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PIANO 1996-2005: II) PROPOSTA PER I PROGRAMMI


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AGENZIA SPAZIALE ITALIANA


PROPOSTA PER IL
PIANO DEI PROGRAMMI 1996-
2005

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SOMMARIO

1. PREMESSA 4

2. LA SCIENZA 5

2.1. PROGRAMMA OBBLIGATORIO ESA 7


2.2. PICCOLI SATELLITI SCIENTIFICI 8
2.3. APPLICAZIONI SCIENTIFICHE DELLA STAZIONE SPAZIALE 9
2.4. COLLABORAZIONI CON LA NASA E ALTRE AGENZIE SPAZIALI 10
2.5. RICERCA DA AEREO E PALLONI STRATOSFERICI 12
2.5.1. RICERCA DA AEREO 12
2.5.2. RICERCA DA PALLONI STRATOSFERICI. 12

3. LE APPLICAZIONI 13

3.1. TELECOMUNICAZIONI SPAZIALI E NAVIGAZIONE 16


3.1.1. MISSIONE DRTM 16
3.1.2. NUOVI SERVIZI TLC VIA SATELLITE 16
3.1.3. TLC CON MEZZI MOBILI E TLC PERSONALI 17
3.1.4. NAVIGAZIONE 17
3.2. OSSERVAZIONI DELLA TERRA 19
3.2.1. PROGRAMMA SKYMED/COSMO 19
3.2.2. SATELLITI ESA 21
3.2.3. SOTTOSISTEMI E STRUMENTI 21
3.2.4. STRUTTURE DI TERRA, ELABORAZIONE E DISSEMINAZIONE DEI
DATI. 21
3.3. ESIGENZE MILITARI 23
3.3.1. METEOROLOGIA 23
3.3.2. NAVIGAZIONE 23
3.3.3. TELECOMUNICAZIONI 23
3.3.4. OSSERVAZIONI DELLA TERRA 24

4. L’ACCESSO ALLO SPAZIO 25

4.1. LANCIATORI SPENDIBILI 27

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4.2. LANCIATORI FUTURI 29


4.3. BASE DI TRAPANI MILO 30
4.4. PROGRAMMI ESA 31
4.5. OPERAZIONI E SUPPORTO AGLI UTENTI 32

5. LA PERMANENZA NELLO SPAZIO 33

5.1. LA STAZIONE SPAZIALE INTERNAZIONALE 36


5.1.1. SVILUPPO DEGLI ELEMENTI 36
5.1.2. UTILIZZO DELLA STAZIONE SPAZIALE 37
5.2. AUTOMAZIONE E ROBOTICA 39

6. LE TECNOLOGIE 41

6.1. OBIETTIVI GENERALI 42


6.2. OBIETTIVI FINALIZZATI 43
6.3. CRITERI INFORMATORI 44
6.4. I DETRITI SPAZIALI 45

7. CENTRI E INFRASTRUTTURE DI TERRA 46

7.1. IL CENTRO DI GEODESIA SPAZIALE “GIUSEPPE COLOMBO” 47


7.1.1. STATO DELLE ATTIVITÀ SEGUITE DAL CGS 47
7.1.2. SVILUPPI FUTURI DEL CGS 48

8. PROFILI DI PIANIFICAZIONE TEMPORALE ED ECONOMICA50

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1. Premessa

Il Piano decennale 1996/2005, di cui si prevede l’aggiornamento annuale, è


propedeutico alla formulazione del Piano Spaziale Nazionale quinquennale
previsto dalla legge 186/88, istitutiva dell’ASI, che dovrà essere
successivamente sottoposto all’approvazione governativa. Maggiori
dettagli verranno riportati nei Piani di settore da predisporsi a valle
dell’approvazione governativa del Piano spaziale quinquennale e in piena
adesione a esso.
La prospettiva sulla quale è stato formulato il Piano dei programmi è
quella di promuovere, per il Sistema Italia, un forte avanzamento in un
settore, lo Spazio, altamente strategico per lo sviluppo scientifico e
tecnologico.

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2. La scienza

Il ruolo dell’ASI per le scienze spaziali è duplice. Da un lato assicura il


finanziamento per progetti spaziali della comunità scientifica italiana.
Dall’altro fornisce opportunità di voli spaziali. Tra le opportunità
ricordiamo:
• partecipazione alle missioni scientifiche del programma obbligatorio
ESA
• collaborazioni con NASA e altre Agenzie Spaziali
• piccoli satelliti concepiti per missioni scientifiche
• applicazioni scientifiche a bordo della Stazione Spaziale
• ricerche da aereo e palloni stratosferici
Per quel che riguarda il finanziamento della comunità scientifica, la legge
istitutiva dell’ASI (e anche la legge n. 233/95) prevede uno stanziamento
annuo dedicato. La pianificazione decennale in corso prevede di
incrementare tale stanziamento: da 63 miliardi nel ‘96 a 90 nel ‘97, 100
miliardi nel ‘98, 120 nel ‘99 e 2000 e 150 miliardi dal 2001.
Il valore crescente di tale investimento richiede ovviamente una adeguata
struttura scientifica e manageriale per gestirlo.
Per quanto riguarda gli aspetti manageriali, l’ASI, come già ricordato,
ritiene di dover istituire, nella propria struttura, una Direzione Scientifica
che, in stretta collaborazione con il mondo scientifico, possa fornire tutto il
supporto (tecnico, contrattuale, gestionale) necessario alla realizzazione
dei programmi di ricerca che la comunità scientifica vorrà privilegiare.
Affinché diventi fruttuoso l’investimento del Paese in attività spaziali di
ricerca, è necessario che, a fronte della Direzione Scientifica dell’ASI, vi
sia un “Comitato Scientifico Interdisciplinare”, democratica espressione
dell’intera comunità scientifica italiana che in simbiotica attività con la
menzionata Direzione Scientifica assicuri il migliore utilizzo delle risorse
disponibili. Infatti la Direzione Scientifica offrirà delle opportunità di volo
correlate con il Piano degli altri programmi dell’ASI .
I settori che potranno trarre maggiore giovamento dall’attività dell’ASI
sono quelli relativi a :
• Astronomia

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• Sistema Solare
• Fisica Fondamentale
• Terra e Spazio Circumterrestre
• Scienze della vita e scienze dei materiali in microgravità
• Tecnologie e metodologie avanzate
Nel seguito si inquadrano le opportunità spaziali fornite dall’ASI per la
Ricerca Scientifica.

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2.1. Programma obbligatorio ESA

La partecipazione italiana a payload scientifici di missioni ESA, già


definita al momento attuale, copre il prossimo decennio. Tale
partecipazione è rilevante in importanti esperimenti quali:
• EPIC su XMM (cornerstone di Horizon 2000 - lancio nel 1999)
• IBIS su INTEGRAL (lancio nel 2001)
• VIRTIS su ROSETTA (cornerstone di Horizon 2000 - lancio nel 2004)
Vi è, inoltre, una qualificata partecipazione scientifica italiana a tutte le
altre missioni future di Horizon 2000 e Horizon 2000 plus.
Occorre, rispetto al passato, che ASI abbia un maggiore contatto con i
rappresentanti italiani (nominati dall’ESA) nei vari Comitati, attraverso i
quali si arriva alla definizione di nuove missioni, in modo che, oltre a
essere assicurato il ritorno scientifico, possa aumentare anche il ritorno
industriale italiano.

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2.2. Piccoli satelliti scientifici

L’ASI ritiene utile perseguire lo sviluppo di una piattaforma standard per


missioni scientifiche (e anche applicative, quali, a esempio, le
Osservazioni della Terra).
Un notevole numero di esigenze espresse dalla comunità scientifica può
essere soddisfatto da satelliti del peso dell’ordine dei 350 kg (inclusivi di
120 kg di payload) da inserire in orbita LEO.
A tal fine andrà verificata la possibilità di utilizzare piattaforme di satelliti
già esistenti o in fase di studio.
Una tale piattaforma, dotata (tramite investimenti tecnologici mirati nel
campo della tecnologia) di sottosistemi di bordo dalle prestazioni elevate,
ma dai consumi limitati e di dimensioni ridotte, darebbe all’Italia una forte
capacità competitiva in tale segmento per il quale si prevede un forte
incremento nel mercato mondiale.
Per quanto concerne l’utilizzo scientifico di tale piattaforma l’ASI prevede
a regime non meno di tre lanci all’anno.

