You are on page 1of 17
tun primo passo verso la secolarizzazione della societh. Prima o issidio doveva scoppiare, per tutti questi motivi un tentativo, spesso ondeggiante nella condotta politica, un abbozzo, incerto sulle proprie basi dottrinali non sufficientemente maturate, non una sintesi organica € definitiva, Caprroo IV IL SILLABO: LA PREPARAZIONE, IL CONTENUTO el Sillabo @ un grido d'allarme del supremo Pastore ai guardian’ del gregge ¢ al gregge stesso; @ la verga del Pastore che con un colpo sradica le erbe cattive...» (Dalla pastorale del Vescovo di Urgel in Spagna) Gli antecedenti Come abbiamo visto, da anni i cattolici erano 0. Gli per timore della libert’ in sé ¢ per sé. Gli altri vedevano hella intransigenza della gerarchia, nella diffidenza verso Ja fiberth una delle cause dell’apostasia della societa, ¢ ritenevano necessario accettare coraggiosamente quello che vi era di buono nel mondo moderno, senza riuscire sempre a conservare il giusto equilibrio e a distinguere chiaramente cid che si poteva accettare ¢ cid che si do- ‘veva respingere. In Francia, Pe Univers» e le @Cortespondant » non peccavano certo di irenismo. In Inghilterra, organo dei liberali, «The Ramblers, sempre in lizza contro la «Dublin Revews, e pitt tardi anche la nuova rivista «The Home and Foreign Review », erano state sospese per Ia loro audacia. I redattori non esitavano a senten- ziare con assoluta sicurezza tutto quello che la gerarchia doveva fare: sembrava quasi che si volesse introdurre nella Chiesa il sistema democratico. Era quello che vole~ ‘yano, abbastanza chiaramente, i liber toscano. E le loro cominciavano a infiltrarsi anche fra il clero. ‘Non erano mancati pi volte interventi della S. Sede, volti ad ammonire gli spiriti imprudenti ed a correggere eventuali deviazioni di sostanza ¢ di forma. Dopo la ‘Mirari vos si erano moltiplicate le allocuzioni di Pio IX, cche, deluso dagli avvenimenti del '48, non aveva cessato di deplorare le conseguenze dei nuovi principi. Questi discorsi avevano avuto per® il pid delle volte un carattere coccasionale, limitato a casi singoli, ¢ anche per questo non avevano avuto una influenza decisive, In queste circostanze maturd Pidea di una condanna in blocco degli errori dell’epoca. documento apparve colla data 8 dicembre 1864: quel giorno furono firmati insieme l'enciclica Quanta cura, il Sillabo, o raccolta degli errori moderni. Pochi mesi prima, il 15 settembre 1864, era stato fir- ‘mato fra Napoleone III, rappresentato dal ministro degli esteri Drouyn de Lhuys, ¢ Vittorio Emanuele II, rap- presentato da Costantino Nigra e Gioacchino Pepoli, la cosiddetta convenzione di settembre, per cui Ia Francia si impegnava a ritirare le sue truppe dallo Stato della Chiesa entro due anni, previa la formazione di un corpo di. volont mentre PItalia prometteva di ri- spettare V'integrita dei territori rimasti al Papa, ¢, @ ga- ranzia della sua buona volont&, con un articolo segreto m9 ‘aggiunto al patto si obbligava a trasferire la capitale da ‘orino in altra citth. Data la contiguitt dei due avvenimenti apparve a molti dettato da motivi contingenti: trattato di una protesta contro Pabbandono Sommo Pontefice era lasciato da parte dell'Imperatore francese. Tn realth il Papa era mosso da motivi pit ele- vati_ed universali: Ia dichiarazione pont i dodici anni di studi e di preparazione, era’ una netta presa di posizione della Chiesa di fronte ai principi del liberalismo Iaico ed antireligios Ita degli errori del tempo cone XII, allora erugia, le di Spoleto del 1849 ne avanzi Ia proposta ¢ In fece inserire negli atti del Sinodo. Qualche anno pitt tardi, ith Cattolica » esprimeva il voto che la Bolla di conte Avogadro della Motta, indu: bili a separare i due atti. In ogni modo la commissione che aveva preparato Ia definizione dell’Immacolata Con- cezione fu incaricata di continuare i suoi lavori, e di redi- gere la raccolta proposta. Gli studi in proposito proce- dettero con una certa lentezza fino al 1860: in quell’anno un prelato francese, Mons. Gerbet, vescovo i ‘gnano, in una pastorale indiriz condannato 85 proposizioni tratte da document temporanei, La lettera episcopale riflette le preoccupazioni pastorali della Chiesa in questi anni: « Attraverso tutte Ie vicende della storia vi & una cosa su cui la Chiesa di Dio veglia con suprema sollecitudine, senza che alcun avvenimento 0 catastrofe possa distogliere il suo sguardo, Questa @ Ia dottrina cattolica... La Chiesa non ha al 50 riguardo Ia liberti di cui godono i filosofi ¢ i politici rispetto alle loro idee... essi dispongono di cid che forma Ja loro proprieth intel non @ una proprietA di cui essa possa cost disporre: Mea doctrina non est mea. Essa non ne & la proprietaria, ma la depositaria... Per assolvere la sua missione, la Chiesa deve denunciare, respingere, condannare gli errori che tendono a corrompere in qualunque forma la puriti della sua dottrina, sotto qualsiasi forma si nascondano, Ogni secolo ha i suoi, ma capitano dei momenti di ina- sprimento in cui essi si moltiplicano ¢ si accumulano... Non si pud negare che il triste flagello intellettuale & morale di cui parliamo si & prodotio recentemente in seguito agli eventi rivoluzionari in Italia, Abbiamo assi- stito ad una prodigiosa fermentazione di errori, di sofi- smi, di calunnie... Pio IX rimase favorevolmente impressionato dalla let- tera, formd una nuova commissione, che prese da que- sto momento come base dei suoi lavori le 85 proposizioni condannate da Mons. Gerbert. Particolare curioso: mentre a Roma fervevano i lavori della nuova commissione, da Parigi il P. Ventura, colla sicurezza propria del suo carattere, raccomandava al car- , un intervento della questioni_allora pia dibattute: « Tl lume della Fede non si & estinto (perch? & lume dell ‘entifico fa compassione, € provi che non si é grandemente al fatto delle grandi questioni del sa del Na- questione filo- 5 3) Ia que- confusione, attualmente Roma, comprendo ia né possa di occuparsi di queste ar questioni... ¥ (lettera del 25 febbraio 1861). A Roma si aveva voglia © possa di occuparsi di queste questioni, esplicitamente toccate nel Sillabo allora in preparazione | Nel 1862, in occasione delle solenni feste tenute per la canonizzazione dei martiri giapponesi del secolo XVII, ‘venne consegnato ai trecento vescovi presenti 'abbozzo della condanna, perch? esprimessero il loro parere. La approvazione fu quasi unanime: sembra che