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Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

Suoli e paesaggi della provincia di Cremona


Responsabilit e coordinamento del progetto: Stefano Brenna Realizzazione a cura di: Dante Fasolini, Vanna Maria Sale Contributi specifici: Geologia e geomorfologia: Francesco Malucelli Clima: Lorena Verdelli (testi), Valerio Marchetti (immagini) CD Rom, elaborazione dati: Marco Pastori, Luca Percich, Alberto Rocca, Silvia Solaro Schede suoli: Silvia Solaro Armonizzazione pedologica: Agristudio srl, Rea scarl, Timesis srl, Soil Network Italia soc. consortile arl Analisi di laboratorio: ERSAF, Ceres Varese, MAC Minoprio Progetto grafico: ES Studio S.r.l. Milano Illustrazione di copertina: Immagini ERSAF Fonti fotografiche: ERSAF Prima edizione: Milano, febbraio 2004 Stampa: Arti grafiche G. Vertemati Srl Via Bergamo 2 20059 Vimercate (MI)

Copyright C 2004 ERSAF ERSAF Ente Regionale per i Servizi allAgricoltura e alle Foreste Via Copernico, 38 20125 Milano www.ersaf.lombardia.it

La pianura della Lombardia prima e pi di tutto un territorio agricolo: e questo nonostante ospiti, contemporaneamente, gran parte dei 9 milioni di cittadini lombardi, degli insediamenti produttivi e delle infrastrutture logistiche della regione. Conoscere i suoli e conoscerli bene dunque indispensabile, soprattutto qui da noi: per preservare come ci raccomanda lUnione Europea i terreni di grande valore agricolo per la produzione alimentare a lungo termine, per valorizzare la tipicit e la qualit delle nostre produzioni ed anche per salvaguardare lambiente e assolvere a quelle funzioni di riqualificazione del paesaggio, attenuazione dellimpatto esercitato dalle attivit antropiche e mitigazione degli effetti del cambiamento del clima, che oggi al territorio rurale sono richieste per assicurare uno sviluppo sostenibile. ERSAF continua oggi e porta ad un nuovo importante momento e strumento di diffusione - uno sforzo intrapreso ormai quasi 20 anni fa in Lombardia, per conoscere e far conoscere i suoli della nostra regione, le loro caratteristiche, i loro comportamenti, le loro attitudini - direi quasi - i loro segreti: i Quaderni di questa serie sono la testimonianza di questo impegno. Francesco Mapelli Presidente ERSAF La conoscenza dell'ambiente e del territorio un presupposto di base su cui fondare le politiche e le scelte di governo del territorio: in questo senso la Direzione Generale Territorio e Urbanistica attivamente impegnata per sviluppare progetti di studio e ricerca territoriale, i cui risultati sono di fondamentale importanza per attuare efficacemente le proprie funzioni di programmazione e per fornire agli enti territoriali strumenti efficaci per il controllo e la gestione del territorio. Tutti i dati, raccolti ed elaborati in modo coordinato ed integrato tra diversi soggetti preposti al governo del territorio, vanno a strutturare quellarchitettura composita ed articolata rappresentata dal Sistema Informativo Territoriale, nel quale i contenuti informativi relativi alle caratteristiche dei suoli ed alle unit morfologiche di paesaggio rappresentano uno dei numerosi ma fondamentali tasselli. Nel sottolineare limportanza della diffusione, dellintegrazione e della condivisione delle conoscenze territoriali il Sistema Informativo Territoriale propone questopera realizzata in modo congiunto alla Direzione Generale Agricoltura ed allERSAF per rendere fruibili le informazioni ad un pubblico vasto, che potr valorizzare i dati conoscitivi attraverso i propri utilizzi a fini applicativi. Alessandro Moneta Assessore al Territorio e Urbanistica

Tre sono gli indispensabili elementi necessari alle pratiche agricole: la luce del sole, il terreno, lacqua. Al contrario della prima, le ultime due sono risorse esauribili, sempre pi scarse, per le quali lagricoltura in serrata competizione con tanti altri utilizzi ed impieghi. Peraltro, lagricoltura lunica forma di utilizzo del suolo capace di preservarne la consistenza e le caratteristiche anche per il futuro, al contrario di ci che avviene quando il terreno viene cementato, asfaltato, scavato. Per queste ragioni, lagricoltura il settore produttivo pi interessato alla tutela e gestione sostenibile delle caratteristiche qualitative e quantitative del terreno. Questo quaderno un contributo importante, utile e prezioso, che incrementa le conoscenze tecnico scientifiche sui terreni della Lombardia. Viviana Beccalossi Vicepresidente della Giunta Regionale Lombarda Assessore allAgricoltura

Indice

Introduzione Inquadramento geografico Caratteri fisici del territorio


Clima Geologia Geomorfologia Idrogeologia Uso del Suolo

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I pedopaesaggi della provincia


La classificazione del pedopaesaggio Pedopaesaggio dei terrazzi subpianeggianti rilevati sulla pianura Terrazzi antichi Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Alta pianura ghiaiosa Media pianura idromorfa Bassa pianura sabbiosa Pedopaesaggio delle valli fluviali Alta pianura ghiaiosa Media pianura idromorfa Pedopaesaggio delle valli fluviali Superfici terrazzate, sospese sui corsi dacqua attuali Piane alluvionali inondabili attuali o recenti

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I suoli della provincia


Funzione produttiva Funzione protettiva Funzione naturalistica Schede dei suoli Pedopaesaggio dei terrazzi subpianeggianti rilevati sulla pianura Scheda 1 Suoli C.na Costa di Sotto franco limosi, poco profondi (CDT2)

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Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Scheda 2 Suoli Remiglio franchi, profondi, con scheletro frequente (RMG3) Scheda 3 Suoli Piantade franco argillosi (PTD1) Scheda 4 Suoli Fontanella franchi, moderatamente profondi, calcarei (FNE1) Scheda 5 Suoli Ca Soresini franchi, su superfici modali (SRS3) Scheda 6 Suoli C.na Nuova franchi, non ghiaiosi, a permeabilit bassa, calcarei, su superfici debolmente depresse (NUA1) Pedopaesaggio delle valli fluviali dei corsi dacqua olocenici Scheda 7 Suoli Celestina franco sabbiosi (CEL1) Scheda 8 Suoli C.na Casarosio franco sabbiosi, scarsamente ghiaiosi (OSA1) Scheda 9 Suoli Pizzo argillosi (PIZ1) Scheda 10 Suoli Bosco franco sabbiosi (OSC1)

Glossario

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Introduzione

Suolo, risorsa fondamentale


Questo volume fa parte di una serie di quaderni provinciali, che descrivono suoli e paesaggi della pianura e collina lombarda. Tali pubblicazioni sono rivolte a chiunque voglia conoscere meglio questa importantissima risorsa della nostra regione, a cominciare dai tecnici delle istituzioni e delle professioni e dagli studenti.
Il suolo per luomo una risorsa importante. Dalle sue caratteristiche dipende ed dipesa nel corso della storia la possibilit per lumanit di alimentarsi; la sua capacit di trattenere, filtrare e favorire la biodegradazione delle sostanze tossiche e inquinanti condiziona in modo rilevante la possibilit di avere acque pulite e un ambiente sano. Il suolo anche un elemento fondamentale degli ecosistemi terrestri, conserva testimonianze della storia della terra e una parte consistente della biodiversit del pianeta, uno dei pi grandi serbatoi di carbonio esistenti in natura; svolge cos funzioni determinanti negli equilibri ambientali, nella regolazione dei flussi idrologici e nella modulazione del clima, assumendo un valore che non solo economico e ambientale, ma anche culturale. Tuttavia, una piena coscienza dei valori di cui i suoli sono portatori non ancora abbastanza diffusa; non c in genere ancora piena consapevolezza del fatto che esistono tanti diversi tipi di suolo, ognuno con propriet, comportamenti, attitudini proprie, e che anche entro distanze modeste, come possono essere quelle della pianura lombarda, possiamo incontrare suoli del tutto differenti luno dallaltro. Il suolo non esclusivamente una superficie, o uno spessore, e non nemmeno riconducibile a una semplice somma di propriet chimiche o fisiche, ma piuttosto un vero e proprio corpo naturale vivente, risultato di lunghi e complessi processi evolutivi, durati spesso migliaia e migliaia di anni. Tali processi portano a una condizione di equilibrio dinamico, perch soggetto allinterazione e allinfluenza dellambiente e, nelle aree abitate, delluomo. La cartografia il primo e pi immediato strumento figurativo di conoscenza della risorsa suolo. Essa infatti in grado di dirci quali suoli ci sono in una certa area, e quindi quali propriet, comportamenti funzionali ed attitudini essi hanno, ma anche dove tali suoli sono localizzati e come sono distribuiti nello spazio geografico. La cartografia dei suoli diventata pertanto uno strumento indispensabile per programmare in modo consapevole e sostenibile luso della risorsa suolo, preservandola da un consumo eccessivo e sconsiderato e assicurando forme di gestione che non ne degradino la funzionalit.

Introduzione

La produzione sistematica di conoscenze sui suoli ha avuto inizio in Lombardia intorno alla met degli anni 80 con il Progetto Carta Pedologica, a scala di semidettaglio, del territorio regionale di pianura e prima collina, realizzato dallEnte Regionale di Sviluppo Agricolo della Lombardia - ERSAL. Le carte dei suoli allestite in quel progetto sono state pubblicate in 37 volumi, appartenenti a unapposita collana (SSR), ciascuno relativo a una delle aree nelle quali nel corso di una quindicina di anni si svolto il programma di rilevamento e cartografia. La Regione Lombardia e lEnte Regionale per i Servizi allAgricoltura e alle Foreste - ERSAF, che nel frattempo ha ereditato lattivit e le competenze in campo pedologico dellERSAL, presentano le carte dei suoli in una nuova veste editoriale dedicata ai suoli ed ai paesaggi della pianura e della collina lombarda (14.000 km2 circa in tutto, che interessano il territorio di 10 province, ossia tutte quelle lombarde esclusa Sondrio). Le cartografie e le conoscenze sono state aggiornate, ulteriormente approfondite e perfezionate rispetto al passato, sia per contenuto informativo sia per coerenza e congruenza con gli altri tematismi del Sistema Informativo Territoriale (SIT) regionale. La serie formata da 8 volumi, uno per provincia tranne che per le tre province di Varese, Como e Lecco, presentate in ununica monografia. Ogni volume formato da un fascicolo stampato e da un cd-rom. Il fascicolo, con uno stile sintetico e semplice, per quanto possibile in un testo tecnico-scientifico, inquadra i suoli nel paesaggio e nellambiente in cui si sono formati e sono ora collocati, evidenziando aspetti gestionali e problemi applicativi attraverso una serie di casi tipo. Nel cd-rom, mediante un navigatore cartografico, si possono consultare le carte pedologiche integrali (formato immagine) e quelle rappresentative del comportamento funzionale e di alcune attitudini applicative dei suoli. Queste carte, realizzate a scala di semidettaglio, forniscono un quadro conoscitivo adeguato ad affrontare problematiche di uso e gestione dei suoli a scala comunale e comprensoriale, e rappresentano un riferimento fondamentale per gli approfondimenti che possono essere necessari quando invece si opera a scala pi dettagliata (es. a livello di azienda agricola). Le conoscenze contenute nei volumi sono rivolte a molteplici destinatari: ai tecnici, innanzi tutto, in particolare a quelli che nelle istituzioni pubbliche o nella professione si occupano di agricoltura, di ambiente e di pianificazione urbanistica, ma anche agli studenti e a tutti coloro che siano interessati o anche solo curiosi di saperne di pi sui suoli della nostra regione. In questo volume vi raccontiamo i suoli ed i paesaggi della Provincia di Cremona, un territorio a forte propensione agricola, in cui le peculiarit dei terreni influenzano profondamente le produzioni e la qualit dei raccolti e di conseguenza leconomia di questa porzione della bassa pianura lombarda.

