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DOMENICA 20 DICEMBRE 2009

Rammarico italiano: ridimensionata lUe


DA ROMA

I punti principali
Le conclusioni sul clima raggiunte a Copenaghen 2 gradi l'aumento massimo della temperatura media (scompare ogni riferimento alla riduzione globale del 50% al 2050, e qui vince la Cina) Riduzione delle emissioni da parte di tutti i paesi ricchi al 2020. Le cifre dovranno essere definite entro il primo febbraio 2010

elusione e preoccupazione. Perch lEuropa non ha esercitato alcuna leadership, la presidenza danese ha fallito la gestione politica. E i Paesi poveri, che gi stanno subendo gli effetti dei cambiamenti climatici, sono stati dimenticati. Al rientro da Copenhagen, il ministro dellAmbiente Stefania Prestigiacomo gi al lavoro con la Farnesina e la Presidenza del consiglio per concordare una linea di gestione di questo difficile passaggio. Nessuna dichiarazione ufficiale. Ma Prestigiacomo non nasconde la sua delusione e la sua preoccupazione: intervenendo dopo Sarkozy alla riunione del Consiglio europeo, il ministro italiano aveva sottolineato lesigenza che lEuropa riprendesse in mano la leadership. Cos non stato. E il giudizio su Copenhagen ora quello di

un completo fallimento: invece del- ce la Danimarca ha continuato a lavorare come se si dovesse approvare un laccordo c una dichiarazione non trattato. Nello staff di Prestigiacomo vincolante che nemmeno avva un c rammarico anche per il forte ridiprocesso negoziale per sostituire il protocollo di Kyoto, che era uno stru- mensionamento della leadership delUe. mento legale vincolante. Trapela inSe Cina e Usa si erano da subito chiasoddisfazione anche per la gestione danese, che ha portato avanti una li- mate fuori, era lEuropa che doveva condurre i giochi. A vernea non condivisa tice chiuso, c da rididallItalia. Nessun commento scutere le relazione tra Fin dallinizio era i Paesi membri, il ruolo chiaro che per supe- ufficiale del ministro del Parlamento, i raprare Kyoto bisognava Prestigiacomo, per porti nel Ppe, gruppo di procedere di pari pasriferimento del goverso con Stati Uniti, Ci- trapela delusione no danese. Il rammarina e India. La presico dellItalia infine anche per la mandenza danese invece ha tenuto ferma la barra sullimpianto europeo. Quan- cata attenzione ai Paesi poveri, gi adesso pi colpiti dal cambiamento clido un mese fa, a Singapore, Obama e matico. Il fiasco di Copenhagen, inil presidente cinese Hu Jintao hanno detto che non ci sarebbe stato un trat- somma, non si ripercuoter solo sul clima, ma anche sui rapporti con aree tato perch mancavano le condizioni, del mondo importanti per la sicurezin molti hanno capito che bisognava lavorare su un accordo politico. Inve- za mondiale. (L.Liv.)

Fondo da 30 miliardi di dollari per il triennio 2010-2012 e da 100 miliardi di dollari l'anno entro il 2020

Per i paesi in via di sviluppo attuare azioni di mitigazione in base alle loro specifiche caratteristiche nazionali. Ogni due anni questi paesi dovranno fare rapporto sui risultati degli interventi
(miliardi di dollari)

subito disponibili 10,6 11

LA CHIUSURA DEI LAVORI

stata stabilita la soglia massima di due gradi per il surriscaldamento del nostro Pianeta

Per il segretario generale dellOnu Ban Ki-moon il patto concordato un passo avanti essenziale

Giappone

3,6
USA

UE

ANSA-CENTIMETRI

Clima, lunico accordo rinviare gli impegni


Ogni Paese proporr i propri tagli entro gennaio. Ma mancano organi di monitoraggio
DI PAOLO M. ALFIERI

o-hope-naghen, Flopenaghen, Broke-naghen. Quello che doveva passare alla storia come levento decisivo per salvare il pianeta dallinquinamento si trasformato alla fine in un cinico gioco di storpiature del nome della citt che ha ospitato dodici giorni di trattative, discussioni, mercanteggiamenti. Cos, nei commenti del giorno dopo, Copenaghen diventata ieri di volta in volta la citt senza speranza, la citt del flop, la citt della rottura. Lo dicono gli ambientalisti, lo denunciano i delegati dei Paesi pi a rischio, lo confessano tra le righe i grandi inquinatori: laccordo di Copenaghen non sposta di una virgola i termini di u-

no dei problemi pi grandi per il genere umano. Perch lintesa cos faticosamente raggiunta laltra notte da Barack Obama con il premier cinese Wen Jiabao, lindiano Singh, il brasiliano Lula e il sudafricano Zuma unintesa che niente decide. E che se da una parte lascia aperto uno spiraglio per nuove discussioni anche nel 2010, dallaltro non raccoglie nessuna delle speranze di quanti avevano guardato a Copena-

