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Feste Pagane

Di Roberto fattore
Introduzione

LA MISURAZIONE DEL TEMPO E GLI ANTICHI CALENDARI Da epoche immemorabili lumanit sente il bisogno di calcolare, segnare e in qualche modo celebrare quella dimensione impalpabile che si chiama tempo e che col suo trascorrere inestricabilmente legata alla condizione stessa dellesistenza di ogni cosa.I primi oggetti di pietra incisi da mano umana, risalenti a 300.000 anni fa, riportano tacche e scalfitture che, secondo molti studiosi, dimostrerebbero una rudimentale registrazione delle fasi lunari. La luna, attraverso le sue fasi (novilunio, primo quarto, plenilunio, ultimo quarto) infatti un formidabile strumento di misurazione del tempo: trascorrono circa 29 giorni e mezzo tra un plenilunio e laltro. Unattenta registrazione dei pleniluni permetteva alle genti preistoriche di stabilire il momento della migrazione della selvaggina o della maturazione dei frutti del sottobosco. Per migliaia di anni quindi, le trib di cacciatori e di raccoglitori hanno calcolato il trascorrere del tempo in base alle lunazioni. Possiamo tranquillamente supporre che gli uomini preistorici avessero nomi particolari per ciascuna delle ricorrenti lune nelle varie stagioni, a somiglianza di quanto hanno fatto fino ad epoche recenti molte popolazioni rimaste allEt Paleolitica (o della antica pietra), quali ad esempio i nativi Americani. Cos la luna di luglio era per i Dakota la luna in cui le oche perdono le vecchie penne e per i Mandan la luna delle ciliegie. Ma forse chi cont le lune non fu il primo uomo ma la prima donna... Le parole mese1t, misura, mestruazione, derivano tutte da una radice comune che indica la luna. Una perdita di sangue non collegata alla morte bens alla fertilit e quindi alla vita, doveva apparire come un evento sacro. Luna-donna-sanguefertilit: questa fu probabilmente la prima costellazione di significati simbolici legati al trascorrere del tempo. Successivamente, nellEt Neolitica (o della nuova pietra), con il passaggio ad un tipo di civilt basata sullagricoltura e sullallevamento di bestiame, si svilupparono complessi calendari luni-solari, solari e stagionali, i quali regolavano le esigenze di culture sempre pi raffinate. Non era raro il caso di civilt che utilizzavano contemporaneamente diversi tipi di calendario, come i Maya che avevano un anno sacro di 260 giorni accanto ad un calendario solare di 365 giorni. Larcheologia ci ha restituito numerosi calendari antichi, scolpiti o incisi su pietra, terracotta o metallo: tutti rivelano sorprendenti conoscenze astronomiche e matematiche in popolazioni che a lungo furono considerate poco pi che selvagge. Cos la cultura celtica ci ha tramandato il cosiddetto calendario di Coligny (Francia, 20 secolo d. C.), grazie al quale si scoperto che i Galli facevano uso di un complesso sistema luni-solare di computo degli anni. Inoltre ormai assodato (anche a livello accademico grazie a studi Dluridecennali condotti con lausilio di computer e di elaborate simulazioni matematiche) che molte colossali costruzioni dellantichit furono erette tenendo conto di precisi orientamenti astronomici, quali il sorgere di sole, luna e certe stelle in determinati momenti dellanno. Cos furono costruite le piramidi egizie e maya, i nuraghi della Sardegna, i grandi monumenti megalitici di Stonehenge, Avebury e Newgrange, oltre a tutti i templi e i santuari del mondo antico. I calendari elaborati dalle antiche civilt regolavano ogni momento della vita; rituali religiosi, cerimonie civili, attivit economiche e culturali si tenevano in

date precise, determinate da sacerdoti-astronomi. La stessa fondazione di nuove citt doveva avvenire in un giorno stabilito e non prima n dopo. Ora, a noi moderni pu sembrare eccessiva, quasi maniacale, questa attenzione degli antichi verso tutti i fatti cosmici e stagionali. In fondo, per le semplici esigenze di quelle epoche pre-industriali, sarebbe bastato molto di meno per determinare il momento in cui seminare il grano o condurre nei pascoli primaverili il bestiame. A cosa servivano ad esempio un calendario basato sul pianeta Venere o la conoscenza del ciclo metonico? (1) A cosa mai poteva servire il complicatissimo sistema calendariale dei Maya che teneva conto persino di cicli di 64 milioni di anni? Il fatto che i calendari antichi non avevano solo una funzione utilitaristica, bens rispondevano a profonde esigenze spirituali, riflettenti una precisa concezione sacrale del cosmo. (1)11 ciclo metonico, cos chiamato dallastronomo greco Metone (V0 sec. a. C.) un ciclo luni-solare di 19 anni solari (pari esattamente a 235 lunazioni per un totale di 6940 giorni) trascorso il quale gli eventi celesti si ripetono nellidentica successione. Luomo antico, a differenza di quello moderno (la cui esistenza si svolge ormai tutta allinterno di un orizzonte materialistico e deterministico), si sentiva parte costitutiva delluniverso, visto come un tuttuno (universo per lappunto...), una trama dellessere dove ogni filo era collegato agli altri per mezzo di legami sottilissimi eppure indistruttibili. La stessa divinit non era un ente separato dal cosmo ma allo stesso tempo creatrice e parte essenziale delluniverso. In questo cosmo dove anche il pi piccolo granello di sabbia era unito misteriosamente a stelle e pianeti (una concezione simile tra laltro a quelle delle pi avanzate teorie scientifiche), lessere umano si considerava, pur con tutti i suoi limiti, un collaboratore degli Dei nellimpegnativo compito di mantenere lordine cosmico, un Figlio della Terra e del Cielo stellato come recitano le antiche iscrizioni orfiche. Ogni momento di passaggio determinato dai moti celesti (il Cielo) e dal volgere delle stagioni (la Terra) veniva a configurarsi come un momento sacro, caratterizzato da energie particolari, vibrazioni specifiche che risuonavano secondo regole precise nel mondo minerale, vegetale ed animale, nonch ovviamente in quel microcosmo che il complesso umano di corpo-animaspirito. Cos questi momenti particolari, queste date dellanno, venivano celebrate con riti e feste che avevano lo scopo di permettere agli esseri umani di entrare in contatto con le forze cosmiche, pi percepibili allora che in qualsiasi altro momento. E allo stesso tempo gli umani avevano la possibilit di aiutare con le proprie energie queste forze affinch il mondo potesse continuare ad esistere in modo conforme alle eterne leggi della Natura. I momenti critici dellanno venivano dunque ad assumere, secondo queste antiche concezioni, la natura di porte. Porte che periodicamente si aprivano su altre dimensioni, consentendo a tutti un sia pur fugace contatto con le energie divine, contatto che era altrimenti privilegio di pochi iniziati ed eroi mitici. Quelli che noi oggi denominiamo calendari, per le antiche civilt erano in realt complessi e raffinati codici rituali, elaborati al fine di costituire un collegamento cosmico con la Terra e il Cielo. Pur diversi luno dallaltro per motivi culturali e ambientali, condividevano in

varia misura una concezione comune: in essi il tempo non appariva come una sequenza lineare di fatti unici e casuali ma come un ciclo eterno di nascita-vitamorte-rinascita. Il cerchio era il simbolo che caratterizzava questa concezione ciclica (dal greco kyklos = cerchio) dello scorrere del tempo. E la parola latina annus, anno, significa appunto circolo. La figura di un serpente circolare che si morde la coda, louroboros egizio, forse la rappresentazione iconografica pi diffusa della concezione ciclica del tempo. LA CONCEZIONE CICLICA DEL TEMPO Per gli antichi ogni cosa era inserita allinterno di un ciclo, ognuna con il proprio ritmo e la propria energia particolare: dal ciclo lunare mensile a quello stagionale-annuale fino ai cicli maggiori del Grande Anno (2) e delle Grandi Ere. Secondo questultima dottrina, comune a moltissime civilt antiche, lumanit era passata da una mitica epoca di beatitudine e di armonia con il cosmo a ere sempre pi degradate, fino al caos e alla dissoluzione. Questa era la dottrina greca delle quattro ere (dellOro, dellArgento, del Bronzo e del Ferro), rispecchiante quella induista dei quattro Yuga (Krita, Treta, Dvapara e Kali). Anche i Nativi Americani narravano di un bisonte cosmico che si reggeva sulle sue quattro zampe: ad ogni era ne perdeva una. Per inciso oggi ci troviamo nellEra del Ferro o Kali Yuga (Et Oscura) e il bisonte a fatica si regge su una sola zampa... Ma in tutte queste visioni la fine di ogni ciclo non conduce ad una fine assoluta bens ad un nuovo inizio, dove gli esseri ricominciano ad animare la trama di un cosmo rigenerato, diverso dal precedente eppure uguale ad esso. Quella che a noi pu sembrare una ripetizione ossessiva di gesti, azioni e cicli, per gli antichi non era altro che la conferma rassicurante delle eterne leggi del cosmo, leggi che fondono (2) I 25.920 anni circa determinati dalla precessione degli equinozi, cio dal lento movimento della Terra intorno al proprio asse, il quale fa s che il punto vernale - lequinozio di primavera - si sposti molto lentamente a ritroso lungo il cerchio zodiacale, sorgendo ogni 2.000 anni circa in un segno zodiacale diverso. in un armonia perfetta sia lordine che il caos, la luce e la tenebra, la vita e la morte. Gli antichi forse sarebbero rimasti sgomenti di fronte alla nostra moderna concezione lineare di un tempo che sorge dal nulla e in una linea ascendente di progresso termina ugualmente nel nulla, lasciando il posto a nebulosi regni ultraterreni, paradisi, inferni o nirvana che siano. Per gli antichi ogni fine era un inizio e ogni inizio una fine, dove ogni cosa esistente era coinvolta, non solo a livello spirituale ma anche a livello materiale. Come recita il poema nordico Vluspa (I detti di colei che vede - la profetessa -): Ella vede sollevarsi / in unaltra era / la terra dal mare / di nuovo verdeggi ante; / cadono le cascate / vola alta laquila / che sui monti / va a caccia di pesci La Natura ricomincia cio in ogni cicIo il suo corso nel fluire delle acque e nella vita degli animali. Questa una verit che tutti possono constatare di persona nello scorrere delle stagioni e nei cicli astronomici. A ogni inverno segue una primavera, a ogni luna vecchia segue una luna nuova. Per gli uomini e le donne

dei tempi antichi tutto ci non era un dogma di fede n unastratta teoria scientifica, ma era una realt concreta che creava e modellava le loro vite. La dottrina ciclica del tempo pu essere benissimo rappresentata da una ruota, la Ruota dellAnno che percorre il suo cammino lungo sentieri sempre diversi eppure sempre uguali. Dalle concezioni pre-cristiane dellantica Europa emerge cos limmagine di una ruota a otto raggi, ciascuno dei quali corrisponde ad un momento critico di passaggio, ad una festa sacra. Lesistenza di questo calendario stata a volte criticata come una moderna ricostruzione, una fantasia poetica. Ma queste critiche non colgono due aspetti importanti: ciascuna delle otto feste ha dietro di s una storia antichissima di tradizioni e di mitologie, come si evidenzier nei vari capitoli di questo libro, dedicati a ciascuna di esse; tutti i popoli hanno riformato e adattato continuamente i loro calendari nel corso della storia, per adeguarli ai propri bisogni materiali e spirituali: seppure non sempre e non tutte le popolazioni europee abbiamo celebrato tutte le otto feste sacre, seppure non a tutte le feste sia stata attribuita pari importanza nelle varie epoche, pur vero che i calendari antichi sono in gran parte modellati su questo semplice, ottuplice schema. La Ruota dellAnno un calendario sacro che unisce e fonde in s due separati eppure connessi cicli: il primo ciclo quello del mistico viaggio del Sole attraverso il cielo, che si snoda attraverso i due solstizi e i due equinozi, narrandoci la nascita, la giovinezza, la maturit e la vecchiaia dellastro. Il secondo ciclo quello stagionale, che ci mostra le vicissitudini delle divinit agrarie e pastorali attraverso il tema di semina-fioritura-maturazione-raccolto. Queste ultime feste sono chiamate col loro nome celtico perch i Celti ci hanno lasciato un ricco patrimonio mitico e folklorico su di esse anche se, come vedremo, le medesime date erano celebrate con diversi nomi presso altre civilt europee e mediterranee.

I due cicli sono in realt tra loro collegati e interdipendenti, poich le stagioni dipendono dai moti del Sole e il Sole si manifesta attraverso i mutamenti stagionali. Essi formano un insieme armonioso e coerente, suddividendo lintero anno in otto spicchi di uguale durata. Occorre ricordare per che lottuplice ruota non ha soloun significato esteriore, materiale, naturalistico, poich i momenti critici di passaggio nello scorrere del tempo hanno una risonanza anche a livello dellinteriorit umana. Risonanza psicologica perch ogni fase del ciclo influisce indubbiamente sul nostro umore e sul nostro comportamento (anche se purtroppo al giorno doggi raramente ce ne rendiamo conto). E anche risonanza a livello spirituale, dal momento che le feste sacre ci offrono la possibilit di riconnetterci alle energie divine del cosmo e della Natura, rispettando la funzione principale di tutti i calendari cos come erano stati ideati nellantichit. Per tutti questi motivi la Ruota dellAnno ha conservato tutta la sua validit nel corso dei secoli, e ancora oggi il calendario sacro di tutti quei movimenti spirituali che si rifanno alle religioni della Natura: Neo-Druidismo, NeoPaganesimo, Wicca, Spiritualit della Dea e altri ancora. Inoltre il suo schema sottinteso ancora a moltissime celebrazioni folkloriche o cristiane, anche se di ci ovviamente non sempre siamo consapevoli.

Quello che verr esaminato nelle pagine seguenti, per quanto sorprendente possa essere per molti, non quindi un ricordo di un passato ormai remoto, ma ancora oggi una realt viva e operante. Di tutto ci si tenuto conto nellesposizione di ciascuna delle otto feste: infatti ai miti, al simboli-

smo, alle espressioni storiche e folkloriche, si aggiungono anche alcuni semplici modi di celebrare questi momenti di passaggio e anche vari suggerimenti sul come entrare in sintonia con le loro differenti energie. Ci sembrato questo il modo migliore per conoscere le feste sacre: quello di viverle, attingendo per quanto ci possibile alle forze cosmiche e naturali che in esse si manifestano, spezzando almeno temporaneamente lorribile ritmo artificiale di produzione-consumo-tempo vuoto che ormai domina le nostre vite. Quindi non ci sembra esagerato affermare che questo libro non vuole presentarsi come un testo di archeologia o di storia del folklore bens come un piccolo manuale rivoluzionario. Chiediamo gentilmente a tutti i lettori di considerarlo sotto questo aspetto, che quello che ci sta pi a cuore.

IMBOLC LA FESTA DELLA LUNA CRESCENTE

La luce che nata al Solstizio di Inverno comincia a manifestarsi allinizio del mese di febbraio: le giornate si allungano poco alla volta e anche se la stagione invernale continua a mantenere la sua gelida morsa, ci accorgiamo che qualcosa sta cambiando. Le genti antiche erano molto pi attente di noi ai mutamenti stagionali, anche per motivi di sopravvivenza. Questo era il pi difficile periodo dellanno poich le riserve alimentari accumulate per linverno cominciavano a scarseggiare. Pertanto, i segni che annunciavano il ritorno della primavera erano accolti con uno stato danimo che oggi, al riparo delle nostre case riscaldate e ben fornite, facciamo fatica ad immaginare. Se sovrapponiamo la Ruota dellAnno al nostro moderno calendario, la prima festa che incontriamo cade l1 febbraio. Presso i Celti l1 febbraio era Imbolc (pronuncia Immolc) detta anche Oimelc o Imbolg. Letimologia della parola controversa ma i significati rinviano tutti al senso profondo di questa festa. Infatti Imbolc pare derivare da Imb-folc, cio grande pioggia e in molte localit dei paesi celtici questa data chiamata anche Festa della Pioggia: ci pu riferirsi ai mutamenti climatici della stagione ma anche allidea di una lustrazione che purifica dalle impurit invernali. Invece Oimelc significa Iattazione delle pecore mentre Imbolg vorrebbe dire nel sacco inteso nel senso di nel grembo con riferimento simbolico al risveglio della Natura nel grembo della Madre Terra e con un riferimento pi materiale agli agnelli, nuova fonte di cibo e di ricchezza, che la previdenza della Natura e degli allevatori avrebbe fatto nascere allinizio della buona stagione. Lallattamento degli agnelli garantiva un rifornimento provvidenziale di proteine. Il nuovo latte, il burro, il formaggio costituivano spesso la differenza tra la vita e la morte per bambini e anziani nei freddi giorni di febbraio.

Imbolc una delle quattro feste celtiche, dette feste del fuoco perch laccensione rituale di fuochi e fal ne costituiscono una caratteristica essenziale.In questa ricorrenza il fuoco per considerato sotto il suo aspetto di luce, questo infatti il periodo della luce crescente. Gli antichi Celti, consapevoli dei sottili mutamenti di stagione come tutte le genti del passato, celebravano in maniera adeguata questo tempo di risveglio della Natura. Non vi erano grandi celebrazioni tribali in questo buio e freddo periodo dellanno, tuttavia le donne dei villaggi si radunavano per celebrare insieme la Dea della Luce (le celebrazioni iniziavano la vigilia, perch per i Celti ogni giorno iniziava allimbrunire del giorno precedente). NellEuropa celtica era infatti onorata Brigit (conosciuta anche come Brighid o Brigantia), dea del triplice fuoco; infatti era la patrona dei fabbri, dei poeti e dei guaritori. Il suo nome deriva dalla radice breo (fuoco): il fuoco della fucina si univa a quello dellispirazione artistica e dellenergia guaritrice. Brigit, figlia del Grande Dio Dagda e controparte celtica di Athena-Minerva, la conservatrice della tradizione, perch per gli antichi Celti la poesia era unarte sacra che trascendeva la semplice composizione di versi e diventava magia, rito, personificazione della memoria ancestrale delle popolazioni. La capacit di lavorare i metalli era ritenuta anche essa una professione magica e le figure di fabbri semi-divini si stagliano nelle mitologie non solo europee ma anche extraeuropee; lalchimia medievale fu lultima espressione tradizionale di questa concezione sacra della metallurgia. Sotto legida di Brigit erano anche i misteri druidici della guarigione, e di questo sono testimonianza le numerose sorgenti di Brigit. Diffuse un po ovunque nelle Isole Britanniche, alcune di esse hanno preservato fino ad oggi numerose tradizioni circa le loro qualit guaritrici. Ancora oggi, ai rami degli alberi che sorgono nelle loro vicinanze, i contadini appendono strisce di stoffa o nastri a indicare le malattie da cui vogliono essere guariti. Sacri a Brigit erano la ruota del filatoio, la coppa e lo specchio. Lo specchio strumento di divinazione e simboleggia limmagine dellAltro Mondo cui hanno accesso eroi e iniziati. La ruota del filatoio il centro ruotante del cosmo, il volgere della Ruota dellAnno e anche la ruota che fila i fili delle nostre vite. La coppa il grembo della Dea da cui tutte le cose nascono. Cristianizzata come Santa Bridget o Bride, come viene chiamata familiarmente in gaelico, essa venne ritenuta la miracolosa levatrice o madre adottiva di Ges Cristo e la sua festa si celebra appunto l1 febbraio, Giorno di Santa Bridget o L Fhile Brfd.Riguardo questa santa, di cui tanto dubbia lesistenza storica quanto certa la sua derivazione pagana, si diceva che avesse il potere di moltiplicare cibi e bevande per nutrire i poveri, potendo trasformare in birra perfino lacqua in cui si lavava! A Santa Bridget fu consacrato il monastero irlandese di Kildare, dove un fuoco in suo onore era mantenuto perpetuamente acceso da diciannove monache. Ogni suora a turno vegliava sul fuoco per unintera giornata di un ciclo di venti giorni; quando giungeva il turno della diciannovesima suora ella doveva pronunciare la formula rituale Bridget proteggi il tuo fuoco. Questa la tua notte. Il ventesimo giorno si diceva fosse la stessa Bridget a tenere miracolosamente acceso il fuoco. Il numero diciannove richiama il ciclo lunare metonico che si ripete identico ogni diciannove anni solari. Inutile ricordare come questa usanza ricordasse il collegio delle Vestali che tenevano sempre acceso il sacro fuoco di vesta nellantica Roma, ma pi probabilmente la devozione delle suore di Kildare si ricollega alle Galliceniae, una

leggendaria sorellanza di druidesse che sorvegliavano gelosamente il loro recinto sacro dallintrusione degli uomini e i cui riti furono mantenuti attraverso molte generazioni. Allo stesso modo, nel monastero di Kildare solo alle donne era concesso di entrare nel recinto dove bruciava il fuoco, che veniva tenuto acceso con mantici, come ricorda Geraldo di Cambria nel 120 secolo. Il fuoco bruci ininterrottamente dal tempo della leggendaria fondazione del santuario, nel 60 secolo fino al regno di Enrico VIII, quando la Riforma protestante pose fine a questa devozione pi pagana che cattolica. I riti di Brigit celebrati a Imbolc ci sono stati tramandati dal folklore scozzese e irlandese. Nelle Isole Ebridi (che forse devono il loro nome proprio a Brigit o Bride) le donne dei villaggi si radunano insieme in qualche casa e fabbricano un immagine dellantica Dea, la vestono di bianco e pongono un cristallo sulla posizione del cuore. In Scozia, la vigilia di Santa Bridget le donne vestono un fascio di spighe di avena con abiti femminili e lo depongono in una cesta, il letto di Brid, con a fianco un bastone di forma fallica.Poi esse gridano tre volte Brid venuta, Brid benvenuta!, indi lasciano bruciare torce e candele vicino al letto tutta la notte. Se la mattina dopo trovano limpronta del bastone nelle ceneri del focolare, ne traggono un presagio di prosperit per lanno a venire. Il significato di questa usanza chiaro: le donne preparano un luogo per accogliere la Dea e invitano allo stesso tempo il potere fecondante maschile a unirsi a lei. Anche nellisola di Man veniva compiuta una cerimonia simile, chiamata Laal Breesley. NellInghilterra del Nord, terra dellantica Brigantia, la ricorrenza veniva denominata Giorno delle Levatrici. In Irlanda, si preparano con giunchi e rametti le cosiddette croci di Brigit, a quattro bracci uguali racchiusi in un cerchio, cio la figura della ruota solare (che simbolo appropriato per una divinit del fuoco e della luce); lo stesso giorno vengono bruciate le croci preparate lanno prima e conservate fino ad allora.La fabbricazione delle croci di Brigit deriva forse da unantica usanza precristiana collegata alla preparazione dei semi di grano per la semina. Questi oggetti simbolici, confezionati con materiale vegetale, ci ricordano tra laltro che la luce ed il calore sono indispensabili alla vegetazione che si rinnova in continuazione, anno dopo anno. Le spighe di avena (o grano, orzo, ecc.) usate per fabbricare le bambole di Brigit, provengono dallultimo covone del raccolto dellanno precedente. Questo ultimo covone, in molte tradizioni europee chiamato la Madre del Grano (o dellOrzo , dellAvena, ecc.) e la bambola propiziatoria confezionata con le sue spighe la Fanciulla del Grano (o dellOrzo, dellAvena, ecc.).Si credeva cio che lo spirito del cereale o la stessa Dea del Grano risiedesse nellultimo covone mietuto: come le spighe del vecchio raccolto sono il seme di quello successivo, cos la vecchia divinit dellautunno e dellinverno si trasformava nella giovane Dea della primavera, in quella infinita catena di immortalit che il ciclo di nascita, morte e rinascita. E Brigit rappresenta appunto la giovane Dea della primavera. Un antico codice irlandese, il Libro di Lisrnore, riporta una curiosa leggenda. Si narra che a Roma i ragazzi usavano giocare ad un gioco da tavolo in cui una vecchia megera liberava un drago mentre dallaltra parte una giovane fanciulla lasciava libero un agnello che sconfiggeva il drago. La megera allora scagliava un leone contro la fanciulla, la quale per provocava a sua volta una grandine che abbatteva il leone. Papa Bonifacio, dopo aver interrogato i ragazzi e aver saputo che il gioco era stato insegnato loro dalla Sibilla, lo proib. La megera non altro che la Vecchia Dea dellInverno sconfitta dalla Giovane Dea della Primavera. Essendo questa leggenda stata raccolta in un ambito culturale celtico, si pu supporre che la Vecchia altri non era che la Cailleach a cui si

