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MODULO 4 ERI ForocramMErRia VI SPECIALL 2mm Cee! ~CONVENZIONALE 1. PReMessa Dopo aver introdotto 1a fotogrammetria, con particolare riferimento a quella monoscopica, vediamo ora i principi fondamentali e gli impieghi pratici della fotogrammetria convenzionale, cche pud prevedere anche Vosservazione stereoscopica di due fotogrammi. Solitamente la fotogrammetria convenzionale & suddivisa in due categorie: laforogrammenria terreste, nella quale le fotografie sono scattate da punti a terra, ¢ la fotogrammetria aerea 0 aerofoiogrammerria, nella quale la presa fotografica & effettuata a bordo di aerei, palloni aero statici ece. Tale distinzione non riguarda le procedure per la restituzione, che sono in linea di Principio le stesse, ma solo le modalita con cui vengono effettuate le prese. II principio fondamentale della fotogrammetria terrestre ed aerea & identico: ogni fotografia di un particolare oggetto & una rappresentazione prospettica del oggetto stesso. Esiste una relazione univoca tra punti dell’oggetto ripreso e punti impressionati sulla foto- sgrafia, ma non viceversa: infatti, ad ogni punto della fotografia corrispondono infiniti punti: tutti quelli che appartengono alla direzione che congiunge il punto sulla fotografia ¢ il centro ottico dell obiettivo. Solo se 'oggetto fotografato appartiene ad un unico piano, ed & nota la posizione della fotocamera rispetto a tale piano, la corrispondenza diventa biunivoca ¢ si pud effettuare il tilievo dell’oggetto con una sola fotografia (tale tecnica & detta raddrizzamento dellimmagine). In genere, quindi, con una sola fotografia non si ha una corrispondenza biunivoca tra oggetto ripreso ed immagine fotografica. Per garantire la restituzione topografica dell’oggetto fotografato sono allora necessarie almeno due immagini prese da due punti di vista distinti, In questo modo, se & nota la posizione delle fotocamere al momento dello scatto, le coordinate spaziali dei punti presenti simultaneamente sulle due fotografie possono essere determinate dall'intersezione delle due rete congiungenti i punti immagine con i relativi centri ottici. E questo il principio fondamentale della fotogrammetria, comune a tutte le tecniche di rilievo fotogrammetriche. Nel processo del rlievo fotogrammetrico si hanno tre gruppi di grandezze, legati tra loro in modo diverso nei vari momenti del proceso di rilievo, Essi sono: 1) Ie coordinate tridimensionali (X; Y; Z) degli oggetti fotografati (spazio oggetio); 2) le coordinate piane (x; y) delle immagini degli oggetti fotografati sul piano della pellicola (spazio immagine); 3) Vinsieme dei parametri del orientamento, necessari a stabilire la posizione assunta dalla fotocamera al momento delle riprese fotografiche. 426 i Zroroceameran CONVENZIONALE 1) Presa 2} Orientamento i. = Nella fase di presa sono assegnati due gruppi di grandezze (che perd non sono noti numerica- mente): le coordinate degli oggetti fotografatic i parametri del orientamento (cioé la posizione ele earatteristiche ottiche della fotocamera); in funzione di tali grandezze si ottiene immagine fotogratica. Nella fase di orientantento, dalla conoscenza delle coordinate spaziali reali e delle coordinate piane sulla pellicola di alcuni punti noti, si ottengono i parametri del!'orientamento. Infine, nella fase di restituzione, con i parametri di orientamento calcolati & possibile deter- minare le coordinate spaziali di tutti i punti inquadrati, utilizzando le coordinate piane sui fotogrammi (fig. 2.1). Le applicazioni della fotogrammetria si sono notevolmente estese negli ultimi anni, grazie anche ai metodi alternativiillustrati nel'unita 1. Sicuramente, tra le applicazioni pid importanti della fotogrammetria convenzionale vi é la produzione cartografica, a scale variabili da 1:500.a 150.000. 