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Facoltà di Ingegneria
Corso di laurea in Ingegneria Meccanica
Dipartimento di Ingegneria Meccanica
Tesi di Laurea
Relatore Laureando
Ing. Mauro Ricotta Alberto Pellizzon
Sono in fase di redazione i seguenti Eurocodici strutturali, ognuno dei quali generalmente
formato da varie parti.
EUROCODICE 3
Scopo dell’Eurocodice 3
Ogni parte è a sua volta divisa in altre sottoparti, in particolare la Parte 1 è così composta:
Gli escavatori a tazze occupano un ruolo fondamentale nel ciclo di lavorazione dell’argilla.
Essi sono infatti presenti in tutte le fornaci, incaricati dello svuotamento del silos di
stoccaggio e della reimmissione dell’argilla nel ciclo, pronta a subire le lavorazioni finali.
L’escavatore scarica su di un nastro trasportatore con una portata a singhiozzo che dovrà poi
essere uniformata.
E’ formato da un braccio sul quale scorre una catena che si sviluppa per tutta la lunghezza del
braccio stesso. Alla catena sono ancorate delle tazze, gli utensili che realmente si occupano
del carico terra.
E’ sostenuto da una struttura a ponte, costituita da delle travi a cassone e un carrello montato
su rotaie in grado di fornire alla struttura il sostegno e il bilanciamento necessari a prevenirne
il ribaltamento. La macchina è in grado di compiere uno scorrimento laterale in direzione
della lunghezza (dimensione maggiore) del silos e uno scorrimento orizzontale in direzione
della larghezza (dimensione minore) del silos. Grazie ai cilindri, ha la possibilità di essere
posto in qualsiasi inclinazione compresa tra i 90° e i -90° circa.
Si può distinguere una parte cassonata, che è la prima del braccio, quella più vicina alla
struttura a ponte. Consiste in due travi a cassone composte di lamiere saldate a costituire una
sezione rettangolare.
Vi è poi una parte ibrida. Tale stadio della struttura viene definito in questo modo per la sua
natura mista, né completamente cassonata, né completamente tralicciata. La parte presenta
tutto l’interno composto di una struttura a traliccio costituita da tubolari di varia misura
fungenti da strutture controvenanti. Sulla faccia esterna si rileva la presenza di una lamiera
che è la continuazione della parte a cassone antistante.
Lo stadio terminale della struttura è una parte tralicciata, formata da correnti superiori e
inferiori (angolari 120*80*10), diagonali (angolari 60*40*6) e controventi (tubolari 30*3).
Si effettuerà la verifica proprio di quest’ultima parte.
VERIFICA STATICA
Requisiti di base
Secondo l’Eurocodice 3 la progettazione delle strutture di acciaio deve essere conforme alle
regole generali fornite nella EN 1990.
Tali requisiti prevedono che una struttura debba essere progettata ed eseguita in modo che, nel
corso della sua vita prevista, con appropriati gradi di affidabilità e in modo economico:
- regga tutte le azioni e le influenze che potrebbero manifestarsi durante l’uso e
l’esecuzione
- rimanga idonea all’uso che le è richiesto.
La progettazione secondo Eurocodice 3 si basa sul concetto di stati limite. Con stato limite si
intende lo stato oltre il quale la struttura non soddisfa più i requisiti delle prestazioni di
progetto. Gli stati limite si dividono in ultimi e di servizio.
Gli stati limite ultimi sono associati al collasso della struttura o ad altre forme di cedimenti
che possono mettere in pericolo la sicurezza delle persone. Si considerano stati limite ultimi,
per sicurezza, anche gli stati che precedono il collasso della struttura considerati in luogo del
collasso vero e proprio. Gli stati limite ultimi che possono essere presi in considerazione
includono:
- la perdita di equilibrio della struttura o di una parte di essa, considerate come corpi rigidi
- il collasso per eccessiva deformazione, rottura o perdita di stabilità della struttura o di una
parte di essa, inclusi i supporti e le fondazioni
- collasso causato da fatica o altri effetti dipendenti dal tempo.