solo Mon- signor Dupanloup trovasse poco opportuno che una deci sione pontificia seguisse quasi alla lettera una publi cazione di un vescovo francese, ¢ facesse oscuri presagi sullesito di un simile passo. Intanto un settimanale noto- riamente ostile alla Curia Romana, il « Mediatore » aveva fatto un colpo sensazionale negli ambienti del giornalismo: era riuscito ad impadronirsi del testo stesso dé sizioni condannate, lanciandole in pasto blica, La violentissima reazione liberale a soprassedere per il momento alla condanna. Sopraggiunsero intanto tre avwenimenti di diverso ge- nete, Usci la Vita di Gesi di Renan: il male prodotto da questo libro non era una ‘occorrevano, della malizia del P8 al 22 agosto 1863, dietro si tenne a Malines ‘un congresso allo scopo un centro di luce, di carita e di amore, in liderebbe Ia santa alleanza dei figli della Chiesa (dag atti del Congresso). Montalembert in due infuocati di seorsi, che si possono considerare in qualche modo i suo testamento spirituale, esponeva quale doveva es- ‘ono quasi dappertutto i, perché non sanno rinunciare ai_privilegi oro Ancien Régime. Occorre che la Ci si contenti della liberth concessa dalla legge alle associazioni. La religione ispireri cosi alla libert Pautocontrollo di cui essa ha bisogno, mentre ne ‘veri una garanzia pitt efficace delle precedenti, Ia piena ma _ = = 13 indipendenza. Dopo aver condannato nel secondo di- straordinaria, Popinione publica ». La filosofia moderna ¢ “indifferentismo per cui tutte Ie religioni sono Ia storia dovevano essere d’ora in poi le basi della teologia; ‘uguali, Montalembert ricordava, confermando ia sua tesi e il centro direttivo del pensiero doveva essere con Pesempio dell'Italia, della Spagna ¢ del Portogallo, cercato, anziché a Roma, in Germania, che doveva diven- che Ia religione non trae alcun vantaggio dal sistema tare Vistitutrice delle nazioni, ‘di_una stretta alleanza fra trono € altare, Cattolica » parld con una certa benevolenza verita: | dei discorsi di Montalembert (apparve allora per la i distinzione fondamentale in materia, . Non maned tuttavia un rimprovero jo IX al visconte francese. oppressi W stigmatizzava uso della forza in jore spagnolo che diceva 2” Credi o ‘quanto il terrorista francese che iberta e fraterniti o la morte” ». Non si pud parte chiedere la liberth per st € Si notavano infatti nei due discorsi giudizi eccessiva- riftutarla agli bisogna avere il coraggio di accet~ mente severi riguardo al passato, una approvazione tare la liberta per tutti. La libertd per ill bene coesister’d troppo entusiasta quasi incondizionata dei regimi at- olla liberti per V'errore, ma i vantaggi della situazione | tuali, mentre gli argomenti con cui il Montalembert sono cosi mumerosi che bisogna sopportare con pa- | ‘ercava di provare la legittimita della libertd di coscienza inconvenicnti: Ja verith non sari mai, vinta, negli Stati moderni non erano sempre assolutamente viisconte francese si riassumeva nella nota validi. era Chiesa in libero Stato », frase per lo meno | iat aspro fu il commento della stessa rivista al discorso ‘ambigua ¢ a cui ciascuno pud dare il significato che vuole. del Dillinger, che dimenticava il contributo italiano allo Pochissimi giorni dopo, dal 28 settembre al 1° ottobre sviluppo della teologia, e condannava in blocco la scola- 1863, si tenne a Monaco un congresso di diversa specie: stica. I] Papa a sua volta in un Breve all'Arcivescovo di vi presero parte 84 teologi tedeschi, il fore della scienza Monaco non maned di ricordare che cattolica in Germania. Riaffiorarono nelle discus : avrebbe dovuto essere presa solo di i giuste aspirazioni che erano sempre state care ai chia, ammoni i congressisti sul dovere di sottomissione tedeschi ne ‘anni: il progresso degli studi positivi verso le decisioni dottrinali prese dalla gerarchia, ¢ lodd fe una giusta libertA di ricerche, che @ necessaria, per ogni ancora una volta contro tutti i dubbiosi Mutt del me- scienza, ma non deve mai rinnegare una verith critica~ todo scolastico per difendere la fe mente assodata. I motivi polemici ebbero perd facilmente I due congressi, tenuti quasi contemporaneamente, iI sopravvento, portando il Déllinger nel discorso inau- manifestavano le stesse tendenze; T'entusiasmo per la gurale ad affermazioni che dovevano suonare pericolosa~ liberti, che portava a difendere a Malines la separazione mente a Roma: ¢Il vecchio edificio, fabbricato dalla sco- fra Stato e Chiesa, 2 Monaco a rivendicare una completa Iastica @ divenuto ruinoso; non vi si pub occorrere con autonomia nelle scienze sacre. + Nell’uno € nellaltro caso riparazioni, ma vi si deve un nuovo edificio, perciocché quel primo in nessuna sua parte pud soddisfare ai bisogni tere i comuni nemici, da alcuni dei viventi ». «Come presso gli Ebrei il profetismo coesi- | issero i fratelli, forse per isperanza di guadagnare steva accanto alla gerarchia sacerdotale, cosl nella Chiesa | e ‘questi, senza bedare ‘aceanto ai poteri ordinari vi deve essere una potenza | he, fatte a dispendio inanita di siffatte con: > 14 della veritt ¢ della giustizia, non potrebbero mai avere consistenza e durevolezza » (40). In queste circostanze l’antico progetto, mai accantonato del tutto da dodici anni, venne ripreso e condotto a termine. Pio IX ripiegd perd su una soluzione pit semplice & meno vistosa, che poteva avere la stessa efficacia negli ambienti cattolici, ¢ indisporre un po’ meno ere in unico documento i che ed allocuzioni che fedeli, nei quali ¢ ale € vescovo di indicare ¢: Te citazioni erano attint. lio si pud percid a buon diritto considerare come Vestensore del ¢ Sillabov. E fa Probabilmente questa fama a provocare nel con 1878 il veto del governo francese contro la al pontificato, favorita da parecchi cardinali. Il Bilio, a giudizio di amici del Dupanloup, tutt’altro che troppo simpatizzanti verso la curia romana, possedeva in ugual misura sentita, dottrina ed amabiliti, Tuttavia il suo debole lo avrebbe reso meno atto a reggere la Chiesa, T lavori della nuova commissione (la quarta in ordine di tempo ad occuparsi della questione, dopo le commis- sioni che avevano studiato la modalith della condanna dal 1852 al 1860 ¢ dal 1860 al dal 1861 al 1862) non dovettero essere molto semplici. Sembra, da una relazione di persone degne di fede, (che perd non persuade del ‘tutto dato che lascia alcuni punti importanti un po’ oscuri), che le proposizioni condannate fossero