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2.3. Applicazioni scientifiche della Stazione Spaziale

Dato il coinvolgimento italiano nella Stazione Spaziale, sia tramite ESA


che con NASA, l’ASI è in grado di fornire al mondo scientifico
opportunità periodiche di imbarco.
Questo richiede:
a) la diffusione presso l’utenza scientifica delle informazioni su tali
opportunità da finanziarsi con una quota del budget della ricerca di base.
Tutti i rami della scienza potranno trarre benefici dalla Stazione Spaziale,
e, in particolare:
• le scienze dei materiali
• le scienze della vita
• l’osservazione della Terra
• gli esperimenti di fisica delle alte energie (fisica fondamentale)
La collaborazione bilaterale NASA-ASI, basata sulla fornitura del Mini-
Modulo Logistico Pressurizzato, offre alla comunità scientifica italiana
l’occasione di iniziare le attività sperimentali a bordo della Stazione
Spaziale con circa quattro anni di anticipo rispetto agli altri Paesi europei
(1999 per noi rispetto al 2003 dei Paesi vincolati al programma ESA). La
cosa ha rilevante importanza anche sul piano commerciale: basti pensare
alla possibilità di ottenere proteine complesse al di là di quanto oggi
ottenibile.

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2.4. Collaborazioni con la NASA e altre Agenzie spaziali

Particolare rilievo assumono le missioni di esplorazione del sistema solare


che, oltre agli aspetti scientifici, possono rivestire notevole importanza
tecnologica per sviluppi nel campo delle telecomunicazioni e della
robotica.
L’Italia ha attualmente, a parte la Stazione Spaziale, una collaborazione
con la NASA per CASSINI (di notevole interesse tecnologico per
l’industria italiana) e per future applicazioni di sistemi Tethered, in
particolare per la Stazione Spaziale.
La NASA sta analizzando un nutrito gruppo di missioni scientifiche, sia
nel campo astrofisico che in quello planetologico e di osservazioni dello
spazio circumterrestre. Come già visto, la tendenza è quella di muoversi
verso missioni piccole (piccoli satelliti) ma con alto contenuto tecnologico
(sviluppi di micromeccanismi e microelettronica che possano essere
suscettibili di commercializzazione). Una partecipazione italiana a tali
missioni è vista dalla NASA con favore per i legami storici tra le Agenzie.
Nell’ambito del vasto panorama NASA appare particolarmente interessante
stabilire collaborazioni nel campo delle missioni planetologiche e, in
particolare, nell’ambito di due programmi :
• MARS SURVEYOR : programma di esplorazione di Marte con diversi
Orbiters (piccoli satelliti) e Landers
• PLUTO EXPRESS :due satelliti da lanciare nel 2003 per l’esplorazione
dell’unico pianeta non visitato del Sistema Solare.
In entrambi i casi, da un lato vi è una comunità scientifica italiana in grado
di preparare esperimenti scientifici, dall’altro, vi possono essere notevoli
interessi tecnologici per l’industria italiana :
• nel caso di MARS SURVEYOR questi riguardano la robotica
• nel caso di PLUTO EXPRESS, riguardano il settore delle
comunicazioni, continuando il contributo che l’industria italiana sta
dando per CASSINI.
In ambito europeo si sta sviluppando interesse, promosso inizialmente
dall’ESA, per un programma lunare. E’ importante seguirne gli sviluppi
per essere presenti, in collaborazioni multilaterali per eventuali missioni
lunari di particolare interesse per la messa a punto di sistemi robotizzati.

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È, anche, in corso una collaborazione tra ASI e Agenzia Spaziale


Argentina sul satellite SAC-B, nell’ambito della quale ASI provvede alla
fornitura di celle solari al GaAs in cambio di alloggiamento di un
esperimento scientifico (ISENA) dedicato alla fisica della magnetosfera.
Si prevede di proseguire simili collaborazioni su futuri satelliti argentini
della serie SAC, in particolare sul prossimo SAC-C dedicato a
Osservazioni della Terra.
Inoltre, è opportuno che la comunità scientifica italiana sviluppi contatti
con le analoghe comunità straniere per la realizzazione congiunta di
strumenti e sensori da porre a bordo di piccoli satelliti scientifici che
saranno sviluppati da ASI (come già visto in un precedente paragrafo).

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2.5. Ricerca da aereo e palloni stratosferici

2.5.1. Ricerca da aereo

In diversi ambiti scientifici l’uso di strumentazione da aereo può risultare


interessante. In particolare questo riguarda le Scienze della Terra (studi
dell’ozono, inquinamento ambientale, telerilevamento) ma anche la
astronomia infrarossa. Esistono in Italia le competenze strumentali e vi è
già partecipazione a programmi internazionali di questo genere (vedi
Airborne Polar Experiment nel programma ANTARTIDE).
Nell’ambito di un piano decennale dei programmi, ben si colloca l’idea di
sviluppare un’aerofacility. Pertanto, l’ASI valuterà attentamente
l’opportunità di dotarsene , anche tenendo conto delle esistenti potenzialità
industriali e in coordinamento con altri Paesi (Germania, Stati Uniti) ove
queste attività sono ormai tradizionali.

2.5.2. Ricerca da palloni stratosferici.

La base di Trapani Milo opera da svariati anni. I voli per i quali questa
base è stata utilizzata in passato hanno riguardato soprattutto indagini
astronomiche (infrarosso, X e γ) e biomedicina.
Si rende necessaria una maggiore regolarità nella utilizzazione di questa
base che, in passato, è venuta meno soprattutto per una insufficiente
interazione tra l’ASI e il comitato scientifico. Ai voli su pallone è dedicato
uno specifico budget (nell’ambito della ricerca di base) e questi voli
dovranno essere oggetto di specifici “call for proposals”.
Le potenzialità e le capacità di sperimentazione della base sono riportate
nel un paragrafo 4.3.

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3. Le applicazioni

Il mercato dei satelliti per le telecomunicazioni è ormai un fatto


internazionalmente assai rilevante a livello economico e politico.
Analogamente si va delineando un vasto mercato mondiale per i servizi
resi dai satelliti di osservazione della terra. In entrambi i casi vi è anche un
forte interesse militare, come dimostrano gli investimenti delle FF.AA.
italiane nel progetto nazionale SICRAL per telecomunicazioni dedicate e
nel programma trilaterale Helios per l’osservazione della terra.
Grazie ai programmi Sirio, Sirio 2 (non sperimentato per problemi dovuti
al lanciatore) Italsat e Italsat 2 e al programma militare SICRAL l’Italia è
ora particolarmente avanzata rispetto ad altri paesi nei satelliti per le
telecomunicazioni mobili e in quelli con capacità multimediali. In
particolare l’Italia ha la maggiore esperienza in Europa e forse nel mondo,
a proposito delle telecomunicazioni via satelliti geostazionari nella banda
Ka (20-30 GHz).
Anche a livello tecnologico, grazie ai programmi menzionati, l’Italia ha
raggiunto standard elevati.
Di conseguenza i prossimi investimenti in questo settore dovranno essere
indirizzati solo al sostegno della competitività tecnica e tecnologica
dell’industria. Questo lascerà risorse disponibili per la messa in orbita di
sistemi preoperativi atti a dare all’Italia una posizione d’avanguardia nel
settore delle telecomunicazioni avanzate, con particolare riguardo al
segmento spaziale delle autostrade informatiche. Queste capacità e
possibilità possono rivelarsi di grandissima importanza strategica in un
mondo dove la “telematics superiority” si rivela sempre più l’elemento
determinante dello sviluppo economico. L’esigenza di realizzare sistemi
pre-operativi è dovuta alla necessità di mettere a punto “dal vivo”
procedure complesse atte a garantire il funzionamento delle autostrade
informatiche, soprattutto nei modi interattivi.
Dall’esperienza derivata dai sistemi pre-operativi sarà possibile dedurre le
modifiche hardware e software necessarie per offrire rapidamente sistemi
“fully operational and fully compatible” con quelli che gli Stati Uniti si
apprestano a mettere in servizio (può essere interessante a questo punto
sottolineare che l’ASI con i satelliti Italsat è già parte di un programma
trilaterale - USA/Giappone/Italia - sponsorizzato dal G7 per dimostrare la
possibilità di telecomunicazioni multimediali attorno al globo). Un sistema

