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INFLUENZA DELLA GEOMETRIA E FORMA DEGLI AGGREGATI SULLE PROPRIET VOLUMETRICHE DI CONGLOMERATI BITUMINOSI CHIUSI ED APERTI

Ezio Santagata
Dipartimento di Idraulica, Trasporti ed Infrastrutture Civili Politecnico di Torino Corso Duca degli Abruzzi 24, 10128 Torino Tel: +39.011.5645633 Fax: +39.011.5645614 E-mail: santagata@polito.it

Francesco Canestrari
Istituto di Strade e Trasporti Universit di Ancona Via Brecce Bianche, 60131 Ancona Tel: +39.071.2204507 Fax: +39.071.2204510 E-mail: fracan@unian.it

Felice Giuliani
Dipartimento di Ingegneria Civile, dellAmbiente del Territorio e Architettura Universit di Parma Parco Area delle Scienze 181/A, 43100 Parma Tel: +39.0521.905905 Fax: +39.0521.905924 E-mail: felice.giuliani@unipr.it

SOMMARIO Nel presente articolo sono riportati i risultati ottenuti nel corso di una indagine sperimentale finalizzata allo studio dellinfluenza esercitata dalle propriet geometriche e di forma degli aggregati sulle propriet volumetriche di conglomerati bituminosi chiusi ed aperti. Sono state studiate 28 miscele bituminose, preparate adottando granulometrie che soddisfano i criteri di accettazione definiti nelle Norme Tecniche dei Capitolati Speciali dAppalto utilizzati in ambito nazionale. Ciascuna miscela, caratterizzata da differenti valori dellindice di appiattimento degli aggregati, stata utilizzata per la preparazione di provini addensati sia con la pressa a taglio giratorio sia con apparecchiatura Marshall. I risultati ottenuti hanno permesso di approfondire la comprensione dei meccanismi di addensamento dei conglomerati bituminosi, ricavando utili informazioni anche per quel che riguarda il confronto tra le due tecniche di addensamento impiegate. Infine, i risultati sono stati anche utilizzati per una analisi critica delle prescrizioni degli attuali Capitolati.

ABSTRACT In this paper the Authors show the results they obtained in an experimental investigation focused on the analysis of the influence which the geometry and shape of the aggregates have on the volumetric properties of continuously-graded and gap-graded bituminous mixtures. The twenty-eight mixtures which were considered in the study were prepared by adopting size distributions which comply with the acceptance criteria defined in Technical Specifications currently used in Italy. Each mixture, containing aggregates characterised by different flatness index values, was used for the preparation of specimens compacted by means of both a gyratory shear compactor and a Marshall compactor. The obtained results have lead to a detailed understanding of the mechanisms which occur during the compaction of bituminous mixtures. Moreover, valuable information regarding the comparison between the two compaction methods has been gathered. Finally, the results have also been used for a critical analysis of the requirements set in current Specifications.

1. INTRODUZIONE Lo studio delle propriet volumetriche dei conglomerati bituminosi di fondamentale importanza per potere garantire la produzione e la messa in opera di miscele aventi un comportamento in opera che soddisfi i requisiti di progetto. Ci deriva dal fatto che tali propriet descrivono in maniera sintetica la struttura che si realizza allinterno di questi materiali multi-fase a seguito della compattazione e che condiziona in maniera diretta tanto le prestazioni meccaniche quanto quelle funzionali. Di conseguenza, le procedure di mix design e di controllo dei materiali in corso dopera [1] comprendono al loro interno, sia per i conglomerati di tipo chiuso sia per quelli di tipo aperto, una serie di verifiche che riguardano, ad esempio, la massa volumica apparente (Gmb), la percentuale di vuoti residui (Va), i vuoti nella miscela di aggregati (VMA) ed i vuoti riempiti di bitume (VFA). Come documentato dalla ampia letteratura tecnico-scientifica nazionale ed internazionale del settore, le propriet volumetriche sono influenzate da una serie di fattori [2-5]. Alcuni di essi dipendono da caratteristiche dei materiali impiegati quali la curva granulometrica e la forma degli aggregati, il loro assorbimento di bitume, la

percentuale ed il tipo di bitume. Altri sono invece una funzione delle modalit con le quali avviene la preparazione ed il costipamento delle miscele; rientrano allinterno di questa categoria le temperature di miscelazione e compattazione, nonch le metodologie impiegate per la posa in opera. La quantificazione degli effetti volumetrici associati a variazioni dei su citati fattori risulta determinante per potere stabilire criteri di accettazione dei materiali e per potere impostare correttamente il mix design delle miscele. In tal senso, in mancanza di studi sperimentali diretti opportuno fare riferimento alle prescrizioni contenute nelle Norme Tecniche dei pi recenti Capitolati Speciali dAppalto che rappresentano una sintesi delle conoscenze fino ad oggi consolidate [6]. Con lintento di fornire un contributo al tema su illustrato, nella presente memoria gli Autori presentano i risultati di una indagine sperimentale nel corso della quale si concentrata lattenzione sulla valutazione dellinfluenza che le caratteristiche geometriche e di forma degli aggregati hanno sulle propriet volumetriche dei conglomerati bituminosi. A tale proposito le raccomandazioni tecniche prescrivono infatti lutilizzo di aggregati frantumati (cio sostanzialmente privi di facce arrotondate), con una significativa limitazione della presenza di elementi non poliedrici per i quali nota la tendenza alla rottura fragile sia durante la fase di costruzione che durante lesercizio della sovrastruttura. La ricerca, effettuata allinterno dei laboratori del Centro Interuniversitario Sperimentale di Ricerca Stradale (CIRS), stata sviluppata valutando da un punto di vista quantitativo gli effetti volumetrici derivanti dallimpiego di crescenti quantitativi di aggregati di forma appiattita allinterno di varie curve granulometriche. Ci stato fatto prendendo in considerazione sia conglomerati di tipo chiuso, allinterno dei quali gli elementi appiattiti potrebbero generare difficolt nellottenimento dellidoneo addensamento, sia conglomerati di tipo aperto, per i quali ai fini della permeabilit allacqua deve essere assicurata una adeguata porosit interna anche in presenza di aggregati non poliedrici. 2. INDAGINE SPERIMENTALE 2.1 Materiali Per la preparazione delle miscele di conglomerato bituminoso sono stati utilizzati aggregati di diversa granulometria e forma sottoposti ad opportuni trattamenti di preselezione. La frazione grossa degli aggregati, avente diametro caratteristico superiore

