You are on page 1of 2

Non parler del primo incontro di Bn.ComiX.

Lo ha fatto, su queste pagine, in maniera eccellente, consona alla sua competenza sullargomento, Massimo Varchione. Essendo, per, tra i promotori di questa costituenda associazione che vuole promuovere la conoscenza e la diffusione del fumetto a Benevento, mi sento in dovere di chiarire il percorso personale che sfocia in questo tentativo appena agli inizi, condiviso con altri appassionati: Antonio Furno, Alfredo Pinto e Aaron Visaggio, ed interessante, sia detto en passant, che i promotori siano molto diversi tra loro per gusti, formazione, professione ed et. Come gi mi sta capitando con la Libera Scuola di Filosofia del Sannio, questa pluralit pu essere una grande risorsa. Fumetto, infatti, parola omnicomprensiva (un po come musica rock) in cui confluiscono cose molto diverse tra loro. Il nostro sforzo sar proprio quello di rappresentare questa ricchezza, partendo dallassunto che il fumetto, come il cinema e la musica popolare, pu essere arte, grande arte (non lo necessariamente, perch, come cinema e musica popolare parte corposa della produzione destinata al consumo rapido e distratto ed prodotta con questa consapevolezza). A proposito di Scuola di Filosofia: Giancristiano Desiderio, capitato per caso alla Luidig in occasione del primo incontro di BN.ComiX, quando ha saputo di cosa si trattava, ha fatto unespressione strana, come a dire: ma come vi piace perdere tempo Ecco, io credo che non sarei mai giunto alla filosofia se non avessi letto, da giovane, alcuni albi di Devil o dellUomo Ragno, che mi posero i primi quesiti morali. Latteggiamento di Giancristiano, invece, rappresenta la reazione media delluomo colto di fronte al fumetto, considerato intrattenimento per fanciulli. Anche in questo caso, mi ritrovo a vivere, come sognai tanti anni fa, la dimensione del frontaliere, di colui che vive sul confine, abitando luoghi e spazi normalmente non comunicanti. Personalmente, dunque, quanto sta accadendo (accompagnato da una clamorosa fioritura di fumetterie in citt, capaci di soddisfare tutti i gusti degli appassionati) lo considero lapprodo di unintera parabola esistenziale. Nella stanza dove trascorrevo il mio tempo, durante linfanzia, mia madre aveva usato gli scaffali per i suoi libri. Quando i fumetti della Corno che acquistavo nella edicola di Via Porta Rufina iniziarono a diventare tanti, quei libri furono, senza alcun disagio, da me spostati altrove, per lasciare posto allUomo Ragno, Thor, i Fantastici Quattro, Devil, Capitan America. Passavo le ore a rileggere quelle storie, soffermandomi sui disegni meravigliosi di Jack Kirby e John Buscema. Quello straordinario universo partorito per lo pi dalla mente fervida di Stan Lee (sar ricordato come un grande creatore del XX secolo) plasm il mio immaginario. I super-eroi divennero i miei cavalieri, i modelli cui ispirarmi. Per restare allimmagine della mia stanza, diciamo che oggi, Miller e Moore trovano spazio accanto a Illich ed Heidegger. Li considero tutti nutrimento per la mia anima. Il fumetto novecentesco, in particolare quello supereroistico, ha mostrato una capacit unica di mitopoiesi, molto pi della letteratura e del cinema, a mio avviso, che avrebbe attinto a piene mani da quel patrimonio di miti contemporanei. Questo accaduto, come accade ai miti, con una serie di costruzioni successive su un nucleo originario. Voglio dire che, lette oggi, molte delle storie che mi facevano fremere, appaiono infantili, ma il nucleo di senso su cui si reggevano stato passibile di complicazione. Voglio fare lesempio pi clamoroso, a mio avviso, quello di Capitan America. Ebbene, questo personaggio che nasce, a partire dal costume, come celebrazione dellAmerica, quasi emblema di un imperialismo saggio (parcere subiectis et debellare superbos), diviene nel tempo il simbolo non di ci che lAmerica ma di ci che dovrebbe essere, del suo insaziabile anelito alla libert (che anche un pensatore rivoluzionario come Toni Negri riconosce a fondamento della cultura americana). Non a caso nel conflitto fra eroi che nasce con la Civil War Cap si metter a capo del gruppo di eroi che rifiuta di diventare governativa Questarte straordinaria ha prodotto tanti oggetti meravigliosi: quandanche mi limitassi a scrivere solo i nomi degli artisti che ho amato occuperei molte pagine. Per citarne alcuni di varie scuole (per esempio quella italiana e quella argentina, quella francese): Hugo Pratt, Magnus, Dino Battaglia, Andre Pazienza, Alberto Breccia, Hector Oesterheld, Gimenez, Moebius (recentemente scomparso). Come ha ben scritto Scott McCloud, autore di tre magnifici manuali a fumetti su come costruito e su come si costruisce il fumetto, la storia di questarte ancora tutta da esplorare ed destinata a riservare molte soprese. Arte che sta dimostrando di poter adeguarsi in maniera brillante allevoluzione tecnica, che sta trasformando tutti noi in fruitori (e produttori) sia di pagine digitali che cartacee Tra gli anni Ottanta e Novanta avvenuta una vera rivoluzione nel linguaggio del fumetto. Diciamo che c stato il passaggio definitivo alla fase adulta (malgrado siano tanti i capolavori prodotti a partire dallatto ufficiale di nascita, cio la pubblicazione di Yellow Kid, secondo i pi, avvenuta nel 1894). V per Vendetta di Moore e David Lloyd (1982-1985), il Batman di Miller (1986), di cui Antonio Furno ha parlato magistralmente e quasi in trance, Watchmen di Moore e Gibbons (1986-1987) hanno esplorato nuove possibilit espressive del medium, sia a livello visuale che testuale, con punte di altissima poesia, quesiti esistenziali, interrogativi politici. Potrei continuare a scrivere per ore, intrecciando ricordi e considerazioni estetiche. Mi fermo qui, ben sapendo che c tutto un enorme campo del fumetto, quello che appassiona anche a Benevento la maggior parte dei giovani, con cui ho quasi nulla dimistichezza. Sto parlando dei manga giapponesi. Il mio auspicio che la