dapprima (40) © Civiled Cattolica s, serie V vol. 9, p. 387 (1864), 135 informandone solo pitt tardi Pi era fa- cile, perch le proposizioni da sopprimere erano entrambe alla fine del testo, gia pronto in tipografia, e bastava cam- biare Pultima pagina della composizione. Le asserzioni cancellate all'ultimo momento, affermavano che la voluzione italiana aveva un carattere non sol ma anche religioso, ¢ che Vintroduzione di regimi costi- tuzionali non avrebbe favorito la religione cattolica (41). Il contenuto del Sillabo Nell’Encielica Quanta cura, come abbiamo detto, si condannavano i principali crrori moderni, che poi nel Sillabo exano ripresi ed esposti analiticam: revi. proposizioni, estratte da preced: menzionati espressamente. Enciclica e Sillabo trattano dunque Ia stessa materia: ma lo stile pitt conciso del se~ condo ha polaizzato sopratuto, quest'ultimo Tat- tenzione. Lo scopo del documento era chiaro: smascherare gli errori del secol nella loro fede «Civilta Cattolicay. Si trattava in sostanza di dare una esauriente ¢ definitiva risposta al problema della possibilitt di una conciliazione fra cattolicesimo ¢ liberals. GN eff. +Vailhé, Le Syllabus a-til eu in tAnnée théologique augustinienne ieurs éditions?», 333, pp. 370-72, 136 Gli errori condannati sono divisi in, dieci paragrafi, che possiamo ridurre per comodita di esposizione @ quattro gruppi fondamentali, ‘Il primo gruppo (proposizioni 1 - 18) condanna il pan- teismo ¢ le sue conseguenze, riaffermando Ia netta distin- ione fra bene e male, fra errore ¢ verita, respinge il ‘haturalismo, che rifiuta ogni rivelazione, il razionalismo assoluto (che attribuisce alla regione In capacita di cono- cere ogni mistero) e quello moderato (che ammette Ia stessa capacita, ma solo dopo il fatto della rivelazione), i per cui tutte le religioni sono ugual- si pud salvare in qualunque confessione. irdo fra ragione e fede, il valore asso- wne, sottraendola all’evoluzionismo, se- ‘condo il quale essa assume in ogni epoca nuovo signifi- ‘eato, A queste prime pro jossono riunire fa proposizione 21, se iesa ha il diritto di proclamare che la & Punica vera reli- gione, ¢ la 22, in cui bbligo degli scrittori attolici di sottometter della Chiesa, anche quando non sono infal ‘Molte di queste propo del Papa al Congresso di Monaco del 1863, esse furono solennement Vaticano. I cattolici troppo di queste ass giont, Eppure un simile inizio mostrava subito le preoc- Cupazioni della Chiesa, che si sollevava al di sopra delle polemiche contingenti’ per salvare il patrimonio della Fivelazione a lei affidato, si proclamava custode della verita ed esigeva l'assenso dei fedeli. Particolare valore in quel momento e anche in seguito ebbe la condanna del- Vevoluzione dogmatica, preludio alla condanna del mo- dernismo e di altri errori pit vicini a noi. Per la dottrina cattolica le definizioni dogmatiche hanno un valore assoluto ed immutabile, bench? non. esprimano ecessariamente tutta la dottrina della Chiesa su un BT dato argomento. La Chiesa definisce i dogmi successsi- yamente, secondo le occasioni che le si presentano: una definizione pud completare un’altra, ma non le contrad- dice affztto. Ne il contenuto ni i ica della rivelazione possono cambiare. Anche le espressioni jere i dogmi (le formule dogmatiche), ‘quello. che affermano o negano, ben che possano migliorare per esprimere m nné esauriscano tutta Ia verith. Attraverso nio della Tinnegata come falsa. Tale condanna aveva di mira le dottrine dei teologi tedeschi Giinther ¢ Frohschammer, Tadice molte nebulose aspirazioni di jani del gruppo toscano. Il secondo gruppo (prop. 56-74) riassume ¢ condanna le false opinion circa etica naturale, ¢ soprannaturle, premi principi p ultimo e la regola suprema di ogni legge morale: ogni ica, che pretenda di salvare la distinzione fra bene | earattere obbligatorio della morale prescin- dendo da Dio, 2 percid respinta. Anche le leggi umane devono conformarsi alla legge naturale, da cui derivano in ultima analisi il loro carattere obbligatorio. Vengono condannati Putilitarismo, il principio che riduce il diritto alla forza, la rudine di ogni diritto € potere, negando Porigi autorita, Dopo queste affermazic non mancano apj di ribellione ai i patria non gi prestato né alcun \danna il pr jon intervento (Vasserzione che ad un governo non & lecito in nessun caso portare aiuto ad un altro contro un ingiusto aggressore): principio che, universalmente ap- m8 plicato, renderebbe impossibile ogni alleanza difensiva. Paccettazione di un tale principio significherebbe che la arith cristiana é valida nella vita privata, non nella vita publica. ‘La materia cominciava a divenire scottante: non solo enti alle sette si sentivano i ‘anita popolare - intesa in senso russo- tivi al matrimonio. Anche centrale della _questione: stato sollevato da i sacramento, € quindi lo stesso contratto in quanto tale @ soggetto all'autorita della Chiesa, Ia quale percid fimenti ;no nullo il con- Tretto, e sola & competente per giudicare sulla sua vali- ‘ultimo punto @ stato sempre un pugno in ‘a tutti i governi laicisti, che considerano il ‘come un contratto, in cu lo ha I diritto di intervenire. Liberi i sudditi i per implorare la benedizione 3 ma il oontratto deve essere so ‘© concluso davanti all’autorita La Chiesa , appoggiandosi sulla rivelazione, inse- gna che lo stesso contratto tra battezzati costituisce un Szcramento. Di conseguenza, o non, vi alcun contratto ‘aldo, o vi 2 un sacramento, un rito sacro su cui solo Ja Chiesa 2 competente (salvi i dello Stato sugli ‘effetti civili del matrimonio). II matrimonio battezzati non ha dunque ragione di confermava poi ancora una volta Vindissolubilita del matrimonio. ‘Va materia diveniva ancora pid scottante con il terzo gruppo (prop. 19-55, 75-76), che riguardava la natura ei diritt: delia Chiesa, Ia natura ¢ i diritti dello Stato, le relazioni jue poteri. Anche qui possiamo distin guere due proposizioni condannate fondamentalmente (da Chiesa non @ una vera ¢ perfetta so« né é fornita di suoi propri ¢ costant lei dal suo fondatore divino, ma tocca alla potest Chiesa ¢ i limiti fra i itti, gode di un suo certo diritto del tutto imitato » (prop. 39). ‘La dottrina cattolica ristabilisce Vequilibrio di fronte alle esagerazioni liberali: Stato e Chiesa sono entrambi jente da Dio, traggono da anor da Dio, non dallo Stato, per il raggiungimento del suo fine, p eseguire, © punire chi le