Gli stati limite di servizio corrispondono agli stati oltre i quali i criteri di servizio specificati
non sono più soddisfatti. Gli stati limite di servizio che possono essere presi in considerazione
includono:
- le deformazioni o gli spostamenti che compromettono l’aspetto esteriore o l’uso efficiente
della struttura, includendo il malfunzionamento dei macchinari e dei servizi, o che diventano
causa di danni alle finiture o ad elementi non strutturali
- le vibrazioni che creano problemi alle persone, danni alla struttura o alle sue parti, o che
ne limitano il servizio
Ed ≤ Rd
dove:
Ed è il valore di progetto degli effetti delle azioni intese come una forza interna, un momento
o un vettore rappresentante più forze interne o momenti;
Rd è il valore di progetto della resistenza corrispondente.
Con effetto delle azioni si intende presumibilmente le tensioni da queste provocate, cioè
sollecitazioni σ e τ, anche se non espressamente precisato dalla normativa.
Per ogni caso critico di carico, i valori di progetto degli effetti delle forze (Ed) dovrebbero
essere determinati dalla combinazione dei valori delle forze che si considerano agire
simultaneamente.
Si distinguono due categorie di azioni:
dove:
γSd = coefficiente parziale associato all’incertezza dell’azione e/o al modello
E = effetto dell’azione
γg = coefficiente parziale per azioni permanenti che tiene conto della possibilità di deviazioni
sfavorevoli del valore delle azioni dai valori rappresentativi
Gk = valore caratteristico di un’azione permanente
γp = coefficiente parziale per le azioni di prestress
P = valore caratteristico di un’azione di prestress
γq = coefficiente parziale per le azioni variabili che tiene conto della possibilità di deviazioni
sfavorevoli del valore delle azioni dai valori rappresentativi
Ψ0,i = coefficiente per la combinazione del valore di un’azione variabile
Qk,i = valore caratteristico di una singola azione variabile
oppure:
con la differenza che i coefficienti in maiuscolo tengono già conto delle incertezze del
modello e delle variazioni dimensionali
dove:
Ad = valore di progetto di un’azione eccezionale
Ψ1 = coefficiente per il valore regolare di un’azione variabile
Ψ2 = coefficiente per il valore quasi-permanente di un’azione variabile
2 ,1 )Qk ,1 “+” ∑
∑G
j ≥1
k, j
”+” P “+” Ad “+” (Ψ1,1 oΨ
Ψ2,i Qk ,i
i >1
Per i valori delle forze da applicare alla struttura si deve nuovamente consultare la normativa
EN 1991. Il valore di progetto di queste forze è:
Fd = γf Frep
con Frep = Ψ Fk
dove:
Fk = valore caratteristico dell’azione
Frep = valore rappresentativo rilevante dell’azione
γf = coefficiente parziale per l’azione che tiene conto della possibilità di deviazioni
sfavorevoli dei valori dell’azione dai valori rappresentativi
Ψ = 1 oppure Ψ0, Ψ1, Ψ2
Così come per i coefficienti, i valori delle forze da applicare presenti nella normativa sono
rivolti soltanto ad edifici civili, pertanto non applicabili alla struttura considerata.
Si è pertanto deciso di considerare le forze studiate da Volpato nella sua tesi e di non
applicare alcun coefficiente poiché tali forze sono già state sovrastimate attraverso un modello
peggiorativo della struttura e dei carichi applicati.
Nella tesi di Volpato per la verifica statica si era utilizzata la Norma Tecnica C.N.R. 10021/85
del 18/05/1988 che regolamentava le Strutture di acciaio per apparecchi di sollevamento.
