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Un Paolo italiano all’Ermitage

Ha da poco compiuto un anno la Fondazione Ermitage Italia a Ferrara,


inaugurata il 20 ottobre 2007 alla presenza del Presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano. Per i prossimi appuntamenti sarà il ministro dei Beni e delle Attività
culturali a stabilire la data del prossimo evento espositivo, dedicato all’Islam. La
Fondazione che ha sede italiana a Ferrara, dopo l’incontro avvenuto nel mese di
novembre a Roma con il ministro Sandro Bondi, ha ottenuto di entrare nel merito
delle iniziative legate al 2011, dichiarato l’anno della promozione della cultura russa
in Italia e della cultura italiana in Russia. La mostra, come ha pronosticato il direttore
Michail Piotrovsky, potrebbe essere inaugurata a fine 2010. Infatti il comitato
scientifico sta’ già lavorando per questa importante esposizione, superando l’idea di
una rassegna sulla civiltà Islamica e sul modo in cui ha influito sulla cultura
mondiale dando vita a un’ idea più dinamica, e cioè di basare la mostra attraverso lo
sguardo di un esploratore nel 1.300. Tutto ciò sarà posto come evento fondamentale
dell’anno celebrativo ed avrà lo scopo di mostrare due civiltà diverse quella
occidentale degli arabi e quella più orientale della Turchia alla Mongolia. Il viaggio
di Ibn Battuta, doveva essere solo un viaggio da Tangeri alla Mecca, il 14 giugno
1325, invece diventerà un lungo percorso di 120 mila chilometri di scoperte
affascinanti di un nuovo mondo, in un labirinto di emozioni, leggibili, a distanza di
secoli, in opere d’arte che l’Ermitage si appresta a vivificare come suggello di un
universo di grande bellezza. Dichiara Piotrovsky: “questa narrativa ci darà la
possibilità di vedere il mondo del trecento che era un mondo ancora unito”. Il
direttore del museo russo tiene a sottolineare come, al di là delle mostre, sia il fronte
scientifico e di ricerca quello maggiormente “battuto”. “Infatti abbiamo appena dato
il benvenuto a due nuovi membri nel comitato scientifico, e sono Cristina Acidini,
soprintendente per il patrimonio storico, artistico ed etno-antropologico per il polo
museale fiorentino, e Sergei Karpov, preside della facoltà di storia dell’Università
Lomonodov di Mosca, e abbiamo appena deliberato quindici borse di studio (8 russe,.
7 italiane) per il 2009”. Come conclusione del bilancio della Fondazione è stato
presentato, nei giorni corsi in Castello, la prima pubblicazione targata “Ermitage
Italia” (Edizioni Skira). Si tratta del catalogo sulla scultura italiana dal XIV al XVI
secolo presente al Museo Statale Ermitage di san Pietroburgo. Il curatore è Sergej
Androsov, grande esperto di scultura del museo russo, aveva già lavorato a Ferrara
per curare la mostra delle sculture di Lombardo prima ancora dell’avvento di
Ermitage Italia. Sono 199 le opere del periodo rinascimentale eseguite con diversi
materiali (marmo, bronzo, legno, terracotta, maiolica, oltre a nove lavori già attribuiti
ai maestri del Quattrocento e del Cinquecento. La collezione della scultura italiana
dell’Ermitage, non è tra quelle più celebri del grande museo pietroburghese, benché
lavori come la “Madonna col Bambino”di Antonio Rossellino, “Paride” di Antonio
Pollaiolo, “La fucina di Efeso” e “La disputa tra Poseidone e Atena” di Antonio
Lombardo, oltre, naturalmente, all’ “Adolescente” (o Ragazzo accosciato) di
Michelangelo, potrebbero rappresentare il fiore all’occhiello della collezione di
qualunque museo al mondo. Né è difficile convincersi che l’elenco dei lavori degni di
un’ attenta indagine è tutt’altro che circoscritto a quelli appena citati. Infatti, se da un
lato la collezione della scultura italiana dell’Ermitage permette di farsi un’idea
piuttosto esaustiva dei bassorilievi fiorentini della seconda metà del Quattrocento,
dall’altro bene illustra anche l’evoluzione cinquecentesca, sia a Padova che a Venezia,
dell’arte della fusione in bronzo di figure di piccole dimensioni. A questo proposito,
tra le opere, meno note, è da segnalare, (come ricerca dell’iconografia “paolina” di
cui ricorre il giubileo- 2008-09) “L’apostolo Paolo” (?) Scultore veneto del XVI
secolo. Statuetta in bronzo, h. 23,5 cm. Si pensa al soggetto dell’Apostolo delle Genti,
perché si può supporre che la mano sinistra reggesse una spada (com’è peraltro
indicato nell’inventario dell’Ermitage). Questa statuetta è catalogata come opera di
anonimo scultore italiano del XVI secolo. Presenta una certa analogia con le sculture
di piccole dimensioni di scuola veneta che trovano diffusione nei primi anni del
Cinquecento. La tipologia del volto dell’uomo qui effigiato ricorda una statuetta di
profeta firmata da Alessandro Vittoria. Le grandi mani possono essere confrontate
con quelle di due statuette raffiguranti gli apostoli Pietro e Paolo attribuite allo
scultore padovano Agostino Zoppo (1520 circa – 1572).

Maria Paola Forlani

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