Inquadramento geografico

La provincia di Cremona ubicata nel settore centro meridionale della regione Lombardia. La fisiografia della provincia, interamente pianeggiante, segnata dalle imponenti valli dei fiumi Po, Adda ed Oglio, che ne costituiscono rispettivamente i confini sud, ovest e nord-est. Il territorio segnato dalla presenza di altri corsi dacqua minori e da una consistente rete di canali irrigui che ne caratterizzano profondamente il paesaggio. Dei 177.100 ettari di superficie complessiva, ripartiti in 115 comuni, circa 16.440 sono costituiti dalle cosiddette aree miste (centri urbani, corpi idrici, cave, discariche e altri tipi di utilizzo). I rimanenti 160.000 ettari (circa 90%) costituiscono pertanto la superficie utile di suolo. Il settore agricolo ha una forte rilevanza economica in tutto il territorio provinciale, grazie alla presenza delle grandi aziende ad indirizzo cerealicolo zootecnico tipiche della pianura lombarda. Le principali vie di comunicazione, stradali e ferroviarie, hanno un percorso orientato prevalentemente lungo lasse Milano Mantova, con la statale Paullese e la linea ferroviaria, e lungo lasse Brescia Piacenza, con lautostrada A21, le strade statali e la ferrovia.
Inquadramento territoriale della provincia di Cremona

Caratteri fisici del territorio

Clima
Dallanalisi dei dati di temperatura e piovosit si pu notare una relativa uniformit delle temperature, dovuta allassenza di elementi morfologici di rilievo. Il clima e caratterizzato da inverni freddi, con temperatura media 2,5C, ed estati calde e afose con temperatura media 23C. Il mese pi freddo gennaio con temperatura media 1,8C, quello pi caldo luglio con temperatura media 23,7C.
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Dati forniti dallUfficio Idrografico e Mareografico di Parma, Bacino del Po.

1Temperatura media annua della provincia di Cremona (pianura e montagna) 2Precipitazioni media annue - pioggia e neve fusa - periodo 1951-2000

Quanto alle precipitazioni medie annue - pioggia e neve fusa - si pu osservare una maggiore piovosit nella parte settentrionale della provincia, con un incremento dai 700 mm nella parte meridionale ai 900 mm in quella settentrionale. Ci dovuto al fatto che le masse daria mediterranea, richiamate sullarea dalle perturbazioni meteorologiche, accentuano la propria instabilit man mano che risalgono la pianura approssimandosi alla catena alpina.

Geologia
Il territorio della provincia di Cremona ha avuto origine dalle complesse vicende intervenute durante lera quaternaria; la sua genesi si deve, infatti, prima alla dinamica fluvioglaciale durante il Pleistocene (1,7 - 0,01 milioni di anni - in seguito abbreviati in MA), poi a quella fluviale durante lOlocene (a partire da 0,01 MA). Lassetto geologico pertanto caratterizzato dalla piana proglaciale wrmiana, nota come Livello fondamentale della pianura (LFdP), formatasi al termine dellultima glaciazione quaternaria; in essa sono bene riconoscibili le incisioni vallive, a tratti fortemente incassate, dei corsi dacqua principali Adda, Oglio e nella parte meridionale della provincia del fiume Po - ritenute di et olocenica; Sono inoltre pre-

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Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

senti nel Cremasco orientale due terrazzi antichi ritenuti essere di et mindeliana (0,56-0,30 MA). Affioramenti di rocce prequaternarie non sono direttamente osservabili nel territorio provinciale. Relativamente alla datazione cronologica delle superfici, si deve tenere presente come le attuali conoscenze, ottenute attraverso lo studio dei rapporti isotopici del carbonio in carote di sedimenti oceanici, indicano che gli episodi glaciali susseguitisi nel pianeta dal Pliocene superiore ai giorni nostri sono molti pi dei 4 tradizionalmente riconosciuti nei sedimenti continentali della zona circostante le alpi (Wrm, Riss, Mindel e Gunz). Mentre consolidata lattribuzione glaciale Wrm per designare il periodo con clima freddo e umido che ha caratterizzato le vicende alpine nellintervallo tra 0,10/0,08 e 0,01 MA, e al cui termine si colloca linizio dellOlocene, pi incerta quella di glaciale Riss per lintervallo compreso tra 0,34/0,30 e 0,13 MA, durante il quale si sono alternati pi volte episodi a clima freddo e caldo; pi incerta e imprecisa la cronologia degli episodi glaciali anteriori (Mindel e Gunz). In questo volume viene utilizzata la nomenclatura tradizionale, cos come riportata nella Carta Geologica della Lombardia in scala 1:250.000 (Servizio Geologico Nazionale, Regione Lombardia e altri, 1990), avvalendosi, per lattribuzione dellet delle superfici di criteri basati sullalterazione dei suoli e sulla posizione fisiografica delle superfici pi antiche.
Quadro sintetico delle oscillazioni climatiche quaternarie in riferimento allareale padano (da J.J. Lowe and M.J.C. Walken 1997 modificata).
MARINE OXIGEN SOTOPE STRAGES

NORTHEN EUROPE
Holocene Weichselian Eemian Warthe Saale/Drenthe Drenthe Domnitz (Wacken) Fuhne (Mehleck) Holsteinian (Muldsberg) Elster 1 Elster 1/2 Elster 1 Cromerian IV Glacial C Interglacial III Glacial B Interglacial II Helme (Glacial A) Astern Interglacial I Holsteinian Interglacial

THE NETHERLANDS
Holocene Weichselian Eemian

BRITISH ISLES
Flandrian Devensian Ipswchian

EUROPEAN RUSSIA
Holocene Devensian Mikulino Moscow Dneipr Glaciation

NORTHEN ALPS
Holocene Wrm Riss-Wrm Penultimate Glacial Late Riss ? Antepenultimate glac. Early Riss/Mindel?

NORTH AMERICA
Holocene Wisconsinan Sangamon Late Illinoian Early

EVENTI CLIMATICI GEOLOGICI E PEDOLOGICI NELLA PIANURA LOMBARDA


Post glaciale Ultima glaciazione, deposito del Loess e successiva formazione dellorizzonte pedologico Fragipan Periodo interglaciale, caldo umido, formazione della plintite

1 0.01 2-4d 0.08 0.13 0.19 0.25 0.30 0.34 0.35 11 0.43 0.48 O.51 0.56 0.63 0.69 0.72 18 0.78 19 0.79 20 21 22 13 14 15 16 17 12 9 10 5e 6 7 8

COLD TEMPERATURE T C T C T C T

TIMESCALO MA. BP

Wolstonian

Odintsovo Dneipr Romny

Lungo periodo glaciale, con alternanze di periodi freddi e temperati (interstadiali) Periodo interglaciale, caldo umido, formazione di suoli lisciviati e idromorfi Pianura fluviale, deposito di sedimenti sabbiosi ed argillosi

Hoxnian

Pronya Lichvin

Pre-Riss ?

Pre-Illinoian A

C T

Anglian Elster Cromerian Cromerian IV (Noordbergum) Glacial C Interglacial III (Rosmalen) Glacial B Interglacial II (Westerhoven) Glacial A Interglacial I (Waardenburg) Dorst Bavelian Leerdam Linge Bavel Menapian Waalian Oka

Late Mindel ? / Donau Early Mindel ? / Donau

C T

C T

C T

C T

Early Gunz ?

C T

C T C T T/C T C

0.90

0.97

Eburonian Beestonian C5-6 C-4c Tiglian CI-4b B 103 104 2.60 Pilocene Pliocene Praetigian A Pastonian Pre-Pastonian/ Baventian Bramertonian/Antian Thurnian Ludhamian Pre-Ludhamian

T/C T

1.65

C T C T

C T C

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Caratteri fisici del territorio

Geomorfologia
l territorio provinciale pu essere suddiviso, in due grandi ambiti geomorfologici, il livello fondamentale della pianura e le valli fluviali, che occupano la maggior parte del territorio provinciale, ed in un terzo ambito, arealmente meno rappresentativo, costituito dai terrazzi antichi presenti nella zona di Romanengo e Soncino. Livello fondamentale della pianura Questo ambito fisiografico occupa la maggior parte della superficie provinciale. Al suo interno possibile distinguere tre diverse porzioni, ascrivibili a quelle che sono definite come alta, media e bassa pianura. La pendenza delle superfici varia tra lo 0,4-0,8% nelle parti pi settentrionali, tra lo 0,3-0,4% nella parte centrale della provincia. Nella parte meridionale del livello fondamentale della pianura la pendenza mostra una variabilit da Nord Ovest verso Sud Est compresa tra 1,13 e 0,08%. La quota varia tra i circa 100 m s.l.m. presso gli abitati di Rivolta dAdda e Vailate (Cremasco), ai circa 20 m s.l.m. nei pressi di Rivarolo del Re e Casalbellotto, presso il confine sud-orientale della provincia, mentre la granulometria dei sedimenti passa dalla dominanza sabbioso-ghiaiosa nellarea pi settentrionale a quella sabbioso-limosa verso sud. Alta pianura. Lalta pianura presente solo in piccolissime porzioni nella parte pi settentrionale della provincia; come rivela lanalisi dei loro caratteri morfometrici, esse sono le conoidi pedemontane, costruite dagli apporti dei torrenti fluvioglaciali

Ambiti geomorfologici, progetto basi informative ambientali di pianura, Regione Lombardia.

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Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

e successivamente rimodellate dai corsi dacqua attuali che ne sono gli eredi. Hanno composizione prevalentemente ghiaiosa e pendenza media compresa tra 0,4-0,8%. Media pianura. Sempre nella parte settentrionale della provincia, tra i fiumi Adda e Oglio, sino allaltezza di Crema, le conoidi perdono di evidenza, i sedimenti diventano prevalentemente sabbiosi. In tutta la fascia di media pianura si verifica lemergenza dei fontanili (risorgive). Bassa pianura. Copre la maggior parte del territorio provinciale e si trova a sud della fascia delle risorgive, fino alla valle del Po. costituita da sedimenti a composizione sabbioso-limosa e ha una pendenza prossima allo 0,1%. Lattuale carattere pianeggiante del livello fondamentale il risultato dellapplicazione di intense tecniche di livellamento su una morfologia in origine leggermente pi ondulata. Indicativa di questa attivit sono le particelle agricole spesso separate da gradini. Valli fluviali I principali corsi dacqua del cremonese, Adda, Oglio, Serio e Po, hanno inciso la pianura ed hanno formato delle valli fluviali di profondit ed ampiezza variabile. LAdda scorre nella parte occidentale della provincia, ha una valle ampia e un tracciato, nel suo tratto cremonese, che in corrispondenza della citt di Crema passa da un regime idrografico a canali intrecciati ad uno di tipo meandriforme. Oltre al fondovalle attuale, che inciso di circa 10-15 metri rispetto al livello fondamentale, si trovano conservati dei terrazzi daccumulo formatisi in diversi periodi durante la storia erosiva del fiume. Larea occupata dai terrazzi articolata in superfici subpianeggianti, separate da gradini discontinui. LOglio, scorre nella parte orientale della provincia, ha una valle meno ampia dellAdda ma ha anchesso inciso profondamente il livello fondamentale della pianura, con un fondovalle posto a circa 5-10 metri rispetto alle aree circostanti. Il Serio, affluente di sinistra dellAdda, ha una valle meno ampia e soprattutto meno profonda delle precedenti; ai bordi delle valli sono presenti piccoli terrazzi di accu-

Elementi lineari geomorfologici, progetto basi informative ambientali di pianura, Regione Lombardia.

Legenda
Alveo torrentizio in erosione o incassato Orlo di terrazzo di erosione fluviotorrentizia evidente Orlo di terrazzo di erosione fluviotorrentizia smussato Paleoalvei

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Caratteri fisici del territorio

mulo formatisi alcune migliaia di anni fa. Il regime idrografico del fiume nel tratto cremonese del tipo a meandri. A sud della citt di Crema il corso del Serio cambiato per cause naturali in periodo medioevale, abbandonando la vecchia valle, oggi detta del Serio Morto. Si tratta di una valle terrazzata in cui in alcuni casi, nonostante lintensa attivit antropica, si riconoscono ancora i bordi delle scarpate. La valle del Serio Morto sfocia nellAdda presso labitato di Pizzighettone. Il Po scorre con un regime a meandri lungo il confine meridionale della provincia, entro un letto confinato da arginature realizzate lungo lasta fluviale in et moderna. Oltre largine maestro si riconoscono numerosi meandri abbandonati dal Po in varie epoche. Il corso del fiume si trova ribassato rispetto al piano campagna, con una scarpata di pochi metri, fino allabitato di Cremona; oltre tale abitato la valle si amplia notevolmente raggiungendo unestensione di quasi 10 km nei pressi di Casalmaggiore. Progressivamente si riduce, fino ad annullarsi, il dislivello con i terreni circostanti, il fiume viene a trovarsi alla stessa quota topografica del LFdP e i suoi sedimenti tendono a ricoprire quelli di et precedente; anche lalveo si allarga fino ad ospitare numerose isolette fluviali di forma e dimensione variabili nel tempo.
Idrografia superficiale, dati Sistema Informativo Territoriale (SIT) Regione Lombardia

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Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

Terrazzi antichi e intermedi Nella porzione nord-orientale della provincia sono presenti due terrazzi delle dimensioni di poche centinaia di ettari: il pianalto di Romanengo (o della Melotta) e ci che resta del dosso di Soncino, formatisi nel Pleistocene medio, probabilmente durante il Mindel (0,56-0,30 MA). Questi terrazzi si sono formati a seguito dellerosione avvenuta durante le diverse epoche glaciali che ha rimosso molti dei suoli formatisi in precedenza e ha preservato alcune aree che ora risultano sopraelevate rispetto al livello fondamentale. Si tratta di superfici pianeggianti o leggermente ondulate delimitate da scarpate naturali. Nel pianalto di Romanengo le quote sono prossime ai 90 m s.l.m. con una differenza di quota rispetto alla pianura circostante di circa una decina di metri.