a 4 mm, stata costituita utilizzando una dolomia delle Alpi Apuane gi utilizzata presso i laboratori del CIRS nellambito di una precedente ricerca riguardate le miscele non legate [7]. Per le frazioni fini (D < 4 mm) sono stati invece impiegati aggregati calcarei di frantumazione; come filler stato adottato un cemento pozzolanico. Laggregato grosso stato preliminarmente suddiviso mediante vagliatura in sei classi dimensionali piuttosto ristrette definite dai setacci aventi aperture delle maglie pari a 4, 5, 6,3, 8, 10, 12,5 e 16,5 mm. Su ciascuna frazione si operata quindi una ulteriore suddivisione mediante limpiego di specifici setacci a barre aventi lo scopo di isolare gli elementi lapidei di forma appiattita. Da ogni frazione si sono cos derivate due classi di materiale aventi indice di appiattimento Ia pari a 0 (elementi tutti poliedrici) o a 100 (elementi tutti piatti). Laggregato fino ed il filler di cemento non hanno richiesto alcun tipo di trattamento preliminare. Il materiale appartenente alle varie pezzature stato combinato nelle opportune percentuali per ottenere miscele di aggregati aventi tre distribuzioni granulometriche per ciascuna tipologia di conglomerato bituminoso preso in esame (chiuso ed aperto). In entrambi i casi si fatto riferimento ai fusi granulometrici di accettazione indicati nel Capitolato Speciale dAppalto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti [6], adottando quali curve obiettivo quelle coincidenti con il limite inferiore, con la curva di centro fuso e con il limite superiore (Figura 1).

100
Conglomerato chiuso

80

Conglomerato aperto

Passante (%)

60 40 20 0 0,01 0,1 1 10 100

Diametro, d (mm)
Figura 1. Distribuzioni granulometriche delle miscele di aggregati utilizzate nel corso della sperimentazione

Gli aggregati appartenenti alle varie pezzature sono stati sottoposti a prove per la valutazione della massa volumica reale Gr e della massa volumica apparente Gsa (misurata in condizioni di saturazione a superficie asciutta, SSA). I risultati sperimentali cos ottenuti, forniti in Tabella 1, sono stati utilizzati anche per il calcolo delle corrispondenti grandezze per ciascuna delle miscele di aggregati aventi le curve granulometriche indicate in Figura 1.
Massa volumica Massa volumica reale Gr [g/cm3] apparente Gsa [g/cm3] 2,752 2,743 2,810 2,691 2,691 2,647 2,698 2,661 2,458

Frazione [mm] 12,5/16,5 10/12,5 8/10 6,3/8 5/6,3 4/5 0/4

Tabella 1. Masse volumiche delle frazioni di aggregati lapidei Per quanto riguarda il legante, in tutte le miscele di tipo chiuso stato utilizzato un bitume 80/100 nella percentuale del 5%. Tale dosaggio, molto vicino al limite inferiore dellintervallo di riferimento indicato dal Capitolato (4,8%-5,8%), stato scelto allo scopo di mettere in evidenza la presenza di vuoti residui. Tutte le miscele aperte sono state invece preparate con il 5,5% di bitume modificato. Tale valore risulta centrale rispetto allintervallo di accettazione di Capitolato (5,0-6,0%) e corrisponde a condizioni intermedie di riempimento dei vuoti nella miscela di aggregati. Su entrambi i leganti sono state effettuate prove preliminari di caratterizzazione reologica per la determinazione delle temperature ottimali di miscelazione (Tmisc) e di compattazione (Tcomp) delle corrispondenti miscele bituminose. Queste sono riportate, in funzione degli intervalli della viscosit cui si fatto riferimento, in Tabella 2.
80/100 Tmisc ( = 0,15-0,19 Pas) (C) Tcomp ( = 0,25-0,31 Pas) (C) 140 120 Modificato 180 170

Tabella 2. Temperature di miscelazione e di compattazione

Nel corso dellindagine sperimentale sono state prese in esame 28 diverse miscele bituminose (8 di tipo chiuso, 20 di tipo aperto) ottenute combinando, per ognuna delle sei curve granulometriche di Figura 1, frazioni di aggregato grosso caratterizzate da diverso valore dellindice di appiattimento Ia. Ci ha determinato la preparazione di miscele di aggregati aventi percentuali in peso di elementi piatti (ed indici di appiattimento) variabili entro intervalli piuttosto ampi. A titolo di esempio, in Tabella 3 riportata la costituzione di una delle miscele preparate in laboratorio con una percentuale di elementi piatti pari al 30%. Questa corrisponde ad un indice di appiattimento complessivo pari a 50. In Tabella 4 sono invece riportate le caratteristiche di tutte le miscele preparate in laboratorio. Nellambito della ricerca esse sono state identificate con un codice alfanumerico del tipo XYn, ove X indica la tipologia di conglomerato bituminoso (C = chiuso, A = aperto), Y indica la curva di riferimento nel fuso (I = inferiore, M = media, S = superiore) ed n indica la percentuale in peso di aggregati piatti.
Frazione 12,5/16 10/12,5 8/10 6,3/8 5/6,3 4/5 2/4 0,42/2 0,177/0,42 0,075/0,177 filler % in peso 10 14 6 10 5 15 15 14 3 2 6 Ia (frazione) 100 100 100 0 0 0 % piatti 10 14 6 0 0 0 % non piatti 0 0 0 10 5 15 15 14 3 2 6

Tabella 3. Costituzione di una miscela di aggregati contenente il 30 % di elementi piatti sul peso totale (miscela CI30)

Tipologia conglomerato Curva granulometrica N miscele % di granuli piatti riferita al peso totale della miscela Indice appiattimento Percentuale di bitume 0 - 14 - 30 I 3