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preoperativo del tipo descritto ha anche una valenza importante per la


comunità scientifica, per i centri di ricerca e per i centri di ricezione dati da
satelliti di osservazione della terra. Esso può infatti essere utilizzato,
proprio per la sua messa a punto, per collegare queste entità tra loro e
consentire uno scambio di informazioni neppure immaginabile senza di
esso.
Per l’osservazione della Terra, recentemente il Governo ha messo a
disposizione dell’ASI fondi, al di là della normale dotazione finanziaria
dell’Agenzia, per iniziare lo sviluppo di un sistema di satelliti LEO. I
satelliti, alcuni di tipo ottico e altri con a bordo appositi radar, debbono
assicurare una elevata frequenza di passaggio ed essere in grado di
osservare variazioni ambientali con un buon grado di risoluzione (tra i
migliori di quelli attualmente disponibili ai governi europei). Altro
requisito è che i satelliti siano del tipo minisat o midisat, vale a dire basati
su carrozze di basso costo e rapida realizzazione.
Il sistema, denominato SkyMed/Cosmo (SkyMed in quanto destinato a
rispondere alle esigenze europee emerse dalla recente conferenza di
Barcellona a proposito del Mediterraneo) richiede quindi lo sviluppo di
tecniche e tecnologie ottiche e radaristiche atte a ottenere elevate
prestazioni d’osservazione in satelliti di massa limitata (e quindi economici
anche in termini di costi di lancio) e lo sviluppo di una grande centro
nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati (anche in
tempo reale) fruibili dagli enti operativi pubblici e privati, italiani e
stranieri.
Questo significa che al programma dovranno concorrere sia gli enti
interessati all’osservazione della terra, sia i centri capaci di sviluppare i
programmi software atti a estrarre, dall’immensa quantità di dati grezzi
ricevuti, le informazioni strettamente necessarie a ogni singolo utente.
Col tempo il sistema potrà anche essere dotato di un satellite
geostazionario DRS (Data Relay Satellite), per la realizzazione del quale si
dovranno verificare sinergie con altri enti italiani o stranieri. Esso è
compatibile con le capacità acquisite dall’industria italiana, e renderebbe
operativi i satelliti ottici e radar a bassa quota anche quando fuori dalla
vista della stazione centrale nazionale. Da questa infine i dati potrebbero
essere ridistribuiti agli utenti nazionali e internazionali tramite le reti di
terra e attraverso satelliti della filiera Italsat, che con la loro larga banda
potrebbero consentire agli utenti la gestione del dato in modo interattivo
col centro italiano.

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La combinazione delle capacità sviluppate nel campo dei satelliti di


telecomunicazione, anche multimediali, con il programma SkyMed/Cosmo
con l’esigenza di distribuire, su base operativa, all’utenza specializzata i
dati della stazione spaziale potrebbero fare dell’Italia, sia pure con i
tempi e le modalità che le compatibilità economiche imporranno, una
delle nazioni leader nel settore delle comunicazioni interattive e della
diffusione dei dati ambientali.
Per quanto riguarda il settore dei sistemi di navigazione e controllo del
traffico l’ASI seguirà attentamente ciò che verrà fatto in ambito ESA e
dell’Unione Europea, al fine di assicurare il proprio supporto tecnico e
gestionale per una attiva partecipazione italiana, qualora finanziata dagli
utilizzatori di tali sistemi e di evitare la marginalizzazione dell’Italia in
caso di decisioni comunitarie di tipo operativo.

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3.1. Telecomunicazioni e Navigazione

L’ASI, insieme agli altri attori interessati, dovrà partecipare alla


definizione, in linea anche con i vincoli e le raccomandazioni dell’UE,
della strategia nazionale nel campo delle TLC spaziali. Allo stesso tempo
deve assicurare il proficuo sostegno all’industria e agli operatori nazionali
nelle sedi internazionali, favorendo il loro ingresso in quei mercati.
Tale sostegno deve essere dato a iniziative a breve-medio termine ritenute
valide commercialmente, tecnicamente e finanziariamente, mediante
sviluppi tecnologici originali, modulando il contributo ASI secondo il
livello del rischio tecnologico. In alcuni casi considerati strategici l’ASI
potrà sostenere le iniziative mediante la propria partecipazione in consorzi
e imprese commerciali, secondo quanto previsto dalla sua legge istitutiva.
In particolare appare opportuno favorire il pieno utilizzo degli
investimenti già fatti dal Paese, principalmente nel campo delle tecniche
e tecnologie a 20/30 GHz e di quelle digitali di bordo e di terra, e di
sistemi di telecomunicazioni mobili in banda L da satelliti geostazionari.
Di seguito verranno identificati i programmi sui quali si articola
l’intervento dell’ASI nel campo delle Telecomunicazioni Spaziali e della
Navigazione.

3.1.1. Missione DRTM

Tale missione comprende i programmi dell’ESA, ARTEMIS e DRS,


entrambi assegnati a un primo contraente italiano. Fa parte degli obiettivi
dell’ASI la salvaguardia e l’utilizzo degli investimenti effettuati e delle
esperienze maturate in ambito del programma ARTEMIS mediante il
completamento del programma entro l’inviluppo finanziario già
sottoscritto. Il proseguimento del programma DRS nel contesto impostato
dall’ESA appare invece discutibile.

3.1.2. Nuovi servizi TLC via satellite

Fanno parte di questa linea i servizi a larga banda multimediali, interattivi,


con utenti fissi e mobili. In particolare l’ASI prevede interventi a sostegno
della nostra industria in:
a) Progetti pilota per la promozione dei nuovi servizi

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b) Sviluppo organico di tecnologie critiche per sistemi di nuova


generazione a breve-medio termine
c) Studi sistemistici e pre-sviluppi tecnologici relativi ai sistemi futuri a
medio-lungo termine.
L’intervento organico di cui al punto b) dovrebbe avvenire a seguito di una
convincente iniziativa commerciale almeno a livello europeo da parte dei
proponenti industriali e dei loro partner. Anche nei casi di cui al punto a) è
auspicabile il principio di co-finanziamento e/o coordinamento con
iniziative della UE.

3.1.3. TLC con mezzi mobili e TLC personali

Sono previste azioni per rendere produttivi gli investimenti già effettuati
per il segmento spaziale di sistemi TLC mobili in banda L (EMS, LLM,
PRODAT, MSBN) intervenendo con finanziamenti per la
ingegnerizzazione di sistemi relativi al segmento di terra (terminali,
PRODAT e MSBN, hub-station, ecc.), nonché la sperimentazione di
servizi innovativi.
L’area di TLC personali è attualmente occupata dal settore privato guidato
da gruppi industriali statunitensi. Il settore è considerato strategico per
l’Europa e pertanto l’ASI sosterrà studi per l’individuazione di sistemi
delle generazioni future e sviluppi tecnologici di quei sottosistemi e unità
che possano permettere un inserimento proficuo delle nostre industrie nei
futuri programmi internazionali.

3.1.4. Navigazione

Pur essendo un’area strategica nel campo dell’air traffic management


(ATM) sinora l’Europa occidentale ha fatto poco. Si presume quindi che
l’Europa debba recuperare un suo ruolo per tali sistemi globali.
Pertanto, nell’ambito di una politica nazionale integrata (Ministero dei
Trasporti, Ministero delle Poste e delle Telecomunicazioni, MURST, ASI,
ENAV, industria, operatori, ecc.) che tenga conto delle realtà USA e russe
e sia inserita in un contesto europeo, l’ASI intende partecipare a studi per
l’identificazione di nuovi sistemi e servizi di navigazione satellitare e
comunicazione per ATM e altre applicazione derivate, eventualmente
accompagnati da adeguati sviluppi tecnologici.

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È opportuno notare che oltre alla classica applicazione di ATM si prevede


un enorme mercato di applicazioni diverse (traffico marittimo, su strada, su
rotaie).

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3.2. Osservazioni della Terra

Poiché i programmi di Osservazioni della Terra si sviluppano per loro


natura in un quadro di cooperazione internazionale, l’Italia deve potenziare
la propria presenza in tutte le sedi in cui vengono elaborate le strategie
(UE, ESA, CEOS, EUMETSAT, ecc.). Ciò richiede uno stretto
coordinamento tra gli enti nazionali interessati al settore.
Inoltre, poiché il telerilevamento assume grande rilevanza per i paesi in via
di sviluppo, è importante una presenza negli organismi in cui queste
problematiche vengono sviluppate (UE, Agenzie ONU).
Nella scelta e nella definizione delle missioni sono di prioritaria
importanza le esigenze dell’utenza che, peraltro, deve essere sensibilizzata
alle potenzialità dell’osservazione dallo spazio.
É essenziale, infine, il supporto al mantenimento e all’aggiornamento delle
competenze dell’industria nazionale nel campo delle tecnologie e della
componentistica avanzate e “strategiche”.
I programmi ASI per questo settore sono di seguito illustrati.