2. LA FOTOGRAMMETRIA AEREA La quasi totaliti delle carte @ oggi realizzata mediante l'acrofotogrammetria, Grazie a questa tecnica di rilievo, infatt, & possibile realizzare in tempi estremamente ridotti carte topografiche di vaste zone, che con Ie tecniche tradizionali avrebbero richiesto anni di lavoro. Prima di deserivere, sia pure sommariamente, la tecnica aerofotogrammetrica, riteniamo ‘opportuno precisare il motivo peril quale vogliamo descrivere una procedura che, tranne alcuni casi isolati, non potra coinvolgere direttamente il futuro geometra. Non sono infatti molte le dite che operano in questosettore e comunque, per realizzare una carta fotogrammetrica, &necessaria una specializaazione che va ben oltre il contenuto di questopera. E. perd molto importante conoscere come sono approntate le carte, al fine di conoscerne origine, i limiti, ece. per un corretto impiego delle carte stesse. Molti saranno infatti i geometri, impiegati negli uffici teenici di enti pubblici (Comuni, Province, Regioni, ecc.) 0 privati (come ad esempio i consorzi di boni- fica), che potranno commissionare a ditte specializzate la redazione dicarte orilievifotogramme- trici. In questi casi, in cui il geometra & coinvolto non come operatore, ma come utilizzatore € committente, & importante conoscere le basi ed i principi fondamentali delta fotogrammetria. A, La presa aerofotogrammetrica ‘Le fotografie aeree possono essere eseguite con diverse modalita, in funzione del tipo di carta Forogrammerria © RILIEVI SPECIAL ere | piano di riferimento. proiszione centrale projezione orfogonale Fig. 2.2 boca gee - ee che si intende realizzare e del tipo di fotocamera di cui si dispone. Limpiego delle fotocamere acre metriche, che sono saldamente fissate alla fusoliera dell’aereo, richiede che il volo av- ‘venga con velivoli che abbiano buone caratteristiche di stabilita (grande superficie alare) e che consentano basse velociti di crociera, al fine di ridurre gti effetti del trascinamento del foto- gramma, soprattutto se si devono realizzare carte a grande scala (es. 1:500 0 1:1.000). Media mente, un velivolo per il rilevo fotogrammetrico non deve superare velocita di 200-400 km/h, dove il valore piti basso di tali velociti é valido per le basse quote. In acrofotogrammetria limpiego delle fotocamere ha Iuogo generalmente con prese nadi- rali, cio’ con Lasse ottico diretto lungo la verticale. Queste prese presentano il vantaggio di fornire fotogrammi con una scala praticamente costante, se il terreno & pianeggiante. Inoltre tali prese consentono l'osservazione stereoscopica dei fotogrammi, con i vantaggi che saranno messi in evidenza pid avanti. In casi particolari, esiste comunque la possibilita di inclinare Tasse ottico rispetto all'asse verticale, in senso sia longitudinale sia trasversale, perdendo perd la possibilita di osservare stereoscopicamente i fotogrammi, Se Vinclinazione della macchina da presa & in senso longi- tudinale (cio nel verso di percorrenza dell'aereo), le prese si dicono convergenti. Se invece Vinclinazione & in senso trasversale, si hanno prese inclinate (per inelinazioni fino a 45°) ¢ panoramiche (per inclinazioni da 45° a 90°, in cui asse della fotocamera diviene orizzontale) D’ora in poi si fara sempre riferimento a prese unicamente nadirali, salvo quando sia diversamente indicato. Innanzi tutto & opportuno chiatite che non é possibile Futilizzo diretto della fotografia aerea, opportunamente ingrandita, come mappa del territorio fotografato. La foto acrea & infatti una prospettiva centrale, mentre le mappe sono ottenute con una proiecione ortogonale del terreno sulla superficie di riferimento (fig. 2.2). A.causa di questa differenza, un segmento verticale (ad esempio lo spigolo di un fabbricato), che in mappa sarebbe rappresentato da un punto, nella fotografia & rappresentato da un segmento. La lunghezza del tratto che rappresenta sulla fotografia un segmento verticale si chiama spostamento di altezza, e risulta tanto pid grande quanto maggiore é la sua altezza. 