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Design for Complexity
Massimo Menichinelli
Open
Software Hardware
Research Social Innovation
Crowdsourcing Knowledge Economy
Technology
Peer-to-Peer
Design Community
Web 2.0
Platform
Community-based
Service
Co-creation
Enabler
Local
Product
Complexity Sustainability
Business
Methodology
Activity
Self-organization
Social Network Locality Participation
Institutions
openp2pdesign.org_1.1
Massimo Menichinelli
in English:
openp2pdesign.org
in Italiano
en Castellano:
openp2pdesign.org
openp2pdesign.org_1.1
in Italiano
Massimo Menichinelli
Some Rights Reserved, 2008
http://creativecommons.org/licenses/by-nc-sa/3.0/
Una copia di questo libro e delle sue versioni in Inglese e Spagnolo può essere
scaricata qui:
http://www.openp2pdesign.org/
http://www.scribd.com/people/view/98493
http://stores.lulu.com/openp2pdesign
info@openp2pdesign.org
http://www.openp2pdesign.org
IT
openp2pdesign.org_1.1
in Italiano
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IT
Indice
Introduzione 11
01 Design e Dimensione Locale 13
02 Design e Comunità 15
03 Design, Comunità e Free Software / Open Source / Peer-to-Peer 17
04 Design e Complessità per le Comunità 21
05 Design e Complessità verso la Sostenibilità 25
06 Comunità Open P2P 31
06.01 Una prima definizione di Comunità Open P2P 31
06.02 Una definizione lasca, tra tante classificazioni 34
06.03 Un primo elenco di Comunità Open P2P (1.1) 37
06.04 Comunità Open P2P e tipo di partecipazione 40
07 Attività di una Comunità Open P2P e Design dei Servizi 45
07.01 Attività di una comunità e Sistema di Attività 45
07.02 Attività e struttura delle Comunità Open P2P 47
07.03 Comunità Open Peer-to-Peer descritte da Sistemi di Attività 49
07.04 Sistemi di Attività e Design dei Servizi 51
08 Comunità Open P2P Communities e Piattaforma 55
09 Open P2P Design: il designer come facilitatore 61
10 Primi casi di un Design Open P2P 65
10.01 Design di Servizi Co-creati: il progetto Open Health di RED 66
10.02 Open Design, Open Source Software e Open Hardware: Openmoko 73
10.03 Open Design e Open Hardware: VIA OpenBook 81
11 Prime linee guida per un Open P2P Design 89
11.01 Analisi 91
11.02 Concept 91
11.03 Co-progettazione / sperimentazione / realizzazione parallele 92
11.04 Auto-organizzazione 93
12. Sviluppi futuri per Open P2P Design 98
12.01 Direzioni progettuali e di ricerca 98
12.02 Una ricerca per una disciplina sociale della conoscenza 102
Bibliografia 109
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Introduzione
Questo breve libro rappresenta da un lato una versione
riassunta e multilingue della mia tesi, dall'altro una
introduzione al sito openp2pdesign.org (con il punto della
situazione per la sua versione 1.1).
Le mie linee di ricerca che stanno alla base di
openp2pdesign.org, infatti, derivano dalla tesi che ho
sviluppato dal marzo 2005 all'aprile 2006, "Reti Collaborative.
Il design per una auto-organizzazione Open Peer-to-Peer", con
il prof. Ezio Manzini come relatore, al Politecnico di Milano,
Facoltà del Design. Linee di ricerca che partivano dalla
relazione tra design e dimensione locale, e quindi
progettazione per un territorio, passando per progettazione
per una comunità, e infine forme organizzative comunitarie
quali Free Software, Open Source, Peer-to-Peer e Web 2.0 (o,
riassumendo, Open Peer-to-Peer).