3.2.1. Programma SkyMed/Cosmo

Questo programma rappresenta il perno intorno al quale l’ASI intende


impostare lo sviluppo nazionale delle Osservazioni della Terra.
L’importanza di un sistema satellitare dedicato alla gestione delle risorse
marine e terrestri e al monitoraggio dell’ambiente e delle catastrofi ha
spinto il Governo allo stanziamento di fondi aggiuntivi rispetto alla
ordinaria dotazione dell’ASI.
Il programma è anche una valida risposta a posizioni di monopolio in
ambito europeo che potrebbero marginalizzare l’Italia in un settore che si
prevede possa diventare, già nel breve termine, fondamentale per
l’economia e la politica internazionale.
É opportuno che esso si collochi in un quadro di riferimento che ne
massimizzi le potenzialità tramite la definizione della missione mediante
confronto con i potenziali utilizzatori.
Lo sviluppo e la realizzazione del programma Skymed/Cosmo si inquadra
in un ambito di cooperazione internazionale che prevede una fase di

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fornitura ad altri Paesi dei servizi forniti dal sistema, con particolare
riguardo a quelli che si affacciano sul Mediterraneo.
Il progetto Skymed/Cosmo si inserisce in un’area di utenza non servita
dagli altri sistemi attualmente operativi (alta risoluzione, elevata frequenza
di rivisitazione, flessibilità` nell’analisi spettrale dei sensori di bordo);
promuove pertanto il mercato legato alle applicazioni sia commerciali che
scientifiche, offrendo una vasta gamma di prodotti innovativi (tutela
ambientale, protezione civile, difesa del suolo, mappatura del territorio,
etc.) in grado di rispondere a una utenza ampia e differenziata.
Il sistema è composto da un segmento spaziale e da un segmento terrestre.
Il segmento spaziale prevede l’utilizzo di una costellazione di satelliti
equipaggiati con sensori ottici ad alta risoluzione geometrica e spettrale, e
con sensori radar a microonde di alta risoluzione.
E’ possibile identificare un elenco preliminare della strumentazione da
imbarcare sui satelliti ottici: a) sensore pancromatico nel visibile ad alta
risoluzione spaziale, b) spettrometro nel visibile ad alta risoluzione
spettrale, c) sensore nell’infrarosso. Sui satelliti SAR appare idoneo
imbarcare un radar coerente in banda X.
L’associazione di un sistema ottico e un sistema radar, unitamente alla
scelta di una costellazione di piccoli satelliti, rende Skymed/Cosmo un
sistema con capacità “ogni tempo” con intervalli di rivisitazione
sufficientemente brevi.
Il segmento di terra, oltre alle sue componenti “classiche” prevede una
parte innovativa rappresentata dal “Centro di Elaborazione Dati”.
Quest’ultimo, dotato di una architettura flessibile e aperta, che consenta
cioè l’accesso simultaneo a una utenza diversificata, assolverà le seguenti
principali funzioni:
• gestione degli archivi dati
• distribuzione dei dati grezzi, semielaborati e/o elaborati
• integrazione ed elaborazione di dati provenienti da fonti diverse (aereo,
terra, altri satelliti).
Il Centro servirà l’utenza tramite reti ad alta velocità di terra e/o mediante
l’uso di satelliti TLC.
In tal senso il sistema Skymed/Cosmo potrà fungere da catalizzatore per lo
sviluppo di infrastrutture di Telecomunicazioni del futuro, quali le

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“autostrade informatiche multimediali”, utilizzando i satelliti ITALSAT


e/o sistemi futuri da essi derivati; similmente il satellite ARTEMIS
potrebbe essere utilizzato per svolgere funzioni di “Data Relay”.
In aggiunta agli aspetti precedentemente esposti, il programma
Skymed/Cosmo, consentirà`:
• un ruolo guida italiano, in un quadro di riferimento internazionale, con
acquisizione di capacita` sistemistiche nazionali nel campo del
telerilevamento;
• il consolidamento delle conoscenze e delle tecnologie già acquisite e lo
sviluppo di tecnologie innovative di valenza strategica;
• la stimolazione, in ambito nazionale ed estero, del mercato relativo a
prodotti italiani ad alto valore aggiunto.

3.2.2. Satelliti ESA

In base al criterio di riequilibrio tra i programmi ESA e quelli nazionali, la


partecipazione ai programmi in corso Meteosat Second Generation ed
ENVISAT-1 è condizionata a un rigoroso controllo dei costi mentre non si
intende partecipare a METOP-1.

3.2.3. Sottosistemi e strumenti

È prevista la continuazione delle collaborazioni internazionali in corso per


lo sviluppo di alcuni strumenti in ambito europeo (VMI, GERB, IASI,
GOME). Per i programmi futuri si intende mantenere una presenza
selettiva in ambiti in cui l’Italia possa ricoprire un ruolo trainante.
Oltre a Skymed/Cosmo, le possibilità di volo e di collaborazioni vanno
ricercate: (i) in ambito ESA, come già visto, nelle missioni “Earth
Explorer”; (ii) in ambito NASA nel programma EOS (Mission to Planet
Earth) e (iii) a bordo della Stazione Spaziale.

3.2.4. Strutture di terra, elaborazione e disseminazione


dei dati.

Nell’ambito del programma Skymed/Cosmo saranno sviluppate le idonee


infrastrutture di raccolta, elaborazione e disseminazione dei dati del

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sistema, anche mediante l’uso dei satelliti Italsat ed eventualmente


Artemis.
Ciò consentirà l’estensione di una rete sperimentale di trasmissione dati ad
alta velocità per centri scientifici e operativi, sulla base di criteri
“costo/benefici” legati alle esigenze dell’utenza commerciale e scientifica,
allo scopo di favorire la penetrazione nel mercato e la commercializzazione
dei dati di telerilevamento satellitare, nonché l’utilizzo scientifico di essi.
Lo sviluppo di tali strutture di terra è previsto che avvenga in armonia con
quanto programmato per il centro ASI di Matera e con la missione di
ESRIN.
In favore di quest’ultimo saranno intraprese le opportune azioni verso ESA
per potenziarne le strutture.

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3.3. Esigenze militari

Di fatto nel settore spaziale non esiste una distinzione netta tra
applicazioni civili e militari basata sull’uso di differenti tecnologie o
tecniche di sistema. Esistono perciò ampi margini di cooperazione
sinergica. Mediante il protocollo di cooperazione a suo tempo sottoscritto
dal MURST, si possono quindi sistematicamente ricercare le sinergie,
identificabili nei settori Meteorologia, Navigazione, TLC e Osservazioni
della Terra, tra i programmi delle due Amministrazioni.
Per riferimento di seguito si riporta una sintesi delle attività previste dal
Programma Spaziale della Difesa.

3.3.1. Meteorologia

Anche se in maniera non del tutto esaustiva, l’esigenza in questione è


sostanzialmente soddisfatta mediante l’adesione a EUMETSAT, quale
sistema evolutivo di METEOSAT. Atteso che l’adesione al programma è a
livello nazionale e che la gestione delle attività è devoluta all’Ispettorato
Telecomunicazioni e Assistenza al Volo, i sistemi spaziali meteorologici
non fanno parte di esigenze esclusive della Difesa in quanto finalizzati in
larga misura a favore della comunità nazionale.

3.3.2. Navigazione

L’adesione al sistema GPS-Navstar soddisfa sostanzialmente l’esigenza nel


settore, limitatamente alla localizzazione dei mezzi AD. Il completo
soddisfacimento delle esigenze nazionali potrà richiedere ulteriori
iniziative realizzative attualmente non previste dal PSD.

3.3.3. Telecomunicazioni

Il progetto SICRAL (Satellite Italiano Comunicazioni Riservate e Allarme)


è finalizzato alla realizzazione di un sistema TLC ausiliario e
complementare a quelli attuali. Il satellite è posto in orbita geo-
stazionaria, tale da collegare, con l’Italia e fra loro, tutti i mezzi operativi
AD, ovunque e comunque agenti nella zona compresa tra +/- 80° di
latitudine e 40°W - 80°E longitudine. La validità operativa e la
convenienza tecnico/economica del SICRAL è stata approvata
definitivamente dal Comitato dei Capi di S.M. del 5/5/1993.

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Da tempo è iniziato lo studio per il successore del SICRAL e le attività per


il momento si stanno concentrando in sede europea. Ove non si
conseguano adeguate convergenze, ci si potrà concentrare su studi di
fattibilità da svolgersi con altri paesi interessati e/o in concorso con altre
entità pubbliche nazionali. Da non dimenticare gli sviluppi che si potranno
avere in campo UEO.

3.3.4. Osservazioni della terra

Il sempre più crescente impegno del Paese in operazioni fuori dal territorio
nazionale impone la necessità di dover disporre di immagini satellitari
delle aree di interesse, da integrare al patrimonio conoscitivo già
disponibile per una più efficace pianificazione e condotta delle operazioni.
In tale contesto la partecipazione dell’A.D., sin dal settembre 1987, al
programma trinazionale (Francia, Italia e Spagna) HELIOS, lanciato nel
luglio 1995, ha la finalità di dotare le FF.AA. italiane di un sistema
autonomo di osservazione da Satellite.
Il programma HELIOS è entrato nel ciclo operativo nel 1995. Inoltre sono
iniziati da tempo gli studi per un ulteriore programma allo scopo di
assicurare la fasatura della vita del segmento spaziale con quella del
segmento terrestre del sistema. In tale contesto discussioni sono in atto sia
in ambito UEO/Spazio che in ambito trinazionale tra i partner HELIOS
(Italia, Francia e Spagna) estese alla Germania. In alternativa a tale
realizzazione si potrà esaminare il soddisfacimento nazionale dell’esigenza
operativa tramite idonei studi di concerto con tutti i possibili partner
nazionali e internazionali.