428 Nella fotografia nadirale, tui i prolungamenti delle immagini dei segmenti verticali passano per un ‘punto che si chiama isocentro 0 punto di fuga nadirale; se Vasse della foto fosse perfettamente verticale, esso coinciderebbe con il centro della fo- tografia stessa (fig. 2.3). Tnoltre, Vimmagine di un oggetto disposto su un piano non & simile all'oggetto stesso salvo quando il pia- ‘no del negativo é parallelo al piano dell oggetto, Ad esempio, un campo sportivo rettangolare in fotografia viene trasformato in un quadrilatero, a causa della rotazione a del piano del negativo rispetto al piano det campo sportivo (fig. 2.4). Questa tra~ sformazione si chiama spostamento da rotazione, Quindi, se Voggetto da rappresentare fosse piano (come un campo sportivo), si potrebbe utilizza- re direttamente la fotografia di esso, ingrandita a scala opportuna ¢ una volta che fosse corretto lo sposta- mento da rotazione con la tecnica del raddrizzamento. Unaltra differenza di una foto acrea rispetto ad una rappresenta- zione cartografiea & dovuta al fatto che nel fotogramma il fattore di scala definibile solo nel caso in cui Vog- getto fotografato sia perfettamente orizzontale e l'asse della fotocamera rigorosamente verticale, In partico- fare, se nella zona ripresa si hanno listivelli, la scala del fotogramma va- rriera da punto @ punto, ¢ si potra definire soltanto una scala media. Per passare da un fotogramma aereo ad una rappresentazione car- tografica di un tetritorio pianeggian- te sarebbero quindi necessarie due correzioni: quella dello spostamento di altezza ¢ quella dello spostamento Zrorocaayeraa CONVENZIONALE 1 Questa conascenze ped etenesi anche ‘toverso un grghoto rego d punt 3 ota noo, note come ‘modelo digtole del Jerreno [DTM = Digital Terrain Model Tale cstonza pd css considerate ‘gual olla dstanza focole del obietivo da rotazione. Nel caso di un territorio non piano, questo potrebbe essere suddiviso in tante ppiecole aree da considerare come piane: a ciascuna di queste piccole aree applicare le eorrezioni dello spostamento da rotazione e dello spostamento di altezza, ed un ingrandimento differente da zona a zona per ottenere la stessa scala finale desiderata. Questa operazione si chiama raddrizeamento differenziale oppure ontofotoproiezione; essa richiede perd la conoscenza pre- ventiva dellaltimetria del terreno. ! 11 periodo pid propizio per elfettuare le prese aerofotogrammetriche dipende dalla vegeta- zione della zona da fotografare e dalla sua morfologia. Nelle zone di montagna, ad esempio, si dovranno evitare le riprese invernali, perché la coltre nevosa coprirebbe gran parte dei parti- colari che dovranno poi comparire nelle carte. In pianura invece, durante estate, la vegeta. Zione potrebbe essere cost folta da oscurare particolari importanti del terreno. ‘Anche Mora del giorno deve essere valutata correttamente, evitando ad esempio le prime e le ultime ore del giorno, che presentano ombre troppo allungate, a meno che non si vogliano amplificare le caratteristiche morfologiche del terreno, quando queste siano molto difticili da individuare. Generalmente sono da preferire le ore centrali della giornata, in cui si ha uril~ luminazione uniforme ed omogenea del terreno. Sono naturalmente da evitare quei giorn in cui la presenza di nuvole a bassa quota o la foschia potrebbero disturbare la presa fotografica. Per progettare un volo fotogrammetrico si deve decidere anzitutto la quota di volo 0, meglio, Yaltezza di volo rispetto al terreno, Questo parametro condiziona infatti la scala media del fotogramma ¢ quindi la scala delle carte che si potranno ottenere. Ipotizzato che il terreno fotografato sia piano, e che le prese fotografiche siano nadirali, si consideri la figura 2.5, in eui & rappresentato lo schema geometrico di una presa aerea. In tale figura é indicato il punto principale P, che rappresenta il centro geometrico della foto, ed & definito come il piede della perpendicolare del centro di prospettiva V sul negativo, posto a distanza p dalla pellicola.? Tl segmento AB=c rappresenta la larghezza della lastra fotografica, q Valtezza di volo e d la distanza sul terreno coperta da un fotogramma in senso longitudinale (che coincide con la larghezza se il fotogramma & quadrato, come avviene di solito nelle prese aerofotogrammetri- che). Dalla similitudine dei due triangoli ABV A'B'V si ha la seguente proporzione: plc id q 4a 9 nella quale si indicato con n il denominatore della scala media del fotogramma, dato appunto dal rapporto tra una qualsiasi distanza sul terreno ¢ la distanza