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di Grazia Calabrò
Il sistema Moodle
Il LMS Moodle (Modular Object-Oriented Dynamic Learning Environment) è quello più
diffuso. Il suo successo lo deve principalmente al fatto che in esso si integrano
funzionalità tipiche di un LMS, con altre basate sull’interazione e la
collaborazione su rete. Moodle si basa appunto sulla teoria del costruttivismo
sociale, secondo la quale un individuo costruisce la propria formazione attraverso
l’interazione con l’ambiente circostante, interagendo con le altre persone.
L’apprendimento quindi avviene attraverso il confronto con altri utenti,
scambiandosi informazioni, opinioni, materiali utilizzando forum, chat e risorse
web, tutti integrati sulla piattaforma.
Moodle ha subito e subisce ancora oggi continue evoluzioni nella forma e nei
contenuti. Fra queste vi è il progetto open source Sloodle (Second Life Object
Oriented Distributed Learning Environment), che nasce appunto dall’integrazione
dell’ambiente virtuale di Second Life con la piattaforma Moodle.
Il sistema Sloodle
Sloodle porta Moodle nel mondo tridimensionale e multiutente di Second Life. Con
Scoodle i residenti di Second Life interagiscono con contenuti e servizi di
learning management sotto forma di oggetti tridimensionali appartenenti
all’ambiente virtuale.
Gli utenti di Moodle possono accedere in modo trasparente alle funzionalità di
Second Life. In rete vi sono immagini e video che presentano alcuni possibili
scenari di applicazione.
Ma ci si interroga sui reali vantaggi dell’integrazione di Second Life con il LMS
Moodle e del così detto Second Learning, cioè una sorta di e-learning virtuale e
3D.
Secondo alcuni esperti del settore, lavorare nei mondi virtuali attiva alcune
funzionalità cognitive quali la sperimentazione, la capacità di fare,
l’osservazione.
Per giudicare forse occorre esaminare i risultati derivanti dall’utilizzo concreto
di questi nuovi ambienti.