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4. L’accesso allo spazio

Pur non disponendo di un sistema di lancio autonomo l’Italia ha investito


molto in tale settore. Prova ne sono, da un lato, l’esistenza della base San
Marco in Kenya (e il relativo accordo Kenya-Italia) e, dall’altro, la
partecipazione al programma Ariane per il quale l’investimento effettuato è
dello stesso ordine di grandezza di quello che il Paese sta affrontando per
la stazione spaziale.
La crescita delle capacità conseguenti agli investimenti effettuati richiede
ora una verifica strategica in proposito.
Solo motivi strategici giustificano, infatti, l’investimento necessario per
dotare un paese di autonome capacità di lancio e messa in orbita di satelliti.
Come già visto, l’attività spaziale, sia per la realizzazione di sistemi in
orbita sia per la loro gestione e sia per l’amplissimo mercato di servizi
avanzati che tali sistemi renderanno, sarà sempre più uno dei motivi dello
sviluppo economico dei Paesi di punta a livello mondiale.
L’indirizzo del Piano strategico, orientato alla realizzazione di minisatelliti
scientifici e applicativi, richiede non solo che il satellite sia di elevate
prestazioni e di costo limitato, ma che anche l’intero sistema di lancio e di
gestione in orbita sia concepito in modo tale da mantenere il Sistema Italia
altamente competitivo. Un satellite economico lanciato da un vettore
costoso rimarrebbe comunque fuori mercato: questa potrebbe appunto
essere la tattica di Paesi con i quali fossimo in concorrenza qualora
dovessimo rivolgerci a loro per i servizi di lancio e messa in orbita.
E’ quindi opportuno che l’Italia si affranchi da una tale servitù investendo
per lo sviluppo di un lanciatore per minisatelliti e per avere la disponibilità
di una rete a terra d’inseguimento, telecomando e telemetria e di una base
di lancio.
Il lanciatore italiano dovrà essere sviluppato in modo da rispettare precisi
vincoli di costo e progettato così che i suoi stadi possano diventare
componenti di vettori di maggiore capacità, questi ultimi da svilupparsi in
collaborazione con altri paesi.
Un’altra importante caratteristica dovrà essere la facile lanciabilità così che
da uno stesso poligono di lancio si possa assicurare una sequenza
sufficientemente fitta di lanci annuali.

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Per quanto riguarda la rete a terra d’inseguimento, telemetria e


telecomando, non necessariamente essa deve essere costituita
esclusivamente da centri realizzati e posseduti dall’Italia: al contrario si
dovranno, sulla base di apposite convenzioni, usare quanto più possibile i
centri di reti esistenti (NASA, ESA, CNES, etc.) purché sicuramente
disponibili ed economici.
L’investimento in tale sistema nazionale di lancio (vettore, base, rete
d’inseguimento) non deve comunque distogliere l’Italia dal continuare la
collaborazione europea nell’ambito dei progetti Ariane. In essa, anzi, il
ruolo italiano deve aumentare a garanzia di maggiori ritorni industriali e di
politica internazionale nel mercato dei grandi lanciatori.
Pertanto il nostro Paese, pur rimanendo presente nelle iniziative europee,
può validamente sviluppare un lanciatore che gli permetta di ottenere la
leadership per una “fascia di eccellenza” per satelliti attorno ai 350 kg,
oggi di preminente interesse scientifico ma per i quali è prevedibile un
importante sviluppo applicativo per la continua riduzione di peso dovuta
alla miniaturizzazione

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4.1. Lanciatori spendibili

L’Italia è tecnologicamente all’avanguardia in ambito europeo nel settore


della propulsione a solido: deve quindi difendere questa posizione che è
essenziale per assicurarle l’accesso allo spazio.
D’altro canto l’Europa deve espandere i propri mezzi di lancio e disporre
di una famiglia di piccoli lanciatori, competitivi, per soddisfare le proprie
esigenze.
Pertanto il nostro Paese, pur essendo presente nelle iniziative europee, può
validamente sviluppare un lanciatore nazionale che gli permetta di
ottenere la leadership per una “fascia di eccellenza” per satelliti attorno ai
350 kg.
Tale programma deve raccogliere :
• l’esperienza già maturata con il programma San Marco Scout (e per la
sua industrializzazione) che ha notevolmente contribuito allo sviluppo
delle conoscenze nazionali nel settore
• gli sforzi fatti dall’ASI per permettere a piccole e medie industrie
nazionali di disporre delle capacita’ tecnologiche utili per la
realizzazione di sistemi di lancio
• l’opportunità che ha l’Italia, seconda in Europa solo ai francesi, di avere
disponibile un sito di lancio equatoriale ( la base di Malindi in Kenya
che e’ stata fulcro del Progetto San Marco e per la quale è stato di
recente rinnovato l’accordo tra i due Paesi per i prossimi 15 anni)
• l’orientamento della comunità scientifica per piccoli satelliti
• l’opportunità di stabilire importanti sinergie con le istituzioni nazionali
del settore spaziale, avviando specifici programmi di collaborazione
• l’interesse nazionale a un programma cui seguirà la produzione su base
commerciale, generando così un volano occupazionale e di
autosostentamento dell’industria spaziale.

I requisiti di riferimento per il sistema di lancio nazionale sono i seguenti:


• capacità di lancio di satelliti da 350 kg LEO

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• possibilità a regime di almeno tre-quattro lanci annui di cui uno-due da


mercato estero
• primo lancio nel 2000, possibilmente dal Poligono San Marco
• disponibilità di siti di lancio alternativi per orbita polare
• costo competitivo di lancio come parametro basilare di progetto
• gestione di programma con modalità avanzate (CALS, team di sistema
integrato) e “user oriented”
• massimo utilizzo degli sviluppi effettuati e dei motori esistenti in ambito
nazionale e internazionale
• apertura alla cooperazione internazionale
• coordinamento con i programmi nazionali di piccoli satelliti.

In parallelo si realizzerà un programma tecnologico di supporto.

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4.2. Lanciatori futuri

L’abbattimento dei costi di lancio è, a lungo termine, rigidamente collegato


al concetto di riusabilità. Sospeso il programma HERMES dell’ESA,
l’Europa ha continuato con il programma FESTIP a mantenere l’attenzione
nel campo dei lanciatori riusabili, ma le difficoltà economiche di tutti i
partner europei non rendono credibile una crescita degli investimenti nel
breve-medio termine. In questo settore l’Italia non ha programmi nazionali
di rilevanza, come avvenuto per francesi e tedeschi, e non è, quindi,
ipotizzabile una leadership nazionale. Tuttavia non è opportuna una
assenza dell’Italia da tali studi. Quindi, in considerazione della mole di
investimenti necessari per questi programmi, si dovranno esaminare
obiettivi, modalità e compatibilità economica di un eventuale
coinvolgimento italiano. A medio termine un abbattimento dei costi potrà
essere perseguito cogliendo le opportunità fornite da trasferimenti di
tecnologia da repubbliche della ex-URSS. E’ opportuno, altresì,
mantenere la presenza in specifiche nicchie tecnologiche
(aerotermodinamica, materiali, sottosistemi propulsivi, ecc.) ove è viva la
presenza dei centri di ricerca (es. CIRA) e dell’industria nazionale.

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4.3. Base di Trapani Milo

La Base di Trapani Milo, grazie alla favorevole posizione geografica è


l’unica base europea di lancio di palloni stratosferici da cui sia possibile
effettuare voli transmediterranei.
Dalla base è possibile lanciare carichi di peso fino a 3000 kg (a 23 km)
con sistema amagnetico di sospensione della gondola utilizzando palloni
fino a 1100000 mc; è possibile processare fino a 6 carichi utili
contemporaneamente.
La base è dotata di 2 officine e laboratori elettronici, una stazione
meteorologica, stazione radio, gruppo di continuità.
Il controllo del volo viene effettuato con un sistema di telemetria e
telecomandi IRIG FDM in banda UHF; nel 1997 sarà disponibile un nuovo
sistema in banda S (2 GHz) con trasmissione dati completamente digitale
fino a 1Mb/s. Questo sistema potrà essere anche impiegato come Stazione
di terra per ricezione dati da satellite.
Per quanto riguarda l’elaborazione e la registrazione dei dati del volo sono
utilizzati tre diversi sistemi: LORAL 500 - acquisizione e pre-
processamento - MicroVax 3800 - registrazione - e VaxStation 3100 - per
analisi e visualizzazione dati.
E` evidente che questa base è un patrimonio nazionale che deve essere
valorizzato ed è pertanto previsto un programma secondo le seguenti
direttive:
• rinnovato rapporto con le istituzioni locali
• adeguato coordinamento ASI/Sistema Ricerca
• riorganizzazione operativa, standardizzazione e definizione procedure
• dimensionato potenziamento delle strutture operative
• monitoraggio e controllo dei costi fissi per il mantenimento del servizio
• trasferimento all’utenza dei costi ricorrenti
• allargamento del campo di impiego dei palloni stratosferici (GZERO,
test per paracadute, capsule, test di modelli aerodinamici)

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4.4. Programmi ESA

Nel prossimo futuro i programmi ESA per i sistemi di lancio subiranno gli
effetti dell’incidente del primo volo di qualifica del vettore Ariane 5.
Tali effetti si avranno sia in termini di pianificazione che di costi necessari
per il completamento del programma di sviluppo e qualifica del vettore.
L’ASI agirà a difesa degli investimenti fatti nel passato e delle relative
quote di produzione pur nella necessità di non aumentare l’attuale
contribuzione in ESA e di recuperare il sottoritorno industriale.
A valle della Conferenza Ministeriale di Tolosa è, inoltre, necessaria una
accurata fase di gestione che valorizzi la fase produttiva del programma
Ariane 5 e costituisca la preparazione della prossima conferenza
ministeriale.

