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TDP Elettronica

I parametri dei transistor nei fogli tecnici


e relazione fra tecnologia costruttiva e caratteristiche

1 - I valori massimi assoluti


Nella prima pagina di ogni foglio tecnico (data sheet) di un transistor bipolare i primi dati che vengono riportati sono quelli della tabella dei valori massimi assoluti (Absolute Maximum Ratings oppure semplicemente Limiting Values, come indicato nellesempio sotto riportato in tabella 1). Questa tabella contiene i valori-limite che non debbono assolutamente essere superati: ci significa che il progettista deve essere certo che anche nella situazione peggiore che potr capitare nella vita operativa dello schema che utilizza questo transistor non potr mai capitare di applicare al componente un valore uguale o superiore a quello indicato in questa tabella. La sicurezza della sopravvivenza del componente sar quindi garantita da opportune protezioni, un accurato progetto, un accorto dimensionamento degli elementi utilizzati, la presenza di adeguati dissipatori o sistemi di ventilazione, ecc. Tabella 1: valori massimi assoluti per un transistor bipolare di media potenza (BD131 Philips)
LIMITING VALUES In accordance with the Absolute Maximum Rating System (IEC 134) Symbol VCBO VCEO VEBO IC ICM IBM Ptot Tstg Tj Tamb Parameter Collector-Base Voltage Collector-Emitter Voltage Emitter-Base Voltage Collector Current (DC) Collector Peak Current Base Peak Current Total Power Dissipation Storage Temperature Junction Temperature Operating Ambient Temperature Tamb < 60 C Test Conditions Open Emitter Open Base Open Collector Min - 65 - 65 Max 70 45 6 3 6 0.5 15 + 150 + 150 + 150 Unit V V V A A A W C C C

1.1 Le tensioni-limite
Come si vede nellesempio qui riportato, i primi valori-limite indicati dal costruttore sono quelli relativi alle tensioni massime applicabili ai vari terminali del transistor; si noti che alcuni costruttori indicano queste tensioni-limite con la sigla BVxxx o BDVxxx, ovvero Breakdown Voltage. Queste tensioni vengono scritte con tre pedici: i primi due indicano i terminali rispetto ai quali viene riferita la tensione, mentre il terzo pedice indica la condizione di misura, e precisamente: O = Open, S = Short circuit, R = Resistor connection, V = Voltage specified, X = reverse biased Il primo valore indicato la VCBO, ovvero la massima tensione applicabile fra collettore e base a emettitore aperto (ovvero sconnesso): questa la massima tensione applicabile in assoluto al transistor. Il secondo valore la VCEO, ovvero la massima tensione applicabile fra collettore ed emettitore a base aperta, valore che risulta sempre inferiore alla VCBO. Perch la VCBO sempre pi elevata?

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La risposta va ricercata nel fatto che quando lemettitore sconnesso non viene attivata la struttura a tre strati tipica del transistor, altrimenti in grado di amplificare la corrente che lo attraversa. Per tale motivo il fatto di applicare una tensione fra collettore e base senza connettere lemettitore equivale ad applicare tensione ad una semplice giunzione P-N, ovvero un comune diodo. Ecco quindi che la corrente di fuga fra le due zone coincide con la sola corrente inversa di giunzione, che viene indicata nel foglio tecnico come ICBO nella successiva sezione Electrical Caratheristic, di cui una porzione riportata in tabella 2. Questa corrente (indicata come cut-off current) infatti analoga ad una comune corrente di fuga di una giunzione P-N. Si noti inoltre che, del tutto analogamente a quanto succede ai diodi, essa aumenta con la temperatura, e a 150C aumenta di ben 500 volte. E superfluo notare che la condizione di misura IE = 0 equivale ovviamente allemettitore aperto! Ci si pu chiedere quale sia il senso di indicare una condizione di misura che in realt non potr mai trovare riscontro in alcuna condizione pratica (quando mai si sconnette lemettitore in un circuito?). La risposta che la VCBO rappresenta un valore-limite, che indica la massima tenuta in tensione teorica di un transistor. Al di l di ci, comunque, parecchi anni fa alcuni progettisti di Thomson-CSF proposero circuiti in cui veniva utilizzata una tecnica di emitter switching, successivamente ripresa da STMicroelectronics in alcune note applicative. Tabella 2: indicazione delle correnti di fuga (BD131 Philips)
ELECTRICAL CHARATERISTICS (Tj = 25 C unless otherwise specified) Symbol ICBO ICEO IEBO Parameter Collector Cutoff Current Test Conditions VCB = 50 V, IE = 0 VCB = 50 V, IE = 0, Tj = 150 C Collector Cutoff Current Emitter Cutoff Current VCE = 50 V, IB = 0 VEB = 5 V, IC = 0 Min Max 50 10 1 50 Unit nA A A nA

La seconda tensione riportata nella tabella dei valori massimi assoluti (Tabella 1) la VCEO, ovvero la massima tensione applicabile fra collettore ed emettitore a base aperta. Questa tensione sempre inferiore anche di parecchio alla VCBO. Perch? La risposta risiede nel constatare (vedi figura 1) che applicando tensione fra collettore ed emettitore si vengono a polarizzare in realt due giunzioni: la collettore-base (con polarizzazione inversa) e la baseemettitore, in polarizzazione diretta. In questa situazione la corrente che attraversa lintera struttura del transistor viene indicata come ICEO e come si pu notare dai dati della Tabella 2 risulta pi elevata della ICBO, in quanto la corrente di fuga che attraversa la giunzione collettore-base (polarizzata inversamente) procede verso la giunzione base-emettitore che si trova in polarizzazione diretta, dove subisce lamplificazione tipica del transistor. In altri termini, per il transistor come se il valore della Figura 1 corrente di base che viene amplificata per lhFE fosse pari a ICBO che, invece di provenire da un circuito esterno, proviene dalla zona di collettore. Per tale motivo, vale la relazione:

ICEO = ICBO (hFE + 1)


Ecco il motivo per cui la ICEO decisamente pi elevata della ICBO. E qui opportuno notare che in alcuni fogli tecnici di transistor di potenza (meglio dettagliati) vengono riportate oltre alla VCBO ed alla VCEO anche altre tensioni massime di collettore, misurate in differenti condizioni, come ad esempio VCER, VCES, VCEV e VCEX: di che si tratta?

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massima tensione collettore-emettitore con una resistenza (specificata) fra base e massa; massima tensione collettore-emettitore con una VBE specificata compresa fra 0 e 0.6 V; massima tensione collettore-emettitore con base cortocircuitata a massa; massima tensione collettore-emettitore con una la base polarizzata inversamente. Si nota inoltre che queste tensioni presentano valori via via crescenti, e sono comprese fra VCEO e VCBO. Perch? VCER VCEV: VCES: VCEX:
La risposta pu essere trovata analizzando le rispettive configurazioni, riportate in figura 2.