contrappone Brigit. Il riferimento allagnello un altro simbolo del periodo di Imbolc, anche se i commentatori medievali lo considerarono lemblema di Ges Cristo. In realt la Vecchia Dea che si rinnova trasformandosi in Giovane Dea, cos come il Vecchio Grano diviene il nuovo raccolto. I Carmina Gadelica, una raccolta di miti, proverbi e poemi gaelici di Scozia, raccolti e trascritti alla fine dell800 dal folklorista scozzese Alexander Carmichael, riportano la seguente filastrocca: La mattina del Giorno di Bride Il serpente uscir fuori dalla tana Non molester il serpente N il serpente molester me Il serpente appare come uno degli animali-totem di Brigit. In molte culture il serpente o drago simbolo dello spirito della terra e delle forze naturali di crescita, decadimento e rinnovamento. Nel giorno di Bride il serpente si risveglia dal suo sonno invernale e i contadini ne traevano il presagio della fine imminente della cattiva stagione. Il serpente uno dei molti aspetti dellantica Dea della terra: la muta della sua pelle simboleggia il rinnovamento della Natura e anche la sua dualit Infatti in gaelico neamh (cielo) simile a naimh (veleno), provenendo entrambi dalla radice nem. La Vecchia Dea e la Giovane Dea sono la stessa persona! (nelle fiabe leroe che coraggiosamente bacia una vecchia megera si ritrova di fronte una bellissima fanciulla...) In unaltra area culturale europea, nellantica Roma, i primi giorni di febbraio erano sacri alla dea Februa o a Giunone Februata. Februare in latino significa purificare, quindi febbraio il mese delle purificazioni (anche la febbre un modo di purificarsi usato dal nostro corpo!). Processioni in onore di Februa percorrevano la citt con fiaccole accese, simbolo di luce e allo stesso tempo, di purificazione. Unaltra usanza, legata anche a rituali di fertilit erano i Lupercali: i Luperci, sacerdoti di Fauno, correvano per le strade vestiti solo con una pelle di capra e con una frusta (anche essa fabbricata con strisce di pelle di capra) con la quale battevano le giovani spose per propiziarne la fertilit (e quindi la capacit di partorire). La Chiesa, per combattere queste usanze, istitu processioni con candele, alle quali a partire dall11 secolo aggiunse la benedizione delle candele per gli altari.Col nome di Candelora o Candlemas (nei paesi anglosassoni) nota la festa cristiana del 2 febbraio, denominata Presentazione del Signore al tempio. Ma evidente che la nuova religione non ha potuto modificare il significato autentico della festa, un significato che profondamente incarnato nella Natura e nello spirito umano. Il legame della festa con le candele, la purificazione e linfanzia, sopravvisse nellusanza medievale di condurre le donne in chiesa dopo il parto a portare candele accese. Lidea di una purificazione rituale in questo periodo rimasta forte nel folklore europeo. Ad esempio le decorazioni vegetali natalizie vengono messe da parte e bruciate alla Candelora per evitare che i folletti che in esse si sono nascosti infestino le case. Il concetto di purificazione presupposto di una nuova vita: si eliminano le impurit del passato per far posto alle cose nuove. Alcuni gruppi neopagani europei festeggiano Imbolc accendendo candele che sporgono da una bacinella di acqua. Il significato quello della luce della nuova vita che emerge dalle acque del grembo materno, le acque lustrali di Imbolc che lavano via le scorie invernali. Un antico detto celtico ricordava come fosse una buona cosa

lavarsi mani e viso a Imbolc! La pianta sacra di Imbolc il bucaneve. E il primo fiore dellanno a sbocciare e il suo colore bianco ricorda allo stesso tempo la purezza della Giovane Dea e il latte che nutre gli agnelli. CELEBRARE IMBOLC Imbolc una festa dove si onorano il principio femminile della Natura e linfanzia, vista come inizio promettente di ogni cosa. E il periodo in cui una nuova corrente di vita inizia a scorrere nel mondo della Natura: noi dobbiamo lasciare definitivamente il passato e guardare al futuro con fiducia e ottimismo, con lo stesso sguardo di un bambino. Anche se questo il periodo dal clima pi freddo e pi crudele, guardandoci intorno possiamo vedere che la Primavera sta cominciando; la linfa inizia a crescere nei rami degli alberi e appaiono i bucaneve. E tempo di prendere coraggio da questi piccoli segni di rigenerazione e riconoscere che su di essi si costruiranno tante cose nei mesi a venire. Questo il momento delle potenzialit, il potenziale della Primavera e dei semi che si muovono nel terreno ma anche il potenziale dei semi di crescita e di creativit nelle nostre vite. Per preparare il sentiero alle nuove energie occorre per compiere un cammino di purificazione, abbandonando alle nostre spalle le scorie del passato. Fisicamente opportuno praticare una dieta pi leggera, dopo che i banchetti delle feste invernali e la forzata sedentariet trascorsa al chiuso delle nostre case, hanno appesantito il nostro fisico. Possiamo anche decidere di fare una bella pulizia in casa! E utile purificare la nostra casa e il nostro corpo con il fumo dellincenso: vanno benissimo anche i bastoncini di incenso profumati che si trovano ovunque in commercio. Scegliamo pure laroma che ci piace di pi e lasciamo che il fumo sottile pulisca i nostri corpi energetici. Psicologicamente il momento di purificare la nostra mente dai cattivi pensieri e dai sentimenti inadeguati. Una bella pulizia mentale, che ci consenta di fare entrare in noi la luce della Natura rinnovata e di partecipare al risveglio del cosmo dalla lunga notte invernale. Spiritualmente pu essere utile la celebrazione di piccoli rituali legati ai simboli della festa. Un rituale molto semplice pu essere quello di accendere una candela bianca (colore di purificazione) dicendo Accendo la fiamma di Brigit per illuminare il cammino della mia vita. Si mediti per un po di tempo sui significati della festa: sul nostro bisogno di purificazione, sulla necessit di abbandonare cose e aspetti della nostra vita che non ci piacciono pi, sulle nuove cose che vogliamo portare nelle nostre esistenze. Poi si porti la candela accesa nelle varie stanze della nostra abitazione, facendo il giro degli ambienti in senso orario (magicamente la direzione propizia, che porta energia). Alla fine si spenga la candela dicendo Spengo la fiamma di Brigit per farla vivere in me e si visualizzi la luce della candela che entra in noi. Se si vuole compiere qualcosa di pi tradizionale, gli uomini possono uscire dopo limbrunire della vigilia di Imbolc, per andare a raccogliere un dono per Brigit (pietra, conchiglia, penna di uccello) da riportare in casa. Le donne invece possono trascorrere la vigilia di Imbolc pulendo la casa e immaginando di ramazzare via le energie morte dellinverno: la Vecchia dellInverno cacciata fuori dalluscio di casa con la scopa.Poi, sempre le donne, con rametti raccolti in precedenza preparano un letto per Brigit dove depongono una bambola

fabbricata con spighe tenute da parte per loccasione, e danno il benvenuto alla Dea accendendo una candela bianca e meditando sulla nuova vita che sta tornando. Anche gli uomini, ritornati in casa con il dono per Brigit possono accendere una candela bianca e meditare sul ritorno della luce e della buona stagione. Un rituale invece pi complesso, che possono eseguire tutti, consiste nel procurarsi tre candele (sempre di colore bianco!), e disporle in un triangolo, con la punta rivolta verso nord. Nel centro del triangolo cos disposto si pone un calice di acqua (simbolo della purificazione) o di latte (simbolo del nutrimento della nuova vita). Dopo un breve rilassamento, seduti o in piedi, ci si muove verso la candela a nord, la si accende e si dice Signora dellInverno, ti dico addio, la tua stagione terminata. Si visualizzi il gelido potere dellinverno che si allontana. Dopo avere sostato un po, ci si sposta alla candela di sud-est, la si accende e si dice Signora della Primavera, ti offro un caloroso benvenuto, la terra il tuo letto. Si visualizzi il gioioso potere della primavera che si avvicina. Dopo un po si va alla candela di sud-ovest, la si accende e si dice Signora dellEstate, presto io ti chiamer e risveglier il tuo amante. Si visualizzi il potere ancora lontano della bella stagione, desideroso di nascere e pulsante di vita nel sottosuolo. Quando ci si sente pronti, si va al centro del triangolo, si raccoglie il calice e si dice Io bevo il potere della Triplice Dea. Possa questo potere diffondersi su tutta la terra per segnare la nascita della primavera. Si beve dal calice e si immagina il potere che fluisce in noi, attraverso di noi per risvegliare la Natura. A questo punto si pu inserire qualche usanza ricordata in precedenza, cio la fabbricazione del letto di Brigit o larsione delle decorazione vegetali delle feste invernali. Oppure si pu semplicemente concludere la cerimonia andando a ciascuna delle candele, nellordine in cui sono state accese: si spengono dicendo mentalmente o ad alta voce Va fuoco e caccia linverno, riscalda la terra e risveglia la primavera. Ovviamente in tutti questi piccoli rituali le parole delle formule possono essere adattate e se lo desideriamo, possiamo utilizzare brevi frasi che noi stessi avremo composto, secondo le nostre capacit e la nostra sensibilit.

EQUINOZIO DI PRIMAVERA LEQUILIBRIO DEL COSMO AllEquinozio di Primavera, intorno al 21 marzo, giorno e notte sono in perfetto equilibrio (la parola equinozio deriva dal latino aequus nox, uguale notte) ma la luce aumenta sempre di pi, dopo le lunghe notti invernali. La Ruota dellAnno gira attraverso le stagioni, verso i lunghi e caldi giorni estivi. La Natura si risveglia, i fiori sbocciano ovunque. E il tempo del ritorno della vegetazione: fioriscono il narciso, la primula, la tussilaggine, fiori primaverili color del sole. Gli uccelli costruiscono nidi e si accoppiano. Non c da meravigliarsi quindi se questa data sia stata associata presso varie culture a concetti quali la fertilit, la resurrezione, linizio. Ma se nel suo aspetto di fertilit umana lEquinozio deve inchinarsi alla festa successiva, quella di Beltane, esso possiede completamente laspetto della fertilit vegetale, che si manifesta in modi diversi a seconda della latitudine. Infatti, se nel Mediterraneo tempo di germogli, nel Nord Europa tempo di semina, in cui i nuovi semi vengono benedetti. Nelle tradizioni neo-druidiche contemporanee lEquinozio primaverile denominato Alban Eiler, Luce della Terra, con riferimento al fatto che il sole

ora si trova al di sopra dellequatore celeste, la zona astronomica chiamata nelle antiche cosmologie terra emersa e contrapposta alle acque inferiori, cio la zona al di sotto ditale fascia. La primavera, in queste concezioni druidiche celebrata con tre feste: Imbolc che ne rappresenta i primi movimenti, lEquinozio che ne la manifestazione visibile, e Beltane che la sua pienezza. Come inizio lEquinozio di Primavera segna appunto linizio del calendario zodiacale col segno dellAriete. Inoltre ogni era zodiacale viene chiamata col nome della costellazione in cui cade il punto equinoziale nel suo ciclo precessionale (circa 2000 anni per ogni segno zodiacale). LEquinozio primaverile rappresenta cos una sorta di capodanno. Nella Roma arcaica lanno cominciava a primavera, nel mese di marzo sacro appunto a Marte, padre dei due gemelli fondatori della citt. Anche in altri paesi del Mediterraneo e del Vicino Oriente lanno iniziava con la primavera, quando il sole torna a splendere alto nel cielo e la terra si risveglia. E ogni anno a Roma, il 14 o 15 marzo, veniva portato in processione un uomo coperto di pelli di capra, colpito con lunghe verghe e chiamato Mamurio Veturio. Ritenuto il mitico fabbro che aveva costruito undici scudi a imitazione di quello sacro donato da Giove al re Numa Pompilio e per questo ritenuto colpevole di sacrilegio, Mamurio era in realt la personificazione dellanno vecchio (Veturio da vetus vecchio), il quale veniva scacciato alle Idi di Marzo per far posto al nuovo anno. AllEquinozio di Primavera, in molte tradizioni ricorreva addirittura la nascita del mondo, come nel mithraismo, lantica religione persiana. Il mito narra che Mithra sacrific il toro cosmico, da cui nacquero tutte le piante e tutti gli animali, e poi suggell la sua amicizia con il Sole offrendogli la carne del toro in un banchetto sacrificale. Ma le antiche tradizioni ci offrono tutta una serie di miti legati alla primavera, che hanno alloro centro lidea di un sacrificio a cui succede una creazionerinascita-nascita. Esiste un preciso riferimento cosmico alla base di queste mitologie: il sole che incrocia e supera la linea dellequatore celeste passando da nord a sud.Sembra che al tempo dellequinozio nel segno dei Gemelli (6000 4000 a.C. circa) la pi notevole figura astronomica del cielo meridionale, la Croce del Sud, fosse visibile nei cieli della Mesopotamia. I Babilonesi fecero della croce il simbolo delladempimento, quasi ad indicare che il mito del dio dellanno si conclude al termine di un ciclo con il dio stesso appeso ad una croce.... Un mito che mostra bene lidea di un sacrificio e di una successiva rinascita quello frigio di Attis e Cibele. Attis, bellissimo giovane nato dal sangue della dea Cibele e da questa amato, voleva abbandonarla per sposare una donna mortale. Cibele Io fece impazzire ed egli si evir morendo dissanguato. Dal suo sangue nacquero viole mammole, e gli dei, non potendolo resuscitare, Io trasformarono in un pino sempreverde (raffigurazione dell Albero Cosmico). Secondo i filosofi neoplatonici questa storia cruda simboleggiava lamore della Provvidenza (Cibele) per la causa generatrice (Attis) di ogni cosa. La discesa della causa generatrice termina al livello pi basso, il mondo della materia, quando la Provvidenza interrompe la folle corsa Adone era in realt il dio assiro-babilonese Tammuz, a cui i fedeli si rivolgevano chiamandolo Adon (Signore). Egli, dimorava sei mesi allanno negli inferi, come il sole quando si trova al di sotto dellequatore celeste (autunno e inverno). Si festeggiava a primavera la sua risalita alla luce quando si ricongiungeva alla dea Ishtar, lequivalente dellAfrodite greca. Allo stesso modo nei Misteri Eleusini si festeggiava Persefone he ritorna nel mondo dopo aver trascorso sei mesi nel regno dei morti. Proprio nel mese di Anthesterion (mese dei fiori, febbraio-marzo circa) si celebravano ad Atene i Piccoli Misteri Eleusini.

La Pasqua la versione cristiana del tema dellaccoppiamento sacrificale: la discesa di Cristo agli Inferi per salvare le anime dei giusti da Adamo in poi.Gli inferi, nella visione delle tarde religioni pagane non erano altro che il misconosciuto aspetto femminile della divinit, la Dea in cui il Dio sacrificato si immerge per rinascere, ma i nomi di varie dee degli inferi (la nordica Hel, la cananea Sheol) sono passati in seguito ad indicare luoghi ultraterreni di punizione eterna... Nel mese successivo allEquinozio si festeggiavano in Atene le Grandi Dionise in onore di Dioniso, dio morto e resuscitato. La processione compiuta per celebrano portava per le strade simulacri di falli, simbolo della fertilit nel suo aspetto maschile. Tutti questi miti mostrano lunione di un simbolismo cosmico, celeste, legato al cammino del sole nel cielo, e un simbolismo terrestre, legato al risveglio della Natura. Ci riecheggia il sottostante tema del matrimonio fra una divinit maschile, celeste o solare, ed una femminile, legata alla terra o alla luna.verso lindeterminato, il mondo frammentato e caotico della materia, per richiamarla a s. La mutilazione di Attis era il ritorno alla madre primordiale, il ridiventare simili ad essa, androgini, per risorgere nellUno.A Roma le feste in onore di Attis iniziavano il 15 marzo, con penitenze e digiuni. Il 22 marzo iniziavano i Tristia, le commemorazioni per la passione e morte di Attis, durante le quali avvenivano le autoevirazioni dei suoi adoratori che volevano diventarne sacerdoti, i cosiddetti Galli. Il 25 marzo erano gli Hilaria, durante i quali si celebrava la resurrezione di Attis, il suo ritorno alla Grande Madre, allapparire del sole che aveva appena superato lequatore celeste. Si diceva che la tomba si apriva e che il dio si levava tra i morti. I sacerdoti, toccando con un balsamo le labbra degli adoratori, annunciavano che anche essi come Attis avrebbero trionfato sulla morte. Tutti questi riti avevano luogo sul posto dove ora sorge la basilica di San Pietro.Dopo lEquinozio, si svolgevano nel mondo ellenico le Adone, le feste della resurrezione di Adone. Bellissimo giovane amato dalla dea Afrodite, venne ucciso da un cinghiale (forse il dio Ares ingelosito). Collegati ai riti in suo onore erano i giardini di Adone, vasi in cui si seminavano cereali e ortaggi che germogliavano rapidamente al sole primaverile e venivano poi gettati in mare o nelle sorgenti per propiziare il rinnovamento della Natura. Tale usanza sopravvissuta nelle celebrazioni della Pasqua cristiana: ancora oggi in molte localit dItalia si prepara nello stesso modo il cosiddetto grano del sepolcro. La primavera era infatti la stagione per accoppiamenti rituali meno cruenti di quello di Attis: gli hieros gamos, le nozze sacre in cui il Dio e la Dea (personificati spesso da un sacerdote e da una sacerdotessa) si accoppiano per propiziare la fertilit. Il Dio Sole inizia a far sentire la sua giovinezza e ad accoppiarsi con la giovane Dea della Terra. Come festa solare, appartengono allEquinozio i temi del fuoco e della luce. Luce e fertilit sono sopravvissuti nel folklore europeo, in cui rimasta la tradizione di accendere i fuochi di Pasqua sulle cime di alte colline: pi a lungo restano accesi, pi sar fruttifera la terra. I miti primaverili della fertilit sono presenti infatti anche nel Nord Europa.La parola Est, la direzione a cui collegato l'Equinozio primaverile, deriva da Eostre (o Ostara, la stella dellest cio Venere) la dea sassone della fertilit assimilabile a Venere, Afrodite e Ishtar. Eostre ha dato il suo nome anche alla Pasqua nella lingua inglese: Easter per lappunto. A Eostre era sacra la lepre, simbolo di fertilit, il cui comportamento in mano si dice assomigli a quello di una congrega di streghe danzanti (la famosa lepre marzolina di Alice nel paese delle meraviglie...). Questo totem animale della dea fu infatti in seguito

considerato lo spirito familiare delle streghe, ma in realt era un animale sacro in molte tradizioni.Gli antichi Britanni associavano le lepri alle divinit della luna e della caccia: ucciderle e mangiare la loro carne era tab. Fino a tempi recenti la lepre non veniva mangiata nella regione del Kerry, dal momento che si diceva che mangiare una lepre equivaleva a mangiare la propria nonna! I Celti abolivano temporaneamente il tab allequinozio primaverile o a Beltane: si trattava di un pasto rituale in cui il corpo dell animale totemico veniva consumato per partecipare della sua fertilit. I Celti inoltre consideravano la lepre un animale divinatorio e dal modo in cui correva traevano presagi. Anche gli Anglo-Sassoni veneravano la lepre e una caratteristica delle feste primaverili in onore di Eostre era appunto una caccia rituale a questo animale. Nel folklore delle Isole Britanniche ancora esistono sopravvivenze di questi rituali. Cos ad esempio la Contesa del Pasticcio di Lepre nel villaggio di Hallaton, dove un grande pasticcio di carne di lepre viene conteso dagli abitanti del villaggio, (sebbene in tempi recenti esso venga tranquillamente servito nei piatti dal vicario).Fino alla fine del700, vicino Leicester aveva luogoogni Luned di Pasqua una caccia alla lepre nelle colline circostanti.Si dice che i disegni sulla superficie della luna piena raffigurino una lepre, ricordo questo dellassociazione dellanimale con divinit lunari. Questa raffigurazione della lepre nella luna appare nelle tradizioni cinesi, europee, africane e indiane.Nella tradizione buddista le leggende narrano di come una lepre si sacrificasse per nutrire il Buddha affamato, balzando nel fuoco. In segno di gratitudine il Buddha impresse limmagine dellanimale sulla luna. Questa leggenda riecheggia tradizioni ancora pi antiche del Buddismo: in Cina la lepre lunare ha un pestello ed un mortaio con cui prepara un elisir di immortalit e figure di lepri e conigli vengono costruite in occasioni delle feste lunari. La lepre considerata un animale Yin che viene dal Polo Nord recando il saluto della Dea della Luna. Amuleti di giada verde raffiguranti la lepre sono costruiti e regalati per augurare la buona fortuna. Nelle tradizioni dei Nativi Americani la Grande Lepre leroe dellalba, il salvatore, creatore e trasformatore, padrone dei venti e fratello della neve. E il Grande Imbroglione, simbolo della mente veloce che supera in astuzia la forza fisica. Gli Indiani Algonchini adoravano la Grande Lepre che si diceva avesse creato la Terra. Per gli antichi Egizi la lepre era un animale lunare ma anche collegato allalba, allest.Osiride risorto simboleggiato dalla lepre in quanto divinit solare, come pure Thoth, Ermes e Mercurio quali divinit messaggere, dal momento che lest il luogo da cui provengono gli dei portatori di luce. Nellantica Europa i Norvegesi rappresentavano le Divinit lunari accompagnate da una processione di lepri che portano lanterne. Anche la Dea Freya aveva come inservienti delle lepri e la stessa Dea Eostre era raffigurata con una testa di lepre. Nel folklore europeo la lepre stata associata allo spirito del grano, siccome ha labitudine di nascondersi nei campi di grano fino alla mietitura, tanto che lultimo covone veniva chiamato, tra gli altri nomi, la lepre. Ma la lepre stata collegata anche alla fertilit e alla sessualit vigorosa, essendo una generatrice veloce e prolifica. I Greci la consideravano sacra ad Afrodite e a suo figlio Eros. Filostrato diceva che il sacrificio pi adatto per Afrodite era la lepre in quanto essa possiede il suo dono di fecondit in un grado superlativo. Come molti animali sacri dellantichit, anche la lepre sub nel Medio Evo un processo di demonizzazione e venne ritenuta animale di cattivo auspicio, in cui le streghe si trasformavano. Si pensava che una lepre bianca fosse presagio di morte e abbondarono le storie di ferite inflitte a lepri, ferite rinvenute il giorno