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4.5. Operazioni e supporto agli utenti

Nel campo delle operazioni relative ai sistemi di lancio l’ASI gestirà:


• funzioni di interfaccia utente/lanciatore e di integrazione
lanciatore/satellite
• rapporti con Arianespace, CRPSM (Malindi) e altri enti similari
• accordi per le collaborazioni, anche in ambiti consortili.

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5. La permanenza nello spazio

L’Italia partecipa alla realizzazione della stazione spaziale internazionale


collaborando con la NASA e l’ESA. La collaborazione con la NASA è
sancita da un accordo USA-Italia e quella con ESA discende dagli impegni
assunti alla conferenza interministeriale europea di Tolosa.
L’accordo con gli USA prevede lo sviluppo di un modulo logistico
pressurizzato (MPLM) per il trasporto di quanto necessario all’attività
della parte americana della stazione e di quanto dalla stazione debba
essere riportato sulla Terra.
La fornitura di tre di questi moduli, trasportati verso e dalla stazione con
gli Shuttle, darà all’Italia la possibilità di cominciare a operare a bordo
della stazione sin dal 1999 mentre il resto dell’Europa potrà farlo solo dal
2003. Questo considerevole vantaggio temporale deve essere
opportunamente valorizzato. La stazione spaziale è infatti, più che una
sfida tecnologica, una nuova grande infrastruttura destinata a realizzare
cose interamente nuove o a meglio fare, in condizioni di microgravità,
cose note. Essa consentirà l’accesso allo spazio a discipline sin qui poco
familiari con tale ambiente: scienza dei materiali, combustione dei fluidi,
crescita dei cristalli, scienza della vita ne sono alcuni esempi. Processi
chimici e fisici, influenzati al suolo dalla forza di gravità, potranno essere
meglio studiati e compresi in orbita, così da trarne insegnamenti su come, a
terra, meglio riprodurli o trarne prodotti più complessi (crescita delle
proteine, per esempio). Altri fenomeni, nel loro sviluppo essendo più celeri
in orbita, consentiranno di essere studiati e corretti in tempi molto inferiori
a quelli di sperimentazioni condotte a terra (tipico il caso dell’osteoporosi).
Per questi motivi l’ASI è sin d’ora impegnata a favorire, pur nella presente
scarsità di risorse economiche, tutte le possibili sperimentazioni
scientifiche a bordo della stazione: il menzionato vantaggio temporale
rispetto al resto dell’Europa può tradursi in un concreto vantaggio
scientifico ed economico per il Paese. E’ perciò indispensabile che sia
dato il giusto spazio all’uso scientifico della stazione nell’ambito dei fondi
riservati annualmente per gli scopi della ricerca fondamentale.
In parallelo alle nostre attività per il MPLM, l’ESA da parte sua realizzerà
la parte europea della stazione spaziale. Il suo programma prevede: il COF
(Columbus Orbital Facility) perennemente agganciato alla stazione e
destinato a contenere le attrezzature per l’effettuazione degli esprimenti

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europei; l’ATV (Automatic Transfer Vehicle) quale mezzo di servizio


logistico alla operatività della stazione e anche per il reboost (o rialzo in
quota della stazione); il CTV (Crew Transfer Vehicle) per il quale al
momento si fanno gli studi di progetto preliminare e gli sviluppi
tecnologici associati essendo stata rinviata al 1998/1999 ogni decisione
riguardante il suo sviluppo.
Essendo la terza contribuente, l’Italia ha rilevanti interessi in ognuno dei
sistemi.
La struttura del COF, analoga a quella del MPLM, è fornita dall’Italia che
è anche responsabile dei sottosistemi meccanici, termici e di controllo
ambientale.
Per ATV il nostro paese sarà responsabile di alcune delle parti più
importanti: il Cargo Carrier, il sistema di Refuelling, quello di Rendez-
vous and Docking, più altre ancora. Vi è anche da tenere presente che ATV
sarà lanciato in orbita da Ariane 5 e che di conseguenza vi sarà un
importante ritorno industriale per l’Italia, responsabile di una parte
significativa di quel lanciatore.
Per quanto riguarda il Crew Transfer Vehicle (CTV) la pianificazione
pluriennale dell’ASI prevede la disponibilità di fondi consistenti a partire
dall’anno 2000. L’Italia deve quindi porre sin d’ora la propria candidatura
per una situazione di co-leadership. L’importanza del programma di
realizzazione del CTV sta nel fatto che richiederà una miscela di tecniche
spaziali e aeronautiche e che, in particolare, svilupperà alcune tecnologie
applicabili ai sistemi aeronautici ipersonici di trasporto commerciale del
XXI secolo. Poiché l’Italia, attraverso investimenti specialmente fatti
nell’ultimo quarto di secolo da parte di vari centri di ricerca (da
menzionare, in specie, CSM e CIRA), è in grado di contribuire
efficacemente a questa avventura, non deve lasciarsi sfuggire tale
opportunità, l’ultima forse per rinvigorire le sue capacità nel dominio
aeronautico.
Il nostro Paese può contribuire alla progettazione e alla realizzazione del
CTV in alcune parti fondamentali: metallurgia o leghe per la sua struttura,
materiali per il rivestimento esterno resistente all’impatto ipersonico con
l’atmosfera, sistemi avionici per la sua guida e l’atterraggio, sistemi atti ad
assicurare la sopravvivenza umana nell’abitacolo, oltre alla partecipazione
al progetto d’insieme.
Anche dalla partecipazione italiana alla parte europea della stazione
spaziale deriveranno diritti d’uso della stessa. E’ quindi particolarmente

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PIANO 1996-2005: II) PROPOSTA PER I PROGRAMMI
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importante che l’ASI possa suscitare in proposito il massimo interesse


nella comunità italiana.
La partecipazione alla realizzazione prima e all’utilizzo poi della stazione
spaziale impone infine all’ASI la formazione di un Corpo di Astronauti. Si
tratterà inizialmente di un nucleo ridotto di persone (da quattro a sei entro
il 2002). Essa peraltro avrà importanza fondamentale per il futuro
dell’Italia nel settore aerospaziale: la stazione spaziale sarà anche l’habitat
nel quale si metteranno a punto le tecniche e le procedure per
l’esplorazione del nostro sistema solare. Come nel caso del programma
Antartide è importante che l’Italia vi sia presente con forze adeguate sin
dall’inizio dell’avventura.

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PIANO 1996-2005: II) PROPOSTA PER I PROGRAMMI
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5.1. La stazione spaziale internazionale

La stazione spaziale internazionale è attualmente in una fase avanzata di


sviluppo. Il lancio del primo elemento è previsto per fine 1997 e il
completamento dell’assiematura in orbita è previsto per il 2002, quando la
Stazione avrà la capacità di ospitare un equipaggio di sei persone, su base
continua. Ancora prima del completamento un utilizzo ridotto sarà
possibile anche durante la fase di assiematura, a partire dal febbraio 1999.

5.1.1. Sviluppo degli elementi

Oltre al completamento dei programmi approvati e in corso, risulta


opportuno dare continuità al ruolo italiano nello sviluppo di ulteriori
elementi che sicuramente sono da prevedersi e che saranno essenziali al
miglioramento delle prestazioni della Stazione. L’impegno italiano globale
per tali nuovi sviluppi, con studi da avviarsi nel breve e con
sviluppi/realizzazioni intorno agli anni 1999/2000, sarà ripartito tra
programmi nazionali e partecipazione a programmi ESA.