Figura 2: le diverse possibili connessioni per un bjt interdetto, le rispettive tenute in tensione, le correnti di fuga e la conseguente polarizzazione interna

VCER: Come si pu notare, rispetto alla situazione a base aperta, il fatto di collegare un resistore fra base ed emettitore permette di creare un percorso esterno per una parte della corrente inversa collettore-base, che quindi non viene pi interamente amplificata per lhFE del transistor e di conseguenza come indicato in figura - la ICER sar inferiore alla ICEO. Proprio la minor corrente fra collettore ed emettitore permette al transistor di sostenere una tensione un po pi elevata. VCEV: Polarizzando la base con una tensione inferiore alla VBE di soglia (quindi con tensioni comprese fra 0 e 0.6 V) si ha una situazione un po simile a quella ora vista e, a seconda del valore della tensione applicata, si possono ottenere tenute in tensione leggermente pi elevate. VCES: La situazione pu essere ottimizzata cercando di estrarre tutta la corrente inversa collettorebase, ci che si pu fare cortocircuitando la base con lemettitore. A causa per della resistenza trasversale della base (si tratta sempre di una regione a drogaggio medio-basso) non si riesce a deviare esternamente tutta la ICBO, bens solo una certa porzione. La corrente residua che attraversa la rimanente porzione della giunzione base-emettitore comunque sufficiente a indurre il passaggio di una corrente ICES che, sebbene decisamente pi ridotta rispetto alla ICEO (vedi figura 2), non ancora nulla, ma sufficientemente esigua da consentire di incrementare la tenuta in tensione del transistor, che raggiunge la VCES, ancora maggiore della VCER.
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VCEX: La situazione ottimale si ottiene per cercando di forzare una pi accentuata estrazione della
corrente dalla base, ci che si ottiene polarizzando inversamente la base stessa, con una tensione che per non pu superare la VEBO specificata dal costruttore, solitamente compresa fra i 6 e gli 8 volt massimi; ecco il motivo per cui la VBE inversa non deve superare i 5 V. Con questa tecnica si riduce ulteriormente la corrente che attraversa il transistor (ICEX), ottenendo una tenuta in tensione che si avvicina al massimo teorico, ovvero la VCBO. Si noti che per taluni costruttori le specifiche di VCEV si riferiscono a valori di VBE negativi (in questo caso equivalgono alla situazione di VCEX sotto descritta), e per altri a VBE negativa ma con un resistore RBE in serie al generatore (spesso pi consona ad una situazione reale). Si cerchi quindi di chiarire la varie definizioni, non univoche n universalmente definite. La situazione dei valori crescenti di tenuta in tensione e dei loro reali andamenti al crescere della corrente evidenziata dal grafico di figura 3. Si noti che, poich la VCEO presenta un tratto a resistenza fortemente negativa, molti costruttori preferiscono indicare il valore VCEO(sus), spesso indicato come LVCEO.

Figura 3: Andamento delle tensioni di blocco in funzione delle condizioni di polarizzazione. Si noti che le proporzioni non sono reali: nella realt la differenza fra i valori di VCEO e quelli di VCEX che fra laltro dipendono significativamente dalla tecnologia utilizzata raggiungono al massimo il 30%. Si noti che nei fogli tecnici dei transistor queste curve di breakdown non vengono mai riportate, ma viene fornita la sola caratteristica duscita, ovvero la porzione di sinistra (fra laltro mai estesa fino alla VCEOsus), riferita a valori di IB positivi, quella in cui vengono a giacere le rette di carico usuali. Nel caso in cui per si sicuri di polarizzare adeguatamente il transistor in interdizione (per esempio con VBE negativa), allora si pu estendere larea di lavoro facendo giungere le curve di carico fino al valore di tensione indicato.

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1.2 - Quali circuiti?


Ma come possibile in un circuito reale polarizzare correttamente un transistor e poi, quando lo si vuole bloccare, provocare un corto fra base ed emettitore o addirittura polarizzare inversamente la base? Non sembrino affatto situazioni impossibili: anzi, si osservino i circuiti seguenti, tutti funzionanti ovviamente in commutazione, in quanto la tipica situazione applicativa in cui viene richiesto ciclicamente il bloccaggio del transistor. Il primo circuito quello di figura 4, dove si pu notare un tipo di pilotaggio di un transistor di potenza TP ad opera di un semplice stadio driver comandato da unonda quadra (ad esempio da un circuito logico). In questo caso un livello basso in ingresso provoca linterdizione di Q1 e quindi il conseguente blocco di TP; in questa situazione la base di TP risulta aperta, in quanto Q1 equivale ad un circuito aperto e fra la base di TP e la massa non vi alcun componente. In questa situazione la tenuta in tensione di TP pari alla VCEO, ovvero il caso pi sfavorevole. Si noti innanzitutto che non necessario utilizzare una sola alimentazione: infatti lo stadio driver pu essere alimentato a bassa tensione (5 Figura 4 o 12V), pi che sufficiente a garantire il pilotaggio di TP e tale inoltre da consentire la scelta di un bjt di basso costo per Q1, mentre il finale di potenza potrebbe anche richiedere tensioni molto elevate per il corretto pilotaggio del carico. In secondo luogo si noti che non vi necessit di un resistore di limitazione della corrente di base di TP, in quanto R2 provvede a limitare contemporaneamente la IC di Q1 sia la IB di TP. R1 provvede invece a limitare la corrente in base a Q1, impedendo che la logica applichi direttamente i 5V alla serie Q1-TP. Nei circuiti che operano ad elevata frequenza di commutazione vi la necessit di sveltire la non breve fase di interdizione del bjt di potenza TP provvedendo a svuotare pi rapidamente i portatori di carica dalla zona di base, ci che pu essere ottenuto con una leggera modifica allo schema di figura 4, inserendo una resistenza Rbe fra la base di TP e massa, come mostrato in figura 5. Ci consente di ridurre i tempi di commutazione ed ha il vantaggio di incrementare leggermente la tenuta in tensione di TP in fase di interdizione portandola al valore di VCER. Figura 5 Vi da notare che il valore della Rbe non ininfluente nei confronti della tenuta in tensione del bjt, anzi. Taluni fogli tecnici riportano un grafico che mette in relazione la tensione massima applicabile con il valore della Rbe, come mostrato in figura 6 nella pagina successiva. Questo andamento non deve sembrare anomalo: infatti, se il valore della Rbe sensibilmente pi elevato rispetto alla resistenza interna base-emettitore del transistor (ovvero almeno 10 volte lhie), allora per il bjt come se la base fosse aperta, e quindi la tenuta in tensione si riduce alla VCEO. Se invece la Rbe molto inferiore allhie (indicativamente inferiore a 1/10), allora per il bjt come se ci fosse un cortocircuito fra la base e lemettitore, nel qual caso la tenuta in tensione aumenta fino al valore di VCES.

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Figura 6: a seconda del

valore della RBE in rapporto allhIE del transistor, possibile variare la tenuta in tensione.

