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La guerra totale

1.1 Una guerra che non risparmia nessuno 1.2 La condizione dei civili 1.3 I bombardamenti delle citt 2.1 La contrapposizione delle ideologie 2.2 Due modi di vedere il mondo 2.3 La forza della propaganda: la radio ed il cinema 3.1 Gli armamenti: gli aerei, i carri armati, i missili 3.2 La bomba atomica 4.1 Collaborazionisti e resistenti 4.2 La resistenza in Europa: resistenza civile e lotta armata 4.3 La resistenza in Italia 5.1 Crimini e genocidi 5.2 Altri massacri 6 Il processo di Norimberga

1.1 Una guerra che non risparmia nessuno


La seconda guerra mondiale ha segnato nella storia dell'occidente un momento epocale, una vera e propria frattura, per l'ampiezza dei territori che interess, per le nuove modalit di scontro tra i belligeranti, per le conseguenze che ebbe nel periodo successivo sullo scacchiere mondiale. E' stata soprattutto una guerra totale, che ha rappresentato e riflesso la trasformazione delle societ occidentali in societ di massa, altamente industrializzate ed ha imposto la mobilitazione generale di tutte le risorse umane e materiali. Il perdurare dell'impegno bellico, la vastit dei teatri di scontro, l'importanza tecnologia militare hanno imposto l'uso di armi nuove e sempre pi perfezionate, con una spesa militare altissima, che raggiunse i 1500 miliardi di dollari, al valore del tempo. La speranza di vincere la guerra era dunque legata al grado di sviluppo di un sistema industriale e alla possibilit di reperire materie prime. Fu necessario che i civili si impegnassero enormemente per fornire macchine belliche e sopperire alle grandi perdite di materiali imposte dal conflitto. A ci va aggiunto che la complessit degli armamenti, le necessit logistiche, l'alto livello delle tecnologie richiedevano unit ausiliarie e di rifornimento che, sebbene non direttamente impiegate negli scontri della prima linea, dovevano assicurare la piena efficienza della macchina bellica. Per questo non fu necessario soltanto reperire forze fresche da mandare al fronte, ma coinvolgere un numero sempre maggiore di civili, uomini e donne, arruolati per svolgere attivit di supporto. La tradizionale distinzione tra militari e civili,

La guerra riflette le trasformazioni della societ industrializzata di massa

Impegno senza precedenti, che coinvolge le forze dei paesi belligeranti nel loro complesso

Il 'fronte' non esiste pi

La contrapposizione ideologica

che era rimasta valida anche durante la prima guerra mondiale, perde ogni significato in questo secondo conflitto. Ci tanto pi vero se si pensa che l'utilizzo dell'aviazione, la necessit di impoverire il potenziale industriale e le infrastrutture del nemico, l'intento di fiaccarne la resistenza, hanno spinto alla distruzione di porti, ponti, ferrovie, al bombardamento di intere citt, svuotando di significato la vecchia nozione di fronte e rendendo le popolazioni civili dei veri e propri obiettivi bellici. Tuttavia la seconda guerra mondiale stata una guerra totale anche sotto un altro profilo. La determinazione della Germania nazista di imporre al mondo un "ordine nuovo", ignorando sistematicamente patti e convenzioni regime di terrore agli oppositori e alle nazioni occupate, fece assumere al conflitto le caratteristiche di una contrapposizione ideologica. Non si trattava solo di ridisegnare dei confini come era stato in molte guerre precedenti, ma di un combattimento all'ultimo sangue tra due sistemi politici, le democrazie delle potenze alleate e i regimi totalitari di Germania, Italia e anche il carattere di guerra civile, tra i collaborazionisti, che sostenevano l'occupazione nazista e coloro che promossero una Resistenza contro le forze nemiche Giappone. Per questo ogni individuo fu costretto a prendere partito e lo scontro assunse in molti paesi

1.2La condizione dei civili


Peggioramento della condizione dei civili

In Inghilterra

In Germania

Poich buona parte delle disponibilit economiche dei paesi in guerra furono utilizzate per sostenere lo sforzo bellico, le condizioni di vita dei civili divennero sempre pi difficili con il perdurare del conflitto. Le nazioni europee dovettero affrontare la penuria di beni di prima necessit e ben presto la limitatezza o addirittura la mancanza di cibo. Persino gli americani, che grazie alla ricchezza di materie prime erano abituati ad un livello di vita piuttosto alto, dovettero accettare rinunce continue. Le restrizioni pi difficili da sopportare, che colpirono militari e civili di tutta Europa, furono sicuramente quelle alimentari. L' Inghilterra, che doveva importare gran parte delle vettovaglie per mezzo di navi mercantili, facile bersaglio dei sommergibili tedeschi che pattugliavano l'Atlantico, cominci, nel 1940, un rigido razionamento del cibo. Erano quasi introvabili la carne, il burro, il formaggio, le uova, lo zucchero, la frutta, il pane bianco, il te' ed il caff. Alcuni generi provenienti dal Mediterraneo, il cui commercio era in mano alle potenze dell'Asse scomparvero del tutto. Le massaie inglesi si ingegnarono al meglio per camuffare il cibo disponibile, la soia, le patate, le carote, la farina d'avena, e farlo somigliare agli alimenti tanto desiderati quanto introvabili. Grande diffusione ebbero succedanei, quali le uova in polvere ed il caff di ghiande tostate. Durante la prima parte del conflitto, in Germania, l'approvvigionamento di generi alimentari fu migliore, soprattutto grazie alla politica di rapina che venne applicata alle regioni dell'Est conquistate. Hitler stesso considerava essenziale per la stabilit politica interna della Germania, assicurare rifornimenti adeguati di generi alimentari. In effetti, rispetto alla prima guerra mondiale, le razioni ordinarie tedesche furono notevolmente pi abbondanti. Ci si ottenne grazie all'accumulo di scorte, ma anche grazie alle crescenti importazioni dai paesi occupati . In particolare, nella primavera del 1941, quando il raccolto di cereali

In Italia

Differenze fra citt e campagna

Razionamenti e tessere annonarie

Il mercato nero

Le donne

tedesco diminu fortemente, la Germania pot far fronte alle sue necessit grazie al grano proveniente dall'Ucraina. Le popolazioni balcaniche, costrette a rifornire i loro conquistatori, furono ridotte allo sterminio per fame. Tuttavia, durante gli ultimi anni di guerra, quando i bombardamenti sulle citt erano continui, anche la popolazione tedesca dovette affrontare periodi di grande penuria alimentare. In Italia, nel primo anno di guerra la vita continu come sempre, nonostante qualche difficolt dovuta alla mancanza degli uomini pi giovani, chiamati alle armi, ma progressivamente dopo il 1940, con la campagna di Grecia, le condizioni di vita divennero sempre pi difficoltose, fino a diventare drammatiche dopo l'armistizio e durante l'occupazione tedesca. Nelle campagne era spesso possibile distrarre parte dei prodotti destinati all'ammasso obbligatorio, e moltissimi erano coloro che allevavano animali da cortile e coltivavano grano ed ortaggi di nascosto, per sottrarli alle requisizioni di cibo compiute dai tedeschi. Mancavano, ciononostante, i generi abitualmente importati e che non si potevano produrre in casa, come lo zucchero, il caff. Certamente pi difficile era la vita nelle citt, dove dalle prime ore dell'alba, donne, ragazzi, bambini liberi dagli impegni scolastici a causa della chiusura delle scuole, formavano lunghe file in attesa di acquistare i generi alimentari razionati. Dopo il 1941 ogni cittadino italiano aveva diritto ad una tessera annonaria, composta da bollini che venivano si volta in volta staccati e corrispondevano all'acquisto di una determinata razione alimentare. Il pane bianco, quasi introvabile, era sostituito da dure pagnotte composte da farine integrali di granturco, di avena, e si diceva addirittura di gesso. La razione giornaliera di questo 'pane nero' era di 200 grammi ridotti poi a 150. Certamente a causa della scarsezza e della cattiva qualit il cibo divenne uno dei desideri ricorrenti su cui si fantasticava, una delle grandi attese del dopo-conflitto. Il razionamento delle derrate disponibili fece prosperare gli scambi di ci che si riusciva a sottrarre al mercato controllato dallo Stato. Tali scambi dettero vita alla cosiddetta borsanera, un mercato parallelo in cui spesso si poteva trovare ci che altrimenti era impensabile procurarsi, a patto di pagare prezzi spesso altissimi o di barattare qualcosa di eguale valore. Questa economia nascosta, sotterranea, da un lato permise ad alcuni di ottenere ampi margini di guadagno nella miseria generale, dall'altro rese ancora pi difficile sopportare la fame per chi non disponeva di denaro o di altri beni. Le donne, non pi al riparo dagli orrori della guerra, dovettero combattere anch'esse le loro battaglie. Furono impiegate nelle retrovie come infermiere e truppe ausiliarie, sostituirono gli uomini, come era gi accaduto durante la prima guerra mondiale nelle attivit produttive, parteciparono durante il periodo della resistenza ad azioni di sabotaggio ed ebbero la funzione di 'staffette' portaordini, Ma soprattutto furono impegnate nella lotta quotidiana per il cibo, per sfamare e proteggere i figli. -Tabella sui caduti della II guerra mondiale Golzio 147 -BOX "Che cosa mancava durante la guerra" In Inghilterra, come in Francia ed in Italia diminu fortemente la fabbricazione di oggetti di metallo, materiale necessario per le armi e le munizioni. Biciclette, macchine per scrivere, sveglie, divennero beni preziosi e non facilmente reperibili. Perfino i bottoni dei cappotti dell'esercito, inizialmente di ottone, vennero

