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DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
DA S. PIETRO SINO AI NOSTRI GIORNI

SPECIAL ai ENTE INTORNO


AI PRINCIPALI SANTI, BEATI, MARTIRI, PADRI, AI SOMMI PONTEFICI, CARDINALI
E PIÙ CELEBRI SCRITTORI ECCLESIASTICI, AI VARII GRADI DELLA GERARCHIA
DELLA CHIESA CATTOLICA, ALLE CITTA PATRIARCALI, ARCIVESCOVILI E
VESCOVILI, AGLI SCISMI, ALLE ERESIE, AI CONCILII, ALLE FESTE PIÙ SOLENNI,
AI RITI, ALLE CERIMONIE SACRE, ALLE CAPPELLE TAPALI , CARDINALIZIE E
PRELATIZIE, AGLI ORDINI RELIGIOSI, MILITARI. EQUESTRI ED OSPITALIERI, NON
CHE ALLA COETE E CURIA ROMANA ED ALLA FAMIGLIA PONTIFICIA, EC. EC. EC.

COMHL AZIONE

DEL CAVALIERE GAETANO MORONI ROMANO


SECONDO AIUTANTE DI CAMERA

DI SUA SANTITÀ PIO IX.

VOL. LX1X.

lw^ma/vt, Pop.

IN VENEZIA
DALLA TIPOGRAFIA EMILIANA
MDCCCLIV.
La presente edizione è posta sotto la salvaguardia delle leggi
vigenti, per quanto riguarda la proprietà letteraria, di cui
l'Autore intende godere il diritto, giusta le Convenzioni
relative.
=

DIZIONARIO
DI ERUDIZIONE

STORICO-ECCLESIASTICA
— B M <:

s
S P o SPO
SPOGLI ECCLESIASTICI (degli) stiche, e nemmeno in Du Cange, Glos-
Reverenda Camera, Spolia personarum sariuin mediac et infhnae latini talis. Per-
Ecclesiasticarum de e&rum bonis, Beve- tanto lo credo derivato da Sub e Colleclor,
rendae Canterete Spoliorum. Diritto del- oSollocollettore, perdistinzione di quelli
r
la Camera Apostolica (I -), che eserci- di cui vado a far cenno, e dalle quali due
ta mAlominii della Sovranità (/".) tem- parole latine si formò il nome di Succol-
porale della santa Sede, nell' ammini- lettore, Subcollectoruni.TaW succolletto-
strare i beni e raccogliere i frutti o ren- ri, ne'luoghiloroappartenenti hanno dei
dile de' Benefizi ecclesiastici [V.) vacan- vice succollettori degli spogli ecclesiasti-
ti ; e nello spoglio personale di persone I Papi spedironoffanzi Apostolici ( FJ
ci.

siano ex. regolari secolarizzati che muo- anche col grado di collettori apostolici, in
iano fuori di chiostro, siano ecclesiastici diversi stati e regni, particolarmente nel-
Beneficiati (/".) di qualunque grado che le due Sicilie[f/ .) ed in Portogallo {f.) t
muoiano senza facoltà pontificia di te- per esigere annualmente frutti ecclesia- i

stare ,
poiché senza facoltà non ponno stici soliti pagarsi alla camera pontifìcia,

disporre neppure in favore de'luoghi pii. e muniti di ampie facoltà per gli altri af-
In Roma presidente e collettore gene- fari ecclesiastici. Generalmente parlando

rale degli spogli era il Tesoriere Ponti- tutti i nunzi erano collettori nati degli
ficio {f7 .), suoi ministri nelle provincie spogli, anco con altre nazioni qui non no-
erano e lo sono i collettori o succollettori minate, ed a veano de'succolleltori subal-
apostolici commissari degli spogli, Adle- terni. Tuttavolta ho trovato qualche e-
ctor caducorum Ponlificis maxirni.U\ce- sempio di collettori spediti da'Papi, sen-
si Collettore, Colleclor, Adlector, Exa- za propriamente essere nunzi, o almeno
ctor, colui che raccoglie e riscuote. Il vo- de'censi che pagavano gli «Sto// e regni tri-
cabolo Sneccllettore non lo trovo ne'vo- butari alla s. Sede (E.). Inoltre Papi, i

cabolari latini, neppure di voci ecclesia- per riscuotere il Denaro di s. Pietro {V.),
4 s p o S P O
mandavano il collettore apostolico nel- pnrale ad esso annesso, ragionai di sua
l'Inghilterra (/'.) e negli altri stati elic- origine, derivata sia per le Oblazioni[l '
.)

lo pagavano. Di questi e altri collettori de'fedeli, sia dalle Decime [f.) ecclesia-

feci parola a Colletta piovfstua. Nella stiche, sia da' Reni di Chiesa (I '.), sia

Cancelleria apostolica vi è l'uffizio del da' Rcnefìcii ecclesiastici; pel necessario


Siici ollt/tore dell'annate ede'qnindenni. mantenimento de'ministri della Chiesa, e

Perla disposizione di Pio VII, die poi ri- dondeprovvenerogli stabili possedimen-
porterò, presidente e collettore generale ti del ciero secolare e del clero regolare,
degli spogli ecclesiastici, in luogo del teso- o per donazioni o per acquisti; diche trat-
riere pontificio, è ora il cardinal prefetto tai ancora a Recali \, dicendo dell'ampie

dell' econon.ia della Congregazione di signorie temporali d'ambo i cleri posse-

propaganda fide {?'.): per sua assenza, dute non meno che dalle religiose, anche
impotenza, o vacanza della carica, suppli- con sovranità; quindi della decadenza e
sce un pro-prefeltOjOvvero il cardinal pre- diminnzionedelle rendite,seguita perdis-
fetto generale della medesima. L'azienda sipazioni o per usurpa/ioni. Dissi pure
e segreteria generale della Reverenda ca- delle Sportale [P'.) o porzioni distribuite
mera drgli spogli esiste nel palazzo de! •
tra il clero, quindi della tripla e della
la stessa congregazione, e si compone, ol- quadrupla divisione canonica de' beni e
tre il cardinal presidente, del sostituto, delle rendite ecclesiastiche, secondo l'an-
del computista ,del minutante, di due tica disciplina ;degli Economi [V.) per
scrittori, di tre commessi, dell'esattore, vegliare stili' amministrazione delle ren-
del consu'tore legale, dell'assessore, del dite ecclesiastiche, massime in Sede va-
portiere, oltre gli ecclesiastici succolletto- cante j della proibizione agli ecclesiastici
ri e vice succolleltori nello stato pontifi- di disporre de' beni di chiesa, la quale
cio.Su questo vasto, grave e delicato ar- prendeva l'eredità del vescovo se moriva
gomento, io come sempre non intendo di senza aver fatto Testamento (F.),^ man-
dare un trattato, sol tanto prima ricorderò canza d'eredi; che ne' primi secoli del-

le relati ve erudizion iri por la te a Uro ve, poi laChiesa, come ripetei a Sportala, non
ne riunirò altre,e per ultimo darò un'idea siammettevano chierici se prima nona-
rcon brevi cenni sulla Reverenda Came- veano rinunziato a' loro beni, per una
ra degli spogli ecclesiastici e suoi diritti, maggior perfezione, e che poscia per e-
di cui ora è cessionaria la sagra Congre- vitar la confusione co'beni di chiesa, al-
gazione di propaganda fide. Ne' secoli cuni opinarono che i viventi, di essi non
barbari alla mortede'vescnvi ede'chieri- potessero ri tenere il loro Patri monio[ V.\,
ci l'audace popolo irrompeva avidamen- degli abusi pe' quali i vescovi e altri be-
te a spogliare l'episcopio e le abitazioni, neficiati impiegavano le rendite eccle-
7
benché i Difensori della chiesa (J .)
per siastiche in sostentare copiosamente le
la loroavocazia doveano impedire tanto loro famiglie e arricchirle, e che per por-
eccesso e vegliare sui beni della mensa vi un argine fu loro permesso dare qual-

vescovile. Da tale spoglio derivò il voca- che cosa a'parenti s'erano poveri e con-
bolo Spoglio. Non furono esenti da sif- siderandoli come tali; e de' principali ca-
fatte rapine neppure i palazzi de' Papi, noni de'concilii sull'uso de' beni e delle
come riportai nel voi. L, p. iq8 e 199. renditeecclesiaslicheanchein morte. In-
Ivi pur narrai gli energici provvedimenti oltre narrai a Regalia, come i re di Fran-
presi per impedire le usurpazioni e sac- i cia amministravano e godevano i frutti

rlieggi nella vacanza dellesedi sottoqual- de'vescovati e altri benefìzi ecclesiastici


sivoglia pretesto. A Rendita ecclesiasti- vacanti,e che nella vacanza delle sedi ve-
ca, patrimonio ecclesiastico e tutto il lem- scovili conferivano i beuefizi senza cura
S P o S P O 5
d'anime; parlai del decretato dal concilio alla sua chiesa titolare e al di lui succes-
di Calcedonia, che volle i frutti de' vesco- sore. Quanto a s. Gregorio I trovo nel p.
vati vacanti conservati pel successore; e ab. Galletti, Del Primicero della s. Se-
di quanto altro riguarda il delicato e com- de, p. ?.(), che scrivendo il Papa nel 5g3
plicato argomento delle franchigie. Feci ad Antonio suddiacono e rettore del pa-
pure paiola degli spogli laicali de' vassal- trimonio che possedeva la chiesa roma-
li feudatari, cui i loro signori si godeva- na nella Dalmazia, l'istruì di ciò che do-
no le rendite. Che ad onta delle proibi- vea l'are nel caso che fosse- avvenuta la
zioni della Chiesa e de'principi, i prepo- morte di Natale vescovo di Salona. Fra
tenti signori appropriavano gli spogli
si le altre cose gli dice, che debba colla sua

e beni de'vescovi defunti, eue davano an- presenza far inventariare fedelmente tut-
che ad altri, testando così in parte dissi- to ciò che troverassi spettare a quella
pali. Vi furono un tempo detti Difenso- i chiesa, e che ne dia la custodia a Respet-
ri per tutela e difesa delle rendite e ra- to diacono, ed a Stefauo primicero de'no-
gioni delle chiese, scelti da' principi, dai lari, quali bisogna credere, che per qual-
i

vescovi, dal clero, dagli abbati, dalle ab- che rilevante interesse della Sede aposto-
badesse. Siccome in seguilo di sovente es- lica dimorassero allora in quelle parti.
si se ne
appropriarono beni in sede va- i Aggiunge Galletti, che riguardala la di-
cante, e audacemente anche viventi ve- i sposizione degli antichi canoni, uiun se-
scovi, furono soppressi e con essi la loro colare poteva impacciarsi in questa ma-
avocazia. Papi procurarono che fossero
I teria. Ne'secoli a noi più remoti da uo-
brevi le sedi vacanti, per impedire la di- mini ecclesiastici si raccoglievano i frut-
lapidazione de'beni della chiesa, che do- ti, e si serbavano al legittimo successo-
veanogli arcidiaconi e clero amministra- re, e questa pratica ò stata quella che i

re, custodire edifendere pel uuovopasto- romani Pontefici hanno procurato sem-
re. L'abuso di sillàtti spogli si rese gene- pre di mantenere. Nell'Italia vacando li-
rale in oriente e in occidente. Iu un'epo- na chiesa, Papa stesso mandava un Vi*
il

ca i vescovi usarono il diritto personale siiaiore, perchè la custodisse,finchè prov-


dello spoglio ecclesiastico, e dell'ammini- veduta nou fosse. Perciò Alessandro UT
strazione de'beni e reudite de'chierici de- consultato dall'arcivescovo diCantorbcry
funti e loro soggetti. In processo di tem- circa la vacanza delle chiese, andò sui ve-
po il diritto degli spogli ecclesiastici, com- stigi de'iuaggiori, e gli rispose, ordinan-
prensivamente a quello de'vescovi, passò dogli di stabilire economi, che lutto ser-
De' Papi e alla loro reverenda camera a- bassero pe'futuri successori. Scora in al-

postolica. L'antica disciplina della Chie- cuni luoghi prendono ingeren-


i principi
sa non appropriava alla s. Stds o sua re- za di tali frulli vacanti, non può da loro
verenda camera apostolica le spoglie dei farsi,che per concessione della s. Sede fon-
benefizi, ma serbavansi ai successori per data forse o sul Padronato (/"'.), o su la
utile della chiesa, ed a soccorso de' pove- nomina, che è [iure un altro privilegio
ri, come leggesi nel can. ^o di quelli at- della slessa Sede. Leggo nell'arcivescovo
tribuiti agli apostoli, ne'canoni i\ e 2 5 Marchetti, Del denaro straniero chevie'
di detto coucilio di Calcedonia, ed iu mol- ne a Roma, p. 72, che un capo dell'o-
te lettere e pontificie sanzioni di s. Gre- dici tm entrata ecclesiastica sono per Ro-
gorio I, d'Alessandro III,d' Innocenzo HI, ma gli spogli, che consistono iu raccoglie-
di Bonifacio Vili, rilevandosi inoltre che re alla morte de'benefìciali, che possede-
neppure beni acquistati da un beneficia-
i rono pingui prebende, l'eredità che coi
to essemlo titolare d'una chiesa, potesse loro frutti hanno lasciala dopo di se. E
ad altri lasciarsi, ma dovessero restare sebbene, giusta la disposizione della boi-
i

G STO SPO
la Romani Pontifici* proi'itItnlia,ema- ni della chiesa, alla chiesa toglievansi".

nata Del i J67 da » P'o V, possano be- i E collo stesso autore farò plauso in ciò

neficiali che la domandano, impetrare la al sentimento del padre della storia ec-
facoltà ili fin
-
testamento, e dispone dei clesiastica cardinal Baronio, che all'an-
loro avanzi, che lasciano anco sui frutti no 3()7, n.° 4> dove parla del can. 4<) del
beneficiai*!, non potino però in altri usi concilio 3.° di Cartagine, dice: » Che le

disporne, che di carità odi religione, in cose comperate co' beni ecclesiastici da
quelli cioè ne' quali avrehbono giusta- alcun vescovo o chierico, di povero di-
mente potuto impiegare anche in vita le venuto ricco, si dovessero applicare alla
loro entrate di chiesa, giacché la circo- chiesa". ludi nel n.° G4 con queste gravi
stanza di morire non può cambiare la parole riprende il disordine de' chierici
natura e la destinazione a que'frutti, né trasgressori, prelati e altri beneficiali, e
togliere il dovere in cui era il beneficia- il ri medio giusti lì ca,contro le loro lagnan-
lo d'impiegare i suoi sopravanzi in sol- ze del diritto degli spogli, che i concili
lievo de'poveri, ed altre pie opere. Per- e i Papi come supremi custodi de' sagri
ciò, quelli che non aveano dalla chiesa canoni, furonocostrettiad opporvi.»» Poi-
un'entrata eccedente 3o ducali d'oro,
i ché i vescovi si videro negligenti in re-
non sono soggetti agli spogli, perchè in primere 1' avarizia di questi mercatanti
essi nou vi è di che essere solleciti come piutlostochè chierici; e che anzi eglino
abbiauo impiegato i loro sopravanzi , stessi, i quali doveano essere vindici del-
quando di che sopravanzare non ebbero erano qualche voltaattaccatidal
la legge,

dalle sostanze ecclesiastiche. Che se i be- contagio medesimo; con tutta ragione il
neficiati per tutto il tempo della loro vi- romano Pontefice usò di mandare per le
ta avessero trascurato questo stretto loro provincie degli esattori, che Collettori si
dovere, non permette la santa Sede, che appellano, a ricuperare queste ricchezze,
alla loro morte un peculio destiualo di nefai iamen te accumulate da'beui di chie-
sua natura a pascere il miserabile, e a or- sa. Della quale importuna esazione poi-
nar la casa di Dio, passi ad arricchire i ché molti si lagnano, è in mano loro di
:
i Vz/Y'«//(T'' -JjOesserescialacquato in inu- evitarla con facilità, ed eluderla con pru-
tilità; ma ne preude (o ne prendeva) pos- dente artificio, se le rendite ecclesiastiche
sesso ella stessa, acciò s' impiegasse nel di sopravanzo, invece di accumulare, di-

modo che il beneficiato defunto avea for- stribuiranno a'poveri: Ilabitantes enini
se colpevolmente trascurato di adopera- in terra salsuginis (Job. 3c)), panperes
re. Laonde in questa pratica degli spogli, scilicet, clamorem non audient exaclo-
e nella citata bolla che ne regola l'uso, ris". Osserva il Marchetti, che il ripiego
chiunque abbia lieve tintura di spirito ec- non si può negare è bellissimo, e che a-
clesiastico, non potrà non confessare in- vrebbe tolto ogni querela sugli spogli, se
genuamente col p. Tomassino, De velus l'amor del denaro e de'parenli, anziché
et nova Ecclesiae disciplina circa bene- buono zelo, non avesse indisposti soven-
ficia et benefìciarios, t. 3, 1. 2, cap. 58, te gli uomini contro que'molesli esatto-
n.°i3:»Che vi si ravvisano in copia i ve- ri. Egli è però innegabile, che questa leg-
stigi di ecclesiastica antichità: ebe la fa- ge dovea essere di uno stimolo incompa-
coltà di poter testare dc'beni della chie- rabile a profondere in vita nel seno ilei

sa è precaria, e accordata per singoiar in- poveri quelle ricchezze, delle quali sape-
dulgenza, non perchè si lasci a'parenti, vasi di non poter disporre a libero suo
ma a'iuoghi pii: che il diritto di Spoglio piacimento alla morte. E io que' luoghi
fu introdotto per metter argine a'seonsi- eziandio, diesi riducono in oggi allo sta-
gliati testamenti de'chiericijco'quali i bc to pontificio, ove gli spogli comprendono
S PO SPO 7
anche le rendite d'alcuni benefizi, duran- questi fosse assoluto padrone, e potesse
te il tempo che sono vacanti; tal pratica, lasciarli per testamento a chi gli piacesse;

oltreché non fu ingiuria a'ilirilli d'alcu- ina dell'entrate del benefizio non potesse
no, si volge anche in vantaggio de'bene- disporre per causa di morte. Dal che ne
fizi medesimi, che vengono in quel peri- segui , che i chierici possessori di bene-
coloso tempo ad avere pronto un custo- fizi tenui non eccedenti le spese, testava-
de, un economo, che ne difenda anco i no di tutto il loro; e se col loro risparmio
l'ondi; e la stessa emulazione serve a sol- avessero avanzato qualche cosa del be-
lecitare i collatori ordinari alla nomina, nefizio, lo riputavano acquistato per in-
ondei benefizi restino vacanti per meno dustria, e ne disponevano all'istesso mo-
tempo che sia possibile, lo che allo spi- do : il che ha introdotto una consuetu-
rito della Chiesa, generalmente parlan- dine iu molti regni cristiani, che benefi- i

do, è conformissimo. A p. too il Marchet- possano testare anche del-


ziati inferiori

ti calcola l'annuo introito degli spoglia l'entrate de'loro benefizi, e non testando,
scudi 100,000, quando cioè pubblicò il succedono in quelli gli eredi ab inlesta-
suo libro nel 1800, quindi uè descrive tojCome anche ue'patrimoniali. Ma quel-
l'uso. lo ch'era lascia loda' vescovi, resta va secon-
Ne' citati articoli dissi abbastanza, co- do i canoni antichi alla chiesa. Dopo ciò
me furono acquistati i beui di chiesa, a iu alcuni regui anche i vescovi per con-
chi fosse commessa la loro cura, e come suetudine acquistarono la facoltà di te-
fossero dispensati ; che iu parte di
noti stare, eziandio de' frutti ecclesiastici, in
quello che si fece quando alla morte del maniera che intorno alt3oo si trovano
beneficiatosi ritrovavano alcuni de'frutti 3 diverse consuetudini di diversi paesi:
non ancora dispostile egli per testamento una, dove nessun chierico poteva disporre
ne disponeva, o se ab intestato passavano dell'entrate de'benefizi avanzategli; l'al-
in altre persone. Mentre beni di ciascu- i tra, dov'erano l'entrate nell'istesso conto
na chiesa era no in comune e governali cou che le cose patrimoniali e proprie; la ter-

un solo conto, certa cosa è che quanto si za, dove i chierici inferiori disponevano,
trovava in mano d'un ministro restava ma quello che restava ai vescovi andava
tuttavia incorporato alla sua massa, e go- alla chiesa. Ne'tempi seguenti al 1 3oo, e
J
vernato dal successore nello stesso mo- come narrai in tanti articoli, i l api man-
do; ma eretti i benefizi ecclesiastici, fu- darono i loro nunzi collettori o altri mi-
rono anche insieme fatti canoni, che qua- nistri pontificii uegli stati o regni dove le
lunque parte fosse trovata in mano del chiese solevano ereditare dal beneficiato
beneficiato alla sua morte fossedellachie- morto, quali prima che fosse fatto il suc-
i

sa: e per la chiesa, se essa era collegiata cessore, applicavano il tutto alla camera
ed aveva comune mensa, fu inteso il col- pontificia la qual cosa succedeva facil-
:

legio o capitolo di quella ; ma se il be- mente, perchè vacando il benefizio uou


neficiato era senza colleghi, per nome di vi era chi per suo interesse contraddices-

chiesa s'intendeva il successore, il quale se; e creato il successore si quietava in co-


doveva quel residuo amministrare al sa fatta cou poca difficoltà. S' incomin-
modo slesso ch'era tenuto l'autecessore ciarono a mandar tali collettori e mini-
defunto, a cui erano avanzati i beni. Co- stri pontificii per tutto dove si poteva ,

s'i si costumò di fare sino al 1 3oo. Ma per- e a chiamarsi quello che restava a'morti
chè chierici beneficiati bene spesso ave-
i col nome di Spoglie; e gli ullìziali pouti-
vano allri beni del proprio patrimonio, cii mandati per esse si chiamarono Col-
ovvero anche acquistali colla propria in- lettori apostolici. Nel regno di Sicilia di
dustria e arte, fu insieme detto, che di qua dal Faro ossia Napoli lo spoglio fu
8 S P O S P O
istituito tardi, poiché soggiacendo la re- exarsitUrbanutninleretClemenlemschi'
gioneantieamente all'impero de' greci, le srna, gravissima Ecclesìae et Galline re-
chiese di essa nella più pai te seguivano la gnodispendiaimportavit.Eranl Clcmen-
disciplina greca stabilita nel concilio di ti cardinales (rigiiila sex etc.Exactiones

Calcedouia, proseguendosi nel dominio fiebanttum vacantium Ecclesiarutn, tutti


de'normauni,svevieangioini,finchèsoito decimarum: haeredes clericorum velie-
re Roberto il Saggio, il Papa Clemente menta- in festabanlitr, corninone bona ad
V cominciare l'esazione e Tinca-
vi fece Ponli/icem spedare debere jaclabanlur,
meramento degli spogli a vantaggio della connivente ad haec omniaAuduuii duce,
s. Sede e sua camera apostolica, esatti dai regni reeiore, quem et praedae consor-
pontificii nunzi, ma tali spogli erano as- fcmsujoicaèrtnffcr. E seguita a direbbe se
sai limitati. A(Fermanoalcuni,chegli spo- qualche vescovo veniva alla fine de'suoi

camera apostolica non


glia favore della giorni, volavano subitoi collettori esuceol-
ebbero mai luogo in Germania, doghe- lettor' ilella camera apostolica, per tras-
ria, Polonia, Portogallo, isola di Sicilia portarequanto colui aveva acquistalo di
eMilano: l'asserzione patisce diverse ec- mobili,benchèsi dovevano probabilmen-
cezioni, non per le prescrizioni che furo- te agli eredi, o agli esecutori testamentari,

no generali, ma per la ripugnanza di di- né permettevano che si spendessero in ri-


versi sovrani e de'loro ministri. Nel i 3j8 parazioni, pur troppo necessarie. Ma re
insorsecontro Urbano VI, l'antipapa Cle- Carlo VI venutomela, fece argine all'in-
inente \ Il che die origine al gran Sci- trodottocostuaie,lamentandosidiciòper-
snia [V.) d'occidente, e recandosi in Avi- che i vescovi diFrancia potevano far testa-
gnone vi stabilì una cattedra di pestileu- mento per consuetudine antica; egli ere-
za, riconosciuto e ubbidito da principi e di erano costretti dal regio giudice di speu-
nazioni, gii altri restando nell'ubbidienza derle nelle riparazioni intermesse. Laon-
d'Urbano VI. Il vescovo Sarnelli, Lette- de Carlo VI con editto deli 385 proibì
re eccl. t. ó, lett. l\i Delle spoglie che
: gli spogli, ordinando che gli eredi succe-

si esigono da' succollettori apostolici, ri- dessero, così in essi come ne'beui patrimo-
ferisce che lo spoglio è antichissimo, co- niali. Alessandro V creato nel 4°9i cor» 1

me quello che si faceva prima da'vesco- sua legge rinunziò al diritto degli spogli

vi, ed anche dagli abbati ai loro sudditi qua dal Faro, non
nel regno di Sicilia di
(tuttora religiosi e
\ le religiose in morte so- che Papa Mar-
alle riserve de' benefizi.

no soggetti allo spoglio iu favore del prò- tino V eletto nell4' 7> dopo l'estinzione
Brio monastero, convento e ordine); l'o- dello scisma, nel celebre Sinodo di Co-
a
rigiue di quello che si fa dalla s. Sede si stanza, nella sessioue 43. che tenne a'23
deve attribuire a quell'orribile scisma che marzo i /±i 8, oidi nò che ni uno potesse ira*
avvenne fra Urbano VI e il falso Clemen- porre le decime, fuorché il Papa col con-
te VII. Imperocché questi che risiedeva sigliode'cardiuali e prelati; proibì di con-
ili Avignone, nonavendo patrimonio del- tribuire ul Papa, ovvero alia sua camera
la chiesa romana in Italia, con cui potes- apostolica, le reudite delle chiese vacan-
se mantenere 3Gsuoi anticardinali(lecui
i ti, ed annullò tutte le riserve e le dispense
notizie riportai ad Avignone), cominciò concesse a'ehierici per possedere benefizi,
a risei baisi con Risei ve (P.) i benefizi più che richiedono gli ordini sacri. Papa Ni-

pingui, e le spoglie così de'vescovi, come colò V a' 3o agostoi453 pubblicò una
degli abbati e de' beneficiati. Riporta il bolla contro Cerata ni, ossia
i falsi col- i

cronista di Francia nella vita diCarlo VI ne parla ancora l'Alberti nella


lettori, e

all'anno i38 i , ed il quale col regno parteg- Descrizione d' Italia, dicendo le notizie
giava e riconosce va Clemente Vili Quo4 dell'Umbria. Pio 11 nel 1 463 tentò di ap-
S P S P o g
propriarsiglispogliinFrancia,a)oinvano, que regno e dominio, così di qua come
violandolo se velameli te re Luigi XI. Con di là du'i non ti, quantunque non si ni ornai

bolla deli.* gennaio 1 474) ^Lu Unìver- stali deputali collettori in quelli :dichia-
salis, Sisto IV almeno
liberò i cardinali, l'andò esecutoredi queste sue disposizioni
in parte} dalla legge dello spoglio dovuto ilcardinal Camerlengo di s. Chiesa (l'.) }

alla camera apostolica; ma nel 1479 P er coroecapo della camera apostolica. Il sue-
morte del celebre cardinal Ammelmali cessole Giulio III accordò alcune limi-
vescovo di Pavia, s'impadronì delle 8000 fazioni, ed ampliò il privilegio diSislolVifi
doppie d'oro clic teneva ti n'banclneri, e favore degli spogli de'carclinali colla boi'
ne die parte all'ospedale di s. Spirito. Cle« la Cupientes, de' io marzo i55o, Bull.
incute VII determinò che gli ornameli- cit.[ì. 'iGI; Indultacurialium,ct incola-
ti che usano cardinali nelle cappelle pon-
i rum Urbis dispone/idi decornili bonis in
lilicie, mitra, piviale, pianeta e altri, do- Urbe, ete/usdislrictuexistentibut,eliam
pò la moite si consegnassero alla sa-
loro ex fructibus honorum Eccicsiaslicorum
greslia delle medesime. Questo Papa, pel acquisi tis 3 et ad f.ivorem incapacium.
tremendo sacco di Uouia del 027 essen- 1 Et fiicultas proxintiorum in illis succe-
dasi indebitato, impose le decime t lospo- dendi ab intestato. A p. 269 di detto Bull.
gì io al regno di Sicilia, dando il Regio Exc- si legge di Giulio III il moto-proprio Cimi
auatur lo stesso Orange che aveva espu- sicutnobis,de'26 giugno i55o: Fructus
guata Roma ed era diveuuto viceré di Si- beneficiortim tempore obilus benefteia-
cilia, però colla clausola die l'esecuzio- tortini eliam Cardinalitim inexacti, ad
ne si facesse per quos decel. In molle re- successores in beneficiis, et non ad hae-

gioui fu introdotto l'uso delle Spoglie e rede.s spedante in locis in quibus non de-
continuato sino al secolo XVI, quando putantur a R. Cam. Apost. Spoliormii
per l'estorsioni de'collettori crebbe cosi Colleclores: Et ornameiilaCapelhicCar-
la querimonia di molti, che alcuni ebbe- dinalis defuncti dehentur eideai Carne-
ro ardire di opporsi apertamente e ne- rae, una cum predo Annuii. A p. 270
gare che le spoglie de'chierici morti toc- vie lai .'
declnratio ili tale moto-proprio,
cassero alla camera del Papa. Perlocchè col moto-proprio Dudumex, pubblicalo
1
Paolo III colla bolla Romani Pontifici* ,
a'4 agosto i55o. A 271 si legge fa 2.'
p.
de'23marzoi542, Bull. Rom. t.
4) par: 1, declaratio, col moto-proprio Cum au-
p. 206, fu il i.°clie con legge generale ap- tetti, pubblicato a' 1 8 giugno i55i. Pao-
propi io alla camera apostolica le spoglie, lo IV col moto-proprio Cum sicut acce-
ed frutti delle vacanze de'beuelizi; di-
i pitnus t di cui parlai nel voi. LX, p. 192,
tendo die alcuni curiosi, per usurparsi accordò «'fratelli del cardinal Girolamo
le camera apostolica e de-
ragioni della Veralli 1' esenzione di pagare alla carne-
fraudarla, mettevano in dubbio se be- i ra apostolica 5oo ducali d'oro per V a-
ni de'prelati e di altre persone ecclesia- nello cardinalizio, e gli spogli che leap-
stidie chiamale Spoglie, appartengono partenevano, e consegnare alla sagre*
di
alla camera, per non esservi alcuna co- slia pontificia le suppellettili sagre di sua

stiluzioue apostolica che gliele applichi; cappella, oltre leregalie propriedcllecon-


sebbene dall' aver mandali collettori in fraternite oe'cuochi e palafrenieri. Altre
diversi luoghi appariva chiaramente es- limitazioni sugli spogli non concesse Pio
sere slata mente della s. Sede di risei- IV, come pretesero alcuni, dappoiché II-
varli e appropriarli alla sua camera. Per- no a lui le Spoglie non comprendevano se
taulo dichiarò, ordinò e costituì, che alla non quello che si ritrovava alla morte del
camera pontificia appartengono le Spo- chierico e cavato dalle entrate ecclesiasli-
glic di tutti i chierici morii in quuluu- che;ma egli emanò le seguenti prof videa-
, 3

io S P O S PO
ze, colle bolle Grave Nobis, de'sG mag- S. Pio V autorizzò i beneficiati a implo-
gio 56o, Dutl. cit. t. 4» P a '« i> p. 8
1 1 : rare la facoltà di testare e disporre de'lo-
Spoliapersonarum Ecclesia sticarum,de roavanzi,anchesui frutti de'benefizi, che
eorum bonis, etiam adfavorem locoruni sono spogli devoluti alla s. Sede, per di-
pìorum absque Sedis aposlolicae licen- sporne in cose di carità e di religione; di-
tia disponenlium, spectant ad R. C. A- chiarando di non essere soggetti agli spo-
poslolicam ; Cupienles unicuique fusti- glique'beuelìciati che la loroentrala non
tiam, degli i i ottobre i 'j6o,lococit.p. 4>: eccedeva annui ducati 3o d'oro, e per-
Judices causarum benefìcialium, vel cri- ciò non bisognosi dell'indulto di far te-
minalium privalionem beneficiorum con- stamento. Quanto a'sagri utensili de'car-
cerncntium, eorumque affines, et fami- dinali, che pri ma apparteneva no allo spo-
Hares, beneficia illa impetrare non pos- glio, meglio ordinò che si classerò alla sa-
si/il j Decens esse censente*, i\e'5 novem- grestia della cappella pontificia, con quel-
bre 56o, loco cit. p. 58 De Spoliis eie-
1 : le eccezioni e norme che riportai nel voi.
ricontai ob illicilam negocialionem , et LX,p. 92 1 e seg, Gregorio XIII neh 57
de indultis curialium, et incolaruni al- accordò a' vescovi non molto facoltosi del
vine Urbis super dicti Spoliis ; In su~ regno di Napoli, gli spogli appartenenti
prema mililantis Ecclesiae, cle'5 novem- alla camera apostolica; e di quelli dello
bre 564, lococit. p. 207: De Spoliis eie-
i spagnuolo card inai Spi uosa, morto in Ma-
ricorum,extra residentiam decedentiuni. drid, parte ne assegnò alle domenicane
Adunque con queste bolle Pio 1 V dichia- de'ss. Domenico e Sisto di Roma, e par-
rò, che sotto il nome di Spoglie, per tut- te in Ispagna a diverse opere pie. Quia-
to il mondo, per tutti i domimi di qua e di colla bolla Officii nostri, de'2 1 genna-
di là dii'monli e da'mari, sono della ca- io! 077, Bull. Rom. par 3, dichiarò
t.
4,
rnei a apostolica, e per esse s'intenda an- che gli spogli de'regolari extra clauslra
che lutto quello che il chierico acquiste- vaganduni, spettavano alla camera apo-
rà per mercanzia illecita, o in altra ma- stolica, giusta la costituzione di Paolo III

niera contro i canoni; cosa che compren- e di altri predecessori. Nel 1 586 Sisto V
deva assai, perchè mercanzia illecita chia- stipulò una convenzione, colla quale ca- i

mavano dove la cosa la qua! si compra pitoli del regno di Napoli si obbligarono

tal si vende; e siccome dai canoni sono ogni annodi pagare alla cameraapostoli-
proibiti a 'chierici molte sorta de' giuochi ca una somma pegli spogli in vita, restan-
usatiemolte.?ert'f7ù, per le quali si acqui- do a'beneficiati libera facoltà di disporre
stava assai, cosi ritornava per questo al- in morte, eccettuati benefizi concisto- i

la camera apostolica molto vantaggio, riali, di vescovati e abbazie sulle quali il


che bene al certo sarebbe riuscito ingen- Papa si riserbò di fare lo spoglio in mor-
te se le bolle delie Spoglie a vesserò avuto te. Dichiarò Paolo V colla bolla In emi-
in tera,u ni versa le,cos tante esecuzione. Nel nenti, degli 8 aprile 606, Bull. cit. t. 5,
1

1 567 s. Pio V pubblicò la bolla Romani par. 3,p.ig7: Privilegia curialium, in-

Pontificis providenlìa, de'3o agosto e già colatimi E ibis, et civium romanorum,


ricordata: Spoliorumnomine ad R. Ca- in ipsa Urbe, et intra decem milLaria
rneram Apostolicarn spectiintium, non (iwn lamem extra resideuhamyleceden-
veniunt ornamenta, et paramento, Ec' iium,quo ad disposi tionem et successio-
eie sturimi, ncc suppell clilia domestica. nem suoruni honorum ibidem existen-
Neque bona clericorum qui ,
beneficia, ffum.UrbanoVIII colla bo\\a Aequum est,
ani pensiones non excedentes summatn de' 9 luglio G4^> Bull. cit. I. 6, par. 1,
1 1

ducatorum triginta habucrunt, sed eo- p. 336, meglio stabilì gli utensili sagri
turii Ecclesiis dori debcut. Come cLssi .spettanti alla sagrestia pontificia dopo la
SP o s 1» o ..

morie tic* cardinali, abrogando le facol- cit. 1. 1


1, 324, dichiarò e am-
par. 1, p.
tà che godessero. UNovacs nella Storia pliò quella d'Innocenzo XII sopra l'esen-
di Alessandro /'//del iG55, racconta zione a' vescovi del regno di Napoli degli
che abolì commissari degli spogli, qua*
i i spogli dovuti alla camera apostolica, re-
linella morie de' vescovi aveano la cura stando questa perciò priva ti' una nota-
di prendere a favore della camera beni i bile rendila, per silfatta completa estin-
da loro lasciati, poiché lontani dagli oc- zione. Avendo Benedetto XIII concesso
chi del principe, molti abusi cominelle- al cardinal Accora in boni la facoltà di di-
vano. Indi rimise all'arbitrio di ciascun sporre degli utensili sagri per chiesa o
"vescovo il comporsi intorno allo spoglio, cappella pubblica di luogo pio, in vece il
nel che stabilì varie regole di equità sin- cardinale li lasciò all'oratorio privalo di
golari, ordinaudo insieme, che in tratta* sua famiglia a Spoleli. I ministri della ca-
re siffatte composizioni non s'intromet- mera apostolica pretesero di doverli pren-
tesse il tesoriere, ma il solo datario. In- dere per la sagrestia pontificia, ed il pre-
nocenzo XI colla bolla Inscrutabili, dei
1 lato tesoriere deciie che si dovessero con-
28 gennaio 1694, Bull. cit. t. 9, p. 34 1> segnare a' succol lettori. Benedetto XIV
considerando la povertà delle chiese del approvò la risoluzione, eccettua ndoi can-
regno di Napoli, ad istanza del concilio delieri, bacili, boccali d' argento, a
i i

provinciale di Benevento, abolì lo spo- seconda del decretato dai predecessori^


glio de' vescovi e altri ordinari del me- colla bolla Inter ardua*, dei 22 aprile
desimo, e ordinò che potessero testare so- I rj\c),Bull. Magn. t.i8,p. 26, esorlando
la meo te a benefìcio della cai tedia le e delle i cardinali a ricordarsi delle loro chiese,
parrocchie, non ad altra opera pia; e pur- a tenore dello statuito dal concilio di La-
ché morissero nella propria residenza, e lerano V, e dalla bolla di s. Pio V. Nel
d isponessero dell'entra te raccol le esalte, 1 753 Benedetto XI V concluse il concor-

non de'frutti pendenti ceusi non esatti; dalo colla Spagliaci'.), e con esso eslime
che se non volessero o non potessero di- la controversia sugli spogli e frutti del-
sporre, possano ciò fare successori a lo- i le chiese vescovili vacanti di quella mo-
ro arbitrio e col consiglio del capitolo, narchia, applicandoli a quegli usi pii che
il quale morto il prelato deve fare legale prescrivono i sagri canoni, e prometten-
e fedele inventario di tutto. Apprendo dal do di non concedere più la s. Sede indulti
ricordalo No vaes, Storia di Clemente XI, per testare; perciò il re reintegrò la ca-
che nel 7 1 1 iil Papa scrisse a'capiloli di mera apostolica, pel danno che riceveva,
Saragozza e Tarragona, proibendo loro con corrispondente somma. Nel t. 1, p.
d'acconsentire che regi ministri met- i 227 Bull. Rom. contasi legge l'epistola
tessero le mani sugli spogli de' rispettivi enciclica Cum priinum, de' 1
7 settembre
arcivescovi defunti, uè prendessero l'ani- 1759, da Clemente XIII diretta a tutto
iiiinislrazionedi quelle vacanti chiese, ma l'episcopato, Super observanlia canoni-
riconoscessero soltanto per legittimi am- cariali sanctionum adversus clericos ne-
ministratori di essi quelli che il tesoriere gociatores et saecularibus negotiis seim-
pontifìcio, collettore generale degli spo- miscentes editarumj confermando il di-
gli, avesse con 1' autorità apostolica de- sposto di Pio IV: Qttod clericorum bo-
putati. Nel pontificalodi Clemente XI vi na ex illicila negociatione quaesita ad
furono variecontroversie tra las. Sede e i Canterani Spolioruui perlincanl jussitj
redi Sicilia e d'i Sardegna (/^.),pegli spo- nonché quello d'Urbano VIII, Clemente
gli de'regui di Napoli e Sicilia, della Sa- IX e Benedetto XIV. Pio VII colla boi-
voia edel Piemonte. Benedetto XII] colla la Nuper nobisjde 23 giugno 1807, Bull.
bolla&zcro.$rtrcc//,de'i51uglioi724,£^/. Baal. cont. 1. 1
3, p. 1 67, dispose: lieintc-
2

1 SPO SPO
gratto conslitiuìonis Pii V,cuju<; para- di testare, sembralo, die ridondereb-
ci è
incuta sacra adlubita ab Episcopi* devol- be a maggior decoro di questa s. Sedi: se
vini tur post co rum abituimi d ecclesia* ca< d'ora innanzi le rendite deglispogli alme-
thedrales, guibus praefuerunt. Trovan- no in parte fossero convertile in spese per
dosi l'erario della congregazione di propa- la propagazione della fedecatlolica. Laon-
grnul;i//(/c depauperato perle lunghe e pò- de udito il diletto figlio Cesare Guerrieri
liliche viccndc,oud'era impotente a soste* nostro vigilantissimo tesoriere e collet-
nei e i pesi inerenti alla santissima propa- tore generale degli spogli, sull'esempio
gazìone del cristianesimo, a riparare tali di Gregorio XV, eil a seconda delle let-

angustie pecuniariePio \ Ileol molo pro- tere apostoliche di Paolo 111, Pio IV, s.

prio Calholicae Fida propagatione, dei Pio V, Gregorio XIII di fel. me., e di al-
i () giugno 1 8 7, Bull. Poni, de Prop.fì*
r triromani Pontefici, relative a'dintli de-
de t.2, p. 32 2, e Bull. Pioni, cont. 1. i4, gli spogli,ed avendo cpii per espresso il
p. 32 7, dispose. « I nostri predecessori tenore e date delle medesime, di moto
Ita uno in ogni tempo atteso con tanto im- proprio, uon ad istanza altrui, ma di cer-
pegno e premura alla propagazione del- ta scienza e colla pienezza dell'apostolica
la lede cattolica, che giustamente hanno autorità, tali quali sono al presente go-
sempre riguardato un tale aliare corno duti dalla camera apostolica i diritti degli

priocipalissimo, e proprio della s. Sede. spogli, ora alla suddetta congregazione di


Quindi Gregorio XV di fel. me. colla sua propaganda fide a beneplacito nostro e
celebre costituzione 7/i£cru&z£//i divinile li attribuiamo, in-
dei nostri successori
providentiae, de* 22 luglioi622, istituì corporiamo, npplichiamo,collo slesso pri-
la particolare congregazione de propa- vilegio di mano regia, e con tutti gli al-

ganda fide, e le assegnò alcune rendite tri diritti e favori nell'esazione degli spo-
del ia ca in ei a apostolica, a Uniche pi il pron- gli da camera apostolica finora pos-
essa
tamente si avanzasse l'impresa, e la cri- seduti, talché la medesima congregazio-
stiana religione facesse di giorno in gior- ne si reputi pienamente surrogala e so-
DO nuoveconquiste.Ma perle passate pro- s:i lui ta in luogo della camera apostolica,

si sono diminuiti
cellose vicende tanto i a tutti e singoli gli effetti di ragione se-
pioventi della medesima congregazione, condo il piacere nostro e de'nostri suc-
che non può più,couie per lo innanzi, pa - cessori. Eccettuiamo poi da tale applica-
gar pensioni a' vescovi e vicari apostolici, z.one, ed in perpetuo riserviamo a favo-
somministrare stipendi agli operai evan- re della nostra camera, sì l'ereditàdi qua-
gelici, né ripristinare il collegio Urbano lunque persona muoia ab intestalo senza
per l'istruzione degli alunni, e sostenere legittimi eredi ed altri beni vacanti, si

altri simili pesi, non senza gravissimo dan- qualunque diritto ed azione già devo-
no della propagazione della fede cattoli- luta alla camera apostolica, o che potes-
ca. Appena pertantoavemmo contezza di se in avvenire ricadérle colla eventuale
tali -.venture, sollecito volgemmo il pen- soppressione di qualche vescovato, abba-
siero a' mezzi di ripararle, e di provve- zia, cappellania, od altro qualunque be-
deva importante negozio. Riflettendo
si nefizio. La stessa eccezione facciamo dei
in line che diritti degli Spogli,dd più no-
i beni ahbaziali delle Tre Fontane, la di
stri predecessori applicali alla camera a- cui amministrazione, durante il tempo
postolica, appartengono principalmente o della vacanza, vogliamo che continui ad
a fruiti di beuefizi ecclesiastici vacanti, appartenere al diletto figlio nostro teso-
o a beni di persone siano regolari fuori riere generale prò tempore, e suoi suc-
di chiostro, siano ecclesiastiche fuori di cessori ad arbitrio nostro e di questa s.
residenza, sia che rnuuiatiu acuza. (acuità Sede. Cuuiuudiuujo inoltre che lucougre-
3

SPO SPO 1

catione di propaga nda //V/<? debba di tricn- scientemente o ignorantemente fosse per
nio in triennio esibire al nostro tesoriera intentarsi. Non ostante etc... Castel Gan-
cenei tAtpro tempore il rendicontodi tutti dolfo li i
g giugno S 7. Più» VV. III."
i
1

i frutti, ossia dell'annua rendita de'me- Già nel voi. XVI, p. a53e ?.'" {> parlai dì

desimi spogli, ed in fine di ciascun trien- quanto precede e seguì alla cessione dei
nio pagare alla prefetti camera apostolica diritti della camera apostolica sugli spo-

la somma, che ecceda r>o,ooo scudi, dai gli, alla congregazione di propaganda fi-

compensarsi co'frutti de Luoghi di mon- de, e che non vi è mai eccellenza d'in-
ti non vacabili spettanti alla predetta con- troito al supposto prodotto; non che feci

grega rio ne, sebbene il fruttato degli «[togli cenno del cardinal prefetto dell'economia
del precedente triennio non fosse giunto presidente dell azienda generale della re-
a ditta somma di qo,noo scudi, tua fosse verenda camera degli spogli. Si può dire
ariti stato molto minore. Finahnenle,the che la carica di prefetto dell' economia
la stessa congregazione sia tenuta non so- della congregazione di propaganda fide
lamentea pagare le pensioni, esnstenere gli fu istituita colla fondazione della medesi-
altri pesi, che attualmente spettano alla ma nel 1622, ciò che semina naturale,
cassa degli spogli, ma ancora servirsi nel- trattandosi di dar vita a un grande sta-
l'amministrazione di essi spogli del com- bilimento, si dovea pensare a'tnezzi per
putista e degli altri ministri camerali alla farlo sussistere^ alla persona che ne pren-
medesima ora addetti, cogli stessi emolu- desse una cura specialee immediata; tari-

menti che al presente percepiscono, e ve- lo più che ubertose furono le renditeche
nendo a mancare i primi, sostituir loro si formò la congregazione rapidamente,
gli altri secondo i gradi d'anzianità con come ripetei a Stamperia di propagan-
quel maggior stipendio che godeva il de- da fide, e ove riparlai del prefetto dell'e-
funto, e di ciò prescriviamo l'osservanza conomia per l'ingerenza che ha pure sulla
finché vi rimarràqualcuno di delti officiali medesima. Nella primitiva origine della
camerali. Per la qual cosa incarichiamo congregazione, un solo cardinale là pre-
e commettiamo al R.mo cardinal Scotti siedette, che fu il cardinal Sauli, al quale
prefetto dell'economia di detta congre- tutto era commesso, o si trattasse di ma-
gazione, e a'di lui successori in tal oflicio, terie economiche o delle missioni, inizi
d'invigilare attentamente all'esazione e gli fu aggiunto altro cardinale da cam-

ricuperazione di tali spogli, e fedelmente biarsi ogni 4mesie tu chiamalo mensario.


eseguire tutte lealtrecoseda noi qui sopra Questo slato di cose fu però di breve du-
ordinate. Decretando, che tutte e singole rala, poiché divise le attribuzioni, ed elet-
cose contenute ed espresse nel presente to a prefetto generale il cai (linai Ludovi-
nostro molo-proprio, (ino a tanto che non si, al cardinal Sauli non restò che l'eco-
venga da noioda'nostri successori rivoca- nomia dello stabilimento. In seguito e nel
no per essere valide estahili,e debba-
lo,sia 1 638 altri due cardinali stabili si aggiun-
no osservarsi stabilmente ed inviolabili sero, e tutti uniti insieme dierono prin-
menteda tutti esingoli coloroa'quali spet- cipio a'congressi per risolvere le cose me-
ta, ed in futuro in qualunque modo spet- no rilevanti, riportandosi quanto era di
terà. E cosi non altrimenti da qualunque maggior importanza alle congregazioni
giudice ordinario e delegato, ancorché u- generali. Alessandro \ li variò quest'or*
ditore delle cause del palazzo apostolico dine di cose, ed alla congregazione che
o cardinale di s. r. chiesa, ovunque debba si teneva ogni 4 mesi, altra ne sostituì
giudicarsi e definire, dichiarando irrito di G cardinali e di due prelati della con-
e nullo tuttociò che al contrario su queste gregazione. L'epoca poi della definitiva
cose da chiunque con qualsiasi autorità istituzione del cardiuale prefetto econo-
.
4 s P o S P o
tu'ico, si può attribuire a Tnnnccn/o XI Grotta Ferrata raccontai come Leone
del i (irli, dal quale il cardinale che so- X 11 nel 1 8 2 4a (lido ni l'azienda degli spogli
vrastava all'economia ricevè grandi fa» l'amministrazione de'beni di quell'abba-
colla, tra le quali quella di poter sceglie- zia, e poi restituendola a'monaci, a questi
re alcuni ministri particolari. Allora pur impose a favore dell'azienda l'annuo ca-
la concessione di siffatte facoltà al pre- none di scudi Gooo,per beneficare il Papa
fetto dell'economia, cessò del tutto la ca- e successori con pensioni i benemeriti ec-
rica del cardinal mensario, non che de- clesiastici, e per assegnai e mensili stipendi
gli altri per turno. Fu però ordinato che a'parrochi di Roma, per supplemento di
ogni due mesi si tenessero congressi, a cui congrua. Nel voi. XII, p. 54 e 128, rilevai
doveano intervenire il prelato segretario come Leone \11 conferì la commenda
co' soliti ministri, come tuttora si pra- abbaziale delle 3 cappelle propinqua alla
tica. Dipoi l'autorità del prefetto econo- chiesa di s. Gregorio al capitolo di s. Maria
mico non sembra che ampia e fosse tanto Maggiore, le cui rendite amministrava

indipendente, perchè in forza d' un de- l'azienda degli spogli. Gregorio XVI a'6
creto del 727 si dovea ogni anno tene-
i settembre 832 fece pubblicare dal car-
1

re una congregazione generale sullo sta- dinal Cernetti prosegretario di stato la


to economico: iJ prefetto dell'economia seguente circolare riprodotta nella Rao-
era ih.°a riferire esponendo lo slato at- colta delle leggi t. 5, p. 5o4, colla quale
tuale economico, l'entrata e l'esito, i fon- si dichiara cessata la giurisdizioneconten-
di , i bisogni , e la piena congregazione ziosa de'succollettori o commissari degli
de'cardiuali prendeva l'opportuno par- spogliasi stabiliscono le massime in pro-
tito, quindi restava al prefetto dell'eco- posito. «Sul dubbio, insorto se la giuris-
nomia il potere esecutivo. Nell'articolo dizione contenziosa che esercilavasi in
Congregazione di propaganda fide ri- passato da' snccollettori degli spogli sia
portai la serie dei cardinali prefetti ge- colpita da'nnovi Regolamenti Giudiziari,
nerali e de'segretari dellamedesima, que- la Santità diXostro Signore ha dichiarato
sta compiendo a Segretario della con- e disposto quanto segue. i.°La giurisdi-
gregaziose di propaganda fide; registrai zione contenziosa de'succollettori e com-
ancora alcuni cardinali prefetti dell'eco- missari degli spogli è cessata. 2.°Non vi
nomia e quelli che riunirono la presidenza è bisogno del ministero de'giudici o tri-
degli spogli, cioè cardinali Scotti, Er- i bunali affinchè la camera degli spogli, e
colani, Riario-Sforza, e Mattei. A questo per essa la sagra congregazione de pro-
successero: nel 1 84^ il cardinal France- paganda fide cessionaria de'raedesimi a
sco Saverio Massimo, nel 1 843 il cardinal forma del molo-proprio della sa. me. di
Luigi Amat eli s. Filippo e Sorso, nel 1S47 Pio VII in data 9 giugno 817, acquisti
1 1

il cardinal Lorenzo Simonetti, nel 1 852 il possesso de'beni che appartengono ai

il cardinal Pietro Marini. Nel Concor- vescovati e benefizi vacanti, ed a'regolari


dalo tra Pio rile Ferdinando Ire delle che muoiono extra claustra. Questo pos-
dite Sicilie (^.), fu soppressa in Napoli sesso si trasferisce nella camera degli spo-
la regia amministrazione degli spogli e gli, e per essa nella congregazione depro-
delle rendite delle mense vescovili, ab- paganda fide , minislcrio juris , appena
baziali e altri benefizi vacanti; con so- avvenuta la vacanza de' vescovati o be-
stituzione di amministrazioni diocesane nefizi, o la morte dei regolari fuori del
per l'erogazione de'frulti de'benefizi va- chiostro. 3. "Potranno quindi i succollet-
canti. Qui noterò,che se negli altri concor- tori o commissari in nome della camera
dati furono presedisposizioni sugli spogli, degli spogli, e per essa della congrega-
non mancai di riportarle. Neil articolo zione de propaganda fide, prendere di
e

S P o S P O i ^
propria autorità il materiale possesso dei quindi un tempo egli solo li dava che : se

medesimi beni, tanto stabili cbe mobili poi concesse la facoltà d'investire anche
o semoventijSenza ministero di giudici o agli ordinari, nulla perciò viene tolto del

tribunali, e senza premettere alcuna ci- di lui supremo potere, cbe esercita pure
tazione o intimazione. 4-° Tutte le cause il diritto di Riserve apostoliche, con di-

o controversie cbe risguardano in qualun- vieto agli elettori, collatori o padroni dei
que modo l'interesse della camera degli benefìzi di procedere alla loro elezione o
spogli, saranno tratta te e decise co me cau- collazione. Tra'trattatisti di questo grave
se fiscali, in conformità del regolamento argomento ricorderò: Guglielmo Rcdoa-
particolare per le cause del lisco e della no nunzio di Gregorio Xlll a Napoli e
camera apostolica promulgato il joltobre vescovo di Nebbio, Tractalus diversorum
i83i,e colle norme prescritte nel titolo de, Spoliis ecclesiastici* , Uomae i 7(i8 ,

xi del Regolamento di procedura, e nel- i6ig,i65o: egli è pure autore detrat-


l'ordine circolare de' 3o maggio scorso tati De Simonia: De. alienaliunibus re-
:

n.° 8Go4- " Per le disposizioni ordinate


i rum ecclesiasticarurn. Francesco Mazzei,
daGregorio XVI epubbiicated.il regnan- De legilimo actionis Spolii usti conimeli-
te Pio 1 X nel i84? co breve Qnum Ulud,
' tarius, Iiomaei 773. Quest'opera fu lo-

fu provveduto meglio agli utensili sagri data dalle Effemeridi letterarie di Roma
de'cardinali ede'vescovi nella loro morte, di tale anno 11. ° 1 6. Lodovico Tomassino,
sia per lo spoglie di essi appartenente al- Vetus et nova ecclesiae disciplina circa

la sagrestia pontifìcia, sia a quella delle beneficia et beneficiario*, Venetiis 1 730.


loro cattedrali, tutto avendo riportato e L. Ferrari, Btbliotheca:Spolium. Quanto
con dichiarazioni in fine dell'articolo Sì- poi allo spoglio de'giudizi civili, eh' è di
giusta del Papa. Difendono i canonisti il d uè specie, giudiziale e stragi udizi ale, ossia
gius delle Spoglie con questo fondamen- l'esecuzione di qualche mandato, con ag-
to, cbe il Papa sia padrone di tutte l'entra- giudicazione di roba odi beni, si può ve-
te ecclesiasticbe; e quelli cbe parlano più dere Villetti, Pratica della Curia roma-
moderatamente, dicono amministratore: na, 1.
1
, cap. 3; non che il citato Ferrari,
per la qual dottrina si è anche introdotto Spoliator, Spolialus. Ora passerò a'cen-
in Roma, cbe se alcuno ha mai posseduto ni sulla Reverenda Camera degli spogli,
indebitamente qualche benefizio, ovvero sui diritti della medesima, di cui è ces-
in altro modo danno alla chiesa,
recato sionaria la congregazione di propagan-
ricorre e si accorda colla camera apostoli- da fide.
ca, e fatto l'accordo e pagato ed osserva- La rev. camera degli spogli in rappre-
to quanto convenuto ogli fu imposto,
si è sentanza della s. Sede, in origine eserci-

ognuno dice che del rimanente sia asso- tava i suoi diritti in Roma e nello stato
luto padrone e lo possa lecitamente te- pontificio, ed ancora in quelli di altre na-
nere come suo, perchè il Papa è o pa- zioni, come nel regno di Portogallo, in
drone o amministratore uni versale; e que- quello di Napoli ed in altri stati. In Ro-
sto chiamano comporsi colla camera a- ma e nello stato pontificio il prelato te-

postolica: il che viene anche esteso molto soriere collettore generale degli spogli a-
ampiamente, sicché quelli cheo sanno in vea in ciascuna diocesi il suo commissa-
coscienza o dubitano almeno di aver co- rioo succollettore, scelto dal grembo dei
sa che loro non appartenga, o non sanno capitolari dellechiese cattedrali. Negli al-
a chi restituirla, fanno la composizione, tri stati i nunzi erano rivestiti della stes-

della quale vado a parlare. Certo è, che sa qualifica di collettori generali, ma do-
il Papa baia plenaria podestà di conferire po molto tempo e inconseguenza de'ro/z-
i beuefizi ecclesiastici in tutto il mondo; cordatio altre speciali concessioni de'Pa-
16 SPO S P O
jii, cc^'i li i. Sede da M'esercitare in essi la chiesi , il vescoTo, i chierici, i poveri
tali diritti, i quali rimasero limitati (co- ec, quando già era decaduta la discipli-

me lo sono al presente) unicamente also- na della vita comune; finalmente dal par-
lo slato papale, e i redditi che ne deriva- teggio delle oblazioni e delle rendite si

vano erano devoluti a profitto della ca- passò a quello de'fondi e beni immobi-
mera apostolica e suo erario. Pio VII per li, ed a questa divisione si die il titolo di
contribuire al fine sublime della propa- Benefìcio ecclesiastico, che per lo più si

ga/ione della fede, volle santificare i me- conferì a' chierici ch'eransi distinti nel
desimi redditi, applicandoli col riportato servire la chiesa; finalmente furono isti-

molo-proprio a vantaggio della congre- tuite le Pensioni ecclesiastiche (/'.), che


gazione di propaganda, nominando il suo sono porzioni de'frutti che si ricavano dui
cardinal prefetto pio tempore dell'eco- beni di chiesa o da un benefizio ecclesia-
nomia a presidente della Reverenda ca- stico. Adunque c f >' benefìzi furono accor-
mera degli spogli, il quale perciò è rive- date le rendite de beni di chiesa in uni-
stito della qualifica di collettore genera- frutto, o come altri vogliono in uso a 'chie-
le, che prima area il prelato tesoriere ,
rici, ma fu proibito a' medesimi di tra-
e come in passato ha in ogni diocesi i suoi smettere a'Ioro eredi quanto a vesserò po-
buccoI lettori, che sceglie fra i capitolari tuto acquistare colle stesse rendite, divie-
delle cattedrali, in conseguenza di propo- to ch'era ancora in vigore nel secolo V.
sta e informazione de'rispettivi ordinari. Ne'secoli barbari incominciò l'enorme a-
A compenso delle prestazioni de'succol- buso, che alla morte de'cbierici benefi-
lettori , si rilascia loro per emolumento ciati, e molto più de'vescovi, l'ardita e
il 6 per 100 su Ile som me incassale, le qua- cupida plebe correva furiosa a spogliar-
li ogni anno sono tenuti spedire in Ho- ne le abitazioni e gli episcopii, donde de-
ma col rendiconto giustificativo di loro rivò la parola Spoglio. A frenare tanta
gestione; somme che secondo il disposto abusiva audacia, i vescovi oltre le censu-
di Pio V II sono esattamente riservateal- re ecclesiastiche,invocarono l'autorità dei
la congregazione di propaganda fide per principi. Vi fu un tempo che i vescovi e
la dillusione del cristianesimo nelle parti gli abbati pe' primi poterono usare del
Due sono diritti che da re-
degl'infedeli. i diritto di spoglio alla morte de' chierici
motissimo tempo ha la s. Sede, e in sua loro soggetti: quando poi cessò l'avocazia
rappresentanza la rev. camera degli spo- de' difensori delle chiese, per l'avidità di
gli. L' uno cioè dello spoglio personale molti, lo spoglio, almeno de'vescovi e pre-
alla morte degli ecclesiastici di qualun- lati inferiori, passò a'Papi, ossia vennede-
que grado e dignità, e de'cbierici investi- voluto alla s. Sede, cui in appresso ac-
ti de'benefizi ecclesiastici, come pure de- cedettero altresì gli spogli degli altri chie-
gli f\r religiosi secolarizzati. L'altro dirit- rici, della cui origine e progresso già trat-
to totalmente separato e distinto dal i.° tai in principio, e negli articoli indicali.
ossia di amministrare] beni e ricuperare Mancando però una legge certa che at-
le rendite de'benefizi vacanti. Quanto al tribuisse generalmente alla chiesa roma-
diritto dello spoglio personale, dissi già na e alla s. Sede o sua camera apostoli-
chene'pi imi tempi della Chiesa i chierici ca gli spogli ecclesiastici, ed insorgendone
viveano in comune, ricevendo solo gli a- quindi l'enunciatecontestazioni,nel [54-3
limenti da quella chiesa ov'erano incar- vi provvide Paolo III colla suddetta costi-

dinali senza alcun particolare assegno. la tuzione, solennementedichiarando:" Rei


seguito vennero istituite prima le sporgi- etbona hnjtismodi Spolia (ut praeferlur
le o porzioni distribuite tra il clero, indi noncupata) quae post obitmn Praelato-
la divisione delle rendite delle chiese tra rum et personal urn piaedictaium,etiain
S PO S P O i
7
Cardinalati^ lionore fnlgcnlinm, rema- slnto papale per tutti i rispettivi cleri ot-

nebunt ad Cameram Apostolicam, et tennero da'Papi chirografi co' quali ac-


non ad alios in quibuscumque cathedrali- cordarono anche ad essi l'esenzione dallo
bus, ac aliisecclesiiBjCaeterisquebenenciit spoglio personale, mediante però il paga-
spedasse, et spedare, illaque tamquam mento d'una mite annua tassa a titolo di
ad ipsam Camerali] spectantia perpetuo composizione; ed in appresso tutti o qua-
colligi, el recupera ri potuisse et posse at- si lutti gli stessi capitoli inclusivamente
que debere". Quindi L'immediato suc- a'Ioro cleri, altre concessioni conseguiro-
cessore Giulio 111 emanò quelle disposi- no per i frutti inconsunti ed incommisti,
-/ioni già riportate, e di cui riparlerò, per le quali composizioni sono tuttavia in
dire altre parole sulla vacanza de'bene- pieno vigore. Risulta pertanto dal sin qui
laonde parecchi si obbligarono al pa-
li/.i; esposto, che la s. Sede o sua camera a-
gamento d'un tanto all'anno in favore postolica non esercitò il suo diritto di spo-
della camera apostolica, per godere del- glio personale, se non che e come conti-
l'esenzione dello spoglio personale. Quin- nua ad esercitarlo anco al presenterei
di come prima si davano a molti eccle- seguenti casi, cioè: ."A Ila morte de' l'esco-
i

siastici, mediante indulti, particolari fa- vi prelati , quali morivauo o muoiono


i

coltà a testare;manèsilFattecomposizioni, senza essersi composti colla camera degli


né lali indulti, già m mai si estesero oltre gli spogli per una tale esenzione. Peròsilfat-
oggetti e v<jbe,qnae propriae ìpsorum he- to spoglio si restringe a tuttociò che il ve-

neficialorum, etabeis acquisita bona fu- scovo ha lasciato proveniente da'beni ec-

dicanlur, ossia non si estesero mai a'fru t ti clesiastici,né si estende a'di lui beni pa-
inconsunti ed incommisti, e molto meno trimoniali o derivatigli per altro qualun-
agli arretrali di quelli che lasciassero alla que titolo non ecclesiastico. 2. "Alla mor-
loro morte inesatti e provenienti da'beni te degli ex religiosi perpetuamele seco-
de' benefizi; quali frutti inconsunti, in- larizzati, che non avessero riportato la

commisti ed arretrati inesatti, non erano facoltà a testare, o riportatala non se ne


devoluti alla camera apostolica per titolo fossero giovati, onon avessero legittima-
di spoglio personale,ma sibbene/urepro- mente fatto uso della medesima;come pu-
prio,\n conseguenza della vacanza de' be- re degli apostati, ossia di quelli che asci-
nefìzi, i Sede li avea dati,
cui beni la s. tono dal chiostro senza autorizzazione, e
come li conferisce tuttora, ad ecclesiasti- di quelli che muniti di temporaneo in-
ci in usoo usufrutto durante la loro vita, dulto continuarono fino alla loro morte
come meglio dirò poi. Quindi Pio IV col- a rimanere nel secolo dopo cessata la cau-
la citala bolla Gravenobis del 5Go proi- i sa per cui erasi concesso loro il detto in-
bì agli ecclesiastici di qualunque grado e dulto. Lospogliodiquestisieslendea tut-
dignità, di disporre nelle ultime volontà to quanto si riconosce e9seredi loro pro-
delle cose proprie in qualsivoglia modo, prietà, rivestendo la camera apostolica la
anche a causa pia, senza il Beneplacito qualifica di vera erede. 3.° Alla morte di
(V.) apostolico, dichiarando che tali di- que'/'<7/gjo.s7,che a vesserò conseguito una
sposizionierano nulle, e le cose disposte prelatura dell'ordine , come sarebbe il

ricadevano, siccome spoglio, alla camera commissario del s. offìzio, per non dire
apostolica a cui erano esclusi vamente de- di altri, e di questi pure la camera apo-
volute. In vigore di chirografi e brevi pon- stolica ha la qualifica di vera erede. 11 di-
tificii riportarono l'esenzione dallo spo- ritto a carico degli individui notati ne'nu-
glio pei sonalei cardinali, ed i cleri e pre- meri i.° e 3." deriva alla camera aposto-
bendati di Roma, onde tuttora il clero lica in virtù della già ricordata bolla di
i ornano n'èesente;e quindi capitoli dello i Gregorio XIII deli 577, ed a' nostri gior-
\0L. lxix. . 1 2

•> »
i8 S P O S P O
ni confermala da Pio Vili nel 829. 4-° i cezione de' medesimi expircit colla loro
Ila luogo finalmente lo spoglio su tulle morie, senza poterlo trasmettere a chic-
le somme e capitali che avessero pollilo chessia. In falli neppure gli eredi de'car-
f;n e chierici, dipendentemente da illeci-
i dicali, anche dopo avere riportalo l'iu-
te negoziazioni, fondandosi tal pena sulla dulto o breve apostolico d'esenzione dal-
epistola enciclica nel 1
7 Tf) emanata da lo spoglio personale, di cui già parlai qui
Clemente XIII, e confei matoria di quel- e altrove, potevano far propri frutti in* i

le de'predecessori, come notai più sopra, consunti e incommisti lasciati da'loro au-
Quaulo alla vacanza de benefìzi ecclesia- tori, divenendo proprietà degli spogli tali

stici, per rinunzia o per morte, oltre il fruiti. In prova di che arroge ora il ri-

detto a Beneficio ecclesiastico e articoli cordare l'avvenuto agli eredi del cardi «

relativi, fu d'uopo dichiarare,ch'era trop- Dal Girolamo Colonna, morto nehfìGG


pò indispensabile che le rendite de bene- nel pontificato d'Alessandro VII, i quali
fizi ecclesiastici nel tempo in cui rimane- eredi nella questione colla camera aposto-
vano vacanti,sia per la morte, sia per ras- lica furono difesi dal sommo ginrecun-
segna o rinunzia de'pt ebendati o benefì- sulto De Luca poi cardinale. I detti ere-

ciati, non venissero erogate in usi profà- di non ostante tal valoroso difensore, noti
ni da'loro eredi o amministratori, ocome poterono pergiuslizia ottenere i frutti in-

aulicamente di lapidate/] nitidi furono sol* consunti e incoiti in isti, e ad onta dell'ani-
leciti diversi Papi a stabilire leggi oppor- piissimo indulto il' esenzione dallo spo-
tuneper laloroconservazione,ecollequa- glio, che in quell'epoca già godevano i

li prescrissero, che l'amministrazione dei cardinali. Solo per mera grazia li conse-
beni e la percezione delle rendite di qual- gu ir odo dal nuoto Papa Clemente IX. Si
siasi prebenda o benefìzio in istato di va- può vedere lo slesso De Luca, De Buie-
canza comprese pure le cappellanie di
, fìciis, disc. 80. Fu allora che Clemente
difillo padronato, di natura ecclesiasti- IX volle distinguere l'intero sagro colle-

ca, spellasseesclusivamente alla s. Sede o gio de' cardinali, ampliando loro il prece-
sua camera apostolica, fino al giorno del dente indulto, estendendo cioè la facoltà

formale possesso da assumersi da'nuovi di leslare eliamadfruclusinconsumptost

vescovi, prebendati e beneficiali, vietau- vel rum aliis ipsorum bonis non commi'
do a Qualsivoglia persona, latito ecclesia- xtoa, cornea legge nel suo moto-proprio
slica che secolare, sia ancora costituita in Cam a prima, de'28 febbraio 668, Bull.
1

qualunque dignità, di appropriarsele per Rom. t. 6, par. 6, p. 237. Fuegualmente


qualsiasi liloloo ragione;e per non ram- allora chequasi lutti i capitoli e cleri del-
inenlarele diverse bolle su ciò emanate implorarono e ottenne-
lo stalo pontifìcio

da'l'api, valga per tutte la già ricordata ro nuova composizione per tali frutti in-
Cupienles unicuique,à'\ Pio 1 V del 1 5(5o. consunti e incommisli, al modo accenna*
Inconseguenza dunque delia vacanza del- tosuperiormente. Pertanto oggidì non
le prebende ede'benefizi ecclesiastici, la ha più luogo a favore della camera apo-
camera apostolica ebbe costantemente il stolica la riscossione de'suddetli frutti, ma
diritto, /ure proprio, alla percezione dei sibbene unicamente di quelli che nella
frutti inconsunti ed incommisli edegli ar- morte di qualsivoglia prebendato si rico-
rettati inesatti, non avendo alcun altro noscotio per qualunque titolo arretrati
titolo di sorta ad appropriarseli, mentre inesatti, i quali sono devoluti anco al pie-
i beuelìciati sono slati sempre e sono tut- senlealla camera degli spogli in forza dei
tavia considerati come semplici usufrut- moto-propri del 55oei 55 1 di Giulio III
i

tuari in vita, ed usuati in mot le de'frulti e già riferiti; mentre per questi arretra*
beneficiali: cosicché ogni diritto alla per- ti inesalti, ad eccezione di due o tre capi-
SPO SPO ig
Coli e cleri dello stato pontificio, ninn al- cimisi pertanto si videro in poco tempo
tro ha composizione d'esenzione,neppure nella contrada mediterranea, né depose-
i cardinali, i quali benché sieno rivestiti ro però il loro carattere guerriero, die
di facoltà amplissinie,conlenute nel breve fu sovente (at.de a'pacifioi sabini. Que-
npostolico che viene loro rilasciato appe- sti popoli confinanti, ed emuli degli nin-
na elevati alla porpora, nonpertanto vie- bri, ebbero anch'essi or più ampia, or
ne in esso esclusa la facoltà di disporre di più ristretta sede. La storia di Spoleti è
delti arretrati, e siccome tante volte ho collegata con quella dell' Umbria[U.)co-
parlato di questo breve, riporterò la ri- me sua metropoli, ed occupò un posto
serva in discorso. Servata lumen in orniti' importantissimo sotto i romani e sotto
busquucfel.rec. Innocentii P. XII prue- i longobardi, non che sotto i Papi dopo
dccessorisnoslris sub datimi arino Incar- che pervenne a Carparle del dominio loro
nalionis Domimene i6c)3 idibusoctobris, temporale. Ora è capoluogo della dele-
pontificatili suis armo 3.° (è la bolla Ut gazione apostolica di Spoleti e residenza
judiciuin nostrum, nel t. 9, p. 3^4 del del prelato delegatoapostolico, de' \ con
Bull.Rom.) ac inrecondilaeConstitutioni
y
sultori della medesima, del tribunale di
non advcrsanlurre. meni. Urbani Papae, \ "istanza e suo presidente, e delle altre
UHI (dev'essere la bolla Curri S. R. E. autorità civili e militari; meritamente an-
Cardinales, degli 1 1 aprile 1 63 1 , Bull, noverandosi tra le principali città della
lìoni. t.G, par. : ,p.?.6'j: Declar alio acid- f s. Sede. Per disposizione del Papa regnali-
taluni trans ferendif et reservandipensio- te fu ripristinata la legazione apostolica
nes Beneficioruni per S. R. E. Cardino- dell' Umbria, nel quale articolo ricorde-
liurn oblentorum) praedecessoris pariter rò diversi de'suoi antichi cardinali lega-
nostri, et aliorum, si auos lavi per nos, ti, mólti de'quali ordinariamente dima-
quumRornanosPontificcs successores no- rarono in Spoleti, e la compose di questa
stros edi con tinger it, constilutiones super delegazione, di quella d\ Perugia, laquale
fruclibusinexactis,necnon allerius con- al due del ch.avv. Castellauo si (clini

slitutionis ejusdeni Urbani praedecesso- dell'Umbria settentrionale e dell'esili:-


ris circa utensilia Sacristiae ponlificiae ma parte orientale dell'Etruria, e delia
per obilumS. R. E. Cardinaliurn debita delegazione di Rieti. Però Spoleti non
emanatae. Questa bolla d'Urbano Vili riconobbe mai Perugia nell'Umbria, ma
è la ricordata di sopra; bisogna però te- Elruria quantunque Perugia nel
nell' ,

ner presente il pure rammentato e ana- 809 voleva farsi umbra per avere il pie-
1

logo breve di Pio IX. fetto,ed essere eapoluogodella prefettura


SPOLETI o SPOLETO (Spoletan). odipartimentodelTrasimeno,dappoiché
Cillà con residenza arcivescovile, celebre il Te vere fu riguardato sempre il confine

e antichissima, già metropoli e regina del- dell'Etruria e dell'Umbria, dopo che gli
l'Umbria, stata pri nei pai sede del potente etruschi cacciarono di qua dal Tevere gli
e vasto ducato del suo nome, de' duchi umbri, quantunque anticamente (ussero
e de'gaslaldi. Due potenti e antichissime tulioun popolo. Darò prima un breve
nazioni italiche ebbero stanza con varia- cenno storico della provincia, delle città
te vicende in questa contrada. Gli om- ede'luoghicoiupresi in questa delegazio-
bricio umbri'estendevano ne're moti lem- nepontificiadi Spoleti, ora governati dal
pi la loro dominazione dall'uno all'altro rispettabile e savio delegato mg. Toncre-
mare, ed (iume Orubrone ne conserva
il dilJel là diFerentiuo.La provincia di Spo«
il nome in quella parte, donde gli etru- leti formasi della massima parte dell'ali-

sebi li discacciarono, mentre dall'oppo- tica e tamigerata regione dell' Umbria,


sto lato penetravano i galli senoui. Uac- e di piccola porzione del nord della non
20 S P O S P
meno celebre Sabina(F.) che un tempo } suoi principali torrenti Maroggia e Te*-
appartenne al suo ducato e delegazione, sino; danni che insopportabili divennero
In gran parte montuosa, viene separata dopo lo sconsiglialo dissodamento opera-
all'ovest dal Tevere dal territorio delle toda'popoli ne'lerreni montuosi, a modo
delegazioni d' Orvieto e di Viterbo; al che né gli alvei esistenti furono più cnpa-
nord la circoscrivono le delegazioni di ci di convogliare le acque, né gli argini
Perugia e di Camerino j al sud la dele- di trattenerle; e fu spettacolo deplorato-
gazione di Rieti (f~.) }
c\iti come parte della le il veder questi squarciati per ogni do-
Sabina le appartenne, e per un tempo ai ve, e le acque con sassi e brecce andar va-
nostri giorni fu riunita alla delegazione ganti per tutta la valle, inondando e de-
di Spoleli; ed all'est da quella d'Ascoli vastando le più ubertose campagne, sen-
e dal regno di Napoli. La catena dell'A- za speranza di riordinamento e di rime-
pennino centrale d' Abruzzo cuopre la dio. A'Iamenti e alle supplicbedegl'infe-
parle orientale di questa contrada, dove liei abitanti accorsero Papi, i massime dal-
presenta il monte Fiscello o della Sibilla la mela del secolo passato, e diversi in-
eil monte Vittore, che si riconoscono Ira gegneri, e per ultimo il Ferrari, il Vici
le più alle vetle dello stalo pontifìcio. La e il Gozzi ne riconobbero i mali, sugge-
piccola poizionesituatasulclivoorientale rirono parziali rimedi e formarono pro-
degli Apenninimandalesueacquealma- getti, su'quali non si accordarono mai le
reAdriatico.e visiosservailfìumeTronto. convicine popolazioni di Spoleli, Terni,
Il restoapparlieneal bacino del mar Tir- Monte Falco e Foligno, principalmente
reno: il Tevere che passa sul limite occi- sul timore di veder deluse le loro speran-
dentale, vi s'ingrossa colla Nera, fiume ze dopo aver fatto i più grandi sagrifizi;
che bagna la delegazione dal nord-est al pel riflesso di non essere raro il caso che
sud-ovesf, e riceve il Corno e il Velino; la natura non si adatti alle idee e sistemi
il Clitunnoe la Ma roggia, confluendo nel de'periti, e ne risultino elfetli contrari a

Tinia, fiume che bagna Bevagna, quindi quelli che si ripromettevano. Di Pietro
nel Topino e poi nel Tevere vicino alla Ferrari spoletino abbiamo: Del regolare
Bastia. A Delegazioni apostoliche dello le acque nella falle Spolelina, ed i (or-
stato pontificio riportai altre nozioni sul remi ingenerale, e del modo di arrestare
governamene e topografia della provin- le ghiaie fra i monti trattato, Spoleto ,

insieme al numero degli abitanti, in


eia, 18 8. In Roma poi nel 828 e con rami
1 i

progresso di molto aumentati. La 1 ino- colorati fu pubblicato il Progetto di si-

mata Falle di Spoleti, e meglio


Falle stemazione de' torrenti e scoli della Fai-
dell' Ltnbria,z la parte più fertile di que- le Spolettila. Il magnanimo Leone Xlf,
sto paese; e siccome comincia assai prima munifico col suoSpoleti, e che ocular men-
ili Spoleti e termina al fine del territorio te conosceva l'infortunio, e temeva vici*
di Foligno, così abbraccia una estensione na la perdita d'una delle piti feconde vai-
di 4o miglia, e nella larghezza media ne li dello stato, volle incaricare i due inge-
ha4,dovunqueabitata pei la sua aria sa- gneri idraulici cav. Girolamo Scaccia e
lubre,diligenlementecollivataepiantata commend. Clemente Folcili, allineile di
d'alberi e vili; fiancheggiata da colline proposito si occupasserosullalocalitàdel-
coperte di olivi e sparse di amenissime l'oggetto, e ne suggerissero co'loro lumi
ville, ed è racchiusa in fine da circostan- ed esperienza l'efficace rimedio, che seb-
(i montagne. Ma fu da tempo assairemo- bene lungo e costoso ridonasse un gior-
to esingolarmente dal pontificalo di Cle- no la floridezza all'agricoltura e il coni-
meli te Vili, fatta bersaglio d'infiniti dati- penso alle spese da sostenersi. Corrispo-
ni che le apportava lo sregolalo corso dei sero con ugni maggior studio e fatica i due
S P o SPO 21
ingegneri alle mire del Papa, e si ebbe defunto, ambedue addetti al corpo ponti-
la compiacenza eli ritrovare nel progetto d'acque e strade, oltre la valida eoa-
ficio

da essi esibito riunite le opinioni di tutte diuvazione de'presidi prò tempore della
le popolazioni chiamate con pubblico in- provincia. Mercè tanto impegno in opera
vito dare il loro parere sul progetto dei così grandiosa e interessante, il 10 otto-
medesimi, la cui spesa in prevenzione si bre i83c) segnò l'epoca dell'inaugurata
valutava a scudi 120,000 circa; e fu dopo inalveazione delle acque del Maroggia e
tali sperimenti che il Papa pubblicò: Chi- Tessino da più d'un secolo infeste, e da
rografo di Leone Ali de' g aprile 1828 1 4o anni vaganti io que'terreni non più
sistemazione e scoli della f alle Spo-
tli coltivati e del tutto abbandonati. In det-
lelina, Roma 1828, diretto all'energico to anno fu più efficace l'attività de'lavo-
card inai Ili varola(poi bene merito del sali- ranti, per le frequenti visite sul luogo di
1
tila rio di Po/«/««co/rtneirUinbria,al mo- mg. Camillo Amici delegato apostolico,
do die celebrai in quell'articolo e uella col cav. Riccardi ingegnere esecutore,on-
sua biografia), prefetto allora della con- de ottenerne il pieuo e sollecito intento,
gregazione dell'acque, col quale approvò descrivendogli eseguili buonifica nienti e
il progetto de'due idraulici Scaccia e Fol- la «orazioni V Album citato nel t.6,p.3 1 2,

cili, e ne ordinò l'esecuzione ne'termini con incisione rappresentante nuovi am-


i

e modi espressi nel chirografo medesimo. pi canali e ponti, ue'quali furono inalvea-
Peto, come suole avvenire nelle grandi te le acque, ed assicurata la costruzione
opere, insorsero opposizioni particolari e dell'opera e quelle terre, anche contro le
si allacciarono economiche difficoltà sui possibili straordinarie meteore. L'artico-
riparile tali che per corrispondere a quel- lo de\\' Album fu pubblicato a parte col
le e per preparare gli esatti campioni di disegno, e con questo titolo: Buonifica-
contribuenza, molto tempo trascorse, né zione della Falle, dell' Umbria, Roma
altro far si potè che dar principio all'o- 1 839. Già il n.° 83 del Diario di Roma
pera e trattare in ispecial modo della par- di taleanno,avea celebrato ilcompimen-
te am mi nis ti ali va. Giù use tempo in cui il to della buonificazione della Valle Um-
un nuovo impulso ebbero tuttele grandi bra, e descritta la solenne inaugurazio-
opere dello stato intraprese o da intra- ne eseguita a' io ottobre, dicendo come
prendersi nella nostra età, come si espri- in tal giorno mg.r Amici delegalo partii
me V Album di Roma, t. 4> p- 208. Fu da Spoleti e si recò al ponte ili Bari, ove
questo la fausta assunzione al trono pon- il Maroggia e il Tessino sono al contatto,
tificio del glorioso Gregorio XVI, il cui e dichiarò l'inalveazione de'due torren-
volere e munificenza segnò anche l'epo- ti, che immediatamente seguì con dimo-
ca dell'effettiva e attiva esecuzione della strazioni festive. La provincia di Spoleti
sistemazione idraulica della Valle del- è ferace di cereali, di oliveti, di vigne, di
l'Umbria; imperocché confermò il decre- fruita e di ubertosi pascoli, perciò ricca
talo dal predecessore, ne ampliò l'opera di copioso bestiame, evi si fa molto ca-

e ne inculcò l'immediata e attiva esecu- cio; producendo ancora legname da co-


zione. A questa vi contribuirono l'umbro struzione, bachi da seta, api, pietra da cal-
cardinal Gazzoli prefetto della congrega- ce, terra da vasaio e marmo. L'industria
zione d'acque e strade, la commissione manifattrice non comprende ora che la
speciale di Spoleto, il commend. Folcili filatura della seta, opifici di lana, e fab-
per la direzione intelligente de'lavori, e briche di candele di sego che sono rino-
l'esecuzione lodevole in prima dell'inge- male. La delegazione di Spoleti si com-
gnere cav. Savino Natali, equindi dell'al- pone de'3 seguenti distretti Spoleti, Nor-
tro cav. Giuseppe Riccardi di Terni, testé cia e Terni, con due governi dutrettua-
ai S P O S P O
li, secondo ordine, 43 co-
7 governi tli scrivendo: » e il celebrato Dizionario di
mimi e diversi appodiati: se non appai- erudizione storico-ecclesiastica del cav.
tengono all'ai cidiocesi di Spoleli, Jo ri- G. Moroni, voi. XL, p. »6a, ove e da no-
marchei'ò. Molti comuni, oltre le città, tarsi, non appartenere epiesto comuneal-
hanno un cardinale per protettore. Di tul- la diocesi di Macerata, ina sì bene alla
ti i luoghi e della provincia trattano l'in- provincia". Nel mio articolo Macerata,
gegnere Calindri, Saggio statistico slori- come in questo e negli altri simili,iion in-

co dello stato pontificio, l'avv. Castella- tesi di descriverne la diocesi, ma la città,

no, Lo stalo pontifìcio , ed altri autori, ed insieme dare qualche cenno sull'ani*
Procedendocol Ri par lo territoriale ,o In- pia e cospicua sua delegazione. Prima di
dice alfabetico di lutti i luoghi dello stato pubblicare quell'articolo, mandai il mio

pontificio e delle diocesi da cui dipen- mss.per la revisione alla nobile magistra-
ilono, pubblicato dal governo papale in tura civica di Macerata che graziosamen-
Rorna nel 836, dovrei essere pienamen-
i te l'approvò, quindi pubblicai l'artico-
te tranquillosullasua legalità. Tuttavol- lo. E' vero che io in esso ho dello: s. Giti-
la conoscendo che a questo mondo niu- sto diocesi di Dì'aceraia j ma è vero pure
na cosa puòessere perfetta e incensura- c\\ene\ó\.a\oRiparlo territoriale a p.265
bile, per amore di diligenza e di possibile si legge: s. Giusto diocesi di Macerala.

critica, e trepidante d'aumentare il nove- Romano, poteva beu essere corretlo da


ro de' miei falli, o per dir meglio ripe- un fermano, che perciò appartiene all'ar*
tere parte degli altrui che non fui felice cidiocesi che comprende s. Giusto; il qua*
di poterconoscere(come rimarcoa Stavi- le la gentilezza e generosità d'animo,
per
va, a Storia ealtrove), secondo la con- sa congiungere magistralmente alla ve-
di/ione umana di chi fa e specialmente rità storica, la discreta censura e la rara
<li chi vuole enciclopedicamente abbrac- cortesia de'modi; e mentre qui mi scuso
ciar molto con deboli forze pari alle mie; per giustificare il mio asserto, quantun*
perciò procuro di stare vigile e attento, qne erroneo, ringraziamene
fo affettuosi
se positivamente tutto il Riparto corri- li all'aureo e dotto archeologo, cheono-
sponda al reale stato de'luoghi, governi, ra non meno il nostro slato che l'Italia.

provincie e diocesi, e se dopo la pubbli- Della città di Spoleli sono appodiati, A-


cazione del Riparlo si fecero variazioni; rezzo o Palazzo, Cerqiielo,3Icsscnano }
di che epercautelarmi ne sono testimoni e Terzo s. Severo. Tra le sue frazioni vi
non pochi vescovi, presidi e magistrati è Poreta, castello che fu nobilitalo dal
municipali checon rispetto interpellai, ed cardinal Annibaledella Genga,po\ Leo-
urbanamente mi corrisposero a rischia- ne XII, per la dimora che vi fece, e per
rare le mie dubbiezze, talvolta quasi mi- le possidenze ivi ereditate dal fratello Ma-
ticolose. Ora dunque non intendo assu- rio, e da Papa mostrò benefico cogli
si

mere responsabilità sul rigoiedel punto e abitanti. Altra frazione è il bórgo di s.


vii gola, per modo di dire,per quanto
della Giacomo in un bel piano di collina salu-
vado a indicare sull'illustre delegazione bre e temperato, con buone fabbriche.
di Spoleli, che anco per essa così procedo, La chiesa principale di s. Giacomo è ri-
acciò non si rinnovi il giusto rimarco, che marchevole per un affresco dello Spa-
erà ho letto nel t. 2 i
, p. 63 i\e\\' Album gna. Nel presbiterio vi è espressa la co-
di Roma, dell' avv. Gaetano de Minicis lunazione della Reata Vergine per ma-
di Ferino, il qnaleparlandoei uditamente no del Redentore. Più sotto vi è eflì*
della Terra di s. Giuslo nell' arcidiocesi giato un miracolo dell' apostolo s. Già-
di sua patria, e di quelli che ne trattarono, corno, e vi sono dipinti diversi altri
mi ci volle annoverare con distinzione, santi.
S P o SPO a3
Distretto di Spoleto. stupende pitturi: che rispondevano pri-
Campello. Comune con territorio in ma del diroccamento, restarono il solo s.

colle e in monte, con alquanti fabbrica* Sebastiano e pochi altri avanzi. Merita
li, già feutlo dell'illustre famiglia de'con- leggersi l'opuscolo Sulla diruta chiesa
:

ti di Cam pel lo, con titolo di contea. Dal di s. Cipriano di Campello presso Spo-
monte scaturiscono le limpidissime sor- leto, Lettere di Pompeo di iUontevecckio

genti del Clitunno, al cui fatidico nume Benedetti duca di Ferenti Ilo, e. del cttV,
eresse l'antichità il famoso tempietto, che PietroFonlanaJioma i <S3.[. Il Marchesi,
poco lungi alle falde si ammira; in pros- nella Galleria dell'onore, t.2,p. 5oG, ri-
simità vi è una sagra edicola o maestà, porta notizie sui Campello, loro origine,
che vanta opere del celebre spoletino antica potenza, e illustri che fiorirono da
Spagna pittore, non die la interessante e tale stirpe. Li dice originari di llcims ove
diruta chiesa di s. Cipriano vescovo, già godevano la signoria di Campeaux, che
de'beaedettini, eretta verso l'VllI seco- in italiano significa Campello. Rovero
lo. Questa in origine parrocchiale, tale venne conGuidoduca di Spoleti in Italia,
si mantenne finché moltiplicati gli abi- e determinò di stabilirsi nel suo ducato;
tanti si portarono sul dorso del monte, a tal elletto fabbricò in un forte poggio
ove la salubrità dell'aria e la coltivazio- presso la sorgente del Clitunno una terra
ne degli ed ove pure a-
olivi gli attraeva, che fu denominata Campa Ilo jn'ebUe l'in-
veanouoa opportuna perdi-
località più vestitura dal duca, e la conferma dall'im-
fendersi dalle scorrerie de'popoh vicini, peratore Lamberto dell'eie) i , con esten-
e dalle guerre delle fazioni, che fervendo sione d'ampio e fertile territorio che
com-
per tutta Italia, desolavano il ducato di prendeva 8 ville. Suo discendente fu Tan-
Spoleti nei secoli XIII e XIV. Ins. Ma- credi, non però ultimo duca di Spoleti,
ria di Campello si stabilì allora la par- come pretende Marchesi, che abusando
rocchia;coutinuò nondimeno la chiesa di di sua possanza travagliò Onorio III Pa-
s. Cipriano ad aver culto e rinomanza in pa. Questa asserzione è contraria ad ogni
tutto il secolo XIV, rispettata dalla licen- monumento storico diSpolcti, poiché pro-
za militare, e restaurata dal vescovo Sa- priamente, come dirò, l'ultimo duca fu
lomone, indi dal famoso cardinal Nicolò Corrado Svevo, e poiché usurpo il (itolo
Alberti da Prato amatore delle belle ar- il ili lui figlio bertoldo, a'quali Tancredi
ti, come quel lo che occupò il valentissimo come ghibellino fu accettissimo e partigia-
architetto Gioacchino Pisano nel risarci- no, contro i sentimenti degli altri della
re molti vecchi edilìzi, e in costruirne dei famiglia ch'erano tenacissimi guelfi. Al-
nuovi nella città e diocesi di Spoleti. Mi- tro della stessa famiglia fu il conte Gu-
nacciando forse rovina, senza riguardo al- glielmo arcidiacono di Parigi, e poi ve-
le molte e bellissime pitture che l'orna- scovo di Chalons. Moltiplicatasi verso il

vano, ed alcune del secolo XV, fu inco- i3oo in vari rami, diminuì il loro potere
minciata a demolire; ma riprovandosi tal per ladi visione de'beni; nondimeno molti
vandalismo,! cardinal Camerlengo ne im-
I sifecero rispettare con uflizi di toga e per
pedì il compimento, a benefizio della sto- militari imprese. Uu ramo passò nel con-
na e delle arti, ed a gloria della religione tado di Molise nel regno di Napoli e poi
e della pietà de'maggiori.Gli avanzi del- si estinse; altro si segnalò nella repubbli-
l'edilìzio sono di maschio stile dei tempo ca fiorentina. Francesco morì san-
11 b.
de'longobardi, di mirabilecostruzione di tamente nel i34cu il suo fratello Paolo
pietra viva riquadrata, di piccola mole, di Argento meritò d'essere senatore diRo
ma grandioso ne'suoi compartimenti, e ma (a quest'articolo aveudone riportato
di forma quadrilatera e oblunga. Delle la serie, registrai molti senatori spolettai
»4 s p o s p o
in un B Paolo, e per tale lo leggo pine che nella corte d'Ui bino, lecui leggi pub-
nel cav. Pompilj Olivieri, // Senato Ilo- blicò l'altro tiglio Solone giuntare. I con-
mano, p. 252), nel 36 i i, e capitano dei li Campello s'imparentarono con no-
ili

loin.un; eglial dire di Marchesi, ma non Ultissime famiglie, ricordate dai Marche*
è cerio, difese il suo fendo di Cumpeìlo si. Campello ha per Bppodiati, /égUano t

dall'esercito de'perugini Bagliori, e fat- Spina, u Fissionano che il Riparto terri-


tosic.ipo de'guelfi, unitamente a suo pa- toriate del 18 36 dice distretto e diocesi di
die Argento già pretore di Firenze, co- Perugia, mentre sono nel distretto e ar-
ine lo chiama Marchesi, dicendolo inol- cidiocesi di Spolcti.
tre chiaro in pace e in guerra, liberò più Cerreto. Comune edificato in monte
»olte la patria da coloro che tramavano con non molti fabbricati, da'francesi che
suggellarla, onde per pubblicodecreto si emigrarono di Francia, non però nelle ri-
acquisto il titolo di patire e liberatore, cende del 789, ede'quali tratta Leandro
1

lu quel secolo fiorirono i conti di Cam- Alberti ntWixDescrizione dilutlaC Italia.


pello per molti valorosi, ed anchepii che Neh 4-47 Nicolò V assolvè norciani che i

fondarono cappelle, padronati, «mplian- l'aveano distrutta, imponendo riparazio-


do cinese e monasteri, ed unode'quali in ni. Ila per appodiati Ponte e lìocchelle.
Asisi eretto dalla b.Francesca.che vi prese L'Alberti dice che Ponte fu edificato dai
il velo benedettino. Nel 1 3j5 fu senatore ceretani, e da cui trassero origine Lodo-
di Roma Francesco. Lo fu pure nel i-pS vico eccellente dottore di leggi, Paolo de-
Ceechino/ilqualeiniinicatosi colla patria, gno giureconsulto eavvocatoconcistona-
cogli aiuti de'vicini popoli e capo di pò- le,ed ilcelebre Giovanni Giorianoper-
derosa fazione, aspiròal dominio di Spo- ciò denominato Pontano, scrillore il più
ma non al modo ohe narra Marchesi,
leti; elegantee più fecondo del secolo XV, non
Lanfranco si resecelebreindiversigover- meno valoroso e uomo di stato, che alcu-
ni dello stato papale, ed aumentò la si- ni vogliono di Cerreto, per cui ne parlai
gnoria della famiglia col castello di Spi- in tanti luoghi, ed anche per essere sta-
na. Nicolò francescano fu fatto vescovo to segretario d'Alfonso V d'Aragona ere
nella Mauritiaoa, ove avea predicato il di Napoli, e ministro primario de'suoi'suc-
vangelo. II b. Savino Stella francescano cessori, autore di molte opere in verso e
si rese insigne per santità. Coltivando i in prosa, frutti del suo nobilissimo inge-
conti le lettere, ricettarono nella loiocasa gno. Dice pure l'Alberti, che il castello
1accademia degli Ottusi: uno di essi Cec- di Ponte fu chiamato dal suo ponte
cos'i
chino fu cameriere segreto di Paolo III, che congiunge le due ripe del fiume Ne-
e governatore di Piacenza e del ducato gra o Nera.
di Castro. Altro esimio francescano fu il Castel s. Felice. Comune con territo-
b. Girolamo. Pio IV fece prelato e mol- rio in colle e piano, e con fabbricati spar-
to favorì GiacomoFilippo. Assai si segna- si pel paese.
lo il conte Solone, chiamato da alcunial- Castels. Giovanni. Comune il cui ter-
ti o Solone savio di Grecia, per la sua dot- ri torio è in piano, con fabbricalo non del
trina, impiegata da Urbano Vili inardui tulio unito.
ministeri. Paolo eccellente geometra e Castel Ritaldi Rinaldi. Comune con
poeta, come cav. di s. Stefano si distinse territorio in colle e in piano, conmedio-
in Levantecontroi corsari, ondedue voi- cri fabbricati.Solo.menla menzione l'an-
te fu fatto grancrocc capitolare, ed anche tico piccolo monastero e chiesa di s. Ma-
gran conservatore e gran priore del con- ria di Scigliauo, giù di proprietà de'mo-
vento. Suo padre fu bernardino storico naci benedettini residenti in Castel Uilal-
patrio, di cui riparlerò, e sostenne cari- di, unito quindi alla mensa vescovile di
S P O s P O »5
Spoleti, insieme allesue terre, ed oggi ri- jani si vuole discesa dalla
romana fami-
dotto a cmìdo di villeggiatura dei vesco- glia Acchariana o Ancarana o Anemia
vi di Spoleti. Suo appodiato e Culle del celebrato da «ari scrittori. Si recò asta*
Marchete. bilirsi in Spoleti , e già vi esisteva
nel
Ceselli. Comune con territorio in col* i 02 7, fabbricando nel territorio il castel-
la e piano, con mediocri fabbricali. lo Ancajano. Versoili2if> ebbe l'abba-
Ferentillo. Comune, della (piale e suoi zia di s. Pietro di Ferentillo, la possedè
luoghi parlai a Ferentillo e altrove, la SÌnoall6a4>egià nel 1712 l'avea riacqui*
cui origineantiehissima altri attribuisco- stata. Il castello distrutto e quasi disabi-
no d& Fercolo (/'.), ed ancora la deriva- tato presso
il vicino
monteSolenne deno-
zioue del nome. Aggiungerò che notevo- vainaladgabbio oGabbio, frazione di Fé-
li sono palazzi del duca di Ferentillo, e
i l'enti Ilo e nella
sua diocesi, si vuole fab-
quellode'Silvani; il collegio de' Dottrina- bricatoda'profughi sopravvissuti alla di-
ri, fondato dal cardinal Cibo nel i5o6, strnzione del celebre GabiotFX del una-
fu il i."da tale congregazione aperto in I- le ragionai pure a Roma eS\BiNA.Del mon-
tai ia, ivi magi uè della B.
venerandosi l' ini te Solenne, dove sono le magnifiche cac-
Vergine de! .Gonfalone, egregiamente di- eie, sono stupendi funghi chiamati boc-
i

pinta. Pitture rimarcabili sono pure nei eie, come sono particolari e "ostosi i tar-
di versi castelli soggetti a Ferentillo, co- tufi di Ferentillo, nel cui territorio fiori-
tile in quelli di s. Mamiliano e di Moti- scono assai gli olivi e mori-celsi. Nella
i

terivoso, e nello stesso edilizio connina- chiesa di Matlerella esistono molte pitto-
le, fitte ristorare dal cardinal Galleili ca- re a -fresco di Mantegna, Pietro Penisi-
merlengo. In Ferentillo fiorirono eziau- no, Spagna e altri, mandate in rovina da
dio le famiglie Caromani, e Trotti diNic- barbare mani, rimanendo soltanto inot-
ciano per illustri capitani, oltre un vesco- timo stato quella di s. Antonio abbate e
voFilipponi. A Ferentillo ricordai pure delle Vergini, riputate dello Spagna; co-
i luoghi da esso dipendenti, come Mal- 6Ì furono imbiancate di mar- le colonne
terella, Precetto e Umbria/io, ed altresue modelle sue 3 navate semigotiche come
frazioni. A vendo pubblicato l'articoloFE- la navata di mezzo, che dicesi «ià deco-
rentillo nel 84-3j e dichiarato che l'ab-
1 rata di pitture: mirabile per solidità e lùr-
bazia nullius dioecesis e omonima di s. ma è l'elevato campanile. In Precetto vi
Stefano e s. Maria apparteneva all'arci- è un Presepio che si pretende opera dei
basilica Lateronense, qui noterò che il re- discepoli di Pietro Perugino, ed in poca
gnante Pio IX con bolla deli852lase- distanza giace in ameno e coltivato colle
parò dalla medesima, e la unì all'arcidio- un grazioso convento di cappuccini, nel-
cesi di Spoleti, lasciando intatto il padro- la cui chiesa è sepolto il veu. p. Giusep-
natochei baroni Ancajani hanno sull'ai- pe da Lionessa ,
giovinastro che
si con-

tra abbazia di s. Pietro e fondala da Fa- ver ti a santità di suono della cara-
vita, al

roaldo II,enon da Faroaldo I come scris- pana di mattutino del convento. Vi è un


sia Ferentillo seguendo altri; quindi a quadro del Bandiera, ed è unode'tanti
Faroaldo li devesi attribuire la visione sparsi di sua mano nel territorio di Fe-
di s. Pietro che lo determinò alla fonda- rentillo. A questo pure del
articolo dissi
zione. Ora è abbate di s. Pietro il p. d. singolare cimiterio di Precetto, la cui ter •
Lodovico Ancajani, già cameriere d'ono- ra ha la mirabile proprietà di diseccare
re di Leone XII e suo ablegato aposto- rapidamente i cadaveri, analizzata ezian-
lieo a Parigi per lo Stocco e Berrettone dio dal chimico Conti nell'università io-
ducale {f), e per la berretta al cardinal inaila. Questa indigena terra conserva ol-
do Croy. La nobilissima famiglia Auca- tre la cute e la sua bianchezza, persino
aG SP O S P O
le cartilagini, i peli,mentre Ica-
i capelli, giannetta (specie d'arma antica in asta)
daveri delle mummieegiziane, delle qua- sì gravechelo fece cadere da cavallo. Al-
h riparlai a SEPOLTURA, tosto annerisco- loia i compagni
Petrone abbassarono
di

ne. Siffatta terra meriterebbe una piiiac- learmi contro il governatore, e qua ut un-
curala analisi, per verificare se propria- que si difendesse valorosamente e fosse
inenteèindigeua.erenderepiù conoscili- aiutato da'suoi, fu uccisocon 7 ferite, ed
to il suo raro predio. 11 governo francese accanto gli morirono 5 suoi famigliari

erasi proposto ili far trasportare a Pari- spaglinoli.


gi due delle più belle mummie del cimi- /^//o-Comunecon territorio in moti-
terio. Notai nel voi. 192, che il LUI, p. te e piano, ed il paese è di poca entità.
Papa Pio IX, con breve del i.° ottobre
-
Ila l'annesso villaggio di Geppa.
1847, investì del titolo di principe roma- Bevagna(P'.).il\\.Vd«\\\ vescovilee go-
no d'Umbria no del Precetto, il duca Lui- verno, antichissima eche vanta essere pa-
gi di Monlholoo, che si recò sul luogo a tria di Sesto Aurelio Properzio poeta ele-
pr elidervi possesso. giaco,del pittore AndreaCamassei,eque-
Mcgginno. Comune con territorio in gli altri illustri die notai al suo artico-
piaoo ecolle, con mediocri fabbricali. Vi lo: ma quanto a Properzio, 9 città umbre
è pure altro Meggiano, frazione del di- le contendono i natali, e specialmente
stretto di Spoleti, e con pochi abitanti. Spelloe Asisi. La celebrarono gli antichi
S. Ann togliti. Comune il cui territorio scrittori, fu municipio romano ascritto
giace in piano e colle, con pochi fabbrica- alla tribù Emilia, e che venne in rinoman-
ti. Ha per appodiali Caso, Civitella, Ga- za e fu assai forte. Avendo molti>simosof-
vtlli e Monte s. Filo, ferto da' longobardi, restata vedova del
Scheggino a Silvcggino. Comune con suo vescovo, s. Gregorio 1 la raccomandò
territorio giacente in colle e piano, con a quello di Spoleti: predecessori dell'ulti -

mediocri fabbricati. Picozzo lirancaleoni mo anonimo erano stati s. Vincenzodato


bandita di Spoleti, nel 1 52 2 inutilmente da s. Bri zio apostolo dell'Umbria, Giusti-
assedio la rocca diSchieggino. Quindi l'è- noe Innocenzo. Ristabilita la sede vesco-
trone da Vallo unito a Picozzo e ad altri vile, l'Uglielli registrò i vescovi Marciano
fuorusciti si dierono a scorrere ostilmen- delG4<), Fabio Anellino o Savelli roma-
te la valle Nerina, lenendo per loro asi- nodell'844;mdi la diocesi fu riunita sta-
lo e rifugio Cerreto, il quale era allora bilmente a quella La città fu
di Spoleti.

in disgrazia del comune di Spoleti. Nei nel 1248 gravemente danneggiata da Fe-
primi di settembre questi fuoruscili si di- dericoll. Nel 1377 seneimpadronìTrin-
ressero contro Vallo, per cui il governa- ci signore di Foligno, a cui la tolse nel
toredi Spoleti d. Alfonso fratello del du* '4^9 Eugenio IV mediante il cardinal
Cardona grande di Spagna, a'q set-
ca di Vilelleschi. DiBevagua è Francesco Tor-
tembre uscì dalla città con pochi suoi fa- ti chiarissimo letterato. Illustri avanzi di
migliali e piccola comitiva di cittadini, sua antica grandezza sono un vasto sot-
credendo essere sufficiente a reprimere terraneo circolare fondamento di ben
l'audacia di quelle turbe la sola autorità grande anfiteatro, lunghi tratti di mura
della presenza di sua persona. Passato il reticolale, vari musaici termali, colonne,
ponte di Piedi Paterno s'incontrarono coi lapidi, ed un beltorso gigantesco di mar-
fuorusciti, e d. Alfonso fattosi incontro a mo greco, nel1810 trasferito nel Campi*
Petrone che precedeva la sua «quadragli doglio di Roma. Plinio rammentò come
domandòsdegnosamentes'egli era Petro- una rarità italica, il muro laterizio di Me-
ne, e questi avendogli risposto di esserlo, fd/2UZoBevagna,cuiegli non trovò il coni-
li. Alfonso lo percosse con un colpo di pagnoebe in Arezzo. Il suo territorio ab-
9

SPO SPO 27
bonda di eccellenti armenti, canape, olio reco a cavallo a Monte Falco tive Falco-
e vino; quindi è esleso il traffico delle sue ìie.,^ vi pernottò. Indi ad insinuazione del-
teleedi tessutia opera per biancherìa da l'agostiniano sacrista Foresi arcivescovo
tavola, che dicesi telabevagna. Sono ap- diDurazzo, si recò nella chiesa degli Bgo-
{«odiati al comune Casielbuonoe Limi- itiniani, ove fu riposta la ss. Eucaristia
giano ed annessi nella diocesi d'Asisi. i die precedeva il l'api nel viaggio; e sul
suoi abitanti ascendono a quasi Zjooo. rocchetto assunta la stola, Giulio li dal-
Gualdo Cattaneo. Coauinedcl gover- l'altare die la benedizione al popolo, con
nodi Devagna, con territorio in colle, con 7 anni d'indulgenza, che pubblicò il car-
paese di buoni fabbricati circondati da dinal Colonna. Inhoc castro Moniis Fai*
mura. Ha per appodiati, Campagna sub- cis sivc Falconi S est corpus integrimi s.
urbanat Pilla del Marchese, I dia del Clarae cunt corde ejus, in quo est imago
A/onte, Pilla dell' Oro a Bue e ma, con Pa- Corporìs Christi, ut ipsis oculis vidimus:
lombara e Villa del Piano. Altro ap-
, mirabile dìctu,scd mirabilitts visti. Il ter-
podiato è s. Terenziano, nella diocesi di ritorio è in piano e colle, i cui ubertosi
Todi, unito a vari villaggi. Fu un tempo, prodotti sono abbondanti per la ninne-
come altri luoghi dell'Umbria, soggetto iosa popolazione di circa 4oOO abitanti.
a "Trinci signori o vicari temporali di Fo- Leggo 1 1 della Gazzetta di Ilo-
nel n.° 1

ligno, e poi divennefeudo di questa città, ma 184$, e riportai nel voi. LIII,p.
del
Afonie Falco. Città con governo, gra- 198, che l'apa Pio IX con breve de'
ziosamente edificala nella sommila di ri- maggio insigni Monte Falco del titolo di
dente collina, al pie della quale scorre il città, con giubilo de'cittadini. Fuori delle
Topino. Ha numerosi e belli fabbricati sue mura, oltre il convento de' franco*

cinti di mura, con vaga piazza. Possiede scaui riformali, è il celebre monastero di
diverse chiese, 1' insigne collegiata di s. monache agostiniane, ove si venerano le

liartolomco,eilcnuveritodegli agostinia- sagre spoglie della b. Chiara di Monte


ni. Tra i suoi illusili ricorderò Giberto Falco, ed ivi nata, come le sue disccpoie
Senili nel 1 5o6 fatto vescovo di Piapolla b. Illuminata e b. Chiarella; essendo ali-
da Giulio Nana Calindri che già fu
li. cura incorrotto e flessibile il suo corpo,
città antica chiamata Falisco Umbro, ov- co 'segni della Passione di Gesù Cristo un-
veroFalliene,municipio romano, distrut- pressi nel cuore, oltre le 3 palline sòli-
ta nella guerra tra Mario e Siila. Riedi- bolo della ss. Trinità. Esso si espone a'24
ficata, fu denominata Corcurione (o Coe- giugno, rinnovandosi ogni anno dalle re-
coronesccondo il Dorio, Istoria della fa- bgiose le vesti che lo ricnoprono; la sua
miglia Trinci) lh\oa\ 1249, equindi det- festa solenne si celebra a' 18 agosto, an-
ta Monte Falco. L'antica era qualche mi- ni versano della beata sua morte. Proce-
glio distante, ed i goti abbatterono i su- dendo col dolio Butler nelle brevi bio-
perstiti edilizi. Ne sono avanzi, un pon- grafie de'santi e beali, in quella della bea-
le, delle mura, delle colonne e altri ino- la Chiara le diedi il titolo di santa, meli-
li u menti, fra'quali un tempio genlileson- tre è solamente beata, ad cacone le prove,
tuoso, ed insigni pitture. Aggiunge Ca- che rilevo da Novaes, Storia di Clemen-
li udii, che si accerta essere slato Falisco te. A7/,n.° 69. Nel 3 7 Giovanni XXII i 1

Umbro eretto in sede vescovile, ma non commise il processo della sua causa e mi-
Io trovo tra le riportale da Ugbelli e suoi rocoli, al cardinal Napoleone Orsini,con
continuatori.Apprendo dal p. (lattico, Pinaldo Artemia rettore del ducato
di s.

Diaria caeremonialia de ilineribus Ilo- di Spolette co' vescovi di Perugia, Spo-


manorum Ponlifìcum, p. 5j, che Giulio leti e Orvieto. Urbano Vili col breve
11 reduce da Foligno a'g marzo 5oy si 1 Donimi nostri, de'a4 agosto 6a {, Bull. 1
28 S P O S P o
/(O/i/. t. 5, par. 5, p. 242, concesse a'frati spaglinolo del p. Antolines e del p. Gou-
e monache eli s. Agostino, di poterne ce- te 1 agostiniani, in italiano del p. Agosti-
lehrare l'uffizio e inessa con orazione pro- no da .Monte Falco, di cui souovi molte
pria, il quale indulto fu poi esteso a tut- edizioni di Venezia, Roma, Foligno e Ri-
ta la diocesi ili Spoleti. Dipoi a' re) aprile mini. Monte Falco ha per appodiali i ca-
1673 furono approvate le lezioni proprie stelli di Fabri, Fratta e s. Luca. Gli so-
del 2. notturno dell'uffizio, per opera del no inoltre uniti quelli di Agnelli , Api-
cardinal Dona, ludi ClementeXI appro- 1 guano, Cannan grande, Camian picco-
vò il cullo immemorabile della b. Chia- lo, Casale, Cerrete, Colle Affuso, Colle
ra. Rilevo dal n.°aa5del Giornale di Ro- s. Clemente. Gallo disopra, Gallo disot-
ma del i85o, il pubblicalo decreto della to,Cassaro, Monte Pennino, Pielrauia,
congregazione de'riti, per la canonizza- Poggio Pagliano, Scorsìnaglia, Turri,
,

zione della b. Chiara dellaCroce daM onte Turrita e Frecciano3 tutti riportali dal
Falco monaca professa agostiniana, cioè Riparto territoriale.
propostosiil dubbio se constava del suo Giano. Comune del governo di Monte
esercizio in grado eroico delle virtù teo- Falco, con territorio in colle e sufficienti
logali e cardinali, per procedere alla di- fabbricali. All' articolo Congregazione

scussione de'miracoli, fu decretato con- del Sangue, narrai come in Giano il


ss.

stare eà'\ potersi procedere all'approva- ven. servo di Dio d. Gaspare del Bufalo
zione di due miracoli, per quindi celebrar- istituì lai. 'casa per le missioni della me-

ne la solenne canonizzazione, ed il Papa desima, nella maestosa chiesa di s. Feli-


confermò il decreto. Non debbo tacerebbe ce vescovo di Spello e contiguo con ven-
eccitandosi la controversia tra gli agosti- to, facendo intestare la concessione di Fio
niani e francescani, io quale de'loro abili VII al suo compagno d. Gaetano Bouan-
si dovesse dipingere la beata , Gregorio 111 poi vescovo di Norcia. Dissi a Spello,
!X11I la commise alla congregazione del che da questa città, vi fu trasferito il cor-
concilio, la quale con lettera del cardinal po del suo vescovo s. Felice. Il ven. fon-
Filippo Boncompagni al vescovo di Spo- datore di de Ita congregazione, la cui cau-
leti, decise che essendo la b. Chiara del- sa di beatificazione progredisce in bene,
l'ordine agostiniano, al suo bealo corpo avendola istituita in Giano nel bel gior-
doveasi restituire 1' abito del medesimo no sagro all'Assunzione della B. Vergi-
01 di ne, del colore del quale dovessero rap- ne in cielo, in tal giorno la congregazio-
presentarsi le sue immagini. A ttestaTom- ne del ss. Sangue canta il Te Deum di
maso Bosio di Gubbio, De tignis Eccle- ringraziamento. Nel porto di Recanati si
siae lib. 5, cap. 4o> di averne co'propri è consagrata la chiesa della medesima,
occhi veduto il mirabile corpo, ed il cuo- e per lai.' sotto il titolo del Preziosissi-

re in cui sono scolpiti Cristo crocefisso, mo Sangue. Ora essa in Roma ha ricevu-
i flabelli, la colonna e tutte le altre in- to dal Papa Fio IX, per lo studentato o
segne della Passione, ciò che pure si leg- convitto della congregazione, acciò viep-
ge nel martirologio romano. Asserisce an- più si dilati, oltre la chiesa che già colla
cora il Bosio, di aver eziandio veduto 3 sua casa possedeva di s. Salvatore inCam-
palline di carne trovate nelle viscere del- pò, che resta come fu sempre ospizio del-
la beata, le quali aveano sempre lo stes- la stessa congregazione, la chiesa e casa
so peso, o si pesassero due o tre insieme, di s. Maria in Trivio, di cui riparlai nei

il qua! miracolosi comprovada moltiau- voi. XLV, p. 184 e 186, eLXIIl, p. 86,
tori presso Liceto, De secundo quaesilis col pontifìcio rescritto, Presbyteri Con-
per lipistolas, cap. 43. La Vita della b. gregationis Preliosissimi Sanguinis, dei
Chiava si ha in latiuo dui Mosconi, in i- 28 gennaio i854, cui segui il decreto e-
S P O S P O a9

secutoriale del cardinal Ho- vicario di le falde del monte Fiacelloo della Sibilla,
ma pel possesso, in data de'ag maggio ; Bud'unacollinachesegnailtermined'un
dichiarandoti nella conceuione ponti fi- quadrilungoaltipiano,ove dopo H rigido
eia, che nella chiesa di ». Maria io Trivio, in verno, crescono rigogliose erbe e sani-
vi si deve pure stabilire l'università degli tanei fiori. Forma allora un bel colpo di

osti di Roma. Sono appodiati di Giano, vista l'ampia prateria ove brillano più i

Castagnola e Montecchio. Gli sono poi vivi colori dell.» natura, ed ove vanno li-
uniti i villaggi di Colle Mezzo, Fabri, bere a pascolare le mandrie di bovi, ca-

Macciano, Rustichino, Saggiano, s. Sa- valli, maiali e pecore. Verso il novembre


vino e s. Stefano. però rimane quel recinto coperto da ne-
Trevi (/ *.). Governo e già città vesco- vi esequestrato dal resto de' vi venti, e ra-
vile. Ne dipendono i castelli e villaggi di ramente può azzardarsi il passaggio det-
Bogara, Cannajola, Coste, Mandano, to della Forcapev calaread Anjuata sul
Maligge, Porrano, Picriche, Pigge, Pit- Tronto, essendo precipitoso il Fosso dei-
lino, Ponze, s. Maria in Falle e s. Lo- l'Inferno che mette a Norcia. 11 Castel-
renzo. Prima nel suo territorio avea al- lano rileva bontà delle donne che re-
la

tresì soggetti i castelli di Fabbri, Fratta- stano in guardia de'casolari, quando gli
e s.Luca, separati negli ultimi riparti ter- uomini partono recando il bestiame alle
ritortali, ed attribuiti a Monte Falco. maremme romane. Ancheinqnestoqua-
Monte Santo. Comune del governo di si inaccessibile luogo nel 1 799 penetralo-
Trevi. Gli sono uniti Caseggi, Civitclla, no le civili discordie, eja tattica delle re-
Penneggi, Petrognano, Piaggia ,Renano golari milizie fra ncesi, aiutate da un di-

e Setri. stacca mento civico di Foligno, prevalse


Sellano. Comune del governo di Tre- al numero delle disordinate masse de-
vi. Di Sellano è celebrato il b. Jolo. Gli gl'insorgenti, e quel suolo presentò l'or-
1
appaitengono6 «/c//i(7/ o, Casale, Cassi- ,
rido aspetto di sanguinoso campo di bai-

no, Forfì, /Vocali, Monte Albo, Oltaggi, taglia. In riverenza al glorioso patriarca

Pnpaggi,s.Marlino,Sierpara,FdlaMa- s. Benedetto, fondatore del suo benetne-


gina e Fio. rentissimoordine,ed in memoria del pae-

Distrelto di Norcia. seda cui si gran santo avea tratto natali, i

Norcia (F.). Città con residenza ve- la missione benedettina pe selvaggi nella

scovile econ governo distrettuale. Tra le parte occidentale dell'Australia, iteli'


O-
frazioni che le appartengono vi è Biselli, ceania, impose al ."monastero benedet-
1

nel cui altissimo colle omonimo nel 1 839 tino che fondò il nome di Nuova Norcia,
e nel sito detto Fespa, furono trovali dal dedicandolo alla ss. Trinità e all'Imma-
delegato mg. r Amici gli avanzi, nobili ve- colalaCoucezionedellaU. Vergine. Come
stigia de'monumenti dell'antica Fespa- da Norcia dell'Umbria uscì persila gloria
siae, indizi del suo antico splendore, per l'autore di tante congregazioni illustri e
quanto dicesi nel n.°86 del Diario di Ho- santissime, le quali ben presto si spaiselo
ma del 1 83c). Della patria de' Vespasiani per l'occidente e poi si propagarono nelle

parlaia Kieti e Sabina, e qui appresso ri- 4 mondo, così per l'istituzione
parti del
corderò a Cascia un libro relativo. Sem- monastica della Nuova Norcia riceverà e-
bra però che Norcia lo sia stata di Polla guati eimmensi benefizi l'Oceania che n'è
3
Vespasia madre dell'imperatore Vespa- la 5. parte, e come l'altra Norcia sarà av-

siano, ed ava di Tito delizia del genere venturoso e fecondo semenzaio d'istituti

umano. Appodiato di Norcia è pure Ca- monastici in quella vastissima estensione


5/c//;<cc/oeappartenentecomeEiselli alla dipaese. Le primizie si leggono nelle Me-
sua diocesi. Trovasi Castelluccio presso morie storiche dell' Australia, parùcolar-
3o S P O S P O
mente della missione benedettina di Ifno* nella valle Castoriana, con territorio in
va Norcia, per mg. d. Rudesindo Salvado monte e in colle, ricco di popolazione, che
delHordinedis.BenedeUOfVescovodiPor' abita in fabbricati antichi eleganti e in
tol Ù7onVz,Roma i 8 5i.l paesi del distretto parte rovinali, cinti di mura, con borgo
di mancavano di strada rotabile,
Norcia bagnato dai Catnpiano. Neil 5ay sosten-
per cui l'esteso commercio di quelle pò- ne ini lepido questo paese lungo e stretto
polazioni non race vasi chea mezzo di vet- attedio, contro il cardinal Armellini lega-
ture a schiena. Nel 10*37 sotto il regime to detla Marca, per avere ivi ricettato il

del delegato mg. r Lucciardi, ora degnis- duca Camerino Varamela duchessa
di
si ino cardinal vescovo di Sinigaglia, il Deatricesua consorte; assedio che non eb-
consiglio provinciale stabilì e decretò l'a- be fine-cheaperta la breccia dappertutto,
pei tura d'una nuova strada da Spoleli e squarciate dall'artiglierie le sue mura,
a Norcia, da proseguirsi quindi al confi- onde fu poi distrutto e dopo alcuni anni
nedi Ascoli, intitolata perciò Provinciale rifabbricato. Alle falde del colle, nel silo
Norcina, da ricongiungersi colla Salaria dellodi Maria della Pescbiera, vi sono
s.

superiore ossia Ascolana. Fino a questo acque molto pregio, e però ben note
di
punto erasi eseguita appena la metà di per la loro celebrità. Il Calindrì dice ebe
un tale imponente la voro,restato in parte Preci in ogni tempo meritò distinti en-
sospeso per insorte questioni, o per le vi- comi, per aver prodotto un bel numero
cernie de'tempi. Era riservalo all'attivi- di uomini sommi in arti, scienze, milizia,

là dell'attuale e sulloilalo delegato moti- e gerarchia ecclesiastica. Quivi fiorirono


signor Leila di conciliare tutte le ver- in medicina e chirurgia Scacchi che si fe«
lenze, superare ogni difficoltà, e profit- ce onore nella corte di Parigi, altro Scac-
tando dei l' imperiosa necessità di prov- chi che fu in Inghilterra presso la regi-
vedere in quesl' anno 1 854 così calami- na Elisabetta; Cattaui presso il sultano,
toso alla classe indigente, indurre il prò- Bacchettoni inlunspruck, altri inBologna
vinciate consesso a stabilire un contrai- e Cremona, Mensurali in Gratz, altri in

lo liliale per l'ultimazione di delta stia- Napoli e CremonadYIattioli inNapoli,M 1


-

da (ino a Norcia. La commissione pio- riniins. Spirito di Roma, Benevoli in ri-


vinciate credette con onorifica stampa e lenze, Lapi in Rjmini, Alessi in Cremo-
suo stato dimostrativo attestare all' esi- ni. Sigismondo Carocci fu addetto alla
mio prelato la sua riconoscenza per i tati- corte imperia le di Ferdinando 111, e a ven-
ti comparlili favori a questa provincia, do restituito la visla alla sui madre E-
perchè in forza delle savie disposizio- leonora l' imperatore con diploma nel
,

benemerito preside per sua


ni prese dal 1 '">.j.S locreù nobilcdel sagro romano im-

buona ventura è stata a preferenza di pero, insieme al fratello Caterino e a tut*


tante altrefornita di granaglieli insieme ti i loro discendenti d'ambo i sessi in in-

sollevala da miseria, somministrando i finito, colle prerogative e onori de'nobi-


mezzi di sussistenza all'infima classe co- li di 4 generazioni. Il ce v. Giuseppe M.
gli altri lavori attivali o dalla provincia Carocci ili tale famiglia stabilì il suo do-
odalle comuni. Immensi quindi saranno mie ho in Spoleti, nel 1784 fu aggrega -
i vantaggi die deriveranno alla provincia lo al patriziato, vi fonilo una commenda
per tanti utili lavori, oltre il compiuteli- de'ss. Maurizio e Lazzaro, online epite-
to della strada provinciale attivatala cui sire di Sardegna, fu lettore di diritto ci-
nltimazione si dovrà mercè l'impulso del- vile nel pontificio ginnasio spoletiuo , e
l'attivissimo prelato. morì quando stava per pubblicare, De
Pieci. Comune della diocesi sgoverno juris scicela: l'unica superstite sua figlia
di Norcia, d'antichissima origine, situalo è la contessa Augusta Pila. Altri Carocci
2

S P o S P O 3 r

fiorirono nella medicina e chirurgia in ottobre 1627, Bull. Rorn. t. G, par. 2, p.


Modena, Genova e Padova. Nella giuris- 87, concesse a suo onore l'uffizio e messa
prudenza si distinse Caroccio Carocci in nella diocesi di Spoleto e nelle chiese de-
l'ionia, altro in Modena, Arcangeli, Mat- gli agostiniani, propriamente non la bea-
tioli eBonajuli inGenova. Qui ebbero pu- tificò come crederono 1 Bollandoti, an-
re la culla il cardinal Giuseppe^ccorvz//.- che per aver il Papa neli(*>?.S permesso
boni, i vescovi Bacchettoni prima d' A- la messa a 'sacerdoti secolari in dcltcchie-

Degni, poi di Recanati e Loreto; Bona- se, e per essersi celebrata una solenne le-
juti vescovo di Lesina, e altro di Monte sta in tale anno nella chiesa di s. Agosti*
Feltre, e Bitozzi vescovo di Ripatranso- nodi Roma, pontificandoli cardinal An-
ne. Vi nacquero pure Accoramboni con- tonio Barberini alla presenza del sagro
sigliere e segretario intimo d'Augusto III collegio, con panegirico alla beata. Bene-
re ili Polonia ; Bonajuti cav. di s. Marco detto XI 11 nel 1724 permise che a Rio
di Venezia; Salimbeni vicario generale Janeiro os. Sebastiano nel Brasile si po-
di Roberto re di Sicilia; e per non dire di tesse consagrare una chiesa sotto la sua
altri, Cristoforo Carocci clic si trovò al invocazione, e celebrarne la citlà l'annua
suddetto assedio di Preci, quindi si por- fesla coirullizioe messa delle ss. Vergi-
tò presso l'imperatore Carlo V che lo fe- ni. Fu Geni ente XII chea'i 1737 2 agosto
ce capitano, e dopo 7 anni gli fece una ne approvò immemorabile, con
il culto
commendatizia al Papa perchè gli conce- equipollente beatificazione. La Vita dei-
desse la riedificazione della patria. Reca- lab. Rita fu pubblicata in ispagnuolo dal-
tosi Carocci in Roma e ottenuta dal Pa- l'agostiniana Borgia, e da Rivarola tra-
pa l'autorizzazione della ricostruzione di dotta in latino; indi si compili) pure in
Preci, scrisseletterea tutti i profughi pre- italiano e stampò in Roma, ed altrove fe-
ciani, acciò si riunissero nell'abbazìa di cero il simile Toma, Ciani, Galli e Rat-
s. Eulizio per concertare a rifabbricare ti o Rabbi. Notai nella biografia di Gre-
il luogo, come venne eseguilo, ed in bre- gorio Xì/ J, che confermò d culto imme-
ve Preci ritornò al suo primiero stalo. La morabile del b. Simone da Cascia agosti-
collegiata è dedicata alla Madonna della niano. Questa citlà die pui e aldi illustri,
Pietà. come il cardinal Fausto Poli,e il suo ni-
Coscia. Città con governo, della dio- pote Gaudenzio vescovo d'Amelia. Rife-
cesi di Norcia, posta fra monti in riva i risce Castellano, ch'é fondala opinione di
ni fiume Corno, che scorrendo sempre in occupar Cascia il medesimo luogo del-
mezzo ad angusti scogli va a sboccare per l'aulica Cursula, sebbene altri la fissino
le gole di Serravalle, ed influisce sul Ne- più al sudest nel confine d'Abruzzo, ov'é
ra. IJa l'insigne collegiata della ss. An- il casale di Civica di Cascia e sua frazio-
nunziata, altre chiese, e molli fabbricati, ne. Procedeva da Rieti a Cursola la ro-
con montuoso territorio. Professa gran mana via Giulia, costeggiando il monte
venerazione alla concittadiua b. Rica, sul- Colilo, oggi Monle Corvo. Dionigi d'All-
la cui tomba accorrono a porgere voli le ea masso ci rammenta l'isola d'Issa con-
pie genti da tutta 1' Umbria. Nella sua sistente in un'area cinta all'intorno da pa-
biografia la dissi nata in Rocca Patena ludose acque, che ne formavano la dife-

frazione di Cascia, descrivendo la chiesa sa, e vuoisi abitata dagli aborigeni. In un


nazionale e confraternita che hanno i ca- piccolo seno poi della palude slessa sor-
sciani in Roma (quella che ivi hanno i geva Marrubio annoverata tra le città a-
norcian i la descrissi a Norcia), dispensan- borigene. Narra Caliodri, che credesi Ca-
do nella sua festa delle rose. Sebbene Ur- scia essere succeduta all'antica Corsoli o
bauo Vili col breve In supremo } de' Corsuli,\\ cui 1. "vescovo fu s. Volusiauo
32 S P O S PO
del 3 io. Che nel territorio si trovano sicuri i confìhidello stato papale con l'A-
i rtideri delle città aborigene di Civita di bruzzo. Le memorate tremende guerre
Cascia e Marruvio, per cui di tan-
di tra i norciani e spoletini, in cui furono
to in tanto si scavano idoli, medaglie e involti i casciani , sono pure ricordate dal-
alni monumenti de' tempi più remoli. l'Alberti, pel Castello di tre Ponti e sua
L'Ughelli,//<7//rt sacra, l. io, p.3q, par- giurisdizione, per le reciproche pretensio-
la del vescovato Carsulanus nobile del» ni,con grandi uccisioni e crudeltà com-
l'Umbria, Carsulio Carsulae, Ira Naroi messe tra combattenti. Sono frazioni ili
i

eIievagna,poi chiamata Cassigliano, pro- Cascia 37 castelli, pure nella diocesi di


babilmente Casigliano appodialo dV/c- Norcia. •

(jiiasparta. L'Ughelli enumera s. "N'olii- Afonie Leone. Comune del governo di


siano tra i vescovi di Terni, a cui succes- Cascia, nella diocesi di Norcia, borgo si-
se s. Proculo verso il 3 io. Cai siili um- tuato sulle rive del Corno, presso l'estre-
bra non deve confondersi con Carsoli o mo limite dello stato ecclesiastico, e ri-
Cai seoli (f .), di cui meglio parlai a Pe- marchevole per una miniera di ferro, che
scina in uno a Ma rinvio, descrivendo il si è per lungo tempo scavata, ma per la
celebrelagodi Fucino che l'ingoiò com'è sua posizione e per la difficoltà de' tra-
fama, e diversi luoghi della Marsica. Di sporti non si è riconosciuta vantaggiosa.
Carsoli e Marruvio città de'Marsi, mol- 11 Ranghiasci, Bibliografìa storica dello
to scrisse Corsignani nella Reggia Mani- slato pontifìcio,\ach\aa\a levva,Trebula,
canti, ed io ne riparlai a Rieti e Sabota. Alons Leonisj dice che del convento di
Fatleschi riconosce Carsoli per gnstalda- s. Maria del Colle tratta il p. Theuli uel-
to degli Equi o de'Marsi, e lo dichiara X Apparalo AJinorilico, e ricorda questo
diverso da Carsole nell'Umbria; quan- libro di Antonio Piersanti: // Leone de-
to a Marruvio egualmente la dice città gli /(pennini, e sue vicende espresse nel-
de'Marsi, ed anch'essi, come il preceden- la descrizione di Monte Leone dell' Uni'
te, nel gastaldato del ducato di Spoleti. bria, Roma 1702. Il paese ha mediocri
Queste dichiarazioni servino a non con- fabbricati rispetto alla forma, ma nume-
fondere teanalogbeo simili denominazio- rosi riguardo alla quantità: il territorio
dovrò dire di alti e città
ni,ed in progresso è montuoso, comprende 3
e casali dipen-
e luoghi che vantano l'origine da Carsii- denti dal comune.
li, fra i quali quello vicino a s. Gemine, Poggio Domo. Comune del governo di
ed ivi ne riparlerò. Aggiungerò, che Ca- Cascia, nella diocesi di Norcia, con ter-
scia in Ialino dicesi Cassia, e Pamphilio ritorio in monte, e paese con fabbricati
Cesi ci diede: Elogium de Cassine and- sparsi e mediocri. N'è appodialo uc- M
fjuilale, et aedi//catione,Fu\gn\\<\e i G55: ciafora.
Monumentimi religiosorum illustrium Vìsso. Città con governo, nella dioce-
s4ugustinianorumeCassia Tu<\erli i656: t
si di Norcia, già chiamato castello daFat-
Paradossimi de patria fespasianorum, teschi, e confinante non colla Sabina, ma
dePespiaeCassiacagro^VulgiiViaei 635. sibbene col Camerinese e neppure col
,

L'odierna Cascia fu soggetta a frequenti monte Fiscello o montagna della Sibilla,


dispute ed a sanguinose risse co'norciani A pennino da cui la Nera principia a scor-
e spoletini, massime nel secolo XV, che rere. Dalle viscere del vicino monte sca-
riportai a No etcì A colle cure di Nicolò V turiscono due copiose sorgenti di limpi-
pei estinguerle, e di Paolo 11 che fabbri- da acqua, che cominciano divise il loro
cò la fortezza di Cascia, non che di Mon- corso; uno de' rami bagua le mura della
te Leone e Todi per tenere in freno le città, l'altro per metà la divide; cioè il

discordie di que'ciltudiui, e fendere più Nera scorre vicino alle mura di Visso, ed

S P o S P O 33
il lìumiccllo che la divide non è un suo .-> La nobile terra di Visso, nella delega
ramo, ma un influente che ha tull'allra '/ione di Spoleto, è Stata dalla Santità ili

dei iva/ione, e da'vissani chiamato fiume Nostro Signore Papa Leone VII dichia-
d'Ussita. Ricongiungessi poscia, e diven- rata città con breve apostolico de' q set- 1

gono per decorrenti appunto il


l'influii' tembre. Ha potutoella meritare quest'o-
notevole fiume Nera, che poi riceve nel nore non solo per la sua costante fedel-
suo alveo il cadente Velino, che descrissi tà e venerazione verso la s. Sede, ma an-

a Rieti, serve d'emissario al lago, fecon- che pe'tanti incliti pregi, clie la rendono
da la Terni e reca al Tevere il
valle di chiara fra le terre dell'Umbria. Fioriro-
suo maggior tributo. Racconta Calindri, no in essa uomini preclarissimi per san-
die \ isso fu detto Ileo Elacensco, città tità, per dignità ecclesiastiche, per lettere,
de'sabini, originato da Curio sabino se- per milizia. Ilsommo Pontefice Eugenio
condo L ili i, e al dire d'altri fu eretto 907 IV, in segno di particola!* dilezione, ag-

anni prima di Roma*. Nel territorio è sen- giunse allo stemma del comune le pon-
timento che vi fosse la città di Norcia, tificie chiavi coll'epigrafe: Antiqum et Fi-
della quale sono copiosi ruderi presso il de le J'issum, ed Urbano VII! vi fondò
Castel s. Angelo frazione di Visto Fu mu- il seminario". Nei territorio e precisamen-
nicipio romano a tempo di Menio Agrip- te una lega distante nel castello di Ma-
pa "\
ebbe la cittadinanza ro-
issano, ed cereto , si ammira un magnifico monu-
mana per ben due volte. Vi fiorirono non mento che si attribuisce alla perizia ar-
pochi uomini illustri, massime della ce- chitettonica del celebre Bramante, nel
iebre e principesca famiglia Boucompa- tempio e santuario della Madonna di Ma-
giio (P'.), da cui originai ono i Dragoni cereto, del cpiale vado a parlare. Il traffico
di Spoleti e di Asisi, e ne parlai nel voi. di Visso consiste principalmente in lane,
XXVIII, p. 264: signoreggiò la contea formaggi e bestiame. La città comprende
dì Macereto, Olmeto e /{pennino, die al nella sua amministrazione comunale gli
Vaticano Gregorio XIII, e al sagro col- appodiati di Ussita, \\ quale non è un bor-
legio di versi cardinali. Non grandiosi, ma go o villaggio, ma il nome complessivo
regolali sono i suoi edilìzi, e la ricca col- die formano gli appodiati, tra quali è i

legiata di s. Maria, decorata di copiosi u- Calcara , Gualdo, non che l'appoduilo


tensili sagri, è insigne e di grave aspetto di Croce che ha 6 casali. Questo appo-
per la sua gotica costruzione. Il suo ter- diato di Croce vanta antichità remota,
ritorio è in monte e piano, ed iu aria buo- come lo danno a conoscere le chiese co-
na. "\
isso ottenne onorifiche capitolazio- struite nelle forme de'bassi secoli, non che
ni in più fatti d'armi a tempo d'Euge- le pitture, massimeqnella della principale

nio IV, di Calisto III e di Alessandro VI, sotto il titolo della ss. Croce, che die nome

per cui risulta essere stato un popolo bel- al castello, con pievano dichiarato dal
licoso, e temuto da quelle città e luoghi vescovo di Spoleti cardinal Facchinetti,
colle qualipugnò, segnalamentecon Spo- e rappresentanti l' Invenzione della ss.

leti nel 3 3, non che con Norcia nel lu-


i 1 Croce, e la Deposizione dalla medesima
glio 522, nella quale epoca 600 pedoni
1 del Redentore. Protettore del luogo è
di Visso fugarono 6000 guerrieri di Nor- s Stefano protomartire: il castello è si-
cia. Urbano Vili fondò il seminario,
vi tuato tra monti in allegra posizione. Fu
i

tuttora esistente, per provvedere all'i- già feudo de' Varani duchi di Camerino,
struzione scientifica ed ecclesiastica di i quali fortificarono il castello di doppi
quel luogo, che dirupati monti rendono muri e forti torri, e mantenevano pub- i

dalle confinanti provmcie appartato. Ri- blici stabilimenti del medesimo, in uno
porta il n.°8o del Diario di RomaitìiS. all'acquedotto e alle strade. Sotto Giulio
VOL. LXIX. 3
S4 spo SPO
III duchessa Matilde vedova del duca
In d'innalzarsiun più magnifico tempio sa-
Ridolfo Varani ultimo investito, restituì rà nata dopo che la celebrità del santua-
il feudo alla s. Sede con tutti gli oneri, rio avrà aumentato il concorso de'fedeli
raccomandando, suoi diletti sudditi e i e con esso si saranno accresciute le spon-
vassalli. Il Papa vi spedì al governo un tanee ollerte. L'odierna grandiosa chiesa
podestà, il quale a spese della camera a- fu costruita a spese de'benefattori e di-
postolicu fece restaurare i pubblici edilì- voli, tra i quali personaggi d'alto lignag-
zi, come si legge inciso in pietra sulla por- gio che recarono doni copiosi, come leg-
ta di quellocomunale: Tarcjuiiiius Ilo- gesi uell' indicata lapide posta dietro la
manti* Restauratori 5GB.Oi a descriverò principal cappella. Dicesi che il tempio ve-
il rinomato santuario di Macereto, che uisse architettato dal celebre Bramante,
appartiene al territorio d'Ussita, edalla e in fatti l'eleganza dello stile, l'armonia
magistratura municipale di Visso, e la delle sue parti, la precisione degli ornati
principesca famiglia Boncompaguo ori- e la finitezza degl'intagli a scorniciature,
ginaria di tal città, come dissi, s'intito- fanno ragionevolmente supporre che sia
lava conte di Macereto, prima che ven- opera di quell'illustre. Ha la (òrma di cro-
desse i suoi possedimenti alla comune. ce greca con cappelle laterali, ed altare
Sottoposto al monte Bove, termine del- maggiore, e in mezzo sotto la cupola la
l' Apennini, la quale
alta giogaia degli cappella isolata colla s. Immagine. L'in-
principia col monte Yelore unode'punti terno della chiesa è di pietra locale qua-
più culminanti d'Italia, e dopo la vallata si simile al travertino e più compatto, ed
d'Ussita, popolata da 12 villette, sorge tra in parte di materiale; ma muri
i esterni
le cime delle montagne minori Macereto, sono rivestili della stessa pietra con ope-
con amena e spaziosa pianura, che nel- ra quadrata, e con pilastri egualmente di
l'inverno ridonda di neve, ed è esposta pietra, i di cui capitelli d'ordine composi-
all' infuriar de' venti. Sul confine della to contrastano in bellezza per la varietà

pianura si eleva maestosa chiesa con an- dell'invenzione colla maestria dell'esecu-
nessi fabbricati e recinto. E' pia tradizio- zione. grande ingresso e la porta mino-
11

ne, convalidata da una lapide, che nel re sono adorne di proporzionali colonne,
i35c) mentre si trasportava uua statuet- alle quali è sovrapposto il timpano leg-
ta di legno rappresentante l'immagine giadramente intagliato. La solida torre
della B. Vergine, che ora ivi si venera, campanaria annessa alla chiesa èalta pal-
per un luogo del vicino regno di Napoli, mi 80, e nella base muri ne hanno 9i

i muli che n'erano carichi, giunti nel sito di spessezza; anche questa è rivestita di

ove fu dipoi edificala la chiesa, iinprov- pietra del paese. Pare che si dovesse ele-
-lisamente si fermarono e non vollero pro- vare a maggior altezza, per cui le cam-
gredire più innanzi, ad onta delle ripetu- pane si posero provvisoriamente sul tet-
te percosse de' vetturali. Siffatto prodigio, to della chiesa ove rimasero. L'eccellen-
fuda alcuni divoti interpretato che la B. te intagliatore delle pietre e insieme di-
Vergine gradiva piuttosto di essere ve- rettore della fabbrica fu M. Battista Lu-
nerata su quell'altura. Non si hanno no- cano, che mentre attendeva con sommo
tizie precise sulla primitiva costruzione impegno all'innalzamento dell'edilìzio
della chiesa , ma può congetturarsi che morì nel i539, e come si vuole, precipi-
essendo stato fabbricato l'attuale tempio tando da un cornicione della fabbrica :

circa il 1 53f), sarà prima stata probabil- venne sepolto a pie della chiesa con roz-
ineate eretta una piccola cappella o chie- za lapide. Testimonianze che la chiesa
siua ove esporre alla pubblica venerazio- ù\ proseguita poi , sono gli anni notati,
ne il simulacro della B. Vergine, e l'idea cioè sulla porta principale ili 563 e nel-
6

S P o S P O 3ì
la laterale ili 565. Forse per tale infor- va che nel 17 o^ benefattori di Ussita re-
i

tunio la torre restì) imperfètta, come il staurarono o l'orse imbiancarono tutta la


restanti: dell'edificio. Inoltre la solidità chiesa. Esposta all'intemperie e a'geli, la

de*4 piloni principali della chiesa e dei parte esterna fu restaurata per elargizio-
ni di demente XII. Il vescovo di Reca-
4 grandi archi, dimostra eh' eransi co-
struiti per servir di base e sostegno a cu- nati e Loreto mg. Bacchettoni della dio-
1'

pola corrispondente alla bellezza e gran- cesi di Spoleti, nel7 5g coronò la s. Im- 1

diosità della fabbrica; aia invece altra se magine, e nel 1822 mg. Bouanoi vesco- 1'

ne vede poco elevata e di meschine for- vo di Norcia consagrò la chiesa. Adiacen-


me, ad 8 angoli semigoliei con cordoni te a essa s'innalza grandioso palazzo, la

di pietra chela scompartono: cjuesta cu- cui costi uzione sembra risalire al secolo

pola è all'esterno foderala da una specie XVI, e nella gran sala si vedono gli stem-
di torre ettagona con tettoia a tegole, e mi d'Urbano V 111, edi duecardinaliDar-
perciò anche in questa parte si deviò dal berini suoi parenti. Innanzi la chiesa e il

primitivo disegno dopo la mancanza di palazzo si estende uu vasto piazzale ri-

Lucano, il quale fu rimpiazzalo da altro cinto di portici, con copiosa fonte con 1

artista di minore abilità. NeliGyS s'in- fistole d'acqua limpidissima, provenien-


nalzò la cappella della B. Vergine nel bel te 3 miglia distante. Il porticato serve per
mezzo onde collocarvi la mi-
del tempio, collocar le merci nelle due annue fiere
racolosa immagine, di forma quadrilate- che hanno luogo, una nelle feste di Pente-
ra a foggia di tempietto, con due porte .'domenica dopo l'As-
coste, l'altra nella 1

laterali. L'idea di questo piccolo edilìzio sunta: esso e la fontana si fabbricarono


partecipa della cappella della Santa Casa a spese de'cavallari eli Ussita verso il fine
di Nazareth nella basilica di Loreto, an- del secolo XVII. 1 contadini e tutti gli
che negli ornati; ma quivi riesce spropor- abitanti di quelle montagne professano
zionato,ingombrando l'area del tempio somma divozione santuario, e vi è me-
al

e deturpandone l'elegante architettura; moria che nella peste che desolò nel 5jj 1

mentre la veneranda statuetta della ss. tutta l'Italia, Visso ne rimase illeso; che
Vergine con maggior decoro e minor di- nel terremoto del 1 7o3,il quale recò gra-
spendio si poteva collocare su 11' altare vissimi danni all'Umbria e alla Mars'ca,
maggiore o iu alcuno de'laterali. Questa Visso non patì alcun pregiudizio; come
coppella è rivestita esternamente di pie- non provò alcun disastro iu quelli del
tra indigena, formandone la decorazione 17 19,1 730 e 1 74- ' * che tanto afflissero

i Gpilastriui corinti e altrettante nicchiet- colla regione ilPiceno e l'Urbinate, ond'è


te, e al disopra corre un cornicione d'in- che i vi.ssani sempre riconobbero la pro-
tagliomollo lavorato. L'interno di essa è digiosa preservazione dalla Madonna di
suflicientemenledipinto^anel resto non Macereto. Nella 3/ festa di Pentecoste il
corrisponde alle belle parti del tempio. magistrato di Visso cogl'impiegati gover-
Nell'altare riccamente addobbato si vene- nativi, in abito di formalità si recano al
ra la s. Immagine dal tempo annerita e santuario, ad assistere alla messa solenne
coperta di preziose vesti con gemme e ri- e primi vesperi che vi si celebrano. Pri-
cami. Dall'epocheivi notalei 678 ei6g6 ma dell'invasione francese,quando Visso
si arguisce che la cappella fu costruita eraformatodi 5 frazioni che chiamavan-
in due epoche, o che per edifi-
differenti si guaite, e compostedi vari villaggi spar-

carla s'impiegarono 18 anni, poiché tan- si perquelle montagne, ognuna atea sol- i

to essa che tutto il tempio si costruì con dati municipali, e a vicenda una per vol-
limosi ne. Dalle iscrizioni esistenti sui me- ta mandavano! militi a corteggiare il ma-
daglioni e che decorano la volta, si rica- gistrato, che in abito di costume e con
3C. S P O S P O
solenne cavalcata partiva da Visso pre- di mura. Popolosa, ha molte mole a gra-
ceduto da tamburi, dalla guaita e dalle no, e fa commercio ne' mercati settima-
bandiere spiegate. Per giungere a Mace- nali, con territorio in piano, colle e mon.
reto passavano per una lunga strada tran- te. Leggo Diaria caeremonialia } òti
ne'
sitando il territorio d' A pennino, villag- p. Gattico, p. 57, che Giulio II a' o mar- 1

gio del ducato. diCamerino, ove sono a- zo i5o7 fu in Castro Acquasparta, e vi


vanzi d'un antico castello. Giunta la ca- pranzò; » eteum victualium,etsupellecti-
valcata al confine del territorio vissano, liuto inopia, ac defectus esset, intellexi-
fatta piccola pausa, il capo della magistra- inus intra annuii) sub Alexandro VI aut
tura diceva a voce alta: Estole cives J is- consentiente, aut tolerantea mililibusdi-
sarti , el pugnale prò patria. Battevansi versarmi! faclionum direptum bis fuisse;

allora i tamburi, si scaricavano i fucili, e et multus oppidanus diveisis, etinfoeli-


a modo di trionfo traversavano i campi cibns modis ferarum more inlerfectos".
d'A pennino, ripiegandosi poi perla mon- Oltre quanto narrai al citato articolo, e
tagna onde giungere in Macereto. Nel ri- a Cesi famiglia, per questa dirò a Cew in
torno tenevano la via più breve di Ussi- appresso altre parole. Che duca Fede-
il

ta. Nelladetta r." domenica dopo l'Assun- rico Cesi con fondare iu Acquasparla una
ta, nel santuario si lucra l'indulgenza ple- accademia vi fece risorgere le scienze, lo
comunicalo vi-
naria, da cbi confessato e celebrai ne' luoghi ove trailo di quella
sita la Immagine; tale è il concorso, da
s. pontificia de'Lineei, come nel vol.LVIII,
destarestuporecome in sì altissima mon- p.i5i. Uniti ad Acquasparta sono due i

tagna
o si aduni tanta moltitudine. 11 san- prossimi casali o frazioni di Con/igni e
tuarioèdotatodi molti beni,amministra- Casteldel Monte. Altri appodiati sono Ci-
ti dalla magistratura di Visso, e col pro- sterna, Forzano, Scoppio, Macerino, e
dotto de'quali si stipendiano due cappel- Casigliano il quale ignoro s'è Cassigliano
lani confessori chel'ufliziano, si provvede di Cluverio, succeduto alla città vescovi-

la chiesa con decoro, e l'esuberanza s'im- le di Corsali, d\ cui feci parola a Cascia,
piega nel mantenimento degli alunni del essendovisi trovati più monumenti e i-

seminariodi Visso. I pellegrini sono cari- scrizioni illustri. In Macerino i chierici di


tatevolmente accolti nel santuario, allor- camera nel declinar del secolo XVII, di-
ché si recauo a visitare la s. Statua; ed i videndo il governo di Cesi, vi mandaro-
viaggiatori ebe nella stagione invernale no il governatore delle Terre Arnolfe.
sono minacciali di qualche pericolo, tra Airone. Comune del governo di Ter-
le altissime nevi, trovano sicuro ricovero ni, nella diocesi di Spoleti, con territorio
dalla violenza della bufera. in monte e in colle, con pochi fabbricali.
Distretto di Terni. Forse lo fabbricò l'antica e nobile fami-
Terni {V.). Città con residenza vesco- glia Aironi di Spoleti, della quale abbia-
vile e con governo distrettuale. All'am- mo di Carlo Cicero: Memoriale de' nobili
ministrazione municipale sono incorpo- detti d'Arronii o d' Airone, Roma 692. 1

rali 5 casali, e gli appodiati à'Acquapa- La chiesa d'Arrone ha belli affreschi del-
lombo nella diocesi di Terni, Miranda, lo Spagna, ed un pregievole quadro del
Poggio Lavorino, s. Zenone o Rocca s. Campilli. Anone ha l'appodiato Buonac-
Zenone nella diocesi di Terni. quisto.
Acquasparta[ T- .). Comune del gover- Castel di Lago. Comune del governo
no di Terni, nella diocesi di Todi, irriga- di Terni, nella diocesi di Spoleti, il cui
ta dal tori ente Naia che influisce nel Te- territorio è in colle e piano, con mediocri
vere. Ha la collegiata di s. Cecilia vergi- fabbricati, cinti di mura da tramontana e
ne , molto bene fabbricata e circondata levante, aveudo nel restante iuacccssibih
S P S P 37
scogli. Credesi sorto all'epoca clic i primi Capitone tra gli altri illustri vanta un con-
longobardi venneroin Italia; altri dicono sole romano. Nel voi. Ili, p. ij^iS'òe
ila II.i demolizione del castellod'Iscia,che 288 parlai di Felieiano de' Capitoni da
poco lungi esisteva ancora a'tempi di Ci- Narni, già religioso de'servi di quella cit-
cerone,lecui rovine tuttora ne presentano là, poi arci vescovo zelantissimo d' A vigno-

le tracce. A'tempi ile' guelfi e ghibellini ne, acerrimo difensore del catolicismo
gli abitanti sostennero una guerra in u- contro gli ugonotti, ed ove mori, e dicesi
nione co'ternani, contro gli spoletiui. che lasciasse il suo cuore al convento SUO
Colle Stalle. Comune del governo di di s. Maria delle Grazie di Narni, ed i pre-
Terni, nella diocesi di Spoleti, con ter- cordi a Capitone. Trovo nel p. Gallico,
ritorio io monte, collee piano, con buoni Diaria caeremonialia, p. 5^, che Giù-
fabbricati, spaziosa e bella piazza, ampia lio II giovedì 1 1 marzo 5oj, provenien- 1

cisterna, e stradeben tagliate, il tutto cin- te ila s. Gemine, con tutta la curia vi pian-

to ili mura, con suo borgo. Vie la col- io,con gran festa degli abitanti, die si
legiatadis. Pietro apostolo,cbe ha un'an- mostrarono generosi; poscia il Papa si l'e-
tica chiesa sotterranea, ora ridotta a ci- co a pernottare in Orte. La famiglia Ca-
miterio. Presso la chiesa di s. Maria del- pitoni era uua delle più nobili e antiche
laCroce e s. Liberatore vi è una fiera ai dell'Umbria, volendosi discendente da C.
16 eiy maggio. Questa terra è antichis- Ateio Capitone, che fiorì tra romani e i

sima, e dapprima Fu stabilita dil 000 pas- longobardi. Per matrimonio dell'ultima
si di periferia; è di figura ovale, quindi superstite, si consolidò ne' nobili Fabi-
ri fabbricata in forma diversa. Si vuole e- Montani, che insiemeal possesso de'fondi
dilìcata nel 1° secolo di nostra era, ed al- e di una parie della contea, ne assuusero
lora ebbe una grossisti ma torre, de'tor- il cognome e i titoli. Tra gli altri privilegi
i'ioni,casematteealtri militari fabbricati, goderono quello di cavalieri dello Spero-
erano due templi, uno
JVel territorio vi ne d'oro, concesso a tulli i discendenti
della dea Maja, che venne convertito in dall'imperatore Carlo IV; per cui, quan-
chiesa dell'Assunzione di Majano; fu of- do Papa Gregorio XVI rinnovò l'ordine
fiatata da'monaci farfensi, poi ridotta a col litolodi s. Silvestro, lo concesse a 'coati
collegiata di preti, ed in fine a prepositu- Francesco e Silvestro Fabi Montani, ti-

ra, che tuttora esiste; l'altroera sagro agli nici superstiti di loro illustre famiglia. Il

Dei della Morte, posto alle Colline, che conte France»co cameriere segreto di spa-
fu trasmutato in chiesa a Angelo delle
s. da e cappa di quel Papa e decorato da
Colline, ma di questa poche rovine sol- lui dell'ordine eziandio di s. Gregorio I,
tanto sono rimaste. virtuoso per la sua saggia condotta, egre-
Capitone. Comunelle! governodi Ter- gio autore di molti interessanti e lodati
ni, nella diocesi di Narni, con territorio opuscoli, con quasi raro esempio, quaudo
in colle e mediocri fabbricati. Fu edifica- nel 1846 il glorioso Gregorio XVI era be-
ta dalla famiglia de'conli Capitoni di s. stemmiato dagli empi, fu segno dell'am-
Gemine, dove ne riparlerò. Nella chiesa inirazione e riconoscenza de'buoni, colla
a rei pie tale dedicata a s. Andrea apostolo, sua compilazione è pubblicazione dell i in-

vi è sepolto un vescovo Capitoni. Fra i portanti , Notizie isloriche di Gregorio


suoi cittadini nominerò quelli sepolti nel Xf'I P. M. di santa memoria, Roma
convento di ritiro de' minori osservanti 18 {.6, le quali furono estratte dagli An-
della ss. Annunziata d'Amelia con questa noli delle scienze religiose, 2/serie, t. 3,
lapide. In hoc sepulcìiro j aceti, corpor. p.i Aveudoabbraccialo lostato eccle-
1 o.
hb.p. Francisci Ovary,et Patdi de Ca- siaslico, merilòche il regnante l'io IX lo
pilotilo ord. min. de obscrv. Anno iGb8. facesse suo cameriere segreto sopianuu-
38 SPO SPO
mero di manlellone, e canonico Liberia- rilievo scolpito un pria pò, opera umbra
no. Egli fiorisce tra i letterati viventi e degna di rimarco. Sparse in vari luoghi
la horioside'buoni studi con chiaro nome, si trovano antiche iscrizioni, delle quali
ed è pio custode generale della cospicua meriterebbe l'archeologia di far tesoro.
accademia d'Arcadia, di cui ne pubblicò Nella casaPressio si vedono due belli di-
la bella istoria, non che consultore delle pinti, l'Assalonne
credulo per cora un con-
s. congregazioni dell'indice e de'riti. senso del Quercino, e la B. Vergine Ad-
Collescipoli. Comune del governo di dolorata forse dell'Albano. Secondo al-
Terni, nella diocesi di Marni, con territo- cuni storici, contraddetti da alili, è opi-
rio in colle e piano, e popoloso paese, for- nione che Cesi sorgesse dagli avanzi della
nito di molte e belle fabbriche attornia- celebre Carsulio Camoli3 àe\ìa qualegià
te da mura. Vi sono due collegiate, l'una fecicenno a Caccia. Il complesso del ter-
di s. Maria Maggiore, l'altra di s. Nicolò. ritorioèin monte, colle e piano, nella cui
Fu detta Colle dì Scipione, perchè si vuo- sommità sono due cisterne. Al citato ar-
le edificala da Publio Cornelio Scipione ticolo Cesi ricordai gli scritti diConlelori
l'anno di Roma 554, allorché ritornò vit- in favore della camera apostolica signora
torioso de'cartnginesi. Vanta diversi uo- di questa terra, e de'suoi duchi che re-
mini illustri, ed originari di Collescipoli puta fondatori, altri dicendola fabbrica-
furono i romani cardinali Jacopo Tebal- ta o almeno risarcita da Valerio d'Aqui-
f/o,edA ngeloFrancesco/iV//;,/cc/o//,il (pia- tania.chesi vuoledeìla famigliaCesi. Que-
le ebbe molli voli pel pontificato, ed in sto luogo fusempre capo d'uno stato par-
suo luogo restò eletto Alessandro VII. ticolarechiamato Terre Arnolfe, da Ar-
Cesi. Comune del governo di Terni, nolfo antico signore di esse, e governilo
nella diocesi di Spoleli, con titolo di du- da un rettore pontificio come una pro-
cato già della celebre famiglia Cesi (T.), vincia, il che rimarcai a Presidati del-
principi dell'Umbria e di Spoleli (non pe- lo stato Pontificio, ed a Sovranità' dei
rò che vi avesse mai esercitato dominio: romani Pontefici, per cui da questi fu
questa illustre famiglia partita antica* riguardata come parte integrante cle'do-
menteda nuovamente ascritta
Spoleti,fu minii temporali della s. Sede. Il Borgia
alla cittadinanza nel secolo XV), comeso- nelle Memorie isteriche di Benevento cru-
no da alcuni chiamati per le possidenze dilameute ne tratta, e riporta parte della
che vi ebbero, splendida per antichità, po- bolla di Martino V eletto nel i4' 7,inC'oe-
tenza e illusili personaggi, massime car- Ha DominijO sia processo papale col quale
dinali, e della quale riparlai a Silvestro fu fulminata la scomunica contro gl'inva-
II, perchè si crede della medesima, ed a sori delle città e luoghi spettanti alla signo-
Palazzo Camuccini, perchè ivi fondò il ria temporale della romana chiesa, ove
duca Federico la celebiatissima accade- espressamente sono nominati, Dncalum
mia de' Lincei, tuttora fiorente. La rag- Spoletanum , loca ac Terras specialis
guardevole terra diCesi è situata al nord- commissionis Arnulforum. Dirò dunque
ovest di Terni, e in distanza di 5 miglia: con Borgia, che per Terre Arnolfe $''in-
I estesissimo orizzonte diesi gode, riden- tendono molte ville, castella e terre poste
te e ameno ne rende il soggiorno. Possie- fra fiume Nera e la città di Spoleli, e
il

de numerosi fabbricali, fra quali


belli e i cosidenominate da un signore per nome
l'ampio e ben architettato palazzo de'du- Arnolfo, dal quale anche discendenti fu- i

chi Cesi, e tra le chiese primeggia la col- rono chiama ti A molti, come asserisceCon-
legiata di s. Maria, essendovi pure un mo- telori nel cap. 4 delle sue Memorie isto-

nastero di religiose. Mirabili sono gli a- riche della Terra di Cesi, ove molte cose
vauzi d'un muro ciclopeo, ov'è in basso scrive delle suddette Terre Arnolfe. L'a-
S P o s P O :>()

nonimoclie compose un libro (Riccardo nae dioecesis, S. B. Ecclesiae ini mediale


Anydo Bruni bastardo di casa Cesi, se* lubjecta, seu eorum aliqua, quaa ni) un-
condo Mazzucchelli, intitolato: Risposta memorabili tempora uti patrimoniales,et
alte Memorie ittoHche della Terra di Ce- peculiare* ApostolicaeSedii et llomanae
si, raccolte da mg.' Felice Contelori in Ecclesiae speciali praerogatìvac habita
(/nello riguarda l'interesse di casa Cesi, fuerunt et sunt prout Romanornm Poh-
Napoli 1676; ma fu così inconcludente, tifìcum praedecessorum aoatrorum ba-
die pubblicando lo stesso prelato la sua ctenus monumenta testantur". Dell'art*
Anlirispostaapolog('tica } iion die più luo- lieo dominio della s. Smìe su queste Ter-

go al bruni di replicare) per difendere la re Arnolfe, si hi ebe l'imperatore Ot-


casaCesi, contro l'opera del dotto prela- tone I il Grande donò alla s. Sede ed a

to, ailopiò più asprezza, clie erudizione: Giovanni XII, 7 città del ducato di Spo-
con tullociò non rigetta l'accennata ra« leti, fra lequali Norcia eTerni,echel'im-
gione sulla denominazione delle Terre peratores. Enrico II donò il resto del du*
Arnolje. Certamente il Contelori volendo cato a Benedetto Vili nel io 4, secondo r

provare die gli Arnold erano padroni di la donazione Carlo Magno, con altri
di
tutto o quasi tutto lo spazio fra la Nera beni posti monti, ed ecco le
al di là de'

e Spoleli, si appoggia su due scritture o parole del diploma: Pro quibus saepedi-
donazioni filile nel ior>3 e 109.4. almo- ctaeEcelesiaes.Petrìtranscribimus,con-
nastero di Maria di Farfa nell'Acuzia-
s. cedimus, et confirniamus omnern Ulani
110, e nel monastero di Monte Cassino; ed (errata, quain inter Nartiiant, luterani-
inoltre allega Pietro Diacono nella Cro- ne/n, vel Spoleturn ex regni nostri parte
nica cassinese cap. 3, lib. 4> ove scrive, 1 habuiinus. Le Terre Amolfe dunque fu-
cile Arnolfo persona nobile fece dono al rono comprese in questa definitiva dona-
monastero cassinese della metàdellechie* zione anche in forza della permuta di
,

se di s. Maria e s. Angelo di Cesi, essen- Bamberga e Fulda, che il Papa cede li-
do abbaleOderisiode'conti diMarsi crea* l'imperatore. Aggiungeròcon Contelori,
to nel 1087, ed Ugone abbate del mona- che Nicolò III ottenne nel [278 un diplo-
stero di Farfa nell'opuscolo De desini- ma dall'imperatoreR-odolfo I d'Absburg,

ctione monasterii sui, comei\alo nella bi- con dichiarazione che il ducato di S/>o-
blioteca Vaticana. Tra gli altri monumen- leti e leTerre Arnolfe erano d'assoluto
ti antichi spettanti alle Terre A rnolfee ri- dominio della romana chiesa. In unacar*
portati nelTAntirisposta apologetica per ta di Papa Nicolò IV del 1289, in cui si
le Memorie isloriche di Cesi, adduco qui enumerano le rendite, frutti, e censi che
soltanto la bolla d'Alessandro VI de'29 la chiesa romana possedeva in vari luo*
aprile 1 5o2,in cui sono individuati i luo- ghi, provinole e regni, affine di assegnar-
ghi delle medesime 7Vr/-e/^7io//<?. In que- ne una certa porzione al sagro collegio,
sta bolla dunque vuole il Papa, che ichie- vi annoverò anche le Terre Arnolfe, con
rici di camera reggano e governino--* Cae> queste parole: Ducato Spoletanu, Terra
saruin, Porcoriae (seu Portariae), Mace- Arnulforum. L'antica rocca di Cesi, un
lini, Purzani, Colliscampi, Messaui, Ci- tempo governata da'cavalierigerosolimi-
sternae, Florenzolae, Scoppii, Fogliani, tani, è oraquasi adequata al suolo. Que-
llapicciani, Palatii , Aretii , Cordigliani, sta rocca fu di molto interesse pe'P.ipi,
Mogliani, Buelani,Mantrellarum, Ballili* come dirò parlando a Spoletidi Cesi che
ni, Sterpeti, A poi natii, Poggi, Appecca-
li ad esso si sottopose, e (.Ielle guerre co'ler-
ni,et Aquaep. dumbi, Vallis-Pernacchiae, nani, in uno al governo de'chierici ili ci-
et alia castra, et loca terrai uni, ets[iecia- mera, succeduti agli antichi rettori del-
lis conuuissionis Ai'nulpkorum Spolela- lo Terre Arnolfe, di tutto trattando Con*
4o SPO SPO
telori nelle sue Memorie /.tfonWir, come dente; imperocché molte sono le gallerie

delle sue chiese. Cesi è situato al pie tli e le ca venie nelle quali si ammirano stal-

eli vita rape, che alcuni chiamano Monte latili formate da goecie d'acqua calcari-
Eolotdagl'internimeali della quale,e delti fere. Lunghi cilindri bianchissimi pendo-
lì/otte Eolie, soffia nell'estiva stagione no dall'altodelle cavità, e veggonsi come
un vento freschissimo, il quale per mez- sorgere dal basso altri cilindri di maggior
zodì conclottis insinua negli abitati quar- diametro de'pi imi, e di forme le piìi sva-
tieri, e tempera meravigliosamente il so- riate. Le grotte sono intonacate tutte tli
verchiocalore, come afferma l'av. Castel- sostanza calcarea, che penetrando dalle
lano, riportando, estratto dalle /Memorie fendiluredel monte hanno formatoscher-
eli l'epigramma di Angelo Gavotti,
Cesi, zi curiosissimi. In alcuni punti l'intonaco
il quale con venusta latinità descrisse il della grotta è nerastro, effetto forse di bi-
fenomeno. Il Calindri parlando delle fa- tume o più probabilmente di filtrazioni
mose profonde e aeree Grotte Eolie^ìme contenenti sostanze organiche. Si vedono
che sovrasta al fabbricalo di Cesi il mon- nell' alto crepature formate facilmente
te, ove una parte anamografìa si pre-
di dall'acqua congelata, e concrezioni a gui-
senta all'occhio indagatore, perchè vi so- sa di veli, frangie, festoni e altri bizzar-
no opache grò Ile eolie, ossiano bocche del ri disegni. Vi è qualche indizio d'ossami,
vento, che nell'esterno sono fenditure na- vi saranno fossili di varie specie.
e forse
turali sul masso del monte, e nell'inter- Queste grotte occuparono l'attenzione di
no caverne fra loro comunicanti, e che illustri geologi, e diverse scoperte si de-
spirano con istrepito gagliardo vento in vono al can. Carlo Stocchi. L'occulta ca-
ogoi stagione, e massimamente in eSta- gione di lauto fenomeno fu pure presa a
'

te, variando nella temperatura anche disaminadald. Luigi Bartolini di Trevi,


1

sulle diverse ore del giorno. Osserva mi- e con elaborata disseriazione spiegata, un
1
lologicamenle,che pare in quellesorpren- di cui brano pubblicò il d. Clemente Car-

dcuti spelonche si azzuffino Borea, Euro, toli. In poca disianza da Cesi vi è il san-
Auto, cZefìiro (ìgliodi Kolodiode'Venli tuario delleeremite di Cesi, ove stanzia-
e dell'Aurora, vento che spira dall'occi- no i minori osservanti. Cesi ha per ap-
dente. Leggo nella Lettera sulle, dotte podiati Apnecano e Polenaco o\lie
}
il vil-

Eolie di Cesi, del eh. p. Gio. Giuseppe laggio di Poggio Azzuano.