corrispondente sul fotogramma, Risolvendo rispetto a q, si ha: be p ' 2.1) ep q=Pt ioe: Valtezza di volo & pari alla distanza principale p moltiplicata per il denominatore della, scala media del fotogramma. ‘Nota quindi la distanza principale della fotocamera, la quota di volo pud essere determinata ‘una volta fissata la scala media del fotogramma. La scala del fotogramma deve essere scelta con attenzione, perché tale parametro condiziona il costo del volo fotogrammetrico, in funzione della scala della carta che si deve realizzare. Nel decidere la scala del fotogramma da adottare, si tenga presente che usando pellicole pancromatiche (bianco/nero) a bassa sensibilita si possono poi ottenere ingrandimenti del 430 . 7 I 2rorocreamerna CONVENZIONALE i d Fig. 2.5, negativo anche fino a 10 volte, senza pregiudicare la risoluzione delle fotografie. Se si usano pellicole INFRACOLOR (a colori) si possono invece ottenere ingrandimenti del negativo fino aS volte. Un criterio per stabilire la scala media dei fotogrammi potrebbe quindi essere quello di ‘moltiplicare per 10 0 per 5 il denominatore della scala della carta, a seconda che si impieghino pellicole pancromatiche 0 a colori. Tale criterio non terrebbe perd conto del fatto che per realizzare carte a piceola scala (ad es. 1:25.00 o 1:50,000) si devono inserire nella carta ele- ‘menti estremamente importanti non nelle loro esatte dimensioni, ma in modo convenzionale. Si pensi ad esempio alla rappresentazione di una ferrovia. Supponendo di voler realizzare la % La distanza comune a due fotogrammi nel senso di percorrenza dell'aereo si chiama rico- primento longitudinale, solitamente espresso in percentuale della distanza coperta da un foto- gramma: il ricoprimento effettivo risulta quindi pari alla percentuale di ricoprimento longitu- dinale vy per la distanza d coperta dal singolo fotogramma (fig. 2.7). La distanza b, coperta 433 MopuLo 4 ForocramMernia BVI SPECIALL ® Si not onalogio con a ologrammeria ents, dave con bs indice le dtanae ra ledie otocamere, ot la base di prec, ‘anche con Vintrsezione in ‘vent dove raporeseno lo dlitonza ra le due sfazion te Prima strisciata Seconda strisciata Fig. 2.8 dall'aereo tra uno scatto ed il suecessivo risulta quindi pari a:® bad-yd Poiché 'aereo, durante il tempo f, tra uno scatto ed il successivo, percorre una distanza pari a v-f,sev lasua velocita di crociera, uguagliando tale distanza con siottiene il tempo di scatto: 3 |, -b lend - ey La successione di fotogrammi in senso longitudinale, con ricoprimento pari a 1, si chiama strisciata, Generalmente una sola strisciata non & sufficiente per coprire tutta la zona da rilevare, ma sari necessario affiancare due o pid strisciate per ottenere il ricoprimento com- pleto. Al limite, le strisciate potrebbero essere perfettamente adiacenti Puna alPaltra senza una zona di sovrapposizione. Tuttavia, per evitare anche in questo caso rischi di avere zone sco- perte, si adotta sempre un ricoprimento trasversale ‘ry, pari mediamente al 15-30% della lar- ghezza dei fotogrammi, Questo ricoprimento permette di compensare gli inevitabili movimenti 4i deriva dell'aereo, dovuti alla componente trasversale del vento, Per determinare il numero totale di fotogrammi necessari per coprire una zona rettangolare i dimensioni a «A, si calcola preliminarmente il numero m di strisciate da effettuare (fig. 2.8), 434 2r GRAMMETRIA i CONVINZIONSTE imponendo che la dimensione trasversale ht della zona da rilevare risulti: h=(m—1)s +d = (m= 1d — yd) +d=md(l—n) + yd da cui: pu oi “al=¥) | 11 numero risultante da questa espressione dovra oviamente essere sempre arrotondato per eccesso allintero superiore. Il numero di fotogrammi n di ogni strisciata si ottiene invece imponendo che la distanza longitudinale da ricoprire sia pari a: (n— 2b + yd =(n —2\d— qd) +d =nd(l — 9) — 2d + 3d da cui (sempre arrotondandb il risultato allintero superiore): | = at2d 3nd ae he | di-my { | oe Il prodotto m +n rappresenta dunque il numero totale di fotogrammi necessari per il rilievo fotogrammetrico. Assumendo un ricoprimento trasversale del 20% ¢ longitudinale del 70%, si ha la seguente formula