Penuria dei beni di consumo

'L'oro alla patria

fabbricati in plastica scura. Il penny inglese, originariamente in rame, durante la guerra venne coniato in zinco. Ma non si tratt semplicemente di evitare lo spreco di materie cos preziose: si arriv a riutilizzare ogni tipo di oggetto metallico. Cominciarono a sparire le cancellate dei parchi pubblici, ed in Italia le donne furono chiamate a offrire un loro personale contributo: al grido di "Oro alla Patria", milioni di italiane donarono le fedi nuziali ed i loro, spesso poveri, oggetti d'oro, o dovettero rinunciare alle vecchie pentole di rame. Lentamente, scomparve una quantit di altri oggetti e materiali quali la gomma ed il legno. La carta per libri e giornali era impura e grigiastra. In Italia, nelle campagne ci si ingegn di produrre lana che veniva filata e lavorata. Laddove era possibile si allevavano bachi per far fronte alla difficolt di reperire la seta, sostituita solo in parte dalle fibre sintetiche come il rayon (derivato della cellulosa). Addirittura si tent di utilizzare, al posto del cuoio e della pelle, foglie di granturco intrecciate, con cui si costruivano le tomaie delle scarpe, cinture, borse, cappelli. I vetri delle finestre, andati in frantumi per i bombardamenti, vennero sostituiti con carta oleata e cartone. Venne razionata la benzina e ci colp particolarmente gli americani, che possedevano un numero di automobili pi elevato degli europei. Ma venne razionato anche il carbone e l'olio combustibile e questo rese difficile riscaldare le case e illuminare le strade. -Ill. foto Dida Due giovani donne stanno confezionando scarpe e borse utilizzando foglie di granoturco intrecciate.

1.3 I bombardamenti delle citt


La Seconda Guerra mondiale fu caratterizzata dall'introduzione di nuovi metodi di combattimento come i bombardamenti terroristici (che avevano per obiettivo la popolazione civile) e i bombardamenti strategici (che avevano per obiettivo infrastrutture civili e postazioni ed infrastrutture militari). Sin dal giugno del 1940 i tedeschi, nel tentativo di realizzare uno sbarco in Inghilterra, bombardarono sistematicamente il suolo inglese , in particolare le citt. Celebri sono rimasti i bombardamenti di Londra e di Coventry, che ebbe fortissime perdite umane. Ma in seguito la superiorit aerea tedesca venne soverchiata dalla aviazione inglese e americana: le citt della Germania furono oggetto di massicci attacchi aerei. Amburgo venne quasi rasa al suolo fra il luglio e l'agosto del '43; venne distrutto pi del 50% degli edifici civili, l'80% dell'area portuale, il 40% delle fabbriche, con 45.000 morti. Durante la ricostruzione ad Amburgo furono rimossi 43 milioni di metri cubi di macerie. Solo il 10% delle case di Norimberga rimasero intatte. Dresda nel febbraio del 45 cont circa 145.000 morti. L'intera Europa fu perseguitata dal rombo degli aerei da ricognizione e da battaglia: ponti , stazioni, fabbriche vennero distrutti. Perfino Roma, che per un certo periodo era stata salvaguardata, in quanto sede del Vaticano, e forse anche per le numerosissime inestimabili testimonianze artistiche, dovette subire il bombardamento dello scalo ferroviario di San Lorenzo. La distruzione delle citt, finalizzata a fiaccare la volont di resistenza dei civili e ad aumentare l'opposizione ai governi in carica, ebbe enormi conseguenze. I Civili infatti finirono con l'essere in pericolo quasi come i soldati al fronte e le abitudini quotidiane dovettero mutare radicalmente. Per evitare che durante le ore notturne le citt fossero facilmente identificabili dall'aviazione nemica, si impose

Bombardamenti strategici e bombardamenti terroristici

L'entit delle distruzioni

L'oscuramento delle citt

Gli sfollati

ovunque l'oscuramento: non vi era illuminazione pubblica, alle finestre si applicarono spessi tendaggi e cartoni. Gli allarmi aerei abituarono adulti e bambini a recarsi, nel pieno della notte, nei rifugi antiaerei, spesso cantine, abbandonando ogni cosa cara, con la coscienza del pericolo mortale cui si era continuamente esposti. La distruzione dei fabbricati di civile abitazione, rese drammatico il problema della casa: gli sfollati venivano accolti da amici o parenti, ma spesso gli appartamenti pi ampi venivano requisiti per ospitare due o tre famiglie contemporaneamente, imponendo un affollamento ed una coabitazione forzata e difficile. Il patrimonio culturale in La vecchia Europa, ricca di grandi testimonianze artistiche, vide distruggere pericolo cattedrali, palazzi, monumenti, che si cerc in qualche modo di salvaguardare e in seguito di ricostruire, ma che portano ancor oggi il segno di questo drammatico conflitto. Infine la distruzione di stazioni e nodi ferroviari rese difficilissimo e pericoloso La perdita delle infrastrutture ogni spostamento, che finiva con l'essere compiuto, anche per distanze considerevoli, a piedi, in bicicletta, o con mezzi occasionali. Ill. la condizione delle strade di una citt tedesca nel 1944, all'entrata delle truppe americane. Brancati pag. 732

2.1 La contrapposizione delle ideologie

Gli schieramenti: Le democrazie contro le potenze dell'Asse

Il nuovo ordine nazista

Lo sterminio di Russi e Polacchi

L'entrata in guerra degli Stati Uniti accanto all'Inghilterra , suggellata dalla Carta Atlantica del 14 agosto 1941, sanc definitivamente la contrapposizione morale ed ideale dei due schieramenti. La Germania nazista stava realizzando nei paesi occupati il suo progetto di un "nuovo ordine" europeo. Il piano nazista, talmente disumano che il suo stesso concepimento sembra incredibile, prevedeva innanzi tutto una espansione territoriale della Germania ad Est, negli immensi territori dell'Unione Sovietica, al fine di impadronirsi della fertile Ucraina e delle abbondanti materie prime. Il piano prevedeva anche la morte di circa 31 milioni di sovietici, considerati "superflui", poich avrebbero consumato preziose scorte alimentari destinate alla Germania. I possedimenti orientali avrebbero subito una germanizzazione tramite l'insediamento di coloni militari tedeschi. I sovietici sopravvissuti avrebbero dovuto svolgere i lavori pi duri, in un sistema propriamente schiavistico, per consentire alla 'razza padrona germanica' di conquistare una stabile condizione di ricchezza e benessere .Il progetto di un impero orientale conquist gli industriali tedeschi , che, nell'illusione di una rapida conclusione delle operazioni militari, immaginavano gi una spartizione del bottino e la costruzione di autostrade e ferrovie. L'eliminazione delle 'bocche inutili' degli untermenschen (uomini inferiori) russi avrebbe dovuto accompagnare lo sterminio delle stirpi ritenute in grado di degradare la purezza della razza ariana, come gli ebrei ed i polacchi.