dopo su qualche donna.In Cornovaglia si raccontava che le ragazze morte dopo essere state abbandonate dai loro innamorati si trasformavano in lepri bianche per perseguitare i loro amanti infedeli! Ma limmagine della lepre fortunatamente ha incontrato un destino meno lugubre: la lepre di Eostre che deponeva luovo della nuova vita per annunciare la rinascita dellanno diventata lodierno coniglio di Pasqua che porta in dono le uova, altro simbolo di fertilit. Al giorno doggi la ricorrenza della Pasqua ci ripropone ogni anno il tradizionale consumo e dono di uova, da quelle di cioccolato con la sorpresa a quelle naturali decorate a mano (che raggiungono livelli artistici nei pysanky dellUcraina) alle numerose ricette tipiche di frittate e dolci. Ma che cosa rappresenta luovo e perch gioca un ruolo cos importante nelle tradizioni pasquali? In realt lattuale uovo di Pasqua ha origini precristiane, essendo un antichissimo simbolo di vita, di creazione e di rinascita. Come simbolo di iniziazione luovo simboleggia il due-volte- nato, la sua deposizione essendo una prima nascita e la schiusa la seconda. La nascita del mondo da un uovo cosmico unidea universalmente diffusa, e non a caso veniva celebrata presso molte civilt alla festa equinoziale di primavera, quando la Natura risorge e le ore di luce iniziano a prevalere su quelle notturne.In numerose mitologie un uovo primordiale, embrione e germe di vita, il primo essere ad emergere dal Caos. Non sinonimo di confusione o distruzione, bens di condizione primordiale che contiene la potenzialit di tutte le cose esi stenti, il Caos la forza vitale generatrice di tutto ci che esiste. E 1 Uovo del mondo covato da una Grande Dea e dischiuso dal Dio Sole. Luovo il principio da cui nascono tutte le cose, portando in manifestazione ci che prima era solo allo stato potenziale. Nellalchimia luovo il vaso mistico in cui si compie la trasmutazione, un modello della creazione in scala ridotta. Un mito dellIndia narra che nella notte dei tempi tutto era immerso nelle tenebre e sepolto in un sonno profondo. LAssoluto volle creare il cosmo dalla propria sostanza: cos cre le acque e vi depose a galleggiare un uovo splendente il quale gener al proprio interno Brahma il Creatore, che divise poi luovo stesso in due parti, formando la terra e il cielo. In Cina era il tuorlo delluovo a rappresentare il cielo mentre lalbume era la terra. In altre tradizioni il tuorlo il dio Sole e il guscio la Dea: luovo del mondo deposto da una Dea veniva infatti dischiuso dal calore del Sole, come si detto. In molte leggende egizie, lOca del Nilo, la Grande Dea, deponeva un uovo da cui nasceva Ra, il Sole. Un mito orfico greco narra che in principio esisteva la Notte, la dea uccello dalle nere ali la quale, fecondata dal Vento del Nord, depose un uovo dargento nel grembo delloscurit. Luovo era la Luna e da esso balz Eros, il dio della vita dalle ali dorate che port alla luce lintero cosmo. Ma in Grecia esisteva un mito pi antico: Eurinome, Dea di Tutte le Cose, cio il Caos primigenio, per scaldarsi si mise a danzare nuda sulle onde delle acque primordiali e poi strofin tra le proprie mani il Vento del Nord. Da tale gesto nacque un serpente, Ofione, che si accoppi con la grande Dea. Eurinome per accoppiarsi con Ofione si tramut in colomba e dopo lamplesso depose luovo universale. Anche gli antichi popoli medio-orientali, come babilonesi e sumeri, credevano alla mitica colomba che sorvolava le acque primordiali del Caos. Una colomba.., non suggerisce nulla questimmagine? E la colomba in questi stessi miti viene associata ad un animale che tradizioni pi tarde avrebbero considerato con orrore. Infatti loriginale uovo primordiale era un uovo di serpente.

Nel mondo celtico i Druidi chiamavano luovo cosmico uovo del serpente e custodivano talismani fatti a sua immagine, forse ricci di mare fossili, che si diceva possedessero qualit miracolose. Una leggenda egizia narra come Kneph, il serpente primordiale produsse luovo cosmico dalla propria bocca. Sempre lorfismo greco, quella straordinaria fucina di miti, considerando luovo il mistero della vita e della creazione, Io raffigur spesso circondato dallOuroboros, il mitico serpente circolare che si morde la coda, quasi a rappresentare il tempo ciclico nel suo eterno ritorno. Ma il serpente disteso il tempo lineare della storia, e cos anche luovo con la propria forma simboleggia contemporaneamente il tempo cosmico, circolare e ciclico, e quello storico e lineare. Del resto il serpente rappresenta in molte tradizioni la rinascita, come luovo... Osservando da vicino i simboli ci si accorge come essi in realt si rispecchino luno nellaltro, si generino luno dallaltro in un gioco infinito e universale. E nato prima luovo o la gallina? O il serpente? O la colomba? Domande che rivelano tutti i limiti della nostra logica razionale e meccanicistica... La pianta sacra dellEquinozio di Primavera il trifoglio. Pianta simbolo dellIrlanda, della quale si dice che San Patrizio, evangelizzatore dellisola se ne usasse per spiegare la Trinit cristiana (incidentalmente la festa di San Patrizio ricorre il 17 marzo, in prossimit dellequinozio). In realt si tratta di una tradizione tarda risalente al 180 secolo e il trifoglio non era altro che la triskele, la ruota solare a quattro bracci, mentre la variet a quattro foglie rappresentava la croce celtica, la ruota solare, il cerchio nagico delle quattro direzioni: tutti simboli molto pi antichi del Cristianesimo. CELEBRARE LEQUINOZIO DI PRIMAVERA LEquinozio di Primavera il momento del risveglio della Natura, in cui si manifesta pienamente il seme di luce germogliato a Imbolc. Fisicamente tempo di uscire allaria aperta, di fare movimento, di andare per prati e per boschi. Gli equinozi sono un periodo di equilibrio e al tempo stesso di instabilit, di nervosismo. Giovano molto quindi le cure disintossicanti e ricostituenti, specie se effettuate con metodi naturali (Fiori di Bach, ecc..). La nostra irrequietezza inoltre facilmente superabile con una maggiore attivit fisica: tra laltro tempo di iniziare a lavorare sulla terra per tutte le colture che in breve tempo fioriranno e fruttificheranno.Se abbiamo un orto o un giardino possiamo dedicare ad essi un po del nostro tempo, altrimenti possiamo piantare o seminare qualche piantina in un vaso per sistemarla in casa.Psicologicamente tempo di iniziare nuovi progetti, magari le cose che abbiamo sognato o immaginato durante linverno: un nuovo hobby, uno sport o una qualche attivit fisica. E infatti tempo di mettere in pratica le lezioni che abbiamo imparato dalle nostre riflessioni invernali, dalle profonde visioni interiori e dalla espansione della coscienza, tempo di portare quella conoscenza nel mondo esterno, uscendo dalla introversione invernale.Per manifestare in maniera ancor pi concreta i mutamenti di questo momento di passaggio potremmo compiere qualche piccolo rito propiziatorio.Siccome luovo un simbolo primario di Ostara e della rinascita (sia del Dio della Vegetazione, sia dellanno) possiamo quindi usarlo per rappresentare questa rinascita, come pure la nostra rinascita interiore in questo periodo dellanno, quando il clima si riscalda e i nostri orizzonti si espandono. Luovo riflette il nostro potenziale interiore, gi nato a Imbolc ma in attesa della sua schiusa. Cos possiamo dipingere (con colori non tossici!) il guscio di uova sode da consumare nel nostro pranzo equinoziale o da regalare agli amici. Anche

se non siamo artisti possiamo decorarle con semplici disegni, ispirati al simbolismo stagionale: il sole, il trifoglio, il coniglio e i fiori di primavera. Luovo sta a simboleggiare le nostre speranze spirituali nel ciclo annuale, quindi dipingendo le uova possiamo formulare i nostri desideri per i prossimi mesi.Per celebrare la giovinezza dellanno e la nostra crescita interiore possiamo anche piantare dei semi, dopo averli presentati al Sole e alla Terra e aver chiesto la loro benedizione.Se si desidera compiere qualcosa di pi complesso, si pu celebrare un piccolo rito allaperto, in un prato o nel proprio giardino. Su una grossa pietra o un grosso ceppo di legno si accendano candele gialle (colore della luce e del sole) e/o verdi (la nuova crescita della vegetazione). Si salutino le potenze divine nel loro aspetto di giovinezza:Benvenuto Giovane Dio Sole, (oppure Giovane Dio della Vegetazione, se si vuole mettere laccento sui cambiamenti della Natura) e Benvenuta Giovane Dea della Terra. Ovviamente si possono pronunciare formule di saluto pi elaborate... Se lo si desidera, si pu avere un piatto di semi o di piantine (da piantare nel nostro giardino o da regalare ai nostri amici) sui quali si visualizza discendere la benedizione delle forze cosmiche. Possiamo pensare ai semi e alle piantine come ai nostri nuovi progetti da concretizzare, cos quando li pianteremo legheremo le nostre azioni ai grandi cicli cosmici e stagionali armonizzandole con la Natura. Meditiamo sul mistero della rinascita della Natura e sentiamo la fresca energia degli inizi che pervade il nostro corpo.Si pu bere vino (o succhi di frutta) e mangiare dolci, ricordando di lasciare qualche goccia e qualche briciola da versare sulla terra, come nostra offerta di ringraziamento.

B ELTANE

LA FESTA DELLA FERTILIT La fine della met oscura dellanno e linizio dellestate ha costituito da sempre un momento di passaggio, in cui la rigenerazione della vita vegetale anche la resurrezione della vita cosmica, un ritorno al tempo mitico degli inizi.Nella tradizione celtica le due feste maggiori erano quelle che segnavano rispettivamente linizio dellestate e linizio dellinverno. Come molte altre popolazioni pastorali, gli antichi Celti avevano infatti due sole stagioni, non quattro: la met oscura e la met luminosa dellanno. Nel Nord Europa inoltre, gli effetti della primavera cominciano a sentirsi solo allinizio di maggio. Le successive suddivisioni dellanno furono introdotte pi tardi dagli agricoltori.Gli antichi Celti celebravano il l~ maggio la festa di Beltane (pron. Beltein) nome anglicizzato che corrisponde al gaelico irlandese Bealtaine (pron. Bioltinna) e al gaelico scozzese Bealtuin (pron. Bialten) In Scozia Bealtuin il Giorno di Maggio, May Day, mentre in Irlanda Bealtaine il nome dellintero mese di maggio. Beltane significa i fuochi di Bel, i quali venivano accesi in onore di Bel (Beh, Balor o Belenos sono altri nomi con la quale conosciuto in varie aree celtiche).Bel il Luminoso, dio di luce e di fuoco. Non una divinit solare, perch per i Celti il sole era unentit femminile,tuttavia presentante alcuni attributi solari. Una controparte celtica di Apollo, tanto per tracciare un parallelo con altri ambiti culturali. Il sole in molte tradizioni antiche era un simbolo della divinit, non la divinit stessa.Se questo pu sembrare un concetto strano, basti pensare al Cristianesimo dove non viene adorato lagnello ma tuttavia questo

animale simbolo di Ges Cristo. Le quattro feste celtiche hanno in fondo un carattere stagionale e ctonio pi che solare e celeste, a differenza delle feste solstiziali ed equinoziali. Per questo molti studiosi hanno interpretato Bel come lequivalente del gallico Cernunnos e del britannico Heme, due divinit maschili della fertilit, signori dei boschi e degli animali, come indicano le loro corna nelle raffigurazioni che ci sono pervenute. Essi sono la controparte nordica di Pan e il loro culto, celebrato nei boschi e nelle campagne, sopravvisse a lungo nel Medio Evo, tanto che pu aver contribuito a creare limmagine delle streghe adoratrici del demonio. Agli occhi degli ecclesiastici che cosa altro poteva essere unentit animalesca munita di corna, e i cui fedeli celebravano riti orgiastici? Simbolicamente Cernunnos e Bel possono essere due aspetti del Dio Padre che feconda la Dea Madre, aspetti rappresentati dai due temi che dominano la festa di Beltane: fertilit e fuoco.Il fuoco in questa festa rappresenta appunto il calore della passione che genera la vita. I fuochi di Bel erano accesi sulle colline per celebrare il ritorno della vita e della fertilit nel mondo. Ogni dan o trib accendeva ritualmente grandi fuochi per mezzo di scintille sprigionate da una selce. In Scozia, negli Highlands centrali, i fuochi di Beltane erano accesi tramite il cosiddetto needfire, il fuoco della necessit ofuoco della miseria: si usava allo scopo una.tavola di quercia forata ed un palo, pure di quercia che veniva fatto ruotare velocemente per mezzo di una corda. La tradizione fissava in tre volte tre o tre volte nove il numero di coloro che dovevano far girare questo strumento.In Galles, nella Valle di Glamorgan, nove uomini rimuovevano dalle loro persone tutti gli oggetti di metallo e andavano nei boschi a raccogliere nove diversi tipi di legna; poi, in un buco scavato nel terreno veniva deposta la legna raccolta che era accesa ritualmente con due pezzi di legno(anche qui di quercia) sfregati insieme per provocare scintille. I nove diversi tipi di legna erano probabilmente i nove legni sacri dei Druidi. Essi erano forse sorbo selvatico, quercia, salice, nocciolo, betulla, biancospino, melo, pino, vite - o rovo - (altri elenchi danno al posto delle ultime tre piante il sambuco, il tasso e il vischio - o ginepro). Il numero nove nella tradizione celtica il numero che indica la completezza, quindi simbolico del cosmo.Tuttavia le accensioni rituali di fuochi si ritrovano anche al di fuori del mondo celtico: ad esempio in varie regioni europee i fuochi solstiziali erano accesi mediante una ruota fatta girare intorno ad un piolo fisso, mentre riti simili erano osservati nellIndia vedica e a Roma per riaccendere il fuoco di Vesta. Lo sfregamento di legnetti, il tab circa luso di metalli, lutilizzo di selci, ci rinvia forse a epoche remotissime, antecedenti qualsiasi civilt storica e testimonia lantichit di queste tradizioni.Il fuoco sacro era simbolo del fuoco celeste, del calore primordiale che produsse la creazione e che si ripresentava a ogni ritorno della primavera. E significativo luso di legno di quercia, infatti la quercia lalbero attribuito alla met luminosa dellanno che proprio a Beltane celebra il suo trionfo. NellIrlanda pagana nessuno poteva accendere un fuoco di Beltane finch lArd Ri (Grande Re) non avesse acceso il primo fuoco rituale sulla collina di Tara, il centro mistico e politico dellantica Irlanda. San Patrizio sfid questa usanza per distruggere le usanze pagane e San David fece una cosa simile in Galles.I fuochi di Beltane venivano spesso accesi in coppia, e tra i due fuochi veniva fatto passare il bestiame, per propiziare latte abbondante, fertilit e buona salute per tutto lanno, prima di essere condotto ai pascoli estivi. Ci poteva essere una spiegazione razionale per questa pratica dato che il calore poteva uccidere i batteri e i microbi accumulatisi

sulla pelle degli animali nelle sporche stalle invernali, ma il significato principale era comunque quello di una purificazione rituale tramite il fuoco, una vera e propria pulizia di primavera. Il fuoco distrugge i poteri ostili, purifica laria e favorisce la fertilit di tutti gli esseri viventi. Incidentalmente, un detto gaelico che dice essere preso tra due fuochi di Beltane sta ancora oggi a indicare il trovarsi in un dilemma. Anche le persone e gli oggetti venivano fatti passare attraverso i due fuochi. La gente danzava attorno ai fal: si danzavano danze con alti salti quali la Danza del Cervo e la Danza del Salmone Saltante, ricordi di antiche danze di caccia e pesca. Molte donne danzavano in cerchio su bastoni di legno in una frenetica danza di fertilit, per promuovere la crescita dei nuovi raccolti (i bastoni divennero poi manici di scopa ma la loro forma fallica suggerisce sempre il tipo di energia che veniva evocata). Quando le fiamme dei fal iniziavano ad abbassarsi le persone saltavano sui fuochi, usanza ancora praticata in Scozia e in Irlanda per propiziarsi la fortuna. Cos giovani e ragazze saltano per trovare lanima gemella, i viaggiatori per garantirsi viaggi sicuri, le spose per ottenere figli e perfino le donne gravide per assicurarsi un parto facile! Infine, le ceneri dei fuochi venivano (e ancora oggi in certe localit vengono) sparse sulla terra per garantire la fecondit dei campi. Dopo le danze e i salti spesso le giovani coppie si appartavano col favore delloscurit continuando a modo loro le celebrazioni Infatti Beltane era una festa di fertilit nella quale la Madre terra e il Grande Dio dei boschi si accoppiavano. Per la gente comune era una festa orgiastica.Per tutta la notte del 30 aprile (come si detto i Celti facevano cominciare i giorni dal crepuscolo del giorno precedente) si susseguivano in unatmosfera orgiastica banchetti e danze che terminavano con lavvento della nuova vita. Su questa notte vegliava la Grande Dea della fecondit, che dominava allo stesso tempo il destino dei semi e quello dei morti e che perci era la Dea della Morte in Vita. Si entrava in comunicazione con il mondo infero e con i defunti. Il grande studioso Mircea Eliade giustamente assimil i semi ai morti, che aspettano di tornare in vita sotto una nuova forma e perci si accostano ai viventi nei momenti in cui la tensione vitale raggiunge il culmine, cio nelle feste di fertilit, quando sono evocate le forze generatrici della Natura. I morti necessitano dellesuberanza organica dei vivi, cos come i viventi necessitano dellaiuto dei morti per far germinare i semi dei nuovi raccolti (dopotutto, Beltane si erge diametralmente in opposizione allaltra porta dellanno Samhain, festa dei morti !). I bambini generati in questa notte si credeva fossero i morti ritornati in vita e Beltane veniva definita anche la Festa della Generazione dei Bambini. In questo periodo, vero e proprio momento caotico di passaggio, le leggi della realt ordinaria sono quasi sospese e si aprono le porte dei regni ultraterreni come il sidhe, il regno fatato dei Celti. A differenza dei defunti umani, gli esseri fata-ti non sempre sono benevoli: in questo periodo le fate appaiono agli umani e chiunque si addormenta sotto un biancospino (albero fatato) rischia di essere portato via da loro. Molte leggende associate a queste feste riguardano spesso gli incantamenti dellAltro Mondo. Un mito legato a Beltane quello gallese di Lludd. Ogni vigilia di Beltane il regno di Lludd soffriva a causa di uno spaventoso grido che provocava la sterilit nei campi, negli esseri umani e negli animali, facendo morire giovani e anziani e togliendo la forza agli adulti. Lludd scopr che la causa di questo incantesimo era il combattimento fra il drago di Britannia e un drago straniero. Egli li cattur e li rinchiuse. ignificativamente Lludd figlio di Beh...

La notte del 30 aprile fu demonizzata per questi motivi dal Cristianesimo che ne fece una notte di convegni di spiriti e di streghe, da cacciarsi per intercessione di Santa Valpurga, monaca inglese dellVIli secolo e badessa del monastero tedesco di Heidenheim.In Germania questa appunto la Walpurgisnacht o Notte di Santa Valpurga. Ma anche nel folklore pagano europeo si prendevano precauzioni contro le fate e gli spiriti malvagi. Era (e spesso ancora ) tab sposarsi a maggio perch era il mese delle Nozze Sacre del Dio e della Dea, e in Inghilterra non si comprano scope nuove di maggio perch esse spazzerebbero via la buona fortuna. La festa celtica di Beltane divenne la festa medievale di Calendimaggio. Linizio della bella stagione era celebrato con tornei dove il vincitore, personificazione del Dio vittorioso sulle tenebre invernali, otteneva il diritto di sposare la damigella per cui si era battuto. In molte localit europee divenne usanza formare comitive di giovani che giravano per i villaggi cantando stornelli e augurando la buona fortuna (il cantar maggio di molte localit toscane). Rami e fiori venivano portati dai boschi la mattina di Beltane per decorare porte e finestre o per fabbricare ghirlande che i giovani portavano in giro per le strade cantando e chiedendo cibo e dolci in cambio. Infatti una caratteristica dei festeggiamenti di Beltane la celebrazione della vegetazione, cos una usanza celtica era quella di appendere una ghirlanda primaverile (simbolo della grande Dea) a un tronco privo di rami (simbolo fallico del Dio selvaggio). In Inghilterra il simbolo della festa di maggio o May Eve (vigilia di maggio) divenne lalbero o palo piantato nelle piazze dei villaggi e adornato di nastri multicolori. Il palo di maggio non altro che lAlbero Cosmico, lAxis Mundi che collega i tre regni cosmici (celeste, terreno e infero). Gli sciamani usano lalbero cosmico per ascendere fino al mondo Superiore o discendere a quello Inferiore, come gli sciamani siberiani che usavano ritualmente un palo di betulla a sette pioli. In Galles la danza attorno al palo di maggio era chiamata danza della betulla. Tutto ci che vivente si manifesta con un simbolo vegetale, e la vita che risorge celebra il suo trionfo intorno al palo delle danze, simboleggiata dai danzatori che, afferrato ciascuno lestremit di uno dei nastri muovevano in direzioni opposte (gli uomini in un senso e le donne in un altro), finendo con lintrecciare i nastri intorno al palo e con le coppie abbracciate: la danza della vita che muovendo in cerchi e spirali unisce tutti gli opposti, danza di morte e di rinascita. Ma a Beltane il palo di maggio ha anche un ovvio significato fallico, il potere fecondante della divinit maschile immerso nel grembo della Madre Terra e sormontato spesso dalla ghirlanda femminile della Dea. A Cerne Abbas nel Dorset, Inghilterra, c la figura antica del Gigante di Gesso, forse il Dio Padre celtico Dagda, con la dava e il fallo eretto. Fino a epoche recenti il palo di maggio era eretto sopra questa figura rappresentata su una collina gessosa e le donne che volevano un bambino visitavano il luogo trascorrendo anche la notte sul fallo del gigante. Si pu facilmente comprendere perch i Puritani proibissero nel 1641 i pali di maggio, ripristinati solo successivamente con la restaurazione monarchica! A Beltane si eleggevano tra i giovani anche il Re e la Regina di maggio, rappresentati in terra delle antiche divinit, che regnavano per tutta la festa portando in processione i sacri rami (i Maggi) nei boschi e che spesso governavano anche le altre feste e danze dellanno. La Regina simboleggia la giovane Dea dei Fiori e la nuova crescita e il Re rappresenta il Dio della Vegetazione e della morte dellinverno, divinit personificata nel folklore come Jack-in-the-Green, cio Jack il Verde. E il Verde Giorgio del folklore primaverile dellEuropa dellEst ma anche luomo vegetale scolpito nei pilastri e nelle travi

delle cattedrali gotiche e romaniche (i boschi sacri della nuova religione...). Infine tutte le coppie si appartavano di nuovo nei campi e nei boschi, con la scusa di portare il Maggio o raccogliere fiori, e questo provoc nel corso dei secoli dure reazioni da parte delle autorit ecclesiastiche! Un chierico scozzese scrisse e a fatica una ragazza torna a casa vergine. Pi tardi lo scrittore Rudyard Kipling scriver nella sua poesia A Tree Song: Oh, non dite al prete della nostra promessa che la chiamerebbe peccato Ma noi siamo stati fiori nei boschi tutta la notte Le leggende relative a Robin Hood, Lady Marian e Little John hanno giocato un ruolo importante nel folklore britannico della Vigilia di Maggio: pare che queste figure, lungi dallavere una realt storica siano simboli dei culti di fertilit sopravvissuti in epoca medievale. I cognomi inglesi Robinson, Johnson, Hodson derivano da antenati a cui vennero dati tali soprannomi (Figlio di Robin, ecc.) in quanto figli di questi matrimoni boscherecci. Queste usanze possono sembrare a qualcuno volgari, tuttavia la fertilit e la continuazione della stirpe erano cose di primaria importanza: i figli erano una ricchezza e una benedizione, anche se illegittimi. Ma la festa di Beltane era caratterizzata anche da altre usanze. Ad esempio analogamente al solstizio destate, in molte localit europee si riteneva questo periodo propizio alle sorgenti miracolose e si compivano riti e pellegrinaggi alle sacre sorgenti. Cos la rugiada raccolta allalba del primo maggio era particolarmente potente e si usava come liquido calmante per gli occhi o come lozione di bellezza. Un altro rituale folklorico quello, tuttora esistente nelle Isole Britanniche, del cavalluccio di legno, Hobby Horse o Oss come viene chiamato. Appena prima di mezzanotte i Maggiaioli del villaggio di Padstow si recano alla locanda dove lOss conservato e cantano un canto augurale al proprietario della locanda e a sua moglie. LOss fatto di un cerchio ricoperto di pelli, con un palo munito di una mandibola di legno che si apre e si chiude. Il tutto viene indossato da un danzatore che gira per le strade accompagnato da musici che suonano un tamburo e una fisarmonica: ogni volta che la musica cessa esso si accascia per sollevarsi dopo un po. LQss (che si ritiene abbia forti poteri di fertilit) viene imbrattato di grasso scuro cos che qualsiasi ragazza catturata da esso ne veniva segnata. LOss moriva a mezzanotte per rinascere lanno successivo. Tipici delle feste di Beltane sono anche le danze o le corse nei labirinti. Spirali e labirinti sono simboli antichissimi, che si vedono incisi e scolpiti in molti monumenti sepolcrali preistorici. La famosa triplice spirale di Newgrange potrebbe simboleggiare la natura ciclica di morte e rinascita. Molte usanze pi tarde, espresse dai labirinti tagliati nel prato o costruiti con siepi possono avere avuto un significato di fertilit, ove le danze rituali attraverso i labirinti stavano a indicare la rinascita della vita a primavera. La stessa danza intorno al palo di maggio ha un andamento a spirale. Il periodo del primo maggio era un momento sacro anche in altre tradizioni pagane europee. Nellantica Roma il 1 maggio era la festa di Flora, protettrice delle piante in fiore. Le sue feste impudiche e gioiose come quelle di Beltane, comprendevano cacce ineruente ad animali mansueti, offerti in premio alle cortigiane vincitrici di scherzose gare di corse e combattimenti. Durante i Floralia ci si vestiva con abiti multicolori ad imitazione dei fiori. La notte del primo maggio era sacra a Bona Dea, ai cui misteri non erano ammessi gli uomini, mentre il giorno dopo si celebrava Maia, sposa di Vulcano che dava il nome al mese.