Spesso, per rendere ancora pi veloce la fase di turn-off del transistor di potenza, si ricorre ad un pilotaggio realizzato per mezzo di due bjt driver, come mostrato nellesempio di figura 7. Per interdire il bjt di potenza TP viene mandato in saturazione il transistor Q2 e contemporaneamente interdetto Q1 (si noti infatti che i segnali di pilotaggio sono invertiti). Con questa tecnica possibile evacuare pi efficacemente i portatori di carica accumulati in base a TP nella sua fase di saturazione, ottenendo in tal modo una riduzione dei tempi di discesa della corrente di collettore. Quando il transistor TP si blocca, alla sua base risulta quindi applicata una tensione pari alla VCEsat di Q2, pari a circa 0,10,2 Volt. In tal modo la tenuta in tensione di TP quella che molti costruttori indicano come VCEV, di valore simile alla VCES: infatti per il transistor TP la saturazione di Q2 equivale praticamente ad un corto fra base ed emettitore. Figura 8

Figura 7

Ma possibile fare ancora di pi: polarizzando infatti inversamente la giunzione base-emettitore di TP possibile ridurre ulteriormente i tempi di spegnimento di TP ed incrementare la sua tenuta in tensione fino quasi alla sua VCBO. Si rammenti come gi ricordato che non possibile comunque superare la VEBO massima specificata, compresa tipicamente fra i 5 V e i 8 V a seconda del transistor utilizzato. Lo schema diviene quello di figura 8. Come abbiamo visto, vi sono situazioni reali (e circuiti perfettamente operativi) in cui i transistor si trovano a base aperta, con una resistenza fra base ed emettitore, con un quasi-cortocircuito fra base ed emettitore e altri in cui la base viene addirittura polarizzata inversamente!

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1.3 Le correnti massime


I successivi valori indicati nella tabella dei valori massimi assoluti (vedi tabella 1) sono le correnti massime sopportabili. Il valore massimo di queste correnti dipende dallarea di giunzione (ecco perch i transistor di maggior corrente richiedono contenitori di elevate dimensioni, come si pu vedere in figura 9) nonch da parametri quali il livello di drogaggio, lo spessore delle zone attive del transistor, la facilit con cui viene smaltito il calore e non ultimo lo spessore della metallizzazione nonch il diametro dei conduttori (terminali e fili interni al contenitore).

Figura 9: Poich la massima corrente dipende dallarea di silicio utilizzata, ecco il motivo per cui i transistor di forte amperaggio richiedono limpiego di contenitori di grosse dimensioni. Nei fogli tecnici i costruttori indicano i valori massimi di due tipi di corrente: quella di collettore IC e di quella di base IB. La corrente massima di collettore uno dei parametri pi importanti per la scelta del transistor, in quanto determinante per conoscere se il bjt in grado di pilotare adeguatamente il carico senza danneggiarsi (si spera con un certo margine!). Lindicazione della corrente di base massima pu invece sembrare superflua, poich se il guadagno di corrente elevato sufficiente una IB estremamente ridotta. E vero, ma pu capitare che il circuito di pilotaggio del nostro bjt subisca un corto verso la Vcc, e mandi una corrente eccessiva alla base: bene allora conoscere quale ne il valore-limite in modo da progettare un eventuale circuito di limitazione della IB. Non solo, ma in molte applicazioni che operano in commutazione (soprattutto alle medie ed alte potenze) necessario sfruttare al massimo le caratteristiche del transistor cercando di renderne pi bassa possibile la caduta di tensione in conduzione (ovvero la VCEsat). Interpretando meglio i grafici forniti nei fogli tecnici (vedi oltre a tal proposito) si scopre che per ottenere una riduzione della VCEsat necessario aumentare la corrente di pilotaggio del transistor oltre il valore minimo necessario per la saturazione, utilizzando un guadagno forzato ben al di sotto dellhFE tipico del transistor (questi concetti verranno chiariti pi in dettaglio in seguito). In tal caso la IB richiesta pu anche essere di ben un decimo di quella di collettore! Anche nellesempio del BD131 Philips riportato in Tabella 1, infatti, la IB massima pari a quasi un decimo della IC massima. Si noti inoltre che la corrente massima di collettore viene indicata in due modi: IC e ICM. Il motivo di questa duplice indicazione chiaro leggendo la relativa descrizione: valore continuo (DC) luno e di picco (istantaneo) laltro, al punto che alcuni costruttori lo indicano come IC(pk). Nellesempio di Tabella 1 il valore di picco doppio di quello continuo, ma per alcuni transistor vale addirittura cinque volte tanto! Perch tutto ci? La risposta analoga a quanto succede per i diodi, dove nei fogli tecnici si osserva unanaloga situazione. Infatti, se invece di far passare una certa corrente per un tempo indefinito si applica un impulso di corrente (quindi di breve durata) il semiconduttore non fa in tempo a scaldarsi per effetto Joule, per cui pu sopportare una corrente pi elevata che nel caso continuo.

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Non solo, ma come nel caso dei diodi - sarebbe bene conoscere anche la durata dellimpulso, poich tanto pi breve limpulso, tanto pi elevato sar il picco di corrente applicabile. Infatti, alcuni costruttori indicano, nella colonna Test Conditions della tabella la durata dellimpulso. Non ci si faccia comunque trarre in inganno da un ragionamento del tipo ma allora, se riduco adeguatamente la durata dellimpulso, allora posso applicare una corrente di picco elevatissima! La risposta no, in quanto innanzitutto esiste comunque un valore-limite tecnologico che non va superato, e in secondo luogo i tempi di commutazione tipici di ogni transistor (si veda oltre a tal proposito) impediscono di applicare impulsi di durata inferiore a un dato valore.

1.4 La potenza dissipabile


Il massimo prodotto corrente-tensione viene fissato dal costruttore nella medesima tabella dei valorilimite sotto la sigla di Ptot (potenza totale) in quanto dato dalla somma della potenza di collettore e della potenza di base:

Ptot = Pcoll + Pbase = IC * VCE + IB * VBE


Negli impieghi lineari la potenza dissipata in base trascurabile, ma in quelli in commutazione dove il guadagno in corrente del transistor ridotto pu costituire una frazione da tenere in considerazione. Sebbene nella tabella dei valori massimi assoluti il valore di Ptot indicato sia unico, si deve tuttavia tener presente che esso pu variare in funzione di alcuni parametri. Innanzitutto si pu osservare che nella colonna Test Conditions della tabella 1 compare lindicazione Tamb < 60C, il che significa che la temperatura dellambiente in cui si trova il transistor in grado di condizionare il valore della potenza massima dissipabile, cos come noto dalla relazione:

Pmax = (Tjmax Tamb) / Rth(j-a)


Dove Rth(j-a) la resistenza termica giunzione-ambiente (riportata in unapposita tabella del foglio tecnico) e Tjmax la temperatura massima di giunzione, indicata nella tabella dei valori-limite. Da questa relazione chiaro come un aumento della temperatura ambiente sia in grado di limitare direttamente la massima potenza dissipabile. A tale proposito il costruttore spesso riporta sul foglio tecnico un grafico che lega proprio i due parametri potenza massima e temperatura ambiente, cos come evidenziato nel sottostante esempio di derating di figura 10.

Figura 10: Nel caso del transistor TIP41 il costruttore riporta la curva di derating della potenza massima dissipabile, mettendola in relazione sia con la temperatura ambiente TA sia con quella del contenitore TC.- Si noti che se il contenitore viene mantenuto a 25C la potenza dissipabile decisamente superiore (65 W) a quella dissipabile senza dissipatore (2W).

