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© 2010: Cittalia L’Atlante dei Piccoli Comuni 2010 L’Atlante dei Piccoli Comuni 2010
via dei Prefetti, 46 è stato realizzato in collaborazione è stato curato e coordinato
00186 Roma con l’Area Piccoli Comuni, da Laura Chiodini e Massimo La Nave.
Unioni, Associazionismo
www.cittalia.it e Status Amministratori dell’ANCI. Gli apparati statistici sono stati elaborati
da Giorgia Marinuzzi
ed Emanuela Giusi Gaeta.
Introduzione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3
2 Territorio e Ambiente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . “ 29
Cittalia, in collaborazione con l’Area Piccoli Comuni, L’Atlante dei Piccoli Comuni 2010, senza voler rappre- 3
Unioni, Associazionismo e Status Amministratori del- sentare un quadro esaustivo delle peculiarità delle diverse
l’ANCI, presenta la seconda edizione dell’Atlante dei Pic- realtà territoriali, presenta, in chiave sintetica, i principali
coli Comuni italiani. L’universo dei Piccoli Comuni (PC), caratteri fisici, sociali, economici ed istituzionali. Facendo
infatti, così come quello dei comuni italiani in generale, riferimento alla base informativa delle statistiche ufficiali
è in continua evoluzione. disponibili, l’unità di rilevazione è il comune. Per la visione
di sintesi dei fenomeni si è fatto ricorso ad indicatori de-
Così come la precedente edizione, l’Atlante 2010 contri- rivati. Pertanto, nell’Atlante non sono presenti informa-
buisce a fornire elementi conoscitivi utili a quanti si in- zioni di dettaglio sui singoli comuni, ma riepiloghi e vi-
terrogano sui caratteri distintivi dei piccoli centri, che sono sioni d’insieme, articolate in classi demografiche omo-
la peculiarità del nostro paese, non solo perché rappre- genee e per regioni, confrontate con l’universo dei comuni
sentano più della metà del territorio nazionale, ma so- di maggiori dimensioni. Tutte le analisi sono state con-
prattutto perché vi si trovano patrimoni paesaggistici, cul- dotte rispetto ai 5.693 PC che alla data del 31 dicembre
turali ed artistici inestimabili. I paesaggi, i musei, ma an- 2009 risultano avere una popolazione inferiore o pari a
che i prodotti tipici e l’artigianato sono punti di forza dei 5.000 abitanti.
Piccoli Comuni, nei quali la qualità della vita si coniuga
con un forte senso di identità locale. È in questi comuni, L’Atlante 2010, dopo una breve descrizione dei caratteri
infatti, che prevale, più facilmente, il sentimento di ap- generali ed istituzionali dei 5.693 Piccoli Comuni, pur ri-
partenenza ad un insieme di valori, ad una storia collettiva. percorrendo l’edizione 2009, presenta informazioni ed ana-
Ed è in questi comuni che, più facilmente che altrove, si lisi ulteriori. Gli ambiti tematici in cui si articola sono:
dà origine e si sperimentano pratiche virtuose: dall’uti- • territorio ed ambiente,
lizzo delle fonti rinnovabili per la produzione di energia • popolazione residente e straniera,
elettrica alla differenziazione dei rifiuti, dalla tutela del • economia ed offerta turistico - culturale.
territorio alle produzioni tipiche ed enogastronomiche. La
rete dei Piccoli Comuni italiani rappresenta, dunque, una Rispetto a questi, già presenti nell’edizione precedente,
ricchezza, ed, al tempo stesso, una peculiarità che costi- se ne è aggiunto uno ulteriore: l’accessibilità alle vie di
tuisce un valore aggiunto per il nostro paese. comunicazione e ai servizi, consapevoli dell’importanza
che questa riveste, soprattutto per i comuni più piccoli.
Per ciascun ambito tematico viene fornita una lettura es-
senziale del dato, rappresentato in tabelle riepilogative,
ed una descrizione cartografica dei fenomeni maggior-
mente rappresentabili in termini di georeferenziazione.
1 La geografia dei Piccoli Comuni
e delle Unioni
6 Degli 8.094 comuni italiani, 5.693 hanno una popola- Nei Piccoli Comuni risiede il 17,2% della popolazione
zione residente inferiore o pari a 5.000 abitanti. I Piccoli italiana (10,378 milioni di abitanti). Il peso demografico
Comuni italiani (PC) rappresentano il 70,3% delle ammi- dei Piccoli Comuni risulta rilevante in molte regioni, a
nistrazioni comunali nazionali e sono presenti in tutte le partire da Valle d’Aosta, dove il 72,6% della popolazione
regioni italiane. La loro collocazione geografica rivela vive nei 73 PC. Anche in Molise e Trentino - Alto Adige
come la parcellizzazione del territorio in piccole realtà poco meno di un abitante su due risiede in un PC (49,2%
comunali sia un fenomeno diffuso non solo nelle aree e 45,3%, rispettivamente), mentre sono uno su tre in Ca-
montane e pedemontane - sia alpine che appenniniche labria e Basilicata. Da segnalare anche il peso demogra-
- ma anche nei territori prossimi a realtà urbane conso- fico dei PC piemontesi, friulani e lombardi (tutti con per-
lidate e rilevanti. centuali superiori al 20%). All’opposto, i PC della Puglia
dove vive solo il 5,5% della popolazione regionale. Infine,
Particolarmente numerosi appaiono i PC nelle regioni poco meno del 10% dei residenti siciliani vive nei Piccoli
centro settentrionali. In Valle d’Aosta solo il capoluogo Comuni dell’isola (che costituiscono il 50% delle ammi-
regionale ha una popolazione superiore ai 5.000 abitanti. nistrazioni comunali regionali).
Nel Molise e nel Trentino – Alto Adige i Piccoli Comuni
rappresentano oltre il 90% dei comuni regionali; in Pie- Rispetto alla passata edizione, il numero complessivo dei
monte, Abruzzo, Calabria e Sardegna oltre l’80%. Per- PC è diminuito a causa di variazioni demografiche (in au-
centuali superiori alla media nazionale si registrano an- mento o in diminuzione) ed amministrative. Così, 11 co-
che per i PC della Lombardia (70,6%), del Friuli – Venezia muni che nel 2008 facevano parte dell’universo dei PC ne
Giulia (71,1%), della Liguria (77,9%), delle Marche (72,5%) sono usciti in quanto la popolazione residente è ormai
e della Basilicata (75,6%). superiore ai 5.000 abitanti, mentre, all’opposto, 3 co-
All’opposto, la Puglia è la regione in cui si trova il minore muni ne sono entrati a far parte. Inoltre, 6 Piccoli Comuni
numero di PC: 85 su un totale di 258 (il 32,9%). Analoga- presenti nell’Atlante 2009 si sono fusi in un unico co-
mente, i Piccoli Comuni di Emilia – Romagna e Toscana mune (Ledro), la cui popolazione complessiva è ora oltre
rappresentano meno della metà dei comuni regionali le 5.000 unità.
(45,1% e 47% rispettivamente), mentre quelli della Sici-
lia sono poco più della metà del totale regionale (50,8%). Analogamente, due Piccoli Comuni si sono fusi, ma in
questo caso, il nuovo comune (Comano Terme) continua
a far parte dell’universo dei PC. Tutto ciò ha determinato
una riduzione del numero complessivo dei Piccoli Co-
muni analizzati dall’Atlante 2010 di 15 unità ammini-
strative rispetto all’edizione precedente: erano 5.708 al
31/12/2008, sono 5.693 alla fine 2009.
7
tabella 1.1. Numerosità e popolazione residente dei comuni italiani e dei Piccoli Comuni, per regione, 2009
10 L’universo dei Piccoli Comuni (PC), come visto, è in con- Se si considera infatti l’universo dei PC risultante al
tinua evoluzione. Da un lato variazioni amministrative e 1971 emerge come dei 6.090 comuni di allora, ben 511
territoriali, soppressioni e fusioni, dall’altro movimenti (più dell’8%) hanno registrato un incremento della pro-
anagrafici della popolazione ne hanno modificato, nel pria popolazione, uscendo così dal novero dei Piccoli Co-
tempo, la numerosità. muni italiani. Tra questi ci sono casi significativi di co-
muni che in circa quattro decenni hanno più che
A partire dal 1971 si è assistito ad una diminuzione del raddoppiato la propria popolazione. Ad esempio, il co-
peso percentuale dei PC sul totale delle amministra- mune di Mascalucia, in provincia di Catania, ha molti-
zioni comunali del paese: se nel 1971 3 comuni su 4 con- plicato di ben sei volte la propria popolazione, passando
tavano meno di 5.000 abitanti, nel 2009 sono 7 su 10 i co- da 4.446 abitanti nel 1971 a 28.643 nell’anno 2009; Castel
muni di piccole dimensioni. E tutto questo a fronte di un Volturno, in provincia di Salerno, nello stesso periodo è
incremento nel numero dei comuni italiani, passati da passato da 3.661 a 23.870 residenti; o ancora Anguillara
8.056 a 8.094. Sabazia, in provincia di Roma, ha incrementato di quat-
tro volte la sua popolazione (da 4.484 a 18.613 residenti).
Analogamente, la popolazione residente nei PC è dimi- Questi dati, seppure in un quadro frammentato ed ete-
nuita di 4 punti percentuali nell’intero periodo. Questo rogeneo, sembrano così rafforzare l’ipotesi di un cre-
dato, se in parte conferma il pensiero comune secondo scente dinamismo delle realtà comunali di minori di-
cui i PC sono realtà in continuo declino demografico, mensioni demografiche.
dall’altra sottende una certa vitalità di queste realtà ter-
ritoriali.
11
tabella 1.3. Numerosità e popolazione residente in Italia e nei Piccoli Comuni, 1971, 1981, 1991, 2001-2009
6.200
6.100
6.000
5.900
5.800
5.700
5.600
5.500
5.400
1971
1973
1975
1977
1979
1981
1983
1985
1987
1989
1991
1993
1995
1997
1999
2001
2003
2005
2007
2009
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Istat, vari anni
grafico 1.2. Trend del numero dei comuni italiani, 31 dicembre 1971-2009
8.100
8.100
8.090
8.080
8.070
8.060
8.050
8.040
8.030
1971
1973
1975
1977
1979
1981
1983
1985
1987
1989
1991
1993
1995
1997
1999
2001
2003
2005
2007
2009
14
16
䡵 variazione positiva
䡵 variazione negativa
Fonte: elaborazione Cittalia
su dati Istat, vari anni
Una spiegazione di tale fenomeno è rintracciabile nel rap- Articolando i PC fra Urbani e Metropolitani e non Urbani2, 17
porto che si instaura tra il Piccolo Comune e territorio, ed emerge come, a fronte di una crescita media comples-
in particolare nella vicinanza geografica tra questi e i siva del 4,4% nel periodo 1991/2009, siano i primi a re-
grandi centri urbani e metropolitani. Come noto, le di- gistrare una forte variazione demografica positiva
namiche demografiche delle città maggiori hanno inve- (+12,6%). I PC non Urbani, numericamente più consistenti,
stito, negli ultimi decenni, anche territori esterni al pe- presentano, all’opposto, nel medesimo periodo, una
rimetro amministrativo delle città, dando luogo al feno- lieve contrazione (-0,3%).
meno della suburbanizzazione. La consuetudine di molti
cittadini a scegliere una residenza fuori della città, ma-
gari in piccoli comuni facilmente accessibili, ha dato un
forte impulso alla dinamica demografica dei Piccoli Co-
muni localizzati intorno ai grandi centri.
Popolazione residente
Anno 1991 Anno 2009 Variazione % 1991/2009
Piccoli Comuni Urbani e Metropolitani 3.598.210 4.052.773 12,6
Altri Piccoli Comuni 6.342.595 6.325.714 -0,3
Totale 9.940.805 10.378.487 4,4
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Istat, vari anni
18
Su un totale di 5.693 Piccoli Comuni3, gli amministratori Con riferimento alla sola carica di sindaco, se nei Piccoli 19
comunali ammontano a 73.327. Le donne che partecipano Comuni emiliano-romagnoli si registra la maggiore pre-
attivamente alla vita politica comunale sono 15.030, il senza di donne, è in quelli lucani e calabresi che si trova,
20,5% del totale. Si tratta di un dato superiore alla media invece, la percentuale minore (4%). In generale, nei PC delle
nazionale, pari al 18,2%4. Complessivamente, le donne regioni del centro nord la percentuale di donne elette alla
sono elette (o designate) soprattutto nella carica di con- carica di sindaco è superiore alla media nazionale. Uni-
sigliere (21,7%) e di assessore(21%), mentre le donne sin- che eccezioni sono la Toscana, le Marche e il Lazio, dove
daco sono solo 655, l’11,5% del totale; una partecipazione in meno del 9% dei Piccoli Comuni il primo cittadino è di
che, seppure esigua, è comunque superiore al dato me- genere femminile.
dio nazionale (10,6%).
All’opposto, solo i Piccoli Comuni della Sardegna, tra le
La maggior presenza di donne si rileva nei PC emiliano regioni meridionali, possono vantare percentuali supe-
– romagnoli: il 20,3% è guidato da un sindaco donna, così riori alla media nazionale.
come sono di genere femminile il 30% degli assessori e
il 26,3% dei consiglieri. Inoltre, nei Piccoli Comuni la percentuale di donne sin-
daco è generalmente superiore a quella rilevata nei co-
muni di maggiori dimensioni demografiche. Le uniche ec-
cezioni sono rappresentate dai comuni altoatesini, toscani,
marchigiani e molisani.