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IT
http://www.openp2pdesign.org/
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IT
Design
Territorio
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IT
Design
Comunità
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IT
http://www.sustainable-everyday.net/manzini/
2. Manzini E. (2006)
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Open P2P Design Free Software
Communities Comunità
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IT
Free Software
Complessità Design
Design dei Servizi
04 Design e Complessità per le Open Source
Comunitàhttp://www.openp2pdesign.org/blog/archives/12
3. Pizzocaro S. (2004)
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IT
4. Kuwabara K. (2000)
Commenti:
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IT
http://www.mediadigitali.polimi.it/ddd/ddd_07/numero/w_articoli/72_05_sangiorgi.pdf
5. Sangiorgi D. (2004)
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IT
Complessità Design Modernità
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IT
7. Augé M. (1992)
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IT
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IT
http://www.timboucher.com/journal/2006/11/05/texas-border-watch-website/
Commenti:
http://www.nytimes.com/2005/10/15/opinion/15robb.html?ex=128702880
0&en=c62742c466b5ed1e&ei=5088&partner=rssnyt&emc=rss
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IT
http://www.theonion.com/content/news/chanel_develops_durable_low_cost
http://www.nextbillion.net/blogs/2007/01/23/bop-spoofed-by-the-onion
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Peer-to-Peer Open Source IT
Web 2.0
Comunità Open P2P
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IT
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IT
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IT
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IT
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IT
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IT
http://www.bbc.co.uk/gardening/neighbourhood_gardener/
http://www.designcouncil.info/mt/RED/health/
Open Heatlh
Development Gateway
BBC’s Neighbourhood Gardener
The BBC iCan/Action Network
http://www.kiva.org/ Self-Help Groups
Honey Bee network
Kiva http://www.sristi.org/honeybee.html
Reti collaborative per sostenere altre comunità
Sustainable Everyday Project / EMUDE
The New Earth Fund http://www.newearth.info/
mySociety http://www.mysociety.org/
The Launchpad (Young foundation)
http://www.microfinancegateway.org/content/article/detail/3249
http://launchpad.youngfoundation.org/
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IT
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IT
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IT
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IT
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Teoria dell'Attività IT
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IT
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IT
artefatti di mediazione
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IT
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IT
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IT
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IT
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IT
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IT
artefatti artefatti
oggetto
soggetto oggetto potenzialmente oggetto soggetto
condiviso
regole comunità divisione del lavoro divisione del lavoro comunità regole
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IT
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Teoria dell'Attività IT
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IT
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IT
artefatti
soggetto oggetto
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IT
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Complessità IT
Comunità Open P2P
Linux Enabler/Facilitatore
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Open Hardware Business/Servizio Servizi basati su Comunità IT
Open Source Free Software
Design dei Servizi Telefonia Mobile
10 Primihttp://www.openp2pdesign.org/blog/archives/162
casi di un Design Open P2P Co-creazione
Product Design
http://www.openp2pdesign.org/blog/archives/172
http://www.openp2pdesign.org/blog/archives/173
Per vedere come le possibilità di applicazione di metodologia
Tecnologia
di progetto Open P2P siano reali e soprattutto attuali,
possiamo segnalare alcuni primi casi di progetti di design
basati su strategie di apertura e di coinvolgimento degli utenti
nelle fasi di progetto e di utilizzo del prodotto/servizio offerto.
Si tratta del progetto Open Health sviluppato dal team
progettuale RED (primo in ordine cronologico, ed ancor oggi
uno dei più innovativi), del cellulare Openmoko e del
subnotebook VIA OpenBook. Questi tre casi propongono delle
prime riflessioni e tentativi di iniziative di Co-created Service
Design (Design di Servizi Co-creati con gli utenti), Open Design
ed Open Hardware: casi che presentano quindi una apertura
del progetto attraverso dinamiche paritarie e la costruzione di
comunità.
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IT
http://www.designcouncil.info/RED/
10.01 Design di Servizi Co-creati: il progetto Open
Health di RED
Open Health è uno dei primi esempi di Design che si ispira alle
dinamiche P2P. Una attenta riflessione ha portato Hilary
Cottam e Charles Leadbeater a sviluppare questo progetto
sperimentale di riforma dei servizi pubblici, elaborato
all'interno della divisione RED del Design Council britannico,
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IT http://www.activmob.com
http://www.designcouncil.info/mt/RED/files/REDActivmobs.pdf
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www.designcouncil.info/mt/RED/publications/publicationscontainer/me2_story.pdf
inoltre permette ai mob di auto-organizzarsi contattandosi e
vedendo i progressi personali e collettivi. I membri dei mob
compilano infatti ogni mese tre schede sul sito web per
monitorare i propri progressi, ricevendo in cambio un
punteggio e dei buoni per le attività all'interno del mob o per
la propria famiglia.
