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Parte seconda: Ordinamento della Repubblica

Il Parlamento
dall'articolo 55 al 69

Il primo titolo riguarda il potere legislativo ed suddiviso in due sezioni:

Le Camere
"Il Parlamento si compone in Camera dei deputati e del Senato della Repubblica" (articolo 55, comma 1); "Il Parlamento si riunisce in seduta comune dei membri delle due camere nei soli casi stabiliti dalla Costituzione" (articolo 55, comma 2). I successivi articoli la Costituzione stabiliscono testualmente che: "La Camera dei deputati eletta a suffragio universale e diretto. Il numero dei deputati seicentotrenta, dodici dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di et" (articolo 56). Ed inoltre che: "Il Senato della Repubblica eletto a base regionale, salvi i seggi assegnati alla circoscrizione Estero. Il numero dei senatori elettivi di trecentoquindici, sei dei quali eletti nella circoscrizione Estero. Nessuna Regione pu avere un numero di senatori inferiore a sette; il Molise ne ha due la Valle d'Aosta uno" (articolo 57). Inoltre la ripartizione dei seggi tra regioni, si effettua in proporzione alla popolazione delle regioni (articolo 57). "I senatori sono eletti a suffragio universale e diretto dagli elettori che hanno superato il venticinquesimo anno di et. Sono eleggibili senatori gli elettori che hanno compiuto il quarantesimo anno" (articolo 58). Questo perch i costituenti vollero dare al Senato quel ruolo di "Camera di riflessione" che deliberi sulle leggi gi approvate dalla Camera dei deputati, l'"Assemblea nazionale" italiana. Inoltre, nel Senato siedono anche isenatori a vita, cittadini che, pur non essendo eletti, appartengono alla Camera alta perch ex Presidenti della Repubblica (senatori di diritto) o per altissimi meriti in ambito sociale, scientifico, artistico o letterario. Tali cittadini sono nominati senatori dal Presidente della Repubblica in carica, e non possono essere pi di cinque, sebbene esista l'interpretazione dell'articolo 59 per cui il numero di cinque valga per ogni Presidente della Repubblica; prevale per la prima interpretazione per cui deve ridursi al minimo il numero di cittadini non eletti appartenenti al Senato, in considerazione del ruolo di rappresentanza delle Camere "La Camera dei deputati e il Senato della Repubblica sono eletti per cinque anni. La durata del mandato di ciascuna Camera non pu essere prorogata se non per legge e soltanto in caso di guerra" (articolo 60). Il periodo in cui le Camere restano in carica chiamato legislatura, e pu anche durare meno dei cinque anni previsti, su decisione del Presidente della Repubblica. Al termine della legislatura, lo stesso Capo dello Stato indice le elezioni, che hanno luogo entro sessanta giorni, e fissa la data della prima riunione delle Camere; nel periodo tra la scadenza della legislatura e la formazione delle nuove Camere, la prorogatio, sono prorogati i poteri delle Camere precedenti, che per sono assai ridotti, essendo ormai scaduta la funzione rappresentativa del popolo. SI noti che la prorogatio scatta implicitamente ed automaticamente il giorno dopo lo scioglimento delle Camere, mentre la proroga deve essere esplicitamente deliberata dalle Camere stesse. Le Camere, che si riuniscono di diritto il primo giorno non festivo di febbraio e ottobre (unico rimando nella Costituzione repubblicana alle antiche "Sessioni" del Regno, in periodo statutario), possono riunirsi in via straordinaria. L'articolo 64 della Carta descrive invece l'ordinario svolgimento dei lavori parlamentari, prevedendo un particolare atto, un "Regolamento parlamentare", uno per ciascuna Camera, e che adottato a maggioranza assoluta, con quindi pi "difficolt" di una legge ordinaria. Essa, infatti, adottata a maggioranza semplice (lil 50%+1 dei presenti). Le sedute sono pubbliche, e possono essere seguite dai cittadini recandosi direttamente nelle sedi