CHIUSO M 3 S 2 I 8 0 - 10 - 15 0 - 9,33 29,29 0 - 10 17,5 - 25 42,5 0 - 10,5 0 - 23,3 - 50 0 - 18,7 58,6 0 - 22,2 26,3 - 28,9 34,2 - 44,7 5,0

APERTO M 8 0 - 5 - 15 17,5 - 20 37,5 0 - 5,7 - 17 0 - 18,8 21,9 - 40,6 - 25,6 36,9 - 42,6 5,5 0 - 15 - 17,5 - 32,5 S 4

27,5 - 32,5 - 22,5 - 32,5 -

15,8 - 18,4 - - 19,9 - 22,7

Tabella 4. Caratteristiche di composizione delle miscele bituminose analizzate 2.2 Prove ed attrezzature Per ciascuna delle 28 miscele descritte in Tabella 4 sono stati impastati in laboratorio i quantitativi sufficienti per la valutazione della massima massa volumica teorica Gmm (metodo ASTM D2041) e per la preparazione di quattro campioni cilindrici. Due di questi (diametro 100 mm) sono stati compattati con una pressa a taglio giratorio che stata utilizzata in osservanza dei protocolli del sistema SUPERPAVE ed adottando un numero di giri imposto pari a 142. I restanti due campioni sono stati invece addensati con compattatore Marshall mediante la procedura che prevede lapplicazione di 75 colpi su ciascuna faccia piana. Tutti i campioni sono stati sottoposti alle prove necessarie per la valutazione della massa volumica apparente Gmb. Nel caso delle miscele chiuse ci stato fatto in condizioni di saturazione a superficie asciutta (SSA) secondo quanto previsto dalla norma ASTM D2726. Nel caso dei campioni delle miscele aperte, a causa della forte permeabilit derivante dalla presenza di pori interconnessi stata invece seguita una procedura differente che prevede lapplicazione di una pellicola protettiva e le successive pesate in aria ed acqua [5]. In funzione dei valori di Gmm e Gmb sono state quindi ricavate altre grandezze volumetriche fondamentali quali la massa volumica effettiva degli aggregati (Gse) e la percentuale dei vuoti residui (Va). Inoltre, i valori di Gmm e Gmb hanno consentito di

ricavare, dai dati acquisiti durante la compattazione con pressa giratoria, le curve di addensamento delle miscele. Come indicato in Figura 2, queste possono essere espresse facendo riferimento a due parametri caratteristici detti di lavorabilit (k) e di autocompattazione (C1).

100 95 90 85 80 75 70 65 60 1 10

%Gmm

Dati sperimentali %Gmm = C1 + k logNg

100

1000

Numero di giri, Ng (log)


Figura 2. Curva di addensamento derivata dalluso della pressa a taglio giratorio 3. RISULTATI SPERIMENTALI 3.1 Propriet volumetriche dei conglomerati bituminosi chiusi I valori medi delle grandezze misurate nellambito della caratterizzazione volumetrica delle 8 miscele per conglomerati bituminosi chiusi sono riportati nelle tabelle 5, 6, 7 e 8. Come evidenziato in Tabella 5, si osservato in primo luogo che, indipendentemente dalla curva granulometrica impiegata (inferiore, centro fuso, superiore), la Gmm, pur presentando una certa variabilit, non risulta dipendente in maniera esplicita dallindice di appiattimento. Ci deriva dal fatto che la superficie specifica degli aggregati esposta al bitume non cambia significativamente per effetto della variazione dellindice di appiattimento essendo tale parametro modificato per la sola frazione grossa: questo comporta un assorbimento da parte degli aggregati della stessa quantit di bitume ed una conseguente invarianza del volume complessivo della miscela di conglomerato bituminoso. La validit di tale considerazione risulta confermata dallosservazione dei valori della massa volumica effettiva degli aggregati Gse che pure risultano indipendenti da Ia.

Miscela CI 0 CI 14 CI 30 CM 0 CM 9,33 CM 29,29 CS 0 CS 10

% piatti 0 14 30 0 9,33 29,29 0 10

Ia [g/cm ] 0 23,3 50 0 18,7 58,6 0 22,2 2,560 2,564 2,547 2,571 2,538 2,539 2,535 2,542
3

Gmm media 2,557 [g/cm ] 2,765 2,770 2,749 2,779 2,549 2,738 2,740 2,539 2,735 2,743
3

Gse media 2,762

2,752

2,739

Tabella 5. Masse volumiche Gmm e Gse (conglomerati bituminosi chiusi) Alla luce delle osservazioni su riportate, per le miscele caratterizzate dalla medesima granulometria possibile quindi considerare come rappresentativo il valore medio della Gmm indicato in tabella, rispetto al quale lo scostamento massimo calcolato dello 0,8%, perfettamente rientrante nellerrore sperimentale del metodo di misura impiegato. Dai valori medi calcolati risulta inoltre un andamento decrescente di Gmm e di Gse passando a distribuzioni granulometriche via via pi fini (inferiore/media/superiore). Ci deriva dalla massa volumica degli aggregati fini che risulta minore rispetto a quella delle pezzature maggiori (Tabella 1): aumentando la componente fine, a parit di peso della miscela, il volume risulta maggiore e conseguentemente la Gmm diminuisce; inoltre, concorrono alle variazioni osservate anche gli effetti legati ad un maggiore assorbimento di bitume da parte degli aggregati fini, caratterizzati da una maggiore superficie specifica. Si deve peraltro sottolineare che le differenze rilevate sono piuttosto modeste in quanto le curve granulometriche, bench differenti, appartengono ad uno stesso fuso allinterno del quale gli assortimenti possibili sono davvero vicini. Le propriet delle miscele chiuse nello stato addensato sono state valutate separatamente per i campioni preparati con tecnica Marshall (M) e con pressa a taglio giratorio (PTG). In Tabella 6 sono riportati i valori medi della massa volumica apparente Gmb: da essi risulta che in tutti i casi la compattazione giratoria ha determinato un pi elevato addensamento rispetto a quella Marshall. Tale risultato, visto lelevato numero di giri imposto durante la compattazione (pari a 142), in accordo con precedenti studi effettuati nei laboratori del CIRS [8].