Idrogeologia
Nel Cremonese, come nel resto della Pianura Padana, la diffusione di litotipi ad elevata permeabilit, la costituzione pianeggiante del terreno e labbondante alimentazione idrica, determinano la presenza di una considerevole circolazione idrica sotterranea. Questa ha luogo all'interno di una potente coltre alluvionale le cui caratteristiche litologiche e il cui assetto strutturale favoriscono la formazione di un acquifero multistrato, costituito cio da pi falde acquifere sovrapposte interdipendenti tra loro. Dal punto di vista idrogeologico possiamo descrivere la presenza di acqua nella provincia di Cremona secondo due tipologie: lacqua nel suolo e lacqua di falda.

Alvei storici, progetto basi informative ambientali di pianura Regione Lombardia

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Caratteri fisici del territorio

Lacqua nel suolo La presenza di acqua nel suolo o, comunque, entro 2-3 metri di profondit dalla superficie topografica, pu essere dovuta alla presenza di orizzonti poco permeabili, oppure alla influenza di una vera falda freatica a profondit ridotta. Nel primo caso si formano orizzonti di suolo sovente saturi dacqua, per ristagno interno, ed eventualmente piccole falde sospese. Ci accade nei terreni che hanno orizzonti argilloso-limosi, compatti, o in suoli con granulometria medio-fine soggetti a forte interferenza idrica (vicinanza di canali irrigui, fontanili, aree morfologicamente depresse, ecc.). Una falda idrica a profondit ridotta invece riscontrabile in qualche situazione nellarea in esame: in alcuni tratti di fondovalle (Oglio, Po) e nella parte settentrionale della provincia, in prossimit delle aree di media pianura con fontanili in attivit. In tutti questi casi, per fattori interni o esterni al suolo, il drenaggio molto rallentato, con sensibili influenze sui caratteri pedologici. Lacqua di falda Il sottosuolo della provincia di Cremona caratterizzato dalla presenza di un acquifero complesso, multistrato, rappresentabile schematicamente in due falde principali: la prima freatica, semiconfinata nella parte pi meridionale della Provincia; la seconda, profonda, in pressione. L'acquifero viene alimentato da un consistente flusso sotterraneo proveniente dai settori centro-settentrionali del territorio lombardo e maggiormente concentrato lungo i canali pi permeabili corrispondenti ad alvei fluviali attuali o abbandonati o a paleoalvei sepolti. La profondit della falda dal piano campagna varia tra 2 e 4 metri nella porzione occidentale del territorio, e nella fascia lungo lOglio. E invece compresa tra 1 e 2 metri in tutta la porzione centro-orientale, nella bassa valle dellOglio; nel territorio situato a nord est di Cremona la soggiacenza pu risultare inferiore al metro. Da ricordare, inoltre, le importanti oscillazioni stagionali della falda freatica causate dalle pratiche irrigue, il cui effetto riconoscibile nelle frequenti situazioni di saturazione profonda dei suoli e nella risalita dal basso dei fenomeni connessi.

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Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

Uso del suolo


Foto aeree realizzate da CGR, Compagnia Generale Riprese aeree.
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Classi duso del suolo della porzione di pianura della provincia di Cremona, progetto DUSAF Regione Lombardia

Dallanalisi dei risultati ottenuti dal progetto Destinazione dUso dei Suoli Agricoli e 2 Forestali (DUSAF) sulle ortofoto IT2000, la provincia di Cremona si caratterizza per luso a seminativo preponderante rispetto alle altre forme di utilizzo del territorio, con una superficie di circa 147.000 ettari, pari all83% dellestensione provinciale. Questa presenza contraddistingue lintera provincia ad esclusione delle aree lungo i principali corsi dacqua (fiumi Po, Adda ed Oglio) dove il pioppeto assume unimportanza areale significativa. Tra le colture presenti riconducibili alla componente seminativo troviamo cereali autunno-vernini, colture industriali (mais), colture foraggiere e prati. Le aree urbanizzate occupano circa il 9 % del territorio provinciale e costituiscono per tipologia di occupazione la seconda classe duso. I prati, elementi tipici dellagricoltura e del paesaggio del Cremasco, si distribuiscono in modo omogeneo nella porzione settentrionale della provincia occupando una superficie poco estesa in termini percentuali, ma importante per la sua funzione paesaggistica ed ambientale. Le superfici a bosco e, soprattutto, a pioppeto si estendono per circa 8.500 ha

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Caratteri fisici del territorio

(circa il 5% della superficie totale) e si localizzano nelle valli dei fiumi Po, Adda, Serio, Oglio e dei corsi dacqua minori naturali ed artificiali. Le siepi e filari costituiscono una fitta ragnatela, omogeneamente distribuita nelle aree pi prettamente agricole della provincia, che ha unestensione complessiva superiore ai 3.100 km lineari. Tale rete, attraverso i corridoi ecologici tra differenti aree naturali in cui si muovono la fauna e la flora spontanea, si comporta come una riserva di biodiversit. Per questo motivo, e per il suo valore come elemento del paesaggio agrario, la sua importanza stata rivalutata enormemente negli ultimi anni.

Particolare classi uso del suolo e siepi filari, progetto DUSAF Regione Lombardia

Filari e siepi continui Filari e siepi discontinui

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I pedopaesaggi della provincia

La classificazione del pedopaesaggio


Il paesaggio costituisce il modo, personale e soggettivo, in cui ognuno di noi percepisce lambiente che lo circonda, in funzione della propria personale sensibilit e formazione. Tra le molteplici componenti del paesaggio, assume grande rilievo la struttura fisica del territorio, di cui il suolo costituisce un elemento significativo. I suoli ed i paesaggi in cui si trovano, in quanto associati a costituire unentit inscindibile, come tali devono essere studiati e considerati. Poich il paesaggio fisico come noi lo avvertiamo la risultante dellinterazione degli stessi fattori che determinano le caratteristiche e le propriet dei suoli: clima, topografia, geologia, organismi viventi, la sua analisi non pu prescindere dal considerare i suoli che ne sono parte. Si parla cos di pedopaesaggio, cio di una chiave di lettura che permette di capire, collocare e classificare i suoli in relazione allambiente nel quale si trovano e si sono evoluti. La provincia di Cremona formata da tre grandi pedopaesaggi, che di seguito descriviamo, articolati in altri pi specifici in dipendenza della variabilit ambientale: 1) pedopaesaggio dei terrazzi subpianeggianti rilevati sulla pianura (R) 2) pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura (L) 3) pedopaesaggio delle valli fluviali dei corsi dacqua olocenici (V).

Pedopaesaggio dei terrazzi subpianeggianti rilevati sulla pianura (R)


In provincia di Cremona questo pedopaesaggio, scarsamente diffuso (circa 1% del territorio provinciale), presente con due distinti terrazzi, il pi grande dei quali ubicato presso labitato di Romanengo e laltro presso quello di Soncino, entrambi nel settore nord-orientale della provincia. Nel pedopaesaggio, o sistema, dei terrazzi rilevati si riconoscono due ordini di superfici terrazzate: superiore, o dei terrazzi antichi (detti anche pianalti), ed inferiore, o dei terrazzi intermedi, entrambi di et pre-wrmiana, le cui forme caratteristiche, terrazzi e conoidi terrazzate, sono pi o meno pendenti ed incise in relazione diretta con let; nel cremonese solo il primo di questi presente.

terrazzi subpianeggianti rilevati sulla pianura (R), provincia di Cremona, base informativa suolo, ERSAF

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Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

Terrazzi antichi (RA) In un territorio interamente pianeggiante come quello cremonese, i terrazzi antichi, sebbene trascurabili per estensione, hanno tuttavia un grande risalto morfologico, elevandosi nettamente sulle superfici circostanti. Tanto il terrazzo di Romanengo quanto quello di Soncino costituscono due rilievi a sommit tabulare o tuttal pi con lievi ondulazioni, limitati da scarpate a pendenza da bassa a moderata, costituiti da sedimenti fluvio-glaciali a granulometria variabile di probabile et mindeliana. probabile che tali terrazzi fossero un tempo in continuit con analoghe superfici ubicate pi a nord e siano stati, nel tempo, ridimensionate in seguito a processi erosivi. I suoli presenti in questi paesaggi riflettono le evidenze di una lunga esposizione a processi pedogenetici avvenuti sotto condizioni climatiche mutate pi volte, da quelle tipiche di ambienti subtropicali a quelle tipiche di ambienti glaciali e periglaciali. Il clima subtropicale fu attivo nellareale padano durante il lungo interglaciale mindelriss (circa 0,43-0,3 MA) e durante il pi breve interglaciale riss-wrm (circa 0,13-0,08 MA), mentre durante i restanti periodi si ebbe lalternanza di climi freddi e temperati. I suoli hanno pertanto un carattere composito, avendo subito ripetuti cicli erosivi e pedogenetici dei quali portano le tracce. Sulle superfici meglio conservate essi sono caratterizzati dalla presenza di un orizzonte argillico molto ben espresso, addensato (fragipan) e arrossato per laccentuata ossidazione dei minerali primari, con figure pedogenetiche piuttosto evidenti e a forte contrasto dalla matrice. Nelle superfici pi incise e pendenti, lerosione maggiore pu aver determinato lasportazione degli orizzonti superiori o talora, nelle parti basse della scarpata, il ricoprimento con materiali erosi dalle parti alte.

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I pedopaesaggi della provincia

Dal punto di vista chimico-fisico questi suoli, non calcarei, presentano una elevata saturazione in basi ed una reazione tendenzialmente neutra o subalcalina; la tessitura, tipicamente, moderatamente fine sui terrazzi ma pu diventare moderatamente grossolana lungo le scarpate Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura (L) Il livello fondamentale della pianura si estende su oltre la met del territorio cremonese (57%). Questo paesaggio, che costituisce il corpo centrale della provincia, interamente compreso entro le valli dellAdda ad ovest, dellOglio ad est e del Po sud, ed percorso al suo interno dalle valli relitta ed attuale del Serio e dalla cosiddetta Valle dei Navigli che coincide con un percorso abbandonato dellOglio. Il livello fondamentale rappresenta la pianura formata per colmamento fluviale nella fase finale della glaciazione wrmiana, esternamente alla cerchia morenica, mediante laccumulo del carico grossolano trasportato dai corsi d'acqua alimentati dalle acque di fusione dei ghiacciai alpini. In funzione della granulometria dei sedimenti, variabile e decrescente (dalle ghiaie ai termini pi fini) in senso nord-sud in relazione alla riduzione della velocit e compe3 tenza delle acque, e in funzione dell'idrologia superficiale e profonda, possibile individuare entro questo pedopaesaggio 3 principali ambienti che si susseguono da nord verso sud: alta pianura ghiaiosa, media pianura idromorfa e bassa pianura sabbiosa.

Competenza delle acque: trasporto di detriti delle massime dimensioni compatibili con la velocit.