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1.5 Larea operativa di sicurezza


Sempre a proposito dei valori-limite finora visti, il costruttore riassume in un grafico i limiti di potenza, corrente e tensione del transistor in quella che viene definita come la S.O.A. (Safe Operating Area ovvero area operativa di sicurezza ), che si presenta con landamento tipico di figura 11. Il grafico riporta in coordinate lineari larea allinterno della quale il progettista pu far lavorare il transistor, senza limiti di tempo, ed definita DC SOA, ovvero area operativa in continua. Questarea delimitata dalla IC massima, dalla VCE massima (VCEO) e dalla potenza massima diddipabile, che appare come uniperbole (si tratta infatti del luogo dei punti a prodotto IC x VCE = costante, la PD in questo caso).

Figura 11

Nei fogli tecnici, per, il costruttore riporta unarea operativa allapparenza alquanto diversa, e precisamente del tipo di quella di figura 12.

Figura 12: Grafico della SOA del 2N3738 Motorola in cui sono riportati i profili in continua e con durate dimpulso progressivamente ridotte; sono evidenti i limiti tecnologici, termici, di campo elettrico e di rottura secondaria (second breakdown)

Come si pu vedere dal grafico di figura 12, infatti, i costruttori forniscono una SOA in coordinate logaritmiche, dove le iperboli della potenza dissipata divengono dei segmenti di retta (le porzioni tratteggiate in figura). In questo grafico viene riportato sullasse delle ascisse il valore della tensione di breakdown del transistor (in questo caso la VCEO di 300 V) e sullasse delle ordinate la corrente massima di collettore, che pari a 1.0 ampere continui e 2.0 ampere di picco. Larea operativa pi ridotta (quella che termina a 1.0 A) vale nel caso di operazione in continua (dc), mentre per operazione a impulsi larea operativa pu essere estesa fino a 2.0 A ma, si noti, indipendentemente dalla durata degli impulsi; ci significa che il costruttore consiglia di non superare questo limite in quanto imposto dal diametro dei conduttori metallici saldati sulle metallizzazioni del chip (ecco la dicitura bonding wire limited).

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Con la progressiva riduzione della durata degli impulsi (da 5 ms fino a 100 s) larea operativa pu essere estesa aumentando cos la potenza istantanea dissipata, che passa dai 20 watt nel caso della continua fino ai ben 300 watt se limpulso non supera i 100 sec. Il motivo di questa dipendenza della potenza dalla durata degli impulsi spiegato con losservare che, per impulsi di durata sufficientemente breve rispetto alla costante di tempo termica dellinsieme chip-contenitore, la velocit di propagazione del calore dal cristallo di silicio allacciaio del package comporta un riscaldamento per effetto Joule minore che nel caso della corrente continua. Ci si potrebbe a questo punto chiedere giustamente: ma quando mai nella pratica un circuito lavora con un singolo impulso? e poi ancora: ma se applichiamo una sequenza di impulsi, determinante la frequenza di ripetizione degli stessi, non solo la durata!: considerazioni estremamente corrette! E infatti il costruttore, proprio a questo proposito, non si accontenta di indicare questi dati (purtroppo parziali) nel grafico della SOA, ma esprime in un altro grafico (vedi figura 13) la relazione fra durata degli impulsi e frequenza di ripetizione.

Figura 13: In questo grafico (sempre relativo al 2N3738 di figura 12) viene messa in relazione la resistenza termica dinamica (normalizzata) in funzione della durata degli impulsi e del duty-cycle D. Il grafico in oggetto non mette per in relazione direttamente la durata degli impulsi con la potenza dissipabile, bens con la resistenza termica, quella che compare nella nota relazione:

Pmax = (Tjmax Tamb) / Rth(j-a)


che lega resistenza termica e potenza. Proprio poich si tratta di impulsi, nel grafico di figura 13 la resistenza termica viene chiamata transient, ovvero dinamica, che alcuni costruttori chiamano (forse pi correttamente) impedenza termica. Come si vede dal grafico, vengono fornite varie curve al variare del duty-cycle, ovvero del rapporto tp/T (durata dellimpulso in funzione del periodo di ripetizione degli impulsi). Ad esempio, con un D=0.1 ed un tp di 10 s (periodo di 100 s) si pu fruire di unimpedenza termica di solo un decimo di quella tipica del dispositivo, il che significa poter dissipare una potenza dieci volte superiore! Come si vede, se la durata degli impulsi diviene elevata (orientativamente al di sopra di qualche decina di millisecondi) ci si avvicina al caso continuo, con una resistenza termica simile al caso statico (corrente continua). Se oltre al variare di questi parametri varia anche la temperatura ambiente (oppure dellapparecchiatura che utilizza il transistor in questione) allora occorre ricorrere alla formula che lega potenza a temperatura, riportata pi sopra in questa pagina. Oppure, il costruttore pu venirci incontro riportando sul foglio tecnico un grafico di power derating (vedi figura 10) che lega la potenza dissipabile alla temperatura ambiente e/o del contenitore.

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1.6 Il fenomeno del breakdown secondario


Osservando il grafico dellarea operativa di sicurezza di figura 12 si nota per unulteriore limitazione della SOA, dovuta al fenomeno del second breakdown, ovvero breakdown secondario. Si tratta di un fenomeno di addensamento localizzato delle linee di corrente dovuto alla geometria costruttiva del chip del transistor, ovvero alla disposizione delle aree di diffusione e di metallizzazione. Per tale motivo lentit di questa ulteriore riduzione varia notevolmente da transistor a transistor, e dipende fortemente dalla tecnologia costruttiva utilizzata. La localizzazione delle linee di corrente in piccole aree (il fenomeno si manifesta soprattutto ad elevata corrente e con forti tensioni applicate) porta a surriscaldamenti locali, detti hot spot e perfettamente visualizzati operando a impulsi e fotografando la superficie del chip allinfrarosso. Si osservato infatti che la temperatura locale del cristallo di silicio pu raggiungere anche i 400 C, con conseguente passaggio del semiconduttore alla conducibilit intrinseca, che porta alla veloce formazione di un gran numero di portatori minoritari. Tale aumento della conducibilit locale porta ad un ulteriore concentrazione della corrente, che aumenta ancora la temperatura, che incrementa la conducibilit fino a portare in breve ad una situazione di cortocircuito fra collettore ed emettitore, che si rivela perfettamente in grado di portare alla distruzione del transistor anche senza aver superato la massima dissipazione consentita dal dispositivo. Questo fenomeno si manifesta con una brusca diminuzione della tensione fra collettore ed emettitore ed un simultaneo incremento della corrente di collettore, che viene limitata solo dalle resistenze esterne presenti nel circuito. Il fenomeno del breakdown secondario pu avvenire sia se la giunzione base-emettitore polarizzata direttamente, sia quando polarizzata inversamente, come si pu vedere dalla figura 14.

