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Nel 1900, la fisica poteva dirsi pressoch completa; le scoperte sperimentali dei raggi X, della radioattivit e dellelettrone erano

avvenute negli ultimi anni dell800; alla meccanica di Newton, nel 19 secolo si erano poi aggiunte le teorie termodinamiche e quella elettrologica di Maxwell, sintetizzata nelle famose quattro equazioni, e la meccanica statistica, che spiegava problemi irrisolvibili con le altre teorie, e costituiva unimportante prova a favore del modello atomico della realt, vale a dire al fatto che la realt fosse composto di atomi; questo fatto infatti non era ancora stato accettato dalla totalit dei fisici, alcuni dei quali credevano nella continuit della materia. UN ATTO DI DISPERAZIONE Un problema irrisolvibile con queste teorie era quello del corpo nero. Un corpo nero un oggetto che assorbe ed emette radiazione di qualsiasi lunghezza donda. Tutti i corpi caldi emanano una quantit di radiazione, di colore e intensit varianti con la temperatura. La sfida era quella di dedurre unequazione che mettesse in correlazione la temperatura di un corpo nero e la quantit di radiazione emessa ed assorbita da esso. Dopo innumerevoli tentativi, basandosi su altre leggi valevoli soltanto per alcuni intervalli dello spettro elettromagnetico, Max Planck dedusse una nuova equazione, che prediceva perfettamente i risultati sperimentali. Egli dovette quindi cercare di trovare una giustificazione fisica a questa equazione, della cui validit egli era certo, ma che era stata dedotta per via matematica e non avrebbe retto senza delle fondamenta fisiche. Planck, nominato poco tempo prima professore di fisica teorica alluniversit di Berlino, colui che diede il via alla rivoluzione quantistica, era in realt un fisico conservatore, che diffidava delle novit in ogni ambito, incluso quello scientifico, cambiando la sua idea molto difficilmente.. Eppure, dopo aver dedotto la sua nuova formula, ed aver tentato ogni via tradizionale per cercare di comprendere il significato di ci che aveva scoperto, per riuscire nel suo intento Planck dovette abbandonarsi, come egli stesso dichiar in seguito, a un atto di disperazione che lo condusse alla scoperta del quanto. Planck immagin il suo corpo nero come una schiera di oscillatori, che emettono ed assorbono radiazione di una determinata frequenza, in modo che collettivamente essi coprissero tutta la gamma di frequenze di un corpo nero. Ma non bastava. Per arrivare alla conclusione a cui voleva arrivare, Planck dovette rinnegare le idee fisiche in cui aveva creduto fino a quel momento; in particolare, si rivolse alle teorie termodinamiche di Ludwig Boltzmann, uno dei pi autorevoli sostenitori dellatomo, e in particolare alla sua formulazione statistica del secondo principio della termodinamica: per Boltzmann questo principio riguarda il passaggio da uno stato di bassa probabilit ed entropia ad uno ad alta probabilit (ed entropia), anche se il contrario non impossibile. Esemplificando il concetto, Maxwell ebbe a dire che Il secondo principio ha lo stesso grado di validit dellaffermazione che se versi un bicchier dacqua nel mare non puoi ritirare fuori lo stesso bicchiere dacqua. Planck credeva invece che lentropia aumentasse sempre, in ogni situazione: rivolgersi alle teorie di Boltzmann significava per lui rinunciare alle sue convinzioni pi profonde, e accettare la teoria atomica, dopo che era stato un convinto sostenitore della continuit della materia. Ricorrendo a queste teorie, per, Planck si accorse che ogni oscillatore poteva assorbire ed emettere energia soltanto in modo che questa fosse proporzionale alla loro frequenza. Lenergia emessa andava considerata come formata da elementi uguali tra loro ed indivisibili, quelli che pi tardi chiamer quanti. Per giustificare la sua formula, il fisico dovette quindi suddividere lenergia in blocchi, ciascuno di dimensione hv, dove v indica la frequenza e h una costante, detta costante di Planck. Gli oscillatori potevano avere energie uguali soltanto a multipli interi di hv: lo scenario a cui si trov di fronte il rigido fisico tedesco era quello di un mondo microscopico in cui gli oscillatori non potevano muoversi in modo continuo, come normalmente fa tutto ci che vediamo, ma soltanto in modo discontinuo, acquistando e

perdendo energia per piccole quantit di energia E=hv; la costante h uguale a 6.626 069 57 x 10-34 J/s ( (da http://physics.nist.gov), troppo piccola per osservare una quantizzazione nel mondo macroscopico. Nonostante la portata rivoluzionaria della sua scoperta, o forse proprio a causa di ci, Planck considerava lintroduzione del quanto denergia come un puro trucco formale, a cui non dava molta importanza. Planck non credeva che lenergia fosse realmente quantizzata; ma servendosi del quanto era riuscito a giustificare la sua formula, e credeva di poter sistemare il quanto successivamente. Anche la comunit fisica non comprese immediatamente la rilevanza della scoperta di Planck, credendo al quanto come ad un artificio matematico che non aveva in realt un significato fisico. Soltanto un fisico tedesco, che lavorava allufficio brevetti di Berna, in Svizzera, comprese che una rivoluzione stava iniziando.

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