trasgredisce: ha ci a testa legislativa, giudiziaria, coattiva, Si, anche coattiva, perch? una societd che ha il potere di fare leggi deve vere anche i mezei per farle osservare, se non si vuole zendere ridicolo questo potere. Gid 8, Paolo faceva uso Gi questo peters infliggendo ia scomunica a un fedele i Corinto, Lo Stato non pud delimitare Vestensione di jedere allo Stato il per~ tali poteri, né la Cl di magistero, rispondente obbligo dei fedeli di sottometter necessari_ pet rtanza (la Chiesa & comp\ sta di uomini, non di puri spiriti, vive fra_uo potere indiretto, Si chiama cos il’ potere che ‘ecclesiastica ha sulle questioni temporali che hanno una relazione col fine soprannaturale proprio della Chiesa, Questo potere @ rivendicato solo nei confronti di autorith ae = = fe sudditi battezzati, e si fonda sulla supremazia che il Gne della societa religiosa soprannaturale presenta ri- spetto al fine della societa civile. Si condannava poi la dottrina dello Stato di diritto in senso hegeliano, lo Stato che non ammette sopra di st alcuna norma morale da osservare, ma & egli stesso fonte di diritto ¢ di moraliti: anche lo Stato deve osser- vare la legge morale. Di pid lo Stato non pud vantare alcuna diretta supremazia sulla Chiesa, e percid non ha Alcun diritto di immischiarsi nel regime interno di_essa, i proibire le promulgazione di atti ponti fissare Je modalith per Pamministrazione dei sacramenti, di de- porre vescovi legittimi, di sopprimere congregazioni re- Figiose di confiscarne i beni, di violare unilateralmente i concordati, sopprimendo fe immunita ecclesiastiche Ticonoselute ‘di comune consenso: tutte cose che erano ayvenute in quegli anni dovungue vi fosse un regime liberale. "Era toceato anche un altro punto di dissenso insanabile tra lo Stato liberale ¢ la Chiesa: la questione scolastica. TI Sillabo nega che Ia scuola sia sottomessa al pieno ar- itrio dello Stato, con esclusione di ogni altra autorith, per quanto riguatda Ia scelta dei maestri, il programma di studi o altro, Interessante in modo particolare la _condanna della separazione della Chiesa dallo Stato, I'affermazione della nutilita del potere temporale dei Papi (2 condannata l'opi- e che afferma: «Tabrogazione del potere temporale iberta per la Chiesa, ¢ quella ‘oggetto di libera discussione fra catt Compatibilita fra potere temporale ¢ spirituale). I vero senso di queste due condanne sembra potersi i mere: erra chi sostiene che in nessun caso, in nessun ecolo € in nessuna epoca il Papa, come capo di una so~ ict spirituale, possa essere sovrano di un determinato bala periment hi ‘accettazione pura fatto compiuto, a rinunzia definitiva ¢ ad ogni potere temporal jtoriale (fosse pure di un territ fissato nel 1929), persuaso ig! ipendenza spirituale della Chiesa. Chiesa, anche oggi, non ha mai rinunziato ith territo sgno garanzia della sua iituale, Nel Sillabo si fa questione det Di fatto la ‘ad una sovr piena sovranita Princlpi, non delPestensione del territorio. del_Sillabo riguardano posizioni si hanno di chiameremmo sociali della libert8). Ecco le affermazioni fondamentali: ta deve anche ai nostri giorni essere considerata religione di Stato, escludendo percid gli altri culti; la liberti di culto ¢ la piena libert® di pensiero ¢ di stampa & condan- fata; ¢ si afferma infine categoricamente falsa Vasser- Zione che il Romano pontefice pud e deve riconciliarsi cal ‘progresso, col liberalismo ¢ con ta civilta moderna. ymneremo presto su queste ultime condanne, il cui significato esatto ha bisogno di essere precisato. Alcune osservazioni marginali Il Sillabo, come abbiamo detto, ha sul ‘dal 1852 al 1864 un’interessante evoluzione. Esso & passato attraverso quattro redazioni: sizioni compilate da Mons. Gerbert nel 18¢ del 1861, ad una terza formula del 1862, sino definitiva del 1864. Mentre le prime tre redazioni sono _ us prececupazioni contingenti dei. tempi, ci da anche Wn Ruadro prezioso della storia della Chiesa nell Ottocen’» ei cnc Fransoni-Santarosa alle leggi Rattazzi-Cavour, Getta ‘politica religiosa del governo del Baden ¢ della Gaviera alla Iaicizzazione degli stati dell’ America Lath Ti Uiterio fondamentale adottato, di. raccogliere le princi, paliasserzioni di Pio TX, ci ha dato cosl, accante ad PRermazion! magistrali, proposizioni relative a contro Sersie particolari che ‘si potevano utilmente omettere. assai simili tra loro, @ seguono in modo quasi identico iesSastorale di Mons. Gerbet, la quarta redazione ha Rekito criteri completamente diverst dalle precedenti. Solo essa adottd unvaltra linea, preferendo racco- fneipali asserzioni di Pio IX nel corso del suo fun progressivo allargamento di orizzonti, ed uno sposta- tmemto del centro d'interesse: la questione del potere Temporale passa in secondo ordine (le tredici veementi proposiziom di Mons, Gerbert si riducono 2 due sole ProPoioni di natura piuttosto generica), mentre sono intro~ i paragrafi completamente nuovi_ sullesistenza sulla natura della Chiesa e sul matrimonio, Pro- tebiimente sf volle dare al documento un tono non eaeueivamente politico-religioso, non si volle ridurre la polemica sul iberalismo alla questione dei rapporti tra Einiesa e Stato, al tormentato problema del potere tempo- fale. Il liberalismo costituisce un corpo di dottrine assai Dil vaste, una completa concezione di vita, ¢ come tale & stato condannato. wud parlare del Sillabo come di un documento infallifile ono? La prima opinione, per Jo meno oggis & generalmente abbandonata, trattandosi di una, scots GenCToposizion: conteaute in documenti non infallibt (endieliche ed llocuzioni), senza che sia dato lle prt, [csizioni un valore sostanzialmente diverso 8 quello Poste avevano nei documenti originari. Quando il Papa condanna un errore in une enci Ji non usa Pape celamente tutta Ia pienezza della sua autorith ed i} suo atto non é percid i cost avviene anzi quasi Stmapre, e sarebbe difficile indicare con assoluta sicurcnsa un passo di una encic ui_il Papa abbia voluto dare_una_ definizione ile. Bisogna poi ricordare dare MTX rinunaid alla solenne condanna progetata nel $he2, per non suscitare una reazione troppo violenta ¢ prefer? sequire uma via, pil. modesta. Questa, fate, 20% giuridicamente perfetta (negli schemi_precedenti_man- sauna chiara affermazione su questo punto cost fonda GAtatale, che costituisce il punto di partenza per risol- joni); anche il nesso tra sacramento © ektratto nel matrimonio @ stato