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M.B.

: Sigla

massonica tuttora riportata sui grembiuli da Maestro di fattura anteriore al 1970, in quanto parte dellabbigliamento rituale del terzo Grado del Rito Scozzese Antico ed Accettato. andato in disuso dopo la netta separazione delle competenze tra Riti ed Ordine. Rappresenta la parola segreta del Maestro Massone che, secondo la tradizione, ricorda lespressione pronunciata dai primi Maestri che toccarono i resti di Hiram, il sovrintendente ai lavori per la costruzione del Tempio di Salomone di Gerusalemme. Secondo alcuni studiosi, lespressione deriverebbe dallebraico, ed avrebbe il significato di "Figlio di Moab", oppure di "Egli vive nel figlio", ricordando che come i Moabiti si difesero dalloppressione giudaica, cos il Maestro Massone deve difendersi dallassalto della profanit. Grande Madre: Quando i primi missionari cristiani scoprirono in Gallia un gruppo di Celti intenti a venerare una figura femminile nellatto di dare alla luce un bambino, non tentarono neppure di modificare le loro concezioni religiose. Si limitarono a spiegare agli indigeni che, senza saperlo, erano gi cristiani, e che stavano adorando unimmagine della Madonna. Se tutto andava bene, sul luogo sacro veniva costruita una chiesa, e lidolo pagano, trasferito al suo interno, si trasformava automaticamente in una rappresentazione cristiana; per giustificare la presenza di figurazioni mariane che, a volte, precedevano la stessa nascita di Maria, i teologi coniarono addirittura il termine Prefigurazione della Vergine. Quella figura materna venerata, con aspetti e nomi diversi, fin dai primordi dellumanit, potrebbe essere chiamata forse Grande Madre, qualora si rendesse necessario dare ununica denominazione ad Iside, ad Ishtar, a Venere, ad Athena, a Gea, alla Signora Seduta di Pazardzik ed a Modron,. Tutte queste divinit, anche se in modo diverso, rappresentano la Dea Terra, la gigantesca Madre di ogni essere vivente; esse sono il simbolo della natura nei suoi aspetti positivi, la fertilit e labbondanza dei raccolti, e negativi, ovvero le tempeste e la carestia. Per questo suo dualismo, molte antiche rappresentazioni della Dea Madre hanno il volto met bianco e met nero. Il volume The Goddess Sites: Europe (I luoghi della Dea: Europa ), di Anneli S. Rufus e Kristan Lawson, elenca un numero impressionante di luoghi di culto della G. nel nostro continente; ora le rappresentazioni della Dea si trovano quasi tutti in superficie, ma gran parte di esse erano poste originariamente nel sottosuolo, dove la presenza delle correnti terrestri si fa maggiormente sentire. Proprio dalla G. derivano probabilmente le