parlamentari in Roma (Montecitorio per la Camera; Palazzo Madama per il Senato), dalla web tv messa on line direttamente dalle Camere, tramite altri mezzi messi a disposizione da privati, o leggendo i resoconti parlamentari pubblicati dalle Camere. Il secondo comma dell'articolo 64 prevede che le Camere o il Parlamento in seduta comune possano deliberare di riunirsi in riunione segreta, ma, in periodo repubblicano, ci non mai avvenuto (per risalire ad un precedente, bisogna tornare alle sedute della Camera dei deputati del 3 maggio 1866 e del 21 giugno 1917). Problemi di interpretazione ha invece dato il terzo comma dell'articolo 64, che recita: "Le deliberazioni di ciascuna Camera e del Parlamento non sono valide se non presente la maggioranza dei loro componenti, e se non sono adottate a maggioranza dei presenti, salvo che la Costituzione prescriva una maggioranza speciale", ad esempio nel citato caso dei Regolamenti. La prima parte prevede il "quorum", il numero legale, alla sola presenza del quale l'Assemblea pu dire di svolgere una funzione rappresentativa; la seconda invece specifica le modalit di determinazione della maggioranza, il numero minimo di voti che una proposta deve avere per essere approvata: il Regolamento della Camera intende per "presenti" i deputati che hanno votato "s" o "no" ad una proposta messa ai voti, mentre il Regolamento del Senato definisce "presenti" tutti i senatori che prendono parte alla votazione, includendo quindi anche gli astenuti: alla Camera, quindi, il deputato che intende astenersi deve prendere parte alla votazione e dichiarare di astenersi, mentre al Senato il senatore che veramente vuole astenersi deve uscire dall'Aula, o comunque non prendere parte alla votazione, nemmeno dichiarando di astenersi, perch in tal caso innalzerebbe la maggioranza, schierandosi cos con i senatori che vogliono bocciare la proposta. Infine, l'ultimo comma di questo articolo d diritto ai membri del Governo, anche non membri del Parlamento, non solo di assistere alle sedute (diritto che gli spetta in quanto semplice cittadino), ma anche di poter parlare nelle Camere a nome dell'Esecutivo. L'articolo 65 delega una legge a determinare i casi di ineleggibilit ed incompatibilit con l'ufficio di membro del Parlamento ( questo un esempio scolastico di riserva di legge), ma specifica direttamente in Costituzione che nessuno pu essere contemporaneamente deputato o senatore. Dal principio di "autodichia" derivante dalla divisione dei poteri deriva il diritto che spetta alle Camere stesse di giudicare i titoli di ammissibilit dei loro membri. Tale giudizio discusso da una Giunta ed eventualmente discusso dall'Assemblea plenaria. "Ogni membri del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato" (Articolo 67). Ci significa che i parlamentari non sono vincolati al partito sotto il cui simbolo sono stati eletti, e paradossalmente possono passare da un estremo all'altro dell'Aula parlamentare: questo perch i cittadini non votano i partiti, ma i cittadini candidati a diventare parlamentari. L'articolo 68 della Costituzione invece uno dei pi discussi, negli ultimi anni. Esso prevede l'insindacabilit e l'immunit parlamentare: in primo luogo, essi non possono essere chiamati a rispondere delle opinioni espresse e dei voti dati nell'esercizio delle loro funzioni, proprio per quel principio di rappresentanza della volont popolare ad essi rimessa. I successivi due commi sanciscono poi che se l'Autorit giudiziaria, nelle modalit previste dalla legge di procedura penale, intende procedere ad atti coercitivi nei confronti dei membri del Parlamento, tale richiesta debba essere approvata dalla Camera cui il parlamentare appartiene. Questo perch in passato era capitato in altri Paesi e in altre epoche - il caso pi famoso quello della Prima rivoluzione inglese - che membri del Parlamento fossero arrestati solo perch non amati dai giudici. I precedenti in cui l'autorizzazione fu concessa sono pochissimi, l'ultimo dei quali si verificato nella seduta della Camera del 20 luglio 2011 per l'arresto del deputatoAlfonso Papa. L'ultimo articolo della sezione, il 69, prevede l'indennit parlamentare, che non un semplice "stipendio", come l'ufficio di parlamentare non un semplice "mestiere": l'indennit concessa per mettere in atto il diritto di tutti i cittadini a svolgere il mandato parlamentare, perch se l'indennit non esistesse solo chi gode gi di un reddito sufficiente potrebbe svolgerlo, mentre chi ha invece bisogno di lavorare per avere uno stipendio non pu, se non anche per motivi fisici, svolgere il mandato parlamentare (a titolo esemplificativo, questi soggetti dovrebbero andare a lavorare anzich recarsi alla seduta della Camera).

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