messo in evidenza. Sono SRelte invece scolorite nella edizione definitiva i punti wStitivi alla famiglia e all'educazione, i paragrafi xelativi Alla proprieta sono omessi del tutto (mancanza di men {alice sociale?). Mentre manca una chiara affermazione ella. dignita dello stato religioso, sono. stati sviluppati lari, relativi a tutti gli abusi_com- dalle solenniti esterne © intenzione esplicita del ‘almeno a suo favore una conclusione si pud trarre dall vo di Stato di Pio IX, presentava Ia rac- tessa ai presenta il documento semy ‘compendio degli atti precedenti, che forse non erano tutti sufficientemente div sie forme vedere nell'adesione dell'episcopato al Sillabo un 1h argomento a favore della infallibilita: ma questo argo- mento, salvo migliore avviso, ha tutto Paspetto di una petizione di principio, suppone cid che dovrebbe pro- Yare, Si tratta infatti di sapere se i Vescovi abbiano ‘visto nel documento pontificio non una condanna qual- siasi, ma una condanna infallibile. In ogni modo ¢ nulla uo ritenersi definito infallibilmente se non risulta, chia- Famente » (42), cio& se non appare in modo evidente tuna tale intenzione delPautoriti suprema della Chiesa. Ora se i cattolici hanno discusso e discutono ancora sul vvalore del Sillabo, senza che Roma sia mai intervenuta, 2 chiaro che non risulta in modo evidente nella autorith suprema della Chiesa I'intenzione di definire la questione Ia discussione rimane aperta: in tale stato di cose non si pud imporre Pobbligo di aderire al Sillabo come ad infallibili alle qu smo, assoluto ed irreforms ei discorsi e nei document i. Anche per questi vale la 2 ‘me audit, qui vos spernit, "Tusa a aifferenca dela jesione del fedele agli inse- gnamenti ordinari ammette la possibilita che la S. Sede Muti il suo atteggiamento, anche se questa ipotesi pid ipotetica che reale. Si tratta perd sempre di un vero assenso interno, fondato sulla testimonianza dell’autorit’ lenzio ossequioso. sano daccordo. Si di- scute invece nel determinare Vulteriore natura di questo atto: insigni teologi pensano che si, possa aderire all'in- segnamento non infallibile come all’opinione pit sicura, pit prudente; all’opinione ciot che non presenta pericolo 42) Codes iurit canonici, can. 1323, par. 3. 145 di cadere in contraddizione con Vinsegnamento di Gest tramandato dalla Chiesa, L’esame ulteriore di questo problema ei porterebbe lontano dal nostro argomento (43). ‘Abbiamo detto che le proposizioni del Sillabo non hanno ‘un valore sostanzialmente diverso da quello dei docu- ‘menti da cui furono desunte. E bene chiarire quel ¢ sostan- Zialmente v: cosi nel Sillabo, come nei documenti prece- enti si tratta del magistero non infallible. I teologi diseu- tono perd se nel Sillabo si debba vedere un semplice lence delle proposizioni gid respinte in diverse occa~ Sioni, o una nuova conferma, con un valore giuridico a se stunte, delle condanne precedenti. In, ogni caso, & certo che le proposizioni contemute nel documento del $864 non ripetono sempre alla lettera le frasi pronunziate jn altre cireostanze; per comprendete il loro significato bisogna spesso ricorrere ai documenti precedent ma ¢ altrettanto vero che i document precedent! acqui- stano in qualche caso un nuovo significato, un aspetto pil generale. Non @ pit) una protesta contro la politica i un dato governo in una data epoca, ma lenunziato di almente valida. Per esempio, in una vdente il Papa aveva protestato contro la cattolicesimo era ticonosciuto to, Nel Sillabo non si parla pit di una questione particolare, ma si afferma sempli- Prmente la filsith delfopinione: « Alla mostra epoca non & pitt utile che la religione cattolica sia considerata come (43) Buxor, de Ecclesia, 1909, p. 434 doctrina est certo certiug tuta, ‘et tu Ibabet oppositionem prud Fo pawers 6 x7 aunica reigone dello Stato, con esclusione di qualsiasi i ca vostra voce, seriveva Mazzini, & Vira abbietta Itro culto » (prop. 77). | Yuomo che vorrebbe vendicarsi col rogo degli assal Le polemiche sul Sillabo Le Syllabus, commentava V. Ti mal contre le bien... Cest Penoahissement de jar'te moyen dge, Le. Hore de Paris, C'est la Déclaration Te iore de Rome le « Syllabus » (45). Le polemien di Mazzini conto il Silo muoveva de presupposti_religisi: era_necessario un, rinnovarne) elle coscienze, spirito di sacrficio, che secondo mente a i genovese ri- tuk manetatro la Chiesa quel concetti ¢ quel valori, che Lelfinon avrebbe mai imparato se non fosse stata POPES Ta Chiesa a difenderli attrav ii! La polemica fiberale partiva da altri, ponti: app: ionale, si basava sulla pretesa inconci aionales Tina perd anche essa per cadere in una fede nai tatto il Libera fel valore assoluto della sient fede che non aveva i punti fimo, non solo del liberalisino uscito dalla rivoluzione, i appoggio di quella tradizionale. immanentistico, ateo ed antirel ‘ma anche del cat- ‘Austria inserl nella « Gazzetta ufficiale » un coms imo lit ., che presentava caratteri ben diversi, mento al Sillabo piuttosto freddo, dichiarando perd di salvando i val ‘essenziali del cri imo, e che era non poter influire sulla sua promulgazione. ‘animato dalle migliori intenzi transigenti spe- ia Francia ¢ in Italia tutto T'opposto. A Parigi, il mic ravano che anche i cattolici fossero colpiti a nist el culti Baroche proibi ai vescovi, In promulga: morte, | BiShe deitEncicliea e del Sillabo, pretendendo, che esi ‘Guesta presa di posizione intransigente era accettata | Contenevano delle proposiziont ‘ai principi su con altri intenti ¢ ben altro carer pasava [a costituzione dell’impero. Tepiscopato i si fer~ che subito un coro di proteste, ricordando, che i) g)- cee sar poteva, import silenzio alla Chiesa, © che porta. se il Yel resto gli atti da cui era stato desunto il Bra prevedibile Io scalpore che il documento suscitd, Ta condanna del 1832 aveva trovato,consenziente ta maggior parte. dellopinione_pubblica. Solo un piccolo gruppo era di idee opposte. Lo spirito della Restaurazion¢ Seumhava ancora gran parte della socictd. Ma dal 32 al 64 erano passati tanti anni! La rivoluzione del 48, viella del. 59-60 in Italia avevano demolito opera del congresso di Vienna ed aperto la via trionfale al Tibera- ismo. ypinione pubblica era per Ja maggior parte guadagnata alla nuova causs. Il Papa si mettova decisa- mente contro 0 Gili. stessi_ cat parole del Pape fa condanna inesor Jicuni_vedevano nelle t cienza? La SSmpre stati di pubblico dominio. Non era pot ridicolo civilta © .pprovazione del prete ». Qualeuno prevedeva prossime le condanne (4) Eaizione nacional dell opere di Mazzni, . 