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http://www.openmoko.com/
http://www.openmoko.org/
http://www.thinkcycle.org/
di contenuti, ma anche in un contesto di produzione di beni
fisici, di beni rivali.
Si tratta dell'associazione Openmoko, un progetto di telefono
cellulare di tipo smartphone completamente open source,
prima per quanto riguarda il suo software, ed ora anche per
quanto riguarda il suo hardware e progetto di design.
Possiamo dire che sia questo il primo, vero, prodotto di design
di massa, poiché gli esempi precedenti o non hanno
perseguito sino in fondo la filosofia Open Source, oppure
perché hanno avuto risultati limitati o, infine, perché il
contesto non era pronto per iniziative di questo tipo.
Thinkcycle, che è il primo ed il più sviluppato esempio
(almeno fino ad ora), ha rappresentato un esperimento rivolto
a mercati di nicchia; per questo anche più meritevole, perché
rivolto ad aiutare contesti svantaggiati, ma pur sempre
limitato nei risultati e nell'influenzare il mondo della
progettazione perché troppo in anticipo rispetto alla
diffusione della consapevolezza sull'Open Source all'interno
della società. L'iniziativa di Ronen Kadushin, sebbene
meritevole, rappresenta solo un esperimento solitario, senza
grande seguito e sviluppo. La proposta di Martí Guixé prende
l'Open Source solo come una metafora e cerca di adottare
alcune sue caratteristiche "collaterali", nel senso che ricerca
alcuni effetti dell'open source ma nella sostanza non è open
source. http://www.ronen-kadushin.com/Open_Design.asp
http://www.guixe.com/exhibitions/2003_mtks-lisboa/index.html
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http://www.openmoko.com/products-neo-base-00-stdkit.html
http://www.fic.com.tw/
L'iniziativa Openmoko (e la sua prima incarnazione, Neo1973
prodotta dalla FIC) è importante perché l'adottazione della
filosofia Open Source avviene da un prodotto che viene
presentato nel mercato e venduto: si tratta quindi non di un
esperimento ma di una reale iniziativa. Siamo passati quindi
dalla fase di ispirazione e sperimentazione dell'Open Design a
quella della messa in pratica. Certo, la sperimentazione non è
finita e va portata avanti ulteriormente, ma ora stiamo
parlando di un prodotto che il grande pubblico vedrà nei
negozi e che si trova in competizione con il prodotto più
atteso del momento, l'iPhone della Apple. E questo facendo
riferimento alla libertà che questa scelta di apertura può dare
http://www.openmoko.com
all'utente, richiamandosi alla filosofia del Free Software:
"If you can’t open it, you don’t own it. Our first key unlocked the
software, unleashing the community to recraft the code. Now, we
free the case and share the keys to Industrial Design. Developers
who want to re-craft the case are set free". http://wiki.openmoko.org/wiki/Neo1973
Non a caso, è in vendita anche una versione advanced
(avanzata), corredata di tutto ciò che è necessario per poter
aprire e modificare il cellulare, fare il suo hacking per poterlo
personalizzare e apprendere allo stesso tempo.
La distribuzione dei file del progetto di design non rappresenta
quindi che una logica e coerente conseguenza; i file del
progetto (IGES, STEP, ProE), sono stati pubblicati sotto licenza
Creative Commons ShareAlike. http://downloads.openmoko.org/CAD/
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IT http://en.wikipedia.org/wiki/VIA_Technologies
http://www.viaopenbook.com/
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http://blog.p2pfoundation.net/how-open-is-vias-openbook-design/2008/06/07
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Partecipazione Enabler/Facilitatore IT
Auto-organizzazione Comunità Open P2P Piattaforma
Metodologia
11 Prime linee guida per un Open P2P
Progettuale
Design http://www.openp2pdesign.org/blog/archives/108
Complessità
A differenza della progettazione tradizionale, lineare, una
progettazione Open Peer-to-Peer è, a causa del numero Social Network
elevato di agenti e delle loro interazioni, non-lineare, aperta e Analysis
caratterizzata da più processi in svolgimento parallelo.