Figura 14: Curve di breakdown primario e secondario con giunzione baseemettitore in polarizzazione diretta e inversa

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2 La tecnologia costruttiva
Levoluzione tecnologica ha consentito di ottenere dispositivi ottimizzati per ciascuna applicazione, permettendo ad esempio di garantire unadeguata tenuta in tensione anche ad elevate correnti per i transistor di forte potenza, o minimizzare i tempi di commutazione anche per forti correnti, o ancora ottenere guadagni elevati anche per dispositivi di potenza o infine linearizzare landamento hFE/IC su un pi ampio range di corrente. La tecnologia costruttiva dei transistor infatti passata da quella a lega (la prima che ha permesso di produrre i primi bjt di ampia produzione), alla lega di tipo drift, dalla planare alla planare-epitassiale, dalla struttura interdigitata a quella multicellulare, passando per accorgimenti tecnologici quali le strutture mesa, le hollow-emitter e altre ancora. Le tecniche costruttive pi utilizzate per i transistor che popolano le apparecchiature in commercio sono soprattutto la planare e la planare-epitassiale, con alcune varianti, volte a ottimizzare alcuni parametri elettrici. Ne un esempio la figura 15, che riporta la sezione di una tecnologia planareepitassiale utilizzata per realizzare transistor di media tensione (100 200V) caratterizzati da elevate velocit di commutazione utilizzabili per i dc-dc converter, i driver di finali per commutazione, la deflessione TV e i darlington veloci (serie BD, BU, 2N, MJ). Si notino le diffusioni periferiche N+, a cui fanno capo delle metallizzazioni che, circondando il chip, permettono di ridurre i campi elettrici superficiali e le correnti di fuga. Lo strato epitassiale N- a basso drogaggio oggi presente in tutte le tecnologie costruttive poich permette di incrementare la tenuta in tensione e ridurre le correnti di fuga collettore-base. Figura 15 (a lato): Sezione della struttura di un transistor in tecnologia planareepitassiale di costruzione SGS. Come si pu notare, la metallizzazione di base circonda completamente lemettitore al fine di minimizzare la resistenza-serie della base e quindi di garantire unefficiente iniezione di portatori sia nelle fasi di ON che in quelle di bloccaggio.

Figura 16 (sotto): Sezione della tecnologia a base epitassiale con attacco mesa di SGS Una tecnologia pi economica quella a base epitassiale visibile in figura 16, utilizzata per transistor con VCEO fino a 160V, con ampia SOA e bassa VCEsat da impiegare in amplificatori, regolatori di tensione, driver e applicazioni di uso generale. Si noti larricchimento superficiale del drogaggio della base (per consentire un efficiente contatto ohmico delle metallizzazioni) nonch la passivazione periferica della giunzione base-collettore tramite vetro, colato in un solco ottenuto per attacco acido, mentre la passivazione in ossido di silicio solo Figura 16 sulla superficie superiore del chip. Per poter realizzare transistor in grado di sostenere tensioni pi elevate (fino ai 400 V) necessario introdurre una variante della tecnologia planare di figura 15, e precisamente graduare la resistivit dello strato epitassiale in modo da distribuire pi uniformemente il campo elettrico interno al chip al fine di evitare la formazione di intensi campi elettrici localizzati. Ecco allora la scelta della tecnologia planare multi-epitassiale, che utilizza due crescite epitassiali: una

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a medio drogaggio (di tipo N) e una a basso drogaggio (di tipo N-). La sezione risultante mostrata in figura 17.

Figura 17: Sezione della tecnologia planare multi-epitassiale di SGS. Si notino gli inspessimenti dello strato di ossido fra la diffusione di base ed il guard ring di protezione, realizzato in due fasi: un ossido termico ed uno strato di P-vapox, poi ripetuto sulle metallizzazioni. Questi bjt possono raggiungere i 70A, presentano unelevata linearit, una buona velocit di commutazione, un ES/B ridotto e sono ideali per carichi induttivi e carichi molto variabili.

In parecchie applicazioni di media potenza per necessario poter disporre di transistor in grado di sopportare tensioni ancora pi elevate (oggi esistono bjt da 1400 Volt!). Un fattore che limita per decisamente lottenimento di processi tecnologici in grado di sostenere tensioni pi elevate dato anche dai problemi di bordo, ovvero di minor tenuta in tensione della zona periferica, rovinata dalloperazione di taglio per la separazione dei chip. Il taglio provoca infatti la perdita della monocristallinit dei bordi (vedi figura 18), con conseguente riduzione della rigidit dielettrica locale del silicio. Figura 18 Per ovviare a questo inconveniente allora necessario diluire il campo elettrico ai bordi in modo da ridurlo al di sotto del valore di rottura dielettrica, ci che pu essere ottenuto ad esempio modificando la pendenza o la curvatura dei bordi, ad esempio con attacco acido selettivo, applicato ai bordi del chip, in corrispondenza a dove verr effettuato il taglio. La sezione risultante quella di figura 19. In tal modo il campo elettrico ai bordi inferiore a quello allinterno del cristallo, e fra collettore ed emettitore possono essere applicati valori di tensione pi elevati senza rischiare fenomeni di breakdown ai bordi del chip, con il vantaggio di ridurre al minimo le correnti di fuga nella zona disturbata dal taglio e quindi non pi monocristallina.

Figura 19

La struttura di figura 19 fornisce al chip un aspetto ad altipiano, e per questo motivo viene denominata tecnica mesa dallo spagnolo. Lattacco acido selettivo ai bordi del chip (effettuato prima
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della separazione dei bjt) viene ottenuto mascherando la zona attiva. Laspetto superficiale delle fette di silicio quello di figura 20. La medesima tecnica Mesa utilizzata peraltro anche per altri dispositivi quali diodi e tiristori viene applicata anche a tecnologie per alte tensioni quali le multiepitassiali. In figura 21 visibile la relativa sezione tecnologica con il profilo della concentrazione dei droganti: si noti la gradualit del profilo nelle zone di base e di collettore, e cio proprio dove si andr a localizzare la regione di svuotamento sottoposta quindi ad elevato campo Figura elettrico. 20 Grazie a questa tecnica e allimpiego di unadeguata passivazione superficiale della zona di attacco acido (ossido di silicio nativo anzich vetro o resina) si possono ottenere transistor da oltre 1000 Volt di VCBO, caratterizzati da ottime velocit di commutazione e da elevate prestazioni in termini di IS/B ed ES/B. Bjt di queste tensioni sono richiesti ad esempio nelle applicazioni di pilotaggio di carichi trifase da 380 V rettificati.

Figura 21: Sezione della tecnologia mesa multiepitassiale SGS con relativo profilo di drogaggio. Se si osserva landamento delle linee equipotenziali allinterno di un transistor che si trova in conduzione (vedi figura 22 a pagina seguente) si pu notare che, a causa della resistivit della zona di base, si ha una caduta di tensione anche trasversale alla base stessa; ci provoca una progressiva riduzione della tensione effettiva allinterno della zona di base al di sotto dellemettitore, man mano che ci si allontana dalla metallizzazione di base. Questa situazione comporta inevitabilmente un progressivo calo localizzato della tensione VBE di pilotaggio della base, con la conseguenza che lintensit della corrente di collettore non sar pi costante nei vari punti della base (attraversata dalla corrente IC), ma sar maggiore nella zona periferica (vicina alla metallizzazione) e minore verso il centro dellemettitore (vedi figura 23). In altri termini, questa non-uniformit della corrente nei vari punti del transistor provoca un utilizzo non ottimale dellarea del chip, con una densit di corrente che insufficiente sotto la metallizzazione di emettitore e pu anche essere eccessiva ai bordi dellemettitore stesso, con il rischio di surriscaldamenti localizzati, peraltro confermati dalle termografie allinfrarosso.