Bona Dea era forse Fauna, signora delle selve probabilmente collegata ad Angitia, dea dei Marsi, e come questa patrona dei serpenti. Il serpente, occorre ricordare, un altro simbolo della vita che si rinnova e rappresenta anche il potere fecondante del Dio (lesclusione degli uomini significava forse questo: lunica energia maschile ammessa era quella del Dio e nessun mortale poteva soppiantarla).Cos da un capo allaltro dEuropa e per tutta lantichit eil Medio Evo, un simbolismo comune dominava questo periodo dellanno: giochi e feste che celebrano il ritorno della primavera e della fertilit.Pianta sacra di Beltane il biancospino, la cui fioritura rappresentava per i Celti linizio della festa. E pianta della Dea, come la quercia lalbero del Dio. Si dice infatti che il suo profumo ricordi quello della sessualit femminile. Inoltre anche una pianta legata allAltro Mondo, associata alle fate. Piante di biancospino che crescono solitarie su una collina o vicino ad una sorgente sono ritenute segnali del regno delle fate. Gli esseri fatati abitano nelle piante di biancospino. Il tab sulla raccolta di questa pianta viene sospeso a Beltane, quando pu essere raccolto per la festa o per essere portato in casa (analogamente al tab sulla caccia alla lepre in primavera). Cos la rugiada raccolta dai rami di biancospino a Beltane benefica e indicata per le ragazze che vogliano conservare la loro bellezza. CELEBRARE BELTANE Beltane un momento in cui le energie della luce e della vita si manifestano nel loro aspetto pi gioioso e trionfale.Questo un tempo in cui celebriamo il ritorno dellestate e della fertilit, periodo di scampagnate e feste allaperto. E un periodo dellanno in cui di solito ci sentiamo fisicamente bene, in cui i nostri bioritmi si sono adattati alle accresciute ore di luce e ci siamo lasciati alle spalle i momenti critici della fine dellinverno e dellinizio della primavera.Quindi il momento adatto per operare, per condurre a realizzazione le cose che ci siamo prefissati di compiere. Anche psicologicamente i nostri pensieri si volgono allesterno, per fare e operare. Questa estroversione stagionale fa s che questa sia unepoca propizia ai nuovi amori e alle nuove amicizie, come anche al rafforzamento delle relazioni gi esistenti.E il momento di passare pi tempo con gli altri. E anche tempo di stimolare la nostra creativit e la nostra fertilit interiore.Possiamo celebrare questa festa in vari modi. Seguendo le tradizioni possiamo piantare un palo di maggio in un prato e danzare con i nostri amici. Oppure possiamo mettere ghirlande di fiori attorno ad un albero. Unaltra tradizionale attivit di Beltane attaccare nastri rossi (colore della passione) a cespugli di biancospino per propiziare amore, fortuna o guarigione.Si possono accendere due piccoli fuochi e passare in mezzo ad essi per purificarci, sentendo la loro energia riempire i nostri corpi quando attraversiamo il loro spazio. Se vogliamo si pu celebrare questa data in un modo pi rituale. La vigilia del primo maggio accendiamo un piccolo fuoco allaperto o (se desideriamo restare in casa o non abbiamo la possibilit di trovare uno spazio adatto) una candela rossa dicendo: Signore del Bosco porta i tuoi doni di fecondit perch la terra si desti dal suo sonno. Poi si accende un secondo fuoco a sinistra del primo (o una candela color verde) dicendo: Bella Signora della Terra, gioisci. Il Grande Cervo viene a cercare la sua sposa perch lestate arrivata. Poi passiamo in mezzo ai due fuochi per tre volte, salutando lestate che arrivata e gridando Bel!. Si medita per un attimo sui misteri della fertilit, con riferimento sia al fiorire della Natura, sia alla nostra fertilit interiore. Possiamo infine consumare ritualmente vino e dolci (lasciandone sempre una parte per la Madre Terra e le sue creature). Questo un rituale che sarebbe preferibile celebrare con altre persone o ancor meglio, col proprio partner. In questultimo caso il rito pu terminare nel modo in cui terminavano i festeggiamenti intorno ai fuochi di

Beltane o al palo di Maggio: con un bel matrimonio silvestre nel nome di Robin Hood e di Lady Marian (non necessario procreare un figlio di maggio!! !)... Capitolo IV SOLSTIZIO DESTATE IL TRIONFO DELLA LUCE Intorno al 21 giugno il sole celebra il suo trionfo, in quello che il giorno pi lungo dellanno, ma che allo stesso tempo, rappresenta linizio del suo declino. Infatti, dopo il Solstizio dEstate, le giornate iniziano lentamente ma inesorabilmente ad accorciarsi fino al solstizio dinverno, in quella che la fase calante dellanno. Solstizio deriva dal latino sol stat, il sole si ferma, e, infatti, pare quasi che il sole indugi un po in questa posizione prima di riprendere il suo cammino discendente. Il sole raggiunge la sua massima declinazione positiva rispetto allequatore celeste, per poi riprendere il cammino inverso: inizia lestate astronomica. E tempo in cui possiamo ricevere il massimo della potenza solare: la mistica forza che unisce cielo e terra ora pi forte. Questa elementare verit, era conosciuta dagli antichi popoli che pare fossero a conoscenza del fatto che le ley lines, le misteriose linee energetiche che solcano la superficie terrestre aumentano la loro carica energetica tramite la potenza solare. Anche monumenti come menhir, dolmen e cerchi di pietre erano forse focalizzatori artificiali del sistema energetico terrestre. I cristalli possono essere potentemente caricati al solstizio e siccome il granito dei megaliti di Stonehenge contiene una grande quantit di quarzo, questo cerchio si attiva al Solstizio, generando un forte campo energetico.Non a caso la cerimonia del Solstizio dEstate la festa pi elaborata e pi famosa compiuta dai moderni ordini druidici, che la celebrano ogni anno appunto a Stonehenge (nel 1999 sono ripresi i rituali dopo una sospensione di dieci anni decretata nel 1988 dalle autorit britanniche per motivi di ordine pubblico). Li Neo-DruidiSmO chiama il Solstizio dEstate Alban Heruin, Luce della riva. Infatti, la festa al centro dellanno, al suo volgere, cos come la spiaggia il luogo dincontro di mare e di terra dove i due confini si uniscono. Nelle tradizioni antiche la terra era la zona astronomica al di sopra dellequatore celeste e I acqua quella inferiore. Il sole trovandosi nel loro punto dincontro come sulla riva del mare. Nellantica Grecia i due solstizi erano chiamati porte: Porta degli uomini lestivo (Borea perch il sole a nord dellequatore celeste) e porta degli dei linvernale (Noto perch il sole a sud dellequatore celeste). Per la prima porta si entrava nel mondo materiale della creazione mentre per la seconda si entrava nel regno divino e soprannaturale. Tempo di passaggio dunque il Solstizio, che si colloca fuori dallo spazio-tempo quel confine che separa la crescita dal declino, la manifestazione dalla non-manifestazione. Esso una sorta di capodanno. Midsummer, mezza-estate, lo chiamano nei paesi anglosassoni, e Shakespeare nel suo Sogno di una notte di mezza estate ne ha raffigurato laspetto magico, dove sogno e realt si fondono. Questa atmosfera di tempo fuori dal tempo rende il Solstizio un momento propizio per ~ presagi e le pratiche divinatorie, sia nel folklore popolare, sia nelle tradizioni magiche cerimoniali e colte. Pur se cristianizzata come festa di San Giovanni (24 giugno) la notte di

mezza estate ha conservato tutte le sue valenze magiche.In tutta Europa si traevano (e forse ancora si traggono) presagi ad opera delle ragazze nubili per sapere se si sposeranno ed eventualmente acquisire indizi sullidentit del futuro sposo. Ad esempio col piombo liquefatto nelle padelle si individuava, tramite le forme assunte dal metallo, il mestiere del futuro sposo. Altri metodi utilizzavano la chiara duovo versata nellacqua o le fave sbucciate. In Galles per trovare la propria anima gemella si camminava intorno ad una chiesa nove volte e si metteva alla fine di ogni giro un coltello nella serratura del portone, dicendo: Qui c il coltello, dove il fodero? Il simbolismo evidente... Usanze logiche se si pensa che la Natura, al massimo del suo rigoglio, favorisce tutto ci che riguarda lamore e la fertilit. Mazzetti di erbe collocati sotto il cuscino favoriscono i sogni divinatori: le erbe giocano un ruolo di primo piano nelle tradizioni solstiziali e di San Giovanni. Si raccolgono piante aromatiche da bruciare sui fal solstiziali, piante che danno poco fumo e hanno un buon aroma, come timo, ruta, maggiorana.Era comune credenza che moltissime piante in questepoca avessero poteri quasi miracolosi.Il vischio una pianta solstiziale molto importante nella tradizione celtica: secondo lo scrittore romano Plinio pare che gli antichi Druidi raccogliessero questa pianta con un falcetto doro, strumento che univa la forma lunare al metallo solare. I rami di vischio al Solstizio dEstate assumono un aspetto dorato, il famoso Ramo dOro dei miti. Il sambuco tagliato la vigilia del Solstizio, sanguina nelle leggende britanniche. Il seme di felce permetteva di trovare tesori nascosti, mentre il leggendario fiore di felce (che non esiste, al pari del seme, in quanto la felce una pianta pteridofita, cio che si riproduce tramite spore) rendeva invisibili i suoi fortunati raccoglitori. In tutti i paesi europei si raccoglievano erbe ritenendole impregnate di miracolose virt: la verbena portava prosperit, mentre lartemisia sacra ad Artemide sorella di Apollo, proteggeva dal malocchio. Si riteneva in particolare che lenergia solare si raccogliesse in fiori come la calendula o liperico, la miracolosa erba di San Giovanni. Proprio tutte queste virt pi magiche che terapeutiche attribuite alle piante, spiegano labbondare di leggende riguardanti coloro che pi di ogni altra persona conoscevano le erbe magiche: le streghe. Lusanza antica di certe donne di recarsi nude a raccogliere erbe ricorda antichi riti in cui le donne andavano nude nei campi per propiziare il raccolto, spesso compiendo danze cavalcando bastoni o manici di scopa. Anche questa usanza pu essere allorigine di tanti racconti sulle streghe. Forse dietro le storie dei raduni di incantatrici e di fattucchiere nella notte di mezza estate, si cela anche il ricordo dei riti solstiziali celticogermanici intorno ad un albero (il noce di Benevento!) o delle feste licenziose in onore della dea Fortuna nellantica Roma che si tenevano appunto il 24 giugno. In onore di Fortuna tutta la popolazione, ricchi e poveri, liberi e schiavi, accorreva ai templi, banchettava e danzava. Fortuna la Dea della casualit assoluta, del caos benefico e rigeneratore. La somiglianza di queste feste con i Saturnali del Solstizio dInverno fanno del Solstizio estivo una sorta di capodanno o di carnevale, un periodocaotico in cui il cosmo si rinnova e si ricrea, con conseguente rimescolamento dei ruoli sociali e capovolgimento delle norme morali. In questo benefico caos assumono rilievo i due elementi primordiali del fuoco e dellacqua, contrapposti ma pur sempre complementari, simboleggiando il primo i poteri della divinit maschile e la seconda quelli della divinit femminile o, se si preferisce il sole e la luna. Nellastrologia babilonese il Solstizio dEstate era simboleggiato dal matrimonio di sole e luna, in cui i due astri spargono le loro energie sul mondo.

Lacqua del Solstizio appunto direttamente collegata alla luna e al segno del Cancro: significativamente il glifo di questo segno zodiacale composto da due segni spirali-formi che si oppongono in un simbolo simile allo Yin-Yang orientale, forse indicanti le due met dellanno che ora si incontrano. Nelle celebrazioni solstiziali lacqua rappresentata dalla rugiada o guazza di San Giovanni, cui sono attribuiti poteri miracolosi: fare ricrescere i capelli, ringiovanire la pelle o addirittura propiziare la fertilit. Non era raro che molte giovani donne si bagnassero nude nei prati con la magica rugiada la notte di San Giovanni... Il fuoco viene simboleggiato dai fal accesi un po ovunque in Europa nella notte solstiziale o di San Giovanni, fuochi che sono strettamente collegati a quelli del Solstizio dInverno o ai fuochi di primavera. Quale il loro significato? Secondo una teoria sono simboli solari e accenderli significa rafforzare lenergia dellastro che dora in avanti va declinando. Unaltra interpretazione esalta il loro valore purificatorio, con cui vengono scacciati gli spiriti maligni e le malattie. Non bisogna dimenticare infatti che in questo periodo caotico, di passaggio, cos come gli esseri umani hanno libero accesso a regni e poteri soprannaturali, cos anche le entit malefiche possono vagare indisturbate per il nostro mondo. In molti luoghi si diceva che coloro che avevano il coraggio di rimanere nel cimitero la vigilia di Mezza Estate potevano avere la visione di quelli che sarebbero morti nel corso dellanno! Nel folklore nord-europeo la vigilia di San Giovanni una delle tre notti degli spiriti insieme alle vigilie di Calendimaggio e di HalloweeenlSamhain. Ad ogni modo tutte le tradizioni popolari europee vedono laccensione di fuochi sulle colline, processioni notturne con fiaccole e ruote infuocate gettate lungo i pendii.A somiglianza dei fuochi di Beltane (festa di cui in fondo il Solstizio la controparte celeste, astronomica) si danza intorno ai fal e si salta sulle fiamme quando queste si abbassano. Il fumo dei fuochi veniva usato per purificare il bestiame, mentre le ceneri erano sparse sui campi per propiziarne la fertilit. In Scandinavia il fal del Solstizio era il fuoco di Baldur. Baldur, figlio di Odino, era il giovane dio che veniva ucciso nel fiore degli anni e probabilmente nellantichit si sacrificavano uomini per rappresentarne la morte. Forse Baldur era uno spirito della vegetazione, lo spirito della quercia celebrato da alcuni miti nordici e celtici. Infatti, le leggende narrano di una lotta eterna tra due opposte divinit, il Re della Quercia e il Re dellAgrifoglio, dove il primo rappresenta il Dio dellanno crescente (cio della met dellanno in cui la luce solare prevale sulle tenebre notturne) e il secondo raffigura il Dio dellanno calante (la met dellanno in cui la notte prevale sul giorno). Se in inverno era il Re dellAgrifoglio a soccombere, al Solstizio dEstate era il Re della Quercia a dover cedere di fronte allavversario. E questo spiegherebbe perch i fuochi solstiziali erano alimentati con legno di quercia... La quercia fiorisce intorno al Solstizio e segna il passaggio tra anno crescente e anno calante. La morte estiva del Re della Quercia aveva varie forme: bruciato vivo, accecato con un ramo di vischio o crocifisso su una croce a T. Il poeta e studioso di miti Robert Graves disse che luomo il quale personificava il Dio era sacrificato in questi modi, ma il Dio stesso ascendeva al cielo, fino alle stelle circumpolari e precisamente fino alla Corona Borealis (costellazione chiamata nelle leggende celtiche Caer Arianrhod, Castello della Dea Arianrhod - ruota dargento -), dove attendeva la rinascita. Al Solstizio dEstate vengono a interagire e ad intersecarsi i due cicli della Ruota dellAnno: quello primordiale dei cacciatori-raccoglitori che narra lo scambio stagionale di potere tra due figure gemelle, e il ciclo solare solstizialeequinoziale. Lidea di due divinit o di due re che combattono eternamente tra loro appare

in molte culture. Basti pensare ad Apollo che uccide il serpente Pitone a Delfi, al dio babilonese Marduk che abbatte Tiamat o a Zeus che lotta contro Tifone. Il serpente era nella remota antichit una divinit o il simbolo di varie divinit, forse la raffigurazione del dio dellanno calante. Ci pu avere generato pi tardi i miti degli eroi che uccidono draghi. Ma se nelle mitologie pi antiche il signore abbattuto risorgeva ogni anno, in modo che la luce e loscurit regnassero in equilibrio tra loro, in tutti questi miti pi tardi, probabilmente per influenza dei culti solari legati alla regalit, la vittoria dei personaggi luminosi sempre definitiva e senza appello. Nelle leggende riguardanti il duello eterno dei due re appare spesso una figura femminile che rappresenta la Dea, la quale non soccombe ma costituisce un perno immobile tra le due figure, simbolo della Morte in Vita. Infatti, anche se ora la terra esuberante nella sua fertilit, pur sempre uno zenith transitorio in cui la Natura presiede alla morte del Re della Quercia e allinsediamento del suo oscuro ma necessario gemello. Nei miti solstiziali la Grande Dea appare anche come Ape Regina a manifestare i due aspetti, quello luminoso e quello tenebroso. La Dea Cibele era raffigurata come Ape Regina perch i suoi sacerdoti si castravano per diventare i suoi sposi, come il fuco castrato dallape regina durante laccoppiamento. Si diceva che al solstizio destate Cibele avesse imprigionato il suo amante Attis nellerica, perch i fiori di erica sono un fiore prediletto alle api. Ma lape anche un animale solare, perch viaggia tra i fiori seguendo la posizione del sole e produce il miele il quale ha lo stesso colore del sole. I Celti consideravano le api dei messaggeri che viaggiavano sui sentieri della luce solare fino ai regni degli spiriti, creature associate alla conoscenza del futuro e allispirazione divina. Ma per molti popoli erano anche simbolo di rinascita, in quanto si riteneva che esse nascessero dai corpi di animali morti.Il Solstizio dEstate rappresenta anche il ciclo agricolo incentrato sui cereali. Nelle Isole Britanniche questo ciclo venne narrato nella storia di John Barleycorn (lo spirito dellorzo) che vive dalla semina fino al momento della sua morte ad opera della falce, ma che poi rinasce dal suo stesso seme, in un ciclo senza fine ma con momenti ben definiti, caratterizzati da celebrazioni rituali. In questo ciclo il dio muore e discende agli inferi dove la Dea della Terra lo soccorre e lo fa rinascere. Tra i popoli nordici il Solstizio dEstate era chiamato anche Litha, dal nome della dea sassone del grano affine a Demetra e a Cerere. La pianta sacra del solstizio destate liperico. Liperico raccolto a mezzogiorno del solstizio era capace di guarire molte malattie, mentre le radici raccolte a mezzanotte cacciavano via gli spiriti maligni. Liperico era appeso sulle porte per proteggere le abitazioni dagli spiriti malvagi, e il suo nome greco hyperikon significa appunto proteggere o sconfiggere unapparizione. Inoltre si diceva che le donne ansiose di concepire dovevano andare nude nel loro giardino la vigilia di San Giovanni e raccogliere liperico. CELEBRARE IL SOLSTIZIO DESTATE I poteri del Dio Sole sono allo zenith e anche se i giorni pi caldi devono ancora venire, lestate ormai con noi. Si vuole trascorrere quanto pi tempo possibile al sole e allaria aperta. Si gioisce nel pieno flusso dellabbondanza, nellapogeo di luce e calore. E un momento adatto per concludere e portare a compimento quello che stiamo realizzando. Ed anche tempo di gioia e di divertimento. Come celebriamo la crescita delle messi cos festeggiamo la nostra