ghen come al momento della verit. Nellaccordo raggiunto n legalmente n politicamente vincolante non ci sono impegni per il taglio dei gas serra, non c intesa su uneventuale estensione del Protocollo di Kyoto (in scadenza nel 2012) n su quanti fondi ogni Paese debba destinare alla lotta al cambiamento climatico. Addirittura sparita, nel testo finale, anche leventualit inizialmente prevista di adottare un

trattato legalmente vincolante entro il 2010. Ci si ritrover s a Bonn a giugno e a Citt del Messico il prossimo dicembre, ma non affatto detto che l le cose vadano meglio che a Copenaghen. Nel frattempo, entro fine gennaio ogni Paese dovrebbe adottare un proprio piano per il taglio degli inquinanti. Dovrebbe, appunto. Ma se si pensa che anche sul meccanismo di monitoraggio indipendente degli impegni non c sta-

PREMESSE & PROMESSE


La speranza della vigilia che ogni Paese offrisse tagli ambiziosi delle emissioni di CO2. LUe, che gi si impegnata a ridurle del 20% entro il 2020 rispetto al 1990, era disposta ad arrivare al 30% se Paesi come Cina e Usa avessero fatto offerte simili. Washington, rispetto ai livelli del 1990, era ferma al 3%. Pechino offriva la riduzione di intensit carbonica (emissioni rispetto al Pil) del 40% entro il 2020.

Emissioni di CO2

ta intesa (e qui hanno pesato soprattutto lostracismo cinese e in parte brasiliano) ecco che lintero pacchetto Copenaghen appare, ad uno sguardo pi approfondito, un pacchetto vuoto. Basti pensare, ancora, che come tetto massimo di surriscaldamento del pianeta stata fissata la soglia di 2 gradi: com possibile raggiungere questo obiettivo senza alcun riferimento ai tagli di CO2? E perch alla fine sparita, come invece ancora previsto fino a venerd pomeriggio, leventualit di scendere a 1,5 gradi, come invocato dagli Stati pi a rischio? Nessun reale passo Domande che ancora iein avanti stato ri mattina si ponevano i compiuto al summit delegati di moltissimi danese dopo due Paesi, che denunciavano

il tradimento delle aspettative iniziali osteggiando di fatto lintesa. Solo dopo diverse ore un comunicato rendeva noto che tutte le nazioni presenti al vertice hanno preso atto dellaccordo e il linguaggio utilizzato la dice lunga sullumore dei pi che servir da base di lavoro per il futuro. Un passo avanti essenziale, lo ha definito il segretario generale dellOnu, Ban Ki-moon, unintesa addirittura straordinaria per Barack Obama. Una conferenza sulle montagne russe, ha ammesso pi realisticamente Yvo de Boer, segretario generale della Convenzione Onu sui cambiamenti climatici. Il quale ha aggiunto che di fatto laccordo solo una lettera di intenti. E questo significa che abbiamo ancora molto lavoro da fare.

Lintesa raggiunta non n legalmente n politicamente vincolante. Le discussioni continueranno a giugno a Bonn e a dicembre a Citt del Messico

Temperature

anni di preparazione e 13 giorni di lavori in assemblea: laccordo finale emerso ieri non contiene impegni quantificato sui tagli di emissioni di CO2, n a medio ne a lungo termine. Una delle ultime bozze prevedeva la riduzione mondiale del 50% di CO2 entro il 2050, con i Paesi ricchi pronti ad arrivare all80%. Anche questa intesa sparita dal testo finale: entro fine gennaio, invece, ogni Paese adotter un proprio piano per il taglio degli inquinanti.

le nazioni in via di sviluppo Quel testo un tradimento: presa datto, ma votiamo no