Miscela CI 0 CI 14 CI 30 CM 0 CM 9,33 CM 29,29 CS 0 CS 10

% piatti 0 14 30 0 9,33 29,29 0 10

Ia 0 23,3 50 0 18,7 58,6 0 22,2

Gmb (PTG) [g/cm ] 2,478 2,467 2,450 2,516 2,506 2,502 2,494 2,491 2,492 2,508 2,465
3

Gmb (M) [g/cm3] 2,445 2,439 2,425 2,492 2,475 2,482 2,472 2,462 2,467 2,483 2,436 media

media

Tabella 6. Masse volumiche apparenti Gmb dei conglomerati bituminosi chiusi I dati di Tabella 6 indicano inoltre che per ciascuna curva granulometrica presa in esame, un aumento dellindice di appiattimento degli aggregati determina una riduzione della massa volumica del conglomerato bituminoso. Tale effetto, evidenziato in Figura 3, stato osservato tanto per i campioni Marshall quanto per quelli preparati alla pressa giratoria.

2,55 2,525

Campioni PTG Gmb (g/cm )


3

2,55 2,525 2,5 2,475 2,45 2,425 2,4

Campioni M

CI CM CS

Gmb (g/cm )

2,5 2,475 2,45


CI

2,425 2,4 0

CM CS

10

20

30

40

10

20

30

40

% elementi piatti

% elementi piatti

Figura 3. Influenza della forma degli aggregati sulla massa volumica Gmb (conglomerati bituminosi chiusi) Dai dati riportati in Tabella 6 ed in Figura 3 si pu infine evincere che, per entrambi i metodi di addensamento, i materiali preparati con granulometrie corrispondenti alla curva inferiore del fuso (CI) forniscono i valori di Gmb pi bassi, mentre quelle relative alla curva media (CM) sono associati ai valori di Gmb pi elevati. Tale fenomeno pu essere spiegato tenendo conto del fatto che la curva granulometrica intermedia quella

che presenta il migliore assortimento dei granuli, con conseguenze dirette sulladdensamento che pu essere conferito alle corrispondenti miscele bituminose. La curva superiore conduce a risultati solo di poco inferiori in quanto possiede comunque un elevato tenore di frazione fine capace di saturare in larga parte gli spazi intergranulari; lelevata percentuale di aggregati grossi riscontrabile nella curva limite inferiore determina invece una minore capacit di addensamento delle miscela. Considerazioni del tutto analoghe a quelle appena esposte possono essere fatte prendendo in esame i valori della percentuale dei vuoti residui Va, calcolata per ciascuna miscela in funzione della massa volumica apparente Gmb e del valore medio della massima massa volumica teorica Gmm. Come indicato in Tabella 7, si rilevata nuovamente una sostanziale differenza tra i campioni preparati con le due metodologie di compattazione. Ci viene posto ulteriormente in evidenza in Figura 4, ove sono messi a confronto i valori relativi alle 8 miscele prese in esame per i quali si rileva uno scarto piuttosto uniforme, dellordine dell1%. I dati sperimentali indicano che un aumento anche marcato della percentuale di elementi piatti determina un aumento davvero modesto della percentuale dei vuoti nella miscela, con massime variazioni dell1% per le miscele con granulometria CI. Si pu inoltre notare che nella maggior parte dei casi, per entrambe le metodologie di compattazione il valore di Va si mantenuto al di sotto del 5%. Ci indica che nei conglomerati bituminosi chiusi limpiego di aggregati aventi valori dellindice di appiattimento Ia vicino a 60 (corrispondenti a quantit di elementi piatti pari al 30% del peso totale) non pregiudica lottenimento di strutture caratterizzate da una contenuta porosit. Lesperienza di cantiere sembrerebbe in contrasto con il risultato ottenuto in laboratorio poich di norma la presenza di elementi piatti risulta associata ad un sensibile peggioramento delladdensamento in opera. Tale discrepanza pu essere per spiegata tenendo conto del limitato spessore con il quale solitamente si realizzano le stese in opera, allinterno delle quali gli effetti derivanti dalla forma degli aggregati hanno modo di manifestarsi in maniera pi evidente rispetto al caso dei campioni di laboratorio. Occorre infine sottolineare che le miscele corrispondenti alla curva superiore e di centro fuso restituiscono valori dei vuoti finali Va troppo bassi rispetto ai requisiti fissati per entrambi i metodi di compattazione. Nel caso in cui dovessero essere utilizzate per applicazioni in opera, sarebbe pertanto opportuno operare delle variazioni alle loro formulazioni per non rischiare di incorrere in fenomeni di inormaiamento e di rifluimento del legante. A tal proposito si potrebbero adottare rimedi consistenti in una

riduzione del quantitativo di legante oppure, pi efficacemente, in una riduzione della percentuale di filler.
Miscela CI 0 CI 14 CI 30 CM 0 CM 9,33 CM 29,29 CS 0 CS 10 % piatti 0 14 30 0 9,33 29,29 0 10 Ia 0 23,3 50 0 18,7 58,6 0 22,2 Va (PTG) (%) 3,1 3,5 4,2 1,3 1,7 1,9 1,8 1,9 1,8 1,6 3,6 media (%) 4,4 4,6 5,2 2,2 2,9 2,6 2,6 3,0 2,8 2,6 4,7 Va (M) media

Tabella 7. Percentuali dei vuoti residui Va dei conglomerati bituminosi chiusi

5,5 5,0 4,5


Va (M) = 1,04 Va (PT G) + 0,94 R2 = 0,98

Va (M) (%)

4,0 3,5 3,0 2,5 2,0 1,5 1,0 1,0 1,5 2,0 2,5 3,0 3,5 4,0 4,5 5,0 5,5
Linea di uguaglianza