Un processo progettuale Open Peer-to-Peer fornisce quindi le
basi affinché si sviluppino più progetti paralleli, un Comunità
ecosistema di agenti progettisti con una evoluzione
memetica dei progetti più “adatti” alla comunità, la cui
selezione porterà ai risultati migliori.
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11.01 Analisi
L’intervento progettuale inizia con una necessaria analisi dei
partecipanti, al fine di comprendere le risorse esistenti e
quindi utilizzabili, le limitazioni, i punti critici. Attraverso
l’analisi i designer cominciano a conoscere i partecipanti,
potendo così cominciare a prefigurare quali caratteristiche
l’attività della comunità avrà. L’obiettivo della fase di analisi è
quello di definire degli obiettivi e della strategia su cui
costruire il concept di attività per la comunità. L’analisi, svolta
attraverso indagine etnografica ed analisi delle reti sociali,
riguarderà la piattaforma, le caratteristiche dei singoli
partecipanti ove possibile, e le attività già esistenti.
11.02 Concept
Una volta terminata l’analisi dei partecipanti, delle loro
attività e della loro rete sociale, viene elaborato un primo
concept della attività (e sua piattaforma) della comunità. I
designer elaborano quindi una prima versione (si potrebbe
dire la 0.0.1) del progetto della attività-piattaforma,
formalizzato nel codice sorgente della comunità.
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11.04 Auto-organizzazione
Raggiunta la prima “versione stabile” del codice sorgente
dell’attività, la 1.0.0, la comunità sarà quindi in gran parte
formata: durante la simulazione/svolgimento dell’attività si
saranno formate alcune relazioni sociali, che vanno a
sommarsi a quelle preesistenti. Una versione stabile del codice
sorgente significa che questo può essere “compilato” (ossia,
svolto) e utilizzato da chiunque senza possibilità di errori
critici. In questa fase quindi la comunità è in grado di svolgere
l’attività ed auto-organizzarsi senza l’apporto dei designer: se
il loro ruolo era quello di facilitatori (enabler), ora la comunità
è in grado di agire con successo da sola.
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energia e
visibilità
coalizzazione stabile
auto-organizzazione
singoli partecipanti
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reti di comunità
singole comunità
tempo
versione stabile
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co-design
livello di
partecipazione
analisi elaborazione comunicazione
del concept del concept
nessuna
partecipazione
partecipazione
indiretta
consultazione
controllo
condiviso
pieno
controllo
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co-design
auto-organizzazione
co-design/test
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Design Research IT
Bottom of the Pyramid Innovazione
Metodologia Progettuale Servizi Locali Business/Servizio
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http://www.demos.co.uk/projects/userledservicedesigninlocalauthorities/overview
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Bibliografia
109
http://www.dis.polimi.it/manzini-papers/06.01.06-Creative-communites-
collaborative-networks-distributed-economies.doc
110
Mulgan G., Steinberg T., Salem O., (2005), Wide Open. Open
source methods and their future potential, Demos, London
http://www.demos.co.uk/publications/wideopen
Nakakoji K., Yamamoto Y., Nishinaka Y., Kishida K., Ye Y.,
(2002), Evolution Patterns of Open-Source Software Systems
and Communities, Proceedings of International Workshop on
Principles of Software Evolution, ACM Press, New York,
http://www.kid.rcast.u-tokyo.ac.jp/~kumiyo/mypapers/IWPSE2002.pdf
Pacenti E., (1992/93), Il design dei servizi, Tesi di laurea, rel.
Ezio Manzini ; co-rel. Emmanuele Villani, Politecnico di Milano
111
di), complessità e distretti industriali: dinamiche, modelli, casi
reali, Il Mulino, Bologna
Sangiorgi D., (2004), Design dei servizi come design dei sistemi
di attività : la teoria dell’attività applicata alla progettazione
dei servizi, Tesi di dottorato di ricerca in Disegno Industriale,
XV ciclo
http://opensource.mit.edu/papers/watson.pdf
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