Piemonte 1.069 144 (13,4%) 889 158 (17,7%) 2.793 648 (23,2%) 8.552 2.205 (25,7%)
Valle d’Aosta 73 11 (15%) 31 1 (3,2%) 105 24 (22,8%) 303 77 (25,4%)
Lombardia 1.090 170 (15,5%) 910 169 (18,5%) 3.260 766 (23,4%) 9.881 2.336 (23,6%)
Trentino - Alto Adige 299 30 (10%) 161 33 (20,4%) 609 168 (27,5%) 2.110 504 (23,8%)
Veneto 313 46 (14,6%) 265 48 (18,1%) 987 209 (21,1%) 2.917 650 (22,2%)
Friuli-Venezia Giulia 154 20 (12,9%) 135 20 (14,8%) 375 79 (21%) 1.397 328 (23,4%)
Liguria 182 24 (13,1%) 145 23 (15,8%) 525 121 (23%) 1.568 393 (25%)
Emilia Romagna 157 32 (20,3%) 106 23 (21,6%) 425 129 (30,3%) 1.243 328 (26,3%)
Toscana 135 12 (8,8%) 104 30 (28,8%) 396 98 (24,7%) 1.206 322 (26,6%)
Umbria 60 8 (13,3%) 17 2 (11,7%) 117 25 (21,3%) 651 151 (23,1%)
Marche 172 16 (9,3%) 137 30 (21,8%) 575 147 (25,5%) 1.642 437 (26,6%)
Lazio 251 18 (7,1%) 207 21 (10,1%) 743 119 (16%) 2.139 389 (18,1%)
Abruzzo 250 28 (11,2%) 212 27 (12,7%) 783 132 (16,8%) 2.231 374 (16,7%)
Molise 123 7 (5,6%) 84 12 (14,2%) 256 35 (13,6%) 815 138 (16,9%)
Campania 330 20 (6%) 276 26 (9,4%) 1.104 148 (13,4%) 2.906 383 (13,1%)
Puglia 85 5 (5,8%) 64 7 (10,9%) 314 57 (18,1%) 780 123 (15,7%)
Basilicata 99 4 (4%) 90 14 (15,5%) 337 62 (18,3%) 907 158 (17,4%)
Calabria 320 14 (4,3%) 232 19 (8,1%) 1.047 139 (13,2%) 2.676 390 (14,5%)
Sicilia 195 10 (5,1%) 152 21 (13,8%) 567 111 (19,5%) 2.217 357 (16,1%)
Sardegna 312 36 (11,5%) 136 23 (16,9%) 480 112 (23,3%) 1.366 296 (21,6%)
Totale 5.669 655 (11,5%) 4.353 707 (16,2%) 15.798 3.329 (21%) 47.507 1.0339 (21,7%)
22
tabella 1.7. I giovani sindaci nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, per regione, 2010
Piccoli Comuni Comuni con più di 5.000 abitanti
Regione Giovani Totale Giovani Totale Comuni
% %
Sindaci Piccoli Comuni Sindaci oltre 5.000 ab.
Piemonte 85 1.072 8 3 134 2
Valle d’Aosta 5 73 7 0 1 0
Lombardia 82 1.091 8 22 455 5
Trentino-Alto Adige 10 300 3 0 33 0
Veneto 21 313 7 20 268 7
Friuli-Venezia Giulia 20 155 13 5 63 8
Liguria 8 183 4 2 52 4
Emilia Romagna 12 157 8 15 191 8
Toscana 7 135 5 10 152 7
Umbria 3 60 5 4 32 13
Marche 10 172 6 3 67 4
Lazio 10 252 4 7 126 6
Abruzzo 19 250 8 1 55 2
Molise 9 125 7 0 11 0
Campania 17 333 5 10 218 5
Puglia 3 85 4 7 173 4
Basilicata 6 99 6 2 32 6
Calabria 26 327 8 6 82 7
Sicilia 8 198 4 4 192 2
Sardegna 8 313 3 3 64 5
Totale 369 5.693 6 124 2.401 5
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Ministero dell’Interno e rilevazione ANCI – Cittalia 2010
24
䡵 Giovani Sindaci
䡵 Sindaci oltre 35 anni
Sono 313 le Unioni di Comuni risultanti attualmente, 22 Come visto, l’universo delle Unioni non è affatto statico: 25
in più rispetto all’anno precedente. Conseguentemente, rispetto all’anno scorso si registra un incremento nel
anche il numero di amministrazioni comunali coinvolte numero complessivo di questa tipologia di forme asso-
è cresciuto (+ 193 unità), raggiungendo così quota 1.561 ciative, ma è bene evidenziare come in alcune regioni
ed una popolazione complessiva di 5,7 milioni di abitanti tale valore sia diminuito. Tra questi di particolare signi-
(pari al 9% dei residenti italiani). ficatività è il caso del Trentino – Alto Adige, dove
l’Unione “Valle di Ledro” non risulta più in essere: i co-
Su 4 comuni partecipanti alle Unioni, poco più di tre sono muni che ne facevano parte (Tiarno di Sotto, Tiarno di
di piccole dimensioni demografiche (77%, pari a 1.201 co- Sopra, Pieve di Ledro, Molina di Ledro, Bezzecca e Con-
muni), mentre circa la metà è costituita esclusivamente cei) si sono fusi, nel corso del 2010, dando origine al
da PC (166 su un totale di 313). In particolare, oltre al nuovo comune di Ledro.
Trentino – Alto Adige, dove tutti i 3 comuni che parteci-
pano all’unica Unione sono di piccole dimensioni, si se- Il maggior numero di Unioni si rileva in Lombardia (53),
gnalano i casi della Lombardia e del Piemonte, dove i PC seguita dal Piemonte (50), dove però si registra il maggior
rappresentano, rispettivamente il 95,3% e il 95% delle numero di comuni associati. Al contrario, in Valle d’Ao-
amministrazioni comunali coinvolte, della Calabria, del sta, Liguria e Basilicata non risulta istituita alcuna
Friuli – Venezia Giulia, del Molise e del Lazio (tutte con Unione di Comuni.
percentuali superiori all’89%). All’opposto l’Emilia – Ro-
magna, dove sono solo 35 i Piccoli Comuni che hanno Di particolare interesse sono i casi di Sicilia e Sardegna,
aderito ad una delle 22 Unioni (il 28,7% dei 122 centri co- le cui leggi regionali consentono la partecipazioni delle
munali coinvolti). amministrazioni comunali anche a più di un’associa-
zione.
26
tabella 1.8. Le Unioni di Comuni, 2010
27
30 I Piccoli Comuni italiani sono localizzati soprattutto in ter- All’opposto, in Puglia, oltre il 60% dei PC si trova in un’area
ritorio montano (41,19%) o collinare (40,77%). pianeggiante, così come oltre il 40% dei PC veneti
(45,69%), friulani (41,94%) e lombardi (40,79%). Nelle re-
In particolare tutti i PC della Valle d’Aosta e del Trentino- gioni centro-meridionali, invece, la percentuale di Piccoli
Alto Adige sono localizzati in zone montane, così come Comuni localizzati in pianura è del tutto risibile, con le
2 PC lucani su 3. Analogamente, poco più del 99% dei PC uniche eccezioni di Campania e della già ricordata Puglia.
toscani e laziali si trovano in collina o in montagna. Inol-
tre, non ci sono Piccoli Comuni liguri, umbri, marchigiani,
abruzzesi, molisani e lucani localizzati in pianura.
tabella 2.1. Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica e regione, 2010
Totale
Montagna Collina Pianura
per Regione
v.a. % su regione v.a. % su regione v.a. % su regione v.a.
Piemonte 330 30,7 531 49,5 211 19,6 1.072
Valle d'Aosta 73 100,0 0 0,0 0 0,0 73
Lombardia 434 39,7 212 19,4 445 40,7 1.091
Trentino - Alto Adige 300 100,0 0 0,0 0 0,0 300
Veneto 105 33,5 65 20,7 143 45,6 313
Friuli - Venezia Giulia 57 36,7 33 21,2 65 41,9 155
Liguria 99 54,1 84 45,9 0 0,00 183
Emilia Romagna 61 38,8 60 38,2 36 22,9 157
Toscana 59 43,7 75 55,5 1 0,7 135
Umbria 20 33,3 40 66,6 0 0,0 60
Marche 39 22,6 133 77,3 0 0,0 172
Lazio 111 44,0 140 55,5 1 0,4 252
Abruzzo 153 61,2 97 38,8 0 0,0 250
Molise 80 64,0 45 36,0 0 0,0 125
Campania 110 33,0 214 64,2 9 2,7 333
Puglia 8 9,4 25 29,4 52 61,1 85
Basilicata 67 67,6 32 32,3 0 0,0 99
Calabria 132 40,3 189 57,8 6 1,8 327
Sicilia 73 36,8 122 61,6 3 1,5 198
Sardegna 34 10,8 224 71,5 55 17,5 313
Totale Piccoli Comuni 2.345 41,1 2.321 40,7 1.027 18,0 5.693
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Istat 2010
figura 2.1. Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica, 2010
31
䡵 Montagna
䡵 Collina
䡵 Pianura
Fonte: elaborazione
Cittalia su dati Istat 2010
2.2 Urbanizzazione e sprawl urbano
32 Sebbene gran parte dei Piccoli Comuni siano “non urba- Geograficamente i livelli più alti di urbanizzazione si ri-
nizzati” (74%), un numero cospicuo di questi, soprattutto levano nella pianura lombarda e nei PC dell’area metro-
quelli più popolosi (da 2.501 a 5.000 residenti), ha un livello politana torinese. Livelli di urbanizzazione meno elevati
di urbanizzazione elevato. I dati evidenziano una stretta (intensità di popolazione) si riscontrano soprattutto al sud
relazione tra dimensione demografica dei PC e livelli di ur- e nelle isole; mentre nei PC della fascia alpina ed ap-
banizzazione. Se i comuni fino a i 1.000 residenti mani- penninica centro-meridionale prevale il carattere di non
festano quasi esclusivamente il carattere di non urbanità urbanità.
(95%), nei PC di taglia superiore (oltre 2.500 abitanti) i ca-
ratteri si invertono e i “non urbanizzati” rappresentano solo Un fenomeno emergente, seppure circoscritto soprattutto
il 41% del totale. all’area veneta, è la dispersione urbana, o urban sprawl nella
dizione anglosassone, un termine che indica la disordinata
crescita degli insediamenti, il cui segno caratteristico è l’in-
tenso consumo di suolo. Solo 240 comuni (pari al 4% del
totale) sono oggi i PC caratterizzati dal fenomeno dello
sprawl urbano.
Piccoli Comuni
Totale
Tra 1.001 Tra 2.501 Piccoli Comuni
Fino a 1.000 abitanti
e 2.500 abitanti e 5.000 abitanti
Intensità di popolazione
47 2,4% 246 11,4% 501 31,3% 794 13,9%
e superficie
Intensità di superficie o
9 0,5% 58 2,7% 173 10,8% 240 4,2%
"Urban Sprawl"
Non urbanizzato 1.845 95,1% 1.713 79,6% 662 41,4% 4.220 74,1%
33
Fonte: elaborazione
Cittalia su dati Istat 2006
2.3 Sismicità
34 Il nostro paese è una delle aree più sismiche del Medi- muni del centro e del sud quelli esposti ad un rischio me-
terraneo: più di un terzo del territorio italiano ha un’at- dio - alto di sismicità, a cui si aggiungono quelli del Friuli
tività sismica (misurata in termini di terremoti che - Venezia Giulia: oltre il 60% dei PC di queste regioni rien-
hanno interessato quel dato territorio ed intensità dei ter- tra in tali due classi, percentuale che supera il 90% nel caso
remoti stessi) classificata come medio-alta. dei PC marchigiani, molisani, campani, lucani e siciliani.
Unica eccezione al sud, i Piccoli Comuni della Puglia
Analogamente, oltre un terzo dei Piccoli Comuni ha un (45,88%).
rischio medio-alto di sismicità (36,7%), anche se, a livello
territoriale, emergono profonde differenze. Sono i Piccoli All’opposto, i Piccoli Comuni con una sismicità molto
Comuni della Calabria quelli maggiormente esposti ad un bassa sono localizzati prevalentemente lungo l’arco al-
alto rischio di sismicità (64,83%), percentuale che sale al pino: nelle regioni del nord ovest oltre l’80% dei PC pie-
100% considerando anche il rischio medio . Seguono Friuli montesi, lombardi e valdostani sono classificati in que-
– Venezia Giulia, Campania e Basilicata, dove oltre un terzo sta tipologia, così come nel nord est, sono i PC alto ate-
dei Piccoli Comuni presenta un elevato tasso di sismicità. sini a presentare il minor grado di sismicità.
In generale, emerge come siano soprattutto i Piccoli Co-
Da evidenziare come i Piccoli Comuni sardi presentino un
rischio sismico molto basso.
35
tabella 2.3. Distribuzione dei Piccoli Comuni per grado di sismicità e regione, 2004
Sismicità Totale
per
Regione Alta Media Bassa Molto Bassa Regione
v.a. % su regione v.a. % su regione v.a. % su regione v.a. % su regione v.a.
Piemonte 0 0,00 36 3,36 153 14,27 883 82,37 1.072
Valle d'Aosta 0 0,00 0 0,00 3 4,11 70 95,89 73
Lombardia 0 0,00 29 2,66 140 12,83 922 84,51 1.091
Trentino - Alto Adige 0 0,00 0 0,00 51 17,00 249 83,00 300
Veneto 0 0,00 52 16,61 164 52,40 97 30,99 313
Friuli - Venezia Giulia 53 34,19 54 34,84 38 24,52 10 6,45 155
Liguria 0 0,00 22 12,02 94 51,37 67 36,61 183
Emilia Romagna 0 0,00 56 35,67 89 56,69 12 7,64 157
Toscana 0 0,00 86 63,70 35 25,93 14 10,37 135
Umbria 15 25,00 28 46,67 17 28,33 0 0,00 60
Marche 6 3,49 157 91,28 9 5,23 0 0,00 172
Lazio 32 12,70 180 71,43 38 15,08 2 0,79 252
Abruzzo 80 32,00 142 56,80 28 11,20 0 0,00 250
Molise 25 20,00 89 71,20 11 8,80 0 0,00 125
Campania 114 34,23 187 56,16 32 9,61 0 0,00 333
Puglia 9 10,59 30 35,29 2 2,35 44 51,76 85
Basilicata 35 35,35 61 61,62 3 3,03 0 0,00 99
Calabria 212 64,83 115 35,17 0 0,00 0 0,00 327
Sicilia 18 9,09 167 84,34 0 0,00 13 6,57 198
Sardegna 0 0,00 0 0,00 0 0,00 313 100,00 313
Totale Piccoli Comuni 599 10,52 1.491 26,19 907 15,93 2.696 47,36 5.693
36
Grado di Sismicità
䡵 Alto
䡵 Medio
䡵 Basso
䡵 Molto Basso
Nel nostro paese la conservazione dell’ambiente ha ac- Su un totale di 1.997 comuni nel cui territorio si trova 37
quisito un’importanza crescente, divenendo uno dei temi un’area protetta, sono 1.351 i Piccoli Comuni, pari al
chiave delle agende politiche nazionali e locali. Si è assi- 67,65%. Per 217 di questi le aree protette presenti nel pe-
stito ad una profonda ristrutturazione del sistema delle rimetro comunale sono più di una, anche di differenti ti-
aree protette e, negli ultimi dieci anni, ad una progressiva pologie. Pieve Santo Stefano, in provincia di Arezzo, è il
crescita (dal 3% ad oltre il 10%) di territorio destinato a comune che conta il maggior numero di aree protette (6).