Livello fondamentale della pianura (L), provincia di Cremona, base informativa suolo, ERSAF

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Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

Alta pianura ghiaiosa (LG) Poco rappresentata nel cremonese (3%), lalta pianura ghiaiosa costituita dalle conoidi ghiaiose, coalescenti, a morfologia lievemente convessa o subpianeggiante, che formano una superficie debolmente inclinata, costruita da corsi d'acqua a canali intrecciati soggetti a grande variabilit di portata e con elevata torbidit delle acque. Questo particolare regime fluviale (braided) ha originato depositi eterometrici con elevate percentuali di ghiaie e sabbie e grande variabilit granulometrica verticale e orizzontale, e caratterizza un ambiente estremamente vulnerabile e da preservare in quanto via preferenziale dinfiltrazione dei flussi idrici verso la falda freatica. Sulle superfici, stabili e permeabili, dellalta pianura i processi pedogenetici prevalenti sono lossidazione e lalterazione dei minerali primari delle rocce, con formazione di suoli bruni lisciviati e frequentemente anche la migrazione in profondit delle argille lisciviate dalla superficie del suolo (illuviazione), che si esprime nella formazione dellorizzonte argillico. I suoli hanno tessitura media o moderatamente grossolana con abbondante scheletro e pietrosit superficiale anche se con pietre di piccole dimensioni, reazione neutra o subalcalina. Essi sono non calcarei in superficie mentre in profondit possono avere carbonati perlopi in forma di concentrazioni secondarie, con un tasso di saturazione basica

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I pedopaesaggi della provincia

medio-alto. Media pianura idromorfa (LQ) La media pianura idromorfa, che caratterizza circa l8% del territorio cremonese, costituisce lambiente in cui, a causa della diminuzione di permeabilit dovuta alla riduzione granulometrica dei sedimenti, la falda freatica emerge alla superficie del suolo o permane a scarsa profondit. Chiamata anche zona delle risorgive, delimitata a nord dalla linea ideale che congiunge i primi fontanili e a sud dal loro organizzarsi in corsi d'acqua permanenti, strutturati secondo un reticolo idrografico di tipo meandriforme. In questo ambiente la pedogenesi condizionata dai processi di rideposizione dovuti alle acque correnti o stagnanti e, soprattutto, dalla saturazione idrica del suolo a diverse profondit e per periodi pi o meno lunghi (nei suoli della provincia la falda quasi sempre presente attorno al metro o anche pi in superficie). Lidromorfia pi evidente presso le depressioni corrispondenti alle testate dei fontanili, mentre assume un minor rilievo nelle superfici subpianeggianti e relativamente stabili che costituiscono il corpo principale di questo ambito morfologico. I suoli presenti hanno tessitura media o pi grossolana, frequentemente con scheletro anche abbondante, con reazione tipicamente da neutra ad alcalina ed elevata

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Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

saturazione basica. Bassa pianura sabbiosa (LF) La bassa pianura sabbiosa caratterizza da sola quasi la met del territorio cremonese (circa 45%); il suo limite settentrionale coincide con la zona in cui le acque di risorgiva si organizzano in un reticolo fluviale a meandri, il quale diviene sempre pi inciso nei terreni circostanti man mano che ci si avvicina alla piana di divagazione del Po, suo limite meridionale. La sua estensione interrotta longitudinalmente dalla valle attuale del Serio, nonch dalla sua valle relitta, e dalla Valle dei Navigli. Si tratta di un ambiente stabile che ha consentito una prolungata pedogenesi sui materiali d'origine, con diffusa presenza di orizzonti di illuviazione dargilla in profondit. I carbonati, presenti nei materiali di partenza, sono stato lisciviati ma in molti casi non del tutto rimossi dal suolo; si assiste pertanto alla diffusa presenza negli orizzonti profondi di carbonati secondari, in quantit anche elevata, in forma di masse soffici, patine ed anche concentrazioni. Tipicamente essi si trovano sotto lorizzonte argillico o in assenza di questo perch il movimento delle argille nel suolo pu avvenire soltanto in assenza di carbonati. I sedimenti che costituiscono la bassa pianura sono generalmente sabbioso-limosi; i suoli sono fertili, ben drenati o con fenomeni di idromorfia di lieve o moderata entit, equilibrati nelle propriet chimico-fisiche. Essi hanno tessitura media o moderatamente fine, con falda raramente riscontrata entro il primo metro di profondit, reazione perlopi neutra o pi alcalina, con saturazione in basi alta.

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I pedopaesaggi della provincia

Pedopaesaggio delle valli fluviali dei corsi dacqua olocenici (V)


Questo paesaggio include i piani di divagazione dei principali corsi d'acqua, attivi o fossili, e le loro superfici terrazzate, situate a quote maggiori rispetto al fiume ed affrancate dalle acque. Le valli sono state incise dai corsi dacqua del reticolo idrografico, attuale o recente e molti di essi, attivi gi nel Pleistocene, continuano a incidere o a sovralluvionare i propri depositi. In provincia di Cremona sono presenti alcuni sistemi vallivi di una certa importanza che ne costituiscono i confini amministrativi, come la valle dellAdda e quella dellOglio, o la attraversano in direzione nord-sud, come la valle del Serio (affluente dellAdda) e quella dei Navigli. Lultimo e pi imponente sistema vallivo quello del Po, che ha un percorso approssimativamente trasversale rispetto alle valli precedenti e nel cui corso esse convergono. Nel paesaggio delle valli fluviali sono individuati due differenti ambienti: le superfici terrazzate e le piane alluvionali inondabili.

Valli fluviali (V), provincia Cremona, base informativa suolo, ERSAF

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Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

Superfici terrazzate, sospese sui corsi dacqua attuali (VT) Questo pedopaesaggio comprende i terrazzi alluvionali dellOlocene antico, situati a quote maggiori rispetto al corso dacqua, dal quale sono separate mediante scarpate erosive, e non pi inondabili. Essi corrispondono a precedenti alvei fluviali, abbandonati in seguito a una fase erosiva che ne ha provocato lapprofondimento, e la loro genesi riconducibile allalternanza di fasi deposizionali ed erosive, innescate dalle variazioni di portata dei corsi dacqua e dalle ripetute variazioni del livello medio del mare. Poich durante lOlocene la dinamica fluviale stata prevalentemente erosiva, i corsi dacqua hanno modellato la piana fluvioglaciale e fluviale precedente, incidendovi vari ordini di superfici, di et proporzionale alla quota sul corso dacqua, ciascuno dei quali testimonia una precisa fase di stazionamento e di successiva incisione fluviale. In provincia di Cremona i terrazzi fluviali hanno una diffusione pari al 13% del territorio e fiancheggiano i corsi dacqua in precedenza nominati. I terrazzi pi estesi appartengono allAdda, meno estesi ma significativi anche i terrazzi del Serio, ubicati lungo un paleo corso del fiume, e della Valle dei Navigli, che sono tuttavia riconducibili al sistema fluviale dellOglio poich la valle in questione ha occupato un percorso abbandonato dal fiume. I terrazzi del Serio in particolare formano una costruzione imponente, molto sovra-

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I pedopaesaggi della provincia

dimensionata se paragonata allattuale regime del fiume, e da questo si deduce che in passato la sua importanza e le sue dimensioni siano state notevolmente maggiori. I terrazzi del Po lungo il tratto fluviale di pertinenza cremonese sono pochi e, lungo la sponda settentrionale, ubicati pi o meno lungo lallineamento ideale costituito dai centri di Pieve dOlmi - San Daniele Po Dosso de Frati Castel Ponzone. I suoli presenti sono mediamente evoluti sulle superfici pi stabili, talvolta con orizzonti ad accumulo illuviale dargilla, e variamente ringiovaniti su quelle in pendenza e nelle scarpate, pi soggette a processi erosivi attuali. relativamente frequente in tale ambiente la presenza della falda nel profilo di suolo, a profondit anche prossime alla superficie, sia come acqua libera che come figure di ossidoriduzione (screziature e concentrazioni ferromanganesifere), cos come possibile riscontrare nella parte pi profonda del profilo orizzonti sepolti, talvolta anche organici. Tali suoli hanno in genere tessitura da moderatamente grossolana a grossolana. Sono frequentemente pietrosi in superficie e scheletrici nel profilo, permeabili. Sono parzialmente decarbonatati ma senza apprezzabili contenuti di carbonati secondari; tendenzialmente hanno saturazione basica da media ad elevata, meno frequentemente sono desaturati, ed hanno reazione da neutra ad alcalina, raramente subacida.

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Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

Piane alluvionali (inondabili) attuali o recenti (VA) Questo paesaggio costituito dalle piane alluvionali recenti dei corsi dacqua, ad essi adiacenti, situate alla stessa quota e costruite per successive tracimazioni in occasione degli eventi di piena a seguito di una dinamica prevalentemente deposizionale. I corsi d'acqua che solcano il territorio cremonese, entro un contesto perlopi di bassa pianura, hanno un regime a meandri; il materiale che essi trasportano costituito da materiale fine e la capacit erosiva del corso dacqua limitata. In queste condizioni la dinamica pi frequente di tipo deposizionale, innescata facilmente da riduzioni anche contenute della portata, a loro volta conseguenti la diminuzione della velocit della corrente fluviale. Il sottosistema delle alluvioni recenti ha una diffusione prossima al 30% in provincia di Cremona, ubicato soprattutto lungo le valli dei corsi dacqua maggiori: il Po, lAdda e lOglio, (il Po da solo costituisce pi della met di tale paesaggio), mentre sono pressoch assenti lungo la valle del Serio e mancano in quella dei Navigli. La pedogenesi solitamente poco espressa, sia per la frequente alternanza di episodi erosivi e deposizionali, sia per laltrettanto frequente sommersione da parte del corso dacqua durante gli eventi di piena oppure per risalita di falde di subalveo. I suoli sono quindi scarsamente differenziati dal materiale di partenza e riflettono le particolari caratteristiche dei sedimenti sui quali si sono formati, potendo esprimere al massimo orizzonti dalterazione, spesso ubicati nella parte bassa del profilo e sepolti da sedimenti pi recenti, e talvolta orizzonti ad accumuli secondari di carbonati la cui rideposizione perlopi causata da oscillazioni delle acque di falda. In generale essi presentano da lievi a forti problemi di idromorfia, frequentemente con osservazione della falda entro il suolo, la quale pu permanere presso la superficie anche per lunghi periodi di tempo.

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I pedopaesaggi della provincia

La tessitura accomuna i suoli delle alluvioni recenti, che sono in genere da moderatamente grossolani a grossolani, frequentemente con scheletro abbondante che, talvolta associato alla falda, costituisce un fattore limitante la profondit utile; si discostano invece i suoli del Po che evidenziano un ventaglio pi ampio di tessiture, con una certa frequenza delle classi medie o pi fini, non hanno scheletro e sono profondi o molto profondi (la falda spesso presente situata in genere oltre 100 cm). Le caratteristiche chimiche sono simili in tutti i suoli delle alluvioni recenti, che sono tipicamente calcarei, saturati ed a reazione alcalina; varia in modo significativo la capacit di scambio cationico che, correlata alla quantit dargilla presente, varia in funzione della tessitura.