l linguaggio forte e in alquegli stessi valori che in Eucuni casi anche inapproropa spinsero nei forni sei mipriato e sopra le righe. lioni di persone. Commento Certo , per, che le dichiarache ha scatenato le proteste di zioni dei membri del G77, il molti: indignata la Svezia che gruppo intorno al quale si raclha giudicato spregevole. colgono 130 Paesi in via di sviAl di l delle espressioni infeluppo, rendono tutto il disalici, certo , comunque, che gio, tutta linsoddisfazione per linsoddisfazione dei Paesi in un accordo sul clima che non via di sviluppo trova terreno tiene conto delle richieste di pi che fertile nel testo delquanti, pur non inquinando lintesa raggiunta laltra sera. come gli altri, sono i primi a Un accordo molto criticato fronteggiare le conseguenze anche da esperti e ambientadel cambiamento climatico. listi. Questo testo significa La protesta si fatta vibrante condannare gli abitanti delle non appena laltra sera si difpiccole isole. Ma cosa avrebfusa la voce dellintesa. Tanto bero fatto se a rischiare fosseche solo ieri mattina, dopo diro stati gli abitanti di Manhatverse ore, si riusciti a supetan, Parigi o Berlino?, si chierare politicade il direttore mente lo stallo generale di Proteste dal gruppo con uno strataGreenpeace, del G77. Il Sudan: gemma: i deleil sudafricano gati hanno ri come lOlocausto Kumi Nainunciato alla doo, che parLarcipelago di Tuvalu: procedura abila di tradituale del voto mento e razil nostro futuro non sul documento zismo. Per in vendita. Critiche punto per punMariagrazia to, optando per Midulla, rapanche dalle Ong la formula mepresentante Greenpeace: razzismo italiana nella no impegnativa della presa delegazione datto dellacdel Wwf a Cocordo. Ogni Paese poi ha popenaghen, lunico risultato tuto dirsi a favore o contrario la promessa sui fondi ai Paesi allintesa. Il primo a prendere poveri, con la speranza che la parola allAssemblea plenanon si riveli una nuova truffa, ria del vertice stato Apisai Iecome sarebbe se alla fine velemia, il presidente di Tuvalu, nisse fuori che vengono sotpiccolo arcipelago del Pacifico tratti ai fondi per la lotta alla fortemente a rischio inondapovert. zioni. Un intervento che ha Laccordo poi addirittura ustrappato lunghi applausi: il na tragedia per chi prova futuro di Tuvalu, ha detto Iesulla sua pelle gli effetti del rilemia, non in vendita, e ha scaldamento globale come citato i 30 denari di Giuda riShorbanu Khatun, un rifugiaferendosi ai fondi messi a dito ambientale. arrivato dal sposizione dai Paesi ricchi (30 Bangladesh a Copenaghen miliardi di dollari in tre anni). con lOng Oxfam: Ho fatto Sulla stessa linea donda gli intutta questa strada da un camterventi a raffica di Venezuela, po che ospita i profughi delle Cuba, Costa Rica, Bolivia. coste alluvionate del mio PaeE poi il sudanese Lumumba se. Ero venuto qui per avere Stanislas Dia-ping: suo lingiustizia per i 45mila sfollati tervento pi forte, e anche il lasciati senza casa dal ciclone pi criticato per i toni usati. Si Aila. Come far a spiegare lochiede allAfrica di sottoscriro che la nostra disgrazia cavere un patto suicida ha detduta nel vuoto?. to una soluzione basata su Paolo M. Alfieri

Alla vigilia della conferenza lobiettivo era di ottenere unintesa per un aumento della temperatura globale che non andasse oltre i 2 gradi rispetto ai livelli dellera preindustriale. Oltre tale soglia, secondo gli studi di molti esperti, molti Paesi andrebbero incontro a conseguenze catastrofiche come inondazioni e desertificazione. Diverse decine di milioni sarebbero, a quel punto, i rifugiati ambientali.

Laccordo fissa il tetto del riscaldamento globale a 2 gradi rispetto allera pre-industriale. Mancando per nel testo il riferimento ai tagli di CO2 difficile che lobiettivo venga raggiunto. Inoltre, mentre una delle bozze finali prevedeva la possibilit di scendere a 1,5 gradi nellambito di una revisione dellaccordo entro il 2016 - invocata dalle piccole isole - tale eventualit scomparsa dal testo finale.

LOSSERVATORE VATICANO

Migliore: Partorito un topolino


La montagna ha partorito il topolino: abbiamo sentito dei discorsi rasserenanti, per altri invece pi incalzanti. La sostanza per questa, che Copenaghen termina senza un preciso accordo. questo il commento monsignor Celestino Migliore, capo della delegazione della Santa Sede al vertice sullambiente e Osservatore permanente presso le Nazioni Unite. Forse per la presenza dei rappresentanti dei grandi Paesi ha spiegato in unintervista alla Radio Vaticana , che sono parte del problema e che sono indispensabili per la soluzione, come gli Stati Uniti, come la Cina, al di l delle loro dichiarazioni, quello che vale limpulso che hanno dato ad arrivare ad un accordo politico di base: per esempio, limpegno degli Stati Uniti di mettere insieme cento miliardi di dollari insieme ad altri Paesi entro una scadenza fissa, per aiutare i Paesi in via di sviluppo a procedere alla mitigazione e allattenuazione dei cambiamenti climatici. Questo sembra positivo. Poi ovviamente ha concluso le dichiarazioni sappiamo che possono creare speranze, ma non cambiano la sostanza da un giorno allaltro.

I Paesi poveri

I Paesi in via di sviluppo chiedevano alla vigilia della riunione delle Nazioni Unite a Copenaghen aiuti economici e tecnologici per fronteggiare i disastri naturali causati dallinquinamento: in sostanza una sorta di risarcimento, considerato che i Paesi poveri incidono pochissimo sulle emissioni inquinanti globali, subendo per gli effetti nocivi dellindustrializzazione dei Paesi ricchi.

Il testo finale prevede che i Paesi ricchi provvederanno con risorse adeguate a sostenere i Paesi in via di sviluppo nella riduzione dellinquinamento. Previsto anche il trasferimento di tecnologie utili ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici. Un fondo arriver a 100 miliardi di dollari annui entro il 2020. Nel triennio 2010-2012, lUe garantir 10,6 miliardi, il Giappone 11, gli Usa 3,6. (P.M.Al.)

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