5.1.1.1. Programmi ESA


• Partecipazione al programma ESA che sviluppa il contributo
europeo alla Stazione Spaziale, approvato a Tolosa nell’ottobre 1995
• Partecipazione allo sviluppo del veicolo di trasporto dell’equipaggio
(CTV)

5.1.1.2. Programmi nazionali


• Completamento dello sviluppo del Modulo Logistico (MPLM), sulla
base dell’accordo bilaterale ASI/NASA
• Applicazione del concetto di “Tethered” (produzione di energia
elettrica, rientro rapido di capsule non abitate, “Tethered Platforms” di
natura scientifica e tecnologica)
• Applicazione di “derivati” del MPLM per espletamento di diverse
funzioni sulla Stazione
• Applicazioni di Automazione e Robotica, per attività esterne e per
gestione dei laboratori

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• Partecipazione allo sviluppo di elementi basati sulla Stazione, ma


separati per quanto riguarda la loro missione (ad es. “free flyers”)

5.1.2. Utilizzo della stazione spaziale

L’ASI si farà carico, anche verificando tutte le possibilità di utilizzo di


fonti di finanziamento aggiuntive, di assicurare sia la gestione
dell’infrastruttura (per le responsabilità di propria competenza) che
l’effettuazione di sperimentazione in orbita. Tali responsabilità si esplicano
nella partecipazione a programmi ESA e nella esecuzione di programmi
nazionali, che dovranno avere entrambi, come soggetto attivo, le comunità
scientifica e industriale italiane. L’approccio proposto è quello integrato,
che ricerca la massima sinergia tra partecipazione a programmi ESA e
conduzione di programmi nazionali, anche al fine di individuare e
perseguire chiare linee di sviluppo industriale, tecnologico e scientifico.
L’utilizzo dell’automazione e robotica in modo continuativo consentirà un
incremento notevole dei risultati scientifici attendibili.
Particolare attenzione, nella attuazione dei programmi di utilizzazione, sarà
dedicata a due aspetti:
• sensibilizzazione e fornitura di opportunità di volo concrete a quella
parte della Comunità scientifica che non considera la Stazione Spaziale
come il mezzo più adatto per la ricerca, ma alla quale invece la Stazione
stessa può fornire possibilità preparatorie e complementari rilevanti
• stimolo verso l’industria all’utilizzo della Stazione, per il perseguimento
dell’innovazione tecnologica, il trasferimento di tecnologia (dallo spazio
alle applicazioni terrestri), in ultima analisi per l’utilizzo dello spazio
quale un elemento inserito stabilmente nella messa a punto di cicli
produttivi innovativi.

5.1.2.1. Programmi ESA


• Partecipazione al programma MFC (Microgravity Facilities for
Columbus) dell’ESA, già approvato a Tolosa
• Partecipazione al programma di “Exploitation” dell’ESA, a partire dal
2001

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• Partecipazione ai programmi preparatori all’utilizzo della Stazione (i.e.


EMIR-1, in corso, ed EMIR-2).

5.1.2.2. Programmi nazionali


• Promozione dell’utilizzazione della Stazione Spaziale, inclusa la
fornitura di opportunità di volo preparatorie, diretta sia al mondo
scientifico che a quello industriale, finalizzata a un allargamento della
base di utenti
• Sviluppo di apparecchiature e strumentazione “multiutente”, sia per
sperimentazione in orbita, che di supporto a terra
• Sviluppo e operazione della infrastruttura di terra necessaria al supporto
operativo per il MPLM
• Sviluppo e operazione della infrastruttura di terra per il supporto agli
sperimentatori in tutte le fasi che vanno dalla concezione alla operazione
in orbita dell’esperimento
• Fornitura “chiavi in mano” dei servizi necessari alla preparazione ed
effettuazione degli esperimenti (i.e. supporto ingegneristico in fase di
definizione, integrazione nella Stazione Spaziale, lancio, operazione in
orbita, etc.)
• Sviluppo strumentazione scientifica monoutente e sviluppo esperimenti,
da finanziarsi nell’ambito delle assegnazioni per la ricerca di base
• Sviluppo esperimenti tecnologici, sia nell’ambito della linea
“tecnologie” e di particolari linee di programma, sia nazionali che ESA.

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5.2. Automazione e robotica

Automazione e robotica rappresentano un filone di primaria importanza nel


futuro delle attività spaziali, trovando applicazione su una ampia tipologia
di missioni dalle finalità più disparate. In Italia il settore ha avuto uno
sviluppo organico in quanto sono state curate sia le competenze industriali
che quelle scientifiche e tecnologiche di base, promuovendone fin
dall’inizio l’internazionalizzazione. Si è pertanto raggiunta una situazione
di eccellenza in Europa che deve però essere consolidata e potenziata.
Le attività mirate a realizzazioni di robotica interna ed esterna prevedono:
• un programma portante - SPIDER - articolato in più fasi di complessità
sempre maggiore, su cui misurare gli sviluppi del settore. L’obiettivo è
quello di realizzare un veicolo autonomo in grado di compiere ispezioni,
manutenzione e recuperi di altri sistemi spaziali;
• un programma tecnologico associato;
• un centro di terra dedicato alla robotica spaziale e la promozione di
centri di eccellenza;
• una valorizzazione delle nostre attività di automazione e robotica
nell’ambito delle risorse destinate in sede ESA alla stazione spaziale e al
programma scientifico obbligatorio.
Le attività svolte per il programma SPIDER hanno permesso la
individuazione dei requisiti per le fasi di evoluzione del veicolo robotico e
la messa a fuoco dei principali elementi tecnologici. Si prevede di
effettuare un volo dimostrativo entro il 2000-2001.
Dal programma sono nati e sono in corso:
• sviluppo di un sistema di manipolazione, già operativo ma in fase di
evoluzione verso un braccio più leggero e un controllore di nuova
generazione;
• sviluppo di una interfaccia uomo/macchina;
• telemetro;
• BARTEX, piattaforma per esperimenti in micro-gravità, che utilizza
palloni stratosferici.
L’ASI nel medio termine punta ad avere la responsabilità di tutti i sistemi
robotici della taglia di due metri, sia sul fronte USA che su quello russo. A
tal fine si stanno finalizzando gli accordi per missioni quali JERICO, con

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le varie agenzie. Si continuerà anche la promozione delle nostre


competenze in missioni di esplorazione interplanetaria, quali ROSETTA e
i programmi per Marte.
Per quanto riguarda il segmento di terra, oltre all’avvio del Centro di
Robotica Spaziale presso ASI-Matera, di cui è in completamento l’edificio,
si potenzierà l’interazione fra ASI, centri di ricerche e industrie.

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6. Le tecnologie

La complessità dei programmi di ricerca fondamentale, delle missioni


scientifiche ESA e NASA, dell’utilizzo della stazione spaziale e, in
particolare, dello sviluppo dei lanciatori nazionali e delle missioni
applicative, richiede che l’ASI abbia un adeguato programma di
investimenti per lo sviluppo delle necessarie tecnologie hardware e
software.
Esso è anche un elemento determinante per il futuro ruolo dell’Italia nel
quadro mondiale delle attività spaziali.

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6.1. Obiettivi generali

Gli obiettivi strategici motivanti, o generali, del piano per le tecnologie


sono:
• qualificare una piattaforma di industrie e centri di ricerca in grado di
svolgere un ruolo di eccellenza nel contesto internazionale;
• sostenere le strategie nazionali, assicurando una sufficiente autonomia
tecnologica nelle aree ritenute cruciali;
• assicurare ruoli e ritorni adeguati nell’ambito della partecipazione ai
futuri programmi europei e delle cooperazioni internazionali;
• aumentare notevolmente la presenza industriale italiana nel mercato
mondiale, in forte espansione ed evoluzione, e diminuirne la dipendenza
dai finanziamenti governativi;
• rispondere alla generale e crescente richiesta della riduzione dei costi
di sviluppo, realizzazione e gestione.

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6.2. Obiettivi finalizzati

Gli obiettivi strategici abilitanti, o finalizzati, del piano per le tecnologie


sono:
1) “leadership” europea nella progettazione e realizzazione di minisatelliti
avanzati della classe 350 Kg, di basso costo mediante un alto livello di
modularità, miniaturizzazione e utilizzo di tecniche innovative La
qualifica di una tale piattaforma sarà realizzata nell’ambito di una
piccola missione scientifica.
2) elevata competitività in aree selettive di:
• optoelettronica
• radaristica
• sistemi autonomi di controllo di bordo
• generazione di potenza elettrica (GaAs)
• propulsione elettrica
• terminali terrestri mobili e in banda Ka
• apparati e tecniche avanzate per payload di telecomunicazioni

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6.3. Criteri informatori

I criteri informatori per la scelta dei programmi tecnologici sono:


• formulazione strategica e ruolo di indirizzo dell’ASI, in armonia con
interessi e competenze esistenti;
• selettività delle iniziative e loro fasamento temporale in funzione di
specifici primari obiettivi, del rapporto costo/beneficio, del grado di
innovazione;
• cooperazioni tra industrie, enti di ricerca e università (in particolare
per gli sviluppi a maggiore contenuto di innovazione), alle quali
destinare quote parti degli investimenti; impiego e valorizzazione di
infrastrutture e competenze esistenti (centri di
competenza/eccellenza);
• politica industriale tesa alla migliore utilizzazione delle varie realtà,
assicurando adeguati spazi e specifiche iniziative alle piccole e medie
aziende;
• forte spinta alla utilizzazione delle tecnologie già sviluppate in altri
settori (militare/civile) e alla acquisizione di tecnologie da partner esteri;
promozione di progetti di interesse applicativo intersettoriale.