I SUOLI DELLA PROVINCIA

I suoli della provincia Schede descrittive di alcuni suoli Scheda 1 Pedopaesaggio dei terrazzi subpianeggianti rilevati sulla pianura Terrazzi antichi Suoli Cascina Costa di Sotto franco limosi, poco profondi (CDT2) Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Alta pianura ghiaiosa Suoli Remiglio franchi, profondi, con scheletro frequente (RMG3) Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Media pianura idromorfa Suoli Piantade franco argillosi (PTD1) Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Media pianura idromorfa Suoli Fontanella franchi, moderatamente profondi, calcarei (FNE1) Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Bassa pianura sabbiosa Suoli Ca Soresini franchi, su superfici modali (SRS3) Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Bassa pianura sabbiosa Suoli Cascina Nuova franchi, non ghiaiosi, a permeabilit bassa, calcarei, su superfici debolmente depresse (NUA1) Pedopaesaggio delle valli fluviali Superfici terrazzate sospese sui corsi dacqua attuali Suoli Celestina franco sabbiosi (CEL1) Pedopaesaggio delle valli fluviali Superfici terrazzate sospese sui corsi dacqua attuali Suoli Cascina Casarosio franco sabbiosi, scarsamente ghiaiosi (OSA1) Pedopaesaggio delle valli fluviali Piane alluvionali (inondabili) attuali e recenti Suoli Pizzo argillosi (PIZ1) Pedopaesaggio delle valli fluviali Piane alluvionali (inondabili) attuali e recenti Suoli Bosco franco sabbiosi (OSC1)

Scheda 2

Scheda 3

Scheda 4

Scheda 5

Scheda 6

Scheda 7

Scheda 8

Scheda 9

Scheda 10

30 I suoli della provincia

I suoli differiscono per caratteristiche legate al paesaggio (clima, quota, pendenza etc), oppure per caratteri chimico fisici loro propri (profondit, espressione degli orizzonti, tessitura, reazione etc). La valutazione integrata di tali caratteri consente di attribuire le potenzialit dei suoli con riferimento alle tre funzioni (produttiva, protettiva e naturalistica) che i suoli principalmente svolgono negli ecosistemi terrestri. In provincia di Cremona sono stati identificati, cartografati e descritti 177 tipi di suolo (fasi di serie), organizzati in 147 unit cartografiche, entro ciascuna delle quali pu aversi la distribuzione omogenea di un solo tipo di suolo prevalente (consociazioni), oppure lassociazione di due tipi di suolo alternati secondo un modello di distribuzione conosciuto (unit complesse: complessi, associazioni e gruppi indifferenziati). In una visione dinsieme delle funzioni applicative dei suoli, la provincia pu essere descritta nel seguente modo:

Funzione produttiva
Pi del 15% dei suoli provinciali non presenta alcuna caratteristica che ne limiti l'uso ed adatto a qualsiasi tipo di utilizzazione; tali suoli sono ubicati soprattutto nella zona centrale del territorio provinciale, lontano dai corsi dacqua principali. Complessivamente quasi tutti i suoli (il 95%) ricadono nelle prime quattro classi della Land Capability Classification o LCC e quindi ben si prestano ad un uso produttivo di tipo agricolo. Tali suoli presentano comunque limitazioni di varia entit e natura che possono interferire anche in modo consistente nella loro gestione, imponendo una riduzione delle possibilit di scelta colturale oppure ladozione di specifiche pratiche di gestione. Le limitazioni presenti sono dovute soprattutto al drenaggio rallentato (difficolt di smaltire le acque in eccesso per periodi prolungati) ma anche alla profondit utile limitata e alla tessitura (troppo grossolana o troppo fine). Il restante 5% dei suoli, concentrato lungo le aste fluviali di Adda, Serio, Oglio e Po, appartiene alla classe V e sono pertanto suoli non adatti alluso agricolo; le loro limitazioni sono dovute da un lato alla eccessiva pietrosit superficiale e dall'altro allinondabilit.

Estratto da Capacit duso dei suoli della prov. di Cremona, Base informativa suolo, ERSAF

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Suoli e paesaggi della provincia di Cremona

Funzione protettiva
Pi del 40% dei suoli cremonesi, collocati prevalentemente nella parte centrale della provincia, pu essere considerata adatta allutilizzazione agricola dei reflui zootecnici, senza alcuna restrizione purch nel rispetto della buona pratica agricola; una piccola parte (il 5%) ha caratteristiche tali da sconsigliarne lutilizzo a tal fine. Questi ultimi sono suoli ubicati lungo i corsi dacqua e nelle depressioni a drenaggio lento ed il loro fattore limitante la falda troppo superficiale o la forte idromorfia. I restanti suoli (circa il 50%) sono adatti allutilizzazione agricola dei reflui zootecnici, con limitazioni da lievi a moderate e richiedono pertanto ladozione di pratiche (scelta dellepoca di distribuzione, adeguati stoccaggi in azienda, etc.) che ne riducano limpatto sul territorio. Le limitazioni si devono soprattutto alla tessitura (troppo grossolana), alla falda poco profonda, alla permeabilit moderatamente rapida e, vicino ai corsi d'acqua, al rischio di inondazione. Per quanto riguarda lutilizzazione agronomica dei fanghi di depurazione urbana, il 10% dei suoli della provincia adatto, mentre poco pi del 15%, distribuito uniformemente sul territorio, a causa della bassa CSC, della falda poco profonda e del drenaggio impedito oppure rapido, ha caratteristiche tali da sconsigliare la somministrazione dei fanghi. I restanti suoli (circa due terzi della superficie provinciale) sono adatti a tale pratica con limitazioni lievi (il 27%) o moderate (il 48%); occorrono quindi specifiche attenzioni, da valutare di volta in volta in funzione dei caratteri chimico-fisici dei suoli interessati. Anche per questi le limitazioni sono di carattere chimico (CSC bassa e pH acido), idrologico (drenaggio rallentato, falda moderatamente profonda), o geografico (rischio di sommersione durante gli eventi di piena dei fiumi). Circa il 25% dei suoli provinciali, localizzato soprattutto nella parte centro-meridionale della provincia, ha una elevata capacit protettiva nei confronti delle acque sotterranee. Quasi il 50% dei suoli ha una capacit protettiva moderata riguardo tale funzione, mentre il restante 25% circa dei suoli provinciali, ubicati in prevalenza lungo i fiumi principali, ha una scarsa capacit protettiva, principalmente a causa della permeabilit troppo alta che ostacola la trattenuta di eventuali inquinanti idrosolubili per un tempo sufficientemente lungo a permetterne la degradazione. Quasi un terzo dei suoli cremonesi ha una elevata capacit protettiva nei confronti delle acque superficiali poich consente la veloce infiltrazione delle acque sottraendole allo scorrimento superficiale. Circa la met dei suoli presenti ha una moderata capacit protettiva mentre il 15% circa dei suoli, situati soprattutto lungo il Po e in prossimit dei suoi paleoalvei, ricade nella classe di bassa capacit protettiva. Le limitazioni si devono da un lato allelevata inondabilit, dall'altro al comportamento idrologico che, anche in presenza di pendenze non significative, d luogo a scorrimenti superficiali. Funzione naturalistica Tale funzione correlata con il ruolo che i suoli hanno nel determinare le caratteristiche degli habitat naturali, nel proteggere la biodiversit e nel conservare importanti patrimoni culturali per l'umanit. In provincia di Cremona i caratteri pedologici che implicano peculiarit ambientali di particolare pregio si devono alla presenza di orizzonti (fragipan) e figure pedogenetiche (glosse, concentrazioni di sesquiossidi) che denotano antichit del suolo (suoli ubicati nei terrazzi di Romanengo e Soncino); altri caratteri pedologici che implicano un moderato pregio ambientale sono legati alla presenza di idromorfia accentuata, oppure di marcati caratteri vertici dovuti al comportamento plastico delle argille in suoli in cui questa frazione minerale dominante (Vertisuoli). Nelle pagine seguenti sono descritti 10 suoli rappresentativi della provincia, scelti fra quelli pi diffusi. Ogni suolo raccontato in modo schematico: ambiente, principali caratteristiche chimico 4 fisiche, caratteri funzionali, propriet applicative dal punto di vista produttivo e di sostenibilit ambientale, indicazioni gestionali volte allottimizzazione delle produzioni ma anche alla protezione delle falde. Immediatamente sotto il nome del suolo, e prima della sua descrizione, ne viene riportato linquadramento tassonomico, esteso al livello della fase di serie, entro il sistema di classificazione elaborato dal Servizio per la Conservazione delle Risorse Naturali del Dipartimento Agricoltura degli Stati Uniti dAmerica (Keys to Soil Taxonomy-ottava edizione, USDA 1998).

Ogni suolo suddiviso verticalmente in topsoil, ossia lorizzonte superficiale, subsoil, linsieme degli orizzonti sottostanti interessati dalla pedogenesi, e substrato, il materiale inalterato sottostante.
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SCHEDA 1: Pedopaesaggio dei terrazzi subpianeggianti rilevati sulla pianura Terrazzi antichi

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Suoli Cascina Costa di Sotto franco limosi, poco profondi (CDT2) Aquic Fragiudalfs fine silty, mixed, superactive, mesic

Ambiente e genesi
I suoli Cascina Costa di Sotto franco limosi, poco profondi sono situati sulle superfici pi conservate del terrazzo di Romanengo e sul dosso di Soncino, caratterizzate da una morfologia subpianeggiante o ondulata, nellarea nord-orientale della provincia. La pendenza moderata (valore medio del 7%). Si sono formati su depositi fluviali e fluvioglaciali limosi, eventualmente con sabbia, profondamente alterati. Essi hanno una distribuzione omogenea entro lunit cartografica e sono utilizzati prevalentemente a seminativi avvicendati.

Topsoil

Caratteri del suolo


I suoli CDT2 mostrano, a partire dalla superficie, i seguenti caratteri: Topsoil (orizzonte Ap) spesso 30 cm, di colore bruno, tessitura media, poche pellicole di limo e sostanza organica (agricutans), non calcareo con reazione neutra, CSC media e TSB alto. Subsoil (orizzonti Bt e Btx) a partire da 30 cm, di colore da bruno scuro a bruno giallastro, con molte screziature primarie di colore bruno giallastro e molte screziature secondarie di colore grigio chiaro nella parte superiore e bruno giallastro in quella profonda, tessitura media, poche pellicole di argilla, non calcareo con reazione neutra, CSC media e TSB alto (tendente a medio sotto i 160 cm). Substrato non osservato in profilo a causa dello spessore del solum (insieme degli orizzonti pedogenizzati).

Subsoil

Caratteri funzionali
I suoli CDT2 sono poco profondi (profondit utile di 60 cm), limitati da orizzonti induriti (fragipan); hanno drenaggio lento, permeabilit moderatamente bassa, moderata capacit di ritenzione idrica e forte rischio dincrostamento superficiale.

Propriet applicative
I suoli CDT2 sono adatti alluso agricolo; presentano tuttavia severe limitazioni, dovute alla profondit utile e al drenaggio, che restringono la gamma delle colture praticabili in termini di remunerativit e di sostenibilit (sottoclasse LCC: IIIws). Essi sono adatti allutilizzazione agronomica sia dei reflui zootecnici che dei fanghi di depurazione, con lievi limitazioni in entrambi i casi dovute alla pendenza moderata nel caso dei reflui, alla pendenza, al drenaggio e alla reazione del primo orizzonte nel caso dei fanghi. La capacit protettiva nei confronti delle acque sotterranee elevata mentre, a causa del rischio di scorrimento superficiale (legato alla pendenza), bassa quella nei confronti delle acque superficiali. La presenza di particolari orizzonti che denotano antichit del suolo (fragipan), rende alto il valore naturalistico dei suoli; tali orizzonti sono attualmente vulnerabili alla degradazione perch formati in condizioni ambientali molto diverse da quelle attuali.

Indicazioni gestionali
Nella gestione dei suoli CDT2 necessario considerare la tendenza allerosione e al ruscellamento superficiale che ostacola linfiltrazione idrica. presente infatti un consistente rischio di degrado fisico, legato alla formazione di croste superficiali e conseguente alla sigillatura ed al collasso degli aggregati strutturali dopo piogge abbondanti, che pone qualche limitazione alla percorribilit e al quale si pu ovviare migliorando, con apporti di sostanza organica e di concimi adatti, la stabilit degli aggregati strutturali e la fertilit del suolo. Occorre inoltre adottare pratiche volte a favorire il drenaggio e porre specifica attenzione nelle pratiche di concimazione e di utilizzo dei fitofarmaci a causa della vulnerabilit allinquinamento delle acque superficiali. Si segnala inoltre lopportunit che questi suoli vengano utilizzati in unottica conservativa per preservare linteresse naturalistico che offrono come testimonianza di processi evolutivi molto antichi.

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SCHEDA 2: Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Alta pianura ghiaiosa

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Suoli Remiglio franchi, profondi, con scheletro frequente (RMG3) Typic Hapludalfs fine loamy over sandy or sandy skeletal, mixed, active, mesic

Ambiente e genesi
I suoli Remiglio franchi, profondi, con scheletro abbondante sono situati sulle superfici ondulate o subpianeggianti di transizione tra lalta pianura e i terrazzi fluviali del fiume Oglio, costituite da sedimenti pi grossolani rispetto alle attigue superfici modali. Queste superfici sono lievemente ribassate e delimitate da orli di terrazzi convergenti o raccordate in lieve pendenza nella direzione dei solchi vallivi. La pendenza nulla (0.4%). I suoli si sono formati su sedimenti calcarei di natura ghiaioso limosa. Essi sono presenti in consociazione, con diffusione omogenea entro lunit cartografica e sono utilizzati prevalentemente a colture erbacee (prati avvicendati).

