variabile nello spazio (generato da un oggetto detto
ondulatore magnetico), per cui, come tutte le cariche accelerate, perdono
energia emettendo radiazione. Volendo trovare analogie con i sistemi laser
convenzionali, si può osservare che il campo magnetico prodotto
dall'ondulatore gioca il ruolo del mezzo attivo, mentre il fascio di elettroni è
l'equivalente del sistema di pompaggio dei sistemi laser tradizionali. In effetti
in un FEL ha luogo l'interazione tra la radiazione di sincrotrone emessa dagli
elettroni, il campo statico dell'ondulatore e gli elettroni del fascio. In condizioni
opportune è possibile sottrarre energia agli elettroni del fascio per trasferirla al
fascio laser ottenendo così amplificazione della radiazione. Contrariamente a
quanto avviene nei laser convenzionali è tuttavia possibile anche il processo
inverso, che implica un'accelerazione degli elettroni a spese del campo
elettromagnetico. La caratteristica che rende il Laser ad Elettroni Liberi assai
interessante rispetto ai laser convenzionali è quella dell'accordabilità in
lunghezza d'onda: in teoria è possibile variare la lunghezza d'onda di emissione
secondo la formula
(8)