lettera depositata in pari data, per tutela, in originale presso la locale Caserma dell’Arma dei Carabinieri
Morra De Sanctis, li 02.12.2010
Amici, nel 2008 avevo deciso di non scrivere più lettere pubbliche e confido ancora che questa sia l’ultima. Fazio e Saviano ci hanno abituato alla lettura di elenchi. Ecco il mio, di ciò che ho fatto e ciò che ho avuto. Ho fatto consegnare nel 2006 alla scuola di Morra 30 Personal Computer usati, omaggio dell’ICE, Istituto per il Commercio con l’Estero. Erano per l’alfabetizzazione informatica di Morresi, adulti e non, e per costituire gruppi di esperienza basati sul telelavoro nell’imminenza dell’attivazione di Internet. Potevano nascere delle società di servizi. I PC sono rimasti inutilizzati finché testate giornalistiche di paesi limitrofi non se li sono golosamente presi per i loro utilizzi. I successivi lotti li ho evidentemente destinati altrove. Ho ottenuto nel dicembre del 2006 dal vertice della Telecom Italia SpA la connessione ADSL per Internet a Morra. Me ne sono testimoni gli stessi dirigenti Telecom, tuttora al loro posto, il tecnico sig. Paradiso di Telecom Benevento e l’amico Edmondo Strazza. Nessuno mi ha ringraziato. Avrei potuto avere la fibra ottica, Internet a 7 Mega, se mi avessero dato copia del progetto esecutivo di una fognatura. Ma è andata diversamente e mi accontento, come tutti voi, dei 640Kb, via radio, da Santangelo. Sufficienti per lavorare. Purtroppo l’opportunità della fibra ottica è definitivamente sfumata. Ho aderito alla Proloco, e, nominato membro della commissione presepi, sono stato intimidito da un socio dal presentarmi nelle case del paese. Me ne sono testimoni l’amico prof. Giuseppe Marra ed altri soci. Il giorno dopo alcuni Soci benpensanti insistettero ancora perché desistessi. La presente vale come dimissioni irrevocabili dalla citata associazione. Nel 2006 ho presentato nella sede del ns. Comune al Sindaco, dr. G. Capozza, l’Arc. Francesco De Sanctis a suo tempo intenzionato a creare proprio a Morra la sua Fondazione De Sanctis, acquistando quello che ora è palazzo Grassi, per farne la sede. Me ne sono testimoni lo stesso Arc. De Sanctis e suo padre, il Procuratore Generale della Repubblica dr. Paolo De Sanctis. Le cose sono andate diversamente. Seguo con orgoglio ed affetto gli sviluppi della Fondazione che purtroppo non ha rapporti col comune. Stanco di pagare importi incredibili di Tarsu, subito dopo le ultime elezioni, ho consegnato per iscritto all’assessore Braccia un progetto di associazione comunale col comune di Calitri, progetto senza costi per il ns. comune, finalizzato alla lotta contro l’evasione fiscale. A Calitri sono stati recuperati a tassazione 250.000,00 € in due anni. Me ne sono testimoni i dipendenti dell’Ufficio Tributi del comune di Calitri, che ho personalmente presentato nella ns. sede comunale all’assessore Braccia, che si dichiarò entusiasta dell’idea. Non se ne è fatto nulla, perciò continuerò a pagare le tasse come voi, forse anche per chi non le paga. Il sig. Braccia ha poi recentemente definito un “grave attacco alla amministrazione” la mia richiesta al Presidente Napolitano per Morra di una biblioteca, di pulizia dei monumenti e di evitare di avere una scocca di F104 come monumento ai Caduti. Mi sono adoperato in molti modi per la tutela dell’ambiente, dalla dissuasione all’utilizzo dei serbatoi tossici per l’irrigazione, al supporto tecnico agli enti pubblici preposti al controllo ambientale, con la sola conseguenza di essere stato vissuto ancora come ostile dall’amministrazione. Con me o contro di me. Sono felice di vedere l’aumento dei serbatoi di acqua ecologici nelle ns. campagne, quelli blu per intenderci. Chi ritiene che io stia affermando falsità porti questa mia alla Procura della Repubblica così avrò la possibilità di difendermi. Visti i riscontri ho smesso di fare per chi non ne può avere evidentemente bisogno. Porterò io invece per il bavero alla Procura della Repubblica chi si permette anche solo di accostare il mio onorato nome alle vili lettere anonime che stanno fiorendo ultimamente nel paese. Reputo lo scrivere lettere anonime, cosa che non mi appartiene per lignaggio ed estrazione, la dimostrazione palese di sofferenza e di paura di altri. Tutte le lettera che ho scritto portano la mia firma e sono depositate presso la locale caserma dei Carabinieri. Sto cercando infine le prove per inchiodare chi ha criminalmente collegato con evidente autorevolezza il mio nome a provvedimenti sanzionatori ed ad altre azioni pubbliche limitative assunte nei confronti di alcuni cittadini, tra cui noti personaggi a rischio, che, poi, mi hanno minacciato fisicamente, come da me reso noto alle Autorità. Non vado più al bar. Forse è la stessa autorevolezza a indicarvi me come autore di lettere anonime, ma il vero problema di costui sono ben altri scritti, mentre io non ho le conoscenze delle persone, dei luoghi e dei fatti per fare cose del genere e non ho né la voglia né il tempo di arrecare danno personale ad alcuno e preferisco starmene, come di fatto sto da tempo, per i fatti miei. In un paese civile non deve accadere che il consigliere Francesco Grippo, fertile penna, mi avverta la sera del giorno 01.12.2010, alle 17, davanti al bar in piazza, che qualcuno, convinto che abbia scritto io non so quale lettera anonima, ha deciso di farmi un “mazziatone”, senza dirmi chi. Sappia quel “qualcuno” che sono un ex ufficiale del Servizio Permanente Effettivo dell’Esercito, e ho gli elementi per difendermi. Per quanto fatto, me ne sono venute solo cattiverie e minacce. Non accettate strumentalizzazioni, specie se autorevoli, e, se ci sono problemi, questi devono essere risolti da “tutti” i Morresi. Un saluto ed un augurio a tutti, Morresi e non. Ing. Paolo de Rogatis