parchi, riserve o ad altre tipologie di aree protette. Lombardia, Piemonte e Campania sono le regioni in cui
si rileva il maggior numero di Piccoli Comuni all’interno
Le aree naturali rappresentano, inoltre, un possibile mo- di un’area protetta, mentre in Puglia e Molise il minor
tore dello sviluppo economico, occupazionale e turistico numero.
di territori minori, un volano per il rilancio di queste
zone. Negli ultimi anni si è assistito ad una crescita del Sono 496 i Piccoli Comuni che fanno parte di un parco
turismo naturalistico ed escursionistico, legato alle at- naturale regionale o interregionale, localizzati princi-
trazioni naturali e paesaggistiche, di cui i Piccoli Comuni palmente in Trentino-Alto Adige, Piemonte e Campania,
sono ricchi. Ed infatti, proprio in questi luoghi si con- mentre 430 sono quelli che si trovano all’interno di un
centrano i parchi nazionali, i parchi naturali regionali e parco nazionale (soprattutto in Calabria e Abruzzo).
interregionali, le riserve naturali protette: rispettiva-
mente, l’82%, il 63% ca. e il 54,4% dei comuni che rica-
dono all’interno di queste tre tipologie di aree hanno
meno di 5.000 abitanti.
tabella 2.4. Le aree protette nei Piccoli Comuni e in Italia, per tipologia di area, 2004
Piemonte 157 23 67 6 67 10
Valle d'Aosta 22 8 1 0 13 0
Lombardia 158 10 55 1 83 25
Trentino - Alto Adige 117 11 69 0 18 32
Veneto 42 10 25 16 4 0
Friuli-Venezia Giulia 26 0 15 1 11 0
Liguria 38 5 32 1 1 1
Emilia Romagna 35 10 23 3 8 0
Toscana 81 21 13 20 30 20
Umbria 21 2 16 0 0 4
Marche 32 18 10 6 0 0
Lazio 84 11 35 1 33 6
Abruzzo 127 83 21 23 22 10
Molise 16 5 0 6 1 4
Campania 145 71 65 1 24 1
Puglia 8 7 0 2 0 0
Basilicata 36 26 6 6 5 0
Calabria 91 83 0 24 2 0
Sicilia 86 0 43 0 49 0
Sardegna 29 26 0 0 0 7
Totale 1.351 430 496 117 371 120
Nota: I comuni all’interno del cui territorio si trova un’area protetta sono 1.351. Ma in uno stesso comune possono trovarsi
più aree protette, anche di differenti tipologie.
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Istat 2004
figura 2.4. Aree naturali, Riserve e Parchi, 2004
39
40 Sulla base dell’indagine condotta da Legambiente, dei Tra i PC, sono principalmente quelli maggiori (con popo-
1.482 Comuni Ricicloni italiani, 828 (il 55,8%) sono di pic- lazione compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti) ad aver su-
cole dimensioni. Si tratta di quei comuni nei quali la per- perato la soglia minima di riciclaggio dei rifiuti. Inoltre,
centuale di raccolta differenziata, rispetto a tutti i rifiuti per poco più di un terzo dei PC (297 su 828 PC, il 35,8%),
urbani prodotti nel 2009, era superiore al 50%, così come tale percentuale è superiore al 70%.
stabilito dalle norme comunitarie e dalla legge finanzia-
ria del 2007 (L. n° 296/2006, cc. 1108-1109). I comuni di mi- Da un punto di vista geografico, i Piccoli Comuni ricicloni
nore dimensione demografica sembrano, dunque, mag- sembrano concentrarsi nelle regioni del nord, in partico-
giormente attenti alle tematiche ambientali della raccolta lare in Piemonte, Lombardia, Veneto, Trentino – Alto Adige
differenziata: sono soprattutto queste realtà territoriali, e Friuli – Venezia Giulia. All’opposto, non sembrano es-
infatti, a presentare, percentuali di raccolta differenziata serci PC che hanno raggiunto una percentuale minima
superiore al 60%. del 50% di rifiuti urbani riciclati in Umbria e Basilicata. Da
segnalare l’elevata presenza in Campania di PC che
hanno raggiunto (e superato) la soglia minima del 50% di
rifiuti urbani riciclati, concentrati soprattutto nelle pro-
vince di Salerno e di Avellino, dove si trovano, rispettiva-
mente, il 51% ed il 29% dei PC ricicloni campani.
tabella 2.6. Percentuale di raccolta differenziata nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti
ed in Italia, 2009
Piccoli Comuni Comuni
Percentuale raccolta con più di
Tra 1.001 Tra 2.501 Italia
differenziata Fino a 1.000 5.000
e 2.500 e 5.000 Totale
abitanti abitanti
abitanti abitanti
50% - 60% 21 67 60 148 207 355
80% e oltre 8 12 10 30 20 50
41
䡵 50 - 60%
䡵 60 - 70%
䡵 oltre 70%
42 Negli ultimi anni, nel nostro paese, la quota percentuale di Per quanto riguarda il fotovoltaico, il maggior numero di
energia prodotta tramite le fonti energetiche rinnovabili è PC in cui è installato un impianto sono quelli lombardi
cresciuta notevolmente. Ed è proprio nei Piccoli Comuni (637, pari al 22,48% dei PC fotovoltaici), piemontesi (507,
che si rileva il maggior numero di impianti da fonte rin- il 17,9%), trento – atesini (219, il 7,73% del totale) e veneti
novabile: il 66% dei comuni sul cui territorio si trovano que- (199, il 7,02%). Al sud si rilevano invece valori inferiori.
sta tipologia di impianti ha meno di 5.000 abitanti. Tale va-
lore è in costante crescita, indice di come proprio in questi Per quanto riguarda il solare termico, ancora una volta
territori vi sia una grande attenzione a tali tematiche. sono i PC lombardi e piemontesi ad aver installato il
maggior numero di impianti (rispettivamente, 465 e 207,
La fonte di energia rinnovabile maggiormente diffusa nei il 29,19% e 12,99% del totale), seguiti da quelli veneti
PC è il fotovoltaico: sono 2.833 i comuni in cui è installato (224, il 14,06% del totale) e del Friuli – Venezia Giulia
almeno un impianto (il 49,76% ca. dei PC) su un totale di (130, l’8,16%).
5.000 amministrazioni comunali in cui è localizzata tale
installazione (il 56,6%). Seguono il solare termico (1.593, il I Piccoli Comuni dell’eolico, invece, sono prevalente-
28% ca. dei PC, su un totale di 2.982 centri urbani) e, a mente concentrati nelle regioni del sud, ed in particolare
grande distanza, il mini idroelettrico (468, su 656 comuni) della Campania (28, il 17% ca. del totale), della Puglia (23,
e l’eolico (165, su 247 comuni). Sono diversi, inoltre, i PC nei il 14%), della Sicilia /17, il 10,3%), della Sardegna (16, il
quali sono presenti diverse tipologie di impianti da fonti 9,78%), del Molise (15, il 9%) e dell’Abruzzo e della Basi-
rinnovabili: in 1.219 PC in cui sono installati 2 impianti (ol- licata (12 PC in entrambe, il 7,27% del totale).
tre ad un impianto fotovoltaico, generalmente un solare
termico), in 137 PC 3 impianti e solo in 2 PC (Ploaghe in Sar-
degna e Specchia in Puglia) 4 impianti.
tabella 2.7. La produzione di energia da fonti rinnovabili nei Piccoli Comuni, nei comuni con più
di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009
Piccoli Comuni Comuni con
Regione Fino a 1.000 Tra 1.001 Tra 2.501 più di 5.000 Italia
Totale
abitanti e 2.500 abitanti e 5.000 abitanti abitanti
Eolico 43 67 55 165 82 247
Fotovoltaico 535 1.151 1.147 2.833 2.167 5.000
Solare termico 327 579 687 1.593 1.389 2.982
Mini Idroelettrico 160 164 144 468 188 656
Geotermia 5 12 14 31 47 78
Fonte: elaborazione Cittalia su dati GSE - Legambiente 2009
43
tabella 2.8. I Piccoli Comuni italiani in cui si produce energia da fonte rinnovabile, per tipologia e regione, 2009
V.A. %
Sono complessivamente 263 i PC produttori di energia da
Piemonte 17 6,46
fonte rinnovabile, localizzati principalmente nel centro
nord del paese. Pur trattandosi ancora di un dato piuttosto Valle d'Aosta 3 1,14
basso, ssi tratta di un valore in crescita rispetto agli anni Lombardia 86 32,70
precedenti. Trentino - Alto Adige 19 7,22
Veneto 26 9,89
La maggior concentrazione si rileva in Lombardia (86 co-
Friuli - Venezia Giulia 4 1,52
muni, poco meno di un terzo del totale), seguita dai PC
del Veneto (26, pari al 9,9%), del Trentino – Alto Adige (19, Liguria 7 2,66
il 7,2%) e del Piemonte (17, il 6,46%). Eccezioni sono i PC Emilia - Romagna 18 6,84
di Friuli – Venezia Giulia e Liguria (rispettivamente con Toscana 7 2,66
4 e 7 amministrazioni comunali). Sono, invece, valori an-
Umbria 2 0,76
cora piuttosto bassi quelli che si rilevano al sud: soltanto
in Basilicata ed in Calabria si rilevano 11 PC produttori di Marche 12 4,56
45
46 La consistenza del parco autoveicoli dei Piccoli Comuni Rispetto al dato medio nazionale, il 55,3% dei Piccoli Co-
è influenzata, da un lato, dalla disponibilità e dall’ac- muni registra un tasso di motorizzazione inferiore. In par-
cessibilità di forme di trasporto pubblico e, dall’altra, dal ticolare, è nei PC del sud Italia che si rileva un numero di
pendolarismo, ossia dalla necessità dei cittadini di spo- autoveicoli mediamente inferiore rispetto al dato italiano:
starsi sistematicamente in centri urbani di maggiori di- nell’89,4% dei PC della Puglia, nell’87,9% della Basilicata,
mensioni per motivi di lavoro o di studio. nell’85%ca. della Sardegna e nell’82,9% della Calabria, ma
anche nel 76% della Campania e nel 71,2% del Molise si
Il tasso di motorizzazione (vetture/100 abitanti) è un im- rilevano meno di 60 automobili/100 abitanti. Unica ec-
portante indicatore di pressione ambientale, sia in termini cezione al nord è il Trentino – Alto Adige, dove nell’88%
di inquinamento atmosferico ed acustico che di occu- dei PC il tasso di motorizzazione è inferiore a 60 automobili
pazione del suolo e di congestione, generata dai veicoli. ogni 100 abitanti. All’opposto, è soprattutto nei PC di Valle
Al 31 dicembre 2008 il parco veicolare italiano si compone d’Aosta (dove si rileva anche il maggior tasso di moto-
di 36.070.621 autovetture, con un tasso di motorizzazione rizzazione, 72 auto/100 abitanti) ed Umbria che il tasso
medio nazionale pari a 60 automobili per 100 abitanti. Nei di motorizzazione presenta valori superiori alla media na-
Piccoli Comuni, per lo stesso anno, il numero di automobili zionale.
ammonta a 6.109.591, ossia 59 veicoli ogni 100 abitanti.
47
tabella 2.10. Distribuzione del tasso di motorizzazione per i Piccoli Comuni, autovetture ogni 100 abitanti, 2008
tabella 2.11. Distribuzione del tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni, 2008
Automobili per 100 Fino a 1.000 abitanti Tra 1.001 e 2.500 abitanti Tra 2.501 e 5.000 abitanti Totale Piccoli Comuni
abitanti v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %
Totale Piccoli Comuni 1.940 100,00 2.153 100,00 1.600 100,00 5.693 100,00
3.2 Famiglie
3.3 Natalità
3.4 Struttura per età della popolazione
3.5 Turnover
3.6 Dipendenza demografica
3.7 Invecchiamento della popolazione
3.8 Quantità di vita
3.9 Tasso migratorio
3.10 Trend della popolazione straniera residente
3.11 Incidenza della popolazione straniera su
popolazione residente
3.12 Natalità straniera
3.13 Minori stranieri
3.14 Piramide dell’età della popolazione
italiana e straniera residente
3.1 Densità territoriale
50 I 5.693 Piccoli Comuni italiani occupano il 54% della su- La densità territoriale media dei PC italiani, espressa come
perficie nazionale. La loro distribuzione sul territorio è tut- rapporto tra popolazione residente e superficie territoriale,
tavia alquanto eterogenea. Oltre alla Valle d’Aosta, dove è pari a 64 abitanti per kmq, a fronte dei 361 abitanti/kmq
ricordiamo in 73 dei 74 comuni risiedono meno di 5.000 rilevata per i comuni con oltre 5.000 abitanti e dei 200 abi-
abitanti, i PC occupano una quota rilevante del territorio tanti/kmq dell’Italia. I PC lombardi sono quelli più den-
regionale in Trentino – Alto Adige (79,9%), Piemonte (78,6%), samente popolati (141 ab/kmq), seguiti da quelli veneti
Liguria (72%), Abruzzo (70,3%), Friuli – Venezia Giulia (100 ab/kmq). In tutte le altre regioni la densità media dei
(69,8%), Sardegna (69,6%), Calabria (67,3%) e Lombardia PC è inferiore ai 90 ab/kmq. I Piccoli Comuni valdostani,
(64%). All’opposto Sicilia e Puglia dove i PC occupano, ri- sardi e lucani sono quelli con la minore densità territo-
spettivamente, solo il 29,9% e il 14,4% del territorio re- riale.
gionale.
Come facile aspettarsi, la densità territoriale aumenta al
Nei PC lombardi e piemontesi vive poco meno di un terzo crescere della taglia demografica dei PC: è pari a solo 27
della popolazione residente complessivamente nei PC (ri- ab/kmq nei comuni con meno di 1.000 residenti, mentre
spettivamente 21% e 12,7%). In tutti i Piccoli Comuni delle a 96 ab/kmq nei Piccoli Comuni la cui popolazione resi-
altre regioni si concentra, invece, meno del 10% della po- dente è compresa tra 2.501 e 5.000 abitanti.
polazione complessiva, con punte minime in Valle d’Ao-
sta (0,9%), Umbria (1,3%), Molise (1,5%) e Basilicata (1,9%). La Figura 3.1 evidenzia come i Piccoli Comuni più den-
samente abitati siano quelli localizzati in prossimità dei
grandi centri urbani. Questo vale sia per i PC lombardi, pie-
montesi e veneti che campani.