Tale norma prevedeva di considerare nel calcolo 3 tipi di forze:
- forze regolari, che agiscono regolarmente durante il normale esercizio dell’apparecchio;
- forze occasionali, che si manifestano saltuariamente sull’apparecchio in servizio;
- forze eccezionali, che si possono manifestare sull’apparecchio sia in esercizio, sia fuori
servizio
Si vede pertanto che i tipi di forze prese in esame nell’Eurocodice 3 sono praticamente
medesime a quelle della vecchia normativa.
Come forze regolari si era considerato il carico di servizio, il peso proprio della struttura, le
forze d’inerzia verticali, le forze dovute al movimento verticale del carico di servizio, le forze
di inerzia dovute al movimento di traslazione.
Come forze occasionali si erano considerate le forze di serpeggiamento, mentre non si era
tenuto conto di forze eccezionali, lavorando la struttura in assenza di vento e di altri fenomeni
atmosferici sfavorevoli, in assenza di urti e muovendosi il braccio al si sotto di 0,7 m/s.
Non si è tenuto conto nemmeno degli aspetti sismici, non avendo i dati tecnici necessari.
Gli effetti delle forze sono ovviamente funzione delle forze e della geometria della sezione
presa in esame. In particolare:
Ed = γSd E {γf,i Frep,i ; ad} i≥1
Dove con ad si considera il valore di progetto del dato geometrico.
Dalla tesi di Volpato il valore di Ed nel punto più sfavorevole della struttura, cioè nel nodo 40,
è pari a 122,83 MPa, calcolato con il programma Strauss agli Elementi Finiti.
Rk
Rd = γ
M
dove:
Rk = valore caratteristico della resistenza
γM = coefficiente parziale per una proprietà del materiale, che tiene conto anche delle
incertezze del modello e delle variazioni dimensionali
Come resistenza del materiale si considera la tensione di snervamento, pari a 275 MPa,
essendo la struttura costruita in acciaio Fe430 (categoria S275).
Si assume un coefficiente γM pari a 1,1. In questo modo Rd risulta pari a 250 MPa.
Per la verifica elastica può essere utilizzato il seguente criterio di snervamento per un punto
critico della sezione trasversale:
2 2 2
σ x , Ed σ z , Ed σ x , Ed σ z , Ed τ Ed
+ − + 3 ≤1
f y / γ MO f y / γ MO f y / γ MO f y / γ MO f y / γ MO
dove:
σx,Ed = valore di progetto della tensione longitudinale locale nel punto considerato
σz,Ed = valore di progetto della tensione trasversale locale nel punto considerato
τEd = valore di progetto della tensione tangenziale locale nel punto considerato
γM0 è un coefficiente parziale per la resistenza della sezione trasversale per qualunque classe
di appartenenza. I valori di γM0 sono definiti nell’appendice nazionale. Il valore numerico
consigliato per questo coefficiente è 1.
Considerando le parti della struttura come travi di de Saint-Venant, si ha, per la disposizione
degli assi della sezione:
σz,Ed = 0
σx2, Ed +3τ Ed
2
≤ fy
La normativa EN 1993 impone poi di considerare separatamente i tipi di azione che gravano
sulla struttura e di analizzarli separatamente o in modo combinato. La norma raccomanda
inoltre che i valori di progetto di una sollecitazione in corrispondenza di ciascuna sezione
trasversale non superino le resistenze di progetto. Di seguito si riportano i calcoli effettuati
solo sulle sezioni più sollecitate ai diversi tipi di azioni che agiscono sulla struttura, ritenendo
verificato tutto il braccio qualora le sezioni più critiche superino tale prova di verifica statica.
Trazione
Il valore di progetto della forza assiale NEd in corrispondenza di ciascuna sezione trasversale
deve soddisfare la relazione:
N Ed
≤ 1,0
N t , Rd
dove:
NEd = forza assiale di progetto
Nt,Rd = valore di progetto della resistenza a trazione
La resistenza a trazione Nt,Rd è pari alla resistenza plastica della sezione traversale Npl,Rd:
Af y
N pl , Rd =
γM0
Dalla tesi di Volpato si ricava che il punto in cui si ha massimo sforzo normale di trazione si
trova nel nodo 40 della struttura. In questo punto la trazione è pari a 152657,3 N.