crescita interiore.Psicologicamente il momento di celebrare il raggiungimento dei nostri obiettivi, di riconoscere i nostri talenti e la nostra azione nel mondo esterno. Ma tutto scorre e dobbiamo ricordarci che la vita un processo dinamico, non una condizione fissa. In questo periodo, punto di equilibrio tra lanno crescente e lanno calante, troviamo il momento ideale per lavorare sulle qualit di integrazione e di equilibrio: integrazione di quello che abbiamo imparato in questi mesi e raggiungimento di un nuovo equilibrio interiore. Per celebrare il solstizio possiamo fare cose molto semplici. Ad esempio alzarci allalba e osservare il sole che spunta, meditando sulle sue qualit e sul suo destino: la massima forza coincide con linizio del suo declino. Possiamo bagnarci con la rugiada solstiziale oppure accendere un piccolo fal nel nostro giardino la vigilia del solstizio e organizzare un piccolo festino con i nostri amici. Possiamo raccogliere le erbe del solstizio e conservarle come portafortuna. Ma possiamo anche celebrare ritualmente questo momento con una veglia che cominci a mezzanotte, in fondo la notte pi breve dellanno! Se si allaperto si pu tenere acceso un piccolo fuoco oppure si possono accendere candele rosse o dorate, meditare sui significati di questa festa, ascoltare o suonare musica, leggere poesie, magari in compagnia dei nostri amici. Questa veglia ci dar modo di rivedere il nostro anno con le cose iniziate e quelle compiute, nonch di guardare al resto dellanno che si stende davanti a noi. Al momento dellalba possiamo salutare il sole dicendo: Salute a te Sole nel giorno del tuo trionfo!. Sentiamo lenergia solare che pervade il mondo intero e accettiamo il fatto che questo momento di trionfo sia anche lannuncio del declino Possiamo fare offerte di vino e di dolci. LUGHNASADH LA FESTA DEL GRANO Uno dei pi importanti eventi dellanno agrario nellantica Europa era ed ancora il raccolto del grano. Risalente allEt Neolitica, la coltivazione dei cereali ha letteralmente plasmato tutte le civilt europee e mediterranee. La farina e il pane erano letteralmente la vita per le antiche popolazioni. La mitologia pi antica narr di due entit femminili, madre e figlia, che rappresentavano forse il raccolto maturo e il futuro raccolto da seminare, entrambe simboleggiate dallultimo covone mietuto quasi a raffigurare la loro somiglianza e identit. Il folklore europeo ne parl come la Vecchia del Grano, il vecchio spirito o la vecchia divinit che moriva al momento del raccolto per incarnarsi nella Fanciulla del Grano, raffigurata come una bambola formata con le spighe dellultimo covone e conservata come un talismano per tutto lanno. In epoche precristiane queste due figure venivano chiamate Demetra e Persefone, o Cerere e Proserpina Ma non era solo una storia di raccolti e di vegetazione quella che raccontavano gli antichi miti. No, era una storia di morte eresurrezione che coinvolgeva tutti i regni della natura, compreso quello umano. I misteri iniziatici in onore di Demetra e Persefone che si tenevano ogni anno nellantica citt greca di Eleusi rivelavano che la morte solo un passaggio verso una diversa esistenza. Cos come Persefone ritornava dal regno dei morti, anche gli iniziati potevanoaspirare alla resurrezione. Il chicco di grano muore ma per rinascere come nuova spiga.Pi tardi la divinit del grano assunse aspetto maschile, il Re o Dio del Grano, figlio o amante delle grandi dee. Tali furono Tammuz e Adone, il primo

riportato in vita dalla sua sposa Ishtar, il secondo destinato a trascorrere met dellanno con la Regina dellOltretomba e laltra met con Afrodite, dea dellamore e della fertilit. Entrambi erano giovani dei che morivano per risuscitare a nuova vita, come il grano. Suggerisce nulla tutto ci? Cera un bosco sacro dedicato ad Adone nei pressi di Betlehem (Casa del Pane)... In molti templi neolitici dellEuropa orientale sono state rinvenute statuette di donne-uccello (la Dea Uccello) e statuette umane che preparano il pane. Ci richiama i motivi del tempio di Afrodite a Pafo, nellisola di Cipro dove Afrodite e Adone furono amanti. Nei paesi celtici del Nord Europa il raccolto dei cereali avveniva pi tardi e prima delle dure fatiche del raccolto ci si concedeva una pausa di festa, contrassegnata il l~ agosto dalla celebrazione di Lughnasadh (pron. Luunasa), la commemorazione di Lugh (nasadh commemorazione o assemblea). In gaelico irlandese Lunasa indica il mese di agosto, in gaelico scozzese la ricorrenza chiamata Lunasda. LIrlanda una terra dove le usanze di Lughnasadh sono sopravvissute fino ai nostri giorni.Nei secoli in cui la religione cattolica era perseguitata dai Protestanti, le masse rurali si radunavano su cime di colline o vicino a sorgenti per celebrare i momenti di passaggio dellanno, obbedendo a tradizioni molto pi antiche del Cristianesimo. LIrlanda ha ancora un cuore pagano,basti pensare al film Ballando a Lughnasa dove tra laltro mostrato anche un festino intorno a un fal in cima ad un colle...Lugh, dio del fuoco e della luce, pu avere derivato il suo nome dalla stessa radice del latino lux, e pare sia una pi tarda e pi sofisticata versione di Bel/Beli/BalOr che regna su Beltane. Lugh legato alle popolazioni agricole che si unirono a quelle pastorali: Beltane una festa pastorale, Lughnasadh una festa pi agraria. Lugh nelle leggende irlandesi era un capo dei Tuatha D Danann, il Popolo della Dea Dana. Nella guerra contro i precedenti abitatori dellirlanda, i Fomori, egli scambi la vita di Bres, capo nemico, con i segreti dellagricoltura: aratura, semina, raccolto. Il re dei Fomori era Balor (lantico Bel), ritenuto nonno o padre di Lugh; ci non deve sorprendere poich nelle mitologie di tutto il mondo un dio che rimpiazza una divinit pi antica, viene sempre collegata ad essa da legami di parentela per poterne ereditare anche violentemente le funzioni. I Tuatha D Danann furono i penultimi invasori dellIrlanda (gli ultimi furono i Milesiani, cio i popoli gaelici) e si imposero ai pi antichi Fomori. Lugh appare cos un Balor rigenerato.Lugh anche divinit delle arti, chiamato ugualmente abile in tutte le arti e luminoso dalla mano abile per indicare le sue capacit. Nel grande racconto mitologico La battaglia di Mag Tured si descrive larrivo di Lugh a Tara, capitale sacra dove possono essere accolti solo coloro che possiedono unarte. I due portinai di Tara interrogano Lugh il quale elenca a una a una tutte le sue specializzazioni ed essi cercano di rifiutargli lingresso dicendo che a Tara esistono gi persone maestre in ciascuna delle arti nominate. Al che Lugh ribatte dicendo che non sarebbe entrato a Tara solo se il re avesse avuto al suo servizio un uomo abile in tutte le arti. Poich nessuno possedeva contemporaneamente tutte le capacit di Lugh, egli entr trionfalmente nella capitale! Lugh era patrono di molte citt, come Lione in Francia, lantica Lugdunum, per lappunto e ci pu essere spiegato col fatto che le citt dei Celti nacquero quasi tutte come fiere di artigiani e costoro trovavano naturale consacrare i nuovi insediamenti alloro patrono. Lugh era detto anche Lamfhada dal lungo braccio, appellativo che lo avvicina al dio solare egizio Aton, raffigurato con raggi dalle lunghe mani. In

alcune leggende egli appare nato da un parto trigemino (cio possedendo una triplice forma), in altre egli sposa tre dee. Questo aspetto trino lo avvicina molto a Brigit, anche essa divinit della luce e delle arti, di cui forse era la controparte maschile. Lugh il padre spirituale del grande eroe irlandese Cu Chulainn, e divenne Llew Llaw Gyffes (leone dalla mano veloce) in Galles e Lud in Inghilterra, figure mitiche i cui miti passarono in quello arturiano di Lancillotto. Nei tempi cristiani il suo posto fu preso dallarcangelo Michele, una pi tarda forma di Lucifero che come Lugh portatore di luce. Le origini della festa di Lughnasadh sono collegate per non tanto a Lugh quanto alla sua madre adottiva Tailtiu, la quale si affatic per preparare le pianure irlandesi allagricoltura e cos mor, dopo aver chiesto che la pianura diventasse la sua tomba. Lugh ordin che gli uomini di Irlanda tenessero una festa annuale allanniversario della sua morte, istituendo i giochi funebri in suo onore. La tradizione di giochi funerari ha paralleli in molte culture, basti ricordare le cerimonie funebri dei guerrieri morti ricordate nellIliade. Il vero scopo della festa il raduno delle popolazioni al momento del raccolto sulle terre coltivate, terre che costituiscono il corpo materiale della Dea della Terra. Gli stessi raccolti sono anche essi parte del corpo della Madre Terra. In questo periodo dellestate avanzata, si erano lasciate alle spalle le fatiche e le preoccupazioni del raccolto del fieno e ci si preparava al raccolto di grano e orzo, le messi che il calore del sole ha fatto maturare. Lughnasadh era occasione di raduni e feste per le trib celtiche, in cui ci si dedicava a giochi, gare e banchetti. Era tempo di mostrare la velocit dei propri cavalli e di competere in gare di abilita e forza: ci era anche un allenamento alle fatiche del raccolto, in cui la velocit e la resistenza erano doti essenziali in epoche prive di macchine. Spesso bisognava fare i conti col cattivo tempo che poteva rovinare il lavoro di un intero anno! Cos i giovani partecipavano a gare di lotta, lancio di aste, tiro con larco e corse di cavalli, giochi tenuti in grande conto in societ guerriere come quella celtica; molte di queste usanze sono state conservate nei Giochi Gaelici che si tengono ancora in Scozia nel mese di agosto. Ma anche le arti erano sotto il patrocinio di Lugh e si tenevano quindi anche competizioni poetiche di Bardi e di musici. I raduni erano occasioni per tenere fiere in cui venivano ingaggiati braccianti e venduti animali. La festa durava due settimane e si diceva che finch sarebbe durata questa tradizione, ci sarebbe stato grano e latte in ogni casa, pace e bel tempo per la festa e il raccolto. Era tempo di baldorie propiziate dal calore estivo e si celebrava linizio del raccolto e lofferta dei primi frutti agli dei (la festa era detta del primo raccolto), cos come pure la potenza della luce solare e labbondanza generosa della natura. Il sole aveva trionfato su venti, gelo e nebbie e ora il raccolto era pronto Ma la fertilit anche un concetto legato alla sessualit umana, cos nellantica Irlanda si celebravano i cosiddetti matrimoni di prova che duravano un anno e un giorno. La localit principale dove si celebravano questi matrimoni era in Irlanda a Teltown, localit che ha preso il nome dalla Dea Tailtiu. Vicino a una fossa dove sgorgava una sorgente era eretto un muro con un foro: uomini e donne stavano sugli opposti lati del muro, senza potersi vedere ma spingendo insieme le mani attraverso il foro le loro mani. Se agli uomini piaceva laspetto delle mani delle donne le afferravano e ci sigillava il patto matrimoniale. Il contratto era rinnovabile, ma se alla scadenza del periodo la convivenza aveva avuto cattivo esito, la coppia non doveva fare altro che ritornare al luogo della cerimonia, mettersi schiena scontro schiena e allontanarsi in direzione opposte. Una separazione consensuale e tranquilla, senza spese per il divorzio!

Questa usanza in realt il ricordo di unantica pratica rituale. La ragione di dare il nome di Lugh alla festa era dovuta alla sua associazione con la Dea Erin alla quale si un in matrimonio connozze di sovranit (banais rigi in gaelico) in occasione del suo accesso alla sovranit dei Tuatha D Danann. Allo stesso modo tutti i re dIrlanda si univano ritualmente alla Dea della Terra, la sola che concedeva loro la sovranit sul paese. A Lughnasdh troviamo il parallelo dellaccoppiamento rituale di Beltane, dove il Dio dellanno crescente sposava la Dea della Terra. Allo stesso modo i matrimoni nei boschi di maggio hanno un corrispondente nei matrimoni di Teltown e degli amori nei campi di grano a Lughnasad. Ma occorre tener presente che le nozze rituali di Lugh rappresentano un accoppiamento sacrificale, in armonia del resto col sentimento di morte che aleggia su questa prima festa di autunno. Secondo lo studioso James Frazer, questo era il tempo in cui il re sacro era ritualmente ucciso e il nuovo re sposava la Dea Madre. Cos Lugh moriva e rinasceva in accoppiamento con la Dea, unendo in un unico tema di sacrificio la fertilit umana e quella della terra. A noi tutto ci pu sembrare paradossale, come pure il collegamento dei giochi funerari in onore di Tailtiu con le feste nuziali di Lugh. Per comprendere il paradosso delle nozze di Lugh dobbiamo comprendere che le pi tarde aggiunte alla leggenda hanno deformato il ruolo della Dea: infatti, pare che in origine i funerali fossero tenuti in onore del Dio che moriva in quanto Dio del Grano e dellanno crescente. Le nozze erano quindi quelle del Dio dellanno calante, suo gemello e sostituto.Troviamo questi aspetti nella leggenda gallese di Llew (figura che come si detto ripete quella di Lugh). Egli visit il castello di sua madre Arianrhod recandosi l con un coracle, antica e tipica imbarcazione irlandese che simboleggia forse il cesto del raccolto con cui le divinit solari viaggiavano per recarsi dove li attende la Grande Dea. Caer Arianrhod, il castello della Ruota dArgento era un altro nome della costellazione della Corona Borealis, costellazione circumpolare che non tramonta e quindi ritenuta dimora ultraterrena di divinit e di eroi defunti. Il viaggio di Llew altro non che il viaggio compiuto in qualit di re dellanno crescente dopo il proprio sacrificio e in attesa di rinascita. Llew nelle leggende spos Blodeuwedd, donna creata con i fiori e quindi figura rappresentativa della Giovane Dea della Vegetazione. In seguito Blodeuwedd trad Llew con Grown il Forte e lo uccise, sacrificandolo e sposando il suo sostituto, il re dellanno calante. Anche in Irlanda gli aspetti sacrificali sono adombrati dalle leggende su Crom, dio sacrificale associato a Lughnasadh e chiamato anche Crom Cruach (il piegato del tumulo) o Crom Dubh (il piegato dal nero colore). Lultima Domenica di luglio in Irlanda la Domenica di Crom Dubh, in cui ha luogo un grande pellegrinaggio sul monte Croagh Patrick dove si dice che San Patrizio sconfisse una schiera di demoni. Il sacrificio di Crom era compiuto anticamente sacrificando un suo rappresentante umano presso una pietra fallica circondata da altre dodici pietre, essendo questo il tradizionale numero dei compagni del reeroe sacrificale. Il Libro di Leinster cita dodici idoli di pietra e la statua doro di Crom. Pi tardi i sacrifici umani furono rimpiazzati da quelli di un toro. Crom, come pure Balor o Bres, una forma antica del dio luminoso che produce raccolti, rimpiazzata da Lugh in qualit di nuovo Dio che gli sottrae i frutti del suo potere. Nelle leggende Crom Dubh era sepolto nel terreno fino al collo per tre giorni e poi liberato una volta che i frutti del raccolto erano stati garantiti: un segno del successo del rituale era labbondanza di mirtilli, presagio di raccolti

abbondanti. Ci rimase nel folklore col nome di Domenica del Mirtillo dato alla Domenica di Crom Dubh, con i giovani che vanno a raccogliere questo frutto. La sepoltura di Crom e la sua liberazione ci rinviano dunque al tema di sacrificio e di rinascita di Lughnasadh.Lughnasad pass nel folklore britannico con il nome di Lammas, abbreviazione di Loaf-mass (dallAnglo-Sassone Hlaf-maess) o messa della pagnotta poich con il primo grano raccolto si preparava un pane propiziatorio, offerto nelle chiese come parte di riti eucaristici. Lantica divinit divenne John Barleycorn, lo spirito del grano o dellorzo che muore stritolato nella macina per domare farina agli uomini o annegato nella distillazione per produrre whisky.Non a caso nel mito celtico la dimora funebre di re ed eroi era rappresentata come una costruzione circolare e rotante, il Castello della Ruota dArgento: non forse questa una raffigurazione poetica del mulino con la sua macina sacrificale?Ma lo stesso simbolo viene raffigurato dalla ruota che viene accesa e fatta rotolare gi per il pendio di una collina, usanza ancora oggi celebrata in Scozia, Germania e Svizzera. A volte la ruota finisce in un fiume, cos come la ruota delle stagioni inizia il suo declino. Questa ruota nuovamente la ruota solare che abbiamo gi visto nelle feste del Solstizio estivo. Lughnasadh ripete in un certo senso alcuni simboli solstiziali, essendo il culmine e linizio del declino nel ciclo delle feste celtiche allo stesso modo in cui il Solstizio estivo culmine e inizio di declino nelle feste astronomico-solari.La festa viene celebrata anche con fuochi rituali accesi in cima alle colline, come in Galles, nellisola di Man e in Irlanda, dove i fal sono anche occasione di danze di licenziosit.La pianta sacra di Lughnasadh la spiga di grano o di orzo. Lugh e Llew sono divinit del grano, di morte e di rinascita, perch il grano tagliato rinasce come farina e pane. Durante i raccolti si credeva anticamente che una forza sacra (chiamata dai Russi il Vecchio, da altri popoli slavi la Vecchia, e nei paesi germanici la Madonna del Grano) si incarnasse nellultimo covone mietuto. Questo spirito del grano era identificato spesso nellultimo mietitore che raccoglieva lultimo covone. In tempi antichi egli era sacrificato e le sue ceneri sparse nei campi. Poi si pass a sacrificare animali e bruciare fantocci, ma il significato era sempre quello:il sacrificio della divinit primordiale, che moriva come Re del Grano e il cui sangue benediceva la terra , garanzia di futuri e abbondanti raccolti. La festa del sole calante il punto di svolta in cui lUomo Verde di Beltane si prepara a diventare lUomo Grigio della morte in autunno, quando inizia il suo viaggio verso lAltro Mondo. Ora, infatti, il tempo in cui si arresta la crescita nel mondo vegetale per permettere al raccolto di maturare. Nel folklore europeo, durante i rituali dellultimo covone, si estraggono i chicchi del futuro raccolto e si spargono le ceneri delle spighe per fertilizzare la terra. Il tema di morte e rinascita non negava quello della fertilit, espresso dalle orge rituali durante le feste del raccolto che, riattualizzando il mitico caos primordiale, rinnovavano il ciclo dellanno e la fecondit della terra: fertilit umana e fertilit della Natura. Eros (amore) e Tanathos (morte) costituiscono un binomio inscindibile anche in questo periodo dellanno. CELEBRARE LUGHANASADH Questo momento dellanno, dominato dal calore solare e dalla generosit della Natura, vede la fine degli sforzi umani per portare a compimento il ciclo agrario con il raccolto.Lughnasadh per noi dovrebbe essere tempo di gioia e di vacanze, un periodo in cui raccogliamo e godiamo i frutti delle nostre fatiche. Le cose che

abbiamo portato a termine al Solstizio ora sono mature e possiamo vedere i primi risultati delle nostre azioni intraprese nei mesi precedenti.Ma anche un momento di preparazione per il futuro, di riflettere che presto sar autunno e che dovremo affrontare una fase diversa. Per capire limportanza di questa festa nella nostra vita psichica, ci occorre comprendere limportanza del tema di morte e di rinascita nelle nostre vite. Diventiamo consapevoli che la vita umana cresce e poi declina, una ruota che deve continuamente essere equilibrata. Questo il culmine dellanno ma anche linizio del processo del suo declino. E utile comprendere lidea del sacrificio in termini di trasformazione, non tanto di morte bens di lasciare andare via qualcosa per arrivare ad un pi alto livello creativo nella nostra vita. Il grano sacrificato diventa pane, il frutto viene raccolto in modo che ci possa nutrire. Lughnasadh festa di trasformazione e la rinascita la legge perpetua della Natura.Proviamo ad andare nei campi dopo la mietitura: se saremo fortunati potremo trovare alcune spighe sopravvissute alle implacabili mietitrebbiatrici. accogliamole e formiamo con esse una bella ghirlanda intrecciata con nastri dorati, il colore del dio Lugh. Conserviamola in casa o regaliamola alla persona pi cara, come auspicio dabbondanti raccolti materiali e spirituali nelle nostre vite.Se vogliamo provare a celebrare in maniera rituale questa festa, potremmo farlo allalba del l~ agosto oppure nel pomeriggio della stessa giornata. Ci si procura alcune spighe di cereali, alcune manciate di chicchi di grano, una pagnotta di pane e una coppa di vino. Si accendono tre piccoli fuochi oppure (se non possiamo celebrare questo rituale allaperto) tre candele gialle o dorate. Si inizia da quello di destra dicendo: In onore di Lugh, Dio della Luce. Poi si passa ad accendere il fuoco o la candela di sinistra dicendo: In onore della Dea della Terra. Infine si accende il fuoco (o la candela) centrale dicendo: In onore del Re del Grano che muore per donarci la vita. A questo punto con le spighe che ci siamo procurate formiamo un mazzo, legandolo con un nastro giallo o dorato e collocandolo nello spazio davanti alle tre candele o ai tre fuochi. Si prende una manciata di chicchi di grano e si compie lentamente un giro a spirale attorno al nostro mazzo di spighe, verso lesterno e in senso antiorario. Camminando si lascia cadere lentamente il grano dietro di noi, dicendo: Percorro il sentiero della Madre Terra: Dopo aver compiuto tre giri intorno al mazzo, ci si ferma in meditazione sul significato del grano e poi si ritorna verso il mazzo, sempre muovendo a spirale ma stavolta in senso orario. Si lasciano cadere altri semi di grano, dicendo: Percorro il sentiero del Dio della Luce. Ci si ferma in meditazione sul Dio Sole che sta per iniziare il suo viaggio nellAltro Mondo. Poi si leva in alto il pane, indi la coppa di vino e si consumano questi cibi, lasciando briciole e gocce di vino da versare sulla terra. Capitolo VI EQUINOZIO DI AUTUNNO IL TRAMONTO DELLANNO AllEquinozio di Autunno il sole, nel suo cammino apparente nel cielo, incrocia nuovamente lequatore celeste e ancora una volta nel corso dellanno giorno e notte si equivalgono nella loro durata, ma stavolta il percorso segue una direzione opposta a quella dellequinozio primaverile, passando dallemisfero settentrionale dello zodiaco a quello meridionale. Il sole scende letteralmente agli inferi e le tenebre cominciano a prevalere sulla luce. In molti circoli druidici contemporanei lEquinozio autunnale viene chiamato Alban Elued, Luce