51
tabella 3.1. Densità territoriale nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009
53
䡵 oltre 200
䡵 100 200
䡵 sotto 100
54 Le trasformazioni demografiche e sociali degli ultimi Nel primo caso, infatti, i comuni in cui risiedono fino a
decenni (basso tasso di natalità, invecchiamento della 1.000 abitanti presentano famiglie mediamente più piccole
popolazione, crescita delle separazioni e divorzi, ecc.) (2,17) rispetto ai PC con popolazione compresa tra 2.501 e
hanno causato cambiamenti significativi nella struttura 5.000 abitanti, nei quali si rilevano anche famiglie media-
e nella composizione delle famiglie. Si è così assistito, nel mente più numerose rispetto al dato medio nazionale.
corso degli anni, nel nostro paese, ad un processo di
crescita del numero e, parallelamente, di assottiglia- Dal punto di vista spaziale, invece, è nei Piccoli Comuni
mento delle dimensioni dei nuclei familiari. del Mezzogiorno e del nord ovest che si trovano le fami-
glie più numerose, il cui numero di componenti è supe-
A livello nazionale, il valore medio dei componenti pre- riore anche alla media nazionale. Da un lato, dunque, sem-
senti in ciascuna famiglia italiana è pari a 2,4 (era 3,6 ne- bra confermarsi come nel sud del paese persista un mo-
gli anni Sessanta). I Piccoli Comuni presentano, media- dello di famiglia tradizionale, con un numero di figli su-
mente, un numero di componenti medio in linea con il periore a quello del resto del paese. Dall’altro, nel nord
dato nazionale (2,39), anche se tale valore presenta forti est la dimensione media maggiore può essere anche ri-
differenze sia a livello di taglia demografica che a livello condotta al successo delle politiche di conciliazione
spaziale. casa – lavoro.
tabella 3.3. La struttura delle famiglie nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti
ed in Italia, 2009
Piccoli Comuni Comuni
Totale
Fino a Tra 1.001 Tra 2.501 con più
Piccoli Italia
1.000 e 2.500 e 5.000 di 5.000
Comuni
abitanti abitanti abitanti abitanti
55
56 Il tasso di natalità, calcolato come rapporto tra il numero In generale, infatti, nei PC del sud Italia si registrano pre-
dei nati vivi nell'anno e la popolazione residente molti- valentemente tassi di natalità inferiori alla media na-
plicato per mille, dei comuni italiani in generale, seppure zionale, con qualche eccezione per i Piccoli Comuni sardi,
tra i più bassi tra i paesi europei, evidenzia negli ultimi siciliani e calabresi. È nei PC del centro nord che si evi-
anni un leggero incremento, grazie soprattutto alle di- denziano i tassi di natalità più elevati, soprattutto in quelli
namiche migratorie straniere. del Trentino – Alto Adige, della Lombardia, del Piemonte,
della Valle d’Aosta e, più limitatamente, di Emilia – Ro-
Nei Piccoli Comuni italiani il tasso di natalità (8,78) è me- magna, Toscana e Marche. Questo dato può essere ri-
diamente più basso sia rispetto ai comuni con oltre 5.000 condotto, ancora una volta, alla maggior presenza di po-
abitanti (9,56) sia alla media italiana (9,43). Tuttavia, guar- litiche di conciliazione casa – lavoro – famiglia, che pos-
dando alla taglia demografica dei PC emergono alcune dif- sono consentire alle neomamme di non interrompere l’at-
ferenze: il tasso di natalità cresce all’aumentare della di- tività lavorativa alla nascita dei figli.
mensione ed in quelli con popolazione compresa tra 2.501
e 5.000 abitanti il valore dell’indicatore è di poco inferiore Infine, sono 173 i Piccoli Comuni in cui non si sono regi-
al dato nazionale. strate nascite nel corso del 2009.
tabella 3.4. La natalità nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009
57
Tasso di natalità
䡵 0,8 - 9,4
䡵 9,4 - 12
䡵 Oltre 12
58 La popolazione residente nei Piccoli Comuni è tenden- Come già rilevato nelle pagine precedenti, la situazione è
zialmente meno giovane e più anziana della popolazione però piuttosto eterogenea all’interno dei Piccoli Comuni:
italiana. I minorenni residenti nei PC rappresentano il in quelli in cui la popolazione è compresa tra 2.501 e 5.000
16,2% della popolazione, a fronte del 16,99% del dato me- abitanti si rilevano valori in linea con il dato medio na-
dio nazionale e del 17,14% dei comuni di maggiori di- zionale, a differenza dei piccolissimi comuni, dove si evi-
mensioni. All’opposto, gli ultrasessantacinquenni che vi- denzia una popolazione mediamente più anziana: più di
vono nei PC rappresentano il 21,66%, mentre sono il 19,8% un abitante su 4 ha compiuto almeno 65 anni, mentre la
nei comuni maggiori e il 20,10% a livello nazionale. popolazione giovane (fino a 30 anni) è pari al 27% del to-
tale (nei Piccoli Comuni con popolazione compresa tra 2.501
e 5.000 persone tale valore è superiore al 31%). Da un lato
la maggior presenza di popolazione anziana può essere un
importante indicatore di benessere e di qualità della vita
nei PC, ma dall’altro, determinando un una serie di tra-
sformazioni sociali, impone maggiore attenzione alle
questioni inerenti la sostenibilità dell’attuale sistema di wel-
fare ed un ripensamento delle politiche sociali.
tabella 3.5. La struttura per età della popolazione nei Piccoli Comuni,
nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009
Piccoli Comuni Comuni
Totale
con più
Fino a Tra 1.001 Tra 2.501 Piccoli Italia
di 5.000
1.000 e 2.500 e 5.000 Comuni
abitanti
abitanti abitanti abitanti
grafico 3.1. La struttura per età della popolazione residente nei Piccoli Comuni italiani, 2009
85 e oltre
80-84
75-79
70-74
65-69
60-64
55-59
50-54
45-49
40-44
35-39
30-34
25-29
20-24
15-19
10-14
5-9
-10,0% -8,0% -6,0% -4,0% -2,0% 0,0% 2,0% 4,0% 6,0% 8,0% 10,0%
35,0
m Profilo Giovani
30,0
valore percentuale
m Italia
25,0
20,0
15,0
10,0
5,0
0,0
anni 0-4 5-15 16-24 25-44 45-64 65-79 80 e più
grafico 3.3. La struttura per età dei Piccoli Comuni con “Profilo Italia”, 2009
35,0
m Profilo Italia
30,0
valore percentuale
m Italia
25,0
20,0
15,0
10,0
5,0
0,0
anni 0-4 5-15 16-24 25-44 45-64 65-79 80 e più
35,0
m Profilo invecchiamento
30,0
valore percentuale
m Italia
25,0
20,0
15,0
10,0
5,0
0,0
anni 0-4 5-15 16-24 25-44 45-64 65-79 80 e più
grafico 3.5. La struttura per età dei Piccoli Comuni con “Profilo Anziani”, 2009
35,0
m Profilo anziani
30,0
valore percentuale
m Italia
25,0
20,0
15,0
10,0
5,0
0,0
anni 0-4 5-15 16-24 25-44 45-64 65-79 80 e più
63
64 L’analisi per fasce di età della popolazione consente di mi- La distribuzione del turnover secondo le classi demo-
surare il turnover della popolazione, calcolato come grafiche all’interno dei Piccoli Comuni mostra un aumento
rapporto tra il totale della popolazione residente in età di tale tasso nella transizione dai piccolissimi comuni
compresa tra i 20 e i 30 anni e il totale della popolazione (quelli fino a 1.000 abitanti) verso i centri abitati relati-
over 65 anni. Tale indicatore permette di stimare le op- vamente più grandi (con un numero di abitanti compreso
portunità occupazionali dei giovani che in questa fascia tra 2.501 e 5000). Sembra dunque esistere una relazione
di età verosimilmente effettuano il loro ingresso nel mer- direttamente proporzionale tra la dimensione demogra-
cato del lavoro, a seguito dei posti di lavoro lasciati, po- fica e l’incidenza della popolazione potenzialmente at-
tenzialmente, disponibili da coloro che escono da tale sce- tiva e quella potenzialmente inattiva.
nario, per limiti di età. All’interno dei Piccoli Comuni il turnover risulta parti-
colarmente elevato nella fascia 2.501-5.000 abitanti
(61,9%), valore in linea con il dato medio nazionale
(61,8%). Tali dati sembrano confermare come, all’in-
terno dei PC, l’incidenza della popolazione giovane cre-
sca all’aumentare della taglia dimensionale.
65
tabella 3.6. Il turnover della popolazione residente nei Piccoli Comuni,
nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009
Piccoli Comuni Comuni
Totale
con più
Fino a Tra 1.001 Tra 2.501 Piccoli Italia
di 5.000
1.000 e 2.500 e 5.000 Comuni
abitanti
abitanti abitanti abitanti
Il tasso di turnover è calcolato come rapporto della popolazione residente di età compresa tra i 20 e 30 anni sulla popola-
zione residente con 65 anni e più, per 100.
I dati si riferiscono al 01 gennaio 2009
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Istat 2009
3.6 Dipendenza demografica
66 A seguito del forte incremento della popolazione an- Inoltre, tale indicatore è più elevato nei piccolissimi co-
ziana, si è determinato, in Italia così come nei PC, uno muni, quelli con meno di 1.000 abitanti, dove il tasso di
squilibrio generazionale. Tale squilibrio, calcolato attra- dipendenza è addirittura superiore al 60%. Solo nei PC
verso l’indice di dipendenza, mette in luce come la po- con popolazione compresa tra i 2.501 e i 5.000 abitanti il
polazione in età attiva (15-64 anni), oltre a dover far valore dell’indice è inferiore alla media dei PC (52%).
fronte al proprio sostentamento ed alle proprie esigenze
economiche e sociali, ha teoricamente “a carico” una Da un punto di vista spaziale, emerge come soprattutto
quota importante di popolazione inattiva (minori di 15 nei PC localizzati lungo l’arco alpino, i grandi centri ur-
anni ed over 64enni). bani del nord, laziali e campani e le zone costiere della
Sardegna si rilevi un tasso di dipendenza inferiore al 50%,
Nei Piccoli Comuni italiani, vista l’elevata percentuale di valore limite oltre il quale si verificano situazioni di
popolazione ultrasessantacinquenne, tale indicatore as- squilibrio demografico. I PC sembrano essere soprat-
sume valori superiori rispetto alla media nazionale: nei tutto compresi nella fascia 50%-75%, anche se situazioni
primi, infatti, si trovano poco meno di 54 soggetti inat- di particolare disagio si rilevano per i PC liguri ed in po-
tivi ogni 100 soggetti attivi, a fronte dei 52 della media che aree dell’Appennino centrale (dove tale valore supera
italiana (e dei 51,5 soggetti rilevati per i comuni con ol- anche il 100%, ossia ad ogni soggetto in età attiva corri-
tre 5.000 abitanti). sponde almeno un soggetto non più attivo).
* Il tasso di dipendenza è calcolato come rapporto della popolazione in età non attiva (tra 0-14 anni e con 65 anni e più)
sulla popolazione in età attiva (tra 15-64 anni), moltiplicato per 100.
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Istat 2009
figura 3.5. Tassi di dipendenza della popolazione nei Piccoli Comuni, 2009
67
68 L’invecchiamento della popolazione costituisce uno dei Tale situazione pone nuove questioni da un punto di vi-
fenomeni che maggiormente ha modificato la struttura sta sociale in termini di servizi necessari a far fronte alle
demografica italiana negli ultimi 20 anni. Quest’ultimo, esigenze di una popolazione sempre più anziana.
associato ad uno tra i più bassi tassi di natalità a livello
europeo, rischia di rappresentare un limite oggettivo alle Da un punto di vista geografico emergono alcuni aspetti
potenzialità di crescita e di sviluppo del paese. interessanti: innanzitutto sono i PC delle regioni alpine
L’invecchiamento della popolazione nei PC è qui analiz- del Trentino - Alto Adige e della Valle d’Aosta, nonché i PC
zato sulla base di due indicatori: localizzati intorno alle aree urbane lombarde hanno i
il tasso di invecchiamento, calcolato come rapporto minori tassi di invecchiamento con valori inferiori alla
tra la popolazione con almeno 65 anni sul totale media nazionale. Si tratta, quindi, delle aree dove sono
della popolazione residente, state adottate, da un lato, politiche di sviluppo economico
il tasso di vecchiaia, calcolato come rapporto tra la e rurale del territorio, e dall’altro dove la vicinanza di una
popolazione con 65 anni e più sulla popolazione di grande città può avere dato origine a fenomeni più spinti
età compresa tra 0-14 anni, moltiplicato per 100. di pendolarismo lavorativo: si preferisce vivere in un pic-
colo centro dove vi è un’elevata qualità della vita e dove
L’incremento dell’incidenza della popolazione anziana in è più facile intessere relazioni sociali, e ci si sposta quo-
Italia è fenomeno ormai consolidato. La popolazione con tidianamente verso la città per motivi di lavoro (o di stu-
almeno 65 anni di età rappresenta, complessivamente, dio). Ancora una volta sono i PC della Liguria e dell’Ap-
1/5 della popolazione residente. Nei PC tale valore è di pennino emiliano, toscano, marchigiano ed abruzzese
poco superiore, e pari al 22%. Nei piccolissimi comuni, la quelli in cui il tasso di invecchiamento registra valori più
situazione è ancora più preoccupante, dato che oltre un elevati, fino a 3 volte superiori alla media nazionale.
abitante su 4 ha compiuto i 65 anni di età.