Ghisotti minore conventuale, che Cesi è Monte Castrilli. Comune del "overno
o
cognito ancora per le sue bocche eolie, di Terni, nella diocesi di Todi, con terri-

ossi a no per leprofonde cavità del monte, torio in colle, molti fabbricali mediocri
il quale lo chiude interamente al nord. e citili di mura. E' assai popolato, ma po-
])i carbonato calcareo si compone tutto co è nota la sua origine, essendola più
d monte, ed i suoi strati sono di varia in- antica memoria del io5g. Ne so no frizio-
clinazione, con gran copia di petriflcazio- ni diversi casali, CasteldtlC Aauila, Col-
jn marine. Dallediversefenditure con vio- le Serro, Belfiore e Sismano.
lenta esplosione esce durante l'estate un Pieililuco. Comune
governo e dio- del
ventocontinuo e freddo, con cui gli abi- colleemon-
Cesidi Terni, con territorio in
tanti, incanalando questecorrenti d'aria, te in cui alcuni pretendono sorgere la
,

artificiosamente col mezzodì tubi rinfre- città di Camola, altri sostengono che il
scano loro appartamenti; e le famiglie
i presente paese successe all'antica Tiora.
più agiate an/i vi i infresenno eziandiole Nel territorio si trovò un bassorilievo
bibite,! liquori eie vivande. Altra rarità rappresentante simulacro di Nettuno,
il

delle grolle sono gli stallatiti checonlen- enii tridente e delfìni, e ciò nelle rovine

g-;no,con ispetlacolo veramente sorpi cu- d' uu lempio dedicato a quel nume. Ai
S 1M> S P 4t

tempi (lelContelori vi cranucirca i 5 chic- lare fenomeno dell'eco assai dilettevole,


se,due confraternite, monti del ss. Sa* i poiché ripete chiaramente un endecasil-
Bramente e della ss. Annunciala, e l'o- labo, o (piai allro numero di parole si

pera pia per le zitelle sullo l'invocazione possa pronunziare in due minuti secon-
della ss. Annunziata. Ora esistono 7 chie- di. Che se si cimenta a ripetere un sem-
se. Vi fu un convento di agostiniani, al- plice monosillabo, ciò non avviene che
tro di minori conventuali, e per ultimo dopo trascorso il eletto istantaneo spazio,
quello del p. Federico, la cui congrega- quasi fosse l'ultima sillaba d'un verso. Il

zione fu poi soppressa dal Papa. Questo complesso delle sue naturali bellezze vi

borgo cospicuo e delizioso di Piedi luco o richiama a visitare Piedi luco personaggi
l'iè dì Lugo,^"e/i7KM,fii così detto dal Lu- e sovrani, e stranieri d'ogni rango, non
co o bosco consagrato alla ninfa Velia o che i pittori di paesaggio per ritrarne le

Velinia, nome che suona palude, e fu nei magiche prospetti ve. QuaudoSislolV par-
tempi pagani divinizzata, fingendosi che tì da Roma nel 1/^76 per la peste, si re-

•vidimorasse, onde vi ebbe culto, oltre cò pure a Piediluco co' cardinali agli 8 ot-
Diana. E' situato alle falde d' ignudo e tobre, e vi si fermò due giorni, tratto dal-
acuminato monte, in cima al quale sono l'amenità del soggiorno. Ricordai a Rieti
avanzi d'una grandiosa fortezza gotica, in la visita che vi fece Clemente Vili nel
cui si pretende da alcuno che vi fosse car- 1 ~>)f") con ispleudido corteggio, per ve-
eeratoCorrado Trinci tiranno di Foligno, dere i lavori da lui ordinati per disecca-
il quale in seguito mori in quella di So- re la Valle Reatina. Soggiacque a terre-
riano (/ '.), donde si partono le mura la- moti, per cui ha di Luigi Gilii, Disser-
:

si

terali, che di quel fabbricato formano un tazione fisico slorica sui terremoti di Pie
tutto col bello ed esteso abitato recinto, di Litgo } Roma 1786. Clemente XI la
il quale fa vaga mostra sul celebre lago smembrò dalla Sabina al cui governo
,

Velino che gli è a! piede, formato dalle appai teneva, attribuendola alla provin-
acque del fiume Velino, e specchiandosi cia di Spoleli, ed altrettanto lece con
in esso. Il lago che col suo famoso eco già Stroncone ed Otricoli.
descrissi nel voi. LVII, p. 2 18 e 220, è Monte Franco. Comune del governo
circondato all'intorno da floride colline, di Terni, nella diocesi di Spo!eti,cca ter-
ed abbonda di squisite trolte che acqui- ritorio in monte e piano, e mediocri fab-
stano delicato sapore nel sassoso bacino; e bricati circondati di mura, col borgo di
gran parte degli abitanti ritraggono dal- bell'aspetto. Ne'suoi primordi si denomi-
la pesca i mezzi di sussistenza. Un cana- nava Bufone, che nel 1290 cambiò col-
le all'ovest unisce il lago Velino al fiume l'atluale. L' imperatore Ottone IV nel

omonimo, in distanza poco meno d'una 1209 Io fece occupare, quando si ribel-

lega dalla famigerata caduta, e nelle agi- lò ingratamente a Innocenzo III. Vi fu


li barchette, chi lo visita, gode di deliziar- sanguinoso fallo d'armi fra gli spoletinie
•visi. Di prospetto al paese, nella parte che ternani, pel possesso di questa terra, che
il lago diviene più angusto, sorge sulla ri- poi rimase agli spoletini. Quindi lo domi-
\a un altro conico monte, che dicesi Cu- nò un Giuseppe nipote in linea disceuden-
perno o di s. Egidio, rivestito di sempre tale di detto Ottone IV.
verili boscaglie, che la scure rispettò in Papigno. Comune del governo e dio-
ogni tempo, qua! ferma barriera a'venti cesi di Terni, con territorio in colle e mon-
meridionali. In piccolo ripiano a pie di te, che produce gustose ed eccellenti per-
es-.il, dirigendosi la voce coll'aiuto d'ap- siche. Ila molli fabbricali, con bellissima
posita tromba verso l'opposta parte abi- chiesa matrice, il lutto cinto di mina, con
tala, si sperimculu il ricordalo e siugu- piccola borgo. E di antichissima esialen-
4* S P O • SPO
za, ma ignorasi l'epoca precisa del suo della quale è famigerata la virtù curati-
principio. La meravigliosa caduta delle va; l'altra d'acqua sulfurea, giovevole al-
Marmore, formata dal momento che il l'eruzioni cutanee, e perciò sono ambe-
Velino si getta nel Nera, è presso questo due assai frequentate e ne meritarono l'a-
paese: ne parlai a Rieti, eripai lei òa Teu- nalisi ilei prof. Sebastiano Purgotti, A-
m. Ila fi chiese e 3 confraternite. natisi dell' acque minerali di s. Gemini,
Polino. Comune del governo di Terni, Perugia 1 La chiesa matrice è sotto
8.| i.
diocesidi Spoleti, con territorio in monte, l'in vocazione s. Gemini discendenteda-
di
il cui paese è fornito di buoni fabbricati. $li antichi redi Persia, che abbandonata

Porlana. Comune del governo di Ter- l'idolatria e la patria, venne in Italia nel-
ni, diocesi di Spoleti, con territorio in col- l'abbazia di s. Paterniano di Fano,ove ab-
le e piano, avente sufficienti e mediocri bracciò la religione monastica. Dopo es-
fabbricati cinti di mura. sere stato in altri monasteri, dimorò lun-
S. Gemine o Sanremi/le, o Santo Ge- go tempo in Casuentino in un monastero
mini, Sancii Gemini. Città del governo del suo ordine, donde passò in Fere/ilo,
di Terni, nella diocesi di Narni,con ter- e vi mori a'g ottobre dell'8 i 5. Casvento
ritorio in colle e poco in piano, vasto e o Casvenlino fu municipio e colonia mi-
fruttifero, e tra le sue produzioni è rino- litare romana, presso l'antichissima Car-
mata l'uva appassita o uva passerina, ec- soli umbra, e vuoisi che ne'secoli di mez-
cellente quanto quella di Levante, e ce- zo fosse cattedrale, indi distrutta da'sa-
lebrata anche dall'Alberti. Ha molti fab- raceni nello stesso secolo IX. Crede Ca-
bricati cinti di mura, parecchi de'quali li in ri
I che i popoli della distrutta Carati'
ragguardevoli e regolari, e fu giàconipre- la, ch'era circa un miglio e mezzo lungi,
sa tra le Terre Arno/fe. E' situala sopra •vi si stabilissero. Dice il Castellano, che
amena collina, e sebbene più volte (piasi i casuentini ed i carsulaui furono, secon-
nuovamente rifabbricata, presenta non do Plinio, abitatorididiieconfinanti mu-
poche antichità. Ne'suoi scavi si trovaro- nicipi dell'Umbria nella VI regioned'Au-
no lapidi, monete, lastricali di musaico e gusto; e che i resti dell'antica Carsula si

di grosse pietre, ruderi e altri monumen- vedono ad una lega distanti, come un me-
ti che attestano di sua vetusta grandez raviglioso arco di pietre quadre commes-
za. Nel mezzo della città è un arco di ro- se senza cemento, e diverse muraglie ap-
mana costruzione, di circa i oo anni avan- partenenti ad un anfiteatro, con chiesa
tila nostra era, secondo il Calindri.Si tro- tuttora esistentee costruita ne'bassi tem-
varono pure varie piccole celle eziandio pi. Aggiunge, che a Casventosuccesse l'o-
d'opera romana, e credute avanzi di ter- dierno s. Gemini, lo che chiaro apparisce

me. Neli8a8si rinvenne un pianeito di per una lapide di Terni, e dall'illustra-


musaico, probabilmente costruito dagli zione che ne fece il dotto archeologo Gi-
antichi romani, che il cav.d. Carlo de'nrin- rolamo Amati: Memoria sopra l'aulico
cipi Santacroce, già signori di s. Gemine, Casvenlino, in risposta alla confutazio-
trasportò alla sua villa e insieme ad altre ne della particola del giornale dell' Uni-
anticaglie, non che stemmi d'antiche fa- briade?iia°oslo 82 5, Perugia 1 829. Fu
1

miglie sangeininesijda lui con amore rac- riprodotta dal Giornale Arcadico, t. 4 ' >
colte, essendo amatore di questo soggior- p. 33q. Veramente l'Amati non fece che
no: da ultimo mori in Foligno, ed ivi re- approvare altro simile opuscolo che so-
stò sepolto cou onorevole lapide. Gode stiene l'identità di Santogemini coll'anli-
ariasaluherrima,ed lia nelle sue vicinanze co Casuenloo Casuentillo, lavoro del no-
due sorgenti, l'una d'acqua acidula, con- bileDomenico Santi-Terzi delle patrie
tenente molle parti di magnesia e furio, memorie cultore iutelligcntissimo. Il ca-
a

SP<> SPO 43
pitano Ciccolini di Todi volle contrasta- se merita menzione quello s. «.li Fri inte-

re a s. Gemini tal vanto, per trasferirlo sco, il quale santo dimorando ini. Gemi-

a Ripabianca in riva al Tevere, nel leni- ne vi operò un miracolo. Fu nel secolo

torio di sua patria; ma monumenti


ad-
i XIV edificata o almeno restaurata, con
dotti si riferiscono piuttosto, secondo l' A- diritto di padronato, da'eonti Capitoni si-

inali, a'popoliCosani o Cossani Volcien- guori della Torre de' Termini detta di Pie*
ti, die dall'agro di Todi non erano lon- c7ti'o,e da'quali.come notai di sopra, vuoi-

teli. Osserva Calindri, che a comprova- si ancora fabbricato il castello di Capilo-

re maggiormente con 1' Amati die Ca- , ne, ove ne feci parola, dicendo die i con-
sultino non era lontano da s. Gemine, ti Capitoni Montani signori di varie ter-

edera lo stesso dell'attuale Santo Gemi- re, si consolidarono colla famiglia de'Fa-
ne, dentro la città vi è tuttora una vasta bi. Santo Gemini non mancò di altre il-

contrada denominata Casuentinoj tutta* lustri e antiche famiglie, cornei Milanesi,


volta non è contrario dal credere die nel i Genuense, Lamperini, gli Alvi, Ter-
i i

territorio Todiuo vi fosse altro Casuen- zi, Fabi; emigrate nella più parte dalla
i

tino, giacché non mancano esempi di pae- patria, ne sorsero altre doviziose e rispet-
ti uniforme nomenclatura. Allorché a
di labili. Molti uomini illustri fiorirono in
tempo di Guido II duca di Spoleti si ri- questa città,, e per ricordarne alcuni, in

fabbricò questa città, vi fu trasportato il santità di vita il b. Paolo Capitone fran-


corpodis. Gemini, e per la divozione che cescano osservante, s. Pietro martire di
a lui nutrivano e per la fresca memoria tal ordine, ucciso per la fede in Marocco.

che ne conservavano, vollero cittadini i Molli podestà e guerrieri, e diversi vesco-


che non più Casvenlo, Casuenlo o Ca- vi,come Biagi Alvi di Pesaro poi di Chiù-
suentino, ma
Santo Geminisi chiamasse, si,Matteo Grumoli di Terni, Tomeo Con-
fabbricando a suo onore una chiesa ser- felli dtMuro,eClemente suo nipote e eoa-

vitada monaci. Ilsuocultosi propagò per diutore poi d' Acerno, Giuseppe Saltasti
l'Umbria, e gli furono alzate altre chie- Fadulfì d'Amelia, e Carlo M.' F.ibi ve-
se con monasteri. Inseguito la città lo di- scovo di lai città, fatto da Pio VI che gli
chiaro protettore principale, ed al suo donò i suoi San dali (^\)con facoltà d u-

stemnia vi sostituì la figura del santo su sarli. Ne celebrò le virtù e i patimenti il

d'un cavallo bianco che tiene una bau- conte ora mg.i' Francesco Fabi Montani,
diera svolazzante. Essendosi perduta la che lodai a Capitone, come discendente
memoria del luogo preciso in cui giace- di quell'antica stirpe: Elogio storico di
vano le sue reliquie, furono 1 in venule nel mg.'' Carlo Maria Fabi vescovo d' Ame-
restauro della chiesa. Questa passò in lia } Roma 1 843. In questo si celebra pure
f
commenda cardinali, eperle diminuite la cortesia degli abitanti, Santogemini e
'

renditea'prelali, l'ultimo de'quali fu mg. 1 Casuento, ove dice esservi fiorita l'acca-
Giacomo Fabi che ir
generosamente la ri- deinia letteraria i\e' Nuvolosi. Santo Gè-
nunzio, acciocché unitevi altre rendite si mini passò sotto il soave dominio della
formasse uua collegiata, comeelleltuò l'io chiesa romana nel io 1
4> quando s. Enri-
VII nel 1 8o4, il cui abbate fu dichiarato co 1 1 per lepermute falte con Benedetto
unica d'igni là. Di recente questa chiesa fu Vili gli donò restituì definitivamente

rifabbricata in miglior forma. Forse più col ducato di Spoleti le Terre Arnolfe,dzl-
antica, e già primaria del luogo, è quella le quali parlai a Cesi. La città si mostro
parrocchiale di s. Gio. Battista, con ar- sempre fedele e affezionata alla s. Sede,
cipretee 4 canonici sino ah 34G, in cui il e validamente si oppose a Federico li e

vescovo Tinacci vi pose i suoi agosti nia- ad altri nemici della medesima, onde Pa-
ni che ancora l'ufficiano. Tra le al Ire chie- pa Gregorio IX l'annoverò tra beni pa- i
4 i.
s p o SPI)
L'imoniali della romana chiesa; Giovan- Trattò particolarmente di s. Gemine il
ni Wll per la resistenza falla allo sci- cappuccino saiigemincse p. Antonio Miti,
smatico Lodovico V il Bavaro, la dichia- / 'da de ss. Geiiune protettore della Città
rò lungo speciale e dislinto, spellante al- Ducale che porla il suo nome, Proculo
laSede apostolica, e Gregorio XI necon- martire e I olusiano C. /''.amendue di
fermò eaccrebbe i privilegi. Mostrò ezian- Temi e di Corsoli, con il compendio di
dio la sua divozione a' Papi, contro l'ani* quelle di alcuni altri santi e servi di Dio,
bizioso Ladislao re di Sicilia. Eugenio I V compiette e illustrale con dn-erse anno-
gli ampliò il territorio, ciò che conferma- tazioni storico-critiche, Macerala 1 784.:
ri. no Nicolò V e Calisto 111. Trovo nel Carsoli rediviva oivero storiche ricerche
,

p. («attico, Diaria caerernonialia, p.5j, intorno all'antichissima città di Carsoli


che Giulio io marzo 5oy vi pernot-
11 a' i ne II' Umbria, Macerata 800. Quanto al- 1

tò colla coite, in epoca che s. Gemini a- la 1 ."opera, nota il Banghiasci, che la die
vea assai sofferto perle guerre; indi passò alla luce Casimiro Picucei, e le cui anno-
;i pranzo in Capitone, apprendo da Con- tazioni in gran parte toccano la storia di
telori,che nel 1027 pel passaggio de' ve- Santogemini, Terni, Carsoli distrutta cit-
neziani capitanati da Francesco Al.* I du- tà,ed altri vicini luoghi.
ca d'Urbino, fu segno alla militare licen- iSiro'ico'ie.Comune del governo diTer-
za, e saccheggiata ebbe arsi gli archivi, ni, nella diocesi di Narni, con territorio
danno gravissimo e comune a molte ai- in colle e monte, paese popoloso, fornito
Ire città. Eppure il duca dovea soccorrere di molti e belli fabbricati, fra i quali la
Clemente VII assediato in Castel s. An- piazzaci tutto cinto di mura. Vi sono due
gelo, ma egli, come notai a Roma, tenne collegiate, di Michele Arcangelo, e di s.
s.

un biasimevole contegno. Da detlo Papa Nicolò nella quale Leone Xll col breve
nel 53 o o prima fu dato s. Gemine per
1 Ah indulge/dia, de'3 febbraio ài\ D'dL 1
<

3 sole generazioni in vicariato tempora- Rom. coni. 1. 16, p. 22, unì due canoni-
le a Ferdinando duca di Gravina, ed a cati di padronato. In questa collegiata di
Gio. Antonio fratelli Orsini (V.)j e du- s. Nicolò si venera il corpo del b. Anto-

bitando Clemente VII, come dopo pochi nio da S'.ronconefV.), tolto dalla basili-
anni segui, che la comunità ricusasse di ca di Maria degli Angeli o Porziun-
s.

essere sottoposta agli Orsini, ordinò alle cola(f.),a mano armata nel 809, e ri- 1

città e luoghi confinanti,sotto pena di ri- portato alla come ri marcai nel
sua patria,
bellione, che non dassero aiuto ai cittadi- voi. Ill,p. 76. Abbiamo di Filippo Mon-
ni di s. Gemini. Ma il vicariato fu da Pao- ti, Vita del h. Antonio Vici da Stronco-

lo II I confermalo in perpetuoa quella li- ne, Spoleti 688. In questo libro vi è la


1

nea maschile,ed il cardinal Flavio e Virgi- storia di Stroncone, Slronconium. Rife-


nio fratelli Orsini ne sanzionarono gli sta- risce Calindri, che fu detto prima Castel
tuti nel 568, e furono stampati. Nel 5qo
1 1 de' Trioni, e si accerta dell'antichissima
Libano VII la fece ducato, e nel y26fu i origine del pae>e, e forse derivato dalla
dal duca Flavio Orsini venduto il duca- diroccazione dell'antica città di Trcbola
to di Santogemini al principe ValerioPu- ch'era nel territorio, e diversa dalla Sttf-
blicola Santacroce (V.), famiglia illustre feiialeà\V\.Qccd Sinibalda in Sabina (Z7".).
che vanta \. cardinali, e ne fu signora si- essendo stata municipio del Lazio e co-
no all'abolizione fa'feudi. Gli Orsini e i lonia romana. Stroncone ha per appo-
Santacroce beneficarono non poco questo diati Aguzzo, Coppe, Finocchicito e / a-
loro linealo. Dice Calindri, che nel 1781 sciano.
l'io \ le nel 1 -So \ l'io VII, con loro brevi Torre Orsina. Comune del governo
gli confermarono l'aulico titolo di città. di Terni, nella diocesi di Spoleti, con lei
-
.
S PO s p o 47
rito rio in colle e piano, con paese di buo- gliuola d'I la!o,dal «piale riportò il nome
ni fabbricati. é Ani erta :he tuttora in latino porta. Di-
t

Amelia (^'.J.Città vescovilecon gover- ce che sorge in mezzo del Tevere e del-

no, etl alle notizie die riportai al suo arti- la Nera, sull'eminenza d'un colle, eh'' di

colo aggiungerò le seguenti. La cattedra- notabile fortezza la renderebbe se fosse

le, ot timo edilìzio, è sotto l'i n vocazione di aiutata la natura singolare del sito dal-
s. Firmino verginee martire patrona del- l'industria dell'arte: ed in fatti leg^o in
la città, e di S. Olimpiade uomo conso- Borgia, Memorie di Benevento, che Pa-
lare e martire, i corpi de'quali si vene- pa Leone IV fortificò Amelia e Orte
s.

rano nella medesima con ipiello di s. A- contro le aggressioni de'saraceni. Che re-
inalia e altre leliquie. L'episcopio sorge stano ancora in piedi i vestigi di sua va-

incontro alla cattedrale, la quale è mu- sta circonferenza in una parte delle 11111-
nita di ballisterio ch'è l'unico della cit- raglie,fattedi lungheelarghe pietre qua-
tà, sebbene vi siano altre 3 chiese par- drate. Celebra floscio difeso dalla facon-
rocchiali. Tra 'canonici del capitolo vi so- dia di Cicerone, dall' imposture d'aver
no le prebende ilei teologo e del peniten- privato di vita il proprio genitore, onde
ziere. Riferisce Calindri, che l'antichis- restò assolto. Dipoi A nielia con libero go-
sima e illustre città d'Amelia è d'origi- verno dominò 8 castelli, situati in ame-
1

ne etnisca, e dicesi fondata da'Veii 964 ne pertinenze del suo distretto; prero-
anni avanti la guerra di Perseo re di Ma- gativa che con pontificii diplomi confer-
cedonia co'romani; altri poi la credono marono Bonifacio Ville Calisto! Il prin-
eretta 35o anni prima di Roma, altri da cipalmente. A tempo di Marchesi Ame-
Amiio capo de'fàbbricatori. Si può ve- lia conlava più di 5ooo abitanti, orasu-

dere l'Alberti nella Descrizione ci' Ita- perano 4ooo. Dalla celebre famiglia Gi-
i

lia, che riporta i differenti pareri di sua raldini già Ulivi, le cui glorie scrisse pu-
fondazione e restaurazionejco n viene nel la reGain uni ni, Delle famiglie toscane e
sua antica origine, e loda gli ameni colli umbre, uscirono letterati, magistrati,
e la fertilità del suo territorio, copioso di guerrieri e cavalieri; tra le dignità eccle-
frutti, vini, olio e grano. Fu colonia e mu- siastiche fiorirono cardiuaU/c/»/o;An-
il

nicipio romano, e fatta città nel 344 f '' gelo vescovo di Sessa e di Camerino, da-
Roma. Aggiunge Calindri, che si preten- tario di Pio II che lo voleva elevare al
de che di qui fosse la famiglia del teofo- cardinalato, e nominò capitano generale
110 Pilato, ed i locali additano il fabbri- di 60,000 crocesignati perla famosa cro-
cato ove abitava, benché altra città le ciata navale contro il turco; Giovanni suo
contrasti un tal possesso. E' in colle e a- fratello vescovo di Catanzaro, della (pia-
ria buona, e fu patria di molti uomini il- le sede lo furono pure Angelo, A Scanio
come in santità di vita,
lustri, e da ulti- e Sforza; Agapito arcivescovo di Manfre-
mo GregprioXyi riconobbe il culto im- donia; Antonio fu coronatoda'propi i cit-

memorabile della b. Lucia d'Amelia mo- tadini colla corona poetica d'alloro. Di
naca agostiniana. Marchesi nella Gal- Il altro illustre personaggio parlai ad Ame-
leria dell'onore illustra le famiglie Can- lia, ove dissi che Geraldini con istraor-
i

sacchi, Geraldini e Pelrignani, e chiama dinaria magnificenza ivi ospitarono per


Amelia città tra le più antiche dell'Um- 20 giorni Sisto numerosa cor-
IV e la sua
bria, nobile e famosa ; nata a sentimento te. Dai Cansacchi uscirono illustri guer-
di Plinio quasi 1 000 anni innanzi la det- rieri, magistrati, dotti, e periti militari,
ta guerra di Perseo, indi accresciuta dai non che prelati, fra'quali Gio. Vincenzo
Yeii etruschi condotti nel suo recinto da vescovo d'Oi te e poi di s. Marco. Tra i

Amei-cc figlio d'Atlante e ili Pleiona fi- PaLrignani fiorirono pi elati, religiosità-
46 S P O SPO
•valieri ed aldi celebri, tulli nnmimti co- forse Lugoano, canonico della cattedra*
me i precedenti da Marchesi: Fantino l'u le di s. Rumina, a questa donò nel 1G0 1

arcivescovo di Cosenza, preside di Roma- perpetuo reddito, nella mela di detto ca-
pua e nunzio tli Napoli; Antonio e Ange- stello, con atto riportalo da Ughelli. O-
lo seniore, i quali con pia generosità uno berlo o Giberto d'Amelia deli to5, cui
fondò nella pallia convento de'mino-
il successe Giacomo nel 19G, indi Panieri- 1

ri osservanti, Poltro una pingue badìa con no /l/rnzro creato cardinale da Innocenzo
riserva del padronato a 'discendenti. A- III nel 1 20G o 1 207, ricordato tli sopra.
melia 5Ì vanta di veder fregiato della por- Nel 122 j Panieri uoOt Ione, nel 12 jL'lìIcou-
pora il concittadino cardinal Luigi Vati- cittadiuoGualtiero,cappeilano e scrittore
nicelii-Casoni, d'illustre famiglia oriun- apostolico, confermato da Alessandro IV
da d'Orvieto e di Lagnano, per cui poi dopo avere rigettato l'elezione fatta dal
ne parlerò. La sede vescovile, fondala nei capitolo del vescovo diBagnorea,poi tras-
primi «ecoli della Chiesa, continua ad es- lato a Penne e Atri. Nel 1 2G4 qui d'A-
sere soggetta alla s. Sei\c. Di alcuni più Bartolomeo di Beneven-
leria fu trasferito
illustri vescovi d'Amelia, a quell'artico- to domenicano, al suo tempo decretando
lo ne feci paiola; qui con Ughelli, Italia Clemente lV,che si osservasse lo statuto
sacra t. i, p. 295, riporterò la serie. Il del vescovo predecessore, che i canonici
i.°clie si conosca è Orlodolfo che vivea della cattedrale non superassero il nu-
nel 344) '"di Stefano del 4^o; llaro in- mero di 12, con diploma riprodotto da
tervenne al sinodo romano del 4-65; Ti- Ughelli. Per sua rinunzia uel 1 286 Mau-
burzio del 4^'>; Marliniano sottoscrisse ro abbate di s. Prassede, nel 32 Mi- 1 1

i sinodi di Roma del 4<M e 485; Salii- chele già canonico, neh 322 Alemanno
stio fece il simile io quello del 4QQJ& I- diMonte Fiascone, altri lo vogliono d'A-
merio monaco di santissima vita, che mo- melia traslato ad Anagni; neh 327 Gio-
rì a'17 loglio, e con lagrime fu Sepolto vanni Goceo poi di Veuafro, ne! i32g
nella cattedrale, ma transitando nel f)G5 Mauro o Moro Manno, nobile e cano-
l'imperatore Ottone I per Amelia, Luizo nicoamerino. Nel 3G3 fr. Gerardo Rossi
1

presidediCremona a questa città ottenne de'minori amerino,al quale e al capitolo


che (osse trasferito, ov'è in grande vene- Urbano V il diploma che si legge
diresse
razione. Adeodato fu al concilio romano iu Ughelli, di conferma de'privilegi del-
del 64q;Teodoro sottoscrisse quello del la chiesa d'Amelia, concessi da'Papi.Nel
680; Pietro l'altro del 721 e vivea nel 1 3 7G Panierino Francesco poi di Terni,
7 3y Sinibaldo trovasi firmalo nel sino-
. nel 1 38c) Francesco Mercatellodi Chiusi,
do di Roma del 76 ; Benedetto a quello 1 nel i3c)o Corrado Cloaco genovese poi
dell'826. Albino fiorì nell'853; Pasqua- d'Arborea, nel 3q2 Stefano Bordoni na-
1

le o Pascasi*) nell'868, che dal suburbio poletano, che per cattiva amministrazio-
trasferì nella cattedrale il corpo di s.Fir- ne rimosse Bonifacio IX; nel 399 Panie- 1

mina, insieme a quello di s. Olimpiade. rino fr. Andrea Mericoni, nel i4^6 Pa-

Gli successero Benedetto, Deodato del nierino Filippo Ventorelli caro a Marti-
10 i5, Antonio che nel 1 1 10 intervenne no V e dotto, nel 1 443 fr. Ugolino Nac-
alla consagrazionc della chiesa di s. Mat- ciamerinoagostiniauo. Allro amerino fu
teo in Mei ulana di Roma, falla da Pa- Roggero Mandosio del 444> se )0 ^° ue '" i
l

squale 11. Giacomo era vescovo neh 1 iG, la cappella gentilizia della cattedrale, il

Guardo nel 1 126, Pietro fu al concilio cui sepolcro è ornalo delle staine espri-
di Laterano deli 179, sotto il quale già menti le virlùFede, .Speranza eCarità. Si-
Lotario figlio di Bonifacio di Rubarlo del sto IV neh 484 elesse Cesare Nacci ame-
Casti um Liichianuiii } sta Lunianum , rino, chiaro per molle legazioni, beueuie-
S P o S P O 47
opere di giurisprudenza. Nel f>33 Tor-
riio della s. Scile, vicelegata di Bologna, 1

quato l'erotti di Sasso/arato , e in quel-


ove morì e fu sepolto in >. Petronio, lo-
l'articolo parlai de'suoi, già priore ili s.
dato per somma equità. Nel i5o4 Giu-
stiniano Monconi amerino, In castellano Maria Via Lata di Roma; quindi nel
in

della rocca di Forlì e poi governatore del- i643 Gaudenzio Poli di Cascia, virtuo-
la città, intervenne nel concilio di Late-
so e prudente, che lasciò monumenti di

rano V, ebbe a coadiutore e successore sua cura pastorale,» quae inter emine!
nel i523 il nipote Gio. Domenico. Nel eathedraleleinplum,in tanti parenti! ob-
1 558 da Lipari fu traslalo Baldo Ferra- seqnium, ab Amerinis fundilus, et ma-
tini d'Amelia dottissimo, già canonico vi- gniùcentissime raeedificatum". Nel 1
679
cario Vaticano e di grande estimazione Giuseppe Salusti Fadulfi nobile di Ter-
nella romana curia, per singoiar pruden- ni, già prelato che esercitò vari uffizi in

za e integrità; fu pure reggente della can- Roma; neh685 Gio. Battista Aulici no-

celleria, preside di Romagna, vice ca- bile di Recanati e preposto della catte-

merlengo e governa ore di Roma ,o ve mo-


t drale, osservantissimo tlelle leggi ecclesia-

rendo fu trasportato nella cattedrale e stiche; nel 1690 Giuseppe Crispino abili-

tumulato nella cappella della famiglia. tiate di Rocca Guglielma, traslato da Bi-
Gli successe neli5Ó2 il nipote Bartolo- sceglia, lodato già ad Amelia, amante dei

meo Ferratali poi cardinale, avendo no- poveri, zelantissimo e mollo dotto. Con
tato nella sua biografia, che pel suo pa- questi si termina nell'Italia .sacra la se-
lazzo ora della Congregazione di propa- rie de' vescovi, che compirò colle Notizie

ganda fide, prese il nome di Ferratimi di Roma. Neh 721 Gio. battista Benzoli
e poi Fi attilla la bella strada propinqua. di Vetralla; nel 1743 Giacomo Filippo
Però il Cancellieri avendo nelle sue Cam- Consoli di Visso, traslato da Germano-
pane parlato a p. 176 dello stabilimento poli in partilnts, nel 1 77oTommaso Stru-
de' Minimi (/'.) iu S.Andrea delle Frat- zieri di Sinigaglia, ove lo celebrai come
te, così detta la chiesa perchè De'd in tor- degno compagno del b. Paolo dellaCrcce

ni eranvi orti cinti di fratte, senza dichia- fondatore de'passionisti, già vescovo di

ra re che perciò la via Fruttino, prese il suo Tiene in parlibusj e posciaTodi (/ di .);

nome,tndi il cav. Raffini nell'interessante nel 1775 Francesco Angelo Jacoboni di

Dizionario delle strade ec. di Roma, in- Terni; neli785 Carlo Maria Fabidi s.

terpretò cheCancellieri avesse fornito l'e- Gemine, e perciò ivi ne parlai; nel 1800
timologia del nome Frallina. Bartolo- Francesco Gazzoli di Terni, già di Citta

meo ebbe Sj Mariano


a successore nel 1 1 della Pieve, e poi di Todi; nel 1 80G For-
Vittori di Rieti, ove fu traslato nel 1572, tunato M. Trinchetti romano,uno de'con-
e gli fu surrogalo Gio. Antonio Duran- fondatori della pia unione di s. Paolo di
tini integerrimo, che aumentò le rendi- Roma; nel 1828 Vincenzo Macioti di Vel-
te de'canonici, ripristinò nella cattedra- ie tri, piissimo e virtuoso. Nel 1 836 Gre-
le la salmodia, ed encomiato per pietà ri- gorio XVI nominò mg.r Mariano Brasca
posa nella cattedrale. Nel 5g2 Antonio 1 Bai tocci di s. Anatoglia diocesi di Came-
a
M. Grazia ni di Borgo s. Sepolcro, che ce- rino, protonotario apostolico, canonico
lebrai ad Amelia, a Segretario, a Car- della patria collegiata, vicario generale di
nevale pel sinodo che celebrò contro i più vescovi, e vicario apostolico dell ab-
suoi eccessi, e altrove, tumulato in cat- bazia di s. Lorenzo iu Campo; amando
a re-
tedrale. Indi nel 161 Antonio M. Fran-
1 la quiete, rinunziò il vescovato, ed il

cescani spoletino, nel 161 2 Francesco gnante Pio IX nel concistoro de* 7 1 feb-

Cennini poi cardinale, nel 1623 Dome- braio 1 85 1 lo conferì all'attuale zelante e
nico Pichi di Monte Rotondo, autore di savio vescovo mg. r Salvatore Valeutim
48 S P O S P O
romano, già canonico della basilica j. sposò Pantisilea Baglioni
ri ì
di Perugia; fu
Loi'Pii7oiiiDniii;iso, rettore della pia ca- valente generale, prima del re di Napoli,
so d'esercizi al Gianicoio, deputalo degli poi della repubblica veneta, rendendosi
ospedali e della commi<sionede'sussidii, celebre nelle guerre di Trieste e Cadore
e cameriere segreto soprannumero. Ogni contro tedeschi. In quella de' veneti con-
i

nuovo vescovo è tassato ne'hbri della ca- ilo Giulio II ed francesi, perì nella fa-
i

rnei a apostolica in fiorini 1 08, ascenden- mosa giornata Giana d'Adda. Il re di


di
do la mensa a più di 1800 scudi liberi. Francia Luigi XII, mosso dalla rinoman-
La diocesi si estende peri 5 miglia, ei 5 za di sue prodezze, volle vederne il ca-
luoghi comprende, con parrocchie echie- davere, e gli fece dare sepoltura con e>e-
se collegiate. Appodiali e frazioni di A- quie reali. Il Papa Paolo II deh 464 riu-
melia sono Monte Campano, Fornole, dominio della Chiesa Alvia-
nì al diretto
Sambucelo, eoll'annesso Macchia, Col- no, togliendolo al ribelle conte Everso
cello, Foce ove si venera una prodigio-
e. dell'Anguilla ra.
sa immagine della Madonna, ed il Cesari Alligliano. Comune del governoedio-
pubblicò in Roma
84 Storia della nel 1 1 : cesi d'Amelia, con territorio in colle, il

miracolosa immagine di Maria ss. delle cui paeseha fabbricali in parte terminati
Grazie che sì venera presso il castello di dalle mura.
Foce. Di Amelia tratta il Consoli, Ame- Giove. Comune del governo e diocesi
lia cilici dello stalo pontifìcio nell'Ini- d'Amelia, con territorio porzione in pia-
hriaj l'Orlandi nelle Notizie delle città no, il resto in monte e colle, con paese
d'Italiaj e il p. Antonio d'Orvieto, Cro- di circolare figura, di non vasto fabbri-
nologia dell' Umbria serafica, parlando cato, benché cinto di mura in parte di-
del convento di s. Gio. Battista. Nella bi- roccate. E' antichissimo, ma se de ignora
blioteca Vaticana vi è l'istoria mss. del l'origine; difille antichità si vede lo stem-
Jaco vacci. ma del luogo in pietra sopra il palazzo
Alviano. Comune del governo e dio- comunale, delle strade coperte superior-
cesi d'Amelia, con territorio in piano e mente alle mura, e delle vie sotterranee
colle, con mediocri fabbricali. Pare al di- che sortono lungi dal fabbricato. Vi fu
re dell'Alberti che fosse edificato da N. una popolo e quel di To-
zuffa tra questo
abbate, fratello Bartolomeo d'Alvia-
di di ch'ebbe per cui ogni anno
la peggio,
no eccellente capitano, onde ne prese il quelli di Giove sorti vano armati dal pae-
nome, e cos'i il paese che trovasi tra Pe- se recandosi ove fu il fatto d'armi, ed ivi
rento e il Tevere. Albiana o Alviana fu tiravano più colpi di fucile in segno di
perciò detta non meno la contrada, che il gioia per la riportata vittoria. Altro com-
fiume che sbocca nel Tevere, anch'essa battimento sostennero uel 1228 fra'pro-
parte dell'Umbria. Dierono nome e fama pri baroni da una parte, e dall'altra fra
a! paese e alla pianura due fratelli, l'ab- i gl'invasori amerini e viterbesi. Da tutto
bate colle sue virtù e qual mecenate di questo si può congetturare che allora fos-
uomini egregi, Bartolomeo colla scienza se luogo assai forte.
militare, avendo con Francesco I re di Guardea. Comune del governo e dio-
Francia vinto gli svizzeri a Malignano cesid'Amelia, il cui territorio giace in
o Melignano uel 5 5. 11 Marchesi, che1 1 piano e monte, ma non ha forma di pae-
pure ne parla, anticipa la sua morte. E- se riunito. Ne'tempi remoli era il paese
gli dunque narra, che Bartolomeo d'Ai- nella vetta d'un montedel suo territorio,
viano ed i suoi erano baroni romani, di- luogo poi abbandonalo dalla popolazio-
scendenti da' Borboni marchesi di Sor- ne per 1' incomodo che le recava in sa-
bello e germoglio de'reali di Francia. Che lirvi dopo le peuoàe fatiche campestri; ed
S PO S P O i')

allora fu che ciascuno si fabbricò le pro- l ile di uomo nero e bianco insieme le-

prie abitazioni ne'foudi rustici, il perché gale, per significare l'indissolubile unto-
il paese è confposto di case sparse per la nedelledue famiglie, nominate anche da
compagna. Dell'antico paese non vi re- Dante, una appartenente alla fazione
I

Stano che le crollanti mura. Guarclea fu dv'.Yeri [V.) di Firenze, l'altra a quella
già feudo de'conti di Marsciano, de'quali de' Bianchì (/'.). Nella parte inferiore poi
feci paiola nel voi. LII, p. i 34 e altrove. in luogo de' 3 rastelli dello stemma anti-
Lagnano. Comune del governo e dio- co, mise 3 controbande nere in campo
cesi d'Amelia, con territorio che si esten- bianco, per indicare colori delle stesse i

de in colle e monte, molto popoloso, con fazioni fra se riunite. Volendo quindi di-
belli fabbricati cinti di mura. Vi è l'an- mostrare la stabilità di siffatta riunione,
tichissima collegiata di s. Maria Assunta aggiunse sopra lo scudo in mezzo alla co-

con 3 navate, volte e colonne. L'origine rona un angelo colla spada in mano, co-
di questa terra è antichissima, tuttavol- me sagro custode dell'amistà, e col l'epi-
tanon trovansi memorie più lontane del grafe: Sempereris firma, alludendo al te-
700. Era uno de' forti paesi della pro- sto del vangelo: Qttod Deus conjunxit,
vincia, come lo attestano i rimasugli di homo non separet. i\el mentre la fami-
molte torri, per cui si chiamò la Città del- glia di Vanno Vannicelli viveva decoro-
la Teverina.Neì 1 047 fu de'conti Bovac- samente in Lugnano, il di lui figlio Gio-

cini; nel 1 1 76 fu danneggiata dagli ame- vanni e il nipote Vannicello furono a-


lini e da'todini; neli2c)3 tornò ad esse- scritti alla nobiltà generosa d'Amelia nel
re il suo territorio rovinato dagli ame- 1 3g2,ed in seguilo Io stessoGiovanni fi-

lini; e neh3oimollo predata dagli


fu gurò nella magistratura e consiglio de' ro,
orvietani. Appunto per la sua importan- per cui fin da quell'epoca la famiglia Van-
za e fortezza, vi si recò a stanziarvi uno nicelli può dirsi amerina, ascritta poi al
de'potenti e nobilissimi Monaldeschi di patriziato di molte altre città tanto d'I-
Orvieto, che fu progenitore dell'illustre talia, che in Portogallo, ove un ramo si

famiglia de' Vannicelli. Nella mela del se- distinse nella metà circa dello scorso se-
colo XIII, nell'ardore de'parliti guelfi e colo,allorquando il cav. Francesco ve-
ghibellini, Vanno di detta celebre casa dendosi senza prole ricorse a'collaterali
Monaldeschi s' invaghì delle rare virtù di Portogallo, chiamando in Italia il cav,
d'una Filippeschi della slessa città d'Or- Lorenzo suo cugino, e istituendolo erede
vieto, ad oula che appartenesse a fami- con perpetuo fidecommisso. I luminosi
glia di opposto partito. Dopo averla spo- parentadi contratti da' Vannicelli, e come
sata, temendo che la pareutela non fosse senza interruzione serbò il decoro distia
sufficiente ad estinguere le rivalila citta- nobiltà, risulta dal processo nel i835com-
dine, alla cui testa trovavansi le loro fa- pilato dall'ordinegerosolimitano,quando
miglie, risolvè di allontanarsi dalla pa- vi annoverò il cav. Francesco già guar-
tria, ritirandosi a Lugnano per godere dia nobile del Papa, e da'documenti de-
nella vita privata le dolcezze della pace e positali nella segreteria de'brevi, quando
del coniugio. Fu allora che dal suo no- il cav. Filippo,al pari di vari altri suoi an-
me Vanno derivò cognome il Vannicelli, tenati, fu da Gregorio XVI insignito del-
e volleassumere uno stemma istorico per l'ordine di Cristo. Fra'molti che illustra-
lasciare a'suoi perenne memoria di que- rono la famigliaci 4fai'òparticolar men-
sta civile metamorfosi. Lo formò d'uno zione.ll cav. Giovanni consigliere di guer-
scudo diviso per mela da una fascia: nel- ra del re di Portogallo e maestro gene-
la pai te superiore conservando il campo rale di campo nel regno degli Algarvi :

giallo dello stemma Monaldesco, pose2 mentre Alessandro VII trovnvnsi angu-
VOL. LXIX. 4
5o S PO SP O
sliato per la notn rottura con Frància, d'Amelia, con territorio in colle e piano,
con breve Dell 663 lo chiamò iu Roma con sufficienti fabbricati.
affidandogli il coniando di tutte le milizie Porcina no. Comune del governo e dio-
pontificie. Composte le vertenze di Fran- cesi d'Amelia, con territorio in colle, con

cia, fu richiamato in Portogallo, e dal re mediocri fabbricati. Nel 237 venne bru- 1

dichiarato commendatore di s. Giacomo cia lo da' Mona Ideschi d'Orvieto. Nel 1 25 1

e barone d'Altamora. Morì in Genova, vi fu un fallo d'arme tra'guelfi e ghibel-

e nella cappella gentilizia della cattedra- lini, e questi ultimi vi furono disfatti. Gre-
le di Magliano gli fu eretta un'onorevo- gorio XVI riconobbe il culto immemo-
le lapide. Tranquillo Vannicelli sosten- rabile del b. Giovanni da Rieti nato in
ne molte cariche nello stalo papale, nel- Porchiano.
la repubblica veneta, in Fra nei a, e in Por- Narni (/'.). Città con residenza vesco-
togallo col grado di maresciallo di cam- vile e con governo, e ne riparlai a Sabi-
po: morì in Italia e fu sepolto nella chie- na, anche per avereGregorio XVI smem-
sa della Madonna de'Pini,di padronato bralo da quel vescovato e unite a questo
della famiglia, con distinta lapide. Mg .r ili Narni, Castiglione, Vacone, Bocchet-
Lorenzo neh 70 fu preside di Sabina,
i temaggiori e Bocchette minori. Narni ha
nel 1709 governatore di Benevento, nel perappodiali Bor«aria e Monloroj sono
1 723 votante di segnatura, indi cessò di sue frazioni Schifanoia,s. Liberato , Sti-
vivere. Maggior lustro recò alla famiglia fone, Taizzano, G nadamcllo , s. Vito,
il vivente cardinal Luigi Vannicelli-Ca- lindi e Gualdo.
soni arcivescovo di Ferrara. Nacque in Calvi. Comune del governo e diocesi
Amelia dalcav. Giovanni e dalla conles- diNarni,con territorio inmontee in colle,
sa Maria Venturelli Casoni figlia della su- paese popoloso, con molti e belli fabbrica-
r
persli te de'due cardinali Casoni {f .). Do- ti cinti di mura, con suo borgo; il quale
po onorevole carriera in prelatura e ca- luogosinoalf ultima riforma amministra-
nonico Valicano, Gregorio XVI succes- tiva fu sede di governo. E' posto sul col-
sivamente lo fece protonotario apostoli- le e forma il confine dell'Umbria dal suo
co, nel i835 vice-commissario delle 4 le- lato, separandolo dalla Sabina il torren-
gazioni con residenza inBologna,indi pro- te che scorre alle falde : apparteneva a
legato di tal città, poi nel 836 pro-lega-
1 quel vescovato e Leone XII lo smembrò
to di Ravenna sino ah 838, in cui fu ele- e attribuì a Narni. La posizione elevata
vato a Governatore di Roma .canea ch'e- e le solide mura rendono munito il pae-
sercitò sinoa'i4 febbraio 1842, in cui il se, di cui il primario tempio è la colle-

Papa lopubblicò cardinale a'24 del pre- giata di s. Maria, eretta nel 1675 dalla
cedente gennaio, avendolo già creato e munificenza di Marco Arrighi, con capi-
riservato in petto a'28 settembre i83g. tolo di dieci canonici. Vi sono minori i

Gli conferì il titolo giada lui pollato nel conventuali con chiesa dedicata a s. Ber-
cardinalato di s. Calisto, e fece protetto- nardo, che vi ebbe i natali, il quale re-
redel comunediLugnano come lo è tut- ligioso di s. Francesco fu da questo man-
tora, e legalo di Bologna. Il Papa regnan- dato nel 1220 a predicar l'evangelo in

te,come dissi nel voi. LUI, p. 2 3 e seg., 1 Marocco, ove sparse il suo sangue per la

nel 1849 lonominòafar pai tedella com- fede.Altroillustredi Calvi fu Nicola fran-
missione governativa di stalo per riordi- cescano, cappellano e confessore d'Inno-
nare il ristabilimento del governo pon- cenzo IV, poi vescovod'AsisijSecondoCa-
tificio, e poi gli affidò la sede che con zelo lindi i, e che nella biografia di quel Papa

virtuosamente governa. col Novaes lo chiamai Nicolò da Curbio.


Penna. Comune del governo e diocesi L'autore della Disamina dis. Rufino ve-
S P o SPO 5r
scovo d'osisi, lo disse Nicolò di Carhio tosto ricuperata du'francesi e da'repub-
ossisi Calvi Dell'Umbria, delta Oppidum blicani che gli avevano seguiti. I francesi
o Terra Carini, perciò non anglico, co- attaccarono la posizione di Calvi, for-
me registrò l'Ughelli seguendo altri. Ol- mando le breccie nel muro del giardino
tre di questi due, Calvi vanta alcuni al- dellemonache, per dove penetrati nel mo-
tri illustri. Fu assai benemerito della pa- nastero soggiacque a crudo saccheggio,
tria, come apprendo dal Castellano, De- ma per cura di alcuni probi cittadini le
mofonteFerini die nel 1718 v'istitiù il ce- religiose furono guarentite e salve. La fa-
lebre monastero delle Orsoline, onde a miglia Leonori, presso di cui stanziò il

quell'articolo lo ricordai, per la morale quartiere generale francesediMacdonald,


e religiosa istruzione delle donzelle. E' in contribuì alla salvezza delle monache. Di-
bella posizione, con magnifico fabbricato ce il Calindri, che distrutta Ocriao et-
nel punto più alto Elegante è il
di Calvi. erea o Ocricoli, poi Otricoli, ipopoli pro-
coro della cbiesa dedicala alla B. Vergine fughi avendo varcato il soprastante col-
e alle ss. Orsola e Angela Menci. L'am- legi stabilirono ir» questo sito, edificando
pio recinto racchiude il giardino e l'orto, il paese che chiamarono fìlons Calvus,
formato da porzione delle mura castel- ed in seguito Crf/W.Nel territorio di quan-
lane, del perimetro di mezza lega, esten- do in quando si disotterrarono mirabili
dendosi nelle campagna fuori dell'abi- ruderi, avanzi d'acquedotti, monete di
tato.Narra Castellano, die mediante un argento, d'oro e altro metallo, e tutte di
gran foro die vi praticarono le truppe raro pregio, e pochi anni addietro fu di-
francesi, nel 1798 riuscirono a penetrare scoperto un sepolcro di significante mole,
nel monastero discendendo dal colle, e con iscrizione che riprodusse Calindri.
presero alle spalle l'armala di circa 6000 Pio VII col breve Exponi nobis,de 17
napoletani, fortificatisi entro le mura. Un giugno 806, Bull. Rom. coni. 1. 1 3, p. 3 3,
1

sanguinoso conflitto di sei ore fu seguito confermò privilegi concessi da Pio VI


i

dalla prigionia de' vinti, e l'ingresso dei per la fiera franca che godeva da tempo
francesi co 'repubblicani romani fu segna- immemorabile nel maggio.
latoda3 giorni interi di saccheggioedi de- Otricoli {!*•). Comune e già città ve-
vastazione. Aggiungerò die non pare die scovile, del governo e diocesi di Narni:
il depredamento siasi esteso a tutto il pae- ne riparlata Sabina, alla quale un tempo
se, imperocché deve sapersi, egià toccai in appartenne. Ha per appodiato Poggio.
parte a Roma, che avendo i napoletani Cenni storici della città arcivescovile
costretto i ad evacuare da quella
francesi di Spoleli e del suo antico ducalo.
metropoli, Metche generale de' medesimi S^o\e\\,Spolctium vetusta ì
città, il cui
napoletani pose il suo alloggio sul mon- nome si crede dal Castellano di etnisca
te di Calvi, dopo che parte del suo eser- derivazione o meglio umbra. Vero è pe-
cito era stato espulso da Magliano dal ge- rò che questa celebratissima città, essen-
neral francese Malhieu, il quale poi sba- do stata sempre illustre capitale degli
ragliò napoletani ad Otricoli,che quan-
i umbri, tali popoli ebbero cogli etruschi
tunque valorosamente si difendessero, al comuni le vicende, gli usi, la potenza e
dire di Botta, vi perderono 2000 solda- forse il linguaggio. Giace all'estremità
ti, 5oo cavalli, 8 cannoni e 3 bandiere. di bella e ferace pianura, e precisamente
Indi Malhieu col generale Mncdonald as- alle falde dell'erto e boscoso monte Lu-
salirono i napoletani nelle alture di Cal- co, lungi da Roma poste 1 4 e 172, come
vi^ mediante capitolazione li costrinsero vuole Calindri, ed in aria perfetta. Fab-
a ritirarsi nel regno, comeavea fatto re bricata in luogo scoscesojcome la più par-
Ferdinando IV partito da Roma, che fu te delle a nuche città, in questi ultimi te ni-
-

5* S P O SPO
pi con grande dispendio si è cercato di rio, cos'i detto dal sangue dc'molti marti*
riparare a'vari disagi che una tal situa- ri, che furono ivi uccisi per la fede in tem-
zione le arreca. La via postale per essere pò delle feroci persecuzioni della Chiesa;
non poco malagevole coire va lungo le ponte che Dell'erigersi al suo capo fu riem-
mura dalla parte occidentale, ma il prov- pito di terra e pietre, e meriterebbe una
vitlo municipio volle che attraversasse la lapide che a' posteri ricordasse la vene-
città, econ un grandioso lavoro incornili- labile rimembranza, a lustro de'fasti sa-
ciato nel 1 838 conseguì il suo intento. E gii della citlà, come deploro e desiderò
bagnata dalTesino, torrente che per me- l'avv.° Castellano. Questo celebratissùno
là l'accerchia, ed influisce alla distanza ponte era di sorprendente mole econ 3
d'una lega nelMaroggia. Con solido ponte archi, mirabile per l'ampiezza di colos-
di recente ricostruzione si trapassa nel suo Giacendo sotto detta porta, e
sali pietre.

fìancooccidentale,aprendosiivilamaesto- alquanto più oltre fuoridi essa,neh84i


sa porta, sotto gli auspicii del gran Leone al 1842 fu nuovamente scavato in parte,
XII edificata, che per questo lavoro som- quindi nel 84-3 il cardinal camerlengo
1

ministrò 25,ooo scudi. Incominciato ver- autorizzò il suo scuoprimenlo. Più tardi
so il 1825 con disegno del valente inge- il ministero pure de'lavori pubblici, co-
gnere cav. Natali, venne condotto a felice nosciula l'importanza di tale monumeo-
compimento. La commissione municipa- to, sotto il duplice aspetto religioso e ar-
ie, chenell'amministrare patrii inleres- i cheologico,nel 1 85 accordò una somma
;

si governo pon-
dalla ripr isti nazione del per proseguire gli scavi, concorrendo al-
lificio, seguita nel 849, fino al compie-
1 la spesa non meno il comune, che la pro-
to riordinamento de* mimicipii acquistò vincia. In conseguenza di che, dal lato 0-
tanti titoli di benemerenza, fece giusta- rientale fu circondato di muro, e vi fu
mentecollocaieallasommità della com- fatta la scala d'ingresso. A rendere però
pila porta la seguente epigrafe (che mi veramente completo e proficuo l'esegui-
piaceriportare,agloriadellasingolarmo- to lavoro, e per impedire le continue fil-

destiadisì glorioso Papa, che vivente ri- trazioni delle acque, è da sperarsi che l'en-
pugnava le lapidi e gli stemmi, forse an- comiata magistratura nel suo patrio ze-
che per non esporle a quelle barbare vi- lo vorrà ulteriormente interessarsi pel
cende cui sono talvolta soggette) in me- proseguimento del muro di recinto nel-
tallo, decretata con plauso universale dal l'altro lato, onde possa da lutti ammi-
consiglio municipale. Leoni XII P. O. rarsi il monumento. Indi e appresso ad
M. — Quod beneficia in Patria — Um~ esso si presenta una piana e sufficiente
briae Caput — Hoc monumento cuniu- larga via, denominata Borgo, in capo al-
laveril — S. P.Q.S. In questo modo Spo- la quale incomincia ad ascendersi l'erta
leti, dalla parte di Foligno,mediante que- del monte, e passando per la porta Fu
sia nuova e decorosa porta, che mette al ga,d'antichepietreriquadrateebencom-
borgo di s. Gregorio, e perciò anco con messe, ove memorabile iscrizione ha e-
qneslo nome fu denominata, presenta un ternato lo sbandamento dell'esercito di
bellissimo aspetto. La porta, che gli spo- Annibale, si prosegue il ripido cammino
Jetini chiamano per costante gratitudine sino alla piazza che viene ornata da ben
Leonina, nulla lascia a desiderare nel la- architettata fontana , altra essendovene
Toro, e forma il miglior ornamento del copiosissima e limpida nella piazza di s.
borgo, il quale finisce là dove sorge Por- Simone. Nella sommità orientale s'innal-
la Fuga, e può vedersene il disegno nel- za la munita Rocca, un tempo baluardo
l' Album di Roma t.i8,p. 329. Ivi era di guerra, ora convertita in Bagno carco-
dapprima l'antichissimo ponte Sanguina- rarìo, ove sono rinchiusi i servi di pena.
S PO S P () 53
Fu celeberrimo cardinal Alhnrnoz, le-
il sua totale elevazione è di metri 8o,ijo,
/
gato d'Italia e dell'Umbria, che costruì o e della lunghezza di metri 2o *,()S. ludi
edificò la rocca Del 1 3 56, solida nella co- dall'ingiuria del tempo, e più da quella
struzione, bella nella (brina, e perciò la degli uomini ebbe a soll'rire molti guasti
migliore di quelle che l'intrepido porpo- nelle fazioni di guerra che straziarono mi-
rato eresse nella provincia, a tutela del seramente Spoleti. Fu restaurato princi-
dominio temporale de' Papi. E' riguar- palmente dall'operoso cardinale Albor-
data come insigne monumento di civile noz, forse dopo la distruzione di Federi-
e militare architettura di que' tempi, e co I nel lungo assedio, e per togliere l'ac-

per 4 granili torri che sorgono ne'. la-


le j. qua alla città, perciò le costruzioni sono
ti della medesima. Alla maestà e vaghez- nella più parte de' tempi del cardinale.
za de'porlici o loggiati onde il gran cor- Costeggiando poi le mura a destra,si giun-
tile è ridato, rendevano maggior pregio ge per comoda via alla porta Homana,
all' edilizio alcuni inestimabili affreschi e volgendo a sinistra, agiata strada con-
dello Spagna, che furono trasportati al duce alla grandiosa e magnifica metro-
palazzo comunale ove si ammirano. Un politana basilica, edilìzio del G 1
7 fabbri-
grandioso acquedotto di gotica costruzio- cato dal duca Teodelapio presso il palaz-
ne, allo 2 3o piedi dal profondo della val- zo ducale, quindi nel 1 067 eretto in cat-
le, congiunse il monte, ove la città è l'ab- tedrale, sotto l'invocazione della 13. Ver-
bi icata, all'alita montagna esterna di gine Assunta incielo. In diversi tempi su-
Monte Luco, tuttora rivestita di verzura bì vari ristauri, e quantunque diretti da
e anuosi elei giganteschi, e sparsa di ro- valenti artisti, ebbe più a perdere chea
mite celle biancheggian ti, che olirono un guadagnare nell'armonia architettonica,
sorprendente e ameno punto di vista;poi- perchè non si ebbe il seuno di conserva-
chè que'romitaggi, aiutalo aspetto e uso, re in tutto la necessaria uniformità. La
sono stati abbelliti, recandovisi gli spole- parte più antica è la facciata esterna di
tiui per sollievo nella buoua stagione. Il gotica architettura del secolo XIII, ove
grandioso acquedotto che porta abbon- splende stupendo e grande musaico di
datili acque alla città, per ornato di essa, Solsterno, rappresentante il Sai valore, la
pe'bisogni degli abitanti, e per dar moto B. Vergine e s. Gio. Apostolo, però bob
a due mole da grano, è un colossale mo- perfettamente restaurato: il diseguo della
numento d'ardila architettura, sorretto facciala trovasi nell' Album di Roma t.,4>

da archi posali su piloni vuoti e d' im- p. 49- Opera di più recente costruzione è
ponente altezza, e che veduti da lontano ilbell'atriodisegnatoda Bramante. L'in-
sembrano altrettante torri, per quelle on- terno del tempio venne interamente rin-
de a ditesa venne munito, perciò comu- novato, tranne rabside,daBerniiiieaspc-
nemente è chiamato Ponte della Torri, o se del munifico Urbano Vili già suo ve-
per quelle innalzale all'estremità. Gli ac- scovo. Lìornata di bellissimi marmi nel-
quedotti costruiti da' romaui per la lun- le cappelle e negli altari, nel declinar del
ghezza b miglia, sono opera ardita. Il
di decorso secolo, e di marmo è pure il pa-
ponte poi che unisce il Monte Luco alla vimento; il battistero di pietra a bassi ri-
eittàsi vuolepure costruito da' romani; fu lievi figurati, è lavoro rimarchevole del
dalducaTeodela-
nella piìi parte ristoralo secolo XV. La cappella Eroli al sinistro
pio, quando venuto a coutesa col fratello lato fu dipinta da Giacomo Laureti si-

lo conquistò colle armi, per cui si vedono ciliano, genero delloSpagna, con lodati af-
architetture del cosi detto gusto gotico: freschi. Ammiratisi quadri di s. Fran-
i

altri escludono la costruzione romana, e cesco, d'Annibale Caiacci; la Presenta-


tutta f attribuiscono al detto duca. Nella zione al tempio, di Cavallucci; I« Depo-
54 SPO SP o
mione, del Corvi; ilb. Gregorio di Mon- re di letteratura, gran poeta latino e sa-
te Luco in tavola, nella cappella delle re- tirico de'moderni secoli, che col nome di
liquie, di pregiato pittore del secolo XV, Quinto Sellano scrisse le satire tradotte
e forse dello spoletino Bernardino Cam- da Missirini, emulatore di Giovenale e
pilli; e nella medesima cappella le figure di Perseo, e di cui parlai altrove; egli mo-
dipinte sugli stalli canonicali di Giacomo rendo iuSpoleti fu sepolto avanti l'alta-
Laureati sicHtano'gl'intagli in legno, gli re di s. Francesco, senza memoria, secon-
ornati e le dorature di delti stalli sono do la sua prescrizione, e siccome fu ac-
del secolo XVI. Ma
ben altra eccellen-
di cademico ottuso, il presidente dell'acca-
za sono meravigliosi all'i escili ch'empio-
i demia quando le ceneri furono trasferi-
no il fondo del coro grande, antica tri- te nella sepoltura de'Gelosi propose,sen-
buna Primiano patrono della città,
di s. za etfetto,di erigergli quell'iscrizione che
che sola rimase nel rinnovamento della si legge nelle sue opere dell'edizione di
chiesa. Sono questi il capolavoro di Fi- Lucca ealtre. Nella cappella della B. Ver-
lippo Lippi, uno de'primi luminari del- gine, di vago disegnoe copiosamente ric-
la scuola fiorentina, e descritti maestre- ca a dovizia di pregiatissimi marmi, si

volmente dal duca Benedetti già lodato, venera la celebre immagine


mede- della
nel libro; Descrizione delle pittare del sima grecamente appellata ss. Icone. Co-
duomo, Pesaro 1827. Primeggia nella me guarentigia di pace fu donata a Spo-
sommità mezzo a un disco
dell'abside in leti dopo il suo eccidio nel 1 i85 dall'ini»

fiammeggiante di luce la ss. Vergine sa- peratoreFederico I,già venerata nel mag-
lita al cielo, che genuflessa riceve da Dio gior tempio di Costantinopoli e per co-
l'aurea corona,sedenle nel trono in tutta stante tradizione dipinta da s. Luca, con-
la sua gloria tra le gerarchie de'cori de- fermata anche da Pio VII, quando con
a
gli angeli; prostrati sulla 1 . linea in atto solenne pompa la incoronò con corona
diadorazionestanno i patriarchi, profe- i d'oro,concedendoa tutta l'arcidiocesian-
ti eie sante eroine del vecchioTestaraen- nua festa con uffizio proprio. Nella lun-

to. L'arte del dipintore rifulge nel gran ga e greca iscrizione, esistente a sinistra
quadro di mezzo, ove espresse il Tran- dell' immagine, che rende indubbia te-
sito della Madonna, compilo dal suo elet- stimonianza di sua vetusta orientale ori-
to discepolo e imitatore fra Dannante da gine e relativa alla tradizione, si esprime
Prato, poiché Lippi mori con sospetto di il dialogo tra la B. Vergine e il divin Fi-
veleno propinato da una prepotente fa- glio, al quale domanda la salvezza degli
miglia toscaoa, e fu sepolto nella mede- uomini e viene accordata ai pentiti per
sima cattedrale, in bel sepolcro di mar- amore. L'incise R. A. Spieser, ed in Spo-
mo, erettogli da Lorenzo de Medici, con le ti nel 7 4,nel 75o e neh 772 fu stam-
1 1 1

iscrizionediPoliziano,a sinistra della cap- pata la Relazione della ss. Icona della
pella del ss. Sagramento, la quale ha pit- B. l'ergine che si venera nella cattedrale
ture di Coccetti e di Labruzzi. E qui di- di Spoleto. Ivi leg^o le indulgenze con-
rò che in questo tempio, tra gli altri per- cesse da' vescovi a'divoli della ss. Icone,
sonaggi, vi sono pure tumulati, Andieo- e quelle accordate da'Papi, come la ple-
la di Sarzana madre di Nicolo /^, mira- naria e perpetua di Bonifacio IX per la
bile per quanto dissi di singolare in quel- festadell'Assunta primaria protettricede-
la biografia, sebbene non pare per quan- gli spolettili, e di Urbano Vili che confer-
to rileverò, e già notai nella medesima mandola vi aggiunse quella per la ss. An-

biografia; ed il prelato Lodovico Sergar- nunziala; e l'indulgenza in tulli i sabati


di di Siena, economo e segretario della a chi assiste al canto delle litanie. In que-
bibbi ica di s. Pietro, dotto iu ogni gene- sta cappella con grandissima pompa la
S P SPO 55
trasferì dall'antica il cardinal Facchinetti zio divino. I canonici hanno l'uso del roc-
vescovo nel i 668, arricchendola d'un no- chettoecappa con pelli d'urmelliuo, roc-
bile ornamento d'argento. Accrescono i chetto e colla ue'mesi estivi : i beneficia-
pregi di questa metropolitana le innu- ti indossano la cappa con pelli di color
merevoli e insigni reliquie che possiede, bigio, e ne'mesi estivi la sola cotta. La
co'corpi de'ss. Pridaiano e Emiliano, e del cura delle anime è affidata al priore, coa-
detto b. Gregorio. Vi sono due belli or- diuvato da un beneficiato. L'arciepiscopio
gani restaurati, il busto di bronzo d'Ur- è poco distante e separato dalla cattedrale,
bano Vili sulla porta nell'interno, la cui antico fabbricato contenente la chiesa di
volta fu dipinta dal Zinga spoletino, per s. Lucia, edifìzio senz'ordine e euritmia,
non nominare altri egregi dipinti. Grato comechèdel VII o VIII secolo. Era pri-
il capitolo a Urbano Vili per le tantesue ma dedicala a s. Eufemia con monaste-
beneficenze, pe' 7 altari privilegiati con ro di religiose, trasferite a quello di s. A-
indulgenze concesse alla cattedrale, per gata, quando l'imperatore s. Enrico 11
la Uosa d'oro benedetta (/^.) donata, e ad istanza d'Heriberlo arcivescovo di Co-
per quanto altro poi dirò, gli eresse nel lonia, che l'Ughelli e altri pretesero ve-
portico onorevole iscrizione, che riporta- scovo di Spoleti, la douò a' vescovi di Spo-
no Ughelli diploma della
e Novaes. Nel leti per costruirvi o ampliarvi il palazzo e-
rosa d'oto, dice l'Ughelli, usò tali ono- piscopa!e,sebbene un monumento di dub-
rifiche espressioni : tamquam tanti Pori- biaautenticitàed esistentesulle pareti del-
tifici* judicio Spolelina civitat Umbriae la cancelleria la dica donata nel 10 16 al
a
cìi'itaturiiprincepshaberetur.Niìvva il car- conte Acodo. Nella i. anticamera vi è un
dinal Cadolini, che consagrò la cattedra- prezioso dittico del secolo XI V, ove sono
le nel ( 1 98 Innocenzo I II, nella qual cir- dipinti la B. Vergine, s. Giovanni arci-
costanza difettando la città d'acque, sca- vescovo di Spoleti, e s. Lucia, il cui mar-
turì per inaspettato prodigio subitamente tirio è al disotto effigiato. Nel trasferimen-
l'acqua purgatissiuia che si appella Fon- to della sede episcopale dalla basilica di
te di s. Maria, e lo attesta pure Rinaldi s. s. Maria, avvenu-
Pietro, all'odierna di
5
all'anno t 198, d. 2J. Dopo la ristorazio- to appunto intorno al memorato tempo,
ne d'Urbano Vili, di nuovo la consagrò il monastero di s. Eufemia veniva meno

il cardinal Facchinetti. campanile an-


11 pel ristretto numero delle monache, e per-
nessovi, al destro lato uscendo dalla chie- ciò sembra certo d'essere stato concesso
sa, d'assai bella e solidissima costruzio- per residenza de'vescovi. Nella città esi-
ne, sembra appartenere al X secolo. Ab- stono 4 altre chiese parrocchiali, fra le
biamo del eh. cav. Pietro Fontana, De- quali la collegiata di s. Gregorio prete spo-
scrizione della chiesa metropolitana di letino e martire, e la chiesa dis. Filippo,
Spoleto, ivi 1848. Il capitolo si compone che per concessione di Leone XII è muni-
a
di due dignità, lai. n il priore, la 2. l'ar- ta del sagro fonte; la 1. "resta a piò del Bor-
cidiacono, quali godono ovunque 1' a-
i go. La collegiata di s. Pietro apostolo fuori
bito e l'insegne prelatizie e rocchetto, coi della città è un'altra parrocchia con bat-
privilegi propri de'prelati domestici, per tisterio. Era l'antica cattedrale siuo al se-
concessione perpetua diPio VI I,e ne leggo colo XI, già esisteva nel IX, ma risto-
il breve In stimino Apostolati^, de'a a- rata nel 174° ha preso forme assai ele-
prilei8o2, nel Bull. Rom.cont. t.i 1, p. ganti di moderna architettura. Ivi sotto
320. Si compone inoltre di 4 canonici, 1 l'ara massima si venerano le sagre spo-
comprese le prebende del teologo e del glie dis. Giovanni arcivescovo di Spoleti,
penitenziere.di 6 prebendati o beneficiati, trasferitovi dalla chiesa dis. Eufemia, e
e d'altri preti e chierici addetti al servi- di s. Pietro altro vescovo di Spoleti. La
5ù S P O S P O
tazza del battistero, e due i pili dell'ac- tichissima chiesa del VII o Vili secolo,
qua benedetta, sono d' egregia scultura è quella di s. Giuliauo, situata sulla pen-
in pietra. La facciata del tempio è som- dice del colle che sovrasta alla collegiata
mamente rimarchevole per la simbolica di s. Pietro: questa chiesa è uno de'mi-
cristiana. In varie grandi e belle pietre gliori monumenti dell'architettura più
sono effigiati a bassi rilievi animali sim- remota medioevo. La chiesa di s. Poli-
del
bolici, l'anima che dal corpo dell'uomo ziano, altro patrono di Spoleti, ha la fac-
inoliente si diparte, il particolare giudi- ciata del secolo XI l'antico suo sotter- :

zio a cui tosto soggiace, il paradiso e l'in- raneo è sagro venerando monumento dei
ferno. Alcune cornici e nobilissimi fregi, primi giorni della nascente cristianità. Ivi
forse ad altri edilìzi appartenenti, furono le ossa riposano d'infiniti martiri, insieme
ivi associati a'que'troppn più antichi or- a quelle di s. Poliziano, non essendo ve-
namenti, alloichè si ricompose tal pro- ro che sieno in Utrecht, ove trovasi solo
spetto esterno. La collegiata di s. Gre- piccola reliquia: la testa del santo, chiu-
gorio, benché dell'antichità più remota, sada Pio VII in magnifica teca d'argento,
pure a nuova forma ridotta, racchiude venne affidata alle monache Clarisse cu-
io se antiche arenarie o catacombe, ove stodi di questo santuario. Il sotterraneo
in uuo colless. Abbondanze giacciono se- è chiamato pure cimitero di s. Sincleta,
polli più migliaia di martiri; monumen- e vi riposano ancora i corpi de'ss. Isacco,
to di inestimabile pregio, che col Ponte Paratlale, Tendila, Lorenzo e compagni.
Sanguinario, e col venerando sotterra- La chiesa dellaMannad'orOjCheper la sua
neo tempio di s. Poliziano si rannodano. vaghezza credesi di Bramante e va ador-
Giace ancora in questa chiesa Picenzia na di 3 ottimi quadri del Conca, e quella
spoletiDa nel 354 cresimata da Papa s. della Madonna di Loreto, ove uella cap-
Liberio,abbonda di lapidi cristiane, e vi pella de' conti Campello si ammirano 3
si animila il quadro di s. Giuseppe del quadri del taglioni, sono templi elegantis-
Couca. Nel cimitero di s. Abbondanza, simi della pietà spoleti na, per solenni vo-
in oggi s. Gregorio, più vescovi riconob- ti del pubblico maestrato consagrati ad
bero queste arenarie e le ossa sante di eternare le grazie dalla B. Vergine pro-
popoli di martiri. Altra s. Abbondanza, fuse a Spoleti negl'infortuni acerbissimi
coetanea di s. Maiolo abbate di s. Mar- che Roma e i circonvicini luoghi patirono
co, nel secolo IX sopra cimitero della il pel crudele e ladrone esercito di Borbone
i." s. Abbondanza edificò la basilica in contro Clemente VII, e negli spaventevo-
onore del glorioso s. Gregorio spolelino, li terremoti posteriori. Sono ambedue di
ove riposavano le sue ceneri. Nel 079 fu 1 squisito disegno del secolo XVI, e si de-
ristorata eatnpliata, e nel 1 146 consagra- vono ad un eremita spoletino di Monte
ta coll'inlervento diG vescovi. Parte del Luco. Nella chiesa diLoreto, cui si giunge
corpo di s. Gregorio sembra essere stala dalla porta laterale della città al coperto
recata a Metz dal vescovo Teodorico. Ab- per lungo e gaio porticato, in edicola di
biamo dell'ai). Filippo Gelosi Rosmarini: eletti marmi la taumaturga im-
si venera
Osservazioni sopra l'antico cimilcrio di magine Vergine con prodigioso
della ss.

s. Abbondanza vedova ed il (empio di magistero dipinta. Questa chiesa e il di vo-


t

s.Gregorio prete e martire; Spoìeli pel to simulacro meritarono due libri. Cor/i-
lui dell 7 7f). Nella piazza della chiesa di
i 1 pendio breve della storia intorno V ori-
s. Gregorio, in quella della Madonna del- gine e progressi dell'ini magine della Ma-
la Stella delle canonichesse Lateranensi, donna di Loreto _,
situata fuori e vicino
il quadro che la rappresenta è opera del alla città di Spoleti Ricavala da una sto-

valentissimo spolelino Campilli. Altra au- ria antica, composta da un p. barnabi-


STO Sl'U 5y
to, Spoleti 760 pel Giannini. P. Ignazio
i rissime di affetti. La chiesa di s. Paolo è ri-
Porta lupi barnabita, Hisloria della mi- marchevole per vetustà e per le assai pre-
racolosa immagine della Madonna ss. gevoli pitture anteriori al risorgimento
ili Loreto fuori di Spoleto, Terni 1G21. dell'arte, ed esistenti sopra la volta delia
La chiesa già eli s. Salvatore e ora di s. chiesa moderna. INella chiesa di s. Simo-
Domenico è bellissima e di buona archi* ne, Gregorio IX canonizzi) s. Antonio di
lettura, l'ammirabilecopia della Tra-
lia Padova, il di cui cranio ivi si venera : dice
sfigurazione di Raffaele, egregio e con- Castellano, che funzione ebbe luogo
la

servatissimo capolavoro del cav. d' Arpi- nella cattedrale, e perciò padovani in i

co. Nella lunetta semicircolare sulla por- benemerenza ri vestirono di piombo il suo
ta grande, vi è un allresco di Peri DO Ce- tetto e quello del campanile; questo po-
sarei perugiuo, e ne'sotterranei alquanti trà essere, ma la canonizzazione per l'au-
inestimabili superstiti avanzi di pittura torità del cardinal Cadolini sembra do-
del secolo XV. In ricca cappella è poi cu- versi ritenere l'atta in s. Simone. Notai nel
stoditouno de' ss. Chiodi che trafissero voi. VII, p. 294, che nello stesso giorno
ilRedentore, e in reliquario d'argento in Lisboua, patria di s. Antonio, suona-
di moito pregio per isquisitezza di lavo- rono prodigiosamente le campane. Nella
ro. Il grande affresco poi della Crocelis- chiesa di Paolo, per stenebrar le menti
s.

sione, elicsi vede nell'annessa chiesina di dei longobardi insozzate d'arianesimo,


6. Pietro Martire, è attribuito allo Spa- successequesto stupendo prodigio narra-
gna. La suddetta chiesa di s. Filippo è as- to da s. Gregorio 1. Avendo longobardi i

sai leggiadra, sia per l'architettura, sia tratto seco loro un vescovo ariano, que-
per la cupola che la sovrasta, sia per la sto non potendo ottenere dal vescovo di
ricchezza de' marmi. Il Conca dipinse il Spoletiuna chiesa pe'suoi settari, si pro-
quadro di s. Giuseppe, il cui altare ha 2 pose occupar questa di s. Paolo. L'ostia-
colonne di verde antico, altre 2 essendo rio che ciò seppe, chiuse le sue porle e le
in quello del Crocefisso, le quali 4 colon- munì meglio che potè, estinguendo tutte
ne credono appartenute al tempio di
si le lampade. Portatosi il vescovo ariano al-
Clilimno.E veramente mirabile il qua- la chiesa cogli eretici suoi seguaci, mentre
dro egregiamente dipinto dal Lapis, esi- adoperatasi ad atterrarne le porte, que-
stente sull'altare vicino alla porta della ste di subito per virili divina con terribi-
sagrestia, e rappresentante la B. Vergi- le impeto si aprirono, le lampade si riac-
ne e s. Giovanni a pie della croce. L'in- cesero, il vescovo acciecò. Pregevoli sono
teriore cappella de' filippini è decorala le pilline del \ 1 1 secolo e conservate, e-
da una sagra Famiglia del Vanni,che vol- sistenti nel sotterraneo de'ss.Gio. e Paolo
le emulare Barocci. Le chiese della Stel- dentro la città; e nella chiesa di s. Mad-
la già nominata, e de'serviti, di recente dalena, il suo quadro è di Guerrino. Non
costruzione, comechè più semplici, non la finirei più. se dovessi parlare di tutte
cedono in leggiadria e vincono in propor- le a lire chiese diSpoleli, e dell'opere d'arie
zioni quella di s. Filippo. La chiesa di s. di cuivanno adorne, celebrate dal cardi-
Simone si distingue per ampiezza e va- nal Cadolini, del quale mi vado giovando;
ghezzadi forme, con bel quadro in tavola gareggiando in vetustà la sotterranea di
ili pennello Giottesco, esprimente santi s.Brizio,ove si credono sepolte lesue sagre
francescani, mentreil chiostro del conven- mortali spoglie. Spoleti contiene 1 1 mo-
to trovasi ornato di bellissimi a (freschi del- nasteri e conventi dei religiosi domeni-
la scuola de'Zuccari, con istorie di s. An- cani, lilippinijServiti, gesuiti, fratelli del-
tonio di Padova, egregi per composizio- le scuole cristiane, liguorini, francescani

ne, prospettive ed espressioni siguifican- riformati, agostiniani scalzi, conventuali


53 S P O SPO
minori, cappuccini, ed i religiosi del ri- spoletina gioventù. A tale scopo ti sta-
1
tiro di i\Joule Luco. Vincenzo M.' Fonta- bilì per l'istruzione letteraria padri ge- i

na, De romana provincia orci, praedi- suiti con collegio; per l'elementare i fra-
convento di s. Salva-
calottini, trullo del telli delle scuole cristiane pe'giovanetti;
tore di Spoleli. I monasteri delle mona- econoscendo il bisogno di prov vedere an-
che,compresi consei vatorii, sono g, cioè
i che all'educazione delle fanciulle, destinò
canonichesse regolari Lateranenii o roc- a questa le maestre pie. In tal maniera
chelliue,niantellate o Servedi Maria, eia- Spo'eti può vantarsi di avere per i suoi
risse eoo due monasteri, e altrettanti ne figli vei i educatori e veri maestri, zelanti
hanno lebenedetline,convittrici delBam- ed edificanti. Leone XII stabilì pure iti
bino Gesù, terziarie di s. Francesco, e le Spoleti lacongregazione de'liguorini, di
religiose della Passione che hanno per i- che feci parola nel voi. LVI, p. 3o6, e
stitulo la correzione delle donne di mala fu largo di altre beneficenze. Dello sta-
vita. Molti sono sodalizi,
i due gli ospeda- bilimento ordinato dal Papa de'fratelli
li, in uno de'quali esiste la vocazione di delle scuole cristiane e delle maestre pie,
s. Matteo di Caravaggio; l'orfanotrofio, ne tratta il n.° 5i del Diario di Roma
il monte di pietà, ed altri istituti bene- del 1824- Nel Bull. Rom. coni, t.1'6, p.
fici, come la cassa di risparmio, per cui 27, vi è la bolla A recla puerorum insli-
lu pubblicato il Regolamento per l'isti- lr/1/orae, che ne effettua
la fondazione. Leg-

tuzione d'una cassa ili risparmio in Spo- go nelle Notizie sloriche delle accademie
leto, ivi 1837, tipografia Bossi e Bulloni. d'Europa, del conte Paolino Mastai Fer-
Gli stabilimenti di pubblico insegna men- retti, a p. 5g, che l'accademia di Spoleti
to vi fioriscono, e primamente il semi- fu istituita per cordiglio del già celebra-
nario con alunni fondato dal cardinal Vi- to Pontano, che prese poscia il nome di
sconti, oltre di quello nell'arcidiocesi i- Accademia degli Ottusi, a somiglianza
stituito da Urbano Vili in Fisso. All'ar- di quella di cui Pontano erasi fatto capo
ticolo Gen'ga famiglia, dissi che Leone e moderatore in Napoli: si rese celebre
XII sebbene nato in Genga, castello del- come attestano Tiraboschi, Storia della
la diocesi di Fabriano (/'.) e de! gover- letteratura italiana, t.
7 par. 1 ; e Ga- ,

no di Sassoferralo (/.) nel distretto di rulli nt\Y Italia accademica, dell' acca-
Fabriano, nondimeno sempre si chiamò demia di Spoleti. L'accademia degli Ol-
spoletino, couuchè affettuosissimo per (usi ancora fiorisce.

Spoleti che dichiarò sua patria d'elezio- Noto è a tulli, che la città di Spoleti
ne, ed ove uvea maritato al nobile Ti- è numerata fra le più illustri d'Italia per
burzio Mongalli la sorella d. Caterina che l'antichità, per le memorie storiche, e pel
dichiarò principessa. Inoltre a Gexga ed numero di quegli egregi spirili che colla
a Scuole cristiane parlai del palazzo che santità della vita e coll'opere dell'intel-
d<i Leone XII ereditato in Spoleli, on- letto o della mano crebbero gloria alla
de la circostante piazza prese il nome di patria comune, e a se stessiprorogarono
Genga, concesse per uso de'fratelli delle one->to e splendido nome tra'posteri, la-
scuole cristiane, e delle maestre pie di s. sciando belli esempi da imitarsi. Spoleti
Agata di Roma. Questo Papa appena su- primeggiò sempre in armi, in potenza e
blimalo al governo della chiesa univer- per un grandestuolod'illustri nelle varie
sale, volse le sue cure particolari all'a- sue epoche Umbra, Romana, Ducale, del
mata primieramente vide che non
città, e Medio evo e Papale; congiungendo nelle
poteva darea'suoi concittadini prova mi- secoude epoche al valore, la saulilà della

gliore di patrio all'etto, che provvedendo vita, la dottrina, le nobili arti, la feracità

con opporluui mezzi all'educazione della degl' ingegui; contribuendo così all'ita-
S P o S P O 59
liana civiltà, mediante uomini eccellenti danze e Gregoria ; ss. abbati Mauro e
i

in ugni qualità di dottrina, e in diverse Giovanni Puranueiise s. Senso, beati


; i

arti, la teulogiu, la giorisprudeuza, le Paolo, Francesco da Spoleti, Corrado,


matematiche, li medicina, le umane let- Angelo, Teoboldo, Giovanni Chiarani,
tele, e la pittura furono dagli spoletini e- Sabino da Campetto, Gregorio e Angelo
aereitate con grande sodezza ed eleganza da Spoleti, Martina e Andrea, e gli ul-
d'ingegno, né la storia pallia, né l'erudì* timi 3 martiri; Gabriele Garofàli, mor-
Biotte mancarono di fedeli e diligentissimi to con fama di santità e chiaro nelle let-
cultori ad ogni tempo, e inclusive al no- tere, e Cherubino di Capo Ferro; le beate
stro. Pe'fasli fragri di Spoleti, ben a ragio- Marina Petrucciani, Francesca Campelli,
ne il cardinal Cadolini esclama » Quivi, : Angelina, Cristina Visconti, ed Eufemia
seconda Roma, vidersi a mille a mille Palleltoni, per tacere di altra serie lun-
empio pagano furore,
cailer le vittime di ghUsimadi venerabili d'ambo i ses>i. A ilo
e il Ponte sanguinario imporporato dai paline mietute nelle marziali tenzoni e
Lucidati fedeli, sagro e venerando ad- ne'campi della fede, congiunse Spoleti in
diveniva, mentre pietose Priscille le pre- ogni e più svariato genere di sagre ed li-

ziose spoglie raccoglievano degl'invitti e- mane egualmente nobili e im-


discipline
stinti campioni, e in varie cripte o are- mortali corone; dappoiché menlrePiiblio
narie loca vanle, cioè le Sinclete, le Ab- Corniolo ne' romani rostri si meritò gli
bondanze, le Serene. Quivi dal sangue encomi e la domestichezza di Cicerone
de* martiri, die sempre mai semenza e- che ne lagnino la morte ; Caio Melisso
lelta si fu di religione, la mistica vigna fu carosomtuamenteaMecenate,ead Au-
rigogliosa crescea e grandeggiava del Na- gusto che lo incaricò di 01'diuare le bi-

zareno. E a codesta vigna, ove, mercè i blioteche nel portico d'Ottavia, commen-
Benedetti e gl'Isacchi, ebbero culla i ce- dato da Ovidio, da Aulo Gellio che lo

nobiti d'occidente, che gli empi delubri chiama sommo grammatico, e ila Sve-
e i profani impuri boschi santificavano; tonio pel suo valore nelle lettere e peri-
ove I' inconsutile veste dell' Agnello, da zia nel sermone del Lazio. Nella guerra
abominevoli resie e scisma lacerata, ri- timbrica rifulse la forte virtù di Mairi-
congiungevasi. " Oltre i santi vescovi, di nio, nella fazione dell'Acque Sestie; Lu-
cui parlerò a suo luogo, oltre i ceuobiti cio Matrinio ottenne la cittadinanza ro-
di MonteLucOjde'quali egualmente dirò, mana da Mario, ed a'Matrinii spetta la

e le molte migliaia de'già accennati mar- lapide che vedesi nell'esterno della torre
tiri, tra il fulgore di santità vanta Spo- campanaria del duomo. L. Carvilio fu ce-
leti s. Paleria con 4 ('gli martiri, e Gio- lebrato da Livio, dicitore facondissimo.
vanna madre di s. Poliziano, chiaro non Fabio Vigile fu chiamato il Vairone dei
meno per la palma del martirio, che pel suoi giorni, elegantissimo scrittore e poe-
patrocinio pili volte elargito alla città; i ta, segretario di Paolo
III, che a vea ser-

ss. Gregorio, Concordio e Quintino preti vito in tale impiego prima che fo-<se Pa-
e martiri; i ss. Primiano, Parattale, Vi- pa, poi vescovo di Foligno, quindi di sua
tale (diverso dal ravennate, fissandone il patria. Pier Francesco Giustolo come il
martirio i Doilandisti a'2 1 gennaio; lesue precedente co'suoi carmi rinnovò l' ele-
sagre spoglieck.il vescovo s. Speo rinve- gantissime gemme di Virgilio e di Ca-
nute ed onorevolmente collocate in mar- tullo, ed ileav. Fontana pubblicò nel 1 8 > S

moreo sarcofago al Terzo della Pieve, fu- in Roma col volgarizzamento quello va-
rono dal vescovo Sanvitale nella più par- ghissimo sul Monte Luco e sua leggiadra
te trasferite nella cattedrale) e compagni descrizione; anche il cav. Re nel suo Sag-
martiri; lo ss. Sincleta, Serena, Abbon- gio sulla poesia, contribuì a far cono-
60 Sl'O S P O
sn re il mei ito poetico di Giustolo ade- rono scrittori nel XV secolo di patrie sto-
coro dell'italiane lettere; fu amicissimo rie : il 1 .°[>e' suoi Annah-s civitatis, il 2.°

d'Angelo Colocci e di Pomponio Leti, e per le sue memorie o De rebus a se gesti*.,


segretario del Carnoso Borgia duca Va- e De nobilibus familiis Spole tinis. Nel-
lentino, cui dedicò alcuni carmi encomia- l'arte salutare Pier Leouio fu emulator
stici. Benedetto Egio nelle greche e Ia- di Galeno, e perì miseramente in un poz-
line lettere peritissimo, autore di classi- zo, per non aver potuto salvar Lorenzo
che traduzioni. Evenzio Pico pubblicò le de Medici, come si crede, a torto venen-
sue Istituzioni grani/natiche , profondo do invece accusato di averlo avvelena-
nella greca e latina letteratura, il quale to, e perciò fattovi gittare da Pietro de
corresse la voce Spolctanus, sostituendo Medici. Pietro Servio fu medico in Ro-
Spoletinus da Spolelium, e però è me- ma celebratissimo nel secolo XVI, au-
glio dirsi Spoltri, anziché Spoleto. Au- tore d'opere e professore dell'università.
r
relio Clarelio Lupi, lodato pe'suoi squi- Fu pur celebre medico e naturalista il d.
siti versi, onorato con diploma imperiale Luigi SinibaldijVlollissimo autore di pa-
d.i Massimiliano. Scrittori assai beneme- recchie opere mediche, lodate in quelle
riti del le patrie cose fu ronoGiuseppe Si Ila- del prof. Bufaliui e di altri. Fra'più ce-
rio Leoncilli vescovo d' Orte e poeta la- lebri giureconsulti ricorderò, Lodovico
tino. Filippo Leoncilli autore Hi-
dell' Pori ta no, discepolo ili Gio. da Imola, e
storia Spolctina per serieni Episcoporurn fu al concilio di Basilea chiamatovi d'Al-
digesta, scritta con assai erudizione e cri- fonso V d'Aragona. Lodovico cav. An-
terio; opera che Serafino Serafini, altro cajani, rettore dell'università di Padova.
spoletino, con molta avvedutezza e ra- Mario Favonio, anche poeta. Francesco
gionevole critica arricchì d'annotazioni Autonio Scella fu senatore di Roma, de-
e commenti, e scrisse lodevolmente sulle gno di Nicolò suo padre, altro dotto giu-
cose spoletine alcune Memorie, egli E- risperito. Antonio Leoncilli interprete di-
logi de' santi spolettai. Severo Minervio ligenlissiino del diritto civile, e vescovo
autore De rebus s p ole ti ni s sino al 1027, di Teramo. Marc'Aurclio de Domo, cri-
il 1 ."che ordinatamente scrisse gli annali ni ina lista scrittore. Nell'eloquenza del pul-
patriijCon dotte e utili investigazioni; suo pito di sua età, fiorì il già detto b. Che-
padre Ermodoro godè il favore di Leone rubino Capo Ferro, i cui sermoni e al-
X, cui fu accetto perchè nelle lettere lati- tre opere stampate lo qualificarono scrit-

ne peri fissi ino. Ber nardi uoCam pel lo com- tore valentissimo. Giovanni da Spoleli
pose 4° hbri di patrie istorie, de' quali fumaestro di s. Bernardino da Siena; e
solo 20 furono pubblicati, e fu tenuto u- Gregorio Elladio fu maestro dell'italico
uo de'migliori scrittori del suo tempo : il Omero l'Ariosto. Vuilkiuio di Spoleti fu
eultissimo conte Pompeo di Campello, e- storico la lino. Muzio de A ngelis glossò qua-
rede della sua dottrina e nome, possiede si tutta la filosofia d'Aristotile, la Som-
mss. preziosi di lui. Gabriele Garofalo ma di s.Tommaso, e l'epistole di s. Paolo.
già ricordato,moderatore piissimo del suo Nevio Fcliciano descrisse le cose di Spel-
ordineagoslinianouella Marca Trevigia- lo, e compose latini carmi. Illustrarono
na, vescovo di Nocera, fu dal Zeno chia- con vari generi di letterarie produzioni
mato magni norninis sacrisauc literis e- la patria loro, Oiheducejo Ancajaui, A-

nulitissirnuinj autore facondo di più o- lessandro de Angelis gesuita, Mattia An-


pere polemiche, e di trattati contro gli gelo Amici, Gio. Battista Lauceo dome-
eveiicifraticelli. Paruccio Zampolino,au- nicano, Ottavio Castelli, Nicolò Emilio
InieAc^lidnualctciviliiti'iSpoletiìiiTom- Toni, Giulio e Solone Campello, cav. Lo-
muso Mariani oratole a Eugenio IV, fu- reto Vittori poeta e istitutore benefico ilei
S PO SPO Cu
collegio Lauretano, poi ridotto nlle pen- e profana erudizione, Bufare di scritti di
sioni Loi ttane,i\t\\e quali parlerò verso ragione canonica e archeologica j e cav.

il fine; Domenico Martinelli autore d'un Pietro Fontana, come precedentedottoil

trattato sugli orologi; i fratelli Campani) indie patrie memorie, scrittore applau-

celebri meccanici del secolo XVII, ad ti- dito d'opera elementare e d'agraria e di
no de'quali si attribuisce il trovato della quanto di sopra notai (cessò di vivere ai
Lanterna Magica, ed altri. Né alla bel- 3i maggio i854 presidente dell'accade-
1'
aite, die per l'incanto de'colori desta mia spoletina degli Ottusi o Pontaniana,
ne'seusi l'immagini del vero, venne me- come apprendo dal n.° 129 del Giorna-
no o fu ritroso il genio di Spoleti, e val- le di Roma j ed il prof. avv. Carlo Guzzo*

gano por tutti il rammentare Giovanni ni degli A oca ra ni ne scrisse la Necrologia,


Spagna, e Bernardino Campilli. Il i.° si subito stampata a Spoleti); ed io aggiun-
tiene in conto di spoletino o del contado, gerò il profondo scienziato p. Gio. bat-
comechèascrittoalla cittadinanza di Spo- tista de' conti Pianciani gesuita, autore
leti ebe fu campo di sua gloria, ed ove d'opere egregie. Nella città di Spoleti vi

sposò una Capo Ferro. Il 2. fu coetaneo sono molti e grandiosi palazzi, quali i sic-

di Pietro Perugino, di cui nel dipingere come posti fra le scoscese vie non han-
tenne molto nello stile, grazia e avvenen- no corrispondente appariscenza esterna.
za. Ambedue formarono quasi una scuo- Quello governativo, residenza del delega-
la patria. 11 Marchesi e il lìamurrini mol- to apostolico e degli uffizi ilei governo ,
ti illustri spolelini celebrarono, massime di buona architettura, era de'baroni An-
quelli uscitida nobili famiglie. Innume- cajani, famiglia che novera diversi illu-
revoli poi sono quelii ebe fiorirono in di- stri, e da ultimo Mariofu vescovodi Gub-
gnità ecclesiastiche, per vescovati e per bio e poi arcivescovo della patria, eCarla
prelature, ebe in tanti luoghi riportai, castellano del Castel s. Angelo di Roma.
anzi ora mi rammento, che nel voi. XXI II, Il palazzo comunale, non che da più pre-
r
p. 82, registrai mg. Giuseppe Fra tra- ziose lapidie antichi frammenti, è magni-
nelli segretario de'memoriali d'Innocen- ficamente arricchito da splendida pittu-
zo X, seguendo Novaes, ma poi trovato ra a fresco dello Spagna, che perle cure
che il suo cognome era Frenfanelli, mi del benemerito cav. Fontana vi fu tra-

corressi nel voi. XLIV, p.i8g, registran- sferita dalla rocca, lidi pi nto in ligure natu-
do altre rilevanti sue cariche. Scrissi le rali rappresenta il dottore s. Girolamo,
biografie de'cardinali vescovi di Spoleti, s. Antonio di Pado va, s. Caterina verginee
come pure degli spolelini elevati alla por- martire, e s. Brizio con in mezzo la B.

pora, i quali sono : Giuseppe Accoram- Vergine che tiene sulle ginocchia il Bam-
bonij ina nato in Preci, Virgilio Rosario, bino, ed in altri dipinti simbolici e or-
e Carlo Collicola. Degli uni e degli altri nativi. Erroneamente dice il Castellano,
riparlai ne'luoghi che li riguardano. Al che ilr.° deve a quel-
posto tra'palazzi si

presente Spoleti vanta i seguenti prelati: lo degli antichi che oggi


duchi di Spoleti,
r
n>g. Francesco Gentilini arcivescovo di spetta alla nobile famiglia Aironi, im-
Tiana che lodai nel voi. LV1I, p. 3oi; perocché se in alcuni luoghi non lontani
mg.r Raffaele Bacchettoni che dali85o dal duomo si vedono avanzi di antiche
è 3.° vescovo di Norcia; e mg. r Andrea magnificenze, come archi e colonne, que-
de'conti Pila chierico di camera, già pre- ste non sono certo nello spazio occupato
side di varie provincie, come notai altro- dal palazzo Aironi checertamente è bello.
ve. Il cardinal Cadolini molte lodi rese ai Questo palazzo fu dagli Arroni eredita-
contemporanei can. d. Francesco Bon- to dalla famiglia Vari, è un edifizio tutto
cristiani versato in ogni genere di sagra di uno stile del secolo pili bello del ri-
2

6* SPO S P O
sorgimentodelle arti del disegno,ossia del gobardi e imperatori franchi. Descrive ti ne
sccoloXVI. Equando si costruire si crede monele che gli pervennero tra le mani,
aglistemmiintagliatiinlegnodorato, che in una si vede la Croce e all'intorno De

si vedevano sotto la magnifica grondaia, Spoleto j nel rovescio l'epigrafe: S. Pon-


oggi demolita, apparteneva alla fainglia tianus P., cioè prolectoropatronus. Nel-
spoletioa del Bacano. Il Fa tteschi parlò l'altra moneta comparisce un vescovo col
del palazzo ducale a p. i61e seg.; però piviale, colle lettere Johes... A... C...\ nel

bisogna tener presenti le avvertenze ri- rovescio Spolettimi*. Con mitra e pallio,
inarcate dal cardinal Cadolini, il quale aggiunge il cardinal Cadolini, e spiega la
osserva che tale n'era l'ampiezza, sino leggenda: Johannes Archiepiscopus et ci-

ad occupare nel piano superiore della cit- vis. Dichiara Reposali, Della zeccarli
tà più d'un vasto quartiere verso la cine Gubbio p. 17, che sotto i re longobardi
sa di s. Maria, esistendone alcune vestigia si aprirono varie zecche, e specialmente
nelle case Cimarelli, Carosi, e sotto la ca- in quelle città dov'essi risiedevano, e nelle
sa Marchetti. Quanto al palazzo degli Ar- più cospicue,come Pavia, Bene veri to,Spo-
roni, il cardinale loda la nohilissima fac- leti, Milano e altre. Abbiamo di Gaspa-
ciata, e le sue pitture monocrone egre- re Luigi Oderico, Lettera sopranna pre-
giaotiente condotte sopra disegni di Giù- i tesamoneta di Ariulfo duca di Spoleti,
ho Romano. Aggiunge, che non manca- Bologna 1786. Fu estratta dal Zannetti,
no palazzi di buona architettura moder- Nuova raccolta delle, monele e zecche
na;e vannoricordati quelli de'conti Pian- d' Italia t. 4- I rùderi che si osservano
ciani, de'CollicoIa o Colligola, e di Cam- qua e là di templi, d'anfiteatri e di ter-
Vie un mediocre teatro sulla pinz-
pello. me, e di altro che già ricordai, non che
za delduomo. Ora se ne sta costruendo l'iscrizioni che si sono trovate, mostrano
uno nuovo in piti comoda situazione nel- che .Spoleti sotto la dominazione roma-
l'ex convento di s. Andrea, sui ruderi del na fu città fìorentissima e di grande Ira-
presunto tempio di Giove, diretto dal va- portanza. A volerne far parola seguirò e
lente ingegiierelreneo Aleandri che lodai preferisco per più sicurezza il cardinale
a Macerata ed a s. Severino sua patria. Cadolini, la cui orazione accademica è
Nel 18 16, anno onde procac-
di carestia, ricca di tanta dovizia storica, erudita e
eiare lavoro agli artisti, da una società critica, da bastar per se sola a dare una
si edificò il piccolo teatro della Filodram- giusta idea de'pregi della metropoli dèl-
matica del Gitunno, nella piazza dell' A - l'Umbria. All'edace ingiuria dei tempi
bete. Spoleti da tempo antichissimo ha vennero per buona ventura sottratte al-
un cardinale per protettore, e di presen- quante preziose vestigia de' monumenti
te lo è il cardinal Giovanni Serafini, es- spoletini dell'epoca romana. Delle mura
sendolo pure di Monte Falco e d' Otri- ciclopee, e di più recente romana costru-
coli. Lo stemma della città si forma di zionecoll'ampliarsi o restaurarsi delleal-
una croce rossa in campo d'argento, e di tre, si ammirano nobilissimi ruderi prin*
nnguerrieroarmaloeconsciidoacnvallo, ripalmente nel giardino della casa Fal-
sorreggente una bandiera ov'è pure il sa •
coni, negli orti di s. Domenico e di casa
lutifero segno e in campo rosso. Spoleti Colligola, e ne'sotlerranei della Trinità,
ebbe la sua zecca, ed il Muratori, Disseti, ed a fianco di Porta Fuga, nella casa Be-
topra l antichità italiane,àÌ6Sert. 1?.' eve- nedetti, negli orti Staterà e Bdli, e in più
de verosimileche questa illustrecittàche altri luoghi. Nella rocca si è creduto che
per più secoli fu capo d'ampio ducalo, rsislesse antico anfiteatro; allri all'oppo-
godesse il pregio della zecca e il diritto sto pensano che con molte pietre di quel-
di battere moneta anche sotto i re lon- lo in realtà giacente nel fondo della città
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siasi sovvenuto alla costruzione della roc- die esercitò In tribunizia podestà e chiu-
ca, se pure mura ciclopee, come appare, se al pari del fratello col veleno i suoi
non sonoalquaoti massi dell'esteriore mu- giorni, fu per sentenza del senato innal-

ro ond'essa è ricinta. Un tempio d'Apollo zato un bell'arco, serbato da' secoli con
vuoisi piuttosto che ivi sorgesse, e diesa- iscrizione a Germanico. Al destro fianco
grò a quel nume pur l'osse il circostan- verso la Montani è l' iscrizione di
casa
te bosco, Liicus Sacer, oggi detto Munte Druso. Poco distante, nel declinare e vol-
Luco; su di che sipuò osservare il giu- ger della via Montatone, trovasi l'aulica
dizioso parere del cav. Fontana nelle sue porta di Spoleti, anch'essa d'egregia for-
Annotazioni al Carme dei Giusto!*). Del* ma e di belle pietre; ma l'arco e la por-

l'anfiteatro splendidi avanzi sono ne'mo- ta pel sollevarsi die sopra i ruderi e ma-
nasteri della Stella e del Palazzo: Pro- celie della primitiva città fece la novel-
copio narra che ivi stanziò il presidio, cui la, rimangono nella miglior parte sotter-
essendone duce Costantino, lasciò Beli- ra. Il tempio di Giove sorgeva ove è la

sario a custodia di Spoleti nella guerra diiesa di s. Andrea, e ve ne sono prege-


gotica. E di questo anfiteatro fa onore- voli avanzi: altro a tal nume fu eretto al-

vole menzione il Mad'ei, nell' opera de- laStradetta, dove poi fu edificata la chiesa
gli Anfiteatri. La basilica non può bene di s. Donato non più esistente. Le iscri-

distinguersi, poiché gli ampli ruderi che zioni attestano del culto die gli spolelini
di essa si additavano nella casa Lunarini, rendevano a Marte, aGiove.ed aPortun-
sembrano piuttosto reliquie di paganode- no,altro nume patrio non dissimile dal
lubro; pure non molto di-costo esser do- Clitunno. Anchela Concordia ebbe tem-

vea, come l'appalesano altri ruderi e la pio, e forse ad esso appartennero le colon-
lapide discoperta di Volusio, che una ba- ne di finissimo marmo di che è adorna la
silica del proprio aveva eretta. Un tem- chiesa del Crocefisso, da'fedeli innalzata a
pio aMarte sorgeva ove trovasi la chiesa s.Concordio martire, di cui ivi si venera-
di Ansano: di questo celebra tissi mo
s. no gli avanzi, appena Costantino rido- I

tempio rimangono splendide vestigia nei nò la pace al cristianesimo, probabilmen-


sotterranei dell'annessa casa de'liguorini, te servendosi delle slesse mura. L'altro

e sono uno de' più preziosi monumenti patrio nume fu quello del fiume Clitun-
dellaromana grandezza. Ivi a Marte, Au- no, il quale s'ebbe splendido culto e ri-

gusto può dirsi che suo principato in- il nomato delubro; e pare che vi si adorasse
augurasse nell'agosto del 711 di Pioina, anche un Giove Clitunno. Plinio altamen-
col sacrifizio di 6 vittime, delle quali es- te ne lodò l'amenità, e la copia delle e nn-
sendosi raddoppiate le viscere, gli fu va- dide e fresche acque, che in vasto fiume
ticinato che dentro l'anno avrebbe du- rapidamente dilatavansi con velocissima
plicato impero. Presso quel tem|>io e
1* corrente. Le amene sponde ove il tem-
al sinistro fianco della chiesa di s. Ansa- pio sorgeva, erano rivestite di frassini e
no, sembrano le nuove sorti del roma- ili pioppi, coronalo da numerose edicole

no impero congiungersi allo sventurato e sacelli aventi ognuna il suo Dio. Era vi
virtuoso Germanico, figlio adottivo del pure un sagro bosco visitato dall'impera-
suouccisoreTiberio,da cui comechè bre- tore Caligola, indegno figlio dell'encomia-
vemente s'ebbe per l'oriente l'imperiai v to Germanico, cheindarno vi licerci) i <x\l\

dignità, non die a Druso figlio dello stesso ammutoliti oracoli;ed ancora vi sono ba-
Tiberio e di Vipsnnia (veramente con al- gni e ville deliziose. Uno spaventoso terre-
tri nomi chiamai le sue mogli a Roma, moto, regnando Teodosio, innarid'i il fon-
se pure Vipsania non sia un aggiunto di te, ed a quasi tenue ruscello restrinse il fiu-
quelli ivi ricordati), il quale in un col pa- me. Tanto fu elegantissimo il tempio, ove
6 i
S P O S P O
Clitunno pronunziava mentiti oracoli,i da Francesco d'Asisi, e successivamen-
s.

che Palladio lo die a esempio ili eccellen- te dal b. Paolo Trinci riformatore del-
te architettura, e sussiste colla detta chie- l'osservanza neh 373 assoggettati, da s.
sa del ss. Salvatore, meno le poche co- Bernardino da Siena che vi dimorò e ne
se aggiuntevi pel culto cristiano, e le mol- partì neli444 accresc u to,edal ven. Leo-
'

te toltevi da'lempi, o dall'incuria e bar- poldo a più rigida austerità ridotti, eser-
barie degli nomini. iVella chiesa già nel citandosi in tutte le opere di pietà e di
principio del i ^oo eravi eretto un bene- cari'.à. Questo ritiro di Monte Luco ven-
fìcio semplice di libera collazionedella da- ne edificato dallo stesso s. Francesco, di
taria apostolica :
1'
odierno rettore mg. r squallide e disadorne mura, modello ili

Luigi de'conti Pila avvocato rotale, ca- penitente edificazione; possiede le ossa e
nonico Liberiano e cameriere segreto so- le ceneri di diversi servi di Dio, fia'quali
prannumero del Papa, all'amore delle il Francesco da Pavia, che si olTri vit-
b.
lettere e delle memorie patrie, di cui è tima accettevole al Signore per liberar
diligente raccoglitore, iinisc quello del- colla sua morte, come fece, Spoleti dalla
l'arti belle, per cui con ogni studio cu- peste che nel secolo XV faceva strazio dei
Btodice questo prezioso monumento del cittadini ; ed il ricordato ven. Leopoldo
tempio di Clitunno. Sulle giogaie del vi- ultimo riformatore del san tori tiro, il qua-
cino monte di Somma, pochi ruderi ap- le fu visitato in ogni tempo da personaggi e
pariscono del tempio che credesi di Gio- da uomini di santa vita. Di questo con-
ve Summano, cioè Platone sovrano dei vento de' francescani riformati tratta il

Mani. Bellissime vestigia di terme vaste p.Antonio da Orvieto, Cronologia della


e magnifiche, che ricevevano l'acqua dal- provincia Serafica riformata dell'Um-
l'acquedotto, sono nel monastero di s. bria: Del con vento di S.Francesco di Mon-
Agata e nella circostante casa Crociani, te Luco. Per la venerazione somma de-
ove sono pure ne'solterranei musaici di gli umbri per s. Francesco, la chiesa è
non ordinaria bellezza: due iscrizioni con- tenuta per santuario e frequentata, vi-
validano le terme eh' ebbe Spoleti che , sitandosi pure le grotte ove soleva orare,
per la loro importanza riprodusse il car- e le celle da lui costrutte. Il basso popolo
dinale,chiamate Torasianeo Cure/siane, vi si reca non meno per divozione, che
siccome erette dall'augure spolelino Caio per onesto sollievo, e prendendovi cibo.
Torasio, il quale pare che presso il tem- Scendendo dall'alto luogo, incontro al
pio di Clitunno inoltre edificasse i bagni magnifico acquedotto e alla rocca, qua e
per que'di Spello; indi terme furono le là disseminati fra l'opaco bosco sonovi
riedificate da Costanzo e da Giuliano im- più eremi, il maggiore de' quali di No-
peratori. Molti egrandiosi monumenti fu- stra Signora delle Grazie fu eretto dal ve-
rono distrutti da'goti, dopo la morte del scovo di Spoleti Sanvitale, e in principio
loro re Teodorico, che in Spoletosoggior- del secolo trascorso dal cardinal Cibo ven-
nò a lungo, facendovi costruire un ma- ne abbellito e ampliato; il tempietto è leg-
gnifico palazzo. Presso alla sponda op- giadro, con iscuiture e dipinti non ispi e-
posta del Tesino è la principesca villaLoc- gievoli, coinechè riedificato dalla magni-
catelli, ora de'conti della Genga-Sermat- ficenza del cardinale. A destra e a pie dei
tei,che ne sono gli odierni possessori. Sul colli nella gran Valle Umbra, vi è il pic-
ciglio del colle che verso levante sorge colo clivo di Si ncletaconsagrato dalle spo-
a lato della città, di elei e silvestri pian- gliedis.PonzianOjCuiil 1 .°s. Isacco martire
te ombreggiato, già bosco sagro a bu- co'suoi invitti compagni abitò, e dopo il

giardo nume, un pietoso asilo e ritiro di martirio a tutti die Sincleta onorata tom-
pace esiste con solitari religiosi istituiti ba, quindi fu affidato a religiose. A fronte
S P o S P O 6 1

Monto Luco, poco r


del lungi dalla rocca, ri 8. Isacco a' 1 3 aprile >">0, e ne furono
più oltre di s. Simone e ivi stesso, era il discepoli i bb. Giovanni, Cecco, Aodreoc
Ct lcl)i monastero di s. Marco,seniiiiario
e ciò, Guglielmo, Varinocelo e altri, quali i

ili santi, di dove a eminente santità sa- olirei 3 eremi vivente il loro maestro, ne
lirono bh. Eluterio e il fratello Giovan-
i costruii ono ancora degli altri dopo la sua
ni, Benedetto, Orso, Stefano, Antonio, morte. Nefuronoabbati ancos. Marziale,
Merulo e Maiolo. Di quasi tutti meno , s. Egidio, s. Lorenzo, discepoli anch'essi
Maiolo posteriore, parla ne' suoi Dialo- di s. Isacco. Papa s. Gregorio I narra le

ghi s. Gregorio I, il quale si crede che vi prodigiose gesta del fondatore di si av-
dimorasse alcun tempo. Ormai debbo far venturosa schiera di sì santi eremiti, con-
parola propriamente dell' origine degli tinuamente assorti nella contemplazione
antichissimi eremi del Monte Luco,oItre dellecose celesti, e nell'esercizio della pre-
i teslè ricordati e l'accennato di sopra, e ghiera e di aspre penitenze, cibandosi di
quanto dissi col p. Bonanni, e generica- erbe selvatiche. Così un monte popolalo
mente col cardinal Cadolini, nell'artico- da' poeti antichi di favoleggianti numi,
lo Eremiti di Monte Luco; ritraendo il dal cristianesimo lo venne di penitenti.
cenno che vado a darne, e lenendo pre- Ne'seguenti secoli vi fiorirono i bb. An-
sente il posteriore asserto dal cardinale, timo, Manno, BettonOjStichillino, Lava-
dalla Descrizione del MonteLucodi Spo- lino, Baiano o Balanino e molti altri so-
leto, Carme di Pier Francesco Giusto- litari,! quali lasciarono dopo la loro morte
Io, recato in. rime italiane dall'ai?. Pa- fama di santità, e sepolti nella chiesa di s.

con erudite no-


cifico Granieri, illustralo Giuliano. L'abbazia di s. Giuliano divenu-
te dal cav. Pietro Fontana e corredato ta ricchissima, massime per donazioni dei
di analogo prospetto topografico, Foli- duchi di Spoleti,fu soppressa da Innocen-
gno 1829. Il Monte Luco s'innalza a le- zo Vili, il quale la diede alchiericoErmo-
vante da Spoleti,ed una vallestretta, pro- doro Capo Ferro Spoletino; e quindi per
fonda e fiancheggiata da altissime e inac- rinunzia che questi nefece.da Alessandro
cessibili rupi lo separa dal gran masso di VI ad inchiesta della città fu conceduta ai
carbonato calca re,sulla cui sommità gran- canonici Lateraneusi, che neh 552, ab-
deggia la rocca; intorno a questo masso, bandonato affatto il monte, ottennero la
parte nel piano e parte nell'erto, dispo- chiesa di s. Ansano in città, vi trasferi-
sta in semicircolo giace la città, la quale rono il corpo di s. Isacco, e vi stabilirono
si riunisce al monte col mezzo del descrit- la loro sede. Colla partenza di questi dal
to ponte, che serve al doppio oggetto di monte rimasero gli eremiti indipendenti.
comodo passaggio a'viandanti, e di con- Perciò il vescovo Vigile die loro nuove
durre l'acque. Il 1 .°cbe si ritirò nel monte e rigorose regole, e dalla visita della dio-
e die le austere regole per vivere agli e- cesi diSpoleti ordinata da s. Pio V a Pietro
remiti, fu s. Isacco siro abbate e coetaneo vescovo di Gaeta, fra le altre cose rile-

di s. Benedetto fondatore de'monaci, le vasi : che gli eremiti si doveano congre-


quali regolelodatedalcardinalBona sono gare in ogni venerdì e fine di mese; che
inserite nella Bibliolheca Patrum. L'ere- alcuni eremi spettavano a'parlieolari,del-
mo di s. Giuliano martire fu il 1 .°eretto a la proprietà comunaledel monte, dell'ob-
cura di detto santo nel 528; ridotto poi bligo a'monaci d'eleggere un vicario per-
a monastero di benedettini, assunsero que- petuo con residenza in s. Giuliano chiesa
sti la direzioue degli eremi, che dopo la parrocchiale.il vescovoSanvitale nel 090
morte dell'istitutore adottarono la regola fece edificar nuovi eremi, fra'quali il sud-
di s. Benedetto, ed ebbe
monastero ab- il detto delle Grazie, di cui fu munifico il

bati santissimi. In questo monastero mo- cardinal Camillo Cibo. Ad esempio di tali

VOL. L\IX. 5
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personaggi, molti concorsero ad erigere goti. Che i canonici regolari e i minori
nuovi cremi o ad ampliar gli antichi, in osservanti riformati vi si stabilirono col
origine semplicissimi. 1 posteriorinon so- consenso de'solitari.Che il cardinal Cibo,
lo non mancano di lutti comodi neces-
i amantissimo della solitudine, vi dimorò
sari, ma in alcuni vi si osserva una certa qualche tempo nell'eremo di s. Maria delle
magnificenza. Attualmente 6 sono quel- 1 Grazie, di cui fu benefico anche di sagre
li clic esistono sparsi in lutto il monte, reliquie, e consagrò solennemente la chie-
olire il convento di s. Francesco de'fran- sa comune a'solitari a'28 maggio 1728,
cescani riformati sulla sommità, lungi un assegnandone l'anniversario a'a 8 settem-
miglio dal quale è la chiesa di s. Giulia- bre. Antichissime leggi municipali, tut-
no, monumento interessantissimo d'ar- tora vigenti, non solo vietano di tagliare
chitettura del secolo X e per le molte pe- qualunque albero del Monte Luco, ma
rite pitture, ma fu distrutto il mio mo- ancora di portarvi a pascere animali. Tra
nastero. Alle indici vi è il convento di s. le moltissime sue elei di gran mole, quella
Antonio, già dei minori osservanti, sop- vieinoal convento di s. Antonio, nel 82 1
i

presso nel i
7f)9-
Sparsi nel monte si os- era alla metri 37 e 71», e ne B*ea fidi cir- 1

servano gli avanzi di altri 24 e,enH c ie


' conferenza dalla base. In Spoleti, oltre i

lo popolavano. Quegli indicati nel pro- settimanali copiosi mercati, vi si tiene u-

spetto topografico sono seguenti:s. Fran- i na fiera a'i3 giugno. Vi si fa traffico di

cesco di Paola, Paolo .'eremila, s. Mi-


s. i cereali, bestiame, frutta ed allro, e spe-
chele arcangelo, ss. Annunziata, s. Bo- cialmente de' rinomati marroni e di car-
a
ni fi zio, s. ]\I. Maddalena, s. M. 3 Egiziaca, ni porcine. Ila talune concie di cuoi, fab-
n
s. M. delle Grazie, s. Gio. F»at lista, s. Gi- briche di cappelli, di tessuti di lana e di
rolamo, Grotte di s. Isacco, s. Croce, s. altre manifatture. Tra gliopificii di pan-
Caterina, s.Pietro Parenzi, ed appartiene ni di lana vi fioriva quello di proprietà

alla nobile famiglia omonima. Olire no- i del conte Pianciani, come poi dirò, ma
minati eremi, i quali fiorirono ne'primi da qualche tempo una parte fu trasferito
tempi in cui venne ahitato, vi hanno pur a Terni, cioèle macchine che servivano di

vissuto in diverse epoche altri personag- motore, restandovi però la tintoria, l'ap-
gi rispettabili per santità e per nascita, parecchio e il deposito de'tessnti. Ricco è
o celebri per le vicende alle quali sono il suo territorio e in parte assai piano, e
stati soggetti; dirò solo, olirei memorali, fertile per olivi, e vini eccellenti che furo-
il b. Argento de' conti Campello, Onoiio no decantati da'versi di Marziale, epara-
I IJ, ed a'nostri giorni il principe Broglio, gonati a quelli di Falerno.
il general Tartagna,
il conte Potoski. De- L'origine di Spoleti, come tutte le cit-

glieremi del Monte Luco ne parla an- tà assai antiche, è soggetta a varie opi-

cora Sperandio nella Sabina sagra e pro- nioni che si perdono nella buia caligine

fana a p. Lorenzo siro


2o4, dicendo di s. de'tempi. Gli umbri per lungo volger di
vesco vo di Spoleto, indi di Foronovo, fon- secoli emuli de'toscani o etruschi, que-
datore e i. "abbate del monastero di Fa r/rt', sta regione
ci
tennero che dal seno Adriati-
venerato in Spoleto col titolo di s. Illu- co distendevasi fra il Po, il Piceno e Im-

minatore. Lo dice fratello di s. Susanna, penninosi no a'sabini, come si ha da Stra-


e compegno di s. Giovanni edis. Isac- tone lib. 5, e da Plinio lib. 3, cap. i5.
co istitutore degli eremi di Monte Luco, Floro li chiamò, anliquissimum Jtaliae
il quale a lui fu donato nel V secolo dalla pnpnlum, e vuole Plinio che si denomi-
b. Gregoria vergine spoletina; ritenendo nassero umhr\,ab imbre^aW acqua, qua-
contro Ughelli che tutti dalla Siria ven- si all'onde sottratti, ovvero derivassero,

nero ìd Italia prima che fosse desolala dai giusta il credere di Solino, dalli Guidai»,

S PO SPO G7
o d'altronde, o piuttosto originari fosse- me Ortona e Veio. Il Fabrelti dimostrò
ro dello stesso suolo italiano; non è a du- con molti esempi, che talvolta ristesse co-
bitare che occupassero (lappi ima l'Etra- lonie furono detti municipii. Spoleti eri
ria, di dove cacciati da'pelasgi, a questo colonia Ialina sino dal Ti 6 di Roma, in
luogo si recarono ove dominatrice sedeva cuiebbero principio giuochi flore, ili i ;

l'antica Spoleti, cos'i forse con umbra vo- poco dopo egual colonia fu dedotta a Va-
ce appellata, che tanto suona quanto a- lenza, e quando stava Annibale per ca-
silo di esuli, o meglio grecamente Polis lare in Italia, a Cremona e a Piacenza.
significante ciltìi, e presso gravi autori ap- Marchesi anticipa la deduzione della co
pellata antiquistima Umbrorum Metro- Ionia al 5i2, ne'consolali di C. Consone
polis ,ed anche, Spolettimi antiqui^simuni e M. Sempronio T'uditami; ed aggiungi;
Umbrorum Caput. Dichiara Marchesi, che fu Spoleti per le delizie di sua va-
che l'antichissima e regia città di Spo- ga valle tenuto in tanto pregio dilla no-
leti fu dagli umbri fabbricala sopra di biltà latina, che nell'estiva stagione con-
un monte, separato dagli altri, quasi in- correva in gran numero, come in luogo di
quantun-
accessibile per la sua asprezza, piacere, a soggiornarvi. Cicerone chiamò
que verso l'occaso meri disastroso, che nell'orazione per Balbo, populus spole-
appianandosi a poco a poco, fra l'orto e tinus , comechè annoverato ira le città
il settentrione, va finalmente a terminare federate, trovandosi Spoleti nella condi
in fertilissima e lieta valle. Crede die da- zione di quelle città libere federate che
gli edificatori fosse chiamata col nome di si reggevano colle proprie leggi. SilFatta
Fola, che in lingua loro significava luogo forma di reggimento si avea per una specie
(Vetolio pellegrini, e nelle successive età diefligiee simulacro dell'ampiezza e mae-
da'posteri con mutazione analoga di vo- stà del popolo romano. Da colonia Spo-
cabolo fu nominata Spoleto. Calindri ri- leti diventò municipio, e Floro l'anno-

porta l'opinione,cheSpoleti sia stata edifi- verò fra gli splendidissimi municipii d'I-
cata per l'auguriodeU'uccelloiSJr?ofo, don- talia, ciòchesi comprova colle lapidi spo-
de ne derivò il nome.Negli articoli Umbri a, letine, ecolle testimonianze degli storici
Piceno, Sabina, Italia, Rimiri, ed altri Si deve credere che fosse polente e (ìo-

relativi, parlo delle origini degli umbri. rentissimo, perchè non solo come fedele
Tralasciando le dubbie epoche di trop- ausiliario di Roma pugnarono valorosa
po remote, di cui difetta la storia di si- mente gli spoleti ni con tro Annibale e car- i

cure notizie, meglio è ragionare di quel- taginesi, in più scontri alla Trebbia e al

le che dierono a Spoleti un posto impor- Trasimeno; ma opposero tanta resisten-


tantissimo nella storia, riguardanti i ro- do quando quel duce voleva assoggetta-
mani, i longobardi, i Papi. Sotto i primi re Spoleti, che respingendolo lo costrin-
gli umbri soflrirono nel V secolo di Ro- sero a calar nel Piceno e di là in Puglia,
ma una piena rotta nella pianura di Be- onde il senato romano rese grazie ed en-
vagna,ove trionfò Q.Fabio Massimo Rul- comi solenni a'spoletini, e pareche decre-
lo, soggiacendo perciò allaromana re- tasse un monumento a serbare la memo-
pubblica. Riunita Spoleti come tante al- ria di loro prodezze. Perlai-esistenza forte
tre città alla dominazione de'romani, di- fatta dagli spoletini ad Annibale,che vin-
venne allora colonia latina, ed ebbe an- ci tore al Trasimeno, al tra versa n do l'Um-
co il titolo di municipio, retto da proprie bria,movea alla volta di Roma, nella cer-
leggi liberamente. Non deve recar mera tezza di farsene padrone, fu in vece co-
viglia se la città di Spoleti si trova in- stretto a cambiar cammino, con gloria
sieme nominata colonia e municipio, poi- degli spoletini che opposero un baluardo
ché altrettanto avvenne a non poche, co- alle sue mire. Quest' ardita opposizione
68 STO S P o
sorprese Annibale, e Roma potè riaversi colonia a P. Ceionio Giuliane correttore
dalle sue perdite, e fu salva. Ci dice Ti- della Toscana e dell'Umbria, pei -
le co-
to Livio, che il senato romano decreti) se fatte nel suo governo, argomenta che
solenni grazie a Spoleti e alle altre fedeli in Narni essere potesse la residenza del
colonie, perchè per la virtù loro: Impe- consolare correttore delle due provincie.
rlimi pppiili romani stetil. Gli spolelini Ma il cardinal Cadoliui che con critica
si distinsero pure nelleSpagne, militando erudizionee prove riporta leprincipalico-
sotto Scipione, venendo denominata la se di Spoleti, chiari tale ipotesi con pub-
loro falange Spolitium. Pel valore addi- blicar la simile iscrizione, dal municipio
mostrato nella guerra sostenuta da'roma- spoletino eretta ad onore di L.Turcio A-
ni contro i cimbri, a'spoletini che si distin- proniano correttore della Toscana e del-
sero fu conceduta la cittadinanza roma- l'Umbria. Osserva poi che sin dapprima
na. Ma insorta la civile e tremenda guer- che Adriano reggesse l'impero, l'Umbria
ra fra Siila e Minio, gli spoletini aderenti e la Toscana una sola provincia forma-
al 2 ."furono segno alle aspre vendette e vano, dall'istesso correttore o prende am-
distruzione dell'altro, che abbandonò la ministrata, econtinuò quest'ordinamento
città in babà de' soldati, cui ne concesse oltre tempi dell'imperatore Teodosio.
i

il bottino. Abbellita Spoleti da templi, ba- Quindi dimostra la giusta prevalenza di


siliche, da magnifiche terme, da anfitea- Spoleti su Narni. Ed appunto per essere
tro e da altri monumenti nobilissimi, e Spoleti sede del preside della provincia,
di sopra narrali, provano la possanza a ivi fu frequente il novero de'maitiri, the

cui era pervenuta al declinar della repub- tratti vi erano ad esservi spietatamente
blica e al principio dell'impero, alle cui per la loro fede giudicali e morti, come
glorie partecipò. Laonde i romani sotto ne fanno fede le molte migliaia superior-
ilreggimento d'un solo moderatore con- mente rilevate. Verso la metà del V se-
giungendo l'Umbria e la Tuscia o To- colo l'Italia era già da più tempo divisa
scana, stabilirono Spoleti sede del pre- in due vicariati, di Roma e d' Italia. Sot-
fetto o correttore delle due provincie, co- to il vicario di Roma erano o provincie: i

me risulta per autentici monumenti, e Ca m pan ia,Toscana, Piceno Su bui bica rio
dalla legge Spolettimi inserita nel codice e Sicilia, rette ognuna da un consolare;
Teodosiano; donde Gottofredo argomen- Apulia e Calabria rette da correttori ;
tò essere stata Spoleti metropoli di sua Sannio, Sardegna, Corsica e Valeria da
provincia, perchè tali costituzioni veni- presidi. Metropoli anche in quella divi-
vano dirette alle sole metropoli e da es- sionedelP/ceHoSuburbicario rimaseSpo-
se acceplae, ricevute. La legge è dell'im- leti. E di vero, se metropoli non era di
peratore Giuliano, e nel titolo De Me- cospicua provincia, non l'avrebbero poi
dici^ et Professoribus, apertissimamente i longobardi sì agevolmente a sede tra-

viene fatto palese, essere stata Spoleti me- scelta di ragguardevole novella signoiia.
tropoli di sua provincia, e quindi stanza Dopo il trasferimento della sede imperia-
del correttore. Già altra era stata data a le in Costantinopoli, e dopo la divisione
Spoleti nel 326 da Costantino 1 il Gran- dell'impero iu orientale e in occidentale,
deve] partir da Italia perCostantinopoIi, il i. "con sede in detta bizantina metropoli,
colla legge De Haerelicis, il che avvalo- il 2. "in Ravenna, il suo decadimento fu
ra vieppiù l'esistenza della civile metro- progressivo per l' invasione de' barbari,
poli ove l'imperatore a dettar leggi si fer- massime de' Goli(P\). Anche Spoleti sog-
mava. Questa legge riguarda le chiese ed giacque al loro dominio, e patì distruzio-
i cimiteri de'novaziani. Il Fontanioi da ni. Vi soggiornò a lungo re Teodorico,
il

una lapide di Narni dedicata da quella vi fece costruire un grandioso palazzo per
S P o S P O 69
tua (limoni, e del quale noti si hanno ve- no loro re; fattisi prima signori della Ve-
Itigia; vi governò con senno, e coti leggi nezia dell' insubria e della Liguria, si
,

clic Dulia avevano eli barbaro. Uusticio recarono poscia in loro potere la Tosca-
Elpidio diacono della chiesa di Lione, e na e l'Umbria, erigendo in ducato Spo-
f'iinoso medico alla coite di quel principe, leti, cui venne preposto a duca Faroaìdo

ti piacque molto ili abitarvi, e vi lece par- 1 nel 5,70, capitano longobardo, che dal
ticolari abbellimenti. L'imperatore gre- re ne ricevè l'investitura. Questa nuova
co Giustiniano I, intento a ricuperare l'I- ducea, non che I' Umbria propriamente
talia, vi spedì Belisario, il (piale cacciala detta e la Sabina, il Piceno eziandio dal
i goti ne impadronì
anche da Spoleti se Miseo o Musone all' A terno o Pescara }
nel 537. Ma Totila re de' goti volendo comprendeva i pretuzi oaprulini,i mar-
riconquistare il perduto, con poderosa rucini, i pe!igni,i marsi, gli equi o equi-
armala, dopo ch'ebbe presi Fermo e A- coli malamente denominati cicoli e ci-
scoli, si volse contro Spoleti e Asisi. Ne colani, tutti popoli all'istesso reggimento
era governatore imperiale Erodiano, che assoggettati, e de'quali parlai nelle prin-
nemico a Belisario, dopo aver pattuito cipali loro città, ad Umbria, PicENO,eSA-
con Totila 3o giorni d'armistizio per at- BIBA. Avverte Fatteschi che molti erra-
tendere aiuti, rol pretesto di non averli rono sull'estensione del ducato di Spole-
ricevuti, vilmente nel 545 cede ai goti ti, sia in diminuirlo, sia in ampliarlo trop-

Spoleti, i quali ne abbatterono vari e- po come fece Carapello che vi comprese


dilìzi e la smantellarono, non giudican- una parte dell'Esarcato, Todi, Amelia,
do opportuno l'assottigliare le loro forze Narni ealtre città, occupate bensì da'pre-
per lasciarvi presidii. Altri dicono, che potenti longobardi, ma sempre restituite
la città Cu quindi a più riprese disputata al ducato romano cui appai tenevano, il

da'greci e da'goti, con suo grave detri- quale ducato descrissi a Roma, ed a So-
mento. Succeduto a Belisario l'eunuco vranità" de'Pontefici. Il Marangoni, Me-
Narsete, questi valorosamente vinti i go- morie di Chùtanoi-a, con gravi autori as-
ti, ricuperata Spoleti la riedificò nelle seriscechc il Piceno fosse quella parte del

parti diroccate e vi pose a custodia buo- ducato spolelino, ch'è situata tra l'Apen-
na mano de'suoi. Nel narrare gli storici nino e l'Adriatico. Anche il Muratori di-
l'entrata di Narsete uell' Umbria verso il latò il ducato di Spoleti, per altro am-
552, chiamano fortissime le città ili Spo- plissimo e potente. Quando poi fudoualo
leti e di Perugia da lui espugnate, donde alla chiesa romana, soffrì in varie epo-

passò in Roma vittorioso. Né per la de- che notabili accorciamenti per usurpa-
cadenza del romano impero diminuì il zioni de'confiuanti, vale a due nel secolo
potere di Spoleti, che anzi salì all' api- X essendo duca Pandolfo Ca-
di Spoleti

ce di sua celebrità e rinomanza. Impe- po di Ferro, il quale coll'appoggio im-


rocché i Longobardi (f-), chiamati dal periale unì al suo antico ducato di Bene-
disgustato Narsete a conquistare 1' Ita- vento (del quale meglio parlai a Sicilia)
lia, tra le condizioni convenute, la prin- qualche provincia del ducato di Spoleti,
r
cipale fu che tutto 1' Esarcato (/ .) do- e nel secolo XI nella occupazione che a
vesse rimanere a lui in nome dell' im- viva forza feceronormanni di varie pro-
i

pero, acciò fosse il suo tradimento co- vince dell'odierno regno di Napoli, pur
perto da un apparente avauzo d'impero di ragione della s. Sede, si appropriaro-
a
in Italia, e per continuar egli nella signo- no altresì quasi la 3. parte del medesi-
ria dell' Esarcato. Quindi i longobardi, mo ducalo di Spoleti, restando così gra-
che aveano aiutato Narsete a distrugge- vemente defraudati diritti sovrani della i

re il regno de'goti, capitanati da Alboi- chiesa romana, al modo clic dettagliata-


7o S P O S P O
meo te narra Fatteschi. Questi riporta pu- so loro in Italia si fermassero in qualche
le i Castaldati o Gastalilali, detti anche parte di essa, ed afforzandovisi si facesse-
Ministeri e Masse, in cui dividevasi il du- ro più o meno duca Fa-
indipendenti. Il

cato di Spoleli, governati da castaidi o roaldo I per 6e solo , comechè prode e


gaslaldi, e ne spiega l'uffizio, le onorifi- possente, fece assai più imprese che non
cenze, l'autorità, sollevati talvolta all'o- insieme tutti gli altri duchi longobardi,
nore di Conti. De'Gastaldatie de'Gaslal- dilatando i confini del suo stato co'con-
di, io ne parlai a Rieti, dicendo del suo quistt fatti da lui sopra i greci. Non solo
gastaldalo e gastaldo, ed altrove. Di più, marciò contro Ravenna sede dell'esarca,
dichiara Fatteschi, che Camerino (f"'.) fu ma nel 58o gli tolse Classe ch'era il suo
considerala da' longobardi qual 2. a me- porto, lasciandovi buon presidio che per
tropoli del ducato di Spoleti, metropoli molti anni, a malgrado delle vicine armi
secondaria, e talvolta vi fece residenza uu greche, vi si tenne nelle difese. Inoltre
duca, governando tutto il Piceno, qualo- sembra che Faroaldo già avesse nel 577 I

ra avveniva che in due diversi soggetti in campale giornata disfatto Baduario ge-

fosse diviso l'onor del ducato; però il du- nero dell'imperatore Giustino 11, che as-
ca di Spoleti era pure marchese di Ca- sediasse dipoi Napoli nel 58 1 , e che in
merino. Muratori traila delducatodiSpo- quell'anno occupasse ancora Benevento,
leti nelle Dissert. sopra le antichità ita- il (piale fu ritenuto alquanto tempo dal
a
liane , disseti. 5. De' duchi e principi
: conquistatore. Dice Fatteschi , che Fa-
antichi d' Italia. Quello di Spoleti lo chia- roaldo I estese per ogni parte il suo do-
ma unode'duehi maggiori de 'tempi lon- minio, massi tue le città deboli e confinali li
gobardici, ed i più antichi furono quelli con l'Umbria, buona porzione della Sa-
di Beueveutoe di Spoleti; poi fu istituito bina coli' esterminio del celebre mona-
quello del Friuli, con minore autorità, stero di Farfa (del quale e di sua poten-
e tulli sottoposti a're longobardi che so- za abbaziale riparlai a Sabina e Presida-
levano conferirli a'Ioro parenti. Che nel ti), dappertutto commettendo crudeltà,
secolo IX duchi
i di Spoleti, sommamente essendo longobardi barbari e seguaci del-
i

ragguardevoli nel regno d'Italia, erano l'ariana eresia; tutta volta non pare che
chiamati co'titoli magnifici di gloriosus i cattolici in generale fossero da loro vio-
et summus dux gentis Longobardorum lentati nella credenza religiosa. L'Ana-
in Spoletis.Racconta il cardinal Cado- stasio famenzione dell'assedio posto dal
liui,che Longino Esarca (/'.) e indegno duca a Roma, quando morto ai 3o lu-
successore di Narsete, riordinando stol- glio 578 Papa Benedetto I, tra Ita vasi l'e-
tamente lo stato (piando già il nemico e- lezione del successore Pelagio II, che se-
i avi penetrato e lo signoreggia va, distrus- guì a'3o novembre appunto perchè i lon-
se l'ordinamento de'consolari, correttori gobardi stringevano d'assedio la città,
e presidi, instituendo in loro vece i du- altrimenti si sarebbe protratta. S'ignora
(In governatori civili e militari, dividen- il vero tempo della morte di Faroaldo I;

do l'Italia in ducati, disposizioni che al- a Fatteschi sembra probabile il 5q 1 , i

tri attribuiscono a Narsete. Siffatta isti- cronisti e 1'


'Arte di verificare le date as-
tuzione de'ducati era precisamente con- segnano ul più tardi il 601, il che non
forme alla natura e costumi de' lon-
ai pare, ed è meglio ritenere al più tardi
gobardi, anzi di qualunque popolo ger- il 5y 1. Ariolfo milite di ventura efamoso
manico; e però Alboino sì per la natura per parecchie imprese, divenne duca, ed
del suo popolo, sì per aver trovato quel- alleatosi con Arigiso I duca di Benevento,
l'istituzione de'ducati greci, couseutì che nel 592 minacciòNapoli,ed estese a dauno
i suoi ottimali o principi, sino dall'i ngres- de'greci la sua dominazione nel Piceno,
6

S 1' O S P O 7 1

ne'Peligai, ne'Vestini, ampliando il lin- al G 73. Fattesela rìfertaechea suo tempo


ealo di Spoleli con molli e importanti il e l'esorbitanze de'du-
dispotico potere
conquisti. Papa s. Gregorio I a raffretta* chi longobardi irono uu gran crollo,
solfi

re le usurpazioni e le ferocie de' longo- per l'operato da re Agilulfo. Divenne du-


bardi s'interpose per la pace co'roinani ca Aitone, detto anche Azzone, Tolone
eco'greci, ed a trallallà il re Agilulfo in- e Zotone, correggendo Fa t teschi il Cam •

vio Ariolfo e Arigiso I. Vuole il cardi- pello per diversa successione. Niuna me-
nal Cadulini, ad onta dell'asserto da Fat- moria, egli dice, ci conservò la storia di

tesela,che Ariolfo abbracciasse negli ul- sue azioni, e solo che visse sino al 662,

timi di sua vita la fede cattolica, anche mentre la Cronaca di Far fa gli accorda
pel prodigioavveautogli dis. Sabino. Poi- di vita un anno e 5 mesi Muratori e al- :

thè marciando egli a campo co'greci nel tri lo fanno vivo sino al 665. In questo

60 la Camerino, riportò una vittoria im- o meglio prima fu duca Trasmondo o


portante contro l'esarca Callinico, per Trasimondo duca di Capua, eletto da
I

cui aggiunse al suo ducato la Bassa Um- re Grimoaldo, per rimeritarlo de'scrvigi
bria come si esprime Castellano, della
, che gli avea resi, quando duca di Bene-
(piale era capoluogo Camerino; avverte vento usurpò la corona longobardica. Ri-
quello scrittore che di sovente duchi di i pugua Falteschi, che Trasmondo 1 si cre-
Spoleli si confusero con que'di Toscana da essersi reso odioso ai popoli, per cui
(/"".), dacché l'Umbria in quel tempo si fu costretto associarsi Valchilapo, e do-
reputava parte integrante di tal regione. po di questo il proprio figlio che gli suc-
Dopo la vittoria chiedendo Ariolfo chi fos- cesse, secondo Cam pello; solo concede che
se colui che avea visto combattere valo- Valchilapo fu preso a compagno nel po-
1 osamente, gli fu risposto da'suoi non es- tere, e contro altri sostiene pure, che Mi-
sersi veduta persona che meglio del du- tolabravoguerrieroegenerodi Grimoal-
ca avesse pugnalo. Questi aggiunse, che do, da questi uon ebbe il ducato di Spo-
certamente era slato più di lui prode, poi- leti , ma la contea di Capua vacata per
ché ogni volla ch'era investito da'nemici l'elevazione di Trasmondo I, il quale cir-

sempre lo aveva coperto col suo scudo. ca 4o ani >i resse il ducato spoletiuo. Mor-
Tornando il duca a Spoleti e passando to nel 703, gli successe il figlio Faroal-
innanzi alla basilica dis. Sabiuo martire, do II, per pietà e valore celebratissimo,
domandò di chi fosse quell'edilizio. Gli che generosamente ristorò l'insigne ab-
fu detto, esservi sepolto s. Sabino che i bazia di Farfa, e l'arricchì di donazioni,
cattolici nelle battaglie invocavano a pa- indi fondò quella di Ferentillo. Nel 7 1

trono. Meravigliato duca che un morto il s'impadronì del poi lodi Classe, che greci i

potesse aiutar vivi, scese da cavallo ed


i aveano ritolto al padre, e che pe'reclami
entrò iu chiesa: mirando l'immagine di- dell'esarca restituì poi d'ordine di reLuit-
pinta del santo, lo riconobbe pel suo di- prando, il quale in seguito occupò Ra-
fensore nella battaglia. Nel 602 dopo la venna. Suo figlio Trasmondo II, impa-

morte d' Ariolfo, disputarono la suc-


si ziente di dominare, si ribellò contro di lui
cessione i figli Faroaldo I dei quali
di , nel 724, e nel maggio colle armi lo co-
vinse iu battaglia il primogenito Teode- strinse a deporsi dalla ducale dignità, ad
lapio e fu duca, restando ucciso il fratello: entrare uel chiericato, e prese la cocolla
primo esempio di guerra per la successio nel mouaslero di s. Pietro di Fereutillo,
ne de'ducati, e auuvo argomento di loro ove santamente morì nel 728. Diversi sto-
iudipeudeuza. Nou si ha certezza del tem- rici patrii, contrariati da Fattesela, cre-
po in cui iaorìTeodelapio,e comunemente dono che spontanea fosse l'abdicazione di
sicrede nel 65o, altri lo ritardano siuu Faroaldo II, onde ritirarsi iu detta ab-
7a SP O S P O
balia a menar vita monastica ; i popoli delle quali in falli (ino ad Umana e Osi-
ne venerarono la memoria. Trasmomlo mo si rese padrone. Dalle ai ini del duca
]| egualmente indocile col re longobardo fu presaceli ni, e dopoqualche teinpoSulr's
Luitpraodo, questi bellicoso e geloso di e Gallese, tutte del ducato romano, e s.
sua autorità, non potè tollerare I' indi- Gregorio li per ricuperare l'ultima do-
pendenza de'duchi di Spoleti e di Bene- vè sborsare pecuniam non parvam. ro- I

vento, die secondo le consuetudini della mani, uniti a'Iongobardi di Spoleti edel-
nazione era loro propria. Frattanto di- la Toscana, difesero s. Gregorio 11 dal-
chiarando Leone III VIsaurico impera- l'insidie del perfido Leone 111 e suoi mi-
tore guerra crudele alle s. Immagini, pel nistri eretici iconoclasti. Pensò dunque

narrato a Sovranità de'Pontefici e re- l'astuto imperatore di farsi amico Luit-


lativi articoli, tutta 1' Italia si sollevò, e prando, e siccome questo di spirito al-
Papa s. scomunicò dopo
Gregorio li lo tieroera pieno di maltalento versoi duchi
il 726; per cui il ducato romano con di Spoleti eBene vento, o perchè non fosse-
7
città della Campania, sottraendosi al do- ro a lui abbastanza ossequiosi, o perchè
minio greco, definitivamente per ispon- ambisse disfarsene e collocar nei ducati
tanca dedizione si assoggettarono allaso- i propri nipoti, si formò lega tra il re e

vranilà temporale della santa Sede, e cos'i l'esarca Eulichio, che a vea l'ordine in qua-
fu consolidato il principio della sovrani- lunque maniera di far uccidere il fortis-
tà de'Papi. Il citato Marangoni dichiara simo difensore dell'ortodossia s. Grego-
che i popoli dell'Emilia, della Pentacoli rio II, contro di questi e de'due duchi.
e del Piceno giustamente scossero il gio- Trasmondo II vedendosi impotente alla
go imperiale e de'IongobaruM, come prin- resislenza, si rimise totalmente al dispo-
cipi eretici, e si posero sotto la protezio- sto del re, nel 729 gli giurò fedeltà e die
ne e difesa del Papa, anche nel dominio ostaggi, cosi conservando il ducato. Por-
temporale. E che per tale volontaria de- tatosi l'esarca e il re a' danni di Roma,
dizione acquistò la s. Sede il dominio tem- riuscì a s. Gregorio 11 di placare Luit-
poi ale di dette proviucie, e specialmente prandoediriavere Sull'i, Oper ribellione
del ducato di Spoleti e della Marca, co- al re, duca di guerreg-
o per ricusarsi il

me già riportai a Piceno. Certo è, che già giare il ducato romano, Luitprando con
sino dal V secolo nel ducato di Spoleti poderoso esercito s'avviò alla voi la di Spo-
esistevano Patrimoni della chiesa roma- leti per sorpendere Trasmondo lì, e so-

na {f.), come in Sabina, Norcia, Car- stituirgli il proprio nipote Agebrando o


seoli e altri luoghi. Riferisce il cardinal Ansprando. Il duca per salvarsi, in fretta
Cadolini, che Trasmondo II die prove ili fuggì in Roma, dove avendo amici, fu
sua divozione alla chiesa romana, quan- ben ricevuto e accolto, sotto s. Gregorio
do l'empio Leone III perseguitava ma- il Ili e non s. Gregorio II come vuole Fat-

gnanimo s. Gregorio 11; poiché il duca teschi. Egli stesso confessa, che Luitpran-
accorse a Ponte Salario, nelle vicinanze do a' 16 giugno 789 era in Spoleti, e s.

di Roma, e fugò l'esercito greco che mar- Gregorio II era morto nel 73i,echeiu
ciava a danno del Papa. Leggo invece nel questa occasione occupò il ducalo spo-
Fatteschi, che Luitprando volendo trai' gliandone Trasmondo II, e conferendolo
profitto dalle italiane commozioni con- nello stesso auuo, dicendo i cronisti nel
tro i con potente esercito nel-
greci, entri) 74o, a Ilderico suo fedele o nipote. Sde-
1' Esarcato, ordinando a Trasmondo II gnato il re col Papa e co'romani pero-
di fare altrettanto dalla parte del ducato Ter dato asilo al duca e ricusato di con-
1 ornano, onde ne potessero aver soccorso segnarlo, furibondo si portò all' assedi»)

le città dell' Esarcato e della Pentapoli, di Roma, e spogliò di tutto il preziose


S P O • S P O 73

la basilica Vaticana, allora non compre- nìanze che produce. Querelandosi A 11-
sa nelle ninni della città; indi occupi' \ •prando che Ratchii lo uvea soppiantato

atta del ducato romano, cioè Amelia, i )r- nel trono longobardo, fu colto dilla mor-
te, Polimarzio e Bieda, tornando a Fa- 746, C fu eletto successore, forse dai
te nel

via (F .) sededeVe longobardi nell'ago* memorati dal cardinale, Lupoo Lupone.


sto 739. Angustiato s. Gregorio III da A suo tempo, per quanto riporta Gatte-
sì strane prepotenze, si rivolse al patro- schi, Astolfo re de'longobardi, più dispo-

cinio di Francia (F.) ed a Carlo Mar- tico di Luitprantlo, contro l'aulica con-
tello maestro del regio palazzo, anche a suetudine, per tutto iltempo che regnò,
difesa de'duchi di Spoleti e di Beneven- il solo suo nome, e giammai quello del
to. Intanto Trasmoudo 11 assistito dal- duca, si legge nelle note cronache de'mo-
le armale romane e di Godescalco duca aumenti scritti del ducato di Spoleti; an-
di Benevento, invase il ducato spoletino zi asserì l'Assemanni che tolse il ducalo a
e uccise llderico nel gennaio y4o; ma si Lupo e lo governò per mezzo de'soli ca-
mostrò ingrato e impolitico col Papa e staidi, se pure noi rinunziò di sua volon-
co'romaui che l'nveano salvalo, ritenen- tà. Alcuni pretendono Aunalfo nel 7 53
dosi le delle 4 città contro le promesse successore di Lupo, il quale da altri si fa
latte. Luilprando doppiamente irritato morto 757. In questo certamente lo
nel
col duca e co'romaui, preparò contro di fu Alboino, il quale si dice eletto dalla

essi un'esemplare vendetta. 1 romani per dieta del ducato di Spoleti, e che forse il
consiglio di Papa s. Zaccaria, temendo Papa ebbe mano nell'elezione. Su questo
l' esterminio di Roma e del ducato, ab- proposito rammenterò, che avendo ricor-
bandonando il fedifrago esconoscente du- so Stefano II detto III a Pipino re di Fran-
ca, si accouciarouo col re, il quale promi- cia, contro le usurpazioni de'domiuii del-
se al Papa soddisfazione, domata che a- la Chiesa fatte da Astolfo, questo venne
\esse l'alterigia del duca. I longobardi u- obbligato dal re franco a restituire l'oc-

niti a'romaui piombarono su Trasmon- cupato; e nella pace che concluse co'lou-
do li, e fu costretto rimettersi alla regia gobardi, indusse gli stati a ricevere nuo-
discrezione nello stesso 74°j e d abbrac- vi duchi per le mani della Chiesa. Scrisse
ciar l'abito di monaco o di chierico. In Stefano II a re Pipino : » Nam et Spole-
suo luogo ducato al suo ni-
il re conferì il tanis Ducatus generalitns per manus b.
pote A aspra ndo oAgebrando,restituendo Petri,et tuum fortissimura brachium con-
al Papa l'occupate città nel 742 in Terni. stituerunt sibi Ducem, et tam ipsi Spo-
L'Amiani nelle Memorie di Fano atte- letani, quam etiani Beneventani omnes
sta all'anno 744. c lie g'à la chiesa roma- se commendare per nos a Deo servatae
na possedeva l'Esarcato, la Pentapoii, il Excelleutiae tuae cupiunt, et immineut,
Piceno e l'Umbria, oltre Roma e suo du- anelante* in hoc deprecando bonitatem
cato ; non compresi ducati i di Spole- tuain."Fatteschi osservando i torbidi del-
ti e di Benevento che aveano il proprio la nazione longobarda, suscitati a cagio-
duca, ma erano bensì sotto la protezione ne dell'elezione pel successore del defun-
della s. Sede, perchè ad essa eziandio ap- to re Astolfo, rileva che non è del lutto
partenevano quegli stali. Il cardinal Ca- improbabile, che in tali confusioni i ma-
dolini ritiene, die in questi tempi gli spo- gnati spolctini al principio del 757 sce-
letiui continuassero a rimanere alla ro- gliessero Alboino per loro duca; e che ri-
mana sede ligi e devoli, e che I univer- cordando come il re de'fi anchi seppe pie-
sità e i grandi, ed il popolo di Spoleti, gare il superbo Astolfo alla restituzione
eleggessero il duca, non facendosi meu- delle città che quegli avea tolte all'im-
ziuue di couferma regia, dalle lesinilo- pero greco e alla santa Sedi-, alla quale
74
s P o SPO
tulle donò e restituì; è credibile clie Al- leti Benevento, coi rotti da re Desi-
e di

boino unito a Lui tprando duca di Bene- deriojdie sperava colla loro amicizia con-
vento, per tali ridessi si alienassero dalla seguire il dominio di Roma, non avendo
dipendenza della conturbata nazione, e forze sufficienti per resistere alle confe-
si assoggettassero liberamente a s. Pietro derate delongobardi, e perebè fossero i
ed a Papa Stefano II, implorando insie- duebi obbligati come per ('addietro» pre-
me agli arditi loro passi la formidabile stargli ubbidienza. Nell'estate del 75qDe-
proiezione di Pipino difensore de'dirilti siderio mentre trova vasi nella Campagna
della romana chiesa. Comprova la risolu- di Roma per assediar questa, ne fu im-
zione de'ducbi, brano di lettera di Ste-
il pedito per la rivolta degli spoletini e be-
fano Il a Pipino, cbe bo riportalo. Que- neventani, insorti per ritornare sotto la
sto Papa inviò nell'Umbria Stefano du- protezione e ubbidienza della cbiesa ro-
ca con una parte dell'esercito romano, mana, siccome mossi dalle ammonizioni
per avvalorare quella mediazione,con cui di Pipino. Desiderio pieno di vendetta si

conseguì Desiderio il regno de'longobar- recò ad assediar Benevento, trattò cru-


di il quale avea promesso
, al Pontefice delmente il paese, devastò territorii e i

ed a Pipino mari e monti per salire al aggravò le città di contribuzioni. Nel no-
trono, ovvero ciò fece quando assunto al vembre passò nel!' Umbria, maltrattò Pe-
regno per consolidarsi gliene die parte; rugia, Asisi, Foligno, saccheggiò il resto
come Stefano 11 scrisse a Pipino la segui- due ito di Spoleto recò poi
degli stati del
ta elezione di Desiderio per opera sua. Le maggior spavento al Papa, essere il re a-
promesse di Desiderio andarono a vuoto, iutalo dall'imperatore greco, per spogliar
continuando longobardi a ritenere mol-
i la s. Sede de'suoi domimi. Il nuovo duca
te città cbe avea dovuto restituire Astol- di Spoleti fu Gisulfo, contrastandosi l'e-

fo pel concordato con Pipino. Gli spole- poca tra il 7^9 quale
e il 760, contro il

ttiti e beneventani, co'rispettivi loro du- inveì Campelio per aver ne'suoi diplomi
a
cili, come imparo da Fattescbi, dovettero inserito per la 1 . volta il nome de're De-
pagar ben cara la risoluzione cbe aveano siderio e Adelgiso dal padre associato al
effettuata di soggettarsi al romano Ponte- trono, e l'aver tollerato, cbe tutti i mo-
fice, e di raccomandarsi alla protezione numenti del suo ducalo fossero seguati
di re Pipino. Nel declinar del 7^7 o nel co' nomi Convieue Fattescbi, cbe
loro.
pi incipiodel 758 entrò Desideriocon po- fino a quest'epoca il solo nome del duca

deroso esercito ne' due ducati, saccheg- leggesi nelle note temporariedi tutti mo- i

giando e derubando fieramente, egli riu- numenti rogali nel ducato di Spoleti, e
hà d'imprigionare Alboino e Luilprau- cbe quello de're longobardi si trovi sol
do, vinti in battaglia, e d'ambedue co- tanto ue'diplomi da'medesimi comparli
me felloni prese aspra vendetta. Tanto ri- li a'Ioro bene affetti ed a'iuogbi pii. Bi

sulta dalla lettera cbe il nuovo Papa s. sogna ricordarsi, cbe già il prepotente A
Paolo 1 scrisse a Pipino : riuscì a Luil- stollo ne avea dato l'esempio, senza ave
prando di fuggire, ma il suo ducato di re riguardo all'inveterata consuetudine
Benevento l'adirato Desiderio conferì ad La pratica introdolta dall'ambizioso De
Ai igiso II, restando Alboino duca di Spo- siderio con Gisulfo, fu costantemente os
leti ferito, e in compagnia de' principali servata da'sovrani ch'ebbero dipendeut
spolettai in Pavia chiuso in un castello, i duciti spoletini. Nel 763 fu duca Teo
e il ducato vacò due anni. Da lutto que- dorico o Teodico per morte del prede
sto non pare veridico quauto serisse A- cessole, e fu coronato coll'insegoe di sua
iniani, cbe s. Paolo 1 era ricorso a Fran- dignità, secondo il p. di Meo, confutalo
a
cia, per la sollevazione de'ducbi di Spo- da Muratori nella Disserl. 67. ,cheesclu-
S P o S PO 7 j

«le le coronazioni a'duchi longobardi. Se- Adii. ino I spedì a Pavia oratori per in-
guendo io Fatteschi, come quello che scri- tercedere pace dal re, ma egli gonfio e
vendo dopo gli altri, e con l'autorità dei superbo de suoi successi, in vece partì per
monumenti di Farla, potè essere più cri- compierli. Fu allora che il Papa invocò
tico, mi astengo dal ribullere*laute erro- le armi di Carlo Magno re de'fianchi; e

nee asserzioni duchi e sul ducato di


sui mentre Desiderio giunto a Terni designa-
Spoleti, che si pouno leggere
nel medesi- va l'eccidio di Roma, seppe che Carlo Ma-
mo. Anche dalle lettere scritte da s. Pao- gno disceso in Italia si ili rigo va ad assediar
lo I a re Pipino, per obbligar Desiderio Pavia, per cui fu costretto retrocedere in
a restituire alla s. Sede i patrimoni usur- Lombardia, già in parte occupata. Ap-
pali, sono nominati tra essi i ducali di prendo da Palleschi, che al i.° rumore
Benevento e di Spoleti. Questo Papa mo- della calata de'fianchi, buona parte dei
ri nel 767, ed insorse l'antipapa Costan- longobardi di Spoleti, di Temi e di Rie-
tino, onde il clero romauo e magnati di i ti, si portarono in Roma, se stessi e le lo-
Roma spedirono a Desiderio il primice- ro facoltà commisero al Papa, prestaro-
rio Cvislofavo e suo figlio Sergio sacctl- no il giuramento di fedeltà a s. Pietro e
lario, per invocar la sua assistenza a ri- ad Adriano J, ed ivi furono tousurati e
muovere dalla Chiesa tanto scandalo, ed ridotti uelle loro barbe e capellature al-
ottennero d'essere scortati dal duca Teo- la foggia romana. Molti eransi astenuti

dorico; quindi cogli aiuti de'toscani espo- da tale risoluzione, temendo lo sdegno re-
leti ni poterono deporre il falso Papa, seb- gio, ma udendo che alle Chiuse fran- i

bene fratello del duca di Nrpi e canoni- }


chi avevano sbaragliato longobardi, e i

camente fu eletto Stefano III detto IV, cui vedendo tornare al proprio paese le mi-
successe Adriano 1 nel 772. A questi De- lizie spoletiue, corsero subito in folla al
siderio inviò Teodorico e il duca di To- Papa per essere ricevuti al servizio di s.

scana,per congratulazioni, per offrire aiu- Pietro e della chiesa romana, prestando
ti e per seco lui collegarsi; ma l'avve- giuramento di fedeltà, e faceudosi ton-
duto Papa senza lasciarsi sorprendere dal- surare nelle barbe e ne'capelli alla roma-
le loro arti,animosameutesi gravò dell'in- na. Adriano \t eonstiluiteis ducem, quem
fedeltà del re, che ancora uon avea resti- ipsi propria volitatale sili elegerunt, sci-

tuito alla Chiesa il promesso sul corpo di licei Hildebranduni nobilissunutii , aiti

s. Pietro cou giuramento. Final mente, tut- prius ami reliquia ad apostolicam sedetti
ti i disturbi che i longobardi solevano ap- confugium fecerat. Altri scrissero che Il-
portare alla s. Sede, furono ridotti con- debrando fu eletto duca nel terminare del
tro Roma, al dominio aspiravano pu-
cui 773, da' longobardi spoletiui e reatini,
re i greci, inuno alle antiche loro pio- altri dalla dieta generale de'longobardi,
vincie; onde Adriano I, d'animo grau- altri dalle milizie del ducato di Spoleti:
de, ordinò a tutte le città confinanti coi ma sipuò conciliare con aggiungere, che
longobardi di munirsi a difesa. Queste il Papa accordò Ildebrando per duca agli
giuste precauzioni furono prese da De- spoletini,comechè da essi desiderato. Teo-
Mcleiio per diffidenza, e con questo pre- dorico morì in quel tempo, o fu dagli spo-
testo nou curando la pace io cui era col letiui deposto, quindi sostituito l'altro,
Papa,radunòuu esercito formidabile, oc- ed alcuni dicono da Carlo Magno e con-
cupò molte terre dell'Esarcato e d'altre fermato dal Papa, pel potere che già e-

provincie, fece saccheggi e devastazioni, selcila va sul ducato. Ed in latti Ildebran-


ed eccitò longobardi di Toscana Spoleti
i t do al principio di sua esaltazione icunob- 1

a prender le armi contro la Chiesa, e l'in- be per suo sovrauo il Papa, e ue'mouu-
vasione giunse sino a Eieda e a Otricoli. mcnli trovasi il nome d'Adriano I Ulnari-
7 G SP O S P O
zi b quello ti' Ildebrando gloriosi flitcis nali ecclesiastici, anno 773, n.° gè ro,
ducatus Spolettila. Gli abitanti de'duca- nel riportare la dedizione degli spoletiui
ti di Fermo, Osimo, Ancona, Città di Ca- e reatini al Papa, osserva che ciò era se-
stello, e di Cintisi, anch'essi si avviarono gno di ribellarsi a'Iongobardi, e di sot-
a Roma, e giurarono al Papa fedeltà: il soggezione; mentre por-
trarsi alla loro

Sigouio e alti i scrittori asseriscono che gli tando capelli lunghi, seguivano il loro
i

spolettai ed i reatini furono i pi imi, che costume, e che a grandi istanze ottenne-
recise lebarbe e capelli, che all'uso lon- i ro d'Adriano d'esser tosati all'uso ro- 1

gobardo porta vano,prestarono ubbidien- mano; che il Papa ricondusse in s. Pietro,


za in Roma
Papa; né mancano quelli
al giurando tutti a lui e successori fedeltà,

che aggiungono, di avere deposte in se- quindi destinò per duca Ildebrando. Co-
dilo di soggezione le chiavi delle lorocit- sì il Papa sottopose senz'armi alla sua ub-
tii sul sepolcro di s. Pietro. Tutto indicai bidienza e soggezione di s. Chiesa il du-
a Rieti, anche coli' Angeloui storico di cato di Spoleti, e quegli altri già nomina-
Terni. CarloMagno a vendo occupato mol- li. Altrettanto trovo asserto iu Marango-
ti stali a'Iougobardi, nello slesso 773 iu- ni. Il Borgia nelle Memorie eli Beneven-
vilatodal Papa erasi portato in Roma a to ci diede copiose e telali ve notizie, spie-

celebrare la Pasqua , ricevuto con ogni gando di aver Carlo Magno donalo ad A-
onorificenza. Allesta Amiani, che il con- driano l'alto e supremo dominio de'du-
1

quistatore Carlo Magno, sulla tomba di cati Toscano de'loogobardi, di Spoleti,


s. Pietro confermò il possesso con giura- di Benevento; e che primi due fece tri- i

mento, le oblazioni, le donazioni e resti- butari della chiesa romana, con aver poi
tuzioni di Pipino suo patire, fatte alla nel 781 dismembrato dal territorio del
chiesa romana, aggiungendovi di più il ducato di Spoleti la Sabina, antico pa-
ducato di Spoleti, la Corsica, la Sicilia, trimonio della Chiesa, ed a questa cedu-
laSardegna, la Sabina, \a Toscana lon- tala in piena sovranità. Tratta dell'esten-
gobarda e poi pontificia, e altri stati, e- sione del ducato di Spoleti, dice che fu
numerati dal famoso diploma di Lodo- il più celebre d'Italia dopo il Beneventa-
vico 1 suo figlio. Ma di questi stati, ed al- no; che i duchi per aver fatto Fermo capo
tri, come della Sicilia, del ducato di Be- del ducato di III dall' Apennino, ivi poi
nevento } della Paglia, della Calabria, s'introdusse l'altro Marca, det- nome di
del ducato di Perugia, se in parte già pos- ta promiscuamente di Ferino o di Came-
seduti dalla chiesa romana, e se in altri rino, perchè duchi che n'erano mar- i i

tempi furono aggregati al principato tem- chesi risiedevano o tenevano la loro curia
porale de'Papi, meglio ne ragionai a'Ioro ora in questa, ora in quella città, e quin-
articoli, Sovranità de' Pontefici.
ed a di s'intende il titolo di Dttx et Marchio
JNel 774 Carlo Magno espugnò Pavia t usato sino dal secolo IXda'duchi di Spo-
imprigionò Desiderio,e lo mandò inFran- ed in un monumento si legge ambos
leti,

cia, terminando in Italia il regno de'lon- Spolelanus Ducatus. In detto secolo il


gobardi , tranne alcuni ducati. Questo ducato spolelino si dilatò nel ducato ro-
grande avvenimento gl'istoi ici ed i cro- mano, nella Pentapoli, e nelle Toscane
nisti lo riportano al 773 e al 774 : s' longobarda e reale; poscia il Bolgia ri-
ponno concordare, con ritenere che Car- porta quando la s. Sede conseguì l'intero
lo Magno nel i.° fece sui longobardi mol- possesso del ducato di Spoleti, che già
te conquiste, nel 2.°le compì. A schiari- toccai in principio a Cesi parlando delle
mento poi della sovranità temporale della Terre Arnolfe, permute falle nel uelle
s. Sede sul ducato di Spoleti, qui pio- 1014 dall'imperatore s. Enrico II, con
durròallre testimonianze. 11 Riualdi, /i/i- Papa Benedetto Vili che gli cede Barn-
SPO SPO 77
Verga e Fulda. La Civiltà cattolica, sp- che i ducato di Spo-
successori tennero il

rie 2.", t. ?.,p. 3^6, riporta un sunto ilei- leti costantemente unito al regno d'Ita-
la dissertazione sull'esame d'un ist lomen- lia , ne disposero liberamente conferen-
to del Regestum Farfcnsr, esistente nella dolo a chi loro piacque, e Carlo Magno
biblioteca Vaticana e in gran parte ine- medesimo nel suo testamento lo Inscio in
dito, fatto dal eh. prof. Paolo Mazio, e ri- favore de'propri figli. Riflette però il I at-

guardante anche ducato di Spoleti; ar-


il teselo, che se ben si considera l'indoledel-
roge il riprodurre questo brano. » Con la donazione che fece il re Carlo Magno
una serie ben connessa di prove storiche, alla chiesa romana del ducalo di Spoleti,
giuridiche, diplomatiche addimostrava riscontrasi agevolmente, che la donazione
che la Magno,
insigne donazione di Carlo fu verissima per quanto sussistano le ap-
la quale comprendeva CUìlCtum Duca- parenti contraddizioni, e le disposizioni
tuvi Spolctiiuini, per lunga pezza e gene- che ne fece re Carlo. Si è perduto l'au-
ra 1,M ente parla odo non ebbe effetto, quan- tografo di tal donazione fatta ad Adria-
to all'esercizio della pubblica podestà e no sussistono però celebri diplomi di
! : i

al dominio di fatto, ma solo quanto al- Lodovico I, Ottoue I, e di s. Enrico II,


l'alto ed eminente dominio; che duchi i ne'quali confermandosi le donazioni tut-
spoletaui d'origine e istituzione longobar- te fatte allaromana chiesa da're Pipino
da conservarono per un buon secolo il lo- e Carlo Maqno, scorsesi la differenza che
ro territorio, più o meno lato, più o me- passa tra le donazioni stesse, poiché non
no disgiunto, per la interposizione di al- concesse già re Carlo ad Adriano I il du-
tre giurisdizioni; che nell'ambito del du- cato ih Spoleti con tuttala sovranità, con-
cato e però anche nella Sabina furono ar- forme avea fatto il suo genitore nel do-
bitri e legislatori supremi, ligiora del Pa- nare l'Esarcato e la Pentapoli, col domi-
pa, ora dell'imperatore, secondochè pre- nio sovrano e utile senz'alcuna riserva;
valevano in Italia le influenze del sacer- ma donò soltanto le pensioni, il censo e
dozio o dell'impero; e per ultimo, che il l'annua risposta che dal ducato pagavasi
princi pio del domi nio effettivo del la Chie- precedentemente al palazzo de're longo-
sa nelle terre umbre e sabinesi può sta- bardi, ritenendo però a suo reale van-
tuirsi nel secondo ventenne del secolo X. taggio la sovranità, e il polerdisporreasuo
Quanto modo
con cui potè maturarsi
al piacimento del medesimo ducato. Tanto
simile avvenimento, nell'oscurità che in- rilevasi da' rammentati celebri diplomi.
volge le cose italiche de' secoli IX e X, Ed ecco come viene a sincerarsi la verità
congetturava il disserente che la congiun- della donazione, ed a giustificarsi insieme
zione del ducato spoletano, nella dignità la condotta diCarloMagno. Fecero la sles-

senatoria e dell'amministrazioneciviledi sa riserva Ottone I e s. Enrico II, conce-


Roma nella persona d'Alberico giuniore, dendo però alla chiesa romana il pieno
pio e divoto alla Chiesa, facilitasse nelle dominio assoluto e utile sopra 7 città del
contrade umbre e sabine lo iniziamento medesimo ducato. Che poi tutto il duca-
dell' influenze papali, e poi con l'andar to di Spoleti fosse rilasciato con piena so-
de'tempi lo stabilimento del governo ec- vranità alla chiesa romana dagl'impera-
clesiastico". tori s. Enrico li a Benedetto V II l,ed En-
Ad onta prove sì luminose pe' di-
di rico Illa s. Leone IX nel 1 o53, in con-
ritti dellaSaie sul ducato di Spoleti,
s. seguenza delle permute tra essi seguile,
non mancano scrittori quali abusando i lo attesta Ermanno Coutralto e altri au-
troppo della critica, o negano ilei tutto la tori [neisoUCeiuu, Monumenta clornina-
donazione di Carlo Magno, o che se la fe- tionis Ponlifìciae, sive Coclex Carolinus,
ce uou la oiauleuue, perchè tanto egli Tardò tuttavia la chiesa romana ad en-
S P SI'O
trarr definitivamente nel pacifico posse*- buon na-
vescovi, da parie del clero e da
no di questi slati, per le violenze e prepo- mero onorevolmente lo
di cittadini, e poi
lenze degl'imperatori, che riportai altro- fece ricondurre in Roma; dove portatosi
Tee in seguito ripeterò. Adriano Iccrisseal Carlo Magno nelì'8oo,il Papa lo proda-
re Carlo poco vantaggiosamente del duca mò e coronò imperatore, rinnovando co-
litici)! andò, come complice della oongiu sì l'impero d'occidente. Vinigiso nell'802
in tramata da Rodagauso duca del Fi in- d'ordine dell'imperatore econ Pipino suo
li, con ArigisoIldi)cadiBenevento,econ figlio re d'Italia, per la fiducia e repu-
Rnginalclo duca di Chiusi, a favore del re tazione che godeva, marciò contro Gri-
Adelgiso figlio di Desiderio, per ricupera- moaldo III duca di Benevento, che aspi-
re il suo regno. Carlo Magno piombò su rava all'indipendenza e non eseguiva le
Rodagauso 776, che perì nella hot-
nel imposte condizioni pel governo del (In-
taglia ohi decapitato. Fattesdu vuolepro- culo, che fu assedialo io Lucerà o Noce-
vare che Ildebrando non perde la grazia ra. Ma dopo essersi impadronito della cit-
di Carlo, e non sussistere che il re lo con- là, caduto malato durante l'assedio che
fìnasse nel ducato di Camerino e gli sur- vi dovette sostenere, nell'espugnazione
rogasse lldeperlo, o questi facesse duca fu preso da Grimoaldol II, il quale lo trat-
ti Camerino. Nel 7-9 Ildebrando si pie- tb generosamente e Io restituì a libertà
sento al re nella villa di Varciniaco con nell' 8o3. Vinigiso dimostrò il suo zelo
buoni regali, e fu accolto con somma he- per s. Leone III, in altre pericolose perse-
in gn ila. Questo duca ai ulòGri moaldo III e 117 ioni eccitate contro di lui dopo la mor-
sica di Renevcnto, assalito da'greci coi te di Carlo Magno da alcuni prepotenti
quali era re Adelgiso, ed i greci furono romani, e lo difese con valore e pruden-
sbaragiiatida'franchi e longobardi. Dopo za insieme al duca Geroldo o Geraldo,
il 7880 il 789 non si trova piùrammen- che Campello dice suo figlio, associato al
tatolldehrando,dopoil quale terminando governo di Spoleto, dopo l'altro figlio Ro-
ron lui duchi longobardi in Spoleti, co
i
mano; ma ambedue in parte sotio ripu-
lii incia la serie de'franchi e tedeschi. Fat- diati da Fa teschi con buone ragioni. Pili t-
t

tcsrhi non conviene con Campello e al- tosto trova plausibile l'opinione di Mu-
IrijCheprelendono chene'grandi di Spo- ratori, che Romano fosse solo uno de'du-
leti sia sempre la facoltà d'eleg-
restata chi che dal Papa si spedivano ad ammi-
gersi duca a loro beneplacito; tutto al
il nislrar la giustizia a'propri sudditi nelle
più lo concede ne'primi tempi longohar- città delducato romano, nel quale giam-
di, accordando influenza a'primari della mai si eslese quello di Spoleti. Quanto a
nobiltà, benché poi furono sollevali citi- i Geraldo sembra annuire che fosse duca
chi da' re longobardi; ma quanto ai re ili Camerino e del Piceno, e fu uno di quei

Carolini e loro successori lo nega affatto, duchi del ducato di Spoleti che talvolta
issi eleggendoli, e pel 1

Carlo Magno presiedevano due soggetti diversi, ambo
scelseVinigisooGuinigiso francese,ilqua- chiamati duchi e non marchesi. Pare che
le sentendo gli orribili oltraggi fatti a s. Guinigiso o Vinigiso abbia avuto un fi-

/>(*o«f 7//,accorsei 11 Roma col suo esercì- glio del suo nome, ovvero una figlia; nel-
lo, tolseda ogni pericolo il Papa nel Ì'822 rinunziato ducato, abbracciò la
799,6 il

lo condusse in Spoleti, ove tosto conven- vita monastica. Gli successeSupponelcon-


ne un'eletta di vescovi e di ottimali a te di Crescia, eletto da Lodovico I ini-
far corona al liberato Pontefice. Il duca peralore, al quale fece conoscere la rihel-

1 agguagliò il re dell'atroce allentalo, il I one di Bernardo re d'Italia. Morì neh


qiialeinvitò s.Leone 111 a recarsi da lui in l'823 o 824 e gli fu sostituito dall'ini-
Padri-bona, e vi andò accompagnalo da petetore Adalardo conte di palazzo, sia-
S P o S P O :<,

bililo in Italia per amministrare la giu- Non si sottoscrive a'pareri, che diviso il

stizia, e dopo 5 mesi di prefettura passò ducato Berengario si ebbe Camerino, e


neH'8.>4 all'altro mondo. Ne fu succes- Guido I o Guidone neh' 838 quello di
sore Mauringo conte di Brescia e com- Spoleti, e quanto riguarda questi lo chia-
mi sai io in Italia: sembra che sia morto ma intricatissimo, così de'suoi discenden-
poclii giorni dopo aver inteso la sua ele- ti. Guido I francese nel gran Cartario di
zione. Di questi 3 ultimi duchi non è fatta Farfa s'incontra il suo nome appena nel-
menzione ne'monumenti Fai fensi, e nei l'84 5. Altri pretendono che fosse origi-
cataloghi della stessa badìa ; né altri si nario di Germania e d'Italia, eletto da
legge sino oH',836, nel quale trovasi Be- Lodovico I o da Lotario I, e che di que-
rengario duca. Osserva Fatleschi, che il sti sposasse la figlia in Worms dopo la

Can. Pratillo nella serie de'duchi di Spo- battaglia di Fontenai. Nell'843 veden-
leti, copiata dal p. Berretti, volendo riem- dosi Radalgiso I duca di Benevento as-
pire questa lacuna d'una dozzina d'anni, sediato da Siconolfo principe di Salerno
introduce nella serie Sicone nobile spo- e cognato di Guido I, chiamò questi iti

etino fin dall' 832, il quale avendo in- soccorso, il quale senza impegnarsi in bat-

corsa l'indignazione di Lodovico I, o di taglia ottenne il ritiro di Siconolfo, e ri-


Lotario I imperatore suo figlio, dovette cevè in premio da Radalgiso I 70,000
Benevento sotto la protezione
ritirarsi a scudi. Guido 1 ebbe due figli, Lamberto
diGrimoaldo IV, dal quale duca, in ri- I che associò al ducato, e Guido II che
compensa de'suoi meriti e valore, verso costituì duca di Camerino, poi re d'Ita-
l'8 i 7 era stato fatto conte o castaido di lia eimperatore. Fatteschi esclude traslo-
Acerenza, e gli successe nella ducea Be- chi di Camerino e Spoleti il conte Tue-
-

neventana. Alle dubbiezze di Fatteseli !, baldo. Nelì'865 Lamberto I reduce a Ba-


aggiungerò le lodi che di Sicoue fa il car- ri col ricco bottino fallo sui saraceni nel
dinal Cadolini, che vede rumili ne'prin- territorio di Napoli, fu battuto da'medesi-
cipispoletini i due più possenti principati mi con immensa carnifìcina di sue trup-
d'Italia. Egli però dà per motivo al suo pe. Neil' 866 accompagnò l'imperatore
rifugio in Benevento, lo sdegno di l'i pino Lodovico li all' assedio di Capua, i cui
re d'Italia, e che per cruda vendetta uc- abitanti per infedeltà aveano provocato
ciso da Dauferio il duca Grimoaldo IV, il risentimento del monarca obbligati ad :

morto questi senza prole e odialo da'suoi, arrendersi a discrezione, furono trattati
gli fu surrogato il valoroso e ragguarde- con estremo rigore. In tal anno morì Gui-

vole Sicone; né ascoude avere Erchein- do I, e gli successe Lamberto I, qualificato


perlo scritto, che Grimoaldo IV volendo bellicoso, altiero e prepotente. La i/di
spogliar d' Acerenza Sicone, questi con sue scandalose procedui e fu quella di en-
prodezzesi difese,e gli attribuisce con Ra- trare manoarmalainRoma,appena eletto
delchi conte di Conza l'affrettata morte Adriano II,e mentre si consagrava nel di-
del duca. Anche il p. di Meo volle riem- cembre 867, e di commettervi moltissi-
pir il vuoto della serie ducale di Spoleti, me infamità, senza averne motivo, e senza
dicendo nel suo Diurno cronologico, che rispettare le chiese e i monasteri saccheg- :

a M aringo fu sostituito Lupo II; lo cre- giò la città, lesagre vergini furonoludibrio
de equivoco Fatleschi, come quello che de'solilali, ed i grandi con grosse somme
attinse le sue notizie da pure sorgenti, seb- riscattarono le loro abitazioni. Ramma-
bene alquanto parziale e severo critico, ricalo il Papa co'romani per sì stravagan-
e solo ricorda Acchideo, e Gerardo di- ti nefandezze, reclamarono contro l'em-
verso dal sunnominalo,qiali duchi diCa- pio duca aLodovico II,che indispettito da
merino o couti, oltre il conte Crescenzio. sì riprovevoli violenze voleva deporlo, e
e

80 S P O SP O
per allora si contentò della soddisfazione lascomunica, e col fratello Guido II, per
ricevutane. Ma Adriano li allorché si vi- commissione di Carlo II, I' aiutarono e
lle libero della tirannia di Lamberto I, accompagnarono a Napoli. Questo viag-
punì enormi oltraggi col privarlo del-
gli gio il Papa l'intraprese per distaccare i

la comunione ecclesiastica insieme co'suoi principi di quelle contrade dall'amicizia


complici. Questo duca e il fratello Gui- de'saraceni, che già infestavano non solo
do Il ili Camerino, altro capriccioso so- Roma col suo ducato, ma anche il duca-

verch iatore, danneggiarono l'abbazia di to di Spoleti, e molto più la Sabina. Qua li-
Farfa. Lamberto vieppiù irritò l'indi-I do Lamberto I ricuperò il ducato, si riti-

gnazione dell'imperatore quando si unì rò in quello di Camerino, lasciando a suo


con Ildeberto conte de' Marsi, e con A- fratello Guido lo spolelino nello stesso
1 1

dalgiso duca di Benevento, ricusandosi 876 non più tardi altri ciò pongono
e :

«li truppe imperiali che mar-


riunirsi alle in dubbio. Giovanni Vili serisse coti ri-
ciavano su Benevento; laonde Lodovico sentimento a Lamberto
perchè riparas- I

11 neti'87 I lo privò del ducato, insieme se a'danni cagionati non meno a'romani
a lldeperto, ed ambedue si ritirarono da sudditi di s. Pietro, che a'dipendenti dal
Adalgiso. Saviamente Fattescbi nota che fratello Guido li, sebbene anco contro di
nitri chiamarono lldeperto erroneamen- questi avea ricorso. Trovo poi nell'arte
te Lamberto, come Campetto moltiplicò di verificare le date (che non sem pre cor-
i Guidi. Il i.° ministro dell'imperatore, risponde a^ suo titolo), che Lamberto I in-
Suppone II, fu il prescelto a reggere ildu- grato verso il benefattore Carlo II, passò
catodi Spoleti, non peròcomecrede qual- ben presto al partito di Carlomanno che
che cronista nell'876, essendo già morto gli contendeva l'impero, piuttosto pro-
Lodovico II, ma nello stesso 871. Que- curò di trar profitto dalla controversia per
sto Suppone li si vuole nipote di Sup- dilatacela propria dono inazione. Con que-
pone e figlio di Mauringo la sua figlia
I : sto intendimento egli con Adalberto mar-
Berlila sposò Berengario poi re d'Italia chese di Toscana o Alberico conte Tu-
e imperatore, tolta dal mondo per le sue sculauo, dimenticando l'amicizia col Pa-
infedeltà col veleno. Suppone lì dev'es- pa, nell'877 s'impadronì di Roma, e vi
sere stato duca di Spoleti e Camerino, commise estreme violenze,col pretesto di
e perciò del Piceno, dell' intero ducato obbligare i romani a riconoscere Carlo-
di qua e di là degli A pennini, poiché è manno, e li costrinse al giuramento. Pa-
credibile che l'imperatore deponesse an- pa Giovanni Vili, ebeavea coronato Car-
che Guido II duca di Camerino, fratello lo e si ricusò di fare il simile con Car-
1 1

di Lamberto I. Questi nell'876 per morte lomanno, scomunicò Lamberto e suoi I i

di Lodovico II fu reintegrato del ducato complici, condannandoli quali predatori


dall'imperatore Carlo 11 il CrtA-o, nell'as- delle terre papali; per un mese la basilica
semblea generale d'Italia, ove per lai.' Vaticana restò senza lumi e ufficiatura,
volta fu coronato un duca, che fu Bosone l'altare nudo e coperto di edizio. Lam-
cognato dell'augusto, dal quale ottenne berto Inon permise al Papa che fosse vi-
grazia per Lamberto I, e questi potè an- sitato neppure da'domestici; ed impedì
che assicurare la successione al figlio Gui- a colpi di bastone che gli fossero recali i

do 111, e perciò coronato con Berengario viveri, che processionalmente forse por-
del Friuli. Narra Falteschi che Suppone tavano alcuni vescovi, sacerdoti e mona-
II lasciò il Mi-
ducato, ed ebbe quello di ci. Partito da Roma il duca, il Papa indi
lano, l'avia e Parma. Per qualche tem- fig^ì di una specie di prigione in cui l'a-

po Lamberto godè la grazia di Papa Gio-


I vea tenuto, o sub custodia assediato in
vanni Vili, per cui sarà stato assolto dal- s. Pietro; e passò in Francia a invocar
S P o S P O 8 r

conilo il duca In potenza ili Carlo II, che nell'883 calò in Italia, pressato già dal
gli il bando dall impero; ed il conci-
die defunto Giovanni Vili e dal successore
lio diTroyes presieduto dal Papa, nel- Martino II, e per correggere l'arbitrario
1*878 ne confermò la scomunica; poscia duca stabilì un congresso in Nonantola,
ritornò in Uoma accompagnato da Roso- ove fu accusato reo di lesa maestà, e con-
ne. Il Papa prima di passare in Francia, dannato al bando dell'impero. Però con
vedendosi impotente di resistere a'Sara- tali arti seppe Guido II cautelarsi, or mo-
enti, come altri principi si sottomise a strando di doversi collegare co'saraceni
quel tributo che notai a tale articolo, ac- e co 'greci, or protestando e giurando non
ciò nella sua assenza i propri stati non esser veri che gli erano imputa-
i delitti

fossero da loro assaliti; ma tornato di ti; laonde e sebbene l'imperatore lo per-

Francia, senza aver potuto conseguire seguitasse anche con ispedir truppe nel
gli aiuti che ragionevolmente sperava ducato di Spoleti per arrestarlo, che l'a-
da Carlo II, come divenuto impotente, vrebbero conquistatosela pestilenza non
armò un naviglio e con questo battè i si sviluppava tra loro; ciò nonostante nel-
saraceni, e redense dal tributo. Lam-
si 1*88 \ l'accortissimo duca trovò la manie-
berto I morì verso l'anno 870), pare che ra di placarlo.e nell'885 di riacquistarne
secondo alcuni il figlio Guido HI gli fos- la grazia. Qui conviene, per intelligenza
se premorto, e gli succedesse il fratello di quanto vado a indicare, d'accennare
Guido II; che in vece Fatteschi ricono- ciò che notai a'ioro luoghi. Il regno d'I-
sce per successore Guido III figlio di talia, che dopo la distruzione de'longo-

Lamberto I, dichiarando essere incerto bardi era successi vamentecontinuato nel-


se come
il padre signoreggiasse in Spole- la stirpe di Carlo Magno, tornò ad allet-

ti o Camerino. A me sembra che le


in tare principi italiani, massime Berenga-
i

contraddizioni sieno avvenute dall'essere rio duca del Friuli, e Guido II duca di
I

stato Guido lì successore di Guido IH, Spoleti, che vedendo popoli malconten- i

ed il numero inverso produsse confusio- ti, pel continuo soggiorno di Carlo III al

ne. Adunque, in tanta oscurità e discre- di là de'monti, presa occasione dall'esser


panza d'opinioni, sembra meglio stabili- quegli privo di successione mascolina, ot-
re, che Guido III figlio di Lamberto I tennero primieramente da Papa Adriano
pocoa lui sopravvisse,come morto intor- III dell'884 un decreto. Conquesto di-
no all'883,e gli successe lo zio Guido IL spose, che venendo a morire Carlo III
Questi che riunì sotto il suo dominio am- senza figli, gli si dovesse sostituire un prin-
bedue ducati spoletini di qua e di là da-
i cipe italiano, che possedesse uniti nella
gli A pennini, già si è veduto infesto alla sua persona il regno d'Italia e l'impero.
s. Sede, e dalle lettere di Giovanni Vili Ciò fatto, i principi italiani procurarono,
scritte nell'882 si manifesta la sua ingor- benché viveule Carlo III, che tal decre-
danno della
digia e l'insolente rapacità a to si effettuasse in uno dei contendenti,

chiesa romana, per cui il Papa lo qua- cioè in Berengario I, che in detto anno
lifica col soprannome di Guido Rabbia Adriano ili creò red'Italia.Standodun-
e invasore, nel reclamare a Carlo III il que per estinguersi la discendenza diCarlo
Grosso j il quale delegando Adalardo ve- Magno, e derivando Guido II forse per
scovo di Voghera (deve essere errato il sua madre da quella stirpe, rese palesi le
vero titolo) per ricevere dal duca quanto sue pretensioni e si procacciò aderenti 3

di ragione dovea restituire alla s. Sede, fra'quali Folco arcivescovo di R.eims, che
non solo si ricusò, ma non volle neppur scrivendo a Papa Stefano V detto VI si
comparire al luogo concertato di Fano. dichiarò congiunto di sangue col duca,
Adontato per questo disprezzo, Carlo III al quale per allora andò fallito il colpo,
VOL. LX1X. 6
8a S P S P O
non riuscendo la sua impresa in Lorena. andarono in iscompiglio, Berengario! fece
Mentre era in viaggio per acquistare il re- di lutto per profittarne con l'aiuto d'Ar-
gno d'Italia, ducalo fu saccheggiato mi-
il nolfo re di Germania, che assediata Pa-
seramente in uno a Spoleti da*saracent,e via avea fatto retrocedere il defunto. Mo-
morto nell'888 Carlo III, prelati e ba- i strandosi la fazione di Lamberto 11 con-
roni francesi preferirono a lui nel trono traria a Papa Formoso, questi per repri-
de'fianchi re Ludo. Senza perdersi di co- merla chiamò in Roma Arnolfo e lo co-

laggio, Guido II seppe guadagnarsi la be- ronò imperatore Già nel pre- nell'8f)^.
nevolenza di detto Papa, che per averlo cedente anno Guido IV duca di Spoleti,
aiutato contro sai aceni,ne ricevè in
i com- lo era pur divenuto di Benevento, quan-

penso principati di Capua edi Benevento


i dounito a Gunimario principedi Salerno
(non pare che si effettuasse); l'adottò per e suo cognato, e altri dinasti di que'con-
figlio, e disegnò imperatore. Divisa l'Ita- torni, liberò Benevento dai greci che se
lia in due fazioni, prevalse quella di Gui- n'erano impadroniti, e lo ritenne sino al*
do II, poiché nello stesso 888, persegui- I 8q6. Palleschi opina, cheGoido IV s'ini

tando aspramente Berengario duca del I possessòdel ducatodiBenevenlo nell'8()5,


Friuli e già coronato re d'Italia, dopo di- conquistalo co'suoi talenti militari, e vi

verse battaglie eli riuscì colla vittoria di comandò per 20 me»i, indi l'imperatrice
Piacenza e di Verona di fugarlo dall'Ita- Agellrude suo fratello Ra-
lo restituì a

lia e fai vene coronare re, nel luglio in Pa- dalgiso II non prima come
nell* 897, e
via da una dieta di vescovi. Ritenne il du- prelese Muratori L'imperatore Lamber-
.

cato di Spoleti, e si ricusò affidarlo al fi- to li fu ucciso nell'898 da Ugo conte, in


glioLamberlo II, che giovinetto di 2 anni i vendetta della morte data dall' augusto
avrebbero comandato ministri. Profit- i a suo padre Magnifredo duca di Milano,
tando il e dell'inclinazione per lui di Ste-
1 come parziale d'Arnolfo. Allora l'impe-
fano VI, tanto si adoperò chea'20 feb- ratrice Agellrude rimase duchessa di Spo-
braio 89 1 fu coi onato in Roma imperato- leti per qualche tempo, ed al riferire di

re, con sommo cordoglio di Berengario I. alcuni per convenzione con Berengario I.

