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© Piero Polidoro © Piero Polidoro
Descrizione: il brand-name “IBM” (un trittico di Il font usato è molto pesante e spigoloso. Dà
lettere separate) scritto con un carattere molto un’idea di stabilità e solidità. Proprio le
angoloso ma con le grazie e in monocromia, caratteristiche che un’azienda come Ibm
attraversato da strisce bianche. vuole dare (perché sono sinonimo di
affidabilità e serietà).
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IBM: il font IBM: il font
Il font, inoltre, è
costruito sulla base
dell’“Egyptian”. L’Egyptian è uno dei pochi font tipicamente
americani e connota, quindi, l’idea di
americanità.
Il logo IBM, quindi, significa non solo “serietà”,
ma anche “americanità”.
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1976
(Rob Janoff) Descrizione: la sagoma di una mela morsa, con
una fogliolina sulla sommità. La mela è policroma,
attraversata da fasce di diversi colori.
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Il marchio Apple Associazioni enciclopediche
1975
La mela è quindi il simbolo di una
(Jobs & Wayne)
rivoluzione; meglio, di una rivoluzione
scientifica (tecnologica, nel caso della Apple)
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Associazioni enciclopediche Associazioni enciclopediche
A culture antagoniste...
New York? La “Grande Mela”?
...ma antagoniste rispetto a chi?
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Opposizioni sistematiche Opposizioni sistematiche
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Apple reloaded Apple reloaded
...rinunciando a una delle sue caratteristiche Ancora una volta, quindi, nel momento in cui Apple
principali: la policromia. Perché? decide di comunicare la sua identità innanzitutto
Per cercare una risposta bisogna ricordare che la attraverso il suo marchio, lo fa costruendolo in
strategia comunicativa di Apple è quella di un opposizione a quello del suo principale competitor.
antagonista che cerca un mercato di nicchia.
Ma nel 1998 chi è il principale protagonista del Ovviamente lo fa nella continuità: conservando la
mercato informatico? E quindi il principale riconoscibilità del marchio (la mela con il morso),
competitor di Apple? La policroma Microsoft, ma dandogli un valore plastico (monocromia) che si
appunto. oppone al più evidente valore plastico del marchio
del competitor (policromia).
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Dal visivo all’audiovisivo Dal visivo all’audiovisivo
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4) la ripetizione di
righe o (in generale)
di elementi uguali.
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Dal visivo all’audiovisivo Dal visivo all’audiovisivo
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Il primo Macintosh
(Macintosh 128k),
uscito nel 1984,
rappresentava anche dal
punto di vista del design,
una grande novità: era il
primo computer “all in
one” (in pratica la cpu e
la memoria erano nello
stesso case del monitor).
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A parte alcuni modelli “all in one”, però, la Dal 1998, però, la Apple sceglie la strada di un
produzione Apple prevede anche computer più vero corporate design, che non si limita solo al
marchio (rinnovato) e alla comunicazione in
tradizionali (desktop e tower).
generale, ma si estende anche ai prodotti.
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iMac (1998) iMac (1998)
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Ma le particolarità (che
Innanzitutto, come il primo danno unicità e visibilità) non
Mac, è un “all in one”. Un si fermano qui. Rispetto agli
oggetto molto particolare altri computer (anche ai
rispetto al suo prototipo precedenti Macintosh) il
di riferimento e, quindi, design dell’iMac presenta
riconoscibile e innovativo. delle caratteristiche visive
e spaziali nuove.
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- forme curve (vs rettilinee) A partire dal 1998 la Apple ha messo sul mercato
altri computer o accessori che riprendevano le
- materiali traslucidi (vs opachi) caratteristiche dell’iMac, realizzando quindi una
- bicromia (vs monocromia) linea di prodotti dal design coerente.
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Uno stile... Che cos’è uno stile?
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Streamlining Streamlining
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...e non solo ...e non solo
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Funzionalismo e “good design” Fra “good design” e Space Age
Braun T3
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Space Age
Corrispondenze
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Apple e Space Age Fra “good design” e Space Age
iMac G4 (2002)
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“We wanted to design a product [iMac] that would Nel 2002, ad es., il tradizionale Garamond è stato
seem familiar and accessible, because one thing sostituito con il Myriad, molto più coerente con
that is easy to forget is that there are a huge il nuovo stile funzionalista (linee semplici - e
number of people that are terrified of quindi, nel caso di una font, senza grazie –
technology and don’t use and exploit the regolari, ecc.).
opportunities that technology would provide
because they find the objects and the tools
difficult to comprehend”.
(Johnathan Ive)
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4 ottobre 1999
Ancora sul corporate design
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1 marzo 2000 5 giugno 2006
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