855 Teton. Gel telegrafo e della macchina a vapore... Mazzini¢ ‘porta del 15 fedbraio 1865, ‘Victor Hugo seagliavano i loro fulmini contro Pio TX: 45) Cie" Guncapanmnn ft della religiosita. contempo- 48 proibire alla Chiesa di pubblicare un documento, e pet- ;quillamente 1a diffusione nei_giornali? ‘ministro Vacca imitd il suo collega francese vvescovi italiani di chiedere il regio exequa- fur prima della pubblicazione, salvo poi ad iniziare un mese dopo una ritirata strategica che @ un vero capola- Yoro di ipocrisia. Il divieto era stato interpretato come tuna manifestazione di paura? Ebene no, nessuna paura! TI buon senso delle popolazioni aveva gid compreso T'a- hacronismo e Vesagerazione della condanna pontificia, Paveva gia respinta in cuor suo, no ormai pericolo da temere per lo Stato. Cosi si esprimeva histro nella circolare ai prefetti ¢ ai procuratori ge mentre nel decreto con cui autorizzava la promull ex gesuita era, ale ia era stato membro redigere il Sillabo, che, fu proprio Card. Antonelli spiegava che la Chiesa aveva esposto solo il suo ideale astratto, non la regola da seguire in ogni caso. #11 Santo Padre, commentava la « CiviltA Cattolica», non condanna i pub trovarsi uno Stato di tolle~ rare e lasciare liberi i culti eterodossi, dando a tutti za di diritti e facolta di pubblica, professione Ma il Santo Padre proscrive 1a massima, ‘Gos che tal foggia di reggimento sia V'ottima ¢ la pitt conforme al verace progresso...» (19 gennaio 1865), ‘Le stesse idee vennero sviluppate da Mons. Dupan- Ioup, vescovo di Orléans, in un opuscolo polemico: « La Convention du 15 septembre et 'Encyclique du huit 149 décembre », messo in vendita il 24 gennaio 1865, un mese fappena dopo la pubblicazione dei Sillabo, Tl vescovo aveva subito pensato alla necessith di un in- tervento che si opponesse alle spicgazioni degli anticle- icali, pronti a presentare il Papa come nemico, della Societd moderna, ma anche a quelle degli intransigenti, 0 intolleranza finivano per dare nuove sembravano direttamente suoi pitt fedeli amici, ¢ coll fra i quali Cochin ¢ C: ‘de Meaux, genero di Montalembert, che in una lettera suggeri al’prelato alcune idee fonda~ ‘accolte ¢ svolte nell’opuscol ¢ % vvescovo francese 0 alla critica della posizione Jesunta dal governo, che aveva abbandonato alla mercé dei ‘montesi lo Stato della Chiesa, ed ora proibiva la era diffusione della parola del Papa. Pio TX appariva si non il demolitore delle liberta moderne, ma come fa vittima delPassolutismo statale. Tale me rispon- dova alle idee del prelato, difensore convinto del potere temporale, ed avrebbe facilitato d’altra parte Yapprova- Yazione di Roma. Dopo aver criticato nella prima parte Gellopera la convenzione del 15 settembre, esprimendo fa speranza che la Francia non sarebbe divenuta com- plice del Piemonte, nella seconda parte il vescovo di Orléans mostrava 4 Ta sola interpretazione ov via dell’Enciclica ¢ del 10, che i radicali intendevano Tusamente, Occorzeva studiare i termini esatti delle sin- gole frasi per coglieme il vero senso; una proposizione poteva essere condannata solo per il suo catattere univer Tale ed assoluto; soprattutto era necessario distinguere fra Pideale assoluto e la norma contingente da seguire 350 ‘caso per caso. Dopo aver sta getici, Mons. Dupanloup li appl che pid avevano destato lo sdeg ammoniva 2 non erigere leggi contingenti in p: Sssoluti, a non presentare la liberta di culto come Videale gssoluto, universalmente obbligatorio nella nostra epoca. ‘Ma per accttare la propria epoct e pet smaria non, eta snecessario canonizzarla! C’2 una via di mezzo fra la scomunica ¢ Papoteo tolica Punione pit leale non @ per Ia dottrina cat- fra Stato e Chiesa, ma ¢Tar- jmonia delle intelligenze e unit’ delle anime », Tl Dupan- “Si Pon voit dans les dernitres paro- ire chose que Ia Iégitime proclamation que Ia nécessaire condammation ela mest pas juste 9. braio, nove giorni dopo la pubblicazione, vyendate 55.000 copie, ¢ si preparava una edizione popo- lare a meta prezzo, il 12 febbraio il Dupanloup poteva comunicare che erano state vendute oltre 100,000 copie, ltre a 150.000 riproduzioni parziali pubblicate nei_gior~ " Liimpressione comune era: ¢Si respiral Siamo salvie! Tl successo continud nei mesi seguenti, che vi- Gero la trentaquattresima edizione del lavoro; 338 ve~ Seovi (ei pensi che i vescovi erano allora in tutto poco pit. dun migiai) inviarono felicitazioni_ all’autore. Ac- Eanto 2 qualche risposta contenuta nei limiti di una Stretta cortesia, e a qualche altra che esprimeva qualche tifica su alcuni punti, Ia stragrande maggio- lettere rivelava un sincero e caldo entusiasmo. mente, non mancavano le critiche, non solo da parte di Veuillot e dei suoi amici, ma anche da parte Hei radicali, e persino da parte di Montalembert; tutti costoro accusavano il Dupanloup di aver trasfigurato (leggermente per gli uni, del tutto per gli altri) Pinsegna- mento pontificio. Ai suoi avversari il vescovo di Oziéans poté mostrare sin dal 12 febbraio un breve di felicita- Pio IX. Roma difatti dellinterpretazione data al quei giorni a Roma, avevs maticamente’ di mettere in cattiva luce jl libro del ve- Tove di Orléans e di impedire la spedizione del breve STode; aveva presentato alcune osservazioni in. propo- onelli, che le aveva comunicate a Pio IX. SI'solo risultato ottenuto fu una nuova redazione del breve, ¢ Pinserzione in essa di un incoraggiamento al- Pautere perch’ (dopo avere cosi brillantemente confu tate le false interpretazioni) esponesse « studiosius atque accurati ignificato oggettivo del documento pon- Gihelo, Le parole erano state accuratamente pesate e il SRhuttore, daceordo col Papa, aveva voluto evitare ogni dea di rimprovero all'intrepido difensore della S. Sede. Te lettura del breve perd da anche oggi l'impressione dhe Roma trovasse che tutto non era stato detto, che Gi si era fermati ad una difesa negativa. Ci Siamo fermati un po’ diffusamente sulla genesi © sul success del commento del Dupanloup perché. sso Sbbe un inffusso notevole su quasi tutti i commenti po- Sfviodi che lo hanno ripreso pits o meno bene, ampliando © compendiando quanto era stato gia scritto. A distanza ‘Mons. Bemareggi pet es. in un suo ‘ovava ancora che non si poteva ‘L’opuscolo rappresenta percid na pagina