Topsoil

Caratteri del suolo


I suoli RMG3 mostrano, a partire dalla superficie, i seguenti caratteri: Topsoil (orizzonti Ap e AB) spesso 45 cm, di colore bruno scuro, tessitura media, scheletro scarso piccolo e molto piccolo, da non calcareo (Ap) a scarsamente calcareo (AB) con reazione da subacida a neutra, CSC media, TSB alto. Subsoil (orizzonte 2Bt) spesso 60 cm, di colore bruno rossastro, tessitura moderatamente fine, scheletro piccolo e frequente, comuni pellicole di argilla, scarsamente calcareo con reazione neutra, CSC media, TSB alto. Substrato (orizzonte C), a partire da 105 cm, di colore da bruno oliva chiaro a bruno grigiastro, tessitura da moderatamente grossolana a grossolana, scheletro piccolo da frequente ad abbondante, pellicole di carbonati in media quantit, calcareo con reazione alcalina, CSC bassa, TSB alto.

Subsoil

Caratteri funzionali
I suoli RMG3 sono profondi (profondit utile 150 cm) sopra orizzonti con scheletro molto abbondante; hanno drenaggio buono, permeabilit moderata, scheletro frequente, moderata capacit di ritenzione idrica e forte rischio di incrostamento superficiale.

Propriet applicative
I suoli RMG3 sono adatti alluso agricolo; presentano tuttavia moderate limitazioni, dovute allo scheletro frequente, che restringono la gamma delle colture praticabili in termini di remunerativit e di sostenibilit e comportano onerosit nella gestione (sottoclasse LCC: IIs); essi sono adatti allutilizzazione agronomica sia dei reflui zootecnici che dei fanghi di depurazione, con lievi limitazioni in entrambi i casi dovute alla tessitura moderatamente grossolana e allo scheletro. Questi suoli hanno una elevata capacit protettiva nei confronti delle acque superficiali, mentre hanno una capacit protettiva moderata nei confronti di quelle sotterranee a causa della permeabilit moderata e della granulometria moderatamente grossolana. Non presentano, infine, peculiarit ambientali di rilievo.

Substrato

Indicazioni gestionali
Nella gestione dei suoli RMG3 si deve considerare il rischio di degrado fisico, conseguente lelevato incrostamento superficiale, che impone restrizioni alla percorribilit in campo dopo eventi piovosi consistenti per il rischio di collasso degli aggregati strutturali (ed il conseguente compattamento della superficie del suolo). Moderate limitazioni alla percorribilit sono causate anche dalla comune pietrosit superficiale, che comunque prevalentemente di medie dimensioni (diametro <7,5 cm) e non ostacola pertanto in modo significativo la meccanizzazione delle pratiche agronomiche.

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SCHEDA 3: Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Media pianura idromorfa

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Suoli Piantade franco argillosi (PTD1) Fluvaquentic Endoaquepts clayey over loamy, mixed, superactive, mesic

Ambiente e genesi
I suoli Piantade franco argillosi sono situati nelle principali depressioni e testate legate ai fontanili, con drenaggio molto lento per la presenza di una falda semipermanente prossima al piano campagna. La pendenza nulla (0.1%). Si sono formati su depositi fluviali e fluvioglaciali da moderatamente fini a grossolani (limi sabbiosi e limo), spesso in lenti, calcarei. Essi sono strettamente associati nellunit cartografica a suoli poco profondi, con scheletro abbondante, a drenaggio lento e permeabilit moderata (RSE1); il loro utilizzo principale a seminativi avvicendati.

Topsoil

Caratteri del suolo


I suoli PTD1 mostrano, a partire dalla superficie, i seguenti caratteri: Topsoil (orizzonte Ap) spesso 30 cm, di colore bruno grigiastro scuro, tessitura moderatamente fine, scarsamente calcareo con reazione alcalina, CSC e TSB elevati. Subsoil (orizzonte Bg) spesso 20 cm, di colore bruno grigiastro, tessitura moderatamente fine, comuni concrezioni di CaCO3, scarsamente calcareo con reazione alcalina, con CSC media e TSB alto. Substrato (orizzonti Ckg e Cg) a partire da 50 cm, di colore da grigio bluastro a grigio verdastro, tessitura da media a moderatamente grossolana con scheletro piccolo ed abbondante a partire da 75 cm, da scarsamente a moderatamente calcarei con reazione alcalina, CSC media e TSB da medio ad alto.

Subsoil

Caratteri funzionali
I suoli PTD1 sono sottili (profondit utile di 50 cm) limitati dalla presenza di una falda permanente; hanno drenaggio lento, permeabilit bassa e moderata capacit di ritenzione idrica.

Propriet applicative
I suoli PTD1 sono adatti alluso agricolo; presentano tuttavia severe limitazioni, dovute al drenaggio lento e alla falda poco profonda, che restringono la gamma delle colture praticabili ed impongono l'adozione di speciali pratiche conservative (sottoclasse LCC: IIIw); a causa della falda poco profonda e del permanere di condizioni di idromorfia nel suolo si sconsiglia vivamente lutilizzazione agronomica tanto dei reflui zootecnici quanto dei fanghi di depurazione (sono non adatti in entrambi i casi). La scarsa profondit della falda e il drenaggio rallentato comportano una bassa capacit protettiva nei confronti delle acque superficiali mentre la capacit protettiva nei confronti delle acque sotterranee moderata. Infine, la presenza di accentuati caratteri didromorfia rende moderato il valore naturalistico di questi suoli.

Substrato

Indicazioni gestionali
Nella gestione dei suoli PTD1 si deve considerare la presenza di consistenti limitazioni dovute al permanere della falda presso la superficie ed alla persistenza di condizioni idromorfe nel suolo, che denotano un ambiente sfavorevole agli apparati radicali delle piante. Le pratiche gestionali devono essere mirate da un lato a favorire la formazione di un franco di coltivazione adeguato a permettere lo sviluppo delle piante, dallaltro si deve porre una specifica attenzione nelle pratiche di concimazione e di utilizzo dei fitofarmaci, per la vulnerabilit che questi suoli presentano allinquinamento delle acque (sia superficiali che sotterranee). Da segnalare infine lopportunit di preservare il valore naturalistico di queste aree, che costituiscono veri e propri micro-habitat naturali unici per la presenza di elementi caratteristici, i fontanili, legati alla storia e alla cultura di queste terre.

38

SCHEDA 4: Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Media pianura idromorfa

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Suoli Fontanella franchi, moderatamente profondi, calcarei (FNE1) Aquic Eutrudepts fine loamy, mixed, active, mesic

Ambiente e genesi
I suoli Fontanella franchi, moderatamente profondi, calcarei sono situati su superfici subpianeggianti, interposte alle principali linee di flusso e alle zone pi stabili, a drenaggio mediocre o lento. Comprendono anche le aree di transizione con l'alta pianura ghiaiosa. La pendenza nulla (0.1%). Si sono formati su depositi alluvionali calcarei o molto calcarei, costituiti da sabbie argillose con ghiaia. Essi hanno una distribuzione omogenea nellunit cartografica e sono utilizzati prevalentemente a prati avvicendati.

Topsoil

Caratteri del suolo


I suoli FNE1 mostrano, a partire dalla superficie, i seguenti caratteri: Topsoil (orizzonti Ap e AB) spesso 50 cm, di colore bruno grigiastro da scuro a molto scuro, tessitura da media a moderatamente fine, scheletro piccolo e comune, non calcareo con reazione subalcalina, CSC media, TSB alto. Subsoil (orizzonti Bw e Bg) spesso 40 cm, di colore bruno grigiastro molto scuro con screziature bruno forte nella parte inferiore, tessitura da media a moderatamente fine e scheletro molto piccolo e scarso, comuni pellicole di Fe e Mn, non calcareo con reazione subalcalina (neutra oltre 100 cm), CSC da bassa a media, TSB alto. Substrato (orizzonte C) a partire da 90 cm, di colore da bruno grigiastro a bruno oliva chiaro, tessitura moderatamente grossolana e grossolana, scheletro piccolo e abbondante, calcarei con reazione alcalina, CSC bassa, TSB alto.

Subsoil

Caratteri funzionali
I suoli FNE1 sono poco profondi (profondit utile 75 cm) limitati da una falda permanente; hanno drenaggio mediocre, permeabilit moderata e capacit di ritenzione idrica moderata.

Propriet applicative
I suoli FNE1 sono adatti alluso agricolo; presentano tuttavia moderate limitazioni, dovute alla profondit utile, al drenaggio mediocre e alla fertilit (CSC bassa), che restringono la gamma delle colture praticabili (sottoclasse LCC: IIws); questi suoli sono adatti allutilizzazione agronomica sia dei reflui zootecnici che dei fanghi di depurazione, con lievi limitazioni in entrambi i casi dovute alla falda moderatamente profonda. Essi hanno una capacit protettiva moderata nei confronti delle acque superficiali mentre la capacit protettiva nei confronti di quelle profonde bassa a causa della falda e della permeabilit che non permette la trattenuta dei fitofarmaci nel suolo per un tempo sufficiente a ridurne il potenziale inquinante. Non presentano peculiarit ambientali di rilievo.

Substrato

Indicazioni gestionali
Nella gestione dei suoli FNE1 si deve considerare la presenza di moderate limitazioni dovute alla profondit della falda. Lalta vulnerabilit allinquinamento delle acque sotterranee impone, inoltre, una specifica attenzione nelle pratiche di concimazione e di utilizzo dei fitofarmaci. Le pratiche gestionali devono essere mirate da un lato a migliorare il drenaggio, dallaltro si deve porre una specifica attenzione nelle pratiche di concimazione e di utilizzo dei fitofarmaci, per la vulnerabilit che questi suoli presentano allinquinamento delle acque, soprattutto quelle sotterranee.

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SCHEDA 5: Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Bassa pianura sabbiosa

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Suoli Ca Soresini franchi, su superfici modali (SRS3) Aquic Haplustalfs fine silty, mixed, active, mesic

Ambiente e genesi
I suoli Ca Soresini franchi, su superfici modali, sono situati su superfici a morfologia subpianeggiante o debolmente ondulata, in posizione intermedia tra aree in rilievo (dossi) e aree depresse. La pendenza nulla (0.1%). Questi suoli si sono formati su depositi fluviali e fluvioglaciali medi o moderatamente grossolani (limi sabbiosi e sabbie), calcarei. Essi hanno una distribuzione omogenea nellunit cartografica e sono utilizzati prevalentemente a seminativi avvicendati.

Topsoil

Caratteri del suolo


I suoli SRS3 mostrano, a partire dalla superficie, i seguenti caratteri: Topsoil (orizzonte Ap) spesso 40 cm, di colore bruno, tessitura media e scheletro scarso e piccolo, reazione subacida, CSC e TSB medi. Subsoil (orizzonti Btg e BCg) spesso circa 60 cm, di colore da bruno oliva chiaro, a bruno giallastro scuro con comuni screziature bruno grigiastre e bruno giallastre, tessitura da media a moderatamente fine, molte pellicole di argilla nella parte superiore e media, non calcarei con reazione neutra, CSC da elevata a bassa e TSB da medio ad alto. Substrato (orizzonti Cg e Cgk) a partire da 105 cm, di colore da bruno oliva chiaro a bruno grigiastro con comuni screziature di colore bruno giallastro nella parte superiore e giallo oliva nella parte inferiore, tessitura moderatamente grossolana che diventa media in profondit (oltre 150 cm), molto calcareo con reazione da neutra ad alcalina, CSC da media a bassa, TSB alto.

Subsoil

Caratteri funzionali
I suoli SRS3 sono profondi (profondit utile > 100 cm), sopra una brusca discontinuit tessiturale (tessitura da limosa a sabbiosa) e con presenza di falda permanente a 120 cm; hanno drenaggio mediocre, permeabilit moderata, capacit di ritenzione idrica molto alta e moderato rischio di incrostamento superficiale.

Propriet applicative
I suoli SRS3 sono adatti alluso agricolo; hanno tuttavia moderate limitazioni dovute al drenaggio mediocre, che limitano la gamma delle colture praticabili (sottoclasse LCC: IIw); essi sono adatti allutilizzazione agronomica sia dei reflui zootecnici che dei fanghi di depurazione, in questultimo caso con lievi limitazioni dovute al pH. Hanno inoltre una capacit protettiva moderata tanto nei confronti delle acque sotterranee quanto di quelle superficiali a causa della permeabilit moderata. Non presentano peculiarit ambientali di rilievo.