La scelta morale dell'opposizione al Nazismo

La farneticante ideologia nazista destinava alle nazioni occidentali un ruolo diverso. Le popolazioni nordiche, considerate di ceppo germanico, avrebbero potuto far parte del Terzo Reich, mentre gli stati progrediti, come la Francia, avrebbero goduto di una certa autonomia se avessero collaborato ai progetti tedeschi. Infine l'Italia ed il Giappone, alleati della Germania, avrebbero dovuto costituire in altre aree (il Mediterraneo ed il Pacifico) imperi equivalenti. Dinanzi alla disumanit aberrante di una simile lucida pazzia la scelta morale che si impose fu netta e motivata pi dalla necessit di opporsi al pericolo rappresentato dal predominio tedesco, che da una effettiva condivisione di interessi e di valori da parte dello schieramento antinazista.. I governi alleati si presentarono come i portavoce della giustizia e della moralit e come i difensori della libert e della democrazia. Non sempre questa immagine fu facile da difendere: come giustificare l'alleanza con l'URSS guidata da Stalin? In generale, tuttavia si tent, in Inghilterra e soprattutto negli Stati Uniti, di giustificare le sofferenze portate dalla guerra con l'alta finalit di costruire, dopo il massacro, un mondo migliore, infondendo insomma sull'impegno bellico quasi un'aura di religiosit. __________________________________________________________________ ________ Brancati carta Atlantica / Nuovo ordine nazista pag.713,715

2.2La forza della propaganda: la radio ed il cinema


Il ruolo dei mezzi di comunicazione di massa

Pubblicit su manifesti e riviste illustrate

La radio

Durante la seconda guerra mondiale i governi poterono contare su mezzi di comunicazione e di propaganda sconosciuti durante i conflitti precedenti e la loro importanza non sfugg ne' ai sistemi totalitari, ne' alle nazioni democratiche. Da una parte e dall'altra le motivazioni ideologiche, per quanto distanti, cercavano di giustificare la brutalit , la sofferenza e l'inutilit della guerra. La propaganda ebbe per questo motivo grandissima importanza ed utilizz tutti i mezzi allora disponibili: i manifesti, i giornali, la radio, il cinema. Negli stati a regime totalitario qualunque voce discorde era stata tacitata gi prima dell'inizio della guerra e dunque avevano diffusione solo i messaggi coerenti con le posizioni di chi deteneva il potere. Ma anche nelle nazioni democratiche la necessit di motivare allo sforzo bellico, di evitare ogni forma di disfattismo e di opposizione, fece s che i mezzi di comunicazione di massa venissero controllati e spesso censurati. La pubblicit su manifesti, sulle riviste illustrate, forn parole d'ordine ed interpretazioni spesso lontane dalla realt dei fatti, in ogni schieramento spesso gli eventi bellici furono comunicati in modo artefatto, tacendo le sconfitte ed esaltando le vittorie, per non fiaccare il morale della popolazione e delle truppe. In tutta Europa, come negli Stati Uniti, le trasmissioni radiofoniche comunicarono e commentarono gli eventi cruciali della guerra: l'intera famiglia si riuniva dinanzi agli apparecchi per avere notizie. Oltre ad informare, le trasmissioni radio del tempo avevano la funzione di divertire, di distrarre, di sollevare il morale. Si trasmettevano musica e canzonette, alcune delle quali divennero famosissime. La BBC in particolare si preoccupava dell'educazione dei suoi ascoltatori, mandando in onda musica colta, recensioni di libri, interventi di scrittori famosi, quali G. Orwell e E.M. Foster.

Il cinema

.negli USA

..in Germania

In Italia

Il Cinema, potentissimo mezzo di comunicazione di massa, venne ampiamente sfruttato nella propaganda bellica. Gli americani, in particolare, lo utilizzarono prima dell'entrata in guerra per una precoce mobilitazione dell'opinione pubblica. Coerente con la strategia politica di Roosvelt, Hollywood cominci a produrre film genericamente interventisti che glorificassero l'immagine della societ anglosassone in lotta contro le dittature europee. Dopo l'entrata in guerra fu costituito l' Office of war information , con la funzione di controllare che i film prodotti fossero coerenti con i messaggi politicoideologici promossi dal governo. Questo istituto ebbe anche il compito di censurare i film 'sgraditi' che potessero in qualche modo rappresentare la guerra in modo troppo realistico e doloroso. Furono prodotti in questo periodo film importanti, che ebbero eco internazionale, come Il grande dittatore di C. Chaplin (1939/1940), Confessions of a Nazy Spy di A. Litvak (1939), Casablanca di M. Curtiz (1942) o ancora For whom the bell tolls (Per chi suona la Campana), del 1943 e tratto dal romanzo di H. Hemingway. Si realizz anche una serie di documentari, fra il 1942 ed il 1945., diretti da F. Capra su esplicita richiesta del generale Marshall, dal titolo Why we fight ( Perch combattiamo), finalizzati a comunicare con il massimo impatto emotivo e la maggior forza persuasiva, le ragioni dell'impegno bellico. I cinegiornali Paramount e Universal offrirono invece una visione esageratamente edulcorata della guerra, poich la rigida censura militare impediva che i combattimenti e le operazioni militari filmate venissero presentate al grande pubblico. Il regime nazista dal canto suo consider il cinema uno strumento essenziale di propaganda. La regista Leni Riefenstahl realizz molti lavori di tal genere fin dal 1934, quando fu incaricata di filmare il congresso del partito nazista a Norimberga. Dall'inizio della guerra furono prodotti una serie di documentari per promuovere la visione nazista della storia e per esaltare l'eroismo tedesco. Goebbels ( ministro della propaganda) controllava direttamente la produzione dei cinegiornali, realizzati con cura e con notevoli mezzi tecnici. Naturalmente anche la produzione cinematografica in senso proprio aveva una funzione di propaganda e doveva mostrare la bassezza morale e la debolezza dei nemici del Reich, e soprattutto degli ebrei. Jud Suss di V. Hanlan (1940), libera interpretazione di un evento storico, dal taglio fortemente antisemita, ebbe grande successo, grazie anche al sostegno della stampa. Ai film di propaganda tedeschi era anche affidato il compito di mostrare le armate naziste come invincibili, ed essi assolsero in maniera cos efficace questo compito che nella stessa Germania l'opinione pubblica credette fino all'ultimo nella vittoria. In Italia, dove i film americani arrivarono solo dopo la guerra, con il rock and roll e le gomme da masticare, i cinegiornali Luce rappresentavano l'unica possibile finestra sul mondo. Pur improntati ad una evidente propaganda di regime, si mantenevano lontani dalla guerra e glorificavano le forze italiane presentandole impegnate in parate militari o in azioni umanitarie pi che in vere e proprie imprese belliche. Anche durante il conflitto i cinegiornali italiani, al contrario di quanto avveniva in Germania, continuarono a presentare scene di vita quotidiana, quasi a sottolineare il minor impegno bellico del nostro paese a confronto con l'alleato tedesco. -Foto Radio Londra da Golzio pag 120 con dida(?) -Box "Radio Londra" Durante la seconda met del conflitto, un ruolo molto importante ebbe Radio Londra che, dalla Gran Bretagna, comunicava le ultime

notizie ed incitava le popolazioni a resistere all'aggressione tedesca. Quando quasi tutta l'Europa era occupata dalla Germania nazista e sembrava che non ci fosse pi speranza di riacquistare la libert, i bollettini di Radio Londra costituivano il solo filo di speranza, l'unica voce diversa, mentre ascoltando i comunicati delle radio controllate da nazisti e fascisti sembrava che ormai il mondo intero fosse ai piedi di Hitler e Mussolini, le cui sconfitte venivano taciute. Radio Londra partecip inoltre direttamente all'organizzazione dei movimenti di resistenza antitedesca, trasmettendo dei messaggi in codice che davano precisi ordini di azione. -Ill. foto golzio pag 123 con dida