La sezione è un angolare a elle 120*80*10, pertanto la sua area A è pari a 1900 mm2.
La tensione di snervamento fy vale ovviamente 275 MPa. Imponendo γM0 pari a 1,0 si trova:
Npl,Rd = 522500 N
N Ed 152657 ,3
= = 0,29 < 1,0
N t , Rd 522500
Si vede che in questo caso, diversamente dai precedenti, la verifica effettuata tenendo conto
delle forze e non degli effetti di queste.
Compressione
N Ed
≤ 1,0
N c , Rd
Af y
N c , Rd =
γM0
Momento flettente
M Ed
≤ 1,0
M c , Rd
Nella normativa si raccomanda che la resistenza di progetto Mc,Rd della sezione trasversale per
flessione sia determinata come segue:
Wel , min f y
M c , Rd = M el , Rd = per sezioni trasversali di classe 3
γM0
dove Wel,min è il modulo di resistenza minimo nella fibra con la massima tensione elastica.
Questo si ricava moltiplicando il momento d’inerzia della sezione per la distanza massima
rispetto all’asse di flessione baricentrico.
Poiché la sezione più sollecitata a massimo momento flettente si trova nel nodo 40, ha quindi
forma a elle ed è, secondo normativa, di classe 3.
Il momento d’inerzia della sezione rispetto all’asse x vale 999509,33 mm4 e la distanza
massima è di 60,20 mm. Il modulo di resistenza vale pertanto:
I x −x 999509 ,33
Wel ,min = = = 16603 ,15 mm3
y max 60 ,20
Essendo fy 275 MPa come ormai noto e assumendo come nei casi precedenti γM0 pari a 1,0:
Wel , min f y
M c , Rd = M el , Rd = = 4565864 Nmm
γM0
Dai dati della tesi di Volpato si ricava che la sollecitazione di flessione nel nodo 40 vale
399203,3 Nmm
La sezione e la struttura risultano pertanto verificate a momento flettente in quanto si trova:
M Ed 399203 ,3
= = 0,087 < 1,0
M c , Rd 4565864
Taglio
V Ed
≤1,0
VC , Rd
dove Vc,Rd è il valore di progetto della resistenza a taglio. Per la verifica a taglio la norma
impone di considerare separatamente la resistenza plastica ed elastica della sezione.
V pl , Rd =
(
Av f y / 3 )
= 100026 N
γM0
La struttura supera quindi la verifica plastica a taglio risultando nella sezione più sollecitata:
V Ed 1538 ,2
= = 0,015 ≤ 1,0
VC , Rd 100026
Per verificare il valore di progetto della resistenza elastica a taglio Vc,Rd la norma consiglia il
seguente criterio per un punto critico della sezione trasversale:
τ Ed
≤ 1,0
(
f y / 3γ M 0 )
τEd può essere ottenuto da:
V Ed S
τ Ed =
It
dove:
Ved = valore di progetto della sollecitazione di taglio
S = momento statico attorno all’asse baricentrico della porzione della sezione trasversale
compresa tra il punto in cui si valuta la tensione tangenziale e il contorno della sezione
trasversale
I = momento d’inerzia dell’intera sezione trasversale
t = spessore nel punto considerato
Si vede che questa è la formula di Jourawski, che dà un valore approssimato della tensione
tangenziale.
Poiché la sezione è a L si è pensato di considerare, come per la verifica plastica, solo l’area
resistente a taglio, cioè un rettangolo. Il punto con massimo sforzo di taglio per una sezione
rettangolare è:
3 V Ed
τt =
2 A
Come area A si considera la stessa della verifica a plastica e vale quindi 630 mm 2. Lo sforzo
di taglio vale come prima 1538,2 N. Si trova pertanto:
3 V Ed
τt = = 3,66 MPa
2 A
Poiché il taglio non è applicato al baricentro si devono calcolare gli effetti della torsione che
si viene a creare. Il centro di taglio per una sezione ad elle si trova nel punto d’incontro delle
linee medie dei due rettangoli che la formano.