69
Tasso di invecchiamento
䡵 4 - 20
䡵 20 - 30
䡵 30 - 40
䡵 40 - 69
Popolazione con 65 anni e più 281.485 805.070 1.156.302 2.242.857 9.842.301 12.085.158
Popolazione tra 0-14 anni 124.238 467.158 791.744 1.383.140 7.045.568 8.428.708
Tasso di vecchiaia* 226,57 172,33 146,04 162,16 139,69 143,38
71
Tasso di vecchiaia
䡵 0 - 150
䡵 150 - 300
䡵 oltre 300
72 Se è vero che nei Piccoli Comuni italiani vive un’alta per- Il grafico seguente mostra il risultato di un’analisi di re-
centuale di popolazione anziana, è altrettanto vero che gressione effettuata tra l’incidenza dei longevi (calcolata
in questi borghi l’elevata qualità della vita consente an- come rapporto tra i residenti con più di 80 anni e totale
che una maggiore “quantità della vita”. Per misurare tale della popolazione residente nei Piccoli Comuni) e la ta-
indicatore sono state elaborate due analisi: glia dimensionale dei Piccoli Comuni. Il coefficiente di cor-
relazione risulta negativo (r = -0,39): esiste dunque una
lo scatter dell’incidenza dei longevi (over 80) e la nu-
relazione inversa - seppur debole - tra incidenza dei lon-
merosità della popolazione nei Piccoli Comuni (2009);
gevi e taglia demografica dei PC. L’osservazione della nu-
l’incidenza della popolazione con almeno 100 anni vola dei punti (ogni punto rappresenta un Piccolo Comune)
di età ogni 100.000 residenti. mostra in modo evidente come l’incidenza dei longevi sia
più alta tra i piccolissimi comuni (sotto i 1.000 abitanti)
e decresca nei comuni di taglia demografica maggiore (PC
con popolazione prossima ai 5.000 abitanti).
grafico 3.6. Incidenza dei longevi (over 80) e numerosità della popolazione
nei Piccoli Comuni, 2009
30,00% Y=9-0.001X
R2=0.15 r = -0.39
Incidenza Longevi
20,00%
10,00%
0,00%
tabella 3.10. I centenari nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009
74
Il tasso migratorio nei Piccoli Comuni è positivo e pari a Ma non è solo la dimensione demografica dei PC ad inci- 75
4,81: ossia ogni 1.000 abitanti il numero delle nuove iscri- dere sul tasso migratorio. La rappresentazione cartogra-
zioni anagrafiche ha superato di 4,81 unità il numero fica dell’indicatore evidenzia come per i PC si riproponga
delle cancellazioni. Si tratta di un dato positivo e che il dualismo nord-sud che caratterizza complessivamente
sembra confermare come i PC non siano solo luoghi in la situazione italiana. Ai Piccoli Comuni del centro nord
continuo declino demografico e produttivo. che attirano flussi migratori, interni ed esteri (e che
quindi evidenziano un valore superiore a quello medio
La situazione è differenziata all’interno dei PC, ma co- italiano), sembrano contrapporsi comuni del sud e delle
munque sempre positiva: nei piccolissimi comuni il due isole maggiori che perdono popolazione e dove, co-
tasso migratorio è pari a 3,69 e cresce fino a 5,21 nei Pic- munque, la crescita è inferiore della media italiana. Com-
coli Comuni con popolazione compresa tra 2.501 e 5.000 portamenti analoghi a questi ultimi hanno anche alcuni
abitanti, valore quest’ultimo in linea con la media na- Piccoli Comuni dell’arco alpino.
zionale (5,27).
tabella 3.11. Il tasso migratorio nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009
76
Tasso migratorio
䡵 negativo
䡵 0 - 5,3
䡵 oltre 5,3
La crescita della popolazione straniera residente nel no- Nel periodo 1° gennaio 2003 - 1° gennaio 2009, la dina- 77
stro paese rappresenta, assieme al progressivo e co- mica degli stranieri residenti mostra, complessivamente,
stante invecchiamento degli italiani, il fenomeno che un andamento straordinario in termini di crescita, sia a
maggiormente ha contrassegnato la struttura demogra- livello nazionale (+151,2%), che relativamente ai Piccoli
fica negli ultimi 20 anni. L’Italia si è così trasformata da Comuni (141,3%). Al 1° gennaio 2009, gli stranieri resi-
paese di emigrazione a paese di immigrazione, meta di denti nelle amministrazioni comunali di piccole dimen-
consistenti flussi in entrata. sioni demografiche ammontano a 568.416 unità, il 14,6%
degli stranieri residenti nel nostro paese.
Tale crescita se da un lato ha contribuito a compensare
il deficit della popolazione italiana (contribuendo alla na-
talità e riducendo, per esempio, l’età media della popo-
lazione o sostenendo il mercato del lavoro, grazie al-
l’apporto di manodopera giovane), dall’altro ha anche
avuto un impatto significativo sulla società.
tabella 3.12. Andamento del numero della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni,
nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2009
Piccoli Comuni Comuni
con più
Anno Tra 1.001 Tra 2.501
Fino a 1.000 di 5.000 Italia
e 2.500 e 5.000 Totale
abitanti abitanti
abitanti abitanti
2003 24.471 77.019 134.061 235.551 1.313.822 1.549.373
2004 31.311 99.774 173.723 304.808 1.685.351 1.990.159
2005 35.225 115.459 204.759 355.443 2.046.714 2.402.157
2006 37.701 125.752 226.493 389.946 2.280.568 2.670.514
2007 39.938 134.962 245.619 420.519 2.518.403 2.938.922
2008 47.853 162.416 294.011 504.280 2.928.371 3.432.651
2009 53.555 183.361 331.500 568.416 3.322.879 3.891.295
Var. % 2003 - 2009 118,9 138,1 147,3 141,3 152,9 151,2
grafico 3.7. Trend della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni ed in Italia, 2004-2009
29
26
23
20
Var. % 17
14
11
8
5
2004 2005 2006 2007 2008 2009
27
22
Var. %
17
12
7
2004 2005 2006 2007 2008 2009
tabella 3.13. Andamento del numero della popolazione italiana residente nei Piccoli Comuni, nei comuni
con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2009
Piccoli Comuni Comuni
con più
Anno Tra 1.001 Tra 2.501
Fino a 1.000 di 5.000 Italia
e 2.500 e 5.000 Totale
abitanti abitanti
abitanti abitanti
2003 1.052.130 3.421.877 5.299.305 9.773.312 45.998.385 55.771.697
2004 1.047.215 3.416.864 5.305.150 9.769.229 46.128.857 55.898.086
2005 1.044.465 3.416.187 5.318.419 9.779.071 46.281.147 56.060.218
2006 1.039.493 3.409.492 5.327.404 9.776.389 46.304.808 56.081.197
2007 1.033.463 3.404.761 5.339.223 9.777.447 46.414.918 56.192.365
2008 1.028.367 3.402.149 5.353.372 9.783.888 46.402.751 56.186.639
2009 1.023.556 3.397.768 5.362.929 9.784.253 46.369.520 56.153.773
Var. % 2003 - 2009 -2,7 -0,7 1,2 0,1 0,8 0,7
grafico 3.9. La struttura per età della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni italiani, 2003/2009
100+
90-95
80-85
70-75
60-65
50-55
40-45
30-35
20-25
10-15
2009 m m 2003
82 Sono 568mila gli stranieri regolari presenti in Italia che Rispetto all’anno precedente, pur essendo cresciuta l’in-
hanno eletto come propria residenza un Piccolo Comune cidenza nei PC (era 4,9%), la percentuale di stranieri che
(il 15% ca. degli immigrati regolari). La loro incidenza sul decidono di stabilirsi in un Piccolo Comune è rimasta pres-
totale della popolazione residente è pari al 5,5%, un dato soché invariata (15% c.a). Tale fattore, se da un lato può
leggermente più basso rispetto al dato medio nazionale essere legato al forte incremento degli stranieri residenti
(6,58) e a quello rilevato per i comuni di maggiori di- (come già rilevato nelle pagine precedenti), dall’altro può
mensioni demografiche (6,7%). essere influenzato anche dalle dinamiche insediative della
popolazione immigrata: almeno in una prima fase, infatti,
gli stranieri si stabiliscono nella città e nei centri urbani
maggiori, dove possono fare affidamento su reti di soli-
darietà comunitarie e reti di connazionali già stabilmente
presenti nel territorio, e solo in un secondo momento de-
cidono di trasferirsi, in misura crescente, nei comuni più
piccoli, dove i prezzi delle case e la presenza di occasioni
di lavoro, nonché la facilità dei collegamenti favori-
scono risultati migliori nel processo di integrazione.
tabella 3.14. Incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazione totale residente
nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2009
Piccoli Comuni Comuni
con più
Anno Tra 1.001 Tra 2.501
Fino a 1.000 di 5.000 Italia
e 2.500 e 5.000 Totale
abitanti abitanti
abitanti abitanti
2003 2,3 2,2 2,5 2,4 2,8 2,7
2004 2,9 2,8 3,2 3,0 3,5 3,4
2005 3,3 3,3 3,7 3,5 4,2 4,1
2006 3,5 3,6 4,1 3,8 4,7 4,5
2007 3,7 3,8 4,4 4,1 5,1 5,0
2008 4,4 4,6 5,2 4,9 5,9 5,8
2009 5,0 5,1 5,8 5,5 6,7 6,5
Var. % 2003 - 2009 118,7 132,6 135,9 133,3 140,8 139,8
grafico 3.10. Incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazione totale residente
nei Piccoli Comuni, 2003-2009
8,0
7,0
Tasso di incidenza della
6,0
popolazione straniera
5,0
4,0
3,0
2,0
1,0
0,0
2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009
84
Come già evidenziato nel paragrafo 3.3 la natalità del no- A conferma del ruolo degli stranieri sulla crescita de- 85
stro paese è sostenuta, soprattutto, dalle dinamiche de- mografica della popolazione residente in Italia, il trend
mografiche della popolazione straniera. A livello nazio- della natalità straniera rispetto a quella italiana eviden-
nale, il tasso di natalità calcolato solo relativamente agli zia come nel periodo 2006-2009, i neonati stranieri siano
stranieri è infatti doppio rispetto a quello dei residenti (ri- passati, nei PC, dal 9,2% del totale dei nati nell’anno al 12%,
spettivamente, 18,62 e 9,43). Tale situazione è ancora più con una crescita del 30% nell’intero quadriennio.
evidente nei Piccoli Comuni, dove il tasso di natalità stra-
niera (19,49) è più che doppio rispetto a quella dei resi- Da un punto di vista geografico, accanto a 2.633 PC in cui
denti (8,78). Inoltre, la natalità straniera è più elevata nei non si sono registrate nascite straniere nel corso del 2008,
PC rispetto alla media nazionale e a quella dei comuni con localizzati soprattutto nelle zone alpine, in Sardegna e
oltre 5.000 abitanti. nelle aree interne dell’Appennino meridionale e della Ca-
labria, ed a 1.212 PC in cui il tasso di natalità è inferiore
Anche in questo caso, poi, le dinamiche demografiche al- alla media (19.49), si rilevano 1.848 Piccoli Comuni in cui
l’interno dei PC sono influenzate direttamente dalla ta- tale indicatore assume valori superiori alla media.
glia demografica: il tasso di natalità straniera cresce al-
l’aumentare della popolazione residente.
tabella 3.15. La natalità della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più
di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009
Piccoli Comuni Comuni
con più
Fino a Tra 1.001 Tra 2.501 Totale
di 5.000 Italia
1.000 e 2.500 e 5.000
abitanti
abitanti abitanti abitanti
Var. % - di cui nati italiani 1,0 0,1 2,0 1,3 0,3 0,4
2006-2009 - di cui nati stranieri 29,0 38,8 35,7 36,1 40,1 39,4
% di nati stranieri su nati totali 24,7 34,2 28,9 30,3 34,7 34,0
I dati si riferiscono al 1 gennaio di ogni anno
* Valori ogni 1.000 abitanti
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Istat, vari anni
figura 3.11. La natalità della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni, 2009
87
䡵 oltre 30
䡵 19,5 - 30
䡵 1 - 19,5
䡵 nessun nato straniero
88 La popolazione straniera minorenne residente nei Piccoli L’incidenza dei minori sul totale degli stranieri residenti
Comuni italiani rappresenta poco meno di un quarto de- cresce all’aumentare della taglia demografica: poco più
gli immigrati (23,32%). Si tratta di un dato molto elevato, di un immigrato su 5 ha meno di 18 anni nei piccolissimi
superiore di oltre un punto percentuale a quello medio comuni, mentre è poco meno di uno su 4 nei centri con
nazionale (22,16%) e a quello medio dei comuni di mag- oltre 2.500 abitanti.
giori dimensioni demografiche (21,97%). Tali valori sem-
brano confermare come il processo di invecchiamento Gli under 18 stranieri residenti nei Piccoli Comuni rap-
della popolazione italiana è, in qualche modo, attutito presentano il 7,9% dei complessivamente residenti nel no-
dalla giovane età di quella straniera. Inoltre, l’elevata pre- stro paese, dato questa volta inferiore a quello medio na-
senza di minori, soprattutto di bambini in età scolare, può zionale e a quello rilevato per i comuni di maggiori di-
avere effetti positivi nei piccoli centri. mensioni demografiche (rispettivamente pari a 8,46% e
8,57%). Guardando alle dimensioni demografiche dei PC,
tuttavia, emerge il valore dell’indicatore calcolato per i cen-
Inoltre, la presenza di una quota significativa di minori
tri con popolazione fino a 5.000 abitanti sia in linea con
può essere anche in parte attribuibile ad un cambiamento
il dato italiano, a conferma di come le famiglie straniere
nelle scelte delle famiglie straniere rispetto ad una
che decidono di insediarsi nei Piccoli Comuni, prediligano
prima fase dell’immigrazione nel nostro paese. In altre
i centri più grandi.
parole, il nostro paese non è più una tappa di un viaggio
più lungo, ma rappresenta la meta, il punto di arrivo in
cui l’immigrato decide di stabilirsi ed integrarsi. Così, ad
una prima fase in cui la popolazione straniera era ca-
ratterizzata quasi esclusivamente dalla presenza di uo-
mini in età lavorativa, si contrappone questa nuova, in cui
si rileva la crescente presenza di immigrazione femmi-
nile e di bambini. Le famiglie ora seguono o si ricon-
giungono con il capofamiglia per condividere un progetto
e per iniziare una nuova vita nel nostro paese.
Da un punto di vista geografico, infine, sembra emergere Dalla mappa poi emerge anche come vi siano PC in cui 89
nuovamente l’immagine precedente di un’Italia divisa in non vivono stranieri di età inferiore ai 18 anni: si tratta
due: a Piccoli Comuni del nord in cui si rilevano alte per- principalmente dei comuni alpini situati lungo il confine
centuali di minori si contrappone un sud, i cui PC, con franco-piemontese e valdostano, delle zone interne della
qualche piccola eccezione in Molise ed Abruzzo, non sem- Sardegna, dell’Appennino abruzzese e lucano.
brano essere una meta delle famiglie straniere.
tabella 3.18. Incidenza dei minori stranieri rispetto ai minori residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni
con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009
Piccoli Comuni Comuni
con più
Fino a Tra 1.001 Tra 2.501
di 5.000 Italia
1.000 e 2.500 e 5.000 Totale
abitanti
abitanti abitanti abitanti
Minorenni starnieri 01/01/09 11.176 42.166 79.196 132.538 729.915 862.453
Minorenni residenti totali
151.409 569.065 959.034 1.679.508 8.519.447 10.198.955
01/01/09
% minorenni stranieri su
7,38 7,41 8,26 7,89 8,57 8,46
minorenni residenti
90
A conclusione dell’analisi della popolazione, si è deciso di Gli italiani, all’opposto, si distribuiscono principalmente 91
confrontare la struttura per età della popolazione italiana nelle fasce più mature ed anziane di età, tipico del fe-
con quella straniera dei Piccoli Comuni al fine di com- nomeno di invecchiamento che caratterizza la nostra po-
prendere come si è modificata negli ultimi anni (2003-2009) polazione.
la struttura della popolazione residente.