3.1 Gli armamenti: gli aerei, i carri armati, i missili


La Seconda Guerra Mondiale fu un conflitto di movimento

Il ruolo dell'aviazione

La produzione di aeroplani

Dal punto di vista della strategia militare, la seconda guerra mondiale, al contrario della prima, fu un conflitto di movimento, che utilizz un grande numero di carri armati ed aerei. Ci implic una stretta relazione fra lo sviluppo tecnologico di un paese, le risorse di materie prime a disposizione, la capacita di produrre armi da guerra innovative, rapidamente e in grandi quantit. Rimane viva la controversia fra gli storici e gli studiosi di strategia militare sul ruolo che ebbero i bombardamenti e l'aviazione nel determinare le sorti della guerra. Gi nel 1921, l'italiano Giulio Douhet sostenne nel suo libro Il dominio dell'aria l'importanza di una grande forza aerea, che avrebbe permesso di controllare i cieli e distruggere il potenziale produttivo dell'avversario. Non si pu negare che la superiorit aerea tedesca, impegnata in modo combinato con i carri armati, consent ai nazisti di ottenere notevoli vittorie nella prima fase del conflitto. Va aggiunto inoltre che certamente l'utilizzo dell'aviazione cambi per militari e civili le condizioni di vita. D'altro canto l'uso dei primi radar e dell'artiglieria antiaerea, limit il potenziale distruttivo degli aerei. Inizialmente venne molto pubblicizzata proprio la precisione dei bombardamenti aerei dal cielo, senza tenere conto ad esempio delle avverse condizioni meteorologiche, che potevano rendere assai difficile ed impreciso lo sgancio di bombe da altezze considerate sicure. Furono numerosi gli incidenti in cui incorsero sia l'aviazione tedesca, che bombard Friburgo in Brisgovia, in pieno territorio tedesco, al posto di Digione, sia gli aerei degli alleati che, nel tentativo di sostenere l'avanzata americana in Normandia, finirono con il bombardare le loro stesse truppe. Certamente i bombardamenti a tappeto che sempre pi spesso vennero utilizzati con lo svilupparsi del conflitto, testimoniano in qualche modo la difficolt di colpire con precisione ed in condizioni di sicurezza singoli bersagli nemici Nei sei anni di guerra vennero utilizzati oltre 680.000 aeroplani, mentre via via che venivano messi in produzione apparecchi pi sofisticati, aumentava enormemente lo sforzo economico e produttivo che doveva alimentare l'impiego in aviazione. La Germania mand in esercizio durante la guerra circa una trentina di modelli, fra caccia monomotori, bombardieri, come il bimotore Junkers 88 ed il monomotore a tuffo junkers 87, il famoso 'Stuka', ricognitori, mezzi da

trasporto. . La produzione standardizzata - non pi di tre tipi di motori - rendeva estremamente facili gli interventi, anche se gli attacchi agli stabilimenti di produzione resero difficile approvvigionare le linee di nuove macchine, nella seconda met del conflitto. Negli stati Uniti lo sviluppo dell'industria automobilistica e aeronautica, la lontananza dai teatri di guerra, permise ritmi di produzione elevatissimi: nel 1944 gli americani sfornarono oltre 100.700 aerei, quasi uno ogni cinque minuti. I progetti approvati venivano fatti costruire da pi fabbriche, cosicch, ad esempio il bombardiere B-29 della Boeing, veniva fabbricato anche dalla Douglas, dalla Lokheed, dalla Bell. In l'Inghilterra furono le imprese private, a innovare ed intensificare la produzione: gli Hurricane e gli Spitfire, protagonisti della battaglia di Inghilterra, furono proposti alla RAF dai rispettivi costruttori. La produzione italiana non super mai il livello di un onesto artigianato, fornendo apparecchi superati in quantit estremamente limitate (meno di 10.000 aeroplani durante tutto l'arco del conflitto). Verso la fine del conflitto, allo scopo di limitare l'esposizione di piloti e I missili aumentare il potenziale distruttivo degli attacchi, la Germania per la prima volta utilizz razzi a propellente liquido, chiamati V1 e V2, in grado di coprire notevoli distanze che, dalla costa tedesca venivano lanciati alla volta dell'Inghilterra. Queste armi, furono ideate da Werner von Braun, che dopo la guerra segu i primi passi del programma spaziale americano. Il fatto che il numero dei lanci fosse limitato e che il loro utilizzo, in quella fase bellica, sia stato del tutto ininfluente dal punto di vista strategico, nulla toglie alla efficacia tecnica ed al potenziale di innovazione del mezzo. L'impiego dei carri armati Le forze corazzate, sia in appoggio alla fanteria, sia in uso combinato all'aviazione (ad esempio, durante il blitz-Krieg tedesco) furono utilizzate in innumerevoli episodi bellici, alcuni dei quali di particolare intensit, come l'assedio di Mosca (1940) o la distruzione dell'armata italiana in Africa settentrionale (inverno 1940/1941)Su tutti gli scenari si fronteggiarono i Tiger tedeschi, gli AMX50 britannici, gli Sherman americani. E dei sottomarini Sul mare, i sommergibili avevano del tutto superato le limitazioni che avevano caratterizzato il mezzo fino ad allora, ed oramai erano in grado di affrontare crociere di lunghissima durata. L'utilizzo della doppia propulsione (endotermica ed elettrica), i migliorati sistemi per il controllo dei cassoni di immersione, dell'immagazzinamento dell'aria compressa, li resero un temibile strumento di offesa. I sottomarini utilizzati durante la seconda guerra mondiale furono in grado di immergersi, portandosi sotto la superficie in 40 secondi, fino a 100 mt, con velocit in immersione di 5/9 nodi, di viaggiare in superficie a velocit di 12/16 nodi, di funzionare con motore a scoppio a quota periscopica, rimanendo invisibili per un periodo praticamente illimitato. I mezzi di grande stazza pattugliarono l'oceano. Il naviglio da carico inglese e americano sub gravissime perdite da parte degli U-boot Tedeschi. Mezzi di grandezza ad autonomia pi limitata, venivano invece utilizzati per il servizio di vigilanza di porti, integrando il sistema di difesa costiero. Ill.Brancati pag.717 con dida Ill. Brancati pag 706 con dida

3.2 La bomba atomica


L'impiego di armi nucleari

Il bombardamento di Hiroshima e Nagasaki

Le ricerche finalizzate alla realizzazione della bonba atomica

Ricerche tedesche

Il 'Progetto Manhattan'