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Figura 22: Le cadute di tensione attraverso la diffusione di base fanno s che procedendo verso il centro dell'emettitore decresca la polarizzazione VBE, per cui la corrente di collettore sar massima lungo il perimetro dellemettitore.

Figura 23: la termografia allinfrarosso mostra la maggior densit di corrente lungo il bordo dellemettitore, con uno scarso utilizzo della zona centrale del chip.

Per ovviare a questo inconveniente, si deciso di utilizzare la struttura concentrica di figura 23 solo per i bjt di piccola corrente, dove la non-uniformit della corrente risulta trascurabile e larea del chip inferiore al millimetro quadrato. Per i transistor di media e soprattutto di elevata corrente si sono dovute invece escogitare geometrie in grado di realizzare una iniezione ottimale di portatori dalla base allemettitore, sfruttando losservazione che, se la dimensione dellemettitore pari allo spessore in cui si ha la maggior densit di corrente, allora larea di emettitore viene sfruttata in maniera ottimale. Ecco quindi che lemettitore non viene pi realizzato come unarea compatta, bens suddiviso in tante piccole striscie fra loro interconnesse. Tale soluzione, rivelatasi ottimale, d luogo a quelle che sono state denominate strutture interdigitate, visibili nella figura 24. Al di l della versione-base e di principio riportata nel disegno, ogni Societ produttrice ha messo a punto strutture idonee a ottimizzare particolari parametri (linearizzazione del guadagno, miglior risposta in frequenza, riduzione dei tempi di commutazione, estensione dellarea operativa, ecc.) per cui laspetto delle strutture interdigitate propietarie divenuto anche assai differente dalla versione di figura 24. Nella microfotografia di figura 25 infatti visibile la microfotografia di una struttura interdigitata utilizzata da SGS per transistor di media corrente.

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Figura 24: struttura interdigitata in cui le due metallizzazioni di base e di emettitore seguono il profilo della diffusione di emettitore.

Figura 25: microfotografia del chip di un transistor di media corrente a struttura interdigitata di produzione SGS. Il chip ingrandito una porzione del wafer qui riportato. Si noti che vista lutilit di tali strutture esse vengono utilizzate anche per i transistor di potenza utilizzati allinterno dei circuiti integrati. Alcuni costruttori hanno esteso il concetto impiegato nei transistor di tipo interdigitato per realizzare strutture ancor pi sofisticate, dove ad esempio si cerca di compensare la caduta di tensione lungo le strisce di metallizzazione, per cui la larghezza di ogni striscia viene ridotta man mano ci si allontana dal punto di bonding con il conduttore che porta ai terminali, cos come mostrato nella microfotografia qui a lato di STM.

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Un altro problema che affligge i bjt di potenza che debbono commutare rapidamente elevate correnti rappresentato dalla difficolt della fase di blocco, durante la quale come si pu vedere in figura 26 nonostante si ricorra ad una estrazione forzata di corrente dalla base tramite una VBE negativa, sotto ogni striscia di emettitore rimangono delle code di corrente che provocano la formazione di hot spots potenzialmente dannosi, che oltretutto danno luogo alle note code di corrente che rallentano considerevolmente lo spegnimento del transistor, con conseguente aumento dei tempi di commutazione e quindi minori frequenze di switching e aumento della dissipazione.

Figura 26: durante lestrazione della corrente dalla base si formano dei pericolosi hot spots sotto la zona di emettitore Per evitare ci, si fatto ricorso ai bjt hollow emitter.

Per cercare di ovviare a tale inconveniente, alcune Societ hanno realizzato transistor con hollow emitter (emettitore cavo) che hanno permesso di commutare correnti di 10A a 100 KHz con tensioni di varie centinaia di volt. A lato la sezione di un tipico bjt con emettitore cavo e passivazione in ossido termico, vetro e P-vapox.

Per ottenere prestazioni molto avanzate (quali ad esempio elevate frequenze operative, guadagno lineare, basse VCEsat, ridotti tempi di commutazione, piccole capacit parassite, ecc) si giunti addirittura a realizzare una struttura multicellulare, ovvero costituita da un elevato numero di celle a transistor in parallelo sullo stesso chip, sfruttando le conoscenze acquisite nella realizzazione dei circuiti integrati. Ne sono cos scaturiti i bjt multicellulari, detti anche overlay (vedi Fig. 27).

Figura 27: Microfotografia di transistor di tipo multicellulare. Molte sono le soluzioni tecnologiche adottate dai vari costruttori di transistor, tese ad ottenere il meglio dai propri dispositivi. Non tutte le soluzioni, per, hanno mantenuto la propria validit anche nei processi odierni, per cui la trattazione qui esposta da considerarsi del tutto parziale e riguardante soprattutto le tecniche classiche e pi diffuse.

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3 - I valori tipici e i grafici caratteristici


Nella seconda pagina del foglio tecnico di un transistor viene riportata la tabella delle caratteristiche tipiche a temperatura ambiente, che si presenta come nellesempio sotto riportato, che si riferisce ai transistor della serie BD707/709/71 e BD708/710/712 di produzione STM. ELECTRICAL CHARACTERISTICS (Tcase = 25C unless otherwise specified) Symbol ICBO Parameter Collector Cut-off Current (IE = 0) Collector Cut-off Current (IB = 0) Emitter Cut-off Current (IC = 0) Collector-Emitter Saturation Voltage Base-Emitter Voltage DC Current Gain Test Conditions for BD711/712 Tcase = 150C for BD711/712 for BD711/712 VEB = 5 V IC = 4 A IC = 4 A IC = 0.5 A IC = 2 A IC = 4 A IC = 10 A IC = 300 mA IB = 0.4 A VCE = 4 V VCE = 2 V VCE = 2 V VCE = 4 V VCE = 4 V VCE = 3 V 40 30 15 5 3 120 250 1 2 3 350 2 4 5 120 VCB = 100V VCB = 100V VCE = 50V Min Typ Max 100 1 100 1 1 1.5 400 150 10 MHz pF s s s Unit A mA mA mA V V

ICEO IEBO VCE(sat) VBE hFE

fT CC, Cob ton ts tf

Transition Frequency Collector (Output) Capacitance Turn-on Time Storage Time Fall Time

IE = 0, VCB = 10 V, f = 10 MHz Vcc = 100 V, IC = 10 A, IB = 400 mA, VBE(off) = -5 V, tp = 50 s, duty-cycle = 2%