CI CM CS

Va (PTG) (%) Figura 4. Relazione tra le percentuali dei vuoti Va misurate sui campioni di miscele chiuse preparati con le due tecniche di compattazione (pressa giratoria e Marshall) Nella Tabella 8 sono riassunti i dati relativi alle caratteristiche di lavorabilit delle miscele chiuse cos come descritte dai valori medi dei parametri k e C1 desunti dalle curve di addensamento. Come evidenziato in Figura 5, si notato che le miscele con curva granulometrica CI, a grana pi grossa, presentano caratteristiche pressoch indipendenti dallindice di appiattimento Ia degli aggregati, e notevolmente diverse da quelle delle altre miscele per le quali sono pi elevati i valori del parametro di autoaddensamento C1 e pi piccoli i valori del parametro k. Il comportamento durante

laddensamento delle miscele con curve CM e CS risulta inoltre pi sensibile alle caratteristiche di forma degli aggregati, con una generale tendenza allaumento di k e alla riduzione di C1 in funzione dellaumento della percentuale di elementi piatti.
Miscela CI 0 CI 14 CI 30 CM 0 CM 9,33 CM 29,29 CS 0 CS 10 % piatti 0,00 14,00 30,00 0,00 9,33 29,29 0 10 Ia 0 23,3 50 0 18,70 58,60 0 22,2 9,8 9,8 10,1 5,9 6,5 8,0 5,9 7,4 6,6 6,8 9,9 k media (%) 76,2 76,4 75,4 80,3 79,9 78,5 79,2 78,8 79,0 79,6 75,9 C1 media

Tabella 8. Parametri di addensamento k e C1 dei conglomerati bituminosi chiusi

11,0 10,0

81,0 80,0

C1 (%)

9,0 8,0 7,0 6,0 5,0 0 10 20 30 40


CI CM CS

79,0 78,0 77,0 76,0 75,0 0 10 20 30 40


CI CM CS

% elementi piatti

% elementi piatti

Figura 5. Influenza della forma degli aggregati sui parametri di addensamento k e C1 (conglomerati bituminosi chiusi) 3.2 Propriet volumetriche dei conglomerati bituminosi aperti Nel caso delle miscele di tipo aperto sono state valutate le medesime grandezze prese in considerazione per quelli chiusi. I relativi risultati sperimentali sono riportati nelle tabelle 9, 10, 11 e 12. Analogamente a quanto visto per le miscele chiuse, i valori della massima massa volumica teorica Gmm e della massa volumica effettiva degli aggregati Gse non dipendono dalla percentuale di elementi piatti contenuti nella miscela (Tabella 9).

Inoltre, entrambe tali grandezze tendono gradualmente a diminuire nel passaggio dalla curva inferiore AI a quella superiore AS a causa della minore massa volumica apparente delle frazioni fini. Si nota inoltre che i valori di Gmm e di Gse relativi ai conglomerati aperti risultano pi elevati di quelli misurati sui chiusi a causa di una percentuale maggiore di aggregato grosso (Figura 1).
Miscela AI 0 AI 10 AI 15 AI 17,5 AI 25 AI 27,5 AI 32,5 AI 42,5 AM 0 AM 5 AM 15 AM 17,5 AM 20 AM 22,5 AM 32,5 AM 37,5 AS 0 AS 15 AS 17,5 AS 32,5 % piatti 0 10 15 17,5 25 27,5 32,5 42,5 0 5 15 17,5 20 22,5 32,5 37,5 0 15 17,5 32,5 Ia [g/cm ] 0 10,5 15,8 18,4 26,3 28,9 34,2 44,7 0 5,7 17,0 19,9 22,7 25,6 36,9 42,6 0 18,8 21,9 40,6 2,618 2,588 2,603 2,591 2,562 2,576 2,563 2,573 2,583 2,573 2,583 2,593 2,578 2,596 2,581 2,581 2,564 2,563 2,570 2,560 2,564 2,583 2,584
3

Gmm media [g/cm ] 2,864 2,827 2,845 2,830 2,794 2,811 2,796 2,808 2,820 2,808 2,821 2,833 2,814 2,837 2,818 2,818 2,797 2,796 2,804 2,791
3

Gse media

2,822

2,821

2,797

Tabella 9. Masse volumiche Gmm e Gse (conglomerati bituminosi aperti) Per quel che riguarda i valori della massa volumica apparente Gmb dei campioni compattati con i due metodi (pressa giratoria e Marshall), si sono rilevati i valori riportati in Tabella 10. Da questi emerge che, contrariamente a quanto visto per i conglomerati bituminosi chiusi, gli addensamenti pi efficaci vengono realizzati con il metodo Marshall. Come evidenziato in Figura 6, tale differenza appare evidente per i

materiali preparati adottando le curve AI e AM, mentre risulta leggermente meno marcata per i campioni relativi alla curva granulometrica superiore AS. Si ritiene che tale riscontro sia da imputare agli effetti provocati dallazione del maglio impiegato nella tecnica di compattazione impulsiva, il quale anzich favorire una azione di scorrimento relativo tra i granuli tende ad accentuare le sollecitazioni in corrispondenza dei contatti localizzati che caratterizzano le miscele aperte. Ci si traduce nella possibilit di pervenire con il metodo Marshall ad un elevato addensamento per effetto della potenziale frantumazione dei granuli dovuta al superamento della resistenza meccanica della roccia di origine. Nel caso dei provini preparati con la pressa giratoria, per le miscele aperte lecito invece ipotizzare che durante il processo di addensamento si verifichi, in ragione della presenza di una elevata quantit di aggregati grossi, un effetto di dilatanza che produce una azione di disturbo sulla struttura. A conferma di tali considerazioni si osservato che la differenza tra i valori medi di Gmb ottenuti con i due metodi di preparazione dei provini risulta meno accentuata per i materiali con curva granulometrica superiore (AS), caratterizzati da una ridotta frazione di aggregati grossi e quindi dalla presenza di un numero di contatti intergranulari pi diffusi.