dellAcqua in gaelico: infatti lacqua raffigura loceano cosmico in cui si immerge il sole nella parte calante dellanno, la misteriosa profondit marina che diviene sempre pi scura man mano che i giorni si accorciano. Gli antichi concepivano la terra come galleggiante nellacqua (o meglio indicavano col nome di terra la regione dello spazio sovrastante la fascia dellequatore celeste e acqua quella sottostante) e il Solstizio estivo era connesso con le spiagge, il luogo di mutamento ed equilibrio tra lanno crescente e quello calante al punto pi alto del sole. Lacqua la sfera dellEquinozio autunnale, lanno discendente nelloceano.E un momento di passaggio, critico come tutti i momenti sacri dellanno di cui abbiamo parlato, quando la barriera tra il mondo visibile e quello invisibile si fa pi sottile. Gli antichi lo consideravano un periodo propizio ai riti misterici. Si celebravano ad esempio quelli di Mithra, signore e animatore del cosmo e allo stesso tempo mediatore fra le divinit e gli esseri umani, cos come lasse degli equinozi intermediario tra le due fasi dellanno. Mithra veniva spesso raffigurato in mezzo a due portatori di fiaccola, uno (Cautes) con la torcia sollevata in alto a simboleggiare lequinozio di primavera e laltro (Cautopates) con la torcia abbassata a indicare lEquinozio di Autunno. Pi tardi le funzioni di Mithra vennero assunte dallarcangelo Michele, la cui festa, insieme a quella degli altri due arcangeli Gabriele e Raffaele ricorre il 29 settembre. Il periodo equinoziale di autunno chiamato appunto Michaelmas nei paesi anglosassoni.Michele arcangelo di fuoco e di luce, alter ego e gemello di Lucifero:ora il momento di congedarci dalla luce.Ma il mese di settembre era anche il periodo in cui si svolgevano i Grandi Misteri di Eleusi. I rituali eleusini, basati sul simbolismo del grano, celebravano il mito di Demetra e sua figlia Persfone: il loro momento culminante era la presentazione agli iniziati di una spiga di grano accompagnata dalle parole nel silenzio ottenuto il seme di saggezza. Nel mito classico Persefone venne catturata da Ade, Dio degli Inferi. Sua madre Demetra, Dea del Grano, la cerc ovunque lamentando la perdita della figlia e rifiutando di fare fiorire e fruttificare la terra. Il suolo divenne spoglio e desolato, e lumanit invoc il soccorso degli dei. Alla fine, stanca, Demetra sedette per nove giorni e nove notti e gli dei le fecero sbocciare papaveri tuttintorno. Respirando il loro profumo soporifero Demetra si addorment e nel frattempo gli dei riuscirono ad ottenere da Ade il ritorno di Persefone. Ma siccome la giovane Dea aveva mangiato tre semi di melograno, cibo dellAltro mondo offertole da Ade, fu destinata a trascorrere tre mesi ogni anno nel mondo infero, mesi durante i quali linverno cadeva sulla terra. Persefone era discesa agli inferi come il sole discende negli inferi celesti, e come il sole ne sarebbe ritornata con la promessa della rigenerazione della Natura.Se Lughnasadh linizio del raccolto, rappresentandone laspetto sacrificale, il tema stagionale dellEquinozio la fine del raccolto, il suo completamento. Ma anche il momento del secondo raccolto dopo quello dei cereali:quello della frutta e delluva. Dioniso, nato secondo certi miti proprio dalle nozze di Persefone e AdePlutone, il dio della vite e dellebbrezza. Il processo che conduce alla fabbricazione del vino era per gli antichi cos misterioso e il prodotto finale cos sacro (come ogni altra sostanza capace di indurre modificazioni nello stato di coscienza) che ogni fase della raccolta delluva veniva accompagnata da rituali. Il vino pressato veniva poi messo in botti dove il succo alcolico passava attraverso una seconda fermentazione fino a diventare vino.Questo processo era per gli antichi affine alla trasformazione spirituale che ha luogo durante le ini-

ziazioni. Sembra quasi che la fermentazione nel buio delle cantine sia immagine speculare alla trasformazione che avveniva negli iniziati durante i riti misterici nel buio dei santuari sotterranei. Non per nulla lalcool stato chiamato spirito... Se il vino dominava i culti misterici mediterranei, nelle Isole Britanniche si celebrava John Barleycorn, lo spirito del grano che rinasce nel whisky, lacqua di vita dei Celti. I Celti chiamavano lEquinozio autunnale anche col nome di Mabon, il giovane dio della vegetazione e dei raccolti. Mabon, indicato col nome di Maponus nelle iscrizioni romano-britanne, il figlio di Modron, la Dea Madre: rapito tre notti dopo la sua nascita, venne imprigionato per lunghi anni fino al giorno in cui venne liberato dal Re Art e dai suoi compagni. Il suo rapimento lequivalente celtico di quello di Persefone: un simbolo evidente dei frutti della terra che sono immagazzinati in luoghi sicuri e poi sacrificati per dare la vita agli uomini.In questo periodo, un po ovunque si tengono feste del raccolto, con abbondanza di cibo e di bevande. C grande sollievo, ora che le messi e i frutti sono stati raccolti e immagazzinati. Un tempo, il raccolto costituiva la riserva di provviste da conservare per il sostentamento durante linverno. Le divinit della terra venivano ringraziate per i loro doni, auspicando un futuro ritorno dellabbondanza negli anni successivi. Queste celebrazioni avevano un atmosfera di dolce malinconia. Il Dio del Grano era morto, cos come moriva il Dio del Sole. Egli viaggiava ora nellAltro Mondo, discendendo agli inferi per addormentarsi nel grembo della Dea Madre, da dove sarebbe rinato al Solstizio dInverno. Pi che una morte dunque, si trattava di un lungo sonno. Il poeta e scrittore Robert Graves, parlando degli aspetti della Grande Dea ci dice che se allEquinozio di Primavera lei si presentava sotto laspetto delliniziazione, allEquinozio di Autunno era nel suo aspetto di riposo, il riposo che attendeva gli iniziati dopo le fatiche della vita. La malinconia era dunque dolce perch cera la consapevolezza di una rinascita a una diversa condizione di vita. I due temi stagionali del sole e del raccolto condividevano con lumanit un universale ciclo di nascite, morti erigenerazioni.Nelle feste del raccolto aveva un posto donore un oggetto simbolico che abbiamo incontrato pi volte nelle feste sacre: la Bambola del Grano, formata dalle ultime spighe raccolte e legate con un filo solitamente rosso. La bambola, se non veniva sepolta nei campi a scopi propiziatori, era conservata fino alla fine del raccolto dellanno successivo. Essa veniva chiamata a volte Ragazza delledera, perch ledera, che rimane verde durante linverno, il simbolo della vita che continua: crescendo a spirale appare come un simbolo di rinascita (la vita che ritorna ciclo dopo ciclo) e come pegno di rinascita del Dio, sia come nuovo sole al Solstizio, sia come nuovo raccolto in primavera.La pianta sacra dellEquinozio di Autunno la mora selvatica. In molti luoghi si dice che le more non dovrebbero essere pi mangiate dopo la fine di settembre, perch il diavolo le guasta. Ci legato ad antiche usanze secondo le quali i prodotti della terra non raccolti nel loro momento stagionale appartengono agli spiriti di Natura: in realt si trattava delle offerte lasciate alle divinit.La mora selvatica un sostituto della vite nel simbolismo agrario dei paesi nordici. Robert Graves aveva ipotizzato lesistenza di un antico calendario arboreo nel quale lEquinozio autunnale viene prima della fine del mese della Vite e dellinizio del mese dellEdera, due piante che crescono a doppia spirale, simbolo di rinascita come abbiamo gi visto. Sempre secondoGraves il cigno luccello dellEquinozio in quanto simbolo dellimmortalit dellanima e guida dei morti nellaldil (Apollo, dio solare greco,

vola su un carro trainato da cigni fino alla sua nordica dimora invernale, tra gli Iperborei). CELEBRARE LEQUINOZIO DI AUTUNNO Gli equinozi, tempi di attivit sospesa, sono periodi in cui le persone cambiano i loro ritmi vitali, adattandoli ad una fase stagionale diversa. Per questo motivo sono epoche di turbolenza fisica e psichica.Anche meteorologicamente sono momenti in cui le masse di aria calda si raffreddano provocando le cosiddette tempeste equinoziali, che i navigatori conoscono fin troppo bene. E necessario conoscere il significato e limportanza di queste fasi naturali cos che la loro turbolenza ci dia energia invece di svuotarci. Tuttavia, se durante lEquinozio di Primavera si andava verso una stagione di crescita e di azione, stavolta ci si muove verso una stagione di declino. Fisicamente quindi, sar opportuno concederci pause di riposo, dopo lo stress della calura estiva e di vacanze spesso frenetiche, prima di affrontare i rigori dellinverno. Se si ha la possibilit, ci si pu concedere una breve vacanza settembrina a scopo esclusivamente riposante. Sono molto indicati in questo periodo anche esercizi di rilassamento e di respirazione. Ci possiamo concedere attivit fisiche non particolarmente impegnative: questo il periodo ideale per passeggiate ed escursioni in campagna e in collina, anche per salutare la Natura che si prepara al suo riposo invernale.Limmagazzinamento e la trasformazione dei prodotti della terra segna il completamento di un ciclo vitale che si riferisce non solo ad un evento vegetale e naturalistico esteriore ma, come abbiamo pi volte ribadito, anche alla nostra esistenza umana. Se il tema cosmico del declino della luce ci spinge alla riflessione, allintroversione, allentrare in noi stessi dopo la frenesia primaverile ed estiva, il tema vegetale e agrario ci suggerisce un atteggiamento di ringraziamento:per i frutti della terra e per le esperienze dellanno trascorso, le lezioni imparate che sono il raccolto delle nostre esistenze.Infatti, psicologicamente tempo di riflessione e di contemplazione, di ringraziamento per i frutti della terra e per le esperienze che abbiamo avuto durante lanno. Uno dei temi su cui possiamo meditare, ispirandoci allimmagazzinamento dei frutti.della terra, riguarda tutto quello che avvenuto nella nostra vita. Prendiamoci un po di tempo per riflettere su quello che ci accaduto e su quello che abbiamo raccolto o imparato durante lanno.Approfittiamo quindi di questo periodo per fare il punto della situazione: possiamo a questo scopo trascrivere in un diario tutto quello che siamo riusciti a realizzare, come pure le cose che non siamo riusciti a fare secondo i nostri progetti e i motivi che ci hanno impedito la loro realizzazione.Come ogni festa dellanno anche lEquinozio va visto come una piccola iniziazione ad un nuovo livello di consapevolezza.Ora la parte alta dellanno terminata ed tempo di volgersi allinteriorit. Noi entriamo nella parte declinante della Ruota dellAnno: tempo di viaggiare nelloltremondo e di esplorare il s, incontrando quegli aspetti di noi che ostacolano la nostra vita interiore. Entriamo nel tempo del buio, ma privati della luce esteriore, possiamo incontrare lilluminazione interiore. Cos, riflettiamo sui misteri della trasformazione attraverso la morte e prepariamoci per larrivo dellinverno e alla nostra trasformazione interiore. Ricordiamoci soprattutto che come la morte del Dio della Vegetazione significa trasformazione, rigenerazione e rinascita, cos anche noi rivedremo la luce rigenerati e rinnovati.Quindi

possiamo dedicare il periodo dellEquinozio alla meditazione, alla visualizzazione guidata, alla riflessione sui nostri sogni. E un buon momento per dedicarci a tutte quelle attivit che ci pongono a contatto con il nostro inconscio.Se ce la sentiamo e soprattutto se abbiamo loccasione di incontrare validi maestri, possiamo praticare tecniche sciamaniche, come quelle dei Nativi Americani, particolarmente adatte ai viaggi nei mondi spirituali. E una buona cosa ringraziare la Grande Madre Terra con un piccolo festino: invitiamo i nostri amici, offriamo loro i frutti di stagione e ammiriamo il fresco tramonto di settembre ricordando i giorni trascorsi insieme nellanno! Possiamo decorare la tavola con foglie, noci e frutti di stagione.Se desideriamo fare qualcosa di pi complesso per celebrare questo periodo dellanno possiamo celebrare un piccolo rito di ringraziamento, allaperto o al chiuso, come desideriamo.Sarebbe preferibile il tardo pomeriggio, osservando il sole che tramonta. Si pu accendere una candela blu: il colore delloceano cosmico in cui tramonta il sole, il colore sacro dellOccidente. Diciamo Ti salutiamo Dio Sole easpettiamo la tua rinascita. Su un tavolo o su un altro ripiano possiamo aver disposto frutti di stagione e una coppa di vino. Dopo averli presentati al sole che tramonta diciamo:Ti ringraziamo Madre Terra per i doni che ci hai dato. Meditiamo quindi sui temi di questa stagione e sulle buone cose che abbiamo ottenuto nelle nostre vie durante lanno trascorso. Poi consumiamo i frutti e beviamo il vino, ricordandoci, come abbiamo imparato a fare, di lasciarne una parte per la terra e le sue creature. Capitolo VII SAMHAIN LA FESTA DELLOSCURIT Lautunno inoltrato, con larrivo delle nebbie e dei primi freddi un altro punto di svolta della grande Ruota dellAnno. In questo periodo infatti, al primo novembre, cade la grande festa celtica di Samhain (pron. souin). Samhain in gaelico irlandese indica il mese di novembre e il corrispondente gaelico scozzese Samhuin (pron. soven) la festivit di Ognissanti. Questa ricorrenza, il cui nome significa fine dellestate, rappresenta la controparte di Beltane, larrivo della parte oscura dellanno, linizio stagionale dellinverno (mentre quello astronomico determinato dal Solstizio dInverno). Come si accennato in precedenza, gli antichi Celti avevano in origine due sole stagioni, Geimredh che iniziava a Samhain e Samradh che iniziava a Beltane (pi tardi furono aggiunte altre due stagioni, Earrach con inizio a Imbolc e Foghamar a Lughnasadh). Samhain era il capodanno celtico: infatti, per gli antichi Celti, l~anno iniziava con la sua parte oscura, allo stesso modo in cui il giorno iniziava con le ore notturne. Le feste celtiche iniziavano sempre al crepuscolo del giorno precedente: ancora oggi nei paesi anglosassoni si celebra Halloween cio All Hallows Eve o Vigilia di Ognissanti (come stata cristianizzata tale ricorrenza), cos come si festeggia May Eve a Beltane.Nella tradizione celtica, al pari di altre culture, il giorno che segna la fine di un ciclo e linizio di un altro, non appartiene a nessuno dei due (n al passato n al futuro) ma un tempo oltre il tempo, una scintilla delleternit. Tutti i confini, siano essi spaziali o temporali, hanno in moltissime tradizioni antiche una valenza magico-sacrale: un luogo come la spiaggia non appartiene n allacqua n alla terra, cos lalba e il crepuscolo non appartengono n al giorno n alla notte. Mezzanotte unora magica perch al

confine fra due giorni. Questi luoghi e questi tempi presentano al tempo stesso pericoli e opportunit di conoscenza perch si pu attraverso essi entrare nellAltro Mondo allo stesso modo in cui energie dellAltro Mondo possono entrare nel nostro mondo quotidiano. Il momento in cui una stagione cede alla successiva particolarmente significativo da questo punto di vista, come abbiamo visto a proposito della festa di Beltane. Samhain ancora pi cruciale perch linizio di un nuovo anno, per questo motivo pi di ogni altra festa annuale un momento critico: non appartenendo al tempo quotidiano, esso costituisce un passaggio fra la realt del nostro mondo e altre dimensioni. Se ogni festa costituisce al tempo stesso un inizio e una fine, Samhain un momento speciale perch il velo del tempo si solleva e si pu comunicare con gli altri livelli di esistenza in maniera pi chiara che mai. In questo giorno i vivi possono visitare il mondo dei morti e i morti possono tornare tra i vivi (anzi, ad esser pi precisi, tutto il periodo compreso tra Samhain e il Solstizio dinverno un tempo di contatti con spiriti ed entit dellAltro Mondo, perch siamo nella notte dellanno). Le porte del Sidhe (laldil celtico) si aprivano e n gli umani, n gli esseri fatati avevano bisogno di un lasciapassare. Nella File na Marbh, la festa dei morti, si ritornava al caos primordiale. Secondo unantica concezione pagana si festeggiava la vita nella morte con una celebrazione che non aveva nulla di triste, quasi a ricordare che ogni fine un nuovo inizio e ogni morte in questo mondo una nascita nellaltro mondo. Cos da un lato si propiziavano i morti, dallaltro si dava luogo a disinibite feste che riaffermavano il valore della vita di fronte allincombente oscurit. Samhain pu sembrare un inizio strano per il nuovo anno, ma lesistenza per gli antichi era una ruota, in cui la morte intesa come fenomeno naturale precedeva necessariamente qualsiasi nuova nascita. Di tutte queste credenze rimasta qualche eco nelle celebrazioni cristiane dei defunti, il 2 novembre, mentre la festa di Samhain fu cristianizzata come Ognissanti e spostata dalla data originaria del 13 maggio dal papa Gregorio IV nellanno 834. La festa fu per estesa a tutto il mondo cristiano solo nel Samhain, preceduto dalla notte conosciuta ancora oggi in Scozia come NosGalan-Geaf (Notte delle Calende dInverno) era una festa celebrata dagli antichi Celti in manjera solenne, con banchetti e festini che potevano durare anche una settimana intera. Vi era una ragione pratica: in questo periodo il bestiame proveniente dai pascoli estivi veniva radunato nelle stalle e in base alle scorte di foraggio, si macellavano tutti i capi in eccesso. La carne che non poteva essere conservata veniva consumata da tutti i membri della trib, perfino dai pi poveri che venivano generosamente ospitati dai nobili e dai capi. Anche tutti i prodotti della terra dovevano essere raccolti entro il 31 ottobre: ci che rimaneva era abbandonato ai Pca, folletti dispettosi e malvagi. Infatti Samhain era anche il giorno che celebrava la fine dellultimo raccolto dellanno, quello delle mele, frutto sacro in molte tradizioni. Altro raccolto, celebrato dai Celti, era quello delle nocciole, frutto simbolo della sapienza magica. Non un caso se in molte leggende mele e nocciole rappresentano i frutti dellAltro Mondo, donati agli umani da divinit o da esseri fatati! Il nocciolo era sacro ai Celti, simbolo di saggezza e di segreta conoscenza: una leggenda narrava che nove noccioli sacri circondavano la sorgente di Connlas, in Irlanda, portando frutti e fiori nello stesso tempo. In molte culture, non solo quella celtica, il legno di nocciolo era il pi indicato per bacchette magiche o rabdomantiche. In quanto allaltro frutto di Samhain, tra i frutti che la stagione autunnale ci

offre nessuno pi presente nei miti e nelle tradizioni dellOccidente quanto la comune mela. Sicuramente uno dei primi frutti coltivati in Europa (resti fossili sono stati rinvenuti in antichi insediamenti del Neolitico), la mela riassume in s molti significati simbolici, che fanno capo alla triade di amore - conoscenza morte. La mela rappresenta innanzitutto lamore: in molti luoghi gettare una mela ad una persona era considerato una dichiarazione damore. Nella mitologia greca il giovane principe Paride doveva offrire una mela alla Dea pi bella: scelse Afrodite, come era ovvio e anche logico, dato che il frutto era sacro a quella Dea. Ma la mela sempre stata anche un frutto di conoscenza: conoscenza proibita come nel caso della Bibbia, ma pi spesso come conoscenza da coltivare. Infatti nella tradizione celtica il legno del melo uno dei nove Legni Sacri dei Druidi, usato per accendere i fuochi delle cerimonie sacre. Lo stesso albero raffigura poi una delle lettere dellalfabeto arboreo druidico, la Q (Quert il nome del melo in gaelico). La mela nasconde al suo interno un simbolo sacro: se si taglia il frutto orizzontalmente (e non verticalmente come avviene di solito) si vedr al centro una stella a cinque punte, la cui simmetria riflette la Sezione Aurea del numero sacro ai pitagorici. Il pentagramma o pentalpha un simbolo presente in numerose tradizioni. Non mancano poi i miti che collegano la mela allimmortalit. La Dea nordica Idhunn dispensava questi frutti agli altri Dei, consentendo loro di conservare leterna giovinezza. La mela possiede tutti questi significati simbolici perch un frutto che rappresenta al tempo stesso la morte e limmortalit. Per quanto possa sembrare strano i suoi semi contengono una sostanza chiamata cianide tale da uccidere un adulto che ne mangi mezza tazza. Le favole ci raccontano di personaggi che cadono in un sonno cos profondo da essere scambiato per morte: chi non ricorda la storia di Biancaneve? Ma il mito unisce sempre un significato al suo opposto e cos la mela anche frutto di immortalit. In quanto tale essa il frutto magico dei regni dellAltro Mondo, offerto dagli esseri fatati agli umani o ricercato dagli eroi che intraprendono viaggi lunghi e pericolosi. Nel mito greco la mela il frutto del Giardino delle Esperidi, mentre nelle fiabe il frutto che cresce nel giardino della Regina delle Fate. Il melo lalbero sacro di Avalon, il cui nome significa appunto Isola delle mele. Del resto, questo frutto domina lintera mitologia celtica: cibo sacro dei Tuatha De Danann (gli Dei dellantica Irlanda) la mela fruttifica con noci e ghiande contemporaneamente sui rami dei cinque alberi sacri dIrlanda. Un ramo di melo, recante allo stesso tempo germogli, fiori e frutti, era il Ramo dArgento che consentiva al suo possessore di entrare nel regno degli Dei. Un altro mito irlandese narra di come un guerriero si avvicin un giorno alle mura della capitale Tara recando con s un ramo dargento con tre mele capace di emettere una dolcissima musica che faceva addormentare chiunque, tranne leroe Cormac; il guerriero era il Dio Manannan mac Lir, sovrano di Emain Ablach, la Terra delle mele (cio di nuovo Avalon). Un frutto cos prezioso tuttavia nasconde pericoli. Nella antica ballata inglese Thomas il Rimatore, la Regina delle Fate mette il guardia il poeta Thomas dal cibarsi delle mele che crescono nei giardini fatati: mangiare il cibo dellAltro Mondo significa infatti non poter pi fare ritorno nel mondo degli esseri umani! Di tutti questi antichi significati rimasta qualche eco nel folklore europeo: le mele sono usate negli incantesimi per tenere unita una coppia o trovare lanima gemella (lamore), il legno del melo si utilizza per costruire talismani per la

longevit (eterna giovinezza e immortalit), mentre un ricordo del cibo degli dei e delle fate permane nel Nord Europa sotto forma di sidro (vino di mele) o di wassail (sidro bollito con spezie e mele intere), bevande consumate durante il Solstizio dInverno o ad Halloween come augurio di prosperit.Come melle altre feste celtiche amiche a Samhain il fuoco aveva un ruolo importante, considerato come simbolo della scintilla della vita futura che rifiorir in primavera. Alla vigilia della festa tutti i fuochi delle case venivano spenti e la gente si raccoglieva sulle cime delle colline, dove era stato preparato un grande fal. Tutti attendevano in silenzio e nelloscurit che trascorresse lora fatale tra le stagioni e che gli spiriti si fossero allontanati. Poi il sacro fuoco era acceso dai druidi e, passato il pericolo, la gente festeggiava con grande gioia. Allalba ciascuno avrebbe preso una torcia dal fal per riaccendere il proprio focolare domestico.Il fuoco di Samhain era anche un faro e una guida per le anime perdute, le quali potevano usare la sua luce per andare o tornare nel loro luogo di riposo.Echi dei fuochi di Samhain permangono nelle candele collocate allinterno di zucche intagliate a forma di testa umana. Forse un lontano ricordo dei crani collezionati dai guerrieri Celti? Queste zucche (ma in molte zone anticamente si utilizzavano anche rape) prendono il nome di Jacko-lantern, nome dato anche al fenomeno naturale della luminosit che appare nel cielo orientale dopo il tramonto. Se volessimo cercare un ulteriore significato simbolico, possiamo supporre che dal momento che lovest la direzione associata alla morte, lest simboleggia la luce della sopravvivenza spirituale.Ancora oggi molte tradizioni di Samhain sono sopravvissute, specie nei paesi anglosassoni. Numerosi sono gli echi pagani nella festa di Halloween negli Stati Uniti, dove gli spiriti dei defunti e gli esseri fatati sono interpretati da bambini mascherati che passano di casa in casa potessero cercare vendetta o comunque punire il comportamento irrispettoso dei viventi. Di notte a Samhain si evitava di uscire se non per accendere il sacro fuoco. Daltro canto i morti rappresentavano potenze benefiche da propiziarsi per far crescere i semi del nuovo raccolto e la propiziazione era una faccenda seria quando la sopravvivenza dipendeva da essa.. I defunti erano infatti assimilati ai semi. Nellantichit linverno era la stagione dei morti perch era una stagione dura: molte persone sarebbero morte di fame, freddo o malattie allora incurabili, la morte era sempre qualcosa di molto vicino. Anche la vita vegetale moriva, ma il suolo era visto come il corpo della Madre Terra, dove i buchi per i semi erano il suo grembo. I semi giacevano nella terra e da essi nasceva nuova vita. Nel Neolitico i defunti venivano sepolti in posizione fetale, ad aspettare una nuova nascita dal grembo della Dea. Pi tardi vennero sepolti in tumuli che avevano camere sepolcrali a forma di grembo. Questi tumuli vennero considerati in seguito le colline cave, dimore di spiriti e di fate, da cui uscivano appunto a Samhain. Ma probabilmente i costruttori di tumuli avevano inteso costruire non tanto delle tombe bens dei luoghi di iniziazione, nei quali dovevano avere luogo solenni ceriomnie nei periodi delle feste sacre. E possibile supporre che gli iniziati si sottoponessero ad una sorta di morte rituale ed entrassero nei tumuli che erano gli uteri della madre terra. Al sorgere del sole forse gli iniziati uscivano risalendo gli stretti corridoi dei monumenti, e ritornavano nel mondo come nuovi esseri, nati due volte. Sui tumuli e nelle camere sepolcrali, come a Newgrange, appare il simbolo della doppia spirale. Nelle antiche civilt essa era un simbolo di iniziazione. La spirare verso linterno rappresenta la morte delliniziato, il centro il luogo di rigenerazione e la spirale verso lesterno la rinascita. Allo stesso modo si pensava che il Dio del Sole o del Grano avesse affrontato il viaggio iniziatico nel regno delloscurit, dove ora egli regnava come sovrano, il Re Oscuro o Re dellAgrifoglio. Anche la Dea della Terra appariva una potenza oscura, come la celtica Cailleach (la Velata, dal gaelico irlandese caille