In lai guisa dopo tante vicende tornò ne- Campello protrae morte di Lamberto
la

gl'italiani l'impero d'Italia. Per gratitu- al 910, col quale anno terminano le sue
dine, («nido 11 confermò alla chiesa ro- storie edile, e di lui fa molti elogi. Dopo
mana lutti i suoi dominii, e le donazioni Agellrude pone per duca un anonimo,
si

«li Pipino e de' predecessori. Di più nel che si vuole ucciso da Alberico duca di
febbraio 802 ottenne che Pupa Formoso Camerino. Il p. Berretti fu di parere che
innalzasse al grado imperiale ancheLam- il ducato restasse vacante sino al 922, e
berlo II suo figlio con solenne coronazio- che frattanto governassero popoligli ot- i

ne, e questi fu più. del padre favorito da- timali a tenore delle leggi. Ma Fatteschi
gl'italiani. Venne dal padre associato al narrando I' impresa di Papa Giovanni X
1 egno e all'impero, il quale conferì il du- al Garigliano per scacciare i saraceni, fra'
cato di Spoleti all'altro figlio Guido IV principi che l'accompagnarono visi trovò

nelP8o,4> ancor egli nato dall'imperatri- il duca Alberico, quale era duca da qual-
il

ce Ag< llrude,al diredi Falleschi, sebbe- che anno di Spoleti pertanto coll'aiulo
:

ne confessi che se non era figlio degli au- de'gieci, napoletani, beneventani, spole
gusti, almeno n'era stretto parente. L'ini tiniecamerinesi, nel 9 6 1 li snidò. In que-
peratore Guido li mori d'apoplesia sul- st'anno già il Papa aseva coronato im-
le rive del Taro, ov'erasi fortificato, a' 2 1 peratore Berengario I. Se i cataloghi di
dicembre 8g4, e Lamberto II da lui as Farfu non fecero menzione d' Alberico,
vaiato gli successe. Le cose d'Italia perciò vi sono monumenti da'quali si raccoglie
SV Q SPO 83
i he sino daìl'897 eia iluc;> di Spoleli «• rito di sua nipote, die subito invocato in

di Camerino, riportati dn Palleschi, ciò aiuto da Landolfo I duca di Benevento,


che vieppiù serve a imbarazzare la serie con buon nerbo di spoletini, riportò gin

cronologica e le date de duchi di Spoleli riosa vittoria sui greci clic l'aveano ri-

in (piesli tempi, veri laberinli ««loi ici.Que dotto a mal partito. Lasciò scritto Luit<
sto Alberico fu il marito della famosa ,
piando, che rese eunuchi lutti greci che i

potente e avvenente Marozia, dama lo- caddero nelle sue mani, e nel rilasciarli
ntana, della quale parlai a Roma e in altri gli ordinò dire al proprio generale: » Che
articoli; fu conte Ttisculano, console ro- uomini di tal condizione essendo tenuti
mano e tiranno di Roma. Da essi nacque in grande stima nella corte de'loro im-

Giovanni XI Papa dcli)3 Alberico pre- 1 . peratori, egli non procurava che di sod-
polente, ebbe controversie con Giovanni disfo e al loro gusto, e che di sovente a
A, fu obbligalo usciie da Roma,e pieno di vrebbe fatto simili regali " Verso <)38 il

sdegno chiamò nella Toscana pontificia re Ugo avendo soggezione d' A scario fra-
gli ungheri, quali saccheggiarono e spo-
i tello di Berengario II, duca e marchese

gliaronoquella provincia;percib romani i d'Ivrea e poi re d'Italia, capitalo il modo


per vendetta l'uccisero in Olle nel 924 d'allontanarselo nella vacanza del ducato
OQ? 5. Fatteschi ribalte l'opinione del p. <li Spoleti per morte di Teobaldo, imme-
ci 1 Meo, che vuole successo nel ducato d diatamente glielo conferì. Non essendo
figlio Alberico II, il «piale fu più polente quieto Ugo di questo principe turbolen-
del padre in Roma e la signoreggiò. Ma- to, inviò a Spoleli per disfarsene Sarlio-
rozia sposò Guido marchese di Toscana, ne, facinoroso borgognone e conte di pa-
e restata pur vedova di questi, impalmò lazzo, il quale dopo vari combattimenti
U«ro re d'Italia. Siccome Alberico II fu gli riuscì di torgli la vila nel q4°> cun -

benefico coli' abbazia regia di Far fa, si immenso gaudio del re. Con procedure
sospetta che questa sia l'epoca del dislacco sì abbominevoli Sarlione acquistò il du-
della Sabina, dal resto del ducato di Spo- cato. Essendo poi caduto in sospetto di
leli, e sua riunione al ducato romano, a- Ugo, questi mosse contro di lui, lo asse-
Vendola già Carlo Magno dislaccata da diò in una piazza di Toscana; il duca si
Spoleli quando la donò alla s. Sede. A difese, ma vedendosi vicino a soccombe-
Sabina narrai ch'ebbe quindi i suoi ret- re, indossò un abito monastico, e con li-
tori propri per l'amministrazione della na corda al collo si gitlò ai piedi del re,
giustiziale riportai la serie,non che quel- che ne senlì compassione, gli perdonò e
la de'prelali presidi, con Fattesela e Spe- gli concesse in commenda l'abbazia di
1 anello. Ci assicura la storia, che nel 922 Farfa. Allora Ugo fece duca il suo tìglio
da Rodolfo re d'Italia e di Borgogna, cui spurio Uberto o Oberto detto il Salico
nel 926 successe il ricordato Ugo, fu con- per la legge che professava, e conte di pa-
ferito il ducato di Spoleli a Bonifacio 1 lazzo; indi rimovendo dal ducato di To-
marito di «uà sorella Valdrada, in ricom- scana il proprio fratello Bosone, lo attri-

pensa del suo valore per la segnalata vit- buì a Uberto,, che sposando la suddetta
toria riportata su Berengario I. Da que- Guilla fu padre del pur memoratoUgo il

sti coniugi nacque Guilla celebre duches- Grande. Qui trovo anacronismo nel Fat-
sa diToscana, sposata a Gedaldo o Tu tesela, perchè prima dissecheGuilla spo-
daldo o Uberto, da' quali provenne Ugo sò Gedaldo. e nell'errato corrige chiamò
il Grande duca di Toscana, e nel decli- Tudaldo; poi la dice maritata a Uberto:
nare anche di Spoleli e di
di quel secolo per concordare di sopra posi ancora il suo
Camerino. JN'el 929 fu duca di Spoleli nome. Inimicatosi Uberto col re Beren-
Teobaldo uomiuato dal reUgo,come ma- gario 11, perché non voleva lasciar l'ami-
84 SP o S PO
oi7Ìn di re Lotario figlio d'Ugo, vagò per te conseguì il ducato di Spoleti e Came-
I'Ungheria e tornò in Italia dopo die
, rino nel q8q Ugo o Ugone I il Grande
Ottone 1 nel qfia fu coronato imperato- duca di Toscana, che di nuovo Fatteschi
re da Giovanni XII, e gli furono resti- conferma figlio d'Oberto o Uberto spu-
tuiti tutti beni, e quanto gli appartene-
i rio di re Ugo, uno de'principi più rino-
va. Non fu duca di Spoleti, e poco visse. mati d'Italia. Rinunciò questo ducato nel
Già notai di sopra a Cesi, come Ottone I f
iqq e cessò di vita nel oo Fatteschi e- i i .

donò alias. Sede 7 città delducatodi Spo- sclude per successore Giovanni figlio del
leti, parte nell'Umbria e parte nell' A- famosoCrescenzioNomentano prepotente
bruzzo, cioè Rieti, Aniiterno, Furconio, in Roma, a fronte di Muratori e altri so-

Norcia, Balva, Marsi e Terni. Così il Pa- stenitori; piuttosto fu un duca spedito da

pa trasferì dagl'italiani ne'tedescbi la co- Roma a reggere la Sabina. Egualmente


rona imperiale, ed Ottone I con ampio rigetta per duca di Spoleti e marchese di
diplomaconfermòalla chiesa romana tut- Camerino Teobaldo o Tedaldo avo della
te lesue sovranità temporali. Dopo la de- gran contessa Matilde. Prova in vece che
posizione d'Uberto fu assunto nel q45 al nel 9qq era duca e marchese Ademaro,
«lucalo di Spoleti e Camerino Bonifazio che poi fu pure principe di Capua, scelto
."
li e il Teobaldo; morendo il
suo figlio i da Ottone III imperatore. Nehoo3 tro-
nel q53 o nel seguente, il figlio continuò vasi duca e marchese Romano o Raima-

nel governo del ducato. Sotto di lui Gio- ro. Nel io io lo era Ranieri I, poi duca

vanni XII assoldò le sue truppe, e alla di Toscana nelioi4 per disposizione eli

loro testa marciò contro Pandolfo prin- s. Enrico II imperatore, che gli sostituì

cipe di Capua Testa di ferro, e restò di- Raimaroo meglio Ranieri duca di Spo-
II

sfatto. q6o fu duca Trasmondo III;


Nel leti e marchese di Camerino, cioè dopo
nel qf>7dopo che Giovanni XIII fece la che in Roma in tale anno a' 1 4 febbraio
coronazione d'Ottone 1 (e non di Ottone 1 era stato coronato con s. Cunegonda, da

1 come pare intenda Fatteschi), il suo pa- Papa Beuedelto Vili,, che gli regalò lo
dre Ottone I elesse duca
mar- di Spoleti e scettro e il globo d' oro gemmato e so-
chese di Camerino il ricordato Pandolfo vrastato dalla croce. L' imperatore con
Capo di ferro principe di Benevento e di solenne diploma confermò poi alla chiesa
Capua, benemerito di detto Papa Giovan- romana tutti i suoi possedimenti, co'di-
ni XIII, che peno mesi magnificamen- ritti e doni di Carlo Magno, Lodovico [,
teospitò in Capua, e per avere riconosciu- Ottone 1 e Ottone II, donando alla me-
ta la sovranità imperiale in Benevento e desima porzione o sia il rimanente del du-
Capua, ritirandosi così dall'amicizia gre- cato di Spoleti, in cambio con altri beni
ca. Come altri duchi, è probabile che Pan- dellastessadi là àà monù: concedimus et ,

dolfo affidasse le milizie del ducatoalcon- confirmamus oninem Ulani lerr ani, quia
te Sicone,frequenti essendo conti subor-
i inler Narniam, Interamnen, vel Spole-
dinati ai duchi nelducato spoletino,quali tum,cx regni nostri parte liabuimus. Ve-
governatori nel civile, nel politico, nel mi- dasi il Borgia, Difesa del dominio tem-
litare, nelle città loro assegnate, come i porale della Sede apostolica p. 79; Bre-
castaidi. Morì nel q8 i e subentrò il figlio ve istoria del dominio temporale della
Landolfo, come altri duchi da alcuni cro- Sede apostolica j Memorie istoriche di
non conoscinto,anzi fu associato dal
nisti Benevento. Contelori dice che le Terre
padre al governo del ducato verso il q73: Arnolfe, poste fra Terni e Spoleti, essen-
Landolfo fu ucciso nel q8?. Gli successe . do state usurpate da alcuni imperatori,
Trasmondo IV nel q83 duca di Spoleti volle Benedetto Vili che s. Enrico II le

emarchesediCamerino.Dopolasuamor- restituisse alla s. Sede, e dichiarasse spet-


SPO SPO 85
lare alla medesima. Aggiunge che alcuni altri per possanza, per cui difficilmente.
imperatori avendo ritenuto l'ulto domi- i re d'Italia e gl'imperatori gliene con-
nio del ducato di Spoleti, vi mandarono trastavano il possesso. Non solo ne'mo-

i loro messi o duchi, che prevalendo col- numentiGofircdo vieue detto duca e mar-
la fórca alia ragione, esercitarono giuris- chese di Spoleti e Camerino, ma ancora
dizione nel ducato, non tanto per man- Matilde è denominata duchessa di Spo-
tenere le ragioni dell'impero, quanto per leti e di Camerino, e che per essa com-

intimorirei Papi,co'qnali erano disgusta- petevano al mav'ilo fare uxorio, ftire prl'
ti. Nel 02
i i Ugo o Ugone 11 era duca di terno 3 \'el avito ,pev'£ei\ià\(]o suo avo e Bo-
Spoleti e marchese di Carnei ino , e nel nifazio suo padre; rna a quanto rimarcai
1027 ottenne anche il ducato di Faenza vi contraddice Fatteschi, il quale per con-
da Corrado II; rifiutando Fatteseli! il pre- validare la signoria di Goffredo, l'attri-

teso duca Trasmondo V, ancorché voluto buisce alle benemerenze con Enrico IV,
dal Turchi. Papa s. Leone IX, pel con- che I' aiutò nelle guerre di Sassonia, e
venuto coll'imperatore Enrico III, entrò probabilmente lo confermò nel ducato di

in possesso del ducato di Benevento, e ri- Spoleti e nella Marca di Camerino, o che
cevè la conferma degli altri dominii della per lo meno ne dissimulò l'usurpazione.

s. Sale. L'immediato successore Vittore Il Muratori riporta l'opinione di Fioren-


11, eletto nel io5:>, ebbe dallo stesso im- tini biografo della gran contessa, ilquale
peratore rimanente del pacifico posses-
il giudicò che la medesima signoreggiasse
so del ducato di Spoleti e della Marca di ilducato di Spoleti e la Marca di Fermo
Fermo nel luglio io56, trovandosi mo- e d'Ancoua. Apparisce però dalla bolla
numenti da'qualiapparisce,reg///2/'«e^«c- d'Onorio Illedal suo registro come Cen-
cessila, 'Marcarti Fi rrnanani, et Ducalum cio Camerario, che Matilde possedè Spo-
Spoleiiiiuni.Ya\.le%c\\\ poueVittorell nel- leti, Narni, Todi, Terni, Foligno, Peru-
la serie de'duchi di Spoleto nelio56, e gia, Asisi,Nocera, e altri luoghi della con-
riferisce colMuratori,che portatosi inGer- trada e della Marca d'Ancona. Ma Gof-
mania per desiderio d'Enrico III, questi fredo venuto in sospetto del gran s. Gre-
gli commise il governo forse di tutta l'I- gorio VII, come partigiano del perfido
talia, o almeno del ducato di Spoleto e Eurico IV, a mezzo della suocera e della
della Marca Ferma na, e lo conferma con moglie,divotissime della Chiesa, l'indusse
monumenti. Indi nel io 57 fu duca e mar- a lasciar l'Italia, e ritiratosi al suo duca-
chese di Spoleti e di Camerino Goffredo to di Lorena vi restò ucciso da un sica-
il Barbalo duca di Lorena, e marchese rio. Beatrice mori nel 1076, e Matilde di-
diToscana per aver sposato Beatrice ve- venuta assoluta signora degli amplissimi
dova del duca Bonifazio, genitori della suoi stati ne fecedouazione alla chiesa ro-
gran contessa Matilde, la quale fu fidan- mana, onde tornai a celebrarne l'eroiche
zata al suo figlio Gottifredo o Goffredo il e magnanime Sovranità de'Pon-
gesta a
Gobbo. Matrimonio che Enrico III vide Morì nel 1 1 5 dopo avere costan-
tefici. 1

di mal occhio, per essere Beatrice sua pa- temente difeso Papi nelle famose dissen-
i

rente stretta, e tenutoGoffredo per aperto sioni tra il sacerdozio e l'impero. Nuo-
nemico. Goffredo aiutò colle sue squadre vamente protestando Fatteschi non
di
Papa Alessandro II contro gli scismatici riconoscere per duchi di Spoleto e Ca-
sostenitori dell'antipapa Onorio II. Mori merino Gollredo e la virtuosa Matilde,
nel 1070 e gli successe il figlio Goffredo dichiara essere terminati i veri duchi le-
il Gobbo colla moglie gran contessa Ma- gittimi di Spoleti, e che i seguenti che si

tilde, devotae ftliac s. Pelri, uon per di- dissero duchi e marchesi, uon furono che
ri Ilo di successione ereditaria, ma come un brauco d' usurpatori sostenuti dalle
a e

B6 SPO S P O
violenze dei re e imperatori tedeschi, fu per questo Guarnieri duca di Spoleli
danno della romana chiesa, legittima so- e di Camerino, ma isuoi (ìglie nipoti che
vrana in questo ducato anche prima della ne portarono il some, ottennero dalla
nascita ili Matilde che fu il i 046. Viven- violenza de're tedeschi il ducato di Spo-
do ella slessa, propugnati ice della Chiesa, leli, col marchesato di Camerino. Tale

le usurpazioni già erano cominciate. fu Guarnieri figlio del marchese Guar-


l

Nel 10 82 duca di Spoleti e marchese nieri d'Ancona e della Pentapoli, e ma-


di Carnei ino era Ranieri III, s'ignora da rito della contessaAldruda nel 101)4. Fu
chi fu nominato, se dal prepotente En- questi quel Guarnieri I tutto intento a
rico IV implacabile nemico della s. Se- promuovere l'elezione di nuovi antipapi,
de. ovverodaRober'oGuiscardo che dal- dopo la multe del pseudo e iniquo Cle-
le terre di Sicilia avea dilatato i suoi con- mente III. Sono dubbi Federico del Z.\ 1 1

quisti nella Marca di Fermo sino ad A- e Guarnieri 11 del 1 43, secondo Fatte-
1

per cui s. Gregorio VII nel 1078


scoli, seli), ad onta de'monunienti che li desi-

uvea scomunicalo normanni, » qui in- i gnano duchi di Spoleti e marchesi di Ca-
vadere terra ni s. Pelli lahoraut, videi i- merino. Nel 1 1
4*2 si nomina un Guar-
cet Marchiani Firmanam, Duca tura Spo- nieri 111 e Guai niei i IV. Ed eccoci al i.°
letanum". Nel 080 vuole lo stesso Papa,
1 tremendo eccidio di Spoleti, al suo vero
che »siquisnoiim.inuorum terras s. Pe- distruggimento, operato dall'ini peratoi

lli, videlicel illam pa rtem Firma naeMar- Federico I nel 55, che qual altro Siila,
1 1

chiae, quae nondum pervasa est, et Du- dicesiaver vantato di non aver lascialo
cntum Spoletanum.... alqueSabinum.... della nobilissima e magnifica città pie-
in\adere,veldepraedari praesumpserit... tra sopra pietra. Portatosi l'imperatore
gratia s. Petri, et iutroituui Ecclesiae ei bruscamente a Roma, irritato perchè il
usque ad satisfactionem inlerdicimus". Papa avea riconosciuto il re di Sicilia,
Guiscardo umiliato ricevè l'assoluzione, per esservi coronato da Adriano IV, que-
aia uou restituì il territorio usurpato nel- sti esigette prima solenue giuramento di

la Marca Fermana e porzioni dell'antico fedeltà, e poi lo corouò a' 8 giugno. Tro- 1

Piceno. Cornei normanni si acconciarono vo in Amiani, che all'esercito imperiale


coi Papi, quali investiture riceverono, a si unì il marchese Guarnieri condottiero

Sicilia lo narrai. Enrico IV frequeutò il de'fanesi e anconitani, e che Federico l


ducato di Spoleli, e tenue de Piacili
vi ricevè in Roma il tributo della provin-
(A'.). A indicar gli occupatoli del ducato ciad'Ancona, e di molle altre città del-
di Spoleti, assistiti e protetti da'sovrani l'Umbria; e perchè il ducato spoletino
tedeschi, bisogna cominciar daGuarnieri, gli fece resistenza pei- dello tributo, la
di cui ragionai in tanti luoghi,poichèpro- città fu quasi del tutto distrutta dagl'im-
babilmeute fu il ."marchese che die il
1 periali, lauto più adirato l' imperatole
suo nome alla Marca oggi delta d'Ali- contro di essa, perchè aveano fatto quei
fOrt<z.Nelio53 egli fu condottiero di quei cittadini alcune ostilità a Guido Guerra
facinorosi,cheaudidi bottino, furono da suo ambasciatore che se ne tornava nella
Eurico 111 dati per ausiliari de'uormau- Puglia: nel settembre 55 Federico I 1 1

ni, nella guerra coulro s. Leone IX. ludi da Spoleli passò con l'esercito nella Mar-
Guarnieri s'impossessòd'Ancoua, ed ap- ca, fermando il suo quartiere inFano. M'i-
poggiato da Enrico IV estese le sue u- struisce l'annalista Rinaldi, au. 1 1 55,n.°

surpazioui : alle sue suggestioni ribellati 18 eseg.,che iu Roma dopo la corona-


alla s. Sede gli anconitani, nel 1060 fu- zione insorse sanguinosa zuQà co' roma ni
ronosconiunicati. Così Ancona Peu-
e la e gl'imperiali, ilPapa interponendosi per-
lupoli divenue Marca di Guarnieri. Non chè Federico 1 non si vendicasse, e ci 11
S P o S P 87
lui porli perla Sabina, Farfa e Ponte Lu- tè permettere la rimembranza dell'ecci-
cano, ove celebrarono la festa eli s. Pie- dio funesto. Il cardinal Cadolini pure rac-
tro. Iin li [>assò l'imperatore ail assalire conta, come l'acerbo e spietato Federi-
Spoleti, e dopo l'espugnazione scrisse al co I reduce da Roma, sconoscente al Pa-
suo parente Ottone vescovo di Frisinga: pa, trascorso in pretensioni dannose al
» Indi noi venimmo a Spoleto, e impe- medesimo, volleesercitaresulledi lui cit-
rocché era ribelle, e teneva iu cattività il tà un ingiustodominio; ed allora fu chela

conte Guido Guerraegli altri nostri am- misera Spoleti, per sua fedele sudditanza
basciatori, DOÌ l'assali mino. Giudizio di ad Adriano IV, dall'imperatore tenuta
3
Dio meraviglioso e impenetrabile. Da 3. per ribelle, non avendo esitato a malgra-
sino a g. 1
prendemmo quella fortissima do la di troppogagliarda e numerosa oste
città, la (piale avea da oo i torri, con fuo- imperiale di resistere a Federico I e di
co e colle spade nostre, e pigliando spo- ritener prigione conteGuido,venne do- il

glie infinite, e molte avvampandone, la po fiero assalto ed aspra tenzone, presa,


recammo in desolazione, abbattendo in* arsa e quasi adeguala al suolo. Il mise-
sino a'fondamenti. Poi andammo in An- randocaso che trasse al fondodellosqual-
cona". Leggo nella citata Relazione citi- lore la sciagurata Spoleti, fu tramanda-
la ss. Icone, che Federico I, di troppa fu- to in una lapide già esistente a pie delle
nesta memoria, per non avere gli spoleti- scale del palazzo pubblico,e nel 1 8 '7o tras -

ni accordate alcune sue pretensioni, ven- portata iu una delle sue sale, ed immes-
uè sotto la città iu un sinistro fatto d'ar- sa nellaparete ove si ammira la Madon-
mi, la prese e saccheggiò, pouendu il tut- na dello Spagna... Post parlum Firgi-
to a ferro e fuoco,e partì carico di preda, nis anno 1 1 55,lres novìes soles Julius lune
conducendo seco in ostaggio 28 giovani mensis habebat.Dopo tante e sì certe te-
nobili, come u'è fama. Ma ricevute poi stimonianze, vanno corretti Fatteschi e
ancor egli in vari luoghi molle sconfitte, Castellano, i quali attribuirono il disa-
moderato alquanto il suo genio troppo stro, per essere stati gli spoletini fedeli e
violento, volle riconciliarsi colla città; di -
aver sostenuto Alessandro III, che fu e-
chiarato perciò duca della medesimaCor letto nel
1 5g; aggiungendo il .° che fu
1 1

rado di Svevia principe del suo sangue, pure incendiato il ricco archivio che do-
se ne venne a Spoleti, e non mancò da vea trovarvisi, certamente con immenso
parte sua di conciliarsi gli animi de'cit- dauno Noterò col Contelori,
della storia.
tadini. Perciò donate alcune possessioni che Federico I guerreggiando contro la
al monastero di s. Pietro di Monte Mar- s. Sede neh
177 (cioè prima della pace
tano, che poi furono attribuite cogli al- di Venezia), teneva occupala parte del-
tri beni del monastero al capitolo della l'Umbria, la rocca di Cesi, la rocca di
cattedrale, donò Federico I a interces- Gualdo e quella d'Asisi. Seguitando col
sione del duca nel 85 cioè 3o anni
1 1
, Fatteschi a dire di quelli che furono ap-
dopo la barbara desolazione della città, duchi e mai diesi di Spoleti e Ca-
pellati
alla medesima chiesa molte reliquie di merino, d'Ancona e Fermo, ricordasi nel
gran pregio, efra quelle una delle ss. Spi- 1 1 58 Guelfo VI Estedi Baviera zio di
ne della corona del Redentore, un pezzo Federico I, quel successore di Guaruieri
assai notabile della sua ss. Croce, e la ss. I, the Muratori registrò nel 153 ma- 1

Icone. Riceverono i cittadini, ch'erano gnificandolo, e vuole che neh 160 riuun-
tornati a risarcire i miseri avanzi dell'at- ziasse tutti i suoi stali a Federico I, me-
terrata lor patria, questi sagri tesori, per diante lo sborso di certa quantità di de-
pegni della pace seguila coll'imperatore, naro. Indi trovasi confusione tra' duchi
cou quel giubiloe allegrezza che loro pò e marchesi, ne* quali il loro titolo non
8S S P O SPO
coi risponde all'antica limitazione giuris- lieo VI;ed in fatti dice che questi nel 1 1
q3
dizionale del ducato di Spoleti, dal roar« gli aflìdò il suo Federico 11 in tutela, co-
diesato d'Ancona. Si vuolecheFederico I me abile e formidabile suo primario ge-
dupo la rinunzia dell'Estense, conferisse nerale. Alla morte però d'Enrico Vl,clie
il ducato di Spoleti al proprio fìglioGnel- segui a'28 settembre trasparirono ben
1

Jo, e neh 1G8 si legge pure


duca Ri- il presto anche questi duchi, marchesi e con-
delulfo o Bidelulfo, il quale con Giovan- ti co'fastosi loro titoli de'governi confe-
ni prefetto di Roma e Corrado Svevo , ritili dalla prepotenza degl'imperatori te-
furono lasciati in Italia da Federico I a deschi nemici della chiesa romana, ed u-
disposizione del suo arcicancelliere im- stirpatoli ingrati de'suoi domimi. Euri-
periale Cristiano arcivescovo di IMagon- co VI ordinò nel testamento, come ri-
za, per accrescere partigiani nelle conte- portai pureaSiciLUjChela Marca d'An-
se scandalose, che fomentava tra l'anti- cona e il ducato di Spoleti si dovessero
papa Vittore IV o V,eil legittimo Ales- restituire alla s. Sede, cogli altri suoi do-
sandro III, nella clamorosa questione, mimi. Narrai dettagliatamente nella bio-
se l'impero avesse diritto di sovranità o grafia d' Innocenzo III, della famiglia
solo di patrocinio sulla Chiesa, grave ar- Conti discendente da'Trasmondi duchi
gomento che propugnai con innumera- diSpoletiecoulide'Marsi(uel6o//j/>t«(r/io
hili e valide prove anche all'articolo So- storico-genealogico della patrizia fami'
vrani. Il famoso arcivescovo, violento e glia Trasmondo ,d\ cui riparlai allrove,vi
crudele cogli amici e co'nemici, nel i 7 4 i sono erudite notizie della discendenza dei
entrò furioso nel ducato di Spoleti e nel- Trasraondo duchi di Spoleti e poi conti
la Marca d'Ancona, ove depopolò molti di Mara, e si prova, come lo riconobbe
castelli, e sottomise al suo dominio Asisi lo splendido in unici pio diSpoleli, che il vi-

e Spoleti. Dunque Bedilulfo sarà stalo vente barone di MirabelloCamilloTras-


duca di nome, o poco godè la signoria. mondo, dal medesimo ascritto al suo pa-
Noterò con Amiani, che neh 1 73,quau- triziato, deriva dalla stessa stirpe diesi
do si tolse da Cristiano l'assedio d'Anco- diramò inSulmona eRoma),che nel 1 i<)8
na, restò Fano libero dalle truppe im- sollevatoal sublime pontificato con l'im-
periali, marciandoesse nelducato di Spo- mutabile proponimento di vendicare le
leti,per obbligar questa città e tutta la ragioni e domimi della chiesa romana, a
provincia a tenersi all' ubbidienza del- sostegno del gigantesco edilizio reso sal-
l'imperatore; e perchè Terni conserva- do dalla sagaci là e vasta mente del for-
vasi fedele ad Alessandro III, Cristiano tissimo s. Gregorio VII, con abbassare
l'assali con ini peto, la sotlomisee ne atter- l'eccessivo ingrandimento degli Huhen-
rò mura. Corrado Io Svevo suddetto,
le slaufen rappresentati da Federico II, ili

dicognomeLuzelinhar e di soprannome cui tuttavolla fu benefico balio e valido


lo Stravagante e Mosca in cervello, per- protettore. Stabilita prima solidamente
chè la sua impetuosità e ferocia somiglia- la sua temporale autorità in Roma, eles-
va alla marchese d'Ancona e prin-
follia, se il Prefetto, e poi il iSettAtore, altre usur-
cipe di Ravenna nel 1 168 per Federico pazioni imperiali e de'romani;subito vol-
I, in un diploma di questi del 1 1 85 a'cit- le rientrare ili possesso degl'intieri stali
tadini di Spoleti, Corrado è chiamato della s. Sede, compresi Spoleti e il do-
(lux Spoleti, e similmente in altro del miniodellaMarca,senzache le offerte del
1 j 85 a'milanesi, ed in altro deli ig5a marchese Marcualdo, aucoducadi Ro-
Berardo arcidiacono d'Ascoli, però non magna e Ravenna, potessero indurlo a
«li Federico come vuole Fattesela, per-
I lasciarglieli. Nell'islessa guisa si rese so-
che morto nel 90, ma del ìuo figlio En-
1 1 vrano e padrone diretto del duca tu diSpo-
S P o S P O 89
leti, cacciandone Corrado lo Svevo, con- del patrimonio della s.Sede. giuramen- Il

te pure d'Alisi e duca di Soia. Pertanto, to solenne prestato da Corrado in Numi,


racconta Amiani, il Papa die la legazio- lo descrissi in quell'articolo. Sembrarono
ne della Marea a 3 cardinali, per ricupe- ottime al Papa tali condizioni, ma veden-

rale la provincia alla chiesa romana. Fu do gl'italiani abbominar tedeschi, sot- i

necessaria questa legazione, perchè trat- to il cui giogo aveano lungamente gemu-
tavasi d'unire un esercito di sudditi del- to, le rifiutò. Perciò Corrado si die sen-

ia Chiesa, perchè Marcualdo era formi- za alcun patto al Papa, e liberò i popoli
dabile, e Corrado un tiranno assai po- dalla fede a lui giurata, cedendo alcune
tente, il quale per timore della scomu- rocche, cioè quelle di Gualdo, Cesi e A-
nica restituì roccupato,ovvero gli fu tol- sisi, la quale ultima fu subito rovinata
to, ambedue essendo negli stati infeudati da'cittailini d'Asisi. Adunque la chiesa ro-
da Federico 1 e da E urico VI. Anche Re- mana, continua Rinaldi, riacquistò la du-

posali all'ernia, che Innocenzo 111 ricu- cea di Spoleti, contea d'Asisi, cioèSpo-
la

però da Corrado duca di Spoleti e conte leti, Asisi, Rieti, Foligno e Nocera, e nel-
d'Asisi quelle contrade usurpate, cioè il le rocche pose valorosi difensori. Ma per-
ducato di Spoleti che comprendeva la chè la dimora di Corrado era molto so-
città di Spoleti sua capitale, Rieti, A- spetta, tornò in Germania d'ordine del
Foligno e Nocera; e poco dopo tor-
sisi, Papa (dopo essere passato in Sicilia, o-
narono in suo potere Perugia, Gubbio, v'era andato Marcualdo, a'quali Costan-
Todi e Città di Castello. Dichiara Ri- za madre diFederico II intimò partirue);
naldi all'anno i
1 98, n.° 4 e 1 seg., che In- il quale ricuperò ancora Perugia, Gub-
nocenzo 1 1 1 mandò legati nella Marca te- bio, Todi, Città di Castello co'loro con-
nula da Marcualdo tiranno,! quali aven- tadi, giurandogli fede i baroni e cittadi-
do cominciato a ridurre popoli all'ub- i ni. Innocenzo III fece diroccare il castel-
bidienza di s. Chiesa con giuramento, l'a- lo del Monte s. Maria, nel quale in
tem-
stuto marchese per ritener la preda man- po del predecessore, Corrado avea tenu-
dò ambasciatori al Papa e promise sog- to prigione il cardinal Conti vescovo d'O-
gezione. Ricusata, apparve la frode del stia, reduce dalla legazione di Francia e

inalvagioMarcuaIdo,che incrudelì su'po- Normandia, acciò riuscisce di sempiter-


poliche non poteva più leuere in servi- na memoria. Innocenzo III nello stesso
tù, efieramente pose a ferro e fuoco ogni 1 198 visitò personalmente il ducato di
cosa: venne scomunicato, e la Chiesa ri- Spoleti e la Toscana pontificia ; e durò
dusse a fedeltà tuttaMarca, Ascoli, An- la cjuesto viaggio dalla festa di s. Pietro a
cona, Fermo, Osiiuo, Camerino, Fano, quella d'Ognissanti,il che rilevo da Fer-
Jesi, Sinigaglia e Pesaro, co'loro territo- Ione, De' viaggi de' Pontefici. Visi recò
ri!. Corrado duca di Spoleti e conte d'A- il Papa con decoroso corteggio, accolto
sisi, vedendo che popoli aspiravano alla i dalle acclamazioni de'popoli come un li-
pace che sotto l'impero della Chiesa si go- beratore; consagrò chiese e al tari, e donò
deva, spaventato del trattamento diMar- ad esse vasi e utensili sagri, e fece quanto
cualdo, e temendo di perdere la bella e altro notai nella sua biografia. Certamen-
vasta signoria ottenuta ingiustamente, si te Innocenzo III si trovava inSpoleti a*2 5
studiò di guadagnar l'amore d'Innocen- agosto, reduce da Rieti, dichiarandogli
zo 111; gli promise, dando per statichi i spoletini, tamquam speciale*filli aposio-
figli, di restituire alla chiesa romana tutte Uccie SediSj promettendo loro valida di-
le fortezze da guarnirsi di soldati a sue fesa e aiuto contro chiunque, confortan-
spese, e di pagarle il censo, non che di doli da'patiti atroci infortuni!; indi passò
mantenere la gente occorrente a difesa a Perugia. Fu in somma questa la me-
,

9° S PO S PC)
morabile epoca, piena di libertà perla ro- lebre cardinale Raniero Capocci per O-
mana chiesa, che questa rientrò in pos- norio III ; e che al suo tempo passò in
sesso de'suoi sovrani dominii, non meno Spoleli Andrea Parenti, il quale autore-
di tutta Umbria, Sabina, Marca, che
I' vole in Roma col fratello Parenzo sena-
Benevento. Nel 1207
dell 'l'Isa rea lo e di tore (forse quel medesimo che fu pode-
Innocen?o infeudò la Marca d'Ancona
1 1 1 stà di Lucca nel 228), venuti in questio-
1

ad Azzod'Este marchese di Ferrara,òt\- ne col Papa furono cacciati e poi assolti.


la quale nobilissima stirpe parlai purea La famiglia nobile e antica de' Parenti
Modena e Reggio: e ricevè il giuramen- cos'i si stabilì in Spoleli, come nolai nei
to di ubbidienza e fedeltà da'prelati, si» voi. XXXV, p. p 211, di-
273, XLIX,
gnorì e magistrali del ducalo di Spoleli. cendo del martirio patito in Orvieto da
Leggo nell'Ughelli, che Innocenzo III di- s. Pietro di Parenzo, della stessa illustre
chiarò rettore del ducalo diSpoIeli il car- stirpe, sotto Innocenzo III. A Pioma, nel
dinal Giovanni Colonna, cioè il giunio- riportare col Vitale e PompiliOlivieri
re, e lo governò per 3 anni. Nondimeno, la serie de'senatori di Peonia, registrai di-
osserva Palleschi, sul principio non fu del versi di que'Parenzi che furono insigniti

lutto pacificosi(Iattodominio,perchè non di tale dignità senatoria. Un altro Andrea


mancarono anche poi imperatori pre- Parenzi di Spoleto nel 267 1 lo trovo nel
potenti; tale si fu l'ingratissimo e sper- Lilj, l'Ustoria di Camerino, rettore pon-
giuro Ottone IV, elevato all'impero da tificio di questa citlà. I Parenzi continua-
Innocenzo III ecoronato nel 1209.il qua- rono e tuttora fioriscono in Spoleti, ed il
le usurpò non poche terre della Chiesa, commendatore Giovanni è benemerito
per cui fu scomunicato; e registrai nel voi. della patria per l'esercitate magistratu-
XXVIII, p. 264> che l'imperatore fece re, con zelo e intelligente operosità. Dice
duca di Spoleli e conte d'Accra Leopol- Caidella, nelle Memorie de cardinali,
do Dragoni. Racconta il cronista Riccar- che il cardinal Capocci difese il ducato di
do da s. Germano, che Otho IV ss Ca- : Spoleti dalla violenza de' nemici, e per
pila conferi, ubi receptis a Diopoldo certis questa cagione non lievi insulti da
solili

munitionibus, ducerti Spoleli efficit illuni. Bertoldo duca Corrudo,con-


figlio del già

Prosegue a dire lescelleraggini diDiopol- tra di cui il Papa fulminò sentenza di sco-
do teutonico, per le quali fu fallo repli- munica. Arrotato buon nerbo di milizie,
catamele carcerare da Federico II, tut- il cardinale si apparecchiò a vendicar la

toché le suppliche de'suoi tedeschi ne im- 6ua temeraria oltracotanzn, il che sapu-
petrassero la libertà. Credoche queslodu- toci daPederico Il acremente ripreseBer-

ca sia quel medesimo conte Diopoldo,e toldo, e vedendolo pentito gli ottenne ge-
contemporaneo, del quale feci menzione neroso perdono dal Papa. Il cardinal Ca-
a Sicilia, e altrove. Soggiunge Riccardo pocci, grato all'aiuto e fedeltà di Spoleti,
nella Cronaca, che a Diopoldo fu sosli- dipoi gli concesse le Terre Arnolfe con
luilo Ranieri per duca di Spoleti, uomo pontificia sanzione, ciò che fu inseguito
malvagio ne' vizi e nelle scelleralezze,non motivo di gravi vertenze, che riportaCon-
inferiori a Diopoldo. Volendo però Ra- telori,onde gli spoletini dovettero cessa-
nieri inoltrarsi colle usurpazioni sulla s. re dal dominarle. Ma Federico II, che tan-
Sede, e segnatamente nella Marca, fu to dovea romana, divenne pre-
alla chiesa
faltu imprigionare dallo stesso Federico sto suo acerrimo nemico, ed a Germania
11. Lo stesso Riccardo da s. Germano e nelle biografie de' Papi Onorio III
narra che nel i223era rettore o legato Gregorio IX e Innocenzo IF , a Sicilia
della Marca d' Ancona e del ducato di e m tanti articoli, enumerai le sue ini-
Spoleli, e residente in questa cillà,il ce- quità, scomuniche e deposizione. Ribelle
S P O S P ( )
91
Federico II ad Onorio Il I, nel 1 226 fece h facevano emendare, ricorse alle armi
leve ci a soldati nel ducuto di Spolette gli temporali, e liberò le terre ecclesiasti-
spolettai si ricusarono senza il permes- che dalle loro usurpazioni, colle milizie
so pontificio; delle quali pretese trovati- comandate dal cardinal Colonna, e ca-
si altre testimonianze in Colucci, Tre/ti pitanate da Giovanni di Brieune già re
oggi Montccchio p. 77: molte città gli si di Gerusalemme. Opportunamente dun-
opposero, e De avanzarono querele al Pa- que (pii ripeterò con Fatteschi, gloria a
pa, che fece all'imperatore alti rimpro- Innocenzo III ed a Gregorio IX, il i.°
veri, che rimarcai nel 258. voi. XXXI I.p. perchè incominciò la grande opera, il 2."
In detto anno Bertoldo s'intitolava du- che la compì, il quale senza temere l'ira
ca di Spoleti, per avergliene conferito il di Federico II, e il procedere indegno di
dominio Federico II per avversione allu- Ranieri o Rinaldo, colle armi spirituali
pa, ad onta che per 4 anni fosse stalo suo e temporali seppe finire di rivendicare
aio. E fu verso quel tempo the Tanciedi alla Chiesa il ducato di Spoleti, sebbene
di Campello, uno de'suoi principali fau- già diminuito d'estensione, e le Marche
tori, accompagnato da nurueiusa solda- di Camerino, d'Ancona e di Fermo, e fe-
tesca di BertoldOjSerrò le strade che con- licemente vi riuscì, per testimonianze di
ducevano a Roma, e le tenne infeste iti Riccardo da s. Germano, e del cardinal
modo che non restò libero il passo per an- Roselli d'Aragona scrittore delle vile dei
darvi, se non a suo beneplacito; impedì il Papi. Protesta per ultimo Fatteschi, es-
commercio cou Roma, e imprigionò fa- i sere alFutlo inutile il proseguirla seriedei
migliari del Papa, togliendo loro le lettere duchi di Spoleti, poiché quanti ne furo-
apostoliche, come
Ouorio III allo
scrisse no eletti dipoi, o fu per violenza impe-
stesso connivente Federico li. Per queste riale e nou furono pacifici dominatori, o
prepotenze, taluni impropriamente e co- ne fu dato loro il titolo per onorificenza
me già notai, crederono Tancredi ultimo o quali governatori per autorità de'Pa-
duca diSpoleli. L'ultimo duca verodiSpo- pi, e questi nou ebbero che una limita-
leli fu Corrado; talvolta ne assunsero di- tissima giurisdizione nelle pocheeittàdel-
poi il titolo qualche capo di fazione ghi- l'ormai ristretto ducato. Quasi in egual
bellina, egli spolettili per abitudine tra- modo esprimesi il cardinal Cadolini, di-
dizionale chiamarono duchi i rettori pon- cendo che Inuocenzo 1 e meglio poiGi e- 1 1

tifìcii del ducato. Inoltre avrà probabil- gorio IX, mal contrastati diritti riven-
i

mente favorito l'imperatore il suddetto dicarono; la spolelina dizione passò al go-

duca Ranieri, forse quello stesso che fra- verno papale, e dal dolce scettro del le sa li-
tello di Bertoldo e col nome di Rinaldo, te chiavisoltantoebbero inappresso piut-

dissi duca di Spoleti nel voi. XXXI l,p. tosto uome che vera autorità di princi-
2DC),nel riferire cheGregoi io IX nel 22S 1 pato, quanti sino al declinar circa del se-
si ritirò a Perugia, dopo scomunicato Fe- colo XV furouo rivestiti della dignità
derico II, il quale partendo per la sagra ducale. Da questo tempo in poi Papi i

guerra di Siria, lasciò il governo di Sici- governarono ducuto di Spoleti per un


il

lia, che teneva per investitura della s. Se- rettore, il quale delegava il governo del-
de, allo svevo Rinaldo duca di Spoleti, le città e luoghi a' suoi luogotenenti. Il

usurpatore d'un tale titolo, che vessò coi cardinale encomia gli spoletini per la co-
siciliani e saraceni la Marca d'Ancona ed stante fedeltà a s. Pietro, dappoiché (ma-
il ducato di Spoleti, e pose I' assedio ad si fumauti ancora le rovine cagionale al-
Asisi; facendo altrettanto il liatello Ber- la loro patria da Federico I, resìstettero
toldo dalla parte di Norcia. Gregorio IX al nipote Federico II con invitto ardile,
vedendo che i fulmini della Chiesa non e perciò Gregorio IX con elogi uè minor- i
9i SPO S P O
talò il conlegno. >» Gaudeamus Domi- in di all'anno 1234, n -°^7, Fellone e Calili-
no quoti vos in tlevolione Eccle->iae ma- dri. Pertanto si radunarono in Spoleti
tris vestrae firmos sicut columna immo- l'imperatore e il suo secondogenito Cor-
bili* persistente*, nulla persecutio, nulla rado IV, i patriarchi latini di Costanti-
adversitas, ab ingius fulelitate, et obse- nopoli, Antiochia eGerusalemme, con la

quio potuit separare". Questo Papa proi- più parte degli arcivescovi, vescovi ed al-
bì l'alienazione d'alcuni luoghi dell'Um- tri prelati. La crociata contro gl'infedeli
bria, fra'quali le rocche di Gualdo e di per liberare i santi luoghi della Siria,
Cesi; e per 3 anni concesse governo del- il dopo matura deliberazione fu proclama-
la Marca d'Ancona e del ducato di Spo- ta solennemente da Gregorio IX nella
leti a Milone vescovo di Beauvais, per piazza maggiore di Spoleti, alla presenza
(jue'motivi che indicai nel voi. XXXII, d'una sterminata moltitudine; e fu tanta
p. 260. Perseguitato Gregorio IX d;d- l'unzione e l'ellicacia di sue eloquenti e
1 imperatole e suoi (autori, non creden- fervorose parole, che molti Ingranando
dosi sicuro in Roma, si portò nel 1 228 e teneramente commossi, corsero a' piedi
1 282 a Rieti, a Spoleti, a Perugia. Tro- delPapa, per ricevere dalle sue mani la
vandosi neli232 in Spoleti, mosso dal- croce de' Crocesignati, per partire alla di-
le preci del vescovo di Padova, a'3o mag- fesa e conquista del s. Sepolcro. E da Spo-
gio, festa di Pentecoste, solennemente ca- leti furono tosto per lo stesso motivo spe-
nonizzò il francescano s. Antonio, colla dite lettere a tulli i principi cattolici, e
costituzione Cum Dominus, presso
dìcat a tutti i vescovi, e lettere ancora a tutti
il Guerra, Epit. Bull. Rom. Li, p. 52, i fedeli del cristianesimo; e così la voce
emanata poi in Spoleti neh. "giugno e del supremo Gerarca ebbe un eco d'en-
indirizzata alla città di Padova, mentre tusiasmo ieligiuso,cheri>uouù in ogni an-
quella diretta a tutti i fedeli, Cum dicat golo del mondo catlolico,anche pe'bandi-
Dominus, de'3 giugno, trovasi nel Bull. tori spedili dal Papa a predicarla. Fu pu-
Rom. t. 3, par. p. 271, e fu pure da-
1 ,
re destinato un legato per accompagna-
tata da Spoleti. All' articolo Canonizza- re i crocesignati, e si fecero avvisati i so-
zione, nel riportare l'elenco delle solenni riani della loro vicina liberazione dal gio-
e dove furono celebrate, con autorevole go maomettano. Ma per quanto accennai
opera pubblicata in Roma, riportai s. E- u detta Crociata, e perchè Federico 11
lisabetta regina d'Ungheria canonizzata tornò a imperversare contro la Chiesa,
in Spoleti nel 1235, in vece lo fu a Pe- ebbe poco successo. Il Papa passò in Pe-
rugia, ove la notai, e qui uè fo avverten- rugia, donde poi fece ritorno iu Roma,
za per amor del vero. Tornò bensì Gre- richiamato da'romaui che si pacificaro-
gorio IX in Spoleti nel i234> e vi tenne no. L'Amiani raccouta le successive in-
un'assemblea o concilio per la Crociata, vasioni delle città della Marca dagl'im-
al quale articolo ne feci parola, ed alcuni perialinuovamente scomunicati da Gre-
scrittori chiamarono l'adunanza concilio, gorio X,essendoue legalo il cardinal Fie-
I

come si può vedere nelle storie de'cou- schi poi Innocenzo IV. Le devastazioni
cilii, R.eg. t. 28, Labbé 1. 1 1, Arduino t. aumentarono nel 1240, si estesero nel-
7. Conviene premettere, che già Fede- l'Umbria e occuparono il ducato di Spo-
rico II erasi portato a Gerusalemme^.), leti, ma Asisi
fece resistenza: Marni fu as-
ma avendo tradito gl'iuteressi de'eatto- da quello che l'imperatore a vea fat-
salita

liei, per riparare il mal fatto e riguada- to duca di Spoleti. Il Papa lodò la co-
gnare il favore del Papa, convenne nella stanza e fedeltà degli asisani, perugini, to-
crociata, ed a tale elfetto si recò in Spo- dini e spoletini. Eletto Innocenzo IV, e
leti, come alferiuauo pure 1 citati Riual- uou iusceudo"li a
1 riconciliare collaChie-
S P O S P <j3

là Federico li, per fuggirne le insìdie il lini col potente conte d'UrbinoFederico (

ritirò in Francia, ove celebrò il concilio di Monte Feltre, uniti agli altri dell'Um-
generale di Lione
I, icomunicaudo e de- bria e dilla Marca, irruppero sui guelfi,
ponendo dall'impero e dal regno di Si- li fugarono, ed in notabilenumero lite
cilia Federico II. Dopo la sua morteli l'a- 10 prigioni, quindi inumanamente bru-
pa tornò in Italia, e per l'Umbria e Asi- ciarono. 1 ternani delle due fazioni si fe-

si si restituì in Roma. Alessandro V che I cero vicendevoli danni, guerreggiarono


nel ^4 gì' successe, nominò rettole del
i
•?. i popoli vicini, e superarono gli spoletini.

ducato di Spcleti Bonifacio Fogliarli di Nel 3 1 17 era rettore del ducato di Spo-
Reggio, die ricuperò Foligno e altri luo- leti Rinaldo di s. Artemia. Nel i3if) si
ghi dell'Umbria dagl'imperiali. Frattan- ribellò Piecanati e Osimo contro Amelio
to le fazioni de Guelfi e Ghibellini (J.) marchese orettore deIlaMarca,chiaman«
dilaniarono anche rUmbriaeSpoleti,ed do a loro difesa e governo Federico con- I

il paese seguì i destini degli altri luoghi te d'Urbino capoparte ghibellino, come

della Chiesa. GregorioX uel i l'jZ si por- fautore imperiale. Tale esempio mosse t
tò in Perugia, ordinando a'perugini che ghibellini di Spoleti, favoriti dal conte,
restiluisseroa!duca diSpoleti per laChie- a prender nel novembre l'armi contro i
sa, Guhhio, Nocera e Gualdo. Trovo nel- guelfi concittadini epropugnatori del Pa-
l'Ughelli, che il Papa fece ii suo nipote pa. Entrato di notte in città il conte di
rettore del ducalo di Spoleti: forse è lo Urbino, ne cacciò 200 in prigione e fu-
stesso duca. Giovanni XXI del i 276 fece gò il resto. Non tardarono molto guelfi i

ordinare da Uguccione duca e rettore di spoletini a trovar il modo di vendicarsi,

Spoleti e cappellano pontifìcio, alla co- e fecero perciò ricorso a'guelfi perugini.
munità e consoli diSpoleti di non turbale Questi tosto si recarono in Spoleti, e vi

il castellano di Cesi fr. Giovanni cavaliere posero l'assedio. Ma l'accorto Federico 1,


gerosolimitano. Con altri nel 1
279 disse il per liberarsi datai assedio, procurò di-

Castellano,FilippodiNapoli cappellano di viderne le forze con indurre Asisi a ri-

Nicolò III, rettore di Perugia e del duca- bellarsi contro di essi, e gli riuscì; perciò
to di Spoleti. Casio 1 d'Angiò re di Sicilia i perugini furono necessitati a levar l'as-

fu rettore del ducato di Spoleti sottoMar- sedio da Spoleti, e nel 1 Zio a portarsi a
lino IV. Fatalmente nel 1 3o5 eletto nel ricuperar Asisi. L'assedio di questa città
conclave di Perugia l'assente Clemente V, fu lunghissimo, e solo a'2 aprile) 3ii a
questi chiamò in Francia cardinali e
i sta- palli l'occuparono,ma la saccheggiarono
bilì la sua $eòein Avignone^.)jcon grave e barbaramente uccisero più di 100 cit-
danno dell'Italia e de'dominii della Chie- tadini,smantellando le mura e la fortez-
sa, lacerati e divisi dalle furiose fazioni e za contro gli accordi, perciò riprovati da
che insorsero a dominarne la
da'tii annetti Reposali. Il Pellini,/7/>v/o//# diPerugia,
maggior parte. L'Angeloni neU'Hisloria rettifica tali a vvenimenti,imperocchè di-

di Terni, descrive neli3i3 le commo- slingue i ghibellini perugini dalla città


zioni gravissime seguite nell'Umbria tra ch'era di parte guelfa, ed amava mollo
i guelfi e ghibellini, questi ultimi esalta- Spoleti come divota della s. Sede; e per-
ti a fanatismo dalla venuta in Italia del- ciò fece combatterei ghibellini reduci dal
l'imperatore Enrico VII (dice Contelori loro nefando operato, e inviò ambascia-
che Eurico VII con diploma dato in s. tori agli spoletini per procurare la quie-
Sabina di Roma a'G luglio 3 2, confer- 1 1 te della città, allora signoreggiala da M.
mò a Clemente V il contado di Sabina, Brìi namon te da Chiavano castello diSpo-
Terni e sua fortezza, Cesi e le Terre r- A leti. Nel i3a4 ghibellini perugini al-

nolfe, ec); per cui gli spoletini ghibel- l'improvviso assalii onouuovamcnteSpo*
SPO
leti, e l'abbruciarono in parte- Ad istan- gaio e con esercito il celebre cardinal Al-
7n degli oppressi guelfi spoletini,i perugi- bornoz, a cui unirono subilo gli spole-
si

ni per domare l'ardire de'ghihellini spo- tini e gli prestarono validi aiuti. Grato il
Jelini che facevano guerra al Papa, mar- porporato alla loro fedeltà e soccorsi, di-
narono sulla città, che si rese a patii. Fu morò alcun tetnpo in Spoleti e la gover-
(alla una convenzione per la quale Spo- nò, facendo a suo vantaggio e per difesa
leti si pose nella proiezione di Perugia, del principato quanto già raccontai; e per
cacciando ghibellini e rimettendo in
i cit- lui anco le mura furono restaurate e for-
tà guelfi; e che nel giorno di s. Erco-
i tificate. Di più rimise i fuorusciti ghibel-
lanoavrebbe mandatoa'perugini un pal- lini in ponendola sotto l'im-
Spoleti, e
lio di seta sopra un cavallo coperto di mediato governo del Papa, tolse a Perù»
scarlatto. Perchè questo pallio nel 327 1 gin la destinazione del podestà, conventi •

non fu presentato dagli spolelini nel mo- la nel suddetto accordo. Adunque gli spo-
do solilo e pattuito, ma per un sindaco Ictini ricuperarono la loro intiera indi-
e notaio, i perugini l'imprigionarono, e- pendenza, e si elessero il nuovo podestà
spulserodalteri itorio gli spoletini che vi a forma delloro statuto, che nell'assu-
dimoravano; onde Spoleti riconosciuto il merne l'esercizio giurò alla presenza del
torto vi ri parò, e lo riferisce Pellini. Nel- popolo nella piazza Maggiore, di conser-
le gravi differenze insorte tra lo scisma- vare la libertà, l'onore e la giurisdizione
tico imperatore Lodovico V il Bavaro,z della città. Il cardinal Alhornoz, tornato
Papa Giovanni XXI l,i ghibellini nuova- a Spoleti nel 1 Sfi^atniullò le capitolazio-
inente sfrenarono i loro odii, fomentati ni fatte nel r 324 co'perngini, levò al co-
dallo slesso Lodovico V; ed a' 4 ghigno mune di Perugia la parte che avea usur-
1 328 partendo da Todi 5oo fanti e /Joo 1 pata, licenziò tutte le genti che i perugi-
cavalli imperiali per prendere il castello ni tenevano ancora a Spoleti, fece abbat-
di s Gemini, presso Terni fu dagli spoleli- tere la rocca oCastellina fabbricata da lo

ni fatta imboscala con 200 cavalli di Pe- 10, ordinò la ricostruzione della rocca di
rugia^ dopo gran battaglia sostenti ta con s. Elia, e vi furono messe le sue armi e
valore da'tedeschi, questi restarono scon- quelle d'Urbano V. Gregorio XI, che gli

fitti e morti, ed in gran parte presi bri- successe, fece legalo del ducato di Spoleti
gioni. Però narra no al tri storici ,chei guel- ilcard.FrancescoTebaldeschi.ScrisseBal-
fi spoletini si avvidero con indignazione datami nelle Memorie di Jesi, che questa
dell'oppressione de' perugini sotto manto città,conTerni,Narni,AsisieSpoleli si die-
• I' amicizia e protezione, laonde dichia- lonoagliOrsinijCon altri luoghi nel 375,
1

rarono nel i326 di non volere più rice- dando il bando agli ollizia li del Papa. Que-
vere il podestà da' perugini; ma questi sta generale rivolta pare che fosse pro-
per tenere a freno la città, eressero una mossa dalle arti de'fiorentini, nemici di
rocca o cassero presso l'antica porla Fu- Gregorio XI; Perugia proclamò la liber-
ga o d'Annibale, che fino a oggi, benché tà, Città di Castello acclamò per signore

distrutta, dicesi la Castellina. Restarono Pietro Roscagni tesoriere del ducalo di


tempra malcontenti gli spoletini di tal Spoleti. Finalmente il Papa si determi-
procedere de'perugini, onde poi ricupe- nò di restituirti in Roma, e vi giunse nel
rarono la loro indipendenza. Nel i352 1377. Morì nel seguente anno,e fu eletto
Spoleti soggiacque al disastro di fidissi- Urbano VI, contro quale insorse il gran il

mo terremoto. Intanto Papa Innocenzo Scisma (/\) d'occidente, sostenuto dal-


VI, a reprimere le fazioni e gli audaci u- l'antipapa Clemente VII che stabilì in A-
sui patori delle città e luoghi della chiesa \ignoue una cattedra di pestilenza. Es-
romana, neh 3 53 spedi in Italia per le- -Hudosi recato Urbano VI nel regno di
4

S P o S P O 95
Napoli, nel i 3S7 passò in Perugia {!'), schiere furono respinte con perdita,e do-
ove scomunicò Rinaldo Orsini invasore vè parti re e sgombrare il territorio spole -

di Spoleti, ed agli 8 agosto 388 ne [tarli 1 tino. Nondimeno pub leggersi il detto nel
per Narni, e siccome poi fu anche a Fe- vol.X L VI, p. 17C). Col celebre sinodo diCo-
rentino, alcuno credè che fosse andato in stanza e l'elezione di Martino V ebbe ter-
Ferentillo. Nel voi. Ili, p. 217, facendo mine lo scisma lagi imevole e deplorabile,
la biografia di Pietro de'conti di Piata, a cuiG uid' A 11 Ionio conte d'Ui bino gli rese
anticardinale del fahoCleniente Vll,dis- ubbidienza per i suoi ambasciatori, fra i

si che lo inviò in Italia per legato, ove quali vi fu il p. Gabriele di Spoleti dome-
ridusse alla sua scismatica ubbidienza nicano. Nel 1 4 8 1 il contecon nobile e scel-
Naini, Spoleti e altre città e luoghi, col- ta comitiva si portò da Martino Va Man-
legandosi conRinaldoOrsini principe del- to va, accolto con molto onore e creato du •

l'Aquila e occupatole di Spoleti e altre ca di Spoleti, di che m'istruisce Reposati.


terre, contro Urbano VI. 11 successore di Narra Novaes, che il Papa recandosi nel
questi Bonifacio IX ricuperò il dominio 1 4^o in Roma, Cuna presso Siena fu
in

di Spoleti, poiché dopo avere tenuto la alloggiato dal cav. Giacomo Pecci che ,

rocca gli eredi di Rinaldo Orsini, era sla- gli prestò 2 5,ooo fiorini d'oro, e per gua-
ta quindi occupata da messer Guglielmo rentigia gli die in pegno la rocca di Spo-
d'Alili per l'antipapa Clemente VII. In- leti. In vece il contemporaneo Paruccio
di Bonifacio IX per sedare le guerre ci- spnlelino riferisce che la rocca fu data a
vili, nel i3g2 si portò a Perugia, essen- Bindo de' Tolomei per 1000 fiorini. In
do passato per Narni, Terni, Spoleto, Fo- questi tempi la città col territorio fu spes-
ligno e Asisi: era partito da Roma a'2 ot- se volte soggetta alla peste, massime nel
tobre, ed a' 17 arrivò in Perugia, ove di- 1 4 1
e ne ' ' 436con islrage degli abitanti.
morò sino a'3o luglio i3g3. Recatosi in L'abba te cassi nese PirroTomacelli,come
Asisi, a'4 settembre si diresse a Foligno, dichiarai nel citato vol.X L VI, p. 7q,eb- 1

indi a Spoleto ed a Narni, ed a' 1 5 rien- bedaEugeniolV la prefettura del ducato,


trò in Roma. L'Ughelli riporta la bolla ma esercì tòquindi inSpoleti tirannica po-
Duni praecelsa meri toi uni in sigillatala destà, e dalla rocca signoreggiava con 0-
in Spoleti a'7 settembre da Bonifacio IX, gni genere di asprezze la misera città, più
colla quale concesse l'indulgenza e remis- voltedallesue genti stiaziata,comeCorra-
sione de'peccati, a chi avesse visitalo in do Trinci faceva con Foligno. Dell'abba-
perpetuo la ss. Icone nel dì dell'Assunta, te di Monte Cassino Pirro tratta pure Pel-

previa la Questo Papa fece


confessione. lini ne\V Historia di Perugia, e delle sue
suo Andrea Tomacelli marchese
fratello compagnie di fanti che molestavano il

della Marca, e l'altro fratello Giovanni contadodi Spoleti. Pirro era stato 4 «inni
duca di Spoleti e d'Orvieto, vicario ge- governatore della città per Eugenio V,e 1

nerale delle Terre Arnolfe e castellano s'inimicò prima per parteggiare pel re Al-
della rocca di Cesi. Dopo la sua morte, fonso V, poi per domandare esoibitanli
Ladislao re di Sicilia subito ingratamen- paghe, laonde fortificatosi nella rocca e
te loro ritolse i feudi di cui gli avea inve- vessando il popolo, questo fece ogni sfor-
Questo re ambizioso che aspirava
stiti. zo per impadronirsene. Riferisce Amia-
al dominio temporale della Chiesa, ed a- ni, che nel i438 Francesco Piccinini, al
vea occupato anchèRoma,neI i4>4 * en " soldo del duca di Milano nemico d'Eu-
tò d'espugnare Spoleti che seguiva Gio- genio IV ,
per sorpresa occupò Spoleti,
vanni XX 111, mentre pur vivea Grego- mentre il suo padre Nicolò entrò vitto-
rio XII e l'antipapa Benedetto XIII. Do- rioso in Bologna. Pellini ne dichiara il mo-
po vari sforzi per impadronirsene, le sue tivo, narrando che fu l'abbate di Monte
96 S P O S P
Cassino che l' invitò nel aiutarlo contro leti, ch'egli rese a' io gennaio i44°> e nJ
Spoleti, la cui città gli avrebbe abbando- mandato in Castel s. Angelo, ove morì.

nata i ri preda. Piccinino unito co'norcia- Quindi Eugenio IV dichiarò rei ture del
niefolignati,corsefino alle portelli Spo« ducato di Spoleti Amasotlo Condulmieri
leti, ad onta die i perugini procurarono suo parente. Quel Cecchino Cam pel lo, no*
distorlo dall'impresa, dichiarando cbe gli minato in principio e fatto da Eugenio IV
spoletini erano stati sempre amici loro. senatore diRoma, inimicatosi dipoi col-
Ma la bellicosa popolazione sostenne ga- la patria, come partigiano di Pirro To-
gliardamente l'impeto de'nemici. Il Papa macelli, cogli aiuti de'vicini popoli e di
che vedeva di mal occhio quella guerra vi- una frizione ili cui era capo, tentò nel i44Ì
cino a Roma, per allora si accomodò col- di occupare il dominiodi Spoleti, ma re-
)'ahbatePirro,che senza danni econ lutto spinto e bandito in perpetuo, ricoverossi
ilsuo potesse liberamente ritirarsi, e sa- nuovamente inRooiaperclemenzadi Eu-
rebbe stato reintegrato di tutti dispendi. i genio IV.
Intanto Italiano del Friuli, poderoso capi- Nicolò V fu benemerito dell'Umbria
tano cbe comandava una squadra d'av- cbe procurò pacificare, e quando la pe-
venturieri, astutamente con segreto trat- stilenza neli44o assalì Roma, vi si recò
tato fatto con Corrado Trinci, norciani i e colla corte, ed in giugno si trovò a Spo-
altri popoli avversi agli spoletini, d'accor- leti, dalla qual città pubblicò più bolle,
do con Francesco Piccinini, la notte de'G come a'q contro i saraceni di Spagna; ivi

maggio forzato passo della montagna


il in concistoro ricevè a'18 giugno la famo-
entrarono in Spoleti, lo saccheggiarono e sa rinunzia dell'antiponlificato di Felice
r
derubarono, facendo prigioni circa iooo V di Savoia (/ .),ed emanò le 3 celebri e
cittadini, e gli obbligarono a confessare relative bolle, dichiarando l'ex antipapa
ove a veano nascoste le loro cose preziose. cardinal vescovo di Sabina , decano del
Immenso fu il bottino portato a Foligno, sagro collegio, con alcune insegne ponti-
in uno a Ile catene e alle campane in segno ficie: indi passò a Tolentino, Loreto e s.

di trionfo. Trevi e altre terre intimori- Se veri no. Nel l'a nno san toi 4^0 Nicolò Vai
te, si dierono al Piccinini. Perugia restò 1 2 febbraio approvò gli statuti della città

addolorata del funesto avvenimento, e di Spoleti; ed a'26 aprileconfermò la tre-

proibì sotto pena della forca di acquistar gua tra gli spoletini e norciani, commet-
le cose tolte agli spoletini, interponendo- tendone l'osservanza a Nicola de Cesari
si per questi col Piccinino, come amicis- vescovo di Tivoli, come quello che avea
simi de'perugini. A riparare taute enor- frenato Spoleti. Indi ridestatasi in R.oma
mità, gli spoletini nel 1439 inviarono ir» la peste, nelgiugno ritornò nell'Umbria,
Firenze ad Eugenio IV ilconcittadinoo- ed pure in novembre,
in Spoleti, ov'era
latore Tommaso Martani; la sua amba- a' 3 datò la bolla in favore delle cose nau-
1

sceriaebbe pronto risultato, imperocché fragate. Fu in questa circostanza, che An-


circa due mesi dopo il Papa affidò l'im- dreola madre del Papa, essendosi recata
presa di por fine in Spoleti alla tirannica in Roma per lucrare l'indulgenza del giu-
dominazione del Pirro, che quale ribelle bileo, passò poi in Spoleti, ne abitò la roc-
a vea deposto e scomunicatogli Trinci edi ca, e morta a' 1 8 agosto 45 1 1
, fu sepolta
altri, alfamoso cardinal Vitelleschi,alle nella cattedrale con la pide. Rilevo dal Ma-
cui milizie prontamente si associarono le rini, Archiatri pontifìcii, t. 1 , p. i46,, che
spoleline: occupata Revagna, indi Noce- Nicolò V ebbe a sorella germana Cate-
ra e Foligno, per sempre fu spento il po- rinaCalandrìni (cioè uterina, essendo egli
tere de'Tiinci, venendo altresì vinto l'ab- nato da Parentucellii. "marito d'Andreo-
bate Pirro e caccialo dalla rocca di Spo- la, che pur fu madre del celebre cardi-
S P O S P O 97
rial Filippo Calandri!)*!, e perciò fintello t?i di Castello; indi nella biografia di An-
Uterino del Papa), e moglie di Cesare da eli cola l'osi madre di Nicolò V, t. 2, p. 107
Lucca governa loie di Spoleti; e da'Calan- e seg., dichiaratile essendo il figlio Filip-

drilli di .Sarzana pur discendeva Filippo po cardinal legato Marca (nel 4i^ della r

arcidiacono di Lucca, notaio apostolico, n'era governatore quando fu creato car-


governatore egli [iure, luogotenente e ca- dinale, nel 449 a 4^ 7 legato» e lo atte-
1 ' ' -

stellano di Spoleti , ed in fine cardinale sta Leopardi, Serics Reclorum Anconi-


creato a'20 dicembre 44^> fratello ger- i tanae lìJarchiae), si recasse presso di lui
mano del Papa, com'è chiamato in una e morì in Spoleti; da dove il di lei corpo
bolla di Fio I l(gli avrà dichiarati suoi ger- fu trasportato dal cardinale in s. Maria
mani Nicolò V: essi sono uterini). Morì di Sarzana nella cappella Calandrimi, e
Andreola in Spoleti, dove stava co' figli, seppellita onoratamente tuttora la sovra-
ma fu subito trasferita in Sanane. La gra- sta l'iscrizione che riporta, eguale alla da
ve assertiva del rispettabile "Marini, con- me riprodotta, tranne il cognome,chescri-
tro le asserzioni degli storici patriidiSpo- ve Calandrinis, e altro inconcludente e
leti, che descrivendo la cattedrale dissi vo- di lieve variazione. Di tuttociò avendone
lersi da loro tumulata in deposito
in essa proposto il dubbio a mi fu gen-Spoleti,
marmoreo con iscrizione, che tengo sotto tilmente risposto, che Campello ne'suoiil

gli occhi; n.a in certo modo, se realmente mss. lib. 3^,5 38, affermo. » Questo (se-
non vi esistono le spoglie mortali d'An- polcro d'AndreoIa) fu aperto pochi anni
dreola, sembrerebbe che a questo si do- sono (scriveva circa il 1672) con l'occa-
vesse piuttosto il titolo di cenot.ifìo, ov- sione della nuova fabbrica della chiesa.
vero è quell' iscrizione che le fu eretta E perchè la generosità del cardinal Lu-
finché vi restò sepolta. Convalidavano i dovisi (Albergati morto
687), dalla nel 1

miei forti dubbi l'iscrizione sepolcrale e- cui nobil casa degli Albergati cominciò
sistenle nella catledraledi Sarzana, e che la fortuna di Nicolò V. per comprovare

leggo riportata dall'Oldoino, nel t. 2, p. alla madre di lui l'antica memoria, ebbe
q(> 1 delle Vitae Pontifìcum et Cardino- per bene che si riconoscesse e custodisse
lium di Ciaccolilo, nella quale è detto: in sicuro deposito il corpo della medesi-
Andreolie de. Calderinis quae Nicolaum ma; levato il marmo e aperta una sem-
V P. M. seden, et Philippum card. Bo- plice cassa di cipresso , che era sotto di
nonien. majorem poenitenliarium ex se quello, apparvero l'ossa nude e le ceneri
natos Romae materno affectu salulavìt, involte in un'orrida massa fra i laceri a-

Spoleti moriens eiusdem card, pietate in vanzi, che dopo 200 anni a gran fatica
patriam delata umili hoc tumulo felix potevano riconoscersi, de' putridi vesti-
tanta prole quici>it. Vixit annos 80, o- menti". Certamente che Nicolò V ampliò
biitannot^.5 .L'Oldoinoquindi afferma
1 e abbellì la rocca di Spoleti con vasto ,

che la madre di Nicolò V giace nella cat- atrio e cortile, camere e fortificazioni, con
tedrale di Sarzana, e sul sepolcro è scol- molta spesa. Il conte Everso dell'Anguil-
pito tale epitaffio. L'accurato ab. Gerini, lara, signore valoroso e prepotented'al-
iìe\U\3J cruori a della Lunigiana 1. 1 , p. 53 cuni castelli nell'Umbria, si fece condot-
eseg.,celebrandoS»irzaua,Nicolò V, il car- tiero de'faziosi norciani,spoletini e cascia-
dinal Calandrini o Caldei-ini, Andreola e ni, per assalir Norcia; ma Nicolò V ener-
altri loro parenti, non che la cattedrale gicamente vi si oppose colle milizie della
decorata dal cardinale al modo detto a Chiesa nel 1 453,e nel seguente inviò nel-
Sarzaxa e concappellagenlilizia, ivi nul- l'Umbria il vescovo di Recanati e di Ma-
la dice di tultociò; bensì nota, che Nicolò cerataNicolò delleAste governatoredi Pe-
V guarnì di bastile Narni, Spoleti e Cit- rugia, a stabilire la pace tra i perugini e
vol. 1 XIX. 7
«>* S P O S P o
le città circonvicine, Calisto III ilei i^H5 fesa delle persone saccheggiarono la cit-

per eccessivo amore verso i parenti fece tà. Dicesi però, che Braccio salvò molte
iluca ili Spoleti il nipote cardinal Borgia cased'amici e monasteri, e che que'di Cer-
poi Alessandro VI, e dichiarò l'indegno reto abusando delle circostanze, facesse-
suo altro nipote Pietro Luigi Borgia spa- ro gravi danni al territorio, e così Spo-
glinolo governatore, e non duca di Spo- leti fu ricuperata al Papa; il cardinal del-
leti come vuole Novaes, adonta delle vi- la Rovere, assestato il governo di Spole-
ve rimostranze in nome della chiesa ro- ti, nel giugno partì per Città di Castel-
mana, del celebre cardinal DomenicoCa- lo per cacciar i Vitelli che la dominava-
pranica, già legato di Perugia e del du- no, edi tutto m'istruisce Pellini. Sisto IV
cato di Spoleti; anzi lo fece pure genera- dipoi fece legato dell'Umbria e di Peru-
le delle milizie pontificie, prefetto di Ro- gia l'altro nipote cardinal Raffaele Ria-
ma, e castellano di Castel s. Angelo. Di- rio. Afflitta Roma dalla peste nel 1476,
gnità e onori, che finirono nel 1 4 58 col- ne partì a'io giugno seguito dai 2 car-
la morte Papa, dovendo salvarsi con
del dinali, erecossi io diversi luoghi dell'Um-
pronta fuga. Il successore Pio II nel me- bria, dormendo a Spoleti agli 8 ottobre.
desimo anno prese le Terre Arnolfe sot- Il successore Innocenzo Vili nominò go-
to la speciale protezione della Sede apo- vernatore di Spoleti, d' Foligno e
Asisi,

stolica. Volendo Pio 1 1 porsi alla testa del- loro pertinenze, il fratello Maurizio Cibo;
la crociata navalecontroi turchi, a' 19 lu- e die al proprio figlio Franceschetto Ci-
glio 1 464 arrivò in Ancona, dopo aver o- bo in contea Ferentillo. Sotto Innocen-
norato colla sua presenza Narni, Spoleti zo VIII insorsero gravi contese tra Cesi
e Asisj, epoco dopo morì. Paolo li che e Terni, che Papa terminò con suo bre-
il

gli mollo si adoperò per la pa-


successe, ve, stabilendo confini. Nondimeno ter-
i i

ce dell'Umhria, raffrenandone le fazioni nani nel 1


494 a l' a venuta de'francesi con
che accanitamente si guerreggiavano. !Vel Carlo Vili, assalirono Cesi, la saccheg-
i474 Todi e Spoleti insorsero tumultua- giarono, e demolirono in parte la rocca,
riamente. Il cardinal dellaRovere poiGiu obbligando gli abitanti ad esulare. Que-
lio II e legato dello zio Sisto IV, vi de- sti invocarono l'aiuto di Spoleti e si sot-

stinò celercm ente per sedarle a leu ne com- toposero al loro governo nel 149^, laonde
pagnie di cavalli e di fanti, capitanate dal co'soccorsi degli spoletini poterono ripa-
signore di Camerino e da Braccio Baglio- triare, e risarcire gl'immensi danni fatti

ni. Il cardinale fatta ritornar Todi all'ut)- da'ternani; i quali irritati per la dedizio-
bidienza,confinuando le dissensioni degli ne di Cesi, mossero di nuovo contro di es-
spoletini per levarsi dalla soggezionedi s. so e vi fecero de'prigionieri, e non bastò
Chiesa 3 colle medesime genti circa 3ooo per quietarli l'autorità del cardinal Gio-
soldati si recò nello spoletino e si accam- vanni Borgia legato dell'Umbria e di Pe-
pò poco lungi dalla città. Vi si trattenne rugia, per cui si accese guerra tra Spole-
soltanto alcuni giorni, perchè Braccio a- ti e Terni. Indi nella primavera 1496 gli
mico degli spoletini essendo più volte en- spoletini posero a sacco il territorio di
trato nella città e venuto a ragionamen- Terni, facendovi de'prigionieri, che poi
ti con quelli chela governavano, inutil- cambiarono con que'di Cesi fatti prima
mente tentò di comporli col cardinale. da'ternani. Inoltre Terni fu assediata da
Laonde li persuase a trasportar via le lo- 10,000 spoletini, quali da Alessandro i

ro robe, e ad uscire dalla città. Si vuole, VI furono obbligati di ritirarsi, e prov-


che appena sortiti gran parte de'contrari vide perchè non si rinnovassero sì disa-
e de'più sospetti, apertesi le porte vi fecero strose discordie. Indi e come dissi nel voi.
l'ingresso le milizie pontifìcie, e senza of- XXIV,p. 1 15, fece governatrice diSpo-
,

S P S P ()
99
leti In figlia Lucrezia Borgia. Raccontai galus fuissel, liane civitatem oh privata*
n StNic.AGUA e in molti aldi articoli, che factioneSjUndea Pontifico deficerc rospi»
in virtù delconvenuto tra Alessandro VI, ca battìi-, militibus, quos plurimo* secum
ed redi Spagna e di Francia, si dovea
i tunc habebat , diripiendam concessit
dare al suo figlio famoso Cesare Borgia, proni direpta fuit; et licct non dubitave-

le provineie dell'Umbria, della Marca, di rit de aliqua ultione, tamen sccurius ar-
Romagna, da possedersi da lui in nome bitratus est in arce hospitari, quam in e-
della s. Sede; pel pretesto che alcuni vi- piscopio commodius". Spoleti nuove pro-
cariati temporali fossero devoluti alla ca- ve di fedeltà e affezione alla s. Sede die-
mera apostolica, altri indebitamente pos- de a Leone X, contro Francesco M.'I du-
seduti da'signorotti. Laonde Cesare si re- ca d'Urbino, per cui ilPapa nel 5 7 scris- i 1

cò n conquistarli con indicibili prepoten- se agli spoletini con effusione di grato a-


ze e crudeltà, che descrissi ne'speciali ar- nimo; altrettanto fece Clemente VII nel
ticoli, passando con l'esercito per l'Um- 1 5i6 ei527, quando fu travagliato dal-
bria e Spoleti. in tal modo si vide l'in- le armi imperiali di Carlo V ede'suoi cru-
fausto fenomenodella vasta ambizione di Papa gli spole-
deli fautori. In favore del

Borgia , che lasciata la porpora di cardi- tinimarciarono sopra Subiaco, e rovina-


nale, e cinta la spada da tiranno per u- rono a'Colonnesi suoi nemici la rocca. Nei
surparsi lo scettro di notabile parte d'I- Diaria caeremonialia del p. Gattico, a
talia, oltre l'essere duca del Valentinois, p. 58, si legge come Clemente VII nel
1

rapì città e stati a'Ioro possessori, e molli 1 532, recandosi a Bologna, a'20 novem-
ne uccise. Nel i5o3 proseguendo Cesare bre fu ricevuto magnificamente in Narni
lesue conquiste nell'Umbria, mori Ales- dal cardinal Cesi,a'2 1 fece il suo ingres-
sandro VI,e la sua potenza scomparve co- so solenne in Terni, ed a'22 fece altret-
me un lampo. Alessandro VI mosso dai tanto in Spoleti, nel dì seguente passan-
molti danni che aveano ricevuto con la do ad Asisi, ed a'24 a Perugia, portan-
rocca di Cesi leTerre Arnolfe, per le di- dosi ad alloggiare nel monastero di s. Pie-
scordie fra Spoleti e Terni, le avea sot- tro. Nello statuto di Spoleti, stampato in

toposte nel5o2 al governo de'chierici di


i Venezia nel 1 54°, è prescritto agli spole-

camera; ma neli5o3 Giulio II rivocò il tini il giuramento di fedeltà alla s. Sede,


decretato, e volle che Cesi colla sua roc- e di doverla tutelare e difendere ne'biso-
ca fossero immediatamente dipendenti gni. Nel 1 552 la comunità di Cesi nuova-

dal Papa, eda'cardinali in sede vacante. mente si sottopose a Spoleti, il quale si ob-
In seguito le Terre Arnolfe tornarono a bligò difendere la terra contro chiunque
governarsi dal vicario de'chierici di ca- volesse offenderla, con istromento stipu-
mera. Ne' Diaria cacremonialia, raccol- lato da Bartolomeo Luparini sindaco di

ti dal p. Gattico, sono descritti luoghi i Spoleti, poi confermato con breve di Giu-
dell'Umbria visitati da Giulio II ne'suoi Mas. Pio V nel 568, considerai
lio III. 1

viaggi,per ricuperarci domimi dellaChie- docheCesi capodelle Terre Arno lfé, dai
sa e guerreggiare.Neh 5i da Foligno ai 1 Papi tenute come patrimoniali e specia-
i 8 giugno pervenne a Spoleti. » Et indo- li dellachiesa romana, avea molto soffer-

muncula moenibus contigua stolam ec- to ne' tempi precedenti dalle pretensio-
cepii, et sub umbraculo ad ecclesiam ca- ni degli spoletini e ternani, e che era sta-

thedralem delatus est pompa praecedente to governato dal legato dell'Umbria e del-
ridilli. linni hilari, et inde in arcem ascen- la città diSpoleti,dismembrò Cesi da qua-
dit, ubi hoc triduo substitil: et recorda- lunque superiorità, e di nuovo la sotto-
tusest Pontifex,quod hac dieiSjunii re- pose al governo de'chierici di camera, or-
\0lutis37 annis sub Sisto IV cuni ipsele- dinando loro che vi facessero risiedere il
ioo SPO SPO
vicario che solevano mandare ogni anno patito delle detrazioni, non che diminuiti
a governare le Terre Arnolfe, come per nella riduzione de'Lunghi di monti, cessò
l'antico si praticava. Gregorio XHIa van- il collegio di esistere. Quantunque il ma-
taggio della camera apostolica nel 1577 gistrato municipale ottenesse da Pio V II

feceun appalto delie miniere di ferro ,


di riunire alle superstiti rendite quelle di
nuovamente ritrovate nel territorio del altro pio legato, nondimenoesse sono ap-
ducato di Spoleti; ed egualmente alla me- pena sufficienti per pensioni che in me-
desima ricuperò vari luoghi dell'Umbria, moria dell'istillilo si dicono Pensioni Lo-
comeSpello, Cai vi, Piediluco, ed alti luo- i retane, le quali si conferiscono a 3 gio-
ghi. Quando Clemente Vili ncli5rj8 si vani che non più collegialmente, ma o-
portò a prendere possesso del ducalo di gnuno clasedimorauoin Roma perallen-
Ferrara, passò per l'Umbria, e per Nar- dere a studi diversi. Pochi anni dopo del-
ui, Terni eCollescipoli giunse a Spoleti ai l'istituzione del cav. Vittori, Gio. Carlo
1 6 aprile, preceduto dalla ss. Eucaristia, Lassi di Spello, parimenti in Roma a van-
e ricevuto co'maggiori onori. Di più non taggio degli umbri, fondò il Collegio Um-
posso dire, perchè il p. Gallico non con- bro {!'.), che Pio VI unì al Collegio Fttc-
tinuò la puhblicazione de' Diaria itine- cioli (f.), ivi istituito precedentemente
ribns Romanorum Ponti/icum . lascian- da mg. r Gio. Antonio Fuccioli di Città di

do interrotta la narrativa di Spoleti. Ur- Castello. Dell'uso di loro rendite parlai a


bano Vili, già suo vescovo, in più guise quegli articoli. Pio VI pel terremoto che
si mostrò benefico conSpoletijChe qualche flagellò l'Umbria nel 1 78 1 ,con generosa
anno dopo nel 667 solili non pochi dan
1

sollecitudine accorse al suo sollievo. Nel
ni dal terremoto. Nel 6q8 il Piazza pub-1 1782 recandosi a Vienna, fu in diversi
blicò I' Eusevologio Romano , dove nel luoghi dell'Umbria, e lo rimarcai a' re-

trat. 5,cap.42 discorre: Del collegio Lati- lativi articoli, e per Spoleti vi fu di pas.

retano o Spoletino alla piazza de' ss. A- saggio a'28 febbraio, fermandosi alquan-
postoli di Roma. Ne celebra fondatore lo to nel palazzo Loccalelli, festeggiato dagli
spoletino cav. Lorenzo Vittori, e lo dice spoletini. Nel ritorno da Vienna come ,

istituito di recente, a vantaggio della pa- apprendodal Diario del viaggio, da Foli-
tria gioventù nell'educazione letteraria, gno giunse in Spoleti I' giuguo, incon- 1 1

e per apprendervi le virtù e il s. timor di trato dalgovernatore mg.r Serra, dal ba-
Dio, al quale effetto con testamento la- rone Ancajani e dal conte Pianciani de-
sciò 100 Luoghi di monti , una casa po- putati del pubblico. Smontò al grandioso
sta nel rione Parione, ed i suoi mobili. palazzo Collicola, ricevutodalsuo nipote
1 1
Attribuì la nomina de'giovani idonei,cioè mg. Braschi maggiordomOjda mg. Doria
6 spoletini, al magistrato civico pro-tem- maestrodi camera,dal marchese Gio. Bat-
pore di Spoleti, dovendosi preferire quei tista Collicola foriere maggiore, da mg. t

di sua casa Vittori, e che restassero nel Loccatelli vescovo della città, dal magi-
8 anni. L'amministrazione e re-
collegio strato, clero e molta nobiltà. Giunto nel
golamento l'affidò all' Arciconfraternita nobile appartamento, addobbato decoro-
de' ss. Apostoli di Pioma (della quale me- samente, subito nella gransala scelti pro-
glio parlai a Speziale, perchè gratuita- fessori in elegante divisa e su graziosa or-
mente dispensava le medicine e faceva cu- chestra suonarono melodiose sinfonie. Il

rare gl'i nfermi),ed al Collegio Piceno(V.). marchese gli presentò poi la sua consorte
Si ammettevano pure nel collegio de'con- marchesa d. Marianna Caffarelli, figli e i

vittori non spoletini, col pagamento di le figlie, indi baciarono il piede le dame,

mensili scudi 6, per cui fu chiamalo an- la nobiltà, gli ecclesiastici, il p. inquisito-

che Dozzina Laurelana. Avendo i fondi re del s. oflizio (che tuttora esiste in Spo-
SPO S P O 101
leti), colp. priore de'domeoicani. Fu ser- H!,istituì la delegazione apostolica diSpo-
vito un copiosu o delicato rinfresco, ed il leti, e ne'primi di luglio di dello anno la
Papada una finestra nobilmente ornata fijrmòdi parte dell'Umbria e dsllaSabina,
comparti ni popolo 1' apostolica benedi- come riporta il 11. ° 54 del Diario dilloma
Itone. Verso le ore 8 Pio VI partì da Spo-
1 de 5 luglio 800; diverse
1 città ebbero un
ltri per Terni. Nel 1783 si videro ese- prelato governatore.allre un secolare dot-
guiti 1 lavori idraulici, già stabiliti nel tore in legge: i.°delegato apostolico d iSpo-
*
1 780 tra le coi ti ili Roma e Toscana. Col- le ti e sue dipendenze, Pio Vllnotni nò mg. 1

la direzione del cau. Fautoni venne pro- BaidassareCaracciolo Sa utobono napole-


sciugata la vasta pianura checircondaCit- tano Neil 8o5reduceil Papa daParigi, per
là della Pieve, essendosi data nuova di- avervi coronato imperatore Napoleone I,

rezione alle acque del fiume Tresa, e di per Perugia, Asisi e Foligno, a'i3 mag-
diversi torrenti. Lo stesso fu fatto ue'ter- giòs'avviò per Spoleti, tra le acclamazio-
ritorii di Perugia, Spoleti e Trevi; onde ni del popolo, il suouo delle campane e
si ottenne ampio spazio di terreno frutti- della banda militare, trovandosi schiera-
fero, che prima rendeva l'aria infetta, e ta la truppa provinciale. Descrive il n.°4o
non produceva che eibe palustri. Nel 785 1 del Diario di Roma, die a ore -23 giunse
varie scosse di terremoto largo campo of- ul casino Loccatelli, ricevuto dal vescovo
frirono a Pio VI di somministrare consi- cardinal Loccalelli, e dal magistrato che
derevoli soccorsi a diverse città dell'Um- ammise al bacio del piede, in uno a va-
bria, come a Terni, JVarni, Spoleti, e alla rie dame e signore. Dopo un lauto rinfre-
Sabina per le patite rovine. Proseguen- sco, il Papa si portò alla chiesa del mo-
doSpolelie sua provincia, non che l'Um- nastero della Stella, ove ricevè la bene-
bria, a seguire i destini dello stato ponti- dizione col Santissimo, e quindi si trasfe-
ficio, che descrissi nelle biografìe cle'Pa- rì all'episcopio, ove restò a dormire con
pi, a Sovranità', a Roma, e pe'seguenti porzione del corteggio, tratta lo con isplen-
tempi anche a Francia, nel finire del de- didezza dal cardinale. Immenso fu il con-
corso secolo avendo i repubblicani fran- corso in Spoleti per venerare il capo del-
cesi invaso e democratizzato i dominii del- la Chiesa, grande il tripudio degli abitan-
la Chiesa, soggiacque a tale infelice con- ti. Nuovamente Pio VII accolse il magi-
dizione anche Spoleti e l'Umbria, essen- strato, oltre il clero e la nobiltà. Nella se-
do allora prelato governatore di Spole- guente mattina il Papa si portò alla cat-
r
ti mg. Pio Puccetli di Cingoli, e venen- tedrale col vescovo, e cogli altri due car-
do dichiarata la città centrale dei diparti- dinali del suo seguito, a celebrar la mes-
mento del Clituuno. Pio VI fu detroniz- sa, dopo la quale sali sopra una loggia,
zato, ed a'20 febbraio 798 prigioniero 1 su cui erasi eretto un magnifico trono,
portato via da Roma, morendo io Fran- ed impartì la pontificale benedizione al-
cia. Nel 1800 eletto Pio VII in Venezia, l'innumerabile popolo ch'eravi accorso,
potè ricuperare parte de'doniinii della s. non ostante il cattivo tempo, tra il suo-
Sede, compresa l'Umbria. Recandosi in no dellecampane e della banda militare,
Roma, da Tolentino a'3o giugno perven- e lo sparo de'mortari. La cattedrale era
ne a Spoleti, fu ricevuto con soleuni di- stata superbamente parata, ed il s. sagri-
mostrazioni di venerazione e di gioia, e vi fiziofu di coutiuno accompagnato da mu-
pernottò. Nel suo breve soggiorno, nella sica vocale e istromentale. Ritornalo il

cattedrale coronò la miracolosa immagi- Papa all'episcopio, ricevè al bacio del pie-
ne della ss. Icone con pubblica letizia reli- de di verse dame e altre persone della cit-
giosa. Dipoi prosegui il viaggio per Narni tà; ecirca le ore 18 si pose in viaggio per
a Ruma, Quindi, cume notaiaDEiEGAZio- Terni, tra gli evviva di tutto il popolo.
102 SPO SP O
Nella biografia del cardinal Loccaklli ri - perchè sembrando a diversi capi fazio-
cordai come Pio VII pose in nuovo reli- si essere allora occasione propizia di su-
quiario la tesla di s. Ponziano. Per le in- scitare turbolenze, comechè credevano
ammissibili pretensioni di Napoleone 1, che ancora fosse vacante la sede ponti-
i francesi nel i 808 di nuovo occuparono ficia, insorsero furiosamente. Propenso
lo slato pontificio, e mentre a rng. r Ma- lo spirito del secolo alla libertà, l'insur-

cedonio era succeduto nella delegazione rezione fece rapidi progressi. Il Papa in-
apostolica diSpoleti mg.'Gazzoli ora car- nocente e incolpabile del deplorando av-
dinale, nel 1 809 l'imperatore dichiarò la venuto, prontamente con imperturbabi-
città capoluogo del dipartimento del Tra- le fermezza applicò tulio il suo intrepi-
simeno, ed a tì luglio fece trasportar Pio do animo grande a vincerla, e vi riuscì
VII prigione a Savona. La diviua prov- egregiamente, restituendo allostato l'or-

videnza neh 8 4 avendo disfatto l'impe-


1 dine e la prosperila. Era allora delegato
ro di Napoleone!, ricuperati ilPapa isuoi apostolico di Spoleti e Rieti mg.r Meli
stati, a modo di trionfo tornò in Roma, Lupi Soragna, che pieno di coraggio fre-
e leggo nel Giornale Romano n.°6 1
, che nò finché potè la rivoluzione, ricusando
sabato 21 maggio arrivò in Spoleti. La l'armamento della guardia civica che si
città a vea invialo varie deputazioni alPa- vollearmare sulle false voci sparse a bella
pa per supplicarlo a volerla onorare di posta da'faziosi, che inoltre propalarono
sua veneranda presenza,e consolare la pò- la darsena non essere sicura eabbisogna-
polazionecol fermai visi almeno una not- re di maggior vigilanza. In que'momeu-
te, anco in riguardo d'esser capo di pro- tisupremi,iucuida'rivoltosisi volle cam-
vincia, e per dimostrazione paterna ver- biare il governo, il prelatodelegatosi mo-

so gli spoletini. Pio VII annui alle repli- strò fermo ed energico. Il cardinal Ben-
cate domande, e fu accolto col massimo venuti legato a lalere, seguita la capito-
entusiasmo di amore e di riverenza, con lazione d'Ancona, incaricò provvisoria-
magnificile dimostrazioni della pubblica mente di farle veci del delegato aposto-
egeuerale letizia, venendo alloggiato uel lico parti toperTerni, l'arci vescovo diSpo-
palazzo del conte Alessandro Piauciaui. leti mg. 1
Mastai Ferretti, ora Papa che
Corrispose il Papa con gradimento e co- regna, il quale trovandosi a Leonessa per
pia di benedizioni; e nel dì seguente prò- l'esercizio del suo ministero, apparteneu-
seguì per Terni. Nello stesso 18 i4 mg.* do in parte all'arcidiocesi, tornò la sera
Gazzoli ritornò al governo della delega- de'2gmarzoa Spoleti, perciò accolto da-
zione, cuisuccesse tng.rde Simone poi an- gli con vivissime acclamazioni.
spoletini
ch'esso cardinale. Nel 18 16 Pio VII pub- Imperocché tutti gli animi erano trepi-
blicò la classificazione delle provincie tut- danti per la presenza di circa 5ooo ribel-
te dello stato pontificio ricuperate, e di- li, compresi i distaccamenti nazionali di
chiarate delegazioni apostolicheseparate, Macerata e Ancona, lutti comandati dal
Spoleti eRieti,eleggeudo delegato della 1." geueral Sercoguani. Ma venendo essi io-
mg.iDomeuicoLolli,poi mg.'Emmanue- calzati dalle milizie pontificie, capitana-
le Valguarnera, indi mg/ Spinola, a cui te dalgeneral Resta, e sentendo che l'a-
successe mg. r Fieschi, ora ambidue car- vanguardia degli austriaci era già a To-
dinali. Dipoi Leone XII riunì la delega- lentino, a'3 marzo in mano del prefato
zione di Rieti a quella di Spoleti nel 827, 1 arcivescovo deposero le armi. Seguì il di-
e tornò a separarle nel 83 Gregorio 1 1 sarmo de'bolognesi nella rocca,quello dei
XVI. Questi, per quanto narrai a Roma, romagnoli e marchigiani nel palazzo de-
fu elevato alla cattedra di s. Pietro in un legatizio, e quello di pochi altri nel cor-
tempo che scoppiò settaria rivoluzione, tile dell'episcopio; dipoi tulle le armi fu-
e

S P o S 1» O 10$
reno inviate a Roma. Indi l'arcivescovo congregazione governativa, i magistrali
prontamente trovò il modo per provve- del tribuno ledi i.*istanza,e quelli del mu-
dere che miseri sedotti potessero tornare
i non che la milizia col generale
nicipio,
in seno alle loro famiglie, senza abban- Zamboni comandante la ."divisione mi- 1

donarsi alla disperazione, evitando con litare, gli ufficiali superiori di diversi cor-

siffatta precauzione indicibili mali. Reca- pi e due bande monturate. Agli omaggi
tosi in Roma, a molti traviati per irrifles- di sudditanza e rispello presentati a no-
sione ottenne dalla clemenza del Papa il me della città dal gonfaloniere cav. Gin.
perdono. Tornato l'arcivescovo al suo Paren2Ì,colI'ofEsrta delle chiavi della me-
gregge, questo l'accolse con entusiasmo desima, cui facevano eco quelli della ma-
varie miglia lungi dalla città, ove d suo gistratura civica, la Santità sua arrise con
ingresso fu una specie di trionfo, non a- ogni modo di gentile e affettuoso gradi
vendo potuto impedire die una moltitu- mento; e permettendo, per far cosa piace-
dine di giovani traessero a braccia la sua vole,ad un'eletta di giovani il tirare a ma-
cai rozza, per non dir altre festose dimo- no la sua carrozza, prese la via che condii •

strazioni.Gregorio XVI in tutto il suo ce alla chiesa di S.Filippo, riccamente or-


pontificato fu amorevole con l'Umbria, uata a festa e illuminata. L'arcivescovo
e lo rimarcai nel suo articolo, e descri- di Spoleti mg.r Sabbioni, il capitolo del-
vendone le città vescovili e altri luoghi; la metropolitana, ed i filippini ricevero-
oltre quanto si mostrò generoso ne'ter-
#
no il Papa, che in chiesa ebbe la bene-
remoti che cagionarono tante rovine
le dizione del ss.Sagramento da mg. rlìrasca
nel 83 enei 832, massime col santua-
1 i 1 Cartocci vescovo d'Amelia. Passò quindi
rio della Porzìuncola e con Foligno. Nel insagreslia,ed ammise al bacio del piede
1 84 Gregorio XVI visitando santua-
1 i inominati presentati dall'arci vescovo.ln-
ri dell'Umbria e della Marca, le clamo- di incedendo sotto baldacchino sostenuto

rose dimostrazioui festive e di fedeltà che da'detli canonici, si recò alla vicina abi-
ne ricevette, le descrisse il cav. Sa ha lucci, tazione preparala nel palazzo apostolico
uella Narrazione citi viaggio, dal quale e delegatizio, chedalla provincia era sta-
e ommettendo le iscrizioni ricaverò quan- lo decorosamente preparato per allog-
to riguarda Spoleti,che si distinse nobil- giarlo, ricevuto dal cardinal Mattei, se-
mente, ed io ne fui felice ammira tore.co- gretario per gli affari distato interni,
medi tutto il resto dell'Umbria e dell'in- dalla cui principale loggia nobilmente ad-
tiero trionfante viaggio, non senza tenera dobbata compartì l'apostolica benedizio-
edificazione e commozione, per cui mi ne al copioso popolo esultante. Verso le
permetterò qualche parola di aggiunta. ore 5 pomeridiane il santo Padre col suo
Da Terni giovedì 2 settembre, circa il corteggio si portò a piedi alla metropo-
mezzodì, Gregorio XVI giunse prospe- litana, sulla fronte dell'atrio salutato da
rosamente aSpoleto, tra le plaudenti di- bella iscrizione,oltrè 8 allusivi motti spar-

vote popolazioni accorrenti, le salve delle si per 1' atrio stesso. Eutralo in chiesa
artiglierie e suono delle campane. La
il splendidamente ornata e illuminata, vi
porta di s. Luca della città era stata ab- ricevè la benedizione del ss.Sagramento;
bellita con pitture e con due iscrizioni, u- orò poi innanzi alla ss. Icone, ed canonici i

na delle quali incominciava colle parole: quindi glieue presentarono copia in seta
Spoletum Umbriac Caput. Il delegato ein carta, ne'cui lati eranvistateiinpresse
r
mg. Salvatore Paccinelli d'Arezzo, che appropriate iscrizioni. Ascese in seguito
sul confine della provincia e prima d'O- la loggia soprastanteal vestibolo del tem-
tricoli erasi portato a ossequiare il Papa, pio, e dal magnifico trono ivi eretto, dopi «

l'avca poi preceduto, ed ivi si trovò colla le consuete preci, beuedì il popolo che in
io SPO s V o
gran numero era accorso. Osservando il nobile monastero delle rocchelline dette
Papa la moltitudine die occupava la va- deno-
della Stella, e l'altro delle Clarisse
sta sia declive verso la chiesa, non che le minato ilei Palazzo, facendo baciar il pie-
finestre, le loggie,i tetti delle circostanti de alle buone religiose, che fece liete con
case, e notando il religioso entusiasmo, fu parole di consolazione, non meno che al-
com preso di vivissima meraviglia, e coiu- l'educande. Per dimostrare poi in quau-
niosso a tenerezza, dichiarò che il coni- to pregio eonore riputasse l'imlnslna iu-
plessodi quel caro speltacoloavrebbe me- terna delle manifatture ed i promotori
ritatoche un valente pennello ne tramali- della medesima, il Papa si portò a visi-

dasse a' posteri la memoria, ad onore di tare la cospicua fabbrica di panni del con-
Spoleti, e fu eseguito. Per invito dell'arci- teVincenzoPianciaui, accompagnalo dal
se>covo,Gregorio XVI passò poi nell'epi- cardinal Mattei e dalla corte, dall'arci-
scopioconvenieuteineiiteornato.Dopoun vescovo e dal delegato, in uno alla ma-
nobile rinfresco e grazioso trallenimen- gistratura municipale, incontrato nelle vi-
to, con tutto il corteggio mosse il Papa cinanze dello stabiliineutodal conte Lui-
per rendersi alla sua residenza, passando gi figlio dell'encomiato e direttore di es-
uli tratto del 3.° tronco della nuova gira- so. Da quel punto ove Gregorio XVI di-
da nazionale interna, portata a fine in pò- scese dalla carrozza, sino a tutto l'iuler-
chi giorni a diligenza della magistratura uo dell'opificio erano io terra tappeti, e
comunale. L'arco detto di Germanico e guernite le pareti con panni in quel bio-
di Druso, esistente nell'interno della città, go operati. A Ila porta d'ingresso si present-
erà stato a cura de'redentorisli messo in lo genuflessala contessa d. Amalia Pian-
ricco arnese e fregiato di riverente iscri- ciani, nata principessa Ruspoli e moglie
zione. Nella sera vi fu illuminazione iti del conte Vincenzo, co' nobili suoi figli,

tutta Spoleti, distinguendosi l'episcopio Con al fianco il conte Luigi, il Papa s'av-
colla sua corte, il palazzo apostolico illu- viò ad osservare i diversi strumenti, inno-
minato a cera, quello comunale, e vari chine e meccanismi. Giunto algrande cor-
palazzi particolari, fra i (piali quello del lile dello stabilimento, entrò in una tenda
conte Piauciani collesue finestre tutte or- o padiglionecon bel gusto formatodi pan-
nate di pitture trasparenti, che figurava- ni rosso e bianco, e sormontato da un'i-
no vetri dipinti e con torcieri analoghi, scrizione celebrante lauto giorno, e nel
e candelabri sulla strada, in mezzo alla quale il Papa prese riposo. In questo tem-
quale e circondata di fiaccole trionfava pò egli si dilfuse in discorsi relativi al fio-
l'arma del Papa. Di più, sulla piazza a- rido stato della fabbrica, e come quello
vanti la pontificia dimora, si alternalo- che nel suo pontificato beneficò l'arte del-
no concerti musicali da due scelti cori di la lana, e sempre procurò che non man-

suonatori; e circale ore 8 il Papa da una casse di lavoro manuali, incoraggi con
i

finestra vide i vaghissimi fuochi d'aitili- Iodi quell'industria nazionale e i suoi pro-
zio incendiati sulla piazza prossima alla motori conti Viucenzo e Luigi Piancia-
puLblica passeggiata, d'ordinedella mu- ni, gli eccitò ad aumentarla e vieppiù per-

nicipalità e per segno di esultauza pub- Sezionarla. Prima di partire dal lanificio,
blica.Nel venerdì Gregorio XVI, dopo la si prestò Papa amorevolmeuteairislan-
il

privata celebrazione della messa, sidegnò za de'capi delle diverse lavorazioni, dau-
ammetleie colla consueta affabilità alla do loro a baciare il piede, e racconian-
sua presenza il clero, i magistrati, gl'ini- dandogli l'assiduità al lavoro, la modera-
piegati governativi, varie deputazioni del- zione e il rispetto a'superiori. Partì dal-
leciltà e luoghi vicini, e chiunque ne mo- l'opificio in mezzoa'viva di circa 3oo la-

stiò desiderio. Si recò poscia a visitare il voranli schierati in due ale e accompagna-
SPO S P O io5
to alla carrozza dal conte Lui^i. Da sì giubilo degli abitanti edi quelli del con-
grunde entusiasmo furono compresi gli tado, con interessanti particolarità. Fra
animi de'lavoranti, per le affettuose pa- queste meritano qui ricordarsi vari trai»
iole loro dirette, che taluni ili essi, vinta ti di pontificia clemenza e munificenza,

la riverenza per impelo del cuore, si spia* che dappertutto accompagnarono il me-
sero a baciare la sagra mano del l'unte- morabde viaggio. La cessazione del con-
fice, il quale non solo non permise che tributo temporaneo a carico degl'inopia-
si allontanassero, ma padre comune la- gali, lu diminuzione di G mesi di pene;»
sciò che tutti la coprissero di baci e ha- tutti i condannali a.tempo,compresi quel*
guassero di tenere lagrime. Nuova leti- li della curia vescovile, la commutazione
zia si aggiunsea'lavorauti, quando il car- di pena a un condannato a morte, l'eie-
diual Mattei annunziò loro, che il Rapa mosinadi scudi 3oo lasciati a'poveri,scu-
gli concede va abbonda ute largizione. Nel- di i oo a'ia votanti del lani(icio,co ione be-
la sera benignamente Gregorio XVI ri- nedetle e medaglie a molti, la croce e ti-

cevè omaggi de'capitoli della metro-


gli tolo di commendatore di s. Gregorio al
politane e delle due collegiate, de'parro- gonfaloniere cav. Parenzi, ed altro. Piat-
eli! del distretto spoletino, delle corpora- tristata dipoi Spoleti nel i 846 dalla mor-
zioui religiose, di varie deputazioni, da- te di Gregorio XVI, il fausto annunzio
me e altre persone. Sabato 4 settembre, dell'esaltazione del regnante Papa Pio
Gregorio XVI, dopo celebrato nella cap- IX,giàsuo arcivescovo, le fu segnale del-
pella privata ils. sagridzio, si recò almo- la più lieta esultanza, che dimostrò con

nasiera di s. Agata, coufortaudo le ino- quanto si legge nel supplemento del n.°
nache con acconcie soavi parole. Resti- 54 del Diario di Roma di tale anno, per
tintosi poscia al palazzodelegatizio,accol- l'amore e venerazione che conservava al
se le proteste di venerazione e suddilan- suo benigno pastore e patrizio. Il muni-
zadelleautoritàecclesiastiche,civiliemi- cipio eseguì diversesolenni dimostrazio-
litari, tutte riconoscenti all'onore recato ni, l'arcivescovo mg. rSabbioni cantò &o-
a Spoleti; ed il Papa dichiarando a tutti lentie messa e Te Deum, con l'interven-
e alla città l'aumento di sua benevolen- to di tutte le autorità, nella metropoli-
za, e ilgradimentodi tante pubbliche di- tana sontuosamente parata, con alla testa
mosti-azioni, rinnovòsopra ognuno lesue il delegato mg.r Francesco Vici: l'arci ve-

benedizioni ed ancora tenuto al conte


, scovo con dotta e commovente orazione
Luigi Piauciani, per avergli rassegnato rammentò le molte esimie virtù e lo ze-

copia dell'iscriziouecheaudavaa farscol- loveramente apostolico dell'illustre e ve-


pire e collocare nel lanificio, per impe- nerando predecessore. Per 3 sere conse-
ritura memoria della visita latta, ed e- cutive vi fu generale illuminazione, ral-
gualmenle riportata dal cav. Sabatucci. legrata dalla banda musicale. Oltre l'ac-
Tra le acclamazioni partì Gregurio XVI cennato superiormente, il Papa Pio IX,
per Trevi, s. Eraclio e Foligno, trapas- poco dopo la sua esaltazione al pontifl-
Sando due archi di trionfo eretti sulla cato, donò circa 3, 000 scudi pel restau-
uuova strada postale interna e denotili- ro del campanile della cattedrale, rovi-
nata in suo onore Gregoriana, dopo es- nato uotabilmente da un fulmine la sera
sersi fermato monastero dello Spirito
al de' 18 marzo 1846- Nell'articolo Pio IX,
santo. Inoltre dal Diario di /lauta e da in breve raccontai quanto precede, ac-
uti bellissimo e dettagliato articolo, pub- compagno e seguì l'insurrezione e anar-
blicato nel t. 8, p. 2 5o dell' Album di chia di tulio lo slato pontifìcio verso il fl-

Uo/iuiydi celebrato il soggiorno fatto da nedel 1848, la promulgala repubblica ro-


GiTgonoXYl iuSpoldijl'iudescrivibile muua a'r)febbraioi849;dissi puredell'a-
io6 Sl'O SP o
iulo invocato dal Papa ili potenze stranie- lisi le monache. I vescovi, i municipii, la
re per reprimere la ribellione, e come la carità pubblica, il Papa e i romani, ac-
regina di Spagna M." Isabella II fece oc- corsero ad aiutare i danneggiati. Bastia e
cupare dalle sue truppe gran parte del- altri luoghi furono nuovamentecosterua-
l'Umbria, Spoleti, Rieti, la Sabinae Vel- ti con nuove scosse nella metà di maggie.
letri.A'28 luglio) 849 mg.r D'Andrea, o- La fede cristiana fu predicata in Spo-
ra cardinale, qua! commissario pontificio leti da s. Brizio apostolo dell'Umbria e
dell'Umbria e del Patrimonio, vi ripristi- nativodi Gerusalemme o Antiochia, dal-
nò il governo pontificio, ed altrettanto l'apostolo s. Pietro inviato nella regione
fece in Rieti e Sabina mg.r Tancredi Bel- a bandire l'evangelo, ed a reggere in Spo-
la delegato apostolico, venendo dichiara- leti la nascente cristianità, onde ne fu il

to prodelegato di Spoleti il commendato- 1. "vescovo. Nelle altre chiese in cui egli


re Giovanni Parenzi, i.° consigliere go- estese leapostoliche fatiche, come iu Fo-

vernalivo,clie la regina di Spagna Isabel- ligno , non mancai di parlarne. Questa


la II decorò poi della commenda dell'or- chiesa di Spoleti, come rileva il già suo
dine d'Isabella la Cattolica; in Perugia pastore cardinal Cadolini,presto fiorì per
fissò la sua dimora mg.rD'Andrea, in R.ie- frequenza di fedeli, per invitta costanza,
ti mg.r Bella, donde meritò d'esser pro- per copia di santi vescovi, e di cristiani
mosso a questa di Spoleti,dopo essere sta- eroi ingrandissimo numero. I martiri che
to auch'egli decorato dalla stessa regina sino dalla 1 /età del cristianesimo sigilla-

del diploma di commendatore dell' or- rono sangue in Spoleti la lo-


col proprio
dine di Carlo III ossia della ss. Concezio- ro fede e rammentali iu priucipio, sono
ne: ed il Papa Pio IX, in testimonianza i primi gloriosi testimoni dell'antichità
di piena soddisfazione, insignì il prodele- dellachiesa spoleliua, la cui costante tra-
gato commendalor Parenzi della croce di dizione che s. Brizio ne fu il 1 ."vescovo, è
cavalieredi 2 /classe del suo ordine Pia- comprovata da'patrii storici, dall'Ughel-
no neh85o. La municipalità di Spoleti li, dal Wadingo, De Episcopis lotius or-

dichiarò la sua riconoscenza al generale bisi da Ja cobi i, ZZ/sf. ss. U/nbriaej da


1 1

incapo della spedizione spagnuolad. Fer- Gialli, FJist. Per usiaej da Piergili, Deo-
nando deCordova, ed ascrisse al suo pa- rigin. Eccles. Spolel.; per tacer di altri,

triziato il general Lersundi comandante che impugnarono la critica intemperante


la guarnigione. Nel febbraio 18 54 repli- quasi nemica delle buone tradizioni delle
catescossedi terremoto allarmarono una chiese, che senza conveniente sobrietà ri-
parte dell'Umbria nella delegazione di getta e tutto sconvolge. Gli storici spo-
Perugia, nella cui città ed in Foligno fu letini e altri riportano una lapide che tut-
assai sensibile.Molte case soffrirono gra- tora esiste nella chiesa di s. Maria in Ma-
vi lesioni, segnatamente nelle campagne. riano, ora luogo di villeggiatura della no-
Il convento di s. Francesco nella via po- bile famiglia Pila e distante un miglio e
stale che da Foligno mette a Perugia crol- mezzo da Spoleti, nella quale si legge che
lò, tranne porzione de'muri principali: la s. Brizio arcivescovo di Spoleti edificò e
chiesa pure cadde, ecettuata la porzione dedicò nell'anno 58 di nostra era la det-

verso la porta maggiore, ove sorge il di- ta chiesa alla B. Vergiue Maria. In essa
volo tempio di s. Francesco. 11 magnifi- vi eresse il fonte battesimale, e consagrò

co santuario della Porziuncola eziandio que' vescovi che dirò. Siccome tale chie-
soffrì, e maggior danno ebbe il gran con- sa è lai. "che fu eretta in Spoleti, anzi si

vento annesso. Bastia fu orribilmente ro- vuole pure che fu la 1 /costruita nell'Um-
vinata, così il monastero di s. Caterina, bria, ed essendo costante tradizione che
per cui il vescovo trasportino altro d'A- vi fossero sepolti i primi cristiani,così gode
S P o SPO 107
l'indulgenza plenaria nelle feste della D. Spoleti attribuiscono la metropolitica giu-
\ ergine. La facciata, minacciando rovina risdizione spirituale. Le antiche pitture
per sua antichità, nel 1840 fu restau-
la onde i primi vescovi(per anacronismo co-
rata dal conte Antonio Pila, padre dei me accade delle mitre) vengono effigia-
due viventi e sullodali prelati, ed accor- ti col pallio ; il titolo di arcivescovo da-
ciandola di qualche metro, v'innalzò l'at- to ad alcuni di essi nella sagra liturgia;
tuale prospetto esterno. Nella demolizio- le monete spoletine già ricordate coll'im-
ne dell'antica trovaronsi sotto il pavimen- pronta di s. Giovanni fregiato di pallio

to molte ossa di morti, con4 teschi interi e enominatoarcivescovo,ed in fine i codici


uno piccolo di bamhino,oltre diversi cra- spoletini sono favorevoli indizi e titoli a
ni infranti e uno scheletro intero; le qua- tale onoranza. La sede vescovilediSpoleti
li ossa collocate in due casse, furono tra- fu sempre immediatamente soggetta alla
sportate nella chiesa di s. Filippo Neri a s. Sede,e successivamente furono riuniti
Spoleti, nella quale la famiglia Pila ha al suo vescovato que'di Spello, Bevagrut,
ilsepolcro gentilizio. Nell'altare evvi una Norcia ( V.), il quale ultimo a'uostri gior-
nicchia ove stava un'autichissima statua ni da Pio VII tu nuovamente smembrato

in legno e assai rozza della 13. Vergine, e ristabilito, e prima di esso lo fu Spello
la quale fu posta in un lato alla metà del- da Clemente XIV ed imito aFoligno. Ta-
la chiesa questa nicchia ha pitture dei
: le si era l'ampiezza della diocesi, che co-
tempi di mezzo. Esiste nella chiesa un munque estesissima tuttora rimanga, pu-
cappello vescovile, che indica esservi se- re nondimeno furono disgiunti vasti e po-
polto un vescovo,ma ignorasi il sito. Resse polosi contadi e più, città, per ingrandi-
un tempo questa chiesa il celebre cardi- re le diocesi di Camerino e di Foligno,
nal Gaspare Carpegna, che in Ilo ma ac- ed a formarne la novella di Norcia da Pio
quistò il Palazzo Carpegna , laonde si VII colla bolla Ad tuendam semel, de-
suppone che il vescovo sepolto ne fosse gli8 gennaio 1 82 Bull. Roni. coni. 1. 5,
1 , 1

1
rettore. La 2.' chiesa eretta da s. Brizio p. 356, dichiarandola immediatamente
fu nel luogo denominato Sallustiano, pa- soggetta alla s. Sede. Per alcun tempo
rimenti da lui dedicata alla D. Vergine, i vescovi di Spoleti ressero le chiese ve-
e perchè vi fu poi sepolto venne ed è chia- scovili di Rieti e di Terni. All'estensione
mata s. Brizio. La 3." chiesa di Spoleti della giurisdizione episcopale era corri-
fu s. Pietro in Vincoli vicino alla città, spondente l'ampiezza delle rendite, no-
dedicata als. Apostolodopoladi lui mor- tando Ughelli, censushujus mensae olim
te, ampliata poscia da s. Giovanni 1° ve- dilissimus; e quindi per lo più a questa
scovo di Spoleti, che vi trasportò il corpo sede furono deputati vescovi e cardinali
del suo predecessore e fratello s. Brizio. cospicui (de'secondi come di tutti i cardi-
Dice inoltre il cardinal Cadolini, che qui- nali feci biografie), e furono trasferiti al-
vi un apostolato non interrotto per lun- le più nobili d'Italia. Molti, come dissi,
ga età largamente si distese in guisa, che furono i vescovi santi, o almeno morti in
ad ogni altra chiesa delle provincie umbre buon odore di santità, sebbene per tali
per ampiezza soprastava, cui pure sem- non sembra tutti li dichiari Ughelli, ma
brò congiungersi la metropolitica giuris- sono nominati dal loro successore il cardi-
dizione, della quale è senza meno ulte- nalCadolini.Di sopra noverai luoghi dcl- i

riore probabile argomento la civile me- l'arcidiocesi di Spoleti, e nel voi. XLV1I,
tropoli di Spoleti. L'Ughelli, col quale e p. i85, nel riportare gli ordinari dello sta-
co'suoi annotatori procederò nella serie to pontificio che esercitano giurisdizione
de'vescovi,/ta^Vz.$tfcrrt t.i,p. i25o,sem- nel regno di Napoli, vi compresi quelli di
bra aderire all' opinione di quelli che a Spoleti e di Poeti, i quali tuttora l'hau-
e

io8 S P O SP o
no su Leonessa rinomata per s. Giusep- HrtoggiBettona,di cui parlai nel voi. LIT,
pe da Leonessa (/'), città dell'Abruzzo p. 1 34, s. Vincenzo di Bevagna, ed il pro-
Ulteriore 2.°, capoluogo di cantone po- prio fratello s.Giovanui per coadiutore a
poloso. 11 Marchesi chiamò celebre il ve- Spoleti, stabilendoti egli, come pretende
scovato diSpoleti, vasta la diocesi, aggiun- Ughelii,a/lfa/7tf(r.),MartanaoMortula-
gendo che torse in Italia non se ne trovava na,città diruta traTodi eAcquasparta, nel
altra simile per estensione, descrivendola luogo detto s. Maria di Pantano. J)i questa
composta di molte grosse terre colle lo- 6ede «ìeirUghelli si tratta nel 1. 1 o,p.i2g,
racollegiale,di più di 4oo castelli e 2000 Episcopatus Alartanus, tra Todi e Car-
parrocchie. Che godeva il di lei consiglio sula luogo già celebre dell'Umbria, Fa-
nubile o municipio, dominio tempora-
il llimi Marti ;, Alartìs Vicunl. Ma gli sto-
1

le delle terre di Monte Santo e di Grano rici spoletiui negano che s. Brizio I fosse

(cioè Giano), de'castelli di Montecchioe vescovo di Martana oMartula,in vece so-


di s. Giovanni, oltre i terrilorii di liuti- stenendo che lo fu s. Brizio li antioche-
luccio, Pesano e Milice(cioè Melace), luo- no, che dal 3o4 al 3 19 fu amministra-
ghi atterrati sui contini del regno. L'U- tore della chiesa spoletiua; altri lo dico-
ghelli dunque principia la serie de'vesco- no morto nel 3i(5, e lo credono sepolto
vi di Spoleti con s. Brizio siro d'Antio- nella chiesa di s. Brizio, prima detta s. Ma-
chia, che venuto iu Roma nel 4^ di no- ria in Sallustiano. Certo e indubitato è,
stra era, ivi fu posto in carcere per invei- che la chiesa di Spoleti vanta per suo fon-
re contro il falso culto de' geutili, don- datore,a'c) settembre ne celebra la festa,

de incolume usci 7 giorni dopo, quindi novera per i.°vescovos. Brizio I,cui sur-
il principe degli apostuli lo creò nel 5o rogò il fratello s. Giovanni 1 nella sede
ovvero meglio nel DyarcivescovodiSpo-
e spoletina, e per 2° s. Felice martire, la
leti e di tutta l'Umbria, della quale ne cui festa si celebra a' 18 maggio. Non vi
divenne l'apostolo; e quanto al titolo ar- sono altre notizie della sede di Mattana,
civescovile che gli dà Ughelli, aggiunge: e come sito della diocesi di Spoleti, a que-
ita ul posteci, qui in eam digiiitatcm suc- sta sarà stata unita. Morì s. Inizio a'o
cessero, archiepiscopalus titillo insigne- settembre del g5 circa, e fu tumulato nel-
renlur, qui deincle ex obliviosa vetusta- lachiesadis. Pietro da lui fondala. Il car-
te consentili. Rileva il suo annotatore, che dinal Cadolini parla della chiesa sotter-
alcuni alfermano che in origine Spoleti ranea antichissima di s. Brizio, ove ere-
fos»e sede metropolitica, altri lo negano, desi che si venerino le sue sagre spoglie:
poiché uè' 3 primi secoli della Chiesa 3 so* dunque vi furono trasportatele realmen-
li metropolitani funsero in Italia la giu- te vi esistono. Il fratello s. Giovanni I da
risdizione metropolitica, soltanto Roma, lui sostituito nella cattedra diSpoleti, mo-
Mdano, Aquileia.Co'suoi discepoli s. Bri- rì non martire, ma confessore e nel 1 o4;
zio fu ardente della gloria di Dio e del- fu confuso con Giovanni che chiame- s.

la predicazione dell'evangelo, esempio di remo III, e di questi diversi Giovanni ve-


vita innocente e chiaro per miracoli. E- scovi v sono dubbi, non però cui e col
i I

resse la cattedra di s. Pietro di Spoleti, III. Indi s. Antimo vescovo di Terni, ze-

"burniti, quidetn structura, e restò catte- lantissimo della propagazione della fede,
drale sino a s. Gregorio VII,nelqual tem- e di santissima vita; prestò al martire s.

po tale divenne quell'attualedi s. Maria. Concordio suoi i pietosi uffizi mentre era
Costituì e nella detta chiesa di s. Maria nelle carceri di Spoleti, procacciandogli
in Mariano consagrò diversi vescovi, co- per allora anche la liberazione. Ricevè il

me lui discepoli di s. Pietro, cioè s. Er- martirio in Spoleti maggio del 176 l'i 1

colaaoiìi Perugia, s.Ciispoldo di Vello- circa, ocomealtriairermauo nel 2o3, tut-


1

SP o SPO 109
tavolta ilcnpitolo dell:» metropolitana • Pietro. Cecìliano vivea a tempo di s. Li-

gli i i maggio ne fa l'uffizio soltanto co- berio Papa. Nel 4° 2 s Achilleo, al cui
me ili vescovo e confessore. Presso la cit- tempo a' 1 1 giugno 4 ' aveasi da cele-

tà fu eretta sotto la sua invocazione una brare un sinodo in Spoleti, per eslingue-
chiesa, etl anni addietro essendosi scoper- re lo scisma dell' Antipapa (f.) Eulalio.
to un corpo, vi sono gravi indizi che possa Perciò gli scrisse Onorio imperatore sul-

essere il suo. Quindi è registrato s. Satur- laPasqua, comesapiente e dotto, che do-
nino circa il 23o, e coronato di martirio veasi celebrare in Roma da Papa s. Bo-

nel S70. Verso il ?.q6 fiorì 8. Sabino dot- nifacio I, ed a tale effetto vi fu mandato
tissimo edeloquenlissimo,del quale par- s. Achilleo perimpedir all'antipapa di e-
lai dicendo del duca Ariolfo. Fu marti- sercitarele sagre funzioni, e le celebrasse

lizzato a'3o dicembre 3o r, ed il suo cor- lui per quanto Eu-


tlissi al citato articolo.

po riposa suburbana della


nella chiesa lalio avendo rotto il freno ad ogni ecces-
città. Avendo s. Gregorio I Papa scritto so, fu ignominiosamente espulso da Ro-

al vescovos.Crisanteche mandasse aFer- ma, e rese superfluo il detto sinodo in-


mo parte di sue reliquie ,
possedendole timato contro di lui. Verso il 4^o s Speo -

quella metropolitana, l'arcivescovo car- pieno di meriti, di dottrina, munifico coi


dinal Brancadoro nel 1818 pubblicò gli pò veri,e risplendente per miracoli, volan-
Atti del suo martirio con Commenti, ven- do ni cielo a' 23 novembre 453: l'anti-
dicando a Spoleti s. Sabino, anziché ve- chissima chiesa suburbana de'ss. A posto-
scovo d'Asisicome questa chiesa preten- li ne racchiude le beate ceneri. L'epoca
deva, e molto meno Faenza e Chiusi. Nel di Amasio è contrastata, e pare il 4?6,
s.

3o3 dice l'Ughelli, ed anche Campello, morendo nel 4'^9J v,sse ^5 anni, fu se-
ch'era vescovo s. Giovanni II, che tlicesi polto in s. Pietro, ove si trovò nel 65o. 1

intervenuto al concilio di Sinuessa (nel Si attribuisce a Spoleti s. Epifanio, co-


quale articolo dichiarai fallace asserzio- me intervenuto a' 1 3 marzo 487 al sino-

ne, non essendosi mai in essa celebrato do romano di s. Felice III,ma gli scrittori

morì nel 307. Veramente s.


concilio), e spoletini l'escludono dalla serie. Ancora
Giovanni llnonnel 3o3, ma nel 497 l'es- vivea s. A masiodu invece vescovo di Spel-

se questa chiesa. Al principio del IV se- lo. Melezio del 4o°j r he


L'arcidiacono s.

colo fu martirizzato l'antiocheno s. Bri- morì nel 4c)7 secondo Campello. Nel con-
zio //, forse quello di cui feci la biogra- cilio di s. Simmaco del 499 s- Giovanni
fìa, ffia non pare perchè morì più tardi. 111, che vuoisi insignito della dignità ar-
E appellato vescovo di Marnila il s. Bri- ci vescovile,come viene rappresentato. Fu

zio II martirizzato a Spoleti, ed alcuni pure agli altri sinodi tenuti da dello Pa-
come amministratore lo annoverano tra pa, e per la santità della vita fu riverito
i suoi vescovi. E qui aggiungerò, che si da'principiedare Teodorico che più pri-
fa l'uffizio d'un s. Eligio vescovo di Spo- vilegi concesse alla chiesa spoletina, mo-
leti, ma s'ignora chi sia, non trovandosi rendo di lanciale da'militi di Tolda nel
nelle serie: in alcune vi è un s. N.... etl e- 54i. Campello ne ritarda il vescovato,
guahnenle non si conosce se sia s. Eligio. dicendolo ucciso nel 546 da'feroci solda-
E' vero che a'5 dicembre si fa l'uffizio di ti di Totila a colpi di sciabola, essendo
s. Eligio vescovo di Spoleti, ma critici i sortito dalla città per presentarsi al re. Se-
sostengono che come tale debba toglier- polto nella chiesa di s. Eufemia, fu poi

si dal calendario spoletino. Papa s. Sil- trasferito in quella di s. Pietro, e se ne


vestro I ordinò vescovo s. Marziale, che celebra la festa a'rq settembre. Nel 55
fu al sinodo romano del 3^8, morto a'3o circa s. Giovanni IV. Lorenzo Illumina-
giugno del 35o circa, e fu sepolto in s. tore siro, che Campello dice morto nel
.io SI' o SP O
5fii, Ugìiclli nel 576 n'3 febbraio, e se- e fu punito da Dio con forte lebbra, del-
polto nella cattedrale. Questo è s. Loren- la quale morì nell'844- Falteschi raccon-
zo vescovo pure di SabÌMjàl cui già par- ta disturbi ch'ebbe coll'abbate di Far-
i

lui, e del quale lo


Sperandio nella Sali- fa nell'820, sui beni della chiesa subur-
va sagra riporta le diverse epoche in cui bana di s. Marco Evangelista di Spoleti:
si vuole fiorilo, e che ritiratosi nella so- l'inventario de' beni di questa chiesa lo
litudine di Fai fa, ivi terminò la sua vir- riporta a p.3o5.Luitardo vivea nell'849,
tuosa carriera, fondatore ei.° abbate di erinvenne il corpodi s. Antimo: altri di -
quella regia badia. Sembra verosimile a cono il corpo di s. Anastasio, poiché nel-
Sperandio, chenon dalla sede di Spoleti, la chiesa dedicata in Spoleti a s. Antimo,

ma da quella diSabina sia passato n Far fa anni addietro si trovò un corpo, che di-
rome luogo della diocesi. Quando prese cesi il suo. Gli successe Pietro II, che in-
possesso della chiesa diSpoleti,e tenendosi tervenne al sinodo romano dell' 853, e
leporte chiuse da quelli che non lo vo- nell'864 a sua istanza l'imperatore Lo-
levano per pastore, si aprirono da sestes- dovico II donò a Farfa terreni regi del i

se. Mirabile per miracoli, e restituendola castaldatodiTora,e lo apprendo da Fal-


vista a' ciechi, fu detto s. Illuminatore, teschi. Si vuole escluso dalla serie de've-
anzi in Sabina anche s. Liberatore per a- 877; bensì lo fu Ama-
scovi Felice dell'
verla liberata da un tenibile dragone. anno o più tardi, cui successe
lieo in tale
Sperandio a (ferma, che l'abbazia di Far- Alberto nel 916; indi Romano del 961
la ne possedè il s. corpo. Nel 55i, o me- fu al conciliabolo di Roma nel 963 contro
glio562 come vuole Campello, s. Pietro Giovanni XI 1. 1 vescovo Berengario, l'U-
1

I di gran santità di vita ed erudizione, ghelli Io fa intervenire al medesimo, ma


morto a'29 giugno 5g4 e sepolto nell'an- Lucenzi crede doversi togliere dalla se-
tica caltedrale,overitrovandolonel 1 5oo rie: gli storici spoletini lo riconoscono per
il cardinal Eruli col corpo di s. Giovan- loro pastore, dal 963 al 966, e gli dan-
ni arcivescovo, li collocò sotto l'altare no in successore Lupo, che nel 967 fu al
maggiore. Nel l'is tesso anno gli successe s. concilio romano. Ughelli chiamaLupoot-
Crisante, a cui scrisse Papa
Gregorio I s. timo custode del suo gregge, e narra che
(il quale anteriormente ottenne da s. E- restaurò nel looala chiesa di s. Paolo pres-
Imterio abbate di s. Marco di Spoleti la so Spoleti e vi eresse un monastero di re-
guarigione del suo stomaco per digiuna- ligiose, poi trasferite a s. Agata. Neil 016
re il sabato santo) più lettere, richiaman- Albertoo Adeberto tedesco, chiamato ar-
do la sua sollecitudine intorno a qualche civescovo: Ughelli meglio lo chiama Ile-
sconcio del clero di Norcia, e l'inviò a Rie- riberto, e che ottenne la chiesa di s. Eu-
ti a consagrar la basilica di s. Maria ad femia per l'episcopio; laonde pel già det-
Fontes. Adeodato 1 del 6/±5 intervenne to,sembra doversi escludere dal novero
al sinodoromanodis. Martino I nel649, Giovanni de Greci
de' vescovi spoletini.
e Felice di Costantinopoli fu a quello di orvietano nelro32 circa; Enrico con al-
s.Agatone nel 680. Adeodato II fiorì nel tri vescovi dell'Umbria nel 10J9 sotto-
780, anzi nel 777 si trovò al placito dal scrisse al concilio di Nicolò II. Andrea e-
duca Ildebrando tenuto nel suo palazzo resse e dotò nel 1067 la chiesa di s. Ma-
di Spoleti, come trovo in Falteschi, ma ria e sua canonica, dichiarandola nuova
non puòdirsi ignorato da Ughelli, com'e- cattedrale con diploma riportato da U-
gli pretende. Sigualdo neH'8i4 perito in ghelli: vi sono sottoscritti l'arcidiacono,
medicina e caro a Lotario 1, dal (piale ot- l'arciprete,il primicerio, ili ."difensore le-
tenne privilegi, commise estorsioni sulla vila, un diacono, e 3 preti cardinali, uno
badia di Fercntillo, ne espulse i monaci, de'quali custode, tutti del capitolo. Il di-
SPO S P O 1 1 <

ploma ne! i oqf> fu approvalo rolla bolla rico con questioni e conteso, lodatissimo
Quoniam divi nae, data inNarni a' i f>gen- vescovo die Martino IV spedì legato in
naio, die pur si legge nell'Ughelli, e di- Francia, ove esaminò le cose per la ea -

reità a Pietro preposto canonicne s. Ma- nonizzazione di s. Luigi IX; morendo nel
r'mt in Matrice, ecclesia Spnletani epi- ritorno in patria, fu sepolto dai certosini
scopata Sj sitisque siiccessoribiis in perpe- che lasciò eredi. Onorio IV neh 3 85 vi

tuimi. Indi fu vescovo N... tedesco, intru- trasferì da Foligno


Paperoni nobilis- fr.

so nel i 076,6 da s. Gregorio VII in conci- simo romano e domenicano; fu beneme-


storo deposto e scomunicato. Salomone rito delle agostiniane di Monte Fulco, e
neh 102 fu al sinodo di Pasquale II, os- volendo introdurrei frati minori nel mo-
servante del divin culto, e veneratore del- nastero di s. Benedetto di Norcia, s. Ce-
le memorie de'martiri. Nel 1 1 \f\ Enrico lestino V l'obbligò a restituirlo a' bene-
Gualferedo tedesco, clie molte chiese or- dichiarando il monastero imme-
dettini,

nò e dotò,una delle qua li fus.Donato.Ma- diatamente soggetto alla sede, colla bolla
nualdo visse neh 35, e consagrò la chie- 1 Personas divini s dcdicalas^vessoUghi*] -

sa di s. Gregorio prete e martire a'6a- li.Lo dice Ughelli morto neh 290; indi
gostoi 146. Lotario tedesco deh i5o si nel 29 da Anagni vi fu traslato Gerar-
1 1

trovò alla distruzione di Spoleti, fatta da do d'Arras, alla quale sua pallia fu poi

Federico '
a'28 luglio 1 i55. Vitechirio trasferito. Bonifacio VIII rigettò l'elezio-

Viteclino tedesco fu intruso da Federi- ne di Pietro Serra canonico di Cameri-


co I nel 1 1 73 e dall'antipapa Calisto III, no fatta dal predecessore s. Celestino V.
contro il legittimo Papa Alessandro III. D'altronde qui vi è conflitto di epoche,
Questi, nel 1 1 78 deposto Vilechirio,eIes- imperocché convengono gli storici spole-
se Transarico o Rasiserico com'è sotto- tini che Paperoni morisse neh 290, che

scritto nel coucilio di Laterano III del nel 1291 Gerardo d'Arras o d'Arteseai
1 1
79, e morì neh igo. L'Ughelli ripor- 5 agosto fece la solenne traslazione del-
1

ta il privilegio concesso nel 1 1 85 da Fe- la ss. Icone e ne die parte a Nicolò IV.

derico I agli spoletini, ad istanza di essi E siccome a questi successe s. Celestino


e del suoducadiSpoletijcioèli rimise nel- V, e la ricordala sua bolla porta la dala
la sua grazia e favore. Produce pure l'U- de'i3 settembre 1294, pare piultostoclie
ghetlila bolla Quotiesa nobis petitur,de\ a tempo di Gerardo fòsse emanata, e non
28 febbraio 85, di Urbano III e diret-
1 1 in quello di Paperoni. Lo stesso Bonifa-

ta al preposto di s. Maria di Spoleti, con- cio Vili neh 295 elesse vescovo di Spo-
lermando i beni donati alla cattedrale. leti fr. Francesco de'minori, che s. Ce-

Nel 1 i qo stesso fu eletto Matteo amato- lestino V avea destinato a Sinigaglia, e


re del divin culto, e diligentissimo delle concesse indulgenza per la ss. Icone. Nel
sagre vergini. InnocenzoI neh 198 creò
II 1299 o meglio neh 3oo Bonifacio Vili
benedetto, e Gregorio IX neh 23o Ni- nominò il celebre fr. Nicola Alberti a Al-
cola che poi trasferì al patriarcato di Co- berlini (ove è errore tipografico il 1 229)1)1
stantinopoli neh 235. Bartolomeo Acco- Prata,<\\ quale articolo ne riparlai, poi
rambonidel 25o, padrede'poveri, fondò 1 cardinale, e contribuendo potentemente
pe'pellegrini un ospizio o spedalo, presso all'elezione di Clemente V, ne derivò il

la cbiesa di s. Maria della Stella. Nel 27 1 1 narrato fatale trasferimento della residen-
Tommaso Angelo;neli278Rotlando Ta- za papale in Avignone. Questo Papa nel
verna di Parma suddiacono apostolico, 13o6 nominò vescovo Giovanni arcidia-
eletto da Nicolò dopo aver cassata l'e- 1 1 1 cono d' A ngers e camerlengo di s. Chiesa,
lezione fatta dal capitolo di Leonardo ar- morto prima della consagrazione: nello
cidiacono di Spoleti, e di Ugolino chie- stessoanno gli sostituì Pietro PaoloTrin-
4

ii2 S P o S P O
ri, figlio di N nido signore ili Foligno, ca- Laleraoense con Nel novembre
epitaffio.
merlengo del sagro collegio, da Giovan- il medesimo Papa Bonifacio IX gli so-
ni XXII deputato a investigare la vita stituì Carlo abbate di s. Giorgio mag-
della I). Chiara da Monte FalcOj il che e- giore di Venezia benedettino, ma prima
segni diligentemente. TalePapa neh 320 del suo possesso e nel seguente febbraio
gli die in successore il suo famigliare fi\ rivocò 1' elezione per gravi cause, nello
UartolotneoD Bartolo francescano fioren- slesso giorno trasferendovi Agostino na-
tino, della nobilissima famiglia Bardi o poletano vescovo di Perugia, piissimo e
Berardi signora di Verni, indi ammini- Telante; fece ornar la cattedrale d'ottime
stratore di Terni, dove con sontuose o- figure rappresentanti santi del vecchio e
l'ere introdusse l'acqua nella città; rin- nuovo Testamento, alcuni avanzi essendo
venne il corpo di s. Zenobio, fece diverse presso la cappella del ss. Sagraraenlo: or-
lodevoli costituzioni sinodali, e mori nel dinò la compilazione del catalogo delle
i 346. Pretende l'Alidosio, che neh 34o principali chiese della diocesi, e fu al si-

t'ossevescovo di Spoleti il bolognese .Ni- nodo di Pisa nel i4°Q per l'estinzione del-
cola Zerre Pcpoli, ma sembra doversi e- lo scisma. Alessandro V che in esso fu e-
scludere. Neh 3^0 da Trento vi fu tra- i4'0 da Firenze vi traslocò Gia-
letto,nel
slatoGiovanni di Pistoia, di santa vita; è como Palladini di Teramo, e lo riconob-
pur chiamato Giovanni da Monte Fabio, be secondo altri lo fece vescovo nel i4' **
e morì nel 3y 1. In questo Gregorio XI
1 Giovanni XXIII, in nome del quale fre-
gli die in successore il proprio parente nò il ducato spoletino. Gregorio XII più
Bernardo di Limoges, che nel medesimo legittimo di Giovanni XXIII, ne turbò
annopromosseallasede di Bologna;e nel il neh 4' 3 Nico-
possesso con destinarvi
1372 gli sostituì Giacomo Muti Papaz- la quali due
Vivali o Viviani spoletino, i

zurri nobilissimo romano canouico, che contendenti avendo ognuno ubbidiente


nella cattedrale eresse e dotò una cappel- una parte della diocesi, reclamando poi
la splendidamente: fu vicario di Roma al sinodo di Costanza, questo riconobbe
come Alberti ni, ed ivi morto neh 3 74 fu altri dicono Nicola che vi si recò , altri

sepolto nella basilica di s. Pietro che la- scrivono Giacomo,che nel 1 l 7 Martino
sciò erede, stabilendo un anniversariodi V inviò legato in Polonia col vescovo di
suffragio, lodato per dottrina e virtuosi Lucca, dove poco dopo morì. Qui la sto-
costumi. Egualmente nel 1
374 Gregorio ria è uu laberinto, e gli scrittori non vati •

XI nominò Galardode Pallairaco di Bel- no affatto d'accordo, perchè alcuni vo-


lovidediocesi di Sarlat,e dopo la sua mor- gliono riconosciuto dal sinodo Nicola, e
te neh 378 si gittònel partito dell'anti- che le sue lettere trovarono morto Gia-
papa Clemente VII, contro il legittimo como. Essendo il concilio contentodiGre-
Urbano VI, il quale Io scomunicò e pri- gorio XII, che avea creato Nicola, per l'e-
vò della sede, che neh 379 conferì in am- roica sua rinunzia, e malcontento di Gio-
ministrazione perpetua a Ferdinando pa- vanni XXIII per la fuga, onde lo depo-
triarca di Gerusalemme: Galardo penti- se, trovo probabilissimo che il sinodo per

to,morì in Avignone e fu sepolto in s. Nicola siasi deciso. Gli successe adunque


Maria de'Mii acoli, lasciando 100 fiorini tranquillamente Nicola, ma prima dovet-
pe'suflragi dell'anima sua.Tuttavolta leg- te vincere col favore del popolo,chesi ar-
go pure in Ughelii, che Urbano VI a'20 mò, il competitore Biondo Jacobuzi Con-
ottobrei38o da Gubbio vi traslalò Lo- ca spolelinOjCanonico della catledrale,che
renzo Corvini o Corvino romano, che ri» il capitolo alla morte di Giacomo o nelle
cevè Bonifacio IX in Spoleti, e motto io sue dispute con Nicola, uiuno riconoscen-
Roma Deh 4o 3, fu sepolto nella basilica do, gli avea sostituito, ed a seconda del-
3

STO S P 1 1

l'antica disciplina atea voluto co' suoi Eruli, riportata da Ughelli, è detto: Con-
suffragi provvedere lascili'. Nondimeno stanùnus episcopus spoletìnus avuncolò
Umililo Ih deposto da Martino V, e rieb- b.m. posuit. Costantino dopo IO anni
be il canonicato nella cattedrale; ma egli impetrò e ottenne ila Alessandro VI che
si trattenne in Norcia,e nel i4'9permor- nel 4ì)^ fosse dichiarato coadiutore con
1

le o traslazione ili Nicola si recò a Spo- futura successione il nipote Francesco


leti, vi morì ncli/|?4 e f1 ' sepolto nella Eruli di Narni, e morì nel i/joo. Fran-
ca tledra le. Invece afferma )' Ughelli, che cescogià nel \.\ 1)7 erasi inaugurato ùi a •
nel 1 4 1 passando Nicola a Chieti, Mar- poslolico sacello apuds. Pelrum, con ai-
tino V gli surrogò GiacomoTordi vesco- tri vescovi. Notai nel voi. XXXI, p. 3oq,
vo d'Atri e Penne, sedi che gli lasciò in che nel conclave per morte di Leone X
amministrazione; indi l'inviòlegatoaPa- da'cardinali fu eletto per governatore del
vìa per incominciare il proclamato con- palazzo apostolico, in cui si radunarono,
Siena ove fu trasferito. Nel
cilio, e poi a Fiorì /[o anni nella dignità con candore
14200 prima il Tordi rinunziò, e gli sue- di costumi, nel 1 j4° ne h' pianta la mor-
cesseadlempus Giacomo de Caro pio già te, e sepolto nella cappella edificata nel-
vescovo d'Aquino, il quale poi ebbe il ve- la cattedrale, alla quale aumentò le ren-
scovato di Caipenlrasso, ed il Tordi nel dite, oltre di aver ornato l'episcopio. Io
] 1?..| riassunse il governo della chiesa detto anno Paolo III da Foligno vi tra-

spolelina, e morì nel 14*27. Allora da Val- sferì Fabio Vigile o Vigili spoletino, già
va vi fu trasportalo Lotto de Sardi pi- suo segretario nel cardinalato e domesli-
sano,e moi to nel i44^> '' priore e cano- conci pontificato, chierico del sagro col-
nici della cattedrale, avidi di ricuperare legio,oratore della patria sotto Adriano
l'antico diritto di procedere all'elezione, VI Clemente VII, e per le sue singo-
e
nominarono Francesco Lupicini di Prato lari benemerenze essa con diploma lo a-

v icario del defunto, usurpazione che Eu- vea dichiarato per sempre co'suoi imitili-
genio IV cassò, eleggendo amministrato- ne da tutte le gravezze e pesi com uni ta-
re perpetuo il proprio parenteMarcoCon- tivi, nonché stato priore della cattedra-
duhnieri veneto e patriarca d' Alessan- le, tutto ricavando dal citato Marini, .^r-
dria. Questi nel 44*^ cede la sede a Sa-
1 chialri, t. 2,p. 287. Questi aggiungere
gace Conti nobilissimo romano, già ve- restandoti! lioma nella segreteria de'bre-
scovo di Carpenti asso, morto neh 44^- v '
3
governò la diocesi per Nicolò Piodolfi
A'i 3, e non a'26 novembre come vuole vica rio genera le.L'Ughelli seri ve che Pao-
Ughelli, Nicolò Vcreò vescovo Bernardo lo III, col consenso di Fabio, concesse la
Eiuli o Eroli di Narni, sommo letterato sede per quando fosse morto al proprio
de'suoi tempi, e nell'anno seguente vica- nipote cardinal Alessandro Farnese; ma
riodi Roma e Pe-
poi cardinale legato di essendosi verificata in Pioma nel i553,
rugia e dell'Umbria, onde fudeltoil Car- GiulioIII l'attribuì al nipote proprio car-
dinale Spoletino j fu zelante vescovo e fé- dinal Fulvio Cornia perugino,che pur fe-
ce descrivere nel libro censuale de' vesco- ce suo vicario temporale e spirituale in
vi spoletini , altro catalogo delle chiese alcune città dell'Umbria e della Marca.
principali della diocesi. Per sua cessione, Divenuto sospetto a Paolo IV, per l'affa-
Sisto IV nel 1
4?1 gì' sostituì il nipote Co- re che produsse la guerra della Campa-
stautiuo Eruli di Narni, già vescovo di gna romana e che descrissi nel vol.LXV,
Todi e di Tivoli. L'annotatored'Ughelli |). 243, lo spogliò della sede e concesse al
pretenderebbe che si cognominasse Her- detto cardinal Farnese, con sentenza da
culeus e così il successore, senza badare questi provocata; secondo Cardella, pare
che nell'iscrizione sepolcrale del cardinal che il cardinal €fcpmia nel i'~> )<j ricupe-
VOL. LXIX.
n4 spo SPO
i asse la sua chiesa da Pio V. Cerio è, che I tante rovine producevano. Paolo V nel
questi a' i G dicembre i 562 elesse vesco- memorato 1617 dichiarò vescovo refe- il

voFulvio Orsini nobile romano de'signo* rendario Lorenzo Cattinoci lucchese, che
i di Monte Rotondo; arriccili la cattedra-
i ornò il palazzo vescovile, e con diligenza
le d'utensili sagri, e da Gregorio XIII ot- stabilita la serie de'suoi predecessori, ne
tenne neh 58o per coadiutore con (ulu- Cece dipingere le immagini nella sala mag-
la successione, il parente Pietro Orsini giore. Aprì alle povere zitelle un conser-
romano de'duchi di Gravina, ed alla sua vatorio, ed introdusse in Spoleli i gesuiti.
morte gli successe, indi traslato in Aver* Morì in Cesi neh 65 5, e Cu sepolto nella
sa nel 1
5g i.GregorioXl V gli sostituì Pao- chiesa di s. Agnese da lui fondata, dopo
lode'conti Sanvitale di Parma, ammiui- restauralo e ampliato il monastero, cou
stratore d'Orvieto, e sommamente bene- epitaffio che si legge in Contelori, Memo-
merito: Clemente Vili neh 596 lo Cece rie di Cesi. Alessandro VII gli sostituì
governatore di Perugia, dicendolo la la- il cardinal Cesare Facchinetti bolognese,
pide sepolcrale, Umbriae Praefeslo, au- nipote d'Innocenzo IX, e traslato da Si (ri-
xUiorum adversusturcam comparando- gaglia: operò alcune riparazioni alla cat-
rum causa ad principes Ilaliae legalo. tedrale, che pure come dissi consagrò e
Morì in Roma nel 1600, e fu sepolto in s. regalò di utensili sagri, aumentando il

Biagio ora degli armeni. Nel 60 1 da Cer- 1 seminario. Nel 1 6";5divenne vescovoLo-
via vi Cu traslato il cardinal Alfonso ri- dovico Sciamanna nobile di Temi, più-
sconti milanese, che nelle turbolenze del- deutee integro governatore di di verse cit-
l'Umbria eMarca sol lo Paolo Vie Crenò ri- tà, econ plauso anche di Spoleli, morto
stabilendo la tranquillità: mori legato del- e compianto in fresca età uehG88. Nel
laMai ca inMacei ala nel 1 608. Paolo V lo seguente anno l'encomialo cardinal O-
Cece succedere dal cardinal Maffeo Bar- pizio Pallavicini genovese, che trasferito
berini fiorentino beneficentissimo, come a Osimo, nel 1691 da Ferrara fu tra-
già lo celebrai. Tenue il siuodo e vi sta- slalo in Spoleli il cardinal Marcello Du-
bilì salutari decreti, per la riforma della razzo genovese, encomiato pastore. Nel
disciplina del clero e delle monache, e pel 1695 Pietro Caddi nobile di Forlì, già
loro rifiorimento. Il seminario dal suo vicelegato d'Avignone, morto neh 7 1 o;
predecessore cominciato,da lui fu compi- e Clemente XI gli die nel 1
7 1 1 iu succes-
to,istituendone anche a Visso ed a Spel- sore fr. Carlo Giacinto Lascaris dome-
lo,con ottimi regolamenti. Stabilì delle nicano di Nizza, stalo bibliotecario della
congregazioni pe'casidi coscienza e altri Casanatense. Con questi si termina nel-
pu uti de'sagri canon i. Cari tate voleco'po- l' Italia sacra la serie de'vescovi spole-
veri , munifico colla cattedrale di sagri lini, che compirò colle Notiziedi Roma.
arredi, vi tenne un vescovo suffraganeo Il vescovo Lascaris formò del suo vesco-
che santamente l'amministrò. Non po- vato un diario cronaca, intitolata fi-
tendola visitare,rinunziò la sede nel 16 7, 1 sita di Lascaris, nella quale parla di tut-
e divenulo Papa Urbano Vili neh 623, te le chiese della diocesi con cenni stori-
magnificamente pel ni potè cardi ualFran- ci, l'istituzione de'loro benefìzi,! fondi e
cesco Barberini Cece la narrala grandio- le rendite delle medesime, i padronati;
sa restaurazione e splendidi doni; della laonde riuscì utile a'successon per cono-
cillà dichiarò protettore il nipote, e non scere lo stato di tutta la diocesi. Nel 1 726
lasciò incontri per beneficare gli spoleli - Pietro Carlo Benedetti di Tarano in Sa-
Xì\ e gli umbri, tra quali fin da prelato
i bina; nel 1
739 Lodovicode'baroni Auca-
erasi reso benemerito, quando raccolse in jani di Spoleli; neh 743 Paolo Bonavi-
emissario le acque del lagodi Perugia, che sa di Spoleli, traslato da Teja in parli-
S P o s p o i . ;

£«j.Nel i
y5g Vincenzo Acqua d'Osimo, a maggior lustro di Spoleti, celebre per
il quale sul finire ilei suo lodevole vesco- tante storiche rimembranze, colla bolla
vato pubblicò: Lettera pastorale al suo Pérvelustatn Epucopalium civitatemo-
clero della città e diocesi, Spoleto «771 vigilie, 5 gennaio 182 1, elevò la chie-
àt 1

per Francesco Fofi stampatore vescovi- sa vescovile di Spoleti al grado di metro-


le. Ho potuto ammirarla, e la diocesi la polita na senza suffraga nei, e il pastore col-
conserva con venerazione, siccome piena l'ornamento del pallio alla dignità di ar-
di santità, di carità, di zelo e di vera dot- civescovo. Nel concistoro de' 27 giugno
trina. Nel 7 7 2 Francesco
1 INI." Loccalelli 1821 Pio VII rallegrò Spoleti con pre-
r
di Cesena, neh 801 creato cardinale da conizzare peri." arcivescovo mg. Mario
Pio VII, il quale gli diresse il breve Tot de'baroni Ancajani, nato in Spoleti, ti a-
inler, dc'20 settembre i8o3, Bull. Rom. sferitodalla chiesa di Gubbio. Fu di san-
cont. 1. 1
2, p. 67, contenente la conferma ti costumi, pieno di carità edi zelo, e mo-
della soppressione de'couveuti di s. Feli- rì nel 1827. Prima di questo tempo, Leo-
ce di Giano, e di s. Marina in Castel Ri- neXIl colla bolla Peculiaribus gregis Do-
laidi, e le provvidenze sulle scuole pub- minici, de'i4 giugnoi825, Bull. Ro-n.
bliche e sulle parrocchie di Spoleti, col coni. 1. 1
6, p. 32 1 , diede una nuova di-

regolamento per le medesime scuole. Le sposizioue e ordinazione alle parrocchie


benemerenze del cardinale Loccatelli,le della città. Leone XII amando sempre
riportai alla biografìa, come pur feci de- con singoiar predilezione Spoleti, scelse
gli altri cardinali vescovi alle loro. Essen- a successore mg. r Gio vanni Maria de'con-
do morto non nel febbraio 8 ,ma agli 1 1 1 ti Mastai- Ferretti di Sinigaglia (V.), di-

8 gennaio 18 12 e mentre il Papa era in chiarandolo nella proposizione concisto-


deportazione, restò la sede vacante sino riale:"Conciona torismuneribus laudabi-
a'26seltembrei8 4, io cui fece cessare la
1 lilerexpletis, nunc vero hujus hospitii a-
vedovanza della chiesa nominando Fran- postolici praeses, nec non insignis colle-
cesco Canali di Perugia, che nel 1820 giatae ecclesiae s. Mariaein Via Lata ca-
trasferì a Tivoli, e Gregorio XVI creò iionicus existit. Vii' gravitale, pruden-
poi cardiuale. Nella vacanza della sede, za dóctriua, morum suavitate, rerum-
,

r
dichiarò vicario apostolico mg. Stefano que experientia praeditus, et in ecclesia-
Scena di Bagnorea, prelato domestico e slicis functionibus recte versatus". Al-
canonico (ora priore) di s. Maria in Via trove il Papa chiamò uovello arcive-
il

Lata, nonché della nuova sede vescovi- scovo: Nobis opprime carus, nostro pò-
le di Norcia, che sebbene la bolla di suo tissimum Consilio ad id muneris eleclus.
smembramento ed eiezione fosse diretta L'arcivescovo inviò alla sua arcidiocesi
per l'esecuzione al cardinal Della Genga quella pastorale piena di sapere ed un-
poi Leone XII, l'eseguì mg.r Scerca, zione, che ricordai nel voi. LI, p. 280.
come ancora la riunione dell'abbazia di Trovandosi l'arcidiocesi per la condizio-
Sassovivoe altre alla mensa di Spoleti, ne apopletica dell'egregio predecessore
comenotainel voi. XXV, p. 23, dicendo 1 in diversi bisogni, il più grande de'quali
di tale abbazia alcuue notizie. Dipoi mg. r e più. urgente era quello di provvedere
Scerra fu nel 1 827 eletto commissario a- al ben essere de'parrochi, privi in gene-
poslolicodi Loreto (Z7 .) e vescovo d'Oro- rale di conveniente sussistenza, e perciò
pe in partibus, dal Papa che regna pro- siccome impotenti d'esercitare la carità
mosso ad arcivescovo d'Ancira eziandio verso poveri, n'erano molte vacanti; il
i

in parlibus } come registrai nel voi. LI, nuovo pastore non esitò un momento di

p.325, essendosi poi di lui servito nell'e- rivolgere tutte quante le sue cure a sì gra -
rezione del Seminario Pio{f/'.). Pio VII ve bisogno, ed ottenne dal Papa che si
8

n6 ^FO SPO
assognn^eroin supplemento nllecnngruc lo creo nel ! 83r) cardinale, e nel 1 ]G gli

parrocchiali, de'canoni della camera a successe col Pio fX(l7 .) Nello


nome di
postolica; la quale provvida disposizione stesso concistoro de' 17 dicembre i83a

non potè Leone XII vedere eseguila, ma Gregorio XVI elesse arcivescovo di Spo-
lodi poi da Gregorio XVI. L'arcivescovo letimg.rlgnazioGiovanniCadolini diCre-
Giovanni Maria mostrò sempre pru-
si mona, trasferendoloda Foligno (/'.), do-
dente e caritatevole con ciascuno,non me- po essere stato anche benemerito e zelan-
no co'poveri, gl'infermi, le zitelle. Pro- te pr.store di Cervia. Insigne per vasta dot-
curò ognora con cortesi modi e ingegno- trina ed evangelica pietà, zelo instancabi-
se industrie la concordia tra ogni ordine le eprudenza, cortesissimo e mansueto,
di persone, e gli effetti furono salutari. compilò le costituzioni pel seminario ar-
Pel suo costante interessamento per tut- ci vescovile, ed amò affettuosamente far-
tociò che poteva essere utile per la cit- cidiocesi e Spoleti, come dimostrò nell'e-
tà e popolazione, ebbe grandissima parte rudita ed eloquente già lodata Orazio-
n diversi benefizi coi quali l' incessante ne accademica delta per solenne distri-
munificenza di Leone XII ricolmò Spo- buzione di premi, e accademia poetica
leti. Il municipio volle dargli un durevole dell' arcivescovileseminario spoletino li
contras<>eguodi gradimento ed estimazio- 17 settembre i836, e di cui mi sono an-
ne,ascriveudo l'arcivescovoe tutta la sua dato giovando. Sono monumenti del suo
nobile famiglia trai patrizi spoletini. Vi- studio, del suo ingegno e di sua opero-
gilante, fece rifiorire il clero; ed il semina- sità le sue Opere, che posseggo per sua

rio ben presto sorpassò il numero di 70 amorevolezza, stampale in Pesaro, Fo-


alunni, e adessi egli dava s. esercizi spi- i ligno e Ferrara, ed intitolate: Discorsi
rituali. Curò le pubbliche istituzioni d'i- sagri ed accademici, dissertazioni, lei-
struzione e di beneficenza. Vegliò sulla tere, istruzioni pastorali ed omelie, in
casa di punizione stabilita nella rocca ,
queste si ammira nobiltà di stile, varietà
perchè detenuti fossero istruiti nella no-
i di cognizioni, estensione d'idee, ed eccle-
stra s. religione; ed un misero condannato siastica unzione. GregorioXVI a' 1 3 feb«
a morte, ripugnando la propria conver- braioi838 nepremiò i meriti dichiaran-
sione, l'ottenne l'arcivescovo mediante le dolo arcivescovod'.feV/es?/7 inpartibtis } se-
sue paterne esortazioni, gli amministrò gretario della Congregazione di propa-
i ss. sagramenti e l'assistè al supplizio. Pas- ganda fide (!'.), e canonico Vaticano, e
satoLeone XII a miglior vita, ne fu ad- finalmente nel i843 locreòcardinalepre-
dolorassimo, e ne' solenni funerali che te di s.Susanna, arcivescovo di Ferrara,
celebrò, recitandone affettuoso elogio fu- e protettore di Cervia, morendo tra le be-
nebre, non potè frenare le lagrime, il che nedizioni de'ferraresi neli85o, quando
destò viva commozione in tutti gli ascol- già e da molti anni io avea pubblicato
tanti. Quanto operò ne'turbolenti scon- la lettera C, ove poteva scriverne la bio-
volgimenti ilei 83 (, lo notai più sopra.
1 grafia laonde mi debbo contentare di
,

Meditava lostabilimentod'un orfanotro- questo cenno, e del riportato negl' indi-


fio pe'fanciulli, avendo aumentato quel- cati e citati 4 articoli. Essendo ancora se-
lo delle fanciulle, ed a tale effetto ne a- gretario laborioso di propaganda^Me, e
vea preparato mezzi; quando Gregorio
i peli. "concepì la mirabile idea di formare
XVI a' 17 dicembre i83a lo trasferì al- gli stati delle missioni di quel grandioso
la sede d'Imola {V.), con dolore di tut- e benefico stabilimento, gli sottomisi al-
ta la sua arcidiocesi, manifestatoceli de- la revisione e approvazione , secondo il

putazioni al Papa per rimuoverlo dalla mio metodo, gli articoli: Congregazione
sua risoluzione. Lo stesso Gregorio XVI di Propaganda fide, Collegio Urtmno.
S f> O SPO 117
Mi rispose con lusinghieri modi." Im» iricì onorevoli parole, mi eccitò a progre-
piegai ."i anni in conoscere quanto ella ba «Ine animoso all'ardua impresa, che vol-
raccollo ne'due articoli... La ringrazio as- gè ormai al finale termine, e lo ripeterò
sai, anche per esonerarmi dalle frequen* adMajorem Dei G/or/tz//*, mia divisatici
ti richieste di quegl'illustri stranieri, che manifesto aiuto di Dio autore eli tutto.
amano ben conoscere l'esatta origine, il Gregorio XVI nel medesimo concistoro
progresso, e lo stato attuale de'due me- de 1 3 febbraio 1 838 provvide di a rei ve-
nvigliosi stabilimenti del pontificio apo* scovo la chiesa spoletina con mg.r Gio-
slolato"... Quindi mi donò il Didlarium vanni de'eontiSabbioni di Fermo, già vi-
de Propaganda Fide, che in qualche par* cario capitolare e generale di quella me-
le mi servi a sviluppare, colle debile prò- tropolita uà e suo canonico penitenziere,
porzioni volute dalla natura di mia ope- dotto, prudente, pieno di probità e di e-
ra enciclopedica, il vasto concetto che nou sperienza. Fuzelante e integerrimo arci?
potè effettuare il dottissimo cardinal Ga- vescovo, fu saggio pastore, di molto mi-
TOmpi[fr.} t
la compilazione con) pendio- gì i ora mio i beni rustici della mensa. Leg-
sa cioè d'un (ìrbis Christianus,d\ cui pri- go i\A\' Osservatore Romano del 184»),
ma di me allatto mancava, eziandio si-
si p. i3rj e187. » A'i5 novembi'e 18-J9
no a'noslri giorni. Riempii dunque, col ebbe luogo in Spoleto l'apertura dell'as-
divino aiuto e con religiosa soddisfazio- semblea sinodale, che noi già anuuuuiatn-
ino (e segretario ne fu mg. Antonio Ma-
r
ne, il deplorabile vuoto, tanto nel descri-
vere, oltre i condili e luoghi ove si cele- gì ini vescovo di Terni). La diciamo as-
brarouo, tutte quante le sedi esistenti e semblea o congregazione e non sinodo
non più esistenti, patriarcali, arcivesco- provinciale, perchè tutti i vescovi che la
vili, vescovili, e le più illustri abbaziali; compongono sono immediatamente sog-
quanlo nel ragionare della Propagazio- getti alla s. Sede (il che è un bel pregio

ne della fede (>'.), delle Missioni pon- dell'Umbria). SuaSautità benignamente


li/icie (f\), de' Vicariati a pò si'oh ci (/'.), annuendo a questa episcopale riunione,
delle Prefetture apostoliche (/.).; ed in creava presidente della medesima mg. 1
tutta la vera sua estensione del termine, Sabbioni arcivescovodiSpoleli(ivièdet-
di tutta Gerarchia ecclesiastì-
quanta la to di Fermo, forse intendendosi accen-
ca (/ •), d'ogni rito e tempo, ec. ec. ec. nar la patria), e nel lodare il pio divisa-
Lbbi la compiacenza di destare e facili- mentode' vescovi dell'Umbria, mentre hv
tare in altri questo studio, in minori prò- sciavali alfatlo indipendenti, raccoman-
porzioni, e li vidi seguirmi e giovarsi di dava loro di occuparsi in modo parlieo-
mic fatiche studiose, indefesse e pazienti, lare del miglior andamento de'seminari,
Sia lode all'a vv. Castellano che almeoo in e dell'educazione religiosa e morale del
parte lo confessò con due lettere, col prò- popolo. Trovandosi in Spoleto l'arci ve*
1
gramola stampato della sua Palingenè- scovo di Melitene, mg. D'Andrea coni- '

sia, comeencomiandolo rimarcai nel voi. m issar io pontificio della Sabina e del-
LV, 33, con gravi parole, e colla stes-
p.i l'Umbria, il presidente della riunione si*
sa Palingenesia ovvero origini e vicende nodale volle checelebrasse nel giorno del-
deWecclcsiaslicaGerarchiaJinmaiSS^, la solenne apertura la messa dello Spi-

che graziosamente mi olfrì. Qui mi cad- rito sauto, sia per dare a mg. r commissa-
dero, come altrove, queste parole natu- rio una certa prova di venerazione, sia
ralmente dalla penna e non ist udiate, che per mostrare il fraterno legame, che de-
se paiono alcune superflue, pure non so- ve unire l'autorità spirituale e la civile o
no del lutto estranee, perchè mg.r Ca- governativa. Alla mattina deli 5 lutti 1

dolici di frequente con soavi e conforta- vescovi, che ascendevano a 1 8, dal palai*
u8 SP O SPO
70 arci vescovile si recarono processionai- torno sguardo vediamo uomini che di-
lo

mente alla vicina cattedrale, dove mg. 1 iprezzaoo qualunque autorità, che fan-
arcivescovo di Melitene, dopo di aver ce- no ogni sforzo per strappare fedeli dal i

lebrata la messa, comunicò ognunodi lo- seno della chiesa cattolica, vediamo ne-
ro, con quelle cereroonie die sono pre- gletta la santificazione della festa, concul-
scritte e che mai sempre sono praticate cati i precetti ecclesiastici, crescente la be-
(piandosi apre qualche sinodo (quindi a* stemmia e la incredulità; vediamo semi-
pri la sessione, ma non vi ebbe parie). I nari poveri e senza abili maestri, scuole
vescovi intervenuti sono quelli di Peru- neglette, sacerdoti secolari e regolari po-
gia, di Città di Castello, di Città della co istruiti, ec. : e quale consolazione non
Pieve, Gubbio, Nocera, Assisi, Foligno sarà per noi il sapere che l'assemblea e-
(Rieti,Poggio Mirteto), Norcia, Terni, piscopale di Spoleto vi ha provveduto!
Narni, Amelia, Orvieto, Acquapenden- I vescovi dell'Umbria non possono esse-
te, Bagnorea e Todi: ogni vescovo che re inferiori a'vescovi,che si sono uniti a
abbia una qualchegiurisdizione nell'Um- Vienna, Parigi, Chambeiy, a Reims e in
bria è stalo invitato. Mg. r Spalletti ve- altri luoghi (procurai d'indicarli a Sino-
scovo di Sidri e Ncpi,e mg.r Zangheri do): essi non hanno altro fine nelle loro
vescovo di ( Orte e) Civita Castellana, unioni che la gloria di Dioeil trionfo del-
non sono intervenuti perchè infermi(nel- la religione"... -•' Inseguito dell'articolo
la Notificazione che i vescovi emanarono pubblicato in questo Giornale intorno al-

contro la bestemmia , trovo sottoscritti l'assemblea de' vescovi raccolta inSpoleto


i Svescovi, pel i .°il presidente l'arcivesco- sotto la presidenza di mg. r Sabbioni ci

vo di Spoleti, ed oltre a'quali un cano- venne dato a riflettere, ch'essendo invi-


nico deputato pel vescovo d'Oi te e Civi- tati aquella tutti vescovi che avessero i

ta Castellana). Ogni vescovo ha seco con- nell'Umbria una qualche giurisdizione,


dotto un uditore versato nelle scienze ca- vi era stato perciò chiamato precisamen-
noniche e teologiche. Egli è più d'un se- te mg. 1 Zangari, non già come vescovo
*

colo che nello stato pontifìcio non si è di Civita Castellana,sebbene come vesco-
veduta un' assemblea di vescovi, come vo di Orte, il di cui territorio si estende
quella che ora si trova riunita in Spole- per lungo tratto nell'Umbria, dove tro-
to (qui conviene tener presente quanto vasi ancora il castello di s. Liberato (fra-
indicai a Sinodo sopra altre contempo- zione di Narni che il Riparto territoria-
raneeadunanze sinodali dello stato papa- le pretende di quella diocesi) ch'è parte
le)^ noi la consideriamo siccome un gran- della diocesi Ortana. Diamo pertanto
de avvenimento La setta demagogica, che questa correzione, perchè non restino le-

continuamente si arabatta e tenta ogni si i diritti di queste chiese riunite (che


mezzo per giungere al suo scellerato fi- comprendono pure Gallese)... Si è pub-
ne, ha potuto per opera de'suoi sosteni- blicato in Rieti e sua diocesi un 2.°atto
tori far osservare, non sappiamo se più. dell'assemblea episcopale di Spoleto. Ri-
con indifferenza o con disprezzo, l'aper- guarda questo la santificazione delle fe-
tura di questa episcopale assemblea; ma ste. Nella che è successivamente
i. "festa,

i buoni, che altamente desiderano il be- ricorsa, il popolo reatino ne ha religiosa-


ne della Chiesa e della società, tengono mente osservato i! disposto, e questo è il

anche di lontano fìsso in essa il peusiero, miglior de'plansi che poteva fargli". Mg. r
e fanno voti che questi venerabili vescovi .Sabbioni inoltreavea celebrato nella cat-
abbiano nella loro sapienza e consiglio a tedrale il sinodo diocesano a' o maggioi

provvedere intorno a'molti mali da cui i 8.{2,edipoi mori nel i 8 ti?., benefico, ge-
siamo tormentati. Se gettiamo or noi in- neroso e compianto per le sue virtù, ret-
,
.