La distanza d dal baricentro di questo punto è di 34,8 mm. Il momento torcente generato è:
Le tensione tangenziali generate dalla torsione che poi andranno sommate a quelle generate
dalla sollecitazione di taglio sono:
Mt 53529 ,36
τtors = J t max = 63333 ,33 10 = 8,45 MPa
t
Quindi:
τ Ed 12 ,11
= = 0,076 ≤ 1,0
(
f y / 3γ M 0 )
158 ,77
Torsione
Per membrature soggette a torsione per le quali possono essere trascurate le deformazioni
torsionali, si raccomanda che il valore di progetto del momento torcente TEd in corrispondenza
di ciascuna sezione trasversale soddisfi la relazione:
TEd
≤ 1,0
TRd
dove:
G = modulo di elasticità tangenziale
Jt = momento d’inerzia torsionale
θ = angolo di torsione
E = modulo di elasticità
Iω = rigidezza di ingobbamento
Nelle sezioni costituite da rettangoli allungati convergenti in un unico punto, questo risulta
essere il centro di taglio. Di conseguenza, se si limita l’indagine alla sola linea media,
l’ingobbamento risulta nullo, come pure la rigidezza ad ingobbamento.
Se si tiene conto anche della variazione dell’ingobbamento sullo spessore si trova che la
rigidezza non è nulla ma è comunque assai modesta.
1 3
Jt = t ( b + h ) = 63333,33 mm4
3
Iω =
36
(
1 3 3
)
t b + h 3 = 53965278 mm6
GJ t
l = 0,022 l
EI ω
e αz + e 2αl e −αz
T t , Ed = GJ t ϑ' = TEd
1 −
1 + e 2αl
e αz + e 2αl e −αz
T w, Ed = −EI ωϑ' ' ' = TEd
1 + e 2αl
e αz + e 2αl e −αz 2e αl
Ponendo l = 1500 mm e sostituendo si trova che il termine diventa
1 + e 2αl 1 + e 2αl
e vale 9,318*10-15.
Si vede quindi che il momento torcente secondario è praticamente nullo e il momento torcente
totale coincide con il primario. Pertanto σw,Ed e τw,Ed sono pari a zero.
Per il calcolo della resistenza di progetto torsionale la norma non dà alcuna indicazione.
Consiglia però alcune formulazioni della resistenza plastica a torsione in presenza di taglio di
alcune particolari sezioni, tra le quali non è presente la sezione ad elle.
La norma tuttavia segnala che per la verifica elastica può essere applicato il criterio di
snervamento fornito in precedenza, cioè che il calcolo della tensione equivalente di torsione
non superi la tensione di snervamento.
Ovviamente la sezione è verificata a torsione poiché lo era considerando tutti i tipi di
sollecitazione, ma per completezza si riportano comunque i calcoli.
Il momento torcente nel nodo 21 vale 15584,2 Nmm. Per il calcolo della tensione si usa:
TEd
τ t , Ed = ti
Jt
Jt è stato calcolato in precedenza e vale 63333,33 mm4 mentre ti è lo spessore massimo, cioè
10 mm.
Pertanto la tensione derivante dalla torsione vale:
TEd
τ t , Ed = ti
J t = 2,36 MPa
σt2,Ed +3τt2,Ed ≤ 3τt , Ed = 4,26 MPa che è nettamente inferiore della tensione di
snervamento.
Si vede che questo valore è inferiore della torsione generata dalla sollecitazione di taglio.
Questo perché la norma impone di verificare la sezione su cui grava la massima forza o il
massimo momento. Trattandosi comunque di valori molto piccoli di tensioni non si hanno
problemi in termini di sicurezza.