notevole nella storia del iberalismo cattolico fermo da allora alla distinzione fra tesi 7 aseoluti e norma contingente. Nono- | vescovo di Orléans di aver Shinimizzato la portata dellinsegnamento pontificio, molti Medono nelopera quasi un‘interpretazione ufficiosa del Sillabo. Anche l'Aubert ‘sostanzialmente a questa onclusione, forse un po’ eccessiva, in un suo accurato © dettagliato studio della questione. Non si pud negare Safatti che il Dupanloup non esauri la materia, né che Miouni punti erano trattati un po’ superficialmente. Oggi, 2 a un secolo di distanza, possiamo cogliere pitt facilmente Ia portata e ill genuino 'significato storico del Sillabo, (la condanna ipotenza statale, dell’amoralismo pol tico, det rifiuto juridico della Chiesa). quello che faremo _ Cera perd chi si spingeva pitt in 1 del Dupanioup: A vescovo di Parigi, Mons. Darboy, spiegava: « Pio IX non pretende che si debba operare contro coscienza © rendere a Dio omaggio forzato: nega solo il diritto di non avere alcuna religione ¢ di seguirne una falsa. Non con- si contenta di negare che vieta di essere del nostro tempo, un altro, ma colpisce le dottrine pensiero, Non condanna le liberth accettate ormai » ma non vuole che si facciano derivare dalla negazione del soprannaturale ». E con maggiore au- dacia concludeva, rivolgendosi direttamente a Pio IX: 4 Voi avete segnalato e condannato i principali errori del nostra epoca. Volgete ora gli occhi a cid che essa pud avere di onorevole e di buono, e a sostenerla Ta fede, la libertt con I'autorita ». (46) La polemica continu come prima: da un punto di vista puramente pratico aveva ragione Adolfo Deschamps quando osservava che la Quanta Cura lasciava ai catto- ici la stessa liberta di i Ma i riduce alla jerale non & esi tedeschi. labo era pre- Dalla Francia la polemica si estese Al Katholikentag del settembre 1865 (46) Avnunr, Le pontifcat de Pie IX, p. 261. sentato come un rimedio amaro ma efficace dei partiti radicali ed alla filosofia mterialistica stica del tempo. Gid prima, a pochi giorni di dalla pubblicazione della Quanta cura, il 25 gennaio 1865 Card. Rauscher, arcivescovo di Vienna, in una sua astorale chiariva ‘magistralmente il valore perenne € ftentica portata del Sillabo. La pastorale aveva il ti- ificativo: Lo Stato sensa Dio. Sostanzialmente enci labo confutano un solo errore, la superba pretesa dell'uomo moderno di costruire Ia societa in amente indipendente da Dio e dalla reli- rasandosi su principi contrari ad essa. Con xalismo ateo, ateligioso, ed anticlericale, i cattolici non potevano rico! ‘Liopera del vescovo tedesco sottolineava quegli aspetti che non erano stati sufficientemente chiariti da Mons, Dupanloup. Se Matcivescovo di Vienna aveva colto il punto esatto della questione, non mancarono in Austria spiriti zelant che andarono pi berti in fatto di rel pit vantaggiosa per i cattol fe allora per la Germania il compito svolto da Dupanloup in Francia, La jione in Prussia era tanto pits delicata, perch® connessa con l'adesione leale a un governo protestante, in procinto di unificare la Germania. Si ripeteva per i cattolici tedeschi il caso di coscienza deg! ini, benché in Italia la questione fosse abbastanza diversa: poteva un cattolico appoggiare tun governo che non favoriva esplicitamente Tunica vera religione? Nel libro La Germania dopo la guerra del 1866, che ebbe in quattro mesi cinque edizioni, e fu tradotto immediatamente in francese, il vescovo sostenne la neces- sith di una completa lealt verso il governo prussiano ed ammise che, i trovava la Prus- sia, Ia liberta di culto era Ia migliore soluzione per le mni religiose, anzi una vera necessit’ oh Negi altri passi non vi fu Popposizione sollevata in Francia ¢ in Italia, In Inghilterta i cattolici distinsero fra il liberalismo continer si appellava al fatto com effetuva di una classe sulle altre, ¢ il liberalismo a Sassone, pervaso da un vero rispetto per fa religione, la morale, Ia verita e il diritto (almeno in, teoria). Il Papa avrebbe condannato solo il primo liberalismo, ‘A prescindere poi i @Ttalia e di Fr ‘¢ dalla opposizione anticlericale, gerarchia, clero e fedel dalla Spagna all'Italia, da Baltimora a Quito, da Utrecht i fe nei coneili provinciali di que- gli anni, salutarono Patto del Papa non. solo con rispetto Sha con entusiasmo: un colorito particolare ebbero le adesioni dell’episcopato spagnolo, ricche di pittoresche immagini bibliche: «Il Sillabo, seriveva il Vescovo di Urge ¢ un grido @allarme per il supremo Pastore ai Gunrdiani del gregge e al gregge stesso, & la verga del pastore che con un colpo sradica le erbe cattive»; & un folpo mortale dato al dragone infernale... Negli anni seguenti la polemica si allargd ancora: dalle discussion sul Sillabo si passd alle polemiche sul dogma, allora definito, fallibilith pontificia. Un professore tedesco, Federi pretese dimostrare pel 1871 che Taccettazione dell'infallibilits pontificia implicava anche Paccettazione pura e semplice del labo, senza distinzioni e chiarificazioni, con le conse- guenze che T'autore si compiaceva di sottolineare, Gli Fispose un vescovo tedesco, Mons. Fessler, respingend semplicemente il presupposto, ith del Sillabo. Ta tesi del Fessler, benché sostanzialmente vera, natu- yalmente non piacque a molti cattolici. In Inghilterra, Gladstone in un altro opuscolo, uscito nel 1874, Pincompatibilita fra i principi del Sillabo ¢ i doveri dt un buon cittadino: gli rispose punto per punto New- man in una ¢Lettera al duca di Norfolk». | | | Successive chiarificazioni Passarono quasi venticinque anni e Leone XIIT nelle Eneicliche Divduraum (29 giugno 1881), Immortale Dei (1 novembre 1885) © Libertas (20 1888) dava Pinterpretazione pitt autorevole, 1a sola legittima, del pen- siero papale, quale era stato espresso nella Mirari ves, nella Quanta cura ¢ nel Sillabo. ‘La situazione politica era un po’ diversa: crollato il potere temporale, svanivano a poco a poco le speranze Bean intervento diplomatico internazionale a favore della $. Sede, Ma Panticlericalismo feroce del governo ¢ delle fazioni dominanti allora in Htalia, continuava impert tito, con un incalzare di episodi, dallassalto al Pio IX durante la traslazione al Verano nel fgurazione del monumento a Giordano Bruno nel 1839, i sapore anticlericale del nuovo codice -delli (1889) alle leggi sulle opere pic, che Poscavano tutte sotto Vamministrazione laica (1890). Teeone XIII pensd in quegli anni seriamente a lasciare Mealia. L'atteggiamento fondamentale della Chiesa di fronte a questo liberalismo non poteva cambiare, © la fostanza dellinsegnamento di Leone XIII concorda per- fettamente con quello di Pio IX. Solo le sfumature sono Here: i tono é pit alto, mancano i lamenti sipetuti da Pio IX sulla situazione dolorosa della Chi dot- trina si completa ¢ si chiarfica, accanto a i e Shrattere del Papa, meno emotivo e pit equilibrato, ta gua permanenza in Belgio, dove aveva potuto constatare Come nunzio i vantaggi effettivi che in aleune circostanze possono derivare alla Chiesa dalla bert, spiegano similt Rfverse sfumature, Tuttavia, pit di quello che general~ fuente si erede, Pio IX e Leone XIII sono sulla stessa linea. 