Infine, un dato sembra accomunare le strutture per età
Un elemento accomuna le strutture per età degli anni 2003 straniera ed italiana: la preminenza delle donne nelle fa-
e 2009: la forma tipica a piramide degli stranieri rispetto sce più avanzate dell’età, fenomeno che sembra accen-
a quella a botte della popolazione italiana. Questo con- tuarsi ulteriormente nel 2009.
ferma il fatto che gli immigrati che vivono nel nostro paese
sono molto più giovani, e che la ricerca di un lavoro ri-
mane una delle principali spinte nelle decisioni di tra-
sferirsi in un paese diverso dal proprio. Inoltre, una volta
insediati ed integrati, gli stranieri sembrano più propensi
degli italiani a crearsi una famiglia e fare dei figli, come
evidenziato dalle fasce fino a 15 anni.
92
grafico 3.11. La struttura per età della popolazione italiana e straniera residente nei Piccoli Comuni italiani, 2003
100+
90-95
80-85
70-75
60-65
50-55
40-45
30-35
20-25
10-15
Stranieri m m Italiani
100+
90-95
80-85
70-75
60-65
50-55
40-45
30-35
20-25
10-15
Stranieri m m Italiani
96 La struttura economica dei Piccoli Comuni evidenzia ca- In sintesi, il profilo dei Piccoli Comuni ha radici profonde
ratteri distintivi propri rispetto ai comuni di taglia de- nelle attività della produzione agricola e presenta in se-
mografica maggiore. Se infatti, i dati delle imprese attive conda battuta un’economia industriale piuttosto che
rilevati dalle Camere di Commercio rilevano che il profilo terziarizzata.
economico dei grandi comuni è basato sul commercio, che
rappresenta quasi il 30% delle imprese attive, dal settore
delle costruzione (settore F), dal manifatturiero e dai ser-
vizi avanzati (settore K), il profilo che emerge per i Piccoli
Comuni italiani è ben diverso. A prevalere nei centri di mi-
nore dimensione demografica sono, oltre ai settori delle
costruzioni e del manifatturiero con pesi simili ai grandi
comuni, le imprese del settore agricolo (35%). Il settore “K”
- quello dei servizi avanzati - è, invece, molto meno rap-
presentato nei Piccoli Comuni.
97
grafico 4.1. I caratteri distintivi delle imprese attive nei Piccoli Comuni e nei comuni italiani, 2009
Estrazione di Minerali - C
Attività Manifatturiere - D
Costruzioni - F
Commercio all’ingrosso e al dettaglio;
riparazione Autoveicoli, Motocicli, Beni Personali e per la Casa - G
Alberghi e Ristoranti - H
Attività Finanziarie - J
99
distrettuale è più diffuso. Anche in questi casi i distretti Trentino - Alto Adige
coinvolgono un gran numero di Piccoli Comuni. Veneto
Friuli-Venezia Giulia 27 65,9 41
La specializzazione prevalente dei distretti è nel settore
Liguria 59 62,8 94
del tessile e dell’abbigliamento (40 distretti); segue il set-
tore della meccanica e dei prodotti per l’arredamento (ri- Emilia Romagna
spettivamente 25 e 24 distretti). Il settore del tessile è dif- Toscana 42 34,1 123
fuso sia al nord che al centro e al sud; il settore della mec- Umbria
canica è nettamente prevalente in Piemonte; quello ali-
Marche 116 70,7 164
mentare tra Basilicata e Calabria.
Lazio 19 57,6 33
Abruzzo 46 65,7 70
Molise
Campania 32 32,7 98
Puglia
Basilicata 21 61,8 34
Calabria 21 67,7 31
Sicilia
Sardegna 22 91,7 24
Totale 1.057 67,7 1.562
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Istat 2006
figura 4.2. Piccoli Comuni nei distretti industriali, 2006
101
䡵 Alimentari
䡵 Altre attività non industriali
䡵 Carta
䡵 Chimica, gomma, plastica
䡵 Meccanica
䡵 Oreficeria, strumenti musicali, giocattoli
䡵 Pelli, cuoio, calzature
䡵 Prodotti per l’arredamento
䡵 Tessile, abbigliamento
102 Nei Piccoli Comuni italiani si trovano vasti patrimoni cul- L’offerta turistica alberghiera dei PC, valutata come numero
turali, artistici e paesaggistici che rappresentano una ri- di posti letto ogni 1.000 residenti, evidenzia come in que-
sorsa strategica per lo sviluppo economico di questi ter- sti centri siano presenti soprattutto strutture di piccole e
ritori. I paesaggi, l’archeologia, i prodotti tipici e l’artigia- medie dimensioni. Accanto, infatti, a 3.176 PC in cui non
nato rappresentano tutti punti di forza dei territori minori. si rilevano esercizi alberghieri (il 56% ca. dei PC), ben 1.267
La valorizzazione dei Piccoli Comuni, alla riscoperta non PC, il 22%, ospitano meno di 39 posti letto ogni 1.000 abi-
solo di ricchezze storiche e paesaggistiche, ma anche am- tanti. Le strutture alberghiere più grandi, quelle con oltre
bientali ed enogastronomiche, permette di conoscere ed 64 posti letto ogni 1.000 abitanti sono localizzate solo in
apprezzare realtà in cui la qualità della vita si coniuga con 939 Piccoli Comuni, il 16,5% del totale. Si tratta, in que-
la tutela dell’ambiente. st’ultimo caso, dei PC montani ed alpini del nord (Tren-
tino – Alto Adige, Friuli – Venezia Giulia, Valle d’Aosta e Pie-
Negli ultimi anni è cresciuto l’interesse dei turisti, sia ita- monte), di quelli toscani, marchigiani ed abruzzesi. Da se-
liani che stranieri, per l’Italia dei centri minori: fare turi- gnalare inoltre la vasta offerta alberghiera di alcuni Pic-
smo di qualità nei PC significa viaggiare tra parchi e bor- coli Comuni della costa sarda e calabrese. Piuttosto
ghi, arte e storia, riscoprendo, contemporaneamente, le tra- scarsa invece appare l’offerta alberghiera nei PC siciliani,
dizioni italiane ed i prodotti tipici ed enogastronomici di campani, laziali e lucani.
questi territori.
103
tabella 4.3. Distribuzione dell'offerta turistica alberghiera dei Piccoli Comuni per regione, 2007
I dati si riferiscono al numero di posti letto presenti al 31 dicembre 2007 negli alberghi da 1 a 5 stelle, villaggi albergo, resi-
denze turistico-alberghiere, pensioni, motel, residenze d’epoca, alberghi meublè o garnì, dimore storiche, centri benessere
(beauty farm), centri congressi e conferenze e tutte le altre tipologie di alloggio che in base alle normative regionali sono
assimilabili agli esercizi alberghieri.
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Atlante Statistico dei Comuni, Istat 2010
figura 4.3. Distribuzione dell'offerta turistica alberghiera dei Piccoli Comuni, 2007
104
Accanto all’offerta alberghiera negli ultimi anni è andato Tuttavia, se si guarda al totale degli esercizi agrituristici, 105
crescendo il ruolo degli agriturismi quale struttura ricet- la situazione appare diversa: quasi un quarto degli agri-
tiva alternative. Infatti il numero di quanti scelgono di tra- turismi in esercizio nei PC (24,78%) si trovano in Trentino
scorrere una vacanza in agriturismo è in costante crescita: – Alto Adige, segno che in questa regione si è puntato molto
il desiderio di vivere a contatto con la natura, di conoscere su tale tipologia di offerta. Segue la Toscana, dove sono con-
le tradizioni locali e i prodotti tipici, di riscoprire le cose centrati il 17% ca. degli esercizi agrituristici attivi nei PC
semplici e di stabilire un rapporto diretto con le persone italiani, e con percentuali più basse il Piemonte (7,44%),
del posto sono tra le principali motivazioni per una simile la Lombardia (6,62%), la Campania (5%), il Veneto (4,95%)
scelta. È proprio nei Piccoli Comuni che si concentra l’of- e la Sardegna (4,64%).
ferta agrituristica italiana: in 2.620 centri minori (il 32,4%
dei comuni italiani) si trova il 51% degli agriturismi pre- Complessivamente, i Piccoli Comuni sembrano prediligere
senti nel nostro paese. la tipologia degli agriturismi: il 95% ca. degli agriturismi val-
dostani sono localizzati in un PC, così come l’80,5% di quelli
È in Piemonte e Lombardia che si evidenzia il maggior nu- piemontesi, il 74,4% di quelli molisani ed oltre il 60% di quelli
mero di Piccoli Comuni in cui è presente almeno un eser- alto atesini, liguri, calabresi, abruzzesi, sardi e friulani.
cizio agrituristico: dei 2.620 Piccoli Comuni in cui si trova
questa tipologia di offerta, il 14,35% e 13,82%, rispettiva- Infine, a riprova di quanto sopra, occorre rilevare come nel
mente, si trovano in queste due regioni. In generale, sono 94% dei PC toscani e nell’87% ca. di quelli umbri è presente
soprattutto i Piccoli Comuni del centro nord ad aver pun- almeno un agriturismo. In generale, nel centro nord la per-
tato sugli agriturismi: il 7,9% dei PC del Trentino – Alto centuale dei PC in cui si trova una struttura agrituristica
Adige, il 6,7% dei PC del Veneto, poco meno del 5% dei PC è superiore alla media nazionale (46%), con le sole esclu-
di Toscana, Emilia – Romagna e Marche. Al sud, solo in sioni dei PC lombardi, piemontesi e laziali, mentre in quelli
Campania ed in Abruzzo la percentuale dei Piccoli Comuni del sud è generalmente inferiore o in linea, con la sola
in cui si trovano agriturismi appare significativa (e pari, esclusione di quelli sardi (dove in oltre la metà dei PC si
rispettivamente, al 6,45% e 4,85% del totale dei PC con agri- trova almeno un agriturismo).
turismi).
106
tabella 4.4. L'offerta agrituristica dei piccoli comuni italiani, per regione, 2006
107
Strutture agrituristiche
䡵 nessun agriturismo
䡵 entro 5
䡵 oltre 5
108 Il rapporto tra produzioni agricole di qualità e territorio Complessivamente, i Piccoli Comuni che partecipano a
rappresenta un grande valore aggiunto del sistema Ita- Res Tipica sono 1.076, su un totale di 1.792 amministra-
lia in generale, e dei Piccoli Comuni in particolare. Que- zioni comunali: il 60% è dunque di piccole dimensioni de-
sti ultimi rappresentano la spina dorsale del sistema delle mografiche. Anche all’intero delle Associazioni prevalgono,
identità alimentari italiano; basta solo pensare che oltre generalmente, i Piccoli Comuni: tra le eccezioni le Città
il 90% dei PC ha ottenuto il riconoscimento di almeno un del Bio.
prodotto DOP. La riscoperta e la valorizzazione dei pro-
dotti agricoli tipici, alimentari ed enogastronomici, Tra i PC, prevalgono quelli con popolazione compresa tra
espressione di specifici luoghi, ha assunto negli ultimi anni 1.001 e 2.500 abitanti (441, il 41% ca. dei PC). Tale situazione
un ruolo sempre maggiore nello sviluppo economico e tu- permane anche all’interno delle diverse associazioni di cui
ristico dei centri minori. si compone Res Tipica, con le sole eccezioni di Città del
Vino e Città dell’Olio, nelle quali prevalgono i comuni con
Per questo motivo da oltre un decennio, l’Anci ha promosso popolazione fino a 5mila abitanti. Naturalmente un co-
Res Tipica, il cui obiettivo è la salvaguardia e la promozione mune può partecipare a più di un’associazione.
dell’immenso patrimonio ambientale, culturale, turistico
ed enogastronomico dei comuni piccoli e medi del nostro Riguardo alla distribuzione territoriale dei Piccoli Comuni
paese. Le associazioni di identità che ne fanno parte rap- del tipico si evidenzia la concentrazione nel centro e nel
presentano un valido strumento attraverso cui sostenere sud Italia; più bassa la presenza in Lombardia, Veneto e
le specificità territoriali, grazie anche alla creazione di una Alto Adige.
rete tra i comuni, di un network, possono più facilmente
diffondere il loro valore oltre i confini locali e raggiungere
così, un pubblico più ampio, sia a livello nazionale che in-
ternazionale. L’offerta delle associazioni, infatti, ruota in-
torno al concept attraverso cui i Piccoli Comuni definiscono
verso l’esterno il motivo della loro unicità ed attrattività:
dal prodotto (il vino, l’olio, la nocciola, le ciliegie, ecc.) alla
filosofia di produzione o consumo alimentare (slow, bio)
all’ accoglienza/offerta turistica (borghi più belli od au-
tentici, ecc..).
109
tabella 4.5. I Piccoli Comuni partecipanti a Res Tipica, per classe demografica, 2010
* se un comune partecipa a più di un'associazione viene conteggiato una sola volta in questa voce, mentre viene conteggiato
sempre nelle diverse associazioni a cui partecipa.
