ena Santo Natale, Al centr, TEvento
POMPEO BATONI, "SAN GIOVANNI EVANGELISTA"
Santo Natale. Al centro, Evento
‘Stefano Maria Chiari 24 Dicembre 2011
«In principio era il Verbo,
eil Verbo era presso Dio
eil Verbo era Dio.
Egli era, in principio, presso Dio:
tutto @ stato fatto per mezzo di lui
e senza di lui nulla é stato fatto di cid che esiste.aera
Santo Natale, Al centr, TEvento
Ia luce splende nelle tenebre
ele tenebre non I'hanno vinta.
E il Verbo si fece carne
e venne ad abitare in mezzo a noi;
e noi abbiamo contemplato la sua gloria,
gloria come del Figlio unigenito
che viene dal Padre,
pieno di graziae di verita
Dio, nessuno lo ha mai vii
il Figlio unigenito, che & Dio
ed é nel seno del Padre,
é lui che lo ha rivelaton.
Il riferimento di San Giovanni é immediatamente trascendente. Entra nel
Mistero, per poi calarsi nel martirio, etimologicamente inteso come
testimonianza di un fatto. L’«in principio» colloca il prologo del quarto dei
santi Vangeli direttamente in connessione con Genesi, da cui attinge lo
scenario, per spiegarlo alla luce della definitiva Rivelazione. 11 Logos eterno del
Padre, Deva, in lingua semitica, lungi dal rappresentare una deriva gnostica
dell’Apostolo amato, é invece prova radicale della natura dell’avvento
cristiano: verita creduta perché credibile e perfettamente razionale, anche se
immersa nell'infinito abisso di conoscenza ed amore, che é lo stesso Essere
Divino, ineffabile ed inconoscibile in essenza.
II Prologo sintetizza meravigliosamente tutte queste asserzioni, attraverso un
tratto brevissimo e singolarissimo di schizzi antitetici. L’intento del figlio del
tuono é quello di contrapporre alle tendenze mitiche/miticheggianti ed alla
crescente gnosi degli anni 50 e successivi, un cristianesimo vero, radicato
sull'evento unico ed irripetibile della storia: 'Incarnazione. Evidente il
riferimento costante alla presa d’atto di tale evento: «e noi abbiamo
contemplato la sua gloria»! La testimonianza di San Giovanni, come quellaaera
Santo Natale. AI conto, Evento
inconsistenti elucubrazioni di cosiddetta (perché falsa! Quando cosi si atteggil)
filosofia.
La critica razionalistica aveva bollato il testo di questo Vangelo come
«meramente teologico»; in realta, tale fraintendimento (in mala fede, perché
non supportato da alcuna prova) si é visto progressivamente ridicolizzato di
fronte al crescente aumento di ritrovamenti archeologici, che ne confermano
precisione e cura del dettaglio. A San Giovanni interessa narrare solo certe
cose, ma la lettura che da esse discende é direttamente proporzionale alla
verifica del fatto. Tale santo Vangelo, soltanto da un esame di critica interna
del testo (non intendo dilungarmi sulle conferme archeologiche, pur presenti,
semmai in altro momento!) é stato redatto con molta probabilita intorno al 62
dopo Cristo.
Tlettore, avvezzo alle recenti (ultimi tre secoli) esibizioni deliranti di critici ed
esegeti (ora pit che mai tra i cattolici!) sbalordira di fronte a tale asserto; é
ormai accreditato dalla maggioranza degli esegeti (CEI inclusa): redazione, non
prima del 100. Gia, ma, per questi signori, c’é un problema che va a cozzare
tremendamente con alcuni dati presenti nello scritto. San Giovanni ignora del
tutto (come del resto i sinottici, a maggior ragione) la distruzione del Tempio
diGerusalemme.
Emblematico il passo della cacciata dei mercanti (capitolo 2, 18 e seguenti).
«I giudei allora presero a dirgli: ‘Quale segno miracoloso ci mostri per fare
?” Gesit rispose loro: ‘Distruggete questo tempio, e in tre giorni lo
fard risorgere!’ Allora i giudei dissero: ‘Quarantasei anni é durata la
queste cos
costruzione di questo tempio e tu lo faresti risorgere in tre giorni?’ Ma egli
parlava del tempio del suo corpo. Quando dunque fu risorto dai morti, i suoi
discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo; e credettero alla
Serittura e alla parola che Gestt aveva detta».
Nessun riferimento, in nessun modo alla distruzione materiale del luogo di
culto dell Antico Testamento. Se San Giovanni, nello scrivere, avesse avuto
davanti le macerie di quella costruzione, non avrebbe limitato il proprio.
commento «parlava del tempio del suo corpo» alla sola uccisione del Maestro.
Se infatti avesse scritto intorno al 100 - 0 comunque dopo il 70 - vi avrebbe