S PO S P O n9
titmline e zelo episcopale. Migliorò no- IX a' 18 marzo i85-i lo dichiarò vescovo
labilmente i latifondi della mensa arci- in partibus di Auria,e deputato ammi-
vescovile nel ridurre a coltura terre in- nistratore di Terni, con quell'elogio che
colte, con rendere piti fertili le già colti- trovasi nella proposizione concistoriale;
vate di copiosissima piantagione novella, quindi nel concistoro de'7 marzo 8 5 3 lo 1

e coll'erigere di nuovo fabbricati rurali, preconizzò arcivescovo di Spoleti, chiesa


per le quali opere tutte impiegò i4)00o che governa con saggezza e zelo pastorale,
scudi. Dispose col suo testamento a be- avendomeritato dal Papa nella promul-
neficio deg'i arcivescovi successori l'in- gazione questo distinto encomio.» In civi-
tiero mobiliare del palazzo arcivescovile, tatibustamenacdioecesibuslnteramnen-
compresa la biblioteca, l'argenteria e le si,atqueSpoletanaqua administratorde-
carrozze. Inoltre tutto l'armento di di- putatussingulari zelo, acdiligentia mu-
verse specie che trova vasi ne' vasti poderi nus sibi demandatura explevit, pontifi-
della mensa, il cui valore ascese a più mi- caliaexercendOjSacraraenta, confirmatio-
gliaia di scudi. Precipuo fine di tali ma- nispraesertim, administrando, conciones
gnifiche disposizioni de'suoi beni fu per- ad populura habeudo,caeteraque episco-
cbè i successori si trovassero vieppiù, in palia munia obeundo; quibus ofiìciisac
grado di sovvenire i bisognosi, e cosi con prudentia, gravitate, ac solertia perfun-
l'ultimo atto di sua volontà fu coerente ctus est, ut dignus propterea censendus
a tutto il resto di sua vita, nella quale eb- sit, etc."Ogni nuovo arcivescovo è tas-
be il titolo più bello che possa godere un sato ne'libri della camera apostolica a fio-
pastorelli Padre de' poveri. Di voto del- rini 1274, essendo le rendite scudi 52oo,
la ss. Icone, pose al suo collo un vezzo di gravate di alcuni pesi. Ampia èl'arcidio-
perle del valore di circa 800 scudi. Pos- cesi, e più luoghi in se contiene. Di essa,
seggo lina preziosa sua lettera riguardan- di Spoleti, del suo antico ducato, oltre 1

te la sospensione della stampa di mia o- ricordati e quelliche riporto a Umbria,


pera a motivodelle vicende politiche, che ne trattano: M. Angelo Amici, De laudi'
bloccarono prima la cartiera, poi Vene- bus Spoleti, Perusiaei63 r.F.DeAngelis,
zia ov' è la tipografia, e nella quale mi Discursus de Spoleto, De Pievania, Pe-
animò con per me assai consolanti espres- rusiae 688. Bernardo Barbanti, Ristret-
1

sioni a proseguirne la pubblicazione. Si to dell'antico e moderno stato della clt-


abbia qui dunque la sua memoria un tri- là di Spoleti dell' Umbria, raccol-
capo
buto d'imparziale giustizia, e insieme di to da vari classici autori, Foligno 73 r r

riverente riconoscenza. Il regnante Pio Gio. Battista BvaccescM'i^iscorsi ne' qua-


IX degnamente provvidesubito alla va- li sidimoslra che i due ss. Ercolani mar-

cante sede, con nominare amministrato- tiri sieno stati vescovi di Perugia, ed al-
1
reapostolico mg. Gio. Battista Arnaldi di cuni santi di Spoleti, e le antichitàdi det-

Castellaro diocesi di Fenllmiglia, al qua- ta città, Camerino 586. Bernardino


1 di
le articolo parlo di sua pietà, della dot- Campello, Delle historie di Spoleti, sup-
trina avendone fatto cenno nel voi. XVI, plimento di quelle del regno d' Italia
p. 27. Gregorio XVI fece l'illustre pre- nella parte che tocca al ducato Spoleti-
lato successivamente cappellano segreto^ no, a'principi di esso, et alla città che
ecomeaccenuai a quell'articolo protono- ne fu capo, Spoleti per Gio. Domenico
tario apostolico e votante della segnatu- Ricci 6j2. Index ducitntSpoletanorurn,
1

ra di giustizia, non che abbreviatola di et abballini Farfensiutn,e\s\. in Musaco


parco maggiore e canonico coadiutore Italico delp. Mabillon t. i.D.Giancolom-
della basilica Liberiana. Per la sua edi- bino Fatteschi abbate cistercense, .Me-
ficante e caritatevole condotta il Papa Pio morie istoricodiplomaliche riguardatili
ìio SPO SPO
/,/ u iede'duckit elatopografiade'lempi
i de quella della canna e spugna colla (pia-
di mezzo del ducato di Spoleto, Canteri le fu tormentato Cristo: a p. 18'i, par-

noi >Soi. lando delle leliquie della basilica Lale-


SPONGA o SPUGNA o SPUNGA ,
ranense, registra: della canna colla quale
Spugnili Spongia officinalis. Reliquia in- fu percosso Gesù, e della spugna con cui
signe consagrata dalla Passione {I ) «li gli fu dato aceto e fiele, alquanto rubi-

Gesù Cristo. La sponga è una pianta soo- conda e come tinta di sangue. E qui inol-
fìta clie trovasi attaccata agli scogli del tre dirò, che in Roma della s. Sponga ve
mare, ha uno stelo fibroso, flessibile, po- n'è parte anche nella Chiesa di s. Croce
rosissimo, la superficie coperta di hoccuc- in Ge;rMftz/effime,e lo apprendodalla Sto-
cie che assorbono l'acqua (e altri liquidi), ria della medesima del p. Besozzi, il qua-
e secondo le sue diverse figure acquista le dice : Vi è la Sponga, colla (piale fu
diversi nomi. Vi è chi sostiene, ch'è for- presentato il Gesù Cri-
fiele e l'aceto a

ma la da insetti marini. Questa pianta con- sto, e Corda con cui fu legato, oltre
la

venevolmente preparata serve a molli usi. il Titolo, un Chiodo, due Spine e de'pez-

Dicono alcuni, che la pesca delle sponge è zi della ss. Croce (J .), tutti strumenti

una delle più diilicili,perchè con viene an- della Passione. Anche Piazza nel Meno-
dar a cercarle nel le cavità degli scogli. Ve- logio llomano, avea già affermato altret-
ra mente e par la ndo in genera le, le sponge tanto; ma dubito che le reliquie della s.

trovansi in tutti i mari, e persino nell'ac- Sponga e della s. Corda tuttora esistino,
que salse d'alcune lacune, e trovansi a non trovandole enumerate dal p. De Cor-
piccola profondità, talvolta aderenti alle rieris, De Sessorianis Reliquiis, e temo

macerie delle fabbriche. I greci e ro- i che sieno soggiaciute allo spoglio de'ricchi
mani, non usando coprire d'alcuna to- reliquiari, eseguito in tempo dell'infau-
vaglia le tavole sulle quali mangiavano, sta repubblica del 1 708, scellerata mente
le lavavano e asciugavano colle sponge. a' '4 settembre con empio sacrilegio. Nel-
Proso gli ebrei antichi, quando il mal- la basilica Vaticana si conserva porzione
fattore era attaccato alla Croce (Z^.), d'or- della Sponga, oltre ima s. Spina, \\ Folto
s.

dinario spruzzavano d'aceto con una


si santo, Lancia e ragguardevoli pezzi
la s.

sponga le sue piaghe; e con questo liquo- della ss. Croce. Apprendo dal p. Casimi-
re, ch'è astringente, si fermava il sangue ro da Roma, Memorie della chiesa d'A-
fino a un certo punto, onde prolungare raceli^. 307, che in essa si venerano par-
la vita e il tormento al paziente. Questa te della s. Sponga, una s. Spina, della fune
èopinione dell'annotatore di Butler, par- con cui il Redentore fu legato alla Co-
lando della festa dell''Invenzione della ss. lonna, e altre reliquie di sua Passione.
Croce,ei\ aggiunge, elicsi custodisce in L'annalista Rinaldi an. 34. n. 124 rifa>
Roma nella Chiesa di s. Giovanni in La- risce: Gesù Cristo essendo in croce, al-
1erano come notai in quell'articolo, la l'oracj.' gridò ad alta voce: Deus meus
t i

sponga che servì alla crocefissione del Re- Deus meus,ulauid dereliquisli mePe sog-
dentore, la quale è ancora tinta di rosso giungendo Sitio,g\\ fu dato l'aceto, ed e-
odi sangue. Trovo però nello Stato del- gli lo prese. L'evangelista s. Giovanni ivi

lass. Chiesa Lateranense nel iy?.3.p g3, presente sul Calvario, narra che viciuo
che ivi si conserva parte della Spugna, alla croce stavaapparecchiato un vaso pie-
nella quale fu dato a gustare al Reden- no d'aceto, e che dopo d'avere il Signore
tore sulla croce l'aceto mescolato col fie- detto Silio, empiendo giudei una spon- i

le. Il Sevcrano, Memorie sagre p. .^'ìf), ga d'aceto, e ponendola intorno all'erba


ti * le reliquie della cappella di s Loren- chiamala issopo, alla bocca gliela presen-
7od\SanctaSanctorum(^ )}
v\cowi'ixu tarono. Adoperatasi iu somiglkiutc ceca-
SPO S P O 12 1

Mone perchè ha virtù di stagnare


l'aceto teocap. ?.7,/r8,la dichiarò canna, efi/u-
il sangue, come anche la spugna, e isso- 1 posuit arundini. Tornando al Rinaldi,
DO (la nostra pianta liyssoptis of/icinalis, ilice che gli ebrei (piando crocifiggevano
che fiorisce nell'estate con dori violetti e alcuno colevano preparare principali ri- i

iteli quadrangola li, è indigena del l'Euro- medi che vi erano per istaguare il sangue.
pa meridionale, ed è sempre verde fra : Il greco Teofilalto meglio interpretò il

le sue varietà è notabile quella a Bori bian- passo di s. Giovanni, dichiarando che l'a-

chi, e l'altra colle foglie di mortella. L'is- ceto fosse mescolalo con l'issopo, e che si

sopo de'greci o orientale, è una pianta che offrisse al Salvatore la spugna in esso in-

per non essere slata descritta da Diosco- tinla;ecbe tal medicamento non era prin-
ride, come quella che ai suoi tempi era cipalmente fatto per dare a bere, ina per
notissima, oggi s'ignora qual pianta essa bagnar le piaghe e così fermar il sangue.
sia, al dire del Dizionario della lingua Di che, considera Rinaldi, u'è congettura
italiana), il che in molti luoghi allerma non leggera, i| vedersi detta spugna in Ro-
Plinio, Ilist. iiat., e singolarmente al pro- ma e conservarsi con sommo onore in s.

posito nostro dice che l'aceto condito con Giovanni in Laterano, come tinta gialli

un fasciuolo d'issopo ha forza di fermare sangue, ritenendo anche al presente cer-


il sangue o nella spugna o preso per boc- to rossoreche allora prese; laonde crede
ca. Dioscoride attribuisce la stessa virtù Rinaldi, che la spugna intinta nel sangue
ali aceto, e così Plinio alla spugna po- delle piaghe, fosse spremuta e di nuovo
sta sulla ferita; per la romani
qual cosa i bagnata nell'aceto e issopo, e così appres-

costumavano di somministrarla al ferito sata alla bocca divina, e che applicassero


gladiatore, come accenna Tertulliano, De coloro siffatti rimedi per crudeltà, accioc-
Speetacutis. Di più Rinaldi osserva, che ché i crocefissi più ne'tormenti durasse-
nelle casediTiberioCeoli nella viaTrion- ro, e poscia la sera avanti che tramontas-
fale di Roma, eravi una figura di marmo se il sole, morii fossero col crudelissimo
d'Adone percosso dal cinghiale, cou al- fraugimento delle ossa, stimata la mag-
tra chesubitogliponela spugna sulla pia- gior pena di tutte; dal quale ne fu Cristo
ga. Leggo nella Biblioteca sagra che Vi- preservato conforme alla profezia, Osnon
sopo o issopo è un arboscello che gelta coinmìnuetis ex eo. Or avendo il tormen-
molli rampolli da una sola radice, dura tato e doloroso Gesù preso l'aceto, e dello
come il legno e dell'altezza d'un piede e Consiininialwn est, fortemente gridando,
mezzo: caccia qua e là d'ambo le parti so£2;iunse: Pater in manitni tuam com-
del suofusto foglie piuttosto lunghe, du- mcndo spiritimi menni, e chinato il capo
re, odorifere e alquanto amare. Se ne fa- rese lo spirito. Tutti gl'istrumenti della
ceva ordinariamente uso in vece di A- Passione, come notai nel descriverli, si

spersorio (P.) nelle Aspersioni di Puri- conservarono a guisa di trofei di vittoria,

ficazione o Espiazione (/'.) presso gli e- con grandissima venerazione, operandosi


brei. Sembra che l'issopo si elevasse ad da Dio con essi molte grazie e stupendi
una gianuV altezza nella Gi udea, giacché miracoli, come della Canna e Spugna con
è dello nelf evangelo, che i soldati aven- che gli fu dato l'aceto a bere, come scri-

do inzuppata una spugna nell'aceto, la vono S.Gregorio di Tours,Z}e glor. mart.;


posero in cima ad ima canna d'issopo, e e Ceda, De LocisSS., il quale inoltre at-
la presentarono alla bocca di Gesù cro- testa, che a suo tempo si andava a venera-
celìsso, onde venne quell'asta, comune- re in Gerusalemme il Calice (T .) d'ar-
niente chiamata Canna {!''.), noverata gento servito al Redentore nell'ultima ce-
tra gli strumenti di sua Passione, e ve- na perla istituzione della ss. Eucaristia,
nti ala per insigne reliquia, pei che s.Mat- con dentro la Spui g» culla (piale gli fu
123 S P O S PO
ciato a bere sulla croce, reliquie che per Santa Cappella di Parigi (della quale ri-
divozione si toccavano e baciavano. Il p. parlai a ss. Si'i.ve), e pare che sia alquan-
a
Menochio, Stuore, centuria 3. cap. o5: , to tinta di sangue, forse perchè non solo
Della spugna, issopo, chefu porto a Cri- fu adoperata per dar con essa l'aceto a
sto pendente in croce, aitando disse Si- Cristo, ma anco applicata per fermare il
tio, ertulitamente ne parla. Pd porta Po- sangue alle ferite fatte co' Chiodi nelle
pmione di coloro, che per aver il Reden- sue mani e ne'piedi. Il p. Menochio col
tore mandalo fuori lo spirito, appena eb- sagre testo,hb. 3 de'/?e,cap. 4, 33, e qua-
be gustato l'aceto con l'issopo,credono che si contro quanto di sopra ho riportato,

quella bevanda con quell'erba condita, dice che l' eiba issopo poco cresceva, e
avene forza d'abbreviar la vita egli a°;o- perciò trova difficile come la sponga si

ìuzzanli, acciocché più presto morissero, potè mettere intorno all'issopo. Nondi-
e perciò fosse data a Cristo. Che s. An- meno soggiunge col p. Cornelio a Lapi-
selmo fu egualmente di parere, che fosse de, esser vero che l'issopo è piccola erba
dato a Cristo l'aceto onde tosto morisse: che non può crescere pel poco suo umo-
"Eratautem plenum,
vas positura aceto re, ma se l'ha copioso e buono sia il ter-
et currens unus implensspongiam acelo, reno ove germoglia.il suo gambo giun-
etcircumponeiis hastae dabat ei bibere, ge ad un piede e mezzo, come affermano
ut citius moreretur". Lodolfo Cartusia- Clusio e Dodoneo; perciò si potè porre

iio, De vita Christi, considerò aver i giu- la sponga sopra unode'più lunghi issopi,
dei procurato darà bere a Cristo due vol- con l'aiuto del quale alzando il braccio,
te l'aceto, come
dal testo di s. Matteo si uno di que'soldati ch'erano presso la croce
raccoglie, cioè prima e dopo la crocefis- potè arrivare sino alla bocca di Cristo,
sione, e di questa duplice bevanda ne ren- perchè le Croci non erano molte alte, e
de ragione, per maggiormente tormen- questo gambo d'issopo dal citato s. Mat-
tarlo: » Et est ratio potationis, et ratio to fu detto canna. Non si deve occultar
geminationis hujus, dicunt euim quidam l'opinione, derivata dal significato del sa-
crucifixos citius mori, si aceto potentur, gro testo greco volto in latino, che la spou-
et ideo pota tus est iste, et non a lii, ut citius ga fosse posta sopra un pilo, pilum, arma
moreretur, et hoc vel instinctu judaeo- assai lunga da lanciar saette, le quali dai
rum,qui optabant maxime mortem Chri- erano dette arundinis , arma che
latini
sti, vel ex taedio militum, ut citius a cu- adoperavano soldati romani di Pilato,
i

stodia ejus absolverentur, quia taedebat crocefì<soridi Cristo. L'evangelista s. Ma t-


eos ibi morari". Dappoiché altri essendo teo pare che volesse significar per canna,
di parere, che l'aceto coll'issopo fu dato un'asta o legno o canna simile, di tale
a Cristo non per farlo subito morire, ma lunghezza sufficiente ad approssimar la
piuttosto per prolungargli le pene della sponga a Ile di vi ne labbra di Cristo. L'Est io
croce, opinione probabile fondata sul ri- nel commento sopra s. Giovanni, la chia-
provevole e ingiusto odio degli ebrei che ma arundinis seti calami, in significalo
gioivano in veder lungamente patir Cri- di qualunque verga, asta, o «strumento
sto in croce; non tace il p. Menochio l'al- oblungo. All'articolo Croce vERA,par!an-
tra sentenza, che l'aceto e l'issopo in esso dodella festa di suaEsaltazione,e(\\ceru\o
infuso avessero efficacia naturale di fer- delle depredazioni commesse in Gerusa-
mar d sangue, e che fosse consuetudine lemme da Cosroe li re de' persiani nel
tenerli presso i crocefissi acciò non mo- 6 narrai come
i i , il patrizio Niceta salvò
rissero subito. Conviene sull'esistenza in la s. Spunga colla quale era stato presen-
Roma della s. Sponga nella basilica Late- tato l'aceto al Salvatore, e la s. Lancia
raneose,e ohe parte di questa è pare netta (V.) che gli aveva fci ito il fianco; celie
,

SPO Sl'O i*3


portale a Costantinopoli nella principale tnva le insigni reliquie del Sangue e ss.

chiesa, la ."
fu esposta a' 4 settembre6i4
i 1
della s. Sponga. Dunque Mantova crede

la 2." a'26 ottobre. Notai a Mantova ed ili possedere oltre il ss. Sangue anche la

a ss. Sangue, con Donesmomli, Historia s. Sponga. Forse questa non sarà propria-

ecclesiastica di Mantova, come nell'804 mente quella colla quale fu dato l'aceto
ivi si trovò il ss. Sangue colla Sponga, ove al Redentore, ovvero una delle dueado-

lo avea riposto s. Longino, che lo avea peratesecondo l'opinione già ricordata; e


raccolto in un vaso dopo aver ferito il co- una sola, sarà porzione di quella. Im-
se fu

stato di Cristo, ponendo in altro la detta perocché cogli storici raccontai a s. Lan-
Sponga colqualeerastatoabbeveratod'a- cia, che Bajazzetto II imperatore de'lur-
ceto e fiele; per cui Carlo Magno pregò chi, nel 1 49^ da Costantinopoli mandò
s.Leone Illa verificarne l'identità; che formalmente in Roma a donare a Inno-
dopo il 923 fu nascosto il ss. Sangue col- cenzo VIII, acciò custodisse il fratello Zi-

la Sponga, che non senza prodigio si ri- zitnoche gli disputava l'impero, le pre-
trovarono nel 049- Aggiungerò con Do-
1 ziose reliquie del la s. Lancia, della s.Spoii'
nesinondi, che s. Longino d'Isanra, dopo gv7edellas. Canna, consagrate dalla Pas-
esser guarito dagli occhi pe' spruzzi del sione di Gesù Cristo, e delle quali abbia-
prezioso sangue e acqua uscito dalla feri- mo irrefragabili prove e sicure testimo-
tada lui fatta all'adorabile Corpo del Si- nianze; non che dell'annalista Rinaldi an.
gnore, si convertì recandosi da s. Pietro, 1492, n.°i4 ei5, il quale scrive che Ba-
r abbandonò la mdizia;e portatosi a Man- jazzettoII avendo trovato nel tesoro di

tova colle due preziose reliquie,ne diven- Maometto II suo padre, nel quale avea
ne l'apostolo e le depose in una cassetta ammassato le spoglie delle chiese di Co-
di piombo sotto terra, e poi fu decollato stantinopoli da lui conquistata, ed insie-
per la fede. Papa s. Leone III nell'8o4 me a molte rei iquie di san ti, che fece custo-
verificò il trovato ss. Sangue e la s. Spon- dire con rigore, la s. Lancia, la s. Spon-
ga, ed istituì la sede vescovile di Manto- ga, la s. Canna servite nella Passione del
va, come posseditrice di sì inestimabili Redentore, tutto inviò in dono a Inno-
tesori, i quali furono di nuovo nascosti, cenzo Vili per guadagnarsene la benevo-
quando nel 923 gli ungheri l'assediaro- lenza, perchè non gli concitasse contro i
no^ ritrovati nel 049 »n uno al corpo di1 principi occidentali. Dissi a Lavanda del-
s. Longino, con sommo giubilo de'man- l'altare, quale è figura del Corpo del
il

tovani e copia di miracoli. Neh 354 re- Signore, facendosi nel giovedì santo dopo
candosi in Mantova l'imperatore Carlo il suo spogliamento, che in alcune chiese

I V, volle venerare il ss. Sangue la s. Spon- si faceva con acqua di rose e coll'issopo,
ga, ed il Longino, del quale
corpo di s. mischiati con acqua e vino; che si asciu-

perdivozionesi prese il braccio destro con ga con ispugne, in memoria di quella in-

parte della spalla che portò in Boemia. zuppata di fiele e aceto concuifuabbeve-
Papa Innocenzo VI ad istanza dell'im- ratoGesù moribondo,ovvero quelle spon-
peratore concesse alla Germania e Boe- ghecollequali le piedonne ne raccolsero il
a
mia di celebrare uel venerdì dopol'8. di ss. Sangue. Inoltre la Chiesa adopera le

Pasqua la festa della s. Lancia e de' ss. sponghe nella benedizione delle Campa-
Chiodi, che servirono di stromento nel- ne (^.), che descrive il Pontificale. Ho-
la Passione di Gesù Cristo, per avere ot- ni animi par. 1, De benedictione signi, vel

tenuto particelle dell' una e degli altri. carnpanaej nell'apertura echiusura delle
Allorché nel 1608 Vincenzol duca diMan- Porte sanle{V .),da' Penitenzieri di Roma
tova istituì l'ordine de'cavalieri del San- che ne lavano gli stipiti, ed in altre
(/'.),

gue prezioso (Z7.), fece mostrare in Mau- funzioni; ed i greci, come rilevai a Pa-
ia4 SPO S PO
tesa, questa purificanocon piccola spon- nando pure di quello de'ss. Martiri, dissi
da, che chiamano *. Spongiam. L'issopo come gli antichi cristiani erano premu-
viene adoperato uella consagrazione del- rosi e diligenti in raccoglierlo colle spon-
la Chiesa come pure si ha dal l'ou-
(/'.), ghe,e talvolta riponendolo ne' Pozzi {!'.),
tiflcalc Romamini, par. 2 De Ecclesiae : insieme co' loro corpi; in che si distinse
dedtcalione scu consecralione, in cui si s.Prassede, che nel pozzo esistente nella
adopera l'aspersorio formalo d'erba d'is- Chiesa di s. Prassede fece altrettanto,ri-
sopo, il quale si usa pure con altri riti. mapeando Davanzali nelle Notizie della
Dichiarai a Ca.\.\\, che la Fistola (£'.) basilica di s.Prassede,c\m con opera pie-
colla quale il Papa ne'poutilicali assume tosa raccolse colla spouga sull'erbe e sassi
nel calice il vino consacrato, sia simholo il fecoudosanguede'campioni gloriosi del-

e figura della canna sulla quale fu appre- la fede, con empirne pozzi e i le conserve-
stata la spugna con aceto e fiele al mo- L' siccome i fedeli, anche ne'secoli poste-
1 ienleSalvalore.LaChiesa nASabato san- riori, vi calavano anelli per bagnarli col
to adopera canna per l'annidine del
la sangue dopo averne fatto personale
loro,

tricereo, triangolo, pertica o canna, eoa esperimento Leone X, per decenza fece
3 candele in cima pel canto del Lumen chiudere il pozzo di s. Prassede.
Christi, di cui parlai a Lume, e del pre- SPOR'i ÙLA, Sportala. Onorario che
couio Exullet (f.)j ed in cima alle can- si dà al Giudice (F.) per ottenere la sen-
ne pone il cerino per accendere Lumi
si i tenza; significa pure porzione distribui-
e le Candele (/'.) nelle chiese. A STOPPA ta tra il clero, non che stipendio, emolu-
parlo della canna sulla quale uella coro- mento, salario, donati vo ; gratificazione, e

nazione del Papa si dà fuoco alla stoppa, distribuzione di qualsiasi genere, come si

ed ancora di quella che si bruciava pari- può vedere in Du Cange, Glossarium me-
menti colla canna ne' pontificali, e loro diac et infimae lalinilalis : ne'molti rela-
significati. Oltre gli scrittori che riportai, tivi articoli ne parlai. Questa parola Spor-
sulla Sponga e sulla s. Canna, e della
s. tala, diminutivo di Sporta, paniere fatto
bevanda avvicinata alle divine labbra di di giunchi, di canne, di vimini intrecciali

Gesù, nel voi. VII, p. 21 5, XXX VII, p. e tessuti, essendo divenuta misura percoli-
q i , si potino consultare. Giacomo Bosio, tenere il pane, le carni e le altre vivan-
Croce trionfante e gloriosa, e. 6, ove co- 1 de che si distribuivano in certe occasio-
piosamente discorre della s. Sponga, del- ni, in essa i grandi di Roma distribuiva-
l'aceto e dell'issopo. Chroniron Paschale no a'Ioro clienti e a quelli che li corteg-
de Lancea, et Spongia repertis sub Ile- giavano certe porzioni per loro nutrimen-
radio imper. ,cioè nel suddetto Gì i. T. to, per cui esse furono chiamate Sporta-

Bartolini, De vino rnyrrlialo inter Ry- lae.Le distribuzioni che particolari fa- i

pomnemala, n.° Fabri,De rnyr-


ì i .INicola cevano a'Ioro clienti, consistevano ora in
ìhala pollone Christi, Lendini 16G0. En- denaro, ora in carni, talvolta in ambo i
rico Pipping, Dissertata de polii punicn- modi, ed egualmente chiamavausi col uo-
dis ante supplicium,etpatienliChristo, an- metUSporlulae. Di frequente si compone-
te crucifìccionem porrcelo, LipsiaeiGSo. vano que'doui in piccoli pezzi d'argento
Salomone Deylingo, Observalio deaceto che servivano di moneta, ma gl'impe-
Chi i\locruciflxo 3 et silienti porrecto, Li- ratori e aliti personaggi di qualità distri-
psiae i 720. Cav. Andrea Belli, La canna buivano monete d'oro. Eravi eziandio il
volgare, eruditissimo articolo che ricor- costume tra' romani, che coloro quali i

dai nel voi. LX1II, p. 42, pubblicalo nel entravano nel consolato, spedissero a'Io-
t. iG, [). 295, 3oi, 3 (\t\Y Album di 1 1 ro amici di que'doni e denominali Spor-
Homo. Al citalo articolo Sangue, ragio- UiUiCfCOOicdiè spedili iu piccoli cuucstri,
S P o STO 1*5
cioè n dire (inni clic si mandavano den- Cange, dopo di essere stati prima nomina-
tro panici i. Olire siffatte iSportM&2e,Ì con- ti dal Decano (/'.): Decani ninnus est
soli davano delle piccole tavolette da sac- ut sacerdote» nominatila advocet, cani
coccia, d'argento o d'avorio, nelle (piali e- Sportulas accepturi sani. Può di t si, come
ranoi loro nomi, ed allora dicevano fasti. fu praticato anche nella chiesa di Ravenna

A Scrittura Dittico parlai delle ta-


e a al tempo dell'arcivescovo s.Ecclesio nel
volette ove Per analogia, il
si scriveva. 524, secondo il p. Becchini, De Eccle-

vocabolo Sportela V adottò sino dal sno siaslic. Flicrarchiae orìginibus disserta-
principio la Chiesa. Il Magri, Notizia dei tio, Mutinaei7o3. Anche Berlendi rile-
vocaboli ecclesiastici, dice ch'erano chia« va che questa porzione nomina vasi Spor-
matii$porfn&iRfe5que'chiei'ici,i quali per- tala, perchè solevasi quanto si distribuì*
chè non facevano vita comune cogli al- va dagli antichi grandi di Roma e da Pa-
tri (di che tratto a Canonico, a Discipli- droni (/'.) a'Ioro clienti, o da altri spe-
na regolare, ed altri analoghi articoli), cialmente in pane, mettere ne'panieri o

ricevevano certo stipendio dal vescovo pel canestri. Cantò Virgilio: Cererumque.cn-
Servizio divino (F.)che prestavano alla nislris expediuntj e spiegò Donato: Hoc
chiesa. Leggo inoltre nel Donati, De'dil- est sporta lis factis ex vimine. Tali distri-
tici profani e sagri, p. 3 i, die a' di Ilici buzioni furono ancora denominate Me-
tmivansi anche le sportole, consistenti in tonimia, preso il contenente pel contenu-
denari, tal volta in alcuni canestri, in tazze to, Sportale diminutivo di Sporta. Dice
d'argento, e in pugillari o libretti d'avo- s. Isidoro: Sporta aatem dieta, quia a-
rio. Che le Sportale furono così denomi- liquid exporlat. Di tali sportole nella sto-
nate con figura metonimia, e non solo
di ria romana si fa frequente menzione. Nel-
si prendono per regali, ma anche per gli la vita dell'imperatore Claudio scrive
onorari e salari. Ne'conviti de'grandi si Svetonio: Claudius anniversarius in ca-
faceva la solenne distribuzione delleópor- slrispraetorianisextraordinariam,etbre-
tuie; quindi si chiamarono Sporlulante.s ve exhibait munus, qaod appellare ec-
fratres, que'chierici cui davansi le sporta- cepii sporlulam. In quella di Gallienodi-
le pe'loro stipendi, le quali dipoi furono ce T. Pollione: Gallienus convitatus in
appellate P/vZ(e«r/f'(/x .),o ecclesiastici sus- publico est .... Senatai sporlulam sedeKS
sidi da Gregorio I. Inoltre Donati ri-
s. erogavil, in occasione del suo consolato,
portagli autori che parlarono delle Spor- distribuendo una Sportala ad ogni sena-
tale. Riferisce Berlendi, Delle oblazioni tore, e 4 monete d'oro ad ogni matrona
all'altare, p. 120, che queste facendosi romana. A mmiano Marcellino attesta, che
da' fedeli si custodivano diligentemente ne Convili e Pranzi (P.) de'grandi si fa-
dagli£co//o/7//(^.)pel mantenimeutodel ceva solemnium sporlularum distribulio.
CVero,cssendo da principio per lo più men- In tal maniera anche le porzioni dellaflerc-
suali; quindi la Chiesa prese il costume dita ecclesiastica (f.), date per mante-
di dividere ogni mese tra il clero una por- nimento degli ecclesiastici , chiamavansi
zione delle medesime Oblazioni (Z7 .) in sportule.Di queste parla s. Cipriano fiori-
a

quantità al bisogno corrispondente, af- tone! secolo 111, nelle lettere 34-*e6o. Da
fi neh è fosse bensì provveduto alle necessi- esse si apprende che le sportole erano di
tà cor potali, ma però non derogato al la po- due specie, quotidiane e mensili, le pri-
vertà evangelica: Erogabat eas episco- me pel giornaliero mantenimento de'chie-
pos caiqae ecelesìae ministro prout opus rici, le seconde per soccorso d'altre loro
esse vidcbalurj swnebal qaisqae mai- indigenze. Agli ecclesiastici contumaci si

strttatn Sportnlam. Ln qnal distribuzione sospendeva, a divisione, mensurna. Il ve-

si faceva co' sacerdoti, dice il citalo Du scovo di Tours s. Perpetuo del 4^o, a-
126 SPO SPO
vendo degradati due preti contumaci o condo la consuetudine di que'tempi, lut-
disubbidienti, col suo testamento ordinò ti i beni, o almeno una loro parte di chi
in loro favore e prescrisse : Sportidain la- si faceva ecclesiastico, dalla persona del
men habeant, auandiu vixerint. Nel se- chierico passava al dominio della chiesa :

colo VI a tali porzioni fu dato il nome il che fu poi imitato ue'secoli posteriori
di Scudelle, prendendosi il segno perla da chi abbandonando il secolo si vestiva
r
cosa seguala, perchè esse erano tessere e Monaco (I .). La vita comune incomin-
segni formate a foggia di piccolo scudo, ciati nella chiesa Gerosolimitana, benché
mediante le quali l'ecclesiastico riscuote- ne'primi 3 secoli per le persecuzioni sof-
va cj iella poi zionecb'eragli stata assegna- fi! non pochi mutamenti, se non nel ri-
ta. La suddetta distribuzione per ciascun cevere gli ecclesiastici dal gazofilacio os-
mese a'minislri ecclesiastici si legge che sia cassa comune, e dal vescovo, il neces-
pralicossi pure nella chiesa di Costanti- sario ma nlenimen to,essendo giusto secon-
nopoli. Questa costuma ri7a,al meno tra'la- do il dettame di natura che servendo al-
tini, o perchè riuscisse di qualche distur- l'altare da questo ne fruttasse la loro mer-
bo a'yescovi, o perchè non fosse troppo cede, almeno nello stare insieme e vivere
grata al clero, fu poi ridotta nel 563 dal congi egali, con tuttociò verso il principio
concilio diBraga, ad una ovvero due volte del IV secolo e ne' seguenti è certissimo
all'anno. I chierici ne'primi secoli porta- diesi vide quasi dappertutto e nel tutto
vano anco il nome di cauonici, poiché la ristabilita. Segui poi la triplice o quadru-
parola canone significando nell'impero pla divisione della Rendila ecclesiastica,
d'occidente quella misura di biada, ch'e- laquale non fu sempre costante e la me-
ia necessaria al mantenimento d'una per- desima in tutte le chiese delle provincie
sona , gli ecclesiastici, come ricevevano d'occidente : dal partaggio dell'entrate e
questa porzione dalla chiesa, erano ascrit- delle oblazioni, iudi si passò a quello dei
ti canone secondo il grado della Ma-
nel fondi e beni immobili, ossia dt' Beni di
tricola (/^.), cosi anche perla medesima Chiesa (/".), perchè crescendo la cristia-

si chiamavano canonici. Dissi a Dittici ec- nità e insieme la divozione de'fedeli, que-
clesiastici, che in essi si notavano i chie- sti invece di portare alla chiesa il prezzo
rici che partecipavano degli stipendi della de'poderi alienati, assegnarono alla me-
chiesa, e que'fedeli benefattori ollereuti, desima ed a' prelati ora un fondo e ora
che contribuivano le oblazioni pel man- un altro, col frutto de'quali eglinodoves-
tenimento della chiesa e suoi ministri. sero provvedere alla chiesa, a'minislri, ai
Molte erano le ragioni, per le quali era poveri; possessioni che presero ancora il

debita tale porzione, specialmente agli ec- nome di Patrimonidi Chiesa. Finalmente
desiastici, e perchè etano poveri, e per- alla divisione di tali beui tra 'chierici, si

chè s'impiega vauo a prodeTedeli nel ser- die il nome di Benefìcio ecclesiastico (P^.),

vizio della chiesa. Che il nome di poveri che si conferirono a quelli che si segna-
convenisse in que'tempi agli ecclesiastici, lavano nel servizio della Chiesa. Cosi in
non può mettere in dubbio, poiché, co-
si progresso di tempo la Chiesa assegnò ad
me altrove, non doveva, né poteva
dissi un determinato numero de'inigliori ec-
alcuno arrotarsi al chiericato senza prima clesiastici gli stipendi, perchè intervenisse-

rinunziare ad ogni sua facoltà. Altrimenti, ro in giorni e ore determinate al coro del-
chi arrotato al chieiicato non voleva ri- la chiesa a salmeggiare e assistere alla uf-
nunziare a'suoi averi, non poteva senza fìziatura,dal che derivarono! Canonica-
colpa essere a parte di ciò che dal dispen- ti, e poi si aggiunsero le Dignità, le Cap-

siere della chiesa veniva agli altri pove- pellate, i Beneficiali e altre Prebende,
ri chierici somministrato. Imperocché se- coll'obbligo a quasi tutti del servizio del
S P (> S P 127
Coro, come riparlando tli esso rilevai a to, la celebrazione colla quale i principi
Stailo. In tal maniera la Chiesa, gover- e altri festeggiano il giorno anniversa-
nata sempre dallo stesso spirilo, non ad rio de'loro sponsali. Filippo iM. a Renassi,
altro fine assegnò a'suoi ministri i bene- Ricerche sulle varie maniere di coutrar
fìzi non per quello stesso
ecclesiastici, se le nozze, e su i di loro diversi effetti pres-
che da principio furono per mezzo de' ve- to gli antichi romani, Siena 1807, dice
scovi assegnati gli stipendi elesporlule. che le nozze, nuptiae, significano propria-
Questo riparto di rendite e di possessioni mente que' ritij ceremonie, formalità e
cominciòancliea praticarsi tra gli abbatie dimostrazioni d'allegrezza consocianli la

i monaci. Circa poi alle sportule civili del* celebrazione del matrimonio, che Tulio
lo stato pontificio, Gregorio XVI col Re- solenne e legittimo, con cui si formano
golamento organico peri* amministrazio* le famiglie, per le quali l'umana società
ne della giustizia civile del 83 , abolì le 1
1
conservasi, progredisce, e sussiste lo stalo
sportule e propine de'giudici e cancellieri civile. Che però le nozze,in più ampio tra-
sostituti, ec.,a'quali tutti assegnò uno sti- slato senso prese, ossia il matrimonio, si

pendio fisso: abolì pur quelle de'decreti è riguardato sempre per un oggetto pri-
esecutoriali, de' rescritti e chirografi pon- mario della legislazione di tulli popoli i

tificii, come
apprende nella sua Rac-
si Dappoiché il matrimonio cri-
civilizzati.

colta delle leggi l. 5,p. 29, 44°> 5oo. Nel stiano è lutto insieme contratto e sagra-
l. riportandosi il Regolamento legisla-
1 mene, che l'uno non può distinguersi
tivo e giudiziario per gli affari civili del dall'altro, che tuttociò che a quello ap-
834, a p. 535 egualmente si legge l'a-
1 partiene deve trattarsi nei modi e colle
bolizione delle sportole e propine de'ma- regole che spettano a questo. Il dotto ve-
gislrati tanto civili che ecclesiastici; colla scovo Bronzuoli , Istituzioni cattoliche ,

quale disposizione vi furono pure com- parlando del magno sagramento del ma-
presi gli atti, decreti o sentenze esecutive trimonio osserva, che quando si conside-
delle grazie sovrane. ra, che il matrimonio è il gran perno, sul
SPOSALIZIOeSPOSALlZIAA/w/z- quale si la economia della
raggira tulta
salia. La solennità dello sposarsi; dicen- società, e che da esso il ben essere di lei
dosi sposare, uxorem ducere, desponsa- principalmente dipende, non farà mera-
moglie e pigliar marito. Chia-
re, pigliar viglia il conoscere che da tulle le nazioni
masi sposo sponsus vir, quegli che novel- e in lutti tempi siasi voluto che a sta-
i

r
lamente è ammogliato sposa, sponsa , : bilirlo v'intervenisse la Religione {I .). Il
uova mtpla, donna novella maritata di Sacerdozio (P' .) òe gentili offnv a a\\a pre-
fresco. Spousalizio e sponsalizie, Sponsa- senza de'novelli coniugi unSagrifizio^f.)
Ha, spondeo, èia promessa reciproca di ch'era accompagnalo da'voli del popolo,
futuro matrimonio. Inollresuole pure dir- come siha da Platone, De Republ. lib.
si tyjojtfreperconcluderee stabilire il ma- 5, p. 461. Presso gli ebrei se non vi si u-
trimonio, per dar per moglie, maritare, ni vano manifeste ed apposite religiose ce-
uxorem dare, in matrimonium colloca- remonie, era santificato dalla preghiera
re.despondere. Nozze, nuptiae, significa del padre di famiglia e degli astanti, che
matrimonio, maritaggio; e dicesi ancora attiravano sopra la femmina le benedi'

per convili, che si fanno nelle solenni-


i 2ioni del cielo, come abbiamo dalla Ge-
tà degli sponsalizi, convivium nupliale, nesi, 24, 60. Si legge nel libro di Tobia,
nepotium. Morcelli traduce in Ialino il vo- 7, 1 5, che il virtuoso Tobia portatosi ad
Cà]H)\oì\oize,coniiigirtin,concubium,con- Ecbatana per sposare Sara figlia di ita-
nubiani, nuptiae jtd giorni delle nozze,
i gliele, questi prendendo la mano destra
nuptialesdics. Chiamatisi Nozze d'argen- della sua fi-dia la unì alla destra di To-
!l8 SPO SP o
!)in,dicendo Iddio di Ahrnmrt, Iddio
: maggior fermezza e indissolubilità. L'a-
d'Isacco, Iddio di Giacobbe sia con voi, postolo s. Paolo non solo chiamò sagra-
ed Egli vi unisca e compia in voi la sua mento il matrimonio j ma lo proclamò
benedizione. A vendo Tobia eseguito csat- sacramento grande j e con ragione, per-
tnmentc i
OD avvisi dell' arcangelo
sa""i O s. chè potè fare una comparazione fra'con-
Pialfaele sua santa guida, gli attuò le be- iugi, e fra Gesù Cristo e la sua Chiesa,
nedizioni d'itine sul suo felice matrimo- comechè rappresentativo l'unione inelìa-
nio. Ed è perciò ebe cristiani di voti in-
i hiledi Gesù colla Chiesa sua sposa. Equi
vocano M valido patrocinio del 9. Arcan- noterò, che nel senso mistico sono con-
gelo, nel contrarre loro matrimoni, ol-
i siderali sposi delle loro chiese gli arcive-
tre quello dello Sposalizio di Maria l'er- scovi, i vescovi, gli abbati e priori con-
gine con s. Giuseppe {T''.), che restò sem- ventuali, ed anche i canonisti danno lo-
pre vergine, come attesta s. Girolamo e ro tale qualità, e perciò alla loro morte
altri Padri. La Chiesa di tale Sposalizio, e ne divengono vedove le chiese, cui erano
di s. Piaflaelenecelebra la festa. Se dunque essi attaccali come beneficiali <ìe\ìe mede-
tanto praticavasi da quelli che professa- sime che lasciano in istato di vedovanza;
vano l'antica legge, molto più dovea es- ed altrettanto dicasi del Papa colla Chie-
sere così nella nuova alleanza, dove Gesù sa universale, nella Sede apostolica va-

Ciisto tutto ha ripieno delle sue benedi- cante (/ ".). Sono considerati sposi delle
zioni e delle sue grazie. matrimonio è Il loro chiese anco altri beneficiati, che han-
l'unione maritale dell'uomo e della don- no un gregge particolare da governare,
na, fatta fra legittime persone, e conte- rome Parrochi (f.) e altri. Ad Anello
i

nente una inseparabile consuetudine di dell' abadessa e nel voi. XXV, p. 47>
vita. Lcggesi in s. Marco x, f),r i, 12 : riportai il simbolico sposalizio che i no-
Non divida l'uomo quel che Dio ha con- velli arcivescovi di Firenze, ed i vescovi di
giunto. matrimonio si riguarda sotto
Il Pistoia, facevano colle abbadesse, figu-
due come una congiunzione na-
aspetti, e randosi lo sposalizio del nuovo pastore
turale, istituita espressamente da Dio, e colla propria chiesa. Ad Anello de've-
come un sagramento della nuova legge. scovi dissi, che lo portano sempre in dito
In quanto è naturai congiunzione, risulta come in segno delle spirituali loro noz-

dal reciproco consenso prestato fra per- ze colla Chiesa. All'articolo Anello no-
sone non impedite, e tale fu per tutti, ed tai che nel dito degli ecclesiastici deno-
è tuttora per gl'infedeli : in quanto è sa- ta il loro matrimonio spirituale collaChie-

gramento risulta da questo consenso me- sa. Inoltre ad Anello cardinalizio rac-

desimo, unito a certe condizioni, che la contai che il Papa lo pone a'cardinali nel
Chiesa ammaestrata dallo Spirito santo dito anulare della mano destra, quando
ha creduto necessario di dovervi apporre. assegna loro la chiesa titolare o diaconale,
Gesù Cristo per un effetto di sua divina che loro affida come propria sposa. A Can-
bontà si degnò di restituire al matrimo- tica o Cantico dei Cantici rilevai che
nio la perduta sua dignità, mentre presso sotto l'allegoria d'un maritaggio, lo Spi-
la maggior parte degli antichi era ridot- rito santo volle dipingervi il mistico ma-
to quasi nulla più che uno stato pieno di ritaggio di Gesù Cristo colla Chiesa {f/ .) )

corruttela e di scandalo; e giunse fino ad coll'umana Datura, e con un'anima fede-


innalzare quel consenso legittimo, ovve- le; per cui sotto la figura di nozze ordi-
ro quel contratto da cui ne viene la le- narie si rappresenta un maritaggio tutto
gittima unione maritale, al grado subli- divino e soprannaturale. Le monache si

me di matrimonio
sagramento, per cui il chiamano spose di Gesù Cristo, e nella
acquistò un'indole soprannalurale,cd una loro vestizione ricevono l'anello, simbolo
S P o O S P 1
29
ili questo sposalizio. Clemente XII a' io di tali solennità era anche più frequente
marzo 736approvòlelezioni propriedel
1
che in oggi. Il concilio di Trento ha sta-
ilei a.° notturno dell'uffizio ili s. Caterina bilito che solamente si debbono sospen-
Ricci diFirenze religiosa domenicana,nel< dere matrimoni solenni dalla 1. dome-
i

le quali si fa memoria di avere ricevuto in nica ùkAV Avvento (/'.)siuo a\Y Epifania
una prodigiosa apparizione da Gesìi Cri- (/ .) inclusive, e dal giorno delle Ceneri,
3
sto l'anello delio sposalizio con esso di vi- ch'è il 1 Ali Quaresima (^.), sino all'8.
no sposo e le sagre Stimma le (/'.)• Diclii a- di Pasqua (/'.) inclusive. Per cui il me-
rò s. Cirillo Alessandrino lil). i, inJoan.: desimo s. concilio dichiarò ancora: » Se
Gesù Cristo ha santificato il coniugio, ed alcuno dirà, che la proibizione delle so-
liapreparato una grazia alle nozze, affin- lennità delle nozze in certi tempi dell'an-
chè l'ingresso degli uomini in questa vita no è una superstizione ha tirannica, che
non fosse senza la sua benedizione. Il dot- del paganesimo; o se alcuno condannerà
tore s. Agostino,! ih. debonoConiugio,cap. le benedizioni e le altre ceremonie che

i8,dice: Nelle nostre nozze vai più la gra- la Chiesa vi pratica, sia anatema. " Sup-
zia del sagramento, che la fecondità. L'al- posto che ragionevoli motivi inducano il
tro dottore s. Ambrogio si espresse nel cristiano a celebrare il matrimonio pri-
lib. i,de Abraham, cap. 7 Dio è come : vato, ossia senza solennità, ne'delti tempi
il presule e il custode del coniugio; chi Io (giacché quanto alla celebrazione di que-
viola pecca contro Dio, perde la grazia di sto sagramentOjtranne le particolari pre-
lui e il consorzio del celeste sagramento. scrizioni d'alcune diocesi, non vi è divieto
E Papa
Innocenzo I scrisse neWEpisl.
s. in alcun giorno dell'anno), egli deve tro-
adProbum : Il matrimonio, mentre si ce- var giusta, e rispettar la proibizione del-
lebra, si fonda sulla grazia di Dio. Il me- le nozze, benché d'altronde lecite e anco
desimo vescovo BroDzuolij spiegando il commendevoli (sempre che ne'conviti e
5.° comandamento della Chiesa Aste- : nelle feste si osservi la dovuta decenza e
nersi dal celebrare le solennità delle noz- temperanza); perchè que'tempi sono de-
ze in certi tempi determinati , ecco come si stinati alla penitenza e alla considerazio-
esprime. Quantunque il matrimonio nel- ne de'grandi misteri di religione; tutta-
la chiesa cattolica sia venerabile e santo, volta e benché non vi sia obbligo, o se-
perchè innalzato da Gesù Cristo fino al- condo la consuetudine de'luoghi, sarà be-
la dignità di sagramento, tuttavia la so- ne domandarne l'autorizzazioueall'auto-
lennità delle nozze colla quale suol con- l'ita ecclesiastica competente. Anzi il con-
giungersi la celebrazione del medesimo, cilio diLaodiceadel 870 circa, senza pre-
trovandosi incompatibile con quello spi- scrivere il tempo decretò. » Non è ben
rito di penitenza, di cui la Chiesa è sem- fatto che danzino in occasione
i cristiani
pre ripiena, e di cui specialmente in certi di nozze e formino cori
si permette loro :

giorni vorrebbe vedere più animati isuoi solamente di fare un pranzo, dove si os-
figli, ella ha latto di queste nozze un pre- servinola moderazione eia temperanza".
cetto proibitivo per alcuni tempi dell'an- Moltissimi poi furono i concilii che proi-
no. La solennità delle nozze consiste: i.° birono a' chierici d' intervenire alle di-
nelle benedizioni che dal sacerdote si dan- mostrazioni d'allegrezza pe'sposalizi. Mi
no agli sposi nella messa destinata per es- limiterò a ricordare il canone 1 1 del con-
si : 2. nel trasporlo pomposo e solenne cilio di Venezia, riportato dal Diziona-
della moglie alla casa ilei marito: 3.° nei rio de' concilii. » Che i preti, i diaconi,
conviti e nell'allegrie che sogliono usarsi e lutti quelli a'quali il matrimonio è proi-
nell'occasioned'un matrimonio. Nell'an- bito, evitino eziandio di trovarsi alle noz-
tica disciplina della Chiesa la proibizione ze degli altri; non si trovino in quelle as-
VOI. LX1S.
9
i3o SPI) S PO
semblee ilovc si recitano canzoni amoro- chissimo nella Chiesa, e Papa s. Nicolò
se, oqiialiinquc altra cosa disonesto, dove I dell' 8"~8 parla chiaramente di questo

si vedono nelle danze e ne'cori delle po- costume o rito, nelle risposte a' consulti

siture indecenti, per non lordare gli occhi de' bulgari cap. 3, che lo aveano inter-
loro e le loro orecchie consagra te al le fun- rogato qua! consuetudine siavesse da os-
zioni dell'augusto loro ministero, ugno* servare nelle nozze. Questo velo però non
done contemplare degli spettacoli inde-
a usa vasi più per coloro quali passavano i

centi, e ad ascoltar parole troppo libere". a seconde nozze, come rilevò Muratori
Nel concilio di Rouen del i 072 col can. 1 nella disseti. 20."'dell' Antichità italiane.
fu prescritto. » matrimoni non si fa-
1 Anche s. Ambrogio nel lib. de l'irginita-

ranno in segreto, né dopo pranzo; ma lo te cap. 1 5,fa menzione del Flammeumnu-


sposo e la sposa riceveranno la benedi- ptialc nupta rum cioè del velo -
,
di cui par-
zione del sacerdote a digiuno". Il conci- la s. Nicolò I. E lo stesso s. arcivescovo
lio di Sens deli 5a8 statuì.» Nell'ammi- di Milano \\k\Y Epist. f), dice chiaramen- 1

nistrazione del sagramento del matrimo- te, che nell'atto della benedizione nuzia-
nio si evitino le risa e le parole buffone- le si dovea tener steso sopra le teste di

sche, vi si preparino colla penitenza e col ambedue gli sposi un


chiamato pai-
velo,

digiuno; e ninno si mariterà, se non dopo liuni, e sostenuto negli angoli da 4 uomi-
illevar del sole, e quelli che contraggono ni. Questo rito venne in seguilo abbando-
matrimoni clandestini saranno scomuni- nalo dalla chiesa ambrosiana, e l'attuale
cali ipso facto". Il concilio di Parigi del suo rito solo prescrive, che dopo l'inter-
1 528 ordinò. » Noi vogliamo distrugge- rogazione del ministro all'uno e all'altra
re ed annientare gli abusi di celebrai la degli sposi pel consenso, che l'uno e l'al-

messa e la benedizione nuziale a vanti gior- tra abbia a rispondere : Eolo etaccipio,
no, e prima del levar del sole". 11 lega- ovvero : Ita Domine. Alla quale rispo-
me coniugale si prende o figuratamente sta il ministro soggiunge : Quod Deus
pel matrimonio stesso, che lega le per- conjunxit, homo non separet. Gli spon-
sone ma ritate,ov vero letteralmente e pro- sali e le sponsalizie sono ancora la pro-
priamente per un legame, che posto in messa reciproca che due persone di sesso
forma di giogo sui novelli maritati, nel- differente si fanno liberamente di pren-
l'antica ceremouia del matrimonio, li le- dersi per marito e moglie, cioè il fidati'
gava e li attacca va veramentee fisicamen- zare, il dare promessa e dar fede di spo-

te insieme. Pronunziando l'orazione Pio- so, despondere, spondere. Vi sono alcuni


pittare sui novelli maritati nella celebra- paesi in cui gli sponsali in questo senso
zione della messa, cuoprivasi lo sposo e devono farsi in presenza del parroco che
la sposa con un panno o velo per unirli benedice i fidanzati; di maniera che gli

insieme, a motivo di queste parole: Pro- sponsali sarebbero nulli qualora si faces-
pitiarej cjuod te autore j ungi tur ovvero sero diversamente. In altri luoghi si fan-
conjungitur. In molti luoghi, in vece del no senza le dette ceremonie, né di esse
velo,il sacerdote metteva la sua stola sulle è fatta parola nel diritto canonico, uè nel
spalle dello sposo e sulla testa della spo- rituale minano; ed affinchè sieno essi va-
sa per unirli insieme. Il messale di To- lidi, basta che si facciano in iscritto alla
losa chiama jugaltm ciò che serve ad u- presenza del notaio che stipula il pub-
nire così lo sposo e la sposa, il costume b\\co ìsliomenlo de capitoli nuzia Ilo con-
e il rito di stendere uu velo benedetto, venzioni matrimoniali, pe 'sponsali da ce-
tanto sopra l'uomo che sopra la donna lebrarsi avanti la s. Chiesa co'rili e cere-

in segno (.Iella verecondia e della pudi- inonie prescritte da'sagri canoni e spe-
cizia che aveano do conservare,, è auti- cialmente dal 5. concilio di Trento, libe«
1

S P o SP<> i3

i unente, ossia la conclusione del conimi na del consenti mento. Quanto all'età dal
lo nuziale convenuto, accollato e (limalo diritto canonico è fissata a 7 anni com-
dalle parti contraenti e da'loro rispettivi piti, in cui termina l'età dell'infànzia t

genitori o altri che ne l'anno le veci, ov- principia la puerile. Giusta tale diritto i

vero colla firma di 4 prossimi parenti di genitori ponno fidanzare im i loro figli

ambedue sempre coll'interven-


le parti, e puberi; ma questi sponsali non saranno
to e firma di due testimoni idonei nel : validi, se non dopo che figli giunti ul- i

caso che le parli non sappiano scrivere, l'età della pubertà (età nella quale l'uo-
danno esse il loi o consenso innanzi al me- mo e la donna divengono alti alla gene-
desimo notaròalla presenza de'testimo- razione, e nella quale spuntano i primi
ni, e spaccando sul contratto nuziale la peli nel pube: l'età puerile termina nei
croce (di che e del suo valore legale trat- maschi a' 1 4 anni, nelle femmine a 2, ed 1

tai a Croce e Scrittura o arte dello scri- incomincia quella della puberlàjla puber-
vere). Non vi è però nella chiesa latina tà si fissa negli uomini ai8 an-
completa
alcuna legge generale che determini pre- donne a'i4 anni compiti; l'età
ni, nelle

cisamente la forma degli sponsp|i,ebasta maggioreo pienissima pubertà è a 25anni


chela promessa sia stala falla liberamen- compiti per ambo i sessi, ed allora inco-
ttyeciprocamente e legittimamente. Tra mincia l'età virile tenuta perfetta a 3o
le leggi pai ticolari riporterò il can. 5 del anni e che arriva sino a'5o, dopo la qua-
celebre concilio di Elvira adunato verso le incomincia la vecchiezza), gli avranno
il 3oo. » I parenti che avranno falsifica- ratificati liberamente e senza esservi co-
ta la fede degli sponsali saranno separati stretti. Le leggi civili non danno il me-
per 3 anni, se non che lo sposo e la
fosse desimo diritto a'tutori e curatori degni-
sposa si fossero trovati in grave fallo ". noli e de'pupilli. Quanto alla forma del
Si sogliono festeggiare gli sponsali o ca- cousenso esterno degli sponsali, essa non
pitoli nuziali dal padredella fidanzata con è regolata nella chiesa Ialina da alcuna
rinfreschi e allre liete dimostrazioni, dai legge generale,e si può prestare in di verse
parenti ed amici de'fidanzali, con dona- maniere, senza bisogno d'alcuna ceremo-
tivi alla fidanzata e talvolta anche al fi- nia ecclesiastica ut pula, re, verbit, Hi-
:

danzato. I quali ordinariamente si costu- leris et coiisensu.GW sponsali si fanno re,


ma esporre alla pubblica vista degli in- per mezzodella cosa, quando danno ar-
si

vitati a trovarsi presenti alle convenzio- re cioè sicurtà o pegui di fede, oppure un
ni matrimoniali. Nel decorso secolo e nei anello per segno della promessa, prenden-
primi del correlile si pubblicavano dal do il nome di fede quello delle nozze, per
Diario di Roma le nule de' regali rice- la fede che si giurano coniugi. Si fanno
i

vuti dalle spose, colla descrizione degli gli sponsali colle parole, verbis, quando
oggetti donati e col nome degli oderei) ti. si dà una promessa reciproca ed espres-
La promessa degli sponsali dev'essere li- sa ne' seguenti termini io ti prenderò :

bera, perchè la libertà è di una necessità per moglie, ed io ti prenderò per marito,
assoluta in tutti gli atti, in cui il nostro od altre equivalenti. Gli sponsali si con-
consentimento deve produne contro di traggono talvolta anche per mezzo di let-
noi qualche obbligazione. Bisogna che la tere, od anche con procuratore speciale.
promessa sia reciproca, cioè che sia non 1 due grandi effetti degli sponsali fra'la-

solamente accettata dalla persona cui è tini, sono l'obbligo di mantenere la pro-

indirizzata, ina altresì che questa mede- messa fatta, e l'impedimento di onestà
sima persona ne faccia una eguale all'al- pubblica. Ili.°di questi effetti èfoudato
tra. La legittimità della promessa consi- sul diritto naturale e civile, il quale non
ste uell'elà delle parli e nella forma ester - permette di ritrattarsi a danno d'un al-
i32 SPO SPO
Irò della parola data con cognizione di dover possedere all'epoca dei convenuti
causa e piena libertà. La promessa di ma- sponsali. Lo scioglimento degli sponsali
tlimonio è fatta puramente e semplice- non è autorizzato,se dopo essere soprag-
mente, ovvero per un determinato gior- giunto alcuno de'ri portati impedimenti,
no e solto condizione: nel i.°caso fidan- i ifidanzati continuassero a vedersi ed a
zatidevono adempirla sull'istanza dell'u- frequentarsi come per lo innanzi, tacita-
noo dell'altro; nel 2. "casose colui che ha mente dimostrando non ritenerli per im-
promesso di maritarsi eutro il couvenuto perimenti agli sponsali. 5.°Un matrimo-
spazio, è sciolto dalla sua promessa, se il nio contratto secundas. Cessano gl'im-
malrimoniononhapotutoaverluogosen- pegni degli sponsali col matrimonio va-
za sua colpa. Quando la promessa matri- lido contratto con persona diversa, me-
moniale è fatla sottocoudizione, bisogna ritando però penitenza il fidanzato che
."
altresì distinguere, se la condizione è le- violò la sua i promessa. I secondi spon-
cita o illecita : se la condizione è lecita, la sali non hanno romperei primi,
effetto di
promessa deve aver il suo effetto, quan- anche fatti quelli con giuramento, perchè
do la condizione sarà adempita ; ma se i secondi sono nulli e il giuramento non

quella è illecita, bisogna fare una 2/ di- vi aggiunge nulla. 6.° L'ordine e voti, i

stinzione, o essa è impossibile, o contro L'impegnode'votisolennieanchede'sem-


i buoni costumi o contro la sostanza del plici, di castità e di religione, dà luogo al-

malrimonio, viene considerata come non loscioglimento degli sponsali, perchè le


scritta e la promessa è nulla. Quanto al- promesse di matrunoniocontengonosem-
le arre, a'pegni o doni degli sponsali del pie questa condizione tacita, ch'esse non
fidanzato, il diritto canonico non ha nulla sussisteranno se non nel caso, che Dio non
determinatole date regole in proposito, chiami ad uno stato più santo e più per-
quindi ciascunostaloha lesue particolari fetto. 7. La lontananza o fuga. Quando

consuetudini,chesonoosservatedallepar- uno dei fidanzati abbandona il paese, e


ti contraenti. Quando due persone prò- sta assente per lunghissimo tempo senza
mettono reciprocamente di sposarsi, è ne- dar notizia di se all'altro, sembra cedere
cessariamentecollacondiziouesott'intesa ilsuo diritto, ritirare la sua parola, e per-
che non succederà nulla che impedisca mettere all'altro fidanzato a suo bene-
di mantenere le loro promesse. Le cau- placito di contrarre con altri le nozze. 8.°
se legittime di scioglimento degli spon- Il tempo, cioè il differire senza ragione
sali, sono le seguenti. ."Una volontà con-
1 uno de'iìdauzati l'esecuzione di sua prò-
trarla, un'antipatia o inimicizia insorta messa, al di là dell'epoca stabilita. q.°
in uno Gl'impedimenti
de'fidanzati. 2. La iattanza, vox publica,se il fidanzalo
derimenti scoperti o avvenuti dopo gli si vanta daverconosciutodisonestamente
sponsali. 3.°L'età della pubertà scioglie i la sua fidanzala, èfinalmenleun'altracau-
fidanzatisenon ratificano le loropromes- sa di legittimo scioglimento. All'articolo
seo quellede'proprigenilori.4-°LT n cam- MATniMONioragionnidell'unionedell'Z/c-
biamento notabile, come la demenza, so- i mo (/".) e della Donna (/'.) liberi, che
pravvenuti dispiaceri e odii insormonta- non sono obbligali al Celibato (f.), es-
bili,o al tre grandi opposizioni, la variazio- sere uno de' 7 Sacramenti (V.), detto pu-
ne ne'coslumi e l'infamia, i difetti venuti re maritaggio e nozze. Perchè dicesi ma~
convenuto
nel corpojlefdllitesperanzepel trimonio, perchè consorti, coniugi, noz-
sostentamentOjil deterioramento de'beni ze, sposo, sposa, marito, moglie, sposa-
di fortuna, l'ignoranza di certi disordini lizio. Dei doveri reciproci dello sposo e
scoperti in seguito, l'eredità di grandi so- della sposa, anche come Padre e Madre
stanze, che uno de'fidanzati iguorava di (/'.) verso i Figli {V.). Del fine del ma-
S P <> SPO i33
trimonio, di quelli che restarono sempre rano d'accordo quanto allo stato e altro,
Vergini {!'), come avvenne nello Spo- i diaconi e le diaconesse ne avvertivano
Vergine (/'.) e dopo, vi-
salizio della B. il Vescovo (V.) }
il quale fattane comu-
vendo come Fratello e Sorella (V.). § li nicazione al clero, dava la benedizione
Dell' istituzione del matrimonio, della nuziale. Tuttora le pubblicazioni devono
materiae suaformaci. Del ministro del precedere l'anuuenza e licenza dell'ordi-
matrimonio, e delle sue ceremonie e so- nario.La prescrizione formale a tutta la
lennità. Dell' Anello (^.)che si pone dal Chiesa delle pubblicazioni di matrimo-
marito nel 4-°dito o anulare della Ulano nio, fu fatta dal concilio di Laterano IV,
(/'.) sinistra della moglie e suo significa- celebrato da Innocenzo HI nel i 2 i 5. Il

to : avendone riparlato a Si-


dell'anello coucilio di Trento la rinnovò nella sess.
gillo, imperocché è simbolo dell'unione 24) c Dereform. de sacrata. lìIatr. coiì
- '
y

dellorocuore, sautamentesuggellatodal- questo canone. "Il sauto concilio coman-


l'anello benedetto. Delle diverse ceremo- da, che prima di celebrare il matrimo-
nie che praticansi in diversi luoghi. Qui nio, il curato di quelli che devono con-
aggiungeròjcheaPARRoccniA notai dover- trarlo, pubblichi per 3 giorni di festa con-
si in quella della donna celebrare il ma- secutivi, in tempo di messa, loro nomi e
i

trimonio dal proprio parroco,dopo le tri- le loro condizioni; e dopo queste pubbli-
plici pubblicazioni e denunzie di esso, tan- cazioni, se non si trova nessun impedì-
to in detta parrocchia, che in quella del- mentoli matrimoniosifaràin faccia della
l'uomo: solemnis fulurarttm nuptiarum Chiesa. Stabihpure,chese perle pubblica-
proclamalo. Le pubblicazioni per con- zioni fosse a temersi che il matrimonio ve-
trarre il matrimonio si fanno dopo la spie- nisse maliziosamente impedito, sarà per-
gazione dell'evangelo della domenica, ed messo farne una sola e anche nessuna, po«
anco in altre teste di precetto egualmen- tendosi le pubblicazioni far dopo,ed ezian-
te dopo 1' evangelo, dal parroco o da al- dio omraettere, secondochè 1' ordinario

tri da lui deputato, indicando precisa- giudicherà a proposito. Se alcuni si av-


mente il nome e il cognome delle perso- visano di voler essere maritati senza la
ne che vogliono maritarsi, quello de'loro presenza del proprio curato, o di un sa-
genitori,e il luogo di nascita, non che spe- cerdote di sua commissione, o dell'ordi-
a
cificando se la pubblicazioue è lai. , la nario, o senza aver inoltre 2 o 3 testi-
2. "ola 3"; e debbono farsi con voce chia- moni, il santo concilio significa loro, che
ra acciò tutti e tutto infeudino beue. Le niente lor giova, e dichiara fin da que-

pubblicazioni matrimonio credonsi


di sto punto nulli e invalidi i matrimoni con-
antichissime nella Chiesa, almeno eravi tralti in questa maniera. Il santo conci-
qualche cosa di simile fino dalla sua ori- lio esorta altresì i futuri sposi a non al-
gine; la trinundina promulgano, di cui loggiare nella stessa casa prima di avere
parla TertullianOjintendesi delle pubbli- ricevuta la benedizione nuziale". Il con-
cazioni matrimoniali. Queste furono sta- cilio diMilanodeliSyc) prescrisse col can.
bilite per prevenire gli abusi che pote- 16. » Se un curato, dopo aver interroga-
vano commettersi nel matrimonio a ca- to quelli che sono venuti a presentate-
gione degl'impedimenti. Egli è vero, che gli pel matrimonio, vede che non sanno

prima che le pubblicazioni fossero in uso, i primi principi! della dottrina cristiana,
si prevenivano gl'inconvenienti in altra aspetti per maritarli, che abbiano appre-
maniera. Gli uomini indirizzavansi ai so ciò che devono assolutamente sapere".
Diaconi (V.),e le vedove o ledouzelle al- I canonisti trattano: Della necessità delle
le Diaconesse (V.), e dichiaravano di vo- pubblicazioni di matrimonio, e delle ra-
ler contrarre matrimonio: se le parli e- iiioni del loro stabilimento, onde ovviare
.34 S p o S P o
i matrimoni clandestini, impedire che i dimenti del matrimonio, e sue dispensej
tìgli non li contraggano senza il consen- deli incesto e degl' incestuosi. Sulla di-
so de'geuitori o di coloro da cui dipen- spensa, dichiarando quando veramente
dono; per BCUOprìre so le parti che voglio- è legittima, ne parlai pure a Dispensa,
no contrarre uialiinionio sono libere da Congregazione d:;i.las. Inquisizione, Da-
qualunque impedi mento canonico; ed an- taria, Penitenzieria apostolica. Ripor-
cora per invitare i fedeli a pregare Dio tai eogl'im pedi meni ialina tri monio,i gra-
che si degni accordare a'novelli sposi la di di parentela, e ne riparlai a Parente,
benedizionee le grazie dicui abbisognano Padrino, Madrina, Scomunica, il conci-
per santificarsi nel nuovo stato che sono lio romano del 721 decretò: » Se alcuno
per abbracciare. Del tempo e del luogo sposa una Presbiteressa (?'.), cioè quella
per le pubblicazioni di matrimonio. Del il cui marito è stalo ordina lo prete, sia a-

ministro per lesue pubblicazioni. Dell'ob- natema(erale inoltre proibito di maritarsi


bligo de'fedeli per rapporto alla denunzia anche dopo la morte del marito). " Co-
riguardante le pubblicazioni di matrimo- mandò il concilio d'Avranches del 1 173
nio, sia per rivelare qualche impedimen- colcan.io:» Il marito o la moglie non
to dirimente, sia proibitivo, a meno che potrà entrare in religione (negli ordini
fortissime ragioni ne siano ostacolo, essen- regolari}, stando l'altro al secolo, se non
dovi minacciata scomunica a chi trala-
la hanno passata l'eia di usare il matrimo-
scia denunziale quanto conosce; perchè nio." Dice il cari. 4 idi s. Basilio: » I ma-
la Chiesa ordinò tali pubblicazioni per im- trimoni di persone che sono sotto l'altrui
portantissimi (ini, come sono la tranquil- podestà, vale a dire gli Schiavi (al qua-
lità delle famiglie, la salute delle anime, le articolo discorsi ancora de'loro sposa-
la santità del sagramento; e quelle per- lizi), ed i figli di famiglia, sono nulli sen-
"
sone che non sono obbligale fare rivela- za il consenso del padrone del padre.
zione in conseguenza d'un monitorio, in- Nel § 5. Del matrimonio di coscienza,
vece lo sono per le pubblicazioni di ma- di anello degli eretici, e degli ebrei con-
trimonio, ancorché d'altra parrocchia o vertili, e de' matrimoni misti Ira' cattolici
d'altra diocesi. Inoltre i canonisti discu- ed eretici o scismatici. Nel medesimo ar-
tono le ragioni di scusa odi dispensa dalle ticolo Matrimonio, e particolarmente in
pubblicazioni di matrimonio, non meno fine rammentai molti degli autori che ne
che dalla denunzia degl' impedimenti e trattano, altresì de'patti dotali o conven-
chi n'è esente; spettando a'vescovi, oai zioni matrimonia li,del/us degli sposi,e de-
loro vicari generali, o a'capitoli in sede gli effetti del contratto. All'articolo Do-
vacante e qualora non sia in proposito te, la dissi sostanza moglie porta che la

il loro potere limitato, l'accordare la di- al marito nello sposalizio, colle analoghe
spensa dalle pubblicazioni di matrimo- nozioni, sua origine ed erudizioni riguar-
nio. Ritornando al mio articolo Matri- danti diversi popoli. Ricordai la Pram-
monio, tenni proposito nel §3: Della cau- matica (P.) sulle doli, conviti, pompe e
sa efficiente del matrimonio, de' suoi ef- altro ;
quella di s. Pio V, e di Sisto V,
fetti e delle sue proprietà. Della poliga- ed anche della dote per la Religiosa (fy .)
mia e poliandria , che distrugge l'unità e sagre Vergini (P.)j e delle caritatevoli
del matrimonio; dell'illecite concubinej doti per facilitare gli sponsali del Pove»
de' Bigami e / 'edovi (f7 .).; dell'indisso- ro (f/ .) e la professione religiosa. A Lus-
lubilità del matrimonio, e del suo Divor- so, nel deplorarlo siccome rovinoso e la-
/r
zi o{f .). Nel § 4 Della necessità del con-
: grimevolmente immoralissimo, riparlai
1
senso de genitori per la validità de' ma- delle disposizioni saggie di taluni Papi e
trimoni de figli difamiglia, e degiimpe- di altri per frenarlo, onde evitamele In-
S P () S P < ) 1 3 >

neste e pestìfera conseguenze till.i socie- di Giove iMuemosine ". Ed io vi ag-


e di

tà. A Con VITO e Pranzo non mancai di giungerò, si rimarrà weuo indignati e
fai' parola ili quelli nuziali o connubiali. stomacati in vedere impunemente e eou
A PuBIFICAZIONB pallai ci i quella che la tolta larghezza, e ad ogni ceto di perso-
donna riceve dalla Chiesa, ad imitazione ne, attribuire un cumulo di virtù e de-
della D. Vergine, dopo il puerperio, per cantar glorie che non esistono! Ed è per-
1 ingrazia rcDio del felice par tOjCmisegt len- ciò che la sorte di tali composizioni, e mas-
za dello sposalizio. A Lutto tenni pro- sime gli epitalamo, hanno talvolta o spes-
posito, non senza inveire sull'abuso che un giorno. Adunque e per
so la vita di
te ne fa, di quello del coniuge supersti- quanto ho qui ricordato, benché abbia
te e de'parenti, secondo costumi de'po- i già discorso negli indicati e ne'tunti al-
poli e de'tempi; ed a Funerale e Sepol- tri corrispondenti articoli, di luttociò che
tura, quanto riguarda gli onori funebri precede, accompagna esegue lo sposali-
e il sepolcro del marito e della moglie, zio, ora aggiungerò alcune altre generi-
di diverse nazioni antiche e moderne, in- che erudizioni, secondo il mio metodo,
fedeli e cristiane, con consuetudini lode- indispensabili al grave e vasto argomen-
voli ed anche barbare. In una parola, in to, uno dei più principali che interessa

moltissimi articoli storici, geografici e di tutta quinta l'umana famiglia derivante


varia erudi rione, riferendo i costumi dif- dagli sponsali.
ferenti de' popoli, non omruisi i riguar- Quasi tutte le religioni e quasi tutti i

danti gli sponsali, le Feste (F.) e altre popoli hanno riguardato il matrimonio
dimostrazioni di gioia che hanno luogo come un impegno importantissimo e vin
nelle sponsalizie, ove di frequente la Poe- colato a religiose ceremonie: una di que-
sia ( F.), col le col lezioni epitalami che, ser- ste e la quale sembra essere stata in uso
ve all'adulazione. Trovo a proposito ri- fino da'primi tempi, ed anche presente-
produrre un veridico e saggio brano del- niente continuata, era quella di mettere
la Civiltà cattolica, i* seriejt. 3, p. 688. la mano della sposa in quella dello spaso;
Encomiando le Considerazioni cristiane e siffatta ceremouia fu da'greci riguarda-
di Francesco Nobile, ile Lardi, Venezia ta come la più essenziale. Presso i popo-
i 853, e l'autore laico che scrisse da fer- li d'oriente era permesso soltanto a'rua-
vente ecclesiastico, e pubblicate all'occa- riti eli ripudiare le loro mogli; ma in Gre-
sione dell'ingresso nella sede vescovile di cia fu poi concesso tanto allo sposo, quan-
Adria di mg. r Bignotti (di cui a Rovigo), to alla sposa. Era però cosa tanto obbro-
fa voti acciò vada sempre più estenden- briosa, che rari nesonogli esempi; ledon-
dosi in Italia l'uso di pubblicare in simi- ne specialmente non erano riguardateche
li circostanze libri utili » iti vece delle so- con disprezzo, allorché il di vorzioera av-
li [elìaccolle di Fersi, che ordina riamen te venuto per loro inchiesta. In Atenesi trat-
non sono lette se non che dall'autore e tava il divorzio innanzi al magistrato, il

da'tipografi. Né la poesia ci perderà nul- quale non l'approvava o autorizzava che


la: giacché questi temi di Matrimoni, di mediante le più severe forinole. Duran-
Monacazioni ,il\ Possessivi lauree esimi- te i Roma non si vide
primi 5 secoli di
li avvenimenti quotidiani, non solamen- verun esempiodi divorzio, ma da quell'e-
te non sogliono più dar molta ispirazio- poca divennero assai comuni e sovente
ne a'poeti, ma oseremo dire che sono fat- all'ombra di frivoli pretesti, ed a fronte
ti apposta per tormentare quelli che non delle singolari ceremonie e particolarità
esseudo tati, debbono nondimeno per ser- colle quali romani celebrarono gli spo
i

vi re all'uso incouimodare più volte all'an- salili, che con qualche dettaglio descri-

no se medesimi e le uove sorelle Melinole verò. Nulla era più semplice della cere
i36 SPO SPO
roonia del matrimonio presso gli antichi bcnsupplirvi,oltre il p.Calmet, Disserta-

ebrei.Domandavano oppure facevano tio dcSponsalibiis etNupliii licbracoruin,


domandare una donzelli! in isposa; (pian- ciucilo eruditissimo e interessante anco
do i aveano accon-
genitori di quella vi sulla bibliografìa dellesponsalizie, epub-
sentito, e dopo loro nuche la figlia nio- blicato in Roma co'lipi del bei-tinelli nel
stravasi contenta, il matrimonio era sta- i85o per losposalizio del duca d. Giulio
bilito. Questo legame eziandio presso gli Torlonia colla principessa d. Teresa Chi-
ebrei era indissolubile, anche dopo il più gi, e con questo titolo: Antonii Ilotma-
legittimo divorzio, il quale si faceva dal De veleri ridi Nupliarutn ex thesauro
ni,
marito mediai. te una scritturatila qua- Romanarum antiquitatum, Joseph Bori-
le licenziava la moglie. Le femmine ere- ami novo ordine elicmi, Hebraicis Cini-
di non potevano prendere in isposi che stianisfjue notionibus, nec non scriplori-
uomini di loro tribù odi loro famiglia, bus nolilia auxil. Pc' riti poi usati nelle
affinchè le facoltà e le possessioni non u- spousalizie dagli odierni ebrei, si può ve-
scissero dal loro parentado. Narrai aScAR- dere-P. Medici, Ri li e costumi degli ebrei
va, che se un uomo moriva senza figli, confutati: cap. if, Dello sposalizio, ma-
suo fratello era obbligato a prendere in tiimonio,e mestruo degli ebrei; cap. 28,
moglie la sua vedova, ed a sostituirgli dei Del ripudio o divorzio degli ebrei; cap.
figliche ne facessero rivivere il nome; se 2q,Deldiscalceamento,e liberazione del-
ricusava di farlo, la vedova lo citava al- la cognata. Gli assiri e altre nazioni a-
la porla della città, gli levava la scarpa veano un uso ingegnosissimo e assai po-
dal piede, gli sputava nel volto, e gli di- litico per facilitare matrimoni. Ogni an-
i

ceva: Così sarà trattato colui che ricusa no univano in un solo luogo tutte le fi-
di edificare la casa di suo fratello in I- glie nubili; un pubblico banditore le po-
sraele. Di sopra ricordai il matrimonio neva l'una dopo l'altra in vendita all'in-
di Tobia; e Raguele dopo avere unite le canto. I più ricchi cittadini compiavano
due destre de'coniugi, scrisse e sigillò il quelle la cui figura sembrava loro piùav-
contratto. Segui il banchetto,dopo il qua- venente e piacevole. Il denaro ricavato ila
le la madre condusse la figlia in una ca- siflatte compre serviva a maritar quelle
mera destinata agli sposi, e pianse colla cui la natura era stata avara de'suoi do-
figlia slessa perchè costrette erano a se- ni. Terminata la vendita delle più avve-

para i si; eRag nel e dopo a ver dato aneli 'e- nenti donzelle, il pubblico banditore pre-
gliper qualche tempo uno sfogo alle la- sentava la più bruita di quelle che vi ri-

giime, benedì gli sposi e formò voti per- manevano, e chiedeva se v'era alcuno il

chè felice fosse la loro unione. Questo è quale volesse prenderla , mediante uua
uno de'ruatrimoni degli ebrei, di cui più somma di denaro ch'egli indicava. Allo-
< hiaramente sono descritte le solennità e ra il contralto avea luogo a ribasso, e la
leceremonie. In Ezechiele si leggono va- donua veniva aggiudicata a quellochesi
i i riti usati dagli ebrei verso le spose no- contentava del minor prezzo. In questa
velle; la sposa era coronata dallo sposo guisa tutte le figlie si trovavano provve-
con corona nuziale, ed esso dalla propria dute un compagno. 11 matrimonio dei
di
madre, in mancanza del padre. In segui- cinesi si contrae in mezzo d'una tenda ot-
to.nl la semplicità degli sponsali degli an- tangolare, ove s'innalza un'ara magni-
lichi Patriarchi (F.), i matrimoni degli ficamente addobbata. Su quell'ara sia il

rjj/ci(J*.) furono straordinaria mente ca- Dio del matrimonio, rappresentato eoo
ricati di ceremonie. Ancorché volessi ac- testa di cane, colle braccia aperte, ed un
cennarli in breve, occoi rei ebbe un trat- filo d'ottone nelle mani. La testa di ca-
tato, ciò che mi vieta il mio sistema. Può ne, secoudo la loro opinione, iudica la fé*
SPO SPI) i3 7

delta e hi vigilanza necessarie nello sta- deva le figlie tle're dalla successione alla
to coniugale, e il lil d'ottone esprime l'u- corona. Tuttavia di positivo è il
§ 6 del
nionee la concordia che deve esistere tra titolo Gì. I soli maschi potrà j gode*
gli sposi. Presso gli antichi galli, i Iran- re del beneficio delle terre saliche, e che
chi e i gei inani, i inali linoni erano feli- le femmine nou avranno mai alcuna par-
ci,perchè l'austerità de'eostumi ne for- te alla eredità. Per queste terre saliche
ma va la base; dicendo Tacito che presso si credono quelle distribuite a'fi anelli nel
i germani ibuoni costumi a veano mag- successivo lorostabilimenlo nelle Gallie,
gior l'orza che altrove le buone leggi. In in ricompensa del servigio militare; laon-
origine, le loro spose non portavano se- de non potevano le femmine aver aleu-
to loro che alcune armi, dono militare na parte in quelle terre, perchè non po-
che ben indicava la rozzezza di que'pri- levano adempiere la condizione del mi-
mi tempi, e l'inclinazione bellicosa; non li tare servigio, sotto la quale padri lo- i

tratta vasi mai né di terreni, né di denari io aveano ottenuto que'beni. Quanto ai


che dare si dovessero al marito; la sua greci , che generalmente celebravano i
scelta gratuita, guarentiva quindi alla matrimoni la sera o le notti allo splendo*
sposa la propensione che avea per essa, e re delle Taci, narra Plutarco, che presso
il disinteresse del marito, oltre la ni una i beozi conducevasi la sposa novella alla
pretesa della moglie, la mantenevano in casa del marito in un carro, del quale
una maggiore dipendenza dallo sposo, bruciavasi la sala avanti la porta d' in-
Questi nelle nozze assegnava alla moglie nera scesa, a fine di
gresso, tosto ch'essa
una dote; e dipoi la legge Salica obbligò farlecomprendere che in quell'abitazio-
i mariti a dotare le loro mogli. Questa leg- ne dovea rimaner per sempre, e che non
gè è la più aulica diesi conosca in Frau- vi era pili vettura per ricondurla a casa
eia, né si può determinare con precisio- sua. La sposa iu Beozia metteva una co-
lie chi la promulgò, attribuendosi a Tran- rona di foglie di aspargo sopra il velodet-
chi a tempo della I.' conquista delle Gal- to Jlammeum j la nutrice come altrove
Jie. Dicesi che in origine fu chiamata Gal- l'accompagnava. I Capelli (F.) della no-
lica e poi si disse Salica, ovvero derivò velia sposa eranodivisi nel giornodi noz-
dal vocabolo Sala, perchè era disposta ze, colla punta d'una specie di giavellot-
per le sale e pe'palazzi reali; altri con più to;ma questo costume piuttosto deve at-
probabilitd la fanno provenire dalla voce tribuirsi alle spose romane, in memoria
Sala borgo di Germania, donde i frati- de'combatlimenti successi pel rapimento
chi trassero ilnome di Salici. iN'ou man- delle sabine. I greci chiamavano Corona
ca chi ne fa autore Faramondo chiama* (^-) il matrimonio, perchè il sacerdote
to il Salico, o dal suo consigliere Saro- che lo celebrava, poneva corone sul ca-
gast, ovvero fu un estratto delle decisio- pò degli sposi; uso che praticarono mol-
ili proferite nelle assemblee generali dai tissime nazioni, gli ebrei, ed i primi cri-
capi della nazione. Clodoveo 1 la fece tra- sliaoi,egeneralmeute si usa ancora. Nel-
durre in latino, conservando il testo nel- l'origine del cristianesimo veramente la
la lingua originale francica o tudesca ,
Chiesa disapprovò tale come si può
rito,
quindi vi fecero qualche aggiunta, oltre vedere in Tertulliano, lib. De Coronaj
Childerico anche Clolario ed altri re
I, I tuttavolta n'è fatta menzione nella Can-
franchi. L'imperatoreCorrado li WSalico lica, da alcuni presa anche per un epita-
fu così detto a motivo di sua alta nascita, lamio. Nel 1774 hi stampato in Lipsia :

o per le grandi eredità e successioni che De Corona nupliali dissertatio, del prof,
raccolse. Si riferisce ordinariamente alla Pullman. L'E/fei/ieridi letterarie di Ho-
famosa legyeSulicu il principio che csclu- uuidd '774; nel parlarne chiama singu*
i38 SPO SPO
larel'argomentodelladisputainsorta$ul< cielo in pio loro; ili che Irovansi le trac-
ia corona nuziale. Riferisce che in Sasso- ce ne'cori d'Aristofane negli uccelli in oc-
nia ancora è in vigore l'oso ili coronare castone del maritaggio di Pisletero colla
le teste degli sposi, e che l'ordinanza ec- dea Sovranità. Altre pompe tra greci fu- i

clesiastica ivi esclude da questa ceremo- rono la Musica (E.) } il ballo, il legale
iiiu le persone, che hanno avuto coinmer- ricevimento della sposa al cospetto de'più
ciò insieme prima delle nozze. Su questo stretti consanguinei, gli ornamenti della
proposito nacque questione tra i giure- casa, il convito o la cena nuziale, gli scolii

consulti tedeschi. Carpzow pretende, che o canzonette intrecciate in taleoccasio-


essendo questa corona il segno della vii- ne, cantici che s' intuonavano rimosse
i

ginità naturale, debba negarsi ancora a le mense, o sieno gli epitalami propria-
quelle spose, che l'abbiano perduta per mente detti, com'è l'idilioi 8 eli Teocrito,
violenza. All'incontro Pullman nella ci- la splendidezza del talamo o letto nuzia-

tata dissertazione sostiene, che dovendo- leestanza del matrituonio(perciò per tra-
si con quella corona significare la vergi- slato vale nozze e sposalizio), le invoca-
tila morale, non convenga di privarne zioni al buon genio, le libazioni agli Dei
quella, ch'è stata innocente vittima del- gaineli(GioveeGiunonecheinvocati pie-
l'altrui brutalità. Soggiunge l'autore del- siede vano alle nozze), e l'ultimo rito del-
l'articolo titW Effemeridi: Qualche umo- lo scioglimento della zona o cintura, sol-
re allegro scioglierebbe la disputa negau- vii virginalem zonam, ceremonia neces-
ilo il supposto; e ch'è nota la lepidezza saria per giungere al termine del mairi-
diquelgiudice,checon bella maniera pio- monio , invocando Giunone allineile lo
\ò quanto fosse difficile il caso della ve- rendesse fecondo (pianto quello d'Erco-
ra violenza. Le medesime Effemeridi del le. Tra simboli i delle «pose è Io Specchio
1789 rendono ragione del libro: I riti (/^.). A Spai ta la sposa travesti vasi da no-
nuziali de' greci per le fallitissime nozze mo nell'isola di Coo, lo sposo invece ab-
dell' Ill.rno sig.r march. Vincenzo Riccar- bigliavasi da donna nel giorno stesso del-
di, colla Ill.ma gig.a Ortensia dtl f er- le nozze. Pressoi macedoni si faceva man-
naccia, Firenze 1 789. Ne fu autore eru- giarea'novelli sposi del pane tagliatocon
ditissimo, come raccoglitore delle poeti- una spada; e presso galati gli sposi do- i

checomposizioui ed epitalamio, fatte per veano bere nello slesso bicchiere durati-
tali auspicate nozze, l'ab, Francesco Fon- te il banchetto nuziale. Gli ateniesi cele-

tani prefeltodella celebre biblioteca Rie- bravanod'ordiuarioi lorouiatrimouinel-


cardiana. Sino da'tempi di Cecropeori- l'inverno e massime nel mese gamelion }
ginario egizio, fondatore d'Atene e fio- o>sia mese delle nozze, da garnein che si-
nloi558 auni avanti la nostra era, i ri- guifica contrarre matrimonio, il quale
li nuziali greci esistevano, come lo era- corrispondeva al gennaio. Secondo Esio-
no in uso sino da'tempi d'Omero, cioè il do, il 4-° giorno di quel mese riguarda-
tousenso de'geuilori, i sagrifizi agli Dei, vasi comunemente come il più opportu-
la dote,Anello pronubo (E.), la veste
l' no d'un augurio più felice per quella
e
nuziale, la ralificazioue solenne del con- ceremonia, consagrato alle feste di Giù-
senso reciproco degli sposi, la condotta noneGamelia. 11 tempo del plenilunioera
so'eune della sposa alla sua nuova ahi- da'greci riguardato come il più fausto ai
t azione, e gl'in ui uuziali cantali in tale fé- matrimoni. Iu A tene, come pure io molti
stiva circostanza, speciedi Acclamazio- altriluoghi della Grecia, il matrimonio
niu Laudi (E.), che per eguali intervalli era sempre preceduto da sagrifizi, ne'qua-

sifacevano ripetere dal coro dopo decau- li i sacerdoti o gli aruspici consultavano
tale le lodi degli sposi e fatti de' voli al hi volontà degli Dei. Ilgiorno stabilito per
j

SPO SI» O i3q


le nozze si applicava allo sposo una fpB- sempre l'invocarono nelle loro nozze, ce-
cie d'acconciatura al capo composta di fi< lebrarono feste in onore suo chiamate I-

i-Ili, di datteri e di vari legnini. Con quel- menee, e dierono il nome d'Imenea alla
lo strano abbigliamento presenta vasi alla canzone nuziale: indi poeti ne fecero un
i

casa del padre della sposa, e alla manie' Dio e disceso da altri numi, comed'A pol-
la quasi degli spartani toglieva o strap- loe Urania, oda Bacco e Venere dea del-
ibava a così dire la sposa medesima dalle la bellezza, madredell'amore, regina dei-

braccia della madre, e conduceva alla la la gioia, compagna delle Grazie e de'pia-
sua casa, la quale era ornata di rami di ceri, che inoltre presiedette alla genera-
Jauro e di Ghirlande (F.)j la madre però zione e protesse le cortigiane, secondo la
precedeva nelcamminogli sposi con una mitologia. Talassio o Talassione,giovane
iìaccola o una teda di pino accesa, cbia- romano illustre per nascita, valore e vir-
inata fiaccola nuziale, o in mancanza di tu, nel ratto delle sabine a lui fu data Sa-
lei i\n prossimo parente, ed era d' oidi- binadi perfetta erara bellezza; ilsuoma-
nario accompagnata da giovani o para- trimonio fu assai felice, divenne padre di
ninfi che lietamente cantavano canzoni in numerosa e avvenente prole, laonde do-
onore del matrimonio e degli sposi. Do- pò la sua morte maritati invocandolo
i

pò un grande banchetto che si dava ai si auguravano la felicità di Talassio,e veu-

eongionti de'due sposi, si conduceva la ne fatto Diodell'innocenza e de'costumi,


sposa solenoemente al letto nuziale; ri- che romani invocarono nelle loro noz-
i

tii atosi quindi il corteo, due truppe l'una ze, come greci Imeneo. Altri hannocre-
i

di giovinoti, 1'
altra di fanciulle canti- duto che Talassio altro non fosse che un
vano l'epitalamio alla porta della carne- grido di gioia ripetuto ne'maritaggi, per-
la o dell'appartamento nuziale. L'ori- che nel detto ratto essendo stata riser-

gine dell'epitalamio, sorta di componi- vata per Talassio de'principali tra i ro-
inentopoeticoin occasione di nozze, inno maniravvenentedonzella,temendoquel-
o canto nuziale, risale all'antichità più ri- li che la custodivano che venisse loro tol-

mota. Gli ebrei neconobbero l'uso fin dal ta da coloro che ne restavano incantati,
tempo di David, ma presso i greci l'in- per freno gridarono tutti insiemeappar-
venzionesi attribuiscea .Stesicoro, il quale tenere a Talassio. Plutarco diceche nel-
1

Olimpiade; altri credono


fiorì nella 42.' le nozze si cautava Talassio, forse per la

chegiàEsiodoavessecomposto tal poesia preparazione delle lane, significate colla


più volte, ed un suo epitalamio fu can- parola Talasia imperocché iulroducen-
talo nellenozzedi Tetiedi Peleo. Sicom- do la sposa, si stendeva un velo, portan-
poneva di versi rozzi e grossolani, finché do essa la conocchia e il fuso, e faceva
passato tra i latini, Catullo pigliandone un bordo di lana alla porta del proprio
il modello da Saffo, lo perfezionò e sosti- marito. I greci chiamavano paraninfi co-
tuì al nome d'Imeneo, Dio da'greci pie- loro che conducevano la sposa nella ca-
posto alle nozze, quello di Talasso nume sa del marito, e davano il nome di nin-
the egualmente romani preposero a'Io-
i fé alle spose slesse. Il nome di ninfa, chn
10 sponsali. I nostri epitalami sono una nel suo naturale significato indica una
canzone o piccolo poema, talvolta lungo, donzella maritata da poco tempo, una 110-

cuinposto in lode de'novelli sposi, e con velia sposa, in seguito venne dato ad ai-
voti felici. Imene o Imeneo, giovine ale- cune subalterne divinità rappresentato
mese di somma bellezza, d'oscura origi- sotto le forme di giovani donzelle, e fu-
ne, per essergli riuscito di sposare una rono divise in ninfedelle acque, e in nin-
donzella di nascita molto superiore pari- fedella terra. Unome di paraninfo è spes-
menti di Atene, gli aleuiesi e altri greci se volte usato nella storia del basso ini-
140 spo SPO
pero, per indicare 1* uflizlale incaricato posti i paramenti sino alla stola esclusi-
dall'imperatore greco di conciline le prin- ve, benedì gl'indumenti per la monacan-
cipesse imperiali maritate a principi stra- da, indi passò in sagrestia. a riposarsi al-
nieri sui nuovi loro stati, e di consegnar- quanto. Ritornato poi in chiesa in moz-
li a'Ioro sposi. De' paraninfi de' greci si zetta e colla stola preziosa, si pose a se-
può vedere G. Filippo PfeilFer, inAnliq. dere sulla sedia gestatoria collocata a'piò
graecis. Presso gli ebrei il paraninfo era dell'altare. La monacanda gli si pose in-
l'amico dello sposo, colui che faceva l'o- nanzi genuflessa, ed egli un bre- gli fece

nore delle nozze, e conduceva la sposa ve discorso e gli Quin-


diedeil Crocefisso.
nella casa del marito. 11 paraninfo fu in- di, e preceduto dalla croce, s'incamminò
trodotto anche nelle vestizioni e profes- il Papa verso la porta della clausura, col-

sioni delle religione, che abbandonate le la novella sposa monaca che teneva col-

nozze mondane si rendono spose di Ge- la destra la sinistra parte della stola, prò-
sù Cristo, per cui si consegna loro cui bre- cedendo da paraninfo con candela accesa
viario e la regola, anche l'anello benedet- in mano il detto Lambei tini, che giun-
to, es'impone la corona in capo, che ri- to alla porta della clausura consegnò la
tengono per 8 giorni col canto Veni , : candela alla principessa Caetani educan-
Sponsa Chrisli. Rimarcai nel voi» XLYI, da. Arrivata a tale porta la monaca spo-
p. 4^, che in alcune diocesi in tali fun- sa, baciò il piede al Papa e il limitare di
zioni hanno luogo i padrini, e le madri- essa, ed ivi entrò ricevuta dalle monache
ne che noi diciamo signore d'accompa- in processione. Condotta alla grata cor-
gno. Queste conducono le candidale re- rispondente alla chiesa, ed ivi tornato il

ligiose pomposamente vestite da spose e Papa proseguì le altre ceremonie pre-


ornate con gioie, prima della vestizione, scritte dal particolare rituale di quelle re-
alla visita de' monasteri, annunziandosi ligiose, e impose il nome alla monacan-
la sposa monaca (altrettanto e colle de- da. Terminò la funzione colla solenne
bi te distinzioni ciòsi pratica in alcuni mo- pontificia benedizione, e deposta il Papa

nasteri anche colle Converse), e poi le as- la stola preziosa, riprese l'usuale. Ora col
sistono nella solennità della vestizione, o- narrato da parecchi scrittori, con qual-
\e comparisce la candidata collo stesso che dettaglio per possibilmente concor-
abbigliamento secolaresco, il quale con darli, passo ad accennare gli sponsali dei
disprezzo depone, per ricevere l'umile a- romani, i molteplici riti de'quali in no-
bito religioso. Dopo che il vescovo o car- tabile parte derivarono da'greci, sebbe-
dinale ha tagliato dal capo della candi- ne devesi a R.omoIo fondatore di Roma
data una freccia di capelli, dalla testa gli la principal parte delle leggi regolatrici
si levano gli ornamenti, poi gli si taglia- del matrimonio, de'riti per celebrarlo,ol-
no tutti i capelli, indi si spoglia degli a- tre Numa, de'dirilti che l'accompagna-
biti sponsalizi. Nel voi. X,
5l, nell'in- p. vano, e degli effetti che ne doveano de-
dicare la vestizione solenne di d. Lucre- rivare; dottamente avendo trattato delle
ziaColonna, eseguita da Benedetto XIV, leggi e de'dirilti il ricordato Renazzi.
dichiarai secondo la descrizione che ne OD romane stabilirono l'età del
Le le"si
fece il n.°5q67 del Diario di Roma del matrimonio a i4anni pe'giovani,ea 1 2per
S
1 7" che il pro-nipote del Papa d. Gio-
">
, le fanciulle. Presso gli antichi romani chi

vanni Lamberlini, fece da paraninfo: al- desiderava prender moglie, la domanda-


tri simili esempi riportai altrove. La fun- va a'genitori, od a quello che l'avea in
zione che fece Benedetto XI V, ecco co- custodia,che prestando l'assenso, per esse-
me seguì. Il Papa nella chiesa del mo- re un mutuo contratto, si dicevano spon-
nastero celebiò pi ima la messa, e poi de- sali j enei meuti:e si effettuava il contrai-
S P <) SPO i4i
lo, si diceva, lo sposo sperata?, e la spo- nel contratto nuziale, si dicevano Pronti'
sti sperata. Gli sponsali si potevano fare 60. Dopo lo slabilimentodel contratto de-
col solo consenso, ma per lo più se ne sti- gli Sponsali, si destinava il giorno per la

pulava istromeuto. Allora lo sposo qua- celebrazione de' medesimi, non essendo
siin luogo cì pegno e ili arra
i caparra, lecitoqualunque giorno, e «ebbene fosso
dava l'anello pronubo alla sposa, che a permesso in ogni tenipodi celebrar le noz-
tempo ili Plinio era di ferro e senza geni' ze, poteva per molti accidenti essere im-

via, e poi d'oro. L'antica semplicità dei pedito. Giorni (f.) infausti erano lecrt-
1

romani antichi vieto l'uso degli anelli d'o- tende, le nonc,gl'idie tutte le Ferie (/-'.)

ro, tranne a quelli ch'erauo incaricati di per le sole vergini, mentre le vedove po-
trattare aliaci plesso ipopoli stranieri; di tevano in tali giorni sposarsi; però si sti-

maniera cheC. Mario non ne portò nep- ma va ancora infelice il festevole/I/e.?r(/''.)

pure nel suo trionfo suGiugurta, e so- di maggio, riferendo Ovidio: Mense ma-

lamente incominciò ad usarlo nel terzo lum [\Iajonubcrevulgns ait. Vogliono al-
consolato. Quindi per stabilimento dei cuni riconoscerne la ragione dall'incon-
contratti sponsali, dallo sposo sì dava per trarsi maggio tra il mese d'aprile con-
il

altra caparra alla sposa, vesti, collane e sagrato a Venere e il mese ili giugno eon-
simili ornamenti femminili. L'autore del- sngraloa Giunone; e perciò abhiano ro- i

la Descrizione de' riti degli antichi ro~ mani creduto di dover avanzare o retro-
mani, osserva che le romane non erano cedere per trovarsi in un tempo più de-
solite portare anelli, tranne quello che da stinato al culto particolare delle divinità
donzelle era loro messo dallo sposo nel4.° che presiedevano al matrimonio. Inoltre
dito della mano sinistra, perchè si asse- evitavano il mesedi maggio come impie-
risce essere nel medesimo una vena che gato nelle più grandi ceremonie della re-
ha corrispondenza al cuore; lo dava lo ligione, perchè sacerdoti di Giunone in
i

sposo per reciprocarla d'alfetto, e come esso alletta vano tristezza , o finalmente
figura dell'unione de'loro cuori; né tali perchè l'oblazione pe'defunti che accade-
donzelle potevano usare altroché due a- va in questo mese, non era conveniente
nelli d'oro nel dito. Quelli che s'intromet- al genere di sagrifizio che gli Dei esige-

tevano nel trattare matrimoni e che ne i vano pel matrimonio. Evitavano ancora
perfezionavano il contratto, si chiamava- il coniugio nelle parentalia o feste de'de-
no Proxenetae et Auspices, perchè prin- funti, peressere giorni infausti, edera an-
cipiavano il trattato e felicemente lo con- cor proibito tutto il triduo, ne! quale si

ducevano a fine. Questi erano quelli qua- i celebravano leyès/eda'saeerdoti salii (dei
li concludevano lutto il contratto, e sta- quali a Sacerdozio), finché le armi e gli

bilivano la dote, i patti, le condizioni, e scudi eransi riposti nel tempio diMarte.II
nel giorno dello stabilimento i medesimi tempo più atto a celebrarsi le nozze, era
la mattina all'aurora osservavano gli au- quello che seguiva dopo gl'idi del mese.
guri, e aveano cura che lutto il convenu- di giugno, nel qual tempo ancora si stava
to si facesse rettamente e se ne formasse molto avvertito, che non succedesse ter-
istromenlOjil quale da loro si scriveva e remoto o tempesta o nebbia, perchè sta-
contrassegnava, ed allora uno di essi ad bilendosi il matrimonio in queste pertur-
alta voce leggeva quanto erasi stabilito, bazioni di cielo o di terra, si supponeva
e poscia da tutti gli astanti cou felici ac- poter seguire grandi infortuni e infelicità
clamazioni si applaudiva e augurava ai nel matrimonio. Tre giorni s'impiegava-
futuri sposi ogni possibile prosperità, ri- no dai romani nella celebrazione delle
petendo sovente la paiola felieiter, ch'era nozze. Neli.°lo sposo visitava la sposa in
di feliceaugurio. Se iuterveuivano donne casadelpadre,eilgiornonon s'intendeva
i4? spo S 1» ()

il naturale, ma il civile, che principia alla di coenzione l'uomo interroga va la donni,


mezzanotte. La sposa nella notte seguente se voleva esser madre di famiglia, e quel-
aiutava a dormire in casa del suocero, in la rispondeva, di voler essere. Similmen-
letto separato dallo sposo, ma pare che te la donna interrogava l'uomo, se vole-
poi lornassealla propria casa. All'alba poi vaesser a lei padre di famiglia, il quale
a
verso la i. o i." ora del secondo giorno, rispondeva sì. Da ciò seguiva, che la don-
lequaliore secondo Festo erano dedicate na andava in mano e sotto il potere del
agli sponsali, la sposa usciva di casa del marito, e diveniva compagna e partecipe
padre, e cpjesto propriamente si diceva de'beni suoi e sua erede; l'uomo però non
giorno delle nozze. 11 3.° giorno poi, die era sotto la podestà della donna, ma co-
si diceva poslridie nttpliarum, essendo- me comprato dava a quella porzione di
ché il marito era divenuto uomo, la spo- sua eredità. Tre assi (di cui a Moneta)
sa ritornava in casa ilei padre, dove si fa- recava seco la sposa portandosi alla casa
cevano pasti, conviti e banchetti chiama- del futuro marito: uno che teneva fra le
ti repolia, e dove ricevea i doni degli a- mani, a quel lo da va come per comprar-
lo

inici,e talvolta monete o medaglie su cui selo; cavava un altro dal suo borsacchi-
era coniato il ritratto della novella spo no, perchè allora pure le donzelle avea-
sa. Ne'primi secoli di Roma si poneva sul no il loro marsupio o borsetto, e getta-
cullo o sul capo degli sposi una specie di Viilosull'ara avanti i larioDei penati com-
giogo, a fiue d'indicar loro che il matri- pitali (de'quali a Mani); finalmente po-
monio era un vero e reale giogo; e per- neva il 3.° asse nel domestico larario pei*
che il contratto fosse
ciò alcuni prelesero comprare dellecosesagre,edegliDei pe-
appellato coniugio^e coniugi fossero det- nali della famiglia, pronunziando questa
ti gli sposi, perchèsotto un medesimo gio- solenne forinola: Ubi tu Cajus, ibi ego
go collegati. In 3 modi dagli antichi ro- Caja, come a dire se voi siete il padrone,
mani sicontrae vano matrimoni. Una ma- i iosono la padrona: non essendo permes-

niera, che non può assicurarsi se da Ro- so agli sposi usare il loro nome, prende-
molo introdotta, ovvero adottata secon- vanoquelli di Cajo e di Caja. Il 3.° modo
r
dol'usode'popoli indigeni del Lazio(f .), per cui stringevasi e si elfeltuava il ma-
iWccvnù per Confarrealioneni,\a quale col trimonio era per Usum capione, speri-
ministero del supremo pontefice e del sa- mentandosi per un anno a vicenda gli
cerdote di Giove, si eseguiva adoprando sposi il loro spirito, l'umore e le corpo-

certa forinola di parole alla presenza di rali qualità. Se una donna, coll'autorità

io testimoni e colPimmolazioue d'un sa- del padre o del tutore per un anno intero
grifizio, io cui entrava pane o focaccia l'or- conviveva col prescelto marito, intende-
inala di farro, e la vittima pure di farro vasi essa assoggettata alla podestà mari-
era aspersa, frumento che fu già nutri- tale, e il marito averne con l'uso acqui-

mento de' primitivi abitatori di Roma. stato il dominio Quiritario. Per questo
1/ altra maniera per contrarre le nozze fare Quirilum non era moglie, né madre
dicevasi pei Coemptionem, maniera co- di famiglia, ma solamente moglie per ra-
mune a quasi tutte le auliche nazioni, che gione uaturale e per la generazione dei
in principio come rito accessorio uni Tasi figli. Differiva dalla concubina (colei che
alla conlarreazione o coufarrazione, poi sia e giace con alcuu uomo non essendo-
s'incominciò ad usar sola e senza quella. gli congiunta per matrimonio), ma nel-
Consisteva essa iu una scambievole com- l'anno non dovea separarsi per tre notti
pra che lo sposo della sposa, e questa di dal marito, e così questo dalla moglie, al-
quello facevano per aes ci libravi con so- trimenti erano liberidi dividersi. Di que-
lenni determinate pai ole. In questo modo lle tre maniere di contrai le uozze , la
s p o s p o i
i
;

confarrenzione era la più solenne e reti- donna di somma bontà; e perciò il di lei

erosissima, e perciò si adoperava il farro nome a causa di biionnugurio,come rilc-

arroslito che spesso serviva ne'sagrifizi; vai, fusempredagli sposi adottato in tut-
colla disfarreazione poi si discioglieva il te le nozze; e nel tempio di Senio San*

niatriinonio. Non potevo essere eletto (la- cus le fu alzala una statua, comandali e
mine ossia sacerdote, eòi nato non fosse con fuso, per indicare the la sposa dovea
da genitori per confarrenzione in mairi- slare in casa e tutta abbandonala alle oc-

nionio congiunti, ed figli che nasceva- i cupazioni del suo sesso. Si cingeva la spo-
no da questo dicevansi Patrioti e Mairi- sa d'un cingolo detto anche cesto e cin-

rni. Altri chiamarono Patrioti e Malnoti tura virginale,fatta di lana di pecora, pei*-

i fanciulli che per mano conducevano la che siccome conglomerala e unita in fioc-
sposa all'abitazione dello sposo, come i ehi, cos'i la sposa dovea essere cinta e
paraninfi de'grcci, e sembra piùcredibi- unita allo sposo. Tale cinto era ristret-
le per quanto dirò. Le ceremonie della to col nodo erculeo in onore d'Ercole,
confarrazionesi attribuiscono aNuma co- che poi si scioglieva dallo sposo, perchè
nietanlealtre.L'abbigliamentodellaspo- quell'eroe fu felice nella proledi 70 figli,

saera magnifico, gli ornamenti misterio- Da questo cingolo Giunone, che era pri-
si, principiando dalla tesla,era come quel- mario nume tutelare de' matrimoni ,
fu

lo delle vergini Pestali (J".) per dimostra- detta Cinxia. Portava la nuova sposa una
re che la sposa era vergine, e con un'a- corona di fiori sagri e raccolti da sestes-
sta la quale fosse restata nel corpo del già- sa e di verbene sotto del \e\oJlanimcurn,
diatore ucciso, si accomodavano i capei- nel giorno delle nozze,ecol quale pel pu-
lì; e conforme l'asta era slata congiunta dorè si copriva, donde derivò il nome di

col corpo del gladiatore, così la sposa do- nozze, significando presso gli antichi ve-
vea essere congiunta con suo marito; ov- lare e coprire, nubere et obnubere. llvelo
vero ch'essendo le matrone (o donne ma- flammeo non dal colore di fiam-
fu detto
1 itale) sotto la tutela di Giunone Curi- ma, mentre era del colore di loto o giallo
te, così detta dall'asta che portava, che zalferano, ma dalle flamminiche, sacer-
in lingua sabina si dice Curi, oppure per dolesse mogli de'flamini, alle quali non
annunciarle una prole maschile, forte e essendolecitofardivorzio, di quello si ser-

affermano che capelli si


bellicosa. Altri i vivano continuamente, e perciò se ne *e-
acconciavano, per quanto dissi parlando lavano le spose per buon augurio onde
de'greci, divisi in 6 ciocche di treccie col stare col marito finché viveano. Si dice-
ferro del giavellotto, per insinuarle che hi- va pur flammeo per custodire il rossore,
sognava sprezzar ogni sorta di ornamen- acciò la pudicizia non restasse offesa da-
to fuorché quelli della virtù, ovvero per- gli sguardi, edacciònou fosse da altri pli-
che il «lodo da lei contratto non potevasi ma mirata, che dal suo marito. Né sola-

sciogliere se non colla forza delle anni, ed mente il velo era di color giallo, o come
eziandio per onorar Giunone a cui era il altri affermano paonazzo, colore proprio
giavellolloconsagrato.Ailrispiegano,per degli amanti, ma tutte l'altre vesti nuzia-

far comprendere alla sposa, che d'allora li,comprese le scarpe e alte in forma di
in poi era sub asta, cioè sotto l'impero coturno perchè comparisse più maesto-
del marito. Si vestiva la sposa con veste sa; però a'tempi di Plinio non più si u-

lunga, eguale a quella tessuta da Caia Ce- sa va il colore giallo, essendo succeduto d
cilia,che fauna felice tessitrice. Fu que- bianco, e la Porpora (/'.). L'ornato dei-
sta Tanaquilla moglie del re Tarquinia Io sposo consisteva nel tagliarsi i capelli,

PrÌSCO| o meglio moglie d'uu suo figlio, cioè i superflui, e pare che altrettanto fa-
induslriosissima nel lavorar la lana, e cessero i principali ministri delle nozze:
«44 s p o S P O
sicoronava come la sposa Hi fiori e vpi- nanzi alla sposa la conocchia colla lana,
bene, e insieme con esso tutta la famiglia il lino eche andavano ravvolgen-
il fuso,
per onore o adulazione si coronavano coi do alcune donne, in significato e per pre-
parenti e altri che intervenivano all'alle- sagio di quello che dovea far nella casa
grezza delle nozze. Ornata così la vero- del marito, non solo per deporre la ver-
ne sposa, dallo sposo si simulava di ra- ginità, ma per operare. Si portavano an-
grembo della madre, o in sua
pirla dal cora lutti gli utensili, l'equipaggio ed gio-
i

mancanza dal seno della più stretta con- ielli della sposa, e tuttociò ch'era per suo
giunta, e ciò perchè felicemente riuscì a uso, chiamandosi Camillo il fanciullo im-
Romolo di pigliar per foiza per se e suoi piegato in questo ministero. Il vaso nu-
dalle sabine le spose. Allora lo sposo le ziale o paniere di vimini che conteneva
toglieva il velo, ed essa riceveva i compli- tali cose fu detto cumero, dalle cu mere
menti sulleallrattive della persona, e an- vasi delgrano per uso del popolo. Face-
corché bruita sempre n'era celebrata la vano parte dell'accompagno suonatori di
bellezza. Dipoi anche alla buona cera dello flauti e di altri strumenti, e di quando in
sposo si facevano lodi. L'adulazione fu in quando il corteggio faceva acclamazioni,
uso in lutti i tempi, e la poesia nobilissima col canto di canzoni e ritornelli d' Imene
tuttora l'imita, decantando talora pregi e d'Imeneo. La marcia si fingeva prece-
inesistenti. S'introduce va quindi nella ca- duta dal dio Domiducus, come pregato
sa dello sposo, come abitazione del ma* d'esser propizioed'allontanare tutti i fu-
trimonio, uxorem ducere, quasi domavi nesti presagi che potessero sul cammino
ducere. Questo face vasi la sera o al lo spun- presentarsi: e perciò anche Giunone era
tare del giorno, e procuravano gli anti- invocata col nome di Domiduca. Prima
chi che ciò seguisse con gran frequenza di giungere nell'abitazione dello sposo, il

di popoloe gran pompa. Tre fanciulli ab- corteggio cogli sposi recavasi al tempio,
bigliati di bianche vesti ricamale di por- ove questi mentre si offriva il sacrifizio
pora, parenti d'ambo le parti e detti pio* giuravansi vicendevolmente fede. Si fa-
nubijConducevano la sposa, uno de'quali cevano sagrifizi a Giunone, alla dea Ver-
portava una face,delta dell'imeneo, di spi- ginensis, a Minerva, e poi ad altre deità
no bianco per discacciar le malie, altri di- che si volevano rendere favorevoli. Le
cono che le faci nuziali e geniali fossero porte della casa del marito si ornavano
di pino o di carpino odi nocchia Plu- : con festoui di Fiori e Fronde ( V.), e par-
tarco vuole che si usassero nelle nozze 5 ticolarmente ro.9c,lauro e mortella intrec-
cerei. La tace colla qualesi conduceva la ciati. Arrivata la sposa alla casa del ma-
sposa, prima eh' entrasse nella casa del rito, questi l'interrogava chi fossejed es-

marito si rapiva dagli amici e si affretta- sa rispondeva di essere Caj'a. Plutarco


vano a spegnei la,acciò dalla sposa non si dice, che gì' introduttori della sposa le
ponesse in quella notte in casa del mari- suggerivano di ripetere le ricordate pa-
to, o che questi la conservasse, per bru- role: Ubila Cajus,ego Caja } \\ sensodel-
ciarla nelsepolcro, avendosi per augurio le quali si slimava secondo altri che fos-
di morte se l'avesse spenta il marito. Gli se : Ove tu sei padrone e padre di fa-
altri due fanciulli conducevano per ma- miglia, io madre di famiglia.
padrona e
noia sposa, e coll'altro erano denomina» Le soglie erano ancora ornate
delle porte
ti putritili, matrimi e paraninfi. Antica- con làsciedi lana, e per allontanare Sor- i

mente la sposa portavasi in sedia solle- tilegi (/'.) dallo sposo ungevansi con o-
vata in alto,ma sembra che fosse piuttosto lioo grasso di porco e di lupo, prima del-
costume degli egiziani, e de'greci il por- l'ingresso della sposa, donde vuoisi deri-
tarle in cocchio o carro. Si portava in- valo il vocabolo l xor, quasi Luxor, a
,

S P O STO ,
i
S

Giunone si disse Unxùt, e DontiduCdc lo costume, perde la vita pei le


contro Si
1

Interditeci perchè accompagoasse le apo- battiture del marito, il quale era giudi*
se alla casa e stanza delio sposo, e proteg* ce ed esecutore di tal mancamento, e se
gesse il loro cammino] si disse pure Zygin alcuno s'accorgeva chela moglie bevesse
o Juga, dalla congiunzione del maschio vino, la ripudiava. Racconta Fabio Pit*
e della femmina. L'unzione facevasi per loie ne'suoi Annali, die una donna a-
evitar i mali, che si temevano da'super- vendo forzato un armadio per togliere al
Sliziosi romani. D'ambo gli sposi si toc- marito lachiavedella cantina, fu condau-
cava l'acqua e il fuoco, situato nell'in- nata dalla famiglia a morire di fame. Il
grei-so della casa,per simbolo di i'cih in- severoCatone stabilì che le propinque ba«
corruttibile e scambievole legame, fossero ciassero le donne, per indagare se ne a
vicendevolmente accoppiati,, perla natu- veano bevuto. Indi la sposa si copriva con
ra de'due elementi; coli acqua si lavava- pelle di lana, per attestareal marito che
no i piedi gli sposi. Dicesi pure che l'ac- sagrifìcava se stessa, o in memoria elicgli
qua e il fuoco esprimevano, che la sposa uomini vestirono di pelli. In vece leggo
dovea partecipare della sorte e oossessio- in altri scrittori, che la sposa si faceva se-
ni del marito; e che veniva aspersa con dere sul vello d'una pecora sagrificata
acqua lustrale, affinchè casta e pura eri* per avvertirla dell'obbligo di far le storte
trasse netta casa. Nell'entrare la sposa re- occorrenti per vestire il marito ed li- i

stava quasi immobile, in significato che gli.Seguiva poi la ceua nuziale, epulae
contro sua voglia s'introduceva in quel genfales, a cui erano ammessi tutti quel-
luogo, in cui dovea perdere la virginità; li che accompagnavano la sposa , nella
e perciò dalle amiche sollevavasi in alto, quale, tra le altre sugo
vivande, davasi il

tenendosi per cosa religiosa l'evitar il toc- di papavero mescolato col latte e miele,
co della soglia o Vimini, o perchè questi Era il papavero simbolo di fecondità, e
erano sagri a Vesta castissima dea, ed ai perciò Livia e le altre Auguste si vedo-
Dei Penati/) perchè sarebbe stato di cat* no nelle monete e ne'marmi portar spi-
ti vo presagio. Entrata la sposa neli." in* glie e papaveri. Come nelle nozze si ce-
gresso, le si consegnavano le chiavi del- uava in casa dello sposo, così sotto il no-
ia casa, per la custodia di tutte lecosedo- me di sponsali si dava poi da'pareuti di-
mestiche, e l'amministrazionedellafami- la sposa la cena allo sposo. Nelle feste Du-
glia: le chiavi poi si toglievano pel divor- ziali aveano luogo suoni e canti di gioia,
zio. Sembra che Festo male a proposito recita di versi poetici, a'quali veniva at-
pigliò la consegna delle chiavi, come un tribuita la virtù d'allontanare i Malefizi
simbolo di voto relativo alla facilità del (F-), non che facezie e motti piacevoli,
parto; meglio è il ritenere, che con tale S'invocava Talassio, come notai, con ac-
tradizione di chiavi si annunziava alla clamazioni dalla turba nell'ingresso dei-
sposa, che andava a caricarsi delle cure la sposa nella detta casa. Aveano pur luo-
di tutte le cose domestiche e della loro go nelle cene, le danze, il bere, i saluti
custodia. In morte, se la moglie riuun- vicendevoli. Lo sposo e alcuni de'suoi a-
zia va l'eredità del marito, si ponevano sul mici, chiamati Simpulones, dal vaso cui
sepolcro di questi, insieme ad una bor- davasi a bere, a simpulo o simpurio, an-
sa:costume che si mantenne in Francia davano passeggiando fra convitati dan- i

nel medio evo. Tra le chiavi si eccettua- do loro a bere, e salutando quelli che ve-
vano quelle del vino, il quale al dire di n'ivano con gratulazioni e invito alla ce*
Plinioera vietato alle donne perchè me- na. Tutto il giorno delle nozze si passa-
glio conservassero la castità coniugale, va in conviti, balli e allegrie, non che
Fauna sorella ili Fauno, pei aver beui- in sagrifizi, nou credendosi esser felice il

VOL. lxix. io
i jò S P O S P O
matrimonio de'romani, se non era cele ?.8S, 289 e altrove), perchè >i credeva
Inalo con tutte le solennità. Sagrilìca va- mediante que' versi di poter tenere lon-
no una scrofa, quasi che avendo invoca- tane le malìe, essendo talvolta immorali
to con cjuesto sagrifizio le loro deità, il e licenziosi. A questi fanciulli si buttava-
vincolo del niatrimoniodovesse essere ri- no dagli sposi delle noci, acciò riempis-
pieno d'ogni conlento e inviolabile. Uc- sero il luogo di strepito e di rumore, on-
cidevano una scrofa, non solo per essere de non si sentisse cosa alcuna delle cere*
più proclive di tutti gli altri animali alla morie delle nozze. Altri spiegano il get-
lascivia, roa ancora per augurare assai tito delle noci a' fanciulli, che il marito
fecondità alla sposa, come la scrofa die dovea rinunziare a tulte le cose giocose
al dir di Virgilio fu trovata sotto dell'el- e puerili, ed alle serie occupazioni del ma-
ee con 3o porcelli. Sagrilicavano ancora trimonio dedicarsi; credono altri che il

spesse volte a Giunone, ma specialmen- matrimonio si celebrasse coltogli auspica


te la nuova sposa a suo onore si cingeva di Giove, per essergli le noci consagrale,
col cingolo. Si riferisce pure, che quelli e perciò delle juglan de s quasi Joi'isglan-
che doveansi congiungere iu matrimonio la nuova sposa fosse matrona,
des, e che
face va no sagri fizi di notte ad alcune dei là, conforme Giunone regina degli Dei, mo-
le immagini delle quali si conservavano glie e sorella di Giove, che dicevasi Ma-
dentro della loro stanza. Le altreceremo- trona come prolettrice delle nubili in i-

nie delle nozze consistevano, che essendo s tato di di venir madri. Al mal limonio dei
arrivata l'ora di riposarsi, da'fancinlli pa- romani presiedevano 5 principali divini-
trimi e malrimi o paraninfi, e dalle don- tà, le due nominale, Vene re, la dolce Per-

ne pronube che istruivano la sposa, gli suasione e Diana. In onoredelle quali 5


uni e le altre già ricordale, si collocava primarie divinila, erano le 5 suddette faci
la sposa nel Letto (7\) tulio ornalo di nuziali. Erano particolarmente pure a-
rose, e detto geniale, genialis, quasi gè- dorale 3 altre divinila come Dei del ma-
nerantis, da\ generare i figli, o pure dal trimonio, cioè Pianino, Pilunno e Man-
genio tutelare ogenitale,in onore del qua- turna.La romana superstizione avea mol-
leera stabilito. Nel condursi la sposa nel- tiplicate le divinità a proporzione degl'in-
la stanza v'intervenivano donne d'illiba- cidenti del matrimonio, e di tulli mo- i

ta pudicizia, le quali non avessero avu- menti di quella ."giornata. La Dea T'ir- 1

to che un sol marito, ad effetto d'augu- ginensìs aiutava il marito a sciogliere il


rarle perpetuità nel matrimonio. Alcune cinto della sposa. Molte altre subalterne
vergini in questo tempo stavano alla por- divinila venivano chiamate alla celebra-
ta della stanza che aveano chiusa, can- zione del matrimonio. La sposa per recar-
tando degliepilalami, iquali eranodi due si dall'altare alla stanza nuziale, passava
sorti;uno era sol ito cantarsi la sera, quan- di mano in mano sotto gli auspicii d'un
do gli sposi andavano a Ietto, ad effetto infinito numero di divinità, alcune delle
di conciliarloro il sonno, e l'altro nell'au- quali erano iguardatesiccomequelleche
1

rora ad efletto di svegliarli. II canto del- mai l' abbandonavano, e s'incaricavano


l'epitalamio conteneva voli pe'piaceri,e degli uffìzi che il decoro non permette di
per la lunga durala d'un' unione della rivelare. Erano in movimento, al riferire
quale aveano preso cura gli uomini e gli di Plutarco, Venere, le Grazie, Mercu-
Dei. Da alcuni fanciulli, che frequente- rio e la Persuasione. Il giorno seguente
mente intervenivano in questa allegria, del le nozze in casa dello sposo nuovamen-
si cantavano versi giocosi detti feceunini te si faceva la cena che dicevasi repotia, e
dalla cillà di Fescennino dove furono in- si rinnovava dipoi al 1 ."parlo della sposa,
ventali (uè feci parola nel voi. XIII, p. ed al nascimento di nuova prole. In que-
- -

STO S P i
i

slo menile, secondo alcuni, gli amici e i suni ovvero usu capione, ovvero per an-
parenti davano doni nuziali alla sposa,
i nuo scambievole esperimento, se la don
che altri come notai anticipano, ae pure na non intendeva di passare in podestà
non si ripetevano, erano (juelli di altri; del marito, e che fosse in sua balìa di Do-
la sposa avendo acquistata la libertà ina- lerlo abbandonare, allora badava bene
li tale, nuovamente sagrificava in casa ilei per non soggiacere al di lui dominio qui

marito. Il divorzio poi, per legge stabili- i Ilario, d'interrompergli per usti/palio-

ta da Romolo, era permesso agli uomini ne. ni l'usucapione e il possesso, con assen-
solamente e non alle donne; e ciò si con- tarsiper 3 notti almeno dalla coniugale
cedeva, se la donna usava arte venefica coabitazione. I divorzi de'matrimoni fat-
verso figli, se avesse supposto altri figli
i ti per coenzione e per uso, siccome po-

per suoi, se avesse commesso adulterio, che formalità richiedevano nel contrai
e se avesse bevuto vino senza licenza del si, così pure sbrigativo era il loro scio-

marito. Nel divorzio il marito restituiva glimento a mezzo del divorzio. Non così
la dote, e si laceravano gl'istrumenti.La procedeva il divorzio di matrimonio ce-
forinola del divorzio era Iìes tuas libi : lebrato per confarreazione. Tra le altre

habeto... CoWgesarcinulas: exi vadefo- cose era necessario un altro solenne sa-
raa. Di ciò era segno quando 1'
uomo le- grifiziq, con cui positivamente da ambo
vava le chiavi delle cose domestiche alla i coniugi eseguivasi l'alto di scioglimen-
donna. Se poi si faceva il divorzio senza to del matrimonio. Plutarco si limila a
colpa della donua, era il marito obbliga- dire che nel sagrifizio disfarreatorio, te-
to di restituirle interamente la sua dote; tri e abbominevoli n'erano i riti, e questi
a
se era colpevole si riteneva la 6. parte contribuirono pure a tralasciare gli spon-
della dote per figliuolo sino alla metà del- sali per confarreazione. Dopo che per 5 e
la medesinia;maseil divorzio seguiva per pili secoli niunoosò nell'antica Roma far
adulterio, il marito riteneva la 3. a parie divorzio, ne die ili. "l'esempio S. Carvi
della dote, e tutti i donativi che le erano lioRuga.chenon per proprio impulso,ma
stali fatti nel tempo delle nozze, nel ca- mosso dall'autorità de' censori, ripudiò
so che non vi fossero figli. Rimarcai già, per sterilità la moglie, non senza scan-
che il matrimonio contralto colla confai' dalo della città, oude da tutti fu quindi
reazione, e creduto d'inviolabile unione, Carvilio riguardatocon ribrezzo. Le con-
tuttavia si discioglieva e rompeva colla quiste de' romani, le ricchezze, la comu-
difiai reazione.La celebrazione del matri- nicazione coll'eslere nazioni, ed ii lusso
monio perconfarreazioue,siccome porta- alterarono la loro virtuosa rigidezza pri-
va grandi spese, sebbene in principio fos- mitiva de'costumi; e colle scienze e arti
se comune a lutti i cittadini romani, in- de'greci penetrarono io Roma anco i lo-
cominciò poi andare in di-
a trasandarsi e ro vizi; tosto la corruzione divenuta ge-
suso, e sotto Tiberio si trovarono appe- nerale/ruppea guisa d'impetuoso torren-
na 3 soli candidati, nati da genitori con- te ogni argine alla stabilità de'matrimo-
farreati,per scegliere un nuovo flamine. ni, il furore de'divorzi divenne universa-
Contribuì ad abbandonare tal forma al- le,anche senza addurne il motivo. Le mo-
quanto incomoda, la sfrenata licenza del gli pure s'arrogarouo poi il diritto di far

divorzio. Il matrimonio contratto per divorzio,seozaritegnoalcuuodi verecon-


cocmplionenifi scambievole compra, scio- dia. Le passioni giunsero a tali estremi,
glievasip<?r remanti paùonemj quasi con che gli sposi si abbandonavano l'un l'al-

uuaspeciedi retrovendila, ladonna ch'e- tro, anche di scambievole accordo, non


ra entrala sotto la podestà dell'uomo, ne volendo o potendo più. stare insieme: al-
usciva. Nel matrimonio contratto per u- lora dicevasi il matrimonio cliremptum

148 SPO SPO


bona gralia; la donna riprendeva In sua quanto riguarda il loro matri-
cogliessi

dote, e i cloni già falli dallo sposo. Corno monio, grande atto che circondarono di
Paolo Emilio ripudiò la moglie, lo dissi tante solennità, e diversità di ceremonie
nel voi. LI I, p. oo;de'divorzi per poli-
i e funzioni, ed alcune loro pratiche furo-
tiche cause ne parlai a Roma e altri luo- no poi osservate e poche ancora ne re-
ghi. Guasco, Delle ornatrici, parlando
Il stauoosono adombrate, tranne le super
dell'ornamento donnesco del capo, dice suzioni, che solo sono proprie delle men-
che le vergini portavano ica pelli uniti in ti deboli. Lessi in qualche autore, che si

un solo volume, e che solamente le don- crede derivata dal gettito delle noci l'o-

ne maritate usavano di dividere i capelli dierna e antica distribuzione de'confet-


sulla fi onte, collo spillone o ago coma- ti,ma mi sembra debole spiegazione: a
torio, di cui fo parola a Sfbcchio, arne- Carnevale parlai demonietti che scam-
se simbolo di nozze. Dice pure che tali bievolmente si gettano. Una parte àc Ri'
spilloni crinali ocomatorii, le mogli resti- ti (F.) praticati dalla Chiesa sono deriva-
tuivano a'mariti, nel mandar loro il li- ti dagli ebrei, piuttosto che da' gentili:
bellodi ripudio ne'secolidi mezzo, secon- alcuni derivali da questi furono purgati
a
do la legge i. del codice Teodosiano, ece dalla Chiesa nelle superstizioni e santifi-
ne dà le forme a p. 5p. Giunse il divor- cati; tali sono quelli che negli sposalizi
zio a riguardarsi da taluni tra i romani hanno analogia agli antichi de'romani.
come affare di economica speculazione, Fra quelli che ne trattarono, solo qui ri-
ed il saggio e sapiente Cicerone ripudiò corderò, oltre altri che poi riporterò: L.
la sua Terenzia per contrarre altre noz- Becatelli, / riti nuziali degli antichi ro-
ze, e colla ricca dote della nuova Putrit- mani, Bologna 762. Cristiano U. Gru-
1

ila si liberò dal peso de'debiti che l'op- pen, De uxore romana, Hanovevaei 727.
primevano. L' impudenza poi di certe Monsignor Floriano Malvezzi Campeg-
donne, in progresso di tempo, non ebbe gi, De' ri ti iniziali degli antichi romani,

limiti e freno, e senza ragionevoli cause dissertazione, Bologna 1823. Buxtorfii,


cambiavano spesso mariti. Riferisce s. i Dissertalo de sponsalibus, et divortiis,
Girolamo aver conosciuto una donna ,
cui accessit Isaaci Aharhen ilis, diatriba,
che avea sposato 22 mariti. Le caute- Basileaei652. J. B. Casali, De anliauis
le e restrizioni delle romane Leggi (T ".), romanorum rilibus. Ilannekius, De cu-
non poterono raffrenare l'enorme abu- ra domestica romanorum. Alessandro A-
so che conturbava le famiglie e l'ordine \essandri t Genialiumdierum,Fraocofur-
sociale. Si può dire, che potentemente tii5<)4- Viviani, Funerali degli antichi
la molteplicità de' divorzi contribuì al- romanie greci, sulle nozze e trionfi, Ro-
la rovinosa decadenza morale de' roma- ma 1 G. H. Ayrer, De f tire connu-
80").

ni, ed influì grandemente nella decaden- bio rum apud romanos. Dornseiffen, De
za civile. A tali sconcerti gravissimi po- fui cjoeminarum apud romanos. Brisso-
se la religione cristiana, nata nel mas- nio, De nuptiarum, elfure. contiti-
ritti

simo sladio della romana possanza, io- biorum,s\\\ matrimonio di confarreazio-


commobile riparo per moti vi e con mez- ne;su quello per coenzionee peruso,Boe-
zi d'ordine soprannaturale, rendendo sa- zio, ad Top. Ciceronis lib. 2, p. 779,/"*
gro, e secondo la primordiale sua istitu- connubii, p. 783.
zione dichiarando indissolubile il vinco- Nella chiesa cattolica è tradizione apo-
Io coniugale. I romani in tutto grandi e stolica, che il matrimonio non si faccia
religiosi, ma eccessivamente superstizio- senza la presenza del sacerdote, come in-

si, ben meritavano per un complesso di segnanos. Paoloes. Ignazio d'Antiochia,


cose, che io in breve e di preferenza rac- secondo le leggi e riti ecclesiastici inse-
j

S P o SPO i4g
gnati dagli apostuli. Il a." aeWEpisl. ad mal oldailo, intende del sagrì fizio delta
Polycarpum,vaccoakanùò la santificazio- messa solito offrirsi in tale occasione, co-
ne del matrimonio cosi: m Se alcuno cela me si ha dagli antichi rituali, poiché gli

tanto di serbar la verginità iu onore del- stessi gentili furono solili nelle nozze l'ire

l'umanità di Gesù Cristo, non insuper- sagrifizi. Il costume di dare la ss. Euca-
bisca per questo, che s'egli dà luogo al- ristia a' contraenti dal sacerdote, l'inse-
l'orgoglio, è già perduto.... Ora gli uo- gna come rito de' primitivi cristiani Ter-
mini e le donne che si maritano convie- tulliano, come
denunziazione che li-
la

ne che tacciano questa unione a giudi- cevano sino da'primi tempi della Chiesa
zio del vescovo, aftinché il matrimonio sia iu questa, de'inalrimoni che doveano se-
secondo il Signore, e non ne sia il prin- guire tra'cristiani. Il medesimo Tertul-
cipio la cupidigia". Papa s. Evarislo del liano parla de'inatriraoni clandestini ri-

I 12 ordinò secondo la detta tradizione, provali e nulli in faccia alla Chiesa, sen-
che matrimoni tra 'cristiani fossero fatti
i za la presenza del sacerdote parrocchia-
pubblicamente, e colla benedizione del no. Gli stessi gentili riprovavano i ma-
sacerdote ed il consenso de'pareuti; de- ritaci clandestini, ed esigevano il con-
creto che rinoovòs. Solerò Papa del 175. senso de'genitori. Ne'primi tempi del cri-
Dice Tertulliano, ad uxorem lib. 2, che stianesimo non solo il matrimonio si fa-

in prima la Chiesa concilia il matrimo- ceva alla presenza del prete, ma del ve-
nio de'tedeli. il che fu mentre dal sacer- scovo, d'altri preti, de'diaconi e d'altre
dote pubblicamente prendendosi avanti persone, come afferma Tertulliano; ed in
il reciproco consenso de'coutraentijSi con- Roma talvolta soleva intervenirvi il Pa-
giungono le loro destre, e poi ne seguita pa, dicendo l'annalista Rinaldi di s. Si-
il santo bacio, ed appresso la velazione licioPapa del 385: Nos sane nuptiaruni
della sposa, e l'oblazione che gli sposi fa- vota non aspernanler accipìnius,quìbus
cevano cogli altri fedeli; cosi venendo da- velamine inlerfuimus. Scrive s. Clemen-
gli angeli partecipato a Dio, per la rac- te Alessandrino, che le donne cristiane
comandazione del sacerdote nella messa. usarono sino da'primi tempi anelli d'o-
Tali matrimoni ratificali dalla Chiesa e- ro,quali si solevauo dare per arre da^»li
i

rano considerati santi, altrimenti si te- sposi, come fra'genlili e gli ebrei. Da si-

nevano per contratti profuni,senza dubi- mile uso pare essere derivato, che quan-
tare però di loro validità come fatti se- do si fa lo sposalizio, lo sposo in luogo di
condo le leggi, ma solo non erano tenuti arra dà alla sposa l'anello. Aggiunge s.

come sagri. Alla congiunzione delle de- Clemente, che l'anello poi dato iu vece
stre alluse s. Gregorio Nazianzeno, De di caparra non si portava sempre dalla
velo virg. cri: Juvenilesque dexlras In- moglie in dito per ornamento, ma per si-
ter sejiuigo, aUjue uirascjue Dei mania gillare e marcare con esso ciò ch'era iu
significando colle ultime parole quel so- casa, appartenendo a lei la custodia del-
prapporre la stola alle destre unite, che le cose famigliari, e persino le arche dei
dal sacerdote si suol fare. Segue poi la cibi perchè non fossero rubati, del quale
benedizione, della quale dice il concilio costume parlai a Sigillo. Riferisce Ri-
di Cartagine: » Sponsus et sponsa cum naldi, che solendosi gli anelli impronta-
benedicendi sunt a sacerdote, a paren- re con diversi segni, l'aulico uso de'cri-
tibus suis, vel a paranymphis ofterantur: stiani fu di formare uell'auellosposalizio
qui cum benedictionenx acceperint, ea- il segno della fede, geroglifico di mutua
deui uocte prò reverentia ipsius beiiedi- dilezione e vicendevole concordia; signi-
clionis in virginitale peruiaueanl". Oltre ficando cioè le destre congiunte cosi fra i

a ciò aggiungendo Tertulliano: Confir- cristiani, come appresso a'giudei, roma-


i Jo S P O S P O
ni e altre nazioni quantunque pagane; es- don, Storia de sacramenti t. 3, Delma-
sendo cosa certa, che per antico nel por- tri/nonio, ragiona de'riti e delle ceremo-
gere della desìi a si soleva darla fede. Ne- nie praticate nell'oriente e nell'occiden-
gli al ri anelli che usavano gli antichi le-
t te nella celebrazione del matrimonio. Di
deli eravi scolpito il nome di Cristo con quellecheprecedevanoil matrimonio dei
queste due lettere ^-. Vi si scolpiva an- cristiani, e specialmente della pubblica-
chela croce,alcuna volta l'immagine dei zioue de'bandi, degli sponsali, delle la-
santi, e gli antiocheni portavano anelli vole matrimoniali, dell'arre, dell'anello;
con quella di s. Mele/io. Parlando s. Pao- di quelleche si praticavano nella celebra-
lo de'tre slati matrimoniale, verginale e zione del matrimonio. Dell'antichità di
vedovile, antepone due secondi al pri-
i alcune ceremonie,edi quelle in cui si rat-
ino. Era il velo segno di verginità, per comandava la continenza alle persone
insegnamento degli apostoli, onde molte maritate, perchè e sotto qual pena. Oltre
chiese greche e di altre nazioni presto a ciò tratta sulla natura del matrimonio,
usarono di velare le loro vergini. Gli an- e degli errori insorti su questa materia;
licllì cristiani usarono assai d'osservare delle seconde,terzeequarle nozze de' Ve-
nello stalo matrimoniale dicomuncon- dovi (F.); de' vantaggi di cai erano privi,
sentimento perpetua castità, come inse- come la benedizione nuziale, della peni*
gna in più luoghi Tertulliano, ed anche tenza che loro s'imponeva, e della varia-
oppresso s. Cipriano si dice. Il che, man- ta disciplina in oriente e occidente; del-
cando il consenso d'uno de'consoi ti, non l' indissolubilità de' matrimoni e abusi
si può laredairultro,secondo il dettato di corretti coltempo, restandone tra'greci;
s. Paolo, e come di mostra no s. Ignazio e s. de'suoi impedimenti in genere ed in ispe-
Agosti no. Dalle parole dell' A postolo:'-- No- cie,e del le dispense degl'i m pedi meri ma- ti

lite fraudare invicem, nisi forte ex con- triuioniali, le quali gli antichi si mostra-
sensu ad lempus, ut vacetis orationi," rono assai difficili Dell'accordarle. Mi li-

ebbe origine e perseverò nella Chiesa la ni iterò a dare un breve sunto sui prin-
consuetudine che i congiunti in mairi- cipali riti eceremonie dellosposaliziodei
monio si contenessero alcuni giorni, co- cristiani, indispensabile a questo ai fico-

mesi vede ne'ss. Cirillo, Calerli. 4, e Ago- lo. Sul principio del II secolo della Chie-
sl'mo,.terni. 244 de temp.jA quale dice fra sa i fedeli non si maritavano, che dopo
!ealtrequesteparo!e:> Qui uxorem suam averne informato il vescovo, il quale fa-
in profluiis positam agnoverit, nut in die cendo che si stringessero insieme le ma-
douiinico, aut qualibet alia solemnitate ni, impartiva loro la sua benedizione. Gli
se continere noluerit; qui tunc concepii uomini si portavano da'diaconi, le don-
fuerint, aut leprosi, aut epileptici, aut e- nedal!ediaconesse,per proporloro i pio-
liam forte demoniaci nascentur'.La con- pri matrimoni, e supplicarli d'informarne
tinenza coniugale, come la virginità, fu il vescovo e sapere se acconsentiva; que-
consigliata da s. Paolo; ma il falso zelo e sti mediatori de' matrimoni sono appel-

rigore di parecchi proibisse quegli erro- lati da Tertulliano, consiliarii nuplia-


11, eresie ed eretici, de'quali tratto a'io- rum. La Chiesa praticò così ne'primi se-
roarticoli, avversando matrimonio e il
il coli, per impedire gli sposalizi de'fedeli

celibato,altri pretendendolo vizioso ecou co* pagani, co'giudei e altri infedeli; e co-
eccessi, persino di
poligamia; e l'eresiar- me non vi erano impedimenti dirimenti,
caLbione pretendeva che si costringesse- stabiliti poi da'canoni,coxì non era d'uo-
10 tutti a prendere moglie,eziandio i fan- pò annunziare a'fedeli i futuri matrimo-
ciulli, e che ciascuno ne potesse pigliare ni de'già promessi; ma inseguito la Cliie-
quante in piacere gli fossero. !l p. Char- sa giudicò bene vietare a certe persoue
.

S P () SPO 1 7

il matrimonio, e ni stabilì nella chiesa la* come dichiarò Uri). ino Vili a istanza def-
inì.! il costume de'bandi o promulgasio» l'arcivescovo ili Colonia. Non vi è però
ni delle pubblicazioni, per iscoprirne gli paese ove abbia oo luogo con maggior ap-
impedimenti, di die abbastanza ho par- parato quanto presso ìgreci,do ve vengono
lato più sopra questo costume non fu
: accompagnali da molte orazioni esoleu-
inai in uso nella chiesa greca, e venne ri- Costumano greci di promettersi il
nilà. i

cevuto e osservato in diverse piovincie medesimo giorno diesi uiaritauo,eledue


d'Europa,finché poi da Innocenzo III fu cerernonie degli sponsali e dello sposali-
ordinato a tutto l'occidente,e megliosta- zio o matrimonio, si t\iuiìo in oriente nel
bilito dal concilio di Trento. La promes- medesimo tempo, l'una dopo l'altra. Gli
sa degli sponsali in uso presso de'popoli sponsali ne'primi secoli della Chiesa era-
avanti che ricevessero la fede,sempre nel no seguiti dal contratto di matrimonio,
cristianesimo fu conservata, laonde i fu- che s. Agostino chiama tavole matrimo'
turi sposi cristiani impegnavano recipro- niali. Esse contenevano le clausole e coli-
camente la loto fede, dando lo sposo l'a- dizioni, con cui i futuri sposi reciproca*
nelloalla sposa, annulli* pronubus. Si co- niente s'impegnavano, come pure quel-
Btumò pure di aggiungere il b;icio dello le colle quali i padri e le madri o i pa-
sposo alla sposa futura,edonodellescar il l'enti delle due parti acconsentivano a
pe; in questa maniera prendeva ili. in quest'impegno; e tutti coloro che vi as-

qualche guisa possesso della seconda, le- sistevano o aveano parte vi ponevano
vi

gandole per cosi dire piedi e mani,co'cal- i loro sigilli. Quindi il vescovo, come co-
kari e coll'anello. Le donne non usavano mun padre de'suoi fedeli, vi si sottoscri-
altri anelli, e non costumarono portarne ve va anch'egli, come attesta s. Agostino:
più di due. Il significato dell'anello, au- questo dottore si servì soventi volte di ciò
che fra'cristiani, ebbe ed ha quello de- cliesta va registrato nelle tavole matrimo-
scritto degli antichi. II medesimo anello niali, per richiamare! coniugiallorodove-
pralicasi nella chiesa greca. Fra gli antichi re,rammentando ad essi i contratti obbli-
franchi negli sponsali in vece dell'audio, ghi,eil fine che s'aveano proposto abbrac-
lo sposo dava alla futura sposa un soldo dando Io stato coniugale; perchè nelle ta-
e un denaro, secondo la legge Salica, co- vole matrimoniali, oltre le convenzioni
me vestigio dell'uso di diverse nazioni di spettanti agl'interessi domestici della fa-
comprar le mogli, e così praticarono di migiln,vis'inserivaancora ciò chespetta-
comprar le donne i germani, i sassoni, i va a'doveri delle persone maritate,eda'li •

borgognoni. Visonochiesenellequaliagli ni santi e puri ch'esse doveano proporsi


sponsali interviene il saceidote,e vi sono uelcongiungersi.Diceeprova inoltres.A-
ancora alcune chiese in cui gli sponsali si gustino, che se per certi riguardi i mariti
fanno senza la presenza del sacerdote; il hanno podestàsopraleloromogli,percer-
Riluale Romanunij nulla prescrive, ma ti altrisono loroeguali,echelor debbono

deveintendersi ne'luoghiovenonfd pub inviolabile fedeltà. In Francia si praticò


blicato il concilio di Trento. Imperocché quasi egualmente, nelle forinole usate dai
questo dichiarò nulli tutti que'malriiuo- futuri sposi nell'importante azione degli
ni che non si contraggono alla presenza sponsali, mettendosi in vista l'istituzione
del parroco o d'un altro sacerdote de li- del matrimonio, e talvolta il marito co-
centia ipsius parochi, vel ordinarli, e di slitui va una dote alla sposa quanto alla :

dueo tre testimoni. Quelli poi che si por- l." parte della forinola eccone un esem-
tasseroa celebrare il matrimonio ove non pio. "Essendo certo che la fecondità del
fu promulgato il concilio di Treuto, sen- genere umano viene dal Signore, il quale
za il parroco e i testimoni, non è valido ha detto, crescete e moltiplicatevi j e che
. Sa S P O S P O
la donna fu tratta dalla costa dell'uomo, greti. Nel Sagramentario del predeces-
e a lui fu data perchè l'imitasse ; e clic sore s.Gelasio del \i)-ì le pieci pegli spo-
I

di più, perchè noi sapessimo, che il ma- salizi fanno gran parie della messa, che
trimonio è buono e istituito da Dio, vol- si celebrava per rendere propizio Dio a
le il nostro Salvatore assistere alle nozze coloro che si maritavano. Laonde si pio-
di Caria in Galilea, e vi convertì l'ac<|iia va che nulla mancava ae'primi tempi al-
in vino; bo determinato io N. a imita- la pubblicità degli sposalizi. Il costume
zione de'miei maggiori,enel nomediDio, di celebrarli in faccia della Chiesa passò»

col consenso d'uomini illustri miei pa- in legge co>ì in oriente, come in occiden-
renti, egiusta leleggi,di contrarre un le- te, e in modo che si dichiararono nulli i

gittimo matrimonio conN. per aver suc- clandestini, e che non fossero accompa-
cessione, e di darle in dote i beni, ec." gnali dalla benedizione de'sacerdoti ode»
Leceremonie clie tuttora si praticano dai vescovi, come apparisce dalla leggepub-
cattolici nella celebrazione dello sposali- blicata dall'imperatore greco Leone VI
zio, sono la più parte antichissime; alcu- dell'886; il predecessore Basilio il Ma-
nefuronocambiate,eaItre abolitelo mul- cedone avea proibito di far le benedizio-
ti paesi del cristianesimo. Generalmente ni nuziali insegreto;e dipoi Alessio l Co-
può dirsi, come notai co'primitivi ss. Pa- mneno del 108 r estese la nullità de'ma-
dri, che in ogni tempo si credè da cristia- trimoni clandestini, anche agli sponsali.

ni didover santificare il loro ingresso nel Molli de'successi vi sovrani d'altre nazio-
matrimonio colle orazioni comuni della ni, per conservare la santità del matri-
Chiesa, e colla benedizione de'suoi mi- monio, estesero agli effetti civili la pena
nistri, secondo il pio costurnedi tradizio- di quelli che avessero trascurato celebrar-
ne apostolica. Il vescovo o il parroco in lo secondo le regole prescritte dall' uso
questa occasione non si contentavano di immemorabile della Chicsa,cioè senza ri-

dar semplicemente il loro consiglio intor- cevere la benedizione da'ministri de'sa-


no alla persona,con cui volevasi contrar- gramenli. Nulli dichiararono perciò) ma-
ie il matrimonio, ma pregavano ancora trimoni che non fossero siali contratti
pel suo felice riuscimcnlo, benedicevano pubblicameule,e colle preci prescritte dal
coloro che volevano entrare nello stato sagramentario o rituale, ciò che confer-
coniugale, e tutti i fedeli si univano col mò l'imperatore latino Lodovico I il Pio.
vescovo o parroco, per trarre sopra gli Qui ricorderò che dell' eccellenza della
sposi tutte le grazie di cui abbisognava- benedizione nuziale e de'riti nuziali dei
no, per ben adempiere doveri d'uno sta-
i cristiani, oltre i ricordati ad Anello pro-
to circondato da tante cure e imbarazzi, wuno, tra gli altri ne trattano: benedetto
e tanto per altro necessario alla Chiesa, XIV, De synodo dioecesano lib. 5, ci.
in cui dovea esso moltiplicare i figli. 1 Pa- De nupliis veterum ehrislia-
Ildebrando,
dri parlanodella benedizione nuziale, non KorKui.Biogamo, Origines ecclesìastìcae»
i ome semplice ceremonia, ma quale sor- Marlene, De antiquis ecclesiae ritibus.
gente di grazia, e le attribuiscono la vir- C. Tommasi, De validilaie conjugii pi e
tù di rendere indissolubile il matrimo- bcuedictionem sacerdoti?; depositi eon-
nio. 11 citalo s. Silicio nella sua decretale summati, LipsiaeiGSo. Tertulliano, De
a Imerio vescovo di Tarragona, ne parla pudicilia. Tori, De'riti nuziali degli an-
r
in questa guisa.»Egli è waSa crilegh{F .) tichi cristi ani ,Vemg\a
793. In appresso i

Ira' cristiani il violar con qualsiasi tras- furono da'principi decretate pene pecu-
gressione quella benedizione che riceve niarie e corporali contro i trasgressori
dal sacerdote colei elicsi marita". Papa delle dettele""!. La benedizione del sa cer-
co
s. Ormisda del 5 4 1
proibì i matrimoni se- dote, tanto inculcata, consisteva in ujolto
S P O S P O i53
preci divertissi me, clic il sacerdote recita- registrare ne'libri della chiesa, nella qua-
•va innanzi e nella messa nuziale, per ilo- le tutti entrati, si fermavano prostrati gli

mandar a Dio legrasie necessarie pei' ben sposi nel mezzo, finché il sacerdote reci-
adempiere le obbligazioni del lo sta toma* tava un salmo, indi s'introducevano uel
trimoniale a quelli che lo abbracciavano, coro dalla parte diritta, e stando la mu«
La benedizione nuziale però si dava agli glie a destra del mai ito. Quindi il sacer-
sposi che si maritavano la .' volta, non i dote celebrava la messa nuziale, durante
nelle seconde nozze, ed era accompagna- la quale gli sposi tenevanoeiascuno in ma-

ta dalle rammentate- ceremonie, in un al- no candele di cera accese, facevano In loro


1' oblazione, ed uscivano gli sposi dalla oblazione, dopo il Sanctus si prostrava*
chiesa cou corone sulle loro teste, che si no di nuovo per pregare, ed avanti del
solevano conservare nelle chiese. Ne'pri- Pax Domini (V '.) si mettevano sotto un
ini gli sponsali si facevano prima dello velo o pallium sostenuto ne'4 angoli da
sposalizio; poi si noi ad una medesima altrettanti uomini, e ricevevano così la
azione, sia dell'arra, sia dell'anello, sia benedizione nuziale, secondo quella con-
dello scrìtto contenente la dote della spo- tenuta nel rituale: Benediclio super spoii'
sa. Il p. Chardon riporta l'ordine come siim etsponsatnj infine dell' Agnus Deì y
tuttociù si faceva, ricavandolo da docu- alzatisi i coniugi, lo sposo riceveva la Pa-
menti diFrancia. Nella celebrazione degli ce(/'.)dal sacerdote, ed dava alla egli la

sposalizi il sacerdote si portava avanti la sposa, e pare coiVaalicoBacio degli spot"


porla o nell'ingressodella chiesa incotta sali (^.), e non ad altri; bensì un chic-
e stola con V Acqua benedetta (della qua. rico prendendola dallo stesso sacerdote
le riparlai a Settimana santa), con cui la portava agli assistenti col santo bacio,
aspersi i futuri sposi, s'informava s'erano Dopo lamessa si benediceva del pane e
parenti, ne riportava il reciproco consen- vino in un vaso, e gli sposi lo assaggia va-
so, gli ammaestrava nella maniera di vi- no nel nome del Signore, e seguiva altra
vere, da tenersi nello stato che abbrac- breve benedizione. Osserva il p.Chardon,
ciavauo. indi il sacerdote diceva a'geni- che tuttociù che si faceva alla porta della
tori o parenti che diano la loro figlia o chiesa, debba tenersi per semplici sport-
congiunta allo sposo, ed a questi che dia sali ecclesiastici, laddove la benedizione
alla sposa la dote. Fallane Scrittura, que- nuziale del la messa è propriamente la Le-
sta leggevasi alla presenza di tutti gli as- Dedizione del matrimonio, non essendo
sistenti; soggiungendo il sacerdote a'gc, il restante che pure ceremonie. Aveano
nitori o pareuti che facessero sposare la luogo limoline a'poveri. La nolte, dopo
loro figlia o parente allo sposo, il quale che due sposi erano andati a letto, il sa-
i

la riceveva in lède da Dio per conservar- cerdote entrava a benedire la camera ed


la tutto ri tempo di sua vita, nella ma- i coniugi stessi, con brevi versetti, desi-

lattia e nella sanità, tenendola per mano derando loro ogni sorta di spirituale e
finché il sacerdote recita va una breve pre« temporale vantaggio. Della benedizione
ghiera. Seguiva la benedizione dell' a- delle case rial Sabato santo, parlai a Pa-
nello nel nome della ss. Trinila, che lo squa, e nel Rituale Romanum vi sono:
sposo prendeva, e dopo averlo presentato Benediclio doinorum in Sabbaio sancto
col sacerdote a 3 dita della mano dritta Paschac: Benediclio doniorum alio lem-
della sposa, loponeva nell'anulare, e la porc facicnda: Benediclio loci: Benedi'
regalava d'alcune monete d'oro o d'ar- elio domiti novae: Benedictio thalarni;
genio, secondo le sue facoltà e coudizio- De sacramento malrimonii : Rilus cele"
ne. ludi il sacerdote con alcune orazioni brandì malrimonii sacramentimi. Onin-
dava la benedizione agli sposi e la faceva di il p. Chardon passa a parlare dell'au*
1 5 i
S P O S P O
tubila d'alcune ceremonie degli sposalizi questo coronamento anche s. Gio. Criso-
cristiani, e di queste pure darò un'indi- stoino, e lo dice introdotto per far cono*
ca?ione,potendosi in esso leggerne le prò- scere la purità e innocenza di vita, che
ve. Una di esse era, che lo sposo pren- le spose recano nel matrimonio, e la vit-

deva per mano quella colla quale voleva toria che hanno riportata delle loro pas-
contrarre il matrimonio, ed in alcune prò- sioni. Il medesimo si praticava un tempo

viarie il sacerdote faceva mettere la ma" in occidente, come si ha da s. Gregorio


no destra dello sposo su quella della spo- di Tours, dalla risposta di s. Nicolò I ai
sa, in segno di sua superioritàe della som- bulgari, e dalla vita di s. Amatore, in
missione della donna. In Moscovia, dopo cui si fa menzione di una corona in for-
che Io sposo asea dato l'anello alla sposa, ma di torre, che la sua sposa portava al-
(jnesla si gettava a'suoi ginocchi egli ha- la ceremonia di sue nozze. Tale cereino-
ciava i piedi (a Scarpa e altrove feci pa- nia non durò lungo tempo, almeno in
loia dell'uso di baciare i piedi tra le na- Francia, non facendone ricordo gli anti-
zioni, come a Genuflessione del porsi in chi rituali, ed in pochi più moderni solo
1' ubbidienza si parla di qualche paese ove le spesesi
ginocchio) per attestargli
ch'ella gli prometteva; e lo sposo per di- mettono in testa un cappello di fiori. La
mostrare alla sposa ch'egli sarebbe suo ceremonia della corona fu tanto stabilita
prolettore e marito fedele, la ricopriva tra* greci, che gli scrittori col vocabolo

col suo mantello. Il dottore s. Ambrogio corona chiamarono la benedizione nuzia-


parla del velo o pallio, chestemlevasisulla le, ed canoni che proibivano le seconde
i

testa degli sposi, la quale ceremonia in- nozze, dicono semplicemente: il bigamo
segnava loro che il pudore dovea essere non si coroni, e nessuno clandestinamen-
la regola di loro condotta. Egli lo appella tesi mariti. Anche gli orientali indebiti,
Jlammeutn impilale, non per altro cer- nestorinni e giacobiti chiamano corona-
tamenle se non perchè egli era del color zione la benedizione nuziale. Anche og-
di porpora,per meglio denotare tale virtù gidì,dice il p. Chanlon, esiste il costume
sì propria de'coniugati, la quale ne for- che il sacerdote solennemente la co-
levi

ma il principale ornamento; e dice essere rona nuziale capo a 8 gior-


agli sposi, in

d' uopo che il matrimonio fisse santifi- ni, e ne\\' Eucologio de'greci vi è anche

calo dal velo, e dalla benedizione sacer- una particolare orazione per questo. La
dotale. Sulla spiegazione che il p. Char- benedizione nuziale fra 1' azione del sa-
don fa de\jla/iwienr/i, con viene tener ore- grifizio, che il sacerdote a questo fine in-
sente quanto giàdi esso ho detto di quello tei rompeva, è antichissima, facendone

delleromane antiche.La benedizione nu« menzione il più volte citato Tertulliano,


ziale si faceva mentre gli sposi erano co- e più antichi rituali ed il sagramenta-
i

pei lidi questo velo, ma bigami che non i rio di s. Gelasio I. L'oblazione che vi fa-

la ricevevano, non vi erano ammessi: si cesano gli sposi prova che altresì si co-
h-gge in un mss. di s. Vittore, che quello inimicavano, essendo la Comunione (fr-)
cui si maritava in seconde nozze, non [ire- ne'primi tempi e dopo inseparabile dalla
bcutava nello sposaliziola mano nuda, ma benedizione nuziale. E' molto probabile
cuperta. La ceremonia della coronazione che il celebrar le nozze uell'oblazionedel
degli sposi nelle prime nozze, sembra che s. un tempo fos<e comune a tilt-
sagri fìzio,
fosse stata sempre in uso nell'oriente, ove te le chiese, mentre molte d'oriente Io

ancorasi pratica: si pone la corona in capo conservano ancora, e parimenti la latina,


«tgli sposi dal sacerdote, essendo d'ordina- Dal costume poi di comunicare alla mes-
i io composta d'un ramo d'olivo intreccia' sa nuziale, venne probabilmente l'antica
tu di nastri bianchi e porporini. Parla di disciplina di serbare continenza ppr al-
SPO SPO ,77
cuni giorni, ad esempio di Tobia, come landovisi una specie di letto. Il dotto Re-
notano alcuni canoni. Moltissimo tempo naudot, Liturgiarum orientalium colle-
durò, ond'ebbe origine il grande a-
cllct elio, racconta le particolarità de'moder
buso,col quale in alcuni luoghi gli eccle- ni riti de'cristiani orientali, e Iu seguito
siastici, sotto pretesto di mantenere la di- dal p. Chardon. I riti e le preghiere che
sciplina, esigevano de'diritti per dispen- compongono coronamento o
l'uffizio del

sarne, onde abolì l'abuso Stefano Pon- celebrazione dello sposalizio, provano che
cber vescovo di Parigi del i5i4> spinto i greci considerano sagramento il matri-

dalla proibizione fattane dal parlamento monio. Non solo esso, ina anche gli spon-
e da'reclami degli abitanti d' Abbeville. sali si celebrano in chiesa, stando i con-
Negli eucologi de'greci, i quali d'ordina- traenti alla porta del santuario. Si pre-
rio gli sposalizi di sera, non si fa
fanno sentano essi al sacerdote e si pongono sul-
paiola di comunione e di liturgia ne'ma- l'altare c\i\c anelli uno d'oro,l'altro d'ar-
1 itaggi; però nel p. Goar si vede che anco gento; si dà ad ambedue una candela ac-
Ira'greci davasi un tempo la comunione cesa, poi si fanno entrare in chiesa; il sa-
a quelli che ricevevano la benedizione nu- cerdote i\\ sopra di loro 3 volte il segno
ziale, anzi comunicavano co' Pre santi-
si della croce, e nelle molte orazioni che si
r
ficali Questo costume esisteva an-
{f -). dicono, gli assistenti rispondonoTTy/'je e-
che a'tempi di Simeone di Tessalonica, leison: gli ultimi di questi sono pe'pro-
riportandolo egli come una parte della messi sposi , alfine di domandare a Dio
ceremonia. I presantificati erano in un che li conservi, doni loro de'figli, la ca-
calice, e sene metteva, come neh' ufli- rità perfetta, la pace e la concordia, e fi-

zio ordinario de' presantificati, una par- nalmente che conceda loro un matrimo-
ticola iu un altro calice, ov'eravi del vi- nio onorato, ed un talamo incontamina-
no ordinario che alcuni credevano santi- to. Il sacerdote recita sopra di essi alcu-
ficato, o anche tramutato per tal mistu- ne orazioni per domandar a Dio, ch'egli
ra. Si dava a'comunicanti una particola benedica in ogni maniera il matrimonio,
consagrata, e il sacerdote versava appres- che sono vicini a contrarre, perciò dà fa-
so del vino ordinario in un vaso di vetro nello d'oro al promesso, e alla promessa
e benedicevalo con orazione particolare, quello d'argento, dicendo: Questo servo
dopo di che lo sposo e la sposa ne assag- di Dio sposa questa serva di Dio nel no-
giavano un poco e senza indugio rompe- tile del Padre, e del Figliuolo, e del San-
vasi il vaso. In progresso di tempo, per to Spirilo. Altrettanto dice alla promes-
evitar l'inconveniente di far comunicare sa, dopo di che recita su d'entrambi una
i novelli maritati in un giorno di tanto benedizione. L'uffizio del coronamento,
tlissipamento, si venne tra'latini, almeno in che consiste propriamente lo sposali-

francesi, inglesi e altri, a benedirsi delPa- zio, si fa in questa maniera. Quelli che
7/eedel ^/«o(^'.),chesi faceva loro man- vogliono maritarsi entrano in chiesa con
giare e bere nel farsi la ceremonia, come candele accese in mano, precedendoli il

trovasi prescritto nel pontificale di Lira sacerdote coll'7/*ce/?.5o ( V.\. si canta il sal-
del secolo XII, ed in un rituale di Salis- mo Beali omnes, qui limeiit Dominimi,
bury, osservandosi ancora in alcune pro- rispondendoli popolo a ciascun versetto:
vincie di Francia nel secolo XVII. I ri- Gloria a voio Signore, terminando il sa-
tuali di Salisbury e di York antichissi- cerdote con l'ordinario Gloria Patri. Poi
mi, dicono che si benediva anche la ca- comincia il diacono a intimare le ordi-
mera nuziale e il letto degli sposi, con in- narie preci per la pace e per la tranquil-
censoeacqua benedetta. Presso gli abis- lila della Chiesa, e in fine pe'maritali e
sini simile benedizione ai fa iu chiesa, por- loro conservazione, atliuchè Dio benedica
i 56 S PO s p Q
il matrimonio come le nozze di Ca-
loro mo; gli inette in dito l'anello, e poi si va
..a, conceda loro la temperanza,
una fi- al luogoovedeve farsi la
coronazione Ap-
ghuolanza fehceeuna vita irreprensibile, presso si conduce lo sposo nel sito in cui
1- unta a comune oraz.one,J sacerdotene sono le donne, si presenta alla sposa che
dice altra ad alta voce, con cu,
domanda siede al suo posto, alla quale mette egli
a Dio benedizione su quel mainino-
la
nella mano destra l'anello, al qualeèu-
ilio indi parla delle benedizioni sparse ruta la corona, ricevuti l'uno e
l'altra dal
da Dio su AbramoeSarn.Isnccoeltebec-
sacerdote. La sposa Stendendo la mano
ca, Giacobbe, ec La 2 orazione eh' e. . per ricever l'anello e la corona,
mostra
S'« recita riguarda particolarmente lebc. d. dare il suo consenso e di ricevere
per
nedizion. spiritoali; questa i seguila da suo marito quello che glieli presenta.
una 3 La
eh è la principale, nella quale il comare della sposa la conduce fuori e la
sacerdote dice tra le altre cose Uniteli : pone a destra dello sposo. Indi si stende
^ycrfettaconcordia^coronaleliaffla. sulla loro lesta un velo bianco per si-ni-
che sieno una sola carne. Donate loro il ficare ch'essi sono uniti d'unione
casta,
frullo del matrimonio, e fat< che sieno
puraesantajsi cantano responsorii,si leg'
filicine figli. In fine prendendo il sacer- gè di nuovo Vangelo; dopod. che il sa-
dote le corone, una ne mette in testa allo
cerdote pronunzia benedizione sull'i».
la
sposo dicendo: N. servo di Dio sposa N. no e sull'altro, facendo sopra di essi il se-
ser,adiD,o nelnome del Padre ec. Le
gnodellacroee tutte le volteche pronuu-
ceremome che praticano gli orientali so- zia loro nomi. Poi benedice folio con
i

no mollo somiglianti a quelle de'greci. I cui fa sopra di loro un'unzione,


beiiedi-
coitiseguono ,1 rituale del patriarca d'A- ce le corone, recita un'orazione,e le pone
lessandnaGabi ,el,che le preseli te di que- loro in testa dicendo: // Padre li coroni
sta maniera. Dopo .1 mattutino e 1'
ora- d'onore e di gloria, il Figlio benedica
Clone deh auro; a, esce lo sposo di sua ca- il Santo Spirilo coroni, discenda e coni
sa, accompagnato da'parenti eamici. Al- pisca. Si risponde è degno, e si comincia
cum sacerdoti e diaconi lo ricevono alla la liturgia. Il rituale non fa parola di co-
Porta della chiesa con candele e campa-
inunione,madevesotl'iutender s i,parlan-
nelli. cantano alcuni responsorii, e al-
ita
dune espressamente gli autori, e diversi
ogatosposo nel luogo ove deve farsi
lo
trattati o uffizi avvertono ch'ella
non si
Jaceremonia,s.vaar,ceverelasposa,che dà a'bigami. Le Drun descrisse lecere-
s. conduce ove s. collocano
le donne. 11 monie degli sposalizi moscoviti perquel-
sacerdote e .1 ducono si vestono de'Ioro lo da lui veduto nel i o3, facendo
7 l'uffi-
abitijsipone intanto sull'altare dalla par- zio di maresciallo lo czar Pietro I. Il
ma-
tedell evangelo una veste nuova,uua
eia- tri monio segui dopo mezzodì con ma"ni-
tura, un anello, una croce e dell'incenso,
ficenza, in una piccola cappella del°pa-
M recitano i salmi penitenziali, alcuni
re- Iazzo,ove arrivato lo sposo si fece chiama-
sponsoni Kyrie eleison, il .almo 3i,
i
re la sposa, efu ricevuta da duesignori
quindi si legge l'epistola e l'evangelo in
che do Teano servirle da padri, i quali per
coiio,epo> m arabocolle ceremome della la mano la condussero alla cappella
e la
liturgia
li simbolo
1 orazione generale perla pace,
e la preghiera di rendimento
posero a lato dello sposo: essa abbi- ^
gliata sontuosamente con piccola corona
di grazie e I assoluzione. compare scuo-
Il di diamanti. Il sacerdote cou libro in ma-
pie gli abiti destinali per lo sposo, che il no pose l'anello in dito alla sposa, e prese
sacerdote benedice, e glieli fa vestire, li duecorone d'oro brunito le die a baciare
cinge della cintura che da molti secoli
è agli sposi e le
pose loro in testa. Il sacer-
iu Egitto esteriore di i .sa dei ciistianesi-
1
dote tornò a leggere, e gli sposi fecero 3
SPO SPO i.$7

volte il giro dclln cappella; il sacerdote birono gli iposaliti notturni, addassero
presentò un hiccliìei-e di vino rosso allo per motivo malefizi. Ne' capitolari dei
i

sposo e poi alla sposa, che dopo assaggia- re franchi si prescrivono i matrimoni in

Lo czar ordinò al sa-


to lo restituirono. pubblico, perchè da'clandestini nasceva-
eerdote d'accorciar la funzione, onde di è do d'ordinario de' cicchi, 7oppi, gobbi,
gli sposi la benedizione nuziale. Lo czar cisposi, e con altre deformità. Sebbene i

online) allo sposo di baciar la sposa, che matrimoni si celebrassero in chiesa alla
inostrandodifficoltà,poi ubbidì. Seguì poi presenza del popolo, s'incominciò a di-
il convito, lo sposo sedè tra gli uomini, spensare i principi di ricevere la benedi'
In sposa tra le donne. Le teste durarono zione nuziale nellecnppellcde'loropalaz-
3 giorni con balli e ogni sorta d'allegria, zi; la Chiesa ha ordinato che gli sposalizi

Il p. Chardon indi passa a dire del tem- si tacciano pubblicamente innanzi all'ai*

pò e del luogo in cui si celebravano gli tare.LeMaire vescovo d'Angers,e un con-


sposalizi, e della continenza che si racco- cibo di Sens minacciarono la scomunica
mandava. In certi luoghi
o i matrimoni non a chi noi facesse. Rallentando la Chiesa
erano proibiti che in quaresima, o dalla i suoi rigori, dipoi concesse dispensa a
a
quinquagesima sino all'8. di Pasqua; in mezzo degli ordinari, onde potersi fare
altri si comprendeva anche il tempo che nellecappelleprivate da'eurati, e col con-
precede il Natale sin dopo l'Epifania, e 3 senso di questi da altri alla loro presenza
settimane innanzi la festa di S. Gio. Bat- e de testimoni. Questa indulgenza si pra-
tista, e prescritto dal concilio di Lerida; tica anco dal cardinal vicario in Roma,
peraltro Martin di Braga e s. Nicolò 1 non non meno co'nobili, che con le persone di
parlarono che della quaresima. Crebbe civile condizione che abbiano l'oratorio

peròcol tempo il rigore, ed il concilio di privato eapprovato nelleloro abitazioni,


Nimes nel 1284 prescrisse il decretato da con potervisi celebrare la messa. Alcuni
quello di Lerida, tranne le 3 settimane a- vescovi sono rigorosi su questo punto, ai-
vanti s. Gio. Battista, vietando invece il tri esigono, che dopo lo sposalizio in casa

maritarsi da'3 giorni che precedono l'A- gli sposi debbansi portare in chiesa a ri-

scensione,come destinati Rotazioni alie ceverela benedizione, senza che il parrò-


a
(/ .), sino alla domenica dopo la Pen-
1 . co esiga da loro un nuovo consenso. po- I

tecoste. Il concilio di Sens del 485 si li- i stri maggiori non permettevano gli spo-

niformòa quello di N m es. Essendo la do- i salizi indifferentemente in ogni tempo,rac-


menica destinata alla preghiera, un si- comandando caldamente a'mai iti l'aste-

nudo d' Aquisgiana proibì in tal giorno nersene tempi e contin-


in certi giorni ,

i maritaggi per riverenza alla solennità; genze; esigendosi continenza nel giorno
prima del quale s. Gregorio III del j'ò 1 della benedizione nuziale, per quanto ri-
avea prescritto che i maritati di domeni- portai; ed Eraldo di Tours l'estese an-
ca domandassero perdono a Dio, e faces- che o 3 giorni, come pure ri-
a' primi 2 i

sero penitenza per uno o tic giorni. Più cordali capitolari, pel bisogno die avea-
rigidoEgberto arcivescovo York con-di no maritati d'attendere all' orazione ,
i

dannò a 7 giorni di penitenza chi si ma- per trarre le grazie e le benedizioni divine
rilava in domenica, 3 a chi lo facesse nel- sul loro matrimonio e sui figli nascituri,
a
le ferie /[." e 6. , e un anno se in quare- Quest'uso sì lodevole, raccomandalo dal-
sima. Riguardo all'ora degli sposalizi, lo la chiesa Ialina, si pratici) pure nella gre-
spirito della Chiesa è sempre sialo che si ca e con pene se si trasgrediva neh. gior-
celebrino la mattina innanzi il desinare, no delle nozze. I giorni di fasta, le domeni-
digìuni sacerdote e sposi, come statuirò- che, i sabbati erano ancora presso i greci

nomolti concili!. Alcuni di quelli che proi- e pe'raaritali giorni di continenza coniu-
i58 SPO S P O
gale,edi vescovi raccomandarono la san- manevano mera vigliati, e convcrtiti gl'i*
ta pratica a quelli che doveauo comuni- untavano. I ss. Padri sempre insinuaro-
cai si, per ricevere la ss. Eucaristia con più no tra i coniugi il reciproco amore e la
purità e riverenza, ed alcuni inculcarono fedeltà, il compatirsi scambievolmente i

di osservare l'astinenza 3 giorni avanti la propri difetti, alle mogli L'ubbidienza e


comunione, ed uno dopo di essa ; disci- la soggezione, a'marili la temperanza e
plina clie era generalmente in vigore nel la moderazione. Il Buonarroti, nelle Os-
secolo XII. Ke'lempi poi di digiuno era seriazioni sui vasi antichi di vetro , col-
doveroso, secondo lo spirito de'Padri e le la nota sua molta erudizione discorre del
prescrizioni d'alcuni vescovi; parecchi di matrimonio e suo significalo, e del rito
queslibramavanochesiesercilasselacon- della congiunzione delle mani, e che la
tinenza per tutta quaresima e nella
la donna slava alla destra; della scritta per
settimana di Pasqua, e chi contravveniva ladote e per l'assicurazione; del \t\nfla-
soggiaceva a penitenze, come si rileva dal menni ojlamineum de'gentili, e di quel-
penitenziale di l'eda, e dagli scrittori ec- lo introdotto da'eristiani, ma non tanto
clesiastici. Altri l'estendevano alle vigi- presto, volendo la Chiesa, come qualche
lie delle feste ed all'Avvento, come tem- altro rito pagano che introdusse o tolle-
pi di digiuno: s. Luigi IX rigorosamente rò nelle ceremonie nuziali , ripurgai lo
e col consenso della regina, ne fu osser- dalle superstizioni e errori della gentili-
valore. tà, purificando i costumi colle sagre be-
li p. Mamachi, De' costumi de' primi- nedizioni quando r.on potè impedirne la

tivi cristiani^ dichiara qual fosse l'amo- radicata usanza, e sempre coll'ordinai ia
rede'marili verso le mogli ne'primi tem- e mirabile sua prudenza. Parla ancora
pi del cristianesimo e i loro doveri, e si- delle corone nuziali usate nelle uozze de-
milmcnle delle mogli verso i mariti e io- gli antichi ebrei, da'gentili, da'eristiani
io obblighi. Grande era il reciproco af- eauche moderuamenteiudiversi luoghi;
fetto e dilezione de' consorti; e siccome non che da'greci e sorreggendosi dal pa-
il amore era casto e puro, così so-
loro raninfo, e da'moscoviti parimenti. Che i

vente si chiamavano fratello e sorella. Il cristiani non contraevano matrimoniocoi


marito esortava la moglie nel primo prò- gentili, e non amavano di sposare vedo-
ponimenlo. Godevanoprofonda pace, tra re. Che sebbene fu uso antichissimo di

loro regnava la concordia, sopendo i loro mandar le spose ornate di vesti prezio-
doveri; viveano virtuosi e senza colpe, le se, ne'cristiani diversi ss. Padri lo disap-
mogli ubbidienti e modeste, attendevano provarono, specialmente s. Paolino. Che
con diligenza al governo della casa. Le direbbero se vedessero le nostre zitelle,
lettere di s. Paolo, quelle de'ss. Padri dei anche di condizione inferiore, senza qua-
primi secoli sono piene di elogi edi esor- si ormai distinzioni, incedere con fiori e
tazioni per tali consorti, raccomandando penne, con abiti di seta, di velluto e al-
che il matrimonio non si celebrasse né tridrappi costosi, ornate d'oro e di gem-
perla bellezza della donna, né per la rie- me, e ricolme d'altri abbigliamenti pom-
chezza dell'uomo, ma per la virtù: era- posi, in tempi più saggi solo propri del-
no temperanti, mansueti,giusti e pii, prò- le maritate, con dolore e disapprovazio-
curando la loro santificazione, e quella ne de'savi, che gemono in vedere il lar-
delligli coll'esempio, colla vigilanza, colla lo divoratore dell'intemperante lusso, e
educazionenelsanto timorediDio.Inque- l'eccessiva varietà pregiudizievole delle
sta guisa viveano la maggior parte dei mode? Molti uomini prudenti perciò si a-
cristiani ne'primi secoli della Chiesa, con stengono dal coniugarsi, riflettendo al di-

edificazione ancora de'gentili, che ne ri- spendio cui si esporrebbero. Poiché se da


SPO SPO ih)
zitelle procedono cos'i le donne, cosa altro la mano della sposaenel ditonnnlare l'a-

mai potrà loro farti ila maritate e come nello. In un islromento vi è la conimi-
riuscii
1
loro gradite? Lodo quelle noliili natoria penale di 9.000 ducali, se non si

che si distinguono per l'aurea semplici- celebrava fra 8 giorni il matrimonio. Una
là come vestono, che acci esce loro dico- dote deli 5i 1 fu di aooo ducati e 5oo di
io, e dà lezioni alle vane, sebbene senza acconcio; in altra del 53G di 700 duca-
1 1

successo, che si adornano in modo non ti e 3oo d'acconcio; in altra del 1^77 di
conveniente, ed eccedente al loro stalo, 5ooo ducati, oltre l'acconcio e le gioie,

rovina delle famiglie e fomentod'immo- Si descrivono i doni, il modo di vestile,

ralilà: persino nelle domestiche abilazio- le forme degli abiti della sposa di tutti
ni si usa dalle nubili a tutto pasto la se- i colori i più vivaci, e chiamati vesti, sot-

ta, e quel ch'è peggio da chi manca dei tane, zimarre. I donativi della nobiltà ro«
niezzi! Il Dicci, nell'eruditissima Notizia mana consistevano neh 538 e nel 1578,
(Icllafamiglìa Boccapaduli, contiene u- in 2, 3 e 6 ducati; in 6, 8 e 12 fazzoletti

na quantità d' importanti nozioni e ri- e camicie; in canne 6 circa di drappi per
guardanti le nobili famiglie romane, ri- abili di raso, damasco, vellutocremisi, te-

. cavate dal prezioso archivio di quell'ali- la d'oro, e simili. Lo sposo donava anel-
tichissima famiglia patrizia di Roma, o- li e altre gioie, e trovanti notizie anche
ve mollo figurò. Ivi dunque è riporta- del convito nuziale nel giorno delle noz-
to quanto si costumava nel celebrare gli ze: si riporta una bella lettera del cardi-
sponsali innanzi al concilio di Trento, ri- nal Bellarmino, nel 161 4 scritta alla ni-
producendosi diversi capitoli malrimo- potè sposa, sulla maniera che conviene
niali, Paria dolalia, che talvolta furono seguire nello stalo matrimonia!e,doven-
celebrali in chiesa, come nel 1^.1 2cheeb- do riguardare il marito per signore e tol-

bero luogo nel coro di quella d'Araceli, lerarne i difetti. Se si considerano le ci*

facendosi gl'istromenli sotto speciali ipo- fre delle doti riportate, le prescritte da
teche. Le doli erano, nel 525, di duca- 1 s. Pio Ve Sisto V, di cui sopra feci men-
ti 3ooo, per l'acconcio 5oo. olire legioie, zione, pe'nobili romani e ricchi, si con-
e la consueta cassa bianca facente sem- verrà che secondo le odierne costuman-
pre parte dell' acconcio. Queste casse si ze le famiglie vanno a depauperarsi per
chiamavano sposa reccie, enei 578 se ne 1 l'esigenze degli sposi che devono sol tosta-
dicrono due belle di noce con intagli e re al deplorato lusso; ed i genitori dici-
stemmi, essendosi fallo obbligare il tale- anche possidente condizione, con*
vile e

gname per l'esatta esecuzione del conve- linuamente devono sbalordire in sentire
nulo. Nell'alto degli sponsali il padre deb le ricche doti che alle figlie assegnano i

la sposa per generale consuetudine dava venditori di commestibili, ed altrettali!


al futuro genero un bacile e boccale dar- Quanto poi alla sentenza, che i soli sa-

gento del valore di 70 ducali, e di que- cerdoti che benedicono il matrimonio ne


sto dono , come delle casse sposareccie, sono i ministri, la più comune è la con-
dote e acconcio, se ne faceva descrizione traria che fa ministri i contraenti, per la
nell'istromento. In questo pine si diceva, quale prima diMelchiorCano stavano tut-
che negli sponsali, seguendosi l'antico ce- ti i teologi e Questa senten-
i canonisti.
remoniale e costumanza, come nel 44q 1 za ' Pioma è la
n Italia e specialmente in
e neh 536, lo sposo univa la sua destra più comune.ISenedeltoXIV, quantunque
a quella della sposa, e scambievolmente concluda che la sentenza in favore del sa-
>i baciavano, boera n bocca/m sognoeper cerdote come ministro sia probabile, ino-
argomento d'amore e fede reciproca e di stia abbastanza chiaro ch'egli pende al-

vera "parentela, indi losposo poneva nel- l'altra pe'contraenli, come più fondalo,
160 S P O S I
1
O
DcSynodo Dioeves. Iib.8, e. q. Dalle vi- lile di Belvedere. A quell'articolo, a Con-
te de'Papi abbiamo clic molti eh loro ce- ti ni verse, ed in altri relativi, tratto del-

lebrarono sposalizi e dicrono la benedi- le grandi leste e dimostrazioni di gioia


rione nuziale a'oovelli sposi, come ripor- fatte per sposalizi. Narrai a Pranzo e a
fai nelle loro biografie e in altri articoli: Febbaba, che ivi Clemente Vili nel 5q8 i

ricorderò qui qualche esempio, e il di più fece e benedi matrimoni dell' arcidu-
i

si può vedere negli articoli che indicherò chessa d'Austria con Filippo III re diSpa-
in corsivo. Urbano VI nel 383 a'2fi ot- i gna, e dell'arciduca Alberto ex. cardino -

tobre in Aversa impalmò due sue nipoti le dopo la rinunzia della Porpora con d.
n conti di Montiz e di Celano. Dopoché Isabella di Spagna: il Papa tenace men*
Piccolomini, poi Pio II, vescovo di iSfe* sa gli sposi presenti, e donò alla regina
na W\ unì
y
in matriinonioLeonora di l'or- la Rosa d'oro benedetta, nel quale arti*
togallo con Federico 111 imperatore, ai colo descrissi donate da' Papi, con al-
le

ìG marzoi4~2 Nicolò V in Pioma com- tri regali, negli sposalizide'sovi-anija Dat-


partì ad essi la benedizione nuziale, e poi tesimo e Padrini quelli da loro fatti, ed
fece la funzione della Coronazione iinpe- a Fascie henepette le da loro donale, e
viale. Sisto IV spedì in Napoli il cardinal di che riparlai a Spagna. Libano Vili ai
Borgia poi Alessandro VI, quale legato i'\. ottobre i 627, nella cappella del Pa-
apostolico a benedire nel pontificio nome lazzo apostolico di Castel Gandolfo,so-
le nozze del re Ferdinando 1 con Giovan- tenuemente congiunse in matrimonio il

na figlia del re d'Aragona. Notai nel voi. suo nipote Taddeo Barberini poi Pre-
d.