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6.4. I detriti spaziali

Trent’anni di attività spaziali hanno provocato la proliferazione di detriti


orbitanti. I rischi di collisioni costituiranno nel prossimo futuro un serio
vincolo alle attività spaziali.
A livello nazionale l’ASI partecipa alla struttura permanente costituita
dalla Protezione Civile per la gestione delle emergenze dovute a rientri di
oggetti spaziali di grandi dimensioni.
L’ASI è anche inserita in iniziative internazionali dedicate al controllo e
mitigazione del fenomeno.
Con finanziamenti ASI si sono sviluppate presso il CNUCE competenze e
strumenti di calcolo che consentono di svolgere validamente una attività di
monitoraggio e di previsione di rientro.
Per quanto riguarda gli impatti a ipervelocità il programma MPLM prevede
la progettazione e la realizzazione degli scudi protettivi sulla base del
modello attualmente realizzato dalla NASA per orbita bassa.
Sembra quindi opportuno in prospettiva avere una linea di sviluppo che
tenga conto di quanto già realizzato e disponibile in Italia.

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7. Centri e infrastrutture di terra

Oltre alle basi di Trapani Milo, di Malindi, al centro per la raccolta,


l’elaborazione e disseminazione dati (di cui già riferito in paragrafi
precedenti) e al Centro di Geodesia Spaziale di Matera (cui verrà dedicato
il paragrafo successivo), gli sviluppi futuri prevedono la realizzazione di
altri centri e infrastrutture di terra collegati da un Network di
comunicazione dedicato.
Essi sono:
• ALTEC (ASI Logistics Technological Engineering Center), a Torino,
come Centro di riferimento per il supporto ingegneristico, la logistica e
l’integrazione per la Stazione Spaziale, sia per programmi nazionali che
per programmi ESA. Ulteriori funzioni per programmi scientifici sono
previste al momento (ad es. archivio SOHO) e altre sinergiche potranno
essere aggiunte.
• Un Centro di supporto per gli utenti della Stazione Spaziale (USOC,
User Support and Operation Center, nella terminologia ESA) nella zona
di Napoli, basato sulla progressiva implementazione delle attuali
capacità del centro MARS, che fornirà servizi sia a sperimentatori
italiani che europei, operando per questi ultimi quale “Facility
Responsible Center” di strumentazione multiutente. Un USOC dedicato
all’Automazione e Robotica sarà localizzato presso il Centro di Matera.
• Il Centro di Controllo SAX, nella zona di Roma, potenziato per il
controllo dei prossimi satelliti nazionali.

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7.1. Il Centro di Geodesia Spaziale “Giuseppe Colombo”

Il Centro di Geodesia Spaziale “Giuseppe Colombo” (CGS) è il maggior


centro operativo dell’Agenzia Spaziale Italiana. Sito a circa 10 km dalla
città di Matera, consiste attualmente di circa 5000 m2 di laboratori,
realizzati dalla Regione Basilicata e da questa concessi in comodato
all’ASI grazie a una convenzione tra le parti. Il CGS è attivo dal 1983 nel
campo della Geodesia Spaziale, del Telerilevamento, della Robotica
Spaziale e delle Esplorazioni Interplanetarie.

7.1.1. Stato delle attività seguite dal CGS

7.1.1.1. Geodesia Spaziale


La Geodesia Spaziale è stata la prima linea di attività implementata presso
il CGS. Attualmente, il CGS è una delle pochissime fundamental stations
nel mondo (unica in Italia) e è un caposaldo di importanza cruciale per la
comunità scientifica internazionale. Al momento, il CGS è dotato delle
seguenti attrezzature, tutte di proprietà ASI:
• una stazione per telemetria laser di satelliti (SLR);
• una stazione radioastronomica per inteferometria su base lunghissima
(VLBI);
• un ricevitore GPS (Global Positioning System) fisso, oltre a diversi
ricevitori GPS trasportabili;
• due stazioni di terra PRARE (Precision RAnge and Range-rate
Experiment);
• centro di calcolo (workstation Unix HP/Apollo in LAN);
• banca dati internazionale geodetica in linea su World Wide Web
(GeoDAF);
• server WWW ;
• officina meccanica attrezzata.

Le attività del CGS nel campo della Geodesia Spaziale si dividono in:

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1. attività operative: acquisizione SLR, VLBI, GPS, PRARE su turni


continui, manutenzione e calibrazione delle apparecchiature, etc.;
2. analisi ingegneristica e scientifica dei dati geodetici: mantenimento
dell’International Terrestrial Reference Frame (ITRF) in ambito IERS,
determinazione dei campi di velocità delle piattaforme continentali
terrestri oppure su aree regionali o locali, determinazione di serie
storiche del moto del polo e della lunghezza del giorno, studio di
perturbazioni non gravitazionali sulle orbite dei satelliti artificiali.

7.1.1.2. Telerilevamento
Il principale investimento dell'ASI per le attività di telerilevamento presso
il CGS è stato il PAF (Processing and Archiving Facility) che al momento
elabora i dati provenienti dai due satelliti ERS (Earth Resource Satellite)
dell'ESA e i dati acquisiti durante le due missioni SIR-C/X-SAR (Aprile e
Ottobre 1994).
Queste attività sono state supportate da attività di studio, condotte presso il
CGS e in collaborazione con diverse istituzioni di ricerca, sia nel campo
della tecnologia del trattamento dei dati sia nell'uso dei prodotti del
telerilevamento per le applicazioni.
Attualmente, il PAF consiste di:
• un archivio contenente tutti i dati delle missioni ERS;
• un insieme di processori dedicati agli strumenti LBR (Low Bit Rate)
quali altimetro e scatterometro;
• i processori dei dati SAR (Synthetic Aperture Radar) ad alta risoluzione.

7.1.2. Sviluppi futuri del CGS

7.1.2.1. Geodesia Spaziale


L’importanza sempre crescente del sistema GPS in campi scientifici
(geodesia spaziale) o applicativi (navigazione) identifica nel CGS il nodo
fondamentale dell’ASI, per l’esperienza pluriennale accumulata in questo
campo presso il Centro stesso, sia dal punto di vista degli sviluppi
tecnologici che da quello della modellistica e dell’integrazione con altri
sistemi di posizionamento spaziali (p.es. GLONASS).
E’ attualmente in costruzione il Matera Laser Ranging Observatory
(MLRO) che sarà la più avanzata stazione a livello mondiale per telemetria

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laser satellitare e lunare con precisione millimetrica. Il sistema MLRO è


concepito anche per usi quali sondaggio laser dell’atmosfera (LIDAR) e
osservazioni astronomiche ottiche per astrometria e fotometria in modo
semi-automatico.
La stazione VLBI del CGS è attualmente in fase di miglioramento. Si
prevede in tempi brevi la migrazione allo standard Mark-IV. Si può inoltre
prevedere un impegno crescente in ambito EVN (European Vlbi Network)
per partecipazione a sessioni osservative per astronomia e fisica
fondamentale.

7.1.2.2. Telerilevamento

La realizzazione e lo sviluppo sarà perseguita prevalentemente attraverso il


potenziamento delle strutture operative esistenti e la creazione di un
Laboratorio di Telerilevamento.
Le strutture operative saranno dedicate prevalentemente alla gestione dei
dati provenienti dalle missioni nazionali ed europee, come a esempio la
missione ENVISAT che vedrà l'installazione del PAC (Processing and
Archiving Center) presso il CGS. Si prevede di sviluppare e rendere
operativo il centro di elaborazione dati in supporto alla missione CASSINI.

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8. Profili di pianificazione temporale ed


economica

Al fine di identificare l’impegno economico e la sua distribuzione


temporale, relativi ai programmi previsti dal Piano 1996-2000, di seguito
vengono riportati i diagrammi temporali a barre e una ipotesi di
ripartizione economica per le varie aree di attività.
I dati riportati sono congruenti con il Piano di Riassetto Economico e
Finanziario dell’ASI, già sottoposto all’attenzione degli organi vigilanti.
Come già accennato le proiezioni di attività, e quindi i costi, sono
compatibili con i finanziamenti annuali previsti per l’ASI.
L’internazionalizzazione dei programmi pianificati offrirà la possibilità di
ottenere contributi importanti. Per il progetto SkyMed/Cosmo è previsto
un finanziamento ulteriore (di cui è stata decretata una prima quota)
rispetto ai fondi previsti dalla legge n. 186/88, e quindi non è riportato nel
quadro sinottico che segue.
Sulla base di queste ipotesi e tenendo conto di eventuali ulteriori elementi
di valutazione, verrà formulato a breve il Piano Spaziale Nazionale
(quinquennale), previsto dalla legge istitutiva dell’ASI. In tale Piano
verranno identificate le attività in collaborazione con il CIRA, come
previsto dalla legge istitutiva del CIRA stesso, e con l’Università di Roma
per quanto concerne il progetto San Marco e la base di Malindi.

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