2,35 2,3

Gmb (M) (g/cm )

2,25 2,2 2,15 2,1 2,05 2 2 2,05 2,1 2,15 2,2


3 Linea di uguaglianza

AI AM AS

2,25

2,3

Gmb (PTG) (g/cm ) Figura 6. Relazione tra le masse volumiche apparenti Gmb misurate sui campioni preparati con le due tecniche di compattazione (pressa giratoria e Marshall)

Miscela AI 0 AI 10 AI 15 AI 17,5 AI 25 AI 27,5 AI 32,5 AI 42,5 AM 0 AM 5 AM 15 AM 17,5 AM 20 AM 22,5 AM 32,5 AM 37,5 AS 0 AS 15 AS 17,5 AS 32,5

% piatti 0 10 15 17,5 25 27,5 32,5 42,5 0 5 15 17,5 20 22,5 32,5 37,5 0 15 17,5 32,5

Ia 0 10,5 15,8 18,4 26,3 28,9 34,2 44,7 0 5,7 17,0 19,9 22,7 25,6 36,9 42,6 0 18,8 21,9 40,6

Gmb (PTG) [g/cm ] 2,029 2,014 2,035 2,048 2,050 2,050 2,046 2,044 2,104 2,081 2,104 2,112 2,106 2,089 2,080 2,084 2,214 2,213 2,235 2,213 2,219 2,095 2,040
3

Gmb (M) [g/cm3] 2,138 2,117 2,084 2,117 2,083 2,126 2,116 2,117 2,151 2,177 2,158 2,168 2,175 2,181 2,194 2,187 2,273 2,249 2,241 2,228 2,248 2,174 2,112 media

media

Tabella 10. Masse volumiche apparenti Gmb dei conglomerati bituminosi aperti Infine, sempre con riferimento ai valori medi riportati in Tabella 10, appare evidente la capacit riempitiva della frazione fine che determina per le curve superiore (AS) ed inferiore (AI) rispettivamente i valori pi alti e pi bassi di Gmb. In merito a tale aspetto si riscontra una gerarchia diversa rispetto a quella ottenuta per i conglomerati bituminosi chiusi dato che nelle miscele aperte alla curva granulometrica di centro fuso non corrisponde il massimo addensamento della struttura litica. In Figura 7 sono riportati i valori della Gmb in funzione della percentuale di elementi appiattiti. Si pu notare che, a differenza di quanto rilevato per i conglomerati bituminosi chiusi, non sono identificabili degli andamenti caratteristici.

2,25 2,2

Campioni PTG Gmb (g/cm )

2,3 2,25

Campioni M

AI AM AS

Gmb (g/cm )

2,15 2,1 2,05 2 0 10 20 30 40

AI AM AS

2,2 2,15 2,1 2,05

50

10

20

30

40

50

% elementi piatti

% elementi piatti

Figura 7. Influenza della forma degli aggregati sulla massa volumica Gmb (conglomerati bituminosi aperti) I dati riportati in Tabella 11 confermano che nel caso dei conglomerati bituminosi aperti le propriet volumetriche raggiunte al termine delladdensamento non sono influenzate dallindice di appiattimento degli aggregati grossi. Risulta inoltre evidente che anche facendo riferimento ai valori della percentuale dei vuoti residui Va, con il metodo Marshall vengono raggiunte condizioni di pi elevato addensamento rispetto al caso dei campioni costipati alla pressa giratoria. Ci si pu evincere anche dalla rappresentazione grafica di Figura 8, dalla quale risulta inoltre che lo scarto tra le due grandezze Va (M) e Va (PTG) diminuisce allaumentare della finezza della miscela (passando cio dalla AI alla AM alla AS). Si pu inoltre notare che i valori medi di Va crescono in maniera piuttosto marcata passando dalla curva granulometrica superiore a quella di centro fuso. Tale differenza, pi evidente nel caso di provini confezionati con la pressa a taglio giratorio, suggerisce di valutare con attenzione le miscele durante le fasi di mix design poich il solo rispetto delle prescrizioni di Capitolato, espresse in termini di un fuso granulometrico ammissibile, non garantisce in maniera automatica lottenimento di miscele aventi una volumetria compatibile con le prestazioni richieste in opera. A titolo di esempio, si evidenzia il caso delle miscele con curva granulometrica AI, cui corrisponde un valore medio dei vuoti residui (21,1 %) dopo 142 giri di compattazione che non risulta in linea con le prescrizioni volumetriche del recente Capitolato Prestazionale del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti [6].

Miscela AI 0 AI 10 AI 15 AI 17,5 AI 25 AI 27,5 AI 32,5 AI 42,5 AM 0 AM 5 AM 15 AM 17,5 AM 20 AM 22,5 AM 32,5 AM 37,5 AS 0 AS 15 AS 17,5 AS 32,5

% piatti 0 10 15 17,5 25 27,5 32,5 42,5 0 5 15 17,5 20 22,5 32,5 37,5 0 15 17,5 32,5

Ia 0 10,5 15,8 18,4 26,3 28,9 34,2 44,7 0 5,7 17,0 19,9 22,7 25,6 36,9 42,6 0 18,8 21,9 40,6

Va (PTG) (%) 21,5 22,1 21,3 20,8 20,7 20,7 20,8 20,9 18,6 19,5 18,6 18,3 18,5 19,1 19,5 19,3 13,7 12,8 13,7 12,8 13,5 18,9 21,1 media (%) 17,3 18,1 19,4 18,1 19,4 17,7 18,1 18,1 16,7 15,7 16,5 16,1 15,8 15,6 15,1 15,3 11,4 12,3 12,6 13,1

Va (M) media

18,3

15,9

12,3

Tabella 11. Percentuali dei vuoti residui Va dei conglomerati bituminosi aperti

25,0
AI AM
Linea di uguaglianza

Va (M) (%)

20,0

AS

15,0
Va (M) = 0,74 Va (PT G) + 2,3 R2 = 0,85

10,0 10,0

15,0

20,0

25,0

Va (PTG) (%) Figura 8. Relazione tra le percentuali dei vuoti Va misurate sui campioni di miscele aperte preparati con le due tecniche di compattazione (pressa giratoria e Marshall)