approssimata che permette di calcolare rapidamente il numero di fotogrammi complessivo: nd a+2d—3yd . dah “di—4) di=n) Si tenga presente che una variazione anche minima del ricoprimento longitudinale comporta una sostanziale variazione del numero Mogrammi. Si considerino infatti due voli caratte- rizzati da due diversi valori dei ricoprimenti longitudinali 1; ¢ 73. Nei due casi saranno necessari i seguenti fotogrammi: mon e si avra quindi il seguente rapporto tra i due numeri: 1 at a 4 my _at2d=3md (Lam) IF 2 gg my) ~) 14223, Cm) a te mm (I=4) a+ 2d= 3rd my) in cui si sono trascurati il primo numeratore ed il secondo denominatore poiché il termine d/a & molto piccolo rispetto all'unita, Da quest'ultima relazione si pud constatare che, passando da un ricoprimento del 60% ad un ricoprimento dell’80%, il numero di fotogrammi raddoppia: Digg t= Te) LED mz (l=) 1-080 ciod: da una strisciata con ricoprimento dell'80% & possibile ricavare due strisciate distinte con ricoprimento del 60%. 2 435 MopuLo 4 ForocramMerria E RILIEVI SPECIALL Wl trascinamento Poiché la presa fotografica ac- Apertra otratore Ouse coftaore def immagine, | L fotog) | v rea awiene in movimento, du- rante il tempo di esposizione fg Si sovrappongono sulla la- stra fotografica diverse imma- ini delVoggetto ripreso, che possono anche impressionare in punti diversi il negativo, causando effet “mosso” delle fotografie. | Nella figura 2.9 sono rap- presentate le duc posizioni as- sunte dallaereo _rispettiva- mente all’inizio ed alla fine del tempo di esposizione, cor- rispondente alfintervallo di tempo in cui lotturatore resta aperto. Considerando un ge- Fig 28 nerico punto P sul terreno fo- tografato, si avra che la sua im- magine sulla pellicola si spostera da P’ a P” durante il tempo di esposizione, ottenendo cost un segmento P'P”, Se la lunghezza di tale segmento supera un valore prefissato, che dipende all ingrandimento cui sara sottoposto il fologramma, ma che mediamente pud essere assunto, pari a 0,03 mm, si avra il cosiddetto effetto “mosso”. Considerando i triangoli simili P'P’V" © V'V"P, si ha la seguente proporzione: PP Vv" Pp q essendo, al solito, p ta distanza principale e q Valtezza di volo, Poiché durante il tempo di esposizione l'acreo percorre la distanza: te in cui v @ la velocita di crociera dell’aereo, ed indicando con ¢ il trascinamento P’P” del foto- gramma (che pud essere assunto pari a 0,03 mm), si ha: Jm=tq| vs“-_ 2: [© sp4 ep relazione che permette di determinare il tempo di esposizione massimo oltre il quale il trasci- namento dell'immagine provoca fotografie “mosse”. Per evitare Vinconveniente del trascinamento dell'immagine esistono anche speciali foto- ‘camere, particolarmente adatte per le riprese a bassa quota, che spostano automaticamente la 436 lastra fotografica durante il tempo di esposizione, in modo da annullare leffetto di trascina- mento. II dispositivo, indicato con FMC (Forward Motion Compensation = compensazione del movimento in avanti), consente alla lastra di spostarsi in avanti lungo la direzione di volo, con velocita anche di cirea 60 mm/s, corrispondente ad una velocita dell'aereo di 430 knv/h ed ad ur’altezza dal suolo di 2.000 m. ‘Con questo dispositivo & possibile ottenere fotografie di ottima definizione, anche con voli a bassa quota, permettendo cosi maggiori ingrandimenti successivi dei negat Objative per cerofoiogremnetria. leiea Wild Aviogen 15/4 UAG. mopuLo 4 £5] Forocrammernia E RILIEMI SPECIALL ‘Schema delfcbitivo teica Wild Aviogon 15/4 UAG, C. Le macchine da presa aerofotogrammetrica La necessita di ottenere immagini corrispondenti a rigorose prospettive del terreno ripreso dalf'aereo, richiede un’estre- ‘ma cura nella costruzione delle fotocamere aeree. Soprattutto a necessita di contenere le distorsioni e le aberrazioni ottiche costringe i costruttori ad impiegare sofisticati obiettivi, costi- tuiti dallaccoppiamento di pi lenti (figg. 2.10 e 2.11). Il va- lore della distorsione di un obiettivo (che mediamente non supera valori di 2-3 ym) @ fornito dalle ditte costruttrici me~ diante una curva di distorsione, nella quale & rappresentato il valore della