\ \l\ , p. 1 1 5, che Alessandro VI annuii- fello di Roma, con d. Anna Colonna Ci-
rio a'eardinah in concistoro, gli sponsali glia delduca di Pollano, alla presenza di
tra la sua figlia LucreziaBorgia,e Alfou- 14 cardinali e del nobile parentado. Do-
so I duco di Ferrara, descrivendo la do- pò aver il Papa dato l'anello nuziale be-
te e doni che le diede, e che lo sposalizio nodi gli sposi, e nella messa che celebrò
seguì alla preseuza sua e dei cardinali, compartì loro la ss. Eucaristia. L'arcipre*
Leone X a'3o aprile 5i8 coni 1 cardi-
1 IcdiCastel Gandolfo Biasio Ti ipadiNet-
nali si portò al giardino poi de' Farnese tuno, come curato della parrocchia, re-
fi detto la Farnesina, ove sposò Agostino gistrò ne'libri matrimoniali della chiesa
Chigi che n'era proprietario colla consor- il seguito sposalizio, di cui era stato le-
te, dandogli I' Clemente
anello nuziale. stimonio oculare (spetta al parroco de-
\ li nel 1 533 si condusse per mare a Mar- scrivere nel libro de' matrimoni i nomi
siglia, preceduto dalla ss. Eucarisia, col- de'coniugati e de' testimoni, secondo la
la nipote Caterina de Medici, che unì in forinola prescritta ónìRilaaleRoinanitni,
matrimonio con benedizione nuziale al ancorché un altro sacerdote da lui dele-

duca d'Orleans poi Enrico II; e contro g-ito o dall'ordinario abbia celebrato il

l'antica consuetudine si Pranzo


assise a matrimonio: pare che tale libro o registro
colla regina, ove fece la ceremonia del ma- sia succeduto ai Dittici, nel quale arti-

trimonio. Pio IV nel giorno dell'Epif.i- colo dissi che vi si registravano battez- i

niai565 pranzò in pubblico nella saia di zati, i vivi, i morti); indi le nozze si ce-
Costantino del Palazzo apostolico I" a- lebrarono privatamente a Marino feudo
tà*a«0,Co'cardinalÌegli ambasciatori, ed de'CoIonna, dove il Papa si ritrovò con
Pranzo svìqÙ) la sua nipote d.
in fine del grandissimo gusto e piacere. Tra le mol-
Ortensia Borromeo col duca d. Anniba- te composizioni poetiche, nuziali ed epi-
le Allemps (della qual famiglia parlo a la la mie, colle quali si celebrò tale spo-
Palazzo Altemps): per questo mainino* sa lizio, rammenterò: Tfendecasyllahi m
nio fu fatto un magnifico Torneo mi cur- nuplias Thaddaei Ballerini et Annac
1

S PO S P O 1 G r

Colutimele, inler Carmina diversa ab cal- so ci Sport ia e per le nozze, le quali ter-
dini nuptiasy Romaei6i7. Bartolomeo minate sopra gli sposi disse: Deus Abra-
Tortoletti, Panegyrictun nuptiale, Ro- ham eie, Placet sancta Trinitas } etc. Co-
lline 62 7. Francesco della Valle, Epita-
i me a 'cardinali, fu data a haciare la pace
lamio nelle felicissime nozze degli III.** agli sposi, che riceverono la comunione
ed Ecc.»" signori d. Taddeo Barberini dal Papa: a questi presentò l'asciugama-
ed. Anna Colonna, Roma 1627. Loren- ni alle i lavande somministrate dal mas*
zo Azzoliui, Stanze per U •nozze di d. Tad- giordomo, il detto cardinale come anti-
deo, ec, RoraaeiG2 7. Dona ventura Ron- quìore, sebbene fosse presente il fratello
dinini, Carmen nuptiale ad Thalamos del Papa cardinal Conti, e preslò assisten-
Thadilaei, eie, Roma 1627. Alessandro za in tutta r
la funzione mg. Gnmbaruc-

\ Il dopo aver acquistato per 70,000 scu- cii. "maestro delle ceremonie. Termina-
di il principato di Farnese al nipote d. ta la messa il Papa si spogliò degli abili

AgostinoChigi,che rendeva annui scudi sagri, e ripresa sul rocchetto la mozzet-


5ooo, gli destinò in moglied. M. a Virgi- tue stola bianca preziosa seden-
di perle,
nia Borghese pronipote di Paolo Vuoi- te sopra una sedia in mezzo all'altare, li
la dote di 1 (So, 000 scudi, quanti ne a- congiunse in matrimonio. Gli sposi era-
vea portali in dote la suddetta d. Anna noallora genuflessi senza cuscino,ed il Pa-
Colonna. Per lo sposalizio donò al nipo- pa prima interroghi! nipote: Marc Anto-
te 1 5,ooo scudi d'oro, e poi nella cappel- Ionio figliuolo in Cristo, volete ricevere
la privata del Quirinale lo congiunse in per vostra legittima sposa la qui presen-
matrimonio colla sposa, assistendovi i so- te Diaria Faustina figliuola iti Cristo,

li cardinali Chigi e Orsini propinqui de- giusta il rito della santa madre Chiesa?
gli sposi. A Parente parlo di quanto ri- Altrettanto disse alla sposa, per riguar-
guarda parenti de'Papi. Nel n.°7 7 del
i
1 do allo sposo. Ricevuto da ambi il con-
Diario di Roma del 722, vi è la descri- 1 senso, colla forinola Volo, voglio, il Papa
zione come Innocenzo XIII nella cap- ordinò loro di congiungersi colle destre;
pella segreta del Quirinale privatamente dicendo in quel tempo la solita forinola:
sposò d. Marc' Antonio Conti duca di Gua- Ego conjungo vos in matrimonium. In
dagnolo suo nipote, e figlio del suo fra- nomine Patri s+fyretFilii+£retSpirilus san-
tello duca di Poli principe assistente al cii. +£* Amen. Dopo averli aspersi coll'ac-
soglio e maestro del sagro ospizio, con d. qua benedettaci alzò in piedi, e deposto il
M." Faustina figlia del duca di Pagani- camauro, benedì l'anello di molto valore
ca Mattei Ursino, che l'accompagnò allo e preparato dalPapa stesso,che sosteneva
sposalizio, solo intervenendo co' testimo- in un bacile mg.r Bortoni ."cappellano 1

ni i più stretti parenti. Il Papa entrato segreto. Detto dal Papa per tal benedi-
in cappella prese l'aspersorio dal cardi- zione il versetto Adjutorium e seguenti
nal Spinola segretario di stato, ed asper- respon^orii e versetti, recitò l'orazione Be-
se se, gli sposi e gli astanti. Nella messa nedic&r Domine, annidimi lame, qttem
che celebrò, gli sposi restarono sempre nos in tuo nomine bencdicimus^¥,utquae
in ginocchio su cuscini di damasco bian- euin gestaverit, fidelilatem integrata suo
co. Dopo che il Papa disse il Paterno' sponso tenens, in pace, et volitatale tua
sler, e prima del Libera nos quaesumus permaneat, atquein mutua cardate seni-
Domine, si pose dal lato dell'epistola, e per vivai. Per Christina eie. Indi asperse
rivolto verso gli sposi, che stavano ge- coli' acqua benedetta in (orma di croce

nuflessi avanti l'altare, fece la benedizio- l'anello, che il cardinal Spinola avea pre-
ne delle nozze, con dire le solile orazioni so dal bacile e baciandolo dato al Papa,
contenute nella messa votiva prò Spon* il quale lo consegnò allo sposo. Mentre il

VOL. nix. 1
s

i6a SPO SPO


Papa proferiva: In nomine Palrìs <$f,el un abbondante rinfresco. II padre della
Filii, et Spiritate sancii, Àmen, lo sposo sposa trattò di lauto pranzo gli sposi e
pose 1'uuello nuziale nel dito anulare del- altri, in tutti 18. 11 n^Gji del Diario di
la cuauo sinistra della sposa, seguitando Roma del 1781 riporta lo sposalizio fatto
il Papa a dire: Confirma hoc Deus, nuoci da Pio VI, nella cappella Sistina del Va-
operatuses in nobis, co'consueti altri ver- ticano, nella 2." festa di Pentecoste, del

setti e responsorii, tutti propri del sagra- nipote duca d. Luigi Braschi Onesti, con
lucuto; iudi disse 1' orazione : liespieej d. Costa nzaFalccnieri,coH'in ter vento dei

quaesumus Domine, super hos famulo cardinali palatini, della corte, e de'uobili
tuos: et inslilulis tuis, quibus propaga- parenti, e le diede un prezioso anello ma-
tionem Immani generis ordinasti, beni- trimoniale: i
4 testimoni furono i prelati

gnus assiste, ut qui le auctorc junguniur, governatore, uditore della camera, mag-
le auxilìante terventur. Per Christina giordomo, e maestro di camera. ludi ce-

Dominimi nostrum. Amen. Gli sposi ha- lebrò la messa, nella quale comunicò gli

ciaronoil piede al Papa, che rialzò la roa- sposi, e terminalo il sagrifizio, fece loro

no benedicendoli. Ho voluto riunire alla una tenera e affettuosa esortazione. Dopo


descrizione del Diario, il prescritto dal aver tulli ascoltato altra messa del cap-
Rituale Romanum nel rito dello sposali- pellano segreto, il Papa si restituì alle sue
zio,per unione d'argomento, dispensan- camere, e gli altri passarono da mg. r Bra-
domi così dal riportarlo, bensì dirò poi schi maggiordomo fratello dello sposo a

alcune cose analoghe. Nel n. 13 IO del gustare uno squisito riufresco. Questo
Diario del 1725 si descrive lo sposalizio prelato accompagnò a casa gli sposi, dopo
falìoda Benedetto XIII nella cappella Si- aver fatto dispensare generose limosine ai
stina del Vaticano di d. Giacomo Mila- poveri. Il Papa nello slesso giorno dichia-
no principe d'Ardore, con d. Enrica Ca- ròprelatodomeslico mg. r Dini 1. "maestro
racciolo de'principi diSantobuono, a cui delle ceremonie che lo avea assistito, ed
fecedono d'un ricco anello, e ad ambe- al la sposa donò una scatola d'oro
quale
due una paterna esortazione. Baciati da- di vaghissimo lavoro. L'ava della sposa
gli sposi i piedi del Papa, si recarono a d. Mobilia Falconieri trattò a grandioso
visitar la chiesa di s. Filippo, indi par- pranzo gli sposi, e in tutti furono 38 com-
tirono per Castel Gandolfo, col duca di mensali; e nella sera lo sposo nel suo pa-
Grav inacquale regalò la sposa d'un bel- lazzo a Campo Marzo (ora Lavaggi e di
lissimo finimento di gioie per testa e sti- cui feci parola nel voi. LUI, p. 90), riu-
mate, di gran valore. Nel n.°7 899 del Dia- nì 1 6 parenti a lauta cena, mentre nel cor-
rio diRoma àz\i j68,è narrato comeCle- tile armoniose sinfonie rallegravano tut«
roenteXIlIdorneuica mattina 7 febbraio ti, essendo il palazzo custodito da'soldati
nella coppella del Quirinale congiunse rossi. I medesimi Diari di Roma, secon-

in matrimonioil nipote principed. Abon- do il costume della città, pubblicarono


dio Rezzonico senatore di Roma, colla le note de'doni fatti alla sposa. Il Louigo,
principessa d. Ippolita BoncompagnoLu- Delle vesti purpuree, p. 48, parlando dei
dovisi. Vi assisterono 4 cardinali e tutta battesimi e de'matiimoui a'quali inter-
la coite pontifìcia, ed 4 testimoni furono
i vengono cardinali, dichiara che se han-
i

i prelati maggiordomo, maestro di ca- no luogo in chiesa pubblica, devono in-


rnei a, uditore ed elemosiniere. Gli sposi, cedere colle vesti del colore corrente, col-
ringraziato il Papa, co' nobili parenti e le cappe paonazze di ciambellotto, o ros-
tulli gli altri presenti allo sposalizio, nel- se se le chiese sono loro titolo, diaconie
lo stesso palazzo si recarono dal cardinal o arcipreture. A' matrimoni e battesimi
Rezzonico fratello dello sposo, a ricevere poi che si celebrano incappella del pa-
S 1» (> SPO i63
lazzo apostolico o in chiesa alla presenza tellodelreedal re di Navarra Etnico III,

del Papa, i cardinali che intervengono, poi Enrico IV re diFrancia. Sulla por-
per modtirn aatìstentìs, ovvero per mo- tasi trovò il cardinal Borbone sotto bal-
diim cooperantis , devono vestirccon sot- dacchino con camice e pi viale, a vendo se-
tane e cappe conforme al tempo e al gior- co molti vescovi e prelati vestiti al me-
no, comesi praticò ne'pontifìcali di Gre- desimo modo, con croci, mitre e pasto-
gorio XIII e Clemente Vili. Ne'matri- rali. Il cardinale benedì i regi sposi e se-
moni e battesimi che si celebrano pub- guì lo sposalizio corani populo sulla por-
blicamente nelle chiese, intervenendo i ta della cattedrale, mettendo il re l'anel-
cardinali come ministri del sagramento lo in dito alla regina. Indi il cardinale e
vestono pontificalmente. Se sono sempli- i prelati condussero la real coppia all'al-
ci assistenti ponno essere colle cappe con- tare maggiore, ove il cardinale celebrò la

formi al tempo e al luogo, cioèanco ros» messa pontificalmente, sedendo il re e la


che loro
se se ne'loro titoli o altre chiese regina sotto baldacchino di velluto pao-
appartengono, quando però il tempo non nazzo con gigli d'oro e FI. nome del re,
contraddica ne' battesimi anche cardi-
: i sovrastato dalla corona reale; la resina
nali padrini assumono lecappe- A'matri- madre era sotto altro baldacchino vici-
inoni che si celebrano nelle private cap- no a sinistra di velluto nero. Dopo la mes-
pelle de'oardinali, non sono quando essi sa seguì il convito, i suoni, i balli, e al-
ministri del sagramento, ponno vestire tre dimostrazioni di allegrezza. Il n.°ioo
nel modo più comodo ad essi,essendo l'at- del Giornale di Roma del i854 riporta
to privatoenon pubblico. I cardinali che la descrizione della splendidissima pom-
sono in comedo, invitati a' matrimoni che pa eseguita in Vienna nella chiesa di cor-
si celebrano in case di gran signori, de- te degli agostiuiani, a'24 aprile dopo le

vono deporlo e vestono il rosso, se il gior- ore 7 pomeridiane, pel fausto sposalizio
no noi vieti, jnxta illudjlete curii fieri- del regnante imperatore Francesco Giu-
tìbus, et gaudete cum gaudentìbus. Il p. seppe Icapo delle due illustri case di Aus-
Gattico, Ada caer emoni alia, a p. 226 burgo e di Lorena , colla duchessa Eli-
riporta il ceremoniale per la coronazio- sabetta della dinastia Bavarese Witteles-
ne diEnrico III re di Francia in Reirns bach per il ramo ducale e prima d'ora
(/^.) nel i575, insieme a quello del suo Palatino di Due Ponti, eseguito dall'ar-
sposalizio con d. Luisa di Lorena con civescovo Giuseppe Rauscher, alla pre-
100,000 e più scudi di dote, alla quale senza del cardinale Viale-Prelà pro-nun-
il re die per contraddoteGo,ooo franchi, zio apostolico, in apposito luogo e con ge-
oltre dono di 5o,ooo scudi di gioie.
il nuflessorio, di 70 e più arcivescovi e ve-
Concluso il matrimonio si fecero gli spon- scovi, di cui 47 funzionarono alla cere-
sali nell' anticamera regia col toccar la monia nuziale, oltre l'alto clero, del cor-
mano, e la sera si danzò. Nel dì seguen- po diplomatico, delle deputazioni delle
te il re vestito d'argento si recò alla cat- provincie dell'impero, del borgomastro
tedrale di Beimi per sposarsi, accompa- della città; non che degli arciduchi e ar-
gnato da tutti i principi e nobiltà del re- ciduchesse, de'dignitarijde'ministri edel-
gno vestiti di biancoe ornati di gioie. La le notabili là dell'impero. Gli addobbi del-
regina comparve con corteo e vestita di la chiesa furono corrispondenti, grandio-
velluto paonazzo ricamato a gigli d'oro, si e magnifici; la meravigliosa illumina-
con manto, ed avendo la testa, il petto, zione contava 100 candelabri e 10,000
le spalle, le braccia, il collo carichi di tan- candele, il cui magico effetto è indescri-
te gioie e 010che a stento poteva cam- vibile. Dalla parte del vangelo il trono
minare, perciò aiutata da mousieur fra- per l'augusta coppia era sormontalo dal-
iG4 SPO SP O
la corona imperiale. Avanti l'aliare sta- tati di Venezia fece loro sperare che quan-
va sotto baldacchino bianco ricamato in to prima si sarebbe recato nella loro cit-
oro il genuflessono pegh eccelsi sposi, e tà, per farne ammirare all' imperatrice
con due sedie a bracciuoli, parimenti di le singolari ed anzi uniche bellezze. Me-
velluto ricamato in oro. Dietro a tal gè- rita inoltre leggersi il narralo dalla Ci-
3
nuflessorio erano colloca le sotto altro bal- viltà caltoiica nel t. 6, serie 2. p. 4^9>
,

dacchino bianco delle sedie coperte di in uno sovrana clemenza, coi


agli atti di
velluto rosso per gl'individui delle due quali l'imperatore volle consagrato il so-
famiglie imperiale d'Austria e ducale di lenne giorno, e col quale fu provveduto
Baviera. L'imperatore era vestito in u- alla pace interna ed esterna dell'impero,
niforme bianco di maresciallo col gran appunto quiinJo il restod'Europa era in
nastro dell'ordine dis. Uberto di Baviera. fiamme perla guerra d'oriente, della cui
L'imperatrice indossava un abito di seta causa intrinseca parla la stessa Civiltà a
bianca ricamato in oro eargentojla cintu- p. 3)3 e seg. Il diarista Cecconi narra
ra e come pure le altre parti di esso e lo che nel 1719 il cardinal Casoni si recò con
strascico scintillavano di pietre preziose; treno in fiocchi al palazzo del principe
il suo capo era adorno del magnifico dia- Borghese, e chiese la sua figlia per sposa
dema donato dall'arciduchessa Sofia ma- del conteCaralla principediTraietto.Non
dre dell' imperatore; sugli omeri final- potendo cardinali dell'ordine òe'Diaco'
i

mente portava il velo nuziale lutto di w/(^.),sebbene preti, celebrare pubbliche


merletti, e al seno un mazzetto di rose funzioni, si legge nel n.°8298 del Diario
naturali. L'arcivescovo esegui il rito so- di Roma del 1 77 1, che il cardinal Canali
lenne;seguìlo scambiodegli anelli, e do- dell'ordine de'diaconi con pontificia di-
po la benedizione nuziale, gì' imperiali spensa, colle solite ceremonie in Civita
coniugi si portarono al trono, e fu can- Castellana congiunse in matrimonio il

tato il Te Deum tra le salve d'artiglierie conte Paolo suo nipote, colla marchesa
e moschetterie, ed il suono delle campa- Giulia Caucci; e nel u.°83o6, che il car-
ne. Nel recarsi in chiesa l'imperatrice era dinal Orsini pur diacono con egual di-
stataaccompagnata dalla propria madre spensa battezzò primogenito del duca
il

e dalla nominata suocera; da essa por» Lante, rappresentando il re di Francia

tandosi al propinquo palazzo imperiale, padrino il suo ministro cardinal de Ber-


incedette a fianco dell'imperatore. Nel- nis. Se lo sposalizio si fa per mezzo d'un

la sala delle ceremonie del palazzo e in procuratore, questi allora si esprime co-
trono, l'imperatore e l'imperatrice rice- sì: Io IV. legittimo procuratore di IV. ad
verono gli ambasciatori e gì' inviati di- effètto di contrarre matrimonio a di lui
plomatici, le generalità e il corpo degli nome, prendo te N. in moglie. La don-
ufficiali, le mogli degli ambasciatori e le na quindi risponde: Ed io IV. (eco come
dame. Dipoi nell'appartamento dell'ar- procuratore legittimo di IV. prendo esso
ciduchessa Sofia ebbe luogo un pranzo in malrimonio.'Notevòfiìie secondo ^con-
di famigiia. A'26 aprile l'imperatore ac- suetudini de' luoghi vi è qualche piccola
colse in udienza solenne le deputazioni variazione negli sposalizijCeremonieefor-
del regno Lombardo-Veneto, e i rappre- mole che in essi si usano, e vanno osser-
sentanti del clero con esse, introdotte dal vati come ordinò concilio di Trento; il

governatore generale feld-maresciallo purché sieno vere, lodevoli e mere con-


conte Badelzky. L'imperatore le ricevè suetudini, e non riti Sagramentali (Z7!),
con istraordinaria bontà, si dichiarò sod- chedilformino il sagramento. Il cardinal
disfatto assai dello spirito pubblico del- s. Cai lo Borromeo condannò e proscris-

le provincie italiaue, e rivoltosi a'depu- se nella santa celebrità del matrimonio


S P o SPO i65
(Ulto quello che sia di gentilesimo e di ditionibus sponsaliurn , Cobnrgi. Mti-
profano; ed esorta a ritenere quelle cere* scettola, De sponsalibut et matrimonio,
iiiuiiic che sonolodevoli,che non altera* Neapoli 772. A. Tiraquelli, De legibus
1

noia sostanza del sagramento, e che non connubialtbus, Venetiisi !)5H. Seldenio,
offendono la pietà. Ordinariamente pri- Dejlire naturali et gentiumj'uxta disci-
ma ha luogo lo sposalizio, essendo il par- pimaiu hebracorum.Cavpzovio,Dechup-
roco o sacerdote in colta e stola bianca; pn hebraeorum , sub qua sponsus curii
poi la celebrazione della messa prò Sport- sponsa solemni ritti a sacerdote hebraeo
soet Sponsa, come trovasi ne\ Messale Ro- futlgitur. Pietro Vermiglioli, Delle obbli-
mano, la può celebrare in qua-
quale si gazioni de'coniugi, Perugia 832. Degli 1

lunque giorno, tranne le domeniche e al- sponsalie del matrimonio secondo il gius
tre feste di precetto, secondo Gavanto canonico e ch'ile, Torino 1 83rj. Ivi e nel
appoggiato ad una rubrica di dello mes- l853 54 si è pubblicata la tanto lodata
sale. L'Alden però dice, che oltre le fe- dalla Civiltà cattolica, con dotta e ma-
ste di precetto si debbono intendere tut- gistrale esposizione, Teorica dell' istitu-

te quelle ancora di rito doppio, l'io VI zione del matrimonio, per Emiliano A-
con decreto della congregazione de' riti vogadro conte della Marmora,già rifor-
de'7 gennaio yBJfjSi uniformòal Gavan-
i matore delle r. scuole provinciali, or a de •

to, ordinando che nella celebrazione del pittalo al nazionale parlamento.


mairi tnonio non devesi dire la messa pro- SPOSALIZIO DI MARIA VERGI-
pria, edam in duplici minori, et ma/ori; NE, Marine Sponsae sollemnia, festa. A
in diebus vero dominici* , aliisque diebus Maria Vergine madre di Dio, ed a Pre-
depraecepto, ac duplicibus primae
festis sentazione della B. Vergine al Tempio,
aul secundae classis, dicendo est missa narrai come sino dall'infanzia fu offerta
de feslo occur retiti, co\\a commemorazio- a Dio nel tempio di Gerusalemme, indi
ne della messa prò Sponso et Sponsa, Bi- sposò s. Giuseppe^.) denominato uomo
sogna tener presente il decreto di detta giusto, e ritenuto dalmassimo dottore s.
congregazione de'20 aprile 1822 e ripor- Girolamo che fu sempre vergine. La B.
tato dal Gardellini, in cui fu spiegato che Vergine lo sposò non per vivere con lui
né anco nelle ottave privilegiate dell'E- nell'uso ordinario del Matrimonio (^'.),
pifania, Pentecoste e Corpus Domini noa t
ma per avere in lui un custode della sua
si possa celebrare messa votiva prò
la verginità, ch'essa avea consagrato a Dio
Sponso et Sponsa, ed invece debba ap- fino dalla più tenera infanzia. Ella fu la
a
porsi la commemorazione pegli sposi. Fi- 1 . stendardo della verginità;
che alzò lo

nalmente del matrimonio, degli sponsali da esempio si formarono tan-


lei e a suo
e degli sposalizi, trattano questi altri au- te Vergini, le quali si consagrarono al Si-
tori. Lami, Della necessità e utilità del gnore con Sposalizio (/"'.) spirituale. Col
matrimonio, 1770. G. Battista Pergen, citato s. Girolamo, nella biografìa di s.
Sulla esenzione de' regolari dalla giuris- Giuseppe, dissi non vero ch'egli tra'con-
dizione de'vescovi, e sulle cause mairi- correnti a sposare la ss. Vergine fu pre-

tnoniali, Asisi 784- tWtimaii^e nitptia-


1 ferito perchè la sua verga fiorì; ad onta
libus, Venetiisi720. Fontanella, Dcpa- che i pittori e aldi artisti rappresentarono
ctis nuptialibus, Genexae.ljv&ay a, De ma- tale episodio, ripeterò: che capricci de- i

trimonio nullitale, et defectu constnsus non fanno autorità nella Chie-


gli artisti

conlrahentis, Piomaei698. Wolk, Dis* sa. Osserva il dolto e pio Butler, Vile dei

serlalionesjuridic.es deprivilegiis malie- padri, de martiri e degli altri principa-


rum, Jenaei782. Cristoforo Cosci , De li santi jparlandodcll.i Presentazione del-
spousalibus, lìouiae. Becstadio, De con- la ss. ì ergine, che Maria visse nel riti-
1 66 s p o S P o
io sinché fu promessa sposa a Giuseppe. massime in Italia, la festa dello Sposali-
Alcuni hanno pensato ch'ella non fosse zio di Maria Vergine con s. Giuseppe ai
che promessa; ma dalle ragioni addotte 2 3 gennaio. Di questa vado a parlare con
da'Padri,devesiconcluderechefu tra lo- Novaes, Storia di Paolo III e con Zac- }

ro vero matrimonio, per le seguenti ra- caria, Dissert. V sulle feste istituite ad
gioni riportate da Girolamo, in cap. i s. onore di Maria ss.
§ 9. Avendo nel se-
M 'a Uh. l. E dimostrato dalla genealogia colo XV un canonico di Chartres lascia-
di s. Giuseppe, che Maria discendeva dal- to per testamento, che nel giorno anui-
la tribadi Giuda. 2. Essendo Maria ma- versario di sua morte il capitolo di sua
ritala, non era più esposta ad essere la- chiesa celebrasse solenne memoria di s.

pidala dagli ebrei, come adultera, quan- Giuseppe, essendo del s. Patriarca parti-
r
do divenne madre. 3. Perchè dovendo colarmente di votoGiovanni Gerson[T .),
fuggire in Egitto, avesse in Giuseppe uno persuase i canonici di fare la festa dello
sposo, un consolatore, un sostegno. Ag- Sposalizio della Madonna con s. Giusep-
giunge una 4. n ragione s. Ignazio martire pe, ed egli medesimo ne compose l'uffi-

rwW'Episl. ad Ephesios , come rileva lo zio, e trovasi nelle sue Opere, t.4,p. 73 I,
stesso s. Girolamo, cioè perchè Dio vo- dell'edizione d'Antuerpiae 1 706, sebbe-
leva che la nascita del suo Figliuolo ri- ne Giorgio Calvenerio dice esser perito,
manesse celata al demonio, ed ecco come nel Calendario B. MariaeV irgo addtcm
si esprime. w Tre misteri da Dio operati, iZ februar'ii. 11 legato pontificio appro-
sono stati nascosti al principe del mon- vò in seguito questa istituzione, e cos'i eb-
do: Ih verginità di Maria, la nascita del be principio canonicameute la festa. Pao-
suo Figlio, la morte del Salvatore". Né lo 111, ad istanza di fr. Giovanni Calvo
ciò venne, dice il Bullcr, perchè Dio te- commissario de'frati minori, accordò al
messe qualche ostacolo alla esecuzione suo ordine francescano, che far potesse
de'suoi disegni; ma perchè volle che que- la festa di questo beato sposalizio, adat-
sti 3 misteri fossero operati nel silenzio, tandole l'uiHzio della Natività {V.) del-
senza alcuna pompa o sfoggio di sorte,per la B. Vergine, ma leggendo nella messa
trionfare più efficacemente dell'orgoglio l'evangelo proprio, Curii esset desponsa-
e dell'inferno, facendosi il demonio solle- la, e la mutazione Nalìvilas, nell'altra
cito di concorrere a compiere il mistero Desponsatio finché si componesse un
,

della Croce. Il dottore s. Agostino, De nuovo uflizio di questa festività. Quindi


nuptìis et conrup. ci n.° 3, De bono 1 , 1 Paolo III, con breve che riporta il citato
con/ug. e. 1 8, n.°a prova dal matrimo-
i
,
Calvenerio, ordinò al p. Pietro Dorè ce-
nio della ss. Vergine con s. Giuseppe, che lebre domenicano, di comporre un uffi-
il mistico consentimento basta solo per- zio proprio di questa solennità, ch'egli
chè vi abbia vero maritaggio, e perchè medesimo approvò, come si ha da' Boi-
l'unione degli sposi sia indissolubile. L'e- Acta ss. Mari, dieig in Eila s,
landisti,
sempio di Maria e di Giuseppe sono una Joseph. § 7. Dice Lambertini, poi Bene-
prova della santità dello sialo maritale, detto XIV, Defestis B. Marine E. cap.
f quindi gli sposi si debbono mettere sot- 1, D, 1 4, non si sa se l'uflizio Dorè
del p.
to la loro protezione per trarre sopra di se si estendesse per tutta la Chiesa, prima
le grazie del cielo e le divine benedizio- che il Breviario Romano fosse da s. Pio
ni L' stuello della B. l'ergine (f/ -) ) ser- V riformato, per non aver avuto luogo
vito nel suo sposalizio con s. Giuseppe, ne'messali ; si conosce bensì da' registri
sivenera nella cattedrale di Perugia, e della congregazione de'riti, che dopo la

meglio ne riparlai nel voi. LUI, p. 147 e della riforma, las. Sede cotn:esse facoltà
173. Si fi in alcune cinese particolari, a moltechiese, dentro e fuori d'Italia, co-
SPO SQU 167
me nel dominio veneto, di recitare l'uffi- SQVILL \CE(Squillacen). Città con
zio dello Sposalizio e di celebrarne la fe- residenza vescovile nel regno delle due Si-
sta. Nello stato papale la concesse Bene- CÌlie,deiIa provincia della Calabria Ulte-
detto XIII a'22 agostoi 72$ per farsi o- riore 2.*, distretto e distante 3 leghe da
gni anno a'a3 gennaio; come ancora si Catanzaro,ed una dal golfo del suo nome,
fa nella metropolitana di Siena e per tut- formato dal mareJonio,capoluogo di can-
ta la Toscana. tone. E' situata a piò di una collina su
SPOSA e SPOSO. F. Matrimonio, vaga eminenza, sopra la costa dell'Adria-
Sposalizio. fi umeFavelone,che insieme col-
tico e sul
SPR ATA oSPR ATS Francesco, Car- l'Alesaisbocca lungi 3 miglia nel mare
dinale. Spagnuolo nato in Orense, essen- Jonio, circondata dalle più ridenti cam-
do vescovo di Leone, Alessandro VI nel- pagne ricoperte di vigneti, oliveti, ed al-
la line di maggio o giugno i5o3 lo creò beri di moro-celso. Nelle sue vicinanze fu
cardinale prete del titolo de'ss. Sergio e la famosa Sybari tanto celebre pel suo lus-
Bacco. Dopo essere intervenuto a'concla- so e per le sue mollezze, non meno per
vi di Pio III e Giulio II, d'anni 5o col- antichità e possanza, opulenza e feracità
la morte depose in Roma nel 5o4 quel 1
-
di suolo. Dopo avere i sibariti fondato le
la porpora, chei5 mesi prima avea ve- colonie di Pesto e Scidro, rovinati da Cro-
stita, ed ebbe sepoltura nella chiesa di tone fabbricarono Turio(F.), che io se-
s. Salvatore in Lauro, con onorevole e- guito fu sede vescovile e distrutta da'bar-
pitaflio, che più non esiste (e neppure tra bari, nelVI secolo la diocesi fu unita a
quelli pubblicati dall'Ai veri, Roma in o- Squillace e dalle sue rovine surse il bor-
gni stalo), erettogli da'suoi esecutori te- go di Terranuova. Squillace ha la bella
stamentari i cardinali Francesco Borgia cattedrale dedicata alla B. Vergine As-
e Giovanni Vera connazionali. sunta in cie!o,ove fra le reliquie si venera
SQUAMIVI A, Ordine equestre. Si at- il corpodis. Agazio martire patrono della
tribuisce l'istituzione a Giovanni II re di città. Ha ilbattisterio, ch'è l'unico di es-
Cnstiglia e di Leone del 4°6, per indur 1 sa, ad onta che abbia altre 4 chiese par-
re i nobili de'suoi stati a prendere le ar- rocchiali. Il capitolo si forma di 6 dignità,
mi contro le scorrerie de'mori, che senza lai." è il decano, le altre il cantore, l'ar-
posa inondavano la Spagna di stragi e di cidiacono, il tesoriere, l'arciprete, ce.;
rovine. Vuoisi che per insegna destinò ai di 1 2 canonici colle prebende del teologo
cavalieri la decorazione d'una croce for- e del penitenziere, di 6 mansionari, e di
mata di squamme rosse di pesce, da por- altri preti e chierici addetti al servizio di-
tarsi dal la parte sinistra del l'ani pio manto vino. L'episcopio è situato incontro alla
bianco, in occasione delle ceremonie, fe- cattedrale. Ha un monastero di mona-
ste e consigli dell'ordine; quando poi mi- che, un conservatorio per le donzelle, 3
litavano in guerra doveano portarla sul- sodalizi, il seminario con alunni, e altri
la cotta d'armi pure dal sinistro lato. Tut- stabilimenti, nonché fabbriche di vasi pre-
tavolta non è sicura l'esistenza di questi giati di creta, tenendovisi due annue fie-
cavalieri, e almeno durarono finché vis- re. Fu patria di uomini illustri, e peli."
se il fondatore, che morì nel i4^4- Que- Cassiodoro, celebre per pietà e dottrina,
sto re gli aveva obbligati, secondo Giu- segretario del famosoTeodorico re de'go-
stiniani, parlandone ancora il p. Ilelyot, ti, gran filosofo, e vi edificò il monaste-
far voto di morire al bisogno per la di- ro Vivariense, stabilendosi in quel pacifi-
fisa e propagazione della fede. Ne ripor- co ritiro a promuovere buoni studi, ed i

ta la figura il p. Bonanni, Catalogo degli a santificarsi formò una copiosa bi-


: vi
ordini equestri e militari p. 102. blioteca con grandi spese, onde a lui si
,68 SQU SQU
lieve la conservazione d'una moltitudine pnlmente vino e olio di ottima qualità,
di monumenti preziosi. Ivi compose o e buona seta. Vi sono miniere di piom-
ridusse in buon ordine le sue opere, ed baggine e di ferro.
inoltre egli fece la più bella descrizione di Squillace. Scylacium , Scyllacinm %
sua patria Squillace. Di lui abbiamo, O- iS^Hi7/rtci ,

uw/,secondoCas'>iodorneUghel-
pera omnia, Co\on\ae Allobrogum i63y. li fu fondala da Ulisse, quindi vi dedusse-
Divenuta Squillace prima principato feti* ro una colonia gli ateniesi, e fece pai te
dale della famiglia Borgia, e poscia mar- della 'Magna Grecia. Dipoi venneaumen-
chesato feudale, ne fu investita l'antica tala da'crotouiali, e da Dionisio coll'ope-
e nobilissima famiglia de Gregorio (?'.), ra dei locresi. Conquistata colla regione
da cui uscirono due cardinali, fra'quali da' roma ni, di venne loro coloni a, soggiac-
tu celebre Emmannele ch'ebbe molti voti que alle irruzioni de' barbari, passò nel
in due conclavi pel pontificalo, ed altri potere de'greci,e nel G5o de'saraceni che
insigni personaggi. Di Squillace pure fu- la rovinarono. Il normanno Ruggero do-
rono il filosofo A. Gironda, ed il poeta po aver cacciato greci da Reggio, se ne
i

e oratore Calovraro. Il fondatore de cer- impadronì, quindi seguì destini de'suoi i

tosini s. Brunone, ritiratosi nella diocesi domimi e del regno di Napoli, e nel i 5q">
di Squillace, dice il Butler, non pensò più fu quasi atterrata da'turclii. Il terremoto
che a vivere sconosciuto al mondo; ma del 1783
la distrusse in gran parte, co-

sebbene chiuso nella solitudine, fu sco- me vede da' moderni suoi edilizi. La
si

per'o dallo splendore di sue virtù, e Rug- sede vescovile fu eretta nel V secolo. L'U-
gero normanno conte di Sicilia e di Ca- g\ìe\\\,Ilalia sacrai. c),p. 42 2, incorni nei a
labria, lo trovò recandosi a caccia. Ne pre- la serie de' vescovi di Squillace da Zac-
se tanta ammirazione, che nehoqQ gli caria, che intervenne al concilio di Papa
fece battezzare suo figlio, e durò fatica Vigilio nel 44 2 Avendo
- errato l'epoca,
o fargli accettare alcuni beni che posse- Coleti la corresse col Baronio in uno al
deva nel territorio di Squillace, olire il nome, die chiama Zaccheo, il quale nel
deserto della Torre, ove vi fondò il i. "mo- 553 o meglio nel 55 j, sottoscrisse al co-
nastero, con chiesa di s. Maria dell'E- stituto fatto in Costantinopoli da Papa Vi-
remo o Romitorio, pe'religiosi che me- gilio stìiTre Capitoli, e firmò pure per Va-
navano vita più austera. Altro ne istituì, lentino vescovo di Selva Candidaci quale
co'soccorsi generosi di Ruggero, per coloro i goti aveano troncate le mani. 11 2. "ve-

die non potevano osservare vita rigorosa, scovo che si conosca fu Gaudenzio inter-
e chiamato del protomai lire s. Stefano venuto al sinodo romano tenuto nel 465
in bosco o de Nemore , a cagione della da s. Ilaro Papa; ma per averlo pospo-
foresta presso cui era situato, e poco di- sto l'Ughelli colla sbagliata epoca, devesi
stati te dall'altro. Avvegnaché lontano dal- invece anteporlo al precedente, siccome
la opan certosa, n'era tuttavia liguardalo realmente fiorito prima di lui. Seguono
come il padre, e nulla si faceva d'impor- due vescovi anonimi, i quali furono sa-
tante senza i consigli di lui, per guisa che crilegamente e con orrendo delitto uccisi
i certosini di Francia e d'Italia erano tutti da'eittadini di Squillace, per cui il Papa
animatidallostessospiiito.Nel monastero s. Gelasio I fece la decretale che riporta
delia Torre santamente morì s. Brunonc Ughelli, contro quelli che aveano com-
neh ioi,e fu sepolto nel propinquo ci- messo il crudelissimo ecCeso, ed in difesa

sti iterio.o ve fu ritrovato nel 5i5,essendo vi 1 della santissima dignità del J


\ ' escovo iP '.).

porzione di sue reliquie alla gran certosa, Giovanni già vescovo di L'isso nell'Ulula,
ed in quelle diColonia,Fiil)iugo e altro ve. per essere stata distrutta la sua città e va-
11 territorio di Squillace produce princu cando la -sedo di Squillace, s. Gregorio 1
S Q U 5 Q 1
69
nrl %8 gliela conferì, inoltre affidando* conte Ruggero, per non mancare di soli-

gli la visitae cura di quelle «li Turìo e disfare a'iiormanni, di risarcire la calle-
di Tauriand, dirigendogli VEpist. a 5 del diale ridotta in forma assai misera e de*
lib. i, YEpiit. 33 del lib. 7 ,el' /-'pisi. 38. piombile, e di provvedere all'utilità co-
Agostino vescovo Squillacinus nel G49 roune, con dare a tatti sollievo e conforto;
fu al concilio tenutoin Lateranoda s.Mar- pertanto e ad istanza ancora della mo-
lino Paolo soltoscrisse a quello di Pa-
I. glie Adelasia, eresse una nuova, magni-
la s. Agatone, dopo il (piale e per 4 se# fica e sontuosa chiesa sotto il titolo dei-

coli la maggior parte de'vescovi di Squii* l'Assunzione di Maria, fona dovizio-


la

lace furono greci. Imperocché leggo nel Baroente di suppellettili sagre, di congrue
Rodotà, Dell'origine del rito greco in 1- rendite, e nuovamente la destinò sede ve-
talia, par. l,p. 4 1 1, che questa chiesa fece scovile latina, tutto dichiarando con am-
funesla comparsa tra quelle, le (piali fu- pio diploma. Indi dopo la morte di T co-
rono sorprese dal patriarca di Costanti- doro Mismer, ultimo tra* vescovi greci,

nopoli, e da esso riceverono le leggi sino la provvide d'un vigilante pastore latino
al secolo XI, come alibi ina Pasquale II nel 1 096 e col consenso di Papa Urbano
colla lettera scritta nel 1 1 1 o al vescovo Pie- li; tale i\\ Giovanni di INiceforo canonico
Irò. La chiesa di Squillace con altre del- e decano della cattedrale di Mileto, che
la Magno Grecia o Calabria, fu obbligata ne prese subito possesso : Urbano li di-
colla forza e costretta dalla violenza a sot- chiaro quindi Squillace sulfraganea del-
irarsi dal vicariato romano, ubbidire ai l'arcivescovo di Reggio, e lo è tuttora,
greci e seguire ciecamente la disciplina Lasciando R.odolà, e ripigliando V Italia
orientale. E siccome per opera dei nor- snera, in questa sono ricordati, dopo il
manni divennero libere dal giogo di loro suddetto Paolo del G80, Demetrio che
tirannica servitù, perciò ordinò Pasqua- trovasi nell'870 nel conciliabolo di Co-
le li a'futuri vescovi di Squillace, che in stantinopoli per l'empio Fozio, e Teo-
avvenire non abbiano ardimento di ri- doro Mismer greco, che intervenne alla
cevere l'imposizione delle mani dai pa- dedicazionedellachiesadis.MariadiTor-
triarchi di Costantinopoli, ma si sogget- re dell'eremo di s. Rrunone,con Archerìo
tino al sommo Pontefice, da cui era stato arcivescovo di Palermo e 3 altri vescovi,

unto col sagro crisma il vescovo Pietro, comesi prova dal documento della eoo*
Impadronitosi della città di Squillace il sagi azione riportato da Ughelli, insieme
conte Ruggero, trovò la cattedrale con- al diploma, col quale nel 093 Teodoro
1

sagrata al rito orientale, provveduta di divoto della santità di Rrunone gli con-
•vescovo greco, e le chiese inferiori rego- cesse diversi beni presso delta chiesa. Nel
late del pari da'sacerdoti della greca na- medesimoannorecandosi inCalabria Ur-
zione. Non
un tal rito gradito a'nor-
era bano II, già discepolo di s. Rrunone, vi-
manni, de'quali un gran numero (limo- sitò il monastero di Torre. L'Ughelli re-
rava nella città. Come avvezzi al rito la- gistra quindi il memorato vescovo latino
tino, fortemente si cruciavano di non pò- Giovanni del 1096, riproduce il diploma
tere esercitare il culto divino egli atli diRuggero, e dice che le sue munificenze
di loro divozione secondo le ceremonie per la chiesa di Squillace le fece col con-
che sino allora aveano professate altrove, sigliode' vescovi di CassanOjCataniajMnz-
c bramarono di essere sotto !a scorta dei zara, Girgenli, Siracusa, di s. Rrunone e
direttori Ialini come prima. Si studialo- del suo discepolo
Lanuino, che gli succes-
no di screditare il rito orientale, e di ca- senelgovernodiTorree fu singolarmente
lunniare gli abbattuti greci, stali poc'an- stimalo da Pasquale 11. Il vescovo Gio*
zi loro nemici. Mosso du'loro clamori il vanni donò alili beni a s. Rruuoue ed
l 7o
SQB SQL-
;i Lanuino, i quali con quelli del prede* di Rossano e duca di Squillace l'immu-
cessoreTeodoro e del conte Ruggero con- nità pe'diaconi chiamati selvaggi, con vo-
fermò nel ogSUibano II colla bolla Quia
i cabolo antico il diploma fu confermato
:

igitur, presso Ughelli, dieci die pure la da Ferdinando I, e ambedue


altro di re
serie degli abbati di s. Stefano, sino a Leo- sono uelP Ughelli unitamente ad altro,

ne X ebe dichiarò l'abbazia commenda. diploma regio, acciò laici possano esser i

Il vescovo Donato rinnovò la conferma giudicali dal foro ecclesiastico, ed al pri-

de'beni posseduti da'eertosini. Pietro no- vilegioconfermativo pure de'castelli Al-


bilissimo, ornato di molte virtù, e cappel- beri, Aguglio e Roccella della chiesa di
lano della regia cappella di Messina, nel Squillace. Sisto IV nel i477 e ' esse Fran-
i io fu eletto vescovo; ricevè in dono il
i cesco di Gaeta nobilissimo napoletano, di
feudo di s. Maria de Rocella, dalla con- egregie virtù e celebre dottore in ambo
lessa Adelasia di consenso del figlio conte le leggi; scrisse con somma lode contro
Ruggero, coti diploma riportato da Ughel- l'eresie, perfetto, zelante e pio pastore,
li in uno alla bolla Apoxtolicae Stdis, di raccolse i dispersi poveri. Gli successe nel
Pasquale 11, che confermò la donazione e 1480 Vincenzo Galeotti nobile napole-
il privilegio d'Urbano li. Neil 22 Calisto i tano traslato da Rapolla, intervenne al

11 trasferì Pietro a Palermo, e gli suc- concilio di Laterano V, e passò alla sede
cesse Drogo; indi neh 178 Aimerio, nel di Capaccio. Nel 53r) Enrico Borgia^'.)
1

1 196 Ugo che ottenne da Costanza re- pronipote d'Alessandro VI e poi cardi-
gina di Sicilia la conferma delle donazioni nale. Per sua morte neh 54o Enrico di
del conte Ruggero. Neh 2 17 R. già ar- Villalbo spagnuolo, già di Lucerà, pieno
cidiacono eletto dal capitolo e confermato d'integrità, cui successe il nipote Alfonso
da Onorio III, dopo aver annullata l'e- che mori neh 568. In questo o neh 569
lezione che il medesimo capitolo aveva fu amministratore il celebre cardinal Gu-
fatta di Guglielmo abbate di s. Stefano, glielmo Sirleto (^-), che dopo 5 anni la
come viziosa. Nel 1220 Nicola accusato cede al nipote Marcello peritissimo nel
di simonia , fu dichiarato innocente da greco e nel latino, e come lo zio dottis-

detto Papa. R. fu poi nel 12 34 traslato a simo: nel 1 594gli successeli fratelloTom-
Reggio da Gregorio IX. Questo Papa per maso morto nel 1601. Indi fr. Paolo Isa-
l'età non approvò Reti venuto canonico di resi di Mirandola, domenicano e insigne
Reggio,di egregie doti, eletto dal capitolo, teologo, maestro generale del suo ordine;
il quale poi con nuova postulazione ne ot- nel 1 6o3 Fabrizio Sirleto fratello de'due
tenne il riconoscimento da Innocenzo I V precedenti, probo, dotto e profondo nel-
nel 1 25i. Clemente IV nel 266 nominò 1 le lingue. Neh 636 Lodovico Zeflìri no-
Riccardo arcidiacono della cattedrale di- : bile romano poco onde neh 636 gli
visse,

rò de'successori più distinti. Urbano \l fu sostituito fr. Giuseppe della Cornia no-
dichiarò vescovo Ir. Matteo Scaleata già bile perugino domenicano, già di Caserta
di Lavello, agostiniano e maestro delle e poi d'Orvieto. Neh 657 Ridolfo Dol-
scuole nel palazzo apostolico, e collettore cini di 665 Francesco Ti-
Catanzaro; nel 1

degli spogli in Calabria, trasferito a Mes- rotta di Squillace; neh 687 Paolo Filo-
sina nel 1 3rj2.L'antipapaDenedettoX II, 1 camo nobile di Piec^io; neh 688 Alfonso
nel gran scisma d'occidente v'intruse nel AIoìm di Montelpare; nel 694 e traslato 1

1397 fr. Pietro, cui successe Giovanni da Minori Gennaro Crispini neh697 ;

Melicatalanoaltro falso vescovo. Nel i-ji 8 FortunatoDurantediCataii7.aro;neli7 8 1

Francesco de Arceri eccellente dottore in Marc' Antonio Stignano della


Atlalli di
gius civile e canonico, governò 58 anni, diocesi, già di Sarno. Terminando con es-
ed ottenne da Mariuo Marzano principe so la serie KtW Italia sacra, la compirò
S Q U S T A 171
coIle2Vo^sie<//7>o///rt.Neli733NicolùMi- tiene più di 4° luoghi. Ogni nuovo ve-
chele abbate ili Dai Iella, il quale come il scovo è tassato in fiorini 1 G(3, ascendendo
predecessore nelle Notizie è registrato ve- le rendite a circa 3ooo ducati, detratti i

scovo di Squiilace e di Stilo. Questa è una pubblici pesi.


città vescovile della CalabriaUlteriorei.", STABAT RIATER, Threni Mariae
più. di 7 leghe distaoteda Squillace,capo- Perdolentis. Inno o prosa, sagra e affet-
luogo di cantone, presso la sponda destra tuosa commovenlissima elegia, pianto te-

dello Stillalo cbe scaricasi nel mar Jonio nerissimo di RIai Vergine sul Calvario
ia

presso il capoSlilo. Possiede la collegiata (/".) a piò della Croce (/'.) sulla quale si

e altre chiese, ed un convento: fu patria consumò la Passione (P.) del divino suo
«li RI. Polito, e de'poeti Gregorazio e Vi- Figliuolo, per la redenzione del genere
gliaroli. Nelle sue vicinanze sono le prin- umano. La poesia cattolica, come quella
cipali miniere di ferro, piombo e rame cbe loda Dioe i santi, a sollievo del cuore
della Calabria, e vi si trova pure dell'ar- e ad eccitare la pietà, e onora il culto spe-
gento. Questa città antichissima fu fon- ciale versola RIadre di Dio, per si sublime
data dagli ausonii, divenne poi una delle subbietto nulla ha di più penetrante di
più importanti piazze della Calabria, e fu questo espressivo componimento, sì me-
sede del vescovato di Cosilino (^ .), Con- sto e a un tempo sì dolce e semplice nel
sulinutn, Marcellianum. Rovinata da'sa- suo Ialino popolare. Lo Slabat Malcr do-
i aceni, la diocesi fu riunita a Squiilace. lorosa eccita nell'anima de' fedeli senti-
Si rialzò Cosilino o Stilo dalle sue rovine, menti profondi di religiosa compassione,
ma fu anch'esso devastato dal terremoto tanto verso la gran RIadre di Dio, che per
del i y83. Ancora è cinta di mura, con va- l' innocente Gesù, e promuove e invita
rie porte, un castello e buoni edilìzi. JN'el alla pia considerazione e meditazione del
1748 Francesco Saverio Querald di Bar- mare di pene e dell'inconcepibile dolore
763 Diego Genoesi di Reggio;
letta; nel 1 che immerse l'animo della B. Vergi ne,che
nel 1778 Nicola de Notariis di s. Caterina la Chiesa venera col titolo di Addolorata,
diocesi di Squiilace, già vescovo d'Uni- pe'suoi Sette Dolori (T\) che siccome al-
bi iaticoa suo tempo Pio VII col breve
: trettante punture di spade acutissime tra-
ììxponi nobis, de'i4 agosto 804, Bull, 1 fissero il materno suo cuore. Dolore, che
lìo/n. coni, 1. 1
2, p. 2 1 8, eresse in insigne a Riaria, come notai a Furificazione, in
collegiata la chiesa matrice di s. Barba- questa gli fu predetto da Simeone, ch'el-
ra vergine e martire di Davoli diocesi di la sarebbe stata trapassata da un coltello
Squiilace, con capitolo composto di arci- di dolore a pie della croce, su cui sareb-
prete e cappellani canonici, coll'indulto be morto il suo figlio diletto. Quest'opera
d'indossare la cappa magna violacea di incomparabile nel suo complesso è d'im-
seta e con pelli d'armellino l'arciprete, la peritura gloria pel suo autore, senza en-
mozzetta violacea nel lembo orlata di seta trare in giudizio sul merito del ritmo e
venie e da porsi sul roccbelloda'canonici. sulla lingua dei versi da cui è formato,
Nel 18 8 Nicola Antonio Rlontiglia di
1 Rli- Lo Slabat Mater dolorosa descrive pa-
leto;nel 1 826 p.AndreaRi>poli d'Amalfi
il teticamente e eoa modi insinuanti lo spet-
della congregazione del ss. Redentore. Per tacolo del Calvario, quando la B. Vergi-
ma morte, Gregorio XVI nel concistoro ne immobile e lagrimanle si trovò presso
de' 22 luglio 1842 preconizzò l'odierno laCroce ove pendeva l'Unigenito di >ì be-
vescovo mg. 1 fr.Concezio Pagquini diLan- nedetta RIadre; e questa con animo tutto
ciano, de'minori osservanti e professore affanno, contristato e dolente come fosse
ili teologia dogmatica e morale. La dio- trapassato da crudo acciaro. Dipinge con
cesi si estende per circa Go miglia, e cou- ili vota unzioue la mestizia, l'afflizioue del-
172 STA STA
J;i pia Madre, in vedere il da Ini dolce quaesf. 4: Ultruni B. Virgo oh acerbi<g.
Nato tra'tormenli, le pene,gli spasimi per $imos Filii cruciata lacrymat effuderil.
le infinitecolpe degli nomini, oppresso lido perciò die volgarizzatori dell'in-
i

dai Flagelli (anche dalla puntina delle no, e gli artisti che rappresentarono la
rf]pweedallaó/)o«grtdiacetoefiele).Cou- scena dolorosa e pietosa del mistero di
Melerà che niuii uomo potrebbe non pian- nostra redenzione, seguirouo le diverse
fiere e non rattristarsi, in contemplare la opinioni, che Maria restò impavida, né
Madre di Cristo in tanto supplizio, con perde il vigore delia costanza, sebbene
esso nel penare consorti Madre e Figlio, interamente penetrata dell'acerbo patire
e questo esalare l'estremo spirito. Invoca e mortedell'adorabilesuoFiglio;altrigiu-
Maria fonte d'amore, a l'arci infiammare sta la profezia diSimeone ne descrissero
il petto e penetrare del suo dolore, onde e rappresentarono l'effusione delle lagri-
coò puro ardore ama. e Cristo Dio, die me, affranta nelle forze vitali, ed allo spe-
dati per l'uomo ingrato; a farci soci alle gnersi dell'amato Gesù cadere siccome fa
sue angustie, a confondere il suo col no- corpo morto. Tutta voi la leggo in diverse
slro pianto, e di poter stare, finché ci re- versioni, che la B. Vergine, Stabat, stava
sta vita, colla Vergine preclara tra le Ver- immota alla Croce. U canto r di Maria,
gini, stretti allaCroce per meditare la Pas- cav. Angelo M. Ricci
1
il di Rieti, nel 1 845
Mone e morte di Cristo, sentirne le ritor- descrisse concetto di due chiari artisti,
il

te, venerare le piaghe (prodotte da' Ch'io- che espressero la Vergine Addolorata. Nel-
<//edalla Lancia)*; queste imprimerci nel la descrizione con capitolo, La deposizio-
cuore, inebbiiato della Croce e nel San- ne della Croce, alto rilievo del cav. de
gue (/".) del Figlio. Prega per ultimo la Fabris, egli si espresse : Slassi appiè del-
Vergine a difenderci nel tremendo giù- la Croce in mar Qual rupe itn-
di pena,
clizio, a liberarci dal fuoco eterno, e Cri- mola, ed ha un fonte j Tutta
negli occhi
sto pe sospiri del la Madre,con buona mor- del suo dolor la terra è piena. Nell'Ode
te di darci colla palma della vittoria la il busto in marmo della Vergine
Addo-
sempiterna gloria in paradiso. Così sia. Pe- lorala, del cav. Bienaimé, disse: Fede ed
io il pianto, dolori, le angoscie della B.
i
amor, a render valsero bello il dolor.
\ ergine furono dignitosi, e quali si con- Non vedi lagrima bagnarle il volto, che
venivano alla Madre di Dio, alla Regina mi marmo candido, qual era, e scolloj
de'marliri Deiparae : il sagro lesto dice ma il core in lapide non cangia il duol.
Slabat, e s. Pier Damiani aggiunge in- In volto ha l'estasi d' immenso affetto:
tiepida. Varie sono le opinioni de' Padri Iddio nell'anima, Iddio nel petto, d'E-
della Chiesa e degli scrittori ecclesiastici va il rammarico nel cor le sta. Quegli ri-
intnrnoa questo punlo.Dices. Ambrogio, cercano incielo il Figlio, mente' Ella ini-
die \eramente Maria si tenne ferma di mobile levando il ciglio, sembra da'ear-
animo al colpo orrendo, serbando la di- dini le sfere aprir. Anche sul vero auto-
g mia diMudi e del di vino suo Figlio: stati- ledei divotissimo e tenero inno differen^
lem illam lego , fltnlem non lego. Alili li sono le opinioni. Si attribuisce a Papa
però osservano,cbe la parola stante in non s. Gregorio I del 5go, dal Crassei, e da
eschidelaillagrima/ione.AHei nianos.Bo. Paolo Morigia, Origine di tutte le reli-
navenlura e s. Bernardo, altri dottori del- gionic. io, ovvero a s. Bonaventura (au-
la Chiesa, che la B. Vergine patisse lo spa- loie della Corona B. Mariae Virginis,
Simo nella Passione di Gesù, e che so- mista di prosa e di versi rimati): a s. Gre-
pi allatta dal dolore viveva quasi morta, gorio I sono pure favorevoli, Sigonio, De
Si può vedere Novali De aumentili Dei-: Ep. Bonon. lib. 3, p. 453, e Ghirardacci,
pai at / irginis Mariae 1. ,p. 3 55 e 3Go, 1 luor. di Bologna all'anno 399. A Papa i
6 T A S T A i
73
Innocenzo IH del 198 l'attribuiscono
i li, Vergine viene commen-
di n\ii la B.
Lodovico Jacopo da s. Carlo, Bibl. Pont. dila nel vangelo, tra' quali il io." venne
p. 18, ed il Pagi con alili storici nella
i estrotto dalle parole Stabat juxta Crii- :

sua vita. Alb.Jacoponc Benedetti da Todi ceni Jesu Mater e/tts, e penetrandosi del
frate minore, morto nel i 3o6, l'attribui- suo dolore prescrisse il digiuno ne* venerdì
scono, Cave, in Append. adhist. p.G;Fon- e sabati. L'inno fu dulia Chiesa posto nel
tanini, De. ital.eloquent. lib. 2, cap. 8, p. mestale e nell'uffizio divino. Riferisce l'
A-
iZi; Waddingo, Annoi. Francete, t.
il dafui, Osservazioni sul coro della cap-
3, p. 52; e di recente A. F. Ozanam, Les pella pontifìcia p. 33, die ivi nella do-
Poèls Francìscains en Italie au XI II sie- menica delle Palme e dopo l'offertorio,

de, avec un choix des petiles fleurs de si canta adagio il mottetto Stabat Mater
s. Francois traduiles de l'italìcn, Paris dolorosa a due cori del celebre Palestrina
1
i852. La Civiltà cattolica rendendone con 2.' parte, del quale è solito dirsi so-
a
conto nel t. 4> P« 335 della i." serie, av- lamente la 1 . parte. Nella Raccolta d'o-
verte ebe il b. Jacopone fu una specie di razioni e pie opere colle s. indulgenze,
Diogene cristiano ; essendo in Palesici- clie si stampa in Roma con espressa ap*
no de'Co!on;ia ribelli a Bonifacio Vili, p l'ovazione della s. congregazione dell'in-
ingannato dalle calunnie sparse a danno dulgenze, si legge. » Il ven. Itmocei)70
di quel Papa, gli scrisse contro fiera sa- XI, desiderando ebe tutti i fedeli cristiani
tira, fu imprigionato e scomunicato; co- spesso rammentino il dolore acerbissimo
nobbe il suo fallo, se ne pentì, cbiese a sofferto da Maria ss. stando sotto la Croce

grande istanza l'assoluzione, l'ottenne col- del suo divin Figlio Gesù, e la preghino
la libertà, indi visse e mori santamente, per tanto di lei dolore di grazie spiritua-
meritando il titolo di beato. Poco prima li in vita ed in morte, con suo breve Coni-
e quasi contemporanei furono gloriosi i viissae Nobis,iìe\ 1. "settembre 1 68 r, con-

7 beati fondatori dell'ordine deSeivi di cede in perpetuo giorni 00 d'indulgenza i

Maria (P.) e delle Serve di Maria (/".), a'fedelimedesimi, per ogni volta che in
i qualiproposero con particolare divo-
si onore della B. Vergine Addolorala divo-
zione onorare e meditare Sette dolori i lamente reciteranno la Sequenza, ossia
della B. Vergine (dividendoli in tal nu- l'Inno Stabat Mater, il quale (come dice
mero, onde gli artisti rappresentano la Benedetto XIV, Delle feste di K S. Ge-
Madonna Addolorata con 7 spade: di al- sù G risto e della B. P ergine, par. 2, cap.
cuni di questi dolori ne parla il vangelo, 4, §1) sebbene non fu coni posto da s. Gre-
egli altri sono verosimili), e tuttora fio- gorio IMagno, da s. Bonaventura, co-
riscono, cantandosi spesso nelle loro cbie- me qualcuno crede , riconosce però per
se, ed auco con musica, lo Stabat Mater, suo autore il dotto Pontefice Innocenzo
"
da ultimo essendo slata introdotta in al- III, conforme attestano gravi scrittori.
cune di tali cbiese la pia pratica della Fin Segue l'inno in latino, colla versione ita-
Matris (P*.), per meditare dolori della i liana. Molli de' compositori di musica
Ti.Vergiue nella forma medesima della più distinti, si esercitarono nel mettere in
Fia Crucis {V.), nella quale ancora si musica vocale e istrumentale quest'inno;
suol cantare lo Stabat Mater. Innume- ipiù celebri sono Pergolesi, Bai, Pittoni e
rabili sono gli ordini religiosi, oltre YO- Haydn, non che altri con musiche pate-
blate de' Sette dolori (P.), ed i sodalizi tiche e commoventi, proprie di questa sa-

divotide'doloridellaB. Verginella reale gra prosa. Il celebre maestro di musica


b. Giovanna di Valois. Dell'istituire le Zingarelli applicò le commoventi me-
religiose della ss. Annunzialo, formò gli lodie del Miserere (V.), alla bella ver-
statuti cavandoli dalle 10 virtù priucipa- sione del già lodato cav. Pucci, e che fece
- 8

i
74 STA STA
tanto strepito di piansi. Imperocché il can- grafica che pubblicò nell' Album di Ro-
lodel /l/àerere riempie l'aiiùna de'fedeti ma, 11, p. 148 e seg. Scrissero sul-
t.

tli religiosa tristezza e compunzione; ispi- l'inno e prosa Stabat Mater, da alcuni
rata preghiera die messa in musica dai detta pure sequenza, i seguenti. Giorgi,
più grandi maestri, profondamente coni De lilurg. Rom. Pont. Disserl. 4 De Prosit
move e strappa il pianto, meravigliosissi- et Seqtientiis, t. 2, p. 2 18. Gio. Battista
mi e di sorpremlente effetto essendoqtiel- Bellavera, Pia meditazione sopra l'inno
li che si cantano nella cappella pontifi- Stabat /!/<3ter,Venetiis 5g4 e 6 1 1
1
4* Già
cia nel triduo della Settimana santa. Da Battista Vaccondio,Parafrasi detto Sta-
ultimo e in Bologna sua dimora il cele- bat Mater. Compassio B. Mariae V.in qua
bre maestro cav. Gioacchino Rossini, ci Maler Dolorosa invitat cliente! ad piai
diedecon sublimi concenti l'insigne e mi- consideraliones praecipuorum do- FU
rabile componimento dello Stabat Ma- lorimi cum horis compassioni* a Cle-
,

ter, posto da Ini in musica sino dal 832 1 mente P. M. compositi* } Coloniaei67Q.
e poi riformato; il quale accrebbe nuo- Guglielmo Gruppenberg, Jesus vir do-
va gloria alla perenne sua fama, egli pro- lorosus, Mariae malris dolorosae filili s t

sempre ver-
cacciò novella corona d'allori Monachi 1 763. P. Cristiano Mitlernaclit,
di nel regno soave dell'armonia, un bel Disserlatio defesto de spasmo Mariae a
posto nella Musica sagra, ed una vita dominicaJudica adPalmarum ,aliquan-
più durevole nell'ammiratrice posterità. do celebrato, Lipsiaei 722. M. Antonio
Per questa composizione di genere reli- 'Ta\\toW\, Inno sagro tradotto in verso vol-
gioso, con quel maestoso e grave carat- gare, Osi mo 784. Ufficio della ss. ter-
1

tere che le si addice, piena di eminenti gine de' FU


dolori composto da s. Bo-
bellezze melodiche, a rmoniche,istrumen- naventura, Napoli 7q4- Nicola Boi- 1 &
tali, egli magistralmente si fece interpre- doni, La saetta della Passione di Gesù
te de'dolori della Mad re di Cristo con con- nel cuore di Maria, Perugia 1624. Ga-
celti melanconici e flebili, in islile gran- spare Tausch,De s. Ma tre dolorosa, Co-
dioso e profondo, spirante mestizia e cor- loniaeA.i643.Judoci Andres, Perpetuili
doglio. In tale occasione si pubblicarono i gladius Rcginae Martyrum ab Annuii-
seguenti opuscoli. Stabat Maler versione ciatione usque ad obitum, XF iconibus
deld. r Gaetano Bonetti dedicata almae- exornatus, Antuerpiaei 65o. Fabio Am-
stro /losw'm, Bologna i 8/12. Grande mu- brogio Spinola, Cristo appassionato e In
sica dello Stabat ìli ater del celeberrimo Fergine addolorata , Genova 66 1 r . M.
cav. Gioacchino Rossini, eseguila in Bo- I. Frischii, Lib eliti s de Messia FIIvul-
logna, ivi 1842. Lo Stabat Maler, ver- neribus conficiendo ex voce Zachariana,
sioni dell' avv. Filippo E- Mar tinelli, e di e. 3,i'. q,eodemque vero [andamento nu-
vasio Z>o//è,Bolognai842. Già Bologna meri septenari sancii jLipsiaei 7 53. S. Bia-
nvea ripetutamente ammirato lo Stabat va, Melodie sacre p. 2 Lo Stabat Ma- 1 :

Ma ter,\ Misererei Dies irae,\\ Dixit Do-


I 1 ter. Aggiungerò al culto e festa (\e Sette

mìnus, più celebri pezzi


i di musica sagra, dolori della B. Fergine, al detto in que-
ivi scritti dal famigerato maestro romano sto articolo, e all'indulgenze concesse da
ca v.Pietro Persi chi ni. Il suoStabat Matcr Pio VII e riportate nel voi. LXI V, p. 3 1

composto a piena orchestra, dal re di Ba- e 3 g, che quel Papa con decreto de'
1 1
g
viera fu fatto eseguire nella chiesa di s. settembre 8 4 ordinò 1 1 l'uffizio di doppio
Michele di Monaco, e sorti meraviglioso maggiore da recitarsi nella 3/ domenica
effetto. A tanto genio musicale accrebbe di settembre, e da trasferirsi nella 1
.'
delle
rinomanza quel fior d' ingegno di mg. r seguenti domeniche non impeditale nella
3
StefanoRossijUella magnifica lettera bio- delta 3. domenica di settembre cadesse
S T A .STA 175
i'8' della Nativi tu della D. Vergine o la col verde fitto degli alberi, che come una
lesta di s. Matteo, epe'francetcani quella larga tela or piana or avvallata si spande
delle s. Stimmate di s. Francesco. intorno. Camminando per comoda strada,
STADIA, Slabiae. Città antica e ve- praticata sul dorso del monte e ombreg-
scovile della provincia e regno di Napoli, gia la al terna ti va mente da spessi castagni,
che distrutta dal Vesuvio Dell'irruzione da verdi oli vi,e da pampinose vili che a fe-
che descrissi nel voi. XL\lI,p. l6q,la città stoni spenzolanti piacevolmente adorna-
che poi fu edificata colle sue rovine, ven- no la silenziosa via,sigiungeal reale casino
ntchÌAfuaÌACeuteliumSiabiensefiquiadi di Quisisana o Qui si sana, per l'aria
per essere situata sul mare del golfo di salubre che visi respira colla dolce soli-

Napoli, nel seno ove il Saruo mette foce tudine che infonde piacevole melanconia
(fi urne iàtnoso pei che presso di luiNarsete nell'animo. Tutto è delizioso e romantico
sconfisse Teia re de'goti, e Gualtieri con- quanto circonda la bella e modesta reale
te di Brienne attaccato da'tedeschi cad- casa, e tulio concorre a far gustare le dol-
de mortalmente ferito) e proveniente dal cezze della quiele e la beatitudine d'un
Principato Citerioree da due fonti diifar- tranquillo riposo, tra'fiori, il canto dedi
no, prese il nome di Castri Maris, iodi uccelli, e il mormorio de'ruscelletli; ve-
Castellamai e{f .)o Castel a 3J are.Sliìh'ia ramenle incantevole villeggiatura regia.
primamente fu abitata dagli opici , poi Per la vicinanza di Napoli, che le è di-
da'pelasgi, indi dagli etruschi, e da ul- rimpetto, presto la nuova Slabia diven-
timo da'sannili,i quali poi vennero espulsi ne considerevole, popolosa e sede vesco-
sotto il consolato di Pompeo e Catone. essendovi tradizione die già disce-
vile, i

Fu una dell'infelici vittime del furore di poli degli apostoli vi predicarono la fede,

Silla,ereslòsubbissata dalla ricordala ter- come si può vedere nel Milanle, De. Sta-
ribile eruzione. Negli scavi che visi fecero, bilìStabiana Ecclesia, et episcopi.? e/ui
furono trova te alcune pitture che pubblicò Neapoliiyoo. L'Ughelli, Italia sacra t.
Piranesi nella 8uaCoIiezione,eparecchi pa- 6, p. 665, Slabienses seu Castri l'Hans
piri che si vedono nel museo Borbonico di episcopi, ne incomincia la serie nel 49 (
)
Napoli; ma pel piccolo numero degli sche- con Orso, Slabiamis episcopits,c\\esi rese
letri e dalle poche cose preziose ivi rinve- chiaro nel concilio romano di Papa s.Sim-
nute, pare chei miseri suoi abitanti abbia- maco;indi Laureto o Lorenzo Slabiensis
110avuto tutti il tempodi mettersi in salvo. episcopus nel 600 60 nella lapidese- 1 ,

Aggiungerò al ri ferito a Caslel!amare,che polcrale dicendosi morto nel 61 2, e colle


per la sua piacevolissima dimora vi sono lettere V. B. Lubentiuo Slabiensis epi-
molte case di delizie de'signori napoletani. scopus nel 649 sottoscrisse al concilio di
Ben munite castella guardano il piccolo Roma di Papa s. Martino I. ludi s. Ca-
e sicurissimo suo porto, e le sue acque tello vescovo e patrono di Slabiadell'827
minerali per la loro efficacia e rinomanza, visse santamente e fu eccellente pastore:
nella stagione estiva vi richiamano im- con s.Antonino abbate si ritirò nel Mon-
mensa quantità di forestieri, tratti pure te Gauro a viveie uella contemplazione
dallasuaameuilà.SovraslaaCastella:nare delle cose divine, quando il duca di Be-
altoe ripido monte, AJonlisAureio G au- nevento, dopo aver manomessoi mona-
rina, che levando superbamente la ver- steri di Monte Cassino e della Campania,
deggiante sua cima, pare che sia sostegno costrinse s.Antoninoa rifugiarsi inSlabia;
del cielo una bianca corona di vaporose
: e sul monte con s. Catello edificarono la
esalazioni che quasi sempre o cinge la sua chiesa di s. Angelo. Essendosi il vescovo
testa, o a guisa di una lunga striscia lo ricusato di ritornare nella città, comechè
segna a metà, fa sempre vago contrasto infiammato e tutto assorto uella pregine-
ì
76 S T A S T A
ra,gli abitanti l'accusarono ad E ugenioll, gafa di Catania episcopus Stahieniìs nel
che lo fece chiudere in prigione n Roma, 13GG, Paolo morì nel $70, a coi fu so- 1

donde cavò Valentino eletto Papa Del-


lo stituito Marino del Giudice [I''.) poi car-
l' 827. Ritornato a Stabia e chiaro per dinale. Nel 38o l'antipapa Clemente \ 1
1 1

miracoli, vi rese l'anima a Dio; se ne ce- v' intruse Ugo francese, che fu deporto

lebra la festa a' 1


4 gennaio, e ne tratta- da Urbano VI; questi gli surrogò Giu-
no i bollandoti, Ada ss./anuar. t. 2, p. liano, ma aderendo all'antipapa, Urbano
227. Gli successe Sergio del 700, Stefa- \ I
lo spogliò della sede. Bonifacio IX nel
no fiorì nel 982, Gregorio sacerdote di 1.^92 elesse Gentile de Tosto canonico
Stabia fu ordinato nel 11 o da Barbato 1 d' Amalfi, e per sua morte ueli3q3 i'v.

arcivescovo dii5brmt/0,dicni era snll'ra- Antonio Arcamoni domenicano. Nel 3qq 1

ganea la seàe e lo è tuttora, il quale gli ottenne il vescovato di Stabia fr.Giacomo


concesse la chiesa di s. Angelo sul Monte Galluci domenicano, nel 402 Marino di 1

Ga uro. Altrettali lo fece al successore Ser- s. Agata canonico di Fermo, nel 42 A- 1 '

gio del 1 1 20, che fu risanato da s. Baco- lessio o Luigi Certa cittadino di Stabia,
Io. Giovanni Stabiensis episcopus visse nell44 a e g™ di Gaeta fr. Felice dome-
neh i4o,e l'arcivescovo Orso gli confer- nicano, veiso il quale tempo re Alfonso
mò il possesso della chiesa di s. Angelo. d'Aragona fu benefico colla città; nell'i \j
Palmerio vescovo di Stabia del 196 resse r Lodovico di Certa, forse della patria, enei
lungamente la sua chiesa, a vantaggio del- medesimo anno Nicola Anfora di Sorren-
la quale ottenne da Federico li de'bene- to vescovo stabiense, decorò la basilica di
lìzi, Angelo per
e ricuperò la chiesa di s. s. Maria a Mare, e permise l'alienazione

quel giudicato contro Guarniero, aven- di vari beni. Alessandro VI nel 1496 no-
do agito pel vescovo l'arcidiacono Pie- minò Antonio Fiori romano, uditore di
tro, che riporta Ughelli,e nel quale il ve- rota, insigne per ogni virtù; ebbe a coa-
scovo viene detto del la ci Ita di Castri Dla- diutore il nipote Pietro che gli successe
ris, nome chea nda vasi sostituendo all'an- nel i5io, intervenne al concilio di La-
tico di Stabia e poi a poco a poco prevalse, tetano V e fu traslato a Gaeta. Nel 1 537
Tenendo abbellita e forti ficaia da re Carlo per nomina dell'imperatore Carlo V, pre-
I. Tuttavolta il successore Teobaldo del conizzò Paolo III, Giovanni Fonseca dot-
I2f)5 lo trovo chiamato episcopus Sta' tissimo spaglinolo, poi cappellano mag-
hiensisj dal re Carlo li ricuperò ledeeime giore di Napoli, e fu al concilio di Tren-
della chiesa di Stabia, e il Papa Onorio to : Carlo V die la città in dote a sua fi-

1 V nel 1 289 gli commise assolvere dalle glia Margherita, che sposò a Ottavio Far-
censure Giovanni vescovo di Lettere, e Parma e perciò anco di Ca-
nese duca di
da Bonifacio Vili fu traslato a Terracina. strimiMarìs per disposizione imperiale.
Nel i3o4 Pietro o Paolo, neli3og An- Nel 562Antonio Laureo nobile napole-
1

drea vescovo stabiense, Pietro morì nel tanOjCanonico diNapoli e compilatore de-
1 326, fr. LandolfoCaracciolo napoletano gli statuti del capitolo, ciotto ed eccellente
francescano e discepolo di Scoto fu fatto pastore, governò in somma pace, e cap-
vescovo di Stabia da Giovanni XXII, che pellano maggi ore di Napoli, morì ueh57 7.
ad Amalfi. Nel 33 Pietro,pro-
lo trasferì 1 1 Poscia Lodovico Gravina canonico rego-
babilmente quello per isbaglioda Ughelli lare lateranensedoltissimo; nel 591 Gio- 1

portalo ah3o4;poi Guglielmo deli343, fi. vanni Miro spaglinolo, trasferito ad Ace-
Pietro vescovo stabiense morì nel 358, 1 renza e Matera.Nel 599 Vittori noMansi1

come si legge nell'epitaffio in cattedrale. d'Aversa dottissimo autore di opere, poi


Gli successe Matteo de Alano nobilissimo vescovo d'Ariano;nel 160 1 GirolamoBer-
d'Amalfi, indi Giovanni mouaco di s. A- nardo de Quiros spagnuoloj insigne ci-
S T A S TA «77
rterciense, traslato a Pozzuoli; nel i Ho') scovo di Cattell'a Mare tv. Pietro Sava-
Ippolito Riva napoletano teatino, versato st. ino Ira ncescano di Napoli ;neli7 2 7T01TI-

in ogni scienza; nel iG^AnnibaleMasca- masodeGrazianapoletano,neli73oToiu-


l>i uni nobile beneventano, illustre scrit- maso Falcoia napoletano de'pii operai ;

tore ed erudito; nel i (i.j 5 Andrea Massa nel1747 fr. Pio Tommaso Milante do-
ligure, poi di Gallipoli; nel 1 65 i e trasla- menicano di Napoli; nel 749 e traslato1

to da Aquila Clemente del Pezzo de'prin- dall'Aquila, Giuseppe Coppola filippino


cipi dis. Pio duchi di Catenello, teatino 768 e già d'Ugento, Tom-
di Napoli; neh
eloquentissimo e dotto, prudente e sagace, maso Mazza d'Ariano; nel 1792 e dopo
onde e col titolo di vescovo di Filadelfia notabile sede vacante, Ferdinando Cri-
meglio di Porfirio inpartibusavea trat- spo Doria napoletano; nel 18 18 e dopo
tato in Germania nunzio all'imperatore altra sede vacante a'2 (dicembre Bernar-
gravi negozi, lodato pastore per zelo, giu- do della Torre diCapo di Monte, ch'era
stizia e pietà. Nel 1 655 Giovanni Pareda di Lettere (f^.), da Pio VII unita n Ca-
spaglinolo e dotto, episcopus Stabiensisj stellamarc colla bolla De utiliori Domi-
indi di Gaeta; nel i (362 Pietro Gamba- nicae, de'28 giugno, e così la diocesi com •

corta napoletano de'piincipi di Maccbia prese un territorio di 6 miglia circa, con


e teatino, magnificamente restaurò, am- 6 luoghi principali. Nel 1821 Francesco
pliò e abbellì I' episcopio situato vicino Colangelo filippino di Napoli. Gregorio
alla cattedra le;neli676fr.LorenzoMayer3 XVInel 837 preconizzòAngeloM.'Scan-
1

Caramuel spaglinolo de' mercedari, poi zanodi Andretta arcidiocesi di Conza. Nel
di Gaeta; nel i 678 fr. Salvatore Scaglioni soggiorno che il Papa Pio IX fece in Na-
patrizio d'A versa, carmelitano ed esimio poli, notai in quell'articolo, chea'22 ot-
predicatoie,lodatissimovescovo;nel 1682 tobre 849
1 onorò di sua presenza Castel-
fr. Francesco de Mendietta spagnuolodei lamare, dopo avere osservato le rovine
mercedari;neli684 Annibale di Pietro pao- di Pompei, visitando la cattedrale, ed i
lo calabrese, colle parole e coli' esempio monasteri della Pace e di s. Bartolomeo.
edificò il gregge, rilevò molti abusi, mi- Indi il Papa nel concistoro de'20 maggio
1
gliorò l'episcopio, Plateaui, ut vocantjed- i85o dichiarò l'attuale vescovo mg.
(liluumsuae ecclesiae juridice covfcctam Francesco Petagna di Napoli, zelante ec-
vohtit; morlcm appctiil Stabiisx jo5. Nel clesiastico, peritissimo in molte lingue o-
1 7 1 3BiagioDura di Peuna, patrizio napo- dentali , rettore della regia chiesa di s.

letano e canonico di sua metropolitana, Ferdinando, consultore della congrega-


di vita innocente, generoso co'poveri, e- zione delle missioni.
icsse nel suo palazzo una congregazione STADELLI Berengario, Cardinale.
di sacerdoti per spirituale utilità della V. Fredoli.
diocesi : divotissimo della B. Vergine ne STADINGHI o STADINGS. Eretici
promosse avendo non senza
il culto, ed e libertini di Slade o Staden, città della
prodigio trovato una di lei immagine di- bassa Sassonia nel ducato di Brema, og-
pinta tra'ruderi della cliiesa di s. Tom- gi dell'
ci
Annover, che
'
stabilironsi nel so-
,

maso, già edificata dal pio re Roberto, nel colo XIII in luoghi paludosi e inaccessi-
luogo detto Donius Sana, presso il pa- bili de'confini della Frisia e della Sasso-
lazzo del nobile di Stabia de Rogatis, le nia,dove rinnovarono gli errori de Mani'
una chiesa, la ornò e vi collocò l'im-
eresse chei C'.J.e si abbandonarono ad ogni sor*
magine sotto la invocazione di s. Maria te di abbominazioni, e soprattutto al sor-

della Sanità. Con questi nell' Italia sa- tilegio. Ammettevano due principii, l'u-
cra termina la serie de' vescovi, e la com- no autore del bene, l'altro del male; e
pirò colle Notizie di Roma. Nel 722 1 ve- aggiungevano che Lucifero ossia il De-
voi. IXIX. li
178 STA ST A
monto è il creatore clic fece i! bene, e die eretta nel secolo IX. Orietta chr. \.i,
p.
il Dio il quale precipitollo dal cielo, sarà 127.
mi giorno ilelronizzalo ila Lucifero, che STAGNO Pietro, Cardinale. V. E-
riacquisterà il suoregno,premiando quei STAIN.
clic l'avrà imo adorato. Essi dicevansi in- STAGNO UgoGugliei.mo, Cardina-
dipendenti da ogni autorità, ricusavano le. V. IV, p.168 ei 7 i.
voi.
pagar le decime alla Chiesa, e faceva-
ili STAGNO, Stagnimi. Città vescovile
no perire gli ecclesiastici e religiosi. Il i e circolo di Dalmazia, al nord-est ed a cir-
PapaGregorio IX,dopoaverli inutilmen- ca e) leghe da Raglisi, sulla costa meri-
te scomunicati, fu costretto promulgare dionale dell'istmo che unisce la penisola
la crociata per distruggerli. Gerardo II del suo oome,chiamata volgarmente Sa-
arcivescovodiRrema,Enricoduca di Ria bioncello,al continente, in fondo al gol-
bante, e Fiorenzo conte d'Olanda si mi- fo omonimo, formato dal canale di Ca-
sero alla testa delle truppe erocesignate binata. La penisola di Stagno o Sabion-
neh 2 33,e annichilirono sì perniciosa set- cello, componente l'estremità del circolo
ta. Alcuni di essi si resero a discrezione, di Raglisi, spingesi nell'Adriatico tra il

ottennero la pontificia assoluzione e fu- canale di Narenta,che la separa dal cir-


rono ricevuti nel grembo della chiesa cat- colo di Macarska e dall'isola di Lesina,
tolica, mediante lettere che Gregorio IX e quelli di Curzola edi Meleda che la se-
scrisse nel 1234 all'arcivescovo di Ma- parano dall'isole dello stesso nome, at-
gonza, al vescovod'IIildesheim,e al dot- tenendosi al continente per la sua estre-
tore Corrado di Marpourg. mità sud-est: riesce montagnosissima, le
STAFFA (della) Ermanno, Cardi- coste generalmente scoscese, ed offrono
nale. De'nobili degli Ermanni di Peru- un gran numero di seni più o meno con-
gia, ne ottenne il vescovato da Onorio li Stagno n'è il sito principale,
siderabili, e
nel i i 27, che Ughelli chiama Ridolfo Ar- denominato Stagno Grande, per distin-
marmi o della Staffa, e nelle tempora di guerlo da Slagno Piccolo, luogo pure di
dicembre si vuole da alcuni che lo creasse Dalmazia nel circolo di Ragusi, presso ed
cardinale diacono di s. Maria in Aquiro, ni nord-nord-estdiStagno, sulla costa set-
e poi vescovo d'0>lia,secondoCardella, il tentrionale dell'istmo che unisce la pe-
quale riporta le testimonianze degli scrit- nisola diSabionce) lo al continente, infon-
tori che non ammettono la dignità cardi- do al canale di Narenta che vi forma un
nalizia in questo soggetto; non occultando porto magnifico chiamato Mare Piccolo,
che Jacobilli gliela concede, ma questo che gode d'ingressi e uscite facili, d'ec-
storico peritissimo delle cose dell'Umbria, cellente ancoraggio tra acque mai sem-
talvolta mancò di giusta critica. UYin- pre in calma, e capace di contenerci 00
cioli nelle Memorie de' cardinali peru- vascelli da guerra: attivissima vi è la pe-
gini ne parla a lungo, ed espone qualche sca, massime del le sardelle, che nella più
duhbio sulla dignità cardinalizia. Conclu- parte si salano. Il Farlato, lllyricum sa-
de Cai che non deve riputarsi car-
della, crimi, descrive la penisola di Stagno, e
dinale, e che finì di vivere neh 179, al corregge quelli che la chiamarono Oe-
dire di Ciacconio. neum Ptolemaicnm o Oene.um Livia- ,

STAFFIERE. Fedi Palafreniere, numj e che la città di Slagno ne prese


Servo. il nome, indi nobilitata dal seggio vesco-
STAGA o STAGEION, Stagae. Se- vile,lodandone il mirabile porlo, come
de vescovile della Tessaglia i .", nell'esar- ottimo, con facili approdi, e capace di
cato di Macedonia, diocesi dell'I lliria o- contenere 3oo navi; altri diconochei no-
rientale, sotto la metropoli di Lai issa, cevoli miasmi del viciuoNarenta impedi-
S T .\ STA 1 71)

scono un maggiore concorso. Viene dife- ti giorni anche in Ragusi, epiìi spaven-
sa da imi castello eli poca importanza, ed tevoli e rovinose per Stagno e vicinanze.
il principale suo lucro consiste nelle sa- Il emendo flagello si ripetè nel settem-
ti

line, e nella copiosa pescagione massime bre 85 i,con una serie di forti scosse mis-
1

delle sardelle, che vi alimentano un im- sultorie e ondulatorie, accompagnate da


portante commercio.Stngno è l'unica cit- detonazioni e muggiti, che recò altri ri-

tà della penisola, con diverse chiese, es- levanti danni, segnatamente nelle cam-
sendo la cattedrale dedicala a Dio sotto pagne. Anche Stagno Piccolo partecipò
l'invocazione di s. Biagio vescovo e mar- dell'infortunio, ma parcelle non vi sieno
ine. La ci Ita e la penisola appartenne già stale vittime umane da compiangere.
al dominio «Iella repubblica di Raglisi STALLO, Stallimi, Subsellium, Ex-
(f-), e segiù le sue vicende politiche. La hedra, Exsedra , Scannimi, Sedes. Se-
sede vescovile, chiamata da alcuni Za- dile, scaunojseggioobanco di noce o al-

culmia, fu eretta nel secolo X! e dichia- tro legno, ovvero di marmo per sedere
Ra- 7
nel Coro ( l .). Questo è posto nel Pre-
rata sullraganea dell'arcivescovo di
glisi. Paolo
con bolla deli 'T^g accor-
III sbiterio o Santuario o Sacrario (/'.) del-

dò alla repubblica di Ragusi il privile- la Chiesa (/"".) o del Capitolo (/".), per
gio di presentare nella vacanza della se- lo più situato dietro l'altare maggiore,
de un soagelto per promuoverlo al vesco- ed anche in alcune Cappelle per l'ulli-

vato di Slagno, la quale concessione de- tiatura dell'inverno. Ivi e vestiti dell'in-
rivò dall'avere la repubblica accresciuto segne corali, che descrissi a'Ioro articoli,
le rendite della mensa episcopale di cento siedono e prendono luogo, colle debile
ducati d'oro. I seguenti ultimi vescovi di distinzioni, le Dignità, Canonici, Be- i i

Slagno sono registrati neWeNotizie di Bo- neficiati, i Mansionari ,i Cappellani[V.),


a
Mc7. Neh 74.1 fr. A ngeloM. Volanti do- dopo che con alto di possesso vi sono sta-
menicanodi Ragusi; nel 1 74^f»"- Giacinto ti istallati, per assistere al Servizio divi-
r
M. n ]\Iilcovichdomenicanodi Ragusi; nel no (I7 .), e alla Salmodia (/ .). Il voca-
iy5a Pietre BudmanidìRagusi;neIi 772 bolo istallare derivada Astallare, posar-
fr. Francesco M.* Sorgo Bobali miuore si, fermarsi, stanziarsi, consistere, mane-
osservante di Raglisi; nel 800 fr*. Anto- 1 rej quindi dicesi Astallare, Astallamen-
nino Dolci domenicano di Ragusi. Dopo tOy e volgarmente istallare e istallamcn-
lunga sede vacante, e come ricordai nella to. Il Magri nella Notizia de 'vocaboli ec
biografìa di Leone XI I, questo Papa colla clesìastici,\a quello di Stallimi, lo dichia-
bolla, Locum B. Pelri A postoli ,i\e 3o ra compartimento del coro ove sono di-
giugno 1828, per la nuova circoscrizione sposte le Sedie (P.), mentre si cantano le

di diocesi della Dalmazia, a motivo del- divine lodi. Si chiamano stalli alti quelli

le scarse rendite, ad istanza dell'impera- de'canonici o preti, stalli bassi quelli dei

tore Francesco I, ridusse a G gli 1 ve- 1 Cantori , di cui riparlai a Primicerio e


scovi dalmatini, e tra le sedi soppresse vi Precettore, de'musiciecoristi,etalvolta
compresequesta di Stagno, chetutlavol- visiedono Chierici e Pueri de Choro
i i

ta si continuò a registrare nelle suddet- {V). Egualmente siedono negli stalli del

te iVb//s/e,uel 18296 83o. L'aprile 800 1 1 proprio loro coro i Religiosi (F.) e le /»e-
fu infausto per Stagno per le spavente- ligiose (f.), per le sagre funzioni e sal-
voli e replicale scosse di terremoto, che meggio. Il coro e stalli di molti religio-
dal i.| al 29 pressoché ne atterrò quasi si e di tutte le religiose sono situati nel-
tutte le abitazioni minori, con grave dan- la parte interna del convento o monaste-
no di molti edifizi pubblici e privali; al- ro, corrispondente all' Apside o Abside

tre forti scosse si rinnovarono ne'segueu- {!'.) della chiesa, ovvero sopra la suap>r-
,80 STA STA
la principale, ove gcneralmcntd si suole negli scrittori patrii, s'incontra fier|i>enfe
collocare la cantoiia e foretto per la mu- menzione de'decurnani,ceto ecclesiastico
sica sagra, e non per suonare de' pezzi appartenente alla stessa chiesa, e l'arci-

della profana con immorale dissipazione. prete Puricelli scrisse su di loro una dis-
Il Nardi, De parrochi, spiega l'elimolo- sertazione che mss. si conserva nell'Am-
già della paiola Stallo, da stare (dimo- brosiana, cioè di quelli addetti alla ba-
iale, stanziare, aslallnre), nome rimasto silica di s. Ambrogio. Pare che fossero det-
a'soli sedili canonicali. Bisogna bene che tidecumani dalle decime che raccoglie-
sia nome antico e onorevole, se è rima» vano, e godevano benefizi chiamati ob-
sto esclusivamente Dell'indicato seuso. Se bedienze, usando il loro primicerio layè-
ne trova meuzione nel VI secolo in Ce- rula per distinzione. La 1.' origine alcuno
sario lib. i,c. 6, e. v: volgarmente dicia- l'attribuisce a Ambrogio, o meglio sol-
s.

mo istallare per mettere uno in possesso tanto ebbero principio verso la metà del
d'una dignità o carica anche secolare.L'e- secolo Vili odel IX, nel quale in Milano
spressione poi Stallimi in choro, parlan- eranoaddetti in piùchieseecappellesub-
dosi de'canonici, è frequente nella Gal- urbane, e giunsero si no al numero di 100,
Ha Christiana, e si può vedere al 121 3 onde furono detti pure centenari. Era un
t. 2 Append. n.°i4- Stallimi in choro pei corpo di semplici cappellani percelebrar
canonici, parlasi nelle costituzioni Nico- le messe, e chiamati intervenivano all'e-

siensi del320, presso Labbét. i5. In uu


1 sequie e anniversari de'defunti per la re-

diploma deli 169 di Galdino arcivesco- citadcH'ufiizio;erar:opurecustodi di chie-


vo diMilano, presso Ughelli, gli stalli sono se, in una parola erano preti mercenari

chiamati Stadia (forse luogo da sedere). con qualche maggior emolumento degli
Sedes aulem et stadia sacerdoluin et dia- altri, masenza cura d'anime, almeno per
conorimi adi'os solos (parla co'canonici) vari secoli. Nel secoloXI furono obbligati
spedare deccrnimus, adeo ni ipsis sedi- alla vita canonica e regolare prescritta al
bus vobis praesentibus nulli decumano- clero. Sulla cotta indossavano una pellic-
rum ( preti minori in aiuto del servizio cia, e furono anche appellaliy/zz// di tu-
corale) sine veslra jussione sedere liceat. mano-canonici.liì seguito furonoammes-
Nec adstadiacum missam cantarli (pro- si a quelle funzioni ecclesiastiche, da cui
babilmente la feriale) iidern decumani primaerano esclusi, ovvero senza averne
ascendere presumant, nec simililer cimi compenso. Nelle chiese ove essi soli esi-
missam cantant per medium chorum an- stevano, dilatarono iloro possessi e acqui-
te facies vestras ad altare asccndant. \ sti: però l'amministrazione delle rendite
decumani erano pure per l'assistenza del- e della fabbrica nella più parte delle me-
le animeagli Ebdomadari pe'malati, olii desime rimase pressoi parrocchiani o fab-
santi, viatici, ec. e segnatamente pel quo- bricieri. I decumani gli ebbe purela chiesa
tidiano battesimo, al qual uopoanche di di Monza. In processo di tempo decu- i

presente in Parma chiamansi corrotta- mani cominciarono la loro decadenza,ab-


mente Dogmani. Vi si dice inoltre che bandonarono la vita comune che in prin-
i decumani non possano celebrare uffizi cipio a veano con zelo abbracciata; il capo
di mortinelcoro maggiore, né andar sal- di quelli della metropolitana di Milano
meggiando in processione che al solo al- cambiò il titolo di primicerio preposto,
tare di s. Ambrogio. Non rammentando in quello d'arciprete; continuarono a sus-
se de' decumani feci altrove parola, ag- sistere nel secolo XV, e nelX VI da s. Carlo
giungerò di loro un cenno per supplirvi: furono aggregati al clero e al coro della
meglio data occasione, che mai. Ne' ve- metropolitana iemale, essendo stato at-
tusti monumenti della chiesa diMilanoe terrato l'est ivo di S.Tecla; li ri fuse nel ceto
r
S T A. S l.\ « 8 (

dVnotari e lettori, riconosciuti poi col ti- ibi ter io. Questi sedili canonicali erano al-
tolo di beneficiati, collocando il loro pre- e somigliavano ad un lungo trono, più
ti,

posto nell'ordine maggiore cui titolo di de- basso però, e meno ornato del vescovile,
(ino. Finalmente non restò de'deeuiuani e chiamati cathedra, tribunal , come il

die il solo primicerio, capo senza corpo. trono del vescovo, come dice Prudenzio
Ritornando al Nardi, parlando esso d'un in s. Hippolyt. , e parla di Roma. Il can.
canone del concilio d'Andra del 3 .{, dice i i d'Andra del 3 i
\ chiama cathedraeho-
che se un nominato vescovo uon avesse po- noris questi stalli canonicali, come tribu-
tuto andare alla sua sede, si collochereb- nali gli avea denominali ilcoucilioLaodi-
be IH Pi esbyterii honore , cioè nel capito- ceno. Narra s. Gregorio di Nazianzo, pri-
lo. Più, che vescovi consagrati non rice-
i ma d'essere vescovo, che essendo andato
vuti in una città, oche avessero perdu- a trovare s. Basilio vescovo, questo vo-
ta la sede, per qualche ragione non di col- leva dargli cathedrae honoris, iusignio-
pa loro, veuivano messi tra canonici, seu- i remane honoris locum inlerpresbyteros,
za che potessero fare cosa alcuna episco- e che eglisi ricusò. Olire gli altri esempi

pale, quando dal vescovo proprio non uè che riporta Nardi, iuconlransi queste cat-
l'ossero comandali, come pure statuirono tedre, troni, subsellia, o stalli canonicali
il 8 d'Antiochia, e l'8 di Nicea. Dal
can. 1 in Agostino, nel can. a6 Trullano del
s.

presbiterio non potevasi cominciare le G8 ove parlasi del piele e a thedrae par-
i,

finizioni, entrare in coro, e sedere negli ticipem,ed in altri monumenti. Balsamo-


stalli,prima che il vescovo (se non fosse rie parlando de' canonici chiaramente ci

slato malato o assente) fosse venuto: col dice, die prope episcopos sederti in su-
medesimo dovevano entrare nel coro o perioribus catliedrisj e Zonara dice, che
santuario, come si usa oggidì. 1 diaconi a'eanonici è dato sedere cani episcopo, e
non sedevano prima che sedessero pre- i che cathedrarn de' medesimi è posta
la

ti, e senza un segno di consenso di que- Queste cattedre o subsellia


in alto sito.

sti per ragione dell'ordine: i suddiaconi erano come al presente ex ulroque Inte-
poi e gli altri chierici non potevano se- re episcopi (ond'erano anche detti a la-
dere al cospetto d'un diacono del presbi- tcre), come dicouo le costituzioniaposto-
terio, e nou potevano aver luogo nel dia- lidie, le quali altrove dicono ad dcxte-
conico o Sagrestìa (f.) o pastoforio, ove ram laevam episcopi; ed il canone 2 \
et

slavano i preti e diacoui, o sia i canoni- d'Antiochia del 3/[i praesbylerorum et t

ci: solo per ragione di servizio trovavansi diaconorum, tiui circa ipstitn sunt. V'e-
col presbiterio. Dal can. 5G del concilio di rano ancheanticamentegli stalli pel mi-
Laodicea del 3 4 si apprende come ca-
1 i nulo clero, come oggidì, nel coro e con
nonici avessero appunto, come al presen- sedili inferiori a quelli de'canonici pel cle-
te, i loro stalli a guisa di tribune o troni ro minore, e quesli chiama vansi subsellia
inferiori, a loro soltanto riservati, come plcbeja(s\i\ vocabolo plebs va tenuto pre-
a' tempi nostri, nella qual cosa si può ve- sente quanto ho riferito a Pieve), in Sy-
dei e la perpetuità di spirito nella Chiesa nesins Ep. 67, ove oggidì stanno i man-
di Dio. Opina Nardi, che forse dal sede- sionari o cappellani corali, quali sedili i

re i canonici in tribunali, seti subselliis, non hanno appoggio davanti, né tappe-


derivò nome di tribuna, che in alcuni
il to, come superiori de'canonici. Adun-
i

luoghi dà alla cappella dell'altare mag-


si que con uniformespirito e disciplina del-
giore. Eusebio ci fa vedere nel lib. io, la Chiesa, e sino dalla più alta antichità,
cap. \, da quella di Tiro l'ampiezza del- gli stalli de'canonici si chiamarono Iribu-
le cattedrali, e vi parla della cattedra o nalia, subsellia, throni e cathedrae; così
sedia episcopale, e de subsellia del prc- perfino nel concilio di Reiins del 1
j'm,
l8a STA S T A
ed in quello cliTours deli 58 3 sono egual- il solo presbiterio doveevvi l'altare, ma
mente chiamali cathedrae. Tutti questi ilcoro per salmeggiare porlo distaccato
stallierano più bassi del trono vescovi- dall'altare, ed al suo luogo nella testa del-
le,com'è naturale e come sono gli odier- la chiesa. Il coro di s. Pietro è nella cap-
ni, e perciò erano appellali troni di i.° pella del suo nome, con magnifici stalli
ordine, o seciindi throni, o alla grecani- di noce intagliati, che descrissi a Chiesa
ca deuterothroni. Costantino I il Grande di s. Pietro, avendo fatto altrettanto dei
nello scrivere al vescovo di Siracusa che più ornati cori e de' più nobili stalli, leg-
si porti al coucilio d'Aria, gli dice, che gìi e libri corali pregievoli, negli articoli
conduca seco due o tre a suo piacere, deu- parlando de'luoghi che li contengono. La
terothroni (ét\ i. "trono), cioè due del pre- Chiesa di s. Gio. in Lalerano, lai." del
sbiterio, fossero preti o diaconi. Secundi mondo, oltre il nobilecoro dell'apside in-
throni purson chiamati dal Nazianzeno. nanzi l'altare papale, ha nella cappella
I non catte-
cori cogli stalli nelle chiese del coro maguifici stalli di noce intaglia ti,
drali sono de'tempi bassi, e cominciaro- e della quale riparlai nel voi. LXI V, p.
no nelle chiese de'monaci, quando que- i 06. Sebbene
forma del coro può es-
la
sti principiarono ad avere pubblica e so- sere varia, nondimeno per 1' ordinario
lenne uffiziaturaco'loro abbati. Assai più suole praticarsi quella del semicircolo o
tardarono i cori cogli stalli nelle chiese poligono;glistalliseguonotal forma. Al di-
non fossero calle'
de'preti secolari, che re di Milizia, Dizionario delle arti del di-
dralio collrgiate. La chiesa di s. Clemen- segno, quegli stalli a due o tre ordini col-
te di Roma, il celebre tempio di Classe fuo- le loro spalliere addossate alle colonne
ri di Ravenna, la pieve Compi tana vici- oa'pilastri,che necuoprono la baseepar-
na a Savignnno, prima che fosse altera- te del fusto, è un disdicevole miscuglio di
ta, tutte fabbriche del V e V secolo, non I legname e di fabbrica, la deturpa e fa di-
hanno che un sedile lutto equale in emi- saccordo. I vari rimedi studiati dagli ar-
ciclo di mattoni, ove preti sedevano in i chitetti sono per lo più in dissonanza col-
perfetta eguaglianza, secondo l'anzianità l'architettura di tutte le chiese; però in
dell'ordì nazione. Ciò può osservarsi in tut- quelle di pianta rettangola, ove il gran-

te le chiese non cattedrali di fàbbrica ve- ile altare è isolato, il rimedio è tollera-
ramen tea ntica. Quanto però al sedile del- bile col porre il coro dietro l'aliare, e ten-
la chiesa di s. Clemente, è interamente derlo così poco visibile. Nelle chiese di for-
di marmo, come lacattedra, non solo per ma a croce greca sia bene di situar nel
averloletto nel Rondinini, De s. Clemen- centro l'altare grande elevato d'alquanti
te ejusque basilica in tube Roma, ma per scalini, situando in giro il coro cogli stalli
essermi portato in essa a verificarlo. Nel con ottimoeìretto. Nella Spagna general-
voi. LVI, p. 88, riparlando àeW Ambo- mente cori sono situati sopra la porta
i

ne, dissi alcune parole sulla Solea (^.), d'ingresso, equesti sono costruiti a foggia
locum interni edium inter ChorumetSan- digrotta. E' degnod'ammirazioneil coro
(luarium, nelle chiese antiche. Il Ratti, della cattedrale di Rouen, con finestre a
1 ratta lo per l'erezione de' sacri tempii lande, la maggior par le svaria te co'più bei
,

parlando del Coro, dice che l'ubicazio- colori del prisma, che attirano lo sguar-
ne è sempredifionleall'ingresso, e di te- do dell'ossei' va loie per la bizzarra elegan-
sta alla chiesa, come il più cospicuo e più za della loro forma, e per la brillante vi-
degno. Ponendosi l'altare maggiore in al- vacità della loro pittura. In moltissimi
tre località, come in s. Pietro di Roma, stalli si prodigarono gli ornamenti d'in-
allora il coro dovrebbe mutar luogo e taglio e di tarsia; celebri sono quelli di
stare coll'allare, ovvero si potrebbe porre s. Maria di Bergamo, di s. Francesco d'A-
STA S T A i83
sisi, di s. Pietro ili Perugia, ec. Di questo gionai a Scultubj. In fonda della basi-
ullimo ne parlai nel voi. LII, p. i55j il lica torreggia una tribuoao trono pou-
disegno ili quel magoificoe sorprendente tificioin marmo, e da esso partono iudop-
coro, veramente classico lavoro, e la de- pio giro i
9 seggi per banda, e seguono il

scrizione, li pubblicò Luigi Bonfatti, nel- rettilineo della crocerà del tempio altri

V Album di Roma, 1. 1
8, p. i\ 1 e 292. 1 3 per ciascun canto, umili a quelli della
Del coro e degli stalli della basilica pa- cinta superiore, in tutti essendo! 02 stalli,

pale di s. Francesco d'Asisi ne feci parola i quali e il loro maestoso aspetto olire l'i-

nel voi. XXVI, p. 73,É qui con Giuseppe dea luogo atto a conciliari adunanze,
di

Bianconi aggiungerò un cenno, eslraen- poiché anco ne Sinodi e ne' Concila (F.)
dolo da quanto descrisse nel detto Album si siede negli stalli. Ogni sedile è diviso

t
9, p. o.) e 4°9> con incisione.
1 1 Questo dallospecchiosuperiore e inferiore, tran-
santuario formato di 3 chiese, in ogni an- ne il 2. giro che ne ha un solo in gran*
golo olire un miracolo dell'arte, tacendo dezza rispondente al più piccolo, ossia al
della sublime architettura con impronta sottoposto specchio dell'altre bande. Le
gotica datagli nel 1228 da Jacopo Ale- fiancature costituenti idivisorii de'seggi
Osanno, e di quelle meravigliose pitture sono egregiamente intagliate in costa eai
eseguile da'sommi dell'arte che resero lati; del pari sono scolpili ibracciuoli e

più splendida la sontuosa fabbrica, non i partimenti degli stalli. Mirabile è il la«

che quella dell'aonessograndiosoconveu- voto ad intarsio di tutti gli specchi, ol-


r
io e Palazzo apostolico d'Asisi {J .\ fra Prendo varietà nel disegno. In ciascun pia-
isuoi capolavori certamente devesi col- no de'grandi rettangoli de'38 medi supe-
locare il coro del tempio superiore, co- riori sedili sotto arcuata loggia si preseli -

stridio circa due secoli e mezzo dall'in- tauo mezze figure, 36 delle quali di noti
nalzamentodella magnifica mole, a spese personaggi dell'insigne ebeuemerentissi-
delsapientep. Francesco Nani da Brescia tuo ordine francescano (fra gl'intarsi dei
oda Siena detto Sansone^ ministro gene- rettangoli minori , spesso vedesi il suo
rale dell'ordine Francescano. Egli nel Stemma circondato da ornamento di an-
1
49 commise a Domenico
T IndiviuioDi- nodati cordoni di penitenza, ed il genti-
vini di s. Severino (onde a'nostri giorni lizio del p.Nani,consistente nel leone ram-
ile fece l'illustrazione il suo dotto concit- pante coronato), inclusi vamente al fouda-
tadino mg.r Gentiliattuale vescovodi Pe- loie S.Francesco ed al committente p. Na«
sarò), maestro eccellente nella tarsia e ni, e ne'due laterali al trono l'Annunzia-
nell'intaglio in legno degno disce-
(il cui taa des tra,e a sinistra l'arca ugeloGabrie-
poloe compatì iotta Giacomodi PierGio- le; ed alcuni de'ritratti per l'espressione
vanni superò il maestro, e di lui pure in e precisione sembrano fatti col pennello,
Asisi si gode nella cattedrale il coro e gli mentre non sono che pezzi di legni indi-
stalli superbamente intagliati neli52o), geni tra loro sì ben legati e per la varia
e vi riuscì con anni r o di complicato, pa- tinta naturale egregiamentedisposti esfu-
ziente e stupendo lavoro, per la discreta mati,da formare un mosaico eseguito con
somma di larghi ducati d'oro di camera semplice magistero e risultante il piùgra-
770, con quella singolare maestria con- devole effetto. Eziandio mirabili sono gli

facente al severo carattere del luogo, che altri 26 maggiori specchi dell'ale del co-
si ammira. La chiesa di mezzo n'era sta- io che recano a tarsia, in luogo di ritrat-
i^ji, dagli esperti
ta provvista fin dal ti, magiche prospettive, utensili, gabbie,
maestri Apollonio di Ripatransone, e finestre, graticce, stigli di più arti, ec, e
Tommasod'Antoniofiorentùio. Dell'arte non meno belli sono pure i rettangoli in-
dell'intaglio in legno e della tarsia, ne ra- feriori de' ioa sedili compresi in ambo gli
1
84 STA STA
ordini, per vaghezza d'intarsi, ricchi di bea lare menzione. E' Buperiormentecome in
composti arabeschi, fra quali .spiccino
i basso scorniciato, adorno negli angoli di
volatili e mostri di dotto lavorio. Si mi- pilastri a superficie rabescata e capitelli
rane pure con diletto contorni a trine e a basso rilievo: del parisi trova tarsialo
nitri capricci a musaico-legno nel filettare il fregio e con fantasia più ardita i del-
il sodo che intercede le scornicia ture COO- le 4 facciej nelle altre e a sinistra del ri-
tornanti igrandi specchi. La rara bravo- guardante, a mosaico-legno fa mostra di

ra e squisito sentire dell'artefice non so- se Antonio sostenendo un libro aperto


s.

Josi manifesta dal sin qui accennato, ma e il giglio, in atto d'attenta meditazione;
ancora nelle linee architettoniche, aven- ed in quella a destra s. Francesco che i-
do esso con delicatezza usato nell'insie- narcando il braccio diritto scopre colle
me, ossia nella massa generale dell'epe- dita la mistica ferita del costato. Tale è
ra, uno stile armonizzante col carattere il classico monumento del coro e degli
ecoll'impronlo del lempio;evitandol'ar- sta I ! i d' Asisi, i cui ornati richiamano al
tefice lo spirito di mal comporre novità pensiero gli aurei tempi per le arti d'Au-

che invalsetaluni suoi coevi, pei nulla dire gusto, ed i meravigliosissimi delineati in
de'molti licenziosissimi posteriori, brut- seguito da Ka(Iaele,pel coro e stalli di s.
landò l'originale bellezza della basilica Pietro di Perugia, e per le loggie del pa-
con ornamenti discordanti. Ogni specchio lazzo apostolico Vaticano di Piuma. Non
siqieriorede'64'naggiori postergali è ter- devo tacere un cenno di quanto trova
minato in alto da ricco fregio intarsialo nel Dizionario delle origini. Ivi si dice,
con vario disegno, siccome diviso nell'in- che anticamente i canonici doveano sta-
nerà lunghezza dalle sporgenti fianca- re in piedi durante divini uffizi, e si ac-
i

ture. Viene poi sormontato da elegante cordava a'vecchi ed infermi il permesso


cornice, sulla quale posa una semicupo- d'appoggiarsi a un bastone. Siccome tut-
letta scanalata a somiglianza di grazio- tavolta era penosa quella positura, si per-
sa conchiglia, che renile più apparente misein appresvoa'canonici di appoggiar-
l'azzurro del fondo, e le filettatured'oro, sisulle due braccia o su duelati, sopra i

rompendo cos'i il monotono colore della una specie di bassa nicchia che ciascuno
noce. Finalmente questa cinta trovasi co- di essi occupava; e quegli appoggi, all'ai-
jonata da accumulati timpanetti rispon- tezza del braccio o del gomito, furonoan-
denti su d'ogni conchiglia, con in fronte ticamente chiamati indulgenze , preso il
tra traforati ornamenti, spiccanti rosoni vocabolo per concessione benigna. Nei
eseguiti a rilievi differenti ciascuno nel tempi successivi si collocò all'altezza or-
fogliame; cornici uniformi chiudono e dinaria dell'uomo una specie di vaso o di
bordano i pinnacoli, sulla costa esterna fregio rovesciato, ch'è in oggi il pezzo di
de'qualisviluppano intagli a tutto tondo tavola prominente dallo stallo allorché è
annodati al vertice con garbo e gaiezza, alzato, e quel nuovo sussidio fu nomina-
L'aria da timpano a timpano è interrot- to pazienza, certamente perchè il corpo,
ta da svelte gugliette triangolari dentei- non appoggiandosi che sopra quel picco-
late e scabre per piccole foglie, che mol- lo sporto di legno, trovavasi ancora in u-
loarmonizzano con ogni altra descritta na situazione poco comoda. Perciò, dico-
mezzo del coro un magnifico
parte. Nel no francesi, canonici souo seduli an-
i i

basamento piromida il Leggio (/'.), al- cora oggidì sulla pazienza, e appoggiali
quantopiccolo in proporzione dell'ampio sull'indulgenza, durante il divino ullizio.
luogo, retto da fusto scolpilo con bella Osserva ilmedesimo Dizionario, che in
semplicità pari alla base che lo sormon- Italia peròi canonici, non meno che mo- i

ta. Lo svelto basamento merita partico- uaci e altri religiosi, essendosi provvedo-
ST k STA l85
siedono negli stalli canonicali, cos'i ne'.v>-
ti ili stalli assai comodi, e anche ornatis-
lenni funerali Novendiali (/'.) che
ce-
s'uni, riesce strano clie la Francia non ne
lebrano nel detto coro Vaticano pel de-
abbia imitato l'esempio. Noterò, che
gli

funto Papa in sede vacante. Chiamami


litichi stalli delle cinese di Francia
cia-
stalli, banchi ove siedono cardinali nel i

quelli degli antichi benedettini,


i

no come
Presbiterio (J\) del le Cappelle Pontificie
di noce intagliati e ornati di pitture nel- '

dice luo-
e Cardinalizie (/ .).Fstallo si il

la Inneità che sovrasta la testa; ma l'ir-


memorabi- go, semplicee imponente, in cui siede cia-
religiosa rivoluzione che rese
passato, distrus- scun cardinale, nella cappella degli scru-
le il termine del secolo
magnifici tini in Conclave (F.)A Vescovini mantel-
se pressoché lutti cori e suoi
i

restano in Avi- lettaeroccheltOjSono ammessi negli stal-


sedili, e pochi avanzi ne
li canonica li di qualunque
capi t olo.se bra-
gnone e oliti luoghi. Negli stalli canoni-
mano intervenire all'ufficiatura del me-
cali prese talvolta luogo in Aquisgrana
desimo, nel quale abito sempre v' ince-
Y Imperatore (F.), e altrove que' sovra-
ch'erano canonici de'prin- dono vescovi canonici, ed prelati vica-
i
i

ni e principi,
luoghi ri de'cardinali arcipreti, titolari e diaconi.
eipali capitoli, come notai a'ioro
quan- 11 cardinal Bussiarcivescovo di Beneven-
e dissi aCANONico,ove pure parlai di
to, colle Istruzioni pratiche stilla
recita
to riguarda il coro e loro obblighi,
ed i
privata e corale del divino uffizio pro-
Papi fecero diversi sovrani canonici Va-
follo poste a" sacerdoti e al clero della sua ar-
ticani per venerare da vicino il
c/VZ/oc«/',obbligati al servizio del coro, per
santo (F.) e farne pure ['ostensione. Ri-
an- la diligente e edificante loro intervenzio-
levai in diversi articoli, che talvolta
co Tapi presero luogo negli stalli per ne e assistenza, pubblicò: U Ecclesiastico
canonico Annio G ni-
i

del- in coro, del contee


unirsi nel salmeggio e all'assistenza
sba rchi ascolano. Questi incomincia col
le sagre funzioni de'canonici o de'religio-
distinse Be- testo del real Profeta nel salmo 48: Psal>
sì, in che e con frequenza si

lite Deo nostro, psallite: psallile


regi no-
nedetto XIII, come nelle chiese di Ma-
s.

tempo di stro, psallile. Quoniam rex omnis terrae


ria sopra Minerva, di s. Sisto in
Deus: psallile sapicnler.Dice,che dall'an-
carnevale, di s. Sabina, della B. Vergine
tico e alternato canto pubblico che
nei
del Rosario a Monte Mario, tutte del
suo
primi secoli della Chiesa si faceva in o-
ordine de' Predica lori j recitando le ore
riente e occidente, tra il clero e il popolo,
canoniche, e assistendo anche alle messe
Tuttora l'a- perla moltitudine e imperizia di questa
di collegiale e di basiliche.
i

provenendo dissonanza e sconcerto, fu


pi sogliono intervenire nella cappella del
quindi ristretto il salmeggiare l' Uffìzio
coro della basilica Vaticana.alle messe per
Divino (F.) alle persone de'soli ecclesia-
1' anniversario di sua dedicazione, e pei

stici, che ne'giorni e ore determinate


si
/iifteraftanniversari che cardinali crea-
i

celebrano per essi. congregassero insieme vicino al s. Altare,


ti tla'Papi defunti ivi
disposti in giro, formante un cerchio, u-
]| Papa siede nel [."stallo canonicale col-
ceremonie na corona, un coro di persone supplican-
l'ussistenza del prefetto delle
e glorificanti l'Altissimo; e ad esempio
pontificie, sotlo semplice baldacchino, e
ti

cardinali, del Coro degli An%di{V.\ esercitare in


genuflessorio con cuscino: i i

terra quel glorioso ministero, nel quale


vescovi,! canonici siedono negli stalli dei
in cielo sono impiegati continuamente gli
beneficiati, questi negli stalli de'chierici
spiri beati, gli angeli, gli arcangeli, e per-
beneficiati,} quali prendono luogo In sem-
ti

delle ba- sino cantando incessantemen-


serafini,
plici banchi. Ne'vesperi solenui
i

te Sanctus, Sanctus, Sanctus (F.). Dal


siliche, che descrissi a Cappelle cardina-
lizie, cui intervengono cardinali, essi
i
che nacque la denominazione del coro ce-
186 STA STA
clesiastico, significativo d' un ridotto di tulio questo prende argomento il citalo
Retile applicata a cantare, e fare concor- la vio scrittore, pereccitare gliecclesiasti-
detnentedìvota allegria per glorificare!*!* ci addetti al coro, alla diligenza e all'uf-
dio.Al che alludono le paiole del salmo fiziatura divola e grave, ed a non istra-
i e del lib.de/fcg. [,cap.ag,v.5:£ou<fa.
j.g passare e divorare per biasimevole fret-
te nomea r/ns in choroj Nonne iste est ta lediviuelodi,imperocchè:Domu$m(YZ,
David cm cnulabaut in clioris. Agginn- ilomus orationis vocabitur: vos autem
fé-
ge,chepoi raffreddatosi il fervore degli ec< cistis Ulani speiuncam UUronum. Ed ar-
clesiastici.e trascurando il canto de'di vini roge bene, che Beneficium datar propter
ufFizi,laChiesastimòbened'assegnare,do< officiala; che il Trento pre-
concilio di
yo\i\Sportala^F' ,),ad un determinato nu- scrisse: Hy nini* et cantica
Dei nomea di-
metodi persone gli stipendi perché con- stincte, dcvoleque laudare; e quello di
corressero ne'giorni e ore determinate a Magonza ordinò doversi articulale, di*
salmeggiare in coro e glorificare colledi* slìncte, diserte, et cani allentione omnia
tinelodi l'Altissimo. Quali stipendi desti- integre pronunciare. Inoltre Guisbarchi
nò pe soli preti canonici, cioè pe'migliori, inveisce sull'osservanza dell' Asterisco e
piiiescmplari, e viventi più regolai niente «Iella Rubrica3 e sul modo come si deve
tra il clero. A questi furono destinati gli andare, stare negli stalli e partire dal co-
stipendi perchè da essi fosse ufficialo il io, con proprietà, divozione e convenien*
coro con più divozione, accuratezza e «e- za; poiché in coro si cantano lodi grate
condo i sagri canoni. Dal che derivarono al Signore, si benedice il di lui nome, si

i Canonicati {l'.), a 'quali poi si aggiuu- annuncia ogni giorno tra le genti la sua
sera le Dignità, le Cappellanie, i Bene- gloria e la sua grandezza, io mezzo a'po-
/Vc/cz// ealtre Prebende, che portano seco poli che osservano e ascoltano; ed pri- i

i obbligo del servizio del coro, la recita m'itivi fedeli facevano a gara chi poteva
tlelle Ore canoniche (P.), l'assistenza alla lodar Dio più degnamente,ondelaChie-
Jl/essa (A'.) conventuale e alle sagre Li- sa appunto statuì chegli ecclesiastici cau-
targie e Riti (^.). I canonici e altri ec- tino i divini uffizi nel coro, acciò unapar-
clesiaslici corali, da principio erano te- te serva di stimolo all'altra per bene a-
unti cantare in coro i Divini Uffìcii non dempiere questo sagrosanto esercizio ne-
eolamente il giorno, ma la notte ancora, gli stalli, e con compostezza e raccogli-

INoudimeno la Chiesa.sempre benigna con inenloedificantej proprio eziandio al luo-


i'umana debolezza degli uomini, dispen- go di onore qual è lo stallo.
su poi il clero secolare d'andare in coro STAMPA Gaetano, Cardinale. Pa-
io lempo di notte, in che esemplarmente trizio milanese, ammesso appena da Cle-
continuano que'tanti religiosi e religiose mente XI nel maggio 170J nel numero
che hanno per lodevole istituto d'inter- de'prelati,vennetostooccupato ne'gover-
venirea'di vini uffizi tanto diurni chenot- ni del dominio temporale della «. Sede,
turni. I canonici e altri del coro erano te- e tra gli altri nella vice legazione di R.a-
nuti altresì ufficiar la chiesa ogni giorno venna, dove in tempo di fiera carestia fé-
dell'anno, ina il concilio di Trento condo- ce risplendere la sua destrezza e vigilan-
nòloro 3mesi;indi perindulgenzade'Papi za nel sollevare le miserie della povera
e de' vescovi, si accordò l'alternativa del gente, coll'abbondanza del frumento a tal
servizio corale, una settimana sì e l'altra uopo provveduto. Avendo pertanto lode-
no,edallrovesialleggerìancor più do- il volmenteadeuipitoalla sua carica, fu spe-
veredeH'iuterveuloalcoro,avutoriguar- dito inquisitore a Malta, e poi nel
7 1 7 1

do a'ternpi,a'luoghi, alla lontananza delle arcivescovo di Calcedonia e nunzio alla


chiese, alla scarsezza delle prebende. Da coi te di Toscaua, donde fu trasferito alla
S T A STA 187
nunziatura di Venezia. Clemente XII nel filli excudcrv .imprimere, typis mandare.
1735 Io richiamò in Roma e fece segre- CiùamnwìStamperìao Stamparla, il luo-
tario tlcllacongregazione de' vescovi e re< go dove si stampa, bottega o officina dello
golari; indi nel 1737 arcivescovo di Mi- stampatore, typograplua, typograpliicti
lano, ed a'23 febbraio 1 7 3g lo creò car- officina, £ volgarmente anche Tipogra-
dinale pretedi s. Alessio, annoverandolo fia j sebbene questa voce non esista nel
allecongregazioni de'vescovi e regolari, Dizionario della lingua italiana, tutta*
dell'immunità, de'riti e del concilio. L'in- volta si qualifica per l'arte della stampa
nocenza de'costuiui,lo zelo per la salute co'caratteri mobili, e per l'officina della
delle anime, la liberalità co' poveri, la stamperia. Morcelli chiama la stamperia
premura pel progresso de' buoni studi, e la tipografia, officina libraria, officina
l'amore per la verità, la splendidezza, la libris edendisj e Stampalo, per fàbbrica
magnificenza, l'ingenuità e l'ailàbilità fu- delle tele stampate a to\o\i, o ffìci n a le x ti -
rono le doli che sopra le altre resero ri- libus pingendisj Tipografico, librai iusj
spettabile il porporato, e lo fecero uni- Arte tipografica, ars libraria; Tipogra-
versalmente amare e venerare. Si trovò qffìcinator libraria*. Lo stampatore,
fi»,

presente al conclave di Benedetto XIV, impressor, è quello che stampa, in tutti


e restituitosi alla sua chiesa, cambiò il i significati di stampare. Componitore,
tempo coTeterni là nel 742, in età diso- 1 coni positor,condiior, ditesi nelle stampe-
pra a 64 anni, e nella metropolitana di rie colui, che trae i caratteri dalle cassette,
Milano ebbe sepoltura onorevole avanti e sì gli acconcia, che vengano a formare
l'altare della Madonna detta dell'Albero. il disteso dell' opera che si dee stampa-
STAMPA, Typus, Forma. Effigia- re, /)<yjo//je7rt, il che chiamasi pure com-
mento, impressione, e dicesi ordinaria- porre. Compositore è sinonimo di com-
mente quella de'libri, ed anche qualun- ponitoreesi usa più volgarmente, per co-
que cosa che s' imprime ed e/ligia. Mor- lui che nelle stamperie mette insieme i

celli chiama l'arte della slampa con ca- caratteri. E in fatti si denomina compo-
ratteri mobili, Ars nova libraria codici- sitoio 1' arnese per la stampa, nel quale
busbenignissimo invento multiplicandisj si compongono le linee ad una ad una,
Ars libraria. Il Vocabolario d'introdu- e serve a dar loro la dovuta giusta e uni-
zione allo studio delle arti del disegno, forme misura e spazio di maggiore o mi-
definisce la Scampa la cosa o stromeuto nore compattezza. Lessi in un libro, che
che imprime e lascia il segno, e stampa i compositori si dicono ancora combina-
la cosa in qualunque maniera essa lo sia, tori di caratteri. Torcoliere è quegli che
e quindi stampediconsi le pieve tirate in lavora nel torchio della stampa, lorcu-
carta o altro de'rami intagliati incisi. lanus; è denominato pure tiratore, dtt-
11 nome di stampa appartiene a tulle le ctor. Dicesi finalmente correzione, cor-
produzioni dell'intaglio o dell' incisione retto, l'atto di corregger le bozze di stam-
in legno o in rame, a bulino, all'acqua pe, per tor via gli errori ilei composito-
forte, a granito, ed a qualunque altra ma- re, uffizio del correttore, correc/or, della
niera di lavori in quel genere. Parla pure stamperia. La bozza degli stampatori è
della stampa di legno o in legno, della quel primo foglio che si stampa per pro-
stampa in rame, della stampa da cuoio, va, e che serve al correttore ed al proto
da drappi, della stampa da scultori, dello per correzione da farsi; volgarmente
la

stampatore quello chestampa ingenera- dicesieziaudiostamponee prova distata-


le. Stampare, imprimere, significa impri- pa.Proto,Dr0toJ,ècolui,ch'èil primo in al-
mere, effigiare, formare; e pubblicare col- cun arte o esercizio; ed anche la stampe-
le stampe alcuna opera o alcun libroVòr- ria ha il pioto. 1 proprietari delle slam-
1 83 S T A STA
perie rendono nel nome immollali, e
si nezia e Vienna i monaci Mi'chitaristi[F.)
lo congiungono a quello degli autori, ed hanno bellissime tipografie, ed in Roma
altrettanto avviene alle Stamperie. Negli i gesuiti per la tanto applaudita Civiltà
annali della stampa sono celebrati parec- cattolica, che vado celebrando fjeendo
chi eruditi e colti stampatori, benemeriti eco all'universale. Anche le monache so-
di tante superbe e utili edizioni, o pubbli- no slate stampatrici e torcoliere, e il p.
cazioni d'opere per via di stampa. A Mo- Fmeschi, Notizie, storiche della slampe'
naco e relativi articoli celebrai gli an- via ili Iiifìoli, Firenze 781, ci fi sapere
i

tichi monaci, i quali oltre l'uso d'imi. il- che le monache di Ripoli nel 1^74 si oc-
sare le braccia al cielo, per porgere voti cupa vano a stampare libri. Ce ne assicura
all'Altissimo, e di abbassarle alla terra, ancora una Predica del b. Bernardino
nel lavoro giornaliero delle mani, ave i- daFeltre, stampata in Venezia perlema-
no per istituto di esercitarsi nel ricopia- ni delle Convertile neli 55y. Iu delta cit-
re i massime quelli de'ss. Padri
codici, e tà e in altre vi furono, e forse io qual-
e degli Ascetici. Così mentre edificavano che luogo vi saranno ancora, donne com-
la Chiesa colla loro pietà, cercavano d'il- positrici; ed in Germania molte donne
lustrarla col loro sapere. Fra il coro e la fanno da torcoliere. L'arte nobile e libe-
libreria parti va uo i giorni, laonde nella rale della stampa è stata del pari eserci-
Storia monastica degli ultimi tempi, il tata da uomini dottissimi, ed anche rive-
Mabillon fa rilevare, che per tale uffi- stili del sagro carattere. 11 Crescimbeni
zio venivano chiamati antiquari ossia co- ne' Contentavi^ congettura che il roman-
piatori. Questa occupazione di copiar li- zo Troiano jin Venezia ristampato per A-
a
bri, attesta Mabillon, ed il Lami, Defc' gostino Bindoni 553, in 8. rima, sia la- 1

minis notariis et anliijiiariis, giovò a voro d'un prete che da se stesso lo stam-
compensare i luttuosi danni, che per gli pò, cioè Jacopo Fiorentino e in Venezia
incendi e per le devastazioni de'barbari nel 1 jf) i- Il Mazzucchelli ricorda che in
frequentemente pativano le biblioteche. Roma nel i520 vi fu un povero [irete vec-
Pertanto non si può essere abbastanza chio, che dolevasi di sua miseria, che lo
grati agli antichi monaci per averci con- avea ridotto al duro ergastolo della tipo-

fcervate tante opere degli antichi, le quali grafia, comesi legge al fine d'un'edizione
senza tal faticosa loro industria sarebbe- da luifattade'P/og/nntfs/diTeouein gre-
ro perite infelicemente. Anche letterati co. L'introduzioue dell'arte della stani [ia

insigni e uon religiosi anticamente copia- è quel mirabile e straordinario avveni-


rono codici, come Petrarca, Boccaccio
i mento, il quale fa, quanto altri mai, te-
ed altri. Introdotto poi l'uso della stam- stimonianza luminosissima della esteti-
pa, monaci perpetui depositari e inde-
i sioneeardimentodello spirito umano. E'
fessi coltivatori de'buoni studi, sostituì- per essa che non si estinguerà più la let-
ronoalla calligrafia la slessa arte tipogra- teraria, scientifica e artistica face; gl'in-
fica, da loro medesimi esercitata nel se- cendi e i barbari saccheggi potranno ben-
tolo XV a Norimberga e a Bruxelles, dai sì distruggere una parte delle biblioteche
cassinesi di s. Gallo e di Mantova, da'cer- moderne, ma altre resteranno e col me-
tosini della Scala di Dio, da'domenicani raviglioso aiuto della stampa potranno
in Napoli, e dagli eremili camaldolesi nel contribu ire in gran parte alledeplorabili
loro monastero di Bua ne'colli Euganei, perdite. Perciò tali infortuni! non reche-
fecondando così, iu vece della terra, che rebbero i risultati terribili delle combu-
prima lavoravano, le bianche per loro stioni i tifa uste delle famose/Z^m/c di Per-
stesse sterili carte. Di presente, in Monte gamo, Alessandria, Apamea, Susi, e il de-
Cassinoci .)\ monaci benedettini, iu Ve- vastamento delle romaue di Varroue,Lu-
STA STA 1
89
cui lo, Celare Augusto e Troiano, che con pn de'nostri giorni. Soltanto ora di ri», che
inconsolabile rammarico rammenta la d. Gaetano Volpi nella sua Ubici ia, p.
Storia. Il ilnl lo Apostolo Zeno, l'iloij. I- 47 1, confessa, che aditile sub jndicc lis
tal. t. 2,p. 3gi, rileva cheSalmasionel est, se maggiori utilità danni siensi dal-
suo libro postumo, De re militari roma- l'arte tipografica cagiona li?Diceperò,cbe

norunt, termina la sua prelazione dicen- sembra, che siccome Dio creò l'uomo do-
do che 3 cose lianno fatto cangiar la fec- po le altre cose, affinché subito servissero
cia dell'universo, l'arie della Stampa, la ni loro signore; cos'i abbia tardato tanto
scoperta della polvere dell'anni da fuo- n far comparire al mondo questa, quasi
co (di cui a Milizia, Soldato e Spada), di tulle le altre regina, nobilissima arte,

e dell'ago per la nautica (di cui a Mari- allineile dalla maggior parte di esse, già
na e Porti). Lai.' in re littcraria, cam- stabilite e pei lèzionate, fosse assistita, a-
biò metodo degli studi; la i* in re bel-
il intata e servita ne' suoi bisogni. Per la
lica, cambiò il metodo della guerra; la stampa la potenza della penna divenne
3." in re navalia, cambiò il metodo della più formidabile. A Cavaliere, a Lette-
marina (alla quale modernamente si ag- rato accennai la questione se siano da
giunse la sorprendente forza del vapo- preferirsi le armi alle Lettere (A.), e se
re, di cui lo parola anche a Strada); a- piìi nobili e più degne della Spada (^),
veudo però in tutte e tre, per umiliazio- la Toga e le scienze. Il Cancellieri in ar-

ne della superbia dell'uomo, potuto mol- gomento riporlo gli autori che ne scris-
to il caso. Ma se si è tanto disputato, se sero a p. 8 delle Dissert. epistolari cita-
queste tre invenzioni abbiano recato più te. Il potente ingegno del conte Monaldo
danno o vantaggio, quanto più si questio- Leopardi intitolò a Francesco IV duca
nò sopra il beneo il male, che abbia pro- di Modena e arciduca d'Austria, cui mi
dotto all'umanità il dilatamento de'con- vanto avere dedicato questo Dizionario
fìni del mondo! Questa controversia di (e mi gode grandemente l'animo di ve-
quanti paradossi èstata il manlicee il sog- derlo ora storicamente descritto con ma-
getto, non essendosi abbastanza deciso, se gnanime gesta e prove di alto senno, e
miglior sia stata la condizione degli uo- luminosamente vendicato dalle calunnie
mini, dopo o prima di quello ! Nella mia de'tristi, per le 3/emorie storiche intorno
pochezza,siachesi voglia, mi basta riflet- alle suamemorabile vita, egregiamente
nuovo mondo
tere, clic colla scoperta del composte e pubblicate nel 854 in Mo- 1

si Propagazione della fede (^'.),


dilatò la dena dal eh. can. Cesare Galvani), l'im-
e milioni e milioni d' anime guadagna- portante flta di Nicolò Bona fede, in
rono e guadagneranno l'eterna salvezza, cui ecco come scrive nella bella dedica-
che monta più di qualunque bene e di toria. » Ella è cosa incerta ancora se alla
qualunque incivilimento o altro vantag- gloria di un principe più valga la lode
gio terreno, e perciò temporaneo. Nondi- delle armi o quella delle lettere, poiché
meno perla superiorità della scoperta del e le une e le al tre acquistano fama dure-
nuovo mondo a tutte le aure, e pei som- vole presso l'età future, e la distendono
mi vantaggi e immensa utilità che ne de- alle più lontane nazioni. Kd io in vero
rivò, tra quelli che la celebrarono e ne ben so che tulli gli uomini ragionanocon
enumerarono gl'infiniti pregi, mi piace ammirazione de'prodi guerrieri, e mera-
ricordare Cancellieri, Dissertazioni so- vigliano ora l'imprese condotte a fine, ora
pra Colombo discoprilore del-
Cristoforo le vittorie per mezzo a mille difficoltà ri-
l'america. Quanto alla stampa, la que- portate. Ma palme egli allori
perchè le
stione fu trattala dagli autori che ripor- diguerra nongermoglianoche fra il san-
terò in fine, con qualche cenuo sulla stana- gue umano e le ruine delle città e le la-
rgo STA STA
crime disperate di madri e di vecchi pa- snre i nostri pensieri, indica mai sempre
dri, non sono sì care, né lor memoria suo- il passaggio dalla barbarie alla civiltà. Il

na mai dolce all'universale delle genti. linguaggio de'suoni è passeggiero, e cir-


Gloria vera e più salda, e meglio olile al coscritto è soltanto in alcuni luoghi : di
genere umano mi pare quella che dalle maniera Che tutte le voltechel'uomodcb-
leltere viene, conciossiachè non sia ba- ha ad un altro manifestare propri sca- i

gnata di pianto cittadino, cresca in mez- t'unenti, è necessario che quegli sia pie-
70 il sorriso e le fortune piìi liete de'po- sente, poiché solo a poca distanza si e-
poli. In latto fra tutta l'antichità più d'o- stende il suono delle parole. La parola
gni altro si loda il secolo di Angusto, e è quel vincolo sociale che mantiene la
fra noi quello di Leone X, e sembra che scambievole comunicazione tra gli nomi-
questi tempi siano stati que'che i poeti ni, i quali non potrebbero vivere e dura-
fa voleggiarono nell'età dell'oro. Certo è re in società, senza manifestarsi recipro-
però, che se principe a leu no a Ila (ama del- camente pensieri ed affetti. Il perchè giu-
le armi la lode delle lettere congiunge, statuente si dice che la parola fa nella so-
quegli si leva sopra tutte le umane al- cietà quell'ufficio, che fi la moneta nel
tezze, ed è avuto in riverenza quasi dice- commercio. Come la moneta rappresenta
leste. Conciossiachè se per una parie colle tutt'i vaiolinosi la parola rappresenta lut-
armi si distendono e dilatano confini dei i ti i concelti. Come quella òunostrumen-
regni e degl'imperi, per l'altra colle let- to universale di cambio; così questa è uno
tere e gli studi onorali si accresce negli strumento d'intellettiva comunicazione,
uomini la civiltà, l'amor del vero, inuna Come quella serve al traffico delle merci;
parola si rende più vigoroso il dominio così questa serve alla diffusione delle i-

della ragione'. Quindi celebra molti prin- dee.La parola ha pure l'inestimabile van-
cipi d'Italia, rome gli Esle duchi di Fer- taggiodi essere il canale per cui ci si tras-
rara (/ '.), che prodi nelle anni, furono mette la scienza, onde le successive ge-
protettori e cultori delle buone discipli- iterazioni ereditano la sapienza e le cogni-
ne, e In corte loro fu stanza gloriosa d'no- zioni degli antenati. Senza la parola non
mini di lettere, i quali da tutte parli ivi si darebbe scienza nel genere umano, ma
correvano e vi erano onorati, riveriti e solo negl'individui spicciolati. Ma gli im-
prendati. Il Zeno nelle Dissert. l'ossia- mini sentirono il bisogno di manifestare
ne t. 237, confuta la stravagante o-
2, p. le proprie idre anche agli assenti, e di e-
pinione diG.PomponioLeto,che la slam- stenderlea tempi lontani e durevoli. Con
pa f jsse stata anticamente in uso, e dopo questo mezzo potevano accelerare il prò-
moltisecolinnovamenteristabilita.UZac- gresso delle umane cognizioni, l'avanza-
caria, Dell' anno santo, parlando della menlo poco potendosi otte-
alla civiltà,
celebrazione degli anni secolari, riferisce nere dalla corrispondenza delle Lettere
7
che gli stampatori alemanni con molta so* epistolari (/*.), quando le Posteci .) e-
lennità nel 1 (>4o e nel 1 740 celebrarono rano poco comuni e meno celeri. Ma se-
l'invenzione della stampa. Il citato Can- coli molti passarono prima che si potesse

cellieri narra che nel 1740 celebralo- giungere a ritrovare il mezzo di estende-
no l' anno secolare dell'invenzione della re a lutti i luoghi e a tutti i tempi il lin*
stampa, le città di Breslavia, Coburgo, guaggio della parola e dell'epistole, o col-
Danzica, Dresda, Erfurt, Francfbrt, Go- la copia delle produzioni scientifìche,pri-
llia,Grimmn,LipsÌ8,Magdebiirgo, Noeti- ma che si trovasse l'arte di parlare agli
burgo,Stuitgarda,l Ima, Weimar, Wer- occhi e in più idiomi colla stampa. Ora
nigeroda, Witletnberga. La scrittura, os- per dispensarmi dal ragionare de' vari a-
sia l'arte di manifestare con segni edtfis- naloghi argomenti, con viene ebe prima
6 T A S I A i g t

di Barrare l'origine e progresso dell'arte re, ed nlle opere riportate olio ne tratta -
tipografica, con rigorosa brevità ram* do aggiungerò: Trattato di stenografia
menti. Che all'articolo Scrittura parlai per uso degli Ualianit ossia Parte di seri*
dell'origine e avanzamento dell'arie del- vere permetto di segni colla velocità nir*
lo scrivere, d'esprimere le parole co' Ca- desiniti concitisi parta, ridotto alla in ae-
rati eri dell'alfabeto; de'geroglifici espri- sima semplicità, o da potersi apprende*
menti maggior numero d'idee, inventali re con breve esercizio senza bisogno di
nelf jrig/Mo con caratteri scolpiti sulle pie- ammaestramento, di G. Ferrari, Roma
tre, su lamine metalliche ec. Dell'erigi- 1848. A Scrittura dissi pure qualche
ne della scrittura tenni proposito anche parola del Daguerrotipo. Oltre lutti gli

a Lingua, come idioma e linguaggio che accennali articoli ed crudi/ioni, ricorda-


Sviluppa le facoltà intellettuali, ed ove ti a Scrittura, ivi di molti feci altre di-

trattai della molteplicità delle favelle an- chiarazioni, inclusi vainente alla carta per
lidie e moderne, e del numero delle let- istampa e principali cartiere italiane, e di
tere componenti vari alfabeti. A Lette-
i quanto spetta in diverse di tali materie,
RA,caralteredeH'alfabelo,discorsi di que- ad onore del nome italiano. Rilevai po-
sto e sua invenzione. A Penna, strunien- re ciò che riguarda l'arte della calligra-
fo col quale si scrive, descrissi i diversi fi a, eh e prima dell'invenzione della stam-

inodi adoperati per iscrivere,su tavolette pa si esercitò con gran lucro, eleganza ed
intonacate di cera, dell'inchiostro e mi- ornati, ed in che consistevano libri for- i

mo o altra tintura usala dagli antichi, non ma ti da'eopisti. Perciò corno insorsero tali
che su tavolette di piombo odi legno, e amanuensi contro la stampa appena in-

de'di versi stili o strumenti adoperati per ventata, pel grave pregiudizio ohe loro re-
penne. A Pergamenati la di pelle di pe- co, censurandogli errori tipografici. Pe-
cora sollile,dissi di sua origine,e per fare parlai dell'inchiostro, sua invenzione,
libri scritti, anche stampati, ecome
e poi composizionee diversità di specie, e diedi
si composero primi volumi o unione di
i un cenno su quello da stampa. Il perchè
fogli, co'quali si formarono le Librerie ,e qui dirò che varie ricette furono pubbli -
come si scrisse sopra altre pelli d'anima- cale dell'inchiostro da scrivere in Fran-
ti e sulle foglie e scorze della pianta pa- eia ed altrove; una eccellente, ma assai
pirio (della quale riparlai a Sicilia); del- dispendiosa, fu divulgata al principio di
la carta e quando fu introdotta, si di bara- questosecoloin P»erlino;molle se ne spai--

bacina, che di cotone e di lino. A Carta sero anche per l'Italia, ed una delle mi-
per iscrivere ricordai in qual materia si gliori è forse quella d'invenzione certa*
cominciò a ciò fare. A Libraio parlai de- mente italiana, che trovasi alla fine del
gli antichi calligrafi, copisti (de' più re- libro di tintura cognominato /'//rf ontani-
centi di Roma nel voi. LX1I, p. 3 1 4) e pato in Venezia sin dal principio del se«

miniatori. Di tutti mezzi usali prima del-


i colo XVI. Quanto all'invenzione dell'in*
l'invenzione della stampa, dell' anterio- chiostro da stampa, gli olandesi general-
reampiocommercio librario, e degli ero- mente l'attribuiscono a Lorenzo Costerò
diti librai. Come ì Libri anticamente e- di Harlem, e dicono che quello è l'inchio-
rano scritti e rotolati (notai a Spagna che stro di cui si fa usoa'giorni nostri dagli
quelli dell'Escili iale hanno titoli sulla
i stampatori. Ma qualche dubbio può ca-
prirsi de' volumi, e si pongono negli ar- «lete sull'unaesuirallra di queste due as-
mach pel dorso, vedendosi la sola parte serzioni. Gli olandesi attribuiscono qucl-
ove si aprono, e perchè): feci pure parola l'invenzione a Costerò, perchè lo credo»
dellaTachigrafia o scrivere veloce, e della no l'inventore della stampa; ma se, come
Stenografia, arte compendiosa di scrive- sembra provato dopo le più diligenti ri-
jrp S T A STA
cerche clr^li eludili, alcuni libri errimi gli antichi romani, di che ragionai anco-
pubblicali nella Germania avanti l'epo- ra n Sigillo. Delle lettere iniziali e ligu-
ca del Costerò, d'uopo è altresì d'ammet- re incise in legno a ornamento de' libri
tere, che inventato da prima l'in-
si fosse dopo l'introduzione della stampa, e ne ci-
chiostro da stampa, del quale si eia iiitto taiesempi del 1407, rammentando pri- i

uso nelle prime impressioni, e senza del mi che si dedicarono a tal ramo di scul-

quale esse non si sarebbero potute ese- tura. Del niello e niellatura applicata pu-
guire. Quanto all'essere tuttora adope- re all'ornato de'libri,e dc'principali niel-
rato l'inchiostro di Costerò, va notato che latoli, cominciando da Forzoreeda INI u-

tutti gli stampatori più illustri de'secoti sio Finiguerra, arte che produsse quella
successivi all'invenzione della stampa si dell'incisione e scultura in argento, sta-
applicarono a comporre e ad inventale gno e rame,e finalmente in acciaro; e con
nuovi inchiostri pel servigio di loro ar- queste incisioni si abbellirono anche i li-

te, e questi, come può conoscersi dall'i- bri, eseguendosi coli' incisione eziandio
spezione de' libri medesimi, variarono al- carte geografiche, le quali si scolpirono
l'infinito, finché coli' aiuto della nuova pure nel legno. Trovato poi l'inchiostro
chimica si giunse, massime in Francia e e il torchio per la stampa, l'artifizio co-
Inghilterra, a perfezionare quella specie minciò a rendersi perfetto. Parlai anco-
d' inchiostro, e diventò esso particolar- ra della 1." slampa in rame de' tedeschi,
mente pe'parigini un ramo di tralìico as- ne'primordio meglio metà del secoloXV,
sai importante. In Italia è pure presta- si giacché in Germania si posero in opera
ta grande attenzione miglioramentoal prima d'ogni altro luogo i torchi per la
della fabbrica degl'inchiostri da stampa, tipografia e la calcografia. Ricordai per ul-
.singolarmente ne'primi anni dell'attuale timo le impressioni di figure fatte sulle
secolo, si è tentalo da molti di realizzare stesse stampe.sulle tele,sullacarta;che so-
co 'francesi in quella preparazione, a fine no immemorabili nella Cina e nelle Indie
di liberare la penisola anche da questo le fàbbriche di tele dipinte, ma non pare
non piccolo tributo che in parte si paga stampate, bensì i cinesi per tempo scol-

tuttora agli stranieri. Facendo ritorno a pirono i loro caratteri in legno e bagnati
Scritti: Ridissi del le stampiglie usa te da- li applicarono sulla Seta (^.)e altre stof-

gl'illetterati per sottoscrizione e col « fe. Si può vedere il Zani, Materiali per
gillo,e colla scrittura anticamente si fa- servire alla storia dell' originee progressi
cevano lettere d'oro e di diversi colori, delle incisioni in rame e in legno, Par-
cosìne'fregi e ornati, come praticasi perle ma 18 02. Aggiungerò sul torchio da stam-
slampe. Da tale articolo passerò a quello pa, che il torchio otorcolo è quello stru-
«Iella Scultura, puv qui indicare che in es- mento da stampare e da premere carat- i

so tenni proposito di tutta l'arte di scol- teri sulla carta, lorcitlarium, praeluinj e
pire in diverse maniere, anche con inci- torchio o torcolo fu detto anche lo stret-
sioni e intagli ,e sopra moltissime materie, toio in cui pongono libri per poterli
si i

e di quella pure di modellare; di loro o- torniate e tosare, onde intonsi si dicono


rigine e progresso, de' geroglifici egizi, e i libri nou tosati, ed hanno pregio; il tor-

dell'arte esercitata dalle più antiche na- colo di rame egualmente è uno strumen-
zioni, ebrei, fenicii, persiani, indiani, ci- to che stringe il rame intagliato sopra la
nesi,et ruschi, greci, roma ui, italiani, fran- carta, acciò vi lasci l'impressione. Vi sono
cesi, tedeschi, spagnuoli e altri. Dell'ar- pure i torchi idraulici per l'impressione
te di gettare in metallo, dello scolpire, de'panni di lanaj da vino, per premere
intagliare e incidere in legno e loro stam- le uvee antichissimi; da zecca, detto bi-
piglie, ricordando le tessere segnatoi ic de- lanciere, per le monete e medaglie j e tor-
STA STA ig3
coletto è quella macchina, clic serve ai reso rapidissimi i progressi e la diffusione.
cartari e librai per tagliare e pareggiare Molle persone occuparonsi al tempo stes-
le carte, ed a'secondi anche i libri. Sono so intorno il suo perfezionamento; alcu-

pochi anni dacché hi inventata in Inghil- ni di essi si unirono con l'inventore af-
terra una macchina che senza la mano fine di partecipare de'suoi guadagni; al-
dell'uomo da per se taglia la carta, me- tri, perquanto si pretende, rubarono min
diante un fendenteche cade obliquamen- parte del segreto per formare società se-
te; l'u migliorato in Francia, ma l'inglese parate ; cosicché avendo essi arricchita

lesta più solido. Quanto al torchio per l'arte col proprio esercizio e colle pro-
la stampa, sia che i primi saggi dell'arte prie esperienze, difficile riesce il precisare
tipografica sieno stati fatti con tavolette qual fosse l'autore del mirabile ritrova-
incise o caratteri mobili, egli è certo che mento dell'incisione de'punzoni e del mo-
fu «l'uopo cercare il mezzo d'imprimere, do di fondere caratteri, poiché molte
i

cioè di fissare sulla cartai tipi o impres- persone contribuirono a quella scoperta
sioni rappresentati dal rilievo di que'ea- nel tempo medesimo, e fedelmenteripor-
ratteri. Il i ."metodo adoperato fu proba- terò le diverse opinioni ricavate dalle mie

bilmente quello del rullo, di cui si fece erudite ricerche. Non è soltanto una le-

uso anche nel formare le prove de' niel- gittima curiosila, ma


un tribu- è ancora
li; ma al rullo o ad altro consimile ordi- to di riconoscenza il ricercare in quale
gno si sostituì ben presto il torchio, la cui luogo, in quale tempo e da quali uomini
pressione è più forte, più pronta e più e- fu inventata l'artedellastarapa,la cuisto-
guale. Non non col tratto suc-
fu però se ria si collega strettamente collo spirito li-

cessivo che questa macchina acquistò un mano; quale ne fu il progresso e quale il

certo grado di perfezione. In Inghilterra, perfezionamento, per gl'infiniti vantaggi


in Italia, in Francia e in Germania, i e singolari benefizi che recò alla storia,
Baskerville, Codoni, iDidot, i i DreikopfT alla religione, alla scienza, all'erudizione e
e altri celebri stampatori dell'Europa po- alle arti; facilitando egiovandoagli studi
seromente in particolar modo al miglio- e dando comodità alle persone non mol-
ramento de' torchi, siccome cosa impor- to facoltose di provvedersi di molti libri,
tantissima per l'arte loro. Ne'primi anni con non molta spesa, per la facilità di mol-
di questo secolo Firmino Didot a Parigi tiplicare volumi con pochissimo tempo
i

immaginò un nuovo torchio, col mezzo e poca fatica, perchè più fogli si scrivo-
del qualesi può imprimere in un sol colpo no colle stampe in un giorno, di quello
un foglio di carta di qualunque ne sia la quasiché uno scrittore po?sa colla penna
grandezza e l'estensione. Nel 808 anche 1 copiare in un anno, conforme al verso di
Sutorius di Colonia inventò un torchio Gio. Antonio Campana: Imprimis illa
per mezzo del quale si ponno stampare die, quantum vìx scribilur anno.
8 fogli di carta in un tempo; altro con- NelmemorabilesecoloXVjfamosoper
simile ne fu proposto neh8i ida Izard, l'estinzione del grande Scisma [V.) d'oc-
e le descrizioni compiute di queste mac- cidente, avvenuto nel Sinodo^.) di Co-
chi ne si trovano nel Dizionario delle sco~ stanza, nel pontificato di Eugenio IV che
perle fatte in Francia r/tìt/i 789*7/182 1. magnanimo lottò con tanti re, con tanti
De'caratteri lettere mobili per la stam- uomini , col formidabile conciliabolo di
paci diesi servono gli stampatori, e del Basilea {V .) e col suo ultimo antipapa
fonderli per mezzodi punzoni, vado a par- Felice V di Savoia(F':), alla gloria di ve-
larne, dicendo dell'origine dell'arte della dersi riconosciuto e venerato da'due im-
stampa. Solo intanto dirò, che 1' utilità peratori latino e greco, aggiunse quella
generale che trovossi nell'invenzioue, ne che sotto di lui ebbero principio gi'incu-
YOL. LXIX. i3
.
94 s T A ST A
imbuii dello mirabile e portentosa mie ti- ancora in uno stato imperfettissimo nel-
pografica. Secolo eziandio meraviglioso, la Cina.l cinesi hanno ingegno, ma man-
sia per caduta del greco impero, nel
In cano del genio che crea e perfeziona: essi
gioì ioso pontificalo di Nicolò V, che tra- servilmente si attengono alle loro anti-
sportò in Italia tanti uomini dottissimi, che scoperte, senza cercare di farne di
i quali contribuirono colle opere da loro nuove. Tuttavia non si deve tacere il rag-
recate al risorgimento delle Lfltcre lidie guaglio sulla priorità de'cinesi in molte
(/'.); sia perla successiva scoperta del Ca- scoperte celebra te dal ch.J ni lien nel i
847
po di fiuona Speranza (/'.). pel passaggio in Parigi, tra le quali la carta da scrivere
a\V Indie orientali (/".), fn 1 a dal Porto- 1 4oo anni avanti nostra era. Secondo
la

gallo, e della scoperta dell' America per poi il p. Amyot, stampa con tavole di
la

opera c\e\\aSpagna(l'.). Alcuno volletro- legno i cinesi l'inventarono tra il 58 e 1

vare anteriormente la stampa o tipogra- il 5f)3 di nostra era; con tavole di pietra
fia tabellare, cioè nelle tavolette con ca- incise nel 904; co'tipi mobili tielio4> e
ratteri intagliati da
, come preesistente 1049; le carte da giuoco nel 1120, la car-
lungo tempo nella Cina, pretendendo che ta monetata tra il 260 e 54 Non è per
1 1 1 •

quelgeneredi stampa fosse applicato da- altro necessario ricorrere alla Cina, né il

gli europei nell'impressione delle carte supporre che gli europei da'einesi abbia-
ila Giuoco (/".) e delle immagini verso no presa l'idea della tipografia tabellare;
la fine del secolo XIV, o almeno circa il le tessere ospitali de'romani, ricordate di
principio del secolo XV. Altri credero- sopra, e delle quali riparlai a'Iuoghi loro,
no che la stampa non solo nella Cina, ma con caratteri in diverse ma-
intagliate
fosse conosciuta già nel Giappone e nel- terie, le tesseresegnatone colle quali si
la Tarlarla orientale da parecchi secoli, marcavano e si gii la vano le anfore e le olle
erbe tra quelle nazioni esistano antichis- che tenevano luogo di botti, tutte queste
simi libri, stampati con parole incise so- invenzioni che potrebbero anche dirsi in
pra tavole che contenevano delle pagine origine italiane, erano una specie di tipo-
intiere; ma non è questa quella che chia- grafìa tabellare, e ragionevolmente si pon-
masi propriamente l'arte della stampa: ilo fare le meraviglie, che sulla scorta di
i giapponesi cornei cinesi scrivono e stam- que'primi saggi di tessere o tavolettepor-
pano dall'alto in basso, e da dritta a si- tanti caratteri, non si sia molti secoli pri-
nistra ( come gli ebrei, i siri, i turchi e ma introdotto in Europa l'uso della ti-

gli arabi, i quali scrivono e leggono da pografia tabellare. Parla s. Girolamo di


di illa a sinistra, ed inoltre incominciano alcuni caratteri mobili ,
però essi erano
i loro libri dal fine de'nostri); le antiche fatti di bosso e di avorio. Ma i caratte-
lettere de'giapponesi erano così malfatte, ri mobili e fusi sono quelli che costitui-
che vi si rinunziò per seguire l'alfabeto scono la parte essenziale della stampa, la
cinese, sebbene le lettere si accentano e cui invenzione sia quanto all'epoca,quan-
pronunziano in maniera assai diversa nel lo al luogo, e quanto alla persona è assai
Giappone. Anche in tempo d'Omero s'in- disputata. Però la più parte degli scrittori
cidevano le parole su tali specie di assi, convengono pel {\f\o,yevMagonza(V.),
\

e si continuò a farsi tra greci e altri po- i eper Giovanni nobileGuttembergivi na-
poli ne'secoli seguenti. Il p. Trigault ge- to, o così detto pel palazzo che vi posse-
suita asserisce che nella Cina la stampa deva, o come
chiamano col cogno-
altri

è un'arte così antica, che


si è perduta la uieGaensefìeisch daSorgenloch,come no-
memoria suo inventore; di questa o-
del tai a quell'articolo parlando della statua
pinioneè pure Pancirolo. Ma la stampa ivi solennemente e scolpi-
a lui innalzata
e la maggior parte delle altre arti sono ta da un Thorwaldsen. Gnltemberg no-
ST A STA i,p
ino ili genio intraprendente, perspicace, care il soccorso de'suoicoocit ladini,epo-
.itiivo e perseverante ne* tuoi proponi- ca die altri ritardano ali \ i<>. Pertanto

menti, secondo il carattere nazionale a- sinarra che vari cittadini contribuirono


lemanno, si procurò una gloria, sebbene con soccorsi ad aiutarlo nell'impresa ,econ
contrastata, che non ha pari, una gloria quelli particolarmente di Giovanni Fust,
ohe durerà quanto il mondo lontana, fc- che dicesi orefice di Magouza, potè Gut-
ee immortale il suo nome nel secolo XV, temberg dare alla sua invenzione enei'-
poiché colla sua invenzione della stampa gico compimento, e con fecondo risulta*
si diede il i.°o almeno il più durevole as- to. Fu allora che nella sua casa dcnomi-
salto contro le conseguenze delle barba- nata Zum Jungen, o Zum Gundenberg
rie, e la decadenza delle lettere. Gntlem- o Guttemberg, stabilì de'lorchi con vili

berg conoscendo la lentezza e imperfezio- di legno, facendo sostenere i piani di pres-


ne del metodo delle manuali trascrizioni, sione da piccole corde raccomandate a
e de' caratterifìssi che si usavano prima rampi di ferro. Laonde questa può dirsi
tli lui, immaginò mollili che fece di le-
i essere stata la prima stamperia stabilita
gno e da lui detti tipi. Osserva Sarnelli in Europa, la cui esistenza si prova colle
che primi caratteri furono di legno, co-
i testimonianze di molti storici. In seguito
me è notato nella Somma di s. Tomma- all'associazione di commercio ch'era vi tra
so par. 3, stampata in Lione nel i G63, ove Gutlemherg eFust,SÌ ammise ancora l'ai-

è detto: Ipsoque trxlti Gregorii'(cioè dei li vo e industrioso copista Pietro Schailfer


Dialoghi) ligneìs fypi soli ni excuw. Altri o Schaeffer di Gernsheim, piccola città
vogliono che Guttemberg prima inventò d'Assia Darmstadt a 4 leghe da Magou-
d' incidere sopra tavole di legno alcune za. e fu quello che propriamente sembra
pagiiìe intere perla stampa, econsideran- aver compita l'invenzione dell'attuale ar*
do che richiedevasi lunga fatica e laho- te tipografica, gettando con tipi tli melai
rioso lavoro per incidere tutte le pagine lo lutti i caratteri sino a quell'epoca in-
d'un libro, a rimediare a sì grave incon- tagliati, e scolpiti ad imo ad uno. Que
veniente e semplicizzare la portentosa in- sta formazione di caratteri mobili fusi,
venzione, concepì la felice idea di scolpi- ormai nulla più lasciava chea desidera-
re caratteri mobili intagliati in rilievo, non re, tranne il perfezionamento, il qualesi
fusi, forse dapprima sul legno, poi sul me- effettuò poi e pare nel (4">2.Si crede che i

tallo. Tali caratteri egli collocava gli uni 3 soci operassero di concerto sino al i-p J,

accanto agli altri, infilati ad una cordella e pubblicarono una Biblia latina detta
cornei grani della corona divozionale, in- delle 42 linee, diversa dalla Moguntina,
di fece i primi saggi di sua scoperta nel senza data e senza indicazione deU'arlifi-
1 4-36 oi438 in Strasburgo, che perciò ciò ond'erasi eseguita; dopo la qual epo-
ne vanta il primato, e poi la perfezionò ca Gaensefl'eisch ossia Guttemberg, per-
in Magonza, donde e colla sua data usci- che Fust reclamava leanlicipazioni sbor-
rono i primi libri stampati neli44°> ose * sate, si separò da'eompagni, ed abbando-
condo alcuni nel 14^0. I suoi esperimen- nòadessi lo stabilimento tipografico. Nel
ti, anche per altri segreti meravigliosi, fu- seguente anno Guttemberg, aiutato da
rono malagevoli e dispendiosi a segno,che Corrado li umery sindaco di.Magonza, sia -

vuoisi avere i replicati tentativi rovinale bili un altro torchio nella medesima cit-
lesue finanze economiche in Strasburgo, là, e da questa 2.° stamperia uscì l'opera
per cui si trovò costretto abbandonare la Hermanni de saldis speculimi
intitolata:
società con Andrea Dryzehn, per tutte le sacerdolum, in 6 fogli in 4-°, eolla sola
1

sue arti esegreti meravigliosi, di ritorna- data di Magonza, e con caratteri differen-
re all'improvviso in Magonza per invo- ti da quelli delle stamperie della ciltà, e
1 96 STA STA
senza il suo nome che mai usò, forse per ri ad abbandonar la città; dopo averla sor-
tema di derogare alla sua nobiltà. G. Fi- presa militarmente, le tolse la libertà e
scher che pubblicò un Saggio siti monti- i privilegi. Gli operai fuggiti si dispersero
inculi tipografici diGiovanni Guttem- in varie regionid'Europa, e da Magonza
berg Magonza, attribuisce a quest'in-
in vi portarono Ma con-
l'arte tipografica.
ventore della stampa in Europa l'impres- viene sapere, che notai nel voi. LXII, p.
sione di io opere, e tra le altre 4 edizio- 227, avere Pio II deposto l'elettore e ar-
ni del Donato j ma per le posteriori sco- civescovo di Magonza Dietero e scomu-
perte si credono di SchaifFer l'opere ese- nicato, per avere col collegio elettorale
guite cogli stessi caratteri, cioè quelle del- appellato al futuro concilio, riconoscen-
la Biblia Mogunlina; il Psalterium del do per suo successore Adolfo II suocom-
i 4^7, di cui la priorità di data è incon- petitore,comechè eletto da una parte del
trastabile,non porta che i nomi di Fust e capitolo, il quale mosse learmicontroDie-
Schaiffer,edinesso si vuole che Gultem- tero e lo sorprese in Magonza 8*27 otto-
berg vi abbia avuta parte, nel riflesso che bre 1 462 Dietero per una corda calò dal-
.

per esegui rio dovettero pi ecedere replica- le mura e si pose in salvo, ma il suo par-

ti saggi e 8 mesi di esecuzione, a motivo


i tito e quello d'Adolfo II sparsero non po-

dell'infanzia dell'arte, e per esser riguar- co sangue combattendo; forse gli stampa-

dato il capolavoro di essa, sebbene dopo toriaveano prese le difese di Dietero, per
4 secoli circa si venne a capo di dare a'ea- cui dicesi che Adolfo II gli espulse dalla
ralteri forma pili elegante, e talvolta for- città.La Biblia latina delle ^1 linee, di
se meno comoda per l'occhio. Le lettere cui ho parlato, non devesi confondere con
di cui si servirono i primi stampatori e- quella denominata Moguntina, poiché la
raoo bellissime, e rappresentavano per- i/fu impressa da'3 soci con caratteri mo-
fettamente quelle ches'impiegavano nel- bili scolpiti in legno, di cui solo ci per-
la scrittura. In quell'epoca eziandio i li- venne il 2. volume ch'esisteva nella bi-
n
bri e codici per farli copiare erano costo- blioteca del cardinalMazzarini;la2. pub-
si, non essendosi ancora diffusa l'arte ti- blicata da FusteSchaiffer e stampata con
pografica. Si conosce che Poggio vendè caratteri gettali in metallo, trovasi nella
un Tito Livio per 120 scudi d'oro, som- biblioteca reale di Parigi, prezioso mo-
ma a quei tempi considerevole, e 1 00 du- numento dell'arte e come uno de'primi
cati due volumi di lettere di s. Girolamo: frutti della memorabile invenzione de'ca-
il cardinal Orsini sborsò ingente somma ratteri fusi. Si dice che tale Biblia in 2
per le commedie di Plauto. Di che par- volumi fu impressa nel 1462 in Magon-
lai a Libraio e relativi articoli, e con pa- za, da un lato solo e sopra pergamena in
recchi esempi. Si cita puredi Guttemberg caratteri gotici. Altri attribuiscono a Fust
il Liber dialogorum Gregorii, colla data ilmerito principale dell'invenzione del-
di ArgentinaossiaStrasburgoi4'j3; altri la stampa, perchè considerando la scar-
lo negano e l'attribuiscono a Oxford enei sezza de'libri,e la soverchia «pesa che im-
1458. In quesl'annodi fatto Guttemberg portava di far trascrivere i mss., ciò che
avea la sua 2/ officina a Magonza,e laten- faceva perdere molle opere importantis-
nesinoal 46 5,annoin cui fucreatogen-
1 sime, siasi da lui immaginato un mezzo
tiluomo dell'elettore arcivescovo di Ma- di renderli più comuni. E' opinione d'al-
gonza Adolfo II di Nassau, con annuo sti- cuni, ch'eglicon buona riuscita incise al-
pendio, emon a'24 febbraio 1 468. Men- cune tavole in legno,e compose un inchio-
tre però l'arcivescovo elettore accolse o- stro opportuno alla stampa, ma dovè far
norevolmente nella sua corte Guttem- incidere tante tavole quante erano le pa-
berg, al tempo stesso forzò gli stampato- gine de'mss. Considerando poi Fusi che
STA STA 1.J7
i caratteri delle tavole, malgrado la dili- Parma, il quale dal p. Paciaudi si ritiene
genza usata, erano irregolarissimi, e pie- per anteriore al ricordato Salterio Mo-
ni d'errori che non si potevano correg- guntino.Genebrardo afferma, che le pri-
gere, studiò nuovi mezzi di perfezionar me opere stampate in Magonza furono
l'arte che avea inventata, ed in seguito De civitate Dei di s. Agostino, e le ope-
trovò la maniera di separar le lettere, e redi Lattanzio Firmiano (F.). L'inveH-
di Cune un numero sulliciente per com- zione coperta dal mistero nel nascere, non
porre delle pagine, e così stampò lai. "sua tardò poi a spandersi nell'altre città di
opera nel 1 4 73. iNon potendo egli solo ba- Germania, si videneli4">3 per opera
e
stare alla slampa de'libri, prese in aiuto di Pfisterdi Bambergaun'allra Diblia. Il
Schaiiler ingegnoso calligrafo , il quale Doxhornius fissa l'invenzione della stam-
corrispose così bene all'opinione che Fust pa anche prima deli 44° e ne attribuisce >

avea concepita di lui, che non tardò a sor- l'onore a Lorenzo Giansenio o Jansson
passarlo in abilità. Trovò la facilità d'in- dello Coster o Costerò, guardiano oca-
cidere punzoni d'acciaio, d'improntare stellano del palazzo d'Harleui in Olanda,
matrici ,e di fabbricare le lettere in piom- come già notai, appoggiandosi ad una
bo, le quali riuscendo poi troppo deboli iscrizione latina che si vede ancora sulla
per resistere al torchio, ne fuse di stagno. di lui casa. Dice Daunou, che avanti il

Fust incantato di Schaiffer gli die per i- i44° eransi stampate, colla ricordata ti-

sposa sua figlia, e se lo associò. Si pre- pografia tabellare, sia in Harlern, che al-
teudecheambedue obbligassero con giu- trove, da principio alcune immagini o fi-

ramento domestici e operai a non di-


i figure con brevi iscrizioni ,
poi libri di
vulgare il loro segreto, ed usavano mol- chiesa o di scuola, e specialmente alcuni
ta cura in ascondere Venutogli utensili. detti Donati; ma sembra aver egli confu-
Fust in bisogno, dicesi che Gutlemberg so la tipografia tabellare,con quella de'ca-
gli offrì la sua borsa, e formarono socie- ratteri mobiliai qual genere pare che ap-
tà di lucro, la quale si separò con sen- pai tenessero i Donati. Gli olandesi che
tenza giudiziale l\c'6 novembre 1 455. Si reclamano in loro favore l'inveuziouedel-
aggiunge, che Gutlemberg allora si riti- la stampa, non provano abbastanza le lo-

io a Strasburgo e vi stabilì una stampe- ro pretese,citando libri senza data.e stam-


ria, mise il proprio nome alle sue opere, e pati per pagina con assi su' quali erano
si procurò la gloria d'aver iuventata la incise le parole. Difese gli olandesi e Co-
stampa, lo non ho volulooccultare que- stero Seize tra gli altri nel i
r
j.\o i con o-
sto racconto, ma il coni un consenso, e il pera scritta iu olandese, e di cui tratta le
narralo di sopra danno la preminenza Notizie letterarie di Roma del i
7 44» ai 't-
a Gutlemberg, e fra i contrari a lui vi è 12: Dell' invenzione della stampa. Ivi si

Fournier, che ne dà il vanto a Schaiffer. dicecome l'autore ne disputò la gloria a


Da'lorchi di questi e di Fusi uscirono au- Magonza e a Strasburgo, riproducendo-
coia, il Durando: Rationale Divìnorum si l'iscrizione posta a Costerò nel piedi-
0(Jìcioruui;«\\ Uffìzi di Cicerone, e que- stallo della statua a lui eretta dal colle-
siQ dicesi sotto la direzione di Gutlem- gio de'medici d'IIarlem, e nel loro giar-
berg; Psalinorum codex, Anno Domini dino di medicina; e chei primi stampato-
1 4-^7 tn vigilia Assumplionis, e eredesi ri negligentavauo di datatele loro edi-

che fosse il i libro che comparve con da- zioni , o ancora alfeltarono di lasciarle
ta, ed i uomi di Fust e Schaiffer. Si crede seuza data, allineilele loro stampe pas-
che il libro più antico che ora si abbia iti sando per mss. fossero vendute più care.
istarapa sia il sinodo di Wurtzbourg o Diversi scrittori nel raccogliere con pre-
Frbipoli, che trovasi sella biblioteca di murose ricerche le prime nobili gare, in
i
98 STA S T A
i ni furono tulle le città più cospicue, sul- mime, che i caratteri mobili e la stampa
l'infànzia dell'arte tipografica, indicano i sitrovarono Ini. 'volta in Magonza; che
primi tentativi d'Harlem, que' più per- ne fu vero inventore Giovanni Gudeni-
e
fètti di Magonza; imperocché, dice Cice • berger, e la promosse e migliorò con l'a-

rane, nell'orazione prò Architi poeta, è iuto de'mogunlini Giovanni Fusi e Gio-
cosa assai ordinaria, che molti procurino vanni Mendiubach; e che Gudemberger
di appropriatosi e far sue quelle cose, che ebbe tra i suoi operai che lavoravano nel-
Ira le altre hanno qualche maggiore ec- la s.ia stamperia il nipote di Fust Pietro
cellenza. Il Bertio nella sua Geografia lib. Schoffer, al quale poi die anco per moglie
2,cap.g, parlando d'Harlem, gli attribui- una sua figlia, e che tutti i nominati con-
sce la glori,; d'aver ritrovato l'arte delle corsero a migliorare e perfeziouar l'arte,
stampe. Racconta perciò, che certo Lo- di cui fu il 1 ."inventore Gudemberger, né
renzo di Giovanni, detto per sopranno- deve meravigliare se alcuni dierono lode
me il Sagrestano, essendo in villa vicino di questa invenzione pure a Fust e Schof-
alla città, cominciò per passatempo a for- fer. Di più il p. Serrarlo, che diffusamen-

mar caratteri di legno di faggio, co'qna- te parla della contrastata invenzione, nel
liimprontò sulla carta alcune parole,e per lib. 38 riporta la testimonia uza
i,cap. del-
la huona riuscita si applicò con piii at- la Chronica del Trittemio, iu cui si leg-
a
tenzione a perfezionare il principio del- ge. Che Magonza fu la i. inventrice del-
l'arte che come a casoavea trovato. Co- la stampa.e di questa pi ima rio auloreG io-
municò il segreto al genero Tommaso di vanni SchòtFer, nipote di Giovanni Fusi,
Pietro, e ambeduequiudi inventarono la nel i45o,e perfezionata neh 4^2, in tem-
tintura tenace e glutinosa che si adope- po dell'imperatore Federico III, e dell'ar-

ra dagli stampatori per inchiostro, e co- civescovo elettore diMagonza Teodorico


minciarono, sebhene rozzamente, a stam- Pincerna de Erbach (o Thierri d Erpach
pare. Aggiunge Bertio, che a suo tempo ossia Didero I eletto nel 4^4> a cu suc- 1 >

si vedeva ancora il libro, Speculimi no- cesse nel »4^9 '' suddetto Didero II suo
strae salutìs, che fu il i ."sperimento del- nipote e scomunicato, il quale dopo la
l'arte fallo da'due olandesi. Lasciati essi morte d'Adolfo II rioccupò la sede). Che
poi i caratteri di legno, li fecero di getto Fust adottò per figlio Schoffer, e in pre-
e di piombo, e finalmente di stagno. Do- mio di sua invenzione e lavori gli die la
po qualche tempo, Giovanni Fust che ser- figlia Cristina in isposa; laonde ritenere
viva nella stamperia loro, si prese gli or- per primari autori della stampa Fust e
digni e i caratteri che servivano alla nuo- Schoffer, i quali costrinsero con giura-
va arte, fuggì in Colonia (altri dicono pri- mento a tenerla segreta i loro ministri e
ma ad Amsterdam), indi passò a Magon- famigliari, che però neli462 la divulga-
;n,dovecominciò a stampare circa il i44 2 j rono in diverse terre, e quindi grande e
spacciandosi per inventore del nuovo ar- progressivo fu l'incremento dell'arte. La
ti fido; e prime opere impresse fu-
che le Chronica fu stampata iu Magonza non
rono il Dottrinale d' Alessandro Gallo, molto tempo dopo l'invenzione della stam-
e alcuni tratti di Pietro Hispano. Il rac- pa e quando ancora era fresca la memo-
conto di Bertio fu confutato dal gesuita ria degl'inventori della medesima, dap-

p. terrario nel lib.r,cap. 37 di sua ope- poiché ha questa (ìalu: Impressimi clcom-
ra: Mogontiacarum rerum ab inìtio, us- pletum est praesens Ckronicarum opus
(jue ad arcluepiscopum Joannern Sciavi- anno Domini i5i5, in vigilia Marglia -

thardum, ivi iGo4; ed inoltre col testi- retae virginis, in nobile famosa que urbe
monio di molti autori che cita e ne ri- Moguntina, huius artis impressoriae in-
porla le parole, stabilisce l'opinione co- icnlricc prima. Anche dopo la morte di
S T A S T A j
99
Fusi e Schòffet' fiori eli più in Magonza stampa con caratteri mobilisi rinvenisse
l'arie, essendo mantenuta dal iìglio del da Panfilio Castaldi (Bollettino tifile co-
»,*, come lo piova Erasmo nella prefa- gnizioni italiane del d." bosi, Bologna per
zione di Tito Livio stampata a Magon- Dall'Olmo eTiocchi i8a4j »eoe»iano,pri-
za nel i 5ì e), ove in liue si legge il privile- inu del i44°> e c he comunicatone il segre-
gio concesso dall'imperatore Massimilia- to al suoamicoGio. Guttemberg,cui tulli
no con cui fu proibito di contrattare
I, i nedannoil vanto.questi prima aStrasbur
libri ch'egli stampava, in contemplazione go e a Magonza la praticasse.E chi scrive
di Fust suo avo. Alcuno dice che Leida o ancoraché un Cennini(o Celliui) orafo (è
Leyden nell'Olanda attribuisce la gloria dubbio se padre o avo del noto scrittore
dell'invenzione della stampa al suo con- di pittura)nel 1 47 1 di couser va a Clemen •

cittadino Lorenzo Janson, che dev'essere te Padovano trovò, o p» elese trovare la


lo stesso Costerò, a cui Fust involò ca- i stampa in Italia, dandovi a luce il Com-
ratteri. E' però certo, che Leida può van- mento di Servio sopra Virgilio (Lettera
tare il suo passato pel gran commercio li- del Cai-pani al cav. Tambroiii nelle Let-
braio, nel qual genere fu illustrata dagli tere d'illustri italiani ec. 1. 1 ,p. 1 42, Reg :
Elzeviri. Elzcvir è un nome sotto il qua- gio pel Torreggiami 84 ) Ove ciò nou
le sono conosciuti vari stampalo! icelebri sussista, è cosa certissima che l'arte tipo-
d'Olanda, de'quali il vero nome è Elze- graficaprontamente si ricevette in Italia,
vier e latinamente Elzeveriusj ti:a qua- i e rapidamente vi si propagò e perfezionò,
li si distinsero Luigi, Bonaventura, Àbra- imprimendosi in essa primi libri in gre-
i

mo, eDaniele che monin Amsterdam nel co ed ebraico; essendo stato il trovatore
1680. Gli Elzevir stamparono anche i de Caratteri corsivi, che italiani ancora
classici latini, e fra le loro edizioni, tut- sidicono, Aldo Manuzio (Manni, fila
te stimate principalmente per la uitidezza d'Aldo Manuzio , p. 1 5), o forse con più
de'caratteri, hanno maggior pregio quel- vero Francesco da Bologna (Su France-
le di piccolo sesto. Descrivendo le città, sco da Bologna, Memoria dell' avv. F.
se furono o sono molto commerciali di Senni, Giornale di Perugia, fase. 7 o del
libri, non manco di rimarcarlo; come pu- 1 842), mentre Aldo medesimo nell'usar-

re se hanno celebri stabilimenti tipogra- ne primamente nel suo Firgilio=: edito


fici, ed in molte parlai ancora di loro o- nella forma per lo innanzi sconosciuti! di
rigine. danno la gloria del-
Alcuni altri 8.° in aprile i5o 1, talmeutemeraviglios-
l'invenzione della stampa a GiovanuiMen- si al singoiar trovato,che ricusar non sep-

tel di Strasburgo; difetti egli se ne attri- pe all'impareggiabile artista nella prefa-


buì il merito, perchè fu il 1 .°che aprì una zione agli studiosi l'eterno omaggio di un
stamperia in tal città, ed è perciò che nel pubblico elogio, fino punto di appella-
al

