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C A S A B I A N C A
Alek O.
Alek O., arrivata al Politecnico di Milano per studiare come si d forma agli oggetti ha imparato a togliere la loro forma presentando nel modo pi semplice possibile la materia di cui sono fatti. Disfa i guanti trovati per strada a Helsinki o Londra e ricama i loro fili su tela. Riduce a un parallelepipedo di truciolare il tavolo da lavoro su cui si era esercitata da artista. Fonde in lamine rettangolari le chiavi degli appartamenti in cui vissuta, del cavatappi che ha attraversato lOceano con i suoi antenati ed tornato in Argentina con lei. Dal punto di vista formale il suo lavoro, come quello di altri della sua generazione, sembra vicino al Minimalismo. In realt lesatto contrario. In primo luogo perch i procedimenti tecnici che usa per riportare gli oggetti al loro stato di materia non sono fredde procedure industriali ma hanno i tempi lunghi del lavoro fatto a mano dagli artigiani. In secondo luogo perch sono lontani dalla astrazione della geometria. Infatti i suoi ricami e le sue sculture recano in s, non visibili, tracce di esistenza. La lana dei guanti e dei maglioni, il metallo delle chiavi e del cavatappi hanno fatto attrito con i corpi e con il mondo e ne conservano memoria. La memoria laltro filo conduttore della ricerca di Alek O. Memoria autobiografica. Di altri. Oppure le due cose insieme. Come accade nellatto del collezionare, in cui la storia del collezionista si unisce alle storie delle persone cui gli oggetti della collezione appartenevano. Seguendo il filo della memoria si pu ricostruire una storia ma anche perderla. Perch la memoria a volte fa cilecca e qualcosa, magari un guanto, viene perso o dimenticato. Perch per rigenerarsi di continuo deve creare continui vuoti. E magari succede che nessuno ricordi pi i personaggi o i luoghi di una vecchia fotografia dellalbum di famiglia. Non basta guardare i ricami, le sculture o i disegni per andare a fondo nei lavori di questa artista. Occorre conoscere le storie che ci sono dietro. E per questo le didascalie e i titoli sono importantissimi. Come appunto quello della serie Edward Higgins White, astronauta che passeggiando nello spazio perse un guanto termico. E alla luce di questo titolo, anche gli altri guanti persi per le strade di Helsinki o Londra suggeriscono nuove aperture di senso.
Anteo Radovan
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