L'ultimo terribile atto di questo conflitto inumano fu il bombardamento di due citt del Giappone, Hiroshima e Nagasaki, con un'arma completamente nuova e dal potenziale distruttivo enorme, se paragonato alle armi convenzionali sino ad allora in uso. L'impiego della bomba atomica contro un Giappone oramai ridotto allo stremo, non fu motivato solo dalla necessit di porre fine ad un'agonia che avrebbe potuto significare la perdita di molte vite umane fra i soldati americani, e dalla volont degli Stati Uniti di mostrare la propria superiorit nei confronti della potenza Bolscevica, ma anche dal desiderio di dissuadere l'URSS da una politica espansionistica ad oriente. Il 6 Agosto del 1945, una squadriglia di tre bombardieri B-29 decoll da Tinian nelle Isole Marshall: ponendosi come obiettivo la citt di Hiroshima , sulla quale, da un'altezza di 11.000 metri, il bombardiere chiamato Enola Gay, comandato dal colonnello Hibbits, sgancia un ordigno atomico Little Boy che provocher la morte di 78.000 persone ed il ferimento di altre 80.000. Il giorno 9 agosto venne bombardata la popolosa citt di Nagasaki. La realizzazione della nuova bomba fu il prodotto dell'impegno dei pi illustri fisici europei dall'una e dall'altra parte. Nei decenni precedenti la guerra, le ricerche sulla fisica atomica avevano ottenuto notevoli successi. Insigni studiosi come i tedeschi W.K. Heisemberg e O. Hahn, il danese N. Bohr e l'italiano E. Fermi avevano scoperto che nella scissione del nucleo dei metalli pesanti si creava una considerevole quantit di energia e che i neutroni liberatisi nel corso della scissione del nucleo, andavano a colpire altri nuclei, innescando una reazione a catena. Sebbene fosse gi teoricamente possibile, nel 1939 quasi tutti i fisici consideravano la costruzione della bomba come una eventualit remota, sia per le difficolt tecniche ancora non superate, sia per gli alti costi che avrebbe comportato. Mentre le ricerche compivano passi in avanti, la Germania aveva conquistato nuovi territori ed aveva avuto accesso ad alcune sostanze essenziali per costruire la bomba: l'uranio delle miniere cecoslovacche e l'acqua pesante che veniva prodotta in Norvegia. Tutto ci, insieme alla coscienza del valore degli scienziati tedeschi, primo fra tutti Heisemberg, spinse inglesi ed americani a temere che la Germania nazista potesse entrare in possesso della nuova terribile arma. Lo stesso Einstein firm una lettera indirizzata al Presidente Roosvelt per informarlo del pericolo, per esortarlo ad autorizzare ricerche su questo campo e ad assicurare i finanziamenti. Dopo l'attacco di Pearl Harbour e l'entrata in guerra degli Stati Uniti, la situazione precipit e nel 1942 ebbe inizio il progetto Manhattan per la costruzione di una bomba atomica americana. Il timore che la Germania avesse accelerato i tempi della realizzazione e fosse vicina all'obiettivo, spinse i migliori cervelli dell'epoca, fisici europei che avevano dovuto lasciare i loro paesi a causa delle leggi razziali o per sottrarsi al dominio nazista e fascista, a lavorare per questo progetto. Il fisico italiano E. Fermi riusc a costruire un congegno che permetteva di ottenere una reazione a catena e, cosa ancor pi importante, di controllarla.

Il laboratorio segreto di Los Alamos

Il mistero della mancata realizzazione tedesca della bomba nucleare

La capacit organizzativa e la disponibilit economica statunitense permisero di passare dalla fase sperimentale alla complessa fase di realizzazione. In una localit semi-deserta del Nuovo Messico, Los Alamos, in assoluta segretezza, si costru la prima bomba atomica, che venne fatta scoppiare in via sperimentale ad Alamogordo il 16 luglio 1945. Tre settimane dopo il nuovo ordigno avrebbe distrutto una ignara citt del Giappone, ucciso gran parte della popolazione, marchiato indelebilmente i sopravvissuti e le generazioni successive con i postumi dell'intossicazione radioattiva, della quale al tempo ben poco ancora si sapeva. A tutt'oggi non sono state ancora completamente chiarite le ragioni per cui la Germania rinunci alla costruzione della nuova arma. In parte gli sforzi dei tedeschi furono ritardati da un attentato compiuto dalla resistenza norvegese ad uno stabilimento in cui si produceva acqua pesante. Ma certamente maggior peso dovette avere l'atteggiamento del fisico Heisemberg, massimo esperto tedesco, il quale probabilmente spaventato dalla prospettiva di consegnare nelle mani di Hitler un ordigno simile, convinse A, Speer, responsabile dell'armamento tedesco, che il progetto fosse troppo impegnativo, costoso e dall'esito incerto.

Ill. sulla bomba atomica da cercare Doc. Golzio pag 129

4.1 Collaborazionisti e resistenti


Forme politiche dell'occupazione tedesca

Il collaborazionismo

Come si detto la politica espansionistica della Germania era finalizzata ad imporre un nuovo ordine europeo, in cui tutte le risorse economiche e lavorative garantissero la supremazia tedesca. Coerentemente con questo progetto gli stati europei conquistati dai nazisti dovettero subire differenti strategie di occupazione: stati come l'Austria, la Polonia, l'Alsazia-Lorena furono semplicemente annessi; altri, come la Boemia o parte della Polonia, vennero considerati domini coloniali, amministrati da governatorati tedeschi; altri ancora, come l'Ucraina e la Biellorussia, vennero sottoposti ad una amministrazione militare diretta. Nella gran parte degli stati occupati dai nazisti, tuttavia, rimase in vita una qualche forma di governo autonomo, di fatto asservito alle volont tedesche e sottoposto ad un rigido sistema di controllo amministrativo e militare. In stati come la Francia, la Norvegia, il Belgio, i Paesi Bassi, la Croazia, l'Ungheria ecc., i tedeschi dovettero contare sulla disponibilit dei governi e delle forze politiche alla collaborazione, sebbene fossero presenti sul territorio una rappresentanza politica del Reich ed una militare della Wermacht, le forze armate regolari naziste. Le forme di collaborazione che si instaurarono tra gli occupanti tedeschi e i paesi occupati furono diversificate e motivate da interessi molteplici. I governi e i gruppi politici furono spesso spinti alla collaborazione dalla volont di difendere i propri privilegi ed il proprio potere: le lite militari e dell'amministrazione, permeate da una ideologia conservatrice, videro nell'alleanza, pi o meno gradita, con i tedeschi la possibilit di tacitare la richiesta di giustizia sociale espressa con forza negli anni precedenti il conflitto. Alla base di tutte queste forme di collaborazione vi erano convinzioni ideologiche che per quanto distanti le une dalle altre, erano unificate da un profondo razzismo, dall'odio per la democrazia, per le rivendicazioni operaie e da un diffuso timore del bolscevismo. Che la discriminazione razzista ed antiebraica fosse ben

presente nell'ideologia dei gruppi dirigenti collaborazionisti, ad esempio in Francia ed in Croazia, sembra provato dalla sollecitudine e dallo zelo con cui si misero in atto provvedimenti antisemiti ancor prima che venissero richiesti dall'occupante nazista. Tuttavia va sottolineato che il collaborazionismo fu motivato anche da altri ordini di interessi: si appoggiava l'invasore sperando di trarne benefici economici, per acquisire posizioni di rilievo o semplicemente per paura e per evitare il peggio. Spesso ci si schier dalla parte dell'occupante anche nel tentativo di dare forza a rivendicazioni nazionaliste. Naturalmente i dirigenti nazisti seppero sfruttare con maestria gli odi e le contrapposizioni presenti nei paesi occupati, al fine di renderli funzionali al disegno egemonico di Hitler. Certamente in tutte le nazioni conquistate dai nazisti vi furono ampi strati di popolazione che assunsero atteggiamenti ambigui, se non propriamente di collaborazione, di mediazione e di compromesso.