Analogamente al caso delle miscele chiuse, anche per i conglomerati bituminosi aperti si entrato nel merito dei fenomeni che si verificano durante la compattazione, facendo riferimento parametri k e C1 desunti dai dati rilevati dalla pressa a taglio giratorio (Tabella 12). Si rilevato che, sebbene gli andamenti dei dati relativi alle varie miscele non siano del tutto regolari, in generale un aumento della percentuale di elementi piatti pu determinare un aumento del parametro di lavorabilit k ed una riduzione di quello di autoaddensamento C1 (Figura 9). Tali effetti possono anche non presentarsi contemporaneamente: nel caso delle miscele con curva AI si infatti riscontrata una certa costanza del parametro C1, mentre nel caso delle miscele AM tale osservazione stata fatta con riferimento al parametro k.
Miscela AI 0 AI 10 AI 15 AI 17,5 AI 25 AI 27,5 AI 32,5 AI 42,5 AM 0 AM 5 AM 15 AM 17,5 AM 20 AM 22,5 AM 32,5 AM 37,5 AS 0 AS 15 AS 17,5 AS 32,5 % piatti 0 10 15 17,5 25,5 27,5 32,5 42,5 0 5 15 17,5 20,5 22,5 32,5 37,5 0 15 17,5 32,5 Ia 0 10,5 15,8 18,4 26,3 28,9 34,2 44,7 0 5,7 17,0 19,9 22,7 25,6 36,9 42,6 0 18,8 21,9 40,6 5,8 6,8 6,8 7,5 7,1 7,6 7,1 8,1 7,2 7,9 7,1 7,7 8,1 7,4 7,5 7,7 7,5 9,0 9,1 9,0 8,65 7,57 7,12 k media (%) 63,2 62,8 62,9 62,9 63,3 63,8 63,4 62,6 65,9 65,9 65,3 64,9 64,9 63,6 64,0 63,8 69,8 67,3 68,3 67,6 68,22 64,79 63,11 C1 media

Tabella 12. Parametri di addensamento k e C1 dei conglomerati bituminosi aperti

11
AI

71
AM AS

10 9 8 7 6 5 0 10 20 30 40

70 69 68 67 66 65 64 63 62 50 0 10 20 30 40

AI AM AS

C1 (%)

50

% elementi piatti

% elementi piatti

Figura 9. Influenza della forma degli aggregati sui parametri di addensamento k e C1 (conglomerati bituminosi aperti) Facendo riferimento ai tre tipi di granulometrie impiegate, indipendentemente dalla percentuale di elementi piatti, dallanalisi dei dati di Tabella 12 vengono confermati i risultati ottenuti in termini di vuoti residui Va: risulta infatti che al crescere della finezza della granulometria (passando dalla AI alla AM ed alla AS) crescono i valori della lavorabilit k e dellautoaddensamento C1, con la conseguente riduzione dei vuoti residui Va. 3.3 Correlazioni tra le caratteristiche volumetriche dei campioni preparati con pressa a taglio giratorio e con compattatore Marshall Utilizzando i dati rilevati dalla pressa giratoria durante il processo di addensamento, stato valutato, per ciascuna delle 28 miscele prese in esame, il numero di giri che corrisponde al livello di addensamento ottenuto con il metodo di compattazione Marshall. I valori ottenuti, indicati con il simbolo Ng (PTG-M), sono riportati nelle Tabelle 13 e 14. Nel caso dei conglomerati bituminosi chiusi, per i quali il costipamento giratorio si rivelato pi efficace di quello Marshall, ci stato fatto analizzando i valori della massa volumica Gmb che vengono stimati in corrispondenza di ciascun giro di compattazione. Nel caso dei conglomerati bituminosi aperti, per i quali con il metodo Marshall si ottiene un addensamento pi marcato rispetto a quello derivante dalluso della pressa giratoria, si invece fatto riferimento alle rette di addensamento definite nel piano semilogaritmico Ng-%Gmm (Figura 2), il cui andamento stato estrapolato al di l del limite superiore di 142 giri.

Miscela CI 0 CI 14 CI 30 CM 0 CM 9,33 CM 29,29 CS 0 CS 10

Ia 0 23,3 50 0 18,7 58,6 0 22,2

Gmb (M) [g/cm ] 2,445 2,439 2,425 2,492 2,475 2,482 2,472 2,462
3

Gmm [g/cm ] 2,560 2,564 2,547 2,571 2,538 2,539 2,535 2,542
3

%Gmm (%) 95,5 95,1 95,2 96,9 97,5 97,8 97,5 96,8

Ng (PTG-M) media 105 112 110 94 93 112 97 95 96 100 109

Tabella 13. Addensamento equivalente PTG/Marshall (conglomerati bituminosi chiusi)


Miscela AI 0 AI 10 AI 15 AI 17.5 AI 25 AI 27,5 AI 32,5 AI 42,5 AM 0 AM 5 AM 15 AM 17,5 AM 20 AM 22,5 AM 32,5 AM 37,5 AS 0 AS 15 AS 17,5 AS 32,5 Ia 0 10,5 15,8 18,4 26,3 28,9 34,2 44,7 0 5,7 17,0 19,9 22,7 25,6 36,9 42,6 0 18,8 21,9 40,6 Gmb (M) [g/cm ] 2,138 2,117 2,084 2,117 2,083 2,126 2,116 2,117 2,151 2,177 2,158 2,168 2,175 2,181 2,194 2,187 2,273 2,249 2,241 2,228
3

Gmm [g/cm ] 2,618 2,588 2,603 2,591 2,562 2,576 2,563 2,573 2,583 2,573 2,583 2,593 2,578 2,596 2,581 2,581 2,564 2,563 2,570 2,560
3

%Gmm (%) 81,7 81,8 80,1 81,7 81,3 82,5 82,5 82,3 83,3 84,6 83,5 83,6 84,4 84,0 85,0 84,8 88,7 87,7 87,2 87,0

Ng (PTG-M) media 1437 622 329 308 331 293 520 267 258 244 371 281 257 560 620 519 326 195 119 144 196 389 513

Tabella 14. Addensamento equivalente PTG/Marshall (conglomerati bituminosi aperti)