Substrato

Indicazioni gestionali
I suoli SRS3 hanno un moderato rischio di degrado fisico, a causa del rischio dincrostamento superficiale che impone restrizioni alla percorribilit in campo dopo eventi piovosi consistenti per il rischio di collasso degli aggregati strutturali (ed il conseguente compattamento della superficie del suolo). La stabilit degli aggregati strutturali pu, pertanto essere migliorata con apporti di sostanza organica. richiesta, inoltre, una specifica attenzione nelle pratiche di concimazione e di utilizzo dei fitofarmaci, per la moderata vulnerabilit che questi suoli presentano allinquinamento delle acque.

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SCHEDA 6: Pedopaesaggio del livello fondamentale della pianura Bassa pianura sabbiosa

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Suoli Cascina Nuova franchi, non ghiaiosi, a permeabilit bassa, calcarei, su superfici debolmente depresse (NUA1) Oxyaquic Haplustalfs fine silty, mixed, superactive, mesic

Ambiente e genesi
I suoli Cascina Nuova franchi, non ghiaiosi, a permeabilit bassa, calcarei, su superfici debolmente depresse sono situati in aree concave di forma subcircolare a drenaggio mediocre o lento, con problemi di smaltimento esterno delle acque, talora con evidenze di fossi scolanti e baulature dei campi. La pendenza nulla (0.1%). Si sono formati su depositi fluviali calcarei, aventi tessitura media o moderatamente fine (sabbie, sabbie limose e limi). Essi hanno una distribuzione omogenea nellunit cartografica e sono utilizzati prevalentemente a seminativi avvicendati.

Topsoil

Caratteri del suolo


I suoli NUA1 mostrano, a partire dalla superficie, i seguenti caratteri: Topsoil (orizzonte Ap) spesso circa 50 cm, di colore bruno oliva, tessitura moderatamente grossolana e scheletro molto piccolo da assente a scarso, non calcareo con reazione subalcalina, CSC e TSB elevati,. Subsoil (orizzonte Bt) spesso 40 cm, di colore bruno oliva chiaro con molte screziature giallo oliva nella parte inferiore, tessitura da media a moderatamente grossolana e scheletro piccolo, comune, poche pellicole di argilla e concrezioni ferromanganesifere, non calcarei con reazione alcalina, CSC e TSB elevati. Substrato (orizzonti CBk, CBg e Cg) a partire da 90 cm, di colore da oliva pallido a bruno giallastro chiaro fino a grigio oliva chiaro, con molte screziature giallo oliva nella parte superiore e bruno giallastre nella parte inferiore, tessitura media, molte skeletans (rivestimenti dei frammenti di scheletro), molte concrezioni di carbonato di calcio, molte concentrazioni soffici ferromanganesifere nella parte inferiore, da fortemente a molto calcareo con reazione da alcalina a molto alcalina, CSC media e TSB alto.

Subsoil

Caratteri funzionali
I suoli NUA1 sono moderatamente profondi (profondit utile circa 90 cm) limitati da orizzonti fortemente calcarei; presente inoltre una falda idrica permanente a 170 cm; hanno drenaggio mediocre, permeabilit bassa, elevata capacit di ritenzione idrica e moderato rischio di incrostamento superficiale.

Propriet applicative
I suoli NUA1 sono adatti alluso agricolo, con moderate limitazioni legate al drenaggio mediocre e alla profondit utile ridotta che restringono la gamma delle colture praticabili (sottoclasse LCC: IIws); essi sono adatti allutilizzazione agronomica dei reflui zootecnici, con lievi limitazioni dovute alla permeabilit, mentre sono adatti a quella dei fanghi di depurazione, senza limitazioni nel rispetto della buona pratica agricola. Hanno inoltre una elevata capacit protettiva nei confronti delle acque sotterranee ed una capacit protettiva moderata, a causa della permeabilit e del rischio potenziale di scorrimento superficiale, nei confronti di quelle superficiali. Questi suoli non presentano, infine, peculiarit ambientali di rilievo.

Substrato

Indicazioni gestionali
Nella gestione dei suoli NUA1 si deve considerare lopportunit di migliorare il drenaggio esterno, tramite affossature e baulature; nellaratura bisogna evitare di toccare gli orizzonti fortemente calcarei per evitare tossicit alle piante ( per un rischio limitato per la profondit di tali orizzonti). Un moderato rischio di degrado fisico, dovuto al rischio dincrostamento superficiale, impone restrizioni alla percorribilit in campo dopo eventi piovosi consistenti per il rischio di collasso degli aggregati strutturali (ed il conseguente compattamento della superficie del suolo). richiesta, inoltre, una specifica attenzione nelle pratiche di concimazione e di utilizzo dei fitofarmaci, per la moderata vulnerabilit che questi suoli presentano allinquinamento delle acque superficiali.

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SCHEDA 7: Pedopaesaggio delle valli fluviali Superfici terrazzate sospese sui corsi dacqua attuali

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Suoli Celestina franco sabbiosi (CEL1) Oxyaquic Haplustalfs coarse loamy, mixed, superactive, mesic

Ambiente e genesi
I suoli Celestina franco sabbiosi sono situati su terrazzi fluviali del Po delimitati da scarpate erosive evidenti, a morfologia pianeggiante o ondulata. La pendenza nulla (0.2%). Si sono formati su depositi alluvionali grossolani costituiti da sabbie poco gradate. Essi sono associati nellunit cartografica (in complesso) a suoli molto profondi, sabbiosi e con scheletro abbondante, con drenaggio moderatamente rapido e permeabilit moderatamente elevata (ACQ1); sono utilizzati prevalentemente a risaie e a seminativi di cereali tipo mais.

Topsoil

Caratteri del suolo


I suoli CEL1 mostrano, a partire dalla superficie, i seguenti caratteri: Topsoil (orizzonte Apg) spesso circa 40 cm, di colore da grigio oliva a grigio verdastro scuro con abbondanti screziature oliva e bruno oliva, tessitura moderatamente grossolana, non calcareo con reazione subalcalina, CSC bassa e TSB alto. Subsoil (orizzonti Btg e Bt) spesso circa 80 cm, di colore da bruno grigiastro a bruno giallastro scuro con abbondanti screziature bruno giallastro scuro e bruno grigiastro, tessitura moderatamente grossolana, non calcareo con reazione da alcalina a subalcalina, CSC bassa e TSB alto. Substrato (orizzonte C), a partire da 120 cm, di colore da bruno oliva chiaro a grigio brunastro chiaro con comuni screziature bruno oliva chiare e bruno grigiastre, tessitura grossolana, non calcareo con reazione subalcalina.

Subsoil

Caratteri funzionali
I suoli CEL1 sono profondi (profondit utile 120 cm) sopra una discontinuit tessiturale (tessitura da franca diventa sabbiosa), con presenza di falda idrica permanente da circa 160 cm; hanno drenaggio lento, permeabilit moderatamente bassa e capacit di ritenzione idrica moderata.

Propriet applicative
I suoli CEL1 sono adatti alluso agricolo, hanno tuttavia limitazioni severe dovute al drenaggio lento che restringono la gamma colturale possibile e impongono speciali pratiche di coltivazione (classe LCC: IIIw); sono adatti allutilizzazione agricola dei reflui zootecnici, con lievi limitazioni dovute alla granulometria moderatamente grossolana, e sono adatti a quella dei fanghi di depurazione, con moderate limitazioni dovute alla CSC. La capacit protettiva nei confronti delle acque, sia sotterranee che superficiali moderata, nel primo caso dalla granulometria e dai caratteri chimici (pH e CSC), nel secondo dalla permeabilit e dal runoff potenziale. Non presentano, infine, peculiarit ambientali di rilievo.

Substrato

Indicazioni gestionali
Nella gestione dei suoli CEL1 si deve considerare la presenza di consistenti limitazioni dovute al drenaggio lento; le pratiche gestionali devono essere mirate a migliorare sensibilmente il drenaggio interno per evitare ristagni idrici e garantire un franco sufficiente per lottimale sviluppo delle piante. Una moderata vulnerabilit allinquinamento delle acque impone, inoltre, una specifica attenzione nelle pratiche di concimazione e di utilizzo dei fitofarmaci, cos come nella valutazione dei carichi e dei tempi appropriati nelle pratiche di utilizzazione agronomica dei reflui zootecnici e dei fanghi di depurazione.

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SCHEDA 8: Pedopaesaggio delle valli fluviali Superfici terrazzate sospese sui corsi dacqua attuali

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Suoli Cascina Casarosio franco sabbiosi, scarsamente ghiaiosi (OSA1) Aquic Haplustepts coarse loamy, mixed, superactive, mesic

Ambiente e genesi
I suoli Cascina Casarosio franco sabbiosi, scarsamente ghiaiosi sono situati sui terrazzi fluviali subpianeggianti della valle del Serio Morto, condizionati da un drenaggio lento causato dal ristagno di acque provenienti da superfici pi rilevate. Coincidono spesso con paleoalvei, conche e depressioni. La pendenza nulla (0.2%). Si sono formati su depositi fluviali e di decantazione calcarei, a tessitura media (sabbie con limo e ghiaia). Essi hanno una distribuzione omogenea nellunit cartografica e sono utilizzati prevalentemente per colture foraggiere. Topsoil

Caratteri del suolo


I suoli OSA1 mostrano, a partire dalla superficie, i seguenti caratteri: Topsoil (orizzonte Ap) spesso circa 50 cm, di colore da bruno oliva chiaro a bruno oliva, tessitura moderatamente grossolana e scheletro molto piccolo e scarso, reazione subacida, CSC media, TSB medio-alto. Subsoil (orizzonte Bwg), spesso circa 20 cm, di colore bruno giallastro chiaro con screziature abbondanti bruno grigiastre, tessitura moderatamente grossolana e scheletro molto piccolo e scarso, non calcareo con reazione neutra, CSC e TSB alti. Substrato (orizzonti BCg e Cg) a partire da 70 cm, di colore da grigio oliva a grigio con comuni screziature oliva chiare, tessitura da moderatamente grossolana a grossolana e scheletro piccolo da frequente (tra 70 e 90 cm) a scarso, da non calcareo a moderatamente calcareo con reazione da subalcalina ad alcalina, CSC da media a bassa, TSB alto.

Caratteri funzionali
Subsoil I suoli OSA1 sono moderatamente profondi (profondit utile 90 cm), limitati dalla presenza di una falda permanente; hanno drenaggio lento, permeabilit moderata e bassa disponibilit idrica.

Propriet applicative
I suoli OSA1 sono adatti alluso agricolo, a causa del drenaggio lento hanno per severe limitazioni che restringono la gamma delle colture praticabili ed impongono l'adozione di speciali pratiche gestionali (sottoclasse LCC: IIIw); sono adatti allutilizzazione agronomica dei reflui zootecnici e a quella dei fanghi di depurazione, con lievi limitazioni in entrambi i casi dovute allinterferenza della falda, al drenaggio e alla granulometria. Essi hanno una capacit protettiva moderata nei confronti delle acque superficiali, bassa nei confronti di quelle sotterranee a causa della permeabilit e della presenza della falda. Non presentano, infine, peculiarit ambientali di rilievo. Substrato

Indicazioni gestionali
Nella gestione dei suoli OSA1 di fondamentale importanza migliorare il drenaggio per evitare ristagni idrici, garantire un franco sufficiente per lottimale sviluppo delle piante e favorire linfiltrazione delle acque nel suolo per evitare potenziali ristagni e scorrimenti superficiali. La presenza di una moderata pietrosit superficiale, con pietre di medie dimensioni (prevalentemente < 7.5 cm) pu ostacolare la meccanizzazione delle pratiche agronomiche. Infine, lalta vulnerabilit allinquinamento delle acque, soprattutto quelle sotterranee, impone una specifica attenzione nelle pratiche di concimazione e di utilizzo dei fitofarmaci.

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SCHEDA 9: Pedopaesaggio delle valli fluviali Piane alluvionali inondabili attuali e recenti

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Suoli Pizzo argillosi (PIZ1) Chromic Endoaquerts fine, mixed, superactive, mesic

Ambiente e genesi
I suoli Pizzo argillosi sono situati sui depositi alluvionali recenti del Po, in superfici di transizione tra i dossi fluviali e le conche di decantazione. La pendenza nulla (0.4%). Si sono formati su sedimenti non calcarei costituiti da argille con sabbia. Essi hanno una distribuzione omogenea nellunit cartografica e sono utilizzati prevalentemente per colture di cereali e a vigneti.