4.2 La resistenza in Europa: resistenza civile e lotta armata


Differenziazione dei movimenti di resistenza La situazione in Europa orientale e nei Balcani La resistenza civile in Europa occidentale

De Gaulle

Lotta di liberazione e lotta di classe

Ciascun paese ebbe movimenti di resistenza che si svilupparono in tempi ed in modi diversi, a seconda delle circostanze, ma furono tutti motivati dalle crescenti richieste avanzate dagli occupanti tedeschi e dai metodi sempre pi brutali che questi adottarono. Le prime forme di resistenza armata si registrarono nei paesi dell'Europa orientale e balcanica, dove la durezza dell'occupazione non permetteva alcuna forma di attendismo e di mediazione. Nei paesi dell'Europa occidentale invece, la lotta armata venne organizzata in un secondo tempo e fu spesso preceduta da forme di resistenza civile, che prepararono il terreno a prese di posizione pi decise. In occidente la resistenza prese i connotati della lotta armata, quando il regime di occupazione nazista divenne insopportabile e soprattutto quando le sconfitte militari delle potenze dell'Asse e il progressivo avanzare degli eserciti alleati resero pi concrete le speranze di una liberazione. I francesi, ad esempio, che dal 1940 furono chiamati dal generale De Gaulle a lottare contro l'invasore, cominciarono ad organizzarsi in formazioni partigiane consistenti nel 1942, quando fu istituito il servizio di lavoro obbligatorio, a cui moltissimi giovani si sottrassero. In Italia la resistenza ebbe maggior diffusione solo dopo la svolta segnata dall'armistizio dell'8 settembre. Va comunque ricordato che la resistenza armata europea ebbe, a seconda dei paesi in cui si realizz, diverse connotazioni. Nelle nazioni i cui governi e classi dirigenti non furono direttamente responsabili della sconfitta militare e conniventi con l'occupazione nazista, come la Norvegia e la Danimarca, la resistenza fu una lotta di liberazione dallo straniero per la riconquista della propria autonomia. Invece, nei paesi in cui i governi furono in vario modo direttamente implicati nel sistema di potere nazista, la resistenza ebbe sia i caratteri della lotta per la liberazione dallo straniero, sia i connotati di una lotta di classe, che non riconosceva i vecchi governi e il precedente assetto della societ. Questo fu il caso della Francia e dell'Italia.

4.3 La resistenza in Italia


Il 25 luglio 1943 il re Vittorio Emanuele III prese la decisione di licenziare Mussolini ed affid il governo al generale Badoglio. L'8 settembre dello steso anno dichiar la fine delle ostilit nei confronti delle potenze alleate e, dunque, anche la fine del patto di alleanza con la Germania. Da quel momento l'Italia fu divisa in due: al sud, in mano alle truppe alleate, dove si era formato il Regno del Sud, si tent di ricucire un sistema di rappresentanze politiche, al nord l'esercito italiano, lasciato irresponsabilmente allo sbando, dovette affrontare le terribili ritorsioni dei tedeschi, ex alleati ed ora nemici. Dinanzi al pericolo di essere deportati in Germania dalle truppe di occupazione naziste, i giovani italiani ebbero due possibili scelte: o unirsi ai fascisti che stavano tentando di riorganizzarsi con l'aiuto della Germania e che avevano fondato al Repubblica Sociale Italiana, il cui governo risiedeva a Sal, o scegliere la via della montagna e della guerra partigiana. Per questo motivo in Italia la lotta di liberazione dallo straniero fu anche lotta civile tra connazionali che combattevano per definire il futuro assetto politico del loro paese. Scelsero la resistenza uomini quasi sempre giovani, appartenenti a ceti sociali molto diversi: studenti, intellettuali, quadri politici dei vecchi partiti, ma anche moltissimi ex militari, operai e contadini. La lotta partigiana ebbe le caratteristiche di una guerriglia: attacchi veloci e a sorpresa, che sfruttavano la conoscenza del territorio ed evitavano il contatto frontale con il nemico, agguati ed imboscate che permettevano un uso oculato delle munizioni, sempre scarse, e rendevano ininfluente la superiorit numerica del nemico. Il rischio in queste imprese era grandissimo, ben superiore a quello degli scontri convenzionali, basti pensare che i partigiani morti per la resistenza furono circa 45.000. Se a ci si aggiungono le difficolt di approvvigionamento, l'obbligo di spostamenti continui, alla macchia, per non farsi individuare, si pu capire la drammaticit di una tale esperienza. I comandi tedeschi risposero alle azioni partigiane in modo estremamente violento, con la tecnica del rastrellamento e della rappresaglia. Il rastrellamento, durante il quale si batteva palmo a palmo il terreno, permetteva di individuare i nascondigli partigiani. Coloro che venivano catturati e trovati in possesso di armi venivano sommariamente processati e giustiziati, i sospetti fiancheggiatori delle bande venivano inviati ai campi di concentramento. Ancor pi dura era la logica della rappresaglia, che utilizzava la ritorsione sulle popolazione innocenti per vendicare le perdite subite durante le azioni partigiane. In tal modo si intaccava il rapporto di solidariet tra resistenti e civili. Il coinvolgimento e la partecipazione volontaria della popolazione civile alla lotta partigiana non fu univoca n di facile definizione. I combattenti, al momento della liberazione, erano circa 250.000, dunque una minoranza. In alcune circostanze la popolazione accus i partigiani di aver causato le rappresaglie tedesche o di aver commesso soprusi o ingiuste azioni punitive. Tuttavia la lotta partigiana ebbe la simpatie e l'indispensabile sostegno di gran parte della popolazione italiana che, esasperata dalla fame e dalla guerra, dalle provocazioni sempre pi dure dell'esercito tedesco, vide nelle azioni partigiane una possibilit di vendetta e di riscatto. Spesso la resistenza di queste popolazioni fu passiva, fatta di disubbidienze, di nascondigli, di documenti falsi. Ma in qualche caso gli italiani trovarono anche la

Il governo Badoglio e l'armistizio

Il Regno del Sud e la Repubblica Sociale Italiana

Il profilo dei resistenti

Rastrellamenti e rappresaglie

Rapporto fra popolazione civile e aderenti alla Resistenza

La resistenza passiva della popolazione civile

Le 'quattro giornate di Napoli'

Il ruolo delle donne

Il difficile rapporto con gli Alleati

Il 25 aprile 1945

forza di ribellarsi apertamente e sottrarsi al giogo tedesco. Basti ricordare le Quattro giornate di Napoli (27/30 settembre 1943) durante le quali i cittadini insorsero, senza una guida militare o politica, armati in modo inadeguato, contro i reparti guidati dal colonnello Scholl, che dovette accettare di ritirarsi. In queste ribellioni popolari, cos come nella silenziosa opposizione quotidiana alle violenze naziste, le donne ebbero un ruolo importante, pronte ad aiutare, nascondere, sfamare, curare gli sbandati. Esse seppero creare una rete di solidariet articolata, basata sulla capacit di ingannare il nemico, poco connotata politicamente, ma chiaramente ispirata dal definitivo rifiuto del fascismo, della violenza nazista, della guerra. Vi furono tuttavia anche donne, certamente meno numerose, che seppero scegliere con maggior coscienza la strada dell'opposizione e militarono, a vario titolo, nelle bande partigiane. La resistenza come stato detto non ebbe solo le caratteristiche di una guerra di liberazione, ma fu anche una guerra civile, ideologica e politica: si combatteva contro il fascismo, per un ricambio radicale della classe dirigente, per porre le basi di una democrazia e di una maggior giustizia sociale. Le forze alleate ebbero sempre il timore che concedere una libert eccessiva alle organizzazioni partigiane potesse portare ad una futura destabilizzazione sociale. Prova chiara di questo timore fu il proclama diffuso attraverso la radio dal generale inglese Alexander che, nel novembre del 1944, invit le bande partigiane a lasciare i monti, in previsione dell'inverno che avrebbe rallentato l'avanzata alleata e le possibilit di effettuare rifornimenti. Molti combattenti che, schedati, non potevano certo tornare alle loro case, interpretarono questo proclama come una prova della sfiducia degli alleati, anche se in seguito il comando generale, per voce di P. Longo, invit i partigiani a continuare la loro lotta. Dopo il 25 aprile del 1945 vi fu una generale smobilitazione delle organizzazioni partigiane: i CLN vennero smantellati insieme alle istanze di rinnovamento che avevano rappresentato. -Ill. Brancati pag729 con dida (esclusa citazione da Salvadori) -Doc. Perch tutto cambi. "Nel brano che segue, tratto da Lettere di condannati a morte della Resistenza italiana, Giacomo Ulivi, di 19 anni fucilato nel novembre del '44,esprime la fiducia nel primato della politica." -storico sulla repubblica di Sal (da cercare) oppure breve brano da A cercar la bella morte. Di Mazzacurati -Box Il massacro di Civitella Val di Chiana. "Tra i molti episodi di violenza perpetrata dall'esercito tedesco contro la popolazione italiana ricordiamo il massacro di Civitella Val di Chiana. Il giorno 18 giugno 1944 un commando partigiano irruppe nella sede del dopolavoro per disarmare quattro militari tedeschi. Ne nacque uno scontro a fuoco in cui rimasero uccisi due tedeschi. Immediatamente il paese temette una risposta violenta da parte del comando nazista, nonostante i tentativi di conciliazione messi in atto dal parroco del paese, Don Alcide Lazzeri. Il giorno 29 l'armata tedesca Hermann Goering, famosa per la ferocia dimostrata nelle azioni antipartigiane, attacc la popolazione dei comuni di Civitella, Cornia e S. Pancrazio, con l'ordine di uccidere tutti gli uomini di et superiore ai quindici anni e di dare le case alle fiamme. Le vittime furono 244 , pressoch totale fu la distruzione dei tre paesi. Gli uomini vennero sorpresi in chiesa, nelle strade, qualcuno addirittura a letto, vennero portati nella piazza del paese e fucilati. Le donne videro i propri mariti, padri e figli cadere l'uno dopo