Dai dati riportati in Tabella 13 si rileva che le miscele chiuse presentano un numero di giri di costipamento equivalente Ng (PTG-M) che risulta in tutti i casi molto vicino a 100 e che pressoch indipendente dallindice di appiattimento degli aggregati. Anche gli effetti dovuti alla curva granulometrica sono davvero modesti, con un leggero incremento riscontrato allaumentare della percentuale di aggregato grosso, ossia nel passaggio dalle curve superiori a quelle inferiori. In ogni caso appare corretta la scelta operata nellambito dei pi recenti Capitolati Speciali dAppalto nei quali si assunta lequivalenza volumetrica dei due metodi facendo riferimento ad un numero di giri della pressa giratoria pari a 100. Tale risultato perfettamente in linea con quelli ottenuti di recente da altri Autori anche su miscele per strati di collegamento [8]. Ben diversa la situazione riscontrata per i campioni di conglomerati bituminosi aperti (Tabella 14). Si infatti osservato che, avendo cautelativamente assunto come costante il valore della lavorabilit k, il valore di Ng (PTG-M) risulta, per la maggior parte delle miscele prese in esame, superiore a 200. Tale risultato contrasta con le specifiche di Capitolato che per le miscele aperte assumono implicitamente lequivalenza volumetrica tra i due metodi in corrispondenza di un numero di giri pari a 50. Si inoltre rilevato che una variazione della percentuale di aggregati piatti non determina effetti chiaramente identificabili sul parametro Ng (PTG-M). Allo scopo di uniformare le procedure di prova, per le miscele aperte si quindi calcolato il valore della percentuale dei vuoti residui che corrisponde allapplicazione di 100 giri nella pressa giratoria (Va,100). Tale valore stato messo a confronto con la percentuale dei vuoti Marshall Va (M), con il conseguente calcolo del rapporto Va,100/Va (M) (Tabella 15). Tale rapporto, come evidenziato in Figura 10, risulta indipendente dallindice di appiattimento degli aggregati Ia ed assume valori compresi tra 1,45 e 1,07. Si cos appurato che il contenuto dei vuoti di miscele aperte misurato su campioni Marshall risulta orientativamente inferiore del 20% rispetto a quello valutato su campioni compattati con la pressa giratoria a 100 giri. Fatte le necessarie ulteriori verifiche sperimentali, tale risultato potr essere utilizzato per una variazione delle prescrizioni relative alle propriet volumetriche che compaiono nei Capitolati dAppalto.

Miscela

Ia

Va (M) (%)

Va,100 (%) 25,1 23,6 23,5 22,0 22,4 21,0 22,5 21,2 19,7 18,4 20,5 19,8 18,9 21,5 21,0 20,8 15,2 14,8 13,5 14,4 1,45 1,31 1,21 1,22 1,16 1,19 1,24 1,17 1,18 1,17 1,24 1,23 1,20 1,38 1,39 1,35 1,34 1,21 1,07 1,10

V a ,100 Va ( M ) media

AI 0 AI 10 AI 15 AI 17,5 AI 25 AI 27,5 AI 32,5 AI 42,5 AM 0 AM 5 AM 15 AM 17,5 AM 20 AM 22,5 AM 32,5 AM 37,5 AS 0 AS 15 AS 17,5 AS 32,5

0 10,5 15,8 18,4 26,3 28,9 34,2 44,7 0 5,7 17,0 19,9 22,7 25,6 36,9 42,6 0 18,8 21,9 40,6

17,3 18,1 19,4 18,1 19,4 17,7 18,1 18,1 16,7 15,7 16,5 16,1 15,8 15,6 15,1 15,3 11,4 12,3 12,6 13,1

1,24

1,27

1,18

Tabella 15. Rapporto Va,100/Va (M) per conglomerati bituminosi aperti

1,50

Va,100/Va (M)

1,25 1,00 0,75 0,50 0 10 20 30 40 50


AI AM AS

Ia
Figura 10. Influenza della forma degli aggregati sul rapporto Va,100/Va (M) (conglomerati bituminosi aperti)

4. CONCLUSIONI I risultati ottenuti nel corso della sperimentazione hanno consentito di estendere le conoscenze attuali riguardanti i limiti di impiego degli aggregati nelle miscele bituminose chiuse ed aperte. Nel corso della sperimentazione si riscontrato che gli aggregati di forma appiattita hanno una influenza sulle propriet volumetriche dei soli conglomerati bituminosi chiusi; nel caso di quelli aperti non sono state infatti individuate chiare leggi di corrispondenza tra lindice di appiattimento degli aggregati e le propriet volumetriche delle miscele. In ogni caso, emerso che gli attuali limiti imposti dai Capitolati allindice di appiattimento degli aggregati sono da ritenere troppo cautelativi poich gli effetti volumetrici riscontrati sono comunque di modesta entit. chiaro per che per operare una modifica dei limiti di accettazione dovranno essere effettuate ulteriori indagini prendendo in esame anche le propriet meccaniche e funzionali delle miscele. In merito alle propriet geometriche della miscela di aggregati, determinante appare il ruolo svolto dalla distribuzione granulometrica scelta allinterno dei fusi di riferimento che pi di altri fattori, tanto per i conglomerati chiusi quanto per le miscele aperte, comporta sensibili variazioni della volumetria e della lavorabilit. Infine, si sono tratte alcune conclusioni relative al rapporto che esiste tra le propriet volumetriche misurate su provini preparati con la pressa giratoria e con il compattatore Marshall. Relativamente ai conglomerati chiusi, i risultati ottenuti confermano quelli gi riportati in letteratura [8] e nei recenti Capitolati [6], suggerendo di assumere quale riferimento per il controllo dei vuoti della miscela, laddensamento ottenuto con la pressa giratoria dopo 100 giri. Il risultato ottenuto esaminando i conglomerati aperti sembrerebbe invece contraddire le prescrizioni di Capitolato [6]; dai confronti svolti infatti emersa una inattesa capacit del metodo Marshall di produrre campioni molto pi addensati rispetto a quelli preparati con la pressa giratoria. Di conseguenza, gli Autori hanno individuato un nuovo criterio di corrispondenza tra le percentuali dei vuoti derivanti dai due sistemi di compattazione, osservando che quelle associate a 100 giri della pressa giratoria risultano superiori di circa il 20% rispetto a quelle dei campioni Marshall.

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