celebri Vergini Nere, le Madonne dal volto scuro venerate in tanti santuari. Con unoperazione nota come sincretismo, la stessa per cui agli dei del voodoo di Haiti sono stati associate le immagini dei Santi cattolici importate dai missionari, la G. pagana avrebbe assunto il volto di Maria, colorato per in nero, come quello delle sue prime raffigurazioni. Le immagini delle Vergini Nere contraddistinguerebbero dunque i luoghi particolarmente legati alla Dea Terra, gli stessi su cui, da sempre, gli uomini costruiscono i loro edifici sacri. Vergini nere sono disseminate nelle chiese di tutta Europa; in Italia se ne trovano dodici (a Cagliari, Crea del Monferrato, Crotone, Loreto, Lucca, Oropa, Pescasseroli, Rivoli, Roma, San Severo, Tindari e Venezia) ; in Francia addirittura novantasei. Le pi famose sono quelle della cattedrale gotica di Chartres, chiamate Notre-Dame-sous-Terre eNotre-Dame-duPilier. Si dice che alcuni individui particolarmente sensibili, avvicinandosi alle cappelle in cui sono collocate, provino una sensazione di mancamento: sono le correnti terrestri che, in quei punti, raggiungono il massimo della loro potenza, e che percorrono con un guizzo la colonna vertebrale del visitatore, non di rado provocando in lui unimprovvisa "illuminazione" mistica. Nel suo interessantissimo saggio La Dea Bianca (1948), una vera e propria grammatica del mito, Robert Graves identifica il culto primitivo per la G. con un culto ancora pi antico dedicato alla Luna (la Dea Bianca), a sua volta simbolo celeste della fertilit (molti popoli dellAfrica, del Sudamerica e gli aborigeni australiani ritengono che il terriccio rosso sia il sangue sparso dalla Luna quando diede vita alla Terra) . Dei riti lunari, totalmente dimenticati gi in tempi remoti, sarebbero rimaste alcune confuse tracce in tradizioni successive, tra cui il sinistro Sabba delle streghe. Lamericano James Vogh, autore di Arachne Rising: the Thirteent Sign (Arachne sorgente: il tredicesimo segno, 1977), ipotizza che, a un certo momento della storia, il culto nei confronti di una Dea femminile sia stato violentemente represso a favore di un culto per un Dio maschile. In certe tavolette magiche egizie, ed in altri reperti archeologici di carattere astronomico, ricorre il numero tredici (i mesi lunari nel corso di un anno); Vogh fa rilevare come questo numero sia stato osteggiato dalle religioni successive, al punto che ancor oggi esso considerato malefico. Secondo Vogh la luna, rappresentata dal simbolo di Arachne, costituiva il tredicesimo segno (poi cancellato) dello Zodiaco (v.); questa eliminazione ricordata in una serie di miti, tradizioni e fiabe, ove il tredicesimo

personaggio di un gruppo (il pi amato) viene tradito e ucciso, quindi risorge segnalando la possibilit di una redenzione. Tra le narrazioni pi note, Vogh annovera un antica versione della Bella Addormentata (a farla cadere in catalessi una di dodici fate), la storia di re Art e dei suoi dodici cavalieri (il traditore Mordred), la leggenda del dio scandinavo Baldur (lo uccide Loki, il cattivo dei dodici principali dei del Walhalla), e, naturalmente, la vicenda di Ges, circondato da dodici apostoli e tradito da Giuda. Secondo i giornalisti Michael Baigent, Richard Leigh ed Henry Lincoln, autori de Il Sacro Graal, un volume dedicato al mistero di Rennes-Le-Chateau (v.), il culto della Dea Bianca ancora praticato segretamente; lo custodiscono(insieme a un infinit di altri grandi segreti) gli adepti di una societ esoterica denominata Il Priorato od Ordine di Sion (v.)

Il principio fondamentale della dottrina alchemica costituisce la "Grande Opera". Racchiude un insieme di operazioni richieste per il conseguimento della conquista, praticamente parallela, sia del dominio incontrastato ed illimitato sulla materia che di una totale libert della coscienza. Il laboratorio fisico consente di provvedere alla purificazione della materia, consistente: 1) nella fermentazione, la decomposizione della materia organica; 2) nella calcinazione, la polverizzazione delle parti solide mediante calore; 3) nella sublimazione, la vaporizzazione dei materiali allo stato liquido; 4) nella fusione, la liquefazione e decantazione dei corpi solidi. Il laboratorio comprende attrezzi impiegabili indifferentemente anche a parti del laboratorio mentale, tra cui: a) il crogiolo, noto sotto il nome Athanor, recipiente per la fusione dei metalli e corpo fisico delluomo, in cui si realizzano le fasi di purificazione degli stati di coscienza, nonch lintero Universo; b) lalambicco, lo strumento usato per la distillazione, ed il luogo in cui si attuano tutti i processi di sublimazione delle idee; c) il fuoco, il fenomeno della combustione ed il simbolo magico di elevazione liberatrice della nuvola (il corpo astrale v.) e della pietra nera (la scoria o zavorra rappresentata dal corpo fisico). Attraverso le operazioni fisiche di trasmutazione, ladepto potr dunque essere posto nella condizione di vedere le varie manifestazioni delle leggi universali, e progredire cos lungo il cammino verso la trasmutazione della propria coscienza che, consentendo levoluzione dello spirito, porta alla conquista del
Grande Opera:

dominio sulla materia. Traguardo finale di questo processo di mutazione rappresentato dalla produzione della pietra filosofale, lelemento catalizzatore capace di pilotare la trasmutazione dei metalli vili in oro, e la conquista della immortalit alchemica, rappresentata dalla definitiva liberazione dalle schiavit dellinvecchiamento e della morte. Pur nella diversit di scuole ed indirizzi, tutti i veri alchimisti sono partiti da alcuni principi comuni, considerati fondamento essenziale dellArte ermetica. Il primo ed il pi importante quello affermante lunit della materia, espressa allegoricamente nella stessa Tavola smeraldina, attraverso la frase "Ci che in basso come ci che in alto, e ci che in alto come ci che in basso", mentre Basilio Valentino, nel suo "Cocchio trionfale dellAntimonio", scrive a definizione che "Tutte le cose vengono da uno stesso seme; esse sono generate, in origine, dalla stessa madre". Altro importante principio quello secondo cui i metalli, corpi composti, racchiudono tutti in s tre diversi elementi, varianti soltanto nelle proporzioni: I) il Mercurio dei filosofi; II) lo Zolfo dei filosofi; III) il Sale od Arsenico. Secondo la simbologia alchemica, il Mercurio corrisponde al corpo femminile compreso nella materia prima, lo Zolfo a quello maschile, il Sale allanima che consente lunione dei primi due. In base a questo secondo principio, il rame sarebbe composto di parti uguali di zolfo e mercurio, con laggiunta di una parte infinitesimale di Sale, mentre loro sarebbe un corpo perfetto, composto di mercurio puro, fisso, brillante e rosso, e di zolfo puro, fisso, rosso ed incombustibile. opportuno precisare che i tre elementi non erano soltanto astrazioni, ma rappresentavano precise qualit della materia. Il Mercurio, elemento femminile, simboleggiava la caratteristica metallica, la causa dello splendore, della duttilit e della malleabilit dei metalli. Lo Zolfo, elemento maschile, indicava il loro grado di combustibilit, nonch il loro colore. Il Sale infine, pi che un terzo elemento, rappresentava il mezzo dunione tra gli altri due elementi, era insomma considerato come indispensabile catalizzatore. Per lArte ermetica tutto Luce. Ci si comprende facilmente per quanto riguarda lo Zolfo ed il Mercurio, poich questi due elementi simbolicamente rappresentano la luce interna o microcosmica, contrapposta alla luce esterna o macrocosmica. Ora, il Sale deriva dall'interferenza di due radiazioni contrarie, che si neutralizzano in una zona relativamente stabile di luce condensata o corporizzata. Cos il Sale diventa il ricettacolo sostanziale, dilatato dallespansione sulfurea