L'eccidio di Civitella Val di Chiana

l'altro . La memoria di questo terribile evento rimase indelebile tra i sopravvissuti, i quali , nel tentativo di trovare un senso al dramma, finirono con l'attribuire la responsabilit dell'eccidio non ai tedeschi, ma ai partigiani che, con la loro azione, avrebbero motivato la reazione tedesca. E' interessante dunque notare che in questo caso l'iniziativa partigiana venne vista dalla popolazione non come una azione di guerriglia, inserita in una guerra di liberazione, ma come una non richiesta ingerenza nell'equilibrio del paese occupato. I tedeschi, gli unici veri responsabili della strage , lontani, inaccessibili, vennero sollevati da qualsiasi valutazione morale , che colp invece i partigiani."

5.1 Crimini e genocidi


Le leggi ariane

La notte dei cristalli

I ghetti ebraici

Lo sterminio pianificato

L'ideologia nazista con la sua ossessione per la difesa della razza, accoglie e fa suo, fin dall'inizio, l'antisemitismo, presente da secoli in Europa. Gi nel 1933, subito dopo la conquista del potere da parte di Hitler, in Germania furono promulgate "leggi ariane", che allontanavano gli ebrei dall'amministrazione, dall'esercito, dalle libere professioni, dall'universit. L'esclusione e la discriminazione si fece sempre pi evidente, tanto che circa 150.000 ebrei lasciarono la Germania prima del 1938. La notte del 9 novembre dello stesso anno ( la cosiddetta notte dei cristalli), le autorit naziste scatenarono un gigantesco progrom, durante il quale vennero incendiati e distrutti negozi, abitazioni, sinagoghe e vennero uccisi trentasei cittadini di origine ebraica. Da questo momento cominci l'espulsione organizzata degli ebrei dalla Germania e la loro progressiva segregazione in campi di concentramento, gi istituiti per la detenzione degli oppositori politici. Ma il programma di allontanamento degli ebrei venne reso pi complesso dalla politica di espansione della Germania, che conquist ampi territori nell'est europeo, come la Cecoslovacchia e la Polonia, dove la presenza ebraica era molto numerosa. Paradossalmente le conquiste naziste ebbero come effetto secondario l'aumento del numero degli ebrei, di cui i tedeschi volevano disfarsi. Ebbe quindi inizio la ghettizzazione della popolazione di origine ebraica, che fu obbligata a cucire una stella gialla sugli abiti e fu ammassata nei quartieri pi poveri e malsani delle citt. Ma quando l'offensiva nazista contro l'Unione Sovietica per la conquista dello 'spazio vitale' ad est fall e si dimostr impraticabile il progetto di una deportazione in massa degli ebrei nell'Europa orientale, cos come si era dimostrata irrealizzabile l'ipotesi del trasferimento di tutti gli ebrei europei nel Madagascar, prese piede il proposito di procedere ad una eliminazione fisica delle comunit ebraiche. Gi durante l'avanzata in Russia si era proceduto all'uccisione di centinaia di migliaia di persone, tra ebrei e prigionieri bolscevichi. Si erano pure tentati i primi esperimenti di gassazione, all'interno di camion appositamente attrezzati. L'ipotesi di un piano generale di sterminio venne studiata in una riunione che si tenne il 20 gennaio 1942, a Wannsee, durante la quale, alla presenza di alti funzionari, si definirono le modalit organizzative per l'eliminazione di milioni di persone. Gli ebrei di tutta Europa avrebbero dovuto essere rastrellati, inviati in vagoni piombati nei campi di lavoro forzato, in condizioni talmente disumane da causarne velocemente la morte. Chi non fosse stato in grado di lavorare, bambini, anziani, malati, donne incinte, avrebbe dovuto essere indirizzato in campi di sterminio. Qui venne messo a punto un terrificante meccanismo di morte: tramite enormi camere a chiusura ermetica, in cui veniva immesso un gas letale, lo

zyklon B, era possibile sterminare migliaia di individui, i cui cadaveri venivano poi fatti scomparire nei forni crematori. Il principale campo di sterminio costruito dai tedeschi fu Auschwitz-Birkenau II, I campi di sterminio dove fu assassinato un milione di ebrei. Ma furono attivi anche i campi di ed i campi di lavoro Chelmno, di Belzec, di Sobibor, di Treblinka. Vennero costruiti anche campi misti di lavoro e di sterminio, come BergenBelsen, Buchenwald, Dachau, dove furono internati oltre agli ebrei, oppositori politici, omosessuali, zingari, malati di mente. Le cifre dello sterminio Non facile accertare il numero delle vittime dei campi, sia per il tentativo dei tedeschi di nascondere lo sterminio in previsione della sconfitta, sia perch moltissimi furono coloro che morirono per fame, epidemie e per inutili esperimenti pseudo scientifici; tuttavia si calcolato che complessivamente siano morti circa sei milioni di ebrei, i 2/3 di quelli che vivevano in Europa. Ci che colpisce immediatamente dinanzi a simili atrocit la scientificit della macchina dello sterminio, pensata per permettere l'eliminazione semplice e veloce di milioni di persone. Rimane inoltre incomprensibile, o addirittura inimmaginabile il fatto che si sia potuto costantemente negare la dignit di persone, di esseri umani alle vittime, che considerate alla stregua di oggetti, vennero sottoposte a sofferenze e sevizie di ogni genere assolutamente gratuite. Si molto dibattuto sul tipo di informazione che durante gli anni dello sterminio La cognizione dell'olocausto fuori dalla dovette giungere in Germania ed in Europa. Certamente , fino la 1945, le informazioni sulla eliminazione degli ebrei furono rare: quando gli eserciti russi e Germania americani entrarono nei lager, rimasero inorriditi e non compresero immediatamente la loro funzione. In precedenza alcune notizie erano trapelate in fogli clandestini, attraverso al BBC e radio Mosca, ma senza che si avesse sentore della portata e della scientificit dello sterminio. In Europa, in Francia ed in Italia, si pensava che gli ebrei fossero deportati in campi di lavoro, per aumentare della Segretezza delle produzione tedesca, e che, alla fine della guerra, sarebbero tornati. Gli stessi ebrei operazioni di sterminio occidentali, ben inseriti nella societ, non potevano immaginare una tale atroce realt. D'altro canto i nazisti si erano preoccupati di tenere segreta l'intera macchina di sterminio, facendo in modo che i diversi anelli della catena organizzativa ignorassero il sistema nel suo insieme. Ci nonostante difficile credere che funzionari, ferrovieri, operai addetti alla costruzione dei lager, potessero davvero ignorare la fine terribile riservata alle migliaia di ebrei deportati. Si pu forse ipotizzare che moltissimi abbiano volutamente ignorato questa tragedia, decidendo di non volerne sapere di pi, per paura, per vigliaccheria, e forse anche per indifferenza nei confronti della sorte degli ebrei. Anche la chiesa cattolica mantenne posizioni contrastanti: se da un lato papa Pio XI si schier, da subito, contro le leggi razziali in Germania ed in Italia, pi La posizione della tiepida stata la posizione della gerarchia vaticana e del suo successore E. Pacelli, chiesa cattolica Pio XII, che non espresse mai una condanna formale del nazismo e denunci le atrocit antisemite quando ormai lo sterminio si stava realizzando ed il timore di rappresaglie tedesche nei confronti del clero cattolico consigliava la massima prudenza. Ci nonostante il clero cattolico e protestante pag a caro prezzo la solidariet espressa alle comunit ebraiche e molto numerosi furono i preti imprigionati e deportati in Germania. Leggi antisemite furono promulgate anche in Francia ed in Italia: Il governo di Vichy eman una legislazione che limitava le libert e le attivit degli ebrei gi Le leggi antisemite nel 1940, collabor con i tedeschi all'arresto e alla deportazione degli ebrei nella
in Francia