Topsoil

Caratteri del suolo


I suoli PIZ1 mostrano, a partire dalla superficie, i seguenti caratteri: Topsoil (orizzonte Ap) spesso 40 cm, di colore bruno grigiastro scuro, tessitura fine, non calcareo con reazione neutra, CSC molto elevata, TSB alto. Subsoil (orizzonti Bss e Bk) spesso circa 70 cm, di colore bruno grigiastro con screziature di colore oliva chiaro scarse nella parte superiore e abbondanti in quella inferiore, tessitura fine, abbondanti pellicole dargilla orientate per pressione e scorrimento, scarsamente calcarei con reazione subalcalina, CSC molto elevata, TSB alto. Substrato (orizzonti Ckg e Cg) a partire da 110 cm, di colore da grigio a grigio verdastro scuro con screziature comuni di colore oliva chiaro, tessitura moderatamente fine, calcareo con reazione neutra fino a 160 cm, non calcareo con reazione subacida oltre tale profondit, CSC da elevata a media, TSB alto.

Caratteri funzionali
Subsoil I suoli PIZ1 sono profondi (profondit utile 110 cm), su falda permanente; hanno drenaggio lento, permeabilit bassa e moderata capacit di ritenzione idrica.

Propriet applicative
I suoli PIZ1 sono adatti alluso agricolo, hanno per severe limitazioni dovute al drenaggio lento e alla tessitura fine tali da restringere la scelta delle colture praticabili e imporre speciali pratiche di gestione (sottoclasse LCC: IIIws); questi suoli sono adatti allutilizzazione agronomica dei reflui zootecnici, con moderate limitazioni dovute al comportamento idrologico, e sono adatti allutilizzazione agronomica dei fanghi di depurazione, con lievi limitazioni dovute al drenaggio lento e al pH. Essi hanno una elevata capacit protettiva nei confronti delle acque sotterranee mentre, a causa della falda e della permeabilit la capacit protettiva nei confronti di quelle superficiali bassa. Hanno inoltre un moderato valore naturalistico per la presenza di accentuati caratteri vertici dovuti al comportamento plastico delle argille.

Indicazioni gestionali
Nella gestione dei suoli PIZ1 importante una scelta accurata dei tempi di lavorazione, per linterferenza creata dalla tessitura argillosa alla possibilit ad entrare in campo dopo piogge consistenti senza danneggiare la struttura del suolo (tempo dattesa) e per lelevata coesione degli aggregati secchi (resistenza meccanica). Occorre inoltre migliorare il drenaggio, che in condizioni di suolo umido lento, per favorire linfiltrazione dellacqua nel suolo, evitare ristagni idrici e scorrimenti superficiali e nel contempo garantire un franco sufficiente per lottimale sviluppo delle piante. La vulnerabilit allinquinamento delle acque sotterranee impone, inoltre, una specifica attenzione nelle pratiche di concimazione e di utilizzo dei fitofarmaci. altres opportuno gestire i suoli PIZ1 in unottica di conservazione e valorizzazione degli aspetti di interesse naturalistico che presentano.

Substrato

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SCHEDA 10: Pedopaesaggio delle valli fluviali Piane alluvionali (inondabili) attuali o recenti

Aree di non suolo OSC1 Piane alluvionali attuali o recenti

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Suoli Bosco franco sabbiosi (OSC1) Oxyaquic Ustifluvents coarse loamy, mixed (calcareous), superactive, mesic

Ambiente e genesi
I suoli Bosco franco sabbiosi sono situati nelle golene del Po, protette da arginature artificiali, inondabili durante gli eventi di piena straordinaria. La pendenza nulla (0.3%). Si sono formati su depositi alluvionali calcarei moderatamente grossolani (sabbie limose). Essi hanno una distribuzione omogenea nellunit cartografica e sono utilizzati prevalentemente per arboricoltura da legno (pioppeti) e a cereali autunno-vernini (frumento).

Topsoil

Caratteri del suolo


I suoli OSC1 mostrano, a partire dalla superficie, i seguenti caratteri: Topsoil (orizzonte Ap) spesso circa 50 cm, di colore da bruno oliva a bruno grigiastro scuro con comuni screziature nella parte inferiore (principali di colore bruno grigiastro scuro e secondarie di colore bruno grigiastro), tessitura da media a moderatamente grossolana, calcareo con reazione alcalina, CSC bassa e TSB alto. Substrato (orizzonte C) a partire dalla base del topsoil, di colore bruno oliva chiaro, tessitura moderatamente grossolana, calcareo con reazione molto alcalina, CSC bassa e TSB alto.

Caratteri funzionali
I suoli OSC1 sono molto profondi (profondit utile oltre 150 cm); hanno drenaggio buono, permeabilit moderata, capacit di ritenzione idrica media, forte rischio di incrostamento superficiale e moderato rischio dinondazione.

Propriet applicative
Substrato I suoli OSC1 sono adatti alluso agricolo, hanno per limitazioni severe, dovute alla scarsa fertilit (bassa CSC), alla reazione molto alcalina e al rischio di sommersione (inondabilit moderata), che restringono la gamma delle colture praticabili e impongono speciali pratiche di gestione (sottoclasse LCC: IIIws). Essi sono adatti allutilizzazione agronomica dei reflui zootecnici, con lievi limitazioni dovute alla granulometria moderatamente grossolana ed al rischio dinondazione; sono adatti all'utilizzazione agronomica dei fanghi di depurazione, con moderate limitazioni dovute allinondabilit e alla bassa CSC. La capacit protettiva moderata sia nei confronti delle acque sotterranee che di quelle superficiali, le limitazioni consistono per le acque sotterranee nella permeabilit moderata e nella granulometria moderatamente grossolana che non permettono la trattenuta delle sostanze inquinanti, per quelle superficiali nel moderato rischio di sommersione. Questi suoli non presentano peculiarit ambientali di rilievo.

Indicazioni gestionali
Nella gestione dei suoli OSC1 si deve considerare la possibile tossicit dovuta alla reazione molto alcalina (pH>8,5) e quindi la conseguente necessit di impiegare correttivi, necessari daltro canto per ridurre gli effetti negativi della bassa CSC (attraverso, per esempio, somministrazioni di sostanza organica). Si deve inoltre considerare una moderata vulnerabilit allinquinamento delle acque sotterranee e superficiali, che impone un utilizzo attento dei concimi e dei fitofarmaci, tanto pi che il moderato rischio dinondazione comporta la possibilit di una frequenza quinquennale degli eventi di sommersione.

52

Glossario sintetico

Si riporta di seguito la definizione sintetica di alcuni termini tecnici contenuti nel testo. Per una trattazione pi esauriente si rimanda al Glossario contenuto nel CD Rom allegato al volume.

fragipan
Orizzonte diagnostico subsuperficiale compattato, con drenaggio molto lento; costituisce una limitazione fisica allapprofondimento radicale.

bia molto fine, sabbia fine, media e grossolana e sabbia molto grossolana.

saturazione basica (tasso di )


Rapporto percentuale fra la somma dei cationi alcalini e alcalino-terrosi (Ca,Mg,Na,K) fissati sul complesso di adsorbimento, e la capacit di scambio cationico, ossia la quantit massima di cationi che 100 g di suolo possono adsorbire. indicato con lacronimo TSB. Un suolo nel cui complesso di scambio sono largamente predominanti i cationi alcalini e alcalino-terrosi viene definito saturo.

argilla
Frazione minerale del suolo costituita da particelle di diametro inferiore a 2 m.

idromorfia
Condizione del suolo derivante da drenaggio insufficiente o impedito, che si evidenzia in una dominanza di colorazioni grigie.

argillico (orizzonte )
Orizzonte diagnostico subsuperficiale del suolo formato a seguito di processi di illuviazione di argilla.

illuviazione
Movimento di sostanze diverse attraverso il profilo pedologico , da un orizzonte soprastante, che ne risulta impoverito, ad uno sottostante, che ne viene arricchito.

saturazione ( idrica)
Condizione fisica del suolo nel quale tutti i vuoti sono occupati dallacqua. Corrisponde alla capacit idrica massima.

brunificazione
Liberazione di ferro attivo dai minerali della roccia madre e sua interposizione fra molecole di argilla e di humus, con formazione di aggregati ferro-argillo-umici.

limo
Frazione minerale del suolo costituita da granuli di dimensioni comprese fra 2 e 50 m. Si distingue in limo fine (da 2 a 20 m) e limo grossolano (da 20 a 50 m).

sesquiossidi
Ossidi e idrossidi di Fe e Al (pi raramente di Mn e Ti), costituenti, nei suoli, prodotti residuali dellalterazione.

cambico (orizzonte )
Orizzonte diagnostico subsuperficiale, formato a seguito di processi di alterazione del materiale di partenza.

lisciviazione
Processo di trasporto idrico nel suolo delle particelle fini disperse (argille e ossidi di ferro a queste legati), dagli orizzonti superiori eluviali agli orizzonti profondi illuviali.

scheletro
Frammenti rocciosi e pietre, di diametro superiore a 2 mm, contenuti nel profilo pedologico.

capacit di scambio cationico (C.S.C.)


La somma totale dei cationi scambiabili (principalmente Ca++, Mg++, K+, Na+, H+, Al+++) presenti nel suolo, espressa in meq/100g di materiale.

loess
Deposito di origine eolica , caratteristico degli ambienti steppici e composto da particelle a granulometria prevalentemente limosa e sabbioso fine.

screziatura
Porzioni degli orizzonti di suolo di colore differente rispetto a quello dominante. La genesi delle screziature riconducibile ad alternanze stagionali di stati di inumidimento e di disseccamento nel profilo.

concentrazione
accumulo secondario di sali in forma di masse soffici, patine e rivestimenti, oppure di noduli o conrezioni, di natura carbonatica, gessosa, ferro-manganesifera, ferruginosa.

pedogenesi
Linsieme dei processi chimici, fisici e biologici che trasformano progressivamente una roccia in suolo.

serie ( di suoli)
Gruppo di suoli simili per genesi e con uguale classificazione, i quali presentano orizzonti simili per composizione, spessore e caratteristiche. Le serie vengono istituite per scopi soprattutto pratici, che influenzano la gestione del suolo.

decarbonatazione
Dissoluzione chimica dei carbonati negli orizzonti del suolo e/o nelle rocce carbonatiche sottostanti ad esso, per azione di acque meteoriche ricche di CO2.

permeabilit ( del suolo)


Maggiore o minore facilit con cui un suolo lascia penetrare, attraverso i suoi orizzonti, lacqua di percolazione.

fase di serie
Suddivisione entro una serie di suoli che evidenzia peculiarit significative per la crescita dei vegetali o per le lavorazioni agrarie. Le fasi di serie sono i costituenti delle unit cartografiche.

reazione ( del suolo)


Grado di acidit o di alcalinit del suolo, espresso quantitativamente dal valore numerico del pH.

discontinuit ( litologica)
Cambiamento brusco di granulometria e/o di composizione mineralogica fra due orizzonti, indicante la loro diversa origine geologica e/o la loro differente et.

ritenzione idrica (massima capacit di )


Quantit dacqua trattenuta da un suolo allo stato di saturazione idrica.

tessitura ( del suolo)


Proporzione relativa nel suolo delle particelle minerali di diametro inferiore a 2 mm, costituenti la cosiddetta terra fine (argilla, limo, sabbia).

drenaggio ( interno)
Capacit del suolo di eliminare leccesso idrico al suo interno.

rubefazione
Liberazione di ossidi di Fe che attraverso la progressiva disidratazione formano ematite, la quale conferisce vivaci colori rossi ai suoli, in un ambiente chimico spesso saturo di ioni calcio, ma privo di carbonati.

epipedon
Orizzonte diagnostico di superficie, pi o meno scurito dalla sostanza organica o dilavato.

unit cartografica
Linsieme dei poligoni (di suolo) di una carta pedologica, individuati attraverso il rilevamento, costituiti dalla dominanza di uno o pi fasi delle stesse serie di suolo. Possono essere costituite da un solo tipo di suolo (consociazioni), o da due o pi suoli diversi che si alternano nel paesaggio secondo un modello noto (associazioni, complessi, gruppi indifferenziati).

falda (freatica o libera)


Corpo idrico sotterraneo, pi vicino alla superficie del terreno. La superficie superiore della falda viene denominata superficie freatica o tavola dacqua.

sabbia
Frazione minerale del suolo costituita da granuli di dimensioni comprese fra 50 m e 2 mm, distinta usualmente per scopi pratici in tre classi in base al diametro dei granuli: sab-

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