1466 fu a lui dato uno slemma dall'im- ve dedalie le industri sue mani co'seauea*
peratore Federico III: sarà meglio rite- ti carmi. In Grammatoly ptae laudati —
nere, che fu uno di quelli che perfezio- Qui gratis dedit Aldus , en la tini s —
narono l'arte. Non mancò all'Italia alcu- Dal nunc grammala scalpta dedaleis
no che volle rivendicarle quest'invenzio- — Francisci manibus Bononiensis.=zz Lo
ne. Il eh. Ranibelli, Lettere intorno a in- stampatore Solicino inoltre nella prefa-
venzioni e scoperte italiane, ÌQH.3g:Stam- zione al suo Canzoniere del Petrarca
pa, riporta quanto qui riproduco, ponen- (stampato a Fano li 7 luglio 5o3 e dedi- 1

do fra parentesi le opere che cita in ap- cato a Cesare Borgia) dice che della let-

poggio Voi maravi-


di sue asserzioni. » tera corsiva, nonAldo romano, riè altri,
glerete assai udendo affermarsi (non mi che astutamente hanno tentato delle al-
arrischio dire con fondamento) che la trui penne adornarsene, ma lo stesso mes-
200 S T A ST A
ser Francesco e slitto primo inventore e rare l'idioma italiano, e ritornalo in Ger-
disegnatore, al cj itale tutte le forme de le mania con esercitarla nella città di Ma-
Litui celie mai abbia stampalo ditto Al- gonza si acquistò appresso alcuni il cre-
do ha intaglialo (Noterò, che il carattere dilo diprimo inventore: sebbene e:Ji W-
corsivo fu prima detto Aldino, e dicesi Irovuilnwdodi inumidire lifogli, perchè
imitato dalla scrittura del Petrarca: que- ne 1 iuscisse più facile l'impressione de'ca-
sto carattere è pur detto italico, ed è i- 1 atteri. Attribuirono poi altri la gloria di
uu ita lite la scrittura della mano, secondo si bella invenzione ad un certo Cutem-
la sua origine). Lasciando stare die il
p. bergo della città di Argentina (Strasbur-
Federici nell'opera Su Ila Tipografia Tri- go), ma questi forse l'imparò da Fausto
vigiano del secolo XF [siamela nel 1800) già ri trovata dal nostro Castaldio, che do-
sostenta che a Feltre si dee l'orìgine del- po essersi praticala nella Germania, di là
la slampa, dico che tutta nostra sarebbe fu trasportata in Pioma da un tedesco per
senza tallo questa invenzione, se potesse nome Corrado". Mi fu inoltre scritto da
accertarsi che i monaci amanueusi de'più Feltre, che il detto Pamfilo Castaldi era
celebri monasteri italiani facevano uso della famiglia e quasi coetaneo dell'altro
prima del mille di caratteri di legno, d'a- Castaldi Cornelio, di cui Farsetti diede
vorio o metallo da improntarsi a mauo, alcune scelte Poesie alle stampe. Forse
metodo che non pochi eruditi pensano a- nel mss. di Cornelio vi sarà qualche trailo
doperato in parecchi volumi riputati fi- di lode analoga del suo parente. Aggiun-
nora manoscritti che giacciono confusi gerò che Cornelio pure giureconsulto e
nelle biblioteche (Ziegelba ver ec. 1. 1 ,
par. poeta, nacque in Feltre nel 1 4^0, stimato
I, e. 6, § 5. Requcuo, Osservazioni sul- da'grandi eda'dotti, fondò un collegio in
la Chirolipogi afìa, ossia antica arte di Padova ove si stabilirle sue poesie,per lun-
stampare a mano.,Roma 8 o.Fabriani, 1 i go tempo ignorate, furono per lai.' volta
Sui benefìzi i falli dagli ecclesiastici alle pubblicate da Prault nel 17^7 in Parigi,
scienze, Modena 1822), cogli altri moltis- per cura del celebre veneto Conti, e colla
simi scritti a penna". Avendo promesso vita scritta dal bah Tommaso Giuseppe
a Feltre, che in questo articolo avrei ri- Farsetti. Quauto all'arte chirotipografi-
portale le ragioni che vanta sub' inven- ca, a cui ancora accenna il lodalo Ram-
zione della stampa quell'italiana città, a- belli, e già feci parola altrove, leggo nel
vendo colà fatte analoghe ricerche, mi fu celebre p. Battoli servita, Apologia de'se-
mandato il relativo seguente brano del colibarbari,cap. 1 1 : Delle invenzioni nel'
patrio islorico Cambrucci, intorno al l'ul- le arti e nelle scienze falle in qut lem-
ti ese inventore della stampa, autore cri- pi, che fra di esse comprende l'arte della
tico nelle notizie più a noi vicine: ecco- stampa a mauo, la chirotipografia, una
lo. » Successe quest'anno ( 1 456) Marco delle invenzioni di quell'età laboriosa che
di Lezze nel reggimento di Feltre, dove riportasi a'secoli 1 XoX, la quale deve ave-
fioriva tra più ragguardevoli cittadini
i re spianalo la strada a'ritro vati più sem-
Parafilo Castaldi giureconsulto e poeta, plici e spedienti della stampa a torchio
ilquale, come si raccoglie dalle antiche di Guttemberg, giacché, com'è nolo, fa-
memorie della nostra patria, inventò la cile est invenlis addere. Questa maniera
slampa de'libri, arte la più nobile e de- di stampare si praticava presso a poco co-
gna di quante mai fossero ritrovate. Da me sogliono fare a mauo i nostri legatori
lui l'apprese Fausto(è notissimo che Fust di libri, con caratteri metallici ne' cartel li-
fu da molti scrittori chiamato Fausto, ed ni in oro o altro colore, secondoche dall'e-
anche con esso da me letti) Comesbur- same di molli codici dimostrò ad eviden-
go,cheieco abitava in Feltre per unpa- za il celebre letterato Viuceuzo Rcqueuo,
1

S T A STA 20
del quale il p. Baltini ripclèquesto brano- nefizio, ed altrettanto dicasi delle altre di
«L'arte chìrotipografica comparisce trai Europa, ma dopo Roma e Italia. Da Ro-
monaci prima del ooo dell'era cristiana. i ma i delti Stampatori si recarono a Ve-
Quanti secoli prima di Gutteinherg! La nezia, e qui volendo fare qualche cosa di
trovo però adoperata in due maniere: Tu- nuovo, incisero caratteri della loro lingua,
li a con caratteri di scrittura lignei, ebur- ossia gotici, che si sparsero dovunque, e
nei o metallici da improntarsi a mano: furono in uso per 5o anni. Prima di loro
l'altra con caratteri da tingersi incisi o erasi portato a Venezia Nicola Jason na-
traforati sulle sottili tavolette di legno, di tivo d'Anjou in Francia, il quale aprì una
avorio o di metallo (una specie delle ri- stamperia e v'introdusse belli caratteri.
cordate stampiglie usate dagl' illetterati Meglio è riportarsi a quanto ne narra il
per le sottoscrizioni, e usate pure da Teo- patrio istorico cav. Mulinelli, Annali ur-
dorico re de'goli). llitrovo "metodo e-
il i. bani di ì eneiia, p. 3 i 3. Dopo aver ce-
seguito in molli antichi volumi riputati lebrato la più rilevante delle scoperleche
finora manoscritti, rimescolati nelle bi- ricorda la sia negli annali del genere uma-
blioteche con moltissimi altri veigati a no, dell'invenzione stupenda della stam-
penna (si può vedere Trombelli, Arte di pa, scoperta per cui finalmente i pazienti
J
conoscere l etàde'codicr,Koma 838). Ri» i monaci, gli amanuensi e fin le donne sol-
trovo il 2.° metodo negli antichissimi ri- levati furono dalla fatica della trascrizio-
tondi e scritti sigilli diplomatici (de'qua- ne dc'libri, e per la quale in brevissimo
li feci menzione a Sigillo), nelle iniziali tempo moltiplicale e menocostose nedo-
di gran carattere miniate attorno, e alle veano divenire lecopie e facile l'acquisto,
volle coperte con diversità di colori nelle cioè in un tempo che grandissimo era il
stampe a mano in pergamena, ed in altri desiderio in fare ricerca de'libri,e in un
pubblici scrini". Osserva quindi il p. Dat- tempo il più opportuuoa promuoverla e
imi, che chi vorrà leggere il Requeuo tro- propagarla. Pertanto nel 4^9 s l eco n 1 '
"
'

verà piove di quanto asserisce, dove po-


e Venezia il tipografo Giovanni da Spira,
trà pure convincersi, che i buoni vecchi e fu incoraggiato con ogni maniera di pro-
de'secoK appellati barbari, ogni arte e di- tezione, dalla colta, possente e ricchissima
ligenza usarono, e fino con istudiate in- regina dell'Adriatico, con privilegio che
venzioni, per trasmettere a noi le opere riporta l'annalista. Nel breve corso d'uà
classiche elegantemente effigiate, con tan- anno, Giovanni ivi pubblicò in latiuo ben
to ingegno, pazienza e dispendio. due edizioni delle Lettere familiari di Ci'
Alla separazione di Guttemberg da cerone, l'Istoria naturale di Plinio, e la
Fust teune dietro quella degli operai, i Città di s. Agostino finita nel , i47odalsuo
quali si sparsero in più luoghi, e in mag- fratello Vindelino, perchè morto Giovan-
gior numero dopo la narrata espulsione ni. Dopo di lui Vindelino, Jenson, Val-
dell'elettore di Magonza Adol fo li. In I- derfer vi fecero continuare l'incremento
si recarono due tedeschi,
talia fra gli altri dell'arte tipografica (possedo \\ Fasciai-
Corrado Sweynheim ed Arnoldo Pan- lus Temporum, in caratteri gotici e vi-
nai tz, che portaronsi a Subiaco (/".) nel gnette incise in legno, colla data: Vene-
i4(j5,donde passarono in Roma nel 4-^7 > 1 liis impressa cara impensis Erbardi rat-
ove introducendo la stampa eminente- dolt de Augusta. Anno Domini 1 48o_, a3
mente vi fiorì, e die più tardi origine al- mentis novembris.Sisto JF Ponti/ice Ma-
la Stamperia Camerale di Roma (/ r .), al- ximo, Joanne HJocenigo duce, ec; ed
et

la Stamperia f'aticatia (?•), ed a tulle i Cornai taria: Im-


noi tre C.«/h//i Caesaris,
quelle esistenti. Ben presto le altre prin- pressa mira diligentia Fenetiis per Au-
cipali ciltà d'Italia riceverono cguul be« guslitlUS de Zannis de Porlesio. Anno re-
2u2 STA ST A
conciliatile nativitatisiSi i die 1 7 augu- ne declassici latini commendabile per l'e-

sti, in bellissimi caratteri con graziose vi- sattezza e correzione del testo, pei dotti
gnette intagliate io legno, quella del fron- commenti e prefazioni, e per la precisio-
tespizio essendo la cornice in rosso come ne de'caratteti. Reca a tutti meraviglia,
il frontespizio, non che con molte postil- come iu epoca sì vicina all'origine della
le mss. greco-latine), e tale ne fu il pro- stampa, l'edizioni Aldine siano così belle,
gresso che fin d'allora sembrò la stampa e quasi non paragonabili alle posteriori.
aver posto colà il suo regno; e tuttora Tra gli altri celebri tipografi e librai an-
grandemente fiorisce in J'enezia (/""'.), tichi e illustri di Venezia, ricorderò pu-
bastando il solo grandioso stabilimento re Gabriele Giolito de Ferrari, creduto o-
del cav. Anlonelli, the celebrai più volte riginario di Piacenza. Fiorì nel secoloX VI,
e ne' voi. XXXVIII, p. 182, e LI X, p. 146, esercitò la sua arte con lode per belle im-
;i f ire onore e decuro alla nobilissima e pressioni, e peli. "cominciò la stampa del-
i llustie Italia. Fu in Venezia che il celebre la Collana Greca immaginata da Porcac-
Aldo Pio Manuzio il Secchio, romano ed chi; econdusse da per se e sullo stesso di-
originario di Bassiano presso Sermoueta segno la Collana Latina. Fu colta anche
nella legazione di feliciti, e già ricorda- la moglie Lucrezia, e quando morì nel

to, apri un dotto stabilimento tipografi- i58i, figli Giovanni e Gio. Paolo con-
i

co, e nel 1.^94 Vl principiò famose edi- le tinuarono l'arte paterna, ed ili. "coltivò
zioni Aldiue,sullc quali ueli8o3 si stam- ancora le lettere. Gabriele Giolito, come
pò in Firenze del p. Laire: Serie dell'e- costumarono gli antichi tipografiche la
dizioni Aldine per ordine cronologico ed sua divisa o emblema, che ponevano nel
alJabetico.W 3.° suo figlio Paolo Manuzio frontespizio de'libri, e talvolta nel fine di
continuò in Venezia con grande intelli- essi. Giolito la compose d'una fenice vol-
genza lo stabilimento paterno, per uu ta al sole e ardente sopra un globo ala-
tempo fu in Roma, e poi ritornò alla sua to, in cui sono le sue 3 lettere iniziali G.
patria nati va,proseguendoi suoi lavori co- G. F. Un'iscrizione ch'esce da ogni lato
me stampatore e editore. Richiamato in delle fiamme ha questa epigrafe: Della
Roma, lasciò Venezia, e mori nella nuo- mia morte eterna vita io vivo. In alcune
va dimora, venendo sepolto in s. Maria edizioni tale simbolo ha qualche varian-
sopra Minerva. Il suo primogenito Aldo te. Contemporanea a quella di Venezia

Manuzio il Giovane, essendo nato in Ve- fu l'introduzione della stampa in Mdano


nezia, vi fece ritorno a riprendere la dire- (P.), sulla quale si può vedere I. A. Sassi,
zione della stamperia Aldina; fu denomi- ITistoria li Iterar ia-typographica Medio-
nato fanciullo straordinario ed uomo me- appendix epistola-
lanensis adjecta sunt
diocre. Dipoi passò in Bologna nella cat- rum codicum } Mediolani.
et catalogarti
tedra d'eloquenza, e in altre a Pisa, e Pio- Successivamente si propagò in Napoli
ma ove gli fu affidata la direzione della (F.), ove neh 4? ' Sisto Pudinger pubbli-
stamperia Vaticana, ed ivi inori. La sto- cò alcune opere di pietà; in Padova dove
ria di questi 3 celebri Manuzi la scrisse più tardi divennero celebri gl'illustri ti-
A. Renouard: Annali della stamperia de- pografi fratelli Volpi, Comini, onde ab-
gli Aldi, Parigi i8o3, col catalogo delle biamogli Annali della tipografia f'olpi-
edizioni usciteda'ioro torchi. AMuseoCa- Cominiana, Padova 1809; in Treviso e
pitolino dissi che il Sec-
busto d'Aldo il nella Marca Trevigiana, ed il Federici ci
chio ivi fu eretto tra quelli della protomo- diede, Memorie trevigiane sulla tipogra-
r
teca di uomini illustri. Imperocché non fìa del secolo X V ,V enezia §o );\\iFireuzc
1

a
solo fu abilissimo tipografo, ma ancora ecelebrata da Domenico M. Mauni, Del-
djtto letterato, ed a lui si deve l'edizio- la prima promulgazione de libri in Fi-
S T A S I A 2o3
jt/izr, ivi1761, e da D. Moreni, Annali in Francia, a Lione, a Rouen, quella di
della tipografia fiorentina di Lorenzo Strasburgo diventando celebre pe'bellis-
/'orientino, Fnenzei8ig; nel Piemonte simi caratteri prodotti da'fuiidilori Gio-
e per la i.'in Savilliano neli470| indila vanni ili Colonia e Giovanni Mantheim.
Mondovi nel i4? 2 >
m Torino neh 474» In Parigi sembra che la 1 .'stamperia ri-

ed in quelle altre città enumerate ila Giu- monti al 4-7 7, per opera de'dottori della
1

seppe Vei*nBZza,£csi0n6*0£Wia&3*taai0i>j Sorbona, che vi chiamarono da Magon-


Cagliari 1778; in Pavia, in Genova, \n zagli stampatori Ulrico Gering, Martino

Bologna che vanta edizioni del i4^4 e Grantz, e Michele Friburger, quali pel i

meglioi474> «dia quale e altra 1. "libro impressero ['Epistole di Gaspa-


1
J.65
- può vedere, Della venuta di Clemeii' re Rino. Però 1 introduzione è anteriore,
te File Carlo V in Bologna di G. Gior- perchè leggo nelle Campane, p. C)3, di
dani, nota 1 83. Nello stesso secolo l'arte Cancellieri, che il priore dellaSorbona nel
della slampa si stabilì in Ferrara (P.) 1469 chiamò gli stampatori da Magonza
nel 1471, indi fornita di caratteri ebraici sotto Luigi XI, e il popolo allora super-
e di diverse nazioni, lu Perugia (/•'.) nel- stizioso li prese per altrettanti stregoni.
lo stesso anno circa, onde il Ver raigl ioli Fra i primi che a Parigi si distinsero per
nel 1 8o(> pubblicò, Della tipografìa pe- l'incisionede caratteri, furono Simone di
rugina del secolo A'/'', e quelle altre ope- ColinetdiGenlilly nel 1480, ed egli fu an-
re ricordate da me nel citato articolo. In zi ih. "che incise caratteri romani di di-

quell'epoca o poco dopo principiarono le verse grossezze,simili a quelli che ancora


stamperie dìJesi, Foligno, FeronatPar- s'adoprano; Claudio Garamon parigino
ma, per non dire di altre città ovenepar- cominciò verso ih 5 10 ad incidere carat-
l.ii, rilevando eziandio le moderne pili ce- teri romani e greci, alcuno de'quali an-

lebri e contenenti stabilimenti ebe com- cora conserva il suo nome, e portò l'arte
prendono librerie, calcografie, litografie, a tal perfezione ch'ebbe la gloria di su-
legatori di libri e fonditori di caratteri. perare in abilità tutti quelli che l'aveu-
Così negli articoli de'rispettivi stali par- no preceduto; IiobertoGranjean,altro pa-
lai sull'epoca dell'introduzione del la stam- rigino, iucise a Parigi stupendi caratteri
pa ne'medesimi. A Londra si dice die il romani, ebraici, siri, arabi e armeiii; Gu-
1 ."libro stampato si vide nel 1468; e Gu- glielmoleBé di Troyes si distinse pe'bel-
glielmo Cax.ton agente della compagnia li caratteri che incise a Roma, in Vene-
de'mercanli di tal città in Olanda fu il zia, aParigi,ove lasciò una superba fonde-
i.°cbe introdusse l'arte \nlnghilterra, do- ria. Nel seguente secolo e nel 53 Fran- 1 1

po essersi bene istruito del suo processo. cesco reduce dall'Italia, eresse la famo-
1

Ricevè incoraggiamenti dall'abbate di sa stamperia reale, facendo fondere carat-


Westminsler, che l'aiutò a montare suoi i teri ebraici, greci, latini, e ne affidò la di-

turchi e permise che li collocasse nella rezione al suo ordinario stampatore Ro-
cappella dell'Islipuel recinto del suo mo- berto Stefano. Nel 1 Goo fiorirono a Pari-
nastero, onde nel i474 stampò in Lon- gi Sanleque padre e figlio, eccellentissimi

dra Giuoco de'scacchi moralizzato, e


il incisori di caratteri e di note musicali.
da lui tradotto dal francese. La stampa Questo reale stabilimento diParigi diven-
indi si propagò a Basilea, a Ginevra (del- ne poi floridissimo sotto Luigi XIII per
la quale ho il Nomenelator octolinguis o- le assidue cure del cardinal Richelieu, e
mnium rerum propria nomina conti- fu collocato nelle gallerie del Louvre, ed
nens } Geuevaei6o2), e altri luoghi della in appresso si rese vieppiù rinomato pel-
Svizzera ne' Paesi Bassi, come a Lova-
; ili uslri direttori e soprintendenti, per cor-
nio, in Siviglia e altre città di Spagnai rettori e stampatori. Oa'suoi torchi iu 2
ao4 STA STA
anni uscirono più tli rogiossi volumigre- di librai, e dopo
la scoperta della stam-
ci, lattai, italiani e francesi, tutti impressi pa e sua introduzione in quella capitale,
con bellissimi caratteri e ottima caria, ol- gli stampatori efonditori di caratteri for-

tre i classici ad usarli Delphi/li. Celebri marono co'librai invece de' copisti un'as-
pure sono le edizioni Maurine de'ss. Pa- sociazione, la cui importanza s'accrebbe
tii i, latte da'dolti benedettini della con- sempre più di giorno ingioino. Dipenden-
gregazione di s. Mauro (F.). Nella Ras- ti dall'università, alla cui censura erano

ila fu introdotta l'arte tipografica verso sottoposte le produzioni tipografiche, ot-


il i
564,6 gli stampatori russi Iwaa Fedo- tennero considerabili privilegi. I nomi dei

1 iteli e Pietro
Timofeyel un piegarono o i Stefani, Morel, Vascosan,Turnebe,Son-
anni a formare il loro stabilimento, ed il nius, Piantili, Dupré aveauo nel secolo
i ."libro che ini presserò furono gli /ini de- XVI illustrata la tipografia parigina, poi-
gli apostoli. Di alcune rarissime edizioni ché erano più dotti che industriali mer-
italiane del secolo XV tratta {'Album ài canti. Nel secolo seguente Parigi potè glo-
lloma, t. 3, p. 383. Nel t. 45 degli Opu- riarsi di Cramoisy, Lesbé, Hure e altri
scoli del p.Calogero vi è la Lettera del p. molli: il maresciallo diFrancia Fabertera,
F. Antonio Zaccaria, di alcune giunte e. figlio d'uno stampatore, e già stampatore
correzioni, le quali potrebbero farsi al li- lui slesso. L'accademia francese nel suo
bro del p, Orlandi sull'origine e progres •
nascere tenne spesso le sue adunanze in
si della stampa, riportando un catalogo casa del tipografo Camusat. Allora si e-
di antiche edizioni, illustrate con annota* sigevachegli stampatori e i librai sapes-
Bernardo de Rossi, DcHebrai-
i-ioni. Gio. sero di greco e laliuo, e i regolamenti or-
cae lypograpkiae origine, ac primitiis , dinavano di non pubblicare che libri ac-
seti aultquis, ac rarissimi hebraìcoruui curatamente corretti e stampati con belli
librorum editionibus saeculi XI ,duqui- caratteri e in buona carta. 11 numero le-
sitio hislorico-critica, Pannaci 776, egli gale de'uiembri della corporazione fu fis-
primo libro stampato in ebraico, un
lì -Sri il sato a 24, e fu più tardi stabilito che niun
Commentario sopra Giobbe, di Pi. Levi ammogliato fosse ammesso tra gli ap-
Gersonide, stampato nel 4^77 per ma- 1 prendisti. Nel 1618 fu costituita una ma-
no d Abramo ben Cliaiim, e con molti gistratura per vegliare su'librai e stampa-
argomenti vuol provare che il luogo del- tori^ fa reseguirei regolamenti. Nel 1624
la stampa fu Pesaro, ove furono stabili- Luigi XIII creò una censura per esamina-
te diverse tipografie. Nel riportare quasi re, approvare o riprovare i libri nuovi,
in tutti gli articoli uu bel numero di no- misura che per un tempo restò sospesa
tizie bibliografiche (seguendo il consiglio per le lagnanze dell'università, che vede-
del dottissimoCancellieri che ne'miei ver- va lesi i suoi privilegi.Neli686 il numero
di anni m'inculcava premurosamente lo de'librai essendosi considerabilmeute ac-
studio della Bibliografia, perla cognizio- cresciuto, fu fissalo a 36, e che dovessero
ne de' libri e loro edizioni diverse, amai essere istruiti nel greco e nel la ti nodi qui li-
1

Sempre di raccoglierle, oltre l'acquisto co- di ordinato a tutti gli stampatori, librai
pioso di scelle opere), vado ricordando le e legatori di libri, di stabilir le loro of-
edizioni d'ogni opera e d'ogni epoca, ciò ficine estamperie in luogo determinato,
che mi assolvedal più. trattenermi su que- o sotto l'università nel palazzo. A mi-
ste erudizioni. In un erudito articolo e- sura che la stampa si propagò e dilatò, dai

sislente nel 1. 19 del citato Album, ^. 3 78, governi si adottarono misure repressive,
v 1 sono leseguenti notiziesui librai e slam- ed associazioni e corporazioni di univer-
p. itoli di Parigi nel secolo XVII. L'an- sità artistiche degl'individui appartenen-
tica Parigi avea corporazioni di copisti e ti alle arti si formarono iu molti luoghi,
STA S T A 20')

e ha pure Roma. Nel concilio genornle


le irreligiosi o immorali, e In soverchia liber-
di Laterano V, e ili pieno concerto de'pa- tà dellastampa con cui si da corso in va-
tlri, Leone X emanò la bulla, Inter soli- d'Europa e di altre parti del mon-
ri stati

cititdinis nastrisele \ maggio i ? 1 5, Bull. do, massime di regime costituzionale e re-


Boni. t. 3, par. 3, p. 4°0 : Prohibitio ini- pubblicano,con conseguenze terribilmen-
primendi Lbros, absque examine et ap- te funeste alla religione e alla società; e
proba/ione F/ icarii Papae, et 1\Iagi stri producenti la generale corruzione, l'em-
sacri Pala di apostolici in Urbe; et Episco pietà e la propagazione de' più irragio-
poruin, hacivticaeatie pravitatis lnqui- nevoli sistemi, utopie, assurdi, e Socia- il

sitorum inaliislocis. Negliarticoli Libro, Usino (P-) e comunismo, comechè ecci-


e Indice de'libm proibitici in quelli che tanti al disprezzo delle legittime autorità
Vi hanno relazione, dichiarai che molti civile ed ecclesiastica, ead usurpare le al-

secoli avanti l' invenzione della stampa, trui proprietà. Resi ragione perchè laChie-
s'incominciò con leggi a proibire la riten- sa madre sollecita e vigilante del bene ,

zione e Lettura (F.) di alcuni libri mss., della tranquillità, della pura fede e della
e non pochi riprovevoli e perniciosi fu- retta morale de'suoi figli, sempre si op-
rono distinti' col fuoco. Ciò praticarono pose a impedir il gran male che recano
ne' precedenti secoli greci, romani e i i le censurabili stampe; e con prudente in-
altre antiche nazioni, e ne riportai gli e- dulgenza e debiteeeeezioni concessee ac-
sempi. Dopo che la religione cristiana fu corda per giusti motivi il permesso e la

stabilita, e riconosciuta nel suo pubblico licenza di ritenere e di poter leggere i li-

e libero esercizio, il clero per la podestà bri che meritarono la contraria e giusta
che ne ha incominciò ad esercì tarelo stes- proibizione. I Papi in ogni tempo furo-
so genere di proscrizione contro libri che i no zelanti di questo importantissimo og-
non si accordavano col dogma, o nocevo- getto, in vegliare contro i pestilenziali o
li alla morale, condannandoli alle fiam- pregiudizievoli libri, e dopo maturo e cir-
me, e vietandone il possesso e di leggerli cospetto esame diligente, proibendoli a
con gravi pene ecensure ecclesiastiche, ed mezzo della Congregazione dell' Indice
egualmente ne riprodussi esempi: quan- (F.),e talvolta pure per la Congregazio-

te Eresie (P"), quanti Scismi (I.) non ne del s. Offizio (J*) } avverte fedeli de- i

furono operati o fomentati co'libri mss. gli errori che contengono, e talvolta in-
o stani pati? Alessandro VI proibì con pe- vita gli autori ad emendarsi. Imperocché
na di scomunica, con decreto presso l'an- la storia registrò molti esempi di preva-
nalista Rinaldi all'annoi 5o i, n.°36, che ricazioni di nomini anche dotti, che re-
niuno stampatore imprimesse libro alcu- starono affascinati dal bagliore delle fal-

no senza prima ottenerne licenza da'ri- se dottrine, e sedotti dal trovare in esse
spettivi vescovidelluogodella stamperia, un tristo appoggio alle loro passioni. La
a' non accordarla, se
quali prescrisse di Chiesa dopo la diffusione della stampa, ve-
non dopo d'aver esaminato bene che non dendo moltiplicarsi una colluvie di libri,
contenessero cose contrarie alla fede cat- ed in cui si spiegò la sfrenatezza di pen-
tolica, né fossero empieo scandalose. Par- sare e di scrivere, si vide nella necessità
lai ne'citati articoli, del naturale diritto di raddoppiare le più accurate diligenze
e autorità che ha la Chiesa e i suoi pa- per arrestarne depravati i effetti, con proi-
stori, d'interdire i libri e le stampe, e di birli e talvolta condannarne gli autori;
vietarne la circolazione; ed in ogni tem- imperocché la stampa eterna i pensieri e
po e da tutti i cattolici si è ubbidito alla le parole, per se fuggevoli. Ad ovviare a
Chiesa, com'è dovere; deplorando il nu- questi estremi furono dallaCliiesa istitui-
mero ogoor crescente de' libri e slampe te le preventive censure e approvazione
S T A S T A
dell'autorità rcclesi nstic.1, pei- le stampe de'caratteri furono così
ammirati che de-
nuche d'incisione figurale, per negare il nominaronsi Bodoniani. In detto articolo
permesso o accordarlo per l'impressione Parma celebrai il Bodoni, pai lai della rac-
e pubblicazione; ed altrettanto esige l'au- colta da lui ratta di copiosissimi punzoni,
torità civile, tranne qne' governi in cui e di un maggior numero di matrici per
la stampa è liberissima e produttrice di caratteri di tante lingue e forme; dissi
tutti que'mali, che poi accennerò meglio dello stampatoCfl/rt/ogodi sue splendide
e franramenle.per la bibliomania di voler edizioni, del Manuale tipografico, e sua
tutto stampare e di volersi tutto leggere, / ilaj che fu detto il principe de'moder-
derivata preci pna mente da Ho spi rito d'or- ni tipografi, e che meritò nella protomo-
goglio,d'irreligione,edi rivolta anarchica teca Capitolina di Boma un busto mar-
contro ogni autorità, fomentato senza po- moreo, come narrai nel voi. XLVII, p.
sa con iscritti incendiari dalle Sette (F'.). 8g. A Pater poster, nel ricordare che
All'articolo Indice de'libri proibiti par- visitando Pio VII neliSoT l'imperiale
lai purcdella pretensioneche hanno mol- stamperia che lo torcili
di Parigi, vide 1

ti di domandar licenza di possedere e leg- in altrettante lingue stampavano quella


gere libri vietati, senza che ne abbiano preghiera, notai l'edizione che di essa ne
plausibile titolo e necessità, non che del- fece poiBodoni,co'medesimi e altri carat-
l'obbligo de'loro eredi o esecutori testa- teri. Questa splendidissima e poliglottica
a
mentari di presentare all'autorità eccle- edizioneè divisa in 4 parti: la 1. compren-
siastica la nota de' libri proibiti lasciati de 5 1 versioni per !e lingue asiatiche; la
da'defunti,non potendosene disporre sen- 2. a 72 per l'europee; la 3." 12 per l'afri-
a
za la sua permissione. Nel secolo decorso cane; la 4- 20 per le americane. Nono-
l'arte tipografica e quella di fondere i ca- stante che questo totale non dia che 5? 1

ratteri riceverono un notabile incremen- versioni o lingue diverse, l'orazione do-


to, anche per le utili macchine inventa- minicale trovasi sempre 1 1 5 volle in al-
te dall'ingegno umano, ed eziandio l'Ita- trettanti differenti caratteri; cioè 68 per
lia con Francia, Inghilterra e Germania le lingue asiatiche, 1 i4 per l'europee, 3 1

ha i suoi vanti. Il torchio chiamato a bus- per l'africane, e 20 per le americane. I

sola era ancora assai rozzo e imperfetto, caratteri esotici o propri di ciascuna di
ed al celebre cav. Gio. Battista Bodoni, ilei te lingue sono 107; cioè 43 asiatici, 5 3

nato nel ^4° a Saluzzo^'ì deve la gloria


i europei (tra'quali 54 gi'eci), e 6 africani.
d'aver migliorato il torchio con ridurlo Gli altri 1 08 sono caratteri comuni, valea
a gabbia di ferro, come di aver dato la re- dire romani e italici, ma lauto variati,che
golare uniformità e l'eleganza a'caratle- leforme e le dimensioni non sono quasi
ri d'ogni specie. Dopo essersi istruito in mai le medesime. Ciò basta per dare un'i-
Roma nella celebre e poliglotta tipogra- dea dell'immensa ricchezza della tipogra-
fia di Propaganda fide, come rilevai nel fia Bodoni, il quale per giudicare sopra
•voi. XIV, p. 241, ed alla quale a istanza questa sola opera possedeva più di 23o
dell'encomialoCancellieri donò poi 4 ca- sorte di caratteri; ma ripeto le numera-
ratteri, il duca di Parma a mezzo di Til- zioni de'punzoni e delle matrici la ripor-
lot lo autorizzò a stabilire in tal sua ca- tai a Parma. La biografia di Bodoni e col
pitale una tipografia e fonderia di carat- suo ritratto la pubblicò anche I' Album

teri, e gli aflidò la ducale. Nell'opera fu di Roma nel 1. 8, p. 27 1, Ivi si dice che
1

coadiuvato dal sacerdote Amoretti cele- fece il tirocinio di sua arte nella stampe-
bre incisore di caratteri, onde dal suo ria paterna,echepoi persuaso che a quello
grandioso stabilimento uscirono le tanto cui deve conversare con uomini di Ielle-
rinomate edizioni Bodoniane, e la l'orma re e servire alla diffusione del sapere e
ST A S T A 207
necessaria molla istruzione, si recò a stu- Hi Testamentum , Parisiis apud Gattine
diare in Roma, ove prese a proteggerlo fratres Bibliopola» 1837; nitidissima edi-
il cardinal Giuseppe Spinelli[prefètto di zione di piccolissimo fui ina, con piccoli-si -

propaganda e sua stamperia, die lo con- mi due colonne, ed in


e chiari caratteri a
sigliò a studiare le lingue orientali; laon- tutto sono 4°o pagine. Sono pure pro-
de 22 anni fu lodato per I' edizione del
di prietario della Liturgia anglicana poli-
messale arabo cripto, e dell'alfabeto tibe- glotta octaglolta (4 idiomi per pagina di
tano del Giorgi ; il pei che fu incaricato superbi caratteri teslini),London Bagster
d'ordinare vecchi caratteri orientali del-
i 1 82 1. Nel principio del noslioseculos'm-
la stamperia di propaganda, e ne fuse egli venlarono torchi di tutto ferro chiamati
stesso di nuovi. Che nella biblioteca di a Ila Stanop, con pressione a vile e bilan-
Parma fu stabilita una sala per Petizio- ciere, i quali furono nella Scozia perfe-
ni Bodoniane, ricordandosi le principali, zionati da' Columbi tn Presst cou pressio-
e lodandosi la nitidezza, la carta consi- ne a leva e bilanciere; finalmente da Lon-
stente, l'ortografìa e accurata correzio- dra si ebbero gli AlbionPress con egual
ne, il suo genio per ordinar frontespizi e pressione e mola spirale, che riportarono
intitolazioni; i premi edecorazioni eque- vanto sopra lutti gli altri torchi. Dalla
stri ricevute, le medaglie coniate in suo Germania poi si ricevè la facile e utile in-
onore, ricchi doni ricevuti da' sovrani
i venzione de cilindri fusi con materia ela-
che visitarono la sua tipografia, conve- per somministrar l'inchiostro in so-
stica,

gno degli uomini celebri di sua elìache fu stituzione de'cosj detti mazzi, i quali ri-
consultato da'più famosi tipografie mori montano all'origine della stampa, quindi
nel i 8 1 3, compianto e celebralo. Coadiu- poterono darsi alla luce edizioni nitide e
vato dal perfezionamento recato all'arte superbe. La Germania possiede magni-
dal Bodoni, il parigino Enrico Didot, cu- fiche tipografie. Nella clamorosa esposi-
gino del eh. Firmino, recò più innanzi zione di Londra del 1 85 1 l'i. r. tipografia
l'eleganza e perfezione tipografica, ed a di Vienna vi espose la più perfetta rac-
lui principalmente si devono i caratteri colta d'alfabeti e di prove di tutti i ca-
chirografici. Enrico fupure inventoredel- ratteri conosciuti. Questa raccolta che
la Poliamatipia, arte con cui si fondono comprende non meno di 206 alfabeti di
simultaneamente ed inunsolgettoda oo i lingue e di dialetti, dal fenicio al giappo-
a i4o lettere da stampa correttissime. Vi nico,è la più splendida in Europa. La ti-

sono anche caratteri fusi in argento,ed io pografia austriaca di stato contiene tutti
cou essi posseggoDan te eTasso dell'edizio- i tipi delle lettere fuse nelle sue officine,
ne diLondra del 1822 diC«Corrall,singo!a- ed espose persino le matrici che serviro-
ri per la loro piccolezza, miuutezza e chia- no a comporle,anche di gutlapei cha e ili

rezza de'caralteri.Tali minime dimensio- ramegalvano-plastiche,incisioni in legno,


ni e maggiore lucidezza viena superala fac-simili e rilievi antichi, Sorprese la per-
dal Q. Horalii Flaccì opera omnia, V a- spicace invenzione, col di cui mezzo gli

risiisi 828.Excudebat Didot natu minor. 80,000 segni della lingua cinese vengo-
Le pagine, di caratteri minutissimi, sono no formati egualmente che la musica óa
alte 2 pollici e 1 lunghe. Tutto corpo
il mobili. Presa dal punto di vista tecni-
tipi

del libro è erto mezzo pollice. Questo pu- co l'ai tecolla quale è riuscito agli austria-
re posscdo,come un Tasso in minimi ca- ci anticipatamente lo spazio
di calcolare
ratteri testini corsivi di Venezia 1620. che occupa ogni singola lettera,permette
Appresso IN icolò Missirini: d. Paulo Boz- di sapereanticipatamenle l'estensioneche
zi corregieva. Inoltre di Firmili Didot avrà un mss. dopo stampato, e la tipogra-
fratres et soeiis, ho il Ufovum Jesu Cini- fia possiede già 1 5o milioni di lettere fu-
2o8 STA S T A
se secondo questo sistema tipometrico. ni, interlinee ee., con mirabile combina-
L'Austria spiegò molla magnificenza an- zione. Laonde col suo sistema non più i

che ne'suoi prodotti tipografici, e le sue caratteri sono chiamati garamone, Silvio,
carte sii ma t'issi me già da In ngo lem pò dal- lettura, cicero ec, ma punti tipografici :

l'i, r. istituto tipografico militare, sosten- il minimo è il numero 4> quindi si può an-
nero nell'esposizione il rangodovuto. Gli dare all'infinito, a seconda dell'abbon-
orientalisti ammirarono un'opera o no- danza e ricchezza de' caratteri della ti-
vella del Giappone stampata la i .'volta in pografia. Ho veduto nella celebre Stam-
lingua giapponese con lettere mobili, che peria di Propaganda fide (/".), che pos-
dalla sua perfezione sembrava eseguita siede Ietlereper257punti tipografici. Con
nelGiappone. Altra opera denomi nataórf- questo sistema eziandio si può dichiara-
la delle lingue, contiene il Pater nosler re quante lettere occorreranno in un'o-
in 608 lingue, stampate in lettere latine, pera uiss.,e quindi co'debiti calcoli quan-
efu stimato eminente lavoro. Avendo fat- te pagine potrà formare nello stamparsi;
to menzione della Tipometria d\vb ch'è }
inoltre il tipografo può conoscerequanto
anche l'arted'imprimere piante o disegni deve dare al compositore pel suo lavoro.
di città per mezzo di tipi mobili. Ne fu L'Inghilterra e laFrancia da 3oanni van-
inventore a Carlsruhe nel 792 Agostino 1 tano l'invenzione di eccellenti macelline
Teofilo Preuschen, il quale già ne avea tipografiche,per la loro singolare celerità,
dato un'idea nel 1788 co' suoi Saggi pre- poiché in pochi minuti danno un nume-
liminari sulla tipometria, o sia mezzo di ro considerabile di fogli stampati, e per-
formare carte geografiche come si fanno ciò sono chiamate macelline celeri. Esse
i libri a slampa. Indi Haas fonditore di non imprimono verticalmente, ma con
Basilea, da lui chiamato ad assisterlo, ne molo di rotazione a mezzo di cilindri, a
perfezionò il metodo, e meglio poi esegui cui sono avvolti fogli, su'quali d'ambo
i

il figlio di Haas. Quanto poi al sistema ti- le parti vengouo impressi caratteri si- i

r
pometrico, questo è ritrovato del d. Auer tuali in piano. L'inglese C. Augusto Hohn
consigliere di governo e benemerentissi- ha creduto perfezionare siffatte macchine,
mo direttore della suddetta i.r. stampe- ed abolendo cilindri e togliendo il mo-
i

ria di Vienna. Egli inoltre fece altra bella to rotatorio, immaginò la nuova macchi-
scoperta, cui die il nome di Fisiotipia, na che chiamò Scandinav, facente l'im-
cioè il riprodurre e moltiplicare gli og- pressione verticale su fogli collocati pa-
getti d'arte o di natura, senza il concorso ralleli alla sottoposta forma di caratteri :

del disegno. L'operazione comesi esegui- questa invenzione ha per iscopo di riunir
sce, si può leggere a p. 673 del Giornale i vantaggi del torchio a mano, a pressio-
di Roma deli 853. Il francese Carlo Der- ne verticale, colla celerità delle memo-
riey fonditore di caratteri e tipografo, si rale macchine. Quantunquequesta mac-
può dire che ha dato 1'
ultima perfezio- chinasi riconobbe vantaggiosa, nondime-
ne a quest'arte, coll'immaginare fregi a no pare che pienamente nou raggiungesse
combinazioni, tratti di penna e caratteri lo scopo, tanto per la giusta pressioneche
di fantasia, e altre bellezze tipografiche; perla somministrazione dell'inchiostro,
le sue produzioni sono eseguite con mi- come pure per l'appuntatura del foglio
rabile arte, precisione ed eleganza. All'en- in bianco; difficoltà che potrauno facil-
comiato Firmin Didot ancora si attribui- mente sormontarsi dal valente inventore.
sce l'inveuzione de' punii tipografici, a- L'italiano Lampalo verso ili 845, in vece
Vendola desunta dal calcolo che fece sul delle lettere separate che vengono distri-
piede francese e da lui diviso in 72 punti; buite nelle caselle degli stampatori, ideò
quindi l'applicò a'caiattei i, marginano* i caratteri a combinazione e composti di
S T A S T A. 209
due tre Ietterò fuse insieme: delle let- secondo. E un'altra fiocinili afferra al-
tere binale ne l'orini) ?.3o, olire un buon loia colla sinistra I' estremità superiore
ninnerò trinate. Il compositore perciò non della detta scanahitura.ed avendola con-
devecoinpitareeprendereuiia lelteraal- dotta in una posizione orizzontale legge
In volta, ma piuttosto sillabare e pren- la linea. Corretti gli errori, se pure ve ne

deroe due o tre. Oltre al risparmio del ha, alzando uno strisciatolo, die forma il
tempo nella composizione, fu rimarcata fondo della scanalatura, essa fa discenda-
la maggior solidità de'tipi, e il minor ri- re in un tratto la linea in un comparti-
schiodi sbagliare. La scoperta fu ricono- mento, ove sono gli spazi. L'innovazione
sciuta utilissima, e il fonditore Wilinant principale in eptesta macchina è la cale-
imprese la formazione de' tipi in Lodi, na senza fine, sulla quale sono deposti i

Circa tale epoca s' inventò la macchina caratteri, per esserequindi portati nel ri-
meccanica per comporre detto di Rosem- cettacolo,ed i vantaggi della catena sono
borg, per liberare di molto l'opera ma- che le lettere ponno col suo mezzo esse-
nuale. Poiché Young eDelcainlue com- re spinte da dritta a sinistra senza peri-
posero la tastiera tipografica, colla quale colo di spostarsi, e seu/.a il minimo altri-

potevasi comporre Gooo lettere all'ora, to. Chi descrisse questa macebina osserva
il capitanollosemborg ne produsse un'al- che la parola accentuadon è formata di
tra che ne forniva nello stesso tempo al- 1 7. lettere, ed esigerebbe 24 movimenti
menni 0,800. E se primi nella macchi-
i di braccio da un compositore ordinario,
na per distribuire impiegavano 4 operai, ma colla macchina di Piosemborg tal pa-
il secondo occupava una sola donna. In- rola vieti composta cou 3 colpi sui tasti,
nanzialla macebina percomporredelRo- accenlu-at ioti.

sem borg è seduta una donna, la quale leg- In aiuto dell'arte della stampa venne la
gendo lo seri tto, cli'è in una specie di leg- Litografia, ossia quel modo di stampare,
gio, tocca la tastiera a misura ebe legge, nel qualesi scrive o disegna con particola-
ed i tasti fanno uscire dalle loro caselle re inchiostro o matita su la pietra, indi per

le lettere corrispondenti, ebe vengono a tirar copia della scrittura o del disegno si

posarsi sopra una catena senza fine, la adopera la pietra cos'i scritta,come se essa
quale passa continuo a traverso la mac- fosseintagliata abulino.U vocabolo di ^/o-
cbina da dritta a mauca. Grazie al moto grafia, tratto dalle parole greche pietra > e
di questa catena,i caratteri una volta pas- scrivere o deli neare jnv\\cà l'arte di stam-
sati, vengono trasportati verso un ricet- pare o piuttosto di applicare sulla pietra

tacolo, dove per l'azione di una piccola disegni, caratteri, carte geografiche ec, e
eccentrica che gira con grande celerità, i di trarne delle copie per mezzo d'un ia-

caratteri stessi sono collocati orizzontai- chiostro preparato, col quale si sono fatte
mente l'uno suH'altro,neirordine con cui le delineazioni. A. Senefelder di cui ab-
i tasti furono toccati. Le linee così for- biamo: TJ arte della litografia, Napoli
mate si aggiustano sopra un pezzo che 1 824,g>à cantore corista nel teatro diiMo-
ha la forma di T. Un quadrante regola- naco, fu il primo che osservò la proprie-

toreed un campanello tanno avvertita la tà d'alcune pietre calcaree, di ritenere i


compositrice quando la linea è compita; tratti d'un inchiostro grasso,e di trasmet-
allora essa fa girare una piccola vite che terli in tutta la loro purezza alla carta ha-
spinge la linea ultimata in fondo al ricet- guata, applicata con una pressione abba-
tacolo, quindi colla mano dritta muove stanza forte sulla loro superficie. Egli ri-
una leva che manda la linea in unascana- conobbe inoltre che si poteva ottenere ri-
latura esterna mobile intorno ad un asse, petutnmenle lo stesso elfetto umettando
Tale operazione si compie in meno d'un la pietra e caricando tratti medesimi di
i

vol. i.xix. l4
2 io STA STA
una nuova dosedi.nero da stampa. Ollen- chiede, poiché in siffatto modo ponno im-
ne egli fino dal i 800 dall'elettore di Ba- primersi nello stesso tempo insieme a qua-
viera il privilegio esclusivo per l'eserci- lunque testo e collocarsi sulla medesima
zio del suo metodo, che doveva durare pagina le vignette, le note musicali, i di-
1 3 anni, e d'accordo col barone d' Ardiri segai, le figure di qualunque natura. Ne-
formò a Monaco uno stabilimento lito- gli uffizi pubblici quindi sovente si è fatto
grafico, uel quale si stamparono ancora uso della tipolitografia, per le circolari e
opere di musica e raccolte di modelli di oltre slampe, delle quali doveansi molti-
diversi generi, non che disegni di vari plicare grandemente gli esemplari. La ti-

quadri e figure, hi Monaco ben presto si politografia fu trasportata in Francia, in


moltiplicarono gli stabilimenti biografi- Italia e altrove, ed in sostanza non è che
ci con progressi dell'arte, ed in Parigi la una seconda applicazione del metodo li-
istituì il conte de Lasteyi ie, il quale sta- tografico. Leggo nella Civiltà cattolica,
3
bilimento divenne tosto il seminario il 2. serie, t. 4, p- 32y, essere antico dello:
vivaio de'primi litografi francesi, e si re- La lingua è l'ottima delle cose: La lingua
sero distinti Engebnann e Delpecb. Di è la pessima delle cose. Lo stesso a un di-
Eugelmann abbiamo: Manuel du dessi- presso può dirsi di quella tacita lingua,
naleur Idhographe, Parisi 824. La lito- che parla a un tempo in lutti i luoghi, e
grafia fu quindi introdotta in altre parli parla per tutti i tempi, la stampa. Quest'ar-
d'Europaed'America,ed in Italia presto te ingegnosa e mirabile, ma in un assai
l'ebbero Torino, Milano, Venezia, homa perigliosa, si cerca al presente di promuo-
e altre città. Può applicarsi con qualche verla e perfezionarla quanto è possibile,
frutto la litografia alla rappiesentazione e così accrescerne la potenza già tanto ter-
di qualunque soggeltOjma conviene spe- che Jefte Wilkinson di
ribile. Si assicura

cialmente a'quadri di paesi, ed a quei qua- Provvidenza negli Stati-Uniti, ha inven-


dri di storia, ne'quali le figure non sono tato una nuova macchina da stampa as-
disposte sopra molti piaui diversi. Fino sai diversa da tutte
le altre. I tipi sono

all'invenzione della litografia le opere di formati su cilindri, di cui uno stampa la


ÌÌJusica andavano uella più parte per- faccia superiore,e l'altro l'infei iore del fo-
dute, con tanto danno della scienza dei glio. In un'ora si ponnostampare 20,000

suoni, non meno degli altissimi pregi dei fogli, cioè 40,000 facce. Alla macchina è
valenti autori e maestri del l'armonia. Mol- aggiunto un apparato per tagliare,ovesia
ti sono pregi della litografiche potreb-
i d'uopo,la carta. Un individuo basta alser-
be in parte dirsi emula dell'incisione, ma vizio della macchina, né altro fi che col-
basta questa indicazione per quanto ha locar la carta sul cilindro. Se, come si di-
relazione all'arte di stampare i caratteri ce, la macchina è semplice,
forma della
ed alla celerità dell'esecuzione. Inoltre a non è a dubitarsi che sarà adottata, e ca-
Senefelder si deve l'invenzione della Ti- gionerà una speciedi rivoluzione nell'arte
politografia, \ocnho\o greco derivante da tipografica, specialmente negli Stati-Uniti
figura o carattere, e da pietra e scrittu- d'America,ove uno sterminalo stam-
si fa

ra. Si applicò ad una nuova invenzione pare dove malgrado l'au-


di giornali, e
consistente nel comporre le pagine in ca- mento quotidiano della popolazione, non
ratteri mobili, di cui l'impronto si piglia si teme che manchi alle braccia il lavoro.

sopra una pietra della specie più argillo- Si aggiunge, che forse si avvicina il mo-
sa the calcarea, che si adopera nella li- mento preveduto da Giacomo Leopardi,
tografia, e questa pietra è quella che si po- per la forza del possente vapore. Sino dal
ne sotto il torchio. Questo ritrovalo com- 1 847 si fece in Inghilterra l'applicazione
pensa vantaggiosamente la spesa che ri? d'un uuovo processo di telegrafia elettri-
,

S T A. S T A. 211
ca, della quale io parola n StBADA ,
già degna, ch'egli neli8.|o promosse e sol-

messo in uso oe'delli Siati- Uniti, median* lecitò il trattato a favore della proprietà
te il quale le comunicazioni si trovano artistico letteraria, e lo concluse con re-
stampate al tempo stesso che sono tras- ciprocanza di godimento colle corti e sii-
messe. Se ne legge la cl< scrizione nel n.° ti di Vienna, Modena, Firenze e Roma.
3G del Diario di Roma del 1847- Solo Con questo benefico e equo atto fu gua-
ha provato, che
ripot'terò,che l'esperienza rentita la proprietà artistico letteraria ,

li potevano imprimere da 80 a 90 lette- cosa da tanto tempo giustamente e som-


re per minuto, e riprodurre i 2J segni mamente desiderata dagli autori delle o-
dell'alfabeto IDI I secondi! La tipografìa pere e dal gran numero dei librai e ti-

ottenuta è chiara, leggibile e non pecca pografi, che il vantaggio, il lustro e in-
che per l'irregolarità delle linee, incon- cremento dell'arte e delle scienze aveano
veniente di facile rimedio. I vantaggi che a cuore. Nel n.°if)del Diario di Roma
olfre questo modo di trasmissione sono del 1
847, quindi si legge,che mentre nel-
evidenti, e sorpassano l' immaginazione. l'impero austriaco già da gran tempo sus-
Cosi su tutte le linee di strade ferrate, ove sisteva uni preventiva protezione per la

sono stabiliti telegrafi elettrici, una nuo- proprietà artistico-letteraria ,


poiché le

va trasmessa dall'uno estremo all' altro censure non nepei mettevano la ristampa
della linea, colla velocità del pensiero vi o riproduzione, fu pubblicata un'ampia
giungerà non solo bella e stampata, ma patente imperiale contro le illegali pub-
con una semplicissima combinazione po- blicazioni, ristampeeeontraffazioni. Agli
trà essere lasciata impressa lungo la via autori e artisti viene in essa assicurato il

in tutte le stazioni intermedie. E però diritto di proprietà sulle loro opere vita
quando l'Inghilterra sarà solcata intera- loro durante, ed a'ioro eredi per lo spa-
mente da'telegrafi elettrici sulle principa- zio di 3o anni; il quale lerminesi estende
li linee, come già lo è nella più parte, un all'accademie, all'università, e ad altre
ordine o dispaccio importante potrà in corporazioni, per le loro produzioni, iu
pochi minuti, in tempo minore che qua- tutto a 5o anni. Ivi oltre altre analoghe
si non sia necessario per iscriverlo, esser dichiarazioni, è stabilita pena del pla- la

conosciuto, sparso e stampato nel regno. gio. Si dice le opere pub-


pure, che tutte
Nel febbraio 8 j3 poi 1 nell'ufficio telegra- blicate colle volute legali formalità, an-
fico di Torino si fecero i primi sperimen- che in altri stati della confederazioneGer-
ti per mettere in attività nel Piemonte il ruanica, eodono degli stessi diritti. Laonde
telegrafo elettrico stampatore di Brelt ,
qualunque autore che stampa la sua o-
per uso del re e del governo. Con mira- pera nell'impero austriaco, gode la pro-
bile precisionedaTorinoslamparonsi di- prietà letteraria peri! tempo suindicato,
spacci a Genova e a Novara, e di là altri ed anche negli sta ti co'quali l'Austria con-
ne vennero stampati a Torino. Si legge venne nel relativo trattato di reciprocali-
a p. 4g3 del Giornale di Roma ilei 1 854, za. Per cui basta all'autore che vuole go-
l'invenzione d'un nuovo modello di tele- dere della proprietà letteraria, di stam-
grafo che .stainpa:l'espei ienze sono riusci- pare nella sua opera di contro o dietro
te mirabilmente, ed i dispacci sono scritti al frontespizio, che l'edizione è posta sot-
in lettereromane perfettamente formate. to la salvaguardia delle vigenti leggi
Quanto alla proprietà artistico lette- per quanto riguarda la proprietà lette-
raria de' libri e delle opere, ne parlai a raria, come ho fatto io stesso nella pre-
Libreria. Trovo nel memorandum sto- sente opera. Nel n.°8Q del Diario di Ro-
rico-politico del conte Solaio della Mar- ma del 1 846, si riporta il testo della con-
garita 1 ."segretario di stato del re di Sar- venzione conclusa tra l'Inghilterra e la
9

a 1
STA. S T k
Prussia, relativamente alla proprietà nr\ l'eccellente sua missione. Come tutte le
tistiro letteraria, potendovi accedere gli altre umane istituzioni, essa è soggetta

stati d'Alemagna che sono uniti alla Prus- a errare, o si rende istromento di triste

sia pe'loro trattati di lega commerciale, passioni. Se la responsabilità d'uno scrit-


o che vi si unissero posteriormente. Co- tore è grande, più grande ancora è quel-
me grande e nobile è la missione della la de'governi, a'qunli è affidala l'incom-
stampa in generale, e della periodica in benza di guidar la slampa nelle vie della
ispecialilà, si richiede ingegno, coscienza rag one e della verità. Un gran lavorio
;

intemerata e probità di vita per eserci- d'intelligenza si fa ogni giorno nelle colte
tarla. Chiunque per la prima volta pro- città; migliaia di torchi, ali del pensiero,
paga pe'torchi i suoi pensamenti contrae danno libero il volo a milioni di scrittu-
verso il pubblico un obbligo sagro, quel- re d' ogni favella , ma non è tutta luce
lo cioè di propugnare il vero, il giusto, intellettuale quella che propaga per l'u- si

il bene, pe'quali l'anima ha un'affinità ni verso, e spesso mascherata si filtra nei

naturale. La stampa, la più grande del- cuori e vi getta la bava d'impuro vele-
l'umane scoperte, imperfetta immagine no. Imitando quelli che combattono la
dell'iinmortalilàedonnipresenzadel pen- stampa irreligiosa, insolente, calunniosa,
stampa rivelazione della sapienza
siero, la e nemica dell'ordine e della gerarchia ec-
umana, è in pari tempo la più grave re- clesiastica, con dispari forze, ma non in-

sponsabili tà che l'uomo assume verso Dio feriore nel zelare la pubblica moralità ,

giudice delle umane azioni ; impercioc- non tralascio incontri per fare altrettan-
ché i commessi pel
delitti e gli scandali to in tutta questa mia opera. Nel n.° 56
mezzo stampa non toccano il corpo
della del Diario eli Roma
rende del 1842, si

ma l'anima, non l'individuo ma le ge- ragione dell'interessante eeloquente dis-


nerazioni; il delitto e lo scandalo è per- sertazione del can. d. Francesco Borioni
manente, la forza del potere se vale a ri- d'Ancona, letta nell'accademia di reli-
muoverlo preventivamente, non basta a gione cattolica, in cui trattò De' danni :

distruggere il male se prodotto a luce; che vengono alla morale dall'abuso della
ad ogni istante esso rinnovasi, si ritem- stampa. Dopo avere indicati vantaggi i

pera, si propaga colla rapidità del pen- di questa bella invenzione, svelò il mo-
siero. Ed ecco perchè la censura preven- tivo perchè ad onta dello sterminalo di-
tiva, di cui ho già fatto parola, è da an- luvio d' idee che la slampa da oltre un
teporsi ad ogni qualsiasi legge che ma- secolo ha diffuso tra tutti ipopoli del mon-
lamente viene delta repressiva. Che co- do, l'umana famiglia ne scapitò di molto.
sa infattireprimono le leggi repressive? Mostrò colla storia, che allorquando nel
Esse puniscono, ma non reprimono; quel secolo passato la pseudo-filosofìa levan-
ch'è scritto e stampalo non si cancella; do orgogliosamente il capo pretese di ri-

la repressione colpisce l'autore e non il formare il mondo e di propagare i pes-


libro, il quale anzi viemmagiormente si simi suoi sistemi contrari a quelli che da
propaga per quella naturale e funesta cu- 18 secoli hanno fin qui trionfato, niun
riosila che spinge gli uomini a ricercar mezzo più facile e più atto della stam-
le cc-e proibite. La ricerca del vero e del- pa ella vide per conseguire il suo scopo;
l'utile deve esser lo scopo costante della quindi con milioni di volumi e fogli pe-

stampa in generale, siccome la periodica riodici, tulli fenderono a rompere ogni


sempre deve tendere a tradurre in idee legame sociale, ed a spargere il ridicolo
pratiche e fàcili le alte dottrine della mo- sulle cose più autorevoli e più venerande.
ralesociale. Perniala ventura della socie- Provò, che i pseudo filosofi non contenti
tà, ben sovente la stampa traligna dal- di pervertire la meule e il cuore de'cou-
S T A STA 2 1 3
temporanei, si dierono a preparare con tieH'India.s'incominciò la stampa del gior-
indefesso studio lii generazione ventura se- nale, Il Soh dell' India, che
• può dirsi cosa
condo l'erronee loro massime j ammae- veramente singolare della stampa perio-
strando tulle le classi della società, con dica,dappoiché pubblicandosi Ogni set-
grandissima copia di libri, all'indiffereu- timana, si forma d'un gran foglio com-
turno, al mal costume, all'indipendenza; posto di 1 o pagine e a 5 colonne, ciascu-
ed i mali immensi di cui i padri nostri e na delle quali contiene una lingua diffe-
noi stessi siamo testimoni, derivarono in rente; l'inglese occupa la colonna di mez-
gran parte sulle misere popolazioni dal- zo, l'idioma persiano, l'indo, il bengale-
la sfrenata licenza della stampa. Com- se, l'iudostano sono distribuiti nelle al-
mendò per ultimo le nostre savie leggi, tre. Riferisce il flloniteur di Parigi degli
clic temperano gli abusi di stampa, e fe- 8 aprile 8 53, chela commissione inca-
1

ce conoscere quauto dappertutto sia ne- ricata di regolare la vendita girovaga dei
cessario si prendano opportuni provve- libri, limitandosi soltanto areligiosi, im-
dimenti, per rimarginar l'anticbe piaghe morali e antisociali, sopra 9 milioni d'o-
non aprirne delle nuo-
della società, e di pere vendute negli anni precedenti, 8 mi-
ve con lasciar stampa sbrigliata. L' Os-
la lioui ne giudicò immorali! E sopra 364q
servatore Romano 3 u.° 53 deli 85 1, con-
i sottomesse all'esame della commissione,
tiene un ragionato articolo, sulla neces- 556 ne proibì alla vendita girovaga 1 La
sità morale d'una legge preventrice sulla Civiltà cattolica che eminentemente pro-
stampa, ed esclama: » Lungi dunque dal pugna contro la pessima stampa, nel l. 2,
n
credere la stampa abbandonata a se stessa della serie i .°,e nel .°della serie 2. parla
1

come una politica franchigia, noi la re- delle società gratuite istituite per la dif-
putiamo compi omissi va della stessa li- fusione periodica de'buoni libri a'nostri
bertà civile, come forza corrosiva d'ogni giorni, e tratta pure de'rei libri, accusau-
ottima istituzione. Ella è coucelto rivo- do i propagatori di questi di congiura e
luzionario, come la così detta guardia na- di cospirazione, riportandole parole del-
zionale, stampa licenziosa o con tra nazio- l'enciclica degli 8dicembrei849del Pa-
ne pur essa della vera milizia .... In som- pa Pio IX.» Fra i diversi generi d'insidie
ma i libri che formano la gloria degli au- con cui gli astutissimi nemici della Chie-
tori, il decoro delle nazioni, sono com- sa e dell'umana società si sforzano di se-
parsi appuuto sotto l'impero delle leggi durre popoli, uno de'principali è l'abu-
i

preventive; tanto è lungi che la libertà so della stampa. "Dichiarando per quante
della stampa, qual s'intende da quelli che vie la stampa riesce a divenire nocevo'e
la confondono con la liceuza, abbia mai in mano degli erapi, soggiunge: » A re-
fruttato o fruttar mai possa nulla di buo- primere questo contagio de' cattivi libri
no. " Per gli eccessi della stampa e pei tornerà utilissimo il pubblicare ad edifi-
suoi traviamenti, spesso medesimi go- i cazione della fede, ed a salutare istruzio-
verni che uè concessero la libertà, si tro- ne del popolo, altri scritti di sana dottri-
varono nella necessità di adottare severi na ed egualmente di piccola mole. " Lo-
provvedimenti per reprimerne perni- i da la Civiltà cattolica lo zelo operativo
ciosi abusi, e la diffamazione e osceuità e coraggioso degli autori de' buoni li-
esercitata da parecchi giornali, determi- bri, e quello delle pie associazioni che li

nando i confini dell'esercizio di si pre- diffondono con grandissima utilità. Inol-


giudizievole libertà. Dell'origine e noti- tre non manca di encomiare e far cono-
zie sui giornali, gazzelle, e fogli perio- scere i pregi delle ottime opere, che van-
dici, politici o letterari!, parlai a Diario no stampandosi, per la sodezza delle dot-
di Roma e Notizie del giorno. Nel 1 84G trine che contengono, e fra le tante co*
4 ,

2 1
STA STA
me opportuna ricorderò quella di Cavaz- supplevil. Vito Capialbi, Memorie delle
zoni Pederzini : L'Opinione eia Stam- tipografie calabresi, Napoli 1 83 7. Igna-
pa disaminate neW attinenze loro colla zio Coronali, Preuve des caracleres ini-
morale e colla politica, Modena co' tipi primis avec une nouvelle machine typo-
della r.d.CameraiS jo. 11 buon senso del- graphique co/istruite, Rome 1825. Tom-
le popolazioni fece ampia giustizia contro maso Garzoni, Piazza universale di tut-
tutte quante le follie sovvertitrici, spac- te le professioni del mondo: Dissert. 4o, 1

ciate conun diluvio di stampe riprovevoli degli stampatori, Venezia 58 5. Giorgio 1

negli ultitniememoi abili tempi, ferman- Volfango Panzer, Annales (ypographi-


do il sedicente predicato progresso, nel ci ab artis inventile origine ad annnm
suo corso irregolare e irragionevole. La 1 5oo,Norimbergne 798. Prospero Mar- 1

Provvidenza pose nell'armonia del mon- ella nd, Storia dell'origine e de'progressi
do una legge d'ordine, alla quale ha su- della stampa, Aia 74°- Mercier de Le- 1

bordinato il vero progresso, non quello ger, Supplément à l'histoire de l'impri-


proclamato dalle ultime stampe della de- merle de P. Marchand, Parisi 775. Mo-
magogia ; ogni allentato a questa legge numenta typographìca quae artis hii/'us
è funesto alla società, e ritarda lo svilup- praestanlissimae origìnem, laudein et a-
po di qne'beni che l'opera de'saggi go- busum posleris produnt, instaurala stu-
verni e il cumulo delle sane intelligenze dio etlaboreJ. C.JVolfii ^mhwv^ox 7^0.
procacciano alienazioni pe'loro reali van- G.G.Oberlin, Saggio d'annali della vita
taggi.! progresso 1 non consiste nel disfare, diG.Gultemberg,iiiventore della tipogra-
come vuole la slampa rivoluzionaria, ma fìa, Strasburgo 1 80 1 . BibliolhecaMogun-
nel migliorar con senno e con antiveg- primo lypographico
lina libris saeculo
genza le condizioni della società, senza Moguntiae impressis instrucla a Strpha-
scuotimenti, senza convulsioni e senza al- no Alexandro TVurdlwein episcopo He-
terare minimamente quegli eterni prin- Hopolensi, Augustaei787. J. D. Schaep-
cipi'!, fondamento ed essenza dell'umana flin, Vindiciae lypographicae,S[vas\ni[--
ci viltà,coo»e vanno ripetendo probi pub-i goi 760. Daunou, Analisi delle opinio-
blicisti. ni diverse sull'origine della stampa, Pa-
Olire i ricordali autori, e quelli che rigi 8o3. Lambitici, Origine della stam-
1

riporterò a Stamperia Camerale, sull'o- pa secondo i titoli autentici, l' opinione


rigine e progressi dell'arte della stampa, di Daunou, e quella di Van Praed, Pa-
ne trattano: M. Miltaire, Annales typo- rigi 1 8 o. Gio. Battista Natolini, Discor-
1

^rapiticiab artis invenlae orìgine ad an- so intorno V arte della stampa , Udine
imai i5?7, appendix ad annnm clini iGo6. Giacomo Mentelio, De vera fy-
1G64, Hagae Gomitimi, 1719-25. Eo- pographiae origine, Parisiisi65o.C. G.
rumdem l.Siftttieem cornplrctens ,Londini Schwartius, De origine fypographiae
1
74 1 • PellegiinoAnlonioOi laudi carme- Altdorf 1740. De origine et incrementis
litano, Origine e progressi della stampa, fypographiae Lipsicnsis, Lipsiae 74°- 1

r
ossia dell'arte impressoria, e notizia del- £\iabos<A\\,Iiivenzione della stampa: nel
leopere stampale dali 47 5 al i 5oo, Bo- Prodromo della Nuova enciclopedia ita-

logna 17 22. J. F. Lichtenberger, Histoi- liana, Siena 779. Giacomo Morelli, Mo-
1

re de l'inventimi de l imprimerle, Stras- numenti del principio della stampa, Ve-


bourg 1825. Poi pubblicò la continua- nezia 1 79J. Mauro Boni, Lettera sui pri-
zione con f|uesto titolo : Indulgentiariun mi libri a stampa di alcune città e terre
lìleras Nicolai V P. M. prò regno Cy- dell' Italia superiore, Venezia 1794. Il
pri impressas anno\^ r)^,matricumque tipografo di Pesaro Aunesio Nobili, ivi

tpocham vindica\>it;inilia fypographiae nel 1 834 pubblicò : Nuovo saggio di ca-


5

STA STA a1
ratterì e vignette della tipografìa ec. Do- completa arte tipogra&aé classico il Ma-
pò aver dato un cenno storico sull'oli- nucl nouveau de. typographie imprime-
gine e progresso dell' arte, a p. 4 e seg. rie, contenant Ics principes théoriques et
leggo come tratta delle operazioni rela- pratiques de l' imprimeur typographe,
tive alla stampa nelle sue diverse parti, par A. Frey, Paris imprimerle et foti-

clie sono la composizione e Pimpressio- derie de Fain. Nel n.°i kj del Giornale
ne; descrivendo tutte le cognizioni neces- di Roma del 1 8 54, «i & parola del libro
sarie a sapersi dagli operai, inculcando pubblicato da Paolo Dupont e intitola-
<nd essi di conoscere bene i caratteri, le lo- to: Storia della stamperia, ed in cui si
io proporzioni, la differenza de'loro cor- dice eli' egli raccolse tutti i documenti
pi o grossezze, l'uso della distribuzione possibili intorno alla tipografìa ed arti
de'caralleri, quello uniforme delle spazia- affini d'ogni tempo, insieme al valore di
ture, e la ragione delle diverse loro gros- alcune opere mss. Il vescovoSarnelli, Let-
sezze; come e perchè si adoprino i qua- tere ecclesiastiche, tratta nel t. 4, elt 2
l - :

dralini, i quadrali tondi e i quadrati Degl'inventori delle lettere, indi della


;

dellamaniera di comporre correttameli- slampa j lelt. 4= <^e 1° scrittore ecclesia-


formar !e linee e regolar le pagine
le, di stico debba lasciare affatto il carattere

secondo diversi formati; come si fanno


i B 3 per iscrivere
alla modaj lett. 70 :

i titoli delle opere, e quelli che si pon- Degli errori delle stampe. Osserva chean-
gono in testa alle pagine; in somma de- co ne'tempi in cui si trascrivevano li- i

scrive tuttala pralicadeH'arlesiade'com- bri, copisti, come oggi gli stampatori,


i

positori, sia de'torcoiieri per le cognizio- commettevano errori gravissimi, massi-


ni proprie dell'impressione e delle diver- inamente ne'numeri e ne' nomi propri,
se parti del torchio, tulto analizzando con come accenna il maestro della storia sco-

nietodo chiaro e semplice; non omraet- lastiea nel cap. 47,del4- 0c e 'Jte, dicendo:
l

tendo quanto riguarda l'inchiostro, e le «Villo scriptorum, qui in propri» nomi-


stampe in rosso ed in nero. Di tali saggi nibus, et numeris saepe falluntur. E s.
di caratteri posseggo pure di Giuseppe Girolamo in Ezechiele^, dicede trascnt-
Aurelj, Saggio di caratteri della sua ti- tori:»Etdnmde inemandatis scribuntur
pografìa in Ancona impresso nel mar- inemandaliora, de verbis hebraeis iacta
zo 1 844- Ed inoltre: Primo saggio di ca- esse sarmatica, imo nullius gentis; dum
Talleri e fregi dellafonderia dello sia- ethebiaeadisieriut,etalienaessenoncae-
bilimentodi Giuseppe A monelli premia- perint'MnCesena nella biblioteca de'Ma-
to della medaglia d'oro, Venezia marzo falesia, tutta di mss. in pergamena, dice
1 835. Poche tipografie iu Europa, e for- che vi era il famoso libro d Eusebio, De
se ancora in altre parti, potranno posse- temporibus , nel principio del quale sta
dere quella varietà e copia di caratteri registrata questa scongiurazione.»Adju-
superbi della fonderia generale de'prima- ro te quicuraque hos descripseris libro»,

ri fonditori di Parigi riuniti in quel me- perDominum nostrum Jesum Christum,


raviglioso stabilimento. Se ne può preti- et gloriosum ejusAdventum, in quo ve-
dere un'idea in questo libro: Epreuves nit judicare vivoset mortuos,utconferas,
de caracteres, Biesla, Laboulaye et e. quod scripseris, et emendis ad exempla-
successeurs de. Firmili Didol^Molé, Lion, ria ile quibus seri pse ri s,d ili gè n ter. Et hoc
Tarbe, Crosnier, Everal, Laboulayefri:- adjuratiouis genus similiter transcribas,
res, Pai isfonderie generale descaractères et trausferas in eum codicem quem de-
franca» et étrangers, rue Madame, Fa- scripseris". Dichiara quindi Sarnelli, che
bourg Germain. Paris, imprimé par
st. in quanto alla stampa sono inevitabili gli

DethuneetPlou.Quantoalla pratica della errori, quando gli stampatori badanoalla


2i6 STA S T A
mercede, non alla riputazione propria e vigilantiam, pure crederà die sia ben po-
degli autori. I Manuzi, Giunti,i i Grifi, i sta qualche voce, che sarà totalmente di-
Gioliti dopo un'accuratissima diligenza versa, e non secondo la mente dell'autore.
prima d'imprimere alcun foglio, propo- Non vi ha dubbio poi , che nelle opere

nevano premia chi gli eri ori discopriva.


i grandi possa essersi mal posta qualche co-
Il celebre Caramuelefdi Madrid eccellen- sa dall'autore, che ildotto correttore deva
te letterato,che scrisse 7 7 gì ossi volumi, emendare; ma chi non è di quella dottrina
tanti cioèquanliannicontava di vita, ma che richiede il libro, deve u>ar ciò mollo
per l'eccessiva sua iecondità alcuni sono parcamente, ed in cose che sieno evidenti
qualificati da' critici uà guazzabuglio, e scappate di penna; altrimenti avverrà co-
quasi tutti i titoli di sue opere sono molto me disse Lipsio degli antichi, in Salyra
singolai fallii e compresi imss.gli enume- Mcnippaea: Qui cimi volunlate.in aliti-
rarono a 262: si disse di lui avere avuto lerinijiwaniìi, interdum tatuai aberrane
poco discernimento, e sortito il grado8.° et laedunl. Ma
sieno pur dotti quanto si
dell'ingegno,il 5. "dell'eloquenza, il 2.°ilel vogliono, o perchè appena ponno leggere
giudizio)per esseresicuro tenne la stam- tanti fògli quanti dagli stampatori sono
peria nel suo palazzo(fu vescovo diKònig- loro presentati, o perchè occupati ne'loro
Sgratz, diCampagna, ovenon trovandovi negozi spesse voltesi trovano, o perchè lo-

comodi abbastanza per farvi stampare le ro viendata sollecitudine importuna, gli


sue opere voluminose, quantunque leues- errori riescono inevitabili. Quando poi si

seapropriespesennastamperiaas. Ange- stampa in paesi lontani avvenir suole ciò


lo, rinunziò la sedeenel 1673 ebbequella che Paolo Manuzio scrisse a Marcanto-
di Vigevano per agevolar
: lo spaccio dei nio Natta : Sacpeh ic, dum iinprimitur, vel
suoi libri, li dispose in modo che gli ultimi emendationi netno praeest, vel praees-
si riferivano sempre agli antecedenti, e se soltt homo mercenarius, et parimi in
chei primi non potevano essere ben com- litlerisinstritctus. Sicché o per una o per
presi senza que'che veni vano dopo),e pure un'altra cagione gli errori della stampa
gliavvenne ciò che registrò in Theolog. sono inevitabili, e però si è inventata l'Er-
Praeter intentionali, di questo tenore. rata Corrige, che Sarnelli crede più per
» Multi lypographi inhiantes lucro ino- soddisfazione dell'autore che di chi legge,
rae,impatientessunt,etformas,quicquid perchè egli non avea veduto alcuno che
acclamat auctor, noluntcorrigere. Inter- se ne servisse. Quindi l'ottimo vescovo,
dum ubi diligentes videntur lypographi dal fin qui riferito volendo trarre qualche
negligentissimi sunt:namdum vel forma moralità aggiunge. Rammentarsi aver
,

corrigitur, vel exemplum ad authorem letto inGiovanni Alapide, che Dio per-
miltitur, multa folia imprimuntur; con- mette gli errori della stampa, acciocché
tenti ut ultima correda sint,et ila autho- lo scrittore si tenga umile. Egli poi vi co-
rem decipiunt, ut ex eadem oflicioa.et e- nosce un altro tratto della divina prov-
ditione ejusdem libri correcta,et incorre- videnza, la quale con questo confonde gli
cta fòlia prodeunt." Soggiunge Sarnelli, atomisti, i quali crederono il mondo com-
de ve però il correttore a ver la sollecitudine posto a caso d'atomi tanto piccoli che imi
del lutto, ed essere diligentissimo nel con- tuilioned'essi possa far piazza d'armi nella
fronta re col l'originale fogli che i si stampa- punta d'un ago. Conclude, se caratteri i

no^ maggiormente se l'originale si copia; della stampa, che pursouocosì trattabili,


perciocché se nel correggere non sente l'o- corretti dal compositore, ricorretti dal
riginale, ancorchècome desiderava Nicolò coi rettore con tanto studio, e pure ne na-
acre ingenium singularein erti-
l'ei otto, , scono tanti errori; com'è possibile, che
duionem, incredibile sludiuin, summain cose iucomparabiloieute più piccole, uui-
A

S T STA a ,
7
tesi a caso facessero un'armonia cos'i bella bolezza. Il Guidi fu sepolto in s. Onofrio
e così corretta, che si trova in tuttora nu- vicino alfa Uro sventn rato e sommo poeta
utero, pondciv, et melisma / Biagio Terzi Torquato Tatto, con iscrizione del cai (li-
nci pubblicare la Storia (J '.) della Siria Dal Fico della Mirandola : in presenza del
Mero, giustificandosi come per invito de- Papa oecelebrò le lodi con tersi estero*
gli amici la die alle stampe, ecco come si poranei il cav. Perfetti, ed il diarista Cec-
espresse nel proemio. » Fu sentenza di coni riferisce che Clemente XI non solo
Platone nel Dialogo del furore poetico, a proprie spese ne fece trasportare il ca-
che l'entusiasmo degli autori compositori da vere iti Roma, ma ordinò l'onorevole
rapisce COD occulta virtù ad un'invidiosa sepoltura; meglio ne parla Cancellieri a
imitazione di chi legge. Io per me mi ho p. 3 5 della Lettera al d.r Koreff.
i. Cam
puramente prefisso di prò vvedereall'utile cellieri in fine delle Dissertazioni episto-
pubblico, ben persuaso che il comparire lari riportò questi versi. "Sininnis «idear.
nelle Stampe é un farsi scopo alle censure, seraque Coronide longus-Esse liber, legi-
e siccome i fogli di chi ha scritto gemono tur panca, Libellusero.-Qtiis libera INIen-
sotto la pressura del torchio, così la fama dis liber? vix ullus in Orbe. Semper ha- •

dello scrittore soggiace allasferzajde'Zuili, beat.Mendas devia Proelasuas. Quasergo


Bla chi senza solletico d'ambizione opera invenies beic Mendas, candide Lector,-
perallrui profitto, deve arditamente sor- Emenda, et Mendis disce cavere tuis.
"
passare gli ostacoli di simili considerazio- Cancellieri d'aureo animo, pari alla sua
DÌ.MidiràtaluDOCOoC.AJapide:Qtforfi<f7J profonda e vasta erudizione, spesso infine
haec (ani longe repeli la?\o%\\ risponderò delle sue opere lodò i coi rettori, i corri po-
etiti l'Apostolo; An a vobis Verhwn Dei sitori,i torcolieri. Egli fu couenfisi detto
processi^ aul in vos solos pervenite Ben è dalcelebre Perticati, principe dell'Italia-
certo, che in questi fogli nulla è del mio, na erudizione del suo tempo; dunque è
avendo lutto appreso da racconti istorici UD classico erudito, quindi essendo per-
d'illustri da me addotti in testimonio di messo,anzi dovendosi imitare i classici, an-
veritìi con venerazione de' loro nomi, e che con pubblica dimostrazione enco-
io

mi scusa da rimproveri ciò che scrisse s. mierò affettuosamente bravi e diligenti e i

Girolamo, in proposito di Nepoziano; // per me amorevoli, correttore, proti, coui-


lud aiehat Terlulliani, illud Cypriani, positori, torcolieri e tutti gli addetti alta
hoc Laclantii; illud Ililariiest, Equello tipografia Emiliana (perchècos) chiama-
che insegna l'autore dell'Istoria naturale; taIodissiaSoMASCBr,enondas,£/m7/Vz/za,
Benignimi ,ul arbitror et plenum ingenui t
zia o nipote di s. Gregorio I) di Venezia,

pudorisyfaieri per quos profeceris". Nel che stampano questa mia opera; rari es-
voi. XLIX,p. 1 4» narrai come C.Alessio o sentlo e di poco rilievo i filli tipografici,
A.lessandroGuidi, poeta celebre, essendosi sebbene attentamente rivegga anche io
accorto d'un errore di Stampa, trovato tutte quante le bozze di stampa, che dal
nel suo libro che pollava a Clemente XI, I ."volume ricevo puotualmente in Roma

talmente si accorò che colpito d'apoples- e rinvio per la posta alla tipografia cele-
sia ne morì, onde ricordai alcuni libri che remente. Questa ulteriore revisione l'as-
riuscirouofcitalia'loroautori.JXicolòFran- suusi non mai per diffidare della perizia e
cesco Haym, medaglista, bibliografo e premura di tali valentioperai,ma piutto-
musico, nella Notizia de libri rari nella sto per potere aggiungere nei rispettivi
lingua italiana,os&evva in proposito, che articoli qualche altra erudizione che tro-
chiunque stampa inevitabilmente incor- vai dopo spediti i miei mss. a Venezia,
rerebbe in simile disgrazia, se avesse la ovvero alcun fatto avvenutodopo la spe-
sventura d'esser soggetto ad eguale de- dizione de'medesimi mss. I quali stara-
2.8 STA STA
ponicomecbé per l'aggiunte formano par* STAMPENSE
Teobaujd, Cardinale.
te de'mss., con questi la stampella Emi- Nato poveramente in Inghilterra, fu do*
liana diligentemente mi resti tu isce,e tutto tato di grand'illibatezza di costumi e pa-
presso eli me conservo. Che se mi avvedo ri profondità di dottrina, la quale affine
ili qualche errore tipografico, o mio ab- d'accrescerla e perfezionarla, non ebbe dif-
baglio, candidamente lo confesso al luogo ficoltà d'intraprendere il viaggio di Fran-
opportuno, come feci ne' voi. LI, p. 8, 1 cia e d'Italia, Io che gli conciliò non or-
5a, 3 o, LV, p. 3oo, LXV, p. 55, e in
i dinaria riputazione presso quelli di sua
altri che ora non rammento; ovvero si nazione, e singolarmente presso il clero.
sturbò e alterò la composizione, dopo la Portatosi a Roma, gli riuscì dopo luugo
revisione degli stamponi, come nell'arti- tempo d'iusinuarsi nella grazia di Nicolò
colo Aiutanti di cambra del Papa, ed I V,che nella vigilia di Pentecoste del 1288
in quello di s. Ippolito sede vescovile. lo creò cardinale dell'ordine de* preti.
De' quali pochissimi errori, inoltre tal- Scrisse una dotta e ben iu tesa opera contro
volta feci la distinzione se miei o della alcuni eretici,! quali sostenevano die Cri-
stampa; pertanto ingenuamente dirò col- sto nonavea assegnato a s. Pietro ea'suoi
1' Arte Poetica di Orazio Ut scriplor : successori il governo e la cura della chie-
si peccai idem librarius matte. Quindi sa universale; e alcune altre assai erudite.
essendo proprio umanità l'errare,dell' Finì in Pio in a il corso de'suoi giorni, dopo
come notai a Stobia e altrove, non aven- pochi mesi di cardinalato nel 1289. Seb-
dovi in questo mondo cosa veruna per- bene Cardella nelle lìlemorie storiche dei
fetta, quando l'errore è confessato, par- cardinali, procede alla compilazione di
ticolarmente se nel luogoche vi ha stretta questa biografia con 4 scrittori, avverte
relazione, il pretendersi da altri rimar- che non inancanosloriciche tengouodub-
carlo, o è ignoranza e va compatita', o bia la promozione dello Stampense.
e indiscretezza e va disprezzata. Il gran STAMPERIA./'. Stampa, Stamperia
Muratori parlando di se e degli errori di Camerale.
sue opere, ben a ragione disse: Omnium STAMPERIA CAMERALE DI RO-
habere memoriam 3 et in nullo peccare MA, Typographia Reverendae Camerae
ìion huinanitalis^ed divinitatisesse prò- Aposlolicae. La sua antichità e celebrila
baiar. Anzi insegnò Quintiliano, che lo- esigerebbe una storia, la quale è adatto
dai a Roma : Non vi è cosa più. facile che incompatibile colla qualità di questa mia
dimenticare si hanno sotto gli
le cose che operae ad un articolo di Dizionario, tanto
occhi. Plinio Giovane scrivendo a Gal-
il piùch'è strettamente collegato col pre-
lo, gli diceva Che spesso si trascurano gli
: cedente di Stampa. Laonde debbo limi-
oggetti che abbiamo sotto gli occhi per tarmi a qui riunire le principali nozioni ed
ricercare gli esterni. Disse Plutarco non erudizioni che la riguardano, nulla aven-
è difficile, anzi è pure facile, negli altrui domi giovato il suo archivio che ho visi-

componimenti trovar che dire; a farne talo, poiché gli antichi appaltatori della
imo migliore è d' uopo fatica. Mamiani medesima furono non solo negligenti di
nella camera dei deputati di Roma pro- non cui are la preziosa conservazione delle
nunziò questa sentenza. E' facile l'accu- stampe, ma talvolta barbaramente ven-
sare, difendersi domanda più larghezza derono masse di stampe, alla rinfusa e
di parole e più esattezza di ragioni. Lessi senza almeno scegliere le meno importan-
in un libro: Che il debito di provare in- ti, come cartaccia. Dalle mie indagiui tro-

combe e appartiene a chi accusa, e non vai le segueuti come le più antiche, e poi
o chi è accusato. Prima poi di accusare, vi sono notabili e deplorabili lacune; di
bisogna leggere pure tutto il relativo. notizie non ve ne souo. Revocatio privi-
STA S T A 2 1
g
It-giorum s. Lazari Tlyerosolimilan. de •temente htlnogonella metropoli del cri-
liospìtalibus, et piis locis leproso) uni, de- stianesimo, e nelle provincie pontificie.
glii lagostoi D67. Rolline, apud haere- Le al tre stamperie romane nel la più parte
ilcsAnioniiim Blailum imprcssorem ca- sono fornite compitamente, e ciascuna è
meralem, con arnie di s. Pio V. Littrae particolarmente addetta per la stamp 1,

sitperfornia creandi census.Romae apud alle università e altre corporazioni scien-

impressore» camerata t con arme di s. tifiche, o per chiese e ordini religiosi, o


l'io V, e pubblicata a'2') gennaio 56g. 1 per stabilimenti artistici e benefici, e tutte

Privilegia collegio tue ecclesiae s. Spiri- ora ponuo imprimere le materie legali pei
tits Iwetlttcum (Giovenazzo), di Bonifa- tribunali civili, ciò che prima era soltan-
cio IX e concessi a Pavone de'Grifi pa- to privativa della stamperia camerale, la

trizio incitaceli, vescovo di Tropea e fon- quale però esclusivameuteimpriine le ma-


datore di essa (di che fa menzione l'U- terie governati ve eam ministra ti ve del do-
ghelli, Italia sacra g, p. ^G6). Ro-
t. minio temporale della s.Sede, sovrastate
mae ex typograpìiia reverendae carne- dal pontificioslemma,e talvolta pure da
rae aposlolicae 601, et iterimi
1 in cadérli. quello de'suoi primari dignitari e mini-
Questa dunque è la stampa più antica e- stri, usando in sede vacante dell'antica
sistente nell'archivio della stamperia ca- insegna del Padiglione colle Chiavi in-
merale, col nome di stamperia della re- crociale, della Chiesa romana e dc\U\ Ca-
verenda camera apostolica. Le stampe mera apostolica. Anche nelle provincie
più antiche superstiti delle decisioni rotali dello stesso dominio vi sono moltissime
6ono: L baldo, Romana partecipalionis. tipografie, e non poche rispettabili, e di
RoinaeiC)\^.Cerro,Recinalen.Boiioruni. molte intitolandosi i tipografi, stampato-
Romaei6^2, con arme d'Urbano Vili. ri vescovili, governativi, camerali, muni-
AWerga ti, Romana Pecunia seti legali. cipali, delle università e altri corpi mo-
Romaei65o, con arme d'Innocenzo X. nili pe'quali stampano, come vado dicen-
Farò dunque brevemente ricordo dell'o- do negli articoli storico-ecclesiastici del-
rigine della stampa iu Roma, del le roma ne le medesime provincie in molti riportai
:

stamperie Camerale, Vaticana, &e\ Po- quando vi fu introdotta la stampa, ri-


polo romano, e di Propaganda fide j ag- cordando nella parte bibliografica parec-
giungendo poche parole sulla Calcogra- chie delle opere patrie da loro pubblica-
fia Camerale. In tutto procederò con 0- te. IPapi talvolta concessero il titolo di
pere e edizioni antiche che posseggono me Stampatore della rev. cani, apostolica ,
sempre, e colle mie ricerche e studi fatti anche a tipografi slranieri,come nel iGg5
anche sulla faccia de'luoghi. Numerosis- lo portava a Torino Domenico Pauliui,e
sime dopo la diffusione dell' arte della si legge nel libro dedicato al nunzio Stroz-
stampa furono in ogni tempo iu Roma le zi, Bergamaschi e intitolato Breve
del :

stamperie de'particolari tipografi, e mol- notizia sullo Speron d'oro. Apprendo da


te di vennero celebri per avere arricchito Artaud, Storia di Leone XII, che que-
la bibliografia di stupende edizioni, e la sto Papa concesse il titolo di Stampatore
letteratura d'importantissime opere; cer- pontificio, al tipografo dj Parigi Adriano
tamente scevre da quegli errori o immo- Le Gei e (gerente dell'////» de la Reli-
che talvolta le congregazioni del s.
ralità, gion), e gli donò un rosario composto di
ollizio e dell'indice correggono e ne proi- corniole e ornato di medaglie in cammei,
biscono la lettura e ritenzione, in alcune benedetto dal Papa e arricchito di molte
di quelle stampate ne'paesi stranieri, in indulgenze. Tuttora il eh. Adriano Le Cle-
cui non vi è quella salutare, autorevole re s'intitola Imprimeurde N. S. le Pape.
:

e diligente ceusura preventiva, che giu- Al poco the dovrò dire, iu proporzione
i7.o STA STA
dell'argomento, potranno supplire tutte rum typis impressorum, Roma 7G 1 1 88:
quante le copiose notizie bibliografiche e Lettere tipografiche dell' ab. Nicola Ugo-
edizioni, che riporto oe'quasi iunumera- lini al p. F. S. Laire, Magonza (Roma)
bili articoli riguardanti tanto la Sede A- 1778. Il p. Laire a questa amara critica
postolica (V.), quanto Roma (/ '.), ed i replicò col libro : Ad abb aleni Ugolini
seguenti autori, oltre i ricordati a Stam- epistola, Argentanti (Parigi, Didot), ty-
pa. Indice dc'<:ai atteri, con gl'inventori pis haeredii Mentelii. Di più il p. Laire

e nomi di essi, esistenti nella stamperia pubblicò: Dissertazione sull'origine e sui


J'aUcana e Camerale,l{omù 628. Car- i progressi della stampa nella Franca Con-
dinale AngeloM/Quirini, Liber lingula- tea durante il secolo XV t
Dole 78 5: Se-
1

TÌS deopliinorum scriptorum editionibus, rie dell'edizioniAldine, Pisa 1790 e al-


tiuae Homaeprimiunprodicrunlpo.it di- trove con giunte. Lasciò poi mss.: Corso
vinimi typographiae inventimi a Germa- di bibliografi.!: Supplemento agli annali
ni s opificibus in eam XJrbem adveclum, tipografici di /ìfaitlaire: Catalogo ragio-
Lindangiaei 7G1 impeti. Jacobi Oltouis. nato dell'edizioni Variorum: Sulla bi-
Francesco Saverio Laire, Specimen hi- bliografia di Debure: Sulla Storia della
storicum typographiae romanae sacculi stampa di Marchand. Il Cancellieri pub-
A7 Jlomaei 7y8sumptibusVenautìiMo> blicando nel 1800 la Storia de' possessi
«aldini. Oltre il riferirsi le edizioni ro- de' Pontefici , di molti riporta una colle-

mane, in questo libro sono eziandio se- zione bibliografica de'festeggiamenti fatti

paratamente ricordate quelle di Bologna per la loro elezione, coronazione e pos-


e quelle del monastero di Subiaco, ed an- sesso^ siccome stampati in Roma, si poti-

cora quelle di Venezia e Milano dall'ori- no vedere i diversi tipografi che vi fio-

gine della stampa; e degli stampatori che rirono nelle varie epocue. A Maestro del
esercitarono l'arte loro,colleedizioni usci- sagro palazzo apostolico, dichiarai ch'è
te da' torchi di essi. E' lo schizzo per dir quell'illustre religioso domenicano resi-

com d'un lavoro più importante, cui la dente in esso, che esercita I' aulichissi-
cattiva salute lo costrinse a cessare. Alle moeaulorevole uffizio, concesso nel 1 2 18
critiche de' fogli fitte al p. Laire de'mi- da Onorio III all' 01 dine ile Predicatori
uiuii, e sebbene unode'più celebri biblio- (V.) ed il quale ha per compagno un di-
y

grafi, colla data di Foligno, ben supplì stinto e idoneo religioso del suo ordine,
alle mancanze il domenicano p. Audilfre- che coadiuva alle sue molteplici, gravi e

di coll'eccellente suo libro, in cui copiosa- Che que-


delicate prerogati ve e ingerenze.
mente è esaurita la materia ed intitolato: ste precipuamente riguardano l'esame, la
Gio. Battista Audiftredi, Catalogus Insto- permissione dell'impressione, estrazione,
rico-crilicus romanarum editionum sae- introduzione e vendita di libri e stampe
culi XV, inauopraeter editiones e Mail- in Roma e suo distretto o Comarca, del-
te rio fidandole p. Laerio relatas, pluri- la quale riparlai a Roma; ed oltre a ciò
maealiac describuntur, non paucae con- ogni libro o stampa che viene impresso
ica ab eodem P.L.aliisve memoratae ex- nell'alma città, insieme all'esame e al per-
plodunlur } Bomae ex (ypographaeo Pa- messo e Nihil obslat o Imprimatur del
leariniauoi ySS.Questaelaboratissima 0- cardinal Vicario di Roma (V.) odel pre-
pera dimostra la pazienza, 1' esattezza e lato Vicegerenle di Roma {V.J, esser de-
l'instancabilità dell'autore, piena d'inte- vono muuiti dell' Imprimatur e Publice-
resse e erudizione. Inoltre pubblicò: Ca- lur del p. maestro o del suo compagno.
talogus hislorico criticus editionum ita- Che Leone X nel concilio di Luterano V
Vicarimi sacculi XV t Pioruae 1
794 ^a "
: decretò colla bolla che ricordai a Stam-
talogus biblioùiecae Casanalensis libro- pa, che uiuna cosa si potesse stampare iu

ST A STA 2?.r

Roma e nel suo distretto senza l'appro- stino pei librari e stampatori, nel 1G00
vazione e licenza del vicario del Papa, e vorò e persuase a ripristinorlo.per
gl'i ol'rr

del p. maestro del s. palazzo : Paolo V aver fitto loro riflettere (pianto la profes-
Confermando tale disposizione, incaricò sione era utile a benefizio pubblico e di
il p. maestro a deputine nella provincia tanto decoro al vivere ii vile, e mentre in

romana stato papale, vicari del suo or- Roma tutte le artiaveano il proprio so-
dine, dove non sono Inquisitori (f .) del dalizio, essi ne mancavano. Che Clemente
s. ollizio, pel diligente esame e approva Vili approvò la confraternita, e le die
lionede'iibri e stampe da pubblicarsi, o!« la Chiesa di s. Barbara (/".), già titolo
tre l'eguale esame e approvazione degli cardinalizio, che tuttora possiedono! li-

ordinali diocesani. Che Urbano Vili or- brari,perchè glistampatori si separarono


dinò, che tutti quelli che componevano da loro. Fu stabilito a' confrati il sacco
opere nello stalo pontifìcio e in qualun- bianco con cintura di corame rosso, moz-
que materia, non potevano stamparle in zetti di saia nera coll'immagine del pa-
paesi stranieri senza il permesso del p. trono s. Tommaso; diversi esercizi di pie-
maestro (e l' implorai e ottenni io stes- tà cristiana,ed a'diligenti e puntuali nel-
so, quando diversi motivi m'indussero a l'intervento ad essi fu statuita a ciascuno
stampare questa mia opera in Venezia, la dispensa mensiledi3oncedi pepe,antico
e lo rimarcai nello stesso articolo); pre- costumeebe ricordai aSoDALizio. Prima di
scrizione che confermò Benedetto XIV, parlare dell'introduzione della stampa in
in uno all'autorità del p. maestro e re- Roma, credo opportuno per la relazione
ligioso suo compagno, sulla preventiva che vi ha, il rammentai e di aver narrato a
revisione de'tibri e stampe che s'impri- Biblioteche di Roma, dell' antichissime
mono in Roma e suo distretto; e della e splendide de'romani, sì per la magni-
revisione de' libri e slampe, che in essa ficenza, sì per la rarità de'libri, non che
s'introducono dall'estero. Che più volle di quelle che si formarono dopo la" sco-
il p. maestro, come giudice ordinario di perta della stampa, e di quelle copiose e
tutti glistampatori, librai ealtri venditori rare esistenti; delle quali riparlai descri-
di libri, calcografi e incisori, litografi e vendo gli edifizi ove sono, le case religio-
di molti artisti di lavori figurati, pubbli- se e i loro ordini, i grandi stabilimenti
cò editti sull'osservanza delle leggi im- scientifici o benefici, i Palazzi di Roma
poste medesimi, ed anche sulle ristam-
ai (T'-) 3 notandone i pregi: di altre ne fe-
pe e riproduzioni; come pure sull'intro- ci parola all'articolo Libreria, ove ricor-
duzione e estrazione di libri e stampe, ed dai le pene afflittive e spirituali decreta-
altresì sull'aprimento di ofììcine di stam- te da'Papi, contro quelli che vi eslraes-
patori, librai e calcografi, i quali devo- sero slampe. Ragionai a Bibliote-
libri e

no essere autorizzati dal p. maestro; il ca, a Sagrestia, a Cancei liere di s. Chie-


quale deve finalmente approvare le pub- sa, a Bibliotecario di s. Chiesa, a Pro-
bliche iscrizioni dipinte o scolpite. Che toscrimario, e negli articoli relativi, co-
il p. maestro del s. palazzo è primicerio me i cristiani ancora sino dal 1
.° secolo
della chiesa e università de'librai, e che ebbero biblioteche copiose presso le chie-
a
il p. maestro Gio. M. Guanzelli o Gnan- se principali. In esse conservavano i co-
gelli (comechiama Piazza ntU'Euse-
lo dici della Bibbia, i libri canonici, gir atti
vologio Romano trat. 9 cap. i4 Di s. , : de martiri e altri santi, i commentari, le

Barbara e s. Tommaso d Aquino de li- omelie, gli atti dei concila e sinodi, gli

brari, nella contrada de Giupponari), errori degli eretici, e altri scritti; indi i

vedendo trascurato il sodalizio erettosi in monasteri pure possederono preziose bi-


tempo di s. Pio V nella chiesa di s. Ago- blioteche, aumentate successivamente dai
2 9.2 STA STA
pazienti e ingegnosi monaci volontaria- nel i4^3; ciò che rilevai eziandio a Let-
mente, ed anco per istituto e per peni- TERATO,nell'accennareiPapi più sapienti,
tenza. Che la chiesa romana egualmen- ed a Lettere belle di cui furono sem-
te ebbe le sue biblioteche, chiamata la pre magnanimi proteggitori. Indi Nicolò
principale, e forse istituita da s. Clemen- V da moltissimi amanuensi fece copiai e
te! del r)3, anche Scrinio e Archivio (P~.\ preziosi codici ebraici, greci e latini, d'o-
co'suoi ministri e custodi denominati Bi- gni genere di scienza e di arte. Con tanti
bliotecari, Scriniari, A rchivist i (V.). Che libriebbe la gloria di formare la Biblio-
Papa s. Maro del 4^ "'<-' stabili due nel teca Vaticana (V.), e vi prepose a cu-
Palazzo apostolico Lateranensc (V.); e stode Giovanni Tortelli d'Arezzo suo ca-
dipoi altra ivi fu eretta da s. Gregorio III meriere segreto ed esimio letterato. Altri
del ^3ancora età essendo nel Va-
1, altra libri acquistò il successore Calisto III, e li

ticano, poiché l'ampliò l'immediato suc- fece collocare nella detta biblioteca, quan-
cessore s. Zaccaria : biblioteche doviziose do poco dopo la face della Stampa s'in-
di eccellenti libri, le quali restarono in trodusse da Germania in Roma, per quan-
Roma finché Clemente V del i3o5, sta- to narrai in quell'articolo, e sembra di-
bilendosi in Avignone [VX presso di lui rettamente e prima di altre parti, alme-
con l'archivio le fece trasportare; però no d'Italia.
come notò Galletti nel Priinicero p. 1
64, Nel pontificato di Paolo II (V.), te- i

si crede che molti originali e carte im- deschi Corrado Sweynheim e Arnoldo
portanti pe'diritti della s. Sede, pei isserò Pannartz, che alcuni dicono fratelli, lu-
nel 1 3o3 allorché l'empio Noga re t in Ana- singandosi di fare fortuna, ebbero la glo-
gui oltraggiò Bonifacio Vili e die il sac- ria di recare l'arte della stampa in Ita-
co al tesoro pontificio. Dopo il ritorno dei lia, quando partirono da Magonzae dalla

Papi in Pioma, insorto il grande Scisma stamperia di Gutlemberg,acui comune-


(/"'
.)'d'occidcnte, gli antipapi che lo so- mente si dà il vanto dell'invenzione del-
stennero in Avignone, s'impadronirono la Slampa, nel modo che ho descritto in

della biblioteca e dell'archivio. Estinto quell'articolo. Si recarono pertanto nel


lo scisma nel Sinodo (/'.) di Costanza nel i4fi'J nel celebre monastero de'benedet-
1 4 1 7, coli' elezione di Martino V, que- tinidi Subiaco(V.^ ov'erano de'monaci
sti ricuperò i superstiti libri e li collocò tedeschi,ed ivi eretta una tipografia stam-
nel Palazzo apostolico Vaticano [V.) } parono peri. "saggio il Donalitspro pue-
gli altri essendosi dispersi in tante lagri- rulisj indi a*2q ottobre 146 5 terminaro-
inevoli vicende. Mentre la scoperta della no le Opere del Cicerone cristiano Lat-
stampa era nell'infanzia,nel i447 tnven,le tanzio Firmiano, edizione singolare per-
Papa Nicolo V {!), dottoegrandeama- chè è il i.° libro stampato in Italia con
tore dell' acquisto dei libri e di codici ; data; quindi stamparono il trattato di s.
laonde trovandosi con mezzi assai mag- Agostino, De Cigliate Dei, nel 1 4-^7- ,a
giori nella sublime dignità, viemmeglio questo e nel mese di giugno Sweynheim
potè sfogare il suo geniale e singolare tra- e Pannartz ne partirono, e si recarono
sporto. Non risparmiò né spese né cure nella vicina Roma: in seguito e per cu-
per comprarne quasi da ogni parte del ra de'monaci sublacensi, uel monastero
mondo, ove spedì appositamente nunzi, sistamparono e pubblicarono diverse ra-
eruditi e raccoglitori, impiegandovi in- re e pregiate edizioni. A Palazzo Massi-
genti somme. Pe'suoi copiosi acquisti pro- mi raccontai, che fratelli Pietro e Fran-
i

fittò della dispersione dalla Grecia (V.) cesco Massimi accolsero nel loro antico
de'dotli fuggenti l'invasione della regione palazzo istoriato due stampatori tede-
i

e di Coslanlinopolij operala dai turchi schi, che ivi impressero quelle opere che
S T A S T A aa3
ivi notai rei olire, e collu data Ramar in re attcsta d'aver provato gli effetti delta
Domo magnifici viri Pelri de Maxìniist liberalità di Paolo li, loda altamente il

o in Aedibus de Maximis, II Kenazzi, palrocioio che da esso accorda vasi agli uo-
Storia dell' università di Roma, t.i, p. mini dotti, e la munificenza con cui pi'O-
176, narra come la stampa s'introdusse leggeva le belle arti, e favoriva la nuova
jnRoina,evi lece grandi progressi col ta- invenzione della stampa, sin d'allora li-
vore di Paolo 11, con questeparole.» L'ar- guardata come l'organo di tulle le scien-
te della stampa, utilissima e veramente ze.Le Lettere, familiari di Cicerone (e
meravigliosa per propagaie il regno del- con questo verso: Conradu* SweynJwiiii,
lescienze,facililarnee assicurarne la per- Arnoldus Pannarlz(/uetnagislri),l'aio\\o
petuità, era stata poc'anzi inventala in ili. "libro che uscì in Roma dalle stampe

Aleuiagna; donde passata prima che al- delPannarlzedelloSweynheim nel i4^7>


trove in Italia, quasi subito s'introdusse eseguite tutte in casa di Pietro de Mas-
in Roma. Due stampatori tedesebi, deno- s'uni. Successero a quello molti altri libri

minato l'uno Sweynheim, l'altro Pan- neglianniseguenti,chedalMaittaireesat-


nartz, vennero rannoi4^7 a stabilirvi- tornente riferisconsi (come Cesare,Y Apu-
si dopo aver fatto prima breve dimora
: le io con annotazioni in margine, YAulo
nel monastero di Subiaco, in cui diede- Gelilo, tutte edizioni deli 4G9 : Plinii hi-
10 primi saggi dell'arte coll'cdizione del
i storia naluralis, sub romano Ponti/ice
Donato, dell' Opere di Lattanzio, dell'o- Paulo li veneto impress. Romaeindo'
pera De Civilate Dei di s. Agostino, e Ci- ino Petti, et Franciscide Maximisjuxla,
nalmentede'libiiZJe OratorerW Cicerone. Campimi Florae, praesidentibus magi'
Non può dubitarsi, ebe al favore segna- striaConrado S\vrynheym,et Arnoldo
tamente di Paolo II dovesse la stampai Pannartz. Anno Dominici Natalisij\o.
rapidi e vasti pregi essi ebe in Roma su- Pontifìcatus efus felicissimi, ac piaci dis?
bitofece. La maggior parte de'libri slam- sitili anno L'I). Notai nel voi. LXI1I, p.
pativi da'due tedeschi Pannartz eSweyn- 4^> c l' e nel 1467 in Pioma furono incise
heim furono a Paolo II dedicati da Gian- in legno lettere iniziali, e figure per or-
nandrea de Bussi vescovo d'Aleria, il qua- namento de'libri. Nell'istesso tempo un
le dichiara espressamente nelle prefazio- altro stampatore tedesco, chiamato Li-
ni loro premesse, che per il patrocinio e daricollahne latinamente Gallo (il Sar*
per le liberalità del medesimo l'arte ti- nell'i lo dice francese e vi aggiunge Sisto

pografica in Roma era allignata, e feli- Reisio), intraprese in Roma a esercitar


cernente di giorno in giorno accresce vasi, la sua arte. Per superare gli altri duesud-
In fatli Giannandrea unitosi a suddetti detti stampatori, ei fu ili. ad ornare i
stampatori, per regolaree correggere l'è- libri con figure in legno. Il celebre Gian-
dizioni de'libri, si rese con ciò noto per nantonio Campano vescovo di Teramo,
uomo dotto insieme e laborioso a quel che nato pur esso, come vescovo d'A-il

Pontefice, che non mancò di toglici lodai- leria , di poveri genitori e in bassa fur-
ia povertà in cui languiva, com'egli stes- luna, giunse ad illustre slato e a gran fama
so confessa, e sollevarlo altresì alle eccle- co'suoi talenti e col l'opere date in luce,
siastiche dignità (l'Lghelli lo chiama Gio. fu quello che diresse ed emendò lestam-
Antonio, e che Sisto IV nel i^j5 lo lece pe che da Ulderico producevansi (fra le
1. "bibliotecario della biblioteca Vaticana, sue edizioni ricorderò Durando, Ratio-
:

e morto a'2 ottobre nell'uffizio gli succes- naleD. Offieiorum,per Uldaricurn Gal.
se Platina). Ed era Giannandrea per la Alam,elSimeoneinNicolaideLuca.Prae-
sua costumatezza e per il suo sapere de- sens praicLirum opus alma in urbe /fo-
gno de'compai tifigli favori. Il Filelfo pu» maet non all'amento eie), così non vi fu
5.?.4 S T A, S T A
città alcuna in Italia, in cui come Roma, sparsero dovunque e furono in u«o per
la stampa più acidamente e felicementei 5o anni: questo può darsi che lo faces-
si propagasse. JN uovo luslro(piinili,e mag- sero inRoma, ed aggiunge che Aldo pel
giori comodi e presidii colla moltiplica- l ."dirozzò i caratteri, e pel 1 ."si servì di
zione de libri »' accrebbero alla romana caratteri greci ed ebraici verso ih5oo.
letteratura ". Raccolgo ila altri storici, Notai a FoilGNO che nel 1469 introdot-
die fratelli Massimi attirarono da Su-
i tavi lastampa da Numeister, per la i.'
Liaco e invitarono nella loro patria i due voltffnel'472 stampò la Dh'inaComme-
stampatori, e gli accolsero sotto i loro au- dia di Dante, coadiuvato da Evangelista
spiici. Che Sweynhetm nel i 4-7 3 lasciò ili Foligno. Anche Sislo IT (/^.) favorì
con Pannarle, per dedicarci in-
la società il progresso della stampa in Roma, ed
teramente all'arte d'incidere in rame. Egli ebbe la gloria di perfezionare il gran pen-
col suo compagno fusero e pe'primi ado- siero «li Nicolò V, perchè in apposito lo-

perarono i caratteri greci, e pe'primi u- cale del palazzoValicano stabilì la biblio-


sarono le chiamate contenenti le prime teca e l'arricchì i\\\\\ gran numero d'o-
paiole d'ogni fuglio, ed inoltre furono i pere che fece comprare dappertutto. Do-
primi a poi re prefazioni alle loro edizioni. po il nominato vescovo dichiarò biblio-
Dicesi che gli altri caratteri non erano tecario del palazzo apostolico a vita Bar-
golici,eche incanni pubblicarono i
2,4/5 tolomeo Platina, affidandogli pure la pre-
volumi opere
di diversi autori, tutti di sidenza dell' Archivio della s. Sede, già
utili ed eccellenti. L'ultimo libro che pub- formato in Castel s. Angelo (P'.); ed in-
blicarono in società è il Polybii hislorin* oltre alla biblioteca aggiunse scrittori in
rum libri quinque pi iores ex versione IV. vari idiomi, ecnstodi responsabili, dotan-
Veroni, l'ultimo giorno 1^73. Pan* ci e 1 dola di rendite: la rese pubblica a coni une
nartz continuò solo ad esercitar l'arte sua utilità e istruzione, volendo che restasse
nel medesimo luogo, e stampò: Nicolai seni pie a per ta,come avveri e Renazzi. Del-
*
Perolti rudimento, gramatices, 474> ea 1 la pontifìcia protezione sulla stampa, fi-

è il 1 stampato col solo suo nome:


."libro no da'suoi primordi!, memoria anche
feci

il Giost-ffo, l' Erodoto, e lo Stazio sono nel voi. L\ III, p.i53. Leggo negli An-
del 147^ le Qaaestioaes divi Thomae
: nali delle scienze religiose 1. 4> p. 96,
1

hanno data del 1476. Il Zaccaria gli


la clic nel 184 iil r. 1 » p. m. Giacinto Gua-
dà altra data: Impressit clarus, ac di- lerni definitole generale de'minori con-
ligentissimus artifex Arnoldus Pannar tz ventuali recitò in Roma nell'accademia
natione gerntanus, in domo viri nobilis di religione cattolica la sua dissertazione
Petri de Max. cii'is romani. Anno In- intitolata : La prolezione accordala dai
carnali ferbiì^'-j, die vero 20 seplein. romani Pontefici all'arte tipografica. Ac-
Sedente Sixlo IIIl Poni. Max. anno e/us cennali i vantaggi che dalla religione cri-
V. L'ultimo suo lavoro fu ili. "volume stiana derivano all'incivilimento e al sa-
d'un'edizione dttW Epistole di s. Girola- pere, e tracciala l'origine e le modifica-
mo 4 7 *5; d 2. volume stampato da
del 1
zioni della scrittura per rappresentare le
Giorgio Laver co'medesimi caratteri, fa parole e i pensieri, soggiunse che gli sfor-
credere che fosse morto nel 1476 della zi di tanti secoli non a veano ancora prov-
pestilenza che desolava Roma, e poco do- veduto abbastanza al bisogno della socie-
po mori Svveynheim. Nou pare vero l'as- tà. Il desiderio comune essere rivolto ad
serto da Nobili che i due tedeschi da Ro- un mezzo, pel quale i libri moltiplicar si

ma si recarono a Venezia, e qui volendo potessero maniera da facilitarne la con-


in
fare qualche cosa nuova, incisero carat- servazione, la propagazione e l'acquisto,
teri della loro lingua, ossia gotici, che si imperciocché i codici antichi, di cui si de-
.

S T \ S T A i-2~

ve sentir buon grado all'ingegno, alla se- ne fosse slato allaccialo chi la riceveva,
dutila Callo zelo de'monaci,non erano che essendo notissimo che tale clausola si po-
l'appannaggio glorioso di pochi ,mcdianlc ne sempre nelle concessioni apostoliche,
l'enorme prezzo che richiedevasi per com- altrimenti sarebbero invalide se il rice-
prarli; che si reputavano come un vero vente fosse annodato da qualche pena ec-
tesoro, si lasciavano in testamento a'iigìi clesiastica. Ordinariamente si concedeva
come un grande Fece quindi il retaggio. il privilegio per Roma e per lo stato pa-
debitoelogiodell'immortal Guttemberg, pale, ed ambe per tutta l'Italia e Inori ili

che fu l' inventore dell'aite tipografica essa, sotto lapena a chi avesse contrav-
circa la metà del secolo XV, e dopo aver venuto alla concessione, della scomunica
osservato che l'epoca non poteva essere maggiore latae sententiac, da non potersi
più propizia alla nuova invenzione, atte- assolvere che da' Papi. A Uri privilegi a vea-
so l'universale entusiasmo che si eia de- no pure la multa di ducali 200 ovvero
stalo per la ricerca de'libri, mostrò che 5oo d'oro di camera, talvolta da dividersi
i l'api furono traforimi a favorire la stam- in 4 parti tra la camera apostolica, il pri-
pa, accordandole asilo e onorificenza; e vilegiato e suoi eredi, l'accusatore, ed i

qui prese ad enumerare le rinomatestam- giudici esecutori del moto-proprio o bre-


perle che fiorirono in Roma e nello slato ve. Se l'opuscolo era piccolo, la conces-
sotto i pontificati di Paolo il e di Sisto sione era per un solo biennio. La diver-
IV, e le distinte beneficenze di cui ambe- sità delle concessioni si potrà rilevare
due que' Papi furono generosi largitori da'diversi esempi che produrrò. Insegui-
a lutti coloro che si dedicarono all'in- to le privative d'ordine pontificio si ac-
cremento di sì nobile arte, o col ripur- cordarono dai cardinali camerlenghi di
gare i codici dalle mende degli amanuen- s. Chiesa, pubblicandole con ispeciale no-

si, o coll'attendere alla correzione delle tificazione. Posseggo l' Opusculum de mi-

stampe, ocoll'arricchire le mio ve edizioni rabilibus novae et veleris Urbis Romae,


di prelazioni dottissime; né tacque le cu- editimia Francisco de Albertinis clerico
reche se ne dierono con temporaneamente florentinOydedicatumq.Juliisecundo Pon
i cardinali, i prelati, i signori, a ciò spro- Max., d'i Andrea Fulvio, cimi privilegio.
nati dall'esempio de' Papi e dall'amore Romae III nonas novembri*. Il p. Bau-
del bello. Osservai in varie edizioni an- ghiasci nella Bibliografìa storica delle cit'
tiche/ he i Papi presto sia agli stampatori tà e luoghi dello stalo pontifìcio, confer-
di Roma, che ad altri italiani e stranieri ma l'epoca del 1 5o8 che trovasi pure nel

e dimoranti all'estero, concessero moto- corpo del libro, e vi aggiunge la data: Ilo-
propri e brevi di privilegio per la pri- mae per-Etiche riunì Silber alias Franck,
vativa esclusiva della slampa, vendita e di cui pare privo il mio libro. Neppure
pubblicazione di molte opere, per un de- l'ha l'altro che eziaudio possiedo: A. Ful-
cennio e in qualunque idioma, senza ec- va j De Antiquitalibus Urbis : ad Cle-
cezione di persone in virtù di santa ub- mentem III Pont. Max. Nella biogra-
bidienza. Queste concessioni i Papi le fa- fìa di Leone X, lo celebrai magnifico me-
cevano perchè non fossero pregiudicali cenate delle scienze, delle arti e de'suoi
dalle contrallazioni, ristampe e plagi, do- cultori; tutto propenso ad accrescere il
po le studiose fatiche degli autori, e le tesoro de'libri formato in Vaticano dai
cure e molle spese degli stampatori eedi- suoi predecessori, con mss. e le più belle
tori. I quali molo- propri e brevi di pri- edizioni massime di Aldo Manuzio, di cui
vilegio stampavano in principio de'li-
si e de'suoi figlio e nipote già parlai a Stam-
bri pei quali accordavano la privativa. pa. Profittando dell'entusiasmo erudito
Previa l'assoluzione da Ile tonsure, se mai da cui ciano presi letterati per cercare
i

VOL. IXIX. i5
iiC STA STA
mss., incaricò Fausto Sabco, denominalo ratiere in parte è gotico, e vi sono fre-

gran cacciatore di libri, a frugare le ab- quenti abbreviature^La numerazione del-


bazie, le case delle cinese, le librerie dei le pagine si poneva nella sola faccia de-
signori e de' privati, onde e infaticabile stra, computandosi nel!' altra come l'a-

percorse Francia e Germania, non meno vesse. Il titolo formasi di queste parole: &7.

die Grecia e Italia. Giovanni lleytmers, Lateranen. Concìlium novissimum sub


uno de'commissari pontificii per l'acqui- Julio II et Leone X celebratimi. In fine:

sto de'codici, visitò la Germania, Dani- Extracluin a proprio originali. Romae


marca e altre regioni; le provincia venete per Incubimi Mazochium Rotnanac. A-
furono percorse da Agostino Beazzano, cademiac Bibliopol. de mandatoSànelìs-
con commendatizie pel doge onde poter simi Domini Nri Domini Leosis Pa-
visitare tutti i chiostri e tutte le librerie. pae Decimi Pontificatiti sui anno ocla-
Non è a dirsi l'ingegnosa e autorevole in- \'p,xxir mensis octolnit i520. Cimi so-
dustria di Leone X per acquistare ad o- lito privilegio. Quindi: Errores in totoo-

gni costo i codici da'possessori, eccitando pere corredi et collecti. Nuovamente e do-
i premure a permetterlo e
principi con po le correzioni, altra data, lacobus Ala •

coadiuvarvi: quando comprò il Tacito lo zocliiusRomanac Academiae Bibliopola


affidò alla stampa di Beroaldo il Giova- excusìt. Anno Eirgineì Partita 5a 1 .Die. 1

ne, con un breve clie pronunziava con- vero ultima] uhi. PontificalusS. D. N. D.
tro ogni contraffazione l'istantanea sco- Leonis Papae X anno nono. E qui no-
munica, un'ammenda di 200 ducati e la terò, che l'uso di dichiarare nei fronte-
confisca dell'opera. Notai pure alla sua spizi ebe il libro era corretto, lo vedo
] iiografia,cbe incorse nel le pene Minuzia- ancora vigente nel 1 56o, avendo l'edizio-

110, e fu costretto a transigere con Beroal- ne : Sacraru.m Cerimoniarum f post orn-


do. Questi terminò lo stampato del Ta- ile s omnium editiones stimma damo vi-

con queste parole: Leone X Pont.


cilo, gilantia recogniti, Pioniae typisValeriDo-
Mass.olbe largo premio a cbi gli recherà ricii 5Go cum privilegio. Fatale anche per

opere antiebe tuttora inedite. Annunzio le stamperie e librerie di Roma fu il ter-

die conseguì il suo scopo, poiebù d'ogni ribile saccheggio del 1 527; molti libri di-

dove pervennero al Papa stupendi codici, vennero preda del furore e dell'ignoranza

ch'eglisplendidamente pagava li faceva : de'crudeli e fanatici saccheggiatori. Pao-


coprire di seta e oro, con custodie di ce- lo III procurò riparare le deplorabili ru-
dro, onde poi mostrarli a'dolti ed a'prin- berie patite dalla biblioteca Vaticana,con
1 ipi ebe lo visitavano. Il suddetto decreto molti e importanti acquisti di libri stam-
in favore del vicario di Roma e del p. mae- pali e di codici, e ne aumentò gli scrittori

stro del s. palazzo, per 1* esame e la li- per copiarli, cioè quelli clic stavano per
cenza di sta ni pare in Roma e suo distretto, perire, stabilendovi altresì legatori di li-

ed a'vescovi nelle loro diocesi, Leone X bri. Nel 1 548 alla prefettura della biblio-

l'emanò a'4 maggioi5i 5 nel concilio di teca prepose un cardinale nella persona
LaieranoV. Questo posseggo in bella edi- di Cervini, comeneglianticbi secoli, men-
zione in foglio con figure incise in legno tre sino allora lo era stato un prelato let-

rappresentanti il concilio; con l'effigie di terato o altro dotto famigliare pontificio,


Giulio 11 le sessioni da lui celebrate, le al- e l'ultimo prefetto e bibliotecario del pa-
tre tenute daLeoneX eziandio col proprio lazzo apostolico fu Agostino Steuco ve-
liti atto avanti le lettere maiuscole, le al- scovo di Kisamo. Il Papa dichiarò ancora
tre avendo vari fregi. Ancora in vece delle il cardinal Cervini protettore e curatore
virgole si usava un'asta o linea trasver- della biblioteca e con piena podestà, ciò
sale e in questo modo |: la forma del ca- che meglio statuì Giulio III, restando il
S T A S T A 22-
titolo di prefetto soltanto proprio do'due perla camerale il cardinal Camerlengo
custodi e con canale autorità, come ri- di s. Chiesa (/*"•), capo della Camera, a-
portai nel voi. XLH, p. 2.{o. Trovo nel postolica (F.) ; dipoi passò solto la di-
Haiti, Delhi famiglia Sforza, che il ce- pendenza amministrativa del prelato Te-
lebre stampatore Antonio dado di Aso- soriere, generale (F.), ed ora lo è del mi-
la, (\oxè la sua fortuna al cardinal Gui- nistro delle finanze. Posseggo ili Paolo
dascanio Sforza nipote materno di Paulo III : Regulac oinnes ordinationes Can-
III e camerlengo di s. Chiesa, poiché dal cellariae Apost suininaq. cumddi-
medesimo ebbe la stamperia camerale, gentia imprcssae. Vi è il pontificio stem-
ossia della camera apostolica, e Roma tan- ma nel frontespizio, e sotto: Romae apud
te belle edizioni de'suoi rinomati carat- Ani. Biadimi A
salamini. Quarto idus
teri .Noterò che Dlado nel 1 53 i era in Fi- septembris 1 547- Cutn privilegio salit-
renze, ove stampò i Discorsi di Giacchia- ili i Po n tifici s, ad. bienniitm. Iu fine si re-
a
vello sopra la i . Deca di Tito Livio, con plica tale dala excudebat. Quindi: Non-
dedicatoria a Giovanni Gaddi chierico di nulla partim in originalibus libria ma-
camera, mollo bizzarra. Al medesimo an- le desc.ripta, et praetermissa: et panini
che intitolò nei 532 fUstorie fiorentine
i l' inler inipritnen. errata. Le virgole già e-
di DIacchiavello. Adunque il cardinale ransi introdotte nelle stamperie romane.
scelse a stampatore camerale Biado, e lo Sono pure possessore della Roma Trion-
ricolmò in seguito di molte beneficenze, fante di Biondo da Forù, tradotti i pur
ciò asserendo Dlado nella dedica che fece bora per Lucio Fauno di latino in buo-
al cardinal Sforza dell'opera intitolala: na lingua volgare. Co' l privilegio del som-
Dullae diversorum Rom. Pontificum in- mo Pontefice. Papa Paolo II /, et dell' 1 1-
cipiente^ a Bonifacio l'Ili, usane ad S. lustrisi.Senato Feneto, per anni X. In
D.N. Paulina UH
etc. Romae apud Ant. Fene.tia per lìlichiele Tramezzino. Nel
Biadimi impress. Cai ne vale in 55q, che i i554. Vi è il moto-proprio di Paolo III,
fu la 2.'edizionedellebollepontificiefatta col quale concede al Tramezzino il pri-
in Pioma (la i." essendo del i 55o e con \ilegio, perchè nello spaziodi o anni do- 1

questo titolo : Bullae diversorum Ponti- po l'impressione, niuno senza sua licenza
fìcii in a Joanne XXII ad Julium HI ex possa imprimere e vendere la detta tra-
lìibìiotheca Ludovici Gomes. Romae a- duzione, d'ambo i sessi, in Italia e fuori,

pud Ilievonymam de Chartulaviìs). Il sub excommunicalionis lalac sententiae.


Ratti riporta un brano della dedica, ove e lamulta di 200 ducati d'oro, invocan-
Biado si confessa debitore al cardinale del do per l'esecuzione l'autorità degli arci-
suo impiego, e che per altro in attestalo vescovi, vescovi, legali, governatori^ del
di riconoscenza, dovendo fra non mollo braccio secolare. Vi è pure il privilegio
stampare un'altra simile collezione, pro- del senato veneto per tale e altre opere,
mise di eziandio offrirla al suo merito: sotto pena di pagano ducali per pezzo,
" VaIe,acBladi clientuli lui, qui libi cuncta e queste multe dividersi in 3 parti, cioè
bona opt;it, memor esto. " Una tal col- a favore dell'accusatore, dell'arsenale, e
lezione, cb'è la 3* àe' Bollarti Romani} del tipografo, il quale è però obbligato
uscì nel i
5fc) co'tipi del medesimo Biado alle leggi venete io materia di stampe.
e col titolo: Colleclio diversorum Consti- Il libro è dedicato al gran Michelangelo
liitionume.l Literarum Rotnanorum Pon- Buonarroti. Possiedo ancheil Compendio
tificum a Gregorio ad Gregoriani FU di Roma antica di Al. Lucio Fauno. Iu
\ III. Però essendo morto da molli anni Venetia per Michele Tramezzino 1 55a.
il cardinale, non potè aver luogo la 2." Col privilegio del sommo Ponte/ice Giu-
dedica. Anticamente sovrasta va alla slam- lio III } et del Senato Fenelo per anni
2*8 S T A STA
X. Ho ancora stampata da Biado: Re-
e in Roma ben accolto dal Papa, e non tar-
gala S. D. N. D. Julii Papae Ifi super dò a chiamarvi tutta la fimiglin; per cui
fructibiu beneficionun tempore obitits, ec. vi si recò pure il suo terzogenito Aldo Ma-
Junii 55 1, Pontificati» praelibati SS. D.
1 nuzio il Giovane, il quale ne profittò per
N. ec. Di più: Regulae ornnes ordinatio- la sua raccolta dell'iscrizioni antiche, ri-

nes et constilttliones CancclLiriae S. D. tornando a Venezia nel 565 per curare i

N. D. Pauli divina providentia Papae la stamperia Aldina. La nuova stamperia,

IV. Romaeapud Antonium Bladuru lm- sotto la direzione di Manuzio, fu collo-


pressoi eni Cameralem "Ì56. Di qnest'an- i cata in Campidoglio (V.), In Aedilms
a
uo ho ancora L'origine di consagrare
: Populi Romani, e la i . opera che ne usci
gli Agnus Dei di fr. Giuseppe Panfilo fu il trattato del cardinal Polo: De Conci-
veronese di s. Agostino. Iu Roma per An- de Reformatione Angliaeneì 562,
lio, et 1

tonio Biado 556. In un ruolo palatino


i secondo alcuni, mentre la stamperia sta-
dell 555 de'fi migliali di Paolo IV, leggo bilita nel Vaticano soltanto qualche anno
Stefano Stampatore, con parte di pane, dopo fu trasferita in Campidoglio, come
vino e altro, un domestico e un cavallo proverò, e pare nel palazzo dei conser-
per suo servizio, e lo ricordai nel mede- vatori di Roma. La stamperia fu da Pio
simo ruolo che pubblicai a Famiglia ro.v- IV magnificamente fumila con varietà di
tificia. Dichiarai a Congregazione del- caratteri, anche orientali; ma morto il

l'Adige de'lieri proibiti, che Paolo IV Papa a' io dicembre 1 565, lo stipendio
ne fece imprimere uno nel 55j dal Bia- 1 di Manuzio cessò di essergli pagato, s'è
do, ed è rarissimo; non essendo rimasto vero l'asserto de'suoi biografi: il duolo
con tento,ne oidi uba Uro nel io 5g. In que- che ne sentì gli alterò la salute già va-
sto gli successe nel pontificato Pio IV cillante^ ritornò a Venezia verso la fine
{V.),\\ quale si mostrò zelante dell'incre- del i 570 nel pontificato di s. Pio V, e in
mento della biblioteca Vaticana, nel qua- tristi condizioni economiche. Papa s. Pio
le palazzo eresse l'archivio, e la celebre V donò la stamperia popolo Vaticana al

Stamperia Vaticana, che die poi origine romano, ed aumenlòVarchivio Vaticano


alla famosa Stamperia del Popolo Ro- co' Regesti (V.) fatti trasportare d'Avi-
mano. gnone. Il senato romano deputò alla cu-

lì celebre cardinal Seripando prima ra e soprintendenza della stamperia il

di partire pel concilio di Trento e dopo nobile Prospero Boccapaduli, come affer-
il 1 56 (in un ruolo del precedente anno
1 mò l'accurato e diligente Marco Ubaldo
di famigliari palatini di Pio IV, trovo nuo- Bicci, nella Notizia della famiglia Boc-
vamente Stefano stampatore, con parte capaduli, p. 1 33, opera assai lodata da
di palazzo) fece uso del suo credito per Cancellieri. Narra Bicci. «Pio IV, mosso
indurre il Papa ad istituii la, collo scopo dal giusto desiderio di vedere i libri ap-
di attirare in Homa il celebre Paolo Ma- partenenti alla distia ni là,e massima men-
nuzio figlio di Aldo il Vecchio origina- te le Opere de' ss. Padri, immuni e li-
rio di Bassiano di Semionda. Pertanto beri da quegli errori, di cui gli eretici col-

fu autorizzato da Pio IV d'invitarlo da le loro impressioni gli hanuo contamina-


Venezia, ov'era nato e dirigeva la stam- li, fu ili.°che pensasse ad opera così e-
peria dell'accademia, di venire in Roma gregia: e quindi stabilì una stamperia nel
stampa dell' Opere de ss.
a presiedere alla palazzo Vaticano, ed ancora ebbe il i.°

Padri, nella Stamperia Vaticana. Ma- nome di Apostolica. La fornì quel Pon-
nuzio ricevuta la lettera del cardinale con tefice con grandissima spesa, che fu so-
pressante invito, dopo alcuni giorni d'e- stenuta dalla camera apostolica (onde si

sitazione, accettò le offerte, si condusse disse e poi fu ancora Stamperia Carne*


S T A STA 229
rate), di copiosissimi ed elegantissimi ca- ni Lucas Petus,ProsperBuccapaduliu9,
ratteri, ed ogni altra cosa che sia oppor- et Virgili us Crescenti us, alias in lui jusmo-
tuna per una tipografia magnificamente di negotiostampae deputati, auctorita-
ordinata ecorredata. Egli De diede la con- tem habeant, facilitateti), et potcstatein,
dotta e direzione al tanto rinomato Pao- eorumarbilrioconcludendiomnia,et sin-

lo Manuzio, tiglio di Aldo. Ma questi do- gula in capitulis praedictis contenta, tarn
po averla regolata per qualche tempo a cum dicto domino Fabritio (Galletti),
nome della stessa camera apostolica, e di quam cu m praedictis librariis, et instru-
poi ancora per proprio conto, si deter- menta desuper necessaria, et opportuna
minò final mente di ahbandonarla. E que- desuper celebrandi conficiendi, et sti-
,

sto avvenne nel pontificato di l'io V, che pulando et quod iideui domini Depu-
pensò di Dirne un dono al Popolo Roma- tati in posterurn auctoritatem habeant

no. Prospero boccapaduli adunque (che cum dictis librariis interveniendi, tra-
il liicci mollo celebra per attività, ener- ctandi, et concludendi omnia necessaria
gia e vaste cognizioni artistiche e scien- in impressione, et erogalione juxta teno-
tifiche^ per decreto formalo dal senato rem dictorum capitulorum; et quod de-
nel 1.570 a'3o marzo, dovette attendere putalo hujusmodi duret ad annuo), et
per molti anni in compagnia d' altri tre quod in fine anni uni tentili', et renoven-
signori cavalieri romani, i quali furono tur duo ex eis, ita quod semper sint duo
Tommaso Cavalieri, Marcello Alberini e vetereSj et duo novi deputati et quod ;

AscanioCaifarelli, alla cura e soprinten- prò termi nandis praetensionibus, et aliis

denza di questa stamperia (lasciando Pro- inter PopulumRomanum, et dictuin do-

spero quella delle fabbriche di Campi- minimi Fabritium suborlis, sit,et intel-
doglio, che ormai non richiedevano più ligatur arbiterdeputatus, et electusaPo-
la sua opera). Nondimeno fu tale l' in- pulo Romano magnificusdominus Anto-
gordigia, e insieme la negligenza di vari ni us Velli us,qui auctoritatem ha bea t,curn
ministri, a'ijuali ne fu da questi signori alio per domiu uni Fabritium nominando,
commessa la giornaliera amministrazio- tempus arbitrii, seu compromissi proro-
ne, che quantunque vi usassero molto di gandi, et in eventi! discordiae tertium e-
attenzione, con tuttociò si videro obbli- Iigendi cum clausulis solitis, necessariis*,
gati a doverla dimettere, perchè non fos- et consuetis. " In conferma ilei narrato,
se interamente dilapidata emessa in ro- riferisce l'encomiato p. Gualerni, ed io

viua, come
provasi colle carte dell'ar- notai altrove, che sotto Gregorio XIII del
chivio de'Coccapaduli. " Soggiuuge Dic- 1572 ebbe stanza glo-
l'arte tipografica

ci, che di tulle queste cose vi è memoria riosa in Campidoglio nello stesso palazzo
nell'archivio Boccapaduli in una lettera del popolo romano, ed alla generosità di
apostolica di Gregorio XIII, con cui si quel Papa si va debitori della fusione dei
confermarono tutti i privilegi, già con- caratteri ebraici, siriaci, armeni, illirici e
ceduti al popolo romano per questa ti- aldi, aftinché que'popoli avessero stam-
pografia, e concedono alti e nuove esen-
si pali nella loro lingua i libri più neces-
zioni. Iiomae, apud Ilacrvles Anlonii sari di nostra religione; che se la morte
Biadili 5-t3. Nell'archivio medesimo, ol- non troncava sul meglio il gigantesco di-
tre la memoria della deputazione ili Pro- segno, sotto il pontificato di lui si sarebbe
spero, si trova ancorai! seguente decreto veduta uscire da'torchi romani la bibbia
fatto dal senato romano, in cui non ap- in 1 o lingue, corredata di grammatiche
parisce né anno, né giorno. » Ex S. C. e di dizionari. Riporta il p.Malici, An-
decielum est, quod Illustrissimi domini nali di GregorioXII i, t.i,p. 373, che
Conservatole*, Prior,et magnifici domi- deputò una congregazione sopra l'etneo»
2 3o STA S X A
dazione e riforma della Bibbia greca , af- dc'ss.PietroePaolone'la ti. Data e stemma
finchè si riducesse alla vera lezione dei ripetuti in fine. Direclorium Inquisito-
70 interpreti. Di più mirando alla cor- inni fr. N. Eymericì, Romae in Aedibus
rezione del decreto di Graziano, incaricò Populi Romani. Apud Georgium Ferra-
il dotto Pamelio di cercare i frammenti riunì 587. Vi è lo stemma del senato o
1

de' conciiii a ciò appartenenti, e per le popolo romano con due figure laterali,
stampe, o già introdotte o da introdursi Romae mi pare la Sapienza, oltre la lupa
iuRoma,fece venire di lontano quegli ap- co'gefpelli Romolo e Remo. In principio
parecchi che bisognavano dovrà proba- : si legge il breve di Gregorio XIII, in fa-
bilmente intendersi di caratteri orientali, vore del popolo romano, qui O/Jìcinam
di quella specie che non esistevano, odi Imprcssoriam erexerunl, et erectam re-
migliori de'preesistenti. Paolo Manuzio linentj con proibire che nell'Italia e fuo-
neh "72 volle rivedere sua figlia cheavea ri nel termine di 1 o anni si potesse ristam-
lasciata in Roma in un monastero, e si pre- pare, sotto pena della scomunica e solite
fìsse passarvi alcune settimane; ma Gre- multe pecuniarie. De Dirrelo rubeo, ab
gorio XIII ehbe forza di trattenervelo,on- Antonio Scappo, Romae apud Georgium
de tranquillo di sua sorte si accingeva a Ferrarium 5g2. Vi è lo slemma del se-
1

terminarle opere che meditava da lungo nato e popolo romano co'principi degli
tempo, quando divenuto cagionevole e Apostoli. Statata nobilis artis agiicultu-
debole, mori in Roma a'6 apri'ei 574.5 rae Urbis. Romae in Aedibus Populi Ro-
e fu sepolto in s, Maria sopra Minerva, mani. Apud Georgium Ferrarium 5<j 7. 1

nel palmento di essa, e con semplice i- E come i precedenti, evvi la detta arme
Gregorio XIII alliccia la bi-
scrizione. co'ss. Pietro e Paolo. Abbiamo dal Lu-
blioteca Vaticana di mss. e libri stampa- uadoro, Relazione della corte di Roma,
ti, e persino con alcuni della sua privata p.189, dell'edizione di Bracciano 1 64^,
libreria. Anche Gregorio XIII concesse che il cardinal Medici, poi nel 1 087 gran-
all'autore il privilegio e priva ti va di opere duca di Toscana, aprì in R.oma una stam-
stampale all'estero, e me ne accerto dal- peria di lingue orientali, per opera di Gio.
l'edizionecheho del Martyrologium ac- Battista Raimondi cremonese, teologo,
comodatimi Pctro Galesinio alidore no- matematico, poliglolto, autore d' opere
laliones item. Cimi privilegio pontificio e d'una Bibbia ini 1 lingue, ed altri libri
ti aliis, Venetiisi578. Apud Jo. Anto- di lingue orientali, avendo i punzoni e
nium de Antoniis. Ivi è il breve di con- caratteri di quasi tutte le lingue allora
cessione peno anni, acciò in tal periodo conosciute. Dal libro di mia proprietà ,

non si potesse con pregiudizio del Gale- Delle allusioni, imprese, et emblemi di

sini e senza il suo conseuso vendere e ri- Gregorio XIII, Roma appresso Barto-
-lampare, da' tipografi de'dominii pon- lomeo Grassi 588, con privilegio, rilevo
1

tifìcii, sotto pena della scomunica lalae quello concesso da Sisto V peno anni,
sententiae e di 5oo ducati d'oro di ca- con pena di scomunica e di 5oo scudi d'o-
mera. Posseggo ancora le seguenti opere ro a chi lo ristampasse. Il breve è diretto
impresse in Aedibus Populi Romani, che al Grassi, perchè il tipografo impresso in
sebbene appai tengano a diverse epoche, fine del libro è Giacomo Rulfmelli. Sisto
trovo meglio qui parlarne. De origine, ino- V colla bolla Alias, de' 5 agosto 1587,
iibu<; et rebus Scolorimi, authore Jo. Le- Bull. Rom. t.
4j pai*- 4> P- 334, ordinò
slaeOfRomae in Aedibus Popoli Romani che tutti i libri da stamparsi, eziandio
i "T78. Cum privilegio, et facilitale supe- teologici efdcoltizzati,nelle lingue araba,
riorum. Nel frontespizio vi è lo stemma turca, persica e caldea, si dovessero pri-
del senato e popolo romano, colle figure ma esaminare e correggere dalla congre-
1

S X A STA 23
fazione dell'indice. Narrano il p. Tem- libri appartenenti alle dottrine della fede
pesti e Novaea nel In Sloria di Sisto V t cattolica, e la compose de'cardiuali Cd-
cheGl'egorioXin avendoconcesso la pri- raffa bibliotecario di s. Chiesa, Gioiosa,
vati va della Stamperia Camerale per un Saroano, Gonzaga e Giustiniani. Di tut-
novennio a Paola vedova d'Antonio Biadi, tociò non contento, Sisto V per impedi-
defunto surntnenlovato stampatore vene- re cheandassero smarrite le fatiche di tan-
to (già morto neli^o^ poiché ho : le ti scrittori nel comporre opere tanto ce-
sette Chiese Romane dei p. Panvinio. In lebri, colla bolla£(ZW5er/Y?er,de'27aprile

Roma per gli lieredi di Antonio Biado 1587, Bull. Boni. t. 4, par. 4, P- 3oi,
i ^70,0011 privilegio),enl loro figlio Paolo eresse la Stamperia Vaticana accanto al* -

unico superstite ; ed allineile la s. Sede la stessa biblioteca, spendendovi {0,000

fosse meglio servita per mano di un solo, scudi d'oro. Dal tenore della bolla si ap-
avea obbligato tutti gli officiali della ca- prende che il p. Tempesti e il Novacs non
mera apostolica a servirsi delle stampe abbastanza chiaramente esposero quan-
sue; e clie essendo termi nato il tempo della to si appartiene alla stamperia Vaticana
privativa Sisto V la rinnovò al detto Pao- Monte non vacabile, denominato
e al suo
lo. Inoltre Sisto V volendo formare altra Slampa Vaticana, istituito e regolato col-
stamperia con vacabile venale, e in modo la stessa bolla; confondendo il racconto
profittevole al principato, vi applicò dal- colla stamperia camerale e suo appallato-
la camera apostolica 20,000 scudi da re- re Biado, a cui fu imposta l'annua cor-
stituirsiinioanni,col ì\ Ionie (F.) non va.- risposta allacamera apostolica di scudi
cabileche perciòistituì e chiamò di Stam- 1200, e concesso l'appalto peno anni.
pa Vaticana,con l'obbligo di estinguei Io Novaes chiamò Paolo col nome di Do-
dopo o anni, mediante il ricavato da esso
1 menico, e prova in contrario la riprodur-
e coli' annua corrisposta di scudi 23oo rò poi. La bolla di erezione della stam-
d'oro in oro, cioè 3 79 5 scudi romani d'ar- peria camerale di Sisto V è deli." feb-
gento. Indi per uu decennio conferì la braio 58c), 1 Romani Pontificis providen-
stamperia camerale al Biadi, che chiamò tia. La fornì di caratteri latini, greci, e-
appaltatore. Ora debbo parlare della ri- braici, arabi, siriaci, di carte e altri stro-
pristinazione della Stamperia faticami menti, e l'affidò con titolo di prefetto alla
eseguita da Sisto V, avendo già detto ai direzione di Domenico Basa veneziano,
suoi articoli come nel Palazzo faticano uomo assai esperto nell'arte tipografica
in apposito locale edificò l' attuale ma- che tanto fioriva in Venezia, e nominato
gnifica Biblioteca Faticarla, e per le pit- dalla stessa bolla, ove si dice che gli fu-
ture di cui l'ornò ne riparlai a Lettera rono dati i suddetti 20,000 scudi, da re-
e altrove; dappoiché il silo pian terreno stituirsi imo anni al tesoriere generale,
ovel'avea eretta Sisto IV riusciva alquan- oltre lo stipendio per lui. Ho i Commeti'
to oscuro, onde poi fu destinato per Fio- tarli PUH Pont. Max., Francofurti iu
reria apostolica (f.). Raccolse pure co- Officina Aubriana 16 1 4, superba edizione,
dici e libri stampati per aumentare il te- nella quale si riporta il breve del privi-
soro della biblioteca,ne accrebbe gli scrit- legio della stampa si nomina il
, in cui
tori e altre persone per ordinare i libri, detto Domenico Basa, che ne stampò al-
ed anche per moltiplicar gli esemplari dei tra , socius Urbis lypographos. Laonde
codici. Inoltre colla bolla Immensa ae- egli già fioriva in Roma nel pontificalo
terni Dei, de'22 gennaioi587, istituì la del predecessore Gregorio XIII, ed avea
cardinalizia Congregazione della Stam- impresso tali Commentarli. Nella biogra-
peria Vaticana^ .),peidii: vegliasse sul- fia di Sisto V,e parlando delle opere che
la tipografia e sulle sue impressioni dei vadoadacceniiare,rituai'cai che il Papa nel
2 3?. STA. S T A
ripristinare e edificare lanuova stamperia dal padre e dall'avo,numerosa d'olire
"\ atica»a ebbe precipuamente per iscopo
3 80,000 volumi, che avea trasportala iu
eli pubblicare le opere de' ss. Padri e le Roma, si vendè a minuto per soddisfarei
ss. Scritture, purgate dagl'introdotti er- creditori, sebbene avesse divisato lasciar*
rori nella tradizione e ne'dogmi; nonché la alla città di Venezia. Fu autore e la-
altre opere in latino e italiano a comodo sciò diverse opere, ma non di gran me-
delle nazioni, mediante i tipi de' loro i- rito. Il celebre Sagrisla del Papa (V.)k.
diomi incisi e gettati appositamente, ed Angelo Rocca, che per un tempo ebbe
a confusione degli eretici, autori degl'in- la soprintendenza nella stamperia Vati-
trodotti errori, nelle dette opere sagre. cana sulle opere che pubblica vansi, ci die-
Perciò vi furono stampate e colla data : de tra le sue opere: Bibliotheca apollo-
Boriine ex typographia Apostolica Va- lica Vaticana a Sixto P. M. in tplen- V
ticana, i Morali di s. Gregorio I, l'Epi- didiorem, commodioremqiic locum ira-
stole di diversi Papi^ di s. Ambrogio e slata, Commentario cou due Appendix.
t

corrette dal Papa stesso, indite cose di Una di queste tratta : De vario scriben-
Cassiano, di Beda, di s. Basilio, di s. Ci- di uso, nec non Bibliothecarum instila-
priano, di s. Cirillo, di s. Agostino, di s. tionean thipographiis. Nel capo, De thi-
Girolamo, di s. Bonaventura del suo or- pographicae arlis inventione, etpraestàn-
dine de'convenluali, il Bollarlo di Laer- tia, parla di quelli che l'introdussero iu
zioCherubini, ed altro, come De Patii ss. Roma e de'primi libri che vi pubblica-
Crucis Romano Pontifici praeferendac, rono, de'compositori, torcolieri, e corret-
del Fivizani, che possiedo. Sotto Sisto V tori delle stampe, non che dell'erezione
e Gregorio XIV si stampò pure la Bib- della stamperia Vaticana di Sisto V per
bia (V.), ma due volle soppressa l'edi- la propagazione delle opere ecclesiastiche
zione, d'ordine de'due Papi, ivi Clemen- nel mondo cattolico; di quanto il Papa
te Vili la fece ristampare, dopo l'elabo- spese nel magnifico stabilimento, de'ca-
rate e studiose fatiche di dotti cardinali ratleri copiosi, eleganti e di più idiomi
e insigni teologi , che per eseguirle con come già indicai. Il p. Tempesti egual-
quiete si recarono a Zagarolo. In questo mente celebrò la stamperia Vaticana ed
modo l'emporio del sapere ecclesiastico i suoi pregi, riportando l'elogio che ne
checonteneva la biblioteca Vaticana, col- fece il contemporaneo e dotto Muzio Pau-
la potenza della penna e della slampa si sa, nella sua opera intitolata: Della Li-
propagò per ogni contrada. Siccome Al- breria Vaticana ragionamenti , Roma
do Manuzio il Giovane erasi restituito in 1 090 (dal Giandonati si ha, che con fro-
Roma nel 588, gli fu conferita la catte-
1 de ilMascardi fece mutare tale ti tolo,ibrse
dia d'eloquenza Dell'università romana, per facilitarne l'esito, nel 1608 ristam-
e non pare come taluno scrisse che nel pandola in Roma col seguente), ovvero
i 090 avesse ingerenza nella stamperia Vago e dilettevole giardino di varie le-
Vaticana, perchè il Renazzi narra che es- Zi0/zz,disc.37, p, 322; e riprodusse la se-
sendo la sua cattedra deserta d'ascolta- guente iscrizione che fu posta sulla porta
tori e discepoli, Clemente Vili per dare del luogo. Typographia Vaticana Di- —
qualche risorsa allo sfortunato professo- vino Consilio aSixloVP. M.. — ASanclor.
ie, nel1
5<p gli affidò la cura di soprin- Patrum opera restltuenda Caiholi- —
tendere alla stamperia Vaticana. Ala Al- camque rcligionem —
7b/o terra ru:n Or-
do di temperamento poco robusto, af- be propagandam.Andie p.Gualernien- il

flino dalla sua sventura e dalla scarsezza comiò la vasta mente di Sisto V e il subli-
delle domestiche fortune, mori in Roma meconccpimeulodi pubblicare. tanleope-
peli 597 di 5 tanni. La libreria raccolta re sagre pel bene elei cristianesimo, con
6 I A STA ?.">',

esito iclicissinu». ( Kservnndo, die laChie- ne della stamperia Vaticana. Nel ruolo
sa in vece d'essere avversa alle lettere e palatino de' famigliari di Clemente Vili
alle scienze, come sognano suoi nemici i nel i5()7, leggo nella categoria Stampa:
e della verità, sempre le tutelò, promos- basa soprintendente, Francesca Lama-
se e perfezionò; e che sei Papi leccio leg- ta, Cristoforo tedesco, Giovanni ballista

gi e prescrissero regolamenti, con ista- Bi nuli ni, Federico Metzio, Domenico


Tro-
bilir [iene alla stampa de'Iibri, tutto que- iani,Aldo Manuzio, Pietro Morino, tut-
sto ad altro non tende, che ad impedir- ti con due servi, tranne basa e Morino

ne gli abusi, e ad indirizzare al retto suo che ne aveano uno, e ciascuno con par-
line un' invenzione cotanto benefica. Il te di palazzo consistente in pane, vino e
Chattard, Nuova descrizione del l'all- mensili scudi 4- pel companatico, basa a-
eano t. 3,p. 82, descrive il luogo ove fu \endo5paoli di più. Ho le seguenti opere,
eretta la stamperia Vaticana, e riproduce dalle cui date si vedranno i titoli della ti»

la suddetta iscrizione iu italiano, che fu pogra (ia camera le. Compendio delle gran-
posta iu uua delle sue stanze. La tipo- dezze di s. Maria del Popolo. In Lorna

grafia camerale ancora sussisteva sepa- oppresso gli stampatori camerali [600.
iatamenle,e me lo assicura le due edizio- I). N. Pa-
De. vestiùus usti et varietale SS.
ni che ho delle Regulae ordinatioues et pae ac RR. DD. S. R. E. Cardinalìuin.
consiiiuiiones Cancell. Apost. SS. D. N. Romae ex Typographia Camerae Apo-
Gregorii P. XI J Romae apùd Paulum '",
stolicae 1602. Come ancora le Regnine
Bladum lmpressorem Catneraleui 5qo. 1 ordinationcs el conatiluliones Caneella-
}

Clemente \ 111 colla bulla Inter gravis- riae Apost. SS. D. N. Leonis Papae XP.
sima. ;, de'20 agosto i5g3, Bull. Rota. t.
1
Romae ex Typographia Re v. Cam. A post.
5, pai-. 1, p. 4^2) soppresse posti di due i Paolo V del 160 5 (nel quale anno fu pub-
scrittori della biblioteca Vaticana, e due blicato inRoma da Luigi Zannetti stam-
di correttori di greco e di latino nella pro- patore De vita et rebus geslis Pii Pr,
:

pinqua stamperia, nominando in vece 5 auclore J. A. Gabutio 3 al quale e come


correttori per la biblioteca e per la stam- leggo nel mio esemplare con breve di Cle-
peria, cioè Cipriani abbate di s. Michele, mente Vili concesso nelP istesso anno,
Vossio tedesco, Lamata spagnuolo, Lan- pel privilegio del decennio e penale di 5oo
diui di Fiorentino (il quale poi diresse i ducati d'oro di camera) curò l'amplia-
caratteri gettati per la stamperia di pro- zione della biblioteca Vaticana, e meglio
paganda, tlal Paolini eccellente allievo di il contiguo archivio. Riferisce i\o-
stabilì
Gio. battista Raimondi che Sisto V ado- vaesche alla stamperia Vaticana unì quel-
piò nella stamperia Vaticana: il Bandiui la della camera apostolica e leggo nel ;

è sepolto nella chiesa dei Michele e o////rt: Congregalo de Typo-


7
ss. Cohellio,.A
Magno colla bella iscrizione che pubbli- graphia Vaticana. » Sed cu in Vaticana
cò Cancellieri a p. 22 del Cenolaphium), haec typographia, iussu Camerali typo-
eMetzio delPalatinato,per le lingue greca graphiae unita esset, non amplius Vati-
e latina, assegnando loro stipendio, parte cana tantum, sed Camerali* etiam quan-
di palazzo e due domestici : a Famiglia tloque dicitur Denique ad lypogra-
POHTIFICIA registrai appartenere ad essa phiara \ aticauamredeundo, ut onde mi-
tutti gli addetti alla biblioteca, compresi ster hic senno exordium babuit, debi-
i legatori de'libri. Vi aggiunse pure sen- lum quoejue cousequatur finem, non 0-
za provvisione il dottissimo e rammen- miltendum putavi,AndrearaBro°ioltuai
tato sagristaRocca,che poi lece vescovo di (questo brogiotti col titolo di stampato-
Tagasle. Tutti sottopose al cardinal Co- re lo leggo nel ruolo palatino del 1 633
Juimu bibliotecaiio, ed alla congicgazio- deìumigliari di Urbauo Vili, nella cale-
23 \ S T A STA
golia degli O/Jìciali di libreria, con un ni Pontificie, Propagazione delia Fede,
domestico, parte di pane e vino, e scudi Vicari ati apostolici, Prefetture aposto-
3 mensili) Vaticanne et Camerata typo- nciiE,ed in tutti quelli innumerabili che
graphiae lune praefecttim, quibus chara- la riguardano e insieme la propagazione,

cleribiis libris,et scripturaibidem impri- mantenimento e difesa della lede cattoli-


rai, cudique valeant,' sub auspiciis era. ca, cioè nella parte diquesta volumino-
ac lev. d. Fiancisci cardinali Barberini sa ed enciclopedica mia opera, apparta-
(nipote d'Urbano Vili e bibliotecario di nente all'episcopologio universale o Or-
s. Chiesa),quo auclore eandem praef'e- bis cìiristianus, di tutti i riti e di tutte le

cturamconsequulusfuerat annoi 628 in- nazioni, e di ciascuna gerarchia ecclesia-


dicemasecusum in lucem edidisse, quem stica, ho celebrato solennemente e con a-
ridere non iuiucundum erit". Del pon- nimo riverente, la santissima e oneravi-
tificato di Paolo V ho le seguenti due o- gliosa istituzione della benemerentissima,
pere colla data della tipografia camerale sagraecardinaliziacongregazionedi pro-
cheprevalse,e già ad essa erari stata riunì- paganda fide, ed in molti luoghi anche
la lastamperia del Popolo Romano, Sta- la sua nobilissima e famosa tipografia, ve-
tuta alniae Urbis Romae, llomaei6i 1 . ramente degna di Roma e dell'apostolato
Exlypographia Revereadae Camerae A- della s. Sede. Questa congregazione, con-
postolicae, /Mirabilia Urbis Romae, cum cepimento sublime del costante e fervido
privilegio. Romae ex typographia Carne- zelo de' Papi, quindi da loro sempre pro-
ra e Apostoliche. Sumptibus Hierouymi tetta, ebbequelle felici e floridissime con-
Bona. Quanto al Brogiotti, apprendo dal segnenze che negli accennati luoghi de-
r
ci), mg. Fabi Montani, Della coltura scrissi, e la Chiesa registrò tra i suoi glo-
scienlifica di s. Filippo Neri e dell' ini- riosi fasti. L'infanzia dell'istituzione de-
pulso da lui dato agli studi ecclesiastici, vesi a Gregorio XIII, che fondò tanti col-
che per meglio contribuire al suo scopo, legi, e fatto stampare in Roma parecchio
acciocché la congregazione dell' Oratorio, migliaia di libri religiosi in diverse lin-
da lui istituita, avesse in proprietà una gue, li dispensò a molte nazioni. Clemen-
stamperia, a fine di potere con maggior te Vili mirabilmente si applicò a dare un
agio e con minorconsumo di tempo por- regolare corso alle intraprese tentate dai
re in luce leopere, con zelosi adopròper- suoi predecessori, con felici successi nel-
che fosse aperta propinqua alla casa de fi- l'esercizio di propagar la fede nelle parti
lippinineWa piazza della Vallicella. N'eb- degl'infedeli. GregorioXV ebbe l'immor-
be la cura il Brogiotti, che pio fratello tale gloria di perfezionare e stabilire l'a-
ddi' oratorio e amanuense del filippino postdato, erigendo nel 1622 la congre-
gran cardinal Baronio, pose in luce pri- i gazione formalmente, assoggettandole i
ini tomi de'suoi preziosi Annali, conti- Collegi (F.) fondati per la diffusione e di-
nuati poi nella stamperia Vaticana, del- fesa del cristianesimo. Pertanto ne'ricor-
la quale il Brogiotti divenne benemerito dati e relativi articoli distesamele trai-
tipografo. Tale fu la fortuna eh' egli si tai tuttociò che precedette, accompagnò
procacciò colla nobile arte, che ad inope- e seguì l'istituzione della congregazione
ritura memoria di grato animo lasciò ai di propaganda fide, e che una delle sue
filippini un tenue legato che tuttora go- importanti derivazioni che tosto origina-
dono. Ora passo a parlare della rinoma- rono, fu lastamperia poliglotta per l'i-
tissima e poliglotta Stamperia di Propa- struzione del cristianesimo , secondo la
ganda fide. inente di Gregorio XI II, e il concetto pu-
Negli articoli Congregazione di Pro- re di Sisto V perla sua stamperia Valica-
pagano a Fide, Collegio Urbano, Missio- na. Narrai ne'citati luoghi, che Gregorio
S T k STA a31
Wn formare una rendita pel grandioso mia e presidente della rcv. camera degli
•la bili meato, applicò alla congregazione Spogli (al quale articolo ne riparlai), ed
di propaganda proventi i i\e\l' si nello Car- il prelato Segretario di propaganda^!.)
di indizioni', )e senza eccezione tuttora è in che supplisce all'antico soprintendente
vigore, nègiammai a veruno ti rondone* della medesima stamperia. Che dirama-
iuuo,neppure aCleineute X che fu elevato zione della propaganda è la Congregaz'iO'
al pontificato senza averli soddisfatti, poi- ne s opra la correzione de' libri della chie-
ché non avea ancora ricevuto l'anello e sa orientale (f/ .), con suo cardinal pre-
le altre insegne cardinalizie; e se i cardi- fetto e prelato Segretario della correvo»
nali muoiono senz'aver pagato l'emolu- ne de* libri della chiesa orientalei /'.).-qua-
mento, la congregazione gode sugli eredi lunque determinazione questa congreg i-
la preferenza a qualunque creditore, Inol- zione prenda, si deve promulgare dall'ai-
tre Gregorio XV donò subitoalla congre- tra di propaganda. Nel citato luogo dissi
gazione scudi 2.HJ0, e quando avanti di inoltre, la stamperia originata sottoUrba-
1
luì si adunò la i.' congregazione ne som- no Vili Barberini, de' rapidi progressi che
tuiuislròi o,ooo, senza rammentare altre fece e chi vi contribuì. Dove in principia
dimostrazioni di sua religiosa munificen- fu collocata, quando venne fissata nell'at-
za. Con sua circola re l'episcopato fu eccita- tuale edifizio,ede'di versi luoghi incui ri-

to a raccogliere limosino per promuovere mase temporaneamente, finché si stabilì


la grand'opera, ciò che mosse edificante nel sitoche occupa. Della serie de suoi ciot-
gara e vistosi capitali. Tanti poi furono i ti sopì intendenti e loro notizie, inclusiva-
generosi legati, le benefiche eredità, le vir- mente agli ultimi, mg.'Culleii già alunno
tuose donazioni, i doviziosi acquisti , la del propinquo collegio e ora arcivescovo
cessione di Pio VII delle ragioni della ca- di Dublino e primate d'Irlanda, e mg.r
mera apostolica sugli Spogli ecclesiastici De Luca di presente arcivescovo di Tar-
(/".) di Roma edello stato pontificio, che so e nunzio di Baviera. Degli i i elenchi
la congregazionesi trovò in gradodisoste- e cataloghi de'libri esistenti nella stampe-
nere il colossale peso da cui è aggravata. ria, dopo i quali altri ne furono impressi:
Dappoiché deve sostenere immensi di- posseggo tra i posteriori, il Catalogo dei
spendi, Dell'inviar missionari per ogni do- libri esistenti nella tipografia Poliglotta
ve, con utensili e" vasi sagri, con libri di della s. congregazione diPropa gamia Fi-
quasi tutti gl'idiomiche s'imprimono nel- de. Roma co'tipi
della s. C. di Propagan-
la sua slam periajsussidiarei vescovi, vica- i da Fide 1842; non che quelli del i843,
ri e prefetti apostolici, erigere chiese,ripa- 185 853. Ora se ne va a stampare al-
1 , 1

rare quelle minaccianti rovina, mantene- tro; e sempre con l'aggiunta delle nuove
re seminari e collegi, supplire a indicibili opere nella slessa stampale, ed ivi repe-
bisogni, ed istituire nuovi vicariali, pre- ribili. Parlai de'suoi rinomati torchi for-

fetture e missioni. Nel voi. XIV, p. 2 3y, mati dal sacerdote veronese Rufo, valente
ragionai dell'edilìzio ove esistono la con- meccanico (sepolto iu s. Paolo di sua pa-
gregaz'one, il collegio urbano (di sue an- tria, coll'iscrizione che riporta Cancellie-

nuali accademie poliglotte riparlai a Li. »- 1


ri a p. 26 del suo Cenotaphinm)j delle

oua), la tipografia; di questa pure ne rac- madri de'caralteri che Pio VI mandò iu
contai i singolari pregi, la grandissima co- Portogallo ; e della visita che fece alla
pia di caratteri esotici e di libri stampa- stamperia Gustavo III re di Svezia, a cui
ti pressoché in ogni idioma. Che prima Iti presentato un epigramma ivi impres-

avea il cardinal prefetto particolare, ora so apposta in 44 l>»g ue Dissi finalmen- *

avendone cura, oltre il cardinal prefetto te, che il genio di Bodoni, come celebran-

generale, il cardinal prefetto dell'econo- dolo notai a Stampa, fu allievo di quest'iu-


.

236 S T A S T A
bibite stamperia, e ad istanza dell'erudì* della Torre del Grillo, da dove nel 1 G\S
tivMino Cancellieri soprintendente della fu trasportata nell'edilìzio di propagali-
tipografia, donò ad essa \ caratteri, ripor- ga. Acciò le cose procedessero colla debi-
tando altresì le iscrizioni marmoree che ta regolarità, fu istituito da principio la
la riguardano. A tutte queste notizie ag- carica di preletto della stamperia di pro-
gi ungerò le seguenti. L'imperatore Fer- paganda, e ili.°fu il dotto cardinal Gui-
dinando Il venuto in cognizione della e- do Denti voglio, morto nel 64 4- Era uf- 1

lezione di propaganda fide e dello scopo fizio del medesimo amministrare tutta
che si prefiggeva della diffusione di buo- l'azienda della stamperia, però ne'Iavori
ni libi i nelle diverse lingue, nel 1626 le che importavano spese notabili dovea ,

clonò i caratteri illirici di s. Girolamo e farne relazione alla congregazione gene-


dis. Cirillo. Chiusi in 10 casse furono con- rale. 11 soprintendente poi avea per. uffi-
segnati al guardiano de'eappuccini della zio di correggere le stampe, comporre le
città di Fiume, e di là per mare traspor- prefazioni e le dediche delle opere che
tati in Ancona, senz'alcoli dazio giunse- s'imprimevano per conto della congrega*
ro in Roma nei giugno di tal anno. 11 car- zione. Delle primitive edizioni restate nel-
dinal Bandini ne die contezza alla congre- la stamperia, riporterò cronologicamen-
gazione adunata, econ opportuno ragio- te i titoli di quelle impresse dal 1628 al
namento provò, che al pio stabilimento i6qo, ricavandoli dal catalogo attuale,
sarebbe di somma importanza e utilità per dare un' idea di parte di quanto fu
l'aprire per proprioconto e uso una stam- stampato. Forse la stamperia incominciò
peria di lingue orientali; comecbè porpo- prima , e probabilmente molte edizioni
rato ili grande autorità, e che nel settem- impresse in tal periodo di tempo, essen-
bre divenne decano del sagro collegio, le dosi esauritecome le altre posteriori non
sue proposte furono bene accolte. Depo- più esistono. Nel 1628 in greco: A. Gra-
sitali i caratteri nella biblioteca o tipo- nata, Ductor quo pece alo r ad poeniten-
grafìa Vaticana, e trovandosi presso qual- tiam perducitur. A.Renlius S. J. in grate
che stampatore particolare in Roma ca- vcrnaculam linguani ex italica vertebal.
ratteri arabi, armeni, greci e latini, Ur- JN'el 1 63o in etiopico: Uff. Vittorio, latti-
LauoY HI comandò che si trattasse di que- tutiones linguae chaldeae, seti eiliiopicae.

sto oggetto con qualche tipografo perito Nel G3 1 1 in greco-latino: J. M. Cariofilo


nell'aite. Intanto con apoca che determi- iìic\ì.\am'\eimì,Rc'fulaliop':eudo-cIirislia-
nava il tempo, dalla congregazione si eb- uae catcclieseos edilac a Zacharia Gei'
bero in prestito dalla stamperia Vatica- gano graeco. Acceda Monodia de cala-
na, punzoni e madri di caratteri armeni, milalibus Graeciae. Nel 1 635 in illirico:
arabi eserviani; indi la congregazione ac- Directorium Sacerdotum charadereHie-
quietò i caratteri greci e Ialini. Anche dal ronyiniano, alidore p. FI. Panormitano
granduca Toscana Ferdinando II, la
di ord. praed,, ri interprete p. S. Malotica
congregazione ebbe caratteri orientali i frane. Neli637 in greco: s. Auguslinus,
che possedeva, e forse quelli rammenta- AJonologion, sh'e Soltloq ninni, Rhodmo
ti di sopra. Laonde in breve tempo da Neophylo monaco s. Basilii interprete.
i'aolini si gettarono caratteri sotto
i la di- Neil 638 in latino: II.Justini ani btbliol.
rezione del sunnominato Bandini corret- Vaile, cuslos, Ada Concila Fiorentini.
tore dellaA aticana,preparali glistromen- Nel 640 in illirico: Rituale Romanum.
1

ti di ferro e di legno necessari al lavoro, Neh64 in bulgaro:P.Stanislavoi episcop.