E in Italia

zona della Francia occupata, ma cerc di difendere in qualche modo gli ebrei francesi nella zona libera. In Italia le prime leggi razziali , che vennero emanate nell'estate del 1938, in ossequio all'alleato nazista, ma furono applicate in modo parziale, proibivano agli ebrei di frequentare scuole secondarie pubbliche, di svolgervi attivit di insegnamento, se ne stabiliva l'esclusione dall'esercito e dalla pubblica amministrazione, si proibivano i matrimoni misti. Gli ebrei in Italia erano circa 50.000, su una popolazione di 44 milioni ed erano bene inseriti nella societ, ci nonostante persero tutti i diritti civili, molti il proprio lavoro e patrimonio, furono invitati a lasciare il paese di cui si consideravano cittadini e per cui alcuni, durante la prima guerra mondiale, avevano combattuto. Tuttavia quando, dopo l'armistizio, le truppe naziste cominciarono a deportare gli ebrei italiani nei campi di concentramento, la popolazione spesso aiut la comunit ebraica correndo anche gravi pericoli. In ogni caso dai territori controllati dalla repubblica di Sal vennero deportate in Germania 8000 persone, dalla sola citt di Roma circa 1750. -Ill. da Vivarelli pag.353 -Ill. da golzio pag 131 + Doc le camere a gas -Cartina da Brancati pag.711 con dida -Doc. "Vi proponiamo la dichiarazione giurata di un testimone a carico nel processo di Norimberga in cui si descrive una esecuzione in massa avvenuta il 5ottobre 1942" da H. Grebe vedi anche Brancati 711 -tabella Golzio p.130

5.2 Altri massacri


Purtroppo i nazisti non furono i soli a macchiarsi di terribili atrocit, sebbene siano stati gli unici a perseguire con scientifica precisione l'eliminazione di un intero popolo. La seconda guerra mondiale vide l'utilizzo di una violenza efferata da parte di tutti i contendenti: i russi massacrarono nell'aprile del 1940, nella foresta di Katyn, circa 11.000 ufficiali polacchi prigionieri, forse per indebolire le possibilit di riorganizzazione della Polonia. I giapponesi si macchiarono di terribili violenze nei confronti dei prigionieri di guerra, di stupri e massacri a danno dei civili cinesi, provocando circa 20.000 vittime in due giorni. I partigiani sloveni operarono una pulizia etnica dell'Istria ed uccisero, gettandoli in avvallamenti naturali del terreno qualche migliaio di italiani, che abitavano nei territori annessi alla Iugoslavia. Gli stessi Italiani hanno compiuto rappresaglie e fucilazioni di massa contro i partigiani greci e iugoslavi. __________________________________________________________________ ________ Box L'invasione iugoslava dell'Istria e le foibe Golzio 126 + ill. Brancati Rete e nodi 297

Il massacro di Katyn Violenze perpetrate dai giapponesi Pulizia etnica dell'Istria

Rappresaglie italiane in Grecia e Iugoslavia

6 Il processo di Norimberga

La scoperta delle atrocit consumate nei campi di concentramento e di sterminio nazisti, commosse e inorrid l'opinione pubblica internazionale, che chiese di Istituzione di una corte giudicare e punire gli autori di quei crimini. internazionale di Tra discussioni ed interminabili polemiche venne istituita una corte internazionale giustizia con il compito di giudicare i criminali di guerra. Il processo si sarebbe dovuto svolgere a Berlino, vecchia capitale del Reich, ma si tenne a Norimberga, sia per il valore simbolico di questa citt, sia per ragioni pratiche, perch qui erano rimaste in piedi le strutture sufficienti, in una nazione quasi completamente distrutta. Le udienze durarono per circa 10 mesi, dal 14 novembre 1945 al 1 ottobre 1946. Ricoprirono il ruolo di giudici ed accusatori Inghilterra, Stati Uniti, Francia ed URSS. Furono i vincitori a giudicare i vinti e Usa, Inghilterra, Francia non i rappresentanti di nazioni neutrali, ma per fugare ogni dubbio ed Urss nel ruolo di sull'imparzialit del dibattimento, si adott una procedura accusatoria di accusatori ispirazione anglosassone, con la possibilit per gli imputati di testimoniare nel loro interesse e di nominare il proprio difensore. I capi d'accusa furono cospirazione, crimini contro la pace, guerra d'aggressione, crimini di guerra e contro l'umanit. I maggiori responsabili della tragedia erano gi morti: Hitler, Goebbels e Himmler si erano suicidati. Il principale accusato era H. Goring che con R. Hesse e M. Borman aveva fatto parte del governo centrale del Reich. Di quest'ultimo non si Goering, Hesse e Borman conosceva la sorte, poich era scomparso il 1 maggio 1945, durante l'attacco di sul banco degli imputati Berlino. Sedettero sul banco degli imputati altri 20 gerarchi nazisti, di cui 12 furono condannati alla pena di morte per impiccagione, 3 vennero assolti e gli altri condannati a diversi anni di detenzione. Goring si suicid in cella , ingerendo una capsula di cianuro. Vennero, inoltre, messe sotto accusa organizzazioni come le SS e la Gestapo, all'interno delle quali i dirigenti nazisti avevano progettato e compiuto i loro crimini. Certamente il processo fu una tappa fondamentale nella strada verso la pace e la Riaffermazione del diritto riaffermazione del diritto internazionale, poich, rifiutando l'idea della vendetta e internazionale della punizione sommaria, permise una disamina accurata dei crimini compiuti e della aberrante ideologia ad essi sottesa, ribadendo la preminenza del diritto e della giustizia contro la violenza. Cosa che non si ottenne in Italia, dove l'omicidio di Mussolini e dei suoi gerarchi, con l'esposizione dei cadaveri, imped una analisi approfondita delle responsabilit e delle connivenze. Ci nonostante durante il processo vi furono anche colpevoli zone d'ombra, che riguardarono soprattutto la posizione dell'Unione Sovietica. Il contributo dei russi Le zone d'ombra del alla vittoria era stato innegabile e dunque sarebbe stato impossibile non accoglierli processo di Norimberga tra i rappresentanti dell'accusa. Ma ci impose reticenze e silenzi sulle atrocit che i sovietici stessi avevano compiuto, prima tra tutte il massacro di Katyn, del quale si discusse in modo superficiale, senza giungere ad un vero chiarimento. Che si ebbe tuttavia in modo definitivo il 14 dicembre 1992, quando B. Eltsin consegn al presidente della Polonia Walesa un documento firmato da Stalin in cui si ordinava l'eliminazione degli ufficiali polacchi. Anche il Giappone ebbe la sua "Norimberga": a Tokyo una corte di giustizia Anche il Giappone ha la sua giudic e condann alla pena di morte per impiccagione il generale Tojo, primo Norimberga ministro fino al 1944, e altri sei generali, con l'accusa di aver fomentato l'aggressione dei paesi vicini e di aver permesso che si compissero atrocit sulla popolazione civile e i prigionieri di guerra.

L'imperatore Hirohito, le cui responsabilit non sono mai state chiarite, per un accordo con gli alleati, non fu deposto.

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