110
Il ricco patrimonio artistico e culturale dei Piccoli Comuni Nei 1.201 PC si trovano 1.518 musei non statali, la mag- 111
italiani è testimoniato anche dall’ampia offerta culturale, gior parte dei quali è di proprietà pubblica (61%). Solo nei
misurata in termini di musei non statali. Se infatti i mu- PC piemontesi e valdostani prevalgono i musei non sta-
sei statali si trovano principalmente nei centri di maggiore tali privati.
dimensione demografica (e solo 63 sono quelli presenti in
55 PC 7), quelli non statali si trovano soprattutto nei cen- Inoltre, è nei PC piemontesi che si rileva il maggior numero
tri più piccoli: il 53% dei comuni in cui si trova almeno un di musei non statali (15,9%), seguiti dai PC marchigiani
museo non statale è, infatti, di piccole dimensioni. In par- (9,35%), lombardi (7,77%) e sardi (7,25%). Con qualche ec-
ticolare, in Valle d’Aosta 35 dei 36 comuni in cui è loca- cezione, è nei Piccoli Comuni del centro nord che si rileva
lizzato un museo non statale ha meno di 5.000 abitanti. il maggior numero di musei non statali, mentre nel Mez-
Analogamente, 70 dei 93 comuni del Trentino Alto Adige zogiorno l’offerta sembra essere più limitata. Così, il mi-
(il 75%), 91 dei 123 comuni della Puglia (il 74%) e 191 dei nor numero d musei non statali si trova nei PC pugliesi
262 comuni del Piemonte (72,9%). (0,72%), molisani (1,52%) e lucani (2,31%).
113
114 Le sale cinematografiche sono piuttosto rare nei piccoli Tuttavia l’accessibilità risulta mediamente buona, so-
centri; infatti solo nel 3% dei Piccoli Comuni (155 comuni) prattutto al nord: per il 56% dei Piccoli Comuni lo sforzo
è presente questo importante servizio culturale. di accesso è limitato entro un raggio di 10 km. La situazioni
di maggiore disagio, ovvero di accessibilità superiore ad un
raggio di 20 km, si registra al nord in alcune valli dell’Alto
Adige e in alcuni comuni frontalieri del Piemonte e del Friuli;
al centro sud la scarsa accessibilità è più manifesta nelle
zone appenniniche e, soprattutto, in Sardegna.
entro 1.000 abitanti tra 1.000 e 2.500 ab. tra 2.500 e 5.000 ab. Totale
115
Accessibilità ai cinema
䡵 cinema presente nel comune
䡵 entro 10 km
䡵 da 10 a 20 km
䡵 oltre 20 km
120 L’accessibilità alla rete autostradale rappresenta un fat- Se poco più di un terzo dei Piccoli Comuni (34,7%) dista
tore di potenziale sviluppo per i Piccoli Comuni. La vici- oltre 20 km da un casello autostradale, è altrettanto vero
nanza ad un casello autostradale, così come ad una sta- che una percentuale leggermente superiore (37,1%) ne di-
zione ferroviaria, è infatti un elemento in grado di sta meno di 10 km. La maggior distanza deve essere co-
incidere, positivamente, sulla crescita turistica del terri- perta dai residenti dei piccolissimo comuni (quelli fino a
torio, da un lato, e sulla mobilità pendolare (per motivi di 1.000 abitanti): si tratta di un elemento che, come ve-
studio o lavoro) della popolazione residente, dall’altro. dremo, caratterizzerà quasi tutte le analisi di questo
quinto capitolo.
La rete autostradale italiana è, soprattutto in alcuni ter-
ritori del sud e dell’Appennino centrale, ancora poco ca- Differenze, anche sostanziali, esistono invece a livello
pillare. In particolare, in Sardegna non è presente alcuna territoriale: i PC di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia
autostrada: per questo motivo i PC di questa regione (con l’esclusione di quelli montani ed alpini), Veneto e
sono esclusi dall’analisi. Trentino-Alto Adige al nord risultano essere ben collegati
alla rete autostradale, risultando così privilegiati nell’ac-
cesso agli snodi logistici e ai servizi. Analogamente, i PC
laziali, abruzzesi e campani e di quelli posti lungo le co-
ste tirreniche di Calabria e Sicilia.
Tabella 5.1. L’accessibilità dei Piccoli Comuni alla rete autostradale, 2009
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
121
䡵 Entro 10 Km
䡵 Da 10 a 20 Km
䡵 Oltre 20 Km
122 La prossimità ad una stazione ferroviaria è una precon- Non sembrano esistere grandi differenze tra le classi di
dizione importante per lo sviluppo dei Piccoli Comuni: la distanza qui analizzate: una leggere preminenza (36%)
possibilità di raggiungere un territorio con il treno può si- contraddistingue la fascia dei comuni che si trovano a
curamente favorirne la crescita turistica e preservarlo meno di 10 km da una stazione ferroviaria. Differenze più
dallo spopolamento, soprattutto per quelle realtà inte- marcate esistono invece a livello territoriale, dove i co-
ressate da fenomeni di pendolarismo. muni alpini (con l’esclusione di quelli valdostani e pie-
montesi) ed appenninici soffrono un maggior disagio
d’accesso, situazione in parte determinata anche dalla
conformazione orografica del territorio.
tabella 5.2. L’accessibilità dei Piccoli Comuni alla rete ferroviaria, 2009
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
123
䡵 Entro 10 Km
䡵 Da 10 a 20 Km
䡵 Oltre 20 Km
124 Sono 98 gli aeroporti presenti sul territorio italiano. I vet- Sono i PC più vicini ai centri urbani quelli che ovvia-
tori aerei, grazie anche all’ampia diffusione delle com- mente hanno maggior facilità di accesso ad una infra-
pagnie low cost, sono diventati un rilevante veicolo di struttura aeroportuale, mentre la maggior parte dista ol-
mobilità delle persone. La vicinanza ad un aeroporto, tre 20 km (7 comuni su 10). Come già rilevato, sono i
dunque, o comunque la non eccessiva distanza, può piccolissimi comuni quelli per i quali è maggiore lo sforzo
avere importanti e positive ripercussioni sulla crescita tu- di accesso ad una infrastruttura aeroportuale.
ristica dei PC, soprattutto alla luce della sempre maggiore
attenzione e scoperta di questi territori da parte dei tu-
risti stranieri, che sembrano apprezzare sempre più non
soltanto i grandi centri urbani e culturali italiani ma an-
che le tradizioni e le culture locali, così come i prodotti ti-
pici ed enogastronomici.
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
125
䡵 Entro 10 Km
䡵 Da 10 a 20 Km
䡵 Oltre 20 Km
126 Il 36% dei Piccoli Comuni italiani ospita una stazione dei Tra i piccolissimi comuni, l’85% evidenzia una distanza da
Carabinieri: si tratta per lo più di centri abitati da oltre una caserma dei Carabinieri entro un raggio di 10 km,
2.500 abitanti (919) e localizzati nelle aree montane del mentre solo l’1% presenta una lontananza maggiore. Tra
nord est, nonché in Toscana, Emilia –Romagna, Basilicata, questi ultimi, Rhemes-Notre-Dame in Valle d’Aosta dista
in Calabria e nelle due isole maggiori. È invece tra i Pic- oltre 20 km da una stazione dei CC.
coli Comuni del nord ovest e dell’Appennino centrale
che si rileva una maggior d istanza da una stazione del- Al crescere della taglia demografica dei PC, diminuisce,
l’Arma. come facile attendersi, la percentuale dei territori che si
trovano maggiormente lontani da una caserma ed au-
menta, parallelamente, quella dei comuni che dispon-
gono di una simile infrastruttura all’interno del proprio
territorio.
tabella 5.4. L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle stazioni dei Carabinieri, 2007
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
Da 10 a 20 km 24 1 7 0 3 0 34 1
Oltre 20 km 1 0 0 0 1 0
127
䡵 Entro 10 Km
䡵 Da 10 a 20 Km
䡵 Oltre 20 Km
䡵 Stazione CC presente nel Comune
128 Sono 33 i Piccoli Comuni in cui si trovano strutture ospe- Da un punto di vista geografico, l’Italia dei Piccoli Comuni
daliere, dato che seppur rappresenta solo l’1% del totale sembra essere caratterizzata da due aree: al nord, lungo
delle amministrazioni comunali minori, è significativo i confini alpini e lungo l’Appennino emiliano si trovano
della capillarità sul territorio nazionale di tale servizio. An- i territori maggiormente distanti da una infrastruttura
cora più significativi appaiono i due piccolissimi comuni ospedaliera, mentre al centro sud sembra prevalere una
e i 5 con popolazione compresa tra 1.001 e 2.5000 abitanti maggior facilità di accesso, in termini di distanza, agli
in cui si rileva la presenza di ospedali. ospedali, con qualche piccola eccezione rintracciabile
nelle zone interne di Lazio, Campania, Umbria, Basilicata
Il 37% dei PC, inoltre, non soffre di un grande sforzo di ac- e della Sardegna.
cessibilità, dal momento che la struttura ospedaliera più
vicina si trova entro un raggio di 10 km, mentre per poco
meno della metà dei PC la distanza massima cresce fino
a 20 Km. Solo i residenti del 16% di questi territori, infine,
deve percorrere un percorso superiore ai 20 km per poter
accedere ai servizi di analisi, cura e prevenzione. Tale di-
stanza deve essere coperta principalmente da coloro che
vivono in un piccolissimo comune (484), mentre tale va-
lore decresce all’aumentare della taglia demografica.
tabella 5.5. L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle strutture ospedaliere, 2008
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali 2008
figura 5.5. L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle strutture ospedaliere, 2008
129
䡵 Entro 10 Km
䡵 Da 10 a 20 Km
䡵 Oltre 20 Km
䡵 Ospedale presente nel Comune
130 I consultori, strutture di supporto e di integrazione dei Infine, sono 55 (l’1% del totale) i PC per i quali la distanza
presidi ospedalieri, non sono molto diffusi tra i Piccoli Co- da percorrere per accedere a tali servizi ambulatoriali è
muni, come dimostra il fatto che solo il 7% di questi di- superiore: si tratta, soprattutto di piccolissimi comuni
spone di un simile servizio nel proprio territorio. Tuttavia, (con meno di 1.000 abitanti) e di realtà territoriali loca-
per i residenti di circa 3 comuni su 4, la distanza da per- lizzate in Piemonte, Trentino – Alto Adige, Veneto e Sar-
correre è comunque limitata, ed inferiore a 10 km, men- degna.
tre gli abitanti di un comune su 5, localizzati soprattutto
lungo l’arco alpino ed appenninico e nelle zone interne
della Sardegna devono percorrere una distanza supe-
riore, compresa tra i 10 e i 20 km, per raggiungere il con-
sultorio più vicino.
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
Oltre 20 km 32 2 13 1 10 1 55 0
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali 2009
figura 5.6. L’accessibilità dei Piccoli Comuni ai consultori, 2009
131
Accessibilità ai consultori
䡵 Entro 10 Km
䡵 Da 10 a 20 Km
䡵 Oltre 20 Km
䡵 Consultorio presente nel Comune
132 Il 53% dei PC ha almeno uno sportello bancario nel pro- Infine i residenti di un unico comune, Argentera in pro-
prio territorio comunale: si tratta di un dato particolar- vincia di Cuneo (93 residenti al 2009), devono percorrere
mente elevato se confrontato con gli altri servizi, econo- oltre 20 km per poter accedere ad una infrastruttura
mici (quali poste) o sociali (consultori) o della sicurezza bancaria.
(stazioni dei carabinieri). Sono soprattutto centri con po-
polazione superiore a 1.000 abitanti: 2.650 (pari all’87% ca. Da un punto di vista geografico si evidenziano 2 grandi
dei 3.035 Piccoli Comuni aventi una banca). aree all’interno delle quali si evidenziano PC che non
hanno una banca ed i cui residenti devono percorrere al-
Tra i comuni più piccoli, invece, nel 79% dei casi la banca meno 10 km per poter accedere a tali servizi: la prima si
più vicina si trova entro un raggio di 10 km (1.527, il 27% trova al nord e comprende i PC montani di Valle d’Aosta,
ca. dei PC), mentre solo nell’1% dei casi la distanza da per- Piemonte, Liguria, Lombardia e Friuli – Venezia Giulia,
correre è superiore. Tali numeri si riducono al crescere mentre la seconda concentra, al centro sud, i PC del-
della taglia demografica dei PC: così sono 827 e 277 i l’Appennino laziale, abruzzese, umbro, campano, lucano
paesi con popolazione compresa, rispettivamente, tra e calabrese.
1.001 - 2.500 e 2.501 - 5.000 abitanti che distano fino a 10
km da uno sportello bancario.
tabella 5.7. L’accessibilità dei Piccoli Comuni agli sportelli bancari, 2010
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
133
134 Gli uffici postali appaiono diffusi nei Piccoli Comuni ita- Solo per poco più del 2% di questi centri, localizzati lungo
liani, anche se in misura inferiore rispetto al sistema le zone di confine in Piemonte, Trentino-Alto Adige e
bancario precedentemente analizzato. Infatti anche se Friuli - Venezia Giulia e nelle zone interne di Sicilia e Sar-
solo il 31% dei PC dispone di un tale servizio, per i resi- degna, gli uffici postali distano oltre 10 km e per soli 4 co-
denti del 66% dei centri minori la distanza da percorrere muni ( i comuni isolani di Ventotene e di Isole Tremiti, e
per rivolgersi agli sportelli postali presenti in un comune i due comuni di Groscavallo e Ceresole Reale, in provin-
diverso dal proprio è inferiore a 10 km. cia di Torino), tutti comunque di piccolissime dimen-
sioni, la distanza da percorrere è superiore ai 20 km.
tabella 5.8. L’accessibilità dei Piccoli Comuni agli uffici postali, 2009
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
Da 10 a 20 km 61 3 51 2 25 2 137 2
Oltre 20 km 4 0 0 0 4 0
135
136 Sono 3.100 i Piccoli Comuni in cui è presente una scuola Da un punto di vista geografico, sono principalmente i PC
per l’infanzia, il 58,3% dei 5.320 comuni analizzati 8. Si dell’arco alpino, del Veneto, dell’Appennino ligure-emi-
tratta di un dato che evidenzia l’ attenzione di questi cen- liano e marchigiano e delle zone interne sarde a non di-
tri di minore dimensione demografica alle tematiche sporre di una scuola per l’infanzia, mentre sono i PC lo-
della conciliazione casa – lavoro. calizzati lungo le zone di confine piemontese e lombardo
a distare oltre 10 km da una scuola.