Corrente inversa di collettore (collector cutoff current): essendo direttamente proporzionale allarea di giunzione, essa dipende dalla IC massima del transistor, e pu aumentare leggermente con la tensione applicata se i bordi della giunzione non sono adeguatamente passivati; inoltre, essendo una corrente inversa di giunzione, si tenga conto che la sua componente termica raddoppia ogni circa 10 C. Per un bjt da 100 mA quale ad esempio il Figura 28 BC237 la ICBO di 0,2 nA (15 nA max), ma per un bjt da 12 A quale il BD707 pu essere anche di 0,1 mA gi a temperatura ambiente. Corrente di fuga di emettitore (emitter cutoff current): come gi detto, la ICEO vale allincirca hFE volte la ICBO, e per un bjt da 12 A come il BD707 pu raggiungere gli 0,1 A a 25 C. Si noti che anchessa proprio in quanto corrente di fuga raddoppia ogni 10 C circa. Come gi spiegato a proposito della tenuta in tensione dei transistor (pag. 2 e 3) la corrente di emettitore in off-state varia a seconda della condizione di polarizzazione della base. Alcuni

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costruttori riportano in grafico landamento della IC(off) al variare della VBE e, come si vede dal grafico di figura 28 a pagina precedente, essa aumenta non solo con la temperatura ma anche allaumentare della tensione di base. Per il BU323P di Motorola, ad esempio, a 25C passa dagli 0,7 A di ICES (VBE = 0V) ai 10 mA per una VBE di 0,8V. Tensione di saturazione (collector-emitter Figura 29 saturation voltage): questo valore pu variare anche in maniera significativa a seconda della tecnologia costruttiva e soprattutto della corrente massima del transistor in quanto varia larea del chip: il valore fornito dal costruttore pu andare ad esempio dai 40 mV a 10 mA per il BC107 ad 1 V a 4 A per il BD707. Non solo, ma per lo stesso transistor fortemente funzione della corrente di collettore. Per lSGS3055, ad esempio, come si pu vedere nella figura a lato, pu andare dagli 80 mV a 100 mA fino a 1,3 V a 10 A e addirittura a 3,5 V a 15 A. Nel grafico di figura 29 compare per unindicazione solo allapparenza poco importante, ma che a ben vedere di rilevante importanza, ovvero lindicazione del guadagno. Tale valore (10 in questo caso) non si riferisce al guadagno di corrente tipico del transistor in esame, bens del valore di guadagno forzato a cui stata fatta la misura. Di che si tratta? Proprio poich si parla della tensione misurata ai capi di un transistor quando viene portato in saturazione, essa viene ottenuta inviando in base un valore di corrente sufficiente a portarlo in piena conduzione, e qui sta il punto. Infatti come noto la condizione di saturazione viene raggiunta quando il prodotto Ic Rc tende ad approssimarsi a Vcc. Tale condizione ottenuta quando la corrente di base diviene sufficiente ad ottenere la Ic necessaria. In tale condizione, per, la tensione di saturazione del transistor pu anche essere molto elevata, e si parla infatti di condizione di presaturazione. Nel grafico di figura 30 (relativa Figura allSGS3055) evidente quanto sopra 30 affermato. Con una corrente di saturazione ICsat di 2 A, ad esempio, si pu osservare una VCEsat di ben 1,5 V se la IB utilizzata per mandare in conduzione il transistor inferiore ai 20 mA, mentre se (a pari corrente di collettore, poich il bjt saturo) la IB viene aumentata fino ad almeno 100 mA, possibile provocare una riduzione della VCEsat fino a soli 220 mV, riducendo la dissipazione in saturazione da 3 W a soli 440 mW! Come si pu vedere dal grafico, il medesimo ragionamento vale ovviamente anche per correnti ICsat pi elevate. Quindi, poich la corrente di collettore rimane costante allaumentare della corrente di base, come se il bjt lavorasse con un guadagno effettivo inferiore; poich per tale valore viene indotto esternamente,, viene chiamato guadagno forzato e indicato con hFE*. Come si vede dal grafico dellSGS3055, il valore di hFE* massimo utile per ottenere la minima tensione di saturazione pari a circa 20 (Ib = 0,1 A per Ic

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= 2A, Ib = 0,5 A per Ic = 5 A, ecc). Alcuni costruttori sono ancora pi espliciti, indicando come varia la VCEsat in funzione di hFE* per vari valori di Ic (vedi figura 31). Il vantaggio di poter ridurre la tensione di saturazione pu sembrare trascurabile: lo pu essere per i bjt di segnale, ma pu diventare di fondamentale importanza per limitare la dissipazione di un transistor di potenza. Non si pensi per che la riduzione della potenza dissipata sul collettore venga resa vana da un corrispondente aumento della potenza dissipata in base; non cos. Per lSGS3055 a 2 A, infatti, con una Ib di 20 mA (guadagno di 100) si ha una VCEsat di 1,5 V, che comportano una potenza totale dissipata pari a:

Figura 31

Ptot = Pcoll + Pbase = VCEsat ICsat + VBEsat IBsat = 1,5 2 + 0,6 0,02 = 3 + 0,012 ~ 3 Watt
Mentre con una IB di 100 mA (guadagno di 20) si avrebbe:

Ptot = Pc + Pb = VCEsat ICsat + VBEsat IBsat = 0,22 2 + 0,7 0,1 = 0,44 + 0,07 ~ 0,5 Watt
Anche portando la corrente di base a 0,5 A la potenza totale dissipata salirebbe solo a 0,8 W.

Tensione base-emettitore: questa tensione funzione della corrente di base, e per i transistor di potenza viene fornita in condizioni di saturazione, per cui viene indicata come VBEsat. Landamento VBE/IB simile alla caratteristica diretta di un diodo, anche se nel caso del transistor viene influenzato dallintensit della corrente di collettore. Analogamente alla caratteristica del diodo, inoltre, il valore della VBE subisce una deriva termica pari a 2,5 mV/C. Nel grafico di figura 32 visibile la medesima deriva , anche se mostra i valori di VBE di saturazione in funzione di IC.

Figura 32

Resistenza dingresso: spesso, accanto al grafico della caratteristica dingresso IB/VBE compare anche landamento dellhIE in funzione della IC; esso, ovviamente, diminuisce allaumentare della corrente, ed strettamente legato allandamento IC/VBE, poich hIE = VBE/IB. Un tipico andamento dei grafici IC/VBE e hIE/IC mostrato nel grafco di figura 33 a pagina seguente. Come si pu vedere, il valore della resistenza dingresso di un bjt pu variare grandemente a seconda della

corrente di lavoro, e si pu intuire che per i transistor di elevata corrente esso ancora pi basso.