Flessione e taglio
Qualora la sollecitazione di taglio sia presente, nella norma si raccomanda di considerare il
suo effetto sulla resistenza a flessione. Tuttavia la norma suggerisce di trascurare l’effetto
della forza tagliante sulla resistenza a flessione quando la forza è minore della metà della
resistenza a taglio.
Poiché la resistenza a taglio precedentemente calcolata per l’angolare 120*80*10 vale
100026 N e il taglio massimo è di 1538,2 N, si può trascurare l’effetto di quest’ultimo sulla
resistenza a flessione.
La norma è rivolta principalmente a strutture che scorrono su binari, quale è il braccio per la
movimentazione dell’argilla. Questa parte raccomanda che la deformazione verticale δz soddisfi
due condizioni:
δz ≤ L/600 e δz ≤ 25 mm
Dai dati della tesi di Volpato si ricava che la struttura ha lunghezza L di 9000 mm e la
deformazione massima δz è di 25 mm.
La struttura si può considerare verificata agli stati limite di servizio essendo:
Metodo Direzionale
In questo metodo, le forze trasmesse da una saldatura di lunghezza unitaria sono scomposte in
componenti trasversali e parallele all’asse longitudinale della saldatura e normali e trasversali
al piano della sua sezione di gola.
Si raccomanda che l’area della sezione di gola di progetto Aw sia assunta come ∑ a*leff.
Si raccomanda inoltre che la posizione dell’area della sezione di gola di progetto sia
concentrata in corrispondenza del vertice.
Sulla sezione di gola della saldatura si assume una distribuzione uniforme delle tensioni , con
riferimento alle tensioni normali e tangenziali mostrate nella figura seguente e definite come
segue:
- σ ⊥ è la tensione normale perpendicolare alla sezione di gola;
- σ= è la tensione normale parallela all’asse della saldatura
- τ ⊥ è la tensione tangenziale (nel piano della sezione di gola) perpendicolare all’asse della
saldatura
- τ= è la tensione tangenziale (nel piano della sezione di gola) parallela all’asse della
saldatura
La tensione normale σ= parallela all’asse viene trascurata nella verifica della resistenza di
progetto della saldatura.
σ ⊥2 + 3(τ ⊥2 + τ =2 ) ≤
fu
β wγ M 2
0,9 f u
σ⊥ ≤
γM2
dove:
fu = resistenza a trazione ultima nominale della più debole delle parti collegate
βw = appropriato fattore di correlazione
γM2 = coefficiente parziale
La sezione del cordone è rappresentata da un triangolo isoscele a lati uguali di lunghezza 6
mm e ipotenusa di 8,48 mm. La sezione di gola misura 4,24 mm poiché è inclinata di 45°
rispetto all’orizzontale.
Sollecitazione T ⊥ : 64,2 N
Tali sollecitazioni andranno poi scomposte per applicarle al piano della sezione di gola,
inclinato di 45° rispetto all’orizzontale.
Si analizza di seguito ciascuna sollecitazione.
Sollecitazione A verticale
La sollecitazione A viene scomposta in A ⊥ che genera una σ ⊥ e in A= che genera una τ ⊥ .
Quindi:
A⊥
σ⊥ = =
A2 0,002 MPa di compressione
A=
τ⊥ = = 0,002 MPa verso il basso
A2
Sollecitazione T=
La sollecitazione T= genera σ= e τ=. Il valore non cambia poiché la forza rimane parallela
all’asse della saldatura. La tensione normale σ= è, come detto, trascurabile.
T=
τ= = = 63,12 MPa lungo l’asse
A2
Sollecitazione T ⊥
T⊥ ,⊥
σ⊥ = = 0,1 MPa di trazione
A2
T⊥,=
τ⊥ = = 0,1 MPa verso il basso
A2
Momento flettente Mf
I gY −Y
Wf = = 13157,28 mm3
y max
La tensione è quindi:
Mf
σ⊥ = = 2,478 MPa di trazione
Wf
Momento torcente Mt
La sollecitazione di momento torcente genera una τtors,= e una τtors, ⊥ sul piano orizzontale e che
devono quindi essere proiettate sul piano inclinato a 45°.