136 ee 17 Nella Diuturnum ¢ nella Immortale Dei Leone X1IT \ maggiori » (47) Si tratta di tolleranza, non di approva- riagsumeva 1 cardini della, dottrina cattolica intorno allo zione, e di tolleranza circoscritta entro determinati limiti: Sisto: origine divina delPautoritd, dovere dello Stato tanto quanto @ mecessario per impedire mali maggiori. Fr niconoscere ed appoggiare la vera religione, autonomia Dove queste liberth sono introdotte, i cittadini ne usino oi Eoranith dello Stato e della Chiesa nelle loro sfere per il Vantaggio della veriti ¢ della giustizia, e dove la za, mutuo aecordo ¢ coordinazione Chiesa & perseguitata da un regime tirannico, si pud jos0 e civile, condanna del laicismo, Iecitamente auspicare Pavvento di un_ regime liberale ienza dell ile da Dio, € perché si vuole solo questo, che non si neghi Ia facolth Gella separazione fra Stato e Chiesa, legittimita, in pra- | Gi operare ill bene. Né @ vietato prediligere governi de~ igine dell’au- tica, @ogni forma di governo. ae | eid XII nei suoi di ( sigologica ¢ liberta’ morale: la prima, cto’ il Bo} nei suoi discorsi, (specie quello ai giuristi pslcologice ey cae Dio ci ha dato ci autodeterminarci | cattle det 6 dierbre, 1953), ha riperuto ancora una Yerso il proprio fine, di non essere intrinsecam: | Volta gli stessi concetti: « Nessuna autorith umana, nessuno minati verso un oggetto che non sia Cor possono dare un conosciuto attraverso la visione beatifica, fib grande dono di Dio, ed & stata sempre difesa come Bile Walla Chiesa, La liberth morale, invece, Vassenza ob di un comando divino che ci impone di seguire il fone e di evitare il male, non esiste, L’uomo deve sempre | i jn tutte le sue azioni sottomettersi yolonta divina. | non dia perfino nessun diritto di impedire ¢ di repri- ip TOS TTT distingueva poi i vari signficati della pa- mere cid che & erroneo e falso? Uno sguardo alla realt’ tela liberalismo, respingendo sia la concezione che a di una risposta affermativa. Esso mostra che Terrore © duiva all'uomo una liberti che non rispetta i dir {1 peceato si trovano nel mondo in ampia misura. Iddio Dio © degli uomini, sia quella che rifiutava ogni sivela- i riprova, eppure. Ii lascia existere.. Cristo nella, pata gione, sia infine Ja separazione della Chiesa dall Stato. bola della zizzania diede il seguente ammonimento: gli passava poi ad esaminare le varie liberta, # dendo «Lasciate che nel campo del mondo la zizzania cresca ras poi, Leone XIII distingueva insegnare e di fare cid che sarebbe contrario religiosa 0 al bene morale... Neppure Dio potrebbe dare una tale positiva autorizzazione... Pud darsi che in determinate circostanze Dio non dia aglt uomini nessun mandato, non imponga nessun dovere, EEipre lo stesso concetto: non vi pud essere diritto che {nsieme al buon seme a causa del frumento», Il dovere se ert, Tuttavia epi aggiumgeva: ¢ Senza atibuire di reprimere le deviazioni morali e religiose non pud fquindi essere un'ultima norma di azioni. Esso deve Feast fuor che al vero ed allonesto, la Chiesa non vieta che, na d per evitare un male pit grande, © conseguire un pit cecere subordinato pit alte © Pit een ie le Feehan a pubblico. potere tolleri qualosa, non gual im aleune, eatanzs, permetono, ed az anne Conforme a verita e giustizia, Nella sua provvidenza Perrore. per oy rita Shoo ctesso, infinitamente buono e potente, lascia pure 5 che vi siano mali nel mondo, parte perché a b 17) Enccon Liberay 9,20 (Grononst, Le ech Son si chiuda Ia via, parte perché non si apra = mali (47) Racilen Libertas 20 (Grononw Le entice sal). 358 scorso al X Congresso internazionale di scienze storiche Gel 7 settembre 1955 il Papa ricordava un altro fonds- mento della tolleranza: il rispetto delle altrui convin- zioni. Ecco dunque i tre fondamenti della tolleranza: non esiste un dovere assoluto di impedire il male; occorre rispettare le convinzioni personali di ciascuno; bisogna tener conto della possibilits ¢ convenienza di ottenere un bene maggiore. Il Sillabo significd una chiarificazione importante nel liberalismo cattolico. Chi volle restare liberale, non osd i ‘ebbero qua ¢ Ia delle apo- Francia, Déllinger in Germa- non erano sempre ra di fare troppe concessioni al liberalismo ¢ di per sempre in modo definitivo all’applicazione ipi ritenuti veri. Cera del resto nel loro movi- ppericolo che i cattolici si alleassero troppo stret- tamente alle forze della borghesia, incuranti nel loro indi- vidualismo del benessere delle classi umili, L’affermazione i una rigorosa intransigenza ideologica spinse invece i cattolici ad organizzarsi in forma indipendente, promo- vendo numerose iniziative sociali, che mostravano il loro interesse crescente per la classe operaia. specialmente in Italia furono anni ralismo, dove affioravano spesso i cali, ¢ i cattolici, costretti dalle cir- Quando, mu di nuovo alla vita ica, dal 1905 in poi, l'antico ideale dei liberali cattolici, Pinserimento del cristianesimo nel contesto dello Stato moderno, yenne ripreso. Ben altro per® era Jo spirito ¢ ben alte le diretive di quegi intran- sigenti che, dopo lo scioglimento dell’ Opera dei Congressi nel 1904, formularono sotto la guida di Don Sturzo un 159 programma politico strettamente cristiano, che pot pre- sentarsi definitivamente solo nel 1919. Se qualche catto- lico in passato aveva potuto dubitare dell’attualita della sua religione, ed aveva pensato ad un adattamento, ora capi del nuovo rinato movimento avevano ben icurezza_ delle proprie posizioni, la coscienza che di fronte allo Stato liberale minato alla base da insa- nabili contraddi fatalmente portato ad una insuperabile, solo il cristianesimo presentava pri inconcussi € validi.

You might also like