Come facile attendersi, sono i piccolissimi comuni a non
avere all’interno del proprio territorio comunale una
scuola per l’infanzia (1.139, il 21,4% dei PC qui conside-
rati). Tra questi, 2 comuni si trovano ad una distanza su-
periore di 20 km da tale tipologia di servizio: si tratta di
Argentera in provincia di Cuneo e delle Isole Tremiti in
provincia di Foggia. All’opposto, nessuno dei residenti
nei PC con oltre 1.000 abitanti deve percorrere questa di-
stanza geografica per poter accompagnare i propri figli ad
una scuola per l’infanzia.
tabella 5.9. L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole d’infanzia, 2009
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
Scuola presente nel comune 634 35,8 1.391 68,7 1.075 70,6 3.100 58,3
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 2009
137
138 Le scuole primarie sono presenti in 3.954 Piccoli Comuni Da un punto di vista geografico, sono i PC montani (lo-
italiani, il 71,6% delle realtà territoriali qui analizzate 9. Si calizzati in Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia
tratta dunque di una situazione più uniforme rispetto a Giulia) ed appenninici (principalmente in Liguria, Emilia
quella rilevata precedentemente, anche se, ancora una - Romagna, Abruzzo Lazio ed Umbria) e delle zone interne
volta, sono i piccolissimi comuni a soffrire maggiormente della Sardegna a non avere una scuola p rimaria ed i cui
la mancanza di una scuola: su 1.880 piccolissimi comuni residenti, pertanto, devono percorrere fino a 20 km per
solo 838 (il 44,6%) dispongono di una struttura educativa, poter usufruire di un simile servizio.
mentre i residenti di 1.040 centri con meno di 1.000 abi-
tanti (55,3%) devono percorrere fino a 10 km per accom- L’assenza di una sede scolastica, primaria così come se-
pagnare i propri figli ad una scuola primaria, mentre condaria di primo grado, influenza la capacità attrattiva
sono soltanto 2 i comuni, tutti piccolissimi, che distano dei Piccoli Comuni, soprattutto rispetto alle giovani ge-
tra i 10 e i 20 km da una scuola. Si tratta di Argentera e di nerazioni, e può diventare, così, un fenomeno di margi-
Pietraporzio, in provincia di Cuneo. nalizzazione del territorio.
tabella 5.10. L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole primarie, 2009
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
v.a. % v.a. % v.a. % v.a. %
n.c. 60 57 53 170
Scuola presente nel comune 838 44,6 1.780 84,9 1.336 86,4 3.954 71,6
Entro 10 km 1.040 55,3 316 15,1 211 13,6 1.567 28,4
Da 10 a 20 km 2 0,1 0 0,0 0 0,0 2 0,0
Oltre 20 km 0 0,0 0 0,0 0 0,0 0 0,0
Totale 1.880 100,0 2.096 100,0 1.547 100,0 5.523 100,0
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 2009
139
140 Passando dalle scuole primarie a quelle secondarie infe- All’opposto, i PC con oltre 2.500 abitanti: il 78% ca. ha nel
riori, il numero dei Piccoli Comuni in cui tale servizio è proprio territorio comunale una scuola secondaria, men-
presente diminuisce, scendendo al 46% delle ammini- tre per il restante 22% ca. la distanza è inferiore a 10 km.
strazioni comunali censite 10. È nei PC del nord che si rileva il maggior disagio, in ter-
mini di accessibilità ad una scuola secondaria inferiore.
Ancora una volta sono soprattutto i comuni più piccoli,
quelli con meno di 1.000 abitanti, a soffrire i maggiori di- Tale situazione non si lega solo alla collocazione altime-
sagi logistici (ed organizzativi). Solo nell’11,4% dei 1.880 trica dei centri abitati, ma si evidenzia anche per quelli lo-
piccolissimi comuni, infatti, è possibile trovare una calizzati nella pianura padana, ed in prossimità dei mag-
scuola, mentre l’87% dista almeno 10 km. Sono infine 30 giori centri urbani, soprattutto piemontesi, lombardi e
i centri che distano oltre 10 km da un edificio scolastico liguri. Situazione analoga è quella che si rileva per i PC
secondario inferiore, uno dei quali, unico tra i PC, dista delle zone interne di Lazio ed Abruzzo e della Sardegna.
oltre 20 km (Isole Tremiti).
tabella 5.11. L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole secondarie inferiori, 2009
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
n.c. 60 57 53 170
Scuola presente nel comune 214 11,4 1.123 53,6 1.202 77,7 2.539 46,0
Fonte: elaborazione Cittalia su dati Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca 2009
141
142 La situazione muta completamente rispetto alle analisi Complessivamente, gli studenti residenti in 3 PC su 4 de-
precedenti quando si passa a considerare le scuole secon- vono percorrere fino a 10 km per poter recarsi a lezione,
darie superiori, per le quali non esiste l’obbligo formativo. ed 1 su 5 fino a 20 km. Dei 40 PC che distano oltre 20 km
In questo caso sono poco meno del 5% i PC ad avere, al- da una scuola secondaria superiore, ben 33 (oltre l’82%)
l’interno del proprio territorio comunale, una scuola supe- ha una popolazione residente inferiore a 1.000 abitanti.
riore11: si tratta soprattutto di comuni in cui la popolazione
residente supera i 2.500 abitanti (189 su 254, pari al 74,4%). La mappa evidenzia come siano soprattutto i PC del Tren-
tino, del sud, e dell’Appennino emiliano quelli in cui è in
Ancora una volta, il maggior sforzo in termini di accessi- funzione una scuola secondaria superiore, mentre sono
bilità, è quello che devono affrontare i residenti dei co- i PC delle zone di confine del nord Italia quelli a dover af-
muni più piccoli: rispetto ad un totale di 1.880 comuni, in- frontare il maggior sforzo di accessibilità.
fatti, sono solo 3 quelli che possono offrire un simile
servizio. Si tratta di Fiera di Primiero e Ossana in provin-
cia di Trento, Atrani in provincia di Salerno. Dei restanti,
la maggior parte si trova ad una distanza inferiore di 10
km (1.288 comuni), mentre per poco meno di un terzo la
distanza è superiore a tale valore.
tabella 5.12. L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole secondarie superiori, 2009
Entro 1.000 ab. tra 1.001 e 2.500 ab. tra 2.501 e 5.000 ab. Totale
143
145
146 1. LA GEOGRAFIA DEI PICCOLI COMUNI E DELLE UNIONI
Tabella 1.1 Numerosità e popolazione residente dei comuni italiani e dei Piccoli Comuni,
per regione, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 7
Tabella 1.3 Numerosità e popolazione residente in Italia e nei Piccoli Comuni, 1971, 1981, 1991,
2001-2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 11
Grafico 1.1 Trend del numero dei Piccoli Comuni, 31 dicembre 1971-2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 12
Tabella 1.5 Gli amministratori dei Piccoli Comuni, per regione, 2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 20
“ 1.6 Le donne sindaco nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia,
per regione, 2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 21
Tabella 1.7 I giovani sindaci nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia,
per regione, 2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 23
Tabella 2.1 Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica e regione, 2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 30
Figura 2.1 Ripartizione dei Piccoli Comuni per zona altimetrica, 2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 31
Tabella 2.3 Distribuzione dei Piccoli Comuni per grado di sismicità e regione, 2004 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 35
Figura 2.3 Distribuzione dei Piccoli Comuni per grado di sismicità, 2004 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 36
Tabella 2.4 Le aree protette nei Piccoli Comuni e in Italia, per tipologia di area, 2004 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 37
“ 2.5 Distribuzione territoriale dei Piccoli Comuni aventi una parte del territorio destinata
ad aree naturali protette, e per tipologia di area, 2004 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 38
Tabella 2.6 Percentuale di raccolta differenziata nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000
abitanti ed in Italia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 40
“ 2.8 I Piccoli Comuni italiani in cui si produce energia da fonte rinnovabile, per tipologia
e regione, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 43
“ 2.9 Distribuzione territoriale dei Piccoli Comuni produttori di energia rinnovabile, 2009 . . . . . . . . . .“ 44
Tabella 2.10 Distribuzione dei Piccoli Comuni per tasso di motorizzazione e tasso di motorizzazione
medio regionale, autovetture ogni 100 abitanti, 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 47
“ 2.11 Distribuzione del tasso di motorizzazione (autovetture ogni 100 abitanti) nei Piccoli Comuni,
nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 48
148 3. POPOLAZIONE RESIDENTE E STRANIERA
Tabella 3.1 La densità territoriale nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009 Pag. 51
“ 3.2 La densità territoriale dei Piccoli Comuni italiani, per regione, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 52
Tabella 3.3 La struttura delle famiglie nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti
ed in Italia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 54
Figura 3.2 La dimensione media delle famiglie nei Piccoli Comuni, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 55
Tabella 3.4 La natalità nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009 . . . . . . . . .“ 56
Tabella 3.5 La struttura per età della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comuni
con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 58
Grafico 3.1 La struttura per età della popolazione residente nei Piccoli Comuni italiani, 2009 . . . . . . . . . . . .“ 59
“ 3.2 La struttura per età dei Piccoli Comuni con “Profilo Giovani”, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 61
“ 3.3 La struttura per età dei Piccoli Comuni con “Profilo Italia”, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 61
“ 3.4 La struttura per età dei Piccoli Comuni con “Profilo Invecchiamento”, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 62
“ 3.5 La struttura per età dei Piccoli Comuni con “Profilo Anziani”, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 62
Figura 3.4 La struttura per età della popolazione residente nei Piccoli Comuni italiani, 2009 . . . . . . . . . . . .“ 63
Tabella 3.6 Il turnover della popolazione residente nei Piccoli Comuni, nei comuni
con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 65
“ 3.7 Tassi di dipendenza della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comuni
con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 66
Figura 3.5 Tassi di dipendenza della popolazione nei Piccoli Comuni, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 67
Tabella 3.8 Tassi di invecchiamento della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000
abitanti ed in Italia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 68
Figura 3.6 Tasso di invecchiamento della popolazione nei Piccoli Comuni, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 69
Tabella 3.9 Tassi di vecchiaia della popolazione nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti 149
ed in Italia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag.70
Figura 3.7 Tasso di vecchiaia della popolazione nei Piccoli Comuni, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 71
Grafico 3.6 Incidenza dei longevi (over 80) e numerosità della popolazione nei Piccoli Comuni, 2009 . . . . . .“ 72
Tabella 3.10 I centenari nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009 . . . . . . . . .“ 73
Tabella 3.11 Il tasso migratorio nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009 . .“ 75
Tabella 3.12 Andamento del numero della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni,
nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 77
Grafico 3.7 Trend della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni ed in Italia, 2004-2009 . . . . . . . .“ 78
“ 3.8 Trend della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000
abitanti ed in Italia, 2004-2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 79
Tabella 3.13 Andamento del numero della popolazione italiana residente nei Piccoli Comuni, nei comuni
con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 80
Grafico 3.9 La struttura per età della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni italiani, 2003/2009 . .“ 81
Tabella 3.14 Incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazione totale
residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2003-2009 . . . . . .“ 83
Grafico 3.10 Incidenza della popolazione straniera residente sul totale della popolazione totale residente
nei Piccoli Comuni, 2003-2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 87
Figura 3.10 Incidenza dei cittadini stranieri nei Piccoli Comuni, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 84
Tabella 3.15 La natalità della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni, nei comuni con più
di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 85
“ 3.16 Andamento del numero di nati totali, italiani e stranieri residenti nei Piccoli Comuni,
con più di 5.000 nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2006-2009 . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 86
Figura 3.11 La natalità della popolazione straniera residente nei Piccoli Comuni, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 87
Tabella 3.17 I minorenni stranieri residenti nei Piccoli Comuni, nei comuni con più di 5.000 abitanti
ed in Italia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 89
150 Tabella 3.18 Incidenza dei minori stranieri rispetto ai minori residenti nei Piccoli Comuni,
nei comuni con più di 5.000 abitanti ed in Italia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 89
Figura 3.19 I minorenni stranieri residenti nei Piccoli Comuni (% su popolazione straniera residente), 2009 . . .“ 90
Grafico 3.11 La struttura per età della popolazione italiana e straniera residente
nei Piccoli Comuni italiani, 2003 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 92
Grafico 4.1 I caratteri distintivi delle imprese attive nei Piccoli Comuni e nei comuni italiani, 2009 . . . . . . .“ 97
Figura 4.1 Imprese attive, iscritte e cessate nei Piccoli Comuni nel 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 99
Tabella 4.3 Distribuzione dell'offerta turistica alberghiera dei Piccoli Comuni per regione, 2007 . . . . . . . . .“ 103
Figura 4.3 Distribuzione dell'offerta turistica alberghiera dei Piccoli Comuni, 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 104
Tabella 4.4 L'offerta agrituristica dei piccoli comuni italiani, per regione, 2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 106
Figura 4.4 L'offerta agrituristica dei Piccoli Comuni italiani, 2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 107
Tabella 4.5 I Piccoli Comuni partecipanti a Res Tipica, per classe demografica, 2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 109
Tabella 4.6 I musei non statali, pubblici e privati, nei Piccoli Comuni italiani, per regione, 2006 . . . . . . . . .“ 112
Figura 4.6 I musei non statali, pubblici e privati, nei Piccoli Comuni italiani, 2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 113
Tabella 5.1 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alla rete autostradale, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Pag. 120
Figura 5.1 L’accessibilità alla rete autostradale dei Piccoli Comuni, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 121
Tabella 5.2 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alla rete ferroviaria, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 122
Figura 5.2 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alla rete ferroviaria, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 123
Tabella 5.3 L’accessibilità dei Piccoli Comuni agli aeroporti, 2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 124
Figura 5.3 L’accessibilità dei Piccoli Comuni agli aeroporti, 2006 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 125
Tabella 5.4 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle stazioni dei Carabinieri, 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 126
Figura 5.4 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle stazioni dei Carabinieri, 2007 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 127
Tabella 5.5 L’accessibilità dei Piccoli comuni alle strutture ospedaliere, 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 128
Figura 5.5 L’accessibilità dei Piccoli comuni alle strutture ospedaliere, 2008 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 129
Tabella 5.7 L’accessibilità dei Piccoli Comuni agli sportelli bancari, 2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 132
Figura 5.7 L’accessibilità dei Piccoli Comuni agli sportelli bancari, 2010 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 133
Tabella 5.8 L’accessibilità dei Piccoli Comuni agli uffici postali, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 134
Figura 5.8 L’accessibilità dei Piccoli Comuni agli uffici postali, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 135
Tabella 5.9 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole d’infanzia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 136
Figura 5.9 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole d’infanzia, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 137
Tabella 5.10 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole primarie, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 138
Figura 5.10 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole primarie, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 139
Tabella 5.11 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole secondarie inferiori, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 140
Figura 5.11 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole secondarie inferiori, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 141
Tabella 5.12 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole secondarie superiori, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 142
Figura 5.12 L’accessibilità dei Piccoli Comuni alle scuole secondarie superiori, 2009 . . . . . . . . . . . . . . . . . . .“ 143
Bibliografia delle fonti informative
www.cittalia.it
ISBN 978-88-6306-022-5