- velo -), il cui animale totemico era il corvo che si nutre di cadaveri. La Vecchia Dea piange il suo amante, il Dio della Vegetazione che se ne andato nellAltro Mondo, ma che tuttavia ha fecondato il suo grembo con il seme della nuova primavera. La Dea Oscura quindi anche come la madre della vita futura e il suo calderone magico altro non che il grembo della rinascita.Ma Samhain non solo un periodo di morte e di iniziazione, ma anche di divinazione. Laspetto divinatorio di questa festa favorito dal clima psicologico della stagione, che incoraggia a rivolgere lo sguardo verso la propria interiorit, e viene facilitato dalla possibilit di contattare altre dimersioni dellesistenza. Tuttavia nellantichit la divinazione era un cosa seria, resa necessaria dallangoscia provocata dallapprossimarsi dellinverno con le sue durezze. Quindi le arti mantiche erano appannaggio di persone esperte, sciamani, streghe, sacerdoti. Nel corso dei secoli, per, quella che una volta era larte dei druidi, divenne sempre pi il gioco preferito dalle ragazze nubili in cerca di marito. Cos, nel Donegal (Irlanda) le ragazze lavavano la propria camicia da notte per tre volte in acqua corrente, appendendola ad asciugare di fronte al focolare nella mez zanotte della vigilia di Samhain, e poi lasciando aperta la porta di casa. Si credeva che il futuro sposo sarebbe stato costretto a entrare in casa. Altri metodi di divinazione consistevano nel fissare le scintille o le fiamme del fuoco di Samhain e trarre auspici. Anche i frutti di Samhain , noci e mele, ricoprivano un ruolo importante nelle tecniche divinatorie; possedendo anche un valore simbolico di fertilit (le noci sono i testi-coli, la mela il frutto damore) erano inevitabilmente collegati alle profezie amatorie. Per fare un esempio, le ragazze battezzavano alcune nocciole con i nomi dei loro pretendenti e dopo le arrostivano sul fuoco: la prima nocciola che saltava era quella del futuro sposo. Oppure si tagliava una mela in nove spicchi uguali, se ne mangiavano otto e si gettava il nono al di sopra della spalla sinistra, girandosi velocemente. Si credeva che la ragazza avrebbe intravisto le fattezze del futuro marito. I giochi di Samhain avevano per anche un significato sacrificale: In Galles una volta che lultima scintilla del fuoco di Samhain era spenta, tutti improvvisamente si afferravano le gambe gridando: La scrofa nera si prenda lultimo!; nella mitologia celtica del Galles la scrofa nera era Cerridwen, di nuovo la Vecchia Dea nel suo aspetto oscuro. Tale usanza forse il lontano ricordo di antichissimi sacrifici rituali dove veniva probabilmente ucciso in maniera rituale il rappresentante umano del re o del Dio, come narrano parecchi miti. La pianta sacra di Samhain il tasso, pianta legata per tanti aspetti alla morte. Infatti un albero con corteccia e foglie altamente velenosi e il suo legno era anticamente usato per fabbricare archi da guerra. Per questi motivi ha sempre ornato tanti cimiteri e presso gli antichi veniva usato spesso nelle pire funerarie. Ma paradossalmente rappresenta anche la Vita nella Morte perch una pianta sempreverde, con un legno resistentissimo, e pu vivere fino a 2000 anni e oltre. Ci f del tasso un simbolo di immortalit. CELEBRARE SAMHAIN In questo periodo cominciano gli oscuri, freddi giorni invernali. Nelle campagne c poco lavoro da fare, le foglie cadono dagli alberi e i giorni si accorciano sensibilmente. I poteri naturali della crescita e della luce declinano ed entrano nel loro lungo sonno invernale. Anche gli animali si preparano al letargo. Come loro anche noi dovremmo rallentare le nostre attivit e passare pi tempo

in casa. Se si ha un caminetto in casa bello accalcarci intorno al fuoco insieme ai nostri amici e raccontare storie. Approfittiamo di questo periodo dellanno, in cui la Natura muore apparentemente, ritirandosi in s stessa ~ome i semi si ritirano nel terreno, per raccoglierci in noi stessi intraprendendo viaggi interiori nella nostra coscienza. Prestiamo attenzione ai sottili mutamenti del corpo, alladattamento biopsichico del nostro organismo ai brevi e freddi giorni invernali: la mente inizia a scivolare dallesteriorit allinteriorit. Ora tempo che la nostra attenzione passi dal lato materiale a quello spirituale. E tempo di riflessione, di viaggi interiori per potere scoprire quegli aspetti di noi stessi che necessitano di essere cambiati prima che possa iniziare una nuova vita. Come gli antichi iniziati dobbiamo discendere nel mondo inferiore, ripercorrendo il viaggio delle divinit stagionali: seguiamo la spirale interiore dellanno vecchio fino ad arrivare al nostro centro interiore e a questo punto ripercorriamo la spirale allesterno portando fuori il nostro potenziale di vita e creativit che sar manifesto nel nuovo anno, al tempo stesso conservando in noi la saggezza imparata nel passato.E un periodo adatto a tutti i tipi di meditazione e tradizionalmente propizio alle arti divinatorie, essendo un momento di passaggio in cui si incontrano passato, presente e futuro. Possiamo approfittarne per imparare qualche tecnica divinatoria, come i tarocchi 0 le rune.Inoltre, siccome le energie di questo tempo hanno a che fare con la morte, possiamo rivolgere i nostri pensieri alle persone che ci hanno lasciato. Si dice che gli spiriti possono essere ora contattati e consultati ma preferibile (se crediamo in una vita nellaldil) non disturbarli; meglio prestare attenzione ai piccoli messaggi che ci possono inviare (sogni, ricordi improvvisi, ecc,).E infatti tempo di riflessione, tempo di considerare lanno passato e di confrontarci con quel fenomeno della vita su cui non abbiamo nessun controllo: la morte. Per celebrare degnamente il cerchio completo dellesistenza dobbiamo riconoscere la realt della morte e del declino fisico come eventi naturali, non come qualcosa da ignorare o da nascondere. A queste energie ora dobbiamo tributare omaggio ma dobbiamo al tempo stesso ricordare la nuova vita che sopraggiunger. Il Re dellAgrifoglio ci insegna che la morte una fine ma anche un inizio.Teniamo presente la lezione degli antichi Celti e non indugiamo in tristezze! Invitiamo a cena i nostri amici, vestiamoci da streghe e fantasmi, decoriamo le nostre case con le zucche di Halloween e, se ci va, celebriamo i giochi tradizionali cercando di afferrare con la bocca le sacre mele appese ad un filo o galleggianti in una bacinella di acqua! Possiamo divertirci a intagliare e scavare zucche e rape, inserendo in esse candele per espone alle finestre o sui balconi delle nostre case.E infine un momento in cui al fine di favorire la nostra rigenerazione, si possono ritualmente abbandonare tutte le cose del passato che dobbiamo o vogliamo lasciare, abbandonare (lasciar morire) le cose che non ci piacciono nella nostra vita. Possiamo quindi scrivere queste cose su foglietti di carta per bruciarli nel nostro fuoco di Samhain, che pu anche essere una candela di colore nero o comunque scuro. Potete dire per tre volte una frase del tipo: La cosa tal dei tali venuta in essere, la cosa tal dei tali ha la sua stagione, e la cosa tal dei tali se ne va!. Poi, si brucia il foglietto di carta nella fiamma.Possiamo poi, pi semplicemente, dare via o bruciare quegli oggetti che non ci piacciono pi. E tempo di abbandonare le cattive abitudini, di cambiare la propria vita! Infatti, prima che la nuova crescita possa iniziare, il suolo deve essere fecondato con i resti dei raccolti dellanno precedente e con i rifiuti (se non ci fossero morte e decomposizione non ci sarebbe la vita).Un rituale senza dubbio pi complesso, ma che vale la pena di compiere, pu essere eseguito nelle nostre case. Al tramonto del sole, la vigilia di Samhain, si spengono tutte le luci di casa e ci si mette in piedi davanti ad una candela nera o scura. Sentiamo lanno vecchio che sta per morire,

ricordiamo tutte le cose buone o cattive che avete vissuto, ricordiamo le persone a voi care che non ci sono pi, e quando ci sentiamo pronti si accende la candela dicendo:Accolgo con questa luce gli spiriti di coloro che se ne sono andati prima di me. Siate i benvenuti !. Prendiamo una coppa o un bicchiere pieno di vino e beviamone un po, dopo aver detto: Ai morti!, lasciandone alcune gocce. Possiamo poi accendere una candela speciale per ciascuno dei vostri amici o parenti morti: possono essere anche candele bianche o colorate. Per accenderle si usa la candela scura, e con la stessa candela accendiamo anche le lanternezucche di Halloween, se ne abbiamo fabbricata qualcuna. Dopo aver fatto questo si prende un piatto o un vassoio dove avremo messo del pane o dei dolci (potete usare i dolci dei morti se esistono ricette tipiche nella vostra zona) e invitiamo gli amici invisibili a condividere con noi il cibo. Lasciamone sempre qualche porzione. Poi, prendendo la candela scura, andiamo in tutte le stanze e accendiamo tutte le luci, magari solo per pochi minuti. Andiamo fuori dalla porta dingresso e gettiamo una moneta: dovrebbe essere dargento ma una comune moneta andr bene ugualmente... Diciamo: Denaro sul pavimento, denaro sotto la porta e lasciamo la moneta sul pavimento per un mese, facendola magari scivolare sotto lo zerbino. Essa porter fortuna alla nostra casa.Meditiamo sul significato di questa festa e lasciamo aperta la porta di casa per fare entrare i nostri amici invisibili; lasciamo loro cibo e bevande. SOLSTIZIO
D INVERNO LA RINASCITA DEL MONDO

Mentre lanno volge al termine, nelle terre dellemisfero boreale a clima temperato le notti si allungano e le ore di luce sono sempre pi brevi, fino al giorno del Solstizio invernale, il 21 dicembre. Solstizio, dal latino sol stat, il sole si ferma. E difatti il sole per circa tre giorni sorge sempre nello stesso punto. Il respiro della natura sospeso, nellattesa di una trasformazione, e il tempo stesso pare fermarsi. E uno dei momenti di passaggio dellanno, forse il pi drammatico e paradossale: loscurit regna sovrana, ma nel momento del suo trionfo cede alla luce che, lentamente, inizia a prevalere sulle brume invernali. Dopo il Solstizio, la notte pi lunga dellanno, le giornate ricominciano poco alla volta ad allungarsi. Come tutti i momenti di passaggio, il Solstizio dInverno un periodo carico di valenze simboliche e magiche, dominato da una costellazione di miti e di simboli, echi ancestrali di un passato lontanissimo e dei quali abbiamo ormai perso il significato originario. E tuttavia, nelle moderne celebrazioni natalizie e di fine anno ancora possibile discernere i simboli di tradizioni primordiali sotto la loro attuale veste, cristiana o consumistica che sia. Cerchiamo per un attimo di immaginare come viveva lantica umanit questo periodo dellanno, in epoche prive della tecnologia moderna e nelle quali buio e gelo erano sinonimi di fame e morte. Dalla Siberia alle Isole Britanniche, passando per lEuropa Centrale e il Mediterraneo, era tutto un fiorire di riti e cosmogonie che celebravano le nozze fatali della notte pi lunga col giorno pi breve. Due temi principali si intrecciavano e si sovrapponevano, come i temi musicali di una grande sinfonia. Uno era la morte del Vecchio Sole e la nascita del Sole Bambino, laltra era il tema vegetale che narrava la sconfitta del Dio Agrifoglio, Re dellAnno Calante, ad opera del Dio Quercia, Re dellAnno Crescente. Un terzo tema, forse meno antico e nato con le prime civilt agrarie, celebrava sullo sfondo la nascita-

germinazione di un Dio del Grano... Se il sole un dio, il diminuire del suo calore e della sua luce visto come segno di vecchiaia e declino. Occorre cacciare loscurit prima che il sole scompaia per sempre.Le genti dellantichit, che si consideravano parte del grande cerchio della vita, ritenevano che ogni loro azione, anche la pi piccola, potesse influenzare i grandi cicli del cosmo. Cos si celebravano riti per assicurare la rigenerazione del sole e si accendevano fal per sostenerne la forza e per incoraggiarne, tramite la cosiddetta magia simpatica la rinascita e la ripresa della sua marcia trionfale. Linverno era pericoloso, non solo per il freddo e la scarsit di cibo, ma anche perch vagavano sulla terra spiriti di defunti, vampiri e licantropi, entrati dal varco che si era aperto alle calende di novembre, Samhain (lattuale Ognissanti). In un anno di 13 mesi lunari di 28 giorni ciascuno, resta inevitabilmente fuori un giorno, il giorno senza nome che rappresenta una frattura nel ciclo del tempo, il ritorno del Caos primordiale. Il Solstizio insieme festa di morte, trasformazione e rinascita.Il Re Oscuro, il Vecchio Sole, muore e si trasforma nel Sole Bambino che rinasce dallutero della Dea: allalba la Grande Madre Terra d alla luce il Sole Dio. La Dea la vita dentro la morte, perch anche se ora regina del gelo e delloscurit, mette al mondo il Figlio della Promessa, il Sole suo amante che la rifeconder riportando calore e luce al suo regno. Anche se i pi freddi giorni dellinverno ancora devono venire, sappiamo che con la rinascita del sole la primavera ritorner. I Celti consideravano il sole che si levava fino alla vigilia del Solstizio un soleombra, mentre quello vero era prigioniero di Arawn, re del Mondo-di-Sotto. Questo vero sole rinasceva dal grembo di Ceridwen, la vecchia Dea-Strega dellinverno. Nella tradizione druidica moderna il solstizio prende il nome di Alban Arthuan, Luce di Art, dove il Dio Sole rinasce in questo giorno come il re Art che dorme in una grotta segreta nelle montagne gallesi si risveglier un giorno per portare unepoca di pace e di prosperit. I grandi monumenti megalitici della preistoria sono testimonianze mute ma possenti di questa tradizione.A Stonehenge, il cerchio di pietre eretto in Inghilterra fra il 3100 e il 1700 a.C. il sole del Solstizio sorge allalba attraverso il trilite di Sud-Est e proprio sopra la Altar Stone, la Pietra Altare. I costruttori di dolmen e menhir possedevano una notevole sapienza astronomica e appare evidente il loro interesse per il solstizio invernale e per la posizione della luna in questo periodo: si gi visto come il Nuovo Sole era inseparabilmente legato alla Vecchia Strega lunare, regina dellinverno. Forse i monumenti preistorici erano teatro di danze rituali in cerchio che, combinate con le energie delle grandi pietre, avevano lo scopo di rigenerare i poteri della vita.A Newgrange, in Irlanda, il simbolismo era pi spettacolare: nellenorme tumulo eretto verso il 3200 a.C., un raggio del sole che sorge allalba del solstizio percorre esattamente un lungo e strettissimo corridoio per illuminare la piccola cella interna. Molto pi tardi, i Celti narreranno che Lugh, dio della luce, era stato sepolto a Newgrange, tomba e utero della sua rinascita. Sono numerose le tradizioni che vedono nascere un dio del sole o della luce in una caverna. Il sole emerge dallutero-caverna della Dea o, per usare un altro linguaggio, il buio loscurit alchemica in cui si forma la splendente pietra filosofale. In una grotta, simbolo del cosmo stesso, nascono Dioniso, Hermes. Zeus. In Atene il rituale del solstizio erano le Lenee, la Festa delle Donne Selvagge, in cui si celebravano ad un tempo la morte e la rinascita di Dioniso. Grotte addobbate di fiori commemoravano la nascita del dio, sacrificato in precedenza come capretto dai Titani. I Cretesi uccidevano e mangiavano un toro quale sostituto di Dioniso. E come toro veniva adorato e sacrificato un altro dio

solstiziale, il persiano Mithra, che nasceva il 25 dicembre in una grotta, cos come grotte erano i suoi santuari di iniziazione. In Egitto era Iside a circumambulare sette volte, sotto forma di vacca aurea, laltare di Osiride per cercare le parti del suo cadavere smembrato, raffigurando la ricerca del sole in inverno da parte della Dea. Le case erano decorate con lampade a olio che ardevano tutta la notte. A mezzanotte i sacerdoti uscivano dal santuario gridando La Vergine ha partorito! La luce crescente! e mostrando unimmagine del bambino ai fedeli. La sepoltura di Osiride, il Vecchio Sole assassinato dal fratello Seth, il dio dalla testa di asino, avveniva il 21 dicembre.Il 23 Iside dava alla luce il figlio Horus, il Nuovo Sole e al tempo stesso il Signore dei raccolti.Horus e Osiride rappresentano contemporaneamente gli aspetti solari e vegetali della divinit, fondendo nel suo) mito i tre temi mitici del Solstizio e insegnandoci che morte e vita Sono inseparabili: ogni nuova nascita ci porta pi vicini alla morte.Il Vecchio Dio deve venire a patti con le implicazioni di questa verit perch solo cos pu rinascere attraverso il figlio. Il Natale la versione cristiana della rinascita (lei sole, fissato secondo la tradizione al 25 dicembre dal papa Giulio I (337 - 352) I)CF il duplice SCO{)O di celebrare Ges Cristo come Sole (li giustizia e creare una celebrazione alternativa alla pi popolare festa pagana dellepoca.Il 25 dicembre infatti, quando il nuovo sole gi salito percettibilmente sullorizzonte, era a Roma il Dies Natalis Solis lnvicti, la festa in onore del Sole Invincibile istituita dallimperatore Aureliano per celebrare il sole quale manifestazione della divinit che governa il cosmo.La nuova religione cristiana assorb gran parte dei significati di questa festa, cos come, pi tardi, assorb le usanze legate alla festivit nord-europee di Yule (dal norvegese iul, ruota, ad indicare la vuota o ciclo dellanno).ella a Roma vi era una festa molto pi antica di quella del Sole Invincibile: fra il li e il 23 dicembre si celebravano i Saturnali.In ogni citt e villaggio veniva nominato un rex Saturnaliorum che regnava per una settimana fra banchetti, giochi e orge, mentre gli schiavi prendevano il posto nei padroni e viceversa.I a libert e il caos non erano altro che il ricordo della mitica Et del loro, unepoca felice,uguaglianza e abbondanza in cui aveva regnato Saturno. Solo durante i Saturnali veniva ammesso il gioco dazzardo: nomi un semplice svago tua un atto rituale oracolare, teso ad interpretare la volont degli dei. La falce di Saturno era in realt un lituus, il bastone ricurvo usato dagli uguri per vaticinare il futuro.E i dadi dellantica Roma erano forse il residuo di una antichissimo gioco oracolare: sortes erano in latino i dadi, nome che rimanda alla lettura dei destini.La moderna tombola ha ereditato questo valore, con i suoi significati scherzosi attribuiti ai 90 numeri, mentre ancor oggi fioriscono le vecchie usanze divinatorie, come quella secondo cui possibile trarre pronostici sui 1 2 mesi dellanno a venire osservando 1 2 giorni che separano il Natale dallEpifania.Tutti i momenti critici dellanno, come ormai abbiamo ben compreso,sono fratture tra i mondi umani e quelli ultraumani, sommo tempi fuori dal tempo, mm cui passato, presente e futuro si mescolano e di conseguenza momenti propizi per le arti divinatorie. Gli antichi Greci chiamavano il Solstizio invernale porta degli dei, considerandolo il confine tra il nostro mondo e una dimensione non-spaziale e non-temporale. Per questa porta si accede ad uno stato super-individuale, divino, il regno degli dei. Unaltra tradizione tramandata dai Saturnali quella dei doni: in epoca imperiale a Roma ci si scambiava lumi accesi, simbolo della luce crescente. Alla fine dei Saturnali il Rex Saturnaliorurn era ucciso simbolicamente (o forse realmente in epoche