distorsione al variare della distanza radiale dal punto principale (fig. 2.12). Se sono noti i parametri dellorientamento interno (vedi par. 4D) ed é fornito il certificato di calibrazione contenente la curva di distorsione, attestante che i valori della distorsione sono inferiori a limiti prefissati, allora la fotocamera & metri- ca. Ogni 1-2 anni & comunque necessario ricalibrare la foto- camera, date le grandi sollecitazioni cui é stata sottoposta durante i voli Le machine aerofotogrammetriche possono essere sia a lastre sia a pellicola. Attualmente risultano piti pratiche le pellicole fotografiche, i cui foto ‘grammi hanno di norma dimensioni utili di 23 x 23 em, ¢ che sono inserite in caricatori auto- matici in grado di contenere diverse centinaia di fotogrammi, La fotocamera é saldamente ancorata alla fusoliera dell’aereo mediante supporti antivibran- 4, affinehé le vibrazioni indotte dai motori non si trasmettano al fotogramma durante 'espo- sizione. La classificazione delle fotocamere aeree viene fatta in base dalla distanza focale, come riportato nella tabella 2.1. Lobiettivo maggiormente utilizzato & il grandangolare; i normale ed il teleobiettivo vengo- ‘no utilizzati quando si devono realizzare carte a grande scala (1:500-1:1,000), come ad esempio nel rilievo di centri abitati (si tenga presente che la quota di volo non pud scendere al di sotto di certi valori per ragioni di sicurezza); il super grandangolare viene impiegato invece quando si devono realizzare carte a piccola scala (1:25.000- 1;50.000), ¢ la presenza di nuvole non permette di volare a quote elevate. La regolazione del tempo di scatto & effettuata mediante tun dispositivo, detto cinederivometro, che permette anche la correzione dell'angolo di deriva dell'aereo, facendo ruotare la camera attorno al proprio asse di un angolo pari all’opposto di quello di deriva, I cinederivometro & composto di un visore che permette di inquadrare lo stesso campo inquadrato dalla fotocamera. So- vrapposta all'immagine si pud vedere una catenella, il cui mo- vimento pud essere variato dall‘osservatore, Facendo ruotare 438 | Zrorocrasmeraa CONVENZIONALE Obiettivo Distanza focale | Angolo di campo ‘Super grandangolare (SWA = Super Wide Angle) 85mm 125° Grandangolare (WA = Wide Angle) 150: mm 95° Normale (Normal Angle) 300 mm. sr ‘Teleobiettivo (NA = Narrow Angle) 600 mm 30° Tob. 2.1 1a catenella in modo che essa si sposti come il terreno inquadrato, si pud calcolare la velocita apparente delfaereo e, di conseguenza, si pud calcolare esattamente il tempo di scatto tra un fotogramma ed il successivo. TI cinederivometro 2 collegato alla fotocamera in modo che il ‘momento di seatto possa essere automatizzato. Lioperatore deve quindi assicurarsi semplice- ‘mente che il movimento della catenella sia sincronizzato con quello del terreno sottostante. “ ESERCIZIO SVOLTO : Un fotogramma é stato ripreso con una fotocamera grandangolare di focale 155,85 mm e lato del fotogramma di 230 ‘mum, Sapendo che le prese sono nadirali, che ta quota media di volo @ di 2,000 m e che la quota media del terreno & di 200 m, si determini Ja scala media del fotogramma ¢ l'area della superficie {nquadrata, in ettari SOLUZIONE Lattezza di volo & par alla diferenza tra la quota media di volo la quota del terreno: ‘q=2,000 — 200 = 1.800 m =4/p = 1.800 / 0,15585 = 11.549,57 La scala media del fotogramma risulta quindi 1:11.550. La larghezza inquadrata da ogni fotogramma 23 x 23 em é pertanto: L=0,230 x 11.549,57 = 2,656.4 m eVarea inquadrata @ pertanto: 7.056.467 m? = 705,6 ha 3. La FOTOGRAMMETRIA TERRESTRE CONVENZIONALE La fotogrammetria terrestre convenzionale si differenzia da quella aerea solo per il fatto che le fotocamere sono ferme e non in movimento. 4 Esistono partcoor ‘eodol con I rilievo in questo caso viene effettuato con costose camere metriche montate sopra un ‘olecanere teodolite* oppure con due camere montate su un‘asta fissa (bicamera), In entrambi i casi, per Incorporate non ottenere foto stereoscopiche delloggetto ripreso, gli assi delle fotocamere devono essere pa- _“P2"PbIe,chionat

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