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Oltre i miti?
.relazione la
...~.~~~...~_.~... ~~..- rilevate in apertura proprio con
questo processo di discorsivizzazione. Ci siamo, in seconda battuta, interrogati sul
funzionamento di questo processo discorsivo rintracciando nel mito -come cifra
ermeneutica e dispositivo funzionale -il meccanismo che se ne può ritenere
responsabile: anche il mondo delle reti telematiche, segnato dal trionfo del
progresso e della tecnologia, sente la necessità di accompagnare la propria stessa
affermazione con dei racconti che gli diano senso. In particolare, del mito, si è
verificato il funzionamento semiotico recuperando al riguardo le celebri (e attua-
lissime) analisi di Roland Barthes. A partire dalla individuazione di questo funzio-
namento si è passati infine a verificarne l'applicabilità alla Rete, isolando tre
principali tipologie di miti: quelli della pedagogia (esemplificativi dei discorsi delle
scienze umane e sociali), quelli della tecnologia (che restituiscono il punto di vista
della ricerca applicativa e, indirettamente, dell'economia), quelli dell'informazio-
ne (tra i principali responsabili dell'immaginario sociale diffuso che rispetto a
Internet si è prodotto). Lavorando su questi miti si è potuto verificare come le idee
che della Rete sono individualmente e socialmente diffuse siano profondamente
intrise dei discorsi che proprio da essi vengono alimentati con il risultato di trovare
conferma e giustificazione al gap da cui si era partiti.
Tre ordini di considerazioni si impongono a margine di questo tragitto.
La prima. Ci sentiamo di allinearci all'approccio che i Cultural Studies
hanno sviluppato nei confronti di Internet, ben espresso da Sterne (1999) quando
ne indica il programma in cinque punti:
.guardare a Internet come a un luogo di produzione culturale e a un elemento
delle relazioni sociali;
.spostarsi dai luoghi comuni dei discorsi su Internet;
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mente che la realtà della Rete sia quella descritta dalle scienze umane, dai media
e dalla tecnologia, e la consapevolezza che tutti questi discorsi contribuiscono a
costituire questa realtà. Nel primo caso si scambiano i discorsi per le cose, nel
secondo si riconosce ai discorsi la capacità di partecipare alla costruzione del
significato che alle cose viene attribuito. In questo modo, probabilmente, si
pongono le basi per giungere a quella ricomposizione delle due dimensioni, la
realtà e le sue interpretazioni, che 10 stesso Barthes indica come compito: «Una
riconciliazione del reale e degli uomini, della descrizione e della spiegazione,
dell' oggetto e del sapere» (Barthes, 1957, p. 238). Nel caso specifico della teoria,
cercheremo di vedere se e come questo sia vero nel prossimo capitolo: in esso si
verificherà, da una parte, la capacità della teoria di prefigurare il futuro della
tecnologia, dall'altra la convergenza dell'una e dell'altra sull'idea della Rete come
spazio per la costruzione sociale del significato. Su questa idea, nel terzo capitolo,
costruiremo il nostro «mito» della Rete, fondato sulla convinzion-.e-.-(:he
Internet non
s:~~0» rispetto a quello reale1n cui viviamo, ~a ~I~nti
<;rpn;lri di aZIone di cui siamo protaQonisti nella nostra vita SOCIale. -