τtors,= diventa τ= mentre τtors, ⊥ viene scomposta in τ ⊥ e σ ⊥ .
rt = x t2 + y t2 = 74,37 mm
Jp
Wt = = 11078,97 mm3
rt
Mt
τ tors = = 4,72 MPa
Wt
xt
ϑ = arctg = 9,93°
yt
fu
Questo valore deve essere confrontato con il termine β γ e deve essergli inferiore
w M2
affinché il cordone risulti verificato.
βw si ricava da un prospetto della normativa e per acciai di classe S275 vale 0,85. La
normativa lo definisce come un fattore di correlazione ma non ne spiega il significato.
Essendo che tale coefficiente aumenta la tensione di rottura può essere ipotizzabile che indichi
il fatto che generalmente il materiale d’apporto delle saldature ha caratteristiche migliori
rispetto al metallo base.
Quindi:
fu
β wγ M 2 = 404,71 MPa
0,9 f u
σ⊥ ≤
γM2
0,9 f u
σ ⊥ tenendo conto di tutti i contributi vale 5,863 MPa e il termine γ vale 309,6 MPa.
M2
fu
σ ⊥2 + 3(τ ⊥2 + τ =2 ) = 111,03 MPa <
β wγ M 2 = 404,71 MPa e
0,9 f u
σ ⊥ = 5,863 MPa <
γ M 2 = 309,6 MPa
Analizzando la struttura si può osservare che essa è soggetta praticamente sempre allo stesso
carico.
L’unica eccezione si ha quando una tazza ha già scaricato il proprio carico terra e la tazza
dalla parte opposta, all’estremità del braccio, deve ancora riempirsi. Si ha quindi una
differenza di 55 kg, cioè circa 540 N, tra le due possibili configurazioni.
Per le dimensioni della struttura questa variazione è molto piccola, tale da giustificare
l’affermazione che non soffra di fatica.
Si è comunque operato un calcolo del Δσ che verrà esposto di seguito.
Si è ipotizzato che il carico terra aumenti in maniera lineare dall’estremità del braccio fino al
punto in cui le tazze si svuotano. Si è immaginato che le tazze siano piene, cioè con 55 kg di
argilla, quando arrivano a 1,5 m dalla zona in cui rilasciano il carico.
Per effettuare il calcolo con Strauss si è eliminata la forza derivante dal carico proprio in
questo punto, per avere una maggiore differenza di sollecitazioni e per far sì che ci fossero
variazioni di momento flettente, impossibili da avere qualora il carico si fosse rimosso
all’incastro.
Effettuati i calcoli con il programma si hanno questi risultati:
Δσ = 1,01 MPa
σ wf = σ ⊥2 f +τ ⊥2 f
τwf = τ=f
σ wf = σ ⊥2 f +τ ⊥2 f = 3,710 MPa
σ wf = σ ⊥2 f +τ ⊥2 f = 5,448 MPa
Si vede che sono valori modesti per giustificare una verifica a fatica, che è quindi trascurabile.
CONCLUSIONI
Lo studio e l’applicazione dell’Eurocodice sono risultati in alcune parti poco chiari soprattutto
per la presenza di argomenti non trattati nei corsi.
La mancanza di alcuni passaggi fondamentali e i molti valori lasciati al progettista sono però
una nota negativa.
L’Eurocodice 3 è rivolto prevalentemente all’ingegneria civile e l’applicazione di questo ad
una struttura meccanica è risultato un po’ scomodo, soprattutto per la mancanza di categorie
adatte allo scopo.
La struttura risulta verificata secondo Eurocodice 3.
BIBLIOGRAFIA
European Standard, Eurocode 3 – EN 1993, Design of steel structures
Simoni L., Lezioni di scienza delle costruzioni, Edizioni Libreria Progetto, Padova, 1998
Aztori B., Appunti di costruzione di macchine, Edizioni Libreria Cortina, Padova, 1999