1

Lotto la presidenza del I'aolini e la soprin- Nicopolitanus, Preces quaedam rum no-
tendenza di Venereo, in casa di questo fu vi-m iconibus xilograpliis } cluiractere Ci-
aperta la stamperia nella via della Salita rilliano impressae, in folio, utaiunl,a-
S T A S T A 237

armeno: Orda Missac "recn:P. Arcudiu*, Oputrolaaureatheo-


pertO. Nel i f) |
?. in
logica circa p'orrssionem Spirititi san-
rum versione latina. Neìi 65 1 inaonor-
cii; videlicetJ. lecci pati: Consta tifino-
mitico o tunkinese: A. De Kbodcs S. J.,
polilani, Ressarionis cardinali*, Dente-
Catechismus prò iisqui volimi suscipere
trii Cydonis constati!., JI. Planttdis
e/e.
baptismum, latin, et Utnkinensi idiomate.
cttm interprelalioite ejusdem A reti dà
Neh 659 in greco: nhodini Neopbyti, E-
collecloris regione. Nel 167 in arabo:
pistola àdJoanaem presbyterum para-
1
e.

my'!uensem,qtiaprobat Romanum Pori- Riblia sacra ad tisttm Ecel. oricntalittm,


sed eliam addilis e regione Dibliis lal'mis vulgatis,
tificem non tantum latinos ,

cura S. Risii damasceni. Nel 67 1 1 in gre-


graecos, itti suas oves, quaerere, illisqne
co: J. Avila, Documenta spiritualia, Per-
provider*. Nel 6(5 1 r in angolense: A. De ~>

graeca G. Rustronii S. /.Nel 67 •}


CouetoS.J-, Gcntilis Angollae, fìdei my-
sio 1 \

in armeno: J. b^oy, Gratti malie a


armena
steriis instructtts, ex lusitano idiomate la-
A. Prandomontano latine explicata.^Se\ 167 5 in armeno: Fio»
tine reddilus a Fr.
viriiitum. Nel 675 in ebraico J.B. de Cel-
capucino. Nel iGGi in illirico: Doclrinae
1

Christianae compendiitm.'Sei 66 1 in la- 1


leno ab. in cong. ref. s. Bernardi, Riblio-
theca magna rabbinica de scriploribus,
tino: A. Echellcnse maronita, Eulychius
et scriptis hebraicis, ordine alphabetico,
patriarcha Alexandrinus vindicalusj si-
ad J. Seldeni origines in hebraiee et latine digestis, in qua eom-
ve responsio ,

dislributa parles; in quartini \* de


plnres idenlidem interseruntur disserta-
duas
tiones, et digressiones. Nel 676 in irlan-
1

Alex, eccl.originibttsjin posteriori de o-


dese: F. Molloy ord. min. strict. pbserv.
rigine nominis Papae agitar. Quibus ac-
Francisci, Lucerna fidelium, ubi disse-
ceditCensura in hist. orientatela J. llcnr. s.

rtila' de. articulis credendis eorumque ea-


rlollingeri. Neh 66 1 in persiano: Iguat.
tholico scusa, ac renette. Nel 167 7 in ar-
A. Jesucarmel. discole, Grammaticalin-
meno: Liturgia armena. Nel 1690 in ar-
guae persicae. Praecepta tradii ope Un-
meno: C. Galanuscler. reg., Conciliatio
guae latinae. Nel 1662 in greco: Leo Al-
cecie siae Armena e ciun Romana,pars
hi-
iatila, De octava sinodo Phoiiana.Adne-
disputationis apologe- storialis. Clemente XI, come dirò, fece
xa est, Reftttalio
carat-
trasportare in questa tipografia i

tìcae J. H. Holl'mgeri de Ecclesiaeorien-


matrici e punzoni della Vatica-
talis atque occidentali^ tam in dogma- teri colle

na. Per un decreto della congregazione di


te.qttani in ritibus dissensi!, et Inventa
propaganda del 629 tutti libri impressi
Ulmensis Exercitalione<; hist. théol. de
1 i

in questa stamperia si doveano


dispensa-
Ecclesia Graecanica hodiema. Nel 662 1

frontespizio
Hottingerus re gratis, con l'iscrizione nel
in greco: Leo Allatius, /. IL
lin-
imposturae manifeste convi- in latino o italiano, e nella rispettiva
fraudis et
gua orientale: Demandato s. Congrega-
ctus. Nel 1 662 in greco: Leo Allatius, Fin-
Cyrilli de tionis gratis dispensati^. In appresso pe-
dtciae SynodiEphesinae, et s.
cominciarono a vendere le opere, a
processione Spirititi sancii ex Patte el rò si

beneficio delle missioni; come a vantag-


Edio. Nel 1662 in illirico: J. A. Jesu M."
aposto- gio delle medesime si sogliono stamparvi
carni. e\ca\c.,ExposilioSymboli
opere di altri: a'missionari però e loro
licifùumnonnuUis orationibus. Nel 1664 le

superiori, la congregazione suole conce-


in epirotico o albanese: V. R. Card. Bel-
dere gratis le opere degl' idiomi e
mate-
ap. Rudi
larroinus, Doctrina Christiana
dePelraAlbainepirolicamUnguamcon- rie di cui ponno abbisognare. Non s'im-

primevano libri in lingue straniere senza


yewd.Neli668in ebraico: J.BJona, T'erta-
la versione italiana o Ialina, e per qua-
mentimi novum, sivequaluor Evangelia,
ricino-
hebraiee reddito (bebr. lat.). Nel 1670 in lunque impressione si ìicbicdevae
a 38 STA STA
tle il decreto della congregazione o il per* ponica, anglica, scolica, irlandese, cimbri-
messo di clii vi presiede, oltre l'approva- co, albanese, ungarese, illirica, rutena ,

zinne del p. maestro del s. palazzo apo- bosniaca, polacca, boema. Lingueafricane
stolico, e di mg.r vicegerente, eccettuate 3,cioèegiziaca,coptica,coptica di dialetto
le ponenze degli alTari e cause cbe si trai- basmuiico, etiopica. Lingueamericane 3,
Inno dalla s. congregazione. Di tutte le cioè messicana, algonkina, peruviana. Gre-
opere cbe s'imprimono nella stamperia gorio XVI ancbe in morte volendo dare
se ne dà una copia gratis al cardinal pie- solenne prova del suo zelo per la propa-

lato generale, mg. r segretario, alla bi-


a gazione della fede,edi amore verso il ve-
Urbano, ed alla bi-
blioteca del collegio nerando suo istituto, lasciò a benefizio
blioteca Barberina perché Barberini fu- i delle missioni scudi 1 7,000, e gli donò la

rono tanto benemeriti della congregazio- sua particolare libreria, tranne quelle o-
J
ne, i 7 <7^;(^.)de'quali inolile sono am- pere e categorie cbe dispose per altri, ed
messi alle scuole di detto collegio. Di più ione feci la separazione d'ordine del car-
si danno gratis 5 copie al p. maestro del dinal Mattei esecutore testamentario, a-
s. palazzo, il quale una ne restituisce col nalogamente alle diebiarazioni olografe
Puldicetur, altra se ne ritiene, e le altre del Papa e di piena fiducia nella mia per*
dispensa al vicegerente, e alle biblioteche sona; laonde la biblioteca del collegio Lfr-
A atieana e Casanntense de' Predicatori, bano fu cos'i grandemente aumentata,
Gregorio XVI da cardinale fu zelantissi- contenendo i libri lasciati da Gregorio
tuo e benemerito prefetto generale della XVI anebeuna ragguardevolecollezione
congregazione e prefetto della stamperia, di opere e in più lingue, nel suo ponti lì -
etalvoltaancorapro-prefetlo dell'econo- mondo,
cato impresseli! diverse parti del
mia e pro-presidente degli spogli. Onorò Quantunque nell'infanzia di questa Famo-
disua presenza la tipografia di propagan- sa stamperia essa ebbe un solo individuo
«la, e per celebrare una delle sue visite cbe ne avesse la soprintendenza, in uno
fu in essa stampato con decorosa edizione alla direzione e amministrazione, tutla-
il libro intitolato:. Specimen characterwn volta moltiplicatigli a Sari fu d'uopo di-
Typographaei s. Consìlii christìano nomi- videre le cariche, ed altra persona desti-
ni propagando, SS. D. Nostro Gregorio nare per la cura ammini-
di dirigere e
X V IVont. Max. idem Typographaeuni strare. Per dovere perquan-
di giustizia e

ìnvisenlì oblatum, Iiomaei843, Typis s. to leggo in una statistica di propaganda


CongregationisdePropngandaFide.Con- debbo fare grandi elogi di uno di quelli
tiene i saggi de'caratteri di forme diver- che disimpegnò con intelligenza, diligen-
te esistenti in questa stamperia poliglot- za e onestà tale incarico per oltre inez-
ia, degl'idiomi dell'Asia, d'Europa, d'A- zo secolo. Questi è Francesco Uourlié re-
li ica,d'Americ,i,che enumero nel seguen- ligiosissimo e di buona famiglia origi-
te modo. Lingue asiatiche 22, cioèebrai- naria dalla Francia e trapiantatasi in
• a, rabbinica, samaritana, mandaica, cai- Roma, come apprendo dal già lodato
daica, tairanica, siriaca, arabica, persica, monsignor Fabi Montani, il quale per
indostanica, curdica, turcica, armenica, circa 63 anni funse l'esercizio della va-
iberica,brammanica, malabarica,tibeta- sta e complicala azienda, anche dopo la
uà, birmanica, tagelica, gambicensis, si- sua onorata giubilazione, avendo disto-
nica o cinese, conganica. Lingue europee dito un valore di oltre 170,000 scudi,
27, cioè greca, latina, italica, letica e d'ai- e impedito in tempo dell'invasione stra-
ti due dialetti, gallica, ispanica, canta-
i
niera di Pioma sotto Pio VII, a cui die
lirica, catalanica, lusitana, gotica, gerina- solenni prove di fedeltà e divozione, la

uica, baiava, belgica, svcdese,danese.lap- vendita al pubblico incanto della Slam-


STA SI A a3g
correttori, bravi compositori, torcolieri
noria salvando lo matricidi 2 8 linguedi ti

e altri inservienti. Neil 853 fu reBta.irata


aratleri orientali, e togliendo agli occu.
e abbellita la libre. la della stamperia, ...
patori della citta tutto il vasto magasti,
modoassaiconvemente,siccomefrequen.
nodi stampe del valore di 38,ooo scudi,
tata da forestieri e personaggi d ogni na-
morendo da giusto nel i85o,dopo aver
WOne, altri e mclus.ya.uenlc a principi e
servito la congregazione in questo «tabi-
limeoto per più di G3 anni. Le sue
be- sovrani visitano la tnW™; Q u " ta è

ncmerenze gli meritarono più decreti di fornita di 4 torchi .nglesid Abion Press
di macchina idraulica, e d. cilindro ,1 più
lode dalla congregazione, e nel .820
per

coadiutore^., successione l'egregiofiglio grande cl.e esista in Roma e oe seguenti


Leopoldo qunl ministro della tipografia, a 2 6caratte. idi tutte madri I.ngue.percm
gl'intendenti comprendono bene quanti
ed ambedue nel 82 per decreto di Pio
. 1

d'esse, e mai se ne ponno tonnare co loro relativi


VII conseguirono l'assicurazione
amministratori della ti- dialetti: caratteri orientai, hanno .loro
i
i soli direttori e
punzoni e matrici. Ecco nomee .1 1111-
pografia vita loro naturale durante. Seb-
.1

mero de'caralteri esistenti nella stampe-


bene Francesco neh 83o riportò la giù-
ria di propaganda fide. Abiss.no 1, arabo
bilazione, per la molteplicità de'lavori e
ingerenze del ministero continuò ad as- 3, barmano o bomanoi.brahmmano o
indoslai 101, bulgaro. , caldeo 3,cinese e
risiere la tipografia cui era affezionato,
1
il

virtuoso figlio Leopoldo dirigendosi coi incisoin legno,coptoo egiziano 2, ebraico


5, rabbinico 4, greco 7,
gwrguino 2, li-
consigli paterni. Questi fu perito ed esalto
lirico 6, irlandese., .tubano., latino 4»
nei disimpegno delle svariate occupazio-
differenti, malaba. .co 2, moldavo 2 per-
ni e fu tale edificante cristiano che
pie-
padre nel 1846, meritò che siano 2, polacco 3, pun.co ossia maltese
morendo al

m-r Francesco Fabi Montani compilasse i,russo3, ruteno 1, samaritano i.sanscnt-


vita di lo siriaco 6, serviano tibetano 1 te-
c pubblicasse: Brevi notizie della .
, . , ,

desco 3, turco i,zendicot. Iniziai, di verse


Leopoldo Giuliano Bourlié romano fra-
oratorio della ss. Comunione per titoli, frontespizi e manifesti 1 20 A*
lello dell'
sortituento di vignette e fregi di versi 444.
generale, Róma dalla tipografia Salviucci
,847 11 fratello Angelo avendo con soci- Mi godeed esulta in6nitainente 1 animo,
a gloria dellas. Sede e dell'alma Roma,
dilazione superiore esercitato l'uffizio di
potere forse peli. q.u solennemente
proto della stamperia, in questa gli fuso-
di
annunziare, che ora per .«luminato ze-
stimilo per ministro, che disimpegna e-
l

lo, e con commendabile e provvido


con-
gregiamente, conservando pure la carica
siglio, da'personaggi prepost, alla cura e
dì protoecontinua ad esercitarla. Posseg-
splendido incremento di si prezioso sta-
eoe composto da lui il seguente libro sui
doveridel vescovo.^/ito/imo X avena De bilimento tipografico e librario, si vanno
alacremente operando tali e tante belle
Luca antistili Adversorum officina tores
Typographaei sacri consdii e decorose utilissime disposizioni, da reo-
et librarli
dere celeremente la già famosa stampe-
Christiana nomini propagando hoc arti»
ria dipropaganda/ufe, vieppiù emme..-
suae Specimen moderatori vigilantissimo
dedicarunt. E" composto di questi 24 i- temente degna del suo celebre e bendi-
iliomi: Siro, arabo, ebraico, rabbinico, ar- centissimo istituto, con formarla a mona
meno,cofto,etiope,greco, latino, italiano, secondadi quelle esislent. egranchose dei-
altre nazioni. Perciò, aumentandosi o-
fra ncese.spagnuolo, portoghese, tedesco, le

belgico,svedese,danese,svizzero,inglese, gni genere di caratteri e precipuamente


poliglotti di macchine e altro, pel suo
irlandese, sia vone, russo, polacco e groen- ,

landese. Nella tipografia vi sono pure dot-


mirabile complesso sarà costituita vera-
a4o S T V S T X
mente incomparabile. Inolile ivi si pub. Relazione delC Ospizio apostolico t
colla
blicheranno opero ili tanto pregio e uti- Roma nella stamperia dell'ospizio aposto-
die faranno stupire il inondo lette-
lità, lico i83?., p. 4 e 7 che Leone XII a
1 i ,

rario. E per non ilire altro, vi si riunirà mezzo di mg. r Mai, poi amplissimo car-
pure un immenso deposito di opere cat- dinale e prefetto della congregazione del-
toliche d'ogni pnu-te e idioma, e con van- la correzione de'librì della chiesa orienta-
taggiose agevolezze. le, fece venire in Roma il Valnnia, eccel-
Gregorio XV aggiunse alla biblioteca lente fonditore di caratteri italiani, Ialini
Vaticana quella Heideìberga (in fine
d' e orientali, che fece buoni allievi per la
del quale articolo, ove ne tratto, per er- fusione de' caratteri. Che l'affitto della
rore tipografico, Theiner fu stampato col stamperia, cioè locali, caratteri e priva-

G),di cui Pio VII donò al redi baviera tiva di libri scolastici rendeva annui scu-
i libri tedeschi che particolarmente ri- di 5 7o, oltre l'istruzione degli alunni nel-
guardavano le cose di Germania. Il suc- le arti di compositore e torcoliere. Nel

cessore Urbano Vili fa benefico colla bi- pontificato di Clemente XI nella tipogra-
blioteca^» di lui ho le Regulae ordinatio- fìa di Gio. Francesco Chracas, stampa-
ìtes et conslitntioncs Cancelleriae aposlo> tore [Messo s. Marco al Corso, s'incomin-
licae, Rotnne ex Typographia Re». Cu- ciò nel i
7 i G a stampare il Diario di Ro-
merne a posto! iene if)?. 3. Opuscolo che ho ma (fy .), e le Notìzie di Roma (P.) o al-
voluto ricordare in prova, che la stampe- manacco. Ne ottenne co'successorida'Pa-
ria camerale proseguiva con tale deno- che riportala tali ar-
pi quelle privative
minazione. A lessandroA II aggiunse a det- ticoli, e ne riparlai a Notizie del giorno
ta biblioteca, oltre altri pregievoli libri, di Roma, che pure stampò quella tipo-
anche quella de'mss. de'duchi di Urbi- grafia. Nell'articolo Pio IX notai la ces-
rio (/ ".); ed Alessandro Vili le donò con sazione della privativa, quali giornali fu-
alcuni suoi mss., quella della dotta Cri- rono sostituiti al Diario e alle Notizie del
slina regina di Svezia (P-)- All' Archivio giorno, e. dell'attuale Giornale, di Roma t

delle bolle e brevi, delle scritture came- che per con lo del governo si stampava dal-
rali e di altre materie, aggiunse quello la fornitissima tipografia Salviucci, posta
della segreteria di stato, co' carteggi dei sulla piazza de'ss. XII Apostoli nell'edi-
nunzi, de' vescovi e de' presidi de' do- flzio da' Colonna. Di tutto rifeci memo-
mimi papali. Nell'articolo Ospizio apo- ria nel voi. LV11I, p.102. Dal i.° luglio
stolico di s. Michele a Ripa, lo descrissi 1 854 il Giornale di Roma si stampa e
vastissimo e meraviglioso stabilimento di distribuisce nella stessa stamperia came-
Roma, insigne opera di cristiana pietà, ed rale. Clemente XI, al modo che celebrai
asilo delle arti liberali e meccaniche; par- a Riblioteca Vaticana, da lui restau-
lai di sua origine dopo la seconda metà rata nelle pitture e ornati, l'arricchì di
delsecoloXVlIeincrementoruassirne per mss. ebraici, siriaci, samaritani, arabi,
opera d'Innocenzo XII, di sue officine dì persiani, turchi, egiziani, etiopici, arme-
arti e mestieri compresi quelli di stam- ni, iberici e malabarici; ed inoltre vi col-

patore, legatore di libri, e fonditore di ca- locò i libri greci, già appartenuti alla bi-
ratteri. Che da lungo tempo l'ospizio go- blioteca di Pio 11 e a'tealioi; e vari co-
de il stampare e
privilegio esclusivo di dici derivali dal famoso viaggiatore del-
vendere libri scolastici, che servono al-
i la Valle, ed a lui donali dal marchese Ot-
l'uso delle inferiori Scuole dì Roma e di tavio del bufalo della Valle. Con tali o-
toltolo slato pontificio, comprese le Ho- pere fu pubblicata co'tipi di propaganda
raeDiurnac Breviarii Romani, per pro- fide l'importantissima BibliolhecaOrien-
roga di Gregorio XVI. Qui aggiungerò talis. Clemente XI stabilì che di tutti i
STA STA ^4f
libri stampati in Uoma, min copia si de- no e si fa spaccio di stampe intagliate in
positasse nella biblioteca Vaticana. Es- rame. Deriva da due vocaboli greci, che
sendo rimasti nella biblioteca e stampe- significano intagliare incidere. Caco-
ria Vaticana caratteri anche esotici. Cle-
i grafia fu pure detto l'artifizio del niella-
mente \l li fece trasportare in quella di re, donileincominciò l'incisione in rame.
propaganda. Quanto all'opera: S. E- In lloma fiorirono celebri incisori, e cal-
pkraem syrì y opera omnia quae exiani cografi die pure diconsi gli stampatori
eraaXySyi tace , latine, ad mss. Codices delle incisioni, e si potino vedere,oltre gli

f'aticanos aliosque castigala, tniillis an- autori citati a Scultura: Armano, Ca-
cia, eie, Romae 73a,Typograpbia Va-
1
talogo della collezione dì stampe dì Mar-
ticana,apud Jo.M. 'Enrico Salvioni; deve e Antonio Raimondi, Firenze 1 83o. Fer-
sapersi cbeilSalvioni dalla biblioteca Va- rano, Le. classiche stampe dalcomincia-
ticana ebbe ii titolo di tipografo Vatica- mento della calcografìa fino al presente,
no, perché a di lei conio fu fatta quella compresi gli artisti viventi, Milano 836. 1

edizione, e dipoi continnòegli ed i fratelli Possedeva Roma una ricchissima raccol-


ad osarne il titolo, ebe leggo in opere che ta di rami principalmente riguardanti
,

possiedo. ClcmenleX.II ampliò la bibliole- le sue celebri antichità, e posteriori edili-


ca,esotto di lui l'appalto della stamperia zi monumenti, ebe copiosamente ricor-
e
camerale rendeva all'erario papale pel fit- dai nel descrivere leune e gli altri; quan-
to annui scudi 9,^20, come allenila l'au- do Benedetto XIV, d'animo grande, con-
toredel Testamento politico , stampato in cepì l'idea di formare una calcografia per
Colonia nel 1 733,propos. 29. p. r 7. Bene- contodella camera apostolica, diretta pu-
detto XI V riunì alla biblioteca Vaticana re a incoraggiare gl'incisori con commet-
quella del cardinal Oltoboni, per cui vi tere loro lavorazioni, come d'allora in poi
furono compresi libri stampati ed 100
i i praticarono') suoi successori, con immen-
codici cbelozioAlessandro VI II, tolti dal- so utile dell'arte, onde la calcografia ca-
la libreria della regina di Svezia, le avea merale contiene un tesoro di raccolte in-

donatevi formò il museo cristiano,e vi col- cise, di classici lavori. A tale effetto Be-
locò la celebre collezione de'medaglioni e nedetto XIV acquistò per la camera apo*
medaglie del museo già del Palazzo Car- slolica larinomata calcografia di Dinse-
pegna(P".).Ne\ suo pontificato ebbe prin- nicode Rossi, che l'avea ereditata da Cio-
cipio la rinomatissima e doviziosa Cal- vanni Jacobis, ed esisteva presso la chie-
cografìa Camerale. A Scultura trattai sa di s. Maria della Pace,ove pure era una
dell'arte dell'incisione,^' sua origine pro- stamperia dicaratleri, come lo rilevo dal-
venuta dalla niellatura , da cui derivò l'opera che possiedo: AgoslinoMatteucci,
quella de' caratteri in metallo o almeno li Offìcialis Curiae Ecclesiasticae ad pra-
perfezionò, e de'piìi celebri incisori. Chia- xim prò foro ecclesiastico , tutti saecu-
masi calcografo l'intagliatore in rame, e lari, tum regulariutìlìlcraplalus,W.omae
si dice pure generalmente di tutti gl'in- 1 70C), novissimi typis Nicolai de Martha,
tagliatori in metallo. Morcelli chiama l'in- prope Templum s. Mariae Pacis. Ho ve-
cisore in i\\\ne:Scnlplor linear is aere cae- duto impresse in tale calcografìa stampe
landò. Calcografia dicesi l'arte d'intaglia- in rame e ritratti di cardinali, che presen-
re in rame o in altro metallo. Il Sai uelli temente suole incidere la calcografia ca-

osservagliela stampa ancora fu dettaac- merale, come notai nel voi. LX, p. 222,
lecalcographica, pei che scrive premen- dicendo che la calcografia camerale pos-
do, exensoria vel impressoria. La voce siede una copiosaserie di ritratti de car-
calcografia fu trasportata anche alle of- dinali, incominciando da quelli creati da
ficine ove s'intagliano, e ove s'imprimo- Paolo V, fino a'uostri giorni, non per al-

vor.. i.xix. iG
7

a4a STA STA


tro completa. Poco prima della cessione una pia adunanza,a cuiassociarsi median-
della calcografia di de Bossi alla camera te una piccola settimanale contribuzio-
apostolica, ho letto inciso a pie de'rami ne, ed aver quindi come una cassa di de-
questa iscrizione: Romite ex Calcogra- posito,che iu tali casi e contingenze po-
phia Dominici de Rubeis ad leniplum s. tesse reciprocamente provvederli, ed an-
fl/anae de Pace,ctwt privilegio situi. Pont. che per suffragare quelli che tra loro mo-
Poi la calcografia camerale fu trasferita rissero. Ne compilarono lo statuto, con
nella via di Piedi Marmo, ed in alcuni ra- questo titolo: Regole ossìeno capitoli del-
mi ivi impressi ho letto: Romite ex Cai- la congregazione nuovamente eretta dal-
cographia R. C. A. apud Pedem Mar- ligiovani compositori della stamperia
morenini 7 58. Tra le stampe delle roma- camerale, nominata della Cristiana Pie-
ne calcografìe ho pure il Mercurio geo- tà, l'annoi 743. Chiamarono il capo Re-
grafico e guida per (ulte le parli del mon- golatore, e stabilirono il depositario, l'e-

do. Dalle stampe della calcografia came- sattore, due revisori, due infermieri, un
rale a Piedi mai ino, Roma iy4' in fo- segretario. Ne avanzò la pia unione istan*
glio con carte geografiche. Traslocata la za al Papa, il quale la rimise al vicege-
a
calcografia a Monte Citorio, prese questa rente Ferdinando M. de Rossi romano
denominazione: Romae ex Calcogra pitia patriarca di Costantinopoli, per l'esame
K. C. A. apud Curia m Innocenlianain. dello statuto^ fattane relazione favorevo-
Situata nell'edilìzio del Monte di Pietà, le a'2marzo 754, ne riportarono ampia
1

lesuestainped'allora in poi haiinoquesta approvazioue da Benedetto XIV, che si


Romae ex Calcographia
data: R. C. A. degnò chiamar lo statuto, Saldissimo vin-
Come Gregorio XVI le eresse apposito colo di cristiana pela. Quindi per le fa-
edilizio accanto alla stamperia camerale, coltà compartite al medesimo prelato ,

lo dirò riparlando di pon-


lui. iNellostesso questi a' 12 di detto mese fece il decreto
tificalo di Benedetto XI V, e in onore del- diconferma, e d'allora iu poi la pia unio-
la B. Vergine, ehhe origine la Pia adu- ne riguarda il Vicegerenle di Roma per
nanza sotto il titolo di Consolatrice de- suo piotellore e superiore, oltre il cardi-
gli afflitti, esistente nella tipografia ca- nal Vicario di Roma. Istituita dunque la
merale. In un opuscolelto con tale tito- pia adunanza de'compositori della stam-
lo, ed estratto dal giornale Tiberino leg- peria camerale, sotto l'invocazione e pa-
go, iu uno ad altre memorie legali. Che trociniodellaB. VergineConsolatrice de-
fin da'20 giugno 743, cioè circa un se-
1 ne inalberarono l'immagine e
gli afflitti,

colo innanzi che venisse attivata in Ro- venerarono come loro valido sostegno.La
ma la heuefica istituzione della Cassa di pia unione si mantenne ne'suoi proponi-
risparmio, sviluppò privatamente nelle menti, finché credè conveniente nella
officine della stamperia camerale il ger- congregazione generale dei 27 ottobre
me d'un'ottima istituzione di previden- 1841 di riformare l'antico statuto, rego-
za, ispirata dal vincolo di reciproca ca- le e capitoli, e successivi decreti formati
lila, che la rese pregevole ed esemplare. dalla congregazione, ed a tale efletto per
Considerando i compositori della stam- l'esecuzione ecompilazione di nuovi sta-
peria caoierale,quanto fosse utile non me- tuti deputarono 4 individui de'più ido-
no che necessario pel loro ben essere e per nei. Avendo questi corrisposto all'inca-
quello eziandioclelle loro famiglie,di por- rico, lessero i nuovi statuti da loro for-
le in serbo qualche moneta, onde in ca- mati nella congregazione generale de' 1
so di malattia, d'inabilitamenlo al lavo- maggio 842, ed approvati dalla maggio-
1

ro e di altre disgrazie potessero trarne ranza, mg. 1 Giuseppe Canali arcivescovo


qualche soccorso, divisarono d' istituire di Colossi e vicegerenle, con suo decreto
S T A S T A >.
j
;

de'ag luglio 1
84 3 li confermò e promul- il regolatore, i due sindaci come i consi-

gò, perchè avessero forza ili legge. Ilcou- glieri, gl'infermieri li nomina il regolato-
giglioquindi della pia unione della Cri- re, e l'esattore si deputa nella forma che
sliana pitta si compose del Regolatore, si tiene pel segretario. Prima dello scio-
di parecchi consiglieri, del depositai io, del glimento della privativa della stamperia
segretario, di due Mudaci, di 1 2 infermie- camerale, di cui parlerò a suo luogo, gl'in-
ri e dell'esattore, tutti esercitando l'uflì- dividuicomponeutila pia unionede'com-
zio gratuitamente. Verso la bue d'ogni positori della medesima, si riunivano in
anno si tiene la congregazioue generale, congregazione due volte l'anno nell'istes-
si rinnovano gl'incarichi per l'ammini- so stabilimento, ed ascoltavano la messa
strazione, si presenta il rendiconto, e da- e si esercitavano in alcune pratiche cri-
gli eletti sindaci dopo conveniente esame stiane nella cappella allora esistente nel*
si riporta l'approvazioue. I compositori 1' attuale edilìzio della tipografia. Dopo
r
che ne fanno parte, depositano all'esat- che fu tolta, mg. Canali vicegerente de-
tore bai. sette per settimana. I sussidii che stinò loro di adunarsi in congregazioue
traggonsi dal cumulo cassa di questi de- generale nel maggio e uel novembre, a
positi, si danno secondo il prescriltodagli tenore del prescritto dagli statuti, e per
statuti quando il hisogno li richiede, ed qualche esercizio di pietà, nell'oratorio di

a seconda delle circostanze che implorino s. Felice da Cantaliee, incontro quasi al-
uno straordinario provvedimento. Pei la chiesa di s. Isidoro, dopoché il soda-
inalati il sussidio ordinario è di 3 paoli al lizio del ss. Crocefisso fu trasferito nella
giorno, pe'convalesceati 2, e anche bai. chiesa di s. Nicola de'Perfetti de'religiosi
i5 secondo l'iufermità, ricevendo quelli Predicatori. Però l'oratorio di s. Felice
di grave male il particolare sussidio di è del sodalizio che sotto i suoi auspicii e
paoli 2 1. Ai cronici o inabili al lavoro si nome si formò dal santo,per visitare gl'in-
concede la giubilazione di bai. ro al gior- fermi negli spedali e far loro opere di mi-
no, e se sono essi più di 3 agli altri bai. sericordia: Leone XII lo dichiarò confra-
5, alla vacanza ricevendo il doppio. In ternita con sacco. Tale è la pia unionedei
caso di morte si porge alla famiglia del- compositori della stamperia camerale, e
l'ascritto il soccorso di scudi io per sop- sarebbe assai vantaggioso che altri ope-
perire alle spese del funerale pel defun- rai ne seguissero l'esempio, formandone
to, e fanno celebrare dalla pia uuione
si de'loroceti pel vicendevoleaiuto ne'tetn-
3 messe in suo suffragio. Il regolatore si pi più bisognosi, quali sono l'infermità e
elegge ogni triennio a maggioranza di vo- l'inabilità della persona; tanto pitiche al
ti, cioè si sceglie da'3 individui proposti, presentesi procura riattivare l'antiche U-
uno dal precedente regolatore, l'altro dai niversità artistiche (F.), che in tanta co-
due consiglieri, il 3.° dal segretario e sin- pia fiorirono in Roma, con segnalati u-
daci: il regolatore dopo il triennio può es- tili morali e religiosi. Siccome la pia u-
sere confermato dalla congregazione ge- nionede'compositori depositò suoi fondi i

nerale; nella sua assenza o impotenza il nella cassa di risparmio, cosi ne fece pa-
consigliere più anziano ne fa le veci. Il re- rola il cardinal Mbrichini, Degl'istituti di
golatore eletto nomina 4soggetti, due dei pubblica carità, t. 2, p. 1 63. Non debbo
quali si scelgono per consiglieri dalla con- per ultimo tacere, che la pia unione ebbe
gregazione, come i seguenti altri officia- per presidente onorario l'appai tote o di-
li: i regolatori terminalo l'esercizio della rettore prò tempore della stessa stampe-
carica rimangono consiglieri perpetui. Il ria, cioè quando fu sotto l'amminisli azio-
segretario si elegge tra i due designati dal ne camerale ; il quale spontaneamente
regolatore. 11 depositario si elegge come contribuiva alla pia uuioue annui scudi
?.
\\ STA 6 T A
3fi, i quali colla nuova sistemazione, per camerlengo di s. Chiesa, morto nel 1 .T84
non esservi più l'appaltatore, sono paga- e sepolto in s. Maria in Trivio. Sull'ar-

ti dal governo a mezzo del dehilopuhUi- chitrave della porta principale deh .° pia-
co.Leggo nel n.°8()io del Diaro di /to- no, ne ho letto scolpito il nome e la di-

rna del yr 4> c ie m v ii'lì' ( h particolare


i ' gnità : Alo. Cardin. Cornelms Canteri,
chirografo di Clemente XI V, a'26 ago- Poi l'acquistò la famosa cognata d'Inno-

sto si stipulò T istromento dell' appalto cenzo X, Olimpia Maidalchini, e restò


d.

della stamperia camerale per e) anni, da in proprietà del Mio figlio Pamphilj (F.) 3
principiare il 1. "novembre 775, 1 a favo- onde con questo nome il Bernardini, od*
le di Giuseppe padre e Luigi Lazzarini fi- la Descrizione de' Rioni di'/ior/)rz,chiamò
glio, con l'annua risposta di scudi 19,000, nel 1744 '' palazzo, che ora dicesi della
e il 3.° degli utili in vantaggio della R. C. tipografia camerale, pagando la camera
Apostolica. Forse dipoi minorò la corri- apostolica al principe proprietario Doria
sposta, asserendo il contemporaneo No- Pamphilj annua corrisposta stabile. In
vaes, che la stamperia camerale si aflit- memoria della stamperia camerale, qui vi
lava per scudi 1 6,000 annui. Il locale del- opportunamente slabilita,qual luogocen-
la stamperia camerale, a motivo de' di- trale di Pioma e ampio, fu collocata mar-
versi appallatoli che l'amministrarono, morea iscrizione nel 1. "ripiano delle sca-
soggiacque a variazioni di luoghi, e per le, che copiai di questo tenore. »Pius VI

ultimo erasi stabilita nel rione Trevi in P. M. — Typographeum Fisci Apostolici


via delle Mulatte (nome che prese da Gia- — Ab — Ad hai
incerti* vag.sq. sedibus
como Mulatto fondatore della chiesa di peipetuoretinemlas — Somma providen-
S.Giacomo e monastero non più esistente —
tia —A
Transferri jussit 777 Bep.Sal.i
di francescane, alle quali s. Pio V riunì — — Curante —
Pontific. suillll Guillel-
le monache di s. Elisabeltadefornari, co- mo —
Card. Pallotta Pro-Praef. Aerarii
me trovo in Panciroli, Tesori nascosti di A postolici". Dietro a questo palazzo vi pas-
Roma, p. 3o6 e 32 1), n.° 42 > c| °è nella sa l'acquedotto dell'Acqua Vergine, e di-
parte posteiioredeH'edifizioopalazzo(co- ce Fea nell'indice della Storia delle ac-
me lo chiama Bernardini nella Descri- que, che il palazzo fu proprietà di d. O-
zione de Rioni di Roma) contiguo al Pa- limpia Aldobrandini che sposò in secon-
lazzoSciarra Colonna (/".), e di proprie- de nozze d. Camillo Pamphilj figlio di
tà della stessa principesca famiglia di tal d. Olimpia Maidalchini; ed a p.12, che
cognome: il suo ingressoera quasi incon- fu di quest' ultima, la quale veramente
tro al palazzo detto de' Sabiui, già ospi- n' era la proprietaria, e non altrimenti.

zìo de Cisterciensi(f\) lombardi di s. Cro- Pio VI abbellì la biblioteca Vaticana,


ce in Gerusalemme, che per esservi poi e riunì in una stanza papiri, e da Avi- i

stabilita l'accademia e il Sa-


collegio di gitone fece trasportare il restante dell'ar-
bina (F.) gli restò tal nome. Però non chivio della santa Sede, che pose nel pro-
l'avea quando dirimpetto eravi la stam- pinquo. Neil' invasione de' repubblicani
peria camerale, alla quale Pio VI volen- francesi, la Biblioteca e l'Archivio Prati-
do concedere stabile e decorosa stanza, cano patirono gravissimi danni; quanto
la trasferì nel 1
777 oveattualmentesi tro- poi si potè ricuperare, insieme a diverse
va,cioè nel detto rione Tre vi, nella via
che matrici dei caratteri della stamperia di
da essa prese il nomeà\Slainperia,ne\Pa- propaganda, lo notai in tali articoli e a
lazzo della Tipografia Cainerale,a\i\aa- Piuma, nel pontificalo di Pio VII che ag-
le articolo dissi che 1' edificò il cardinal giunse nuovi ornamenti alla biblioteca e
Luigi Cornaro veneto, pronipote della e l'accrebbe. Nel Bull. Rom. cont. 1. 1 5,p.
regina di Cipro Caterina, ueli 070 latto 328,trovo il breve Exponi nobis }
co\ qua-
-

STA S T A i j 5

le Pio VII concesse al detto av. Girlo Fea giormente da Gregorio XVI; e die nel-
la privativa d'uà sessennio, di fare impri- lo stabilimento vi fu con ullre arti isti-
mere nello stalo panale O altrove, a ven- tuita la tipografia. L'edifìzio della stam-
dece la tua Descrizione dell' invenzione peria camerale ha contiguo quello ove e-
del corpo di s. Francesco d'Ali SÌ e basi- siste l'archivio della medesima, nel qua-
lica clic lo contiene. •* Inhibentes propte- le si conserva con ordine la colle/ione de-
rea utriusque sexus christifidelibus,prae* gli atti pubblici, le leggi e ogni altra di-
sertim librorura irapressoribus,et biblio- sposizione governativa, come pure tutte
polis, subquiugeutoruinducatorum ami le scritture e allegazioni delle cause che
de camera, et amissionis librormn et ty- si agitarono innanzi a'tribunali di Roma
pormn, pio una camerae nostrae aposto- finché fu sciolta la privativa di esse. Ivi
licae, pio alia eidem Carolo, ac prò re- sivendono tali stampe per conto della ca-
liqua extertiis partibus accusatori, et ju- mera apostolica: è presieduto dall'ispet-
dici exequenli irremisibiliter applica tuia, tore soprintendente Filippo Maldura, e
eoque ipso ahsque ulla declaratioue in- servito da appositi impiegati. Prima era
cili reiulis poenis, ne, dicto sess<nnio du- tal vendila a vantaggio degli appallatoti
rante, praedirlmn opus, quameuinque, della stamperia camerale, ed incominciò
aut aliquam ejus parlem subquocuinque ad esserlo del governo nell'ottobre 1826,
praetextu, sive mutationi tituli, si ve cor- quandocessòl'appaltatoreVincenzo Pog-
rectionis, iiuitationis, aut variationisme- gioli, il quale pagava di corrisposta alla

tbodi,tatu italico, quain alioquocmnque camera scudi 5,ooo. Leone XI Ijd'animo


1

idiomate typis edere sine hujusmodi li- grande, essendosi proposto di proteggere
ceutia imprimere, autab a liis impressimi e animare con saggi e sempre più eflica-
vendere quoquo modo audeant vel prae- ci provvedimenti la coltura delle scienze,
sumanl". Ilo voluto riportare il testo del- delle leltere e delle arti, e dolente che al
la concessione, onde farne paragonecolle maggior loro incremento e tutela si op-
precedenti e di sopra narrale. Conside- ponesse la riprovevole avidità di coloro,
rando Pio VII che tulli i lavoranti nel- che si facevano lecito d'appropriarsi il

la stamperia camerale erano affaticatissi- frutto degli altrui studi e fatiche, aderì
mi, accordò loro la pensione mensile di alle istanze del cardinal Gallelli camer-
scudi 3 per ciascuno a vita naturale du- lengo di s. Chiesa, e con suo editto de'>.3
rante^ così a'Ioro successori. Questa be settembre 826 fece promulgare. Che
1

nelìcenza cessò pe' iniovi operai quando chiunque nello stato pontificio pubbli-
fu tolta la privativa della stamperia ca- cherà per istampa o incisione di qualsivo-
merale nelle stampe legali. Gli appalta- glia m auiera opere di scienze,lettere e arte
tori della slaniperia a veano pure la stam- qualunque, di cui sia egli autore, avesse
pa de pagherò pel giuoco de' Lollii^V!), durante sua vitanaturaleil diriltod'asso-
laoude solevano proporre all' aminoli Iuta proprietà. Che godrà dello stesso di-
siratorede'lotti l'ammissione a talestam» ritto di assoluta proprietà chiunque pub-
pa o impresa, gli stampatori e soprannu- blicherà opere d'autori estinti tratte da
meri, fra i quali nella più parte giusta- cnss.non mai stampati. Similmente chiun-
mente preferivano que'stessi della stam- que pubblicherà opere già stampate in-
peria camerale. Anche questo vantaggio cise d'autori estinti e non godenti del dirit-
pegli stampatori camerali terminò collo to di proprietà, con giunte o correzioni o
scioglimeulo dell'appallo e privativa. Ad amiotazioni,acquisterà lostesso diritte di
Osimziodis. Maria df.gli Angeli narrai proprietà quanto alle giunte, correzioni
la sua origine sotto Pio VII, l'incremen- e annotazioni adesse fatte. Tale diritto
to operatovi da Leone XII, e vieojtuag- d'assoluta proprietà si accordò dopo la
,

46 STA STA
molte degli autori a'ioro eredi per i Jan- tuanis. Nel 1825, Catalogo de'papiri e-
ni, previa cessione in iscritto. Per otte- gizi della biblioteca Vaticana: Scripto-
nere il diritto di proprietà occorre la li- rum veterani nova collectio e Valicanis
cenza di stampare o incidere e pubblicar codicibus.Neì 182 7, iW. EpiscoporumNi-
l'opera dalle podestà ecclesiastiche e po- ceta et Paiilini scripta,ex Vaueanisco-
litiche a norma delle leggi, e presentan- dicibus.He] 828 ,Classieontm anctoruni
1

do al camerlengato il consueto numero e V alicanis codicibus. INel 833 promos- 1

d' esemplari soliti darsi nelle privative. so da Gregorio XVI a segretario di pro-
Quindi fu vietato ad altri lo stampare e paganda, nella sua stamperia e come a-
incidere e pubblicare opere mss. uè an- vea fatto prima, impresse le altre sue o-
cora stampate d'autori viventi, o d'auto- pere. Le ultime stampate nella tipogra-
ri dopo la cui morte non sono ancora pas- fia Vaticana e colla sua data, sono le due
sati 12 anni, quali abbiano
i in iscritto tra- seguenti del cardinal Lambrnschini bi-
smesso a'Ioro eredi il diritto di proprie- bliotecario di s. Chiesa, che ricordai nel
tà, senza permesso legale degli autori o voi. XXIII, p.i8q. Regole pel seminario
eredi rispettivi; altrimenti sai ebbero pu- abbaziale. di Farfa, nel 835: Regole di 1

niti col A seconda di


disposto dall'editto. civiltà e buone creanze ad uso del semi-
questo, tuttora nel foglio ufficiale di Ro- nario Farfense, ne\iS3j. Nella stampe-
ma si pubblica(ora dal ministero del com- ria Vaticana, oltre i caratteri italiani, e-
mercio, belle arti, industria, agricoltura sistono i Ialini in tondo e corsivo, cioè
e lavori pubblici, e prima dal camerlen- latino sopraflìno, sii vio , testo, filosofia,
gato), la dichiarazione di proprietà fatta garamone, gagliardina , testino, lettere
dall'autore, di opere di scienze, lettere e d'impronto e spazioni; greci ossia nessi
arti, cui si è accordato il diritto di pro- greco-silvio e greco-testo; ebraici ossia
prietà a forma della notificazione o edit- ebraico-monpariglia , ed ebraico-sopra-
tode'a3 settembre 182(1. Leone XII e- silvio: mesbgotico-cicero, e mesogotico-
mano varie disposizioni sulla stamperia gagliarda. Gregorio XVI concesseal pro-
camerale; Vaticana unì
alla biblioteca pinquo studio del Alitsaico (F.), che ne
quella diCicognara,celebre collezione per abbisognava una delle due sale della
,

l'arte e per l'antiquaria, evi ristabilì nel- stamperia, le cui finestre corrispondono
l'antico locale di Sisto V la Stamperìa a quel cortile formato da Fio VII quan-
t'attraila, provvedendola di tutto l'oc- do restrinse il giardino della Pigna. Gre-
corrente, eziandio con matrici, punzoni gorio XVI curò l'ingrandimento della bi-
e caratteri anche due torchi di
esotici, e blioteca Vaticana, ri unendo vi nuovamen-
legno, colla spesa di 18,000 scudi come te l'appartamento d'Alessandro VI Bor»
dicesi. In memoria, in una delle due vaste gia,onde le derivò doppio ingresso, for-

sale della tipografia vi fu posta questa mò lanuova biblioteca de'libri stampa-


marmorea iscrizione: Typographia Va- li, continuando l'incremento del museo
ticana — A Leone XII P. flJ. — Restitela sagro, e vi aggiunse preziosi doni e ra-
— Ponti/i catus Anno II 182 5. Vi fu- — rissimi codici orientali. Nella Raccolta
rono stampate di verse opere, massime da delle leggi e disposizioni di GregorioXVI,
mg.r Angelo Mai,allora dottissimo ."cu- t vi sono i seguenti atti. Nel t. 8, p. r 7 r

stode della biblioteca Vaticana, poi car- le stampe-


istruzioni per l'ispettore della
dinale^ nel 853 bibliotecario di s. Chie-
1 ria camerale Filippo Riabitua nominato
sa (laonde con lui compio la seriede'Z?/- in seguito del capitolato d'appalto de'26
bliolecari, che a quell'articolo riportai). marzo 83j, con ingerenza sugli stampa-
1

Conosco le seguenti sue opere, e alcune tori delle stampe legali, amministrativi,
posseggo,colladatadi liomae TypisFa- e della stamperia segretari vigilanza sul-
ST A S T A 24 r
1 1 esecuzione d'alcuni orticoli del capito* riguardanti l'archivio della stamperia ca-
iato, e degli esemplari da dorsi dall'ap- merale, de'4 febbraio 836; sua custodia 1

paltatore per l'archivio, il quale in tale col mezzo di due chiavi contraddittorie
anno fu separato dalla stamperia camera- affidate al sotto-archivista e al ministro
Jee dall'appaltatore, e devolutoal gover- controllo degl'incassi dell'archivio; nu-
no. A p. 128 vi è l'obbligo degli ammi- mero degl'impiegati, orario del servigio,
nistratori camerali, di far uso di libri bol- regole della consegna delle stampe d'ar-
lettari soltanto impressi nella stamperia chivio a'dicasteri camerali, e divieto di
camerale. A p. 33y la notificazione dei vendere articoli de'quali rimanga un so-
2 1 gennaio 834 del pro tesoriere
1 sui bol- lo esemplare nell'archivio, onde ristam-

li delle stampe di difese, in compenso e parlo. Neil. 1


8, p. i,notilìcazione del pro-
indennità dell'abolizione della privativa tesoriere de'2 gennaio 1840, sulle prov-
sulle stampe legali nelle provincie, a'ti- videnze riguardanti il buon servizio del-
pogralì delle quali fu permesso di stam- la stamperia. Nel t. 2i,p. 27, la notifi-

pare liberamente le scritture legali e soni- cazione del pro tesoriere de'28 febbraio
marii, non ostante il diritto privativo at- i843, e pubblicazione de' palli e delle
tribuito da' Papi alla camera apostolica; condizioni con cui fu stipulato l'appalto
perciò fu dichiarata la limitazione della con privativa della stamperia in Roma e
privativa della stamperia camerale a Ro- sua Comarca, escluso l'archivio, a favore
ma e sua Comarca, a tenore degli arti- di Giuseppe e FrancescoSalviucci per uà
coli compresi nella costituzione di Sisto novennio; quali stampe sieuosoggetteal-
V, e specificati Dell' editto del cardinal l'appalto, quali escluse, pene a'contrav-
camerlengo del 8 4>niuno potendo pri- 1 1 ventori, di quali stampe è proibita la
ma imprimere nelle provincie le stampe soia 1 tizi one; creazione dell'ispettore e suo
amministrative e governative. Nel t. aggiunto, per ricevere le ordinazioni go-
g,
p.66, le disposizioni del cardinal camer- vernative e de' dicasteri, e per vegliare
lengo riguardanti la privati va della stam- al regolare andamento della stamperia;

peria camerale accorda taaGiuseppe Gio- ilei prezzo delle stampe vendibili, dell'in-

venale per un novennio; oggetti di stam- giunzione perchè l'edizioni sieno corret-
pa compresi nella privativa; divieto de- te; pene per l'appaltatore che ricusasse
cennale di ristampare cose uscite in luce di ricevere in tempo congruo l'originale
co' tipi di questa stamperia; divieto di ri- ond'essere stampato: come debbono es-
tenere o vendere ristampe estere di arti- sere stampale le scritture della congrega-
coli compresi nella privativa della stam- zione di s. Ivo.
peria; penali a carico de'contravvenlori; Nel voi. LI, p. 6, raccontai come Gre-
ingiunzione a ogni omministrazioneo di- gorioXVIcontiguo all'edilizio del la stam-
castero di Roma e Comarca di prevalersi peria camerale, e alla sontuosa Fonta-
della stamperia; divieto all' appaltatore na di Trevi, ne eresse da'fondamenti al-
di smerciare articoli appartenenti all'ar- tro apposito per l'archivio di sue stampe,
dii vio della stamperia; prezzodelle stam- e per la celebre calcografia camerale, cou
pe legali; discipline sul permessodi stam- iscrizioni di ambedue gli stabilimenti, con
pare le scritture legali in oltre stamperie abitazione pel direttore, ch'è il celebre in-
in caso di soverchio affollamento nella cisore prof. Paolo cav. Mercuri, e pel rin-
stamperia camerale; prezzodelle stampe contro, sovrastando l'edilìzio lo stemma
nelle cause dc'santi e uelle cause fiscali. suo prospettoesterno è de-
pontificio. Nel
A p. 3o2 discipline intorno le stampedel- coroso, conveniente e bene spartito l'in-
le scritture legali. Nel 1. 1 3, p. 1 5, rego- terno, ove uel pianterreno vi sono l' of-
lamento e disposizioni del pro-tesoriere ficina per lo spaccio delle carte e stampe,
2,|8 STA S T A
il laboratorio pe'torchi, ed i magazzini; i. Anlicliìtìi e niontirncnti esistenti iuPiO*

nelle parti superiori la galleria per gli o- ma, Albano, Castel Gandollò, Ti voli eCo*
riginali disegni e incisioni in cornice, e ri; Benevento, Capue,Lngodi Fucino, Po»

dentroscalfali, oltre l'archivio egualmen- silipo, Pesto, Pompei e Ereolano, co'co-


teco'suoi scaffali; indi si ascende alle det- stumi civili, militari e religiosi, oltre al-

le abitazioni. In tulteledecorazioni si ve- tro e trovato nelle ultime due eillà. 2. Ar-
de buonostile e sobrietà di ornati, un fon- chitclture, ornamenti, statue greche, ro-
teabbellendoil cortile, rimpelloall'atrio. mane, egizie, e palazzo di SanSouci. 3.
Gregorio XVI,amatoree prolettore del- Vedute di Roma e dintorni, e della piaz-
le arti e degli artisti, aumentò con mol- sa di Padova. 4- Piltureitaliane, delle sa-
le incisioni, e diverse classiche, la rara e le Borgia, della villa Lanle, del gabincl-
copiosa collezione della celebrecalcogra- lo di Giulio 11, della Farnesina, della vii»
fui camerale, che nobilitò con propria se* la Altoviti, e delle baccanti d'Ercolano.
de,esingolarmentecol!a stupenda e clas- Dal ricordato Catalogo della calcografìa
sica vasta collezione d'opere d'incisione, carnet ale, che diviso in due pai ti di quan-
a bulino e all'acquaforte in forma allan- do in quando si ristampaci apprende il
tka,chesi conosce sotto il Dome di Giani- gran complesso di stampe incise che pos-
baltisla Piranesi, essendovipure compre- siede, comprese quelle di altre celebri cai-
se molte opere del figlio Francesco di , cog rafie romane che in essa si riunirono,
Tommaso Piroli e di altri artisti. Se ne con l'acquisto de'rami e delle slampe, e
a
legge l'indicazione e il prezzo nel Cala- le illustrazioni di molte. Nella r. contiene
logo cicliti stampe, citila calcografìa ca- quanto vi ha di più scello fra le stampe
lucrale, incisea bidino ed all'acqua for- sino all'epoca dell'impressione del cala-
te, come di tutte le altre pregevolissime logo pubblicate nella stessa calcografia,
stampechecontiene.il Papa ne'primordi non solamenlequantoallarinomanza de-
del b53f)a mezzodeU'altivissimOjcd enei-
1 gli autori, e a quella de'soggetti da loro
gicocaidinal Tosti pro-tesoriere genera- espressi in pittura scultura, ma rigirar-
le, beiiemeritoaltresidL'ldescrittoedificio, do merito ancora della esecuzione in
al
acquistò la splendida collezione Piranesi rame. Ed a questa 1.' parte, olire le an-
per la calcografia, da'fratelli Firmili Di- tichità che vi sono contenute, è pure ag-
dot di Parigi, che n'erano divenuti pos- giunta la collezionePirauesi che gode d'u-
sessori, per la somma di 24,000 scudi, na celebrità superiore a qualunque elo-
cioè 4,000 in denari e 20,000 in istampe gio, in27 grandiosi tomi e molti col testo
dell'istessa calcografìa camerale. Già ne dell'illustrazione, il cui pre7zo è di scudi
feci cenno nel voi. L V III, p. 169 (per 320 : il suddetto esemplale di cui sono
l'Indicazione che ne feci, per benevola proprietario, ma diviso in 20. tomi e le-
e onorata commissione del cardinal Mai, gati in 21, la sola legatura di ciascuno in
che può chiamarsi con l'Ariosto: Glo- vitellino di Francia con fregi ricchissimi
ria e splendor del concistoro santo),s\cco- d'oro costò scudi 40
perchè con- circa,
ine possessore della incompleta e magni- venne legarli due volte. Nella a." parte so-
fìca copia col testo, che decorosamenle fu no riunite quelle slampe, che sebbene sie-
offerta a Gregorio XVI, il quale per som- no tratte da pitture e sculture pregevo-
ma degnazione me la lasciò in onorevole lissime, cedono però a quelle che sono
a
legato. Dallemieindicazioni accennate in comprese nella i. pel valore dell'iucisio-
dello volume sulla collezione Piranesi, ne. Laonde la 1 /parte propriamente con-
rileverò diesi può classificare in 4 serie, tiene, monumenti antichi e moderni di
e riguardanti il disegno, l'architettura e Roma e alili luoghi, sia in raccolte e col-
la scultura greco-romana, e la pittura, lezioni che in fogli; opere diverse per si»-
STA STA »4g
dio ili belle orti; incisioni segnate sotto i sa passa agli credi legittimi e testameli
loro autoi'i, sì antichi che moderili, an- tarii, secondo le leggi degli stati rispetti*
che legate in libri e Niellanti all'archilei- vi; ed è riconosciutole protetto per3o an-
tura, scultura e pittura, olire i paesaggi; ni dopo la morte dell'autore; u \n si e-
11 1 latti e cronologia de' Popi a de'sovra- stende per le opere postume, ed a 5o e

in; atlaute generale geografico, altre geo- (tal giorno della pubblicazione per le ope-
n
grafìe e carte topografiche. La 2. parte re pubblicate da corpi Scientifici ila so-
propriamente comprende, niouumi ititi cietà di letterali. Nel medesimo anno, a
antichi e moderni di lloma e altri luoghi, riportarne un esem pio, profittò della con*
lauto in raccolta che in fogli; opere di ver- Tensione l'aw. Martinetti coda sua ope-
se per studio di belle arti, in libri e in Co- raZ?tottOf7ifVZjStaaipando dicontro al fron-
glio; incisioni pure in libri e in foglio se- lespizio: » La presente edizione, in quan-
gnate solto gli autori cui appartengono, toa'dirilli e proprietà dell'aulore,è posta
eziandio d'opere sagre e prolane, e pae- solto la salvaguardia della convenzione
sa^gi diversi; le funzioni pontifìcie di Ilo- diplomatila sii potata con la s. Sede li 22
ma; i ritratti de' Papi, e de'cardiuali da maggio 1 84.0". Gregorio XVI fu altresì
l'aolo V I Papi tal-
a oggi, e le geografìe. amorevole cogli stampa-
assai benefico e
volta sogliono donare a'sovrani che visi- Stamperia camerale. A vea Leo-
tori della

lano Roma, a qualche principe, e ad al- ne XII per deficienza di lavoro ad essi
tri personaggi, un numero delle stampe accordalo scudi 6 mensili nel settembre
della calcografia, e Io dissi in molti Ino- e ottobre,come mesi di vacanze animi-
gli), come a Rosa d'oro. In Roma anche unii della curia, ed in cui i tribunali non
al presente vi sono stimabili calcografìe: ageminagli operai camerali mancavala-
tnolleBiblioteckediRoma ycorae rilevai in voro. Gregorio XVI continuò la benefì-
quegli articoli e negli altri che le riguar* ca disposizione del predecessore , e poi
dano, possiedono magnifiche raccolte di l'ampliòJmperocchè con provvida detcr-
sq insite e rare Stampe, ma primeggiano minazione ordinò al tesoriere generale,
nella collezione quella del Palazzo Cor- che invece di dello compenso, non inte-
sini(/'.) e la Casanatense dell'ordine dei
}
rameule sufficiente al sostentamento dc-
Predicatori (F'.). GregorioXVl, non me- gli stampatori e loro famiglie, ne'due me-
no degli artisti, fu anche benemerito dei si di settembree ottobre li facesse sempre
letterati. Nel 1. 1 287 della Raccolta
8, p. lavorare, acciò non patissero alcun pre-
di sue leggi e disposizioni, vi è la conveu* giudizio nell' ordinario guadagno. A un-
zione stipulata a'22 maggio 1840(1 a l'ini* pliando poi la beneficenza, ingiunse al le-

peratore d'Austria e il re di Sardegna soriere , che agli stampatori camerali


a favore delle proprietà e contro la con- giammai facesse mancare il lavoro nei
trattazione delle opere scientifiche, lette* tempi delle altre vacanze della curia di
rane od artistiche, alla quale il Papa vi Pasqua, agosto e Natale; e così rese cer-
accedelle,e rese nota a'20 novembre, Con lo, slabile e continuato il lavoro in tut-
ijuesta convenzione le opere o produzio- lo l'anno pegli stampatori, come quello
ni dell'ingegno odell'ai le, pubblicate ne- che ebbe sempre in mira di procurare il
gli stali rispettivi poiitifìcii,austriaci e sar- lavoro ad ogni specie di lavoranti, e lo
di, costituiscono una proprietà che appar* attestauo le belle opere lasciate, e quan-
tiene a quelli che ne sono gli autori, per to dissi a Ospizio apostolico pe' lanari.
goderne o disporne durante tulla la loro Trovando poi Gregorio XVI che le ener-
vila; essi soli o i loro aventi causa hanno cedi degli stampatori camerali non era-
diritto d'autorizzarne la pubblicazione, no in proporzione de' tempi in cui vivia-
11 diritto degli autori edc'loroavcnticau* ino, le fece aumentare equamente. Ve*
,

2jo STA STA


nulo inoltre a sapere, che tutti i lavoran- la stamperia della benemerita Civiltà cat-
ti della stamperia camerale, appunto per tolica, con nitidi caratteri e bella mac-
le anteriori deficienze di la voro,era no de- china celere o torchio alla meccanica, e
1 >i tori ciascuno di circa scudi 20 per an- presto divenne celebre in tutto il mon-
ticipazioni ricevute, a tutti condonò il de- do, a motivo dell'eminente importanza
bito. Nella Pt stilema del cimiero essen- di tale eccellente pubblicazione, impar-
dosi clini inditi i lavori, GregorioXVl fin- ziale, dotta e saggia propugnatrice della
ché il morbo afflisse Roma, fece dare ad religione cattolica, dell'ordine, della mo-
ogni stampatore camerale bai. sopei* cia- rale, costantemente fedele al suo santo e
scun giorno. Allora i compositori delle precipuo proponimento, cioè il ristora*
stampe legali erano 8 5, quelli dellestam- menlo de'sani principii religiosi e mora-
pe governati ve e a mini lustrati ve 22, ino- li, ed maniera di quello che
in ringoiar
\izi 4.0, torcolieri e battitori 4o. Il sud-
i nella società moderna è sventuratamente
detto appalto Salviucci per un novennio, più obliato però più necessario
di tutti e

rescindibile ad ogni triennio, fu disdetto a ristorarsi, gran principio di autorità


il

dogli appaltatori nel maggio 848, acciò


1 e il debito corrispondente di soggezione.
la stamperia camerale procedesse a con- Laonde non lascio incontri per testificar-
to del governo. Ma avvenuta la deplora- le pubblicamente la mia ammirazione
bile rivoluzione di Roma,\a partenza del riverente, come feci ne' voi. LUI, p. 224 f

Papa, e la successiva pubblicazione della LVIII,p. i52, e altro ve, cornea Setta, e a
costituente romana, Giuseppe e France- Socialismo; sebbene laboriosamente tut-
sco Sai viucci non avendo ancora stralcia- to quanto ingolfato nel compimento ul-
to i loro interessi col governo, nella loro timo di questa mia opera, con pena deb-
delicatezza e circospezione si recarono dal bo limitarmi ad occhiate, ed a sfiorarne
cardinal Castracane penitenziere mag- qualche opportuna fronda. Faccio cal-
giore e presidente della commissione go- dissimi voti a Dio che la Civiltà catto-
vernativa istituita dal Papa nella sua as- lica, che si è fatta degna della benedi-
senza, e l'interpellarono:se potevano prò- zione del sommo Pontefice, e degli alti

seguirenell'assistenza alla stamperia, sot- elogi di non pochi vescovi (oltre il ge-
to il nuovo governo, per sorvegliare e- nerale e comune applauso delle nazioni,
ziandioi propri capitali ed effetti (che poi per cui conta ben più di 12,000 asso-
venderono alla camera apostolica, onde ciati), riesca nella gloriosa impresa di
ora n'è proprietaria). Rispose il cardina- tornare universalmente negl' intelletti a
le alferraativamente,considerando la pre- quell' onore che naturalmente merita
stazione come opera materiale, e simile l'autorità, acciò presto cessi per la mas-
risposta diede quanto al proseguimento sima parte il disordine, e quasi dirò col-
della stampa della Gazzella Romana fo- _,
la stessa Civiltà le agonie sociali. Ma sì

glio ufficiale del governo che avea preso scabrosa e difficilissima impresa di risto-
il titolo di Monitore Romano, la quale rarne i principii , correggere gli errori
imprimevasi nella stamperia particolare scuotere e accalorare i tiepidi, e ranno-
di Sai viucci. Con sì cauto contegno Sal- i dare i ferventi, non è opera né di mesi,
viucci, padre e figlio, non si compromise- né di un anno, tanto più che deve in pri-
10, e ristabilito il legittimo governo pon- ma togliere dal capo di molti le false i-
tificio, Giuseppe proseguì per conto del- deeepoi introdurvene delle migliori. Non
la camera apostolica a presiedere lastam- potendo in breve fjrne più proporziona-
pena della medesima. Nel novembre to encomio, poiché ogni elogio è poco, di-
i8jo, in Roma e presso la chiesa di s. rò solo: Che la Civiltà cattolica è degna
Andrea al Quirinale de' Gesuiti, si aprì d'aver sede in una Roma, nel centro del
STA STA 2^1
cristianesimo, ed ove elevasi la sublime, e modalità di esecuzione, diesi emisero
infallibile e inconcussa cattedra di s. l'ie- e prescrissero con 10 orticoli. In conse-
tto, maestra e tribunale universale ideile guenza delle suddette disposizioni restò
verità eterne. Nel 8 T fu riorganizzato
1 i sciolto l'appalto della stamperia camera-
l'archivio della stamperia camerale, e nel le,lasciandovisi peramministratore prov-
i85?. venne restaurato e in miglior for- visorio il già nominatobYancescoSal viuc-
ma ridotto. Già sino dal 5 gennaio 1HT0 ci, con l'abitazione che occupava «piale
la commissionegovernati va di stato com- appaltatore nel piano superiore dell'edi-
posta di que'3 cardinali die riportai al- lizio. Fu allora che si diminuironogl'im-
l'articolo Pio IX, nel n.°4del Giornale piegati nelle stampe, per non imprimerà
di 'ìnnia delr85o, con notificazione a- più lotte le materie legali, i quali ora a-
vea dichiarato, clie dopo quella del 21 scendono,oltre i due proti ed i tre corret-
gennaio i834, del cui tenore parlai più tori, a 3o compositori, 20 torcolieri, con
sopra, la quale permise a'tipografi delle novizi degli uni e degli altri, e del mini-
Provincie di stampar liberamente lesrrit- stero per l'amministrazione. Quanto alle
tuie legali e sommarli, non ostante al di- stampe legali fu lasciato alla stamperia
ritto privativo attribuito alla lev. came- camerale il diritto di proseguire a stam-
ra apostolica, era sembrato conveniente pare le decisioni de'tribunali della Rota,
di estendere questo beneficio a Roma ca- della Segnatura, della Camera aposlo*
pitale e sua Comarca, onde la privata bea, della congregazione di s. Ivo della
industria tipografica abbia incremento, Curia romana,? dell'arciconfraternita di
ed i maggior a-
difensori delle cause con s. Girolamo {V.)i le quali tulle non si

gio e con minor dispendio potessero fa- ponno stampare dalle allre tipografie ro-
re imprimere ledi loro difese. Quindi sul ma ne. Le suddette stampe del la Ilota, del-
rapporto del cav. Angelo Galli [irò mini- la Segnatura e della Camera, si depon-

stro delle finanze dispose. Essere permes- gono nell'archivio della stamperia came-
soad ogni tipografia di Roma e dello sta- rale, in un numero di copie, in uno a tut-
to la slampa delledifese,allegazioniesom- te le stampe a in ministra ti ve e al tre, come

mani nelle cause tanto civili, quanto cri- le proposizioni concistoriali, che si prose-
minali. Che un esemplare d'ogni foglio di guono stampare dalla stamperia came-
a
t.di stampe fosse sottoposto ad un bol- rale. Il commendatore Angelo Galli pro-
lo straordinario di bai. 5o. Indi si dispo- ministro delle finanze, avendo in seguito
sero altre discipline, e si dichiarò rima- data una nuova sistemazione e portati ,

nere fermo il diritto privativo della tipo- miglioramenti nella tipografia della rev.
grafìa carnei ale a forma della notificazio- camera apostolica, si legge la loro descri-
ne del tesoricrato de'28 febbraio 84 3; 1 zione nel n.°i5o del Giornale di Roma
non che essere permesso d'inserire ne'fo- deli 853, e con alcune aggiunte nel n.°
gli periodici le leggi e atti del governo, 1 5a, ed il tutto stampato separatamente
dopo che sono stali riportati nel giorna- è del seguente tenore. wRiportata dal mi-
le officiale, fermo però rimanendo il di- nistero delle finanze la superiore facoltà
ritto privativo della tipografia camerale di migliorare lo stabilimento tipografico
di pubblicatele raccolte e collezioni delle tli Roma, onde portarlo a quella forma
leggi; e di essei eincaricato il pro ministro richiesta dalla suaimportanza e dal de-
delle finanze della esecuzione della pre- coro del governo, die mano immedia-
si

sente disposizione. Pertanto nel n.° 3 del 1 tamente all'opera. Dopo avere pertanto
Giornale di Roma del i85o si legge la provveduto all'ampliazione del locale in
notificazione de' 1
\ gennaio di tale mini- modo di aversene que'compartimenti a-
slio, con alcune analoghe dichiarazioni datli all'uso, e che offrissero tutte le ne-
*5a STA STA.
cessane comodità per l'arte; dopo aver- mostra nel bel mezzo dello sta-
di se bella
ne riformata la istituzione, spogliando* bilimento, ove si ricorda l'onore ottenu-
la di quella privativa per le stampe legali tosi (piando la Santità di Nostro Signo-
che inceppava la industria de'tipografi, re si degnò di visitarlo; i caratteri roma-
il cui numero è considerevole nella nostra ni, italiani, lapidari antichi e moderni,
Roma, e di grave incomodo riusciva alla greci, copti; quelli chirografici (ossia imi-
curia; dopo aver fornito lo stabilimento l.iuli la scultura) inglesi, francesi, aleman-
«li tutti i caratteri e ornali d'ogni specie, ni, gotici e bretoni; i caratteri di fantasia,
dimacchinerà le quali la così detta Scarta i numeri grassi ed ornati, la musica a can-
dinavian che imprime 1 0,000 fogli in un to fermo, i segni lapidari, le linee, i fregi,

giorno, di acconci torchiaci Albion press le iniziali ornate, gli slemmi pontifìcii,

ed a Colttmbìen press (nel ragguardevo- gli emblemi e i tratti di penna. Il dire del-
le numero 26), avervi attivato il ciliu-
di la finitezza e squisitezza del lavoro, della

droela pressa idraulica, insieme a quan- ragionata composizione e della nitidezza


toaltro potesse renderlo tale da non per- del tutto sarebbe un dir meno del vero,
dere al paragone delle più rinomate ti- ed è perciò che si tace, nella sicurezza che
pog rafie estere; e lilialmente dopo sta- qualunque vedrà questo volume non po-
bilito il personale proporzionato alla bi- trà non commendarlo, come dovrà lo-
sogna della tranquillità interna con l'a- darne l'intendimento, la direzione del-
more per il lavoro, reso forte dalla gra- l' opera, non meno che la parte tecnica

titudine per chi ad esso somministra i condotta dall'abile tipografo sig. France-
mezzi da onestamente vivere ed essere sco Salviucci, autore del summeutovato
utile alla società, videsi uscire alla luce Cenno storico, e che presentemente di-
or non ha guari un saggio campioni di
di rige la tipografìa, e professarne ricono-
ogni carattere e di ogni composizione scenza aSua Beatitudine che anima quan-
(Campioni de' caratteriesislenli nella Ti- to sente della vera utilità del suo slato".
pografìa della rev. Camera apostolica, La lapide della quale si fa menzione di

preceduto da un cenno storico sull'arte sopra (ed eziandio riportala nel citato n.°
tipografica, Roma tipografia della rev. 1 5o del Giornale), t la seguente.» Quod
Cam. apostolica 18 53). Questo campione, F. F. — Typographeum
si t Fisci Ponti-

compilato con tutti gli elementi de 'quali — AGregorioXIIIetSixtoVRU.


ficalis

la tipografia della e. a. divenne dovi- PP. — Privilegiorutu literis Innesta-


— A VI M. — Anno 1777 —
r.

ziosa, hen dimostra colla verità de'iàtti timi Pio P.


aver la medesima raggiunto il segno da sedeauctum —
Propria IXP.M. — Pius
non esser seconda a'più vasti, a'più gran- Donarum ut tinnì opitulator munifìcus
di, a'più ricchi stabilimenti di questo ge- —
In meliorem usuui novissimis inven-
nere, e che hene a ragione la Santità di tisaptum —
Comparandum jusserit —
Nostro Signore Papa Pio IX felicemente Ac majestate praesentiae suae impieve-
regna ole, si degnava testimoniarne la sua rit —
IV kal. aprilis an. 852 Ange- 1 —
sovrana benevola soddisfazione pel tutto, lus Gallius Com. O. S. G. Pubi. Aer. —
eqnandoonorò dell'augusta veneratasua pro-Praef. —
Ad tanti beneficii atque
presenza la tipografìa, e quando venne u- honoris memoriam perennandam La- —
titillato al suo guardo il saggio stesso dal pidem CUBO inscriplione — P. C." Quan-
sig. pro-ministro delle finanze, che ebbe to all'accennala visita pontifìcia, se ne
la cura di questa importante operazione. trova la descrizione nel n.° 72 del Gior-
Il saggio è rappresentato da un volume naie di Roma del precedente 8j2. Ivi
1

a
in 4- imperiale,e contiene: un cenno sto- si dice, che a' 29 marzo il Papa alle ore
rico dell'arte tipografica; la lapide che fa 4 e mezza pomeridiane si recò alla tipo-
S T A STA a53
grafìa camerale per osservarne lo stabi- pento Bella stamperia camerale con poO-
limento rimontato* nuovocon tutti quei lificia munificenza e artìstica iuteiligen*
sistemi tipografici e meccanici di recente za, e ilei bellissimo campione di caratle-

ìntrodotti, onde ottenere do tale attitu- ri,rende onorevoli testimonianze, con-


cline ne'la vori eleganza e perfezione, re- eludendo. » Credi» ino bene che in Euro»
quisiti tanto necessari per produrre de- pa vi siano tipografie più vaste e più rie-
coro ed utilità al governo cui appartiene. che della camerale; ma una die sia al-

II Papa fu ricevuto dal comm/Galli e dal trettanto decente, beo compat tita,appio-
conteG.Veraaglia direttore generaledelle priata alle svariate esigenze dell'arte tao-
proprielà camerali. Indi ascese le grandi to al presente perfezionata, possiamo ili-
appena entrato nellostabiliinen-
scale, ed re che non vi è, avendo pur noi visitate
to,ammise al bacio del piede non solo tnt- le più rinomate officine tipografiche in

ti gl'impiegati della tipografia, e l'ispet- Francia ed in Inghilterra." Fonditori dei


tore dell'archivio, ma bensì la numerosa caratteri della stamperia camerale sono
famiglia dell'amministratore dello stahi- i valenti Coupé, Valania e Montarselo,
limento medesimo con esso. Benignameli- Nell'articolo Pio IX feci qualche cenno
te visitò l'interno dello stabilimento, de- del da lui fatto eseguire nella biblioteca
gnandosi osservare le singole lavorazioni Vaticana, e comedi è in questo articolo
della stampa. S'intrattenne ancora nel sa- pel nesso che ha colla stampa richiamai
Ione destinalo al deposilode'caratteri,ove alcune nozioni riguardanti la medesima,
già trovavasi predisposta la suddetta la- lo terminerò con dire. Che il Papa bade-
pitie incisa in marmo, che pure si ripoiv corato la gran sala di Sisto V con pa vi-
ta interamente.Indi si trasferì nella gran- mento di marmo, e quello della gran cor-
de camera de'torchi tipografici, che fer- sia lo fece ridurrealla veneziana, anzi nel-
niò la pontificia attenzione. Discese il Pa- la parte del museo sagro vi furono po-
pa ne' piani terreni, osservò il gran ma- ste anche strisele di marmo bianco e di
gazzino delle carte, ed il locale ove esiste bardiglio. Tulli gli armadi furono con e-
la macchina tipografica detta Scandi na< leganza dipinti con uccelli, fiori, vedute
via a pressione verticale, ammirandone di Roma, stemmi ealtriornati-.quelli del
la velocità non disgiunta da'soddisfacen- museo profano di legno del Brasile, di
ti risultati. Ascese nuovamente le scale, rosa e fico d'India, furono ripuliti; così gli
si trasferì a vedere il grande archivio im- armadi del museo sagro di radica di nò-
piantato sino dall'istituzione della tipo- ce. Nella stanza delle nozze Aldobrandi-
grafia slessa. Finalmente passò nella cai- ne nel pavimento fu collocato un musai-
cografia camerale ad osservare le difie- co antico e pregevole, trovato in una vi-

renti sale tanto de'disegni che delle stani- gna Lorenzo nel 8 5o
fuori di Porta s. i

pe, non che il pi ezioso deposito de'rami. circa. Nell'appartamentoBorgia vi è sialo


Non isgradì ancora il Papa di visitare lo trasferitoli gabinetto numismatico e con
studio del cav. Mercuri direttore della armadi di noce, e pavimento alla vene-
calcografia,osservandoneidisegni e le in- ziana. Queste dichiarazioni erano pure
cisioni tanto celebri nell'arte. Nel dipar- necessarie, in corrispondenza del narralo
J
tirsi il I apa da'3 stabiliruenti,dichiaròdi altrove, altrimenti con l'eseguite varia-
tutto la sua piena soddisfazione al prò- zioni potevano produrre inesattezze. IVi-
minislro. Questo articolo del Giornale ma che fosse istituita la stamperia Vati-
fu riprodotto in uno all'iscrizione scolpi- cana, notai di sopra che Papi aveano neli

ta io marmo, dal n.°7c> dell' Osservatore palazzo Valicanolostampatore,regislra-


Romano del 18J2. La Civiltà cattolica toe provveduto tra'loro famigliari. l'er le
udt. 3, serie 2.%p. 334, ili quanto fu o- vicende politiche de'tempiPioVl nel me-
254 STA STA
desioso palano fece collocare una stam- ciato daGermania e Italia, rimasero per
peria segreta per pi oprio uso e della se- qualche tempo sconosciute in Polonia ,

greteria di slato, all'ulula a 'fratelli Laz- dove insegnava l'ebraico nel collegio di
zarini, ch'erano pure appaltatori della Cracovia. 11 vescovo della città accortosi
stamperia camerale. Ma nel i yq8 nell'ef- del veleno che andava spargendo quel fa-
fimera repubblica romana fu in gran par- natico nelle sue lezioni, lo fece arrestare,
te la stamperia bruciata sulla piazza di e poi si dovè rimproverare d'averlo libe-
s. Pietro, e pare die t'osse stata nell'anti- rato per cedere all'iuterposizioue d'alcu •

co lucale della stamperia Vaticana. Nel ni personaggi, incoraggiato Stancati dal


successivo pontificato di Pio VII furono numero e credito de'suoi protettori, osò
riunite due o tre casse de' caratteri su- di proporre ad essi di abbattere le sagre
perstiti, e formata nel palazzo Quirinale immagini, edi proscriverne il culto nelle
altra stamperia segreta, di cui molto si loro giurisdizioni. 1 suoi proseliti non po-
servi quel Papa nella lotta con Napoleo- tendo risolversi a tanto, sostituirono nel-
ne I. Vi fu stampala la famosa Scornimi' l'interno de'loro castelli, alle ceremonie
ca {f'.)i ollie un'altra edizione, perchè cattoliche, le pratiche della falsa religio-
conosco chi la stampò, ora altrove de- ne luterana. Non contentodi questo, Stan-
funto. 1 successori continuarono a servir- car! nel 55o fondòa Piuczovia un tèm-
i

si per affali delicati e riservali della stam- pio riformato, e si die a dogmatizzare in
peria segreta; ma essendo essa poca cosa, una scuola, pubblicando un codice con
con provvido consiglio il Papa regnante 5o regole per la nuova chiesa di Polonia.
l'ha fitta riordinare convenientemente, Pieno di fervore per aumentar suoi set- i

ed è fornita di buoni caratteri fusi in Ilo- tari, passò in Kouigsberga a insegnar e-

ina con matrici venute di Francia, di tor- braico, e ivi cominciò le sue dispute con
chio di ferro inglese detto Albion Press, OsiandrOjCapo degli eretici Onandraid
7
di macchina o pressa idraulica di Gla- (Z- .), del quale non combattè gli errori

scovv, e di tutto l'occorrente per fare an- che per crearne de'nuovi. Da queste que-
che copiose edizioni. Così al palazzo Qui- stioni originarono gli eretici Soci/vani
rinale dal lato della Panetteria vi è la e Triteisti (/".). Le opinioni erronee di
stamperia segreta, in quello del Vaticano Stancali furono condannale in alcuni si-

e da vari anni inoperosa la stamperia Va- nodi della pretesa chiesa riformata, ed
ticana rinnovata da Leone XII. agitò non pertanto le chiese di Polonia di
STAMPERIA DEL POPOLO RO- quella setta, contro il quale invocarono
MANO. V. Stamperia Camerale. l'appoggio degli eretici di Ginevra. Il no-
STAMPERIA DI PROPAGANDA o vatore, manto e padre, ministro e rifor-
COLLEGIO URBANO. F. Stamperia matore, morì a Stobnitz neh 074-
Camerale. STANISLAO (s.), vescovo di Craco-

STAMPERIA VATICANA. V. Stam- via e martire. Nacque il 26 Inglioio3o


peria Camerale. a Sezepanow da
nella diocesi di Cracovia,
STAMPERIE DI ROMA. V. Stam- WielislaoSezepanowski e da Rogna, ani-
peiu v Camerale. bidue delle più illustri famiglie della Po-
STAKCARI o STANCARIANI. Ere- lonia, quali lo consagrarono a Dio fin
i

tici seguaci di Francesco Stancan prete dalla culla, e posero somma cura di al-
apostata, nato in Mantova nel i5ol,il levarlo alla virtù, unendo alle loro istru-
quale fu uno di quegli sciagurati che si zioni gli esempi d'una rara pietà. Il gio-
adoprarono con maggior accanimento a vane Stanislao si mostrò degno di tali ge-
turbar la Chiesa durante il secolo XVI. nitori, e cominciò di buon'ora a dedicar-
Le sue opi moni, per le quali era stato cac- si aiili esercizi dell'orazione e della mur-
STA STA a55
tificazione, facendo eziandio rapidi pio- tesli per perderlo. Tuttavia inseguilomo-
gressi nello studio delle lettere, clic con- strò d'essersi riconciliato con lui. Conti-

linuò nell'uni versila dìGnema, poi a Pa- nuandò peròa trattare i suoi sudditi nel-

ligi, dove dopo aver studiato 7 anni il la più indegna maniera, ea darsi itibrac-
diritto canonico e la teologia, ricusò per ciò agli sfoghi più sfrenati, Stanislao li-

umillà il grado di dottore. Divenuto per nalinenlelo privò della comunione de'le-
la morte del padre e della madre possesso- deli. 11 re si fece belle dell 'anatema, per-

red'nna considerabile facoltà, dispose di sistelte nelle sue dissolutezze, ed iute?'


quanto aveva a benefizio de'poveri, per venne alle pubbliche preghiere. Il vesco-
servire a Dio con maggior libertà. Laru- vo ordinò d'interrompere l'uffizio divi-
derlo Zurla vescovo di Cracovia, che co- no tosto che il re entrasse in chiesa; poi
nosceva la virtù e l'abilità di Stanislao, ritirassi nella cappella di s. Michele, fuori
lo ordiuò prete, e lo fece canonico della della città. Boleslao li gli tenne dietro,
cattedrale; quindi lo incaricò di annuii- ed ordiuò alle sue guardie di ucciderlo;
ziare la divina parola, locchè egli fece eoa ma non vi fu nessuno che osasse porle
molto frutto. Rimasta vacante la sede di mani sul servo di Dio. Allora egli stesso,
Cracovia, fu eleltoStanislao ad occuparla; spinto da una rabbia feroce, si avventò
ma temendo egli il carico dell'episcopato a Stanislao, e lo uccise colle proprie ma-
non volea acconsentirvi; peraltro si ar- ni; di che i soldati incoraggiati ne taglia-

rese al comando di Papa Alessandro li, rono a pezzi il corpo, e lo dispersero qua
e quindi si fece la cereinonia della sua e là. Ciò avvenue agli 8 di maggio del
consagrazioue nel 1072. Egli corrispose 1079. I canonici della cattedrale raccol-
pienamente alla dignità di cos'i augusto sero le sparse membra, e le seppellirono
carattere. Lasua casa divenne l'asilo dei avanti la porta della cappella di s. Miche-
poveri, ed aveva una lista delle vedove le. Papa Gregorio VII scomunicò Bo-
s.

e di tutti quelli che trovavansi in biso- leslao Ilcon tutti suoi complici, e questo
i

gno. I isuo zelo per l'episcopale ministe- sciagurato priucipe, strazialo da'rimot si

10 non conosceva confini, ed era reso ef- della coscienza, e detestato da'suoi sud-
ficuce dalle austerità della penitenza e di ti, si rifugiò in Ungheria, ove finì sven-
una continua orazione,
dall'esercizio di turatamente suoi giorni; anzi alcuoiau-
i

Visilava ogni anno la diocesi e recava , tori dicono che si diede egli stesso la mur-

pronto rimedio a lutti disordini che vi i te. Nel 1088 il corpo del santo vescovo

serpeggiavano sì fra i laici, che fra gli ec- fu trasportato nella cattedrale di Craco-
clesiastici. Ebbe il coraggio di riprendere via, ed onorato di molti miracoli, Inno-
Boleslao li re di Polonia, facendogli co- cenzo IV lo canonizzò solennemente nel
noscere l'enormità de'suoi delitti, e parve 1253 nella basilica di s. Francesco d'A-
che se ne pentisse; ma presto ricadde nei sisi; e siccome in tal funzione prodigio-
suoi scandalosi disordini, e prese a guar- samente apparve uno stendardo eoU'un-
dare con truce, occhio Stanislao, che a- maginedel santo, da questo avvenimen-
\ea osato dirgli la verità. Avendo il re to ebbero origine gli Stendardibielle ca-
fatta rapire la moglie di Miecislao gen- nonizzaziom, come rilevai pure nel voi.
tiluomo del Palalinato, dalla quale ebbe XXVI, p. 7 1. Celebrasi lasua feslaa'7 di
vari figliuoli Stanislao adoperò tulli i
,
maggio.
mezzi per scuotere il di lui cuore a rav- STANISLAO (s.) Kostka. Figlio di
vedersi, e gli minacciò persino la scomu- Giovanni Roslka senatore di Polonia, e
nica. Adirato perciò il re giurò vendicar- di Margherita Kriska, nacque nel Castel-

sene; ma siccome il contegno del santo lo di Rostkou a'28 oltobrei55o. 11 pri-

vescovoeia irrepreusibile, cercò dei pie- ma uso ch'egli fece della ragione, fu di
a56 STA STA
consagrarsi a Dio con tal fervore che sor- vinciate d'ani parte delia Germania, che
passava l'eia. La sua educazione, come si trovava aVieniia;ma questi non osòam-
due
quella di suo fratello Paolo che avea metterlo, temendo lo sdegno del padre,
unni piò di venne affidata ad un aio
lui, ilquale avea dichiarato che non avrebbe
chiamalo Giovanni Bilinski, il quale poi mai acconsentilo che suo figlio si facesse
lo segni al collegio de'gesuiti di Vienna, religioso. Stanislao adunque, consultato
Stanislao, che avea allora i
\ anni, dava, il suo confessore, pai fi segretamente, do-
tutto il tempo all'orazione e allo studio, pò aver sci ilio a suo fratello e al suo aio
ed ardeva talmente nel suo cuore il fuo- una lettera assai tenera ed edificante. Re-
co della divina carità, che ne infuocava cossi ad Augusta, poi a DiKugen, ove pre-
i compagni, maravigliali del suo fervute geninstantemente il p. Canisio,pro vinciate
e della sua modestia e purezza. Allorché dell'alta Alemngna, di riceverlo. l'er pro-
fu tolta a'gesuiti la casa che aveano per vare la sua vocazione, il p. Canisio gli or-
l'educazione degli alunni, Paolo Kostka di nò di servire a tavola i pensionali del
approfittò di questa occasione per porsi collegio e di aver cura delle loro stanze.
in libertà, ed indusse l'aio ad alloggiare Stanislao eseguì con ammirabile umiltà
in casa d'un luterano; e siccome la con- e zelo tali incombenze, e tre settimane do«
dotta di suo fratello era una condanna pò Canisio lo mandò a Roma, ove appe-
lli quella ch'egli teneva, prese ad odiar- na giunto si gettò a'piedi di s. Francesco
lo. Stanislao cadde in disgrazia anche di Borgia, allora generale de'gesuiti, supplì»
Bilinski, il quale non contento di dichia- candolocon molta istanza a riceverlo. Ciò
rarsi in favore di Paolo, cercava con in- accordatogli, prese l' ahi lo il giorno dei
sidiosi discorsi di distorre Stanislao dal- ss. Simeone e 5 (17. Dopo po-
Giuda nel i

lasua maniera di vivere; ma egli raddop- chi giorni ricevette una lettera di suo pa-
piando il fervore nelle pratiche divote, die, che gli rimproverava quella sua ri-
venne sempre più imparando quanto le soluzione, e diceva che i gesuiti avieb-
massimedel secolo sieno opposte a quel- bere a pentirsene. Il figlio rispose rispet-

le del vangelo, e solferse con pazienza le tosamente, ma non gli tenne celata lasin-
persecusioni e i mali trattamenti dell'aio cera ri soluzione ch'egli avea fitta di segui-
e del fratello. Dopo due anni essendo ca- re la sua vocazione; quindi continuò ad
ilnto pericolosamente ammalatOjdoman- adempiere i doveri di fervoroso novizio,
ili) il s. Viatico; ma il luterano, in casa rimettendosi in tutto alla provvidenza,
del quale abitava, non volle permettere La sua vita non era altro che una con-
che gli fosse portato. Egli quindi si rac- tinua preghiera: l'ubbidienza, l'umiltà,
comandò a s. Barbara, il cui patrocinio la dolcezza, la penitenza trasparivano in
si costuma invocare nei paesi set. en trio- tutta la sua condotta. Senonchè una bre-
nali per ottenere una buona morie e la ve malattia troncò troppo presto i suoi
grazia di ricevere sagramenti. La sua
i giorni, e dopo aver predetta la sua mor»
preghiera fu esaudita, imperciocché eb- te,e ricevuto il s. Viatico e l'estrema un-
be una visione in cui gli parve che due zione coricato per terra, dicendo di ve-
angeli venissero ad amministrargli la co- derelass. Vergine accompagnata da una
munione. In altra visione gli apparve la schiera ili angeli, spirò placidamente ver-
ss. \ ergine, e gli disse non essere giunta so le 3 ore dopo la mezzanotte ai 5 a- 1

ancora l'ora della sua morte, e ch'egli do- gostoi568, sul finire del suoi 8.° anno,
vea consagrarsi a Dio nella compagnia eio mesi dopo la sua entrata nel novi-
di Gesù. Egli avea già da un anno con- zia lo. La sua santità e molti miracoli ope-
cepito tale pensiero, ed appena ricuperò rati per sua intercessione, lo fecero beati-

la sauitàjlo manifestò al p. Magio, grò- ficaie da Clemente Vili neliGo4, e me-


STA STA afy


glioda Paolo Velie approvò un offìzio in Inili a'if> dicembre 1 8 1 6 ristabilì l'atl-

tuo onore per la Polonia, e denteate V tico obbligo de'caralierì di pagar annusi-
permise ;ii gesuiti di reclinilo ponendo , mente al l'ospedale del Divino I ti frt nie de*
ja festa del servo di Dio a' i 3 dinovem- gli esposti in Varsavia, quelli della [/dos-
ine, giorno in cui il suo corpo, trovato se 4 ducati (ossia /jo franchi), 3 quelli del-
Senza segno alcuno ili corruzione, fu tra- la >..', ?. quelli della 3.", i i cavalieri della
sportalo dall'antica cappella, nella chiesa /[.' L'imperatore Nicolò I,con ukase dei
del noviziato che descrissi nel voi. XXX, 2rj novembre 83 i incorporò l'ordine
t ,

p. i 6o, insieme da lui abitate,


alle stanze di «. Stanislao tra quelli dell'impero rus-
le quali si visitano da'fedeli perdivozio- so, e per un'ordinanza del cancelliere del-
ne. Inoltre Clemente X lo dichiarò prin- l'ordine de*25 dicembre fu statuito che
cipale protettore di Polonia, non ostante ne sarebbero decorati i cavalieri di i."

il decreto contrario nel quale si vieta di dasse dell'ordine di s.Anna,del quale par<
eleggersi i beali per protettori. Finalmen- lai nel voi. LIX, p. 278, e che dopo di

te benedetto XIII nel 1 726 solennemen- esso tenesse il i.° rango. Di vernilo l'ordi-

te lo canonizzò, ond'è il 1 santo confes- ne russo, nella croce di decorazione fa-
sore di minoie età canonizzato. rono tolte le suddette leggende.
STANISLAO (s.), Ordine equestre di STANZIO, Cardinale. Nel dicembre
Russia. L'istituì il redi Polonia Stanislao 1 34 o 11 35 Innocenzo II lo creò car-
1

Poniatowski nell'anniversario di sua co- din. ile dell'ordine de'preti, e nel r \/\i si

ronazione a'7 maggio 1765, in onore di trova sottoscritto in una sua bolla data
s. Stanislao patrono di Polonia e suo. In in Laterano.
origine il numero de'cavalieri fu fissato STA UN UTOoSTERN0TO,.S7erm<-
ai 00, non compresi i cavalieri dell' A- lamentimi, Sternutalo. Strepitocol qua-
quila bianca (P.), che lo riceveano di di- le si manda fuori per le narici e per la

ritto, e gli stranieri che n'erano decorati, bocca l'aria spinta con violenza per una
In seguito 1' ordine fu dato con troppa contrazione del petto. Questa è la delì-
facilità ad ogni classe di persone, e senza ni/ione dello Starnuto o Sternuto, che ci
titoli distinti. La croce stabilita dal re si dà il Dizionario della lingua italiana.\y\h
formò di 8 raggi smaltati in rosso con hot- graveè quella del Dizionario medico-chi-
toni londi nell'estremità, ed in ogni ango- rurgico, della (piale vadoa darne un stili-
lo principale vi pose un'aquila bianca, e to. Il vocabolo deriva da sterno, sterni'!,

ne'piccoliangoli alcune rosed'oro; nelro- gettare a terra. E' una convulsa espira-
vesciole iniziali lettere:^. A.R., cioè: Sta- zione, accompagnata da scossa più o me-
nislausAuguslus Rex, coll'epigrafe: Fir- no grande di tutto il corpo. Lasciando da
tuti Militari Slanislaus AuguslusHexPo' parte le cause ordinarie che producono
loniae. La croce pendeva da un nastro di lo starnutare, e quelle provocatrici come
seta rossa ondata. Dopo che l'ordine era- ilptarmico, medicamento die introdotto
r '.)\\'
si oblialo, nella costituzione di Varsavia nelle narici a guisa di Tabacco (

de'2 1 1807 si tornò a far menzio-


luglio rita la sternutazione;ommettendo le cau-
ne di esso, ed a' 26 dicembre lo ripristi- se della frequenza dello starnuto sia di
nò Federico Augusto re di Sassonia, co- corizza o cerebrale irritazione, ed anco-
me granduca di Varsavia. Tornata poi raquelleche precedono e sono segnalidi
Varsavia in potere de'russi, l'imperato- alcune malattie, solo ripeterò:» Il civile

re Alessandro solennemente al
1 restituì costume di dire a chi sternuta, Sanità,
suo splendore l'ordine, rinnovandolo nel Iddio vi feliciti, Ogni bene, ed altri simili

1 dicembre 8 5, se ne dichiarò gran
1 1 prosperi augurii,èegli antichissimo, poi-
maeslro, e lo divise in !\ differenti classi, che eccitando lo sternuto medesimo un
VOL. h\\\. 1
7
. ,

»58 STA STA


violento molo del diaframma, che tulio ve buoni nugurii a coloro che starnuta*
scuote il corpo versole parli superiori, no. quale uso praticalo dagli ebrei, co-
Il

agendo prontamente su' vasi del cer-


cf>s"i me da 'cristiani, non è cattivo, anzi lode-
vello, per lo die non tanto di rado ne ne- vole, qualora non vi si mischi alcuna Su-

cadde la morie, od in particolare in co- partizione [f '.). L'Arduino, ad Plinti,


loro già predisposti, ne venne necessa- I. 28, dimostra, che a chi starnutava di-

riamente il buon augurio di salute, per cevasi: Salve, Deuste adjuvet. Il p. Me-

quelliche si senti vano slernutire. Papa nocino, Siuore, cent. 1 1, cap. ^-. Quan-
s.Gregorio I del 5c)o comandò in llouta lo sia aulico il costume di salutare, e pre-

che si dicesse, Dio vi salvi, a coloro che gar bene a quelli cìie starnutano, ripete In
sternutavano, mentre nel suo pontificato lrndÌ7.ioiic,chePusodi pregarbenea quel-
ima Pestilenza (al quale articolo ne par- li che starnutano, ebbe principio da una

lai, ricordando l'operache tratta dell'ali- peste al tempo di s. Gregorio I, quando


curarsi bene a chi sternuta) si manifestò quelli che D'erano infetti morivano star»
tanto funesta e letale, che immantinente rullando e sbadigliando, come riporta Si-
vedevasi per essa accadere lamorte di gonio, Tlist. all'anno 590; ed aggiunge-
colnicheavea sternutato. Si può vedere, rò che il Papa ordinò a que'che sbadì'
Martino Sobookius, De slcrnntatione gliavano facessero col dito pollice della
Amslelodaniii6G4.C.Salmasio,Cf/rs/fr- mano destra croci sulla bocca aperta, on-
ìiutamenlum velcribushabitum prò Deo? de cessarono le morti subitanee, Impe*
in Epist. et Tie.^.jEolerdam 665. E. Mo- 1 rocche lo sbadiglio, oscilatio, è una gran-
r'w, Question académique3 savoir,pour- de e profondissima inspirazione, che si
quoi on fall des souhails en faveur de produce con somma azione dei muscoli
ceux, qui claiiuent, nel I. !\òt\\' Jccad. addetti a retrarre le mandibole, le lab*

3a5.G. Sigismondo Bira-


dell' Jscriz. p. bra e l'istmo delle fauci; spalancandosi
bao, De stemutalione, Lipsiaei 67 G. 1 . così la bocca, nel raccogliere il fiato e poi

Giorgio Ncnschciùo, Disquisitio philolo- mandandolo fuori; azione non del lutto
sica de ntu salulandi slernutantes ,Ki.- esente da qualche remoto pericolo! buo-
lonii 1 7o4-Ernesto Federico Wernsdor- ni cristiani tuttora fanno croci sulla hoc-
Ilo, Epistola de ritti sternutanlibus bene ca ne'sbadigliamenti, e buoni augnili a
»recrtn</*,Lipsiaei74i-Jo. Puid. Rbanio, chi starnuta. Il p. Menochio avverte, che
Dis. pini. de more sternutanlibus sa-
hist. il costume di salutare e pregar bene nel*
lutem apprteandi, ejusque origine, Ti- lo starnutareè più antico di S.Gregorio I,
gurii?4 2 Ibldembrand, De cauto usti
' perchè ne fanno menzione Apuleio, Pe-
sternutaloriuminapoplexia.y G.Schne- tionio Arbitro, Aristotile e altri antichi,
ckenberg, Dissertano de stemutalionis riportandone le testimonianze. Plinio,
commodis, et incommodis." A questi ag- Ilislor. lib. 28, cap. a, riferisce che l'ini-

giungerò il libro di Simone Ballarmi bi- peralore Tiberio pregava salute a chi
Ipotecario della Barberina e intitolato: starnutava, ed aspettava che dagli altri

Origine dell'uso di salutare quando si a lui parimenti fosse piegata. Fu pure


sternuta, Piocuai757. Pare che già pi i- costume dopo Io starnuto, t\.i chi avea
ma di s. Gregorio 1, il buon augurio si starnutato, di pregar salute a se stesso.
praticasse nello starnuto, poiché lo Stra- Anche i barbari riceverono questa con-
ila nel Trattalo sullo starnuto, dice che sueludine, ed il p. Menochio ne riporta
presso i pagani, quello il quale starno* le prove, come dell'imperatore del Mo-
lava faceva una breve preghiera agliDci: nopoiama, paese dell'Africa nella Cafre*

p. e. Giove aiutami, salvami ec. Sembra ria. Quando starnutava, lutti quelli che
questa la primitiva origine dell'uso di fa- si tignavano nella sua residenza e nelle
STA STA a Jg

vicine stanze, proferivano con voce alla np rZ* salutare ne' sternuti. Incomincia
augurii di prosperità e lunga vìlaì clamo- con questadeplornbileosservazione.MSic<
re che passan do dalla corte nella piazza come un nuovo stile introdotto a'nostl i

e quindi nelle prossime abitazioni di C8« giorni (die pur si pretendono vantare ce-
sa in casa, si spargeva successivamente celienti pel progresso dell'incivilimento
per tutta la città, cosi pienamente risuo- sociale) ha tolto l'antico
uso di salutare,
nando di acclamazioni universali per la ossiad'auguraresaluteallorquandoqual-
salute dell'imperatore. Rende poi ragio- cimo starnuta (mostrando con ciò india-
ne delle cause per le quali fu introdotto ferenza sulle sue conseguenze pelsilen-
il costume del buon augurio: perchè sti- zioche rimarcai pure a Signore), perciò
niarono gli antichi che lo starnuto ve- vogliamo accennare qualche cosa aititi-
ìiisse dal capo, parte più nobile e princi- che non si perda la memoria di questa
pale del corpo umano, e tenuto da loro autichissinia(e lodevolissimaìcostuman-
per sagro; perchè fu riguardato per se- za". Tralasciando tanti racconti che pon-
gno di sanità e vigore, lo starnuto cac- no avere del favoloso, dice limitarsi a ri-

dando col suo impeto 1' umore vizioso marcare, che già tenevasi questo costu-
che ingombra il capo; perchè fu tenuto me per antico a tempo d'Alessandro il
significativo di prosperi o avversi acci- Magno, non sapendone precisare Irrigi-
denti, ed a proposito racconta qualche ne il suo maestro Aristotile. Che greci i

fatto superstizioso, come di sinistro au- non solo in simili occasioni si salutavano
gurio lo starnutar avanti il pranzo, buo- l'uno con raltro,ma che quando una per-
no se il prurito veniva dalla parte destra sona trovava sola da se stessa si salii-
si

e cattivo se dall'opposta. Egualmente per lava colle parole, Giove conservami. Ri-
infausto prognostico gli antichi aveano lo corda l'introduzione del pio costume di
starnutare, mentre si levavano le tavole s. Gregorio I,con l'invocazione dell'am-

ai fine del pranzo, per cui si soleva al- to di Dio, sia nello sbadigliare, sia nello
lora tornar a mettere le tavole e man- starnulare.il costume essersi trovato tan-
giar di nuovo qualche cosa, per non fi- to inAsia,quanto in America, e nella Fio-
nir il convito con cattivo preludio. Narra rida tutti gl'indiani si prostravano avan-
s. Agostino, De doclrina. Christiana lib. ti al loro principe allorché starnutava..
i, che se alcuno starnutava la mattina Noterò, che starnutando il Papa, gli a-

mentresi vestiva, tornava di nuovo a let- stanti non solo fanno il prospero augii*
to,per evitare 1' effettuazione del male rio, ma piegano un ginocchio; e gl'infe-

che altrimenti credeva sovrastargli. Do- riori quando starnuta il superiore, accom-

pò avere il p. Menochio ricordato alcuni pagnano il saluto con chinar il capo, e


casi favorevoli e contrari, che la super- scuoprirselo se coperto. Tanto insegna
stizione attribuì agli starnuti, dice che l'antichissima consuetudine, il pio coslu-
di questi ne trattano: Bisciola, flora rum me introdotto o santificato da un s. Gre-
subscscivarum, t. r, lib. i, cap. .j; Fa mia* gorio 1 il Magno, per rimuovere il peli-
no, nella prefazione del Pistor suburra* colo adii starnuta, ed ilGalateodella ve-
nusj Cullengero, Deomnibus, lib.4,cap. ra civiltà ebuone creanze. Tultavolta il

3. Dell' acclamazioni o laudi : Signore buon augurio si pretende abolire da'mo-


Dio vi salvi j Fila ubi, ed altre, si può derni, e pure non devono ignorare, ch'è
vedere Buonarroti, Osse/ vaz. sopra i va- tanto pericoloso l'istantaneo orgasmo del-
si antichi di vetro p. 208. Il riferito dal lo starnuto, che non si può muovere dal-

p. Menochio. presso a poco fu riprodot- la posizione in cui uno trovasi, quando

to dall'autore d'un articolo, pubblicato ne viene il prurito, dovendosi lasciar li-

dà\Y Album di Roma t. 2, p. 7 1 : Grigi- bero il suo impelo, per uou esporsi a fu-
2(ìo S T A S T A
neste conseguenze. Noterò che negli ar- tratto alcun prò. Dunque
lasciamo da un
ticoli Soldato e Spada, pallimelo delle di- canto costoro, e volgiamo piuttosto lo
verse specie di armi e di quelle di recen- sguardo a'giovinolti che elegantemente
te invenzione d'infernale effetto, feci e- vestiti passeggiano
nostre vie, e ne'qua-
le

ziandio parola delle palle asfissianti. Ora h poi alla fin finesperanze della patria
le

imparo un nuovo micidiale trovato. Si sono riposte. Incedono costoro, se sono


sono inventate palle che hanno la sor- soletti, cantarellando sotto voce qualche
prendente proprietà di fare un buco co- aria di novello maestro, estudiando i pas-
me tutte le altre nelle navi, e di dilfou- si, equilibrando il corpo vezzosamente,
dere in pari tempo un fetore assai disgu- trapassano lasciando dopo se nelP aere
stoso, il quale sbalordisce il nemico, lo fa lunga riga di rari e soavi profumi; tenen-
starnutire una mezz'ora, e quindi "l'im- do in bocca foglie di tabacco attortiglia-
pedisce di rispondere al fuoco. Questo pu- te, da cui debbono fare uscire a refrige-
re è progresso! Ma in continuazione del rio delle altrui narici densi globi di fumo.
progresso sulla moderna civiltà domesti- Se vanno in frotta udrai, oltre la dolce
ca, al silenzio negli starnuti, altri vanno vista delle solite mosse, udrai i più sva-
ricordati e che hanno analogia col narra- riati ragionamenti di teatro, di passeg-
to. Trovo opportuno di far parola del gio, di foggie di vestire, conditi con frasi
savio e lepido articolo pubblicato da A- vivaci, e con vocaboli francesi ove la no-
chille Monti, nel t. 2r,p. 3 dell'Album stra povera lingua non somministri pa-
di Roma, e intitolato: Le grazie del sa- role convenienti a sporre i loro utili pen-
lalo. » Non sappiamo, a dir vero, se in sieri. Udrai fervere la disputa su qual-
tulli paesi della nostra coltissima Eu-
i che nuovo romanzo venutoci dalle spon-
ropa accada quel che veggiamo in questa de beatissime del Tamigi, e piovuto di
città; ma certo si è che fra noi, che pur qua dall'Alpe con mille traduzioni ador-
non siamo sì addietro nelle regole del vi- ne tutte d'intagli più delicati, e sì t'in-
i

ver sociale, è divenuto pressoché univer- namorerà la loro facoudia che, metto pe-
sale un sì lepido modo di salutarci l'un gno, non potrai fare a meno di non an-
Tallio, ch'io mi penso non possa vedersi dar loro dietro tutto orecchi per ascol-
il più leggiadro e piacevole. Non parliamo tare. Or bene il naturai desiderio d'im-
di que'pochi tagliati, per così dire, all'an- parare non ti offuschi così la veduta, che
tica, e cheogni dì si van facendo più radi, tu abbia a perdere il grato spettacolo dei
i quali sieguono tuttavia quel loro vieto loro amichevoli saluti. Non saranno an-
uso di salutare inchinandosi non poco col- dati gran tratto di strada.che senza fallo
la persona, e cacciandosi di lesta il cap- si farà innanzi taluno de'loro numerosis-
pello più o meno riverentemente, secon- simi amici : or via, poniti in osservazio-
dochè più o meno elevata è la condizio- ne. L'amico viene loro incontro, e vedu-
ne di quello nel quale si abbattono. Co- tili apre tanto di bocca, grida un Oh! lun-
storo non sarà mai possibile, vedi pervi- go e roco, e passa oltre; il bel drappel-
cacia! diesi pieghino alle gentili costu- lelto ricambia il cortese saluto con non
manze moderne; anzi se loro fai motto di minorcorlesia. L'uno leva impetuoso una
cangiati costumi, di mondo inchinato al spalla, l'altro scontorce la bocca, taluno
meglio, di galateo raffinato, ti si stringo- dimena il capo, taluno agita in aria il ri-

no nelle spalle borbottando fi a'denli, e curvo bastone, taluno infine prorompe


nel più bello che tu adoperi i fiori della in un Ah! o altra simile interiezione, e
tua eloquenza a persuaderli, ti piantano procedono nella via. Ghiotta edilettevo-
incontanente^ e per poco non ti fan dare lissiina scena! Fine la tua buona ventu-
aldiavolo pel fiato giltato senza averne ra te ne riserba ancora una più vaga. Po-
,

S T A STA 26 e

co stillilo la schiera gentile vede avviei- misteri d'un Dio fatto uomo e risorto dal
navsi un predi letto che da luuga pezza non sepolcro, e sostituito un sol giorno e quasi
ha più veduto: egli si là innanzi, porge insigni ficau te. Cosi per l'universal ma-
l'indiee della destra alle poderose strette nìa di tutto capovolgere e abolire, lo si

de' cari compagni, quali dopo avergli fa pure che ricorda un dogma, un
di ciò

i

gridalo in pieno coro — Oli! come, va? dovere, un fitto, un sentimento religio-
senza attender risposta, datogli un forte so che parla al cuore. Il saluto famiglia-
scrollainenlo.lo lasciano tutto commosso il capo
re fu deriso, vietato lo scuoprirsi
delle oneste e liete accoglienze. Ora, let- ad una chiesa ,ad un'immagine sagra, nei
tor mio, nega, se il puoi, che questo sia reciproci incontri Arroge che io qui per
!

il secolo della vera civiltà e della cordia- ultimo ricordi di avere a Saluto parla-
le amicizia ! .... Se per l'innanzi a danno to dell'atto del salutare, e pregar ii:lioi-

de' nostri cappelli ci era forza cavarceli tà e salute ad alcuno, per civiltà e genti-
ogni momento di capo, almanco ci con- lezza, praticato con incontrarsi o scriven-
veniva far salutevole cenno con maiiOjOi a do, neh. "caso facendosi non solo colla
lenendosi anche le mani in tasca possia- voce, col gesto della mano e della lesta,
mo dare o restituire il saluto a chicches- col cavarsi il cappello o altra copertura
sia torcendo il grifo come più ci talenta, del capo. Ragionai dell'antichità remota
o mettendo un dolce ruggito da disgra- dell'uso del saluto, e di sue diverse ma-
darne qualunque altro animale.... Ma il niere secondo i tempi e le nazioni. Del
progredire dell'incivilimento, a quanto saluto de' cristiani primitivi, e di quelli
pare, non è in sull'a r restarsi, però chi sa della Chiesa,col santo bacio di Pace(f'.) t
che non si giungano a bandire
alla fine del saluto Dominus vubiscnm (/'.), del

tutte le vane ceremonie già tanto dimi- Pax lecuni e Pax vobis (['.), della Pace
nuite, e non giungiamo a non guardarci della messaci7 .), del Saluterà et apostoli-
più in faccia l'uu l'altro, come se mai non cani bencdiclioneni ( V^ del Papa. Toccai
ci fossimo conosciuti?" Ed in fatti che fu: pure degli augurò di prosperità nelle fe-
UNalala esautoralo dal buon capo d'ari' principalmente di Natale
ste maggiori, e
no, è l'argomento trattato con tanta mo- e Pasqua (P~.) e donativi di tali liete ri-

ralità e dolore per le dimenticate feste correnze. De'saluli e ossequi fatti cogl'/^-
Natalizie, dalla Civiltà cattolica t
i\<ì\ prin- chini (f.), co\Y Incensazione {! .), colla
cipio del corrente anno, t. 5, serie 2.\p. Genuflessione (I7.), Bacio della mano
5i. Gravi, severe e ragionevoli riflessio- (/'.), Bacio dell'anello (F.), Bacio del
ni si ammirano nel saggio articolo, che piede',e ne riparlai a Scarta; e tra'saluti
rileva come a poco a poco la moda fa ri- de' vari popoli, anche de'saluti militari e
nunziare assolutamente ad ogni cereuio- marittimi, e tra gli antichi romani volen-
nia e antica lodevole consuetudine; e chi dosi salutare qualcuno che s'incontrava,
vuole affrancarsi dal trasportato eereuio- e di cui non si rammentava il nome, gli

nialedel Natale ali. "dell'anno, può far-


s. si dava per officiosità il titolo di Signore.

lo con 3 paoli offerti ad un pio luogo,do- (V.). Abbiamo, Clemente Baroni di Ca-
vendosi chiamar pago di tal patto pub- valcabò, Lettera intorno alle ceremonie
blicato dal giornale, chi avea diritto d'a- e complimenti degli antichi romani Ro- t

spettarsi una visita,almenouna volta l'an- veredoi y5o. G. Matteo Gesner, Prolusio-
no ! Si deplorano troncati atti d'uri»*
i ne de venusta ab antiquos humanitate
nilà che ravvicinano consanguinei e cit- qua 'a Civililatem vulgo appellaut,L\pì\<ic
tadini, gl'inferiori co'superiori, secondo 1 732. G. Francesco Simon, Disserlations

l'uso antico degli avi nostri, nelle due più de la politcsse des romains, ne! t. r, p.
grandi solennità che ricordano i più alti 83 dell' Acad. des Tiiscriptions. Nicola
262 S T A ST A
Gedoyn, Dissert. hislorique de l' urbani- Itarsì al loro sepolcro, deponendo sulla
te roma ine, nel t. 8, p. Zin delle Mémoi- Confessione (f.) e sul corpo di s. Pietro
res des Inserìptions. i diplomi o di donazioni di provincie o
STATI DONATI DA' PONTEFICI regni, o di offerta tributaria de'loro do-
ROMANI./ .Sovranità de'Romani Pon- mani sovrani con annuo censo o tributo,
ti;! ici, Stati e regni tributari alla s. i.bi beato Pelro principi apostolorum, et

Sede. per le Ficai io tuo, il Sommo Ponte/ice


STATI DONATI ALLA S. SEDE. [t .ì; forinola solenne che si legge ne'lo-
/'.Sovranità' de'Romam Pontefici e del- 10 diplomi, che il tempo ci ha conserva-
ia s. Sede, Stati e regni tributari al- lo, (piai monumento di gloria, non me-
la s. Sede. no de'generosi principi, che della roma-
STATI E REGNI TRIBUTARI AL- na Chiesa. Mentre principi eseguivano i

LA S. SEDE, Iìcgnorutn et Principatuum siffatte dimostrazioni di religione, con es-

s. l'ilio et Ecclcsiae Romanae olmi tri- si gareggiavano popoli e nazioni, che ze-

bularìorum. Domimi temporali con so- lanti accorrevano in folla nell'alma ci Ita,
vranità, sottoposti da'propri principi So- per offrire con volontarie e generose o-
vrani (F.) per di vota oblazione a s. Pie- blazioni il tributo della loro fede, per con-
tro e sua Sede Apostolica, con annuo
s. tribuire alla magnificenza del culto, nel
censo che da alcuni stali fu denominato tempio in cui riposano le ceneri decani*
perciò Denaro di s. Pietro (/ *.). Tali sta- pioni ilei cristianesimo, il che celebrai an-
ti o feudi si offrivano anche con giura - .lieaSEPoix.no de'RomaniPontefici. Ta-
mento di vassallaggio, per divozione o ri- li offerte de'fedeli, si romani che stranie-
conoscenza, e talora non erano censuali. ri;, consistevano in possessioni, e in do-
Indi i Papi oe investivano l'ollèrenlc, con nativi d'oro, d' argento, di gemme, di
promettere la protezione di s. Pietro, del- preziosi drappi, e di altre cose secondo
la s. Sede, eia propria. Questi stati oblati, la condizione delle persone e il costume
censitali e tributari alla s. Sede, sonodi- de'lempi; oblazioni che continuarono si

versi d-.ì°\\Sta(i donali alla s.Sede'm pie- ne'secoli successivi, come ho dimostrato
na e immediata sovranità, per isponta- in tanti articoli, ed ambe parlando del

nea dedizione de' popoli, o per munifi- vescovodi Selva Candida. 11 prelata Ma-
cenza de'principi religiosi, i quali costi- rini prefetto degli archivi segreti della s.

tuirono propriamente la temporale So- Sede, nella 2." edizione della sua Diplo-
vranità de' llotn a ni Pontefici e della s. Se- matica pontifìcia, osserva che ai Papi i

de (F.) , che tuttora l'esercita in parte sovrani a nlica meo te sol tornelle va n ole lo-

di essi; per gli altri, di cui fu spogliala ro cause e questioni, anche di successione
dalla fjrza, emettendo i Papi quelle an- al soglio; quindi ch'erano i Papi che sta-
nue e formali proteste, in uno pe' Tri- bilivano i potentati sui troni, siccome
buti e Censi (F.) di ragione della stessa erano essi che distribuivano reami e im-
chiesa romana e nonsoddisfatti, con quel- peri a norma della religione, e della coe-
le solennità e forinole che riportai nel voi. renza che hanno con essa; e Giustino I
IX, 72, 73, 76, 77, 81, 82 e altrove.
p. imperatore,sebbene coronato dal patriar-
Ne' temoli tempi sovrani mossi da par- i ca di Costantinopoli, volle ricevere l'im-
ticolare divozione verso Limino Apo- i periai diadema dal Papa s. Giovanni I nel
slolorum (/".), si portavano a liotna'f''.) 52 5: esempio memorando ne'fasti pon-
riverenti a venerare le gloriose spoglie tifìcii seguito da 28 Papi, che presagiva
mortali de'ss. Pietro e Paolo (F.) } au- com' eglino avrebbero a proprio volere
tenticandola loroprofmdadivozioneeou disposto un giorno dell' Impero (F.), la
atti solenni^ recandosi a gloria di uini- diguilà del quale rivendicarono all'Oc-
S T A S T A
calcalo e l'ebbero a loro solfito; atto (Ica protezione stati e regni, dominanti.
ili assoluta autorità, in cui ti rinviene la e dominati, non fu l'insignorirsi di essi,
vera causa del diritto de'Papi di elegge- poiché furono contenti del loro limitato
re Y imperatore (/'.V II potere de'Papi dominio temporale per il libero eserci-
risulta ancoro da alti solfimi otti, se non i zio dell'apostolato; uè bramarono d'ar-
più gloriosi, egualmente autorevoli, e di ricchirsi, mentre e sempre sino da'primi
non minore importanza, che riportai a tempi del cristianesimo distribuirono a
Sovrani e Sovb iiuta' de'Romani I'onte- sollievo dell'intera cristianità le oblazioni
ncr. Il privare delle denominazioni i re- de'fèdeli, e la fiendita ecclesiastica {/'.)
gni, fregiare dè'loro titoli, infeudarli, de- della chiesa romana. Immense furono le
Cldere di loro sorte, furono atti di così il- somme erogate dai Papi a soccorso dei
limitato e sovrano potere, che nella sto- principi per sostenerli sul trono,ed a guer-
ria non hanno chi li pareggi, ove quelli reggiare il mantenimento e difesa della
degli antichi e possenti romani non si met- religione; nel frenare la formidabile po-
tano a loro confronto, meno però ammi- tenza degl'infedeli, nemici crudeli del no-
revoli, perchè essi furono il risultamento me cristiano;uel propagare prineipii di sa-
tlel potere dette armi, quando i Papi col- na morale, la pace de'potentati, la felicità
li forzi morale prevalendo sull'opinione de'popoli, il bene universale, il sosteni-
trionfarono senz'armi, ed ebbero a tri- mento degli oppressi, tutti motivi che ec-
butari più potenti stali e regni per i-
i citavano i Papi a prender parte a tutto
spontanea ollerta. monarchi rendendo I che potesse a fine così retto riuscire pro-
ceusuali i loro stati al principe degli a- ficuo e glorioso. Questo non è panegiri-
postoli, ricevevano in ricambio da'Papi co., ma storia pubblicata da imparziali
segnalali privilegi, cospicui titoli nntono- ed autenticata da (pianto vado
scrittori,
maslici, e co'loro regni venivano ricevu- pubblicando in questa mia opera. Il Da-
ti sotto la prolezione di s. Pietro e della ni nella Storia della repubblica di Ve-
Sede apostolica, patrocinio che i principi nezia t. 5 3 p. j, sebbene fu tutto in-
i i

degli antichi secoli cotanto vagheggiaro- tento a umiliare Papi, pure confessa che
i

no, per cui si pregiavano rendere alla me- alcuni Papi, considerando le barbarie e

desima i loro stati tributari e sottomessi, la misera condizione de'popoli, forse non
dipendendo dal pontificio giudizio negli aspirarono alla supremazia temporale e
all'ili di alta importanza, che (piale irre- civile, se non colla nobile ambizione di
fragabile decreto era da'popoli ricevuto, condurli alla civiltà e al vero. Rileva il
come si legge in Coustant, nella prefa- Rinaldi negli /fanali ecclesiastici, che la
zione deìVEpisl. fi. Ponti/. Egli adun- pietà de'principi cristiani li persuadeva,
que verissimo che Papi, come riferisce i che i loro regni erano meglio difesi colla
anche Cironio, discutevano le aziende, le protezione di s. Pietro, che colle armi,
liti e gli affari de'prelali, de'principi,dei per cui gli olfrivanoi loro stati nella per-
regni, delle città, delle famiglie illustri sona del successore il Papa, che li rice-
e private, e lo stato delle chiese e de' mo- veva in feudo della Chiesa mediante giu-
nasteri, che dichiarandoli esenti, col pri- ramento di fedeltà e annuo censo. Les-
vilegio ùe\\' Esenzione prendevano sot- li go nel Borgia, Difesa del dominio ter/i'
to la loro diretta e immediata protezio- parale della Sede apostolica p. 1 77, che
ne, come pure rilevai a PaoTBTTORB e ad la chiesa romana sempre riconobbe tutte
Immusita per cui ne provenivano a' pro-
,
le sue grandezze, anche temporali, dal
tetti singolari prerogative. Scopo de'Pa- principe degli apostoli, perchè egli fu che
pi nell'esercitare così illimitato potere, e la (ondò e la scelse per compiervi sulla
nel ricevere sotto la loro patema e bene- croce l'apostolico suo mìuistero. Egli in
2 64 S T A S T A
questa chiesa lasciò a 'santissimi suoi suc- sere slati elevati gli oblazionari alla re-
cessori in retaggio il sagro deposito del gale dignità. Nou si devono confóndere
divino Primato (/ .): e questa chiesa per questi stali censuali colle investiture del-
elicilo della specialissima sua protezione le due Sicilie (ly .), ricevute dugl* inve-
in (jueila che agli occhi del mondo veu- stiticon giuramento di fedeltà vassal- ,

ne poi ingrandita ed esaltata per gli olo- laggio e annuo censo, qual feudo appar-
causti di tanti doni temporali, che la di- tenente al diretto e supremo sovrano do-
vina provvidenza dispose che da popoli mini.» temporale della s. Sede. Altri fe-
fedeli e di voti, e da principi religiosi e cero i loro stali tributari ad essa, per as-
munifici le venissero geuerosamenle of- sicurarsene il favore e il patrocinio j ed
ferti. Il nome del s. Apostolo trionfò m i censi e le pensioni, che i principi con
lutti gli atti delle ollei te di stali tribu- animo spontaneo buon grado si ob-
e di
tari, delle donazioni, restituzioni e am- bligarono di pagaie alla chiesa romana,
pliamento del principato temporale. Ps'ei anche con giuramento, e talvolta coll'e-
monumenti antichi, come ne documenti spi essione di ligio omaggio, erano alla di-

111 e V
che Borgia riporta nell'Appen- vozione loro verso la medesima intera-
dice della Breve istoria del dominio tem- mente appoggiati, come il denaro di s.
porale della Sede apostolica, si appren- Pietro, Nelle molte lettere, Ielle dal Bor-
de che gli stali della s. Sede non si diede- gia, scritte da'Papi per riscuotere questi
ro, o non si sottoposero ceusuali, non lau- tributi ollerti a s. Pielro dalla pietà dei
to alle persone de' Papi, quanto a Dio, principi, a mezzo de' Nunzi e collettori
a s. Pietro e alla sua Chiesa; la quale nou (e de'quali parlai a' luoghi ove furono,
maucaudo Dell'apostolica Sede vacante, avendo essi subordinati de' Succollelto-
non può mai essere giustamente privala ri), non trovò mai che per trascura nza

delle signorie di lei proprie e amministra- in soddisfarli, Papi pretendessero di non


i

le da'Papi. Nella Breve istoria, il Borgia più riconoscere, o privassero delle terre
pubhlicò nella delta Appendice il docu- tributarie i loro possessori. Esortavano,
mento 1 contenente: L'elenco delle città ammonivano, ma non procedevano poi
e di altri fondi della chiesa romana, in- ad alcun atto di assoluto dominio; poi-
sci ilo dal cardinal Deusdedito Deodato ché ben sapevano che il censo delle terre
nella collezione di Canoni, ch'esso indi- e regni ollerti era totalmente lòudalusul-
rizzòa Papa Vittore 086, la quale ili ilei i la giurata special divozione e riconoscen-
si ha nel codice Vaticano n.°3833, scritto za verso la s. Sede. Il Borgia nel dimo-
a'tempi di Pasquale 11 del 1099. Nel do- strare la differenza dei regni ollerti a s.

cumento Il L'elenco di vari regui of-


: Pietro, e il regno di Sicilia, fa rilevare la
ferti a s. Pietro e alla chiesa romana an- grande varietà che passa tra le terre of-
che con censo, inserito dal cardinal Deus- ferte censuali a s. Pietro, e il reame di
dedit nel precedente documento. Quin- Sicilia di sovranità della s. Sede. Ne'pri-
di osserva Borgia, che il vassallaggio dei mi atti delle terre offerte è chiara l'obla-
regni e di altri luoghi alla s. Sede_, era zione spontanea metile fi Llane,qualu rupi e
fondato sulla divozione di chi offrendo ne fòsse la cagione, il censo esibito, e il

prima spontaneamente al principe degli giuramento quindi prestato per lo stesso


apostoliil suo regno o la sua terra, qual censo, e per la fedeltà ed omaggio do-
feudo oblato, con tributo o senza, poscia vuto alla chiesa romana. E se Papi chia- i

ne riceveva dal Papa la bolla di confer- marono poi tali terre juris b. Pelri, co-
ma e protezione; e di queste offerte va- me fece Innocenzo III del Portogallo, se
ne furono le cagioni, che accennai e dirò insistettero per riscuoterne il censo, egli-
in segui tOjCOinc pure in riconoscenza d'es- no non si lòudarono iu altroché ueli'u-
S TA S T A iiV
lila/.ione lattane da'prìucipi predecessori tefice una guarentigia contro le ingiusti-
di colui, ni quale ne davano l'investitu- zie de'loro sovrani, si ribellassero. Que-
ra, e che in un colle lene offerte rice- sta protezione della s. Sede era ili lauto
vevano sub b. Pilli et nostra proteclio- maggior importanza a que' tempi, quan-
ne. La materia de feudisoblatis, la trat- to più perniciosi erano disordini dell'a- i

tò il giureconsulto Magliari : Jurìspru- narchia, nel tempo slesso che l'autorità


de/Uni feudalis ordine Triboniani com- del Pontefice era la sola universalmente
posita, cap. y, § 32, Napoli 770. Il
1. 1, i riconosciuta e rispettata, persino dalle
Jager ancora, nell'introduzione alla Sto- genti più barbare e più remote. Ogni «piai
ria dì Gregorio l'IIdi Voigt, difen-
s. volta un usurpatore avesse voluto inva-
de quel Papa perchè reclamò l'alto do- dere gli stati d'un vassallodi llotna, avea
minio sopra la Spagna, la Sardegna, la di contro il Papa a proibirgli di portar
Schiavonia, la Dalmazia e l'Ungheria feu- oltre i suoi passi, e senti vasi minacciare
dataria della s. Sade, imperocché prima collemedesimeparolecbes. Gregorio VI [
di lui molti sovrani convinti, che nella disseun giorno al potente Vegelino. Noi •>

coite di Udina si accogliesse cpiel mas- siamo fortemente meravigliati perchè tu,
simo fior di giustizia e di sapere che sem- che già da gran tempo hai promesso di
brava costituirla «piale autorità tutelare esser fedele a s. Pietro ed a noi, vadi me-
di tutte le altre, e desiderosi perciò di ditando d' insorgere contro quel re cui
raccomandare alla provvidenza della me- la divina autorità dell'Apostolo ha per
desima loro sudditi e loro reami, of-
i i mezzo nostro Dalmazia. Noi
stabilito in
frirono e lasciarono in feudo alla s. Sede pertanto da parte di ti facciamo
s. Pietro
i propri domimi. Pertanto s.Gregorio VII, divieto di levar bandiera contro questo
appoggiandosi a'diritti dell'età sua, re- sovrano; perciocché tutto quanto oserai
clamò 1' alto dominio sopra que' feudi, di tramare contro il nostro vassallo si fa-
perchè troppo necessario all'esecuzione rà in oltraggio della s. Sede. Se hai onde
del suo progetto, cioè di operaie nel suo querelarti del re, deponi le lue lagnanze
gran genio la rigenerazione della società al supremo tribunale del Pontefice, e at-
per mezzo del cristianesimo; e per cer- tendine ossequioso la decisione. Che se
care tutti mezzi che lo potevano con-
i non vorrai pentirti della tua temerità,*ap-
durre al suo scopo, procurava di riunire pi che noi sguaineremo la fulminea spa-
intorno alias. Sede i principi e gl'impe- da di Pietro e puniremo inesorabilmen-
ratori, per giungervi con maggior pron- te 1'
audacia tua e de'tuoi partigiani. "
tezza. Fleury non comprese il gius pub- Così parlavano Papi, e questo linguag-
i

blico di quel tempo e riconosciuto uni- gio ci deve chiarire perchè principi ei i

versalmente, per cui biasimò di ambi- sovrani fossero sì larghi e liberali verso
zione il magnanimo Papa ; ma Fleury las. Sede. Stavano nell'interesse della po-
ormai non sta più al livello colla scienza litica tali smisurate largizioni di stati tri-
attuale, come dichiarai a Sovrani. Escla- butari e di vassallaggio alla s. Sede. Ogni
ma il Jager, uè immagini alcuno che
s' re debole e vacillante, e diesi fosse ve-
i principi i quali fecero dono dc'loro pos- duto fuggir di mano lo scettro, implo-
sessi alla s. Sede., sieno stati indotti ad rava il vassallaggio del Papa e reputava
essere liberali con essolei dall'unico sen- a gran ventura l'essere accolto a fedeltà,
timento della pietà : dichiarandosi vas- certo d'essere soccorso e protetto ue'bi-
salli della Chiesa, si mettevano essi al co- sogni,con aiuti temporali e spirituali, col la
perto «.Ielle usurpazioni de'principi cir- forza morale, e colla Scomunica (/'.) con-
convicini, ne più temevano che i popoli, tro il prepotente che voleva angariarlo.
conienti nell'avere nella saldila del Pou- Hurler, Storia d'Innocenzo III, descri*
266 STA STA
vendo la Chiesa di s. Pietro in fatica- blico.Ciascuna terra, ciascuno stato, cia-
zio (/ *.), riferisce che in uno de'lati delle scuna persona si credeva signore o ripu-
sue pareli leggevansiin 3 tavole di bruii- lavasi vassallo, ed alcune volte, in forza
zo i numi di tutti gì' imperi, le provini di prolezioni diverse, il medesimo stato,
eie, le isole e le ci ttà tributarie della chie* lamedesima persona rappresentava od
sa romana. Il p. ab. Strozzi, Delle isti- assumeva l'unno l'altra qualità con gradi
tuzìoni e delle' costumanze del medio evo più o meno contraddistinti di signoria o
p. 88, difendendo con l' llurter i Papi di soggezione feudale. Questo medesimo
contro le molteplici insane opinioni del principio di feudalità ha fitto nascere i

medio evo, e riducendo la maggior parte così delti feudi oliati , specie di volon-
de fatti a cpjel principio di fede vigorosa tariaservitiichedique'lempi veni vacom-
e universale che entrava allora in cima pensata da grandinimi vantaggi. LaChie-
d'ogni umano pensiero, e sull'esercizio sa ferma ed invariabile ne' principii del
al tutto libero dell'autorità pontificia or< dogma e della disciplina ad esso ineren-
dinatrice deile nazioni come de' privali, te, mostrossi anche in appresso saggia nel-
eil estesa a molli temporali elìciti, che se l'amministrazione temporale : perchè si

ora riescono inauditi, venivano però ani- è sempre conformata a'tempi ed a'siste-
messi dallo stato della società e della le- mi del diritto pubblico in lutto quello che
gislazione, riportando testimonianze di concerne suoi possedimenti
i e diritti tem-
scriltoricertamente non sospetti. Il di- »> porali, Quando l'impero romano era si-
ritto pubblico d'Europa sulla subordi- gnore del mondo, esia fu suddita; distrai*
na/ione del potere temporale allo spiri- lo quell'impero, divenne a tutto diritto
tu a le, viene evidentemente comprovato potenza temporale; ed adottò ne'suoi Sta-
colla legislazione de' principali slati eu- ti le forme feudali, poiché tutlo allora era

ropei, e colle dichiarazioni di quasi tutti feudo e feudalità. La sua possanza poli-
i regnanti. I fondamenti poi del diritto fica ora s'ingrandì, ora scemò per con-

medesimo si ripetono dalla natura de'go- venzioni e trattati. Finalmente in cou-


verni d Europa nel medio evo. e dall'in- seguenza di que'mezzi che fanno cresce-
teresse generale della società," L'Artaud, re e decrescere gli stati e le sovranità, la
r
Storia di Pio J ll, all'anno 1 8 i
6, parla Chiesa pur crebbe e (Userebbe dietro l'ef-

de' reclami fatti da quel Papa (e basali fello di politiche e diplomatiche conven-
sui diritti sovrani della s. Sede sui regni zioni; ed il possesso de'suoi stati è seni-
delie due Sicilie, che diffusamente ripor- pie minacciato da quelle cose imperiose
lai a Sicilia) a Ferdinando I re delle due che il sistema generale del secolo ha dalo
Sicilie, per il censo della Cliinea [F.) do- a'governi. Il glorioso antecessore di vo-
voto per que' regni, il quale cedendo agli stra Santità non è stato costretto di fitto
alimi consigli, uon senza contraddizione a cedere le Legazioni con un solenne trat-
e facendo una discussione di duino pò- tato?(imposto dalla prepotenza di armi in-
litico, tra le altre cose così gli rispose: vaditrici). E vostra Santità non ne ripren-
«Fuvvi un tempo in cui il tutto prese in de ora il possesso con una leggera climi-
Europa la forma feudale. La catena dei nuzione(che dichiarai a R.ovigo, errarne-
signorie de' vassalli avea tali e tante anel- ra ndoi paesi sottraili al la legazione di /vr-
l.i che i re di Francia , I' imperatore di rara) soltanto, iu virtù d'una convenzio-
Gerroania, la Chiesa stessa per una parte ne politica, che tutti i potentati riuniti
salivano all'anello superiore del signore, nel congresso di Vienna hanno sanziona-
e per l'altra discendevano a quello del la per dar la pace ai mondo? (ma Pio
vassallo. In una parola, la feudalità era VII fece alte, solenni e contrarie prote-
il principio costitutivo del diritto pub- ste). Non v'ha dunque altro che possa te-
STA STA 267
netti invariabile cìieil dogma, poiché è Calabria, Capita, Ungheria, Boemia,
stato rivelato da Dio. Quello ch'i tem- Portogallo, Aragona, Sassonia, Baviera
porale per la Chiesa si conforma al se- e lo slesso romano Impero, provandolo
colo ed alle circostanze de'tempi. " Os- con documenti, ed altrettanto fecero tut-
Berve l'Artaud: Noi qui ricadiamo quasi ti quelli che trattarono imparzialmente

ilei tulio io alcuni di quegli argomenti, questo argomento, onorevole per la s. Se-
da coi Io stesso Napoleone 1 si allonta- de e pe'Papi, pe'monarchi e pe'principi,
nava nel l8l5 di L'io VI a
I La risposta l per le nazioni e per le città che si rese-
Ferdinando 1,1. riprodussi nel voi. LX V,
t ro feudali e ceusuali di s. Pietro. Il Mu-
p. aoo, Il Piazza nei!' Emerologio Ilo- raioli nelle Disseriaz. sopra le antichità
mano, a p. 4-3 1 , ci diede la Digressione, italiane, colle sue note prevenzioni. che ri*
de regni, provincìe, principati e città già marcai purea Sovranità de'Rom ahi Pon-
tributarie a s. Pietro. Ne
novero, e l'i il tefici e della s. Sede, perchè di tale so-

celebra la viva fede e segnalata venera- vranità fu alquanto contrario, ci diede


zione dei secoli più felici della cattolica la Disseti. Gì).*: De' censi e delle, rendi-
religiooe,de'monarchi,de're,de' principi, te spellanti ima volta alla s. Chiesa ro-
de'potentati, de'popoli, delle città e na- mana. Però Borgia nella Difesa del
il

zioni, eziandio straniere all'Italia, verso dominio temporale della Sede apostoli-
il principe degli apostoli s. Pietro; che ca, a p. 66 e seg. parla de' più antichi
riconoscendolo autore delle felicità cri- collettori de' censi della chiesa romana,
stiane, non seppero esprimere la loro di- che sono secondo l'ordine de' tempi. Il
vola e universale gratitudine d'aver fat- i.°é il già rammentato Dead, ilo o Deus-
to passaggio dalle tenebre del gentilesi- dedit cardinale crea lo da s. G reo" rio VII,
mo alla luce dell'evangelo, ovvero dalle di cui e sua piena idoneità resero ragio-
contaminate dollrine e dogmi perversi ne i dotti fratelli Ballerini neW Appen-
dell'eresia, al lume delle verità cattoli- dixads. Leonem M., Operaci. 3, p. 299.
che, che con rendersi tributari non so- II 1." è Benedetto canonico di s. Pietro
lamente della più sincera divozione dei in Vaticano, il quale compose il libro Po-
cuori, con una piena confidenza al di lui lyplicuso Pollicilns o Politicus, che in-
celeste patrocinio, ma con l'annuo e os- dirizzò al cardinal Guido de Castello poi
sequioso vassallaggio censuale delle loro neh 1 43 Celestino li (l'orgia preso- ab-
patrie sostanze. Abbi a model dotto [J.Gia- baglio nel dire Innocenzo 1 1 e del 1 1 3o,
como Grelsero gesuita, Commentariolus ed a Censi l'emendai: tulli erriamo), ed
de Tmperatorum, Regum,ac Principimi inserì nell' Ordine limitano che il p. Ma-
chrislia nomiti in Se de in apostolicani nin- billou pubblicò nel lìlnsaeum Italicum
nifìceiitia, ex varii aucloribns in gradata t. 2, p. 18, ed altre cose vi raccolse ap-
1

sectalorium, praesertùli vero Leonardi partenenti alla s. Sede. Del canonico Be-
I/u l'eri. praedicantii Tf^iterbergensis col- nedetto profittò Albino che Lucio III nel
leclusetin lucem dalus, IngolstadiiiSio. 1 1 82 creò cardinale diacono, il cui scrit-
In (piesto libro si leggono tutti gli stati e to originale trovasi nella biblioteca Va-
interi regni e principati offerti o fitti tri- ticana tra 'codici Ottoboniani n.°3o57:
butari alla chiesa romana, cioè i seguenti questo è il codice donde l'ab. Cenni die-
e de'quali e di altri trattai a'Ioro articoli de alla luce il libro Provinciale (che tro-
che ne hanno. Spagna, Inghilterra,
lutti vasi ne' suoi Monumenta dominationis
Irlanda, Scozia, Francia, Sardegna, Si- Pan tifici ne t. 2, p. xiv) ed un breve re-
cilia, Corsica, Polonia, Croazia, Dal- gistro de'censi, ma non già quel!' indice
mazia, Schiavonia, Russia, Svezia, Nor- che inserito Ira gli Excerla di detto li -

vegia, Tarragona, Bamberga, Paglia, bro.ll 3."culleUoi'ede'dirilti della s. Sede,


,

2 G8 STA S T A
è Cencio Savelli cardinale camerlengo e prese nella donazione Carolina i Patri-
nel 1 1 \G Onorio 111, il più noto e cele- moni della chiesa romana ,che come ri-

bre, perchè da' Nocchi registi i de'censi ne levai in (juell'articolo,e l'autore di quel-
formò un nuovo con metodo migliore , li del Giornale prova e dimostra già da
uno a' precedenti
e meglio ne parlai, in essa posseduti in numero di 23 sino dal
collettori, nell'articolo Censi appartenen- V secolo e sparsi Dell'orbe cattolico, non
ti allas. Sebe.-.Ivì citai il libro stampato, meno Europa, che in Asia e Africa, e
in
ma l'originale o perì o si confuse nella dovei Capitene vano a in ministra tori chia-
biblioteca Vaticana: esisteva al tempo di mati anche rettori, ed erano sacerdoti,
l'anviuio morto nel i j('kS, che ne estrasse diaconi, suddiaconi, difensori, notati che
l' OnlineRomano scritto dallo stesso Cen- facevano Giuramento di fedeltà a s. Pie-
cio, e pubblicato poi dal p. Mabillon, Ma- tro, ed in molti patrimoni con esercizio
saettili Italicuin t. 2, p. 16 j. In varie bi- delle regalie maggiori e giurisdizione, in-
blioteche si trovano copie dell'autorevo- elusivamente alle pene capitali, senza di-
le registro di Cencio. Inoltre nell'articolo pendenza alcuna, e potere d'alienazione
Censi ricordai i due critici e dotti arti- senza il permesso imperiale; le quali re-
coli XXIII e XXXV, inseriti nel Gior- galie superiori furono riconosciute e con-
nale de letterali di Roma 70 sulla
del i 1 , fessate dagli slessi sci ittori contrari aldo-
a
Dissert. 6g. ricordata e postuma del Mu- minio temporale della s. Sede, se giusti
ratori, e rettificanti gli errori che contie- ed onesti. Dal che ne risulta l'anteriorità
ne, esaminando nel .°
1 i 3 diplomi impe- della podestà temporale dei Papi, pri-
riali di Lodovico I, di Ottone I, di s. En- ma del principato e dominio ecclesiasti-
rico II. Dappoiché dice l'autore de'mede- co. L'autore dell'articolo con diligenza
s'uni, che Muratori infaticabile a comu- indicò tutti i moltissimi luoghi tieW'Epi-
ne intendimento volle compendiare e in stole di Gregorio I del 590, in cui si
s.

italiano 6 grossi voi. Anliquilatuni me-


i parla di essi patrimoni della s. Sede, in
dii nevi, colle Dissertazioni suddette, le uno a quello di Germaniciaua dell'Afri-
quali per esser compendiate e sfornite di ca, e di quello di Proba Fai Ionia che ver-
monumenti nella più parte, fauno mi- so il 432 lo fondò neir Asia di tutte le
sera comparsa in 3 voi., siccome smunte sue possessioni, e ne costituì erede la chie-
e digiune di molto del più importante. sa romana per sollievo de'poveri. Nel 2.
Tra queste tiene distinto luogo la 6g.',io articolo poi l'autore prende a disamina
cui si scorge la variazione di Muratori nel- le false asserzioni di Muratori e pregiu-
lo spiegare la donazione, come la chiama dizievoli alla sovranità pontificia, che pre-
negli /limali, di Carlo Magno, odi Pi- tende far derivare soltanto da Pipino e
pino e suoi lìgli. Con questa sentenza ter- Carlo Magno, mentre già i Papi si trova-
minò lesue (ittiche, lasciando il resto della vano per isponlanea dedizione de'popoli,
dissertazione, e tutta la seguente, a chi fino da s. Gregorio II, sovrani di Roma
dopo di lui continuò compendio; le ul-
il (['•) e suo ducato da circa il 726 in poi
lime 5 già le avea terminate, di due del- e perciò da molti anni innanzi, ed anche
le quali diedi un sunto a Pv.egalia o di- autorevoli patroni e quasi principi del-
ritto temporale dato alle chiese dalla imi- Esarcato di Ravenna (I7 .) e della Peu-
l'

nificenza de'principi,ec., cioè: Della po- memorati ampli e pin-


lapoli (F.), olirei
tenza de' vescovi, abbati e altri ecclesia- gui Patrimoni, dei quali meglio parlai
stici, e delle regalie anticamente conce- ai loro speciali articoli e in altri che vi

dute al clero : Delle cagioni, per le aitali hanno relazione,come a Sicilia per quel-
ne' vecchi tempi si sminuì la potenza tem- li compresi nelle due Sicilie. Perciò l'au-

porale dcgliccclesiaslici lIMuratori com- '.


tore dell' articolo colla storia ribalte le
STA S T A 2n 9
molte narrative alterate di Muratori, ri- ritti temporali della s. Sede, da lui sem-
conoscendo bensì in Pipino, eil in Carlo presminuiti per lavorile la podestà laica,
Magno da s. Leone III neH'800 procla- rendendo anche sospetto il libro di Cen-
mato imperatore d'occidente, beneme- i cio sui censi da lui pubblicato. 1 fonti dei
riti difensori de'dominii della chiesa ro- quali si valse Cencio, lo dice egli mede-
mana, i ricuperatori di quelli ad essa oc- simo: le memorie di s. Eugenio IPapa
cupati da'longobardi, i restitutori de'me- del 654» '' quale potè registrare anche
desimi, gli ampliatoli del sagro princi- i censi d'oriente, persino d'olio e balsa-
7
pato, ed i confermatori del complesso di mo pe* Lumi (A .) per le chiese; le me-
tali domimi con diplomi di donazioni in morie di Adriano Papa
772, equelle
1 del
perpetuo, ad onore e per divozione di s. d'alcuni altri Papi successori. Dice an-
Pietro; allegando certissime monian- testi cora la qualità de'censi da lui descritti
ze, anche contemporanee, massime pel con queste formali parole: »• Quae Ec-
ristabilimento dell'impero d'occidente, clesiae, vel monasteria,hospitalia,seu do-
opera tutta di Leonel II, senza che Carlo
s. ni us eleemcsynariae (qnod ferme idem
Magno vi avesse in ciò parte. Fece pure esse dignoscitur), quae etiam civitates,
la distinzione delle oblazioni de'fèdeli, e castella, villae, vel domus speciales, seti
proprie come dissi di sopra della basilica quae reges aut principes in iua ad m issi,
di s. Pietro, da quelle chiamate proventi et proprietatern b. Petri et s. Romanae
della camera apostolica di tributi e censi Ecclesiae persistentes censuales esse, vel
derivanti da monasteri e chiese esenti ,
quantum deberent persolvere. " Vedasi
da'Papi sottratte dalla giurisdizione dei Arturo Duck, De usti et aitcloritate /"«
vescovi e dalle abbazie, e sottoposte im- ris civilis Rodi anonimia doiniai'n; prin-

mediatamente alla s. Sede, che in segno cipimi christianorum, Lipsiaei676.


di silFatto diritto, protezione e privilegio, La più antica notizia di regno offerto
veni va no obbliga te al paga mento annua le alla chiesa romana, la trovo nella Vaa
d'un censo alla stessa chiesa romana. Più di s. Clotilde di Rutler, ove si dice che il

esempi ne riporta l'autore dell'articolo, suo marito Clodoveo 1 re de'fianchi, pel


che dice pure del le quietanze camerali che sommo rispetto che avea verso il Vica-
ne riportavano le chiese e monasteri esen- rio di Gesù Cristo, mandò (a persuasione
ti ne'pagamenli de'censi, per la conser- dis. Remigio) una corona d'oro (con gem-
vazione e godimento degl'inerenti privi- me) a s. Ormisda Papa del 5i4> '» *e«
legi, e per ricognizione di dipendenza ;
gno della consagrazione ch'egli faceva a
nella guisa appunto che le chiese filiali, Dio del suo proprio regno di Francia.
con tenue censo riconoscono la loro di- L'annotatore aggiunge, che Baronio pre-
pendenza dalla chiesa principale,alla cui tende che questa corona fu poi appellata
giurisdizione appartengono per qualun- il regno o Tiara (F.), e di cui si serve
que titolo. Rimarca dunque l'autore, di il Papa nelle ceremoniestraordinarie. Al-
aver confuso Muratori le oblazioni dei tri vogliono che già fosse usata sino da
fedeli eo'censi delle chiese e monasteri; s. «Silvestro l,ma di ciò a Triregno. Quan-
egli rimprovera il male umore col quale to al regno di Francia, il Gretsero, cap.
riguarda l'offerta de' regni e principali 1q, in vece narra, che Carlo Magno »> in
a s. Pietro con promessa di tributo, ri- tribus locis annualim colligebat 1200 li-
tardandone I' origine e ommeltendone bras ad servitomi apostolicae Sedis, idest
non pochi: vede in Muratori uno scritto- Aquisgrani, apud Podium s. Mariae, et
re nelle cose civili che non ha pari, ma apud s. Aegidium ; excepto hoc, quod
assai debole nelle materie ecclesiastiche, unusquisque propria devotione oifere-
anzi alquanto ingiurioso a'Papi e a'di- bat. " Riporta una lettera di s. Gì ego-
270 STA STA
lio VII al legalo delle Gallie. » Dicen- ngui casa del reame, e fu detto denaro
dnm nulem omnibus Gullis, et per ve- di s. Pietro^ e moneta d'ogni fuoco pcr-
ram obedienlinin praecipiendutn,ut una- che doveasi pagare ila ogni casa anclie
quaeque deunus saltem unum denoi'itim religiosa, eccettuata soltanto l'abbazia «li

annuatim solvaut b. Pctro, si eum reco- s. Albino; in tal guis:» Ini obbligò il suo
gooscunt patrem et pastorem siium ino- popolo a riconoscersi suddito di s. Pietro,
reantiquo/' L,a Spagna vanta lesile pri ed a venerarlo come suo signore. Allret-
rnizie ile'tribuli a S. Pietro dal 5g8, per tanto poi fece nel rr)3 Olii re di Mercia
liecaredo I re de' visigoti, il quale bau- o sassoni orientali, di che Grelsero tratta
dito l'arianesimo professò pubblicameli' al cap. i3, ed io in progresso dell'arti-
te il culto romano, e stabilì per lutto il colo, pari indo pure de'colleltori del de-
regno la i
-
eligioueeattolica. Per dimostra- naro di s. Pietro, che fu ass,ù cospicuo
re il suo ubbidiente ossequio a s. Grego- e pagalo sino al r >33,secondo la legge ap-
rio I, spedì a Roma alcuni doni preziosi pel lata dagl'inglesi Danelaye. Del Pel-
pel sepolcro di s. Pietro, a mezzo d'alcuni legrinnggio (/''
'.) che i principi e i popoli
abbati. Papa lodando
Il il di lui operato, per divozione fecero a Roma, ne trattai ni
gli mandò una Chiare (/',) di s. Pietro, molli articoli, lui il p. Pietro Lazzeri ci

con entro delle limature di sue catene, diede : Disquisilione de sacra veterani
ed una croce con Ciò particella della vera chrislianoritM romana peregrinatione,
ce. Recaredo I, conferma della fede e
in Piomaei 774- Egh prova con varie testi-
divozione al santo, fece ad esso tributa- monianze conleuiparanee, che lino dal
rio il suo regno di molta copia d'argento, VI secolo era invalso l'uso della peuilen-
il qual tributo cessò poi dopo il 6o3, sotto za de'sagri pellegrinaggi, per la redenzio-
ni re \ itici ico ariano, comesi ha dal Da- ne de' peccati, il p. ftlabillon, Saec. IF
ionio, il (piale crede che la ribellione di Benedici, p. 677, ne assegnò l'iiitrodii-
Vitiza del 701 alla chiesa romana fosse zione al secolo VII, e per l'indulgenza
appunto per usurparsi il censo dovutole, ch'erasi persuasi di guadagnare nella vi-
Dice 1 annalista Rinaldi all'anno 701,n<° sita de' L.mina Apoiiolomm. Divenuta
17, che re di Spagna visigoti la pos-
i las. Sede signora dell'Esarcato, nel 7 j >

sederono in nome della Sede apostolica, Papa Stefano detto III di Ravenna, ne
1 1

corrispondendole annuo tributo- Da una concesse il governo all' arcivescovo e al


lettera di s. Gì egorio V 1 1 si raccoglie, che senato della città, e poi vi spedì un duca
avendo mosso principi cristiani a
egli i a governarla. Delle successive investiture
discacciar colle armi dalla Spagna ino- i che i Papi fecero di parte dc'loro domimi,
ri, diede loro facoltà che tuttociò che a- di città e provincie, colla tradizione del-
vesserò conquistato fosse di loro domi- 1' Anello o del Vessillo, e con titolo di
ilio: salvi però gl'interessi e agi di s. vicari temporali agl'investiti, di conti, di
Pietro prima che fòsse soggiogata e in- marchesi, di duchi, e con annuo censo
vasa dagli arabi, (òli felicemente avveu- di denaro, di vasi o pialli di argento, di
ne, rinnovandosi il pagamento annuo del anni, cavalli e altro, parlai a'iuoghi Io-
censo a s. Pietro da' principi di Spagna, ro, come a Caccia 1 tra di essi furonoce-
Si può vedere Gretsero cap. i5. Narrai libri i feudatari duchi d' Urbino e Fer-
ri Ihghilterba che Ina re di Wessexo dei rara (/-'.), i signori di Foligno, Fori), Ri-
sassoni occidentali si recò in Roma nel mini, Faenza (/'.), ed altri molti feuda-
725, e rese il suo regno tributario al Pa- tari, che a pòco a poco cessarono di esiste-
pa, obbligando se e successori a contri- re, o per ribellione o per estinzione delle
bui re ogni anno un denaro d'argento alle lince in vesti te,laonde lo stato pontificio re-
chiese di Roma, che dovea riscuotersi da sto tutto immediatamente soggetto al so-
7

STA S T A 27 1

frano e diretto dominio del Papa. 1 l>nroni Da ciliegi, die in seguilo con .-ninno ceri-

li >udalari minori furono invitati a riunii- so le infeudò a Genova ed m Pisa (/ .)}

-/ime le loro giurisdizioni che intralcia* e quanto alla Sardegna e Corsica, dipoi
«ano l'azione governativa sotto Pio VII ; a 're d'Aragona, e con tributo annuale,
finalmente gli ultimi Feudi (F~.\ termi» promessocongiuramen-todifédellàevas-
narono nell'odierno pontificato di Pio IX sa Maggio. Crei •«ero parla della Corsica al

(F.), ove li enumerai, essendosi rinun- cap. 2 1, della Sardegna al cap. ay. Da
ciati pure quelli goduti dal Sfinito noma- un libro de'censi dia. Pasquale I dell'8 1

no (/ '.). Molle città e luoghi del domi- si lui die la Oncia, per ragione d'annuo
ilio papale, per esercitare la giurisdizione censo era soggetta alla s. Sede, ed il l'a-

de! miro e misto impero e reggersi a mu- pa emanò un atto in L iterano pe'vesco-
nicipio, per privilegio furono da'Papi ri- vi di quel regno sull'esigenza del tributo,
conosciuti censo ali efeudatari con annuo come narra il Piazza. Giovanni Vili nel*
tributo, come si può vedere ne'lanti lo- l'88?. donò duca di Gatta e
a Docibile
10 articoli, come Eoi .ogh a, Perugia, ec: Giovanni suo figlio il patrimonio diTi aet«
altrecitlà e luoghi riceverono dalla s. Se- to, e la città e territorio di Fonili, ac-
de, e con tributi, l'investiture di luoghi ciocché guerreggiassero contro \Saraceni
minori, e di questi pure ragiono ne'ri- Da unn lettera ili quel Papa a Cnr-
{?'•)•

spettivi articoli. Anche vescovi furono


i lomaono,eda altra all'arcivescovodiSa-
iuveshli di parecchi castelli e luoghi, co- lisburgoTheolmaro, si conosce che la Da-
me quello di Monte Feltre, di s. Marino vieta molto tempo prima di Carlo Ma-
(/".) poi e tuttora repubblica nello stalo gno era tributaria della s. Sede, per cui
pontificio, aulico dominio della s. Set\e Giovanni Vili ordinò di esigere tributi i

e tanto beneficato da'Papi e privilegiato, annui del censo spettante a s. Pietro. Lo


riservandosene l'alta protezione, e rico- all'etmano Gretsero nel cap. 3o* e Borgia
noscendone il libero governo; presso la s. nella Breve istoria a p. 82. Inoltre do-
Sede un cardinale è protettore della re- vanni Vili investì del fendo di Capita i

pubblica di s. Marino. Carlo Magno ri- conti Landolfo e Pandemi Ifo, il quale fece
conoscendo le sue vittorie da s. Pietro, anche segnare i! nome del Papa ne'suoi
alla sua confessione mandòle spoglie fat- atti e nelle sue monete, per mostrarne
te sui sassoni e gli unni, cou vari orna- la dipendenza. Nell'articolo SrotETt ri-

menti d'oro e d'argento, e fece tributaria parlai del tributo a 'saraceni, al quale si

della s. Sede la Sassonia con altre prò- soltomiseGio vanni VII I, acciò nell'assen-
vincie acquistale e con annuo vassallag- za da'snoi stati questi non fossero da lo-
gio ; come già aveva fatto del regno di 10 assaliti; ma tornato in essi e armalo
Francia. Di cheparlanOjGretsero nelcap. un naviglio battè i saraceni, esi redense
20, e Borgia nelle Memorie di Beneven- dal tributo che la prudenza gli avea con-
to Li, p.107, insieme ad altri stati tri- sigliato. Narrai a Rovino, che Giovan-
butari, e nella Breve istoria p. 82, ove ni X del q 1 [\ infeudò Adria con lutto il

avverte che parie della Sassonia olliì alla suo territorio a Paolo vescovo di quella
chiesa di s. Pietro di Brema. Anche Ri- città, e gli trasmutò il censo annuo nel-
naldi attesta che Carlo Magnoolh la Sas- 1 l'obbligo di rifabbricare la chiesa d'Adria,
sonia a s. Pietro, e ordinò che ogni casa come attesta lo Speroni, A driensùi in Epì'
Gallie gli pagasse una moneta ari
ilelle scoporum p.33.GiovaniuXI lineiamo die-
ima in tributo. K' Patrimoni che la s. Se- de in fèudo alla sorella Stefania senatrice
deaveain Corsica e Sardegna (F.),Cqvìo romana, ed a'suoi figli e nipoti la alia di
Magno aggiunse il resto delle isole ,
tm- Paleslriua (/''.), con lolle le sue perti-
che esse divenule tributarie della roma t\eme ìcomeGaUieano(l .),GVipeeUoeca
•? - ?. STA ST A
<liCave(dicuiaGB5AZlA9o),Capranica(di ne il glorioso s.Stefàno (propagatore della
cui a Sumaco), e il silo ove fu poi edifica* fède. Il Bolgia, Memorie t. 3, p. 1
qq, dice
lo Zagarolo(V.). Giovanni nel qq| XV che il re fece la generosa offèrta dell'Un-
infeudò Ferrara a Tedaldo avodella gran gheria a Si Pietro, e perciò dal Papa ebbe
contessa Mattile, la quale poi donò l'am- tali grazie. Il narralo dal Piazza lo con-
pio suo patrimonio alla s. Sede. Nel qq8 ferma con altre notizie il Gretsero nel cap.
Gregorio V aggiunse all'arcivescovo di 28. Versoil 1 ooq Giovanni XVI 11 oXIX
Ravenna l'investitura del distretto della investì della Sabina (U.) e di altri con-
medesima e del contado di Cornacchie). tadi benedetto suo nipote, come riporta
Anche mg.»" Marini attesta che Gregorio Mabillon, A'linai. Beneelict.ì. 4, p- 64^.
V decretò che ai soli germani spettava Nella permuta che s. Enrico 11 nel 10 tq
l'elezione dell'imperatore, da confermar- fece con Papa Benedetto Vili, di alcuni
si dal Papa; istituì il collegio degli Elet- luoghi del vescovato di Bamberga, colle
tori dell'impero (I7 .) a numero indeter- terre Arnolfe nel ducato di Spoleli (P.),
minato, che Innocenzo IV ridusse a 7: l'imperatore inoltre offrì spontaneamen-
che se le bolle d'Innocenzo III, in cap. te il medesimo vescovato, da lui fondato
/ enerahilem 33 de electione, e di Cle- in onore de'ss. Pietro e Paolo e di s. Gior-
mente V, in Clement., Romani Princi- gio, sub milione di s. Pietro e de'romani
pe* de jurejurando , rendono testimo- Pontefici, e qual feudatario dovesse il ve-
nianza del diritto pontificio sull'elezione scovo contribuire l'annuocenso d'un ca-
e conferma dell'imperatore, gli elettori vallo bianco magnificamente bardato e
stessi lo confessarono a Nicolò III nella di 100 marchi d'argento. Si può vedere
lettera riportata da bellarmino,Z?e tran- Gretsero, cap. 34, e Piazza che aggiunge
slat. Irnper. lib. 3, cap. 3. Non meno lo avere benedetto Vili eretta (sarà meglio
dimostra la lettera di Urbano IV, Post- la confermò, avendola eretta
ritenere che
queun supernus, riportata dal prelato, Giovanni XVIII detto XIX) bamberga
che vieta all' arcivescovo di Ma gonza e in sede vescovile, e consagrate la chiesa
agli altri elettori di scegliere Corredino di s. Stefano e la basilica di s. Giorgio.
a re de'romani, per escluderlo dalla di- Il bolgia, Memorie
t.i, p. 108, riferisce

gnità imperiale. Che l'impero romano fos- chela cattechaledi Giorgio già era con-
s.

se tributario della chiesa romana, lo di- sagrata fin dal 1 o 2 dal patriarca d Aqui-
1

chiarano Grelsero al cap. 36, e Borgia, leia, e che il Papa solo consagrò la chie-

Memorie, t. p. 06, non che Catena nella


r
,
1 sa di s. Stefano protomartire, eretta dal-
/ ita di s. Pio /", p. 34. Racconta Piaz-
1 rimperatore,coH'assistenza di 72 vescovi.
za^ che \ Ungheria (P.) fu fatta tribu- E che l'imperatore confermò alias. Sede la
taria a s. quando nel 002 il duca
Pietro, 1 celebre abbazia di Fulda, soggettata alla
Stefano, per innalzare il suo grado, pro- chiesa romana nel 731 da Papa s. Zac-
curò da Papa Silvestro II l'onore della caria; esenzione che con diploma aveva
corona reale, nel tempo appunto che il già riconosciuta re Pipino. Osserva il To-
duca di Polonia avea pe'suoi ambascia- massini, De vet. et nov. Eccles. discipl.
tori chiesta la stessa grazia alla s. Sede, par. i,lib. 3, cap. 36, n.°8,che prima di
a cui Papa più inclinando avea prepa-
il s. Zaccaria niuna abbazia fu riservata e
rata corona; ma avvisato da un ange-
la resa sotto l'immediata giurisdizione del-
lo di preferire Stefano, lo fece re d'Un- la s. Sede; che perciò i monasteri innanzi
gheria, soggettando il regno con annuo quel tempo esenti dalla giurisdizione del
tributo a s. Pietro, e colla celebre coro- vescovo , debbonsi credere soggetti non
na gli concesse il privilegio di fursi pre- già al Papa, ma al metropolitano, o pu-
cedere dalla croce aitata, ed il rediveu- re a'vescovi adunati ne'sinodi,chein quei
3

S T A S T \ 27
primi secoli erano assai frequenti, per dosi b, Leone IX recato in Worms dal-
mia latita condizione al patriarca. Ve- l'im pera ture Enrico III, da questi otten-
ila-i Cencio Camerlengo presso Murato- ne la detta restituzione, e quella di altri
ri, Antiq. hai. dissert. Gr) : De civituti- diritti ebeni di qua dal mare, » in ultra
bus et tei rex Carolus b.
ritorti*, qiiae romauis partibus ad suum jus pertinen-
Petro concessi/, et Papae Adriano T tra- tia, " e l'intero sovrano dominio del du-

ili sponondit. Xec non de a'vitatil'tii, ca- cato di Benevento, già donato alla s. Se-

sta-., tetris, et monastcriis per diversns de: da Carlo Magno; in contraccambio il


mundi partes constitutiSf et censibus Ec> Papa cede all'imperatore la città di Barn-
elcsiaeRamatine debilis ab cisdem. me- 1 1 bei'ga e le 100 marche, riservandosi per
desimoBorgia, quanto aBamberga, nella see successori ilcavallo bardato, ed i pos-
Breve istoria del dominio temporale del- sedimenti che la chiesa romana avea in
la Sede apostolica a p.324, osserva, che Sassonia, in Baviera, ed in altre parti di
quel vescovo si sottoscrisse liomanat'Se- Germania, che puntualmente corrispon-
dis subditus, nel diploma col quale ac- devano al Papa le rendite. Ceduti fondi i

cettò e riconobbe la dipendenza imme- della chiesa di Bamberga , il vescovato


diata di sua chiesa e di tutti i suoi pos- continuò ad essere del Papa, e soggetto
sedimenti dal Papa. Su questo proposito anche in canonicis causis al metropoli-
aggiunge che Goffredo abbate Vindoci- tano di Magonza. Il cavallo si dava an-
nense s'intitolava Alodiarius della Sede cora nel secolo XIV, e Borgia lo prova
romana, perchè i suoi antecessori aveano a p. 3o5 Breve istoria. Tributaria
della
offerto quel monastero: » Beato Petra in di s. Pietro fu pure la Danimarca, e pri-
patrimonium et alodium propri u in cum ma di Alessandro del 1061 era obbligata
rebus ad ipsum perfmentibus."Ad istanza ad annuo censo, come si legge in una let-
de'polaccbi, nel o4i concesse Benedetto
i tera scritta dal Papa al re Svenone li,
IX che Casimiro monaco potesse succe- colla quale domandò lo spontaneo censo
dere al trono e prender moglie, onde per che regno pagava alla s. Sede, secon-
il

gratitudine la Polonia (^.Jsi rese tribu- do costume dei re suoi antenati, e lo


il

taria a s. Pietro, pagando i polacchi alla riporta nel cap. 18 Gretsero. Osserva l'an-
sua chiesa un'annua moneta d'argento nalista Rinaldi all'annoi 220, n.°j2, che
per tenere acceso unlume innanzi la sua insorta la guerra civile in Danimarca, il
tomba. Piazza riferisce che il tributo lo re Valdemaro li stimò di spegnerla colla
pagava ogni famiglia del regno, per di- religione anziché colle armi, e invocò da
mostrazione Sede a-
di liliale amore alla Onorio III la spedizione d'un legato apo-
postolica, e durò molto tempo. Vedasi stolico. Papa
inviò il cardinal Grego-
Il

Gretsero cap. 27. Dall'avere s. Leone IX rio Crescenzi commettendogli pure gli
,

assoggettato immediatamente alla s. Se- affari di Svezia, Polonia e Boemia; e pro-


de il monastero di s. Croce de'suoi mag- curò di reprimere l'ambizione de' prin-
giori in Alsazia, coll'annuo tributo d'una cipi colle censure ecclesiastiche, ordinan-
rosa d'oro, ebbe origine la Rosa d'oro do che niuno ardisse usurpare i diritti del
(A'.) e il suo donativo. Essendosi gl'im- re danese e suoi successori; dichiarando
peratori impadroniti di Fulda, s. Leone a' re e popoli circonvicini, ch'era stato
IX la rivendicò nella tutela della chiesa costretto a dar sentenza di scomunica con-
romana, in uno al dominio de'suoi fondi, tro gli assalitori della Danimarca, per-
i cui fiutli però erano goduti da'monaci, chè il regno era tributario della s. Sede.
secondo la condizione di tutti i monaste- Rammenterò che Pietro a Denaro dis.
ri soggetti alla s. Sede, i «piali perciò le dissi della venuta in Roma di Canuto II
pagavano l'annuo censo. IS'el 1 o5a esscn- re di Danimarca e d'Inghilterra, ed ob-
voi.. lux. lò"
a? 4 STA STA
Lligò i danesi a spedire a Poma le decime Vaticano, ed esprimente il dura di P>oe-

e il denaro di s. Pietro, come tacevano mia (era allora Spìtigoea II predecesso-


gl'inglesi. La Svezia eia Norvegia (/"'.), re d' tJratislao Il)_, die promette a Ni-
diclnara Creiselo ca[). 35, ch'erano tri- colò li di pagaie tributo alla chiesa, con
laitarie duo denaro per casa a s. Pietro, questa iscrizione. «• Nicolao 11 Pont M-
e lo rileva da Sleuco nel libro delle Do- Bohemiae dux regali corona a Pont, per
nazioni di Costantino: » Svetia et Nor- legatura doualus, centum argenti librai
\egiasolvuutecclesiaeromanae vectigal." singulis annis apostolicae Sedis solvere
A s. Gregorio VII giurò fedeltà alla chic- promitlit. " Gretsero ne parla nel cap.
sa romana, e gli promise l'annuo tributo 2q, e dice delle ioo marche d'argento
di ioo bisanzi, moneta del paese, Deuie- offerte da TJratislao II a s. Gregorio V 11,

tiio dal Papa dichiaratore di Dalmazia, di cui riporta la lettera. Voight racconta

Croazia e Schiavonm {/ *.), il quale ad che s. Gregorio VII scrisse agl'isolani di

esempio de'duchi d'Ungheria e di Po- Corsica, che aveauo domandato quali vas»
Ionia ne avea latte fervide istanze. pon- 1 salii della s. Sede d'essere protetti, di aver
tifìcii legati iteli 07GI0 coronarono in Sa- mandalo Landolfo vescovo di Pisaapren
Iona con gran solennità, egli dierono lo der possesso dell'isola, ordinare gli a Sari
stendardo di s. Pietro, la spada e lo scet- ecclesiastici, e regolare la giurisdizione ci-

ti o, stabilendo il pagamento del censo nel vile iu nome di s. Pietro, sovrano e p.«-

gioruo di Pasqua. Tutto si apprende da trono del fendo. Nelle lettere il Papa at-

Gretsero nel cap. 1 3, e d;d citato Catena testò a'eorsi la gioia del suo cuore, per-
che osserva, sebbene fossero quei regni che la loro (latria, in origine proprietà
nella suprema signoria del re d'Cnghe di nessuno, fuorché della chiesa romana,
ria. Il Taja nella Descrizione delpalaz- scacciati gli usurpatori felloni a s. Pietro,
zo 4&'> chiama Demetrio
ì aticano,\). venga restituita al dominio del suo signo
miche duca di Creta ossia Candia.YL^vA- re. Li esortò a perseverare nel santo cou-
inenlela Russia (/ .) assoggettò il suo re- siglio, ed offrì loro un'armata d'ausiliari
gno a s. Pietro, e dice Piazza, non quan- toscani, ove soli non bastassero a difen-
do il re Demetrio chiese a s. Gregorio VII dere la libertà nazionale. Dice bolgia che
l'onore della corona, ma quando si recò essendosi i saraceni impadroniti dellaCor-
inPioma il principe figlio che l'ottenne,ra- sica e della Sardegna, le fece togliere ai
tifica udo l'obbligazione del tributo fatta barbari da'geuovesi e da'pisani, indi vi

dal padre allaSedeapostolica. Gretsero ne ripristinò i diritti della chiesa romana. Di


tratta nel cap. 12. Catena aggiunge, che più aggiunge nella Breve istoria a p. 223,
giurarono fedeltà alPapa, Demetrio e la die l'isole di Sardegna e di Corsica ogni
regina. INello slesso tempo Uralislao li anno mandavano un'ollei la in lloma, ai-
duca di Boemia passò ad essere tribù- l'altare eretto a Dio in onore di s. Ga-
tario di s. Pietro, bramoso di cambiare bino nella basilica \ a Ileana, Dell'orato*
il berrettone ducale colla reale corona, rio da s. Gregorio 111 consagrato a lutti

che gli accordò s. Gregorio VII, e poi si i santi. Abbiamo da Sidone e Martinetti,

obbligò ad annuo censo a s. Pietro, da Della sacrosanta basilica di s. Pietro,


trasmettersi in Poma. Vuole Piazza, che oblazioni fatte ad essa con
le notizie sulle

già il duca pagasse il censo per un suo vo- documenti che si deponevano sulla tom-
to privato, e da re lo confermò per la già- ba dell'Apostolo, e de'regni resi tributa-
zia ricevuta dell' insegne e l'itolo regio, ri della s. Sede in quel tempio, deponen-

L'assertodel Piazza lo trovo confermalo do sul corpodis. Pietro diplomi, scettri,


dal citato Taja a p. 4^2, il quale ricor- lande, spade e corone, iu segno di vas-al-
dando la pittura esistente Dell' archivio laggiù de'principi e de'loro stali. Diclna-
S 1 k S T A 77 ">

l'ano inolile, che tali dimostrazioni non la remissione de* peccati miei e ile' miei
nano semplici alti ili venerazione, ma «li genitori, ogni mio onore, che mi deve
si

rinunzia all' assoluto dominio de regni, per cagione de'miei padri, ali onnipoten-
eli' eia la parte più nobile e gelosa che te Iddio, a'ss. apostoli Pietro e Paolo, e
risiedeva nel cuore de'sovran^certamen- al mio signore Gregorio VII Papi, e a
te ri gomentodistraordinariorispettoche tutti isuccessori suoi, sicché qualunque
essi professavano al principe degli apo« cosa piacerà al signor Gregorio Papa, tan-
stoliedi fiducia nella sua protezione. So- to intorno alla persona mia, (pianto in-

che il regno e isole di Ma-


stiene Piazza, torno della dignità, egli pure
la (accia »

iorca* Minorai, al riferire di Steuco,dal piacer suo. E tutte le chiese, che sono in
loro re furono sottoposte alla s. Sede iti poter mio, io le lascio in tutto al prelato
feudo, rendendole tributarie di s. Pietro, Gregorio Papa mio signore, e a tutti i

con donazione assai antica. Notai nel voi. suoi successori, e fedelmente aiuterò, per
LVII, p. i (),che Berengario conte di Bar* (pianto da me si potrà, u ordinarle gm
cellonu nel IOQO offrì e donò a s. Pietro statuente, e secondo Dio. " Il Calindri nel
ed a Papa Libano II Terra*
la città di Saggio statistico-storico del Pontificio
gona tolta a' saraceni, con annuo censo stato, parlaudo dell'origine e progresso
di 5 libbre d'oro, dice Piazza, dopo avere del dominio temporale de' Papi, riferisce
il pio principe ristorata la città, e fabbri- cheil regnodi Tunisi si rese annualmente

calo un tempio a s. Pietro. Il Gretsero nel tributario ad Urbano II nel 1080, e quin-
cap. iG riporta lustramento della dona- di a' successori. Ma Urbano li fu Papa
zione di Tarragona, e nel cap. 1 7 la bolla nel 1088. Bensì nella spedizione d'Africa
Inter primas Hispaniarum TJrbes, colla procurata contro i saraceni diti predeces-
quale Urbano 1 1 la ricevè sotto la speciale sore Vittore 111, fu presa Mahdia, e Tu-
prolezione della romana chiesa. L'annali- nisi nel 1 088. Riferisce Rinaldi, che i pi-
°
sta Rinaldi all'anno 12 1 8, 11. j 1, riferisce sani, i genovesi e altri italiani assalirono

che Onorio IIIammoniGiacotno I red'A- il re africano maomettano, per terra e


ragona.che dovesse pagare il censo perla per mare, lo costrinsero alla fuga e lo te-

contea di Barcellona feudo della chiesa ro- cero tributario della s. Sede. Riportai a
mana; e di questo ne scrisse pure all'ai** Portogallo, che questo regno moffetta
civescovodi Tarragona, ordinandogli che a s. Pietro a tempo d'Innocenzo II, che
costringesse il re all'adempimento de'suoi ne riconobbe re il conte Allònso I, indi
doveri, anco colle censure ecclesiastiche. Papa Lucio II neh 14 5 lo ricevè col rea-
11 luedesimoPiinaldi all'anno 108 1 ,n.°3a,, me tributario della s. Sede, colf annuo
racconta come Bertrando conte di Pro- censo di 4 oncie d'oro; e che altri altri*
cenza, donò questa alla chiesa romana, buiscono a Papa Alessandro 111 il rico-
giurando fedeltà a Gregorio VII cou s. uoscimento d' Alfonso per re e feudatario, l

questa ibrcuola.» Io Bertranno, per gra- sotto la perpetua protezione della chiesa
ziadiDiocontedeila Provenza, sarò d'ora romana, in rimunerazione di sue segna-
innanzi fedele a te, Gregorio Papa mio late imprese contro saraceni e servigi re-
i

signore, e a lutti i successori tuoi, eletti si alla chiesa, col tributo di due marche
per li migliori cardinali della s. rocuatm d' oro alla tomba di s. Pietro. Il Piazza
chiesa. E quanto mi fiderete, io mai non racconta chela vittoria Alfonso I l'ot-
manifesterò a danno vostro. Sic me Deus tenne per l'industrie e orazioni di s. Ber-
adiuvetf et Uaec snuda Dei evangelio." nardo e de'suoi monaci. Diverse notizie
Poi aggiunse Y ini! ascritto sagramenlo. ci dà Gretsero nel cap. 22, ed io nel de-
» Io Bei iranno la Dio mercè conte della corso dell'articolo più volle riparlai del
Provenza, offerisco, concedo e dono, per ibudo e censo di Portogallo. Dissi a In-
2 7 f> S T A STA
huva che Adriano IV neh SS 1 nutoriz- solennemente re d' Aragona (de' quali
i

zò Enrico II re d'Inghilterra ad occupar- meglio a Si>AGrcA)nella persona di Pietro


la, senza il pregiudizio della s. Sede, col II, che per grato animo fece tributario

censo annuale da pagarsi alla medesima e censuale il suo regno alla s. Sede col-
da ogni casa; ma esposi pure le ragioni I' annuo censo di a5o maomezzeltini o
perd ubi tare del la concessione, l'ensì è cer- roassamutini d'oro, moneta del reame e
to che A lessandro 1 approvò la conqui-
1 1 ognunoequivalentea fi soldi reali Borgia :

sta che ne fece Enrico 11, ed ordinò ad dice che al pari de'bisanzi valevano due
un legato la coronazione del figlio in re; terze parti del fiorino; e Piazza riferisce
come pure che Innocenzo III ricevè dal che Pietro li in segno di vassallaggio pose
reGiovanni regni d'Inghilterra e Irlan-
i siili' altare di s. Pietro scettro e corona.
da in feudo equal vassallo della Chiesa IlGrelscro ne discorre al cap. [y. Regnimi \

e per espiazione, obbligandosi all'annuo Aragoniaej e nel cap. 5: Etiam caelera 1

tributo di 3oo marchi per l'Irlanda 6700 Hispaniae regna antiquìtus pei tinebant
per l'lngl)ilterra,ollre il denaro di s. Pie- adjus Ecclesìac Romanae. Osserva Ca-
tro. L'unione dell'I 1 landa all'Inghilter- tena, che Innocenzo HI fece coronare re
ra per opera d'Alessandro III, la confer- di Zfo/grtr/a Calogiovanni, con ampia fa-

ma Borgia; Piazza anticipa la sommis- coltà di coniar Moneta (f7 .), sebbene fos-
sione dell'Irlanda qual tributaria a s. Pie- se sotto la giurisdizione del re d'Unghe-
tro, fino dal suddetto re OiFa; mg. r Ma- ria ; e convalidò a Primislao Ottocaro I

rini conviene che Alessandro 111 permise duca di Boemia il titolo di re, col quale
a Enrico II la riunione dell'Irlanda e di non era stato riconosciuto dalla s. Sede,
intitolarsene re; ma bisogna pure tenere ad onta che boemi erano sotto l'impe-
i

presenle.che pi opriamen te l'erezione del- ro. Trovo in Borgia, Memoriel.i, p. 07, !

l'Irlanda in regno devesi a Paolo IV e che Ottone della Rocca principe d'Ate-
nel 1 555, ad istauza della regina Maria ne nel 2 14 i si fece feudatario della s. Se-
e di Filippo II suo marito. Vedasi Gret- de, tributandole il castello di Livadia col
sero cap.24'- Regnimi Hiberniae j e cap. censo di due marche d'argento. Aggiun-
25: Regnimi Angliae et Hiberniae Sedi ge, che Reginaldo re dell'isole aggiacenti
apostoliche non tantum tributaria facla all'Irlanda, offrì nel 1219 alla chiesa ro-
sunt ob denarium s. Petri } sed et feti' mana l'isola di Man (/".) col censo di 12
dataria a Joanne Angliae et Hiberniae marche di sterlini, e col supremo domi-
rege, parlandone molto. Ad Alessandria nio del suo regno,al dire dell'annalista Ri-
di Lombardia narrai che nella micidia- naldi. NellaZ?m'e istoria poi ap. 22 r rac-
le guerra dell'imperatore Federico I con- conta Borgia, che Reginaldo o Rainaldo
tro di essa e Milano, che difendevano Pa- per assicurarsi il favore e il patrocinio del-
pa Alessandro IH lombardi ad onore
, i la s. Sede^ell'oifrirle l'isola di Man, di cui
di Dio e di s. Pietro edificarono una cit- riparlai a Sonon,la ricevè poi in feudo con
tà, e le imposero il nome del Papa chia- esserne investito per annidimi aureuni,
mandola Alessandria, i cui consoli nel e con giuramento di omaggio e fedeltà,
pubblico nome si recarono a Benevento oltre il detto censo, con lettera scritta a
e l'olii irono al Papa e alla s. Sede, con Onorio III, ove si legge: » Supplicamus
giuramento da rinnovarsi ogni anno, fa- autem Sanclilali vesti ae, quod privile-
cendola tributaria a s. Pietro nel 168 con 1 giuru illud et protectione, quam ahis re-
annuo ceuso, pel cui patrocinio miraco- gibus censualibus et vassallis Romanae
loso lombardi sconfìssero l'imperatore,
i Ecclesiae conceditis, nobis mittat San*
allermandolo eziandio il milanese Piaz- ctilas vestra." Né per diversa cagione si

za. Innocenzo III neli2o4 pel incoronò determinò la Scozia (/'.) di porsi sotto
STA STA a 77
la protezione di Onorio III, che vi eser- nif icio Vili, Epist. 802 e 8o3, an. 3, Pi-
citò la suprema podestà, secondo il Ca- pisi. Ci Te ). Dichiara Gretsero sul regno di
tena. Come Gregorio V avea assegnalo Scozia tributario alla s. Sede, nel cap. 26.
le tendile di Ravenna e Comaccltio (/ .), »» Hoc regnala ad jus b. l'etri pertinuìt-
per sostentamento dell'infelice imperatri- se, manifestimi fit ex disceptatione Bo-
ce Adelaide; così Onorio III, usando della nifacii Vili Papae cum Eduardo I rege
consueta e pia generosità della chiesa ro- Angliae, qui cum Scotiae regnum armis
mana co' Sovrani detronizzati, pel man- suumadiiuperiumadjunxisset,reprehen-
tenimento diBriennegiàre
Giovanni di sus est a Pontifico, quod s. Petri jus vio-
di Gerusalemme, gli assegnò il Patrimo- lare non timuisset. Keclatnarunt quidetn
nio che la Chiesa possedeva da Radico- furti ter angli, sibique jusin Scotiam com-
funi a Roma. Notai a Lituania, che In- petere, scriptis ad Pontilìcern literis, co-
nocenzo IV lece coronare in re il duca nati sunt ostendere; sed Bonitàcius VH[
Miudano, per avere assoggettato alla s. id quod aflìrmaverat, proculdubio non
Sede il suo slato, e lo all'erma pure Bor- sine idoneis argumentis aflirmaverat. De
r
gia nelle Memorie t. 3, p. i io. Nota mg. qua controversia legatur MalthcusWcst-
Marini, che Alessandro IV nel i 256 col- monasteriensis in Ploribus, anno i3oi,
VEpist. o, presso il Regesto Vaticano,
i i et Thomae Walsinghamus in Eduardo
"
rimproveiòDanieleredillussia d'aver de- I, et Polidoruslib. 1
7, Hist. Anglicanae.
fezioualodalla chiesa romana, dalla qua- Riferisce il citato Caliudri, che nel 1 3og
le avea ottennio il real diadema. Anche l'isola dell'Elba si rese tributaria con an-
sulla Livonia (?'.) e sulla Prussia (P.), nuo censo Clemente V, ed al succes-
a
r
ove domiuò l'ordine Teutonico {I .), la sore Giovanni XXII; che a questi fece al-
s. Sede vi esercitò qualche signoria, sino trettanto di Sandomiria il suo; duca Lo-
da Innocenzo HI e Onorio IH, avendo i kotto, perciò dichiarato re neli32o; ed
Papi concesso ai cavalieri di Livonia o egualmente che nel 323 la Slesia si ob- 1

Porta Spade, che riunironsi con quelli bligò a Giovanni XXII e alla s. Sede ad
d' Obrino a detto ordine, quanto aves- annuo tributo. Avendo Bologna parteg-
sero conquistato sugi' infedeli e idolatri giato per lo scismatico Lodovico Vii Ba-
di Livonia e Prussia. Inseguito! Papi sta- varo, neli 34'Beuedetto XII punì bo- i

bilirono un commissario nellaPrussia,che lognesi, quali invocato perdono confes-


i

di tempo in tempo ne concedeva il godi- sarono che la città e il territorio era del
meli toa'teu tonici, quali erano sotto l'im-
i dominio della Sede, e promisero pa-
s.

mediata protezione della Sede apostolica. gare in tributo l'annuo censo di 8000
BonifacioVIlI,per terminare le guerre di Clemente VI nel 344 dichiarò e
fiorini. 1

Sicilia,nel i2cp promise e poi iuvestìGia- coronò re dell'isole Canarie (ne riparlai
conio II re d'Aragona dellaSardegna e a Spagna) Lodovico della Cerda, il qua-
della Corsica, col feudo annuale di 2000 le giurò vassallaggio e d'esser tributario
marche d'argento; al di cui ammiraglio della chiesa romana, coll'annuo censo di
il prode Ruggero di Lamia, concesse con 4oo fiorini d'oro; ma non avendo effet-
annuo censo l'isola di Gerbi o Zerbi nel tuata la conquista, Eugenio IV dipoi le
Mediterraneo, sulla costa del reguo di Tu- concesse a titolo di conquista al redi Por-
nisi (forse conquistata da quel capitano, togalloEdoardo. Calisto III, che celebrai
che bramò legalizzarne il possesso col su- fondatore o restauratore o ampliatore
premo riconoscimento del Papa, locchè insigne della Marina pontificia milita-
praticarono molti sovrani e conquistatori, re, e perciò ne riparlai a Soldato, ar-
auche neH'intrapreuderelecouqui»te),co- mò una flotta per reprimere le invasioni
mesi ha dal Regesto Vaticanoau.idi Do- de'turcbj, sui quali ricuperò e difese dal-
27 8 S T A S T A
le loro aggressioni molti luoghi : tra'pri* nazioni, restituzioni, atnnliazioni e con»
mi vi fu l'isola ili AJetelino o Metilene, ferine, riguardanti il principato della s.

che restituì al suo principe, sotto il diretto Sede, egli stati e regni fatti ad essa ILmi-

dominio della s. Sede, e probabilmente dali, censuali e tributari. Narrai a Mas-


censitale. Grande fu la bolla e l'atto d'Ales- 6EBAHO,ed a Sardegna rep.no ostati del
sandro VI nel 1/(0)3, per la famosa linea bb ni Sardegna, che Benedetto XIV per
ili demarcazione, da lui tirata sulla carta terminare le differenze con quel sovrano
geografica, per terminare le contestazioni pe'fettdi che la s. Sede possedeva nel Pie-
delle scoperte e conquiste tra Portogallo monte Monferrato, lo costituì in per-
e
v Spagna (F.), per cui la a." offrì al Papa petuo temporale vicario della chiesa ro-
il primooro trovato in America,col quale mana nel diretto dominio de'medesimi,
fu dorato il snflilto della chiesa di s. Maria coll'annuo e perpetuo tributo d'un ca-
Maggiore di Roma. Così Alessandro VI, lice d'oro con patena del valore di scudi
come impedì che novel-
rilevai altrove, i 2000, ed il re Carlo Emanuele 111 prestò
li mari rosseggiassero del sangue distia- il solenne giuramento di vassallaggio nel
no, obbligando due re contendenti ad
i 1
74 1 per la ricevuta investitura. Ma leg-
inviare nelle discoperte regioni zelanti e go nel t. 3, serie i\ p. 5g della Civiltà 1

operosi missionari apostolici, onde fosse cattolica, che l'obbligo imposto da De-
ad essi legittimo titolo a conquistarle al- nedetto XIV per la cessione de'feudi ai
le loro corone, quello di assoggettarle al- re di Sardegna fu religiosamente soddi-
l'eterno regno di Cristo; condizioni che sfdttosinoalPepocadella rivoluzionefran-
per altre conquiste aveano imposto altri cese, che pose a soqquadro gli stati sardi.