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Figura 33

Guadagno di corrente (detto anche Forward Current Transfer Ratio): nella tabella dei valori tipici a temperatura ambiente vengono forniti valori tipici, minimi e massimi per alcuni valori di corrente di collettore. Ci indica innanzitutto lampia gamma di valori di hFE per la stessa siglatura di transistor, sintomo di una dispersione di caratteristiche difficilmente contenibile a livello costruttivo se non tramite test post-produzione. In secondo luogo ci indica lampia variabilit del guadagno a seconda della corrente di lavoro, variabilit che viene meglio dettagliata in un apposito grafico riportato dal costruttore nei fogli successivi del data-sheet. Questo grafico (visibile in figura 34) mostra come il guadagno aumenti al crescere della corrente fino a raggiungere un massimo per un valore di IC che va tipicamente da un quinto a un terzo della IC massima, a seconda della tecnologia costruttiva. Si noti Figura per che i transistor realizzati con le 34 tecnologie pi recenti (planari-epitassiali finemente interdigitate o addirittura multiemettitore e hollow-emitter) presentano un andamento hFE/IC decisamente pi piatto. Alcuni costruttori riportano un analogo grafico (hFE/IC in cui per viene evidenziata la variazione del guadagno non gi con la temperatura, bens per vari valori di VCE. Tale dipendenza pu essere comunque dedotta dal grafico IC/VCE delle caratteristiche di uscita del transistor, in cui si pu notare come la pendenza di ciascuna curva a IB costante e soprattutto il consistente calo di IC a pari IB per bassi valori di VCE denota una stretta dipendenza del guadagno dalla tensione di collettore, e soprattutto il forte calo dellhFE in zona di presaturazione e saturazione. Nei grafici riportati nella figura 35 a pagina seguente tali andamenti sono visibili chiaramente. Le variazioni del guadagno al variare della corrente di collettore (ci equivale alla non perfetta equidistanza delle curve a IB costante nel grafico delle caratteristiche duscita di figura 34) e al variare della VCE comportano lintroduzione di una certa distorsione di ampiezza negli schemi di

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amplificazione, soprattutto se in classe A a singolo stadio. Si ricordi per che proprio per ovviare a tale inconveniente si preferisce progettare uno stadio di amplificazione a pi transistor in modo da ottenere un guadagno ad anello aperto molto elevato, per poi provvedere con la retroazione a ridurlo in modo da minimizzare gli effetti di non linearit del guadagno. Si noti che per i transistor di forte corrente e soprattutto di elevata tensione, lesigenza di aumentare lo spessore della zona di base al fine di accogliere una zona di svuotamento pi ampia porta necessariamente ad ottenere valori di hFE decisamente pi ridotti rispetto ai transistor di segnale. In genere, per ovviare a tale inconveniente, si ricorre alle soluzioni Darlington, anche monolitiche.

Figura 35

Capacit parassite: vengono indicati dal costruttore i valori delle capacit collettore.base (ad emettitore aperto) ed emettitore-base (a collettore apero). Esse differiscono a causa della presenza dello strato epitassiale fra base e collettore (assente nella giunzione B-E) e a causa dei differenti livelli di drogaggio delle due zone. Come anche per i diodi evidente leffetteo varicap indotto dalle variazioni della tensione applicata, che modula il valore della capacit provocando variazioni anche del 120%. E ovvio che i transistor di forte corrente, a causa dellampia area di silicio utilizzata, presentano valori di capacit che possono anche superare il nanoFarad, contro i pochi picoFarad dei bjt di segnale. In figura 36 mostrato un tipico andamento CCBO/VCBO. Figura Tempi di commutazione: mentre nei fogli 36 tecnici dei transistor di segnale si preferisce indicare il valore delle capacit parassite e della frequenza di transizione, per i transistor di potenza proprio poich usati pi frequentemente in commutazione si preferisce riportare i dati relativi ai tempi di commutazione. Il costruttore, a questo proposito, per la definizione dei tempi fa riferimento al tipico andamento delle correnti di base e di collettore durante un ciclo di saturazione-interdizione del transistor, tipicamente su carico resistivo, tenendo presente che su carico reattivo le forme donda vengono
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significativamente deformate, per cui sar lutente a dover parametrizzare il dispositivo in uso a seconda della propria particolare applicazione. Un tipico grafico di commutazione per un transistor di potenza mostrato in figura 37, dove vengono indicati i vari tempi che vengono riportati sui fogli tecnici. Il tempo td (delay time) il tempo che intercorre fra il fronte del gradino Figura 37 di IB e listante in cui la IC comincia ad aumentare, ovvero raggiunge il 10% della IC finale. Il tempo tr (rise time) il tempo necessario affinch la IC passi dal 10% al 90% del valore finale. Il tempo tON (ON time) la somma di ts e tr. Il tempo ts (storage time) il tempo che intercorre fra la fine del gradino di IB e listante in cui la IC comincia a calare, ovvero scende al 90% del valor massimo. Il tempo tf (fall time) il tempo necessario affinch la IC passi dal 90% al 10% del valor massimo. Il tOFF (OFF time) dato dalla somma di ts e tf. Questi tempi sono dovuti ai fenomeni di propagazione dei portatori di carica allinterno della regione di base e al riempimento del depletion layer base-collettore per quanto riguarda il tON, e allo svuotamento della zona di base (per estrazione dei portatori o per ricombinazione) nonch alla creazione della zona di svuotamento fra base e collettore per quanto riguarda il tOFF. Proprio per tale motivo, la tecnologia costruttiva, il tipo di geometria nonch i livelli e i profili di drogaggio utilizzati nella realizzazione del transistor possono far variare significativamente lentit di tali tempi, e si capisce anche come essi siano molto brevi per i bjt di segnale e anche elevati per quelli di potenza. Per avere un ordine di grandezza, si pu andare dai 35 ns di tON e 300 ns di tOFF di un 2N2222 a 150 mA fino agli 1-2 sec tipici di un transistor da 10 A. Come si pu notare dalla figura 37, il tempo tf decisamente pi elevato del tr, e spesso il tempo ts addirittura pi elevato del tf stesso; ci porta a valori di tOFF pari a 3-5 volte il tON. Il fatto che nei transistor bipolari di potenza i tempi di commutazione sono Figura tipicamente dellordine di 38 qualche microsecondo limita non solo la massima frequenza di lavoro al massimo a 50-100 KHz (raramente oltre), ma provoca anche il non trascurabile
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inconveniente di provocare una significativa dissipazione di potenza quando il punto di lavoro passa nel pieno della zona lineare. Immaginando infatti di schematizzare le forme donda, si veda nel grafico di figura 38 (a pagina precedente) landamento della potenza dissipata in funzione del tempo in un ciclo on-off di commutazione. Nellesempio riportato, con tempi tr e tf rispettivamente di 0,5 s e 1 s, una IC di 10 A, una Vcc di 100 V ed una VCEsat di 1,5 V si ottiene una potenza dissipata in saturazione di 15 W ma, a causa dei picchi da 250 W durante i tempi tr e tf, si ottiene una potenza media dissipata di 45 W. Nei grafici riportati sui fogli tecnici viene mostrato come questi tempi variano al variare della corrente di collettore, della tensione di alimentazione e della temperatura..

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Indice degli argomenti argomento pag. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------1 I valori massimi assoluti ... 1 1.1 Le tensioni-limite Le correnti di fuga .. 1.2 1.3 1.4 1.5 1.6 Quali circuiti? . Le correnti massime La potenza dissipabile . Larea operativa di sicurezza .. 1 3 5 7 8 9

Il fenomeno del breakdown secondario .. 11

La tecnologia costruttiva ..

12

I valori tipici e i grafici caratteristici ... tensione di saturazione guadagno tempi di commutazione .

18 19 20 22

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