remote), e Saturno nuovamente legato, perch la frattura spazio-temporale si era richiusa e lEt dellOro poteva essere instaurata definitivamente solo alla fine di un intero ciclo cosmico. Saturno veniva imprigionato da Giove: questo ricorda chiaramente il tema delle due divinit che si combattono, la met crescente e quella calante dellanno o, come appare in certi miti di origine celtica, il Re della Quercia e il Re dellAgrifoglio. Le attuali decorazioni natalizie richiamano lantica usanza di mantenere vivo lo spirito della vegetazione con piante sempreverdi. In analogia al Solstizio dEstate, anche il Solstizio dInverno ricco di simboli vegetali. Lalbero di Natale, labete, rappresenta in realt lAlbero del Cosmo delle mitologie nordiche. Se appendiamo ai suoi rami luci e frutti dorati per celebrare il mito solare. Lalbero di Natale ha in effetti origini pre-cristiane.Si attribuisce la sua introduzione a Martin Lutero, nella Germania del XVI0 secolo, ma la parola tedesca per lalbero non Kristenbaum bens Tannenbaum, parola collegata a Tinne o Glas-tin (gli alberi sacri dei Celti). La parola Tin o Tanne era usata per una quercia sempreverde (di qui il nome tannino, lacido estratto dalla corteccia e usato per la concia delle pelli) e quindi abbiamo un ulteriore rinvio al Re della Quercia. Lagrifoglio invece, con le sue bacche rosse allude al sole e ghirlande di agrifogli simboleggiano la Ruota dellAnno. In certi luoghi delle Isole Britanniche un uomo vestito di nero (colore saturnino!) o con la faccia tinta di nerofumo era il Ragazzo dellAgrifoglio, la persona designata a entrare per prima nelle case il giorno del Solstizio. Una mazza di agrifoglio era il bastone di Saturno con il quale si uccideva un asino durante i Saturnali. Per le loro associazioni con il Dio dellAnno Calante, ancora oggi in Irlanda, le decorazioni di agrifoglio vengono spazzate via dalle case dopo Natale perch porta sfortuna conservare i simboli dellanno vecchio. Tinne la parola irlandese per agrifoglio ritenuta collegata alla parola Glas-Tin che in Cornovaglia significa albero sacro: ci ha fatto ipotizzare che Glastonbury, la localit britannica considerata il luogo) di sepoltura del mitico re Art, fosse stata anticamente un bosco di alberi sacri ove magari crescevano agrifogli e querce.Lagrifoglio era collegato folkloricamente alledera, simbolo di vita e di rinascita a motivo della sua crescita a spirale, e considerato larbusto in cui si nasconde lo scricciolo.Nelle antiche usanze britanniche ledera era utilizzata come decorazione natalizia e si combattevano scherzose battaglie a base di canti satirici tra le Ragazze dellEdera e i Ragazzi dellAgrifoglio.[orse ci rappresentava uno scontro tra la parte dellAnno dominata da una divinit maschile e quella dominata da una divinit femminile. Fanciulla dellEdera era chiamato lultimo covone di grammo mietuto e questo ci conduce al tenia agrario e cerealicolo del Solstizio.Lo scrittore Robert Graves riteneva clic la foglia a cinque punte delledera simboleggiasse il misterioso gruppo delle cinque dee dellantica Britannia, le Deae Matronae che ricorrono in numerose iscrizioni dellepoca romana e che forse presiedevano i duelli solstiziali dei due Re.Ma amiche probabile che ledera rappresentasse il nuovo sole, il Dio risorto, dato che era una pianta sacra a Dioniso e a Osiride. Nel flklore britannico la morte del Re dellAnno Galante tuttora celebrata cori la caccia e uccisione dello scricciolo (uccello totemico di Saturno) ad opera del pettirosso, luccello dellAnno Crescente. In certe localit irlandesi, il 26 dicembre i ragazzi dello scricciolo gira no per le case con rami di agrifoglio, chiedendo doni. In altri luoghi a girare sono gruppi di musici adulti, con una piccola effigie di uno scricciolo su un ramo di agrifoglio. Non esistono corrispondenti tradizioni estive della caccia al pettirosso, anche se la curiosa credenza irlandese secondo cui i bambini nati alla Pentecoste e ritenuti in pericolo di vita

potevano salvarsi se fra le loro mani veniva schiacciato un non specificato uccellino, pu suggerire il sacrificio rituale del pettirosso simbolo del Re della Quercia, che si prende la rivincita in inverno. Nei mumming plays inglesi 5. Giorgio uccide loscuro Turco gridando poi di avere ucciso il suo stesso fratello: luce ed oscurit sono complementari e inseparabili, cos alla fine di queste rappresentazioni folkloriche giunge un misterioso Dottore che resuscita con un elisir il personaggio ucciso. Questo equilibrio di buio e luce stato distorto nel corso dei secoli in una lotta fra bene e male. In molte localit europee le campane delle chiese per secoli suonarono il rintocco funebre del diavolo nellultima ora della vigilia di Natale, avvisando che Cristo stava arrivando per distruggere Satana. Curiosamente, il soprannome inglese del diavolo Old Nick ci rinvia a Nik, un nome del dio nordico Odino, e a San Nicola, che nellantico folklore cavalcava un cavallo bianco nel cielo, proprio come Odino.Questo santo com noto, si poi trasformato nel Santa Claus americano, lodierno Babbo Natale e ultima incarnazione del Dio Agrifoglio, lanno calante, il Saturno vecchio e morente ma dispensatore di doni e di saggezza analogo al dio celtico Bran (e come questo signore del benefico caos solstiziale). Babbo Natale vive al Polo Nord e il nord la direzione simbolica degli spiriti, la terra dei morti. Incidentalmente, in Italia Babbo Natale sostituito o affiancato dalla Befana, la strega benefica che altri non che la Vecchia Dea come dispensatrice di nuova vita. Anche la mela, frutto che abbiamo gi visto a Samhain (capodanno celtico cos come il Solstizio il capodanno astronomico), ha giocato un ruolo importante nelle tradizioni solstiziali. Durante i secoli XIV e XV in molte localit europee venivano appese mele a rami sempreverdi per usarli in rappresentazioni sacre la vigilia di natale, chiamata nel Medio Evo anche Giorno di Adamo ed Eva. In queste rappresentazioni sacre i rami con le mele indicavano lalbero dellEden. Ma pi importante era il significato della continuit della vita spirituale che si manifesta nel continuo ciclo delle stagioni. Nellepoca pi buia dellanno occorreva mimare il ritorno del sole e un modo semplice per fare questo era adornare rami di sempreverdi con simboli di abbondanza, di luce e di primavera, come frutti e candele accese. Luso delle mele era molto antico e si ricollegava allusanza pagana sassone del wassailing (dal sassone wes hai = essere in buona salute) che consisteva nel recarsi di un gruppo di persone nei frutteti al Solstizio dInverno con un recipiente di wassail, cio di sidro bollito e speziato. Il sidro era spruzzato sui rami e versato intorno alla base del tronco di un albero scelto a rappresentare tutti gli altri. Danze e canti accompagnavano questo rito che aveva lo scopo di garantire futuri abbondanti raccolti. Il Solstizio dinverno cela tra le sue molteplici manifestazioni anche quelle legate ad un simbolismo granario. San Girolamo, che visse a Betlemme fra il 386 e il 420, scrisse che l cera un bosco sacro ad Adone o Tammuz, come era chiamato in Palestina. Tammuz, amato dalla dea Ishtar, il tipico dio morente e risuscitato, Signore della vegetazione e del grano. La religione cristiana assimil ben presto questo simbolismo nel sacramento delleucarestia. La risonanza del ciclo del grano con quello del sole si riflette ancora in molte usanze, come quella scozzese di conservare fino a Yule la Fanciulla del Grano, la bambola costruita con le spighe dellultimo covone mietuto, per poi darla come cibo al bestiame per farlo prosperare. Oppure nellusanza, diffusa in molte regioni europee, di spargere le ceneri del ciocco di Natale sui campi di grano. La tradizione del ciocco quella che, forse pi di tante altre, ha fuso in unico simbolo il mito della luce solare e quello vegetale del dio che muore per rinascere dalle proprie ceneri. Il ceppo, di solito di legno di quercia (lalbero del

Dio dellanno crescente, trionfante al Solstizio dInverno...), veniva portato nelle case la sera della vigilia, ornato di sempreverdi e innaffiato di vino, per essere acceso nel caminetto dal membro pi giovane o pi anziano della famiglia (il nuovo o il vecchio sole...) Spento il giorno dopo, veniva riacceso ogni sera nelle fatidiche 12 notti fino allEpifania. La cenere era sparsa intorno allorto contro i parassiti o sulle travi di casa a protezione dai fulmini. I carboni erano riaccesi quando minacciava la grandine.Il pezzo che restava era utilizzato per accendere il ciocco dell'anno successivo, a simboleggiare la forza della vita che passa da una modalit di esistenza allaltra, in un ciclo senza fine. In Scozia e Cornovaglia si bruciava un ceppo cori una figura umana rozzamente scolpita su di esso, vestigia di un antichissimo sacrificio divino.Il ciocco ci riconduce al simbolo del pettirosso tramite una curiosa credenza. Il nome inglese delluccello, Robin Redbreast, richiama infatti Robin Hood e Hood significa ciocc() (li legno.Nel ciocco di legno di quercia si credeva risiedesse questo spirito.Cavallo di Robin Hood era chiamato il pidocchio del legno che fuggiva quando il ciocco veniva acceso; Robn stesso fuggiva dal camino in forma di pettirosso e a Yule muoveva contro il Dio dellAnno Calante.Per gli antichi Ittiti il dio Alalu, il cui nome significa ciocco, personificava il destino.Cos il ciocco ci riconduce al significato pi autentico della festa solstiziale: il grande cerchio dellessere dove buio e luce, mori e vita, passato e futuro si intrecciano e si trasformano luno nellaltro in quella eterna danza cosmica che il destino di tutto ci che esiste.La pianta sacra del Solstizio Dinverno il vischio, pianta simbolo della vita in quanto le sue bacche bianche e traslucide somigli ano allo sperma maschile. Il vischio.pianta sacra ai druidi, era considerata una pianta discesa dal cielo, figlia del fulmine, e quindi emanazione divina.Equiparato alla vita attraverso la sua somiglianza allo sperma, ed unito alla quercia, i sacro albero delleternit. Questa pianta partecipa sia del simbolismo delleternit che di quello dell istante, simbolo di rigenerazione ma anche di immortalit. I druidi tagliavano ritualmente ai solstizi i rami di vischio con un falcetto doro, strumento che univa in s il simbolo del sei e quello del la luna.La pianta era chi amata il tutto-sana (in gaelico irlandese uile-iceadh, in gaelico scozzese uil-ioc), medicina universale dono del risanante momento delleternit. Ancora oggi baciarsi sotto il vischio un gesto propiziatorio di fortuna e la prima persona a entrare in casa dopo il solstizio deve portare con s un ramo di vischio.Queste usanze solstiziali sono state trasferite al primo gennaio: il Capodanno dell' attuale calendario civile. CELEBRARE IL SOLSTIZIO DINVERNO La natura in questo tempo si riposa per prepararsi a vivere un nuovo ciclo e anche per noi sarebbe fisicamente opportuna una pausa, approfittando magari delle vacanze natalizie per dedicarci alla lettura, alla meditazione, a esercizi di rilassamento.Una cosa piacevole sarebbe l'idromassaggio, un a pratica rilassante e al tempo stesso simboleggiante le acque uterine da cui vogliamo rinascere per l'anno a venire.Purtroppo tutto congiura contro un salutare riposo solstiziale.Infatti questo p nodo dellanno, per l'accumularsi di celebrazioni, feste e acquisti di regali pu portare a stress e ansia La forzata allegria, la caduta della routine quotidiana, il consumismo esasperato, sono tutti elementi che possono condurre a sentimenti di depressione e isolamento. Sar la minor quantit di luce solare, sar lessere costretti a mostrare un aspetto felice, ma questo uno dei periodi dellanno con il pi alto picco di suicidi. .Iuttavia, se ricordiamo che questo

tempo quel lo in cui siamo pi lontani dal Sole e contemporaneamente anche consapevoli della sua rinascita, possiamo provare a trattenere questa piccola luce in noi. Il Solstizio pu essere per noi un momento molto calmo e importante, in cui nella silenziosa e oscura profondit del nostro essere, noi contattiamo la scintilla del nuovo sole. Questa anche una opportunit per gioire e abbandonarci a sentimenti di ottimismo e di speranza: come il sole risorge, anche noi possiamo uscire dalle tenebre invernali rigenerati. Ci sono tanti modi per celebrare a livello spirituale questa festa: possiamo decorare la nostra casa con le piante del Solstizio oppure fare un albero solstiziale. Non un solito albero natalizio, bens un albero decorato con tante piccole raffigurazioni del sole. O ancora possiamo alzarci allalba e salutare il nuovo sole. Si possono accendere candele o luci per rappresentare la nascita delle nostre speranze per il nuovo anno. Possiamo anche compiere una celebrazione pi rituale, con laccensione del ciocco. Anche se non abbiamo un caminetto in casa possiamo accenderlo nel nostro giardino, o in un prato insieme ai nostri amici. Si prende un grosso pezzo di legno di quercia e lo si orna con rametti di varie piante: il tasso (a indicare la morte dellanno calante), lagrifoglio (lanno calante stesso), ledera (la pianta del dio solstiziale) e la betulla (lalbero delle nascite e dei nuovi inizi). Si legano i rametti al ciocco usando un nastro rosso. Se abbiamo celebrato questo rito anche lanno precedente e abbiamo un pezzo non combusto del vecchio ciocco, accenderemo il fuoco con questo. Si dice: Come il vecchio ciocco consumato, cos lo sia anche lanno vecchio. Quando il ciocco prende fuoco si dice: Come il nuovo ciocco acceso, cos inizi il nuovo anno. Una volta che il fuoco acceso osserviamo le sue fiamme e meditiamo sulla rinascita della luce e sulla nostra rinascita interiore. Accogliamo le nostre speranze, i nostri sogni per il futuro e salutiamo questa luce dicendo: Benvenuta, luce del nuovo sole!. Brindiamo con vino brul (in sostituzione del wassail nord-europeo) e consumiamo dolci, lasciando una parte del nostro festino per la Madre Terra. Se sono con noi amici e familiari doniamo loro rami di vischio. Pi tardi le ceneri del ciocco potranno essere sparse nel nostro giardino o nei vasi delle piante che teniamo in casa per propiziare la salute e la fertilit della vegetazione. Un modo simpatico per celebrare il Solstizio di inverno quello del ramo dei desideri, un rituale della tradizione celtica bretone. Nove giorni prima del Solstizio occorre procurarsi un ramo secco di buone dimensioni, pitturarlo con vernice dorata e appenderlo nellanticamera della propria abitazione, con un pennarello e alcune strisce di carta rossa da tenere l vicino. Chiunque entri in casa se vuole, potr scrivere un proprio desiderio su una striscia di carta, che verr ripiegata per garantire la segretezza del desiderio e legata al ramo con un nastrino colorato. Quando nove giorni dopo si accende il fuoco del Solstizio (nel caminetto di casa o in un fal nel giardino o nel campo) il ramo viene sistemato sulla legna da ardere e i desideri che sono appesi ad esso bruciando saliranno col fumo sempre pi in alto, finch verranno accolti da entit celesti e chiss, forse esauditi. Conclusione La Ruota dellAnno, con le sue otto stazioni, qualcosa di pi di un calendario liturgico pagano. E un simbolo che rivela continuamente numerosi significati, dispiegandosi in una serie infinita di livelli di comprensione. Possiamo paragonarla ad un mandala, quella rappresentazione simbolica del cosmo nelle

tradizioni induista e tibetana, che al tempo stesso un potente strumento rituale di meditazione. Oppure alla Ruota di Medicina dei Nativi Nord-Americani che, seppure in forme diverse, adempie alle stesse funzioni.Proviamo a disegnare un cerchio su un foglio di carta, trac ciando otto raggi (prima una croce a quattro bracci dritta e poi una seconda croce a X). Laddove i raggi incontrano la circonferenza riportiamo i nomi delle otto feste. 11 punto in alto quello del Solstizio dinverno, poi procedendo in senso orario sistemiamo imbolc, lEquinozio di Primavera e cos via .A questa ruota collocata nel tempo possiamo sovrapporne unaltra situata nello spazio: la bussola. Cos in alto ci sar il Nord, la direzione del buio e del freddo, cos come buio e freddo il giorno pi breve dellanno. Dalla parte opposta troveremo il Sud, luogo di quel calore e di quella luce che trionfano nel Solstizio di Estate. LEquinozio di Primavera il mattino dellanno, dove il sole sorge a oriente, mentre lAutunno nel luogo del tramonto, a Ovest. Le quattro festivit celtiche troveranno spontaneamente la loro collocazione nelle direzioni intermedie: Imbolc a NE, Beltane a SE, Lughnasadh a SO e Samhain a NO.Cos orientata, la Ruota dellAnno continua a svelarci analogie e similitudini. Essa pu svilupparsi in un arco di tempo molto breve, nelle 24 ore. Il Solstizio dInverno sar analogo alla mezzanotte, mentre Imbolc apparterr alle ore piccole della notte, quando le tenebre iniziano poco a poco a scolorire. LEquinozio di Primavera sorger di primo mattino, alle sei, Beltane celebrer il suo trionfo alle nove e mezzogiorno sar lora del Solstizio dEstate.Nel corso della giornata incontreremo Lughnasadh a met pomeriggio, alle quindici circa e lEquinozio di Autunno al tramonto, verso le diciotto. La tarda serata sar il momento di Samhain. Ma la Ruota dellAnno, nel gioco delle analogie, pu svilupparsi anche lungo quellarco di tempo che ha scandito i calendari delle civilt primordiali: il mese lunare. Non ci vuole molto per determinare il posto della Luna Oscura (impropriamente chiamato nei calendari Luna Nuova!), il momento del ciclo lunare in cui il nostro satellite completamente invisibile: esso sar nello stesso punto del Solstizio dInverno. Oscurit del Sole e Oscurit della Luna. La prima falce della Luna Crescente sar il preannuncio dello splendore futuro e per questo assimilabile a Imbolc. LEquinozio di Primavera con il suo equilibrio di Luce e Oscurit non potr che essere il Primo Quarto, quando la luna illuminata per met. Beltane, con il suo splendore sar paragonabile alla cosiddetta Luna Gibbosa, quando cio lastro luminoso per tre quarti. La Luna Piena il trionfo della luce, quindi si colloca idealmente al Solstizio dEstate. Il lento declino della Luna Disseminante che dona via via la propria luce Lughnasadh, quando la terra cede uno alla volta tutti i suoi frutti. LEquinozio di Autunno come lUltimo Quarto: anche stavolta la luna illuminata solo a met, ma ora la tenebra che sta avanzando. Samhain, la Festa dei Morti, si accoppia infine alla Luna Balsamica, lultima falce della luna calante prima delloscurit totale. La falce che ci ricorda quella della Grande Mietitrice. Non si pu per dimenticare un altro ciclo che si sovrappone idealmente a quello della Ruota dellAnno, ed il ciclo della nostra esistenza umana. Prima del Solstizio dInverno siamo nel grembo materno da cui emergiamo con la nascita del Nuovo Sole. Imbolc, il timido inizio, la prima infanzia dai zero ai sette anni circa, lepoca che vede lallattamento, lo svezzamento e una condizione di innocenza e di purezza che dovremo presto abbandonare. Con la tarda infanzia giungiamo allEquinozio primaverile, linizio irruente di ogni cosa, le prime prove della vita che affrontiamo con ottimismo e

voglia di crescere. Beltane ladolescenza, la prima giovinezza, cos segnata dalle prime esperienze damore, quando incontriamo lAltro o lAltra e ci rendiamo conto di essere solo la met di una dualit. Con la prima et adulta, dai venti ai trenta anni, arriviamo nel fiore degli anni: il momento degli studi superiori, del matrimonio, dellinserimento nella vita professionale. Il Solstizio dEstate simboleggia bene questo periodo della nostra vita. Invece Lughnasadh let adulta, dai trenta ai cinquanta anni circa, lepoca in cui cominciamo a vedere i frutti delle nostre fatiche (i successi professionali, i figli).LEquinozio di Autunno il tramonto della nostra vita, dai cinquanta ai settanta anni. Godiamo i frutti del nostro lavoro e osserviamo figli e nipoti percorrere il loro sentiero. Samhain la vecchiaia e quindi la morte, punto di passaggio ad altri cicli di esistenza.E la Ruota inizia un nuovo giro! Altri hanno collocato su questo mandala una lunga serie di altre figurazioni simboliche: elementi, piante, animali totemici, pietre, colori e cos via, ma non vogliamo appesantire il discorso con elenchi che mutano da tradizione a tradizione o addirittura da compilatore a compilatore. Chi vuole potr costruirsi la propria Ruota, attingendo alle tradizioni della propria zona, alle letture suggerite dalla Bibliografia e magari anche alla propria intuizione.Ci sembra invece opportuno concludere questa nostra esposizione con un piccolo rituale, una meditazione in forma di visualizzazione, tramite la quale possiamo entrare in sintonia con le energie e i profondi significati della Ruota dellAnno. VISUALIZZAZIONE DELLA RUOTA DELLANNO Disegnate la Ruota dellAnno su un foglio di carta e a occhi chiusi provate a visualizzarla. Immaginate di trovarvi nella Ruota, in piedi sul punto che corrisponde alla festa di Samhain. Vi guardate intorno e osservate il paesaggio che si formato attorno a voi, le foglie cadono dagli alberi e soffia un vento freddo. E sera, ma nel buio vedete la luce di un fal in una radura. Molte persone sono intorno a questo fal, in silenziosa meditazione e godendo il calore del fuoco. Hanno portato con loro delle zucche di Halloween e cibi da lasciare ai morti. Potete unirvi a questa silenziosa folla, se desiderate. e quando vi sentite pronti visualizzate di nuovo la Ruota. Ora camminate verso il punto che corrisponde al Solstizio dInverno, sentendo come faccia sempre pi freddo. Arrivati al punto del Solstizio buio ed mezzanotte. Gli alberi intorno sono completamente spogli, ogni cosa sembra fredda e morta. Osservate il bosco che vi circonda. Man mano che osservate vi accorgete di luci che appaiono sugli alberi e vi trovate immersi in magico e multicolore splendore luminoso. Appaiono persone tra gli alberi e si uniscono a voi. Viene acceso un fuoco e tutti si scambiano rami di vischio e di agrifoglio. Dopo aver trascorso un po di tempo visualizzate nuovamente la Ruota, con voi stessi che camminate fino al punto di Imbolc. Camminando vi accorgete che inizia a nevicare. Arrivati al punto di Imbolc ancora buio ma le tenebre iniziano a diradarsi in attesa dellalba. I rami degli alberi intorno stanno cominciando ad arrossire di linfa e molti bucaneve iniziano a far capolino dal bianco lenzuolo di neve che copre la terra. Vi accorgete che vicino a voi c una pecora che sta allattando lagnello. Diventate consapevoli della vita che sta ritornando. Visualizzate la Ruota di nuovo: ora camminate verso lEquinozio di Primavera. Camminando la neve si scioglie e laria si fa tiepida.Al punto dellequinozio ormai lalba e un raggio di sole primaverile appare tra le nuvole. Molti fiori selvatici stanno sbocciando e i rami degli alberi si stanno ricoprendo di foglie di colore verde brillante. Sentite il sole sulla vostra pelle e sentite la giovinezza dellanno riflessa in voi stessi. Una lepre corre nella radura e voi la osservate.

Visualizzate nuovamente la Ruota: ora camminate verso il punto di Beltane. Camminando laria diventa sempre pi calda. Arrivati nel pulito di I3eltare osservate gli alberi verdeggianti e sentite il profumo di molti fiori nellaria. E mattina inoltrata. Udite risate gioiose e vedete numerosi giovani danzare intorno ad un palo di maggio. Diverse coppie camminano mano nella mano e i bambini giocano e gridano. Assaporate la gioia del ritorno dellestate. Osservate ancora la Ruota. Camminate verso il punto del Solstizio di Estate e sentite il sole risplendere su di voi. E mezzogiorno e i campi biondeggiano di messi mature, ci sono frutti sugli alberi, papaveri e fiordalisi nei prati. Ascoltate il canto degli uccelli e il ronzio delle api. Sentite il sole che vi riscalda, vi energizza. Godete della sua luce. Quando vi sentite pronti tornate a visualizzare la Ruota. Stavolta camminate verso il pulito di Lughnasadh, divenendo consapevoli del calore fiammeggiante dellestate avanzata. Al punto di Lughnasadh osservate gli uomini che lavorano per portare a casa i frutti del raccolto. E met pomeriggio. Cogliete una mela da una albero e sentite come essa vi rinfresca e vi nutre. Ascoltate il suono delle cicale.Osservate di nuovo la Ruota, avanzando Verso il punto dellEquinozio di Autunno.E il tardo pomeriggio e nei campi i raccolti sono finiti.Ci sono persone intorno a lunghe tavolate: mangiano e bevono celebrando la fine del raccolto che ormai stato immagazzinato.Vi unite a loro e partecipate alla loro gioia. Quando vi sentite pronti osservate il punto di Samhain, (dove il ciclo ricomincia, e tornate lentamente alla vostra condizione normale, riaprendo gli occhi e stirandovi.

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