Papi suoi predecessori per la propagazio* Però appena ristabilita la dominazione


ne della fede. Paolo 111 fu l'ultimo Fa- della casa di Savoia, il re Vittorio Ema-
pa che concesse infèudazioni di provin- miele I fin dal 1817 reputò debito di giu-
rie del dominio della s. Sede; tali furono stizia e d'onore l'adempire quell'obbligo
1 Parma e Piacenza (F.) con
ducati di imposto da un solenne concordato; e così
annuo Ma s. Pio V pochi anni
tributo. fu proseguitonon solo durante ilgover-
dopo, colla celebre bolla Admonet nos, noassoluto,ma eziandiodopola proinul-
de'acj marzo i5()7, sottoscritta in conci- gazione delle riforme e dello statuto (che
storo da 3i) cardinali, dispose che niun riprodussi nel citato articolo), fi no al 8 lo 1

Papa potesse infeudare con tributi qua- inclusi vamente. Indi nel 18 Ti, a maniera
huique città o luogo dello stato pontili- di rappresaglia, per la fermezza con cui
ciò, temporaneamente o perpetuamente, la s. Sede avea respinto le offensive e ar-
sotto ogni titolo equivalente ad aliena- bitrarie innovazioni introdotte per legge
zione o investitura. L' attuale Archivio nella giuri-dizione ecclesiastica, la carne-
dtlla Sede (di cui riparlai a Stampe-
s. ra de'deputati, consenziente il senato, e
ria Camerale, dicendo della Stamperia coll'approvazione del consiglio di stato,
e Biblioteca Vaticana) lo formò Paolo cancellò dal preventivo la somma asse-

V,ed in esso si conservano i monumenti gnata a tal fine; e così il governo sardo
e documenti de'dominii temporali della d'un tratto di penna distrusse quella par-
cbiesa romana, e l'adornò di pitture e- tedelconcordalocon Benedetto XI V, che
>primenti quanto essa possiede e posse- gli tornava importuna; ritenendo,ben in-
dette per diritto o per censo, con ana- teso, in pieno vigore le concessioni ed i
loghe iscrizioni rifinì tate dal Taja nella diritti erano sanzionati in suo fi-
che vi

Descrizione del palazzo apostolico la- vore. il regnante Pio IX solen-


Laonde
licano p. 478, e seg.: Archivio segreto, neruenle protestò contro tale aperta vio-
Vi sono dunque espresse e descritte ledo- luzioue d'un rigoroso contralto bilatera-
S T A S T A ?;<)
li-, di cui la lenità de'fnoderali vorrebbe suoi eminenti pregi. Laonde, e per le vi-
Gire buon mercato, perciò rimproverati cende de'tempi, cessandogli stati e regni
dalla Civiltà cattolica. Nel n." i.j(> del d'essere tributari della s. SoAe, e perciò
Giornale di Roma del 1 8S4-I parlandosi sotto la sua benefica e autorevole pro-
delle consuete proteste latte dal Papa per tezione, questa a poco a poco assunsero
tutti i canoni e tributi non presentati nella presso la medesima i cardinali, ed ora
vigilia de'ss. Pietro e Paolo, si legge an- anch'essa è del tutto terminata, anche per
cora, m Fra tutti i tributi a cui riguarda avere quasi tutti gli stati e i regni un pro-
il precedente articolo, avvi pure la pre- prio rappresentante diplomatico di Resi-
stazione annua d'un calice d'oro con pa- denza (/'".) in Roma presso il Papa e la
tena, ebe per titolo d'investitura in per- s. Sede, per trattare gli ali incivili ed ec-
petua vicaria nel temporale di molti fon- clesiastici.
die terre incombe alla serenissima casa di STATI UNITI D'AMERICA. /'. Re-
Savoia, analogamente alla convenzione pubblica, Spagna, America.
conclusa ira las. Sede e il re Emanuele III, STATI UNITI DELLE ISOLE JO-
e sanzionata dal sommo Pontelice Bene- NIE. V. Corku, Zante, Cefaloma, In-
detto XIV di sa. me. con bolla de'3 gen- ghilterra, Grecia.
na'10174.!. Interrottasi rpiesta prestazio- STATO PONTIFICIO. /^.Sovrani-
ne nell'anno 85o,non mancò laSede apo-
1 tà"de'romani Pontefici e della s. Sede,
stolica per le vie diplomatiche di richie- Roma, Delegazioni e Legazioni aposto-
derne l'adempimento,e di farsenlire l'ob- liche.
bligo che essa aveva in caso contrario di STATUA. F. Scultura.
dar luogo alle formalità della corrispon- STATUTO, Leges municipale, 1
;, Sci-
dente protesta. Proseguendo pertanto il tutu, Statuturn, Consti tulio, Decretimi.
medesimo stato di cose, il s. Padre nel'- Legge di luogo particolare, regolamen-
l'a Ituale solenne ricorrenza si è trovato to per fai* osservare una certa disciplina
nella necessità di procedere a tale atto di o maniera di vivere e di comportarsi in
pi olestazione in guarentigia de'diritti del- alcune Congregazioni, Sodalizi, Conni-
r
la s. Sede, che pe'doveri di supremo ca- nità,Municipii, Capitoli (/ .) ed altre cor-
po della Chiesa è astretto di serbare il- porazioni ; dicendosi quello de' religiosi e
lesi. " All'articolo Protettore dichiarai, religiose Regola (/'.). Statuto è usato per
che ne' secoli XIII, XIV e seguenti eb- legge o decreto generalmente, col qua-
bero origine le protettone de' cardinali le viene regolato uno stato o le persone
presso la s. Sederli ordini religiosi, chiese d' un ceto, per cui si denomina statuto
e monasteri, di pie istituzioni, ed eziandio reale, statuto costituzionale, statuto per-
di stati e regni, di città e luoghi, i quali sonale, di che tratto parlando del civile
talvolta ebbero pure altro cardinale per e amministrativo de' Regni, Repubbliche,
comprotettore; eil al paragrafo: Protet- Ducati, Principati, ec.

tori d'imperi, regni e nazioni, ne dissi le STAUUOPOLI. Sede arci vescovile di


prerogative nel passato secolo diminuite, Caria nell'esarcato d'Asia, nella quale fu
e quasi cessate ne' principi! del corrente trasferita quella d' Afrodixiade (P.) nel
colle protettone stesse; anche per aver VI secolo, che nel IV già era slata isti-

dimostrato diversi Papi non piacere tali tuita, e dipoi nel secolo XIII divenne e-
protettone, spesso troppo esigenti, e tal- sarcato di Caria (^'). Ne furono suffra-
volta incompatibili colla dignità cardina- gaticele seguenti chiese: Mileto, Cibila,
lizia. Era restato il solo cardinale Latn- Eraclea di Latino, Taira, Lorima, An-
bruschini, protettore degli stati Sardi, ma tiochia, Arpasa, Napoli, Ortosia, Anatc-
egli morì nel maggio 1 854, compianto pei tardujAlabandajSlratonica, Alinda, Me-
a8n S T A S T A
20, Jasso, Alicarnasso, Mindo, Gnido, Ce- pare gli ultimi avanzi dell'idolatria, ed
ro n»o,Ereso,Promiso, Anastasiopoli, Ta« ora indulgenze obesi acquistano visitali-

passa, Melasso, Emo o Sizon, Barbilio do moltechiese stabilite da'Papi in gior-

o Bargila, Fanum leron, Cindraoia, E- ni determinati, ne'qunli si celebra la sta-


inelea di Salbace, Apolloniade. Di Afro- zione con esposizione delle sagre reliquie
disiade e Stauropoli si conoscono i se- e funzioni ecclesiastiche, facendosi in esse

guenti vescovi. Ammonio


che interven- orazioni secondo la propria divozione e
ne nel 32.1 al concilio Niceno, Etimenio le pie pratiche proposte, con quelle dispo-
fu al .°di Costantinopoli, Ciro a cjnello
i sizioni e intenzioni prescritte e necessa-

d'Efeso e conciliabolo del 449* ^ r '' *


al rie per lucrare la s. Indulgenza (F.). Le
piano sottoscrisse al concilio di Calcedo- Chiese eli Roma^P.) insignite del singo-
nia e la lettera all'imperatore Leone so- lare privilegio della stazione, sono i più
pra s. Protesto d'Alessandria. Severiano venerandi santuari dell'alma città, i più
firmò il sinodo 5.°, Teodoro I il G.° e an- preziosi e antichi monumenti del culto e
che per Audrca vescovo di Napoli, Sisin- della santità della religione cristiana; ce-
nio a'canoni Trnllnni, N. pel quale sot- lebri per memorie ecclesiastiche, dovizio-
toscrisse al y." concilio generale il diaco- se di ss. immagini e di sagre reliquie, di

noTeofilatto.Teodoro 11 consagrato me- cospicue prerogative, e quasi tutte ricche


Iropolila diCaria da s. Ignazio diCostanti- di pregi artistici. Comunemente ne' primi
nopoli, Niceforo che fu al conciliabolo di secoli della Chiesa si chiamarono Stazio-
Fozio, Efraim, indi Giovanni del 997, ni certi giorni fissi, ne'quali il popolo cri-

Demetrio intervenne al conciliabolo del stiano si radunava in alcune determina-


Cerulario contro s. Leone IX, Giuseppe techiesea fare orazione, e dal verbo Sto,
al sinodo del patriarca Nicolò il Gram- Stare, Stalliere, cioè dal trattenersi in es-
matico, N. del 5o a quello del patriar-
r 1 se, statutis diebns, orando in piedi o gi-
ca Crisobergo, Leone neh 16G all'altro nocchioni , si denominarono stazioni; e
dal medesimo tenuto, N. sotto l'impera- Moi celli chiamò la stazione, Slatto e. Slip-
tore Isacco Angelo, N. del 1 274 tue ' as " plicia stativa. Il vocaboloiS'ftzz/oaefu pre-
senso per l'unione de'greci co'latini nel solo vari sensi esignificati, presso gli scrit-

pontificato di Gregorio X, Isaia fu a'eon- tori profani esagri, ed ebbe diverse spie-
ciliidi Ferrara e Firenze celebrati da Eu- gazioni.il Panciroli ne' Tesori nascosti eli

genio IV, Teodoro sottoscrisse il i.° e Roma, dice che il nome di stazione può
mori verso il 4^0. Orìens christ. t, 1 p.
1 ,
dedura ancora dallo stare dritto in pie-

899. Al presente Stauropoli, Slauropo- di, perchè si usava nella primitiva chiesa
litan,è\m titoloarcivescovile in. parlibus diorare ne'sagri templi non solo inginoe-
dell'Asia minore, che conferisce la s. Se- chioni, ma stando in piedi in certi giorni
de, ed ha per suffragane'! i vescovi pure dell'anno e in alcune occasioni, come in
in parlibus di Cariopoli, Melasso, Me- tutte le domeniche e in tutto quel tem-
zo, Ceramo, Alicarnasso , Jasso, Mincio, po che scorre tra la Pasqua e la Pente-

Orlosia, Alabanda, Eraclea, Lorima, coste, di che ragionai a Preghiera; e l'A u-


lille lo. bespine nella Dissert. de jejuniis, et Sla->

STAZIONI, V. Via Crucis e Via Ma- tianibuSj observ, 4, n.°i o. Inoltre osser-
tris. va, che la voce Statio o stazione, si pren-

STAZIONI SAGREDELLE CHIE- de per far breve dimoia in qualche luo-


SE DI ROM A, Sacrami» Staiionilms de go (per fermata, come alla Posta, per stan-
Urbis Romac. Antiche e solenni proces- za e abitazione), e per quel rifugiarsi che
z
sioni, col canto delle Litanie{T .), istitui- fanno le navi in porto dopo le burrasche
te e propagate nel cristianesimo per cstir- o lunghe navigazioni, come fecero i cri-»
STA STA »8i
stiani travagliali dalle persecuzioni, che nc$yocanturjejuniajfuodcominorantest
come in porto si raccoglievano negli o- et slanles in t&s inimico» iiuidiarutn re-
ratorii ila loro eretti ne Cimiteri u Cala- petlimus. Apprendo dui Bovio, La jtietà

tombe (/'.) piesso le memorie óefliartì- trionfante,^. 3o,clie questi digiuni li os-
/•••
(' ),a celebrare le sagre Sinassi (/ .), servavano ancora nella chiesa orientale,
e pregandoli che loro impetrassero daDio in memoria del tradimento di Giuda che
fortezza per resistere a' potenti tiranni, nel giorno di mercoledì stabilì la vencli-
ehe vietavano tali adunanze rigorosamen< ta del suo divino Maestro, e dell'atroce
le,sotto il pretesto di conventicole con- passione ilei medesimo che nel venerdì fu

Irò il governo. Quando poi I. «Chiesa ebbe compila. Siccome le stazioni, dopoché fu •
hhero l'esercizio del suo cullo, accresciu- rouo rese più solenni, non si fecero senza
lo il numero de'fedeli, allora essi come processione, così Durando non dubitò di
tanti soldati uniti insieme, preceduti co- definire la stazione, una processione che
ine capitano dal sommo Pontefice e dal si fa da una chiesa all'altra. Avverte Ma-
clero, seguendo lo stendardo della Cro- gii, che il vocabolo Slatio talvolta deno-
ce, andarono accampandosi e facendo le tò il concorso del popolo fedele, che pro-
loro stazioni, ora intorno le memorie dei cessioualmente accompagnava il Papa,
martiri, ora in qualche chiesa, con canti ineutreandava a celebrare qualche soleu-
e inni a lodare Dio, e con sagri Ozi glo- nitàsenza digiuno, come nelleslazioni del
rilìcarloeplacarlo.Laoudelestazionicon- tempo pasquale e di altri giorni festivi. Il

sistevano, come al presenterei raccoglier- Cvescìmbem, Istoria di s. Giovanni a ^or-


si chefaceva la moltitudine de'fedeli pres- ta Latina, p. i ic>, dopo avere ricontato
so gli altari del Dio vivente o de'sanli, e chel'Ugonio, Hist. delle sindoni, spiegò
là pregare e compiere altre opere di re- i vocaboli derivanti da quello di stazione
ligione; sebbene poi furono istituite quel* e l'etimologie di questo nome, dichiara
le pie pratiche di divozione, per conoide- che esse furono così dette dallo stare, e
rare Passione ò\ Gesù Cristo, ed Sette
la i riporta questo parere del Lavorio, De In-
dolori della B. Vergine, egualmente col dulg. par. i ,cap. i 7.11." \ L»Dicuntui Sta-
ìioinedi Stazioni, e chiamate Via Crucis liones a stando, quia christiani convenie*
(A'.) e Via Mairi» C7 .), secondo quanto bantadaudiendum verbuniDei,et crunt
esercitarono primi fedeli ue'sanli luoghi
i slanles, ut inpsalm.12 I :Stanles erant pe-
di Gerusalemme,santificati dal Redento- des nostri inalriis tuis Hyerusaleni; vel

re nella sua passione, e dalla sua divina adsimilitudinem disciplinaemilitaris.Mi-


lMadre. Il Magri, Notizia de' vocaboli ec- < lites enim habent certassuasStationesin
<7e.?/rtsf/c/,spiega cogli scrittori ecclesiasti- diversis Iocis, ubi fucinili excubias,seu vi-
ci quello di Slatto, per la dimora che fa- gitias , et Milites Stationariis dicunlur",
ceva popolo cristiano nelle chiese a si-
il Perchè, soggiungeCrescin)beni,simili sta-
niilitudine de' soldati, e perchè le sagre zioni le facevano al tempo delle Persecu-
stazioni lacevansi per lo più nc'tempi di zioni (V.)\ fedeli nelle grolle, ne'cimite-
digiuno, perciò lo stesso vocabolo il più ri e ne'sepolcri de' martiri; e dipoi tran-
delie volle si usò in significato di digiuno, quillate le cose del cristianesimo, s'intro-
onde solvere slationem, tanto vale quan- dusseronellechiesee furono ridotte a nu-
lo solvere jejuniumj ed è per questo che mero limitato e con processioni, che par-
ne'giorni di mercoledì e venerdì si prolun- tivano dopo la Colletta (7^.), cioè da ab
gava la stazionesinoall'ora di -Afona, per< tra chiesa vicina ov'erasi raccolto perciò
diesino aquell'oru non era lecito di risto* il popolo. Anche il Berlendi, Dell'obla-
rarsijCome si ha da s. Isidoro, Etym. I. 6,c. zioni ali altare, p.63, osserva che cornili-
uh., e da s. Ambrogio, Semi. 3(>: Slatio- ciate a moltiplicarsi le chiese, cougreguu*
--

282 S T A STA
dovisi i fedeli pe' divini uffìzi e pel sagri zinne a fine d'invigilare maggiormente su
ilzio, tali adunanze si appellarono stazio- loro stessi, e di schivare le sorprese e in-
ni, e riporta la testimonianza di Maial- sidie del comune nemico infernale. Che
imi,Ord. fiorii. Cornment. 5 de Collect. tali stazioni facevansi particolarmente nei
Sumitur stallo, proconcursu popoli ad giorni di mercoledì e venerdì ossia iv e
locum indicttim, idest ad ccclesiam sup- vi feria, ed i cristiani vi si trattenevano
plicationis causa, ubi sacra fiunt, alia- si no a ?> ore dopo mezzodì: talvolta il po-
quae divina olìicia ". Altre etimologie si polo si tratteneva nellechiese quasi per
ponno vedere nel Piazza n eli' Eorterolo l'intero giorno, tutto intento ad atti di
£10.; e nel
Menochio, Stuore, centuria
p. pietà, ed a prepararsi al combattimento
6, cap. 4>, Delle stazioni, e che cosa si- perla difesa della fede, attendendo il mo-

gnifichi questo nome. Il Chnrclon poi, tSVo- mento della pugna e della prova. Che si
ria de'sagrarncnti, t. 2, cap. 9, delle 4 facevanostando digiuni, e che in tali gior-
stazioni della Péu/fenzaf^.l, spiega i luo- ni non prendevasi altro per nutrimento
ghi e stazioni ove nelle chiese conveniva- che un po'di pance acqua. Nel libro, Rac~
no \ penitenti, \a quale penitenza si distin- colia di orazioni e p'e opere con indul-
se in 4 classi, gradi o stazioni, cioè pia- genze, parlandosi delle visite divote e del
gnenti, auditori, prostrati e consistenti; visitar le chiese ov'è la stazione, si legge
de' quali tutti parlai a' luoghi che li ri- che fino da' primi secoli del cristianesimo
guardano. Smodai principio dellaChiesa riconosce la sua istituzione la visita delle
fu sempre santa sollecitudine di visitare chiese stazionali , nelle quali esistono le
inRoraa sepolcri oLimina Aposloloruni
i più religiose memorie de'santi e in ispe-
(r\)de'ss. Pietroe Paolo, comesi appren- cie de'ss. martiri; ed in certi giorni piìi
de da s. Gio. Grisostomo, Oniel. 26, da santi fra l'anno vi si portava prneessio-
s. Gregorio I in Epist., da s. Paolino di nalmenteil popolo, il clero, ed i Papi an-
JXola che li visitava ogni anno, e da altri. cora a fare orazione. Che sì pia e invete-
Similmente numerose sono le testimo- rata divozione sempre mantenuta, in se-
nianze del fervore de'primitivi fedeli nel guito fu meglio regolarizzata. Dalle file
visitare le touihe de'ss. martiri. Quanto de' Papi, si ha che s. Cleto eletto per 3.°
alleslazioni, Tertulliano in molti luoghi Papa nell'anno 80, istituì le pellegrina-
di sue opere parla di tale uso antichissi- zioni urbane a'sagri templi di Roma, le
mo nellaChiesa,come ad Uxorem, de fu- quali dipoi furono chiamate stazioni, e
ga in persemi., dcoratione ad tnartyres, che convertì la propria casa in chiesa di
de corona mihtis,dejejun. lib. cap. o, 1 , 1 s. Matteo. Papa s. Sisto li del 260, di-
in cui fa conoscere avere i cristiani que- cesi che dal luogo ove giacevano traspor-
sto vocabolo desunto dalla milizia, e dice: tasse i corpi de'ss. Pietro e Paolo nelle
Che siccome i soldati sono esalti in fare catacombe, acciò i fedeli nel furore delle
la guardia e le stazioni indeterminati luo- persecuzioni, allora inasprite,alla presen-
ghi, senza giammai partirsi da'loro posti za di quelle sagre reliquie avessero mag-
(chei romani chiamarono slazioneW luo- gior sicurezza nelle stazioni, cioè ne'reli-
go assegnato ai soldati per istare in guar- giosi uffizi ch'essi radunati facevano nei
diani apprendeda G. Cesare, nel lib. del- sepolcri de'martiri, perseverando sino al-
la Guerra civile3 Q da Virgilio nel lib. 9 l'ora di Salmodia [f/ .) e nel
nona nella
i\e\\' Eneide); così i cristiani le facevano cantar come attestano Pe-
le divine lodi,
nellechiese, ove si trattenevano in alcuni tav\o,in.4nimad.ads. Epiphan. p. 356;
giorni, fermandovisi applicati con tutta Do Cange, in Glossar. jPanv'\ri\o,De Coe-
l'attenzione e il fervore possibile a pre- rneteriis, cap. i.Papa s.Liberiodel 3)2
1

gare Dio, e lasciando ogni altra occupa- celebrò le stazioni presso s. Agnese fuori
e

S T A S T A 283
«Itilemura;s. Daraaao I del 3r>7, per at- pa quando recavasi alle stazioni, secon-
testato del Bovio, nella chiesa di s. Loren- do la sua destinazione. Premuroso s. Or-
zo in Damasoda lui edificala e fatta Ti- misda del 5 4 1
di accrescere il lustro del-
tolo cardinalizio, vi pose la stazione nel le sagre stazioni, fece per esse vasi e croci
martedì dopo la IV domenica ili quare* stazionali d'argento. Ora questo pio uso,
sima, acciò ninna cosa mancasse di splen- tanto inveterato nellaCInesa, ma varian-
dore venerazione alla sua basìlica. Scri- te secondo i tempi e lecircostanze, mosse
ve Anastasio Bibliotecario, che s. Boni- s. Gregorio I del ^90, quando già erano
facio I del 4.1 ^ istituì la stazione presso «lei tutto cessate le persecuzioni, a man-
la chiesa di s. Felice o Felicita nella via tenerlo come cosa sngrosanta e santifica'
Sai, ira. Nel descrivere le Chiese di Roma, la dalla pietà de'maggioii, ridueendo al-
in molte notai (piale Papa v'istituì la sta- tresì le stazioni ad un numero detcrmi-
zione, in qnelle che ne "odono la prero- nato, a regolare celebrazione in diversi

gativa e che se ne ha memoria, e se fu- tempi e ne'giorni più solenni dell'anno,


rono dai Papi e per legittime cause tra- stabilì le chiese più venerabili e insigni,
sferite in altri giorni e inoltre chiese. Al- nelle quali doveano averluogocon distri-
cuni Papi accrebbero il numero dellesta- buirle, ordinando che il tutto si eseguis-
zio DÌ, altri le diminuirono; ora i giorni se, e determinando pure le chiese nelle
delle stazioni sono <r>6, ma si fanno sol- quali dovea radunarsi il popolo, per re-
tanto in minor numero di chiese, come carsi proccssionalmente da esse alle chie-
si vedrà dal catalogo chene darò, perchè se stazionali, le quali volle descritte nel
in diverse si ripete la stazione, massime Messale, romano; e non solo assegnò le

nelle basiliche patriarcali, ed in un me- chiese da visitarsi nella Quaresima (^.),


desimo giorno sino in 3 chiese contem- ina in alcuni tempi e giorni altresì del-
poranea mente, laonde tutte le stazioni se- l'anno. Dalle memorie del suo pontifica-
condo tale catalogo sono o 1. Al tempo 1 to si trovano già destinate per le stazioni
di Ugonio le stazioni di quaresima erano le 5 basiliche patriarcali, le chiese di ti-

54; ma perchè le stazioni ritornavano al- tolo cardinalizio, ed alcune diaconie car-
le medesime chiese, queste propriamen- dinalizie, cioè quelle che già l'aveano pri-
te erano 45,ovvero i giorni stazionali. Di ma che fossero assegnate a'cardinali dia-
Papa s. Ilaro del 4^'j dice Magri: Hic coni, come S.Nicolò in Carcere, ss. Cosma
constituit in Urbe ministrale*) qui circuì- e Damiano, Maria in Via Lala,s. Ma-
s.

rcntconstituta statìones; ministrali erano lia in Portico, s. Maria in Domnica. Del-


alcuni chierici destinati a servire mes- le l'operato da s.Gregorio l,nefh certa testi-
se nelle chiese, nelle quali si celebravano monianza nella sua vita Giovanni Diaco-
Je stazioni; ministralis furono pur detti no, lib. 2, cap. 2 e 6. » Statioues Grego-
i calici co'quali si comunicava il popolo rius, per basilicas, vel beatorum Marty-
con ambe le specie sagramentali, massi- rum coemeteria, secundum quod hacte-
me nelle chiese ove celebravansi le sta- nns plebs romana, quasi eo vivente, cer-
zioni. Da un antico ceremoniale, esistente tatim discurrit, sollicite ordinavit". Fissò
nella biblioteca Vaticana, si apprende co- tutti i giorni, specialmentedella sagratis-
me s. Ilaro, nel desiderio di maggiormen- sima quaresima, affinchè si accompagnas-
te stabilire le stazioni,istituì appositi chie- se l'orazione col digiuno, secondo il detto:
rici espressamente destinati a funzionare Bona est Adunque a
oratio cumjejunio.
nelle chiese durante le medesime, donde s.Gregorio I si deve perfetto sta hi men-il li

poi ebbero origine i diaconi, i suddiaco- to delle stazioni, non l'istituzione come
ni, e gli accoliti stazionari, l'officio prin- pretese Polidoro Virgilio, De inventori'
cipale de'quuli era quello d'assistere il Pa- bus rerum lib. 8, cup. 1, con altri. Ben-
1

»84 STA STA


SÌ a s. Gregorio I si attribuisce ancora la Anticamente le stazioni delle chiese di
concessione dell' indulgenze a c|uelli che Roma si celebravano con grande solen-
visitassero le stazioni, come afferma TU- nità, come ne ragionai in più luoghi, par-
gonio nel discorso che premise all'istoria lando delle Processioni, delle£i7<7/uf /Iel-
delle stazioni. » Delle indulgentie, diesi la Colletta,^ de'personaggi e altri che v'in-

acquistano pei -
le stationi, trovo, che fu- tervenivano col Papa. Riferisce l' Ugonio, il
rono istituite da s. Gregorio, et altri Pon- Piazza ed altri scriltori,che nel giorno del-
tefici anco ne concessero, assegnando a la stazione si raccoglieva il popolo prima
ciascuna chiesa la propria indulgentia ,
in un'altra chiesa, per lo più non molto
» chiama Slatio/iariu" Riporta l'U-
Itesi . lontana da quella dov'era intimata la sta-

gonio un brano della bolla di Bonifacio zione, ed in essa recavasi il Papa col suo
Vili, che attesta di avere s. Gregorio I accompagnamento (che indicai nel voi.
e poi suoi successori accordato indulgen-
i Vili, p.117, e per quelli che Io assiste-
ze ad onore di Dio e per la salute delle vano, ed ivi enumerati, si ponuo vedere
anime de'fedeli alle chiese stazionali, sen- i loro articoli, come Mappulari ch'erano
za specificare il numero degli anni e di famigli pontificii che portavano ({.'.tanto

che tenore fossero l'indulgenze poste alle occorrevano pel Papa, e gli asciugavano
da lucrarsi da' visitanti. Nou-
stazioni e i piedi quando se li lavava per nettarli
dimenoBonifacioV confermò alle chie-
1 1 dalla polvere o fango, solendo cammina-
se di Roma tutte l' indulgenze staziona- re a piedi scalzi senza Scarpej che i Pa-
rie concesse dai suoi predecessori sotto pi recavansi scalzi alle stazioni, lo ricor-
qualunque forma e tenore; ed inoltre ag- dai pure nel voi. XXXVIII, p. «57), le
giunse a tutti quelli che veramente con- Scuole di Roma, e con privata processio-
triti econfessati visiterannoannuahnente ne il clero, essendo tali chiese determina-
le chiese nella quaresima dal dì delle Ce- te egualmente che quelle delle stazioni.
neri alla Pasqua di risurrezione inclusi- L'usanza di fare questa raccolta del cle-
ve, un anno e 4<> giorni d'indulgenza. E ro per le processioni, si osserva ancora nel-
di più, oltre le altre indulgenze consuete, le Rogazioni (V.)
sì maggiori che mino-

a quelle persone cbe trovandosi nel mede- ri,ed a'tempi di Tertulliano già aveano
simo stato interverranno alla benedizio- luogo e col digiuno le processioni colla
ne papale solita farsi nel medesimo tem- salmodia. Dopo ch'erasi adunato il po-
po, rimise i oo giorni delle penitenze loro polo ed ilclero, giunto il Papa nella chie-
ingiunte. Aggiunge l' Ugonio, che oltre sa di convegno, quivi egli diceva l'orazio-
ilcontenuto della bolla di Bonifacio Vili, ne chiamata Collctta, perchè si recitava
piamentesi slima, che la liberalità de'san- sopra il popolo così raccolto. Indi prece-
ti Pontefici abbia largamente aperto i te- dendo la Croce stazionale (f.) portata
sori dell'indulgenze nelle chiese divotis- dal diacono suddiacono staziouario(del-
simedi Roma in ogni tempo e principal- la Scuola della Croce parlai a quell'ar-
mente nel corso della quaresima, che la ticolo; e croci stazionali, oltre la basilica

s. Chiesa chiama tempo accettabile e di Lateranense, aveano pure la Vaticana e


salute. Così parlava TUgonionel i588,che la Liberiana, grandi e di molto valore),
dedicòad. Camilla Peretti sorella di Sisto ed assistito dagli accoliti stazionari, con
V,e stampò l' Hisloria dellcStalioni di Ro- solenne rito processionalmente cantando
ma, die si celebrano la Ouadragcsima,do- le di vote preci della salmodia, s'incede-
ve oltre, le vile de' santi, si tratta delle o- va alla chiesa della stazione. Arrivati iu
rigini, fonda tioni, siti, restaurai ioni, or- questa, si cantavano le litanie sino all'al-
namcnli, reliquie, et memorie di esse chie- tare, ove si portava la croce stazionale:
se, antiche ci moderne, Romai j8b>. il popolo prendeva posto secondo il ses-
ST4 STA 2S7
donne dalla parte di settentrione,
so, le ollucignolo di bombare, detto anche »/!•
partem inuUtruiii, gli uomini dalla bnn- pira, lo intingeva nell'olio della lampada
di> di mezzogiorno, partali vìrorum, co- che ardeva innanzi all'altare, e dopo a*
niasi legge nelle antiche iscrizioni trova- verlo ben pulito, lo presentava al Papa,
te nelle antiche chiese, che fanno testimo- e con voce alta dicendo: Ju/>e Domnebc-
nianza di tale segregazione. Il Papa era nedicere (V>), il Papa lo benediceva, e
stato ricevuto sulla porta dal cardinal ti- baciava con divozione in riverenza del
tolare odal cardinal diacono col suo cle- santo o santa sotto la cui invocazione era
ro, e incensato; indi passalo nel Segreta- In chiesa stazionale. Ricevuta dal Papa la

i to[/'.), face vasi \aLavanda de piedini'''.), benedizione, seguitava l'accolito a can-


e si riposava sul Letto de'paramenti (/".), tare: Hodie fuit Statio ad Scindimi A".
indi assumeva le sagre vesti. Si celebrava (vel) Sanctam N., quae salutai 7'cj ed il
il s. Sagrizio della feria, e se dal Papa, i Papa rispondeva: Deo gratias. Notai pu«
suddiaconi regionari cantavano le lezio- re, che Papa consegnava lo stuppinoad
il

ni (come rilevai nel voi. XIX, p. 278). un cubiculario, il quale lo riponeva co-
Sì faceva ancora la Predica (
A'.), e lo di- gli altri ricevuti nelle altre stazioni e li

mostrano le O'iieliechti abbiamo dis. Leo- custodiva; e morto il Papa, con tali stup-
ne I, e di s. Gregorio I che molte ne pro- pini si riempiva un guancialetto o cusci-
nunziò in tali giorni nel mezzo della so- netto, e si poneva sotto la sua testa nella
lennità della messa. Dopo fatta la comu- cassa mortuaria. Dal calcolo di questi
nione (il Magri dice prima di essa), che stuppini si conosceva a quante stazioni
dal Papa ricevevano ministri sagri il
i , era intervenuto il Papa defunto. Rimar-
suddiacono regionario, talvolta Yarcidia- cai altresì l'opinione che da' medesimi
cono (del quale riparlai a Priore de'dia- stuppini intinti nelle lampade provenne
coni), dal corno dell'altare e con calice in 1' uso di distribuire la bombace intinta

mano, ovvero diacono stazionario, co-


il nell'oliodelle lampade ardenti avanti al-
me rilevai nel voi. XIX, p. 278, ed an- le ss. immagini o alle sagre reliquie, ai
che tale altra un notaio della s. Sede (di fedeli che ricorrono al patrocinio di chi
cui a Protonotari apostolici), pubblica- viene rappresentato nell'immagine, o chi
va la colletta e la stazione pel giorno se- si venera nelle sue spoglie mortali. Fini-
guente, colla forinola : Craslina die ve- ta ogni cosa e pia pratica della stazione,
niente Slalio eril in Ecclesia sancii N.; l'adunanza si scioglieva, il popolo torna-
ed cantori rispondevano, Deo gralias
i va alle proprie case, così il clero e le scuo-
(J7.). Dall'uso di pubblicar la stazione nel- le di Roma: il Papa o partiva con Caval-
la messa, forse derivò la consuetudine di cala (/ .) per restituirsi al palazzo apo-
pubblicar l' indulgenza nelle Cappelle stolico, ovvero si fermava per (pie! gior-

pontificie (/'.), le (piali orasi celebrano no ov'erasi celebrata la stazione, al rife-


nel palazzo apostolico, mentre anticamen- rire d'Ugonio.Le antiche stazioni princi-
te aveano luogo nelle chiese delle stazio- palmente si celebravano ne'giorni di do-
ni, sinché Clemente V nel 3o5 stabili in 1 menica, mercoledì e venerdì; e ne'tempi
Francia la residenza papale : in alcune più tranquilli per le pubbliche preghie-
chiese stazionali tuttora i Papi celebra- re, per solennizzare i dì festivi, per vene-
no e assistono le sagre funzioni, dopo il rare le memorie de' martiri, e lucrare i

loro ristabilimento operato da Sisto V. Di tesori delle indulgenze perciò chiamate


che feci menzione nel voi. Vili, p. 27 1, stazionarie. La diversità di alcuna funzio-
ove e nel voi. XXXVII, p. 77, narrai, ne era propria del giorno e della chiesa
che finita la messa stazionale, un accoli- ove si celebrava la stazione. Ne rammen-
to stazionario preudeva uno stuppino o terò qualcuna e di cui già parlai, le altre
28Ò S T A S T A
avendole puf descrìtte a '-luoghi loro, di- compresi nello stabili mento di s. Gregorio

cendo dell aotiche funzioni celebrale dai J,econesse il digiuno e la messa,come no-
Papi. Ad Antifona e nel voi. IX, p. qq, tarono il Micrologo, De Eccl. observ, cap.
dissi che il Papa nella basilica Vaticana 5o;Bono,ifer.l(7(«r.lib. i,cap. 1 8,6 a;e Ma-
per la stazione del sabato precedente al- billoii,0/v/./ìo//i.cap.5,p. 3 3. Ciò non fece
la 3. domenica dell'Avvento, poneva una s. Gregorio I, giacché s.Melchiade del 3 1 1

moneta d'oro 141 bocca a chi aveapreinlo- avea vietato il digiuno ne'giovedì e nelle
nata l'antifona. Nella vigilia di Natale per domeniche, perchè i pagani lo facevano
la stazione a s. INI.'
1

Maggiore, il vescovo iti que'giorni. Ma


Grego- in tempo di s.

d'Albano ospitava il Papa nella notte, im- rio paganesimo era del tutto cessato,
1 1 il

bandiva alla curia una cena e donava due meno in remote parli. Notò Novaes nel-
porci, come riportai ne'vol. IX, p. ioti, la sua Storia, che però fuori di quaresi-
LV, 4'- Neli. "giorno di quaresima,
p. ma re»tò il giovedì senza ullìzio e messa,
essendovi la stazione nella chiesa di s. Sa- onde chiunque privatamente voleva ce-
bina, ivi il Papa faceva la distribuzione lebrare nel giovedì,bisognavache recitas-
delle Ceneri (/'.), e lo ripetei a Cappel- se la messa della precedente domenica.
le PONTiFiciE,descri vendo la funzione, co- Prima di s. Gregorio I già esistevano le
me tutte le altre sì antiche che odierne: stazioni delle ferie iv e vi, quelle dell'av-
nel seguente sabato, come avverte Zac- vento e di quaresima, quelle del natale
caria, Storia letteraria t. 3, p. 160, nei de'martiri, alquanto indeterminale e in-

più antichi tempi non eravi stazione, di- certe. Dipoi si formarono 4 elenchi: il 1

poi fu introdotta in più chiese, come in èriportaloda Muratori, Liturgia lloma-


a
quella di Giovanni. Nella 4- domenica
6. na,e tratto dal Sagramentario dis. Gre-
di quaresima il Papa andava alla stazio* gorio I;il 2.° furicavalodadue codici Va-
Me del la chiesa di s. Crocciti Gerusalem- ticani, e pubblicato da Mabillon nel I\Ju-
me, ed ivi seguiva il rito della Rosa d'o- snelliti llal.;\\ 3. "di Pietro Mallio, DcZ>\j-
ro [/ '.). Nel 'i.° giorno di Pasqua vi è la sil./ ~a(., e inserito da'Collandisti, Ada ss.

stazione nella chiesa di s. Pietro iti Fa- /unii, t. 7; il 4-° fL| estratto da un codice
ficattOj-anUcaraénleseil Papa vi celebra- in pergamena dopo Vllist. Basii. Later.
va solennemente, donava i suoi gitanti al di Giovanni Diacono, esistente nell'archi-
vescovo di Selva Candida[F.)e co'quali vio della basilica, e riprodotto dal citalo
avea celebrato; il vescovo dovea tenergli Crescimbeni a p. 1 1 1 , ed ove sono nota-
la staffa nel discendere e ascendereda ca- te alcune chiese in cui si faceva la collet-
vallo, perchè
recava alla stazione con
si qualche doppia stazione, cioè che nel
ta , e
cavalcata; uffizio di Palafreniere (P.) o medesimo giorno celebravasi in due chie-
stalliere che si pregiarono d'esercitare i se. Da tali monumenti si rileva, che le an-
più potenti sovrani col Vicario di Cristo. tiche stazioni, dopo il loro ordinamento,
Nel sabato in A Ibis essendovi la stazione tranne poche variazioni, èquasi eguale al-

nella chiesa di s. Giovanni inLacerano, l'odierno. Siccome le stazioni si distinse-


anticamente in essa si fece la benedizione ro in maggiori e minori,quesle ultime non
e distribuzione degli Agnus Dei, e la me- essendo solenni non aveauo la colletta, co-
moria della benedizione ne fu rinnova- me dichiara Mabillon. Le più antiche e
ta dal Papa che regna neh 853 e in al- de'piimi 3 secoli, stabilite nelle catacom-
-

tro giorno, nel vicinoe già contiguo san- be^ ! dissero stazioni private esegrete, nel-
tuario della Scala santa, ove nel descri- le non avea luogo il pubblico an-
quali
verla riparlai degli Agnus Dei. Papa s. nunzio della susseguente celebrazione; e-
Gregorio II del 7 1 5 ordinò le stazioni nei rano propriamente sagre adunanze, ad e-
giovedì di quaresima, noti essendovi stati sempiodi quelle degli aposloli,e che Piaz*
S T A S T A 387
za dice a imitazione delle Sinagoghe (/ .) diCjriovanniXXll e
dcll'altnrista ne* tempi

degli ebrei, ove si leggevano le sagre Sali- Benedetto XII dimoranti in Avignone, te
tine, si facevano preghiere, si ascoltava ne leggono alcune» pio prelati*, qui cele-
l'istruzione del vescovo, si celebrava la s. brani in stati onibus, et canonic;s,et prò il-

Eucaristia,, e dopo averne partecipalo si io, qui dicit epistolam certis dtebus". V

ritiravano i fedeli alle proprie abitazioni. poco a poco l' uso delle stazioni si fece
Queste sagre adunanze si celebrarono an- molto diverso, non essendovi più né la
cora in tempi più tranquilli, in alcune del- colletta, uè la processione, e solo rimase la

le povere chiese de'cristiani, e nelle case visita della chiesa, che per lutto il giorno
che alcuni fedeli aveano destinale al solo a bell'agio può farsi dal popolo per lucra-
uso de! culto: tali furono quelle deluden- re i tesori spirituali dell'indulgenze. Resti-

ti, delle Lucine, della Taberna meritoria, tuita la pontificia residenza in Roma, in-
poi convertite in chiese, finché data la pa- sorse il grande e lungo scisma d'occiden-
ce alia Chiesa ila Costantino l,si celebra- te, estinto il quale nel secolo XV, pote-
rono nelle basiliche da lui edificate e in rono Papi riprendere la somma premu-
i

altre chiese, con l'intervento d'ogni ordi- ra colla quale eransi distinti gli antichi
ne ecclesiastico e palatino, del Primice- loro predecessori, che ne aveano regola-
rio (/"'•), e di Lutti i fedeli senza distinzio- to l'ordine e riti, con eccitare fedeli a
i i

ne grado e eia, di sesso e condizione,


di conservare aulico spirito di p eia per
I'

grande essendo il fervore e l'assiduo con- queste sagre funzioni, e per mantenere li-
corso de'fedeli a queste sagre funzioni, se- na profonda venerazione verso le chiese
guendo l'esempio de'zelanti Pontefici. Ri- di Roma nelle (piali esse si celebrano. Con
ferisce il Garampi, Memorie ecclesiasti- grande amore rivolsero successivamente
die, p. 555, che le processioni solenni alle le loro sollecitudini a tenere in fiore que-
stazioni durarono fino a tutto il secolo sta utilissima pratica, cou fregiare qual-
XI il, ed in una bolla del i5o d'Innocen- i che altra chiesa de' privilegi stazionali, e
zo IV sono nominate le processioni stazio- aumentandone le indulgenze, che ad i/i-
nali; così nell'inventario della s. Sede del star accordarono o ad altre chiese od a
I2q5 di fr. .Nicola Mangiacele, si legge qualche pio esercizio, sì di Roma che
de missis in locis slaliombus.W Dura mio, nel resto del cristianesimo, conservando-
che viveva ne'principii del secolo XIV, nel si le stazioni senza variazione sostanzia-
suo HaLion. Div. Ofjìc. hb. 4, cap. s5, n.° le fino a'nostri giorni, tranne le ricorda-
i 3, suppone che allora si continuassero te e antiche solennità rituali, frequentan-
le processioni delle stazioni. Negli Ordini dole i fedeli, ed i sodalizi coli processio-
Romani dì Jacopo Gaetaniedi Pietro A- ni; le quali chiese nel giorno della stazio-
inelio, che furono scritti sulla metà e de- ne sono sempre ornale di tutta la sagra
cadenza di quello stesso secolo,uou si fa pi ìi pompa, e con decoro vi si celebra l'uffi-
menzione della croce stazionale, uè delle ciatura propria, massime nella quaresima.
processioni stazionali,che perciò conviene Nicolò V ch'ebbe la giuria neh 4 {9 di
ritenere che fossero intermesse nell'assen- terminare del tutto gli avanzi dello sci-

za da Pioma de' Papi, e per conseguenza sma, nel Giubileo dell'anno sunto 4 J'J dio 1

neppure della scuola dei Cantori ponti- rari esempi di pietà, frequentò le stazioni
ficii (/".),che intervenivano alle stazio- eu'cardinali, dopo avere fatto restaurare
ni, e de'principali del clero che doveano molle chiese stazionali, perchè vi si po-
aver parte in «Ielle processioni. Però qual- tessero celebra re le stazioni con tutta l'ec-
che solennità nel giorno delle stazioni du- clesiastica dignità. Sisto V neh 5SG, co-
rava ancora nel secolo XI V, almeno nel- me descrissi nel voi. Vili, p. «4 2 > l'inno-
la basilica Vaticaua, mentre tra le spese vò l'antico uso di celebrare le sagre fini-
sSB STA S T A
zioni pontifìcie in diverse chiese stnzio- ogni volta , che nel tempo quaresimale
unii ili Roma (tutta volta dipoi si torna* con cuore contrito e divotamente visite-
rono a celebrate nelle Cappelle pontifi* ranno le chiese, ov'è la stazione, nel ino-
eie, meno poche eccezioni, come per la do prescritto dal medesimo, e fatto pub-
domenica Palme,che Gregorio XVI
delle blicare con apposito libro dalla stampe-
uno a quella del-
la ristabilì in s. Pietro, in ria camerale, l'indulgenza di /\o anni e
la commemorazione di s. Paolo nella sua altrettante quarantene applicabiìeanche
basilica, come riportai nel voi. Ll,p. i i
\t a' defunti. Inoltre concesse a tutti quelli
ed ancora si osserva) a lustro delle me- che almeno per 3 volte in 3 distinti gior-
morie della veneranda antichità, ed in ni avranno fitto delta visita come sopra
ponendovi la stazione. Egli dice nel-
altre l'indulgenza plenaria anche applicabile ai
la sua bolla Egregia:» Vetnsadmoduiu defunti, in un giorno ad arbitrio, in cui
est ah Apostolicis usque temporibus sa- pentiti, confessati e comunicati visiteran-
crarumStalionum consuetudo, inquibus no qualche chiesa O pubblico oratorio,
fidelium muliitudoab Apostoloruin se- pregando per la s. Chiesa, ec. 11 prescrit-
pul» hra,et fortissimorum Martyruin me- to modo si è il visitare prima una chiesa
morias conveniebat hyinuis et canticis , con fare le preghiere notate nel citato li-
spiri ttialibus Deum in Sanctis suis intra» bro al ss. Sugrameuto, alla B. Vergine,
l'ilein Iaudabat,et sa lutar ibus immacula- ed a'ss. Martiri; indi recitando il salmo
la e llostiae sacrifìciisplacabat, et ad ver- Miserere, 5 Pater , Ave e Gloria, e li
sus multiplices antiqui hostis oppugna- Gradi della Passiona di Gesù Cristo, por-
tiones tanquam in castris Dei Statione tu- tarsi alla chiesa ov'è la stazione, e nel vi-
lissima consistebat". Paolo Vdel 1 6o5 non sitarla recitare le Li tanie de' santi co ^J ^/
solo col premio delle indulgenze ridusse ed orazioni assegnate, ed in (ine il salmo
a frequenza la visita del le Selle Chiese di De profundis. Le persone per altro idio-
/ionia (nel quale articolo parlo pure dei te e altre mancanti di dello libro potran-

7 altari), che sono tutte stazionali, tran- no lucrare le stesse indulgenze facendo
ne s. Sebastiano (lo era prima avendovi nelle visite alle due chiese quelle orazio-
s. Sistoli nell'adiacente cimiterio riposti ni che gli suggerirà la loro divozione e
i suddetti corpi de'ss. Pietro e Paolo, e s. secondo la propria capacità e recitando ;

Gregorio I celebrate le sagre funzioni )


nel passare da una chiesa all' altra una
fuori lemma, forse per la lontananza; ma 3." parte del Rosario colle Litanie, e nel

egli stesso co'cardinali, i vescovi e la cor- partire dalla chiesa ov'è la stazione, ter.
te le visitò; ed introdusse il rito di visi- minar la visita col salmo De profundis,
tarle con processione e col ricevimento ovvero con un Paternoster, Ave Marine
della s. Eucaristia. Ad eccitare i fedeli a Requiem aelernam alle anime sante del
fare le visite delle stazioni, pregare secon- Purgatorio. Di una simile grazia lo stes-
do l'intenzione e pel santo governo del Pa- soPapa vuole che possano partecipare le
pa, pei bisogni della Chiesa, l'estirpazione monache, e tutte le altre persone dimo-
dell'eresie, la pace tra i principi, Pio VI ranti ne'monasleri e comunità, purché a-
con decreto della s. congregazione del- dem piano il modo prescritto , visitando
l'indulgenze, de'q luglio 1777, di nuovo le come pure gl'in-
rispettive loro chiese;
perpetuo le indulgenze loro con-
stabili in fermi ed i supplendo a ciò, che
carcerati,
cesse da' predecessori. Dipoi Leone XII non poimo eseguire, con quello che sarà
con moto-proprio de*28 febbraio 1827, ad essi ingiunto dal proprio confessore.
egualmente per organo della s. congre- Va notato, che oltre le chiese descritte nel
gazione dell'indulgenze, di più concesse Ulessale Romano per la stazione, in al-
in perpetuo a tulli i fedeli cristiani per cuni giorni ve ne sono altre ancora, che
S T A STA 289
godono le stesse indulgenze (benché per lei)! >raio ricorrendo la stazione nella chie-
lucrarle basta visitarne una (ola) per con- sa di s. Cecilia, il cardinal Ihignole com-
cessione de* Papi ,cotne fece LeoneXU,che mendatario di c<sa vi si recò con nobile
con breve degli 8 gennaio 1828 confer- treno, edopo il canto della compieta, as-
mi» tra le chiese stazionali quella di s. Gre- sistè in cappa alle preci stazionali, seguen-
gnrio a Monte Celio nel venerdì dopo le do li processione, e benedicendo in line
Ceneri (privilegio già conceduto da Cle- il numeroso popolo. Inoltre nel n.°5o
ap-
inenleVIII a'4 febbraio (>o3),e volle che 1 prendo come il cardinal Barberini titola-
in talechiesa vi fosse un'altra volta la sta- re della basilica di s. Maria in Trasteve-
1
zione, cioè nella 2.' domenica di quare- re, essendovi la stazione ed esposto il ss.

sima, mediante notificazione del cardinal Sagramento, vi andò a visitarla e col ca-
/.urla vicario di Roma de' 20 febbraio pitolo assistè alla compieta solennemen-
1828. Non contento il religioso zelo di te cantata; e nel n.°6o„ che il cardinale
Leone XII di avere ravvivato sì bella di- come arciprete della basilica Lateranen-
vozione, egli medesimo, quantunque lo- se, nelle ore pomeridiane della domeni-
goro da infermità e sopraffatto dalle in- ca delle Palme e ricorrendo nella mede-
cessanti cuiedella chiesa universale e del- sima la stazione, col capitolo prestò as-
lo slato, però vigoroso di spirito mirabi- sistenza al vespero, alle preci stazionali e
le, vollenondimeno più e più volte egli alla predica. Finalmente ne' n.i 71 e jf\.

stesso guidare numerose processioni, ri- si legge, che il cardinal Patrizi arciprete
chiamando in qualche modol'anlichissi- della basilica Liberiana, in questa per le
inorilo delle processioni stazionali, emu- stazioni assistè all'uffizio delle tenebre nel
lando così s. Gregorio I e tutti edifìcan- mercoledì santo,ecantòsoIenne messa nel
do,stabilì quelle preci e quel rito già ram- giorno di Pasqua, e nelle ore pomeridiane
mentati, e che si legge ancora nell'opu- con altri cardinali assistè al vespero e al-
scolo: Breve notizia delle sagre stazioni l' ostensione delle reliquie. Notai a' suoi
e della Scala santa, estralte dal Mazzo- luoghi, cheil prefetto de' Maestri dcllece-
lari e dal Piazza, colle preci stazionali retnonie pontificie, all' avvicinarsi della
stabilite dal S. P. Leone XII, e con una quaresima, prende licenza dal Papa per
divola pratica per la visita della Scala fare stampare quel libro che ricordai nel
santa, Roma per P. Aureli 834-- 1 Anche voi. Vili, p. 270, per lucrare le indul-
de' cardinali visitarono con solennità le genze delle stazioni i cardinali colle loro
stazioni. Trovo nel n.°2 9 del Diario di famiglie, ed i prelati, nelle loro cappelle
Bontà de\ 8o4,che nel giornodi Pasqua
1 domestiche,con privilegio poutificio,e do-
nella basilica Liberiana essendovi la sta- manda pure se debbano farsi giunte o va-
zione fissata da s. Gregorio I, che col po- l'iazioni; il libro pelPapa nt\\' Oremus prò
polo vi soleva solennizzare la festività, il Papa, ha le parole, ut me indignimi fa-
cardinal Despuig arciprete della medesi- mulum luuni. Che lale libro nel dì delle
ma, nella mattina vi si portò in abito, ed Ceneri si dispensa in cappella pontifìcia
assunta cappa assistè col capitolo all'in-
la hanno
a 'cardinali, ed a tutti quelli che vi
tera ufliziatura, dopo la (piale vestito de- luogo; e che finita dopo che la funzione,
gli abiti sagri cantò la solenne messa ac- il Papa nella camera de' paramenti ha

compagnata da musica. Nelle ore pome- riassuntola mozzetta, il cardinal decano


ridiane pure in cappa intervenne al ve- baciandogli la mano, e decani de'colle- i

spero, al quale secondo il solito si por- gi de'prelati il piede, gli domandano l'in-

tarono altri cardinali , indi vi fu la solen- dulgenza delle stazioni della quaresima,
ne ostensionedelle reliquie. Nel n.°4o del e vieneaccordata.A'cardinali che non in-
Giornale di BomaiS5o leggo, che a'27 tervennero alla cappella, il decano delPa-
VOL. LX1X. '9
1

2qo STA ST A
na manda loro il libro n casa: i canto- deano. Nella 1* domenica di quaresima,
ri pontificii hanno 3o libri pel collegio in s. Maria in Domnica, in s. Gregorio
loro. Ecco il catalogo de'giorni e Chiese al Celio: nel lunedì, in s. Maria Mag-
di Roma, le quali tutte hanno articoli (in- giore, in s. Cleinenf-e: nel martedì, in s.

sieme a quanto seri vero in corsi vo) n que- i Bai/dna: nel mercoledì, ins. Cecilia: nel

sto mio Dizionario 3 x\e\\e quali vi è la sta- giovedì/in s. Maria in Trastevere: nel ve-

zione con indulgenze; catalogo che rica- nerdì, in s. /itale: nel sabato, in ss. Mar-
vo per diligenza dalla suddetta Raccolta cellino e Pietro alLaterano.NeWa 3. a do-
d indulgenze ,chesi pubblica iiiRoina con menica di quaresima, in s. Lorenzo fuori
espressa approvazione della s. congrega- le mura: nel lunedì, in s. Marco: nel mar-

zione dell'indulgenze, il quale servirà a tedì, in s. Pudenziana: nel mercoledì, in

chiarire in che consistono quell'indulgen- s. Sisto, in ss. Nereo e Achilleo: nel gio-
ze delle stazioni che si concedono da'Pa- vedì, in ss. Cosma e Damiano: nel vener-
pi a' fedeli, chiese e corporazioni. Nella dì, in Lorenzo in Lucina: nel sabato,
s.

festa della Circoncisione, in s. Diaria in in s. Caio/ìn s. Susanna, in s. Maria de-


a
Trastevere, con indulgenza di 3o anni e gli Angeli. Nella 4- domenica di quare-

3o quarantene (vocabolo che dichiarai a sima, in s. Croce in Gerusalemme, con


I.ndulgekza), la quale vi è anche ne' se- indulgenza di 1 5 anni e i5 quarantene:
guenti giorni. Nella festa dell'Epifania, nel lunedì, in ss. Quattro: nel martedì, in
in s. Pietro in faticano. Nella domenica s. Lorenzo in Damaso,'m s. Andrea del-
diSettuagesimajn S.Lorenzo fuori le mu- la falle: nel mercoledì, in s. Paolo fuo-
ra. Nella domenica di Sessagesima, iu s. ri le mura: nel giovedì, in ss. Martino e
Paolo fuori le mura. Nella domenica di Silvestro, in s. Silvestro in Capile : nel
Quinquagesima, in s. Pietro in fatica- venerdì, in s. Eusebio, in s. Bibiana: nel
no. Nel mercoledì delle Ceneri, in s. Sa- sabato, in s. Nicola in Carcere. Nella do-
bina, in s.Alessio,'\n s. Maria in Cosine- menica di Passione, in s. Pietro in T/ a-
dm, con indulgenza di i5 auni ei5 qua- deano, in s. Lazzaro (di cui riparlai nel
rantene: nel giovedì seguente, in s. Gior- voi. XLIX, p.28 e 2g4): nel lunedì, in
1

Gesù e Maria, con indulgenza di


gio, al s.Grisogono: nel martedì, in s. Ciriaco
io anni eio quarantene; tale indulgenza a s. Maria in fia Lata, in ss. Quiricoe
vi è in tulli i giorni di quaresima, tranne Giulitta: nel mercoledì ,in s. Marcello: nel
alcuni che noterò: nel venerdì, in ss. Gio. giovedì, in s. Apollinare: nel venerdì, in
e Paolo, ins. Gregorio al Celioj si deve s.Stefano Rotondo al Celio: nel sabato,
notare, che in tutti i venerdì di marzo in s. Gio. avanti Porla Latina. Nella do-

vi è la stazione in s. Pietro in faticano, menica delle Pa Ime, ins. Giovanni inL,a-


ed è la basilica visi lata dal l\ipa eda'ear- tarano, con indulgenza di i5 anni e 25
dinali,al modo narrato nel voi. V 1 1
,
p. quarantene: nel lunedì sanlo,\n B.Prasse-
273: nel sabato, in s. Trifone, ins. A- de: nel martedì santo, in s. Prisca, in s.

gostino. Nella domenica di Quaresi-


l." Maria del Popolo: nel mercoledì sanlo,iu
ma, in s- Giovanni in Laterano: nel lu- s. Maria Maggiore: nel giovedì santo, in

nedì, ins. Pielroin filiceli, in s. Giovan- s. Giovanni in Laterano, con indulgenza


ni della Pigna dell' Areico/fraternità del- plenaria premessa la confessione e comu-
la pietà de' carcerati: nel martedì, in s. Croce in Ge-
nione: nel venerdì santo, in s.

Anastasia: nel mercoledì delle Tempora, rusalemme, con indulgenza di3o anni e3o
in Maria Maggiore: nel giovedì, in s.
s. quarantene: nel sabato santo in s. Gio. in
Lorenzo in Pane e Terna nel venerdì : Laterano,con indulgenza come sopra. Nel-
delle Tempora, in ss. XII Apostoli: nel la domenica di Pasqua di risurrezione, in

sabato delle Tempora, ins. Pielroinfa- s.MariaMaggiore,cou indulgenza piena-


STA STA 2q i

ria premessa la confessione e coni unionc(il ra.inss. XII Apostoli: nel sabatodelle
Papa pontificando in &>Piatro):nel lunedì} Tempora, \iì s. Pietro in Faticano. Nella
in i. Pietro in / attenuo ,in s. Onofrio, con \.'domenica dell'avvento, in ti. XII A-
indulgenza di 3o anni e 3o quarantene, postoli. Nella vigilia del s. Natale, in s.

cos'i ne'giorni seguenti: nel martedì, in s. Maria Maggiore (ove i\\\v\c\\e voltali l'a-
Paolo fuori le mura: nel mercoledì, in s. pa si reca a pontificare il vespero), con in-
Lorenzofuori le mura: nel giovedì, in ss. dulgenza 5 anni e i5 quarantene. Nel
di 1

XI I Apostoli: nel venerdì/in s. Maria ad la Gesta diNatale, alla i* messa nella not-
Martyres : nel sabati) in Albis, in s. Gio. te all'altare del Preiepio,\u s. Maria ILtg
in Lalerano. Nella domenica in A Ibis ,\\\ giore,coi\ indulgenza come sopra: allea.'
s. Pancrazio (e ne riparlai nella biografia messa all'aurora, in s. Anastasia, colla
dekanto),in s. Maria dellaScala <\tt Car- stessa indulgenza (talvolta con interven-
melitani. A'?. t> aprile, festa di s. Marco, in to e celebrazione della messa del Papa,
s. Pietro in faticano. Nel lunedì delle come ordinariamente celebra la prece-
Rogazìoniyin s.MariaMaggiore.Ntl mar- dente nella delta basilica di s. Maria Mag-
tedì delle Iiogazioni, in s. Gio. in Late- giore, e sempre la seguente in s. Pietro):
a
rano. Nel mercoledì delle Rognzioni, in alla 3. messa e nel restante del giorno in
s. Pietro in faticano. Nel giovedì dell'y^- s. Pietro in Faticano, in s. Maria Mag-
sceiuionejiù s. Pietro in Faticano pan in- giore, con indulgenza plenaria premessa
dulgenza plenaria premessa la confessio- la confessione e comunione. Nel seguen-
ne e comunione. Nel Sabato vigilia di te giorno 26 dicembre, in
s. Stefano Ro-

Pentecosle,\n s. Gio. in Laterano,con in- tondo,cou indulgenza di 3o anni e 3o qua-


diligenza di i o anni e io quarantene. Nel- rantene: a'2 7 in s. Maria Maggiore, col-
la domenica di Pentecoste, iu s. Pietro la precedeiileiudulgenza, e così nella se-
in Faticano, con indulgenza di 3o an- guente stazione a'28 iu s. Paolo fuori le
ni e 3o quarantene, così in tutta V otta- mura. Oltre nominati,scrissero sulle sta-
i

va: nel lunedì, in s. Pietro in Vincoli: nel zioni sagre di Roma: Francesco Paniga-
martedì, in s. Anastasia: nel mercole- rola, De sacrarum slationum veteri in-
dì delle Tempora, in s. Maria Maggio- sultilo a Xysto P. M. revocato, Romae
re: nel giovedì, in s. Lorenzo fuori le 1 58y. Onofrio Pan vinio,£)e urbis Romae
mura: nel venerdì delle Tempora, in ss. stalionibus, sive solemuibus ad diversa
XII Apostoli: nel sabato delle Tempo- tempia processionibus, pubblicalo in di-
ra e innanzi la festa della ss. Trinità, in verse edizioni De vitisPonlificum delPIa-
s. Pietro in Faticano. Nel mercoledì delle tina, Lovanii 1^72. Carlo Bartolomeo
Tempora di settembre/in s. Maria Mag- Piazza, Eorterologio, ovvero tesagresta-
giore,con indulgenza di io anni eio qua- zioni romane efesie mobili, loro origine,
rantene, co>ì ne'seguenti giorni: nel ve- rito e venerazione nella chiesa romana,
nerdì delle Te.mpora,\nsi. XII Apostoli: Romai 702,dedicatoa ClementeXI. San-
nel sabatodelle Tempora, in s. Pietro in te Solinoli, Stazioni delle chiese di Ro-
Faticano. Nella .* domenica deW'Avven- i ma per tutta la cjuaresima^con una breve
fo,ins. Maria Maggiore: nella 2. a dome- narrazione e consagrazione di esse, e del-
nica iu s. Croce in Gerusalemme : nella le reliquieche in quelle sono,colla vita di
3. 'domenica in s* Pietro in Faticano, con tulli i santi e sanie, Roma i5g5. Pom-
a
indulgenza di i 7 anni e5 quarantene.
1 peo Felici, La i. stazione di Roma, e
Nel mercoledì delle Tempora dell'avven- della chiesa di s. Sabina, \i\mini 568: 1 si

to, in s. Maria Maggiore, con indulgenza ragiona anebe delle altre stazioni. Gio.
di i o anni e i o quarentene, così ne' se- Martino Cbladenio, De stalionibus vete-
guenti giorni : nel venerdì delle Tempo- rani chrisùanorum commenlarius, Li-
-

2Q2 S T E STE
psiaef 744- Francesco Antonio Zaccaria, solo spirituale vigore, ma eziandio lena al-
/•Jorterologio delle stazioni dei Pi a zza, con le deboli membra, e sostegno al corpo nei
nuove annotazioni, nel nuovo Effemcro- suoi lunghi digiuni, non pascendosi in tut-
fogio, Roma 1780. Guglielmo Costanti, ta la quaresima che di poca quantità di
L'Osservatore di Roma, t. 2, lib. 4 £e : pane bigio. Il nemico dell'uman genere
r
chiese stazionali, Roma 182 >. provossi a trarre Stefana dal buon sen-
STEFANA QUINZANI (lab.). Nac- tiero con ogni maniera di tentazione, e
que da poveri genitori a'5 febbraio 4-'^7» r particolarmente cogl' intermi stimoli del-
nel castello degli Orzi Novi del terri- la carneribelle, e cogli esterni insulti del-
torio di Brescia. I suoi genitori, Loren- le lingue malediche, che la spacciavano
zo e Savia, entrambi di vita esemplare, per ipocrita ed impudica. Con magnani-
posero ogni sollecitudine perchè cresces- ma costanza ella però seppe resistere al-
se nella virtù e nella scienza de'santi. Tra- l'infernale avversario, rintuzzando colla
sferitisi ad abitare a Soncino Lorenzo ,
pazienza le false mormorazioni, e colle più
ch'era assai divoto di s. Domenico, e vesti- rigide macerazioni I' interna guerra dei
to ne avea l'abito del 3.° ordine di peni- sensi. 1 crudi stromenti di sue carnificine
tenza, frequentava la chiesa di s. Giaco- siconservano tuttora, e rimiratisi dai di-
mo de'padri predicatori, conducendo se- voti con santo ribrezzo, tra le altre reli-

co Stefana, la quale già si mostrava ar- quie a lei appartenenti, a Colorno, nella
dentemente inclinata alle cose spirituali. chiesa dis. Liborio. Volendo il Signore

Essendo venuto a predicare in della chie- premiare un'anima tanto accesa dell'a-
sa, e ad introdurvi fra que'padri la rifor- mor suo, si compiacque in modo prodi-
ma della congregazione di Lombardia, il gioso di farle sentire nelle sue membra
b. Matteo Carrara da Mantova, domeni- i dolori della sua passione, ch'ella tanto
cano, uomo chiaro per santità di vita e anelava di provaie. Mentr'essa dimora-
tenerissimo della ss. Passione di Gesù Cri- va ancora a Crema in casa del Sabbati
sto, la giovinetta Stefana udendo le sue ni, incominciò ad essere tratta fuori dei
prediche s'infiammò dello slesso affetto, sensi per notabile spazio di tempo, ea pro-
e venne da esso guidata nella via della vare ora i dolori della flagellazione, ora
perfezione cristiana. Uscita appena della quelli della coronazione di spi ne.ora quel-
fanciullezza ella apparve ricca a dovizia li della ci ocefìssione,eon tanto fìsicoe rea-
delle più belle virtù. Restata in fresca età le patimento, che a dolorosi gemiti e la-

privade'genitoriedi umani soccorsi, Gio- menti erale forza aprire la via. Questo suo
vanni Sabbatiui da Bergamo, ch'eserci- prodigioso patire andò crescendo e ripe-
tava la medicina nella città di Crema, la tendosi in maniera che non potè stare ce-
ricettò nella propria casa per tenere com- lato; ed essendosi Stefana nel 1 49^ idea-
pagnia alla sua buona mog!ie,donna mol- ta ad abitare presso Gianfraucesco Ver-
to dedita allecose spirituali, e le diede co- delli, uomo di grande autorità, egualmen-
sì agio di attendere agli esercizi di pietà. te inCrema, più pubblica si fece la rin-
In età dii5 anni Stefana impetrò di ve- novazione de'suoi patimenti, che ordina-
stire l'abito del 3.° ordine di s. Domenico, riamente succedevano ne'giorni di vener-

ed ottenutolo dal p. Leonardo da Soncino, dì al cominciar dell'aurora, e continua-


aumentò nel nuovo stato le penitenze, i rono per 4° anni. Non pago il Verdelli
digiuni, le mortificazioni, l'umiltà; si ac- di essere testimonio di questa gran mara-
crebbe il suo zelo per la gloria di Dio, la viglia, chiamò più volte in sua casa sa-
carità pel prossimo, il fervore nella con- cerdoti gravissimi, letterati accorti, e ca-
templazione delle cose celesti, l'ardore per valieri spregiudicati, i quali tutti rimase-
l'eucaristico cibo, dal quale traeva non ro attoniti a sì compassionevole scena, ed
S T E STE a93
giorno i 7 febbraio 1 497 > quelli che n'e-
il pari re abbietta e vile. Rifiutando quindi
rano siati testimoni deliberarono di far- gli onorevoli inviti che le vennero fatti

ne una .solenne e pubblica narrazione, a dal duca di Ferrara, dal marchese di Man-
cui si sottoscrissero 2 i persone. L'atto au- tova, e dal senato di Venezia, preferì di
tentico di questo (atto singolare è ripor- tornare nella sua casuccia di Solicino, e
tato nella continuazione delle Vite dei pa- vivere colà quasi sconosciuta con alquan-
tiri, de 'martiri e degli altri principali san- te sue discepole, insieme ad alcune fan-
ti, Allumo Luiller, donde estraggo
dell'ab. ciulle che oratile state date da educare
queste notizie, e ben meritava l'argomen- nel santo timor di Dio, non che ne'fem-
to che mi discostassi alcun poco dal siste- miuili lavorinocene fu il principio di quel-
mai di compendiosa brevità die seguo nel la santa adunanza di buone serve di Dio,
compilare le biografie de' santi ed altri che si riunirono sotto di Stefana in una.
servi di Dio, colla scorta del dotto agio- t'ormale congregazione religiosa, la quale
grato. La b. Stefana nel i4 ) * ritirò l () fiorì per virtù accetta al Signore, e di am-
di nuovo a Solicino in casa di Pietro l'uz- mirazione agli uomini. Verso il i Si a vo-
zoli, e l'anno dopo passò per qualche tem- lendo Stefana, mercè le largizioni de'pii
po a Mantova, ove trovandosi in casa di benefattori soncinali, del duca di Ferrara
PaolaCan ara,e godendovi de'santi inter- e delmarchese di Mantova, comprare nei
tenimenti colla b.Osanna degli Andreasis sobborghi di Solicino un luogo opportu-
da Mantova, a' 6 giugno provò in sestes-
1 no per fondarvi un monastero intitolato
sa il prodigio-narrato di sopra della pas- del nome del santo apostolo Paolo e di
sione diGesù Cristo, essendone spetta- s. Caterina da Siena,doveeoll'abito e col-

toriFrancescoGonzaga marchese di Man- la regola del 3.° ordine di s. Domenico,

tova e Isabella sua moglie, nonché pa- e sotto l'obbedienza dei padri predicato-
recchie altre ragguardevoli persone, che ri, potessero ella e le sue compagne con-
con pubblico istrumento pure , inserito durre quella vita spirituale, cui tanto a-
nella sullodata opera, resero perpetua la nelavano,ne feee chiedere l'approvazione
memoria di tale portento. Si recò poscia a Papa Giulio II, il quale con suo breve
la beata a visitare la santa Casa di Lore- del 20 aprile di dettoaunoapprovò la fon-
to, e passando per Reggio fu accolta io dazione del monastero, commendando lo
casa di Alessandro Cassola, onoralo gen- zelo della santa donna. Ciò ottenuto, cotiri-

tiluomo, che la riguardò come un ange- prato il luogo e condotta a fine la fab-
lo di pace, essendo riuscita ad ammorza- brica prima dell'aprile 1^17, con 22 e
re in quella città alcune fiere inimicizie. più compagne, già vestite dell'abito del
Nel suo ritorno da Loreto sicompiacque 3.° ordine di s. Domenico, vi entrò solen-
di secondate le brame di Ercole I duca nemente la b. Stefana. Cominciò a vive-
di Ferrara, che desiderava vederla; poi re quel sagro coro di vergini sotto la sua
si recò successivameute a Verona, a Ve- condotta con tale odore di santità, e creb-
nezia, a Salò, a Brescia, ricevuta per lut- be in tanta fama per sapienza di educa-
to con molta venerazione e allegrezza, e zione cristiana, che i più ragguardevoli
invitata a fermarvisi coll'oilerta di edifi- principi facevano a gara di essere verso
carle, colutila avesse bramato, pie case quel di voto chiostro liberali di privilegi,
e monasteri. Umile in tanta gloria, vene- e lo visitarono con riverenza ed ammi-
rando le Dio in
segrete disposizioni ili razione. Il p. Francesco Silvestri maestro
quelle pubbliche dimostrazioni, cui non generale dell' ordine dei predicatori nel
poteva sottrarsi, e pure sempre diffidan- i52i) concesse alla beata e sua religiosa
do di se, ricorreva in quelle occasioni alle famiglia vari privilegi, tra'qualiquello di
suellugellaziuiii, e cercavi! ogni via di ap- avere, oltre la regola del 3.
'
ordine, an-
4e

294 S T E STE
che le loro particolari costituzioni. Noti con lezioni e orazioni proprie. Decretala
potè la b. Stefana finire fra quelle mura da Giuseppe II la soppressione del mo-
il suo corso mortale, imperocché nel 1 52i) nastero di s. Paolo di Soncino, d. Ferdi-
avvicinandosi l'esercito dell'imperatore nando duca di Parma ottenne le spoglie
Carlo V per guerreggiare i veneziani e di Stefana; ina per quietare il popolo di
il linea di Milano Francesco li Sforza, Soncino, ne lasciò ivi il capo: il resto fu
l'infaustamemoria delForrendosaccheg- trasferito e collocato con divota e soleu-
giodi Roma commesso da quelle schiere nissona pompa nell'agosto 78 1 4 "ella cap-

nel i5>27 consigliolla ad abbandonare


, pella ducale di s.Liborio di Colorilo, dove
colle sue consorelle il monastero, ch'era tuttora si venera.
situato fuori delle mura e di fianco alla STEFANESC1II Jacopo Gaetano,
rocca diSoncino,e ritirarsi entro il riciuto Cardinale. Patri/io romano del rione di
della terra, in quella stessa casa che avea Trastevere, dimorante presso la basilica

dapprima abitato. Nel dicembre però del- di s. Maria, pronipoledi Nicolò III, si ap-
lo stesso anno cadde ammalata, e conob- plicò agli studi Dell' università di Parigi,
be che quella doveva essere l'ultima sua dove conseguì la licenza dell'arti libera-

malattia, per cui raddoppiò il di lei fer- li, di cui poi ivi egli tenne scuola pubbli-
vore,ricusando anche in questa circostan- ca, e si procacciò fama d'erudito nellesa-
za ogni mollezza; e colle più edificanti di- gre e prof ine lettere. Si applicò quindi al-
sposizioni, piena di meriti, e chiara per lo studio ilei diritto canonico, e poiché
fama di estasi, di profezie, di celesti ap- fu tornato in Italia anche del civile, in cui

parizioni e di miracoli, di che parla a lun- fece notabili progressi. Nicolò IV lo pro-
go il p. Razzi nella di lei Vita, spirò l'a- mosse a suddiacono della chiesa romana,
nima santa il i gennaio i53o, in età di es. Celestino V a canonico Vaticanoe u-

78 anni. Le sue spoglie mortali dopo , di loie di rota. Bonifacio Vili a'i 7 dicem-
onorevoli funerali , furono recate nella breiaq5 lo creò cardinale diacono di s.

chiesa del monastero di Paolo da essa


s. Giorgio in Velabro, chiesa che fece orna-
edificato, che per la pace conchiusa poco re di pitture nella tribuna dal celebreGiot-
prima fra Carlo Ve i principi italiani pò- to, ma quasi nulla ne conserva per esse-
furono deposte a destra del-
le riaprirsi, e re state ritoccate da mano imperila. Non
l'altare maggiore. La fama della sua san- volle mai dimettere il canonicato di s. Pie-
tità trasse al suo sepolcro uno straordi- tro, nel cui atrio o portico fece dipinge-
nario concorso, e con licenza de'superio- re dallo stesso Giotto,o meglio, come vuo-
ri si cominciò subito a solennizzare il gioì- le Vasari, formare in musaico e colla spe-
noanniversariodellasua morte, esponen- sa di 2200 fiorini, la Navicella di s. Pie-
done le reliquie. Facendosi maggiore la tro, che ristorato da Provenzale, vuoisi
copia delle grazie e dei miracoli operati che vi aggiungesse que'santi che sono in
dal Signore ad intercessione della beata, aria. Bonifacio Vili gli assegnò la lega-
la divozione del popolo per essa, s'intro- zione di Romagna, e Giovanni XXII con
dusse finalmente la causa dell'approva- onorevolissimo breve la prolettoria del-
zione del di commissione
lei culto, e la l'ordine francescano. Intervenne a 5 con-
ne Insegnata da Clemente XII neh 738. clavi, e mori decrepito in Avignone nel
Poscia benedetto XIV con decreto dell 1
3.J.3, donde trasferito il cadavere in Ro-
dicembre 740 approvò il collodi Stefa-
i ma, fu sepolto in s. Pietro avanti la cap-
na e le confermò il titolo di beata, e con pella de'ss. Giorgio e Lorenzo da lui e-
altro decreto del 2G agosto 741 conces- 1 difioata. Fu splendido mecenate delle bel-
se di celebrarne in lutto l'ordine dome- le arti, a veudo abbellito la basilica Vati-

nicano e nella diocesi di Crema l'officio cana con [Mitili e e musaici. Scrisse di ver-
STE STE -2() S

seopere registrate «.lai Torrigio, De seri- parte da turchi e boemi, e da pochi cat-
ptoribus Cardinalibus, e furono riposte tolici. Sotto romani fu città ragguarde-
i

nell'archivio di detta basilica, cioè Dee- voli-, capoluogo d'una provincia dell' 11-
lectione Petti de Marrone in Pontificali, lil'ia, ed una ili quelle dove appunto ro- i

et de ej us reditus ad eremutn.De corona- mani inviarono colonie dopo la conqui-


tione Bonifacii V III. De Centesimo sive sta Bitta dell'Illirico. In progresso ebbe al-
Jubilaeo. f'itam s. Georgii marlyris, in cuni sovrani indipendenti da're delle due
pergamena e con eccellenti immature di Dalmazie, e poi fu occupata dagli schia-
Giotto. Cardella chiama tali opere poe- voni. Caduta in potere de'veneziani, ne
mi. Il p. Mabdlon nel Musaeum hai, t. fecero una fortezza importante. Venne
243, pubblicò il XIV Ordine Ro-
2, p. presa da' turchi nel i479,edopn la distru-
mano composto dal cardinale, eh' è un zione di sua fortezza si ridusse allo slato
trattato di sagre cereoiouie della chiesa attuale. La sede vescovile fu eretta nel se-
romana. colo IX o più tarili, e di rito latino; pare
STEFANESCHl Giovanni, Cardina- che l'avesse anche di rito greco, istitui-
le. Nobile romano del rione di Trasteve- ta in dello secolo, come riferisceComman-
re, ricchissimo di sostanze e primario per ville,esutTraganea dell'arci vescovo di Du-
autorità e credito tra i romani, essendo razzo. Secondo la Notizia dell'imperato-
protonotario apostolico, pe'suoi singola- re Leone, il suo vescovo Cosimo assistè
ri meriti, Urbano VI nel dicembre 381 1 al concilio temilo sotto Papa Giovanni
Io creò cardinale diacono di s. Giorgio in Vili pel ristabilimento diFozio.come leg-
Velabro, poi prete di s. Cecilia in Traste- Oriens che, t. a, p. a 55. Ma que-
gesi nel!'
vere. Il Contelori vuoleescluderlo dal no- sta sede, secondoFarlato, era diversa dal-
vero de'cardinali,non trovandosi memo- la nostra, ed esistente nell'Epiro nuovo,
rie di lui;Ciacconio lo crede insignito del- ed unita alla sede Bendense o benda pres-
la dignità perchè le insegne sue gentili- so Croia, pure sulfraganea di Durazzo.
zie si vedono nelle due nominate chiese, La sede vescovile latina, nel declinar del
di che dubita Cardella,potendo essere del secolo XII, Clemente III e Celestino III

cardinal Pietro Annibaldi Stefaueschij l'attribuirono sulfraganea alla metropo-


r
o ei due altri cardinali Annibaldi
mae^li li di Spalatro (/ .), e poi lo fu di Ragu-
o Annibaldescìù non ebbero né quella sa. Sembra che in essa fosse la residen-
diaconia, né quel titolo, e come signori za del vescovo di Craina, diocesi di Ma-
della Molata, descrivendo questa nel voi. carska, il vescovo della quale tutlavolta
XXV U, p. 1 7 £ e seg., meglio riparlai di ne portò il nome, ed anche quello di Cu-
loro, e di Annibaldi Slelaneschi anche nel mentis o Chulmensis, di Chulmiae parte
voi. LVIII, [>. 3 1 1 e 3 i3,qual celebre le- dell'Herzegovina che un tempo apparten-
gato Roma.
di ne al regno di Servia. Il Fallato, Illyri-
STE FA MA CO, Stephaniacus. Sede ci sacri, t.
4, p. 194» ne traila ne' vescovi
vescovile così chiamata dalla cattedrale di Macarska, de'quaìi riparlai a Spala-
sotto l'invocazione di S.Stefano protomar- telo perchè a questa fu unita. La diocesi
tire, ma Narona già in E-
è Narenta o di Narona o s. Stefano o Stefaniaco, un
piro oAlbania,edoranellaTurchiad'Eu- tempo fu amplissima, e Fallato vi nume-
ropa nella Dosnia,sangiacato dell'IIerze- rò 5,ooo cattolici. La cattedrale fu tra-
1

govina, della quale io parola a Trebigne sferita a Mos\.iiv,Maudetriuni,Audelrium,

sua capitale, a 19 leghe da Moslar e 9 da altra città d'Herzegovina e capoluogo di

Trawnik, sopra un affluente del Narenta. distretto, cinta di mura merla te, sulla de-
Consiste adesso in circa 600 piccole case stra -del Narenta, iìume diesi traversa
sparse sopra monlicelli, e abitate in gran per uu ponte in pietra d'un sol arco, che
2l»G S T lì S T E
crederi eretto da Traiano. Ila fabbriche do s. Giovanni Crisostomo, Stefano ebbe
d'ai mi rinomale, e fa commercio attivis- il primato e la precedenza fra'diaconi che

simo in bestiame, biade e vino. Conta più si erano allora eletti. Essendo egli pieno

di io,ooo abitanti due terzi lincili, gli


, di felle e dello Spirito santo, predicava
altri greci cattolici. Ne furono vescovi ,
il vangelo con intrepido zelo, e grandi mi-
Gioì gioSguto nel 54 9, fr. Silvestro d'Al-
i racoli confermavano la dottrina ch'egli
bania minore «sservante nel 582, fr. Ni- 1 annunziava. Il felice esilo delle sue pre-
cola Necansi nel 092 minore osservante, dicazioni aizzò talmente i giudei contro
ed il Fallato riportò gli atti concistoriali di lui, che risolvettero di torlo dal inon-
di loro preconizzazione, ove si legge, ciré do. La cospirazione fu formala dai Libcr-
Ja chiesa Stcphanensi in partibns infide' tim'(chiama vansi con questo nome quelli
Unni consistenti. Vi aggiunge ancora due ch'erano condoni prigionieri
stati Ro- .»

altri vescovi, ricavati dal f iridai wSera- ma da Pompeo, e che poscia furono mes-
phico, nel5i 7 fr. Giovanni Casella epi-
1 si in libertà), e da quelli di Cirene nella

scopusSlephanensis in Albania ,e fr. Gio- Libia, di Alessandria, di Cilicia e dell'A-


vanni CoIesi vescovo nell'Albania, e coa- sia minore, i quali aveano ciascuno una
diutore con futura successione al prece- sinagoga particolare inGerusalemme. Es-
dente. Dal WadiogO si ha, che la chiesa si vollero dapprima disputare eoo Stefa-
diStefaniaco in Macedonia ebbe nel 1
499 no; ma non potendo resistere alla sua dot-
per vescovo fr. Giovanni Almodonari,suf- trina, subornarono dei falsi testimoni per
liaganeo diDurazzo. NehG3o,ad istan- accu sa rio di bestemmia con troMosè e con-
za del vescovo di Macarska e di Trau, fu tro Dio. Fu quindi obbligato a compari-
dalla congregazione di propaganda fide re dinanzi al sinedrio, dove dopo la let-

ristabilito il vescovato Slefaniaco, con- tura delle accuse il. sommo sacerdote Cai-
cedendo a'medesimi facoltà di esercitar- fa gli ordinò di difendersi. Stefano fece
vi nella divisione da loro fatta l'ordina- la sua apologia, ma in guisa che predicò
ria giurisdizione. Gesù Cristo nel sinedrio stesso; poi apo-
STEFANO (s.), protomartire. Ebreo strofò i giudei, dicendo loro ch'erano di
di nascita, si conviene generalmente che dura cervice ed inflessibili, circoncisi nel-
fosse uno dei 72 discepoli, ed in fatto do- la carne, ma non nel cuore, e che resi-

po la discesa dello Spirito santo, si rile- stevano sempre allo Spirito santo. Men-
va ch'era perfettamente istruito della leg- tre giudei fremevano di sdegno per tali
i

ge evangelica, fregiato di lutti doni di i rimproveri, Stefano innalzati gli occhi al


quel divino spirilo, e lavorila straordi- cielo, esclamò: » Ecco che io vedo i cieli

nariamente del potere di fare miracoli. aperti, e ilFigliuolo dell'uomo stante rit-

Fu scelto con 6 altri diaconi per ammi- to alla destra di Dio. " Vieppiù furibon-
nistrare i beni de'fedeli, ch'erano messi di i giudei, lo trattarono di bestemmia-
in comune, e per distribuirli secondo i tore, e risolvettero di porlo a morteseli-
bisogni di ciascuno. Gli apostoli dopo aver z'allra forma di giudizio; laonde scaglia-
recitato delle orazioni, imposero le mani lisi sopra di lui, lo strascinarono fuori della
ai sette diaconi, per comunicare loro lo città di Gerusalemme, per fargli soffrire
Spirito santo, e renderli degni di dive- la pena indicata contro i bestemmiatori.
nire ministri de'santi misteri. La loro or- 1 testimoni, che secoudo la legge, dove-
dinazione si fece in vii tu d'una commis- vano scagliare la prima pietra, deposero
sione generale o particolare, che gli apo- le loro vesti ai piedi di Saulo, il quale di-
stoli avevano ricevuto ila Gesù Cristo, per videva cos'i il loro delitto, ma poi diven-
creare dei leviti ossia ministri inferiori, i ne 1' Apostolo delle genti. Stefano men-
quali potessero servire all'altare. Secou- tre vcmva lapidato piegava dicendo: «Si-
8 T A S T E ag7
7

onore Gesù ricevete il mio spirilo Di- '.


con Migezio, monaco di santa vita, il (pia-

poi si mise in ginocchioni, e ditte ;i<l al- le gli disse ch'eragli apparito Gamaliele,
ta voce: » Signore, non imputale loro ed a venali ordinato di avvertirlo che in-
questo peccalo"; dopo le quali pai ole esa- utilmente si scavava iu quel sito, e (he
lò lo spirito. Crederi che ciò succedeste cercassero invece nel luogo chiamalo Uè-
verso la line dell'anno in cui Gesù di- bataiia. AveadoLudanociòeseguito, tro-
sto fu crocefisso. Il mio corpo tu portato vò easse con una pietra sulla qua-
le Ire

Aia da alcuni fedeli, die lo seppellirono le erano incisi nomi di Chetiti, Nasumii,
i

per 01 dine del dottore Gamaliele, in una Gamalìei, Abulas : due pruni sono si- i

terra che questi possedeva, 7 leghe distan- riaci, e corrispondono a quelli di Stefano
te da Gerusalemme, e chiama vasi dal suo ossia Coronato, e dì Nicodemo ossia I U-
nome Calargamala; ma poi si perdette la toria del popolo. Luciano ne informò to-
memoria del luogo in cui era stato sepol- sto il vescovo Giovanni, ch'era allora al
to. Un veuerdì, ch'era il 3 di dicemhre concilio di Diospoli, e venne istantanea*
del 4 1 5, circa le ore 9 della sera, Gama- mente a Cafargamala con Eutonio vesco-
liele apparve in visione al prete Luciano, vo di Sebaste, ed deuterio vescovo di
il (piale ufficiava una chiesa ch'era stala Gerico. Appena fu aperta l'urna di Ste-
cietla a Calargamala, e gli rilevò il sito fano, la terra tremò, un soavissimo odo-
in cui giaceva il corpo di s. Stefano, cioè re si sparse dintorno, e 73 persone infer-
nella sua stessa tomba dalla parte di orien- ni e guai ironosubitamenle.il vescovoGio-
te, u\e Irovavansi pure quelli di iNicode- vanni decise che si portassero a Gerusa-
mo,e di lui medesimo con suo figlio Ahi- lemme le reliquie di s. Stefano, e che le

da. Gamaliele gli ordinò quindi di recar- altre rimanessero colà. Il corpo del pro-
si a Gerusalemme per due al vescovo Gio- tomartire era ridotto in cenere, fuori del-
vanni di anelare ad aprire quelle tombe. le ossa, ch'erano tutte intere, e vi si tro-

Tuttavia Luciano per assicurarsi se que- vò altresì del suo sangue. Si lasciò a Ca-
sta visione veniva da Dio, ne domandò fargamala una piccola parte di tali re-
una seconda e una terza, e per meritar liquie, ed il rimanente si rinchiuse nel-
questa grazia persistette nel digiuno e nel- l'urna, la quale fu poi trasferita a Ge-
la preghiera. Il venerdì appresso gli ap- rusalemme col canto dc'salmi e degl'inni.
parve nuovo Gamaliele, e gli disse di
di Copiosa pioggia cadde allora ad innaffiare
obbedire. Luciano rese grazie a Dio, e la terra inaridita per lunga siccità. La tra-
continuò i cominciali digiuni, finché nel- slazione si fece a'26 di dicembre, giorno
lo stesso dì e nella stessa ora della 3.' set- in cui la Chiesa celebrò sempre in appi es-

timana, apparsogli ancora Gamaliele, gli so la festa di s. Stefano; ma si fa a'3 di


rimproverò la sua negligenza,ed egli pro- agosto memoria dello scoprimento di sue
mise che più non larderebbe ad obbedire. reliquie, perchè senza dubbio qualche
Luciano SÌ porlo dunque aGerusalemine, chiesa,e forse quella d'Ancona, sarà slata
e lacconlòal vescovo Giovanni quello che dedicala in questo giorno al glorioso pro-
gli era avvenuto. 11 vescovo pianse di gio- tomartire. L'imperatrice Eudossia mo-
ia, e gli disse diandare a cercare le re- glie di Giovane, avendo fallo
Teodosio il

liquie de'sanli, aggiungendo che le tro- nel 444 un secondo viaggio a Gerusalem-
verebbe sotto un mucchio di grosse pietre me, edificò sotto il nome del sauto una
non lungi dalla sua chiesa. Ritornato Lu- magnifica chiesa, lungi circa uno stadio
ciano a Calargamala fece adunare 1 gli abi- dalla città, presso al luogo iu cui era sla-
tanti del borgo per cercare sullo il muc- to lapidato, e domandò che ivi lusserò
chio di pietre. Mentre andava a vedere trasportate le di lui reliquie, le quali era-
jl luogo iu cui cium sca\alo, s' incontrò no siale deposte nella chiesa di Sion ne.
1 1)8 S TE STE
Essa pure fu seppellita in questa chiesa memente eletto non
a succedergli,benchè
dopo la sua morte, avvenuta nel 4^3. avesse che 3o anni; ma alcuni anni
soli

STEFANO (s.), abbate d'un mona- appresso cedette aMarino il governo della
stero presso Rieti. Visse nel VI secolo, e comunità, per menare vita più solitaria
d ispregia rido le cose terrene si segregò dal- e penitente, e si ritirò in un'altra colletta
la compagnia degli uomini per darsi in- più romita e più stretta di quella iu cui
tieramente all'esercizio della preghiera, avea sino allora abitato, nella quale ap-
e non pensare che ai beni del cielo. Si pena polea star ritto e coricarsi. L'im-
rese ragguardevole per lo smisurato suo peratore Costantino Copronimo, troppo
amore alla povertà, e perla somma pa- fedele imitatore di suo padre Leone, con-
zienza con cui sopportava le ingiurie. Il tinuò a combattere il culto delle sagre
Papa s. Gregorio lil Grande, ci fa sapere immagini, e nel 754 radunò a Costan-
che alcuni angioli lo assisterono agoniz- tinopoli un conciliabolo di vescovi ico-
zante, e trasportarono la beala sua anima noclasti, nel quale fu condannato 1' uso
in paradiso. E" nominalo nel martirolo- delle medesime come un avanzo d'ido-
giorumano a'i3 di febbraio. latria. Quindi estese la persecuzione in
STEFAiNO(s.) martire, detto il Gio- tutto l'impero per forzare i cattolici a sot-
vane o chi Monte s. Ausscnzio. Nacque toscrivere quest'empio decreto. Non aven-
a Costantinopoli nell'anno 7 1 4, ila ricchi do potuto indurre Stefano ad approvarlo,
genitori , commendevoli per virtù, e fu lo fece accusare di vari delitti, per disfar-
consagrato a Dio mentre era ancora in si di Ini, e poscia lo cacciò in esilio nel-
grembo alla madre. Istruito da ottimi l'isola di Proconeso nella IVopontide.Ste-
maestri, e tenerissimo de'doveri della re- fauo fu colà raggiunto da molli suoi mo-
ligione, preservossi dal veleno delle pro- naci, e i miracoli che operò crebbero la
fane novità. Avendo l'imperatore Leone fama di sua santità e il numero dei di-
Y Isanrico mossa fiera persecuzione con- fensori delle ss. immagini. L'imperatore
tro i cattolici e le sagre immagini, i ge- vieppiù sdegnato ordinò che il santo ab-
nitori di Stefano, seguendo l'esempio di bate fosse ricondotto carico di catene a
parecchi altri, si allontanarono da Co- Costantinopoli, e quivi messo in prigio-
stantinopoli, e collocarono il loro figliuo- ne. Pochi giorni dopo lo condannò ad es-
lo, ch'era allora ne'i5 anni, nel mona- sere decapitato; ma poi sospese l'esecu-
stero di Monte s. Aussenzio, poco lungi zione della sentenza per fargli soffrire una
da Calcedonia. Ani messo l'anno appres- morte più crudele, e dispose che fosse bat-
so alla professione monastica, mostrò in- tuto con verghe insino che morisse. Quel-
credibile fervore nell'adempimento di lut- li che furono incaricali di questa barbara

ti suoi doveri. Qualche tempo dopo, es-


i esecuzione non ebbero il coraggio di com-
sendo morto suo padre, dovette recarsi pierla; ma una schiera di ribaldi, attiz-
a Coslantinopoli,ove venduti i suoi beni, zati da alcuni cortigiani, corsero alla pri-
ne dispensò il prezzo a'poveri. Egli avea gione, e piglialo il santo gli attaccarono
due sorelle, una delle quali era religiosa delle corde ai piedi, e lo strascinarono per
a Costantinopoli, e l'altra condusse in Di- le contrade della città, gillandogli addos-
tinia con sua madre, ponendo ambedue so delle pietre e battendolo con bastoni,
in un monastero. Ritornato nella sua so- tinche uno di que'furibondi con un vio-
diedeopera principalmente alla
litudine, lento colpo sul capo pose termine al suo
meditazione della s. Scrittura e dei com- martirio. Teofane dice ciò avvenuto nel
mentari di s. Gic. Crisostomo su questo 757, e Cedreuo, che sembra meglio in-
libro divino. Dopo
morte di Giovanni la formalo, lo pone nel 764- " martirologio

abbate del mouaslero,Stefauofuunani- romano ne fa menzione a'28 novembre.


STE STB 199
STEFANO (s.),i. "re d'Ungheria. Fi- farla portare dinanzi n se alle sne arni 1-

Geysa \. "duca degli ungheresi, che


glio di le. Con molta solennità fu celebrata in-1-

abbandonato il paganesimo abbracciò la l'unno1000 la oererooaia della Mia con*


religionecrislianainsiemeconSurloth sua sagra/ione e coronazione, dopa la <|u.ile
moglie e molli primari della corte. Nac- dichiarò con un atto solenne che mette*
fjue nel 977 a Gran o Strigonia, e lice- va suoi stati sotto il patrocinio della
i

vette nel battesimo il uomedi Stefano, ss. Vergine. Poco appresso sposò Ghise!»
per la visione avuta ila sua madre nella la, sorella di s. Enrico 11 re di Germania,
gravidanza, in cui s. Stefano l'assicurò poi colonato imperatore, Il santo re po-
che il figlio ch'ella portava nel seno com- se tutte le sue cure per propagare la cii-

pirebbe l'opera ch'ella e suo marito a vea- stianti religione, abolì molte usanze Der-
no cominciato, ed estirperebbe allatto il baree superstiziose, e pubblicò severe leg«
paganesimo di mezzo al suo popolo. In gi contro la bestemmia, il furto, l'aduU
elà di20 anni succedette al duca suo pa- terio e molti altri delitti. Egli si rese di
die, e suo primo pensiero fu quello di facile accesso a tutti, provvide alla sus-
slahilire la pace co'popoli vicini; indi oc- sistenza de'poveri, e prese in modo par-
cupossi a sbarbicare l'idolatria dai suoi ticolare sotto la sua protezione le vedo-
slati, e condurre i sudditi alla cognizio- ve egli orfani. Iddio ricompensò l'eroica
ne del vangelo: egli stesso faceva da mis- sua pietà col dono dei miracoli e con mol-
siouario, e sovente accompagnava i pie- te altre grazie straordinarie; ma lo pro-
dicalori ed esortava i popoli ad aprire gli vò altresì con penose malattie e colla mor>
occhi al lume della verità che splendeva te di lulli i suoi figli. Il pio re seppe liar
loro dinanzi. Molti però malcontenti si partito da queste prove per istaccarsi seni*
ribellarono, e dato di piglio alle armi pò- pie più dal mondo; ed avrebbe già di
sero 1' assedio a Vesprin. Stefano pieno buona voglia spezzato tutti i legami che
di fidanza in Dio, venne a battaglia con- vel ritenevano, se glielo avesse permesso
tro i ribelli, e ne riportò compiuta vit- il bene della Chiesa e dello stato. Conti-
toria, a perpetuare la memoria della qua- nuò dunque a portare il carico degli àf»
le fece fabbricare sul luogo della pugna fari, raddoppiando il fervore oe'suoi e*er*>

un monastero iu onore di s. Martino, co- cizi, e disponendosi principalmente a una


nosciuto poscia sotto il nome di Monta- buona morte. Sentendo appressarsi l'ul-
gna santa, e lo dotò riccamente. Ripreso tima sua ora, fece radunare tutta la no-
quindi il suo primiero disegno di dilfon- biltà per raccomandare la scelta del suo
dere la religione cristiana, chiamò mis- successore, l'obbedienaa alla s. Sede, e
Stona ri, i quali spargendo di contrada in la pratica delle virtù cristi tue; indi inu-
contrada la conoscenza Gesù Cristo, di nitode'ss, Sacramenti spirò a' 1 5 agosto
incivilirono quel popolo ancora immerso io38,in età di 68 anni. La sua santità

nella barbarie, fondarono mouasteri e fu testimoniata da molti miracoli, e 44


fabbricarono chiese. Stefano dopo avere anni dopo la sua morte fu disollerrato il

istiluitoi o vescovati e l'arcivescovato di suo corpo, e deposto in una maguificacap*


Gran o Strigonia, ne chiese la conferma palla della chiesa diNoslraSignoraaBuda,
a Papa Silvestro 11, e lo pregò pure di benedetto IX lo canonizzò, e Innocenzo
conferirgli il titolo di re, per assentire al XI pose la sua festa a'stdi settembre, Nel-
desiderio del popolo, e procacciarsi mag- I' articolo (JaoBBBU riporterò del santo

gioreautoritàaprodellareligione.lll'apa re altre notizie.


gli accordò quautodomaudava, egli man- STEFANO (s.), fondatore dell'ordine
dò una ricca corona colla sua beuedizio- di Graudmont. Figlio del pio visconte di

uè, ed una croce col privilegio speciale di Thiersi. "gentiluomo dAlvcrgua, fu al-
3uo S TE S T E
fidata la sua educazione ad un virtuoso scia portare alla chiesa per udire la mes-
j
irci e chiama lo Mi Ione, deca no del la chie- sa e ricevere i sagi amenti dell' Encari-
ki di Parigi, il quale consagrato poi ve- stiae dell'estrema unzione, passòalla bea-
scovo di Benevento nel i o74> continuò a ta vita in età di 80 anni circa, il di 8 feb-
lenei lo presso di se, e lo ordinò diacono. braio del 1 1 2 | . I suoi discepoli lo seppel-
Dopo la morte di Mdone, avvenuta nel lirono in segreto, per evitare il soverchio
107(1, Stefano ai recò a compiere i suoi concorso del popolo; ma la notizia della

sludi in Roma. Desideroso di menare vi- sua morte trasse in lòlla la gente alla sua
ta penitente deliberò di ritirarsi nella tomba, ove per virtù divina furono fatti
solitudine, domandò a Papa s. Gregorio molti miracoli. Quattro mesi dopo la di
% Il la permissione di farsi eremila e di lui morte mouaci d'Auibazac, priorato
i

osservare la regola d'una congregazione soggetto all'abbazia di 8. Agostino di Li-


austerissima, clie avea veduto nella Ca- moges dell'ordine di s. Benedetto, pre-
labria. Avendogli il Papa accordato quan- tesero che Muret appartenesse a loro, e

to chiedeva, si recò nel castello di Thiers perciò i discepoli di s. Stefano, cedendo


per ordinare le cose sue, e dopo aver su- placidamente il luogo della loro residen-
perate molte difficoltà si ritirò sul monte za, si ritirarono nel deserto diGrandinont,
di Muret, nel vicinato di Limoges, ov'e- a tuia lega da quello di Muret, e vi tra-
ra un freddo eccessivo e non abitavano sportarono le reliquie del sauto fonda-
the bestie feroci. In questo luogo si mise tore, da che venne loro il nome di Grand-
r
in cuore di fare la sua dimora, e di darsi moaliai {ì . Grammont o Grandmoivt).
ni servigio del Signore con voto speciale. S. Stefano fu canonizzato daPapaCletneu-
Fabbricatosi pertanto un tugurio a mo- te HI l'annoi 189, ad istanza di Enrico
do di capanna con rami d'alberi intral- 11 re d'Inghilterra, e se ne celebra la fe-

ciati, per guarentirsi dall'intemperie, pas- sta agli 8 di febbraio.

to ivi 46 anni nell'esercizio della preghie- STEFANO (s.), vescovo di Die nel Del-
ra e di inaudite austerità. La fama della jinalo.N'aloaLioue nel 1 i55,mostrògran-
sua santità avendo tratto assai gente in dissimo zelo per la perfezione nella sua
quel luogo, fu ben presto costretto a ri- giovinezza, ed abbandonato il mondo in
cevere dei discepoli, che amò come figliuo- eia di 26 anni, vesti l'abito monastico
li e resse saggiamente, alieno da qualun- nella certosa di Portes, ove il suo me-
que distinzione di maggioranza, e riguar- rito e la sua santità lo innalzarono po-
dandosi come l'ultimo della sua compa- scia alla dignità di priore. Inteso conti-

gnia. Egli fu premiato da Dio col dono imamente agli esercizi della penitenza e
uViniraeoIi e della profezia, ma fra lutti della contemplazione, restò colà sino al
i prodigi da esso operati nulla vi ha di i2o3, in cui per una vocazione speciale
più, stupendo della conversione di molli del cielo, fu elevato alla sede episcopale
peccatori indurati. Due cardinali man- di Die nelDelfinalo. Egli accoppiò mira-
diti in Francia in qualità di legati, uno bilmente lo spirito di ritiratezza e di rac-

de'quali fu poscia Papa Innocenzo 11, si coglimento alle funzioni pastorali, prov-
ree nono a visitarlo, e restarono presi da vedendo con paterna sollecitudine a'bi-
venerazione per non che edificati per
lui, sogni corporali e spirituali del suo greg-
tuttociò che aveano veduto ed udito. In- ge. Mori verso il 1208, a'7 di settembre ,

fermatosi poco dopo, senza speranza di nel qual giorno si onora la sua memoria.
guarigione, passò quel breve tempo che STEFANO I (s.), Papa XXIV. Roma-
gli rimaneva a fortificare suoi discepoli i no e figlio di Giulio, da'eanonici regola-
nella loro vocazione, e ad inspirar loro ri Llerauensi contalo tra loro. Elevato
una lentia confidenza in D.o. Fattosi pò- agli ordini sagri di diacono, fu latto ar-
S TE STB 3oi
cidiacono della chicli romana, ed eser- Tire non sicnn sino a noi pervenute, non
citò la dignità sotto i l'api s. Cornelio e può dubitarci ch'egli non abbia fitto e-
s. Lucio Allorché quest'ultimo per Gè-
I. seguire tuttociò che I. Cipriano gli rac*
sii Cristoandava al martirio o meglio al- comandava. In fatti non si trova il nome
l'esilio, vi vamente raccomandò al clero ro- di Marciano nell'antico catalogo de' ve-
mano l'arcidiacono per successore, laon- scovi d* Ai Ics, pubblicato da Mabillon.
de agli i imai 7.0 2 5n Iti eletto Papa, mor- Nella Spagna, Jiasilidc vescovo di Men-
to già s. Lucio I e dopo G giorni. Ordinò da, e Marziale vescovo di Leoneed'A-
la benedizione de'paramenti sagri, vie- storga, erano caduti nel delitto àe'Libel*
."
tando a' sacerdoti e diaconi d'usarli Ino- latici (/'.), ili si ritirò, il f..° fu deposto
ri di chiesa, e non che
potes- i secolari li in un concilio, onde furono fatti vescovi
sero adoperare. Poco dopo la sua eie- di Merida Sabino di Leone e Astnrgn
,

rione le chiese di Spagna e delle Gallie Felice. Poco dopo Basilide pentendosi
furono minacciate d* un gran pericolo. della volontaria ritirata dalla sua sede,
Marciano vescovo d'Arie* abbracciò l'er- si portò in Roma, ingannò Papa il e si fe-

rore i\t Novazioni (^'•), ricusando di ri- ce ricevere nella comunione come vesco-
conciliare molti penitenti in articolo di vo, non essendovi sentenza di deposizio-
morte, e così separandosi dall'unità della ne contro di lui. Tornalo in Ispagna pre-
Chiesa. Faustino vescovo di Lione e al- sentò le lettere da s. Stefino I scritte in

cuni altri prelati delle Gallie ne scrissero suo favore, e alcuni vescovi non esitaro-
a s. Stefano 1, ed a s. Cipriano vescovo no a riceverlo come uno de' loro colle-
di Cartagine; al 1 .°a cagione del primato ghi nell'episcopato. Marziale incoraggilo
di sua sede, che davagli la generale ispe- dal buon esito avuto da Basilide, prete-
zione sopra tutte le chiese; al 2.° a cagio- se di dover avere lo stesso privilegio. I
ne della rinomanza eh' erasi acquistata vescovi di Spagna presero consiglio da s.

colla santità e l'eloquenza, e massime col Cipriano, circa la condotta che dove. ino
suo zelo contro i novaziani. ÌNon aven- tenere rispetto a Marziale e Basilide. \\

do s. Cipriano alcuna giurisdizione sulla santo dottore rispose, che persone così
chiesa d'Arles, si unì a'vescovi cattolici colpevoli, secondo i canoni, erano inde-
delle Gallie a pregare insieme Papa, il gne di presiedere nella chiesa di GesuCri-
riconoscendolo co me primo vescovo del- sto, e d'offri re de'sagrifizi a Dìo; che l'e-

la Chiesa universale, d'impiegare la su- lezione e l'ordinazione d'ambedue, essen-


prema sua autorità, e di non solìiire più do state valide e regolari, doveano sussi-
a lungo che un eretico ostinato turbasse stere; che riguardo alle lettere del Papa,
la pace delle chiese per la perdita delle ottenute per frode con celare la verità, il

anime Scrissero alPapa:»£ necessario quale poteva esser ingannato, perchè non
che voi scriviate ampie lettere a' nostri era sopra luogo e non conosceva il vero
confratelliche sono nelle Gallie, accioc- slato delle cose, si doveano riguardar cor

ché l'empio Marciano non continui a in- me non iscritte; tutto questo non fece che
sultar il nostro collegio.... Scrivete alla aumentare delitti diBasilide,per aver vo-
i

provincia e al popolo d'Arles, che può luto ingannare pastori della Chiesa. Non
i

darsi un successore a Marciano essendo si dubita che il Papa, di cui ninna delle

scomunicato.... Degnatevi di farne cono- parti contrasta vagli la giurisdizione, non


scere chi è vescovo d'Arles in luogo di sia stato dipoi meglio informato, e non
Marciano, perchè sappiamo a chi dob- abbia confermalo quello eh' erasi fitto
biamo mandar le lettere di comunione da' vescovi di Spagna. La disputa che nac-
e indirizzare i nostri fratelli ". Sebbene que concernente il Battesimo (f.)ihi non
le lettere di s. Stefano I sopra questo af- reiterarsi se dato dadi eretici o scisma-
,

3oa STE STE


tiri, né dare nd essi un i.° battesimo ri- Iettava che avrebbe sempre conservalo
tornando alla Chiesa, secondo il disposto pace con tutti,sebbenecontrari al suo pa-
oli s. Stefano I, fondato nella tradizione, cere; e sesono genuini tutti monumen- i

e che poi confermò il concilio Nieeno, fu ti grave e clamorosa controversia,


di si

un motivo di esercitare vieni maggior* Si pub consultare anche il Butler nella


mente il suo zelo; dappoiché s. Cipria- Vita di s. Stefano 1, che nota avere s. Ci-
no con altri vescovi d' Africa, e Firmi- priano e Firmiliano mostrato in questa
hanodi Cesarea con alcuni di quelli d'O- disputa soverchio calore e poca modera-
rienle, abbracciarono la sentenza ch'era zione,e massimamente ila. "mancò al pro-
invalido e perciò doversi reiterare: pare prio dovere sino a parlare di s. Stefano I

che al più i vescovi africani sostenitori in una maniera all'atto indegna; facendo
della controversia fossero 70, e gli afri- pure riflettere, che i falli incili la collera
cani circa 5o, numero insignificante al e il pregiudizio strascinarono tanti nomi-
confronto di tante migliaia di vescovi al- ni grandi, ci avvertono di vegliare sopra
loia esistenti. Perciò il Papa riprovò i lo- noi stessi, e di non confidare nel nostro
10 concilii e risoluzioni, controversia che giudizio; il rispetto dovuto al loro nome
molti sostengono riguardare semplice- e alla loro virtù, ci obbliga purea tirare
mente la disciplina, non il dogma, come un velo sopra questa circostanza della lo-
il Zaccaria nell'^/^/-/*V;Z;ro/i/o,t.2,p. 1 8 r 10 vita: questo è ciò che raccomandò s.

che dichiara non avere s. Stefano l nulla Agostino, De bapt. I. 5, e. 7.5, p. 1 58, ed
definito, e lasciando da parte il dogma antòdi credere che i vescovi dissenzienti
comandò solo agli africani, che alla con- abbiano poi rinunziato a'ioro pregiudi-
suetudinc delle altre chiese si uniformas- zi, e che avessero abbracciato la verità.

sero,senza impegnarsi neppure a dichia- Egli ripetè sovente, che il loro fallo fu
rare se questa consuetudine fosse di tra- espiato dal merito delle loro fatiche e col-
dizione ecclesiastica, oppure di Cristo e la loro esimia carità. Aggiunge Butler,
degli apostoli ; che il decreto pontificio che s. Stefano I vedendo il pericolo on-
niente ha che indichi definizione di fede, d'era minacciata la Chiesa da que' me-
dia solo precetto, e mandato con lettere desimi che si spacciavano suoi difensori,
privale. Anche nel p. ab. Cappellaio poi e che mostravano grande avversione al-
Cregorio XVI, 77 trionfo della s. Sede, l'eresia, si oppose come un baluardo per

leggo che s. Stefano non emanò alcun I la custodia della casa di Dio. Non cessò
decreto dogmatico nella causa de'ribat- di ripetere che ogni innovazione era il-

tezzanlijdiche tratta nel cap. io:» Il fat- lecita, e che doveasi seguire inviolabil-
to di s. Cipriano non prova legittime le mente la tradizione della Chiesa che ve-
opposizioni a' giudizi dogmatici del io- ni va dagli apostoli. Minacciò pure se- i

mauo Pontefice, perchè sembra che te- guaci della novità di levarli dal corpo dei
nesse egli per disciplina soltanto la con- fedeli; ma s. Dionisio d' Alessandria si fé-

troversiadel battesimo". E questione se ce mediatore e impedì colle sue lettere


s. Stefano l si limitò alle sole minacce, o che le cose fossero portate agli estremi,
se procedette alla scomunica contro ve- i ciò la credenza che il Papa
che avvalora
scovi africani e orientali: i diversi pareri non pronunziò scomunica, né veronal*
li riportai al citato articolo, ed inoltre si tra sentenza contro i vescovi ribattezzati-
può vedere ÌN'ovaes nella Storia di s. Sle- ti, errore in cui caddero poi i Donatisti
fano I3 ove riprodusse le testimonianze {V.). Mostrò s. Stefano I molta pazienza
prò e contro, se il Papa procedette all'at- in tutto questo all'are, e solfrì senza do-
to di scomunica o altra sentenza; se ne lei-si d'essere trattato da fautore d'eresia,
eccettuò s. Cipriano, perchè questo prò- Insensibile alle ingiurie personali che ri-
S TE S TE 3o3
cevè,sempre sperava clic qne'grandi uo- ivi veduto questa sedia tinta di sangue),
mini, strascinati da un zelo poco illumi- mentre celebrava nelle catacombe la io*

nato, aprirebbero finalmente gli occhi al- gniiSV/irt.™/ (/•'.),!« quale sedia ora venera-
la luce, allorché fosseestinto il fuoco del- sinon nella cattedrale di Pisa (come ilice
la contesa. Così la sua fermezza conser- Novaes),ma nella chiesa dell'ordine^ per
vò il deposito della sana dottrina, men- dono del granduca Cosimo 111, chelavea
tre la sua dolcezza e la sua pazienza salva- ricevuta da Innocenzo XII nel 1700, in
rono molte anime dalla sventura di nau- premio del suo pio pellegrinaggio all'ai-
fregar nella fede. Le contrarie asserzio- ma città nel giubileo ili quell'anno santo,
ni de'protestanti, sono bestemmie e ca- come riportai nel voi. II, p.i3a, perché
lunnie. Dice s. Papa pen-
Agostino, che il quella città è la sede principale del sagro
sava di scomunicare coloro che combat- ordine militare di s. Stefano /('), cele-
tevnno la validità del battesimo conferi- bre e nobilissimo e di cui è patrono. Fu

to dagli eretici, ma siccome avea le viscere sepolto nel cimiterio di Calisto, ma poi
della s. carità, avvisò meglio non rompere a'i 7 agosto 762 fu trasportato da s. Pao-
l'unione; la pace di Gesù Cristo la vinse lo 1 nella Chiesa eli a. Silvestro in Capite
ne'cuori. Il Marchetti neW Esercitazioni (/".).Di questa traslazione parlano UGiac-
Ciprianiche stabili, che il Papa non de- chelti e il Carletti, neh' /Ustoria e Me-
finì già pel suo decreto cosa si dovesse ere- morie della chiesa di s. Silvestro in Capi-
nere, ma per prudentissima economia or- le, e riportano la bolla di s. Paolo I. Del
dinò solamente cosa si dovesse praticare, suo corpo, ottenuto per opera del conte
Vincenzo di Lerino, Cctnm. e. C), parlali- Orazio Delci sanese, dalla città, ili Trini
do della novità de' vescovi ribattezzanti, nel 1682 per la chiesa dell'ordine di s.

osserva ches. Stefano li contraddilli una 1 Stefano I in Pisa, e della sua lesta (che
maniera particolare,colla grandezza del- con alcune altre reliquie fu comprala nel
la sua fede, quanto era loro superiore per 35g in Costantinopoli da Pietro Torri-
1

l'autorità della sua sede. Si ritenne dun- giani fiorentino, nell'occasione che vi fu-

que l'antica fede, e si rigettò con disprez- rono venduti i sagri arredi della cappel-

lo la novità. Oltre la lettera scritta a s. la di Costantino I il Grande) dal gran-


Cipriano, della quale si è perduto l'auto- duca Cosimo 111 ottenuta dal regio spe-
gni fo.se ne riferiscono altre due a s. Sle- dale di Siena per la stessa chiesa di Risa,
fano I, una ad Ilario vescovo e l'altra a tratta il Cigli nel suo Diario sanese. 1.
1,

tutti i vescovi, ma ambedue sono ritenti- p. 96 e 3^2, t. 2, p. 55. Narrano il Giac-


te per spurie. Però si conservano i frani- chetli ed il Carletti, che s. Stefano I pig-

menti di due lettere di s. Stefano I, l'uno ma del martirio patì l'esilio, poi fu rac-
riferito da s. Dionisio Alessandrino pres- chiuso nell'orrido carcereMamertino, se-
sol' £WZ>/o 7,cap. 5, l'altro appresso
li b. condo Baronio, o meglio al diredi Can-
s. Cipriano,/?/)/.?/. 74,e ricavato dalla lei- cellieri, ad Arcuai Stellar, ove celebrò

tera del Papa allo stesso s. Cipriano. In un sinodo (degli altri tenuti dal Papali
due ordinazioni nel dicembre creò 3 o4 notai a Roma), per cui Giacchetti la crede
vescovi, 6 preti e 5 diaconi. Governò 3 una custodia duplex, career et
piuttosto
anni, 3 mesi e 22 giorni. Patì il martirio privala domus, ma sostiene che il corpo
a
nell' 8. persecuzione della Chiesa sotto sia nella chiesa di s. Silvestro. Riferisce
ValerianOja'2 agosto del 260, in cui se ne che altri pongono le sue reliquie nella det-
celebra la festa, essendogli troncato il ca- la chiesa di s. Sebastiano, e in «.Martino
pò nella sedia pontificale di marmo (il a'Monti, ed il martirologio Gallicano cre-
Panciroli descrivendo la chiesa di s. Se- de che il capo si veneri in Colonia, segui-
bastiauoesuecatacombe,atlestadiaveie lo da Butler; ma parlando di questi alti
3o4 S T R S T E
Gallicani, s. Gregorio di Tours, De glnr. Chron.eccles.mdan.j 5o fitteli' Epit.Rom.
ìiHinyr. cap. f\o, disse : » Multi quidein Pont., imperocché Stefano II non fu con-
stint marlyresapud Ui beni l'orna in, quo- sagrato, dalla cui funzione derivava il pie-
rum historiae passionimi nohis iutegrae no pontificato, almeno ne'primi XII se-
non sunt delatae;" quindi può dubitarsi, coli, come osserva Papebrochio, Pracf.
che meno intere sieno giunte colà le no- ad Conat. n."i4. ed io trattai a Coxsv-
trxiedelle reliquie. Il Piazza nt\Y Iutiero- GRAZIOSE E ORDINAZIONE DEL SOMMO PON-
logio di Roma a'a agosto, forse cavando- TEFICE. Tale ragione non ammettendosi
1
li dagli atti del santo pubblicati dal Su- da mg. ' l'orgia ne\V Apologia del ponti-
rio, racconta i particolari che precedette- ficato di Benedetto X, e dal Vettori da
ro il martirio di s. Stefano I (riguarda lui citato, giustamente slimano non do-
Tdlemont tali atti di poca credenza, per versi Stefano II escludere dal catalogo dei
autentici venerano BaronÌO,eBertÌ con-
li Papi. Da questo Stefano II derivò la dif-
tro Basnage), riferisce le chiese che ne ferenza numerica de'seguenti Papi Stefa-
possiedono le reliquie, fra le quali lachie- ni, come noterò in ciascuno. Attesta Pagi,
sa d'Araceli il capo (altrettanto leggo nel che uè l'Anastasio, neFlodoardo, riè altri
p. Casimiro, Memorie di s. Maria in A- scrittori antichi, posero Stefano II nella
/•<7fr7/).quel la di S.Silvestro in Capite qual- serie de'romani Pontefici; anzi il seguen-
che parte del suo corpo, la città di Pisa te si fa eletto un giorno innanzi all'esal-
la maggior parte, essendo nella chiesa dei tazione di Stefano II, per cui non posso

cavalieri di s. Stefano la sedia di mar- I notare la vacanza della sede.


ino ancor tinta e rosseggiante del suo san- STEFANO II o III, Papa XCV. Nac-
gue, e tolta dalla platonia o catacomba que in Piomaecon più di ragione del pre-
di s. Sebastiano a'7 giugno 700. E qui i cedente devesi a lui attribuire le notizie
pure dichiarerò l'avvertilo altrove, che della derivazione, adolescenza e del car-
molte chiese dal possedere parte di reli- dinalato del predecessore. Si crede della
quie, credono avere o I' intero corpo o famiglia Orsini, canonico regolare, e da
qualche rnembrodi esso. La s. Sede vacò Papa s. Zaccaria creato cardinale diaco-
22 giorni. no, poscia prete di s. Grisogono, fu eletto
STEFANO Papa XCIV. Romano
II, Papa a' 26 marzo 752. Essendo amato
e figlio di Costantino, dopo la morte di da'romanijper trasportodi giubilo lo por-
questi essendo ancora fanciullo fu ammes- tarono sulle spalle alla basilica Latera-
so e educato tra 'chierici della chiesa La- nense, per cui si vuole che da lui incomin-
leranense sotto i Papi s. Gregorio III e ciasse l'uso della Sedia Gestatoria {£')•
s. Zaccaria , ciò che altri attribuiscono Amorevole co'poveri, colle vedove e co-
con le seguenti notizie a Stefano III. Pas- gli orfani, ristabilì in Roma 4 antichi o-

sato quindi per tutti i gradi dell'ordine spedali abbandonati, e ne fondò un 5.°
clericale, fu da s. Zaccaria creato cardi- pe'medesimi poveri; due similmente n'e-
nale diacono, e poi prete del titolo di s. resse fuori della città, dotandoli con mu-
Grisogono, ei 2 giorni dopo la morte di nificenza. Ma il suo governo s'incontrò
f
tal Papa, 27 marzo rj )i fu eletto in
a' in tempi assai scabrosi. Poco dopo il tur-
successore; ma appena dopo due gioì ni ai bolento Astolfo re de' Longobardi (^.),
20, inori d'un colpo apopletico, onde non essendosi già di prepotenza impadronito
è contato tra'Papi da'moderni critici, co- dell'Esarcato di Ravenna (P'.) e della
me si può vedere nel Pagi, Critica in Ba- Pentapoli (I ), che ormai riconoscevano
ronie) ad an. 88G, n.° 7. Il Curio ne'suoi il Papa per protettore e signore nel tem-
versi lo riconobbe, non cosi ne'suoi il Pan- porale, non curando, il trattato di pace

vinio, sebbene fosse il 1 a contai Io nella concluso da'suoi predecessori co'Papi, e
3<>~
S T E
S T E
dei
rtiinac* ri, e con decoroso accompagnamento
calpestimelo ogni diritto, inoltre di /y sa-
romano. Stefano IH gl'in* véscovi d'Ostia e di JNomento,
ciò il lineato
3 diaconi cardinali, e alquanti
e poi cerdoti e
viò il cardinal Paolo suo fratello,
chierici primari della chiesa
romana, Ste-
successore, e il primicerio Ambrogio con
Roma, e fu ili. Papa
Astolfo una fano IH partì da
doni, allo scopo d'ottenere da Eucaristia che
il re l'ac- ad usare il rito della ss.
tregua per 4o anni. Sebbene
precede Papi ne! viaggi (P.). Inutil-
cordasse, in capo a 3 mesi ricominciò
la i

roma- mente romani aveano fitto ogni sforzo


guerra, fece stragi nella provincia
i

si espo-
desolazione per trattenerlo, pel pericolo cui
na, e pose in iscompiglio e vederlo partire
mancator neva, e tutti piansero in
più bella parte d' Italia; e
uno stato di non perfetta salute; ma
la
di fede minacciò il Papa e Roma. Repli- in
la-
di due Papa confidando in Dio resistette,
Ili un'altra legazione
il
cò Stefano a s. Pietro il suo
al re le convenzio- sciando raccomandato
abbati per ricordare silenziario e
diletto gregge. Giunto col
1

ed Astolfo senza neppure ascoltarli


li
ni; volendo
nunzi regi innanzi ad Astolfo ,

rimandò con dispregio a'Ioro monasteri,


fitte e
a questi conservare le usurpazioni
con severa intimazione di non tornare
Allora stretto dalla necessità, il che chiamava conquiste, ricusò il tiran-
Roma.
no ogni componimento, calpestando
le
Papa chiese soccorso imperator grecoall'
della ragione e della religione.
T01-
voci
CostantiooIVCo/jro'J/mo, il quale in vece
la forza
7^3 contentò di man- nota a vuoto ogni trattativa, e
d'esercito, nel si
Papa non curata da chi sco-
per morale del
dare il silenziario Giovanni con lettere si trovò
nosceva ogni legge, Stefano IH
Stefano Ili e per Astolfo. Abbandonato che
costretto, a fronte degl'impedimenti
dalla debolezza e indolenza dell'impera- cogli
frappose il re, di passar le Alpi
che 1' avea consigliato rivolgersi a
vi
tore,
ambasciatomi. Pipino.Comequesti seppe
( V)
Pipino re di Francia il Papa scris-
y

l'avanzarsi del Papa, gli


mandò incon-
se una lettera piena di dolore a Pipino, d'Agauno pres-
tro prima nel monastero
pregandolo a mandare inviati per farlo areica ppenano
am- so Sion l'abbate Fulrado
passare in Francia. In fatti fu da due e poscia il
recarsi a di palazzo e il duca Rotardo,
basciatori di quello invitato di con tut-
figlio Carlo Magno,per
onorarlo
trovarlo,cioèCrodegango vescovo diMetz
Astolfo pres- modi possibili; e quando il Papa non
e il duca Auteario. Frattanto
ti 1

fu più lontano d'una lega dalla città di


sava Roma a sottomettersi, e minacciava
Pontyon in Sciampagna, ove doveasi ta-
di passare a fil di spada i romani, se pre-
l'abboccamento, andò egli stesso a in-
Papa si difese re
sto non s'arrendevano, il re da ca-
Or- contrarlo. Come lo vide, scese il
colle ormi invincibili dell'orazione.
portarono mol- vallo, e prostrò del pari che sua mo-
si
dinò processioni, in cui si

figli, e tutti i signori di


sua corte,
te reliquie. Il Papa anch'esso camminan- glie e i

popolo, e per qualche tempo


camminò anche a
do a piedi scalzi, come tutto il

del pontificio cavallo, che addestrò


portò sulle spalle l'immagine Acheropi-
lato
facendo ufficio di seni-
a Sgala per alcun tratto,
ta del ss. Salvatore, come notai
plice Palafreniere (F.). Il
Papa arrivò a
santa. Ogni sabato si fecero queste
pub-
alternandosi
im- Pontyon a'6 gennaio 7 54i
bliche preghiere, e le genti gemendo spirituali con
misericordia. In que- ad alta voce inni e cantici
ploravano da Dio subito grandi
tutto suo seguito, e fece
sto mentre il silenziario Giovanni, ch'era il

alla reale famiglia ed ai


presenti al re
tornato da Costantinopoli, invitò Stefano
,

il Pa-
principali signori. Nel dì seguente
HI di andar seco a negoziar con Astolto
ottobre 7 53j pe comparve con tutto il suo clero, co-
in Pavia, Adunque a' \f\
cilicio, chinossi al re
regi ambascialo- perto di cenere e di
col ministro imperiale e i
20
vot. lxix.
3ofi S TE STE
scongiurandolo di liberar Ini e il popolo Ventilo il tempo della marcia il re col
roinnno dall'infèsta dominazione de'lon- Papa discesero con esercito numeroso in
gobardi orgogliosi e soverchiatori. Sup- Italia; giunti a mezzo del cammino, il re
plichevole il Papa rimase, finché il ree maudòancora a istigazione del Papa,che
i signori coramossi, gli stesero la mano voleva impedire spargimento del san-
lo
in segno di liberazione e aiuto, contro il gue cristiano, altri messiad Astolfo; ma
suo nemico persecutore. Dipoi passalo il questi non rispondendo che con minac-
Papa col re in Qttiersyo Cìiitrsj' ce\e' }
ce, Pipino forzò il passo delle Alpi, le var-
brarono la Pasqua; il re tenue un'assem- cò e ridusse Astolfo a chiudersi in Pavia,
blea di tutti i signori del regno alla pre- ove lo strinse d' assedio ; e poi a media-
senza di Stefano III, e fu stabilito di ca- zione di Stefano IH, gli fece promettere
lare in Italia in suo aiuto, ed ivi Pipino con giuramenti e ostaggi di restituire al
in nome ancora de' figli fece alla chiesa Papa Ravenna e le cillà che avea tolto
romana la celebre donazione di quanto a'romani. Stefano III accompagnato da
avrebbe ricuperalo. Indi si recarono nel Girolamo fratello del re, dall'abbate Fui-
monastero di s. Dionisio vicino a Parigi, radoe da alili signori, dopo aver dichia-
ove poi consagrò la cappella regia di tal rala a Pipiuo la sua indelebile gratitu-
santo e un altare a'ss. Apostoli. Mentre dine, ritornò in Roma con solennissimo
l'annata si disponeva a passare in Italia, ingresso. Fu incontrato con esultanza dai
Stefano cadde gravemente infermo,
III vescovi e clero, nobiltà e popolo, cantan-
uè si credeva ricuperarlo. Piacque a Dio do inni di lode e portando le croci, coi
a intercessione di s. Dionisio di restituir- più festosi applausi. Ma non appena Pi-
gli istantaneamente la sanità, perchè gli pino ripassò le Alpi, Astolfo invece di e-
apparse in una visione co' ss. Pietro e seguire il trattalo, comparve armato in-
Paolo, e fu allora che consagi ò il suo al- nanzi a Roma, e per 3 mesi la tenne as-
tare per gratitudine, e lasciò sull'alta- sediata e ridusse in grande miseria, col-
re il suo pallio. Nel medesimo luogo Ste- l'incendio, il saccheggio e la profanazio-
fano 111 a'20028 luglio 754 consagrò ne de' contorni. Quindi Stefano III, ri-
di nuovo Pipino, che era già stato unto correndo di nuovo aPipino,gli scrisse una
dall' arcivescovo di Magonza, ed figli i lettera pressante in nome di s. Pietro, e
Carlo Magno e Carlomanno, che dichia- dicendo. » Io vi scongiuro in nome del
rò Patrizi romani) protettori e difensori Dio vivo, dinon permettere che la mia
della s. Sede, per meglio impegnarli alla cillà di Roma sia più lungamente asse-
difesa di Roma. Unse pure col sagro olio diata da'longobartli". Pipino dunque con
la regina Bei tracia, for>e colla mira di altra spedizione obbligò Astolfo ad ab-
più strettamente legarla a Pipino inten- bandonare l'Esarcato, ed a restituire ol-
zionato di ripudiarla, se il Papa con salu- tre tulle le città dell'Emilia, 22 altre e-
tevoli avvisi non lo avesse distolto. Qual- numeratedaAnastasioBibliolecario.Due
cuno crede che amministrasse a'due fi- inviati dell'imperatore greco raggiunse-
gli del re la confermazione, perchè nelle ro Pipiuo a Pavia, e lo pregarono a con-
lettere li chiama suoi figli spirituali, Pi- segnar loro Ravenna j ma come notai in
pino compare eBertrada commare. I chie- quell'articolo, il non l'esaudì, ed in ve-
re
rici del suo seguilo a istanza del re in- ce diede alla chiesa romana le ricupera-
segnarono a'franchi il canto romaiiOjChe te terre, colle quali amplificò il princi-
dipoi si dilatò nelle chiese di Francia. Il pato temporale della medesima. A tale ef-

re a consiglio del Papa mandò per ben fetto spedì Fulrado in Roma colle chia-
3 volte ambasciatori ad Astolfo, il quale vi delle città, che furono poste col diplo-
perseverò costantemente Del suo rifiuto. ma regio sul sepolcro di *. Pietro, in si-
S TE S T E 307
gnum veri et perpetui dommii, sia ili Ra- monaci di Uretigny, per la maggior par-
venna, the della Pentiipuli e dell'Emi* ie ricavate da'decreti de' Papi e de'pre-
argomento elie trattai a Sovranità' dei
lia, cedeuti concilo. Vacò la s. Sede 3 7 giorni.

romani Pontefici e della s. Sede. Quin- STEFANO o IV, Papa XCVII.


III

di Stilano 111 eoneesse Ravenna inani- Figlio di Olivo o Olibrio Rosainirauo,


tninisti azione all'arcivescovo ed a'tribu- da Tossina della valle detta Siciliana nel-
ni della città; e dipoi vi spedi per duca l'Abruzzo Ulteriore, uomo di segnalata
Eustachio a governarla, come leggo nel pietà ili vita e pari dottrina, prima cano-
Borgia ,Difesa dcldominio lem fiorale del- nico regolare Lateraneuse,secoudo Ciac-
la s. Scile, p.182. Tutta volta Astolfo si conio, e poi monaco benedettino, come
ritenne alcune città, e morendo nel 7^6, vogliono Pagi e Natale Alessandro, del
il Papa consigliò suo fratello Rachis di
il monastero di s. Grisogono di Roma, da
non lasciare JMoutc Cassino per risalire s. Gregorio III o da s. Zaccaria al dire
sul trono; e concorse in tal modo a col- di Pagi fatto cubiculario Lateranense, da
locarvi Desiderio duca o governatore d'I- s. Zaccaria o da s. Paolo fu crealo car- I

stria odi Toscana, preparando senza pre- dinale prete di s. Cecilia. Intervenne al
vederlo a' suoi successori molte disgra- sinodo romano Paolo del 7G e si
di s. I
1
,

zie. Desiderio secondo le promesse l'atte sottoscrisse: Stefano umile prete della S.
restituì solo alcunedi dette città, con che li. C. del titolo di s. Cecilia. Per la mor-
die saggio del suo pessimo animo. Ste- te di s. Paolo I insorse l'antipapa Costan-
fano 111 sempre applica lo al vantaggio tino (/'.) fratello de! duca di IVepi(F.)t
della Chieda, condannò conciliabolo te-
il e fu poi cacciato dal potente Primicerio
nuto nel 7 j>4 inCoslaniinopolìihìCostan- (P.) Cristoforo, il quale inoltre indusse
tino VI contro le ss. Immagini, e adope- quindi a ritornare uel monastero de'ss.
rò ogni mezzo per ridurre quell' empio Vito e Modesto ( F.) VdhhùleFUippo(F)
imperatore al reltosentiero. Nel 757 ac- ch'erasi intruso e fatto antipapa. Il pri-
cordò con bolla all'abbate di s. Dionigio micerio fatti adunare poscia nello stesso
il permesso d'avere un vescovo partico- o nel seguente giorno i primati del cle-
lare nel suo monastero. Zelante Papa, in- ro e della milizia, l'esercito e i cittadini.,

trepido sostenitore delle tradizioni, orna- tutti dopo maturo esame convennero ai
to delle più belle virtù, fu uno de'bene- j agosto 7G8 nell'elezionedi Stefano IV,
meriti del principato temporale della s. e fu consagrato a'7. Nell'anno seguente
Sede, che vieppiù si trovò signora di uno ordinò nel concilio di Laterano (f.), che
slato abbastanza potente, indipendente niuno fosse promosso al pontificato se pri-
per il libero esercizio della sua benefica ma non era ordinato cardinale diacono
potenza spirituale. In un'ordinazione di o prete, a cagione dell'antipapa Costan-
marzo creò 4 vescovi; e creò pure 4 car- tino intruso senza ordine alcuno, e per
dinali. Governò 5 anni e 20 giorni; mori ovviare agli scandali delle sedi vacanti co-
a'24 aprile 707,6 compianto da tutti fu mandò che si procedesse al l'elezione,men-
sepolto nel Vaticano. Si hanno di lui le tre gli ambasciatori imperiali erano in
ricordateealtre lettere, piened'eloquen- Roma, come notai ne'vol. XVI, p. 3og,
za ed'energia, ì privilegi accordati all'ab- 3 io, XXI, p. ii)8, XXII, p. 85; e che
bazia di s. Dionigio, la memoria di sua Cristoforo narrasse a'padri come insorse
guarigione per la quale si fece portare sot- Costantino, ed i vescovi da lui creati do-
to lecampanedel monastero per chieder- vessero tornare alle loro case, per esservi
la a Dio, ed una raccolta di costituzioni di nuovo eletti, e che in appresso si re-
fatte nel!' assemblea di Chiersy, per ri- cassero nuovamente in Roma per essere
spondere alle questioni propostegli dai consagrati dalPapa: decretando pure,che
3o8 STE STE
in ogni domenica si cantasse da'7 cardi- Per cui il Papa li fece chiamare, ma essi

nali / escovi siibitrbìcari,\\ Gloria in ex» temendo tradimento per parte de'neini-
cclsi.^Deo ue\hì basilica Laleianense. De- ci si ricusarono, però furono ahbandouati
siderio re de' longobardi, dolente della da'soldati, sentendoli nella pontificia dis»
perdita della Pentapoi i [F .) e dell'esar- grazia. 1 longobardi li presero e portaro-
cato diRavenna (F.) cercava ogni mez-}
no alPapa, che desiderando salvarli, gl'in-
zo per riacquistarli, quindi Stefano IV vito a ritirarsi in un monastero, quando
con ogni impegno si oppose al matrimo- poi seppe che ad essi erano stati cavati gli
nio di Carlo Magno con Berta figlia di occhijOndeCnstoforo morì di dolore eSer-
Desiderio, e di sua sorella Gisella con A- gio fu poi ucciso. Allora Stefano III si ac-
dalgiso tìglio dello stesso Desiderio, te- corse del tradimento, celie tull'altro De-
ineudu con questa doppia unione si for- siderio pensava a restituire il tolto, e di-

masse un' alleanza funesta alla s. Sede. singannato si rivolse a Francia. Intanto
L'empioDesiderioraentre negoziava que- nel 770 la regina Berlrada fu ricevuta
sto politico legame, nutriva in Roma in- da Desiderio in Pavia con somma ma-
trighi per inimicare il Papa colla Fran- gnificenza, per separare i suoi figli Cai lo
cia, facendogli cadere in disgraziaCristo- Magno Carlomanuo dall' amicizia ilei
e
(òrofaulorede'lraocesijdal quale sì gran- Papa, onde disporre delle cose d'Italia a
di servigi riconosceva. La caduta di Cri- suo talento, procurando la definitiva con-
stoforo, irritando la Francia, dovea pri- clusione de' matrimoni. Narrai a Fbax-
vare il Papa d'una efìicace protezione nel cia come Stefano Pi altamente riprovò
temporale, lauto più che ad essa recla- tal negoziato, con gravissima lettera che
mava d'indurre Desiderio a restituire le prima avea posta sulla tomba di s. Pietro,
giustizie di s. Pietro, cioè quel tanto ch'e- e spedì pe'legati Pietro prete e Panfilo
gli avea alla chiesa romana ingiusta men- difensore regionario, ma non potè impe-
te usurpato, e che con altrettanta osti- dire l'unione; tutta volta Bertrada gli lece
nazione non voleva rendere. Desiderio pei restituire alcune città, e Carlo Magno ce-
suoi pravi disegni tirò al suo partilo e dendo alle pontificie insinuazioni, di poi
contro Cristoforo e il figlio Sergio Secon- ripudiò Berta. In una ordinazione creò al-
dicelo (F.) t il cubiculario del Papa Pao- cuni vescovi, 5 preti e 4 diaconi ; nel sud-
lo Aliarla. Assicurato di questa intelli- detto concilio intervennero 7 cardinali.
genza, nel 769 andò in Iloiua sotto falso Era Stefano IV erudito nelle divine scrit-
pretesto di divozione pe'principi degli A- ture, e assai dolio nell'ecclesiastiche tra-
posloli, e pel negozio delle giustizie di s. dizioni. Morì il i.° lehbraio 772, e fu se-
Pietro. Provocò una zulfa tra'fautori di polto in s. Pietro. Il suo nome si trova in
Cristoforo e Sergio, difensori de' diritti alcuni martirologi col titolo di santo, col
della s. Sede e del Papa; ma essendosi essi quale ne traila ilBollando nel ."febbraio. i

arma ti, per vendicarsi de'loro nemici, si re- Si hanno di lui tre lettere nella raccolta
carono al palazzo Laleianense, acremen- de'concilii,e due
nel codice Carolino. Va-
te sgridali da Stefano IV perchè avesse- cò la romana 7 giorni.
chiesa
ro ardilo entrare nel patriarchio colle ar- STEFANO IV o V, Papa C. Nobi-
mi, e comandò loro che ne uscissero. 11 lissimo romano, figlio di Giulio Marino,
giorno seguente trovandosi Desiderio col fu educato nella sua prima età nel pa-
Papa, mostrandosi con simulazione pre- triarchio Lateranense ne'pontificati di A-
muroso di sua salvezza, l'ingannò facen- driano 1 e di s. Leone III, il (piale scor-
doli credere suoi nemici, altrettanto per- gendo iu lui ottimi costumi, profonda u-
suadendolo l'iniquo Aliarla, sino a dire iniltà, e altre commendabili qualità, lo
che attentavano alla sua preziosa vita, sollevò al grado di suddiacono della chic-
S TE STE 3o.)

sa romana, e poi lo creò cardinale eliaco- perieli, onde compiimele le sollevazioni


no.Ciacconioconaltriasserisconochepas* facili in tali tempi, e ad onta di sua vir-

go all'ordine de preti e ch'ebbe io titolo tuosa ripugnanza, a'22 giugno fu creato


la chiesa di s. Prassede, ma furono con- Papa Stefano Vj il quale per impedire
lutati validamente dal Pagi, Brevìariutn a' romani di tumultuare contro Papi, i

hist. t. 2. Insignito della dignità caldina- tosto li costrinse a giurar fedeltà a Lo-
Iizia, si die tutto alla predicazione della dovico come protettore della chiesa io-
I

divina paiola, e lo spirito del Signore, da mana, ed a quello partecipò la sua or-
cui era manifèstamente investito, ren- dinazione e la brama di secolui abboc-
deva efficacissime le sue parole. Morto carsi, e procurare la liberazione de' 10-
Carlo Magno nell'8 i.\, c ,e severamente l mani rilegati in Francia. L'imperatore
avea punito cospiratori contro s. Leone
i logradlsommamente,eingiunseare Ber-
li I, la fazione a questi avversa prese ani- nardo d'accompagnare il Papa in Fran-
ino e nuovamente insorse per togliere la eia, cui spedi incontro alcuni ambascia-
vita al Papa, il quale ne prevenue le sa- tori per servirlo, aspettandolo in Reiuis.
crileghe mene, e lece consegnare i rei ai IlPapadunquepartìdaRoma,dopoaver-
giudici, clic avendoli convinti li punirò- la pacificata; passando per Fano vi con-

no colla morte. I loro partigiani subito ca- sagrò la chiesa della ss. Trinità, indi si

lunniarono s. Leone III all' imperatore recò a Ravenna, e poi in Francia. Nar«
Lodovico I il Pio, figlio e successore di raia Reims lo splendido e riverente rice-
Carlo Magno, il quale, o perchè pregato vimeulo col quale l'accolse Lodovico I,
dal Papa, ordinò al nipote Bernardo re che a'2g novembre coronò imperatore,
d'Italia di recaisi in Roma couGeroldo, e similmente l'imperatrice lrmingarda,
forse conte di Cannila, per conoscere Io con corone preziose da lui portate. 11 Pa-
staio delle cose. Peiò già il Papa aveagli pa ottenne la liberazione de'detenuti per
spedito Giovanni vescovo di Selva Can- l'enormità commesse contro il prede.ces-

dida, Teodoro nomenclatore, e Sergio soie; la conferma degli stati di


donazione e

duca in qualità di suoi legali, che beue s. Pietro riportata da Labbé, Coiutlior.

l'informai 0110 dell'operato de'maligni e t. 7, p. i5i 5, benché non riconosciuta da

turbolenti. Intanto caduto malato s. Leo- tutti gli scrittori, come può vedersi a So-

ue Li suoi nemici si recarono a di-.trui'-


II vramta' de'romani Pontefici e o&llas.
gerele ilomoculte o poderi agricoli e ica- Sede; e parti carico di presenti, e rieol-
sali ch'egli avea fabbricati, e di prepo- ino di onorificenze. Tornato in Roma, vi

tenza ne rimisero in possesso gli antichi fu accolto con festa, indi fondò il mona-
padroni de'lòudi cui erano stali confisca- stero di s. Prassede, in cui pose monaci
ti. Uditosi ciò da re Bernardo, commise greci pel salmeggio diurno e notturno, e
a Winigiso duca diSpoleli di portarsi in confermò ad lngoaldo abbate di Farfa
Roma con gente armata per sedare quel tutti i beni spettanti a quell'insigne ab-
tum Lillo, e vi riuscì. Mori s. Leone III bazia.Governò 7 mesi e 2 giorni, ed in
l'igiugno 816, ed suoi avversari tu-
1 i una ordinazione creò 5 vescovi, 9 preti
mulluurono siccome malcontenti del suo e 4 diaconi. A Roma riportai il concilio
governo, reclamando contro i franchi che che gli si attribuisce da alcuni. Mori il-
rilenevano in ostaggio molti nobili roma- lustre in miracoli, come a (Ferma Tegano,
ni complici dell'anteriori sollevazioni, ma Script.hist, Frane. ,cap. 1 Gei7,pressoDu-
iti rouo (iena li da detto duca. Uopo logior- chesne t. 2, a' 2 4 gennaio 8 1 7, e fu sepolto
ni di sede vacante, per l'unanime consen* in Vaticano.Non vacò la s. Sede romana,
so del clero e del popolo, e senza aspet- STEFANO VoVI, Papa CX1II. Ebbe
ture la presenza degli ambascia tori ini- per padre Adriano, Roma per patria e
vol. lxix. 20*
-

3 o 1 S TE S TE
bi tante nella Via Lata,comechè creduto lì, ricevè minacciose lettere da Basilio il

dell.'» làmiglia Colonna, chiamato da al- ftlacedone imperatore greco; ma rispose


cuni senza fonda mento Basi Ho, fu istruito con moderazione e con forza, fermandosi
negli studi dal vescovo Zaccaria suo con- soprattutto a mostrargli la distinzione e
giunto, e bibliotecario di s.Chiesa, al dire i limiti delle due potenze; perciò estinse
di Ciampini \ìc\\'Esame del libro ponti- poi lo scisma, dichiarò nulle le ordina-
ficale p. 18. Adriano I ammirando in lui zioni di Fozio, e ottenne che l'imperatore
ottima indole e inclinazione per le sagre Leone VI il Filosofo cacciasse il perfido
lettere, lo trasse dalla casa paterna, es- Fozio in un monastero, ove mori in di-
sendo ancb'egli di casa Colonna, lo con- spregio di tutti fedeli, come ampiamen-
i

dusse seco nel patriarchio Lateranensee te descrissero l'Allazio, De eccl. occirf. et


lo promosse al suddiaconato. In questo orient. pcrpttt. conscns. cap. 5, e Natale
grado avendo dato illusili saggi di tutte Alessandro, Bist.eccl. t. 6, dissert. \.
§
le virtù,singolarmente d'illibata purezza iS. Nell'8c)i a'?.o febbraio Stefano VI
di costumi, di profonda umiltà, e di pru- coronò imperatore Guido duca di Spo-
denza superiore all'età, congiunta ad una leti z
(/ .) suo figlio adottivo, che in rico-
virtuosa compassione verso i miserabili noscenza di tanta grazia confermò pi ivi i

e ad un'eminente dottrina, fu da Mari- legiei doni fatti alla romana chiesa da Pi-
no I ossia Martino li suo amicissimo e pino,daCar!oMagnoedaLodovicoI: in tal
che sovente valevasi di lui nel governo guisa edopo laute vicende tornò negl'i-
della Chiesa, creato cardinale prete de'ss. taliani l'impero. Atenulfo contedi Capua
Quattro, e ritenuto nel Laterano. Final- spedi a Roma ambasciatori a Stefano VI,
mente meritò, con pieno consenso di tut- riconoscendolo per supremo signore del
ti e con somma sua ripugnanza, onde fu suo principato, e promettendogli di re-
d'uopo atterrar le porle di sua casa ove stituire alla s. Sede Gaeta, e di aiutarlo
erasi rinchiuso,d'es<ereelelto Papa a'i5 a sbandire i saraceni dalGarigliano, pro-
luglio 885, e coronato senza l'assistenza testando solennemente d'essere pmprius
degli ambasciatori imperiali circa il fine famulus del Papa. Vogliono alcuni che
di settembre, perchè il predecessore A- annullasse le Purgazioni {T'.), ma i cri-
driano lllavea decretato, che il Papa po- tici ne dubitano. Nel voi. XLII, p. i^Q
tesse consagrarsi senza l'intervento di ta- notai, che con 1' accpia da lui benedetta
li legati. Perciò Carlo III il Grosso im- distrusse le locusteche desolavano lecam-
peratore, sulle prime si rifiutò di ricono- pagne. Insigne per rare virtù e d'un di-
scerlo, ma dopo la verificazione che tutto sinteresse esemplare , nutriva gli orfani
era proceduto senza tumulto del le fazioni, come suoi figli, e chiamava ogni giorno
sottoscrisse ad un'elezione, che la carità a pranzo i nobili caduti in miseria: le sue
e pietà del Papa rendevano un vero be- incessanti limosi ne principalmente riful-
neficio per la Chiesa. Allorché prese pos- sero in una crudele carestia che alilis-
sesso del palazzo Lateranense tultoera an- se Roma. Celebrava quotidianamente la
dato a ruba, le suppellettili, granai, le i messa, e consagrava all'orazione o alla
dispense ; ond' egli tutto misericordioso salmodia tutti i ritagli di tempo che gli
co'poveri, e che non si poneva a mensa lasciavano le sue cure benefiche, e le pa-
se non erasi assicurato ch'erano stati sol- storali sollecitudini. Cercò precipuamen-
levati, distribuì liberamente il suo patri- te d'associarsi nel governo della Chiesa
monio pingue, consumandolo anco per gli uomini più savi e più istruiti che po-
l'ornamento delle chiese, e nel riscattare teva conoscere; voleva i suoi ministri e
gli schiavi. Avendo ricusato di riconosce- domestici ornali di dottrina e di probi-
re Fozio falso patriarca di Costanlinopo- tà. Iu somma le sue grandi qualità lo re-
4 1

S T E S T E 3i

scio degnissimo sublime luogo clic


ilei lare nel Tevere. Questo frenetico opera»
occupava, e Dio lo illustrò con operine re, effètto tutto d'una violenta tirannia
alcuni prodigi, de'quali e di molle nltre nel fitto, non fu errore di fede, come di-

virtù la memoria Guglielmo Biblioteca- chiarò Baronio. Dice il Morale*, che » la


rio nella vita che scrisse di lui. Creò car- ove
navicella di Pietro agitata da 'flutti,
dinale Kocuano nipote di Mai lino II, e sembra dormire, fu tuttavia dal
Cristo
lii poi Papa. Governò Canni e Porse 1 medesimo liberala non solo da infinite e-
giorni. Mori compianto da tutti a' 7 ago- i resie, ma la sostenne contro gravissimi
stOj o verso il line di settembre 8i)i, e scandali, a segno che, per quella slessa ra-
fu sepolto nel Vaticano con questo disti- gione, per cui gli eretici novatori, da que-
co. Flic tumulus Quinti sacratos conti- gli empi che sono, bestemmiano s. Chie-
nel arlas —
Praesulis eximii Pontifi- sa, per quella i figli della stessa Chiesa,
cii Slcpliani. Donile rilevasi, che ad on- pieni di riconoscenza, lodano Dio e lo be-

ta dell'avvertito in Stefano II, egli an- nedicono ". Argomento stupendamente


ticamente fu chiamato Stefano /', e con trattato dal p. Paolo Segneri nella ma-
tal nome lo dimostra Baronio. Abbiamo gnifica orazione sulla cattedra di s. Pie-
diverse sue lettere scritte a Basilio il Ma- tro; cioè, che i falli de'Papi invece di nuo-
cedane, a'vescovi greci. al vescovodi Metz, cere alle prove della divina assistenza, che
nella quale dichiarò potersi ordinare un sostiene la cattedraromana, ne sono an-
chierico che avesse perduto un dito,a Fol- zi imo de'più splendidi argomenti. Per-
co arcivescovo di Reims in favore di Teut- chè non solo gli uomini e demonii in- i

boldo eletto vescovo di Langres: quella sieme collegali non poterono rovesciar-
alla chiesa di JN'arbona, contro l'altra di la, ma neppure vizi personali de'Pon-
i

Tarragona, si ritiene apocrifa. Vacò la tefici romani. Che Stefano VII non rior-

Sede apostolica un mese ei giorni. 1 dinò con nuova consagrazione da lui de- i

STEFANO VI o VII, Papa CXVI. posti che vi consentirono, lo sostengono,


llomano e tiglio per legittimo matrimo- Du Mesnil, Doclr. et discipl. eccl. ». 3,
nio di Giovanni che poi fu prete, fatto lib. 4 2 j Juenin, Commenl, de Sacrameli'
vescovo d'Anagni da Stefano VI, fu elet- tis, dissert. 8, quaesl. G, cap. 2. Ilallier,

to Papa per la potenza ili Adalberto 11 De Sacrasti, clcclionib. et orditi, par. 2,


marchese di Toscana, a'22 maggio 896, sect. 3, cap. 2, § 1 8; e Tournely, De S-i-
e consagrato 20 agosto, onde
prima de' cram.ord. quaest. 5, art. 1 .11 Platina, Vito
alcuni lo crederono antipapa. Certamente de' Pontefici, crede che Formoso facesse
operò da imperocché ignorante del-
tale, vescovo d'Anagni .Stifino.el'odiodi que-
le sagre dottrine, nemico ili Papa For- sti lo fa derivare dall'ambizione del pon-

moso (/".), adducendo il pretesto d'aver tificalo, cui secondo la disciplina d'allo-

pel 1 ."abbandonata la chiesa di Porlo per ra, meno il caso di Formoso, i vescovi
passare a quella di /ionia, radunato un d'altre chiese non
potevano pervenire,
ci

concilio e deposti gli ordinali da lui, se- 11 almeno perchè fu cagione che non vi sa-

condo Morino li ordinò di nuovo, ludi lisse prima. Egli inoltre crede, che cava-

con inaudito sacrilegio crudelmente fé» to dal sepolcro il corpo di Formoso, Di-

ce diseppellire il Cari, une [P'.) di For- chiaratolo intruso, espogliatolo degli abi-
moso infamemente. Gli pose
e l'oltraggiò li pontificali, lo vestì con veste da seco-
a lato un avvocato per rispondere in suo lare, ed in tomba di laici lo fece tumu-
nome alle interrogazioni che gli lece, e lare, avendogli prima fitto troncare le

pronunziando sentenza di deposizione , due dita della destra, colle quali bene-
mutilatolo delle 3 dita con cui benedi- diceva, e gettarle nel Tevere, con pessi-
ceva, troucalogli il capo, cosi lu lece gel- mo esempio, auchc per avere auuullulo
3 la S TE S T E
tulli i ci i lui alti, in che venne in sognilo Inno, Chron. p. 31^, lo dice tedesco, ed
imitato da altri nel disposto da'loro pre- è seguilo da alcuni critici moderni. Fa
dct-essori. L'imperatore greco Leone VI, eletto Papa enea a'i8 luglio del ()3q, e
profittando dell'inerzia di Stefano VII, credesi per Favore dell'imperatore Otio-
mandò con un esercito Simbai i-
in Italia ne I suo parente, perciò riuscì avverso ai
co suo prò tòs potano, il quate tenne 3 me- romani, ciò che altri negano. Bensì odia-
si assediato Benevento, e finalmente lo to dal prepotente Alberico 11 tiranno di
prese, ma dopo 3 anni fu ricuperato da Roma e da' suoi fautori, perchè godeva
Giulio longobardo. Finalmente Stefano la benevolenza imperiale, fu da essi così
"VII, dopo d'aver avvilito il carattere di bruttamente sfigurato e ferito nel viso,
capo della Chiesa, pagò la pena di sue con tagli malfalli e disuguali, che non OSÒ
violenze, poiché Dio permise che presto di farsi più vedere in pubblico. Platina
ne fosse punito. Gli amici di Formoso, le- riferisce, che fu travaglialo dalle sedizio-
vali a sedizione i cittadini, lo caricarono ni, nelle quali fu talmente con ferite strop-
di ferri, cacciarono in una prigione, ed piato, die si vergognava d'uscire per la
ivi lo strangolarono, come nana Baro- bruttezza delle cicatrici. Dubita di queste
nio, pare nell'agosto 897 e dopo 3 mesi 1 ferite Muratori negli Annali d Italia, al-
di pontificalo, contandolo dalla consagra- l'anno g4^. In questo spedì in Francia
zione.Fu nondimeno sepolto in Vaticano, suo legato Damaso vescovo, con sue let-
IVon si può dire quanto vacò laSede, bensì terea'priucipi di quel reame, acciocché
che il successore fu eletto a'i 7 settembre, riconoscessero per loro legittimo re Lui-
STEFANOVJIoVIlljPapaCXXVm. gi IV d'Oltremare, ed al quale si erano
Romano e figlio di Teudemondo, fuelet- ribellati, egli prestassero pei iella ubbi-
to Pontefice a'3 febbraio G2C). La storia dienza; minacciando loro la scomunica,
di quell'infelice e ferreo secolo nulla di- se lultociò non avessero eseguito prima
ce di sue azioni. Giovanni Stella e Platina del giorno di datale, e di tutto non l'a-
nella sua vitaaffermano che governò con vesserò fatto consapevole, per mezzo dei
una condotta mansueta e piena di religio- loro ambasciatori da mandarsi perciò in
ne, 2 anni, un mescei 2 giorni. Flodoar- Pioma. Essendosi rolla la pace stabilita
do, Frammenta de Romanis Pontificibua, fra Ugo re d'Italia, e Alberico 11 pria-
co'segueuti versi lo chiama Stefano VII, cipe di Roma e suo figliastro, che avea
e gli assegna il tempo del suo governo, conclusa S.Odone abbate di Clugny.chia-
>» Septimus bine Stephanus binos prae- niato in Piouia dal predecessore, Stefano
fulget inanuos, —
Anelo mense super, IX l'invitò a ritornarvi per ristabilirla,
bisseno hacSole jugalo, Disposila post— ma il santo prima di giungervi morì. Di-
quod spatium sibi Sede locatili " Il "So- -
. ce Platina, che il re Ugo mentre s'accin-
vaes riporta gli autori che parlarono di geva a vendicare gli oltraggi del Papa mo-
lui, e conviene che niente accadesse sotto ri, e il figlio Lotario che gli successe non

memorabile. Moiì circa ii5 di


di lui di si curò di effettuare i suoi proponimenti,
marzocj3 i,efu sepolto in Yatieano.Seui- o perchè poco visse: non ci convengo,
brache la romana Sede non sia restata altrimenti sarebbe anacronismo, il Papa
vacante. essendo morto prima di Ugo. Stefano IX
STEFANO Vili o IX, Papa CXXXf. accordò il pallio ad Ugo per l'arcivesco-
Di Roma, come attesta Pandolfo presso vaio di Reims, e dopo aver governato co*
MavalorìfScript.rer.TlaL 1. ,p. 327,6 non
1 raggiosamente e con vautaggio la Cbiesa,
tedesco come diversi pretendono, forse benché di mansueta e benigna natura, 3'
perchè educato in Germania, come vuo- anni, 4 tucsi eio giorni, morì sul prin-
le Ciaccouio nella sua vita Martino Po-
: cipiu di dicembre «J42 , e i'u sepolto ili
S T E S TE 3.3
Valicano. Vacò la chiesa romana almeno (crono da' loro piedi la poi fere. Questo
sino a'23 gennaio q4^- inaspettalo colpo de'lega'i lece qu -delie
STEFANO IX o X, PapaCLX. Fe> impressioneueli'animodiCerularioJtion?
Giuntano francete di nascita, nac-
clerico de colle più vive istanze supplicò l'ini-
que da Gozzolone o Gotelone duca della peratore di significale a'pontilicn legati.
Bassa Lorena, e da Giunca figlia di He- di restituirsi prontamente in Costantino'
t'erigano II re d'Italia, fratello di Goffra* poli, poiché era risoluto di entrare coi»
do Ili duca di Lorena
Toscana, co- e di essi in conferenza. Aderì Costantino IX
me sposo di Beatrice madre della gran a queste preghiere, ed i legati apostolici
conlessa Matilde, e di Goffredo poi redi da Sclemhria, ov'erano giunti, ritorna-
Gerusalemme secondoCardella,e zio d'it- rono in Costantinopoli. Ala non lardò il
ta madredi Baldovino cheal precedente I Cerulario a manifestare la sua mala fede,

successe ne! regno. Lo splendore di sua poiché pretese che nel seguente giorno si
nascila si accresce, considerando ch'era portassero in s. Sofìa per intervenire ad
sangue di Francia, per-
inoltre del regio un sinodo che vi sarebbe celehrato, e ne-
che discendente di Raniero conte d'Ar- gò all'imperatore di potervi assistere. En-
denneeduca di Lorena, marito d'Erinni- dato questi in ragionevole e fondato so-
gai da figlia di Lotario re di Lorena, e spetto di qualche frode, ordinò «'legati
del sangue imperiale pei che pronipote di di parlirseneinimediataineule,dopoaver
Golhedo il Barbalo caule d'Ardetine, il dalo al cardinal Giuntano uu tesoro per
(piale da Matilde figlia dell' imperatore lui, pel Papa e per la basilica Vaticana;

Ottone II ebbe Goffredo duca di Lorena, strepitoso avvenimento narralo da Baro-


li quale sposato a Gertrude figlia d'Ot- nio e Labbé, e da Ciacconio con qualche
loneducadi Baviera nacque il padreGos* diversità. Nel tornare a Roma, passando
zolone. Istruito fino dagli anni più verdi pel territorio di Chicli, da Trasmutalo
nelle scienze, e destinato al chiericato, fu duca di quella città fu spogliato de'donì
fallo canonico regolare di s. Lamberto in preziosi dell'imperatore e di tutto L'equi-
Lorena, per le sue rare virtù e dottrina, paggio, e racchiuse in carcere i legati. Di
altri viaggiungono l'arcidiaconatodiLie- questo (ratto ingiuriosissimo alla s. Seda
gi. Nel passare s. Leone IX suo parente e di pubblico scandalo a'fedeli, ne hi au-
da quella città,seco locoudusse,e nel io5o loie Enrico III imperatore, che acerrimo
lo creò cardinale arcidiacono di s, Maria nemico di Goffredo III fratello dei car-
ili Domnica, bibliotecario e cancelliere di diuale, sospettava lui consegnassechea
s, Chiesa. A cagione del funesto scisma il gran tesoro per legarlo all'imperatore
suscitalo nell'oriente dal torbido e am- d'oriente, in pregiudizio dell'impero geiv
bizioso Michele Cerulario patriarca diCo- manico, e lo guerreggiasse. Liberati poi
slantinopoli, colà lo spedì legalo a latore, dalla prigione, si condussero in lì orna,
insieme col cardinal Umberto vescovo di e sebbene il cardinale non movesse que-
Selva Candida e di Pietro arcivescovo di rela contro il grave insulto e
depredazione
Amalfi, e ciò ad istanza dell'imperatore ricevuti da Trasmondo, fu vendicato da
greco Costantino IX il Mouomaco, che s. Leone IX, che scomunicato il duca, lo
proposealPapa talelegazionecomeilniez- costrinse a restituire il tolto, e il cardi-
zo più acconcio per operare l'unione dei naie sventò la calunnia d'Enrico III, ri-
greci co'latiui, e per venire ad un acco* capitando i doni alle sue destinazioni, ma
modameuto col Cerulario, ilquale osti- l'imperatore conservò le sue sinistre pre-
nato ne'suoi errori, venne fulminato dai venzioni. Allora il cardinale, annoiatodel-
legati coll'anateroa, che fu da essi scritto le vicende del mondo, si ritirò a Monte
e collocalo sopra l'altare maggiore di s, Cassioo,dove nel lo55, deposte le insegne
Sofia. Dopo di che usciti dulia cuiesa,seuu- cardinalizie, vestì l'ubilo benedettino, e
>4 ST E S T E
dopodueanni ne fu eletto abbate in luogo bre cenobio. Verso Natale cadde in pe-

dell' intruso Pietro. Nel io 50 venuto a ricolosi! malattia, come


Fellone riferisce

morte Enrico III, e trovandosi Papa Vit- ne' riaggi de' Pontefici, dalla (piale gua-
tore li in Firenze invitato da Goffredo rito, a' 10 lebbra io io58 celebrò la fe-

III, vi condusse («minano per la confer- sta di s. Scolastica, e tornò in Udina par-

ma e consagrazione in abbate, onde eser- tendo a' 12. Indi nel marzo, sabato del-
citarne le prerogative; e dopo avere ri- le tempora di quaresima, e sebbene ri-

cevuto dal Papa la benedizione abbazia- pugnante, creò cardinale s. Pier Damia-
le, questi di uuovo lo fece cardinale, ma ni, e altri 708 cardinali. Inviò legalo
dell'ordine de'pieli e col litolodi s. Gri- all' imperatrice Agnese e suo figlio En-
sogono, senza però lasciar la carica d'ab- rico IV , Ildebrando allora abbate di s.

bate. Morto a'^8 luglio 10ÌJ7 Vittore li Paolo e cardinale, ma prima e come nar-
in Firenze, il cardinale e sebbene ripu- rai nel voi. XXXII, p. 192, raccolti nella
gnante fu eletto Papa con unanime con- cbiesa i vescovi, il clero, il popolo roma-

senso di tutti, in s. Pietro in Vincoli di no, ordinò e fece giurare, cbe venendo
Roma e per acclamazione come allora si egli a morire in assenza del cardinal Il-
usava, e subito condotto e intronizzalo debrando, si dovesse differire al suo ritor-
as. Giovanni in Lateranoa'2 agosto. Pre- no in Roma l'elezione del nuovo Papa
se ilnome di Stefano IX, col quale poi successore, onde consultarlo, volendo cbe
si segnò, sebbene per le predette ragioni la cbiesa romana fosse per proprio bene

viene da'più dilaniato Stefano X. Il no- esclusivamente alla cura di lui. Senten-
me glielo dierono gli elettori, e fu con- dosi poi a poco a poco mancare le forze,
sagrato in s. Pietro il dì seguente, rite- partì per Firenze desideroso di rivedere
nendo l'abbazia di Monte Cassino: per- il fratello Goffredo III, per conferire con
mise bensì a'monaci d'eleggere un ab- lui e indurlo a muovere contro i norman-
bate, cbe fu Desiderio, poi Papa Vitto- ni cbe non poteva soffrire, e cacciarli da
re III, ma non volle cbe durante la sua Italia, e lo avrebbe senza dubbio fatto

vita gli succedesse. Die cominciamento al eseguirete non veniva coltoda una morte
pontificato col tenere pareccbi sinodi in prematura, cbe forse gl'impedì pure di
Roma pel buon governo della Cbiesa, e collocare la corona imperiale sul capo del
per consiglio del grande Ildebrando, poi fratello, non nutrendo buone disposizio-

s. Gregorio VII, principalmente per porre ni per Enrico IV figlio d'Enrico III, e

rimedio alla vita sregolala degli ecclesia- riguardandolo per eretico e avverso alla
Ètici con nuove costituzioni, proibendo i s.Sede,cornelasciòscrilloPlatina. 11 quale
matrimoni de'ebierici e le incestuose noz- nota inoltre, cbe Papa procurò di riu-
il

ze fra consanguinei. Inquisì contro colo- nire alla cbiesa romana quella di Milano,
ro tutti, cbe le leggi aveano trasgredito da 200 anni separata, e cbe l'ubbidisse
della continenza e del celibato; e quelli come madre di tutte le cinese, e l'ottenne.
cbe licenziate le concubine si dierono a Dimorando in Firenze caddegraveuiente
penitenza furono per qualcbe tempo e- infermo, e morì tra le braccia e assistito
schisi dal santuario, e privati per sempre da s. Ugone abbate di Clugny, celebre
di poter celebrare i santi misteri. A'3 di- per le sue virtùecbei propri affari aveano

cembre o prima passò a Monte Cassino, condotto a Roma,a'2g marzo oj8, 1 e fu

ed in quella solitudine ripristinò il vesco- sepolto nella cbiesa di s. Reparata. Rac-


vato di Starsi, e si die tutto a riformare conta Leone Ostiense, Chron. Casin. lib.

i monaci, singolarmente sugli abusi fu- 2, cap. 100, cbe Dio operò sulla tomba
nesti della povertà religiosa, distruggen- ili questo illustre Papa molti miracoli,
do il vizio della proprietà insensibilmen- ed il suo nome si trova in alcuni mar*
te introdotta da molti anni in quel cele- Urologi col titolo di santo; ma la Chiesa
5

ST E S TE 3 1

non celebra la sua memoria con pubblico STEFANO, Cardinale. V. Stefano


culto, come neppure Monte Cassino, nò VI, Papa.
Firenze clic ne possiede le ceneri. Si hanno STEFANO, Cardinale. Fu al concilio
di lui due lettere, una all'arcivescovo di tenuto in Roma nel 9(14 daGiovanni XII,

Rei ms, con cui lo eaorta a difendere gì in- arciprete del titolo di s. Balbina, o forse
teressi della s. Sede e della Chiesa; l'altra meglio prete da'si. Nereo e Achilleo.
a Pandolfo vescovo ili Morsi nel ripristi- STEFANO, Cardinale. Dell'ordine
narne il vescovato. Cordella dice che fu presbiterale e del titolo di s.Cecilia,che al-
autore d'alcune opere. Vacò la chiesa ro- cuni mss. chiamano Giovanni, interven-
mana 8 mesi e 20 giorni. ne nel 9G4 al sinodo romano di Giovan-
STEFANO, Cardinale. Dell'ordine ni XII.
dé'preli e del titolo di s. Marco, vivea nel STEFANO, Cardinale. Prete del ti-

pontificato di s. Gelasio l del 49 2 - tolo di s. Sabina, si trovò al concilio che


STEFANO,Crt/Y/mrt/t .Begistratotra J
Giovatmi XII adunò in Roma nel f)t>4-
i cardinali diaconi diPapa Vigilio del 5/\o, STEFANO, Cardinale. Vescovo e bi-
successeal cardinal Pelagio nell'uffizio di bliotecario di s. romana Chiesa, riporta-
apocrisario alla corte di Costantinopoli, to tra i cardinali di Benedetto VII del
dove adempì con sommo vantaggio della 975, ma è dubbia la sua dignità, sebbe-
s. Sede e riputazione del suo nome l'af- ne i Sem mariani, Galli a cristiana t. 7,
fidatogli ministero, facendo fronte insie- p. i->,, mino che sottoscrisse la bolla,
allei

me con Dacio vescovo di Milano, all'in» - colla quale il Papa confermò privilegi i

peratore Giustiniano I, che avea pubbli- della chiesa di Parigi.


calo un editto contro Tre. Capitoli, al i STEFANO, Cardinale. Si trova così

qualeavendo molti vescovi apposte le lo- un privilegio accordato a


sottoscritto in
ro sottoscrizioni, avvertiti dal cardinale Grado da Giovanni XIX o XXdel o^4- t

si ritrattarono. Fra gli altri vescovi da STEFANO.CW/W^.Deltitoiopres-


lui acremente ripresi, per aver prestato il biterale di s. Cecilia, appose la sua firma in
consenso all'editto, vi fu Menna vescovo una bolla del 1 oaGdiGiovanniXlXoXX,
diCostantinopoli, sebbene contro sua vo- ma si crede il medesimo precedente.
glia, insieme co' patriarchi d'Antiochia e STEFANO, Cardinale. Prete «del ti-

di Gerusalemme. tolo di s. Cecilia, trovasi sottoscritto nel


STEFA NO, Cardinale. Fiorì nel lem- sinodo romano di benedetto IXdel o33, 1

podi s.Gregorio Idei "gojdell'ordine dei pel decreto a favore di Guglielmo abba-
preti e del titolo di s. Marco evangelista. te di s. Benigno di Fruì tua ria.
STEFANO, Cardinale. Prete del ti- STEFANO, Cardinale. Monaco e ab-
tolo di s. Marco, intervenne al sinodo ro- bate de' ss. Andrea e Gregorio al Clivo di
mano di s. Zaccaria, celebrato nel 743 o Scarno inBoma,da s.Leone IX deh 049 fu
7 45.
creato cardinale prete,indi nel 107 si tro- 1

STEFANO, Cardinale. V. Stefano vò alla solenne dedicazione della basilica


II, Papa. di Monte Cassino, fatta da Alessandro II.
STEFANO, Cardinale. V. Stefano STEFA ìsO, Cardi naie. Francese.mo-
III, Papa. naco di Clugny, o di Monte Cassino se-
STEFANO Rosamirano, Cardinale. condo l'antica edizione di Ciacconio, di
V. Stefano IV, Papa. vasta letteratura per que'secoli barbari;
STEFANO, Cardinale. /". Stefano s.Leone IX del 1049 lo creò cardinale
V, Papa. prete di s. Grisogono, ed acquistò fama
STEFANO, Cardinale. Vescovo di singolare per molte legazioni che sosten-
Porto, intervenne al concilio romano ce- ne con grati decoro, ma airone con esito
lebrato da Eugenio 11 ue)l'82G. poco felice. In quella di Francia, dove si
,

3 i r, S TE ST E
ferino parecchi Miai, presiedè ad un con- STEFANO, Cardinale. Nacque nobil-
cilio ti Vienna nel io6o,a quello diTourt
i mente in Chalons sur Marne, nella pro-
in detto anno, ed a quello di Bordeaux vincia di Sciampagna, da cui vuole Jon-
nel to(ì8. Nella legazione di Germania gelino traesse il cognome la sua famiglia.
spedito dal sagro collegio al giovane En« Fu monaco cisteroiense di Chiaravallee
lieo V, nulla potè otieneredi quanto de-
I
discepolo di s.Bernardo.il (piale gli scrisse
siderava, a cagione de' ministri che im- diverse lettere, e lo celebrava per esimia
pedirono ostinatamente l'accesso a quel san'ità, comechè verace imitatore del-
principe. Si trovò presente alle elezioni le virtù del suo santo maestro. Innocen-
di Nicolò II ed Alessandro 11. Le sue vir- zo Il nel dicembrei i4o lo creò cardina-
tù gli meritarono gli elogi di *. Pier Da- le vescovo di Palestrina, e coinè tale si re-
miani, che lo disse difensore della chiesa cò all'elezione diCeleslino II edi Lucio II

roujana.IICa ideila morto nel 1064 lo dice nel 1 1 4-4- ^i trova encomiato da tutti gli
dopo aver convenuto che presiedè nel storici contemporanei, come ecclesiasti-
1060 al concilio di Bordeaux in favore co di segnalata virtù, di profonda umil-
dell'abbazia della ss. Trinità, onde sem- tà e di tenera compassione verso i pove-
bra meglio ritenere che cessò di vivere ri, godendo nell'ordine asterciense il ti-

dopo il 1068. tolo di sauto, con festa a' 1 3 febbraio. Si


STEFANO, Cardinale. Da Pasquale legge pai imenti il suo nome nel martiro-
II del ioga fu crealo cardinale diacono logio gallicano col titolo di santo a' 12
di S; Lucia in Selci detta in Orfèa, e tro- febbiaio,incui avvenne la beata sua mor-
vosm presente nel 1 18 1 all' elezione di te, e con significante elogio. Morì dopo
Gelasio II; sottoscrisse nel 1 1 2 1 una bol- Ìlli44 m c,il molto avanzata, e non nel
la di Calisto II, e fu a' sagri comizi per 1 1 58 come altri scrivono, e perciò con-
Onorio II neh 124. futali da Ciacconio. Sottoscrisse alle bol-
STEFANO, Cardinale.Ne\ dicembre le de'3 nominati Papi, e Torrigio nelle
1120 Calisto II lo creò cardinale diaco- Grolle, valicane riporta un'assai onore-
no di s. Maria in Domnica, e sottoscrisse vole iscrizione di lui.

una sua bolla nel 1 1 2 1. STEFANO Mucciachelli, Cardina-


STEFANO, CWmrt/e.Onorio II nel- le. Da Borgo s. Sepolcro, uomo assai dot-
le tempora dicembrei 2 5 lo creò car-
di 1 to ed eloquente, entrato uell'ordine dei
dinale diacono dis. Lucia in Orfea o Sel- servi di Maria, dopo diverse cariche per-
ci, e sottoscrisse uua sua bolla; ma fatal- venne a quella di generale, e nunzio in
mente nel 1 1 3o seguì contro il legittimo Polonia di Martino V nel 1 4' 7>'l quale,
Innocenzo II la fazione dell'antipapa A- dice Cardella, lo creò cardinale prete del
nacleto II, che lo trasferì all'ordine dei titolo di s. Marcello de' serviti, ma non
preti col (itolo di s. Lorenzo in Dacnaso. lo pubblicò. Ciò fa contraddizione, poi-
Iddio l'illuminò e si ravvide a tempo del- ché è notissimo, che dopo la pubblicazio-
l'eccesso in cui erasi precipitato, abiurò ne e non uella creazione segreta si con-
lo scisma, e fatto ritorno all'ubbidienza feriscono titoli presbiterali. Aggiunge,
i

d'Innocenzo II,rimase nel suo antico gra- che il Mazzucchelli egualmente, negli
do di cardinale diacono, e nel 1 33 in 1 Scrittori d' Italia t. 2, pari. 3, p. 800, no-
Piacenza sottoscrisse due bolle di quel tò che non fu proclamato, e che non tro-
Papa, una a favore della cattedrale, l'al- vasi ne'registri pontificii, e neppure nei
tra a favore di Litifredo vescovo di No- diari del sagro collegio. Certo è che mo-
vara. Cardella ripetè due volte le sue no- rì in Cracovia,dopo aver pubblicato mol-
tizie, a p. 278 ed a p. 289. te costituzioni a vantaggio di quel clero.

FINE DLL VOLUME SESSA-NTLS1.YIONONO.


BX 541 .rib/ 1840
sncR
doroni Gaetano
, ,

1802-1883.
Dizionario di erudizione
storico-ecclesiastica
AFK-9455 (awsk)

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