interna , controbilanciata dalla compressione mercuriale esterna. Ecco come i tre elementi o principi alchemici possono essere interpretati gli uni rispetto agli altri. Partendo da tale concezione, era semplice arrivare allidea della trasmutazione. Dal momento che tutti i metalli sarebbero formati da elementi assolutamente identici ma in proporzioni diverse, appariva logico pensare che tali proporzioni potessero essere variate dallazione di un agente catalizzatore: appunto la Pietra filosofale. Da ci gli alchimisti ricavavano la certezza dellesistenza in natura di una materia prima unica, ritenendo che minerali e metalli si formassero in modo analogo alla formazione del feto nella matrice degli esseri animati. Conseguentemente doveva esistere un seme dei metalli, come esisteva un seme nei mondi animati e vegetale. Uno degli scopi dellArte ermetica consisteva nella scoperta di tale seme, che nel linguaggio alchemico era spesso definito sperma minerale. Ai veri alchimisti non interessava affatto trasmutare i metalli in oro al fine di arricchirsi: solo il Flamel pare che, dopo la scoperta della Pietra filosofale, avesse acquistato un gran numero di propriet immobiliari ubicate nel centro di Parigi. Allalchimista occorreva realizzare una trasmutazione onde assicurarsi della qualit delleventuale Pietra scoperta. Loro scopo, ottenuta la trasmutazione, era tramutare s stessi con lingestione biennale di una sostanza omeopatica di Pietra filosofale, onde eliminare le tossine del corpo ed i batteri patogeni. Ladepto perdeva i capelli, le unghie ed i denti, che subito rispuntavano pi forti e vigorosi di prima. Non aveva pi bisogno di urinare ed evacuare, mentre diventava superflua lalimentazione. Non mangiava pi che per suo esclusivo piacere, non essendo pi soggetto alle necessit delluomo normale. Infine leffetto della Pietra non influenzava soltanto il corpo, ma rigenerava e fortificava le facolt intellettive e spirituali, portando alla vera e piena conoscenza. (Massoneria) Il termine G.O. stato adottato dalla Massoneria Universale per identificare il fine superiore ed essenziale dellIstituzione, consistente nella simbolica costruzione del Tempio dellUmanit. Tale sublime obiettivo viene da essa perseguito attraverso lesercizio da parte dei suoi adepti dellArte Reale, che conduce alla indispensabile preliminare edificazione del Tempio Interiore da parte di ciascun Libero Muratore. S visto che secondo i principi dellAlchimia (v.) la G.O. si realizza attraverso tre procedimenti: 1) la purificazione del Sale (v.), che riguarda lApprendista, 2) la coagulazione del Mercurio (v.), che coinvolge il

Compagno dArte, 3) la fissazione dello Zolfo (v.), operazione riservata al Maestro Massone. LAlchimia in origine si occupava della tecnica di trasmutare i colori dei metalli ricoprendoli con patine. Poi, presso gli antichi Egizi le ricerche si estesero, tanto che balen il sogno di trasmutare anche la materia dei metalli. Successivamente non si ricerc tanto la trasmutazione dei metalli, e quindi il possesso delloro, quanto la rigenerazione di colui che la metteva in pratica attraverso la sua unione spirituale con Dio. Quindi il rito alchemico avrebbe trasformato luomo iniziato in un essere divino, dotato di poteri divini. Luomo soggetto ed artefice della G.O. veniva magnificato dal Verbo, dallo Spirito e dal Fuoco. Fu allora detto che la vera scienza reale e sacerdotale la scienza della rigenerazione, o la scienza delluomo caduto con Dio. La G.O. cos intesa annunciava la rigenerazione nel tempo stesso fisica e spirituale, secondo il grande principio ermetico che tutte le cose, gli esseri ed i mondi delluniverso sono intimamente legati tra loro, e partecipano dello stesso Essere Supremo col quale conclusa lalleanza universale. LAlchimia, scienza delle trasmutazioni, diventa cos una vera religione, la cui tesi fondamentale il potere illimitato dello spirito sulla materia, e viene pertanto considerata una via della Conoscenza. "Solve et Coagula" il motto delliniziazione alchemica che, secondo il grande alchimista Poisson, va cos interpretato: ""Solve", ovvero dissolvi, lavora, tortura, rompi la materia, distruggi la resistenza che si oppone alle forze esteriori; "Coagula", cio metti insieme, raduna, poi condensa sulla materia prepara le forze di cui sei riuscito ad impadronirti. Questa la chiave dellOpera, semplice a comprendersi ma difficile da realizzare. Occorre solo pazienza e perseveranza". A fianco riportato il simbolo della G.O. alchemica, in cui il simbolo geometrico centrale del compimento della G.O. corrisponde al simbolo alchemico dello Zolfo (anima) " Q " rovesciato, compreso nel simbolo del sacrificio, corrispondente al Tau ebraico, e quindi alla Croce. Perci, in sintesi, la G.O. consiste nel trasformare lo Zolfo attraverso il rafforzamento dello spirito, trasmutazione resa possibile dal t.

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