costituenda associazione, gli incontri che proporremo, le eventuali rassegne che riusciremo ad organizzare, diventino occasione di mutuo apprendimento. Quasi inevitabilmente io rester visceralmente legato allimmaginario in cui mi sono plasmato da giovane, seppure arricchitosi via via di personaggi e tratti nuovi (come dimenticare la saga di Ken Parker di Berardi e Milazzo, ad esempio, o i primi numeri di Dylan Dog di Sclavi, o la grande stagione delle riviste dautore come LEternauta, Orient Express, Comic Art, Corto Maltese?). E, dunque, sono destinato, quasi inevitabilmente, anche per distorsione professionale e professorale, a storicizzare il fumetto e, un pochino, a fare il laudator temporis acti (Ah, il Conan di Buscema! Ah, il Nick Fury di Steranko!), ma mi impegno sin da ora ad aprirmi al nuovo in tutte le sue forme, sia quelle ipercolte che Antonio Furno ci racconta sia quelle popolari e dinamiche dei manga giapponesi. Il fumetto, come scrive McCloud, ha potenzialit ancora poco comprese. Nella sua capacit unica di coniugare segno grafico e parola scritta, pu diventare il medium per eccellenza del futuro. Mi auguro che il nostro amoroso lavoro al servizio di questarte possa convincere anche Giancristiano che non ci stiamo baloccando, incapaci di emanciparci dallinfanzia dorata, ma stiamo esperendo autentiche esperienze estetiche che ci aiutano a capire noi stessi e il mondo.

You might also like